2016 Quaderno Sism 2016 Future Wars.
2016 Quaderno Sism 2016 Future Wars.
2016 Quaderno Sism 2016 Future Wars.
Wars
QUADERNO
2016
Propriet letteraria
tutti i diritti riservati:
Vietata anche la riproduzione parziale senza autorizzazione.
ma gli Autori conservano il diritto di pubblicare altrove
il proprio contributo
In copertina:
Tullio Crali (Igalo, 1910 - Milano, 2000)
Incuneandosi nellabitato (In tuffo sulla citt), 1939
olio su tela, 130 x 155 cm
MART 362, 4-A
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
In quarta di copertina:
Simbolo del Vajra, il fulmine impugnato da Indra, re degli Dei
Indice
Diagnostica della distopia militare,
di Virgilio Ilari
pag. 9
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Future Wars
pag. 205
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Patriotism Prepaid,
di V. Ilari
411
433
Storia della distopia militare
Indice
Krasnyj Baron (Robert Ljudvigovi Bartini, 1897-1974),
di Giuseppe Ciampaglia
pag. 449
465
487
497
509
519
537
Lessons Learned?,
di Germana Tappero Merlo
559
577
591
609
619
637
647
Future Wars
pag. 659
671
Non-Kinetic Warfare,
by Ubong Essien Umoh
687
War in Cyberspace,
di Giampiero Giacomello and Giampiero Siroli
693
681
705
715
729
735
743
747
751
755
Vorkosigan Saga,
di Enrico Silverio
765
Starship Troopers,
di Enzo De Ianni
771
779
forza principale del nemico, Helmuth von Moltke, ber Strategie (1871), in Militrische Werke, Bd 2, T. 2. Mittler & Sohn, Berlin, 1900, p. 291.
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Future Wars
[effetti futuri della guerra in corso]; lultima guerra (the past oppure the
last war); vecchie e nuove guerre (old and new wars; the changing nature of war; generations of warfare).
Megatrend e blind decisions
Il tema della guerra futura storicamente determinato. Nasce nel mondo industrializzato nella decade 1870, quando Gettysburg, Sdan e Plevna generarono la percezione di una discontinuit tra le guerre precedenti
e la guerra moderna. Discontinuit indotta dalle applicazioni militari del
progresso tecnico-scientifico ma pure dallevoluzione delle strutture socio-economiche e delle scienze sociali. Il pensiero militare successivo
scandito da una crescente tensione fra futuristi e conservatori. Ladagio
dei generali che preparano sempre la guerra passata, gi discutibile alla
vigilia della grande guerra, non ha poi avuto pi alcun fondamento, considerato il ruolo trainante dellinnovazione militare. Se c una cosa che i
generali fanno da almeno un secolo preparare la guerra futura: ma si pu
inciampare anche guardando troppo lontano. Come osserva Colin Gray, il
futurismo spesso solo shallow presentism7.
Nellultimo secolo la translatio imperii dallEuropa agli Stati Uniti ha inoculato nel pensiero militare occidentale il titanismo americano.
La matematica, secondo Claudio Cioffi-Revilla, ha mostrato new aspects of war not accessible by intuition or historical observation alone8;
ma di sicuro la futurologia militare scientifica creata dai think tanks
del Pentagono negli anni 60 non ha eliminato unknown unknowns9 e
pany, New York, 1916.
7 Colin Gray, Future warfare: or, the triumph of history, RUSI Journal, 5, 2005, pp. 16-19.
V. Adam Elkus, Military Futurism, Red Team Journal, 22 March 2009.
8 Claudio Cioffi Revilla, Mathematical Contributions to the Scientific Understanding of
War, Mathl. Comput. Modelling, Vol. 12, 1989, No. 415, pp. 561-575. Id., The scientific
measurement of international conflicts, Lynne Rienner, 1990, Id., Politics and Uncertainty: Theory, Models and Applications, Cambridge U. P., 1998. Cfr. Bernhelm Boo-Bavnbek and Jens Hyrup (Eds.), Mathematics and War, Springer Basel, 2003.
9 Reports that say that something hasnt happened are always interesting to me, because
as we know, there are known knowns; there are things we know we know. We also know
there are known unknowns; that is to say we know there are some things we do not know.
But there are also unknown unknowns the ones we dont know we dont know. [I rapporti che dicono che qualcosa non accaduto sono sempre interessanti per me, perch come
Storia della distopia militare
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Future Wars
17 Jeffrey Record, The Bush Doctrine and the war in Iraq, Parameters, Spring 2003, pp.
4-21; Id., Dark Victory: Americas Second War Against Iraq, Naval Institute Press, 2004;
Id., Wanting War: Why the Bush Administration Invaded Iraq, Potomac Books, 2010.
18 Hans-Peter Stahl, Herodotus and Thucydides on Blind Decisions Preceding Military
Action, in Edith Foster and Donald Lateiner (Eds), Thucydides and Herodotus, Oxford Scholarship Online: September 2012, pp. 125 ss. Luciano Canfora, Tucidide. La
menzogna, la colpa, lesilio, Laterza, Roma-Bari, 2016, pp. 15, 89.
19 M. van Creveldt, Why Iraq Will End as Vietnam Did, November 18, 2004.
20 W. W. Wagar, A Short History of Future, University of Chicago Press, 1989.
21 The Honorable Richard Allen Posner, Public Intellectuals, A Study of Decline, With a New
Preface and Epilogue, Harvard U. P. 2002, 2009, pp. 141-143.
22 Miroiou, The Fate of Empires: Paul Kennedys Thesis 25 Years After Kennedy,
13
Prognosi pseudo-scientifiche
Eppure lo studio critico della guerra futura ancora in una fase embrionale. Presuppone infatti una teoria del futuro, perch incrocia il razionale
(teoria dellinformazione e della decisione, storia e matematica della guerra) con lirrazionale o il sovrarazionale (magia, divinazione, rivelazione,
visione, profezia, escatologia, messianismo, immaginazione, fantascienza). A questa teoria Reinhart Koselleck ha dato nel 1979 un radicamento
storico, incentrandola sulla divaricazione tra profezia e prognosi, che a suo
avviso si determina nel complesso laboratorio culturale del Rinascimento
italiano, dove il futuro divenne un terreno di possibilit finite, ordinate
secondo la loro maggiore o minore probabilit23. Previsione (forecast)
razionale, la prognosi presuppone criteri scientifici, dalla medicina alla
matematica. Ma anche la storia e le pseudoscienze producono prognosi,
almeno nei tempi e nella misura in cui sono socialmente reputate scienze.
La storia comparata delle civilt e la concezione ciclica della storia offrono fertile terreno per una previsione analogica del futuro, come ha dimostrato John J. Reilly costruendo col computer uno schema distopico dei
futuri sette secoli della civilt occidentale dedotto da Oswald Spengler24.
Spinoza (1670) e Fontenelle (1686) demistificavano le profezie e gli
oracoli25; ma Newton considerava la sua esegesi biblica pi importante
della sua produzione astronomica, e dalle profezie di Daniele calcol che
la fine del mondo preceduta dal ritorno degli ebrei in Palestina e dalla
fine dellapostasia cattolica avr luogo nel 206026. Del resto le profezie,
specie le pi nere, non di rado si realizzano: alcune perch sono auto-
PM, The Rise and Fall of the Great Powers: Economic Change and Military Conflict
from 1500 to 2000, Random House, New York, 1987.
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Future Wars
27 David Patrick Houghton, The Role of Self-Fulfilling and Self-Negating Prophecies in International Relations, International Studies Review, (2009), 11, pp. 552-584.
28 Nick T. Spark, A History of Murphys Law, Lulu com, 2006. La legge in realt un
criterio precauzionale (prevedere lipotesi peggiore) coniato dal progettista aeronautico
Edward Aloysius Murphy Jr. (1918-1990) nel 1949.
29 Alberico delle Tre Fontane, Chronicon.
30 Franois de La Mothe le Vayer, Discours de lHistoire, 1638, T. I, p. 267. Cit. sul frontispizio dei Memoirs of the Twentieth Century di S. Madden (v. infra).
31 H. Welby, Predictions Realized in Modern Times, Kent and Co., London, 1862. Il vol-
ume include Prophecy (or sacred prediction), Prognostication, Foreboding, and Divination, e contiene Days and Numbers fasti e nefasti, Prophesying Almanacs,
Omens (a Giulio Cesare, a Wolsey, a sovrani inglesi ecc.), Historical Predictions,
The Predictions of the French Revolution (di John Lacy, del Baron de Marivet, di
Cazotte), predizioni (una di Marat) relative alla Bonaparte Family, Discoveries
and Inventions Anticipated, Scriptural and Unfulfilled Prophecies, Providences,
Judgements, Coincidences, and striking Occurrences.
32 Paola Zambelli, fine del mondo o inizio della propaganda? astrologia, filosofia della
storia e propaganda politico-religiosa nel dibattito sulla congiunzione del 1524, in
Scienze, credenze occulte, livelli di cultura (Firenze, 1982, pp. 291368.
33 Eugenio Garin, Lo Zodiaco della vita. La polemica sullAstrologia dal Trecento al Cinquecento, Laterza, Roma-Bari, 1998. Steven van den Broeke, The Limits of Influence. Pi-
15
ro alloroscopo di Wallenstein redatto nel 1608, considerata un capolavoro per luso innovativo di vari concetti astrologici34. Bisogner attendere Schiller (Wallensteins Tod, 1799) per sottolineare il paradosso del fine
politico che rifiuta di credere al tradimento di Ottavio Piccolomini perch
non gli stato predetto dalle stelle e che poi, nella stessa stanza in cui
poche ore dopo verr ucciso, respinge il consiglio del suo astrologo, il padovano Giovan Battista Seni o Zeno (1600-1656), di fuggire limminente
co, Louvain and the Crisis of Renaissance Astrology, Brill, Leiden-Boston, 2003. Monica
Azzolini, The Duke and the Stars. Astrology and Politics in Renaissance Milan, Harvard
U, P., Cambridge, Mass., 2013. Darin Hayton, The Crowd and the Cosmos. Astrology and
the Politics of Maximilian I, University of Pittsburgh Press, 2015.
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Future Wars
disastro preannunciato dagli astri35. Qui come nel famoso quadro di Karl
von Piloty (1855) il tema romantico del futuro come destino, che si pu
prevedere ma al quale non ci si pu sottrarre. Lastrologia non appartiene
al passato, ma al presente della politica. E non solo ai piani di guerra hitleriani, ma alla politica americana contemporanea36.
Scenari del futuro geopolitico
Il profeta migliore il buon senso, dice Euripide in una tragedia
perduta37. La prognosi liberante, che avvisando permette di padroneggiare
il destino, , per Koselleck, il frutto della ragion di stato. E il calcolo politico che nel 1648 consente allambasciatore veneziano a Parigi di mettere
in guardia sui problemi che, se irrisolti, tra cinquantanni produrranno
una guerra di successione spagnola38. Ma la scienza politica produce anche i grandi disegni geopolitici, come lidea moderna di Monarchia Universale, dal Re Sole a Montesquieu (1734)39. Se il Theatrum mundi del
Rinascimento e del Barocco implica la vanit e il nulla del mondo (El
gran teatro del mundo di Calderon de la Barca, 1655), la propaganda cartografica40 suggerisce una rappresentazione teatrale, e quindi non solo
statica, ma implicitamente dinamica, del mondo. Un manoscritto anonimo
del Cinquecento, proveniente da Lubecca, contiene perfino una cartografia
dellApocalissi41. La cartografia un tipo di framing, perch orienta e
35 Ritchie Robertson, Wallenstein, in Paul E. Kerry (Ed.), Friedrich Schiller: Playwright,
Poet, Philosopher, Historian, Peter Lang, 2007, p. 265. V. Welby, op. cit., p. 252.
36 V. in questo Quaderno il saggio di Donato Tambl. Ellic Howe, Astrology and psychological warfare during World War II (1972).
37 (Eur., Fab. Frg. 963): cit. sul frontespizio dei
Memoirs of the Twentieth Century di S. Madden (v. infra).
38 Koselleck, op. cit., p. 21.
39 Montesquieu, Rflexions sur la Monarchie universelle en Europe, cur. Da Michel Porret, Librairie Droz, Genve, 2000. Pierre Bonnet, La Monarchie Universelle de Louis
XIV: une notion de la pense politique, de Campanella Montesquieu, Littratures
Classiques, N. 76 (2011/3), pp. 133-146.
40 S. W. Boggs, Cartographic Hypnosis, Scientific Monthly, 64 (1947), pp. 469-476.
Edoardo Boria, Geopolitical maps: a sketch history of a neglected trend in cartography, Geopolitics, vol. 13, No. 2, 2008, pp.278-308.
41 Chet Van Duzer and Ilya Dines, Apocalyptic Cartography: Thematic Maps and the
End of the World in a Fifteenth-Century Manuscript (Huntington Library HM 83),
17
42 Claudia Casadio, Effetto framing: come inquadriamo il mondo con le metafore, Paradigmi, 2009, pp. 55-68.
43 S. Madden, Memoirs of the Twentieth Century: Being Original Letters of State under
George the Sixth, In Six Volumes, London, 1733. Nuova edizione a cura di Liam Gillick
(Halmos, 1799: 2010), con un saggio di Gillick (Prevision. Should the future help the
past?, pp. 201-306).
44 Prevista in sei volumi, ne usc solo il I e delle mille copie 890 furono subito ritirate. Madden immaginava lelezione di un papa gesuita e la creazione di un Impero Vaticano formato dagli Stati Italiani (tranne Genova, estesa a Piemonte e Nizzardo) e alimentato dalle
rendite missionarie dellAfrica, del Paraguay e della Cina).
45 Gian Carlo Roscioni, Sulle tracce dellEsploratore Turco [di Gian Paolo Marana (16421693)], Rizzoli, Milano, 1992.
46 S. Madden, The Reign of George VI 1900-1925. A Forecast Written in the Year 1763, Republished, with Preface and Notes, by C. Oman, Printed for W. Nicoll in 1763, Reprinted
by Rivingtons, Covent Garden, W. C., in 1899. Giorgio VI regn in realt dal 1936 al 1952
e fu il quinto e ultimo Imperatore dIndia.
47 V. in questo Quaderno larticolo di Dario Fabbri.
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Future Wars
ancora operanti nel primo quarto del XX secolo, al punto di collocare nel
1916-1920 la guerra decisiva che produce lannessione della Francia, del
Messico e delle Filippine alla Gran Bretagna. Certo, non prevede la ribellione delle Tredici Colonie, n le ambizioni navali tedesche e quindi considera stabile lasse anglo-tedesco (che fagocita lAustria); ma vede giustamente nella Russia (ingrandita da Scandinavia e Polonia) il nuovo nemico
principale della Gran Bretagna48 e lalleato naturale della Francia. Nella finale riunione della Francia alla Corona britannica (e nello spontaneo rigetto
dellidolatria papista da parte dei francesi) prefigura la nascita del primo
Occidente anglo-francese avvenuta con la guerra di Crimea e lunificazione
italiana (nel futuro di Madden lItalia stata unificata dal Regno di Napoli,
cliente dellInghilterra: solo il re di Venezia tenta ancora di opporsi).
Scoperto casualmente presso un bouquiniste di Burford, The Reign of
George VI sugger a Oman lidea di una catena con la dozzina di libri
vittoriani drawing fancy pictures of the state of the world many generations hence. In realt anelli mancanti fra il 1763 e il 1871 (Coming
Race di Lord Lytton) finora non sono emersi, ad eccezione forse della
tendenziosa carta dellEurope au 20me sicle pubblicata a Parigi da Henri
Dron nel 1863, lanno dellinsurrezione polacca appoggiata non solo dalle
sinistre ma pure dai governi occidentali49. La carta prevedeva un Empire
Polonais di 50 milioni di anime esteso dal Baltico al Mar Nero e con
capitale presso Minsk, pi a Nord un Empire Circassien di 60 milioni
tra Volga e Don e dal Caucaso agli Urali, ancora pi a Nord la Russia, con
30 milioni e capitale Novgorod, ristretta tra gli Urali e la Finlandia (pi la
Siberia con 10 milioni di abitanti).
48 In foreign affairs we find, from the first page of the book to the last, only two main
ideas. Russia is the bugbear of the future [] the bully of the world (Oman, The
Editors preface, p. viii).
49 Recentemente Luciano Canfora (Augusto Figlio di Dio, Roma Bari, Laterza, 2015, p. 54)
ha ricordato linvettiva di Marx contro Garibaldi che, contravvenendo al mandato del Congresso rivoluzionario di Bruxelles del settembre 1863 non aveva came out per la Polonia
in the strongest possible way e aveva invece fraternizza[to] con Pam [Palmerston]. Ma
i russi temevano invece un blitz della flotta inglese in stile Copenhagen 1807 e per questo
avevano prudentemente trasferito la Squadra del Baltico nei porti unionisti degli Stati Uniti, dove fu accolta con grande entusiasmo.
Storia della distopia militare
19
Forse lintuizione di Gillick sui due modi opposti di rapportarsi al futuro (scenari vs. prassi) pu aiutarci a spiegare perch fra il 1763 e il 1863
non siano comparsi futuribili geopolitici. Questi cento anni corrispondono
infatti allepoca in cui il framing del futuro non era appannaggio della
geo-cinematica, ma della filosofia della storia e della storia universale50.
Prima ancora i futuristi erano, come diceva Newton di s stesso, Nani,
appollaiati sulle spalle dei Giganti51. Oggi la new history basata sul
linguistic turn a usare the Scenario method, sometimes called the Shell
method or intuitive method52.
50 Sullorigine, v. Sanjay Subrahmanyan, On World History in the Sixteenth Century, Representations, Summer 2005, No. 91, pp. 26-57.
51 Robert K. Merton, On the Shoulders of Giants: The Post Italianate Edition, University of
Chicago Press, 1965. Massimo Giansante, Giganti e nani. Gli antichi e i moderni in una
metafora medievale, I Quaderni del M.A.E.S., 12-13 (2009-2010), pp. 137-150.
52 David J. Staley, History and Future: Using Historical Thinking to Imagine the Future,
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Future Wars
Society, Vol. 7, No. 2, Winter 1981, pp. 299-316. Un caso di trappola storica la sindrome di Monaco 1938 (con la falsa lezione principiis obsta), che porta alla guerra
del Vietnam e allirrigidimento verso la Russia (Jeffrey Record, Perils of Reasoning by
Historical Analogy. Munich, Vietnam and American use of Force Since 1945, Center
for Strategy and Technology, Air War College, March 1988).
21
62 Nel 2002 il Pentagono (ONA) commission alla Booz Allen Hamilton uno studio sul peso del potere militare nella durata degli imperi, confrontando quelli di Alessandro, dei Romani, di Gengis Khan e di Napoleone (cfr. Carr, op. cit, p. 17). Lopuscolo (David Gallina, Patrick Gorman, Mark Herman, Juli MacDonald, Robert Ryer, Military Advantage in
History, OSD/NA, July 2002) citava Luttwak, Paul Kennedy e V. D. Hanson, ignorando
ovviamente Livio IX, 18 (Homines cum homine et duces cum duce et fortuna cum fortuna
conferendi sunt).
63 Hubert Glaser, Quellen und Studien zur Kunstpolitik der Wittelsbacher vom 16. bis zum
18. Jahrhundert, Hirmer, 1980. Volkmar Greiselmayer, Kunst und Geschichte: die Historienbilder Herzog Wilhelms IV. von Bayern und seiner Gemahlin Jacoba: Versuch einer
Interpretation, Gebr Man, 1996. Gisela Goldberg, Die Alexanderschlacht und die Historienbilder des bayerischen Herzogs Wilhelm IV von Bayern, Alte Pinakothek, Mnchen,
2002. Il ciclo maschile conta quattro esempi di virt romana (Orazio Coclite, Muzio Scevola, Marco Curzio, Tito Manlio Torquato) e i quattro maggiori condottieri (Alessandro,
Annibale, Scipione e Cesare).
64 V. in questo Quaderno larticolo di A. Molinari sul Bellifortis di Konrad Kyeser.
65 Monica Centanni, Il Romanzo di Alessandro, Einaudi, Torino, 1991. Lorenzo Braccesi,
LAlessandro Occidentale: il Macedone e Roma, LErma di Bretschneider, Roma, 2006.
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Future Wars
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Ucronia
Alcuni autori usano What If? anche per indicare i Kriegspiel e i piani di
contingenza per guerre teoricamente possibili74. Ma in genere con questa
espressione si indicano i punti di divergenza (POD, Change Points75) tra
evento storico e sviluppo immaginario. I POD sono tipici della storia alternativa o controfattuale (ucronia, allostoria, fantastoria), ma si possono sviluppare non solo nel passato, ma anche nel presente e nel futuro, dai
wargame storici fino al paradosso logico delle divergenze provocate dai
viaggi nel tempo, delle stargate (mundus Cereris) e degli universi paralleli
immaginati da storici controfattuali,
come ad esempio Harry Turtledove.
La letteratura catalana inizia con
Tirant lo Blanc di Joanot Martorell
(1413-1468), un romanzo sulle imprese di un cavaliere di Britannia che
alla testa dellesercito bizantino sconfigge gli Ottomani e salva Costantinopoli. Citato nel Don Quixote76, rivalutato nel 1969 da Mario Vargas Llosa77
e approdato al cinema nel 200678, viene oggi considerato il pi antico esempio di ucronia. Bisogna per attendere quasi quattro secoli per trovare
il secondo, Napolon et la conqute
du monde 1812 1832 di Louis GeofGreat, in Cosmopoulos, cit., pp. 167-194.
74 V. in questo Quaderno larticolo di Jeremy Black.
75 O Jon Bar Hinge, in riferimento a un racconto di Jack Williamson in The Legion of Time
(1952).
76 Daniel Eisenberg, Pero Prez the Priest and His Comment on Tirant lo Blanch, MLN,
Johns Hopkins Press, vol. 88, No. 2 (Mar. 1973), pp. 321-330.
77 M. Vargas Llosa, Lletra de batalla per Tirant lo Blanc (Barcelona, Edicions 62, 1969; Id.,
Carta de batalla por Tirant Lo Blanc, Planeta Publishing Corporation, 1991. Donatella Siviero, Tirant lo Blanch e la tradizione medievale. Echi testuali e modelli generici, Rubbettino, Messina, 1997.
78 Tirante el Blanco (aka The Maidens Conspiracy), di Vicente Aranda. Coproduzione anglo-spagnola, con Giancarlo Giannini nella parte dellImperatore.
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Future Wars
froy79, dove il POD la decisione di Napoleone di non fermarsi a Mosca in fiamme e di continuare linseguimento dellArmata russa. Invasa e
sconfitta lInghilterra, Napoleone costruisce cos la monarchia universale
e muore pacificamente nel suo letto, al culmine della gloria, nel 1832. Nel
saggio del 1907 su Waterloo vinta da Napoleone80, Macaulay Trevelyan lo
faceva morire, demente, nel 1836, in unEuropa sempre pi cupa e repressiva, che anticipa quella post-hitleriana immaginata da Robert Harris in
Fatherland (1992)81.
Il saggio di Trevelyan fu inserito nel 1931 in una raccolta di storie alternative curata da sir John Collins Squire (1884-1958)82, con autori del
calibro di Hilaire Belloc, G. K. Chesterton, Emil Ludwig e perfino Winston Churchill, la cui statura epocale ha offuscato il suo genio storico e
letterario83. Altre raccolte famose sono quelle curate nel 1986 da Waugh e
Greenberg (col famoso saggio di Toynbee su Alessandro Magno)84 e nel
1999 da Robert Cowley85. La maggior parte di questi What If? sembrano
in realt dimostrazioni a contrariis del carattere decisivo/epocale dei fatti
79 Louis-Napolon Geoffroy-Chteau (1803-1858), Napolon et la conqute du monde: 1812
1832, 1836; ripubblicato col titolo Napolon apocryphe: 1812-1832: Histoire de la conqute du monde et de la monarchie universelle, Paulin, Paris, 1841; La Librairie Illustre,
Paris, 1896.
80 George Macaulay Trevelyan, If Napoleon Had Won the Battle of Waterloo, Westminster Gazette, July 1907 (Clio: A Muse, and Other Essays, Literary and Pedestrian, London,
1913, pp. 184-200).
81 Vedi in questo Quaderno il saggio di Eric Terzuolo If Hitler Had Won.
82 Squire (Ed.), If It Had Happened Otherwise, Lapses into Imaginary History, Longmans,
Green, London, 1931 (col titolo If, or History Rewritten, Viking Press, New York, 1931).
Nel saggio di Churchill (If Lee had not won the Battle of Gettysburg) la vittoria sudista nella guerra di Secessione porta ad una Associazione anglofona che previene la grande
guerra: e un autore immagina le conseguenze negative che avrebbe avuto invece una vittoria nordista.
83 Cfr. Paul Kent Alkon, Winstons Churchill Imagination, Associated U. P.,2006.
84 Arnold J. Toynbee, If Alexander the Great Had Lived On, Some Problems of Greek History, Oxford U. P., London, 1969, pp. 441-86 [in Charles Waugh and Martin Harry Greenberg (Eds.), Alternative histories: eleven stories of the world as it might have been, Garland, 1986].
85 R. Cowley (Ed.), What If? The Worlds Most Foremost Military Historians Imagine What
Might Have Been, New York, Putnam, 1999, con 20 saggi di 13 famosi storici militari
(come William H. McNeill, Victor Davis Hanson, Geoffrey Parker, John Keegan) poi riuniti con altri 25 in The Collected What If? Eminent Historians Imagine What Might Have
Been, Putnam, 2001. V. pure Cowley (Ed.), What Ifs? of American History, Putnam, 1999.
Storia della distopia militare
25
26
Future Wars
taminatio col futurismo militare94. Gli studi sono per ancora incentrati
quasi esclusivamente sulla letteratura anglofona. In questo Quaderno abbiamo cercato di colmare le lacune italiana e francese95, ma ci sfuggito il
capostipite della fantascienza italiana96 e nonostante ripetuti tentativi non
siamo riusciti a trovare un autore in grado di trattare il futurismo militare
russo e sovietico97. Lo studio storico ed epistemologico della storiografia
mi della collezione British Future Fiction, 1700-1914). Id., Before and After The Battle
of Dorking e Future-War Fiction: The First Main Phase, 1871-1900, Science Fiction
Studies, No.73, Volume 24, Part 1 and 3 (March and November 1997). David Seed (Ed.),
Future Wars: The Anticipations and the Fears, Liverpool U. P., 2012, pp. 9-31 e in Arthur
B. Evans (Ed.), Vintage Visions: Essays on Early Science Fiction, Wesleyan U. P., 2014,
pp. 96-123. Howard Bruce Franklin, War Stars: The Superweapon and the American Imagination, Oxford U. P., Amherst, 1988; 2008 (2nd revised and expanded ed.). George Locke
and Louis Tracy, Sources of Science Fiction Future War Novels of the 1890s, Routledge,
1999. Charles E. Gannon, Rumors of War and Infernal Machines. Technomilitary Agenda-setting in American and British Speculative Fiction, Liverpool U. P. 2003 (Rowman
& Littlefield, 2005). Antulio J. Echevarria II, Imagining Future War: The Wests Technological Revolution and Visions of Wars to Come, 1880-1914, Praeger, Westport, CT,
2007. Dina Brandt, Der Deutsche Zukunftsroman 1918-1945. Gattungstypologie und sozialgeschichtliche Verortung, Max Niemeyer Verlag/De Gruyter, Tbingen, 2007. Patrick
M. Kirkwood, The Impact of Fiction on Public Debate in the Late Victorian Britain: The
Battle of Dorking and the Lost Career of Sir George Tomkins Chesney, The Graduate
History Review, Vol. 4 No. 1 (Fall, 2012). Jrme Aan de Wiel, German Invasion and
Spy Scares in Ireland, 1890s-1914: Between Fiction and Fact, tudes dhistoire et de civilisation, 37 (2012), N. 1, pp. 25-40. Kim A. Wagner and Patrick Longson (Eds.), Empire
In Peril: Invasion-Scares and Popular Politics in Britain, 1890-1914, Workshop, Queen
Mary, University of London, 15-16 Nov. 2013. Andreas Rose, Waiting for Armageddon?
British Military Journals and the Images of Future War (19001914), Perspectivia.net,
40, 2013, pp. 317-331. Mathieu Letourneux, Quand arrivera la guerre de demain
Bientt, je veux lesprer: Rcits de guerre future, gnricit et discours social, Nineteenth-Century French Studies, Vol. 43 (Spring-Summer 2015), Nos. 3-4, pp. 223-238.
94 Christopher Coker, Future War, Polity Press, Cambridge, 2014; John Wiley & Sons, 2015.
95 V. gli articoli di M. Gabriele, S. e R. Masini, P. Cau e F. Angeletti.
96 Ippolito Nievo (1831-1861), Storia filosofica dei secoli futuri fino allanno dellE.V. 2222,
ovvero fino alla vigilia in circa della fine del mondo, 1860; ed. a cura di Mariarosa Santiloni, Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, 2012 (v. Riccardo Campa, in AdVersuS, IX,
23, dicembre 2012, pp. 13-30).
97 Il primo romanzo russo di fantaguerra (contro lInghilterra) LIncrociatore Speranza
Russa (Krejser Russkaja nadezhda, 1887, che affonda lHMS Agamemnon nel porto di Bomba ), dellufficiale di marina Aleksandr Egorovi Konkevi-Murmanskij
(1842-1917), autore, con lo pseudonimo di Belomor (Mar Bianco), anche de La guerra fatale del 18?? (Rokovaja vojna 18?? goda, 1889). Ufficiale di marina era pure Vladimir Ivanovi Semnov (1867-1910), autore di Tsaritsa mira (Imperatrice del Mondo,
Storia della distopia militare
27
1908) e Tsari vozdukha (I Re dellAria, 1909). Sulla Future Warfiction sovietica v. Andrej
Lubenskij, A short history of Russian fantastica, The Mentor, Australia. 1994 e Joon Sung Park, Literary reflections of the future war: A study of interwar Soviet literature
of military anticipation, PhD Dissertation University of Michigan 198 (2004), dedicato a
Na Vostok (Ad Oriente, 1936) di Ptr Andreevi Pavlenko (1888-1951) e a Pervyj udar.
Povest o buduej vojne (Il primo colpo. Racconto di guerra futura, 1939) di Nikolaj
Nikolaevi panov (1896-1961), pubblicato dal Commissariato popolare della Difesa nella serie addestrativa Biblioteca del Comandante. Qui il nemico era chiaramente la Germania e dopo il patto Ribbentrop-Molotov il libro fu ritirato, tornando in circolazione solo
dopo la guerra. Su Pavlenko v. Valentina Ivanovna Petrovskaja, Ptr Andreevi Pavlenko
(1888-1951) Pamjatka itatelyu, Gosudarstvennaja biblioteka SSSR imeni V.I. Lenina,
1954. Circa le elaborazioni dottrinali, v. Raymond L. Garthoff, The Soviet Image of Future
War, Public Affair Press, Washington, 1959. Roger N. McDermott, The Transformation of
Russias Armed Forces: Twenty Lost Years, Routledge, 2016.
98 Manfred F. Boemeke, Roger Chickering, Stig Frster, Anticipating Total War: The German and American Experiences, 1871-1914, Cambridge U. P., 1999; Richard Hamilton
and Holger H. Herwig (Eds.), War Planning 1914, Cambridge U. P. 2014. Stig Frster (Hrsg.), An der Schwelle zum Totalen Krieg die militrische Debatte ber den Krieg
der Zukunft 1919-1939, Krieg in der Geschichte N. 13, Ferdinand Schning, Paderborn, Mnchen, Wien, Zrich, 2002. Questo importante volume include saggi di Giulia Brogini Knzi (Die Herrschaft der Gedanken. Italienischen Militrzeitschriften und
das Bild des Krieges pp. 37-112); Daniel Marc Segesser (Nur keine Dummheiten: Das
franzsische Offizierskorps und das Konzept des Totalen Krieges, pp. 113-178); Timo
Baumann (Die Entgrenzung taktischer Szenarien. Der Krieg der Zukunft in britischen
Militrzeitschriften, pp. 179-266); Markus Phlmann (Von Versailles nach Armageddon: Totalisierungserfahrung und Kriegserwartung in deutschen Militrzeitschriften, pp.
323-392); Segesser (Landesverteidigung im Schatten des totalen Krieges: Das belgische Offizierskorps und die Sicherung der territorialen Integritt des Landes, pp. 267322); Brogini und Phlmann (David gegen Goliath? Das Schweizer Offizierkorps im
Schatten des Krieges, pp. 393-442); Bernd Greiner (Exkurs: Die Beschftigung mit der
fernen Vergangenheit ist nutzlos: Der Totale Krieg im Spiegel amerikanischer Militrzeitschriften, pp. 443-466).
99 Koselleck, op. cit.
28
Future Wars
Questo quaderno, che riprende un tema affrontato embrionalmente dalla Sism gi dieci anni fa100 e comprende contributi di 46 studiosi, 34 dei
quali Soci Sism, stato preparato da una lunga e complessa ricerca bibliografica e iconografica, per un complesso di oltre duemila libri e articoli e
mille immagini.
100 Quaderno Sism 2006 Storia della guerra futura. Atti del Convegno di Varallo, 22 settembre 2006, a cura di Carlo Rastelli e Giovanni Cerino Badone.
Storia della distopia militare
29
Le strategie dellapocalisse
1 Sullidea di Apocalisse e sulla sua ricezione nella cultura e nella societ nelle diverse
30
Future Wars
Le strategie dellapocalisse
31
son, Bernard McGinn, The Apocalypse in the Middle Ages, Ithaca, NY 1992.
3 Cfr. di W. Verbeke, D. Verhelst, A. Welkenhuysen (cur.), The Use and Abuse of Escha-
32
Future Wars
ai metodi divinatori e alle strategie di programmazione e organizzazione fondamentale il volume: John Anthony Burrow, Ian P. Wei, Medieval Futures: Attitudes to the
Future in the Middle Ages, Woodbridge, Suffolk, Rochester N.Y. 2000.
5 Cfr. Lesley Ann Coote, Prophecy and Public Affairs in Later Medieval England, York
2000; Tim Thornton, Prophecy, Politics and the People in Early Modern England,
Woodbridge, Suffolk 2006.
6 Howard Dobin, Merlins Disciples: Prophecy, Poetry, and Power in Renaissance
England, Stanford 1990; Id., Prophecy and the politic of interpretation in Renaissance English literature, Stanford 1982. Anthony Goodman, The Wars of the Roses:
Military Activity and English Society, 1452-97, London-New York 1981.
7 In questo periodo furono pubblicati a Londra due libri destinati a lunga fama: Thomas
Heywood, Life of Merlin, surnamed Ambrosius; his prophecies and predictions interpreted and their truth made good by our English annals (1641) e W. Lily, Englands
prophetical Merlin (1644).
Storia della distopia militare
Le strategie dellapocalisse
33
1985; Paul Magdalino, The history of the future and its uses: prophecy, policy and
propaganda, in The Making of Byzantine History. Studies dedicated to Donald M.
Nicol on his Seventieth Birthday, Aldershot 1993; Id., Uses: Prophecy, Policy and
Propaganda, in The Making of Byzantine History, cit.
9 Cfr. Kaya ahin, Constantinople and the End Time: The Ottoman Conquest as a Portent of the Last Hour, Journal of Early Modern History,14, 2010.
10 Cfr. Agostino Pertusi, Fine di Bisanzio e fine del mondo: significato e ruolo storico
delle profezie sulla caduta di Costantinopoli in Oriente e in Occidente, a cura di Enrico Morini, Roma 1988; M.-H. Congourdeau, Byzance et la fin du monde. Courants
de pense apocalyptiques sous les Palologues, in Les traditions apocalyptiques au
tournant de la chute de Constantinople, Actes de la Table Ronde dIstanbul (13-14
avril 1996), Paris 2000.
11 Ettore Rossi, La leggenda turco-bizantina del pomo rosso, in Atti del V Congresso
Internazionale di Studi Bizantini (Roma, settembre 1936), Roma 1939, pp. 542-553;
Y. Miyamoto, The Influence of Medieval Prophecies on Views of the Turks, Islam
and Apocalypticism, in Journal of Turkish Studies, 17, 1993, pp. 125-145; Stphane
Yerasimos, De larbre la pomme. La gnalogie dun thme apocalyptique, in Les
Traditions apocalyptiques, cit., pp. 170-184.
34
Future Wars
12 Cfr. Colette Beaune e Nicole Lematre, Prophtie et politique dans la France du Midi
au XVe sicle, in Mlanges de lcole franaise de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, 102, n2. 1990. pp. 597-616; Franois Secret, Aspects oublis des courants
prophtiques au dbut du XVIe Sicle, in Revue de lhistoire des religions, tome 173
n2, 1968. pp. 173-201.
13 V. in proposito: Donato Tambl, Plemos tra mitologia, utopia e ucronia. La guerra nella letteratura di fantasia, in Storia della guerra futura, Quaderno SISM 2006,
pp.133-158.
14 Solo a titolo di esempio si segnalano i seguenti testi di reference: Michel Chomarat,
Bibliographie Nostradamus XVIe - XVIIeXVIIIesicles, Baden-Baden - Bouxwiller
1989; Peter Lemesurier, The Nostradamus Encyclopedia: The Definitive Reference
Guide to the Work and World of Nostradamus, New York 1999; Michel Dufresne, Dictionnaire Nostradamus, Chicoutimi (Qubec) 1989.
Le strategie dellapocalisse
35
minente rovina e caduta dellImperio Ottomanno, delle future vittorie e prosperi successi della Cristianit, cavato da diverse profezie, oracoli, vaticinii e pronostici antichi e moderni, Dato in luce sotto gli Auspicii della Santa Lega stabilita tra Leopoldo
I. Imperatore de romani, il Re di Polonia Giovanni III (Sobiescki) e la Repubblica Veneta, Venetia 1686.
36
Future Wars
di societ. Mentre Nostradamus veniva riesumato durante le guerre napoleoniche e i suoi scritti ripubblicati e adattati alle situazioni in corso, indovini e profetesse circondavano i potenti - fra cui sembra lo stesso
Napoleone e sicuramente lo zar Alessandro16 e furoreggiavano fra nobili e borghesi come consulenti e consiglieri nelle pi diverse occasioni.
Un curioso esempio di uso della profezia per destabilizzare il nemico e
incoraggiare il proprio paese, un foglio volante intitolato The Prophecy!
or Bonaparte killed at last by his own troops!. Questo stampato, da un lato
serviva a ridicolizzare Bonaparte presso i britannici, ma, diffuso anche
nelle schiere francesi con la notizia del vaticinio nefasto per il Generale destinato ad essere ucciso dai suoi soldati come un imperatore romano precorreva in un certo senso la black propaganda inglese della seconda
Guerra Mondiale contro i nazisti17.
Fra gli usi strumentali di profezie e fenomeni paranormali devono
annoverarsi anche i racconti di visioni attribuite a personaggi illustri,
come per esempio la cosiddetta visione di George Washington che, secondo una leggenda, in piena Guerra dIndipendenza, nel febbraio 1778, a
Valley Forge avrebbe ricevuto la visita di un angelo che gli avrebbe preannunciato non solo la vittoria sulle truppe britanniche, ma anche il futuro
della giovane Repubblica nei successivi centosettanta anni. Non sarebbero
mancati momenti difficili e dure prove - fra cui una guerra interna e una
guerra mondiale ma lAmerica avrebbe prevalso fino a guidare il mondo.
Per dare autorevolezza allepisodio ne viene attribuito il racconto a un
testimone, il soldato Anthony Sherman, che avrebbe rilasciato unintervista il 4 luglio 1859, a 99 anni.
16 Sul ruolo della baronessa Krdener (1764-1824) quale ispiratrice della Santa Alleanza
proposta dallo zar v. Daniel L. Schlafly Jr., Star of the East: The Holy Alliance and European Mysticism, in Kritika: Explorations in Russian and Eurasian History, 4, No. 2
(Spring 2003), pp. 313-342.
17 Il foglio risulta printed for J. Hattchard, 190 Piccadilly. Si tratta di un sogno profetico
attribuito allo stesso Napoleone, messo ironicamente in versi e preceduto da un preambolo
in prosa di taglio giornalistico, che recita: A true story, just brought from Paris by a Gentleman, who arrived in England two days ago. This story is founded on a Dream of Bonaparte, which happened a Week since, and has greatley agited his Mind, arising no doubt
from the inner Workings of conscience. This Dream he communicated to his faithful Mameluke, and some way or other it has transpired - perhaps by the secret intention of Providence, Whose way are inscrutable.
Storia della distopia militare
Le strategie dellapocalisse
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18 Come pure il ricorso alla Bibbia, ad esempio ricavandone che Napoleone III, intervenuto in Messico e sostenitore della Secessione, era lAnticristo: v. The Prophetic Times. A
New Serial, devoted to the exposition and inculcation of the doctrine of the Speedy Coming and Reign of the Lord Christ, and related subjects, edited by Rev. Docs. Seiss, Newton, Duffield and Others, Philadelphia, 1863, vol. I (1863), pp. 17-20, 52-64, 87-88, 145147; II (1864), pp. 48, 53, 95, 100.
19 Lopuscolo sul sito: www. letrs.indiana.edu.
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Future Wars
Le strategie dellapocalisse
39
21 Robert S. Cox, Body and Soul: A Sympathetic History of American Spiritualism, Uni-
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Future Wars
Il ritorno di Nostradamus
Le predizioni catastrofiche, nelle quali non mancavano mai conflitti
apocalittici, vennero subito ricollegate alla Grande Guerra sin dal suo
profilarsi. I giornali riesumarono vaticini e profeti dei secoli precedenti e
nel 1916 lesoterista massone Jean Bricaud (1881-1934) pubblic un volume sulle profezie riferibili al conflitto in corso24. Leggende e credenze
superstiziose, arcani presagi e oracoli fantasiosi, si diffondevano fra la
gente, nelle trincee e nelle retrovie, insieme alluso di talismani e amuleti
da parte dei soldati, dimostrando che la dimensione irrazionale accompagnava anche questo conflitto, che pure veniva definito la pi moderna
delle guerre25. Sedute spiritiche, percezioni extrasensoriali, foto e psicofonie, pratiche paranormali dogni genere, rientravano nella mentalit
comune e nella consuetudine di persone insospettabili.
Il famoso romanziere Arthur Conan Doyle (1859-1930), notoriamente
dedito allo spiritismo, affermava di aver ricevuto dallaldil una profezia della disfatta del Piave.
Lo stesso presidente francese Poincar nellautunno 1917 volle ricevere allEliseo la celebre veggente e chiromante M.me Fraya (alias Valentine
Dencausse, 1871-1954) che lo rassicur sulla vittoria finale je suis absolument certaine de la chte prochaine de lAllemagne. Le Kaiser est
perdu26.
Nel clima della Grande Guerra anche in America si diffusero, specie in
ambienti confessionali protestanti, testi che davano credito ai vaticini e
alle profezie bibliche. Il pastore Theodore Graebner (1876-1950), famoso
esponente della chiesa luterana nel Missouri, oltre che studioso di spiritismo, nel 1918 pubblic un libro dal titolo Prophecy and the War: Was It
24 Jean Bricaud, La guerre et les prophties clbres: tude historique et critique, Cha-
cornac 1916.
25 Jean-Yves Le Naour, Nostradamus sen va-t-en guerre: 1914-1918, Paris 2008; Albert Dauzat, Lgendes, prophties et superstitions de la Guerre, Paris 1 ed. s.d., 1918,
1919, 1925, 2012.
26 Simone Dupont de Tervagne, Une voyante llyse: Madame Fraya, Paris, 1975 e
1984. Gi nel 1914 M.me Fraya era stata convocata al Ministero della Guerra ed aveva previsto che i Tedeschi, allora a cento km da Parigi sarebbero stati fermati e respinti
in extremis oltre lAisne.
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27 Cfr. Giorgio Galli, Hitler e il nazismo magico, Milano 1999, 2a ed. 2005.
28 Nato a Vienna il 2 giugno 1889, il suo vero nome era Herschmann Chaim Steinschneider
ed era un ebreo di origini morave, convertito al protestantesimo. Cfr. Mel Gordon, Hanussen: Hitlers Jewish Clairvoyant, Los Angeles 2001, trad. it. Il mago di Hitler - Erik Jan
Hanussen, un ebreo alla corte del Fhrer, Milano 2004.
42
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Le strategie dellapocalisse
43
30 Sul ruolo di questi due organismi e sulla loro multiforme attivit di propaganda e disinformazione si vedano: A. R. B. Linderman, Rediscovering Irregular Warfare: Colin Gubbins
and the Origins of Britains Special Operations Executive, Oklahoma 2016; Mark Seaman,
Special Operations Executive: A New Instrument of War, New York 2006; Michael R. D.
Foot, SOE: The Special Operations Executive, 1940-46, 1999; David Garnett, The Secret
History of PWE, 1939-45: The Political Warfare Executive 1939-1945, London 2003; Tim
Brooks, British Propaganda to France, 1940-1944: Machinery, Method and Message, Edinburgh 2007.
31 Louis De Wohl (Berlino, 1903 Lucerna, 1961). Registrato allanagrafe come Lajos Theodor Gaspar Adolf, assunse il nome di Ludwig von Wohl (nel 1903 il padre un cattolico
ungherese di ascendenza ebraica era stato nobilitato dallimperatore).
32 Veniva descritto alternativamente come un individuo geniale o un furfante, come donnaiolo o effeminato, come un simpatizzante nazista che in Germania aveva pubblicato oroscopi
positivi per accattivarsi gli esponenti pi in vista del regime, oppure come un perseguitato
44
Future Wars
unattenta analisi comparativa del personaggio i vertici dellMI5 conclusero che poteva essere utile per la sua esperienza, la sua preparazione, le
capacit psicologiche e i suoi contatti. Fra laltro De Wohl aveva pubblicato alcuni testi di astrologia uno dei quali aveva un titolo particolarmente intrigante per lintelligence: The Secret Service of the Sky (1938).
Sir Charles Hambro, responsabile del SOE lo arruol per architettare
una campagna astrologica negativa nei confronti di Hitler e del Reich. De
Wohl prepar cos un primo oroscopo di Hitler dal settembre 1940 allaprile 1941 che incontr il favore di tutti i vertici dellIntelligence. Quindi,
con il sostegno del SOE, apr un proprio ufficio che chiam Psycological
Research Bureau. Nel 1941 elabor una serie di abili falsificazioni di profezie per far credere che Hitler sarebbe morto entro un anno. A giugno De
Wohl, fu inviato dal SOE negli Stati Uniti, ufficialmente per partecipare a
una convention di astrologi, ma anche legittimato e gratificato con un
grado (onorario e temporaneo) di capitano dellesercito britannico. Nel
lungo tour propagandistico fu accompagnato da una segretaria del SOE
che doveva assisterlo e vigilare sui suoi passi. Le numerose interviste che
rilasci a vari importanti giornali ebbero vasta eco. Oltre ad annunciare la
sconfitta della Germania, la follia del Fuhrer e la sua imminente fine, de
Wohl in una intervista al Los Angeles Times, ventil un piano dinvasione
nazista degli Stati Uniti dal Brasile dopo l11 giugno del 1942, suggerendo
agli Yankies di entrare in guerra prima di quella data. Al ritorno in
Inghilterra alla fine di febbraio 1942, dopo qualche incertezza fu confermata la sua collaborazione con lintelligence e gli venne commissionata
una sistematica produzione di black propaganda astrologico-profetica. De
Wohl predispose gli articoli di una fittizia rivista, Zenith Magazine, che
nel nome riecheggiava quello di una vera rivista mensile tedesca, Zenit,
organo dellAstrologische Zentralstelle, che in realt aveva cessato le pubblicazioni nel 1938.
Alla pubblicazione di questo apocrifo magazine contribu Ellic Howe,
(1910-1991) uomo di punta della guerra psicologica nel Britains Political
Warfare Executive, che molti anni dopo avrebbe narrato il ruolo dellastrologia e delle Psicological Operations nella Seconda Guerra mondia-
Le strategie dellapocalisse
45
33 Ellic Howe, Astrology: a recent history including the untold story of its role in World
War II , 1968; Id., Astrology and psychological warfare during World War II , 1972;
Id., The Black Game: British Subversive Operations Against the Germans During the
Second World War, 1982.
46
Future Wars
Le strategie dellapocalisse
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Hollywood Carroll Righter (1900-1988), e durante i mandati presidenziali Nancy consultava lastrologa Joan Quigley (1927-2014), facendo partecipe il marito dei suoi consigli. Se non si tratta di leggende metropolitane,
bisogna chiedersi quante volte sia stato possibile, non solo in America,
influenzare i poteri costituiti con previsioni costruite a tavolino da parte di
lobbies e gruppi di potere internazionali.
Nel 1981 The Man Who Saw Tomorrow, un film americano in stile
documentario, ripropose la figura di Nostradamus con evidente intenzione
di propaganda politica e di orientamento dellopinione pubblica in senso
anti islamico. Con abile uso di elementi di mistero e inquietanti coincidenze e la partecipazione carismatica come narratore di Orson Welles, la cui
voce nel 1938 aveva terrorizzato con la trasmissione di una riduzione del
romanzo di Wells The War of the Worlds in forma di radiocronaca in diretta di uninvasione di marziani. Tuttavia questa volta nella sua performance Welles mise toni di scetticismo e distacco dal testo che recitava. Il film
ha manifesti accenti apocalittici nellavvalorare - con riferimento a passati avvenimenti che si affermano come profetizzati da Nostradamus una
guerra mondiale provocata da un tiranno (Re di Terrore nella locuzione di
Nostradamus) sorto dal mondo arabo, che alleandosi alla Russia avrebbe
scatenato il conflitto contro Stati Uniti, Regno Unito e Francia (ovvero il
mondo occidentale). Nella pellicola della Warner Bros non mancavano i
riferimenti a un attacco nucleare a New York, ma accompagnati dal lieto
48
Future Wars
fine patriottico: dopo 27 anni di guerra il Re del terrore sarebbe stato sconfitto e sarebbe giunta una pace di mille anni. Non difficile riscontrare
dietro questo film influenze esoteriche scientologiche e religiose di fondamentalismi e avventismi cristiani.
Peraltro, dieci anni dopo, durante la Guerra del Golfo, si decise di rieditare il film riducendolo a unora e affidando la voce narrante a Charlton
Heston. Le previsioni apocalittiche di un tiranno mediorientale furono
inoltre esplicitamente riferite a Saddam Hussein, ma vennero attenuati i
riferimenti religiosi e omessi quelli su una guerra nucleare, la distruzione
di New York, linvasione dellEuropa e la fine del mondo. Una ulteriore
diffusione propagandistica del film si ebbe dopo l11 settembre, questa
volta sottolineandone di nuovo le componenti relative allo scontro fra
Islam e Occidente.
La sindrome dellapocalisse connessa alle profezie di Nostradamus e la
diffusa psicosi che ne deriva, ha continuato ad essere utilizzata in vari contesti, sia da parte americana che dai fondamentalisti islamici. Sono temi
utilizzati come collante ideologico per tenere insieme e convincere i propri
sostenitori della vittoria finale. Data lindeterminatezza dei testi profetici,
abbastanza facile attribuire avvenimenti passati a specifici brani e creare
cos una catena di apparenti consequenzialit, da cui si dovrebbe dedurre
la prossima realizzazione di altri eventi. Cos facendo ci si colloca nella
prospettiva di una profezia autorealizzante e quindi convincente.
I movimenti di destra americani legati ai protestanti evangelici hanno
costruito una vera e propria narrazione politica basata sulla interpretazione
dei testi biblici sugli ultimi tempi, ponendosi cos dalla parte dei giusti nella
lotta contro il male e cercando di orientare in questo senso la politica estera
degli Stati Uniti nel Medio Oriente36. Sulla stessa linea si era posto gi nel
1983 Ronald Reagan richiamando ancient prophets in the Old Testament
and the signs foretelling Armageddon, accennando alla possibilit di una
36 Sul ruolo politico della destra fondamentalista in America, dalla guerra fredda ad oggi,
cfr. fra laltro: William Martin, With God on Our Side: The Rise of the Religious Right
in America, New York 1996 e 2005; Barry Hankins, American Evangelicals: A Contemporary History of a Mainstream Religious Movement, New York 2008; Kevin Kruse,
One Nation Under God: How Corporate America Invented Christian America, New York
2015.
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20 Interessante la recente partita tra Vladimir Kramnik (uno dei pi forti giocatori professionisti, successore di Garry Kasparov nel titolo mondiale separato) e un potente software
collegato ad un braccio meccanico. La mossa di Kramnik di collocare un pezzo esattamente al centro di quattro caselle risultata spiazzante per il software, incapace di proseguire
la partita.
Visions of War
Visioni di guerra
59
Minois, Histoire de lavenir. Des prophtes la prospective, Paris 1996, trad. it. Storia dellavvenire. Dai profeti alla futurologia, Bari 2007.
2 Per una trattazione generale dellaspetto letterario della guerra futura cfr. Donato
Tambl, Plemos tra mitologia, utopia e ucronia. La guerra nella letteratura di fantasia, in Storia della guerra futura, Quaderno SISM 2006, pp.133-158.
60
Future Wars
che poi fu trasmessa con vincolo di segretezza di padre in figlio3. Le raccolte di omina e di testi magico religiosi erano conservate gi negli archivi e negli uffici della antica Mesopotamia4. Si trattava di una letteratura
burocratico-amministrativa di riferimento, necessaria per la trattazione
delle pratiche e ritenuta indispensabile per le decisioni da prendere. Nelle
civilt antiche gli aspetti religiosi e in particolare le pratiche mantiche,
erano strettamente connessi alla vita amministrativa e pubblica. Sappiamo,
per esempio, che il responsabile di una cancelleria egiziana aveva anche
compiti religiosi.
Gli archivi di Mari
Negli archivi di tavolette dargilla della civilt assiro-babilonese si
trovano numerosi esempi di profezie, sogni premonitori ed oracoli connessi a eventi bellici5. Gli archivi di Mari (Tell Hariri, Siria) ci hanno
tramandato vari testi di un vero e proprio genere letterario, noto come
profezie accadiche6, che ha i suoi primordi nella civilt sumera e che va
dal XII sec. a.C. allet ellenistica7. Ne sono esempio, fra
laltro, il Discorso di Marduk,
che risale a Nabukodonosor I
e il Discorso di Shulgi, trovato nella biblioteca di
Assurbanipal, la Profezia di
Uruk, il Testo A e la Profezia
Dinastica. Questa letteratura,
che ha gi alcuni tratti di tipo
3 Sulla divinazione in Mesopotamia cfr. J. Bottro, Sintomi, segni, scritture nellantica
4
5
6
7
Mesopotamia, in J.P. Vernant (cur.), Divinazione e razionalit, Torino 1982, pp. 73214.
Cfr. Johannes Papritz, Archive in Altmesopotamien. Theorie und Tatsache, in Archivalische Zeitschrift, vol. 55, 1959.
Cfr. Alan R. Millard, La prophtie et lcriture: Isral, Aram, Assyrie, in Revue de
lhistoire des religions, tome 202 n2, 1985. pp. 125-145.
A. K. Grayson and W. G. Lambert, Akkadian prophecies, Journal of Cuneiform Studies, Vol. 18, No. 1 (1964), pp. 7-30.
Cfr. L. Cagni (cur.), Le profezie di Mari, Brescia 1995.
61
apocalittico, avr una lunga fortuna tanto che se ne sono ritrovati testi del
periodo assiro babilonese perfino in epoca sassanide8.
A Mari si distinguevano due tipologie di profeti: gli apilum (coloro che
davano risposte) e i muhhm (gli estatici) che facevano uso di pozioni
inebrianti. I profeti palaziali erano detti incaricati dei santi segni, ittatum, e per favorire i loro responsi venivano loro servite apposite bevande.
Cos per esempio viene descritto il rituale interrogativo di argomento
bellico: A proposito della spedizione militare che il mio Signore sta per
intraprendere, io ho dato da bere agli incaricati dei santi segni, un uomo e
una donna, ed ho posto loro le mie domande. Ebbene, il responso oracolare stato del tutto favorevole al mio Signore9. Fra le tecniche divinatorie
usate a Mari va segnalata quella definita qtum/piqittum, ovvero prova e contro-prova. Molte interrogazioni si riferiscono allo svolgimento di assedi e
attacchi a citt nemiche e forniscono informazioni circa i mezzi di espugnazione e le attrezzature belliche.
Gi in questepoca si riscontra luso ideologico e politico di tali omina,
che sono utilizzati a fini di propaganda dagli stessi sovrani. A questo tipo
di letteratura appartengono anche le manifestazioni divine, come, al tempo
di Assurbanipal, quella del dio Assur al sovrano di Lydia per sostenere
lalleanza con Babilonia10 o il sogno per lattraversamento del fiume Idid,
nel quale compare la dea Ishtar per incoraggiare lesercito.
In unaltra occasione Assurbanipal, durante la festa annuale di Ishtar
nella citt di Arbail, avendo ricevuto notizia dellattacco da parte del
sovrano lelamita Teumman, si rivolse a questa divinit, invocandola
come Dea della guerra, Signora della battaglia, Regina degli di chiedendole di sgominare il nemico e ricevendo da un sacerdote la rassicurazione di essere stato ascoltato. A questo seguiva nella notte il sogno di un
oniromante (abr) che vedeva la dea presentarsi a re con faretre a destra
e a sinistra; un arco in mano, e una spada acuminata sguainata, pronta per
la battaglia e consigliarlo: puoi osservare la direzione per andare in
62
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Milano 1998.
13 Georges Contenau, La divination chez les Assyriens et les Babyloniens, Paris, 1940, p.
361.
63
Mantich tchne
Nella Grecia classica era ampiamente diffusa larte divinatoria (
)14. Platone nel Simposio la definisce comunione () tra gli
dei e gli uomini.
Ad Atene prima di prendere decisioni importanti di tipo politico o militare come la mobilitazione dellesercito, si interrogavano i , mentre a Sparta ai generali veniva affiancato un augur assessor.
Nei santuari () si davano risposte () alle domande
poste alle divinit, sia su questioni pubbliche come i rapporti internazionali e le guerre, che su questioni private e personali. Durante le guerre, un
aggregato alle truppe doveva esaminare prima delle battaglie le
visceri degli animali () e si procedeva solo se il responso era
propizio. Come sappiamo da Erodoto, a Platea Greci e Persiani ritardarono per vari giorni il combattimento, perch i responsi, derivati da identica
metodologia divinatoria, erano sfavorevoli. Per il campo avversario sempre Erodoto (VII, 6) riferisce lepisodio dellindovino Onomacrito, che
taceva i presagi negativi a Serse.
Un altro episodio di questo genere, di cui d notizia Plutarco, quello
dellintervento ateniese in Sicilia promosso da Alcibiade, che ebbe in un
primo tempo responsi negativi, tenuti nascosti temendo di scatenare il
dissenso popolare15. Onasandro nel suo (Strategiks) trattato sui compiti e doveri di un generale, considerava indispensabili per un
comandante militare le conoscenze astrologiche e sottolineava limportanza di consultare preventivamente gli indovini e di far compiere i sacrifici
rituali, analizzando pubblicamente le visceri degli animali, prima di far
avanzare lesercito o dispiegarlo in campo16.
Una visione pi razionale e scientifica di previsione fu esposta da
Tucidide che disapprovava i pronostici di tipo oracolare. Nel proemio
14 Cfr. Sarah Iles Johnston, Ancient Greek Divination, Oxford 2008; Sarah Iles John-
ston, Peter T. Struck, Mantik: Studies in Ancient divination, Leiden 2005 e 2015; Lisa Raphals, Divination and Prediction in Early China and Ancient Greece, Cambridge
2013.
15 Secondo Plutarco: si tennero nascoste le profezie avverse per timore del malaugurio.
16 Marta Sordi (cur.), Guerra e diritto nel mondo greco e romano, Milano 2002.
64
Future Wars
della sua Storia Universale, dando ragione dei motivi che lo avevano portato a fare un puntuale racconto della guerra peloponnesiaca, spiegava che
linvariabilit della natura umana lascia supporre il ripetersi di eventi
simili ed quindi pi utile conoscere quello che accaduto in precedenza.
Inattendibili invece i vaticini, sempre manipolabili anche post eventum,
come una vecchia profezia che si diceva annunciare una pestilenza dopo
una guerra, che fu diffusa dopo il diffondersi della peste ad Atene, seguita
alla guerra con Sparta (429-430 a. C.). Ma, faceva notare Tucidide, il termine usato nel testo originario della profezia era (lims = carestia)
non (loims = pestilenza)17.
Negli (Stratagemata) di Polieno si racconta che
Alessandro Magno dopo aver avuto vaticini favorevoli dagli aruspici faceva mostrare ai soldati le interiora degli animali perch si rendessero conto
direttamente del favore divino e del successo annunciato18. Anche in occasione della conquista di Tiro, Alessandro intraprese lassedio dopo la
fausta interpretazione di un sogno nel quale aveva visto un satiro che gli
sfuggiva ma che alla fine riusciva a catturare, che il suo indovino personale Aristandro spieg anagrammando la parola satyros in , che
in greco dorico significa Tiro sar tua19.
Auspicia e Oracula
Anche presso i Romani vigevano varie forme di mantica: dagli auspicia tratti dallesame degli animali sacrificati, o da fenomeni astrali, solari
o lunari, o da prodigi come i terremoti che si ritenevano connessi allimminenza di una guerra. A ci si aggiungeva linterpretazione dei responsi
sibillini, i cui versi si facevano spesso concordare con i responsa degli
aruspici, e che potevano avere anche un contenuto geopolitico. Luciano
Canfora ha recentemente ricordato, a proposito di Appiano, loracolo
sibillino che preannunciava sciagure se i Romani avessero inviato un con-
17 Cfr. Luciano Canfora, La storia, profezia sul passato, in Corriere della sera, 18-05-
2012.
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Future Wars
imperfectus o De prodigiis. Lopera, ripresa da un codice poi perduto, trovato in Francia e trascritto da Giovanni Giocondo venne stampata per la prima volta, a Venezia,
nel 1508 da Aldo Manuzio.
23 Per una trattazione pi ampia cfr. Giovanni Ibba, Le ideologie del Rotolo della guerra (1QM): studio sulla genesi e la datazione dellopera, Firenze 2005; Id. Il rotolo
della guerra: edizione critica, Torino 1998; Jean Duhaime, The War Texts: 1QM and
Related Manuscripts, London 2004; Brian Schultz, Conquering the World: the War
Scroll (1QM) Reconsidered, Leiden e Boston 2009.
Storia della distopia militare
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vanevara redacted into Sanskrit prose a Greek astrological work, so that it could be
studied by those who did not know Greek in Helaine Selin (Ed.), Encyclopaedia of
the History of Science, Technology, and Medicine in Non-Westen Cultures, Springer
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Future Wars
69
Cina
Nellantica Cina si pratic la divinazione con
varie metodologie27. In particolare la divinazione reale (dalla media dinastia Shang alla
prima dinastia Zhou) veniva praticata
mediante la scapulomanzia, ovvero usando
scapole di bovini o gusci di tartaruga, su
cui venivano scritte domande idealmente
rivolte agli antenati, alle forze della natura o alla suprema divinit della dinastia
Shang. Si procedeva quindi a riscaldare col
fuoco queste ossa oracolari per trarne
vaticini e pareri in base allesame delle
fratture che ne derivavano
(piromanzia)28. Successivamente si
diffuse unaltra pratica divinatoria,
nella quale i responsi venivano
tratti dalla manipolazione di
bastoncini di achillea millefolium
o achillea palustre, corrispondenti
agli esagrammi del Libro dei mutamenti (Yi
Jing o I Ching).
Una particolare forma di divinazione, connessa
al pensiero filosofico cinese, tendeva allindividuazione del momento in
cui lenergia vitale (Ki) dei soldati era al culmine per poter mettere in
movimento lesercito o attaccare battaglia nel momento migliore. Dalluso
militare e nelle arti marziali si pass alla tecnica predittoria del destino
individuale attraverso la lettura del Ki personale e quindi alluso medico
27 Cfr. Stephen L. Field, Ancient Chinese divination, Honolulu 2008.
28 Le ossa oracolari (jigpin) scoperte in grande quantit nel secolo XIX, erano con-
siderate dagli abitanti ossa di drago (lng g) ed utilizzate nella farmacopea popolare
finch nel 1899 uno studioso Wang Yirong le riconobbe come una antica scrittura
e negli anni successivi inizi la pubblicazione di questi documenti. Le campagne ufficiali di scavo tra il 1928 e il 1937 portarono alla scoperta di migliaia di reperti, veri
e propri archivi di questo tipo. Cfr. William G. Boltz, The Origin and Early Development of the Chinese Writing System, New Haven 1994 e 2003.
70
Future Wars
29 Anche il gioco degli scacchi deriverebbe da antiche pratiche divinatorie cinesi, cfr. Jo-
seph Needham, Science and civilization in China, IV.1. Physics and physical technology, Cambridge 1962 e 2004; Antonio Panaino, La Novella degli scacchi e la Tavola reale. Unantica fonte orientale sui due giochi da tavoliere pi diffusi nel mondo
eurasiatico fra tardo-antico e medio evo e sulla loro simbologia militare e astrale,
Milano 1998. Per un confronto con la cultura giapponese, cfr. anche: Cho-Yo Suzuki, Japanese Chess (Sho-Ngi). The Science and Art War or Struggle Philosophically
Treated. Chinese Chess (Chong-Kie) and I-Go, Chicago 1905.
30 Liu Ji, o Liu Bowen (nome di cortesia assunto da adulto) consigliere e comandante
militare sotto limperatore Zhu Yuanzhang, stato coautore, insieme allo studioso e
generale suo contemporaneo Jiao Yu, del trattato militare Huolongjing (il Manuale del
Drago di Fuoco) nel quale veniva illustrato luso di varie armi da fuoco. Il suo trattato militare pi famoso, tuttavia, conosciuto col titolo di Lezioni di Guerra. Altre sue
opere militari sono: Strategie Straordinarie di Cento Battaglie e Diciotto Strategie e
Affari. Vari studiosi ritengono che il poema Shaobing ge abbia predetto eventi come la
Battaglia della Fortezza di Tumu, conflitto di frontiera tra i Mongoli Oirati e la dinastia Ming, che il 1 settembre 1449 si concluse con la cattura dellimperatore Zhengtong e la perdita di un esercito di 500.000 uomini, portando allinvasione mongola.
Altre previsioni attribuite a Liu Ji Bowen sono: lascesa della Dinastia Qing (16441912) la Guerra Anglo Cinese dellOppio (183942), la Prima guerra Cino-Giapponese (1 agosto 1894 17 aprile 1895) la rivoluzione Xinhai - la rivoluzione cinese del
1911 e la fondazione della Repubblica Cinese.
31 Il Tu bi t fu messo al bando durante la Rivoluzione Culturale maoista, ma negli anni Novanta del XX secolo si diffuse di nuovo con grande successo, a livello anche di
bancarelle.
Storia della distopia militare
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America Precolombiana
Anche le civilt precolombiane pensavano che le profezie anticipassero
gli avvenimenti e avevano sofisticati sistemi divinatori.
I Maya avevano buone conoscenze di astronomia ed usavano due calendari, uno di 360 giorni, denominato huab (anno lungo) laltro di 260 giorni considerato cerimoniale che serviva anche per le profezie. La relazione
fra astri e divinit preposte al controllo di eventi terrestri serviva per prevedere eventi terrestri, come guerre, catastrofi naturali, epidemie. La
conoscenza della scrittura permetteva di fissare le conoscenze storiche e
tecniche in appositi libri o codici, che oltre a registrare avvenimenti trattavano argomenti esoterici, arti divinatorie e magiche, per cui furono
ritenuti empi dagli spagnoli che li destinarono al rogo. I tre codici superstiti, conservati a Dresda, Parigi e Madrid, contengono immagini e testi
che si riferiscono soprattutto allastronomia, allastrologia e alla divinazione. Un quarto codice, detto Grolier, di dubbia autenticit. Il Codice
di Dresda riporta numerose tavole astronomiche e rituali divinatori, connessi alle cerimonie del nuovo anno e a vari riti del calendario dei 260
giorni.
Fra i molti codici mixtechi sopravvissuti, vanno segnalati: il codice
Borgia, conservato nellArchivio Segreto Vaticano e il Codice FejrvariMayer conservato a Liverpool, che contengono calendari divinatori.
Anche presso gli Incas nessuna impresa poteva essere iniziata senza il
ricorso preventivo alla divinazione e ai suoi specifici riti. La previsione
aveva anche un valore giudiziario. Un ruolo particolare nella divinazione
era quello degli huaca luoghi naturali, fonti, sorgenti, montagne, templi,
spoglie degli antenati, oggetti o esseri animati ritenuti sacri. Era compito
dei sacerdoti individuare questi huaca e proporli alla venerazione degli
uomini e dei loro villaggi. Un santuario huaca dedicato al dio della guerra,
rappresentato come un puma, si trova nei pressi di Cusco nella localit di
Kenko a un chilometro e mezzo da Sacsahumn. Si tratta di un anfiteatro
con una ventina di posti attorno a un masso che serviva da altare. Gli
archeologi ritengono che in quel sito i dignitari e i sacerdoti attendevano
il responso delloracolo in previsione di una guerra.
Gli Aztechi utilizzavano sapientemente le profezie a fini politici. Cos
per ledificazione della citt di Tenochtitln (1325 circa) nel sito dellat-
72
Future Wars
32 Diego Durn, Historia de las Indias de Nueva Espaa y islas de la tierra firme, 1581,
73
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Schema per lesame del fegato di pecora con iscrizioni etrusche (fegato di Piacenza)
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Future Wars
luomo romano posto al centro di una serie di forze non solo terrene ma
anche ultraterrene che egli deve propiziarsi pure in guerra14 con un rigido
formalismo15, appare pi opportuno affermare che attraverso la divinazione il rappresentante del populus Romanus tenta di comprendere quale sia il
futuro che gli di che presiedono allesistenza ed alla grandezza dellUrbs
desiderino per essa.
In questo senso, e sempre in un rapporto con il divino non assimilabile a nessun
aspetto dellesperienza moderna e contemporanea, legittimo dire che la divinazione
poteva essere presa in considerazione dai
decisori romani anche nellambito bellico.
Questultimo, anzi, si presentava come uno
dei momenti in cui maggiormente era necessario indagare il volere degli di ma, in
tale caso, la divinazione non assumeva un
valore neppure accostabile a quello di una
fonte informativa, configurandosi invece
come uno strumento per scrutare il volere degli di in funzione del mantenimento
della pax con loro in occasione dellevento
bellico, cruciale per lesistenza stessa del
populus Romanus.
in tal senso significativo lepisodio di P. Claudio Pulcro: alla vigilia
della battaglia di Drepano il console del 249 a.C. cerca di scrutare il volere
aristocratica fino allet delle guerre puniche, ora in Id., Metus Punicus. Studi e ricerche
su Annibale e Roma, Imola 2011, pp. 9-33. Contra, ma con argomenti inconsistenti, da ultimo Sheldon, Guerra segreta, cit., pp. 49-50, con bibliografia.
14 La nozione di bellum iustum ne costituisce un esempio evidente. Segnalo solo alcuni studi recenti, sia per gli ampi rinvii che essi contengono che per lattenzione da essi rivolta anche agli usi contemporanei della nozione: v. Ferdinando Zuccotti, Bellum iustum o
del buon uso del diritto romano, in Rivista di Diritto Romano, IV, 2004; Antonello Calore, Bellum iustum tra etica e diritto, in Diritto @ Storia, 5, 2006; Maria Floriana Cursi,
Bellum iustum tra rito e iustae causae belli, in Index, XLII, 2014, pp. 569-585.
15 V. ad esempio Antonello Calore, Bellum iustum e ordinamento feziale, in Diritto @ Storia, 5, 2006; Giovanni Turelli, Audi Iuppiter: il collegio dei feziali nellesperienza giuridica romana, Giuffr, Milano, 2011.
Storia della distopia militare
77
degli di attraverso gli auspicia pullaria ma, poich i polli sacri si rifiutano di mangiare comportamento
interpretabile negativamente egli,
venendo meno ad ogni elementare rispetto per gli di e sostenendo
che se non volevano mangiare allora avrebbero bevuto, mergi eos in
aquam iussit ed ingaggi battaglia
con i punici di Aderbale. Proprio
alla rottura del buon rapporto con
gli di, offesi dal comportamento
del console, venne imputata la disfatta romana16.
Divinazione, imperium, magia e superstizione
Se la divinazione legata allessenza pi intima dellesperienza religiosa del populus Romanus, non stupisce che degli auspicia siano dotati,
per eccellenza, proprio i magistrati muniti di imperium e che tali auspicia
possano essere distinti tra urbana e militaria, ripartizione che in larga
parte si sovrappone a quella tra imperium domi ed imperium militiae e che
anchessa legata alla nozione di pomerium17. Limperium del magistrato,
in effetti presenta notevoli elementi di carattere sacrale anche in ambito
militare, cos come nel caso della fides che, specie sino allet della seconda guerra punica, il magistrato deve possedere ed esercitare al massimo
grado anche nei confronti del nemico18. La divinazione, quindi, costituisce
parte integrante della vita ufficiale del populus Romanus tanto in pace
16 V. Cic. nat. 2, 7 e Liv. per. 19. Cfr. Plb. 1, 50-51. Circa i pullarii addetti ai polli per la divinazione: Giuseppina Foti, Funzioni e caratteri del pullarius in et repubblicana e imperiale, in Annali della Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit degli Studi di Milano,
64.2 (2011), pp. 89-121. Per altri esempi di divinazione in ambito bellico v., ex multis, Liv.
5, 17, 3; 5, 46, 11; 6, 5, 6; 6, 41, 5; 10, 40, 9-12 e 22, 1, 5-7.
17 V. ad es. Michael Koortboijan, Crossing the pomerium. The armed ruler at Rome, in
Bjrn C. Ewald - Carlos F. Norea (Edd.), The Emperor and Rome. Space, Representation,
and Ritual, Cambridge University Press 2010, pp. 247-274.
18 Sullintima compenetrazione tra sfera politica e sfera sacrale v. Cic. dom. 1, 3. Circa la rilevanza della fides nel comportamento del comandante militare cfr. supra nota 13.
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19 Ubaldo Lugli, La magia a Roma, ECIG, Genova 1989, p. 33. Per una sintesi circa il rapporto tra magia e religione v. Lucrezi, Magia, stregoneria e divinazione, cit., pp. 1-3, con
ampia bibliografia a p. 10. Sulla nozione romana di magia come ars di origine orientale
creata dallincontro tra medicina, religione ed astronomia e quindi strettamente connessa
anche alla predizione del futuro v. ad es. Plin. nat. 30, 1-2.
20 V. ad es. la sintesi in Ewa Wipszycka, Storia della Chiesa nella tarda antichit, Mondadori, Milano 2000, pp. 85-86 e, pi ampiamente, Jrg Rpke, Superstitio. Devianza religiosa
nellImpero romano, Carocci, Roma 2014.
21 V. ampiamente Jean Bayet, Histoire politique et psycologique de la religion romaine, Payot, Paris 1957. Per la citazione: Cic. Div. 2, 70.
22 V. ad es. Liv. 4, 30, 11 del 428 a.C. e Liv. 25, 1, 6-12 del 213 a.C.
23 App. Hisp. 85, 367, su cui v. ora, con precedente bibliografia, Santangelo, Divination, Prediction, cit., p. 149 nota 2. Lepisodio non citato da Pol. Strat. 8, 16, 1-2, che pure menziona altri provvedimenti presi da Scipione, mentre ripreso evidentemente con nuovo
significato nellimpero divenuto cristiano in Leo Tact. 20, 80.
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esso testimonia in ogni caso il dato fondamentale per cui certe pratiche non
conformi alla tradizione, comprese quelle divinatorie, fossero considre
comme contraire au droit publique romain anche e soprattutto in situazioni di grave pericolo militare, in quanto in definitiva avvertite come lesive
per la pax deorum in momenti in cui solo i riti aviti avrebbero garantito il
buon rapporto con gli di29.
Un altro esempio relativo al fronte interno si colloca nel 213 a.C., in
piena guerra annibalica, allorch non solo in secreto modo atque intra parietes abolebantur Romani ritus, sed in publico etiam ac foro Capitolioque
mulierum turba erat nec sacrificantium nec precantium deos patrio more30.
In una condizione di diutinum bellum31 non mancarono i vates, mentre gli
edili ed i minores magistratus inviati ad emovere eam multitudinem e foro
ac disicere apparatus sacrorum32 vennero quasi malmenati. Fu infine necessario lintervento di un magistrato cum imperio, il praetor M. Emilio, il
quale, tra le altre cose, ordin quicumque libros vaticinos [] haberet eos
libros omnes litterasque ad se ante calendas Apriles deferret []33.
Il divieto di divinazioni private ricordato anche in occasione dellarrivo dellEmiliano al campo romano nel 134 a.C. durante il difficile assedio
di Numanzia34. In quelle condizioni, senza implicare una condanna della
previsione del futuro in quanto tale, esso muove dalla stessa ratio sottesa
ai divieti ricordati per Roma nel 428 e 213 a.C.
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1 Xen. Mem. I,1.19; see also Cyr. I,6.46; Eq. Mag. 9.9; Smp. 4.47.
2 Xen. Oec. 5.19. See also Onas. 5:
.
.
3 For general information about Greek divination see: W. K. Pritchett, The Greek State at
War. III, Religion, Berkeley-Los Angeles-London 1979, pp. 47-90; M. H. Jameson, Sacrifice Before Battle, in: V.D. Hanson (Ed.), Hoplites. The Classical Greek Battle Experience, London-New York 1991, pp. 197-227.
4 The subordination of the to the general is already evident in the Homeric poems.
E.g. in Il. XII,195-250 Hector decides to cross a river, although Polydamas tries to dissuade him because of a bad omen. It is clear that the Homeric hero is a military chief who
questions the will of the Gods if this goes against his plans (see A. Corcella, Erodoto e
lanalogia, Palermo 1984, pp. 39-41).
5 Pl. Lach. 195e (see C. Bearzot, Mantica e condotta di guerra: strateghi, soldati e indovini
di fronte allinterpretazione dellevento prodigioso, in: La profezia nel mondo antico, a
c. di M. Sordi, Milano 1993, pp. 97-100, which gives value to this text in the debate concerning the relationship between divination and military uses).
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how things are happening in the present, and another knowledge of the
future which tells you how something which has not yet happened will
happen; on the contrary, it is all the same knowledge. For this reason,
strategy deals with everything regarding war. It does not use the seers
art, but instead commands this art, because strategy knows military affairs
better, what has happened and what will happen; and the law ordains not
that the seer gives orders to the general, but the general gives orders to
the seer.6 Plato records a real situation, where the general is the one who
should decide what to do, often against the advice and the interpretation of
the seers, clearly paying for the consequences of his decisions.7
Therefore, it is no surprise that according to Greek military thought, a
general should also have an adequate knowledge of divination. Xenophon
writes that Cambyses taught his son Cyrus divination, in order to interpret
divine signs by himself and to forestall the seers if they tried to deceive
him.8 Xenophon is also the author who provides most information
concerning military religious practices.9 These are , or
sacrifices of crossing, which are typical of the Spartan way of war.10
Xenophon describes these practices in detail in Lac. Pol. 13: when the
Spartans decide to undertake a military expedition the king offers sacrifices
to Zeus (the Leader); if the signs appear propitious, the seer
(fire-bringer) takes the sacred fire from the altar and leads
83
the march to the borders of the land, where the king offers another sacrifice
to Zeus and Athena; only when these second sacrifices are also propitious
the king will cross the borders of the land.
Each time he offers a sacrifice, the king
begins before dawn, wishing to forestall
the goodwill of the gods before the
enemy can do the same. According
to Xenophon, the king behaves as
a seer in religious activities and as
a general in matters which regard
men. This suggests that religious
rites are subject to the will of men,
and in particular the will of the general:
the interpretation of the sacrifices will
always be positive if the general has already
decided to begin the battle.11 If the soldiers
recognize that their general is an expert in tactics and is able to deploy
the army in the best way to fight the enemy, and are sure that their general
will not lead them into battle against the enemy without the approval of
the gods or against augury, the soldiers will be more willing to obey the
generals orders.12
These concepts are described in Onasanders Strategicus, a manual
concerning strategy from the 1st A.C. Onasander states that the general
should not begin the march or array the army without first making a
sacrifice; sacrificers and diviners should accompany him. It is better if the
general himself is able to read the divine signs (it is easy to learn this art in
a short time). In fact, soldiers are braver when they believe they are facing
danger with the gods on their side.13 In particular, Onasander, underlining
the psychagogic value of sacrifice, clearly states that it is the general who
leads the will of his men, also using sacrifices, and decides what to do in
11 See the saying which Aristoteles quotes in Rhet. 1395a, citing Il. XII,243: there is only
one good omen: to fight for the homeland, which should be remembered when you ask
soldiers to risk their lives, without having made sacrifices beforehand (the saying is deliberately changed in Plut. Pyrrh. 29.4, where the word homeland is replaced by Pyrrus).
12 Xen. Eq. mag. 6.6.
13 Onas. 10.25-26.
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14 The use of divination in order to boost the morale of the troops is a widespread practice in
the Greek world, as can be seen through the examples in Xen. An. I,8.15; Plut. Alex. 33.23; Dio 24.1-4; Polyaen. II,3.12; IV,3.14 e IV,20 (stratagem which Front. Strat. I,11.14-15
attributes to Alexander and Eumenes: see the examples of collaboration and interaction
between seers and generals in order to interpret the oracles in the best way in Parker, Sacrifice and battle, cit. p. 305).
15 See C. Petrocelli, Intr. Senofonte. Ipparchico. Manuale per il comandante di cavalleria, intr., trad. e note a c. di C. P., Bari 2001, pp. xxiii-xxxiv. Parker (Sacrifice and battle, cit., p.
311 n. 21) underlines that Onasander, citing Xenophontic motives, explains considerations
which are rather anachronistic and unsuitable for his period. However, we should consider
that the presence of principles which are not strictly connected to the years in which Onasander lived (1 AC), but which are timeless more then anachronistic, is a characteristic of
his manual (see C. Petrocelli, Intr. Onasandro. Il generale. Manuale per lesercizio del comando, Bari 2008, pp. 12-17).
16 Xen. Eq. mag. 5.9 e 5.11.
17 Being is one of the requirements which a general should have, according to Socrates in Xen. Mem. III,1.6 ( ,
, ).
18 See Hsch. 1301 . . . . .
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87
25 See the review in Micheli, Le origini del concetto di macchina, cit., p. 10 and n. 6. It is no
surprise that the noun is not found in the Homeric poems if we consider that the prosodic
structure (a cretic) for every case, except in the plural nominative case, makes it impossible to insert the noun in an hexameter.
26 Od. VIII,505-509.
27 See, e.g., Eur. Tr. 515-530, but also Verg. Aen. II,14-267 passim; Q. Smirn. XII,145-159 (see
particularly 154-155: ,
).
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28 Il. Parv. fr. 8 PEG; Il. Pers. fr. 2 PEG; see M.J. Anderson, The Fall of Troy in Early Greek
Poetry and Art, Oxford 1997, pp. 18-26.
29 Serv. ad Aen. II,15: ut Hyginus et Tubero dicunt, machinamentum bellicum fuit, quod
equus appellatur, sicut aries, sicut testudo, quibus muri vel discuti vel subrui solent.
30 The so called wooden horse, which we see, is made of bronze; he who does not wish
to attribute to the Phrygians total gullibility knows well that Epeius creation was a machine () for breaking down walls; however, the tradition regarding this horse says
that the best warriors of Greece were hidden inside (Paus. I,23.8). However, we do not
find sieges performed by machines in the Homeric poems: when the Trojans attacked the
Achaeans camp, Sarpedon broke down the wall with his hands (Il. XII,397-399); while
Hector crushed a gate with a large boulder (XII,445-462); Patroclus tried to climb the wall
of Troy, but Apollus prevented it (XVI,702-704).
31 It would be wise to remember that Odysseus epithets (, ,
, , , , ,
) are composed with - and -, prefixes which explain well the complexity of the hero and his manifold approach to life (see, among the conspicous studies on
this subject, W.B. Stanford, Homers Use of Personal - Compounds, CPh 45, 1950,
pp. 108-110; P. Pucci, Odysseus Polutropos. Intertextual Readings in the Odyssey and the
Iliad, Ithaca-London 1987, pp. 14-17, 58-62; C. Scarcella, Odisseo uomo della (Omero e Sofocle), Rudiae 1, 1988, pp. 171-186; S. Lo Bue, La storia della poesia. II, Il seme
del fuoco. Achille e Odisseo, Milano 2001, pp. 135-158).
32 Il. II,173; IV,358; VIII,93; IX,308; IX,624; X,144; XXIII,723.
33 Calypso: V,203, Circe: X,401, 456, 488 and 504; Elpenor: XI,60; Tiresias: XI,92; Agamemnon: XI,405; Achilles: XI,473; Heracles: XI,617; Athena: XIII,375; XIV,486 and
XVI,167; Eumaeus: XXII,164; the shadow of Agamemnon: XXIV,192 and 542; particular cases are Od. I,205, where Athena, in the guise of Mens, defines Odysseus in this way
addressing Telemachus, and XIV,486, where it is Odysseus himself, disguised as a beggar,
who tells pastor Eumaeus the false words with which he would have referred to himself.
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itary Authority in the Classical Period, Leidon-Boston-Kln 1998, pp. 172-176 for an
analysis of the Herodotean text; A. Corcella, Erodoto e lanalogia, cit., pp. 160-162 well
underlines Themistocles ability to propose, compared to the , a sharper
interpretation which better understands the meaning of the oracle and bends it to his purpose (an aspect which also R. Lonis, Guerre et religion en Grce lpoque classique.
Recherches sur les rites, les dieux, lidologie de la victoire, Paris 1979, pp. 79-80 considered).
41 Diod. XI,17.1; however, also Hdt. VIII,57.2 says when referring to Salamis (unfortunately this text escaped S. Sad, Guerre, intelligence et courage dans les
Histoires dHrodote, AncSoc 11/12, 1980/81, pp. 105-108, who highlights the political
more than military aspect of Themistocles intervention in Herodotean narration). On the
role which Themistocles had in the defeat at Salamis according to sources see R.J. Lenardon, The saga of Themistocles, London 1978, pp. 72-82.
42 This was Sicinnus, according to Hdt. VIII,75 and Plut. Them. 12.3-5 (Ae. Pers. 355-360; Diod. XI,17.1; Nep. Them. 4.3; Iust. II,12.19). Frontin. Strat. II,2.14 and also Plut. Apophth.
185B do not cite the name. On this episode and the identification of this character see F.J.
