Manuale Completo Per Ape e Vespa
Manuale Completo Per Ape e Vespa
Manuale Completo Per Ape e Vespa
Prima di smontare tutto sarà buona cosa procurarsi, come minimo, il kit di
guarnizioni del carburatore in modo da poter sostituire quelle esistenti quando
si rimonta tutto: magari le guarnizioni sono in buono stato, ma potrebbero
danneggiarsi togliendole e, comunque, vista l’esiguità della spesa, perché non
cambiarle una volta che il carburatore è tutto smontato? Vi servirà anche un
po' di benzina pura, un pennello morbido e una bomboletta di aria compressa,
reperibile in un negozio di computer: se avete un compressore meglio ancora.
Sganciate il cavo del gas alzando manualmente la leva del gas (29) sul
carburatore e liberando il morsetto di ottone dalla sua sede (freccia rossa).
Rimuovete il morsetto (attenzione a non perderlo) e tirate fuori il cavo del gas
dalla sede del registro (freccia verde).
Per rimuovere il carburatore bisogna allentare la fascetta stretta dalla lunga
vite esagonale che si trova sul suo fianco (61): si può usare un cacciavite
piatto o, se offre molta resistenza, una chiave. Una volta allentata la vite
estraete il carburatore dal collettore facendolo ruotare alternativamente
mentre lo sfilate. Il carburatore completo dovrebbe assomigliare a questo:
Rimuovete ora con cautela il getto massimo e il getto dello starter, pulendoli
con cura come il getto minimo.
Pulite con la benzina la camera del galleggiante e la vaschetta e pulite col
getto d’aria tutti i passaggi del carburatore. Rimontate i getti avvitandoli
completamente nelle rispettive sedi e rimontate lo spillo conico sul galleggiante
inserendolo nell’apposita fessura. Riposizionate con cautela il galleggiante e lo
spillo nella loro sede e fissate il galleggiante infilando il pernetto nella sua
sede.
Il lavoro può essere eseguito anche col motore montato sulla vespa (con
qualche accorgimento, del tipo sganciare l'ammortizzatore posteriore e
sollevare la vespa per fare "scendere" il motore il più possibile per ricavare lo
spazio per sfilare il cilindro) ma qui supporremo di avere il motore smontato
sul banco.
La cuffia di raffreddamento è fissata con quattro viti: due sono già state tolte
quando è stato smontato il copri volano (evidenziate nei cerchi), una è sul
fianco del carter, dove finisce la chiocciola della ventola (nel rettangolo) e
l'ultima è dietro, dal lato del collettore di scarico (indicata con la freccia).
Una volta che il cilindro è libero tiratelo con cautela per sfilarlo dai prigionieri.
La guarnizione del cilindro (fra cilindro e carter) può opporre un po' di
resistenza se è vecchia e si è incollata; probabilmente si strapperà ma questo
non è un problema perchè quando si rimonterà tutto dovrà essere comunque
sostituita. Fate attenzione durante l'estrazione del cilindro perchè il pistone lo
seguirà finchè l'albero non si troverà al punto morto superiore.
Una volta raggiunto il punto morto superiore (vedrete che la biella è dritta),
continuando a tirare il cilindro il pistone comincia a sfilarsi da esso fino ad
uscire completamente. Fate attenzione a non sbatacchiare eccessivamente
biella e pistone sui carter per non rovinare né gli uni né gli altri.
Qui sotto il cilindro non c'è più: notate la differenza fra i prigionieri corti e
quelli lunghi.
Il pistone è montato sulla biella per mezzo dello spinotto, che è trattenuto da
due anelli elastici. Se il vostro obiettivo è quello di smontare solo il pistone e di
non aprire i carter è meglio mettere alcuni stracci sotto al pistone per evitare
che qualche piccolo oggetto cada nel motore, costringendovi ad aprirlo. I primi
candidati a cadere nel motore sono gli anelli elastici dello spinotto. Questi
devono essere tolti con una pinza a becchi stretti, afferrandoli per il pezzo
libero ed imprimendo una leggera rotazione mentre si tirano delicatamente
verso l'esterno. A volte possono schizzare fuori come delle molle e andare persi
da qualche parte nel vostro garage, quindi prestate attenzione!
