Giovanni Papini - 24 Cervelli. Saggi Non Critici
Giovanni Papini - 24 Cervelli. Saggi Non Critici
Giovanni Papini - 24 Cervelli. Saggi Non Critici
Ventiquattro Qevvelli
Qiovanni Rapini
24
CER VELLI
Saggi non
critici
TERZA EDIZIONE
MILANO
VIA DURINI
18
Propriet letteraria
dello Studio Editoriale
Lombardo
precisamente
come
fanno
tutti
Non
mia de-
sia
come
si
usa
la pre-
tempo
todo.
sia giustificata
unit
autorevole ;
ter fuori
ripieghi di chi
ha
met-
un volume senza
si
fare
libro.
io
non
ne voglio sapere.
Vo che
Sono ventiquattro
mini: articoli
articoli su
il
ventiquattro uoil
scritti tra
1902 e
1912.
Vi son
dentro poeti e
filosofi,
fantasmi immaginari e
senza cura
di raggruppamenti e di gerarchie.
Vi sono consa-
uomini trascurati e demolizioni di glorie fittizie. Alcuni scritti son lunghi e pensati, altri brevi e leggeri; Ve ne son di quelli che riscriverei oggi tali e quali e altri che muterei volentieri. V' insomma, una piccola parte della mia decennale
attivit sparpagliata,
contraddicono.
che perci
-
In dieci anni un
uomo che
cio
si
se
proprio
costi qualcosa
all'u-
qui di
quale, attraverso
menti, ha
pur qualcosa di
modo
di
E
ste
che
bens
come un'anima
amare
sia
di
per farle
odiare.
tutti,
saggi passionali,
soggettivi, parziali,
critici.
lirici,
in
Vale a dire ch'essi possono far piacere e comodo soprattutto a quelli che tengono a conoscer
me
altri.
ho paura
pochi.
(1912)
per
l'editore
Ma
sian
the questi
tali
Giovanni Rapini.
credessi. In questa
il
seconda
capitolo su
Don
Chisciotte
su Carlo Linati.
(1917)
completamente E li ho
in Stroncature)
corretti tutti.
con uno
G. P.
Mi stupisco che dopo sei mesi d'una terza edizione. Per sfogare
viglia lascio tutto
ci sia
la
bisogno
mia meraG. P.
come
stava.
(1917)
VII
Jgnoto
La
lare
uomini che
si
conoscono e
sicuri,
della cui
esistenza siamo
assolutamente
ha
fatto s
che nessuno
vita d'Ignoto.
parlare di
un ignoto
da un mo-
mento
all'altro
ma
pro-
dell'autentico
Ignoto,
che nessuno
conosce.
Tutti i consumatori di penne scrivono solamente intorno ai celebri, agli illustri, ai preclari o almeno su esseri noti alla polizia e iscritti regolarmente nelle anagrafi municipali. Chi si degnerebbe dilapidare l'inchiostro per chi non ha nome ? E non solo, badate bene, per chi non possiede ci che i letterati chiamano fama o chiarezza, ma per chi non ha neppure una di quelle triviali coppie di nomi che i tipografi compongono una sola volta per il bollettino dei defunti ?
:
dicendo
dal
Come possiamo
di lui,
appunto perch ignoto, non sappiamo ne possieimo saper nulla ? Scusa stupidissima. Le pii belle biografie son quelle degli uomini di cui non sappiamo nulla. Sono le pi ricche e, nello stesso tempo, le pi educative. Esse ci dicono ci che noi aspettisimo dagli uomini il nostro ideale dell'uomo, ci che l'uomo dovrebbe essere.
:
momento che
Ma
ci
non
fa al caso nostro.
Non abbiamo
bi-
sogno d'immaginazione. S' vero che gli uomini si conoscon dalle opere, sappiamo tante cose di
Ignoto
!
egli stato
storia,
il
massimo eroe dell'umanit. Se nessuno mi crede non importa ma i superstiziosi del noto e i bigotti del catalogo mi ascoltino.
Ignoto vecchissimo.
E* contemporaneo dei
si
occup sopratutto
vestiti,
si
occup dei
Ma
si
presto
treimut
qua e l, immagin i miti religiosi, compose i Vedi e gli Inni Orfici, fantastic le leggende del
nord, improvvis
i
temi eterni e
ritornelli
no-
Anche
nel medioevo
copr
di
affreschi
Anche
libri
allora creo
novelle e leggende, e
magnifici
senza
nome
si
fece in disparte e
di abili vanitosi, di
farselo,
ripos.
Una
turba
immensa
pose a dipingere, a inventare, a scolpire,' a scrivere. Costoro avevano meno genio d'Ignoto, ma
erano anche
loro
meno modesti
tutti
i
di lui e
si
compiac-
che avevan fatte quelle tali cose e non altri. Essi non lavoravano solo per la loro gioia o per
altrui
giovamento
ma
sopratutto perch
il
mondo
Le grandi
I
rivoluzioni
i
moderne furon
ribelli
da
lui.
puritani inglesi,
i
americani,
sanculotti francesi,
manifestazioni. Sotto
nome
ambizioni non
tichi
gli impediscono di riandare gli antempi beati: spesse volte passeggia, pensie-
roso, per le strade secolari, che compiace delle semplici forme dei
egli tracci, si
vasi,
che prima
ai
boschi e
at-
dopo
ma
uomini silenziosi erano per Carlyle il sale della terra. Per dire il vero ho qualche sospetto che in seguito all'ozio forzato e alla tristizia dei tempi sia sdrucciolato
gli
soliti ignoti
il
che vedo i con scasso o ferite in rissa ho una certa paura che si tratti
plurale
di lui. Soltanto
mi rassicura. A giudicare dai ritratti non potrei crederlo capace di cose simili. Avete mai notato in tutte le
gallerie del
mondo
sono
taloghi
e dalle targhette
ritratti
Ritratto
d'Ignoto
i
Questi
critici
tratta di
persone
dif-
non ancora identificate, ma io non d ascolto ai critici e ho piena fede nella molteplicit di volti del mio eroe. E guardatelo com' nobile e bello
il
volto d'Ignoto
Spesso vien
raffi-
una
un uomo saggio e maturo, che si trastulla con un guanto o con un falcone. Ma sempre si scorge
nella
sua
figura
quella
signorilit
d'animo e ha impedito
di far divulgare
il
suo
nome
della
Fama.
* *
Ci che precede
scritto
si
ma
stato
nome ed da una firma o da un foglio di stato civile. Essi non pensano abbastanza spesso che la massima parte di ci che si chieima civilt generastata fatta da gente di cui ignoriamo le lit e di cui non sappiamo addirittura nulla. Gli sconosciuti, gli anonimi hanno fatto ass di pi per noi che non tutti gli illustri che riempiono i dizionari biografici. Le immagini pi belle, le
dar importanza a tutto ci che ha un
legittimato
((
melodie pi semplici,
le
le stilizzazioni
pi riuscite,
non
si
curano
panegiristi e gli
Si tratta
di
un caso
d'ingratitudine incoraggiata
da
pigrizia.
Rammen-
le cose quando hanno un nome, e siamo portati pi facilmente a fingere la riconoscenza quando abbieuno dinanzi a noi un
tiamo pi facilmente
pens ed oper senza curarsi d'apporre un timbro con nome e cognome alle sue opere, senza mandare comunicati ai giornali del
mondo
una
fi-
hanno bisogno
fatto qual-
sanno chi
a
fissarvi
sia e
come
il
sia colui
che ha
sopra
La
loro
che Ignoto,
il
grande e
sia di-
umana,
menticato da
tutti.
Con quanto
che hanno
bolata
dispetto
vedo
greci
Dio fonda o prudente di inalzare un Ignoto. Perch gli obliosi moderni non farebbero
altare al
un monumento
al
Genio Ignoto
(Buha
Sciogliti dal
sciogliti dal
puiato,
mondo
Libero da
decadere,
tutti
del
nascere e del
DHAMMAPADA,
348.
e non
di
siamo
arrivati al
i
punto che
attivit
si
convertono in
idoli perfino
liberatori e si tenta
di trasformare in culto
anche quelle
che
abbiamo
tal
sagrestani di Voltaire e
rica del
Nord un
la Religion oj
Science mentre
Tutto ci che riescono a fare gli spiriti vagabondi o di buona volont mutare di quando in
quando
il
ma
qualunque ne sia la veste e il colore, rimane intatta ed eterna. Quanto tempo ci vorr ancora perch gli uomini possano fare a meno di questa benefica gruccia ? E' certo che la rala fede,
si
riveste e
si
che
pu
il
Ma
questa necessit del mistero, questo istinto imperioso di porre qualcosa al disopra del proprio io,
sia
una
umana.
perfetti atei
veri liberi
sono
coloro
come
che
l'U-
astrazione,
manit o il Vero, al posto di quei vecchi ed estetici dei che erano Brahama e Jahveh. Quando si debba cambiar vestito perch gettare ai poveri il
bel
la stri?
Perci non anime inquiete che avendo bisogno di anestetici sipirtuali vanno cercando nei lontani paesi di Oriente qualche nuovo Dio e qualche nuova
abbastanza
lodare
quelle
parola. L'Oriente
il
l'umanit e
tutti
vi
cavano.
venne Buddha, che ha trovato sul mercato d'Europa e d'America una accoglienza che sta con un certo onore fra quella del the e dei ventagli giapponesi. Senza contare ci che di buddiesso, sull'alba del secolo scorso, ci
la dottrina di
Da
filosofiche
il
moRe-
letterari,
TripitaJ^a;
ha
suscitato,
adepti ortodossi
modo
pietoso, corre
il
mondo
sotto
il
nome
di teosofia e fa
specifico
di
come svago
buona e scettica Italia, dopo gli studi del Puini e del Mariano, dopo il manuale del Pavolini, ecco un libro di Alessandro Costa che propone senz'altro il buddismo come uno degli antidoti ad effetto sicuro della presente irreligiosit (1), ecco la volgarizzazione enfatica di G. De Lol'Italia, la
Anche
nostra
s'
messa
della*partita e
renzo.
(1)
Costa,
1903.
//
Buddha
e la sua dottrina.
Torino,
Fratelli
Bocca,
stico in tutto
il
mondo
la
Sakhya-Muni
come su
quella del
non posso far qui la storia dell'esegesi europea da Brian Houghton Hodgson fino al Neumsinn o al Deussen. L'opinione pi comune, alla quale biabbondano
le opinioni ed io
riferirsi, ci
rappresenta
il
Buddi-
etico-religioso,
con ca-
proclama
la rinuncia
affermando
il
dolore del
mondo: un
ascetismo pessimista e
Etntiteorico.
Me
ne dispiace per
la
maggioranza, che ad
Buddismo non
pu
dirsi in
nessun
modo
antispeculativo perch
presuppone e comprende implicitamente un' intera cosmologia e un'intera gnoseologia. Ormai nessuno nega pi che il Buddismo non sia uno svolgimento del pensiero delle Upanisad, come
questo era imo svolgimento di quello vedico e le
Upanisad sono, per chi non lo sapesse, uno dei monumenti pi ricchi della speculazione umana. Buddismo appare non speculativo perch Il poco ha aggiimto eJ pensiero, ma ha preso alle
dottrine antecedenti quelle idee che gli bisognale
Upanisad e
il
Buddismo
si
la sostitu-
ritrovano in
tutti
testi
E Buddha
stesso,
filosofi,
malgrado il suo apparente sprezzo per i dovette, secondo si narra nel Suttanipta,
se per filosofia
non s'intende
soltanto,
con
filosofo
che
anche Gotama Buddha, quando dai fatti gli cadono sotto lo sguardo ascende
parziali
alla vi?
antispeculativo, cos
non
pessimismo profondo e
completo,
lontana
della
scampo o
Non
solo afferma
il
male
ma
Collii
mondo
, in lui,
un
pessimismo buddista. Le Gotama, che sono state prese per il vangelo del pessimismo, non sono che la promessa di ima liberazione, l'adito a una vita
il
11
perfetta.
Nel
mondo
il
esiste
il
dolore, dice
il
Budsanto
dha Siddharta, e
rio di vivere
deve perci
sto
mondo vano
suprema del
nirvana.
mune,
la vita delle
apparenze,
il
Samsra; ma,
uomo
di
beatitudine.
ma non
i
diil
vanta di fornirle
tutti
mali.
Non
cosa
il
male e
ma
un
critico
comune contrappone un
gli
ed invita
o
solitari,
uomini a seguirlo.
egli
Cos la verit,
dice
stata
da
me bene
an-
tutti tutti
cielo . Egli ,
come
incantatori
di
uomini, un promettitore, un
profeta e
come
che
tutti quelli
che
lo precedettero
tutti quelli
con un
ottmismo stupefacente,
Sakhya Mun
il
estre-
mamente
pi,
quali, sopra
il
criterio
pongono quello quantitativo e giudicano dei libri dal numero delle pagine, della sapienza dal numero dei fatti della potenza di un popolo dal numero delle armi. Una delle sue grandi accuse, e si pu dir quasi l'unica, contro
,
la vita degli
transitoria,
suoi discorsi
Tutta
l'esi-
l'et
consuma questo
corpo,
male
Egli
non era ancor giunto a quel profondo e raffinato stato d'animo nel quale le cose tanto pi sono amate quanto pi sono brevi, in cui le gioie acquistano, dalla loro rapida fuga, un novissimo
incai^to.
o non mi so figurare
eterna che
In
cristianesimo. Egli
non promise ai suoi fedeli un paradiso qualunque, ma uno stato superiore, che trascende la stessa
13
esistenza,
il
parola
certi
non
testi,
significa,
beato
non neppure, come si crede comunemente, un annientamento completo. E* qualcosa che supera l'essere e il non essere, uno stato di esistenza assolutamente diversa e che pu forse somigliare, come vuole il
trova la quiete assoluta, e
Bastian, all'esistenza in se al di fuori di ogni ca-
a questo stato superiore i fedeli di Buddha salgono attraverso pi grandi santit, che
tegoria.
Ma
sono gi
comune
i
santi
come
Dei, sciolti
da ogni
da ogni peccato,
e di potenze meravigliose.
Come
prodigi
?
si
della rinuncia
Si
pu continuare a chiamar dottrina una religione che promette tali chiameranno rinunciatori coloro che
della
altezze
semidivinit
Sarebbe come
grillaia
per mo-
Buddismo, non solo un ottimismo radicale ma anche un calcolo abbastanza profondo ed accorto, che smentisce un poco le solite dichiarazioni disinteressate di distacco dal mondo. Per chi crede a Buddha sol-
vedo
anzi, nel
14
tanto
il
salire al
primo stadio di
santit, al soto-
io riuscissi
a credere
pro-
buona fede
alla predica di
Benares
finirei
religione utilitaria
e ottimista,
ligioni del
come sono del resto quasi tutte le remondo, non fosse altro perch create
ad uso della moltitudine, eh ' appunto, anche senza saperlo, utilitaria ed ottimista. E come tutte le religioni anche il Buddismo ha bisogno di puntelli filosofici e di un contenuto teorico, e il suo preteso sdegno antifilosofico dipende in fondo da povert inventiva, per cui ha dovuto chiedere in prestito al brahmanesimo i
suoi capisaldi speculativi.
Messe
ci
mio posto)
Ma
ogni valuta-
zione personale e
istinti
non prova
null'altro
che
gli
le
il
Tasso;
darvi
II
il
alla
degli incantatori di
volte dolci
come
agili
richiami di
e belle
15
femmine e alcime
freccie fiorite.
sue immagini
come
Chi tiene
lui
!
al
suo
me
stia in
guardia contro di
vostro spirito.
significa
Buddha
i
desto, e desti
amava
egli
chiamare
suoi se-
guaci pi cari.
16
barite
I.
finita di scrivere.
Quando
creato
il
lo
tema fondamentale sul quale gli uomini dovevano eseguire le pi complicate variazioni. Un gran libro non che il motivo iniziale dal quale movono le generazioni per comporre tutti i tempi possibili di una sinfonia secolare. Ogni uomo che legge una grande opera, anche se ha l'anima piccola, vi aggiunge una riga, un'intonazione, una pausa e qualcosa di ci che egli sente
penetra in essa e
si
ranno dopo.
Perci
i
libri
massimi
come quello
bens
di
Dante
non posson
creazioni personali
artistiche di
ma
stratificazioni fin al
tiva forma.
Ognuno
di noi,
anche leggendo
Commedia
Possiamo
le
di-
menticare
le
postille
dei pedanti,
quisquilie
dei maniaci,
ma
le
concezioni
mo
verso
Dante attraverso di loro come il cielo attraNewton e Dio attraverso Dionigi Areo-
pagita.
Ma
sti
menticare
possiamo far qualcosa di meglio che dipossiamo continuare l'opera di quecollaboratori dell'Alighieri. Noi dobbianno tro-
passate. Scrivevo
tempo
fa, in
un
libro ch'
un
che
l'Italia
filologi si
statczione di fatto.
sori
Ma
non
si
me
che ci
sopra-
che
tutto
usa chiamare
culto di
Dante
un
effetti di
18
dantesca. Quasi
tutti
attitudine mentale con la quale potrebbero studiare il pi oscuro poeta eroicomico del seicento
o la pi insignificante questione di epigrafia greca, senza mostrare di aver tremato davvero accostandosi a una delle pi terribili creazioni dell'uomo.
Ma
io
gli altri
non voglio soltanto fermarmi a dire che non comprendono Dante come andrebbe
professore di grandezza
morale . Voglio, di pi, accennare quale nuova concezione potremmo avere di lui e da qual punto bisogna guardarlo per vedere tutta intera la sua
figura giganteggiare sullo sfondo dell'eternit.
IL
La
dell'impotenza
comune a comprendere dantescamente la Divina Commedia, sta nella modestia delle concezioni che ne hanno comunemente emche
lui
gli
uomini
intelligenti.
si
voglia vedere in
una specie di profeta di una nazione come il Carlyle, o un apostolo dell'unit della patria come
Mazzini, o l'iniziato a sette misteriose
Rossetti, o
come
il
una specie
di eretico e di precursore
della
grandissimo artista
come
il
De
lo
Sanctis,
che
che molti
altri
non si fa hanno
Non
19
consideriamo come
qualcosa a parte,
videre l'esercito
come un uomo
de,|li
unico.
Lo
rimet-
operai
dello
spirito.
Vi
prima e dopo
di lui,
grandi poeti,
grandi riformatori e grandi profeti e la questione strebbe nel vedere a quale di questi gruppi egli
appartiene e
come
tri uomini che ne fanno parte. Per me, invece. Dante stato grande perch ha fatto qualcosa che nessun altro ha jatto ne
prima n dopo di lui. Egli pu essere anche un grande poeta o un giEinde mistico, ma ci che lo separa da tutti gli altri non questo. L'arte, la teologia, la politica fono, per lui, mezzi subordinati alla sua
massima ambizione
quella
di es-
sere
il
e appunto
perch cattolico sentiva l'enorme scadimento del Pontificato. La concezione del Papa come Vicario di Cristo era giande: se fosse stata conservata
nella sua purezza
rale la signoria
che
re-
Papato stesso si era fatto terrestre, si era cibato d'oro, aveva venduto il suo diritto al dominio spirituale del mondo per ottenere il dominio materiale sopra ima minima parte
gni della terra.
il
Ma
del
mondo
sua missione di giudi .e supremo era scomparsa dal momento ch'esso medesimo
20
degli uomini,
la
ma
condannato.
non potevano
mente
fedeli
il
come Dio
stesso
avevano dimenticate, ma poich teneva, maltutto, a non uscir da quella Chiesa che rappresentava, anche nella suu bassezza, la tradizione ininterrotta di Cristo, non volle farsi capo
grado
di rivolte
esistente. Egli scelse lo strum<into
inteme o sovvertitore della gerarchia che aveva pi familiare, l'Arte, e scrisse un poema che non ,
i
come
cale
rossettiani credono,
un
libello anticleri-
il
ma un vero e proprio atto pontijcale. Bisogna avvertire, per, per comprendere bene significato di questo suo atto, che egli aveva
La
Papa, in quanto
il
simbolo
propagazione della fede tra i pagani, sono tante prove dell'indirizzo prevalentemente pedagogico
21
del
l'inse-
ricord di
i
alla quale
Giudizio Univer-
Dio non soltanto colui che illumina e salva uomini, ma colui che in un terribile giorno
i
giudicher
nel
vivi e
Medio Evo
non era
stata associata
Dcinte fu
soltanto
esser
il primo che sent come Dio non sia un Maestro ma un Giudice e vedendo necessario che Dio avesse un vicario in terra
la
un Giudizio Universale anticipato. Dante sa che il mondo non finito e che non tutti gli uomini son morti ma egli prende tutti i
popoli e le generazioni, dai patriarchi ai capipo-
li
fatto.
Esso
si
sostituisce a Dio,
gran giudizio, e caccia gi nelle bolgie o inalza su nelle sfere i papi vigliacchi, gli imperatori superbi,
i
capitani grifagni, le
i i
donne innai
morate,
pienti,
i
santi e
sa-
poeti e
canto alle
Roma
con un poeta di Grecia o di Roma, un santo dei primi tempi cristiani sta accosto a un guerriero
fiorentino.
Ognuno ha
la
sua pena e
il
mentre in realt
il
loro giudice.
La Divina Com-
media il Dies Irae di un grande spirito che non pu aspettare l'ira divina e assegna provvisoriamente a ciascimo il suo posto; una Valle di Giosaf fatte incompleta, dove sono presenti tutti i morti ma intorno alla quale nascono nuovi viventi.
il
che
dava
il
diritto di giului,
ed era
ben conosceva, che non esit a cacciar nell'Inferno anche quelli che si spacciavano di fronte agli uomini come vicari e ministri d'Iddio. E cos abbiamo
venali e dei papi intriganti,
ch'egli
avuto
tario,
il
uomo
soli-
bondo mendicante,
tino
il
quale, dall'alto di
un trono pi duraturo
di quelli di bronzo,
danne
pronuncia senza tremare conche non sono state ancora cancellate e per quasi che voglia forzare Iddio, colla potenza dell'arte a ratificare le sue sentenze,
terribili
23
III.
Un
solo
di fare
Michelangelo.
La Cap-
degna della
per
il
dramma
del
Giudizio
quale
Dante avrebbe dovuto dettar le parole, e Palestrina comporre suoi accordi. Soltanto per le trombe dell'Angelo che deve svegliare i morti (pensate quale suono debbono avere codeste trombe che destano fin dal sonno della morte !) avrei chiesto l'aiuto di Riccardo Wagner. Se domani salisse sulla cattedra di S .Pietro un Pontefice che osasse fare ci a cui nessuno pensa,
potrebbe far ricoprire quegli affreschi del Botticelli
dovrebbe
far scrivere, in
Commedia,
il
ac-
canto al solo
commento degno
di essa:
Giudi-
zio di Michelangelo.
24
Beonavo
**
Philotophiren
ist Tivificiren
"
NOVALIS.
I.
Molti buoni storici affermano, con una concordia che meraviglia, che nell'emno di grazia 1452,
bel
nome
di
narrano,
com'egli fosse
condotto in Firenze, e
tega di
come
Andrea Cione
del Verrocchio, e
come
in-
cominciasse a dipingere mirabili opere, e se n'andasse alla corte del Moro, e tante altre innume-
che voi sapete con certezza assai meme, o che potete apprendere nei detti storici, incominciando dal caro anonimo Gaddiano e del felice Vasari, (f cimoso egualmente per
revoli cose
glio
di
suoi strafalcioni e
nendo gi
troppo
Vinci, ch'io
non
cito
istruito.
25
Quello per che debbo dirvi per debito di coscienza si che il mio Leonardo non quello
degli storici.
Il
Leonardo
di Ser Piero
da Vinci,
al 1519,
che trascorse
lo lascio di
la
certe
mie conve-
comodo fabbricarmi un mio Leonardo piuttosto che accettare quello che mi offrono i libri e le carte. Essendo mia creazione, da
padre che conosce
i
suo doveri, lo
amo
infinita-
mente mente
di pi e la
gradita.
Non
da gettare
in disparte: sarei
come
tura di essergli
nessuna
difficolt
a fame
gli spiriti
il
E poich amava
che cercano, forse mi avrebbe condotto seco in qualcuna di quelle pensose passeggiate ch'egli doveva fare cos spesso tra que' chiari colli toscani, che allietano ancora
col loro azzurro impallidito le sue pitture.
Ed
egli
mi avrebbe
dicitore,
buon
il
donde egli voleva volare verso Firenze su di una macchina misteriosa di sua invenzione. Ed io, riguardando i voli degli uccelli che avrebbe segnato col dito nel mio cielo fiorentino, gli avrei dette
alcune delle sottigliezze alessandrine che sarei
tempi son cangiati oltremodo e viviamo oggi cos in bala al progresso che sarebbe pazzia insigne rimpiangere la sanguinosa e incivile
i
Ma
et della Rinascenza.
gombre
pi
modo ormai
non tranquillamente un
il
c'
sil-
fuoco del
tra-
monto
Il
Leonardo del
i
suoi so-
Milano a cui fece dono di tante dolci e che oggi, troppo preoccupata dall'espor-
tazione delle
gomme
e dall'elezioni comunali,
tra noi
non avrebbe troppa cura di lui. Perch Leonardo possa vivere ancora ed esser qualcosa pi di un soggetto
e di proiezioni, bisogna che si trasformi,
di
tesi
che
di-
venga
interiore.
questo ho tentato.
IL
Nell'uomo
di Vinci, quale
non
pio,
si
addicono
alla
mia anima.
Egli , ad esemI
sembra quasi che questo e nipote di notai voglia, per una ostinazione di atavismo, intraprender l'inventario del mondo. La smania di conoscere il particolare, che ha istuzioni e di piccoli fatti;
figlio
troppo impossessata di
Osservate
infatti
i
ch'egli
in grande odore di
non passa un po' di tempo senza che uno di quei signori non lo renda responsabile di qualche scienza e non gli sciolga un inno mortale come a padre e maestro del metodo sperimentale. Non nego che in tuttoci non vi sia dell'esagerazione e sono anzi inclinato a credere che il buon Leonardo fosse molto meno positivista di quello
santit presso
nostri scienziati e
che vorrebbero farci credere, (e certe sue concezioni cosmologiche, che odorano terribilmente di
animismo e di antropocentrismo, potrebbero darmi ragione), ma bisogna pur sempre riconoscere che il battesimo scientifico non dato fuor di
luogo e ch'egli
artista,
,
in fondo, pi scienziato
che
sate
tesoro di
destinata
a riprodurre,
colla
pi scrupolosa fedelt,
!
gli
Tutti
suoi studi,
che sembravano preparazione d'opere d'arte, convergevano in fondo alla completa conoscenza dell'universo e questa sua preoccu-
anche
quelli
gli
procaccia
gli
osemna
un amante del puro sogno dell 'irreae metafisica, quale ho l'onore di esche
artista gli
sere.
Se
avrei di
anzi, dicieimo di
Ma
greui
la
sua
riduce alla
mondo
ma
non son confortate dall'esperienza. Ora un uomo il quale non giunto a quella sommit aristocratica che considera le idee di per se stesse,
come giuoco
so-
delicati
prodigio di Vinci
hanno
non un p*
Molte delle sue ricerche eran volte a trovar macchine e apparecchi per canali o cateratte, per
29
atti
piaccia
il
co-
certe volte
provo un po' di malinconia penscindo come colui che lasci l'Adorazione anche celebre per i canali di
Lombardia.
Con queste parole debbo darvi l'idea di im uomo terribilmente ristretto, che non sa pregiare
la meravigliosa universalit del genio. S'io avessi
tempo da perdere potrei rispondere che anche qui il problema si riduce a quello di quantit e qualit. A me non importa il numero di cose che un uomo ha fatte, ma la qualit delle cose fatte. Se Leonardo avesse fatto un quadro di pi e cento
osservazioni di
rei volentieri
meno
a quella lode d'universalit che gli da chi non sa cosa dire. Per prodigata vien tanto fare osservazioni di piante e piani di fortezze son
capaci perfino
stri
gli scienziati
gli
giorni,
ma
non
c'era che
un uomo, tempo
ha perduto
Milano e di Francia a
30
rito colle
storici,
dame
ormai che quelle profezie che credemmo talvolta pregne di occulti significati, eremo semplici indovinelli, raccolti
giani. Io
non so figurarmi
mio Leonardo,
colui
che ha che
fatto l'elogio pi
stia
Le ore mondane del ho cacciate dalla bella biografia spirituale del mio Leonardo, ponendo al loro posto alcune ascensioni di montagne, in cerca
tiluomini e di gentildonne.
Leonardo
in.
lui
e vi dica
suo segreto.
Il
s' spento,
come
quello
degli storici,
presso Amboise,
me
stesso,
mi
empie ancora
sta agra
primavera fiorentina. Egli ripete ancora alcuna delle sue parole pi profonde e mi aiuta a spremere tutta la meraviglia di certi tramonti. Nel bel pantheon in cui ho trasformato la mia
31
anima uno
pi adorati.
La sua immagine,
allato
a quella del
suo giovane fratello Percy Bysshe Shelley, e di fronte a quella dell'apollineo Goethe, pensoso di
grazie lontane, illumina la corrente de' miei pensieri
sogni.
derano
faranno
grandi
come qualcosa
di esteriore,
di
comodit
spirituali
di
come
derci,
temi su cui svolgere ima personale freimmenti in cui in cui viamo noi addestriamo a cadaveri che vivifichiamo. O condi storia
ritroci
divi-
ci
orme
della vita
comune,
la lista delle
opere,
pregare,
frutti
profondamente
farne
dobbiamo
di noi,
un nostro strumento
grande
ziosa,
scibile
a rivivere in noi.
Un
32
uomo
cono-
poveri e
paurosi prescelgono
primo modo. Cos ho creato, con alcuni materiali della storia, il mio bel Leonardo vivente, che pi dell'antico risponde alle tendenze profonde della
mia
vita.
Questo secondo Leonardo non , come l'altro, ne un puro scienziato ne xm puro artista e tanto meno un ingegnere o un uomo di corte. E* il tipo completo dell'uomo interiore, che non vuol mostrarsi,
come
ch
gli
ingordi uomini
si
non
lo rovinino
che ama
che
l'opera solitaria e
ali,
le
pi
ha
lasciato agli
:
bozzi
uomini che
piena
Italia, nel secolo decimosesto, ha avuto l'ieroismo di non scrivere un verso. In una parola
di quei rari uomini che bastano a se stessi che non vogliono occuparsi degli altri e non fanno penetrare nella loro anima, chiusa e forte come un lorica, che qualche raro spirito
egli
vicino.
33
3
Egli , per
'dirvi
asceta pagano
un
interamente
il
suo segreto, un
intellettuale,
sommo dell'estasi
due grandi vie dell'arte e della conoscenza. I suoi quadri non erano che ricordi di belle visioni che voleva fissar coi colori per salire ancora pi
in alto
sue specu-
lazioni
non
ercuio
che
del
per sorprendere in
il
tutte le
membra
mondo
battito di quella
il
vita
desiderio,
perpetuo assillo degli animi incompleti. Tutte le sue creazioni di bellezza e di pensiero son dun-
que mistiche
Ugo da
S. Vittore, per
ombra viene
Stato
artisti
piccolezza bandita.
raggiungere
attraverso
sforzi
tenaci
Come
tutti
grandi anche
il
il
mio Leonardo
le
suo capolavoro e
il
i
Ben
altro
volgeva in mente
miracoloso evo-
non
fu per-
non giunse,
cima che sovrasta ogni cima, segno nella sua vita seconda.
In questo
egli pi presso al
momento
un gran rivolgimento
egli
imminente,
rappresenta in
me
l'uomo che tende a possedere veramente se stesso e perci fa che il mondo diventi suo per mezzo di immagini e di pensieri. Il monito di
nale,
Ibsen:
che l'istinto d'imitazione parte Leonardo da Vinci ci d non un monito, ma qualcosa di pi: un esempio. L'esempio glorioso di una vita bella, ricca e segreta, che tende ad ogni istante a superar se stessa, a divenir pi
significa
di lui.
nome
di questo
i
amante
la nuova et dello spirito, van preparando nel mondo. Al di sopra della vita comune, al difuori della torma di coloro che non odono, al di l della breve cerchia fumigante ove gli uomini cercano i mezzi della vita, tendiamo le nostre anime
possiamo annunciare
pochi
fratelli
verso
il
3S
(B. 9Zlberti
La
coli
chiatrice
ed elegante, ha
fatto apparire
due
se-
come l'epoca pi gloriosa della nostra gente, come la rineiscita di ogni greindezza e d'ogni bellezza. Noi che ammiche succedettero
al trecento
riamo
le civilt attraverso
caratteri tipografici e
le cartoline illustrate, e,
monumenti nuovi,
menti vecchi,
leggendo
trona accanto
azioni eroiche
noi
e
ci
Omero
il
il
vantiamo amici dei monuche amiamo assai gli eroi, Villani, seduti in una pol-
fuoco, perch
non
sieimo capaci di
attratti dalle
i
ben
pa-
fioriscon le chiese e
irsute
delle fortezze,
abbiamo consacrato
poca
raria
di letterati
leggenda della
notte medioevale
che era morta qualche altra cosa aveva dovuto morire e non si cur se le cose riapparse valessero
le sparite.
Ma
noi
tutti,
uomini
fatti di coltura,
di
ammirato ed amato quel secolo straordinario in cui si compi il nostro disfacimento e si gener
la nostra pi
Infatti
il
profonda decadenza.
il
Quattrocento segna
trapasso dalla
ai nostri tempi.
fatti
Il
uomini dei
il
cedere
passo
libro
prender luogo
della fortezza,
Il
fiorito
dilettantismo
in cui si
scettico
della
i
fede ostinata.
tempo
role
compievcino
si
grandi
invece
pregiano
le
grandi pa-
avevano operato e l'arte e la letterada liberazioni e sfoghi dello spirito son divenute modi sapienti per ottenere fama e potenza. All'uomo che sapeva poco di lettere ma era forte di corpo, austero d'animo e sapeva conquistar regni e governare citt si va sostituendo a poco a poco l'umanista insinuante, che si fa mache
gli altri
tura
cro su Cicerone,
ammira
le gesta dei
si
grandi uo-
fa storico dei
sa n
pu
di nervi, di
i
penne e
di carte e se
non mancano
gli eroi
mancano
che
dominio
il
dell'esteriore,
al
direbbe un filosofo,
dominio dell' interiore e i mercanti si tramutano in letterati e i guerrieri in pittori. Quello che si usa chisonare Rinascimento
cede
potrebbe dunque apparire, per
certi versi ,un de-
campo
cadimento e un indebolimento. E a noi appare sinceramente tale e siam d'opinione che se l'Italia
volesse tornare a
una
vita pi intensa
tra le
mena
parlamento e
che
giocattoli
risolutamente cacciare
il
quelle
sua debolezza, e
a pi profonde e pi
amare
tali
dilettazioni
rettoriche
ed
astratte
per
ad eimmirare. Questo insegnamento potrebbe essere ricordato dal centenario di Leon Battista Alberti che ricorre
piuttosto che
questo anno
(I)
ramente a
(1)
il
do
lo Scipioni,
1414 secondo
il
Tiraboschi.
La data
del
38
r-i
di vanit
muni-
a quella graziosa e parolaia che venne di poi, e segna, meglio del Petrarca o di Leonardo ai quali fratello, quel contemperamento di concezioni di
vita
insomma
di
quello
che
son,
si
potrebbe dire,
coli' espressione
Emer-
La sua
vita vereimente
tempi.
Vedetene
riosa
Leon
ritorno
Egli
potrebbe,
seguendo
mercante ed
uomo
di parte,
conquistare ricchezze e governare gli uomini. Invece, preferisce darsi alle lettere. Lo studio at39
trae
il
e Virgilio piuttosto
in Oriente o
che'
umiliarsi a
mandar drappi
il
a battail
Da
difatti
ragazzo
corpo,
un
raccontano che
domava
cavalli selvaggi
la dolcezza delle
si
Ma
a Bologna, ov'egli
si
rec a
dio che
il
suo corpo
un macilento
Come
lui
anche
che
tempo
in
di ferite, si
muore
il
!
di paralisi.
le lettere
Ma
lo studio lo
consolava di tutto e
la filosofia gli
facevano spregiare
resto. Perico-
Quegli uomini
una
citt
meravigliosa,
si
senti VEin
presi
di
riverenza in
la-
mezzo
alle
tini e disperavano poter far meglio. Per tenersi vicini alla perfezione imitavano e il loro desiderio
maggiore era che i dotti scambiassero le loro carte con quelle dei maestri divini. Cos quando
l'Alberti, negli ozi bolognesi, rappresent
i
suoi
amori allegorici colla sapienza in una commedia che chiam Philodoxeos, dette voce che fosse il
40
letterati del
tempo
Non
ria di
c'era
dunque pi
medio evo
s
grandi cattedrali e
le
ornarono di
nuovo
sua, e
il
manda
un
suo
nome
la
sua creazione,
ma
di
glie di
quelli
ma
ri-
come
loro.
Questo carattere di
pera dell'Alberti
servilit
intellettuale
mesce
d'arte ove
precetti
torit
esempi delle
gli
mal
si
accomoda
paiono
della
gli
meno
paesane,
come
41
medio evo
gli
venivano
dai
imma-
sem-
che
lo precedet-
meno
solide, pi regolari e
meno
origi-
a minaccia,
palazzo Rucellai,
dai pilastri salienti gioiosamente, colle pietre levigate e ordinate, allegro all'occhio e niente terribile.
gamente
Io ritengo l'Alberti
uno
che siano
stati
in Italia. Egli
cono proprie
geometria
(si
dell' attico.
Il
la
sua ricerca del tipo perfetto della bellezza umana, sua cura delle misure, la passione dell'architetdel simmetrico, del
tonico,
non capriccioso
Io
accostano
E
che
li
lo fece
let-
tere,
fsica,
di pittura, di
di arcliitettura,
di scultura,
di
di
grammatica. Egli fu
loro eroe in
primo
di quei
famosi
Rinascimento, che trovaLeonardo da Vinci e che lasciavano di modellare im cavallo per scrivere un apologo e si facevano ingegnri di principi dopo aver costruito una chiesa o intraprese delle espedilettanti universali del
rono
il
rienze.
Anche
quel
in questo
moto
di liberazione
medioevo
si
fu
disgregata e
gli
uomini non
si
sentiron pi legati
zione e
si
lanciarono
i
come
L'uomo
fine e
Il
stim
vir-
nuovo.
Ma
ci
se questo universalismo
non
fu vano finche
come
l'Alberti e
dimento quando
gioia.
piccoli
E
pi
sta universalit fu pi
cose,
cetti
ma
ma
non
i
lasci
ne
che
ma
di
poche diresse
le
lavori e se
suoi scritti
son copiosi
stolico.
sue
cizioni
pratiche
si
ridussero
ai suoi viaggi
Egli fu dunque d'ima universalit pi verbeJe che concreta, dette insegfteunenti pi che opere,
si
avesse a fare
lui dalla
ci
viamo
l'istinto aristocratico
trasmesso a
ap-
non
il
il
inalza,
signore
quale d ordini
ma
li
fa eseguire
dagli inferiori e
non
si
degna
di lavorare colle
sue mani
Egli
come
pi rozzi maestri.
superiorit
dell' intelletto
sente
la
che
dispone, dello spirito che immagina, vuol essere mente che forma, volont che comanda, ma non
sua gente
il
Rinasci-
mento
estetico
ebbe da
lui
Avanti che
dall'Alpe
i
il
civile e debile
l'Alberti, nel
scritto
che noi
come
la
porto,
ma
e frutto di gloria
di se
Ed
egli
nelle rade.
lui.
Ci accade
che a Nemi.
accade per
la
di
car-
ed egli con sottili ingegni riusc a i palombari e a riportare sulla terra la prora e una parte dello scafo. Ma l' impresa non pot continuare, o mancassero i denari o
trarla fuori,
mandar
sotto
non
nave
Cos Alberti
gliando
ci
ha concesse
direttamente rivelato.
Ma
cando faticosamente
interiore
fatti
in questo
modo
i
soltanto
morti ci pos-
45
Garlo Binati
I.
rifica d* Ippolito
N' passati de' giorni da quando la teoria miTaine e dei suoi pedissequi dimmi da che paese vieni e ti dir chi sei ch'era, del resto, l'italiana intuizione di Torquato Tasso:
:
((
La
a se
gli
abi-
tator
produce
si
ritrova
si prestava a far da spiegativo paradigma storico-geografico a tutti quei critici che non sapendo leggere la poesia pretendevano
molto ragionatamente
davano meccanicamente ricostruendo dai caratteri del suolo dove per caso ebbe vita e allevamento. Con questo matematico costrutto la psicologia della Spagna, ad esempio, era fatta sui
:
tipi
ricorre
alla
psicologia
46
spagnuola.
