Carmelo Bene

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Amedit magazine Versione on line della rivista Amedit-Amici del Mediterraneo, trimestrale di Storia, Arte, Cultura, Costume, Societ.

In cartaceo a: Marzo-Giugno-Settembre-Dicembre. BUSI INTERVISTA PROPRIO BENE

Pubblicato il 23 marzo 2012

di Aldo Busi

Il filtro telefonico di Carmelo Bene mi lascia passare al primo colpo. Ma per farmi accogliere via cavo a Roma, son dovuto passare per Parigi, ove s esiliato uno degli apologeti di Bene, Jean Paul Manganaro, la cui eccellente traduzione del Van Gogh di Artaud dedicata con una faccia tosta davvero nuova a Bene. Nessuno ha visto il nesso, ma tutti la palese violenza di rendere un omaggio a Bene scavalcando il cadavere, gi molto scheletrico in vita, di Artaud. Siamo gi nella sfera dellirrazionale razionalizzato, cio del provinciale duro. Chiss se Bene, venendo graziosamente al telefono e dicendo Pronto?, aggiunger Pronto? come dice Lacan, vale a dire prono, nel senso di promo, pronto a tutto, insomma. Sarebbe spiritoso tutto ci, e del resto lunico modo per lui di non farmi sentire gli odorini pecorecci di un pugliese di paese che va a tentare il gran riscatto culturale a Parigi, cio a Roma e nello champagne.

Ah, s, s, lei uno che scrive, mi dice oltraggioso, con una voce prontamente oltretombale. Anchio scrivo.

Di fronte a una frase del genere, di solito, mando subito a quel paese e chiudo: che centra? anchio, se per questo, recito. Sto al gioco, impari, ma gi di malumore, perch conosco bene questo tipo di mezzacalzettaggine: lhanno usata con me, ma per pochissimo, una volta un giornalista dellEuropeo e unaltra un bigotto livido, inqualificabile, che era venuto a intervistarmi per un settimanale di cui ignoravo del tutto lesistenza domenicale, Il Sabato. Gli spiego i miei intenti di intervistatore molto particolare.

Non vorrei proprio farle unintervista, non nel mio genere, sa, non ne ho mai fatte, nel senso che sono abituato soltanto a concederle. Quel che desidero trascorrere una giornata nei suoi dintorni, vederla in scena e nel camerino, magari a cena, conoscere la sua troupe, e fare alcune domande agli spettatori durante lintervallo. Sar come un fantasma.

Sa, sono in amministrazione adesso, mi dice lui, come se io fossi tenuto a sapere che significa essere in amministrazione: del resto, non sento brusio di voci oltre alla sua.

Non desidero farle perdere tempo, del resto ne ho cos poco anchio. Giusto un appuntamento. So che lei sar a Torino il 28 febbraio, allora posso contare sulla sua disponibilit? Posso sapere in che albergo sar, che magari prenoto una stanza anchio?

Questo gazzettismo, questi disturbi dallesterno, sto facendo causa a Panorama e adesso sono in amministrazione QuellAlmansi!

Rinuncio alla convenzione che il linguaggio, specialmente orale e per motivi logistici, debba portare alla reciproca comprensione. Prima non aveva tempo, forse perch a parlare ero io, adesso non la smette pi; ha attaccato le redini al suo cavallino di battaglia ed partito al galoppo: i critici, il criticume, le querele, sempre con questa voce divineggiante estenuata per il fatto stesso di doversi pur emanare dallOlimpo di ci che uno crede di essere gi, verso la normale umanit di coloro che non sono niente, disturbatori, profani, incapaci di intendere la grandezza della poetica dautore.

Mi scusi interrompo, ma non pensa che tutte queste polemiche le facciano gioco?

Io devo sempre misurarmi con gente che vede lo scandaletto e non coglie il vero scandalo.

