TESI Audit Energetico Per La PMI
TESI Audit Energetico Per La PMI
TESI Audit Energetico Per La PMI
Vengono successivamente raccolti i dati di consumo e i costi energetici ed inoltre dati sulle
utenze elettriche, termiche, frigorifere (potenza, fabbisogno/consumo orario, fattore di utilizzo,
ore di lavoro, etc.) e su questa base si procede alla ricostruzione dei modelli energetici. Da tali
modelli sar possibile ricavare la ripartizione delle potenze e dei consumi per tipo di utilizzo
(illuminazione, condizionamento, freddo per processo e per condizionamento, aria compressa,
altri servizi, aree di processo), per centro di costo, per cabina elettrica e per reparto, per fascia
oraria e stagionale.
La situazione energetica, cos inquadrata, viene analizzata criticamente ed in confronto con
parametri medi di consumo al fine di individuare interventi migliorativi per la riduzione dei
dispendi e dei costi e la valutazione preliminare di fattibilit tecnico-economica.
Studi di questo livello sono indicati a quelle aziende che desiderano avere un quadro generale
della situazione energetica della propria azienda, e sono spesso proposti da enti come camere di
commercio(come nel mio caso specifico),da aziende regionali per lambiente (arpa) o da
fondazioni di istituti di credito che intendono incentivare nei loro consociati lo sviluppo di
tematiche inerenti a questi argomenti.
1.4.2 AUDIT ENERGETICO DI DETTAGLIO
L audit energetico di dettaglio consiste in un analisi puntuale dei sistemi e sottosistemi
energetici del sito produttivo in esame.
I macrosettori analizzati nel audit preliminare vengono scorporati ed analizzati singolarmente al
fine di ottenere un bilancio energetico del sito produttivo i cui al suo interno sono presenti tutte
le voci di consumo e di costo in denaro.
Gli audit energetici di dettaglio e gli studi di fattibilit riguardano analisi singole e dettagliate di
alcuni tra i seguenti aspetti:
Produzione e distribuzione delle utilities (energia elettrica, energia termica, aria
compressa, acqua );
Cogenerazione;
Impianti fotovoltaici;
Linee elettriche di interconnessione;
Impianti a biomasse;
Perdite di calore verso lesterno non imputabili allo stato di fatto dell involucro edilizio
(sfruttamento di tutte le fonti di calore non asservite a progetti di cogenerazione);
Studio approfondito dei parametri caratterizzanti linvolucro edilizio (trasmittanza,
inerzia globale, coefficiente di assorbimento);
Controllo e tipo di azionamenti;
Analisi dei processi produttivi
Per conseguire gli obbiettivi che un analisi di dettaglio si impone non pi sufficiente un unico
sopraluogo, ma sono indispensabili pi monitoraggi in quanto, oltre all analisi classica dello
studio preliminare si deve far ricorso anche a strumenti di misura che verranno installati volta per
volta su tutti i sottosistemi i quali per avere la quantit di dati necessari allo studio dellefficienza
energetica del sito produttivo in esame devono poter disporre di un adeguato range di
misurazioni.
Da una precisa e voluminosa raccolta di dati ne consegue una relazione tecnica alquanto
dettagliata sotto tutti i livelli, dalla presentazione della situazione attuale in termini di consumi e
costi sostenuti alle proposte di intervento che valutano pi alternative e ne descrivono le possibili
criticit all analisi economica dove vengono analizzati singolarmente ogni investimento e
valutata la sua realizzabilit.
Frequentemente previsto un piano degli interventi dove avvengono le determinazioni delle
priorit, delle tempistiche, delle coperture finanziarie degli interventi e delle procedure
necessarie per una corretta gestione dell energia.
Prevedibilmente la tempistica per la realizzazione di uno studio cosi compresso soffre di molte
variabili ma si pu stimare in circa un mese per quanto riguarda lacquisizione dei dati ed ad un
tempo analogo per la rielaborazione dei dati raccolti e la stesura della relazione finale.
Terminata la fase di audit si prospetta un attivit di monitoraggio e verifica, fasi complementari
al normale esercizio dellimpianto, ma che diventano fondamentali se si considera che il
risparmio conseguito durante la gestione genera ritorno economico.
