Piccola Storia Della Misura Ad Uso Dei "Gruppi Su Misura"
Piccola Storia Della Misura Ad Uso Dei "Gruppi Su Misura"
Piccola Storia Della Misura Ad Uso Dei "Gruppi Su Misura"
(fiaba africana)
Per dare un'idea della distanza che lo separava dal Cinghiale, ii Camaleonte ha contato
quante code come la propria ci stavano: ha confrontato la lunghezza della propria coda
con la distanza tra sé e il Cinghiale. Il Camaleonte ha dunque misurato quella distanza
usando la propria coda come unità di misura.
Anche gli uomini dell'antichità che, come noi, avevano la necessità di misurare i terreni di
loro proprietà o gli edifici che costruivano, usarono parti del proprio corpo come unità di
misura.
Gli antichi Egizi usavano come unità di misura il cubito, cioè la lunghezza del braccio dal
gomito alla punta del dito più lungo, il medio.
Con questa unità di misura costruirono le loro famose piramidi. Col cubito tu puoi
misurare la lunghezza della cattedra, la lunghezza e la larghezza della tua aula o del
corridoio.
Più difficile ti sarà misurare la lunghezza e la larghezza del tuo banco,e più difficile ancora
quelle di un libro o di un quaderno.
Gli Egizi, per misurare tutto ciò che era più corto di un cubito, usavano le spanne, cioè la
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lunghezza che passa, quando la mano è bene aperta,tra la punta del pollice e quella del
mignolo.
Una misura di questo tipo è usata dai bambini nel gioco delle biglie di vetro,
e dagli adulti quando si vuole dare una misura approssimativa : “Quel tipo è una spanna
più alto di me”.
E per le cose più corte di una spanna ?
Gli Egizi ricorrevano al palmo: la larghezza di una mano con le dita unite senza
considerare il pollice. Come vedi, fin dal tempo degli Egizi non bastava una sola unità di
misura, ne occorrevano di più piccole.
Per doppio passo s'intende la distanza che passa fra il punto in cui si posa un piede e il
punto in cui si posa di nuovo Io stesso piede camminando: praticamente due passi. Per i
Romani mille doppi passi costituivano un miglio, l'unità di misura per le lunghe distanze.
Lungo le strade costruite dai Romani sorgevano delle pietre miliari, poste cioè alla
distanza di un miglio l'una dall'altra.
Ma i Greci e i Romani non usavano semplicemente parti del proprio corpo come il piede
per misurare. In realtà avevano delle misure fisse che chiamavano piede perché erano
lunghe più o meno come un piede di una persona adulta. Se avessero usato davvero i
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propri piedi, avrebbero ottenuto risultati sempre diversi. Certo, per misurare
approssimativamente,usavano davvero il piede. Per misurare con precisione, invece;
occorrono misure sempre uguali e valide per tutti.
Secondo la leggenda, il re d'Inghilterra Enrico I, vissuto circa ottocento anni fa, stabilì che i
suoi sudditi dovessero usare tutti la stessa unità di misura: la distanza che passava tra la
punta del suo naso e la punta del pollice della sua mano quando teneva il braccio teso in
fuori. Questa curiosa unità di misura fu chiamata iarda.
Certo che, se tutti i sudditi fossero andati a prendere la misura sul corpo del re, sarebbe
stata una bella seccatura per Sua Maestà! In realtà bastava che ognuno confrontasse la
propria iarda su una sola costruita a puntino come voleva il re. Occorreva quindi un
campione, sul quale confrontare tutte le iarde del regno.
Qualcosa del genere oggi accade veramente. Vicino a Parigi, all'Ufficio Internazionale di
Pesi e Misure, si trova una sbarra di metallo indeformabile che è il campione del metro.
Tutti i metri del mondo, per essere esatti, devono corrispondere a quello di Parigi.
Ma allora, per sapere se un metro è giusto bisogna andare a confrontarlo con quello di
Parigi? Certamente no. D'altra parte, se ti capitasse di andare a Parigi, scoprirai che non ti
sarà permesso neppure di vedere il metro-campione, ma soltanto un modello.
L'originale è conservato e protetto alla temperatura di 0° e soltanto in casi eccezionali
viene esaminato. Per le necessità più comuni, in ogni Stato esistono copie esatte del
campione di Parigi.
Molti vantaggi
Col metro, in uso da 100-200 anni circa, abbiamo finalmente una unità di misura precisa e
valida per tutti.
Abbiamo anche una serie di altre misure, più piccole e più grandi, che si ottengono
facilmente suddividendo o moltiplicando lo stesso metro 10, 100, 1000 volte.
Per misurare cose più corte di un metro, abbiamo:
- il decimetro (dm), decima parte del metro; ,
- il centimetro (cm), centesima parte del metro;
- il millimetro (mm), millesima parte del metro.
