2016 Quaderno Sism 2016 Future Wars.

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Future

Wars
QUADERNO
2016

storia della distopia militare

A cura di Virgilio Ilari

Societ Italiana di Storia Militare


Acies Edizioni Milano

Propriet letteraria
tutti i diritti riservati:
Vietata anche la riproduzione parziale senza autorizzazione.
ma gli Autori conservano il diritto di pubblicare altrove
il proprio contributo

2016 Societ Italiana di Storia Militare


Acies Edizioni Milano
ISBN 9788890955167
Progetto grafico e realizzazione: Antonio Nacca
Stampa: Nadir Media - Roma
[email protected]

In copertina:
Tullio Crali (Igalo, 1910 - Milano, 2000)
Incuneandosi nellabitato (In tuffo sulla citt), 1939
olio su tela, 130 x 155 cm
MART 362, 4-A
Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
In quarta di copertina:
Simbolo del Vajra, il fulmine impugnato da Indra, re degli Dei

Indice
Diagnostica della distopia militare,
di Virgilio Ilari

pag. 9

Le strategie dellapocalisse. Profezie, predizioni e guerra psicologica,


di Donato Tambl

29

Scacco allImperatore. Note epistemologiche alla partita di Schnbrunn,


di Giangiuseppe Pili

51

Visions of War / Visioni di guerra


La divinatio bellica nel mondo antico,
di Donato Tambl

59

Mergi eos in aquam iussit. Divinazione e guerra nellesperienza romana,


di Enrico Silverio

73

Mechanemata: Mind-machines in War,


by Immacolata Eramo

81

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano,


di Aldo Settia

93

Larte della guerra nel Bellifortis di Konrad Kyeser,


di Andrea Molinari

109

Histria do Futuro. Guerra e pace nella profezia del Quinto Imprio,


di Enrico Silverio e Teresa Silverio

125

Arte della guerra e Rivoluzioni Militari,


di Marco Formisano

131

Les chars Voltaire,


di Virgilio Ilari

145

Antebellum Future / Il futuro prima del 14


Imagining Future Wars 1870-1914,
by Antulio Echevarria II

167

Le brochures panique. Lossessione dello sbarco francese


nei romanzi navali inglesi e italiani,
di Mariano Gabriele

181

Triplicisti vs Irredentisti, Geopolitica e ideologia


nelle fanta-guerre italiane pre-1914,
di Paolo Cau

197

Future Wars

Lassedio di Roma nella guerra del 190...,


di Sergio & Riccardo Masini

pag. 205

Emile Driant/Capitaine Danrit. La Warfiction francese


tra rvanche e orientalismo,
di Ferdinando Angeletti

211

Landung in Cape Cod. I piani tedeschi di invasione


degli Stati Uniti (1897-1906),
di Raffaele Moncada

231

The Yellow Peril,


di Elena Piana

249

Buduaja vojna. Jan Bloch, lo S. M. russo


e la Prima Conferenza di Pace dellAia,
di V. Ilari

273

Little to Last, The Wellsian Wars,


di Andrea Molinari

299

Interwar Future / Il futuro tra le due guerre


Il portavoce del militarismo. Friedrich von Bernhardi
tra Der nchste Krieg e Strategiestreit,
di Giovanni Punzo

319

Wolfgang Wegener, lammiraglio tedesco che sfid il mito di Tirpitz,


di Augusto De Toro

337

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold,


by Gregory Alegi

347

Prophtes et thoriciens de la guerre mcanise,


par Mathias Andr

367

The What Ifs? of Strategic Planning. The Interwar Imperial Defence,


by Jeremy Black

379

I piani di guerra ungheresi dal 1920 al 1940,


di Juhsz Balzs

387

War Plan RED/CRIMSON,


di Marco Leofrigio

397

Patriotism Prepaid,
di V. Ilari

411

The Ice Carrier,


di Claudio Nardi

433
Storia della distopia militare

Indice
Krasnyj Baron (Robert Ljudvigovi Bartini, 1897-1974),
di Giuseppe Ciampaglia

Death Ray. Larma segreta del Duce,


di Andrea Molinari

pag. 449

465

Present Future / Il futuro presente


Dawn of a Thousand Sun: Or, How A Letter Made the Bomb Unavoidable,
by Stefano Ruzza

487

Thinking about the Unthinkable, La guerra nella mente di Herman Kahn,


di Maurizio Zinni

497

The Dream of Nuclear Powered Bomber,


by Basilio Di Martino

509

Guerra di anticipazione e guerra preventiva,


di Germano Dottori

519

Hobbesian Warfare. La guerra secondo William S. Lind,


di Riccardo Cappelli

537

Lessons Learned?,
di Germana Tappero Merlo

559

Clausewitzs Categories of War,


by Christopher Bassford

577

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri,


par Mehdi Bouzoumita

591

Coming Future / Il futuro prossimo venturo


Il Declino della guerra. Frammenti di una retorica antica,
di Matteo Giurco

609

La guerra del futuro,


di Carlo Jean

619

The Future of War,


by Mark David Mandeles

637

The Future of Peace Betrayed: The U. N. Security Council and political,


linguistic and psychoanalytic vulnerabilities,
by Linda Roland Danil

647

Future Wars

Kondratieff Waves e War Cycles,


di Giuseppe della Torre

pag. 659

Friedman, Hegel e la previsione geopolitica,


di Dario Fabbri

671

The Thucydides Trap,


di Emilio Gin

Non-Kinetic Warfare,
by Ubong Essien Umoh

687

War in Cyberspace,
di Giampiero Giacomello and Giampiero Siroli

693

681

Alternate and Imaginary Wars


Guerre controfattuali e immaginarie
Fantaguerra e storia controfattuale.
Com nato il romanzo Asse Pigliatutto,
di Lucio Ceva

705

If Hitler had won,


by Eric Robert Terzuolo

715

2008: The Andean Great War!,


by Alejandro Sanchez

729

How to win the September campaign,


by Wojciech Mazur

735

743
747
751

Quel dannato piccolo ignorante di Hitler.


Tolkien e le guerre mondiali,
di Stefano Rapisarda

755

Vorkosigan Saga,
di Enrico Silverio

765

Starship Troopers,
di Enzo De Ianni

771

779

American War Remorse,


I The Mouse Who Roared
II Viva Max!
III Teddy Roosevelt vs. & $crooge McDuck
di Viviana Castelli

Don Michele Cimorelli, il vero stratega di Austerlitz,


di Virgilio Ilari

Storia della distopia militare

The Future being but a fiction of the mind,


applying the sequels of actions Past, to the
actions that are Present.
Thomas Hobbes, Leviathan, i. iii. 10.

tutte queste dispute sulla guerra futura


ipotetica sono il terreno di una guerra reale
attuale; [] Per parecchi governi attuali, le
discussioni sul modo come devono essere
stabiliti i piani strategici di una guerra futura
ecc., sono loccasione per eliminare molecolarmente le vecchie personalit militari []
perci limportanza dellaviazione duplice: tecnico-militare e politico-immediata.
Antonio Gramsci, Passato e presente, Einaudi, Torino, 1954, p. 195 (Gramsci interpretava lappoggio
del regime fascista allaviazione come un modo di
screditare la fronda dei marescialli dItalia, su cui si
appuntavano le speranze dellantifascismo aventiniano)

Un mese dopo la capitolazione della Francia, il maresciallo dItalia Pietro Badoglio,


capo di S. M. generale, rimanda al mittente un rapporto sulla tattica della Panzerwaffe,
annotando lo studieremo a guerra finita. Il documento ovviamente falso, ma, se
non vero, ben trovato. A month after the fall of France, Marshal Badoglio, chief of
the Italian General Staff, reject to the sender a report on panzer tactics, noting we will
study it after the war.
The document is obviously false, but, if its not true, is well-found

Diagnostica della distopia militare


di Virgilio Ilari

De futuris contingentibus non est determinata veritas1


Astra inclinant non necessitant2
Der Krieg ist also [] ein wahres Chamleon, weil er in jedem
konkreten Falle seine Natur etwas ndert.3
Kein Operationsplan reicht mit einiger Sicherheit ber das erste Zusammentreffen mit der feindlichen Hauptmacht hinaus.4

l tema delle guerre future al cuore della pianificazione strategica e


della rivoluzione/trasformazione militare, e allorigine delle scienze
militari e della storia militare professionale. Stabilisce connessioni
tortuose tra questioni eterogenee di massima importanza etico-politica:
guerra danticipo (pre-emptive) e guerra preventiva (preventive);
la guerra in arrivo (coming war); la prossima guerra (the next war);
guerra inevitabile (the Thucydides trap5); anticipazione di guerre (future war-fiction); la guerra del futuro (the future warfare; la guerre de
demain); il futuro della guerra (the future of war); la guerra e il futuro6
1 Aristotele, citato da Guicciardini (cit. in Reinhart Koselleck, Vergangene Zukunft. Zur Semantik geschichtlicher Zeiten, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 1979. Trad. di Keith
Tribe, Futures Past, On the Semantics of Historical Time, MIT Press, Cambridge, Mass.,
1985; Columbia U. P., New York, 2004, 2014, p. 18).
2 Sulla storia del motto, in realt espressione concentrata dellargomento dellimpedibilit
estrinseca nella polemica aristotelico-tomista contro Avicenna, V. Francesco Piro, Spontaneit e ragion sufficiente: determinismo e filosofia dellazione in Leibniz, Edizioni di
Storia e letteratura, 2002, p. 26 nt. 57 (dove cita Leibniz, Essais de Thodice, I, 43 e G.
H. R. Parkinson, Leibniz on Human Freedom, 1970, pp. 52-55).
3 la guerra pure [] un vero camaleonte, perch la sua natura muta in ogni caso concreto. Carl von Clausewitz, Vom Kriege, I, 1, 27.
4 nessun piano operativo si estende con qualche certezza oltre il primo impatto con la

forza principale del nemico, Helmuth von Moltke, ber Strategie (1871), in Militrische Werke, Bd 2, T. 2. Mittler & Sohn, Berlin, 1900, p. 291.

5 V. in questo Quaderno larticolo di Emilio Gin.


6 Robert Borden, The War and the Future, a compilation by Percy Hurd, Hodder and Stoughton, London, 1917; Herbert George Wells, The War That Will End Wars, Duffield & Company, New York, 1914; Id., What Is Coming? A European Forecast, The Macmillan Com-

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Future Wars

[effetti futuri della guerra in corso]; lultima guerra (the past oppure the
last war); vecchie e nuove guerre (old and new wars; the changing nature of war; generations of warfare).
Megatrend e blind decisions
Il tema della guerra futura storicamente determinato. Nasce nel mondo industrializzato nella decade 1870, quando Gettysburg, Sdan e Plevna generarono la percezione di una discontinuit tra le guerre precedenti
e la guerra moderna. Discontinuit indotta dalle applicazioni militari del
progresso tecnico-scientifico ma pure dallevoluzione delle strutture socio-economiche e delle scienze sociali. Il pensiero militare successivo
scandito da una crescente tensione fra futuristi e conservatori. Ladagio
dei generali che preparano sempre la guerra passata, gi discutibile alla
vigilia della grande guerra, non ha poi avuto pi alcun fondamento, considerato il ruolo trainante dellinnovazione militare. Se c una cosa che i
generali fanno da almeno un secolo preparare la guerra futura: ma si pu
inciampare anche guardando troppo lontano. Come osserva Colin Gray, il
futurismo spesso solo shallow presentism7.
Nellultimo secolo la translatio imperii dallEuropa agli Stati Uniti ha inoculato nel pensiero militare occidentale il titanismo americano.
La matematica, secondo Claudio Cioffi-Revilla, ha mostrato new aspects of war not accessible by intuition or historical observation alone8;
ma di sicuro la futurologia militare scientifica creata dai think tanks
del Pentagono negli anni 60 non ha eliminato unknown unknowns9 e
pany, New York, 1916.
7 Colin Gray, Future warfare: or, the triumph of history, RUSI Journal, 5, 2005, pp. 16-19.
V. Adam Elkus, Military Futurism, Red Team Journal, 22 March 2009.
8 Claudio Cioffi Revilla, Mathematical Contributions to the Scientific Understanding of
War, Mathl. Comput. Modelling, Vol. 12, 1989, No. 415, pp. 561-575. Id., The scientific
measurement of international conflicts, Lynne Rienner, 1990, Id., Politics and Uncertainty: Theory, Models and Applications, Cambridge U. P., 1998. Cfr. Bernhelm Boo-Bavnbek and Jens Hyrup (Eds.), Mathematics and War, Springer Basel, 2003.
9 Reports that say that something hasnt happened are always interesting to me, because
as we know, there are known knowns; there are things we know we know. We also know
there are known unknowns; that is to say we know there are some things we do not know.
But there are also unknown unknowns the ones we dont know we dont know. [I rapporti che dicono che qualcosa non accaduto sono sempre interessanti per me, perch come
Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

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John Singer Sargent (1856-1925), General Officers of World War I, 1922


(National Portrait Gallery, London)

cigni neri10 e tanto meno soppiantato il tradizionale criterio erodoteo


(storico-geografico). Lo ha per ibridato di algoritmi11 e neo-lingue, amputandolo dei suoi presupposti filologici e soprattutto della sua funzione
critica.
Con il crollo dellUrss poi cessato ogni limite alla presunzione di anticipare e controllare il futuro. La crescente militarizzazione della futurologia12 accentua linclinazione distopica13 dei ceti dirigenti a percepire
luniverso come perverso e il futuro come catastrofe14. A sua volta la
distopia delle lite rafforza quella dei ceti subalterni, che vede il passasappiamo, ci sono cose notoriamente conosciute, che sappiamo di sapere. Sappiamo inoltre che ci sono anche incognite conosciute; vale a dire che sappiamo che ci sono alcune
cose che non conosciamo. Ma ci sono anche cose sconosciute quelle che non sappiamo
di non conoscere]. Donald Rumsfeld, Conferenza stampa del 6 giugno 2002 al QG della
NATO a Bruxelles.
10 Eventi per definizione non immaginabili, e perci decisivi. Nassim Nicholas Taleb, The
Black Swan: The Impact of the Highly Improbable, Random House, 2007.
11 V. luso del teorema di Bayes per misurare le capacit militari e limminenza di un attacco,
del test econometrico Diebold-Mariano per comparare laccuratezza predittiva e dellAnalysis of Competing Hypotheses (ACH).
12 Matt Carr, Slouching towards dystopia: the new military futurism, Race & Class, 51
(2010), No. 3, pp. 13-32.
13 La definizione di John Stuart Mill (1868).
14 Eva Horn, Zukunft als Katastrophe, Fisher Verlag, Frankfurt am Main, 2014.

12

Future Wars

to come cospirazione15. Lossessione predittiva sembra per incidere ben


poco sul reale processo decisionale. Soprattutto su impulso di Andrew Marshall, direttore dellOffice of Net Assessment (ONA) del Pentagono dal
1973 al 2015, negli ultimi ventanni gli Stati Uniti e la Nato hanno commissionato o prodotto una quantit di scenari e megatrend strategici16. Eppure,
come ha dimostrato Jeffrey Record17, gli interventi militari americani del
dopo 9/11 sono stati decisi alla cieca, come la fatale spedizione ateniese
in Sicilia nel 416 a. C.18 con Martin van Creveld19 nel ruolo di Nicia.
Diversamente per dalla blind decision ateniese, frutto di completa
ignoranza [Thuc., VI, 1, 1], quelle americane sono anche frutto di un
eccesso di informazione che provoca indecisione; non solo non sono determinate dalle preferenze, ma retroagiscono sulle preferenze, modificandole. Del resto i megatrend non sono realmente presi sul serio neppure da
chi li redige; quelli periodici variano da un anno allaltro con la massima
disinvoltura. Rari sono poi gli infortuni, come quello clamoroso capitato
a Walter Warren Wagar, vicepresidente della Wesleyan Society, che nel
1989 prediceva ancora 200 anni di vita allUnione Sovietica20. Nel 2002,
in uninteressante critica al declino della saggistica politica anglosassone,
un famoso giudice americano se l presa a caso con Luttwak, elencando implacabilmente tutte le sue previsioni sbagliate21. E nel 2012 Andrei
Miroiou ha passato al setaccio quelle fatte un quarto di secolo prima da
Paul Kennedy22.
15 David Kelman, Counterfeit Politics: Secret Plots and Conspiracy Narratives in the Americas, Bucknell University Press, 2012.
16 Charles Roxburgh, The use and abuse of Scenarios, McKinsey Quarterly, Novem-

ber 2009. V. Ilari, Megatrend, Limes, luglio 2014, pp. 55-62.

17 Jeffrey Record, The Bush Doctrine and the war in Iraq, Parameters, Spring 2003, pp.
4-21; Id., Dark Victory: Americas Second War Against Iraq, Naval Institute Press, 2004;
Id., Wanting War: Why the Bush Administration Invaded Iraq, Potomac Books, 2010.
18 Hans-Peter Stahl, Herodotus and Thucydides on Blind Decisions Preceding Military

Action, in Edith Foster and Donald Lateiner (Eds), Thucydides and Herodotus, Oxford Scholarship Online: September 2012, pp. 125 ss. Luciano Canfora, Tucidide. La
menzogna, la colpa, lesilio, Laterza, Roma-Bari, 2016, pp. 15, 89.

19 M. van Creveldt, Why Iraq Will End as Vietnam Did, November 18, 2004.
20 W. W. Wagar, A Short History of Future, University of Chicago Press, 1989.
21 The Honorable Richard Allen Posner, Public Intellectuals, A Study of Decline, With a New
Preface and Epilogue, Harvard U. P. 2002, 2009, pp. 141-143.
22 Miroiou, The Fate of Empires: Paul Kennedys Thesis 25 Years After Kennedy,

Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

13

Prognosi pseudo-scientifiche
Eppure lo studio critico della guerra futura ancora in una fase embrionale. Presuppone infatti una teoria del futuro, perch incrocia il razionale
(teoria dellinformazione e della decisione, storia e matematica della guerra) con lirrazionale o il sovrarazionale (magia, divinazione, rivelazione,
visione, profezia, escatologia, messianismo, immaginazione, fantascienza). A questa teoria Reinhart Koselleck ha dato nel 1979 un radicamento
storico, incentrandola sulla divaricazione tra profezia e prognosi, che a suo
avviso si determina nel complesso laboratorio culturale del Rinascimento
italiano, dove il futuro divenne un terreno di possibilit finite, ordinate
secondo la loro maggiore o minore probabilit23. Previsione (forecast)
razionale, la prognosi presuppone criteri scientifici, dalla medicina alla
matematica. Ma anche la storia e le pseudoscienze producono prognosi,
almeno nei tempi e nella misura in cui sono socialmente reputate scienze.
La storia comparata delle civilt e la concezione ciclica della storia offrono fertile terreno per una previsione analogica del futuro, come ha dimostrato John J. Reilly costruendo col computer uno schema distopico dei
futuri sette secoli della civilt occidentale dedotto da Oswald Spengler24.
Spinoza (1670) e Fontenelle (1686) demistificavano le profezie e gli
oracoli25; ma Newton considerava la sua esegesi biblica pi importante
della sua produzione astronomica, e dalle profezie di Daniele calcol che
la fine del mondo preceduta dal ritorno degli ebrei in Palestina e dalla
fine dellapostasia cattolica avr luogo nel 206026. Del resto le profezie,
specie le pi nere, non di rado si realizzano: alcune perch sono auto-

PM, The Rise and Fall of the Great Powers: Economic Change and Military Conflict
from 1500 to 2000, Random House, New York, 1987.

23 Koselleck, op. cit., p. 18.


24 John J. Reilly, Spenglers Future: An Outline of the Next Seven Centuries of Western History, as Suggested by Comparison with the Life Cycles of Four Other Civilizations, Millennium Publications, 1993.
25 Koselleck, op. cit., p. 17.
26 Marcelo Gleiser, The Prophet and the Astronomer: Apocalyptic Science and the End

of the World, W. W. Norton & Company, 2003. William F. Dankenbring, End-Times


Prophecies of the Book of Daniel Revealed at Least!, Triumph Publ. Coy, 2005, pp.
11-21 (su Newton).

14

Future Wars

realizzanti (self-fulfilling27); altre in forza della legge di Murphy (tutto


quel che pu andare storto andr storto28) oppure per la legge dei grandi
numeri (anche lorologio fermo due volte al giorno segna lora giusta);
e molte perch sono talmente vaghe, oscure o ambigue (ibis et redibis
non morieris in bello29) da poter essere riconosciute in qualunque circostanza. Bon Dieu! que navons nous point veu ressir des conjectures de
ce temps l comme si ceussent est autant de Propheties?30. Un impressionante elenco di profezie e previsioni realizzate fu stilato nel 1862 dal
letterato e antiquario londinese Horace Welby, alias John Timbs (18011875)31. Scritto dopo la guerra di Crimea, il volume si apre per col wishful thinking di Pietro Il Grande (1698) sulla fine dellImpero Ottomano ...
Astrologia politica
Malgrado la condanna tridentina, le polemiche filosofiche e la brutta figura del 1524, quando gli astrologi predissero limminente fine del
mondo32, tra Cinque e Seicento lastrologia continu ad esser parte della
moderna scienza di governo33. La correzione apportata nel 1625 da Keple-

27 David Patrick Houghton, The Role of Self-Fulfilling and Self-Negating Prophecies in International Relations, International Studies Review, (2009), 11, pp. 552-584.
28 Nick T. Spark, A History of Murphys Law, Lulu com, 2006. La legge in realt un
criterio precauzionale (prevedere lipotesi peggiore) coniato dal progettista aeronautico
Edward Aloysius Murphy Jr. (1918-1990) nel 1949.
29 Alberico delle Tre Fontane, Chronicon.
30 Franois de La Mothe le Vayer, Discours de lHistoire, 1638, T. I, p. 267. Cit. sul frontispizio dei Memoirs of the Twentieth Century di S. Madden (v. infra).
31 H. Welby, Predictions Realized in Modern Times, Kent and Co., London, 1862. Il vol-

ume include Prophecy (or sacred prediction), Prognostication, Foreboding, and Divination, e contiene Days and Numbers fasti e nefasti, Prophesying Almanacs,
Omens (a Giulio Cesare, a Wolsey, a sovrani inglesi ecc.), Historical Predictions,
The Predictions of the French Revolution (di John Lacy, del Baron de Marivet, di
Cazotte), predizioni (una di Marat) relative alla Bonaparte Family, Discoveries
and Inventions Anticipated, Scriptural and Unfulfilled Prophecies, Providences,
Judgements, Coincidences, and striking Occurrences.
32 Paola Zambelli, fine del mondo o inizio della propaganda? astrologia, filosofia della
storia e propaganda politico-religiosa nel dibattito sulla congiunzione del 1524, in
Scienze, credenze occulte, livelli di cultura (Firenze, 1982, pp. 291368.

33 Eugenio Garin, Lo Zodiaco della vita. La polemica sullAstrologia dal Trecento al Cinquecento, Laterza, Roma-Bari, 1998. Steven van den Broeke, The Limits of Influence. Pi-

Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

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Karl von Piloty (1826-1886), Lastrologo di corte Giambattista Seni


davanti al cadavere di Wallenstein (1855)

ro alloroscopo di Wallenstein redatto nel 1608, considerata un capolavoro per luso innovativo di vari concetti astrologici34. Bisogner attendere Schiller (Wallensteins Tod, 1799) per sottolineare il paradosso del fine
politico che rifiuta di credere al tradimento di Ottavio Piccolomini perch
non gli stato predetto dalle stelle e che poi, nella stessa stanza in cui
poche ore dopo verr ucciso, respinge il consiglio del suo astrologo, il padovano Giovan Battista Seni o Zeno (1600-1656), di fuggire limminente
co, Louvain and the Crisis of Renaissance Astrology, Brill, Leiden-Boston, 2003. Monica
Azzolini, The Duke and the Stars. Astrology and Politics in Renaissance Milan, Harvard
U, P., Cambridge, Mass., 2013. Darin Hayton, The Crowd and the Cosmos. Astrology and
the Politics of Maximilian I, University of Pittsburgh Press, 2015.

34 Robert Henseling (1883-1964), Umstrittenes Weltbild; Verlag Philipp Reclam Jun.,

Leipzig 1939, pp. 52 ss.

16

Future Wars

disastro preannunciato dagli astri35. Qui come nel famoso quadro di Karl
von Piloty (1855) il tema romantico del futuro come destino, che si pu
prevedere ma al quale non ci si pu sottrarre. Lastrologia non appartiene
al passato, ma al presente della politica. E non solo ai piani di guerra hitleriani, ma alla politica americana contemporanea36.
Scenari del futuro geopolitico
Il profeta migliore il buon senso, dice Euripide in una tragedia
perduta37. La prognosi liberante, che avvisando permette di padroneggiare
il destino, , per Koselleck, il frutto della ragion di stato. E il calcolo politico che nel 1648 consente allambasciatore veneziano a Parigi di mettere
in guardia sui problemi che, se irrisolti, tra cinquantanni produrranno
una guerra di successione spagnola38. Ma la scienza politica produce anche i grandi disegni geopolitici, come lidea moderna di Monarchia Universale, dal Re Sole a Montesquieu (1734)39. Se il Theatrum mundi del
Rinascimento e del Barocco implica la vanit e il nulla del mondo (El
gran teatro del mundo di Calderon de la Barca, 1655), la propaganda cartografica40 suggerisce una rappresentazione teatrale, e quindi non solo
statica, ma implicitamente dinamica, del mondo. Un manoscritto anonimo
del Cinquecento, proveniente da Lubecca, contiene perfino una cartografia
dellApocalissi41. La cartografia un tipo di framing, perch orienta e
35 Ritchie Robertson, Wallenstein, in Paul E. Kerry (Ed.), Friedrich Schiller: Playwright,
Poet, Philosopher, Historian, Peter Lang, 2007, p. 265. V. Welby, op. cit., p. 252.
36 V. in questo Quaderno il saggio di Donato Tambl. Ellic Howe, Astrology and psychological warfare during World War II (1972).
37 (Eur., Fab. Frg. 963): cit. sul frontespizio dei
Memoirs of the Twentieth Century di S. Madden (v. infra).
38 Koselleck, op. cit., p. 21.
39 Montesquieu, Rflexions sur la Monarchie universelle en Europe, cur. Da Michel Porret, Librairie Droz, Genve, 2000. Pierre Bonnet, La Monarchie Universelle de Louis
XIV: une notion de la pense politique, de Campanella Montesquieu, Littratures
Classiques, N. 76 (2011/3), pp. 133-146.
40 S. W. Boggs, Cartographic Hypnosis, Scientific Monthly, 64 (1947), pp. 469-476.

Edoardo Boria, Geopolitical maps: a sketch history of a neglected trend in cartography, Geopolitics, vol. 13, No. 2, 2008, pp.278-308.
41 Chet Van Duzer and Ilya Dines, Apocalyptic Cartography: Thematic Maps and the
End of the World in a Fifteenth-Century Manuscript (Huntington Library HM 83),

Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

17

inquadra dando o togliendo dalle cose certe loro qualit42, disegnando


intelaiature, cornici, contesti, mosaici, scenari.
Liam Gillick contrappone la pianificazione socialista allo scenario
thinking capitalista: e lo scrive in appendice allunica riedizione dei rarissimi Memoirs of the Twentieth Century43 di Samuel Premium Madden (1686-1765). Scritti nel 1733, i Memoirs per non disegnano scenari:
piuttosto sono una satira incompiuta e censurata44 analoga ai Gullivers Travels (1726) di Jonathan Swift, sotto forma di lettere di stato che
provengono dal futuro ambasciatore inglese a Costantinopoli (A. D.
1997), anzich da un Esploratore Turco (1684)45 o da un Philosophe
Persan (1721).
Amico di Swift, e, come lui, irlandese anglicano, co-fondatore della
Royal Dublin Society, il reverendo Madden nondimeno autore della prima futurologia geopolitica: The Reign of George VI: 1900-1925, pubblicato anonimo nel 1763, al termine della guerra dei Sette Anni e riedito
nel 1899 dal grande storico militare sir Charles William Chadwick Oman
(1860-1946)46. Il futuro di Madden come del resto quello di George
Friedman47 non conosce progresso n rivoluzioni, n socio-economiche
n tecnico-scientifiche n militari: unici attori sono le Potenze. Eppure riflettendo sulle dinamiche geopolitiche del 1762 Madden individua fattori
Brill, 2015.

42 Claudia Casadio, Effetto framing: come inquadriamo il mondo con le metafore, Paradigmi, 2009, pp. 55-68.
43 S. Madden, Memoirs of the Twentieth Century: Being Original Letters of State under
George the Sixth, In Six Volumes, London, 1733. Nuova edizione a cura di Liam Gillick
(Halmos, 1799: 2010), con un saggio di Gillick (Prevision. Should the future help the
past?, pp. 201-306).
44 Prevista in sei volumi, ne usc solo il I e delle mille copie 890 furono subito ritirate. Madden immaginava lelezione di un papa gesuita e la creazione di un Impero Vaticano formato dagli Stati Italiani (tranne Genova, estesa a Piemonte e Nizzardo) e alimentato dalle
rendite missionarie dellAfrica, del Paraguay e della Cina).
45 Gian Carlo Roscioni, Sulle tracce dellEsploratore Turco [di Gian Paolo Marana (16421693)], Rizzoli, Milano, 1992.
46 S. Madden, The Reign of George VI 1900-1925. A Forecast Written in the Year 1763, Republished, with Preface and Notes, by C. Oman, Printed for W. Nicoll in 1763, Reprinted
by Rivingtons, Covent Garden, W. C., in 1899. Giorgio VI regn in realt dal 1936 al 1952
e fu il quinto e ultimo Imperatore dIndia.
47 V. in questo Quaderno larticolo di Dario Fabbri.

18

Future Wars

ancora operanti nel primo quarto del XX secolo, al punto di collocare nel
1916-1920 la guerra decisiva che produce lannessione della Francia, del
Messico e delle Filippine alla Gran Bretagna. Certo, non prevede la ribellione delle Tredici Colonie, n le ambizioni navali tedesche e quindi considera stabile lasse anglo-tedesco (che fagocita lAustria); ma vede giustamente nella Russia (ingrandita da Scandinavia e Polonia) il nuovo nemico
principale della Gran Bretagna48 e lalleato naturale della Francia. Nella finale riunione della Francia alla Corona britannica (e nello spontaneo rigetto
dellidolatria papista da parte dei francesi) prefigura la nascita del primo
Occidente anglo-francese avvenuta con la guerra di Crimea e lunificazione
italiana (nel futuro di Madden lItalia stata unificata dal Regno di Napoli,
cliente dellInghilterra: solo il re di Venezia tenta ancora di opporsi).
Scoperto casualmente presso un bouquiniste di Burford, The Reign of
George VI sugger a Oman lidea di una catena con la dozzina di libri
vittoriani drawing fancy pictures of the state of the world many generations hence. In realt anelli mancanti fra il 1763 e il 1871 (Coming
Race di Lord Lytton) finora non sono emersi, ad eccezione forse della
tendenziosa carta dellEurope au 20me sicle pubblicata a Parigi da Henri
Dron nel 1863, lanno dellinsurrezione polacca appoggiata non solo dalle
sinistre ma pure dai governi occidentali49. La carta prevedeva un Empire
Polonais di 50 milioni di anime esteso dal Baltico al Mar Nero e con
capitale presso Minsk, pi a Nord un Empire Circassien di 60 milioni
tra Volga e Don e dal Caucaso agli Urali, ancora pi a Nord la Russia, con
30 milioni e capitale Novgorod, ristretta tra gli Urali e la Finlandia (pi la
Siberia con 10 milioni di abitanti).

48 In foreign affairs we find, from the first page of the book to the last, only two main

ideas. Russia is the bugbear of the future [] the bully of the world (Oman, The
Editors preface, p. viii).

49 Recentemente Luciano Canfora (Augusto Figlio di Dio, Roma Bari, Laterza, 2015, p. 54)
ha ricordato linvettiva di Marx contro Garibaldi che, contravvenendo al mandato del Congresso rivoluzionario di Bruxelles del settembre 1863 non aveva came out per la Polonia
in the strongest possible way e aveva invece fraternizza[to] con Pam [Palmerston]. Ma
i russi temevano invece un blitz della flotta inglese in stile Copenhagen 1807 e per questo
avevano prudentemente trasferito la Squadra del Baltico nei porti unionisti degli Stati Uniti, dove fu accolta con grande entusiasmo.
Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

19

Albrecht Altdorfer (1480-1538), Alexanderschlacht (1529). Alte Pinakothek, Monaco.


Particolare.

Forse lintuizione di Gillick sui due modi opposti di rapportarsi al futuro (scenari vs. prassi) pu aiutarci a spiegare perch fra il 1763 e il 1863
non siano comparsi futuribili geopolitici. Questi cento anni corrispondono
infatti allepoca in cui il framing del futuro non era appannaggio della
geo-cinematica, ma della filosofia della storia e della storia universale50.
Prima ancora i futuristi erano, come diceva Newton di s stesso, Nani,
appollaiati sulle spalle dei Giganti51. Oggi la new history basata sul
linguistic turn a usare the Scenario method, sometimes called the Shell
method or intuitive method52.

50 Sullorigine, v. Sanjay Subrahmanyan, On World History in the Sixteenth Century, Representations, Summer 2005, No. 91, pp. 26-57.
51 Robert K. Merton, On the Shoulders of Giants: The Post Italianate Edition, University of
Chicago Press, 1965. Massimo Giansante, Giganti e nani. Gli antichi e i moderni in una
metafora medievale, I Quaderni del M.A.E.S., 12-13 (2009-2010), pp. 137-150.
52 David J. Staley, History and Future: Using Historical Thinking to Imagine the Future,

Lanham (MD), Lexington Books, 2009.

20

Future Wars

Il morto afferra il vivo


La prognosi implica una diagnosi che introduce il passato nel futuro53.
La diagnosi infatti anche unanamnesi, una profezia sul passato54. Lirruzione del passato nel futuro pu essere una spiegazione catartica, come
nella tragedia e come dovrebbe essere nella storia. Ma pi spesso ha un
contenuto prescrittivo e paralizzante. La politica retrospettiva che vuole
vendicare le ingiustizie storiche55 scientemente il passato che non
passa, il morto che afferra il vivo56.
Il passato incombe sul futuro57 come historical trap58, memoria59,
monito, destino; in forma di reminiscenza60, lezione, exemplum (case
study)61 o di icona. Koselleck, che uno storico, lo dice ellitticamente, indi53 Koselleck, op. cit., p. 22.
54 Santo Mazzarino, Il Pensiero Storico Classico, Laterza, Roma-Bari, 19744, I, p. 31. Lespressione di Aristotele, riferita ad Epimenide. La purificazione attraverso lindagine
sul passato scrive Mazzarino ha certamente origine orientale.
55 Berber Bevernage, The Past is Evil/Evil is Past: On Retrospective Politics, Philosophy of
History, and Temporal Manicheism, History and Theory, 54, October 2015, pp. 333-352.
56 Si tratta di una massima di diritto successorio sancita da vari statuti medievali in Germania, in Francia e in parte anche in Italia (mortuus sasit vivum, Der Todte erbt den
Lebendigen; v. ad es. Le mort saisit le vif, hoc est de translatione possessionis ex defuncto
in superstitem, Venetiis, 1555 del magistrato francese Andr Tiraqueau, 1488-1558). Carlo
Marx la cita, in francese, nella prefazione alla prima edizione tedesca del Capitale (1867),
a chiusura del passo sulle conseguenze politiche e sociali doppiamente sofferte dallEuropa continentale rispetto allInghilterra, non solo per la rivoluzione capitalista ma pure per
essere questa ancora incompleta, e cio per il persistere di modi di produzione obsoleti.
Lespressione forma pure il titolo di due romanzi francesi, pubblicati nel 1925 da Georges
Lecomte (1867-1958) e nel 1942 da Henri Troyat (1911-2007).
57 Hal Brands, Jeremi Suri (Eds.), The Power of the Past: History and Statecraft, Brookings
Institution Press, 2015.
58 Walter Emil Kaegi, Jr., The Crisis in Military Historiography, in Armed Forces and

Society, Vol. 7, No. 2, Winter 1981, pp. 299-316. Un caso di trappola storica la sindrome di Monaco 1938 (con la falsa lezione principiis obsta), che porta alla guerra
del Vietnam e allirrigidimento verso la Russia (Jeffrey Record, Perils of Reasoning by
Historical Analogy. Munich, Vietnam and American use of Force Since 1945, Center
for Strategy and Technology, Air War College, March 1988).