Il dado centrale deve essere svitato per smontare il volano: dopo qualche
tentativo vi accorgerete che non è così semplice, perchè il volano tenderà a
girare col dado. Il volano dev'essere tenuto fermo in qualche modo mentre
mollate il bullone!!! Alcuni fanno uso di un cacciavite o una lima o qualche altro
pezzo di ferro incastrato fra le alette del volano e qualche punto del carter ma
è una pratica da evitare come la peste: se siete fortunati si può spezzare
qualche aletta, se non siete in giornata potreste rovinare seriamente anche il
carter. Personalmente mi sono costruito una leva con un buco che si infila nella
feritoia di accesso alle puntine e consente di infilare una chiave a tubo sul
dado: un metodo semplice, rapido, efficacie ed assolutamente sicuro.
Una volta allentato il dado dovete prestare attenzione al tipo di volano che
avete, perchè ne esistono di due tipi: un primo tipo, che si trova sui 50 e sulle
prime Primavera, ha un anello elastico nel foro centrale e un dado speciale con
un "colletto" poco più largo del foro, ed un secondo tipo, che si trova sulle
ultime Primavera e sull'ET3, che ha un dado normale e presenta il foro
parzialmente filettato.
Nel volano del primo tipo, continuate a svitare il dado centrale fino a quando
il "colletto" del dado appoggerà sull'anello elastico. A questo punto svitate
ancora (incontrerete una certa resistenza, perchè il colletto spinge sull'anello
elastico) fino a quando sentirete un sonoro "TAC!!"... il volano ora è libero.
Nel volano del secondo tipo, più comune, occorre un attrezzo specifico, che
è l'estrattore per il volano, costituito da un cilindretto con un filetto esterno ed
un bullone. Questo è assolutamente indispensabile e costa sui 5 euro. Avvitate
a fondo l'estrattore sulla parte filettata del foro del volano (dopo aver rimosso
il dado e la relativa rondella) poi, trattenendo il corpo dell'estrattore stesso con
una chiave, stringete il bullone centrale: quest'ultimo, avvitandosi, va a
spingere sul perno creando una forza elevata. Quando sentite il famoso "TAC!!"
il volano è libero.
Una volta che il volano è libero sfilatelo con attenzione: la resistenza che
oppone allo sfilamento è dovuta all'attrazione dei magneti incorporati
all'interno del volano verso le bobine dello statore. Una volta tolto il volano
mettete in un posto sicuro anche la chiavetta a mezzaluna che dovrebbe
essere rimasta nella sua sede sul perno conico. Quello che si vede sotto al
volano è il piatto dello statore, diverso da modello a modello.
A sinistra lo statore della Primavera (accensione a puntine), a destra lo
statore dell'ET3 (accensione elettronica). In entrambi i casi lo statore è fissato
al carter con tre viti e relative rondelle (evidenziate). Il fissaggio dello statore è
fatto trattenendolo per il bordo e non con le tre viti infilate in tre fori: questo
perchè, mollando le tre viti, è possibile fare ruotare lo statore in senso orario o
antiorario di una decina di gradi circa. Ruotando lo statore si va a variare
l'anticipo dell'accensione, ovvero l'istante in cui scocca la scintilla della candela
rispetto alla posizione del pistone. Questa regolazione è fondamentale per il
buon funzionamento del motore. Per questo motivo, prima di smontare lo
statore, è meglio segnare la sua posizione esatta tracciando due segni con un
pennarello indelebile sul bordo dello statore e sul carter in modo da risalire, al
momento del rimontaggio, alla posizione originaria.
Sostituzione frizione
Quando la frizione slitta oppure quando cambiare le marce diventa
difficoltoso, è ora di smontare la frizione e sostituire i dischi. Questa
operazione si può dividere in tre fasi:
A parte tutti gli attrezzi che non mancano nemmeno nella peggiore officina
casalinga (chiavi, cacciaviti, martello ecc.), sarà necessario un attrezzo
speciale che è l'estrattore per la frizione; questo arnese costa pochi euro e
consente di smontare il gruppo frizione in pochi istanti e senza danneggiare
nulla.