Tutte queste informazioni sono utili al fine dei calcoli sui consumi effettivi in KWh che
incideranno sullanalisi economica degli investimenti (se necessari) atti ad intervenire sulla
riduzione dei consumi energetici.
Si fa presente che i possibili interventi saranno di due tipi;
Intervento di tipo strutturale ( ad esempio sullinvolucro edilizio);
Interventi di tipo impiantistico.
Per poter avere un quadro pi ampio dei consumi e quindi dei costi che lazienda deve
sopportare necessarie poter disporre di un numero di bollette energetiche almeno sufficiente
a coprire un intero anno solare. Ci comporta in oltre di poter evidenziare eventuali anomalie o
discrepanze rispetto alla tipologia di attivit produttiva in corso.
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2. Motori elettrici:
Raccolta dei dati di targa (Potenza nominale in [KW] , corrente nominale in [A] ,
tensione nominale in [V] e fattore di potenza cos);
Numero di motori elettrici istallati;
Classificazione in merito all efficienza energetica se presente;
Tipologia del carico meccanico applicato;
Numero di ore di funzionamento annue;
Eventuali sistemi di controllo presenti.
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I fenomeni di scambio termico per energia raggiante differiscono tra loro in funzione della
capacit dei corpi di assorbire e riflettere energia; per semplicit di formulazione, si usa
confrontare le caratteristiche dei corpi reali con quelle di un corpo ideale di riferimento
denominato corpo nero,capace di assorbire la totalit delle radiazioni ricevute. I corpi reali sono
in grado invece di assorbire soltanto una parte della radiazione incidente, mentre la parte restante
viene comunque riflessa.
Lo scambio termico per irraggiamento influenzato inoltre anche dal mezzo in cui londa
elettromagnetica si propaga, in quanto questo pu assorbire parte dellenergia coinvolta.
Lo spettro delle radiazioni emesse dal corpo nero viene descritta dalla legge di Plank (2):
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Sommando i valori della funzione E(,T) lungo tutto lo spettro, si ottiene, per il corpo nero, la
legge di Stefan-Boltzmann (3):
Nello studio dello scambio termico per radiazione necessario conoscere le caratteristiche di
emissione, riflessione e assorbimento dei corpi reali coinvolti: solo se i corpi fossero neri si
avrebbero caratteristiche note e definite secondo le predette leggi matematiche.
Per semplicit di formulazione quindi si usano alcuni coefficienti adimensionali, quali il fattore
di emissivit, che consentono di rapportare le caratteristiche di emissivit dei corpi indagati con
quella del corpo nero.
Lemissivit data dal rapporto tra lenergia emessa dal corpo considerato e quella del corpo
nero (4), dunque:
Nellambito dellanalisi energetica si ricorre allutilizzo di termo camere per lanalisi di impianti
elettrici come motori o quadri, al fine di poter rilevare anomalie termiche che spesso comportano
problemi di natura elettrica come sovraccarichi o corto circuiti.
Lutilizzo maggiore delle termo camere per si riscontra nellanalisi dellinvolucro edilizio
poich permette di rilevare ponti termici, perdite di calore causate da uninefficiente sistema di
isolamento e anomalie dei sistemi di trasporto e distribuzione del calore.
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PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO:
La misura si basa sul ritardo del treno di impulsi emesso e registrato dal trasduttore dovuto al
passaggio dellonda allinterno di un fluido in movimento.
I due trasduttori posizionati allesterno della tubazione emettono in modo alternato onde
ultrasoniche allinterno della regione di fluido esaminato. La velocit media di scorrimento del
fluido misurata registrando la differenza tra i tempi necessari perch gli ultrasuoni si
propaghino nel verso controcorrente e secondo corrente.
Il prodotto tra velocit media del flusso ed area della sezione interna del tubo pari alla portata
volumetrica fornita a display dallo strumento.
Vi sono ulteriori applicazioni che possono ritornare utili al fine di un analisi di tipo energetico
come:
Controllo delle perdite di portata;
Controllo delle perdite di carico;
Verifica della corretta taratura degli strumenti presenti adibiti al controllo di portata.