Frost, Plutarchs Themistocles. A Historical Commentary, Princeton 19982, pp. 129-131; J.L.
Marr, Plutarch. Life of Themistocles, Warminster 1998, pp. 100-102.
43 Hdt. VIII,83-94, but see also Aesch. Pers. 4506-432.
44 N.G.L. Hammond, Studies in Greek History, Oxford 1973, pp. 251-304 and G. Roux, Eschyle, Hrodote, Diodore, Plutarque racontent la bataille de Salamine, BCH 98, 1974,
pp. 51-94 remain landmarks in the reconstruction of the battle of Salamis; but see also C.
Hignett, Xerxes Invasion of Greece, Oxford 1963, pp. 201-239.
45 See L. Camerer, Praktische Klugheit bei Herodot. Untersuchungen zu den Begriffen
, , , Kln 1965, pp. 53-57 for a detailed analysis of the lexicon belonging to the semantic meaning of intelligence regarding Themistocles and what he did
in Herodotus Histories.
46 It is justifiable to doubt the historical accuracy of this episode if we consider that the Persians could hardly trust an enemy without capturing him (see Hignett, Xerxes Invasion of
Greece, cit., p. 407; his reconstruction is shared by L. Piccirilli, Plutarco. Le vite di Temi-
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which he used, but also because in this battle the weaker defeated the
stronger: this result, as we have already seen, was really possible thanks to
and he who uses it.47
Themistocles was a man of :48 clever, skilful, unconventional, but
also ambitious, dashing and unscrupulous, 49 he was always able to adapt
himself to any circumstance. In short, he was a man of great strategic
ability and outstanding political skill. His virtues were natural: thanks to
his natural cunning he was a powerful gnomon, with a quick mind, who
valued the situations to be faced instantly and was particularly good at
foreseeing what was about happen. He was able to explain what he had
experienced, but was not afraid to judge what he did not. He was able
to predict the best and the worst when these were not evident; in short,
thanks to his natural resources and fast learning, he was without peer when
it came to finding the best solution on any occasion.50 We should not be
surprised that his contemporaries nicknamed him Odysseus. 51
93
1 Giustina Ostuni (cur.), Le macchine del re. Il Texaurus regis Francie di Guido da Vigevano, Vigevano 1993, p. 89; v. inoltre Introduzione, pp. 18-29 e, sulla vita dellautore, A.
A. Settia, Guido da Vigevano, in Dizionario biografico degli italiani, 61, Roma 2003,
pp. 433-436.
2 Su tale trattatistica basti qui rinviare a Bertrand Gille, Leonardo e gli ingegneri del Rinascimento, Milano 1972 (ed. originale Paris 1964); Bert S. Hall, Production et diffusion de
94
Future Wars
certains traits de technique au moyen ge, in Guy H. Allard e Serge Lusignan (d.), Cahiers dtudes mdivales, VII, Les arts mcaniques au moyen ge, Montral-Paris 1982,
pp. 147-169; Francisco Garcia Fitz, Tecnologa, literatura tcnica y diseo de mquinas
de guerra durante la baja edad media occidental: el Texaurus regis Franciae acquisitionibus [sic] Terrae Sanctae de Guido da Vigevano (1335), Anuario de estudios medievales,
41/2 (2011), pp. 829-864.
3 Gille, Leonardo, pp. 30-31; Le macchine del re, pp. 30, 36, 41, 50, 75.
4 Philippe Richardot, Vgce et la culture militaire au moyen ge (Ve-XVe sicles), Paris
1998, p. 168. Per quanto Guido da Vigevano consigli un modo di misurare laltezza delle torri diverso da quello proposto in Vegezio (cfr. Le macchine del re, p. 112 e P. Flavius
Vegetius Renatus, Epitoma rei militaris, ed. Alf nnefors, Stutgardiae et Lipsiae 1995, pp.
232-233 [IV, 30]) ci non impedisce la conoscenza dellopera; rettifichiamo perci in tale
senso quanto ipotizzato in A. A. Settia, Comuni in guerra. Armi ed eserciti nellItalia delle
citt, Bologna 1993, pp. 284-285, nota 32.
5 Cfr. rispettivamente: Vegetius, Epitoma, pp.: 203 (IV, 6), 219 (IV, 19), 221 (IV, 21), 94 (II,
25), 124 (III, 7), con Le macchine del re, pp.: 92, 122, 96-104, 106-108, 172, 130-140.
Storia della distopia militare
95
Alle suggestioni vegeziane non sembra dubbio che vadano unite quelle
derivanti dal codice figurato dellAnonimo De rebus bellicis di cui Guido
si certo valso per elaborare ponti e mezzi per lattraversamento dei corsi
dacqua fra i quali, in specie, limbarcazione mossa da un meccanismo a
pale, mentre lidea della panthera (intesa come transenna protettiva munita di molti ferri acuti e leggeri) e delle sue diverse applicazioni appare
suggerita dalle forche e dalle lance che lAnonimo pone a difesa del ticodifrus, dai coltelli e dalle falci acutissime che muniscono il currodrepanus e dagli scudi circondati da ferro acuminato del currodrepanus clipeatus; la funzione delle macchine da lancio montate su carri, gi ricordate da Vegezio, pu avere, a sua volta, riscontro nellazione della ballista
quadrirotis6.
6 Cfr. Anonimo, Le cose della guerra, a cura di A. Giardina, Milano 1989, rispettivamente pp.: 28 (cap. 16), 30 (cap. 17), 27 (cap. 8), 24 (cap. 12), 26 (cap. 14), con Le macchine
del re, pp.: 52-53 (dove la curatrice rettifica quanto affermato da Giardina a p. 53, nota
10), 56-57, 168-172. Somiglianze gi osservate da H. Hodges, The Anonymus in the later
middle age, in Mark W.C. Hassal (Ed.), De rebus bellicis, part I, Aspects of the De rebus
bellicis. Papers presented to professor E.A. Thompson, BAR international series, 63
(1979), pp. 119-121.
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cognizioni di tecnologia militare maturate nellarea mediterranea e sperimentate durante le prime crociate.
Raggiungono allora grande notoriet due valenti ingegneri dei quali
si ignora nondimeno la provenienza: mastro Guintelmo, al servizio del
comune di Milano fra 1156 e 1162, abile costruttore di carri da combattimento, di ponti e di macchine dassedio, mentre nel contempo opera a
Crema il suo collega Marchese assai pi ingegnoso di tutti gli altri, e
appunto durante lassedio di questo luogo viene inoltre a mettersi al servizio dellimperatore un altro anonimo maestro dopera che aveva fatto le
proprie esperienze in Terrasanta14.
Il senso di stupore e di meraviglia espresso dai cronisti contemporanei
di fronte alla grandiosit e alle impressionanti prestazioni delle macchine
belliche da costoro allestite15 lascia credere che siano allora maturate
almeno alcune delle realizzazioni di tecnologia militare che troveremo poi
riprodotte nella trattazione di Guido da Vigevano. Ottone Morena, ad
esempio, ci mostra Marchese, passato anchegli al servizio dellimperatore, costruire una mirabile macchina di legno sopra la quale innestato
un ponte coperto di graticci, lungo pi di quaranta braccia e largo sei, che
era possibile lanciare sulle mura per venti braccia senza che nessuno
potesse opporvisi. Per quanto lesatto funzionamento dellapparecchiatura non risulti chiaro, certo essa ricorda il modo di fare un ponte e di
porlo sul muro di una piazzaforte descritto in seguito da Guido16.
Panthera super lecto carri
Sembra avere un sicuro antecedente nellambiente milanese di met
secolo XII anche il carro trainato da buoi che Guido descrive come protetto dalla panthera. I Gesta Federici tramandano infatti che nel 1160 mastro
Guintelmo costru cento plaustrella (senzaltro derivati dal De rebus bel-
14 Cfr. Settia, Comuni in guerra, pp. 118-122, 263-266, 283-284, e Id., Lingegnere errante,
p. 301.
15 Settia, Comuni in guerra, pp. 266-267.
16 Rispettivamente: Otto Morena et continuatores, Historia Frederici I, ed. F. Gterboch,
Berlin 1930, pp. 88-90; Carmen de gestis Frederici I imperatoris in Lombardia, ed. Irene
Schmale-Ott, Hannover 1965, p. 101, vv. 3097-3101; Le macchine del re, pp. 106-108.
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Nel Texaurus si
osservato manca
ogni riferimento alle
armi da fuoco che pure
ai suoi tempi dovevano gi essere in uso36:
si tratta di un indizio
in pi riteniamo
per far risalire le
invenzioni da lui esposte a unepoca in cui
tali armi non esistevano ancora, ma in realt, se si esclude la
manganella montata
su carro, lopera non
contempla macchine
da getto di nessun
genere, unassenza che
deve corrispondere a
una scelta precisa. Le
armi da fuoco erano
invece gi abbondantemente diffuse allorch, qualche decennio dopo, lesercito di Antonio
della Scala fece sfoggio di un suo innovativo macchinismo, diverso ma
per certi aspetto analogo a quello proposto da Guido..
Vi attende un personale tecnico al corrente della trattatistica militare
antica e in grado di coniugarla con le risorse offerte dalle nuove armi:
doveva conoscere il vecchio Liber ignium ad comburendum hostes il farmacista vicentino Sbrega il quale mise a punto certe palle infuocate e
altre composizioni ardenti con fetore che, lanciate da numerose bombarde, costrinsero alla resa i difensori dellimprendibile covolo di Brenta37.
36 A.R. Hall, The military inventions (sopra, nt. 10), p. 969.
37 Conforto da Costoza, Frammenti di storia vicentina (aa. 1371-1387), ed. C. Steiner, Citt
di Castello 1915 (Rerum Italicarum scriptores, 2^ ed., XIII/1), p. 39 (15 gennaio 1387).
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senza perdere tempo49 non sar pertanto da considerare come una stupefacente novit, allora del tutto virtuale, che sarebbe stata realizzata soltanto molti secoli dopo50. Altri accorgimenti menzionati da Guido nel
Texaurus trovano del resto sicuro riscontro nelle fonti dellepoca come gli
apprestamenti adatti a proteggere i combattenti dalle frecce nemiche: nel
1318, infatti, lingegnere militare Segatino da Bassano vanta, fra le sue
diverse abilit, anche quella di sapere mantellare mura e torri di Treviso
per renderle sicure dalle frecce e dalle pietre nemiche51.
Per quanto i corsi dacqua siano molto numerosi in Lombardia e, pi in
generale, nellItalia padana, le fonti a noi note non contengono invece
alcun riscontro con gli espedienti suggeriti da Guido per il loro attraversamento; le cronache parlano tuttavia assai spesso di passaggi avvenuti, in
modo talora assai rischioso, su ponti e guadi52, e bench fiumi e laghi
fossero solcati da vere e proprie flotte di navi da battaglia53, costituirono
sempre un grave impedimento al regolare svolgimento delle operazioni
militari terrestri. Si capisce quindi che essi abbiano ripetutamente sollecitato la capacit inventiva di magistri e ingegneri al servizio dei comuni
padani: lo stesso Guintelmo nel novembre 1156 ebbe modo di sovrintendere alla costruzione di un ponte sul Ticino che riusc pi bello, pi largo
e pi forte di qualunque altro visto in quel tempo, ma che ebbe breve
durata54.
Tanto i codici dellantichit quanto le effettive esigenze militari spinsero pertanto generazioni di ingegneri a progettare nuovi mezzi e a ricercare inediti procedimenti; alcuni di essi furono effettivamente sperimentati nella pratica bellica mentre altri, come i battelli destinati a muoversi da
soli sulle acque, e i carri autopropulsi, che con il loro impeto avrebbero
49 Le macchine del re, p. 90. Vedi inoltre pp.: 96, 106, 118, 122, 130, 136, 152.
50 Come ritengono, ad esempio, Gille, Leonardo, p. 31; B.S. Hall, Production et diffusion, p.
164; Garcia Fitz, Tecnologa, p. 846 (tutti sopra, nt. 2).
51 Rispettivamente: Le macchine del re, p. 92; Giovanni Battista Verci, Storia della Marca
trivigiana e veronese, VIII, Venezia 1788, appendice, doc. 857 (7 febbraio 1318), pp. 9697.
52 Cfr., ad esempio, Settia, De re militari, (sopra, nota 23), pp. 247-273.
53 Fabio Romanoni, Guerra e navi sui fiumi dellItalia settentrionale (secoli XII-XIV), Archivio storico lombardo, CXXXIV (2008), pp. 11-46.
54 Gesta Federici (sopra, nt. 17), p. 23.
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55 Franco Cardini, Le bombe intelligenti di Sigismondo. Umanesimo e arte della guerra tra
Medioevo e Rinascimento, in Roberto Valturio De re militari. Saggi critici, RiminiMilano, 2006, p. 15.
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Codices Machinarum: II. Bellifortis (1405)
1 Bellifortis, Cod. Ms. philos. 63 der Universittsbibliothek, Gttingen, fol. 139v. Tutti i riferimenti a Konrad Kyeser e al Bellifortis, ove non espressamente citato, fanno riferimento
a Gtz Quarg (ed.), Bellifortis, I, II, Verlag des Vereins Deutscher Ingenieure, Dsseldorf
1967.
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2 Bellifortis, cit. fol. 3r. Anche le citazioni seguenti sono tratte dal folio 3r.
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Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo
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Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo
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7 Sulla fortuna del Bellifortis cfr. Lynn White, Jr, Kyeserss Bellifortis: the first technological treatise of the Fifteenth century, Technology and culture, 10, luglio 1969, pp. 436441. Al saggio di White sono debitore per gran parte delle argomentazioni svolte, in particolare per lanalisi di alcune delle pi interessanti tavole del Bellifortis.
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Future Wars
dichiari che le arti magiche non solo sono connesse a quelle meccaniche,
ma addirittura ne rappresentano la parte pi sofisticata (Artes cuncte
theurgice maioris et minoris cunctarum mechanicarum stili subtilioris8).
Significativo anche il fatto che, nellelenco delle arti stilato da Kyeser, le
Artes theurgicae siano citate subito prima dellArs militaris, quasi che
questultima discenda dalle prime.
Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo
115
9 Alessandro Magno raffigurato per ben quattro volte (fol. 11v, 12r, 91r, 93r) e citato in otto punti del testo: fol 12r (r 1); 15v (r 1 e 15); 90v (r 19); 91r (r 1); 93r (r 1); 100v (r 10 e
37).
10 La macchina attribuita ad Alessandro (che lavrebbe realizzata su suggerimento di Aristotele) il grande carro protetto da trasporto truppe al folio 16r: Hoc instrumentum ab allexandro repertum, philisopho summo traditum est (fol. 15v, r 1).
11 In particolare il carro al folio 25r.
12 Cfr. White, cit. p. 439.
116
Future Wars
fuso conico (folio 76v) che, secondo Lynn White13, anticipa di una generazione i meccanismi simili introdotti negli orologi.
Il sesto capitolo illustra alcuni sistemi di guardia da porre a difesa dei
castelli o degli accampamenti: cani, oche, pali acuminati nei fossati o
intorno alle tende, ponti levatoi che collassano a comando. Curiosa la
scena rappresentata nella tavola del folio 87r: vi si vedono contadini attaccare e uccidere soldati intontiti dal vino avvelenato con una pozione ottenuta dalle radici del muliol, un albero misterioso e non identificato.
Il capitolo seguente (settimo) uno dei pi originali del Bellifortis: lautore si concentra sul problema di realizzare adeguati sistemi di illuminazione che non si spengono con la pioggia o con il vento. Il riferimento
ancora una volta Alessandro Magno, raffigurato a cavallo con una lunga
picca sulla cui sommit risplende un globo infuocato (folio 91r). Seguono
pagine e pagine di ricette magiche e incantesimi, come la necromanzia del
folio 94r: in una notte di luna (la prima dopo la luna piena), uno stregone
13 Ibidem, p. 439.
Storia della distopia militare
Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo
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Lingegnere e lo stregone
Qual il significato del Bellifortis? Come deve essere inteso? In che
rapporto porre i contenuti del codice con la personalit del suo autore?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che sorgono di fronte alla complessit di unopera del genere che, pur essendo correttamente definibile
come un trattato di ingegneria militare, al tempo stesso ne travalica i confini. Questa non specializzazione non deve stupire: nella cultura medievale e del primo umanesimo la distinzione netta tra saperi e discipline
diverse era del tutto impropria. I grandi intellettuali del tempo di Kyeser
si caratterizzavano tutti per una sapienza a tutto tondo, non limitata a uno
specifico settore.
Se analizziamo pi attentamente le figure assimilabili a Kyeser, notiamo
che la professione medica un tratto comune: medici erano, infatti, Guido
da Vigevano e Giovanni Fontana19 (il primo autore del Texaurus regis
Francie del 1335, il secondo dellInstrumentorum bellicorum liber del
1420 circa). indubbiamente grazie alla sua formazione in medicina che
Kyeser si avvicina allastrologia: il nesso tra le due discipline era dovuto
essenzialmente allenorme influenza che ebbero nei secoli centrali del
Medio Evo le traduzioni scientifiche di trattati arabi (come quelle di
Gerardo da Cremona), in parte originali e in parte ripresi da opere greche
ed ellenistiche. A ci si aggiunse linflusso di opere bizantine e la diffusione garantita da scuole come quella di Salerno. Lastrologia divenne
parte fondante della medicina: i medici astrologi, per i quali la cura delle
malattie non poteva essere distinta dallanalisi delloroscopo del paziente,
acquisirono fama e rilevanza, tanto da trovare impiego presso le grandi
corti dEuropa20. Lastrologia, a sua volta, richiedeva luso di sofisticati
strumenti di misurazione del tempo: da qui lo studio degli orologi, del
moto, della meccanica: il pi grande costruttore di orologi del Medio Evo,
Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo
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Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo
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egli stesso, nel descrivere un imponente scudo mobile, afferma che fu lui
a costruirlo28. Inoltre, la stessa grandissima variet delle macchine raffigurate nel Bellifortis riprova dellampia padronanza della materia da parte
del suo autore il quale, giova ricordarlo, aveva anche esperienza diretta di
guerra. Da sottolineare anche che, nel corso del suo percorso formativo,
Kyeser aveva certamente appreso delle conoscenze relative alla costruzione di automi e alluso del fuoco e del vapore29.
Ma, per tornare alla domanda iniziale, qual era la visione della guerra
che emerge dalle pagine del Bellifortis? Abbiamo gi detto della peculiare,
anche se non sorprendente, commistione tra arti meccaniche, astrologia e
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Histria do Futuro
l Seicento brasiliano, ma pi in generale lusofono, appare dominato dalla figura del gesuita Antnio Vieira. Portoghese di nascita e di
formazione, trascorse la maggior parte della sua vita in Brasile, dedicando a temi tipicamente brasiliani la sua attivit di predicatore1, non
avulsa dallestetica barocca di stampo gesuitico2, e tuttavia arricchita da
uno stile forte e personale, sino a poter essere considerato il portavoce di
unideologia e di una storia nazionale3. Trasferitosi in Portogallo alla fine
della lunga dominazione spagnola (1580-1640) e definito tribuno della
restaurazione4, fu anche predicatore regio ed ambasciatore in Francia e
Olanda. Tornato in Brasile nel 1653 e molto noto pure per la difesa degli
indios dallo schiavismo bianco e degli ebrei convertiti, oltre che per le
aperture verso gli ebrei rimasti nella loro fede, padre Vieira fu inoltre ac1 Su padre Vieira (Lisboa, 6 febbraio 1608 - Salvador, 18 luglio 1697) v. in particolare Joo
Lcio de Azevedo,Histria de Antnio Vieira, 2 voll., Alameda, So Paulo 2008 e Jos
Van Den Besselaar,Antnio Vieira: o homem, a obra, as ideias, ICALP, Lisboa 1981. V.
anche lintera prima parte della Revista Lusfona de Cincia das Religies, VII, 2008, dedicata al tema Vieira e a possibilidade de um mundo novo. Per linquadramento del religioso nellambito della storia della letteratura brasiliana, v. Luciana Stegagno Picchio, Storia
della letteratura brasiliana, Einaudi, Torino 1997, pp. 52, 54, 59-63, 67-68, 107-108, 130,
214, 333, 371-372, 377, 488 e 610.
2 V. ora Thomas Cohen - Stuart B. Schwartz (eds), Antnio Vieira and the Luso-Brazilian
Baroque, a special issue from The Luso-Brazilian Review, LX.1, 2003.
3 Estremamente significativo il Sermo pelo Bom Sucesso das Armas de Portugal Contra
as de Holanda pronunciato l11 maggio 1640 a Salvador, dal pulpito della chiesa di Nostra
Signora del Soccorso, mentre le navi olandesi avviavano linvasione del Brasile portoghese (consultabile anche presso il sito dominiopublico.gov.br, a conferma dellimportanza
che viene attribuita a padre Vieira anche nel Brasile contemporaneo). V. Lus Reis Torgal,
Ideologia Poltica e Teoria do Estado na Restaurao, 2 voll., Biblioteca General da Universidade, Coimbra 1981.
4 Stegagno Picchio, Storia, cit., p. 60.
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Histria do Futuro
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sia della Histria do Futuro che della Clavis Prophetarum e di altre opere:
fondato sul Libro di Daniele ed in particolare sul sogno di Nabucodonosor (Dn 2, 1-45)12, il Quinto Imprio strettamente intrecciato con lidea
della periodizzazione del tempo, con lApocalisse e col profetismo, sicch
il futuro descritto da padre Vieira non si basa sulla speculazione ma sulla
interpretazione delle profezie13. A partire dalla profezia di Daniele sulla
successione degli imperi, nella prospettiva di padre Vieira a quelli assiro,
persiano, greco e romano sarebbe dovuto succedere un impero portoghese fondato ormai non pi da un redivivo D. Sebastio ma dal re D. Joo
IV, tornato dalla morte che lo aveva colto del 1656 per realizzare il regno
di Dio in terra ed aprire il Millennio destinato a concludersi col giudizio
finale. Limpero lusitano di padre Vieira amalgamava inoltre le speranze messianiche della restaurazione portoghese con la visione escatologica
che del Nuovo Mondo si aveva sino dalla sua scoperta14. Ci che tuttavia
interessa qui evidenziare che il Quinto Imprio nato per realizzare sulla
terra la civitas Dei agostiniana emerge e, nei progetti, si sarebbe dovuto
sviluppare dalla guerra e nella guerra. Il nuovo ordine dellimpero, definito
anticipatore dellordine mondiale dellONU, sorge infatti da una situazione conflittuale sia allinterno della penisola iberica che della cristianit e,
per listaurazione del regno di Dio in terra, prevedeva la scomparsa del
Sacro Romano Impero e del sultanato ottomano15.
12 Sul tema del Quinto Impero e sulla concezione del tempo che vi sottesa dal profeta Daniele sino allinterpretazione di padre Vieira, v. Maria Anna Travassos Valdez, Historical Interpretations of the Fifth Empire. The Dynamics of Periodization from Daniel to
Antnio Vieira, S.J., Brill, Leiden 2001. Il Libro di Daniele, in particolare Dn 7, 7-8, non
estraneo neppure a Roma antica ed in particolare ad Or. Sib. 3, 388-400, il cui contenuto costituir una formidabile leva ideologica per permettere la costruzione di una monarchia, nonostante la perdurante validit del giuramento narrato da Livio (2.1.9): v. Francesco Lucrezi, Oracoli e Regno, in Id., Messianismo Regalit Impero. Idee religiose e
idea imperiale nel mondo romano, Giuntina, Firenze 1996, pp. 1-13 ed in particolare p. 8
per la citazione.
13 V. Alfredo Cordiviola, O futuro, a histria. Uma leitura da Histria do Futuro, Revista
USP, XXIX, maro-maio 1996, pp. 126-138.
14 Peloso, Antonio Vieira e limpero universale, cit., pp. 17, 22, 33-34.
15 V. ora Jos Eduardo Franco, Portugal e a histria do futuro do mundo no pensamento
utpico di Padre Antnio Vieira, Revista Lusfona de Cincia das Religies, X, 2013, pp.
235-255, con precedente bibliografia.
Storia della distopia militare
Histria do Futuro
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long cinematic pioneer, University of Illinois Press, 2007, pp. 63 ss., 160. Oltre che
in Non, la catastrofe portoghese del 1578 ricostruita nel film La batalla de los Tres Reyes
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Impero del Brasile, moneta di bronzo da 20 Reis, Zecca di Rio de Janeiro, 1868.
(Tambores de fuego, 1990), una coproduzione italo-ispano-sovietico-marocchina diretta da Souehil ben Barka e da Uchkun Nazarov, con Claudia Cardinale e Ugo Tognazzi.
19 V. il carteggio conservato nellArchivio dellIstituto Nazionale di Studi Romani, serie Corsi Superiori di Studi Romani, busta 48, fascicolo 7 e busta 66, fascicolo 17.
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Se si osserva larte della guerra da questa prospettiva, ci si render subito conto di quanto non solo superflua ma anche fuorviante sia la domanda
tipicamente posta da moltissimi studiosi di varie epoche se i trattati militari
fossero davvero applicabili nel campo di battaglia.
Come dicevamo sopra, il paradosso generato dallarte della guerra la
problematizzazione della propria stessa essenza argomentativa, la quale si
manifesta come una tensione tra speculazione teorica ed esigenze praticoapplicative. Una tale tensione si rende particolarmente visibile proprio nei
momenti in cui ci si appresta ad una riforma del sistema militare. Werner
Hahlweg in un articolo sulla Heeresreform degli Orange ha commentato
questo punto con estrema chiarezza: La connessione tra ristrutturazioni o
riforme in ambito militare e la questione del rapporto tra teoria e prassi
fondamentalmente stretta, e persino originaria al fenomeno stesso5.
Ma, come si ricordava prima, il discorso della guerra sorprendentemente povero di turning points decisivi. La cos detta military revolution
rappresenta senzaltro, per quanto dibattuti e controversi restino alcuni
suoi aspetti, uno dei pochissimi punti di svolta nella storia della guerra in
occidente. Alla riforma militare che ha avuto luogo tra la fine del XVI e
gli inizi del XVII secolo nei Paesi Bassi, soprattutto a opera di Moritz von
Oranien, Wilhelm Ludwig von Nassau e Johann der Mittlere von NassauSiegen, va attribuito il ruolo di preludio della nuova fase, che verr a posteriori definita rivoluzione militare. Il termine ha origine, come noto, da un
breve studio del 1956 di Michael Roberts 6. Con esso lo storico britannico,
che si concentrava sugli effetti della Heeresreform in Svezia sotto Gustavo
II Adolfo nella prima met del XVII secolo, definiva soprattutto la ristrutturazione dellesercito e le riforme in campo tattico, che esigevano una
preparazione costante dei soldati. In breve, i punti pi importanti su cui
si concentrava Roberts erano la crescita numerica dellesercito, linnalzamento delle tasse dovuto ai nuovi costi degli eserciti, la standardizzazione
delle armi, la maggiore coordinazione tra cavalleria e fanteria e il sorgere
delle accademie militari e del relativo sviluppo di un sistema didattico
5 W. Hahlweg, Umformungen im Militrwesen und das Verhltnis von Theorie und Praxis, in Wehrwissenschaftliche Rundschau 19. Jg., 1969, p. 182.
6 M. Roberts, The Military Revolution, 15601660, Belfast, rist. con revisone in Essays in
Swedish History, Londra, 1967.
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Antichit /
exemplum-norma
prassi
presente
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valide anche per la pratica e la realt del campo di battaglia. Alcuni storici
hanno argomentato come i riformatori olandesi ricorressero ai trattati antichi e alle norme in essi contenute ai fini dellapplicazione extratestuale.
Secondo Hahlweg, i padri della Heeresrefom avrebbero avuto uno spiccato
senso della realt e di ci che veramente possibile e, pertanto, sarebbero
stati ben lontani dalle avventure della speculazione teorica e poco attratti
dal pensiero sistematico, scisso dalla realt concreta 14. Per quanto attraente, questa tesi va ridimensionata, forse persino contestata, se si considera
per esempio quanto altri studiosi osservano a proposito della ricostruzione
di guerre e battaglie, antiche e moderne, attraverso i trattati militari. Larte
della guerra mostra di essere una fonte poco fededegna proprio perch non
offre che una visione letteraria del fenomeno, pertanto distorta e ben lontana dalla realt. Chiunque abbia una qualche familiarit con la bibliografia
relativa allarte della guerra, vedr che pienamente accettata lopinione
che i trattati militari riproducano solo una rappresentazione ideale e intellettuale della guerra, non la sua realt. Si citi qui un unico esempio tratto
dal peraltro eccellente volume di David Parrott, Richelieus Army :
Trattati militari di tal sorta possono fornire informazioni utili per la
guerra contemporanea, ma sarebbe fuorviante considerare le prescrizioni
teoriche, e spesso impraticabili, in essi contenute come un resoconto reale
di una realt militare pi cruda e molto pi complessa 15.
Parrot pone la questione se lambizione degli Orange di derivare la propria riforma dai testi antichi non fosse in realt solo un rhetorical exercise, il cui scopo era quello di convincere il pubblico di lettori pronti
a seguire lautorit della tradizione classica e soprattutto delleccellenza
marziale di Roma16. La questione tuttavia ben pi complessa e risulta
alquanto riduttivo attribuire ai trattati antichi e antichizzanti unicamente
una funzione retorico-persuasiva, efficace solo perch asseconda le mode
classicistiche dellet moderna.
Come dicevo, largomentazione di Parrott a proposito dei trattati militari si trova, mutatis mutandis, presso molti altri storici sia del mondo
antico sia dellet moderna. Nella maggior parte dei casi larte della guerra
14 W. Hahlweg, art. cit., p. 183.
15 D. Parrott, Richelieus Army, Cambridge U. P., 2001, p. 24.
16 Ibidem, p. 25.
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non viene presa sul serio nella sua dimensione propriamente testuale e
letteraria, motivo per il quale la si fraintende quando si vuole valutare il
suo peso nel processo delle varie riforme o rivoluzioni militari. Essa in
realt contiene al suo interno la risposta stessa al quesito proprio in quanto
ha elaborato un concetto di guerra che, nonostante tutte le possibili innovazioni tecnologiche, regge come un nocciolo duro, forse persino anche
dopo Clausewitz, il pensiero militare occidentale.
Come si diceva, larte della guerra (come genere letterario) comincia
con Vegezio proprio perch nel suo testo si trovano gran parte delle strutture argomentative sulle quali si imperniano i trattati militari successivi.
Molto brevemente: lEpitoma ha il compito di lanciare una riforma degli
eserciti romani tardoimperiali proprio attraverso la stretta connessione al
passato. Tale riferimento allantichit, va sottolineato, annunciato gi dal
titolo stesso che indica come lopera sia una epitome della tradizione militare romana. Vegezio ricorre a eventi esemplari e a norme, che riformula
allinterno di una nuova cornice teorica e argomentativa. Se i materiali
stessi non sono nuovi, nuova la loro riorganizzazione e il metodo di presentazione. Vegezio intende la sua opera come una contromisura contro il
disfacimento della res militaris del periodo in cui visse, let tardoantica.
La disciplina delle armi sarebbe stata trascurata a causa di una dannosa
negligentia causata a sua volta da una pace troppo lunga, durante la quale
non si reput pi necessario reclutare le leve e disporre gli eserciti (1, 28,
6). Ma questa situazione, continua Vegezio, non nuova, gi nel passato si
era periodicamente verificato che la disciplina militare venisse tralasciata.
A questo danno gli antichi romani trovarono un rimedio: ritrovare nei libri
di storia le rette norme da seguire ad uso dei generali sul campo di battaglia (3, 10, 17-18). Seguendo questo principio, Vegezio stesso vuol quindi
offrire un insieme di regole che provengono dalla lettura di antichi testi.
Egli, come primo autore di una lunghissima tradizione, stabilisce che
le qualit militari vanno dedotte dai libri, contenenti exempla sempre validi e applicabili in analoghe circostanze future. Vegezio, proprio come i
riformatori olandesi dodici secoli pi tardi, introduce la riforma basandola
sulla restaurazione di antichi modelli. Egli crea una struttura argomentativa e uno maniera di concepire la res militaris che resteranno invariate nei
secoli. Exemplum e norma divengono i concetti chiave del discorso della
guerra: gli exempla vengono evocati dalla tradizione letteraria per stabiStoria della distopia militare
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dellarte della guerra18. Nella sua traduzione di Vegezio, Wallhausen critica apertamente lumanista olandese, per non avere trovato la giusta chiave
di lettura per intendere Vegezio. Una tale chiave, proprio per non essere
stata usata per lunghissimo tempo, si arrugginita cadendo in disuso19. Il
compito di Wallhausen proprio quella di ristabilire la validit del testo
tardoantico, proprio perch esso oppone la didassi sistematica alla narrativit esemplare degli storici, come Livio e Polibio. I soldati, soprattutto
le leve, si ingannano se credono di potere fare bene il loro mestiere senza
avere prima ricercato nei libri le gesta di greci, lacedemoni e romani20.
Secondo Schwager, ci che in Vegezio attraeva lattenzione dellerudito
tedesco era proprio lapproccio sistematico ed enciclopedico allarte della
guerra in quanto esso forniva una scienza militare fatta di strumenti pronti
a uscire dai libri per essere direttamente applicati nella realt extratestuale.
Lapproccio che si evince dagli storiografi antichi, privilegiato da Lipsio e
altri teorici della guerra, offriva di contro un catalogo di pur ottimi exempla concentrato sui grands faicts, cio sugli eventi decisivi, ma non sui
mezzi stessi (moyens) dellarte della guerra21. Lintento di Wallhausen era
di fornire una compilazione e una sintesi del sapere sulla guerra, e Vegezio
offriva in questo caso un modello eccellente.
Da un certo punto di vista, Schwager ben individua i termini del dibattito tra Wallhausen-Vegezio e Lipsio-Polibio. Tuttavia, se prestiamo attenzione al testo dellEpitoma stesso, ci si render conto della circolarit, che
definirei inattaccabile, delle argomentazioni vegeziane, che propongono
uno schema predisposto per non essere mai veramente superato e sovvertito. Ci che stato affermato da qualcuno, a proposito del trionfo della
mediocrit di Vegezio22, definendo cos con inutile sarcasmo lincredibile
fortuna dellEpitoma attraverso i secoli, non pu che essere contraddetto
proprio sulla base della ricezione. Laspetto del testo che pi sorprende, e
qui sta la chiave del suo successo, sta nella-temporalit, tutta tardoantica,
143
23 M. Formisano, Strategie da manuale. Vegezio, Machiavelli e larte della guerra, in Quaderni di Storia 55, 2002, pp. 99-128.
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di Virgilio Ilari
Falciferos memorant currus abscindere membra
Ut tremere in terra videatur ab artubos id quod
Decidit abscissum; quum mens tamen atque hominis vis,
Mobilitate mali, non quit sentite dolorem
Lucrezio, De rerum natura, III, 3421
The s. c Voltaires Tanks ended the era that began with Machiavelli, in which the modern
military revolutions were based on lessons learned from the Greek and Roman historians
and military writers. In 1756 the French military (as then the Russians in 1769) did not
take into account the bizarre idea to adopt ancient scythed chariots, but in 1769 they tested the first steam-carried artillery. To be successful, however, was the horse artillery, created in 1759 by Frederick the Great and protagonist of the great battles of the Napoleonic
and American Civil Wars. Still in use in the Boer War, since 1916 the horse artillery was
replaced by tanks and self-propelled artillery.
._______
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e invece : Mes amis! Ctait lart dgorger son prochain. Corre indignato a riportarlo da Caille: Allez; de Belzebut dtestable libraire!; datelo al cavalier de Tott3 (il fait marcher les Turcs au nom de Sabaoth), a
Romanzoff4, a Gustavo Adolfo di Svezia, a Eugenio di Savoia, a Federico
II di Prussia soprattutto (et soyez convaincu quil fait davantage, Lucifer
linspire bien mieux que votre auteur). Odio tutti gli eroi!, sbotta finalmente.
Da un angolo della libreria lo osserva un giovane curioso: ha lo sguardo sicuro, ma tranquillo e dolce, le spalline da ufficiale; il cavaliere de
Guibert5, autore del libro. Capisco dice a Voltaire lestrema ripugnanza che un vegliardo filosofo, amico del mondo intero, prova nel suo cuore
intenerito per il mio mestiere. E poco umano, ma necessario. Caino uccise
suo fratello, i nostri fratelli Unni, Franchi e Vandali ci invasero, e non
avrebbero desolato le rive della Senna se avessimo meglio saputo la tattica
romana. Lamentate forse che ci si difenda? Esistono, credetemi, le guerre
legittime. La Lega era nel torto, Enrico IV nel giusto. E non vi ricordate la
giornata di Fontenoy? Quando la colonna inglese marciava a passo cadenzato attraverso la nostra armata, mentre voi, a Parigi, facevate la guerra per
burla ai grandi spiriti? Che ne sarebbe stato delle loro canzoni, che avrebbe
fatto Parigi se quel mattino Luigi non fosse passato sul ponte di Calone?
Se tutti i vostri Cesari, a quattro soldi al giorno6, non avessero affrontato
lInglese in una partita senza ritorno?.
Il filosofo non replica: avverte tutto limperio della retta ragione, riconosce che la guerra la prima delle arti. Ma fa voti che questo bel mestiere
non si eserciti mai, e che infine lequit faccia regnare sulla terra limpraticabile pace dellAbb de Saint Pierre.
Eppure Voltaire tent due volte di dare un personale contributo alla criminale arte della guerra, reinventando i carri falcati persiani. Il primo a
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parlarne fu, nel 1918, un gesuita austriaco7, seguito nel marzo 1920 dal
Mercure de France che esaltava il patriottismo di Voltaire, nemico dei boches e inventore dei tanks8. Argomento poi ripreso da un ebreo alsaziano
sulla Revue dartillerie del 19349. In realt gli antenati concettuali dei tank
della grande guerra sono semmai le batterie coperte semoventi (testuggini con forza motrice umana) tipo quelle progettate da Leonardo da Vinci
(1482) o da Berthold Holzschuher (1558), per non parlare dei precedenti
war carts ricordati da J. F. K. Fuller nel suo saggio del 192010; non certo
gli antichi carri falcati riesumati da Voltaire, il quale come osservava in
una nota del 1940 lo stesso Fuller11 non prendeva neppure in considerazione la propulsione a vapore (v. infra sul Fardier di Cugnot).
Lidea di adattare alluso moderno armamenti e tattiche del mondo antico uno degli aspetti caratteristici di quella che nel 1956 Geoffrey Parker
defin la rivoluzione militare del Cinque-Seicento, ma torn ad affacciarsi, specie in Francia, anche nella seconda met del Settecento12. La
modernizzazione militare attraverso la restitutio degli istituti greci e romani dava ai savants lautorevolezza di esprimersi sulle questioni tecnico-
7 Robert Graf von Nostitz-Rieneck (1856-1928), Voltaire und Tank, Stimmer der Zeit,
1918.
8 J. Cazes, Voltaire inventeur des tanks, in Mercure de France, 1er mars 1920, N. 138/521,
pp. 405-414.
9 Gabriel Hemerdinger, Voltaire et son chariot de guerre. 1756-1757, 1769-1770, daprs
sa correspondance, Revue dartillerie, 57, 1934, pp. 597-607 [tirage part Berger-Levrault, Paris, 1935: cortesia di Bruno Pauvert e Thierry Simon]. V. pure Voltaire et invincible chariot de guerre, La France Pittoresque, Magazine N. 35, 2011. Cenni in Andrea
Molinari, Le macchine da guerra fantastiche, in Quaderno Sism 2006 Storia della guerra futura. Atti del convegno, Varallo, 22.9.2006 [a cura di Carlo Rastelli e Giovanni Cerino
Badone], Roma, pp. 92-93.
10 J. F. G. Fuller, Tanks in the Great War, 1914-1918, E. P. Dutton and Co., New York,
1920, pp. 4-12, dove cita H. H. Manchester, The Forerunner of tank, in The American
Mechanist, vol. 49, No. 15. Anteriori a Leonardo sono i carri raffigurati nei manoscritti di
Conrad Kyeser (1395-1405), Giovanni Fontana (1420), Archinger von Seinsheim (1421),
Roberto Valturio (1472) e lo Scottish war cart attestato nel 1456 (anche se la relativa illustrazione riportata in Fuller secentesca).
11 v. J.F.G. Fuller, Voltaires Tank, in The Spectator. October 3rd, 1940, pp. 8-9.
12 V. Ilari, Imitatio, restitutio, utopia: la storia militare antica nel pensiero strategico
moderno, in Marta Sordi (cur.), Guerra e diritto nel mondo greco e romano, Milano, Vita
e Pensiero, 2002, pp. 269-381.
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Del resto la Correspondance del 1756-57 consente di ricostruire la genesi del progetto. Secondo la versione datane dallo stesso filosofo in tre lettere del 1 novembre 1756 e del 28 giugno e 2 luglio 175716 al maresciallo
duca di Richelieu17, allorigine vi sarebbe stata la bizzarra diceria che le
roi de Prusse mle actuellement les piques de la falange macdonienne
sa cavalerie. Parlandone col marchese di Florian18, venuto a trovarlo al
Parc des Dlices a Ginevra, Voltaire avrebbe osservato, in modo del tutto
incidentale, che i carri da guerra antichi erano una macchina bien plus
sre, bien plus redoutable. Florian avrebbe pris la chose srieusement,
chiedendogli uno schizzo [Voltaire lo chiama ora modle ora dessein]
del suo petit secret, della sua petite drlerie, da sottoporre al nuovo ministro della guerra, marchese de Paulmy19 insieme ad un modellino
[modle] costruito da Florian e da Etienne Mignot de Montigny20, cugi-
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21 Hemerdinger, cit., interpreta questo interessamento di Florian come prova di un suo ruolo
attivo nella faccenda. Sarebbe stato lui a suggerire a Voltaire di perorare la proposta con
Richelieu e poi con Caterina II.
22 Corr., Lahure, XXVII, N. 2416, p. 513.
23 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2499, p. 37.
24 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2503, p. 41.
25 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2509, pp. 44-45.
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Altri particolari emergono da altre sette lettere indirizzate, fra il 10 gennaio e il 10 dicembre28, alla nipote e a Florian, chiamato per celia surintendant o capitaine des chars de Cyrus e, ancora nel 1770, grand
cuyer de Cyrus29.
Quasi un secolo fa Jean Cazes assicurava di non aver trovato negli archivi della guerra alcun riferimento ai carri di Voltaire, deducendone che
la proposta non era stata nemmeno presa in considerazione30. Tuttavia se
nera almeno parlato: Florian aveva infatti saputo che la cosa era giunta
allorecchio del maresciallo dEstres31, e non per iniziativa di Voltaire32.
Il filosofo polemizzava contro lottusit conservatrice di dArgenson:
tout ce qui est nouveau rebute le ministre33. Non cera pi, ahim, un
Maurizio di Sassonia34: soyez sr que le marchal de Saxe se serait servi
de nos chars de guerre35. Scriveva di tenere alla sua invenzione pi che
alla tragedia Fanime36, rappresentata in primavera nel suo piccolo teatro
di Montriond. Le alterne vicende della guerra alimentavano speranze e
delusioni: ah!, se ci fossero stati i miei carri!37 Ecco, arrivato il loro mo26 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2489, p. 30.
27 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2494, p. 33.
28 Corr., Lahure, T. XXVIII, Madame de Fontaine ou Florian, N. 4272 (6 mars 1757, p.
19); N. 2489 (mai 1757, p. 30); N. 2494 (31 mai, p. 33); N. 2500 (juin, p. 38); N. 2508 (18
juillet, p. 44); N. 2580 (10 dcembre, p. 98); N. 2606 (10 janvier 1758, p. 118): N. 2829
(26 mai 1759, p. 277).
29 Corr., Lahure, T. XXXIII, N. 5807 (21 mars, p. 144); N. 5917 (3 aug., p. 225).
30 J. Cazes, op. cit., pp. 409-10.
31 Louis Charles Csar Le Tellier, 1695-1771.
32 Corr., Lahure, N. 2494, p. 33.
33 Corr., Lahure, N. 2472, p. 19.
34 Maurice de Saxe (1696-1750).
35 Corr., Lahure, N. 2494, p. 33.
36 Corr., Lahure, N. 2500, p. 38.
37 uvres compltes de Voltaire, A Basle, de limprimerie de Jean-Jacques Tournaisen, 1789,
T. LXII, Recueil des lettres, Mme de Fontaine, 10 fvrier 1757, p. 194. Corr., Lahure, N.
2580 [10 dc., aprs la dfaite de Rossbach, 5 nov.], p. 98.
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Qui lemulo di Berthold Schwarz sta indirettamente replicando alla facile obiezione di non aver tenuto conto della potenza di fuoco nemica.
E infatti proprio in quei giorni di maggio si preoccupa di perfezionare il
suo modellino scrivendo a Florian di aggiungervi un patetico petit coffre,
avec une demie douzaine de doubles grenades40. Finalmente il 19 luglio,
evidentemente in risposta ad un secco diniego di Richelieu, il filosofo
costretto a gettare la spugna:
puisque le vainqueur de Mahon renvoie ma machine aux anciens rois
dAssyrie, il ny a qu la mettre avec la colonne de Folard dans les archives de Babylone 41.
* *
Occorre osservare che contro la riesumazione antiquaria dei carri falcati non congiuravano solo obiezioni tecniche, ma lo stesso principio rinascimentale e ancora settecentesco del trarre lezioni moderne dalla storia
42
38 Je mimagine qu prsent on croit navoir pas besoin de mes chars pour achever la ruine
de Luc (Corr., Lahure, N. 2508); Jy rnonce comme aux chars des Assyriens (T.
LXII, Recueil des lettres, p. 270, Richelieu, 21 aot).
39 Corr., d. Lahure, N. 2494, p. 33.
40 Corr., d. Lahure, N. 2489, p. 30.
41 Corr., d. Lahure, N. 2509, pp. 44-45. Voltaire non rinuncia per a puntualizzare: je
navais propos m petite drlerie que pour les endroits o la cavalerie peut avoir ses coudes franches, et jimaginais que partout o un escadron peut aller de front, des petits chars
peuvent aller aussi.
42 Solo di recente si cominciato a comprendere la tipologia e limpiego dei carri falcati assiri. V. Tamas Dezs, The Assyrian Army. I: The Structure of Neo-Assyrian Army. 2 Cavalry
and Chariotry, Budapest, Etvs University Press, 2012, pp. 55 ss.
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43 Gi nellArte della guerra di Machiavelli, allobiezione di Alamanni sulla portata innovatrice dellartiglieria, il generale pontificio Colonna risponde assimilandola agli elefanti e ai
carri falcati e citando la relativa massima si deve far passare quel che non si pu fermare,
tratta da Vegezio (ERM III 24: quadrigae falcatae ut primum magnum intulere terrorem,
ita post modum fuere derisui). V. Giusto Lipsio, De militia romana, ed. 1602, pp. 154, 175.
La tattica romana di lasciar passare carri e leonfanti negli intervalli ricordata anche da
Raimondo Montecuccoli (Delle battaglie. Primo trattato, in R. Luraghi, cur., Le opere di
Raimondo Montecuccoli, Roma, USSME, 1988, II, pp. 63 e 93 (sulla tecnica romana di spaventare gli elefanti col sistema del brulotto, mandando contro di loro maiali cosparsi di pece
incendiata). Giardina (cit., xii) ricorda leffetto ippodromo suscitato dai carri falcati secondo Senofonte (An., I, 8, 20) e Plutarco (Sull., 18, 6: a Cheronea i carri falcati nemici arrivarono sullobiettivo fiaccamente, come un proiettile privo di slancio, e i soldati romani, battendo
le mani e ridendo, chiesero il bis, come si usa nellippodromo durante le corse dei cavalli).
44 Franois-Jean de Graindorge dOrgeville de Mesnil-Durand (1729-1799), Suite du Projet
dun ordre franais de tactique, Paris, chez Charles-Antoine Jombert,1758, p. 28 (sui
carri falcati di Archelao, generale di Mitridate, neutralizzati da Silla a Cheronea grazie
allestrema rapidit dellattacco legionario) e 234 (lo schieramento a cuneo su una corta
linea costringe sia la cavalleria che i carri nemici a deviare limpeto ai due lati).
45 Karl Gottlieb Guichard (1724-1775), Mmoires militaires sur les Grecs et les Romains,
La Haye, chez Pierre de Hondt, 1758, I, p. 135 (Les Romains nont jamais combattu avec
des chariots. Nous ne trouvons que des Barbaresqui sen soient servis la guerre; comme
les habitans des Mes Britanniques fur lOcan); p. 105(ma i romani hanno usato carri a
balista piazzati agli angoli dei quadrati); p. 115 (carri semplici alla troiana, e falcati alla
persiana); p. 235, p. 239 (tattica di Alessandro contro i carri: arcieri per eliminare aurighi
e cavalli e palafrenieri per saltare sui carri abbandonati e guidarli dietro le linee facendoli passare attraverso gli intervalli della falange). Id., Mmoires critiques et historiques sur
plusieurs points dantiquits militaires, Paris et Strasbourg, 1774, I, p. 111.
46 Jean-Charles de Folard (1669-1752), Histoire de Polybe, I, p. 154 (Antioco contro i carri
dei Galati); III, p. 137 (Cesare contro i carri falcati di Farnace II a Zela nel 47 a. C.).
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47 Alonso Sanchez de Luna duca di santArpino, Delle milizie greca, e romana, In Napoli,
nella Stamperia Simoniana, 1763, pp. 362-63: .
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lange si era aperta lasciandoli passare attraverso gli intervalli48. Anche Joly
rivalutava il ruolo tattico degli antichi carri armati: non per i falcati, ma i
brulotti da campagna corazzati a traino bovino, con funzioni di copertura
e perfino di rottura [a condizione per di sostituire la linea di fuoco con la
colonna durto]:
Je ne sais pourquoi nous ne nous servirions pas de plusieurs moyens
dont les anciens ont fait usage. Par exemple, les Espagnols, combattant
contre Amilcar, remplirent des chariots de matires combustibles, auxquels
ils attelrent des bufs; ces animaux, sentant la chaleur, se mirent courir,
et troublrent tout lordre de bataille dAmilcar qui fut dfait. En nous appliquant ceci, je ferois construire des chariots larges de dix douze pieds,
et de huit au plus de longueur, attels de six bufs de front, qui auroient
la tte et les paules cuirasses jusquau jarret. De cette manire, tant mis
une fois en mouvement, ils ne tourneront pas facilement pour rtrograder.
Le chariot sera rempli de bois sec avec du godron, et des ptards, ou bien
de canons de pistolets chargs seulement poudre. Mes chariots, allums
et pousss vers lennemie en belle plaine, seront accompagns, un certain
espace, de cavaliers bien cuirasss qui les empcheront de dtourner. Je
les suivrai avec mes troupes formes en diverses colonnes. Si lennemi
dirige son canon cartouches sur les chariots, ce sera autant dpargne
pour mes colonnes. Si quelques-uns de mes chars parviennent sa ligne,
ils y feront assez de dsordre pour le troubler; dailleurs la nouveaut seule
ltonneroit au point quil ne sauroit quel parti prendre. Si les anciens, qui
se sont servis de chars arms et dlphans, neussent point t forms en
phalanges serres, mais en colonnes avec des grands intervalles entrelles,
ils nen auroient pas reu souvent plus de dommage que lennemi49.
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* * *
Pochi anni dopo, lamicizia con Caterina di Russia e la sesta guerra russo-turca (1768-1774) sembrano porgere al quasi ottuagenario eremita di
Ferney la rivincita sul ministero della guerra: nemo propheta in patria. La
Francia appoggia infatti la Turchia, ma Voltaire, pur cercando di piazzare i
suoi orologi svizzeri tanto a San Pietroburgo quanto a Costantinopoli (e di
l a Pechino), incensa Semiramide, che ora chiama pure Tomiride, la bellicosa regina dei Massageti che usava per coppa il cranio di Ciro il Grande.
Ed quasi per diritto di conquista, che les chars de Cyrus divengono
adesso les chars de Tomyris.
Nel febbraio 1769 Voltaire sped a Caterina il disegno del carro falcato,
che asseriva opera di un innominato ufficiale50. Il disegno andato smarrito, e sappiamo della sua esistenza unicamente da una nota archivistica
russa ad una lettera datata febbraio in cui peraltro non vi sono accenni al
progetto. Pi verosimilmente era allegato ad unaltra lettera una delle 90
rinvenute nel 1935 datata al 26 febbraio 1769, in cui Voltaire affetta di
riferire il parere di un homme avec ides neuves, secondo il quale
on pourrait aisment, dans les vastes plaines o vos troupes vont marcher, se servir avec succs des anciens chariots de guerre en les rectifiant. Il
imaginait des chars deux timons bords leur extrmit dun large chanfron qui couvrirait le potrail des chevaux. Chaque char trs lger serait conduit par deux fusiliers ports derrire le char sur une soupente. Ces chars
prcderaient la cavalerie. Ce spectacle tonnerait les Turcs, et tout ce qui
tonne subjugue. Ce qui ne vaudrait rien dans un pays montagneux pourrait
tre merveilleux en plaine, au moins pour une campagne. Lessai coterait
fort peu de chose. Il pourrait beaucoup servir sans nuire. Voil ce que me
disait mon songe-creux, et je le rpte lhrone de ntre sicle. Elle en
jugera dun coup dil. Elle pourra en rire, mais elle pardonnera au zle. 51
chette, Paris, 1861, T. XXXII, N. 5706 ( Ferney, fvrier 1769, p. 394 nt).
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Il nya rien qui me prouve plus la part sincre que vous prenez, monsieur, ce qui me regarde, que ce que vous me dites sur ces chars de nouvelle invention; mais nos gens de guerre ressemblent ceux de tous les
autres pays: les nouveauts non prouvs leur paraissent douteuse53
159
Daccordo proseguiva i consulenti militari dellimperatrice erano contrari: ma dicessero perch! I suoi esperti gli assicuravano invece che lunico
modo di fermare i carri erano i cavalli di frisia56. Daltronde il carro era economico: cosa costava metterne un paio alla testa di uno squadrone? Al massimo si sarebbero persi 2 carrette, 4 uomini e 4 cavalli. Encore une fois, je
ne suis pas meurtrier, mais je crains que je le deviendrai pour vous servir.
La lettera del 18 maggio, in cui auspicava limpiego dei carri dans un
terrain sec comme les plaines dAdrianople et le voisinage de Stambul57,
incrocia la risposta. Caterina assicura gentilmente di aver ordinato la costruzione di due prototipi selon le dessein et la description dellillustre
amico e di voler presenziare al collaudo, ma in realt porge lultimativo fin
de non recevoir dei suoi militari. Daccordo, forse i carri sarebbero stati
efficaci contre des troupes rangs, ma i turchi combattono alla spicciolata, con le imboscate, senza mai schierare un solo battaglione o squadrone,
e solo cannone e baionetta sono efficaci contro di loro58.
Ormai senza ritegno, Voltaire supplica ancora, il 4 luglio, l11 agosto:
encore une fois, je ne suis pas du mtier, mais je parierais ma vie que,
dans une plaine, ces chars arms, soutenus par vos troupes, dtruiraient
tout bataillon ou tout escadron ennemi qui marcherait rgulirement; vos
officiers en conviennent; le cas peut arriver. Il est difficile que dans une
bataille tous le corps turc attaquent en dsordre, disperss, et voltigeant
vers les flancs de votre arme 59; Nous sommes actuellement dans la
plus belle saison du monde: voil un temps charmant pour battre tes turcs.
Est-ce que ce barbares-l attaqueront toujours comme des hussards? ne se
prsenteront-ils jamais bien serrs, pour tre enfils par quelques-uns de
mes chars babyloniques?60
160
Future Wars
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Future Wars
163
traino e otto da sella per i serventi), senza contare quelli per il carreggio
delle munizioni. LAustria la adott nel 1778, seguita da Hannover (1786),
Danimarca (1791), Francia (1792), Inghilterra (1793), Russia (1794) e
Portogallo (1796)71. La nuova specialit ebbe un ruolo importante nelle
battaglie napoleoniche e della guerra civile americana. E considerato che
fece pure quella anglo-boera, non fu poi tanto meno longeva delle ormai
centenarie, e gi un po obsolete, truppe corazzate.
71 Jean-Pierre La Combe-Saint Michel, Rapport sur la cration dun corps dartillerie cheval, fait lAssemble Nationale, au nom du Comit Militaire, ... le 3 mars 1792. Note
sur lartillerie cheval, Prcis des vnements militaires, I, Hambourg, chez Fr. Perthes, 1799, pp. 206-212. Tadeusz Kociuszko (1746-1817), Manoeuvres of Horse Artillery (written at Paris in the year 1800, at request of General Wm R. Davie, then envoy
from the United States to France), New York, Campbell and Mitchell, 1808. Christophe
Clment (n. 1771, caposquadrone dellartiglieria della guardia reale italiana), Sur lartillerie cheval, Pavia, chez Cavelli, 1808 (trad. ted. 1821). Sulla tattica dellartiglieria a cavallo v. Karl-Friedrich von Kerner (1775-1840), Betrachtungen ber die reitende Artillerie, Ludwigsburg, bey Friedrich Nast, 1803 (= Bartenstein, bey L. Fixdorff & Kleinheinz,
1812). i trattati di Karl von Decker (Die Gefechtslehre der Kavallerie und reitenden Artillerie, Berlin, 1819) e del generale Ernst Monhaupt (1775-1735): Taktik der reitenden Artillerie, Berlin 1837); System der reitenden Artillerie, Leipzig, Baumgrtner, 1823 e ber
den Gebrauche der reitenden Artillerie, Berlin, Decker & Humblot, 1836. Cfr. Parallle
de lartillerie pied et de lartillerie cheval, Mmoire lu lAcadmie royale militaire
de Sude (Magazin for militair Videnskabelighed, VII, 1824, iv, p. 513). Particolarmernte
interessato allartiglieria a cavallo fu il piemontese al servizio austriaco Ravicchio barone
di Petersdorf (1767-1884), che possedeva una copia di Kerner (1803) e tradusse in francese il saggio di Decker (1831) e la Taktik di Monhaupt (1840). V. pure Karl Adolf von Strotha (1786-1870), Die knigliche preuische reitende Artillerie vom Jahre 1759 bis 1816,
Berlin, Vossische Buchhandlung, 1868.
Antebellum Future
Il futuro prima del 14
167
By Antulio J. Echevarria II
f imagination is the ability to conjure images and formulate ideas, then the period
before the Great War was one of Western
societys most imaginative. More images and
notions about things to come appeared in
this era than in any earlier one. Indeed, this
futurism, or anticipation of what may come,
emerged as a profitable enterprise in the years
following 1871. Its popularity was due in part
to the so-called Second Industrial Revolution
(or Technological Revolution), which made all
sorts of marvelous inventions possible.2 Each
wave of innovations and curiosities served to
fuel the imagination of a society that was growing more literate by the decade. New literary genres emerged and combined
with inexpensive modes of publishing, from picture books to penny pamphlets, to bring the future to the present. As a result, the future became both
a dystopia and a utopia, a source of anxiety as well as a refuge.
This dual sense of anticipation was especially evident with respect to
the future of war. Pundits, scholars, businessmen, and military practitioners all attempted to understand what inventions such as the machine gun,
the submarine, the dreadnought, the airplane, rapid-firing artillery, the
wireless, the motorcar, and chemical munitions might mean for the conduct of war. In this way, the future of war and the war of the future
1 This chapter is drawn from Antulio J. Echevarria II, Imagining Future War: The Wests
Technological Revolution and Visions of Wars to Come, 1880-1914 (Westport, CT: Praeger Security International, 2007).
2 Melvin Kranzberg and Carroll W. Pursell, Jr., eds, Technology in Western Civilization:
Technology in the Twentieth Century, vol. 2, (New York: Oxford University, 1967).
168
Future Wars
3 Christopher Clark, The Sleepwalkers: How Europe Went to War in 1914 (London: Allen
Lane, 2012).
Storia della distopia militare
169
part and parcel to diplomacy itself, which routinely resorted to the threat
of war as an instrument of policy.
In this environment, war was both expected and dreaded. The question
was not whether it would come, but rather when and how. To be sure,
pacifists such as Norman Angell tried to argue war was not an inevitable
part of human existence; humanity could choose its future.4 Nonetheless,
such arguments are remarkable for the cultural changes they did not inspire. The pacifist movement grew rapidly in the late nineteenth and early
twentieth centuries, as did the antimilitarism of the socialists. Yet, attitudes embracing militarism grew stronger too. For instance, Germanys
outspoken general and writer Colmar von der Goltz repeatedly portrayed
pacifism and socialism as the problem, not the cure. In his most popular
work, The Nation in Arms, he argued the next great war would require the
militarization of all of society, and he was not alone.5
While some called for catharsis, others clamored for revolution. A
growing number of voices in the middle, among them Eduard Bernstein
and Bertrand Russell, argued instead for a better future through gradual
reforms. Unfortunately, in the end, the extremes would have their way.
Nevertheless, afterward, few futurists in the West could claim the world
they faced after the war was better than the one they knew beforehand.
Wars on Land
The Great War would go down in history as one of the Wests most
catastrophic in terms of loss of human life. The overwhelming majority
of those casualties occurred on landthough not from aerial bombing or
naval bombardments. Instead, they were the result of the clash of opposing armies. That such bloodletting could occur was not lost on the military thinkers who pondered the future of armed conflict before the First
World War. In fact, they expected it to happen. Offensive maneuver faced
a crisis. As one British officer described it, modern firepower created three
belts of destructive fire: the outer belt, from 8,000 to 12,000 meters,
4 Norman Angell, The Great Illusion: A Study of the Relation of Military Power in Nations
to their Economic and Social Advantage (London: W. Heinemann, 1910).
5 C. von der Goltz, Das Volk im Waffen (Berlin: R. v. Decker, 1883).
170
Future Wars
was dominated by the long-range fires of heavy artillery; the second one,
from 3,600 to 8,000 meters, was covered by lighter, quick-firing guns; the
final belt, the deadly zone proper, extended from the edge of an enemys
defensive positions to 3,600 meters, and was virtually a tornado of fire
poured in by magazine rifles and machine guns.6 The problem was, simply put, if an attacker could not cross the deadly zone, no attack could ever
be driven home, no ground could ever be gained, and no enemy could ever
be made to surrender. Would war, then, cease to occur? After all, if ones
foe could not be made to submit, war would have no purpose.
That was essentially the argument of the Polish banker and railroad
financier, Ivan Bloch, who published a massive, multi-volume work in
1898, entitled The Future of War in Its Technical, Economic, and Political
Aspects. Bloch maintained heads of state must abandon war, less on humanitarian grounds, than for the reason that it was no longer a rational
extension of policy by any means. Unfortunately, Blochs tables of data
and interviews failed to persuade military leaders or diplomats. Instead,
military and civilian futurists searched for ways to overcome the crisis.
For their part, military writers sought ways to combine firepower and
movement, either by concentrating the former at weak points in the enemys lines or by going around those lines with flanking maneuvers. If
firepower created the crisis, they reasoned, firepower could also solve it
by creating holes or weak links in an enemys lines, and advancing by
using folds in the terrain and the cover of ones artillery. Troops, properly
trained and disciplined, could take advantage of those vulnerabilities and
carry through with an attack, though losses might be high. The movement
of troops, the firing of guns, all would have to be tightly coordinated and
synchronized. The key questions for military writers, then, were whether
modern human stock had the proper moral strength to function under such
conditions, and how military movement could be synchronized to the extent necessary.
By contrast, civilian futurists, such as H. G. Wells, sought solutions
through new mechanical means. Wells short story, The Land Ironclads,
which appeared in The Strand Magazine in 1903, took explicit and direct
6 Maj. Gerald Gilbert, The Evolution of Tactics (London: Hugh Rees, 1907).
Storia della distopia militare
171
issue with Blochs argument.7 The land ironclads were, of course, the
forerunners of modern tanks, and in Wells story they penetrated the enemys trench-works and won the day. The tale is an example of how Wells
envisioned a new class of soldier, a scientific class, capable of solving military problems through objective scientific reasoning, shorn of prejudice
and habit, to find technological solutions. For Wells, science was not just
important to the future: it was the future.
As events were to show, virtually every technological and human solution possible was tried, by both sides, to break the tactical stalemate of the
First World War. Unfortunately, it took time to make the real land ironclads, or tanks as per their codename, mechanically robust enough to
operate effectively on the modern battlefield. It is not clear how much
faster results could have been achieved had the process started in earnest
before the war.
7 H.G. Wells, The Land Ironclads, The Strand Magazine 26 (December 1903): 501-13.
172
Future Wars
Wars at Sea
Three basic principles had served naval commanders well for centuries:
(1) avoid concentrating too many ships in too narrow a space, as it would
likely lead to accidents and fratricide; (2) maneuver so as to achieve the
greatest concentration of friendly combat power against the enemy; and (3)
avoid being outmaneuvered in a similar way by the enemy. In the modern
era, one sure approach to following these principles was to possess faster
and better armed ships, and ideally more of them, than ones opponent.
By 1892, however, doing so was more complicated. The range of naval
gunfire, for instance, had quadrupled. Plus, the speed and maneuverability of surface vessels had increased greatly, requiring movements to be
planned with more lead time. Also, most of the Great Powers had begun building submarine fleets, which added an undersea dimension to the
problem. Unlike land combat, naval theorists did not face a crisis in offensive capability; physics at sea was a different matter than it was on land.
Ships of vast tonnages could seemingly defy the laws of gravity, as long
as they could stay afloat. By the end of the nineteenth century, technological innovations had made smaller, less expensive vessels, such as torpedo
boats, nearly as lethal. How would an established sea power, such as Great
Britain, deal with such a threat? Even without an operational crisis, in
other words, visions of wars at sea rarely wanted for an imaginative touch.
A short book entitled, The Next Naval War, published in 1894 by Captain
S. Eardley-Wilmot of the Royal Navy, reflected some of the fears and anxieties of the eras naval thinkers.8 Eardley-Wilmot painted a clash between
Britains heavy battleships and Frances lighter torpedo boats. The speed
and maneuverability of the latter ultimately tipped the scales in Frances
favor. The clash at sea essentially reflected the differences between two
schools of thought regarding the future of naval warfare. The first, represented by the Royal Navy, centered on achieving mastery of the seas by
means of ever heavier cruisers and battleships. The second, held by the
French jeune ecole (Young School) and other continental powers, adopted
the philosophy of using large numbers of less expensive vessels (mainly
torpedo boats), along with underwater mine fields and coastal batteries, to
8 Capt. S. Eardley-Wilmot, The Next Naval War (London: Edward Stanford, 1894).
Storia della distopia militare
173
outmaneuver cruisers and battleships. Until the late 1890s, when rapid-firing guns and better tracking systems were developed, the Young Schools
approach was a viable one.
By the mid-1900s, the chief worry of naval prognosticators shifted to
the submarine and the threat of undersea warfare. This shift occurs despite
the fact that notable civilian futurists, such as H.G. Wells, were quite explicit in their skepticism of the potential of such undersea weapons. In
1902, Wells saw the submarine as doing little more than foundering at sea
and drowning her crew.9 An exception to that was the view of Wells literary rival, George Griffith, whos The Raid of the Le Vengeur (1901) portrayed the submarine as a special weapon requiring special counter-weapons. For decades, the submarine would remain as perilous to its crews as
it was to its targets; on that score Wells had a point. However, its success
in the Second World War as a means of sinking cargo ships and enforcing
a form of economic blockade were simply not anticipated by Wells.
9 H. G. Wells, Anticipations of the Reaction of Mechanical and Scientific Progress upon Human Life and Thought (Edinburgh: Morrison & Gibb, 1901/02).
174
Future Wars
At first, however, writers tended to depict the submarine as an underhanded and dishonest weapon, a bias that comes across clearly in a
number of short stories, such as Griffiths The Raid of the Le Vengeur
(1901) and Submarined (1905), both of which appeared in Pearsons
Magazine.10 The theme of the submarine menace returns again and again
in popular literature, particularly in Britain with the intensification of
the naval arms race with Germany, but especially as 1914 drew nearer.
Warnings appeared repeatedly about Britains unpreparedness for the tactics of blockading and commerce raiding that characterized this form of
warfare; this is a curious fact since, according to Janes Fighting Ships, the
Royal Navy had the largest modern submarine fleet in existence by 1913.11
The submarine was not the only naval innovation to pique the interest
of futurists. Authors such as Erskine Childers explored the idea of combat
in the littorals, that is, coastal inlets and waterways. His classic fiction
work, Riddle in the Sands (1903), which among other things described
the need for such a capability, may well have drawn its inspiration from
some of the ideas of the Young School.12 It may also have drawn heavily
from his military experience in the second Boer War (1898-1902), where
he observed the guerrilla tactics of the Boers at work. Childers proposed
transferring those tactics, namely ambush and raiding, from the land to the
water. The narrow inlets and waterways along Britains coast would provide natural protection for small vessels and intrepid sailors eager to strike
harassing blows against any enemy incursions.
Visions of wars at sea thus explored two underappreciated dimensions,
one might say frontiers, underwater and the littoral. The longstanding naval theories of the American Alfred Thayer Mahan and the Briton Julian
Corbett were both established during this period. They differed in concept,
the former emphasized the centrality of capital ships and the latter stressed
the ability to project power ashore, but they represented traditional naval
interests, each in their own ways. The concerns with littoral warfare and un10 George Griffith, The Raid of the Le Vengeur, Pearsons Magazine (February 1901):
158-68; Walter Wood, Submarined, ibidem (February 1905): 232-38.
11 Fred T. Jane, Janes Fighting Ships (New York, 1912-13).
12 Erskine Childers, The Riddle of the Sands: A Record of Secret Service (London: Nelson,
1903).
Storia della distopia militare
175
dersea warfare, if fantasized for centuries, became all too real with the technological innovations made possible by the Second Industrial Revolution.
War at sea was expanding, in other words, in a manner that made it more
total in concept. What remained was to make naval warfare more joint or
bi-dimensional in nature by adding the humanitys last frontier, the air. For
visionaries of future war, that jointness was not long in coming.
Wars in the Air
Aerial warfare was by far
the most captivating of all the
types of future war imagined
by pundits and prognosticators,
whether civilian or military. As
one US officer put it in 1910,
The conquest of the air by the
invention of dirigible balloons
and flying machines was the
greatest discovery of the century, and a matter of vital importance to the military world.13
The sky was indeed not only humanitys last frontier, it was potentially its most powerful one.
By dominating the skies, it was
thought, one could control what
happened on the earths surface.
In truth, while command of the
skies offered enormous advantages, it did not guarantee victory, nor could it afford reliable control over
key people and places on the ground.
This was, in fact, the subject of a debate of sorts between several of the
leading science fiction writers of the era. On the one hand, the works of
13 Capt. G. J. Townsend, The Use and Effect of Flying Machines on Military Operations,
Infantry Journal 7 (1910): 244-58.
176
Future Wars
George Griffith, a British author, put forth images of future war in which
airpower dominated. In works such as Angel of the Revolution (1893),
Olga Romanoff (1894), and Outlaws of the Air (1895), Griffiths aerostats (a term that referred to every form of dirigible and airship or zeppelin) could cruise at great elevations and rain down destruction in the form of
dynamite, incendiaries, and poison gas upon helpless military and civilian
populations. The sober truth is, he warned, that the invention and employment of these devastating appliances [aerostats] have completely altered the face of the field of battle and the conditions of modern warfare.14
On the other side of the debate, however, was the work of H.G. Wells,
especially his The War in the Air which was first serialized and published
by Pall Mall Magazine in 1907, and appeared as a book the next year
under the imprimatur of George Bell and Sons. Wells depicted a global
conflict in which massive airships and Drachenflieger (literally dragon-fliers, or hang-gliders in todays vocabulary) battled for the skies, sunk navies, and set towns and villages ablaze. Various kinds of fantastic weapons, including lightning guns that shot bolts of electricity into the air, are
employed. Nonetheless, the new type of air war, however terrifying and
destructive, is indecisive in the end because the monstrous airships cannot
deliver enough troops on the ground to control twentieth-century metropolises, such as New York City, whose populations numbered in the millions.
Whereas Griffith seemed to think destruction, or the terror it caused, would
suffice for conquest, Wells thought otherwise: airpower could kill but not
govern in his view. Thus, his vision of a future war waged from the air,
with vessels apparently easy to manufacture and deploy, could lead only to
endless conflict and the reduction of society to a primitive state.
Wells airships, the lineal descendants of the aircraft of Count
Zeppelin which crossed Lake Constance in 1906, were capable of flying 90
miles per hour, were between 800 and 2000 feet long, could carry between
70 and 200 tons, and could cross the oceans with relative ease. Griffiths
aerostats, imagined some ten years earlier, could manage an impressive 50
miles per hour. Even by 1908, however, Zeppelins latest model, the LZ
4, could do no more than 29 miles per hour, and had a range of only 879
177
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Future Wars
Conclusion
Many of the images of the future that emerged in decades before the
Great War were driven by the need to impress ones readers or to outdo
ones rivals rather than by a desire to create a realistic picture of what
might come. The new genres and modes of mass printing appeared that
helped create a market for imagining the future, but also contributed to
turning the eras forecasts and speculations into a competition for an ever
larger share of that very market.
When the Great War came in the autumn of 1914, it seemed more a
war of the present than of the future. It did not fit the scenarios conjured
by imaginaries. Aircraft had not developed enough to carry payloads capable of razing cities or sinking navies. U-boats and submarines were too
limited in range to strangle a nations sea commerce. The land ironclads,
when they finally took the stage later in the war, were not nearly as swift
or maneuverable as those imagined by Wells. Communication devices
were too few and too unreliable, which meant the ability to coordinate fire
and movement on a vast scale was still closer to the age of Napoleon than
to the era of Blitzkrieg. In all these respects, the war came much too
soon. Another decade and a half of technological innovation, and the story
would have been quite different.
For the quarter century leading up to the Great War, all things seemed
possible. By the winter of 1914-15, almost nothing did. Wars come when
they do, whether or not the state of technocracy, and the people who use
it, are ready for them. That is the salient and most enduring lesson of the
First World War. The stalemate of the trenches was not due to an absence
of imagination, but to a want for capability. This was true despite the fact
that neither optimists nor pessimists had foreseen the extent of its gruesomeness. Their forecasts of what might come were limited less by their
imaginations than by what they wished the present to be, that is, the political change they wanted to inspire. The future was not so much a place
in time as it was an argument for political change. Wells, for instance,
wanted to see what he referred to as the scientific approach receive more
precedence in the development of societal structures and political processes. Bloch and Angell wanted to see the use of military force greatly reduced, if not abolished altogether, as an instrument of policy. Military
writers like von der Goltz, by comparison, saw the world in terms of a
Storia della distopia militare
179
180
Future Wars
Regardless of their respective motives, agendas, or goals, the visionaries who imagined the future at the end of the nineteenth and beginning of
the twentieth century clearly demonstrated the importance of thinking both
creatively and critically. The debates over the future were undoubtedly the
richest in Western society to that point. Whether one agrees or disagrees
with the particular visions of the day, they served to stimulate the reading
public then, and can still do so today. Ultimately, it is not the biggest ideas
that win the day, but rather the most persuasive. Much of that depends on
the richness of the soil already present. If education levels and literacy
rates had not increased among the general public, the market for marvelous ideas would have been too small to sustain an interest in the future
for very long. What remains to be seen is whether literacy and education
can combine to mold a public that values analytical thinking to the same
degree it prizes creativity and imagination.
181
Le brochures-panique
Brochures-panique e Futurewarfiction
no studio cantabrigiense del 1999 ha impostato in modo magistrale gli studi sul modo in cui, tra il 1870 e il 1914, stata
immaginata, in Europa e in America, la prossima guerra1. Qui
vengono esaminati soprattutto le rappresentazioni e le scelte degli attori
internazionali, ma queste sono immerse e influenzate dalla letteratura di
anticipazione, che pu mirare al puro intrattenimento oppure a influenzare decisioni da prendere e creare consenso a quelle gi prese. Questo il
caso delle brochures-panique (BP), dove lanticipazione una tecnica per
perorare determinate scelte politiche allarmando lopinione pubblica circa minacce potenziali vere o presunte. Generalmente lo scopo di creare
consenso emotivo a costosi progetti di riarmo, indebolendo le obiezioni
e le priorit alternative, sia civili che militari. Vi per pure una componente ideologica e geopolitica, che si manifesta nellindividuazione di
un avversario assoluto, col quale sar presto o tardi inevitabile misurarsi.
BP e Futurewarfiction (FWF) hanno in comune una visione distopica del
futuro2, la forma di narrare come gi accaduto levento che viene pronosticato e lenfasi paradossale, ma divergono nello scopo, che nella prima
profetico e didascalico, nellaltra solo di intrattenimento. Considerata la
mole sterminata delle anticipazioni belliche, mi limiter qui ad una breve rassegna delle BP navaliste comparse in Inghilterra, Francia e Italia
fino al 1900, ossia durante quella che ventanni fa il maggior studioso
1 Manfred F. Boemeke, Roger Chickering, Stig Frster, Anticipating Total War: The
2 Tom Reiss, Imagining the Worst: How a Literary Genre anticipated the Modern
182
Future Wars
3 I. F. Clarke, Future-War Fiction: The First Main Phase, 1871-1900, Science Fiction
Studies, No.73, Volume 24, Part 3 (November 1997). Ora in David Seed (Ed.), Future
Wars: The Anticipations and the Fears, Liverpool U. P., 2012, pp. 9-31 e in Arthur B.
Evans (Ed.), Vintage Visions: Essays on Early Science Fiction, Wesleyan U. P., 2014,
pp. 96-123. V. Derek Linney, theRiddleoftheSands, Victorian & Edwardian Invasion,
Future wars and Spy Literature (website 2015).
4 Clarke, Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U. P., 1966, pp. 107-171.
5 Clarke, Voices, cit., pp. 64-106.
6 H. F. B. Wheeler e A. M. Broadley, Napoleon and the Invasion of England. The Story
of the Great Terror, John Lane, London New York, 1908. Tom Pocock, The Terror
Before Trafalgar, W. W. Norton, New York, 2003.
Le brochures-panique
183
fu scioccata dal leak di una lettera riservata di Wellington allispettore generale delle fortificazioni7. Tra i molti pamphlet sulla difesa delle Isole, uno,
uscito dopo la rivoluzione parigina, profetizzava linvasione guidata dal
neo Presidente della seconda repubblica francese e lintervento americano
al fianco dellInghilterra8. E in effetti Napoleone III intensific la competizione navale con la Gran Bretagna iniziata sotto Luigi Filippo9.
Il crollo del Secondo Impero accanton solo momentaneamente il timore
dellinvasione francese, e la vasta indignazione per il bombardamento prussiano di Parigi assediata10 vi aggiunse, anche se per un solo istante, quello
dellinvasione teutonica. Comparve cos, anonimo e inizialmente attribuito a Disraeli, quel che sarebbe poi stato considerato il prototipo della futurologia militare, che immaginava lInghilterra battuta nel Canale, invasa,
umiliata e amputata dellIrlanda e dellImpero. Scritto invece da un ufficiale
del genio, sir George Tomkyns Chesney (1830-1895), The Battle of Dorking11 raggiunse le duecentomila copie, con varie edizioni anche americane12,
7 I. F. Clarke, Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U. P., 1966, pp. 22-24.
8 A History of the sudden and terrible invasion of England by the French in the month
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Future Wars
unappendice ironica13, una traduzione francese14, numerose imitazioni15 anche in chiave di revanscismo francese16 e un rifacimento nel 190017.
14 Bataille de Dorking. Invasion des Prussiens en Angleterre, preface par Charles Yriarte
sion-Scares and Popular Politics in Britain, 1890-1914, Public Lecture & International Workshop, Queen Mary, University of London, Nov. 14-15, 2013. V. Niall Ferguson, The Pity of War. Explaining World War I, Penguin Press, 1998, Ch. 1.
19 Tra i tanti v. Anonymous [alias George Lynde Catlin (1840-1896)], Bietigheim 1891,
New York, 1886, intervento americano in una guerra europea di Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna e Turchia contro Germania, Austria e Russia; pace bilanciata seguita
da una rivoluzione sindacal-socialista guidata da un carismatico leader tedesco ed estesa in tutta Europa (Bleiler, pp. 65-66). Stanley Waterloo (1846-1913), Armageddon. A
Tale of Love, War and Invention, Rand, McNally, Chicago, 1898 in cui si immagina un
attacco delle flotte francese, tedesca, austriaca, italiana e russa contro il Canale angloamericano di Nicaragua, salvato dallintervento nipponico. (Bleiler, pp. 790-791).
20 Shunr Oshikawa (1876-1914), Kait Bken Kidan: Kaitei Gunkan (La corazzata sottomarina: racconto fantastico dellIsola avventura), 1900.
Storia della distopia militare
Le brochures-panique
185
one della Hochseeflotte tedesca21, rimase al centro della cosiddetta Imperial Defence fino al 1914. Un newspaper bugaboo (un babau giornalistico) rilanciato dallAmmiragliato britannico e dai suoi fiancheggiatori in
Parlamento e nella stampa, ad ogni nuovo credito navale approvato dalla
Francia. Forse il commento pi efficace una vignetta comparsa su una
rivista satirica berlinese nel marzo 1882, che rappresenta, sotto lironico
sguardo della Luna, un inglese e un francese inginocchiati davanti alle
due imboccature rispettivamente a Dover e a Calais del tunnel sotto la
Manica, guardando chi dei due sar il primo a invadere laltro22.
Col piano organico del 1876 e il nuovo programma del 1882 la flotta
francese fu potenziata, e loccupazione francese della Tunisia, che tanto
impression Friedrich Nietzsche, port lallarme alle stelle sia in Italia che
in Inghilterra. Sir John Charles Ready Colomb (1836-1909) ammoniva
che una guerra marittima poteva diventare una terribile calamit per un
impero non preparato. Sir Robert Spencer Robinson (1809-1890) scrisse
che il Naval Power inglese era un colosso dai piedi dargilla mettendo in
dubbio che quello francese potesse ancora essere considerato inferiore: in
quel momento i francesi avevano in costruzione 39 unit, contro 23 inglesi
e 9 italiane: e tra queste 13 corazzate, contro 7 e 3. I navalisti britannici
lamentavano che il naviglio della Royal Navy tradizionale carenza britannica del tempo di pace fosse stato lasciato decadere; mentre la Marine
Nationale era attrezzata per la guerra di corsa e la stampa francese ne proclamava il diritto a condurla, malgrado il contrario impegno sottoscritto al
Congresso di Parigi del 1856. Nel 1882, ancora in servizio, lAdmiral of
the Fleet sir Thomas Matthew Charles Symonds (1813-1894) denunci in
un opuscolo, con toni gridati, linferiorit della Royal Navy rispetto alla
21 Clarke (Ed.), The Great War with Germany, 1890-1914: Fictions and Fantasies of the
22 Kladderadatsch, 19 marzo 1882, p. 52 [in Clarke, The Tale of the Next Great War,
1871-1914, cit., p. 130]. Il tema del tunnel sotto la Manica ricorre in cinque FWF del
1882 [The Demure One, The Battle of Boulogne, Or, How Calais became English
again, The Channel Tunnel Affair, Roworth; Submarina: or Green Eyes and Blue
Glasses The Channel Tunnel. Danger to England or No Danger!, Yates, Alexander
and Shepheard; Grip, How John Bull lost London, or the Capture of the Channel
Tunnel, Sampson Low, Marston, Searle & Rivington; Thomas Berney, The Battle of
the Channel Tunnel and Dover Castles and Forts, The Author] e 1883 [C. Forth, The
Surprise of the Channel Tunnel].
186
Future Wars
23 Crispi a Levi, 25 luglio 1882, DDI, Serie 2, vol. XV-XVI, doc. 196.
24 V. Anonymous How Glasgow Ceased to Flourish: a tale of 1890, Wilson & Mc-
Le brochures-panique
187
Took the H. M. S. Majestic into Action, Cassell, London, 1891. A. Nelson [(alias
George Sydenham Clarke (1848-1933)], The Last Great Naval War. An Historical
Retrospect,Cassell London, 1891 (Bleiler, p. 847).
28 Clowes, Captain of the Mary Rose: A Tale for Tomorrow, Tower, London,1892.
(Bleiler, p. 143).
29 F. T. Jane, Blake of the Rattlesnake: Or, The Man who Saved England: a Story of
Torpedo Warfare in 189, Tower, London, 1895. (Bleiler, p. 390).
30 W. Le Queux, The Great War in England in 1897, Foreword by Lord Roberts Tower,
London, 1894, ill. dal capitano Cyril Field e da T. S. C. Crowder. (Bleiler, pp. 439440: Moorcock, Before Armageddon, cit.). Charles E. Gannon, Rumors of War and
Infernal Machines, Liverpool U. P., 2003, pp. 32 ss. (Le Queuxs Exploitation of Edwardian Invasion Anxiety).
31 Colomb, con John Frederick Maurice (1841-1912), Frederic N. Maude e altri, The
Great Naval War of 189-.A Forecast, William Heinemann, London, 1895.
(Bleiler, op. cit., p. 150).
188
Future Wars
che nel contemporaneo The Yellow Danger di M. P. Shiel [su cui v. il saggio
di E. Piana in questo stesso volume].
32 The Battle of the Moy or How Ireland Gained her Independence 1892-1894, Lee &
33 Sir William Butler (1838-1910), The Invasion of England, Merry England, nov-
dec. 1886. Cfr. Generals Butler Prophecies, Catholic Herald, 26 Jan. 1940. V. Sir
William Butler, An Autobiography, Constable, London, 1911.
34 Dobbligo il rinvio al saggio di Paul M. Kennedy. The Rise of the Anglo-German Antagonism, 1860-1914. Allen & Unwin, Boston, 1980 (trad it. Rizzoli, 1993).
Le brochures-panique
189
1900.
36 One Who Saw It, The Sack of London in the Great French War of 1901, Being a
190
Future Wars
sedio di Londra da parte degli Unni, comparso a puntate sul Daily Mail,
vende un milione di copie39, ed anche il primo FWF ad ispirare un film.
Lidea viene nel 1912 alla Gaumont, che lo intitola The Raid of 1915 e, per
raddoppiare gli incassi, gli da due finali alternativi, uno a vittoria inglese e
laltro a trionfo tedesco: che il Punch suggerisce ironicamente di mostrare
rispettivamente al pubblico tedesco e a quello britannico. Il film pronto
nel 1913, ma a causa della censura luscita slitta allottobre 1914, quando
viene infine proiettato col titolo If England were Invaded40.