Il disco porta ganasce è trattenuto sul carter motore da tre dadi da 13 mm;
ogni dado ha una rondella piana e una rosetta spaccata: rimuovete tutto e
sfilate il disco porta ganasce dal mozzo, mostrando il cuscinetto del mozzo
posteriore. Attenzione perchè da questo momento in poi la vespa dovrà
rimanere in posizione orizzontale: se cercherete di drizzarla l'olio del cambio
uscirà dalla sede del cuscinetto del mozzo. A questo punto sganciate il cavo
della frizione (indicato dalla freccia rossa) dalla sua levetta. Non è necessario
togliere il morsetto sul cavo, basta spingere la levetta indietro (aiutatevi con
un cacciavite per fare leva) quel tanto che basta per sganciare il cavo col
morsetto attaccato.
E' giunta l'ora di aprire il motore. Armatevi di una chiave da 10 mm e
allentate le 6 viti indicate dalla freccia nella figura qui sotto.
La vite indicata dalla freccia blu è più lunga delle altre cinque, che invece
sono uguali fra loro: ricordatelo quando rimonterete il tutto. Prima di
rimuovere le viti e quindi il coperchio della frizione date una bella pulita al
coperchio ed alle zone intorno ad esso, per ridurre al minimo il rischio di fare
entrare lo sporco nel motore. Togliete le viti e sollevate il coperchio, facendo
molta attenzione al rallino della frizione, che è un piccolo cilindretto di ottone,
e che dovrebbe rimanere al centro del gruppo frizione; se così non dovesse
essere, guardate all'interno del coperchio che avete appena rimosso.
Ecco la frizione! Da questo momento in poi fate molta attenzione a quello
che fate, perchè se vi cadrà qualunque piccolo oggetto dentro al motore (un
dado, un anellino elastico...) potrete recuperarlo solamente aprendo
completamente il motore!!! Smontiamo quindi il blocco frizione.
Usa volta tolti tutti i dischi allentate il dado dal bullone centrale per
decomprimere completamente la molla della frizione in modo che sia possibile
smontarla ed eventualmente sostituirla. Oltre alla molla originale sono
disponibili anche molle rinforzate che sono perfettamente intercambiabili: se è
vostra intenzione di elaborare la vespa la molla rinforzata è una scelta
obbligata. Una volta sostituita la molla comprimetela nuovamente con
l'attrezzo artigianale facendo in modo da centrare le sei asole del piattello con i
corrispondenti denti della campana. Una volta che la molla è nuovamente
compressa si possono montare i dischi nuovi.
Prima di montare i dischi nuovi è buona cosa lasciarli immersi in olio (dello
stesso tipo di quello che si usa nel cambio) per almeno 24 ore in modo che il
sughero si impregni profondamente; senza questa operazione si rischia di
surriscaldare la frizione e di dover cambiare nuovamente i dischi dopo pochi
chilometri. La sequenza corretta di montaggio, tenendo la frizione come in
figura è: disco con sughero - disco di metallo - sughero - metallo - sughero,
infine il piattello esterno (con il bordo esterno smussato verso l'esterno) e il
collare di lamiera. Per bloccare il tutto assialmente rimontate infine l'anello
elastico nell'apposita sede ricavata dentro i denti della campana, assicurandovi
che sia stabile nella sua posizione.
Allineate tutti i denti esterni dei dischi come nella figura sotto per facilitare il
rimontaggio della frizione sul motore e badate che restino allineati mentre
svitate il bullone centrale per decomprimere la molla.
Rimuovete il bullone e la frizione è pronta per tornare al suo posto.
Ora passiamo al coperchio della frizione: recuperate il rallino della frizione (il
piccolo cilindro di ottone) e rimontatelo nella sua sede, cospargendo il foro con
un po' di grasso per evitare che esca quando rimonterete il tutto sul motore.
Prima di richiudere tutto sarà una buona cosa sostituire la guarnizione del
coperchio con una nuova; se siete stati attenti magari non avrete rovinato
quella vecchia, ma, visto il costo esiguo, è meglio cambiarla comunque per
evitare trafilamenti d'olio una volta finito il lavoro che vi costringerebbero a
riaprire tutto di nuovo. Togliete quindi la guarnizione vecchia, pulite bene le
superfici che si accoppieranno e montate la guarnizione nuova. Posizionate il
coperchio al suo posto e stringetelo con le sue viti (ricordatevi il bullone
lungo!). Collegate il cavo della frizione alla sua levetta e provate a tirare la leva
della frizione sul manubrio per vedere se è tutto a posto.