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evidente che, alla luce di queste considerazioni, nella maggior parte dei casi risulter pi
proficuo adottare motori e sistemi di controllo tecnologicamente evoluti piuttosto che
concentrarsi unicamente sullincidenza dei costi dacquisto o di sostituzione dellesistente.
Il rinnovamento del parco dei motori elettrici per quanto riguarda le macchine ed i loro sistemi di
controllo uno degli interventi pi diffusi ed efficaci per ridurre i costi aziendali dovuti ai
consumi energetici con tempi di ritorno sugli investimenti generalmente compresi tra i 12 ed i 36
mesi.
Figura 4.1 ripartizione dei principali consumi energetici nel settore industriale [fonte:centro studi ABB]
Figura 4.2 costi di acquisto e di esercizio di un motore elettrico [fonte:centro studi ABB ]
I modi per ridurre i consumi legati ai motori elettrici sono essenzialmente due: aumentarne
lefficienza intrinseca e ottimizzarne il funzionamento.
Per quanto riguarda il primo caso, la maggiore attenzione va rivolta ai motori di bassa tensione; i
motori di media tensione, infatti, hanno normalmente un rendimento intorno al 94-96%, mentre
quelli di bassa tensione hanno unefficienza media ben inferiore, intorno all80-85%.
Con lutilizzo di motori a maggiore efficienza, i risparmi ottenibili consentono un ritorno
dinvestimento in tempi assolutamente ragionevoli e interessanti, variabili tipicamente tra 1 e 2
anni.
Questo vale sia quando si tratta di nuove installazioni, dove il costo aggiuntivo calcolato in
base alla differenza tra il costo del motore ad alta efficienza e il costo del motore tradizionale, sia
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nella revisione di vecchi impianti, dove il costo aggiuntivo del nuovo motore, che sostituisce il
vecchio, compensato da un pi importante beneficio energetico, considerando che i vecchi
motori possono avere rendimenti spesso inferiori all80% e che, ad ogni intervento di
riavvolgimento effettuato durante la vita del motore, si ha un calo di rendimento di almeno un
3% del valore precedente.
Un secondo modo per risparmiare energia elettrica consiste nellottimizzazione del
funzionamento dei motori, in particolare quando si tratta di pompe e ventilatori.
In questi casi la tradizionale regolazione di portata, mediante sistemi meccanici fortemente
dissipativi (valvole, serrande, bypass), pu essere sostituita dalla regolazione mediante
convertitori di frequenza.
I risparmi ottenibili, in questo caso, possono raggiungere un ordine di grandezza del 50% e
oltre, con rientri di investimento medi spesso inferiori ad un anno.
3.2.3 MOTORI ASINCRONI AD ELEVATA EFFICIENZA
I motori pi moderni, costruiti con materiali tecnologicamente evoluti e secondo criteri
progettuali che ne ottimizzano le parti attive, presentano valori di efficienza molto pi elevati che
in passato.
Le peculiarit che possiedono i motori ad elevata efficienza riguardano principalmente la minore
energia persa sotto forma di calore. Le principali migliorie apportate sono le seguenti:
1. PERDITE NEL FERRO:
Migliore qualit dellacciaio;
Lamine pi sottili, pacchi pi lunghi;
Minore traferro:
2. PERDITE NEL RAME DI STATORE:
Ottimizzazione della forma delle cave statori che;
Aumento del volume del rame di statore.
3. PERDITE NEL RAME DI ROTORE:
Maggiore sezione delle sbarre di conduzione e degli anelli di cortocircuito.
4. PERDITE ADDIZIONALI A CARICO:
Ottimizzazione geometria delle cave.
5. PERDITE PER ATTRITO E VENTILAZIONE:
Migliori cuscinetti;
Rotore bilanciato dinamicamente;
Ventole di raffreddamento pi piccole.
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Figura 4.3 migliorie apportate ai motori asincroni [ fonte: centro studi ABB]
In base ad un accordo volontario tra i principali produttori europei (CEMEP) stata definita una
classificazione dei motori in tre diverse classi di efficienza: Eff1, Eff2,Eff3.