Umbilicus Italiae
Naturalmente lItalia vide il 1870 dal suo punto di vista. Sadowa ci aveva regalato Venezia e Sdan Roma. Garibaldi, che nel lontano 1849 aveva
dovuto fare i conti con lo sbarco francese a Civitavecchia, ma aveva poi guidato lArmata dei Vosgi, rimase lunico a immaginare un fronte Adriatico. In
un suo romanzo scritto tra il 1876 e il 1878 e rimasto inedito sino al Centenario della morte il protagonista (che si chiama Manlio, come lultimo
figlio dellautore) si vota a vendicare Lissa: impadronitosi di un vapore del
Lloyd Austriaco, ribattezzato Liberatore, si presenta a Napoli, base della
flotta italiana, con lintenzione di abbordare una corazzata. Questa e altre
15 lo seguono fin dentro il porto di Pola, dove le unit austriache vengono
catturate; Manlio dispone cos di un complesso navale che gli consente di
battere una potente flotta prussiana accorsa nel Mediterraneo, occupare
isole in Dalmazia e condurre la guerra di corsa e la guerra di squadra41.
39 Le Queux e Herbert Wrigley Wilson, The Invasion of 1910 with a Full Account of
the Siege of London, Eveleigh Nash, London, 1906. (Bleiler, pp. 440-441)..Cfr. Saki [alias Hector Hugh Munro (1870-1916: caduto in guerra)], When William Came.
A Story of London under the Hohenzollern, John Lane, London and New York, 1914
(incluso in Michael Moorcock, England Invaded, W. H. Allen, 1977).
40 Philip J. Waller, Writers, Readers, and Reputations: Literary Life in Britain 18701918, Oxford U. P., 2006, p. 9.
41 Il manoscritto di Manlio, consegnato dalla figlia Clelia a Mussolini, e depositato presso lArchivio del Museo di Storia del Risorgimento di Roma, rimasto inedito fino al
Centenario (Maria Grazia Miotto, Manlio. Romanzo contemporaneo, Guida, Napoli,
1982, presentazione di Bettino Craxi). Cfr. Angelo Cardillo, Garibaldi Romanziere,
Salerno, La Fenice, 2011, p. 102.
Storia della distopia militare
Le brochures-panique
191
La Marina italiana, invece, archivia Lissa e guarda al Tirreno. Dopo il grido dallarme lanciato da Domenico Farini (1834-1900) in Parlamento il 27
maggio 187142, compare lanno dopo Il racconto di un guardiano di spiaggia, di Carlo Rossi, datato dalla Capraia 189-43, una parafrasi della Battaglia di
Dorking adattata allItalia. La pace e la prosperit godute dopo la presa di Roma
intona il guardiano furono distrutte dallimprovvisa aggressione francese.
La nostra eroica ma piccola flotta dovette soccombere di fronte alla strapotenza nemica. Padroni del mare, i francesi devastarono le nostre coste inermi e sbarcarono a Piombino tagliando in due lo Stivale; lEsercito, preso alle
spalle e costretto a ripiegare dalla frontiera montana, fu sconfitto in aperta
campagna. Amara lezione di chi sera illuso che con un bello esercito e
collaiuto naturale della barriera delle Alpi si potesse affrontare senza timore il nemico. Seguiva una pace cartaginese, con mutilazioni territoriali
e clausole finanziarie che sancivano la miseria. Figli miei conclude in
lacrime il vecchio voi vedrete anni pi felici di me...Non vi dimenticate,
se giungerete fin l, la triste storia che vi ho raccontato... Questo mare che
ci sta innanzi mare italiano. Noi labbiamo negletto... Il cielo ci ha puniti
di tanta leggerezza. A voi altri figli miei, a non fare altrettanto.
Queste tesi, che trentanni dopo il colonnello Charles Edward Callwell
(1859-1928) avrebbe confermato punto per punto44, parvero un po fuori
42 Atti Parlamentari. Camera dei Deputati, Sessione del 1870-71, Firenze, Eredi Botta,
glia di Dorking, Roma, 1872. Clarke, Voices, p. 45. Ezio Ferrante, Il potere marittimo. Evoluzione ideologica in Italia, 1861-1939, Supplemento della Rivista Marittima, Roma, 1982, pp. 33-34.
44 Callwell, Military Operations and Maritime Preponderance, William Blackwood &
Sons, London 1905 (trad. italiana di Pierpaolo Ramoino, 1996).
192
Future Wars
dalle righe nei circoli dellEsercito. La Rivista Militare recens urbanamente lo scritto del Rossi, pur rilevando che le tinte sono eccessivamente
fosche e che tutto il discorso era fondato su dei se, che si capiva non si
sarebbero avverati perch lEsercito non avrebbe sbagliato. La replica fu
affidata ad un altro romanzo anonimo comparso nel 1872, La battaglia di
Pinerolo. Episodio della difesa dellItalia nel 187...in risposta al Racconto
di un guardiano di spiaggia45. In previsione dellattacco francese venivano dislocati in Sardegna e Sicilia due corpi di 50.000 uomini ciascuno,
composti da nativi delle isole; altri 3 corpi della stessa forza facevano capo
alla Spezia, a Civitavecchia e a Napoli, mentre il grosso (300.000 uomini)
si raccoglieva a Torino. I francesi vincevano per mare e occupavano lElba,
concentrandovi 200.000 uomini (!) per sbarcare a Piombino, contemporaneamente varcavano le Alpi e sbucavano nella pianura piemontese con la
destra a Bricherasio e la sinistra ad ovest di Pinerolo, puntando a Osasco;
ma il contrattacco della cavalleria e dei bersaglieri italiani li travolgeva: la
vittoria era decisiva; le truppe sbarcate, affrontate dalle forze di Civitavecchia e da quelle uscite da Livorno, non riuscivano nemmeno a reimbarcarsi.
Erano andate perse 60 navi.
Carlo De Amezaga (1835-1899) ufficiale di marina fratello di un ammiraglio, governatore di Assab per un disastroso semestre, esploratore, cartografo e da ultimo deputato di Genova critico a sua volta del critico
scrittore terrestre, lo chiamer ironicamente profeta di fortune in contrapposto al Rossi, profeta di affanni. Il contrasto non era per letterario,
perch si scontravano due diverse concezioni strategiche, con due diverse
ripartizioni della spesa militare: Dorking eleggeva la flotta a custode naturale delle coste, Pinerolo la considerava soltanto un coefficiente ausiliario46. E se nel 1873 la Perseveranza accuser Carlo Rossi di avere esagerato, pochi mesi prima Nicola Gavotti aveva chiesto al ministro Riboty di
ufficiale dellEsercito che indicava tre possibili direttrici di un attacco francese: 1 una
spinta del grosso attraverso le Alpi verso la Valle del Po; 2 offensiva anfibia in Toscana, cuore dItalia, con sbarchi dal medio e basso Tirreno e sulle Riviere: 3 azione
del grosso francese nel Centro Italia con diversioni sulla Liguria. Ma si capiva che il
vero problema era costituito dal numero di combattenti che poteva mettere in campo.
46 Ferrante, op. cit.
Storia della distopia militare
Le brochures-panique
193
48 Cfr. gli sudi dei contrammiragli Raffaele Corsi (Idee generali intorno allipotesi di
guerra con la Francia, marzo 1887) e Giovanni Bettlo (Danni che potrebbe ricevere
lItalia in una guerra contro una grande potenza navale, ottobre 1897).
49 Gabriele, Il fantasma dello sbarco. I Forti di Roma e la Prima Triplice, Quaderno
Sism 2012-2013 American Legacy. La Sism ricorda Raimondo Luraghi, Roma, 2013,
pp. 495-516
50 Ispirando il warfiction dellillustre geologo ed ex-volontario del 1866 Pompeo Moderni (1848-1926), Lassedio di Roma nella guerra del 190..., Societ editrice, La poligrafica, Milano 1900 c.a., ill. di Quinto Cenni [v. larticolo di Sergio e Riccardo Masini in questo stesso volume]
51 Gabriele, Ferdinando Acton, USMM, Roma, 2000;.
52 In un trafiletto del Messaggero del 24 febbraio 1880 si metteva in dubbio lutilit della
marina.
53 Argus (alias Gaetano Limo), La guerra del 19.. In terra e in mare, 1899, prefazione
di D(omenico) B(onamico). V. pure Alfredo Cangemi, LItalia e le lotte avvenire suo
mare, 1899. Entrambi stampati dalla Tip. della Lega Navale di F. Zappa, La Spezia. V.
Limo, Gaetano, Enciclopedia Militare, Roma, s. d., IV, p. 602. V. Rivista dItalia,
Societ ed. Dante Alighieri, 3, 1900, p. 512. Nuova Antologia, 177, 1901, p. 357.
194
Future Wars
poi presidente della Lega Navale, costruito sulla fittizia corrispondenza del
comandante di una corazzata italiana in guerra con la Francia. Malgrado
il valore e gli iniziali successi contro Biserta, la flotta italiana soccombe
alla preponderanza nemica e i francesi, tagliate le comunicazioni marittime, attaccano La Spezia, bombardano Genova, Napoli e La Maddalena e
sbarcano in Toscana e in Sicilia. Ave Patria!, sintitola lultimo capitolo.
Siamo stati vinti nel cuore stesso del nostro Paese, mentre al confine alpino non si era ceduto un palmo di terreno. O quale tremenda lezione
stata questa per il mio Paese!. Calibrati sulla difesa terrestre e dunque pi
ottimisti, sono due brochure dell primo decennio del XX secolo54.
nini, Perugia, 1901m ed. ill.; Comandante X [Gabotto?], La guerra dEuropa (19211923). Romanzo delle Nazioni, L. E. A. R., Genova, s. d. [v. larticolo di Paolo Cau in
questo stesso volume].
55 Henri Boland, La guerre prochaine entre la France et lAllemagne, D. Rolland, Paris,
1884.
56 Un Parisien, Paris sautera. La vrit lAlsace-Lorraine, W. Hinrichsen, Paris, 1887.
Storia della distopia militare
195
Le brochures-panique
ciare allAlsazia e alla Lorena dove, dopo tutto, erano bastate alcune esecuzioni del Lohengrin per mandare in delirio gli abitanti. Charles Rope,
al contrario, pronosticava la disfatta delle flotte tripliciste da parte della
Marine Nationale, n da meno sarebbe stata lArme; alla fine, per, lo
scrittore ammoniva a non dormire sugli allori, perch Germania e Italia
erano forze nuove che potevano rinascere in futuro57.
Da che parte star lItalia secondo la FWF angloamericana
Anno
Autore
Titolo
1886
Catlin
Bietigheim
1892
1893
Griffith
1893
1894
1898
1898
1899
1907
1911
1913
Colomb
Rispetto allItalia
Grantoff
Armageddon 190
Griffith
Griffith
Alleati
G, A, R
Waterloo
Nemici
EFJS
T, US
Bleiler
N.
p.
203
65
AFGR
1306
434
F, R, S
ABEG
455
150
E, G, US
F, R
929
303
F, R
E, G
1330
439
F, G, R
2025
679
E, J, US
AFGR
2307
790
E, J, T, US
AFGR
937
305
E, F
G, ( R )
1991
663
G, A, R
E, F, J, T
950
310
F, R
E, G
2029
682
Punchs Prize Novel. Randolph Churchill, padre di Winston, diventa ministro degli
esteri e scatena la guerra insultando gli ambasciatori di A, F, G, It, R e Andorra.
a
Sestern [alias Ferdinand H. Grantoff], Der Zusammenbruch der alten Welt, 1905,
trad. Armageddon 190, Kegan Paul, Trench and Teubner, 1907.
b
196
Future Wars
197
Triplicisti vs Irredentisti
ella bibliografia dei primi romanzi di anticipazione italiani Riccardo Valla1 include quattro fanta-guerre pre-1914, due tripliciste contro la Francia pubblicate nel 1899 (La guerra del 190)2
e 1900 (Lassedio di Roma nella guerra del 190...)3 e due irredentiste
contro lAustria pubblicate nel 1909 (La rivincita di Lissa)4 e 1912 (La
guerra dEuropa 1921-23)5. La lista per incompleta; ne vanno infatti
aggiunti almeno altri due triplicisti del 1901, La prima guerra in Italia
del secolo XX6 e La guerra italo-francese del 1917, rispettivamente del
capitano Eugenio Massa e di Giovan Battista Cosimo Moraglia, questultimo autore di varie monografie di diritto civile.
Lantefatto di Moraglia la rinascita italiana dopo Adua, Bava Beccaris, Gaetano Bresci. I proclami del nuovo Re rincuorano il popolo, in
Vaticano muore un Cardinale referente del partito clericale, nel 1903 il
1 Riccardo Valla, La fantascienza italiana: 60 anni di Urania, A cura dellUfficio Studi locali del Sistema bibliotecario urbano, Citt di Torino, 2012.
2 Argus [Gaetano Limo], La guerra del 190in terra e in mare, Tipografia della Lega navale, Spezia, 1899. V. in questo Quaderno gli articoli di Gabriele e Masini.
3 Pompeo Moderni, Lassedio di Roma nella guerra del 190..., Societ editrice, La poligrafica, Milano 1900 V. in questo Quaderno larticolo di S. e R. Masini.
4 Yambo [Enrico Novelli], La rivincita di Lissa: fantasia, Scotti, Roma, 1909 (304 p.,
ill., 27 cm). V. pure La guerra nel XX secolo, estratti del giornale La Tribuna illustrati
da Yambo, Stabilimento tipografico italiano, Roma 1899 (56 p., ill., 31 cm.).
5 Comandante X [Mario Gabotto], La guerra dEuropa (1921-23) romanzo delle nazioni, LEAR, Genova, 1912 (IV, 233 p., 19 cm).
6 Eugenio Massa, La prima guerra in Italia del secolo XX: un colpo di mano in Sicilia
nellanno 191 appunti e documenti raccolti dal capitano Eugenio Massa, V. Vecchi,
Trani, 1901.
7 G. B. Cosimo Moraglia, La guerra italo-francese del 191, Guglielmo Donnini tip. editore, Perugia, 1901.
198
Future Wars
Triplicisti vs Irredentisti
199
200
Future Wars
Nel 1909 lirredentismo provoca apertamente la Triplice. Un autore famoso come Yambo, alias Enrico Novelli (1876-1943), sfodera il tema
della vendetta di Lissa, che gi trentanni prima aveva ispirato il Manlio
di Garibaldi8 e nel 1913 ispirer pure un racconto di Umberto Saba. Aperta
da citazioni di Carducci e DAnnunzio, la Fantasia di Yambo immagina
una specie di Robur il conquistatore irredentista, il Capitano Nero, che
col suo aerscafo e i suoi agenti infiltrati provoca la sollevazione delle
citt dalmate e giuliane e la guerra italo-austriaca, chiusa con un armistizio
dopo una decisiva vittoria navale italiana e la presa di Trento e Trieste.
Il Capitano vorrebbe la completa dissoluzione dellimpero, ma alla fine
perisce a seguito di un attentato promosso dal fratello, deputato socialista
triestino a Vienna9.
Nel 1912, mentre la guerra italo-turca e le guerre balcaniche scuotono
gli equilibri europei, esce La guerra dEuropa (1921-23) romanzo delle
nazioni, ristampato nel 1915. Firmato Comandante X**, il romanzo
8 Inedito sino al 1982. V. in questo stesso Quaderno larticolo di Gabriele, nt. 42.
9 Elvio Guagnini, La rivincita di Lissa ispirata a Verne, Il Piccolo, 4 luglio 2007.
Storia della distopia militare
Triplicisti vs Irredentisti
201
10 Paolo Tirelli, in Dizionario biografico degli italiani. Vol. 49, 1997, pp. 32-36. Alberto Petrucciani, in Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo.
11 Paolo Lagazzi (cur.), Officina parmigiana: la cultura letteraria a Parma nel 900. At-
ti del convegno (Parma, 23-25 maggio 1991), U. Guanda, 1994, p. 54 nt. 72. Nadia
Marchioni (cur.), La Grande Guerra degli artisti: propaganda e iconografia bellica in
Italia negli anni della prima guerra mondiale, Catalogo della mostra allestita a Firenze, Museo Marino Marini, p.zza San Pancrazio (3 dicembre 2005 - 31 marzo 2006),
Mauro Pagliai, David Brown Book Company, 2005, p. 114.
202
Future Wars
lEstrema, da cui proviene proprio il ministro (unico!) della Difesa nazionale. I rapporti Oltretevere sono tesi: il papa lex Arcivescovo di Vienna,
austriacante e repressore dei socialisti cristiani e dei parroci modernisti
che appoggiano le leghe dei lavoratori. Francesco Giuseppe, novantenne e
cieco, ha abdicato a favore del nipote Federico Carlo, clericale oltranzista,
e i sudditi cattolici sono fortemente pangermanisti.
Lespansionismo tedesco (base di Agadir, ferrovia Berlino-Baghdad,
colonie del Pacifico) riavvicina Francia e Inghilterra. La Russia, che nel
1910 ha represso a stento una rivolta militare, si unisce agli Imperi Centrali: e cos la Turchia, che non vuol perdere Creta, attaccata in quel momento
da una forte flotta greca, n lAlbania, insorta sotto la guida diPeppino
Garibaldi. Il Kaiser lancia un proclama contro Atene, e gli alleati democratici si accordano segretamente per reagire: la Royal Navy attaccher
Russia e Germania, la Regia Marina appogger la rivolta albanese e bloccher la flotta austriaca in Adriatico. Marine Nationale e Mediterranean
Fleet proteggeranno la Grecia contro la flotta russa, ormai uscita dal Mar
Nero e ancorata a Costantinopoli. Lesercito italiano punter su Gorizia e
lIsonzo.
Le azioni cominciano a met dicembre. Sul fronte italiano il primo
scontro aeronavale: il nobile Embraco, con la sua squadriglia di sette
aerei affonda la prima nave. La flotta austriaca, in compenso, bombarda
Ancona e la costa tra Rimini e Senigallia, affondando 2 caccia italiani.
Sciatori alpini ed emuli di Pier Fortunato Calvi fermano i Kaiserjger in
Cadore e lattacco generale del Maresciallo Frankenstein respinto dal
Duca dIvrea tra la Val dAdige e Pontebba. I russi marciano verso il fronte
italiano, ma a ranghi ridotti, perch lesercito zarista deve domare linsurrezione finlandese, respingere lattacco inglese in Persia e vigilare su
Cina e Giappone. I russi attaccano disordinatamente proprio nel settore
di Casarsa, dove si trovano il Re e il Comando Supremo italiano, mentre
il sovrano austriaco stato localizzato dallaviazione nei pressi di Palmanova. Un dirigibile italiano scopre lavanzata notturna degli austriaci,
che, incuranti del fuoco di sbarramento, cominciano a sfondare nel settore
Sud. Solo alla foce del Tagliamento gli Italiani resistono, appoggiati dalle
proprie dreadnoughts.
Storia della distopia militare
Triplicisti vs Irredentisti
203
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Future Wars
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talia del momento storico attuale: conferenza tenuta il 20 dicembre 1914 dal colonnello Pompeo Moderni, Societ reduci dalle patrie battaglie G. Garibaldi, Roma, Officina tip. Bodoni, 1915.
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Future Wars
Quello di Moderni invece un vero e proprio romanzo storico distopico, dove lautore denuncia i mali del presente (la disunione del paese,
limpreparazione militare, il clericalismo, il socialismo) mostrando al lettore quale potr esserne la nemesi catastrofica. Il libro riccamente illustrato, combinando larte di Quinto Cenni (1845-1917)6 e dei suoi figli con
Navale di F. Zappa, Spezia 1899, prefazione di D(omenico) B(onamico). V. Limo, Gaetano, Enciclopedia Militare, Roma, s. d., IV, p. 602. V. Rivista dItalia, Societ ed. Dante
Alighieri, 3, 1900, p. 512. Nuova Antologia, 177, 1901, p. 357.
207
Il libro pu essere letto come un appello alla nazione perch rimedi alla
sua impreparazione militare (flotta, fortificazioni, armamento, addestramento) e in almeno due passaggi si accenna esplicitamente alla scarsezdecennio 1860-1870 - Opuscolo della mostra in Castel S. Angelo nel 1984, ed. Rivista Militare, Roma 1984. S. Masini e Stefano Ales, Il soldato italiano dellOttocento
nellopera di Quinto Cenni, prefazione di Giovanni Spadolini, ed. Rivista Militare,
Roma 1986 (rist. Edizioni Albertelli, Parma 2010).
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Sardegna, blocco navale dellAdriatico. Lesercito viene inchiodato sulle Alpi da una serie di limitate incursioni, compresa una vera e propria
Guerra dei Forti, e la campagna culmina nellassedio della capitale.
Nel romanzo non sembra esservi traccia della Triplice Alleanza. Austria e
Germania non intervengono e il fato dItalia si compie nella totale indifferenza della comunit internazionale. Lofferta britannica di mediazione, apparentemente disinteressata, destinata al fallimento a causa delle
esose e stravaganti richieste francesi (inclusa la restaurazione dello Stato
pontificio). Come in tutti i romanzi, ai grandi eventi politico-militari si
intrecciano le vicende personali di alcuni ufficiali, che si oppongono agli
invasori prima con una ritirata in armi fatta di imboscate e scaramucce, e
poi prendendo parte attiva con i loro soldati alla difesa di Roma, assediata
dalle soverchianti forze francesi.
Nella capitale il Vaticano fomenta disordini, i Gesuiti tessono le
loro trame, ma socialisti e azionisti
radicali non sono meno dannosi.
La prima grande rivolta contro la
guerra si verifica a Milano, altre
ne seguono in tuttItalia, neri e
rossi alleati contro la patria. Solo
Roma, assediata e irrimediabilmente condannata, ritrova improvvisamente se stessa, come Parigi
nel 70, e corre alle armi per offrire
un vano ma eroico sostegno allesercito, ripetendo lepopea della
Repubblica Romana.
Tra descrizioni di battaglie disperate ed epiche, con ampio ricorso
alla guerra di mine e a sanguinosi
assalti frontali (non ci sono ancora
le mitragliatrici, ma mine, artiglierie e fucili a retrocarica bastano a
provocare carneficine), il libro si avvia alla catastrofe finale. Lesercito non
arriva in tempo a salvare la capitale, le trattative diplomatiche falliscono e
210
Future Wars
211
di Ferdinando Angeletti
anto nota in Francia quanto ignorata in Italia, la figura del colonnello Emile-Augustin-Cyprien
Driant (1855-1916), lutopiste de la
guerre, il Jules Verne militare1 caduto eroicamente a Verdun, sintreccia col
Capitaine Danrit (anagramma di Driant),
pseudonimo con cui firm i suoi romanzi. Usciti tra il 1889 e il 1915, fanno di
Driant uno dei massimi esponenti della
Warfiction2 e al tempo stesso del Roman
daventures coloniales3, sottogenere della
letteratura per ragazzi4.
Nato nel 1855 da una famiglia profondamente conservatrice e cattolica della
Piccardia, St-Cyrien, tenente del 43e RI, ufficiale dordinanza, genero e
fervido seguace di Boulanger5, ne fu penalizzato nella carriera, restando a
1 Jean-Jacques Langendorf, Capitaine Danrit: les visions du Jules Verne militaire, conferenza del 9 settembre 2015 a Nancy. Langendorf maitre de recherches lInstitut de
Stratgie et des Conflits Commission Franaise dHistoire Militaire.
2 Ignatius Frederick Clarke, Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U. P., 1966, pp. 8384, 88, 117-125, 226, 127.
3 Jean-Yves Tadi, Le Roman daventures, PUF, Paris, 1982.
4 Penelope H. Brown, A Critical History of French Childrens Literature, Vol. Two: 1830 to
Present, Routledge, 2011, p. 145-146, 151, 328 nt. 55.
5 George-Ernest Jean-Marie Boulanger (1837-1891), ministro della guerra (1886-87) riformatore e revanscista, deputato e capo di un movimento eversivo di estrema destra, condannato in contumacia per alto tradimento (1889), morto suicida. V. Albert Verly, Le gnral
Boulanger et la conspiration monarchique, Ollendorf, Paris, 1893; William Irvine, The
Boulanger Affair Reconsidered : Royalism, Boulangism, and the Origins of Radical Right
in France, Oxford U. P., 1989.
212
Future Wars
213
8 Roger Fraenkel, Joffre limposteur: les mensonges de la grande guerre, Jourdan, 2014, p.
291.
9 V. Gaston Jolivet (1842-1927), Le colonel Driant, Delagrave, Paris, 1918, scritto subito
dopo larmistizio ed in occasione dellinaugurazione del monumento a Danrit a Verdun.
Questo il giudizio di Foch: Driant avait t un remarquable officier. Rendu la vie civile et lanc dans la carrire politique il montra ce qui fait la base dune nature militaire
dlite: une me de patriote. Aux preuves de son pays il rpondit en reprenant lpe. Aux
preuves de ses troupes, il prfra la mort. Il finit en soldat. Nest-ce-pas l une vie et un
exemple? Le 25.9.18, S. Foch.
10 Pierre Mari, Les grands jours, Fayard, 2013 (Sul Bois des Caures).
11 Daniel David e Andr Martel, Arme, politique et littrature: Driant, ou le nationalisme
en son temps, Paris, 1992. David, Le Colonel Driant: De larme a la littrature, le Jules
Verne Militaire, Grard Klopp, Paris, 2004.
12 Mabire,Driant/Danrit, Le Polmarque, Nancy, 2015. Cfr. Tmoignage dAnne Bernet,
La Nouvelle Revue dHistoire, no24, mai-juin 2006..
13 Brian Bond, The Pursuit of Victory: From Napoleon to Saddam Hussein, Oxford U. P.,
214
Future Wars
Illustrato da Lon Couturier (18421935) e couronn par lAcadmie franaise, ebbe grande successo anche grazie alla
prefazione di Jules Clartie (1840-1913),
un popolarissimo poligrafo di destra i cui
romanzi polizieschi ebbero varie versioni
cinematografiche. Seguirono, sempre per
Fayard, altre due edizioni illustrate da Paul
de Smart (1855-1915), una in sei volumi
in-12 riuniti a coppie in tre parti, intitolate La guerre de forts (1889), La guerre
en rase campagne (1892) e La guerre en
ballon (1893) e una in 4 volumi in-8
(1895). Ledizione in-12 fu poi ristampata
da Flammarion (le cui edizioni e continue
ristampe sono senza data, rendendo a volte
arduo stabilire lesatta successione delle opere di Driant: v. tabella in fine
articolo). Il tema del romanzo quello di una proditoria aggressione della
preponderante Triplice Alleanza. Leroica resistenza del forte di Liouville
consente la radunata francese; seguiamo poi il 4e RZ dalla Tunisia a Marsiglia e di qui, in appena 24 giorni grazie alle ferrovie, alla decisiva vittoria
di Neufchteau sulla Meuse e infine a Potsdam, dove Guglielmo II cade
trafitto da un maresciallo dei corazzieri alsaziano. Completa la trilogia Le
journal de guerre du lieutenant von Piefke, contre-partie de La guerre de
forteresse raconte par un officier allemand, un concentrato di stereotipi
su Les Boches, scritto assieme a Pierre de Pardiellan (Pierre-GuillaumeAuguste Veling).
Driant scrive pure la prefazione a La Fin de lempire dAllemagne. La
Bataille du Champ des Bouleaux, 191..., del romanziere (e ufficiale superiore) Louis-Marie-Sylvain-Pierre Larreguy de Civrieux. Driant ricostru
inoltre la bandiera degli zuavi della guardia imperiale tagliata allatto della
resa a Metz, nel 1870, rintracciando i veterani che ne avevano custodito i
pezzi14.
1998, p. 86.
14 Jolivet, op. cit., pp. 70-73.
Storia della distopia militare
215
La Rvanche sognata da Driant non soltanto nei confronti della Germania, ma pure dellInghilterra. Dopo Fashoda segue per Flammarion
unaltra trilogia da 1.200 pagine, illustrata da Couturier e da Henri-Patrice
Dillon (1850-1909), sulla Guerre fatale France-Angleterre. La scintilla
scoppia a Biserta, prosegue sopra e sotto i mari e si conclude con la mitica
dscente Oltremanica: lopera termina con gli inviati francesi che dettano i termini della pace tra le rovine della Camera dei Comuni. Il fronte
principale resta per sul Reno: e qui al sogno eroico subentrano toni da
Cassandra: nel 1903 Driant immagina una guerra nel 1906 (La guerre possible, Tallandier), e nel 1906, dopo aver lasciato lesercito ed essere stato
battuto alle elezioni legislative a Pontoise, inizia una serie di conferenze dal titolo eloquente (Comment restaurer lidal patriotique menac,
Contre la rvolution, La bataille moderne). Le sue corrispondenze
dalle grandi manovre tedesche del 1906 sono riunite in un volume intitolato Vers un nouveau Sdan (Juven), tradotto in tedesco, con evidente
compiacimento (Einem Neuen Sedan entgegen, Stalling, Oldenburg 1907).
Oltre a discutere di questioni militari, Driant denuncia le utopie miliziane
di Jaurs e lantipatriottismo anarchico di Herv15. La polemica prosegue
con La Rvolution de demain (Tallandier): scritto assieme ad Arnoul Galopin (1863-1934), prolifico autore di romanzi polizieschi e per ragazzi,
dipinge la Francia caduta in mano ai sindacati e ai socialisti, disarmata e
nuovamente umiliata dalla Germania. In ogni intellettualaido Driant subodora un traditore: infatti un istitutore pubblico, linfame che consegna
15 Daniel David, Preface Linvasion jaune, Aventures militaires du dbut du XXe sicle.
Editions Rocambole, 2011.
216
Future Wars
ai Boches leroica Metz, invano difesa con tunnel e contromine dagli eroici genieri (Les Robinsons souterrains, 1912). Le cose cambiano quando i
maestri lasciano le aule alle supplenti per inquadrare in trincea i contadini
infagottati in bleu-horizon: nelledizione del 1915 (La guerre souterraine)
il traditore non pi un istitutore16. Ne LAlerte (1910) un ingegnere francese, indotto in errore da una serie di apparenze verosimili, parte in guerra
anzitempo contro la Germania e lo sconta con lesilio in Argentina, sia pur
compensato dallamore di una patriota danese.
Gli Autori non sono buoni giudici sulla fortuna delle proprie opere. Superati dalla realt, i libri sulla prossima guerra furono presto dimenticati,
mentre il successo postumo di Driant fu dato dai suoi romanzi di avventure
per ragazzi, quelli cui propriamente deve la fama di Jules Verne militare. Il primo filone quello identitario-bonapartista, la storia di una famiglia militare attraverso lepopea nazionale francese dellultimo secolo
(1792-1886). Anche in questo caso una trilogia (Jean Tapin, Filleuls de
Napolon, Le petit Marsouin) da 1400 pagine illustrata da Smart pubblicata fra il 1898 e il 1901 da Delagrave. Nel filone rientra pure la successiva
Evasion dEmpereur (1905), in cui la vicenda di SantElena culla il tema
del glorioso passato che un giorno torner.
Il secondo filone quello della distopia razzista, imperialista, islamofoba che furoreggiava in Europa e negli Stati Uniti. Il Resto del mondo
semplificato: qui sotto i Neri, ad Est i Gialli, non solo pesanti fardelli
dellUomo Bianco, ma costante minaccia di contro-dominazione. Driant
16 Jean-Yves Le Naour, La Premire guerre mondiale pour les Nuls, Edition First, 2008, p.
61.
Storia della distopia militare
217
riecheggia lappello di Lyautey allunit europea per fronteggiare la minaccia demografica africana e asiatica. Lenfasi proprio sulla ineluttabilit dello scontro, non sul contrasto tra civilt e barbarie: anzi Danrit mostra
disprezzo per la pourriture gnrale due un excs de civilisation17 e
riconosce le atrocit del colonialismo, pur imputandole solo a tedeschi,
inglesi e portoghesi e contrapponendo il carattere pacifico e umanitario del
colonialismo francese18. Il pubblico dei suoi libri riccamente illustrati sono
i rampolli del nascente ceto medio, futuri quadri dellesercito, dellamministrazione e delle professioni. Driant, che, infiammato dalla lettura di
Salammb, aveva costruito la casa di famiglia sulle rovine del tempio di
Esculapio a Cartagine19, mescola avventura, esotismo, amore con nozioni geo-etnografiche e tecnico-scientifiche, strumenti di una pedagogia nazionalista e militarista, dominata dalla fatalit della guerra. Questa viene
presentata con elementi di discontinuit tecnica e perfino morale rispetto
al passato. Oltre alle nuove armi aeree (palloni, aerostati, in seguito pure
aeroplani) e sottomarine20 e ai mezzi (anche televisivi21) di comunicazione
a distanza, compaiono le armi batteriologiche e chimiche.
La superiorit tecnologica (esplosivi ad altissimo potenziale, bombardieri dirigibili, silenziatori per armi da fuoco, automi da combattimento)
e le armi di distruzione di massa contraddicono letica cavalleresca e anticipano la guerra post-eroica. Ma sono legittimate dalla natura infernale,
perversa, non-umana del nuovo nemico, lUomo Nero e lUomo Giallo.
Le super-armi, proiezione tecnica della superiorit etica dellUomo Bianco, compensano linferiorit numerica del mondo civile (che al culmine
dellimperialismo e dello sfruttamento coloniale si considerava paradossalmente minacciato di invasione!).
218
Future Wars
LInvasion Noire (Flammarion, 1894) una trilogia22 di oltre mille pagine, illustrata da Paul de Smart e dedicata a mon cher matre Jules
Verne, su una guerra santa islamica proclamata dal Sultano di Costantinopoli Abdul MAhmed detronizzato da intrighi inglesi e rifugiato in Congo.
Il primo atto il massacro di una colonna di 600 soldati italiani partiti
dallEritrea per impadronirsi di miniere doro appena scoperte. Lautore
passa poi in rassegna tutti gli innumerevoli contingenti che formano le
36 armate africane, con 13 milioni di combattenti insensibili al dolore e
alla morte, organizzate secondo la disciplina di Abd el Kader. Inizialmente
conquistano il Nordafrica francese dove catturano il ballon lenticulaire Le Tzar lanciato dal Comitato dellAfrica francese per lesplorazione
della misteriosa Africa centrale. Conquistato il resto delle colonie europee
e lEtiopia, fanno saltare in aria le flotte europee del Mar Rosso, prendono
Suez, si collegano con linsurrezione araba, persiana e indiana e, dopo aver
preso Costantinopoli e i Balcani, giungono ad assediare Vienna, difesa da
Serbi, Austriaci e Tedeschi. Grazie al tradimento di un inglese, esperto di
esplosivi, che con una gigantesca esplosione crea un tunnel sottomarino,
le truppe del Sultano passano lo stretto di Gibilterra e conquistano rapidamente la Spagna giungendo fin sotto Parigi. Qui per le forze francesi, al
comando del Maresciallo dArco (diretto discendente della Giovanna patrona di Francia) riescono a fermarle e, anzi, ad uccidere il Sultano, ponendo fine allinvasione. La guerra, che ha provocato milioni di morti, porta
alla riorganizzazione dellEuropa in tre Confederazioni: Tedesca, Slava e
GrecoLatina (che include Costantinopoli) e le colonie vengono ripristinate con la promessa di riforme:
Ainsi conclude Driant le XXe sicle, marqu par la lutte la plus
gigantesque queut jamais enregistre lhistoire ou la lgende, vit, au sortir
de ce redoutable dfie, la rconciliation des peuples de race blanche et leur
retour aux principes de justice et dhumanit. Le sang vers par linvasion
noire, au lieu de noyer la vieille Europe, lavait fconde, tant il vrai que
la GUERRE, lorsquelle est soutenue par une cause juste, lorsquelle a pour
enjeu lexistence et la libert, est toujours une leon et un enseignement.
Cest elle, en effet, qui retrempe les races, elle qui arrte les nations sur la
pente de la dcomposition sociale; elle, enfin, qui rende aux individus le
22 I: La mobilisation africaine; II: Le grand plrinage la Mecque; III: Fin de lIslam devant Paris.
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220
Future Wars
Anno Titolo
1889
Ill. Ed.
pp.
(2 C
Fa
1820
Fa
859
1889
1892
957
1893
721
1894
653
1894
1894
1898
1901
Evasion dEmpereur
1901
Robinsons sous-marins
Fa
275
Fl
1069
1388
238
Du Fl
310
1903
1902
221
1905
381
1905
851
1552
1903
1906
1906
1906
1907
1908
Fl
T
Fl
Impressions dAllemagne
Fl
Robinsons de lAir
Du Fl
352
688
1909
1910
1910
1912
1912
261
1909
1910
1192
LAlerte
LAviateur du Pacifique
Robinsons souterrains
Fl
Du Fl
Du Fl
Du Fl
Du Fl
158
283
455
352
472
516
Ill. = Illustratore. = Lon Couturier (1842-1935). Di = Henri-Patrice Dillon (18501909). Du = Pierre-Georges Dutriac (1866-1958). M = Marin. S = Paul de Smart
(1855-1915). Y = E. Yrondy.
D = Delagrave. Fa = Fayard. Fl = E. Flammarion. J = F. Juven. L = Lafayette. M. = H.
Matot. T = J. Tallandier
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Tra gli studi militari spiccano Rome & Berlin (1888), di Charles Rope,
ufficiale di marina, La bataille de la Vesle (1894) del comandante Claude
Nigote32 e altre del colonnello Arthur Boucher33 e del generale Jean-Lambert-Alphonse Colin (1864-1917)34, dove scenari geopolitici si mescolano
a previsioni sulle conseguenze tattiche e strategiche dei nuovi armamenti
e mezzi logistici. Il pi interessante per uno studio del 1912 del barone
Roger de Mauni (1847-192?) su una battaglia strategica con 600.000 uomini sulla Wovre, vinta in quattro giorni dalla Francia grazie ai bombardieri a lungo raggio in grado di colpire le retrovie tedesche35. La battaglia
avvenne realmente dal 5 al 14 aprile 1915, ma loffensiva della 1a Armata
francese per ridurre il saliente di Saint-Mihiel fall per insufficienza di artiglieria pesante. Il saliente fu preso dagli Americani nel settembre 1918,
con 1.441 aerei e 267 carri.
E doveroso ricordare pure Gaston Moch (1859-1935), figlio di un valoroso ufficiale ebreo, polytechnicien, parigrado e amico di Dreyfus, che
abbandon lesercito per dedicarsi alla causa della pace36. Esperantista,
affascinato dalla teoria della relativit di Einstein, socialista amico di
Lon Blum, Moch dedic i suoi saggi militari La Dfense nationale et la
dfense des ctes (1894); LArme dune dmocratie (1900); La Rforme
militaire. Vive la milice! (1900); Vers la fdration dOccident: dsarmons les Alpes! (1905); Les Forces Armes dans la Socit des Nations
alla trasformazione degli eserciti in forze strettamente difensive (il modello della nazione armata), influenzando LArme nouvelle (1911) di
Jean-Jaurs.
32 V. in questo Quaderno Ilari, Buduaja Vojna.
33 Colonel Arthur Boucher, La France victorieuse dans la guerre de demain. tude
stratgique, Berger-Levrault, Paris, 1911, con 9 tavole e 3 carte. I. F. Clarke, The Tale of
the Next Great War, 1871-1914: Fictions of Future Warfare and Battles Still-to-come, Liverpool U. P., p. 376.
34 Colin, Les transformations de la guerre, Paris, 1911.Su questa letteratura v. pure Jean Vic,
La littrature de guerre, Payot, Paris, Vol. 1, 1918.
35 [Baron Roger de Mauni], La Bataille de la Wovre, 1915. Rapport adress Sa Majest
Victor-Emmanuel III, Roi dItalie, par le major-gnral N. Braccio di Montone, commandeur de lordre des Saints Maurice et Lazare, aide de camp de Sa Majest (Traduction par
Flix Depardieu), H. Charles-Lavauzelle, Paris, 1912.
36 Paul-Henri Bourrelire, Gaston Moch, polytechnicien combattant de la paix, Ralits
industrielles, aot 2008, pp. 48-59.
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Future Wars
pertine a colori40 e una nel 1909 in otto volumi in-12 col titolo Les drames
de lair41. La serie fu tradotta in spagnolo e poi ripubblicata in Argentina.
Una riedizione in tre volumi, con le copertine a colori, stata pubblicata
nel 2001-2003 dalla Apex42.
Il pregio de La guerre infernale sta
soprattutto nelle illustrazioni affascinanti e lievemente ironiche di Robida.
Fu per autore anche di una sua Guerre
au XXme sicle, di cui vi sono tre versioni. La prima un album commentato,
inedito tranne alcune tavole pubblicate
in riviste del 1869 e 1870, in cui troviamo artiglierie su aerostati, sbarchi
da baleniere corazzate, bombe al cloro.
La seconda costituisce il N. 200 de La
Caricature (27 ottobre 1883): il testo
sono i bollettini della guerra tra Australia e Mozambico scoppiata per ragioni
economiche: si combatte con sottomarini, fortezze volanti e ruotate, armi chimiche e miasmatiche43. La terza
versione un album per ragazzi del 1887 che ha per filo conduttore le
avventure militar-picaresche di tale Fabius Molinas di Toulouse44. Nella
grande guerra Robida perse due figli, uno dei quali vittima di gas: un terzo
perse una gamba sulla Marna45.
40 Una in sei brochures di 160 pagine, una in due volumi rilegati in cartoncino color crema e
dorso rosso in tela e una in unico volume in-4.
41 Con le copertine a colori ma non di Robida. 1 La torpille volante. 2 Les chevaliers de linfini.3 A lassaut du ciel. 4 Perdus dans lespace. 5 Les vampires de locan. 6 Face la
tempte. 7 Le nuage en feu. 8 La chute aux abmes.
42 Jean-Luc Boutel, La guerre infernale par Giffard et Robida, Sur lAutre face du monde.
Le site des passionns de Merveilleux Scientifique.
43 Henri Beraldi, Un Caricaturiste prophte, la guerre telle quelle est prvue par Robida il
y a trente-trois ans, Dorbon an, Paris, 1916.
44 Dominique Lacaze, Albert Robida matre de lanticipation, Revue des deux mondes,
Juillet-Aot 2015.
45 Jean-Claude Viche, Albert Robida, un gnie paradoxal, post-2010, online.
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229
La Rvolution de 1953: Le Bataillon de la Suprmatie fminine arrivant aux barricades (Albert Robida, Le Vingtime sicle, Georges Decaux, Paris, p. 344. Wikimedia
commons)
231
Il pericolo americano
1 Holger H. Herwig, D. F. Trask, Naval Operations Plans between Germany and the USA,
1898-1913. A Study of Strategic Planning in the Age of Imperialism, in P. Kennedy (Ed.),
The War Plans of the Great Powers, 1880-1914, Guildford, Surrey 1979, p.42.
2 John C. G. Rhl, Wilhelm II. The Kaiser Personal Monarchy, 1888-1900, Cambridge
2004, p.1003.
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Future Wars
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Il Kapitn zur See Guido von Usedom (1854-1925) conduce i marinai tedeschi allassalto del forte cinese di Haiku (22 giugno 1900), durante il fallito tentativo di liberare le
legazioni di Pechino. Olio di Karl Rchling (1855-1920).
Il miserabile arcipelago
Eppure i rapporti tra i tedeschi e gli americani, fino agli anni 1890, erano
stati buoni. Nella guerra dei coloni dAmerica contro lInghilterra, i tedeschi
avevano simpatizzato con gli insorti piuttosto che con i mercenari assiani, e
Federico il Grande era stato il primo sovrano di una grande potenza europea
a riconoscere il nuovo stato. Le cose erano andate complicandosi nellet
del navalismo e dellimperialismo, i cui miasmi erano arrivati oltre Oceano.
Gli interessi delle due potenze emergenti erano entrati per la prima volta
seriamente in conflitto alla fine degli anni 80, quando scoppi la prima crisi delle Samoa, quel miserabile arcipelago6, come le defin Sir Thomas
6 Ivi, p.14.
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Future Wars
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La cosa era andata ben oltre i limiti che Bismarck riteneva accettabili.
Questi tuon che pensare alla possibilit di una guerra tra Stati Uniti e
Germania per un malinteso senso dellonore militare era da irresponsabili e
che non avrebbe pi tollerato di sentire tintinnii di sciabole tra le due nuove
arrivate sulla scena coloniale10. Lanziano cancelliere si affrett a dire che
i tedeschi non avevano alcun interesse politico nelle Samoa e cos apr
9 Paul M. Kennedy, The Samoan Tangle. A Study in Anglo-German-American Relations
1878-1900, 1974, p.86. Cfr. Andrs K. Molnr, Deutsche Samoa, History & Uniforms,
No. 1/2016, pp. 63-80.
10 Herwig, Politics of Frustration. cit., p.17.
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La terra pi odiata
Non si era ancora spenta leco della guerra ispano-americana, che il fragile equilibrio dellaccordo tripartito per le Samoa del 1889 venne messo
in crisi da una cannonata accidentale partita da una nave da battaglia statunitense che centr il consolato tedesco di Apia. Le isole erano di nuovo in
fiamme per la consueta guerra civile, e questa volta i tedeschi si opponevano sia agli americani che agli inglesi. Tirpitz fece sapere al ministro degli
esteri von Blow che tendeva a liquidare la questione delle Samoa come
un affare di valore soltanto ideale e patriottico che egli considerava larcipelago di grandissimo valore strategico: una base importantissima sulla
rotta da Kiautschou al Sud America, destinata a diventare ancor pi significativa con lapertura del Canale di Panama. Lammiraglio era comunque
consapevole che un confronto militare con gli Stati Uniti sarebbe stato
prematuro, dal momento che occorreva ancora una decina danni per avere
una potente flotta da battaglia. Tuttavia, gli accordi del 1899 consegnarono
ai tedeschi buona parte delle Samoa, anche se gli americani tennero per s
lisola pi importante, Tutuila, con il porto di Pago Pago.
Mentre il confronto politico si alternava alle esibizioni muscolari, la reciproca diffidenza si trasformava in malcelata ostilit orchestrata a dovere
dalla propaganda e dalla stampa. Ledizione 1898 del rapporto annuale
sulle relazioni tedesco-americane, redatto dallambasciatore a Washington
Theodor von Holleben, concludeva che negli Stati Uniti la rivalit economica con la Germania era largomento di punta, indipendentemente dal
fatto che al governo ci fossero i democratici o i repubblicani. Per molti
americani, si legge nel rapporto, la Germania era la terra pi odiata,
e questo perch la stampa traduceva i fattori economici in termini politici: Ci credono capaci di qualunque cosa, soprattutto le peggiori19. Per
il sottosegretario alla marina Theodore Roosevelt, il convincimento che i
tedeschi stessero pianificando di prendersi dei territori nellemisfero occidentale era diventata unossessione, forse pari, quanto a intensit, a quella
di Guglielmo II, secondo il quale americani e inglesi stavano meditando lo strangolamento dellesuberante Germania. Ciascuno, infine, pensava dellaltro che intendesse solo le ragioni della forza. Lipotesi di un
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22 Comand poi la Divisione Incrociatori in visita negli Stati Uniti nel giugno 1912.
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sevelt). March 14, 1902, in cui chiede conferma che il presidente abbia ricevuto il libro inviato da Tirpitz. Theodore Roosevelt Papers. Library of Congress Manuscript
Division, Roosevelt Digital Library, Dickson State University.
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27 La marina calcol che sarebbero serviti 1.750 marinai per loccupazione di Culebra, mentre Schlieffen ritenne che sarebbero occorsi, per loccupazione di Portorico, 793 ufficiali,
14.780 soldati e 894 veicoli meccanizzati (Denkschrift zu O-Plan III, 76-89, 103 [BA-MA,
F 5174b, III], cit. in: Herwig, Politics of Frustration. cit., p.88).
28 Sui piani di guerra americani e i loro limiti, cfr. Baer, One Hundred Years of Sea Power
cit., pp.49-63.
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29 Cfr. Patrick J. Quinn, The Conning of America. The Great War and American Popular
Literature, Amsterdam-Atlanta, GA 2001, cap. 4. V. specialmente Harrie Irving Hancock
(1868-1922), The Invasion of the United States, In the Battle for New York, Making the
Last Stand for Old Glory, At the Defense of Pittsburgh (Henry Artemus, Philadelphia,
1916). Cfr. Bleiler, op. cit., N. 1028-1031, p. 339.
30 J. Bernard Walker, America Fallen! The Sequel to the European War, Dodd, Mead and
Coy, New York 1915. Bleiler, op, cit., p.
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1 Robert S. Kaplan, The Geography of Chinese Power. How far will China reach on Land
and on Sea?, Foreign Affairs, vol. 89 (2010), No. 3, pp. 22-41. Aleksandr opiska, The
Yellow Peril Syndrome in Contemporary Russia, Sensus Historiae, 8 (2012/13), pp.
41-58. Alan A. Lim, Yellow Peril: a legacy or a forgotten past? A content analysis of Chinese representations in todays U.S. news media, Honors Thesis, University of Washington, 2014.
2 Pierton W. Dooner (1844-1907), Last Days of the Republic, Alta California Publishing
House, San Francisco, 1880; Lorelle, The Battle of the Wabash: A Letter from the Invisible Police, The Californian, Oct. 1880. [Bleiler, p. 199-200 e 453].
3 W. H. Day, Three Hundred Years Hence, Newman and Co., 1881.
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europeo e sfruttati per la costruzione delle ferrovie transcontinentali americane. Occupazione e salari dei bianchi erano infatti gravemente minacciati da questa mano dopera a basso costo perch frugale e senza carico
di famiglia, e la reazione sociale, sostenuta dalle chiese cristiane anche
con argomenti morali e perfino escatologici, condusse nel 1882 al divieto
decennale di immigrazione per i cinesi (Chinese exclusion act), giudicato
costituzionale dalla Corte Suprema nel 1886 e prorogato per un altro decennio nel 18924. Lallarme circa limmigrazione cinese era intanto esteso
allEuropa (18885) e allImpero britannico (18936).
Nel 1880 Frederich Fromhold von Martens (1845-1909), un nobile balto-tedesco docente di diritto internazionale a San Pietroburgo e consigliere
giuridico del ministero degli esteri, denunciava gli errori e i crimini delle
potenze occidentali verso la Cina e perorava lamicizia russo-cinese7. Il
consiglio, che rifletteva il giudizio unanime dei sinologi, non poteva per
prevalere sul dissennato profetismo dei matres penser e il conformismo
degli opportunisti. Nel 1890 Vladimir Solovv (1853-1900), capostipite
dello zapadniestvo cristiano che predicava la riconciliazione tra Ortodossia e Cattolicesimo, sentenzi che la Cina sfidava il progresso con la sua
ostinata resistenza allevangelizzazione8. Commentando la rivolta xenofoba e repubblicana dello Yang-tze Kiang, Le Petit Journal del 19 dicembre
1891 scriveva:
Il est admis, [] depuis longtemps certifi que lEurope prirait par
4 Lucy Salyer, Chew Heong v. United States. Chinese Exclusion and Federal Court, Federal Trials and Great Debates in United States History, 2006. Andrew Hebard, The Poetics of Sovereignty in American Literature 1885-1910, Cambridge U. P., 2012, pp. 74-102
(Twisted from the Ordinary: Naturalism, Sovereignty, and the Conventions of Chinese
Exclusion).
5 Barone Etienne Hulot (1857-1918), Les Chinois partout, question de limmigration
chinoise , Revue du monde latin, 1 settembre 1888, pp. 1-23.
6 Charles Henry Pearson (1830-1894), National life and character. A forecast, Macmillan,
London, 1894. Cfr. Lo Hui-min, The Tradition and Prototypes of the China-Watcher,
East Asian History, 11 (1996), pp. 91-110.
7 F. Martens, Le conflit entre la Russie et la Chine, ses origines, son dveloppement et sa porte universelle. Etude politique, Librairie C. Muquardt, Bruxelles, 1980 (trad. russa 1881)..
Alexander Lukin, The Bear Watches the Dragon: Russias Perceptions of China and the
Evolution of Russian-Chinese Relations Since the Eighteenth Century, M. E. Sharpe, 2003,
pp. 36 ss.
8 Lukin, op. cit., pp. 20 ss.
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suite dune invasion des Tartares, Mongols, Chinois de toute origine qui
peuplent avec trop de surabondance lempire du Milieu. Alors que nous
navons pas assez denfants, ces gens-l en ont trop []. Quand les sujets
du Fils du Ciels ne trouveront plus manger chez eux, ils faudra quils
cherchent ailleurs leur nourriture: lon affirme qualors ils se rpandront
sur lEurope comme font les sauterelles en Algrie, dvorant tout, dvastant tout. En vain, ces vrais inventeurs de la poudre, opposera-t-on les engins les plus perfectionns; in en tuera beaucoup, malgr quoi ils resteront
encore cent contre un et nous serons perdus. En attendant cette excursion,
non dirige par les agences, ils essaient leurs crocs les uns sur les autres et
se massacrent en masse.
ico buriato convertito dal lamanesimo allortodossia che godeva di vasto credito nelle alte sfere, indirizz allo zar Alessandro III una nota in
cui proponeva la liquidazione militare dei Manci e un protettorato russo
su Cina, Mongolia e Tibet9. Nel luglio 1894 scoppi la prima guerra cino-giapponese. I consiglieri militari tedeschi e inglesi garantivano la facile
vittoria delle modernissime forze Beiyang. Invece il 17 settembre queste
furono sbaragliate sullo Yalu e il 1 ottobre Solovv ne trasse lapocalittico presagio della conquista asiatica della Russia e del mondo, espresso
nella famosa poesia riportata in esergo.
Nel novembre 1895, appena salito al trono, il nuovo zar Nicola II ricevette dal cugino Guglielmo II un allegorico disegno, aggiustato e litografato dal pittore di corte Hermann Knackfuss (1848-1915), in cui, durante
lestate, il Kaiser aveva rappresentato i suoi incubi asiatici, simili a quelli
di Solovv. Il disegno, un kitsch in stile Bayreuth, raffigurava le Valchirie
Europee adunate su una rupe dallArcangelo Michele, il quale indicava
loro Buddha sorgere dallorizzonte tra nembi di fiamme, con la legenda:
Vlker Europas, wahrt eure heiligsten Gter (Popoli dEuropa, difendete i vostri valori pi sacri). Pi che lateismo buddista il timore del Kaiser
riguardava per il pericolo che la cocente umiliazione dellimpero Manci
innescasse un furioso contrassalto cinese (die drohende Gefahr eines
9 N. a. Badmaev, Rossija i Kitai, G. P. Poarova, 1900. Lukin, op. cit., pp. 29-30. Martin
Saxer, Journeys with Tibetan medicine. How Tibetan Medicine Came to the west. The Story of the Badmayev Family, Thesis, Institute of Social and Cultural Anthropology, University of Zurich, 2004.
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specie di G-8 ante litteram con lAustria invece del Canada. Ma non si
trov un accordo sul comando unico, invano rivendicato dalla Germania16,
lInghilterra sospettava un accordo segreto russo-tedesco per la spartizione
della Manciuria17 e nei tre studi sui problemi dellAsia dellestate 1900
il comandante Alfred Thayer Mahan (1840-1914) giudicava inevitabile e
anzi imminente una guerra anglo-russa per la Cina18. Seguirono infatti nel
1902 lalleanza anglo-nipponica e nel 1904 lEntente cordiale e la guerra
russo-giapponese, oggi considerata una guerra per procura inglese e la
world war zero19, che affrett la crisi dellimpero zarista, col sostegno
giapponese al terrorismo polacco e la rivoluzione del 1905.
Dopo Tsushima Martens ebbe un ruolo importante nel negoziato col
Giappone che condusse alla pace di Portsmouth dellagosto 1905. Cinque
anni prima, in un memorandum per il ministero degli esteri, Martens aveva
ammonito che lintervento delle Otto Nazioni avrebbe scatenato una giusta
guerra di popolo contro i diavoli stranieri e che nessun exploit della superiorit militare occidentale avrebbe potuto soggiogare una nazione di 440
milioni e una civilt di 40 secoli, e scongiur la Russia di non partecipare
alla spartizione della Cina20.
Pi in generale, le critiche allingerenza europea in Cina non erano
mancate. La stessa icona guglielmina era stata oggetto di caricature, come
quella tedesca del 1896 in cui Mercurio, dio del commercio, ad indicare
alle Vergini Europee il compratore nipponico pieno di denaro21, o laltra
olandese del 1900 (qui riprodotta) dove Confucio ad ammonire i popoli
16 Susanne Ku, Bernd Martin (Hrsg.), Das Deutsche Reich und der Boxeraufstand, Iudicium-Verlag, Mnchen 2002.
17 Hall Gardner, The Failure to Prevent World WarI: The Unexpected Armageddon, Ashgate
Publishing, Ltd., 2015, p. 127.
18 Dario Fabbri, I tre articoli di Mahan dellestate 1900 sulla guerra anglo-russa, Quaderno
Sism 2014 Naval History, pp. 493-504.
19 David Wolff et al. (Eds), The Russo-Japanese War in Global Perspective: World War Zero,
BRILL, 2006. Steve Preston, World War Zero, Createspace, 2014.
20 Lukin, op. cit., pp. 37-38.
21 Il nemico si avvicina da Oriente, pronti a colpire! Popoli dEuropa, vendete i vostri beni
pi preziosi! (Beiblatt zum Kladderadatsch, N. 27, 5.7.1896). Das Bild vom Anderen.
Gelbe Gefahr, Weisse Gefahr, mindthegaps, online, 12 August 2013. Bruno De Perthuis, Le pril jaune travers la caricature selon Ren Pinon, Socits et reprsentations, Nouveau Monde ditions, Parigi, 2009, N. 27, p. 252.
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un breve articolo del febbraio 1897 il sociologo pacifista russo Jacov Novikov23 giudicava luddista e di retroguardia la reazione sciovinista degli
operai al pericolo giallo inteso come concorrenza salariale, osservando che
anche le macchine riducono il lavoro ma accrescono occupazione e salari,
e che la supposta proverbiale frugalit dei cinesi (che si accontentano
di un pugno di riso) in realt risparmio per futuri investimenti. Proprio questo, per, costituiva un altro aspetto del pericolo giallo in versione americana, ossia la potenziale creazione di un monopolio cinese nella
produzione di generi di largo consumo a bassa intensit di capitale. Nel
1901 una vignetta del sindacato (AFL) mostra il gigante americano, con
le sembianze di Lincoln, costretto a terra come Gulliver da unorda di Lillipuziani gialli e immobilizzato da Cheap labor, heaten competition e
starvation labor.
E lesportazione dei prodotti era ancor pi temibile dellesportazione di
mano dopera. La Cina scriveva nel 1899 Edmond Thry (1854-1925),
direttore dellEconomiste Europen user unarma imbattibile, loperaio
cinese, pagato 5 centesimi laddove il nostro guadagna 5 dollari. I nostri
prodotti saranno espulsi dal mercato cinese: poi sar la Cina a venderci i
suoi. Allinizio si difender, poi passer alloffensiva, e noi stessi ci presteremo ad agevolare e organizzare il suo assalto. Lo stiamo gi facendo24.
Ma nel 1901 Thry concepiva il pericolo giallo come effetto sinergico del
dumping salariale cinese e della potenza militare giapponese25. E limperialismo rooseveltiano aveva mutato pure la percezione americana del
pericolo giallo. La conquista delle Filippine e le armi giapponesi fornite da
Sun Yat-sen (1866-1925) ad Aguinaldo (1869-1964) fecero infatti emergere la dimensione geopolitica di quello che fino ad allora era apparso come
un problema socio-economico.
In un discorso al popolo americano riportato dal Chicago Recordable
del 18 agosto 1900, il senatore dreyfusardo e pacifista Paul-Henri-Benja23 Jacques Novikow(1849-1912), Le Pril Jaune, Revue Internationale de Sociologie, fvrier 1897.
24 Federico Rampini, Il secolo cinese. Storie di uomini, citt e denaro dalla fabbrica del
mondo, op. cit., collana Collezione Strade Blu, Edizioni Mondadori, 2005, Milano.
25 Edmond Thry, Le Pril jaune, Flix Juven, Paris, 1901, pp. 298 e 307. V. Lconomiste
europen, del 18 marzo1904, p. 360: la Chine renferme, elle seule, plus douvriers disponibles quil en existe dans toutes les usines et fabriques de lEurope runies.
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28 Patrick Pasture, Imagining European Unity Since 1000 AD, Palgrave Macmillan, 2015, p.
81.
29 Ralph Erbar, Kein Pardon! Die Hunnenrede Wilhelms II. und ihre Geschichte. In Politische Reden. Deutschland im 20. Jahrhundert, Westermann, Braunschweig 2007, S. 14
17 (Praxis Geschichte. Jg. 20, H. 6, 2007).
30 War and Christianity. From the Russian point of view three conversations by Vladimir
Solovyof with an introduction by Stephen Graham, G. P. Putnams Sons, New York, 1915.
Cfr. Lukin, op. cit., pp. 21-22.
31 Edgar Fawcett, Voices and Visions, Eveleigh Nash, London, 1903, p. 181.
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ca [di costruzione inglese] e con questa altre otto navi, risparmiando i japs
sufficienti per impiegarle sotto comando inglese e, dopo aver affondato tre
incrociatori cinesi a Shanghai e aver constatato la caduta di Hong Kong
in mano cinese, dirige sul Mediterraneo. Occultata la squadra nellisola
disabitata di Montecristo, noleggia una speronara maltese e torna a casa.
La ricomparsa delleroe del Channel appare provvidenziale. Infatti la
situazione nel frattempo cambiata: in un supremo sforzo, i russi hanno
salvato Mosca, mentre i cobelligeranti europei, esausti, hanno fatto pace
coi tre imperi continentali, coalizzandosi tutti in Lega Europea contro lInghilterra, ormai stremata. Ad Anversa unarmata europea di 360.000 uomini si appresta a varcare la Manica e, con la flotta italiana intatta, il nemico
prevale pure sul mare. Hardy, affiancato a Beresford nel comando congiunto dellHome Fleet, lo informa dellimminente invasione di 480 milioni
di devils vomited from hell e lo convince a lasciarlo parlamentare col
comandante in capo europeo. Ma lottuso ammiraglio francese, che alza
le insegne sullAndrea Doria, sospetta un inganno. Non resta che battersi
uno contro tre: e la tattica controintuitiva proposta da Hardy (gettarsi arditamente in mezzo al nemico) assicura la vittoria nella greater Waterloo
inflitta alle ennesime velleit continentali.
Lindomani Hardy lancia sul Times un breve manifesto, in cui rivela
gli eventi e i progetti cinesi e perora una Lega anglo-americana per the
salvation of the white races, and the extermination of the yellow, il ritiro
unilaterale delle pur vittoriose giacche rosse dalla Francia [hanno battuto i
francesi alle porte di Parigi e catturato il Kaiser] e la requisizione di tutti i
mercantili europei per sottrarre allimminente Yellow Wave il maggior
numero possibile di bianchi trasferendoli al sicuro in Inghilterra, in America o in Africa.
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Intanto in atto la sterminata migrazione asiatica verso lEuropa e lIndia. Chi non fugge viene trucidato e tibetani, mongoli e cinesi si insediano
al posto dei bianchi. Solo 27 milioni di turchi, ungheresi e finlandesi vengono risparmiati in quanto gi mongoli. DallItalia e dal Belgio milioni
di cinesi marciano su Parigi, che tenta lestrema, vana resistenza. Intanto
la flotta giapponese bombarda la costa britannica, mentre un terrificante
maremoto distrugge Timor e met del Giappone e copre il mondo di una
nube oscura. Linumana America, crowded with ten thousand Christian
churches ma adoratrice di Mammona, rifiuta di accogliere i profughi. La
generosa Inghilterra, now the one Great Mother of the world, ne accoglie invece milioni, come the pious Pelican, pur sapendo che senza
commercio non pu nutrire neppure s stessa, e che la carestia sprang
into being the visible germs of a real Socialism [pp. 276-77].
Proclamato la reincarnazione di Confucio, Yen Ho sacrifica agli Dei
nella cattedrale di Ntre Dame, sconsacrata da terrificanti carneficine e
orridi idoli. Ma How sta ad Hardy come Boney a Wellington. Li accomuna
lorgoglio razziale: ma linglese si batte disinteressatamente per la civilt
mentre il giallo mosso da private motive. Infatti, quando studiava a
Londra, era stato respinto da una servetta dai capelli rossi, Ada Seward.
Hardy, che lo ha appreso nel colloquio avuto a Pechino, sa che Ada il
tallone dAchille del suo antagonista, perci la fa cercare, scopre che lei ha
accettato il denaro e la mano di How e il titolo di Imperatrice della Terra
ed appena partita su una barca giapponese per raggiungerlo al Casino
de Dunes di Dunkirk. Hardy la ferma in alto mare; lei [meno sveglia di
Moll Flanders] spiega virtuosamente di volersi sacrificare in cambio della promessa di How di non varcare la Manica, lui replica che unEuropa
cinese sarebbe comunque inaccettabile e la convince a fare da esca per
attirare How in trappola. Ma per fargli sapere che la ragazza in mano sua,
va personalmente a Dunkirk dove ha un nuovo faccia a faccia con lantagonista. Lui convinto che ten good men against a hundred million rats
possono prevalere grazie alla scienza, quella del gunmaker, tactician,
chemist. Il cinese alza le spalle: la forza, dice, sta nelle masse [p. 130].
Tornato in patria, Hardy prepara la battaglia finale. Ai bianchi restano
43 navi, incluse le 9 ex-nipponiche arrivate da Montecristo e montate da
4000 gentlemen della Naval Reserve, la crema della City, contro 137 cino-giapponesi. Lo scontro impari, ma lunico obiettivo di Hardy How.
Ha intuito che si trova a bordo dellammiraglia nemica, e con la poderosa
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lino: lorda asiatica viene comunque distrutta sul Reno da unarma segreta
francese40.
Nonostante lalleanza anglo-nipponica, la guerra russo-giapponese
dette ulteriore alimento al metus occidentale di unione asiatica. Nel marzo 1904 il New York Times paventava addirittura linclusione dellIndia
nel blocco asiatico41. E il tema fu largamente sviluppato dai romanzi
danticipazione francesi e americani. Compaiono cos LAsie en flamme
(1904) di Louis Gastine42 e Linvasione jaune (1905) del capitaine Danrit le Jules Verne lorrain43; una trilogia illustrata da Georges Dutriac
(1866-1958)44 e nelle successive edizioni da Paul de Smant (1855-1915),
dedicata a Jules Verne e conforme ai pregiudizi razzista e antibritannico
dellautore. Infiltratosi nel mondo finanziario e industriale americano con
laiuto delle societ segrete cinesi, il maresciallo Yukinaga organizza nel
remoto entroterra cinese un esercito occulto dotato di armamento americano, che conquista lEuropa ed entra a Parigi senza resistenza. Nellottica
inglese la posata in gioco il genocidio razziale45.
40 Jos Frches, Dictionnaire amoureux de la Chine, Plon, Paris, 2013.
41 Stephen Bell, United Asia: a possibility, The New York Times, 15 marzo 1904.
42 Fli-Brugire et Louis-Jules Gastine (1858-1935), LAsie en feu, le roman de linvasion
jaune, C. Delagrave, Paris, 1904.
43 Daniel David, Le colonel Driant: de larme la littrature, le Jules Verne lorrain, G.
Klopp, 2006.
44 Danrit, alias Emile Augustin Cyprien Driant (1855-1916), Linvasion Jaune, Flammarion,
Paris, 1905-06, 3 voll. (1 La mobilisation sino-japonaise; 2 La hainedes Jaunes; 3 A travers lEurope). Daniel David, Oeuvres du capitaine Danrit, vol. 1 LInvasion jaune, Bibliothque de Rocambole, Encrage dition, 2015. David, Linvasion jaune du capitaine Danrit: lAsie lassaut de lEurope au dbut du XXe sicle, in Jules Verne & Cie, N. 1, 2011.
45 James Barr (1862-1923), The Last Englishman, Monthly Story Blue Books Magazine,
July 1906 [Bleiler, p. 39].
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46 Pierre Giffard, La Guerre Infernale, Albert Mericant Editeur, Paris, 1908. Il racconto era
corredato da 30 copertine a colori e 520 illustrazioni in bianco e nero.
47 La guerre infernale, par Pierre Giffard, N. 28, 16 juillet 1908 (alors on vit cette chose
laquelle nous neussions jamais cru en 1908: les autorits de Moscou apportant les clefs de
la ville sainte aux Chinois!).
48 Franois Pav, Le pril jaune a la fin du XIXe sicle, fantasme ou inquitude lgitime ?,
HAL, 21 dec. 2011.
49 Stanley Waterloo (1846-1913), Armageddon. A Tale of Love, War and Invention, Rand,
McNally, Chicago, 1898. [Bleiler, p. 790-791].
50 John Henry Palmer, The Invasion of New York or how Hawaii Was annexed, F. Tennyson
Neely, New York, 1897 [Bleiler, p. 584]. John Rieder , John Henry Palmers The Invasion of New York, or, How Hawaii Was Annexed: Political Discourse and Emergent Mass
Culture in 1897, in David Seed (Ed.) Future Wars: The Anticipations and the Fears, Liverpool U. P., 2012.
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In The Vanishing Fleets (1907)51, di Roy Norton (1869-1942), lAmerica salvata da due scienziati, padre e figlio, che, mediante super radioplani ad antigravitazione riescono a spostare in luoghi misteriosi una
flotta dinvasione giapponese e a stabilire una pax Aeronautica [i radioplani ad antigravit di Norton, potenziati da un raggio invisibile, tornano
anche in un suo romanzo del 1916, provocando la resa tedesca]. LAviateur du Pacifique (1910), ancora di Danrit, immagina un attacco giapponese su Pearl Harbour. Un geniale pioniere francese del volo scopre la
flotta nipponica che dirige sulla base americana e tenta di avvisarla per
radiotelegrafo, ma gli viene impedito da antenne montate su una catena di
pescherecci giapponesi, che disturbano le onde radio.
Almeno una ventina sono le anticipazioni della guerra col Giappone
comparse in America fra il 1905 e il 1917, ancora durante la cobelligeranza
contro la Germania. In The Valor of Ignorance, scritto nel 1905 e dedicato
al segretario alla guerra Elihu Root (1846-1937), con prefazione del capo
di stato maggiore dellesercito Adna R. Chaffee sr. (1842-1914), lavventuriero autodidatta Homer Lea (1876-1912) immagina la futura invasione
dei territori americani: prima le Filippine, le Hawaii e lAlaska, quindi la
costa occidentale degli Stati Uniti, California compresa52. Seguono altre
varianti. Pearl Harbour Guam, Filippine, Aleutine e West Coast prese da
quinte colonne cino-giapponesi, nazionalizzazioni e socialismo come esito
della sconfitta53. Sostenuti dalla Perfida Albione, i japs istigano linsur51 Uscito a puntate sull Associated Sunday Magazines e poi in volume nel 1908 (D. Appleton, New York). [Bleiler, p. 564-565].
52 H. Lea, The Valor of Ignorance, Harper and Brothers, New York - London, 1909.
53 Marsden Manson (1850-1931), The Yellow peril in action. A possible chapter in History,
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66 Carl J. Richard, When the United States Invaded Russia: Woodrow Wilsons Siberian Disaster, Rowman & Littlefield, 2013, pp. 17 ss. V. i FWF nippofobi usciti in America durante la grande guerra: Wolcott LeeClear Beard (1867-1937), Albrecht von Geierbergs
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the Great Red Island, Blue Book, december 1914; Ulrich John Giesy (1877-1948), All for
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67 Alex Calvo and Bao Quiaoni, Forgotten voices from the Great War: the Chinese Labour
Corps, The Asia-Pacific Journal, Vol. 13, Issue. 49, No. 1, Dec. 21, 2015.
68 Robert W. Chambers (1865-1933) The Slayer of Souls, George H. Doran, New York, 1920.
Da non confondere con Whitman Chambers (1896-1968), autore di una fiction su uno
sbarco nipponico in California (Invasion!, Dutton, 1943).
69 Arthur J. Burks (1898-1974), The Invading Horde, Weird Tales, Nov. 1927.
70 M. P. Shiel, China in Arms 1928. Cfr. John D. Squires, Afterword to M. P. Shiels China
In Arms: The Final Revision of The Yellow Danger, The Vainglory Press, Kettering, Ohio,
1998.
71 Philip Francis Nowlan (1888-1940), Armageddon 2419 AD, a puntate su Amazing, August
1928, March 1929.
72 Buck Rogers in the 25th Century, disegnata da Richard T. Calkins (1894-1962)
73 Arthur Henry Ward (1883-1959).
74 Di Frank Capra, con Barbara Stanwyck (1933).
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273
Buduaja vojna
Among many military theorists who appeared in those years (1870-1914), one was
outstanding, namely I. S. Bloch, because he
got down to the roots of the war problem2.
274
Future Wars
teguerra, accreditando la doxa che non avessero compreso leffetto sinergico dei continui progressi negli armamenti e nella mobilitazione militare.
Questa tesi domina pure fra gli storici militari: sir Michael Howard e Jack
Lewis Snyder, in particolare, hanno criticato lideologia delloffensiva6,
mentre per Mark David Mandeles il problema era piuttosto il sistema organizzativo e decisionale, troppo rigido e chiuso per recepire le lezioni
dellesperienza e adeguarsi alla crescente complessit della guerra7.
Nel 2005 Keir Alexander
Lieber, un allievo di John
Mearsheimer, ha per contestato
la tesi che prevailing erroneous
belief in offense dominance was
the master cause of World War
One. La tesi si fonda sulla offense-defense theory, secondo
la quale changes in offensedefense balance of technology
determinano non solo i risultati
militari (military outcomes)
ma anche le percezioni dei decisori politici (political outcomes). Ma, secondo Lieber, questa teoria
flawed: comporta misleading analyses and false comforts. Lanalisi
delle rivoluzioni tecnico-militari anteriori e successive alla grande guerra dimostra che il loro impatto sulla decisione e il corso della guerra sempre filtrato dalla politica. E che limpatto delle ferrovie e dellartiglieria
6 Jack Lewis Snyder, The Ideology of the Offensive: Military Decision Making and the
Disasters of 1914, Cornell U. P., Ithaca 1984, 1989, 2013 (sulla Russia v. pp. 157196). Cfr. il numero speciale di International Security (Vol. 9, No. 1 Summer 1984)
con articoli di Snyder (Civil-Military Relations and the Cult of the Offensive , pp.
1-40) e Stephen Van Evera (The Cult of the Offensive and the Origins of the First
World War, pp. 58-107). Michael Eliot Howard, Men against Fire: The Doctrine
of the Offensive in 1914, in Peter Paret, Gordon A. Craig, Felix Gilbert (Eds.), Makers of Modern Strategy from Machiavelli to the Nuclear Age, Princeton U. P., 1986,
pp. 510-525. Robert T. Foley, German Strategy and the Path to Verdun: Erich von
Falkenhayn and the Development of Attrition, 1870-1916, Cambridge U. P., 2005.
7 Mark D. Mandeles, The Future of War. Organizations as Weapons (2005), Potomac Books,
2011.
Buduaja vojna
275
8 Keir Alexander Lieber, War and the Engineers. The Primacy of Politics over Technology,
Cornell U. P., Ithaca, 2005.
9 Cfr. Eric Dorn Brose, The Kaisers Army: The Politics of Military Technology in Ger-
many During the Machine Age, 1870-1918, Oxford U. P., 2004. Peter Gatrell, Government. Industry and Rearmament in Russia, 1900-1914: The Last Argument of Tsarism,
Cambridge U. P., 1994.
10 v. Robert T. Foley, A Case Study in Horizontal Military Innovation: The German Army,
1916-1918, e Filippo Cappellano e Basilio Di Martino, Un esercito forgiato nelle trincee,
Levoluzione tattica dellesercito italiano nella Grande Guerra, Gaspari, Udine, 2008.
11 Dennis E. Showalter, Tannenberg: Clash of Empires 1914, Archon Books, North Haven,
Ct, 1991 (Potomac Books, Dulles, Va, 2004).
12 Gnther R. Roth, Operational Tought from Schlieffen To Manstein, in Michael D.
Krause and R. Cody Phillips (Eds), Historical Perspectives of the Operational Art, Center
of Military History, U. S. Army, 2005, pp. 149 ss.
13 Richard F. Hamilton, War Planning: Obvious Needs, Not So Obvious Solutions, in War
Planning, cit., p. 10. Michael Eliot Howard, War and the Liberal Conscience (The George
276
Future Wars
rali vi era chi prima e meglio dei socialisti spiegava il militarismo come
un sottoprodotto dellimperialismo14. Ma non vero che solo pochi militari eretici avessero compreso gli effetti della guerra moderna. Lo stesso
feldmaresciallo Alfred von Schlieffen, sulla Deutsche Revue del 190915,
riprendeva argomenti avanzati dieci anni prima da Jan Bloch16, ispiratore
della Prima Conferenza della Pace dellAia e icona postuma del pacifismo
liberale.
Macaulay Trevelyan Lectures in the University of Cambrigde 1977), Temple Smith, 1978;
Rutgers, 1986; Hurst, London, 2008.
14 John Atkinson Hobson (1858-1940), Imperialism, A Study, James Nisbet & Co., London,1902.
15 Alfred von Schlieffen, Der Krieg in der Gegenwart, Deutsche Revue, 34, 1, (Jan.
1909), pp. 13-24. Cfr. Herwig, op. cit., p. 230. Sul crescente pessimismo di Schlieffen cfr. Gerhard Ritter, Der Schlieffenplan: Kritik eines Mythos, 1956 (The Schlieffen Plan: Critique of a Myth, Oswald Wolff, London, 1958); Id., The Sword and the
Scepter, The Problem of Militarism in Germany, U. of Miami Press, Coral Gables,
Fl., 1973, II, pp. 199 ss. Antulio Echevarria II, An Infamous Legacy Schlieffens
Military Theory Revisited, Army History, No. 53, Summer-Fall 2001, pp. 1-8. Hans
Ehlert, Gerhard Gross and Michael Epkenhans (Hg.), Der Schlieffenplan: Analysen
und Dokumente, Zentrum fur Militrgeschichte und Sozialwissenschaften der Bundeswehr (ZMS), Odenberg, Mnchen, 2006 (=The Schlieffen Plan, International Perspectives on the Germany Strategy for World War I, U. P. of Kentucky, 2014).
16 Grzegorz P. Bbiak, Jan Gottlib Bloch (1836- 1902). Portret zapomnianego pacyfisty [ritratto di un pacifista dimenticato], nelled. polacca di Guerra Futura [Przysza
wojna, pod wzgldem technicznym ekonomicznym i politycznym, Polski Instytut
Spraw Midzynarodowych, Warszawa, 2005, pp. 7-47]. Elzbieta Malecka, Jan Bloch
- Niezwykly Warszawiak, Towarzystwo Jana Gotliba Blocha (Jean de Bloch Society),
Warszawa, 2002. Ryszard Koodziejczyk, Jan Bloch, 1836-1902: szkic do portretu
Krla polskich kolei (ritratto del re delle ferrovie polacche), Pastwowy Instytut
Wydawniczy, Warszawa, 1983. Aleksander Bocheski, Niezwyke dzieje przemysu
polskiego, 1985. Brokgauz-Efron, Evrejskaja Enciklopedija, IV, 1909, pp. 653-656.
Encyclopaedia Judaica, Jerusalem, Vol. 4, 1978, p. 1094. Nahum Sokolow (18561936), Jan Bloch: The Loyal Convert, in Lucy S. Dawidowicz (Ed.), The Golden
Tradition: Jewish Life and Thought in Eastern Europe, Beacon Press, Boston, 1967;
Syracuse U. P., 1996, pp. 344-349. Walter Troxler, Daniela Walker, u. Markus Furrer
(Hg.), Jan Bloch und das Internationale Kriegs- und Friedensmuseum in Luzern, LIT
Verlag Mnster, 2010. La voce biografica della Grande Enciclopedia Sovietica (trad.
della 3a ed., New York, 1973, III, p. 365) omette ogni riferimento agli scritti pacifisti
di Bloch e alla Conferenza dellAia (v. van den Dungen, From St. Petersburg to The
Hague: Bloch and the First Hague Peace Conference (1899), in Gwyn Prins & Hykle
Tromp (Eds.), The Future of War, Kluwer Law International, The Hague, 2000, p. 70).
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et al. (Eds.), TheRusso-Japanese War in Global Perspective, World War Zero, Brill,
Leiden-Boston, 2007, II, p. 181. Pi calzante sarebbe per il paragone col contemporaneo William Henry Vanderbilt I (1821-1888).
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Future Wars
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Nel 1891 Bloch era stato inserito in una commissione speciale incaricata di pianificare la difesa di Varsavia in caso di guerra24, presieduta dal nuovo capo di S. M. distrettuale, generale Aleksandr Kazimirovi Puzyrevskij
(1845-1904), apprezzato storico dellultima guerra russo-turca e della
guerra dei trentanni e gi pedagogo dello zarevi Nicola. Insoddisfatto del
rapporto finale, Bloch present un proprio memoriale sugli aspetti trascurati dalla commissione, in particolare le difficolt logistiche della prevista
evacuazione di mezzo milione di civili. In seguito approfond gli studi sui
possibili effetti socio-economici delle tecnologie militari emergenti e gi
nel 1893-94 pubblic su Biblioteka Warsawska, la pi importante rivista
politica polacca, vari saggi, poi ripresi da riviste russe e tedesche25, propedeutici ai sei volumi di Buduaja vojna (Guerra futura)26, pubblicati nel
luglio 1898, appena un mese prima del manifesto per la pace lanciato il 24
agosto27 da Nicola II da cui scatur la convocazione della prima conferenza
internazionale di pace dellAia.
La versione ufficiale, poi tralatizia nella letteratura pacifista28, fu che lo
zar fosse rimasto folgorato dal libro di Bloch29. Lui stesso raccont poi ai
giornalisti e ai delegati convenuti al congresso della pace, la lunga udienza
concessagli dallo zar prima di autorizzare la pubblicazione del libro. Il
sovrano lo aveva letto attentamente, ma volle farsi spiegare ogni mappa
e tabella che stavano sparsi sul suo tavolo, concludendo: questo dunque
24 Peter van den Dungen, Jan Bloch and the Inaugural Nobel Peace Prize (1901), Det
29 Memoirs of Bertha von Suttner. The Records of an Eventful Life, Ginn & Coy, Boston and
London, 1910, II, p. 183.
280
Future Wars
sar il modo in cui si svilupper la prossima guerra? Questi saranno i risultati?. Bloch aggiunse rivolto galantemente alla baronessa von Suttner
che il ministro della guerra aveva giustificato la concessione del nulla osta
osservando che un libro cos pedante era infinitamente meno pericoloso di
Die Waffen nieder (il celebre romanzo della baronessa) pur a suo tempo
autorizzato dalla censura zarista30.
In realt gli insider seppero subito che il rescritto had quite another
genesis31. In uno studio del 1942 sullillusione disarmista, Merze Tate
(1905-1996), la prima donna afro-americana laureata a Oxford e una
delle prime due docenti donna del dipartimento di storia della Howard
University collocava il rescritto di Nicola II nella tradizione diplomatica russa, dalla Santa Alleanza alla dichiarazione di San Pietroburgo del
30 Il 19 maggio 1899, nel salone dellHtel Paulez dellAia, sede della conferenza (Mem. of
B. von Suttner, II, p. 252 = pp. 443-444 delloriginale tedesco, 1909).
31 Stead, p. 133, che riferisce pure le confidenze di Bloch sul colloquio con lo zar.
Storia della distopia militare
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32 Merze Tate, The Disarmament Illusion. The Movement for a Limitation of Armaments to
1907, Macmillan, New York, 1942, pp. 137 e 167-181.
33 E. J. Dillon, The Eclipse of Russia, George H. Doran, New York, 1918, pp. 270-278.
Dillon contrappone Muravv e Witte (the one form without substance, the other
amorphous reality) e osserva che la Conferenza non ci sarebbe stata se Kuropatkin si
fosse limitato a chiedere fondi per pareggiare gli austriaci anzich proporre un negoziato bilaterale, o se Witte non avesse rilanciato con la denuncia del militarismo.
34 The Memoirs of Count Witte, Doubleday, Garder City, 1921, pp. 96-97.
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Future Wars
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283
gn il padre allAia nel 1899 e vi torn nel 1907 da segretario della delegazione russa alla
II conferenza. Membro e infine direttore dellufficio diplomatico al Quartier Generale, fu
Nikolaj a ricevere labdicazione dello zar. Il suo archivio fu poi donato dalla vedova alla Fondazione Hoover. Bloch non menzionato n nelle sue memorie (Memoirs of Nicolas de Basily, diplomat of Imperial Russia, 1903-1917, Hoover Press, Stanford University,
1973, p. 11) n nei documenti russi di Stanford (Charles G. Palm, Dale Reed, Guide to the
Hoover Institution Archives, 1980).
40 Lettera dell8 aprile da Varsavia e telegramma dell11 maggio da Parigi (Memoirs of Bertha von Suttner, II, pp. 219 e 239-40 = 432-33 e 435-36 originale). J. Bloch, Conversation
with T. A. Stead, Abridgement, London, 1900, p. l.
41 Stead, cit., p. 136. Bloch disse di averlo saputo dallo stesso Burdeau.
42 Peter Gatrell, Government. Industry and Rearmament in Russia, 1900-1914: The Last
Argument of Tsarism, Cambridge University Press, 1994 (su Bloch pp. 154-155).
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sued under his name but were written by specialists whom he hired for the purpose.
286
Future Wars
dellEnciclopedia russa delle scienze militari e navali53, uscita nel 18831895 sotto la direzione del generale Genrich Antonovi Leer (1829-1904)54.
Quanto ai consulenti stranieri, bisogna ricordare che Bloch era il suocero del capo dei deputati polacchi al Reichstag, il poeta e drammaturgo
von Koszielski (Jzef Kocielski, 1845-1911), universalmente noto come
Admiralski per il suo ruolo determinante nella sofferta approvazione
(1896) del finanziamento dei gi obsoleti incrociatori a ponte corazzato della Kaiserliche Marine costruiti a Stettino [al secondo panzerdeckschiff SMS
Herta, buono a mostrar bandiera ma non da guerra, fu appioppato infatti il
sarcastico nomignolo Koszielska]55. Koszielski era inoltre ben introdotto
alla corte imperiale56, e questo forse spiega come mai, durante lo svolgimento della conferenza di pace, Bloch potesse fare confidenze circa le opinioni
riservate di alti ufficiali tedeschi circa la letalit della guerra futura in netto
contrasto con la posizione ufficiale della delegazione tedesca57. Le entrature
nello stato maggiore tedesco potrebbero forse spiegare pure la clamorosa
affermazione di Bloch che lesercito svizzero avrebbe addirittura condotto
una esercitazione sperimentale su sua specifica richiesta58. Ma anche in
questo caso impensabile che il governo russo ne fosse alloscuro.
Tutto sembra indicare che il governo russo abbia cooperato pi o meno
53 Enciklopedija voennych i morskich nauk, 8 vol., Tip. V. Bezobrazov e C., San Pietroburgo,
1883-1895.