59 Magorzata Pakier, Bo Strth, A European Memory?: Contested Histories and Politics of


Remembrance, Berghahn Books, New York, Oxford, 2013. Paolo Mieli, Larma della memoria. Contro la reinvenzione del passato, Rizzoli, Milano, 2015.
60 Sur le champ de bataille, linspiration nest le plus souvent quune rminiscence (massima attribuita a Napoleone).
61 Aborrito da Clausewitz (Vom Kriege, II, 6).

Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

21

cando al lettore lAlexanderschlacht, il quadro dipinto nel 1529 da Albrecht


Altdorf, che raffigura la vittoria di Alessandro Magno ad Isso (333 a. C.),
coi dettagli tratti da Curzio Rufo ma in panni moderni (con lanzichenecchi
e corazzieri al posto di pezeteri, ipaspisti ed hetairoi). Qui passato e futuro
si fondono in un presente assoluto: la battaglia come sospesa, sotto un
cielo tempestoso in cui compaiono il sole e la luna, simbolo della lotta irrisolta tra Oriente e Occidente. Il quadro era uno dei 15 del ciclo storico
(Historienzyklus) commissionati dal duca Guglielmo IV di Baviera a vari
artisti e dedicati a otto eroi e sette eroine del mondo antico, inclusi i quattro
massimi condottieri (Alessandro, Annibale, Scipione e Cesare) oggetto dei
celeberrimi paragoni di Livio e Appiano62: tre, trafugati un secolo dopo da
Gustavo Adolfo, si trovano al Museo Nazionale di Stoccolma.
LAlexanderschlacht impression Napoleone, che lo fece sistemare
prima al Louvre e poi nella sala da bagno del Palazzo di Saint Cloud:
fu restituito nel 181563. Icona della vittoria dellOccidente sullOriente,
tramandata dal Mondo Ellenistico allalto Medioevo64 attraverso il Roman
dAlexandre65, Isso aveva sostituito le analoghe icone del Mondo Greco
(Troia e Maratona) raffigurate attorno al 460 a. C. nella Sto Poikile (il
Portico dipinto) di Atene e rimosse nel 396 d. C. A sua volta Isso fu poi

62 Nel 2002 il Pentagono (ONA) commission alla Booz Allen Hamilton uno studio sul peso del potere militare nella durata degli imperi, confrontando quelli di Alessandro, dei Romani, di Gengis Khan e di Napoleone (cfr. Carr, op. cit, p. 17). Lopuscolo (David Gallina, Patrick Gorman, Mark Herman, Juli MacDonald, Robert Ryer, Military Advantage in
History, OSD/NA, July 2002) citava Luttwak, Paul Kennedy e V. D. Hanson, ignorando
ovviamente Livio IX, 18 (Homines cum homine et duces cum duce et fortuna cum fortuna
conferendi sunt).
63 Hubert Glaser, Quellen und Studien zur Kunstpolitik der Wittelsbacher vom 16. bis zum
18. Jahrhundert, Hirmer, 1980. Volkmar Greiselmayer, Kunst und Geschichte: die Historienbilder Herzog Wilhelms IV. von Bayern und seiner Gemahlin Jacoba: Versuch einer
Interpretation, Gebr Man, 1996. Gisela Goldberg, Die Alexanderschlacht und die Historienbilder des bayerischen Herzogs Wilhelm IV von Bayern, Alte Pinakothek, Mnchen,
2002. Il ciclo maschile conta quattro esempi di virt romana (Orazio Coclite, Muzio Scevola, Marco Curzio, Tito Manlio Torquato) e i quattro maggiori condottieri (Alessandro,
Annibale, Scipione e Cesare).
64 V. in questo Quaderno larticolo di A. Molinari sul Bellifortis di Konrad Kyeser.
65 Monica Centanni, Il Romanzo di Alessandro, Einaudi, Torino, 1991. Lorenzo Braccesi,
LAlessandro Occidentale: il Macedone e Roma, LErma di Bretschneider, Roma, 2006.

22

Future Wars

sostituito da Lepanto (1571)66.


La funzione delliconografia politico-militare parte di quel che Nietzsche chiamava, nella Seconda Inattuale, storia monumentale appunto di introdurre il passato nel[la rappresentazione del] futuro. Ma
lintroduzione di un nuovo passato un atto rivoluzionario, e al tempo
stesso un modo in cui il vivo afferra il morto: prendi in prestito un cadavere per risuscitare lo spirito (Ji sh hun hn), recita il XIV dei Trentasei stratagemmi67. Cos ad esempio la riscoperta e pubblicazione nel 1515
dei primi libri di Tacito68 sugger ad Ulrich von Hutten (1488-1523) il tema
luterano delle aquile di Teutoburgo come translatio imperii per diritto di
guerra da Roma alla Germania. Analoga, in tempi recenti, la rifondazione
comunista della storia militare russa e tedesca, culminata nel 1979 con la
costruzione del Bauernkriegspanorama di Werner Tbke sul luogo della
battaglia di Frankenhausen (1525) ai piedi del Monte Kyffhuser69.
Apprenti-sorcier bacchettato da Luciano Canfora70, Donald Kagan, pi
ancora di Victor Davis Hanson, ha reintrodotto nella pseudo-storia militare
dellAnglosfera il paradigma Ateniese71. Ma queste evocazioni di spiriti
occidental-democratici sono rischiose, specie volendo calcare in armi le
fatali pianure di Gaugamela e Ctesifonte. E se i discorsi di Bush ricordano
quelli di Alcibiade72, le fiamme di Persepoli gettano lampi sinistri sul trauma americano della Long War73.
66 Matteo Lefvre, Immaginario e ideologiia apocalittica nelle rime per la battaglia di Lepanto. Poeti italiani e spagnoli, in Ida De Michelis (cur.), Apocalissi e letteratura, Bulzoni, Roma, 2005, pp. 97-123.
67 Scoperti nel 1939 ma valorizzati solo nella revisione pubblicata dal Partito comunista cinese nel 1961.
68 Joachim Whaley, Germany and the Holy Roman Empire, Vol. I (Maximilian to the Pace of
Westphalia, 1493-1648), Oxford U. P., 2012, p. 56.
69 Harald Behrendt: Werner Tbkes Panoramabild in Bad Frankenhausen. Zwischen staatlichem Prestigeprojekt und knstlerischem Selbstauftrag, Ludwig, Kiel 2006.
70 Canfora, Tucidide, cit., pp. 97-101.
71 David Gress, From Plato to NATO: The Idea of the West and Its Opponents, Simon and
Schuster, 1998.
72 Catherine Ann Collins and Gretchen Flesher Moon, Moving the State to War: Appeals by
Nicias, Alcibiades, Bush and the U. S. Congress, in Michael B. Cosmopoulos (Ed.), Experiencing War. Trauma and Society in Ancient Greece and Today, Ares Publishers, Chicago, 2007, pp. 35-61.
73 Lawrence Tritle, Two Armies in Iraq: Tommy Franks in the Footsteps of Alexander the
Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

23

Ucronia
Alcuni autori usano What If? anche per indicare i Kriegspiel e i piani di
contingenza per guerre teoricamente possibili74. Ma in genere con questa
espressione si indicano i punti di divergenza (POD, Change Points75) tra
evento storico e sviluppo immaginario. I POD sono tipici della storia alternativa o controfattuale (ucronia, allostoria, fantastoria), ma si possono sviluppare non solo nel passato, ma anche nel presente e nel futuro, dai
wargame storici fino al paradosso logico delle divergenze provocate dai
viaggi nel tempo, delle stargate (mundus Cereris) e degli universi paralleli
immaginati da storici controfattuali,
come ad esempio Harry Turtledove.
La letteratura catalana inizia con
Tirant lo Blanc di Joanot Martorell
(1413-1468), un romanzo sulle imprese di un cavaliere di Britannia che
alla testa dellesercito bizantino sconfigge gli Ottomani e salva Costantinopoli. Citato nel Don Quixote76, rivalutato nel 1969 da Mario Vargas Llosa77
e approdato al cinema nel 200678, viene oggi considerato il pi antico esempio di ucronia. Bisogna per attendere quasi quattro secoli per trovare
il secondo, Napolon et la conqute
du monde 1812 1832 di Louis GeofGreat, in Cosmopoulos, cit., pp. 167-194.
74 V. in questo Quaderno larticolo di Jeremy Black.
75 O Jon Bar Hinge, in riferimento a un racconto di Jack Williamson in The Legion of Time
(1952).
76 Daniel Eisenberg, Pero Prez the Priest and His Comment on Tirant lo Blanch, MLN,
Johns Hopkins Press, vol. 88, No. 2 (Mar. 1973), pp. 321-330.
77 M. Vargas Llosa, Lletra de batalla per Tirant lo Blanc (Barcelona, Edicions 62, 1969; Id.,
Carta de batalla por Tirant Lo Blanc, Planeta Publishing Corporation, 1991. Donatella Siviero, Tirant lo Blanch e la tradizione medievale. Echi testuali e modelli generici, Rubbettino, Messina, 1997.
78 Tirante el Blanco (aka The Maidens Conspiracy), di Vicente Aranda. Coproduzione anglo-spagnola, con Giancarlo Giannini nella parte dellImperatore.

24

Future Wars

froy79, dove il POD la decisione di Napoleone di non fermarsi a Mosca in fiamme e di continuare linseguimento dellArmata russa. Invasa e
sconfitta lInghilterra, Napoleone costruisce cos la monarchia universale
e muore pacificamente nel suo letto, al culmine della gloria, nel 1832. Nel
saggio del 1907 su Waterloo vinta da Napoleone80, Macaulay Trevelyan lo
faceva morire, demente, nel 1836, in unEuropa sempre pi cupa e repressiva, che anticipa quella post-hitleriana immaginata da Robert Harris in
Fatherland (1992)81.
Il saggio di Trevelyan fu inserito nel 1931 in una raccolta di storie alternative curata da sir John Collins Squire (1884-1958)82, con autori del
calibro di Hilaire Belloc, G. K. Chesterton, Emil Ludwig e perfino Winston Churchill, la cui statura epocale ha offuscato il suo genio storico e
letterario83. Altre raccolte famose sono quelle curate nel 1986 da Waugh e
Greenberg (col famoso saggio di Toynbee su Alessandro Magno)84 e nel
1999 da Robert Cowley85. La maggior parte di questi What If? sembrano
in realt dimostrazioni a contrariis del carattere decisivo/epocale dei fatti
79 Louis-Napolon Geoffroy-Chteau (1803-1858), Napolon et la conqute du monde: 1812
1832, 1836; ripubblicato col titolo Napolon apocryphe: 1812-1832: Histoire de la conqute du monde et de la monarchie universelle, Paulin, Paris, 1841; La Librairie Illustre,
Paris, 1896.
80 George Macaulay Trevelyan, If Napoleon Had Won the Battle of Waterloo, Westminster Gazette, July 1907 (Clio: A Muse, and Other Essays, Literary and Pedestrian, London,
1913, pp. 184-200).
81 Vedi in questo Quaderno il saggio di Eric Terzuolo If Hitler Had Won.
82 Squire (Ed.), If It Had Happened Otherwise, Lapses into Imaginary History, Longmans,
Green, London, 1931 (col titolo If, or History Rewritten, Viking Press, New York, 1931).
Nel saggio di Churchill (If Lee had not won the Battle of Gettysburg) la vittoria sudista nella guerra di Secessione porta ad una Associazione anglofona che previene la grande
guerra: e un autore immagina le conseguenze negative che avrebbe avuto invece una vittoria nordista.
83 Cfr. Paul Kent Alkon, Winstons Churchill Imagination, Associated U. P.,2006.
84 Arnold J. Toynbee, If Alexander the Great Had Lived On, Some Problems of Greek History, Oxford U. P., London, 1969, pp. 441-86 [in Charles Waugh and Martin Harry Greenberg (Eds.), Alternative histories: eleven stories of the world as it might have been, Garland, 1986].
85 R. Cowley (Ed.), What If? The Worlds Most Foremost Military Historians Imagine What
Might Have Been, New York, Putnam, 1999, con 20 saggi di 13 famosi storici militari
(come William H. McNeill, Victor Davis Hanson, Geoffrey Parker, John Keegan) poi riuniti con altri 25 in The Collected What If? Eminent Historians Imagine What Might Have
Been, Putnam, 2001. V. pure Cowley (Ed.), What Ifs? of American History, Putnam, 1999.
Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

25

wie es eigentlich gewesen86, con leffetto di rivalutare lhistoire-bataille


contro la storia delle strutture e della lunga durata.
Ma il concetto di POD pu forse farci meglio intendere i complessi
concetti clausewitziani di momento decisivo (Zeitpunkt) del combattimento87 e di punto culminante della vittoria (VK, VIII, 22: ber den
Kulminationspunkt des Sieges)88 oltre il quale cominciano le perdite e la
disfatta.
Per lo studio storico della letteratura sulla guerra futura
Parzialmente ritrattando la critica radicale da lui rivolta nel 1999 alla
storia controfattuale, sir Richard John Evans, Regius Professor of history
a Cambridge, ha tracciato nel 2014 la prima storia della storiografia alternativa e dei complessi problemi epistemologici sollevati da questo nuovo
metodo storico89, le cui implicazioni sono poi state ben approfondite da
Jeremy Black90.
Altri contributi rilevanti per il nostro tema, sono le antologie91, i repertori92, le interpretazioni storiche93 della Future Warfiction e la sua con86 Come propriamente andarono. Leopold von Ranke, Vorrede in Geschichten der
lateinischen und germanischen Vlker von 1494 bis 1514 (1824), Duncker & Humboldt,
Leipzig, 18853, p. VII.
87 VK I, 1; IV, 7; 9; 12.
88 AK VIII 3; 7; Kulminationspunkt der Angriff (VK VII, 4; 5).
89 Sir Richard John Evans, In Defense of History, W. W. Norton, New York,1999; Id., Altered Pasts: Counterfactuals in History, Little Brown; Hachette, London, 2014. Cfr. Roland Wenzlhuemer, Kontrafaktisches Denken als wissenschaftliche Methode, Historical
Social Research, Vol. 34 (2009), No. 2, pp. 27-54. Vanni Balestra, Origini dellUcronia, la
letteratura contro la storia, tesi di dottorato, Universit di Bologna, 2013.
90 Jeremy Black, Other Pasts, Different Presents, Alternative Futures, Indiana U. P. Bloomington, 2015.
91 Michael Moorcock, Before Armageddon. An Anthology of Victorian and Edwardian Imaginative Fiction Published Before 1914, W. H. Allen, 1975. Id., England Invaded, 1977.
Frederic Krome, Fighting the Future War: An Anthology of Science Fiction War Stories,
1914-1945, Routledge, 2012.
92 Everett F. Bleiler, Science-Fiction: The Early Years, The Kent State U. P., Kent, Ohio,
1990. V. pure la voce di en.wikipedia Invasion literature e il sito di Derek Linney (theRiddleoftheSand. Victorian and Edwardian Invasion, Future War & Spy Literature).
93 Ignatius Frederick Clarke (1918-2009), Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U.
P., 1966; Voices Prophesying War 1763-3749, Oxford U. P., 1992 (uno degli otto volu-

26

Future Wars

taminatio col futurismo militare94. Gli studi sono per ancora incentrati
quasi esclusivamente sulla letteratura anglofona. In questo Quaderno abbiamo cercato di colmare le lacune italiana e francese95, ma ci sfuggito il
capostipite della fantascienza italiana96 e nonostante ripetuti tentativi non
siamo riusciti a trovare un autore in grado di trattare il futurismo militare
russo e sovietico97. Lo studio storico ed epistemologico della storiografia
mi della collezione British Future Fiction, 1700-1914). Id., Before and After The Battle
of Dorking e Future-War Fiction: The First Main Phase, 1871-1900, Science Fiction
Studies, No.73, Volume 24, Part 1 and 3 (March and November 1997). David Seed (Ed.),
Future Wars: The Anticipations and the Fears, Liverpool U. P., 2012, pp. 9-31 e in Arthur
B. Evans (Ed.), Vintage Visions: Essays on Early Science Fiction, Wesleyan U. P., 2014,
pp. 96-123. Howard Bruce Franklin, War Stars: The Superweapon and the American Imagination, Oxford U. P., Amherst, 1988; 2008 (2nd revised and expanded ed.). George Locke
and Louis Tracy, Sources of Science Fiction Future War Novels of the 1890s, Routledge,
1999. Charles E. Gannon, Rumors of War and Infernal Machines. Technomilitary Agenda-setting in American and British Speculative Fiction, Liverpool U. P. 2003 (Rowman
& Littlefield, 2005). Antulio J. Echevarria II, Imagining Future War: The Wests Technological Revolution and Visions of Wars to Come, 1880-1914, Praeger, Westport, CT,
2007. Dina Brandt, Der Deutsche Zukunftsroman 1918-1945. Gattungstypologie und sozialgeschichtliche Verortung, Max Niemeyer Verlag/De Gruyter, Tbingen, 2007. Patrick
M. Kirkwood, The Impact of Fiction on Public Debate in the Late Victorian Britain: The
Battle of Dorking and the Lost Career of Sir George Tomkins Chesney, The Graduate
History Review, Vol. 4 No. 1 (Fall, 2012). Jrme Aan de Wiel, German Invasion and
Spy Scares in Ireland, 1890s-1914: Between Fiction and Fact, tudes dhistoire et de civilisation, 37 (2012), N. 1, pp. 25-40. Kim A. Wagner and Patrick Longson (Eds.), Empire
In Peril: Invasion-Scares and Popular Politics in Britain, 1890-1914, Workshop, Queen
Mary, University of London, 15-16 Nov. 2013. Andreas Rose, Waiting for Armageddon?
British Military Journals and the Images of Future War (19001914), Perspectivia.net,
40, 2013, pp. 317-331. Mathieu Letourneux, Quand arrivera la guerre de demain
Bientt, je veux lesprer: Rcits de guerre future, gnricit et discours social, Nineteenth-Century French Studies, Vol. 43 (Spring-Summer 2015), Nos. 3-4, pp. 223-238.
94 Christopher Coker, Future War, Polity Press, Cambridge, 2014; John Wiley & Sons, 2015.
95 V. gli articoli di M. Gabriele, S. e R. Masini, P. Cau e F. Angeletti.
96 Ippolito Nievo (1831-1861), Storia filosofica dei secoli futuri fino allanno dellE.V. 2222,
ovvero fino alla vigilia in circa della fine del mondo, 1860; ed. a cura di Mariarosa Santiloni, Fondazione Ippolito e Stanislao Nievo, 2012 (v. Riccardo Campa, in AdVersuS, IX,
23, dicembre 2012, pp. 13-30).
97 Il primo romanzo russo di fantaguerra (contro lInghilterra) LIncrociatore Speranza
Russa (Krejser Russkaja nadezhda, 1887, che affonda lHMS Agamemnon nel porto di Bomba ), dellufficiale di marina Aleksandr Egorovi Konkevi-Murmanskij
(1842-1917), autore, con lo pseudonimo di Belomor (Mar Bianco), anche de La guerra fatale del 18?? (Rokovaja vojna 18?? goda, 1889). Ufficiale di marina era pure Vladimir Ivanovi Semnov (1867-1910), autore di Tsaritsa mira (Imperatrice del Mondo,
Storia della distopia militare

Diagnostica della distopia militare

27

controfattuale e della letteratura di anticipazione di enorme importanza


anche per la storia del pensiero militare, delle previsioni strategiche, della
pianificazione operativa e delle decisioni irrevocabili98, un settore della
storia militare molto sviluppato negli ultimi trentanni. Qui lo storico cerca
di individuare il peso che le passate rappresentazioni del futuro quelle
che Reinhart Koselleck chiamava nel 1979 i futuri passati (Vergangene
Zukunft; Futures Past)99 ebbero nel determinare gli eventi.

1908) e Tsari vozdukha (I Re dellAria, 1909). Sulla Future Warfiction sovietica v. Andrej
Lubenskij, A short history of Russian fantastica, The Mentor, Australia. 1994 e Joon Sung Park, Literary reflections of the future war: A study of interwar Soviet literature
of military anticipation, PhD Dissertation University of Michigan 198 (2004), dedicato a
Na Vostok (Ad Oriente, 1936) di Ptr Andreevi Pavlenko (1888-1951) e a Pervyj udar.
Povest o buduej vojne (Il primo colpo. Racconto di guerra futura, 1939) di Nikolaj
Nikolaevi panov (1896-1961), pubblicato dal Commissariato popolare della Difesa nella serie addestrativa Biblioteca del Comandante. Qui il nemico era chiaramente la Germania e dopo il patto Ribbentrop-Molotov il libro fu ritirato, tornando in circolazione solo
dopo la guerra. Su Pavlenko v. Valentina Ivanovna Petrovskaja, Ptr Andreevi Pavlenko
(1888-1951) Pamjatka itatelyu, Gosudarstvennaja biblioteka SSSR imeni V.I. Lenina,
1954. Circa le elaborazioni dottrinali, v. Raymond L. Garthoff, The Soviet Image of Future
War, Public Affair Press, Washington, 1959. Roger N. McDermott, The Transformation of
Russias Armed Forces: Twenty Lost Years, Routledge, 2016.
98 Manfred F. Boemeke, Roger Chickering, Stig Frster, Anticipating Total War: The German and American Experiences, 1871-1914, Cambridge U. P., 1999; Richard Hamilton
and Holger H. Herwig (Eds.), War Planning 1914, Cambridge U. P. 2014. Stig Frster (Hrsg.), An der Schwelle zum Totalen Krieg die militrische Debatte ber den Krieg
der Zukunft 1919-1939, Krieg in der Geschichte N. 13, Ferdinand Schning, Paderborn, Mnchen, Wien, Zrich, 2002. Questo importante volume include saggi di Giulia Brogini Knzi (Die Herrschaft der Gedanken. Italienischen Militrzeitschriften und
das Bild des Krieges pp. 37-112); Daniel Marc Segesser (Nur keine Dummheiten: Das
franzsische Offizierskorps und das Konzept des Totalen Krieges, pp. 113-178); Timo
Baumann (Die Entgrenzung taktischer Szenarien. Der Krieg der Zukunft in britischen
Militrzeitschriften, pp. 179-266); Markus Phlmann (Von Versailles nach Armageddon: Totalisierungserfahrung und Kriegserwartung in deutschen Militrzeitschriften, pp.
323-392); Segesser (Landesverteidigung im Schatten des totalen Krieges: Das belgische Offizierskorps und die Sicherung der territorialen Integritt des Landes, pp. 267322); Brogini und Phlmann (David gegen Goliath? Das Schweizer Offizierkorps im
Schatten des Krieges, pp. 393-442); Bernd Greiner (Exkurs: Die Beschftigung mit der
fernen Vergangenheit ist nutzlos: Der Totale Krieg im Spiegel amerikanischer Militrzeitschriften, pp. 443-466).
99 Koselleck, op. cit.

28

Future Wars

Questo quaderno, che riprende un tema affrontato embrionalmente dalla Sism gi dieci anni fa100 e comprende contributi di 46 studiosi, 34 dei
quali Soci Sism, stato preparato da una lunga e complessa ricerca bibliografica e iconografica, per un complesso di oltre duemila libri e articoli e
mille immagini.

100 Quaderno Sism 2006 Storia della guerra futura. Atti del Convegno di Varallo, 22 settembre 2006, a cura di Carlo Rastelli e Giovanni Cerino Badone.
Storia della distopia militare

29

Le strategie dellapocalisse

Profezie, predizioni e guerra psicologica


di Donato Tambl
During many ages, the prediction, as it is usual,
contributed to his own accomplishment
Edward Gibbon, Decline and Fall of the Roman Empire
Futura consideranda sunt
Daniel Meisner, Thesaurus philo-politicus
Feliciter sapit qui alieno periculo sapit
Plauto

Prologo - Lapocalisse e la sua strumentalizzazione


l termine apocalisse, dal significato originario di palesamento,
disvelamento dal greco (ap kalpto), scoprire ci
che nascosto e dalla designazione di un genere letterario di tipo
profetico, conseguente al libro dellApocalisse di Giovanni e a consimili
opere sia cristiane che ebraiche, passato ad indicare eventi calamitosi e
catastrofici, per cause belliche o naturali, con la predizione di eventi storici o di fine del mondo. Il filone spirituale ed escatologico, presente gi
nellAntico Testamento, viene cos spesso utilizzato a fini contingenti, di
controllo sociale attraverso la paura del Giudizio divino, o di manipolazione del consenso e di rafforzamento del potere attraverso la suggestione di
massa e il convincimento dellineluttabilit di determinati avvenimenti,
come la vittoria in battaglia o in guerra, la sottomissione di citt e popolazioni, il prevalere di una ideologia. Questo stato realizzato pi volte
nelle epoche passate, a partire dal Medioevo, quando il complesso metaforico e semantico dellApocalisse fu utilizzato come armamentario dialettico e strategico contro lavversario di turno, ma ha trovato spazio anche
in periodi insospettabili, come lilluminismo o il mondo contemporaneo1.

1 Sullidea di Apocalisse e sulla sua ricezione nella cultura e nella societ nelle diverse

30

Future Wars

Luso dellApocalisse a fini di lotta di potere e di predominio, non solo in


campo militare, si estese e fu adoperato tanto dai governanti che dalle
classi subalterne in cerca di riscatto, dando luogo ai vari movimenti millenaristi ed escatologici in cerca di palingenesi sociale con le relative
conseguenti rivolte.
In particolare se ne sono avvalsi e se ne avvalgono tutti coloro che
hanno interesse a convincere gli avversari del proprio prestabilito e perci
ineluttabile trionfo.
epoche, dalla Grecia classica alla politica estera contemporanea degli Stati Uniti dAmerica si vedano i 17 saggi del volume: Karolyn Kinane, Michael A. Ryan, End of
Days: Essays on the Apocalypse from Antiquity to Modernity, Jefferson, North Caroline - London 2009.
Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

31

Possiamo dunque affermare che i metodi di persuasione mediante temi


apocalittici e profetici atti a produrre confusione e panico negli schieramenti avversari - e parallelamente determinazione e consenso nella propria
parte - sono diventati una vera e propria tecnica bellica operativa e vengono teorizzati, definiti e praticati nellambito della guerra psicologica.
Le strategie dellapocalisse hanno assunto diverse forme nel corso
della storia e sono andate affinandosi in vere e proprie operazioni militari,
che oggi nella dottrina militare sono definite psychological operations
(PSYOPS). Queste comprendono ogni operazione condotta con metodi
psicologici intesa a provocare una predeterminata reazione psicologica da
parte delle persone coinvolte.
Il profetismo nel Medioevo
I secoli del Medioevo sono il periodo doro delle profezie apocalittiche
e catastrofiche. La base costituita dalle profezie dellAntico Testamento
(in particolare nel Libro di Daniele, in Esdra e nel Libro di Enoch) e
dallApocalisse di San Giovanni Apostolo2. Questo profetismo canonico veniva utilizzato soprattutto come strumento spirituale di conversione
e di persistenza nella fede, utile nella predicazione, mezzo dottrinale che
assicurava consenso, facendo leva contemporaneamente sulla paura e
sullattesa del futuro. Lannuncio di guerre e catastrofi si coniugava cos
regolarmente con le aspettative escatologiche3. Ma ben presto, approfittando della forte presenza e suggestione dei temi apocalittici nellimmaginario collettivo, alle profezie tradizionali se ne aggiunsero di nuove, si
rielaborarono, si adattarono ad avvenimenti e personaggi contemporanei,
per orientare in un senso o in un altro le popolazioni, per favorire una parte
politica o per dare sostegno a specifiche richieste o rivendicazioni (si
pensi alle sommosse contadine). Il proliferare di indovini, astrologhi e
profeti, che luomo medievale consultava nel desiderio di conoscere anche
il proprio futuro prossimo e per essere rassicurato nel proprio presente, il

2 Sulla concezione dellApocalisse in questo periodo si veda: Richard Kenneth Emmer-

son, Bernard McGinn, The Apocalypse in the Middle Ages, Ithaca, NY 1992.

3 Cfr. di W. Verbeke, D. Verhelst, A. Welkenhuysen (cur.), The Use and Abuse of Escha-

tology in the Middle Ages, Leuven 1988.

32

Future Wars

millenarismo dilagante, che spesso dava luogo ad inquietudini di massa e


a congreghe penitenziali o rinnovatrici, condussero anche ad interpretazioni politiche contingenti e strumentali, oltre che alla nascita di un vero
e proprio genere letterario, che mescolava, in un sincretismo fantasioso,
storia e leggenda, religione e politica4.
Cos Goffredo di Monmouth, sulla scorta delle tradizioni popolari e
della mitologia celtica, ispirandosi (a suo dire su invito del vescovo di
Lincoln) al personaggio del folklore gallese di Myrddin Wyllt, introdusse
il mago Merlino in veste di profeta nella sua Prophetiae Merlini, inglobata successivamente nel VII volume della Historia regum Britanniae, trattandone infine anche in una Vita Merlini. Queste profezie, sul futuro
politico della Britannia e in prospettiva del mondo, avranno subito grande
diffusione e fortuna e se da un lato accompagneranno la saga letteraria di
Re Art, verranno prese in considerazione ed utilizzate ideologicamente
come reali vaticini in diverse occasioni ed epoche5. In particolare durante
la Guerra delle Due Rose ne faranno uso entrambe le fazioni unitamente alle profezie del sovrano gallese di Gwynedd, Cadwaladr, connesse alla
lotta fra un drago bianco ed uno rosso6. Ancora nel Seicento, durante la
Guerra Civile inglese, accanto ad un fiorire di opere astrologiche, la figura di Merlino sar un costante punto di riferimento7.
Emblematici delluso politico-militare della profezia sono lImpero

4 Sullatteggiamento verso il futuro delluomo medievale, dallanticipazione profetica

ai metodi divinatori e alle strategie di programmazione e organizzazione fondamentale il volume: John Anthony Burrow, Ian P. Wei, Medieval Futures: Attitudes to the
Future in the Middle Ages, Woodbridge, Suffolk, Rochester N.Y. 2000.
5 Cfr. Lesley Ann Coote, Prophecy and Public Affairs in Later Medieval England, York
2000; Tim Thornton, Prophecy, Politics and the People in Early Modern England,
Woodbridge, Suffolk 2006.
6 Howard Dobin, Merlins Disciples: Prophecy, Poetry, and Power in Renaissance
England, Stanford 1990; Id., Prophecy and the politic of interpretation in Renaissance English literature, Stanford 1982. Anthony Goodman, The Wars of the Roses:
Military Activity and English Society, 1452-97, London-New York 1981.
7 In questo periodo furono pubblicati a Londra due libri destinati a lunga fama: Thomas
Heywood, Life of Merlin, surnamed Ambrosius; his prophecies and predictions interpreted and their truth made good by our English annals (1641) e W. Lily, Englands
prophetical Merlin (1644).
Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

33

bizantino e il suo rivale lImpero ottomano8.


Le aspettative millenaristiche e i temi apocalittici sono infatti frequenti nella societ bizantina e si intensificano nel confronto con lIslam e con
la prossimit dellanno 7000 dellera bizantina (1492 d.C.), che secondo
una tradizione doveva coincidere con la fine dei tempi.
Gli Ottomani a loro volta si appropriarono dei topoi apocalittici bizantini connessi a Constantinopoli9, la cui conquista veniva indicata come
inevitabile sulla base di profezie interpretate a proprio favore e la cui
caduta provoc un ulteriore produzione di letteratura profetica10 .
Un curioso esempio di questo atteggiamento la leggenda turca della
mela rossa, kzil elma, riferentesi alla conquista di una imprecisata citt
imperiale non islamica (Roma, Costantinopoli, Buda o Vienna) che avrebbe costituito lacme della potenza ottomana11. Da qui si origin il saluto
delle truppe al sultano con un arrivederci alla mela rossa!.
Anche gli adt coranici si riferivano alla conquista di due citt, Roma
e Costantinopoli.
Ma dalla parte opposta, nella tradizione greca, la profezia venne rovesciata di segno per sostenere la futura restaurazione dellimpero e il ritorno del sovrano cristiano: si parler cos della definitiva cacciata dei turchi
8 Si veda in proposito: Paul Alexander, The Byzantine Apocalyptic Tradition, Berkeley

1985; Paul Magdalino, The history of the future and its uses: prophecy, policy and
propaganda, in The Making of Byzantine History. Studies dedicated to Donald M.
Nicol on his Seventieth Birthday, Aldershot 1993; Id., Uses: Prophecy, Policy and
Propaganda, in The Making of Byzantine History, cit.
9 Cfr. Kaya ahin, Constantinople and the End Time: The Ottoman Conquest as a Portent of the Last Hour, Journal of Early Modern History,14, 2010.
10 Cfr. Agostino Pertusi, Fine di Bisanzio e fine del mondo: significato e ruolo storico
delle profezie sulla caduta di Costantinopoli in Oriente e in Occidente, a cura di Enrico Morini, Roma 1988; M.-H. Congourdeau, Byzance et la fin du monde. Courants
de pense apocalyptiques sous les Palologues, in Les traditions apocalyptiques au
tournant de la chute de Constantinople, Actes de la Table Ronde dIstanbul (13-14
avril 1996), Paris 2000.
11 Ettore Rossi, La leggenda turco-bizantina del pomo rosso, in Atti del V Congresso
Internazionale di Studi Bizantini (Roma, settembre 1936), Roma 1939, pp. 542-553;
Y. Miyamoto, The Influence of Medieval Prophecies on Views of the Turks, Islam
and Apocalypticism, in Journal of Turkish Studies, 17, 1993, pp. 125-145; Stphane
Yerasimos, De larbre la pomme. La gnalogie dun thme apocalyptique, in Les
Traditions apocalyptiques, cit., pp. 170-184.

34

Future Wars

dal Paese del melo rosso (kokkine melia o Monodendron) al destarsi


dellultimo imperatore bizantino, Costantino XI, mutato in statua marmorea alla caduta della citt.
Let moderna
Linvenzione della stampa favorisce la diffusione delle profezie (in
singole edizioni o in antologie) e contestualmente aumenta la portata del
loro uso politico. Non c avvenimento politico o militare che non trovi la
sua spiegazione profetica e che non venga visto in prospettiva escatologico-apocalittica.
Astrologi e veggenti sono corteggiati dai sovrani, che li ascoltano e li
seguono come utili consiglieri e se ne avvalgono per la propaganda personale e il rafforzamento del proprio potere12.
La figura di spicco in questo senso senzaltro Michel de Notredame,
meglio conosciuto come Nostradamus, la cui fama, notevole gi ai suoi
tempi, era destinata a superare i secoli, giungendo, con controverse e sempre mutevoli interpretazioni delle sue quartine, sino a noi. Il personaggio
fin troppo noto perch ci sia bisogno di tratteggiarlo in questa sede13.
Basti dire che le quartine delle sue Centurie, trovano costantemente posto
nella cultura popolare e nellimmaginario di ogni guerra futura. Una smisurata produzione editoriale di commento, esegesi, divulgazione, e spesso
anche di appropriazione, alterazione e riscrittura, ha fatto seguito alle sue
opere, fino agli innumerevoli siti internet della nostra epoca14.