Quale? chiedo io, che non voglio assolutamente portarlo a pensare gi da ora che con me possa dare per scontato qualcosa che lo solo per la sua testolina. Ha un modo di conferire con me che di per s inquinante, direi. uno che a poco a poco conquister tutti gli psicolabili del giro in giro. Ma io, quanto a psiche, sono dacciaio elasticizzato, e lo saluto ripetendo data e modalit. Alla mia

domanda Quale? ha risposto, dopo un attimo di smarrimento, Ne parleremo dopo. Dio, come odio la gnosi, il neoplatonismo, la cialtronaggine dei guru specie se di origine migratoria! Del resto, anche Manganaro siciliano e questa dedica arbitraria, forse furbastra a modo suo, lo risospinge, dopo decenni di metropoli illuminata, alla villetta con lumini in un campo di gelsomini e di capre. Lo risospinge, senza dargli nemmeno abbastanza vista per cogliere la bellezza unica, irrinunciabile, del rumore che fanno aprendosi i gelsomini allaurora

Nei giorni seguenti, impossibile rimettersi in contatto con lui, e il 27 non so in che albergo si trovi. Faccio per telefono il giro di tutti gli alberghi che mi aveva dato per papabili, il Tourin Palace Hotel, Villa Sarcina, il Jolly. Il portiere di Villa Sarcina mi fa:

Aveva prenotato una suite qui da noi, poi non si pi fatto sentire.

Non ha nemmeno disdetto? chiedo io, scandalizzato.

No.

Rieccomi a tuppert con la Supposta Grandeur che si liquefeca in un istante proprio come vaselina. Ma perch ho accettato questo incarico, mi chiedo. Da quando mi son messo a fare un po di giornalismo alla mia maniera, sto scoprendo il mono-Tricolore e, confesso, mi diverto un mondo a intervistare lo strapaese delle tessere, tesserine, santini, distintivi, tatoo, il Paese degli Amici degli Amici.

Il ventotto arrivo a Torino, gli albergatori gi da ieri si davano al gran completo. Girovago, tento: hotel, pensioni, locande. Niente. C una convention delle Pagine Gialle e domani la partita JuveNapoli per la coppa Uefa; ripartir stanotte. Finalmente i cortesi impiegati del Jolly mi aiutano, non certo a rintracciare una stanza, impossibile anche per loro, ma almeno a sapere dov il Bene. Laddetta allufficio stampa dello Stabile mi informa che il Maestro e quando qualcuno permette di essere chiamato cos gi fritto e panato sta dormendo, si sveglier alle ore tredici e trenta, sar in teatro alle diciotto per le prove acustiche e per incontrare un giornalista del La Stampa. Sa qualcosa per quanto riguarda me?

Vagamente

Ma come, vagamente, non ha fatto sapere per la cena, quando lo vedo, io devo sapere di che morte devo morire. Prima donna lui, ma prima donna anchio, sa? dico queste cose per farla ridere, infatti la ragazza scoppia in una risata e dice:

Capisco, ha ragione. Senta, che vuole che le dica, venga a teatro per le sei. E mi dia il suo indirizzo che le mando tutti i nostri programmi. E se viene a Torino, ce lo faccia sapere.

Sa, non che ci venga molto di frequente dico, perch a me piace da morire perdere tempo con le donne, al telefono, sembra che tutto quello che si possa dire dei torinesi che anche loro hanno gli organi degenerativi.