54 Sullinfluenza di Leer, v. Bruce W. Menning, The Imperial Russian Legacy of Operational Art, 1878 to 1914, in Krause and Phillips, cit., pp. 193-195.
55 Ulrich von Wilamowitz-Mllendorf, Erinnerungen 1848-1914, Koehler, Leipzig, pp. 2122. Hans H. Hildebrand, Albert Rhr, Hans-Otto Steinmetz, Die deutschen Kriegsschiffe.
Biographien ein Spiegel der Marinegeschichte von 1815 bis zur Gegenwart, Mundus
Verlag, Ratingen, Bd 4, p. 139. Albert S. Kotowski, Zwischen Staatsrson und Vaterlandsliebe: Die polnische Fraktion im Deutschen Reichstag 1871-1918. Dsseldorf, 2007
56 John C. G. Rhl, The Kaiser and His Court; Wilhelm II and the Government of Germany, Cambridge U. P., 1996, p. 96. Sul genero Admiralski, la moglie Emili Kronenberg
(1845-1921) e le tre figlie di Bloch v. Memoirs Suttner, cit., II, p. 362-63.
57 Stead, op. cit., p. 134; Memoirs of Bertha von Suttner, cit., II, pp. 240 e 295 (sulla critica
a Bloch del delegato tedesco Zorn)..
58 Per stimare (in 8 a 1) la superiorit di forze occorrente per lattacco frontale di po-
sizioni fortificate (v. Bloch, South Africa and Europe, The North American Review
174, April 1902, p. 497: cit. in Mandeles, Military Technology, Tactics and Operations, and Social Change: The Continued Relevance of Blochs Approach, paper presented to the Hague Appeal for Peace 1999 Conference, 1115 May 1999.
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287
59 Cit., p. 170.
60 Mandeles, 1999.
61 A. A. Gulevi, Vojna i narodnoe chozjajstvo, Voennyj Sbornik, 241 (1898), N. 1
(gennaio), p. 60; N. 6 (giugno), pp. 300 ss. Cfr. Menning, The Imperial Russian Legacy of Operational Art, cit., p. il quale cita pure un analogo articolo del promettente colonnello di S. M. Aleksandr Petrovi Agapeev (1868-1904), in servizio a Varsavia nel
1891 e morto a Port Arthur nellaffondamento della Petropavlovsk. Cfr. Id., Bayonets
before bullets: the Imperial Russian Army, 1861-1914, Indiana U. P., 2000, pp. 129130; Walter Pintner, Russian Military Thought: The Western Model and the Shadow
of Suvorov, in Peter Paret, Gordon A. Craig, Felix Gilbert (Eds.), Makers of Modern
Strategy from Machiavelli to the Nuclear Age, Princeton U. P., 1986, pp. 354-375. Su
Bloch pp. 365-66, 511-12, 515, 517, 521, 522. Robert Baumann, Technology versus the Moral Element: Emerging Views in the Russian Officer Corps, 1870-1904, in
Robert McKean (Ed.), New Perspectives in Modern Russian History, MacMillan Publishing Co. Inc., New York, 1992, pp. 43-64, il quale ricorda pure un articolo del capitano Evgenij Ivanovi Martynov (1864-1937), Mysli o tekhnike buduogo (Pensieri
sulla tecnica futura), Voennyi sbornik, No. 5 (1893), pp. 38-39. Dominic Lieven, Towards the Flame: Empire, War and the End of Tsarist Russia, Penguin UK, 2015.
288
Future Wars
62 Christopher Bellamy, Civilian Experts and Russian Defense Thinking: The Renewedrelevance of Jan Bloch, The RUSI Journal, 137, 2, April 1992, pp. 50-56.
63 Trentanni prima era toccato anche a Tolstoj, subissato di critiche da parte dei veterani del
1812: v. Dan Ungurianu, Versions and Visions of History: Veterans of 1812 on Tolstoys
War and Peace., Slavic and East European Journal, vol. 44, No.1, 2000, pp. 47-62(ora
in Id., Plotting History: The Russian Historical Novel in the Imperial Age, University of
Wisconsin, 2007).
64 Didier Guignard, La capture de linvestissement public, P. U. Paris Ouest, 2014.
65 Stead, cit., p. 133.
66 Edward Mead Earle, Adam Smith, Alexander Hamilton, Friedrich List: The Economic
Foundations of Military Power (1942), in Peter Paret (Ed.), Makers of Modern Strategy,
Princeton U. P., 1986, pp. 217-261.
67 William McNeill, The Pursuit of Power, University of Chicago Press, 1983; Azar Gat,
The Changing Character of War, in Hew Strachan and Sybille Scheipers, The Changing
Character of War, Oxford U. P., 2011, pp. 27-47. Sulle due rivoluzioni, ferrovie e armi da
fuoco, v. Lieber, War and the Engineers, cit., pp. 26 ss e 46 ss.
68 Jacob W. Kipp, Strategic Railroads and the Dilemmas of Modernization, in David
Schimmelpenninck van der Oye e Bruce W. Menning (Eds.), Reforming the Tsars Army.
Military Innovation in Imperial Russia from Peter the Great to the Revolution, Cambridge
U. P., 2004, p. 103.
69 Sean McMeekin, The Russian Origins of the I World War, Harvard U. P., 2011.
Storia della distopia militare
Buduaja vojna
289
Le critiche di Delbrck
Presieduta dallex-ambasciatore russo a Londra, Stal, la Conferenza
della Pace si svolse dal 18 maggio al 29 luglio 189970, mettendo in sordina
la contemporanea russificazione amministrativa della Finlandia71 e la protesta di Tolstoj72. Bloch si adoper (invano) per convincere lo zar a ricevere Theodor Herzl e a consentire nel territorio dellimpero la sottoscrizione
di azioni della banca sionista73. Nella prima met di giugno, col sostegno
della Suttner, pubblicizz il suo libro con quattro lezioni sulle armi da
fuoco, la mobilitazione, la guerra navale e la guerra futura. Allultima assistette pure Stal: girava la voce che i membri militari della delegazione
russa erano indignati con Bloch e ne avevano chiesto larresto74. Uno dei
punti in discussione riguardava il divieto di bombardamento aereo. La baronessa fu subissata di piani e prospetti spediti da inventori di aeronavi
e macchine volanti per convincerla che la conquista dellaria avrebbe
cancellato frontiere, dogane e fortezze75.
70 Sandi E. Cooper, Patriotic Pacifism: Waging War on War in Europe, 1815-1914, Ox-
ford U. P., New York, 1991. Arthur Eyffinger, The 1899 Hague Peace Conference:
The Parliament of Man, the Federation of the World, Kluver Law International, Martinus Nijhoff Publishers, The Hague, London, Boston, 1999. George H. Aldrich and
Christine M. Chinkin (Eds.), Symposium: The Hague Peace Conferences: A Century
of Achievement and Unfinished Work, American Journal of International Law, January 2000. Jin Hyuck Lee, The Den Haag Peace Conference 1899 1900 as portrayed
in Punch, Korean Minjok Leadership Academy, 2008.
71 Sullipotesi, prevista dai piani difensivi del 1899, di uno sbarco nemico in Finlandia, v. Leonard Lundin, Finland, in Edward G. Thaden (Ed.), Russification in the Baltic Provinces
and Finland, 1855-1914, Princeton U. P., 1981 (2014), p. 380.
72 Letter to the Peace Conference, in Leo Nikolaevi Tolstoj, Essays, Letters and Miscellanies, Charles Scribners Sons, New York, 1922, II, pp. 29-34. Peter Brock, Freedom from
War: Nonsectarian Pacifism 1814-1914, University of Toronto Press, 1991, p. 200; Id.,
Pacifism in Europe to 1914, Princeton U. P., 2014, p. 460.
73 Chaim Bloch, Theodor Herzl and Joseph S. Bloch, Herzl Yearbook 1 (New York, 1958),
pp. 154-164.
74 Le tenne il 3, 6, 11 e 13 giugno, offrendo al pubblico colazioni e fastosi cesti di frutta. Vi
assistettero tra gli altri Martens, i due Vazili, il sociologo pacifista franco-russo Jacques
Novicow (1849-1912) e lambasciatore italiano a Vienna Costantino Nigra (1829-1907).
(Memoirs von Suttner, cit., pp. 281, 285, 289, 293). Poi pubblicate col titolo Impossibilits
techniques et conomiques dune guerre entre grandes puissances. Confrences tnues
la Haye en juin 1899, Paul Dupont, Paris, 1899.
75 Memoirs von Suttner, cit., p. 287.
290
Future Wars
Il 29 maggio era arrivato allHtel Paulez un pacco di riviste nazionaliste tedesche che sparavano a zero: il disgustoso spettacolo dellAia,
La conferenza delle assurdit. Il socialista Vorwrts parlava di omerica
risata76. Nel numero di maggio dei Preussische Jahrbcher ce nera pure
per Bloch: una stroncatura firmata nientemeno che da Hans Delbrck77.
Non solo un altro civile e un altro eretico, inviso ai militari per la sua
rilettura di Clausewitz; ma proprio colui che aveva visto nella guerra dattrito non una fatalit, ma unopportunit. Che, al contrario di Bloch, non
solo non ne deduceva la discontinuit della guerra moderna, ma vi vedeva la continuit storica con le guerre prenapoleoniche e con la strategia
temporeggiatrice di Pericle e Federico II, che evitava le battaglia e non
mirava ad abbattere (Niederwerfen) ma a logorare (Ermatten) il nemico78.
Naturalmente questo era il punto di forza della critica, insieme al carattere
compilatorio e poco scientifico dei primi tre volumi79 e alleffetto potenzialmente destabilizzante del disarmo (ad esempio abbassare la capacit di
dissuasione poteva esporre la Russia ad unaggressione inglese). Delbrck
non riesce per a smontare i punti qualificanti di Bloch, in primo luogo la
previsione che in caso di guerra tra le due Alleanze, la Germania sarebbe
stata ridotta alla fame ben prima della Russia, favorita dal granaio ucraino. Lo storico replicava con un certo sussiego che la Germania se lera
vista peggio nelle guerre dei Trenta e dei Sette Anni, che adesso aveva
le kartoffeln e che avrebbe sempre potuto rifornirsi dal Mediterraneo,
attraverso Italia e Austria, e dal Mare del Nord attraverso Belgio, Olanda
76 Memoirs von Suttner, cit., pp. 273-274 (= p. 457 delloriginale tedesco, 1909).
77 Hans Delbrck, Der Zukunftskrieg und die Zukunftsfriede, Preussische Jahrbcher,
Bd. 96, Mai-Heft, 1899 (poi in Id., Erinnerungen, Aufstze und Reden (Berlin, 1902), 498
525).
78 Gordon A. Craig, Delbrck: The Military Historian (1942), in Paret (Ed.), Makers, cit.,
pp. 326-353. Annelise Thimme, Hans Delbrck als Kritiker der wilhelminischen Epoche,
Droste, Dsseldorf, 1955. Peter Paret, Hans Delbrck on Military Critics and Military
Historians, Military Affairs, vol. 30, No. 3 (Fall 1966), pp. 148-152. Arden Bucholz,
Hans Delbrck & the German Military Establishment: War Images in Conflict, University
of Iowa Press, 1985. Robert T. Foley, German Strategy and the Path to Verdun: Erich Von
Falkenhayn and the Development of Attrition, Cambridge U. P., 2005, pp. 38-55.
79 una raccolta di materiale piuttosto acritica e poco ordinata, con illustrazioni commentate in modo dilettantesco e sovraccarica di dettagli dozzinali Infiniti dettagli pareri di
grandi e piccole autorit ma non una sola prova (pp. 503 e 519).
Storia della distopia militare
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81 Jack London, The Impossibility of War, Overland monthly and Out West magazine,
Vol.35, No.207 (Mar. 1900), pp.278-282. Mathews, Alfred. Is War Possible?, New
York Times, August 23, 1902. Thrse Delpech, La guerre impossible selon Ivan
82 Grant Dawson, Preventing A Great Moral Evil: Jean de Blochs The Future of
292
Future Wars
Ai primi di agosto Bloch e la Suttner parteciparono, come ospiti donore, alla conferenza interparlamentare di Kristiania, dove il presidente
del Parlamento norvegese annunci listituzione del Premio Nobel per la
Pace. Tra le prime candidature si fecero pure i loro nomi, oltre a quelli
dello zar e di Tolstoj83. In dicembre a Magersfontein e a Colenso, e nel
gennaio 1900 a Spion Kop, gli attacchi britannici si infransero sulle trincee
boere. Bloch ne dedusse la conferma delle sue tesi sulla discontinuit della
guerra: i nuovi fucili, le trincee e la guerriglia paralizzavano lesercito pi
moderno e potente84. In estate Bloch partecip al IX congresso della Pace,
che si svolse in una Parigi rigurgitante di turisti per la quinta faraonica
Exposition Universelle85. Una sala della sezione svizzera del Palais des
Congrs era dedicata allopera di Bloch e al suo corredo iconografico86.
Su invito di Stead Bloch si rec poi a Londra per sostenere la campagna
pacifista contro la guerra del Transvaal.
Le sue critiche allesercito britannico avevano creato risentimenti, ma
sportivamente la prestigiosa Royal United Service Institution gli dette
lopportunit di discuterle. Il 24 giugno e il 1 luglio 1901 Bloch vi tenne
due lectures, seguite il 15 da una replica87. Stavolta lassemblea non
83 Peter van den Dungen, Jan Bloch and the Inaugural Nobel Peace Prize (1901), Det
Buduaja vojna
293
era benevola e Bloch fece la figura dellarmchair general, trinciando giudizi su dettagli tattico-operativi appresi di terza mano. Le sessioni erano
presiedute dal generale sir John Frederick Maurice (1841-1912), futuro
storico ufficiale della guerra anglo-boera, il quale scocc la freccia del
Parto, ricordando un dibattito sugli effetti delle armi di precisione svoltosi
in quella stessa sala poco prima della guerra franco-prussiana. Precorrendo
le tesi di Bloch, il famoso riformista sociale Edwin Chadwick (1800-1890)
ne aveva tratto la conclusione che era criminale per Napoleone III mantenere un esercito cos forte, quando per difendersi bastava armare i civili
con moderne carabine. E naturalmente il fascicolo del RUSI Journal con
lintervento di Chadwick era uscito allindomani di Sdan88.
Il Museo della pace, lautocandidatura al Nobel, la morte
Irritato dalla superficialit irenica del movimento per la pace e deluso dai governi, Bloch aveva per deciso di far leva sullopinione pubblica. Terminata lesposizione di Parigi, il 31 ottobre 1900 aveva donato
il materiale esposto ad un Museo della Pace da istituirsi a Lucerna, in
cui intendeva esporre, tra laltro, i quadri di Vasilij Vasilevi Vereagin
(1842-1904) bench il grande pittore di battaglie avesse scandalizzato
la Suttner confessandole di amare la guerra e di aver provato piacere ad
Morale: Jean de Bloch, the Boer War and British Military Theory, 1900-1914, Journal of Modern History, vol. 51, no. 2 (June 1979), 264-286.
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Luzern, Stadt Luzern, Stadtsarchive. Walter Troxler, Daniela Walker, Markus Furrer
(Hg.), Jan Bloch und das Internationale Kriegs- und Friedensmuseum in Luzern, LIT
Verlag, 2010.
94 Klaus Schlichtmann, Japan in the World: Shidehara Kijr, Pacifism and the Abolition
Buduaja vojna
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di nuovo messo a riposo per una lettera a un amico prigioniero in cui diceva
di ammirare lesercito tedesco. Aveva allora ripreso a scrivere, pubblicando
tra laltro una stroncatura di Joffre, Foch e Gallini (Trois marchaux; Nos
chefs de 1914) e caldeggiando lo sviluppo dellaviazione. A partire dal 1930
teneva riunioni settimanali a casa del genero e nella Brasserie Dumesnil di
rue Dareau con estimatori civili e militari tra cui in particolare de Gaulle,
con cui discusse le tesi di La France et son arme (1938) e che fece incontrare (senza sviluppi) con Lon Blum. Fu pure amico intimo e consulente
militare di Roger Martin du Gard (1881-1958), al quale ispir il protagonista di Le Lieutenant-colonel de Maumort (postumo, 1983)98.
Nellarticolo del 1935, intitolato Prophties sur la guerre de 1914-18
e pure questo pubblicato sulla Revue Militaire Suisse, Mayer sottolineava
la differenza tra la previsione, che procede per sillogismi e il cui valore dipende da quello delle premesse, e la profezia, una mistica divinatoria quasi
sempre viziata da tesi preconcette e basata sullintuizione. E meri profeti
considerava Bloch ed Herbert G. Wells, che pure aveva intuito nel 1902
limmobilizzazione dei fronti [lo stalemate di Bloch/Stead] e che nel
1916 si era dichiarato discepolo di Bloch99. Sia pure a grandi linee, Bloch
aveva visto giusto: ma non cera arrivato per ragionamento, bens come
heureuse victime dune opinion prtblie, ricevuta des thories combattues par lorthodoxie de lpoque. Ben diverso era il caso del pugno di pro98 Jacques Schapira et Henri Lerner, mile Mayer, un prophte billonn, Michalon, Paris,
1995. Vincent Duclert (cur.), Le Colonel Emile Mayer. De lAffaire Dreyfus de Gaulle,
Un visionnaire en Rpublique, Armand Colin, Paris, 2007.
99 Nel Temps del 16 gennaio 1916.
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Buduaja vojna
297
fessionisti che, sfidando lortodossia, avevano saputo formulare vere previsioni. Ovviamente Mayer pensava in primo luogo a s stesso, ma accennava
ad articoli comparsi negli anni 80 sul Journal des Sciences Militaires, e
citava il Cours autographi de Fortification du champ de bataille (1892) del
capitano F. Azibert; La bataille de la Vesle (1894) del comandante Claude
Nigote100; il corso di tattica generale (1904) del tenente colonnello Martial
Justin Verraux (1855-1939); Vaincre (1913) del colonnello Jean-Baptiste
Montaigne (n. 1857). Tutti esponenti di quella che Michel Goya ha definito nel 2008 la rvolte intellectuelle militaire danteguerra101. Mayer
citava per pure le previsioni sbagliate del suo maestro e grande storico
militare Jean Colin (1864-1917)102, caduto in Macedonia, che dallo studio di
Napoleone aveva tratto la fede nelleterna centralit della battaglia.
Se leconoma anche profezia sul futuro, la storia infatti anche profezia sul passato. La prima non prevede, la seconda non svela. Ma entrambe,
talora, aiutano a pensare.
100 Citato pure da Bloch, La guerre, II, pp. 22-24 cfr. I, pp. 96, 333, 335, 457.
101 Michel Goya, Une rvolte intellectuelle militaire au dbut du XX sicle (Fiche au chef
dE:-M. des Armes, 2008), online nel sito La Voie de lEpe, 9 octobre 2013.
102 Jean Colin, Les transformations de la guerre, Flammarion, Paris, 1911, trad. da L. H.
R. Pope-Hennessy (1875-1942), Transformations of War (Hugh Rees, London, 1912=
France and the Next War, 1914). Su Colin, v. Lucien Poirier (1918-2013), Postface
alled. Economica, Paris, 1989.
299
stro letterario della splendida e postmorale et edoardiana, profeta, romanziere, sociologo, membro della Fabian
Society, quattro volte nominato per il Premio Nobel per la letteratura (che
non vinse mai), soldatinaro e primo teorico del wargame2, H(erbert)
G(eorge) Wells (1866-1946) senza dubbio il vero fondatore della
moderna fantascienza e ancora il pi importante autore nel campo3.
1 Il passo, tratto da The World Set Free del 1914, prosegue spiegando perch la guerra divenuta impossibile: And as certainly they did not see it. They did not see it until the atomic
bombs burst in their fumbling hands. Cfr. W. Warren Wagar, H.G. Wells: Traversing Time.
Middletown, Connecticut Wesleyan University Press, Middletown 2004, pp. 146-147.
2 V. Little Wars. A game for boys from twelve years of age to one hundred and fifty and for
that more intelligent sort of girl who likes boys games and books With an Appendix on
Kriegspiel (Frank Palmer, London, 1913), un regolamento per wargame tridimensionale, scritto con lamico Jerome K. Jerome (1859-1927) e illustrato da J. R. Sinclair come il
precedente Floor Games (Frank Palmer; in U.S., Small, Maynard and Company, 1912).
Wells regal i soldatini che avevano ispirato Little Wars e Floor Games. ad Anthony West
(1914-1987), suo figlio naturale e futuro biografo (H. G. Wells: Aspects of a Life, 1984).
West era attivo nel movimento pacifista e durante la seconda guerra mondiale sub una perquisizione e il sequestro dei soldatini (Michael Sherborne, H.G. Wells: Another Kind of
LIfe, Peter Owen, 2010, p. 343). Le polemiche pacifiste contro i soldatini suscitarono
il sarcasmo di Saki (Hector H. Munro, 1870-1916), The Toys of Peace and Other Papers, John Lane, London New York, 1919, pp. 3-12.
3 Everett F. Bleiler, Science-Fiction. The Early Years, The Kent State University Press,
1990, pp. 795-810. Michael Draper and Michael Sherborne, H. G. Wells, MacMillan, London 1987. M. Sherborne, H. G. Wells: Another Kind of Life, Peter Owen, 2010.
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struction (1916), War and the Future. Italy, France and Britain at War (1917), The Fourth
Year (1918).
7 A. W. Gomme, Mr. Wells as Historian. An Inquiry into those parts of Mr. H. G. Wells Outline of History which deal with Greece and Rome, MacLehose, Jackson, and Co., Glasgow,
1921.
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stione di Danzica avrebbe innescato la guerra tedesco-polacca: pur restando bilaterale, con coinvolgimenti solo indiretti delle altre potenze, sarebbe
durata fino al 1950 e, insieme a una guerra parallela nippo-americana e ad
una epidemia del 1956, avrebbe decimato lumanit e distrutto tutte le
istituzioni nazionali e internazionali ad eccezione della multinazionale del
trasporto aereo. Questa avrebbe assunto tutti i poteri, esercitando una
benigna dittatura e, grazie allonnipotente Air police, avrebbe abolito lislamismo (decreto di Bassora, 1978), espugnato lIrlanda cattolica confinando il papa (nero) a Pernambuco e assimilato gli ebrei.
Dal 1960 unassociazione di cultori di Wells8 pubblica la rivista The
Wellsian e ne ha curato la bibliografia. Tra i suoi vicepresidenti figura lo
storico e futurologo americano Walter Warren Wagar (1932-2004)9, che
nel 1989 prediceva ancora 200 anni di vita allUnione Sovietica10.
Anticipazioni sulla guerra del Ventesimo secolo
Autore eccezionalmente prolifico e versatile, Wells rimase per fedele
ad alcuni punti cardine che si ritrovano in tutta la sua produzione: lo
sguardo scientifico, la fede positivista, la visione utopica di una futura
societ universalista. E poi la guerra, una realt che non poteva essere
ignorata da chiunque, scrivendo allinizio del Novecento, volesse riflette8 John Hammond, The H.G. Wells Society: A Short History (2000
9 W. W. Wagar, H.G.Wells and the World State (1961), H.G.Wells: Journalism and Prophecy (1963), H.G.Wells: Traversing Time, Wesleyan University Press, Middleton, CT,
2004.
10 W. W. Wagar, A Short History of Future, University of Chicago Press, 1989.
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the State will be organized as a whole to fight as a whole, nessuno spazio per la distinzione tra combattenti e non combattenti, nessuno spazio
per diritti individuali garantiti al di fuori del dovere universale di servire
lo Stato e contribuire, da parte di ogni cittadino senza eccezioni, allo sforzo bellico19.
Nelle pagine successive, Wells torna agli strumenti di questa nuova
guerra e sottolinea limportanza di quel che definisce aerial factor (riferendosi essenzialmente ai palloni frenati) e dellimpiego offensivo di
grandi mezzi corazzati semoventi dei quali i treni blindati del suo tempo
sarebbero i progenitori20.
Circa il potere aereo, Wells afferma che il limite tecnologico che al
momento in cui scrive (siamo nel 1901) impediva un volo controllato
sarebbe stato superato gi prima del 1950. Laeroplano21 sarebbe quindi
divenuto da subito uno strumento di guerra e avrebbe esteso il combattimento anche ai cieli, con lo scopo primario di ottenerne il controllo per
inibire al nemico la possibilit di utilizzare i suoi palloni frenati da osservazione, rendendolo cos cieco.
Circa la guerra navale, Wells riecheggia la Jeune cole: il futuro sono le
navi veloci con elevata autonomia e armamenti di precisione22.
Curiosamente, il sommergibile viene liquidato come insicuro, inefficace e
capace tuttal pi di soffocare il suo stesso equipaggio, mentre per le navi
di superficie veloci, bene armate e destinate a diventare protagoniste
della guerra navale Wells reclama equipaggi ben addestrati e ufficiali
motivati con una solida preparazione tecnica, selezionati senza tenere in
alcun conto la loro classe sociale di origine. La flotta immaginata da Wells
integrata con il potere aereo e dispone di capacit anfibie: la sua missione non si limita alla distruzione della flotta nemica ma si estende allof19 Questa e le citazioni precedenti in Anticipations, cit, p. 266-271.
20 Anticipations, cit., p. 272-273. Nella nota 40 del cap. VI, Wells scrive per la prima volta di
a sort of land ironclad come un possibile risultato della motorizzazione applicata allartiglieria di piccolo calibro.
21 Wells usa il termine aeroplane (Anticipations, cit., p. 275) ma in realt descrive dirigibili, ossia mezzi pi leggeri dellaria.
22 I seem to see a light type of ironclad, armoured thickly only over its engines and magazines, murderously equipped, and with a ramas alert and deadly as a striking snake. Cfr.
Anticipations, cit., p. 285.
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He was drifting helplessly towards the great Imperial secret, the immense Aeronautic
Park (The war in the air, 1908, p. 92).
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34 Commentando la distruzione di New York, Wells scrive: The catastrophe was the logical
outcome of the situation, created by the application of science to warfare. It was unavoidable that great cities should be destroyed ( Wagar, Traversing Time, cit., p. 140).
35 Sostenitore convinto del pi leggero dellaria, lammiraglio William A. Moffett, dal
1921 a capo del Bureau of Aeronautics della US Navy, promosse la realizzazione di due
grandi dirigibili portaerei, lUSS Akron (1929) e lUSS Macon (1933), in grado di portare
cinque caccia biplani. LAkron and perduto per incidente nel 1933 (tra le vittime vi fu lo
stesso Moffett) e il Macon lo segu nel 1935.
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natura sempre pi formale, mentre il potere effettivo esercitato da comitati specializzati di esperti (non eletti). Nella conclusione si argomenta
come la conoscenza e il potere siano lessenziale vocazione dellumanit.
Il romanzo, accolto dal pubblico col consueto favore, fu apprezzato
dallo stesso Soddy. Pi complesso fu il rapporto con Churchill39, il quale,
malgrado lammirazione giovanile e le consonanze ideologiche con
Wells40 e il riconoscimento di aver tratto da lui lo spunto per lo sviluppo
dei tanks e dellaviazione durante la grande guerra, nel 1923 polemizz
duramente contro le sue idee universaliste che negavano un futuro allImpero britannico41 e in un articolo del settembre 192442 gett lallarme sui
rischi della granata atomica:
Might not a bomb no bigger than an orange be found to possess secret
power to destroy a whole block of buildings nay, to blast a township at a
stroke? ... As for Poison Gas and Chemical Warfare in all its forms, only
the first chapter has been written of a terrible book.
Unico tra i grandi leaders della sua generazione ad aver intuito le implicazioni epocali dellarma atomica, negli anni Trenta Churchill scrisse vari
articoli sulle enormi implicazioni delle ricerche di fisica nucleare condotte al Cavendish Laboratory di Cambridge dallquipe di Lord Rutherford
(1871-1937), specialmente della scoperta del neutrone realizzata nel 1932
da James Chadwick (1891-1974) e degli esperimenti di scissione controllata del nucleo realizzati dai suoi allievi John Douglas Cockcroft (189739 David Clayton Smith, Winston Churchill and H.G. Wells: Edwardians in the Twentieth
Century, Cahiers Victoriens et Edouardiens, 30 (1989), pp. 93-106. Richard Toye, H.
G. Wells and Winston Churchill: A Reassessment, in McLean, op. cit., pp, 147-160. V.
pure Patrick Parrinder and Christopher Rolfe (Eds.), H.G. Wells Under Revision: Proceedings of the International H.G. Wells Symposium, London, July 1986, Associated University Press, 1990, pp, 147-148.
40 Toye, H. G. Wells and the New Liberalism, Twentieth Century Brit. Hist., 19 (2008),
No. 2, pp. 156-185.
41 H. G. Wells, The Future of the British Empire , Empire Review, 38 (1923), pp. 1071-09:
Churchill, Mr. H. G. Wells and the British Empire, ibidem, pp. 1217-23. Wells gli dedic
poi un ritratto (Winston, 10 Nov. 1923, in A Year of Prophesying, T. Fisher Unwin, London, 1924, pp. 52-6). Cfr. Richard Toye, Churchills Empire: The World that Made Him
and the World He Made, Macmillan, 2010, pp. 162-163.
42 W. Churchill, Shall We All Commit Suicide?, Nashs Pall Mall Magazine, September
1924, poi incluso nel suo Thought and Adventures, Thornton Butterworth Ltd., London
1932.
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1967) e Ernest Walton (1903-1995). Ma sulla possibilit di unapplicazione bellica cera molto scetticismo: oltre a Rutherford, la giudicava impossibile il danese Niels Bohr (1885-1962) e ne dubitava lo stesso Chadwick.
A crederci fu invece un altro famoso lettore di The World set free43, lungherese Le Szlard (1898-1964), rifugiatosi nel 1933 in Inghilterra per
sfuggire alle persecuzioni razziali. Trasferitosi nel 1938 in America, fu
Szlard a suscitare, attraverso la famosa lettera di Einstein, linteresse di F.
D. Roosevelt da cui scatur nel 1943 il progetto Manhattan44. Ma la storia
avrebbe potuto andare diversamente perch grazie ad altri due fisici tedeschi rifugiati nel 1938 a Birmingham, il governo britannico sapeva fin dal
marzo 1940 come produrre una bomba da un kg di uranio-23545 e il progetto di ricerca e sviluppo nucleare britannico (Tube Alloys) era iniziato
gi nel 194246.
Distopia, utopia e visione organica della guerra
Con felice espressione, un critico di Wells osserva che le affermazioni
circa la sua ideologia have a disconcerting tendency to hold true when
reversed47. Non si tratta di contraddizioni o incongruenze, piuttosto di
ossimori o polarit: idealismo realista, utopia distopica, narcisismo altruista48 caratterizzano la sua ideologia politica e sociale, universalista e
nazionalista, pacifista e militarista, atea e deista, antidemocratica e socialista. Lesempio pi rilevante di tensione nelluniverso letterario di Wells
si trova nella visione a un tempo distopica e utopica del futuro: distopica
43 Linfluenza di Wells su Szlard (Wagar, Traversing Time, cit., p. 146) non va sopravvalutata, come si ricava dalle sue memorie This book made a very great impression on me, but
I didnt regard it as anything but fiction. It didnt start me thinking of whether or not such
things could in fact happen. I had not been working in nuclear physics up to that time (Richard Rhodes, The Making of the Atomic Bomb, Simon & Schuster, 1987, p. 24). H. Bruce
Franklin, War Stars. The Superweapon and the American Imagination, Oxford U. P. 1988
(Massachussets U. P., 2008, p. 133).
44 V. in questo Quaderno larticolo di Stefano Ruzza.
45 Memorandum di Otto Robert Frisch (1904-1979) e Rudolf Peierls (1907-1995).
46 Graham Farmelo, The Churchills Bomb, Faber & Faber, 2013, in particolare sul ruolo del
discusso consigliere scientifico di Churchill Frederick Lindemann (1886-1957).
47 Draper, H.G. Wells, cit., p. 9.
48 Draper, H.G. Wells, cit., p. 11.
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Interwar Future
Il futuro tra le due guerre
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sich beim Austrag des Marokkostreites nicht um gewnliche Handels- und Kolonialfrangen von minderer Tragweite, sondern um die Ehre und die Zukunft des Deutschen Volkes
handelt, Bernhardi, Deutschland (cit.), p. V.
20 I richiami al c.d. darwinismo sociale: Hans-Gnther Zmarlik, Der Sozialdarwinismus in
Deutschland als geschtliches Problem, Vierteljahrshefte fr Zeitgeschichte, Jahrgang 11
(1963), Heft 3. Thomas Lindemann, Les doctrines darwiniennes et la guerre de 1914
21 Stephen Van Evera, The Cult of Offensive and the Origins of the First World War,
22 Gerd Krumeich, Friedrich von Bernhardi - Thoricien militaire marginal ou reprsentatif? Rflexions sur linfluence de Deutschland und der nchste Krieg (1912), Francia - Forschungen zur westeuropischen Geschichte, (hg. Deutsches Historisches Institut in Paris - Institut historique allemand), 40, 2013; Klaus Wernecke, Der Wille zur Weltgeltung.
Auenpolitik und ffentlichkeit im Kaiserreich am Vorabend des Ersten Weltkrieges, Dsseldorf 1970, p. 160167; Fred Bridgham, The Book that Caused the War?, in: Id. (dir.),
The First World War as a Clash of Cultures, Rochester, 2006, p. 183212.
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Future Wars
linfluenza che gli fu poi attribuita e tanto meno appare credibile limmagine di Fritz Fischer in base alla quale il generale avrebbe espresso mit
groer Przision die Intentionen des offiziellen Deutschland23: non solo
in seguito la propaganda bellica da ambo le parti avrebbe insomma calcato un po la mano, ma von Bernhardi stesso avrebbe svolto un ruolo minore. La concezione della guerra come necessit biologica disorientava la
classe dirigente prussiana legata alle tradizionali visioni luterane (e federiciane) della guerra dolorosa, ma necessaria, abbracciate anche da
Moltke il Vecchio (1800-1891)24, era in pratica sostituita da una laica,
realista e spietata lotta per la sopravvivenza sorretta da una personale reinterpretazione selettiva di Nietzsche e Treitschke25. Von Bernhardi inoltre
prima della diffusione del libro aveva pubblicato un articolo sulla
Deutsche Revue26 in cui sottolineava i grandi cambiamenti della guerra in
atto: di fronte allinevitabile mobilitazione pressoch totale di uomini e
risorse da parte dei belligeranti, si sarebbe trovata in pericolo la stessa
esistenza degli Stati, qualora non si fosse tenuto conto degli enormi sforzi
richiesti dal conflitto e soprattutto sulla durata dello scontro. Questa presa
di posizione, se da una parte collocava autorevolmente von Bernhardi
allinterno dello Strategiestreit, non poteva essere del tutto accettata
dallestablishment politico-militare, che si sarebbe dimostrato acritico e
tenace assertore della guerra breve, come si sarebbe verificato nellavviare i congegni del piano Schlieffen nellagosto 191427.
23 con grande precisione le intenzioni della Germania ufficiale, Fritz Fischer, Der Griff
zur Weltmacht, Droste Verlag, 1967, p. 31.
24 Il riferimento alle citazioni riportate in esergo.
25 Peter Hoeres, Krieg der Philosophen: Die deutsche und britische Philosophie im Ersten
Weltkrieg, Ferdinand Schningh Verlag, Paderborn, 2004.
26 Friedrich von Bernhardi, ber Millionenheere, in Deutsche Revue, vol. 37, fvrier 1911,
p. 207213
27 Stig Frster, Der deutsche Generalstab und die Illusion des kurzen Krieges, 1871-1914.
Metakritik eines Mythos, Militrgeschichtliche Mitteilungen 54 (1995); Id., Russische
Pferde. Die deutsche Armeefhrung und die Julikrise 1914, in Christian Th. Mller, Matthias Rogg (Hrsg.), Das ist Militrgeschichte. Probleme - Projekte - Perspektiven, Paderborn 2013, pp. 63-82.
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325
Il generale e lo scrittore
Aldil della vasta e prolungata attenzione suscitata dal libro, von
Bernhardi fu senza dubbio personaggio di spessore. Nato in una famiglia
di origini baltiche, pronipote per parte materna dello scrittore e poeta
Ludwig Tieck (1773-1853), era figlio dello storico Theodor (1803-1887)28.
Diplomatico in Russia dal 1834 al 1851, Theodor partecip con Guido von
Usedom (1805-1884), ambasciatore prussiano a Firenze, al negoziato del
1866 sul coordinamento strategico contro lAustria e fu inviato come rappresentante al campo presso il quartier generale dellesercito italiano.
28 Theodor von Bernhardi, Der Krieg 1866 gegen Oesterreich und seine unmittelbaren Folgen, VII, Aus dem Leben Theodor von Bernhardis, Hirzel, Leipzig 1887; Comando del
Corpo di S. M., Complemento alla storia della campagna del 1866 in Italia, vol. i, Stab.
Tip. Societ Editrice Laziale, Roma 1909, a p. 28 ss. riportato il famoso memorandum
presentato a La Marmora prima dellinizio delle operazioni. Theodor fu anche autore di
uno studio su Federico il Grande (Th. von Bernhardi, Friedrich d. Groe als Feldherr, 2
Bde., Berlin, 1881) e di una ricostruzione della politica estera russa Geschichte Russlands
und der europischen Politik in den Jahren 1814-31 rimasta incompiuta.
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e/o della determinazione del nemico di proseguire la lotta. Parte importante ebbe nel dibattito linterpretazione del Vom Kriege, e dei suoi cursori
riferimenti alla stessa strategia federiciana nella guerra dei sette anni, che
dimostrava invece la superiorit della difensiva. E vero che Clausewitz
coglie nel Gran Re un tratto comune con Napoleone loffensivista per
antonomasia nella loro abilit di guidare forze superiori nel punto decisivo (VK, iii) e di concludere le operazioni con una battaglia principale38;
ma ci non implica necessariamente lannientamento. Anzi Clausewitz
dice esplicitamente che il Niederwerfung dellAustria non rientrava nella
strategia prussiana (o piuttosto era precluso alla):
[] weil er damit nicht die Niederwerfung des sterreichischen
Staates, sondern einen untergeordneten Zweck, nmlich Zeit- und
Kraftgewinn beabsichtigte, und er durfte diesen untergeordneten Zweck
verfolgen, ohne zu frchten, da er damit sein ganzes Dasein auf das Spiel
setzte (VK, viii)39
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mensionamento dello scopo politico. In diesem Begriff des Ermdens bei einem Kampfe
liegt eine durch die Dauer der Handlungen nach und nach hervorgebrachte Erschpfung
der physischen Krfte und des Willens (In questo concetto di logoramento in una lotta
si trova una progressiva riduzione delle forze fisiche e della volont a causa della durata
degli eventi), i libro, secondo capitolo. Purtroppo Clausewitz non utilizza pi altrove lespressione originaria.
42 was hatte die sterreicher anders zum Frieden bewegen knnen als der Gedanke, da sie
allein nicht imstande sein wrden, mit ihrer Macht dem Talent des Knigs das Gleichgewicht zu halten, da ihre Anstrengungen in jedem Fall noch grer sein mten als bisher, und da bei dem mindesten Nachlasse derselben ein neuer Lnderverlust zu frchten
sei(VK, vi) (che altro avrebbe potuto spingere gli austriaci alla pace se non il pensiero che
essi non erano in grado di controbilanciare con la loro potenza il talento del re, che i loro
sforzi avrebbero dovuto essere in ogni caso maggiori di prima e che al minimo cedimento
cera da temere una nuova perdita territoriale?).
43 Wir mssen vielmehr zuvrderst des Knigs Weisheit bewundern, der bei seinen beschrnkten Krften ein groes Ziel verfolgend, nichts unternahm, was diesen Krften nicht
entsprochen htte, und gerade genug, um seinen Zweck zu erreichen (VK, iii). (Noi dobbiamo piuttosto ammirare innanzitutto la saggezza del re che perseguendo un obiettivo con
le sue forze limitate non ha intrapreso nulla che non fosse proporzionato a queste forze
ed esattamente quanto bastava per raggiungere lo scopo).
44 La vera e propria consacrazione di Moltke fu opera del generale Julius von Verdy du Vernois (1832-1810), Studien ber den Krieg. Auf Grundlage des deutsch-franzsischen Krieges 1870/71. Berlin 1891.
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51 Stig Frster (Hrsg.), Moltke. Vom Kabinettskrieg zum Volkskrieg. Eine Werkauswahl,
Bonn, 1992.
52 Colmar [Freiherr] von der Goltz, Das Volk in Waffen. Ein Buch ber Heerwesen und
Kriegfhrung unserer Zeit, Berlin, 1883, costituiva unestesa riflessione sui cambiamenti
della guerra attraverso una rilettura clausewitziana dopo la campagna del 1870, altrettanto conosciuto in Inghilterra prima ancora di von Bernhardi e definito a book that should
be read by all soldiers. Hermann Teske, Colmar Freiherr von der Goltz. Ein Kmpfer fr
den militrischen Fortschritt, Musterschmidt Verlag, Gttingen, 1957; Demirhan Pertev,
Generalfeldmarschall Colmar Freiherr von der Goltz, Gttingen Verlag, Gttingen, 1960;
Carl Alexander Krethlow, Generalfeldmarschall Colmar Freiherr von der Goltz Pascha.
Eine Biographie, Schningh Verlag, Paderborn, 2012 da cui si ricava quanto ampia fosse
la considerazione di von Bernhardi e quanto von der Goltz abbia influito sulla sua carriera.
53 C. von der Goltz, Leon Gambetta und seine Armeen, Schneider, Berlin, 1877.
54 Nel 1911 von der Goltz fond la Jungdeutschland-Bund (Lega della Giovane Germania)
collegata al ministero della guerra per listruzione premilitare. Durante la missione in Turchia esport il modello organizzativo tedesco.
55 Colmar von der Goltz, Kriegs- und Heerfhrung, Deckers Verlag, Berlin, 1901.
56 C. von der Goltz, Robach und Jena. Studien ber die Zustnde und das geistliche Leben
in der Preuischen Armee whrend der Uebergangszeit von xviii bis xix Jahrhundert, Mittler, Berlin, 1883 (rist. riveduto e corretto: Von Rossbach bis Jena und Auerstdt, 1906) e
infine Von Jena bis Pr. Eylau, Mittler, Berlin, 1907.
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57 H. Delbrck, Rezension Das militrische Testament Friedrichs des Grossen. Herausgegeben und erlutert von v. Taysen, Major im Grossen Generalstabe, Zeitschrift fr
preuische Geschichte und Landeskunde, Jan-Feb 1879, pp. 27-32.
58 H. Delbrck, Die Strategie des Perikles erlutert durch die Strategie Friedrichs des
Groen. Mit einem Anhang ber Thucydides und Kleon, Druck und Verlag von Georg Reimer, Berlin, 1890.
59 Colmar von der Goltz, Antikritik, Zeitschrift fr preussische Geschichte und Landeskunde 16. Jg. (Mai-Juni 1879)
60 Alfred von Boguslawski era nipote di Carl Andreas von Boguslawski (1758-1817), primo
direttore della Allgemeine Kriegsschule (1810-1817), che fu il predecessore di Clausewitz.
Alfred von Boguslawski, Die Ehre und das Duell e Der Ehrbegriff des Offizierstandes (entrambi pubblicati nel 1896 per Schall & Grund, Berlin) dedicati al concetto donore nel
corpo ufficiali. Onore e duello sono componenti culturali della mentalit offensivista, concausa del 1914: Lusanza di battersi a duello e la tendenza ad attaccare durante le guerre,
senza preoccuparsi dei costi umani, pu essere una delle espressioni dello spirito aristocratico, Victor G. Kiernan, Il duello. Onore e aristocrazia nella storia europea, Marsilio,
Venezia 1991.
61 Rudolf von Caemmerer, Clausewitz, Berlin, 1905.
62 Rudolf von Caemmerer, Die Entwicklung der strategischen Wissenschaft im 19. Jahrhundert, Wilhelm Baensch, Berlin, 1904.
334
Future Wars
ma limitato nelle risorse e nei mezzi al contrario aveva sempre condotto guerre del secondo tipo.
Friedrich hatte nicht genug Geld, nicht genug Soldaten, nicht gengend
zuverlssige Soldaten, um den Krieg zu fhren im Style [sic] Napoleons:
darum schlug er eine Schlacht nur, wenn es ein anderes Mittel, zu seinem
Zwecke zu gelangen, nicht gab63.scrisse spiegando con grande chiarezza e
specificando che la strategia: so kommt es darauf an, wer zuerst ermattet, also nicht nur die Krfte des Feindes zu schdigen, sondern ebenso sehr
die eigenen zu schonen; den letzten Thaler in der Tasche zu behalten64.
63 Federico non aveva abbastanza denaro, non aveva abbastanza soldati, non aveva abbastanza soldati affidabili per condurre una guerra in stile napoleonico: per questo combatt solo una battaglia, quando non cera altro mezzo per raggiungere il suo scopo, Duplik
(H. Delbrck), Zeitschrift fr preuische Geschichte und Landeskunde, Jg. 16, Mai-Juni
1879, pp. 305-314
64 ci arriva cos, chi per primo logora, non solo ad indebolire le forze nemiche, ma conservando altrettanto intatte le proprie, assieme allultimo tallero in tasca, Delbrck, Die
Strategie des Perikles, cit nt. 90.
65 (Lorigine di tutti gli equivoci fu lespressione strategia di logoramento. Ho coniato questo concetto come opposto dellespressione clausewitziana strategia di assoggettamento
e devo aggiungere lequivoco che lespressione ha il difetto di lasciare intendere una pura strategia di manovra), H. Delbrck, Geschichte der Kriegskunst im Rahmen der politischen Geschichte, Berlin 1920, Teil 4, pp. 439-445.
Storia della distopia militare
335
66 (Il corpo degli ufficiali si era formato nello studio delle guerre di Napoleone e Moltke. Essi furono sconfitti nello stile della Niederwerfungsstrategie: uno straripamento travolgente
degli eserciti sul suolo nemico, la decisione della guerra in pochi e violenti colpi, un accordo di pace in cui lavversario fosse costretto inerme ad accettare le condizioni del vincitore senza contraddirlo), Wilhelm Groener, Delbrcks Lehre, das Heer und der Weltkrieg,
Emil Daniels Paul Rilhimann, (Hrs), Am Webstuhl der Zeit: Eine Erinnerungsgabe Hans
Delbrck dem Achtzigjhrigen von Freunden und Schlern dargebracht, Reimar Hobbing,
Berlin, 1928, p. 44.
67 Friedrich von Bernhardi, Vom heutigen Kriege,
336
Future Wars
Carl Steffeck (1818-1890), Dopo la sconfitta di Sdan, il generale francese Reille consegna a
Guglielmo I la lettera di Napoleone III (1884),
Affresco nella Ruhmeshalle di Berlino, distrutto nel 1944 da un bombardamento.
Storia della distopia militare
337
Wolfgang Wegener
1 Wegener, W. Die Seestrategie des Weltkrieges, Mittler & Sohn, Berlin, 1929 e 1941. Led.
1941 includeva in appendice una breve memoria inedita del luglio 1917. V. led. critica in
inglese del saggio del 1929 curata da H., H., Herwig, The Naval Strategy of the World War,
Naval Institute, Annapolis, 1989, p. XLIX.
2 Der Krieg zur See 1914-1918 dellArchivio storico della Marina (22 volumi). Tutti i volumi pubblicati in Germania prima della guerra tranne due furono tradotti dalla R. Accademia Navale, prima, e poi dallUfficio storico della R. Marina. Dei 7 dedicati alla guerra nel
Mare del Nord i primi 5 sono di Otto Gros.
3 Groos, O., La Dottrina della Guerra Marittima nella luce del Conflitto Mondiale, Roma,
UCSMR, 1929, con presentazione del grande ammiraglio Tirpitz
338
Future Wars
Wolfgang Wegener
339
6 Epoca in cui la Hochseeflotte era al comando del V. Amm. Friedrich von Ingenohl e poi di
Hugo von Pohl e la I Squadra al comando del V. Amm. Wilhelm von Lans, sostituito da
Richard Eckermann e poi da Friedrich Gaedeke.
7 Herwig, cit., pp. XXVIII ss. Le informazioni sulle vicende personali di Wegener e del suo
saggio provengono da un memoriale inedito (Geistige Erbe) del figlio Edward, custodito
al Bundesarchiv-Militrarchiv di Friburgo.
8 Evento al quale non fu estraneo Raeder, allepoca Comandante della Marinestation del
Baltico col grado di viceammiraglio.
340
Future Wars
sa memoria, basata sui tre ultimi documenti del 1915, con la quale si proponeva di porre su nuove basi concettuali la rinascita della Marina. La tesi
principale era che la sconfitta tedesca sul mare era dipesa da una visione
strategica del conflitto errata, ed era quindi del tutto in contrasto con la tesi
ufficiale che si andava profilando con la pubblicazione dei primi volumi
della collana Der Krieg zur See 1914-1918. Questi attribuivano la sconfitta
a deficienza di comando per una negativa costellazione di personalit9 ree
di essersi discostate dal pensiero e dalla dottrina di Tirpitz, e alla frammentazione di comando, alla quale solo nellagosto del 1918 fu posto rimedio
con la costituzione di un comando operativo unificato, la Seekriegsleitung.
Nelle intenzioni di Wegener la memoria era destinata a circolare entro
una cerchia relativamente ristretta di ufficiali di grado elevato. Tuttavia,
linteresse suscitato fu tanto vasto da indurlo ad accettare lofferta delleditore Mittler & Sohn di darlo alle stampe, cosa che avvenne nellestate
del 1929 con limitati correttivi dettati da esigenze di carattere editoriale e
dallopportunit politica di prevenire irritazioni in alcuni Paesi scandinavi,
per quanto si dir pi avanti. Il saggio riprendeva tutte le idee gi esposte
nel 1915, pur ovviamente tenendo conto degli eventi successivi, come la
battaglia dello Jutland e la guerra sottomarina senza restrizioni.
Pochi mesi prima il suo maggiore antagonista teorico, Otto Groos, aveva pubblicato per lo stesso editore il suo lavoro principale Seekriegslehren
im Lichte des Weltkrieges10, volto ad arginare le idee di Wegener e a ribadire i canoni tradizionali della guerra marittima incentrati sulla battaglia
decisiva quale principale mezzo per conseguire il predominio del mare e
presupposto del suo esercizio. Raeder, dal 1928 Comandante in capo della
Reichsmarine, si adoper in tutti i modi verso leditore per ostacolare la
diffusione del libro di Wegener, da lui considerato il massimo detrattore
della Marina e avversato al punto di non voler neppure sentirlo nominare
in sua presenza. La questione non verteva tanto sui massimi principi, ma
sulla critica radicale della politica navale tedesca, che Raeder aveva mantenuto nel dopoguerra11.
9 Il cancelliere Theobald von Bethmann, i primi due Comandanti in capo della Hochseeflotte, von Ingenohl e von Pohl e il Capo di Gabinetto della Marina dellImperatore, Amm.
Georg von Mueller
10 Per ledizione italiana v. supra, nt. 3.
11 Ibid., p. XXXVIII. V. qui lostracismo di Raeder verso Wegener. V. pure K. P. Hansen,
Storia della distopia militare
Wolfgang Wegener
341
342
Future Wars
Wolfgang Wegener
343
ma lInghilterra. Wegener perorava quindi una marcia verso lAtlantico, che modificasse la relativit delle posizioni geografiche e consentisse
loffensiva strategica navale. Ma per consentire alla marina di creare
delle basi sulle coste della Manica e dellAtlantico (Brest), come avvenne
(inutilmente) nel 1940, occorreva anzitutto neutralizzare la Francia.
Un altro modo di affacciarsi sullAtlantico era di passare dalla Scandinavia. Anzitutto occorreva impadronirsi degli Stretti danesi (Kattegat
e Skagerrak) 15, della Norvegia meridionale e infine delle isole Shetland,
la porta dellAtlantico. A quel punto, viste minacciate le proprie linee
di comunicazione, lInghilterra sarebbe stata costretta ad accettare battaglia. Questa non si sarebbe risolta in unazione tattica fine a s stessa, ma,
andando a incidere sulla posizione geografica, avrebbe avuto una portata
strategica. Inoltre loffensiva strategica avrebbe dato maggior impulso alla
guerra subacquea. I sottomarini erano infatti serviti a ben poco nel Mare
del Nord, soprattutto per mancanza di bersagli.
A prescindere dalla praticabilit di questo piano di guerra, Wegener introduceva nel pensiero navale tedesco una dimensione geo-strategica prima
di lui trascurata, detronizzando la flotta, considerata come mero strumento
tattico. Nella sua visione era la strategia marittima a dover dettare pure la
politica, per procurare mediante alleanze le posizioni geo-strategiche necessarie alle operazioni della flotta.
Da ci deriva il superamento dellapproccio navalista, che fa consistere la guerra navale nello scontro tra flotte. Per Wegener non sono le flotte,
ma la reciproca posizione geo-strategica degli avversari a determinare la
natura terrestre o marittima della guerra, alla quale vanno subordinate le
operazioni terrestri e navali.
15 Wegener rimarca che lo sbarramento dei Belt fu paradossalmente realizzato dalla Danimarca allinizio della guerra col consenso di Berlino per prevenire lattuazione da parte
inglese di un pi stretto blocco navale e meglio garantire il predominio tedesco nel Baltico. Nella logica di Wegener ci si sarebbe, invece, tradotto in un danno per la Germania,
privata di unimportante base dattacco oltre il Mare del Nord.
344
Future Wars
16 V. Ezio Ferrante, Il pensiero strategico navale in Italia, Roma, Rivista Marittima, 1988,
app. II: Dalla geografia strategica marittima alla geopolitica.
Storia della distopia militare
Wolfgang Wegener
345
la determinante geostrategica come problema tedesco. Nonostante lavversione di Raeder e i suoi tentativi di emarginarlo, le sue idee ebbero eco in
Germania, dentro e fuori la Marina, anche perch fu egli stesso a promuoverne la circolazione. Fu letto ad esempio da Karl Haushofer, per il quale
Wegener dimostr viva ammirazione. Lo stesso Hitler lo lesse nellinverno
1938-1939 rimanendo favorevolmente impressionato17. Ovviamente loccupazione (1940) di Danimarca, Norvegia e Francia non fu fatta come
avrebbe voluto Wegener allo scopo di far affacciare la Kriegsmarine
sullAtlantico e loggettivo vantaggio geostrategico non pot essere sfruttato perch, diversamente dal 1914, le forze navali e subacquee non avevano una sufficiente consistenza numerica.
Nemmeno semplice riscontrare con certezza suggestioni di Wegener
nel formarsi della strategia navale tedesca, a partire dallautunno del 1938
col promemoria Heye e il Piano Z per la costruzione di una flotta con
forte propensione oceanica per la guerra al traffico. Il piano si basava su
tre capisaldi strategici:
riconoscimento dellInghilterra quale nemico principale con conseguente orientamento
della politica e della strategia globale tedesca al perseguimento della sua sconfitta e
contrariet a iniziative che ne distraessero attenzione e risorse, come fu nel caso della
campagna di Russia;
impiego delle forze navali di superficie, subacquee (e aeree) quasi esclusivamente
contro il traffico britannico sugli oceani; nozione questa gi assunta a fondamento del
Piano Z;
condotta di operazioni combinate (terrestre, aeree e navali) per disarticolare alcuni
cardini dellImpero britannico, di cui il pi noto esempio fu la strategia mediterranea
propugnata dalla Seekriegsleitung (Skl), sia pure a fasi alterne, dallentrata in guerra
dellItalia fino alla fine del 1942 o, addirittura, agli inizi del 1943.
Anche qui non facile concludere se su questa strategia si sia avuta una
precisa influenza di Wegener o se autonomamente Raeder e i suoi collaboratori fossero giunti a tali conclusioni. Ma almeno sul promemoria Heye
si pu dare una risposta affermativa, anche perch fu Raeder a certificarla.
Messo a punto il 25 ottobre 1938 dal CF Helmuth Heye del Reparto operazioni della Skl, e intitolato alla condotta della guerra marittima contro lInghilterra, il promemoria forse il principale documento politico, strategico
346
Future Wars
18 Seekriegfrung gegen England und die sich daraus ergebenden Forderungen fuer di strategische Zielsetzung und den Aufbau der Kriegsmarine, 25.10.1938 in M. Salewski, Die
deutsche Seekriegsleitung 1935-1945, Muenchen, Bernard & Graefe, 1970 ss., vol III:
Denkschriften und Lagebetrachtungen 1938-1940. Lopera di Salewski resta fondamentale per comprendere la genesi e lo sviluppo del pensiero strategico dellAlto comando navale tedesco prima e durante la 2a GM. Sulla continuit di pensiero e aspirazioni politiche
tra Kaiserliche e Kriegsmarine nella particolare prospettiva delle relazioni con la Marina
italiana v. pure Schreiber, G., Revisionismus und Weltmachtstreben. Marinefhrung und
deutsch-italienische Beziehungen 1919-1944, Stuttgart, Deutsche Verlags-Anstalt, 1978.
19 Di l a poco Helmuth Heye fu promosso CV e allontanato dal reparto operazioni della Skl
per essere destinato al comando del nuovissimo incrociatore Admiral Hipper. (Herwig, pp.
XLV ss.). Sul pensiero navale tedesco e sui riflessi sul Piano Z v. Edward Wegener (figlio
di Wolfgang), Nochmals. Selbstverstndnis und historisches Bewusststein der deutschen
Kriegsmarine, Marine Rundschau, giugno 1970, pp. 321-340.
Storia della distopia militare
347
dedicated to the memory of Baldassare Uccio Catalanotto (1929-2015), who disliked airpower theory but taught me much about aviation history and writing.
2 Giulio Douhet, Come fin la grande guerra. La vittoria alata. Roma, LEloquenza,
1919, p. 119. Except where indicated, all translations are by the author.
348
Future Wars
Come fin la grande guerra. Written in May 1918 but published after the Armistice,
this novelette introduced the public at large the themes later developed for military
professionals in The Command of the Air.
Storia della distopia militare
349
bert Wohl, A Passion for Wings. Aviation and the Western Imagination, 1908-1914.
New Haven, Yale UP, 1994.
5 John Hackett, The Third World War, London, Sidgwick & Jackson, 1982.
6 Erskine Childers, The Riddle of the Sands, London, Smith, Elder & co., 1903.
350
Future Wars
power visionary.7
In fact, the link between flying and warfare had been described and
foreseen by writers, scientists and others long before the invention of practical flying machines. To quote but a few, after the first flight of an
unmanned hot air balloon, in 1783 the abbot Leonardo Ximenes estimated
that the invention would greatly help Navigation, military Architecture,
Physics and Commerce but More than anything else would a flying
globe be advantageous in Armies that travel upon the land, whether to find
the Foe, or to escape it [...] There would be no besieged Fortress, where
with the new Machine the Generals communications could not arrive, or
to the contrary from whence dispatches could not be made to the Army.8
In the 1835 poem Locksley Hall, Tennyson explicitly linked the future
with aerial warfare
For I dipt into the future, far as human eye could see,
Saw the Vision of the world, and all the wonder that would be;
Saw the heavens fill with commerce, argosies of magic sails,
Pilots of the purple twilight dropping down with costly bales;
Heard the heavens fill with shouting, and there raind a ghastly dew
From the nations airy navies grappling in the central blue;
Far along the world-wide whisper of the south-wind rushing warm,
With the standards of the peoples plunging thro the thunder-storm;
Till the war-drum throbbd no longer, and the battle-flags were furld
In the Parliament of man, the Federation of the world.9
Brothers, 1902-1909, Stanford, Stanford UP, 1984; Michael Paris, Winged Warfare:
The Literature and Theory of Aerial Warfare in Britain, 1959-1917, Manchester, Manchester UP, 1996; Richard Davis, Fear and Terror in the Formulation and Conduct of
British Foreign Policy in the Interwar Years, in Wojciech Kalaga (ed.), Civilisation
and Fear: Society and the Writing of the Subject, Newcastle upon Tyne, Cambridge
Scholars Publishing, 2012, p. 24.
8 Leonardo Ximenes, Lettera al Sig. Senatore Marchese Lorenzo Ginori intorno alla
sperienza del globo volante, Firenze, Allegrini, 1783, quoted in Giorgio Baroni (ed.),
Scrittori al volo. Laviazione nella letteratura. Roma, Alenia Aeronautica, 2006, pp.
45-46.
9 Alfred Tennyson, Locksley Hall (1835), now in Tennysons poetry, (Robert W. Hill jr.,
ed.), New York, Norton, 1971; also available at poetryfoundation.org poem 174629.
Storia della distopia militare
351
Illustre, 1879.
11 Jules Verne, Robur-le-Conqurant, Paris, Hetzel, 1886; id., Matre du monde, Paris,
Hetzel, 1904.
12 For these and other examples see G. Baroni, op. cit., and R. Wohl, op. cit (particularly
ch. 3).
352
Future Wars
which is to say between technology and the State.14 It also explains why
in the postwar decades the aircraft industry was referred to as Congress
business.15
The substantial failure of his Avion I, II and III family of aircraft (189097), generously funded by the French Army, did not prevent the French
inventor Clment Ader from writing Aviation militaire, a treatise more
comprehensive than realistic.16 Ader envisaged three main types of aircraft
(claireurs, or scouts; torpilleurs, or bombers, also capable of anti-shipping operations; and avions de ligne, aircraft of the line), suggested aviation strategies for European powers, provided a table of organization for
the arme aviatrice (aerial army) and drew up a training plan and maneuvers (patterned very much upon those of infantry). In the tradition of
general staff courses, a substantial part of the book developed tactical
themes, including one in which three countries resorted to aerial warfare
to sort out their differences. The final section advocated making France
strong in the air and denounced its present weakness.
Although not inclined to theorize, the Wright brothers also identified the
US and British armies as potential customers for their Flyer, which within
two years of the Kitty Hawk flights as celebrated as they were brief - had
developed into a viable aircraft fully capable of controlled and sustained
flight.17 Similarly, the German airship pioneer Ferdinand von Zeppelin
14 Peter Fritzsche, A Nation of Flyers. German Aviation and the Popular Imagination,
15 Jakob Vander Meulen, The Politics of Aircraft. Building An American Military Indu-
16 Clment Ader, Aviation Militaire, Paris, Berger-Levrault, 1911 (3rd printing; or. ed.,
1908).
17 The Wright bibliography is very large. In addition to Marvin W. McFarland (ed.), The
Papers of Wilbur and Orville Wright, New York, McGraw-Hill, 2001 (or. ed., 1953)
and the classic Fred G. Kelly, The Wright Brothers, Mineola, Dover Books, 1989 (or.
ed., 1943), recent sources include Richard Hallion (ed.), The Wright Brothers. Heirs
of Prometheus, Washington, Smithsonian Institution Press, 1978; Tom D. Crouch, The
Bishops boys. A life of Wilbur and Orville Wright, New York, Norton, 1989; Thomas
C. Parramore, First to Fly. North Carolina and the Beginnings of Aviation, Chapel
Hill, University of North Carolina Press, 2002. On the European side see Charles H.
Gibbs-Smith, The Rebirth of European Aviation, London, HMSO, 1974 and, with some caution, Les Frres Wright, Icare, n 147 (1994).
353
19 For the creation of the bomber see Gregory Alegi, Caproni Ca.3 at War, Berkhamsted,
tica/Ufficio Storico, 1981, p. 35. While the four-engine Sikorsky Grand was reported
in the Western press widely, albeit superficially (as indicated by the news items in the
21 June, 5 July, 9 and 30 August and 8 November 1913 issues of Flight), it should
be noted that the conversation took place several weeks before its maiden flight. This
points to an independent line of development. Cfr. Mikhail Maslov, Russian Aeroplanes 1914-1918. Old Saybrook, Icarus Aviation Publications, 2002; Harry Woodman,
The Big Ilya, in Paul S. Leaman (ed.), 25th Anniversary Seminar Papers, London,
Cross & Cockade, 1996; D. Cochrane, V. Hardesty and R. Lee, The Aviation Careers
of Igor Sikorsky, Seattle, University of Washington Press, 1989.
354
Future Wars
The prototype flew in November 1914 and the earliest production aircraft were delivered shortly after Italy entered the war on the Allied side
in late May 1915. Although Douhet was forced to leave the Battalion to
atone for various diplomatic and administrative blunders, he monitored
events and dreamed about returning to the Battalion to use the Capronis
properly for instance, to strike the imperial palace in Vienna.21 He first
mentioned the idea in July 1915 and stuck to it for over a year, eventually
upgrading to the more powerful (but unwieldy) Caproni triplane.22 By
1917 there had emerged two different views of the role of bomber aircraft.
The poet Gabriele DAnnunzio, who also cultivated the dream of flying
over Vienna (and would eventually succeed on 9 August 1918), drew on
his experience as observer in a Caproni squadron to suggest an interdiction campaign in which aircraft would participate in wearing down the
21 Gregory Alegi, Oltre Vienna. Gabriele DAnnunzio tra letteratura e potere aereo, in
355
opponent, following by lengthy night and day fire, in order to weaken its
resistance, also operating on vital centres, on gathering points, on visible
routes along which there flow food and supplies. Graphic descriptions
helped visualize the actions against obstacles reinforced over time,
against troops mostly hiding in caves, under fire of veritable thundering
bedlams [...] interlinked in a half circle with its concavity open westward. DAnnunzio concluded soberly: Now, it is manifest how effective
our bomber squadrons could be, in determining the results of the action, if
sent one after the other over the enemy fire centres indicated by HQs.
Douhet, whose outspoken views about the conduct of the war had landed him in a military jail, had reached different conclusions.23 Writing in
prison, Douhet put forward the idea of aerial warfare as a means unto
itself, unique and capable of obtaining grandiose specific results coordinated with, but not subordinated to, actions that can be carried out by the
Army and Navy, supporting the conviction that it could bring the war
to a swift and complete solution with minimal expense. The paper, titled
La grande offensiva aerea [The Great Aerial Offensive], anticipated the
celebrated Dominio dellaria [Command of the Air] in calling for a fleet
of 20,000 powerful aircraft, built largely by the United States and
including adequate reserves, with which to achieve absolute command of
the air through the systematic destruction of airfields, [and] enemy air
material production and supply centres. This would be followed by the
systematic destruction of the enemys vital centres in order to deny, or at
least reduce, its armies and forces the means of supply and life and to
rapidly lower the moral strength of enemy nations. Morale was a recurring theme (for breaking the moral strength of enemy nations, a moral
strength which is now painfully strained, represents the decisive victory),
as were equating workers with the soldiers whom they supplied with
weapons and comparing civilian and frontline losses. The destruction of
the Krupp works and the making its workforce unable to work would certainly be a much greater victory than what can be achieved with a so-called
shove and would cost much less.
356
Future Wars
24 Thomas Hippler, Democracy and War in the Strategic Thought of Giulio Douhet, in
Hew Strachan and Sibylle Scheipers (eds.), The Changing Character of War, Oxford,
OUP, 2011.
357
(1936).25 Indeed, Britain was the only major power in which his ideas did
not resonate, possibly because Hugh Trenchard was advocating similar
concepts.26
It should also be noted that the radical visions of aerial warfare and its
role in national defense were not based on purely military considerations.
In fact, they also aimed at supporting claims for an appropriate share of
the meager postwar budgets and, ultimately, air force independence mostly from armies, with the significant exception of the United States,
whose insular continental nature made long-range coastal defense the
subject of strong clash with the battleship-dominated Navy.27
Over the years airpower would be increasingly presented as the ultimate
alternative to the strategic stagnation that had dominated the Great War
and was widely expected to prevail in the next conflict, doubly so as
France built the fearful Maginot line. Even those theorists who refused
strategic bombing, like Amedeo Mecozzi, believed that only air could
dynamize the operations of our surface forces, preventing them from
becoming static through the balance of offensive and defensive possibilities or naval blockade.28 The implication, which the Blitzkrieg would
prove wrong, was that change would apply only to air warfare.
Asked to produce a final summation of his theories for the Rivista
Aeronautica, Douhet wrote La guerra del 19... [The War of 19...], presented as an official history of a post-1932 Franco-German war fought mainly
25 Giulio Douhet, Il dominio dellaria, Roma, Stab. Poligrafico per lAmm. della Guer-
ra, 1921 (the 1942 Dino Ferrari translation, hereafter cited as Douhet/Ferrari, is now
online at airforcemag,com, El dominio del aire (Buenos Aires, Biblioteca del Oficial
de Marina, 1930, tr. Raul Mason Lugones e Exquiel T. del Riviero), La Guerre de
lair (Paris, Les Ailes, 1932, tr. Jean Romeyer), Luftherrschaft (Berlin, Drei Masken,
1935), Gospodstvo v Vozduhe. Sbornik Trudov po Voprosam Vosdsnoj Vojni (Moscow, Military Journal Editions, 1936, tr. V. Vinograd); P. Vauthier, La doctrine de
guerre du gnral Douhet, Paris, Berger-Levrault, 1935.
26 Phillip S. Meilinger, Trenchard and Morale Bombing: The Evolution of Royal Air
Force Doctrine before World War II, in Airwar. Theory and Practice, London, Cass,
2003.
27 Thomas Wildenberg, Billy Mitchells War with the Navy, Annapolis, Naval Institute
Press, 2013.
28 Amedeo Mecozzi, Direttiva per lAeronautica Militare, Comment 2, para 14, letter
d, in QRA, vol. 1, no. 1 (2006).
358
Future Wars
in the air.29 The narrative replaced the individual characters who had carried the story in How the Great War Ended with instructions about flying
formations and detailed statistics about bomber and fighter losses. The
shift to an objective, detached style did nothing to change the overall picture imagined by Douhet.
Evidently the enemy intended to act against the mobilization and
deployment of the Allied Armies. There were numerous interruptions, with
severe effects in some points, particularly where they interfered and
stopped heavy railroad traffic. Anxious requests for means of aerial
defense came from all quarters, including both military and civilian
authorities. Over one hundred important towns served by important railroads or main roads were on fire and encased by poisonous clouds which,
carried by the wind, some times brought trails of death and terror. Impotent
to advance and come to the rescue of the battered towns, military units
forced to halt at the interruptions were awe-struck by the terrible effect of
aerial attacks and by the masses of enemy aircraft flying freely across the
sky; while they cursed the barbaric enemy, they also began to complain
against their own Air leadership for doing nothing.30
29 Giulio Douhet, La guerra del 19..., Rivista Aeronautica, March 1930. An English
30 G. Douhet, ibid.
31 On Mecozzi see QRA, vol. 1, no. 1; and in English, Rodolfo Sganga, Paulo G. Tripo-
di and Wray R. Johnson, Amedeo Mecozzis Alternative Vision of Airpower, in Airpower History, summer 2011.
359
turned into what has been described as a strategy for defeat.32 The US
Air Corps Tactical School embraced the concept of strategic bombing but
rejected the indiscriminate approach in favor of selective targeting bottlenecks or choke points in the economy.33 This led the USAAC and its
successors to pursue precision, through both advanced aiming technology
and daylight operations.34 (Incidentally, it would be wrong to believe that
Douhet claimed to speak universal truths. Contrary to commonly held
belief, he went as far as to declare that perhaps, if Italy were as rich as
the US, I might not even have conceived my theories.35 Even the warring
countries in his final work must be read in purely metaphorical terms, with
lazily traditionalist France mirroring actual Italian policy and the radically
innovative Germany embodying what Douhet advocated for Italy.)
Shifting from theory to reality, however, shows that independent air
forces and army air services were equally confined pragmatic colonial
policing or conquest operations, both out of necessity and to make the
existing services appreciate the potential value of aviation to surface operations. The heated debates in military journals did little to change this
reality. For all of his alleged revolutionary boasting, even Mussolini
shrank from confronting the Army-dominated defense establishment,
allotting the newly-created Regia Aeronautica about 15% of the overall
defense budget and excluding by law from the Stato Maggiore Generale
introduced in 1925.36
32 Williamson Murray, Strategy for defeat. The Luftwaffe, 1933-1945, Maxwell AFB,
Air UP, 1983; James S. Corum, The Luftwaffe. Creating the operational air war,
1918-1940, Lawrence, Kansas UP, 1997.
33 Haywood S. Hansell, The Air Plan that Defeated Hitler, Atlanta, Higgins-McArthur/
Longino & Porter, 1972.
34 Stephen L. McFarland, Americas Pursuit of Precision Bombing, 1910-1945, Washington, Smithsonian Institution Press, 1995.
35 Giulio Douhet, Ricapitolando, Rivista Aeronautica, November 1929; now in Il Dominio dellAria e altri scritti, Roma, Ufficio Storico dellAeronautica Militare, 2002
(hereafter in DdA 2002, p. 229) and translated in Douhet/Ferrari, cit.
36 Gregory Alegi, La Storia dellAeronautica Militare: la nascita. Roma, Aviator, 2015,
pp. 99-183.
360
Future Wars
361
large official programs to build shelters and distribute gas masks to the
population, the vision of anti-city airpower resonated with the general
public. Starting with the destruction of Guernica in 1937, the indirect
approach advocated by classical airpower theorists was applied widely,
albeit minus the deliberate use of chemical weapons. The results were
mixed. Although the warring powers built three times as many aircraft as
they had during the Great War (600,000 against 195,000), the Second
World War lasted much longer (72 months or 68 when counting Europe
alone - against 51). Among the heavily bombed countries, morale held in
Britain and Germany and collapsed in Italy and Japan (where the atomic
bombing might be said to equate the aero-chemical attacks envisaged by
Douhet). The mid-1944 shift towards attacks on the German transportation system in modern parlance, interdiction rather than strategic bombing captures the mixed success of the strategic bombing campaigns,
whose lack of immediate results raised troubling ethical questions.41
Trying to assess their contribution to the war, the UK and US invested
much effort in wide-ranging but largely inconclusive surveys about the
recently concluded air war.
Simultaneously, the development of atomic weapons, with their capability to instantly destroy large population centers, reopened the debate about
future war and again promised rapid victory and the opportunity to shrink
conventional forces. This led to renewed interest in classic airpower theory, particularly in the United States. In order to understand how it had
developed, the newly-independent USAF sought access to the Caproni
papers and Bernard Brodie concluded that Douhets thoughts are actually more valid today than they were in his lifetime.42 This was because
nuclear weapons had suddenly made attainable the picture of obliteration
painted in the previous era. As Albert Einstein once said, I know not with
what weapons World War III will be fought, but World War IV will be
fought with sticks and stones. Brodie took the prediction to its logical
41 Stephen A. Garrett, Ethics and Air Power in World War II. The British Bombing of
German Cities, New York, St. Martins, 1993; A.C. Grayling, Among the Dead Cities,
London, Bloomsbury, 2006.
42 Bernard Brodie, The Heritage of Douhet, RAND Research Memorandum RM1013, 31 December 1952 (online rand.org, RM1013).
362
Future Wars
conclusion in his famous 1946 dictum that the chief purpose of our military establishment has been to win wars. From now its chief purpose must
be to avert them. It can have almost no other useful purpose.43 From this
basic premise, repeated at regular intervals in the following decades,
Brodie constructed a comprehensive theory of deterrence strictly entwined
with the ability to deliver the new absolute weapon.44
Once again, airpowers unique capability to deliver unstoppable
destruction deep within enemy territory promised to maintain peace at a
fraction of the cost of large standing armies and with far shorter reaction
time, particularly when IRBM and ICBMs replaced aircraft at short readiness. Until the 1962 Cuban Missile Crisis brought to light the frightful
difficulty of managing the rigid, binary alternative, deterrence returned air
warfare to the center of the national defense debate and recycled much of
the terrifying imagery of total destruction. The
1970 Non-Proliferation Treaty went one
step further, securing deterrence for
the restricted group of countries
already possessing nuclear weapons. The 1991 collapse of the
USSR all but eliminated the
risk of symmetrical nuclear
warfare and the ensuing
wars saw the use of aircraft
shift from airpower to large
scale tactical applications,
largely foregoing the ambition to shape conflicts.
363
Conclusions
Almost two and a half centuries of artificial flight have neither muted
the debate nor answered the questions about the form war will take in the
future. Recent discussions about the so-called Revolution in Military
Affairs, asymmetric conflicts, drones, cyber war and lawfare have in turn
stolen the limelight from airpower. Just as the promise of winning wars
from the air had secured independence from traditional services, the
inability to single-handedly win the latest wars is leading some to advocate the abolition of the USAF, the most airpower-oriented of all air forces.45 At the same time, and in quite the opposite direction, the Command
of the Air continues to attract considerable attention possibly more than
ever before, with a spate of recent translations in countries including
Brazil, Spain, France and even China.46 The future, it would seem, remains
difficult to interpret and discern or at least to agree upon.
To the 21st century military historian, the classical reading of the role of
airpower in war appears both operationally conventional and strategically
innovative, both tied to the past and firmly set in the future. Like many
other images Douhet conjured so easily to convey his message, the massive fleets of expensive aerial cruisers seem outdated and naive, incapable
of using national resources efficiently to shorten war.47 The meticulous
calculation of the number of aircraft and their bomb load has been discounted as frictionless, because it does not consider factors such as
accidents, navigation errors or malfunctions.48 Experience has shown the
assumed weakness of civilian morale to be largely unfounded, just as a
number of campaigns have proven the possibility of air defense. Finally,
45 Robert M. Farley, Grounded: The Case for Abolishing the United States Air Force.
del Aire (Madrid, Ministerio de Defensa, 2007, tr. Joaqun Snchez Daz), La matrise
de lair (Paris, Economica, 2007, tr. Benot Smith), O domino do ar (Rio de Janeiro,
Instituto Histrico da Aeronutica, 1988).
47 For a summary of the often fierce discussions in WW2 Britain regarding the allocation
of long-range aircraft to strategic bombing or antisubmarine warfare see John Ellis,
Brute Force. Allied Strategy and Tactics in the Second World War, New York, Viking,
1990, ch. 3 and 4.
48 L. Bozzo, cit., pp. xl e xli.
364
Future Wars
365
assets under airmen. Traditionally presented as justification for independent air forces, it is now applied through the Air Components which in
joint and/or multinational operations bring together air assets regardless of
their color or branding.
At the same time, the messy aftermath of the 2011 Libyan campaign
stands out as a reminder that unsatisfactory outcomes depend on the overall approach rather than the tools chosen to implement it.51 Targets are not
policy objectives, nor can air compensate for misjudged or non-identified
end-states.
51 Cfr. Gregory Alegi, The Italian Experience: Pivotal and Underestimated, in Karl
Muller (ed.), Precision and Purpose: Airpower in the Libyan Civil War,
shington D.C., 2015.
RAND,
Wa-
366
Future Wars
Aeque timebitur. As proclaimed in the caption, in future wars the aircraft and death
will be feared equally. Douhet and Trenchard believed this would make war less
likely, a concept taken up again during the Cold War
Storia della distopia militare
367
entre-deux-guerres connait une vague deffervescence intellectuelle dans les armes qui ont particip au premier conflit mondial. Chez les vainqueurs, comme chez les vaincus, les milieux
militaires sinterrogent avec passion sur le caractre que revtira la prochaine guerre. Dans ce climat de rflexions et dexprimentations, lun des
dbats les plus anims concerne la place et le rle des armes nouvelles au
sein des forces armes et, plus fondamentalement, limpact de la mcanisation sur le droulement des batailles futures. Linterrogation essentielle
qui alimente les discussions peut alors se rsumer comme suit : la guerre
de demain sera-t-elle nouveau un affrontement de masses dinfanterie et
dartillerie soutenues occasionnellement par laction des chars et de laviation en somme, une rdition de la guerre prcdente ou verra-t-elle,
au contraire, des flottes de vhicules blinds tous terrains et daronefs
dominer les champs de bataille, relguant de facto les armes traditionnelles
dans un rle secondaire1?
cette deuxime reprsentation de la guerre future, est gnralement associ un noyau dofficiers progressistes, qualifis de prophtes
de la guerre mcanise, dont les reprsentants les plus notables dans
lentre-deux-guerres sont J.F.C. Fuller et B.H. Liddell Hart en Angleterre,
Mikhal N. Toukhatchevski en URSS, Oswald Lutz et Heinz Guderian
en Allemagne, Charles de Gaulle en France, Francesco Saverio Grazioli
et Adolfo Infante en Italie et enfin Adna R. Chaffee aux tats-Unis.
Lhistoriographie daprs-guerre, empreinte des rcits pro domo rdigs
par plusieurs dentre eux, a fait de ces penseurs des gnies incompris, brids par linertie et le conservatisme de leur haut-commandement respec-
1 Robert M. Citino, Armored Force: History and Sourcebook, Westport, Conn., Greenwood
Press, 1994, p. 31.
368
Future Wars
tif2. Cette image biaise dune lutte opposant quelques innovateurs marginaux une hirarchie passiste et ractionnaire a toutefois t srieusement corne ces vingt-cinq dernires annes, et les historiens saccordent
aujourdhui pour reconnatre que les obstacles rencontrs par ces penseurs
dans leur approche mcanise de la guerre relevaient plutt de contraintes
politiques et budgtaires, quand ils ntaient pas tout simplement le rsultat de leur personnalit excentrique et/ou de leur intransigeance3.
Du reste, cette image est dautant plus rfutable que les thoriciens de
la guerre mcanise ne formaient pas un groupe de penseurs homogne.
voluant dans des environnements gostratgiques distincts, avec une
exprience et une culture militaire spcifiques, ils ne se rejoignaient pas
toujours dans leur reprsentation mcanise de la prochaine guerre4. Ainsi
que le montrera brivement cet article, il existe en effet, dans lentre-deuxguerres, des diffrences notables dun penseur lautre, que ce soit sur
la question du format des armes futures, du devenir des armes traditionnelles ou de lorganisation et de lemploi de larme blinde.
De tous les penseurs cits ci-dessous, les Britanniques Fuller et Liddell
2 Voir, par exemple, cet gard les mmoires de Basil Henry Liddell Hart et Heinz Guderian : The Memoirs of Captain Liddell Hart, 2 vol., Londres, Cassell, 1965 et Erinnerungen eines Soldaten, Heidelberg, Kurt Vowinkel Verlag, 1951.
3 Williamson Murray, Armored Warfare: The British, French, and German experiences, in
William Murray et Allan R. Millett, d., Military Innovation in the Interwar Period, Cambridge, Cambridge University Press, 1996, pp. 6-49 ; Harold R. Winton et David R. Mets,
d., The Challenge of Change: Military Institutions and New Realities, 1918-1941, Lincoln-Londres, University of Nebraska Press, 2000.
4 Brian Bond et Martin Alexander, Liddell Hart and De Gaulle: The Doctrines of Limited
Liability and Mobile Defense, in Peter Paret, d., Makers of Modern Strategy from Machiavelli to the Nuclear Age, Oxford, Clarendon Press, 1986, p. 600.
Storia della distopia militare
369
Hart sont, sans conteste, les plus radicaux dans leur vision mcanise de la
guerre future. Le premier, appliquant les thories darwiniennes sur lvolution au domaine militaire, prdit ainsi que les armes de masses hrites
de la Premire Guerre mondiale disparatront ni plus ni moins sous leffet conjugu des progrs technologiques et des contraintes conomiques5.
terme, elles cderont leur place des armes professionnelles dont les
effectifs rduits seront largement compenss par un haut degr de mcanisation. Consquemment, linfanterie traditionnelle sera relgue dans
des tches secondaires de garnison des points dappuis stratgiques et une
infanterie lgre, transporte en vhicules blinds tous terrains, lui succdera sur les champs de batailles6. Cette dernire sera toutefois, elle aussi,
cantonne dans une fonction dfensive, Fuller privilgiant les chars et lartillerie lourde autopropulse comme moyens dattaque en rase campagne.
Il admet cependant que dans les zones impropres au dploiement de vhicules lourds, comme les forts, les zones montagneuses, ou marcageuses,
cette infanterie lgre mcanise trouvera une certaine utilit offensive en
neutralisant les positions antichars adverses7.
Quant Liddell Hart, trs influenc par Fuller dans les annes vingt,
il reproduit peu ou prou le mme tableau dune arme mcanise aux effectifs restreints. Il se dmarquera nanmoins de son an sur le rle de
linfanterie lgre en dveloppant lide des tank/land marines, des
fantassins embarqus en vhicules blinds tous terrains qui auraient pour
mission de nettoyer et doccuper le terrain dans le sillage des chars8. Quoi
quil en soit, Fuller et Liddell Hart nattribuent linfanterie, mme sous
une forme mcanise, quun rle secondaire. Les penseurs britanniques
estiment, en effet, que sur les terrains praticables aux chars, ceux-ci se suffiront presqu eux-mmes dans les actions offensives et nauront besoin
que du soutien ponctuel de troupes du gnie et dartillerie lourde automo-
5 Brian Holden Reid, J. F. C. Fuller: Military Thinker, Londres, Macmillan Press, 1987, pp.
153-154.
6 Ibid., pp. 161-163.
7 Brian Holden Reid, Studies in British Military Thought. Debates with Fuller and Liddell
Hart, Lincoln, University of Nebraska Press, 1998, pp. 27-28.
8 Azar Gat, Liddell Harts Theory of Armoured Warfare: Revising the Revisionists, The
Journal of Strategic Studies, vol. 19, n1, mars 1996, pp. 18-19.
370
Future Wars
trice pour rduire les points dappuis fortifis. Il en rsulte que chez ces
thoriciens, la coopration interarmes est rduite sa plus simple expression, ce que traduit dailleurs implicitement leur conception de lunit blinde o linfanterie motorise demeure trs limite en nombre par rapport
aux chars9. cet gard, Fuller sera mme accus par ses dtracteurs
tort cependant de vouloir constituer une arme compose exclusivement
de chars (all-tank army). Quant lemploi des formations blindes, les
deux thoriciens britanniques lenvisagent sous la forme dune pntration
rapide sur les arrires de lennemi mais divergent quant son degr de
profondeur, Fuller privilgiant plutt une attaque sur les centres de commandement de ladversaire lchelle tactique l o Liddell Hart imagine
des raids stratgiques contre ses bases logistiques loignes10.
En URSS, ces visions davenir darmes professionnelles rduites ne
sont pas au got du marchal Toukhatchevski, grand aptre de la mcanisation de lArme rouge, qui considre ce type doutil militaire comme
lmanation des tats capitalistes, incapables de mobiliser les masses.
