Scultura in Creta
Scultura in Creta
Scultura in Creta
[DIDRAPCRET]
PARTE III. IL METODO RAPIDO D'INSEGNAMENTO DELLA CRETA.
di
Salvatore Incarbone
Considerazioni preliminari. Perch la creta? Il metodo rapido dapprendimento del modellare.
La creta molto usata per creare sculture di medie e grandi dimensioni. In particolare, nelle scuole pu essere adoperata
per creare piccoli modellati, stampi, figure e oggetti adatti a particolari ricorrenze (p. e. il Natale): ai bambini piace
vederla lavorare, tentando poi d'imitare i grandi. Chi sa lavorare la creta, sapr lavorare qualsiasi altra materia plastica
come la plastilina, la pasta di sale, il pongo, le materie plastiche colorate o colorabili che piacciono e sono consigliate
per i bambini: naturalmente un'arte propedeutica per il lavoro con il gesso, il legno o il marmo e da sempre gli scultori
hanno prima modellato dei bozzetti in creta nella fase preparatoria delle loro opere.
Si tratta della sostanza plastica forse pi antica, ideale per modellare ed iniziarsi all'arte della scultura.
E' usata fin dall'antichit per le sue eccezionali ed eccellenti caratteristiche. A ben vedere non si tratta altro che di fango.
Finch pregno d'umidit perfettamente plasmabile a volont: riceve e conserva l'impronta di qualsiasi gesto, senza
sbavature e senza spostamenti. Si pu aggiungere o togliere materia. Ha un colore un po scuro, tra marrone e verdastro.
Toccando lievemente la creta quando ha gi perso un poco di umidit, questa non si deforma: se si ha un oggetto da
copiare (p. es. una testa, un animale o altro), toccandolo altrettanto lievemente deve darci sensazioni tattili simili
relativamente allo spazio, agli spigoli, alle curvature ed alle cavit. In breve sapendo toccare, si sa anche modellare: in
questo consiste il metodo rapido per lapprendimento del modellare.
Quando invece la creta fresca, bisogna lavorarla solo per abbozzare la forma conferendole innanzitutto gli assi
portanti della figura da realizzare. P. es. se si tratta di una figura umana, si far semplicemente un salsicciotto per il
corpo, gambe comprese, e una pallina alla sommit per la testa, senza andare nei dettagli che comprometterebbero il
lavoro obbligandoci su un binario di proseguimento indesiderato. Ci non banale: si pensa alla figura di un danzatore:
occorre dare al salsicciotto landamento che si sta immaginando, ad es. curvilineo, per imitare la schiena arcuata. Lo
slancio di un braccio verso lalto sar espresso da un altro piccolo salsicciotto proteso verso il cielo, e inclineremo la
pallina allindietro e verso lalto se cos che concepiamo la testa protesa nellespressione di unapoteosi danzata.
La creta fresca dunque molto adatta ad abbozzare grossolanamente, lo ripetiamo, ovverosia in prima
approssimazione- e questa una fase necessaria e necessariamente iniziale del lavoro.
La creta che ha perso abbastanza umidit da raggiungere una certa consistenza (durezza cuoio) si presta invece
meglio al lavoro di fino e resiste bene ai tocchi di prova e di controllo. Anche per queste propriet, che, tipiche
dellevaporazione, vanno di pari passo con le esigenze del lavoro sul modello, la creta considerata un materiale ideale
per larte scultorea, in grado di fornire grandi soddisfazioni a chi la coltiva.
Fango cotto al sole. Quando secco, il fango (creta) diventa abbastanza duro da conservare l'aspetto che gli abbiamo
dato, specialmente se cotto dal sole: tuttavia non pi lavorabile perch al contatto con le dita o con gli attrezzi,
resiste oppure si gretola e subisce abrasioni. Gli esseri umani si sono presto accorti delle propriet del fango e l'hanno
presto utilizzato. Una volta ben secco, si presenta di colore chiaro, come di terra fangosa asciutta: infatti argilla. Con
mattoni di fango secco si possono fare delle abitazioni primitive.
Il termine creta riservato all'argilla umida: quando la creta asciuga, si dovrebbe chiamare "creta asciutta", perch ha
propriet ben diverse dalla creta allo stato umido.
Terracotta. A questo punto solo quando la creta ormai ben secca la si pu cuocere al forno con temperatura
superiore ai 1000 gradi centigradi. Una volta, il fuoco della fornace era attizzato con aria ricca d'ossigeno ottenuta
forzandola mediante ventilazione: quest'aria era destinata ad ardere rapidamente la legna che, opportunamente prima
carbonizzata, doveva essere ormai del tutto asciutta per rendere repentino l'attecchimento della fiamma, intensificando
l'aumento della temperatura e riducendo il pi possibile il vapore (la presenza residua d'acqua avrebbe rallentato la
combustione e ostacolato l'aumento di temperatura). Si usa infatti la legna allo stato di carbone perch cos ha perso la
maggior parte dell'acqua e allora pi pronta ad avvampare permettendo l'aumento di temperatura nella fornace.
Questa, essendo chiusa a forma di semisfera o di scatola trattiene il calore favorendo laumento della temperatura,
fino a "cuocere" la creta che diventa "terracotta", durissima come il sasso.
Questo metodo di fare la fornace ancora oggi usato, specialmente nel terzo mondo: cos in antico, si produceva il
vasellame per cucinare o conservare gli alimenti come semi, olio, grano, acqua. Oggi si preferiscono i forni elettrici. La
terracotta resiste agli urti leggeri, ma a colpi forti si scheggia o si crepa irrimediabilmente.
Ai fini scultorei, la terracotta tra le materie preferite. Si usano le fornaci che sono rare ma si trovano ancora nel nostro
territorio nazionale, in citt e nelle campagne.
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Il prodotto finito si pu presentare con varia colorazione. Nonostante la provenienza da argille che, ad un esame visivo
superficiale, possono sembrare molto simili se non uguali, in realt la creta pu contenere sostanze che le conferiscono
una colorazione finale tipica, una volta cotta. Quella pi comune rossa (come le pentole della nonna), ma pu essere
anche bianca o ocra. Quando la creta pi raffinata si parla di ceramica (bianca); quando si vuole un materiale ancora
pi fine minutamente lavorabile si parla di porcellana (bianca), materiale plastico per eccellenza anche per oggetti e
finiture pregiate di minute dimensioni.
I cultori della terracotta, del bronzo e della plastilina.
I cultori della creta sono innanzitutto gli artisti. Molti di loro "provano" a realizzare un modello del loro lavoro grazie
alla creta e una volta assicuratisi che la loro idea "concretamente" fattibile, passano poi a materiali pi impegnativi,
come il marmo, il bronzo, il gesso. Il Canova, come molti altri, faceva spesso bozzetti in creta delle proprie opere prima
di passare all'esemplare vero e proprio in marmo.
A volte gli artisti usano la plastilina come materia di prova, al posto della creta. Rispetto a quest'ultima, la plastilina ha
lo svantaggio che non si pu cuocere, in compenso resta abbastanza morbida anche se col tempo tende ad indurire; in
ogni caso, non asciuga e si pu ricuperare. Rispetto alla creta ha comunque il grande pregio che non diminuisce di
volume: pertanto prediletta ed molto adoperata per preparare sculture in bronzo, anche impegnative. Lo scultore
prepara il suo lavoro in plastilina, poi lo consegna al bronzista il quale ne fa una copia in cera e la mette in una scatola
che riempie di terra. Sulla cera - col metodo della "cera persa" cola poi del bronzo fuso. Il bronzo scioglie la cera, ne
prende il posto e ne assume la forma. Non resta che aspettare che il bronzo di raffreddi e la statua pronta.
In commercio esistono tre tipi di plastilina, in diverso grado di morbidezza. La pi usata l'intermedia, la pi dura
spesso utilizzata dagli artisti. Quella pi morbida molto adatta per i bambini ma dev'essere acquistata in confezioni
complete, costose per il privato ma convenienti per una scuola o una comunit.
La creta oggi sempre pi usata anche negli ospedali, a scopo di ricupero, d'arteterapia o d'intrattenimento, nelle case e
nei ritrovi degli anziani e cos pure con i disabili e, naturalmente, dagli artisti oltre che nelle scuole.
In ambito scolastico molto consigliabile ai maestri per impratichirsi nel modellare prima ancora di usare i materiali
pi poveri e meno professionali, come la pasta di sale, la cartapesta, il pongo e cos via.
La creta dunque ha un'importanza fondamentale ai fini scultorei, sociali e formativi.
Nozioni precauzionali.
Nonostante i suoi pregi e l'uso generale che se ne fa, la creta comunque un materiale ostico per chi non sa lavorarla.
Si vedono spesso negli ospedali, nelle scuole e nelle case degli amatori - dozzine o centinaia di piccoli lavori in creta
ormai asciutta, completamente crepati, inutilizzabili o distrutti.
La situazione si presenta paradossale. Da un lato si vantano le benemerenze della creta: fa bene alla salute mentale,
piace lavorarla, formativa e utile, distensiva e ricreativa e via di questo passo: da un altro lato si lamenta che i pezzi si
rompono continuamente e che quasi impossibile produrre un modellato intero, finito.
Alle grandi speranze, seguono dunque non di rado cocenti delusioni. Una situazione analoga a quella dell'acquerello che
tutti cercano di realizzare ma ben pochi ci riescono perch non stato loro dato di conoscere i segreti delle arti.
Questo stato di cose non si verificherebbe, tuttavia, se si seguissero le necessarie precauzioni nell'uso della creta.
L'eccessiva idealizzazione che si fa spesso di questa materia, pur pregiata, fa in modo che si trascuri l'essenziale: il
rispetto e l'uso prudente, disciplinato e consapevole dei segreti di bottega i quali non sono poi molti e che di solito sono
custoditi dagli artigiani in fornace, pi che dai maestri, spesso sedicenti.