12 Cfr. Colette Beaune e Nicole Lematre, Prophtie et politique dans la France du Midi

au XVe sicle, in Mlanges de lcole franaise de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, 102, n2. 1990. pp. 597-616; Franois Secret, Aspects oublis des courants
prophtiques au dbut du XVIe Sicle, in Revue de lhistoire des religions, tome 173
n2, 1968. pp. 173-201.
13 V. in proposito: Donato Tambl, Plemos tra mitologia, utopia e ucronia. La guerra nella letteratura di fantasia, in Storia della guerra futura, Quaderno SISM 2006,
pp.133-158.
14 Solo a titolo di esempio si segnalano i seguenti testi di reference: Michel Chomarat,
Bibliographie Nostradamus XVIe - XVIIeXVIIIesicles, Baden-Baden - Bouxwiller
1989; Peter Lemesurier, The Nostradamus Encyclopedia: The Definitive Reference
Guide to the Work and World of Nostradamus, New York 1999; Michel Dufresne, Dictionnaire Nostradamus, Chicoutimi (Qubec) 1989.

Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

35

Nel Seicento, di fronte alla nuova minaccia ottomana e allassedio di


Vienna (1683) riapparvero e dilagarono i libelli profetici che miravano a
dare sicurezza di vittoria ai combattenti cristiani15.
Ma con lilluminismo, let della ragione, si fece strada gradualmente
un atteggiamento pi pragmatico verso il futuro e la divinazione, lastrologia, gli oracoli, furono relegati a fenomeno popolare, salvo a recuperarli occasionalmente nellambito parascientifico di presunti nuovi saperi.
Astrologi e cartomanti divennero anche unattrazione da salotti e circoli,
e le loro predizioni furono considerate spesso un passatempo o un gioco
15 Significativi e risoluti sin dal titolo, come ad esempio: Nicol Arn, Presagio della im-

minente rovina e caduta dellImperio Ottomanno, delle future vittorie e prosperi successi della Cristianit, cavato da diverse profezie, oracoli, vaticinii e pronostici antichi e moderni, Dato in luce sotto gli Auspicii della Santa Lega stabilita tra Leopoldo
I. Imperatore de romani, il Re di Polonia Giovanni III (Sobiescki) e la Repubblica Veneta, Venetia 1686.

36

Future Wars

di societ. Mentre Nostradamus veniva riesumato durante le guerre napoleoniche e i suoi scritti ripubblicati e adattati alle situazioni in corso, indovini e profetesse circondavano i potenti - fra cui sembra lo stesso
Napoleone e sicuramente lo zar Alessandro16 e furoreggiavano fra nobili e borghesi come consulenti e consiglieri nelle pi diverse occasioni.
Un curioso esempio di uso della profezia per destabilizzare il nemico e
incoraggiare il proprio paese, un foglio volante intitolato The Prophecy!
or Bonaparte killed at last by his own troops!. Questo stampato, da un lato
serviva a ridicolizzare Bonaparte presso i britannici, ma, diffuso anche
nelle schiere francesi con la notizia del vaticinio nefasto per il Generale destinato ad essere ucciso dai suoi soldati come un imperatore romano precorreva in un certo senso la black propaganda inglese della seconda
Guerra Mondiale contro i nazisti17.
Fra gli usi strumentali di profezie e fenomeni paranormali devono
annoverarsi anche i racconti di visioni attribuite a personaggi illustri,
come per esempio la cosiddetta visione di George Washington che, secondo una leggenda, in piena Guerra dIndipendenza, nel febbraio 1778, a
Valley Forge avrebbe ricevuto la visita di un angelo che gli avrebbe preannunciato non solo la vittoria sulle truppe britanniche, ma anche il futuro
della giovane Repubblica nei successivi centosettanta anni. Non sarebbero
mancati momenti difficili e dure prove - fra cui una guerra interna e una
guerra mondiale ma lAmerica avrebbe prevalso fino a guidare il mondo.
Per dare autorevolezza allepisodio ne viene attribuito il racconto a un
testimone, il soldato Anthony Sherman, che avrebbe rilasciato unintervista il 4 luglio 1859, a 99 anni.
16 Sul ruolo della baronessa Krdener (1764-1824) quale ispiratrice della Santa Alleanza
proposta dallo zar v. Daniel L. Schlafly Jr., Star of the East: The Holy Alliance and European Mysticism, in Kritika: Explorations in Russian and Eurasian History, 4, No. 2
(Spring 2003), pp. 313-342.
17 Il foglio risulta printed for J. Hattchard, 190 Piccadilly. Si tratta di un sogno profetico
attribuito allo stesso Napoleone, messo ironicamente in versi e preceduto da un preambolo
in prosa di taglio giornalistico, che recita: A true story, just brought from Paris by a Gentleman, who arrived in England two days ago. This story is founded on a Dream of Bonaparte, which happened a Week since, and has greatley agited his Mind, arising no doubt
from the inner Workings of conscience. This Dream he communicated to his faithful Mameluke, and some way or other it has transpired - perhaps by the secret intention of Providence, Whose way are inscrutable.
Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

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Non certo un caso che


questa storia di sapore letterario e propagandistico sia stata
pubblicata per la prima volta
sul periodico Philadelphia
Inquirer del 24 giugno 1861 a
firma di Wesley Bradshaw,
pseudonimo del giornalista
Charles W. Alexander (18361927), autore di altri simili
narrazioni attribuite ai presidenti Abraham Lincoln,
Jefferson Davis, Ulysses S.
Grant e al generale McClellan.
La guerra civile richiedeva
forti richiami patriottici e questo genere di interventi supernaturali18 facevano al caso. La
visione di Washington, in particolare ebbe subito grande
diffusione, venendo ripubblicata sulla Pittsfield Gazette nel dicembre dello stesso anno e sul New
Hampshire Sentinel nellaprile 1862. Infine nel 1864 la riprese in un
pamphlet dal titolo The Washingtons Vision19. Fra le varie successive
ristampe la storia apparve sul National Tribune nel 1880 e su Stars and
Stripes nel 1950 (data finale della profezia dellangelo!).
Questa propaganda letteraria di genere profetico ricorda le varie profezie sulla gloria di Roma contenute nellEneide e in questo senso si inseri-

18 Come pure il ricorso alla Bibbia, ad esempio ricavandone che Napoleone III, intervenuto in Messico e sostenitore della Secessione, era lAnticristo: v. The Prophetic Times. A
New Serial, devoted to the exposition and inculcation of the doctrine of the Speedy Coming and Reign of the Lord Christ, and related subjects, edited by Rev. Docs. Seiss, Newton, Duffield and Others, Philadelphia, 1863, vol. I (1863), pp. 17-20, 52-64, 87-88, 145147; II (1864), pp. 48, 53, 95, 100.
19 Lopuscolo sul sito: www. letrs.indiana.edu.

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Future Wars

sce nel mito imperiale della


nuova Roma sul suolo americano20. Langelo di Washington fa
da pendant al Mercurio virgiliano, il quale per disposto di Giove
aveva annunciato ad Enea che
avrebbe fondato una citt e che
sarebbe stato progenitore di un
popolo che avrebbe dominato il
mondo. Cambiano i tempi ma
non le mitologie e il loro uso
politico.
La Guerra di secessione americana fu preceduta e accompagnata da numerose premonizioni
e preveggenze parapsicologiche,
spesso utilizzate a fini di propaganda. La pi famosa, ma anche
controversa, sarebbe quella del
fondatore del Mormonismo,
Joseph Smith, che avrebbe profetizzato la Guerra Civile sin dal
1832, ripetendola con maggiori
dettagli nel 1842. Il testo delle sue parole fu poi pubblicato nel 1851 nel
volume Pearl of Great Price edito dalla Church of Latter-day Saints, citata nel 1951 sul Philadelphia Sunday Mercury, e di nuovo con commento
il 5 maggio 1861 e quindi ripubblicata da Orson Pratt in The Seer nel 1854
con commento editoriale e interpretazione.
Fra le tipologie di previsione del periodo era in gran voga lo spiritismo.
Un tipografo americano di Weymouth nel Massachusetts J.D. Stiles, noto
come medium, tra il 1854 e il 1859 redasse per scrittura automatica dodici
messaggi nei quali si parlava con sempre maggiori particolari dellincom20 Sul paradigma romano nella visione imperiale anglo-americana, v. Virgilio Ilari, We, like the Romans? Per lo studio del paradigma romano nella rappresentazione e nellinterpretazione della Pax Americana, in Civilt Romana, II, 2016, pp. 215-241.
Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

39

bente conflitto, precisando che si sarebbe concluso con la vittoria dei


nordisti e labolizione della schiavit21.
Unaltra medium, la famosa spiritualista inglese Emma Hardinge,
avrebbe preannunciato la guerra nel 1860 facendo riferimento a massacri
nello Stato di Alabama, attivo sostenitore dello schiavismo22. La Hardinge,
fervente Unionista, partecip poi attivamente alla propaganda per il Nord
raccogliendo fondi e sostenendo Lincoln. Nel 1870 spos il pastore universalista William Britten e continu a diffondere in tutto il mondo le sue
idee, prendendo parte anche alla fondazione della Societ Teosofica. Il
profetismo, in tutte le sue forme, era particolarmente diffuso nella societ
americana del periodo, intrisa di millenarismo biblico e attenta ai prodigi
e alle suggestioni di veggenti e predicatori. Ma tutte queste inquietudini si
legavano strettamente alla politica e alla realt del presente e venivano
anche utilizzate strumentalmente dagli opposti fronti. Come ha osservato
Jason Phillips in un saggio sulle profezie dei soldati della guerra di
Secessione: the prophetic imagination of the nineteenth century worked
beneath Civil War ideologies and nationalism23.
Perfino il positivismo nellOttocento non disdegn di occuparsi dei
fenomeni paranormali, facendone oggetto di indagini, osservazioni e
studi: cos lipnotismo e lo spiritismo sembrano dare nuova legittimit alle
pratiche divinatorie. Nacque anche un nuovo tipo di profezia o prefigurazione del futuro: la profezia scientifica, spesso coniugata con lutopia e
con la narrativa anticipatoria, preludio alla fantascienza. Lanalisi statistica permette a sua volta di proiettare i dati sul futuro realizzando il prospettivismo, come metodo di conoscenza del futuro possibile.
Ancora una volta la guerra a ridestare la vis prophetica e la superstiziosa ricerca di oroscopi e antichi presagi, o linterrogazione di tavolini e
medium in trance ipnotica.

21 Robert S. Cox, Body and Soul: A Sympathetic History of American Spiritualism, Uni-

versity of Virginia Press, Charlottesville-London 2003.

22 Margaret Wilkinson (cur.), Autobiography of Emma Hardinge Britten, Manchester and


London 1900.
23 Jason Phillips, The prophecies of Civil War Soldiers. A history of future, in Jimmy L.
Bryan jr. (cur.), The Martial Imagination. Cultural Aspects of American Warfare, University Military History Series n. 144, Texas A&M University Press, 2013

40

Future Wars

Il ritorno di Nostradamus
Le predizioni catastrofiche, nelle quali non mancavano mai conflitti
apocalittici, vennero subito ricollegate alla Grande Guerra sin dal suo
profilarsi. I giornali riesumarono vaticini e profeti dei secoli precedenti e
nel 1916 lesoterista massone Jean Bricaud (1881-1934) pubblic un volume sulle profezie riferibili al conflitto in corso24. Leggende e credenze
superstiziose, arcani presagi e oracoli fantasiosi, si diffondevano fra la
gente, nelle trincee e nelle retrovie, insieme alluso di talismani e amuleti
da parte dei soldati, dimostrando che la dimensione irrazionale accompagnava anche questo conflitto, che pure veniva definito la pi moderna
delle guerre25. Sedute spiritiche, percezioni extrasensoriali, foto e psicofonie, pratiche paranormali dogni genere, rientravano nella mentalit
comune e nella consuetudine di persone insospettabili.
Il famoso romanziere Arthur Conan Doyle (1859-1930), notoriamente
dedito allo spiritismo, affermava di aver ricevuto dallaldil una profezia della disfatta del Piave.
Lo stesso presidente francese Poincar nellautunno 1917 volle ricevere allEliseo la celebre veggente e chiromante M.me Fraya (alias Valentine
Dencausse, 1871-1954) che lo rassicur sulla vittoria finale je suis absolument certaine de la chte prochaine de lAllemagne. Le Kaiser est
perdu26.
Nel clima della Grande Guerra anche in America si diffusero, specie in
ambienti confessionali protestanti, testi che davano credito ai vaticini e
alle profezie bibliche. Il pastore Theodore Graebner (1876-1950), famoso
esponente della chiesa luterana nel Missouri, oltre che studioso di spiritismo, nel 1918 pubblic un libro dal titolo Prophecy and the War: Was It

24 Jean Bricaud, La guerre et les prophties clbres: tude historique et critique, Cha-

cornac 1916.
25 Jean-Yves Le Naour, Nostradamus sen va-t-en guerre: 1914-1918, Paris 2008; Albert Dauzat, Lgendes, prophties et superstitions de la Guerre, Paris 1 ed. s.d., 1918,
1919, 1925, 2012.
26 Simone Dupont de Tervagne, Une voyante llyse: Madame Fraya, Paris, 1975 e
1984. Gi nel 1914 M.me Fraya era stata convocata al Ministero della Guerra ed aveva previsto che i Tedeschi, allora a cento km da Parigi sarebbero stati fermati e respinti
in extremis oltre lAisne.
Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

41

Foretold?, An Answer For


Questioning Christians, che fu
ripreso nel 1944 come War in the
Light of Prophecy: Was it Foretold
- a Reply to Modern Chiliasm.
Durante la Seconda Guerra
mondiale luso deliberato di profezie, predizioni, vaticini divenne
una pratica comune ai due opposti
fronti. Si organizzarono veri e propri team di specialisti che dovevano veicolare messaggi di black
propaganda di contenuto divinatorio attestanti lineluttabile vittoria
del proprio schieramento e cos
demoralizzare il nemico. Ma non
mancavano coloro che prestavano
fede al mistero e alla magia. Nel
particolare clima esoterico del Terzo Reich, proliferavano credenze magiche, rituali pagani, tradizioni mistiche, interessi per locculto, di cui fu
espressione in particolare la Societ di Thule27. Lo stesso Fhrer si circondava di personaggi legati alla magia, alla divinazione, allo spiritismo,
come il coetaneo Erik Jan Hanussen28, un ricco editore austriaco che Hitler
aveva conosciuto sin dal 1926 che praticava varie discipline esoteriche,
fra cui lastrologia, lipnotismo, la trance, pubblicava una rivista popolare
di occultismo, lHanussen Magazin. Questo giornale il 25 marzo 1932
riferiva che Hanussen in una trance mediatica aveva predetto che Hitler
sarebbe diventato cancelliere. Quando, dieci mesi dopo, la profezia si
realizz, il prestigio del mago si accrebbe e Hitler chiese un nuovo consulto allamico che naturalmente lo rassicur sul suo futuro di trionfi e

27 Cfr. Giorgio Galli, Hitler e il nazismo magico, Milano 1999, 2a ed. 2005.
28 Nato a Vienna il 2 giugno 1889, il suo vero nome era Herschmann Chaim Steinschneider
ed era un ebreo di origini morave, convertito al protestantesimo. Cfr. Mel Gordon, Hanussen: Hitlers Jewish Clairvoyant, Los Angeles 2001, trad. it. Il mago di Hitler - Erik Jan
Hanussen, un ebreo alla corte del Fhrer, Milano 2004.

42

Future Wars

rimase al suo fianco come consigliere, anche per questioni di gestione


della comunicazione personale del Fhrer nel suo rapporto con le masse.
Si dice che il 26 febbraio 1933, un giorno prima dellincendio del
Reichstag a Berlino, lo avesse previsto, acquisendo ulteriore credito, ma
anche invidia da parte di alti gerarchi. Il ricco editore venne assassinato
ufficialmente da ignoti, in realt dalla Gestapo alla fine di marzo 1933
e il suo corpo fu ritrovato un mese dopo in un bosco nei dintorni di
Berlino.
Il 14 marzo 1933 Goebbels diveniva Ministro della propaganda e nella
vasta macchina che venne da lui messa in opera anche i vaticini divennero
mezzi di persuasione di massa. Anche se ufficialmente messi allindice,
gli astrologi venivano consultati dalle alte cariche del regime. Uno di essi
in particolare, Ernst Krafft29, il 2 novembre del 1939 allert un amico di
Himmler di un possibile attentato al Fhrer. L8 novembre in una birreria
di Monaco una bomba esplose poco dopo luscita di Hitler. Inizialmente
arrestato e inquisito dalla Gestapo, Krafft venne poi arruolato da Goebbels
nel suo staff ministeriale per portare avanti un progetto di impiego delle
profezie di Nostradamus nella propaganda nazista. Migliaia di opuscoli
contenenti linterpretazione delle quartine data da Krafft furono predisposti e diffusi in sei lingue - francese, danese, ungherese, portoghese, rumeno e spagnolo. Ma questa lectio and oltre ogni aspettativa, suggestionando lo stesso Hitler, che avrebbe posticipato linizio dellOperazione
Barbarossa fino a giugno per farla coincidere con le previsioni dellastrologo, che annunciava il successo del Reich e la fine della guerra nel 1943.
Ma nel 1941 in Germania gli astrologi caddero temporaneamente in
disgrazia, per il volo in Scozia di Hess, loro grande sostenitore, il quale
voleva proporre un piano di pace e che per questo fece infuriare Hitler. Lo
stesso Krafft venne imprigionato per un anno, ma gli fu poi commissionato lo studio degli oroscopi personali di generali e ammiragli alleati per
unanalisi comparata con quelli dei corrispettivi nazisti. Confrontando i
quadri astrali di Rommel e Montgomery sentenzi che questultimo aveva
le carte pi forti. Unaltra sua previsione sullimminente distruzione da
parte di bombardieri britannici del Ministero della Propaganda - che peral29 Karl Ernst Krafft (10 maggio 1900 8 gennaio 1945) astrologo e grafologo svizzero, nato
a Basilea.
Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

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tro si verific - comport linasprimento delle condizioni carcerarie del


povero Krafft, che si ammal di tifo e mor l8 gennaio 1945 mentre
veniva trasferito a Buchenwald. Un altro celebre astrologo nazista fu
Wilhelm Theodor H. Wulff (1892-1979). Anche Wulff venne arrestato nel
giugno del 1941 e trascorse alcuni mesi in un campo di concentramento
prima di essere liberato per ordine di Himmler, che ne fece il suo astrologo personale e lo inser nel progetto Ahnenerbe, per la ricerca dei legami
della razza ariana con mitici ascendenti nordici e forze soprannaturali.
Frattanto, nel corso della guerra, anche presso gli Alleati si era fatto
ricorso nella propaganda alle profezie e alle interpretazioni strumentali di
vaticini. Un ruolo fondamentale in questo progetto fu svolto dal Servizio
Segreto Britannico, in particolare dalle sezioni Special Operations
Executive e Psychological Warfare Executive30. Nel 1940 luomo chiave
per attuare le contromisure astrologiche nei confronti della Germania
nazista fu identificato in un immigrato dalla Germania di nazionalit
ungherese, Louis De Wohl31, un promettente scrittore, che nel 1935, dopo
aver perso il permesso di lavoro in Germania per le sue origini ebraiche,
si era trasferito in Inghilterra, dove esercitava con successo la professione
di astrologo avendo una ricca e importante clientela. Naturalmente era
stato oggetto di parecchi rapporti dei servizi segreti per la sua precedente
nazionalit e provenienza. In particolare lMI5 lo aveva attenzionato in
pi occasioni, redigendo su di lui circostanziati e contraddittori rapporti,
conservati nel National Archives a Londra e resi pubblici nel 200832. Dopo

30 Sul ruolo di questi due organismi e sulla loro multiforme attivit di propaganda e disinformazione si vedano: A. R. B. Linderman, Rediscovering Irregular Warfare: Colin Gubbins
and the Origins of Britains Special Operations Executive, Oklahoma 2016; Mark Seaman,
Special Operations Executive: A New Instrument of War, New York 2006; Michael R. D.
Foot, SOE: The Special Operations Executive, 1940-46, 1999; David Garnett, The Secret
History of PWE, 1939-45: The Political Warfare Executive 1939-1945, London 2003; Tim
Brooks, British Propaganda to France, 1940-1944: Machinery, Method and Message, Edinburgh 2007.
31 Louis De Wohl (Berlino, 1903 Lucerna, 1961). Registrato allanagrafe come Lajos Theodor Gaspar Adolf, assunse il nome di Ludwig von Wohl (nel 1903 il padre un cattolico
ungherese di ascendenza ebraica era stato nobilitato dallimperatore).
32 Veniva descritto alternativamente come un individuo geniale o un furfante, come donnaiolo o effeminato, come un simpatizzante nazista che in Germania aveva pubblicato oroscopi
positivi per accattivarsi gli esponenti pi in vista del regime, oppure come un perseguitato

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Future Wars

unattenta analisi comparativa del personaggio i vertici dellMI5 conclusero che poteva essere utile per la sua esperienza, la sua preparazione, le
capacit psicologiche e i suoi contatti. Fra laltro De Wohl aveva pubblicato alcuni testi di astrologia uno dei quali aveva un titolo particolarmente intrigante per lintelligence: The Secret Service of the Sky (1938).
Sir Charles Hambro, responsabile del SOE lo arruol per architettare
una campagna astrologica negativa nei confronti di Hitler e del Reich. De
Wohl prepar cos un primo oroscopo di Hitler dal settembre 1940 allaprile 1941 che incontr il favore di tutti i vertici dellIntelligence. Quindi,
con il sostegno del SOE, apr un proprio ufficio che chiam Psycological
Research Bureau. Nel 1941 elabor una serie di abili falsificazioni di profezie per far credere che Hitler sarebbe morto entro un anno. A giugno De
Wohl, fu inviato dal SOE negli Stati Uniti, ufficialmente per partecipare a
una convention di astrologi, ma anche legittimato e gratificato con un
grado (onorario e temporaneo) di capitano dellesercito britannico. Nel
lungo tour propagandistico fu accompagnato da una segretaria del SOE
che doveva assisterlo e vigilare sui suoi passi. Le numerose interviste che
rilasci a vari importanti giornali ebbero vasta eco. Oltre ad annunciare la
sconfitta della Germania, la follia del Fuhrer e la sua imminente fine, de
Wohl in una intervista al Los Angeles Times, ventil un piano dinvasione
nazista degli Stati Uniti dal Brasile dopo l11 giugno del 1942, suggerendo
agli Yankies di entrare in guerra prima di quella data. Al ritorno in
Inghilterra alla fine di febbraio 1942, dopo qualche incertezza fu confermata la sua collaborazione con lintelligence e gli venne commissionata
una sistematica produzione di black propaganda astrologico-profetica. De
Wohl predispose gli articoli di una fittizia rivista, Zenith Magazine, che
nel nome riecheggiava quello di una vera rivista mensile tedesca, Zenit,
organo dellAstrologische Zentralstelle, che in realt aveva cessato le pubblicazioni nel 1938.
Alla pubblicazione di questo apocrifo magazine contribu Ellic Howe,
(1910-1991) uomo di punta della guerra psicologica nel Britains Political
Warfare Executive, che molti anni dopo avrebbe narrato il ruolo dellastrologia e delle Psicological Operations nella Seconda Guerra mondia-

politico che era dovuto fuggire precipitosamente.


Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

45

le33. Figlio di un ebreo russo emigrato,


Howe era un esperto di arte tipografica
e si era fatto notare dallintelligence
militare per un suo scritto Political warfare and the printed world - a psycological study, nel quale sottolineava che
documenti contraffatti, tecniche di falsificazione tipografica e altre forme di
deception, potevano essere armi formidabili capaci di raggiungere luoghi o
persone inarrivabili per i tradizionali
agenti o le divisioni corazzate. Il talento
di Howe venne cos impiegato per innumerevoli operazioni di black propaganda, con la produzione di opuscoli e
volantini diffusi in milioni di copie e in
svariate lingue sia nei paesi in guerra
che in quelli neutrali. Lunit tipografica
che Howe aveva costituito nellambito del SOE stamp sei edizioni della
rivista Der Zenit, dallagosto 1942 allaprile 1943 e la collaborazione con
De Wohl si consolid. Lastrologo austro-ungarico ideava sempre nuove
falsificazioni fra cui una cinquantina di false quartine nello stile di
Nostradamus che predicevano la sconfitta della Germania e lo stampatore riusciva ad inserirle in perfette imitazioni di pubblicazioni tedesche.
Il capolavoro della collaborazione fra i due fu il libello Nostradamus prophezeit den Kriegsverlauf, attribuito falsamente a Bruno Winkler, studioso
e autore di volumi su Nostradamus e al suo editore Regulus di Grlitz. Nel
libro, diffuso nel 1943, confluirono le false quartine e le interpretazioni
architettate dal Nostro, cos da convincere i lettori che Nostradamus aveva
previsto gli avvenimenti a loro contemporanei dallascesa di Hitler (lHistler delle quartine citate) alla caduta del suo impero.

33 Ellic Howe, Astrology: a recent history including the untold story of its role in World

War II , 1968; Id., Astrology and psychological warfare during World War II , 1972;
Id., The Black Game: British Subversive Operations Against the Germans During the
Second World War, 1982.

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Future Wars

La possibilit di trovare riscontri degli


avvenimenti bellici nei testi profetici veniva
intanto presa in considerazione anche da
parte di studiosi di scienze umane. Tra questi
il sociologo americano Luther Lee Bernard
(1881-1951), che nel 1944, in un suo libro34,
prendeva in esame le cause e la predittibilit
della guerra, affermando fra laltro che: there
are numerous essays of this sort on record
among the Old Testament writers, especially
the Prophets, and in the apocryphal writings
of those religions which have concerned
themselves withhuman mundane affairs.
Astrologi, sensitivi e veggenti hanno avuto influenza su molti politici e
non inverosimile supporre che molto spesso siano stati essi stessi agenti,
pi o meno consapevoli, di operazioni di convincimento psicologico al fine
di orientare in un senso o in un altro lazione dei grandi della terra. Pi volte
sono stati sottolineati i rapporti fra astrologia e cospirazioni, lutilizzo di
temi millenaristici in contesti politici, fino alla possibilit di una manipolazione psicologica di massa attraverso un uso strumentale della futurologia.
Veggenti, medium e astrologi sono stati spesso sentiti da uomini politici e presidenti e potrebbero aver influenzato le loro decisioni in pi di
unoccasione. Si parlato per esempio del rapporto fra alcuni esponenti
delle discipline profetiche e alcuni presidenti degli Stati Uniti35. Woodrow
Wilson avrebbe consultato Edgar Cayce (1877-1945); Franklin Delano
Roosevelt si sarebbe rivolto alla famosa profetessa Jeane Dixon (19041997), ricevendola nellautunno 1944 alla Casa Bianca e chiedendole
consiglio sia su questioni politiche e militari, che sulla propria salute.
Sempre alla Dixon faceva capo la segretaria di Nixon, Rose Mary Woods
(1917-2005), riferendo al Presidente le sue previsioni; Ronald Reagan e la
moglie negli anni Cinquanta erano assidui dellastrologo dei divi di
34 Luther Lee Bernard, War and its Causes, New York 1944. Bernard (1881-1951) stato il
22 presidente della American Sociological Society.
35 Joel Martin, William J. Birnes, The Haunting of the Presidents: A Paranormal History

of the U.S. Presidency, New York 2003.

Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

47

Hollywood Carroll Righter (1900-1988), e durante i mandati presidenziali Nancy consultava lastrologa Joan Quigley (1927-2014), facendo partecipe il marito dei suoi consigli. Se non si tratta di leggende metropolitane,
bisogna chiedersi quante volte sia stato possibile, non solo in America,
influenzare i poteri costituiti con previsioni costruite a tavolino da parte di
lobbies e gruppi di potere internazionali.
Nel 1981 The Man Who Saw Tomorrow, un film americano in stile
documentario, ripropose la figura di Nostradamus con evidente intenzione
di propaganda politica e di orientamento dellopinione pubblica in senso
anti islamico. Con abile uso di elementi di mistero e inquietanti coincidenze e la partecipazione carismatica come narratore di Orson Welles, la cui
voce nel 1938 aveva terrorizzato con la trasmissione di una riduzione del
romanzo di Wells The War of the Worlds in forma di radiocronaca in diretta di uninvasione di marziani. Tuttavia questa volta nella sua performance Welles mise toni di scetticismo e distacco dal testo che recitava. Il film
ha manifesti accenti apocalittici nellavvalorare - con riferimento a passati avvenimenti che si affermano come profetizzati da Nostradamus una
guerra mondiale provocata da un tiranno (Re di Terrore nella locuzione di
Nostradamus) sorto dal mondo arabo, che alleandosi alla Russia avrebbe
scatenato il conflitto contro Stati Uniti, Regno Unito e Francia (ovvero il
mondo occidentale). Nella pellicola della Warner Bros non mancavano i
riferimenti a un attacco nucleare a New York, ma accompagnati dal lieto

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Future Wars

fine patriottico: dopo 27 anni di guerra il Re del terrore sarebbe stato sconfitto e sarebbe giunta una pace di mille anni. Non difficile riscontrare
dietro questo film influenze esoteriche scientologiche e religiose di fondamentalismi e avventismi cristiani.
Peraltro, dieci anni dopo, durante la Guerra del Golfo, si decise di rieditare il film riducendolo a unora e affidando la voce narrante a Charlton
Heston. Le previsioni apocalittiche di un tiranno mediorientale furono
inoltre esplicitamente riferite a Saddam Hussein, ma vennero attenuati i
riferimenti religiosi e omessi quelli su una guerra nucleare, la distruzione
di New York, linvasione dellEuropa e la fine del mondo. Una ulteriore
diffusione propagandistica del film si ebbe dopo l11 settembre, questa
volta sottolineandone di nuovo le componenti relative allo scontro fra
Islam e Occidente.
La sindrome dellapocalisse connessa alle profezie di Nostradamus e la
diffusa psicosi che ne deriva, ha continuato ad essere utilizzata in vari contesti, sia da parte americana che dai fondamentalisti islamici. Sono temi
utilizzati come collante ideologico per tenere insieme e convincere i propri
sostenitori della vittoria finale. Data lindeterminatezza dei testi profetici,
abbastanza facile attribuire avvenimenti passati a specifici brani e creare
cos una catena di apparenti consequenzialit, da cui si dovrebbe dedurre
la prossima realizzazione di altri eventi. Cos facendo ci si colloca nella
prospettiva di una profezia autorealizzante e quindi convincente.
I movimenti di destra americani legati ai protestanti evangelici hanno
costruito una vera e propria narrazione politica basata sulla interpretazione
dei testi biblici sugli ultimi tempi, ponendosi cos dalla parte dei giusti nella
lotta contro il male e cercando di orientare in questo senso la politica estera
degli Stati Uniti nel Medio Oriente36. Sulla stessa linea si era posto gi nel
1983 Ronald Reagan richiamando ancient prophets in the Old Testament
and the signs foretelling Armageddon, accennando alla possibilit di una

36 Sul ruolo politico della destra fondamentalista in America, dalla guerra fredda ad oggi,
cfr. fra laltro: William Martin, With God on Our Side: The Rise of the Religious Right
in America, New York 1996 e 2005; Barry Hankins, American Evangelicals: A Contemporary History of a Mainstream Religious Movement, New York 2008; Kevin Kruse,
One Nation Under God: How Corporate America Invented Christian America, New York
2015.
Storia della distopia militare

Le strategie dellapocalisse

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realizzazione delle profezie apocalittiche vicina ai suoi tempi. Pi espliciti


i riferimenti di George W. Bush dopo l11 settembre ed i suoi richiami alla
crociata contro the axis of evil. In questo quadro di aderenza politica a un
prefissato piano divino si colloca la considerazione del ruolo geo-teologico
di Israele e latteggiamento negativo verso la costituzione di uno stato
Palestinese. E nel quadro di una guerra al terrore di apocalittico richiamo i
fondamentalisti hanno appoggiato e sostenuto gli interventi in Afghanistan
e Iraq. Inoltre, lideologia di una Terra Promessa, dilatata nei suoi confini,
che dovrebbe essere condivisa dagli evangelici, connota il pensiero politico
di molta parte dellopinione pubblica americana di matrice protestante fondamentalista, coinvolgendo non solo i repubblicani ma in parte anche i
democratici. Questo spiega gli interventi militari, le alleanze mediorientali,
la stessa conduzione delle campagne elettorali presidenziali. La commistione fra politica e religione in una prospettiva millenaristica autoesaltante ha
riportato dattualit testi e temi profetici utilizzati come linee guida di interpretazione del presente e di azione futura.
La prospettiva apocalittica non monopolio solo della tradizione giudaica e cristiana, ma si riscontra anche nei testi dellIslam, dal Corano agli
adt. Non dunque strano che i movimenti islamici fondamentalisti si
rifacciano proprio a tale tradizione e puntino anchessi a costruire una
narrazione della loro politica che dia limpressione di concretizzare le
previsioni. La metodologia profetica strutturale al jihadismo e alle sue
forme pi estreme da Al Qaeda allo stato Islamico.
Non si comprende bene la minaccia dellIS allOccidente se non la si
colloca allinterno della delirante mistica apocalittica. Infatti la black propaganda dellIS basata su una consolidata tradizione di profezie derivate dai testi coranici. Nel Kitab Al Fitan, una compilazione di adt che
trattano della fine dei tempi, raccolti da Nuyam bin Hammad si parla di
bandiere nere. Anche le divisioni fra sciiti e sunniti si fondano su diverse
interpretazioni di questi testi apocalittici.
Le esecuzioni capitali di infedeli, il terrorismo, le stragi vengono
giustificate da una farneticante pretesa di purificazione del mondo, che ha
per obiettivo lo scatenamento della lotta finale, dellapocalisse.
Lapocalisse un elemento fondamentale dellideologia dellIS, lo
scenario principale in cui collocare il proprio ruolo nella storia e nella
metastoria futura. Da qui deriva la particolare propaganda, esercitata con

50

Future Wars

operazioni psicologiche di terrore ma anche con elaborati proclami, con


meticolose interpretazioni coraniche e con labile uso dei mass media, al
fine di persuadere dellineluttabile missione dellautoproclamato Califfato.
Ne consegue anche lindividuazione di un nemico universale: gli infedeli
(cio coloro che non professano la religione islamica nella interpretazione
estrema jihadista) e di un nemico particolare: i Romani di cui alle profezie finali dei detti di Maometto da identificare di volta in volta in senso
letterale (si vedano le minacce alla citt di Roma e ai suoi pi importanti
monumenti simbolici) o in senso metaforico nei discendenti dellimpero
romano (in senso territoriale: i bizantini, gli ottomani, i turchi; in termini
di potenza: gli americani, i russi; o spirituale: i cristiani, i cattolici).
Il risultato un pastiche politico e sociale iper-religioso e perci negatore dei principi spirituali della religione e negatore di ogni principio di
civile convivenza umana prima ancora che di democrazia.
Nella sua logica totalitaria, che giustamente stata accostata al nazismo, la guerra rimane il solo mezzo per depurare il mondo con lannientamento di tutti gli avversari. Il martirio in azioni di terrorismo ne lequivalente individuale. La mistica del takfiri (laccusa di infedelt miscredenza o apostasia per tutti i non allineati) il metodo sistematico di messa
al bando degli oppositori e privazione di ogni diritto nella creazione dello
Stato Islamico confessionale dellISIS o Daesh.
A questo punto la strategia dellApocalisse, tante volte messa in pratica
nei secoli, ha raggiunto il suo culmine. Il suo utilizzo come mezzo di guerra psicologica, trova terreno fertile in tutti i fondamentalismi e in particolare in quello islamico. Ma lanalisi comparata delle interpretazioni dei
testi religiosi profetici e la loro collocazione negli scenari storici e geopolitici concreti dimostra chiaramente la debolezza di questa strategia. Le
contraddizioni delle interpretazioni possono far dire tutto e il contrario di
tutto ai testi suddetti, ed applicarsi a fatti del tutto divergenti e a epoche,
nazioni e popoli diversi. Un sapiente uso di metodi filologici, ermeneutici,
di euristica storica e di esegesi religiosa, possono disinnescare la mostruosa propaganda e diffondendo una interpretazione meramente spirituale dei
testi religiosi e una cultura di concordia fra i popoli, scongiurare lattuarsi
della madre di tutte le wild cards futurologiche: lApocalisse.