La mia sconosciuta e amabilissima interlocutrice va in un sollucchero di risatine. Ho un paio dore da ammazzare: Torino, a camminarci dentro, ancora pi lontana, non Piemonte e non neppure Messina o Matera, senti sotto i piedi uninsanabile ferita che fa soffrire tutti indistintamente. Rara, per, la gentilezza di librai, commercianti, commessi, impiegati, baristi e cassieri, che sembrano approfittare delle loro mansioni per scambiare con clienti e avventori le uniche chiacchiere ormai possibili fra gente sabaudo-meridionale. Le sei meno dieci: entro per il portone degli artisti, tre uomini stanno dormendo di brutto, le prove audio gi iniziate dal monitor su in galleria non li disturbano affatto. Sono fragori immani, stralci verdiani si riversano sulla sala, frasi terrificanti, di cui una almeno di grande effetto. Chi non beve con me, peste lo colga!, e come Bene dice quel colga! non lo dice nessuno. Sulla scena aperta, un patrimonio di carrozzine nuove di zecca e una bambola gigante e un robot in uno scintillare di grigi e neri. Un altro inserviente si siede su di una carrozzina con microfono e prende a saggiare il tono: recita esattamente con la voce di Bene! Dalla sala gli fa eco subito dopo un altro inserviente, oserei dire un replicante: stessissima voce dellinserviente di prima. Qui il plagio endemico: la scansione delle sillabe e il ritmo ondulatorio che sinfrange in una mareggiata violenta ma prevista, e pertanto di non particolare effetto identico a quello del (loro) Maestro. Ammesso vogliano fare gli attori da grandi e siano qui a far bottega, gli ci vorranno anni per liberarsi da unimpostazione cos malignamente benina. Alle sei e mezza, di Bene niente. Alle sette nemmeno. Se intanto potessi almeno scambiare quattro chiacchiere con lex miss Italia Baracchi! Giro la testa e in fondo alla sala, nella penombra, vedo due persone sedute accanto, un uomo con barba e una donna dalla chioma fluente, mi sembra, con bellovale e lineamenti dolci. Io la Baracchi non lho mai vista, potrebbe essere un colpo di fortuna:

Scusi faccio allassistente che passava, quella l in fondo la signorina Baracchi?

No dice con un mezzo sorriso, laiuto di Bonotto.

Ah, mi sembra molto carina insisto.

Guardi che laiuto di Bonotto un uomo e scosta una tenda di velluto, e scompare. Stanno ritornando di moda i capelli lunghi, tutto qui.

Arriva, non arriva, arriva, non arriva. Le sette e mezza: il giornalista de La Stampa mi riconosce, si fa vicino, scambiamo qualche informazione sulla recente delibera dellamministrazione del comune di Venezia di stanziare due miliardi e mezzo per Bene per la stagione in corso. Bel colpo davvero.

La scusa, poi, delle migliori: per il Bene dellArte & Turismo. Nel pi puro degli stili alla Gustav Grundgens, attore di regime, come viene ritratto da Klaus Mann in Mephisto, 1936. Ma Bene ne avrebbe chiesti venticinque, di miliardi. Le domandine mi si stanno affollando sempre pi numerose e precise sulla punta della lingua. Non gliene risparmier una. Eccolo! Bene, con un ritardo di quasi due ore, si manifesta. Saluta alla svelta, ormai non ha pi tempo per niente: lo spettacolo fra quaranta minuti. Va ai due microfoni, farfuglia un impasto catalettico di suoni, d istruzioni su e gi, rimandata lintervista con il giornalista, e io che ancora non so di questa benedetta cena insieme dopo lo spettacolo La cena delle beffe, da Sam Benelli (ma di e con Carmelo Bene).

Ho dato appuntamento al fotografo davanti allentrata alle otto e trenta, non ci conosciamo neppure, non so niente di cosa dovrebbe riprendere. Io, con Bene, non mi faccio riprendere di certo.

Escluso che scatti durante lo spettacolo mi dice la biondissima e bellissima Marina, segretaria di Bene, che quanto a circondarsi di donne non male non scherza. Chi pubblica foto di scena gi prequerelato in partenza. Ci sono gi diverse cause in corso.

Mi piacerebbe proprio sapere quante. E anche quanto gli costano. Concludo che Bene deve avere molto poco da fare, durante la giornata, contatti con assessori a parte, per tener dietro a tutti questi processini del cacchio. Lo far per sport, unica ginnastica a cui si prestano le sue molli carni. Infatti molto dimagrito da come lo ricordavo, un accenno di baffetti sulla pelle incartapecorita.

Comunque, io non intendo certo aspettare che raggiunga let che dimostra. Mi alzo non appena il giornalista dice a mezza voce, sospirando:

la sua tattica: sfiancare, rimandare, non rispettare la puntualit; profondo disprezzo per la stampa, a parole, e per i critici, che non invita a teatro, ma non va mai in scena se prima non lo hanno assicurato che ci sono tutti in sala.