Per evitare delusioni bisogna partire dal principio che la creta asciugando subisce un ritiro, fra il 5 ed il 10%.
Le crete cosiddette "refrattarie" sono pi stabili ed infatti si rompono un po' meno perch si contraggono di circa un 5%
che comunque ancora molto e che metterebbe pur sempre a repentaglio l'opera se non convenientemente trattata.
Occorre dunque in ogni caso seguire delle precauzioni che elenchiamo pi avanti in decalogo.
E' infatti inutile cimentarsi in un'arte se non si sa come fare per arrivare salvi fino al traguardo voluto.
Modellare pi facile di disegnare.
Alcuni a volte si domandano se il modellare sia o no pi difficile di un disegno ed i pi propendono nel ritenere la
scultura molto pi ardua del disegnare.
Esaminiamo i fatti: certo che di un oggetto noi possediamo unimmagine mentale non propriamente visiva ma che
comprende i contributi integrati degli altri sensi, specialmente del tatto o dovuti al movimento.
Quando guardiamo un oggetto losserviamo da un punto di vista che ci sembra unico. Quando invece immaginiamo il
medesimo oggetto, ce lo raffiguriamo come se lo vedessimo da pi punti di vista contemporaneamente. La moltitudine
dei punti di vista non ci d di solito alcun fastidio giacch la nostra raffigurazione si ha nello spazio mentale, come se
loggetto fosse per noi interamente accessibile p. es. al tatto grazie allesplorazione con le mani o per il tramite del
movimento grazie alla deambulazione che ci permette di esplorare una casa, salire e scendere le scale, passare
attraverso le porte e farcene unidea.
Quando vogliamo fare un disegno delloggetto immaginato, i vari punti di vista saffastellano e sinfluenzano
reciprocamente, interferendo lun laltro e impedendoci di creare una visione immediata, unica, da utilizzare per un
disegno.
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Se, invece, ci mettiamo allopera modellando, i vari punti di vista non solo non interferiscono pi ma tutti cooperano
nellaiutarci a realizzare il lavoro che, cos, risulta pi facile del disegnare. In conclusione, modellare pi facile anche
se pu sembrare che sia pi complesso perch pi completo.
Il fatto che noi riusciamo ad integrare punti di vista diversi in ununica raffigurazione testimoniato per es. dalla
presenza di due occhi anzich di uno solo: ciascuno di loro ci fornisce un punto di vista diverso da quello dellaltro
(basta chiudere un occhio per accorgersene) ed molto significativo che grazie alla cooperazione dentrambi la nostra
visione stereoscopica, ovverosia spaziale mentre un solo occhio ci darebbe una visione piatta.
Che punti di vista differenti possano fra loro interferire inoltre provato da pitture e disegni dellantichit: gli egizi
raffiguravano il viso di profilo, giacch questa visione che ci rimane pi impressa ma nello stesso tempo ponevano
locchio di fronte perch cos che lo ricordiamo maggiormente. Questo stesso stile presente in molti lavori
tipicamente picassiani.
In uno stesso disegno potevano e possono dunque albergare due o pi punti di vista nettamente diversi.
Nel disegno, spesso i contorni sono raddoppiati come dovuti ad incertezza mentre invece possono essere dettati dalluso
alternato dei due occhi utili alla visione stereoscopica cui ognuno dei due contribuisce in maniera diversa.
Ladozione di pi punti di vista nelle pitture continu anche durante il medioevo e dur fino al Rinascimento ma
riappare di tanto in tanto. Il pittore giapponese Hokusai ci mostra p. es. una cascata vista normalmente ma poi disegna
lo specchio dacqua sottostante come visto dallalto.
A ben vedere, i punti di vista ricompaiono nelle pagine del fumetto moderno, suddivisi nei singoli e diversi quadri o
vignette della storia. Analogamente nel cinema, un colloquio illustrato ora dal viso di uno dei due interlocutori, ora
cambiando il punto di vista dal viso dellaltro. Negli antichi rotoli si poteva cambiare con continuit il punto di vista.
La continuit di questo cambiamento possibile ruotando intorno ad un tutto tondo di un unico oggetto, oppure attorno
ad una colonna o ad un vaso ornati da una pittura o da un bassorilievo descrivente una storia punteggiata da fatti diversi
e successivi nel tempo man mano che si gira loro attorno.
Il cambiamento del punto di vista fatto dai bambini spontaneamente quando per es. disegnano una casetta con due
prospettive. Per loro una casa vista di fronte solo nella parte anteriore, dove c la porta. La vista per loro pi
significativa per il resto della casa quella di fianco.
Evoluzione degli scarabocchi plastici
Lo sviluppo dello scarabocchio plastico non avviene senza una progressione evolutiva che partendo dalla simbologia astratta savvicina man
mano alla figurazione concreta.
1. Il primo scarabocchio plastico di solito un semplice pezzo di materia che, posato a terra o sul tavolo, testimonia e rappresenta in un
certo senso astrattamente e simbolicamente lindividualit del bambino.
2. Non di rado con il suo pugno il bimbo schiaccia la pallina per vedere curiosamente cosa accade e accortosi di avere fatto una specie
di cerchio in analogia allo scarabocchio circolare disegnato vi pu vedere una faccia nella quale inserisce due occhi o come piccole
buche o come briciole di materiale aggiunto.
3. Lo spessore della materia conferisce al pezzo uno spessore, in definitiva una maggiore presenza ed individualit rispetto al disegno
ed il bimbo ne approfitta aggiungendo unimpronta, bocca o naso e alcuni tagli (o alcune briciole) accennanti ai capelli.
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4. Alla testa pu essere aggiunta una piattaforma che ha la funzione di corpo, a volte informe nel rilievo, altre volte invece piatto. Poco
importa, lo scopo essendo il significato attribuito.
5. Piccole escrescenze compaiono man mano ad indicare la presenza di braccia e gambe. La figura pu essere ancora piatta ma comincia
ad essere notato ed usato uno spessore maggiore fino a diventare una specie di bambolotto che pu stare in posizione verticale.
Lacquisizione di una vera e propria terza dimensione articolata spesso lenta e difficile anche a causa dellabitudine al disegno di
pi immediata realizzazione e rallenta la conquista dello spazio che pure esercita unattrazione invincibile sul piccolo artista.
A. Casa con due prospettive distinte nei bambini pi grandi, gi avanti nel disegno. Ladozione di pi punti di vista diversi nel medesimo
disegno nei bambini di tutto il mondo e nelle arti figurative dogni paese, indica che non si tratta di un fenomeno casuale e
costituisce prova evidente dellesistenza di una capacit dintegrazione mentale che trae vantaggio dalla molteplicit e dalla
complessit della visione piuttosto che esserne sommersa.
La conquista dello spazio tridimensionale infantile nella materia concreta facilitata dalla manualit che implica
movimento, forza e posizionamento il pi possibile preciso; una tappa che sembra decisiva quella che consiste nel
riuscire a fare salsicciotti e piccole palline mediante rotazione di pezzi morbidi fra le mani. Loccasione per i primi
data dalla necessit di realizzare capelli, braccia e gambe. Le seconde per preparare il naso, gli occhi e le orecchie.
Una volta fatto ci, anche il resto del corpo pu man mano prendere forma. Il naturale ostacolo a questo progresso sta
nella difficolt, a volte incontrata, di saldare fra loro i pezzi preparati, operazione non sempre di facile attuazione
giacch richiede lulteriore capacit dimpastare fra loro le parti da unire, usando in pari tempo forza e una certa
delicatezza (o almeno facilit e capacit di ricupero della forma momentaneamente sciupata).
Nel quaderno che illustra una fiaba, i diversi quadri testimoniano la necessit di un movimento quello stesso con cui
in pratica giriamo intorno ad una statua per ammirarla da diversi punti di vista che fu finalmente realizzato con
linvenzione della macchina cinematografica. Il cambiamento di scena del resto in uso nel teatro.
La scultura realizza la sintesi dei punti di vista diversi utilizzando le potenzialit dellimmaginazione spaziale. Nella
scultura lattenzione rivolta ad un singolo oggetto o situazione. Nel fumetto, nella fiaba illustrata, nel cinema e nel
teatro, lattenzione rivolta ad una storia e lintegrazione dei punti di vista avviene nel tempo mentale: cos pure nella
musica ove sussiste unintegrazione di suoni nel tempo mentale mentre nella danza si ha contemporaneamente la messa
in gioco dello spazio e del tempo.
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IL DECALOGO DEL MODELLARE IN CRETA SENZA PROBLEMI.
Prima regola: interporre della carta fra la creta ed il supporto. La creta umida tende ad attaccarsi al piano d'appoggio
ma poi, contraendosi, dovrebbe strisciarvi sopra, cosa che non pu fare se ormai vi fortemente attaccata; nei punti in
cui pi saldamente ancorata, rimane ferma e l dove invece meno aderente, tende a muoversi, deformandosi e
stirandosi fino a crepare. Il guaio che la creta non mai elastica e mentre si sta asciugando, la creta perde anche la sua
plasticit e diventa rigida, indeformabile. Il risultato che, seccando, si crepa nelle zone intermedie fra i punti di
maggiore aderenza.