Ora che non ci sono più i bulloni i carter sono tenuti insieme solo dagli organi
meccanici al suo interno, l'albero motore, l'albero e il contralbero del cambio e
l'albero dell'avviamento. A questo punto, tenendo fermo il carter lato frizione,
non resta altro che tirare il carter lato volano per toglierlo. Questa è
l'operazione che più di tutte richiede pazienza e perizia, perchè da questo
dipenderà il buon funzionamento del motore in futuro.
Le superfici dei carter sono molto delicate ed è essenziale che non vengano
assolutamente intaccate perchè solo combaciando perfettamente garantiscono
la perfetta tenuta dell'olio all'interno del carter; inoltre un danno anche lieve
che interessi la parte di carter che delimita il movimento della biella e del
cilindro può provocare perdite di compressione al motore e trafilamenti di
miscela nei carter e di olio nel cilindro. Per evitare di danneggiare le sedi dei
cuscinetti dei vari organi meccanici è anche indispensabile aprire il carter il più
parallelamente possibile, evitando cioè di creare un grosso spiraglio da un lato
mentre dal lato opposto i carter sono ancora uniti.
Una volta separati i carter noterete, come mostrato qui sotto, che l'albero
motore, l'albero del cambio e l'albero dell'avviamento resteranno sul carter lato
frizione, mentre il contralbero del cambio resterà sul carter lato volano che
avete appena rimosso. Nessun organo meccanico dovrebbe cadere durante la
separazione dei carter (speriamo!).
Smontaggio dell'albero motore
Una volta aperti i carter, l'albero motore è trattenuto sul carter lato frizione
dal bullone che serra il pignone della coppia primaria. La primaria è quella
coppia di ingranaggi che realizza la prima riduzione del numero di giri (fissa: la
seconda riduzione è variabile ed è quella realizzata dal cambio); il primo
ingranaggio (pignone) è calettato sull'albero motore, il secondo ingranaggio
(corona) si trova sulla campana della frizione.
Il pignone è fissato all'albero motore con un sistema simile a quello del
gruppo frizione, con un dado, una rondella e una chiavetta a mezzaluna. La
rondella ha un lembo piegato sul dado per impedirne l'allentamento
accidentale; questo lembo deve essere raddrizzato con l'aiuto di un cacciavite
piatto, così che sia possibile svitare il dado. Siccome non c'è niente ad opporre
resistenza, ogni tentativo di svitare il dado produrrà una rotazione del pignone
e quindi della campana della frizione da un alto e dell'albero motore dall'altro;
per prevenire ciò occorrerà bloccare il movimento incastrando qualcosa di
tenero fra pignone e corona (un pezzo di legno o 5 centesimi di rame), facendo
molta attenzione a non rovinare i denti della primaria.
Il primo passo è quello di togliere i quattro ingranaggi del cambio; per fare
questo occorre rimuovere il grosso anello elastico che li trattiene sull'albero
degli ingranaggi.
Una volta tolto l'anello elastico è possibile sfilare (nell'ordine) un sottile anello
di spessore e i quattro ingranaggi (per la cronaca: dalla quarta alla prima).
riponete il tutto nell'ordine di smontaggio, in modo da poter rimontare tutto
nella giusta sequenza. Quello che rimane è l'albero del cambio "nudo" (che è
anche il perno della ruota posteriore) con la crociera in bella vista.
Per togliere l'albero del cambio occorre battere (con la solita cautela e il solito
martello di gomma) sul lato opposto a quello della figura, ovvero sull'estremità
dove è normalmente imbullonata la ruota posteriore. L'albero uscirà più
facilmente se si avrà l'accortezza di posizionare il cambio in quarta, ovvero
muovere a mano la crociera tutta verso il lato volano, in modo che quando
l'albero comincia a sfilarsi la forcella di azionamento del cambio si sganci dalla
gola dell'albero: è più facile da fare che da dire.
Ecco l'albero del cambio smontato: tanto per intenderci, la crociera è qui
rappresentata nella posizione di prima marcia.