Come si pu notare dalla figura 4.4, i motori a pi elevata efficienza sono quelli in classe Eff1 e
su questi dovrebbe concentrarsi lattenzione da parte degli utenti in caso di acquisto, ricordando
quanto gi precedentemente sottolineato che, pur essendo il costo di un motore Eff1 ancora
superiore di circa il 20-30% rispetto a un Eff2 equivalente (gli Eff3 si possono
ormai considerare scomparsi dalle nuove forniture), il costo preponderante nella vita utile di un
motore tradizionale quello legato ai consumi di energia, che si attesta intorno a circa il 98%, ed
quello che pi importante e vantaggioso abbattere.
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Il calcolo del risparmio energetico dipende dalla potenza, dalle ore di funzionamento annuo e dal
rendimento del motore, pertanto la convenienza o meno ad utilizzare un motore ad alta efficienza
va verificata ogni volta in funzione di questi parametri.
Secondo la legislazione vigente (legge 27 numero 296 facente parte della finanziari 2007)
possibile beneficiare di una detrazione dallimposta lorda pari al 20 per cento della spesa
effettivamente sostenuta e documentata per lacquisto di un motore classificato Eff1.
I beneficiari, ovviamente, sono soprattutto imprese e societ ma possono esserlo in generale tutti
i contribuenti, siano essi persone fisiche o professionisti. Condizione essenziale che questi
siano comunque gli utilizzatori finali interessati a ridurre i consumi e migliorare la propria
competitivit.
Per poter accedere ai suddetti benefici si dovr compilare un apposito documento (figura 4.5) ed
inviarlo agli uffici preposti dellENEA e acquisire e conservare copia del certificato del
produttore che attesti, tramite prova di tipo, che il motore ha un rendimento a pieno carico
conforme ai valori minimi indicati nelle tabelle sotto riportate (figura 4.6)
Figura 4.5 scheda riepilogativa sui motori ad alta efficienza installati da inviare all' ENEA
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Per dare un informazione indicativa sullentit dei costi di sostituzione dei motori esistenti con
motori a pi elevata efficienza possiamo far riferimento alla seguente tabella (figura 4.7)
Tuttavia il decreto fissa tetti massimi di acquisto per ciascun motore o inverter per ogni fascia di
potenza, avendo come riferimento i prezzi di mercato e anche un costo massimo di installazione
a forfait (figura 4.7). In nessun caso la detrazione potr superare i 1.500 euro per ciascun
apparecchio.
Figura 4.7 tabella delle spese massime per ogni motore installato
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Oltre che con lapplicazione di motori ad alta efficienza, notevoli risparmi sui costi energetici si
ottengono con gli azionamenti a velocit variabile, in cui il funzionamento dei motori viene
controllato dai convertitori di frequenza, noti anche come inverter, che ne variano il numero di
giri secondo le reali esigenze di ogni applicazione, evitando il funzionamento alla massima
potenza quando non richiesto.
In particolare, si ottengono risparmi energetici molto rilevanti quando si utilizzano gli inverter
per controllare pompe e ventilatori a servizio di utenze caratterizzate da una portata variabile.
Se, per esempio, in alcuni periodi di funzionamento un impianto richiede la met della portata
nominale, linverter comander al motore di dimezzare la sua velocit e, siccome la potenza
richiesta dal carico varia con il cubo della velocit, lassorbimento energetico scender dal 100%
a solo un ottavo di quello nominale.
Nelle figure 4.9 e 4.10 si evidenzia la differenza di energia elettrica necessaria a monte del
trasformatore per fornire pari lavoro utile a una pompa centrifuga, valutando la soluzione con
regolazione a valvola (a sinistra) rispetto quella ad inverter (a destra).
Tenendo conto delle efficienze di tutti i componenti e delle relative perdite di carico, risulta che,
posto 100% il lavoro che in entrambi i casi la pompa deve erogare, con la soluzione a valvola
sar impiegata unenergia pari al 285% contro il 160% necessario nel caso della soluzione con
Inverter; si tratta, quindi, di una differenza del 44%, tuttaltro che trascurabile.