Quest'inconveniente facilmente superabile se fra il pezzo in creta ed il piano d'appoggio (di solito una tavoletta di
legno che fa da sostegno e rende possibile il trasporto), si rammenta d'interporre fin dall'inizio del lavoro della
semplice carta di giornale (5 o 6 fogli), cosicch la creta non possa pi attaccarsi al supporto. Quando la creta asciuga,
si contrae e costringe la carta a raggrinzarsi a fisarmonica. Questa fa dunque da slitta fra il pezzo ed il supporto e quindi
la creta libera di muoversi con l'aiuto della carta - non si rompe.
modello in lavorazione
letto di fogli di carta
con funzioni di slitta
sostegno per il trasporto
Seconda regola: interporre un foglio di plastica fra la carta ed il supporto. La carta accelera l'asciugatura giacch
s'inzuppa d'acqua risucchiandola dalla creta che cos la perde verso il basso: inoltre l'acqua evapora rapidamente dalla
carta che in queste condizioni diventa quasi un radiatore d'acqua. Per evitare ci o ridurne il pi possibile l'effetto
indesiderato (che l'asciugatura veloce ed incontrollata della creta) occorre interporre un foglio di plastica fra la carta
ed il supporto (spesso di legno e quindi capace d'inzupparsi anch'esso). La plastica impedisce all'acqua di scorrere
attraverso il supporto e tende a trattenerla in zona: si evita cos un'asciugatura inopinata. Durante il lavoro, il pezzo
perde comunque gradatamente un po' d'acqua: con un nebulizzatore, bagniamolo dunque ogni tanto, quando occorre.
Evitare di porre il foglio di plastica a diretto contatto con la creta perch questa tenderebbe ad aderirvi e ad inglobarlo in
alcune grinze durante il ritiro, dalle quali poi, sarebbe difficile estrarlo senza rotture. Schematicamente:
Carta
Foglio di plastica
Nebulizzatore
Se il supporto impermeabile, il foglio di plastica non occorre.
Terza regola: lavorare con uno spessore di creta dai 2 ai 3 cm. Sappiamo che la creta tende ad asciugaree quindi a
contrarsi per perdita di volume acqueo: abbiamo detto che questa propriet all'origine di tutti i problemi che possono
capitare lavorando. Si comprende facilmente che una parte di grosso spessore evapora pi lentamente rispetto ad una
parte di spessore inferiore. Pertanto, se un pezzo ha uno spessore non uniforme, la parte con spessore maggiore tende a
rimanere pi umida per pi tempo rispetto ad una parte che comincia a contrarsi, asciugando anzitempo a causa di uno
spessore minore.
Se l'evaporazione procede senza alcuna precauzione, cio velocemente, il ritiro sar pi vistoso l dove la creta si sar
asciugata prima, cio sulle parti di spessore inferiore. Risultato: il pezzo si deforma provocando crepe di rottura, di
solito non recuperabili (se l'asciugatura ormai troppo inoltrata).
Per risolvere questo problema, si pu prendere un blocco di creta, modellarlo e mantenerlo il pi possibile umido, (si usi
un nebulizzatore per irrorare con un velo d'acqua tutta la superficie del modello) conservandolo avvolto in fogli di
plastica ogni volta che s 'interrompe il lavoro.
Solo quando il pezzo finito, solo allora il momento d'asciugare veramente il pezzo. Allora se non lo si gi fatto in
precedenza - lo si capovolga, lo si scavi all'interno in maniera da ottenere uno spessore il pi possibile uniforme, come
fosse una sorta di campana vuota.
Se lo spessore delle pareti del pezzo piccolo, inferiore a due cm, il pezzo potrebbe rompersi perch troppo poco
robusto, troppo poco consistente per reggere il proprio peso. Se lo spessore troppo grande, superiore a tre o quattro
cm, il pezzo potrebbe rompersi in caso d'asciugatura non sufficientemente lenta. Bisogna stare dunque su uno spessore
giusto, intermedio e su tempi d'asciugatura rallentati a bella posta, ad arte.
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Esistono anche altri sistemi per ottenere uno spessore uniforme: si prepari una stiacciata circolare di creta con l'aiuto di
un rollino da pasta o di un matterello che servono egregiamente per uniformare lo spessore in tutte le direzioni.
S'interviene poi sulla stiacciata operando una o pi incisioni opportune in modo che richiudendola su se stessa assuma
pressappoco la forma voluta, per esempio un cono (per fare un piede), un cilindro (per fare un braccio, una gamba o il
corpo umano), o una sfera (per fare una testa).
Cavit
Fra due listelli di legno posato un blocco di creta.
Il mattarello (non rappresentato) scorre sui listelli.
I n c i s i o n i s u l l a s t i a c c i a t a p e r r e a l i z z a r e:
Un conoide (piede). Un cilindro (gamba o braccio). Uno sferoide (testa).
dita omero polso sutura
collo
Dal cerchio si pu ottenere una figura a tre lobi, adatta per
passare allo sferoide voluto. In alto, in tratteggio, l'inizio
Quarta regola: rallentare l'asciugatura racchiudendo il pezzo in quattro o cinque sacchetti di plastica.
Ad ogni interruzione del lavoro, restituire l'acqua perduta per evaporazione: mettere sotto il rubinetto una pezzuola, poi
strizzarla e stenderla sul pezzo gi inumidito dal nebulizzatore. Chiudere il tutto entro un sacchetto di plastica: come
risultato, col trascorrere delle ore, l'acqua della pezzuola passa al pezzo che si umidifica fisicamente in maniera
uniforme. Chiudere di nuovo con un secondo sacchetto capovolto rispetto al primo e cos via.
Se lo spessore interno della creta
all'interno del pezzo abbastanza
uniforme, le tensioni che si
creeranno durante l'asciugatura a
causa della perdita d'acqua e della
conseguente contrazione volumetrica
del materiale, saranno ridotte al
minimo: tutto il materiale si
contrarr alla stessa velocit e quindi
il pezzo tender a conservare la sua
forma.
Viceversa, in caso di deformazione,
si avrebbero crepe e rotture.
Con un rollino da pasta facile
ottenere una stiacciata di creta di
spessore uniforme.
Il mattarello comunque migliore e
consente d'ottenere con assoluta
precisione lo spessore voluto se lo si
usa appoggiato su due listelli di
legno di 2,5 cm di spessore.
Il blocco di creta posto in mezzo
fra i due listelli ed il mattarello lo
spiana al giusto spessore
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L'eventuale perdita di vapore dovr quindi percorrere un labirinto pi lungo, prima di riuscire a perdersi nell'aria
ambiente. Il numero suddetto di sacchetti garantisce inoltre che l'eventuale perdita di vapore (attraverso un eventuale
invisibile piccolo foro in un sacchetto), sia bloccato dal secondo sacchetto e via di seguito. Per questo motivo, la
chiusura dei sacchetti deve essere ermetica, cio con un laccio stretto o con una molletta.
Nello schema sono rappresentati solo tre sacchetti. Una pezzuola umida (in grigio) posata sul modello in lavorazione, a sua
volta adagiato sulla carta destinata ad accompagnare i suoi eventuali movimenti (dovuti ad evaporazione anche limitata). La
carta posata su un foglio di plastica per impedire passaggio dell'umidit e perdita d'acqua verso il sostegno sotto, spesso in
legno o cartone. Questo foglio di plastica non necessario se il sostegno esso stesso in plastica. Si consiglia infatti
l'economico sostegno girevole che si usa per orientare i televisori: quest'ultimo consente di lavorare pi comodamente perch
si pu girare il pezzo durante la lavorazione, anzich muoverglisi attorno. I sacchetti sono chiusi l'uno con l'apert ura dalla
parte contraria a quella dell'altro. Si raccomanda di tenere i sacchetti abbastanza aderenti al pezzo per rendere minimo il
volume d'aria interno verso cui si diffonde il vapore. La perdita acquea tanto minore quanto minore il volume d'aria
racchiuso. La pezzuola non devessere grondante, altrimenti la creta rammollirebbe e si sfalderebbe.
Quinta regola: non sorreggere il pezzo o sue parti con armature rigide non foderate.
A volte s'adoperano armature o anime di ferro, legno o simili nell'illusoria speranza di rendere pi resistente il pezzo in
creta. Queste armature sono la causa pi frequente di rottura del modellato il quale inevitabilmente perde un poco
d'acqua durante la lavorazione e quindi si ritira, mentre invece l'ossatura rigida (ferro, legno o altro) non subisce alcun
ritiro. Ne segue lo sfondamento del pezzo o la sua incrinatura irrimediabile, ancor pi pericolosa perch a volte minima
ed invisibile ma foriera di crepe in cottura. Se proprio si vuole un'anima rigida, questa va foderata di carta sufficiente
ad impedire la rottura del pezzo per contrazione. In parole povere, occorre mettere abbondante carta spiegazzata
(perch pi elastica di quella non piegata) interponendola fra l'anima rigida ed il pezzo mobile.
Sesta regola: durante la lavorazione usare impalcature o sostegni solo di creta o carta; legno o vetro solo se foderati.
Stranamente, sia nelle scuole che negli ospedali e nei centri ricreativi si vedono opere a volte anche imponenti, per
volume e complessit, sorrette da sostegni di legno, ferro, vetro, mattoni e cos via. Con sostegni inesorabilmente rigidi,
come questi, inevitabile che ai primi cenni d'evaporazione, il pezzo si spacchi diminuendo di volume mentre
l'impalcatura architettata perfettamente indeformabile: durante la contrazione, i sostegni rimangono spietatamente
rigidi e fissi e la creta si apre con lunghe ed irrimediabili crepe.
Se il pezzo in lavorazione o alcune sue parti sollevate, come le braccia di una figura umana - non si reggono da sole,
non c' che un mezzo. Sorreggerle con dei pilastri di creta posti fra la parte da sorreggere e la base, interponendo
beninteso un piccolo foglio di carta che impedisca ai due pezzi di creta (pilastro e parte sorretta) di saldarsi fra loro.
Se il ritiro dovuto all'asciugatura lento e graduale, e inoltre praticamente uguale per il pezzo e per il sostegno in
creta, il ritiro dell'uno accompagna quello dell'altro e come risultato non si avr alcuna rottura.
I pilastri di creta che si usano per questo tipo di operazioni devono essere assolutamente dello stesso tipo di creta del
modello, devono trovarsi allo stesso grado di umidit ed alla stessa temperatura altrimenti i due ritiri non saranno
uguali, non s'accompagneranno e si potr avere rottura del pezzo. In pratica devono essere fatti con creta dello stesso
blocco e realizzati nello stesso momento ambientale in cui si crea il pezzo da modellare.
