Fulvia Una Matrona Fra I Signori Della Guerra

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Biografie - Il mondo antico

le vite dei protagonisti


Collana diretta da Lorenzo Braccesi

Francesca Rohr Vio

Fulvia
Una matrona tra i signori della guerra

Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra


Copyright 2013, EdiSES S.r.l. Napoli

9876543210
20172016201520142013
Le cifre sulla destra indicano il numero e lanno dellultima ristampa effettuata

A norma di legge vietata la riproduzione, anche parziale,


del presente volume o di parte di esso con qualsiasi mezzo.
LEditore

Grafica di copertina:
Progetto grafico e fotocomposizione: EdiSES S.r.l.
Fotoincisione: PrintSprintNapoli
Stampato presso la Litografia di Enzo Celebrano Pozzuoli (NA)
Per conto della EdiSES Via Nuova San Rocco, 62/A Napoli

ISBN9788879597722

www.edises.it
[email protected]

biografie

Il mondo antico
le vite dei protagonisti

Collana diretta da
Lorenzo Braccesi

Non irrilevante sul mercato librario oggi la richiesta di biografie sia da parte della comunit di studenti, sempre pi insofferente
dei manuali, sia da parte del pubblico pi adulto, che ama il confronto tra le realt di ieri e di oggi attraverso la lettura delle vite
dei grandi protagonisti della storia.
Dunque a una platea di lettori ampiamente variegata si rivolge la
presente collana che intende offrire agili monografie biografiche di
personaggi del mondo antico che hanno inciso profondamente sulle
vicende storiche della loro et. Monografie che, anzitutto, si prefiggono di essere vivaci nellesposizione e rigorose nel contenuto.
Scrivere per un vasto pubblico, senza cedere a tentazioni giornalistiche o peggio ancora a paludamenti accademici, non facile, e per questo, a redigere le singole biografie, sono stati chiamati
studiosi di prestigio, con riconosciute esperienze di ricerca, ma non
digiuni dallarte della comunicazione.

Indice

Introduzione
Di donna non aveva altro che il corpo

Capitolo 1
Fulvia tra realt e modello

Capitolo 2
Nobili e famosi: gli antenati di Fulvia

15

Capitolo 3
Moglie di Publio Clodio Pulcro

21

Capitolo 4
Per la causa dei popolari: il matrimonio
con Gaio Scribonio Curione

45

Capitolo 5
Al servizio di Cesare: lunione con Marco Antonio

63

Capitolo 6
Insieme ad Antonio: spettatrice e complice nel 44 a.C.

77

Capitolo 7
In rappresentanza di Antonio nel 43 a.C.:
Fulvia vedova bianca

89

VIII Indice

Capitolo 8
Le proscrizioni: uno spazio di regia per Fulvia

97

Capitolo 9
Dux femina: Fulvia presso le truppe nella guerra
di Perugia

103

Capitolo 10
Lopportuna morte di Fulvia

121

Capitolo 11
Fulvia tra storia e memoria

125

Bibliografia

Edizioni delle fonti citate


133
Sigle e abbreviazioni
135
Fulvia nella riflessione della critica moderna 135
Intorno a Fulvia 138

Introduzione

Di donna non aveva altro che il


corpo

Di donna non aveva altro che il corpo, scrive Velleio (2,74,2)