Non con me, e ho gi aperto la porta di ferro con su scritto Vietato lingresso agli estranei e, fatti due scalini, busso al camerino e senza nemmeno aspettare un improbabile Avanti! me lo ritrovo davanti in mutande Yves Saint Laurent:

Non so se si rende conto, ma sono due ore che la sto aspettando. Perch, intanto, non mi fa restare qui a guardarla truccarsi?

Lui sbatte un po le palpebre, colpito:

Ma io le avevo riservato molto di pi: una cena, dopo

Nessuno mi ha detto niente, sa, io se non vedo e non tocco

Ma io adesso devo andare in scena, non

Guardi insisto, che c anche Corrias, de La Stampa, che aspetta.

Lui mi guarda, come a dire Ma normale, che male c? Tutti sono abituati a aspettarmi, cosa sarebbe questa novit?, resta allibito dalla mia imperturbabilit e dice alla segretaria di farlo chiamare. Poi borbotta cose incomprensibili, fra s e s: intanto prende a passarsi del cerone sul viso. Entra il giornalista e io dico subito:

Non disturber. Fagliele tu, le domande, io accendo il registratore.

Corrias non fa nemmeno a tempo a aprire bocca che Bene parte in quarta, come un automa. Parla per mezzora senza permettere al giornalista di piazzare pi di una sola parola per volta. Lordine implicito chiaro: io detto, tu trascrivi, qua non ci sono domande possibili, tutto de-mandato a me, lextra-ordinario, il Pene, il Bene Sommo Io penso divertito a quando comincer a sbobinare:

Non si sente estenuato da tutte queste polemiche?

Bene prende una cartella nera e ne estrae alcune fotocopie:

Queste sono critiche della stampa francese Libration ho anche un pezzo di Le Monde Questo di Palazzi, un osservatore onesto, che non ha stravisto Ma lei qua per un articolo da terza pagina, nevvero? si sincera Bene, tanto per dire in quanto poco conto tenga testo e contesto massmediologico, si tratta di un par, non Paris, un par, par, come scommessa un evento, questo evento, un eventino

Tutti pezzi entusiastici

un preludio alla mia partecipazione al Festival DAutomne inauguro lasse Parigi/Milano unavventura ad altre dimensioni, non sulla parola, sullal di l della parola, non pi nemmeno competenza del linguaggio, perch sfonda il linguaggio Ogni tanto finge di tartagliare, perch fa chic, ed un birignao fisso presso tutti gli analisti di grido: falsa incertezza, che rivela una profonda boria di sapienza incontestabile. Si inserisce una voce dallaltoparlante: Signori, buonasera. La mezza, signori, la mezza, e sulla eccedenza del senso. Tema di questo workshop annunciato gi per la Biennale di Venezia di questanno idiosincrasia profonda fra i due termini

Cio? azzarda timidamente Corrias che di tanto in tanto, non visto, mi guarda e accenna a un alzamento di occhi al cielo.

Cio, i termini teatro e spettacolo. Lo spettacolo nella societ dello spettacolo in cui noi viviamo, spettacolo-intrattenimento, quello delle casalinghe, del politico, del pubblico stesso eee una confezione di committenza televisiva poi riportato, malamente, a teatro e che continua a chiamarsi spettacolo

Cio? insiste il povero Corrias.