Per misurare cose molto lunghe,abbiamo:
- il decametro (dam), una decina di metri;
- l'ettometro (hm), un centinaio di metri;
- il chilometro (km), un migliaio di metri.
Ciascuna di queste misure è 10 volte più piccola di quella immediatamente superiore e 10
volte più grande di quella immediatamente inferiore.
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Perciò questo sistema di misurazione è chiamato decimale. Con esso è possibile misurare
qualsiasi cosa con grande precisione.
Il Sistema Metrico Decimale ha anche un altro vantaggio: i nomi e le sigle ci fanno capire
immediatamente quanto vale ogni misura: decametro (dam) una decina di metri;
centimetro (cm) la centesima parte del metro; ecc.
Questo non succede per i cubiti, i palmi, le iarde
Le lunghezze
Ora che abbiamo conosciuto delle unità di misura pratiche e semplici,vediamo come
adoperarle. Se tu dovessi misurare la lunghezza della tua aula, dovresti procedere
in questo modo : controlla quante volte ci sta il metro. Nel far questo occorre molta
precisione quando si segna il punto dove termina ii primo metro, e da cui occorre, quindi,
far partire il successivo.
Poniamo che il metro stia nella lunghezza della vostra aula 8 volte esatte.
Diremo che I' aula misura 8 m di lunghezza. Se, invece, il metro ci stesse soltanto sette
volte e avanzasse un pezzo più corto del metro, occorrerebbe usare il decimetro.
Partendo dal punto in cui terminava il settimo metro, si vede quante volte ci sta il
decimetro. Se avanzasse ancora un pezzo più corto di un decimetro, occorrerà usare
il centimetro, e poi il millimetro.
Per la verità, se si possedesse un decametro o un doppio decametro da
geometra,misurare diventa molto più facile.
Basta far coincidere I' inizio del nostro decametro (attenzione: inizia dal punto 0, non dal
punto 1) con l'inizio della lunghezza da misurare, far scorrere bene il nastro e leggere sul
nastro stesso il punto cui si è arrivati.
Poniamo che alla fine si trovi che in tutta la lunghezza dell'aula ci stanno 7 metri, 4
decimetri e 8 millimetri, diremo che la lunghezza dell'aula misura 7 m, 4 dm e 8 cm Si può
scrivere più brevemente 7,48 m (7 m e 48 cm)
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Decimetro:La lunghezza di 10 unità dei numeri in colore ( i bianchi) corrisponde sul righello
a un decimetro (1dm), a 10 centimetri (10 cm) e a 100 trattini o millimetri (100 mm).
Se osserviamo un bianco possiamo dire che è lungo quanto 10 trattini ( 10 mm ), oppure 1
cm.
I numeri segnati sul righello corrispondono alla lunghezza dei pezzetti bianchi; per
esempio 3 indica la distanza tra 0 e 3 che corrisponde a 3 regoli bianchi.
Se però adoperiamo come unità di misura il decimetro diremo che un regolo bianco non è
sufficiente a fare un decimetro. Il regolo bianco è lungo quindi 0 decimetri e 1 centimetro.
Non è per caso che il metro-campione si trovi proprio a Parigi. Furono infatti i francesi nel
1790 a inventare il Sistema Metrico Decimale.
A quel tempo in Francia era scoppiata una grande rivoluzione. I nuovi capi del paese,
decisi a cambiare molte cose, riunirono un gruppo di scienziati e affidarono loro il compito
di inventare un sistema di misurazione più pratico di quelli allora in uso. Per quanto
riguarda la misura delle lunghezze, gli scienziati stabilirono che l'unità di misura, che essi
chiamarono metro, fosse dieci milioni di volte più piccola della distanza tra il Polo Nord e
l'Equatore passando per Parigi. Per la verità non fecero, i calcoli con grande esattezza, e
quando si accorsero dell'errore era troppo tardi: il nuovo sistema era ormai adoperato
dappertutto. Del resto I' importante è che tutti adoperino la stessa misura e non che questa
sia esattamente dieci milioni di volte più piccola di qualche distanza.
Gli stessi scienziati stabilirono delle unità di misura per i pesi e le capacità, sempre
ricorrendo al sistema decimale: ogni unità è dieci volte più grande di quella che la precede
e dieci volte più piccola di quella che la segue.
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Ecco quanto stabilirono.
Le misure di peso
Per le misure di peso procedettero in questo modo. Costruirono un recipiente a forma
di cubo, alto come la decima parte del metro (un decimetro), lungo un decimetro e largo
un decimetro, che chiamarono decimetro cubo. Lo riempirono di acqua pura. Il peso di
quell'acqua lo chiamarono chilogrammo (kg), cioè mille grammi. Anche del chilogrammo fu
costruito un campione di metallo che si conserva a Parigi: esso pesa esattamente come
l'acqua contenuta nel decimetro cubo.