Storia della distopia militare

51

Scacco allImperatore

Note epistemologiche alla partita di Schnbrunn


di Giangiuseppe Pili

fasti scacchistici registrano la partita


perduta da Napoleone a Schnbrunn
nel 1809 contro il Turco1, un imbattibile automa costruito nel 1770 dallungherese Kmpelen Farkas (1734-1804) e
acquistato nel 1804 dal meccanico di corte Johann Nepomuk Mlzel (1772-1838).
Sulla partita esistono molte testimonianze
contraddittorie, alcune delle quali raccontano che il Corso cerc ripetutamente di
barare e avrebbe addirittura preteso che
lautoma giocasse la rivincita bendato.
La sconfitta era per scontata in partenza.
Malgrado la celebre caricatura di Boney
che d scacco matto a Lord Cornwallis
(1802), Napoleone era infatti considerato
un giocatore mediocre, per quanto accanito2. Come mai il genio delle battaglie perdeva agli scacchi? Perch qui il suo segreto cambiare le regole non
era consentito. A differenza della guerra, gli scacchi non sono un camaleonte.
Ma cera il trucco: a battere limperatore non fu in realt lautoma, bens il suo operatore occulto, il campione austriaco Johann Baptist Allgaier
1 1.e4 e5 2.Qf3 Nc6 3.Bc4 Nf6 4.Ne2 Bc5 5.a3 d6 6.00 Bg4 7.Qd3 Nh5 8.h3 Bxe2 9.Qxe2
Nf4 10.Qe1 Nd4 11.Bb3 Nxh3+ 12.Kh2 Qh4 13.g3 Nf3+ 14.Kg2 Nxe1+ 15.Rxe1 Qg4
16.d3 Bxf2 17.Rh1 Qxg3+ 18.Kf1 Bd4 19.Ke2 Qg2+ 20.Kd1 Qxh1+ 21.Kd2 Qg2+
22.Ke1 Ng1 23.Nc3 Bxc3+ 24.bxc3 Qe2# 01. Tom Robertson, Napoleon vs the Turk. A
Play,
2 Anche se lapertura irregolare che porta il suo nome, caratterizzata dal fatto di esporre la
regina, probabilmente un calembour sui rischi di partire in guerra lasciando a casa Josphine, scandalosamente infedele.

52

Future Wars

(1763-1823), uno dei quindici che in ottantanni si succedettero in quel


ruolo. Loperatore, rannicchiato allinterno del tavolino, seguiva le mosse
dellavversario di turno grazie a dei magneti applicati ai pezzi, le riportava
su una minuscola scacchiera interna e poi mediante un sistema di leve comandava le braccia del manichino per muovere a sua volta. Il Turco aveva
battuto pure Benjamin Franklin; acquistato nel 1811 dal vicer dItalie e
rivenduto a Mlzel nel 1815, dieci anni dopo fu portato in America, dove
ispir un celebre saggio di Edgar Allan Poe3. Naturalmente molti sospettavano linganno, ma il segreto fu mantenuto fino al 1854, quando lautoma,
finito al Museo cinese di Filadelfia, fu parzialmente distrutto in un incendio. Oggetto di due film nel 1926 e nel 1981 (El jugador de ajedrez, di Juan
Lus Buuel), lautoma fu ricostruito a los Angeles fra il 1984 e il 19894.
Prima di Alan Touring5 e Bletchley Park, le macchine, incluse quelle
militari pi complesse, erano mero hardware, mere protesi umane, semplici proiezioni di lancia e scudo, come amava dire John Keegan6. Ed
interessante sottolineare che lapplicazione dellinformatica agli scacchi7
ha preceduto di ventanni lapplicazione alla tecnologia militare, posteriore alla seconda guerra mondiale.
3 Maezels Chess Player,
4 Simon Schaffer, Enlightened Automata, in Clark al. (Eds), The Sciences in Enlightened
Europe, The University of Chicago Press, 1999, p.126-165. Tom Standage, Il turco. La
vita e lepoca del famoso automa giocatore di scacchi del Diciottesimo secolo (2003), Nutrimenti, Roma, 2011. Nino Grasso, L imperatore che giocava con i re. Napoleone e gli
scacchi tra storia, leggenda, falsi e misteri, Mursia, Milano, 2016.
5 A. M. Turing, Intelligenza Meccanica, Bollati Boringhieri, Milano, 1994.
6 J. Keegan, A History of warfare, Vintage, London, 1993.
7 P. Ciancarini, I giocatori artificiali, Mursia, Milano, 1991. Id., Il computer gioca a scacchi, Mondo Digitale, 2005. V. G. Pili, Un mistero in bianco e nero La filosofia degli scacchi, Le Due Torri, Bologna, 2012, cap. 11.
Storia della distopia militare

Scacco allImperatore

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Homo ludens8, certo. Ma cos, esattamente9, gioco? I giochi sono


modelli della realt10, insiemi di oggetti definiti da insiemi finiti di regole,
sui quali si costruisce un linguaggio specifico11. Gli scacchi sono un tipo
particolare di giochi di competizione tra due o pi giocatori e a somma zero, in cui i guadagni delluno equivalgono alle perdite degli altri.
Inoltre sono giochi mentali, perch si possono giocare senza scacchiera,
addirittura senza mani e alla cieca12. E infine possono essere giocati in
modo eterodosso13, con regole diverse da quelle internazionali14. In termini epistemologici, la metafisica, o lessenza, del gioco consiste nelle
regole, le quali stabiliscono le propriet e le relazioni tra gli oggetti e le
procedure per modificarle. Vi poi la scienza, il know-how necessario
per impiegare le regole a proprio vantaggio, ossia per elaborare una strategia. In genere sono possibili pi strategie, e il loro numero aumenta
in funzione della complessit delle regole e della scienza dei giocatori. La
complessit delle strategie dipende a sua volta dalla capacit dei giocatori
di anticipare non solo la prossima mossa dellavversario, ma la stessa evoluzione del gioco.
In termini matematici, prevedere il futuro significa calcolare su fattori
la cui incertezza funzione della loro non linearit e dalla loro combinazione. Nel gioco competitivo a ci si aggiunge lulteriore incertezza circa
le scelte dellavversario, che sono rette come dice Edward Luttwak15 da
una logica paradossale, per cui i comportamenti ovvi sono in linea di mas-

8 J. Huizinga, Homo ludens, Einaudi, Torino, 2002.


9 L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Einaudi, Torino, 2009.
10 G. Pili, Leterna battaglia della mente Scacchi e filosofia della guerra, Le Due Torri, Bologna, cap. 7. V. pure Martin Van Creveld, The Culture of War, Ballantine Book, New York,
2008; Id., Wargames, Cambridge U. P., New York, 2013.
11 G. Ragun, I confine logici della matematica, Aracne, Roma, 2009; K. Gdel, Scritti scelti,
Bollati Boringhieri, Milano, 2011.
12 A scacchi si pu giocare per corrispondenza, ieri con le cartoline oggi con le mail: una
modalit piuttosto diffusa. Si pu giocare pure alla cieca, comunicando le mosse oralmente. Esistono record di decine di partite giocate alla cieca in simultanea e tornei in cui entrambi i giocatori giocano alla cieca.
13 V. linsuperato A. Chicco e G. Porreca, Il libro completo degli SCACCHI, Mursia, Milano,
1985.
14 Il regolamento ufficiale della FIDE online nel sito fide.com.
15 E. Luttwak, The Logic of War and Peace, Belknap U. P., Harvard, 2001.

54

Future Wars

sima i meno probabili16. Negli scacchi dove la nebbia della guerra


sicuramente assai meno spessa che nella realt per ogni singola posizione sono possibili una ventina di semi-mosse, di cui solo due-tre hanno un
senso (cio sono da valutare) e solo una o due sono da considerare come
candidate per essere scelte. La capacit di individuarle dipende dallesperienza e dalla conoscenza dellavversario, non dal calcolo delle variabili,
possibile solo per un software17. Nelle partite tra umani le mosse sono
quindi scommesse, pi che previsioni.
Inoltre calcolare configurazioni di varianti significa semplicemente anticipare cosa pu accadere, non quali vantaggi o svantaggi ne deriveranno. Nel gioco, come in guerra, la valutazione relativa alle circostanze:
interessi e obiettivi tattici degli avversari variano nel corso della partita.18
Un fattore vantaggioso alla prima mossa, potrebbe non esserlo alla quarta.
La conquista del centro in apertura pu essere abbandonata per il controllo
della settima traversa in medio gioco-finale. La variazione non prevedibile a priori perch determinata dallinterazione delle due strategie contrapposte, e pure dallattrito, ossia le contromosse imposte dallavversario
che ritardano il piano iniziale e quasi sempre costringono a cambiarlo.19
Gli scacchi sono poi un gioco relativamente semplice, perch mimano
una battaglia. Il gioco che mima la guerra il go, dove si possono vincere
tutte le battaglie e perdere la partita. Il go sfrutta appunto la durata, che
massimizza lopacit del futuro. Un software pu calcolare alcuni futuri e
darne una valutazione, pu dunque spingere in l la nebbia di guerra, ma
non pu n eliminarla n minimizzarla. Pu soltanto spostarla leggermente
pi avanti, giusto il tempo di proclamare mission accomplished e mollare la patata arroventata al prossimo Presidente. Negli scacchi i software
16 Sulla difficolt pratica di rilevare i problemi della sorpresa strategica: R. Betts, T. Mahken
(eds.), Paradoxes of Strategic Intelligence, Frank Cass, Londra, 2005.
17 P. Ciancarini, Il computer gioca a scacchi, Mondo Digitale, 2005. In realt non sono i
computer ma i software che giocano a scacchi: e lo fanno con sensibili differenze. Come
ben sanno i giocatori per corrispondenza, i motori di analisi ammettono forze e debolezze
in modo differente in base al momento del gioco (E. Pepino, N. Vozza, Gli scacchi tra fosforo e silicio, Le Due Torri, Bologna, 2010). Sul giocatore umano: S. Vezzani, Scacchi e
psicologia, Messaggerie Scacchistiche, Brescia, 2011.
18 Su questi problemi esiste una letteratura scacchistica sterminata.
19 K. Popper, Miseria dello storicismo, Feltrinelli, Milano, 2013. Sulla dimostrazione logica e
filosofica del futuro aperto G. Pili, Filosofia pura della guerra, Aracne, Roma, 2015, cap. 2.
Storia della distopia militare

Scacco allImperatore

55

hanno varianti di apertura e un gran numero di


finali nel database. Nel mediogioco applicano alcune funzioni di calcolo su pochi elementi noti
spingendole a milioni di mosse in avanti. Ma il
gioco talmente vasto che milioni di mosse in
avanti sono molto lontane dalla totalit. Nel go il
software pi forte in circolazione ha in memoria
tante partite di campioni umani memorizzate, che
utilizza per scegliere le grandi configurazioni e
poi calcola le mosse delle piccole configurazioni. La nebbia di guerra rimane la stessa, lattrito
immutato. I software sono efficienti a condizione
che non gli si cambino le regole del gioco.20 Ma la guerra un camaleonte:
la strategia consiste appunto nel sovvertire principi e regole: i criteri astratti della vittoria possono diventare quelli concreti della sconfitta. Ci sono
uninfinit di guerre perdute da chi sprofondato nellabisso della sua stessa
vittoria. Negli scacchi la regola prevede che entrambi gli avversari vogliano
darsi reciprocamente scacco matto. In guerra, invece, c una dissimmetria
radicale, colta da Clausewitz, tra lattacco e la difesa. Questa la forma pi
forte proprio perch il suo obiettivo negativo (evitare la sconfitta).
I giochi mentali, gli scacchi e il go su tutti, dimostrano che il futuro
aperto. I software riescono a simulare alcune componenti del pensiero, ma
non tutte. Sono molto efficienti, ma a patto di rispettare le regole. E anche
cos resta lattrito. Il computer non ha eliminato le condizioni per cui gli
scacchi e il go hanno un senso: essi rappresentano molto bene quella nebbia di guerra che scherma la nostra capacit di prevedere il futuro. Perch
il futuro sempre e sempre sar aperto, anche quando dal cielo debbano
piovere i fiumi di fuoco intelligente della nuova ultima guerra. Non quel
tipo di intelligenza che rimuove lattrito e la nebbia, semplicemente ne crea
una nuova perch per ogni luce c sempre molta ombra. Inevitabilmente.

20 Interessante la recente partita tra Vladimir Kramnik (uno dei pi forti giocatori professionisti, successore di Garry Kasparov nel titolo mondiale separato) e un potente software
collegato ad un braccio meccanico. La mossa di Kramnik di collocare un pezzo esattamente al centro di quattro caselle risultata spiazzante per il software, incapace di proseguire
la partita.

Visions of War
Visioni di guerra

59

Divinazione bellica e astrologia militare


nel mondo antico
di Donato Tambl

Divinatio e praedictio divina nel mondo antico


a storia dei tentativi delluomo di conoscere e anticipare il futuro
con diverse arti e tecniche attraversa tutte le epoche e le civilt in
diverse forme e modi. Si va dalla divinazione e dalla presunta
manipolazione del futuro mediante scongiuri e rituali magici dei popoli
primitivi al profetismo del Vicino Oriente Antico, e dal profetismo biblico
veterotestamentario al messianesimo e al millenarismo, cui si collega tutto
il filone della previsione apocalittica fino ai nostri giorni, per giungere poi
al superamento - illuministico prima e positivistico poi - delle forme magico religiose ed esoteriche di previsione, con lavvento della moderna
futurologia tecnica e scientifica1.
In questo contesto molte sono sempre state le utilizzazioni politiche e
militari delle diverse forme di previsione del futuro. Il tema della guerra
futura e della sua prevedibilit, in particolare, ha dato origine ad un vasto
corpus di scritti, suddivisibile in vari generi: religioso, storico, poetico,
narrativo, filosofico, sociologico2.
Nelle antiche civilt del Mediterraneo la divinatio e la praedictio divina
erano ampiamente diffuse e specie in caso di guerra si faceva largo uso di
presagi. Secondo la mitologia sumera, il dio del sole, Samas, e quello della
tempesta, Adad, comunicarono al re Enmeduranki larte della divinazione,

1 Il testo fondamentale di riferimento su questa problematica rimane quello di George

Minois, Histoire de lavenir. Des prophtes la prospective, Paris 1996, trad. it. Storia dellavvenire. Dai profeti alla futurologia, Bari 2007.
2 Per una trattazione generale dellaspetto letterario della guerra futura cfr. Donato
Tambl, Plemos tra mitologia, utopia e ucronia. La guerra nella letteratura di fantasia, in Storia della guerra futura, Quaderno SISM 2006, pp.133-158.

60

Future Wars

che poi fu trasmessa con vincolo di segretezza di padre in figlio3. Le raccolte di omina e di testi magico religiosi erano conservate gi negli archivi e negli uffici della antica Mesopotamia4. Si trattava di una letteratura
burocratico-amministrativa di riferimento, necessaria per la trattazione
delle pratiche e ritenuta indispensabile per le decisioni da prendere. Nelle
civilt antiche gli aspetti religiosi e in particolare le pratiche mantiche,
erano strettamente connessi alla vita amministrativa e pubblica. Sappiamo,
per esempio, che il responsabile di una cancelleria egiziana aveva anche
compiti religiosi.
Gli archivi di Mari
Negli archivi di tavolette dargilla della civilt assiro-babilonese si
trovano numerosi esempi di profezie, sogni premonitori ed oracoli connessi a eventi bellici5. Gli archivi di Mari (Tell Hariri, Siria) ci hanno
tramandato vari testi di un vero e proprio genere letterario, noto come
profezie accadiche6, che ha i suoi primordi nella civilt sumera e che va
dal XII sec. a.C. allet ellenistica7. Ne sono esempio, fra
laltro, il Discorso di Marduk,
che risale a Nabukodonosor I
e il Discorso di Shulgi, trovato nella biblioteca di
Assurbanipal, la Profezia di
Uruk, il Testo A e la Profezia
Dinastica. Questa letteratura,
che ha gi alcuni tratti di tipo
3 Sulla divinazione in Mesopotamia cfr. J. Bottro, Sintomi, segni, scritture nellantica
4
5
6
7

Mesopotamia, in J.P. Vernant (cur.), Divinazione e razionalit, Torino 1982, pp. 73214.
Cfr. Johannes Papritz, Archive in Altmesopotamien. Theorie und Tatsache, in Archivalische Zeitschrift, vol. 55, 1959.
Cfr. Alan R. Millard, La prophtie et lcriture: Isral, Aram, Assyrie, in Revue de
lhistoire des religions, tome 202 n2, 1985. pp. 125-145.
A. K. Grayson and W. G. Lambert, Akkadian prophecies, Journal of Cuneiform Studies, Vol. 18, No. 1 (1964), pp. 7-30.
Cfr. L. Cagni (cur.), Le profezie di Mari, Brescia 1995.

Storia della distopia militare

Divinazione bellica e astrologia militare nel mondo antico

61

apocalittico, avr una lunga fortuna tanto che se ne sono ritrovati testi del
periodo assiro babilonese perfino in epoca sassanide8.
A Mari si distinguevano due tipologie di profeti: gli apilum (coloro che
davano risposte) e i muhhm (gli estatici) che facevano uso di pozioni
inebrianti. I profeti palaziali erano detti incaricati dei santi segni, ittatum, e per favorire i loro responsi venivano loro servite apposite bevande.
Cos per esempio viene descritto il rituale interrogativo di argomento
bellico: A proposito della spedizione militare che il mio Signore sta per
intraprendere, io ho dato da bere agli incaricati dei santi segni, un uomo e
una donna, ed ho posto loro le mie domande. Ebbene, il responso oracolare stato del tutto favorevole al mio Signore9. Fra le tecniche divinatorie
usate a Mari va segnalata quella definita qtum/piqittum, ovvero prova e contro-prova. Molte interrogazioni si riferiscono allo svolgimento di assedi e
attacchi a citt nemiche e forniscono informazioni circa i mezzi di espugnazione e le attrezzature belliche.
Gi in questepoca si riscontra luso ideologico e politico di tali omina,
che sono utilizzati a fini di propaganda dagli stessi sovrani. A questo tipo
di letteratura appartengono anche le manifestazioni divine, come, al tempo
di Assurbanipal, quella del dio Assur al sovrano di Lydia per sostenere
lalleanza con Babilonia10 o il sogno per lattraversamento del fiume Idid,
nel quale compare la dea Ishtar per incoraggiare lesercito.
In unaltra occasione Assurbanipal, durante la festa annuale di Ishtar
nella citt di Arbail, avendo ricevuto notizia dellattacco da parte del
sovrano lelamita Teumman, si rivolse a questa divinit, invocandola
come Dea della guerra, Signora della battaglia, Regina degli di chiedendole di sgominare il nemico e ricevendo da un sacerdote la rassicurazione di essere stato ascoltato. A questo seguiva nella notte il sogno di un
oniromante (abr) che vedeva la dea presentarsi a re con faretre a destra
e a sinistra; un arco in mano, e una spada acuminata sguainata, pronta per
la battaglia e consigliarlo: puoi osservare la direzione per andare in

8 J.- M. Durand, An Apocalypticizing Vision from Mari? Speculations on ARM X:9,

M.A.R.I. Annales de recherches interdisciplinaires, vol. 1, 1982, pp. 151-167.

9 L. Cagni, op. cit., p. 72.


10 Il cosiddetto Sogno di Gyges.

62

Future Wars

guerra: dove rivolta la mia faccia, l io andr, invitandolo comunque a


non muoversi personalmente, ma restare a banchettare, bere e ascoltare
musica, perch alla guerra sarebbe andata lei stessa, come avviene nella
conclusione del sogno profetico: Dal suo viso emanavano fiamme, con
ferocia usciva dai lati, con rabbia essa partiva luminosamente splendente
e marciava a conquistare il suo nemico.
Alla citt aramea di amat, nella Siria centrale, appartiene un testo
della prima met dellottavo secolo a. C., nel quale il sovrano locale ricorda che in occasione dellassedio della sua capitale da parte di una lega di
re nemici, fece ricorso alla divinit dei cieli (Baal-Shamayin) che gli
rispose per mezzo di veggenti: ho alzato le mie mani a Baal-Shamayin
e Baal-Shamayin mi diede ascolto. Baal-Shamayin mi parl per mezzo di
veggenti (zyn)) e di indovini (ddn). Mi disse: Non temere, perch sono
stato io a farti re e sar io ad appoggiarti e liberarti da tutti questi re che ti
assediano11. Si tratta di un evidente uso politico di esternazioni profetiche
a favore del sovrano. Arti divinatorie e astrologia (linterpretazione della
scrittura celeste, elaborata proprio in Mesopotamia12) furono utilizzate
abilmente nella propaganda e nella celebrazione della sovranit. Come ha
indicato Georges Contenau: la mantica babilonese una vera istituzione
di Stato, lorganizzazione ufficiale di un corpo di indovini reali dimostra
che siamo in presenza di un organismo tanto importante quanto lamministrazione delle finanze o della guerra, che sostituisce quelli che sono per
noi i consigli consultivi, unistituzione da cui sono dipesi tutti gli atti dello
stato, la pace, la guerra, unistituzione in cui la storia di Assiria o di
Babilonia ha trovato i suoi moventi13.

11 Cfr. A. C. Piepkorn, Historical Prism Inscriptions of Ashurbanipal, Chicago 1933,

64-65: V, 25-48 e 66-67: V: 52-76.

12 Giovanni Pettinato, La scrittura celeste. La nascita dellastrologia in Mesopotamia,

Milano 1998.

13 Georges Contenau, La divination chez les Assyriens et les Babyloniens, Paris, 1940, p.

361.

Storia della distopia militare

Divinazione bellica e astrologia militare nel mondo antico

63

Mantich tchne
Nella Grecia classica era ampiamente diffusa larte divinatoria (
)14. Platone nel Simposio la definisce comunione () tra gli
dei e gli uomini.
Ad Atene prima di prendere decisioni importanti di tipo politico o militare come la mobilitazione dellesercito, si interrogavano i , mentre a Sparta ai generali veniva affiancato un augur assessor.
Nei santuari () si davano risposte () alle domande
poste alle divinit, sia su questioni pubbliche come i rapporti internazionali e le guerre, che su questioni private e personali. Durante le guerre, un
aggregato alle truppe doveva esaminare prima delle battaglie le
visceri degli animali () e si procedeva solo se il responso era
propizio. Come sappiamo da Erodoto, a Platea Greci e Persiani ritardarono per vari giorni il combattimento, perch i responsi, derivati da identica
metodologia divinatoria, erano sfavorevoli. Per il campo avversario sempre Erodoto (VII, 6) riferisce lepisodio dellindovino Onomacrito, che
taceva i presagi negativi a Serse.
Un altro episodio di questo genere, di cui d notizia Plutarco, quello
dellintervento ateniese in Sicilia promosso da Alcibiade, che ebbe in un
primo tempo responsi negativi, tenuti nascosti temendo di scatenare il
dissenso popolare15. Onasandro nel suo (Strategiks) trattato sui compiti e doveri di un generale, considerava indispensabili per un
comandante militare le conoscenze astrologiche e sottolineava limportanza di consultare preventivamente gli indovini e di far compiere i sacrifici
rituali, analizzando pubblicamente le visceri degli animali, prima di far
avanzare lesercito o dispiegarlo in campo16.
Una visione pi razionale e scientifica di previsione fu esposta da
Tucidide che disapprovava i pronostici di tipo oracolare. Nel proemio
14 Cfr. Sarah Iles Johnston, Ancient Greek Divination, Oxford 2008; Sarah Iles John-

ston, Peter T. Struck, Mantik: Studies in Ancient divination, Leiden 2005 e 2015; Lisa Raphals, Divination and Prediction in Early China and Ancient Greece, Cambridge
2013.
15 Secondo Plutarco: si tennero nascoste le profezie avverse per timore del malaugurio.
16 Marta Sordi (cur.), Guerra e diritto nel mondo greco e romano, Milano 2002.

64

Future Wars

della sua Storia Universale, dando ragione dei motivi che lo avevano portato a fare un puntuale racconto della guerra peloponnesiaca, spiegava che
linvariabilit della natura umana lascia supporre il ripetersi di eventi
simili ed quindi pi utile conoscere quello che accaduto in precedenza.
Inattendibili invece i vaticini, sempre manipolabili anche post eventum,
come una vecchia profezia che si diceva annunciare una pestilenza dopo
una guerra, che fu diffusa dopo il diffondersi della peste ad Atene, seguita
alla guerra con Sparta (429-430 a. C.). Ma, faceva notare Tucidide, il termine usato nel testo originario della profezia era (lims = carestia)
non (loims = pestilenza)17.
Negli (Stratagemata) di Polieno si racconta che
Alessandro Magno dopo aver avuto vaticini favorevoli dagli aruspici faceva mostrare ai soldati le interiora degli animali perch si rendessero conto
direttamente del favore divino e del successo annunciato18. Anche in occasione della conquista di Tiro, Alessandro intraprese lassedio dopo la
fausta interpretazione di un sogno nel quale aveva visto un satiro che gli
sfuggiva ma che alla fine riusciva a catturare, che il suo indovino personale Aristandro spieg anagrammando la parola satyros in , che
in greco dorico significa Tiro sar tua19.
Auspicia e Oracula
Anche presso i Romani vigevano varie forme di mantica: dagli auspicia tratti dallesame degli animali sacrificati, o da fenomeni astrali, solari
o lunari, o da prodigi come i terremoti che si ritenevano connessi allimminenza di una guerra. A ci si aggiungeva linterpretazione dei responsi
sibillini, i cui versi si facevano spesso concordare con i responsa degli
aruspici, e che potevano avere anche un contenuto geopolitico. Luciano
Canfora ha recentemente ricordato, a proposito di Appiano, loracolo
sibillino che preannunciava sciagure se i Romani avessero inviato un con-

17 Cfr. Luciano Canfora, La storia, profezia sul passato, in Corriere della sera, 18-05-

2012.

18 Polieno, Stratagemata, IV, 3, 14.


19 : Plutarco, Le vite parallele, Alessandro, 22.
Storia della distopia militare

Divinazione bellica e astrologia militare nel mondo antico

65

Alessandro Magno taglia il nodo di Gordio.


Schwbisch Hall, Rathaus, Supraporte im Trausaal (Heldensaal)

tingente militare in aiuto del Re dellEgitto20. Altri presagi venivano


dedotti da frasi o locuzioni udite in situazioni o contesti apparentemente
casuali, ovvero prima dei riti religiosi21.
Il poema didascalico Astronomica di Marco Manilio un testo di astrologia, scritto tra il 9 e il 22 d. C. emblematico della posizione stoica
sulla prevedibilit, in base agli influssi astrali, non solo delle azioni umane
e individuali, ma anche di quelle dei popoli (una sorta di etno-astrologia).
Uomini politici e comandanti militari vengono rapportati alle costellazioni
di nascita e se ne deducono cos lindole, la tempra e il destino. Il destino
() per gli Stoici consisteva nel succedersi deterministico e concatenato delle cause, considerato come un principio universale causa infinita del mondo reale e di ogni accadimento e materialit. Per cui dallattenta osservazione della natura o in particolari stati della coscienza come il
sonno o il delirio si potevano cogliere le cause che precedevano gli eventi e quindi anticipare il futuro.
20 Appiano, Libro siriaco, 51, 258; Dione Cassio, XXXIX, 15, 1-2. Luciano Canfora,

Augusto figlio di Dio, Roma-Bari, 2015, pp. 128-129.

21 Cfr. Cicerone, De Divinatione, 1, 46.

66

Future Wars

Giulio Ossequente, storico romano del IV secolo, autore di una famosa


opera sui prodigi tratta da episodi narrati da Tito Livio, rapportava quelli
successivi al 158 a profezie di guerre civili22.
Le guerre civili fecero lievitare linteresse per le predizioni politico
militari e in et imperiale la divinazione divenne prerogativa dello Stato
venendo utilizzata dagli imperatori come strumento personale di dominio
sulle masse, attraverso labile manipolazione dei responsi e il divieto della
divinazione privata, che tuttavia continuer ad essere praticata di nascosto,
pur subendo reiterate e severe repressioni, fino ad essere condannata come
superstizione pagana dopo il pubblico riconoscimento e la definitiva legittimazione del cristianesimo.
Il Rotolo della guerra
In ambiente giudaico una particolare ideologia apocalittica che si richiama ai testi profetici vetero testamentari, si riscontra nel cosiddetto Rotolo
o Regola della guerra (milhamah) ritrovato a Qumran nel 1947 (frammento 1QM) e composto verso la fine del I secolo a.C. Si tratta di una serie di
istruzioni per una futura guerra escatologica di quarantanni che i figli
della luce, avrebbero dovuto combattere alla fine dei tempi, insieme a Dio
e ai suoi angeli, contro i figli delle tenebre. Il testo interessante sotto il
profilo della storia militare in quanto comprende regole ed enunciazioni
riguardanti le trombe, gli stendardi e gli scudi da usare nella lotta e descrive lordine di battaglia della fanteria e le sue armi23. In una comunit chiusa e rigida come quella degli esseni il richiamo alla lotta finale nella contrapposizione fra bene e male, esprime un fattore aggregativo di tipo psicologico e propagandistico che trover altri esempi nella storia e che
ancora oggi si riscontra nelle concezioni fondamentaliste contemporanee.
22 Julius Obsequens, Ab anno Urbis conditae quingentesimo quinto prodigiorum liber

imperfectus o De prodigiis. Lopera, ripresa da un codice poi perduto, trovato in Francia e trascritto da Giovanni Giocondo venne stampata per la prima volta, a Venezia,
nel 1508 da Aldo Manuzio.
23 Per una trattazione pi ampia cfr. Giovanni Ibba, Le ideologie del Rotolo della guerra (1QM): studio sulla genesi e la datazione dellopera, Firenze 2005; Id. Il rotolo
della guerra: edizione critica, Torino 1998; Jean Duhaime, The War Texts: 1QM and
Related Manuscripts, London 2004; Brian Schultz, Conquering the World: the War
Scroll (1QM) Reconsidered, Leiden e Boston 2009.
Storia della distopia militare

Divinazione bellica e astrologia militare nel mondo antico

67

La divinazione militare nelle civilt extraeuropee


India
Nellantica India per prevedere il futuro si teneva conto del volo degli
uccelli (in particolare il grande akuna, termine con cui poi si designarono
i presagi in generale) e di vari tipi di presagi, celesti, atmosferici e terrestri
classificati nel perduto libro di aforismi Kauikastra e in altri testi risalenti alla met del I millennio a.C. come lAdbhutabrhmaa (Brhmaa
dei prodigi) e lAdbhutanti (Pacificazione dei prodigi). Un dotto di
nome Yavanevara (il Signore dei Greci) che aveva un importante rango
a corte a Ujjayin durante il regno di Rudradman I, nel 149-150 d. C.,
tradusse un testo ellenistico di oroscopia con il titolo di Yavanajtaka
(Oroscopia secondo i Greci) che si conosce in una trasposizione in 4000
versi (di cui ne restano 2300) composta dal poeta Sphujidhvaja nel 269270 d. C24. La parte sullastrologia militare fu aggiunta da questultimo
24 Sphujidhvaja says that, before him, in AD 150, the great Greek genethlialogist Ya-

vanevara redacted into Sanskrit prose a Greek astrological work, so that it could be
studied by those who did not know Greek in Helaine Selin (Ed.), Encyclopaedia of
the History of Science, Technology, and Medicine in Non-Westen Cultures, Springer

68

Future Wars

basandosi su un testo induista tradizionale, la Gargasahit (Sahit di


Garga).
Per quanto riguarda lastrologia indiana (hor) se ne conosce una sua
specifica branca militare (ytr) che a sua volta parte dell astrologia
catartica (muhrtastra) Il primo trattato autonomo sulla ytr - lastrologia militare, che riuniva muhrta e sahit per trarre indicazioni sulle
spedizioni militari e la difesa, sarebbe dovuto a Bdaryaa, il filosofo del
I secolo d.C., autore del Bramasutra. La letteratura sulla divinazione
(sahit) ampia anche nei secoli seguenti e comprende innovazioni
accanto a temi mesopotamici reinterpretati e adattati. Il testo principale
il Bhatsahit (Grande sahit), redatto dallastronomo e matematico
Varhamihira intorno al 550 d.C., ad Avant (lodierna Malwa)25. Il volume
contiene una serie di consigli pratici su vari aspetti della quotidianit, fra
cui la lustrazione delle armi. Varhamihira scrisse varie opere sullastrologia militare: Maha yatra, Swalpa yatra, Tikkani Yatra e Bhadytr.
Questultima, la Grande astrologia militare, influenz il siriaco Teofilo di
Edessa (695-785) noto anche come Theophilus ibn Tuma, figlio di
Tommaso di Edessa, capo degli astrologi di al-Mahd, terzo califfo abbaside, che tratt questa branca disciplinare in greco, influenzando anche gli
astrologi bizantini con le sue (poni
per katarchn polemikn ovvero Fatiche sugli inizi delle guerre)26.
Parallelamente lastronomo persiano Mallh Ibn-Aar (762-815 d.
C.), consigliere alla corte di Baghdad, ne fece esposizione in arabo. Questi
trattati influirono anche sullastrologia militare europea.

Science & Business Media, 2013.


25 Varhamihira, M. Ramakrishna Bhat, Varahamihiras Bhat Sahit: with English
translation, exhaustive notes and literary comments, Motilal Banarsidass 1981.
26 I suoi scritti astrologici sulle iniziative nelle guerre sono pubblicati nel Catalogus Codicum Astrologorum Grcorum, XI/1, Bruxelles 1932, pp. 204-266. Teofilo noto
anche come storico, cfr. Robert G. Hoyland, Theophilus of Edessas Chronicle and the
Circulation of Historical Knowledge in Late Antiquity and Early Islam, Manchester
2011.
Storia della distopia militare

Divinazione bellica e astrologia militare nel mondo antico

69

Cina
Nellantica Cina si pratic la divinazione con
varie metodologie27. In particolare la divinazione reale (dalla media dinastia Shang alla
prima dinastia Zhou) veniva praticata
mediante la scapulomanzia, ovvero usando
scapole di bovini o gusci di tartaruga, su
cui venivano scritte domande idealmente
rivolte agli antenati, alle forze della natura o alla suprema divinit della dinastia
Shang. Si procedeva quindi a riscaldare col
fuoco queste ossa oracolari per trarne
vaticini e pareri in base allesame delle
fratture che ne derivavano
(piromanzia)28. Successivamente si
diffuse unaltra pratica divinatoria,
nella quale i responsi venivano
tratti dalla manipolazione di
bastoncini di achillea millefolium
o achillea palustre, corrispondenti
agli esagrammi del Libro dei mutamenti (Yi
Jing o I Ching).
Una particolare forma di divinazione, connessa
al pensiero filosofico cinese, tendeva allindividuazione del momento in
cui lenergia vitale (Ki) dei soldati era al culmine per poter mettere in
movimento lesercito o attaccare battaglia nel momento migliore. Dalluso
militare e nelle arti marziali si pass alla tecnica predittoria del destino
individuale attraverso la lettura del Ki personale e quindi alluso medico
27 Cfr. Stephen L. Field, Ancient Chinese divination, Honolulu 2008.
28 Le ossa oracolari (jigpin) scoperte in grande quantit nel secolo XIX, erano con-

siderate dagli abitanti ossa di drago (lng g) ed utilizzate nella farmacopea popolare
finch nel 1899 uno studioso Wang Yirong le riconobbe come una antica scrittura
e negli anni successivi inizi la pubblicazione di questi documenti. Le campagne ufficiali di scavo tra il 1928 e il 1937 portarono alla scoperta di migliaia di reperti, veri
e propri archivi di questo tipo. Cfr. William G. Boltz, The Origin and Early Development of the Chinese Writing System, New Haven 1994 e 2003.