della protagonista del libro, sottolineando in toni negativi leccezionalit di Fulvia.
Fulvia, moglie di Publio Clodio Pulcro, di Gaio Scribonio Curione, di Marco Antonio. Fulvia, discendente di Publio Cornelio
Scipione Africano e di Gaio Sempronio Gracco.
Fulvia, una matrona, dunque, al centro di una rete di relazioni
familiari gravide di implicazioni nella politica romana del suo
tempo, il I secolo a.C. Una donna, tuttavia, non solo oggetto delle
strategie di alleanza pianificate dagli uomini della sua famiglia,
secondo una prassi consolidata e legittimata dal mos maiorum, il
costume degli antenati, ma anche protagonista in prima persona
della vita pubblica e in alcuni momenti della scena politica. Le
particolari condizioni della tarda repubblica, tempo non solo di
guerre esterne ma anche di conflitti civili e forti tensioni sociali,
confinarono gli esponenti della classe dirigente per lunghi periodi
lontano da Roma; tale circostanza consent spazi di azione prima
impensabili a quelle, tra le loro madri, mogli, sorelle e figlie, che
si distinguevano per capacit e intraprendenza. Figura simbolo
di questa trasformazione, Fulvia in pi occasioni ag al di fuori
della dimensione privata della sua casa: in tribunale, nelle strade
di Roma e presso il Foro, in zone di guerra. Interfer in ambiti
per tradizione preclusi allazione femminile: lamministrazione
autonoma del proprio patrimonio, la politica estera e interna, la
gestione delle truppe in termini di disciplina, comando e strategia. In un contesto in cui i colleghi nel triumvirato del suo terzo marito erano legati luno, Ottaviano, a Claudia una giovane

Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra

donna di scarso carisma figlia proprio di Fulvia laltro, Lepido,


a Giunia Seconda una matrona di elevato rango ma chiaramente
espressione del partito repubblicano Fulvia, moglie del triumviro Antonio, venne di fatto a trovarsi in quella condizione di
prima donna di Roma che sar propria, in seguito, delle mogli
degli imperatori. Alcune tra queste, certo in tempi molto diversi
dal I secolo a.C., adottarono comportamenti assai simili a quelli
sperimentati da Fulvia.
La tradizione antica in larga prevalenza consegna una valutazione negativa dei suoi atteggiamenti, interpretati come perniciosa violazione dei canoni fissati dal costume avito per la condotta
femminile e, quindi, come inammissibile tradimento della stessa
identit di genere. Tale immagine scaturisce da riferimenti assai circostanziati nelle fonti letterarie. Ma essa riflette davvero
la condotta estrema fatta propria da una matrona romana che os
oltre lammissibile o piuttosto fu frutto di una precisa volont
denigratoria, strumentale agli interessi politici degli avversari dei
suoi mariti? Quale incidenza esercit nella valutazione di Fulvia
presso i contemporanei ma soprattutto agli occhi dei posteri il
modello della matrona ideale, costituitosi nei secoli a Roma e
ancora assai vincolante nel I secolo a.C.? E come, eventualmente,
il comportamento femminile esemplare venne strumentalmente
evocato nella delegittimazione di Fulvia? Quanto lazione della
moglie prima di Clodio, poi di Curione e infine di Antonio matur in termini di autonomia e quanto, invece, fu mera esecuzione
o almeno esito di una concertazione con questi protagonisti della
scena politica di fine Repubblica? E, inoltre, Fulvia rappresent
solo un paradigma in negativo o attraverso alcuni comportamenti
concorse a quella trasformazione della condizione matronale che
si produsse e venne accettata in et imperiale?
A questi interrogativi si propongono di dare una risposta le riflessioni confluite nelle pagine che seguono, le quali ambiscono
a ricostruire il percorso biografico di Fulvia, pur nei limiti consentiti da una tradizione antica non sufficientemente loquace ma

Introduzione - Di donna non aveva altro che il corpo

qui citata nella sua completezza e indagata anche attraverso il


confronto con la critica moderna.
Dedico questo studio su Fulvia, una donna che lasci una traccia profonda nella storia di Roma, a Maria, Regina, Nini e Bicetta, matronae optimae nel mio passato, exempla nel mio presente.
Ai miei primi lettori di sempre, Giovannella, Alessandra e
Tomaso, un grazie di cuore.
Venezia, Natale 2012
F.R.V.

