Relazione Finale Di Tirocinio-Fera - Re

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Relazione conclusiva dell'attivit' svolta a scuola

Il contesto e le scuole
Ho svolto la mia attivit di tirocinio presso due scuole del comune di Milano: una scuola secondaria di
primo grado (IC Narcisi) per la classe di concorso A032 e un istituto tecnico ad ordinamento speciale
(ITSOS Albe Steiner) per la classe di concorso A031.
Per quanto riguarda la scuola media, ho effettuato il mio tirocinio in alcune classi prime e terze
dell'istituto Narcisi. La scuola inserita in un contesto molto eterogeneo dal punto di vista etnico, con
un'utenza caratterizzata dalla presenza di diversi casi di svantaggio sociale e/o economico. Gli studenti
che frequentano la scuola provengono quasi tutti da quartieri limitrofi a quello della scuola come
Giambellino, Lorenteggio, Creta, che sono considerati quartieri popolari. L'istituto, che comprende sia
la scuola primaria che la secondaria di primo grado, colpito dal fenomeno della dispersione scolastica
e si tengono regolarmente corsi di alfabetizzazione per i numerosi studenti NAI che la scuola accoglie.
La scuola media attualmente dislocata in due plessi, via dei Narcisi e via Anemoni, a causa dei lavori
di ristrutturazione che interessano quest'ultima. Ho svolto tirocinio in questa scuola per 160 ore, ed ho
avuto cos la possibilit di conoscere a fondo l'organizzazione e le dinamiche interne alla scuola.
La scuola secondaria di secondo grado invece un istituto tecnico che forma figure professionali che
operano nel settore audio-visivi caratterizzato da un'offerta formativa sperimentale a cui stato
riconosciuto un ordinamento speciale. La scuola ha un'ottima dotazione di supporti tecnologici per
l'apprendimento di tecniche legate al mondo degli audiovisivi e dispone di laboratori per diverse
discipline. La struttura che ospita la scuola relativamente nuova e sorge in un contesto abbastanza
isolato dal resto del quartiere. L'utenza proviene da tutta la provincia di Milano, e i ragazzi di origine
straniera che frequentano l'istituto sono circa l'11 per cento 1. Il mio tirocinio in questa scuola stato di
40 ore, pertanto esclusivamente osservativo: ho avuto modo di seguire lezioni delle classi di
linguaggio del suono e del corso opzionale di sound-design.
1

POF Albe Steiner, p. 7

Il POF
Il POF dell' IC Narcisi si apre con l'indicazione di alcune linee guida che orientano l'attivit educativa
della scuola: viene fin da subito sottolineato il valore della tolleranza e della solidariet, che in un
contesto culturalmente eterogeneo come quello in cui si trova la scuola appare come una base
imprescindibile di ogni attivit educativa.
L'educazione musicale non oggetto di uno specifico progetto definito come caratterizzante dal POF,
risultando quindi essere un ambito non particolarmente rilevante dell'offerta formativa della scuola: in
effetti, nonostante sia menzionata nel POF l'offerta di alcuni progetti musicali non mi risulta che,
almeno durante questo anno scolastico, siano stati attivati. Mi stato tuttavia riferito che negli scorsi
anni era stato attivato un corso di percussioni tra le attivit extracurricolari. Il fatto che la sede della
scuola media sia attualmente in fase di ristrutturazione incide negativamente sulla possibilit di
effettuare attivit inerenti alla musica perch le due aule-laboratorio di musica e psicomotricit sono
chiuse.
Il POF dell'istituto Albe Steiner d'altro canto, mette in primo piano l'obiettivo finale del percorso di
studi che quello di acquisire competenze nel campo della comunicazione. Per raggiungere tale
obiettivo, l'istituto prevede l'integrazione di conoscenze di carattere teorico con competenze pratiche
che rendano lo studente capace di partecipare alla realizzazione di un prodotto multimediale,
conoscendone sia le fasi di progettazione, sia le problematiche legate alle diverse componenti 2. Dai
colloqui con il personale della scuola emerso come gli studenti della scuola siano sempre meno
motivati e come sia diventato progressivamente sempre pi difficile adeguare l'offerta formativa della
scuola alle competenze sempre pi specifiche richieste dal mercato del lavoro, che vive un momento di
crisi negli ultimi anni. Un'attenzione rilevante viene accordata nel POF al tema della disabilit, la cui
integrazione garantita da una serie di figure presenti all'interno dell'istituto con compiti specifici.
Le classi
2