70

Future Wars

del Tao Sciatzu29. Unaltra metodologia, di cui esistono testimonianze dal


periodo Han, faceva uso di specifici calendari o almanacchi (Rishu) dai
quali dedurre i giorni propizi per intraprendere le proprie attivit personali o prendere decisioni importanti nel settore pubblico o militare.
Secondo lo storico Gu Jiegang, larte dei pronostici (shushu) la pi
complessa fra i settori della sapienza cinese e ad essa vanno rapportati i
passi pi enigmatici degli antichi testi di medicina o di strategia militare.
In Cina furono anche redatti testi profetici - come il Tu bi t scritto da
Li Chunfeng e Yuan Tiangang nel VII secolo d. C. sotto la Dinastia Tang,
o il poema Shaobing ge (letteralmente: poema dello Shaobing, caratteristica pasta frolla cinese dolce o salata) scritto da Liu Bowen (1311-1375),30
considerato il Nostradamus cinese, durante la Dinastia Ming - la cui popolarit stata di lunghissima durata, giungendo fino ai nostri giorni e
destando pi volte la preoccupazione delle autorit31.

29 Anche il gioco degli scacchi deriverebbe da antiche pratiche divinatorie cinesi, cfr. Jo-

seph Needham, Science and civilization in China, IV.1. Physics and physical technology, Cambridge 1962 e 2004; Antonio Panaino, La Novella degli scacchi e la Tavola reale. Unantica fonte orientale sui due giochi da tavoliere pi diffusi nel mondo
eurasiatico fra tardo-antico e medio evo e sulla loro simbologia militare e astrale,
Milano 1998. Per un confronto con la cultura giapponese, cfr. anche: Cho-Yo Suzuki, Japanese Chess (Sho-Ngi). The Science and Art War or Struggle Philosophically
Treated. Chinese Chess (Chong-Kie) and I-Go, Chicago 1905.
30 Liu Ji, o Liu Bowen (nome di cortesia assunto da adulto) consigliere e comandante
militare sotto limperatore Zhu Yuanzhang, stato coautore, insieme allo studioso e
generale suo contemporaneo Jiao Yu, del trattato militare Huolongjing (il Manuale del
Drago di Fuoco) nel quale veniva illustrato luso di varie armi da fuoco. Il suo trattato militare pi famoso, tuttavia, conosciuto col titolo di Lezioni di Guerra. Altre sue
opere militari sono: Strategie Straordinarie di Cento Battaglie e Diciotto Strategie e
Affari. Vari studiosi ritengono che il poema Shaobing ge abbia predetto eventi come la
Battaglia della Fortezza di Tumu, conflitto di frontiera tra i Mongoli Oirati e la dinastia Ming, che il 1 settembre 1449 si concluse con la cattura dellimperatore Zhengtong e la perdita di un esercito di 500.000 uomini, portando allinvasione mongola.
Altre previsioni attribuite a Liu Ji Bowen sono: lascesa della Dinastia Qing (16441912) la Guerra Anglo Cinese dellOppio (183942), la Prima guerra Cino-Giapponese (1 agosto 1894 17 aprile 1895) la rivoluzione Xinhai - la rivoluzione cinese del
1911 e la fondazione della Repubblica Cinese.
31 Il Tu bi t fu messo al bando durante la Rivoluzione Culturale maoista, ma negli anni Novanta del XX secolo si diffuse di nuovo con grande successo, a livello anche di
bancarelle.
Storia della distopia militare

Divinazione bellica e astrologia militare nel mondo antico

71

America Precolombiana
Anche le civilt precolombiane pensavano che le profezie anticipassero
gli avvenimenti e avevano sofisticati sistemi divinatori.
I Maya avevano buone conoscenze di astronomia ed usavano due calendari, uno di 360 giorni, denominato huab (anno lungo) laltro di 260 giorni considerato cerimoniale che serviva anche per le profezie. La relazione
fra astri e divinit preposte al controllo di eventi terrestri serviva per prevedere eventi terrestri, come guerre, catastrofi naturali, epidemie. La
conoscenza della scrittura permetteva di fissare le conoscenze storiche e
tecniche in appositi libri o codici, che oltre a registrare avvenimenti trattavano argomenti esoterici, arti divinatorie e magiche, per cui furono
ritenuti empi dagli spagnoli che li destinarono al rogo. I tre codici superstiti, conservati a Dresda, Parigi e Madrid, contengono immagini e testi
che si riferiscono soprattutto allastronomia, allastrologia e alla divinazione. Un quarto codice, detto Grolier, di dubbia autenticit. Il Codice
di Dresda riporta numerose tavole astronomiche e rituali divinatori, connessi alle cerimonie del nuovo anno e a vari riti del calendario dei 260
giorni.
Fra i molti codici mixtechi sopravvissuti, vanno segnalati: il codice
Borgia, conservato nellArchivio Segreto Vaticano e il Codice FejrvariMayer conservato a Liverpool, che contengono calendari divinatori.
Anche presso gli Incas nessuna impresa poteva essere iniziata senza il
ricorso preventivo alla divinazione e ai suoi specifici riti. La previsione
aveva anche un valore giudiziario. Un ruolo particolare nella divinazione
era quello degli huaca luoghi naturali, fonti, sorgenti, montagne, templi,
spoglie degli antenati, oggetti o esseri animati ritenuti sacri. Era compito
dei sacerdoti individuare questi huaca e proporli alla venerazione degli
uomini e dei loro villaggi. Un santuario huaca dedicato al dio della guerra,
rappresentato come un puma, si trova nei pressi di Cusco nella localit di
Kenko a un chilometro e mezzo da Sacsahumn. Si tratta di un anfiteatro
con una ventina di posti attorno a un masso che serviva da altare. Gli
archeologi ritengono che in quel sito i dignitari e i sacerdoti attendevano
il responso delloracolo in previsione di una guerra.
Gli Aztechi utilizzavano sapientemente le profezie a fini politici. Cos
per ledificazione della citt di Tenochtitln (1325 circa) nel sito dellat-

72

Future Wars

tuale Citt del Messico si richiamarono a unantica profezia che parlava di


unaquila che avrebbe sconfitto un serpente. Il luogo fu scelto appunto
perch videro unaquila su un cactus spuntato su una roccia che divorava
un serpente. Questa immagine simbolica tuttora riprodotta sulle banconote messicane.
Il Codice Borbonico, conservato a Parigi nella Bibliothque de lAssemble Nationale, una copia di un codice azteco antico realizzata nel
periodo coloniale e contiene fra laltro questioni divinatorie e rituali, con
riferimento anche alle previsioni militari.
Presso gli Aztechi era data per certa la progressiva realizzazione di profezie antecedenti sia per gli individui che per questioni politiche e militari. Lo stesso Montezuma era persuaso che larrivo degli spagnoli e la
sconfitta degli aztechi fosse stata profetizzata, anche se altri capi aztechi
a lui contrari interpretavano i presagi in senso opposto. Nelle pratiche di
divinazione venivano usati anche allucinogeni che si pensava potessero
dare la visione di successi militari. Nella sua
cronaca sulle Indie della Nuova Spagna,
il frate domenicano Diego Durn rifer
che Montezuma prima di iniziare
una guerra, saliva su un tempio e
faceva mangiare agli anziani ed
ai sacerdoti antichi funghi verdi
e bere altre bevande superstiziose, affinch lebbrezza causata
da quei cibi e bevande rivelasse
se il loro esercito sarebbe stato
vittorioso o no, e infelici quelli
che annunciavano linsuccesso,
poich dopo li faceva uccidere,
senza alcun rimedio32.

32 Diego Durn, Historia de las Indias de Nueva Espaa y islas de la tierra firme, 1581,

I, LXV. Lopera, citata gi da un confratello (Agustn de Dvila Padilla) nel 1596, fu


pubblicata per la prima volta in vari volumi tra il 1867 e il 1880 da Jos Fernando
Ramrez, che ottenne il manoscritto dalla Biblioteca Nazionale di Madrid.
Storia della distopia militare

73

Mergi eos in aquam iussit

Divinazione e guerra nellesperienza romana


di Enrico Silverio

Divinazione e predizione del futuro


a divinazione costituisce in origine un ramo della magia cosiddetta simpatica; la quale si fonda sul principio apparentemente
scientifico che da simili cause si producono simili effetti. [],
cos lindovino (in lat. divinus onde divinatio, []) pretende da supposte
cause prevedere determinati effetti, o da effetti realmente esistenti arguire
la causa rimasta occulta1. Quando la divinazione passa dal piano della magia a quello della religione2, muta di significato ed assume quello
di interpretazione di segni e simboli con i quali la divinit fa conoscere
alluomo il suo volere riguardo gli eventi futuri3. Nella divinazione infatti centrale il concetto di pax deorum: controllando la conservazione
del patto con gli dei (pax deorum), [lauspicazione] tende solo a ottenere
la sanzione divina ad azioni umane4. I generi di divinazione possono es1 Cos Umberto Fracassini in Id., Aldo Neppi Modona, Raffaele Corso, s. v. Divinazione,
in Enciclopedia Italiana, XIII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1932, pp. 59-62
(59). Sulla magia e la divinazione nel mondo greco-romano v. tra gli ultimi contributi: Georg Luck (cur.), Arcana Mundi, II, Divinazione, astrologia, alchimia, Mondadori-Valla,
Milano 1999, pp. 5-43; Valerie Flint, Richard Gordon, Georg Luck, Daniel Ogden (Edd.),
Witchcraft and Magic in Europe. Ancient Greece and Rome, The Atlone Press, London
1999; Robin Lorsch Wildfang, Jacob Isager, Divination and Portents in the Roman World,
University Press of Southern Denmark, Odense 2000; Eftychia Stavrianopoulou (dir.),
Ritual and Communication in the Graeco-Roman World, Presses Universitaires de Lige,
Lige 2006; Francesco Lucrezi, Magia, stregoneria e divinazione in diritto ebraico e romano, Giappichelli, Torino 2007; Federico Santangelo, Divination, Prediction and the
End of the Roman Republic, Cambridge University Press, Cambridge 2013. Con particolare riguardo al rapporto tra divinazione ed arte della guerra tra mondo greco ed ebraico, v.
Andrea Gramaticopolo, Il rapporto tra la divinazione e larte della guerra tra il politeismo
greco e il monoteismo ebraico, diss., Universit Ca Foscari di Venezia, a .a. 2012/2013.
2 Sul rapporto tra magia e religione con riguardo alla divinazione v. infra.
3 V. Fracassini, in Id., Neppi Modona, Corso, s. v. Divinatio, cit., p. 59.
4 Cos Attilio Degrassi, s. v. Auspicio, in Enciclopedia Italiana, V, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1930, pp. 382-383 (382). Laffermazione formulata con riguardo di-

74

Future Wars

Schema per lesame del fegato di pecora con iscrizioni etrusche (fegato di Piacenza)

sere vari e qui interessa soprattutto la divinazione reale o indiretta, che


si fonda su segni gi esistenti, omina od oracula, dei quali intende essere
lesatta interpretazione.
Questo tipo di divinazione pu essere naturalis o artificialis: nella prima
i segni da interpretare sono casuali, mentre nella seconda vengono cercati
o procurati dallo stesso osservatore5. La divinazione naturale si basa su
segni celesti, come nel caso dellastrologia; atmosferici, quali forma e corso di nuvole, uragani, fulmini o tuoni, secondo una disciplina codificata
nei Libri fulgurales; su azioni e movimenti degli animali, interpretati a
Roma dai Libri augurales; su nascite mostruose di animali o uomini; su
segni speciali delle mani o di parti del corpo; sullo stormire delle foglie;
infine sui sogni, sempre bisognosi di essere interpretati per mezzo della
oneiromanzia. Quanto alla divinazione artificiale, essa pu basarsi sulla

retto allauspicium ma appare riferibile ad ogni forma di divinazione poich v. ibidem


Rispecchia levoluzione dei metodi divinator la parolaauspiciumche, etimologicamente
identica adavispicium [], passa poi a significare uninterrogazione della volont divina
in qualsiasi maniera formulata, nonch il consenso divino a unazione umana qualunque
sia il modo in cui esso viene concesso.
5 Cic. Div. 1, 6, 11 e 2, 11, 26.
Storia della distopia militare

Mergi eos in aquam iussit

75

cleromanzia, che il sortilegium dei Romani cui si collegano le sortes


Vergilianae o le sortes Praenestinae6, sulla lecanomanzia, lidromanzia,
la piromanzia, la capnomanzia, la ieroscopia o extispicio, la necromanzia
e, secondo alcuni, lordalia7.
Predizione del futuro e guerra
Con riguardo a circostanze di carattere bellico,
la divinazione stata accostata allacquisizione di
informazioni segrete8. Questa impostazione molto pericolosa perch peraltro con palesi contraddizioni9 proietta in antico categorie moderne e,
facendo oltretutto confusione tra divinatio e religio
id est cultus deorum10 in sostanza inquadra la prima
come una forma di acquisizione di informazioni segrete, riducendola insomma ad una fonte11.
Per recuperare il significato reale della divinazione anche in ambito
militare, occorre invece considerare il concetto centrale di pax deorum,
collocato nel quadro di un sistema giuridico-religioso12 in cui operano
uomini e di ed in cui centrale il concetto di fides13. In un contesto in cui
6 Richard Hamilton, The Fatal Texts. The Sortes Vergilianae, in Classical and Modern
Literature, XIII, 1993, pp. 309-336; Phyllis Katz, The Sortes Vergilianae. Fact or Fiction?, in Classical and Modern Literature, XIV, 1994, pp. 245-258. Sulle sortes v. in generale Luck (cur.), Arcana Mundi, cit., pp. 26-27.
7 Circa le diverse tipologie di divinazione v. Fracassini in Id., Neppi Modona, Corso, s. v.
Divinazione, cit., pp. 59-60.
8 Rose Mary Sheldon, Guerra segreta nellantica Roma (2005), LEG, Gorizia 2008, traduzione italiana di Rossana Macuz Varrocchi, p. 50: La forma pi antica ed elementare di
informazione segreta fu la rivelazione religiosa.
9 Cfr. Sheldon, Guerra segreta, cit, pp. 51-54 in cui, nonostante la lapidaria affermazione
citata in nota 8, tra i casi riportati e tratti dalle fonti si affaccia prepotente la nozione di pax
deorum, il cui mantenimento alla base delle pratiche divinatorie al di l di ogni loro anacronistica lettura in termini di attivit di intelligence.
10 Cic. nat. 2, 8: [] religione, id est cultu deorum, multo superiores.
11 Sheldon, Guerra segreta, cit., p. 54: Quale che fosse il valore delle informazioni fornite
dalle fonti religiose, [], con significativo uso del virgolettato.
12 Pierangelo Catalano, Linee del sistema sovrannazionale romano, I, Giappichelli, Torino
1965.
13 Vedi, con precedente bibliografia, Giovanni Brizzi, La cavalleria dei Romani. Letica

76

Future Wars

luomo romano posto al centro di una serie di forze non solo terrene ma
anche ultraterrene che egli deve propiziarsi pure in guerra14 con un rigido
formalismo15, appare pi opportuno affermare che attraverso la divinazione il rappresentante del populus Romanus tenta di comprendere quale sia il
futuro che gli di che presiedono allesistenza ed alla grandezza dellUrbs
desiderino per essa.
In questo senso, e sempre in un rapporto con il divino non assimilabile a nessun
aspetto dellesperienza moderna e contemporanea, legittimo dire che la divinazione
poteva essere presa in considerazione dai
decisori romani anche nellambito bellico.
Questultimo, anzi, si presentava come uno
dei momenti in cui maggiormente era necessario indagare il volere degli di ma, in
tale caso, la divinazione non assumeva un
valore neppure accostabile a quello di una
fonte informativa, configurandosi invece
come uno strumento per scrutare il volere degli di in funzione del mantenimento
della pax con loro in occasione dellevento
bellico, cruciale per lesistenza stessa del
populus Romanus.
in tal senso significativo lepisodio di P. Claudio Pulcro: alla vigilia
della battaglia di Drepano il console del 249 a.C. cerca di scrutare il volere

aristocratica fino allet delle guerre puniche, ora in Id., Metus Punicus. Studi e ricerche
su Annibale e Roma, Imola 2011, pp. 9-33. Contra, ma con argomenti inconsistenti, da ultimo Sheldon, Guerra segreta, cit., pp. 49-50, con bibliografia.
14 La nozione di bellum iustum ne costituisce un esempio evidente. Segnalo solo alcuni studi recenti, sia per gli ampi rinvii che essi contengono che per lattenzione da essi rivolta anche agli usi contemporanei della nozione: v. Ferdinando Zuccotti, Bellum iustum o
del buon uso del diritto romano, in Rivista di Diritto Romano, IV, 2004; Antonello Calore, Bellum iustum tra etica e diritto, in Diritto @ Storia, 5, 2006; Maria Floriana Cursi,
Bellum iustum tra rito e iustae causae belli, in Index, XLII, 2014, pp. 569-585.
15 V. ad esempio Antonello Calore, Bellum iustum e ordinamento feziale, in Diritto @ Storia, 5, 2006; Giovanni Turelli, Audi Iuppiter: il collegio dei feziali nellesperienza giuridica romana, Giuffr, Milano, 2011.
Storia della distopia militare

Mergi eos in aquam iussit

77

degli di attraverso gli auspicia pullaria ma, poich i polli sacri si rifiutano di mangiare comportamento
interpretabile negativamente egli,
venendo meno ad ogni elementare rispetto per gli di e sostenendo
che se non volevano mangiare allora avrebbero bevuto, mergi eos in
aquam iussit ed ingaggi battaglia
con i punici di Aderbale. Proprio
alla rottura del buon rapporto con
gli di, offesi dal comportamento
del console, venne imputata la disfatta romana16.
Divinazione, imperium, magia e superstizione
Se la divinazione legata allessenza pi intima dellesperienza religiosa del populus Romanus, non stupisce che degli auspicia siano dotati,
per eccellenza, proprio i magistrati muniti di imperium e che tali auspicia
possano essere distinti tra urbana e militaria, ripartizione che in larga
parte si sovrappone a quella tra imperium domi ed imperium militiae e che
anchessa legata alla nozione di pomerium17. Limperium del magistrato,
in effetti presenta notevoli elementi di carattere sacrale anche in ambito
militare, cos come nel caso della fides che, specie sino allet della seconda guerra punica, il magistrato deve possedere ed esercitare al massimo
grado anche nei confronti del nemico18. La divinazione, quindi, costituisce
parte integrante della vita ufficiale del populus Romanus tanto in pace
16 V. Cic. nat. 2, 7 e Liv. per. 19. Cfr. Plb. 1, 50-51. Circa i pullarii addetti ai polli per la divinazione: Giuseppina Foti, Funzioni e caratteri del pullarius in et repubblicana e imperiale, in Annali della Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit degli Studi di Milano,
64.2 (2011), pp. 89-121. Per altri esempi di divinazione in ambito bellico v., ex multis, Liv.
5, 17, 3; 5, 46, 11; 6, 5, 6; 6, 41, 5; 10, 40, 9-12 e 22, 1, 5-7.
17 V. ad es. Michael Koortboijan, Crossing the pomerium. The armed ruler at Rome, in
Bjrn C. Ewald - Carlos F. Norea (Edd.), The Emperor and Rome. Space, Representation,
and Ritual, Cambridge University Press 2010, pp. 247-274.
18 Sullintima compenetrazione tra sfera politica e sfera sacrale v. Cic. dom. 1, 3. Circa la rilevanza della fides nel comportamento del comandante militare cfr. supra nota 13.

78

Future Wars

come in guerra. In quanto elemento cardine della religione romana, essa si


inquadra in una nozione di ordine cosmico cui si oppone il disordine rappresentato invece dalle pratiche magiche. In tal senso, nel momento in cui
si stabilisce lopposizione religione tradizionale = ordine cosmico / magia = disordine cosmico, qualsiasi manipolazione del sacro non conforme
al mos maiorum appare, in linea di principio, assimilabile alla magia19. La
divinazione ufficiale si oppone anche a quella legata alla superstitio, intesa
come devianza dalla religione giusta ma che ancora nellet di Plauto
indicava la predizione del futuro20. Tali opposizioni si avvertono in modo
particolare proprio per le pratiche divinatorie non comprese nella religione
tradizionale romana dal momento che, attesa lesistenza di un sistema augurale adatto a dominare la realt ad magnas utilitates rei publicae, ogni
altra divinazione si presenta, specie in periodi di guerra, come una pericolosa minaccia sia religiosa che sociale21.
Ne consegue il divieto di praticare riti stranieri, tra cui evidentemente pratiche divinatorie, non a caso fatto rispettare pure in Roma, almeno
negli spazi pubblici, in occasione di gravi crisi anche militari22. inoltre
verosimile che proprio il contrasto a pratiche divinatorie irriducibili alla
tradizione romana fosse allorigine dellespulsione degli indovini dal campo romano decisa, insieme ad altri provvedimenti pi volte ricordati, da
Scipione Emiliano nel 134 a.C., in pieno bellum Numantinum23.

19 Ubaldo Lugli, La magia a Roma, ECIG, Genova 1989, p. 33. Per una sintesi circa il rapporto tra magia e religione v. Lucrezi, Magia, stregoneria e divinazione, cit., pp. 1-3, con
ampia bibliografia a p. 10. Sulla nozione romana di magia come ars di origine orientale
creata dallincontro tra medicina, religione ed astronomia e quindi strettamente connessa
anche alla predizione del futuro v. ad es. Plin. nat. 30, 1-2.
20 V. ad es. la sintesi in Ewa Wipszycka, Storia della Chiesa nella tarda antichit, Mondadori, Milano 2000, pp. 85-86 e, pi ampiamente, Jrg Rpke, Superstitio. Devianza religiosa
nellImpero romano, Carocci, Roma 2014.
21 V. ampiamente Jean Bayet, Histoire politique et psycologique de la religion romaine, Payot, Paris 1957. Per la citazione: Cic. Div. 2, 70.
22 V. ad es. Liv. 4, 30, 11 del 428 a.C. e Liv. 25, 1, 6-12 del 213 a.C.
23 App. Hisp. 85, 367, su cui v. ora, con precedente bibliografia, Santangelo, Divination, Prediction, cit., p. 149 nota 2. Lepisodio non citato da Pol. Strat. 8, 16, 1-2, che pure menziona altri provvedimenti presi da Scipione, mentre ripreso evidentemente con nuovo
significato nellimpero divenuto cristiano in Leo Tact. 20, 80.
Storia della distopia militare

Mergi eos in aquam iussit

79

Guerra, divinazione e mantenimento della pax deorum


Il primo degli esempi accennati sopra si colloca nel 428 a.C., entro un
contesto in cui alle minacce militari portate dai Veienti, contro i quali la
rappresaglia sarebbe stata rinviata allanno successivo, si uniscono gravi
problemi interni24. La concomitanza di queste situazioni favorisce linsinuazione in Roma di una congerie di credenze straniere tra cui riti vaticinatorii diversi da quelli tradizionali25. Paradossalmente, questo apparato di
riti e divinazioni nasceva proprio con lo scopo di implorare la pax deorum,
ma in realt otteneva leffetto opposto a causa dellestraneit dei riti praticati alla tradizione avita26. Infatti, venne dato incarico agli edili della plebe
di fare cessare il compimento dei riti
stranieri27. Considerato il rilievo che
nella narrazione liviana viene dato a
quei magistrati della plebe, che gi
in et cos risalente sarebbero stati
incaricati di una funzione di fondamentale interesse per lintero corpo
cittadino e non per la sola plebs, il
passo stato ritenuto una sorta di
anticipazione storica28. Tuttavia, dal
punto di vista della nostra materia,
24 Liv. 4, 30, 5-8: Veientes in agrum romanum excursiones fecerunt. []. Siccitate eo anno
plurimum laboratum est, []. Defectus alibi aquarum circa torridos fontes rivosque stragem siti pecorum morientum dedit; scabie alia absumpta, volgatique contactu in homines
morbi. Cfr. Liv. 4, 30, 12-16 e 4, 31-34. Per un inquadramento del confronto di Roma con
Equi e Volsci, v. Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Ptron, Bologna 1997, pp. 88-91.
25 Liv. 4, 30, 9: [] animos quoque multiplex religio et pleraque extrena invasit, novos ritus sacrificandi vaticinando inferentibus in domos quibus quaestui sunt capti superstitione
animi. Cfr. infra nt. 33.
26 Liv. 4, 30, 10: [] in omnibus vicis sacellisque peregrina atque insolita piacula pacis
deum exposcendae.
27 Liv. 4, 30, 11: Datum inde negotium aedilibus, ut animadverterent ne qui nisi Romani
di neu quo alio more quam patrio colerentur. Circa il significato di questa animadversio
nelleconomia dei poteri degli edili della plebe, e pi in generale delledilit, v. Luigi Garofalo, Il processo edilizio. Contributo allo studio dei iudicia populi, Cedam, Padova 1989,
pp. 137-139.
28 Discussione e riferimenti bibliografici in Garofalo, Il processo edilizio, cit., p. 138 nota
200.

80

Future Wars

esso testimonia in ogni caso il dato fondamentale per cui certe pratiche non
conformi alla tradizione, comprese quelle divinatorie, fossero considre
comme contraire au droit publique romain anche e soprattutto in situazioni di grave pericolo militare, in quanto in definitiva avvertite come lesive
per la pax deorum in momenti in cui solo i riti aviti avrebbero garantito il
buon rapporto con gli di29.
Un altro esempio relativo al fronte interno si colloca nel 213 a.C., in
piena guerra annibalica, allorch non solo in secreto modo atque intra parietes abolebantur Romani ritus, sed in publico etiam ac foro Capitolioque
mulierum turba erat nec sacrificantium nec precantium deos patrio more30.
In una condizione di diutinum bellum31 non mancarono i vates, mentre gli
edili ed i minores magistratus inviati ad emovere eam multitudinem e foro
ac disicere apparatus sacrorum32 vennero quasi malmenati. Fu infine necessario lintervento di un magistrato cum imperio, il praetor M. Emilio, il
quale, tra le altre cose, ordin quicumque libros vaticinos [] haberet eos
libros omnes litterasque ad se ante calendas Apriles deferret []33.
Il divieto di divinazioni private ricordato anche in occasione dellarrivo dellEmiliano al campo romano nel 134 a.C. durante il difficile assedio
di Numanzia34. In quelle condizioni, senza implicare una condanna della
previsione del futuro in quanto tale, esso muove dalla stessa ratio sottesa
ai divieti ricordati per Roma nel 428 e 213 a.C.

29 Cos Georges Humbert s. v. Aediles, in Dictionnaire des Antiquits grecques et romaines,


I.1, Paris 1877, pp. 95-101 (p. 97 per la citazione).
30 Liv. 25, 1, 7.
31 Liv. 25, 1, 8.
32 Liv. 25, 1, 10.
33 Liv. 25, 1, 12. Circa limportanza dellintero episodio per la ricostruzione del funzionamento degli apparati di sicurezza in Roma repubblicana v. Wilfried Nippel, Policing Rome, in The Journal of Roman Studies, LXXIV, 1984, pp. 20-29. Nei fatti del 428 e 213
a.C. si anche in presenza di religiones externae: v. sul tema Francesco Sini, Dai peregrina sacra alle pravae et externae religiones dei Baccanali: alcune riflessioni su alieni e sistema giuridico-religioso romano, in Studia et Documenta Historiae et Iuris, LX,
1994, pp. 49-73.
34 Cfr. supra nota 23.
Storia della distopia militare

81

Mechanemata: Mind-machines in war


by Immacolata Eramo

The future of a battle


he gods know everything, are everywhere and give signals to
humans about all that regards human things:1 for this reason,
before each military campaign, men attempt to make the
gods propitious consulting them through sacrifices and rites in order to
know what they should and should not do.2 In the ancient Greek world,
no battle began without consulting the gods beforehand, a task which was
entrusted to the , who was the expert in divination.3 Indeed, the
final decisions regarding war whether to fight or not and when were
to be taken by the general.4 In Platos Laches, Nicias says: the job of the
seer is only to recognize the signs of what is yet to come, whether a man
is to meet with his death or disease, to lose property, to be victorious or
defeated in war.5 Plato himself, again in his Laches, states that there is no
single knowledge of the past which will tell you to know how something
happened, another knowledge of the present which will allow you to know

1 Xen. Mem. I,1.19; see also Cyr. I,6.46; Eq. Mag. 9.9; Smp. 4.47.
2 Xen. Oec. 5.19. See also Onas. 5:
.
.
3 For general information about Greek divination see: W. K. Pritchett, The Greek State at
War. III, Religion, Berkeley-Los Angeles-London 1979, pp. 47-90; M. H. Jameson, Sacrifice Before Battle, in: V.D. Hanson (Ed.), Hoplites. The Classical Greek Battle Experience, London-New York 1991, pp. 197-227.
4 The subordination of the to the general is already evident in the Homeric poems.
E.g. in Il. XII,195-250 Hector decides to cross a river, although Polydamas tries to dissuade him because of a bad omen. It is clear that the Homeric hero is a military chief who
questions the will of the Gods if this goes against his plans (see A. Corcella, Erodoto e
lanalogia, Palermo 1984, pp. 39-41).
5 Pl. Lach. 195e (see C. Bearzot, Mantica e condotta di guerra: strateghi, soldati e indovini
di fronte allinterpretazione dellevento prodigioso, in: La profezia nel mondo antico, a
c. di M. Sordi, Milano 1993, pp. 97-100, which gives value to this text in the debate concerning the relationship between divination and military uses).

82

Future Wars

how things are happening in the present, and another knowledge of the
future which tells you how something which has not yet happened will
happen; on the contrary, it is all the same knowledge. For this reason,
strategy deals with everything regarding war. It does not use the seers
art, but instead commands this art, because strategy knows military affairs
better, what has happened and what will happen; and the law ordains not
that the seer gives orders to the general, but the general gives orders to
the seer.6 Plato records a real situation, where the general is the one who
should decide what to do, often against the advice and the interpretation of
the seers, clearly paying for the consequences of his decisions.7
Therefore, it is no surprise that according to Greek military thought, a
general should also have an adequate knowledge of divination. Xenophon
writes that Cambyses taught his son Cyrus divination, in order to interpret
divine signs by himself and to forestall the seers if they tried to deceive
him.8 Xenophon is also the author who provides most information
concerning military religious practices.9 These are , or
sacrifices of crossing, which are typical of the Spartan way of war.10
Xenophon describes these practices in detail in Lac. Pol. 13: when the
Spartans decide to undertake a military expedition the king offers sacrifices
to Zeus (the Leader); if the signs appear propitious, the seer
(fire-bringer) takes the sacred fire from the altar and leads

6 Pl. Lach. 198d-199a.


7 The general must go to his experts, the seers, and when he has listened to their interpretation
he must decide whether to trust them and act on their device, risking disaster if they turn out
to be mistaken, or to defy and overrule them, trusting in his own judgement and risking punishment from gods and men if the seers prove to have understood the divine intention correctly: K.J. Dover, Some neglected Aspects of Agamemnons Dilemma, JHS 93, 1973, p.
64. A conspicuous survey of sources on the role of seers in war and their prestige is offered
by Pritchett, The Greek State at War. cit., pp. 47-57.
8 Xen. Cyr. I,6.2.
9 In his Anabasis, Xenophon appears in first person and as a strategos on a number of occasions while making or recommending sacrifices to the gods (III,1.6-8; 2.9; 3.14; V,6.25;
VII,2.14-15). For this reason, Parker defines military divination as the Xenophontic
system (R. Parker, Sacrifice and battle, in: War and Violence in Ancient Greece, ed.
by H. van Wees, London 2000, p. 300; see also L. Iapichino, La guerra psicologica
dellAnabasi di Senofonte, Tyche 14, 1999, pp. 124-126).
10 Concerning these sacrifices and their description, see Pritchett, The Greek State, cit., pp.
68-71, and Jameson, Sacrifice Before Battle, cit., pp. 202-205.
Storia della distopia militare

Mechanemata: Mind-machines in war

83

the march to the borders of the land, where the king offers another sacrifice
to Zeus and Athena; only when these second sacrifices are also propitious
the king will cross the borders of the land.
Each time he offers a sacrifice, the king
begins before dawn, wishing to forestall
the goodwill of the gods before the
enemy can do the same. According
to Xenophon, the king behaves as
a seer in religious activities and as
a general in matters which regard
men. This suggests that religious
rites are subject to the will of men,
and in particular the will of the general:
the interpretation of the sacrifices will
always be positive if the general has already
decided to begin the battle.11 If the soldiers
recognize that their general is an expert in tactics and is able to deploy
the army in the best way to fight the enemy, and are sure that their general
will not lead them into battle against the enemy without the approval of
the gods or against augury, the soldiers will be more willing to obey the
generals orders.12
These concepts are described in Onasanders Strategicus, a manual
concerning strategy from the 1st A.C. Onasander states that the general
should not begin the march or array the army without first making a
sacrifice; sacrificers and diviners should accompany him. It is better if the
general himself is able to read the divine signs (it is easy to learn this art in
a short time). In fact, soldiers are braver when they believe they are facing
danger with the gods on their side.13 In particular, Onasander, underlining
the psychagogic value of sacrifice, clearly states that it is the general who
leads the will of his men, also using sacrifices, and decides what to do in
11 See the saying which Aristoteles quotes in Rhet. 1395a, citing Il. XII,243: there is only
one good omen: to fight for the homeland, which should be remembered when you ask
soldiers to risk their lives, without having made sacrifices beforehand (the saying is deliberately changed in Plut. Pyrrh. 29.4, where the word homeland is replaced by Pyrrus).
12 Xen. Eq. mag. 6.6.
13 Onas. 10.25-26.