Si ricordi che pi l'asciugatura lenta, pi saranno esigue le tensioni in gioco per il ritiro e se anche esis tono - non
avranno la forza di rompere il modello.
Un altro sistema di sorreggere il blocco di creta quello di renderlo cavo (una struttura cava pi resistente e meno
pesante di una vuota) e di porre all'interno della cavit un sostegno rigido qualsiasi, compatibile (legno o vetro non
importa) purch coperto e quindi foderato da molti strati di carta di giornale stropicciata i quali fanno da
ammortizzatori e separano l'impalcatura rigida dalla creta mobile (che infatti si muove con l'evaporazione).
Se si tratta di un braccio sospeso nell'aria, bene costruire prima un cilindro cavo di creta, imbottirlo di carta che fa da
sostegno semirigido rendendo il braccio consistente. Il braccio potr poi essere eventualmente piegato insieme alla carta
(allaltezza del gomito). La carta si trasformer in cenere nel forno. All'esterno, il braccio sar sostenuto da un pilastro
di creta con interposizione del solito foglio o due di carta.
Per l'estrazione dell'impalcatura, consigliabile che questa abbia una forma adatta, per es. a bottiglia; larga alla base e
pi sottile all'estremit opposta ideale per essere facilmente estratta (anche per merito della carta che la circonda). La
bottiglia di vetro la migliore perch, pulita, non lascia tracce di alcun genere (p. es. il ferro pu lasciare ruggine,
l'alluminio potrebbe avere incrostazioni invisibili ad occhio, ). E' inoltre ben pi robusta della bottiglia di plastica che,
tuttavia, da preferire se si lavora con i bambini.
Il legno dev'essere ben pulito (lavato, asciugato e scartavetrato per eliminare tracce di sostanze estranee dovute p. es. a
verniciature); certamente adatto perch di cellulosa come la carta. Va tuttavia tolto prima della cottura giacch
darebbe luogo a gas e fumi in eccessiva quantit. In ogni caso, anch'esso rigido e perci va foderato di carta che lo
separi dai movimenti della creta. Il fodero di carta utile perch tende a bagnarsi e a conservare l'umidit del pezzo al
suo interno. Dev'essere comunque pulita (non avere tracce di vernice o altro che inquinerebbero la creta).
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Settima regola: evitare di usare sostanze non autorizzate dalla fornace.
Pericolose sono le sostanze estranee, come solventi, gesso. Polvere o tracce anche minime che contaminino l'opera in
creta, rischiano di far esplodere il pezzo provocando danni anche agli altri elaborati contenuti nel forno.
Evitare le materia plastiche, i solventi, i metalli e qualsiasi sostanza che non sia stata espressamente autorizzata
dall'artigiano che lavorando da anni alla fornace, sa tutto ci che occorre in merito.
Ottava regola: non portare alla fornace il pezzo da cuocere se non perfettamente asciutto.
Avvisare l'artigiano se si sospetta che il pezzo possa conservare ancora tracce d'umidit. L'acqua che si trasformerebbe
rapidamente in vapore a causa dell'aumento di temperatura nel forno, rischierebbe di provocare un'esplosione con
conseguenti danni.
Nona regola: modellare il pi possibile con le mani, senza attrezzi.
Le mani sono lo strumento pi prezioso: sensibili alla temperatura, all'umidit ed alla consistenza plastica della creta, si
sostituiscono perfettamente agli attrezzi finch non si perviene a dettagli di dimensioni troppo minute per essere
modellate direttamente; analogamente, esistono forme non facilmente plasmabili con le dita, come fori, incavi e cos
via.
Nella prima fase del lavoro, le mani hanno il compito di fare un abbozzo di ci che mentalmente vogliamo realizzare,
insomma una sorta di scarabocchio nello spazio.
Se l'abbozzo abbondante, si asporta gradualmente, parte dopo parte, tutto ci che ci sembra "di pi". Spesso si giunge
poi ad un momento in cui una parte sembra mancare ed allora dobbiamo aggiungere della creta l dove ci sembra "di
meno". A differenza del marmo che non perdona errori e che ammette solo il lavoro per sottrazione, la creta accetta sia
la sottrazione che l'addizione di materiale.
La figura sospesa. Sono
necessari alcuni pilastri di
creta che sono separati
dal pezzo grazie a carta di
giornale interposta.
Le frecce indicano che,
per ogni pilastro, il suo
abbassamento pari a
quello del modello in quel
punto (quello di contatto).
Al termine, i pilastri
potranno essere tolti. La
figura sar sostenuta
saldando i piedi allo
apposito ripiano in creta.
L'artista potr decidere se
conservare uno o pi
pilastri di sostegno,
camuffati da elementi
decorativi, per sostenere
la figura.
Le frecce sono indicate
solo per due dei pilastri
ma s'intendono valide per
tutti e quattro.
Un busto in lavorazione. E' stato
provveduto a renderlo cavo con
opportuno procedimento.
Una bottiglia fa da sostegno rigido
ma la carta di giornale stropicciata fa
da ammortizzatore fra lei ed il busto.
Al termine, la bottiglia sar estratta
facilmente.
La carta pu essere tolta oppure
brucer nella fornace.
La carta dev'essere posta anche sotto
il pezzo per facilitare la contrazione
alla base.
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Man mano che il lavoro procede, le parti pi minute e l'eventuale contorno del pezzo tendono ad asciugare schiarendo:
velare subito con il nebulizzatoreper restituire l'acqua evaporata.
In ogni caso, la creta che inizialmente era morbida, scura ed umida, a poco a poco esposta all'aria durante la
lavorazione avr perduto abbastanza vapore da presentarsi dura quasi fosse di cuoio (si parla infatti di "durezza cuoio
della creta"), meno scura e meno umida di prima.
Decima regola: trattare eventuali riparazioni usando barbottina o a cottura ultimata.
Se una parte si rompe o presenta crepe quando la creta ancora a durezza cuoio, si pu tentare di ripararla. Si prepara
prima la cosiddetta "barbottina". Un piccolo pezzo di creta che era stato lasciato ad essiccare a questo scopo, posato
su un piattino ora bagnato versando un cucchiaio o due d'acqua. Il pezzo secco si sfalda in alcuni minuti: lo si trita e
lo si mescola. Alcuni preferiscono ridurre in polvere il pezzo secco e poi mescolarlo ad acqua. In ogni caso la barbottina
pronta: non che polvere di creta secca mescolata ad acqua.
Si va poi alla parte incrinata del modello. Con un attrezzo si rendono ruvidi gli orli o le superfici implicate nella rottura
praticando dei solchi che bene bagnare col nebulizzatore: con la barbottina si pennellano le due parti da incollare, poi
si aggiunge della creta fresca (cio umida) e si tenta di eseguire la riparazione rimodellando la parte.
Se, al contrario, il modellato avesse gi superato la durezza cuoio e fosse ormai ben asciutto, non si faccia nulla: la
barbottina sarebbe inutile, la riparazione fatta in questo modo non pu riuscire. Si faccia cuocere il pezzo e si tenti di
riparare la rottura usando un impasto "dopo" la cottura.
Limpasto dev'essere formato da: polvere di terracotta (prelevata con carta vetrata fine da un punto cieco del modellato)
e colla.
La colla pu essere anche vinavil (per piccole riparazioni e parti minute leggere).
Se la colla fosse a due componenti, si pu provare a fare l'impasto con uno soltanto dei due. Lo scopo quello di
rendere la colla dello stesso colore della terracotta rendendo praticamente invisibile la riparazione. Si incameri l'impasto
completo nel foro o nell'incrinatura e quando avr fatto presa, si scartavetri con grana finissima. Durante quest'ultima
operazione, si produce della polvere molto fine che tende a rimanere incollata alla colla della riparazione, spesso
celandola alla vista (questo, solo se la colla non ancora del tutto secca ed indurita).
Gli scarabocchi plastici.
Abbiamo gi avuto occasione di parlare degli scarabocchi plastici, considerandone levoluzione, specialmente di quelli
piatti. Vogliamo qui aggiungere altre considerazioni in generale, specialmente dal punto di vista mentale.
I bimbi in et scolare materna si divertono con le materie plastiche, i pi piccoli specialmente se colorate. La creta pi
adatta ai loro maestri che possono modellare e cuocere dei pezzi di loro interesse in occasione di ricorrenze (tipico il
caso del presepio). A volte i bambini, anche lavorando la creta, riescono comunque a produrre dei piccoli pezzi stilizzati
non di rado molto espressivi. Casette con la scala che gira attorno ad un angolo esterno, piccoli animali, ponti, archi,
elementi astratti ma, pi spesso, pezzi senza un senso apparente che testimoniano la loro capacit d'astrazione. Questi,
in ogni caso, vanno rispettati e tenuti in giusta considerazione perch costituiscono le origini di ogni futuro sviluppo e
che si situano alla base persino della scultura artistica adulta.
Poco importa se il bimbo usa creta, plastilina, pongo o altro materiale plastico.
All'inizio, s'accorge che pigiando la materia con un dito, con lunghia o con un attrezzo rudimentale, come la matita,
lascia una propria traccia, un'impronta che assurge a segno di s, come il pianto, la bava, gli escrementi, la voce. Il
processo psicologico con cui l'interesse plastico prende l'avvio sembra in tutto simile a quello del segno lasciato con una
matita sulla carta.
Una differenza fra il disegno ed il modellare che il foglio ha un formato convenzionale e molti disegni si possono
conservare insieme in modo simile giacch ne uguale il supporto: il foglio, che fa da elemento costante, unificante fra
l'uno e l'altro. Nel modellare, il formato normalizzato non esiste ed ogni pezzo assume una propria individualit a s
stante, per altezza, forma e dimensioni, e soprattutto per il significato spesso solo effimero e tuttavia importante perch
tappa sia pure minuscola dello sviluppo mentale infantile. Che questa individualit sia importante, testimoniato da
innumerevoli fiabe infantili, fra le tante, p. es., nella "Bella e la Bestia" di Disney in cui non solo gli animali ma persino
ogni oggetto ha viso, voce e movimento che lo anima.