POF Albe Steiner p. 4

Le classi dell'IC Narcisi, in generale molto eterogenee dal punto di vista etnico, sono equilibrate per
quanto riguarda il genere e vedono spesso la presenza contemporanea di diversi casi di BES.
In particolare, la classe in cui ho osservato la docente tutor composta da 20 alunni (10 maschi e 10
femmine), di cui 10 bambini di origine straniera provenienti da sud-america, asia e nord-africa. Alcuni
di questi ragazzi sono NAI e seguono pertanto dei corsi di alfabetizzazione. Sono inoltre presenti 3
alunni DVA, seguiti da tre insegnanti di sostegno. Si tratta in due casi di difficolt relazionali e di lievi
ritardi mentali e in un altro caso di una disabilit fisica.
Dall'osservazione svolta e dai colloqui avuti con gli insegnanti, la classe risulta essere relativamente
difficile da gestire proprio per la presenza di alcuni alunni con difficolt di integrazione che in alcuni
momenti rendono problematico lo svolgimento delle normali attivit di classe. Le ore di musica,
concentrate il venerd nelle ultime ore curricolari, sono articolate dall'insegnante secondo una scansione
tematica che prevede un'ora di storia della musica ed un'ora di strumento.
Le lezioni di musica si svolgono in classe, la cui dimensione non permette di modificare la disposizione
dei banchi, che risulta essere quindi la stessa di tutte le altre ore di lezione. La docente della classe
tuttavia ha un proprio proiettore che le permette di trasmettere su uno dei muri della classe, materiale
didattico da lei elaborato. L'uso del libro di testo relativamente limitato e comunque mediato dalla
docente che partendo dal testo elabora alla lavagna mappe concettuali per facilitare l'apprendimento
degli alunni. Gli strumenti musicali utilizzati dagli alunni sono flauti dolci o tastiere elettroniche.
La classe generalmente ben disposta a partecipare e dimostra interesse per la materia, nonostante
alcuni alunni manifestino insofferenza e difficolt a partecipare costruttivamente alle attivit. Uno dei
ragazzi, a causa della sua disabilit fisica, non ha la possibilit di partecipare come gli altri all'ora
dedicata allo strumento. Per questo motivo ho utilizzato la mia presenza in classe come tirocinante per
proporre al ragazzo alcune attivit musicali attraverso l'utilizzo di un software (Music Tutor Sight
Read), che attraverso il touch screen del tablet permette di fare alcuni esercizi di riconoscimento delle
note anche a persone con una manualit ridotta come questo studente. Le modalit di verifica che ho

osservato sono state di due tipi: quiz a risposta aperta per la storia della musica e valutazione da parte
dell'insegnante dell'esecuzione strumentale dei brani studiati in classe.
Per quanto riguarda l'ITSOS Albe Steiner, ho avuto modo di osservare diverse classi quinte in due
distinti corsi, quello di Linguaggio del suono e quello, opzionale, di Sound design. In generale, le
classi presentano una composizione di genere prevalentemente maschile anche se, da quanto mi stato
riferito, la presenza femminile in aumento. Non ho osservato, nelle classi coinvolte casi di BES
eccetto per una classe, in cui era inserita una ragazza con una disabilit fisica, seguita da un insegnante
di sostegno.
Il corso di linguaggio del suono, tenuto da due professori in compresenza, ha come obiettivo quello di
analizzare, da un punto di vista teorico e applicativo, il suono in quanto elemento della comunicazione
cinematografica. Ci sono state quindi lezioni che hanno riguardato i diversi ruoli che il suono svolge
nel linguaggio cinematografico, ma anche lezioni che spiegavano come avviene materialmente la
realizzazione di una colonna sonora all'interno di un prodotto cinematografico. Essendo un laboratorio,
i ragazzi hanno eseguito un lavoro di sonorizzazione. Il compito assegnato dai docenti stato quello di
sonorizzare un frammento del film di animazione Fantasia di Walt Disney attraverso l'utilizzo del
software pro tools. Al momento dell'inizio del mio tirocinio, i ragazzi avevano gi quasi terminato il
lavoro, per cui ho assistito al lavoro di revisione che veniva effettuato insieme al professore
individualmente.
Le verifiche prevedevano sia una parte teorica, con un test da effettuare online con delle domande a
risposta aperta riguardanti alcuni concetti appresi durante il corso (elementi del linguaggio musicale
cinematografico), che una parte pratica, con la valutazione dell'elaborato di sonorizzazione prodotto dai
ragazzi alla fine del corso.
In linea generale, mi sembrato che pochi ragazzi fossero veramente interessati al lavoro svolto. Le
ragioni di questo disinteresse possono essere ricondotte da un lato al taglio cinematografico che
caratteristico dell'istituto, per cui la musica ed il suo linguaggio giocano un ruolo secondario negli