Quando non è possibile rimediare una vecchia crociera occorre fare alla
vecchia maniera: avvolgete uno straccio attorno all'albero e sfilate la crociera,
le sfere e la molla rimarranno nello straccio, dove potrete recuperarle.
All'interno del motore potete vedere il settore dentato, azionato dalla leva, e
il pignone della messa in moto; la posizione di riposo del settore dentato è
determinata da una grossa molla che lo porta a battuta su un tampone di
gomma fissato sulla base del carter. In questa posizione il pignone della messa
in moto non può essere sfilato dal suo perno.
Facendo ruotare a mano il settore dentato di un piccolo angolo si libera il
pignone, che può essere così sfilato.
Una volta tolti questi si può smontare il settore dentato, che è solidale al
perno della leva di avviamento. Martellate leggermente il perno dal lato dove
era fissata la leva della messa in moto fino a fare fuoriuscire il perno stesso
quel tanto che basta per fare in modo di poter sganciare la molla dalla sua
sede nel carter aiutandovi con un cacciavite.
Una volta sganciata la molla potrete estrarre il settore dentato con tutto il
suo perno.
La prima cosa da togliere è la levetta del comando del cambio, quella dove
sono fissati i morsetti all'estremità dei cavi di comando del cambio. La levetta è
fissata sul perno con una spina conica: individuate con l'aiuto di un calibro il
lato della spina che ha il diametro minore e battetela su quel lato con l'ausilio
di un cacciaspine o altro utensile di piccolo diametro, in modo da concentrare
gli sforzi sulla spina senza correre il rischio di assestare una martellata nel
posto sbagliato. In questa operazione è indispensabile usare il martello con
molta cautela perchè ogni colpo si ripercuote anche sul pernetto e sulla sua
sede che, essendo ricavata sul carter, noi non vogliamo ASSOLUTAMENTE
danneggiare.
Passiamo ora alla parte superiore del carter, dove si trova una vite con
l'estremità cilindrica che costituisce la sede su cui ruota la forcella del comando
del cambio: rimuovetela, conservando la sua rondella.
La forcella è ora libera in senso assiale e possiamo sollevarla quel tanto che
basta per sfilare dalla sua sede il perno opposto alla vite che abbiamo appena
tolto. Attenzione alla rondella sottile.
Per sfilare completamente tutto il gruppo della forcella bisogna sfilare
completamente il perno dov'era montata la levetta di comando: questo è
possibile "estendendo" verso l'esterno del carter tutto il leveraggio, ricavando
così lo spazio per sfilare il perno.
In questa foto se ne vedono alcuni (degli altri non ho una foto decente dove
si vedano tutti)
Il cuscinetto 2 è del tipo a sfere nel motore 50 e del tipo a rulli nei 125,
perchè deve sostenere il peso del volano che è superiore. Io ho smontato il
motore 125 e ho sostituito il cuscinetto a rulli con il corrispondente a sfere,
vorrà dire che invece di 50000km ne durerà la metà...
Una volta tolti i cuscinetti si inseriscono i nuovi. Vista la forza utilizzata per
estrarre i vecchi potete immaginare che non sarà sufficiente appoggiare il
cuscinetto al foro e spingere col dito per inserirlo, infatti servirà un po' di olio
(quello del motore va bene) o grasso, un martello e (qui sono obbligatori) dei
tamponi di metallo tenero (alluminio), di diametro di qualche decimo di
millimetro inferiore al diametro esterno del cuscinetto. Il tampone serve a
distribuire la forza esercitata dal martello in modo il più uniforme possibile e
principalmente sull'anello esterno del cuscinetto; colpendo l'anello interno si
danneggerebbero sia le sfere che gli anelli del cuscinetto, accorciandogli così la
vita. Il metodo si applica ad ognuno dei sei cuscinetti: rivolgete verso l'alto la
sede del cuscinetto e posizionate qualcosa sotto al carter in modo che sia
appoggiato stabilmente al piano di lavoro. Se a contatto col piano di lavoro ci
sono delle superfici di accoppiamento dei carter proteggetele per non segnarle
o deformarle. Una volta che il carter è appoggiato stabilmente appoggiate il
cuscinetto alla sua sede (dopo averla con l'olio) in modo che sia dritto rispetto
ad essa, appoggiatevi sopra il tampone di alluminio e martellate sopra a questo
verificando ad ogni colpo che il cuscinetto non stia entrando storto. Continuate
fino a che il cuscinetto non è entrato tutto nella sua sede.