Capitolo 1

Fulvia tra realt e modello

Plutarco a formulare, nella sua raccolta di biografie femminili Mulierum virtutes, il concetto secondo cui meno si parla delle
donne, meglio . Nellesprimere questo punto di vista lo storico
di Cheronea faceva propria unopinione largamente condivisa
presso gli antichi, secondo la quale la vita di una donna, e in
particolare di una matrona, espressione dellaristocrazia, doveva
essere avvolta dal silenzio nel corso della sua intera esistenza e,
talvolta, anche dopo la sua morte. Se, dunque, gli uomini di famiglia erano chiamati a tutelare, diremmo oggi, la privacy delle
loro donne da ogni sguardo esterno, parimenti era opportuno che
la riservatezza connotasse anche le modalit della condotta delle
matrone.
Nella pratica della storiografia classica questa mentalit si traduce in prassi compositiva: solo episodicamente alle donne riservato, infatti, uno spazio che non sia cursorio. Oltre allapproccio ideologico a cui si fatto cenno, tale circostanza va ricondotta
a una molteplicit di altri fattori.
Lattenzione degli storici direzionata in prevalenza alle dinamiche belliche e alle questioni politiche, ai temi istituzionali
e agli scontri di potere, ambiti questi che, con eccezioni assai
circoscritte, escludono nel mondo antico le donne. Costoro risultano confinate, al contrario, in una dimensione prevalentemente
domestica e privata ed emarginate da gran parte delle iniziative
pubbliche e politiche.
Nel dar conto di tale condizione la tradizione recepisce le specificit del quotidiano femminile, quantomeno nellet arcaica e repubblicana, ma anche quella teorizzazione ideale che in Roma fin

Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra

dalle origini defin gli spazi e le modalit dellazione delle donne.


A partire dallet monarchica venne infatti elaborato progressivamente un modello, destinato a sopravvivere in forme pressoch
immutate nel corso dei secoli e delle trasformazioni della societ romana, che codific in termini di virtutes il paradigma della
matrona ideale, imponendo rigidi vincoli alla condotta femminile,
quantomeno presso laristocrazia, e defin i comportamenti che
dovevano garantire lonorabilit o, nella loro antitesi, la denigrazione morale e quindi sociale. Secondo tale paradigma di comportamento, come testimoniano le fonti letterarie ma anche numerose
iscrizioni, la matrona romana risplendeva di una bellezza esteriore
che doveva essere lo specchio della sua virt interiore (pulchra).
Era poi necessario che la donna ottemperasse ad alcuni obblighi
precisi. Avrebbe dovuto sposarsi (rimanendo auspicabilmente univira, ma per opportunit politiche o economiche potendo anche
contrarre pi matrimoni nel corso della vita) e generare dei figli
per concorrere allo sviluppo della famiglia e della collettivit e alla
futura grandezza di Roma (fecunda), limitando i rapporti sessuali
allambito del matrimonio e ai fini procreativi (casta). Avrebbe
dovuto proficuamente ispirare la propria condotta alla convenienza e alla moderazione (pudica) anche nelluso della parola (tacita)
e dedicarsi esclusivamente ad attivit domestiche e in particolare
al telaio (lanifica), muovendosi in larga prevalenza allinterno del
perimetro della casa (domiseda). Si sarebbe, inoltre, dovuta dedicare al culto della tradizione e portare rispetto e soccorso ai propri
familiari (pia).
Tale modello esercit un evidente potere di condizionamento nellazione promossa dalle matrone romane o per loro decisa
dagli uomini della loro famiglia: padri, mariti, fratelli, suoceri
e perfino figli. Esso, tuttavia, interfer significativamente anche
nella memoria delle donne romane, affidata alla letteratura e alla
storiografia, allepigrafia, ma anche a forme di comunicazione
visiva come liconografia nella sua traduzione pittorica, statuaria,
numismatica. Cos nella biografia di quelle donne che si voleva