interessi degli studenti, dall'altro, come ho avuto gi modo di sottolineare, sembra che l'interesse
generale degli studenti verso le attivit svolte a scuola sia in declino. D'altra parte, la didattica
laboratoriale del corso e l'applicazione immediata dei concetti appresi in un lavoro creativo, mi
sembrano degli elementi che possono giocare un ruolo estremamente positivo nella motivazione dei
ragazzi. Il secondo corso, quello di sound-design, un corso opzionale, per cui viene scelto dai ragazzi
fra una serie di corsi (la cui offerta, come ho avuto modo di vedere seguendo le presentazioni dei corsi
per il prossimo anno scolastico, spazia dalla fotografia alla psicologia alla visual art). In questo caso, la
motivazione dei ragazzi nettamente pi alta ed il lavoro che viene a loro proposto pi complesso e
richiede immaginazione e creativit. Si trattava infatti, utilizzando il software Logic di creare,
partendo dal suono di un oggetto opportunamente elaborato al computer, una composizione che poteva
essere originale o prendere spunto da un brano esistente. I risultati ottenuti da alcuni degli studenti sono
stati veramente interessanti e sono stati valorizzati dal docente proponendo la realizzazione di un video
sullo stile dei making of cinematografici da utilizzare con le prossime classi che seguiranno il corso.
Il ruolo del docente in questo caso stato quello di facilitatore, per cui, a differenza dell'altro corso,
che prevedeva alcune lezioni frontali, in questo caso l'insegnante veniva volta per volta interpellato dai
ragazzi per risolvere problemi pratici inerenti al progetto che stavano creando. Il corso prevedeva
inoltre altri progetti dedicati al missaggio e alla riparazione di files sonori. In generale, mi sembrato
che questo corso abbia stimolato i ragazzi a raggiungere un obiettivo concreto e alla loro portata, ed il
risultato finale fosse ben commisurato all'impegno e alla motivazione dimostrata dai ragazzi.
Il confronto tra la realt che ho osservato fra il primo e il secondo grado delle scuole superiori, mi ha
fatto molto riflettere sulla radicale diversit di approccio e di obiettivi che necessario mettere in
campo se si vuole ottenere un risultato didattico concreto e utile per gli studenti. Nel caso delle medie,
pi che una formazione rivolta all'acquisizione di abilit tecniche a mio parere opportuno puntare sul
valore della musica come pratica che favorisce la coesione del gruppo e canalizza le energie di cui i
preadolescenti sono pieni in un'attivit che stimola l'immaginazione e la creativit. La musica una