Tutti i cuscinetti hanno una battuta, ovvero si inseriscono nella loro sede fino
ad appoggiare posteriormente: non insistete oltre questo punto! Inoltre due
cuscinetti (1 e 3), oltre ad avere la battuta posteriormente al lato di
inserimento, hanno anche un anello elastico che li trattiene sul lato anteriore e
che deve essere montato una volta inserito a fondo il cuscinetto.
Questo è il metodo che ho usato io ed ha funzionato. Altri metodi prevedono
di inserire i cuscinetti esercitando una spinta inferiore (e quindi senza martello)
scaldando la sede del cuscinetto: ho sentito di gente che scalda il punto del
carter dove va inserito il cuscinetto sul fornello della cucina e poi inserisce il
cuscinetto a mano, ci entra da solo. In teoria funziona ma non me la sono
sentita di provare per paura di fondere i carter.
Una volta che i cuscinetti sono al loro posto date loro un po' di olio, fateli
girare e tirate un bel respiro... rimane da chiudere il motore!!
Ad ognuna delle estremità dell'albero motore ci sono due paraoli, che sono
delle particolari guarnizioni che realizzano una tenuta su un perno rotante e
sono essenzialmente degli anelli di gomma trattenuti da una carcassa
metallica; la tenuta è realizzata da un labbro di gomma tenuto in compressione
lungo tutta la circonferenza da una molla circolare. Non si capisce molto ma
capirete quando ne vedrete uno. Questi due paraoli evitano il trafilamento di
aria dall'esterno all'interno del carter nella fase di aspirazione (quando il
pistone sale) e il trafilamento di miscela dal carter all'esterno nella fase di
compressione (quando il pistone scende).
Mentre il paraolio lato volano può essere sostituito anche lasciando il motore
sulla vespa, il paraolio lato frizione richiede l'apertura dei carter e lo
smontaggio dell'albero motore.
I carter sono aperti e l'albero motore non c'è più: il paraolio è lì davanti a noi
e si può togliere con un cacciavite piatto scalzandolo dalla sua sede. Non
preoccupatevi di danneggiarlo, tanto andrà sostituito.
Una volta spinto fino in fondo il paraolio dovrebbe assomigliare a quello della
figura a destra.
Chiusura dei carter motore
Partiamo con il rimontaggio dal semicarter lato frizione, quello più grosso.
Tanto per scaldarsi un po', rimontiamo i due tamponcini di gomma che
delimitano la corsa del settore di avviamento infilandoli fino a fondo nella loro
sede.
Adesso la campana della frizione: si infila dal lato del coperchio della frizione
dentro il cuscinetto fino a rendere possibile il montaggio dell'anello elastico sul
perno della campana.
Riprendiamo in mano il comando del cambio e cambiamo l'OR con uno nuovo.
Poi, con la manovra inversa a quella fatta per estrarlo, infiliamo parzialmente
il perno nel foro passante con la forcella tutta estesa, poi ripieghiamo lo snodo
della forcella in posizione e infiliamo anche l'altro perno nella sede, verificando
che la rondella sottile sia presente.
Il comando del cambio viene fissato poi superiormente con l'apposita vite e
rondella che, una volta serrati, fissano in posizione il comando del cambio
lasciandolo libero di oscillare.
Riprendiamo l'albero del cambio, che avevamo lasciato l'ultima volta con la
crociera nuova, l'anello elastico e quello di spessore. Posizioniamo la crociera
tutta in fondo, come nella foto, e cominciamo ad infilarla nel cuscinetto del
perno della ruota; se oppone resistenza ci possiamo aiutare con leggeri colpi di
martello oppure scaldando il cuscinetto. L'importante è che, ad un certo punto
dell'inserimento del perno, si abbia l'accortezza di infilare i piccoli pattini della
forcella del comando del cambio dentro la corrispondente sede anulare che si
trova sulla crociera; una volta fatto questo si continua ad infilare il perno fino
in fondo, la forcella lo seguirà nel movimento perchè libera di ruotare.