I convertitori di frequenza permettono di ridurre anche i costi di manutenzione, abbattere la
rumorosit dellimpianto e rifasare il carico ad un valore di cos prossimo a 1 (tipicamente 0,98),
aggiungendo in tal modo un ulteriore fattore di efficienza energetica.
La gi citata legge 27 favorisce anche lacquisto di tali dispositivi; le modalit di fruizione
rimangono le stesse, cosi come i limiti di validit dellincentivo che fanno a capo con le tabelle
sottostanti (figura 4.11).
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Figura 4.12
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Lenergia annua necessaria per questo processo si calcola considerando laccensione per le
8.760 ore annue di una pompa filtri e una pompa rilancio. La potenza totale risulta essere pari a
40,290 KW che, moltiplicati per il numero di ore di lavoro annue, risultano in un consumo di
353 MWh/anno, a cui corrisponde un esborso di 45.890 .
I motori appartengono entrambi alla categoria eff1, che rappresenta la categoria dei motori
asincroni pi efficienti dal punto di vista energetico, quindi non sostituibili con motori a pi alta
efficienza.
Verificata la qualit dellimpianto si procede a valutarne il controllo.
Il committente impone che limpianto di trattamento acque non possa mai essere fermato, per
evitare la creazione di fanghi o alghe; la proposta quella di mantenere in funzionamento
limpianto riducendone pressione e portata nei periodi di chiusura dello stabilimento, attraverso
lutilizzo di un controllo ad inverter.
Al variare del numero di giri di un motore elettrico varia anche la potenza assorbita e di
conseguenza quella erogata. Nello specifico, al variare del numero di giri corrisponde una
variazione della portata (Q) e della prevalenza (H). Nellipotesi in cui fosse possibile ridurre fino
al 50% la potenza assorbita per almeno 80 giorni di chiusura dellimpianto, il risparmio
ottenibile risulterebbe di circa 38 MWh di energia che corrispondono ad un mancato costo annuo
di 4.940 .
Considerando i valori di spesa massima di acquisto ed installazione di due inverter di potenze
22KW e 15KW ,reperiti dalle tabelle di figura 4.11, pari a 5050 (2050 + 3000) si deduce un
tempo di ritorno dellinvestimento di circa un anno.
Ia = I*cos
Ir = I*sen
I = ( Ia2 + Ir2 )
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La potenza apparente sar composta anchessa da due componenti, una potenza attiva ( P che
lunica in grado di trasformare lenergia elettrica in lavoro utile) ed una potenza reattiva (Q)
descritte dalle relazioni seguenti:
P = 3*V*I*cos
Q = 3*V*I*sen
S = ( P2 + Q2 )
Utenza A: cos=1
IA=P/(3*V*1)
Utenza B: cos=0.5
IB=P/(3*V*0.5)
Confrontando le due correnti IA ed IB si nota che la seconda pari al doppio della prima;ci
comporta una maggiore perdita di potenza sulla linea,maggiori cadute di tensione sulla linea
stessa e quindi un sovradimensionamento degli impianti di trasformazione e distribuzione che
comportano un maggiore immobilizzo di capitali.
Lo sfruttamento degli impianti non riguarda solo lutente ma anche il distributore, poich si
renderebbero necessari impianti di generazione, trasformazione e trasmissione pi generosi ed il
transito in rete di energia reattiva farebbe lievitare in oltre gli oneri di utilizzo e manutenzione da
parte del gestore della rete elettrica.
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Per evitare ci i fornitori di energia elettrica impongono di rifasare limpianto per quelle utenze il
cui cos risulta inferiore a 0.7.
Per cos compresi tra 0.8 e 0.9 non vi alcun obbligo da parte dellutenza di rifasare il proprio
impianto, per il fornitore di energia si riserva contrattualmente di imporre penali sulla potenza
reattiva prelevata.