Un'altra differenza sta nell'uso della terza dimensione che compare spontaneamente nello scarabocchio plastico.
Il bimbo preleva un piccolo pezzo di materia e v'imprime il suo gesto, momento per momento, schiacciando, graffiando,
piegando, togliendo o aggiungendo altro materiale. Le prove motorie gestuali trovano cos un corrispettivo plastico e il
manipolare diventa in apparenza un gioco divertente, in realt un lavoro nel quale il bimbo s'impegna seriamente
mettendosi alla prova e studiando i rapporti fra i movimenti delle proprie mani e la formegradatamente assunte
dall'oggetto scarabocchiato.
Interrogato su cosa questo rappresenti, egli dar risposte le pi varie, spesso alternandole per uno stesso pezzo: il suo
senso astratto l'aiuta a creare una simbologia spontanea, il pi delle volte passeggera eppure efficace per l'espressione
dei suoi pensieri.
Ben presto s'accorge che pu attaccare una parte ad un'altra ma qui incontra un naturale ostacolo nell'esiguit della
propria forza che va messa in gioco per la saldatura dei due pezzi. Un aiuto discreto potrebbe essere mal tollerato ed
difficile darlo ripetutamente a sua insaputa. Pu convenire invece che l'adulto lavori ad un proprio pezzo e mostri come
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si fa senza darlo a vedere, semplicemente con i gesti. Il bimbo assorbe con estrema facilit tutto ci che l'adulto - che
stimi per le sue doti e a cui si sente legato per laffetto che prova - riesce a fare ed il problema presto risolto.
Lo scarabocchio plastico passa per alcune fasi abbastanza tipiche. Inizialmente sono fori o impronte sulla materia: poi si
ha la fase dell'asportazione di un pezzo di materiale senza alcun altro tentativo di lavorazione. Il semplice fatto
d'imprimere un segno o di lasciare un pezzo sul tavolo per lui un'affermazione vitale.
Si ha poi il passaggio alla manipolazione del pezzo asportato, praticandovi magari dei piccoli fori o asportando, da
questo, dei pezzi pi piccoli che poi riattacca. Il processo del fare(il pezzo), del disfare(forare o asportare una parte dal
pezzo) e del rifare(cancellare il gi fatto, chiudendo il foro o riattaccando la parte separata) fondamentale dal punto di
vista mentale: secondo la psicopoiesi psicologia della creativit e della relazione - la sua importanza caratteristica
del processo creativo, qualunque esso sia: si ritrova per es. in musica in cui la forma del brano del tipo ABA (tema,
variazione, ritorno al tema, alla fine): questo non solo nelle canzoni con il loro ritornello ma anche nelle composizioni
di alto livello, per es. nella cosiddetta "forma sonata" che appunto "tripartita" (tre fasi) e "bitematica" (A e B).
Sia nel disegno che nel modellare, la cancellazionedi ci che stato fatto in un primo tempo, ha comunque un valore
affermativo, positivo.
Ho osservato una volta una bambina di poco pi di tre anni che, appena scoperto l'uso della gomma, scarabocchia il
foglio, poi lo cancella totalmente, infine prende del nastro adesivo e corre ad appendere l'opera (il foglio bianco,
cancellato!) nel salotto di casa accanto agli altri suoi disegni gi appesi.
Di fronte a fenomeni di questo genere bisogna concludere che non ha significato il prodotto oggettivo, ma quello
soggettivo e creativo, mentale che assurge a vero prodotto del proprio lavoro interiore.
Quando il bambino ha imparato a fare lo scarabocchio plastico per somma di due parti distinte attaccate, pu poi
passare alla creazione di altri elaborati pi complessi ottenuti per aggiunte ripetuteo per parziali sottrazioni .
Si tratter pur sempre di scarabocchi plastici, in tutto simili a quelli disegnati.
In ogni caso, egli si rappresenter in un qualsiasi pezzo prodotto e poi posato sul tavolo. Successivamente, a poco a
poco, attaccando un altro pezzo dapprima per gioco e curiosit, poi con intenzione egli potr tendere a vedere nella
parte pi grande e pi bassa un corpo, ed in quella pi alta e piccola, una testa.
Gli occorre l'acquisizione di una certa abilit manuale per potere produrre dei salsicciotti o delle palline: l'uso delle
materie da modellare ideale per sviluppare questo tipo di abilit, preziose per potere passare poi ad elaborati pi
complessi. Non altrimenti lavora l'artista. Si osservino i bozzetti di terracotta di scultori antichi o relativamente vicini a noi come p. es. di Canova o
Rodin: si tratta di veri e propri scarabocchi plastici con cui gli artisti hanno inteso sottoporre a verifica la propria idea, sviluppando con forza gli assi
portanti della figura. Questi bozzetti non sarebbero stati possibili se non ci fosse fin dall'infanzia la loro radice.
Addizione e sottrazione di parti in combinazione. Cenni ai procedimenti di realizzazione.
Per addizionare due parti in creta, non basta accostarle e neanche spingerle l'una contro l'altra. Occorre impastare un
poco la zona di contatto che altrimenti rimane falsa e le due parti potrebbero allora separarsi in qualsiasi momento, sia
nel corso del lavoro, sia in fasi d'asciugatura e sia durante la cottura.
Quest'operazione pu essere eseguita solo in parte con le dita giacch si richiede un'intima connessionedella pasta
argillosa: bene quindi usare un attrezzo adatto che pu cambiare di forma e dimensioni a seconda del caso.
L'operazione consiste nello spingere porzioni consistenti di una delle due parti verso l'altra e viceversa, e ci va fatto
con movimento oscillante, ripetutamente ed in punti diversi. L'attrezzo una spatola ed ha la forma di uno sci
arrotondato, in legno o in plastica. Ne esistono di varie fogge; ne occorrono almeno un paio, uno largo meno di 5 mm e
l'altro circa 2 cm. Quello stretto serve a comprimere scavando leggermente, cos da costringere una parte a saldarsi con
un'altra. Quello largo serve poi per appiattire.
E' evidente che da un punto di vista psicologico evolutivo pi fondamentale la partenza da una sola grossa pallina (da
manipolare man mano) piuttosto che da due palline; quest'ultimo caso invece denota il passaggio ad uno sviluppo e ad
una potenzialit successivi.
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Lavorazione a partire da una (capostipite dello sviluppo) o da due palline (prototipo di composizione).
1. Capostipite e prototipo di sviluppo. Lo scarabocchio plast ico fondamentale allinizio una pallina informe vero capostipitedi ogni sviluppo
scultoreo; poi si passa alla giustapposizione di due palline, una grande sottostante ed una pi piccola sovrastante, primo passo verso
composizioni sempre pi elaborate e complesse, prototipo di ogni lavoro di composizione di due o pi parti.
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2. Producendo dei fori o mettendo briciole di materiale plastico al posto degli occhi e del naso, aggiungendo o raggrinzando la creta per
realizzare i piedi, si ottiene un umanoide, una specie di grosso pulcino senza braccia; queste verranno aggiunte poco pi avanti nello sviluppo
degli scarabocchi.
3. Con linee sobrie e raccordate , lo scarabocchio prototipo si trasforma presto in una papera: raccogliendo la creta fra tre dita (pollice, indice e
medio) si appuntisce la pallina superiore per ottenere il becco. L'occhio potrebbe essere ottenuto semplicemente pressando l'unghia per lasciare
un'impronta opportuna. Sempre raccogliendo materia fra le tre dita principali, si possono ottenere i due piedi, senza bisogno di aggiungere altro
materiale. Questo importante principio pu essere applicato alla realizzazione del prototipo di partenza. La palla irregolare pu essere pigiata e
raccolta in una piccola zona fino a formare qui una nuova piccola pallina senza bisogno d'aggiunta di materiale. In ogni caso, prima o poi si far
strada il principio della composizione di pi parti mediante laggiunta di nuovi pezzi e apporti di materia.
4. L'assottigliamento e la conseguente modellazione, sempre senza sottrazione vera e propria ma per semplice pressione, livellamento e
conformazione ad un modello mentale, possono produrre addirittura un pesce, (a partire dal capostipite una grossa palla di creta).
La sottrazione di parti s'ottiene o con le dita o con un attrezzo miretta ad anello che ha un'impugnatura ed un anello
o due di metallo.
Ve ne sono di varie forme e dimensioni: due o tre tipi bastano per tutti gli usi.
Quando si vuole realizzare un modellato relativamente complesso, occorre sapere che se si tratta di una figura
minuscola (una almeno delle tre dimensioni dev'essere meno di 4 cm), questa non necessita di particolari accorgimenti,
salvo quanto s' detto per l'asciugatura che dev'essere sempre lenta e graduale. E' bene comunque forare il pezzo a fine
lavoro, trapassandolo con uno stuzzicadenti che va subito tolto. Il foro va chiuso soltanto superficialmente dalla parte in
cui sarebbe altrimenti visibile: assicurare uno sfiato al pezzo che cos certamente non scoppia in cottura.
Blocco. Quando il modello di dimensioni maggiori, si pu partire da un grosso blocco di creta, lavorarlo e, a lavoro
ultimato, attendere che il pezzo pervenga a durezza cuoio per svuotarlo: le pareti che cos si formano non siano di
spessore n superiore n inferiore a quello sopra specificato; vale a dire, compreso fra i due ed i tre centimetri.
L'operazione di svuotamento del pezzo lunga, spesso difficile e laboriosa. Gli scarti s'accumulano e vanno ricuperati.
Il pezzo svuotato va comunque forato in pi punti (a distanza l'uno dall'altro di 10 o 15 cm), cos da assicurare degli
sfiati (interni). Con uno spiedino di legno, la foratura si pu eseguire facilmente e va poi tappata esternamente.