Cio altra cosa invece lo spettacolo nel senso di attore romano. Klossowski ha dedicato un saggio, molto bello, a me ma bello il saggio in s, io comincio a agitarmi sulla sedia: ma a chi vuol darla a bere, costui? Come detesto la gente che non ha rispetto per la mia intelligenza e si permette qualsiasi broda di estetismo in mia presenza! legato poi alle dame romane, dove poi scandalosamente questo teatro romano d spettacolo di s altra cosa dello spettacolo per cui ecco lo scandalo: questo teatro impossibile, questo discorso Lacan, Deleuze, ti pareva che mancasse il discorso! e che aspetta a citare Guattari? sembra Verdiglione fattosi imprestare la voce dal peggiore Gassman, questo bucare il dialogo, questo eccedere, penso, questo il vero scandalo, questo eccedere nel senso, questo evento, questo teatro, dia spettacolo di s, d spettacolo di s, si prostituisce in tal senso e in quel tal senso io ritengo un termine che non viene assolutamente adoperato dagli imbecilli eeeee cos, purtroppo e che si spacciano per intellettuali losceno, questo teatro losceno

Ehmeemmh si raschia ogni tanto la gola il giornalista represso, depresso, uno straccio, un cesso a acqua eterna che tutto ingoia e manda gi.

ma losceno o-sceno, non in scena, mi spiego? irrappresentabile sulla scena, ma nel momento in cui si prostituisce in spettacolo, garante, come direbbe Klossowski e io sono del parere che quando uno cita qualcuno ogni due frasi perch non capace di andare avanti con parole sue, come le matrone romane che si prostituivano sotto il pretesto, le vesti delle dee, sa, i patrizi romani

Ehmeemmh, e quel che resta del giornalista imbavagliato mi guarda di sbieco, distrutto, come a chiedermi aiuto, espressione di cera intorno ai due occhietti occhialuti sempre pi piccoli e brucianti.

garante linvisibilit divina, va bene? Si ripete quindi il mito nel mio spettacolo, ha detto Klossowski. I discorsi andrebbero approfonditi, ma non il caso di farli sulla stampa su La Stampa? se no non capirebbero

Ahahahah! sbotto fuori a ridere di cuore.

si arriva al salto, alla differenza, alla liberazione dellEros, lo dice ovviamente con la maiuscola, al porno. Ma usare termini Eros e porno sullitalietta gazzettiera assai rischioso, perch cercano lo scoop o polemica a tutti i costi un secondo scandaletto, anzi, un rosario di scandaletti provinciali, mettiamo una donna nuda in scena, loro questo intendono per osceno ma osceno non

Perch in scena osa, tutto compunto, il giornalista.

Ecco, non fuori, e non pu essere o-sceno, intanto eeee

Signori, buonasera. Il quarto, signori, il quarto dice ora la voce dellorologio scenico. Intanto Bene s truccato di tutto punto, occhi truci dalle elitre nere che arrivano fin quasi alle orecchie. Si deve uscire, entra la segretaria per vestirlo. Ognuno al proprio posto. Scendo in teatro, pi divertito che altro: quando toccher a me, gli far pagare tutte queste stupidaggini in cui le sole spiritose sono quelle che gli scappano senza rendersene conto. E pensare che io Bene lavevo conosciuto nel 76, a Forte dei Marmi, e che per unintera settimana mi aveva fatto sbellicare dalle risate in quella gelateria dove eravamo soliti incontrarci per caso, io del tutto sconosciuto, silenzioso e in compagnia di gente che non ci ha mai neppure presentato. Ma ho un ricordo strepitoso di come raccontava di certe puttanelle di attrici che si era portato in Arabia Saudita e che aveva messo a disposizione di un paio di maraj, mi ricordo anche che non mi feriva il divertito disprezzo con cui parlava di donne e anche di un certo amore per una in particolare, il suo cinismo era, secondo me, solo proporzionale al masochismo delle donne in generale, e davvero Dio le fa e poi li accoppia. Nemmeno lombra rimasta nella sua figura pubblica di scrittore di scena di quellintrattenitore buffo, comicissimo, gi auto-idolatra ma con spirito, senso dellumorismo. Mi

sembra di aver incontrato, pi che un millantatore, un fantoccetto venuto male, uno scarto dello psicologismo, filosofismo, neologismo di questi anni bestiali dello spirito debolissimo, francesizzante ma almeno da Radiguet che i francesi non producono niente di interessante o qualcosa che non si sappia gi! Mentre prendo posto, mi assale un vago senso di piet verso Bene: si sente che da anni non frequenta una persona perBene.