Il
conto
toma sempre
ma
non
s'ag-
Eppure una
quell'ingenuo trucco di scaricabarile: c', in margine al centro assoluto e personale d'ogni artista,
un alone
ad
altri
faunigliare
insomma, un'aria
di regione
come
Anche
nella letteratura.
non
ma
non
ma
non si spiega tutto col suo essere abruzzese non saprei concepire D'Annunzio come pieletterarie
si
montese.
Queste regioni
quelle politiche
nella storia,
ma
anche
munanza
parte,
ad esempio, da un secolo a questa una specie di feimiglia di scrittori lombardi che, pur avendo ciascuno tempra e figura prorituale. C',
pria,
esterni e
riconoscono a certi caratteri intimi ed hanno, di pi, una approssimativa parentela discendente che giustifica, in parte, l'aggruppamento.
Il
tempi,
nonno
di
Da
Manzoni
quanto
si
letto
l'altro
maestro
riferiva
e irritante
tra
va riscoprendo e rigustando. Al Dossi con orgogliosa discepolanza l'irritabile Giemipietro Lucini che fin la sua vita
un mortaretto futurista, una presa di tabacco greco e un ringorgo di acidit pettegolaia. Oggi
rappresentano e continuano questa linea lombarda due scrittori abbastanza giovani e non abbastanza celebri Ugo Bernasconi e Carlo Linati.
:
il
pretesto coi
Doni
'della terra
e colla nuova
edizione di Cristahella.
II.
tempo da guadagnare. Ma per noi basteranno due o tre, scelte fra le pi visibili una costante eccellenza nella descrizione precisa, evidente ma un po' fredda e logicizzata im 'inclinazione all'argurebbe da trovare a
filze,
chi avesse
zia moralista
al
moraleggiare discretamente e
delicatcmente spiritoso
un'atmosfera
.
fine fine
tismo grandioso.
ma
48
Giustificare
questi
tocchi
d'impressione per
ci
ciascuno degli
troppo per
le
scrittori
nominati
li
porterebbe
lunghe e chi
se,
conosce direttale
ripensando
sue
fuggitivi,
come
linatisuia.
Carlo Linati,
giovin signore
lombardo
assai
sistes piacevoli per gli spunti bizzarri e le intimit di analitico humour {Cristabella, 1909): alla quale segu un libretto di prose liriche e descrit-
tive {Portovenere,
1910).
Una
specie di autobio-
grafia (infanzia e
prima giovent) che s'intitola Duccio da Bont (1913) lo trasse dal limbo degli aspiranti e lo mise nel rango delle incubatrici promettenti sulle quali s'esercita il fiato prima caldo e poi viperino dei critici. Quel romanzetto,
aveva, in campestri
quale
effetti, delle
ma non
si
ritrova,
ad esempio,
pi,
Ora, con questo librettino di cento pagine poco il Linati si appresta a mantenere quel che i
nome
suo. Li-
fatte
per
lui
si
sia ac-
corto in
il
senz'aggiunte e mistioni.
bito, didattica e
diciamolo su-
composta
ma
senza interferenze
Son quarantacinque prose brevi e studiate che hanno tutta l'aria di voler esser perfette. Il Linati ha preso qui piena coscienza dell'arte moderna e del suo mestiere e ha tutto il diritto che questo
sia letto con attenzione e giudicato con amico discernimento. Intanto, p er onest mia e piacere altrui, ne riporter, di queste poesie in prosa, due intere, scelte con spirito di amicizia. (Un'antologia ben
libro
fatta
il
III.
le foglie, la ripa,
il
cielo.
((
Odo
tiva.
((
gorgoglio di
un
ruscello,
il
pipilar di
una
((
me come una
50
torcia.
Ho
la
((
miei occhi
si
muove,
come me
t imaccia
Avanzava lentissimamente
sul sentiero,
come
un mortorio. Pareva contenta d' guidare cos adagino. A un moto ch'io feci rimbuc le corna, poi le rimise fuori, cauta, come comare che si rimette
li
al
chiss se l'udiva
il
schiccherava
sua
la-
Fatto che, a
un punto, incontr un
il
fusi
scellino
e lo scavalc:
Ed
io,
al
vedere
gli ostacoli,
pensai che
quello era davvero il miglior modo di viaggiare, che viaggiando cos s'arriva dove si vuole. An-
dava innanzi, guardinga, cercando i sentieri pi agiati. Pareva dire: D tempo al tempo .
Non
no.
due
dell'altre.
Forse
A me
due
le
pi espressive del-
il
volumetto. In
il
una
c' pi
il
poeta, nell'altra pi
sente,
,
savio,
ma
in
tutte e
si
da cima a fondo,
l'artista.
Carlo Linati
un
artista.
Un
artista
prender possesso della sua propria terra e a manegigar con sapienza gli arnesi e gli attres^zi ma eh ' arrivato, per la sua et, a una sicurezza decorosa che non si ritrova sempre ne' pi vecchi o in quelli che vogliono correr troppo presto la
;
cavallina.
In Linati
non
lui
c' davvero
smanie di novit e
di
di tecnicismi straordinari. di
Soffici
festivals depravati e
bassorilievi
prosa di
di seicento.
Non
neri e nuvolosi
Salvator
dettato,
Rosa
ma
minuzia
fecondo
la debita prospet-
alcune fra
Manzoni -^ il senso calmo e sereno della terra di Lombardia comune al vecchio morto e al
giovane vivo
ma
in
certo
modo
scavalca,
almen linguisticamente, i Promessi Sposi e si compiace di certi modi e aggettivi antichi e letterari
suoi stru-
di
vena e
Ha
si
studiato
volte
scopre la
composizione e
ci
si
opprime forma
ha
lasciato
Ma
se l'arte ,
materie
prime
un uomo ch'
arrivato
sempre pochissimi, quando se ne trova per caso uno no nsi pu fare a meno di rispettarlo e, se capita, di stringergli la mano.
IV.
Carlo Linati, se vogliamo venire a qualcosa di
pi specifico, un provinciale e un descrittivo.
Non
respira
gli
territorio. L'angliil
cismo
gusto
delle nebbiaie e
un
sempre congepenso a Cesarotti, a Pindemonte, a Foscolo e a due curiosi che s'immersero volentieri nei vapori di Londra:
settentrionale che del resto stata
niale agli scrittori dell'alta Italia:
Baretti e Pecchio. Linati deriva, in qualche parte,
oltre
53
lombardi
in Cristabella si sente
il
Laforgue (spe-
cialmente in Tannhauser e
pitocchino bigio) e
qua e
non soltanto
per lo do(al-
ma, pi
sincora,
al terreno
cune pagine mezze mitologiche dei Doni della Terra sembrano una traduzione ben fatta del
Centaure).
Ma
poco d'esotico. E' lombardo e tutto pieno della sua Lombardia comcina e fino al fondo del suo essere inserito in quel nobile paese cos bello quend' bello. (Mi par d'avere osservato che i poeti sanno tirare le pagine pi
in cute: Linati sa
intime e sentite dalle patrie loro, specie dalle campagne e tanto pi belle e amorose quanto pi
le
non
caunpagne sembrano stremate e incolori a chi c' nato e non ci viv^, quasi la passione si
si
rileggano,
ad esempio,
le
po-
leainese).
Quando
nali
cima
a' suoi
monti inver-
stendono sotto gli prati e i boschi dove per la prima volta s' scoperto uomo e poeta allora si sente a casa sua e riesce ad essere pi spontaneo e vivo
e
gli
filiali
i
occhi attenti e
laghi,
di
quando
si
54
Linati ,
didascalico.
come
Non
non
scrive.
cos sciolto
Anche
essere
morte e
stile
stile,
un po'
stentato e ostentato,
ma
i
tutto suo.
Linati
cinesi,
un
come
precisi.
particolari,
sembran messe
il
Ma
precisamente
sintesi,
non
c'
organizzazione
di
scalini
generatori d'unit.
i
Perci
parti-
colari, sintesi
essendo pochi,
si
giustificano meglio e la
per questo
le
ho
e,
citato quelle
pi corte
il
pi belle di tutto
libro.
Ma
Gasine col
noce sul fianco, contornate da pergolati d'uve e raggruppate intorno a un'aia candida: torrentelli
segnati
di pioppi, bassure
lunghi
tetti
stro cretoso:
penne argentee
di convogli in corsa
il
canto
motociclette che,
di
lass,
pare lo sbattito di
un cuore malato che corra alla morte: e infine l'odore che si leva da queste distese, odore di
cEimpo di pietra e brughiera, odor grande di volte son tratti celeri: sotto Lombardia.
quel ciel torbo di giugno, vaniva in grandi oscilleimenti e bubbolii, su per l'acqua verde, di vetro
;
((
le turchine
penombre
della sera
sas-
diroccamenti e lavine
s
da parer
il
;
corno
altri
lunare verdeggi,
astro
di
speranza
))
subito
e molti
mandosi di pagina in pagina.. Ma son tratti, cio momenti; ornamenti. Come nell'architettura barocca (altro richiamo secentesco) le parti, anche
piccole, son pi belle dell'insieme. chitettura era,
Ma
quell'ar-
tura: qui
manca, invece,
i
la corporatura
organica
Ma, contentandoci
quanto
di quelle sal-
tuarie bellezze,
fine serenit e
quale
si-
questo scrittore, e
ci
s'abbandona
cos puri.
di
soddisfatti in
ma
punti pi
riusciti
Linati
possono stare
accanto
ai paesi
meglio
visti
resi di
Manzoni,
danno
un
mondo
lice,
ma
non s'accorge
di averla,
con
l'arte
sua
stessa, gi scritta.
57
giovarmi IBocke
^^^
Alla
che pensano
non ho bisogno davvero di ricordare chi fosse Giovanni Locke, ma ho bisogno di ricordare ci che Giovanni Locke non stato. Il proponente della commemorazione, facendo
lo stato di
Wrington, ha trovato
modo
di affermare che
il
Locke d'accordo, a occhio e croce, col presente, col progresso e con noi. Non mi pare che il Locke sia cos moderno e nostro come egli pensa e dice. Se i centenari hanno da servire principalmente a ravvivare le
virt
e le idee che ci son care, l'autore dei Thoughts on education non fa al caso nostro. meno, intendiamoci, che non si stimino ca-
(1)
commemorazione
italiana di
(8
ratteri
tempo
la passivit,
tezza di spirito; a
si
credano
il
senso
comune
menti che
Perch questi precisamente sono gli insegnasi posson ricavare dalle opere di Gioi
pi in contrasto
Qual'
infatti
basale,
?
fonda-
mentale
della
si
gnoseologia
lockiana
Questa
che
tutto
che vengono dall'esterno. Per questo principio il Locke ha combattute le idee innate ed ha respinto il razionalismo di Leibniz. E combattendo la tradizione cartesiana ebbe ragione, ma non ragione quando all'incomprensibile inneit volle
sostituire un' altrettanto
vit.
Che
lo spirito
contenga
verit necessarie e
che
lo spirito
senza nessuna
sua spontaneit e
Leibniz,
attivit
riceva le sensazioni
l'anima, e
Kant che matura coWapriori il preil Locke fa la figura di un uomo che sa evitare uno scoglio ma non sa dirigere la nave al porto. Fra l'attivit
potenziale dei cartesiani e l'attivit virtuale dei
59
kantiani,
il
Locke
vi
la soluzione dell'anfibio
eunuco:
la immobilit.
si
Ora
in gi e della
proprio questa.
tutto
demiurgo delle cose. Dall' attivt sintetica che il Kant attribu alla coscienza, alla volont che lo Schopenhauer, il
inerte del
mondo
il
Wimdt, il Deussen, il Paulsen, il Nietzche hanno messo a fondamento del tutto; dall'idea di scelta, che col James e i suoi precursori emuli e seguaci ha rinnovato la psicologia, alla scoperta fatta dal PoincEir, dal Mach, dall'Hertz, dal Michaud che
la scienza stessa, la scienza reputata obbiettiva e
universale,
della
mente
pensiero
moderno d
padre Gio-
vanni Locke.
Un'appau^enza di
attivit c' offerta invero dalil
quale, secondo
Locke, fa colle idee semplici, dategli dalla sensazione e dalla riflessione, le idee complesse. Le
questo intelletto consistono nella
distinzione,
operazioni di
cap. XII).
Cio
l'intelletto
non ha nessuno
di quei
caratteri di attivit
sono
attribuiti
dai moderni,
una funzione meccanica, che consiste nel separare o nel riunire (perch l'astraizione non in
fondo che separaizione e riunione). Lo
per Locke, pu mescolare in vario
spirito,
le idee
modo
ma
non
ele-
della
L'intelletto stato
semplicemente l'involucro
che
le
ha
riunite, la siepe
che
le
ha
disgiunte,
non la fcunma che l'ha fuse per dar Tutte queste idee, nuovo corpo.
((
origine a
un
il
II,
cap. XII,
2)
scrive ridusi
cono sempre alle idee semplici che lo spirito ha ricevute da quelle due sorgenti, e che sono i
materiali nei
quali
si
non pu averne
.
altre
gli
son suggerite
Mi sembra che
l'onesto
Locke
Se
il
tigiano dell'attivit, e
non
Locke parnon
il
quale contrappose
sensi.
il
viis,
il
Ma
come
come
creatrice,
come
la necessit alla
od
esterni,
l'intende
V apriorismo kantiano,
il
il
come prammatismo
di Peirce e di Jzunes,
contingentismo di Bou-
Veconomismo
al-
Locke contro
non
si
pu trovare
in tutte le
colle
tendenze pi recenti.
L'intelletto
non
filosofi
sarebbero
dell'attivit e
gli
ultimi
non avrebbero
non
creare.
non
moderni
62
la differenza
che in
il filosi fa tra miscela e combinazione Wrington fu un farmacista che conosceva soltanto le mescolanze empiriche, i filosofi moderni son chimici che conoscono le combinazioni
chimica
sofo di
non ha capito
l'attivit
La sua grande
pre-
occupazione qual'
mondo, qualche
lui
nuova rivelazione
delle cose
a quelle a
?
prosidea.
Neppur per
dove si pu conoscere, e come si pu conoscere; dove si pu andare e dove non si pu andare. E' un fabbriCihte di cancelli e un negozieinte di serrature.
((
Ce
Taine il les recontre vite et ne s'en afflige gure. Enfermons-nous dans notre petit domaine et travaillons-y diligentement (1). E codesta potr essere una buona dottrina da
giustamente
osserva
ma non
certo
di filosofia.
il chiudersi, l'arrestarsi sono atti da vigliacchi, ed difficile trovare chi pi del Locke esiti e dubiti e sia incerto e abbia, come
restringersi,
(1)
Hiat.
de
la
Littrature anglaise
Paris,
1899
10,
III.
310.
63
dice ancora
il
Taine,
((
des commencements
il
cl*o-
avance
et retire (2).
La sua
filosofia,
E non
.
ci
se,
Leibnitz parl di
pauperrina philosophia
il
natura.
Ma
una buona
prende
realt,
tutto, e irreale
i
linguaggio. Tutti
filosofi
ma
comincia quando
tutti
a fondamento di
sensisti,
tutto.
Il
Locke, come
ha preso come
ma
nessuno
ci
assicura
piglia
come
tipo
Locke ha scelta quella che pi facilmente appresa e compresa dal volgo, sia dotto che indotto, e perci ha soddisfatto
della realt unica.
Il
molta gente.
Ma
(2)
Idem., ibid.
64
che per
mondo
dell'intui-
Quando
mente
corpi,
istinti,
ci
si
alla realt,
non
di
si
ma
si
di creazione,
il
sogno che
il
James,
il
Bergson,
tempi.
Myers hanno
il
Locke
fitte
con
noi.
Dopo
mancato
il
soffio
per
ammesso
se
non
ne pu
dopo
pu niente asserire sulle sue qualit. E* l'uomo insomma, che d e ritira, che subisce e dubita, che infine non dice nulla.
mini generali ,non per individualista, perch il suo nominalismo cos radicale, che, contrariamente a quello scolastico, nega perfin l'individuo. Infatti
tutti
non
ma
gli
aggregati,
anche
gli
individui,
quali
la
non poteva
sentire
neppure
l'unit dell'individuo.
* * *
Ne
il
Locke se
la
caverebbe meglio, se
si
la-
volessero
esaminare partitamente
le
propriamente metafisiche.
Locke abbia messo in circolazione quella non era pi religione e che non arrivava ad esser filosofia e di cui si compiacquero quei faciloni degli enciclopedisti,
il
Che
me non
Non mi
E' una
spiritualiste,
non
e
E
mare
che
la
un uomo non fa
di
buon senso
altro
che confer-
mia sentenza
il
il buon senso e la sempre contrasto; la filosofia pu prendere il senso comune per fine, ma non lo prende mai per mezzo. E quanto alla metafi-
nunciata contro
filosofia
Locke. Tra
c' stato
metafisica o
Anche
il
di metafisica,
ne fanno. In generale quelli che non voglion saperne di metafsica son quelli precisamente che fanno la peganche
i
positivisti
ne hanno
fatto e
mondo. E
il
Locke.
intendiamoci
bene,
quale,
cono tanti. Il Kant fatto con Leibniz Hume, Keplero e Newton, pi, s'intende, il Kant stesso e, per la parte morale, il Rousseau. Il Locke non c'entra che in quanto lontano preparatore di Hume. Ma quale abisso fra i due
pensatori,
tra
sulV intendi-
mento e
dare
i
l'autore della
:
figli
il
Fichte.
I
veri meriti di
l'eseime degli
Ma
questi meriti
uomo
vire:
vente, pure
si
oppone
filosofa
e dell'universale. Se Locke
ha
stato
il
Locke, ha detto
Edmund
Gosse, la perso-
indubbiamente
brato ogni
i
gli
Inglesi,
ricordino
umano. Essi, che son molto pi pratici di noi, o non faranno commemorazioni, o faranno tutt'al pi un'altra edizione economica delle opere sue. Ma noialtri, in quanto spiriti moderni e in quanto italiani, non abbiamo nessun bisogno di fare un centenario di pi. Se proprio vogliamo magnificare l'esperienza torniamo ancora una volta a Leonardo e a Galileo. Quanto a sensisti, ne abbiamo uno fra noi, vivo e celebre: Roberto Ardig. Mi sembra che
basti
(I).
(I)
Debbo
pu importare, che
per quanto riconosca ancor giuste, data una certa idea della
filosofia,
fatte.
68
iorgio Berkeley
\.
uomini che non vogliono o non sanno decidersi tra la contemplazione e l'azione. Sono innamorati delle idee,
ma
uomini e
trasfor-
mare
il
mondo, ma
rola e sul
poco se ne stancano perch non si sentono pienamente soddisfatti dalla meditazione solitaria. Vogliono far del bene agli uomini e immischiarsi negli affari della societ a cui appartengono, ma non sanno decidersi a satellettuale,
ma dopo un
comune, e se riescono a
sedurre
gli
tuali.
le loro
speculazioni sono
non vanno pi
presso al
il
maneggio
tra la caverna del filosofo e la bigoncia del predicatore; troppo teorici per suscitare un vero e proprio movimento religioso e sociale; troppo
molto
un po'
Amano
Prendono anzi molto sul serio quello che stanno facendo; ma sono uomini vivaci e multiformi che non possono rintanarsi in
tutt'altro.
di seguito. di
incontrano
gli
scopritori
quegli
svolti e
si
compli-
decidono
a sposare
le
idee che
;
hanno meno
i
di
quaranta o
d'idee, gli
cinquant'anni
si
trovano
gli agitatori
scuotitori di uomini,
propagandisti aristocratici
che formano una sfera intermedia tra i metafisici schizzinosi, nemici dichiarati della chiarezza e
70
dell'utilit della
moltitudine e
grandi apostoli
vono
la citt
le loro
di uomini non stata ancora debene ne studiata con pazienza, ma pi numerosa che non si creda. I tipi assoluti e puri del filosofo, dell'artista, del pratico, sono rarissimi sorvegliando davvicino i pratici c' da tro-
Questa classe
scritta
filosofi gli
empirici,
qui corrisjDonde
se grat-
tate
l'uomo religioso
il
ci
trovate
il
moralista civile;
se grattate
tico e
e dopo
sicu-
non saprete
il
dire
con
il
Berkeley fon-
damentale e irriducibile. 11 primo periodo della sua vita (1 685-1 713) tutto dedicato al sapere e
sopratutto alla filosofia. E'
il
tempo
in cui si fa
grande onore
cui studia le
al Trinity
College di Dublino, in
la
matematiche e pubblica
Newton
e in
una specie
altri
di
accademia
filosofica
da
il
lui
fondata con
giovani.
Ma
sopratutto
tempo
Commonplace Boo\,
con appnnti
esclamazioni trionfanti ed
71
accenni misteriosi,
sua
nuovo principio, la il suo grande scoperta cio quella sua teoria della inesistenza della materia che doveva essere, insieme colla evangelizzazione dei selvaggi di America e coli' acqua di catreime, una delle tre importanti idee fsse della sua vita. Il Saggio
((
il
nuovo principio
applicato
un po' timideunente alle sensazioni della vista, di quegli anni, e ad esso seguirono rapidgimente i Principii della Conoscenza umana (1710), nei quali l'inconcepibilit di una sostanza
materiale dimostrata e difesa fino alla
e
seiziet,
i Tre Dialoghi tra Hylas e Filonous (1713), che sono il manifesto galante dell'immaterialismo, il quale vien messo quasi a portata delle
dame
e vien presentato
come
il
miglior preser-
e dell'irreligione.
Nel 1713, col viaggio di Berkeley a Londra, comincia il suo periodo di vita mondeina ed errante. 11 giovane irlandese fa delle conoscenze,
diventa amico di Sw^ift, vien presentato a corte,
continua nel Guardian di Steele la sua campagna contro i liberi pensatori, e ad un tratto parte per
la Sicilia al seguito del conte di
Peterborough.
L'anno dopo Berkeley era gi di ritorno a Londra, ma ne ripart quasi subito per accompagnare
vescovo Ashe in Francia e in Italia. Questo secondo viaggio dur cinque anni. Berkeley si ferm un po' a Parigi, dove, come pare,
il
figlio del
72
conobbe Malebranche, e
poi, attraversate
Italia,
il
pri-
mo gennaio
tutta,
le
Alpi, scese in
e la gir quasi
Roma
e a Napoli.
si
leggere
il
rovine dei
monumenti
che pochissimi facevano e fsinno percorse cio, a piccole tappe, gran parte dell'Italia meridionale fermandosi nei conventi e occupandosi
ci
dell'agricoltura, dell'odinamento del
anche
paese e so-
famosa questione del ballo della tarantola. Nel 1720 si mosse per tornare a Londra ma si ferm per strada, a Lione, a scrivere una memoria sul Moto, per prender parte, pare, a un concorso indetto dall'Accademia delle Scienpatutto della
ze di Parigi.
Il
il
principio
di
apostolato pratico.
suo paese in
catastrofe
preda
turbamenti
dalla
Mare del Sud, e pubun opuscolo per reimmentare ai suoi concittadini che soltanto un rinnovEucnento morale potrebbe salvare l'Inghilterra da maggiori diseistri. Ma egli riteneva Rousseau in anticipo che r Europa fosse ormai troppo corrotta e che il male fosse gi troppo incancrenito
finanziaria della Societ del blic quasi subito
73
Era meglio, pensava, dedicarsi piuttodove gi gli inglesi avevamo fondato colonie e citt e dove era possibile forse instaursire una nuova civilt, pi pura e cristiana di quella del vecchio mondo, giovandosi anche degli indigeni che si potrebbero, con un po' di buona volont e con molti denari, convertire e istruire. Cos germin nella testa di Berkeley la idea un po' evangelica, un po' rousseauiana e un po' utopistica, di fondare nelle isole Bermude una specie di Universit per creare dei giovami
opuscoli.
sto air America,
pastori indiani.
L'entusiasmo di Berkeley e
inutili.
la
fiducia
non furono
;
Molti grandi
si
signori
promisero denari
lui
;
molta gente
pre-
1'
opinione pubblica fu
il
ben disposta;
il
il
Parleimento approv
progetto;
Re
il
venissero conse-
cominci
ci
fra questi
fu
anche
il
Anna
1
una mezza mistica, lettrice di Fnelon e di M.me Guyon. Ai primi di settembre 728 part da Greenwich con la moglie e del alcuni compagni (fra i quali il pittore Smibert) e
Forster,
74
Island,
729 giunse in America, ma non Bermude, bens a Newport, in Rhode dove aspett due anni i denari che non
1
inna-
mor
una piccola
minosa, cio VAlcijrone o il Ulosofino. Alla fine del 1731, consigliato dagli amici, se
ne torn
tempo
filosofiche,
Il
modificando in
certi
suo pensiero.
soggiorno a
Rhode
Island
due l'attivit filosofica di Berkeley: nella sua prima giovinezza fu positivista e fenodivide in
seconda
linea la psicologia,
si
la
che dell'appello all'esperienza e, senza cambiare sua tesi, cio la spiritualit del mondo, da emNel 1734 comincia
periodo episcopale della
il
suo
nome
sempre accompagnato dalla qualifica di vescovo di Cloyne. In quel tempo fu molto occupato, dagli affari della sua diocesi, dove i cattolici eran numerosi, e si appassion molto alla questione irfu
un rimedio che aveva imparato in America: l'acqua di catreime. Le prime cure riuscirono, e allora Berkeley si mont la teBerkeley
si
ricord di
cominci a credere di aver scoperto la panacea universale. Il suo amico dottor Prior fece molta reclame al nuovo medicamento che ben presto divenne di moda, e Bedkeley scrisse, preso
sta e
dall'
entusiasmo,
la Siris,
uno dei pi
curiosi
libri
del
trat-
mondo,
tato di
ima
coli
immaterialismo,
spiegazioni
specifico
i
di
diretti ai cattolici
e quelle
il
Massime
la
il
sul Patriottismo
civile.
si
suo testamento
Nel 1751
disgrazie, e
sua salute
guast, vennero le
gnare suo
figlio
ma
citt universitaria,
perch
76
20 gennaio
753 mor
idi
paralisi generale in
tutti quelli
mezzo
al
compianto
si
sin-
cero di
sopratutto
rali
dopo
la
sua morte,
le
mocitta-
buon
si
per
il
bene e per
la religione, e
a cui
potevan
II.
altro
che
il
vista.
ma
quelli
come anche anche matematico e anche poeta; che Io conoscono sanno bene che l'af-
non fu ne la tranquilla contemplazione dei concetti, ne la spassionata ricerca del vero. Questo mi preme di stabilir subito perch altrimenti non si capisce neppure la
sua
filosofia.
(1)
Quando
fu in Sicilia raccolse
materiali per
una
storia
natarae dell'isola
ma
perdette
il
insieme,
forse,
alla
77
Cosa m'importa se
fuori d'Inghilterra
il
ha
Berkeley
il
specialmente
soltanto nei volumacci di storia della filosofia dove una secolare consuetudine gli riserva una buona sedia tra la poltrona di Locke e lo sgabello
di
Hume ? Che
lui,
nel
Non
questa davvero
cre-
che
l'ispettore e
usano pi spesso nella teoria della conoscenza, e che la sua maggior cura sia stata proprio quella di far prevalere una pi profonda deche
si
zare
il
sofi tipi
Se confrontate la sua vita con quella 'dei filobisogna ricorrere, naturalmente, al sovedrete che in lito Spinoza o al solito Kant
non
c'
che la vita ordinaria la vita di tutti gli uomini, che consiste, come ognun sa, nel mangiare e nel procurarsi i mezzi per mangiare, sia colla pulitura delle lenti, sia coli 'insegnamento della geografia fisica e
con
altri
un
prete, oltre
che un
filosofo,
ma
bens un vero
cristianesimo^
un multi-
forme propagandista della morale e dei dogmi del cristianesimo. Dai Principles of Human Knowledge (1710) alle Maxims concerning Patriotism (1750) egli lavor di buon animo, quarant'anni di
fila,
gli inglesi
pi
onesti e pi credenti.
Chiunque conosce
la
tutte le
opere di Berkeley,
come
vita, infatti,
gli
fu
scettici,
gli atei,
miscredenti,
nihilarians,
gli
minute phii
losophers,
libertins,
esprits
forts,
mens
minacciavano in un
modo
gionamento o col
o cogli apo-
mondo
giovine
umana
filosofo
come
il
per
smuovere le basi dell'ateismo e dell'irreligione l'opuscolo suW obbedienza passiva (1712) non che lo svolgimento del principio evange;
Tre Dialoghi
lo
tra
scopo di dimostrare la natura incorporea dell'anima e la provvidenza d'Iddio contro gli scete
gli
tici
atei;
quasi
tutti rivolti
contro
Freethinkers ;
il
saggio
79
per prevenire
la
da
catastrofi finanziarie,
?on
pu
non
famoso progetto
di
Berkeley
simo;
iilosofinc
(1732) sono una completa e sistematica apologia del Cristianesimo dal punto di vista filosofico e
(1734)
una
critica
come
conseguenza non valeva niente uno dei pi celebri argomenti dei reizonalisti contro le religione cristiana;
religione del
il
tempo;
quanto
metafisico-reli-
una
Rinascenza
:la
Questa enu-
quante
la
se
non sempre
la materia,
movente.
80
Berkeley, lin ra
ruomo che
si
puro
che
suo pensiero e i grandi morti. Era un uomo pratico che serviva di mezzi teoretici. Come prete
credeva nel Cristianesimo, e
come uomo
pratico
vedeva che la morale era foggiata sul Cristianesimo e che una morale religiosa necessaria a ogni societ che non voglia finir male. Perci
considerava
come
non erano
soltanto
ma
sopra-
Come
che
il
come
cittadino, sent
chiarli, di osteggiarli
cos fece.
Fra
denti c'
loro
il
con
rimane ben stabilito che questa filosofia, la quale per la maggior parte degli storici tutto Berkeley, non che un episodio del suo Glauhek.ampj
;
V immaterialismo
una mina
filosofica
ma
III.
le attitudini
men6
egli
come nemiche
della
speculazione
concettuale.
Non
amo-
paradosso,
ma
sempre
il
do della sua
come
un buon
lettore di
per adoprare
la pa-
da un contemporaneo
italiano
pu sempi
era, nella
tedeschi,
non
una
da ogni
testa e
fisiche.
da ogni scuola
((
am
for ralativity
82
pher
per
(1)
diceva
egli,
giovanissimo nel
i
Commonmateriali
na:
sics,
suo libro sui Principi della Conoscenza umaMem. To be eternally banishing Metaphietc, and recalling
men
to
Common
sen-
se
(2).
Inoltre,
pratico,
useless
si
equiri-
poteva
Il
valore
secondo
lui,
dalla loro
Come
le
conseguenza
di questa praticit,
odiava
togliendo di
mezzo
lastica,
mondo
fin
Il
suo programquesto:
ma, mettendosi a
raggiungere
tica e presto.
filosofare, era
insomma
risultati utili
(1) (2)
83
keley
si
ha
mana
di critile
lui,
erano
vere
Uno
di questi
per poco
tarlo.
gli
pena
si
di raccon-
Quando
ad
era giovanissimo
ad una impiccagione a Kilkenny, e tornando andava riflettendo alle sensazioni che doveva provare il condannato negli ultimi momenti della vita. Giunto a Dublino pens
riosit,
assistere
che l'unica via per ottenere qualche informazione su ci era di provare lui stesso, e si accord con
di origine veneziana,
Egli
nodo
fare
si
sensi e
non pot
ma
povero
(1)
(ed-
Fraser),
434,
435,
Visione
120.
84
Berkeley. Se avesse tardato ancora qualche momento il mondo avrebbe dovuto aspettare, almeno per qualche tempo, l'immaterialismo (I).
metodo
consiste appunto
rienza ch'egli
messo
tutti gli
d ai suoi ascoltatori. Quando ha con quel suo stile agile e chiaro, argomenti che gli sembrano pi adatti a
fila,
puntellare la sua
tesi,
o a scompigliare
le carte
momento,
comando
lettore,
introspettivo:
povero Hylas
si
dopo qualche momento confessa umilmente a Filonous che difatti non si pu pensare quella cosa. Non tutti i lettori di
riflessione
forzata,
come Hylas: ma
ci
non
toglie
che que-
st 'obbligo
(I)
Non avrebbe
ai
aspettato
molto,
perch contemporanea-
mente
after
dialoghi di
riosa di
A.
COLLIER
Clavis universalis or a
new
inquiry
truth,
impossibility of
an external world
85
London,
1713.
genuino di un termine e di pensare col proprio capo cercando di eliminare le vecchie parole e le
verit
comunemente ammesse, uno dei migliori eccitamenti che posson dare le opere giovanili' del buon vescovo di Cloyne.
IV.
tutto ci, nonostante ch'egli non prevalentemente filosofo e che si sia avvicinato alla filosofia con una mente pi pratica e
Nonostante
sia
scientifica
legato
che speculativa, il nome di Berkeley con una delle pi grandi scoperte filoso:
materia allo
spirito.
Malebranche
lista in cui la
in
una specie
monismo
spiritua-
porando; Locke aveva gi ridotto le qualit seconde a sensazioni e i concetti di causa e di sostanza a semplici rapporti tra le idee; ma Berkeley ebbe
il
Locke
que gi pronti,
tori filosofici,
ma
aver esagerato ed esteso le teorie dei suoi genie di aver messo avanti, dominante,
chiaro, centrale e
ben
in luce,
86
il
grande principio
che
il
mondo non
di atti spirituali.
Certo
anche qui
si
potrebbero
ritrovare
le
La mateche hanno
ridurla in
mondo,
di sprezzarla sotto
il
nome
di partico-
una schiava obbediente dello spirito, ma" sopratutto una enorme seccatura per ogni filosofia teistica. Se la materia esiste per
lare, di farne
capace perfino
d'influire nell'ani-
ma, la posizione d'Iddio diventa imbarazzante. Si pu sempre dire ch'Egli l'ha creata e che essa deve obbedire alle leggi da Lui stesso stabilite.
Ma
la
mondo son
Dio come
la
il
mondo
composto, per
massima
siamo facilmente esser condotti a credere che la sola realt la materia e che lo stesso pensiero non che una manifestazione della forza contenuta nella materia. Tendenze simili
si
notavano
toglieva di
teriale
che
Spirito
Ma
umana.
Io
non
il
star qui
a riassumere
Dialoghi.
gli
argomenti che
Berkeley in-
Ognuno pu
trovarli in
un buon ma-
filosofia o,
meglio ancora,
veramen-
te in tuttala estatica
Commonplace
appunti ed
ai
si
Bool^,
dove
mezzo
agli ingenui
ho sempre creduto che non basta, neppure in filosofia, conoscere una teoria. Bisogna viverla e sentirla con tutta l'anima impregnarne almeno per qualche tempo tutti i nostri
Perch
io
il
pensieri, farne
il
contenuto,
il
colorito,
Il
signifi-
principio di
Berkeley
si
presta,
come pochi
altri,
verit.
lo
preso
stica
di ubriacatura idealiil
mondo.
Pensate un momento, ma intensamente, a ci che significano queste parole tutto il mondo composto di spirito. Tutto ci che vi sembrava
:
solido
ed estraneo diventa ad un
l'io
tratto
come
contrasto fra
il
mondo
si
attenua
il
l'im-
mensa mole
tava
fia
si
l'io ha sede nella nostra mente non si sente pi come una goccia in un mare o una foglia in una foresta ma come uno specchio meraviglioso che ha potenza di creare da s tutte Tuomo si le immagini che appaiono in lui sente come padrone del mondo e ha coscienza di
interna che
avere in se tutto
ture delle cose.
il
mondo
all'assurdit
del
solipsismo,
ed-:
io
che ho subito questa crisi, posso farne testimonianza. Ma resta sempre il grande valore
suggestivo e liberatore del principio di Berkeley
:
il
mondo non
si
pu esser
di cui
fatto di
fatti
son
suoi
pensieri.
il
Come
se
si
po-
mondo
sunmet-
che eteroge-
neo
Da
il
Hume,
il
resulter
umano, per quante stupidaggini possano dire gli non potr tornare pi addietro. bens vero che lo stesso Berkeley non ha mantenuto fino da ultimo il suo principio in tutta
scienziati,
la
ma
Le
idee
non sono pi
quelle
ma son quelle platoniche e fra Idsupremo, e gli spiriti, entra di mezzo un intermediario, il Fuoco Universale o Etere, eh ' incaricato di spiegare i fenomeni chidei Principi,
dio, Spirito
pu
un'emadimenti-
nazione divina.
Ma
lo
spirito
umano
cher
il
una mente
fisica.
positivista
V.
1
contemporanei
di Berkeley, per,
non capirono
cialmente in America,
ma
le
come
rispondere
incalzanti argomentazioni di
Filonous,
ma
nello stesso
asso-
lutamente accettarne
paradossista e
come
dell'acqua di catrame.
come
predicatore e apolo-
ma
cifrone, che ,
come ho
somma
apolo-
non risposero
tati,
i
ma
bens
nuovo calcolo
delle
Ma
la
campagna
^deva a necessit profonde della vita inglese del suo tempo. L'Inghilterra, ch' in apparenza il paese pi conservatore del mondo, ha sempre fatto le sue rivoluzioni molto tempo prima degli altri paesi. Essa ha fatto, prima di tutti, la rivoluzione politica per ottenere
il
regime rappre-
contro la propriet
91
XVIII fece
la rivoluzione an-
tireligiosa contro
il
cristianesimo.
Quando
il
Ber-
suo
suoi enciclopedisti
avvenuto per
le altre rivoluzioni
moto miscredente
inglese
in parte,
si
pu
distin-
riesce
morale per ragioni religiose o se difende energicamente la credenza in Dio per ragioni morali. La sua posizione stata chiamata utilitarismo religioso ed un nuovo argomento di quel dualismo pratico-teorico a cui accennavo in principio. Nonostante ci, alcune sue vedute sopra il problema d'Iddio sono, fino a un certo punto, indipendenti
dalle sue preoccupazioni etiche.
dell'esistenza di
fatti
Una
delle prove
in-
uno
spirito
ar-
senza
buttare
all'aria
il suo sistema, che esistessero di per se, indipendentemente dall'esser pensate. Quando noi
vediamo
le
uomini o in quello d'Iddio. All'uomo non spetta che il cosciente e il presente tutto ci che invisibile, tutto ci che
pensiero: o in quello di
Berkeley, dunque,
si
proponeva anche di
far
problema
sostitu
il
mondo
sensibile
problema del
il
Supremo
tere
di cui
mondo
sensibile
non che
la
gli atei
ma
anche contro
i
gli
agnostici e
tempo,
quali, ripren-
dendo una
e di
nando
quali dichiaravano
trionfalmente che
non
credere all'esistenza di
si
un
non
un Dio
che amorale.
vesse
sopratutto
di
il
regolatore
metodo dell'analogia
in Dio un ingrandimento dell'uomo, egli si volse a quella che chiama l'analogia propria, cio a
debbono trovarsi in Dio. Il Dio di Berkeley, dunque, non il Dio taumaturgo del popolo o il Dio astratto dei metafsici: il Diq della saggezza e della bont, il Dio etico, che par fatto apposta
per
i
treccio fra
bene,
ma
il
E qui comincia l'inmorale e religione: noi cerchiamo il non il bene passeggero bens quello
che c' un Dio giusto e
eterno,
e sappiamo
buono,
buono. Dunque
scoprire
il mezzo migliore per raggiungere la felicit eterna di usare della ragione per
espressa
buoni perch questa la volont di Dio, e dobbiamo credere in Dio perch l'unico modo di
ottenere
il
utile
ma
si
finisce col
vedere
la
Bont e
la
come
lo Spirito infinito
loro idee,
ma
il
esso diventa,
sotto
l'ispirazione
platonica,
vero
principio
cosmico,
creatore
mondo
meglio di
filosofo,
Il
maestro
disopra di Lui
dalle ne-
liberatosi per
un momento
sandrini.
Ma
pi grande, anche
meno
originale.
La sua im-
denza umana verso il benessere e la volont divina. Per Locke il valore delle leggi morali era nell'onnipotenza divina; per Paley sar puramente nella bont e utilit delle loro conseguenze pratiche. Berkeley, invece, crea un Dio sopratutto morale e tende a una morale sopratutto religiosa. Fa appello all'utilit per indurre gli uomini alla credenza in Dio, e fa appello alla divinit
per costringerli alla bont.
Nonostante che questa concezione possa sembrare dettata sopratutto da esigenze pratiche, coloro
apologetica cristiana
un precursore.
11
certi pensatori
anglosassoni
trova gi contenuto
il
tentativo
un nuovo Le Roy, ha
coli* istinto di
pro-
VI.
si
trovava a Livorno e fu
domeotte-
La
regina
Anna aveva
capitavano per
in
Italia
affari,
ove
si
celebrasse
culto protestante.