Capitolo 1 - Fulvia tra realt e modello

rimanessero nella storia come exemplum, con una postuma funzione educativa nei confronti delle generazioni successive, la volont di applicare il modello indusse alla valorizzazione di alcuni
aspetti ritenuti in linea con esso e alla omissione o al ridimensionamento di altri reputati, invece, incompatibili se non addirittura
confliggenti con tale paradigma. Ma il modello venne utilizzato
anche allo scopo di delegittimare alcune matrone, la cui denigrazione si compiva attraverso questo parametro di confronto e che
pertanto assumevano i tratti di antimodello.
A questultima categoria femminile appartiene Fulvia, discendente di Scipione lAfricano, ma passata alla storia per i matrimoni che la unirono a tre tra i pi famosi e potenti personaggi della tarda repubblica, tutti in diverso modo legati a Giulio Cesare:
Publio Clodio Pulcro, Gaio Scribonio Curione, Marco Antonio.
La documentazione antica sulla donna non ampia. Conosciamo forse i suoi tratti fisiognomici da alcune monete di et triumvirale, che sembrano ritrarne il profilo. Se lidentificazione, che
rimane incerta, corretta, Fulvia la prima matrona vivente a
essere raffigurata su supporto monetale.
Lepigrafia menziona Fulvia solo in una serie di ghiande missili, proiettili di piombo utilizzati nel corso dellassedio di Perugia. Fu, questo, lepisodio conclusivo della guerra che, tra il
41 e il 40 a.C., contrappose Ottaviano ai familiari del collega
triumviro Antonio, ovvero Lucio Antonio e Fulvia appunto, per
la distribuzione di terre italiche ai veterani di Filippi. Tali armi da
getto, al pari di quanto avviene sui missili utilizzati nelle guerre
tecnologiche del nostro tempo, recavano di frequente, graffite o
a rilievo, brevi frasi che riproducevano il nome del comandante
o del reparto legionario da cui erano utilizzate oppure insulti al
nemico: offese generiche ma soprattutto allusioni esplicite alla
destinazione oscena che si voleva la ghianda raggiungesse sul
corpo dellavversario, e quindi anche di Fulvia.
Le fonti letterarie riservano alla matrona un pi consistente corpus di riferimenti; si devono rilevare, tuttavia, alcune circostanze

Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra

determinanti nel condizionare la memoria della matrona. In questo senso si deve intendere loggettivo ridimensionamento quantitativo delle informazioni rispetto alla ricchezza della vita di una
donna che dovette invece svolgere un ruolo significativo in molti
momenti dellet in cui visse. In analoga prospettiva vanno lette la
polarizzazione delle notizie su pochi fatti divenuti, cos, emblematici della biografia di Fulvia, ma che certo non dovettero esaurire
la sua complessa esistenza, e la valorizzazione dei racconti aneddotici, che traduce la sua vita in una sequenza di episodi talvolta
disancorati da quella rete di nessi causa-effetto che chiariscono le
dinamiche degli eventi. In questottica si deve intendere, infine, la
strumentalizzazione della vita di Fulvia, impostata in modo tanto
radicale da farne un antimodello e certo funzionale primariamente
a delegittimare coloro che con la matrona condivisero segmenti importanti della loro vita, ovvero in primis Clodio e Antonio.
Risulta infatti immediatamente evidente come la selezione delle
notizie e la contestazione di gran parte dei suoi comportamenti,
nonch del suo aspetto e del suo carattere, non siano gli esiti di
una ricezione neutra della sua storia; se non scaturiscono da una
forzatura, almeno rappresentano un punto di vista parziale.
Nelle violazioni dei principi ispiratori della condotta femminile e talvolta nella loro vera e propria distorsione lazione di
Fulvia divenne, dunque, paradigmatica, seppure in prospettiva
invertita rispetto agli exempla muliebri. In ci la matrona sembra
essersi spinta anche oltre rispetto ad altre nobildonne contestate
del suo tempo, come Clodia, la Lesbia di Catullo, e Sempronia,
coinvolta nella congiura di Catilina, donne, queste, che significativamente appartenevano alla famiglia di Fulvia essendone la prima la cognata e la seconda, con ogni probabilit, la zia materna.
Sempronia rappresenta il paradigma della trasgressione: al pari
della matrona ideale bella, fertile, facoltosa; ma queste virtutes
sono poste al servizio di scopi perversi. Di Clodia si enfatizzano
i costumi licenziosi, violazione della castitas, ma anche gli atteggiamenti provocanti, labbigliamento e la libert nellespressione