Critiquant les thories de Fuller, il affirme, contrairement ce dernier,
que les progrs technologiques ne rduisent pas lutilit des ressources
humaines, mais quils rorientent simplement leur utilisation la guerre
dans dautres tches, tout en permettant daccrotre considrablement la
production darmement moderne11. Partant, sa vision de larme future au
dbut des annes trente est celle dune force massive aux effectifs considrables, tant en hommes quen engins de combat mcaniss. Il en rsulte galement que chez Toukhatchevski, les troupes mcanises nont
pas vocation se substituer intgralement aux forces traditionnelles. Dans
son schma thorique de la bataille en profondeur (Deep battle), le marchal sovitique prvoit ainsi que des armes de choc composes de formations dinfanterie et dartillerie conventionnelles devront enfoncer le
front adverse au profit de groupes mobiles constitus, pour leur part, de
troupes mcanises. Une fois la perce obtenue, il reviendra alors ces
371
12 C. J. Dick, The Operational Employment of Soviet Armour in the Great Patriotic War,
in J. P Harris et F. H. Toase, d., Armoured Warfare, pp. 90-91.
13 Christopher Paul McPadden, Mikhail Nikolayevich Tukhachevsky (1893-1937): Practitioner and Theorist of War, The Land Warfare Papers, n56, aot 2006, p. 17.
14 Robert M. Citino, Armored Force, p. 60.
15 Jacob W. Kipp, Mass, Mobility, and the Red Armys Road To Operational Art, 1918-1936,
Fort Leavenworth, Kan., United States Army Foreign Military Studies Office, 1988, p. 17.
372
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375
29 John Joseph Timothy Sweet, Iron Arm: The Mechanization of Mussolinis Army, 19201940, Westport, Conn., Greenwood Press, 1980, pp. 71-73 et 78.
30 John Gooch, Mussolini and his Generals, p. 235.
31 John T. Hendrix, The Interwar Army and Mechanization , p. 79 et s.
32 David E. Johnson, Fast Tanks and Heavy Bombers: Innovation in the U.S. Army, 19171945, Ithaca-Londres, Cornell University Press, 1998, p. 143.
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Future Wars
sation interarmes trs aboutie qui associe troitement les chars leurs lments dappui. Ceux-ci comprennent de linfanterie et de lartillerie motorise, un dtachement antichar, des troupes de reconnaissance, du gnie,
etc.33 Ainsi quipe, la division blinde allemande (Panzerdivision) doit
pouvoir agir en toute autonomie et mener des actions tant offensives que
dfensives. Dans les premires, les chars joueront alors, selon Guderian,
le rle principal. Agissant indiffremment comme instrument de la perce ou outil dexploitation, ils seront dploys en masse dans des attaques
surprises sur des terrains propices leur progression. Leur attaque sera
combine laction des autres armes qui volueront en protection sur leur
flanc et/ou dans leur sillage, cependant que dans les airs laviation tactique
aura pour tche dempcher ou de retarder la monte en ligne des rserves
ennemies34.
Si lon retrouve ce caractre interarmes des oprations mcanises chez
de Gaulle, celui-ci envisage toutefois lemploi offensif des chars dune faon beaucoup plus squentielle, articule en trois temps. Groups dans un
premier chelon, des chars lgers doivent dabord reconnatre le terrain et
identifier les rsistances. Vient ensuite lchelon de combat proprement
parler, constitu de chars moyens et lourds. Cest eux quchoit la perce. Enfin, le troisime chelon est, quant lui, destin la relve et la
phase dexploitation35. Les thoriciens italiens de la guerre de mouvement
mettent, pour leur part, laccent sur les chars lgers. Leur rle varie alors
en fonction du type dunit qui les emploie. Engin dappui pour linfanterie et la cavalerie dans les divisions rapides (celeri), le char devient ainsi
instrument de la perce et de lexploitation au sein des units blindes o
il coopre davantage avec les autres armes.
Au terme de cette courte mise en perspective, il apparat que les thoriciens de la guerre mcanise ne partageaient pas une vision uniforme de
ce que serait loutil militaire de la prochaine guerre, ni de la faon dont il
serait employ au combat. Pour ngligeables quelles puissent paratre en
comparaison des ides forces primaut de loffensive sur la dfensive,
33 Robert M. Citino, The Path to Blitzkrieg: Doctrine and Training in the German Army,
1920-1939, Boulder, Col., Lynne Rienner, 1999, p. 231.
34 Heinz Guderian, Achtung-Panzer!, pp. 180-181.
35 Charles de Gaulle, Vers larme de mtier, pp. 123-124.
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377
importance du mouvement et de la vitesse, accent mis sur les armes nouvelles, etc. qui rassemblaient ces thoriciens dans lentre-deux-guerres,
les diffrences de conceptions relatives la place des armes traditionnelles
et aux mthodes demploi des forces mcanises auront pourtant leur importance. Avant et pendant la Seconde Guerre mondiale, elles impacteront
en effet la doctrine demploi et, partant, les performances des troupes blindes des diffrents belligrants sur les champs de batailles.
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by Jeremy Black
his paper focuses on speculations in the 1920s and 1930s about the
next war centring on the problems created for Britain by uncertainty over which power would be their leading opponent. Much of the
discussion on the British military in this period focuses on the question
of whether the correct responses were made to the possibilities of new
technology, notably in the shape of aircraft and tanks. This question looks
toward the issue of the British responses to the German and Japanese offensives in 1940-2, and, notably, the problem of the ability to adapt to the
challenges of blitzkrieg.
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wideranging participation in the Russian Civil War, conflict with Afghanistan, instability in the Punjab, rebellion in Ireland, Iraq and Egypt, and
challenges to British interests in Iran. 1922-30 again saw a range of issues,
including concern about the possibility of war with Turkey over, first, Constantinople and the Dardanelles and, subsequently, its border with Iraq, as
well as instability in the Arabian peninsula, and attacks on British interests
in China. In 1931-8, Japanese, Italian and German expansionism were all
serious problems for British interests and views on international relations.
There were also rebellions or disturbances in the British empire, notably
on the North-West Frontier of India and in Palestine, but also in Jamaica,
Malta and Myanmar.
This incomplete list leaves out the possibility that tensions or disputes
with other major powers, notably France and the United States, might lead
to conflict. With hindsight, and notably in light of the developing challenges in the 1930s, these scenarios might appear implausible, but they led not
only to speculation but also to planning, notably to American plans for war
with Britain, including the invasion of Canada.
The variety of these challenges helps explain why it was so difficult to
determine strategy. Military historians considering this period are apt to
underplay the challenge of rebellion and to focus on symmetrical conflict
between the conventional forces of independent states, but that was not a
certainty as far as British planners were concerned. Instead, they had to
consider the hypotheticals of future conflict in such circumstances against
the more pressing immediate issues of security within the empire. These
latter issues were enhanced because of the extent to which the army was
responsible for what in effect was civil policing.
Moreover, the reliance of the British imperial system on native troops,
notably in South Asia, underlined the need to emphasise the security of relevant areas, while also ensuring that certain tasks were best suited to a large
part of the army and, conversely, others to only a part of it. The same was
not the case for the navy or the air force, and this point underlines the very
different strategic dimensions of the particular branches of the military. British concern with empire reflected the experience of the First World War,
when the empire had provided crucial support, in men, money and supplies,
in Europe. Thus, the empire was both a source of weakness through over-extension, and of strength. This paradox was highly important.
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Germany also po
sed a naval challenge,
but the German navy
appeared weaker as
a strategic challenge
than those of Japan and
Italy, because, until the
conquest of Denmark,
Norway and France in
1940, Germany lacked
significant naval room
for manoeuvre or access to the North Atlantic. Nevertheless, despite its strength as the worlds foremost naval
power, Britain did not have a navy capable of fighting Germany, Italy and
Japan simultaneously. That was the product of the stop on capital ship construction under the Washington Naval Treaty, as well as the lack of sufficient British industrial capability and fiscal strength; but also of the buildup of the strength of these three powers. However, to expect the arithmetic
of naval power to provide for conflict at once with all three states was to
anticipate a margin of superiority that was unreasonable given the state of
the country and the fact that the potential enemies were well apart, but also
one that diplomacy sought to avoid the need for. Allowing for the significance and consequences of serious rivalries between the views of the key
ministries, the Treasury, Foreign Office and Admiralty, British naval strategy planned that, if necessary, operations against threats arising simultaneously would be conducted sequentially in separate theatres. This strategy
assumed that operational flexibility could help lessen the constraints posed
by tough fiscal limits. In addition, war, it was hoped, was likely to bring
Britain the support of allies, notably France against Germany and Italy,
and the United States against Japan.
From Germany, it was the Luftwaffe that was a threat in a way that
the Italian, Japanese and, indeed, Soviet air forces could not be to Britain
itself. As a result, the strategic need for air-defence was dependent on the
prospect of war with Germany. Whereas aircraft could be moved, radar
stations were fixed facilities. Thus, defence of Britain, as opposed to that
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1 Imre Fzi, A magyar katonai elmlet s a hadsereg felksztse 1939. szeptember 1-ig
In Hadtrtnelmi Kzlemnyek, 1985, N. 2, pp. 387, 388.; Hadtrtnelmi Levltr [Archivio di Storia Militare, Budapest, dora in poi HL], TGY 2015.
2 Lrnd Dombrdy, Adalkok a magyar uralkod osztlyok katonapolitikjhoz (1927
1936) In Hadtrtnelmi Kzlemnyek, 1977, N. 1, p. 5.
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1931 per effetto della crisi innescata dalla Grande Depressione e nel 1932
sal al potere il leader Gyula Gmbs (1886-1936) che ottenne da Mussolini
un maggior sostegno al riarmo e alle rivendicazioni territoriali verso
Romania e Jugoslavia, frenate invece da Hitler. Volente o nolente, dopo
lAnschluss lUngheria si alline sempre di pi alla Germania ottenendo in
cambio vaste porzioni della Slovacchia meridionale e della Rutenia subcarpatica. Il premier Pl Teleki (1879-1941), filo-britannico ma antisemita, si
oppose al passaggio di forze tedesche per lattacco alla Polonia, ma in
cambio di parte della Transilvania dovette aderire al Tripartito e si suicid
per non avallare lattacco tedesco alla Jugoslavia.
Parallelamente al revisionismo diplomatico (1933 Patto a Quattro;
1935 Fronte di Stresa; 1938 Conferenza di Monaco; 1938 e 1940 primo e
secondo arbitrato di Vienna) tutti i governi ungheresi continuarono per a
pianificare azioni di forza unilaterali, nonostante le condizioni disastrose
dellesercito.
La (mancata) collaborazione italiana nella pianificazione bellica
A partire dallaprile 1928 il sostegno italiano allammodernamento
delle forze ungheresi si and sempre pi intensificando, anche allo scopo
di bilanciare linfluenza francese in Cecoslovacchia e Romania e la dipendenza economica e militare dellUngheria dalla Germania. Un gran numero di ufficiali ungheresi furono inviati in Italia per corsi di formazione e
aggiornamento istruzione e una delle ragioni del sostegno congiunto italoungherese allaustrofascismo di Dollfuss fu di poter far transitare attraverso lAustria materiale bellico italiano per lUngheria.
Nellagosto-settembre 1929 i vertici militari ungheresi si recarono in
visita in Italia6 e Gmbs (allora sottosegretario alla difesa) propose a
Mussolini la creazione di quattro commissioni tecniche: pianificazione
operativa, armamenti, industria (materie prime e capacit produttive) e
questioni agrarie e finanziarie7. Il duce, che aveva linterim della guerra,
1930 Lord Rhotermere espresse simpatie per Hitler, nella convinzione chge volesse restaurare la monarchia in Germania.
6 ASDMAE AP (1919-30), 1767, 8188. Gazzera 18 dic. 1929, n 25199 e allegati.
7 Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, Affari Politici 1919-1930,
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391
limit tuttavia la cooperazione ai soli armamenti, col pretesto che estenderla alla pianificazione operativa e allo scambio di risorse industriali,
alimentari e finanziare avrebbe richiesto una armonizzazione troppo vasta
delle rispettive politiche nazionali e il coinvolgimento dei rispettivi ministri degli esteri. Ma la vera ragione era che non si voleva far prendere visione ai militari ungheresi, ritenuti filo-tedeschi, dei piani operativi italiani, i
quali presupponevano una Germania ostile.
Di cooperazione strategica italoungherese in funzione anti-jugoslava torn a parlare il ministro degli
esteri ungherese in vista della prima
visita ufficiale di Gmbs a Roma
in qualit di presidente del consiglio, nel novembre 1932. Ma il premier respinse la proposta, osservando che tanto il governo italiano,
quanto lo stato maggiore ungherese
erano pessimisti circa una guerra
contro la Jugoslavia, ed era ancora
troppo presto per sottoporre la questione ai rispettivi stati maggiori8. In
realt la cautela sulla Jugoslavia
non era tanto di Mussolini, quanto
dei vertici militari italiani, consci
come quelli ungheresi che un eventuale conflitto avrebbe inevitabilmente comportato lintervento francese e
della Piccola Intesa e che le forze italiane e ungheresi non erano in grado di
sostenere una guerra su due fronti.9 Allordine del giorno non cera laggres1765, 8178. De Astis 8 ottobre 1929, n 2542/1038/A51. In allegato il rapporto di Oxilia
n 473 dell8 ottobre 1929.; questo vedi anche in: I Documenti Diplomatici Italiani, 7 serie, Vol VIII, Roma, 1972, n 55.
8 Magyar Nemzeti Levltr Orszgos Levltra [Archivio Nazionale Ungherese, Budapest,
dora in poi MNL] K 64 1932-23-621 a. e d.
9 Anche le priorit erano diverse: lItalia vedeva come nemico numero uno la Jugoslavia,
mentre nei progetti dello S. M. ungherese questo era la Cecoslovacchia, e la Jugoslavia era
solo al terzo posto dopo la Romani.
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12 dicembre 1940: la firma del patto di eterna amicizia tra Ungheria e Jugoslavia
ungheresi, inizialmente non contemplato, era previsto al solo scopo di assecondare loffensiva italiana in Slovenia. Questa doveva consistere in una
manovra attraverso lAustria su Lubiana e poi attraverso lUngheria sulla
direttrice NagykanizsaZagabria. Qui dovevano entrare in azione anche gli
ustascia croati, col compito di paralizzare le forze jugoslave, per poi congiungersi con le forze italiane e puntare direttamente su Belgrado. Gli
ungheresi dovevano invece occuparsi della Cecoslovacchia. Il piano era
per irrealistico, perch non teneva conto delle possibili reazioni romene e
tedesche, della vulnerabilit ungherese al potere aereo della Piccola Intesa
e della mancanza di difese anticarro e di artiglierie in grado di battere le
fortificazioni cecoslovacche. Inoltre la guerra dEtiopia aveva mutato la
politica italiana verso la Germania. Questa aveva forti interessi sia in
Jugoslavia che in Romania e, non volendo provocarla con un cataclisma
geopolitico nellarea danubiana, Mussolini archivi definitivamente il
piano, pur dicendo agli ungheresi che era solo sospeso in attesa di un pretesto, ad esempio un eventuale inasprimento delle sanzioni internazionali.12
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14 Fortunato Minniti, Fino alla guerra. Strategie e conflitto nella politica di potenza di Mussolini 1923-1940, Napoli, 2000, pp. 212-215.
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sia tra Stati Uniti e Canada. Questi ultimi furono desegretati nel 1974, e la
loro pubblicazione nel 19777 provoc un incidente diplomatico tra i due
paesi. E ancora nel 1993 uno storico psico-sociologo sostenne che gli Stati
Uniti stavano progettando limminente invasione del Canada con la 10th
Mountain Division8. Ovviamente i piani di contingenza sono prassi normale di tutti gli stati maggiori. Ma quelli reciproci tra Canada e Stati Uniti
fanno emergere gli storici antagonismi fra i tre poli delloriginario nucleo
Nordatlantico, rimossi o minimizzati nel discorso pubblico e confinati alla
storiografia specialistica9.
La conflittualit anglo-americana dal 1775 al 1935
Pari agli Stati Uniti per estensione territoriale, il Canada ha un decimo
della loro popolazione ed economia. La frontiera comune la pi lunga del
mondo, e per oltre un secolo e mezzo stata militarmente sensibile. Gli
Stati Uniti la varcarono invano nel 1775 per sollevare i franco-canadesi e
7 Richard Preston, the Defence of the Undefended Border. Planning for war in North America 1867-1931, McGill-Queens U. P., Montreal, 1977, p. 277.
8 Floyd WebsterRudmin, Bordering on Aggression: Evidence of U.S. Military Preparations
Against Canada, Voyageur Publishing, 1993; Id., A Cognitive History of the Canadian
Avoidance of American Threats, 1910-1990, University of Troms, 1996 online.
9 Gerald M. Craig, The United States and Canada, Cambridge, MA, Harvard U. P. 1968;
J. L. Granatstein and Norman Hillmer, For Better or for Worse: Canada and the United
States to 1990, Copp Clark Pitman, Toronto, 1991; T. Gordon Stewart, The American Response to Canada since 1776, Michigan State U. P., 1992; C. C. Eldridge (Ed.), Kith and
Kin: Canada, Britain and the United States from the Revolution to the Cold War, Cardiff,
University of Wales Press, 1997; John Herd Thompson and Stephen J. Randall, Canada
and the United States: Ambivalent Allies, University of Georgia Press, 2002; Jason Andrew Kaufman, The Origins of Canadian and American Political Differences, Harvard U.
P., Cambridge, MA, 2009.
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e la British Columbia.
Al 1871 risalgono i primi due romanzi
americani di fantaguerra tra Gran Bretagna
e Stati Uniti, nel ruolo di aggressori insieme a una Coalizione europea oppure alla
sola Russia; trionfa la Royal Navy e viene
restaurata la Confederazione11. In un romanzo britannico del 1885, la rivoluzione
feniana appoggiata dagli immigrati anarcosocialisti complotta per assassinare la regina Vittoria e provoca lintervento delle Nazioni Europee e loccupazione permanente
degli Stati Uniti12. In tre romanzi del 188889 il casus belli sono i diritti di pesca nelle acque canadesi: nel primo a perorare la
guerra Lord Randolph Churchill, il padre di Winston13. Come in altri due
romanzi del 1896 e 189714, gli americani occupano il Canada orientale, ma
la flotta inglese distrugge quella americana e bombarda la costa Atlantica.
La forza dellAmerica sta nelliniziativa individuale: audaci scienziati, intrepidi corsari, perfino un cartello patriottico di capitalisti e imprenditori
(American War Syndicate) che prende la guerra in appalto e sperimenta
nuove superarmi elettriche.
I romanzi riflettono la collisione tra due placche tettoniche imperiali,
resa inevitabile dalla crescente potenza economica degli Stati Uniti15, con
11 Abraham Hayward, The Second Armada; An., The Battle of Ironclads. Hallie Williams. A
True Daughter of the South (1900) una storia controfattuale della guerra civile, vinta dai
Ribelli grazie alla flotta inglese [Everett F. Bleiler, Science-Fiction. The Early Years, The
Kent State U. P., 1990, NN. 1075, 267d e 2338, pp. 356, 84 e 820].
12 Sir Henry Standish Coverdale (pseud.), The Fall of the Great Republic [Bleiler, N. 487,
p. 162].
13 Samuel Barton, The Battle of the Swash and the Capture of Canada (1888); Francis R.
Stockton, The Great War Syndicate (1889); W. H. C. Lawrence, The Story of 92 (Toronto,
1889). [Bleiler, NN. 135, 2014, 1285, pp. 41, 709, 426].
14 Francis George Burton, The Naval Engineer and the Command of the Sea (N. Y., 1896);
James M. Galloway, John Harvey (Chicago 1897) [Bleiler, NN. 338 e 1541, pp. 112 e
516].
15 Brooks Adams, The Law of Civilization and Decay (1895), Americas Economic SupremaStoria della distopia militare
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nel 1913 col riconoscimento inglese del presidente Huerta, inviso a Washington per lassassinio di Madero, e con la fornitura di armi da parte
del Giappone (per reazione alle restrizioni californiane allimmigrazione
nipponica). Grazie al carburante messicano la flotta inglese poteva infatti
attaccare anche dai Caraibi, contemporaneamente ad un attacco nipponico sulla costa del Pacifico. Temendo addirittura un imminente sbarco di
200.000 giapponesi, il vertice militare interforze (Joint Army and Navy
Board, creato nel 1903 da Roosevelt) prese liniziativa di concentrare forze navali alle Hawaii e nelle Filippine. La marina aveva fatto lo stesso nel
1898, ma il presidente Wilson, meno corrivo di McKinley, oltre a dare il
contrordine, and su tutte le furie per la violazione delle sue prerogative
costituzionali22.
Lantagonismo anglo-americano era comunque attenuato dalle rispettive correnti atlantiste, rafforzate dalla grande guerra. In opposizione
alla politica wilsoniana di neutralit armata, Leonard Wood e Roosevelt
lanciarono il movimento della Preparedness; e dopo lincidente del Lusitania e lincursione di Pancho Villa su Columbus, lo stesso presidente
fu convinto dal suo consigliere Edward Mandell House a varare un enorme potenziamento militare e a sostenere le democrazie. Tuttavia i prestiti
allIntesa, i Quattordici Punti e lintervento nella grande guerra non eliminarono, ma paradossalmente resero pi acuta la competizione tra lImpero
e la Repubblica23. Gi nellottobre 1918 la missione commerciale inglese
in Sudamerica fu vista a Washington come una indebita concorrenza ai
negoziati della Armstrong-Vickers col governo brasiliano24. Oltre alle profonde divergenze che portarono alla dissociazione americana dalla pace
Cartaginese (come la definiva Keynes), gli attriti strategici erano tali da
far scrivere a Wilson, subito dopo la conclusione della pace che si sarebbe potuti giungere ad una guerra con la Gran Bretagna.25
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potente del mondo. La crisi del 29 favor tuttavia la ripresa del negoziato
navale, concluso col trattato di Londra, che teneva conto delle esigenze
britanniche consentendo una superiorit della Royal Navy nella categoria
degli incrociatori leggeri.
La genesi del Plan RED
Come ha recentemente ricordato John Hattendorf, decano del Naval
War College, Mahan himself drafted the first American naval war plan in
1890 based on a concept for a weak U.S. Navy to operate with a defensiveoffensive strategy.42. Lidea fondamentale era ovviamente di sfruttare la
superiorit terrestre per privare la flotta britannica delle sue basi nel Canada Orientale e limitarne cos lautonomia. Il 15 dicembre 1892 lo S. M.
dellesercito (Adjutant-General Office) chiese ai comandanti regionali di
studiare la conquista del Canada. Analoghi studi furono fatti nel 1894 e
1896 per la presa di Halifax e del New England43.
Con la costituzione, il 17 luglio 1903, del Joint Army and Navy Board,
precursore dellattuale Joint Chiefs of Staff, la pianificazione bellica ame42 Steven T. Ross, American War Plans 1890-1939, Routledge, 2013, pp. 8-9.
43 Ross, cit,, pp. 7 e 11.
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gio 1930 dai segretari della Guerra e della Marina, integrato nel febbraio
1931 dai piani di forza armata, ed emendato nel 1934 prevedendo luso
immediato dei gas e il bombardamento strategico di Halifax. Nel febbraio
1935 il Congresso stanzi 57 milioni di dollari per la costruzione di tre
basi aeree strategiche lungo il confine canadese: camuffata da aeroporto
civile, la base nei Grandi Laghi dominava la Penisola dellOntario, cuore
dellindustria canadese. Per errore la notizia trapel e comparve sul New
York Times del 1 maggio. In agosto lesercito americano svolse le sue pi
grandi manovre in tempo di pace alla frontiera canadese, con 36.000 uomini e 15.000 in riserva in Pennsylvania. Il 18 dicembre il piano fu sottoposto
al presidente, ma non fu approvato53.
Il piano considerava come causa della guerra la constantly increasing Blue economic penetration and commercial expansion into regions
formerly dominated by Red trade. Per evitare la rovina economica, Red
avrebbe dovuto distruggere la marina mercantile e il commercio estero di
Blue e occuparne i possedimenti doltremare incluso il Canale di Panama.
Per non apparire come laggressore, Red avrebbe cercato to provoke Blue
into acts of hostility. Lobiettivo di Blue sarebbe allora divenuto la definiva expulsion di Red dal Nord e Sud America e la sua definite elimination as a strong competitor in foreign trade. La guerra sarebbe stata
A War of long duration, involving the maximum effort of the armed
forces and civil power of the United States, directed initially toward the
isolation of Crimson from Red and the defeat of Red armed forces in North
America and the Western North Atlantic, including the Caribbean Sea and
the West Indian waters, and finally toward the economic exhaustion of the
Red Kingdom.
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di Virgilio Ilari
patriotism...bought and paid for is not patriotism.
President Coolidge, May 15th 1924, vetoing
a bill granting bonuses to the Veterans of WWI
In the background of the Great Depression and New Deal, the Bonus Army
March (1932), the Business Plot against FDR (1934) and the funny apologue
of the Veterans of Future Wars (1936) show how difficult it is to predict the
unintended consequences of the victories and their continuing financial costs
in the medium and long term. But it is illusory to hope that the spiraling costs
will deter the U. S. from waging war.
1 John A. Nagy, Rebellion in the Ranks: Mutinies of the American Revolution, Yardley (PA),
Westholme Publishing 2007, pp. 217 ss.
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5 Herbert Molloy Mason Jr., VFW: Our First Century, Lenexa (Kansas), Addax Publishing
Group, 1999. Fondata nel 1913 sul modello dellassociazione dei veterani nordisti (Grand
Army of the Republic), la Veterans of Foreign Wars derivava dalle associazioni dei veterani della guerra ispano-americana.
6 Smedley Darlington Butler (1881-1940). Hans Schmidt, Maverick Marine: General
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Temendo che la sfida dei veterani potesse catalizzare le pulsioni populiste di destra e di sinistra, Hoover scelse infine la maniera forte. Il 27 luglio
lAttorney General ordin di sgombrare le propriet federali, e nelloperazione la polizia aperse il fuoco uccidendo due veterani, uno dei quali immigrato lituano, e facendo un migliaio di feriti, senza per riuscire
nellintento. Hoover trasfer allora il compito allesercito e il capo di stato
9 Durante la Grande Depressione le baraccopoli dei senza casa venivano beffardamente
chiamate Hovervilles in onore del presidente.
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maggiore, generale Douglas McArthur, volle personalmente guidare loperazione, nonostante fosse sconsigliato dal suo primo aiutante di campo,
il futuro presidente Dwight David Ike Eisenhower. McArthur era infatti
convinto che la Bonus Army fosse pilotata dai comunisti, anche se lintelligence militare aveva ridimensionato la loro presenza nel comitato organizzativo. Le truppe, 500 uomini del 12th Infantry e 600 del 3rd Cavalry con
maschere antigas e 6 carri Renault, erano comandate dal futuro generale
dacciaio George Smith Patton, allora maggiore.
Allalba del 28 le truppe furono schierate sulla Pennsylvania Avenue.
Credendo che fossero state mandate a difenderli dalla polizia, i dimostranti le applaudirono, ma allimprovviso furono caricati dalla cavalleria di
Patton. Poi intervennero i fanti con le baionette inastate e il gas lacrimogeno
sgombrando i campi minori. I dimostranti si rifugiarono allora oltre lAnacostia e Hoover ordin di cessare loperazione. McArthur tuttavia disobbed
dicendo di dover fermare un colpo di stato e fece dare alle fiamme Camp
Marks, con un bilancio di 55 feriti e 125 arrestati. La moglie di un veterano abort e un ragazzo dodicenne mor intossicato dal gas. Lex soldato di
prima classe Joe Angelo (1896-1978), decorato della Distinguished Service
Cross per aver salvato la vita di Patton il 26 settembre 1918, tent invano di
parlamentare col suo ex comandante, che neg di conoscerlo e lo fece arrestare (dichiarando in seguito di averlo pi volte sussidiato di tasca propria).
Anche se il fattore decisivo per la sconfitta di Hoover fu la sua difesa ad
oltranza del gold standard, influ pure leccessiva durezza verso i veterani.
Lo stesso Butler (del resto sconfitto alle primarie repubblicane) fece un endorsement a favore di Roosevelt, anche se il candidato democratico aveva
preso posizione contro il Bonus Bill. Del resto il voto degli operai e delle
minoranze (neri, ebrei, italiani, polacchi) per i democratici determin tra
laltro un vasto e permanente mutamento della base sociale dei due tradizionali partiti americani.
Nel marzo 1933 la Metro Goldwyn Mayer salut linsediamento del
nuovo presidente con un film di Gregory La Cava (Gabriel over the White
House), tratto da un romanzo (Rinehard) di Thomas Frederick Tweed10
10 Thomas Frederick Tweed (1890-1940), dei Lancashire Fusiliers, era stato il pi giovane
tenente colonnello britannico ed era consigliere di Lloyd George.
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del 1933, i profitti di guerra, lavventurismo militare e gli intrighi dellamministrazione Roosevelt con gli affaristi e invitava a prendere per il collo
i banchieri e i pescecani di Wall Street e i loro burattini fascisti dellAL.
Nei primi mesi del 1934 McGuire fece un viaggio in Europa e si entusiasm per lorganizzazione fascista francese delle Croci di fuoco. Il 22 agosto incontr nuovamente Butler e, prospettandogli il rischio di una deriva
comunista, gli propose apertamente di guidare un colpo di stato, assicurandogli un finanziamento di tre milioni di dollari e un esercito di mezzo
milione di veterani. Il piano prevedeva di prendere a pretesto la malferma
salute di Roosevelt per guidare una grande marcia sulla Casa Bianca e
imporre la dittatura di Butler col titolo di segretario degli affari generali, lasciando al presidente un ruolo puramente nominale. Il 23 agosto fu
ufficializzata la nascita dellAmerican Liberty League, un think tank di
estrema destra derivato su una precedente associazione antiproibizionista,
il cui tesoriere era Graveson Murphy (il datore di lavoro di McGuire) e che
era finanziata tra laltro da Robert Clark.
Il 13 settembre McGuire incontr Paul Comly French, un reporter che
era stato segretario personale di Butler, il quale a fine settembre avvis
van Zandt che i cospiratori intendevano incontrarlo di nuovo durante un
meeting della VFW. La denuncia di Butler fu trasmessa al Congresso, che
affid lindagine ad una speciale commissione dinchiesta sulle attivit
non americane (il comitato McCormack-Dickstein), il quale si insedi il
20 novembre 193413. French ne dette notizia il 21 sul Philadelphia Record
e il New York Post. Il 22 il New York Times boll linchiesta come una
colossale bufala. McArthur, chiamato in causa come dittatore di riserva
Eye a causa dele febbri ricorrenti contratte durante le Banana Wars a favore dellUnited
Fruit Company in Honduras (1903) e Nicaragua (1909-12). Butler aveva combattuto pure
nelle Filippine contro Aguinaldo, in Cina (a Tien Tsin e San Tan Pating) e contro i ribelli haitiani (1915) e nel marzo 1914 aveva svolto una ricognizione segreta in Messico per
preparare lo sbarco di Veracruz.
13 Nel 1938 il comitato della Camera per le attivit non-americane (HUAC), sia fasciste che
comuniste, fu reso permanente. Sopravvisse sono al 1969 e non va confuso con la celeberrima Commissione McCarthy. Il principale animatore dellHUAC fu il deputato democratico Samuel Dickstein (1885-1954). Nel 1999 spuntarono dagli archivi sovietici documenti secondo i quali proprio allepoca dellinchiesta sul business plot sarebbe stato al soldo
dellNKVD, il precursore del KGB.
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qualora Butler avesse rifiutato, disse che era la miglior barzelletta dellanno. Il sindaco di New York, Fiorello La Guardia, liquid laffare come un
cocktail push.
Linchiesta si protrasse fino al 29 gennaio 1935, pochi giorni dopo la
morte di McGuire, avvenuta per cause naturali. Il rapporto finale sosteneva
che era provata lintenzione di alcuni cittadini di instaurare una dittatura
fascista, ma non erano emersi interferenze europee n concreti preparativi. La rivista comunista New Masses comment che linchiesta era stata
insabbiata e che il putsch era parte di una cospirazione di finanzieri ebrei
collusi con gruppi fascisti14.
14 Archer, cit., prende sul serio il Wall Street Plot, facendolo risalire a John Pierpont Morgan.
Il Business Plot menzionato nel documentario canadese The Corporation (2003) scritto
da Joel Bakan e diretto da Mark Achbar. Nel 2011 Oliver Stone acquis i diritti cinematografici del libro di Archer ma, melius re perpensa, rinunci a produrre un film tratto dal libro, che avrebbe dovuto essere diretto da Michael Mann, con Ralph Fiennes nella parte di
Butler. Probabilmente lepoca della GWOT non propizia per rivangare War is a Racket.
V. pure L. Wolfe, The Morgan Fascist Coup Plot and How Roosevelt Defeated It, EIR,
August 11, 2006, pp. 46-67. Sally Denton, The Plots Against the President: FDR, A Nation
in Crisis, and the Rise of the American Right, Bloomsbury Publishing USA, 2012.
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17 Lester G. Telser, The Veterans bonus of 1936, Journal of Post Keynesian Economics,
Vol. 26, No. 2, 2003, pp. 227-244. Hugh Rockoff, Americas Economic Way of War: War
and the US Economy from the Spanish-American War to the Persian Gulf War, Cambridge
University Press, 2012, pp. 152-154.
18 Stephen R. Ortiz, Beyond the Bonus March and GI Bill: How Veteran Politics Shaped the
New Deal Era, NYU Press, 2009. Id., Well-Armed Internationalism: American. Veteran Organizations And the Crafting of an Associated. Veterans Internationalism 1919
1939, in Julia Eichenberg and John Paul Newman (Eds), The Great War and Veterans
Internationalism, Palgrave Macmillan, 2013, pp. 53-76.
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alla cui cesarea maest si inchinavano comicamente i futuri gladiatori universitari: O Congress! Te morituri salutamus! Libro e moschetto!.
Il costo della prossima guerra continuava Gorin era ignoto, ma, tenuto conto dei precedenti storici e dei progressi tecnologici, si poteva stimare
al decuplo della guerra passata21. Il bonus alla generazione perduta22 era
costato 4 miliardi, quindi quello per i 15 milioni di futuri veterani sarebbe
stato di 40. Il veterano liberale Roger Burlingame calcolava addirittura
68 miliardi per 7 milioni di superstiti su 8 milioni di mobilitati, cifra talmente esorbitante che a suo dire avrebbe reso impossibile intraprendere
una nuova guerra23. Ora lunico vantaggio di combattere era di poter poi
vivere di rendita: questo era stato il vero motivo per cui si era potuta formare la Continental Army, con buna pace delle DAR24. I giovani chiamati
alle armi avevano quindi diritto di sapere se lo stato era in grado di mantenerli poi vita natural durante, altrimenti non cera motivo di presentarsi.
Prepagandoli, invece, avrebbero acquisito fiducia e gratitudine verso lo
stato, e in caso di guerra sarebbero stati incentivati ad andare al fronte,
piuttosto che starsene a casa schiacciati dalle tasse per finanziare le pensioni altrui.
E poi cerano vedove e orfani. La (lillipuziana) associazione dei veterani
21 Gorin tirava a indovinare, ma la stima era realistica, almeno in termini strettamente finanziari. Secondo un recente studio per il Congresso (Stephen Daggett, Costs of Major U. S.
Wars, CRS 7-5700, 2010) le due guerre mondiali costarono agli Stati Uniti rispettivamente
20 e 296 miliardi di dollari a valori correnti, pari a 334 e 4.104 in valori costanti del 2011,
con un incremento di oltre dodici volte. Le cifre si riferiscono per esclusivamente al costo
delle operazioni militari, esclusi lassistenza agli alleati e i costi a medio e lungo termine
(interessi sul debito e benefici ai veterani). Furono mobilitati rispettivamente 4 e 15 milioni di uomini, con 137.000 e 407.318 caduti.
22 Gorin alludeva alla lost generation descritta da Ernst Hemingway nel suo primo romanzo (Fiesta, 1926): nel postumo A Moveable Feast (1964) lo scrittore attribu lo spunto della frase a Gertrude Stein, che laveva sentita da un garagista francese.
23 William Roger Burlingame (1889-1967), gi direttore dello Scribners Magazine, saggista, storico, biografo di Billy Mitchell (1954), nel 1932 aveva scritto Peace Veterans; The
Story of a Racket, and a Plea for Economy (New York, Minton, Balch, 1932). Gorin citava
per un articolo su Scribners dellaprile 1936.
24 Daughters of American Revolution, fondata nel 1890 fra i discendenti dei patrioti del
1776. The only reason she can claim to be a patriot is that her great-great-granpop was in
need of some ready cash, and found that marching with the continental army was the easier way in that day to get money, just as it is the easier way to get it today (Gorin, p. 37).
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true American32. Al maggior generale Amos A. Fries, gi capo del servizio chimico, che aveva tra i suoi compiti legali di monitorare pure le
intossicazioni ideologiche, non sfugg la subdola natura cripto-comunista
dei VFW, come, del resto, di tutte le dannate organizzazioni femminili
e religiose33. La candida (o cripto?) First Lady li trov invece divertenti
(funny) come scoppiettanti bolle di sapone (a grand pricking of lots
of bubbles), per quanto le esagerazioni potessero urtare dei sentimenti34.
Ma un bel gioco dura poco e nellaprile 1937 i promotori dei VFW ne
pubblicarono il decesso, dichiarando di aver raggiunto lo scopo di denunciare lassurdit tanto della guerra quanto dellassalto al bilancio dello
stato che era stato consentito alle organizzazioni dei veterani.
* * *
Butler mor il 21 giugno 1940. Eletto deputato repubblicano della Pennsylvania nel 1938, van Zandt ader al comitato anti-interventista
(America First Committee) fondato il 4 settembre 1940. Vi ader pure leroico colonnello della guardia nazionale Hanford MacNider (1889-1968),
un imprenditore massone di rito scozzese dello Iowa che era stato national
commander dellAL, vice segretario alla guerra e ambasciatore in Canada
e aveva concorso due volte alla nomination come candidato repubblicano
alla presidenza. Ma i veterani del 1917 partiti cantando Over There non
se la sentirono di sfilare con lo slogan comunista The Yanks Are Not
Coming. Il servizio informazioni dellAL cooper con lintelligence militare35 schedando pacifisti e radicali36 e dando la caccia agli agenti nazisti e
32 Gorin, p. 66.
33 Amos A. Fries (1873-1963), Sugar Coating Communism for Protestant Churches: Chart
Showing Interlocking Membership of Churchmen, Socialists, Pacifists, Internationalists,
and Communists (1923); Communism Unmasked (1937). Thomas I. Faith, Behind the Gas
Mask: The U.S. Chemical Warfare Service in War and Peace, University of Illinois Press,
2014.
34 Future Veterans Amuse First Lady, The Washington Post, April 3, 1936.
35 Randolph Boehm (Ed.), U. S. Military Intelligence Reports. Surveillance of Radicals in
the United States 1917-1941, A Microfilm Project of University Publications of America,
Frederick (MD), 1984.
36 American Legion Americanism Committee of the 17th District Department of Califor-
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nia, Report No. 1, Subversive Activities in America First Committee in California, October 10, 1941.
37 Michael Sayers (1911-2010) and Albert E. Kahn (1912-1979), Sabotage the Secret
38 Justus D. Doenecke, Explaining the Antiwar Movement, 1939-1941: The Next Assignment, Journal of Libertarian Studies, 8, 1 (Winter 1986), pp. 139-145. If. (Ed.), In Danger Undaunted: The Anti-interventionist Movement of 1940-1941 as Revealed in the Papers of the America First Committee,
39 Thomas E. Mahl, British Covert Operations in the United States, 19391944, Wash-
40 John Maynard Keynes, The Financial Dependence of the United Kingdom on the United
States of America, 10 October 1916 (Collected Writings of JMK, vol. XVI, pp. 197-8).
41 Niall Ferguson, Colossus: The Price of Americas Empire, New York, Penguin Press,
2004.
42 Makers of Modern Strategy: Military Thought from Machiavelli to Hitler, edited by Edward Mead Earle (1894-1954) with the collaboration of Gordon A. Craig (1913-2005) and
Felix Gilbert (1905-1991), Princeton U. P., 1944. Remake a cura di Peter Paret nel 1986.
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una petizione per revocare la legge di neutralit che impediva gli aiuti
allInghilterra. Tranne uno morto in un incidente stradale e uno impiegato
nellindustria siderurgica, tutti gli originali promotori dei VFW servirono
in guerra, e due (Gorin e Barnes) allestero. Gorin fu capitano dartiglieria in Italia, Francia e Germania e da veterano scrisse un saggio sul ruolo
dellartiglieria americana nella seconda guerra mondiale43. Discendente da
Artemus Ward (1727-1800), generale e politico della guerra dindipendenza, Gorin fu pure attivo nelle tre pi prestigiose ed esclusive associazioni
patriottiche, i Sons of the American Revolution, la Society of the Colonial
Wars e la Society of the Cincinnati. Mor il 1 gennaio 1999 a 84 anni44,
probabilmente ignorando di aver avuto ancora una volta ragione a prendere le distanze dalla Lost Generation (1883-1900) di Hemingway: solo
nel 1998, infatti, la G. I. Generation (1901-1924) fu giustamente definita
la Greater Generation45.
Il 22 giugno 1944 Roosevelt firm nella Sala Ovale la carta dei diritti dei
soldati (Servicemens Readjustment Act), il G. I. Bill of Rights che, con vari
emendamenti tuttora in vigore. La legge accordava ai prossimi veterani
indennit di disoccupazione, borse di studio e formazione professionale e
mutui per lacquisto della casa e lavvio di attivit imprenditoriali. Il costo fu intermedio tra i 40 miliardi pronosticati da Gorin e i 68 calcolati da
Burlingame: 50 miliardi di prestiti a 5 milioni di veterani e altri 4 miliardi
per il reinserimento di 10 milioni, mentre non noto il costo dei 9 milioni
43 Gorin, The cannons mouth: the role of U.S. Artillery during World War II, New York,
Carlton Press [1973].
44 The Veterans of Future Wars, Museum of Hoaxes, San Diego (CA), online. Robert McG.
Thomas Jr., Lewis J. Gorin Jr., Instigator of a 1930s Craze, Dies at 84, New York Times,
January 31, 1999. Jeff Gorin 65 [figlio], When a Princeton Prank spread across the U.
S., PAW (Princeton Alumni Weekly) Letters, June 7, 2007.
45 Tom Brokaw, The Greatest Generation, 1998. Secondo la teoria dei cicli generazionali di
William Strauss e Neil Howe (Generations: The History of Americas Future, 1584-2069,
New York, William and Coy, 1991) in ciascuna epoca della storia americana (Saecula)
si sono succedute 4 generazioni: la prima profetica (idealista), la seconda nomadica (reattiva), la terza eroica (civica), la quarta artistica (adattiva). La Lost e la G. I. sono le generazioni nomadica ed eroica del Great Power Saeculum (1860-1942). La mia
(Baby-Boom) sarebbe la profetica del Millennial Saeculum (1943-), seguita da reattiva (1961), eroica (1983) e artistica (2005).
430
Future Wars
di borse di studio46. Gorin azzecc invece il numero dei veterani: 15 milioni, di cui 11,5 inviati oltremare.
Diversamente da quanto sperava il non-interventista Burlingame, il costo dei veterani non paralizz lo sforzo bellico, perch fu compensato dalla
consapevole assunzione del costo da parte della societ47, certa della vittoria finale e incentivata dai benefici sociali (piena occupazione, riduzione
delle disuguaglianze48 e, in prospettiva, la creazione di un largo ceto medio
patriottico e orientato ai consumi). Il costo, 304 miliardi, fu infatti coperto al 55 per cento dai prestiti di guerra (167,2) e per il resto dalle tasse
(136,8). Il PIL aument in sei anni da 101 a 173 miliardi costanti, per un
totale di 745 nel lustro bellico, il debito pubblico raggiunse il 120% del
PIL e lincidenza fiscale crebbe dall8 al 20 per cento [decuplicando i contribuenti da 4 a 43 milioni, con aliquote dal 23 al 94%, e riducendo dal 15
all11 per cento la quota di ricchezza posseduta dall1 per cento pi ricco
della popolazione]49.
Sia nel 1950 che nel 2003 vi furono eruditi appelli per ricostituire i
Veterani della Guerra Futura, ma la pedante risata fece cilecca e non seppell i guerrafondai. Come ai tempi di Burlingame, la spirale dei costi
ancora il Ronzinante di battaglia degli oppositori della Guerra globale al
terrorismo (GWOT). Previsti inizialmente in un centinaio di miliardi di
dollari attuali, sarebbero infatti gi sui 4.40050. La cifra impressiona, perch sembra addirittura superiore al costo della seconda guerra mondiale in
46 Suzanne Mettler, Soldiers to Citizens, The G. I. Bill and the Making if the Greatest Generation, Oxford U. P., 2005. Kathleen Frydl, The G.I. Bill, Cambridge University Press,
2009.
47 Adam J. Berinsky, Assuming the Costs of War: Events, Elites and American Public Support for Military Conflict, The Journal of Politics, Vol. 69, No. 4, November 2007, pp.
975997.
48 Non per riguardo alla ripartizione delle perdite tra ceti sociali e aree del paese. V.
Douglas L. Kriner and Francis X. Shen, The Casualty Gap: The Causes and Consequences of the American Wartime Inequalities, New York, Oxford University Press,
2010.
49 Christopher Tassava, The American Economy during World War II, EH.Net Encyclopedia, edited by Robert Whaples, February 10, 2008.
50 Anthony Gregory, What Price War? Afghanistan, Iraq, and the Costs of Conflict, The Independent Institute, June 2011.
Patriotism Prepaid
431
dollari del 2011 (4.200 miliardi)51. In realt non cos, perch i due terzi
dei 4.400 miliardi della GWOT sono rappresentati da stime probabilistiche
dei costi collaterali o di lungo termine52; quindi la spesa puramente militare della GWOT (1.60953) un terzo di quella del 1941-45, senza contare
che spalmata su tre lustri anzich uno. Ma soprattutto il raffronto non
tiene conto della diversissima incidenza socio-economica dovuta alla crescita esponenziale del PIL. Nel 1945 le spese di guerra raggiunsero il picco
del 35,8 per cento del PIL, ma nel 2008 erano appena un sopportabile 1,2
(un quarto delle spese totali per la difesa)54.
A differenza delle guerre di Corea e del Vietnam, finanziate rispettivamente dalla tassazione e dallinflazione55, la guerra fredda e la GWOT
sono state interamente finanziate dal debito. La GWOT si differenzia per
da tutte le precedenti perch i suoi effetti macroeconomici, anche se assai
controversi tra gli economisti56, sono stati comunque limitati, contraddicendo lidea, ancora radicata in un terzo degli americani, che le guerre siano un antidepressivo economico e un re-distributore di ricchezza. Nei tre
lustri della GWOT la crescita del PIL stata infatti modesta e le disuguaglianze sociali sono cresciute (la quota di ricchezza posseduta dall1 per
51 David R. Francis, Iraq War Will Cost More Than World War II, Christian Science Monitor, October 25, 2011.
52 Neta C. Crawford [U.S. Costs of Wars Through 2014: $4.4 Trillion and Counting,
Boston University, 25 June 2014, online paper] aggiunge altri 2.784 miliardi per allocazioni addizionali del bilancio della difesa per compensare laumentato consumo
di beni e servizi (996), incremento di spese per la sicurezza interna (472), interessi sul
debito (316) e pensioni e assistenza ai veterani sino al 2054 (1.000).
53 Dettagliata analisi in Amy Belasco, The Cost of Iraq, Afghanistan and Other Global War on Terror Operations since 9/11, Congressional Research Service, December 8, 2014. Per la metodologia di calcolo v. Joseph E. Stiglitz and Linda J. Bilmes,
Estimating the Costs of War: Methodological Issues, with Applications to Iraq and
Afghanistan, in Michelle R. Garfinkel and Stergios Skaperdas (Eds.), The Oxford
Handbook of the economics of Peace and Conflict, Oxford U. P., 2012).
neath the Veil of Inflation, in John V. Denson (Ed.), The Costs of War. Americas Pyrrhic Victories, New Brunswick and London, Transactions Publishers, 2nd Ed., 1999,
pp. 433-453.
56 Lee Hudson Teslik, Iraq, Afghanistan and the U. S. Economy, March 11, 2008, online.
432
Future Wars
Da notare che quasi un ventesimo della spesa assorbita dai familiari superstiti di
veterani defunti. Ultimo onere residuo della guerra civile era, ancora nel maggio 2014,
la pensione mensile di 73,13 dollari di Irene Triplett. Nata nel 1930, la figlia disabile
di un veterano sudista e poi nordista morto nel 1938, e di una donna di cinquantanni pi
giovane. Frank Woodruff Buckles, lultimo veterano della grande guerra, morto a 110
anni il 27 febbraio 2011, ma restano ancora 4.038 pensioni mensili a vedove ed orfani di
quel conflitto58.
433
1 Donald Graeme, Loose Cannons: 101 Things They Never Told You about Military
2 Comparsa su vari giornali americani a partire dal 29 marzo 1943. Cfr. Henry Hem-
ming, Churchills Iceman: The True Story of Geoffrey Pyke: Genius, Fugitive, Spy,
Arrow Books, London, 2014, pp. 374-375.
3 F.P.1 antwortet nicht (F.P.1 Doesnt Respond), di Karl Hartl (1899-1978), su soggetto
di Curt Siodmark (1902-2000), uscito nel dicembre 1932.
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Future Wars
435
7 Ellic Howe, Astrology and psychological warfare during WWII, Rider, 1972.
8 David Fisher, The War Magician: The True Story of Jasper Maskelyne, Corgi, 1985;
9 Nicholas Rankin, A Genius for Deception: How Cunning Helped the British Win Two
World Wars, Oxford U. P., 2009. Taylor Downing, Churchills War Lab: Codebreakers, Scientists, and the Mavericks Churchill Led to Victory, The Overlook Press, 2011.
10 W. M. Barclay Parsons, Robert Fulton and the Submarine, Columbia U. P., New York,
1922, pp. 11-13 e 35, 44, 51.
11 Su cui scrisse un libro (To Ruhleben and back, A Great Adventure in Three Phases,
Constable and Company, London, 1916).
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Future Wars
437
13 David Lampe, Pyke, the Unknown Genius, Evans Brothers, London, 1959, p. 111.
14 Come quella che non occorreva lasciare una sentinella di guardia alla motoslitta; ba-
stava coprirla con un telo con su scritto in tedesco latrina per ufficiali superiori, in
modo da mettere in soggezione le pattuglie nemiche (Hemming, p. 266).
15 Hemming, pp. 273 e 382. Composta da americani e canadesi e impiegata ad Anzio e
in Provenza, la 1st Special Service Force fu la prima ad entrare in Roma. Dalle memorie di due veterani fu tratto nel 1969 il film The Devils Brigade, sulla presa del Monte
della Difesa, tre giorni prima del primo attacco italiano a Montelungo (James A. Wood, We Move Only Forward: Canada, the United States, and the First Special Service
Force, 19421944, Vanwell Publishing, St Catharines, Ontario, 2006).
16 Hemming, p. 297.
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17 Hemming, p. 311.
18 Pyke laveva consultato nellaprile 1942 in merito alla protezione antighiaccio delle
439
21 Lorne W. Gold, The Canadian Habbakuk Project, a Project of the National Research
Council of Canada, International Glaciological Society, Cambridge, UK, 1993. L. Dayan Cross, Code Name Habbakuk: A Secret Ship Made of Ice, Heritage House Publishing, 2012.
22 I blocchi di ghiaccio poggiavano su un ponte in legno ricoperto di asfalto. Coperti
da una tettoia per ripararli dal sole, erano refrigerati mediante tubazioni in cui veniva immessa aria fredda da tre compressori al freon azionati da un motore da 7.5kW.
Il lavoro fu terminato il 10 aprile, quando lidea di usare il ghiaccio puro era gi stata abbandonata. In giugno perci fu disattivato e, rimossi gli apparati di refrigerazione, il ghiaccio si sciolse del tutto in tre anni. Sul fondo del lago erano ancora visibili
nel 1985 i resti del ponte, dellasfalto e della tettoia. Susan B.M. Langley, Operation Habbakuk: A World War II Vessel Prototype, Scientia Canadensis: Canadian
Journal of the History of Science, Technology and Medicine, Vol. 10,N.2(31), automne-hiver 1986,p.119-131. Sito U-Haul Venture Across America and Canada, Modern, Alberta (2015).
23 200 caccia Spitfire e 100 bombardieri Mosquito, con un equipaggio di 2.942 marinai
e aviatori. V. il sito U-Haul Venture Across America and Canada, Modern, Alberta
(2015).
440
Future Wars
Ma intanto Pyke aveva impresso al progetto una svolta radicale, chiedendo un parere al Laboratorio di ricerca sul freddo del Politecnico di
Brooklyn, dove lavorava il chimico viennese Herman Francis Mark (18971992), lui pure espatriato dopo lAnschluss. Esperto di materie plastiche,
Mark ipotizz che la resistenza del ghiaccio potesse essere fortemente aumentata mescolandovi fibre di cellulosa e i suoi primi esperimenti, con
pasta di legno dal 4 al 14 per cento, dettero risultati tanto incoraggianti
che Mark battezz il nuovo composto piccolite e poi pykrete (da Pyke e
concrete, cemento)24. Informato da Pyke, Perutz (che a suo tempo aveva
frequentato i corsi universitari di Mark) prosegu la ricerca sul pykrete in
un laboratorio segreto dentro un enorme mattatoio di cinque piani interrati
sotto Smithfield Market, di fronte alla Cattedrale di San Paolo.
Gli esperimenti stabilirono che il rinforzo ottimale di cellulosa (pasta
di legno o segatura) era al 14%. Il pykrete era relativamente leggero (il
98% della densit dellacqua), con un tasso di fusione relativamente lento
(a causa della bassa conduttivit termica del legno) e una resistenza meccanica superiore a quella del cemento (circa 50kg/cm2 e fino a 210 a
compressione)25. Poteva essere lavorato di macchina come il legno e formato a freddo come il rame26. Essendo (pare) autoadesivo, le lastre non
venivano saldate tra loro, ma semplicemente brasate, il che, se da un lato
facilitava la lavorazione, dallaltro diminuiva pericolosamente la resistenza
meccanica delle giunture 27. Il decisivo inconveniente del pykrete era per
la necessit di refrigerarlo in continuazione, perch tendeva a deformarsi
a causa del proprio stesso peso (creep). E si vide che, sia pure usando per
rinforzo la cellulosa a minore conduttivit (cio pasta di abete canadese,
invece del comune pino silvestre) bisognava mantenerlo almeno a -15
centigradi.
441
tografia inglese29) al versetto biblico nei vostri giorni avvenuta una cosa
che nessuno creder quando gli sar raccontata (Habakkuk 1, 5). Secondo
Pyke lIC era pressoch inaffondabile, perch eventuali falle aperte dal tiro
nemico potevano essere rapidamente turate con ghiaccio tritato e acqua
solidificata mediante refrigerazione30.
Intanto si definivano meglio le caratteristiche della nave: forma rettangolare coi bordi smussati per ridurre la resistenza; poppa e prua in legno,
fianchi rivestiti di pellicola isolante, propulsione e manovra con 26 motori
elettrici montati in gondole esterne ai lati dello scafo (altrimenti il calore
avrebbe compromesso la refrigerazione) e alimentati da turbogeneratori a
vapore con la potenza di 33.000 BHP; velocit 7 nodi, autonomia di 7.000
miglia, consumo quotidiano di gasolio 120 t, serbatoi da 13 milioni di litri.
Pyke fu mandato in Canada con un attestato di Churchill personalmente
indirizzato al premier William Lyon Mackenzie King (1874-1950) e il governo canadese accett di finanziare la costruzione con un milione di dollari, a condizione che fosse diretta dal genio navale inglese senza estromettere Pyke e Bernal31. Gli ingegneri canadesi pensavano di poter approntare
la prima IC nel 1944 con un costo di sole 700 mila sterline e limpiego di
300 mila t di pasta di legno, 25 mila di pannelli isolanti di faesite, 35.000
di legname e 10.000 di acciaio. Mountbatten assicur che Churchill aveva
invitato il comitato dei capi di S. M. a pianificare addirittura la costruzione
in serie di pi IC.
29 Secondo Lampe, p. 128, lerrore sarebbe imputabile al segretario, e il nome sarebbe
stato ispirato dal Candide di Voltaire, dove per non si parla di Habacuc.
30 Hemming, p. 336. Ma non era possibile perch la falla avrebbe rotto pure i tubi di re-
31 Hemming, p. 361.
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443
fianchi da 9 a 12 m per metterli a prova di siluro32 e di aggiungere precauzionalmente un gigantesco timone di 30 m33.
Nel frattempo, poi, lesigenza originaria era cessata. In agosto la
Battaglia dellAtlantico era infatti gi sostanzialmente vinta, sia grazie al
potenziamento operativo (nuovi sistemi antisom, pi portaerei, maggiore
autonomia di volo con serbatoi supplementari) sia grazie alle basi ottenute
nelle Isole neutrali (Islanda e Azzorre)34; tanto che in settembre le perdite
di navi alleate scesero a 1/10 di quelle del settembre 1942.
Mountbatten fece ancora un estremo tentativo per salvare il progetto
coinvolgendo gli americani. Messo da parte Pyke per evitare irritazioni
pregiudiziali, fece inserire la Bergship (Habakkuk II) tra i progetti esaminati nella conferenza segreta interalleata di Qubec del 17-24 agosto,
dove gli americani accettarono di valutarla per il fronte del Pacifico, a
condizione che risultasse sufficientemente economica35. Ma in ottobre
Mountbatten fu trasferito in India, al comando delle forze britanniche
nel Sud-Est Asiatico, e in dicembre la marina americana concluse che la
Bergship era impraticabile per le difficolt tecniche e lenorme quantit
di risorse richieste: lacciaio risparmiato col pykrete era meno di quanto
ne occorreva per i refrigeratori, proibitivi pure per consumo energetico36.
Inoltre anche nel Pacifico lIsland Hopping americano aveva assicurato
allaviazione alleata basi insulari sufficienti; e cos nel gennaio 1944 la
Bergship fu definitivamente archiviata37.
dello scafo.
33 Andrew Brown, J.D. Bernal: The Sage of Science, Oxford U. P., 2005, p. 231; Hem-
ming, p. 361. Bernal non pot tuttavia dare convincenti assicurazioni sulla tenuta nautica della Bergship n sulla sua vulnerabilit ad attacchi aerei, malgrado un apparato
c/a di 40 torrette binate da 4,5 e numerosi cannoni leggeri (Brown, p. 233).
34 Hemming, p. 366.
35 Hemming, p. 370. Per convincere gli alleati, il 19 agosto Mountbatten provoc perfino
un pericoloso incidente: esplose infatti due colpi di pistola contro un blocco di ghiaccio e uno di pykrete, ma il secondo proiettile rimbalz sui pantaloni dellammiraglio
King, finendo nel muro. V. Field-Marshal Lord Alanbrooke, War Diaries 1939-1945,
ed. by Alex Danchew and Daniel Todman, Phoenix Press, 2001. Perutz, I Wish, cit., p.
84, riporta un analogo incidente.
36 Perutz, I wish, cit,, p. 94.
37 Hemming, p. 376.
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Future Wars
Nemo Propheta
Fin dal settembre 1943 Pyke aveva cercato di salvare almeno il pykrete
proponendo di usarlo per altri scopi38, come rimorchi da assalto anfibio
di 61x15 m e frangiflutti e pontili analoghi a quelli in cemento su cui stava lavorando Bernal e che furono poi usati per i Mulberry Harbours di
Overlord. A fine anno Pyke present un memorandum sul problema dello
sbarco di materiali in luoghi senza strutture portuali adeguate e con poche
strade, come le isole del Pacifico e la Normandia. La proposta era di usare
tubi per il rifornimento di carburante con diametro di 1 o 1,5 m, sparandovi
dentro ad aria compressa il materiale (chiuso in contenitori standard) e perfino il personale (munito di respiratori e tranquillanti)39. Non pi protetto
38 Proposals and inventions of Mr Geoffrey Pyke; gravity propelled ball bomb, pykrete
and power driven rivers, The Catalogue (ADM 1/15677), The National Archives (v.
Pyke, en.wikipedia).
39 Lampe, pp. 164, 168. Hemming, p. 377.
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Future Wars
A prescindere dal materiale usato, linteresse militare delle isole artificiali si riacceso nel 1990, di fronte alle difficolt politiche suscitate
dalla richiesta americana di basi saudite per la guerra del Golfo. In previsione di future esigenze del Pentagono, la McDermott International Inc.
di Arlington (Virginia) svilupp in seguito il progetto di una base galleggiante modulare (Offshore Mobile Base, MOB) da poter schierare entro un
mese in qualunque punto del globo. Composta di cinque moduli autopropulsi semi-sommergibili (pi stabili ai moti ondosi), la MOB concepita
per il supporto aereo e logistico avanzato, con una pista di 2 km (idonea
al decollo e appontaggio dei C.17 Globemaster III a pieno carico), un porto per navi da carico e una capacit di stoccaggio di 40 milioni di litri di
carburante, pi le infrastrutture occorrenti per una brigata pesante di 3.000
uomini coi relativi equipaggiamenti e mezzi da combattimento e da sbarco. Un rapporto dellInstitute for Defense Analysis, del 2001, stimava un
costo di 5-8 miliardi di dollari, pari a circa lun per cento del bilancio della
difesa44.
44 Jim Wilson, Battle Island, Popular Mechanics, April 2003, pp. 92-93. La MOB
menzionata nei videogame Command & Conquer: Red Alert 3 (EA Los Angeles,
2008) e Tom Clancys Endwar (Ubisoft Shangai, 2008).
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Future Wars
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Krasnyj Baron
La fama postuma
2 Nel centenario della nascita (1997) fu inaugurata una targa commemorativa nella-
zienda aeronautica TANKT di Taganrog, e furono pubblicati due studi scientifici (Kaznevskij V. L., Robert Ljudvigovi Bartini, M., Nauka, 1997: Panatov G. S. Forminov
L. G., Razvitie idej R. L. Bartini v naunykh razrabotkach na TANKT im. G. M. Berieva / Sb. dokladov Naunye teniya posvjaennye 100-letiju so dnja rodenija R. L.
Bartini, gosNIC CAGI, M., 1997). Nel 112 anniversario (4 maggio 2009) si tenne
un grande convegno scientifico presso il Museo di Storia della Scienza ukovskij, diretto da A. P. Krasilikov, con la presentazione di una raccolta degli scritti di fisica
e filosofia della scienza di Bartini curata da A. M. Maslov e del documentario Tajny
vremeni: Sovetskij aviakonstruktor Roberto Bartini (I segreti del tempo, prodotto da
Telekanal Zvezda). Il 25 aprile 2013 il giornalista di Analisi Difesa Maurizio Sparacino ha presentato la biografia di Ciampaglia allIstituto Italiano di Cultura a Mosca (v.
Russia Beyond the Headlines). Ad entrambi gli eventi hanno partecipato la figlia e il
nipote di Bartini, Svetlana Robertovna e Oleg Gerovi.
3 Nikolaj Jakubovi, Velikij Bartini. Voland sovetskoj aviacii, Litres, 2015. V. pure Yurij
Avdeev, Genij Predvidenija e Nikolaj Palikov, Pulsar Bartini in Krasnaja Zvezda,
23 gennaio 2008 e 11 aprile 2013.
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Future Wars
gegneria
aeronautica
(effetto Bartini, metodo dialettico e e,
ala Bartini, ekranoplano), ma anche sulle sue
idee folli degne di Jules
Verne4, le sue bizzarre
incursioni nella fisica
avallate da Pontecorvo
(mondo Bartini, un
universo a sei dimensioni), la disposizione testamentaria di secretare i suoi scritti fino al 2197,
terzo centenario della sua nascita, i disegni a colori per il film che intendeva trarre dal suo romanzo autobiografico Cep (Catena)5 mescolando
fantascienza e fantasy.
Quanto basta alla fervida immaginazione russa per echeggiare Leonardo
o Tesla, per inventare un codice Bartini6 e per annettere questo singolare
ingegnere aeronautico alla storia esoterica della letteratura russa, com
avvenuto nel 2003, quando i coniugi Buzinovskij, decrittando Il Maestro e
Margherita come romanzo a chiave del genere gotico-fantastico sovietico,
sostennero che il personaggio di Voland alluderebbe appunto a Bartini, il
quale avrebbe influenzato pure Aleksej Tolstoj, Grin, Olea e praticamente
tutti gli scrittori sovietici contemporanei7.
4 Piotr Butowski, Les ides folles du camarade Bartini. Elles font penser Jules Verne, Le
Fana de lAviation N. 243, avril 1994, pp. 54-60. Butovskij un noto storico dellaviazione sovietica.
5 V. il sito della RIA Novosti (visualrian.ru, Egorov, 1 gennaio 1975). Una copia del manoscritto era gelosamente custodita nel 1982 da Berlin (v. Kudrjavcev, cit.).
6 Cfr. i documentari di Alexander Slavin (The Bartini Code. The Riddle of the Red Baron,
44, 2005) e di Alex Torbin (16 Kod Bartini Zagadka krasnogo barona, 43 49, postato
il 23 marzo 2014, pure da Krylja Rossii, Channel X File, il 31 agosto 2014). Il pi antico documentario (Bartini, in due parti, 27 54+25 37, di Svetlana Terner, regista Nona
Bokareva, operatore Ptr Sydney) fu realizzato per la STRC Novosibirsk nel 1996 (su
youtube dal 17 gennaio 2011). Altri documentari postati recentemente su youtube: Russia
Avis History (Genii iz sharaki. Aviakonstruktor Bartini, 44 23, 2011); Natalia Petrova
(Genii i zlodei, 2013, 26 03).
7 Olga i Sergej Buzinovskie, Tajna Volanda. Opyt deifrovki.(Il mistero Voland. Prova
di decrittazione), Barnaul, 2003. Secondo Roman Romanov [MMIX God Byka (Lanno
Storia della distopia militare
Krasnyj Baron
451
del Toro), Mosca, 2009] Voland piuttosto la sintesi di varie ispirazioni, non del solo
Bartini, il quale ritratto piuttosto in Ostap Bender, lastuto giramondo di origine danubiana (e con sciarpa bianca) de Le dodici sedie (1928) e de Il vitello doro (1931) di
Ilf e Petrov. V. Muireann Maguire, Soviet Gothic-fantastic, A Study of Gothic and Supernatural Themes in Early Soviet Literature, Thesis, University of Cambridge, 2008.
8 Adriano Guerra, italiano uno dei pi grandi costruttori di aerei sovietici, LUnit, 17
ottobre 1967, p..11. Il corrispondente da Mosca del quotidiano del PCI conobbe Bartini per
caso, in occasione di un convegno italo-sovietico su Gramsci presieduto dal sen. Terracini
(Bartini li aveva conosciuti entrambi a Milano nel 1921). Altri trafiletti sullUnit del 20
gennaio 1971 p. 9 (Il 50 del PCI a Mosca), 14 maggio 1972 (Gli auguri di Longo per
i 75 anni del compagno Di Bartini), 11 dicembre 1974 p. 19 (Ieri a Mosca i funerali del
compagno Di Bartini).
9 G. Ciampaglia, Roberto Bartini e le sue realizzazioni aeronautiche in Unione Sovietica,
Rivista Storica, Novembre 1995; Roberto Bartini progettista a Mosca, Rivista Aeronautica, 1996, fasc. 5.
10 G. Ciampaglia, La vita e gli aerei di Roberto Oros di Bartini, I.B.N. Editore Roma, 2009,
2a ed. accresciuta, 2010.
11 Tra i personaggi proposti per intitolare laeroporto di Fiume cera pure Bartini. V. Gianfranco Miksa, intervista a Ciampaglia, La Voce del Popolo. Quotidiano italiano dellIstria
e del Quarnero, 15 luglio 2015.
452
Future Wars
12 Orosdy significa di Oros, una localit presso Nyiregyhaza, alla frontiera con Romania e
Ucraina, allora territorio russo (In ungherese Orosz significa russo).
13 La prima biografia russa [Igor Emmanuilovi utko, Krasnye Samolety (aeroplani rossi),
Politizdat, Mosca, 1978, con prefazione di Oleg Konstantinovi Antonov (1906-1984)] si
fonda esclusivamente sulle notizie fornite allautore dallo stesso Bartini, ma solo in parte
riscontrate dalle successive ricerche archivistiche di Maurizio Sparacino (Roberto Bartini
lIngegnere Italiano al Servizio dellAviazione Sovietica; tesi di laurea, Facolt di Lettere e
Filosofia dellUniversit di Parma, A. A. 2008-2009). Nellinterrogatorio cui fu sottoposto
nel 1938 dalla NKVD Bartini dichiar di essere figlio naturale di un fantomatico barone
austriaco Formach e di una baronessina Fersel.
14 Nei documenti ungheresi del 1907-15 consultati da Sparacino [DAR, DS 3 (132), sv. 7782 e 84] il cognome di Rbert e Lajos scritto con la y finale usata per i nobili, ma Lajos non indicato come barone. Essendo cattolici, difficilmente potevano essere parenti di
Flp Orosdy, un grossista ebreo di Budapest fatto barone il 13 febbraio 1905 e convertito
al cattolicesimo, il quale figura, con la moglie F. e la figlia Giulia, tra membri della societ
letteraria italo-ungherese Mattia Corvino (v. Corvina, Rivista di Scienze e Lettere, 1925 n.
2, p. 132; Bollettino 1921, p. 123.
15 Il progetto, presentato il 21 maggio 1915 tramite il governatore, fu approvato dal ministero imperialregio della guerra il 24 giugno (N. 9096). A utko Bartini raccont che nel
settembre 1912, quindicenne, aveva avuto a Fiume il battesimo dellaria sul Blriot XI del
pioniere russo Chariton Slavorossov (1886-1941).
Storia della distopia militare
Krasnyj Baron
453
V strane Sovetov on sderal svoju kljatvu, posvjativ vsju svoju izn tomu, toby krasnye samolety letali bystree ernych (Nel paese dei Soviet egli mantenne il suo giuramento, dedicando tutta la sua vita affinch gli aerei rossi volassero pi veloci di
quelli neri). La scritta sormontata dalla sagoma, in rosso, dellA-57. Sulla lapide figurano entrambi i nomi, in cirillico Robert Ljudvigovi Bartini e in caratteri latini Roberto Oros di Bartini.
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21 Sergej Emeljanov, toby krasnye samolety letali bystree ernych, Rossijskaja Ga-
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Troiani23, stretto collaboratore di Umberto Nobile (1885-1978) nella realizzazione del dirigibile Italia e suo assistente nella sfortunata spedizione
polare italiana. Nobile e Troiani erano stati infatti ingaggiati dalle autorit
aeronautiche sovietiche per realizzare il nuovo dirigibile W6 Osoaviachim.
Al ritorno in Italia Troiani fu sottoposto a inchiesta con laccusa di essere
diventato comunista e quel contatto fu forse allorigine del coinvolgimento
di Bartini nelle purghe staliniane del 1937-38, che portarono, tra laltro,
alla fucilazione del suo mentore Tuchaevskij. Arrestato il 14 febbraio
1938 per spionaggio e sabotaggio (a seguito di un incidente al prototipo
dello Stal 7) Bartini rimase detenuto a Lefortovo in attesa di giudizio per
oltre due anni, suscitando, pare, perfino un controproducente intervento a
suo favore della diplomazia italiana. Ad evitargli lesecuzione fu invece
proprio la performance del suo Stal 7. Il volo record di 5.000 km del 28
agosto 1939 ebbe risonanza mondiale e Stalin, appreso dallequipaggio
il nome del progettista, ordin seduta stante a Beria di rimetterlo subito
a progettare aeroplani nellapposito Gulag, una delle cosiddette araga,
termine gergale intraducibile ma intuibile pure da chi ignora il russo.
Condannato l11 giugno 1940 a 10 anni di reclusione e 5 di interdizione
dai diritti civili, Bartini continu cos a lavorare in condizioni durissime,
inizialmente nella sezione diretta da Andrej Tupolev (1888-1972), il pi
grande progettista sovietico, lui pure prigioniero24 ma poi liberato con tutti
i suoi per lottima riuscita del bimotore da combattimento multiruolo Tu-2.
Dal beneficio fu per escluso Bartini, nel frattempo messo a capo di una
nuova sezione incaricata di progettare i nuovi caccia a reazione. Con lui
lavorava Sergej Korolv (1906-1966), il futuro padre della cosmonautica
23 Nelle sue memorie (La coda di Minosse. Vita di un uomo, storia di unimpresa. Mursia,
Milano, 1964) Troiani racconta di aver lavorato al laboratorio sperimentale civile e di aver
partecipato ad una scampagnata organizzata dal capo progettista, che parlava un ottimo
italiano. Arrigo Petacco (A Mosca solo andata, Mondadori, Milano, 2013) ipotizza, senza
prove, un contrasto tra Nobile e Bartini.
24 Di Bartini prigioniero nella araga di Tupolev parla Georgij Aleksandrovi Ozerov (18891977), lui pure progettista di aerei e recluso nella stessa istituzione, in un samizdat poi
pubblicato sotto pseudonimo (A. aragin) da un editore dellemigrazione russa (Tupolevskaja araga, Frankfurt am Main, 1971, pp. 30-31). Aveva scarsa conoscenza del russo scrive Ozerov In particolare non si capacitava [di essere stato accusato] di aver venduto qualcosa a Mussolini. Quando si agitava passava allitaliano parlando velocemente in
quella lingua. Ripeteva continuamente la parola inconcepibile (in italiano nel testo).
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sovietica, il quale asser poi che durante un breve incontro Beria avrebbe
detto al nostro di saper bene che era innocente, altrimenti sarebbe gi
stato giustiziato, ma che per il bene del Partito doveva sopportare il suo
destino da vero comunista. Liberato nel 1946, e riabilitato dieci anni dopo,
Bartini lavor dapprima a Taganrog (OKB-31 Dimitrov) e dal 1952 a
Novosibirsk. Qui, come direttore delle ricerche avanzate allIstituto siberiano di ricerche aeronautiche, disegn un nuovo tipo dala a delta per
aerei a getto, poi montata sul supersonico passeggeri Tu-144, analoga a
quella del Concorde franco-britannico, poi indicata dagli specialisti in aerodinamica col suo nome.
LA-57, il mancato bombardiere strategico idrovolante
Intanto la Russia aveva sfidato il monopolio americano dellatomica.
Nella grande parata del luglio 1955 lURSS esib un enorme quadrimotore
(M-4) in grado di attraversare il Polo Nord e colpire Chicago e New York.
Gli americani, che lo battezzarono Bisonte, furono indotti a credere che i
sovietici ne avessero 700, ma scoprirono poi che si trattava di un bluff25. In
25 Ino Biondo e Marco Pilliteri, Il pi grande progettista italiano di aeroplani sovietici, Ae-
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realt i grandi quadriturboelica sovietici T-95, analoghi ai B-52 americani, avevano gi autonomia sufficiente (13.000 km) per colpire il territorio
americano e rientrare alle basi; ma erano subsonici e perci molto vulnerabili alla difesa aerea. I supersonici avrebbero avuto maggiori probabilit
di successo, ma a causa dellelevato consumo di carburante non avrebbero avuto autonomia sufficiente per tornare in Russia e perci il primo
bombardiere bisonico proposto da Bartini non fu approvato dalle autorit
aeronautiche sovietiche.
Bartini propose allora di risolvere il problema col rifornimento di carburante, ovviamente non in volo, come avviene adesso, ma in mare. La
sua idea di un grande idrovolante bisonico, rifornito al largo delle coste
americane da sottomarini cisterna, fu accolta dal ministro della difesa, maresciallo ukov (1896-1974), e nel 1957 gli fu messo a disposizione uno
specifico ufficio tecnico provvisorio (presso lOKB-256 P. V. Cybin, a
Ljubercy, vicino Mosca) per progettare il velivolo, battezzato A-57, dove
A stava per America. Il progetto fu per bocciato dal comitato centrale
del PCUS, sia per il costo aggiuntivo dei sottomarini e il rischio di affondamento, sia per limpressione suscitata dal lancio dello Sputnik (4 ottobre
1957), che sembrava rendere in prospettiva superflua la componente aerea
della futura triade nucleare.
Anche in seguito Bartini rimase del tutto estraneo ai rapidi sviluppi della missilistica e della cosmonautica, guidati da Korolv. Va per ricordato che il suo ex assistente sottoline spesso il proprio debito intellettuale
verso Bartini, e secondo i Buzinovskij avrebbe chiesto allo scultore
Andrej Faidy Krandievskij (1920-1966), incaricato di scolpire la grande lapide che orna il Viale dei Cosmonauti a Mosca, di raffigurarvi pure
Bartini, dichiarando che senza di lui non vi sarebbe stato lo Sputnik26.
Gli ekranoplani (schermoplani) Bartini
Dopo la cancellazione dellA-57 Bartini si stabil definitivamente a
Mosca, continuando a dirigere lufficio di Ljubercy fino al 1961 e a sfornare progetti sempre pi avveniristici, attratto dalla dimensione utopica della
rostoria, 2010.
26 Buzinovskij, op. cit., p. 33 (non citano la fonte).
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sia negative della lunghezza e del tempo. Nei riquadri interni ci sono le grandezze derivate, definite dalle precedenti, come la velocit, le cui dimensioni sono costituite dalla
lunghezza L elevata alla potenza 1 moltiplicata per il tempo T elevato a 1 . Il lato sorprendente di questa tabella dato dal fatto che in essa vengono introdotte grandezze fisiche inedite, come la superficie del tempo ed il volume del tempo, che definiscono a loro
volta nuove leggi valide per spiegare e quantificare una serie di fenomeni di vario tipo.
42 Jonathan Tennenbaum, The Revolutionary Life of Pobisk Kuznetsov, EIR, vol. 29, No. 50,
28 december 2001, pp. 37-39. Kuznecov, uno dei fondatori dellapproccio alternativo fisico
monetarista a sistemi economici (economia fisica) era in rapporti con Lyndon LaRouche.
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La gita di Rachele
iamo nel giugno del 1936 e Donna Rachele
(1890-1979) diretta col suo autista da
Roma a Ostia. E inquieta: quando salita
in macchina Lui le ha preannunciato, da gattone
col sorcio in bocca, che fra le tre e le tre e mezza
ne avrebbe visto delle belle. Il traffico scarso e
tutto sembra procedere regolarmente. Passano le
tre, e allimprovviso il motore si arresta, senza
apparente motivo; idem le altre rare auto nei pressi.
Ogni tentativo di rimettere in moto i propulsori vano finch, dopo una
mezzora, tutto torna regolare e il viaggio pu riprendere. La sera, a cena,
il Duce spiega, sussiegoso e soddisfatto, che si era trattato di un esperimento segretissimo condotto da Guglielmo Marconi (1874-1937) e destinato a dare allItalia unarma formidabile2. Unarma che, come sappiamo,
non si concretizz mai ma che, secondo i tanti che si sono esercitati in
fantasiose congetture, non sarebbe stata ultimata solo a causa del conflitto
1 La citazione ripresa da un articolo anonimo (Evil Inventions) comparso il 17 ago-
sto 1938 sul quotidiano americano The Chronicle Telegram (Elyria, Ohio, p. 12). Cfr.
William J. Fanning, Jr., Death Rays and the Popular Media, 18761939. A Study of
Directed Energy Weapons in Fact, Fiction and Film, McFarland & Company, Jefferson, North Carolina, 2015, pp. 86, 87.
2 Lepisodio narrato dalla stessa Rachele Mussolini nella sua autobiografia. Cfr. Rachele Mussolini, Mussolini privato, Rusconi, Milano 1973.
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3 Si dice che Marconi, divenuto religiosissimo negli ultimi anni della sua vita, avesse ri-
velato a papa Pio XI il segreto della sua nuova formidabile arma e che il pontefice gli
avesse intimato di tenerlo celato per il bene dellumanit. Marconi, diviso tra scrupoli religiosi e patriottismo fascista, si sarebbe confidato con Mussolini il quale avrebbe
cercato di convincere il premio Nobel a proseguire le sue ricerche per il bene dellItalia, pur comprendendo il suo travaglio e lasciando a lui lultima scelta. Il conflitto interiore avrebbe lacerato a tal punto Marconi da contribuire a provocarne la prematura
scomparsa. Questa ricostruzione, che parrebbe trovare origine nel supposto soliloquio
di Mussolini raccolto da Ivanoe Fossati il 20 marzo 1945 (Ivanoe Fossati, Mussolini
sotto le stelle, Latinit, Roma 1952), stata ripresa da innumerevoli scritti di carattere ovviamente tuttaltro che scientifico che affiorano periodicamente sulla stampa e
sul web.
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morte di Guglielmo Marconi, Strenna dei Romanisti, Edizioni Roma Amor, Roma
2003. V. pure Renzo Baschera, Un segreto tra Marconi e Mussolini: il raggio della
morte, Historia, N. 172, Aprile 1972, pp. 30-41. Nicoletta Verna, Storia e gloria
del cannone della morte, Ricerca e Storia, N. 44, 16 aprile 2003.
5 In realt, lespressione raggio della morte si riferisce a diverse tipologie di arma
che, per usare una definizione odierna, possiamo classificare come DEW (Direct Energy Weapon). La maggior parte erano basate sullelettromagnetismo, ma non mancavano raggi ultravioletti, raggi X, raggi di calore, fasci di particelle (quali il Teleforce di
Nikola Tesla). Anche gli effetti erano diversificati: si parlava di volta in volta di raggi,
onde o fasci in grado di far detonare esplosivi a distanza, di stordire, di uccidere, di incendiare oppure di arrestare o danneggiare motori elettrici o a scoppio. Lespressione
raggio della morte non fu la sola usata per definire queste armi ma fu certamente la
pi comune: per questo ho deciso di impiegarla anchio in queste pagine.
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nel corso di unaudizione presso il parlamento britannico da Stanley Baldwin (18671947), tre volte primo ministro conservatore tra le due guerre.
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specificato, tutti i riferimenti a personaggi e invenzioni citati in questo paragrafo seguono lo studio di Fanning che, a sua volta, si basa principalmente su fonti di stampa
dellepoca.
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Ma non mancarono voci che si levarono a difesa della validit del lavoro di Ulivi. Lo scoppio della Grande Guerra riaccese, infatti, linteresse
attorno alle sue sperimentazioni di radiobalistica, un termine coniato
dallo stesso Ulivi11. Nel luglio del 1917 venne organizzato un ciclo di
prove presso lo stabilimento Somaini di Lomazzo (Como) dove si producevano impianti elettrici. Agli esperimenti assistettero il proprietario dello
stabilimento, col. Francesco Somaini, e il direttore tecnico, Adolfo
Hilzinger. Stando alle relazioni, qualcosa accadde: tre grossi motori elettrici dello stabilimento riportarono danni, le lampade dellilluminazione
pubblica di Lomazzo si bruciarono risultati per al di sotto delle attese,
tanto che le autorit militari non diedero seguito ad altri esperimenti.
Durante la Grande Guerra continuarono ad apparire storie di raggi prodigiosi in grado di far esplodere dirigibili, abbattere aeroplani, sterminare
intere armate: ma le notizie dai fronti di guerra presentavano una realt
ben diversa e il conflitto si concluse senza che nessun raggio della morte
avesse offerto una bench minima prova di esistenza. Questo per come
abbiamo visto in precedenza non spense linteresse verso questarma
che anzi si apprest a godere della massima notoriet, grazie soprattutto
alle vicende di un (apparentemente) rispettabile inventore inglese: Harry
Grindell Matthews (1880-1941)12.
Matthews si era costruito una solida fama sviluppando nel 1912 un
radiotelefono e un sistema di telecomando senza fili che nel 1914 aveva
ricevuto un premio di . 25.000 dal governo britannico. Nel 1915, inoltre,
aveva compiuto con successo esperimenti di controllo a distanza via radio,
pilotando un modello di barca e facendo esplodere una mina, alla presenza di Lord John Fisher (1841-1920), del Primo Lord dellAmmiragliato
Arthur Balfour (1848-1930) e del cancelliere dello scacchiere Reginald
McKenna (1863-1943).
Simone Berni, A caccia di libri proibiti. Libri censurati, libri perseguitati. La storia
scritta da mani invisibili, Edizioni Simple, Macerata 2005, pp. 19-23.
12 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 59-75. Jonathan Foster,
The Death Ray: The Secret Life of Harry Grindell Matthews, Inventive Publishing,
2009. V. pure Andrea Candela, The Radium Terror. Science Fiction and Radioactivity before the Bomb, Nuncius, 30 (2015), pp. 320-344.
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14 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 66.
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15 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 67-68.
16 Annie Jacobsen, The Pentagons Brain: An Uncensored History of DARPA, Americas
Top-Secret Military Research Agency, Hachette UK, 2015, pp. 207, 347.
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17 Tra cui lo spagnolo Antonio Longoria (1890-1970), naturalizzato americano nel 1919, il
quale asser nel 1936 di aver venduto per 6 milioni di dollari il brevetto di un raggio invisibile per la saldatura di metalli ferrosi e non ferrosi. (Inventor Hides Secret of Death Ray,
Popular Science, February 1, 1940).
18 Per una visione complessiva cfr. Marc J. Seifer, Wizard. The Life and Times of Nikola
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Bureau of Standards che escluse la possibilit di ottenere i risultati vantati da Tesla19. Neppure linsuccesso di Tesla sop gli entusiasmi dei tanti
che negli anni Trenta tentarono di realizzare un raggio della morte, anche
sperimentando strade alternative come i raggi X, gli infrarossi, le onde
ultracorte, addirittura il suono. Ma non si riusc mai a ottenere alcunch
che potesse divenire unarma realmente efficace.
In quegli anni accadde per un fatto nuovo: i governi stavano scendendo direttamente in campo: le nubi di guerra che si addensavano allorizzonte erano sempre pi cupe e minacciose. Non era pi tempo di improvvisazioni e dilettanti allo sbaraglio: era necessario adottare delle iniziative
da parte delle autorit.
Tra le potenze dellepoca fu la Gran Bretagna a distinguersi per dinamismo ed efficacia della sua azione. Nel novembre del 1934 fu istituito un
comitato per studiare il problema della difesa aerea delle isole britanniche20. Sulla stampa filtravano notizie circa studi e progetti per realizzare
una cortina invisibile difensiva, di natura apparentemente simile alla
barriera che in quegli stessi anni stava proponendo Tesla. Altre indiscrezioni davano ormai per assodato che gli inglesi fossero finalmente riusciti
a sviluppare una qualche forma di raggio in grado di fermare i motori dei
bombardieri attaccanti. Alla fine del 1936 sempre pi numerosi erano gli
articoli su quotidiani internazionali che scrivevano di muri invisibili o
di barriere di raggi della morte che avrebbero protetto la Gran Bretagna
dalle incursioni aeree21. Una conferma ufficiale sembr arrivare quando il
ministro per la coordinazione della difesa, Sir Thomas Inskip (18761947), inform nellagosto del 1937 la Camera dei Comuni che gli scienziati britannici stavano sviluppando un raggio che entro pochi anni avrebbe garantito una difesa assoluta: No air fleet could invade the country; no
ship could land a man: no army could march22.