Berkeley accett l'incarico e fece un bel sersopra un testo apostolico (I Tim. 2) che con uno squarcio molto eloquente sopra i dolori di Cristo (I). Ma il giorno dopo, mentre Berkeley se ne stava tranquillamente in casa, egli vide aprirsi la porta della sua stanza ed entrare molti preti i quali, con molte formalit, si misero a girare attorno recitando preghiere. Ber1 ,
mone
fin
keley,
un po' spaventato,
credette a
Appena
preti
domand
che
si
di sapere
meno
(1) Si
legge in
FRASER,
605-616.
96
usano fare nella settimana santa (1). vede da questo curioso episodio Berkeley non era minutamente informato delle
cattolici
Come
si
che fra
licismo.
quello che
del suo tempo, forse ha avuto maggiori rapporti col CattoEgli abit molti anni in Italia dove coecclesiastici e nella
nobbe molti
tit.
sua diocesi di
egli fa-
compreso.
Berkeley, per quanto fosse
una
delle menti pi
non poteva
scanda-
Anche
lui si
il
Roma
in S. Pietro,
vedendo
dei cardinali e
loro
si
stup di trovare, in
un
libricciolo sulla
cano-
MadNo-
(3)
titoli
di Santissimo e di
(1) (2)
(3)
FRASER. FRASER.
Life
and and
97
Papa. Gli dispiaceva naturalmente il commercio dei miracoli di S. Antonio di Padova; trovava che le cerimonie cattoliche non solo derivano da quelle pagane ma son forse peggiori (4),
cati al
si
meravigliava che
le
devozioni
(I).
Non
gli
sfugg neppure
una
delle
quella delle
Romana
del
teste di ferro.
Cos ve-
frone (12), due poveri spagnoli, ai quali erano nominalmente concessi molti benefci ecclesiastici che dovevano esser riservati alla Spagna,
ma che in realt eran goduti dagli italiani. Ma Berkeley ce l'ha sopratutto coi gesuiti, e a loro non perdona nulla. Un giorno, a Roma, in
Piazza Navona, incontr un giovane gesuita che predicava all'aria aperta, Berkeley si sofferm
un momento ad
visitare le
e osserva
(4)
hanno a
Va a Roma
(4)
Modem Rome
own worse
.
than
584.
the
FRASER,
(1) (2)
(3)
Alciphron. Dial. V.
Journal. 534.
Ib.
30.
(4)
52.
98
Ges
fa
ai
e che in questa
il
pi bell'altare
dedicato a Sant'Ignazio.
ch'egli
gesuiti
Ma
il
l'accusa pi curiosa
ch'essi favorissero,
per
mezzo
di loro emissari,
ghilterra e nota
Ma,
in fondo,
i
disprezzo per
cattolici.
essi,
Pi volte egli
si
rivolse
pubblicamente ad
e specie
al clero cattolico
della sua diocesi (2) perch l'aiutasse a migliorare le condizioni dell'Irlanda. Pi volte, qucindo
l'occasione
si
presentava, cit
cattolici
gli
come
esempio
ai protestanti (3)
Ci che
dispiaceva
(4) egli
(1)
Alciprhon, 20 Dial.
26.
(2)
Word
(3)
lettere
B.
nel
(1749).
alla societ
la
per
la pro-
propaganda
catto-
che
protestanti
si
ammettessero
come
191).
ge-
(4) Querist.
257, 258.
99
la
diocesi
Ma
di
Visitation
Camp-
per la
dopo aver
che
quali,
sono pur sempre fratelli e cristiani, e dopo aver accennato agli errori che son contenuti nel Cattolicismo, insegna con grande calma
maniere, aperte o scaltre, per togliere agli
Il
tutte le
curioso che
appare qua e monita secreta del gran vescovo protestcnte (I). La lettura della Visitation Charge fa venir voglia di scrivere una storia comparata dei metodi che i cattolici hanno usato per convertire i protestanti e di quelli che i protestanti
di gesuitismo
hanno
cattolici.
Ci s'ac-
(I) Si
pu leggere
in
FRASER.
100
Life
and
Letters, 650-656.
Spencer
I.
Individualismo una parola e una dottrina che ha avuto troppi amanti. E ognuno le ha donato una veste nuova, un motto o un atteggiamento, un nome o un sigillo, tanto che non sappiamo
pi, sotto la copia delle cose, quale sia la
sua
si
vera fgura e
il
conservatori
necessaria difesa;
liberali
il
e liberisti
quali
amano
di far passare
libero
scambio e
i
il
regime
per la vita;
il
socialisti teorizzanti
quali,
come
Fournire,
tra
l'idea collettivista e
Nietzsche tra
che
attori,
quali saccheggiano
Max
Stimer
E
i
in
una
come
come
Goethe;
me
Hegel e rivoluzionari
radicali
come
Ibsen;
mistici
lettici
polito Taine,
e la casta, tiene
all'
individuo quanto
solitudini
il
vaga-
nelle
russe sogna
Spencer
si
Da
non
che
c'
un
solo individualismo.
di quella
la
prova mi-
forme
che
il
sotto
comodit,
Ma,
forse, la ricchezza
meno
reale di quello
che crediamo
della parola,
Non
si
si
quando
chiamano
102
individualisti-
che certe
teorie,
clamano
la
Ad
esempio,
di
ten-
tgizione
dubbio dinanzi
il
tanto
vantato e
filosofo di
Derby
sia
degno
s' fatto
del collettivismo.
Del suo
borghesi
pilati
;
nome
un
son com-
opuscoli di
nismo
atterrare
dogma
materiai
con-
sentivano pi sicuri
il
suo Indivduo
tutti
i
politici
il
E
leati
quando
il
costi al-
Spencer dietro
!
fante
Ma
lo
a nessuno venuto
il
dubbio se veramente
Nessuno ha cercato
filosofia
di
pi prossimi
cui
si
giustifica fino
non
s' fatto
male.
Mi
tamente
meno
mosic-
stran di credere
Ma
come
il
carattere pi nobile di
un
individualista
si
dorranno troppo
di
Veramente
filosofica
con lo veduta
monista ed evoluzionista.
i
Ma
conservatori
non hanno
mosia
se
tato, si
non apparentemente
moda,
figurino
ma
altri corpi.
uniforme fatta da
visti.
il
collettivisti
ad uso
altro.
di colletti-
Tutto
il
monismo non
Quello ch'
dogma
demo-
cratica
dogma
democratica.
Ho
nista.
un monista
evoluzio-
Avrei potuto lasciare quest'ultimo aggettivo. La teoria dell'evoluzione non che uno dei modi coi quali i filosofi, questi nemici a morte
104
del particolare,
hanno
filosofi.
Persuadetevi
malgrado
la
conservatrice, costante,
nace. E'
signora romantica
il
cose.
Il
filosofo
mondo
ricondurre tutte le varie apparenze a qualche misterioso indistinto primordiale ,in cui la ragione
compiace ma il senso si perde. E cos da Talete Jonio all'ultime Weltanschanungen germaniche non s' fatto altro che questo
si
:
vario all'uno,
il
particolare all'uni-
versale.
mediocremente la storia della filosofia, ha fatto lo stesso. Messo da parte l'inconoscibile, creato per ragioni intime ed anche per non trovarsi dinanzi a qualche dualismo imbarazzante, ha preso il conoscibile per ridurlo a un solo principio: la Forza, e ad una sola legge: l'Evoluzione. Il suo
punto di partenza stato V omogeneo
:
dall'omo-
eterogeneo uscito dal gran seno cosmico del primo omogeneo. Nel principio non c'era che l'uno; soltanto dopo, per ragioni che non- sappiamo troppo lucidamente,
la pluralit s'
il
permessa
di venire
a confondere
mondo.
La
luta.
pluralit,
Il
insomma, accettata
ma
non voche
ri-
non
e che
il
fine,
ma
il
si
pu
rifiutare
si
cerca,
come meglio
come come
moto
fine
oggetto da spiegare, cio da ridurre, non a cui giungere. Tant' vero che non
stabile.
complemento dell'evoluzione
c'
il
ogni filosofo.
La
verit,
vale a
porre
le
una deviazione, una un inganno, un pregiudizio. Cio, diciamolo finalmente, V individuo un sogno. Quello che si chiama personale, quello che ci
scerle, considerata quasi
apparenza,
106
sembra
altri
un uomo,
ancora
al
riducibile ad
si
pu
ritrovare ih
uomini.
gli
uomini sono
riducibili
Se l'evoluzione uno strumento della suprema sono riducibili, se tutti gli abissi sono colmabili, se la natura una conunit, se tutte le variet
tinuit,
stici
un
che
gli scolasi
dissolve
come un sogno
l'unico,
il
proprio,
il
selj,
non
c'
pu
essere. E*
la scienza
ne smendi
tisce,
che la
filosofia disf,
pensiero ricusa,
insomma mentre
sit,
il
l'individualista
ha bisogno
loro in-
sono opposti,
de paralleleimente e perfettamente
metafisica.
Il
il
monismo
in
positivismo livellatore
tutti
i
come
la
i
democrazia.
piccoli fatti.
la con-
Esso cerca
Il
fatti
e sopratutto
comtiana stato
delle
il
quista
attivit
del
suffragio universale
dello
spirito,
cose.
Le
la
superiori
sentimento e
il
la volont,
fatto,
si
pu
tro-
vare di
meno
personale, ne ha preso
il
il
posto.
positivismo ha cer-
il
mondo, ha messo
fatti in
il
nuovo
dunque nello Spencer, cio in un moun positivista, che noi possiamo trovare difensore sicuro. Se gli individualisti avranno un la voglia cos comune di procurarsi una fortezza speculativa, col fine non confessato di giustifi
nista e in
Non
care a posteriori
il
bisogner che
ralista.
si
se
non
II.
Quando
meteifsica
lo
battagliante
incomprensibile
venne a considerare con maggiore chiarezza e con eguale profondit le cose della terra, la vita degli uomini, egli non pot dimenticare, o meglio
intellettuali
Anzi
nella sociologia
uomo
pratico
aggruppamenti
108
umani
1851 e sosteneva
ricordiamocene
si
la nazio-
occupa
di socio-
non pu
fare,
per forza,
astrazione
dal
gruppo e chi parla di gruppi deve tener conto di quello che c' di comune tra gli individui che lo
fissar
l'attenzione
su
da quello che ci pu essere di dissimile. Deve essere, insomma, uno scienziato di collettivit, un cercatore di affinit e di contatti pi che di avversioni ed abissi. Le preoccupazioni prime dello Spencer indicano subito, dunque, il carattere fondamentale del suo sistema che fa di lui un antindividualista. l'amore dell'unione e della somiglianza.
come
il
profeta
indivi-
individualismo ad oltranza.
Ma
un
dualista vero
non
mi-
o dei corsi di egotismo. Diremo che non tien conto degli uomini ? Non se ne apparta, per-
una
fetta del
mondo,
stru-
ma
li
considera
come
cose da servire,
come
oggetti di scienza. In
una parola
Pan-
fa della storia,
vita sociale,
non
Ma
gli
uomini e
Volendo
essere
altri
;
uomo
penna non
scrisse di se
ma
degli
atti di vita
ma
Ne come uomo
egli
fu,
di parole
ne come uomo
individuo.
ai fatti,
di fatti
dunque,
si
personale,
Come
metaf-
scienziato
pieg dinanzi
come
come
moralista di-
La
sua
filosofa si
:
obbedienza grandi virt al cospetto di Cristo, ma vizi tremendi rispetto a chi vuole la supremazia dell'individuo. Egli fu, ne pi ne meno,
dell'
individualismo.
l'indivi-
lo
duo deriva
dello Stato.
uno
ha combattuto
il
nuovo Leviathan,
il
quale vuol
tenta-
libretto
che va sotto
il
nome
di Individuo
lettura piacevole.
idiota o
un
dibattito
va a
i
suoi
fili
suoi lacci.
intel-
ligente,
ma non
ancora individualismo.
Lo
col-
Spencer combatte
lettivit,
le
lo Stato e lo Stato
una
ma
Ora la ragione principale non che lo Stato una collettivit, la quale, come tutte le altre, tende a far dipendere da se il singolo, ma perch una collettivit che non funziona bene. Egli non vuol sapere dell'azione governativa perch questa costa troppo e non rende- abbastanza:
sare.
sia
addormenta,
si
Le
critiche
che
potrebbero assomigliarsi a quelle che un ingegnere facesse a una macchina vecla quale consumasse molto carbone e prorducesse poca energia. Egli non combatte cio la macchina come macchina, la macchina in s, ma un vizio del suo funzionamento. Se andasse bene non si guarderebbe se vecchia o recente, se composta di molti pezzi o di pochi. Cos dello Stato: lo Spencer non lo sfugge perch Stato, cio gruppo, collettivit, domi-
chio modello,
ma perch consuma troppi denari e produce pochi benefci. Tant' vero ch'egli non sfugge tutte le colletnazione
tivit: egli critica
una forma
di collettivit, cio
lo Stato,
come
le
zioni,
la
distribuzione
dell'energia,
della
luce,
cia-
della cultura,
non possono
essere fatte
da
ma
operazione e crede che una molteplicit di queste organizzazioni private, essendo tenute deste dalla
concorrenza e dal controllo pi immediato dei componenti, possa riuscir meglio a soddisfare gli individui che una organizzazione imica.
Ma
turire
non
s'esce,
con
dell'unionismo, e non
alla
cooperazione forzata e che perci salvaguardata la libert individuale, perch possiamo ricorrere a un'altra societ queuido una di esse
ci
pi non
piaccia
esilio.
Siccome
servirsi
si
son necessari a
tutti,
bisogna
come per
forza
fa
una nazione. Queste societ, trattandosi di grandi imprese, non possono essere in gran numero e perci la scelta limitata. Inoltre possono
del
unirsi, per loro vantaggio, in trust ai danni consumatore possono esercitare, sui loro componenti, le stesse angherie che lo stato eser;
cita
sui
suoi
cittadini.
se
si
ricordasse che
non si potrebbe dire lo stesso degli Stati ? Chi non accetta volentieri le leggi di uno Stato pu andare in un altro e assumere un'altra nazionalit, e siccome non tutti i
libero d'uscirne
112
ognuno
un modo,
si
pu
dire che
una certa concorrenza fra gli Stati come c* compagnie private. Insomma la critica dello Spencer si appunta pi agli eccessi dell'ingerenza governativa che al governo stesso. Senza contare che ci sono imprese cos grandi e complicate che una societ privata non potrebbe assumere, bisogna ricordare che lo Spencer, anche nel suo furore antigovernativo, ha conservato allo stato due delle
teoricaunente fra le
averi,
conservare,
ci
sarebbe
pro-
modo n
Stato,
di fare
di volere altro.
Ora son
il
suo odio
non
gi profondo e
definitivo.
Sarebbe
a un
infatti
ad
offrire
stimassi affatto di
farsi
guardiano della mia vita e custode de' miei beni. Invece lo Spencer d questo posto di confi-
denza
il
allo Stato,
ne fa
il
gendarme,
vitali.
il
giudice e
insomma
gli
pi delicati e pi
Egli fa verso
bourru henjaisant che urla e brontola e strepita e finisce per cedere sui punti pi importanti. Egli combattte lo stato per elevarlo e le collettivit
quelle private.
pubbliche per
sostituirvi
Una
mendo
contro la tirannia dello Stato, eppoi non fanno niente contro quella ben pi profonda della
1
societ.
dogmatismi
sociali,
fssati in leggi
sivi
asfssicinti
forti
dell'opinione universale,
davvero l'individuo,
possibile libereirlo,
ma
il
si
mani-
festano
come
sono interne,
incoscienti
pi delle
Insomma o vogliamo
ma
umana, di soggezione a reo vogliamo salvare un gole e a convenzioni, l'unione, un po' l'indivilibert e un po' po' la duo e un po' lo Stato, im po' la persona e un
po'
il
del temporeggiamento
da borghesi prudenti
ma
le ci-
le righe della
mia prosa
pugnale
o la dinamite di Ravachol.
114
Che il signor Qualcheduno si rassicuri non sono, come lo Spencer, un anarchico a met, ne sono, come Kropotkine o Malatesta, un anarchico tutto
:
d'im pezzo. Anzi io combatto lo Spencer perch costui, non avendo comp^reso l'individualismo,
scivolato verso l'anarchia.
Infatti
sarebbe l'ora di
che
atti,
massima
certi
La
i
libert
potenza di fare
e siccome
beni e
le
il
dare a
concedere a ogni
la
uomo
porterebbe
nessuno e danno di molti. Si crede ingenuamente che la libert sia roba da distribuire e che sarebbe bene darla all'universalit degli uomini. Invece la libert di tutti porterebbe a un numero maggiore di atti, cio di opposizioni, di contrasti,
di
di attriti,
tutti.
Non
solo
l'ideale anarchico
non pratico
ma
anche> con-
tradditorio.
Ora
lo
ed
in
smo
tutti.
antipersonale
come
il
potere di alcuni,
il
governo
di casta.
liberi
hanno la maggior parte compreso il lavoro degli altri ed chiaro che una societ dove ci sono alcuni liberi deve
esercitano la potenza, cio
dei beni,
un
a comandare e possedere.
consiste
vero individualismo
dunque nel
consigliare la soggezione e
non
non
dei
rivoltosi, degli
critici.
L' in-
non abbiano
per la testa
le
somma,
ridotto alla sua realt pratica, riesce a un'apologia del cesarismo, scende dall'impossibile universalismo al realizzabile aristocraticismo
tutti alla
potenza
effet-
Spencer,
il
che ana-
e pratico.
11
Con
Spencer
stato guidato pi dal sentimento che dall'intelligenza e invece di vedere chiaramente, sotto le
parole
le necessit dei
fenomeni, ha desiderato,
come ogni filantropo, l'amore universale, l'altruismo dominatore, il progresso perpetuo ,e simili
storie.
E
state
rio
il
Data
un argomento
litazione dell'egoismo in
quanto tende
i
all'altrui-
smo,
dell'egoismo
che attraverso
sentimenti
egoaltruistici
versale altruismo.
agli altri, e
Lo scopo ultimo
l'io
di pensare
ci
sono
quella del
liber-
tario
dominare o avere scelgono la prima e cercano di distruggere quelli che dominano e che hanno. E
questi a loro volta cercano di conquistare
di pi e di guardarsi dagli assalitori,
sempre
cercando di
accrescere
il
uomini.
Lo Spencer,
senza audacia,
mando
dante
il
pe-
Amleto
semintelligente
borghesia
conciliatrice.
118
f.
Q. S. Schiller
Che cosa rappresenta F. C. S. Schiller nel mondo della sonnecchiante filosofia contemporanea ? Un pensiero semplicissimo e perci appunto dimenticato da lunghissimo tempo: che le
teorie
debbono
Apche
la
filosofa
mondo, anche il pensiero speculativo dev'essere uno strumento per cambiare le cose. La ragion
pura,
il
La
ra-
meno
il
se
si
sentimento,
fine, lo
razionalismo im-
con uno
spillo
come un ragazzo fissa una farfalla un radotage di leibniziani degeche sta ad aspettare
le
con rassegnazione
H9
tempia
il
impongono, la cresmo, coloro che sottomettono e padroneggiano le cose invece di misurarle o contarle soltanto,
il
metodo
ipocrito di
una gene-
razione di deboli.
direi
La
deve esercitare incessantemente sulle cose. Queste sono, espresse con una accentuata energia, le idee che corrono per ogni pagina degli scritti arguti e immaginosi del filosofo di Oxford. Negli Axioms as Postulates che pubblic, asrito
sieme a saggi
di quelle
ima
irriverente analisi
che
si
dicono
le verit necessarie e la
i
quali,
bench
come
tesi, si
bene eliminare tutte le ipotesi e le teorie rivali che oggi non si capisce pi come se ne potrebbe fare a meno. Ma gli assiomi, secondo lo Schiller, sono semplicemente proposizioni empiriche o convenzioni teleologiche che son riuscite vittoriose nella lotta per la verit.
Vale a
le
dire
l'origine di quelle
che sembrano
gnificante
o dell'erroneo.
La conoscenza deve
pu sopprimere
le le
non
giovano o
nuoc-
Nel suo saggio Useless Knowledge, ch' il secondo di quelli riuniti sotto il bel titolo di Humanism (I) egli riduce a tre le concezioni che si son fatte i maggiori filosofi dei rapporti tra la Ragion Pratica e la Ragion Pura. Per Platone la Ragion Pratica una forma inferiore e derivata della Ragione Teorica: per Aristotele la Ragion Teorica e la Ragion Pratica sono irriducibili l'una all'altra ma la Ragion Teorica superiore alla Ragion Pratica: per Kant la Ragion Teorica e la Ragion Pratica sono irriducibili ma la Ragion Pratica superiore alla Ragion Teorica. Schiller procede ancora pi innanzi e ispirandosi alle
teorie
pragmatistiche
(Peirce,
James)
afferma
senz'altro che la
Ragion Teorica un caso particolare e una forma derivata della Ragion Pratica. La conoscenza non che una forma delInfatti
l'azione.
in-
(I)
Humanism. Philoaophical
18-43.
Essay.
London, Macmillan,
1903, pp.
121
teresse a conoscere.
La conoscenza
tutta pene-
Uno
dei
gruppo umano
in
mezzo
al
quale viviamo.
Quando
urta contro
utilit
ci si
il
lora
supponiamo che
ed agiamo come se
non con-
con quelle che gi possediamo e con quelle degli altri uomini fe facciamo entrare
nel
cui
mondo
o un mutamento d'interessi o uno spostarsi di condizioni non faccia morire quella verit per dare il posto ad un'altra pi utile e pi fresca. Lo Schiller, dunque, definisce la verit una tra((
sformazione e
adattamento
delle
nostre
espe-
rienze prime, tale che sia dimostrata utile dalla esperienza, prima per ogni fine umano, ma sopratutto per stabilire quell'armonia completa della nostra vita ch' il culmine delle nostre aspirazioni .
Ci ch' di vero
utile.
utili,
Ogni
ipotesi
senza
perare
utilit
il
vocabolario platonico
((
Vero una
in
forma del Bene e ogni conoscenza umana potenza un atto morale . Appare chiaramente da tutto questo come
Schiller
fisso
lo
non consideri
la verit
come qualcosa
di
e di morto,
ma come
qualcosa di mutevole,
di plastico, di dinamico. Le verit nascono e muoiono, decadono e si rinnovano continuamente. seconda dei tempi, degli individui, dei fini
seml'evo-
archi-
esseri organici,
cepire e
culativi.
hanno preparato la strada a conimmaginare quella degli organismi spenostro filosofo, a differenza di
altri,
il
Per
moto,
il
il
camibiamento,
l'attivit
sono
tutto.
Le
si-
Lo
Schiller
rinnova la visione
dell' svipyEca
di Aristotile e
wald,
il
che
il
mondo
mo-
il
mondo
originario,
ma
il
abitudini e le
({
un dato impostoci
ma
il
frutto di
di
una strenua
lotta.
Lotta delle conoscenze fra loro, lotta dello spirito con le cose, lotta dell'uomo col mondo. Tale questa filosofa che ci giunge da Oxford
di Humanism, caro alle nostre L'umanismo italiano fu la resurrezione di un mondo mal noto e lontano V Humanism anglo-sassone l'annunzio di un nuovo mondo ancora mal noto, ma non pi lontano del
sotto
il
bel
nome
memorie
latine.
mondo
spiega
della
padronanza
lo Schiller
dell'
anima.
le
Questo
sue
ri-
come
abbia rivolto
cerche anche ai cosiddetti problemi psichici o medianici come sia entrato nella Society for Psychical Research, che l'ha eletto a
membro
del suo
Council
del
(1),
come
sia
uno
Pragmatismo della dottrina jamesiana del Will to Believe la quale non che uno dei mezzi
ci
premono.
La
filosofa di
F. C.
S.
Schiller
non
certo
(1)
Si
veda nei Proceedings of the S. for P. R. (Voi. XVIII. un suo articolo: Human sentiment as
a Future Life.
124
nuova. Oltre
tutti il James, la cui influenza sugli spiriti contemporanei apparir chiara solo fra qualche tem-
po,
si
pu
risalire,
volendo, anche
al celebre afo-
tutte
le
come
//
epigrafe a
una
les
choses
mais expUquer
Schiller
avec
ai
Vhomme. Lo
potrebbe mettere
:
//
pu sembrare un
ritorno alla
ma ambedue
possono essere invece i motti di una nuova et spirituale, che pu esser segnata da qualche avvenimento pi importante della
scoperta dell'America o della macchina a vapore.
tutti
non
vana
curiosit,
ma
che gi da varie
parti
annunzia e
si
prepara.
125
Jtegel
(1)
Leggendo
di hegeliani,
libro di Hegel o problema che dobbiamo porre non tanto filosofico quanto psicologico. Come mai uomini ch'io debbo, per altre vie, riconoscere intelligenti e magari geniali, mostrano di compren-
intelli-
completamente prive
senso
uomo
di
grande ingegno e
una
mano.
suoi
(1)
126
libri si
possa proporre
il
pensiero umano.
Le sue
critiche
sono deliziose,
a riconoscere in
anni.
lui
uno
non posso
rifiutarmi
senza
evi-
la qualit di
uomo
intelligente e se
non posso
sta
il
dire di
me
quello che
stesso,
ho
fatto
che
il
Croce
privatamente, ha espresse su di
me
opinioni che
mi fanno molto onore e nel Leonardo scrisse tempo fa ch'io sono un cervello acuto, che
((
scorge
il
))
(l).
Come
gendo
io
il
libro
che
il
Croce ha
scritto
per dire ci
m'imbatta continuamente in frasi di cui il di comprendere perfettamente e senza nessuna esitazione il significato e che a me, invece, fanno l'effetto di combinazioni pi
Croce mostra
o
meno
li) III.
)1905). pag.
177.
127
mente, lo perdono del tutto quando sian messe insieme in quel certo modo?
gli
hegeliani rispondono a
:
per capire
rileggerlo e poi
tutti
i
mefilo-
tutti quelli
che l'hanno seguito e rimettersi, infine, in quella specie di atmosfera di cultura idealista in cui la
filosofia
Ma nel
si
pu
Heun grande uomo e che la sua filosofia, anche se dovremo integrarla, rimarr l'ottima fra
suggestione, siano costretti a confessare che
gel era
tutte le filosofie possibili.
fatti,
Il
ha
la
come
di atrio al sistema di
Hegel e
di essere la prepa-
Croce stesso va pubblicando traduzioni. Vale a dire che il suo libro ha un vadi cui
il
Hegel
il
fine per
il
anche da chi non abbia neppure intravisto i frontespizi della Fenomeno/ogia dello spirito e della
Logica.
128
So pure che
il
Croce e
suoi pappagalli
si
com-
di
((
pigrizia
sarebbe meritata se
mencostoro non
Croce sa che non rifuggono dall'Enciclopedi delle scienze filosofiche per andare a giuocare a biliardo ma per leggere e studiare alcose.
il
Ma
tri
libri
difficili
e faticosi
come
quelli di
fruttuosi.
del leg-
filosofi, richia:
mare ci che Ges diceva degli alberi che bisogna giudicare dai frutti. Se uomini che hanno letto tutto quanto Hegel e hanno speso gran paite
della loro vita per capirlo finiscono col produrre
degli
scritti
pedanteschi,
oscuri
e meaningless
come
di sospettare
che
la lettura di
mi a prenderla io stesso. Il James ha paragonato la filosofia hegeliana a una trappola da sorci ma si potrebbe paragonarla,
con maggior ragione, al leone malato, di cui narrano i favolisti, il quale, non potendo muoversi dalla sua tana per andare a caccia di animali aveva incaricato la volpe di condurre le altre bestie
fargli visita
per poterle
129
comodamente
9
Anche
l'asino fu gra-
ziosamente invitato,
ma
il
che fu
caverna leonina
ritrasse
si
vedevan solo le impronte delle zampe ch'entravano ma nessuna di zampe che uscivano. Il ciuco sempre stato, testimoni Buridsino e Bruno, un animale filosofico Il libro del Croce, ci risparmia, almeno per il
!
ed
nello
stesso
come ho
Ditta Hegel e C.
c* di comprensivo o di
fa, in un articolo della Siamo hegeliani?, il Croce invocava per il suo filosofo preferito almeno un sotterramento definitivo, im bel funerale di prima classe. Per conto mio son pronto a conficcare an-
Hegel.
Tempo
Critica intitolato:
I.
di Hegel, secondo
il
suo
esistenza di
un metodo proprio
della filosofia,
da
non confondersi ne con quello dell'arte o delle scienze fisiche e matematiche e aver formulata quella dialettica (coincidenza, dei contrari o identit degli opposti) ch'era gi immanente in alcuni filosofi anteriori all'autore della Logica e in genere nella vita stessa della
filosofia.
La
altri
si
filosofia,
dunque,
si
distingue
da
il
tutti
gli
prodotti della
fatto
che
occupa
i
di concetti
creti
quali sono
l'arte,
ralit
Alla
attivit
spirituali
dell'uomo (matematiche,
di tutto
che
metodi delle
tutti
si
attivit
da
i
lui
.enume-
rate
non sono
nella
i
scienze naturali
tematici,
adoperano anche
i
metodi ma-
storia
procedimenti dell'arte,
nell'economia
metodi
naturalistici
o matematici
Croce non ha discussa e neppur conipotesi possibile e che a me sembra assai verosimile, cio che la filosofia potrebbe
Inoltre
il
siderata
una
considerarsi costituita
inte-
v8U"ie scienze,
che so-
due o
tre
potrebbero bastarf
matematiche o nelle scienze naturali. Ma vediamo piuttosto se il metodo che Hegel e il Croce attribuifcono alla filosofia significhi veramente qualche cosa e se, nel caso affermativo,
sia proprio dissimile dagli altri.
((
pen-
samento
vit
((
filosofico distinto
da
spirituali,
contro le quali
scrive
il
Croci
la ribellione
non mi par possibile bench riconosca che sia da promuoverne l'apprendimento costituendo esse
come
sofia
Ma
le
difficolt di capire
si
non sono
adoperi,
come
ho
fatto, tutta la
si tratti
Finche
di capire
cupa di concetti, vale a dire di nozioni astratte e non di rapprese} itazioni particolari o di sentimenti personali, ci riesco, ma quando sento dire che questi concetti non sono generali, come quelli della scienza (6) ma universali, allora non riesco pi. Perch se un concetto universale non indica, come quelli generali, certe qualit comimi di una
classe determinata e limitata di oggetti, cosa dia-
volo potr
es.'^^ere ?
il
me, che
si
distinguono
il
soltanto per
che di
detti
essi si
uomini
sarebbe piut-
che logica.
Ma
il
presuppone, bisogna confessarlo, una scarsa fiducia nella sua abilit analitica
ed
io
son costretto
giustifiichi,
almeno
sanno
tutti quelli
che hanno
a,
suoi
libri,
che x non ne
ne
fc,
sempre di ne e, ma non
x. In
concetto univer-
basta.
Siccome
egli
non dice neppure cos', secondo lui, il concetto generale noi siamo autorizzati a credere ch'egli accetti l'idea che si ha comunemente di esso, cio, come ho detto, ch'esso sia la parola che indica uno o pi caratteri comuni di una classe
di cose.
il
Croc(^
si
preoccupa sopratutto
concetto universale
viene spontaneo
il
dubbio
cose
il
comune a
tutte le
? II
esplicitamente
si
Ma
quante
ci
le
sono davvero caratteri comuni a tutte cose ? Cercandoli ci accorgiamo che non
:
esser conosciute
da noi
carat-
loro.
Ma
questi
due
l'esistere.
noi
diciamo
esistenti
soltanto
le
cose in
omogenea
bilit, cio,
La
non
significano
che esse
esi-
mo
ottenere,
ed
quando
si
pu distinnon posil
solo
pensabile e
come
tale
il
prendere l'essere
sabile dal
quale anche
un'impentrovare
Ma Hegel
sti
dice
134
il
Croce
che quenon
signifi-
due concetti
presi separatamente
cano nulla e che acquistano il loro valore solo quando sono unificati nel concetto di divenire. Il male che pur mettendoli insieme quei due concetti non riescono a illuminarsi a vicenda perch
potrebbero
denza.
tutti
Due
ciechi
ciprocamente.
Perch anche
il
meil
nano vanto
riflettore
gli
che rimangono oscuri finch non sono superati, non , se ben si guarda, che un travestimento dell'essere. Divenire, s'io capisco l'italiano, significa moto, cambiamento, vale
di essere e di nulla
il
mondo
di-
presentino o no con
regole
avevano
certi caratteri in
altri caratteri
in
un
altro.
non
al-
che
l'essere.
non
c'entra perch in
tutti
soppresso.
sioni
mutamenti non c' niente che si possa dir Non ci sono che successioni d'impresdiverse e non c' nessuna ragione di creil
fatto
che
io,
da quella
di
un momento
anteriore,
come non
impressioni diverse.
La
zio
sola differenza sta in questo che nello spapossiamo ritornare indietro e rivedere all'in:
si
pu
tempo.
Ma
l'impossibilit di prendere
tempo non una buona ragione per credere che vi sia stato
dei biglietti di andata e ritorno nel
un
qualsiasi annientamento.
La
sto, ci offre
esempi continui
di elementi
che
uniti
possono riottenere
gli ele-
lo su-
concetto di nulla.
E
si
se
non
c',
come
io credo,
trova davvero a mal partito perch non ha a sua disposizione che un concetto solo, vale a dire
insufficiente per fare
un sistema,
e,
per di pi,
privo di significato.
Perch,
se
dopo aver detto che il concetto ha da essere \iniversale si occupa poi, anche queindo afferma di far filosofa, di concetti che non sono eiffatto uni136
versali,
cio
non
egli
generali.
vediamo che
parla di qualit,
misura,
di forza, di materia,
non
non rappresentano qualcosa che comprenda, secondo lo stesso Hegel, tutta la realt o un carat-
Anche i filoson debbono, dunque, ricorrere a concetti che saranno precisamente quelli delle scienze empiriche ma che pure sono anch'essi generali.
tere di tutta la realt.
E
sti
lo stesso
lista di
il
oppoil
bene e
i
male,
vero
il
falso,
il
bello e
il
brutto,
quali
le
son buone.
filosofi,
dunque, anche
quando hanno avuta la fortuna di leggere Hegel, o adoprano parole prive di senso oppure concetti generali
come
poveri empirici.
Ma
non
ziati
si
il
concetto filosofico,
come abbiamo
visto,
ma
anche per
la
sua
vale a dire
non
non
ischeletri-
mento
tutta la
della realt,
ma
comprensione di essa in
le astrazioni
fi-
losofiche
al
Ma
in
presa, evidentemente, in
137
un senso diverso
dal-
rordinario, e non significa pi qualcosa di veramente tangibile ed esistente, perch in questo caso anche le scienze particolari sarebbero concrete,
ma
di
adeguato al
veriscono la realt e
a quanto pare,
la
Ammettiamo pure che sia vero, ma in che modo ottiene questo ? Per mezzo di parole cos
vaghe (ad es. divenire) che, per qualunque cosa accada, qualunque fatto esiste vi compreso. Se si chiama esser completi trovare tali parole che abbiano un'estensione cos grande di comprendere tutto quanto, allora la degenerali e cos
forza,
mondo sarebbe
tempo non
si
que-
Le cose
esistono.
Con
sfugge nulla
nulla.
ma
nello stesso
Un
folla di
un campo
nomi
di
un
filosofo
vi era
ima
donne e una
di pi
certa
quantit di
completo,
ma nello stesso tempo di pivi indeterminato. La massima completezza equivale alla massima inchi ci dica solo poche cose
pretende dir tutto senza farci conoscere nulla. Si pu esser completi con una parola sola, ma dove
138
se
la
pienezza che
ci
significare per
il
Croce
che
ch,
cos
il
Non
certo l'es-
come un un libro
mi
si
chiamo
la
una descrizione del platino, mi trovo per la prima volta davanti a un pezzo di platino potr, dopo osservazioni e verifiche guidate dalle mie conoscenze anreale perch quando,
dopo aver
letto
teriori,
riconoscerlo
come
tale e sapr
che se
corpo
io
un
altro
il
meno
simili
a quelli
concetto
l'idea
ha
le
gambe e
per, non trovisimo ha mai incontrato per per quanto Hegel dica che
il
varlo,
possono
filosofa.
ri-
cavare
concetti pi diversi,
come insegna
tutta
concetti filosofici
non
ci
vedere perch se mi convertissi domani all'hegelianismo nessuna delle mie previsioni sarebbe
cambiata e proverei
tellettuali
solteinto
diverse
mente.
berkele-
guarda dal camminare contro un muro quanto il materialista, bench creda che il mondo sia composto unicamente di fatti spiriyano-arrabbiato
tuali.
Questa prima
generale
patto di
al
analisi,
dunque,
ci
mostra che
il
come
non
in
gli
altri
reale,
qualunque
modo
espressione.
dialettica,
ma
un
senso che non certamente ne quello voluto da Hegel ne quello inteso da Croce. Ora voglio tornare, per qualche
ho preso
le
emozionale,
140
II.
problema dell'hegelianismo sar uno dei pi importanti di quella psicologia comparata dei filosofi che qualcuno, un giorno o l'altro, si deciIl
der a inventare.
Quali sono
gli stati di
?
Quali sono
sentimenti
bisogni che
hanno
libri di
fatto nascere e
?
hanno
fa-
Giacche non
massima
comprendere. Se a quelle
frasi
non corrisponde,
deve cor-
come
rale
io credo,
un
significato teoretico,
mo-
o che so
gli
vere e determinare.
Tra
il
senso della filosofia hegeliana, l'estetico ha diritto certamente al primo posto. Io credo che vi
sia,
una
secentismo del-
poesia
il
secentismo e
ci
sofia.
Come
141
loro
ascoltartori
frasi
rim-
bombanti e sonanti
scolate
meti-
un po' a caso,
come preparazione a
sono
i
filosofi, destinati
a far molto
disponendole
in certi
modi simmetrici e
qua e
l
in posizioni eleganti,
frasi
impressiopi-
da qualche fragoroso
leggete che
si
il
Quando
sillo-
gismo
tivo,
la
ricongiunge
con se stessa
reale
ha
la
sua realt,
del
ma
lit; la realt
ca, del
reale
))
non essere nella triade dialettiche non reale, ma lo stimolo del niente (57) voi proverete un certo piacere este-
tico diverso
esiste
da quello della poesia ma che pur anche se ancora non ha nome. Lo stesso
piacere
danno
ravvicinamenti impreveduti e
alle fa-
una specie
di ritmo
musicale e suggestivo
eh ' in certe parole a grande effetto anche se non hanno nessun significato possibile. Tali pa142
mente
libri
di
moto, l'orgoglio e
mistica
ma
credo che
il
quale, indubbiamente,
pervade la
filosofia
un
delle metafisiche
immobili e figes, delle fredde classificazioni e distinzioni della filosofia tradizionale e sentivano
il
di frusta.
La
filosofia
stile,
nel
modo
del
e sugger che
mondo^era
tempo
gli
moto e
ebbe
il
filosofia
come pi
tardi
il
Darwin ebbe a
portarla
nella biologia.
non
se,
si
questi sentimenti
ma
non
solo estetiche,
ma
piuttosto morali.
Esso
mondo mondo
mondo
scientifico,
il
quale,
Questi
mondi
citt del
pensiero la stessa
le chiese nel
medioevo, godono,
dentro,
filosofi lo
non
ma
pretendono
sot-
trarlo
a ogni pena
critica.
III.
Quando ho
fico
il
il
ho
criti-
tali
concetti.