Lastra. Migliore procedimento quello di partire invece da una stiacciata o lastra che va avvolta opportunamente a
seconda di cosa si vuole ottenere (a cono, cilindro, a sfera, ). Anche questa forma va forata qua e l, a lavoro finito,
con uno spiedino da inserire sul retro delicatamente fino al punto stabilito con nastro adesivo a 1 cm dalla punta.
Lucignolo o salsicciotto. Un altro sistema quello del cosidetto "colombino" o "lucignolo": si tratta di fare lunghi
salsicciotti, tutti di spessore il pi possibile uguale, sovrapponendoli poi a mo di mattoni per costruire una parete. Di
solito si usa questa tecnica per realizzare un vaso o un busto o comunque una figura grosso modo cilindrica o conica a
profilo anche curvilineo (vaso). La base ottenuta avvolgendo a spirale il primo o i primi salsicciotti. I successivi
s'aggiungono sul contorno, uno sopra l'altro in modo da costruire la parete che pu essere poi raccordata con le spatole e
la spugna.
Gli attrezzi.
Degli attrezzi abbiamo gi parlato: Fondamentali sono la stecca ad occhiello (anello metallico) e l'attrezzo a slitta
arrotondata o spatola. E' bene tenere presenti anche gli altri attrezzi occorrenti, qui in ordine alfabetico.
Base impermeabile (p. es. di plastica. Pu essere la piattaforma girevole per televisori: essendo girevole utile come
torniello, v. avanti). Serve ad evitare la perdita d'acqua per gravit verso il basso.
Carta da giornale: cinque o sei fogli sovrapposti servono per separare il blocco di creta dall'appoggio e permettono di
far slittare dolcemente il blocco durante l'asciugatura, evitandone la rottura.
Filo metallico: agganciato a due manici di legno e permette di tagliare il blocco di creta senza fatica.
Foglio di plastica: eventuale, per separare dal tavolo la carta su cui poggia il modellato.
Listelli di legno: servono da guide di spessore per il mattarello che vi scorre sopra.
Mattarello: stende la creta per determinare lo spessore della lastra argillosa.
Nebulizzatore: utile per mantenere umida la creta, specialmente nelle parti pi minute ed esposte all'evaporazione
(riconoscibili perch schiariscono: in tal caso nebulizzare immediatamente).
Sacchetti di plastica: servono a mantenere l'umidit del pezzo racchiudendolo a fine lavoro.
Spatola: dentata o arrotondata, (oppure appuntita ma non consigliabile per i bambini). Modella, appiattisce, incide.
Spiedino: a volte molto comodo come sostegno o rinforzo. La sua punta gli permette di penetrare facilmente nella creta
ed utile per produrre piccoli fori di sfiato. Essendo di piccolo diametro non troppo rigido e pu essere
sfibrato e piegato l dove serve, p. es. per seguire la piega di un gomito. Se usato intero, nell'infilarlo bene
continuare a ruotarlo cosicch non aderisca troppo alla creta del foro in cui alloggia. Per sfilarlo meglio
girarlo come una vite mentre lo si estrae (altrimenti potrebbe strappare la creta), ruotandolo alternativamente
in senso orario e in senso antiorario. Dato il piccolo diametro, a volte usato come rinforzo ma bene che
penetri nella carta piuttosto che nella creta, allinterno del bozzetto cavo. Gli spiedini siano comunque pi di
uno, cos da poterne ruotare (ed eventualmente sfilare) uno a turno. Questa manovra serve per impedire che
s'attacchi troppo al foro in cui si trova. Per meglio foderare lo spiedino con della carta, avvolgere la creta
attorno a questa in fase di bozzetto. La base di creta abbia carta sotto ma non allinterno. La carta interna
evita rotture e facilita l'estrazione dello spiedino di legno. Va tolto il prima possibile (di solito quando si
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giunge a durezza cuoio). Serve egregiamente anche come attrezzo per modellare di fino e pu essere usato sia
di punta e sia di culatta. Inadatto ai bimbi.
Spugna: indispensabile per modellare con continuit di tocco e per rifinire la superficie conferendole levigatezza.
Stecca ad occhiello: spesso ha due occhielli, uno ad ogni estremit. Scava, toglie materiale.
Stuzzicadenti: serve a produrre piccoli fori di sfiato. Eccellente anche come attrezzo, per modellare di fino. Inadatto ai
bimbi.
Tavolo: sostiene il lavoro. Non porre la creta a diretto contatto col piano, ma interponi carta e plastica.
Torniello o tornio manuale: utilissimo per girare comodamente il modellato. Al suo posto, basta il sostegno in plastica
per televisori.
Realizzazione di una testa senza disegno.
Tra i vari procedimenti, il pi semplice partire da un blocco di creta. Meno semplice ma molto pratico partire invece
da una lastra circolare - tagliata a tre lobi - avvolta a sferoide sul pugno della mano, a sua volta inguantata da fogli di
giornali. Non occorre disegno se si lavora per divertimento o per prova.
In un caso, come nell'altro, per la realizzazione conviene modellare con le dita toccando alternativamente il proprio
volto o quello di un amico o di una statua e poi toccando la creta. Si perverr ad un buon risultato adottando il metodo
per approssimazioni successive. Con aggiunte e sottrazioni, il volto prender forma. E' un esercizio utilissimo per
accostarsi all'arte scultorea senza eccessivo studio n fatica. Chi sa toccare sa anche modellare: segreto dello scultore.
Se non si riesce a correggere la differenza che sembra esserci fra soggetto da copiare, toccando, e modello da realizzare,
aiutarsi con un compasso che funger da strumento di misura (senza cifre). Il tocco di controllo dev'essere fatto con due
dita: il pollice e l'indice aperti a compasso, cercando di mantenere un angolo fisso d'apertura fra le dita. Se non si riesce
per qualche motivo (dimensioni troppo grandi, incertezza del rilievo osservato), si pu usare un compasso fisso di legno
o di cartone che, usato in maniera cos elementare, serve soltanto per la copia in scala 1:1. (Per ingrandire o
rimpicciolire occorre un compasso speciale, oppure due compassi fissi: per es. avranno dimensioni l'uno il doppio
dell'altro se la copia in scala 2:1). Sia nelloriginale, sia nella copia, le punte del compasso (o delle dita), devono
toccare i medesimi punti corrispondenti. Controllare anche con sguardo radente, osservando i contorni del lavoro e
confrontandoli con quelli delloriginale.
Compasso fisso
Realizzazione di un modellato a bassorilievo da un disegno.
Si prepari il disegno di un soggetto che interessa ottenendolo o per ideazione propria oppure come fotocopia
ingrandita o rimpicciolita. Il disegno dev'essere precisamente delle stesse dimensioni del bassorilievo che s'intende
realizzare.
Lastra rettangolare
Si prepari una lastra di 2,5 cm di spessore e la si rifili a rettangolo secondo le dimensioni volute.
Si ponga il disegno sul rettangolo e con una matita si pressi obliquamente (senza forare la carta del disegno) in modo da
lasciarne un'impronta sulla creta attraverso il foglio.
Si prepari un salsicciotto sottile di creta o lo si disponga partendo dalla parte che noi consideriamo la pi bassa nel
rilievo che di solito sul contorno (a colore nella figura). Si prosegua aggiungendo materiale man mano che ci si
avvicina alle zone considerate meno basse: per ultimo si aggiunge materiale alle zone ritenute pi alte (p. es. il muso per
un piccolo orso seduto, come in figura). Dopo questo abbozzo, si perfezioni con gli attrezzi.
Dita aperte a compasso per "misurare" l'angolo fra gli
occhi. Muovere le dita mentre si sente la forma.
Si ricordi che non basta misurare, ma occorre "toccare
con mano", "sentire" la forma. Del resto, la forma non
misurabile. Per meglio riuscire, chiudere gli occhi e
concentrarsi sulla sensazione tattile e motoria. E' il
principio di lavoro degli scultori ciechi, artisti ed esperti.
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Realizzazione di un modellato da uno stampo.
Si sa che i bimbi amano esperienze nuove. Si pu approfittare di questa loro tendenza per giocare con loro alla
realizzazione di piccoli oggetti, figure, animali, a partire dagli stampi che si trovano in commercio.
A volte, per quanto si cerchi, non si riesce a trovare uno stampo determinato. In questo caso non resta che farlo.
Partendo da un disegno, si prepari il modellato voluto in creta, costruendo un bassorilievo (con il procedimento sopra
accennato). E il lavoro a rilievo di tipo pi semplice perch evita sottosquadri.
Quando il modello pronto a durezza cuoio, lo si svuoti sotto in modo che mediamente la parete sia di spessore grosso
modo uniforme e non superiore a 2 o 3 cm. Lo si porti in fornace.
Una volta cotto, lo si posi su una tavoletta di legno o plastica, interponendo un foglio di giornale (per non lasciare segni
o rigare il piano d'appoggio).
Prendiamo un barattolo di cera (bianca, per mobili) e con un pennello "bagniamo" il nostro modello completamente in
ogni punto della sua parte visibile (quella non a contatto del tavolo). Togliamo gli eccessi usando come attrezzo lo
stesso pennello. Guardiamo il modello in controluce muovendo il pezzo, cos da controllare che la cera sia stata data
dappertutto. Asciugando, la cera spander un odore non sempre gradito: pertanto spostiamo la tavoletta o sul balcone
oppure in uno sgabuzzino trasportando il modello senza toccarlo ch altrimenti rovineremmo lo spessore di cera.
Il pennello va immerso in un solvente (acquaragia) pressandolo contro le pareti interne del barattolo (meglio se di vetro
trasparente) ed asciugandolo poi con un panno: ripetere la pulizia del pennello in solvente pulito, asciugandolo ogni
volta in un panno o nella carta da cucina, e tante volte finch il solvente resta trasparente. Allora significa che il
pennello perfettamente pulito.