Le altre misure di peso sono numerose.
Eccole elencate dalla più piccola alla più grande:
− il milligrammo (mg), millesima parte del grammo;
− il centigrammo (cg), centesima parte del grammo
− il decigrammo (dg), decima parte del grammo
− il grammo (g), unità di misura dei pesi piccoli;
- il decagrammo (dag), una decina di grammi;
- l'ettogrammo (hg), un centinaio di grammi;
- il chilogrammo (kg), un migliaio di grammi e unità di misura per i pesi più grandi
- il miriagrammo, dal1999 è soppresso questo nome e si dice l0 chilogrammi
- il quintale, dal1999 è soppresso questo nome e si dice 100 chilogrammi
- la tonnellata (t), mille chilogrammi.
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Come si misurano i Pesi
Per pesare gli oggetti occorre uno strumento speciale: la bilancia. Ci sono diversi tipi di
bilancia. Bilancia a bracci uguali:è costituita da un’asta divisa in due parti uguali , nel
punto di mezzo è applicato un “coltello” cioè un prisma triangolare con uno spigolo rivolto
verso il basso che appoggia su un pezzettino di metallo o di pietra dura, alle due estremità
dell’asta ( che si chiama giogo) sono sospesi i piatti. Questo tipo di bilancia funziona
ponendo su uno dei due piatti ciò che si vuole pesare e sull’altro dei pesi tarati cioè già
conosciuti. Quando il peso dell’oggetto è uguale a quello dei pesi posti sull’altro piatto, un
ago indica che è stata raggiunta una posizione di equilibrio.
Oggi ci sono bilance molto più facili da usare. Il piatto è uno solo,quello per
le cose da pesare , e una freccia indica su un quadrante il peso esatto. Ci sono anche
le bilance pesa-persone, sulle quali si sale. Anche queste hanno un quadrante sul quale si
può leggere il peso su una scala graduata .La scala graduata delle bilance è divisa
da tanti piccoli trattini neri: essi rappresentano il peso minimo al quale la bilancia è
sensibile e costituiscono la divisione delle misure della bilancia.
Ad esempio ci può essere una scala graduata con una divisione di 10 grammi, ma la
divisione può anche essere diversa, per esempio alcune bilance da cucina hanno una
divisione di 20 grammi.
Per indicare i pesi si procede in modo simile a quello usato per le lunghezze.
Poniamo che un oggetto pesi come 1 chilogrammo, 3 ettogrammi, 9 decagrammi e
5 grammi. Scriveremo che il suo peso è di: 1kg, 3 hg ,9 dag e 5 g più in breve: 1 ,395 kg .
Le misure di capacità
Il recipiente a forma di cubo che era servito a stabilire la misura del chilogrammo servì
anche per definire le misure di capacità, cioè quelle che indicano quanto liquido è capa
ce di contenere un recipiente.
Si stabilì, infatti, che la quantità di acqua contenuta nel decimetro cubo e che pesava un
chilo, fosse I' unità di misura delle capacità: ogni recipiente che la contenesse esattamente
avrebbe avuto la capacità di un litro.
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Anche in questo caso si fissarono delle misure dieci volte più piccole e dieci volte più
grandi.
Eccone la tabella:
- centilitro (cl), centesima parte del litro;
- decilitro (dl), decima parte del litro;
- litro (l), unità di misura;
- decalitro (dal), una decina di litri;
- ettolitro (hl),un centinaio di litri.
Se vogliamo sapere quanto liquido può contenere un recipiente (bottiglia, fiasco,
secchiello, bacinella, bicchiere, ecc.) dobbiamo possedere dei recipienti-misura: almeno il
litro, il decilitro, il centilitro e, per misurare contenitori grandi, il decalitro.
Si tratta poi di riempire di acqua il recipiente che vogliamo misurare, usando prima la
misura più grande che ci può stare e poi, via via, quelle più piccole. Naturalmente bisogna
contare e ricordare quante volte si è versato acqua con ciascuna misura Si può anche fare
il contrario: da un recipiente pieno togliere acqua prima col litro, poi col decilitro e infine col
centilitro, contando quante volte si è ripetuta la manovra per ciascuna misura.
Le misure di tempo
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i sessantesimi furono chiamati le “prime piccole parti” e i sessantesimi dei sessantesimi
furono chiamati le “seconde piccole parti”.
Le traduzioni latine diventarono poi: “pars minuta prima” e “pars minuta secunda”. Queste
frasi vennero in seguito abbreviate e diventarono i vocaboli: minuti e secondi usati per la
misura del tempo.