Ma
della dialettica si
pu
dir
hegeliani
gli
si
opposti e poter
per cui
mondo
Croce afferma che Hegel avvera il detto di Goethe che il mondo tutto di un getto essi cominciano prosenza nucleo e corteccia,
prio coll'accettare
stificate
come veramente
esistenti e giu-
sono
di
sempre
si
ma
espressioni diverse di
ima
pi di concetti diversi
contrari.
ma non
necessariamente
critica di
vero che
il
He-
gli stessi
gli altri,
ma non
men
Croce accetta senz'altro come opposte alcune concezioni che sono diverse formuvero che
il
lazioni di
distinte.
gli
come
materialisti considerati
piamo
listi
tutti
quanti che
ci
sono
stati dei
ritualisti
si
affrettano
sbracciano a conciliare
Ma
metodo, per
come spiegazione
metafisica del
mondo. Se Hegel si fosse limitato a introdurre quest'idea del movimento nella nostra concezione
dell'universo avrebbe fatto un gran bene, ma quando ha voluto dar troppe spiegazioni e rap-
presentare la
((
))
come un
in-
nuove
non possiamo
far
meno
di meravigliarci
mondo
modo,
astratti.
non basta appiccicare a un'astrazione eterea l'aggettivo concreto o affermare con grande sicurezza che il moto di certi concetti rappresenta
tanto che
tutta la realt per
si
tratta
a chiamare
un
certo
modo una
cos.a
ma
che che
le
attribuiamo. Se
la
Tempesta un dramma
verbo e quando
si
son riempiti
la
bocca
di quelle parole
ai gonzi
the corrisponchi
dono a quelle
migliano moltissimo
positivisti:
non sa
gente
sono state
matematico
?
il
Ma
non
ca
io sto
dimenticando
mio scopo
:1
quale
quelli
che
frasi
mae stose
re-
un senso pi ragionevole. Compenser dunque il ritardo con la generosit e invece di darle un senso solo gliene dar due, tra i quali
galarle
gli
La prima
di
interpretazione
ch'io
propongo
tentativo
come im
reazione
logica,
mascherata da metafisica,
come una
difesa
importante,
Lo He-
ha cercato di mescolare e fondere a tutto spiano in modo da produrre confusioni tali da rendere poi necessarie nuove distinzioni presumibilmente
migliori delle antiche. Esso rappresenterebbe in
certo
modo
combatri-
quelli
che dicevano
la
oppure
il
partito di
che invece di
((
Di
scienze
(es.
leste, ecc.)
gli scienziati
ed apparenti antinomie filosofiche, ha forma metafisica e trascinato dall'entusiasmo ha dato apparenza di sistema della realt a ci che doveva essere una semplice correzione di metodo. Ma per quelli a cui non piacesse questa mia
delle false
scelto la
la dialettica po-
modo
:
col quale si
succedono
le
forme
be
dir questo
che in
generale
tacite e
le
esagerazioni.
In conclusione ci vogliono
generalizzazione storica
portare parecchi esempi
di cui
si
potrebbero
e potrebbe
Comte
una somiglianza
fra
hegelianismo e posi
sitivismo.
Ambedue
dinariamente sempliciste
ma
rappresentano, fino
tratti,
il
movimento
o degli
scienziati
che nella
filosofia
come
fan-
no
tesi
gli hegeliani.
c' da scegliere fra queste due ipoche si tratti di una reazione logica larvata o di una legge storica. Nel primo caso Hegel assume quasi le sembianze di Pragmatista, nel secondo caso si trova appaiato coi Positivisti.
:
Insomma
Gli Hegeliani
si
loro.
150
QZietzche,
Noi
tutti
abbiamo un debito
di
amore verso
Il
il
suo
cuore
t'anni,
si
suo ferm nell'agosto del 1900. Son venson dieci anni: si pu, si deve tornare a
saggio
respinto
di amarlo, di
un
wagneriana della
nostra infanzia.
lui
!
Quanto siamo stati cattivi con La sua maschera bianca e freddamente bafi
futa;
come
come per un
riflesso di
la
meno
quanto
care.
sotto
al
ad
no-
il
stro,
((
come un
ritornante di
,
Hoffmann
in
specchio ovale
come
l'ultima traccia di
uno un
il
elet-
da Crepuscolo
come
strii
dendo, scimmiottando
reizzi
degli
uomini e
Ma
glio
una giornata
di lu-
o d'agosto, un'ora
il
starono a galoppo
amico perduto e non morto, quel solitario poggio di Pratomagno dall'alto del quale gettavamo all'aria fresca del Casentino con voce melodiosa e commossa i rossi e sfrontati versetti dello Zarathustra ? Dopo venne
bert
Dimenticherai
tu,
la critica
che vive alle spalle della grandezza rimpicciolendola; venne la calma un po' senile
vili
pi fiochi e pi
al
la filosofia sentenzi,
il
mise
suo paragrafo; e la
gli ar-
vita,
dopo aver
non nominati
mono?
Venne
per dove
?
tempo
d' imbarcarci
di
nuovo
E
ci
La ciurma
spaventano
i
delle passioni
calmata; non
i
naufragi;
tutti
vascelli fantasmi
sono scesi nel fondo luminoso del mare. Abbiamo imparato l'arte della guerra senza clangori
di
trombe, senza
urli
11
di
comando, senza
ribolle dentro
spargimento di sangue,
di noi e di vicini
tri,
i
sangue
a Nietzsche
falsari e
i
al
al-
traditori,
hanno finito. Siete tutti sevatici da salotto, neronnon digerito, farabutti pole volanti
che interpretaste
parole di Zara-
voialtri,
egregi
dottori
e chiarissimi
il
cada-
?
i
Avete
para-
tutti
sottili
esegesi e le
ricordi
le
marchi tutte le lettere; l'archivio fondato e suo bravo catalogo non dimentica nulla; la bi;
bliografa in pari
tori
il
.
suo povero
nome
?
posto.
Non
vi
basta
noi:
Ora torniamo
ora
153
che
lo disprezzarono,
gli
che
fu-
rono fedeli senza saperlo, che lo abbracciarono anche nel disprezzo, che gli stettero accanto anche nell'abbandono. Torniamo noi possieimo
:
moda andata a sporcare pi in l. Prima, anni fa, mille vespe pettegole ballavano intomo al dolce
tornare. C' posto, ora, per l'amore; la
paralitico
di
Weimar
quando un raggio
ali
il
di
sole
esse dicevano
s'era ro-
mondo
vesciato e che
il
era disceso
all'
inferno
perch l'uomo aveva finalmente rubate aigli arcageli le chiavi del paradiso trerrestre. Allora,
no,
non era da gentiluomini trovarsi in simile compagnia. Ci potevano stare gli omicidi senza
coraggio,
i
a corto di novit
non gi
nouvellistes
quelli
che avevano
un'anima affamata da nutrire e da salvare. Ma ora la gente del mercato ha disciolto il crocchio, le vespe sono sparite verso nuovi defunti intomo
;
Homo.
Egli
non
comprende,
possiamo
lui
schiaffeggiato
La sua
vita
;
essergli amici
morto ci che
nessuno
gli
fu in vita:
un amoroso compagno
di
pericolose traversate.
* * *
Pensate
Nietzsche
quel
che
volete
della
filosofia
di
dono alla tempra, alla vita, all' animo di un uomo. Chi ha l'animo d'altro metallo, chi ha la tempra d'altra fucina, chi ha corso la vita su diverse rotaie non la pu ne capire, ne amare, ne seguire, e va bene. Ad esperienza diversa
parole cosmiche e bandiere morali diverse.
se
Ma
non volete rispettare la filosofia, se volete seguitare, con tutti farfallini scioccheggianti di tutti i continenti, a prenderla come una fricassea
i
di paradossi
a uso degli
arrivisti
senza guanti,
lasciate
star
l'uomo,
rispettate
l'anima di chi
l'ha fatta.
Io vi dico in verit
che
ai nostri
Non
ha ha
scritto
letto
approfondante che del Nietzsche da poco tempo Daniel Halevy (1). Chi
Gn
di lettere e
da confessioni singhiozzate
ma
su-
un
in-
tuccini sanguinari
esibifalso,
alsissimo
nome
di scolari di Zarathustra
numero 8 della salita delle Battistine, e menava vita sobria, povera e solitaria. I suoi vicini genovesi lo chiamavano allora il santo. Questo queprimo giudizio dell'Italia umile e ignara sto giudizio che fu il solo che seppe dare l'Italia, prima del 1894, sopra un uomo che tanta parte della sua vita soffr e god sulle rive dei nostri
al
mari
su di
forse
lui
.
il
i
pi profondo,
il
migliore,
il
pi
modo
chicimereste voi
un uomo
pura sete della comprensione e della verit, che per tutta la sua vita sdegna gli onori, i guadagni.
(1)
La
vie
le
i i
trionfi
dovuti
ben
imbottiti
tante, le
mezze misure e
le
le
mezze
figure,
com-
promessi e
riverenze
si
Che nome vorreste dare, di grazia, a chi non spavjent mai del suo pensiero, a chi cambi
s stesso e
non per
a chi ficc
gli
umana, a chi cim il pericolo, il rischio, il male; a chi ebbe la forza di mettere un'irta maglia di durezza sopra un cuor traboccante di fanciulla, a chi non trem quando vide le costellazioni del cielo morale impallidire, fuggire e spegnersi, n quando apparve alla sua fantasia eraclitea la
ruota dell'universo muoversi intorno allo stesso
asse,
stessi
sempre ritornante
agli
stessi
punti negli
momenti
?
si
Un uomo
che
amore
che trascin
il
suo acido
am-
arretr,
non
si
ferm, non
mise una maschera n si fece una nicchia, e virilmente, coli 'anima piena di orgoglio, di poesia e di malinconia, aspett la
157
sua morte
spiri-
morale
un uomo fatto
un
cos, io,
senza permesso
chicuno, senz'altro,
Scinto.
Era
altro
in lui l'amore
mondo
sieri, solidificati in
danno un'idea.
Ma
pensiero
un compasso
il
suo centro
ama come un
pazzo e
desse
il
ciderebbe.
da
gio-
vine.
uomini e
Leggete
il
la
dei
diritti
lori ?
Halevy a pagina
il
00.
due
si
entusiasmarono
Il
vec-
und
in
leben.
Nietzsche ne
ruomo che
Non
era
uomo
:
Ed
sincero
disaccordo fra
due eroi. Nietzsche non ebbe moglie ne amante: ebbe delle eimiche, ebbe per qualche tempo ima mezza fidanzata Lou Salom ebbe una sorella che
donna ha piccola parte nella sua vita come in quella santi l'ebbe grandissima l'amidi tutti
i
come
pot.
Ma
se la
cizia.
Un uomo
demente e solennemente come lui non poteva esser volgare, neppure se avesse scritto soltanto un manuale di cucina piemontese. I bei giorni di Triebschen, con Wagner e Cosima, sono il
golfo pi soleggiato della sua vita
affettuosa di
la stima
Rohde
e di Burckhardt, la calda
che
gli
porse l'umanit.
Ma
dolori
Quando
Wagner non lo cap pi ed egli cap chi era Wagner (triste scoperta: un ciarlatano pericoloso
perch geniale
quando Paul Ree lo trad, !) quando Erwin Robde, divenuto professore fin nell'ultima orecchietta del cuore, non seppe salvarlo con un abbraccio e un sorriso dallo sconvolgimento e dalla ambascia, quando gli altri lo lasciarono solo o lo tennero come un amabile
159
zimbello,
le
come un
poetico
originale)),
allora
gi a
come
nelle crocifissioni
romane,
ma
dentro, dentro di
lo soffoca-
a poco a poco
rono:
Dove
!
E* tempo,
tempo
11
))
canto
scritto
di
notte,
a Roma,
al
suono
anche
il
che
gli
d'amore
Ma
uomini, quasi
li
preferiscono le cocottine
li
che
lisciano alle
:
amanti che
elevano.
!
E non
si
ascoltarono
<(
Il
sole
ab-
scrisse l'Ecce
il
homo
e scrisse a Pe-
Gast firmandosi:
lettere
Crocifisso, e a
io t'amo.
Cosima
In queste
definitivo della
le
Nietzsche
si
compiace
quanto AntiCristo.
anche un po'
Fu un
l'aveva forse
stacco
amata
d Wagner
Non
im-
pi grave che
non
si
il
sostegno di
Wagner
vittorioso.
l'eimore non aveva trovato ove sfogarsi in pienezza e libert. Di questo amore rinchiuso, inappagato, insaziato morto Nietzsche
stato ucciso.
Noi
tutti,
in
biamo
ucciso, e
non sar
lui
161
Qioolfo Cucken
Quando, tempo
tizie telegrafiche
fa,
una
miati di Nobel,
comunic,
tedesche,
fortunato destinatario di
fosse
lui
il
uno degli annuali chques svedesi Emesto Haeckel, che abita anche
i
celebre
a Jena.
Ma
ligenti
si
trattava del
papa
evoluzionista.
Forse anche laggi, a Jena, sarebbero stati pi contenti se il premio fosse stato dato a Haeckel
invece che ad Eucken.
La
storia
contemporanea
ma
cu-
Dentro
il
alle
sue
mura vivono
il
tre
grandi
uomini:
citt.
primo, Haeckel,
beniamino della
con una larga faccia barbuta, vi dicono con energica soddisfazione: Unser Haeckell L'altro,
Eucken, conosciuto cos e cos e per quanto abbia moltissimi amici e conoscenti
la
pu
darsi che
ienese.
terzo,
eppure forse
il
pi ori-
ginale dei
tre.
Non
biano
ma ci
non leva
il
un
filosofo
Eucken, e
vita
di
tutti
vorranno
saperne qualcosa.
La
Eucken non ha
un
di
scrittore,
un operoso
un buon padre
di famiglia.
Ma
questi
quanto mi assicura
il
al giovine profesai
non
se
Dal 1874
Quando
glie
che Eucken ha una mogrande ammiratrice del marito, che ha pas' aggiunto
lui.
Neppure
la vita filosofica di
Eucken
i
stata
molto avventurosa.
di Hegel,
la
Da
giovine, attraverso
suoi
Pi
tardi, per,
che riempie
le
sue pagine pi
eloquenti.
Cominci
come
con
degli studi sul metodo di Aristotile, con delle buone ricerche sulla storia della terminologia filosofica, con delle acute osservazioni sulle immagini e i paragoni in filosofia, con una serie
di studi sui vecchi filosofi tedeschi e la
sua stessa
grosfilosofia,
opera capitale,
le
Lebensanchaungen der
da Platone a Nietzsche, veduta attraverso il suo nuovo idealismo. Ma l'Eucken, colla sua anima di apostolo e di moralista, non poteva rimaner nella storia, sia pure fatta a uso e modo suo, e da trent'anni egli va esponendo, in libri grossi e piccoli, un insieme di idee sulla vita e sul mondo, e sopratutto sulla concezione di una vita spirituale indipendente, al
164
e lavorare.
genwart (Concetti fondamentali del tempo presente) che poi divennero le Geistige Strmungen
der Gegenwart (Le correnti spirituali del
presente) in cui gi
tivi
si
poteror riconoscere
tempo i mo-
centrali
delle
Geisteslebens (Introduzione a
una
filosofia della
ri-
trovano
con
le
nuove variazioni
imposte
dal
manifesta troppo
filosofi
ma non
deve credere che abbia messo fuori moltissime idee. Alcuni dei suoi libri sono addirittura rifacimenti di altri libri suoi
altri
pi vecchi
da lui L'Eucken, pi che del filosofo classico, rigido e sobrio, ha del predicatore. Gli piace l'eloquenza; tende al sermone morale; tratta un po' i pensieri come temi sinfodieci e cento volte ripetute.
165
nici. Perci,
leggendo
le
sue opere,
si
ha un'imchi
pressione se non
forse tanto
letto
tutti.
pu
dire di conoscere
Eucken
li
ha
un
come
chi
abbia
letti
non bisognerebbe creder maligneunente che questo gran gettito librario di Eucken sia effetto d'ingordigia di quatrim o di fama: egli ha in se
il
Ma
conoscere
e perci
non
gli
La sua
sume
filosofia,
non
si
rias-
Eucken
la vita
in
che
modo dobbiamo
vivere.
egli
La
crede
che
la salvezza s metafisca
nell'unit. Quest'unit
non
che perpetuamente
via
ci
si
contraddicono; non
ri-
realizzata
piena.
1*
Eucken
che
puramente
naturale,
tende
sempre pi a farsi essere spirituale e che noi abbiamo il diritto di parlare di una vita spirituale
166
altre
sempre pi
non contentarci
libri
soltanto di
contemplarla.
((
sopra dice egli in uno dei suoi pi recenti riceve suo colorito e suo tono speciale soil il
pratutto
ponendo innanzi
il
fatto
diritto
suscettibile di esser
ma
sto
che bisogna
farsi avanti
mondo
e che perci
ve
rivol-
dunque, non deve soltanto conoma cambiarlo. Per questo egli ha dato ultimamente alla sua filosofa il nome di
filosofo,
il
scere
mondo,
famoso pragmatismo che ha fatto teinto ruin America e in Europa negli ultimi anni. Ma r Eucken ci tiene a distinguere accuratamente il suo attivismo dal pragmatismo, ed ha
quel
more
(!)
Grundlinien
einer
neuen
Lebanaanschauung, Leipzig,
Veit,
167
un p
dello
ragione, perch,
pi che a James o a
due maestri
a Boutroux.
Al Boutroux
la
egli rassomiglia
specialmente per
volumi trattano di religione sanno forse che, in Germania, egli di quelli che seguono con pi initelligente attenzione il movimento modernista italo-francese. Ma anche rispetto alle religioni passate, come
giose. Molti dei suoi
e non
ha
un'attitudine
da
cri-
Nessuna chiesa pu
dirlo
dele,
come nessun
filosofo
conoscenza perfetta, azione e contemplain se il tormento dell'unit m e pur costretto a riconoscere il dualismo ch' nel pensiero e che il pensiero deve continuamente suzione.
Ha
perare.
anche
in lui. Per
Eucken
grandi
in teinto giosi
qualche verit; i grandi rivelatori relisono degli sperimentatori che preparano le strade per questo ignoto Dio che verr. Ma lo
Eucken non qualcosa di simile ? Anche egli, spirito moderno e perci dolorosamente contradditorio, si trova preso in un dissidio che
stesso
non posson
pacificeire tutte le
168
sue belle
frasi sulla
se fosse coerente,
non dovrebbe
libri,
non
dovrebbe scriver
ma
dovrebbe vivere ed
sempre pi nobilmente. come sempre ci ripete non ha pi ragione di metafisica l'Eucken, la essere. Il gran problema quello di ci che dobbiamo fare, e la filosofia si riduce alla morale
Se
lo
spirito
attivit
vissuta.
combattuto
intellettualismo,
non ha avuto
il
coraggio di lasciare per sempre la conoscenza, e perci in tutta la sua opera si scorge il contrasto
fra
uno
spirito mistico
interna e
una mente
filosofica
non pu
intellettualistiche.
Colla
filosofica
contrasto,
ma
:
non
il
possibile.
ma
suo
nome non
detto
nit.
rester
fra
quelli
coloro che
all'intera
hanno uma-
169
(?.
QKichelstaeter
anni,
un colpo
patria.
sua
costume comune, fin da Werther in Nesordinario. Niente, in apparenza, di pi poi. sun giornale italiano ha dato la notizia ci vorrebb 'altro se si dovessero rimandar gli echi di tutti i colpi disperati che echeggiano qua e l per
Storia di tutti
i
giorni
quasi volgare,
moda
giovanile
il
mondo,
!
fitti
come
la fucileria di un'invisible
battaglia
di quest'ultimo colpo.
verso
se
o
i
le notizie
son vere
titoli
da
tutti quelli
i
:
((
un
suici-
modi
della morte,
ma
170
morte.
Non
sti
o del fucile
crazie.
sofia,
guida per
i
stabilire,
anche
fra que-
rinunzianti,
motivi.
i
motivi di
motivi di nessuno
o son
Egli
quelli di pochissimi.
non
glia agiata,
gli
piacesse,
non
Non
gli
si
conoscevano
amici fervidissimi,
ma non
fidanzate, n amanti.
Non
o disgrazie im-
provvise
co e di
filosofia,
ma
punto di laurearsi e
avesse somigliato
ucciso,
poteva sorridergli
Non
come
s'
infine,
per
dissesti
intellettuali
ossia,
volendo
tesi
parlar
chiari,
per pazzia,
Ma
chi
con
mano ferma
?
puro pazzerello
Le ultime sono
171
sime
sola
darsi
alle
prime,
ma
genio. Questa
compagnia
le nobilita
li
inalza.
Non pu
le
non sarebbero state avvertite se il Michelstaedter non avesse messo una palla di revolver
quali
come conclusione
al
suo
libro,
la
qual mania fu
famosa eguaglianza
di
le quali si
uccidono di
s' uc-
uomini. Egli,
al
pari di pochissimi e
rarissimi
uomini che
lo
hanno preceduto,
s'
stesso
mo-
della
morte,
il
uomini del volgo egli s' ucciso senza nessuna ragione, ha compiuto cio una delle pi eroiche e disinteressate azioni che possa concepire un uomo liberato per sempre dal cieco
Per
gli
vita di Ceirlo
Michelstaedter
si
Voleva
si
fare
il
pittore,
ma
il
padre
desiderava che
And
ma-
tematica; poi l'abbandon per iscriversi alla facolt di lettere. Si gett nel greco
;
si
nutr di pre-
tol:
La
persuasione.
In
queste
vacanze
Il
egli
aveva
scritte le
appendici a quest'opera.
gior-
no stesso
Io
in cui
ebbe
uccise.
e soltanto ne ho sen-
la
sua
tesi
che sar
parlare da quei pochi che l'hanno avuta fra mano. Dicono che sia un personalissimo libro, or rigidcimente dialettico e sorretto da espres-
sioni
(1)
Mentre correggo
Scritti
le
lume degli
il
di C.
di
Poetie.
173
come un nuovo Eraclito o dolorosamente tonante come un profeta di Gerusalemme; e lEunmentante, volta
o l'Ecclesiaste o la Buddha. Il problema che egli si pone quel medesimo che ha piegate le fronti e domati i cuori di tanti e de' migliori fra gli spiriti di ogni tempo: il problema della vita. 1 pi accettano la vita come un fatto e non la vedono come problema: molti, e anche i filosofi, negano che sia problema o affermano eh ' tale problema che soltanto la vita
spietata mitezza di
stessa, col
volta, Platone
suo eterno
farsi, colla
sua inesauribile
sempre consolanti, pu superare e risolvere. Quest'ultimi non hanno, in generale, molta simpatia
per
i
li
considerano
volentieri
come
mente
deficienti.
il
Ma
e
i
terribili
le
menti e ad imporsi
alle
Carlo Michelstaedter, a quel che ho potuto caera una di queste anime. Per lui
della vita era
il
il
proil
blema
primo e
il
pi grave e
non nuova,
ma
ci
Eppur un momento
tualmente noi
to,
tutti
viviamo.
Ma
questo
momen-
essere, suppongo io, la vigimorte naturale, la quale ha qualcosa di meccanico ed sempre involontaria e quasi sem-
futuro
dovrebbe
lia della
La vita come un peso che sempre e sempre cade gi finch non trova un ostacolo e anche quando s'arresta sempre pronto a ricadere in eterno, appena l'ostacolo sia rimosso: per questo, dice Michelstaedter, si pu Eif fermare che il peso non pu esser persuaso. Ma l'uomo pu essere e dev'essere persuaso. L'uomo pu rinunziare, l'uomo pu rifiutare di cadere e di vivere sempre. E l'uomo pu comprendere, per la divina legge de' contrari, che
pre impreveduta.
il
tutto nulla,
il
E pu
mente
precede
momento
eterno che
perch tante
Non
idee.
Ho
tirato
un p* a indovinare, compiendo
che
io
coi
mio
pensiero,
quello di Michelstaedter.
sia questo.
Ma
il
credo che
suicidio e
il
senso
Si capisce ora
si
vede
in-
quanto
da
quelli
tra
il
che
cronache
teneru-
me
vi
:
de'
vili
rimpianti.
ricordare
il
))
il
stippo, Egesia,
persuasor di morte
autore
la forza
del
Disperato
il
Mainlnder,
che
si
uccise
il
Reil
denzione
Carattere
e,
il
Weininger,
te
Sesso e
suicidio
Ma
un
mondo
ed un fatto che per me aveva importanza tede da persuadermi a purlarne, vincendo il rispetto silenzioso che si deve alla purit della morte e della giovinezza. Il Michelstaedeter era di razza ebraica e cittadino austriaco,
ma
s'era svolto
qua
fra noi,
aveva
Il
tro-
vato in Italia le anime pi fraterne, aveva pensato, sofferto e scritto nella nostra lingua.
do-
lore
che ispira
la
abbattono
la
ma
di quelli
li
nazione che
Q)ico
^'^
I.
Quelli che
hanno discorso
Croce
si
fino
a questo mo-
mento del
libro del
unicamente o specialmente
vichiano.
fare.
dell'
obbiettivit
Mi pare che
ci
sia
qualcos'altro
da
La
del
critica
dichiarata, che
si fa a quest'opera : il pensiero Vico presentato tutto ? presentato nel suo vero senso, neWesatta luce ? Alcuni non dico
tutti
(1)
B. Croce.
La
filosofia di
za,
1911.
177
12
poletano settecentista sia a forza costretto nelle forme del sistema napoletano (abruzzese) novecentista; in cui
riosa
G, B. Vico sia ridotto alla gloumile parte di precursore di che si abbia qui, insomma, il Vico Croce; di Croce e non gi il Vico della storia.
ma,
infine,
un
pregiudizio.
il
Vico della
ci
storia,
quello che
Vico Vico
per
Ma
Vico della
storia si
Vichi numerabili se son numerabili i cer(cervelli attivi) che leggono, intendono e riil
pensano
e, fin
che
detto che
))
((
un
libro
sono
lettori
lettera
quando
una mente
libri
Ed
tanto pi vero di
come
la Scienza
(giusta)
che per esser tutti gonfi e schizzanti 'di sensi nuovi non si presentano ben disegnati, mondati, assestati e nitidi come un giardino Luigi quindici o un trattato di Cristiano Wolf. In codi oscuri e
178
niana,
gli sta
ognuno cerca e vede soltanto quel che pi a cuore e quel che pii desidera. E* ormai
tempo di riconoscere che quel femioso essenziale di un libro o di una teoria, di cui si parla tutte
le volte
versali le nostre
sempre
il
una
scelta la quale,
come
che, se
a ogni
modo
collettivi,
sociali,
quali sarebbero
maggior vantaggio
intellettuale per
let-
tori nel
momento
non
ci
tutto, ci av-
d mai
il
pensiero integrale,
sospirano.
Il
l'accetta e le divulga,
d a divedere
di ritenerle
almeno per lui. Che meraviglia, dunque, se esaminando il pensiero di un altro flosfo, egli
ritrovi e rilevi
ed
a enfasizzi
specialmente quelle
la
sue
Se anche
storia
del
il
di
considerare
come pi
importanti
e,
si
ritiene verit.
rico,
Dovrebbe uno
il
storico,
perch
sto-
rinnegare in se
per
lui,
il
massimo valore
difatti,
portano
le loro valutazioni
non
si
accorge di se stessa.
Lasciamo dunque una buona volta da parte la questione se il Vico che il Croce ci mette dinanzi, un ritratto fedele del Vico quale fu e piuttosto vediamo dato che i7 Vico sia questo Vico, che valore hanno le sue idee ? fino a che punto queste son nuove ed originali ? Quale sa:
rebbe
il
II.
Non
st,
posso fare a
il
meno
di aggiungere,
per one-
che
libro del
Croce non mi fa
l'effetto di
Mentre i filosofi della storia vedevano nel Vico quasi unicamente il precursore della filosofa della storia e
i
sociologi soltanto
il
il
prepafilo-
so dello spirito, non vede nel suo Vico solo il filosofo e non nasconde per niente il carattere
180
nuova
egli scrive
in modo conforme
La
scienza
al va-
ed empiriche; e contiene
tut-
t'insieme
una
una
storia (o
gruppo di storie), e una scienza sociale. Alla prima appartengono le idee, enunciate in alcuni
assiomi o dignit, e sparse altres nel corso dell'opera, sulla fantasia, sull'universale fantastico,
sull'intelletto
di-
certo e
il
mente me, al
litica;
in
Roma
diritto, al
l'indagine
si
poemi omerici
Roma
sia
la caratteristica della
con
le societ bar-
tentativo di stabilire
un corso
uniforme nelle nazioni, concernente la successione cosi delle forme politiche come delle altre
e correlative manifestazioni teoretiche e pratiche
i tanti tipi che il Vico viene delineando del patriziato, della plebe, del feudalismo, della famiglia paterna, del diritto simbo-
della vita,
lico,
del
linguciggio
metaforico,
n
della
(pp.
scrittura
geroglifica
via
discorrendo
37-38).
nessuna di queste ricerche trascurata dal Croce per quanto egli abbia intitolato il suo libro La filosofia di G. B. V. )). Fino alla storia si capisce
che
lui
il
storia e filosofia
Croce dovesse arrivare ripensando che per sono una cosa stessa, ma
cui forse
((
ebbe a
indizio
al
di
talismanico
E come
non
medesimi saggi davan ragione di prevedere. le anime restie e le anime apologetiche il Croce dichiara di voler prendere un altro atteggiamento quello di non perdere mai di vidi non dimenticeu-e le oscurit; sta la luce, di giungere allo spirito passando oltre la lettera;
che
Fra
i
((
:
((
ma
ma
di
non trascurare
di continuo,
procurando
di
mantenersi interprete
libero
vido
fatti,
sempre
fer-
l'ombre, ditutto
non meincano. Chi volesse un Vico nero non avrebbe da far altro che spigolare
un Vico vittima d'inganni
solo nello stile
(p.
nelle
non
ma
un Vico che soffre di continua perplessit metodica (pp. 71, 99, 121, 144); che rasenta l'ipocrisia
(p.
(pp.
105,
149,
153);
Inoltre
saprebbe che
143);
la
nulla (p.
che
la
turbato
133); che il suo spirito da una misteriosa tragedia, mentale (p. gine 147, 149) e che per quanto profondo non ne acuto (p. 42) ne critico (p. 153). Per un sospetto panegirista non c' male Ma a quest'ombre si contrappongono le luci. Da tutte le pagine del Croce vien fuori un Vico inspirato e innovatore e anticipatore; un Vico guida per strade nuove; inventore di dottrine nuove; un Vico originede e precursore che ha in se le linee di cento pensieri a lui postumi e tutti felici. La questione, prima di tutto, qui: fino a che punto giusto quest'elogio di novit ?
di desolato
e di
triste (p.
183
III.
Il
sive)
gnoseologia e pone,
come
conclusioni
:
tre dottrine
La pricome conversione
La seconda
le altre
conoscenze umane,
ma
inette
a dominare e a trasformare
il
restante sapere
umano. La
dicazione del
mondo
dell* intuizione,
dell* espe-
forme
tutte
(p.
gava
non
solo
non sono
sofa
(p.
contemporanea,
ma
lo
sorpassano d'assai
18).
il
Considerando soltanto
zione pu essere vera,
Descairtes l'afferma-
ma
prima dottrina, quella del , secondo la quale, cio, si conoscono perfettamente soltanto quelle cose che
na
((
Badiamo
alla
184
si
Si
fanno e perci Iddio sa tutto perch tutto cre. pu parlare qui veramente di effettiva novit ?
Lo
stesso
hil scitur
il
solo.
L'idea
Vens et verum convertentur cida Th. Neal) e perfino nella teorica aristotelica {scientia Dei est causa rerum). E questa dottrina non mor mai e dur fino alla Rinascenza come insegnamento delle scuole. Paolo Sarpi,
tato
che insegn
fra
il
suo ordine
ai suoi
1575 e
cima
Pensieri
role:
(scritti tra il
1578 e
il
((Sappiamo certo e
l'essere e la
causa di
pi
abbiamo
perfetta coil
Tra
quelli
il
che conghietturano,
si
vicino a saper
simili,
vero
macchine, ven-
dendone
(I).
Il
compone
(1)
tratti
da un manoscritto
1910,
della
Marciana a cura
7.
di
pag.
185
quanto non galileizzato quando scrisse questi pensieri, era gi disposto a ricever l'influenza della
nuova concezione sperimentale che si doveva affermare col Galileo e non era davvero un puro scolastico, come pare al Gentile. L'accenno alle matematiche che poi tornano in ballo anche nel Vico rivelatore. Infatti c' un passo di Galileo nel quale vien comparata la sapienza di-
vina
all'
umana
e in cui
si
attribuisce all'
d' Iddio...
uomo
quando
intenil
di verit
si
Galileo,
sive
pu
pere
umano
quasi nullo
((
ma
piglicuido l'inten-
sono
tria
le
ne sa bene
sa tutte,
perch
le
ma
di quelle
la
poco intese
(I).
dall'intelletto
Qui
c' solo
l'ac-
manca
(1)
Galilei.
Opere
128.
186
cenno
al
matematiche
l'e-
un
altro
luogo
il
<(
eh '
in pote-
artefice
il
circoscrivere e definire le
si
occupa, a
modo
suo,
in ci
pu mai cader
na (2) e in queste parole era gi indicato chiaramente il potere che hanno i matematici di costruire e cambiare a lor posta senza che la verit
ne soffra perch loro
stessi
fanno
la verit.
Ma
lileo,
decisamente da Evangelista
Torricelli.
sto
Le definizioni della fisica differiscono in queda quelle della matematica, perch quelle
ma
libere, e possono formarsi a beneplacito del geometra definitore. La ragione assai chiara; per-
ch
le
ma hanno
di gi la sus-
da s
stesse, e si
trovano anteriormente
non s'accomo-
buona.
!VIa le
(2)
Opere
(ediz. Naz.)
non hanno
altra esi-
mondo
che
gli
conferisce
la
definizione nell'universo
della matematica,
tali
puntualmente nasceranno
istessa.
Se
io dicessi,
lati
il
eguali
ma
altri
il
stata
cavallo
non meritereb'egli titolo Vedasi dunque prima diligentissimacavallo sia animai ragionevole,
s
mente
se
non
abbia da
Come
trario
stessi,
vede qui il carattere puramente arbidelle matematiche, create dai matematici chiaramente affermato e il Vico ci ap-
meno
originale di quel
che
il
Croce voglia
far credere.
Ed
naturale che
sia cos.
Il
Car-
li)
Evangelista
Torricelli.
Lezioni
Accademiche.
(1715).
Milano.
MDCCCXXni.
Lez. V. pp.
123-24.
188
mente matematico dei precartesiani e difatti egli nomina pi volte con onore Galileo e annovera Bacone tra i suoi maestri. Ma il Croce per la sua inimicizia coll'empirismo (2) non s' curato di
ricercare
nel
pensiero galileiano
le
origini
del
non
sia.
ma non
Vico po-
altri,
magari negli
Galilei e
Torricelli.
Le due prime dottrine della gnoseologia vichiana hanno dunque de' padri pi antichi dell'autore della Scienza
Nuova
e la terza
Per
la terza, cio
mancano
pre-
cedenti
((
letterali ,
citabili,
non
gi l'anticipa-
(2)
Questa inimicizia
si
C, ad
136)
Galileo (pp.
dei
13,
15,
eppure
suo
nell'Indice
registrati
189
mo
franco-tedesco, doveva,
con tutta la sua geometria, l'uomo che non voleva accettare gli schemi scientifici greci di prima di Cristo e dai libri di carta
glo-italiano. Galileo,
richiamava instancabilmente
celeste.
il
valore delle
determinar preil
cisamente
le
tutti
particolari, ch'
vero intender
astrattezze.
se
il
Tasso
cose
pure inse-
gnava
di
nuovo
il
Oltre
con
figure
geometriche, c'era
simboli e ruderi:
Vico fu
il
il
questo
mondo
secondo.
Ma
in
completa
pure
(1)
190
Il
anche
di storia
tutto
mondo
della natura
sotto la specie
liste di
quanto
storie
desiderate che
Dal Bacone al Vico l'erudizione storica aveva accumulato materiali innumerevoli e gi alcune sintesi meno primitive ed ingenue delle compilazioni del medioevo e della prima rinascenza
mondo
ri-
della storia
s'imponeva sempre
pi,
accanto a
Anche
la storia
umana
deva spiegazioni e leggi. Il puro cartesianismo non poteva dargliene. Esso tendeva a negare l'individuale,
filosofia,
e la
secondo
il
tempo
umano,
tati.
Il
dello spirito
l'uomo che vuol restar solo nel suo pensiero, e che deve bastare a se stesso. Descartes,
cita quasi
mai
gli
altri
filosofi
li
ripete.
La
gloria di
Vico fu quella
di rispondere
La
Al
storia
non pu
:
esser
1'
materia di
scienza
contrario
essa
!
unica sapienza
uomini
191
mondo
storico ,
mente, cio perfettamente, conoscibile per l'umanit e che ne vede i secreti potr dire di avere
mezza scienza la Scienza Nuova. Questa energica risposta alla filosofa precedente pur con tutta la sua esagerazione e con le limitazioni che poi si incontrano nel pensiero stesso di Vico una delle glorie veramente
creata una
come genere
perfino
il
letterario
come
occhia
pretesto didattico:
Macchiavelli, che
pure consider
le
vicende
umane con
delle
badare alla
guita
((
verit
effettuale
cose, se-
sempre a vedere nel passato una guida per il presente e nella conoscenza di ci che fu una previsione di ci che dev'essere. Il Vico invece, non , per quanto abbian vociato, il filosofo della storia ma guarda la storia da filosofo; e principi del pensiero non gi Jal vuole estrarre
i
ma
i
da
trova
umano
consegnati in monumnti e
documenti fa, insomma, per la metafisica quel che Newton, faceva per la fisica. Come printia si andava dietro a una fisica aprioristica fondata
su osservazioni incomplete e su concetti
cos
si
astratti,
fissati in
formule
Vico
ristabil
il
contatto per la
mente
umana,
coli,
umana:
aL
espressioni determinate
Di questo pensiero noi non potremmo trovare prima di Vico ma risulta chiaro da quanto s' detto che una tale dire-
zione ilosofica
il
il
prolungamento e
rivoluzione speri-
completamento
tutta la
conoscenza del mondo fisico. Questo andava detto e il Croce non l'ha detto. Per lui la confessione dello stesso Vico ch'egli
volesse
cose
nulla.
civili ,
Nel Vico,
metodo baconiano non significa egli dice, c' del Bacone e c'
Platone la vince: la Scienza
del
Platone
ma
Nuova, aggiunge, non un'empirica costruzione baconiana. E' vero. Ma forse che tutta la filosofia pre-cartesiana, a cui ho accennato, era empirica
?
Bisognerebbe
cos separati
finirla
ed opposti
chiama
il
coi
nomi
di
Bacone e
di Platone.
le
Anche
((
sue
digni-
da quel fuggevole, da quel Platone spregiava e anche l'empimutevole che rismo vuole ricercare, attraverso i fatti innumet
cio
revoli,
un
aspi-
rante razionalista. L'unica differenza sta in questo: che i platonici, appena foggiate in fretta alcune idee, vogliono imporle a tutto il resto della realt, mentre i baconiani s'indugiano maggior-
mente mente
con mag-
gior cautela
valide.
il
Ma
e
il
pensiero unico e il metodo uno solo Vico poteva essere baconiano e galileiano
rimaner gi nella
IV.
Fra le linee di parecchi capitoli del Croce trasuda una calda ammirazione per il grande sforzo son che il Vico aveva fatto per a discendere
parole del Vico stesso
mane,
le quali ci
affatto
194
e solamente a gran
pena
ci
pennesso d'inten-
dere
t,
il
che la scoperta
ben venti anni )). Venti anni ? C', senza scherzo, da trasecolare. O il Vico era un idiota tradigrado o non leg costata la
ricerca di
geva
suoi antichi.
forse
li
leggeva
ma
lui ?
li
ci-
comodo a
che
il
Ammetto senza
ai
sofisticare
risalire
dai
tempi umani
osservazione
il
risalirci,
presa
difficile
Vico.
Non
dico impossibile
quel
anche
in
tempo
(e
nel nostro)
Non
zampa
ne
della
Darwin per indovinare la coda scimmia sotto il frak del gentleman. Ma se al Vico uomo speculativo e bibliotechesco pi che osservatore rispettoso piaggiatore di nobili pi che cinico svestitore di maschere
d' aspettar
manc
la
umeinista erudito e
La credenza
umano
se cartesiana
non greca:
lice antico
il
mito dell'et
ma
non
Gi
fin
dal
secolo a
capo dei trenta tiranni, il tragico Crisuo Sisifo con allusioni agli uomini primitivi che lascian vedere com'egli attribuisse al tempo la civilt di cui era spettatore. Protagora d'Abdera, in uno scritto sullo stato primitivo dell'umanit ricordato da Diogene Laerzio e parodiato da Platone nel dialogo che porta il
apriva
il
suo nome, attribuiva invece all'intelligenza la redenzione degli uomini dalla vita ali 'arf
selvaggia; e
il
presentava un'umanit violenta, antropofaga e senza culto dei morti. Ma perch citare i minori ?
Tucidide, lo storico realista che Vico non poteva
ignorare,
non
si
tempi oscuri in
nella Scienza
modo
si
vede
Nuova.
e prima dei moderni antropologi e sociologi, adopra il confronto coi barbari contemporanei per
ricostruire la non-civilt degli antichissimi e di
fantastico
questa fa ima pittura che non pecca per nulla di ottimismo. (1) E questa concezione
(1)
Tucidide fu anche
il
primo a
la civilt
gram-
matici pensavano.