Se non si vuole sprecare troppo solvente, lasciamo il pennello a bagno nel solvente ma senza appoggiarne i peli sul
fondo che resterebbero piegati: allo scopo, imprigionare il manico del pennello in una molletta (di quelle con cui si
mettono ad asciugare i panni) e posarla sul bordo del barattolo (la cui imboccatura avr diametro minore della
lunghezza della molletta, cos questa non vi cadr dentro): il pennello rester sospeso. Si avr cura che i peli siano
completamente immersi nel solvente e che le loro estremit non tocchino il fondo.
Lasciamo intanto riposare il pezzo senza muoverlo per almeno 24 ore.
Trascorse le 24 ore, preleviamo la tavoletta e posiamola su un tavolo. Lucidiamo la cera asciutta con un panno molto
morbido e con gesto gentile, altrimenti potremmo rischiare di asportare della cera.
Al termine, il pezzo deve presentarsi lucido. Lo strato di cera impedir al modello d'attaccarsi alla sostanza che andremo
a pressarvi sopra.
A questo punto bisogna appunto decidere il materiale con cui stiamo per fare lo stampo (che sar il negativo del nostro
modello). Per un lavoro professionale useremmo un liquido speciale per stampi oppure gomma al silicone a due
componenti che indurisce in pochi minuti dopo la mescola e si mantiene elastica (gommosa). Versiamo il liquido sul
modello fino a coprirlo interamente. Quando la gomma consolidata, prepareremo del gesso e lo verseremo sopra alla
gomma. Naturalmente occorre un telaio che faccia da recipiente, provvisto di guarnizioni che impediscano la fuoriuscita
dei liquidi. Il gesso solidifica e capovolgendo tutto - otterremo uno stampo in gomma sorretto dal gesso ormai
solidificato e rigido. Data la complessit dell'operazione l'accenniamo con uno schema. Togliamo la tavoletta di
sostegno ed il modello. Lo stampo pronto.
telaio
gesso
gomma
guarnizioni
Se invece decidiamo di realizzare uno stampo in terracotta, allora prepariamo una lastra di creta e poi la presseremo
sopra al modello. Lo spessore della lastra dev'essere abbastanza consistente.
A questo scopo, misuriamo l'altezza massima "h" del modello, aiutandoci con un righello trasparente opportunamente
posizionato. Se vogliamo fare velocemente uno stampo, alla buona, la scelta della creta opportuna.
In ogni caso il modello originale dovrebbe gi avere avuto dimensioni maggiorate di circa il 15 o il 20 % prevedendo il
doppio ritiro, quello dello stampo e quello della creta della copia.
Prepariamo una lastra di creta, grande come il modello. Lo spessore della lastra dev'essere ovviamente superiore ad h e
precisamente: (h + 2,5) centimetri. Appena pronta la pressiamo sopra al modello partendo da un lato (da sinistra in
figura, da destra se si mancini); procediamo verso l'altro lato, in maniera da non imprigionare bolle d'aria, altrimenti
queste rimarrebbero imprigionate, butterando lo stampo.
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E' questa lastra che far da stampo. Quando tutto il modello coperto, con il mattarello spianiamo lo stampo sul retro:
se occorre, aggiungiamo altra creta per tappare eventuali buche e togliamo invece gli eccessi: facciamo in modo che
questo stampo abbia comunque uno spessore minimo di 2,5 cm (questo accade nel punto pi sottile che corrisponde al
punto pi alto del modello) e che la sua altezza sia uniforme in tutti i punti e pari a circa h+2,5 cm.
lastra h + 2,5
h modello a bassorilievo
carta
tavoletta di trasporto
L dove lo spessore presunto maggiore, con uno stuzzicadenti facciamo dei fori che fungeranno da sfiatatoi.
Ultimata la livellatura e la foratura sul retro dello stampo, capovolgiamo il tutto ed estraiamo il nostro modello originale
che essendo lucidato a cera si staccher abbastanza facilmente. Lasciamo asciugare lo stampo su cart a e sulla propria
tavoletta di supporto, e poniamo tutto dentro un sacchetto chiuso da un semplice fiocco non ermetico (cos da lasciare
uscire lentamente il vapore acqueo). Ormai asciutto, lasciamolo sulla sua tavoletta di supporto (per evitare movimenti
ed incrinature) e portiamolo poi alla fornace. Una volta cotto, con il solito pennello lucidiamolo con la cera ripetendo lo
stesso procedimento di cui sopra.
Cos lucidato, lo stampo pronto per accogliere altra creta o altro materiale - per un nuovo mo dello; questo, se in
creta, sar tuttavia non uguale al primo ma di dimensioni un po' ridotte (tra il 15 ed il 20% in meno rispetto
alloriginale) a causa dell'inevitabile ritiro sia dello stampo, sia della copia.
E' ovvio che lo stampo potr essere usato anche per altri materiali plastici.
Ricupero degli scarti di sottrazione.
Le parti asportate dal modellato, possono essere ricuperate raccogliendole in un sacchetto di plastica.
Man mano che si raccolgono gli scarti, con il nebulizzatore si cerchi di bagnarli uniformemente, strato su strato.
Si bagni una pezza sotto il rubinetto e la si strizzi ma non troppo, in modo che resti decisamente bagnata ma non
gocciolante. La si ponga nel sacchetto e lo si chiuda. Porre il sacchetto in altri sacchetti sigillandoli uno per uno con
imboccatura dalla parte contraria a quella dell'altro. L'acqua contenuta all'interno tender a diffondersi a tutta la massa
di terra, restituendo umidit ai pezzi di scarto pi o meno secchi giacch, in alcune ore, l'umidit si diffonder
dappertutto.
Colorazione e vetrificazione del modello in creta.
Per i principianti molto consigliabile l'uso dei colori ad ingobbio (con l'eventuale aggiunta di ossidi, spesso gi
preparati in boccetta). Si passa il colore a pennello sul modellato quando questo a durezza cuoio. Si pu cuocere poi il
modello che si presenter, a cottura ultimata, con splendidi effetti di colorazione.
Esistono anche altri metodi: alcuni devono essere applicati sul pezzo gi cotto (smalto, cristallina) ma che comunque
dovr essere cotto nuovamente perch si tratta di colori da fornace.
La cristallina o vetrina conferisce al modello un aspetto lucido, vetroso. Le pentole di terracotta sono spesso protette da
cristallina ed appaiono pi scure ma brillanti sulla parte di superficie vetrificata, mentre conservano il loro colore rosso
chiaro (ma opaco, ovverosia non brillante) nella parte non trattata con vetrina o smalti.
Asciugatura di un bassorilievo.
Abbiamo finora parlato di come lasciare asciugare un pezzo a tutto tondo e come evitarne la rottura a causa del
conseguente ritiro.
Quando si ha invece un lavoro a rilievo, le precauzioni sono un poco diverse sebbene analoghe giacch discendono
dallo stesso principio che la constatazione del ritiro dovuto a perdita acquea.
I lavori sono "a rilievo" quando, pur disegnati su una superficie di base, presentano una terza dimensione apprezzabile
al tatto ed alla vista. Si dicono a bassorilievo, a mediorilievo o ad altorilievo quando, rispettivamente, le parti a rilievo si
saldano alla superficie di base (piana, cilindrica come su una colonna o sferica come all'incirca su un vaso) con un
angolo inferiore, uguale o maggiore di 90 (fra la tangente al rilievo e la superficie di base). Ci, grosso modo equivale
a dire che il rilievo meno della met, la met o pi della met rispetto al tutto tondo.
Il lavoro a rilievo va posato su una fodera o slitta di carta (cinque o sei fogli di giornale spiegazzati), a sua volta
sistemata su una tavoletta di supporto che possiamo, per semplicit, supporre di forma rettangolare o quadrata.
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Due lati consecutivi della tavoletta devono essere guarniti con un listello sull'orlo di ciascuno. Il lavoro a rilievo deve
essere separato anche dai listelli grazie alla carta dei medesimi o di altri fogli.
Supponiamo la tavoletta rettangolare. Quando il lavoro messo ad asciugare, la tavoletta deve essere inclinata quasi
verticale - poggiando sul lato minore cosicch il pezzo, scivolando sulla carta mentre asciuga, si muova liberamente
attratto verso il basso, trattenuto dal listello che sul fondo.
tutto tondo
altorilievo
mediorilievo
bassorilievo
disegno
Punto di vista
Se il pezzo quadrato, essendo la tavoletta inclinata e poggiando sull'angolo in cui si congiungono i due listelli,
scivoler tenuto da entrambi i listelli da cui dev'essere separato dalla carta per meglio slittare.
Questa procedura garantisce la migliore asciugatura, senza rotture ed aiuta il lavoro a mantenersi nel piano (senza
ingobbire) giacch appoggia costantemente sulla tavoletta rigida e piana.
Alcune conclusioni: il lavoro piatto ed il lavoro a rilievo.
In conclusione, le nozioni date svelano alcuni piccoli segreti del modellare senza i quali si va spesso incontro ad
insuccessi spiacevoli e deludenti. E' inoltre da considerare che per fare o insegnare 100 bene sapere 200 per non
trovarsi poi nell'imbarazzo di fronte ad improvvise difficolt.
Le precauzioni da usare con la creta, pur sembrando dirette ad evitarne crepe e rotture, in realt procurano a poco a poco
al dilettante una preziosa professionalit giacch molte procedure restano valide anche per altri materiali plastici diversi
ed inoltre sviluppano il senso dello spazio, indispensabile in scultura.
Si tratta di uno sviluppo che si evidenzia anche nei bambini: in loro pi facile osservare la gradualit con cui la mente
passa da lavori in materiale plastico tipicamente ed ingenuamente piatti (anche nel fare una faccia, realizzata con un
semplice disco, quasi fosse disegnato) a lavori pi tridimensionali in cui i rilievi e le cavit appaiono sempre pi
marcati. E un processo che si pu osservare anche nel neofita adulto che solo dopo alcuni tentativi giunge ad una
maggiore e consapevole maturit di lavoro spaziale.