84

Future Wars

view of the imminent battle.14


The religious activity of the general is a part of his ,
if we consider the reflections on command which Xenophon makes long
before Onasanders manual.15 In his Hipparchicus, the author focuses on
the features of strategy, which is for the Greeks not strategy tout court, as
we intend today, but the art of command. Manuals can also give advice,
but it is the general who thinks up expedients () to find the
right trick () which is suitable for the circumstance, because in war
nothing is more useful () then deception. Accordingly, if
you wish to be a general you should ask the gods to give you the means
to do this and, at the same time, think up expedients ().
Ultimately, the , the art of command, is . 16
and : the Trojan Horse
Therefore, the perfect general should be ,17 which means
having the ability to invent and to be able to adapt all which has been
learned to each situation: he should use . In Greek the noun
has a double meaning, which isdifficult to translate perfectly
into modern languages. It means both machine and machination.18 In the

14 The use of divination in order to boost the morale of the troops is a widespread practice in
the Greek world, as can be seen through the examples in Xen. An. I,8.15; Plut. Alex. 33.23; Dio 24.1-4; Polyaen. II,3.12; IV,3.14 e IV,20 (stratagem which Front. Strat. I,11.14-15
attributes to Alexander and Eumenes: see the examples of collaboration and interaction
between seers and generals in order to interpret the oracles in the best way in Parker, Sacrifice and battle, cit. p. 305).
15 See C. Petrocelli, Intr. Senofonte. Ipparchico. Manuale per il comandante di cavalleria, intr., trad. e note a c. di C. P., Bari 2001, pp. xxiii-xxxiv. Parker (Sacrifice and battle, cit., p.
311 n. 21) underlines that Onasander, citing Xenophontic motives, explains considerations
which are rather anachronistic and unsuitable for his period. However, we should consider
that the presence of principles which are not strictly connected to the years in which Onasander lived (1 AC), but which are timeless more then anachronistic, is a characteristic of
his manual (see C. Petrocelli, Intr. Onasandro. Il generale. Manuale per lesercizio del comando, Bari 2008, pp. 12-17).
16 Xen. Eq. mag. 5.9 e 5.11.
17 Being is one of the requirements which a general should have, according to Socrates in Xen. Mem. III,1.6 ( ,
, ).
18 See Hsch. 1301 . . . . .
Storia della distopia militare

Mechanemata: Mind-machines in war

85

proem of pseudo-Aristotelian ,19 the author says that among


the things which happen in accordance with nature, , we are
amazed by those things which have an unknown cause. However, also that
which we produce contrary to nature, , through the ,
arouses wonder. The redeems from which hits us when we
have to produce an effect contrary to nature: we call this particular ability
, which assists us for these . This Aristotelian explanation
helps us to undertand how the two meanings20 - as machine and
as machination have been strictly connected since the beginning
of Greek literature. , in fact, suggests the result of an activity
which amazes and is done in an effective way; this activity derives from
a cunning intelligence, ,21 which uses unusual means, found using
, . This ambiguity is
clearly evident in the play on words which Aristophanes makes in Nub. 478-481, in the dialog between Socrates, who says machinations, and Strepsiades, who understands siege
machines (. , ,
. . ; ,
; . , , ).
19 Arist. Mech. 847a. Concerning the authorship of this work see G. Micheli, Le origini del
concetto di macchina, Firenze 1995, pp. 133-152.
20 This ambiguous or rather flexible meaning makes the justification, with which van Cappelle defends the handed down , against Monantheuils suggestion ,
useless: vox autem proprio et primario sensu non illud, quod Latini vocant
machinam, sed consilium, artem, artificium significat (Aristotelis Quaestiones Mechanicae, recens. et ill. J.P. van Cappelle, Amstelodami 1812, p. 129). This uncertain meaning
proved problematic for the translators of this text: machinam (Vittore Fausto), mechanicam (Leonico Tomeo), mechanicem, artificium (Bussemaker), mechanical skill (Forster),
a device (Hett), Erfindung (Gohlke), ein mechanisches Hilfsmittel (Krafft); see the status quaestionis in Aristotele. Meccanica, a c. di M.F. Ferrini, Milano 2010, p. 236 (who
prefers not to translate ). Moreover, I believe that the distinction which Wheeler
makes between the real and objective meaning of mechanical device or machine, which
according to him should be the Aristotelian meaning stricto sensu, and its metaphorical interpretation is unfounded (E.L. Wheeler, Stratagem and the Vocabulary of Military Trickery, Leiden [et al.] 1988, p. 23-24, 28-29).
21 See the famous definition which Detienne and Vernant give for : There is no doubt
that metis is a type of intelligence and of thought, a way of knowing; it implies a complex
but very coherent body of mental attitudes and intellectual behaviour which combine flair,
wisdom, forethought, subtlety of mind, deception, resourcefulness, vigilance, opportunism, various skills, and experience acquired over the years. It is applied to situations which
are transient, shifting, disconcerting and ambiguous, situations which do not lend themselves to precise measurement, exact calculation or rigorous logic: M. Detienne J.-P.
Vernant, Cunning Intelligence in Greek Culture and Society, Chicago-London 1991, pp.

86

Future Wars

cleverness and intuition, in order to achieve an unexpected result. If we


consider it as an object, does not identify just any object useful
for carrying out a task, but instead a complex object which has in itself the
of the one who invented it.22 Ultimately, it is an instrument through
which a technique () helps mankind to cross the boundaries imposed
by nature, dominating nature and bending it towards defined or desired
objectives; in this way, it allows the smallest to defeat the biggest.23 When,
in his Cratilus, Plato explains the etymology of the noun , he
overshadows this idea: derives from (to achieve a result)
and , in the meaning of or great extension.24
This is evident from the most ancient and famous example. Through the
- the Pseudo-Aristotelian author says in the place of the above
cited Mechanica we are able to prevail where naturally we would have
been overwhelmed. In fact, the Greeks put an end to a ten year war using
a , the famous Trojan horse.
This, at the origins of the mytical heritage of western culture has in itself
the two ambiguous meanings which we have underlined above: these are
on the one hand stratagem, and on the other the expression of man at his
best, the ability to solve a problem. The most ancient version of the myth
of the Trojan horse is found in Hom. Od. VIII,492-495: Odysseus asks
aoidos Demodocus to tell the story of the horse ( ), which
was made by Epeius with Athena, or better to tell of the trickery which
Odysseus brought to the Acropolis of Troy.
3-4 (Les ruses de lintelligence, la mtis des Grecs, Paris 1974).
22 While the late lexicons mostly record the negative meaning of trickery (see, e.g., Hsch.
Lex. 1301), the first and neutral meaning of is powerful device, or rather, a
complex device which is the product of the human brain and consists in making the operational activities of the human genre stronger (see Micheli, Le origini del concetto di macchina, cit., pp. 10-11 and 123-127, with W. Belardi, Origine e sviluppi della nozione linguistica di macchina, in: Machina, XI Colloquio Internazionale. Roma, 8-10 gennaio
2004, a c. di M. Veneziani, Firenze 2005, pp. 19-29).
23 (Arist. Mech. 847a). I
refer to the interpretation of the Aristotelian text given by L. Canfora, , in: Machina, cit., pp. 61-68 (this definition is on pp. 61-62), in the light of the comparison between
the reference (which Aristoteles makes in the same passage) to Antiphon the Antiphon of
Thucydides, who was the creator of the coup dtat of 411 BC and the echo of the Thucydidean debate between the Athenians and the Melians (espec. V,102-103).
24 Pl. Cra. 415a.
Storia della distopia militare

Mechanemata: Mind-machines in war

87

In the Odyssey this episode is often mentioned: Menelaus (IV,271-279)


reminds Helen about Odysseus enterprise inside the smooth horse (
), with the best Greek warriors, and the , the concave
pitfall, which saved all the Achaeans. In Od. XI,523-532, Odysseus
reminds Achilles soul about
the , the
compact ambush which he
used to destroy Troy. As is
evident from the lexicon, in
all of these places the horse
is mentioned as an object
of deception and as a trick
which Odysseus thinks up to
conquer Troy, in accordance
with all the meanings which
the verb has in
Homeric poems, where it is
The Troyan Horse, Burial Pythos, ca. 670 B. C.
accompanied by words of a
Archaeological Museum Mykonos
negative meaning.25
Therefore, the sources do not neglect physical features. In the story told to
the Phaeacians, Demodocus celebrates the size of the horse ( ):
greatness is an attribute of the gods who show themselves to humans, a
quality which derives from the gods, so much so that the Trojans think that
it is a gift for the gods ( ) or a propitious spell ().26
The subsequent poetic tradition describes it as a wonder, which evokes
astonishment and fear, but which attracts because of its beauty.27 The poems
of the epic cycle considered the horse literally, as a wooden machine in

25 See the review in Micheli, Le origini del concetto di macchina, cit., p. 10 and n. 6. It is no
surprise that the noun is not found in the Homeric poems if we consider that the prosodic
structure (a cretic) for every case, except in the plural nominative case, makes it impossible to insert the noun in an hexameter.
26 Od. VIII,505-509.
27 See, e.g., Eur. Tr. 515-530, but also Verg. Aen. II,14-267 passim; Q. Smirn. XII,145-159 (see
particularly 154-155: ,
).

88

Future Wars

the shape of a horse.28 Servius reached the same conclusion: as Hyginus


and Tubero say, it was a war machine whose name was horse, like aries
or tortoise, with which we break or damage walls.29 We also know that
there are statues of the Trojan horse in the Acropolis of Athens, as Pausanias
testifies: he thinks that it was a siege machine which was invented by the
Greeks to break down the wall of Troy.30
The hero
The of the Trojan horse was no more than the product of the
Odysseus . Odysseus is the hero.31 Odysseus
is defined in this way both in the Iliad32 and in the Odyssey, where the
epithet occurs as a formula on the lips of he who addresses him.33 As many

28 Il. Parv. fr. 8 PEG; Il. Pers. fr. 2 PEG; see M.J. Anderson, The Fall of Troy in Early Greek
Poetry and Art, Oxford 1997, pp. 18-26.
29 Serv. ad Aen. II,15: ut Hyginus et Tubero dicunt, machinamentum bellicum fuit, quod
equus appellatur, sicut aries, sicut testudo, quibus muri vel discuti vel subrui solent.
30 The so called wooden horse, which we see, is made of bronze; he who does not wish
to attribute to the Phrygians total gullibility knows well that Epeius creation was a machine () for breaking down walls; however, the tradition regarding this horse says
that the best warriors of Greece were hidden inside (Paus. I,23.8). However, we do not
find sieges performed by machines in the Homeric poems: when the Trojans attacked the
Achaeans camp, Sarpedon broke down the wall with his hands (Il. XII,397-399); while
Hector crushed a gate with a large boulder (XII,445-462); Patroclus tried to climb the wall
of Troy, but Apollus prevented it (XVI,702-704).
31 It would be wise to remember that Odysseus epithets (, ,
, , , , ,
) are composed with - and -, prefixes which explain well the complexity of the hero and his manifold approach to life (see, among the conspicous studies on
this subject, W.B. Stanford, Homers Use of Personal - Compounds, CPh 45, 1950,
pp. 108-110; P. Pucci, Odysseus Polutropos. Intertextual Readings in the Odyssey and the
Iliad, Ithaca-London 1987, pp. 14-17, 58-62; C. Scarcella, Odisseo uomo della (Omero e Sofocle), Rudiae 1, 1988, pp. 171-186; S. Lo Bue, La storia della poesia. II, Il seme
del fuoco. Achille e Odisseo, Milano 2001, pp. 135-158).
32 Il. II,173; IV,358; VIII,93; IX,308; IX,624; X,144; XXIII,723.
33 Calypso: V,203, Circe: X,401, 456, 488 and 504; Elpenor: XI,60; Tiresias: XI,92; Agamemnon: XI,405; Achilles: XI,473; Heracles: XI,617; Athena: XIII,375; XIV,486 and
XVI,167; Eumaeus: XXII,164; the shadow of Agamemnon: XXIV,192 and 542; particular cases are Od. I,205, where Athena, in the guise of Mens, defines Odysseus in this way
addressing Telemachus, and XIV,486, where it is Odysseus himself, disguised as a beggar,
who tells pastor Eumaeus the false words with which he would have referred to himself.
Storia della distopia militare

Mechanemata: Mind-machines in war

89

scholars have often underlined, refers to the ability to think


up , tricks to overcome any difficulty, .34 Odysseus is
taught by Athen, the god of the , and Hephaestus, patron of craft;
for this reason he shows his versatility, the , not only in
practical but also in intellectual activities, as he is a master of technical
knowledge and is builder of everything which can be built, so that he is
able to perform activities which are very different from each other, as the
Schol. Il. VIII,93 carefully lists: he is a farmer, carpenter, pilot, butcher,
hunter, seer, magician, augur, doctor, musician, archer, javelin thrower,
rhetorician and astrologer.35
If the reader has any doubt concerning the reason why I cite Odysseus
and his referring to war and to the future of war (which is, for
the ancient world, the prediction of the events which will occur in war), he
should consider, in the light of that which we have already said, the above
cited text from the Hipparchus and the value which the verb
has in this text.36 Then, the reader should connect these considerations to
the thoughts which Xenophon explains almost at the end of his manual,37
where he afirms that the general needs to read the precepts of his manual
few times in order to have a theoretical preparation, but in practice
he should carefully evaluate each situation before embarking on new
activities. However, it is impossible to give advice for every situation
which a general might encounter in the future, just as it is impossible to
know about everything that may happen in the future. For this reason, a
general needs not only to be able to use each expedient which he knows of,
34 Concerning the relationship between and see Arist. Mech. 847a above
cited.
35 Il. VIII,93: , , ( 368) ,
( 32) ( 189) AT
( 523): T ( 243 61)
( 428 54) , ( 100) ,
( 323) , | ( 261 2) ,
( 368) , ( 634)
, ( 635) (
186 98) , ( 215) , (
229) , <> ( 222) ,
( 272).
36 Xen. Eq. mag. 5.9 and 5.11.
37 Xen. Eq. Mag. 9.1.

90

Future Wars

but also to think up new ones.38 In other words, if it is impossible to give


advice concerning what a general should do, it is however possible to write
about how the general should be. According to Onasander, a general should
be , or sharp and cunning, able to face critical situations, with a
clear mind, , like a wind or a thought, because
unexpected disruptions may befall him and force him to improvise: it is no
accident that the author comments citing the Homer of the Odyssey.39
A single example is enough to clarify this connection. In September
480, the Greek navy left Artemision and stopped at Salamis, where the
generals were uncertain concerning strategy, particularly where it would
be better to fight the enemy ships. Themistocles was the one to convince
first Eurybiades and then the other generals to fight the enemy in the
narrow strait of the sea of Salamis, which was the place in which the
Greeks consecrated their victory against the Persians.
We also know that Themistocles was the architect of this victory, from the
moment in which he bent the words of the Pythian oracle to fit his strategic
aim and opposed the interpretation of the through a precise and
watertight logical and philological argument:
if the profecy Salamis, isle divine! you will
bring death to the children of women, either
when Demeters present disperses or when
gathered had been negative for Athens, the
oracle would not have used a positive word,
, but rather a negative one, for example
, in other words the Athenians would
have died in the waters of Salamis. For this
reason he considered that the prophecy was
spoken not against the Athenians, but against
their adversaries.40 All sources underline
38 This principle returns, when considering only the Xenophontic texts, in Cambyses advice to his son Cyrus (Xen. Cyr. I,6.38 and 43), in which Cambyses advises his son to be
in matters regarding war.
39 Onas. 1.7; Od. VII,36. We should underline that Homer is the only author which Onasander explicitly cites (here and at 23.1: see: C. Petrocelli, Onasandro, cit., pp. 142-143 n. 32
e 236 n. 267).
40 Hdt. VII,141-143 (see also Nep. Them. 2.6-8 and Plut. Them. 10.3). See D. Hamel, MilStoria della distopia militare

Mechanemata: Mind-machines in war

91

that the victory at Salamis was made possible thanks to Themistocles


strategy (it is no accident that Diodorus uses the verb ),41
which was applied in two different directions: a stratagem and a cunning
tactic. Themistocles, in fact, sent a false deserter42 who assured Xerxes
that Athenian ships were withdrawing to Salamis. The king, trusting him,
decided to block this stretch of water and to attack the Greeks. From a
tactical point of view, the , which Themistocles used to his
advantage with a cunning manoeuvre of ,43 saw the Athenian
ships, small and light, defeating the massive Persian navy, composed of
large and cumbersome ships.44 Themistocles won at Salamis,45
not only thanks to the stratagem of the false deserter46 and the naval tactic

itary Authority in the Classical Period, Leidon-Boston-Kln 1998, pp. 172-176 for an
analysis of the Herodotean text; A. Corcella, Erodoto e lanalogia, cit., pp. 160-162 well
underlines Themistocles ability to propose, compared to the , a sharper
interpretation which better understands the meaning of the oracle and bends it to his purpose (an aspect which also R. Lonis, Guerre et religion en Grce lpoque classique.
Recherches sur les rites, les dieux, lidologie de la victoire, Paris 1979, pp. 79-80 considered).
41 Diod. XI,17.1; however, also Hdt. VIII,57.2 says when referring to Salamis (unfortunately this text escaped S. Sad, Guerre, intelligence et courage dans les
Histoires dHrodote, AncSoc 11/12, 1980/81, pp. 105-108, who highlights the political
more than military aspect of Themistocles intervention in Herodotean narration). On the
role which Themistocles had in the defeat at Salamis according to sources see R.J. Lenardon, The saga of Themistocles, London 1978, pp. 72-82.
42 This was Sicinnus, according to Hdt. VIII,75 and Plut. Them. 12.3-5 (Ae. Pers. 355-360; Diod. XI,17.1; Nep. Them. 4.3; Iust. II,12.19). Frontin. Strat. II,2.14 and also Plut. Apophth.
185B do not cite the name. On this episode and the identification of this character see F.J.
Frost, Plutarchs Themistocles. A Historical Commentary, Princeton 19982, pp. 129-131; J.L.
Marr, Plutarch. Life of Themistocles, Warminster 1998, pp. 100-102.
43 Hdt. VIII,83-94, but see also Aesch. Pers. 4506-432.
44 N.G.L. Hammond, Studies in Greek History, Oxford 1973, pp. 251-304 and G. Roux, Eschyle, Hrodote, Diodore, Plutarque racontent la bataille de Salamine, BCH 98, 1974,
pp. 51-94 remain landmarks in the reconstruction of the battle of Salamis; but see also C.
Hignett, Xerxes Invasion of Greece, Oxford 1963, pp. 201-239.
45 See L. Camerer, Praktische Klugheit bei Herodot. Untersuchungen zu den Begriffen
, , , Kln 1965, pp. 53-57 for a detailed analysis of the lexicon belonging to the semantic meaning of intelligence regarding Themistocles and what he did
in Herodotus Histories.
46 It is justifiable to doubt the historical accuracy of this episode if we consider that the Persians could hardly trust an enemy without capturing him (see Hignett, Xerxes Invasion of
Greece, cit., p. 407; his reconstruction is shared by L. Piccirilli, Plutarco. Le vite di Temi-

92

Future Wars

which he used, but also because in this battle the weaker defeated the
stronger: this result, as we have already seen, was really possible thanks to
and he who uses it.47
Themistocles was a man of :48 clever, skilful, unconventional, but
also ambitious, dashing and unscrupulous, 49 he was always able to adapt
himself to any circumstance. In short, he was a man of great strategic
ability and outstanding political skill. His virtues were natural: thanks to
his natural cunning he was a powerful gnomon, with a quick mind, who
valued the situations to be faced instantly and was particularly good at
foreseeing what was about happen. He was able to explain what he had
experienced, but was not afraid to judge what he did not. He was able
to predict the best and the worst when these were not evident; in short,
thanks to his natural resources and fast learning, he was without peer when
it came to finding the best solution on any occasion.50 We should not be
surprised that his contemporaries nicknamed him Odysseus. 51

stocle e di Camillo, a c. di C. Carena, M. Manfredini e L. Piccirilli, Milano 1983, p. 250,


where he summarizes the principal positions of previous scholarship).
47 On another occasion I have analysed the relationship of forces at the battle of Salamis and
which led to the famous propaganda of the Persians defeat at the hand of the Greeks (I.
Eramo, Siriano. Discorsi di guerra, Bari 2010, pp. 180-181 n. 127).
48 See M. Detienne P. Vidal-Naquet, The Masters of Truth in Archaic Greece, New York
1996, pp. 116-117 (Les Matres de vrit dans la Grce archaque, Paris 1967); but also
Detienne-Vernant, Cunning Intelligence, cit., pp. 313-314 and Piccirilli, Plutarco, cit., pp.
ix-xxiv.
49 , (Plut. Them.
2.1),
(3.4).
50 Thuc. I,138.3; a description which Plutarch adopts and assumes in describing Themistocles
as , : see H. Jr.
Martin, The Character of Plutarchs Themistocles, THPhA 92, 1961, pp. 326-331.
51 (Plut. Herod. mal. 869F). This judgement is totally shared and amplified by modern scholarship. See, e.g.: Ch. W. Fornara,
Herodotus. An Interpretative Essay, Oxford 1971, p. 72 (this fifth-century Odysseus)
and Lenardon, The saga of Themistocles, cit., p. 207 (because of his duplicity, versatility
and ingenuity Themistocles appears both legitimately and imaginatively as a veritable Odysseus).
Storia della distopia militare

93

Codices Machinarum: 1 Texaurus regis Francie (1335)

Passato e futuro nellorizzonte tecnico


di Guido da Vigevano
(ca. 1280-1350)
di Aldo A. Settia

er facilitare a Filippo VI di Francia la progettata riconquista della


Terrasanta il medico di corte Guido da Vigevano gli indirizz nel
1335 uno scritto intitolato Texaurus regis Francie nel quale esponeva innanzitutto il modo di conservarsi in salute e poi di fabbricare certe
macchine da guerra di cui diceva nessuno finora si trovato che ne
avesse cognizione 1: si trattava di scale e torri dassalto per espugnare
luoghi fortificati, di natanti per attraversare corsi dacqua inguadabili e
carri da combattimento autopropulsi destinati ad appoggiare azioni in
campo aperto, tutti mezzi accuratamente descritti nel loro funzionamento
e presentati come smontabili e facilmente trasportabili a dorso di cavallo.
Bench alcuni di tali mezzi fossero allora obiettivamente irrealizzabili
si osservato la fantasia precorritrice del loro ideatore ebbe il merito
di diffonderne linteresse fuori della ristretta cerchia degli specialisti
dando cos avvio a una vera e propria trattatistica i cui autori da Konrad
Kyeser a Valturio, da Mariano Taccola e Francesco di Giorgio Martini a
Leonardo da Vinci furono largamente influenzati dal Texaurus, il quale
contribu perci di lunga mano alla futura, effettiva realizzazione di quegli
impossibili macchinari2.

1 Giustina Ostuni (cur.), Le macchine del re. Il Texaurus regis Francie di Guido da Vigevano, Vigevano 1993, p. 89; v. inoltre Introduzione, pp. 18-29 e, sulla vita dellautore, A.
A. Settia, Guido da Vigevano, in Dizionario biografico degli italiani, 61, Roma 2003,
pp. 433-436.
2 Su tale trattatistica basti qui rinviare a Bertrand Gille, Leonardo e gli ingegneri del Rinascimento, Milano 1972 (ed. originale Paris 1964); Bert S. Hall, Production et diffusion de

94

Future Wars

Le fonti delle innovazioni.


Da dove traevano ispirazione le macchine proposte da Guido nel suo
Texaurus? Si notato che alcune sue illustrazioni presentano stupefacenti analogie con certe immagini presenti nei manoscritti greci e latini e, in
particolare, con le illustrazioni del cosiddetto Erone di Bisanzio 3, dimenticando che in realt ben pochi codici greci circolavano in Occidente dove
era invece facile e quasi obbligato laccesso ad opere latine tardo antiche
fra le quali, in primo luogo, le suggestioni non figurative esercitate dallEpitoma rei militaris di Vegezio.
Questopera propone infatti diverse macchine per lattacco e la difesa
di piazzeforti che non oltrepassavano le capacit tecnologiche medievali;
non se ne fornisce, vero, n piani n disegni ma se ne offrono concetti e
materiali lasciando ai carpentieri la cura della loro applicazione4. Il quarto
libro dellEpitoma sembra infatti stare alla base di numerose realizzazioni
proposte da Guido: dal modo di proteggere dalle frecce gli assedianti, alla
torre dassalto e alla bertesca elevabili mediante corde, sino al ponte per
accedere alle mura di una piazzaforte; dal testo di Vegezio pu inoltre
derivare lidea di installare macchine da lancio su carri trainati da buoi e
di superare fiumi inguadabili mediante tavolati su botti galleggianti e scafi
speciali5.

certains traits de technique au moyen ge, in Guy H. Allard e Serge Lusignan (d.), Cahiers dtudes mdivales, VII, Les arts mcaniques au moyen ge, Montral-Paris 1982,
pp. 147-169; Francisco Garcia Fitz, Tecnologa, literatura tcnica y diseo de mquinas
de guerra durante la baja edad media occidental: el Texaurus regis Franciae acquisitionibus [sic] Terrae Sanctae de Guido da Vigevano (1335), Anuario de estudios medievales,
41/2 (2011), pp. 829-864.
3 Gille, Leonardo, pp. 30-31; Le macchine del re, pp. 30, 36, 41, 50, 75.
4 Philippe Richardot, Vgce et la culture militaire au moyen ge (Ve-XVe sicles), Paris
1998, p. 168. Per quanto Guido da Vigevano consigli un modo di misurare laltezza delle torri diverso da quello proposto in Vegezio (cfr. Le macchine del re, p. 112 e P. Flavius
Vegetius Renatus, Epitoma rei militaris, ed. Alf nnefors, Stutgardiae et Lipsiae 1995, pp.
232-233 [IV, 30]) ci non impedisce la conoscenza dellopera; rettifichiamo perci in tale
senso quanto ipotizzato in A. A. Settia, Comuni in guerra. Armi ed eserciti nellItalia delle
citt, Bologna 1993, pp. 284-285, nota 32.
5 Cfr. rispettivamente: Vegetius, Epitoma, pp.: 203 (IV, 6), 219 (IV, 19), 221 (IV, 21), 94 (II,
25), 124 (III, 7), con Le macchine del re, pp.: 92, 122, 96-104, 106-108, 172, 130-140.
Storia della distopia militare

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350)

95

Alle suggestioni vegeziane non sembra dubbio che vadano unite quelle
derivanti dal codice figurato dellAnonimo De rebus bellicis di cui Guido
si certo valso per elaborare ponti e mezzi per lattraversamento dei corsi
dacqua fra i quali, in specie, limbarcazione mossa da un meccanismo a
pale, mentre lidea della panthera (intesa come transenna protettiva munita di molti ferri acuti e leggeri) e delle sue diverse applicazioni appare
suggerita dalle forche e dalle lance che lAnonimo pone a difesa del ticodifrus, dai coltelli e dalle falci acutissime che muniscono il currodrepanus e dagli scudi circondati da ferro acuminato del currodrepanus clipeatus; la funzione delle macchine da lancio montate su carri, gi ricordate da Vegezio, pu avere, a sua volta, riscontro nellazione della ballista
quadrirotis6.

6 Cfr. Anonimo, Le cose della guerra, a cura di A. Giardina, Milano 1989, rispettivamente pp.: 28 (cap. 16), 30 (cap. 17), 27 (cap. 8), 24 (cap. 12), 26 (cap. 14), con Le macchine
del re, pp.: 52-53 (dove la curatrice rettifica quanto affermato da Giardina a p. 53, nota
10), 56-57, 168-172. Somiglianze gi osservate da H. Hodges, The Anonymus in the later
middle age, in Mark W.C. Hassal (Ed.), De rebus bellicis, part I, Aspects of the De rebus
bellicis. Papers presented to professor E.A. Thompson, BAR international series, 63
(1979), pp. 119-121.

96

Future Wars

A ispirare la maggior parte delle macchine presenti nel trattato di Guido


da Vigevano, in conclusione, avrebbero concorso, in modo fra loro complementare, tanto lEpitoma di Vegezio quanto lAnonimo del De rebus
bellicis, e ci deve essere avvenuto grazie a una stretta collaborazione fra
persone in grado di comprendere i testi latini e geniali artigiani capaci di
riflettere su di essi e di metterne a frutto linsegnamento. La progettazione
di nuove macchine richiede comunque eccezionali capacit inventive,
grande esperienza professionale e tempi di sperimentazione non brevi,
condizioni che ben difficilmente si trovano riunite nellattivit di una sola
persona.
Guido da Vigevano svolgeva inoltre una professione molto lontana da
quella richiesta per mettere a punto macchine da guerra da lui presentate
come frutto della sua personale applicazione: in quanto medico di fama e
politicamene impegnato non si vede come egli potesse aver conseguito le
competenze necessarie per progettare, disegnare e spiegare diffusamente
il funzionamento di complesse attrezzature meccaniche; non stupisce
quindi che Carlo Promis a suo tempo abbia considerato lautore del
Texaurus troppestraneo alla materia ivi esposta7.
Per quanto nella descrizione delle macchine si sia voluto scorgere la
puntualit di un medico attento ai sintomi e alle loro intrinseche valenze,
e influenze della formazione medica applicate alla nuova attivit di
ingegnere8, Guido da Vigevano non risulta catalogabile nella categoria di
quei medici di corte che, attraverso la pratica dellastrologia, furono indotti a occuparsi anche di problemi militari9. Alla stessa conclusione si giunge anche analizzando il linguaggio del Texaurus il quale appare scritto
bens in un latino colto che cerca di rendere la materia comprensibile alla
corte regia, ma avvalendosi di un lessico terribilmente oscuro folto di
termini tecnici propri dei fabbri e dei carpentieri, in vivo contrasto con lo
7 Carlo Promis, Glingegneri militari che operarono o scrissero in Piemonte dallanno
MCCC allanno MDCL, Torino 1871, pp. 10-11.
8 Rispettivamente: Vittorio Marchis, Il Texaurus come protocollo per la nuova tecnologia, in Le macchine del re, p. 213, e Giustina Ostuni, Artificia regis, ibidem, p. 30.
9 Su costoro cfr. Lynn Townsend White, Medical astrologers and late medieval, in Id.,
Medieval religion and technology. Collected essays, Berkeley-Los Angeles-London 1978,
pp. 303-306 (gi in Viator, 6, 1975) e, per quanto riguarda la posizione di Guido, rispetto
ad essi del tutto anomala, Hall, Production et diffusion, pp. 165-167.
Storia della distopia militare

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350)

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stile austero e laconico di altri medici autori di trattazioni tecniche a


Guido contemporanei10.
Lopera dunque, pur sforzandosi di apparire come il risultato di una
diretta esperienza di Guido nei confronti delle macchine di cui parla,
potrebbe in realt avere utilizzato appunti di artigiani poco scolarizzati
che, contro una tendenza corrente della categoria, avevano messo per
scritto informazioni tecniche riguardanti le loro esperienze professionali,
come lascia pensare, in specie, il ricorso a pittogrammi stilizzati, debitamente corredati di misure, che conferiscono ai progetti dimensioni quantitative assai rare nei trattati militari dellepoca11.
Dove e quando tali scritti erano stati prodotti? La non breve maturazione di esperienze che essi presuppongono induce a risalire almeno alla
met del secolo XII, epoca in cui la storiografia ha individuato linizio di
un medioevo tecnologico implicante, se non una rivoluzione tecnica
totale, almeno un insieme di significative innovazioni12 che trova nellItalia del nord numerosi riscontri.
Nella prima met di quel secolo doveva perdurare nella Lombardia
montana la tradizione dei carpentieri di guerra della valle dIntelvi che dal
secolo X in poi, durante le spedizioni imperiali in Italia, avevano reso
possibili, con la loro competenza tecnica, le operazioni di assedio. Ci
nonostante, prima le guerre fra Milano e Lodi e poi fra Milano e Como
mostrarono che impadronirsi di una citt fortificata poneva difficolt non
facilmente superabili tanto che i milanesi furono indotti a ricorrere allabilit dei famosi ingegneri attivi a Genova e a Pisa13. Non stupisce dunque che nel corso della prima et sveva appaiano diffuse in Lombardia
10 Alfred Rupert Hall, The military inventions of Guido da Vigevano, in Actes du VIIIe
congrs international dhistoire des sciences (Florence, 1956), III, Firenze 1958, p. 968;
Id., Guidos Texaurus, 1335, in Bert S. Hall e Delno C. West (Eds.), On pre-modern
technology and science. A volume of studies in honor of Lynn White jr, Malibu 1976, p. 12
(con glossario alle pp. 30-31); Id., Production et diffusion, p. 163.
11 Cos Marchis, Il Texaurus come protocollo, p. 211.
12 B. Gille, Storia delle tecniche, a cura di C. Tarsitani, Roma 1985 (ed. originale Paris 1978),
pp. 275-276.
13 Cfr. A. A. Settia, Lingegnere errante e la diffusione della tecnologia militare, in Circolazione di uomini e scambi culturali tra citt (secoli XII-XIII), Ventitreesimo convegno internazionale di studi (Pistoia, 13-16 maggio 2011), Pistoia 2013, pp. 305-308.

98

Future Wars

cognizioni di tecnologia militare maturate nellarea mediterranea e sperimentate durante le prime crociate.
Raggiungono allora grande notoriet due valenti ingegneri dei quali
si ignora nondimeno la provenienza: mastro Guintelmo, al servizio del
comune di Milano fra 1156 e 1162, abile costruttore di carri da combattimento, di ponti e di macchine dassedio, mentre nel contempo opera a
Crema il suo collega Marchese assai pi ingegnoso di tutti gli altri, e
appunto durante lassedio di questo luogo viene inoltre a mettersi al servizio dellimperatore un altro anonimo maestro dopera che aveva fatto le
proprie esperienze in Terrasanta14.
Il senso di stupore e di meraviglia espresso dai cronisti contemporanei
di fronte alla grandiosit e alle impressionanti prestazioni delle macchine
belliche da costoro allestite15 lascia credere che siano allora maturate
almeno alcune delle realizzazioni di tecnologia militare che troveremo poi
riprodotte nella trattazione di Guido da Vigevano. Ottone Morena, ad
esempio, ci mostra Marchese, passato anchegli al servizio dellimperatore, costruire una mirabile macchina di legno sopra la quale innestato
un ponte coperto di graticci, lungo pi di quaranta braccia e largo sei, che
era possibile lanciare sulle mura per venti braccia senza che nessuno
potesse opporvisi. Per quanto lesatto funzionamento dellapparecchiatura non risulti chiaro, certo essa ricorda il modo di fare un ponte e di
porlo sul muro di una piazzaforte descritto in seguito da Guido16.
Panthera super lecto carri
Sembra avere un sicuro antecedente nellambiente milanese di met
secolo XII anche il carro trainato da buoi che Guido descrive come protetto dalla panthera. I Gesta Federici tramandano infatti che nel 1160 mastro
Guintelmo costru cento plaustrella (senzaltro derivati dal De rebus bel-

14 Cfr. Settia, Comuni in guerra, pp. 118-122, 263-266, 283-284, e Id., Lingegnere errante,
p. 301.
15 Settia, Comuni in guerra, pp. 266-267.
16 Rispettivamente: Otto Morena et continuatores, Historia Frederici I, ed. F. Gterboch,
Berlin 1930, pp. 88-90; Carmen de gestis Frederici I imperatoris in Lombardia, ed. Irene
Schmale-Ott, Hannover 1965, p. 101, vv. 3097-3101; Le macchine del re, pp. 106-108.
Storia della distopia militare

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350)

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licis) da impiegare in funzione difensiva. Essi erano fatti quasi a modo di


scudo sulla fronte e tutto intorno circondati da ferri taglienti costituiti
da falci fienaie appunto corrispondenti allelemento indicato da Guido
come panthera. Essa serve anche a realizzare sbarramenti lunghi sino a
una lega che permettono di bloccare i movimenti di un intero esercito, con
la panthera si possono, infine, circondare carri dotati di manganelle che
lancino ovunque pietre e altri proiettili17.
Ora entrambi questi ultimi accorgimenti risultano utilizzati nel 1229
dai bolognesi a San Cesario sul Panaro dove essi impediscono dapprima
allesercito nemico, ivi presente, di intervenire mentre viene espugnato il
castello, e poi immettono sul campo di battaglia una vera e propria artiglieria semovente montata su carri che, prendendo di mira il carroccio
parmigiano, manca di poco la vittoria18.
La notizia pu essere collegata allattivit di mastro Buvalello, membro
di una nota famiglia bolognese, il quale pochi anni prima aveva fabbricato, per conto del comune di Imola, macchine da lancio indicate come de
carro, cio carreggiabili come quelle impiegate a San Cesario19. Esisteva
dunque a Bologna una scuola meccanica formata da ingegneri militari
in grado di produrre nuovi mezzi di combattimento che appaiono, in questo caso, singolarmente affini ai carri a suo tempo costruiti a Milano da
mastro Guintelmo e descritti in seguito nel trattato di Guido da Vigevano.
Un cronista faentino contemporaneo indic lartiglieria semovente
bolognese come un nuovo genere di flagello mai sentito prima, e
Salimbene da Parma la defin un inusitato modo di combattere20 sotto-

17 Rispettivamente: Gesta Federici I imperatoris in Lombardia, auctore cive Mediolanensi


(Annales Mediolanenses maiores), ed. Oswald Holder-Egger, Hannoverae 1892, p. 40 (cfr.
anche Settia, Comuni in guerra, pp. 118-119); Le macchine del re, pp. 168 e 171-172.
18 Settia, Comuni in guerra, pp. 125 e 304-306; Id., La battaglia di S. Cesario (1229) e la
sperimentazione di nuove tecniche di combattimento, Quaderni della bassa modenese.
Storia, tradizione, ambiente, XXIV/2 (2010), pp. 22-27.
19 Libro rosso. Il Registrum comunis Ymole del 1230 con addizioni al 1269, ed. Tiziana
Lazzari, Imola 2005, doc. 81 (4 maggio 1222), pp. 125-127, e docc.: 52 (4 luglio 1232), p.
81; 54 (5 luglio 1232), p. 83; cfr. Settia, Lingegnere errante, pp. 311-312.
20 Magister Tolosanus, Chronicon Faventinum, ed. G. Rossini, Bologna 1936 (Rerum Italicarum scriptores, 2a ed., XVIII/1), p. 157; Salimbene de Adam, Cronica, ed. Giuseppe Scalia, Bari 1966, p. 51.