196
delle origini
umane
del De Rerum Chi non ricorda nel libro Natura (vv. 922-1455) la lunga descrizione che
mezzo
agli
?
umani
vigorosi,
ignoranti,
silvia
vis
Giussani,
w.
fiere,
nomi
?
delle cose e
segreti
i
Tum
joca,
che
poeti sono
Carminibus
primi
scrittori,
primi storici:
quum
sit
sunt
dementa
reperta.
Nostra nequit,
nisi
qua
ratio
vestigia monstrat.
(w. 1442-45).
197
Una
riva
si
somigliante descrizione
(I,
forse
ne de-
de* costumi ferini dell'umanit primorritrova nel fin troppo letto Oreizio sa-
diale
tiro
dove torna
Helenam cunnus
rapientes
more ferarum
La penuria mia
qui
di letture e di
tempo mi ferma
ma
La
tradizione
classica,
la
insomma, non
offriva al
Vico soltanto
gionevole e perfetta,
hanno
punto parlare di
neppure in un
problema, che
si
rilega
si
pu decentemente
della Scienza
((
nuova:
questione omerica, la
. Il
Omero
Croce suppone
giustamente
che l'idea della molteplicit degli omeridi possa essere venuta al Vico dalle
199
teorie
ticus
sulla
ma
XVII
van gi presentate alcune ipotesi che anticipano e preparano chiaramente le vedute del Vico e del Wolf. Che il napoletano non conoscesse quegli eruditi possibile (1), ma il suo storico avrebbe dovuto, mi sembra, far sapere che il Vico non stato propriamente il primo a scoprir gli omeri
sotto
l'Omero.
Ma
dire
na
come
(1)
Per quanto,
si
badi,
il
il
V. a
volte ripete e
non
dei
cita.
tratto
da
lui,
probabilmente,
pubblica
vizi
privati.
199
il
Vico, la
chiave maestra
))
dell'opera.
umano non
erocia
dette
stupore e
ma,
il
raziocinio e la poesia la
prima opera-
il
una
filosofia
con particolare
ri-
guardo
tica
))
che
((
l'Estetica
momento,
tutte le
pu
didamente pi
forse,
ai
La
diciamolo canIl
Vico fu
il
solo,
mente
la
come qualcosa
di libero, d'irra-
zionale,
Basterebbe la magnifica lettera a Gherardo degli Ella venuta Angioli del 26 dicembre 726
1
:
((
il
giu-
ed imita e pigne
200
al vivo le cose,
costumi,
narli e quindi
con un fortemente immagivivamente sentirli ecc. (1). Bellissime, giustissime idee Ma se apro per
gli effetti
!
letti libri
del cinque-
che
il
Vico e
di
me
letto
:
prima
Non
Non
;
non va con
surato,
la
misura delle
eccessi
ma
con lo smi-
con
gli
e massimamente nel genere dimostrativo ? E' mai possibile che il Caro fosse filosofo da quanto il Vico ? Neppure per sogno Ma gli che l'idea
cora, cos crescendo,
!
come diminuendo,
di
come
vecchia quanto
brodetto
Abbiamo
siderava
i
poeti
some
tatori dell'umanit.
Bacone,
maestro di Vico,
(1)
il
Carteggio e
1911, pp.
le
Poesie
179-184,
201
sulla terra
prima
For being as a plant that cometh of the earth, without a formai seed, it hat sprung up and spread abroad more tKan any otber kind (1).
tuale
:
((
))
Bacone pi
volte afferma,
come cosa
trita
una
volta,
((
as a
Del Testo
lavicino
il
Muratori
(3)
il
Gravina
(4)
la fantasia
come madre e
il
Croce ma lo rammento io che il Montaigne apprezzava assai, prima del la sola poesia barVico, la poesia popolare
E non
rgimmenta
bara
((
primitiva
nel secolo
XVI
((
La
(I)
The advancement
of
riodo
II.
si
Bari. Laterza,
lib. I. ce.
1909, pp.
218-19.
(3)
218-19.
7.
(4)
Ragion poetica.
(1708) lib.
I.
e.
202
ment
elle se
compare
la principale
beaut de
il
la
poe-
comme
se veoid ez
de Gascoigne, et aux chansons qu'on nous rapporte des nations qui n'ont cognoissance
villanelles
d'aucume
science,
ny mesme
d'escripture...
(I).
4t
Con
Vico ma far vedere, con nuovo e illustre esempio, quanto la parzialit sia nemica della memoria.
mente, insidiare
(I)
Essais,
I.
e.
54.
203
ffobetto
^rig
I.
Roberto Ardig 1' esempio significativo di mutamento che avvenuto dopo il 1848 in quella parte del clero che ha voglia di far politica e filosofia, di quei preti, cio, che vogliono mischiarsi alla Vita de' tempi loro e farsi capitani
quel
d'anime anche al di fuori della fede. Sono preti molto studiosi e qualche poco ribelli e il loro studio e la loro ribellione prendono gli atteggiamenti del pensiero laico
dare
vivi
al al
quale vogliono
muo-
mondo,
attivi
il
ed
anche
il
secolo e
mondo
si riflettono
in loro e
li
fanno
XIX
rappresen-
rono
quali,
due abati
filosofi
Rosmini e Gioberti,
pur protestandosi
304
lero
siccome
fatti
il
liberali
ambedue trasformarono
le
e adattarono
per
le
menti italiane
grande scuola romantica germanica, idealistica e razionalistica, e d'altra parte desiderarono o aiutarono la liberazione politica della patria loro.
Il
1848, ch'
colo passato,
colpi
sconfitta
seconda met del secolo. Gli uomini e le menti reagirono all'idealismo grandioso ma vuoto della
:
tradizione hegeliana
si
and sostituendo
il
natu-
ralismo e
il
compressione dell'assolutismo
pi
il
si
contrappone non
addirittura la
si
conciliante liberalismo
ma
andaron formando,
in quel
tempo
stesso, l'orga-
Dopo
il
'50,
Italia dei
fi-
loro
205
nito e finito
il
loro
dominio incontestato
sulle
non poteva
in
uscir
(1).
successore
si
fece aspettare e
si
rivel pre-
cisemi ente
dell'unit italiana fu
Roberto Ardig, colla sua Psicologia come scienza positiva comparsa appimto nel 1870, ripigliava la tradizione italo-settentrionale dell'a-
La
ripigliava,
come
mandola. Roberto Ardig era un prete che aveva avuto vent'emni nel '48, cio che s'era svolto intellettualmente dopo la grande crisi della met
del secolo;
ma
il
del '48
gli
jrondeur e
aveva temuto, mosso da gran desiderio di sapere, di porre a cimento la sua forte fede collo studio dei metafisici antichi e degli scienziati moderni.
(1)
Il
cessore ch'
non seppe
iniziare
un
indirizzo nuovo, e
il
suo
eclettismo variabile e la sua posizione ufficiale furono le ragioni uniche della sua lunga e grande influenza.
206
Ma
la fede resist
somma
teologica e
il
un
tratttato
di apologetica,
confessione contro
evangelici.
Ma
portava in
se,
Primo
l'istinto liberale,
popolaresco,
per
le
canismo;
istinto
secondo,
conseguenza
dell'altro,
lo
individualista,
da se solo il suo siOpere filosofi' che le apologie partigiane di Alberto Mario e i complimenti insipidi di Guido Baccelli. La democrazia e l'orgoglio sono gi due cose che non
stema e
gli
possono andare insieme colla gerarchia e la disciplina cattolica, e a queste se ne aggiunse ima
terza
:
tempo. Fra
il
*60
il
tempo
in cui pi intense
il
sono
dominante stato il naturalismo positivista terialista, che aveva la sua dottrina in Moleschott
e in Buchner, e credeva di avere
in
i
moto e ma-
suoi alleati
le
divergenze ap-
parenti,
concordava in questo: che la metafisica efra morta, che le astrazioni debbono essere bandite, che solo del fenomeno c' scienza e che il
mondo
inconciliabili,
gia cristiana
l'Ardig. L'educazione monista ed evoluzionista combinata colla superbia ribelle lo condusse all'apostasia.
Un
il
rosa
gli rilev
il
zionale e
mente
stiche.
la fede di
sua madre e
le
insegne ecclesia-
II.
Cess
te ?
egli
No
certo e
sciando la
veramente quel giorno di esser prem' ingegner di mostrarlo. LaChiesa egli perdette lo stipendio di
ma non
non
((
perse tutte le
ri-
ci
sar diffcile
trovare
il
il
teologo cristiano.
Carducci
L' Italia,
scrisse
monaci,
gale
omaggio
masto il prete dilettante di filosofia e di politica. Nato venti anni prima, ai tempi del Rosmini e del Gioberti, avrebbe trovato il modo di metter d'accordo Kant o Hegel colla Chiesa Romana.
Svoltosi nell'atmosfera irreligiosa del positivismo
monista ed evoluzionista, ha creduto necessario staccarsi dal cristianesimo poich la sua mente
non ha trovato accomodamenti fra la scienza e il dogma e la sua onest non ha voluto transazioni fra l'ateismo e
il
canonicato.
Ma
il
suo erois'accorge
smo diventa un
ch'egli
po' comico
quando
ci
fondo ne uno scienziato ne un ateo, e che la sua struttura mentale rimasta sempre, malgrado la lettura delle riviste di scien-
non
in
Ed
tolici
era necessario.
fino
Non
ma
L'Ardig non di quelli che lasciano la Chiesa indescrivibile l'ansia, scrive con lieto cuore egli, onde ognora invano tentava di vincere la invasione sempre pi profonda delle profane
:
((
tempo
401)
(1).
(1)
Mi
filosofi'
che,
Vili.
Cremona,
Padova, Draghi.
1884-1901
voi.
II.
209
14
Quando
ci si
che credenza significa che le radici son ben profonde e qualcosa ne resta nell'anima e dispetto
di tutti gli sforzi.
quelli della
uomo
s'
nutrito instancabil-
mente
di opere di
di
scritto
ne
(III,
lessi
una
biblioteca,
spendendo
so-
somma
di
San
Tommaso
lena
gli
368).
Or
mente
dievale
cos
il
una biblioteca di scolastici, non si cancella ne in un giorno ne In dieci anni. Cos per la metafisica fisico
:
egli si sfoga
ma intanto confessa che dei ha studiato (ma a lungo e con tutta lena, e fino dalla orima giovinezza) solo i vecchi metafisici (I, 57). E non bastano le annate della Reo ametafisrco,
filosofi
vue
Scienti-fique o
!
libri
dell'Helmholtz per
la-
sprito dell'Ardig.
sempre lo Passando dalla cattedrale sacra alla cattedra laica, dal coro ove cant coi compagni le laudi del Dio cristiano all'aula liceale ove offr agli scolari occhi sanguinolenti e
scolstico e metafisico rimasto
fondo
all'a-
nima
210
Primo
Il
di tutti, per
positivismo italiana,
il
come
volle
quello straniero,
stato
o non pot fare un sistema del mondo e neg anzi che si potessero raccogliere sotto un principio unico gli innumecialismo.
revoli
siste
lari.
Comte non
fenomeni.
di fatto
Il
filosofa
con-
nell'analisi
scienze partico-
Caduto il positivismo, com'era necessario, nelle mani degli uomini di scienza, esso fu, come loro, specialista, amico delle vetrine separate e nemico delle concezioni d'insieme. E in Italia, ad esempio, fu pedagogico all'Angiulli,
Mantegazza e col
col Ferri,
Lombroso e
ri-
specialismo scien-
quando s'accostarono
dalla
scolastica
L'Ardig,
in-
e dalla metafsica
il
desiderio
lont di recingere
il
mondo
moso eh ' propria dei filosofi gia la quale non solo pensava
visibile nel cerchio della
La teoloil mondo
sua dialettica
ma
anche
mondo
delle
divino che lo
muove
e lo regge, insegn
i
al filosofo
mantovano a sorpassare
particolari,
chiusi
al
campi
scienze
tendendo
possesso
E menArdig
meno
vana ogni
ricerca,
l'inconscio
suprema della materia e della forza. Egli provava una volta di pi che a far veramente filosofia, nel
miglior preparazione la
somma
di S.
Tommaso
Ma
non
nell'Ardig
teologo,
ma
il
colorito, la fisonomia
la
Come
il
suo spi-
rito architettonico.
amico suo narra ch'egli si diverte a disegnare e che i suoi disegni sono quasi sempre di chiese o di macchine (1). La grande linea, lo schema geometrico, la costruzione unitaria e rigorosa lo attraggono e siccome
invece di costruire edifici di pietre e di
Un
marmi
s' ritrovato
(1)
A. Gazzani. L'A-
Anniversaro
di
R. A-.
212
cos egli
o,
ha
fatto
della
filosofia
architettonica,
suo sistema ha
due o
tre
motivi
vengono
fuori in ogni
ogni occasione,
come
navate minori,
affanni a
Perci
dirsi
il
si
e continuit di pensiero, delle apparenze di costruzione deduttiva. Si sente che stato generato
tutto
t'anni l'Ardig
ha trovato modo
di svolgerlo, di
ma non
quello
cambiarlo e di compierlo.
Ed
egli
si
direi di
sibile e tangibile
riori
malgrado
le
contingenze esteil
suo
spirito
rigido,
unico, statico,
omogeneo, ostinatamente
filosofi
nella filosofia
lirico
come Schelo Nietzsche i quali hanno portato quella mobile nervosit, quel moto
i
filo-
come
belle
spen-
altre pi belle
ed effimere
filosofi
ma
pro-
e pontefici che
hanno
fin
Dal
discorso su
Pomponazzi
sempre eguale
il
distinto,
fatto e la sensazione
precisione
Questa unit, questa costanza, questa sicurezza geometriche portano a uno degli
della scolastica, al
altri caratteri
dogmatismo.
tutti
i
L'Ardig, come
logici,
terribilmente
ri
dogmatico ed affermativo. Egli secca i suoi lettoper lunghe pagine con dimostrazioni ordinate e pesanti come falangi macedoni, con grandi
rinforzi di a, b, e, e di
1, 2,
i
4,
ma
li
secca
sopratutto
tali,
quando afferma
e
principi
fondamensenza
semplicemente
tranquillamente,
parti,
per vedere se
tutti gli
amici son
soddisfatti.
((
L'essenza e la pro-
hanno
diritto di
(I,
69).
Non
vi
sembra
che
?
di sentire
un papa
che qualcosa deve significare se egli stra di sapere dove abita, e di scoprire quali sono gli elementi del nostro comprendimento che fan-
no credere a una trascendenza del comprendimento stesso, l'Ardig, con parola poco opportuna in un positivista, nega assolutamente la comprensibilit e perfino
il
una scoperta e
scrive
((
Ri-
mangono
che sono
si
il
pu
ma
di errare,
che
mondo
reale,
del pensiero
non rap-
presenti del
mondo
anche
di quello pi vi-
ima parte
infinitesima (VI,
Neppure una
esiste
che
mondo
materiale non
si
pu sapere
(II,
altro
che ci
quanto
esiste solo in
te infinitesima del
modo
messo
per sfuggire
in
comune oppure
s'
mente
di
vocabolario
filosofico. In
ogni
modo
dodi-
l'infalli-
bili discepoli.
Ho
stico,
ma
avrei potuto
sillogi-
non ben forte che i logici non inventano e non hanno inventato mai nulla, ch'essi non fanno che trarre fuori da una parola o da un assioma quello che c'era stato messo prima, ma non son capaci di aggiungere una sola conoscenza nuova. Il creatore il poeta, l'uomo intuitivo, che immagina, accosta le cose o trae cose nuove dalle cose vecchie, ed poeta anche quando scienziato. Il lavoro, dopo, diviene opposto semplicemente perch inteso a
gli scolastici,
come
cio espositivo,
ma
inventivo. E*
tempo
di gridare
fini
mini in quanto animali mentre il poeta li vuol cimmuovere in quanto spiriti, ma il fatto primo rimane lo stesso ed per questo che grandi poeti
e grandi scienziati sono uomini che vedono pi
degli altri,
inventori
non uomini che espongono agli altri e non volgarizzatori. L'Ardig, in quan:
216
non ne poeta, ne
scien-
(I,
non
gira
il
mai
nulla.
suo amore per la scienza sempre rimasto assai platonico. Egli ha preso qua e l un po' di
astronomia, un po' di
fisica,
un po'
di chimica,
i
un po'
manuali
a questa
ma
di suo,
ha detto
lui
in altro
vato innanzi a
Insomma
ogni
di
la
ha ricevuto
la scienza gi fatta,
senza arricchirla
fatto in
e vagliarla, proprio
come hanno
tempo
metafisici.
Ma
se possiamo perdonare a-
gli scolastici vissuti, ahim!, avanti Bacone Verulamio e Augusto Comte, di aver accolto
scienza
come
lo vacense,
positivista si limiti
riose e
Io
non capisco un
conseguente allo spirito del metodo e che non si chiuda in un laboratorio vestito della bianca tunica dello sperimentatore. Se la metafisica non
217
,
come
lina
invenzione al
tut-
ima poetica fantasia (1,77) ca cosa che resti a un uomo serio quella
to chimerica di re sul serio della scienza.
l'uni-
di fa-
L'Ardig che
si dichia-
mo
s' entusiasmato
ma
potenza di farne.
il
parvein in
ma
non
ma restando in
fondo
all'anima un prete.
Del prete
lentezza.
La
ch
la fretta
ne scemerebbe
la
maest ed lenta
come
destinate a svegliare
Ora
la
sua leneter-
porta nella
filosofia.
suoi
scritti
son lunghi,
pause, di ripetizioni,
affol-
digressioni
Il
formicolanti
e
il
di ritorni e di richiami.
suo
stile
vivacit, di quel
movimento,
I
di quell'ardore, di
anche
le
idee pi aspre.
appena fra mezzo a Fa male a leggerli, come fa male vedere innanzi a se un vecchio esitante che fa tre passi sopra un mattone. Il buon Ardig ha tutta l'aria di un povero vescovo curvo
processioni che s'avanzino
mille incicimpi e mille svolte.
e lento sotto
uscire dalle
immagini
un sagil
gio bue,
il
giogo, se ne
l'usato.
Chi non
ri-
corda
il
il
quale tro-
sembrava dover-
Ma
re sa
ri-
che
il
pere dell'Ardig
ci
pu essere lontano
indizio del
:
Ogni
Senza
il
mistero
non
ne
;
ci
219
riverenza che d origine al culto; senza mistero non avrebbero ragione di esistere le sottigliezze esegetiche delle teologie. Ora il pensiero ardigoiano in questo senso pervaso da uno spirito religioso: i misteri s'incalzano in esso come in una
favolosa cosmogonia.
Dio, tanto per cominciare,
fare
il
massimo miste-
i nomi tradizionali di Jehovah e di Zeus, di Brahma e di Mithra. Ma Dio un augusto signore disposto a farsi chiamare con qualsiasi nome, pur di essere invitato da tut-
Nel sistema di Roberto Ardig, Iddio, molto modestamente, si chiama Fatto. Il fatto ha tutti i
ti.
caratteri divini:
nessuno
glie
ne manca. Esso
il
l'assoluto perch
ri
non
di lui
fatto la
ch
il
vero,
come
gi Vico disse,
la
il
fatto,
vhim
bont e
si
la
provvidenza,
progresso e
e per lui
realizza
il
l'attruismo.
Dio s' travestito anche in questi ultimi tempi da inconoscibile ed anche come tale lo ritroviamo
nell'Ardig. Si chiama, in codesta parte, Indistinto, ma i connotati sono gli stessi. L'Ardig ha avuto ragione di dire che il suo Indistinto non ha niente a che fare coll'omogeneo spenceriano, ma s' dimenticato di confessarci che ha molto
220
fermarci agli
vero,
il
primo
Indistinto, l'In-
filosofo ci avverte
coscienziosamente che
e-
siste
un
la
to
43).
Cio
il
vero
che sta
altri.
Ora
un cotale
non avendo
a quel
tutte le cose
escono e
E come
alcuni valenti
hanno scoperte le parentele tra l'Inconoscibile e Dio cos facile vederle tra Dio e l'Indistinto. Questi, come abbiamo visto, l'inesplicabile e l'Ardig non ha paura a dichiararlo con la sua calma candidezza, a Tale indistinto non si pu spiegare, perch la spiegazione una distinzione, e questa, in quanto tale, la negazione dell'indistinto . (II, 38). Ora qualgenealogisti di filosofie
si
medievali, cio
inesplicato,
mentre
il
mondo
l'essere esplicato,
modo
essendo
le (1).
il
tutto,
l'ineffabile
e l'incomprensibidi co-
dunque,
il
concorrono
al ruolo di divinit e
loro
titoli
son
il
primato, cio
esistono in quanto son distinte, anzi la distinzione proprio il sintomo unico dell'esistenza. L'Indistinto, ch' il contrario, a quanto sembra, del distinto, dunque l'inesistente per eccellenza. Ora siccome l'Ardig ci narra che il distinto esce dall'indistinto, noi possiamo sostituire i termini equivalenti e dire che l'essere prodotto dal non essere, cio che il tutto uscito dal nulla. Abbia-
Genesi vendicata. E cercando bene si ritrovano nell'Ardig tutti misteri cristiani, oltre Dio e la creazione. L'Indistinto, la materia e la forza che sono le
(1)
De
Divisione Naturae.
I,
16, III,
19.
222
fatti,
forme ultime del distinto formano la Trinit. Inscrive l'Ardig, nella realt la materia si immedesima colla forza (II, 59); la materia e
la forza cos
immedesimate formano
(II,
il
distinto,
a
il
Ardig,
60), in
nel
modo
sola,
che abbiamo
precisamente
tre
una cosa
come avviene
Volete
un po'
di transubstanziazione ?
Eccovi
la vita
che divengono
ma
denza rappresentata dal progresso e dalla teleologia della Natura che l'Ardig personifica tanto volentieri e se vi accorgete che l'apoteosi del
Morale dei
positivisti
non
che
il
esser d'accordo
dell 'Ardig
con
i7
me
come
tentativo di
una traduzione
filosofia
nima
egli
teologica.
siccome
il
il
teologia, cos
fia.
Ma
il
sugli
altari
Quando
vien portato in
223
Videa, non
bile,
si
chieima pi mistero
ma
inconcepi-
che non dir nulla. E' appunto quello ch' accaduto a Roberto Ardig.
III.
Io ho pensato pi volte che la filosofia il regno dell'inconcepibile e che tutti i filosofi non hanno fatto che mettere grandi tende di parole
attorno al nulla.
In questo pensiero nessuno
filosofi intellettualisti.
mi conforta pi
dei
Se c' ancora un
modo
per
mondo come
la risultante
che l'animifattore
smo
un Dio
e ordinatore del
mondo, e
lontarista sono le maggior fortuna fra gli uomini. Ma i logici, gli intellettualisti vedono nel mondo quello che c'
di
meno
il
personale, cio
il
il
che sembra
vece
lare,
pi soddisfacente dei
in-
partico-
quando inalzato
224
sale,
si
dissolve per
il
come un
velo di magia.
metafisici,
Il
sue imi
luci
e di linee e che
meno
sensazione. Egli
di
senso
personalit,
della
del diverso
Inoltre
il
suo
istinto scolastico lo
spinge alla
lo-
positivismo
gli
imporrebbe l'esperienza e
mente
I
all'astrazione e all'universale.
metafisici
vanno
le
ma insomma
e,
l'i-
dea resta
sempre
la
sua Angelica
come
gli
E come non
stinto
parlando
d'incomprensibilit
si
Tutto
il
cio,
aggiungo
io,
si
15
spiegherebbe se
si
misteriosissima spiegazione.
L'indistinto infatti
un concetto
logico e
lo
non
l'in-
ha valore che
Cio
:
rispetto
pensa.
primo o non esisteva nessuna specie di mente e allora un concetto mentale anteriore alla mente impensabile. Inoltre, l'indistinto un termine negativo e suppone come tale il termine positivo corrispondente. Logicamente dunque non si pu pensare che una qualit esca preciscimente dalla sua contraria. Tanto varrebbe allora star colla Genesi e ripetere che la luce uscita dalle tenebre. D'altra parte sembra da certi passi dell'Ardig che non ci sia nessuna differenza essenziale fra distinto e indistinto perch un fenomeno pu
distinto e allora questo
il
non pi
fatto
Qualcosa di simile all'alto e al basso. Ma questi si possono determinare quando si voglia rispetto ad una unit di misura quantitativa. Qual' l'unit di misura qualitativa che riesca a precisare la distinzione e l'indistinzione ? E insomma cosa ci dice questa famosa legge ? Nulla, perch l'Ardig ci avverte che c' anche un moto continuo dal distinto all'indistinrispetto al posteriore.
to.
In questo
modo
dire
:
versali. Si
al
pu
semplice, dallo
modesto
le
cose son diverse nel tempo e nello sparivelarvi la legge fissa della
zio e
non possiamo
loro diversit.
per
pu spiegare,
la
nem-
meno;
lo stesso
diventa
il
sulla tenebra.
E non
cologia.
c'
il
chiariscano
alla psi-
scendendo
conoscenza o
? Chi ne sa nulla ? In un certo punto afferma che non sappiamo della realt se non ci ch' dato dal
Che
pensiero
realt
(II,
40)
come
se
il
pensiero. Un'altra
volta
mondo estemo,
dei cani
come
che
ci
ombra o
abbaiano
dietro.
La sua grande
Il
me
il
fuori di
me
me
il
egli scrive
formano
il
un
come
diritto e
rove-
scio del
talmente
distruggere
panno, cos
il
me
il
fuori nella
coscienza
(1,144).
Che cosa
Semplicemente che noi siamo costretti a dare le stesse definizioni di quello che si dice me e di quello che si dice non me, cio che il non me in qucinto conosciuto una peirte del me, cio
della conoscenza.
La
scoperta portentosa
=
si
ri-
del fatto.
Fatti e nient'altro
fatti.
Ma
cos', di greizia,
non
Anche
Perch non
dobbiamo
fatto
?
una
filosofa ? Sol-
ha
diritto al
nome
di
In psicologia egli
zione.
il
la sensa-
Datemi
!
mondo Ottimamente. Ma
sto magnifico
a questa
volont.
il
Un
Scendiamo, se Dio vuole, a problemi pratici. dei principi della sua morale questo: che ciascuno ha ci che gli conviene un essere ha sempre le tendenze che sono rese necessarie dalle sue condizioni di esistenza. L'animale, essendo capace di moto, aveva bisogno di distinguere gli
Uno
oggetti e di provare
il
piacere e
il
dolore, e infatti
ha
le
la
sensazione e la sensibilit.
Io ho camminare,
!
di
Il
bi-
Le cose sono cos perch dovevano serad essere quello che sono e per maggior medanno
origine a s stesse. Padri e
nel sistema dell' Ardig
raviglia esse
figli,
come
!
nella teologia
cristiana,
E
fatto
idee che
dominano
la
sua morale
che
si
l'egoismo la negazione della morale. Due idee veramente straordinarie e significative. La morale per eccellenza la scienza dei rapporti fra
gli
si
la Palisse, cedi
tuo trono
gli
individui
si
debbono
di
sa-
crificare
ecco
i
il
disinteresse.
Ma
cosa son
?
composti
Noi
dui,
ci
sacrifchiamo
questi,
il
ma
il
come
noi, cio
care
mutuo
noi vantaggio.
infatti
come
nell*
si
potrebbe capire
?
disinteressata
azione non
si
pro-
Ma
il
o spiala fac-
cevole. Nel
ciamo per
la
soddisfazione
di aver vinto
un compenso
pu
lit,
altrui,
gioni impersonali,
Una
tautologia
fondamenti della
Morale dei positivisti. Dall' universo all' uomo Roberto Ardig non sa menarci che nel vuoto.
Il
positivista
rivelato
amico della terraferma dei fatti s' un aeronauta pi misterioso degli ales-
sandrini.
una
Roberto Ardig.
interpone tra
E
i
il
corpi...
'
un esteso continuo.
230
Un
di
di vuoto,
ma
pieno
(11,40).
opere di Ro-
berto Ardig.
231
Enrico ^evvi
I.
Fin da giovine Enrico Ferri ha mostrate le pi pertinaci intenzioni di farsi grande scienziato.
Bisogna riconoscerlo con quell' elegante indulgenza che si pu usare senza pericolo per coloro
lo
poco
gli
A
il
poco
gli.
ha
leggere
libri,
tutto
il
l'ha compiuto.
Ha
idee e
altri
comune
delinquenza
scintifca.
Ma
non
del
tutto gli
mancata
la fortuna.
Per mettersi in
ha
date
232
muni
sta,
il
dolce
piacere di
camminare
coi tempi
ed stato l'uomo
del presente
Non
po-
II.
frasi.
E'
tipo dell'ambizioso
Ai primi tempi
apostolo zelante,
ne avrebber
fatto
un
un
evangeliche
colla toga e la
un
un tiranno o
le
Oggi che
il
il
Capitale ha cacciato
il
Vangelo e
il
Programma minimo
pur di parlare e predicare, s' fatto democratico, e poich la plebe accenna a farsi tiranna
Ferri,
Or che non
pi di
corte,
moda
il
o concioni in
parlatore sempre, pensatore mai. poich l'unica professione che convenga a chi vuol far parlar di s parlando l'avvoca-
Parlamento^
tura,
Ma
comprese che
alla
provvedesse d'idee
so-
fa pi effetto la scienza e ci
che piace di pi
demagogo.
essere, a suo dispetto,
Ma
n
non pot
n l'uno
l'altro.
collettivit, la
massa
egli
uno
degli esemplari
pi decisi
di
perfetto
individualista.
L* amore
fermazioni continue
scoprii
libri
;
io dissi
io vidi n ,
((
io
)) ,
che
si
le
sue
ire
;
oppositori
copiatori
dominare
tainto
il
appartiene;
tutto francescano,
son
234
sto
lista
suo fondamentale carattere. E' un individuache fa del collettivismo per essere pi comoindividualista.
damente
un oratore che
gli
man-
cano
bili
:
le qualit
pi essenziali e pi indispensafondo,
la
bio, lo
l'
al
il
senso del-
circolazione
non ha messo in un'idea nuova, una sola idea realegli s' genuflesso, colla
mente personale;
fede
un semplicismo
i
cos disinvolto
da sembrare
stravagante; ed ha ricevuti,
tivi
come
perpetui, obiet-
e definitivi
scienza positiva.
chieratore
Non
come un
calvinista.
ciarlatano stato
dommatico
come un
III.
Il
Ferri
tanti altri, al
po-
sitivismo,
lettuale
ma
come
in
avere incalcolabili conseguenze per 1* avvenire politico dei popoli civili: la Francia fu sconfitta
dalla Germania, ed Enrico Ferri, frequentando
nella tenera et di quindici anni
tova,
il
liceo di
Man-
divenne positivista sotto la guida di Roberto Ardig . E chi potr dimenticare quell'e-
norme occhio
di
bue che
il
professore port
un
memo-
Nuovi
penale
Ma
non
il
all'Italia
grande criminologo ed
ai
lavoratori
l'infaticabile
e pagabile conferenziere.
In quei
imparava che la scienza deve occuche la causalit naturale quella che regge tutto e non dice nulla, e che i metafsici sono dei vecchi pericolosi e perdigiorFano,
egli
ni,
terribili
corruttori
dell'incauta giovent.
In
quei medesimi anni imparava a conoscere e giurava a se stesso che sarebbe stato
Auceim-
non
gli
che alla democrazia de' tempi nuovi mescolava pur qualche scoria del vecchio idealitro Ellero,
il
e altrove conobbe
il
Lombroso, che
egli
mette
ma
solo
il
Galileo in
in
Italia,
Bacone
in Inghilterra e
Comte
Ma
anche
nome
dava
Un'aria di giovanilit
non disdicevole
)>
all'adole-
E
bato
tivo
per la parola
il
Ferri
il
positivo
che
Egli
tiva,
non parla
anche una scienza che non sia positiva, che , a quanto credo, quella che non ultima o che non va d'accordo con lui. Se vuol fare una rivista la chiama
perch pare che
((
Scuola Positiva
se parla di discordie
((
non pu
fare a meno di chiamarle positiviste che che narra non possono essere che
e le ricerpositive
positivismo,
difficile
ed anzi po-
E' un metodo comodo che consiste nel mettere in fila dei fatti, e nel mandare in esilio tutte le questioni
trebbe dirsi che non neppure
filosoifia.
che
di
si
certificato
dedizione della
filosofia
alla
scienza,
colla
237
ritira stanca e disillusa e cede sua antica serva. E' la filosofa industriale, commerciale, che tutti posson fare,
si
il
quale la prima
comando
alla
tempo e colla paizienza. E' il ritorno al senso comune, dal quale la filosofa idealista ci avea liberati, al fatto esterno, comune, misurabile, che
col
vien considerato
l'unico genere di
come
fatti.
il il
fatto
per eccellenza,
E'
Una
tal
filosofa,
es-
sendo cos poco filosofica, pareva fatta per Ferri, eh ' nemico nato, per impotenza, di ogni speculazione superiore e di ogni attivit aristocratica.
neppure ad essere un buon positivista. Dimenticando il relativismo radiceJe eh' fondo delle dottrine positive, invece di obliare
il
nome
pi volte di
giungibile
irra-
ma
dell' Imputah
mente e inevitabilmente, come tanti positivisti, quali il Lewes, l'Ardig, il De Roberty, dall'inconoscibilit del
continua a parlare di
metodo. Mentre
generali
hanno una
realt 238
puramente verbale,
ri-
ponendo
la
reale
esistenza nei
fatti
singolari,
famosa
poteva scrivere
di
Le
nomi e
soltanto di
nomi
il
Ferri
cade in un
i
pi
esempi di Guglielmo di Champeaux e di Duns Scotto. Egli nega semplicemente che l'individuo come tale esista. L'individuo per se stante... non esiste, ma esiste solo in quanto fa parte di una societ {Soc. e Scienza posit., p. 66). Cio
((
la societ,
rale,
nome
gene-
esiste,
ma
l'individuo,
come
individuo,
una leggenda dei maligni nemici del collettivismo positivo. In modo che noi possiamo concepire benissimo una societ, anzi la societ, ma non ci potremo mai immaginare un uomo solo, che non faccia peirte di un gregge organizzato e
governato.
Ed
io
i
credevo, nella
mia ingenuit
una graziosa
tal
metafsica, che
alle
prime societ
!
E almeno
fosse
Ma
invece la trovate
quale,
pontefice del
positivismo francese,
in
Augusto
Comte.
Fin qui
scienza.
si
Ma
il
Ferri
ha
fatto di pi:
ha
tradito
addirittura
tutto
il
la
scienza,
questa
figlia
adorata di
provare in
dei conti
239
il
positiva
precisione
la
che pi tardi
scuola
positiva italiana
classificare.
non hanno
il
delinquente nato e
la
il
Eppure
L' arte
dice
egli,
compiva
((
1*
analisi
umana
cos,
massime
nuova
da non pi
di
venti anni,
ha
positi-
va
{Delinquenti nell'Arte,
positivista per bene,
1895, p.
15).
Un
che avesse
l'gtfnor
pro-
non avrebbe
pendo come
l'arte sia
ancora impregnata di
umana.
Infatti
il
Max
Nordau, da posi-
geniali
ha messo senz'
altro
1*
artista al di sotto
dello scienziato. Far quasi capire che si vedevan bene le cose anche avanti 1' instaurazione del
f(
metodo
di
moria
Ardig.
IV.
me
fatto
un rigoroso positivista. E lo che ha cominciato il suo cammino intellettuale coli 'occuparsi di una questione che essenzialmente filosofica, per non dire metafie determinismo.
Le
mand
titolo
La
teorica dell'impu-
Ma
si
ci si
vedon
mann
win e a Lombroso.
Sul vecchio soggetto
il
non
riusc
scri-
eretico,
ma
lui
sapeva
egli stesso
che
il
determini-
smo da
da Hobbes
Herzen.
scrisse, invece,
un
libro inutile.
momento che
i
la
causalit
uno
a
di quelli
senza
quali
non quasi
possibile
che la causalit
si ritrovi
dap-
si supponesse non lenon apparisse come ima successione di pi oggetti, non sarebbe pensabile. Il determinismo non nelle cose ma nella struttura del pensiero e noi vediamo tutto determinato perch non sappiamo vedere 1' isolato.
pertutto,
perch ci che
gato, ci che
La
che
si
umana, vien
il
vist determini-
sticamente.
Ma,
dopo
cos inteso,
Ferri,
me
egli
Hume
d del
il
Poich non
determinismo non spiega nulla n dice nulla. si tratta che di constatazioni di successioni nel tempo, e vien tolta alla causa ogni
idea di occulta potenzialit produttrice dell'ef242
non abbiamo che una semplice descrizione che non esclude a priori le spontaneit infetto,
noi
mondo
nella psiche
intensit e la spazialit,
che son
intesi
come sono
comunemente.
nega che ci
genza,
Il
ma
il
Ferri mette
il
troux in
compagnia
falicit.
degli scolastici.
Il
questo
si
il
spiega con
Ferri
Boutroux un logico e
le
bia conosciuto.
Accumula
imprecisioni e le
comuni e
di frasi senti-
mentali.
A
la
il
Graf perch questi, dice lui, si serve, per spiegarci l'anima del Moro, della psicologia normale
quale
((
tiva,
ma
non
si
tica
{Delinquenti
Ora
io
do-
mando come
della nor-
come mai
soltanto
stati
suc-
Del resto
Ferri.
quali
una descrizione nel tempo. la psicologia non il forte d'Enrico Come la maggior parte dei positivisti i proclamano di non far metafsica e poi ca-
dono
mondo,
la
famigerata frase
fisiologia e
160).
((
non viceversa
{Soc.
e Se. Posit.,
dente
come un assioma
al
di Euclide.
Ma
ci gli
Vol'e-
lendo rispondere
della psiche,
sistenza dell'emozioni
il
come elementi
altro
irriducibili
precisamente cos
scerale)
'(
Che
sono
le
emozioni
(equivalente psichico
della
vita
vegetativa, vi-
ed
altro
il
soltanto
l'indice
rivelatore
Crim., 413).
i
quali
fatti
non sentimento, e al piacere e al dolore, che sono r indice di quelli stessi fatti. Per quanti sforzi si facessero non si potrebbe essere pi ridicolmente confusi di
cos. Soltanto
il
Ferri riesce
244
gli
avviene di parlar
dell' inconscio.
non
si
non
si
del
campo
non
si
Ma
il
grande scien-
ziato
e armato di tutto il pi profondo positivismo scende a sorprendere e scoprire quei primi, pi intimi e profondi stati dell' animo che germogliando nel buio regno dell'inconscio si affacciano a quella che i psicologi chiamano soglia
scrittiva,
((
Il
Ferri
menti e di
tutti gli
occhi.
positivisti,
loro positivismo.
Ma
Ferri
non
1'
ho ancora
eccola qui in
:
tutta la
E'
infatti
le
emozioni ed
in
meno
esplorata della
moderna, dipendano
di
visceri
modo
fatti
di-
rettissimo
da condizioni
addominali,
di
finora ignote
ma
evidenti in moltissimi
.
esperienza
comune
(5oc.
Crim.
i
73).
ove
245
traddizione
si
Ne
La
citer altre
la
due
profondit
scienza positiva
((
assorha ceimbiata l'orienteizione del pensiero gendo alla sintesi grandiosa del monismo, cio
dell'
unica realt
fenomenica,
materia
forza
posit.,
inseparabili e indistruttibili
94).
{Soc. e Se.
ma
viceversa du-
plice.
E' vero che le due cose stanno sempre insieme, ma poich vengon distinte dal pensiero
non sono identiche, e non ho mai inteso dire che due cose messe accanto diventassero una sola. E almeno fosse vero che si trattasse proprio di una scoperta del positivismo Ascoltate invece
!
il
((
la teoria scien-
tifica
moderna
del
stessa
V ulti-
ma
mondo, dopo
il
brillante
ritoril
e di Lucrezio,
grande poeta naturalista {Soc. e Se. posit., 99). Una modernit che si contenta di tornare al primo secolo avantiCristo, e che per essere ultima
non
fa che risalire a venti secoli addietro, una modernit che ogni metafisico pu invidiare.
246
V.
Ma
sommamente
Ferri
mento del
Come
))
pensiero metafisico
nebbia delle
astrizioni
))
Ma poich
e,
ha bisogno
della metafisica
come ogni
altri
pi cara quella
men
non disdegna servirsi di Kant, di Leibniz o di Hegel. Diciamo subito, per non fargli perdere riputazione tra i suoi compagni positivisti, che li conosce da lontano, molto da lontano, piii per sentita dire che per altro. Tanto vero che gli
accade qualche volta di scriverne delle
Per esempio
J.
belle.