delle poche materie la cui massima efficacia coincide con la piena espressione delle potenzialit di tutto
il gruppo, al patto che ne venga sfruttata pienamente la dimensione sociale. L'apprendimento della
musica nella scuola media dovrebbe quindi a mio avviso privilegiare le attivit creative e di gruppo,
che possano contribuire a potenziare la costruzione dell'identit della classe come gruppo di individui
impegnati a raggiungere un obiettivo comune. L'educazione alla musica dovrebbe inoltre tenere conto
dello stretto legame tra suono e movimento: la musica come pratica agita, oltre che cognitiva, pu
utilmente integrare in un'unica attivit corpo e mente, nell'ottica di un'educazione equilibrata che
comprenda tutte le dimensioni dell'essere umano preso nella sua globalit.
D'altro canto, nel contesto delle scuole superiori, che indirizzano gli studenti verso una formazione per
lo pi professionalizzante, la musica e l'apprendimento di questa deve essere necessariamente rivolta a
fornire agli studenti strumenti e competenze che possano essere utilmente spese nel contesto
professionale di riferimento, per cui sarebbe da privilegiare un'impostazione didattica di tipo
laboratoriale e applicativo.
Esperienze attive
Nel corso del tirocinio ho avuto modo di realizzare alcune esperienze attive. Tra queste ho proposto alla
docente tutor presso la scuola media una lezione-laboratorio sulla musica rebetika e la storia della
chitarra. Ho scelto questo argomento da una parte perch si inseriva molto bene nel percorso di storia
della musica e degli strumenti musicali che il docente stava effettuando in classe (e che in quel
momento riguardava la musica medievale e gli strumenti a corda di quel periodo), dall'altra perch la
musica greca, poich nata dalla fusione della musica turco-ottomana e di quella occidentale, si prestava
molto bene ad affrontare la tematica dell'interculturalit in musica, molto vicina alla realt multietnica
vissuta dai ragazzi quotidianamente in classe. La lezione prevedeva una parte dedicata agli strumenti a
corda, ed in particolare alla chitarra, ed una parte dedicata alla storia della musica rebetika, con alcuni
interventi musicali da parte mia e di un collega musicista. L'obiettivo del mio intervento stato quindi
da una parte rievocare la storia di uno strumento, come la chitarra, molto diffuso ma di cui si conosce

poco l'origine e dall'altro quello di mostrare ai ragazzi come dalla fusione e dall'interazione tra diverse
culture possono nascere nuove forme di espressione che superano i conflitti esistenti tra i popoli. La
durata del laboratorio stata circa di un'ora e mezza, ed i ragazzi hanno partecipato in maniera
abbastanza attiva e attenta alle varie fasi in cui era organizzato.
Si cominciato mostrando ai ragazzi alcune fotografie di famosi musicisti legati alla chitarra (Segovia,
Hendrix, Dylan) e si chiesto loro di provare ad individuare le differenze tra le chitarre che si
vedevano nelle foto. Partendo dalle osservazioni dei ragazzi, si provveduto ad esplicitare le differenze
tra chitarra elettrica, folk e classica. Abbiamo poi fatto circolare tra gli studenti una vecchia chitarra
che era stata segata a met per mostrare l'incatenatura interna e sono stati spiegati i principi
fondamentali di acustica della chitarra (ad es. come funziona la cassa armonica, la tastiera,
l'incatenatura interna). Sono poi stati mostrati diversi strumenti a corda chiedendo ai ragazzi di
riconoscerli e spiegando che la chitarra legata da una parentela pi o meno stretta con gli strumenti
osservati. Successivamente, stata mostrata l'evoluzione che ha portato dalla kithara greca alla chitarra
classica moderna, soffermandosi in particolare sul periodo medievale, oggetto di studio dei ragazzi in
quel momento ed importante punto di snodo dell'evoluzione dello strumento in virt dell'interazione tra
cultura europea e araba. I ragazzi hanno dimostrato un vivo interesse per la variet di chitarre mostrate
ed hanno compreso che ci che sono abituati a vedere il frutto di una lunga evoluzione che adatta gli
strumenti alla musica che con essi si esegue. Proprio partendo da questo spunto, si introdotto
l'argomento del rebetiko, mostrando come gli strumenti ottomani (in origine non temperati) sono stati
adattati alle esigenze dei musicisti greci, analizzando lo sviluppo del bouzuki (che stato portato in
classe dal mio collega musicista) a partire dal tambouras ottomano e facendo notare come, anche
visivamente lo strumento orientale mostrato in foto sia diventato pi simile alla chitarra e al mandolino
attraverso l'aggiunta dei tasti, il cambiamento della forma del corpo e delle meccaniche ma abbia
mantenuto il lungo collo tipico dei liuti orientali.
Per capire come l'origine di questa trasformazione sia saldamente ancorata con la storia dei popoli,