Capitolo 1 - Fulvia tra realt e modello

verbale, oltraggio al pudor. Ma a differenza di questi casi, Fulvia


non rifiuta aspetti circoscritti del modello; nella descrizione letteraria, tutto il suo essere si configura come una riscrittura ad ampio
spettro del profilo matronale. Il ritratto letterario di Fulvia non ci
restituisce unimmagine positiva della donna in relazione n al
suo aspetto, n al suo carattere, n ai suoi comportamenti. Se la
matrona romana tipicamente pulchra, secondo Svetonio Fulvia
presenta unasimmetria nel volto dovuta alla diversa consistenza
delle guance (rhet. 29). La generica definizione di Dione (48,5,3)
secondo cui la donna aveva un cattivo carattere viene precisata
da altre fonti che cos la qualificano: Plutarco (Ant. 30) e Appiano
(Civ. 5,249-250) come intrigante; Orosio (Hist. 6,18,17) come arrogante; Dione come avida di potere (48,5,1-10,1); Plutarco (Ant.
30) come temeraria; Cicerone (Phil. 6,4 e 13,18) e Dione come
avara (47,8,1-5). Anche i suoi comportamenti e le sue scelte di
vita riflettono la sua natura. Fulvia non univira; ha accettato
la corretta via del matrimonio ma, come sostiene Cicerone, si
trasformata in un fattore negativo per i suoi mariti (Phil. 2,11 e
113; 5,11) e ha inquinato il suo rapporto con loro con una partecipazione emotiva tradizionalmente estranea al legame nuziale romano, secondo quanto suggeriscono Cicerone stesso (Phil. 2,77),
Appiano (Civ. 5,54,56, 75, 82, 249-250) e Plutarco (Ant. 10,1-9
e 30). Ha generato dei figli, che per in buona parte sono stati di
danno alla res publica. Ha violato in ogni modo la castitas e il
pudor, con unostentazione di s impropria per il suo rango e per
la sua condizione femminile. Ha abusato della parola, facendo
risuonare la sua voce in contesti preclusi alle donne come il tribunale, il foro, le sedi del comando militare, i campi di battaglia.
Ha violato i confini domestici e ignorato i doveri della matrona allinterno della sua casa, intervenendo in contesti pubblici
e politici (Plutarco esplicitamente afferma che Fulvia non fu n
domiseda n lanifica: Ant. 10,1-9; vd. anche Cicerone Phil. 2,95;
5,11; Att. 14,12,1; Mil. 28 e 55; Valerio Massimo 3,5,3; Asconio
Mil. 28).

10

Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra

Fulvia ha incarnato, in sintesi, il rovesciamento delle virtutes


fondanti il modello matronale; ma si spinta anche oltre: ha perduto la propria identit di genere acquisendo tratti che il costume
connota come esclusivamente maschili, secondo quanto suggerisce
per casi analoghi a quello di Fulvia Francesca Cenerini. Velleio
(2,74,3) a sottolineare con espressione lapidaria che Fulvia di una
donna non aveva che il corpo, ma pi dettagliatamente altre fonti
nei riferimenti al suo carattere ne rimarcano la capacit decisionale,
lardire, lastuzia, la visione politica, tratti tutti che secondo il mos
maiorum si riconoscono, in una valenza positiva, come maschili e
che invece nelle donne rappresentano dei difetti. Parimenti, nelle
notizie sul suo agire le fonti attribuiscono a Fulvia le iniziative proprie di un generale: larruolamento delle truppe, larringare i soldati, lindossare la spada, loperare scelte strategiche e limpartire
disposizioni operative, lentrare in relazione non da pari circostanza che gi in questi termini sarebbe risultata sconveniente ma
da superiore con gli altri comandanti sul campo.
Il carattere almeno in parte strumentale di questo ritratto polemico si evince leggendo la biografia di Fulvia alla luce dellimmagine
che di lei ci restituisce, se forse non la statuaria, la documentazione
numismatica e nella consapevolezza del contesto storico in cui la
donna oper, tanto eccezionale da consentire comportamenti extra
mores, ovvero estranei, quando non anche antitetici, rispetto al costume degli antenati.
Alla fine del XIX secolo Wolfgang Helbig pens che una testa
femminile in marmo rinvenuta presso i monti Albani raffigurasse
Fulvia. Lidentificazione non certa, per quanto suggestiva. La
tradizione letteraria menziona, infatti, una sola caratteristica precisa dellaspetto di Fulvia, ovvero una lieve asimmetria tra le due
guance, che il busto non sembra invece riprodurre. Cos infatti
racconta Svetonio (rhet. 29):
Sesto Clodio, che era originario della Sicilia e insegnava sia eloquenza latina che greca, avendo una vista corta e una lingua lunga,