Un dmi-monde di marionette senza cervello lo circonda, lo adora, lo divinizza e lui, con la scusa che molto bravo a fare i suoi conti fra banche e assessorati, a forza di mettersi in privato la maschera del dannato meschinello, del votato ai fini superiori, diventato un altro dei tanti rincoglioniti di cui piena lufficialit artistica, culturale, politica, televisiva, teatrale italiana. Quando si apre il sipario su una scena piuttosto leccata anche se di scontata eleganza mi guardo attorno: teatro gremitissimo, tutti i 1400 posti dellAlfieri a cui se non glielo dedicava Torino un teatro, nessuna altra avrebbe mai osato tanto sono occupati. La signorina Baracchi, finalmente, resta nuda in scena, ma, ahim, a causa del cosciotto sinistro che tiene alzato non sapr mai se i suoi capelli sono di un biondo finto o naturale perci, consiglio agli interessati, se mai lo spettacolo fosse ripreso, di chiedere posti di platea ma alla loro destra, dove laltro cosciotto rimane ben lungo e disteso e la vista magnifica e con comodo.

Durata dello spettacolo, senza i venti minuti di intervallo: quarantacinque minuti. A 26mila lire al biglietto, fanno 577 lire al minuto. Per! Bene assomiglia allo Spock di Star Trek, cos marzianico, orecchie a punta. Met delle voci e del trambusto udibili registrata. Movimento molle delle manine di Bene, il polso che perimetra impossibili girotondi. Tutto rimbomba, un paio di spettatori accanto si coprono le orecchie con entrambe le mani, qualcuno fila via alla chetichella. Guardalo l, come si riduce un uomo quando riesce, come massima forma di potere, a non essere pi contraddetto! Durante lintervallo, mi travesto da Chiambretti e allungo il registratore a una ventina circa di spettatori.

Mi fa ridere, divertente. Eppure le ventisei mila lire non le ho spese io, Io sono gratis; comunque, un uomo intelligente, A me invece piace moltissimo. Un momento: adesso per mi compro il programma di sala. Avrei dovuto comprarlo prima per capirci qualcosa, un signore bofonchiando, Come al solito!, Ottomila per il depliant mi sembra un po tanto! e io Ma qua tutto per beneficenza a Telefono Azzurro, non lo sapeva?, Io sono venuto da Salerno. Penso che C.B. grande, perch riesce a unire teatro di parola, teatro dellimmagineee in modo davvero sconvolgenteee. E poi la cosa pi sconvolgente dei suoi spettacoli vedere gli sconvolti in sala, No, non minteressa come spettacolo. Sono qua per sentire la sua voce, che rimane una delle sue cose pi belle, uno schifo. una presa in giro dello spettatore; una beffa, Io non ho cenato apposta perch volevo saziarmi di queste porcherie. Assisto al secondo tempo perch la cena bisogna farla fino alla frutta. Poi si vomita tutto tutto dun colpo, Niente, io non capisco perch si