In realt, non si tratt che di unabile opera di disinformazione. Nel
gennaio del 1935 il comitato CSSAD interpell il fisico e meteorologo
19 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 94.
20 Si trattava dello CSSAD (Committee for Scientific Survey of Air Defence), presieduto
21 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 106-108.
22 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 108.
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24 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 112-113.
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28 Cos titolava il New York Sun nelledizione del 10 luglio 1934: Tesla invents Peace Ray.
Present Future
Il futuro presente
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1 As feared by Szilrd, the Belgian ore eventually felt into German hands after the invasion
of Belgium in May 1940, fuelling the Uranverein first and, following the fall of Germany,
the Soviet nuclear program.
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up nuclear research6. But in order to evaluate the feasibility of an alternative past it is not enough to consider just Einsteins commitment on nuclear
matters, as it is necessary to take into account also the motives and the
resolve of the other major actors in this story.
Starting with Szilrd, it is hard to question the strength of his commitment eitherand not only because he was the force that set Einstein
into motion. On this, it is useful to recall some more facts. In early 1939,
Szilrd worked on chain reaction side by side with Enrico Fermi at Columbia University. In a presentation held at the Navy Department, Fermi
explained the ongoing Columbia experiments aimed at verifying the concrete possibility of a chain reaction. Fermi was unsure that such a result
could be achieved, but he also stated that if such a reaction proved possible
then it could have lead to the use of uranium as an explosive. Although
this aroused some interest in the audience (and managed to secure some
funds), his cautious stance made the Navy also quite lukewarm on nuclear
research. Afterwards, a direct acquaintance of Roosevelt, the economist
and banker Alexander Sachs, had the chance to learn about the Navy opinion from the President himself7.
As it has been mentioned already, Szilrd original intention was to recruit Einstein to warn the Belgian royal family of the need to protect their
uranium ore from German hands. But when Szilrd got in contact with
Sachs he switched to the idea of reaching out to the US President and to
change the Administration view on nuclear matters instead. To this end,
Szilrd needed two things. First, a scientist with fame equal or superior of
Fermis, in order to overcome the cautious impression made by his Italian
colleagueand to that end, he got Einstein. Second, a man able to reach
FDR directly, to avoid his message getting lost in the plethora of communications trying to reach the Presidents desk dailyand for that he got
1942. For this letter and the Soviet nuclear program in general see Thomas B. Cochran,
Robert S. Norris and Oleg A. Bukharin, Making the Russian Bomb: From Stalin to Yeltsin,
(Boulder: Westview Press, 1995).
6 There is a fourth letter from Einstein to FDR, dated 25 March 1945, but it is basically an
attempt from the side of Einstein to broker a meeting between FDR and Szilrd.
7 Richard G. Hewlett and Oscar E. Anderson, The New World, 19391946 (University Park:
Pennsylvania State University Press, 1962).
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Sachs. What does all of this proves about Szilrd? Firstly, it shows that
he was committed to the matter to the point of trying to overcome the impression made by a close and respected colleague (Fermi was awarded the
Nobel prize in 1938). Secondly, it demonstrates how focused Szilrd was
on his goal of pushing for nuclear research, as he quickly dropped a minor
objective (reaching the Belgian royalty) in favor of a major one (getting in
touch with the US president).
On this background, it could be argued that if Einstein would have
not been willing to help Szilrd perhaps the Hungarian may have had a
hard time finding a suitable substitute. Is this the weak link in the chain
of events then? Maybe, but it should not be forgotten how much Germany was feared or despised by the scientific community that had to leave
Europe in order to flee Nazi domination and racial laws. A community of
which Einstein, Fermi, Szilrd, Teller and Wigner were all part of. This
accounts for Szilrd own commitment of course, but also makes hard to
assume no support was going to come out of Einstein, at least as an effort
to contain Germany. Or that in the absence of Einsteins support Szilrd
would have not been able to find any other sympathetic supporter (perhaps
Fermi himself).
Could then be Sachs the weak link? The doubt may lie not really in
his willingness to reach FDR with the letter (he was a Jewish too, so had
his own good reason to be wary of Nazi Germany) but in his ability to
do so, and especially at such a hectic time as around the beginning of
WW2 in Europe. Indeed, Einstein signed the letter in August 2 while it
reached Roosevelt only on October 11. So what happened between those
two dates? The first two weeks were lost in logistics: Einstein posted the
letter to Szilrd first, and then Szilrd delivered it to Sachs. This makes
the clock tick forward to August 15. From there, the storm coming over
Europe made hard for Sachs to get an appointment with the President, and
at a time that would allow Roosevelt to give proper attention at the issues
mentioned in the letter too.
Sachs achieved his goal on October 11, and we all know how things
moved from there. But what would have happened if the banker would
have been unable to deliver the letter? Again, this hardly seems something
that could have made a substantial difference as Einstein and Szilrd were
constantly on the lookout for alternative couriers. For one, being not
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entirely sure about Sachs, they attempted to get in touch with air celebrity
Charles Lindbergh asking him the same service they asked Sachs. The two
scientists were of course unaware of Lindbergh political leanings along
with the fact he was decorated by Hermann Gring just one year earlier.
They finally realized that Lindbergh was not their man when he aired
a speech advocating for isolationism on September 15. The dissolution
of the Lindbergh option left everything in Sachs hands. But the fact that
Einstein and Szilrd tried to open up two channels leading to Roosevelt
instead of just one, again proves how serious they were in trying to reach
the chief of the executive. And as time ticked away, Szilrd met anew with
Sachs in late September, pressuring him to deliver the letter. Szilrd then
agreed with Einstein to leave Sachs a grace time of about ten more days8.
Sachs managed to meet the deadline, but if he would not have been able to
it is logical to assume Einstein and Szilrd would have been working on
alternative paths, same as they did before albeit clumsily with Lindbergh.
All in all, on the senders side wills were firm, intentions clear and
plans resilient. In many ways they can be considered the embodiment of
the old military wisdom that if there is a will, there is a way and it is
indeed quite hard to question that sooner or later and mutatis mutandis
they would have been able to reach Roosevelts ears (and eyes) with their
pledge for nuclear research. The quest for an alternative history of nuclear
weapons seems really short of wiggling space here. But could the same
be said also about the recipient side of the correspondence i.e. the US
administration?
Long story short, once again, the answer is yes. Since Einstein and
Szilrd were trying to reach directly for the President, this cuts bureaucratic politics out of the picture. On the top of that, the fact that the two scientists were on the lookout for a sensible courier capable to use his prestige
and personal connections in order to guarantee not only reception of the
message but also enough attention devoted to it also cuts out the possibil8 Walter Isaacson, Einstein: His Life and Universe (New York: Simon & Schuster, 2007);
William Lanouette, and Bela Silard, Genius in the Shadows: A Biography of Leo Szilrd,
The Man Behind The Bomb (New York: Charles Scribners Sons, 1992); Richard Rhodes,
The Making of the Atomic Bomb (New York: Simon & Schuster: 1986).
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ity of the letter being overlooked. So the only variable that remains at stake
is Roosevelt himself. Could have him welcomed Einsteins (and Szilrds)
letter in any cooler way than he actually has? It seems unlikely. For one,
when he answered positively to it the United States were not yet at war
with Germany. This means Roosevelt acted just on precaution, especially
given that among the American public opinion isolationist, pro-German
and pro-Communist feelings were quite widespread. True, the letter has
been received after WW2 broke out in Europe, so that may have ringed
an alarm bell and made him more sympathetic to the call for action. But
if the letter would have been received any sooner it would have got into
Roosevelt hands not much in advance of September 1 anyway. So it seems
difficult to argue he would have reacted very differently if he would have
received it between August 15 (the day Sachs got it from Einstein) and
September 1 (the date of the invasion of Poland). To put it shortly, while
Roosevelt did provide an important spin to nuclear research he did not
mobilize a massive effort around it (yet)9 and there is no ground to argue
he would have done anything less than what he did had some circumstance
changed.
Conclusions: if the Bomb doesnt drop
The dawn of the Bomb as the time between July and October 1939
could be labeled seems not to provide very good opportunities to rewrite
the history of nuclear weapons. Does this means that this story could not
be rewritten at all? Of course not, but perhaps points of departure from
real history have to be searched at other times. One of them could maybe
be located in May 1945, as the fall of Germany made not straightforward
keeping together and focused a group of scientists strongly motivated by
the fear of a Nazi nuclear program. At that point in time though, the development of the Bomb was already at such an advanced stage that it would
9 More substantial US government support will come later, in 1940 with the creation of the
National Defense Research Committee, in 1941 with the establishment of the Office of
Scientific Research and Development, and finally in 1942 with the Manhattan project
proper. See F.G. Gosling, The Manhattan Project: Making the Atomic Bomb (Washington
DC: US Department of Energy, 2010); Richard G. Hewlett and Oscar E. Anderson, The
New World, 19391946 (University Park: Pennsylvania State University Press, 1962).
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have likely come into existence nonetheless, suffering just some delay. But
even if we push our imagination to think of a nuclear-less Second World
War be it for a reason or another that would have not changed that same
war much, since the Axis was defeated with conventional means. It could
be debated at length, of course, if the nuclear bombings of Hiroshima and
Nagasaki avoided a military invasion of Japan, and how long and bloody
such invasion would have been. But it is out of question that Japan would
have collapsed eventually anyway.
Where a different path in the development of nuclear weapons would
have made a major difference is in the following confrontation though
the Cold War since no nukes (or their delayed appearance) may have
made it not so cold in the end. In this perspective, it becomes interesting
to question what would have happened if the Americans had not used nuclear weapons on Japan in August 1945. Szilrd, in a interview released
in 1960, stated that a different course of action on that would have made
further military nuclear research in the US faster as it would have limited
defection of scientists due to moral delusion and in the URSS slower as
the Soviets would have missed a major incentive to push the accelerator on
it hence making the US nuclear monopoly last longer10. His arguments
though are easy to reverse, as the URSS may have invaded Japan in the last
months of WW2, or it could have become more aggressive after the end
of the war (given the absence of a clear nuclear demonstration). But all of
these are whole different (hi)stories.
10 Leo Szilrd, President Truman Did Not Understand, U.S. News & World Report, August 15, 1960.
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di Maurizio Zinni
a recente esplosione di una presunta testata allidrogeno da parte della Corea del Nord ha riacceso gli allarmi sui rischi di escalation
nucleare che ancora incombono allinizio
del terzo millennio. Sui principali media
di massa le informazioni sono state spesso accompagnate da servizi ed immagini
che hanno rispolverato il bagaglio iconografico classico sulla bomba atomica e
sugli effetti di una guerra nucleare.
Nel flusso tralatizio e ormai canonico di funghi atomici e stanze dei bottoni, per molto difficile imbattersi in riprese dal vivo di unesplosione
nucleare, eccezion fatta per quelle che il governo americano mise a disposizione dai siti dei test, come ad esempio nel caso delloperazione Ivy nel
19521. Limmaginario collettivo allora come oggi per buona parte frutto
della finzione, della fantasia o dellintuizione di registi e scrittori, pi in generale di artisti che hanno usato la loro ispirazione per immaginare quello
che non era mai stato (il primo e unico conflitto che ha visto impiegati ordigni atomici su obiettivi militari stata la Seconda guerra mondiale) e che
pure, in determinati momenti della storia della Guerra fredda, era sembrato
cos vicino e probabile.
Sul grande e piccolo schermo, sulle pagine dei libri o nelle vignette dei
1 Le immagini della prima esplosione di una bomba allidrogeno nelle isole Marshall vennero
trasmesse per la prima volta in televisione il 1 aprile 1954 e successivamente venduto nelle
scuole secondarie come prodotto educativo. T. Doherty, Cold War, Cool Medium. Television,
McCarthyism and American Culture, New York, Columbia University Press, 2003, pp. 11-12.
498
Future Wars
fumetti, fin da quel periodizzante 6 agosto 1945, data di nascita della cosiddetta Atomic age2, sono state combattute centinaia di guerre nucleari e
migliaia sono stati i destini che hanno di volta in volta atteso la popolazione mondiale allalba dellolocausto atomico3. La cultura negli anni della
Guerra fredda si nutrita e ha tratto ispirazione della bomba, feticcio assoluto di una modernit tecnologica che, agli occhi di molti, correva sfrenata
verso la sua stessa autodistruzione.
499
4 V. David S. McDonough, Nuclear Superiority: The New Triad and the Evolution of
American Nuclear Strategy, Routledge, New York, 2013. Roman Kolkowitz, Dilemmas of
Nuclear Strategy, 2005.
5 Cfr. S. Cooke, In Mortal Hands. A Cautionary History of the Nuclear Age, Bloomsbury,
New York, 2009, p. 185.
6 Cfr. J.A. Goodby, At the Borderline of Armageddon. How American Presidents Managed
the Atom Bomb, Rowman & Littlefield Publishers, Lanham, 2006.
500
Future Wars
7 Questo il titolo del volume di Nina Tannenwald, The Nuclear Taboo. The United States
and the Non-Use of Nuclear Weapons Since 1945, Cambridge U. P., 2007.
8 In base a questo concetto, larsenale militare di uno Stato non doveva servire tanto a respingere unaggressione nemica, quanto a prevenirla minacciando ripercussioni inaccettabili. Cfr. L. Nuti, La sfida nucleare. La politica estera italiana e le armi atomiche 19451991, Il Mulino, Bologna, 2007, pp. 71-75.
9 Cfr. S.M. Younger, The Bomb. A New History, New York, Ecco, 2009, pp. 45 ss.
10 Questo il titolo di un libro di Fred Kaplan sugli strateghi nucleari della RAND e sul rapporto delle loro teorie con il contesto politico, economico e militare dellepoca (F. Kaplan,
Wizards of Armageddon, Simon & Schuster, New York, 1983).
11 J. Suri, Henry Kissinger and the American Century, The Belknap Press of Harvard U. P.,
Cambridge, 2007, p. 139.
Storia della distopia militare
501
vertici politici che li scelsero come loro advisers12, nella convinzione che
questi riuscissero a vedere pi chiaramente quali scenari si profilavano
allorizzonte anche attraverso la fitta nebbia della diplomazia nucleare.
Alla base delle loro analisi e delle teorie dei giochi elaborate nei loro
simposi vi era la convinzione che la strategia della deterrenza, per essere
veramente funzionale alle esigenze strategiche americane ora che i sovietici erano in grado di colpire direttamente il territorio nazionale con armi
nucleari, dovesse fondarsi su una risposta proporzionata alla posta in gioco: la dicotomia olocausto nucleare o umiliazione, suicidio di massa o
resa rendeva, di fatto, non credibile la minaccia della rappresaglia massiccia elaborata negli anni della presidenza Eisenhower dal Segretario di
Stato John Foster Dulles13. La chiave di volta per rendere maggiormente
convincente lo strumento della deterrenza era cos rinvenuta nella presunta plausibilit della guerra nucleare limitata, una ricalibratura della teoria
della deterrenza in grado di adeguare gli scenari bellici futuri allevoluzione delle forze in campo al fine di individuare un nuovo punto di incontro
fra pace e guerra, politica e strategia militare14.
Fra i principali teorici che basavano la loro riflessione sullimpiego di
testate nucleari tattiche per il raggiungimento di obiettivi limitati, ipotizzando scenari futuri di conflitti geograficamente e militarmente controllabili possibile incontrare alcuni dei pi noti analisti atomici degli anni
12 Non solo il segretario alla difesa Robert McNamara favor la presenza di strateghi civili in
posti rilevanti dellapparato decisionale durante lamministrazione Kennedy, ma anche nel
decennio precedente le loro riflessioni influenzarono in maniera rilevante le scelte strategiche del governo americano. Cfr. P. Mlandri, Imaginer linimaginable: guerre nuclaire
et stratgie amricaine depuis 1945, in Vingtime Sicle. Revue dhistoire, n. 1, Jan.
1984, pp. 57-73.
13 Cfr. N. Rosendorf, John Foster Dulles Nuclear Schizophrenia, in J.L. Gaddis, P.H. Gordon, E.R. May, J. Rosenberg (eds.), Cold War Statesmen Confront the Bomb. Nuclear Diplomacy Since 1945, New York, Oxford University Press, 1999, pp. 62-86.
14 Sulla teoria della guerra nucleare limitata cfr. L. Freedman, The Evolution of Nuclear
Strategy, Third edition, New York, Palgrave Macmillan, 2003, pp. 93 ss. Allo stesso
tempo vi furono per voci che pur muovendosi anchesse nellambito delle ipotesi sui future scenari bellici nucleari giungevano in maniera opposta a denunciare i rischi di qualsiasi tentativo di controllo e gestione dellescalation atomica, tra questi Wolly Zuckermann,
consulente scientifico del ministero della difesa britannico (S. Cooke, In Mortal Hands,
cit., pp. 186-187).
502
Future Wars
Cinquanta: Bernard Brodie15 (1910-1978), Robert Endicott Osgood (19211986), Henry Kissinger (1923), Thomas Schelling (1921) ed Herman Kahn
(1922-1983)16.
Tra questi, proprio Kahn colp lattenzione collettiva per le sue teorie
sulla guerra nucleare e sul destino che avrebbe atteso gli Stati Uniti in caso
di conflitto con il nemico sovietico17. Con uno stile al contempo rigoroso
e flamboyant, atto a dare forza visionaria alle proprie argomentazioni e a
scandalizzare il lettore scuotendolo nelle sue pi radicate certezze, questi
disegn in un corpus coeso di opere18 uno scenario atomico in cui (apparentemente) tutte le opzioni erano considerate e il futuro non appariva
quellinferno in terra ipotizzato da molti film e romanzi. Obiettivo di Kahn
era convincere il suo pubblico a pensare limpensabile andando contro
quelli che lui considerava dei luoghi comuni accettati pi per pessimismo
autoindotto che per concrete valutazioni razionali dei fattori in gioco: any
picture of total world annihilation appears to be wrong, irrespective of the
military course of events19.
15 Barry Howard Steiner, Bernard Brodie and the Foundations of American Nuclear Strategy, U. P. of Kansas, 1991.
16 Tra i loro scritti pi noti: B. Brodie, Escalation and the Nuclear Option, Princeton U.
P., 1965; R.E. Osgood, Limited war: The challenge in American strategy, The University of Chicago Press, 1957; H. Kissinger, Nuclear Weapons and Foreign Policy,
Harper & Brothers, New York, 1957; T. Schelling, The Strategy of Conflict, Oxford
U. P., 1960, e Arms and Influence, Yale U. P., New Haven, 1966; H. Kahn, On Escalation: Metaphors and Scenarios, Praeger, New York, 1965. Bisogna sottolineare come nel corso degli anni Sessanta molti di loro tornarono sui loro passi evidenziando la
sostanziale contraddizione in termini di questa dottrina: lunico modo per evitare una
escalation nucleare risiedeva nella volont di non impiegare in nessun caso armi nucleari. Daltro canto, tutte le simulazioni con testate nucleari tattiche avevano rivelato
lestrema difficolt di condurre una guerra limitata non solo per i civili coinvolti ma
anche per gli stessi militari impiegati sul territorio. Cfr. L. Freedman, The Evolution
of Nuclear Strategy, cit., pp. 105, 110-111.
17 Sulla sua figura non si pu prescindere dai testi di B. Bruce-Briggs, Supergenius: The Mega-Worlds of Herman Kahn, New York, North American Policy Press, 2000 e di Sharon
Ghamari-Tabrizi, The Worlds of Herman Kahn, Cambridge U. P., 2005.
18 Oltre al gi citato On Esalation, ricordiamo On Thermonuclear War (Princeton U. P.,
1960), Thinking About the Unthinkable (Horizon Press, New York, 1962) e The Next 200
Years: A Scenario for America and the World (William Morrow & Co., New York, 1976)
curato con William Brown e Leon Martel.
19 H. Kahn, On Thermonuclear War, cit., p. 22.
503
20 Cfr. F. Romero, Storia della guerra fredda. LUltimo conflitto dellEuropa, Einaudi, Torino, 2009, pp. 120 ss.
21 S. Ghamari-Tabrizi, The Worlds of Herman Kahn, cit., pp. 236 ss.
504
Future Wars
505
di first strike (e quindi di deterrenza), ma questo, lungi dallessere considerato un atto finalizzato alloffesa, nella lettura di Kahn appariva come una
normale politica in tempo di pace. La stretta razionalit che muoveva queste argomentazioni lasciava tuttavia spazio allarte della finzione e dellintuizione del momento quando lo stesso autore inseriva nel suo discorso
limponderabilit del fattore emozionale e dellimprovvisazione: nel gioco della deterrenza chi si dimostrava leggermente mad, intemperate or
emotional26 poteva avere lultima parola e risultare ancor pi pericoloso
e, per questo, convincente.
Kahn dialogava pericolosamente con lignoto senza tuttavia abbandonare la fiducia nelle proprie capacit di analisi e nei destini di un paese che
doveva scommettere sulle sue risorse umane e materiali. Era uno sguardo
ottimistico nonostante la bomba, che affondava le proprie radici in unincrollabile fede nelle potenzialit degli Stati Uniti. La convinzione largamente diffusa che if one single button is pressed all the buttons will be
pressed, and [] Within perhaps an hour or two the war will be effectly
over [] with only one question left: How bad will the radioactivity be
for the rest of the world?27 era per Kahn la pi perniciosa delle idee.
Questo perch spingeva i cittadini alla rassegnazione e allimpreparazione. Nei suoi scenari ipotetici sul mondo post guerra atomica parole come
tragedia e orrore erano bandite a vantaggio di un lessico asettico, fondato su unit di misura quantitative chiaramente determinabili28: la paura
della fine del mondo si reggeva sullincertezza delle valutazioni e avrebbe
26 Ibid., p. 290.
27 H. Kahn, Thinking About the Unthinkable, cit., p. 59.
28 Come spiega egli stesso nel testo: The only way in which we can communicate even intuitive notions with any accuracy is to use quantitative measures (H. Kahn, On Thermonuclear War, cit., p. ix).
506
Future Wars
legato le mani al governo americano e ai suoi cittadini non rendendoli capaci di difendersi e di affermarsi in una tenzone che non si sarebbe necessariamente conclusa con una fine senza vincitori. Ai suoi occhi appariva
indispensabile un confronto senza reticenze con una realt che molti non
erano di grado di sopportare. Ragionare su freddi numeri avrebbe permesso di gettare le basi per la vittoria finale e per la rinascita del paese anche
dopo uno showdown nucleare, anche se queste cifre chiamavano in causa
le vite di milioni di individui. Queste percentuali erano lennesimo paradosso lessicale e morale che Kahn impiegava per sollecitare la reazione
collettiva ed evidenziare lurgenza di unadeguata preparazione: non solo
ad una guerra nucleare si poteva sopravvivere, ma nonostante preconcetti largamente diffusi le giuste contromisure avrebbero permesso normal
and happy lives for the majority of survivors and their descendants29.
29 Ibid., p. 21.
Storia della distopia militare
507
scienza sarebbe comunque progredita e con essa i rimedi per curare i malati e debellare anche questa minaccia30. Se ben preparati, quindi, gli Stati
Uniti sarebbero sopravvissuti a una guerra termonucleare perch avevano
nel loro patrimonio genetico le risorse morali e materiali per rialzarsi, tutto
era legato alle loro capacit di reazione e al coraggio di guardare al futuro
senza panico o rassegnazione.
508
Future Wars
31 Gli elementi alla base della lettura apocalittica (crisi, rigenerazione, raggiungimento di
uno stato primigenio di benessere) sono stati fin dalle origini fattore costitutivo della narrazione pubblica sulla questione nucleare, in stretto rapporto con i suoi rimandi al contempo simbolici e religiosi. Non un caso che proprio il cinema sulla bomba atomica, al pari
della letteratura, della musica e dei fumetti, vi abbia attinto copiosamente. Su questo tema
cfr. J.F. Shapiro, Atomic Bomb Cinema. The Apocalyptic Imagination on Film, Routledge,
New York, 2002.
32 Cos scriveva nel suo libro The Next 200 Years: A capability for self-supporting existence
in space would make possible the continuation of earths civilization and the resuscitation
of human life on the planet following an irreversible tragedy in the case of thermonuclear
war or ecological catastrophe (cit., pp. 223-224).
Storia della distopia militare
509
n the aftermath of World War II the use of atomic energy was considered the most promising solution for many practical problems of
human life. This paper will examine the United States Air Forces
Aircraft Nuclear Propulsion (ANP) and the contemporary Soviet Union
initiatives which blossomed in the Fifties and faded away in the Sixties.
The failure of these costly efforts was caused by operational and political reasons more than by technical shortcomings1. Recently, however, the
Manchester Metropolitan University launched a research about the conversion of civil aviation from fossil fuels to nuclear energy2.
The use of atomic power to propel aircraft was considered by Enrico
Fermi and his associates involved with the Manhattan District Project as
early as 1942, but it was in 1946 that a study by John Hopkins Universitys
Applied Physics Laboratory underlined the potentials and problems of
using atomic power for aircraft propulsion. At design level the main problem was the lack of data on the effects of radiation on materials, while at
operational level the greatest concern was for the possible release of radioactive fission products or isotopes. It involved the need for shielding both
the crew and the ground personnel from radiation, for carefully selecting
test sites and ranges and for precisely defining operating procedures. The
fundamental requirement for a nuclear aircraft was that, even under the
1 An., The Decay of the Atomic Powered Program (1993), with bibliography up to 1984;
Vincent Cortright, Dream of Atomic Powered Flight, Aviation History, March 1995;
both online at the site megazone. Raul Colon, Flying on Nuclear, The American Effort
to Build a Nuclear Powered Bomber, The Aviation History Online Museum, August 6,
2007. Dennis R. Jenkins and Don Pyeatt, Cold War Peacemaker: The Story of Cowtown
and Convairs B-36, Specialty Press, North Branch, MN, 2010, pp. 192-199 (Dream Unrealized).
2 Karen A. Frenkel, Resuscitating the Atomic Airplane: Flying on a Wing and an Isotope,
Scientific American, 5 December, 2008.
510
Future Wars
511
for development of the whole system, with very little interlinking between
them. Moreover even for the power plant two different footpaths were
followed: the General Electric Co., Evendale, Cincinnati, was issued a
contract to develop a direct cycle turbojet, and in the mean time Pratt&
Whitney Aircraft Division of United Aircraft Corp. was to study an indirect cycle solution at the Connecticut Aircraft Nuclear Engine Laboratory
(CANEL). In a direct air cycle propulsion system air enters through the
compressor stage of one or more turbojets and from there it passes through
a plenum before flowing through the reactor core. In this way air acts as
the reactor coolant and is rapidly heated before being convoyed through
another plenum to the turbine section of the turbojets and from there out
through the tailpipe. In the indirect cycle system air does not enter the
reactor itself but after passing through the compressor it flows through a
heat exchanger where the heat generated by the reactor is carried by a
working fluid which is usually a dense one, such as a liquid metal or highly pressurized water. Since this solution allows more heat energy to be
transferred, the indirect cycle system is more efficient.
Initially the ANP program was to develop an indirect cycle, single reactor propulsion system, but General Electric claimed that the direct cycle
was simpler, with a shorter development time, and was then allowed to
change scope. Meanwhile Pratt & Whitney, working on the indirect cycle
system, developed the super-critical water reactor in which the working
fluid is water, heated to 1,500 F but kept in a liquid state by pressurizing
to 5,000 psi.
Part of the ANP effort was the X-6 program which was started in 1952
with the aim to produce two flying test-beds. The first step was assessing
the shielding problems on a purposely modified Convair B-36H, that after
conversion was designated NB-36H and known as the Nuclear Test
Aircraft (NTA). The bomber was modified to carry a small air cooled
reactor in the aft bomb bay and, even if the reactor itself was shielded, a
totally new nose section housed a twelve ton lead and rubber compartment
for the crew. The flight program carried out from July 1955 to March 1957
showed that the aircraft normally would pose no radiation threat, even at
low altitude, and based on these results it was decided that the risks was
no greater than the risks incurred during the development of the airplane,
512
Future Wars
the automobile, or the rocket.5 At the time the B-36 was the only existing
airframe large and powerful enough to carry the expected engine and
shield weight and was therefore to provide the basis for the actual X-6
aircraft. The engine chosen was the General Electric J53 turbojet but this
was still in its infancy and after experiencing serious development problems GE resorted to the J47, a well proven engine that when modified for
nuclear testing was referred to as X-39. The propulsion system was to
have a total weight of 165,000 pounds (75,000 kg), which was composed
of a 10,000 lbs (4,540 kg) reactor, 60,000 lbs (27,000 kg) of reactor shielding, 37.000 lbs (16,800 kg) of crew shielding, and a jet engine weight of
18,000 lbs (8,170 kg) plus an additional 40,000 lbs (18,160 kg) for ducts
and accessories.6
The shield was divided between the reactor and the crew, the crew
being in the shadow created by the combined shielding effect. If it were
possible to put as much shielding on the reactor as it is on ground reactors,
the radiation could be reduced to a negligible amount, but the total weight
of shielding required would be prohibitive. The divided shield concept
allows to reduce total shield weight to an acceptable amount by exploiting
the directional nature of the radiation, but it also means that the majority
of the aircraft would be exposed to higher levels of radiation and once on
the ground more radiation would contaminate the surrounding area. These
problems were to be overcome by using newer materials and by properly
designing the aircraft ground equipment.
5 J. A. Connor jr., op. cit.
6 Jay Miller, The X-Planes, Aerofax, Arlington, Texas, 1988. B. D. Bikowicz, Nuclear
513
Although work on an actual airframe never got very far, a great deal of
work was accomplished on the power plant. Besides placing a lot of effort
on developing the divided shield concept, the ANP program concentrated
on increasing the operating temperature of the reactor to boost efficiency
and therefore aircraft performance. General Electric was quite successful
in testing the direct cycle concept. These tests were referred to as the Heat
Transfer Reactor Experiment (HTRE) series and involved three reactors
installed in ground facilities. HTRE-1 was a proof of concept reactor that
demonstrated the feasibility of operating an X-39 jet engine on nuclear
power, while HTRE-2 was simply HTRE-1 modified to test advanced
reactor sections in a central hexagonal chamber.
In this way new reactor designs could be tested without the need to
build a totally new reactor from scratch. The experience gained from
HTRE-1 and HTRE-2 was used in the construction of HTRE-3 which was
the closest to a flight item the program came. It was solid moderated, as
opposed to the earlier reactors which were water moderated, and it powered two X-39s at higher power levels. HTRE-3 was limited by the two
turbojets, but it could have powered larger jets at even
higher power levels. All HTRE reactors were of the
standard direct cycle configuration, with
the addition of a chemical combustor
just upstream from the turbines.
This combustor allowed the jets to
be started on chemical power and then
switched over to atomic heat as the
reactor was brought up to operating temperatures. The operational system could
also use a chemical combustor during
take-off and landing, and possibly during
target penetration, when the reactor relatively slow response time could be a
disadvantage.7 The HTRE either met or
exceeded their goals, but although all
The HTRE-3 without supporting structure
7 Cleveland & Johnson, op. cit..
514
Future Wars
had reactor cores of roughly the size needed to fit into an aircraft, none of
them was designed to be the prototype of a flying system. However the
tests showed that a reactor could have been built meeting all of the
requirements needed for a flight ready unit.
While GE was busy with the direct cycle, Pratt & Whitney (P&W) was
working on the indirect cycle at a much slower pace. P&W never ran a
whole system and their work was limited to component testing, mainly for
liquid metal coolant plants. The two major designs were a solid core reactor, in which the liquid metal circulated through a solid reactor core, and
a circulating-fuel design, in which fuel was mixed with the coolant and
critical mass was achieved as the coolant circulated through a central core.
P&W achieved quite interesting results on the design of liquid metal cooling loops, corrosion prevention, and heat exchanger design, but their work
at CANEL never led to a test reactor, much less one which was flight
ready. In the long run the indirect cycle looked more promising, but it also
required much more developmental work.
Throughout its life the ANP program was plagued by a lack of direction
since neither the Air Force nor the Department of Defense (DOD) maintained a clear set of goals. This caused a great deal of waste, both of time
and money since test facilities were built to satisfy requirements which
never materialized due to a shift in project orientation, and they either
ended up as expensive storage buildings or were abandoned still unfinished. The Air Force favored the development of an atomic powered
bomber because they wanted to keep manned aircraft an integral part of
the deterrent force. General Curtis Emerson LeMay, commander of the
Strategic Air Command (SAC) at the time, placed the highest priority on
the B-52H and B-70 programs and the ANP was slightly down the list,
with long-range missiles at the bottom. Despite the fact that at the time the
research on nuclear propulsion was still at the initial stage, in 1950 the
DoD decided that a subsonic aircraft was to fly by 1957 and the Air Force
was asked to give the program sufficient support to insure success. Facing
unsatisfactory results, in March 1953 the Secretary of Defense Charles
Wilson cancelled the program that was restarted in April 1954 with a more
streamlined management structure. Unfortunately the program, while
making definite progress, continued to follow a tortuous path across a
wide variety of research fields, wasting time and money on the way.
Storia della distopia militare
515
8 Raul Colon, Soviet experimentation with nuclear powered bombers, The Aviation History On-Line Museum, 2009.
516
Future Wars
NK14a was an indirect cycle engine, since the air, after passing through
the compressor, did not go to the reactor but to the heat exchange system
where the heat generated by the reactor was carried by a fluid. As in the
Tu-95LAL, the bomb bay would have housed the reactor, and the connections leading to the engines would run through the main fuselage, up to the
wings and then to the heat exchangers of the two inboard engines. Tupolev
estimated that the first 119 would have been available for runway trials by
late 1965 but the aircraft remained on the drawing board until budgetary
constraints, the development of new conventional aircraft and a shift in
doctrine towards the ballistic missile led to the cancellation of the program
in August 1966.
Aircraft 119 was not the only Tupolev project for a nuclear powered
supersonic bomber. A vast amount of research hours was invested on a
parallel program code named Aircraft 120 which was to be fitted with two
turbojet engines on development by Kuznetsov. The reactor was to be
installed in the rear fuselage, as far from the cabin as possible, and the
crew, pilot, copilot and navigator, were seated in a heavy lead-shielded
cabin. The aircraft was to have a conventional aerodynamics configuration
with a high mounted 45 degrees swept wing and a swept empennage. The
testing phase was planned in the late Seventies but never materialized
since the program was terminated for the same reasons as the 119 project.
Tupolev worked also on a low level strike bomber code named Aircraft
132. The engines were intended to operate with kerosene for take-off and
landing, and the other major difference with the previous projects was the
Storia della distopia militare
517
delta wing, with swept empennage and the horizontal stabilizer on top of
the fin. The 132 project was cancelled in the mid Sixties for the same
budgetary, technical and doctrinal reasons that doomed the 119 and the
120 project, while never reached the drawing table a supersonic, long
range nuclear bomber similar to the B-58 Hustler.
As far as the Mjasiev bureau, their first nuclear bomber project was
code named M-60. The first draft was finished on July 1956 and the project was based on a Lyulkas nuclear/turbojet engine, meaning that the
aircraft was to take-off and land with a chemical fuel propulsion while the
nuclear system would engage at the desired operational altitude providing
the M-60 with a Mach 2 speed capability. The initial configuration called
for a long, slim shape with trapezoid wings and T-shaped tail, and the
nuclear/jet engines placed side-by-side in the fuselage, but in December
1957 the M-60 was redesigned to be a delta winged aircraft with four
engines placed on under wing pylons and in tip nacelles. According to the
Mjasiev bureau, a 1,989 mph speed, an operational range of 15,500
miles and a service ceiling of 65,600 ft were achievable. The M-60 was
cancelled in 1959, while still at the planning stage, leaving the bureau to
work on the M-30 program, which had started in 1953. However the interest for a nuclear-powered aircraft was fading out and this program also
was abandoned in 1961, when the Soviet leadership ordered to stop all
work related to the nuclear bomber. Had the Tupolev or the Mjasiev
program run their course, it is likely that the Soviet Union would have
been able to deploy a nuclear bomber in the late Seventies, but the financial burden of such an effort was too heavy and with the massive introduction of accurate ICBM and SLBM a relevant nuclear capability could be
achieved at a lesser cost, without the radiation fallout risk associated to a
possible crash during training and peace time operations. Interesting to
say the expected overall weight of the nuclear power plant was about 80
tons, as for the American counterpart.
Moving back to the United States, in 1959, following the Sputnik hysteria, the ANP program was placed under the direct control of then
Director of Defense Research and Engineering, Herbert York, who defined
a new set of program objectives, giving priority to the development a
power plant suitable for militarily useful nuclear flight. Unfortunately for
the program it was too late. GEs HTRE series had proved that the direct
518
Future Wars
cycle concept would work, P&W was making progress on the indirect
cycle and the NTA reactor tests had demonstrated that aircraft shielding
could be done effectively, but overall the ANP program was not productive enough to be sustained, besides being a sensitive political issue.
While the DOD and the AEC were fighting for the total control of the
program, the contractors were taking advantage of the disarray and the Air
Force added to the confusion being unable to clear stating their needs.
Finally of greater and greater concern was the so called atomic hazard.
The ANP program had begun in an era when the general attitude towards
atomic energy was quite favorable and the atom was thought to be a welcome addition to everyones life, but those days had gone by and the
public attitude was now quite different.
In 1961 Herbert York and his staff reviewed the ANP program and the
decision was taken to halt all further development and test activity on the
direct cycle and continue to work on the indirect cycle at a reduced pace.
Even this was too much. The Kennedy administration felt absolutely
uneasy about a program that had been around for too long without producing any conclusive result. On March 28, 1961 a statement of President
Kennedy cancelled the ANP program: Nearly 15 years and about $1
billion have been devoted to the attempted development of a nuclear-powered aircraft; but the possibility of achieving a militarily useful aircraft in
the foreseeable future is still very remote. The total amount of money
spent on the development of atomic aircraft was $1,040 million. Of this
sum $839 million was for operating costs and $201 million for facilities
and equipment. Funding was provided by the Air Force, AEC, and US
Navy, each supplying $518 million, $508 million, and $14 million respectively.9 Although technicians and scientists did their best to succeed, there
was no firm military requirement and the politicians persisted in trying to
control things better left to experts, much like during the Vietnam War.
The cancellation of the ANP program was due to the development of the
ballistic missile and to different feelings about the friendship of the
atom, but mismanagement had a significant impact.
9 U.S. Government Report to the Congress, Review of Manned Aircraft Nuclear Propulsion
Program, Atomic Energy Commission and the Department of Defense, U.S. Government
Printing Office, Washington, D.C., February 1963.
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521
522
Future Wars
sion to Invade Iraq, University Press of America, 2009; Jeffrey Record, Wanting War: Why
the Bush Administration Invaded Iraq, Potomac Books, Washington, 2010.
11 Brian Whitaker, Nowhere to run, The Guardian, 29 November 2005.
12 Si legge infatti gi nel primo paragrafo: This is also a time of opportunity for America.
We will work to translate this moment of influence into decades of peace, prosperity, and
liberty [ ]The aim of this strategy is to help make the world not just safer but better,
ovvero Questo anche un tempo di opportunit per lAmerica. Lavoreremo per tradurre
questo momento di influenza in decenni di pace, prosperit e libert [] lo scopo di questa
strategia di contribuire a fare del mondo non solo un posto pi sicuro ma anche migliore.
13 Michael Novak, Asymmetrical Warfare and Just War, Roma, Centro Studi Americani,
11 febbraio 2003.
Storia della distopia militare
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cetto di Responsibility to Protect14, in base al quale il Consiglio di Sicurezza, con la Risoluzione 1973 del 17 marzo 2011, ha avallato lintervento
occidentale in Libia, ufficialmente per impedire al regime di Gheddafi di
reprimere nel sangue la rivolta della Cirenaica15.
Precedenti storici e principi giuridici
E nota la teoria tucididea delle cause della guerra del Peloponneso;
la causa scatenante furono le controversie contingenti (aitai), ma la crisi
latente (prphasis) risiedeva nella crescita parallela di potenza (auxethnai) delle due pleis rivali verificatasi nel mezzo secolo (la Pentkontaetia) successivo alla sconfitta persiana16. Il tema viene oggi applicato alla
guerra (in)evitabile tra Stati Uniti e Cina17 e analizzato nella teoria dei
giochi18. NellActio II del De Armis Romanis (1592) di Alberigo Gentili,
Defensor, che sostiene la legalit di tutte le guerre romane, riconosce che
difesa degli alleati (defensio sociorum) e liberazione dei popoli erano speciosi: anzi costituivano una tipica strategia di espansione (arcana imperii),
consentendo allimpero di avanzare di alleato in alleato sino a strangolare
chi resisteva. Nondimeno erano giuste cause di guerra, fondate sulla ratio
humanitatis. Questi, poi, erano addirittura casi di defensio honesta. Ma
lecita era pure la defensio utilis, cio la guerra preventiva: e non solo per
il timore di poter essere in seguito attaccati, ma pure per il timore di poter
essere superati in potenza (timor potentiae). Puro elemento psicologico,
linvidia imperii (che del resto tra Roma e Cartagine era reciproca) esula
14 International Commission on Intervention and State Sovereignty (ICISS), The Responsibility to Protect, Report December 2001.
15 Il wording di estremo interesse ancorch non contenga espressamente un riferimento alla pre-emption. La Risoluzione 1973 autorizza infatti gli Stati membri agendo nazionalmente o tramite organizzazioni o accordi regionali [] ad assumere tutte le misure necessarie [] per proteggere civili ed aree popolate da civili sotto minaccia di attacco nella
Jamahiriya Araba Libica, inclusa Bengasi, escludendo una forza di occupazione straniera
di qualsiasi forma in alcuna parte del territorio libico ..
16 Jean-Christophe Pitard-Bouet, La guerre du Ploponnse: une guerre prventive ou
premptive?, Temporalits, 15 juillet 2015.
17 E. Gin, The Thucydides Trap, in questo Quaderno.
18 Emerson M. S. Niou and Peter C. Ordeshook, Preventive War and the Balance of Power.
A Game-Theoretic Approach, Journal of Conflict Resolution, Vol. 31, No. 3, September
1987, pp. 387-419.
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525
nelle guerre di successione dellex-impero zarista e quelli italiano, tedesco e sovietico nella guerra civile spagnola, gli aiuti fraterni sovietici
in Germania Est, Ungheria, Cecoslovacchia e Afghanistan. La letteratura giuridica fa per riferimento allaccordo anglo-americano del 1842 (il
cosiddetto Caroline test, richiamato dal Tribunale di Norimberga come
precedente) sulle condizioni che legittimano la difesa preventiva (una minaccia instant, overwhelming, and leaving no choice of means, and no
moment for deliberation)23.
Col diritto internazionale pattizio (Societ delle Nazioni, Protocollo di
Ginevra del 1924, Patto Kellogg-Briand del 1928, Statuto delle Nazioni
Unite, Tribunali di Norimberga e di Tokio, Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, Tribunale permanente per i crimini di guerra e contro lumanit)
la guerra di aggressione divenuta un illecito internazionale, consolidando
quel concetto discriminatorio di guerra in cui Carl Schmitt individuava
gi nel 1938 laffermazione di un ordinamento sovranazionale o imperiale
incentrato sulla supremazia degli Stati Uniti.
Tuttavia tra le due guerre il sistema sanzionatorio internazionale fu inefficace e furono proprio gli interventi italiani e giapponesi a mostrarne
i limiti. Nel 1923 la Francia minacci labbandono della SdN per bloccare le sanzioni, proposte dalla Gran Bretagna, contro lazione italiana a
Corf, per rappresaglia delleccidio di una missione incaricata di stabilire i confini greco-albanesi. N le sanzioni economiche dissuasero lItalia
dallaggressione allEtiopia. Gli Stati Uniti poi non erano vincolati dalla
SdN e la pianificazione di contingenza del Pentagono (Color Coded War
Plans 1919-1939) prevedeva la guerra preventiva in tutti i Continenti, e
specialmente contro la temuta alleanza anglo-giapponese 24. Da notare che
23 Al termine di un complesso negoziato bilaterale, nel 1842 la Gran Bretagna riusc a far
riconoscere dagli Stati Uniti la legittimit della violazione delle acque territoriali (affondamento del battello Caroline che riforniva gli insorti del Qubec) motivata da impellente
necessit militare. Secondo Louis-Philippe Rouillard, il precedente sarebbe alla base della
stessa U.S. National Security Strategy adottata nel 2002. Rouillard, The Caroline Case:
Anticipatory Self Defense in Contemporary International Law, Miskolc Journal in International Law, Vol. 1, 2004, No. 2, pp. 104-20. V. pure Murswieck, op. cit, e Chris Richter,
Pre-emptive Self Defence, International Law and US Policy, Dialogue, vol. 1, No. 2,
2003, pp. 55-66.
24 V. larticolo di M. Leofrigio, War Plan RED/CRIMSON, in questo Quaderno.
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40 Ray Perkins, Bertrand Russell and Preventive War, in Alan Schwering (Ed.), Bertrand
Russell on Nuclear War, Peace, and Language: Critical and Historical Essays, Bertrand
Russell Society, Greenwood Publishing Group, 2002, pp. 3-14.
41 Sul punto, cfr. Walzer, op. cit., pp. 82-85. Pierre Razoux, La Guerre des Six Jours. Du mythe la ralit, Paris, 2006, pp. 13-17 (v. la dichiarazione di Nasser del 23 dicembre 1960:
lo sviluppo di armi nucleari da parte dIsraele obbligherebbe gli Stati arabi a lanciare un
attacco preventivo decisivo contro lo Stato ebraico).
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Future Wars
42 Ron Suskind, The One Percent Doctrine. Deep Inside Americas Pursuit of Its Enemies
Since 9/11, Simon & Schuster, 2008 (premio Pulitzer).
43 Stephen Hayes, The Brain: Paul Wolfowitz and the Making of the Bush Doctrine. New
York: Harper Collins, 2005. Edward A. Kolodziej and Roger E. Kanet (Eds.), From Superpower to Besieged Global Power: Restoring World Order after the Failure of the Bush
Doctrine, Athens, University of Georgia Press, 2008
Storia della distopia militare
533
44 V. Crisher, op. cit. (supra nt. 1). Dieter Murswiek, The American Strategy of Preemptive War and International Law, Institute of Public Law, Albert-Ludwigs--Universitt
Freiburg, 2003. Georgina Paolino, La doctrina de la contencin y la Doctrina Bush en
perspectiva comparada, VI Encuentro Nacional de Estudios Estratgicos, Buenos Aires,
Noviembre 2003. Chris Richter, Pre-emptive Self-Defence, International Law and US
Policy, Dialogue, 2003, pp. 55-66. Arthur Schlesinger, La guerra en Irak no fue anticipatoria, El Mundo, XV, No. 5067, 21 de octubre de 2003. Jeffrey Record, The Bush
Doctrine and War with Iraq, Parameters, Spring 2003, pp. 4-21.
45 Jack S-Levy, Preventive War and Democratic Politics, International Studies Quarterly,
Vol. 52, No. 1 (Mar., 2008), pp. 1-24. Mge Knacolu, Forcing Democracy: Is Military
Intervention for Regime Change Permissible?, All Azimuth, VI, No. 1, Jan. 2012, pp. 2848. Michael Colaresi, Democracy Declassified: The Secrecy Dilemma in National Security, Oxford U. P. 2014.
46 George Friedman, Americas Secret War. Inside the Hidden Worldwide Struggle Between
the United States and Its Enemies, Little, Brown, London, 2004, pp. 269-73.
47 Lawrence Kaplan and William Kristol, The War over Iraq: Saddams Tyranny and Americas Mission, Encounter Books, San Francisco, 2003. Diane de Cockborne, La guerre
prventive dans la thorie de la guerre juste, thse, Universit de Montreal, 2011. Bassam
Romaya, The Iraq War: A Philosophical Analysis, Springer, 2012 (The Question of Preventive War, pp. 81-96).
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535
precedenti, permette di trarre alcune conclusioni. La prima e pi importante che lestensione della nozione di pre-emption non pare aver garantito la legittimit della guerra offensiva in nessuna sua forma, neanche
quella legata allinterventismo umanitario. Il mancato intervento occidentale a protezione dei civili siriani, in particolar modo dopo il monito americano per lasserito uso di armi chimiche da parte delle forze governative,
dimostra, se ce ne fosse bisogno, che la R2P funziona selettivamente a
seconda di criteri di convenienza.
LItalia di fronte alla crescente estensione del guerra anticipatrice
Per quanto riguarda lItalia, va infine sottolineato il vincolo costituzionale del ripudio della guerra daggressione. Fin dalla partecipazione alla
guerra del Golfo (1991) prevalsa nella prassi linterpretazione secondo la
quale il limite costituzionale subordinato ai doveri derivanti dallappartenenza alle organizzazioni internazionali. Nel 2003, quando, pur non avendo partecipato ad Iraqi Freedom, lItalia decise di contribuire alla stabilizzazione del paese, il Consiglio Supremo di Difesa (allora presieduto da
Ciampi) formalizz il potere del governo di autorizzare luso della forza,
oltre che per la difesa nazionale, anche in esecuzione di decisioni prese da
alleanze od organizzazioni internazionali di cui lItalia faccia parte (NATO
e EU) o di mandati autorizzativi del Consiglio di Sicurezza delle N. U.51.
Una decisione recentemente assunta dal Governo Renzi ed una norma
inserita nel nostro ordinamento durante la conversione in legge del secondo decreto legge di proroga missioni del 2015 (N. 174 del 30 ottobre)
ha esplicitato che il governo legittimato alluso della forza contro attori
stranieri operanti su territorio estero per prevenire un attacco imminente
a cittadini, al territorio o ad interessi fondamentali della Repubblica. In
questo quadro rientra lo schieramento di un dispositivo interforze nelle
acque prospicienti la Libia (Operazione Mare sicuro) col mandato di sventare minacce agli impianti energetici dellEni o a nostri connazionali in
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52 Cfr. Il comma 3-bis dellarticolo 5 del Decreto Legge 18 febbraio 2015, n. 7, come modificato dalla Legge di conversione 15 aprile 2015, n. 43: 3-bis. In relazione alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto del terrorismo e al fine di assicurare la tutela degli
interessi nazionali, autorizzata, fino al 30 settembre 2015, la spesa di euro 40.453.334
per il potenziamento del dispositivo aeronavale di sorveglianza e sicurezza nel Mediterraneo centrale>>. Corsivo aggiunto dallautore.
53 Nellarticolo 7-bis del Decreto Legge convertito con modificazioni dal Parlamento con la
Legge 11 dicembre 2015, n. 198, tra laltro scritto al comma 1: <<Il Presidente del Consiglio dei ministri, acquisito il parere del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, emana, ai sensi dellarticolo 1, comma 3, della legge 3 agosto 2007, n. 124, disposizioni per ladozione di misure di intelligence di contrasto, in situazioni di crisi o di
emergenza allestero che coinvolgano aspetti di sicurezza nazionale o per la protezione di
cittadini italiani allestero, con la cooperazione di forze speciali della Difesa con i conseguenti assetti di supporto della Difesa stessa>>. Corsivo dellautore.
Storia della distopia militare
537
Hobbesian Warfare
1 Robert Coram, Boyd, The Fighter Pilot Who Changed the Art of War, Little, Brown,
New York, 2002. Berndt Brehmer, The Dynamic OODA Loop: Amalgamating Boyds
OODA Loop and the Cybernetic Approach to Command and Combat, Swedish National Defense College, Stockholm, 2004. Frans P. B. Osinga, The Science, Strategy
and War: The Strategic Theory of John Boyd, Routledge, New York, 2007. Daniel
Ford, A Vision So Noble: John Boyd, The Ooda Loop, and Americas War on Terror,
Greenwich, London, 2010. A. S. Dreier, Strategy, Planning & Litigating to Win, Conatus, Boston, 2012.
2 Justin Kelly and Mike Brennan, How Operational Art devoured Strategy, Strategic
Studies Institute, U. S. Army, 2009. William F. Owen, The Operational Level of the
War Does Not Exist, The Journal of Military Operations, 1, No. 1, Summer 2012,
pp. 17-20.
538
Future Wars
tori dellinterventismo neocon, criticando proprio lillusione neo-trotzkista di Wolfowitz di poter vincere una guerra con la sola superiorit militare. Posizione analoga a quella di Martin van Creveld (1946)3, il quale ha
scritto lintroduzione ad una raccolta dei post di Lind4 e ha addirittura
intitolato un suo recente manuale di storia della strategia da Sun Tzu a
Lind5. Laccredito iperbolico, ma si fonda sulla sintonia tra i due autori circa il futuro della guerra in una societ globale in cui lo stato ha perduto il monopolio della violenza6. Peraltro in Lind la visione hobbesiana
finisce per indulgere ai fantasmi populisti e millenaristi dellAmerica
rurale, la cui icona Rambo, il guerriero solitario che incarna le pulsioni
anarco-fasciste di una nazione culturalmente incline a fare a meno dello
stato.
Laureato in storia a Princeton, esperto di ferrovie, segretario parlamentare di Robert Taft Jr. e Gary Hart dal 1973 al 1986, opinionista dei Teaparty colleloquente nom de plume Thomas Hobbes, gi direttore del
Center for Cultural Conservatism della Free Congress Foundation, monarchico con rimpianti prussiani7 e simpatie sudiste8, cristiano islamofobo ma
contrario allimposizione del modello americano, Lind considera come
nemico principale il marxismo culturale della Scuola di Francoforte
che, imponendo il multiculturalismo e cancellando lidentit ebraico-cristiana, inoculerebbe nella societ americana i germi della guerra civile,
diffusi dagli immigrati illegali9 e dagli stessi veterani, specie negri e ispanici, disadattati e abituati alla violenza10, contro i quali Lind ipotizza la
3 M. van Creveld, Why Iraq Will End as Vietnam Did, LewRockwell.com, Novem-
ber 18, 2004. Id., Costly Withdrawal Is The Price to Be Paid for a Foolish War, Forward, November 25, 2005. Van Creveld propose addirittura limpeachment di George
W. Bush.
4 Lind, On War: The collected columns of William S. Lind 2003-2009, Castalia House,
Kouvola (Finland), 2014. Post comparsi nel sito dnipogo.org.
5 M. van Creveld, A History of Strategy: From Sun Tzu to William S. Lind, Castalia
House, Kouvola, 2015, 143 pp.
6 van Creveld, The Transformation of War, Free Press, 1991; Id., The Rise and Decline
of the State, Cambridge U. P., 1999.
7 Lind, The Prussian Monarchy Stuff, On War, No. 177, July 31, 2006.
8 Bill Berkowitz, Reframing the Enemy, Southern Poverty Law Center, 2003.
9 Lind, Importing More Fourth Generation War, On War, No. 230, August 13, 2007.
10 Lind, Boomerang Effect, On War, No. 195, December 4, 2006.
Hobbesian Warfare
539
Symposium , On War, No. 94, December 1, 2004; No. 113, April 21, 2005; Nos. 128
and 129, August 2 and 10, 2005.
12 Lind, Review of Brave New War [di John Robb], On War, No. 217, May 8, 2007.
13 Coram, op. cit., p. 383. John C. Bahnsen, in Armor, March-April 1986, p. 51.
540
Future Wars
frank Cass, London-New York, 2004; Terry Terriff, Innovate or Die: Organizational Culture and the Origins of Maneuver Warfare in the United States Marines Corps,
The Journal of Strategic Studies, vol. 29, no. 3, June 2006, pp. 475-503; Fideleon Damian, The Road to FMFM 1: The United States Marine Corps and Maneuver Warfare Doctrine, 1979-1989, MA Thesis, Kansas State University, Manhattan (KS),
2008.
15 Cfr. le monografie di G. Stephen Lauer, Maneuver Warfare Theory: Creating A Tactically Unbalanced Fleet Marine Force? e Maneuver Warfare Theory and the Operational Level of War: Misguiding the Marine Corps? e Craig A. Tucker, False Prophets: The Myth of Maneuver Warfare and the Inadequacies of FMFM-1 Warfighting,
School of Advanced Military Studies, U. S. Army Command and General Staff College, Ft Leavenworth, 1991 e 1995.
16 Eric K. Clemons and Jason A. Santamaria, Maneuver Warfare:Can Modern Military
Strategy Lead You to Victory?, Harvard Business Review, April 2002. Cfr. Santamaria, Vincent Martino and Clemons, The Marine Corps Way: Using Maneuver Warfare
to Lead a Winning Organization, McGraw-Hill, New York, 2004 (v. p. 16: Companies that can effectively shape the conditions that govern competitive encounters will
flourish; those that cannot will fail. Perhaps more significant, companies that win
using outdated strategies - for example, through lengthy wars of attrition, such as
protracted price wars - may find themselves so exhausted that their executives, their
shareholders, and their market valuations may not recover for an extended period of
time.
17 William F. Owen, The Manoeuvre Warfare Fraud, RUSI Journal, vol. 153, No. 4,
August 2008 (Eric Walters, Fraud or Fuzziness? Dissecting William Owens Critique
of Maneuver Warfare, Small Wars Journal, Blog post, September 15, 2008. Cfr. Jan
Angstrom and Jerker J. Widen, Contemporary Military Theory. The Dynamics of War,
Routledge, LondonNew York, 2015, p. 113 (maneuver warfare and attrition warStoria della distopia militare
Hobbesian Warfare
541
fare should be understood as logical constructs as most battles, campaigns, and wars
contain elements of both, though in a varying degree dependent on space and time.
Furthermore, attritional warfare, sometimes referred to as industrial warfare, was
invented by supporters of maneuver warfare in the 1980s in order to create a counterpart to define their own theories. Attrition warfare thus has few, if any, self-proclaimed
followers and is in many respects a caricature.
18 Lind, Some Doctrinal Questions for the United States Army, Military Review,
March 1977, pp. 54-65. Cfr. Damian, op. cit., pp. 29-30. La critica riguardava la tesi, sostenuta nelledizione 1976 del manuale operativo dellesercito (FM 100-5), che
le munizioni guidate di precisione (PGMs) avevano ripristinato la superiorit della
difesa sulloffensiva [consentendo quindi di sostenere che laggressore poteva essere
fermato a ridosso della frontiera e togliendo perci argomenti alle correnti neutraliste
tedesche].
19 Damian, op. cit., pp. 28, 33, 35.
20 Lind, Defining Maneuver Warfare for Marine Corps, Marine Corps Gazette, March
1980, pp. 55-58. (Damian, p. 48).
21 Lind and J. Record, The Marines Brass Is Winning Its Battle But Losing the Corps,
Washington Post, 23 July 1985, B1-B2 (Damian, op. cit., pp. 95-96).
22 Lind, Maneuver Warfare Handbook, Westview Press, Boulder, Colorado, 1985.
23 Basil Liddell Hart, Strategy: The Indirect Approach, Faber and Faber, London, 1954.
542
Future Wars
to o industriale. Lidea base, subito criticata dallesercito24, era linfiltrazione di nugoli di forze leggere iper-veloci per colpire ovunque e provocare il collasso del sistema nemico.
E interessante osservare che proposte simili, ma in chiave difensivista
e pi o meno dichiaratamente neutralista, si erano sviluppate in quegli
stessi anni pure in Europa, sotto letichetta francese della non-battaglia25
e quella tedesca e scandinava delle difese alternative26, tra cui la difesa
popolare nonviolenta teorizzata dal pacifista e anti-imperialista norvegese Johan Galtung (1930), e che paradossalmente una matrice delle
colour revolutions imperialiste eterodirette dalla CIA e da George
Soros27.
Lind fu consultato, insieme a Wyly, per la stesura dellFMFM-1, ma gi
aveva cominciato a sviluppare una visione storico-politica della guerra e
della societ troppo eterodossa per essere recepita in un manuale di dottrina militare28. Nel 1987 aveva ad esempio sostenuto che gli interventi
fuori area, se proprio non si potevano evitare, dovevano essere tassativamente limitati nella durata29 e negli scopi, mirando al puro regime change senza pretese di nation building e democratizzazione, seguito comunque dal ritiro indipendentemente dallesito, perch lAmerica non sopporta sforzi prolungati e non sa addestrare forze indigene e soprattutto perch
24 Cfr. Mark R. Hamilton, Maneuver Warfare and All That, Military Review, vol. LX-
VII, No. 1, January 1987, pp. 2-13. V. gi John J. Mearsheimer, Maneuver, Mobile
Defense and the NATO Central Front, International Security, vol. 6, no. 3, Winter
1981/1982, pp. 104-122; Id., The Military Reform Movement: A Critical Assessment, ORBIS, vol. 27, no. 2 Summer 1983, pp. 285-300.
25 Guy Brossollet (1932-2015), Essai sur la non-bataille, Belin, Paris, 1976.
26 Francesco Calogero, Marco De Andreis, Gianluca Devoto, Paolo Farinella, Le idee di
difesa alternativa ed il ruolo dellItalia, CeMiSS N. 8, Rivista Militare, Roma, 1990.
Hans Gnther Brauch, Alternative Conventional Defense Postures in the European
Theater: Force posture alternatives for Europe after the cold war, Crane Russak,
Washington, 1990.
27 Kerry R. Bolton, Revolution From Above. Manufacturing Dissent in the New World
Order, Arktos, UK, 2011.
28 Lind, Misconceptions of Maneuver Warfare, MCG, January 1988, pp. 16-17.
29 Tre giorni per vincere, tre settimane per consolidare la vittoria, tre mesi per stabilizzare un
nuovo governo.
Storia della distopia militare
Hobbesian Warfare
543
31 Lind, The Four Generations of Modern War, Castalia House, Kouvola, 2014.
32 Lind, Keith Nightengale, John F. Schmitt, Joseph W. Sutton, and Gary I. Wilson, The
Changing Face of War: Into the Fourth Generation, Marine Corps Gazette, October
1989, pp. 22-26 e Military Review, vol. LXIX, no. 10, October 1989, pp. 2-11.
33 G. Parker, Jeremy Black, Dennis Showalter, Jeffrey Clarke, Military Revolutions:
Past and Present, Historically Speaking, Vol. 4, No. 4, 2003, pp. 2-14. Clifford J.
Rogers, Military Revolutions and Revolutions in Military Affairs: A Historians
Perspective, in Thierry Gongora and Harald von Riekhoff (Eds.), Toward a Revolution in Military Affairs? Defense and Security at the Dawn of the 21st Century, Greenwood Press, Westport, 2000, pp. 21-36.
34 Kenneth F. McKenzie Jr., Elegant Irrelevance, Parameters, Aut. 1993, pp. 51-60.
35 La dispersione lovvia risposta allaumento di letalit dei sistemi darma, v. Trevor
N. Dupuy, The Evolution of Weapons and Warfare, The Bobbs-Merrill Company, Indianapolis-New York, 1980.
544
Future Wars
estrema rapidit nel territorio nemico e sostenersi con le risorse del paese,
senza poter contare su sistemi centrali di comando e rifornimento. Diventa
perci necessario un adeguamento della mentalit militare, decentrando al
massimo le responsabilit e lautonomia nellesecuzione dei compiti.
Ci sono due tipi di 4GW, quello dei deboli (come gli islamici) e quello
dei forti (lOccidente) il cui punto di forza sta rispettivamente nellidea e
nella tecnica. Sul piano puramente militare, la letalit di un plotone digitalizzato con armi a impulsi elettromagnetici, droni, robot e simili, equivale a quella di una brigata di vecchio tipo. Ma la superiorit tecnologica
pu assicurare pure la superiorit morale, mediante operazioni di guerra
psicologica su larga scala, che possono perfino ottenere da sole il collasso
del sistema nemico senza bisogno di un impiego effettivo della forza. In
definitiva la 4GW richiama la tesi di Paul Virilio che il terrorismo internazionale avrebbe gradualmente costretto le stesse forze regolari ad adottare
il suo tipico modo di combattere, ossia la propaganda armata invece
delle operazioni controforze36. La 4GW non per consigliabile contro
una potenza nucleare, perch, neutralizzando troppo rapidamente le forze
convenzionali nemiche, abbasserebbe pericolosamente la soglia della rappresaglia nucleare.
Condotta dalle forze e coi criteri concepiti per lo scontro alla frontiera
intertedesca, la battaglia delle Cento Ore per la liberazione del Kuwait fu
il canto del cigno dellAirLand Battle e del Follow-On Forces Attack, e,
secondo van Creveld, pure della guerra regolare, in cui interagiscono esercito, popolo e governo e che grossolanamente viene identificata come
clausewitziana37. La guerra del Golfo sugger inoltre a Samuel P. Hun36 Paul Virilio, Rambo killer di Stato, Illustrazione Italiana, Anno VI, n. 26, gennaio
Hobbesian Warfare
545
tington (1927-2008) il famoso articolo sullo scontro di civilt38. Prendendo spunto da questi due interventi, nel 1994 Lind ripropose la 4GW39
come modello del futuro modo di combattere in guerre caratterizzate da
attori non statali, societ multiculturali e scontri di civilt (occidentale,
cinese, hindu e islamica)40. Ma larticolo co-firmato solo dai due ufficiali dei marines, e non dai due dellesercito era soprattutto una polemica
contro multiculturalismo e immigrazione, considerati forieri di una nuova
guerra civile americana. I disordini razziali di Los Angeles del 1992 pesavano in questa visione come il Black Hawk down in Somalia e le guerre
nel Caucaso post-sovietico e nellex-Jugoslavia. Lesposizione politica
cost a Lind la dissociazione dei vertici dei Marines e la fine del suo ruolo
di guru.
Coerentemente, Lind fu tra gli oppositori della Global War on Terror e
di Iraqi Freedom, accettando lo scomodo ruolo di profeta di sventure in un
momento in cui i fatti sembravano dimostrare la vitalit della guerra regolare41. Tuttavia Lind ricalibr la sua teoria, ammettendo che le generazio-
the Grand Tradition of Trashing Clausewitz, War in History, November 1994, pp.319336. Id., Reclaiming the Clausewitzian Trinity, Parameters, Autumn 1995, poi nel
sito Clausewitz.com, dove v. pure Teaching the Clausewitzian Trinity, 3 Jan. 2003.
Id., The Strange Persistence of Trinitarian Warfare, in Ralph Rotte and Christian
Schwarz (Eds.), International Security and War, Politics and Grand Strategy in the 21st
Century, Nova Science Publishers, New York, [2011], pp. 45-54. Hew Strachan, The
Changing Character of War, A Europaeum Lecture, delivered at The Graduate Institute of International Relations, Geneva, on 9th November 2006, Europaeum, Oxford,
2007. Emilio Gin, Dimenticare Clausewitz? Conflitti asimmetrici e guerre di Quarta
generazione, Nuova Rivista Storica, vol. XCIII, n. 2, 2009, pp. 505-566.
38 Huntington, The Clash of Civilization?, Foreign Affairs, Summer 1993, pp. 22-49.
39 Lind, John F. Schmitt, and Gary I. Wilson, Fourth Generation Warfare: Another
Look, Marine Corps Gazette, December 1994, pp. 34-37.
40 Nel volume del 1996 (The Clash of Civilization and the Remaking of World Order, Simon and Schuster, p. 324, nt. 18) Huntington cita Lind tra gli autori who in the early
1990s advanced similar arguments concerning civilizations (di Lind cita in particolare gli articoli in American Enterprise, 1, Sept./Oct. 1990, pp. 19-23; Current World
Leaders 35, Dec. 1992, pp. 1073-1080; Foreign Policy, 84, Fall 1994, pp. 40-50).
41 The Changing Face of War: Into the Fourth Generation, Marine Corps Gazette, October 1989, pp. 22-26; Of Time and the Rivers. Fourth Generation Warfare in Iraq,
CounterPunch, June 3, 2003; All War All The Time. The military game has changed
and the U. S. isnt ready, San Francisco Chronicle, July 6, 2003; What is to be Done? Send the Neocons to Baghdad, CounterPunch, August 30, 2003.
546
Future Wars
ni potevano coesistere, anche se in caso di scontro la pi recente prevaleva sulle precedenti, e spiegando che generazione era solo un modo
semplificato di dire mutazione qualitativa in senso dialettico (dialectically qualitative shift), locuzione troppo complicata per essere colta
rapidamente (readily grasp) da una platea culturalmente limitata come
i Marines42.
Lind Three: 4GW come critica della Long War americana
La trasformazione della trionfale Global War On Terror nella impantanata e devastante Long War43 assicurava una seconda vita alla 4GW, non
pi come teoria generale della guerra di manovra infiltrante contro obsolete forze di 2/3GW, ma come specifica interpretazione della guerra in
corso in Afghanistan e in Iraq. Non dunque una delle tante insurrezioni del
Novecento, prima fase di guerre di liberazione e indipendenza che miravano a creare stati nazionali, ma una terrificante riemersione dello stato di
natura hobbesiano provocata proprio dalla sconsiderata distruzione degli
stati postcoloniali44. Il tratto caratteristico era, secondo Lind, il carattere
anarchico delle insurrezioni, Idre dalle cento teste, prive di una direzione
e con obiettivi confliggenti45. Pur potendo trarre momentanei vantaggi
42 Lind, Fifth Generation Warfare?, On War, No. 53, February 3, 2004. In the context
of the Four Generations of Modern War, generation is shorthand for a dialectically qualitative shift. As the originator of the framework, I adopted the word generation because I was speaking to and writing for Marines, and dialectically qualitative
shift has more syllables than the Marine mind can readily grasp.
43 Gi nellaprile 2003 James Woolsey, direttore della CIA sotto Carter, ammoniva che
la GWOT sarebbe durata decenni e che lelenco dei nemici (Asse del Male) era
aperto (CNN 3/4; The Daily Telegraph, 13/4/2003). Il termine Long War, che richiama la guerra di lunga durata teorizzata nel 1938 da Mao Zedong, fu introdotto
tra i militari dai generali Abizaid (capo del Centcom) e Myers (presidente del JCS).
Sviluppata in un saggio (Winning the Long War: Lessons from the Cold War for Defeating Terrorism and Preserving Freedom, 2005) del tenente colonnello James Jay
Carafano, presidente dellHeritage Foundation, fu ufficializzata da Bush nel gennaio
2006 (Bradley Graham e Josh White, Abizaid Credited With Popularizing the Term
Long War, Washington Post, 3/2/2006).
44 Lind, Understanding Fourth Generation War, Military Review, 84, No. 5, Sept.-Oct.
2004, pp. 12-16.
45 A Perspective on Anbar, On War, No. 220, June 4, 2007 (there is not one opponent, but a vast kaleidoscope of players, whose relationships to each other change
Storia della distopia militare
Hobbesian Warfare
547
dalla discordia tra le varie fazioni, loccupante era perci obbligato a condurre pi campagne contro-insurrezionali parallele e non decisive, non
potendo n decapitare un nemico semi-anarchico n negoziare vie duscita con un interlocutore abbastanza autorevole da imporne il rispetto46.
Lunico modo di uscire dallinfernale stato di natura era riedificare il
Leviatano abbattuto; ma non governi fantoccio delegittimati dal fatto stesso di essere stati insediati dalle baionette straniere47.
Contro la 4GW dei poveri non esistevano soluzioni militari, come avevano dimostrato le sconfitte subite in Afghanistan e Libano dai due eserciti con maggiore esperienza di COIN, il sovietico e lisraeliano48. Ridotti
a combattere an endless series of strategically meaningless tactical
engagements, both were forced to withdraw. Le cerniere strategiche, o
centri di gravit del nemico erano infatti invulnerabili perch consistevano in valori immateriali: onore, fedelt, lealt, ideologia, religione49. Non
solo inefficaci contro forze anarchiche e mimetizzate, i bombardamenti
aerei erano pure controproducenti perch i danni collaterali, in vite e
distruzioni, erano il migliore spot a favore della guerriglia50:
there is no surer or faster way to lose in 4GW than by calling in airstrikes. It is a disaster on every level. Physically, it inevitably kills far more
civilians than enemies, enraging the population against us and driving
them into the arms of our opponents. Mentally, it tells the insurgents we
are cowards who only dare fight them from 20,000 feet in the air. Morally,
it turns us into Goliath, a monster every real man has to fight. So negative
are the results of air strikes in this kind of war that there is only one possible good number of them: zero.51
constantly. Each player may, at any given time, be at war with a number of other players, not just one. Alliances tend to be short-term and purely tactical.).
46 Important Distinctions, On War, No. 135, September 23, 2005; Not Fourth Generation War, On War, no. 225, July 11, 2007; A Seam to Exploit?, On War, No. 233,
September 4, 2007.
47 How to Win in Iraq, On War, no. 227, July 23, 2007.
48 Ma il ritiro israeliano del 2000 dal Libano meridionale fu determinato da una classica
forza guerrigliera (Hezbollah) e quindi per definizione non da una situazione di 4GW.
49 Operational IEDs, On War, No. 142, December 01, 2005.
50 On War, No. 237, cit.
51 The Perfect (Sine) Wave, On War, no. 221, June 11, 2007.
548
Future Wars
Deluso dai Marines, la cui intellectual renaissance sembrava cessata, almeno a livello ufficiale52, nel 2005-06 Lind espose la sua visione
della COIN per 4GW sotto forma di bozze (draft) di pseudo-manuali operativi (FMFM) di un fittizio Imperial and Royal Austro-Hungarian Marine
Corps53, firmati Montecuccoli, Hofkriegsrath (See), Pola, nel primo dei
quali elencava un Canone di sette libri che, letti in successione, conducevano il lettore dalla 1GW alla 4GW: una vita di Scharnhorst (1GW), una
storia dellesercito francese 1914-1940 (2GW), una delle Stosstruppen
tedesche (3GW), una comparazione tra le tattiche inglesi e tedesche nella
grande guerra e una storia della battaglia di Sedan 1940 (che illustravano
la superiorit della 3GW tedesca sulla 2GW anglo-francese), e infine due
opere di van Creveld (Fighting Power e The Transformation of War)54.
Le bozze austro-ungariche sono anteriori al manuale congiunto
Esercito-Marines (FM 3-24/MCWP 3-33.5 Counterinsurgency) promosso
nel 2006 dal generale Petraeus55 e considerato allepoca la pietra filosofa52 IRAHMC FMFM 1-A Fourth Generation War, draft, August 2009, p. 2.
53 IRAHMC FMFM 1-A Fourth Generation War, draft, August 2009; FMFM-2 Light
Infantry, draft, September 2008; FMFM 3-23 Air Cooperation, draft, July 2009;
FMFM 3-25 How to Fight in a 4th Generation Insurgency, draft, July 2009; FMFM
2-1 Light Infantry Training Manual, draft, October 2012 (v. sito traditionalright.
com).
54 IRAHMC FMFM-1A, cit., pp. 95-98.
55 The U.S. Army/Marine Corps Counterinsurgency Field Manual, U.S. Army Field
Manual N. 3-24, Marine Corps Warfighting Publication N. 3-33.5 With Forewords
byGeneral David H. Petraeus and Lt. Gen. James F. Amos and by Lt. Colonel John
A. Nagl, With a new Introduction by Sarah Sewall, The University of Chicago Press,
Storia della distopia militare
Hobbesian Warfare
549
le per uscire dalla trappola iraqena. Redatto dal tenente colonnello dellesercito John A. Nagl (1966), fu elaborato nel corso di un lavoro seminariale in cui furono consultati molti esperti civili e perfino varie ONG, ma
non Lind. In un post del 26 agosto 2006 Lind fece sapere di aver ricevuto (dallOkhrana) una copia della bozza del manuale Petraeus, e, pur
lamentando la mancata citazione dei suoi manuali alternativi, riconobbe
che il nuovo 3-24 era un passo avanti rispetto allorgoglioso rifiuto
dellamministrazione Bush di apprendere e adattarsi alle situazioni.
Apprezzava in particolare il capitolo sui cinque paradossi contro-intuitivi
della COIN56 e lo spirito di decentralizzazione e iniziativa che pervadeva
il manuale, ma ribadiva che la COIN e la 4GW erano cose radicalmente
diverse57.
Nellarticolo del 1989 Lind aveva ridotto la 4GW dei poveri al mero
terrorismo. Nel 2006 la definiva invece come guerrilla warfare more than
terrorism58. Il solo modo praticabile di contenerla era la de-escalation,
impiegando solo fanteria leggera a contatto con la popolazione, col compito primario di raccolta informativa e secondario di polizia e limitando al
minimo luso della forza. Lunica alternativa efficace, ma impraticabile
per ragioni morali, sarebbe stato lo sterminio indiscriminato come aveva
fatto Assad nel febbraio 1982 per stroncare linsurrezione sunnita di
Hama59. Invece gli Stati Uniti avevano scelto le mezze misure, ossia la
soluzione peggiore. Da notare che Luttwak, in una puntuale stroncatura
del manuale Petraeus, era pi radicale di Lind, concludendo che non cera
Alexandria, 2007.
56 The More You Protect Your Force, The Less Secure You Are; The More Force
Used, The Less Effective It Is; Sometimes Doing Nothing Is The Best Reaction;
The Best Weapons For COIN Do Not Shoot; and Tactical Success Guarantees
Nothing..
57 Lind, Beginning to learn, On war, No. 180, 26 August 2006.
58 FMFM 1-A, cit., p. 60: Terrorism is an enemy special operation, a single tactical action designed to have direct operational or strategic effect. Because targets that have
such direct operational or strategic effect are few and are usually well-protected, terrorism normally plays a minor role in Fourth Generation conflicts though when it
does occur the effects can be wide-ranging. Most of what Marines will face in Fourth
Generation situations is guerilla warfare.
59 Raphael Lefvre, Ashes of Hama: The Muslim Brotherhood in Syria, Oxford U. P.,
New York, 2013.
550
Future Wars
Picchia-tuffo e biciclette
Lind ha detto la sua pure in campo navale, ovviamente dalla prospettiva terrestre di Julian Corbett in contrappunto al navalismo di Mahan,
perch nella 4GW la Guardia costiera e la Brown Water Fleet sono pi
60 Edward N. Luttwak, Dead End: counterinsurgency warfare as military malpractice,
Harpers Magazine, February 2007, pp. 33-42. Dave Kilcullen, Edward Luttwaks
Counterinsurgency malpractice, Small Wars Journal, Blog Post, April 15, 2007.
Hoffman, Luttwaks Lament, ibidem, April 22, 2007.
61 War Against Everyone, Everywhere?, On War, No. 5, February 25, 2003; MS13 vs. Minutemen, No. 113, April 21, 2005; More on Gangs & Guerrillas vs. the
State, No. 114, April 28, 2005; The Self-Proclaimed Other, No. 159, April 4, 2006;
Two Signposts, No. 174, July 13, 2006; Welcome to My Parlor, No. 176, July 28,
2006; Down Mexico Way, No. 182, September 7, 2006; A State Restored?, No.
198, January 5, 2007; Out of the Frying Pan, No. 237, October 15, 2007.
62 Lind, Can We Hurt the Islamic State?, Blog post, The American Conservative, November 11, 2014.
63 Third and Final Act, On War, No. 190, October 31, 2006.
Hobbesian Warfare
551
Security Institutes Center for Defense Information, Washington, 2008, pp. 118-128.
66 Lind, Davy Joness Locker, On War, no. 193, November 20, 2006.
67 Lind, A Travellers Perspective on 3rd and 4th Generation Warfare, in Wheeler, op.
vey no. 6, Combat Studies Institute, U.S. Command Staff Army and General College,
Fort Leavenworth (KS), 1987 e Martin N. Stanton, Infiltration Attacks: Planning
Considerations, Infantry, Vol. 86, No. 2, March-April 1996, pp. 27-34.
69 S.n., In Brief Bicycle Mounted Troops, Intelligence Bulletin, Vol. III, No. 7,
March 1945, pp. 48-50. Le ultime unit ciclisti svizzere furono sciolto nel 2003. Kevin Stringer, Bicycle Infantry: The Swiss Experience, Infantry, Vol. 84, No. 5, September-October, 1994, pp. 10-12. Claire Doole, End of road for Swiss army cyclists, BBC News, 11 May 2001.
552
Future Wars
qualche blindato leggero da ricognizione (un battaglione ogni otto di fanteria), rustici lanciarazzi campali, mortai e cannoni di accompagnamento
da 40 mm (un battaglione ogni tre di fanteria), aerei da attacco al suolo e
trasporti leggeri a decollo corto (8 + 4 per ciascun battaglione di fanteria).
Lind Four: Christian Marines
Lind ha praticato la distopia hobbesiana anche in forma di apologo. La
fiction, sviluppo di unidea risalente al 199570, comparsa nel 2014 col
titolo Victoria e sotto il consueto pseudonimo di Thomas Hobbes71.
Ambientata nel 2028, suppone una secessione dei Nordisti per restaurare
i valori cristiani e la retrocultura ante-Vietnam contro il multiculturalismo
prevalso tra i Sudisti. Ovviamente il protagonista un ex marine, organizzatore e capo delle forze regolari e miliziane del Maine, che impiegano i
sistemi di 4GW contro negri islamisti, omosessuali, ambientalisti, intellettuali di sinistra, femministe, bande di motociclisti e pirati messicani oltre
a sbaragliare un corpo multinazionale di invasori musulmani. La vittoria
dei Christian Marines per facile, perch il nemico commette tutti gli
errori possibili: si fa spiare comunicazioni e piani di guerra; avanza senza
ricognizione; non impedisce la distruzione dei ponti che deve attraversare;
cade in unimboscata dopo laltra; si accanisce contro la popolazione civile; non difende i centri di comando; si fa affondare una flotta da motoscafi armati; e cos via.
70 Lind, Militant Musings: From Nightmare 1995 To My Utopian 2050, The Washing-
Hobbesian Warfare
553
74 Del Stewart, Deconstructing the Theory of 4th Generation Warfare, Military Intel-
ligence, vol. 30, no. 4, October-December 2004, pp. 35-38; Evans McKenzie, Elegant Irrelevance Revisited: A Critique of Fourth-Generation Warfare, Contemporary
Security Policy, vol. 26, no. 2, August, 2005, pp. 242-249; Edward N. Luttwak, A
brief note on Fourth Generation Warfare, Contemporary Security Policy, vol. 26,
no. 2, August, 2005, pp. 227-228; Antulio J. Echevarria II, Fourth-Generation War
and Other Myths, Monograph, Strategic Studies Institute, Carlisle (PA), November 2005; Vincent J. Curtis, The Theory of Fourth Generation Warfare, Canadian
Army Journal, vol. 8, no. 4, Winter 2005, pp. 17-32; Albert A. Nofi, Recent Trends
in Thinking about Warfare, CRM D0014875.A1/Final, Alexandria (VA), Center for
Naval Analyses, September 2006; Timothy J. Junio, Military History and Fourth
Generation Warfare, The Journal of Strategic Studies, vol. 32, no. 2, April 2009, pp.
243-269.
554
Future Wars
75 Tony Corn, World War IV As Fourth Generation Warfare , Hoover Institution, Jan.
1, 2006; Id., Clausewitz in Wonderland, Policy review, Sept. 9, 2006 (v. la replica di
Christopher Bassford, Corn, Cracked, in Clausewitz.com.). V. ancora Corn, COIN
in Absurdistan: Saving the COIN Baby from the Afghan Bathwater (and Vice-Versa), Small Wars Journal, 2010.
76 Cfr. Daniel H. Abbott, The Handbook of 5GW, Nimble Books, 2010.
77 Rachel Ehrenfeld and Alyssa A. Lappen, The 5th Generation Warfare (5GW) Shariah
Financing and the Coming Ummah, in Jeffrey Norwitz (Ed.), Armed Groups: Studies
in National Security, Counterterrorism, and Counterinsurgency, US Naval War College, June 2008, ch. 28.
78 Scott R. McMichael, A Historical Perspective on Light Infantry, Research Survey
no. 6, Combat Studies Institute, U.S. Command Staff Army and General College, Fort
Leavenworth (KS), 1987, a p. 232.
79 Bard E. ONeill, Insurgency & Terrorism. From Revolution to Apocalypse, Washington DC, Potomac Books, 20052.
80 Riccardo Cappelli, Larte della contro-insurrezione tra passato e presente, in Riccardo Cappelli, Francesco N. Moro e Daniele Zotti, Strategie di contro-insurrezione.
Quali risposte alla Guerra di quarta generazione?, Venezia, Studio LT2, 2010, pp.
65-143.
81 Paul Brooker, Modern Stateless Warfare, Palgrave-Macmillan, Basingstoke, 2010.
82 Roger Darling, A New Conceptual Scheme for Analyzing Counterinsurgency, Military Review, 64, No. 2, 1974, pp. 54-66.
Storia della distopia militare
Hobbesian Warfare
555
84 Lind, 4GW is Alive and Well, Blog post, Slightly East of New, May 25, 2013.
85 Lt. Gen. James N. Mattis and Lt. Col. Frank Hoffman Future Warfare: The Rise
of the Hybrid Wars, Proceedings, 132, No. 11 (1233), November 2005. Hoffman,
Conflict in the 21st Century: The Rise of Hybrid Warfare, Potomac Institute for
Policy Studies, Arlington (VA), December 2007. Col. Margaret S. Bond, Hybrid War:
A New Paradigm for Stability Operations in Failing States, U.S. Army War College,
2007. Col. Steven C. Williamson, From Fourth Generation Warfare to the Hybrid
War, U.S. Army War College, 2009. Russell W. Glenn, Thoughts on Hybrid Conflict, Small Wars Journal, 2009. Hoffman, Hybrid Warfare and Challenges, Joint
Forces Quarterly, NDU Press, No. 52, 1st Quarter 2009, pp. 34-39. Larry R. Jordan,
Hybrid War. Is the U. S. Army Ready for the Face of the 21st Century?, Biblioscholar, 2012. Thomas Bjerregaard, Hybrid Warfare: A Military Revolution or Revolution
in Military Affairs?, U. S. Army General Staff College, Thesis, 2012. David Eugene
Johnson, Military Capabilities for Hybrid War: Insights from the Israel Defense Forces in Lebanon and Gaza, Rand Corporation, 2014. V. pure la serie dottrinale americana TC 7-100.
86 Michael Kofman and Matthew Rojanski, A Closer Look at Russias Hybrid War-
556
Future Wars
87 Andrew Korybko, Hybrid Wars: The Indirect Adaptive Approach to Regime Change,
plex Opponents from the Ancient World to the Present, Cambridge U. P., 2012.
Hobbesian Warfare
557
ric Conflict, World Politics, Vol, 27, No. 2 (January 1975), pp. 175-200. V. pure Ivan
Arregun-Toft, How the Weak Win Wars. A Theory of Asymmetric Conflict, International Security, vol. 26, No. 1 (Summer 2001), pp. 93-128; Id., con lo stesso titolo, Cambrigde U. P., New York, 2005. Efraim Inbar, Democracies and Small Wars,
Franck Cass, London Portland, 2003. Gil Merom, How Democracies Lose Small
Wars: State, Society, and the Failures of France in Algeria, Israel in Lebanon, and the
United States in Vietnam, Cambrigde U. P., New York, 2005 Jeffrey Record, Beating
Goliath: Why Insurgencies Win, Potomac Books, Washington, 2011. Noriyuki Katagiri, Adapting to Win: How Insurgents Fight and Defeat Foreign States in War, University of Pennsylvania Press, Philadelphia, 2014. Rob de Wijk, The art of military coercion: why the wests military superiority scarcely matters, Amsterdam U. P., 2014.