Capitolo 1 - Fulvia tra realt e modello

11

sosteneva di aver perduto entrambi gli occhi mentre era amico del
triumviro Marco Antonio. Disse che la moglie di Antonio, Fulvia,
che aveva una guancia pi gonfia dellaltra, vi verificava la punta
dello stilo, e non per questo era meno caro ad Antonio, tuttaltro.

, invece, sulla base delle teorie del determinismo fisiognomico che larcheologo tedesco, datato il busto allet tardo repubblicana per la coincidenza tra lacconciatura e la moda del tempo,
fondava la sua lettura, evidenziando la possibile corrispondenza
tra i tratti del volto di questa matrona, che ha la fronte poco profonda e gli angoli della bocca rivolti verso il basso, e le caratteristiche deprecabili del carattere che le fonti attribuiscono a Fulvia,
ovvero unindole brutale associata, ma solo nellintepretazione di
Helbig, a una mente modesta. Egli supportava, inoltre, la sua ipotesi rilevando la somiglianza del volto in questione con il ritratto
femminile riprodotto su cinque monete datate tra il 43 e il 40
a.C. e da buona parte della critica, seppure non universalmente,
attribuito proprio a Fulvia. Si tratta di un quinario di Antonio coniato a Lione di cui sono pervenuti due esemplari (RRC 489,5 e 6
tav. LVIII), di un aureo del monetale Gaio Numonio Vaala (RRC
514,1 tav. LXII); di un denario del monetale Lucio Mussidio Longo (RRC 494,40 tav. LX), di un asse emesso a Eumenia di Frigia,
citt rifondata probabilmente nel 41 a.C. da Antonio con il nome
di Fulvia (RPC 4509,1). Il volto femminile rappresentato, da taluni identificato invece con una Vittoria o con Ottavia, moglie di
Antonio dopo la morte di Fulvia, ha tratti decisi, occhi grandi, un
naso aquilino, labbra sottili e una folta chioma pettinata secondo
la moda del tempo. Se lidentificazione con Fulvia della donna
riprodotta sulle monete corretta, anche a prescindere dalla pi
incerta attribuzione alla matrona del busto dei monti Albani la
moglie di Antonio doveva essere, se forse non pulchra secondo i
canoni classici, certo di aspetto estremamente interessante.
Anche il momento storico nel quale Fulvia visse consente di
comprendere, almeno in parte, le ragioni a fondamento di alcune