debba gettare sul viso dello spettatore lincomprensibile e pretendere poi che si vada a interpretare in maniera del tutto impersonale e oggettiva, No, grazie, del tutto indifferente. Un muro. Nessuna partecipazione n sdegno. Sdegno, semmai, per il casino dei rumori. Bum! avvicino due giovani dallaria molto intellettuale, quasi sofisticata: No comment. Niente da dire. Non mi piace. Non ho voglia di parlarne, perch non minteressa. Non mi ha dato nessuna emozione, Io sono straniero, capito niente. Troppo urlato. Lui bravo, Ho limpressione che sia un po uno psicodramma liberatorio per solo per gli attori ma non per gli spettatori. Dovrebbero non solo rimborsarci il biglietto, ma darci qualcosa loro a noi per la nostra pazienza e buona volont, Dovrebbero permettere agli spettatori di partecipare. Siamo come scissi, e dopo un po non te ne importa pi niente, avanza un gruppetto di signore sugli anta, tutte che ridono come matte, Veramente, non abbiamo capito niente. alienante. Alienante ihihih! di un pathos terribile! e gi a ridere tutte in coro, come se stessero raccontandosi barzellette spinte, e io le incalzo, eccitante, dunque, vi prepara per una notte erotica, vi scaldeggia!, No, specialmente il robot e io: Non potrebbe essere la personificazione del super maschio?, No, no, e io Ma i super macho di oggi sono cos, di legno hanno solo lanima, Il mio no, glielo garantisco, per fortuna, Ah, il legno, il legno!, Siamo curiose, seguiamo le novit. Faremo pubblicit, ma certo, non sappiamo se in positivo o in negativo, basta parlarne, no?, Noi due abbiamo sbagliato teatro mi dicono due signore elegantissime, una in nero con veletta e laltra in tailleur sopra il ginocchio rosso fiamma, Eravamo sicure che qui ci fosse Luca Barbareschi. Pazienza. Ormai e io, Lei passerebbe una notte a letto con Bene?, Oh, no!, E due?, Due, forse; fendo un altro maroso di folla, porgo il registratore a una signora truccatissima, sui sessanta, pelliccia di leopardo: A me piace molto. molto estroso. La cena delle beffe non centra niente, non si pu pretendere. Molto stravagante. Io ho visto tutto, lo seguo dal 73. Una presenza straordinaria. E la scena: bella! E quella macchinetta sul palco? Adorabile! Divina! salgo nel foyer, Non vale niente. Un fastidio tremendo ai timpani. Non si propina uno spettacolo registrato e io: Secondo lei, Bene un belluomo? e la signora dalla erre arrotondata, sguardo fan, No, ha un aspetto marcescente, s: marcescente rende proprio bene lidea, e io Per Torino ricettiva, il teatro strapieno, pieno perch non ho mai visto dare via tanti biglietti allingresso come stasera e io Dare via come?, Omaggio. Per determinati spettacoli io ho cercato dei biglietti come una disperata, niente da fare, anche tramite gente importante, per questo spettacolo cerano valanghe di biglietti omaggio, una caterva, arriva una vecchia pittrice, Carol Lama, credo, bionda treccia attorno alla fronte, favoloso. un grande amico. affascinante, molto pi di bello e io Lei ci andrebbe a letto?, Se avessi ventanni di meno, Ma se lui insistesse, le dicesse sei mia, sei mia con quella sua voce? e lei, sospirando spazientita: Non insiste, non insiste. Poi, a dio piacendo, fine anche del secondo tempo. Grandi applausi, pochi fischi: i portoghesi rendono omaggio ai biglietti omaggio. Poi, quello che succede dentro e fuori il camerino la cronaca di un pellegrinaggio al luogo santo, una processione di adepti e statici e di matte in gramaglie nere, lo sguardo adorante delle mucche, le labbra beanti delle possedute. E Bene che riprende il suo rosario:

io mi devo profetizzare, essere e disessere

Eh no! salto su, basta con laria fritta! Non con me, Bene. Mi dica piuttosto come fa a farsi dare tanti miliardi di finanziamento e da chi.

Ma lei non aveva detto che sarebbe rimasto in silenzio come un fantasma? fa lui, accigliato, con la voce bassa che manifesta lira a stento repressa.

Ma i fantasmi gridano, ululano, scuotono le catene! ribatto io furibondo. Risponda alla mia domanda!

Allora niente cena mi liquida lui, mentre il maroso dei fedeli comincia a mugolare allunisono contro di me. Fendo il gruppo astioso, rimbrotto i portaparola del Maestro, ma allora perch non se li scrive da s i suoi testi piuttosto che storpiare quelli altrui? Forse li storpia perch non neppure in grado di impararli a memoria, bevuto com?, me ne vado, questa ressa di fanatici fa paura e anche un po senso. Chiaro che poi, al mattino, costoro si ritrovano tutti per andare a farsi esorcizzare da mamma Ebe, la mamma degli Ebeti. Se dovessi riassumere questo e-vento direi: una sagra di potente contenuto idiotico. Bene la messinscena. Anzi: Be-Nelly.