558
Future Wars
92 Thomas M. Huber, Compound Warfare. The fatal Knot, U. S. Army Command and General Staff Press, Ft Leavenworth, Kansas, 2002. Il sottotitolo (nodo fatale) si riferisce
alla celebre ammissione di Napoleone in una lettera al fratello re di Spagna (Cette com-
559
Lessons learned?
di Germana Tappero Merlo
1 Russel F. Weigley, The American Way of War. A History of United States Military Strategy
and Policy, Indiana U. P. , 1973.
2 H-Diplo/ISSF Forum on What Have We Learned? Lessons from Afghanistan and Iraq ,
Foreign Affairs, July 8, 2015.
3 Sono ricorrenti, infatti, nei discorsi politici, termini come una fede in, una speranza
per, a giustificare azioni anche militari. Colin S. Gray, The American Way of War: Critique and Implications, in Anthony D. McIvor (Ed), Rethinking the Principles of War,
Naval Institute Press, 2005, pp. 27-33.
560
Future Wars
4 David Tucker, Confronting the Unconventional: Innovation and Transformation in Military Affairs, Strategic Studies Institute, October 2006.
5 Chris Mason, The Strategic Lessons Unlearned From Vietnam, Iraq, and Afghanistan, US
Army War College Press, 2015.
6 Bruce Nussbaum, Marching America into a Quagmire, Business Week, November 30,
1998.
7 Hal Brands and Jeremi Suri, The Power of the Past: History and Statecraft, Brookings
Lessons learned?
561
American Use of Force since 1945, Center for Strategy and Technology, Air War College, 1998.
15 Todd R. Greentree, A War Examined: Afghanistan, Parameters 43(3), Autumn
2013, p.92.
562
Future Wars
16 James Traub, The Empty Threat of Boots on the Ground, The New York Times Ma-
gazine, Jan. 5, 2016 sottolinea che a questa frase si fa convergere il confine oscillante
fra guerra e non guerra, dimenticando che lattuale partecipazione statunitense con
forze aeree in Iraq contro Daesh , comunque, guerra.
17 Daniel L. Davis, Seduced by Success, Armed Forces Journal, February 10, 2014, e
Daniel Bolger, Why We Lost: A Generals Inside Account of the Iraq and Afghanistan
Wars, Houghton Mifflin Harcourt, 2014, p. 428. Secondo William G. Braun (Strategic Insights: A New Years Resolution For Army Leaders, Strategic Studies Institute,
January 26, 2015) boots on the ground ormai diventato sinonimo di eccessivo coinvolgimento ed escalation della conflittualit.
Storia della distopia militare
Lessons learned?
563
Guerra e politica
Ventanni dopo, gli errori che determinarono la sconfitta americana
in Vietnam furono coraggiosamente
ammessi e analizzati dallo stesso Robert McNamara18, allepoca segretario
alla difesa e poi comodo capro espiatorio. Errori che secondo la pubblicistica americana pi critica sono stati
di fatto puntualmente ripetuti in tutti
gli altri interventi sino a trasformare
quella che dopo l11 Settembre doveva essere la trionfale Global War on
Terror (GWOT) in una guerra di lunga
durata (the Long War) da cui gli Stati
Uniti non sono ancora veramente usciti
e che ricorda da vicino le inconcludenti
Queen Victorias small wars.
Al primo posto McNamara indicava la tracotante supponenza, la pregiudiziale e profonda ignoranza circa il nemico (storia, valori, obiettivi) e il
contesto sociale del conflitto. Poi la decisione dellintervento, imposta con
largomento della minaccia alla sicurezza nazionale19, con una disinformazione tendenziosa se non addirittura menzognera20 e con il rifiuto pregiudiziale di consentire un vero dibattito21. E infine, ma soprattutto, la sopravvalutazione della propria relativa superiorit tecnologica e culturale, da cui
derivava la fatale illusione di poter prescindere dalle reazioni del nemico
e dalle ricadute geopolitiche e psicologiche del proprio iniziale successo.
18 Robert S. McNamara, Brian VanDeMark, In Retrospect: The Tragedy and Lessons of Vietnam, Vintage Books, 1996.
19 Jeffrey Record, Dark Victory: Americas Second War Against Iraq, Naval Institute Press,
2004.
20 Il gen. H. R. McMaster, nel suo Dereliction of Duty, Harper Perennial, 1997 nel descrivere le responsabilit della leadership politica e militare nel disastro del Vietnam, parla delle
falsit dette allopinione pubblica anche dallo stesso McNamara.
21 Jeffrey Record, Wanting War: Why the Bush Administration Invaded Iraq, Potomac Books,
2010.
564
Future Wars
22 Egli affermava infatti che, ad eccezione dei suoi primi giorni come nazione, raramente il concetto statunitense di guerra si estendeva oltre una vittoria militare schiacciante
sullavversario, e men che mai al dopoguerra; quindi, era solo limitato a vincere le battaglie. Russel F. Weigley, op. cit., Introduction.
23 Antulio J. Echevarria II, Reconsidering the American Way of War: US Military Practice
from the Revolution to Afghanistan, Georgetown U. P. , 2014.
24 Frederick Merk, Manifest Destiny and Mission in American History, Random House,
1966; William Pfaff, The Irony of Manifest Destiny: The Tragedy of Americas Foreign
Policy, Walker Books, 2010. Per alcuni si tratta di vocazione missionaria e aspirazione a
costruire imperi, Raimondo Luraghi, Gli Stati Uniti. Storia universale dei popoli e delle
civilt, Utet, vol. XVI, 1974, p. 652.
25 Secondo Greentree, op.cit., p.88, gli Stati Uniti seguono un modello fortemente influenzato dai testi di R. Osgood, Limited War: The Challenge of American Strategy, University of
Chicago Press, 1957, e Limited War Revisited, Westview Press, 1979, in cui afferma, attraverso facili confronti e false analogie, che lAmerica era stata costretta a rispondere con
la forza delle armi in guerre limitate per ci che considerava una minaccia esclusiva alla
sicurezza nazionale.
Storia della distopia militare
Lessons learned?
565
26 J. Record, The Wrong War: Why We Lost in Vietnam, Naval Institute Press, 1998.
27 Richard N. Haas, War of Necessity. War of Choice: A Memoir of Two Iraq Wars, Simon and
Schuster, 2005.
28 Marco Moyar, Strategic Failure: How Presidents Obama Drone Warfare, Defense Cuts,
and Military Amateurism have Imperiled America, Simon & Schuster, 2015.
29 James H. Lebovic, The Limits of U.S. Military Capability: Lessons from Vietnam and Iraq,
John Hopkins U.P., 2010.
30 William C. Martel, Why Policymakers Are Confused About Victory, The Fletcher Forum of World Affairs, vol.35, No2, Summer 11, pp. 109-115
31 Gil Merom, How Democracy Lose Small Wars, Cambridge U.P., 2003.
32 Michael Vlahos, Cultures Mask: War and Change After Iraq, Johns Hopkins University
Press, 2004.
33 Questa era gi lopinione di Carnes Lord, American Strategic Culture in Small Wars,
Small Wars and Insurgencies, Winter 1992 e di Richard M. Ebeling and Jacob Hornberger
(Eds), The Failure of American Foreign Wars, The Future of Freedom Foundation, 1996.
566
Future Wars
34 Peter Schwartz, The Art of the Long View: Planning for the Future in an Uncertain World,
Doubleday, 1991.
Storia della distopia militare
Lessons learned?
567
35 James H. Willbanks, Vietnamization: An Incomplete Exit Strategy, in Brian M. DeToy (Ed), Turning Victory into Success: Military Operations After the Campaign, Combat
Studies Institute Press, 2004.
36 William C. Martel, Victory in War. Foundations of Modern Policy, Columbia U. P. , 2006
offre un ampio spettro del significato di vittoria per gli Stati Uniti dalle loro origini sino
alla guerra in Iraq.
568
Future Wars
tratte dal conflitto37, gli Stati Uniti furono sconfitti perch, a differenza
della seconda guerra mondiale, in cui guerra convenzionale e alto volume
di fuoco li avevano portati al successo militare dallEuropa al Pacifico,
non ebbero la forza di andare fino in fondo. A suo parere, e smentendo
anche i documenti ufficiali, in Vietnam gli Stati Uniti avrebbero abbandonato totalmente quel concetto di vittoria e poi, di fatto, anche le tattiche
pi idonee per ottenerla. Dopo loffensiva del Tet (gennaio 1968) abbandonarono, infatti, lefficace strategia del generale Westmoreland, basata sul puro e semplice annientamento del nemico (search and destroy)38,
facendosi imporre da Giap una guerra apatica (ossia di attrito) dove il
fattore decisivo non sta pi nella dissimmetria delle capacit militari ma in
quella della posta in gioco (vitale per Hanoi e limitata per Washington). La
conseguenza stata la sostituzione della vittoria con lexit strategy, dove
lobiettivo delle operazioni militari non pi imporre la propria volont
sul nemico ma semplicemente uscire dal pantano. Ipnotizzato dallantiguerriglia, tanto da farne un dogma39, il Pentagono aveva perso di vista lo
scopo politico dellintervento americano, ossia il contenimento continentale della minaccia comunista e delleffetto domino. In realt, la vittoria
di Hanoi non ebbe affatto le conseguenze temute ma, al contrario, permise
la creazione di un contrappeso allespansionismo cinese, oggi prezioso per
gli Stati Uniti. E del resto, sia pure retrospettivamente, lo stesso McNamara riconobbe che, anche mettendosi nella prospettiva del 1963, il timore
delleffetto domino era stato esagerato40.
Di fatto, quel conflitto fu la prima manifestazione di una tendenza per
gli Stati Uniti, poi cronicizzata con la guerra al terrore dopo l11 Settembre
ed evidenziata da alcuni autori41, ossia di combattere secondo le regole
37 Harry G. Summers, On Strategy: A Critical Analysis of the Vietnam War, Presidio Press,
1982.
38 In contrasto con Summers, Andrew F. Krepinovich Jr (The Army and Vietnam, Johns
Hopkins U. P. , 1986), sottolinea lassoluta autoreferenzialit degli stati maggiori americani, lerrata interpretazione della natura del conflitto e il perseverare nellillusione di poter
mantenere liniziativa tattica grazie alla potenza di fuoco.
39 Di ci convinto Alex Calvo, US Strategy in Afghanistan: Learning from the Past, Eurasia Studies Society of United Kingdom Journal, Vol. 4., No.1 2015.
40 Robert McNamara, op. cit.
41 Lloyd C. Gardner and Marilyn B. Young (Eds), Iraq and the Lessons of Vietnam: Or, How
Not to Learn from the Past, The New Press, 2007.
Storia della distopia militare
Lessons learned?
569
e nellambiente imposti dal nemico, sempre a scapito di una conclusione vittoriosa e definitiva del conflitto: in pratica, solo il nemico che ha
condiviso il modo di combattere americano ha assicurato agli Stati Uniti i
maggiori successi in guerra42.
Supremazia convenzionale vs counterinsurgency
Ci derivato da una cultura militare ristretta e limitata nel suo approccio ai conflitti nel corso della guerra fredda43, che ha finito per privilegiare
in maniera esclusiva la supremazia convenzionale, unica, a suo avviso,
in grado di far vincere, e anche velocemente44. Tuttavia, come sottolinea
Record, ci ignora un tranello, in quanto la saggezza convenzionale
pericolosamente narcisistica45, perch parte dal presupposto che solo gli
Stati Uniti possono sconfiggere gli Stati Uniti, eludendo cos un nemico diverso, come quello da loro stessi incontrato nei vari conflitti, dal Vietnam
allattuale Afghanistan, e per lo pi insurgent o, secondo David Kilcullen,
accidental guerrilla46. Ne deriva che le forze e le dottrine tattiche statunitensi odierne sono a stento ottimizzate per quelle missioni, per cui sono
anchesse accidental counterinsurgent.
Ci dovuto alle caratteristiche militari della GWOT, analoghe alle
guerre coloniali dellOttocento e a quelle di indipendenza africane del Novecento, tanto che per venirne a capo si sono andati a rispolverare i vecchi
trattati di sir Charles Edward Callwell (1859-1928)47 e di David Galula
570
Future Wars
(1919-1967)48: campagne diverse da quelle in cui entrambe le parti detengono forze regolari49, e per lo pi non convenzionali (ossia non pi di
forza contro pari forza, per le quali la struttura militare statunitense ottimizzata), sino a quelle military operations other than war (MOOTW), con
nuovi protagonisti (non grandi potenze ostili, ma attori limitati, potenze
locali o addirittura soggetti non-statali), in cui prevalgono lasimmetria, la
lunga durata e la natura insurrezionale50, da cui una guerra esclusivamente
politica e per lidentit. Ad eccezione della seconda guerra mondiale e
della Corea, tutti gli interventi americani degli ultimi settantanni hanno
dovuto affrontare insorgenze: da presumere che anche in futuro il perno
su cui poggiare strategia e dottrina operativa dovr essere la counterinsurgency (COIN). Eppure, come si visto, essa , ed stata, la pi contrastata
a livello dottrinale. Il rifiuto della COIN, che A.J. Bacevich ha definito
ormai una religione51, una generalizzata avversione, cos profondamente radicata nelle forze armate americane, ad eccezione dei Marines, da
influenzare lintera pianificazione bellica.
Questa avversione dipende da vari fattori. In primo luogo, proprio
leccessiva fiducia, e il conseguente totale affidamento da parte del Pentagono, alla potenza di fuoco a lavish use of firepower, secondo la definizione di Thomas Mahnken52, e questa s una lezione diretta e appresa
48 David Galula, Counterinsurgency Warfare: Theory and Practice (1960), Greenwood,
2006. Cfr. la biografa di A. A. Cohen, Galula, The Life and Writings of the French Officer
Who Defined the Art of Counterinsurgency, Praeger, 2012.
49 Secondo Thomas X. Hammes (The Sling and The Stone: On War in the 21st Century, Zenith
2004, pp.3-5) la guerra contro un nemico non convenzionale lunico genere di guerra che
lAmerica ha sempre perso; come un unico potente Golia abbiamo temuto che i David del
mondo avessero trovato una fionda e una pietra efficaci. Jeffrey Record, Why the Strong
Lose, Parameters, Winter 2005-06. Id., Beating Goliath: Why Insurgencies Win,
50 Max Boot (The Savage Wars of Peace: Small Wars and the Rise of American Power, Basic
Books, 2002) ribatteva peraltro che gli Stati Uniti sono stati impegnati pi a lungo in small
wars (Frontiera, Boxer, Filippine, Centroamerica, Medio Oriente, Balcani) che nei conflitti maggiori (guerre mondiali, Corea, Vietnam) e che le esperienze minori sono altrettanto
costitutive dellAmerican way of warfare; Antulio J. Echevarria II, An American Way of
War of Way of Battle? Strategic Studies Institute.
51 Andrew J. Bacevich, The New American Militarism: How Americans Are Seduced by War,
Oxford U. P. , 2013.
52 Thomas G. Mahnken, Technology and the American Way of War Since 1945, Columbia U.
P. , 2010.
Storia della distopia militare
Lessons learned?
571
53 Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, Einaudi, 1966, P. IV.
54 Francis Fukuyama, America at the Crossroad: Democracy, Power, and the Neoconservative Legacy, Yale U. P. , 2006, p.36.
55 Michael Vlahos, Fighting Identity: Why We Are Losing Our Wars, Military Review, November-December 2007.
56 Una prima voce molto critica al riguardo quella di Stephen Biddle, Victory Misunderstood: What the Gulf War Tells Us About the Future of Conflict, International Security,
Vol. 21, No. 2, Fall 1996.
57 Joseph A. Camilleri, Iraq, the Illusion of Security and the Limits of Power, in Benjamin
Isakhan, The Legacy of Iraq. From 2003 War to the Islamic State, Edimburgh U. P. , 2015.
58 Colin S. Gray, op. cit.; Samuel R. Berger and Brent Scowcroft, The Right Tools to Build
Nations, Washington Post, July 27, 2005.
572
Future Wars
59 D. J. Lansdale, The Nature of War in the Information Age, Frank Cass,2004, p.9.
60 Stephen Metz and Raymond Millen, Insurgency and Counterinsurgency in the 21st Century, U.S. Army War College, November 2004.
61 Christopher G. Pernin, Brian Nichiporuk, Dale Stahl, Jutin Beck, Ricky Radaelli-Sanchez,
Unfolding the Future of the Long War, RAND Corporation, 2008.
62 William Arkin, Unmanned: Drones, Data, and the Illusion of Perfect Warfare, Little,
Brown US, 2015.
63 J. Record, Ready for What and Modernized Against Whom? A Strategic Perspective on
Readiness and Modernization, Strategic Studies Institute, US Army War College, 1995;
William M. Hammond, Public Affairs: The Military and the Media, 1962-1968, Center of
Military History, US Army, Vol.1, 1988; Id., 1968-1973, Vol.2, 1996; Andrew Hoskins,
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Lessons learned?
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Future Wars
Lessons learned?
575
liazione fra le parti, erano ora i principi chiave della dottrina Petraeus. In
definitiva, non si trattava solo di aumentare la presenza militare (surge,
appunto) o di impiegare massicciamente alta tecnologia contro insurgents,
ma di ripristinare lo strategico legame fra obiettivi militari e dimensione
politica. Ecco riemergere il limite dovuto alla separazione fra guerra e politica. Il successo operativo del 2003 in Iraq non era collegato ad una strategia politica di lungo periodo, come appunto dimostrarono le decisioni
sulla de-baathificazione e lo scioglimento della struttura di sicurezza irachena in seguito riconosciute come controproducenti, ma in realt chiare
manifestazioni del limite statunitense e, soprattutto, di lezioni mai apprese.
Non un caso che la dissertazione accademica finale di Petraeus era
stata proprio sulle lezioni della guerra del Vietnam71 e le relazioni fra militari statunitensi e popolazioni locali, in particolare nel dopoguerra: a
quella esperienza cos lontana nel tempo, Petraeus associ in Iraq, e in seguito in Afghanistan, la consapevolezza oggi manifesta ma non di certo
allora della comparsa dopo l11 Settembre di un nemico e di un contesto
conflittuale totalmente nuovi, in cui gli Stati Uniti erano stati chiamati a
porre in essere la loro ennesima missione contro il male.
Il Vietnam, con la One war e lhuman terrain aveva, quindi, gi dato
71 David H. Petraeus, Lessons of History and Lessons of Vietnam, Parameters, Autumn
1986.
576
Future Wars
tutte le risposte anche ai dilemmi attuali di come affrontare i nuovi nemici per lo pi attori non-statali che propongono comunit alternative alla
cultura stato-centrica, per cui transnazionali e anche virtuali, che mettono
radici e diffondo lidentit attraverso una loro rete mondiale. Perch di
questo che si tratta, ossia di guerre per l identit l dove sono finite le
ideologie e dove si consumato il fallimento di modelli occidentali, come
nel Vicino Oriente e in ogni luogo dove prevalgono instabilit politica,
disuguaglianze, settarismo intransigente e violenza.
Anche lAmerican way of war , ed sempre stato, in fondo, un rito e
una celebrazione di identit; tuttavia, ha perso nel tempo la sua vocazione
missionaria degli alti valori etici e politici di cui lAmerican way of life
pervasa, sostituendoli, con la presunzione di superiorit della propria
tecnologia bellica, con quelli prettamente economici ed industriali, che
hanno finito cos per imporsi nella visione politica e strategica dei conflitti.
Ecco, quindi, unaltra lezione mai appresa che ha portato a intendere la
guerra come la continuazione delleconomia e degli interessi finanziari e
industriali, con i loro valori dominanti come il profitto e la privatizzazione
invasivi anche di settori sensibili, tanto da deviare e compromettere la gestione del campo di battaglia, come dimostra lampio utilizzo dei contractors, dalla logistica allintelligence in Iraq. A ci si aggiunta la negazione
della preminenza del fattore umano, il pi difficile da costringere in modelli teorici; il pi pericoloso abbaglio circa la natura delle nuove guerre
e la dimostrazione di non aver compreso il monito di Eisenhower contro
i rischi di affidare la leadership politica ed etica statunitense al military
industrial complex.
Se questi limiti non verranno compresi e abbattuti, alla domanda lessons learned? non si potr mai rispondere se non che si tentato di superare traumi, sindromi e frustrazioni da cui, per, dipende ancora una catena
di no more che sembra non volersi interrompere.
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Future Wars
cluding White House and Congressional staffs). Two had actually taught
the Colleges Theory and Nature of War course, including classes on the
theories of Carl von Clausewitz and on Limited War (a case-study of
the Korean War, 1950-53). Clearly, the briefers were attempting to apply
Clausewitzs concept concerning the variable relationship between political objectives and military objectives. And yet they were quite unable to
make any sense with it. Unfortunately, such confusion is widespread.
To a considerable extent, the explanation lies with Clausewitz himself.
He was an eclectic, experimental thinker who ruthlessly tested his own
evolving theories about war. If they failed his tests, he revised them. As a
result, his concepts and the terminology he used to describe them changed
over time. His most famous book, Vom Kriege (On War),1 was compiled
posthumously from a set of sporadically revised manuscripts of varying
and uncertain dates written between 1816 and 1830.2 While Book 1 was
carefully revised quite late in his life and is considered to reflect his most
advanced thinking, 3 he never had a chance to completely revise the rest of
the book to match. Therefore the existing book preserves, in a somewhat
disorderly way, various states of its authors evolutionary process.
While Clausewitz is often described as a strategic theorist, the body of
theory he developed extended well beyond the confines of strategy. For
many important subjectsfor instance, his arguments concerning the nature and proper use of military theory, his concepts about history and their
implications for military education, his ideas concerning the relationship
between the strategic defense and offense, the relationship between political and military activity, the character of military geniusthe fact that he
died unexpectedly before finishing the book does not seem to pose much of
a problem. His treatment of many related issues is convincing throughout
1 Carl von Clausewitz, Vom Kriege, vols. I-III of Hinterlassene Werke des Generals Carl
von Clausewitz ber Krieg und Kriegfhrung (Berlin: Dmmlers Verlag, 1832-37). On
War, ed/trans. Michael Howard and Peter Paret (Princeton University Press, 1976/84).
2 Clausewitzs prefatory notes might have helped sort this out, but the notes themselves, and
the debate over their correct dates, are a source of much uncertainty. See Azar Gat, Clausewitzs Final Notes, Militrgeschichtliche Mitteilungen, v.1 (1989), 45-50, which has
sparked much debate ever since.
3 While Book 1, Chapter 1, What is War? is widely discussed, less attention is paid to
Chapter 2, Purpose and Means in War, which has equal relevance to our subject here.
Storia della distopia militare
579
580
Future Wars
vive historical change, both past and future. He was initially biased by
what appeared to be the success of the warfare ushered in by the French
Revolution. His own formative experience was shaped by the conservative powers struggle to cope with, match, and eventually exceed the energy and competence of warfare as it was waged by Napoleon Bonaparte.
Only gradually was he forced by the study of history, reflection on his
own experience, and contemplation of the future to recognize the infinite
variation manifested by war in the real world and to respect the choices
made by competent governments and commanders who chose to wage
war in different modes. Clausewitz therefore sought to identify key factors
inherent in politics and war that underlay and drove that variation. He
found those factors in the political context and objectives of the powers
at war, the differing military objectives that supported those political objectives, and the asymmetrical relationship between offense and defense.
The most confusing of the terms with which he experimented is the notion
of absolute war, which is very widely referred to in the general literature
about war. The problem, however, is that absolute war represents an intermediate stage, not the final development, in Clausewitzs evolution. It
appears almost entirely in Book 8, War Plans, but his discussion of it
there is experimentalprobing and inconsistent. Ultimately, he dropped
the term altogether and modified its underlying elements so fundamentally that we must consider the notion rejected. It is very often presented as
Clausewitzs prescription for correct war-making, the opposite to limited
war, the equivalent of total war, or a synonym for real, true, or ideal
war.5 These depictions are incorrect, but the nature of the error depends on
which of the shifting versions of absolute war is being addressed. Clausewitzs most mature treatment of the problem, in Book 1, more successfully
confronts the same factors not resolved in Book 8.
In this short article, I cannot describe in detail either Clausewitzs evolution or the wildly varying uses made of his shifting categorizations of
war in the wider military literature, nor show how those shifting terms relate to Clausewitzs other propositions. I do not believe that the former can
5 Certainly total war, ideal war, and absolute war do sound rather alike. Equating them
makes perfect sense to people who have not actually read the book. Unfortunately, that
group includes many people who write about it.
Storia della distopia militare
581
be done with any precisionthe necessary evidence simply does not exist.
The latter would require a complete rehashing of On War. This is simply
a discussion of the categories of war used by or attributed to Clausewitz,
based on my own perception of his evolving logic.
***
Clausewitz seems to have started out with the assumption that war is
a single, unified phenomenon. Over time, he came to recognize the great
variation in the wars of history and of his own extensive experience. At
first, this variation appeared to be driven simply by fluctuations in the energy and competence with which warfare was pursued.
By the time Book 8 reached its present form, however, Clausewitz was
well aware that this linear view is inadequate. He saw that warfare naturally bifurcates into two fundamentally different types or forms in what is
often referred to as the dualism of war. In Book 8 he struggled to justify
that duality, usually presenting one side of it merely as a superior replacement for the other. Looking for a label for the high end of the spectrum, he
came up with the term absolute war.
The word absolute appears very frequently in On War (114 times in
the original German).6 It is generally used in the philosophical sense of
extreme perfection in some quality or condition (e.g., truth, superiority,
uselessness, panic, security, resistance, flatness of the ground, etc.).7 The
formal term absolute war, however, appears only six times in On War,
only once8 outside of Book 8. Its conspicuous total absence in Book 1 implies that Clausewitz found important reasons to drop it.
We must be careful what we mean by types of war. Clausewitz con6 Counting the number of times a phrase appears in On War may not, however, offer much
guidance as to either its importance in Clausewitzs thinking or its influence on his readers. Clausewitzs famous trinity, for example, is mentioned only once (p.89), and one
struggles to find clear references to it elsewhere. It nonetheless seems to powerfully capture Clausewitzs overall approach.
7 It appears in other senses, of course, e.g., absolute numbers versus the actual relative power of two forces.
8 Near the end of Book 6, Defense (p.488-9), where absolute war and an alternative that
Clausewitz was considering, true war, appear together. The latter term, with which the
Clausewitzaphobic John Keegan was obsessed [see John Keegan, A History of Warfare
(New York, Knopf, 1993)], appears only twice in this sense.
582
Future Wars
9 The confusion is amplified, in this case, by our own dilemma over whether to translate
Politik as the English languages interactive politics or its unilateral policy.
10 Clausewitzs last and most sophisticated historical campaign study, Der Feldzug von 1815
in Frankreich (Berlin: Ferdinand Dmmlers, 1835), written c.1827-30, described a war to
which the absolute-as-bilateral-real-war approach might reasonably have been applied. It
is also extremely easy to interpret Clausewitzs treatment through the language of Book 1.
In fact, however, the study is written in very pragmatic prose without overtly presenting
any grand theoretical framework. The word absolute does not appear.
11 On War (Book 8), p.580. Emphasis added.
12 On War (Book 8), p.582.
Storia della distopia militare
583
form the warfighter must strive for when he can or when he must.13
Thus in most of Book 8 there still exists a linear spectrum of warfare, a
low-energy/low competence form at one end and a high-energy/high-competence form at the other. Clausewitz characterized the low end as wars of
observation, applying that lifeless imagery to all warfare of the pre-revolutionary era, thus casting doubt on its legitimacy.14 It was something incoherent and incomplete.15 At the opposite extreme were savage spasms
of violence in which armies were smashed and states reduced to begging
for peace. He recognized, however, that the extreme form was rare among
civilized peoples, and understood early in his evolution that politics was
both the driving and the moderating force.16 The French Revolution had
clearly injected a great deal of energy into this system, and Napoleon Bonaparte had injected a great deal of competence; both were gradually absorbed and finally mastered by his opponents.
The key aspects of absolute war are not merely its energy, violence, and
competence, but also its decisiveness: it is completely governed and saturated by the urge for a decision.17 Clausewitz is looking for an event that
actually decides something of great political importance, the decision to
584
Future Wars
18 One might argue that Spain was an exception to this, though whether Spain qualifies as
a Great Power by this time is dubious. In any case, the internal politics of Spain were
in such a state of dissolution that regime change no doubt appeared easier than any other
practical alternative. It nonetheless failed. The other great exception was the Allies determination to overthrow Napoleon personally in 1814 and 1815, but France itself emerged
not merely intact but as a full member of the Concert of Europe, with many aspects and
even personnel of the Napoleonic regime still in place.
19 Other than an accidental reference to a theater of war as the total war area (p.280), and a
hypothetical reference (on p.605, even if war were total war, with the clear implication
that it is not), the phrase total war does not appear in On War.
Storia della distopia militare
585
of time and space, as did Clausewitzs pure abstraction of ideal war. Ludendorff was fully aware that his arguments were inimical to Clausewitz,
saying All theories of Clausewitz have to be thrown overboard!20
Nor does Clausewitzs frequent emphasis on the destruction of the
opposing force have anything to do with wars of extermination: that is,
they must be put in such a condition that they can no longer carry on the
fight. Whenever we use the phrase destruction of the enemys forces this
alone is what we mean.21
Understanding that historical processes are not linear,22 Clausewitz saw
that the lesser form might well alternate with the form manifested in the
revolutionary wars:
Not every future war is likely to be of this type; on the contrary, one
may predict that most wars will tend to revert to wars of observation. A theory, to be of any practical use, must allow for that likelihood.23 But it is
no more likely that war will always be so monumental in character than that
the ample scope it has come to enjoy will again be severely restricted.24
20 Erich Ludendorff, Meine Kriegserinnerungen (Berlin, 1919), p.10, cited in Hans Speier,
Ludendorff: The German Concept of Total War, in Edward Mead Earle, ed., Makers of
Modern Strategy, pp.306-321.
21 On War (Book 1), p.90.
22 An understanding that evidently eludes the authors of such categories as fourth-generation and fifth-generation war, as well as the New Wars scholars, who view the wars of
the late 20th and early 21st centuries as a type rather than an accident of timing.
23 On War (Book 6), pp.488-9.
24 On War (Book 8), p.593.
25 On War (Book 8), p.583.
586
Future Wars
That cannot be what theory is for. Its purpose is to demonstrate what war is
in practice, not what its ideal nature ought to be. 26
Thus the idea of the singular perfection of the most violent form lost
its legitimacy, and with it the value of the word absolute. It might be possible to approach perfection in either form.
Absolute war was a conceptual failure for many reasons. The notion of
the absolute as the right form caused its author to redefine real war in
a manner quite different from the discussions of war in the real world
that appear outside of Book 8.27 It described a linear learning process that
could not account for the likely recurrence of non-absolute war. It did not
reflect much of the dynamic relationship between the strategic aggressor
and the strategic defender explored in Books 6 and 7, nor could it account
for wars in which neither side sought a decision. It hovered awkwardly
between the more intense spectrum of real-world war and a purely philosophical notion of perfection. The legitimization of non-absolute war, i.e.,
war of limited objectives, gains ground in Book 8 and the limited aim
appears as a formal goal in its concluding chapters.
The contradictions and failures of Book 8 demonstrate Clausewitzs recognition that the variety of war as we experience it in the real world does
not merely reflect a simple linear spectrum from weak and befuddled to
energetic and competent. It sparked his final acceptance that war actually has two foci or attractors, two legitimate tendencies which coexist and
must be respected, which we call (for convenience, but not quite accurately) limited and unlimited war. This realization had been brewing for
a long time. He was not fully forced to confront the inadequacies of his
earlier concepts and terms until he turned from historical analysis to future
planning. Required to do this by his own research design, he had to produce
an analytical structure applicable to a truly realistic variety of strategic futures. The confusing mix of terms in its nine chapters reflects the misfiring
of his initial concept for the discussion and his efforts to repair it on the fly.
587
***
Book 1 represents the lessons learned in that struggle, though his language never achieved complete consistency. Clausewitz by no means radically changed his direction in Book 1; he simply pushed further down
the same path, making incremental but nonetheless profoundly significant
changes to several components of his argument and to the terminology
with which it was described. These can be summarized as follows:
The term absolute war is not replaced in Book 1 by another singular
phrase, but by a set of concepts or dialectical pairs that, taken together, are
far more able to account for the variety of war as we experience it in the
real world.
Many people (including myself) have assumed that ideal war is a synonym for absolute war. In Book 1, Clausewitz eliminated the ambiguity of
absolute war and set up a clear distinction between the pure abstraction
of ideal war on the one hand, driven to unachievable extremes outside the
boundaries of time, space, and mans political nature, and war in practical
reality on the other. It serves important purposes. First of all, ideal war
serves the function of an immovable benchmark. Unlike Napoleons style
of war-making, it is not going to be rendered obsolete by future developments. Secondly, ideal war is an exercise in pure logic, serving to demonstrate the dangers of rigid logic in the human social universe and forcing
the discussion to return to the practical domain of politics:
Even assuming this extreme effort to be an absolute quantity that
could easily be calculated, one must admit that the human mind is unlikely
to consent to being ruled by such a logical fantasy. since subtleties of
logic do not motivate the human will. war is dependent on the interplay
of possibilities and probabilities, of good and bad luck, conditions in which
strictly logical reasoning often plays no part at all and is always apt to be a
most unsuitable and awkward intellectual tool.28
28 The first half of this quote is from Book 1 (p.78); the second from Book 8 (p.580).
588
Future Wars
589
other hand, though rather modest in scale the 1989 U.S. invasion of Panama sought unlimited political objectives (the complete overthrow of the
Panamanian government) and accomplished the complete destruction (by
Clausewitzs definition) of Panamanian forces. Militarily, despite its low
casualties, it was a war of annihilation. The Cold War, in which the West
certainly sought and achieved massive political change in the Soviet Union, was militarily a war of limited aimindeed, almost pure defense.
North Vietnam waged a war of attrition against the United States, with the
limited political goal of exhausting the Americans will to preserve their
South Vietnamese ally; in the same space and time, it pursued an unlimited
war of annihilation aimed at disarming the south, with the unlimited political goal of eradicating the southern state and fully absorbing its people
and territory. The 2003 US invasion of Iraq employed a strategy of military
annihilation to disarm Saddams state, permitting the imposition of political objectives as extreme as any in history. All of these variations can be
richly described using Clausewitzs mature analytical structure.
This new dialectical construct thus better connected the character of
warfare to its dynamically changeable political motives, better reflected
the dynamics of offense and defense, and better accounted for the variety
of strategic configurations found in real-world warfare. It is adaptable to
even greater changes in warfare than Clausewitz had seen in the history he
had surveyed or experienced personally.
***
It cannot be said that Clausewitz finished the job. It is reasonable to suspect that, had he lived to pursue the matter further, the concept of the dual
nature of war would have continued to evolve. I say that with some trepidation, for it is also easy to suspect that many modern theorists would take
that observation as a license to impose their own fantasies upon Clausewitzs still-rough analytical structure and treat the result as the inevitable
trend of Clausewitzs mature thinking. It is nonetheless legitimate to seek
to clarify the limitations of Clausewitzs latest presentation and to expand
upon it. Clausewitz continued to emphasize, disproportionately I think, the
necessity of keeping the higher-intensity form in mind at all times.
The fact that slaughter is a horrifying spectacle must make us take
war more seriously, but not provide an excuse for gradually blunting our
590
Future Wars
swords in the name of humanity. Sooner or later someone will come along
with a sharp sword and hack off our arms.30
Wien, Schlosspark
Schnbrunn, Figuren aus
Sterzinger Marmor am
Groen Parterre, 1773
1780; Nr. 30: Mars und
Minerva. Bildhauer: Veit
Kniger.
(foto schur150, 24
January 2007, wikimedia commons)
30 On War, p.260.
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591
1 Charles de Gaulle, Lettres, notes, carnets, 1919-juin 1940, Paris, Plon, 1980, p. 289-290.
La citation de Valry figure par ailleurs dans sa Rponse au discours de rception du marchal Ptain lAcadmie franaise, le 22 janvier 1931.
2 Cit par Brynjar Lia, Architect of Global Jihad. The life of al-Qaida Strategist Abu Musab
al-Suri, Colombia U. P., New York, 2008, p. 510. Biographie capitale, elle comprend, de
laveu mme dal-Suri, la traduction des deux plus importants chapitres de LAppel. Dautres parties traduites figurent dans Jim Lacey (Ed.), A Terrorists Call to Global Jihad. Deciphering Abu Musab al-Suris Islamic Jihad Manifesto, Naval Institut Press, Annapolis,
2008. Chaque fois que nous citerons les passages traduits sous la direction de Lia, nous
indiquerons, comme suit, le titre du chapitre, le nom du matre duvre, la page: The
Military Theory of the Global Islamic Resistance Call (Lia), p. 347. Nous y ajouterons le
numro du chapitre pour ceux traduits sous la direction de Lacey.
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3 Chapitre 5, The Islamic Awakening. A Summary of the Course of the Islamic Awakening
(1930-2001), (Lacey), p. 66.
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6 The military theory of the global islamic resistance call, (Lia) pp. 349-368.
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13 Chapitre 7, The Intellectual and Doctrinal Foundations of the Jihadist Movement, (Lacey), pp. 164-170.
14 il y a infiniment plus gagner en stimulant les forces individuelles quen cultivant un
formalisme artificiel, lettre de Clausewitz Fichte, 1809, cite par Carl Schmitt, Thorie
du partisan, Paris, Flammarion, 1992, p. 251.
15 Lia, Architect, op. cit., p. 104.
16 Ibid., pp. 102-104.
17 Dima Adamsky, Jihadi Operational Art. The Coming Wave of Jihadi Strategic Studies,
in Studies in Conflict and Terrorism, 2009, 33:1, pp. 1-19.
18 Characteristics of the Operational Method of the Global Islamic Resistance Units, (Lia),
p. 421.
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599
600
Future Wars
22 Ibid.
23 Ibid., p. 445.
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601
24 Theory of the Organization and System of Action in the Global Islamic Resistance Units
(Lia), p. 444.
25 Characteristics of the Operational Method of the Global Islamic Resistance Units (Lia),
p. 421.
26 Theory of the Organization (Lia), p. 446.
602
Future Wars
core lart difficile dvaluer limportance des cibles et les contre-coups des
attaques. Le stratge alpin la surmonte, ou plutt lvacue, en affirmant
que ncessit fait loi, que la guerre est une cole et quils apprendront sur
le tas. Do limpratif dinvestir les fronts ouverts par les Amricains,
l o, combins, terrorisme, terreur stratgique et gurilla amorceront un
mouvement de transformation pour viter au flux du jihad de rester confin
ou de dgnrer en secte exclusivement terroriste.
Le schme trinitaire
Al-Suri dcalque le schme trinitaire de Mao, expos dans De la guerre
prolonge. La stratgie oprationnelle quil propose est alternative27: elle
alterne et combine les deux types dennemi, diffrents modes doprations dont elle cumule les effets et transforme en trois temps, lespace, les
formes de la guerre et les systmes de forces28.
Premire tape, la dfensive stratgique et loffensive tactique. Munis
darmes de poing, de grenades, de RPG, les partisans livrent une gurilla
lgre29 combine aux oprations terroristes cibles et aux assassinats,
dans le dar al-harb comme dans le dar al-Islam: lobjectif militaire est de
semer la peur, de dissuader ou danantir, de neutraliser ou de convertir,
bref, de susciter chez lAutre un sentiment dubiquit et chez les siens
le sentiment du possible. Politiquement, il sagit dtablir ou dentretenir chez lennemi proche et lointain un tat dpuisement scuritaire, de
confusion politique, dchec conomique.
La deuxime tape est celle de lquilibre o la gurilla entreprend des
actions stratgiques en coordination avec des forces rgulires qui auront
t formes et entranes sur lesfronts ouverts. Les systmes darmes deviennent plus complexes dans leur maniement, ncessitant des units spciales, notamment, terme, pour la conduite dune stratgie dinterdiction
dans les dtroits maritimes contre lennemi lointain. Le risque reste grand
de subir des dfaites stratgiques par lanantissement dunits, voire de
Bannires, et le retournement politicien, plus ou moins dfinitif, de cer27 The military theory of the global islamic resistance call, (Lia) p. 373.
28 The Training Theory in the Global Islamic Resistance Call (Lia), p. 471.
29 The military theory of ..., (Lia), p. 373.
Storia della distopia militare
603
604
Future Wars
605
31 Barak Barfi, The Military Doctrine of the Islamic State and the Limits of Baathist Influence, CTS Sentinel, February 2016, vol. 9, Issue 2, pp. 18-23.
32 Franois Gr, La guerre psychologique, Paris, Economica, 1997, pp. 133-134.
Coming Future
Il futuro prossimo venturo
609
A guisa dintroduzione
uadagnatosi linteresse dellintellighenzia contemporanea sulla
scorta della divina sorpresa del 19892, il disegno occidentale della fine della guerra affonda le proprie origini nei primordi
della storia, ramificandosi per un verso dallescatologia ebraica3, per laltro dalla mitopoiesi classica4. Come noto, il tema sopravvisse al tramonto
dellet antica, avviandosi a diventare un motivo ricorrente nelle evoluzioni del pensiero politico manifestatesi a cavallo tra XVIII e XIX secolo. La
questione trasse cospicuo giovamento dal grande sviluppo dei rapporti internazionali, e soprattutto dal commercio, invocato tanto da Montesquieu
quanto da John Stuart Mill come la fonte primigenia della obsolescen1 oggi le assemblee popolari non hanno pi da occuparsi di politica: da noi infatti fuggita la
guerra, svanita Plutarco, Praecepta gerendae reipublicae 32 (= Moralia, 824c).
2 Divina sorpresa por no esperada; y, sobre todo, porque salv del k.o. tcnico a un mundo occidental que iba derecho al colapso econmico y a la descomposicin social. Divina sorpresa porque no es Roma quien vence entonces, sino (aunque le pese a Henry
Kissinger) Cartago, y porque esta ltima se ve propulsada a un hiperliderazgo mundial,
con, se dice, un superpoder militar nunca igualado. Y todo el mundo acat. Para la lite
USA, apparentemente de lo que se trat desde entonces es de conectar el piloto automtico
hacia una supremaca considerada absoluta (). Jorge Verstrynge, La guerra perifrica
y el Islam revolucionario. Orgenes, reglas y tica de la guerra asimtrica, El Viejo Topo,
Barcelona 2005, pp. 8-9.
3 Il riferimento ai libri profetici contenuti nella Bibbia.
4 Basti pensare alle giaculatorie di Virgilio e alle liriche di Orazio celebranti la pax augustea. V. Italo Lana, Studi sullidea della pace nel mondo antico, Memoria dellAccademia
delle Scienze di Torino, vol. XIII, fascicoli 1 - 2, Torino 1989, pp. 3 - 68; Id., Lidea della pace in Orazio, in Mnemosynum. Studi in onore di Alfredo Ghiselli, Ptron, Bologna
1989, pp. 327-334.
610
Future Wars
611
10 Ibidem.
11 Nellordine: England, France, Prussia, Russia, and Austria. Ivi, p. 31.
12 Ovverosia Turkey, Spain, Holland, Denmark, and Sweden. Ibidem.
13 Ivi, p. 1.
14 Ivi, p. 29.
15 George Mosse, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Laterza, Roma - Ba-
612
Future Wars
ri 1999, pp. 223 - 224 (ed. or. Oxford University Press, Oxford 1990).
16 Si pensi ad es. al RussellEinstein Manifesto del 1955 che invitava gli scienziati di tutto il
mondo a riunirsi per discutere intorno ai rischi per lumanit derivanti dallesistenza delle
armi nucleari. Senza pretesa di esaustivit, cfr. anche Gaston Bouthoul, Les guerres, lments de polmologie, Payot, Paris 1951; Robert J. Art and Kenneth N. Waltz, Technology, Strategy, and the Uses of Force, in Idd. (eds.), The Use of Force. Military Power and
International Politics, U. P. of America, Lanham 1983.
17 Celebre per aver composto pietre miliari della storiografia globale (da The Rise of the West.
a Plagues and Peoples), nel 2009 McNeill stato premiato con la National Humanities
Medal, consegnata dal presidente statunitense Barack Obama.
18 Cfr. Luciano Canfora, Luso politico dei paradigmi storici, Laterza, 2010.
19 William H. McNeill, Caccia al potere. Tecnologia, armi, realt sociale dallanno Mille,
Feltrinelli, Milano 1984, p. 316 (ed. or. The University of Chicago Press, 1982).
Storia della distopia militare
613
del prestigio sociale dei militari europei costituisse gi di per s una significativa auto-evidenza dellevento20.
Pian piano, le convinzioni ireniche iniziarono ad aprirsi la via anche
allinterno del dibattito dOltreatlantico. Nel 1989 la pubblicazione dellopus magnum di John Mueller, Retreat from Doomsday, non ottenne affatto
un tributo unanime di apprezzamenti, ma innerv pur sempre la questione
di nuova linfa discorsiva21. Secondo il politologo statunitense, la guerra
stava ormai diventando subrationally unthinkable and therefore obsolescent. Pi precisamente, chiariva, ad essere decaduta era la prassi di un
conflitto armato fra Paesi sviluppati (major war). I fattori che avevano
concorso a tale risultato venivano collegati ai mutamenti dellimmaginario
collettivo, nel duplice versante degli stilemi culturali e delle disposizioni
emotive. Per sommi capi, Mueller riconduceva la genesi del fenomeno ai
massacri della Prima Guerra Mondiale, spiegando che
In many important respects, the book argues, war in Europe had been
thoroughly discredited by 1918; yet, obviously, Adolf Hitler was able to
start another one. (Put another way: after World War I, a war in Europe
could only be brought about through the maniacally dedicated manipulations of an exceptionally lucky and spectacularly skilled entrepeneur; before World War I, any dimwit for example, Kaiser Wilhelm could get
into one)22.
614
Future Wars
scacchiere internazionale, come gi era stato per i Paesi Bassi nel periodo
successivo al Trattato di Utrecht (1713)24. Gli ultimi spasmi degli imperi
coloniali europei e la contesa col blocco sovietico avevano per garantito
la persistenza di una certa soglia di conflittualit, rilevava linsigne studioso: il tramonto dei primi e il collasso del secondo maturarono il definitivo
declino delle tensioni esogene, mentre il cambio di attitudine interno alle
singole societ nei riguardi degli atteggiamenti violenti aggiunse ulteriori
motivazioni allabbandono delle pratiche belluine. Mueller ridimensionava il ruolo della minaccia nucleare25, ma il bilancio finale era in ogni
caso netto: from a rational perspective, then, war among developed states
seems to have become unthinkable rejected because its unwise, a thoroughly bad and repulsive idea26.
Nellimmediatezza, tale ordito interpretativo non valse a convincere
Michael Howard, il quale si mostr scettico nei confronti di una visione
cos schematica della storia del Novecento europeo (we need a more convincing explanation of why the most civilized societies, Germany foremost among them, plunged into war twice within a single generation- and
why they are unlikely to do so again), allegando al collega statunitense
unimplicita accusa di retropensiero idealistico27. Dal canto suo, Marc
Trachtenberg concentr invece le proprie critiche sul cardine assiologico
dellopera, precisando che the fundamental problem with Muellers argument is that he does not understand that war is as its core a political, and not a
24 But history also shows that some countries which had the means and potential to be Great
Powers chose not to be active in his sense. () Some of these countries were Great
Powers which came upon hard times and resigned themselves to existing as non-greatpowers rather than make the painful sacrifices necessary to regain their former exalted status. The Netherlands, for example, was a Great Power until 1713. A wealthy, central, even
dominant, country, it got involved in the usual quota of conflicts. After 1713, however, it
dropped out of the Great Power system and concentrated on commercial and colonial ventures. Although it has occasionally swept into wider conflicts by others, for over two and a
half centuries Holland has generally sought to avoid all international war in Europe, a pattern that can be called Hollandization. Ivi, pp. 19-20.
25 In merito v. dello stesso autore, The essencial irrilevance of nuclear weapons. Stability in
the Postwar world, International Security, n. 2 (1988), pp. 55-79.
26 Ivi, p. 219. Nel 2004 Mueller avrebbe ulteriormente circostanziato le sue argomentazioni,
aggiornandole in The remnants of war (Cornell U. P.).
27 Michael Howard, A death knell for war?, The New York Times, 30.04.1989.
Storia della distopia militare
615
cultural, phenomenon28.
Di l a poco, limplosione dellURSS suggellava lascesa del mondo
unipolare a guida statunitense. Eric Hobsbawm
lesse in quegli avvenimenti la fine del secolo
breve plasmato dal contrasto e dalle interazioni
tra comunismo, nazionalismo e capitalismo29, mentre di unaltra fine, ma
della storia in quanto tale,
parl Francis Fukuyama,
secondo cui lapogeo del
processo storico sarebbe consistito nelladattamento dellintero globo ai
principi della democrazia
liberale30. E in effetti, ha
osservato Alessandro Colombo, a partire da quel torno di tempo fu proprio lidea delleccezionalit del contesto internazionale attuale nella storia della politica internazionale o, almeno, nella storia della politica internazionale moderna, a costituire il minimo comune denominatore anche nel prosieguo del dibattito
sul futuro della guerra31.
28 Marc Trachtenberg, The Future of War, Diplomatic History, n. 2 (1991), pp. 287-290.
29 Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve 1914-1991: lera dei grandi cataclismi , Rizzoli, Milano 1995 (ed. or. Michael Joseph, London 1994).
30 Fukuyama ne scrisse per la prima volta durante lestate del 1989, riprendendo diffusamente la sua tesi in una celeberrima monografia del 1992. Cfr. Id., La fine della storia e lultimo uomo, Rizzoli, Milano 1992 (ed. or. Free Press, New York 1992).
31 Cfr. Alessandro Colombo, Guerra e discontinuit nelle relazioni internazionali. Il dibattito sul declino della guerra e i suoi limiti, Rivista italiana di scienza politica, n. 3 (2012),
pp. 431 - 457.
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Future Wars
617
In search of new wars: The debate about the transformation of war, European Journal
of International Relations, n. 2 (2010), pp. 297 - 309; Mats Berdal, The New Wars thesis revisited, in Hew Strachan and Sibylle Scheipers (eds), The Changing Character of
War, Oxford University Press, Oxford 2011, pp. 103 133, Mary Kaldor, In defence of
new wars, Stability: International Journal of Security and Developement, n. 1 (2013),
pp. 1 - 16; Peter Layton, Bringing the transnational into new wars: the case of islamic
state, International Review of Social Research, n. 3 (2015), pp. 191 - 201.
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Future Wars
38 Steven Pinker, Il declino della violenza. Perch quella che stiamo vivendo probabilmente
lepoca pi pacifica della storia, Mondadori, Milano 2013 (ed. or. 2011).
39 Nils Petter Gleditsch, The Forum: The Decline of War (with S. Pinker, B. A. Thayer, J.
S. Levy, W. R. Thompson), International Studies Review, 15, 2013, p. 399.
40 Barack Obama, Remarks by the President on winning the Nobel Peace Prize, Washington,
09.10.2009.
Storia della distopia militare
619
C
1
ome emerge dai vari contributi a questo Quaderno, la data di inizio della letteratura occidentale sulla guerra del futuro (Future War), sul futuro della guerra (Future of Warfare) e su la
prossima guerra (The Next War) la guerra franco-prussiana, una delle
poche guerre europee che pot essere momentaneamente circoscritta ma
che contribu a caricare la molla scattata nel 1914. Questa letteratura di
anticipazione si poi andata sempre pi divaricando nei filoni, ben distinti eppure interagenti, della pura fiction, dei megatrend e degli scenari,
delle mirabolanti superarmi e della pianificazione strategica e operativa.
Nellaprile 2014, durante un forum di Libration dedicato alle guerre del
2030, Dominique David ha sostenuto che oggi meno che mai possibile
prevedere le forme, linnesco e la localizzazione dei futuri conflitti1. Eppure, paradossalmente, mai come oggi fiorisce, soprattutto in America, la
futurologia militare, come emerge dalla bibliografia che, a puro titolo indicativo e senza pretesa di completezza, menzioniamo in calce allarticolo.
Probabilmente questa letteratura incide ben poco sulle reali decisioni: ma
nel suo complesso corrobora la confortante e pericolosa illusione occidentale di controllare il futuro, e in ogni modo da il pane a sterminate legioni
di astrologi e profeti2.
La guerra non puro scontro di forze materiali e immateriali (psicologiche, comunicative). E soprattutto un confronto di volont contrapposte,
asimmetriche, resistenti a ogni categorizzazione perch mutano rapidamente a seconda delle circostanze. Il confronto di volont guida la prova
di forza e la condiziona, determinando laccettazione dei costi e dei rischi
e la percezione della vittoria, reale o virtuale, che meglio favorisca il suc1 Dominique David, Les nouvelles formes de la guerre de demain, Les guerres de 2030.
Forum Lib de Rennes, 12 Avril 2014.
2 V. Ilari, Megatrend. Come vincere le guerre di dopodomani perdendo quelle di oggi, Limes, luglio 2014, pp. 55-62.
620
Future Wars
cesso politico. E influenzato dal sistema di valori prevalente nelle societ, dalla demografia, dalleconomia, dalla politica interna. La questione
della prevedibilit non pu dunque porsi riguardo alla guerra considerata
in astratto, ma soltanto riguardo alle singole situazioni suscettibili di generare conflitti armati. Non si pu prevedere levoluzione della guerra, al
massimo quella delle singole guerre e dei vari modi di combatterle.
Collegata alla questione della prevedibilit quella delle rivoluzioni
militari (un concetto coniato nel 1956 da Geoffrey Parker in rapporto ai
mutamenti avvenuti durante le guerre di Fiandra e dei TrentAnni) e delle
corrispondenti generazioni, teorizzate ad esempio dai coniugi Toffler
e da Lind e van Creveld3. Anche su questo esiste una letteratura colossale, ma facile rilevare in ogni singola guerra la compresenza di elementi
arcaici e avveniristici. Edward Luttwak notava che nella guerra Iran-Iraq
(1980-1988) coesistevano la guerra di trincea tipo 14-18 e il bombardamento missilistico tipo Terza guerra mondiale.
Questi sono quegli elementi mutevoli delle guerre che, parafrasando
Clausewitz, potremmo chiamare grammaticali. Ma in ciascuno di essi e
nella loro particolare combinazione si ritrova lelemento comune e costante, il Dna o, per dirla ancora con Clausewitz, la logica o natura della
guerra. La teoria evoluzionista (o rivoluzionista nella variante Parker/
MTR/RMA) della guerra fa dipendere il mutamento delle forme dal mutamento della tecnologia; ma incidono assai di pi i mutamenti geopolitici
e culturali. Taluni fattori come quello demografico almeno nel breve
termine variano in modo lineare e sono suscettibili di estrapolazioni abbastanza affidabili. Ma la maggior parte evolve e tutti interagiscono in
modo non-lineare, ridicolizzando gli scenari alla Friedman o alla Kahn
(The Next 100, 200 Years!) e bombardando i poveri futurologi di continui
cigni neri e battiti dala di farfalle.
2. Limprevedibilit particolarmente accentuata nei periodi di transizione geopolitica, come quello che stiamo attraversando. Non sono daiuto neppure i paragoni storici: certo ci ricordano limpatto dei fattori psicologici e geografici, ma non consentono previsioni, in particolare sulla
3 V. larticolo di R. Cappelli in questo stesso Quaderno.
Storia della distopia militare
621
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Future Wars
mo perso la nozione stessa di guerra, privando di senso tutta lelaborazione giuridica, politologica e morale costruita sulle esperienze del passato. Incerto pure il concetto di sicurezza, per quanto si concordi che debba
essere globale e pluridimensionale. La nebbia della guerra ha interamente
ricoperto la stessa pace. Il crollo dellordine westfalico, ben compreso da
Karl Schmitt, ha travolto la stessa guerra in forma del passato, quella
contemplata dagli ormai obsoleti capitolo VII dello Statuto delle Nazioni
Unite e art. 11 della nostra Costituzione. Ci non dipende solo dalla costruzione di spazi de-sovranizzati come quello europeo, ma dal passaggio
dalla geopolitica degli spazi a quella dei flussi, dalla crescente incidenza
delle dinamiche virtuali su quelle reali e dei condizionamenti mediatici
sulla politica estera (spacciati per democratizzazione quando in realt
rappresentano linterferenza di lobby interne, straniere e internazionali sui
processi costituzionali).
3 Alla compresenza di una molteplicit di warfare in ciascuna war di
ieri e di oggi, si aggiunge la dissimmetria degli scopi tra i belligeranti,
che Clausewitz chiamava polarit e dalla quale deduceva le due forme speculari di guerra, attacco e difesa6. La dissimmetria degli scopi
relativizza il presupposto che la guerra sia necessariamente un gioco a
somma zero, in cui gli avversari condividono la percezione della posta in
gioco e le perdite delluno corrispondono ai guadagni dellaltro. La ragione per cui il protrarsi di una resistenza popolare produrr inevitabilmente
la sconfitta dellinvasore, appunto che per questultimo si tratta di una
guerra limitata e per laltro di una lotta a morte7. La qualit dei fattori militari e non militari della guerra varia di poco nel corso dei secoli, ma ne
muta limportanza relativa, anche per le scelte deliberate dei belligeranti
che massimizzano i propri punti di forza per compensare le loro inferiorit
(countervailing, offset strategy) e dal mutamento del sostegno nazionale
alluso della forza, che varia a seconda dele circostanze e del nemico.
6 Frank Hoffman, The Contemporary Spectrum of Conflict in http://index heritage.org/military/2016/essays/contemporary-spectrum-of-conflict/.
7 La disastrosa sconfitta occidentale in Afghanistan e in Iraq era stata infatti prevista gi nel
2003 da van Creveld, che voleva lincriminazione del presidente Bush (v. in questo Quaderno larticolo di G. Tappero Merlo).
Storia della distopia militare
623
La professionalizzazione degli eserciti tendeva pure a rimuovere le opposizioni derivanti dal peso sociale della coscrizione, uno dei fattori che
determinarono la sconfitta americana in Vietnam. Ma internet ha legato le
mani dei governi in modo cento volte pi efficace della tassazione e della
coscrizione, per cui la fabbrica del consenso ha assunto unimportanza
ancor pi centrale che allepoca di Goebbels e di Hollywood.
E parimenti cresciuta pure la fungibilit fra i vari strumenti impiegati
dalla politica di potenza. Solo in casi eccezionali, la dimensione militare
stata predominante, ad esempio nelle guerre totali del XX secolo. Il pi
delle volte, stata invece marginale nel determinare lesito geopolitico
dei conflitti. Si determinata una disconnessione fra la vittoria militare e
quella politica. Qualunque conflitto asimmetrico o ibrido8. Lo saranno
sempre pi nel futuro. La dottrina Gerasimov9, ora tanto discussa, dopo
il brillante utilizzo che Putin ne ha fatto in Georgia e in Ucraina, non
nuova. E vecchia come il mondo. Non diversa fu la vittoria di Arminio su
Varo.
4 Una difficolt culturale nel comprendere i mutamenti che ha gi subito
la guerra sta nel fatto che linterpretazione quasi sempre data in Occidente
della formula clausewitziana - la guerra non che la continuazione della
politica con altri mezzi - riduttiva. La guerra non mai stata n mai
sar un sostituto della politica. Non un fenomeno tecnico-militare, ma
politico-sociale-economico-psicologico, ecc. Non esiste una separazione,
ma una continuit, fra la guerra e la politica. La guerra non sostituisce n
fa cessare la politica. Si limita ad aggiungere agli strumenti che impiegano
gli attori politici nella loro competizione o cooperazione, luso reale della
forza militare. Gli altri strumenti continuano a operare: dalluso potenziale della forza; allinformazione bianca o nera; allutilizzo di agenti
e di quinte colonne; alle tregue; alle sanzioni; alla guerra delle monete;
allindebolimento delle alleanze dellavversario e allerosione della sua
8 Vincent J. Goulding, Back to the future with asymmetrical warfare, Parameters, Winter
2000-01.
9 The Gerasimov Doctrine and Russian non Linear War, online at imoscoshadows, July 6,
2014. V. pure Sam Jones, Ukraine: Russias New Art War, Financial Times, August 28,
2014.
624
Future Wars
coesione interna; al timore di perdite; al rifiuto di accettare danni collaterali; e cos via. Anche il pacifismo e, su un piano pi realistico, il controllo
degli armamenti, volto a indurre il potenziale nemico a disarmare, per poterlo alloccorrenza vincerlo pi facilmente - uno strumento di guerra. Lo
dimostrano i finanziamenti dati dallItalia ai movimenti pacifisti francesi e
britannici, senza parlare di quelli erogati dai due blocchi della guerra fredda ai rispettivi sostenitori. Nel tempo che convenzionalmente chiamiamo
di pace ma anche in quello di guerra guerreggiata tutti tali strumenti
vanno sempre coordinati in una strategia complessiva, volta a conseguire
in dialettica con lavversario e con i minori costi e rischi possibili - i propri
obiettivi, cio la situazione di pace che si ritiene pi conveniente. La strategia non solo un ponte fra la politica e luso reale o potenziale della
forza. E larte di acquisire vantaggi, che in modo cumulativo, mutano il
contesto internazionale e i rapporti di forza, talvolta rapidamente talaltra
nel lungo periodo.
Lo scopo necessariamente imporre la propria pace, o eliminando il nemico o, pi spesso, convincendolo ad assecondare la volont del pi forte.
Il modo pi rapido e meno costoso lannientamento delle forze nemiche
o la conquista della clausewitziana chiave del paese (le due varianti della Niederwerfung delbrckiana). Questa modalit non viene preferita dai
militari solo per capriccio corporativo, ma per il mandato costituzionale
di minimizzare i costi. Secondo Victor Davis Hanson, guru della guerra
anti-Saddam, il Blitzkrieg sarebbe il modo tipicamente occidentale di fare
la guerra, condizionato da un Dna ateniese: la ricerca di guerre corte e
grosse, per dirla con Machiavelli, risalirebbe al fatto che opliti e legionari, archetipi dei minutemen, erano soldati part time i quali si dovevano
sbrigare prima possibile. Il parallelo tendenzioso tra limperialismo democratico ateniese10 e quello anglo-americano, che risale allet vittoriana11,
serv nel 2004 a giustificare la continuazione della Global War On Terror
come Long War12, una guerra di attrito (lErmattung delbrckiano) di
625
durata illimitata con cui potevano (e neppure tanto) convivere lAtene periclea, la Prussia di Federico II e lInghilterra vittoriana, ma non certo la
societ americana del XXI secolo, nemmeno dopo aver sostituito gli opliti
ateniesi del 1963-75 con gli ipaspisti macedoni del 2001-XXX.
In realt le guerre post-guerra fredda sono guerre neocoloniali, simili
alle Queen Victorias small wars. Il livre de chevet dello stratega del peacekeeping e della stabilizzazione dovrebbe essere il trattato del maresciallo
Lyautey13, il pacificatore del Marocco, sulla funzione sociale dellufficiale
coloniale. In passato, gli Stati europei avevano due eserciti. Uno metropolitano, per le guerre totali in Europa; laltro coloniale, mantenuto almeno
in parte dai profitti tratti dalle colonie e destinato al controllo necessario
perch producessero ricchezza. Il legame allora esistente fra mercanti e
guerrieri, illustrato dal prof. Filippo Andreatta14, oggi scomparso per la
perdita del valore economico dei territori e per la maggiore convenienza
degli strumenti finanziari rispetto a quelli militari. Il petrolio non si conquista; si compra. La guerra costa sempre pi e rende sempre meno. Non
si autofinanzia, neppure parzialmente, come avveniva per quelle coloniali.
Per considerare i casi nei quali i risultati dei conflitti sono dilazionati
nel tempo, il pensiero strategico occidentale ha elaborato varie teorie sulla
guerra prolungata, tutte basate sul clausewitziano armamento del popolo o sulla guerra rivoluzionaria di Mao Zedong. Ha teorizzato anche la
strategia chiamata da Beaufre, del carciofo o del salame15. Anchessa
vecchia come il mondo. E volta a conseguire vantaggi piccoli e parziali,
GWOT sarebbe durata decenni e che lelenco dei nemici (Asse del Male) era aperto (CNN 3/4; The Daily Telegraph, 13/4/2003). Il termine Long War, che richiama la
guerra di lunga durata teorizzata nel 1938 da Mao Zedong, fu introdotto tra i militari dai
generali Abizaid (capo del Centcom) e Myers (presidente del JCS). Sviluppata in un saggio (Winning the Long War: Lessons from the Cold War for Defeating Terrorism and Preserving Freedom, 2005) del tenente colonnello James Jay Carafano, presidente dellHeritage Foundation, fu ufficializzata da Bush nel gennaio 2006 (Bradley Graham e Josh
White, Abizaid Credited With Popularizing the Term Long War, Washington Post,
3/2/2006). Da V. Ilari, Ricomincio da tre, Limes, gennaio 2015, pp. 165-175.
13 Hubert Lyautey, Le rle social de lofficier, Albatros, Paris, 1989 (1a ed. 1891) e Du rle
colonial de larme, Colin, Paris, 1900. V. Ilari, Stability Operations. How to exploit
what little remains after de-stabilization, online at academia.edu.
14 Filippo Andreatta, Mercanti e guerrieri, Il Mulino, Bologna, 2001.
15 Andr Beaufre, Introduction la stratgie, Fayard, Paris, 1963.
626
Future Wars
Giulio Parigi (1571-1635), Affresco nello Stanzino delle Matematiche, Galleria degli
Uffizi: la mano ferrea (Sidernio chri) di Archimede affonda una nave.
627
16 Jacob W. Kipp, Lenin and Clausewitz: The militarization of Marxism, 1914-1921, Military Affairs, University of Kansas, October 1985.
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Future Wars
erano escluse. Il suo successo ne ha per eroso le basi, anche perch lalleato pi solido degli USA, cio lEuropa, conosce una crisi profonda che la
sta facendo uscire dalla storia, mentre, dal canto loro, gli USA sono sempre meno disponibili ad accollarsi lonere del mantenimento dellordine
mondiale. Daltra parte, la globalizzazione ha accentuato le differenze di
ricchezza, mentre la rivoluzione delle informazioni le ha rese inaccettabili.
Ha provocato vincitori e vinti, sia fra gli Stati sia al loro interno, mettendone in crisi la tenuta in molte parti del mondo, soprattutto in Medio Oriente.
Alla globalizzazione sono seguite la frammentazione, la regionalizzazione
e la ri-nazionalizzazione, in parte la ri-tribalizzazione. Lordine mondiale
e quello interno degli Stati posto in crisi dal ritorno delle identit, delle
etnie, delle trib e delle religioni. Anche se non politicamente corretto
affermarlo, la teoria dello scontro di civilt corrisponde alla situazione attuale meglio di quella della fine della storia. Il DAESH, con lautoproclamato Califfato, per inciso lunica risposta per ora sul tappeto posta
alla ri-tribalizzazione, conseguente al collasso degli Stati imposti al Medio
Oriente dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale. Il fenomeno
in taluni Stati viene contrastato con il nazionalismo e rafforzato dallinvenzione di pericoli e minacce. In altri ha provocato la frammentazione.
Entrambi produrranno un aumento della conflittualit. Dovremo fronteggiare un lungo periodo di conflitti, in cui le grandi potenze regionali e poi
anche globali si combatteranno dapprima per procura, per scontrarsi poi
direttamente fra loro. La fine dellegemonia americana ha segnato anche la
fine della speranza della scomparsa di nuovi grandi conflitti.
La gamma dei tipi di conflitto sar pi ampia di quella del passato: si
estender dalle ciberguerre, la cui efficacia stata sperimentata con gli
Stuxnet, diretti contro le cascate di centrifughe iraniane; al terrorismo, che
potrebbe divenire apocalittico, qualora acquisisse armi di distruzione di
massa; alle operazioni di stabilizzazione antiterroristica e anti-criminalit
organizzata; per giungere alle grandi guerre sia regionali sia fra le maggiori potenze, queste ultime volte anche a eliminare quanto resta dellordine
egemonico americano17.
17 Frank Hoffman, cit.; Richard N. Haass, The Unraveling: How to Respond to a Disordered
World, Foreign Affairs, October, 2014.
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633
I conflitti ibridi fondano fra loro i vari metodi di guerra, regolari e irregolari. Impiegano non solo strumenti militari, ma anche politici, economici e comunicativi. Possono comportare attacchi cibernetici, lutilizzo
di quinte colonne e di movimenti di piazza, tipici delle c.d., rivoluzioni
colorate, operazioni di disinformazione, ecc. Chi ne assume liniziativa cerca di mantenere ambigui i propri obiettivi, con la comunicazione,
linganno e con lalternanza di azioni offensive e di tregue, come avvenuto nella guerra civile della Bosnia-Erzegovina.
I conflitti convenzionali limitati sono caratterizzati da limitazioni geografiche e degli obiettivi perseguiti. Sono i conflitti tipici fra potenze
regionali e i loro sponsor esterni. Il concetto di limitazione sempre
relativo. E reso ambiguo dalla possibilit di escalation non deliberata
e dal fatto che un conflitto, limitato per un contendente, solitamente
totale per laltro.
Le maggiori guerre di teatro stanno ridivenendo una realt per la riduzione dellegemonia militare americana e, soprattutto, per il parziale
disimpegno americano in teatri non considerati pi vitali dagli USA,
come il Medio Oriente. Potrebbero iniziare nei mari circostanti la Cina,
nellArtico e anche in Europa orientale, soprattutto qualora il Cremlino
fosse messo in difficolt da una profonda crisi economica, che mettesse
in forse la sopravvivenza del regime.
2. In conclusione, la gamma dei possibili conflitti futuri molto ampia23.
La definizione delle priorit, cio della loro probabilit di accadimento, unoperazione difficile se non impossibile nella fase di turbolenta
transizione che conosce la geopolitica mondiale e dal fatto che la si
notevolmente attenuata rispetto al passato la separazione fra la politica
estera e quella interna. Una previsione, pur con tutti i suoi limiti, per
indispensabile, per definire la pianificazione delle forze. Come insegna
la storia, questultima va ispirata dallo scenario pi pericoloso, che per
le maggiori potenze sia regionali che globali relativo alle grandi guer-
23 Colin S. Gray, The 21st Century Security Environment and the Future of War, Parameters, Winter 2008-09.
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1 I dedicate this essay to the memory of the brilliant and kind Dr. John F. Joe Guilmar-
tin, Jr. (Col., USAF), whose life work is an enduring example of the idea: Historically, the force which thinks best fights best. The required exchange of ideas is invariably
painful and difficult, but the internal intellectual battle which it entails must be won if
we are to survive. Changing the Guard, Air University Review, Vol. 34 (1983).
2 Pitirim A. Sorokin, A Neglected Factor of War, American Sociological Review, Vol.
3, No. 4 (August 1938), pp. 475486.
3 E. L. Zalinski, The Future of Warfare, North American Review, Vol. 151, No. 409
(December 1890), pp. 688700.
4 Mark D. Mandeles, Military Technology, Tactics and Operations, and Social Change:
The Continued Relevance of Blochs Approach, paper presented to the Hague Appeal for Peace 1999 Conference, The Hague, Netherlands, 1115 May 1999.
638
Future Wars
Stead, Bloch summarized the thesis of The Future of War about warfare in
nineteenth-century industrialized Europe: the future of warfare will be not
fighting, but famine, not the slaying of men, but the bankruptcy of nations and
the break-up of the whole social organization. Bloch urged diplomats and
national leaders to recognize the catastrophic social, economic, and political
consequences of war and to seek negotiation and arbitration of disputes.5 The
conclusion of The Great War (later renamed World War I) saw the terrible
manifestation of Blochs predictions realized about the wars conduct, costs,
and social, economic, and political outcomes.
Contemporary discussions about the future of war also focus on potential
weapons and emerging technologies in conventional wars, and in other
forms of conflict such as information warfare, cyber warfare, insurgencies,
and state-sponsored covert and proxy wars.6 The term, Fourth Generation
War, refers to opponents with worldviews different from the Wests and
to advanced forms of insurgency in which members of terror cells stage
spectacular attacks and access globally-linked social, economic, political,
and technological systems to inform and influence enemy populations and
governments that opposing the insurgency is infeasible or too costly. Insurgent theoreticians of war and forces waging Fourth Generation War do not
distinguish between conditions of war and peace, or follow international
laws of armed conflict; all personnel are combatants, including children.7
The application of advances in the natural sciences and engineering to
development of war-fighting technology is ongoing in many technolog5 I. S. Bloch, The Future of War in its Technical, Economic and Political Relations, Ginn &
Company, Boston, 1902, pp. xvixvii; Jean de Bloch, The Transvaal War: Its Lessons
in Regard to Militarism and Army Reorganization. I Journal of the Royal United Service Institute Vol. 45 (November 1901), p. 1316; Jean de Bloch, The Work of the Peace
Societies: How to Widen Their Programme, The Observer Works, Chatham, 1901.
6 David E. Johnson, Military Capabilities for Hybrid War: Insights from the Israel Defense Forces in Lebanon and Gaza, OP-285-A, RAND Corporation, Santa Monica,
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January 2016.
7 Albert A. Nofi, Recent Trends in Thinking About Warfare, Center for Naval Analyses,
Alexandria, VA, 2006.
639
640
Future Wars
for the U.S. Department of Defense initiative, the third offset strategy,
to counter rapid progress in weapons development and military modernization of Russia and the PRC, and to deter their aggression.9
The third-offset strategy includes autonomous deep learning machines and systems to improve early warning of events, human-machine
collaboration for decision-making, assisted-human technologies that can
make people operate more effectively, semi-autonomous weapons, and
human-teaming with unmanned systems.10 Technologies developed and
weapons built under the third-offset strategy would enhance the operation
of precision-strike regimes composed of precision-guided weapons,
advanced sensors, computers, and communications, and organizational
structures, processes, and procedures to enable targeting, coordination of
forces, and damage assessment.11
These advanced technologies promise qualitative improvements in military operational capabilities. However, the future of warfare is not simply
about sophisticated application of scientific and engineering research. Attention limited to emerging technologies and development of new weapons
obscures factors that have played a decisive role in adoption, deployment,
and employment of qualitative advances in warthe organizational, social, political, cultural, historic, and economic context within which weapons are developed and ways of fighting occur.12 The remaining portion of
9 Bob Work, The Third U.S. Offset Strategy and its Implications for Partners and Allies,
28 January 2015, as delivered by Deputy Secretary of Defense Bob Work, Willard Hotel, Washington, D.C., http://www.defense.gov/News/Speeches/Speech- View/Article/
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February 2016, as delivered by Secretary of Defense Ash Carter, Washington D.C., http://
www.defense.gov/News/Speeches/Speech-View/Article /648466/ remarks-previewing
-the-fy-2017-defense-budget, accessed 24 February 2016.
10 Colin Clark and Sydney J. Freedberg Jr., Robot Boats, Smart Guns & Super B-52s: Carters Strategic Capabilities Office, Breaking Defense (5 February 2016), http://breakingdefense.com/2016/02/carters-strategic-capabilities-office-arsenal-plane-missile-defense-gun/, accessed 24 February 2016; Aaron Mehta, Work Outlines Key Steps in Third
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11 Barry D. Watts, The Evolution of Precision Strike, CSBA, Washington, D.C., 2013.
12 Mark D. Mandeles, The Future of War: Organizations as Weapons, Potomac Books,
Storia della distopia militare
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McLean, VA, 2005; Mark D. Mandeles, Military Transformation Past and Present:
Historical Lessons for the 21st Century, Praeger Publishers, Westport, CT, 2007);
Thomas C. Hone, Norman Friedman, and Mark D. Mandeles, American and British
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see also Nofi, Recent Trends in Thinking About Warfare, p. 27.
13 Martin Landau and Donald Chisholm, The Arrogance of Optimism: Notes on Failure-Avoidance Management, Journal of Contingencies and Crisis Management, Vol.
3, No. 2 (1995), p. 69.
14 Martin Landau, Foreword, in Edward Bryan Portis and Michael B. Levy, Eds., Handbook of Political Theory and Political Science, Greenwood Press, New York, 1988, p. viii.
15 Gene I. Rochlin, Todd R. La Porte, and Karlene H. Roberts, 1987 The Self-Design-
ing High Reliability Organization: Aircraft Carrier Flight Operations At Sea, Naval
War College Review, Vol. 40 (Autumn 1987), pp. 7690; Todd R. LaPorte, Karlene
Roberts, Gene I. Rochlin, High Reliability Organizations: The Research Challenge,
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1987); Gene I. Rochlin, Informal Organizational Networks as a Crisis-Avoidance
Strategy: US Naval Flight Operations as a Case Study, Industrial Crisis Quarterly,
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642
Future Wars
16 Bob Work, The Third U.S. Offset Strategy and its Implications for Partners and Al-
643
Larry B. Hill, Ed., The State of Public Bureaucracy, M. E. Sharpe, Inc., Armonk, NY,
1992, pp. 217218.
20 Maj. Gen. Vera Linn Jamieson (USAF) and Lt. Col. Maurizio Calabrese (USAF), An ISR
Perspective on Fusion Warfare, The Mitchell Forum, No. 1, October 2015.
644
Future Wars
proaches to future warfare would emphasize the context of its implementationthe social, technological, and organizational complexity of hypothesized future military organizations. Modern computer, sensor, information
processing, and communications technologies place a high cognitive and
training burden on people operating the equipment, and affect military organizational structures. Growth of scientific, engineering, and technical
knowledge is reflected in the growth of military occupational specializationsand a corresponding increase in the organizational requirement to
coordinate activities between individuals and offices.21
21 This and related issues were considered in the authors The Future of War: OrganiStoria della distopia militare
645
zations as Weapons, 2005, originally prepared for the Director/Net Assessment, U.S.
Department of Defense.
22 William D.S. Killgore, Desiree B. Killgore, Lisa M. Day, Christopher Li, Gary H. Kamimori, Thomas J. Balkin, The Effects of 53 Hours of Sleep Deprivation on Moral Judgment, Sleep, Vol. 30, No. 3 (2007), pp. 345352; W. Todd Maddox, Brian D. Glass, Sasha M. Wolosin, Zachary R. Savarie, Christopher Bowen, Michael D. Matthews, David M.
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Pallesen, Jarle Eid, The Impact of Partial Sleep Deprivation on Moral Reasoning in Military Officers, Sleep, Vol. 33, No. 8 (2010), pp. 10861090; Paul Whitney, John M. Hinson, Melinda L. Jackson, Hans P. A. Van Dongen, Feedback Blunting: Total Sleep Deprivation Impairs Decision Making that Requires Updating Based on Feedback, Sleep, Vol.
38, No. 5 (2015), pp. 745754B.
23 Eyal Ophir, Clifford Nass, Anthony D. Wagner, and Michael I. Posner, Cognitive Control
in Media Multitaskers, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United
States of America, Vol. 106, No. 37 (15 Sep. 2009), pp. 1558315587; Ira Flatow [host],
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24 Landau, Catastrophic Errors and the Changing Shape of Bureaucracy, pp. 219, 221.
646
Future Wars
25 Leonard Wong and Stephen J. Gerras, Lying to Ourselves: Dishonesty in the Army
havioral Science, Vol. 1 (January 1956); Martin Landau, Decision Theory and Comparative Public Administration, Comparative Political Studies, Vol. 1 (1968).
27 James G. March and Herbert A. Simon, Organizations, Second edition, Blackwell
Publishers, Cambridge, MA, 1993, p. 176.
28 Richard M. Cyert and James G. March, A Behavioral Theory of the Firm, Prentice-Hall, Inc., Englewood Cliffs, NJ, 1963, p. 119.
29 Irving L. Janis, Victims of Groupthink: A Psychological Study of Foreign-Policy Decisions and Fiascoes, Houghton Mifflin Company, Boston, MA, 1972.
30 Robert K. Merton, Bureaucratic Structure and Personality, Social Forces, Vol. 18,
No. 4 (May 1940), p. 563.
31 Joseph Conrad, Under Western Eyes; A Novel, Knopf, New York, NY, 1991, p. 71
(originally published in 1911).
Storia della distopia militare
647
Introduction
his chapter will revisit a particular historical period: the 2003 invasion of Iraq. In so doing, this chapter will examine one particular case-study relating to the invasion, specifically selected excerpts from United Nations (UN) Security Council Resolutions 678, 687,
and 1441. These resolutions formed the basis of the legal justification for
going to war put forward by the UK (and Australia) as well as the US
more marginally. A novel three-step analysis will be undertaken that considers the political, the linguistic and the psychoanalytical dimensions of
the case-studies, with the political considering chrono-politics and Martti
Koskenniemis indeterminacy thesis2; the linguistic taking a post-structuralist approach; and the psychoanalytical considering Lacanian psychoanalysis, and Lacanian psychoanalysis as interpreted by Slavoj iek. It
will consequently be argued that the Resolutions are susceptible to political, linguistic, and psychoanalytical vulnerabilities, with the linguistic and
the psychoanalytic being the most entrenched. Moreover, these vulnerabilities are inherent to law generally and the Symbolic (as understood in the
Lacanian psychoanalytical sense3) more broadly. Ultimately, the chapter
1 My thanks to Prof. Virgilio Ilari for all his helpful comments on my work.
2 As found in Martti Koskenniemi. From Apology to Utopia: The Structure of International
Legal Argument, Cambridge, Cambridge University Press, 2005.
3 In Lacanian psychoanalytic theory, there are three levels, or registers, to subjectivity and
the social: there is the Imaginary stage, which designates the age in between six and eighteen months, when an infant misrecognizes him/herself as whole in his/her mirror image
or in his/her reflection through anothers eyes these images are therefore fantasies; the
Symbolic, which is the realm of law, language, and the social, and which the individual
accedes to consequent to metaphorical castration; and the Real, which is retroactively constituted by the Symbolic and which designates all of that which exceeds the Symbolics
grasp. Because it cannot be articulated or grasped by the Symbolic, the Real is therefore
traumatic: for an explanation of the Imaginary, see Jacques Lacan, The Mirror Stage as
648
Future Wars
will argue that no institutional framework and its workings, the UN included, is always completely immune from the political, linguistic, and
psychoanalytic dimensions discussed.
Case study I: UN Security Council Resolutions 678, 687, and 1441
This section will set out the most pertinent sections of Resolutions 678,
687 and 1441, before subjecting those sections to a close analysis. Firstly,
it is important to contextualize the reader within the history of the three
Resolutions in question, and make mention of Resolution 660 in particular.
Resolution 687, authorized consequent to the close of the first Persian Gulf
War in 1991, necessitated Iraq to surrender all weapons of mass destruction, and created a UN Special Commission on Iraq (UNSCOM) to monitor compliance. UNSCOM was to be allowed to carry out immediate site
inspections with regards to chemical and biological weapons, and ballistic
missiles of a greater range than 150 km. The International Atomic Energy
Agency (IAEA), assisted by UNSCOM, was also to be allowed the same
rights with regards to nuclear weapons. All further development, research
and manufacturing facilities were also banned; future ongoing monitoring
and verification of Iraqs compliance were further stipulated. Thus, the
649
cease-fire laid out in Resolution 687 hinged upon two key requirements:
firstly, to eliminate WMDs, and secondly, to allow verification by the Special Commission (and the IAEA).4
Resolution 678: [...] Noting that, despite all efforts by the United Nations, Iraq refuses to comply with its obligation to implement Resolution
660 [...] and the above mentioned subsequent relevant resolutions [...]
Authorizes Member States co-operating with the Government of Kuwait,
unless Iraq[...] fully implements [...] the above mentioned resolutions, to
use all necessary means to uphold and implement Resolution 660 (1990)
and all subsequent relevant resolutions and to restore international peace
and security in the area.
Resolution 687: Welcoming the restoration to Kuwait of its sovereignty,
independence and territorial integrity and the return of its legitimate Government [.] Affirming the commitment of all Member States to the sovereignty, territorial integrity and political independence of Kuwait and Iraq,
and noting the intention expressed by the Member States cooperating with
Kuwait [...]to bring their military presence in Iraq to an end as soon as possible [.] [The UN Security Council] Declares that, upon official notification
by Iraq to the [UN] Secretary General and to the Security Council of its
acceptance of the provisions above [outlining, inter alia, the disarmament
obligations], a formal cease-fire is effective between Iraq and Kuwait and
the Member States cooperating with Kuwait in accordance with Resolution
678 [.] [The UN Security Council] Decides to remain seized of the matter
and to take such further steps as may be required for the implementation of
the present resolution and to secure peace and security in the area.
Resolution 1441: Acting under Chapter VII of the Charter of the United
Nations [the Security Council]
1. Decides that Iraq has been and remains in material breach of its obligations under relevant resolutions, including resolution 687 (1991)
2. Decides, while acknowledging paragraph 1 above, to afford Iraq, by
this resolution, a final opportunity to comply with its disarmament obligations under relevant resolutions of the Council; and accordingly decides to
set up an enhanced inspection regime with the aim of bringing to full and
verified completion the disarmament process established by resolution 687
(1991) and subsequent resolutions of the Council;
3. Decides that, in order to begin to comply with its disarmament obligations, in addition to submitting the required biannual declarations, the
4 Ruth Wedgwood, The Enforcement of Security Council Resolution 687: The Threat of
Force against Iraqs Weapons of Mass Destruction, The American Journal of International Law, 92(4), 1998, pp. 724 728.
650
Future Wars
Government of Iraq shall provide to UNMOVIC [United Nations Monitoring, Verification and Inspections Commission], the IAEA, and the Council,
not later than 30 days from the date of this resolution, a currently accurate,
full, and complete declaration of all aspects of its programmes to develop
chemical, biological, and nuclear weapons, ballistic missiles, and other
delivery systems such as unmanned aerial vehicles and dispersal systems
designed for use on aircraft, including any holdings and precise locations
of such weapons, components, sub-components, stocks of agents, and related material and equipment, the locations and work of its research, development and production facilities, as well as all other chemical, biological,
and nuclear programmes, including any which it claims are for purposes
not related to weapon production or material [.]