100

Future Wars

lineandone cos espressamente


la novit. Questi, scrivendo circa
quarantanni dopo i fatti, parla di
quel procedimento come allora
inaudito ammettendo cos
implicitamente che esso era praticato ai suoi tempi, e lo era certo
anche in seguito poich sappiamo da un documento veneziano
che nel castello di Treviso si
custodivano nel 1345 due manganelle que fereantur super
quodam caro per castrum ubi
oportebit21.
Nel primo decennio del 300,
quando Guido da Vigevano viveva a Pavia, era attivo in quella
citt anche il cronista Galvano
Fiamma il quale qualche decennio dopo, rievocando nei suoi scritti le passate glorie milanesi, descrive
in pi occasioni i carri costruiti da mastro Guintelmo: essi apparivano
dice come navi triangolari fatte in modo da proteggere i sei cavalli da
traino e lequipaggio di dieci uomini incaricato di manovrare falci fienaie
come altrettanti remi: una descrizione che sembra basata non tanto su una
libera interpretazione dei Gesta Federici quanto sulla raffigurazione del
carro con panthera presente nel trattato di Guido22. Come pu essere spiegata una simile coincidenza?
Mastro Guintelmo fu al servizio dei milanesi, abbiamo detto, fra 1156 e
1162; dopo di lui, negli anni fra 1181 e 1196, si fregi del titolo di ingegnere del comune di Milano un magister Alamanno de Guitelmo che nel
gennaio del 1194 progett i nuovi fossati della citt di Piacenza. Nel 1269
lo stesso incarico risulta coperto da un altro magister Alamannus ingegne21 Venezia-Senato. Deliberazioni miste. Registro XXII (1344-1345), ed. Edoardo Demo, Venezia 2007, doc. 683, p. 331.
22 Cfr. Settia, Comuni in guerra, pp. 278-281.
Storia della distopia militare

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350)

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rius e infine, fra 1297 e 1311, da un magister Alpinus Alamanni, nomi


questi ultimi che richiamano lAlamanno attivo nel XII secolo. Risulterebbe
cos delineata una dinastia di ingegneri che serv con continuit il comune
di Milano e i suoi alleati emiliani per quasi un secolo e mezzo.
Lultimo suo rappresentante, Alpino di Alamanno, fu dunque contemporaneo di Galvano Fiamma e di Guido da Vigevano; si ha pertanto qualche ragione per sospettare che costoro siano venuti in possesso di un
taccuino di lavoro nel quale gli ingegneri al servizio dei comuni padani
si erano tramandati invenzioni del tempo di Guintelmo e di Marchese
arricchendole di proprie sperimentazioni e proposte innovative: un taccuino il cui contenuto, dopo essere stato visto da Galvano, potrebbe poi
essere confluito nel Texaurus di Guido da Vigevano23.
Contribuirebbero a corroborare tale ipotesi anche alcune caratteristiche
del latino di Guido: egli parla, ad esempio, con frequenza di scale imbataliate, di castrum imbataliatum, carrum imbataliatum, domus
imbataliata, e invece dellusuale bertesca, usa costantemente la forma
baltresca24, due particolari lessicali che sembrano appartenere non alluso
lombardo, come sarebbe lecito aspettarsi da un pavese come Guido, ma
piuttosto allambiente emiliano; e anche il termine panthera, che si vorrebbe desunto dalle figure mostruose di certi codici greci, invece, assai
pi probabilmente, mutuato da un dispositivo utilizzato in ambito padano
per la cattura degli uccelli25.
23 Cfr. Settia, De re militari. Pratica e teoria nella guerra medievale, Roma 2008, pp. 1819.
24 Le macchine del re, pp.: 90 e 118 (scale), 122 (castrum), 152 (carro), 164 (domus); baltresca ricorre, ad esempio, alle pp. 90. 100 e 102; cfr. Glossario latino emiliano, a cura di
Pietro Sella, Citt del Vaticano 1937, s.v. imbataiare e baltrisca.
25 Le macchine, p. 76, con le fig. a p. 78, e Glossario latino emiliano, s. v. panteria.

102

Future Wars

Lutopia di currere cum furore


Lo stesso Marchese, che artificum numero pollebat, viene anche
designato con lepiteto di Molinarius26 indicando cos la sua eccellenza
nellarte di costruire impianti molitori: sar da attribuire a lui lidea, esposta nel Texaurus, di far muovere carri da guerra mediante manovelle e con
la forza del vento? I carri, che dovrebbero spostarsi sine bestiis, richiedono appunto lintervento di un maestro dei mulini capace di far ingranare le loro ruote e, in particolare, la competenza di un maestro dei
mulini a vento27.
Pi che come carri essi vengono invero raffigurati sotto forma di vere
e proprie torri da assedio, e queste, a loro volta, sono spesso descritte dai
cronisti come dotate di una sorprendente mobilit: lanonimo autore del
Liber Maiolichinus ci mostra le torri costruite dai pisani nel 1119 a
Maiorca correre senza sforzo sui rulli sotto gli occhi ammirati dei presenti, e secondo Caffaro i genovesi nel 1147 conducono agevolmente per la
citt di Tortosa due loro castelli che in pochi giorni hanno ragione delle
fortificazioni nemiche28.
Non manca neppure un loro impiego in campo aperto: nel 1171 i pisani
schierano infatti contro i lucchesi sex castella lignea fortissima, ciascuno
trasportato su quattro carri, e attorno ad essi dispongono la prima schiera
costituita da fanti, tiratori e cavalieri29. Non viene detto come i sei castelli
siano stati utilizzati nel corso della successiva battaglia n quale apporto
abbiano dato alla vittoria, ma sembra palese il tentativo di impiegarli proprio nel modo proposto da Guido il quale non esclude, per i suoi carri da
guerra autopropulsi, il tradizionale traino a mezzo di buoi o di cavalli30.
I carri del Texaurus ha scritto Vittorio Marchis costituiscono una
sintesi della tecnologia pi avanzata per il XIV secolo; questo autore
26 Carmen de gestis, p. 100, rispettivamente vv. 3068 e 3059.
27 Le macchine del re, pp. 152-165.
28 Rispettivamente: Liber Maiolichinus de gestis Pisanorum illustribus, ed. Carlo Calisse, Roma 1904, p. 84, v. 2143; Caffarus, Ystoria captionis Almarie et Turtuose ann.
MCXXXXVII et MCXXXXVIII, in Annali genovesi di Caffaro e de suoi continuatori, I, ed.
Luigi Tommaso Belgrano, Roma 1890, pp. 86-87.
29 Gli Annales Pisani di Bernardo Maragone, ed. M. Lupo Gentile, (Rerum Italicarum
scriptores, 2^ ed., VI/2), Bologna 1936, pp. 50-51.
30 Le macchine del re, p. 156.
Storia della distopia militare

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350)

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tende per a interpretarli tout court come carri dassedio: il mezzo


semovente ad energia eolica, certo pesantissimo, sarebbe cos destinato ad
avvicinarsi alle mura nemiche percorrendo lentamente brevi tragitti nel
corso dei quali anche un debole aiuto dal vento poteva assumere una
significativa importanza strategica31.
Tale interpretazione per in netto contrasto con quanto stabilisce il
trattatista il quale non lascia dubbi sullimpiego dei suoi carri imbattagliati: il primo, muovendosi senza vento e senza bestie, deve servire a
confondere molte truppe, e al secondo, mosso dal vento, si assegna
lesplicito compito di correre con furore per i campi pianeggianti disorientando tutto lesercito nemico32, funzioni destinate a rimanere, al di l
di ogni dubbio, irrealizzabili ancora per molti secoli durante i quali continuer per ad essere incessantemente coltivata lillusione di carri dassalto capaci di un irruente dinamismo.
Mentre in Toscana alla vigilia di Campaldino Barone dei Mangiadori
osserva che le battaglie vinte in passato da chi sapeva ben assalire, si
devono ora vincere con lo stare ben fermi33, lItalia padana viene invece
colta da un impellente desiderio di mobilit che giunge a coinvolgere lo
stesso impiego tattico del carroccio.
Questo carro da guerra ma non da combattimento che era stato sino
allora utilizzato in battaglia in modo statico come punto di riferimento e
posto di comando, nel corso del Duecento, viene spinto nella mischia dai
fanti velocissimo come un destriero quasi a modo di carro dassalto34; si
spiega cos che il carroccio padovano, secondo un cronista in vena di esagerazioni retoriche, facesse tremare tutta la terra dovunque passasse,
quasi volando come fulmine e drago35: effetti non molto dissimili da
quelli che Guido avrebbe voluto ottenere dai suoi carri imbattagliati.

31 Marchis, Il Texaurus come protocollo, pp. 206, 208, 213.


32 Le macchine del re, pp. 152 e 160.
33 Dino Compagni, Cronica, ed. G. Luzzatto, Torino 1968, p. 22.
34 Hannelore Zug Tucci, Il carroccio nella vita comunale italiana, Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken, 65 (1985), pp. 33 e 51-52; Fabio Bargigia, A. A. Settia, La guerra nel medioevo, Roma 2006, pp. 36-37.
35 Rolandino, Vita e morte di Ezzelino da Romano (Cronaca), ed. F. Fiorese, Milano 2004,
pp. 403-405.

104

Future Wars

Nel Texaurus si
osservato manca
ogni riferimento alle
armi da fuoco che pure
ai suoi tempi dovevano gi essere in uso36:
si tratta di un indizio
in pi riteniamo
per far risalire le
invenzioni da lui esposte a unepoca in cui
tali armi non esistevano ancora, ma in realt, se si esclude la
manganella montata
su carro, lopera non
contempla macchine
da getto di nessun
genere, unassenza che
deve corrispondere a
una scelta precisa. Le
armi da fuoco erano
invece gi abbondantemente diffuse allorch, qualche decennio dopo, lesercito di Antonio
della Scala fece sfoggio di un suo innovativo macchinismo, diverso ma
per certi aspetto analogo a quello proposto da Guido..
Vi attende un personale tecnico al corrente della trattatistica militare
antica e in grado di coniugarla con le risorse offerte dalle nuove armi:
doveva conoscere il vecchio Liber ignium ad comburendum hostes il farmacista vicentino Sbrega il quale mise a punto certe palle infuocate e
altre composizioni ardenti con fetore che, lanciate da numerose bombarde, costrinsero alla resa i difensori dellimprendibile covolo di Brenta37.
36 A.R. Hall, The military inventions (sopra, nt. 10), p. 969.
37 Conforto da Costoza, Frammenti di storia vicentina (aa. 1371-1387), ed. C. Steiner, Citt
di Castello 1915 (Rerum Italicarum scriptores, 2^ ed., XIII/1), p. 39 (15 gennaio 1387).
Storia della distopia militare

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350)

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E certo conoscevano il De rebus bellicis gli ingegneri che realizzarono


per il signore di Verona tre carri da combattimento ciascuno dei quali portava una torre quadrangolare di legno rotante a tre piani dotata su ogni lato
di 12 bombardelle per un totale di 144 bocche da fuoco: con modalit
dazione ispirata alla ballista quadrirotis, e non diversamente dai carri
imbattagliati di Guido da Vigevano, essi avevano il compito di rompere
e dividere le schiere nemiche; la loro mobilit non era per data da artifici meccanici di nuova concezione bens, in modo alquanto tradizionale,
dal traino di quattro grandi destrieri coperti di cuoio e bardati di acciaio
come quelli che lAnonimo consiglia di aggiogare al currodrepanus38.
In peciis aportare: i precedenti della modularit.
Nel trattato di Guido da Vigevano si rilevato i ponti galleggianti,
le rampe per dare la scalata alle mura e le opere difensive mobili sono tipici esempi di tecniche basate sulla modularit e sulla componibilit di cui
incastri, giunti, accoppiamenti, inchiavardature, cerniere, costituiscono gli
elementi innovatori pi importanti39. Non si trattava per di una novit
assoluta poich pratiche simili erano in uso nellambiente comunale italiano
sin dal secolo XII allorch ne sarebbe stato interessato anche il carroccio.
Si ritiene infatti che nel 1175, quando la Lega lombarda mobilit il suo
esercito contro Federico I, i carrocci di alcune citt lontane dal campo di
battaglia furono smontati e trasportati nei pressi di Alessandria a dorso di
mulo40. Il cronista Giovanni Codagnello si limita in realt ad affermare
che ivi piacentini, milanesi, veronesi e bresciani quatuor carocia ()
construxerunt41: il dato non quindi esplicito ma frutto di interpretazione. Del resto gi nel 1160 a Carcano i milanesi improvvisarono il carroccio sul campo la notte prima della battaglia 42, forse adattando un normale
38 Galeazzo e Bartolomeo Gatari, Cronaca carrarese confrontata con la redazione di Andrea
Gatari, ed. Antonio Medin e Guido Tolomei, Citt di Castello 1909-1920 (Rerum Italicarum scriptores, 2a ed., XVII/1), p. 267.
39 Marchis, Il Texaurus come protocollo (sopra, nt, 8), p. 209.
40 Zug Tucci, Il carroccio, pp. 62-63; E. Voltmer, Il carroccio, Torino 1994, p. 217.
41 Iohannes Codagnellus, Annales Placentini, ed. O. Holder Egger, Hannoverae et Lipsiae
1901, p. 10.
42 Gesta Federici (sopra, nota 17), p. 43.

106

Future Wars

carro da trasporto, e cos potrebbe essere successo anche nel 1175. Ci


non esclude che, se necessario, il carroccio potesse talora essere scomposto in alcune parti fondamentali come sicuramente avvenne nel gennaio
1238 per quello milanese: esso, catturato da Federico II a Cortenuova, fu
inviato a Roma super mullos qui illud portaverunt43.
Il Libro di Montaperti, da parte sua, stabilisce nel 1260 lelezione di sei
capitani ad faciendum fieri et conduci hedificia et scalas, grillos, gattos
et turres lignaminis necessari per espugnare il castello di Menzano44,
macchinari che si ritiene venivan portati dietro in pezzi gi confezionati e messi insieme sul posto. Essi non risultano in verit menzionati fra
i materiali di cui specificamente documentato il trasporto45, ma intorno
alla met del secolo XIII, doveva essere abituale che le macchine da lancio
a contrappeso, debitamente smontate, viaggiassero al seguito delle truppe
operanti per essere ricomposte e messe in posizione non appena raggiunto
lobiettivo da attaccare46; non c dubbio infatti che tali mezzi fossero
conservati in pezzi nei magazzini di certi comuni; ne fa fede, per esempio,
un inventario perugino del 1241, mentre conosciamo a Imola le singole
parti che componevano le venti tortorelle affidate in custodia ad altrettanti cittadini dai suprastantes edificiorum del comune47.
A Firenze si attesta poi che gli ingegneri avevano il compito di costruire ponti di cui gli elementi preparati in precedenza e fatti in modo da
essere combinati insieme, erano trasportati da animali da soma48. La
ripetuta dichiarazione di Guido da Vigevano, che le sue macchine prefabbricate si potevano facilmente trasportare a cavallo ed essere montate

43 Annales Placentini Gibellini, in Mon. Germaniae Historica, Scriptores, 18, Hannoverae


1863, p. 478; cfr. Zug Tucci, Il carroccio, p. 30; Voltmer, Il carroccio, p. 222.
44 G. Paoli (cur.), Il Libro di Montaperti (an. MCCLX), Firenze 1889, p. 76.
45 Robert Davidsohn, Storia di Firenze, II, Guelfi e Ghibellini, parte I, Lotte sveve, Firenze
1972, p. 578; sui materiali trasportati Fabio Bargigia, Gli eserciti nellItalia comunale. Organizzazione e logistica (1180-1320), Milano 2010, pp. 178-182.
46 Settia, Comuni in guerra, pp. 311-312, 315.
47 Codice diplomatico del comune di Perugia. Periodo consolare e podestarile (1139-1254),
a cura di A. Bartoli Langeli, I, Perugia 1983, doc. 192 (dicembre 1241), pp. 414-417; Libro rosso (vedi sopra , nota 19).
48 Robert Davidsohn, Storia di Firenze, IV, I primordi della civilt fiorentina, parte I, Impulsi
interni, influssi esterni e cultura politica, Firenze 1977, p. 443.
Storia della distopia militare

Passato e futuro nellorizzonte tecnico di Guido da Vigevano (ca. 1280-1350)

107

senza perdere tempo49 non sar pertanto da considerare come una stupefacente novit, allora del tutto virtuale, che sarebbe stata realizzata soltanto molti secoli dopo50. Altri accorgimenti menzionati da Guido nel
Texaurus trovano del resto sicuro riscontro nelle fonti dellepoca come gli
apprestamenti adatti a proteggere i combattenti dalle frecce nemiche: nel
1318, infatti, lingegnere militare Segatino da Bassano vanta, fra le sue
diverse abilit, anche quella di sapere mantellare mura e torri di Treviso
per renderle sicure dalle frecce e dalle pietre nemiche51.
Per quanto i corsi dacqua siano molto numerosi in Lombardia e, pi in
generale, nellItalia padana, le fonti a noi note non contengono invece
alcun riscontro con gli espedienti suggeriti da Guido per il loro attraversamento; le cronache parlano tuttavia assai spesso di passaggi avvenuti, in
modo talora assai rischioso, su ponti e guadi52, e bench fiumi e laghi
fossero solcati da vere e proprie flotte di navi da battaglia53, costituirono
sempre un grave impedimento al regolare svolgimento delle operazioni
militari terrestri. Si capisce quindi che essi abbiano ripetutamente sollecitato la capacit inventiva di magistri e ingegneri al servizio dei comuni
padani: lo stesso Guintelmo nel novembre 1156 ebbe modo di sovrintendere alla costruzione di un ponte sul Ticino che riusc pi bello, pi largo
e pi forte di qualunque altro visto in quel tempo, ma che ebbe breve
durata54.
Tanto i codici dellantichit quanto le effettive esigenze militari spinsero pertanto generazioni di ingegneri a progettare nuovi mezzi e a ricercare inediti procedimenti; alcuni di essi furono effettivamente sperimentati nella pratica bellica mentre altri, come i battelli destinati a muoversi da
soli sulle acque, e i carri autopropulsi, che con il loro impeto avrebbero
49 Le macchine del re, p. 90. Vedi inoltre pp.: 96, 106, 118, 122, 130, 136, 152.
50 Come ritengono, ad esempio, Gille, Leonardo, p. 31; B.S. Hall, Production et diffusion, p.
164; Garcia Fitz, Tecnologa, p. 846 (tutti sopra, nt. 2).
51 Rispettivamente: Le macchine del re, p. 92; Giovanni Battista Verci, Storia della Marca
trivigiana e veronese, VIII, Venezia 1788, appendice, doc. 857 (7 febbraio 1318), pp. 9697.
52 Cfr., ad esempio, Settia, De re militari, (sopra, nota 23), pp. 247-273.
53 Fabio Romanoni, Guerra e navi sui fiumi dellItalia settentrionale (secoli XII-XIV), Archivio storico lombardo, CXXXIV (2008), pp. 11-46.
54 Gesta Federici (sopra, nt. 17), p. 23.

108

Future Wars

dovuto sconvolgere lo schieramento nemico e facilitare il conseguimento


della vittoria, rimasero pura utopia. Si trattava nondimeno di un miscuglio di reale e di immaginario (questultimo forse sinonimo di progettuale): due componenti si scritto di non sempre facile separabilit
sulle quali il discorso destinato a rimaner aperto molto a lungo e
forse a non esaurirsi mai55.

55 Franco Cardini, Le bombe intelligenti di Sigismondo. Umanesimo e arte della guerra tra
Medioevo e Rinascimento, in Roberto Valturio De re militari. Saggi critici, RiminiMilano, 2006, p. 15.
Storia della distopia militare

109
Codices Machinarum: II. Bellifortis (1405)

Larte della guerra


nel Bellifortis di Konrad Kyeser
di Andrea Molinari

el 1405, dalle montagne


boeme dove si trovava in
esilio per decisione del
perfidus princeps1 Sigismondo,
il medico bavarese (era nato ad
Eichsttt nel 1366) Konrad Kyeser
conclude il suo ponderoso trattato
intitolato Bellifortis, un neologismo
latino che possiamo tradurre come
forte in guerra. Il codice, costituito da ben 140 fogli di pergamena,
illustrato da preziose miniature,
realizzate da artisti di scuola boema
che, come Kyeser stesso, erano stati cacciati dalla corte di Venceslao
quando questultimo era stato deposto dal fratellastro Sigismondo, nel
1402.Malato e consapevole di essere vicino alla morte, Kyeser dedica
ogni sua energia alla compilazione del Bellifortis, che assume per lautore
la valenza di una sorta di testamento spirituale. Basti pensare che il codice
si conclude con un grande ritratto a colori di Kyeser stesso e addirittura
con il suo epitaffio autografo, in cui viene lasciata in bianco la data di
morte.

1 Bellifortis, Cod. Ms. philos. 63 der Universittsbibliothek, Gttingen, fol. 139v. Tutti i riferimenti a Konrad Kyeser e al Bellifortis, ove non espressamente citato, fanno riferimento
a Gtz Quarg (ed.), Bellifortis, I, II, Verlag des Vereins Deutscher Ingenieure, Dsseldorf
1967.

110

Future Wars

In effetti, il tratto pi originale del Bellifortis proprio la complessa e


controversa figura dellautore che, come vedremo, offre una sua personale, nitida e per certi versi sorprendente visione dellarte della guerra del
primo Quattrocento: certamente Kyeser non scrive in modo esplicito di
future wars, almeno non nel senso che oggi attribuiamo a questa espressione, ma scorrendo le pagine del Bellifortis si intravvede uno scopo preciso: descrivere e far conoscere quegli strumenti che potranno permettere
la riscossa dopo la disastrosa sconfitta subita dagli eserciti cristiani nella
battaglia di Nicopoli, levento che pose fine alla crociata proclamata da
Bonifacio IX nel 1394 e alla quale avevano aderito il regno dUngheria (il
cui trono era tenuto da Sigismondo del Lussemburgo, figlio dellimperatore Carlo IV) e la Francia di Carlo VI.
In quella crociata, ai contingenti ungherese e francese si erano aggiunte
anche forze inglesi, della Valacchia, di varie regioni tedesche e transilvane. Nellestate del 1396 lesercito cristiano inizi la campagna di guerra,
conquistando Rahova e ponendo lassedio a Nicopoli. La citt resistette
abbastanza da permettere al sultano Bayezid I di accorrere in suo soccorso
con un forte esercito. Lo scontro campale che ne scatur vide la disfatta dei
crociati: i francesi attaccarono per primi e sembrarono prevalere ma furono poi travolti dagli ottomani. Sigismondo in un primo momento intervenne in aiuto dei francesi ma poi decise di fuggire, abbandonando le forze
superstiti alla sconfitta.
Quel giorno, era il 28 settembre 1396, segn per sempre la vita di
Kyeser: presente egli stesso sul campo di battaglia, trascinato dallentusiasmo per unimpresa che prometteva di ripercorrere le gesta di Alessandro
Magno, conquistatore dellOriente, il futuro autore del Bellifortis assistette alla rotta degli eserciti cristiani, vide Sigismondo trasformarsi in un
anti-Alessandro e fuggire con ignominia: Nicopoli divenne una Gaugamela
alla rovescia e i sogni di Kyeser svanirono, lasciando il posto a un sordo
risentimento che affiora in tutto il suo livore, a quasi dieci anni dai fatti,
nelle prime righe del Bellifortis. Con profonda amarezza (perfusa amaritudine spiritus2), Kyeser rievoca quel diem impium, imputandone lesito nefasto a Sigismondo, del quale aveva osservato la repentinam

2 Bellifortis, cit. fol. 3r. Anche le citazioni seguenti sono tratte dal folio 3r.
Storia della distopia militare

Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo

111

fugam. Al re dUngheria sono riservate parole durissime (fallacem et


nequam, falso e buono a nulla) fino a quella gi ricordata definizione di
perfidus, certamente legata alla decisione di Sigismondo stesso di esiliare i sostenitori del fratellastro Venceslao, tra i quali (non sorprendentemente) Kyeser e i gi citati artisti della corte boema.
Se Sigismondo il campione negativo del Bellifortis, le speranze di
Kyeser sono riposte in Roberto III, elettore del Palatinato e Rex
Romanorum dal 1400 al 1410, al quale, in un lungo panegirico introduttivo3, dedicato il trattato. Nelle prime pagine, prive di illustrazioni ad
eccezione del grande grifone che campeggia sul primo foglio, Kyeser
inserisce anche indicazioni sulle sue fonti: oltre alle sue personali conoscenze (per sapientiam ruminatus sum), dichiara di aver attinto studiose [et] laboriose a Vegezio, Antonio Romano e aliis auctoribus
autenticis4. Dedicheremo in seguito alcune note circa la formazione di
Kyeser e le sue fonti: diamo ora uno sguardo ai contenuti del Bellifortis.
La fortuna del Bellifortis
Il trattato di Kyeser si presenta come un codice manoscritto estremamente prezioso: per formato, numero di fogli di pergamena (ben 140),
ricchezza di illustrazioni, uso dellesametro latino. Queste caratteristiche
lo iscrivono al genere dei cosiddetti presentational manuscripts or
books, ovvero quelle opere destinate a offrire a re, principi e signori una
presentazione dotta, erudita e preziosa della materia trattata. Lo scopo di
queste opere non era quindi quello di istruire tecnici e artigiani su come
3 Bellifortis, cit. fol. 2r e 2v.
4 Bellifortis, cit. fol. 3r. Kyeser stesso cita alcune delle sue fonti, tra cui Vegezio, Antonio
Romano (limperatore Gordiano, ritenuto nel Medio Evo autore di trattati di arte militare),
altri autori antichi quali Filone di Bisanzio, Galeno, Tolomeo. In generale, Kyeser possedeva una solida formazione, acquisita nel corso di viaggi in Europa e studiando presso i
domenicani di Eichsttt, luniversit di Padova, le corti di Venceslao e di numerosi signori. Conosceva certamente, attraverso le traduzioni latine, i pi noti trattati greci, ellenistici
e arabi e opere come il Secretum Secretorum dello pseudo-Aristotetele, il Liber ignium di
Marco Greco, gli Experimenta attribuiti ad Alberto Magno, il De diversis artibus del monaco Teofilo, solo per citarne alcuni. Sulla formazione di Kyeser e i materiali di studio pi
diffusi al suo tempo, cfr. Benedek Lng, Unlocked books: manuscripts of learned magic in
the Medieval libraries of Central Europe, The Pennsylvania State U. P., University Park,
2008.

112

Future Wars

costruire una certa macchina (in questo caso si parlerebbe di workshop


drawings): questa distinzione deve essere tenuta sempre presente, diversamente si rischierebbe di fraintendere completamente il senso del
Bellifortis e di altre opere simili5.
Come esempio di presentational manuscript, lopera di
Kyeser preceduta solo dal
Texaurus di Guido da Vigevano6
dal quale per si discosta sotto
molti aspetti: anche senza considerare i contenuti, il Bellifortis
pi ricco e corposo. Si pu
affermare che esso sia un vero e
proprio capolavoro, forse il pi
affascinante e prezioso codice
tecnico
manoscritto
del
Quattrocento,
sicuramente
superiore per qualit complessiva delle illustrazioni anche a
lavori posteriori, come quelli
del Taccola o del Fontana.
La sua fortuna fu immediata e
notevole, soprattutto (ma non solo) in Germania: il Bellifortis fu copiato o
serv come fonte di ispirazione per numerosi altri trattati del genere, realizzati perlopi nel corso del XV secolo. Tuttavia, dopo il Quattrocento la
sua influenza scem fino a scomparire; i primi studi moderni risalgono
alla fine del XIX secolo ma solo nel 1967, con ledizione anastatica del
manoscritto conservato presso la biblioteca universitaria di Gttingen,
5 Cfr. Wolfgang Lefvre (ed.), Picturing machines, 1400-1700, Massachussets Institute of
Technology, Cambridge, 2004, pp. 13-15 e Marcus Popplow, Why draw pictures of machines? The social contexts of early modern machine drawings, in Lefvre, cit., pp. 20-28.
6 Su Guido da Vigevano, cfr. Giustina Ostuni, Le macchine del re. Il Texaurus regis Francie di Guido da Vigevano; trascrizione, traduzione e commento del codice Lat. 11015
della Bibl. nationale di Parigi, Diakronia, Vigevano 1993. Segnalo anche i numerosi studi
di Aldo A. Settia, tra cui la voce Guido da Vigevano online su Treccani.it e il saggio che
compare in questo stesso volume.
Storia della distopia militare

Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo

113

curata e commentata da Gtz Quarg, che il Bellifortis ritorn alla luce in


tutto il suo splendore e la sua complessit7.
Struttura e contenuto
Il codice si articola su dieci capitoli, preceduti da un Exordium introduttivo e seguiti da un Epichedion conclusivo. I capitoli non hanno
titolo ma lautore, nellintrodurre ciascuno di essi, descrive genericamente
largomento che verr trattato. Lelenco qui sotto riporta, sintetizzandola
e attualizzandola, la descrizione di Kyeser di ciascuna sezione del
Bellifortis:
I. Carri e macchine da guerra campali
II. Macchine dassedio (instrumenta ingeniorum)
III. Ponti e sistemi di attraversamento dei corsi dacqua
IV. Scale dassalto
V. Balestre
VI. Sistemi difensivi e di guardia
VII. Mezzi di illuminazione
VIII. Fuoco e artiglierie a polvere
IX. Mezzi di riscaldamento
X. Strumenti e attrezzi ausiliari
Gli argomenti trattati sono numerosi e restituiscono unidea di completezza: Kyeser in questo pienamente uomo del suo tempo non vuole
offrire un approfondimento tecnico su un argomento specifico ma piuttosto una visione organica, completa ed esaustiva del sapere applicato allarte della guerra, fondendo insieme le arti liberali, le arti meccaniche e le
arti magiche (Artes theurcigae).
Questultimo aspetto tra quelli pi interessanti e originali del Bellifortis
e ci torneremo in seguito: per il momento, basti sottolineare come Kyeser

7 Sulla fortuna del Bellifortis cfr. Lynn White, Jr, Kyeserss Bellifortis: the first technological treatise of the Fifteenth century, Technology and culture, 10, luglio 1969, pp. 436441. Al saggio di White sono debitore per gran parte delle argomentazioni svolte, in particolare per lanalisi di alcune delle pi interessanti tavole del Bellifortis.

114

Future Wars

dichiari che le arti magiche non solo sono connesse a quelle meccaniche,
ma addirittura ne rappresentano la parte pi sofisticata (Artes cuncte
theurgice maioris et minoris cunctarum mechanicarum stili subtilioris8).
Significativo anche il fatto che, nellelenco delle arti stilato da Kyeser, le
Artes theurgicae siano citate subito prima dellArs militaris, quasi che
questultima discenda dalle prime.

Ma soffermiamoci ora pi in dettaglio sui contenuti del Bellifortis.


Il trattato si apre con una serie di magnifiche raffigurazioni astrologiche,
in cui gli astri sono rappresentati come personificazioni equestri. Questo
pienamente nel solco della consolidata tradizione medievale dei medici
astrologi e non costituisce in s una novit. Medicina e astrologia erano
strettamente connesse nellinsegnamento universitario del tempo e non
sorprende che il medico Kyeser conceda uno spazio tanto ampio allastrologia. Tuttavia, la scelta di Kyeser di aprire il suo trattato con una processione degli astri personificati costituisce una preziosa introduzione alla

8 Bellifortis, cit., fol. 136r.


Storia della distopia militare

Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo

115

personale visione dellautore, in cui i fatti terreni non possono essere


disgiunti dalle potenze astrali o dalla magia: una visione, quindi, che deve
molto alla formazione dello stesso Kyeser.
Subito dopo la processione dello zodiaco incontriamo il personaggio pi
citato e rappresentato allinterno del trattato: Alessandro Magno9. Kyeser
lo descrive come mago e inventore di una grande macchina da guerra10.
Seguono altre macchine campali, tra cui si distinguono grandi carri protetti e armati con falci e cannoni, simili alla panthera di Guido da Vigevano11.
Notevoli le illustrazioni con i carri in formazione (folio 17r) e lesotica
macchina teratomorfa attribuita al re indiano Poro (un altro riferimento
indiretto ad Alessandro; folio 27r).
Allinizio del secondo capitolo, dedicato alle macchine dassedio, si
trova la magnifica raffigurazione di un grande trabucco a contrappeso
(folio 30r: forse la tavola di maggiore valore artistico dellintero codice),
la prima cos dettagliata e precisa dopo lo schizzo tecnico di Villard de
Honnecourt del XIII secolo. Numerose sono le rappresentazioni di tettoie
e mantelletti (scudi mobili), uno dei quali opera dello stesso Kyeser (folio
41v).
Il problema del superamento di fiumi e ostacoli acquatici loggetto del
terzo capitolo. Interessanti i ponti modulari e dassalto, le navi a ruote, i
sistemi idraulici. Particolarmente degni di nota sono la vite di Archimede
al folio 63r (prima chiara rappresentazione di tale dispositivo dallantichit12) e le attrezzature di respirazione subacquea (folio 55r, 62r, 63v, 66r).
Il capitolo quarto contiene disegni di ingegnose scale dassalto, di tipologie diverse; il capitolo cinque interamente dedicato alle balestre. Se ne
presentano numerose versioni, completate da rappresentazioni di dardi e
di sistemi di caricamento, tra cui un interessante verricello a pulegge con

9 Alessandro Magno raffigurato per ben quattro volte (fol. 11v, 12r, 91r, 93r) e citato in otto punti del testo: fol 12r (r 1); 15v (r 1 e 15); 90v (r 19); 91r (r 1); 93r (r 1); 100v (r 10 e
37).
10 La macchina attribuita ad Alessandro (che lavrebbe realizzata su suggerimento di Aristotele) il grande carro protetto da trasporto truppe al folio 16r: Hoc instrumentum ab allexandro repertum, philisopho summo traditum est (fol. 15v, r 1).
11 In particolare il carro al folio 25r.
12 Cfr. White, cit. p. 439.