J.
egli si ostina
il
ad affermire che
massimo rappresentante dell'individualismo filosofico del secolo XVIU. (5oc. e Se. posit., 65 e altrove). Orbene: nei pi noti enciclopedisti non si trovano affermazioni individualiste, ma, invece, preoccupazioni prevalenRousseau
temente
politico
sociali.
il
Roussi
sistema
individuo che
il
padrone as-
Le souverain
social n
c'est tout le
monde,
et
ce sou-
du
Cori'
ha
scritto
il
E non
l'mp.,
fa
il
filosofo di Leipzig
abbia
morale e l'abbia
ma
ha rappresentate le nomadi come atomi spirituali completamente liberi e indipendenti, sui quali nessuna cosa pu agire, e secondo lui l'anima umana nient' altro che una grande nomagia, egli
de.
11
Lo
ha
che i nostri fenomeni, son quanto in atti son determinati, ma mentre sono indeterminati in quanto hanno oribert, e del
Kant
il
quale afferma
Ma
p*arli,
il
Ferri
sottigliezze.
che
urli,
scriva.
un
Non pu
essere
un sapiente
riflet-
che indaghi con profonda passione e possa tere su quello che dice.
Cos egli
il
pensatore
sia
lo-
uno psicologo stupefacente, un metafisico senza saperlo e uno storico senza erudizione.
Ed
infine
pter la
razione
si
dimentica di farne.
il
Egli r arringatore,
patrocinatore,
racco-
mandatore,
il
parlatore
non
i
gli si
pu chiedere
egli
criminali.
VI.
Uno
Ogni
malfattori.
ha visto coi propri occhi e toccato mani qualche centinaio di criminali. Bisogna immaginarselo per forza con un metro
in tasca e
grinando per
a misurare
f accie
di
stupratori,
a confrontare
mani
dei ladri e a
non ho nessuna
difficolt
a credere che,
'
per
tracotanza,
misteri
inquietanti
dei
manicomi e
da, egli
capo
della
ha
gli
visitato
con devozione
gli ospizi
Non
imprese e
quenti.
Tentiamo
si
piuttosto di trarre
da questo
s'ama
i
:
studia e
si
il
ricerca ci che
Ferri,
come
tutti
po-
sitivisti,
una simpatia
istin-
pi vile
L'ipotesi
si
genera fra
fatto
che
le
da
quelli
Ma
ma:
ha cambiato
for-
tico al
piano
intellettuale.
Da uomo
di scienza
ha commesso dei crimini scientifici e delle contravvenzioni di metodo. Un maligno giudice istruttore spirituale potrebbe citare
il
Ferri
come
ladro, poich
ha
ru-
bato agli
altri
truffatore,
perch ha fatto passare per scienza ci ch' un insieme di sgobbatura asinesca e di ciarlataneria
da Dulcamara; come assassino, perch ha cercato di ferire mortalmente a morte colle invettive e colle calunnie quelli che gli davan ombra.
E si potrebbero trovare nella sua opera perfino esempi, se non di prostituzione, almeno di prossenetismo,
come quando
individualista
egli
zionismo
del
Spencer.
Quanto
se,
alla pazzia
come
fece
il
dell'alienazione mentale,
dizi
nella sua
avan-
perseguitato.
Ma
tifici
fare
il
giudice o
il
medico
commessi da questo scienziato parlando di criminali. Delitti che non sono soltanto suoi, ma anche della scuola a cui appartiene, con alla testa Cesare Lombroso, altra chioccia brevettata di
pulcini e pulcinelli positivisti, biologi e sociali251
VII.
Un
non
si
content pi di
fornire al
mondo
si
la
quenti che
possa immaginare,
ma
volle
anche
Germania e
fatti in In-
cominci nel 1871 a intrattenere gli itadel piacevole argomento dell'uomo delin1
quente.
libri si
moltiplicarono, le tabelle
gli scolari,
i
si
ac-
cumularono, sorsero
tori
critici,
tradut-
pochi anni
fa, del
il
nostro paese.
Enrico Ferri,
pi
di
butteu:
quale
il
si
occupava
in quei
temcur
gi
libero arbitrio,
non
si
ad occuparsi davvero
i
di criminologia.
Nuovi
male e
il
252
monografia sull'Omicidio,
oltre
a innu-
L'attivit
democraticamente,
lo
il
tribuno
che
Ma, sfortunatamente,
quantit
la
scienza
non
i
la
ma
compiuto quellibri
:
che vale.
del
modo molto
sbrigativo
grandi
grande abbondanza
sciatta e dimessa,
di bibliografia,
una forma
vita,
fama
non
si
ci fa ac-
cogliere
rifiuti
re di criminologia.
Ferri,
come
si
gli altri
linquenza,
di ribelle. Si trattava
nientemeno d'introdurre
253
il
metodo sperimentale nella criminologia, di scemare il numero dei delitti, di studiare il delinquente invece del delitto e di trasformare
del diritto penale.
le basi
poich
si
compiono o
no
certe azioni
in qual
mutando
mo
modo non
l'esperienza
ma
l'osserva-
gli studiosi
la
massa
Bisogna cominciare col sottrarre dagli individui studiabili coloro che commettono delitti che
tali
legalmente.
il
cosi
si
froder nei
due
sia
la
pi
E non basta. Bisogna sottrarre coloro i quali commettono dei delitti, ma hanno l'accortezza e la fortuna, molto frequente, di non farsi 'acciuf254
104).
Inoltre
bisogna considerare
tutti
dei criminalisti
ma
che questi
il Ferri non ne ha poche centinaia. Per visti, che quanto siano laboriosi e spicciativi i nostri lombrosiani si sa ch'essi non hanno avuto fra mano che una parte piccolissima della delinquenza eu-
sappia,
ropea.
E
Il
((
in questo residuo
minimo
di
delinquenza
tro-
caratteri costanti ?
Neppure.
che
medesimo
costretto a riconoscere
un contingente che sta fra il 40 e il massa dei delinquenti {Soc. Crim., nella massa dei delinquenti 155) e afferma che ci sono quelli d'occasione, e sono molto numerosi, che non presentano un tipo criminale spiccariscontrati in
50
della
<(
modo che
il
preteso
ti-
di
una mino-
riscontrano
quantit.
avremo
300 0/00
200 0/00
480 0/00 20 0/00
255
20?/oo
quasi la met
il
non possiede
il
in
modo che
i
modo
asso-
di tutti
ci sia la
le
certezza che
porzione del 40 o
nati.
50/oo
Tanto pi che
sano
di
alle differenze
non
si
curano
in
vedere se
certi caratteri
una
non
si
Mentre la occupano
tro-
e,
deposta ogni
il
Ferri con-
della sociolo-
paesi
civili
del nostro
tempo
il
non per
tutti
paesi del
mondo ne
di evoluzione
umana
il
delitto in se
come
fatto
(I)
Infatti
il
Fano ad
es.
non
(Un
mondo.
256
Non
avrebbe
che e
sintesi,
tutti
torti
sociali,
modo
di fare
comode
Ma
il
Ferri si ferma a met nella sua nova idea all'astrazione del delitto egli minaccia di sostituire
una
classe o pi classi,
caratteri
cetto, di
una
collettivit e
Non
c'
il
c'
il
come non
c'
il
delitto
il
delin-
quente A,
il
delinquente B,
delinquente C, oindividuali,
gnuno
coi
singolari,
, distinto
da
ogni altro.
Invece
se, le categorie
dopo
vo nel
fatto.
Infatti
quelle di
M. De
la Palisse.
Cos'
il
il
delinquente
Ferri,
una
variet
Cosa significa tutto ci ? Che il delinquente non un uomo come tutti gli altri, ch' un malato e che somiglia ai bruti ed
tivi
ai barbari.
257
17
ri-
come
la
Se un uomo maggioranza,
alla
non comune
maggioranza si chiama malattia, cos possiamo dire che quell'uomo malato, come da tempo immemorabile si chiama belva e selvaggio chi commette azioni contrarie agli interessi e
addirittura nella sfera dell'osservazione
ai
senti-
comune, pu sembrar
nuova
ma
il
siccome dubbio e
non
c'
da
insisterci troppo.
il
Possiamo, volendo,
il
confrontare
selvaggio
delinquente,
ma
quanto
allo stabilire
una
il
come selvaggio sperduto nella civilt, saremmo portati a una graziosa conseguenza. Siccome quegli atti che si dicon delitti son normali in una societ di selvaggi e siccome non possia-
mo
siamo forzati ad ammettere che molti di quegli atti che oggi sembrano a noi naturali saranno considerati nel futuro come criminosi. Cio bisogna concludere che
258
selvaggi posseggono
tutti
caratteri antropolotutti,
gici della
oggi, pos-
sediamo qualcuna
che serviranno
Lombrosi p/er scoprire la nuova criminalit. Oggi siamo tutti delinquenti nati quando la morale progredir e il tipo sar modificato, quelli che ci somiglieranno saranno le
ai futuri
;
o di qualche Marro.
E, se avete dimenticato Haeckel,
il
Ferri vi
ri-
che
che pi
si
av-
Le scuole elemenfisica-
che rappresenta
mente
pi
si
l'et
riano.
il
Ferri
non
insi-
delitto. In fat-
to di scienza egli
non scontentar nessuno copia da tutti. Egli si d cura di fare uno specchietto delle varie opinioni circa i fattori della delinquenza e dopo avere enumerate le varie teorie del delitto, dopo aver citato chi lo ritiene
gnoso Aibrecht
turale,
il
ha
Io
spirito di sostenere
la cosa pi naessere), e
dopo
aver messo in
fila
mettere col
biolo-
nome
la
sua teoria
11
delitto
ha origine
gica-fisico-sociale.
lit
scontentare nessuno.
abili di cos.
Non
si
potrebbe essere pi
Eppure
il
rhe
consiste nell'ammettere
due grup-
pi di criminali,
uno
d'incorreggibili (delinquenti
uno
di correggibili (de-
il
vizio e la virt e
abituali.
che
il
chiama delinquenti
lo sia fino
Ora questa
paia che
a un certo punto,
ma
cer-
tamente
inutile. Infatti
7
I
che cosa mi
dice, la cate-
che
? E che significa il dirmi sono dei delinquenti nati ? Siamo sicuri che tutti quelli che hanno certi caratteri antropo-
una
ci
logici
commettano dei
delitti
e che
un regime
i
in-
ipotetica loro
tutti
delinquenza
?
Tutti
selvaggi
son forse
assassini
quanto
ai delinquenti
"269
momento,
cio a
una passione
o ad una malattia ? E basta la passione per spiegare un delitto ? Quanti sono agitati da una stessa brama, da una stessa ira, eppure, perch son
diversi,
agiscono diversamente
Non
parliamo
do degli psichiatri
tribuire la parte di
ficiali.
in imbarazzo.
ad
at-
egli
caratteri antro-
pologici esterni in
modo che
bisognerebbe amil
colorito
ad esem-
un
assassino.
ammettere i caratteri somatici do si trattasse tutto al pi di caratteristiche del sistema cerebro-spinale, che il nostro frettoloso materialismo pone a sostrato della vita psichica. Ma non posso comprendere certi caratteri esteriori, come la scarsit della barba e lo sguardo freddo, presi come fattori di una reazione psichica
quale
il
delitto.
si
E
certo
qualcosa di simile
potrebbe osservare
ri-
guardo
Poich un
si
numero
zioni di clima, di
economia e
di societ
modo
vario,
comuno
con
la
creazione,
un'altro colla
rassegnazione,
un
ni
con un omicidio, significa che le ragioprofonde delle diverse forme di reazione risieterzo
dono nell'intima
dividui.
blema, nell'indagine interna personale, pi che nella descrizione delle anormalit craniche e delle forme del naso. I positivisti eran troppo grossolani per farsi psicologi, e
si
son
fatti fotografi:
l'interno
hanno misurato
Vili.
Ma il Ferri non ha fatto soltanto delle misure, non stato solo un antropologo ma un penalista. Viene dall'avvocatura pii che dalla medicina. E infatti ci ha dato la teoria penale pi completa che offra la scuola lombrosiana. Mentre la scuola classica si occupava della pena come funzione distributiva in base a un concetto morale di colpa volontaria, il Ferri riconosce nella punizione
((
la sola
da ogni
criterio di libert
morale o
426).
morale colpabilit
tutti
{Soc.
Crim.,
Da
col-
buon
primi organismi
e scopre che
reagiscono
la
pena difesa
antisociali.
La vendetta
262
non pi
collettivit
si
individuale,
come
fettamente organizzata,
ma
diviene sociale.
La
contro chiunque insidia la sua esistenza. La pena una funzione biologica. E sta bene essa no mai stata altro, malgrado le superstrutture
:
pi o
listi
meno
razionali di cui
ragionatori crimina-
ma
il
Ferri
da
sia
E
sta,
inoltre
il
fermazioni morali: ch' bene che la societ esie che una parte degli uomini pu tranquillatogliere la libert a un'altra parte.
mente
Non
c'era bisogno di
mandar
rale.
non ha troppo simpatia colla moun calcolo segreto ? Non si potrebbe supporlo, dopo che si fatto il Rodomonte e il Don Quijote della pubblica puil
Ma
Ferri
C'
forse, in quest'odio,
rit.
i
Ma
la
morale
gli
gli
serve di strumento,
il
come
libri di
criminologia, che
non intende,
grande
uomo
263
'Giovanni Q)ailati
I.
Dovendo
si
mi son
di pi.
si
ama
che non vedemmo, la parola esce pronta e franca la prosa vien gi lustra e
;
tirata
come
la pasta
sano con
la bella sicurezza di
un eccitamento
tutto
cerebrale.
Ma
com-
meglio di voi
stessi e
pi
modo ch'essa tenga a ogni pensiero del vostro pensiero e ad ogni parmet
della vita, in
ticola del vostro essere; se
un uomo
stato per
voi
non
gi
il
scritture soddisfacenti
ma
264
l'amico
nient'al-
tro
mente
in tutti
momenti
abili
montatori
mo-
l'incer-
e l'esitatutti
gli
bito
pudore
tutti
nudo anche
bra
tesi
il
om-
l'affetto; l'analisi
amorosa impedisce
la sin-
parasi
dossava Diderot
cui
s'ha da scrivere.
come storico, come filosofo, come insomma di queste mille pagine, dove
ha raccolto
265
tutte le
(1).
Egli
non per
si
me
pu
un
pio,
oggetto intellettuale
qualcosa che
un Herbert
of
lunque.
Non
il
ma
suoi
lo sento pi
mio.
grosso
Dietro
Scritti
volume
bianco
de'
come
mica e paiiente, i suoi scoppi di riso; lo rivedo intento ad ascoltare cogli occhiali cascanti innanzi
e
i
il
fiutare le verit
mano
a tracciar figure o parole sui marmi de' caff o nelle pagine de' suoi taccuini lo rivedo con me,
;
con altri, con mille altri, a Roma e a Firenze, a Bologna e a Milano, a Ginevra e a Parigi; da Biffi, da Castelmur, da Vachette, da Aragno;
lo rivedo acceso di ardore nelle discussioni vaga-
bonde; acceso di allegria dinanzi ai tortellini di Lapi o ai broccoli della Sora Nina acceso di febbre nel letto bianco... Rivedo, insomma, e risen;
(1) Scritti
di
pp. LXXIV, 972. Gli amici che hanno curato la ristampa sono M. Calderoni, G. Vacca e U. Ricci. Il primo, al quale si deve la massima parte del lavoro, ha posto in fondo un ricchissi-
mo
Gli
scritti
raccolti
son
213 e ve ne
manca
266
to,
lati
il
Vailati vivo,
il
nato a
Crema
figura, la
ni e
i
sua carne,
suoi calembours.
di
altri
nobbe,
il
volume
La matematica,
non
la
era-
di lui. Si
cupato ,uno de' primi, di logica matematica e che n'aveva scritto si sapeva che aveva studia;
si
sapeva che
per
filologia,
leggevano anche, o-
gni tanto,
ma
la
sua
attivit di scrit-
sembrava
Messembra e!
norme, quanto
ta
ma
di
gli
intimi
fatica e
rado
recensioni.
l.
La sua
vita
non era
non era
come
;
note e quelle
tut-
dovere,
egli
ma come
un dovere
ed
magari
267
forzarli.
Ma
tutto
in lui
forse
il
ma
e per
gli altri.
il
per
Pi che l'autore e
tanti
!
l'amico sicuro
maestro
egli era
per molti
di ogni mattina e
il
di ogni sera, la
guida amorosa,
coinpagno
in-
stancabile,
il
una specie di Socrate feimigliare, sempre desempre aperto; una specie di savio antico senza durezza, una specie di prete laico senza pesto e
danteria.
La sua
zata
da
tutti,
e di essa
Ma
dove son
le
prove, fuor
che nella nostra memoria, della sua bont profonda, della sua generosit semplice, della sua cordialit sincera, della
all'erta,
penetrazione morale
tro,
Chi l'ha conosciuto denchi vissuto accguito a lui per anni sa che la
?
sfera della sua vita, e, dicicim pure, la sfera visibile, era assai
Pi che
lui
pensatore
attirava in
Vailati
sacrati;
i
l'uomo.
figura poetica
i
almen
conduil
pe2:zi
fiorellini, le stelle, la
primavera e
per
Ma
per
gli altri,
gli spiriti
che
sia l
dove
gli altri,
Non
ave-
non era
!
eroico,
ma
va e conserva
sua poesia.
Un
professore d matematica
!
Un
omaccione
provinciale e disordinato
sillogismi e di formule
!
Un
almanaccatore di
di tutto,
Sissignori
Ma
egli era,
si
prima
In
uno
:
di
fanno sempre pi
lui.
rari
ave-
me
di ambiziosi e di armeggioni, in
branco di gente che cerca soltanto il mangiare e il comodo- suo e fa servire anche la filosofa,
anche
il
mani
re) di
in
birbaccioni uniformi, in
mezzo a un mondo
in
pi
inutili si
per
il
pensiero, per la
che girava
il
mondo
senza speranze di avanzamenti, pi felice nel dare che nel ricevere; fermo nelle sue idee ma pur capace di comprendere e di gustare esperienze diverse
dalle
sue
epicureo
269
dell'intelligenza
ma
ma
non chiuso
va straordinariamente
gliosamente l'amicizia
la
:
a quel modo Beethoven e l'amore non pu esser anima piccola e impoetica. Ed ora, da due anni, la sua bocca chiusa per
tutta l'eternit e la sua calda
mano d'amico
fat-
no queste mille pagine stampate e qualche centinaio di lettere dove un po' pivi della sua anima
traboccata.
ti
Ma
lui,
tutti
non sono
non son
non
ci
danno
di quelli
che pi
gli
un uomo
cos
si
che pu restare di tante pagine ma chi potr, se non lo conobbe, immaginare, accanto alle gelide pagine e agli stecchiti pensieri, la viva persona che
li
scrisse ?
Ma
proprio necessario
chieder qualcuno.
Codesto Vailati fu veramente qualcosa di notevole fuor della testa del suo unico discepolo e
dei suoi
II
lettori
saranlui
no moltissimi
e
gli
quelli
calore e delle
mie
parole.
Ma
filosofi
negano co-
me
negano il cacciatore, quell'affetto me, vivo, per il Vailati vivo, s' approfittato dell'occasione e ha voluto, sia pur fuggevolmente, sfogarsi. Ma l'affetto non prova e non insegna il mio dovere non compiuto. Ecco qua. Giovanni Vailati nacque a Crema il 24 aprile 1863 dal nobile Vincenzo Vailati e da Teresa
gli struzzi
ch'io sentiva in
Albergoni. Fece
di
Monza
matematica a Torino, dove, nairra il suo biografo, un professore francese al quale era stato affidato contribu, con letture e discorsi, a fargli perder
271
la fede.
le
1888 e
matematica
pura.
libri
potesse.
Pensava gi
di darsi all'insegnamento e
:
ne
scri-
veva all'amico Premoli fin dal 1891 in questo medesimo anno compariva il suo primo scritto,
nella Rivista di
Nel 1892
stente
di
il
Peano
assi-
Nel
1893 fu nominato assistente di geometria proiettiva e poi assistente onorario del prof. Volterra.
Nel
sa
di Pinerolo
nell'anno stesso
;
al Liceo di Siracu-
l'anno dopo a
Como
A
si
Firenze
si
brillante della
sua
vita. Perfino
ne si accorse di lui e il ministro del tempo, per suggerimento del Salvemini, lo chiam a far
parte della
la
Riforma
della Scuola
di svolgere
Dal 1906
Roma,
di-
scutendo e scrivendo pi di prima, e affaticandosi forse pivi del necessario per non mancare a nes-
suno de' suoi doveri. Verso la fine del 1908 si ammal abbastanza gravemente a Firenze; ap-
pena
gli
si
i
sent
meglio volle
.partire,
contro
consi-
Roma,
1909.
e a
Roma
suore di S. Carlo
il
13
maggio
Era
di persona piuttosto
grande e grosso:
di
la
un p*
quella di
un pastore tedesco o
un contadino
di Breughel. di vesti,
Non
ma piaceva a ognuno che con lui paranche per poco. Rideva spesso aveva del fanciullesco e dell'ingenuo anche nell'arguzia e pareva che volesse divertire se stesso svegliando
lasse
:
il
Fu semplice
di abitudini; sobrio
moodi
destissimo in tutto.
la
Amava
i
appassionatamente
e
i
musica e l'amicizia,
il
libri
viaggi
soltanto
e
i
fumo
sistemi di metafsica.
Non
non
Ebbe
piii
am
con affetto
che paterno e
piii
Viaggi molto,
sia per
Germania,
Danimarca,
i
Ungheria,
popoli,
Greci.
Fu
bile e
pur pareva che non facesse nulla perch sempre era insieme con qualcuno, in casa o fuori, per discorrere dei pensieri suoi favoriti. Stava lunghe ore nei caff e desiderava sempre cono-
Non
era eloquen-
ma
suoi
discorsi, tirati
ti
a pulimento logico e
tutti
si
sfaccetta-
di
metafore e spiritosaggini,
orgoglioso della sua
ascoltavano
Fu
mente e
ma non
vanitoso e non
si
Non ebbe
nemici.
in.
Chi scorra
quante cose
ra pochissimo
il
volumone
di logica
egli si
;
di
economia
;
politica e di
di logica induttiva
metodo e
trova in-
ne e senza
si
filo,
dove da un teorema
di logistica
passa a una
a un saggio di storia della meccanica eppoi a un problema di terminologia platonica o di tecnica razionalistica, a un articolo di filosofia impura , a una recensione di economia politica, a un excursus etimologico. In chi non sa altro di lui pu nascer l'impressione che questa raccolta sia stata messa insieme dall'amore dei superstiti e non sia giustificata dall'utilit per gli studi e dal
sta
((
ciones , , secondo
nici
Eppure questa apparente silva de varias lecme, uno de* libri pi orga((
e coerenti della
Giovanni Vailati fu un curioso, un vagabondo, un enciclopedico, un leonardiano nel senso antico e recente. Non v'era scienza che non l'attirasse, problema che non lo incuriosisse, uomo o lingua che non lo seducesse. Somigliava, in meglio, a quel Bayle, ch'egli non citava quasi mai e che gli piaceva tanto. Era uomo che guardava a
ogni punto dell'orizzonte, che spiava
275
il
soffiar di
Ma
la curiosit
non
lo rese
mai
a
superficiale e l'universalit
dilettantesco. In
non
mezzo a
lui,
ordinava,
bailamme
di
e pensieri eterogenei.
lo
zibaldone in sistema
La chiave
todo
o,
da questo: che
egli,
modi
coi quali
problemi.
Per
lui,
insomma,
un
i
riflessivo
rere precipitoso
fini.
Da
tutti
no
solo,
ben ordinato e
secondo
lui,
titolo: Gli
Il
filosofo,
i
svi-
scerare
con
Il
filosofo, invece,
ri-
ritornano
un
menti del pensiero (linguaggio, logica...) de' quali abbiamo sempre bisogno, qualunque sia il fine che
ci
proponiamo.
piaceva rassomigliare il filosofo al barche deve ogni poco radere sulla guancia dell'umanit le cause di errore che continuamenGli
biere
te
coltelli
che sempre
se
ad un chirurgo per
sal-
La
tutti
filosofia,
Se
vi infatti
un
caratfilo-
consista in ci,
che compito di quest'ultima non tanto di fare delle scoperte quanto piuttosto di prepararle, di
provocarle, di farle fare, contribuendo coll'analisi,
la via
gli
sgomberare i mezzi e
gli oIl
strumenti
opyavx
richiesti
per superare,
stacoli
che rendono
il
difficile
progredire in essa.
caso di Bacone,
trombettiere che
battaglia,
cui valore
come
scienziato
gli
altri
ad impegnare
dandole
e dei molti
si
altri
filosofi
che
si
trovano nello
stesso caso,
le
campane non pu
nello stesso
che la processione (352) (1). La sua idea dominante quella che tutti gli uomini pratici conoscono da un pezzo per mi:
gliorare
ri
;
produtto-
cio
per migliorare la
filosofia
bisogna mi-
si
Continuando a filosofare gli errori e i non sensi accumulano ed bravo chi si ritrova. Ci vuoinvece, ,una terapeutica mentale,
le,
un continuo
un
perfe-
richiamo alla strada buona, una sempre rinnovata analisi de*. processi dell'intelligenza,
cessari.
Dunque, prima
le questioni,
fittizie.
vedere se son
reali
apparenti, vere o
:
esame
(1)
numeri
volume degli
Scritti (Firenze,
278
che
ci
presenta un perfeziona;
mento successivo
di stumenti e di concetti
studio
Questo studio dei mezzi trov nel Vailati il suo punto ottimo nel famoso Pragmatismo. Tutti conoscono, credo, la formula pragmatistica, quella derivata dal pragmatismo originario del Peirce:
una proposizione
in
qualsiasi,
non ha senso
se
il
non
cui
quanto
si riferisca
ad esperienze possibili
verificarsi
falsa.
le
Il
la
o no possa farcela considerare vera o pragmatismo vuol riconoscere quali sono proposizioni di cui si pu stabilire la verit e falsit e quelle in cui ognuno ha ragione. Cia-
ma
non
Su
si
questa
il
futurizzazione del
metodo induttivo
fonda
trov
Il
pragmatismo peirciano e
il
in questo prin-
cipio Vailati,
il
ideali.
pragmatismo
disprezzo
le
gli asceti
hanno per
donne
come impure
i
come
produttrici di
pseudo-piaceri), che
filosofi
a
stessero in
maggior
alle-
namento
critici stranie-
rimproverano
altri
sieme ad
(417).
Non
di
suprema corte
il
am-
mettesse che
nerali
compito dei
filosofi
fosse appunto
ed
E
sa,
altro verso
((
come ogni altro ramo di scienza e di zione, non pu a meno che aver di mira
minazione di
te e di
speculala deter-
relazioni, sotto
non
servire
dir nien-
Ma
la filosofia,
secondo
pi,
distingue dalil
le scienze,
generale e
Ma
il
Vailati
a-
mico fervente e costante del distingue jrequenter egli dice quasi se ne duole, a La forma sotto lo quale frequentemente ci appaiono i risultati delle ricerche losoflche non quella del riconoscimento, o della determinazione di nuove
280
distinzioni e differenze,
tica,
ma
comunemente non gli sembrava, come a' molti, strada buona e da seguirsi sempre. Tanto pi che questa mania del generalizzare li porad oltranza e sempre pi, all'infinito
e del rigetto di distinzioni
(582) e quella
ammesse
ta facilmente
i i
mezzi di cui
si
ai fini
per
La
tenden-
no
ci
servire allo
loro,
che quello
di
condur-
sia poi, o vi
di
meno
la
il
tendenza a ricercare
ni oltre
farci riconoscere
come e
in quali circostanze si
producono
la che si tratta di spiegare tendenza a dare, o ad esigere, delle definizioni anche di ci che non pu essere definito se non ricorrendo ad altri concetti o parole ancora pi
i
fatti
tendenze e
le altre
analoghe,
il
cui
filosofo
quanto
si
voglia distinguere
costituiscono
altrettante
speciali
campo
(788).
il
Vai-
lati
paragonava argutamente
il
cercatori dell'as-
soluto a quell'areonauta
sempre pi
vestiti,
cominci a eppoi la
tali filo-
Contro
scri-
forma semitologica che la fa assomigliare a una continua battaglia tra sistemi, egli s'augurava una reciproca strage di metafisici e che quelle battaglie aveva
la storia della filosofia in quella
l'altra, un esito non diverso da quello che si racconta della lotta fra i due leoni che si mangiarono l'un l'altro lasciando sul terrno solamente le due code (552). Da questa concezione derivava la sua poca
))
simpatia per la
zione per
se e
si
filosofia
la filosofia
francese
del diritto
sofi
Ce
si
modo
particolare e
compiacque che il Paulsen sostenesse che fra Kant e Hume questi abbia in fondo ragione e che
tentativo di dimostrare l'esistenza dei giudizi
sinteteci
il
a priori sia
fallito (293),
e ritenne collo
sempre con
Hume un
conto da liquidare.
Locke e
di
E lo inHume comi
fa
me
un po'
che mi farebbe
282
il
Newton come
dei
precursori di
Bach o Beethoven come dei precursori di Chopin o di Meyerbeer (680) e arriva a dire che G. E. Lambert superiore a Kant, tanto superiore che questi non l'ha nemmeno capito! (681). E nega che da Kant venga la geometria non euclidea, la quale anzi in perfetto antagonismo colla dottrina kantiana dell'idealit del tempo e dello spazio (310). Rileva con soddisfazione come lo sviluppo moderno della psicologia genetica abbia dato torto a Kant (634-635) lo accusa di man;
canza
mente che la Critica della Ragion Pura rappresenti una rivoluzione filosofica (681). Quando si pensi che, per molti, Kant rappresenta ancora la filosofia, non c' bisogno di aggiunger parole per rilevare in qual contrasto fos-
mente del Vailati con quella de' pi fra' compagni di tempo. Ne poteva rifugiarsi tra i positivisti che davano anche loro esempi di quel vuoto nascosto da parole e di quelle irrego.
se la
suoi
e debolezze di procedura teorica che tanto seccavano e lo disgustavano nei metafisici alemanni. Egli voleva una filosofia che stesse in conlarit
lo
tatto,
da una parte
il
ma
senza e-
sagerarsi
il
neanche
troppo
uti-
litari dell'altra.
un
qualsiasi scopo.
Il
filosofo
deve fornire
neutralismo oltre
es-
quale rifugg
sempre dalle divisioni e decisioni definitive. Partendo da questi principi tutto quanto gli organizza intomo osservazioni sulla logica e
:
si ri-
anno della sua vita il aveva composto, incitato da chi scrive ed aiutato da Mario Calderoni, il primo capitolo di un manuale del perfetto pragmatista che sarebbe stata l'unica opera sua vasta e sistematica. Ma la morVailati
te l'interruppe
qui che
Io
trucioli e le scheggie.
non posso
non pot
fare in tutta
Ho
Solamente indicato
il
punto da cui
struzione.
si
Ma
dovrebbe muovere per una ricovolevo dire alto e forte che qui non
c' soltanto
ti.
un cadavere e non soltanto frammenC' un insieme di teorie e un indirizzo di penrappresentano, nella filosofia italiana
gli in-
siero che
d'oggi,
fetti
segnamenti di Vailati non passassero senza efNoi vediamo ogni giorno uomini che voglio!
no fare, produrre, discorrere, risolvere e forse non hanno speso un giorno della vita per esaminare l'interna opera del loro linguaggio o le norme del loro cammino. E allora vengon gi, niagaricamente, i paroloni oscuri, le soluzioni affrettate, le sintesi pericolanti e
i
dai
fiori
e non per
filosofi soltanto.
285
Arturo ^vinelli
Italia
i
pi
ma
non sanno
sanno
di
di lui
che
si
il
nome
la letteratura, e
fermano.
Innsbruck e di Torino e
commosso e i critici si sono accorti tanto dopo il libro sul Romanticismo e recente su Hehbel (I).
;
di lui soll'altro
pi
Ma
l'erudito,
non
lo storico,
conferenziere
ma
il
(1)
Si veda,
anche
il
Dante e
Vita
la
1906)
e sopratutto
voi.)
La
1916,
guita da
un esame
anima tutti credono d'averanche gli avvocati. E ce l'hanno: ma son anila, me fatte a macchina, anime buone per tutti i giorni, che si lascian prevedere come una esperienza di meccanica, e dalle quali non esce mai nulla che gli uomini non posseino aspettarsi da un
Si fa presto a dire
:
loro simile.
Quando Shakespeare
was a man
sca,
((
fa dire
ad Amleto;
He
e'
non intende
gi quell'animale for-
ma
l'al-
quel
man
si
mo
o almeno quando
dico
quando
((
si
dice --
il
tale
ha un'ani-
ma, un'anima
come
un
riet
tutte le altre,
e che v' in
lui
un
fremito,
brivido,
un
lievito,
un fermento
di straordinair-
reparabilmente volgare.
ma
a
turbata sempre,
commossa
spesso, e a
tratti
tratti
come
quella
come
come
semplice
fiera e
Chi conosce
Farinelli
il
Giornale
non
pu credere che un'anima come quella or depossa acconciarsi a far soltanto recensioni o a portar contributi... E' questa una delle singolarit di Farinelli. Ci che meraviglia di pi in
scritta
lui
il
spirito e
suoi prodotti.
Se
neghi d'esserlo
pensi a'
non
vi
e tragici d'altri
che usano
si ritrovi
Ma
che un
uomo
il
qual
dentro quel-
non
vili,
si
i
veda spender
la vita
a raccontar
le
vicende e
anime e a rivedere e a correggere libri che a volte non son neppur storia ma segatura di storie, fa un certo effetto penoso. Non gi che l'erudizione non possa esser cosa
pensieri d'altre
grande. Tutto riesce grande s' fatto in grosso e con sacra mana. V' faccenda pi triviale del cibarsi ? Eppure quando nell'Odissea vedicimo i bovi arrostirsi tutti in un pezzo a fuochi titanici su' margini de' boschi siciliani e leggiamo in Rabelais le infinite gesta pappatorie degli arguti gi-
anche il mangiare nobilitato e diventa materia degna d'arte e quasi divina. L'erudizioganti,
quand'
fatta in piccolo e
da animine
piccole,
pu
diritto
perch la possiede
al
par di pochi
e n'ha ma
ne fa da vent'anni e da gran signore. Gran signore forse poco: diciamo pure, senza timidit, ch'egli una specie di Sansone o di Eracle dell'erudizione letteraria. Conosce meravigliosamente le
meno
:
bene,
E non
sa la storia sola
ma ha
let-
to, ha gustato, ha saputo godere. E a qualunque argomento s'accosti, tutta la letteratura di esso,
diretti
che
vi si
riferiscono e
tutti
testi
suoi contributi
i
sue
recensioni
!
volumi.
Bi-
sogna vederle
sue recensioni
volte son pi
che di notizie e riferimenti. Pare, a leggerle, che l'autor del libro sia un principiante e che il Farinelli abbia studiato quel soggetto fin dai vent'cinni
e ogni
il
teinto
Gli che
Farinelli
quasi
tuto riscontrare
e-
stratto introvabile
amor
di
completezza e
19
c*
anche dell'eroico
le
sue ricerche e
le
sue re-
nomi e
di citazioni e
baldanzosa ricchezza, un epico non so che chanson de geste della cultura. E le sue polemiche hanno pur qualcosa di gantesco, che riesce a magnificare perfino la bliografa. Chi non ricorda la sua riveditura
di
gi-
bi-
di
dove
si contano a mimodeste spulciature gliaia ? Altro che le de' rivisti specialisti E si capisce che il Farinelli senta ma non la saziet del la saziet di tali lussi
le
aggiunte e le correzioni
Egli
non
s'
fermato a un
letteratura sola:
per
uomo
solo,
a una
lui la
goethiana weltlite-
una realt. Non vuol sentir parlar di letbench come comparatista teratura comparata ma non vi son sia celebre in tutta Europa
ratur
sua passione.
son Herder e
universali
Humboldt,
spiriti
molteplici e
vasti,
come
lo Spirito.
Ma
non
il
re negli argomenti.
Anima
dolorosa e travagliata,
anima, per dirla ancora con la vecchia parola, romantica ch'io conosca, oggi, in Italia, egli non s' dato a chiunque: anche nella scelta
la pi
290
compagni
in minutere.
e a
fratelli.
Ha
cercato
nati dal
magni
ma
non gi
quelli illumi-
meriggio della rapida fortuna e della fasibbene coloro che per essere troppo
cile gloria,
alti
rono,
il
tormento
dell'e-
Da Grillparzer a Leopara Lenau, a Goethe, a Dante, a Mtchelangelo, all'Alfieri, a Calderon, al Tasso, a Chateaulor
di,
ha
risen-
son loro
umana
non
dell'
tragedia e l'enorme
si
dante rassegnato
to .
infinita^
ed
ne
altre
il
si
un po' come
m
sian
che non
petto.
Ma
non potendo
non
piccoli,
i
ed ebbe
il
tentativi suoi
creduti capolavori.
291
La
ri-
solitari
e doloranti,
so la vita ed ai gioveoii
ti
i
ha trascorha insegnato che non tute che v' altra vita sot-
luccichii
son di
stelle
che ognuno chiama cos. Viviamo cos raggomitolati in questa aiuola nostra, egli scrive cittadini di xm minuscol
to quella
((
ai
momento che
curvi
sulla
fugge,
piccoli
interessi,
materia
plumbea; e ridiamo degli stolti che all'alto aspirano, ed ali vorrebbero per spingersi ai cieli, agli
illimitati
spazi, toccare
vita,
il
sole,
toccar le stelle.
L'ultima
esteriore.
la sola
si
vissuta, tutta
mondo
Ai giovani stessi, che una nobil missione ci impone di educare, togliamo luce, aria, libert; li avvezziamo ad essere pratici, a non
smarrirsi in contemplazioni e divagazioni oziose;
alla terra subito
li
riconduciamo, quando
Il
al cielo
al-
pensiero piegato
Le vamfolla,
pe
il
si
cuore.
La giovent
greui
ai
giovani appare
mente, con
(1) //
prontezza
(1).
VII-VIII.
292
Non
sentite
letterato
che parla
?
un poeta
numeri
come
ma un
qui
titoli
di libri e
pagine
ma non
non
:
un
letterato,
insegna all'universit
sore.
ma
soltanto profes-
mente
la precisione erudita
con foga ed esaltazione di poeta e perci, se il Capponi diceva il vero, quasi Dio (1). Si sente in lui, anche nelle pagine pi zeppe
di dottrina rispettabile,
ma
ri-
professore,
((
ma
di
maestro
che non di
lo dice
da
se.
Sono, ahim, stoffa di ribelle anch'io e agli impulsi dell'anima che in me freme ho lasciato,
sotto ogni plaga di cielo per cui errai e cercai pace, libero sfogo ognora.
Sempre inconcepibile mi
ha
in s sostanza
divina
))
(2),
(1)
se
il
critico
potess'essere
poeta,
.
sarebbe un Dio;
e G.
I.
bestia,
un arnese
N.
TOMMASEO
CAPPONI,
318.
(2)
//
Carteggio Inedito.
Bologna, Zanichelli,
1911.
Romanticiamo,
p. Vili.
293
Che importa
fetta ?
se
non sempre
Che importa
teorico
un sistema
in grandi spiriti
fa sentire
disfatti ideali
ge a tutto questo ima dovizia erudita che non riesce a soffocare i moti del cuore e l'ansia del pensiero
sare,
:
che volete di pi
Vi d incitamenti a penutili
esempi
come un
di pi, larghe
ed
suo
bibliografie e
non
siete contenti
ancora
?
il
Ad
lustre
alcuni d noia
critico
modo
di scrivere e
mi
il-
dicono che un
giovanissimo
anche
lui,
se
Dio vuole!
ma gi
n'ha
glie
fatto
S,
Lo
stile
vesciati,
d'immagini romantiche e
di
metafore or
e di parole no-
e sonore, fa
un po'
l'effetto
o di quello dellet-
l'orazione di cent'anni fa o di
terale
Ma
rie
non
cos
non
si tratta
di finzioni letterastile
tutt'uno
ed l'espressione necesrive-
saria e
lare
gli
il
grande e
il
vengon dall'anima
gli
amici
avviene di merettorici
e in tono maggiore.
conosce bene
il
quello
artificioso
naturale.
Non
ma
vero suo
gli
con
dovuta energia
sogna cambiar posto alle parole e torcere i periodi in altra maniera che non si veda nella coe familiare prosa italiana. E la sua prosa che ha momenti di romantica solennit e di vi-
mune
che
si
come, per
la
stessa ragione,
di
non dato
mucillagine di qualche
garzoncello scher-
zoso
Ma
io
non voglio
non da confondersi ne
soliti
n coi
le
professori.
siccome a
me
piacciono
anime come
ragioni del
le sue,
e di queste
quasi punte in
Italia,
ho voluto accennare
mio
cun
altro. Perch Farinelli solo e si sente solo anche nella ritrovata Italia dopo un lungo esilio
295
dotti
com-
pagni di rivista e di scuola, ed anche, ed la pi grave solitudine, tra que* giovani a* qusdi vorrebbe dare tutta Tappasionata anima sua (1).