12

Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra

sue scelte e quindi la portata polemica della loro contestazione in


rebus e post eventum. La tarda repubblica rappresent un momento
connotato da tratti di assoluta eccezionalit. Proprio per questo motivo consent alle donne dellaristocrazia margini di iniziativa ben
superiori rispetto al passato. Azioni al di fuori del perimetro domestico valutate secondo la tradizione come inammissibili sconfinamenti in ambiti prettamente maschili ora venivano ammesse come
lecite, pur se confinate a una dimensione di soluzione di emergenza
e supplenza degli uomini e mai codificate in una riconosciuta promozione dellelemento femminile della societ romana. Le guerre
esterne ma anche i conflitti civili che insanguinarono Roma per un
interno secolo ebbero pesanti ripercussioni sulla vita politica e gli
equilibri sociali. Determinarono un pesante calo demografico, percepibile in termini concreti anche nellambito dei gruppi dirigenti;
causarono lassenza protratta degli uomini dallUrbe e il ridimensionamento del ruolo politico effettivo delle sedi istituzionali, che
formalmente mantennero le loro prerogative e spesso continuarono
le loro attivit, ma a cui vennero spesso ad affiancarsi nella prassi
modalit nuove di discussione e altre sedi per la definizione delle decisioni. Tali circostanze indussero a delegare alle donne iniziative in ambito pubblico e politico, promosse talvolta su preciso
mandato degli uomini della loro famiglia, talvolta in autonomia,
ma sempre in loro vece. in questo contesto che Fulvia pot costituire una presenza costante accanto a Clodio condizionandolo
con le sue opinioni e i suoi consigli, definendo la regia politica dei
suoi funerali, testimoniando in tribunale contro il suo assassino.
in questo contesto che Fulvia ebbe modo di perorare la causa di
Antonio assente e in procinto di essere dichiarato hostis publicus,
nemico pubblico, presso i senatori, di rapportarsi con i generali del
triumviro dOriente in vece sua e di rappresentarlo presso i suoi
soldati, arruolandoli, arringandoli, disponendoli in battaglia in suo
nome al pari di un comandante.
Non dato quantificare lincidenza della propaganda ostile
a Fulvia (e ai suoi mariti) nella memoria delegittimante di que-

Capitolo 1 - Fulvia tra realt e modello

13

ste azioni della matrona. difficile anche attribuire unidentit


precisa ai promotori di questa campagna denigratoria, con ogni
probabilit non imputabile a ununica regia ma conseguente agli
interessi convergenti di soggetti diversi.
Certo nel racconto degli anni del matrimonio con Clodio decisivo fu lapproccio di Cicerone. Questi era stato amico del primo
marito di Fulvia ma poi aveva nutrito nei suoi confronti, ricambiato, unanimosit mai sopita che aveva di necessit coinvolto
anche la moglie del tribuno della plebe del 58 a.C. Anche per il
matrimonio tra Fulvia e Antonio a Cicerone che si deve attribuire la paternit prima della polemica allindirizzo della donna,
funzionale a screditare lacerrimo nemico Antonio. Ma per i fatti
degli anni quaranta, quando Cicerone era gi stato proscritto e
assassinato, si deve pensare a unaltra mano.
Forse Antonio assunse un ruolo nella delegittimazione della
memoria di Fulvia. Quando si trovava ormai lontano, in Oriente,
e la moglie aveva operato in sua rappresentanza in pi occasioni,
anche molto delicate, a Roma e in Italia, egli ebbe tutto linteresse a far ricadere su di lei la responsabilit di decisioni che forse
erano state, o avrebbero dovuto essere, anche sue e degli esiti di
una politica che il triumviro dOriente aveva lasciato gestire a
Fulvia.
Ottaviano, il vincitore, dopo la battaglia di Azio del 31 a.C. impose la propria interpretazione dei complessi anni del triumvirato, con lobiettivo duplice di giustificare la sua condotta, che in
molte occasioni era stata deprecabile, e di delegittimare il collega
poi nemico Antonio, e con lui il suo entourage. In tale operazione
propagandistica attribu particolare rilievo a quei fatti che nella
condotta di Antonio e dei suoi familiari e sostenitori avevano registrato evidenti tradimenti del mos maiorum, di cui il giovane
Cesare si presentava, invece, come restauratore. In questo disegno
ben rientra la manipolazione della memoria di Fulvia attraverso
lenfatizzazione dei comportamenti mediante i quali con pi evidenza la donna viol le virtutes proprie della matrona ideale.

14

Fulvia. Una matrona tra i signori della guerra

La delegittimazione di Fulvia, attraverso la codificazione della


sua immagine come antimodello, costitu, dunque, una ragione
di convergenza per gli interessi dei leader sulla scena, per molti
altri aspetti gi irrimediabilmente invece divisi e destinati a uno
scontro fratricida.

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