Passiamo al settore di avviamento. Innanzitutto guardate con attenzione il
foro del perno dell'avviamento: dentro c'è un OR che deve essere tolto e
sostituito con uno nuovo.
Poi si prende il settore di avviamento, si posiziona la molla nell'incastro e si
spinge tutto il gruppo attraverso il foro corrispondente nel carter, facendo
attenzione a infilare l'estremità libera della molla nel foro e nella sede
sagomata nel carter. Una volta fatto ciò continuate a spingere il settore di
avviamento fino in fondo, muovendo un po' la molla perchè non contrasti il
movimento.
Ora si passa al perno della campana della frizione, dove si montano,
nell'ordine, la rondella sagomata, la molla di richiamo e il pignone della messa
in moto; quest'ultimo si infila definitivamente in sede ruotando leggermente a
mano il settore dentato fino a farlo passare, dopodichè sarà trattenuto da
questo nella sua posizione di riposo.
L'ultima operazione da fare su questa metà del carter è quella di montare gli
ingranaggi del cambio. Per fare questo si infilano sul corrispondente perno uno
ad uno rispettando l'ordine originale, quindi attenzione al verso perchè è
importante. Una volta montate le quattro ruote dentate ricordarsi anche
l'anello di spessore e, a stringere tutto il pacco, l'anello elastico.
A mano a mano che l'albero entra nel cuscinetto bisognerà spessorare il tubo
di alluminio per fare in modo che sia possibile tirare completamente l'albero
fino a fare battuta sul cuscinetto. Forse ci sono metodi megliori, ma con questo
non ho avuto nessun problema.
L'ultima operazione è l'inserimento dell'albero quadruplo del cambio sul
corrispondente cuscinetto. Se non entra facilmente (e ricordatevi di ungere o
ingrassare leggermente per facilitare il lavoro) potete qui aiutarvi col martello
di gomma.
Molto bene!!! A questo punto i carter sono ben farciti e pronti per essere
uniti.
L'ultimo sforzo prima della chiusura definitiva è l'inserimento della
guarnizione. Spesso si fa uso della cosiddetta pasta rossa per sigillare i carter e
la guarnizione ma, se le superfici di accoppiamento dei carter si presentano
lisce ed indeformate è meglio affidarsi alla sola guarnizione di carta, aiutandosi
con dell'apposito mastice per guarnizioni che garantisca la tenuta.
Ora guardate bene il ripieno del vostro motore perchè, se tutto va bene, non
lo vedrete per un bel po'. Un'operazione così solenne dovrebbe essere
ammantata da un'aura di misticismo, ma in realtà si tratta di prendere il
semicarter dov'è montato l'albero e infilarlo sull'altro semicarter. Punto. Se
tutto è stato fatto correttamente si infileranno come un coltello rovente nel
burro. Beh, in realtà dovrete muovere un po' il perno della ruota per fare girare
gli ingranaggi del cambio in modo i denti si "trovino" con quelli dell'albero
quadruplo, ma questo è normale. Se invece arrivate ad un punto in cui i carter
non si avvicinano più di un tanto non prendeteli a mazzate ma ridivideteli e
cercate di capire cosa tocca. Altri segreti non ci sono.
L'olio non si trova solo nella benzina per fare la miscela, ma è anche nel
motore e va a lubrificare il cambio e la frizione.
Mettete sotto al foro una vaschetta e, con una chiave da 11 mm, svitate il
bullone facendo attenzione a non rovinare la guarnizione. Siccome l'olio è caldo
(attenzione!) uscirà facilmente e rapidamente dal foro di scarico; date
comunque un paio di pedalate sulla messa in moto per "scolare" meglio il
carter. Lasciate sgocciolare mentre cercate il foro di carico dell'olio, che è un
bullone identico a quello dello scarico ed è posizionato poco sotto all'attacco sul
motore dell'ammortizzatore posteriore.
Ricordate che l'olio vecchio non si butta nel lavandino, non si butta nella
fogna e non si butta nemmeno nel prato del vicino, ma dev'essere raccolto e
portato da un qualunque meccanico (che è tenuto a ritirarvelo) che lo smaltirà
nei modi consentiti dalla legge (o forse lo butterà nel prato del suo vicino...).