(1)
Non ho
come
il
il
suo temperamento.
Il
primo
DIEGO CAROGLIO
(Marzocco.
PASINI (Voce,
7 luglio 1910). Si
veda anche
il
mio
artic.
296
Cttore Gieglia
\.
ad una classe di uomini che si va facendo sempre pi rara: un modesto. Per quanto egli sia il primo osteologo
Ettore Regalia appartiene
d'Italia,
di paleontologia, di paletnologia e d*
anatomia
dei ra-
sia,
forse,
uno
trascorre la vita
suoi fossili e
Liguria, conosciuto
mirato.
Quest'uomo ha il torto gravissimo e imperdonabile di non essersi mai fatto avanti, di non essersi battuto da se il rumoroso tamburo della fama. Mentre tanti con dieci fatti e un'idea fanno un libro ha preferito fare un articolo con dieci
idee e cento
fatti.
una simile mancanza di orgoglio e di coraggio una singolare anomalia, una sopravvisente
altri
tempi.
Il
Reglia pre-
gli
il
spontaneamente,
le
gelosamente tra
scheletri
ticate ?
o tra
le
pagine di
morte e dimen-
Bisogna dunque che si tratti di malattia innata, completa di quel senso di se stesso che
Sempre
scrisse
il
magnanimo
si
uno che se n'intendeva pusillanimo per contrario sempre si che non (I).
Il
e cos lo
tiene
meno
Reglia,
come
la
pi da disprezzo degli
altri
disprezzo di se
medesimo
si
degna di un cenobiarca della scienza e un romito dell'osteologia. Ed peccato, perch il Reglia forse uno degli psicologi pi originali che abbiamo in Italia, e se la sua opera
(I)
Dante, Convivio,
I,
II.
298
non sia, potrebbe argomento a discussioni utili intorno al metodo ed ai resultati della scienza mentale.
fosse pi nota di quel che ora
fornire
In
trent'anni,
attraverso
suoi
innumerevoli
di
ha trovato modo di pubblicare diciotto scritti psicoloiga dove ci sono vedute nuove, analisi
e,
sottili
moso
gli
di
ultimi anni
sia,
un contemplatore pacifico degli animali e degli uomini ha combattuto contro mezzo mondo: collo Spencer e col Bain, coll'Arsembri, e
Wundt
coirirons e col
perava
il
ha
criticato
senza piet
il
meccanismo
il li-
di corbellerie ch'
non s' vergognato di elevarsi a una concezione panpsichista del mondo, nella quale tutti i fenomeni son considerati come
che per
il
effetti
uno come me
oltre
degli stati
compiace
di rivendi-
II.
Parma
nella discreta
ben pensare
nel 1842, da
I
il
Con-
una buona
Studi,
f coniglia
Borbone.
da giovine, matematiche; poi dovette abbandonare l'Universit e ridursi a fare il cancelliere giudiziario.
Ma
Prati,
Ma
rimase
gli
fssa
ap-
Una
passeggiata
di alcuni
Palmaria nel golfo di Spezia, la scoperta ossami in una caverna preistorica, la cusaperne l'origine, lo riportarono di pregli
riosit di
Cominci a studiar da se
mali ed umani e
si
avanzi
fossili ani-
Paolo Mantegazza, che a quel tempo (poco dopo il 1870) si dava d'attorno per dar lustro e importanza alla sua cattedra di antropologia e
al
museo
suo assistente. Reglia cominci a lavorar sul serio e a pubblicare, ma senza ambizioni, tanto
che
rest, fino al
suo riposo,
il
semplice
((
aiuto
mon-
comparve
scientifica
che
il
Dopo
quello ne vennero
tanti di quel
umana. Egli ha
riscoperto,
per causa
il
ha dovuto
forza di critica
concetti che
hanno
su-
ha voluto mostrare
le applicazioni
mo-
e apologetico,
ma
il
tutti
sottilit
III.
Reglia non ha grande entusiasmo per la psicologia contemporanea. Secondo lui contiene an-
Lo
spirito
umano,
di
in queste materie,
un passo
oltre
il
punto, a cui
(1)
Siccome
si tratta
di scritti
poco
noti,
credo
utile
dare
le indicazioni
1.
losofia Scientifica
2. 3.
(1883) pp.
187-201).
(ibid.
pp. 309-331).
dei
Non
origine
ma
una
legge
negletta
fenonemi
Vi sono
emozioni?
(in
Archivio
per
l'Antropolo-
Sull'errore
Rivista
di
Filos.Scient.
6.
(1891) pp.
240-43).
7.
//
Pensiero italiano
no-
vembre
1891).
302
(1).
Vi sono,
nella psicologia,
fantasmi
))
8.
Risposta
all' articolo
il
dolo-
re
non
9.
un bisogno?
(ibid. die.
pologia
10.
XXVII.
La
Se
il
Dolore e azione
II.
in difesa di
una legge,
(in
Leo-
nardo
(1904) pp.8-11).
la douleur. (
.
14.
Comptes-rendus
sept. 1904,
du
II
Congrs
de Philos.
Genve,
pp.
483.486).
15.
lore?
Le rappresentazioni sono cause di azione come (Leonardo III. (1905) pp. 65-66).
sentimento un semplice aspetto?
il
do-
16. //
Archivio per
TAntropol.
17.
XXXV
(1905 pp.
173-76).
dell'agire.
Archivio per
la
17-34).
( Bollettino
I.
della Bi-
(1909).
all'Istituto di Stu-
un corso
libero sui
Fenomeni
psichici
neir evoluzione.
(1)
Contro una
teleologia,. 4.
303
con leggi precise e rigorose. Abbiamo, infatti, molte descrizioni e nessuna legge, se si eccettua
quella di associazione.
I
((
fantasmi
che
il
smo
l'antropomorfi-
la volont.
spetto al
emozioni
la
mol-
la coscienza
La
mondo
contro
psichici
Sergi.
che
il
modo
di essere dell'u-
modo modo
modo
diverso e
un
altro.
Non
si
pu
senza
alla conclusione
tronde non
si
pu
modo
di
un
al-
tro universo,
non
esiste
(\)
La
304
fare per
fatti biologici. Si
scorgono
ficienti le
fini
determinati.
Ma
se
si
credono insufsi
afferma di
conoscere un
modo
da
sto
sole e
non son
il
riuscite
simili
Ora
se quesi
mondo
e
si
vo-
smentiti dai
fatti
;
quanto
se
all'inferiorit
si tratta
d'un altro
inin-
mondo, dov'
tenzioni lo
telligente anteriore al
mondo;
o Natura,
relati-
ci
allontaniamo
egualmente dalla concezone fenomenica e vista eh ' la sola possibile nella scienza. Partendo da questi principi Reglia ha
sotto-
rigoroso,
mettendo
psi-
importanza dei
fattori
stamente contro l'importanza eccessiva che si data all'evoluzione come mezzo di spiegazione.
((
L' evoluzionismo e
il
il
scrive
Reglia
monismo meccanico
il
levarne
(1).
Ma
il
capo-
lavoro delle sue critiche al confusionismo teleologico resta la sua analisi dell'opera di Sergi, sulla
fenomeni psichici. La tesi fondamentale di Sergi da lui stesso riassunta in un passo Visto che la vita psichica comolto esplicito mincia con la sensibilit di relazione, noi affermigimo decisamente che lo spirito, o le funzioni psichiche, non hanno altra origine o altro carattere primitivo che la funzione protettiva, precisamente come il tubo intestinale ha il carttere e le funzioni che si riferiscono alla nutrizione: una pura e semplice funzione vitale e nulla pi Reglia cornincia coli* esaminare il confronto istituito fra queste due funzioni vitali. Nel caso
origine dei
:
((
conseguente
dunque anche
che
lo spirito
dovrebbe
avere
come conseguente
cio la causa,
la protezione.
Ma
d'al-
la funzione protettiva
l'antecedente dei
fatti
psichici. Si
ha dunque
figlio del
lo stranissimo
caso di un
padre ch'
proprio
il
me
dei
spesso la morte e
fatti
il
psichici
si
morte e
(1) //
306
Se
la protezione ,
guenza dei
fatto
fatti
come Sergi s'industria di numero di fatti, una consepsichici, ci vorr un terzo fatto
spirito.
Ma
questo terzo
esser la protezio-
non
pu
e rigetta,
teleologica, per
sitivismo.
Ambiente fisico e ambiente animato son ambedue cause di male e di bene all'intera
di Sergi
:
((
Ci semfatti psi-
fatti
meccanici o
Nel primo caso quel che per un essere animato sarebbe il male pi grande, la morte, non che una semplice trasformazione di materia e di moc'
terza ipotesi possibile.
non
una
mondo inorganico ci sono continuamente trasformazioni e nonostante ci nessun chimico e fisico ha mai parlato ne di beni n di mali. Si tratta di semplici cambiamenti
che diventano bene o male soltanto quando son
307
che
por-
giudica secondo
l'utile
il
il
danno che
il
ci
male son fatti psichici non possono esser altro che il piacere e il dolore. Infatti Sergi afferma che la forma
((
bene e
il
i
sen-
Ma
se
mezzi
far ces-
sare
sorto
il
male
afferma che
il
dolore
come conseguenza di se stesso e per far cessare s stesso. La parola protezione non ha
che due sensi possibili
lore) attuale
:
far cessare
un male
(do-
si pu far cessare quel che non esiste. Dunque se il male deve cessare vuol dire che esiste e siccome il male dolore, chiaro che il dolore
Non
esiste.
si
tratta di far
il
nado-
fatti pischici,
dolore
il
non ancor
nato.
il
Dunque
dolore; in al((
Se
ci
non
bisogna prevederli.
Ma
la previsione
uno
que ha previsto quei mali ? L'intelligenza d'un minerale ? O quella della prima ameba ? E' piuttosto improbabile. Allora bisogna ricorrere a una
308
intelligenza
Ma
Sergi,
come abbiamo
visto, dice
n.
che
le
?
religioni
son
((
fenomeni patologici
difficile trovar
allora
qualcosa di
male
si
che
il
il
dolore
non
Tutte
le volte
che c' del male, vicino o lonsi afferma che questo utile,
afferma che
il
il
dolore
?
realmente un bisogno,
come
alcuni sostengono
No, se per bisogni s'intendono quegli stati ai quali ci spingono le nostre tendenze e in cui trovano la loro soddisfazione perch gli uomini non cercano ma fuggono il dolore. Se invece s'intende
per bisogno la soddisfazione, allora non
cepisce comie
il
si
con-
duca
agire
l'azione, perch
non
quando
la
Ma
bilir
nostri bisogni
sta-
sua
dagli
tesi,
levar di
di
il
teleologia.
campo
possibili
nel
rle
di
dolore,
Reanche seguendo gli psicologi che le ammettono, si vede subito ch'esse son dei composti formati di fatti
glia sostiene che analizzando le emozioni,
affettivi
mescolanze che non aggiungono niente a* loro componenti. Sarebbe come se in chimica si dicesse: ossigeno, idrogeno e acqua. Bisogna dunque liberare le classificaidee, sentimenti) .delle zioni psicologiche
da
hanno
che c' un gran numero di modi del sentimento, mentre non ce ne sono che due Piacere e Dolore. Quanto alla volont le sue critiche son molto simili Riguardo alla classe Volont egli
torto di farci credere
:
((
scrive
sia
il
fatto
irri-
soliti
miscugli, e pi
che
altro
immagini
di
come a
Il
tal
movimento come
un
fatto psichi-
co.
Il
((
attivit
motivi
attivit
si
di-
fenomeni, e questi
ridu-
cono a
quelli gi detti.
fenomeni
psi-
ali 'infuori
delle sen-
sazioni
(fatti intellettivi)
che sono
fatti
irriducibili
alle
sensazioni,
localizzazione
(I).
vede la classificazione a cui giunge il Reglia d'un 'estrema semplicit: rappresentazioni e sentimenti. E di queste due classi, secondo lui, la seconda assai pi importante di quel che
si
Come
non
siasi-
creduto
due modi
il il
pensiero
IV.
La
(1)
Non
origine... p. 333-334.
811
prima
di tutte le critiche
egli intravista
ed
analisi di Reglia.
Avendo
questa
legge da s, senza suggerimenti di filosofi, cominci a leggere le opere degli psicologi e vedendo che questi la pensavano spesso in modo
a scrivere anche
lui.
La
//
(c
legge di Reglia
si
pu enunciare
cos
dell'azione. Questa legge non cos completamente nuova come il Reglia credeva ne' primi tempi del suo apostolato psicologico: se ne trovan traccie ne' greci (specie in Epicuro) e si trova abbastanza esplicitamente, bench con diversa terminologia, in Locke (I), in Genovesi (2) e in
Verri
tali di
(3)
Ma
il
gran
questa legge
indipendentemente da
tutti,
e nell'averla svilup-
ghezza e vigore di
tutti
suoi precursori.
Lo schema della dimostrazione regaliana semplicissimo: Non vi sono altri fatti psichici irriducibili
che
le
rappresentazioni e
sentimenti
le
Essay on
human
understanding, (1690),
II,
XXI.
Diceosina (1767).
Discorso sull'indole del piacere e del dolore, (1773).
312
rappresentazioni
impotente: soltanto
Quale forma di sentimento ? Il piacere no, perch quando si sta bene dove si e come si , non
mondo per agire. Non si agisce che per caimbiare lo stato attuale, e siccome gli stati che gli uomini fuggono, sempre, son gli stati
c' ragione al
dolorosi,
il
umane. Gi un'antica e comune formola affermava che l'uomo agisce soltanto per raggiungere il piacere o per sfuggire il dolore. Non c'era che un passo da fare per ottenere una sintesi pi generale e Reglia l'ha fatto. Un animale, un uomo che cercano un piacere, non sono in uno stato di piacere, per la semplicissima ragione che nessuno va cercando uno stato in cui si trova. Dunque lo
azioni
stato di chi cerca
in qualsiasi
modo
Ognuno
ammette che non si cerca ci di cui non si abbia il desiderio. Ora tutti i psicologi ammettono il desiderio essere uno stato doloroso; il Bain lo chiama, fra l'altro, ((acuta sofferenza... Se dunque ogni azione, pi o meno volontaria o cosciente, ha per iscopo di fuggire un dolore o di cercare .* Dolore posiun piacere, fatti stanno cos tivo, 2. Movimenti (azione) per farlo cessare; . Dolore negativo (desiderio), 2. Movimenti per
i
:
farlo cessare.
allora
si
vede che
le
azioni tanto
313
uno
que
il
componente
il
fatto di
sensibilit
tutti
sempre
lo stesso, cio
dolore.
Dun-
dersi sotto
nome
di azione,
hanno dal
lato psi-
ma
dolore
(I).
vedon subito
le obiezioni
tr dire
il
si
piacere
ma
il
se
desiderio doloroso e
in conclusione lo stato di
mancanza,
il
di bisogno,
tutto,
quale prolunga o
Si potr dire che in alcuni altri casi si agisce semplicemente per far .coritinuare lo stato attuale ma Reglia sar pronto a replicare che questa azione tendente a conservare il bene che si pos-
more,
quando apparisce il tiquando si predoloroso. stato senta in un modo o in altro uno Si potr pure obiettare che il dolore sempre
il
(1)
Non
314
accompagnato da
avrebbero lo stesso
fatti
intellettuali
(previsioni,
chiamati ante-
ma
Reglia dir
contenuto mentre
il
meno che
esterni.
accompagnamenti
la
generalizza-
zione regaliana bisogna pure avvertire ch'egli allarga moltissimo l'estensione dei concetti di cui
si
serve,
sfuggirle ci rientrano
ma
come
il
una lievissima o brevissima manifestazione esteriore. In un uomo che pensa c' un dolore negativo che produce
soltanto
delle rappresentazioni. Per azione bisogna
hanno
anche
altri
si
oppongono ad
ci,
pu
ritenere,
malgrado
che
le classifica-
che la
si
esatta com'egli
dire,
che
la
sua rigidit
mondo
315
Ma
non
si
pu disconoscere l'impoitanza e
la
una
cantinua reazione,
e,
in questo senso,
Il
un accori-
modamento senza
fine.
diminuire
le
sofferenze la
.
spiegazione supre-
ma
Tanto l'entusiasmo
eh' egli,
di Reglia per la
sua legge
s'
uomo
di
scienza e di precisione,
una generalizzazione cosmica che ricorda certe ipotesi cosmogoniche della egli filosofia presocratica si pu considerare
spinto fino ad arrischiare
:
scrive
gati
l'universo, con tutti i particolari aggreche presenta, come un effetto del malessere
ri-
hanno prese
: !
(I).
Fa un
bel salto,
questo Reglia
una
filosi
metafisica panpsichista
Volendo riassumere
in
con-
(1)
Non
origine...
p. 337.
316
Ma
uno
spirito sobrio,
gci
sono
il
stati letti
e capiti da pochi,
ma
io
credo
nome non rester soltanto nella scienza naturale come scopritore di nuove specie preistoriche o come teorico dell'anomalia delle vertebre,
che
suo
ma
che sar
scritto
anche nella
sofia
come
una
fra le
poche
umano.
317
Snrico Bergson
membro
dell'Istituto, ,
dal 1910 in
poi,
il
:
cio
gione
Collegio di Francia;
compreso da pochi. Da quando Nietzsche fu assorto con tutti gli onori universitari al funebre Walhalla ufficiale della storia della filosofa e da quando William James interruppe, morendo, la sua gradita predicazione prae assalito
da
molti,
ticista,
nessun
il
moda
i
quanto
dendo
le solite
((
calze turchine
soliti
clienti degli
))
sma-
Memoria ha concluso
volentieri,
318
con irrazionale
amonon pu valer nulla e che il Bergson passer, dopo il suo quarto d'ora d'infaprecipitazione, che la filosofia bergsoniana,
re degli imbecilli,
tuazione,
rini russi.
come
I
le seggiole secessioniste
balle-
disprezzato,
hanno
torto.
Se
la
moda non d ne
togliere.
I
prova
lettrici
la
grandezza neppure la pu
fa-
natici dei
non hanno
affie-
volito
o distrutto
la gloria di
Descartes e di Rous-
seau.
Anche
i
dre e
s'
appannata la ferrea maschera di Nietzsche. I bergsoniani sono spesso ingenui, le bergsoniane son sempre buffe, ma Enrico Bergson un filosofo che bisogna leggere, che dobbiamo meditare e che non potr esser dimenticato.
I
suoi cortigiani
ritrova fra
i
se
li
piedi
non
cos
profonda come
un metafisico
un
al-
nul
philosophe
si
assurment
n'avait
crit
cette
la rai-
langue
claire et si pure,
la vigueur
de
les grces
de
la poesie .
La-
che soltanto
sta di fatto
319
niano stata grandissima in tutta Europa, specie negli ultimi dieci anni. Per mezzo di Le Roy il metodo dell'intuizione ha rinnovato la critica
delle scienze e l'apologetica cattolica; attraverso
il
Sorel e
;
il
con Tancrede de Visan giustifica e chiarisce il simbolismo ed altre scuole e tendenze letterarie recenti. Dopo Va Evoluzione Creatrice (1907) alcuni scieiiziati, specialmente tedeschi, sono
tici
e le idee bergsoniane hanno avuto echi nella patologia nervosa e nella applicazioni ed
stati scossi
libri,
dalle letture e
Francia vediamo
calisti
preti
da una parte e
d' incanaleu-e
sindai
dall'altra
studiarsi
verso
loro mulini le
Non
si
pu
parlarne anche
corgersi di
meno di Non
parlarne. Bisogna
gi che
da noi
si
Tarozzi ne seppe intraveder l'importanza, e dopo parlarono pi largamente della filosofia bergso-
niana
il
Masci
il
(1899),
il
il
Petrone (1900),
(1903) e
Sarlo (1901), Adolfo Levi Prezzolini (1904). Nel 1909 usciva tra-
De
dotta in italiano
V Introduzione
La
(1)
E. Gergson.
Traduzione e
320
che
si
pu riguardare come
si
la
suo metodo, e
altre
saggi minori,
riducono poi a
:
tre sole,
mente fondamentali
il
a una
li-
pi
il
libro pi
famoso,
Riso (1909) aveva sbozzato, in poche pagine, una estetica, 11 sistema, dunque, se pur non ha l'ordine, l'architettura e la
mi
teologici e delle
caserme
compiuto.
Ma
vista,
noi
non possiamo
la
far altro,
volendo dare
al
modo
filo-
Mentre
travaglia
21
vano attorno
e coli 'induzione,
resultati
poco
o rigidamente contradditori, lavorando sempre cogli stessi strumenti, il Bergson ebbe l'idea d
cambiare
(o di voler
il
cambiare
quasi lo stesso)
meccanismo della speculazione filosofica e perci ha potuto ottenere, pur dopo tanti secoli di non mai fermo pensiero, sol'orgeino, l'arnese,
il
Bergson, sembrano
stati
mal po-
la
blemi tutta dell'intelligenza la quale, formatasi per certi scopi e in un dato mondo, porta le sue
abitudini prime in
mondi
tutti diversi.
S' detto
che
il
Bergson un
anti-intellettualista,
come
Berg-
Non
vero.
Il
genza e della ragione in quanto resteino al loro posto. Anzi concede all'intelligenza, nel piano inorganico e materiale, ci che neppur tutti i razionalisti le concedono, cio il raggiungimento della conoscenza assoluta. Ma sostiene che nel mondo non c' da spiegar soltanto il geometrico
e l'inorganico e che perci l'intelligenza non basta. L'intelligenza
ha
mo,
una parte
della
resto, cio
per
il
mondo
322
ne, quella
sieme
il
Secondo il nostro filosofo l'intelligenza , fin dalla sua prima apparizione, una forza al servizio
della pratica,
dell'azione,
si
L'intelligenza
come
ciali,
tri
e in particolar
modo
srtumenti.
L'uomo, per
gli
cose che
varsi
la tecnologia la
prima forma
dell'attivit
le
caratteri,
ha impresso e le ha imposto
profondamente
certe abitudini.
Originariamente
scrive
il
:
Bergson
noi
non pensiamo che per agire la nostra intelligenza stata colata nelle forme dell'azione. La speculazione un lusso, mentre l'azione una necessit. Ora, per agire, noi cominciamo col proporci uno scopo; facciamo un piano, poi passiamo ai particolari del meccanismo che ce lo far realizzare. Quest'ultima operazione non possibile che se noi sappiamo su cosa si pu contare. Bisogna che abbiamo estratto dalla natura delle somiglianze che ci permettano d'anti-
dunque
si
applila leg-
o incoscientemente,
delinea nel
da
sta
Ma,
sostegno
catenare
e .questa abitudine
da
in-
mo-
siamo artigiani. Cos l'intelligenzaz umana, in quanto formata per le esigenze dell'azione umana, un'intelligenza che procede nello stesso
tempo per intenzione e per calcolo, colla coordinazione dei mezzi a un fine e colla rappresentazione di meccanismi a forme sempre pi geometriche
azione,
deve tener conto del slido, dell'identico a se stesso, del misurabile e numerabile, dell'immore,
bile.
Quel che
si
genza
quando opera
sulla
lati
zettando
reale
perpetua novit
di
stabili
omogenee.
L'intelligenza
scontinuo e sopra
linguaggio che
ci fa
ben
che
distinte e separate le
mondo
della materia
da
lei stessa, in
un
concepibili,
tutto
va bene.
Il
quando
triche e
mondo
bene
con-
hanno
il
servito cos
mondo
inorganico e materiale.
Da
questa
le
Bergson, tutte
blemi
filosofici.
a quella fra
incolmabile.
l'inerte e
primo
la sfera dell'identit e
due mondi cos opposti debbono corrispondere due opposti mezzi di conoquesti
scenza.
Uno
mo
non
basta. L* in-
stessa sul
tanti
modello del
mondo
fisico
e di creare
do dei
tafisica
una monsolidi, ma le sconfitte secolari della mefatta a forza di ragion pura hanno oramai
dimostrato la nativa infecondit di quel metodo. Fra intelligenza e materia se l'intendono: son
nate e cresciute insieme.
Anche su
il
questo punto,
Bergson rinnova
completcmente
le
monia
prestabilita, per
spirito.
kantiani le cose
il
si
adatl'in-
tano allo
Secondo
si
Bergson, invece,
telligenza e la materia
vamente l'una all'altra per mermarsi a una forma comune, sicch si pu dire che lo spipto fa le cose, in quanto le rappresenta e le modifica a suo modo, e che le cose fanno lo spirito, in quanto lo plasmano, sotto la forma d'intelligenza geometrica e discorsiva, a loro immagine
e somiglianza.
Ma
mondo
della vita
il
tuizione, a Si
chiama
intuizione, definisce
il
Berg-
quale
ci
si
mentre colla
come
ad esse per
stessi,
descriverle, e considericimo
intuizione, invece,
di
im-
strin-
non
con
lei,
di vi-
questo
modo raggiungeremo
petuamente mobile, del perpetucunente diverso ch' proprio del vivente e possederemo l'assoluto
come
il
i
mondo
dell'inerte.
Anche
il
il
Bergson,
il
come
positivisti,
vuole
dato,
fatto,
il i
come
metafsici,
ma
ritiene contro
saputo penetrare, c' l'assoluto e non il relativo e afferma contro i secondi che l'assoluto non
astratti
e nelle formule
qualcosa che
positiva
))
si
potrebbe chiamare la
il
metafsica
se tanto
sostintivo
agli
che l'aggettivo
tentativo del
Bergson
consiste,
insomma,
il
nello sforzo fatto per risalire le inclinazioni millenarie dell' intelligenza e per ritrovare
fresco
succhio e
il
numerevole sotto
le
buccie
fossili
e le coperte di
piombo
movimento bergsoniano un movimento di liberazione, una riforma che non distrugge; una rivoluzione eh* anche un ritorno. Come Lutero
voleva tornare dalla lettera e dalla corruzoine della chiesa cinquecentesca allo spirito e alla purit del
tornire
Bergson, nel
mondo
matematiche della
a
tutte le de-
conoscenza razionalista
nezza
formazioni
alla
spontaneit e pie-
ma
Perci
egli,
a quel meraviglioso
il
quale sa senza calcolare, conosce senza sperimentare, ed una specie d'intelligenza in azione,
fattiva e la
vita.
non
discorsiva, che
accompagna e guida
il
Bergson non
che
all'
ma
pi vicina a questo
Ora
il
proble-
ma
vitale del
pu essere espressa
328
critici
rispondono gagliardamente di no e
filosofi, oscurit,
rie-
contraddizioni e con-
Ma
intuizione,
bile e
almeno
in lui,
possibile, esprimi-
da
lui sollevati
329
QJDalt
QDhitman
^'^
I.
man come
per
Confesso che non posso parlare di Waft Whitparlerei di qualunque altro. L'anima
me
fra
suoi
libri,
due volu-
(1)
Foglie di Erba.
R. Sandron. 1908.
330
della
un bourgeois gentilhomme una idea ben chiara differenza che c' fra versi e prosa e
,
non mi curai
pire spesso
di
da riem-
due o
tre righe.
Li leggevo, o meglio
contano
le
sillabe
alle
conterebbero, se potessero,
in eimore.
note al rosignolo
E debbo
latino,
non ho
del
traverso Virgilio o
virt
Dante
e tanto
meno
per
casuista
Petrarca
dell' intarsiatore
che poeti
ma
enumerazioni e
oggi,
le
Anche
ed
((
dopo
i
((
tanti anni,
non so
rileggere fredda-
mente
vi
sussurri di
morte
celestiale
Ei
)).
era un
Pi tardi ho letto le Leaves oj Grass in inglese; ho conosciuto la vita e l'aspetto di Whitman in grossi libri americani, ho studiato le questioni
metriche che
si
ma non
di grazia
Non
tempo e
luogo uno
331
prima del
squarcio di auto-
biografia spirituale,
ma
come
se fosse
uno dei
come un
fratello
amoroso pu parlare
amato, intendendo, naturalmente, che si tratta di un fratello giovine e minore che parla del fratello morto e maggiore.
fratello
altri
un
potessi
comunicare
agli
presentare a tutti quelli che mi leggono l'immagine viva e fedele dell'anima fanciullesca ed
tessi
enorme, ubriaca di gioia e grave di malinconia, del poeta che amo Ma non vorrei occuparmi della sua vita mortale. Cosa importa sapere in qual tempo egli stato stampatore, giornalista, falegname, infer!
democrazia? So che nato in America nel 1819 e ch' morto in America nel 1892, senza aver mai lasciato il suo paese. So che egli stato nella vita ci che appare nei canti un uomo completo, semplice, leale, amante della natura e degli uo:
Uno
ir-
che
una franca ed
egli
offerta di
amicizia:
porgeva la
mano
in maniera,
sempre.
((
Di
io
tale
onesto ac-
godo sempre quando lo incontro, e preferisco i poeti che hanno cantato il dolore e hanno veramente sofferto a quelli che hanno verseggiato tutti i sentimenti possibili restando sempre con Tanimo tranquillo in una poltrona sicura. Ma quello che rri 'importa di pi in un uomo ci ch'egli ha .saputo estrarre dalla sua vita e non la sua vita intera e i biografi minuziosi mi son sembrati sempre somiglianti a colui che per gustare un vino generoso andasse a ricercare Conoscere la i raspi e le buccia da cui fu tolto. vita esterna dei grandi spiriti pu soddisfare la amateurs d'ames o dei raccocuriosit degli glitori di aneddoti e pu servire anche quale eccordo fra
la
vita e
la poesia
((
ma
viene presentata.
La
Walt Whitman che d'altri. Infatti tempo, un poeta universale, un poeta del tutto e non delle parti, un poeta del mndo e non dell'America soltanto e d' altra parte un poeta personale, individuale, intimo che ha potuto dir con ragione: ((Camerata, questo non un libro. Chi tocca esso, tocca un uoproposito di
mo
(494).
333
tutta
l'anima del poeta, tutto quello che egli volle dire, insegnare e lasciare ai suoi amanti, ai suoi camerati, agli uomini tutti, e le cento e cento
Foglie d'Erba son la parte veramente immortale
della sua anima.
Ma non vorrei neppure, a proposito di Walt Whitman, far critica letteraria, come usano coloro che non avendo niente da dire di proprio
studiano in quali maniere dicano
loro.
gli altri le
cose
ci
sono
da
co-
porre e da risolvere e
potrebbe vedere se la
affatto
poesia di
me
lo
metrica
dopo
di lui Noel,
Stedman, il Gamberale e molti altri, oppure se v' una cadenza dattilica'come credeva il Macaulay, o una specie di rima consonantica qome vorrebbe il Triggs, o addirittura un'armonia ritmica latente, una rima psichica e dei periodi
strofici
come
sostiene
il
fatto O* Connor e Nencioni, a quali moti naturali assomiglia di pi il canto Whitmaniano, se al vento delle foreste o
trebbe ricercare,
come hanno
alle
onde oceaniche, e
si
Whitman
sui
movimento
fran-
frontarla con la perifrasi cara ad Omero, con la metonimia cara a Dante, l'antitesi cara a Victor Hugo e la metafora cara a D'Annunzio. Ma tutte queste belle cose non interessano noi che cerchiamo nel mondo e negli uomini l'attivit spirituale
Walt Whitman ha scritto alcuni canti che sono come poesia pura, come musica, come immagine, come scelta di parole, ma non ,
meravigliosi
fortunatamente,
la
il
dire agli
uomini e vuole che gli uomini l'ascoltino, e perch lo sentano meglio, egli canta, a gola aperta,
i
nostro dovere
il
dovere di chi lo
ama
di estrarre
il
da
amore a
figli
a noi
II.
suoi canti
Perch Walt Whitman s' messo a scrivere i ? Forse perch era un letterato fin dalla
? Per acquistar gloria ? Perch non era capace Id'altro ? Ma neppur per sogno Walt Whitman, prima d'esser poeta, era un uomo, un
nascita
335
drare
alberi
fabbricar
tavole.
Non
era
uno
che hanno
Chiede-
per orizzonte
il
il
sti
da
me
rime armoniose
Cercasti le pacifi-
per un tale
come
le
Lascia perci
no, perch io
con
non
cullo alcuno e tu
si
non
potrai in-
tendere
me
rivolge a
un
le
col suo
volume per
Il
divertire
gente,
per molcere
la classica
arpa
eolia,
((
ma
folle riso
fischiato, echeggiante,
e destatore di
si
del Colorado.
Sono
incolpati
?
miei canti di
di
?
Di aver dimenticato
fondere in se
le
le
tempo limato e
polito
(477).
e le colonne e l'arco
!
dire
Walt
Whitman. Tutto questo letteratura ed io fo risonare il mio barbarico strillo su per i tetti del mondo (87). Egli non canta per cantare ma per
33$
sono
colui che,
insultando,
nazioni e grido: Balzate dai vostri seggi e lottate Io sono educatore di per la vostra vita (336).
!
((
atleti.
un pi ampio
petto del
(83).
mio testimonia
l'estensione del
mio
per forza, volendo essere educatore, dev'essere rude e senza complimenti. Non un daio
per
no,
ha da lottare con me, mentre passo, premi dell'universo (23). Egli dunque, pi che poeta nel senso modersi
i
solidi
un vates nel senso antico: un profeta. Egli non il cantore di certe determinate cose o di
alcuni sentimenti
:
il
poeta dell'universale,
il
Vi sono poeti che cantano solo V amore per la donna .altri solo l'amore per la natura, altri solo l'eimore per la patria o per gli uomini o per s
stessi
ed
egli
Non
far
ma
scono all'insieme,
poemi che si riferiscono poemi e canti che si riferie non canter riferendomi a
far
un
solo,
ma
riferendomi
tutti
(20-21).
do e
egli
mondo
(381).
Ed
racconta che la
musa
gli disse:
Vieni, can-
cantami l'Universale
(227).
Altrimenti
come po22
337
trebber
tutti gli
uomini ascoltare
suoi canti
">
pi personalista dei
Non
forse egli
il
su-
perbo autore del canto del proprio Io ? Fin da Ma io canto una semplice principio proclama e separata persona (1). ((Io celebro me stesso
:
((
e canto
me
stesso
))
(27).
non
sotto
il
nome
faccia e
ma
man, un cosmos,
nera
figlio
ma
((
fluente sul
mio
collo, le
il
mio portamento
Divino
io
(120).
sono dentro e
e santifico qua-
lunque cosa ch'io tocchi o che mi tocchi... mio capo vai pi che le chiese, le bibbie e
i
il
tutti
credi (51).
Ma
so
di
come una prova decisiva dell'individualismo Whitman si sbaglierebbe. Egli adora il se peril
ch adora
tutto e
vede
il
tutto riflesso in se e
Noi Rivolgendosi a un amico ignoto egli dice diventiamo piante, tronchi, fogliame, radici, cor:
((
teccia.
Noi siamo
collocati
mo
fianco a fianco, nei siti aperti... e Tenumerazione seguita e seguita per suggerire effica-
di
medesimezza con
tutte
come
il
chiara assurdit,
teista
come
il
Dio
respiro,
mio proprio
profumo,
do e contenendo Dio, contenendo il Salvatore e Satana. Io l'eterna forza che tutto pervade, perch cosa sarebbe, senza di me, il tutto ? che cosa sarebbe Dio ? Io l'essenza delle forme, io la vita delle reali identit, io il permanente, il positivo, (massime dell'invisibile). Io la vita del gran mondo rotondo, del sole, degli astri e dell'uomo, io
(438). In questo senso Walt pu chiamare anche un mistico, ma un mistico di genere ben diverso dai soliti, perch non sente perder s stesso in Dio, ma aspira quasi ad esser s stesso qualcosa di cos smisurato da accogliere dentro la sua anima Dio stesso. Altre volte desidera di esser proprio un Dio Non vi ha Dio pi divino ( 80) e dice agli altri di te stesso (381) o si compiace di essere questo incredibile Dio che io sono (485) ma in un canto dei Sussurri di morte celestiale egli si
l'anima universale
Whitman
si
((
339
il
io,
avanzo con la mano gentilmente distesa; il pivi possente Dio io sono. Io, il predetto dai profeti
e dai poeti nelle loro profezie e nei loro pi ispirati
travaglio io
assimilo e
li
assorbo in
me
(437).
Ed
cose,
il
egli
non
ma
bens anche
tempi
si
Io so che
so che
e due curiosamente
congiimgono
nel presente...
E E
io
sei tu in
tutti
significato di
che avvenne
(241).
ai giorni
e alle razze,
avverr
e
le
tutti
i
mai
tempi,
E non
ma
anche
fatto
tutti gli
uomini, di tutte
prio io,
dopo aver
una
egli
enumerazioni di uomini,
afferma: ((E
tutti
essi.
cos
come
l'essere di costoro, pi o
meno
il
l'essere mio.
di essi e di tutti,
))
io intesso
(42).
L'espressione pi poetutti
e
vi
tutto
il
Ei
era
un
non prima
l'oggetto ei
quell'oggetto diven-
anni...
fuori, e
(360-362).
personalismo di Walt
veste,
Whitman
dunque
una buccia del suo amore cosmico per Egli aspira, come tutte le anime grandi, -all'intero ed all'infinito, ma non vuol
una
tutte le cose.
Come il suo misticismo un ampliamento enorme del suo egoismo, cos il suo amore dell'universale
si
manifesta
come amore
di tutto
il
parti-
infinito
finite,
e per
quanto pazzo
merazioni, pure
si
il
richia-
mo
filo-
contemplativi.
cos traboccante
Tanto e
l'universo, ch'egli
non
si
amore
l'infinito,
scuna cosa
zione,
il
a Dio; Egli ha bisogno di dire a ciala sua ammirazione' e la sua affesuo compiacimento e la sua meraviglia.
341
Dinanzi
al
un ottimista.
tec-
Ma
Codesta parola
lui.
Dire
del tutto
brutto e
brutto e
un amante appassionato, un adoratore e non cos cieco da non vedere il il male, ma cos grande da amare il
il
male.
il
celebra-
Di qui innanzi io andr celebrando ogni cosa che io vegga e che io mi sia.
non rinnegare alcuna Tutto magnifico per la sua magnifica anima. Magnificente ogni cosa Magnificente quello che nominiamo spazio sfera di
io vo' cantare e ridere, e
eoa
(468).
innumeri
mozione
i
magnificente mistero della anche dei pi mi magnificente facolt del parnuscoli lare e sensi del corpo; magnificente montante luce magnificente pallido
spiriti;
il
insetti
la
la tra-
il
riflet-
tersi
nuova luna nel cielo occidentale; magnificente qualunque cosa io vegga o oda
della
(485).
((
Tutto
me,
E dopo
il
Di
pensiero in
poco che Bene, sicuro affrettarsi verso l'immortalit. E l'immenso tutto che chiamato Male vidi che si affretta a sommergersi, a perdersi, a
morire
(272).
:
L'universo intero
il
ci
addita ch'esso
buono
il
passato e
presente
ci
additano che
342
buono.
Come
belli e perfetti
sono
gli
animali!
Come perfetta la terra ed ogni pi piccola cosa che sopra essa Ci cne vien chiamato buono e perfetto, e ci che vien chiamato cattivo egual!
mente
tro
il
perfetto
(432). a In
terra, fra le
della perfezione
annida
(227).
((....Nell'uni-
verso io non vedo alcuna imperfezione, e non vedo una sola causa, un solo effetto deplorevole
dell'universo (487). Per lui
((
Tutte
le
cose del-
altra
(20).
La sua anima
altro
di
non conosce
che mirail
Un
mento
acque e
:
e
le
me
mare e
il
le
navi e
gli
moviuomini che
pi piccole
filo
sono su esse
(383).
((
Anche
Credo che un
d'erba
valga non
astri...,
meno
del
giornaliero
viaggio degli
sufficiente
((
un miracolo
(57).
Perfino
cose belle
di
bene Forse ogni briciola sua stata parte un corpo malato eppure miralo l'erba primaverile ricopre le praterie. Le fave scoppiano
giardino.
Il
delicato
gambo
(364).
((Ora io
sono
atterrito
calma e paziente.
corruzioni.
produce
dolci cose
da
tali
con una
zione.
da
cos
infetto fetore
rante, le sue
E d
tare
agli
annue messi abbondanti e sontuose. uomini tali materiali divini, per accetrimasugli (364).
da
sempre gioiosa e
sporta quasi in
in certi
momenti
il
piacere fisico
la tra-
mondo
un furore dionisiaco. Si legga, ad esempio, il Canto dei tripudi (173-180) dove" bagnarsi in una vatutte le gioie, da quella di profetiche gioie del mefino alle sca da nuoto
(( )) ((
glio ,
Ma
quella di essere
amato
mente, donne,
((
anche dagli uomini. Io conosco, egli uomini nati sono anche fratelli miei, e che le donne sono mie sorelle ed amanti, e che il sostegno della creazione amodice,
ma ma
anche fisicamente, e
tutti gli
non
solo dalle
che
re
(31).