Le frecce indicano la
posizione dei due
listelli.
Il modello a rilievo qui
schematizzato,
indicat o sulla tavoletta
e poggia sul lato
minore.
Se il modello fosse
quadrato, la tavoletta
dovrebbe essere giusto
appoggiata sul vertice
in cui si congiungono i
due listelli, cio a
rombo. E inclinata
quasi verticale.
Il bassorilievo non ha
sottosquadri.
Laltorilievo ha uno o pi
sottosquadri che rendono
complessa la costruzione
dello stampo e obbligano
a costruirlo in pi pezzi
separati.
Il mediorilievo al limite
fra i due.
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Realizzazione di una testa partendo da un disegno.
Accenniamo per completezza ad un metodo di realizzazione di una testa partendo da un disegno.
Innanzitutto si prepara il disegno del profilo, nelle dimensioni realmente volute per il modello da realizzare. Se ne fa poi
una copia su un cartone. Si ritaglia la sagoma ricordando che ci che sar usato sar il rettangolo di cartone con il
profilo in negativo.
Quando il bozzetto sar preparato(grosso modo), se ne controlla landamento accostando il cartone e badando bene che
il bozzetto riesca ad attraversare perfettamente la sagoma vuota.
In alcuni punti la maschera non passer e l bisogna asportare materiale: in altri punti vi sar luce ed allora bisogna
aggiungere del materiale localmente (senza preoccuparsi delle restanti parti del bozzetto), fino a che la sagoma
combacer perfettamente con il profilo che abbiamo corretto sul bozzetto.
Cartone di controllo dellintero profilo
(compresi la nuca, il collo, il petto, le
spalle).
Il disegno della testa ritagliato. Si utilizza
il suo negativo che serve per verificare se il
blocco di creta si conforma al disegno
voluto.
Quando il blocco di creta grosso modo
abbozzato, la dima o maschera, accostata
e si controlla che il blocco riesca ad
attraversare la parte ritagliata.
Dime analoghe si possono usare per la
testa vista dallalto e di fronte.
A questo scopo occorre preparare il
disegno aiutandosi con le proiezioni come
sotto indicato, secondo le quote desiderate.
Dima della testa vista da sopra.
Analogamente si procede con
una terza dima (sagoma) della
testa vista di fronte.
Il blocco di materiale deve
passare attraverso il foro (di
cartone) che rappresenta la testa
con movimento conforme alle
diverse visuali.
Per es. la dima (sagoma) della
testa vista da sopra deve essere
mossa verso il blocco con
movimento verticale, dallalto.
Sagome di cartone vuoto al centro
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Analogamente si procede per le altre due verifiche: una del bozzetto visto di fronte ed unaltra vista dallalto.
Il bozzetto che deve essere corretto finch le corrispondenti sagome negative si lascino attraversare perfettamente.
Una volta che il bozzetto sia stato corretto conformemente alle tre viste, rimangono da perfezionare tutte le altre visuali
che controlleremo ruotandolo con attenzione e guardandolo sia di fianco che di fronte, obliquamente e da sopra,
apportando man mano le modifiche che sembrano pi giuste. Ogni visuale deve essere soddisfacente di per s, senza
preoccuparsi delle altre: solo cos il lavoro riuscir bene. Procedere con coraggio. Aggiungere o togliere materia e
spianare e raccordare con la spugna. E bene sbagliare di proposito, esagerando nella correzione, cio nellaggiungere o
nel togliere il materiale fino a sentire qual la via di mezzo che ci sembra pi giusta.
Durante queste operazioni ricordarsi di toccare oltre che guardare un esemplare di testa (magari la propria, vista allo
specchio ma non da una foto che non si potrebbe ruotare propriamente nello spazio) e confrontare con le analoghe
sensazioni tattili e visive che si traggono dal modellato, man mano che si procede.
Riassunto: alcuni segreti del metodo. Due bozzetti: Girotondo e Incontri.
A. Abbozzare il modello impostandone gli assi portanti o la forma approssimativa allo stato grezzo.
B. Toccare, palpare, sentire con gli occhi chiusi, a mo dei ciechi. Concentrarsi sulle sensazioni tattili,
confrontando quelle che ci provengono dalloriginale con quelle del modello che stiamo facendo. Se non
disponiamo delloriginale ma lo immaginiamo, chiudere gli occhi e con la mano fingere di accarezzarne lidea.
Riproporre sulla materia, p. es. creta, lo stesso movimento della mano fino a perfezionare la superficie pensata.
C. Attendere di fare un giro completo di controllo prima dintervenire
D. Controllare il modello guardandolo dai punti di vista principali (di fronte e da dietro, da sopra e da sotto, di
lato da sinistra e da destra) e dai punti di vista intermedi, correggendo ogni volta secondo il punto di vista
scelto al momento. Ricontrollare gli altri ogni volta, perfezionandoli se necessario. Se si tratta di bassorilievo,
osservarlo non solo di fronte ma anche da tutte le altre direzioni possibili, da sopra, sotto, destra, sinistra.
E. Girare lentamente il modello, aggiungendo pezzi di materia o togliendone l dove occorre, senza perfezionarlo
al momento, ma aspettando di avere fatto un altro giro completo di modifica. Raccordare poi con la spugna o la
spatola.
F. Momento per momento, portare tutto il modello ad uno stesso grado di finitura. Non lavorare n accanirsi sul
singolo dettaglio, ma nel globale, per non trovarsi poi nella necessit di dovere distruggere la parte
perfezionata.
G. Rispettare le regole del materiale (se creta, seguire il relativo decalogo sopra enunciato, per evitare crepe e
rotture).
H. Avere il coraggio di sbagliare. E bene correggere in eccesso; abbondare, esagerare le correzioni per
evidenziare la giusta taglia. Aggiungere o togliere esageratamente in modo da trovare il giusto punto
dequilibrio. Procedere dunque per approssimazioni successive.
I. Osservare il modello con sguardo radente: in altre parole, osservare i contorni momento per momento ruotando
il pezzo in modo da controllarlo da pi punti di vista in successione. Punto per punto, i vari profili che si
vengono a presentare, devono sembrare giusti luno indipendentemente dallaltro.
J. Rifinire la superficie di creta con una spugna bagnata e strizzata per raccordare la materia aggiunta o le cavit
troppo pronunciate, cos da rendere la superficie gradevole, non raggrumata n corrugata. Quando il lavoro
sembra finito, fare un giro completo di controllo.
Bozzetto approssimativo di Girotondo.
Si noti lassenza dei dettagli (del viso,
delle mani) e lapprossimazione delle
linee.
Ciononostante, la posizione delle singole
parti e dellinsieme appare ormai ben
determinata. Solo in seguito sar tutto
meglio precisato.
In tratteggio gli spiedini di sostegno e un
pilastro in creta. La loro posizione solo
indicativa. Linterno delle figure
supposto cavo e riempito e irrobustito da
carta.
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Occorre conferire al bozzetto le giuste rotondit per passare al tutto tondo, altrimenti si resta nel piatto o, al massimo, al
bassorilievo (in questo ultimo caso gli spiedini e gli eventuali pilastri non sarebbero necessari). Pu essere utile
preparare una proiezione del bozzetto visto da dietro, davanti o da sopra.
Qualsiasi bozzetto non lopera ma il programma indicativo, il progetto aperto dellopera aperto a
perfezionamenti e modifiche. Si pensi che persino la Piet Rondinini di Michelangelo mostra notevoli ripensamenti, ben
visibili (Museo del Castello Sforzesco, a Milano). Anche in arte tentare essenziale. Non a caso si dice che larte
liberazione, emancipazione da regole note ma, al tempo stesso e paradossalmente, adozione di una nuova regola,
dunque creativit.
INDICE.
PARTE III. IL METODO RAPIDO D'INSEGNAMENTO DELLA CRETA.
Considerazioni preliminari. Perch la creta? Il metodo rapido dapprendimento del modellare.
Fango cotto al sole.
Terracotta.
I cultori della terracotta, del bronzo e della plastilina.
Nozioni precauzionali.
Modellare pi facile di disegnare.
IL DECALOGO DEL MODELLARE IN CRETA.
Prima regola: interporre della carta fra la creta ed il supporto.
Seconda regola: interporre un foglio di plastica fra la carta ed il supporto.
Terza regola: lavorare con uno spessore di creta dai 2 ai 3 cm
Quarta regola: rallentare l'asciugatura racchiudendo il pezzo in quattro o cinque sacchetti di plastica.
Quinta regola: non sorreggere il pezzo o sue parti con armature rigide non foderate.
Sesta regola: durante la lavorazione usare impalcature o sostegni solo di creta o carta; legno o vetro solo foderati.
Settima regola: evitare di usare sostanze non autorizzate dalla fornace.
Ottava regola: non portare alla fornace il pezzo da cuocere se non perfettamente asciutto.
Nona regola: modellare il pi possibile con le mani, senza attrezzi.
Decima regola: trattare eventuali ripararazioni con la barbottina o a cottura ultimata.
Gli scarabocchi plastici.
Addizione e sottrazione di parti in combinazione. Cenni ai procedimenti di realizzazione.
Gli attrezzi.
Realizzazione di una testa senza disegno.
Realizzazione di un modellato a bassorilievo da un disegno.
Realizzazione di un modellato da uno stampo.
Ricupero degli scarti di sottrazione.
Colorazione e vetrificazione del modello in creta.
Asciugatura di un bassorilievo.
Alcune conclusioni: il lavoro piatto ed il lavoro a rilievo.
Realizzazione di una testa partendo da un disegno.
Riassunto: alcuni segreti del metodo. Due bozzetti: Girotondo e Incontri.
Bozzetto approssimativo di Incontri. Si
notino i cenni delle pieghe della gonna
scavate a solchi nella creta. Limprecisione
del segno d volutamente lidea dabbozzo.