Le penali prevedono laddebito dellenergia reattiva secondo due diversi scaglioni:
Tra il 50 % e il 75 % dell'energia attiva prelevata (0.8 < cos < 0.9) addebito al kvarh pari
a circa il 65 % del prezzo del kWh;
Oltre il 75 % dell'energia attiva prelevata ( cos < 0.8) addebito al kvarh pari circa il 85 %
del prezzo del kWh;
ENTE DISTRIBUTORE
ENEL DISTRIBUZIONE
AEM MILANO
MPE Energia SpA
0,8944>cos>0,8
[c/Kvarh]
1,5184
1,5100
3,2300
cos<0,8
[c/Kvarh]
1,8954
1,9000
4,2100
Oltre ai carichi induttivi di cui sopra esiste un'altra categoria di carichi cosiddetti capacitivi
(condensatori) .
Anche questi carichi assorbono energia reattiva ma, in questo caso, la corrente assorbita risulta
sfasata in anticipo rispetto alla tensione.
Per questi carichi l'espressione della potenza reattiva capacitiva simile a quella relativa alla
potenza reattiva induttiva con la differenza che, poich la correte ha segno opposto, la potenza
negativa. L'inserimento di un condensatore determina la riduzione della componente reattiva
della corrente e la conseguente diminuzione della corrente complessiva assorbita dal circuito.
A tutto questo fa seguito una diminuzione complessiva della potenza reattiva necessaria e un
miglioramento del fattore di potenza.
E' possibile sfruttare il fenomeno appena descritto introducendo di proposito nell'impianto dei
carichi capacitivi operando quell'operazione che prende appunto il nome di rifasamento.
Si pone a questo punto il problema di calcolare la potenza reattiva capacitiva necessaria per
riportare il fattore di potenza a valori accettabili.
La potenza reattiva capacitiva Qc necessaria per ridurre la potenza reattiva dal valore Q0 al valore
Q1 vale :
QC = Q0 Q1
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Q0 = P*tan0
Q1 = P*tan1
possibile definire Qc come:
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Nel caso di rifasamento centralizzato, si installa un'unica batteria di condensatori a monte di tutti
i carichi da rifasare (ad esempio nella cabina di trasformazione M.T./B.T. o nel Quadro di
Distribuzione Principale). E il metodo in assoluto pi economico e pu essere considerato
lopposto del rifasamento distribuito in quanto non determina uno sfruttamento ottimale
dellimpianto. E senzaltro il sistema migliore se installato in impianti in cui si ha un
assorbimento pressoch costante di potenza reattiva. Negli impianti in cui invece le condizioni di
carico sono piuttosto variabili e si adotta il rifasamento centralizzato comunque possibile
regolare lerogazione della potenza reattiva in funzione del carico. Per ovviare alla
sovrapproduzione di potenza reattiva (vietata per non creare problemi agli impianti adiacenti)
vengono impiegati sistemi di rifasamento automatici che, per mezzo di un sistema di rilevamento
di tipo varmetrico, permettono linserzione o la disinserzione automatica di diverse batterie di
condensatori, seguendo in tal modo le variazioni della potenza reattiva assorbita e mantenendo
costante il fattore di potenza dellimpianto.
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energia reattiva
penale pagata
anno 2009
gen-09
feb-09
mar-09
apr-09
mag-09
giu-09
lug-09
ago-09
TOTALE
F1 [Kvarh] F2 [Kvarh]
0
0
2022
574
3384
574
2259
852
3151
1181
3165
1135
4767
1841
906
487
19654
6644
Totale []
0
84
71
100
140
137
213
45
790
I prelievi di energia reattiva tra il 50 ed il 75% dei valori di energia reattiva registrati nelle fasce
considerate sono soggetti al pagamento di un corrispettivo fissato in 3,23c/kvarh.
Completando i calcoli, risulta che lazienda ha pagato una penale per basso fattore di potenza in
F1 ed F2 pari a 790 per i mesi da febbraio 2009 ad agosto 2009.
Considerando il valore medio mensile risultante, in un anno si stima una spesa di circa 1.350 ;
a tali corrispettivi in euro vi da aggiungere lIVA (imposta valore aggiunto).
La potenza necessaria per garantire un cos maggiore di 0,9, che cautelativamente consideriamo
di 0,95, di circa 60 kvar. La spesa per lacquisto di un quadro con tale potenza di circa 1.200
, il costo della manodopera dovr essere valutato ma potrebbe essere considerato pari al 50%
della spesa del materiale, la spesa totale risulta quindi di 1.800 .