Dopo
aver studiato
tutti
filosofi
che
((
il
fondamento
di tutta la
metafisica l'amore.
Il
per
suo camerata, l'attrazione dell'amico verso l'amico. L'amore dei coniugi maritati bene, dei
il
figli
citt
(117).
pensa a tutti gli uomini sparsi nei pi lontani paesi e che egli amerebbe E sembrami che, se conoscessi questi uomini, io mi
egli
:
Ed
((
stringerei
ad
^ssi
come
io fo
con
figli
del
mio
fratelli
Ma
il
canto di
sarebbe ve-
ramente universale se
lezza e la bont del
mondo.
dott.
Ho
detto di gi,
mi
pare, che
il
non
male,
ma
non
riesce a sorpassarlo
sue pa-
role sono piene di gravi tristezze, umide di lacrime, echeggianti di tamburi funebri e di campane. Io non piagnucolo proclama egli fieramente nel Canto del proprio Io su quello su cui tutto
<(
il
mondo
piagnucola, che
il
melma
gemere
e l'inchinarsi
lidi,
si
convengono
il
ma
io porto
cappello,
come mi
piace, in
casa e fuori
nulla
greti,
(45).
di
ho bisogno. La
colle librerie,
fo finita
con
piagnistei se-
forte e contento,
aperte
(141).
con i criticismi queruli. E, prendo a viaggiare per le vie Ma vengono anche per lui i giorni
345
della tristezza.
((
Seggo e guardo su
tutti
dolori
del
mondo
ed agonia senza fine, io, sedendo, guardo, veggo, odo e resto muto (270-271). E quando contempla
le
non vede
((
felici
ma
scorge pure
le
naufragate fisionomie
cam
pazzo entro
porte e
(417).
In
terra
mezzo
tempesta
gli
piovano lagrime.
Oh
((
terribile
dubbio
tutto,
fi-
dopo
favola
:
(115).
E domanda
malinconicate un'ora,
mente
((
un
?
mode
e di ricchezze
sare che noi ci affanniamo tanto a edificare le nostre case. Pensare che
altri si
affanneranno pro-
346
prio
C9me
noi,
ferenti...
sulla
Linee nere
muovono
lente e strisciano
le linee
dei sepolcri
La morPensoso ed esitante, scrivo le parole, di morti, perch i morti sono i viventi, le sole realt, ed io l'apparizione, io lo spettro (446). E per la morte del presidente Lincoln egli amplia magnifcarriente il versetto francescano della sorella Morte O tenebrosa madre, che assidua ti strisci a noi d'appresso, con pie vellutato Ha nessuno cantato a te la canzone del pi cordiale benvenuto ? Allora la canto
sicuramente
te (428).
((
Ma
che importa?
((
io
per
te, glorifico io te
un canto, perch tu venga con passo certo, quando tu devi venire. Appressati, o liberatrice gagliarda.
Quando
i
tu
li
hai afferrati,
io,
pien di
gioia, canto
morti, perduti nel tuo fluitante ocealavati nel flusso del tuo bacio,
come ad un'amante
Ili-
Ma
il
l'uomo-tutto,
portavoce dell'universale, se
lo irrigidisse di continuo.
347
pensiero della
morte
tempo
ridente
come un
fanciullo e malinconico
come un
vec-
chio, umile
come
S. Francesco e violento
si
come
me-
stupir dell'ap-
Whitman che
il
la letteratura
whitmaniana non
gli
posso dire se
no.
In ogni
si
Nietzsche
Whitman
(1).
nella
Dalle
pu facilmente
tirar fuori
una
si ritrove-
rebbero perfino
di Zarathustra.
profeta
io
annunzia
.((
Io ospito per
il
bene e per
il
ma(27).
senza
((
io
non sono
il
to di essere
poeta della sola bont, io non rifiupoeta della malvagit, anche. Che
il
vi-
Me
sospinge
il
male e
sospinge
me;
io
mi
tegno non
quello di
ne
il
contegno di
sto indifferente,
(1)
Non bisogna
dimenticare che
1855.
la
348
che cresce
caro
(48).
:
agile fo-
ga,
le
!
sangue
ricco,
impulso ed amore
!
bene e marappresen-
Oh
tutto
me
(465).
si
suo a questo
modo: Armati, impavidi, mangiando, bevendo, Nessuna legge fuor di noi dormendo, amando
stessi
professando,
veleggiando,
bando, minacciando
spaventando,
militando,
ru-
respirando
danzando sull'erba delle Forzando citt, beffando spensieratamente, deridendo statuti, e cacciando ogni debolezza, compiamo le nostre escursioni (124). E nel Canto
dei tripudi egli invoca
:
nicioso, e di spaventoso
to diverso
gli
da questa
uomini cadere e morire e non compiangerli esser assaporare il selvaggio gusto del sangue diabolico cos Gustar soddisfatto le ferite e la morte dei nemici (176). Oh mentre che io vi-
vo, sia io
il
signore,
affronti la vita
(179).
((
Lascia la piet, e la consuetudine a quelche le amano. Lasciate la pace, l'obesit, l'obbedienza a coloro che le amano (336). Egli vuol
li
cantare
ra
(223).
innalza
che ha
la solennit di
Oh
ta tutta di visibile
di luce e di giorno e di
bra
d'innumeri
passano di sopra.
le
di sotto so-
no
le
multiformi erbe e
;
acque e
gli
animali e
gli alberi
tutto sorto
con qualche profetica intenzione ascosa (406). E non solo egli ha, prima di Nietzsche, questo
senso della virt della terra,
ma
((
anche
l'aspetta-
dice
to
da
pu
Qui non
ristretta
da muri e da
ri
tetti,
Qui meditare su se
E
di
al misti-
re
((
l'uomo affrancato
!...
marce
vittoria,
lui,
alfine conquistato-
Una
un mondo
in
perfetto.
Tutto gioia
(463).
Questi
momenti
di
furori
dionisiaci,
cui
Whitman
sono rari in questi canti. Io sono colui che ride sempre dice egli a un certo punto. E non solo
ride,
ma
suoi
accessi
((
Oh
Qualcosa che si provi in estasi lutamente dalle ancore e dalle prese degli
350
Scappare assoaltri
!
Cg^valcar libero
Amar
!
liberamente
Slanciarsi
me E
!
!
levarsi
con
la
mia anima
!
inebriata
resto
Perdersi se
vita
cos
dev'essere
Cibare
il
della
con
Oh
poter quind'in-
poema
di
nuove
gioie
Danzare, stringer
re,
cullarmi, fluttuare
iscritto
mondo,
fia
tutti
Una
snella e gon
(180).
si
eleva
modo
simile al
;
((
Uomi-
donne vivono
Tutto gioia
riiorti
!
in sapienza,
innocenza e saluil
renze son
terra
!
purificata
La
guerra,
gioia l'Oceano
Colmasi di Gioia
! !
Nell'estasi
!
Abbastanza
!
il
!
solo esistere
Abbastanza
il
respirare
!
Gioia
(I).
Gioia
Sovra
(463)
(I)
Per
il
il
ricco Sud.
Vedi
il
Canto
al
magnifico
351
schiana
feta
si
Whitman
u
modo
il
la purifica.
Ma
il
pro-
americano ricorda
altro verso
dirsi
((
per
((
l'orgoglio.
Walt Whithman
))
ama
volte
to
e pi
si mostra superbo della sua superbia tanche arriva fino alla lucifera concezione di cre-
Per Walt Whitman non mai l'uomo della egli un'erma pi che quadrifronte che accoglie in s, come l'umanit, tutti i. possisola faccia
bili
caratteri e
d'Erba non mancano neppure gli esempi di umilt. Che cosa sono io, dopo tutto, si chiede il poeta ad un tratto, fuorch un
nelle Foglie
fanciullo che
si
nome,
(385).
((
Che
che so di me ? Nemmanco l'opera mia presente o passata io so. Fosche e sempre cangianti congetture distendonmisi a me dinanzi, di mondi nuovi e migliori e di possenti nascimenti nuovi. E mi beffano e tengono perplesso (415). E allargando l'umilt della sua Gli uomini persona all'umanit egli domanda
cosa so io della vita
:
((
e le
donne che
si
non
sono
faville e pulviscolo,
lui, oltre
che
altro
sono
(361).
C' in
che un-po'
di
si
pu metterlo invece
la
tra
precursori di Dosto-
probabilmente,
religione
sofferenza
umana
ma
pi
mali del
mondo che
((
rendono muto
egli
enu-
mera anche
e via
((
gli
Al suo banchetto egli invita tutti. Non voglio che una sola persona sia trascurata od omessa. La mantenuta, il pescatore di spugne,
(270).
il
Lo schiavo
e
dalle
mezzano
invitato.
Non
(44).
Quando
((
un bandito rude, analfabeta, sar un condannato da altri per fatti commessi (107). E non fa questo per posa come il conte Leone Tolstoi, ma perch sente di essere, come
persona.
Egli sar
loro,
pieno di male.
continuamente. Libidine e
tristizie
sono accettate
da me. Passeggio coi delinquenti e muoio di amore per essi, sento che io sono dei loro. Anch'io appartengo a questi carcerati e a queste prostitute.
E
si
me
stesso
))
(380).
Neppur
comune con
tutto purifica:
non
io
mi
ti
Finche
te,
non
le
mie parole
si
si
Di niente
sacra,
di
egli la
il
di celebrare
vergogna Walt Whitman e non solo corpo, giacche se qualche cosa corpo umano sacro (98), ma neppure
il
))
descrivere
celebrare
esclcima
l'amore.
parola,
((
No,
il
nessun'altra
fuorch
pensiero di amore
(462).
Ma
non gi l'amore
per la
inteso ipocritamente
come
lo intendono,
maggior parte, i pinzocheri del platonismo letterario, compensato in segreto dalla bassa lussuria,
ma come
lo
intendono
gli
corpo e dall'anima, fatto di azioni fisiche, di toccamenti e di strette, ma nobilitato dalla paternit e dalla maternit, dalla divina prospettiva
delle generazioni future che nasceranno
si
da un amano.
anche la carne. ((Qualcosa ewi nello stringersi agli uomini e alle donne e nel guardarli e nel contatto e odore che vien da essi e che soddisfa l'anima bene (94). Niente si deve nasconder della vita del corpo: tutti gli organi hanno diritto a essere cantati. Ed egli vuol cantare anche se rester solo
fra gli uomini,
il
(89,
cfr.
reali-
egli
((
donna (95). Ma in questo non vede una bestia in cerca di godimento: Ne solo un uomo questi, questi il padre di
che saranno padri a
lui si
quelli
il
primo avviarsi
pubbliche. Di
formeranno innumeri
sente d'esser vasto
vite
im-
Poich
in essa,
Whitman
come
la
ma
(v.
e gli
non fu mai
felice
come quando
l'autunno
vers
il
mi
levai di letto
il
sano e fresco,
(117).
Ma
egli
E non
gli
far
si
poemi, e
menoma
parte di
riferisca all'anima.
og-
getti dell'universo, io
solo,
ne
la
menoma
liricamente l'anima, Vieni, o anima, non giacciamo pi qui, leviamoci su e via. Oh poter volare non pi che un augello Oh poter fuggire via, e veleggiare come nave E scivolare con te, o Anima, sovra tutto, in ogni cosa, come nave sulle acque (374).
!
355
Come
si
Walt Whitman
corpo
?
continuamente
dizioni
Anche
o meglio unificazioni, che fanno di lui, in un certo senso, un poeta hegeliano. Egli pu cantare il corpo volendo cantare l'anima perch il
corpo,
come
tutte le cose,
((
ma. Non
e
il
il
solo
corpo non pi dell'anima (84), ma ove corpo non sia anima, che cosa l'anima ?
questo
(92) (1).
modo
il
cosa di concreto
unit,
il
suo sensualismo
via.
si
spiritua-
E come
il
ac-
Allo stesso
sonori dei
modo
ch'egli canta
fiorire dei
e l'ampio e fresco
rulli
crare
un canto
i
alla
esporre
Non ha
egli forse
?
((
lo
canto l'ordinario
(1)
Vedi anche
Figli di
Adamo
356
La
non
accetti nel
mondo
la
il
schiavit.
Egli
di essere
rivoluzio-
vena
mondo una
specie di
Ma
pu
un nobile fondo di generosit naturale, e di amore per la libert e di ampia simpatia per tutti quelli che non possono come vorrebbero.
sia c'
Anch'egli,
libert
come
fuor di misura,
andava cercando. Da questo momento io m'affranco da ogni confine e da ogni immaginaria terra compassata. E vo' dove io voglio, assoluto e intero signor di me stesso porgendo ascolto agli altri, meditando bene quello che dicono, fermandomi, domandando, accogliendo, contemplando; per gentilmente, ma con irremovibile volont, mi sciolgo da ogni ritegno che vo-
glia
fermarmi (143). Perci egli incoraggia la Questi non sono soribellione anche negli altri.
((
lamente canti di
che
si
))
lealt,
ma
Sono
arroghi
diritto di
(438).
ha molta simpatia per le regole e per le leggi. Se tutti gli uomini gli somigliassero aspirerebbe
357
francamente all'anarchia. La sua citt ideale non dovrebbe avere n case per uffici, n regolamenti
(123).
le
((
Ed
essa esiste di gi
si
dove
gli
uomini e
donne
lo
dain
sono
poco pensiero
egli dice
lero
le cui
mai padroni, per gli uomini e per le donne anime non hanno mai sofferto padroni, per
convenzionali
(349.
IV.
In
Walt Whitman
il
carne e l'anima scompare. Alcuni vivono solo per la carne e sono i pagani nel cattivo senso
della parola. Altri fanno servire l'anima alla carne
e questi sono
pagani
dia-
ancora vivono solo per l'anima e martoriano il corpo: sono gli asceti, ribolici eleganti. Altri
da Cristo come dall'uomo comune. Altri il corpo e lo mettono al servizio dell'anima: questo il caso di Walt Whitman. Si pu dire onestamente ch'egli canti il corpo
provati
rispettano
per
il
il
il
corpo e
dell'
anima.
quando canta
amore, anche
358
1'
amore sessuale
non pensa, come un qualsiasi momentanea volutt, ma vede nell'uomo il marito e il padre, nella donna la moglie e la madre e nello sfondo del futuro le innupi ardente, egli
latino,
alla
giungimento.
Vi sono
di quelli
nosciuti molti
e
ma
il
cattolicismo ne
si
ha
co-
quali
peccato con
tati
il
corpo
pu dirsi, la vita spirituale. Vi sono altri, come Walt Whitman, i quali vivono pienamente e sa-
namente
e riescono cos a
anche
paure e di sotterfugi, a causa della vita del corpo. Questa dev'essere ridotta al miscrupoli, di
purificata
con im
fine
che non
ma
Walt Whitman
fini
primo che ha
morali e por-
fini
chiarsi
piccoli
immoralit e la
un'al-
accusa: a quella di
Non
occorre
come egli non appartenga a nessuna religione determinata. In tutte le faccende il suo punto di vista universale.
Walt Whitman, che rappresenta da
pi delle
altre.
sulla terra,
il
sole.
Mi
faccio
un
il
feticcio del
Aiuto
le
latna o
il
acconcia
nelle vie in
Deuizo anche
e sono rapito
fallica,
come un
ginnosofita.
gli
Bevo
i
Sbasta e
Veda, ricordando
\all
il
macchiato
di sangue, batto
tamburo
di
pelle di serpe. Accetto il Vangelo, accetto Colui che fu crocefisso, sapendo sicuramente ch'egli
divino, m'inginocchio a
messa e canto
la pre-
un banco...
(77).
ma
ri-
copre. Perch
di reli:
Affermo che
che nessun che
astri
del
Affermo
Afferdi questi
fino
della
met
(17).
mo
la reale e
permanente grandezza
deve essere la loro religione (18). E al giovine egli dice che tutte le cose non son niente ristati
Ma
sono
i
qual'
il
di
Walt
Whitman ?
In
un suo canto
confessa quali
Ma
di
si tratta
di
la
mente
si
Walt Whit-
man
unit
pu chiamare anima,
Walt Whitman
Dio. Dio
il
ma
pu chiamare
((
tutto
momento
io
da Dio per
le vie e
nome
che dovunque io vado, altre puntualmente verranno per sempre e per sempre ' (85). Quando
361
pensa all'immortalit, egli, Torgoglioso, si raccomanda a Dio: ((Dammi, o Dio, che io canti questo pensiero. Dammi, d a lui o a lei che io amo, questa inestinguibil fede. Nel Tuo insieme qualsiasi cosa che vi avviluppata, non sia avviluppata per noi.
Tempo
Anche lui, come i mistici, aspira all'unione divina Lavami tutto, bagnami in te, o Dio, fa
(229).
:
((
che ascendendo a
te, io
e la
mia anima
possial'in-
mo
(410).
Ed
ecco
no alla divinit che prorompe dalla sua anima amorosa; O Tu trascendente senza nome. Tu
((
Tu
loro centro.
Tu
il
pi possente centro
Tu
fontana mo-
eiffetti,
Tu
serba-
motore degli astri, dei soli, muovonsi in ordine, siarmoniosi traverso la uniforme vastit dello
palpito.
Tu
Tu
spazio.
Come
potrei io pensare,
un
me
io
Egli ,
come
vuole,
si
un panteista
L'anima
Divino.
Una
sera, sul
campo
di guerra,
egli
vede
tre feriti
gli
par Cristo.
((
viso di
Cristo, di Cristo,
tutti,
morto e divino: del fratello di che qui giace novellamente (303). E come
simile a Cristo.
stesse accuse
:
A
Io
tutti
((
odo che
accusato di voler
non sono
vuol
ne contro ne pr
le istituzioni
(122). Egli
diritto di credersi
nome
la loro fredda
devo-
Non
io
non grido
tutti
il
tuo nome,
ma
t'intendo...
Perch noi
lavoriamo per
tra-
smettere
e noi
il
noi
(379);
andremo
non
rattenuti
((
finche
non
satureremo di noi i tempi e le ore, acciocch gli uomini e le donne delle razze e delle et avve-
ed amanti come siamo noi (380). La sua piet per i colpevoli, il suo amore per tutti gli uomini, anche i pi umili
nire possano diventare fratelli
^e
i pi disprezzati, la sua lode francescana della morte sono indubbiamente sentimenti cristiani, e
Whitman non
363
poli
contarlo fra
discepoli
e continuatori di
Cristo.
pu mettere in dubbio il suo non credeva soltanto nei corpi, ma anche nelle identit che non conosciamo e che pur ci sono da presso nell'aria (19) e non credeva solo nella vita presente, ma
tanto
si
meno
senso religioso.
Egli
((
Non
(21)
solo sosteneva
che
il
e che nessuno
ma
egli sa
che se
il
non ha spavento
(427)
((
esiste,
(433).
Pieno di speranza
andare sempre
pivi
egli
non teme
:
il
Via, o anima,
il
Taglia
cordame
tira,
Non
conftti in terra ?
Non
siamo noi stati qui abbicati abbastanza, mangiando e bevendo, come meri bruti ? Non ci siamo a lungo ottenebrati e abbagliati coi libri ? Veleggia via
governa per
anima
le
Icimente, o
irrequieta, esplorando io
con
dove
tutti.
Su naviga pi lontano
di
e pi lontano
Oh
gioia ardimentosa
Non sono
((
essi tutti
mari
Dio
ma sicura Oh pi lon!
!
^12).
Chi colui che proceduto pi innanzi, perch io vorrei procedere pi innanzi ancora
!
(470).
V.
come ogni
orai
buona
razza, raccogliere
e fare
un po'
di riassunto.
La sua possono ridurre a sistema coerente e sottoporre a critiche dialettiche. L'anima di Walt Whitman vasta come il
di
mondo,
gioia e
e
il
e contiene tutto: la
Dio e
il
filo
d'erba
Bisogna accettarla
come
s'accetta l'uni-
hanno
Ma
l'anima di Walt
Whitman non
solo
un
gli
migliori. Quelli
che
365
la
fiammel-
come
quelli
un mondo pi ossigenato;
che non provano l'inguaribile nostalgia di non aver potuto conoscere e baciare colui che dett
certi canti
;
quelli
che sono
nit,
di questi canti e
be
raffinato,
non hanno capito niente di Whitman, non capiranno mai niente di Whitman e non sono degni di capire niente di Witman. Whitman un buon plebeo che canta senza vergogna tutte le cose del mondo, e il pi grande consiglio che ci d, dopo quello di amare,
sicuro,
tutti
meno
meno
costoro
che
ci
riempie
Noialtri
liani
ita-
siamo troppo
a garbati. Siamo
vene disseccate di
ripuliti,
cittadini di-
femminieri e
un po'
i
del
buon
((
sandi-
Non
basta aprire
vetri,
come
amare direttamente
le
tutte
pi delicate e
pi sudicie, ed esprime-
366
il nostro amore senza riguardi per nessuno, senza paroline dolciastre, senza amminicoli me-
re
trici,
le
sante tradizioni,
le
buona
ri
magari
un po' beceri
se
vogliamo
lo
ritro-
vare la poesia.
meno
367
Beone ^olstoi
I.
^^^
Dopo
diritto di
morire in pace.
e dove vuole
Ha
;
il
morire
sta-
ome vuole
una
come Mos
profeta o circon;
colla
Quest'uomo ha vissuto
in tutti
(1)
il
vecchio apostolo
giorna-
era
listi
ad Astapovo
italiani si
morte e
gli spiritosi
beffavan di
368
rola vivere e
ha
diritto d
morire in quel
gli dettano.
pili
modo
Que-
che
grandi; sta-
to, anzi,
pi che un
uomo
sicch
mini
spettegolanti
scribacchianti
un
respiro e di
un corpo.
morte compeirve
Quando
citt del
mura
di tutte le
mondo mi
di
i
dolse
il
cuore quasi
come per
la
mrte
mio padre.
russi
tolstoiano e tra
spirito
il
creatore
deW Idiota
Eppure questo gran vecchio bianco e barbato, che dal mezzo della Santa Russia si leva ogni tanto a parlare a mo' di un evangelico Isaia, e par che tutto un popolo raccolto intorno l'ascolti, mi sembra l'unico Eroe che viva oggi nel mondo, l'unico vero Grande che respiri e si
ra e Pace.
muova come
solo tra
tutti
respiriamo e
ci
muoviamo
;
noi;
il
che parli ancora con una lingua di carne il solo, fra i pochi a' quali si vorrebbe parlare, che possa
rispondere a una tua domanda.
Morendo quest'uomo non muore solgimente un conte di Russia, un ufficiale dei cosacchi, un autore di romanzi, un predicatore di Cristo: muore
l'ultimo esemplare della razza dei geni europei;
369
,
24
cade l'ultimo, unico e solo gigante che si elevasse sopra tutti voialtri, o innumerevoli genietti e talentini che a forza di tacchi di gomma e di piu-
me
al cappello, v'inalzate
e vi distinguete tra la
!
Grinde dunque fu in
me
il
morte
ma
pi grande, credo,
disgusto e
il
ri-
lui
La
si
che non
fa troppo scorgere finch si tratta delle faccende bovine di tutti i giorni, mette innanzi quanto son lunghe le sue corna robuste quando un che di
straordinario accade nel mondo. Io non ridir la stomachevolezza umiliante di certe necrologie imbastite alla
stile
dei direttori di
menter l'offensiva
mano
sfo-
da minossi
fuga e
il
i
specializzati e previdenti
il
non mi
di famiglia.
Ma come
di parole a
ta
si pu sopportare che certi venditori un tanto la riga, la cui prosa stampanon sarebbe neppur degna d'esser ammessa
nella
latrina
di
Jasnaia
Poliana,
li
approfittino
della morte di
conoscerli
colui
che
disprezzava
senza
trat-
tarlo
come un
?
matterello,
lettante
Adagio,
pu consolare la vostra mediocrit, che Tolstoi anche pazzo, anche buffo e anche dilettante, ma non siete voialtri che dovete venire a dirlo con codesto tono di gente che la sa lunga e che non ha tempo da perdere colle stramberie di un vecchio ciarlatano. Tolstoi pu aver detto delle bestialit anzi ne ha dette di
mettere, se ci
certo
ma son precisamente
di quelle bestialit
non sapreste mai e poi mai immaginare, e che non avreste mai e poi mai il coraggio di dire e che non capirete appieno in nessun momento dell'eternit.
che
voialtri
anche a co-
II.
Veramente singolare
Tolstoi
la
grandezza di Leone
anche
di piccolezza.
vita di
un
lo spec-
non
la vita
del nobile che combatte, che giuoca, che ama. Poi dal soldato vien fuori l'artista, ed egli vive
la vita divina del creatore, risuscita
i
mondi
dei
commuo-
ve e turba coscienze innumerevoli, letto da nazioni intere, acclamato grande non solo dagli inferiori ma dagli eguali. E sol dopo questo viene
l'apostolo,
il
profeta,
il
il
salvatore dell'umeuiit,
l'umile cristiano,
rinunziante.
Dopo
gno se non rinunziire ? Questo il caso Tolstoi: il caso di un uomo che ha provato tutto e che dopo aver tutto provato non morto. Cosa poteva sentire ? Cosa doveva fare ? Egli aveva gi vissuto e goduto la malinconia dell'infanzia aspettante,
la guerra,
il
il
pericolo del-
more,
il
creazione,
Che
non
pi
gli
mancava
poteva ne fermarsi ne
aveva oltrepassato
vita
e pi innanzi c'era
Ed
egli
negatutto
zione e l'abbandono.
la vita sensuale,
neg
la scienza,
neg
la lotta,
neg
to e
il
si
dopo tanto
scalpitare,
bisogno.
il
k^jtan del
mugik
cristiano
non
dura del
ci
appare a
riuscito
ad uc-
primo se
stesso.
Se
gli
che
il
ri-
filosofo e l'asceta.
non pu dimenticare l'antico Adamo gentiluomo e letterato non vuol sparire. Come si pu sopprimere una vita che rappresenta quasi un secolo ? Romanticismo puskiniano della giovinezza, con spade, giuochi, ragazze pienezza naturalistica dell'et mae Caucaso
tura, coll'arte
Vecchiaia spirituale e
e
cri-
mistica
buddistica:
nulla
ci
manca.
ma
anche la storia
Non
non
lo.
si
si
taglia in
un momento
la storia di
i
un secoSe
la
ritorni.
accostato al divino
ma
si
Tumano. Non
gliarci
gli
dobbiamo
somi-
ancora un poco.
ha predicato l'assoluto ed vissuto nel ha combattuto per la piena verit ed ha accettato qualche menzogna; ha consigliato la
Egli
relativo
;
completa rinunzia e si serbato qualche cosa; andato verso la pazzia ed ha conservato qualche
uri
po' informato
Ma
tativo.
la
Mentre
tutti
o quasi
;
tutti si
e vivono
come
porci
si
dicon
socialisti
si
i
professan
casini
fanno
moralisti e
cercano di frodarti
il
ambiscono le pi scempie vanit del mondo, quest'uomo russo, Tolstoi, che ha cercato di avvicinarsi alla vita ch'egli predica; che ha tentato di mettere in pratica le sue massime; di approssimarsi
al
le
vergo-
com' e per conseguengnano za non possono mai ne contraddirsi ne rimanere sconfitti si posson ben divertire come tanti coboldi maligni intorno al gran corpo disteso ,ma nessun uomo onesto dovrebbe permettere una simile
infamia.
Io
non voglio
far qui
ne commemorazioni ne
ognuno pen-
agonia
la nostra agonia.
375
Teodoro ^ostoievski
Non
guiti
si se-
ancora a non sapere, a non capire, a non cercare da quale anima siano uscite le turbatrici
pagine di Delitto e Castigo e dei Fratelli Karamazov.
Vi sono
i
((
errori letterari
che dovrebbero
e dicuori
indignare
giusti
quanto
menticanze tenaci,
atroci,
che neppure
Noi siamo
stati ingiusti
Quel
si
grande d'un colpo e d'un colpo in decava l'abbiamo speso tutto per Leone Tolstoi. denza Tolstoi prima della morte, Tolstoi durante l'agonia, Tolstoi dopo la morte Tolstoi ora e sempre.
Accanto a
lui,
ma
discosti,
ma
lontani, Cecof,
di Jasnaja
Gorki, Andrejef.
Lo pseudo romito
376
su di
i
lui.
11
terra e
nanerottoli
finita la
re-
commentano,
?
commemorano senza
Chi nega
la
ripigliar fiato.
grandezza di Tolstoi
Tolstoi era
sublime
a momenti
critica,
di
ma
permesso di-
lui, nella sua mor un altro colosso, un altro grandissimo, un capolavoro terrestre di amore e di dolore, pi disgraziato nella vita, pi incompreso
dagli occidentali,
ma
Eppure pochi libri suoi sono tradotti in liano male e dal francese, e infedeli alle
ita-
sioni francesi
si
quanto queste
al testo
russo
ver-
come un Gaboriau pi
raffinato e meno rapido, e la Casa dei morti commuove perch si pensa alla Siberia e alla fredda
tirannia
dello
Czar.
Ma
lo
spirito
di
Dosto-
teratura
tcinte
;
come
suno
Nesdi
ha provato
la fraterna
bramosa
narne
il
mondo
interiore.
Com'era
il
fatto l'animo,
quando batteva pi
forte
ha
re-
che da
tali letture
pefatti,
L'uomo che
col
male sacro
primo
((
professionale di originalit
))
che scaval-
chi le Alpi.
La
colpa,
si
La
Francia la nostra agenzia d'informazioni e referenze per la letteratura mondiale, e la Francia stata ingiusta per Dostojevski
Quel
tal
visconte che fu
il
primo a non capirlo: al signor De Vogu dava, dice lui, una specie di courbature morale )), e i suoi romanzi gli sembravano la santifcation de l'idiot, du neutre, de l'inactif )). Dostojevski non era, ahim, pianta
Parigi, fu
anche
il
((
e inesorabile di chi
cia la critica
si
bonne compagnie , castratrice etema non le rassomiglia. E in Fran occupata poco o punto di
lui
:
ricorrere al saggio di
Merejkowski su Tolstoi e
Dostojevski.
Ma
finalmente un francese, e un
buon
primo
francese,
mal compreso
(I).
Fino a
leggono
blicata
tre
si
anni or sono
il
silenzio sull'uomo
Dostojevski
il
russo.
Ma
ormai
il
denza dostojevskiana, la quale, per quanto non completa mancano, ad esempio, le 464 lettere alla seconda moglie, ad Anna Grigorievna ci fa entrare, meglio della stessa biografia di Hoffmann, nella malinconica e dura vita quotidiana del non curato scrittore. 11 Gide, spirito delicatissimo e cos francesemente aristocratico da farlo credere l'antipodo di Dostojevski, partito da questa corrispondenza, e di essa soltanto
s' giovato
l'
impoleg-
polarit di Dostojevski.
risultati
non
il
gono soltanto
volume, e l'ho
col cervello.
appena
fu uscito
grosso
assieme
(1)
A. Gide,
191
1.
Fi-
guire,
379
al
Nessuna
dalla felicit
come
quella di quest'uomo.
La
tri-
ritrovano qui
il
datato.
Chi s'aspettasse di trovare uno di quegli epiche sono antologie di belle pagine pittoresche e di pensieri lapidari, dove si sente che lo scrittore pensa ai lettori postumi e al pubblico amato, e si prepara e si atteggia e
stolri di letterati,
drappeggia per avere una buona stampa anche dopo morto, si sbaglierebbe di grosso. E'
si
((
l'epistolario di
letterato
un uomo che
guarda
soffre e
non
di
un
che
si
allo specchio.
Chi
ripensi,
ad esempio,
che di vena briosa e di lingua saporosa, o a quelle del Marino, dove si sente la composizione
calcolata e
il
una
un malalbergo viene adoprata senza mutamenti per una prigione di Torino e una osteria francese! chi ripensi, dico,
spiritosa descrizione di
anche
ai
tir subito
al di fuori
Il
di ogni influenza e
letteraria.
come contenuto
di do-
380
lore,
letterati,
al
.
solito,
((
interessante
Pensate, dunque ,un momento: un uomo che ha del genio e un desiderio enorme di scrivere,
di esprimere se stesso,
quel
e che
mondo
gli altri
non SEOino scoprire da se un uomo mente riboccante di pensiero e il cuore traboccante di amore e vuol cercare, per il diche ha
la
i cuori che con lui e per lui e che durante tutta la sua vita, o quasi, perseguitato dagli uomini, avvilito dalla miseria, martoriato da uno spaventoso male e che nonostante
le
menti e
possono meditare
soffrire
gli
stenti
che sente
E quando
si
debiti,
non
con
un qualche Emerson dovrebbe scrivere su con questo titolo: 11 genio come martire.
di lui
Che
gli scrittori
non
sus-
surrno, di tra
il
fumo
documenti Ci sono i
e nient'altro che
di tutti la
fatti.
Primo
al
condanna.
Una
polizia idiota
jevski
il
a fare, a creare
nati,
il
a quei primitivi, a quei rozzi che soltanto suo amore poteva farci amare. Chi non sa cosa
meno
per un giovane,
per un
uomo che
altri,
?Una vita troncctta; un un tempo sciupato, perduto, per sempre. Eppure Dostojevski non fa il Prometeo: non impreca, non gesticola. Egli scrive, nell'esilio: Voi mi scrivete che tutti vodeve
farsi e affermarsi
ritardo sugli
Io l'adoro .
((
L'impera.
infiintimente
buono
e generoso
si
nuova
vita
Ci
non
di
ringrazi chi
l'ha condannato.
a chi
Io
:
prega
(c
occuparsi
della
liberazione
risponde
.
Fa-
rebbe meglio a restare in Siberia Dostojevski sa tutto e invece di sdegnarsi gli chiede perdono
lui
!
d'Iddio,
non avertene
382
come un
sasso
il
mio
carattere stato
sempre cupo,
tutto ci e perdoingiusti, e le
il
mie
torto
proprio
mio
Dopo
tro
e ricomincia a scrivere.
Ma
ricomincia pure
le
l'al-
sue
let-
tere
sono
un uomo che chiede, che non ha pi nulla, che non pu andare pi innanzi. Il demande sans dice il Gide
divertimento,
di
<(
habilit,
il
sans
fiert,
sans ironie;
.
il
demande
et
ne
sait
:
pas demander
plora
((
Ho
.
un
tal
impiccarmi
partire,
Non
;
debiti,
ne
e
non avendo
))
per
il
viaggio,
sono disperato
dell'anno
?
Che
Non
lo so.
La mia
testa si
rompe.
Non ho
((
Ho
scritto
manda son
,
perduto
In Ger-
pantaloni.
parola giorno
posta.
che impar fu il Niente che ogni rispondeva l'impiegato delle ferme in ogni settimana, ogni mese tornava a
383
scrvere, a chiedere,
a implorare:
ai direttori di
deva
il pagamento dell'opere passate; anticipi su quelle future; prestiti su opere non comin-
quattrini ogni
tanto arrivavano e
gar
tutti
debiti
cinquan-
mia
:
vita
ho lavovita
rato per
stato
guadagnare e in
in
tutta la
mia
ora
sono
costantemente
.
bisogno
pi che
dove vanno questi quattrini ? Dostojevski non ebbe che un vizio solo il gioco. Ma
mai
non sempre. Non voglio scusarlo qui, ma voglio si sappia che non era quello il motivo della sua
perpetua miseria. In Siberia aveva sposato, piuttosto
la
vedova del
forzato Issaiev,
egli dovette
madre
di
un
figlio
fannullone che
mmtenere. Ebbe da
famiglia.
Eppoi fond
le
giornali
riviste,
dere e difendere
le
cose ancolla
di
dajon male.
facilit colla
lui,
infine egli
dava
agli
altri
meno
Al lungo
nieri
continua povert,
ai disagi
aggiungete
il
male.
Dostojevski soffriva,
come ognun
sa, di epilessia.
Ne
soffriva gi in
384
Siberia e
dopo un miglioramento
di qualche
anno
cessi
forti,
e lo lagiorni,
quattro
E non pu
ha impegni con giornali, con editori, vuol riscuotere presto; ha bisogno, come sempre,
di quattrini.
11
((
male sacro
.volumi promessi.
seguito (del-
non ho nulla pronto, eccettuato un Cosa mander 7 Non lo so davvero. Ieri l'altro ho avuto una crisi violentissima, ma ieri ho scritto lo stesso in uno
stato prossimo alla pazzia .
In queste condizioni
ScU'ebbe capace
neppure
Ma
sente lui
Continuamente si rammarica di non poter comporre a suo comodo, con tutti gli agi della tranquillit, senza lo spetSe tro dell'impegno, della scadenza, del debito.
((
chei
suoi
merebbero pi e meglio quel che gli bolle in seno. E per l'appunto il lavoro non gli facile Lavora giorno e notte come un forzato eppure
385
25
non va presto innanzi. Strappa e rifa continuala fame alla porta. Non contento di quel che ha fatto: gli pare di aver sciupato r idea, r ispirazione dei suoi romanzi, Sono scontento del mio romanzo fino al disgusto scrive mentre sta lavorando all' Idiota. Mi sono sforzato terribilmente per lavorare ma non ho potuto: ho il cuore malato. Ora fo un ultimo sforzo per la terza parte: se riesco ad accomodare il romanzo ini rimietter, altrimenti son perduto )), E dopo aver dato al mondo due o tre capolavori diceva E' finalmente tempo di scrimente, e
pi tardi
Figuratevi
che in
certi
momenti
di esime personale io
mi
let-
non
un giorno Iddio mi dar tanta forza e ispirazione che io mi esprimer pi completamente e potr esporre tutto ci
mi salva
la speranza che
ture
non conosco nella storia di tutte le letteraun esempio cos commovente della tragedia
di lui, tutto
quanto contro
tende ad abbatterlo,
dannano all'esilio, alla povert, al lavoro affrettato una malattia tremenda l'assalta nei momenti migliori il suo cervello non svelto la sua intelligenza non soddisfatta e considera l'o; ;
386
come un indizio o un avanzo che racchiudeva. Eppure quelle migliaia di pagine che strappa a fatica alla miseria, al morbo, al sonno, alla disperazione, sono
pera della sua vita
delle meraviglie
fra le pii grandi della letteratura del
suo paese
giusto che
questo
quelli
bri ?
doloroso
miracolo
conosciuto
da
che sanno soltanto, e non tutti, i suoi liNon si dica Lasciaino l'uomo solamente
: :
l'opera
Gide
importa.
((
Evidemment
risponde
il
malgr cela
Nietzsche, che
((
tenero, scrisse
un giorno:
chi
Dostojevski...
solo che
.
mi abbia
hanno illuminato
le
pi buie anfrattuosita
dell'autore dello Spi-
dell'anima
umana meglio
rito sotterraneo.
Ma
lui
:
c' qualcos'altro
la forza
che possia-
mo
cere
imparare da
il
miracolosa di vin-
bevanda
dell'arte.
387
Via Durini -
MILANO
VU
Durini,
18
Opere di
GIOVANNI PAPINI
L.
4,_
L'ALTRA META
3,50
3,_
INDICE
Due
I.
parole sole
...
Po'g-
V
1
IGNOTO
...
II.
BUDDHA
DANTE
LEONARDO
L. B.
III.
.....
.... ....
... ...
17
IV.
25
V.
ALBERTI
36
VI.
CARLO LINATI
GIOVANNI LOCKE
46
VII.
.58
>
VIII.
GIORGIO BERKELEY.
69
IX.
SPENCER
F. C. S.
Pag.
101
X.
SCHILLER
IJQ
XI.
HEGEL
......
.
,126
*
XII.
NIETZSCHE
R.
151
XIII.
EUCKEN
MICHELSTAEDTER
VICO
162
XIV.
C.
...
170
XV.
B.
177
XVI.
R.
ARDIG
FERRI
VAILATI
204
XVII.
E.
,232
>
XVIII.
G.
264
XIX.
A.
FARINELLI
....
. .
.
,286
,297
.
XX.
XXI.
E.
REGLIA
E.
BERGSON
,318
,330
XXII.
W.
WHITMAN
TOLSTOI
.... ....
XXIII.
T.
,368
>
XXIV.
T.
DOSTOIEVSKI
376
Finito di
stampare in Milano
dal tipografo
GIUSEPPE
RAMA
LUIGI BONFIGLIO
Via Ant. Scarpa, 5
il
Ottobre
MCMXVII
University of Toronto
H
Ph
Library
si
:!
U
55
w
0)
C3
H
Ci
POCKET
Acme
Library Card Pocket
U ci o
coi
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