stato sinteticamente introdotto il fatto storico della cosiddetta catastrofe di Smirne (1922) che ha visto
quasi un milione di greci che vivevano in Anatolia ritornare forzatamente in patria come profughi dopo
la guerra greco-turca: questi profughi, oltre alla loro tragedia portarono con loro gli strumenti che
suonavano in Turchia, ed una volta arrivati in Grecia (principalmente ad Atene e Salonicco), li fusero
con gli strumenti occidentali che trovarono sul posto.
Come momento finale della lezione, sono stati presentati e suonati dal vivo alcuni brani della tradizione
rebetika, contestualizzandoli con una breve introduzione, alcune foto e delle frasi significative
estrapolate dal testo greco.
In generale posso dire che l'esperienza stata positiva sia per me che per i ragazzi. La realizzazione
dell'intervento, rispetto a quanto era stato progettato stata pi lunga, constringendoci a tagliare alcuni
dei pezzi che avevamo in mente di eseguire ed allungare il tempo previsto. Gli elementi di forza della
presentazione sono stati l'interattivit (il fatto di poter toccare strumenti e accessori per la chitarra come
plettri, corde ecc. ha molto incuriosito i ragazzi) e la partecipazione dei ragazzi che hanno di fatto
contribuito con le loro conoscenze pregresse alla lezione. L'aspetto da modificare potrebbe essere
quello di comprimere o anticipare alcune parti della presentazione meno interattive per mantenere pi
costante l'attenzione dei ragazzi. Per quanto riguarda la verifica, stata inserita una domanda specifica
relativa alla lezione svolta nel test di storia della musica predisposto dalla docente tutor.
Alcune considerazioni relative ai BES
Durante il tirocinio ho notato come ai BES venga riconosciuta una scarsa attenzione durante le ore di
musica, specialmente nella scuola media. Nell'istituto superiore infatti, in una delle classi era inserita
una ragazza con una disabilit fisica, e nell'ora di linguaggio del suono era assistita da un'insegnante di
sostegno. Essendo il lavoro svolto prevalentemente con il computer la disabilit della ragazza non
influiva minimamente sulla la possibilit di svolgere i compiti assegnati dal docente. Come ho detto, la
situazione delle medie molto diversa: l'ora di musica viene spesso considerata secondaria rispetto alle
altre materie e spesso non prevede la presenza di un insegnante di sostegno, cosa che limita fortemente

la possibilit di partecipazione di alunni con disabilit. Durante il tirocinio ho potuto svolgere alcune
attivit con un ragazzo diversamente abile unicamente perch il docente aveva la possibilit di seguire
il resto della classe. Durante il resto dell'anno scolastico questo ragazzo risulta sistematicamente
escluso dalle attivit svolte dalla classe perch materialmente impossibilitato a partecipare.
Conclusioni
L'esperienza di tirocinio stata sicuramente formativa perch mi ha permesso di entrare nel mondo
della scuola e di riflettere su aspetti su cui normalmente non si ha la possibilit di pensare
adeguatamente e con distacco. Ritengo in particolare l'osservazione della classe un elemento
importante per poter vedere dall'esterno e quindi con distacco la professione di docente. Mi sembra
tuttavia opportuno segnalare alcune criticit inerenti al tirocinio per come stato concepito in questo
TFA. Innanzitutto l'esiguit dei tempi, la sovrapposizione dell'attivit di tirocinio con quella
professionale e gli impegni di studio richiesti, non permette di gestire adeguatamente tutte queste cose
nello stesso momento. In secondo luogo, ho notato come il tutoraggio dei tirocinanti sia un'attivit
molto impegnativa anche per i docenti che ci hanno seguito, che hanno spesso incombenze di lavoro
che non permettono di guidare adeguatamente la formazione dei tirocinanti, che, si suppone, abbiano
una scarsa o nulla conoscenza del mondo della scuola.

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