Considerato che le penali annue risulta che tale soluzione abbia un pay-back di circa 1,5 anni,
anche inferiore se si decide di optare per valori di rifasamento a cos prossimi al valore classico
di 0,9, cosa sconsigliata in quanto in futuro tale valore sar aumentato a 0.92.
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Lattestato relativo alla certificazione energetica, rilasciato ai sensi del comma 1, ha una validit
temporale massima di dieci anni a partire dal suo rilascio, ed aggiornato ad ogni intervento di
ristrutturazione che modifica la prestazione energetica delledificio o dellimpianto.
Lattestato di certificazione energetica comprende i dati relativi allefficienza energetica propri
delledificio, i valori vigenti a norma di legge e valori di riferimento, che consentono ai cittadini
di valutare e confrontare la prestazione energetica delledificio. Lattestato corredato da
suggerimenti in merito agli interventi pi significativi ed economicamente convenienti per il
miglioramento della predetta prestazione.
La conformit delle opere realizzate rispetto al progetto e alle sue eventuali varianti, ed alla
relazione tecnica di cui al comma 1, nonch lattestato di qualificazione energetica delledificio
come realizzato, devono essere asseverati dal direttore dei lavori, e presentati al comune di
competenza contestualmente alla dichiarazione di fine lavori senza alcun onere aggiuntivo per il
committente.
La dichiarazione di fine lavori inefficace a qualsiasi titolo se la stessa non accompagnata da
tale documentazione asseverata.
Fino alla data di entrata in vigore delle Linee guida nazionali per la certificazione energetica
degli edifici, di cui allarticolo 6, comma 9, lattestato di certificazione energetica degli edifici
sostituito a tutti gli effetti dallattestato di qualificazione energetica rilasciato ai sensi
dellarticolo 8,comma 2 o da una equivalente procedura di certificazione energetica stabilita dal
Comune con proprio regolamento antecedente alla data dell8 ottobre 2005.
Trascorsi dodici mesi dalla emanazione delle Linee guida nazionali di cui llarticolo 6 comma 9,
lattestato di qualificazione energetica e la equivalente procedura di certificazione energetica
stabilita dal Comune perdono la loro efficacia ai fini di cui al comma 1-bis.
Le metodologie di calcolo e di espressione, attraverso uno o pi descrittori, della prestazione
energetica degli edifici sono definite dai decreti di cui allarticolo 4 comma 1, tenendo conto di:
a) clima esterno e interno;
b) caratteristiche termiche delledificio;
c) impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria;
d) impianto di condizionamento dellaria e di ventilazione;
e) impianto di illuminazione;
f) posizione ed orientamento degli edifici;
g) sistemi solari passivi e protezione solare;
h) ventilazione naturale;
i) utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, di sistemi di cogenerazione e di riscaldamento e
condizionamento a distanza.
INDICE DI PRESTAZIONE ENERGETICA PER LA CLIMATIZZAZIONE
INVERNALE
Valori limite dellindice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale inerenti a tutti
gli edifici esclusi edifici residenziali classe E1. Si ricorda che la provincia di Padova
classificata come zona climatica E. Per la precisione i GG medi della provincia di Padova sono
2.383.
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I valori limite riportati nelle tabelle sono espressi in funzione della zona climatica, cos come
individuata allarticolo 2 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, e
del rapporto di forma delledificio S/V, dove:
a) S, espressa in metri quadrati, la superficie che delimita verso l'esterno (ovvero verso
ambienti non dotati di impianto di riscaldamento), il volume riscaldato V;
b) V il volume lordo, espresso in metri cubi, delle parti di edificio riscaldate, definito dalle
superfici che lo delimitano.
VALORI LIMITE DI TRASMITTANZA
Dalla lettura delle tabelle si nota come il valore minimo di trasmittanza delle strutture diminuisca
con cadenza biennale. La modifica dei valori di trasmittanza minimi, impone di conseguenza il
raggiungimento di determinati standard energetici.
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