13. Recalls [...] that the Council has repeatedly warned Iraq that it will
face serious consequences as a result of its continued violations of its obligations;
14. Decides to remain seized of the matter.
A particular chrono-politics, or politics of time, deployed in a legal context, emerges when one examines the argument put forward by the UK,
and which was expanded upon by other commentators who argued that the
restoration of peace and security under Resolution 678 necessitated a partial disarmament of Iraq and other measures under Resolution 687.5 This
specific chrono-politics is tied to the ability to revive an allegedly dormant
authorization of the use of force that had been approved by the Security
Council in the past, and for different reasons with the original reason
being the liberation of Kuwait and the restoration of peace and security in
the area. The past, effectively put to sleep by the achievement of what the
authorization of the use of force was necessitated for in the first place, was
reawakened through a radical legal interpretation of the relevant UN Security Council Resolutions. Political power is here manifested through the
ability to not only manipulate legal texts through interpretation in order to
achieve required ends; it also manifested by the ability to manipulate time
and reawaken past decisions by the UN Security Council, even if those
past decisions do not coincide with the present. Thus, the past is radically
made to coincide with the present in order to achieve political goals. This
chrono-politics was also extended over the lifetime of the UN Security
Council Resolutions, specifically Resolution 678: contrary to prior Reso5 Alexander Orakhelashvili. Collective Security, Oxford University Press, 2011.
Storia della distopia militare
651
lutions that authorized the use of force, and which were regarded as losing
force consequent to changing circumstances6, Resolution 678 was argued
to contain an authorization to use force of an uncertain duration.
However, as Orakhelashvili argues7, it is not certain how a breach of
Resolution 687 would revive the authorization to utilize force granted by
Resolution 678, which was adopted significantly earlier and made no reference to an obligation to disarm. As Orakhelashvili further argues, Resolution 687 was adopted considerably after Kuwait had been liberated from
Iraq, and peace and security had been restored in the area, as stipulated
by Resolution 678. An examination of just the excerpt of Resolution 687
provided earlier provides a vital distinction between Resolution 678 and
Resolution 687: Resolution 687 was set up to achieve control of armaments in the region (and the full text of the Resolution reaffirms this);
it was an additional and separate objective from that of Resolution 678,
which authorized the use of force in order to liberate Kuwait and to restore
6 Such as, e. g., Resolution 83 (1950) against Korea, and Resolution 221 (1966) against
Southern Rhodesia: Niaz A. Shah. Self-Defense in Islamic and International Law: Assessing Al-Qaeda and the Invasion of Iraq. New York, MacMillan, 2008.
7 Orakhelashvili, supra, n.5.
652
Future Wars
peace and security in the region. Indeed, the preamble of Resolution 687
was clear that the objective of Resolution 678 had been achieved, and Resolution 687 was about the control of armaments in the region. The revival
argument is therefore flawed because the authorization of the use of force
was related to the liberation of Kuwait and the restoration of peace and
security in the area, which Resolution 687 confirmed had been achieved;
the revival could not therefore be imposed on a future Resolution which
stipulated entirely different objectives (armaments control).
Examining the former Attorney General Lord Goldsmiths interpretation8of the relevant Resolutions, and the manner in which certain words
within the Resolutions were interpreted, is important in terms of examining how implied authorization was derived from an interplay of chrono-political manoeuvring that revived the past and rendered it viable in the
present. Lord Goldsmith made the case for war to Parliament by arguing
that the authorization to use force existed through the combined effect of
Resolutions 678, 687, and 1441. With regards to Resolution 687 specifically, the Security Council exacted a cease-fire and imposed upon Iraq
continuing obligations to remove their WMDs in order to restore international peace and security in the area. Resolution 687 suspended but did not
terminate the authority to use force. A material breach of Resolution 687
would revive the authority to use force, and Resolution 1441 found Iraq to
be in material breach of its obligations. In Resolution 1441, the Security
Council gave Iraq a final opportunity to comply with its disarmament obligations and warned Iraq of serious consequences if it did not comply.
Iraq failed to comply and was therefore in material breach, and therefore
the authority to utilize force was revived. Further, Resolution 1441 would
have stipulated in its wording if a further Resolution had been required in
order to sanction force, but all that it had required was reporting with regards to Iraqs non-compliance. This, in accordance with Resolution 1441,
would constitute a further material breach, and would thus bypass the need
for further discussion of Iraqs failures. Moreover, even if the words serious consequences in Resolution 1441 did not suffice to revive the authority to use force, the fact that Iraq was in material breach of its obligations,
8 Lord Goldsmith. Iraq Legal Advice, The Guardian, 28 April 2005 [Online].
Storia della distopia militare
653
as argued in Resolution 687 and reaffirmed in Resolution 1441, was argument enough to revive the military enforcement that had ceased through
Resolution 687.9 This argument drew upon the law of treaties, specifically
Article 60 of the Vienna Convention on the Law of Treaties, which provides for the suspension and termination of the operation of a treaty as a
consequence of its breach, and thus equated and conflated a UN Security
Council Resolution with a treaty.
A close look at the excerpt of Resolution 687 provided in the earlier
page, and read in accordance with the ordinary meaning of the text of the
Resolution10, makes it explicit that a formal cease-fire was effective between Iraq and Kuwait and the Member States cooperating with Kuwait.
Further, the UN Security Council made it explicit that it would remain
seized of the matter, which it did again in Resolution 1441, as provided
in the excerpt.11 It further made it explicit that it would take such further
steps as would be necessary for the implementation of the Resolution in
question and to secure peace and security in the area. Effectively, the interpretations taken on by the UK and the US with regards to the UN Security Council Resolutions were based upon an implied authorization, which
was then unilaterally enforced without explicit Security Council approval.
The implied authorization drew upon the warning that Iraq faced serious
consequences in Resolution 1441, due to its continued violations of its
obligations. However, the term serious consequences does not equate to
the phrase all necessary means which, in diplomatic terms, means the
use of force. Nonetheless, the UK and the US conflated the two into a single signifier that denoted the same thing: the use of force, unilaterally imposed if necessary, by a single or a number of UN Member States, without
9 David Kinsella, Bruce Russett, and Harvey Starr. World Politics: The Menu for Choice,
Boston, Wadsworth, 2013.
10 As Helen Duffy argues, in line with the general principles of legal interpretation, a Security Council Resolution must be interpreted in accordance with the ordinary meaning of the
language used, and understood in the context and in the light of the Resolutions purpose:
Helen Duffy, The War on Terror and the Framework of International Law. Cambridge
University Press, 2005.
11 S. also Ivan Shearer, A Revival of the Just War Theory? In: Michael Schmitt, Jelena
Pejic (Eds.), International Law and Armed Conflict: Exploring the Faultlines Essays in
Honour of Yoram Dinstein. Leiden: Martinus Nijhoff, 2007, pp. 1 20.
654
Future Wars
655
autonomous from state influence, and thus relies on so-called descending arguments. However, this constant oscillation is necessary and the
legitimacy of international law depends upon it. If international law was
too normative, then it could be accused of being utopian, and therefore too
abstract and based upon a natural morality that is independent of the actual
concerns, interests, and practices of States. If however, international law
was too concrete, then it could be accused of being apologist, or State-centric, and therefore not independent enough from State influences and concerns to give it objective, normative power in the international community.
As David Kennedy16 has also argued, international law is structurally indeterminate because it purports to bind the very subjects who are simultaneously the source of international law.
Further, in opposition to Koskenniemis argument, which sees the oscillation between the concrete and the normative as the fundamental source
of ambiguity, there is actually a more fundamental level of ambiguity on
a linguistic level. Koskenniemi acknowledges this ambiguity but does not
explicitly give it the sufficient importance that is argued here. This can
be seen to arise in the interpretation of the Security Council Resolutions,
and is due to the structural dimension of international legal rules, of law,
and from the structure of language generally. This linguistic indeterminacy
arises from the nature of meaning not inherently residing in language, and
therefore legal rules; meaning only arises in accordance with the conceptual scheme in which concepts appear. Consequently, law cannot provide
objective answers, but rather, is always dependent on its a priori structural contextualization, or conceptual scheme, in which it is embedded. As
Koskenniemi argues:
The idea that law can provide objective resolutions to actual disputes
is premised on the assumption that legal concepts have a meaning which
is present in them in some intrinsic way, that at least their core meanings
can be verified in an objective fashion. But modern linguistics has taught
us that concepts do not have such natural meanings. In one way or another,
meanings are determined by the conceptual scheme in which the concept
appears.17
16 David Kennedy. Theses about International Law Discourse, German Yearbook of International Law, 23, 1980, pp. 353 391.
17 Koskenniemi, supra n.15, p. 591.
656
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659
1 The NATO Programme for Security Through Science, NATO Science and Society
Newsletter, Vol. 20, No. 65, 2003, pp. 1-3. Nel giugno 2006 lo SC fu riorganizzato come Science for Peace and Security Commitee (SPSC).
2 Science Committee approves new measures, NATO Science, Society, Security
News, Volume 21, No. 66, 2004, pp. 2-3.
3 Nikolaj Dmitrievi Kondratev (1892-1938).
660
Future Wars
della NEP, epurato perci nel 1928, arrestato nel 1930 come ideologo dei
kulak e fucilato nella grande purga del 1938. Poco conosciuto in Occidente4, K. era stato gradualmente riscoperto in Russia nel quadro della
ripresa di interesse per le teorie cicliche, iniziata gi nella seconda met
degli anni 70, ma la sua fama postuma datava dalla stagione della perestrojka. Riabilitato nel 1987, dal 1988 era stato oggetto di traduzioni inglesi e
discussioni interdisciplinari. Erano poi seguite nel 1992 una Fondazione in
suo nome (con la vicepresidenza di Giancarlo Pallavicini, il famoso consigliere economico di Gorbacv) e le periodiche International Kondratieff
Conferences5.
Fin dai primi anni 80 la riscoperta delle KWaves aveva trovato applicazione anche negli studi polemologici, se non per spiegare, almeno per
descrivere meglio la singolare concomitanza tra crescita economica e conflittualit, in precedenza osservata da Fernand Braudel e dai teorici dei
cicli di guerra6, senza tuttavia poter cogliere un rapporto di causalit. Nel
1983 sul tema apparve un articolo di Raimo Vyrynen7 e nel 1985 altri due
661
662
Future Wars
mo sottostante alla teoria dei KWaves11. Per questa ragione nel 2004 fu
premiato con la Silver Kondratieff Medal dalla International Kondratieff
Foundation e dalla Russian Academy of Sciences. Scopo del convegno era
di investigare le cause profonde dei cicli bellici ed economici per sviluppare una teoria coerente della guerra e rendere cos possibile ridurre
o anche prevenire le minacce a lungo termine e mitigarne gli effetti sociali
ed economici12.
Coordinato da Devezas, il convegno STS (battezzato Advanced Workshop on Kondratieff Waves, Warfare, and World Security) si svolse nel
febbraio 2005 a Covilh in Portogallo13. Oltre che dai paesi Nato, i partecipanti provenivano pure dai paesi della Partnership for Peace (ex-Urss)
e del Dialogo Mediterraneo (tra cui Algeria, Egitto, Israele, Marocco
e Tunisia)14. Bench nel titolo figurasse il mantra, allora obbligato, della
guerra asimmetrica15 il convegno fu in realt un vero e proprio omaggio
atlantico a Kondratieff, come si rileva dalla folta partecipazione russa e dal
fatto che la traduzione inglese del volume pi noto di K. (1922) fu pubblicata nel 200416, proprio in funzione del convegno.
11 Devezas, con James Corredine, The Biological Determinants of Long Wave Beha-
663
rassegna su K. che grande attenzione fu dedicata a quello studioso dei cicli economici
anche da Joseph Schumpeter (G. Garvy, Kondratieffs Theory of Long Cycles, cit.,
p. 203.). Riferimenti bibliografici puntuali ai lavori citati nel testo in L. Grinin, T.C.
Devezas, A. Korotayev, Introduction. Cyclical Dynamics in Economics and Politics
in the Past and in the Future, in Id. (Eds.), Kondratieff Waves: Dimensions and Prospects at the Dawn of the 21st Century, Uchitel Publishing House, 2012, pp. 5-7.
18 Yu. V. Yakovets, kola russkogo cyclisma: istoki, razvityam, perspectivy (La scuola
ciclica russa: fonti, stadi di sviluppo, prospettive), Mosca, IKF Press, 1998. Id., Russian Cyclism: New Vision in the Past and the Future, The Edwin Mellen Press, Lewinston, 1999.
19 Yu. V. Yakovets, The Kondratieffs Waves and Cyclic Dynamics of the Economy and
Wars, in Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit., pp. 3-4.
20 Robert U. Ayres, Did the Fifth K-Wave Begin in 1990-92? Has it Been Aborted by
Globalization?, in T.C. Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit., pp. 57-59.
21 V. Theodore Modis, Human Behaviors Encountered During the Different Phases of
the Kondratieff Cycle, in Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit., pp. 197-202.
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Cicli
Picchi
Tecnologia emergente
1844-1896
1870-75
1890-1940
1925?
1980-2015
1790-1851
1940-1990
1810-17
1975?
carbone e ferro
elettricit e automobile
1784-1800
1845-1858
1896-1907
1949-1966
Estate
(espansione)
Autunno
(stagnazione)
1800-1816
(guerra del 1812)
1816-1835
(Buoni sentimenti)
1907-1920
(I guerra mondiale)
1920-1929
(Anni Ruggenti)
1859-1864
(Guerra civile)
1966-1982
(guerra del Vietnam)
1864-1874
(ricostruzione)
1982-2000
(Nuovo Ordine M.)
Inverno
(depressione)
1835-1844
G. col Messico
1875-1896
G. ispano-amer.
1929-1949
(II guerra mond.)
2000-?
(G. al Terrore)
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Number of wars
Total
Number of revolutionary
upheavals
11
18
11
18
11
11
22
Bearish wave
Bearish wave
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Future Wars
omisti famosi per una visione ciclica, come Arnold J. Toynbee (18891975), George Modelski (1926-2014), William R. Thompson e Immanuel
Wallerstein27.
Con un ragionamento a dir poco funambolico, Devezas faceva rientrare la Kondratieff War Generalization nella tematica dellantiterrorismo
che giustificava istituzionalmente linteresse e il finanziamento della Nato,
sostenendo che le nuove guerre asimmetriche condotte da entit non
statali avevano reso maturo il punto di vista secondo cui le guerre non sono
il risultato di cieche forze politiche e sociali, ma sono legate ai cicli socioeconomici di lungo periodo. Dal che si deduce proprio la totale irrilevanza
predittiva delle opzionali riedizioni americane delle vecchie care Queen
Victorias Small Wars, o guerre coloniali che dir si voglia. La notizia qui
che un simile argomentare sia stato accettato dal supercomitato atlantico
creato per mobilitare le universit occidentali contro il terrorismo internazionale. Va per lodato il fatto che, sia pure forzando la propria stessa
logica, la Nato abbia comunque finanziato un convegno davvero stimolante forse lunica iniziativa memorabile tra quelle prodotte nellambito
della SPS.
Entrando nel merito, Devezas deduceva dallestrapolazione del trend
secolare dei cicli di guerra lelevata probabilit di un conflitto rilevante dal
2015, nella fase di ascesa del prossimo K-wave e suggeriva, in base per a
ragionamenti esclusivamente geopolitici e non geo-economici, che questo
conflitto avrebbe potuto essere quello tra Stati Uniti e Cina, occasionato
dal controllo del Pacific Rim. Questo avrebbe dovuto essere il tema centrale del convegno: ma, come osservava Devezas con un certo disappunto,
la maggior parte dei contributi si era addensata sulla prima parte, relativa alla controversia sullesistenza di onde di lungo periodo, e solo pochi
avevano affrontato il rapporto tra KWaves e War Cycles (Parte II) e il suo
valore predittivo ai fini della sicurezza mondiale (Parte III)28.
I contributi delle parti II e III (rapporto tra cicli e valore predittivo)
Un primo punto riguarda lesistenza e la persistenza dei cicli di K.
27 V. la rassegna di Jack S. Levy, Theories of General War, World Politics, Volume 37,
28 T.C. Devezas, Prologue. Long Waves and Warfare, cit., pp. VIII-IX.
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Conclusioni
In questo saggio ho evitato di entrare nel merito della robustezza statistico-quantitativa della riproposizione di relazioni tra paradigma tecnologico
e socioeconomico e dinamica ciclica al suo interno, della connessione tra
le fasi espansive di K. e il ciclo della guerra, della possibilit di estendere
la connessione con le nuove situazioni di guerre asimmetriche e di conflitti
non convenzionali, e soprattutto di indagare i nessi di causazione (a livello
di teoria economica e di stima econometrica) tra fasi delle KWaves e cicli
della guerra e cos la capacit predittiva delle fasi espansive di K. Mi sono
limitato a discutere, tra i saggi del convegno NATO del 2005, la presenza
di cicli di K. nelle fasi storiche a noi pi vicine (V e VI ciclo), la connesPower of Long Wave Theory, 19892004, in Devezas (Ed.), Kondratieff, cit.
670
Future Wars
sione tra fasi espansive del singolo ciclo e linsorgere di rischi di conflitti
convenzionali e non, e la possibilit di predire questi ultimi.
Il materiale che ho analizzato consente di osservare la probabile presenza di un VI ciclo di K. in questo momento storico. Tuttavia, la stretta associazione tra KWaves dei paradigmi tecnologici e socioeconomici e i cicli
della guerra non da tutti accettata, in particolare per la seconda guerra
mondiale e ancor di pi per le recenti guerre non convenzionali. Ovviamente, la discussione in corso su questo punto pregiudica, a mio avviso,
la possibilit di utilizzare le onde di K. in chiave predittiva sui possibili
conflitti armati convenzionali e altre situazioni di rischio.
Negli atti Devezas non esprime una chiara conclusione e noto un minimo di dissonanza con il numero della NATO Newsletter35, pubblicato a
ridosso del convegno, dove viene espressa con forza il possibile utilizzo in
sede predittiva delle KWaves:
Contemporary historians, economists and other system scientists
have demonstrated the existence of long waves in socio-economic
development, the so-called Kondratieff waves [...]. If war is not a
mere occurrence, but patterned according to long socio-economic
cycles and the result of deep and general laws [], it should be possible to reduce and even prevent near and long term threats as well
as to mitigate their effect on social and economic life []
Prospects at the Dawn of the 21st Century, 2012, cit., e Id., Kondratieff Waves. Juglar
Kuznets - Kondratieff, 2014, cit.
37 L.E. Grinin, T.C. Devezas, and A.V. Korotayev, Introduction. Kondratieffs Mystery, in Id., Kondratieff Waves: Dimensions and Prospects at the Dawn of the 21st
Century, 2012, cit., pp. 5-22.
Storia della distopia militare
671
1 Cfr. G. Friedman, The Political Philosophy of the Frankfurt School, Cornell University Press, Ithaca
1981.
672
Future Wars
Horkheimer,
Theodor
Adorno e Jrgen Habermas. Conclusa la carriera accademica, dopo un
periodo trascorso negli
apparati federali (specie
presso lOffice of Net
Assessment del Pentagono), nel 1996 fonda
Stratfor con lintenzione
di fornire uninterpretazione eminentemente
geopolitica degli eventi
internazionali e applicare
il proprio metodo filosofico. Aldil dei successi e dei fallimenti delle
sue previsioni spesso
collocate troppo in l nel
tempo per essere smentite dai contemporanei
utile studiare il valore
epistemologico della sua
analisi, influente guida
gnoseologica alle relazi-
oni internazionali.
Corollario del pensiero di Friedman la certezza che il mondo sia razionale in quanto intelligibile. O meglio: che sia razionale in quanto prevedibile. Un principio figlio della massima hegeliana per cui solo se guardiamo al mondo con occhi razionali, questo ci apparir razionale espressa
nelle Lezioni di filosofia della storia2 e citata da Friedman in apertura del
volume The Next 100 Years3. Nello specifico, secondo il futurologo americano la condotta degli Stati-nazione determinata esclusivamente dai loro
2 G. W. F. Hegel, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, Lasson, Leipzig 1917.
3 Cfr. G. Friedman, The Next 100 Years, Doubleday, New York City 2009.
673
674
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675
Al riguardo Friedman
abbraccia
lhegeliano
concetto di spirito della
Storia, incarnato in questa fase dalla supremazia
degli Stati Uniti. Uno
spirito del tutto laico,
sprovvisto di dimensione
religiosa, che compie il
destino della Storia trasferendosi puntualmente
nella nazione egemone
del momento. E che in
questa fase alberga in Nord America, con uno stanziare che giustificazione ermeneutica del destino manifesto. In seguito al collasso dellUnione
Sovietica, ultima potenza globale nativa del Vecchio Mondo, si concludono i 500 anni di globalizzazione europea (1492-1992) e inizia il periodo
di dominio americano. Allora gli Stati Uniti diventano la prima potenza
globale della storia. E lo spirito, compiendo il disegno hegeliano, si sposta
nellemisfero occidentale8, teorizza Friedman senza mezzi termini. Lo
stesso Hegel aveva pronosticato un grande futuro per gli Stati Uniti. In
Nord America assistiamo ad uno stato delle cose molto prosperoso; un aumento della popolazione e delle industrie; ordine civile e libert; unintera
federazione che si fatta Stato [...] LAmerica la terra del futuro, dove
nei prossimi secoli il peso della Storia riveler se stesso9.
Una razionale prevedibilit che preludio necessario della previsione
geopolitica. Con i vincoli strutturali come scaturigine di ogni divinazione
in materia. Di fatto un palese determinismo, sebbene Friedman ne respinga
il significato. A suo avviso, la geopolitica non altro che il libero arbitrio
che si infrange contro la natura. Perch, come sosteneva Hegel, gli esseri
umani devono industriarsi per comprendere le leggi del creato ed adattarsi
ad esse. Cos gli Stati-nazione per perseguire i loro obiettivi devono rispettare i limiti in cui li ha confitti il destino e il muovere delle altre potenze.
8 Cfr. D. Fabbri, Hegel e la geopolitica Intervista a George Friedman, art. cit.
9 Cfr. W.F. HEGEL, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, op. cit.
676
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11 Cfr. W. F. Hegel, Grundlinien der Philosophie des Rechts, Ullstein, Frankfurt am Main 1972.
12 Cfr. W.F. Hegel, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, op. cit.
Storia della distopia militare
679
680
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681
1 G. Friedman M. LeBard, The Coming War with Japan, St. Martin Press, New York,
1991; M. Mastanduno, Preserving the Unipolar Moment. Realist Theories and U.S.
Grand Strategy after the Cold War, International Security, Vol. 21, No. 4 (Spring, 1997),
pp. 49-88.
2 Cfr. T. G. Carpenter, Americas Coming War with China: A Collision Course over Taiwan,
Macmillan, New York, 2005, D. Dillon, The China Challenge: Standing Strong against
the Military, Economic, and Political Threats That Imperial America, Lanham, Rowman
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P., 2014; M. Pillsbury, The Hundred-Year Marathon: Chinas Secret Strategy to Replace
America as the Global Superpower, Henry Holt, New York, 2015.
3 Per opinioni divergenti sul tema cfr. Cfr. M. Del Pero, A New Foreign Policy for the United States?, in The 2008 U.S. Presidential Election. A Story in Four Acts, E. Jones S.
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zione circa lobsolescenza del motto hide your strength, bide your time
allinsegna del quale Deng Xiaoping aveva guidato i primi passi del ritorno di Pechino sulla scena mondiale6.
In effetti, la tesi di Allison tocca corde sensibili del dibattito geopolitico
americano in quanto da un lato si inserita a valle del discorso sul pericoloso declino della potenza americana7, dallaltro si configurata come
risposta alla profonda crisi del neorealismo strutturale quale chiave interpretativa delle relazioni internazionali e del quale proprio Tucidide
sempre stato uno dei punti di riferimento irrinunciabili8.
6 B. Hellendorff, Hiding Behind the Tribute: Status, Symbol and Power in Sino-Southeast
Asian Relations, Past and Present, in Interpreting China as Regional and Global Power,
B. Dessein (Ed.), Macmillan, N. York, 2014, p. 142 ss.; A. Handa, Chinas Geostrategy
and International Behaviour, Vij Books, New Delhi, 2014, p. 109 ss.
7 Cfr. ad es. F. Zakaria, Can America Be Fixed? The New Crisis of Democracy, Foreign Affairs, 92, 1 (Jan. 2013), pp. 22-33; J. Morefield, Empires Without Imperialism. Anglo-American Decline and the Politics of Deflection, Oxford U. P., 2014.
8 K. N. Waltz, Theory of International Politics, Addison Wesley, Reading, 1979; Id., Man,
the State, and War: A Theoretical Analysis, Columbia U. P., New York, 1959; S. M. Walt,
The Origins of Alliances, Cornell U. P., Ithaca, 1987; R. Gilpin, War and Change in World
684
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687
Non-Kinetic Warfare
by Ubong Essien Umoh
Introduction
he battlefield is an arena that has been largely represented as kinetic. The concept of non-kinetic warfare and consequently non-kinetic battlefield is often linked to the 21st century, made possible
by a shift in weapon technology from lethal to non-lethal. This chapter
attempts to reconstruct the history of this strategic concept by examining
the changes over time in its usage and application as documented in existing literature.
688
Future Wars
as non-kinetic showmanship. The reliance of the Cold War on nuclear deterrence presents it as a historical application of non-kinetic means (see
Mandel, 2004b; Hang, 2010; Farook, 2012).
Non-Kinetic Warfare
689
690
Future Wars
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696
Future Wars
United States, China, Russia (all the major military powers), along with Israel, France, Great Britain, Germany, North Korea and perhaps, India and
Pakistan, as the most advanced.10 All countries with advanced economies
have invested in cyber defense for civilian and military installations and
facilities. Cyber-espionage is, presumably, practiced by many more states.
While large scale (and truly effective) cyber warfare is possible only
for this handful of countries, some degree of damage is within reach of
non-state actors. By itself such disruption could not be enough to subdue
a sovereign state. Nevertheless, if combined with other irregular forms of
warfare, and if the non-state actor is sponsored or supported by another
state, perhaps with conventional forces, this low-level type of (cyber) warfare would be an important force-multiplier for the attacker.
Next come large, legal as well as illegal, organizations and structured
networks. The threat posed to governments and business worldwide by
organized crime is indeed considered to be superior to that of terrorism
or guerrillas. The formers main activities are financial frauds, phishing,
credit cards forgery, money laundering and so on. Large private companies, with vast resources, can also be involved in dubious online banking
transactions and, more importantly, espionage.11 Finally, one of the most
distinctive features of cyberspace, and cyberwarfare, is the significance of
the so-called super-empowered individuals, or technology-empowered
individuals.12 These individuals are generically referred to as hackers,
but their skills and drives can be quite diverse. The most skilled among
them already work for governments, companies or organized crime. They
do, however, make a difference as individuals. There are also capable
10 See e. g. Booz, Allen & Hamilton/EIU, Cyber Power Index, online at boozallen ; James An-
drew Lewis, Gtz Neuneck, The Cyber Index: International Security Trends and Realities,
UNIDIR/2013/3, New York and Geneva, online at cyber-index-2013-en-463; ITU Global Cybersecurity Index, Index of Indices, online at itu. Mandiant APT1: Exposing One of Chinas
Cyber Espionage Units, online intelreport. G. Giacomello, Measuring Digital Wars: Learning From the Experience of Peace Research and Arms Control, The Information Warfare Site
Infocon Magazine 1 (2003).
11 In this area also operate the cyber-mercenaries.
12 Thomas X. Hammes, Fourth Generation Warfare Evolves, Fifth Emerges., Military Review
87.3 (2007): 14, Barnett, Thomas PM, The Pentagons New Map: War and Peace in the Twenty-first Century. Penguin, 2005, Friedman, Thomas L. DOScapital., Foreign Policy 116
(1999): 110-116, DOI: 10.2307/1149647.
Storia della distopia militare
War in Cyberspace
697
hackers who attack computer networks for social/ political/religious motivations are termed hacktivists and insiders, like disgruntled employees, who may want to damage their company.
The forms of defense
In cyberwarfare the most common types of defense are perimeter defense and defense in depth. The purpose of the former is to protect the
perimeter of interested networks with firewalls, intrusion detection (IDS)
and prevention (IPS) systems. However, the interior of the perimeter is relatively undefended, based on the premises that all that are inside are (or
should be) authorized. Thus, constant alertness is required and attention
focuses on erratic or abnormal behavior of users.
Defense in depth requires the hardening of individual internal systems
and components, so if intruders are inside the perimeter, their actions (and
potential damage) are restricted. It entails net segmentation too, so as
to control movement from one segment to another. Redundancy (duplication) is also essential, thus the exclusion of a segment does not imperil the
whole network, as well as are recovery plans to reestablish the status quo.
Other possible defense typologies may include moving target defense,
where the network is continually being reconfigured to modify and move
the attacks surface and increase complexity as well intensify resiliency,
and deceptive defense, where honeypots are placed by the defender to
expose the attackers methodology and accordingly adjust defensive systems. Counter-attacks could also be part of the defensive arsenal. Deterrence by retaliation, however, or active cyber defense (that is, taking a
proactive stance with offensive actions) are hardly applicable to cyberspace
because of the attribution problem. The difficulty of exact identification
of the attackers identity, especially at political level, weakens the threat
of counter-attacking.13 These different defenses could also be combined
13 All attacks are routinely conducted through third party systems, and it is extremely hard to
prove that the order for an attack came indeed from political authorities and it was not the act
of groups of individual citizens of a country. In other words, the cyberspace attackers enjoy an
advantage over defenders. See Emilio Iasiello, Hacking Back: Not the Right Solution, Parameters 44(3), Autumn 2014, pp.105-13 and Martin C. Libicki, Cyberdeterrence and Cyberwar. Santa Monica, CA: RAND, 2009.
698
Future Wars
War in Cyberspace
699
no. 1 (2013); Matthew Crosston, Virtual Patriots and a New American Cyber Strategy: Changing the Zero-Sum Game, Strategic Studies Quarterly 6(4) Winter (2012), 100-18; Qiao Liang and Wang Xiangsui, Unrestricted Warfare, (Beijing: PLA Literature and Arts Publishing
House, February 1999).
16 D. Robertson, Dictionary of Modern Defence and Strategy, Europa, London, 1987, 115-17.
17 Electronic intelligence (ELINT), that is, information-gathering based on monitoring the enemys radio communication, began already in World War One.
18 Robertson, Modern Defence, p. 117. A realistic portrait of this scenario is described in Peters,
R. Red Army, New York: Pocket Books, 1989.
19 P. W. Singer, Wired for War (New York: Penguin, 2009).
20 UAVs rely on a continuous network link. If the latter is jammed (e.g. with a DoS and a fake GPS
signal (spoof), UAVs go off-route and then are lost.
21 See the example of the -F35: it has more than 10 million lines of software code, segmented into blocks, largely written in C and C++. It also uses software in ADA language from the Lockheed Martin/Boeing F-22 Raptor. The F35 runs certified real-time operating system (RTOS) from
Green Hills Software, at www.militaryaerospace. com/articles/2013/10/software-code-f-35.html.
700
Future Wars
22 Other examples would be attacks on Estonia (2007) and Georgia (2008). James A. Green (ed.)
Cyber Warfare: A Multidisciplinary Analysis, London & New York: Routledge (2015); Jeffrey
Carr, Inside Cyber Warfare, 2nd Ed.. Sebastopol, CA: OReilly Media, Inc. (2012).
23 Martin C. Libicki, Why Cyberwar Will Not And Should Not Have Its Grand Strategist, Strategic Studies Quarterly, Spring 2014, pp.23-39; Colin S. Gray, Making Strategic Sense of Cyber Power: Why the Sky is not Falling (Carlisle, PA: US Army War College Press, April 2013),
online at strategicstudiesinstitute.
Storia della distopia militare
701
705
arler solo di fandonie cio di cose mai accadute. Infatti, la fantastoria o controstoria o storia controfattuale o letteratura ucronica
(tanti modi di chiamarla) consiste nel riprendere fatti reali e noti
modificandoli pi o meno sensibilmente per condurli a esiti contrari o
in ogni caso diversi da quelli realmente verificatisi. Si tratta di dar vita a
insiemi di verit e di mendaciuncula possibilmente costruiti in modo che
nulla vi sia di completamente falso o di totalmente vero
Non osta minimamente alla fondatezza del genere fantastorico la vieta
obiezione secondo cui la storia non si fa coi se. Intanto si tratterebbe di
storia ordinaria, senza il fanta. E poi anche la storia tout court si fa in grandissima parte proprio con i se. Basti pensare alla intensa e doverosa attivit
di pensiero ipotetico che si accompagna alle decisioni militari e politiche:
che cosa far il nemico? che cosa si aspetter da noi? come sorprenderlo
meglio? La sorpresa militare sopra tutto frutto di meditazioni sottilissime, di geniali ragnatele dipotesi e contro-ipotesi come ci ha spiegato
nel 1951 una memorabile sequenza del film Fanfan la Tulipe. Fanfan, impersonato da Grard Philipe, assiste nascosto alla riunione segreta in cui
Federico di Prussia, alla vigilia di una battaglia, rivela ai suoi generali il
piano operativo: Metteremo lala sinistra a destra. E lala destra. A
sinistra! interrompe zelante un giovane generale. No riprende il re al
centro. Ci sorprender il nemico1.
La fantastoria dunque pu investire vicende sia militari sia politiche del
resto di solito poco separabili. Bello sarebbe lavorare sulle conseguenze
per lItalia e lEuropa se Napoleone III avesse perso la battaglia di Magenta
o se Garibaldi fosse stato ucciso nel 1859 alla testa dei suoi Cacciatori delle
1 Fanfan La Tulipe (1951), di Christian Jacque con Grard Philipe e Gina Lollobrigida.
Enrico Castelnuovo, La cattedrale tascabile. Scritti di storia dellarte, Sillabe, Livorno, 2000, p. 389.
706
Future Wars
Alpi da una fatale palla austriaca che avrebbe spenta ogni possibilit di futura impresa dei Mille. E perch non fantasticare su un Risorgimento nazionale opera non di Vittorio Emanuele, Garibaldi e Cavour, ma invece di Pio IX?
Che cosa sarebbe accaduto se papa Mastai avesse perseverato nella politica
fatta balenare nel 48 quando aveva invocato la benedizione di Dio sullItalia, pubblicato un statuto e inviato le sue truppe a combattere lAustria
sul Po? Una nuova diversa storia dove il sentimento nazionale degli italiani
avrebbe corso di pari passo con quello religioso. Qualcuno fra i discendenti
di Machiavelli, purch unItalia fosse, lavrebbe accettata anche cos.
707
Milano 1973.
708
Future Wars
guerra: Romanzo, Fazi, Roma, 2003, e Gianni Riotta, Principe delle nuvole, Rizzoli,
Milano, 1997; Prince of the Clouds, Farrar, Straus & Giroux, New York, 2000, trad.
inglese di Stephen Sartarelli, ill. di Matteo Pericoli, , rec. sul New York Times del 21
maggio 2000, secondo Amazon a bestseller in Italy [nota di V. Ilari, 2015].
7 Nella fantastoria italiana ricordiamo il raffinato Giorgio Boatti, Cielo Nostro. Le memorie segrete, le battaglie smarrite, del generale che, fatta lunit dItalia, se ne pent
(Romanzi e racconti), Dalai; Baldini & Castoldi, Milano, 1997, che estrapola la figura
del generale piemontese Giuseppe Govone (1825-1872).
Storia della distopia militare
709
non riportava solo sconfitte e disastri: vi erano anche successi sui greci e
qualcuno sugli inglesi. Orbene questo (che leditore non mi rimproverava) mi suon improvvisamente troppo falso e mi spinse a rifare. Provavo
il bisogno di ravvicinare la storia fantastica a quella vera modificandola
pi dallinterno. La nuova versione fu pronta agli ultimi del 1971. Anna
Banti, con straordinaria cortesia, me ne pubblic un grande assaggio su
Paragone8. Vittorio Sereni lesse e mi chiese il romanzo per Mondadori: a
maggio 1973 il libro era nelle vetrine.
La trama falsa e bugiarda di Asse pigliatutto questa. Nel 1936 sale alla
vetta dellesercito italiano un generale Doriani, milanese didee moderne
che crede alla guerra celere e corazzata. Non sarebbe stato impossibile: bastava innestare sul tessuto di Clausewitz i testi allora recenti di Guderian,
di Liddell Hart e di Fuller. Era per improbabile se pensiamo alla cultura
dei generali italiani del tempo ben diversi da quelli di oggi, sprovincializzati da decenni di Nato, conoscitori di lingue e abituati a girare il mondo.
Il nome inventato di Doriani ricalca quello vero di Alberto Pariani (18761955), capo di SM dellEsercito e Sottosegretario alla Guerra dal 1936
al 1939. E ci non perch io fossi ammiratore di questultimo, sul quale
dopo la sconfitta la maggior parte dei colleghi militari sciaboler giudizi
8 Il rovescio fantastorico, Paragone letteratura, N. 274, febbraio 1972, pp. 74-100.
710
Future Wars
711
712
Future Wars
Washington Department of State XIII; C. Hull, The Memoirs, New York, 1948, 2
voll.; G. Ciano, Diario, cit., 3- 4, 5, 8, 10, 11 dicembre 1941; R. E. Sherwood, Roosevelt and Hopkins. An Intimate History, New York, 1948; R. Dallek, Franklin D.
Roosevelt and American Foreign Policy 1932-1945, Oxford, 1981; H. L. E. Larrabee,
Commander in Chief, New York, 1987; W. F. Kimball, The Juggler. Franklin Delano Roosevelt as Wartime Statesman, Princeton, 1991; David M. Kennedy, Freedom
From fear. The American People in Depression and War, 1928-1945, Vol XI, The Oxford History of the U. S., New York, 1999. Per cenni riassuntivi e altri riferimenti v.
pure Ceva, Gli Stati Uniti visti dalla Germania nazista e dallItalia fascista fino al
1942, in Ceva, Teatri di guerra. Comandi, soldati e scrittori nei conflitti europei,
FrancoAngeli, Milano, 2005.
Storia della distopia militare
713
avevo potuto confrontare i racconti di un mio antico maestro di scuola ufficiale a Bir Hacheim, Tobruk, El Alamein e Mareth con quelli del suo generale divisionario pi facile da raggiungere per me nel dopoguerra a Milano
di quanto sarebbe stato possibile per lui allora, nella polvere del deserto.
Il gergo, la mentalit e leloquio dei ministeri militari e degli alti comandi, prima di assimilarlo sulle carte dellUfficio Storico, lavevo assaggiato
grazie a uninfilata di conoscenze di generali a riposo, che da tenenti e capitani durante la guerra avevano fatto le notti ai palazzi Baracchini, Caprara,
Vidoni o al Lungotevere delle Navi e nelle sale littorie di Superaereo. La
disponibilit negli anni migliori (1970/80) si era estesa a professionisti delle tre armi, a qualche personaggio militare britannico, americano, francese
e a un generale sovietico. Era bello constatare persistenze ed evoluzioni
nei codici linguistici, nei riferimenti culturali, nella cazziata e nella lode,
nellumorismo e nel fare accigliato. E perfino in cose minori come i vocativi e i congedi epistolari.
Verso i militari come si sa la letteratura ha scarsa indulgenza. Vi
pure la tentazione di prenderli in giro sulla scia degli antichi che cos
usavano fare con lo stesso dio Marte. Anchio lho fatto in parte e per questo ardisco invocare i modelli ineguagliabili dei poeti eroicomici o quanto
meno quelli dei maestri del grottesco. Ma il fondo del mio scrivere era
serio, almeno nellintenzione.
Sarebbe bello poter confrontare non solo i codici linguistici ma anche
la struttura etica e lanimus dei militari con quelli di tante altre categorie:
giudici e avvocati, diplomatici, burocrati, docenti, scrittori, industriali e
finanzieri. Pur conoscendo assai poco di questi separati milieu sarei pronto
a rischiare la scommessa che in ciascuno scopriremmo la stessa non straripante frequenza di statura morale, valenta tecnica e disinteresse.
Per qualche aspetto lopera dei militari pu in certi casi avvicinarsi a
quella dei costruttori e degli architetti: edifici, teatri, fori e citt sono esposti al giudizio di chiunque si trovi a passare di l. Ricordo un amico, funzionario dellUnesco, che compativa per questo i molitores mentre aggiungeva- vi sono educatori che hanno fatto disastri senza che nessuno lo
sappia. Le sconfitte lo stesso: tutti le conoscono, ognuno le aveva previste.
I successi e le cose sagge meno, anche per la vecchia ragione che la sconfitta orfana e la vittoria ha cento padri. Quando in Francia si discuteva su
714
Future Wars
chi fosse il vero vincitore della battaglia della Marna, Joffre disse di non
saperlo ma di conoscere bene il nome di celui qui laurait perdue.
Mi auguro che almeno un po di questo spirito si sia trasfuso nel vecchio
racconto fantastorico. Rileggersi ogni tanto cosa che gli autori fanno pur
negando di farlo. Qualche volta per riserva aspetti inattesi. Sperando in una
prossima ripubblicazione di Asse lho riletto. Ebbene, non mi ha colpito
tanto lo sfondo epico delle vicende e neppure la ricostruzione dellalta
cucina militare e politica che allora mi importava molto ricreare. Mi ha
sorpreso ci che nel libro non mai espressamente rappresentato ma presupposto in molte situazioni e personaggi: il sapore ormai lontano di una
societ un po dimenticata. Quella che aveva studiato di latino e di greco,
che i classici li aveva letti e che usava i congiuntivi. Nella buona stagione
dalle finestre aperte sincrociavano i gorgheggi delle domestiche (non ancora colf) intente e pulire o a rigovernare. Nelle sere di coprifuoco tappati
in casa si ascoltava la radio e il silenzio esterno era cadenzato da passi di
ronde non sempre ostili.
715
by Eric R. Terzuolo
2 See for example October 2015s Wolf by Wolf, by Ryan Graudin, from high-end trade
publisher Little, Brown, which features a shape-shifting death camp survivor who
aims to assassinate Hitler.
3 Introduction: Virtual History: Towards a Chaotic Theory of the Past in Niall Ferguson (Ed.), Virtual History: Alternatives and Counterfactuals, Basic Books, New
York, 1999, pp. 1-90. Originally published by Picador, London, 1997.
4 Altered Pasts: Counterfactuals in History, The Menahem Stern Jerusalem Lectures,
Historical Society of Israel, Brandeis University Press, Waltham, MA, 2013, p. 125.
716
Future Wars
and Psychological Perspectives, in Philip E. Tetlock and Aaron Belkin (Eds.), Counterfactual Thought Experiments in World Politics: Logical. Methodological, and Psychological Perspectives, Princeton University Press, Princeton, NJ, 1996, p. 37.
6 Forbidden Fruit: Counterfactuals and International Relations, Princeton University
Press, Princeton, NJ, 2010, p. 3. Emphasis added.
7 Historical Knowledge, Historical Error: A Contemporary Guide to Practice, with
contributions by Steven Shepard and Phillip Honenberger, University of Chicago
Press, Chicago, 2007, p. 151, quoted in Evans, p. 114.
8 Michael Burleigh, Nazi Europe: What if Nazi Germany Had Defeated the Soviet
Union?, in Ferguson (Ed.), Virtual History, pp. 321-347.
9 Evans, p. 95.
10 Pp. 48-49.
Storia della distopia militare
717
Michigan Press, Ann Arbor, MI, 2006. Cited in Evans, pp. 109-14.
718
Future Wars
in a separate chapter, though he does draw a parallel between counterfactual history and fictional alternative realities, arguing that both require the
readers willingness to suspend disbelief. Lebow is more convinced of the
virtues of fictional alternative realities, extensively citing Philip Roths
2004 novel The Plot Against America.14 In this book, American Nazism is
in part a homegrown product, with Charles Lindbergh defeating Franklin
Delano Roosevelt in the 1940 election on an isolationist platform. (Lebow
points out problems, however, with Roths counterfactuals regarding US
political dynamics in 1940.) Roths focus in any case is on the experiences
of a Jewish family (inspired by his own) in an increasingly anti-Semitic
United States. Revelation of a German plot to secure Lindberghs support
leads to a happy ending, however, and the historical timeline is largely
restored.
Lebow argues that presentism is actually a virtue for novelists, who can
use their knowledge of the present to bring new meaning to the past,
stimulating readers, in turn, to come away with new meanings for the present. Fiction and nonfiction, Lebow argues, are co-constitutive, i.e. one
can inform the other.15 Also, whereas historical writing is deterministic,
leaving little room for emotion and uncertainty, fiction allows one to bring
those elements back in.16
The influential intellectual Philip Roth is not a typical author of alternative histories. Most of the authors discussed below are not true litterateurs,
but solid professional writers in search of captivating stories. Of fictional
works positing a Nazi victory in World War II, about 80% had been produced in Great Britain and the United States, 15% in Germany, and the
rest in a range of other countries, according to Rosenfelds 2005 count.17
As in Roths case, authors preoccupations have depended heavily on their
country of origin, its geopolitical position, role in the Second World War,
and political situation prior to the war.
14 Houghton, Mifflin, Harcourt, Boston.
15 Pp. 249, 258.
16 While Lebow is quite critical of Ferguson (see pp. 47-49), the two authors seem to
17 P.15. Perhaps Rosenfeld could have cast his net more widely, however, outside of An-
719
The German hesitation about producing alternative histories with a victorious Hitler is understandable. The early postwar German alternative histories focus on painting extremely dire portraits of life in Germany under
a triumphant Nazi regime. Since reunification, however, there has been
more space for optimistic projections that Germans ultimately would have
overcome the worst aspects of Nazism.18
A considerable number of Polish authors have produced alternative histories, focused on prospects for averting the invasions and dismemberments that have characterized much of Polands modern history. Marcin
Ciszewskis Major trilogy, however, seems to suggest that the sad outcome for Poland in the Second World War was largely inevitable.19 Noted
Dutch novelist Harry Mulitsch wears his presentism on his sleeve in his
1972 novel De toekomst van gisteren (The future of yesterday), which is
primarily about Mulitschs failure to complete an alternative history novel
about a Nazi victory in World War II. Mulitsch also focuses on the vexed
real life issue of extensive Dutch wartime collaboration with the German
occupiers, which was only beginning to emerge for public discussion in
the early 1970s.20
pensational Journey from History to HISTORY, in Bogdan Trocha, Aleksander Rzyman, and Tomasz Rataczak (Eds.), In the Mirror of the Past: Of Fantasy and History,
Cambridge Scholars Publishing, Newcastle upon Tyne, UK, 2013, pp. 45-58.
20 Rosenfeld, pp. 190-193.
720
Future Wars
21 A useful brief review of this literature is ukasz Jan Berezowski, Se Mussolini fosse
le visioni alternative del potere fascista dopo il 1945 nella letteratura ucronica italiana del
XXI secolo: alcune considerazioni allostoriche, romanica.doc, Vol. 2, No. 3 (2011), pp.
1-7, on the romanica .doc website.
22 Rosenfeld, pp. 35-38.
23 See Andrew Roberts, Hitlers England: What if Germany had Invaded Britain in
721
722
Future Wars
Yard murder investigator) into a complicated plot to rescue the King and
use him to help bring the United States into the war, along with providing
British nuclear technology to the US.
Fiction authors often resort to rivalries between the SS and the German
military to provide cracks or potential cracks in the Nazi regime. One of
Deightons principal German characters, an officer of the Nazi party security agency (SicherheitsdiesntSD), is sentenced to death for collaborating with the resistance plot to liberate the King, with the intention of
discrediting the army, which is running the occupation. The book ends
with his prediction that the United States, not Germany, will build a nuclear weapon and ultimately triumph.
Dominion, the successful 2012 novel by C. J. Sansom,26 is set in 1952,
with Britain as a satellite state of Nazi Germany, its appeaser-led government having surrendered after Dunkirk. It starts with a single, highly specific counterfactual: in May 1940, the appeaser Lord Halifax, rather than
Churchill, replaces Chamberlain as prime minister. In a Historical Note,
27
Sansom makes a detailed argument for this core counterfactual, based on
the British political scene of 1940, and for his choice of key players in the
Vichy-like British government of 1952. Sansom is also very transparent
about his dislike for the Scottish National Party (allied in Dominion with
the collaborationist government) and for the UK Independence Party, and
about his left wing, pro-welfare state personal politics.
In Dominion, the Germans have turned against the Soviet Union. The US
is neutral and at peace with Japan. (Britains peace with Germany gave US
isolationists the winning card in the 1940 elections.) Churchill is alive and
leading the British resistance. But the decisive political event is Hitlers
death in December 1952, triggering a civil war in Germany between the
army, unwilling to continue an unwinnable war in the USSR, and the SS
(and most of the Nazi party).
Sansom28 generously terms his British colleague Robert Harriss 1992
26 Published in the UK by Mantle and in the US by Mulholland Books, an imprint of Lit-
723
novel Fatherland the best alternate history novel ever written. In this
internationally successful work29 set in 1964, Germany is the hegemonic power in Europe. Relations with Great Britain, ruled by Edward VIII
(Germanophile in real life) are extremely cordial. The Greater German
Reich extends far to the east of Moscow, though the remaining Soviet
armed forces and partisans receive assistance from the US, which defeated
Japan thanks to nuclear weapons, but is in a Cold War-like standoff with
Germany, also a nuclear power. There are prospects for dtente, since US
president Joseph Kennedy (known in real life for his pro-German sympathies) is coming to Berlin for Hitlers 75th birthday celebration.
The books protagonist, a detective with the Criminal Police, discovers
a plot to eliminate all officials with any recollection of the January 1942
Wannsee Conference, where the final elimination of the Jews was planned.
The point of eliminating all evidence of the Final Solution is to allow for
rapprochement with the US. Harris might be faulted here for excessive
presentism. In real life, Joseph Kennedy expressed little sympathy for the
Jewish people.30 The idea of him seeking dtente with Germany, on the
other hand, is credible, and it seems unlikely that he would allow events
29 The 1994 film version starring Rutger Hauer did not earn high marks.
30 Clive Irving, Joe Kennedys Answer to the Jewish Question: Ship Them to Africa,
724
Future Wars
725
31 With William R. Forstchen, 1945, Baen Books, Wake Forest, NC. The two later au-
thored a trilogy of alternative history novels regarding the US Civil War which were
much more successful. Rosenfeld (p. 157) notes that 1945 met with the most savage
reception of any work of alternate history in the postwar era.
32 In the Presence of Mine Enemies, New American Library, New York, 2003.
33 Rosenfeld, pp. 158-159.
34 G. P. Putnams Sons, New York, 1962.
35 An exception is the reinstitution of slavery in the now autonomous southern states of
726
Future Wars
the war in the Pacific, Dick focuses markedly on events in the Japanesecontrolled Pacific States of America. His picture of the Japanese occupation is not excessively dark, and one of the central, highly sympathetic
characters, is a Japanese official. It also becomes evident that Japan risks
nuclear aggression by its erstwhile German ally, deriving from a power
struggle between the military and the SS, following Hitlers incapacitation
by syphilis. In Dicks scenario, much of the eastern and Midwestern US
is controlled by Germany, after falling to an invasion in 1947. But, while
the recent Amazon production focuses heavily on German occupation and
American resistance, Dick devotes almost no attention to the Germancontrolled area.
The real core of the story arguably has to do with a book, officially discouraged reading yet widely available outside the German-controlled area,
which portrays an Allied victory over the Axis. The female protagonist
ultimately encounters the reclusive author (the eponymous man in the
high castle) with the hope of understanding more about the alternative
history. She receives the perplexing information that the book represents
what actually occurred. As frequently happens in Dicks work, characters
and readers are left wondering which layer of reality is really real.
Can works of alternative history offer any benefits as we reflect on what
wars may look like in the future? Of course, the primary purpose of popular culture is to entertain. There is a wide genre gap between the books
and films discussed above and the governmental or scholarly documents in
which we normally discuss the future of war. But the fictional alternative
histories can remind us of some important things.
Dicks challenge to us, i.e. to question whether we are living in a fiction,
should not be dismissed. Our interpretation of past wars is inevitably socially constructed, through interactions and exchanges among members
of society, and the same can be said for our imagination of future wars.
Alternative constructions are possible. And those who seek to project the
future should be no less explicit and self-critical regarding authorial perspectives than writers of alternative histories.
the defeated US, in fact not a significant plot element. Dicks book, however, predated
the major successes of the Civil Rights movement.
Storia della distopia militare
727
tive on Human Agency, Social Cognition, Vol. 19, No. 3 (2001), pp. 269-294.
728
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Future Wars
3 Carlos Osorio, Sarah Christiano and Erin Maskell, Reagan On The Falkland/ Malvinas:
Give[] Maggie enough to carry on..., National Security Archive Electronic Briefing Book
No. 374, April 1, 2012, online.
Storia della distopia militare
731
As for Venezuela, Chavez had several regional allies who were members of the ALBA (Bolivarian Alliance for Our Americas) bloc, such as
Bolivia, Cuba and Ecuador. Nevertheless, it is worth noting that out of
these states, only Ecuador borders Colombia. While Ecuador is not a military powerhouse, the FARC incident and a (reluctant?) desire to reciprocate Venezuelan support may have prompted Ecuador to attack Colombia,
opening a second front. If this had happened, the U.S. could have engaged
in financial warfare, as Ecuador uses the U.S. dollar as its national currency. Moreover, the Crisis occurred in March 2008 and the U.S. had a
military base in Manta, Ecuador, until 2009.4 If Ecuador had declared war
against Colombia, the U.S. troops in Manta may have been forcibly expelled by Quito.
As for the other ALBA countries, Bolivia has a weak military but
President Evo Morales has never been shy of critiquing U.S. influence
in the Western Hemisphere. At the very least, Bolivia may have offered
transport aircraft so Venezuela could move its troops to the front lines.
Meanwhile, the Castro brothers in Cuba know well just how much they can
antagonize Washington; declaring war on a U.S. ally would have brought
the full wrath of the U.S. military, which the Castro brothers would want
to avoid, unlike the younger leaders from the ALBA states. Nevertheless,
while Havana would not have declared war on Bogota, the friendship between the Castros and Chvez, as well as the desire to remain an active
player in the global revolucin, would have prompted the Cuban government to support Venezuela. Cuba would have most likely deployed military advisors to support the Venezuelan armed forces (in fact, throughout
the Chavez regime, there were reports that Cuban military and intelligence
officers were embedded in the Venezuelan military) as well as volunteers to fight alongside the Venezuelans.5
If the Colombian-Venezuelan conflict continues and even expands (assuming the U.S. and Ecuador enter the war) what would the rest of Latin
America have done?
4 Last U.S. Forces abandon Manta military base in Ecuador, Mercopress, September 19,
2009, online.
5 En Nuestra Opinin: La injerencia cubana en Venezuela, El Nuevo Herald, January
732
Future Wars
Argentinas President Cristina Fernandez de Kirchner would have diplomatically supported Venezuela, given the friendship between the two
leaders. In fact, President Kirchner would have heavily critiqued Bogota
if it became public that Washington was actively supporting them, as this
would have evoked memories of the Falklands War.
As for Brazil, President
Lula de Silva would have
attempted to become a mediator. Brazil has long been
trying to gain a permanent
seat in the United Nations
Security Council; this was
a major reason for Brazils
decision to spearhead the
UN peacekeeping mission in Haiti in 2004 and
it continued to drive their
international involvement
in 2008. A successful mediation that ended a regional conflict would have
cemented Brazils position
as a regional leader and supported its UNSC ambitions.6 Similarly, the
Organization of American States would have probably tried to become a
mediator, maybe in conjunction with Brasilia. The OAS has historically
been regarded as Washingtons watchdog for the region, but in 2008, the
OAS was led by the Chilean Jos Miguel Insulza, who pulled the organization way from U.S. influence.
One issue worth highlighting is that, while the government in Bogota
is well liked throughout Latin America, it is debatable whether any other
nations would have gone to war against Venezuela to support Colombia.
For example, Mexico and Chile are militarily strong but they are too ge6 W. Alejandro Snchez, Brazils Grand Design for Combining Global South Soli-
733
734
Future Wars
9 Alfred Mahan, The Influence of Sea Power Upon History, 1660-1783, Dover, 1987. Also:
John Daly, Naval Choke Points and Command of the Sea, World Politics Review, March
2, 2009. Online.
Storia della distopia militare
735
di Wojciech Mazur
(Ed.), Filmowy wiat Andrzeja Wajdy, Krakw 2003, p. 44-45; A. Kotliski, Kawaleria Wajdy, ib. p. 128-139; C. Caes, Widowiska katastroficzne: trauma historyczna i
mska podmiotowo we wczesnych filmach Andrzeja Wajdy, ib. p. 145-154.
736
Future Wars
3 Quoted from TV documentary series Sensacje XX wieku, episode Bitwa pod Mokr.
Sia kawalerii, Agencja Produkcji Audycji Telewizyjnych TVP S.A. dla Programu 1
TVP S.A., 2004.
4 http://www.youtube.com/watch?v=l5_8-JAfcwQ (access 26 Nov. 2011).
Storia della distopia militare
737
However, in 1996 digital technology was also used to show the strenghts
and weaknesses of military vehicles used in the fights by means of 3D
models. Digital technology soon made it possible not only to reconstruct
the past but also to create unreal reality with alternative versions.
It soon became possible to create such alternatives even without access
to professionals and all available technological means. This opportunity was used by, among others, brothers Wojciech and Bogdan Dudziak,
who (as BDF Films) in 2006 started producing a series of films presenting
the Polish Army and its equipment during the September Campaign. They
combined computer-animated 3D objects with modern-day landscapes, reconstructed scenes and digitally-created surroundings.
The authors tried to oppose what they considered the surprising accordance of Nazi World War II propaganda with [] local authority figures from the Communist era. Such opinions place the brothers in the
more radical movement of de-falsifying history audio-visually5. Their
work also shows a pronounced tendency to focus on the victories of the
Polish forces6.
The Dudziak brothers used their films not only to show their own, factbased version of history. They also brought to life developments which
historically never came to pass. They digitally created scenes where Polish
military aeroplanes take to the skies, even though they were still under
construction when the war started and therefore were never used in battle.
This was a digital alternative history, unavailable for sensory perception
in any other form. At the same time, thanks to the graphic precision of the
moving picture, this version is deceptive, even hyper realistic in a way
reminiscent of Jean Baudrillards ideas7 .
5 Quoted from the authors in the film Eksperyment Nowy Winicz: http:// film.zso14.pl/
2011). Until Nov. 2011 the number of viewings for films uploaded to the BDF Film
channel on YouTube was 551,240.
7 http://www.youtube.com/user/BDFilms2005#p/u/3/Nr4ky-UGTm4. An interesting analysis of an example of so-called virtual history, another attempt to transform (and at the same time reproduce) via media the past digitally is made by M.
Brzskiewicz-Klajn in Wehiku czasu? Tajemnica zamachu na Hitlera ( Discovery
Channel documentary), (Kultura wspczesna, 2007, No 3, p. 163-177).
738
Future Wars
9 The authors, commenting their work on the next film stated: We already know that
finishing Pk. Maczkek in 2010 is unrealistic. [] However, I assure that the work
goes on. [] With Gods help it will be done sooner, rather than later [bold font W.
M]
10 E. Kingsepp, Fighting Hyperreality With Hyperreality. History and Death in World
War II Digital Games, Games and Culture, 2007, vol. 2, no. 4, p. 366-375; R.
Bomba, Historia w grach komputerowych, Historyka, T. XXXVII-XXXVIII, 20072008, p. 137-138.
11 E. Halter, From Sun Tzu to Xbox. War and Video Games, New York 2006, passim; R.
Smith, The Long History of Gaming in Military Training, Simulation & Gaming,
2010, vol. 41, no. 1, p. 11-13; R. Bomba, op. cit., p. 127-135.
739
Journal for Information Technology Studies as a Human Science, 2006, vol. 9, no. 2,
p. 61. Compare: R. Bomba, p. 131-136; M. Woniak, Przeszo jako przedmiot konstrukcji. O roli wyobrani w badaniach historycznych, Lublin 2010, p. 245-246.
740
Future Wars
other game like this, Close Combat, Total War and so on are good but they
dont show the fighting at that time! And I dont think any other game will
be created with the scope of Fall Weiss1939, where you can see what could
have been...the authors work on history and transferring it into a game is
amazing13, even though the game is quite old 14.
ception. The comment of user uytkownika Majster posted on Polskie Forum Deus
Ex 15 April 2006 is characteristic in this case : Ive always dreamt of a game where
we could change the history of the greatest military conflict in the world. How surprised I was to find out that such a game actually exists! [http://www. deusex.pl/forum/viewtopic.php?t=1401, access 29 Nov. 2011, bold font W.M.].
16 H. Postigo, Of Mods and Modders: Chasing Down the Value of Fan-Based Digital Game Modifications, Games and Culture, 2007, no. 2, p. 300-313; O. Sotamaa,
When the Game Is Not Enough: Motivations and Practices Among Computer Game
Modding Culture, Games and Culture, 2010, no. 5, p. 240-254.
Storia della distopia militare
741
]. O. Sotamaa based his conclusions on research of Operation Flashpoint game modder community. He also pointed out the tendency to prepare virtual representations
of the local environment and military units and focus on specific events [] - often
those important to that particular nation. Therefore it must be emphasized that the
tendency is by no means specific to Poland (ibidem, p. 24).
18 M. Ciszewski, www.1939.com.pl, Warszawa-Grjec 2008.
19 J. Baudrillard, The Lucidity Pact, p. 171-175. Therefore M. Woniak rightly notes:
The image of the past created in a game is not an imitation or representation of past
reality. It is a cultural construct, attractive mostly because its creator is the participant
of the game. The player [] simultaneously becomes the participant and creator of
history, and in some games they can change history which is based on knowledge
accepted by historiography (op. cit., p. 246).
742
Future Wars
743
le potenziali conseguenze della corsa agli armamenti nucleari cfr. Victoria ODonnell,
Science Fiction Films and Cold War Anxiety, in Peter Lev (ed.), The Fifties: Transforming the Screen, 1950-1959, (Berkeley, University of California Press, 2003), pp.
169-196; consultabile online in anteprima via Google books.
2 La Cosa da un altro mondo, gli Ultracorpi (Body Snatchers), il Mostro della Laguna
nera, marziani, formiche mutanti, dinosauri e altro ancora.
3 O.A.G., Movie Review. Invasion, USA (1952). The New York Times, 1953 April 30,
online.
4 Film del 1959 (in Italia Il ruggito del topo) diretto da Jack Arnold e prodotto in Gran
Bretagna dalla Highroad Productions per conto della Columbia Pictures. Interpreti
principali Peter Sellers (in tre ruoli) e Jean Seberg.
744
Future Wars
745
Oltre al desiderio del pubblico di farsi una risata ogni tanto, parte del
successo di un film che in piena Guerra fredda scherzava su the awesome
instruments of modern war7 va attribuito anche allaroma british della
vicenda. Inglese, almeno per formazione culturale, lautore8 del romanzo9
su cui si basa il film; inglesi le sue fonti di ispirazione10; inglese luso
figurato del termine mouse11. Inglesi pure, per ragioni di economia, la
sede di lavorazione e gran parte degli interpreti del film, tra cui Peter
Sellers, qui alla sua prima esperienza nellinterpretazione di ruoli multipli
(Tully Bascombe, la duchessa di Grand Fenwick e il primo ministro
Mountjoy). Lalterit del soggetto aveva impensierito i dirigenti della
6 Citato in Melvin E. Matthews Jr, Duck and Cover: Civil Defense Images in Film and
Television from the Cold War to 9/11 (Jefferson NC, McFarland & Co. Inc., 2012), p.
64; consultabile online in anteprima via Google books.
7 Bosley Crowther, The Mouse That Roared Wins War Against U.S., The New York
Times,1959 October 27, online.
8 Leonard Wibberley (1915-1983), giornalista e prolifico scrittore di romanzi polizieschi e storico-avventurosi per ragazzi, nato a Dublino, educato in Inghilterra, emigrato
negli USA intorno al 1943 (Peter Kerr, Leonard Wibberley, 68, Dies. The New York
Times, 1983 November 25, online).
9 Pubblicato a puntate sul Saturday Evening Post col titolo The Day New York Was Invaded (1954 December 25 1955 January 29); in volume come The Mouse that Roared (Boston, Little, Brown, 1955). Ledizione britannica fu ribattezzata The Wrath of
Grapes (London, Robert Hale, 1955), con evidente allusione non solo al casus belli
enologico della storia ma anche al romanzo The Grapes of Wrath (1939, in Italia Furore) di John Steinbeck, a sua volta citazione del Battle Hymn of the Republic (1861)
di Julia Ward Howe.
10 Il Ruritanian romance e il racconto umoristico alla P.G. Wodehouse.
11 Equivalente allitaliano coniglio. Il titolo potrebbe essere ricalcato su quello di novella di Saki (H.H. Munro, 1870-1916), Filboid Studge, The Story of a Mouse That
Helped (1912), pure relativa a una vittoria improbabile e imprevista.
746
Future Wars
See Themselves, Norman Rockwell: 332 Magazine Covers (New York, Abbeville
Press, 1979).
Storia della distopia militare
747
Thompson, Alamo Movies (Republic of Texas Press, 2nd edition, 1994), pp. 85-90.
748
Future Wars
21 La Misin San Antonio de Valero oggi inclusa nel centro urbano di San Antonio (Te-
xas), dove nel 1836 un gruppo di secessionisti texani fu assediato per tredici giorni dal
dittatore messicano A. Lopez de Santa Anna.
22 Jim Lehrer, oggi decano degli anchormen televisivi statunitensi (Paul Fahri, Jim
Lehrer to step down from daily broadcast at NewsHour, The Washington Post,
2011 May 21, online).
23 Il romanzo si conclude con lintervento come deus ex elycoptero di The Chief (il Presidente degli USA, ispirato a Lyndon B. Johnson) che pacifica Max con lofferta di
una copia di Alamo in scala 1/1 da erigere nella capitale messicana.
Storia della distopia militare
749
la page24. Ce n per John Wayne, tirato in ballo fin dai titoli di testa25 e
pi volte nel corso della vicenda26, per i messicani pigri e pelandroni e per
una organization of outspoken little old ladies in tennis shoes27 in cui si
riconoscono le Daughters of the Republic of Texas28. Ma il reale obiettivo
della guerra immaginaria dichiarata da Viva Max! il mito di Alamo.
Lepisodio dellassedio del 1836, militarmente futile e non particolarmente significativo nelleconomia degli eventi, stato trasfigurato nel
tempo grazie alla letteratura, ai media e ai libri di scuola in uno scontro manicheo tra prodi texani e perfidi messicani, le Termopili USA, la
quintessenza dellamericanit (The Alamo is real Americana29). Come
recita la brochure turistica del complesso:
While the facts surrounding the siege of the Alamo continue to be
debated, there is no doubt about what the battle has come to symbolize.
People worldwide continue to remember the Alamo as a heroic struggle
against overwhelming odds a place where men made the ultimate sacrifice for freedom. For this reason the Alamo remains hallowed ground and
the Shrine of Texas Liberty30.
Durante gli anni Sessanta questa lettura dominante di cui lassociazione delle Daughters of the Republic of Texas fungeva da vestale
24 La laureanda vuole fare di Max il soggetto della sua tesi su The Twentieth-century Re-
25 All persons mentioned in this story are completely fictitious except for: Davy Cro-
ckett, Colonel William B. Travis, James Bowie, John Wayne and Richard Widmark.
26 Nel forte esposto un dipinto della battaglia che in realt il poster del film di Wayne):
750
Future Wars
32 Asta M. Kuusinen, cit., p. 132 parla a questo proposito di un feeling of gleeful libe-
ration.
751
33 Gli abitanti del ducato di Grand Fenwick discendono dai membri di una compagnia di
752
Future Wars
38 Composta da dodici episodi canonici pubblicati nel 1994-1996 nella rivista Uncle
Scrooge e poi in volume col titolo The Life and Times of $crooge McDuck (Gemstone
Publishing, Timonium MA, 2005) e sei episodi complementari raccolti in The Life and
Times of Scrooge McDuck Companion (Gemstone Publishing, Timonium MA, 2006). La
serie stata premiata con un Eisner Award (lOscar del fumetto americano) nel 1995.
39 Kentuckiano di origine friulana, classe 1951; su di lui cfr. Alberto Becattini, Leonardo
Gori e Francesco Stajano, Don Rosa e il Rinascimento Disneyano (Roma, ComicArt,
1997, 125 pp.) e il blog The Duck Man, online.
40 Ispirato a Ebenezer Scrooge, lavaro dickensiano di The Christmas Carol (1843) debutta nellalbo Christmas on Bear Mountain (prima edizione italiana Il Natale di Paperino sul Monte Orso, Topolino, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1948).
Storia della distopia militare
753
754
Future Wars
47 The three dangers that I campaign strongest against Big Business, foreign interferen-
ce and military threats to our shores All rolled into one! (The Invader, cit., p. 6.
48 Papera dal carattere collerico poi ereditato dal figlio Donald Duck (Paperino).
755
Harry Potter. Non si tratta di una trilogia, come chiar ripetutamente lo stesso Tolkien,
ma di unopera unitaria che venne stampata in tre volumi per ragioni contingenti e pratiche, quali la scarsa disponibilit di carta nellInghilterra del II dopoguerra e la strategia commerciale di tenere basso il costo del primo volume, per trainare nelle vendite
gli altri due successivi, v. J.R.R. Tolkien, La realt in trasparenza. Lettere 1914-1973, a
cura di H. Carpenter e C. Tolkien, trad. ital. di C. De Grandis, Rusconi, Milano 1990 (tit.
orig. The Letters of J.R.R. Tolkien, edited by H. Carpenter, Allen & Umwin, London 1981).
Baster citare la lettera alla Houghton Mifflin Co., giugno 1955, p. 250: Il libro non naturalmente una trilogia. Questa divisione e i titoli sui volumi sono un accorgimento che si
ritenne necessario adottare per la pubblicazione, per ovviare alla lunghezza e alle spese.
756
Future Wars
as of the Great Medievalists of the Twentieth Century, Quill, William Morrow, New
York 1991, pp. 204-244. Alla coppia Lewis e Tolkien, Norman Cantor aggiunge, piuttosto bizzarramente, il Proustian Dreamworld dello storico Frederick Maurice Powicke (1879-1963).
4 J. Garth, Tolkien and the Great War: The Threshold of Middle-earth, London, HarperCollins-Houghton Mifflin, London-New York, 2003; J. B. Croft, War and the works
757
8 Sul fronte della Somme Tolkien speriment la morte dei suoi pi cari amici Geoffrey
Smith e Rob Gilson. Tolkien resta al fronte per 11 mesi, finch una febbre persistente lo riport a casa in Inghilterra: necessario essere vissuti nellombra della guerra per sentirne
pienamente loppressione ma con il passare degli anni sembra che si tenda a dimenticare
che essere stati sorpresi in giovent dal 1914 non certo stata unesperienza meno terribile
che essere coinvolti nel 1939 e negli anni seguenti. Entro il 1918 tutti i miei migliori amici tranne uno erano morti, Pref. alla II ediz. inglese, (1973), trad. ital. Bompiani, Milano
2000-2005, vol. I., p. 28.
758
Future Wars
by and M. Lamp Mead (Eds.), Brothers and Friends: The Diaries of Major Warren
Hamilton Lewis, 1982, 19 novembre 1949.
11 J.A. Ellison, The Legendary War and the Real One. The Lord of the Rings and the
759
con la pi atroce guerra cui il mondo avesse sino a quel momento assistito
Molte di queste cose scorge Warren Lewis nel Signore degli Anelli, e
queste impressioni di un lettore assai vicino a Tolkien non possono essere facilmente liquidate. evidente, date le dimensioni della saga, che gli
anni della composizione debbano aver impegnato molta parte della vita di
Tolkien e abbiano persino costituito levento biografico cruciale, quello
intorno al quale, per dichiarazione dello stesso scrittore, si sia snodata tutta
intera la sua esistenza12.
Linvenzione di storie nordiche comincia sicuramente molto presto, gi nel 1916, o forsanche nel
1915, tra accampamenti e ospedali, baraccamenti
e trincee13. Egli ne d notizia alla fidanzata, futura
moglie, Edith Bratt, in una celebre lettera del marzo 1916. Alla vigilia della battaglia della Somme,
ove Tolkien fu scaraventato quale ufficiale segnalatore dell11th Lancashire Fusiliers, nel fango dei
baraccamenti e delle trincee, stanco della lettura di
manuali militari, egli si d allinvenzione di un linguaggio delle fate14. Linvenzione di storia nordiche procede parallela alle sue letture di mitologie
nordiche: il Kalevala finnico, il Beowulf anglosassone, lepica islandese,
i romanzi cavallereschi del ciclo arturiano. Sembra per che a un certo
punto del suo percorso creativo non gli basti pi linvenzione di singole
storie . Ci accade, approssimativamente, con il consolidarsi dellhitlerismo e con limporsi della nuova potenza tedesca.
allora che egli sembra per la prima volta percepire, con intimo faClimate of its Times, The Journal of the Tolkien Society, 1989, p. 17.
12 Il primo testo correlato al Signore degli Anelli e costituente pi o meno lantefatto nar-
rativo, Lo Hobbit, o Andata e ritorno (The Hobbit or There and Back Again) fu pubblicato da Allen & Umwin nel settembre del 1937; Il Signore degli Anelli (The Lord
of the Rings), stampato originariamente in 3 volumi di due tomi ciascuno, vide la luce
tra il 1954 e il 1955, e precisamente: La Compagnia dellAnello (The Fellowship of
the Ring) e Le due torri (The Two Towers) rispettivamente nel luglio e nel novembre
del 1954 e Il Ritorno del Re (The Return of the King) nellottobre del 1955.
760
Future Wars
761
Nemmeno il grande corpus arturiano costituisce una mitologia autenticamente inglese: esagerato e fantastico, incoerente e ripetitivo, troppo
esplicitamente legato alla tradizione cristiana, imperfettamente naturalizzato sul suolo dInghilterra perch in realt e in origine piuttosto
bretone che inglese19. Non gli rimane che costruirselo da s, questo corpus
non ancora esistente, e inventarselo fin nel minimi dettagli, genealogie, calendari, alfabeti, come fosse egli demiurgo di un universi boreale: dai miti
di fondazione del mondo, la cosmogonia pi ampia, gi gi costruendo
e arredando la Terra-di-mezzo fino alla fiaba romantica, pi terrena []
da dedicare semplicemente allInghilterra, alla sua terra.20
Ma anche smentendo lallegoria, dinanzi a eventi colossali, gliene
sfugge di tanto in tanto qualche traccia: Allorch il 3 ottobre del 1952
la Gran Bretagna compie il suo primo esperimento atomico alle Isole
Montebello, al largo delle coste australiane, ecco che Tolkien scrive a
17 Ibid., p. 32; Inutile dire che non sono celtici! [i nomi utilizzati nel Silmarillion] E nemmeno lo sono le storie. Io conosco cose celtiche (molte nel loro linguaggio originale irlandese o gallese) e non mi vanno molto: soprattutto per la loro fondamentale illogicit. Hanno
colori brillanti, ma sono come una finestra rotta di vetro colorato, rimessa insieme senza
rispettare il disegno. Sono folli, infatti, proprio come dice il Suo lettore; ma io non credo
di esserlo.
18 A Milton Waldman, responsabile della casa editrice Collins, p. 165.
19 Ibid.
20 Ibid..
762
Future Wars
763
verso il capitolo conclusivo - lasciando, ahim, tutti pi poveri, molti privati dei parenti o storpiati e milioni di morti, e solo una categoria trionfante: quella delle Macchine. Dato che i servi delle Macchine stanno diventando una classe privilegiata, le Macchine diventeranno enormemente pi
potenti. Quale sar la loro prossima mossa?27
unallusione alla terribile verit intuita da Samuel Butler28 nel suo Book of the
Machines in Erewhon (1872), lutopia negativa nella quale lo scrittore vittoriano immagin che le macchine possano avere unevoluzione paragonabile a quella umana, sviluppare consapevolezza a partire dalla loro stessa
selezione competitiva e diventando autonome nei processi decisionali. questa la ragione per cui gli erewhoniani le bandiscono dal
loro mondo. Il dialogo di Tolkien con Butler
molto profondo e ancora tutto da studiare, e ancora una volta ci conduce
nella dimensione della distopia pi che dellescapist writing.
Una sostanziale adesione alle percezioni di Warren Lewis e alla tesi di
Garth e Craft pare manifestarsi nelle scelte del regista Peter Jackson. Nella
sua trasposizione filmica del Signore degli Anelli, una delle pi colossali
produzioni cinematografiche di tutti i tempi, Jackson sembra aver accolto
questa possibilit di interpretazione ed averla utilizzata come chiave registica. vero che quella di Jackson, in termini di ermeneutica, vale quanto
ogni altra interpretazione, ma sarebbe assurdo fingere che la potenza del
mezzo con cui la esprime e la vastit dellaudience che la recepisce non
ne faccia uninterpretazione potentissima, e che questa vada a corroborare
lipotesi, fondata o meno che sia, che in realt Tolkien mentisse pi o meno
consapevolmente, negando intenzioni allegoriche alla sua trilogia.
Nella versione cinematografica del Signore degli Anelli lequiparazione
di Anello e arma atomica evocata in una delle scene iniziali, ove il potere
dellanello sul campo di battaglia rappresentato come un vento atomico;
764
Future Wars
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Vorkosigan Saga
766
Future Wars
4
5
6
7
8
es. Alessandro Fambrini, John W. Campbell jr, il grande ingegnere, Robot. Rivista di
fantascienza, n.s. 27, autunno 2012, pp. 30-37.
Non mancano le eccezioni, come la serie di Dune di Frank Herbert: per un confronto con
Asimov v. James Gunn, Isaac Asimov: The Foundations of Science Fiction, The Scarecrow Press Inc., Lanham (MD) - Toronto - Oxford 20052, pp. 217-218.
Al passo virgiliano si riconosce senzaltro valore temporale almeno sino da Serv.,in Verg.
Aen. I 278, ma da molti si rileva una valenza anche spaziale: v. Francesco Sini, Bellum
nefandum. Virgilio e il problema del diritto internazionale antico, Libreria Dess Editrice, Sassari 1991, pp. 73-79 e Virgilio Ilari, s. v. Imperium, Enciclopedia Virgiliana,
II, Treccani, Roma 1985, pp. 927-928 (imperium sine fine in senso spaziale/geografico).
Sullaeternitas imperii v. Pierangelo Catalano, Fine dellImpero romano? Un problema
giuridico-religioso, in Vittorio Lanternari, Marcello Massenzio e Dario Sabbatucci (cur.),
Religioni e Civilt. Scritti in memoria di Angelo Brelich, Edizioni Dedalo, Bari, 1982, pp.
99-117.
Stableford - Langford, s. v. Galactic Empire, cit.: Empire is here used with a general,
almost metaphorical meaning, rather than in its politically definitive sense.
Martin M. Winkler, Star Wars and the Roman Empire, in Id. (ed.), Classical Myth and
Culture in the Cinema, Oxford University Press, Oxford - New York 2001, pp. 272-290,
specie pp. 272-280.
Lo stesso paradigma romano, nonostante lideologia dellestensione universale nello spazio, legata ad istanze ireniche intrinseche allimperium augusteo, nei fatti si attest in un
preciso ambito geografico e politico, non per limitato da confini nel senso moderno, ma
caratterizzato da un limes. Circa tali questioni v. in modo particolare: Giovanni Brizzi,
Cursus publicus e trasmissione della notizia: lesempio di Augusto, in Id., Studi militari romani, CLUEB, Bologna 1983, pp. 31-48; Giovannella Cresci Marrone, Ecumene Augustea. Una politica per il consenso, LERMA di Bretschneider, Roma 1993; Giovanni
Brizzi, Roma. Potere e identit dalle origini alla nascita dellimpero cristiano, Ptron Editore, Bologna 2012, pp. 216-220.
Storia della distopia militare
Vorkosigan Saga
767
(Ed.), The Vorkosigan Companion, Tekno Books, Green Bay (WI) 2008; Janet Brennan Croft (Ed.), Lois McMaster Bujold: Essays on a Modern Master of Science Fiction and Fantasy, McFarland & Company Inc., Jefferson (NC) - London 2013; Edward James, Lois McMaster Bujold, University of Illinois Press, Urbana - Chicago
- Springfield 2015, ed infine il sito ufficiale a lei dedicato www.dendarii.com.
12 V. Michael S. Morris - Kip S. Thorne, Wormholes in spacetime and their use for interstellar travel: A tool for teaching general relativity, American Journal of Phys-
768
Future Wars
Vorkosigan Saga
769
rayar, cit., pp. 114-115; Ead., Il gioco dei Vor (1990), Nord, Milano 1992, specie pp.
102-107 e 228-234.
16 Bujold, Lonore dei Vor, cit., pp. 118-127, 159-163 e 168-172.
17 Bujold, Barrayar, cit., p. 211 ed Ead., Lapprendista, cit., p. 66.
18 Ibidem, pp. 144, 164 e 184; Bujold, Il gioco dei Vor, cit., pp. 117, 175 e 315-317; Ead.,
La spia dei Dendarii (1986), Nord, Milano 1996.
770
Future Wars
partita a scacchi spaziale che, tuttavia, non si distacca ancora del tutto dai
modelli terrestri: dei wormholes vengono considerate solo le possibilit di
viaggio attraverso lo spazio e non attraverso il tempo.
771
Starship Troopers
di Enzo De Ianni
1
2
3
4
J. Polychrones (Ed.), Who Is Who in American Literature, America Star Books, 2013.
William H. Patterson, Robert A. Heinlein, Tom Doherty Associates, 2014, 2 voll.
V. Military Science Fiction in en.wikipedia
In italiano Fanteria dello Spazio, edito da Mondadori, peraltro con una scadente traduzione.
772
Future Wars
Starship Troopers
773
774
Future Wars
Starship Troopers
775
grammi, sono un ambiente autosufficiente corazzato in grado di monitorare le condizioni fisiche del soldato e, eventualmente, somministrare le
prime cure, dotate di amplificatori di potenza muscolare (usati per il
movimento tattico a balzi e il combattimento), di propulsori di volo, di
sensori infrarossi e radar, giroscopi, radio, lanciafiamme, lanciarazzi e
lanciamine, nonch armamenti accessori che includono testate atomiche e
gas nervino impiegabili a discrezione del singolo fante.
I nemici sono brutti (ma sul serio!) e attaccano proditoriamente distruggendo Buenos Aires (anche se in verit n il protagonista n lautore
esprimono giudizi morali su popoli semplicemente diversi che, al pari
dellUomo, seguono limperativo di espandersi16) e se gli Skinnies17 sono
semplicemente diversi, ma pur sempre umanoidi, i Bugs sono artropodi
ovipari orribilmente simili a giganteschi ragni ma di tipo sociale, divisi in
caste come le formiche e come loro usi a costruire le proprie comunit
sottoterra, guidati da cervelli e regine attraverso una mente-alveare (una
immagine classica della fantascienza dellepoca, normalmente interpretata
come una rappresentazione del comunismo, soprattutto in versione cinese18). Questa eterogeneit tra gli alleati verr sfruttata, concentrandosi sul
pi debole e meno alieno, anche attraverso una campagna di raid punitivi
che porter ad un repentino cambio di fronte ( spontaneo il parallelo con
la strategia alleata del 1942-43 in Europa, e i terribili bombardamenti
punitivi sullItalia a cavallo dellarmistizio; purtroppo, gli Alleati furono
molto meno attenti dei fanti mobili nellevitare vittime civili19).
La narrazione ricalca poi schiettamente gli stilemi delle storie di guerra
americane dellepoca ed fatta di maestri ed istruttori duri ma giusti, bravi
ragazzi che risolvono le loro questioni allantica, stringendosi poi la mano
senza rancore, adolescenti che diventano veri uomini acquisendo sicurezza in s stessi, battaglie vinte e perse narrate sempre dalla prima linea
16 J. Weldes, To seek out new worlds: exploring links between Science Fiction and World Politics, Palgrave Macmillan, 2003
17 Per inciso, lo stesso appellativo era usato dagli americani di UNOSOM in Somalia per indicare i locali.
18 V. Science Fiction Films, encyclopedia.com
19 Recensione di Richard Owery, The Bombers and the Bombed, New York Times, 23
March 2013 (online).
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Future Wars
(perch nella Fanteria Mobile tutti si lanciano e tutti combattono, compresi il cuoco e il gatto del Vecchio), amici che non tornano a casa, sacrificio e cameratismo, una commovente riunione familiare, e brevi flash
sulla situazione strategica, marciando verso limmancabile vittoria finale,
il tutto descritto da una penna davvero magistrale20.
La popolarit dellopera, oltre a garantirle spazio nei cataloghi a
tuttoggi, ha originato una lunga serie di adattamenti ed ispirazioni: dal
tradizionale wargame omonimo21 pubblicato nel 1976 dalla storica casa
editrice Avalon Hill (che ha poi pubblicato nel 1997 Starship Troopers:
prepare for battle!, ispirato al film), al regolamento per miniature tridimensionali e al RPG22 pubblicati da Mongoose nel 2005, dal libro-game
(un testo interattivo che offre al lettore la possibilit di influenzare lo sviluppo della storia proponendo periodicamente scelte multiple) Shines the
Name23 ad una trilogia cinematografica (molto liberamente ispirata ma, col
terzo film, capace almeno di proporre una gradevole allegoria delle difficolt di una societ materialistica nel contrapporsi a un nemico ideologizzato) poi proseguita con un film di animazione24, dal merchandising connesso ai film ai videogiochi25, alle serie televisive a cartoni animati di
produzione giapponese o americana26 e ai fumetti.
Limpatto indiretto certamente stato ancora maggiore: Armor di John
Steakley interamente dedicato alle tute potenziate quanto The Forever
War di Joe Haldeman la visione speculare di ST, il popolarissimo franchise di anime giapponesi Gundam ispirato a ST per espressa ammissione del suo creatore Yoshiyuki Tomino, il successo della serie di videogiochi Halo, la saga letteraria di John Ringo Legacy of the Aldenata sono
incentrati su temi evidentemente ispirati a Heinlein, quanto la serie
20 G. E. Slusser, Robert A. Heinlein: stranger in his own land, Borgo Press, 2008.
21 Starship Troopers in boardgamegeek.com.
22 Starship Troopers: The Roleplaying Game, in en.wikipedia.
23 Mark Acres, Shines the Name, Ace, 1987
24 Starship Troopers, (1997), ST 2: Hero of the Federation, (2004) e ST 3: Marauder, (2008),
Starship Troopers: Invasion, (2012)
25 Starship Troopers Games, mobygames.com.
26 animenewsnetwork.com encyclopedia anime.php?id=4136; Roughnecks: Starship
Troopers Chronicles en.wikipedia
Storia della distopia militare
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di Virgilio Ilari
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e tranquilla follia o se rimanesse ne confini del consapevole gioco, al cui godimento gli
piacesse talora invitare altri, rappresentando le sie fantasie a modo desperto attore, che
sappia ben eseguire la parte assunta.
6 Croce, op. cit.
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