116

Future Wars

fuso conico (folio 76v) che, secondo Lynn White13, anticipa di una generazione i meccanismi simili introdotti negli orologi.
Il sesto capitolo illustra alcuni sistemi di guardia da porre a difesa dei
castelli o degli accampamenti: cani, oche, pali acuminati nei fossati o
intorno alle tende, ponti levatoi che collassano a comando. Curiosa la
scena rappresentata nella tavola del folio 87r: vi si vedono contadini attaccare e uccidere soldati intontiti dal vino avvelenato con una pozione ottenuta dalle radici del muliol, un albero misterioso e non identificato.

Il capitolo seguente (settimo) uno dei pi originali del Bellifortis: lautore si concentra sul problema di realizzare adeguati sistemi di illuminazione che non si spengono con la pioggia o con il vento. Il riferimento
ancora una volta Alessandro Magno, raffigurato a cavallo con una lunga
picca sulla cui sommit risplende un globo infuocato (folio 91r). Seguono
pagine e pagine di ricette magiche e incantesimi, come la necromanzia del
folio 94r: in una notte di luna (la prima dopo la luna piena), uno stregone

13 Ibidem, p. 439.
Storia della distopia militare

Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo

117

(con ogni probabilit lo stesso Kyeser14) richiama gli spiriti suonando un


corno dalla torre pi alta di un castello. Alla base della collina su cui sorge
il castello camminano due goblin con un manico di scopa e una torcia
confezionata col grasso del cadavere di un uomo impiccato, il cui spettro
sta entrando nella fortificazione.
I due capitoli successivi, lottavo e il nono, sono dedicati al fuoco e alle
sue applicazioni. Le prime pagine sono interamente occupate dalle ricette
per ottenere diversi tipo di fuoco (in alcuni casi il Kyeser cita Aristotele e
Alessandro15). Il folio 102r illustrato con un rudimentale razzo costituito
da un sacco aperto a unestremit, raffigurato insieme alla sua piattaforma
di lancio16. Unaltra interessante illustrazione quella di un drago volante
con allinterno una struttura riscaldata che permette di ottenere un effetto
ascensionale ( il primo accenno figurato al principio dellaerostato17).
Seguono diversi disegni di artiglierie multiple, proiettili, protezioni. Il
capitolo nono contiene illustrazioni di caldaie, concepite perlopi per
riscaldamento di bagni ed edifici, anche se non manca una serie di disegni
magici (il ritratto della regina di Saba, folio 122r; una strega che appicca
il fuoco a un edificio soffiando dalla bocca, folio 122v).
Infine, lultimo capitolo, il decimo, presenta disegni di accessori e strumenti di svariato genere, tra cui mazze, fionde, scudi, una cintura di castit e meccanismi poco pratici come un piccolo strumento musicale a campanelli mosso da ingranaggi dentati e un ascensore con ruote da mulino a
vento. Il codice si conclude, come accennato, con una lunga teoria delle
arti: grammatica, logica, retorica, aritmetica, geometria, musica, astronomia, divinazione, teologia, filosofia, legislazione, diritto canonico, fisica,
alchimia, arti magiche, arte militare. Infine, lepitaffio di Kyeser e il suo
ritratto18.
14 Ibidem, p. 438.
15 Bellifortis, cit., fol. 100v (Ignis quem invenit Aristotiles quando cum allexander ad loca
obscura pergeret...).
16 Cfr. White, cit., p. 439. White sottolinea come il razzo di Kyeser preceda di almeno quindici anni i disegni di razzi di Giovanni Fontana.
17 Ibidem, p. 439.
18 La sezione conclusiva del Bellifortis occupa i fogli da 135r a 140v. Il ritratto di Kyeser
(fol. 139r) il primo di un autore dallantichit classica. Kyeser vi appare vestito di verde,
il colore di Giove, il suo pianeta. Cfr. White, cit., p. 438.

118

Future Wars

Lingegnere e lo stregone
Qual il significato del Bellifortis? Come deve essere inteso? In che
rapporto porre i contenuti del codice con la personalit del suo autore?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi che sorgono di fronte alla complessit di unopera del genere che, pur essendo correttamente definibile
come un trattato di ingegneria militare, al tempo stesso ne travalica i confini. Questa non specializzazione non deve stupire: nella cultura medievale e del primo umanesimo la distinzione netta tra saperi e discipline
diverse era del tutto impropria. I grandi intellettuali del tempo di Kyeser
si caratterizzavano tutti per una sapienza a tutto tondo, non limitata a uno
specifico settore.
Se analizziamo pi attentamente le figure assimilabili a Kyeser, notiamo
che la professione medica un tratto comune: medici erano, infatti, Guido
da Vigevano e Giovanni Fontana19 (il primo autore del Texaurus regis
Francie del 1335, il secondo dellInstrumentorum bellicorum liber del
1420 circa). indubbiamente grazie alla sua formazione in medicina che
Kyeser si avvicina allastrologia: il nesso tra le due discipline era dovuto
essenzialmente allenorme influenza che ebbero nei secoli centrali del
Medio Evo le traduzioni scientifiche di trattati arabi (come quelle di
Gerardo da Cremona), in parte originali e in parte ripresi da opere greche
ed ellenistiche. A ci si aggiunse linflusso di opere bizantine e la diffusione garantita da scuole come quella di Salerno. Lastrologia divenne
parte fondante della medicina: i medici astrologi, per i quali la cura delle
malattie non poteva essere distinta dallanalisi delloroscopo del paziente,
acquisirono fama e rilevanza, tanto da trovare impiego presso le grandi
corti dEuropa20. Lastrologia, a sua volta, richiedeva luso di sofisticati
strumenti di misurazione del tempo: da qui lo studio degli orologi, del
moto, della meccanica: il pi grande costruttore di orologi del Medio Evo,

19 Su Giovanni Fontana e lInstrumentorum bellicorum liber, cfr. Eugenio Battisti, Giuseppa


Saccaro Battisti, Le macchine cifrate di Giovanni Fontana. Con la riproduzione del Cod.
Icon. 242 della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera e la decrittazione di esso e del Cod. Lat. Nouv. Acq. 635 della Bibliothque Nationale di Parigi, Arcadia Edizioni, Milano 1984.
20 Cfr. Lynn White, Jr, Medical astrologers and late Medieval technology, Viator, 6, 1975,
pp. 295-308.
Storia della distopia militare

Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo

119

Giovanni de Dondi, era professore di medicina e astronomia alluniversit di Padova.


Nella formazione di Kyeser troviamo quindi elementi che giustificano
il suo interesse per lastrologia e la meccanica ma, come abbiamo ricordato nel paragrafo precedente, uno dei tratti pi interessanti del Bellifortis
sono i riferimenti alle arti magiche.
Kyeser, come evinciamo da quanto egli stesso racconta di s21, trascorse
un periodo presso la corte di Francesco II di Carrara, a Padova. Nella citt
veneta, sede di una delle pi prestigiose universit del mondo occidentale del tempo, Kyeser perfezion i propri studi entrando con ogni probabilit in contatto con ambienti che ruotavano intorno al pensiero di uno dei
pi prestigiosi (e controversi) pensatori dellepoca: Biagio Pelacani (1355
ca - 1416), conosciuto anche come Biagio da Parma22.
Professore di matematica, filosofia e astrologia a Pavia, fu costretto a
trasferirsi per due volte presso luniversit di Padova (1384-88 e 14071411) a causa di accuse di eresia e stregoneria. Pelacani, infatti, fu fortemente influenzato dal pensiero anti-aristotelico dei calculatores di Oxford
ed egli stesso si distinse per la veemente polemica contro lortodossia
aristotelica adottata dalla Chiesa.
Processato per eresia nel 1396, affermava linfluenza degli astri sulla
vita umana, negava limmortalit dellanima e la necessit di Dio come
primo motore immobile. Sospettato di pratiche magiche, si era guadagnato da parte dei suoi detrattori lappellativo di doctor diabolicus23.
Pelacani fu maestro del gi ricordato Giovanni Fontana (1390 ca 1455
ca): veneziano di nascita, Fontana aveva studiato medicina presso luniversit di Padova dove, nel 1418, era divenuto rettore delle arti. Geniale
e creativo, scrisse trattati di medicina, filosofia, astrologia, astronomia,
21 Bellifortis, cit., fol. 137r.
22 Su Biagio Pelacani, cfr. le sezioni specifiche in C. B. Schmitt; Quentin Skinner; Eckhard
Kessler; Jill Kraye. The Cambridge History of Renaissance Philosophy. Cambridge University Press 1988 e la voce Pelacani, Biagio online su Treccani.it.
23 Curioso come, nonostante il suo curriculum, Pelacani abbia ottenuto alla sua morte, nel
1416, la sepoltura nel duomo di Parma (era comunque stato nominato rettore della locale
universit nel 1412). La sua lapide tombale addirittura murata nella facciata della cattedrale, alla sinistra del portale centrale, dove pu essere ammirata ancora oggi.

120

Future Wars

meccanica, fisica, trigonometria Suo anche il citato Instrumentorum


bellicorum liber, in cui compaiono bombe incendiarie, razzi e significativamente la raffigurazione di un incantesimo di guarigione24.
Come il suo maestro Pelacani, anche Giovanni Fontana incorse in accuse di eresia25: fu probabilmente a causa di queste che la sua carriera si
interruppe bruscamente nel 1438, quando lo ritroviamo a Udine come
medico condotto. La sua stessa fortuna fu limitatissima e le sue opere
restarono largamente ignorate.
Kyeser, come abbiamo visto, trascorse un fondamentale periodo di formazione in quella stessa Padova di Pelacani e Fontana, ma fu poi presente a Praga26. Qui Kyeser, medico, astrologo e verosimilmente gi
avvicinatosi a concezioni eretiche e se non a vere e proprie pratiche magiche, ebbe la possibilit di entrare in contatto con gli ambienti di una della
capitali europee della magia e della stregoneria: addirittura stato ipotizzato la sua entrata (e successiva cacciata) alla corte di Venceslao
potrebbe essere connessa alle sue abilit come mago e stregone27.
Kyeser fu dunque medico, astrologo e praticante di arti magiche. Ma fu
anche un ingegnere militare? La risposta certamente positiva a condizione che, come abbiamo gi accennato, si tenga presente che lo scopo del
Bellifortis non era quello di costituire un raccolta di disegni tecnici.
Kyeser non era un esperto costruttore di complesse macchine da guerra n
aspirava a esserlo, ma non era neppure del tutto inesperto dellargomento:
24 Instrumentorum bellicorum liber, Cod. Icon. 242, Bayerische Staatsbibliothek di Monaco
di Baviera: bombe incendiarie fol. 12v e 13r; esempio di medicina magica fol. 24v; razzi
fol. 37r.
25 La fama di Fontana presso i suoi contemporanei non fu certamente aiutata dal suo interesse per lillusionismo magico, ossia per la costruzione di oggetti e macchinari che, mediante sofisticati meccanismi interni e il sapiente uso di sostanze infiammabili, davano vita ad
automi diabolici destinati a terrorizzare i nemici. Due dei pi noti esempi di tali dispositivi
sono il diavolo meccanico e la strega infuocata (fol. 59v e 63v, Instrumentorum bellicorum liber, Cod. Icon. 242, Bayerische Staatsbibliothek di Monaco di Baviera).
26 Laccostamento tra Kyeser e Fontana suggerito in William Eamon, Technology as magic in the late Middle ages and the Renaissance, Janus, LXX, 3-4, 1983, pp. 171-212,
e in Pamela O. Long, Openness, secrecy, authorship. Technical arts and the culture of
knowledge from Antiquity to the Renaissance, The Johns Hopkins University Press, Baltimore and London, 2004, pp. 105 e segg.
27 Lng, cit., pp. 71-78; Eamon, cit., p. 190
Storia della distopia militare

Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo

121

egli stesso, nel descrivere un imponente scudo mobile, afferma che fu lui
a costruirlo28. Inoltre, la stessa grandissima variet delle macchine raffigurate nel Bellifortis riprova dellampia padronanza della materia da parte
del suo autore il quale, giova ricordarlo, aveva anche esperienza diretta di
guerra. Da sottolineare anche che, nel corso del suo percorso formativo,
Kyeser aveva certamente appreso delle conoscenze relative alla costruzione di automi e alluso del fuoco e del vapore29.
Ma, per tornare alla domanda iniziale, qual era la visione della guerra
che emerge dalle pagine del Bellifortis? Abbiamo gi detto della peculiare,
anche se non sorprendente, commistione tra arti meccaniche, astrologia e

28 Bellifortis, cit., folio 41v.


29 Sia pure in modo piuttosto criptico, il Bellifortis presenta nel folio 95v un automa che Eamon, cit, p. 186, definisce una eolipila, ossia una macchina a vapore del tipo di quella descritta da Erone di Alessandria. Effettivamente, nel testo che accompagna la tavola troviamo un riferimento esplicito (Ego sum Philoneus...) alla tradizione ellenistica e a Filone
di Bisanzio. Nel nono capitolo vi sono anche numerosi esempi di applicazione del vapore.

122

Future Wars

magia che caratterizza il trattato di Kyeser: dobbiamo ora soffermarci


sullo scopo che lautore assegna alla sua opera e al significato della figura
di Alessandro, a cui viene fatto spesso riferimento30.
Alessandro Magno e la visione della guerra in Kyeser
Nellepitaffio che conclude il trattato, Kyeser non fa sfoggio di modestia: stando a quanto egli stesso scrive, grazie al Bellifortis sarebbe possibile sconfiggere interi eserciti e il suo autore avrebbe dimostrato una
padronanza dellarte militare quale nessun uomo prima di lui aveva avuto.
Proprio questa immensa gloria sarebbe stata causa della sua rovina e gli
avrebbe procurato unorribile morte da esule, abbandonato allira divina31.
Il Bellifortis rappresenta dunque, secondo Kyeser, la pi alta sintesi di
arte militare ed sicuro strumento di vittoria. Quale debba essere il nemico per eccellenza contro cui scagliare la sua arcana potenza lo deduciamo
nei passaggi iniziali e finali: lOriente, lavversario eterno sin dai tempi
di Alessandro, impersonato ai tempi di Kyeser da quellimpero ottomano
che aveva umiliato gli eserciti cristiani a Nicopoli.
Ed proprio la figura di Alessandro ad acquisire un valore centrale: nel
Bellifortis non mancano sparsi, poco enfatizzati e di sapore piuttosto
formale radi riferimenti alla fede cristiana, ma il vero eroe
Alessandro Magno32. Ne sono esempi, oltre alla grande macchina del folio
16r, le splendide raffigurazioni del sovrano macedone. Nel folio 12r
vediamo Alessandro a cavallo con la sua lancia magica (almerione)
ricevuta da Febo, su cui sventola il drappo stellato di colore verde (segno
del patronato di Giove). La punta della lancia essa stessa un potente
amuleto che mette in fuga i nemici: Alessandro la tiene in mano nella
tavola del folio 11v e su di essa compare la misteriosa scritta meufaton33.
30 Cfr. nota 9.
31 Bellifortis, cit., fol. 137r.
32 Cfr. Chiara Frugoni, La fortuna di Alessandro Magno dallantichit al Rinascimento, La
Nuova Italia, Firenze, 1978
33 Il meufaton una delle pi note tavole del Bellifortis. Molto diffuse ma del tutto errate
le numerose interpretazioni che vogliono che si tratti della rappresentazione di un razzo,
mentre il testo indica che si tratta del ferro della lancia di Alessandro. La parola meufaton, di dubbio significato, ha probabili origini cabalistiche, cfr. Wilfried Tittmann, Die
Storia della distopia militare

Larte della guerra nel Bellifortis tecnologia e sapienza allalba del XV secolo

123

Al folio 93r Alessandro regge un lucibulum, la cui luce inestinguibile


rischiara i campi di battaglia per le sue schiere.
Kyeser, forte della sua sofisticata e solida formazione, una figura rappresentativa del passaggio tra Medio Evo e Rinascimento: imbevuto dei
miti e delle suggestioni della classicit perduta, un idealista che insegue
il sogno di una crociata vittoriosa condotta con le armi della sapienza
piuttosto che della fede. Il suo campione Alessandro Magno, la cui figura, cos come tramandata nel Medio Evo, rappresenta (grazie anche al
legame con Aristotele, il sommo filosofo) la perfetta conoscenza delle arti
liberali oltre che dei segreti delle arti magiche.
Il primato di Alessandro non politico n militare: piuttosto il frutto
del dominio di quegli instrumenta ingenii che per Kyeser medico, astrologo, stregone, ingegnere rappresenta la chiave per asservire la natura
alla volont umana. Poco importante che il campo di applicazione sia la
medicina, la magia o la realizzazione di macchine da guerra: la conoscenza dello strumento a consentire il disvelamento del segreto e, in ultima analisi, a definire il sapiente.
Il Bellifortis assume allora il valore di un monumento sapienziale, che
attinge alla tradizione piuttosto che alla sperimentazione (ancora non
trionfante come metodo di indagine), in nome della restaurazione della
perduta grandezza della civilt occidentale. Ancora pochi decenni e questa
grande eredit, genuinamente medievale, si ridurr a pallida ombra,
richiamata nella trattatistica rinascimentale da omaggi rituali allesotismo
di maniera34.

Geschtzdarstellungen des Walter de Milemte von 1326/7, Waffen und Kostmkunde,


35. Jg. 1993, p. 8.
34 Un esempio di questo nuovo atteggiamento nel De re militari di Valturio del 1450 circa.
Cfr. Pier Luigi Bassignana (a cura di), Le macchine di Valturio nei documenti dellarchivio
storico AMMA, Allemandi, Torino 1988.

124

Future Wars

Storia della distopia militare

125

Histria do Futuro

Guerra e pace nella profezia del Quinto Imprio


di Enrico Silverio e Teresa Silverio

Padre Antnio Vieira

l Seicento brasiliano, ma pi in generale lusofono, appare dominato dalla figura del gesuita Antnio Vieira. Portoghese di nascita e di
formazione, trascorse la maggior parte della sua vita in Brasile, dedicando a temi tipicamente brasiliani la sua attivit di predicatore1, non
avulsa dallestetica barocca di stampo gesuitico2, e tuttavia arricchita da
uno stile forte e personale, sino a poter essere considerato il portavoce di
unideologia e di una storia nazionale3. Trasferitosi in Portogallo alla fine
della lunga dominazione spagnola (1580-1640) e definito tribuno della
restaurazione4, fu anche predicatore regio ed ambasciatore in Francia e
Olanda. Tornato in Brasile nel 1653 e molto noto pure per la difesa degli
indios dallo schiavismo bianco e degli ebrei convertiti, oltre che per le
aperture verso gli ebrei rimasti nella loro fede, padre Vieira fu inoltre ac1 Su padre Vieira (Lisboa, 6 febbraio 1608 - Salvador, 18 luglio 1697) v. in particolare Joo
Lcio de Azevedo,Histria de Antnio Vieira, 2 voll., Alameda, So Paulo 2008 e Jos
Van Den Besselaar,Antnio Vieira: o homem, a obra, as ideias, ICALP, Lisboa 1981. V.
anche lintera prima parte della Revista Lusfona de Cincia das Religies, VII, 2008, dedicata al tema Vieira e a possibilidade de um mundo novo. Per linquadramento del religioso nellambito della storia della letteratura brasiliana, v. Luciana Stegagno Picchio, Storia
della letteratura brasiliana, Einaudi, Torino 1997, pp. 52, 54, 59-63, 67-68, 107-108, 130,
214, 333, 371-372, 377, 488 e 610.
2 V. ora Thomas Cohen - Stuart B. Schwartz (eds), Antnio Vieira and the Luso-Brazilian
Baroque, a special issue from The Luso-Brazilian Review, LX.1, 2003.
3 Estremamente significativo il Sermo pelo Bom Sucesso das Armas de Portugal Contra
as de Holanda pronunciato l11 maggio 1640 a Salvador, dal pulpito della chiesa di Nostra
Signora del Soccorso, mentre le navi olandesi avviavano linvasione del Brasile portoghese (consultabile anche presso il sito dominiopublico.gov.br, a conferma dellimportanza
che viene attribuita a padre Vieira anche nel Brasile contemporaneo). V. Lus Reis Torgal,
Ideologia Poltica e Teoria do Estado na Restaurao, 2 voll., Biblioteca General da Universidade, Coimbra 1981.
4 Stegagno Picchio, Storia, cit., p. 60.

126

Future Wars

cusato di eresia profetica dal SantUffizio subendo un processo durato dal


1663 al 1667.
Sebastianismo, messianismo e millenarismo
in effetti il profetismo di Vieira che in questa sede ci interessa pi direttamente. In tempi recenti la sua Histria do Futuro, stata considerata
tra le anticipazioni della letteratura fantascientifica brasiliana5, ma si collega piuttosto al sebastianismo, il movimento mistico di resistenza contro
la dominazione spagnola del Portogallo6, basato sullattesa messianica del
ritorno del giovane re Dom Sebastio O Desejado, la cui scomparsa nella
battaglia dei Tre Re (Alccer-Quibir)7 fu appunto alla base della catena di
eventi che due anni dopo, nel 1580, condusse allUnione iberica. Il sebastianismo incorporerer pure le Trovas di Gonalo Eanes Bandarra, sapateiro e poeta vissuto a Trancoso tra il 1500 ed il 1556: una serie di componimenti ancorati allAntico Testamento, a carattere profetico e messianico,
che ruotavano attorno alla venuta di un Encoberto, un re nascosto, destinato a regnare su di un Portogallo assurto a monarchia universale8.
5 Roberto de Sousa Causo,Fico cientfica, fantasia e horror no Brasil, 1875 a 1950. Editora UFMG, Belo Horizonte, 2003, p. 59.
6 Sulla riconducibilit della Histria do Futuro al sebastianismo, v. Vitor Amaral de Oliveira
(ord.), Sebstica: bibliografia geral sobre D. Sebastio, Biblioteca Geral da Universidade,
Coimbra 2002. Adde Giulia Lanciani, Il sebastianismo: un sogno che nasce come logos,
in Sogno e scrittura nelle culture iberiche. Atti del XVII Convegno Associazione Ispanisti
Italiani. Milano 24-25-26 ottobre 1996, I, Bulzoni, Roma 1998. V. pure Thomas Strobel, O
Sebastianismo. Breve panorama de uma mitogenia nacional, Grin Verlag, Mnchen 2008
e Miguel Real, Nova Teoria do Sebastianismo, Publicaes Dom Quixote, Alfragide 2013.
Sul mito del ritorno di D. Sebastio v. poi Ruth MacKay, The Baker Who Pretended to Be
King of Portugal, The University of Chicago Press, Chicago and London 2012. Sul rapporto tra storia futura, millenarismo e profezia, v. in generale Marina Caffiero, Pensare
la storia del futuro. Millenarismo, profezia, ritorni del passato in et moderna, Rivista di
Storia del Cristianesimo, XII.1, 2015, pp. 109-126 (su Vieira pp. 115-120).
7 Odierna Qar al-Kabr (Marocco), combattuta il 4 agosto 1578 tra 18.000 cristiani (inclusi
600 italiani) giunti in soccorso dellalleato deposto Ab Abd Allh Muammad II al-Mutawakkil, detto al-Maslkh, cio lo Scuoiato, ed il sultano Abu Marwan Abd al-Malik,
che vantava lappoggio della Sublime Porta.
8 Su Bandarra e sullo Encoberto o Encubierto v. ancora Amaral de Oliveira (ord.), Sebstica, cit., passim ed inoltre: Sara T. Nalle, Revisiting El Encubierto. Navigating between
Visions of Heaven and Hell on Hearth, in Kathryne A. Edwards (ed.), Werewolves, Witches, and Wandering Spirits. Traditional Belief & Folklore in Early Modern Europe, TruStoria della distopia militare

Histria do Futuro

127

Padre Vieira, il Quinto Imprio e la Histria do Futuro


La Histria do Futuro o, meglio,
lunica sua parte edita quale Livro anteprimeiro pubblicato postumo a Lisbona nel 17189, si colloca su questo
assai complesso sfondo politico, militare, religioso e culturale. In effetti
anche la Histria stessa a presentare
notevoli problemi dal punto di vista
della sua genesi e dei suoi legami
col resto della produzione del gesuita portoghese collegata al tema del
Quinto Imprio10. Non infatti chiaro
se essa fosse unopera autonoma alla
quale padre Vieira attendeva sino dal
1649 o se, invece, egli non lavesse
mai progettata come poi venne pubblicata postuma ed essa fosse invece
una porzione di uno scritto diverso: la
Clavis Prophetarum, cui il gesuita avrebbe lavorato per tutta la vita, ancora una volta dedicata al Quinto Imprio11. questo infatti il tema centrale
man State University Press, Kirksville (MO) 2002; Marcio Honorio de Godoy, O Desejado e o Encoberto: potncias de movimento de um mito andarilho, Revista USP, LXXXII,
junho-agosto 2009, pp. 16-31; Leandro Henrique Magalhes, Trovas de Bandarra. Leituras, Releituras e Interpretaes, Edies Ecopy, Porto 2010; Claudionor Alcides Lima
Pirola, Bandarra: de outsider a estabelecido, Anais do III encontro nacional do GT
Histria das Religies e das Religiosidades - ANPUH - Questes terico-metodolgicas
no estudo das religies e religiosidades, consultabile presso www.dhi.uem.br/gtreligiao/
pub.html.
9 Padre Antnio Vieira, Historia do futuro.Livro anteprimeiro, na officina de Antonio Pedrozo Galram, Lisboa Occidental 1718.
10 Manuel J. Gandra, O Quinto Imprio em Antnio Vieira. Subsdio para uma bibliografia
impressa da obra e dos estudos concernentes ao tema, por ocasio da realizao do Curso
Breve Padre Antnio Vieira: Viso e Profecia do Quinto Imprio, na Biblioteca Municipal
da Ericeira Setembro de 2008, ano do 4 Centenrio do Nascimento de Antnio Vieira,
consultabile presso www.cesdies.net.
11 Silvano Peloso, Antonio Vieira e limpero universale. La Clavis Prophetarum e i documenti inquisitoriali, Sette Citt, Viterbo 20142, passim ed in particolare pp. 37-63.

128

Future Wars

sia della Histria do Futuro che della Clavis Prophetarum e di altre opere:
fondato sul Libro di Daniele ed in particolare sul sogno di Nabucodonosor (Dn 2, 1-45)12, il Quinto Imprio strettamente intrecciato con lidea
della periodizzazione del tempo, con lApocalisse e col profetismo, sicch
il futuro descritto da padre Vieira non si basa sulla speculazione ma sulla
interpretazione delle profezie13. A partire dalla profezia di Daniele sulla
successione degli imperi, nella prospettiva di padre Vieira a quelli assiro,
persiano, greco e romano sarebbe dovuto succedere un impero portoghese fondato ormai non pi da un redivivo D. Sebastio ma dal re D. Joo
IV, tornato dalla morte che lo aveva colto del 1656 per realizzare il regno
di Dio in terra ed aprire il Millennio destinato a concludersi col giudizio
finale. Limpero lusitano di padre Vieira amalgamava inoltre le speranze messianiche della restaurazione portoghese con la visione escatologica
che del Nuovo Mondo si aveva sino dalla sua scoperta14. Ci che tuttavia
interessa qui evidenziare che il Quinto Imprio nato per realizzare sulla
terra la civitas Dei agostiniana emerge e, nei progetti, si sarebbe dovuto
sviluppare dalla guerra e nella guerra. Il nuovo ordine dellimpero, definito
anticipatore dellordine mondiale dellONU, sorge infatti da una situazione conflittuale sia allinterno della penisola iberica che della cristianit e,
per listaurazione del regno di Dio in terra, prevedeva la scomparsa del
Sacro Romano Impero e del sultanato ottomano15.

12 Sul tema del Quinto Impero e sulla concezione del tempo che vi sottesa dal profeta Daniele sino allinterpretazione di padre Vieira, v. Maria Anna Travassos Valdez, Historical Interpretations of the Fifth Empire. The Dynamics of Periodization from Daniel to
Antnio Vieira, S.J., Brill, Leiden 2001. Il Libro di Daniele, in particolare Dn 7, 7-8, non
estraneo neppure a Roma antica ed in particolare ad Or. Sib. 3, 388-400, il cui contenuto costituir una formidabile leva ideologica per permettere la costruzione di una monarchia, nonostante la perdurante validit del giuramento narrato da Livio (2.1.9): v. Francesco Lucrezi, Oracoli e Regno, in Id., Messianismo Regalit Impero. Idee religiose e
idea imperiale nel mondo romano, Giuntina, Firenze 1996, pp. 1-13 ed in particolare p. 8
per la citazione.
13 V. Alfredo Cordiviola, O futuro, a histria. Uma leitura da Histria do Futuro, Revista
USP, XXIX, maro-maio 1996, pp. 126-138.
14 Peloso, Antonio Vieira e limpero universale, cit., pp. 17, 22, 33-34.
15 V. ora Jos Eduardo Franco, Portugal e a histria do futuro do mundo no pensamento
utpico di Padre Antnio Vieira, Revista Lusfona de Cincia das Religies, X, 2013, pp.
235-255, con precedente bibliografia.
Storia della distopia militare

Histria do Futuro

129

Echi contemporanei del Quinto Imprio


Il tema del Quinto Imprio rester tra quelli costitutivi dellidentit lusitana e brasiliana. Lo ritroviamo ad esempio nellidea di impero del Brasile
e di una Roma americana del giurista Jos da Silva Lisboa16 e nel pi
famoso nazionalismo neo-sebastianista di Fernando Pessoa (1888-1935)
soprattutto in Mensagem, raccolta pubblicata nel 1934 il cui titolo ottenuto dal virgiliano mens agitat molem (Aen. VI, 727)17. E ancora nel
cinema contemporaneo, come nel film brasiliano Sermes. A Histria de
Antnio Vieira (1989) di Jlio Eduardo Bressane de Azevedo (1946) e soprattutto in Non, ou A V Glria de Mandar (1990), Palavra e utopia
(2000) e O Quinto Imprio - Ontem como hoje (2004) di Manoel de Oliveira (1908-2015)18, dove il ritorno onirico del Desiderato annuncia leu16 Pierangelo Catalano (cur.), Quinto impero. Attualit del pensiero di Antonio Vieira S.J.,
ASSLA, Sassari 2000. Circa limpero del Brasile v. il classico studio di Emilia Viotti da
Costa, The Brazilian Empire. Myths and Histories, The University of Chicago Press, Chicago and London 1985.
17 V. sul tema ora anche Fernando Pessoa, Sebastianismo e Quinto Imprio, edio, introduco e notas de Jorge Uribe e Pedro Seplveda, tica, Lisboa 2011; Jorge Uribe - Pedro
Seplveda, Sebastianismo e Quinto Imprio: o nacionalismo pessoano luz de um novo
corpus, Pessoa Plural, I.1, 2012, pp. 139-162 e Valdenir Arajo Pessa, O Misticismo, o
Saudosismo e o Sebastianismo em Mensagem de Fernando Pessoa, Clube de Autores,
Santarm 2014.
18 Randal Johnson, Manoel de Oliveira. Understanding the iconoclastic work of a life-

long cinematic pioneer, University of Illinois Press, 2007, pp. 63 ss., 160. Oltre che
in Non, la catastrofe portoghese del 1578 ricostruita nel film La batalla de los Tres Reyes

130

Future Wars

tanasia dellimpero portoghese e la rivoluzione dei Garofani ispirata dal


libro intitolato appunto Portugal e o Futuro.
In tuttaltro contesto, durante le celebrazioni del Bimillenario della nascita di Augusto organizzate da quellItalia imperiale che, in un clima di
sovrapposizione tra lantico ed il nuovo impero, cercava a sua volta di proporre un nuovo ordine mondiale alternativo al modello della Societ delle
Nazioni, il Quinto Imprio sarebbe stato probabilmente oggetto una conferenza di Paulo Silveira, segretario dellambasciata del Brasile a Roma,
programmata tra il 1937 ed il 1938 ma mai tenuta e dal significativo titolo
LAmerica brasiliana entro larchitettura dellImpero creato da Cesare e
Augusto19.

Impero del Brasile, moneta di bronzo da 20 Reis, Zecca di Rio de Janeiro, 1868.

Al recto il profilo di D. Pedro II contornato dalliscrizione PETRVS II D(EI) G(RATIA)


C(ONSTITVTIONALIS) IMP(ERATOR) ET PERP(ETVVS) BRAS(ILIAE) DEF(ENSOR). Al verso lo stemma
imperiale, in questo valore privo del consueto motto IN HOC SIGNO VINCES gi adottato dalla monarchia
portoghese (collezione degli Autori).

(Tambores de fuego, 1990), una coproduzione italo-ispano-sovietico-marocchina diretta da Souehil ben Barka e da Uchkun Nazarov, con Claudia Cardinale e Ugo Tognazzi.

19 V. il carteggio conservato nellArchivio dellIstituto Nazionale di Studi Romani, serie Corsi Superiori di Studi Romani, busta 48, fascicolo 7 e busta 66, fascicolo 17.

Storia della distopia militare

131

Larte della guerra e le rivoluzioni militari


di Marco Formisano

uesto breve saggio prende abbrivio da una questione che da tempo


accompagna le mie riflessioni intorno allarte della guerra antica
e alla storia della sua lunga tradizione nella cultura occidentale,
e cio come e sino a che punto la scrittura de re militari abbia influenzato,
reggendolo o forsanche destabilizzandolo, il progresso tecnologico in ambito bellico. Da questa prospettiva, la cos detta military revolution dellet
moderna assume un ruolo che va ben al di l del dibattito intorno alla sua
ricostruibilit storica. Infatti, la rivoluzione ascritta allambito strategico,
tattico e tecnico in et moderna, a ben guardare, finisce per simbolizzare
la pervicace immutabilit del discorso militare stesso. Intorno a questo
argomento ruotano le considerazioni presentate in queste pagine, che non
si pongono pertanto il fine di riassumere le varie tesi che negli anni sono
state elaborate sulla military revolution n tanto meno di entrare nel merito
di uno dei pi celebri dibattiti storiografici sulla guerra.
Si spesso sottolineato
il ritardo paradossale con
cui le innovazioni tecniche, sono state recepite
nei trattati di arte della
guerra del Rinascimento,
distinti dalla letteratura
tecnico-militare (artiglieria, fortificazione, macchine). Come osserva Beatrice Heuser, si continu
a scrivere sulla guerra
senza considerare in alcun modo gli sviluppi epocali apportati dalla polvere da sparo, concentrandosi fino alla fine del XVIII secolo, sulla scia
della celebre Querelle, sulla questione se fossero stati gli antichi generali e
strateghi migliori degli odierni.

132

Future Wars

Da un lato quindi dato


constatare la quasi incredibile continuit del genere
letterario arte della guerra
e del discorso sulla guerra, come esso emerge e si
delinea nei trattati militari
dalle origini della cultura
occidentale almeno sino a
Clausewitz. Dallaltro, tuttavia, necessario mettere
in evidenza un aspetto che
non ha ricevuto attenzione
e che pure risulta essere strutturale al suo stesso costituirsi: la volont di
riformare la guerra nei suoi vari ambiti tattici e strategici insita al discorso della guerra stesso. Il paradosso dato dal fatto che ogni cambiamento
o rivoluzione auspicata passa sempre attraverso la riformulazione dei modelli offerti dallantichit. Da tale particolare costellazione argomentativa
si delinea un altro livello che in realt rappresenta la base epistemica del
discorso della guerra, cio la dialettica tra teoria e azione.
Una precisazione terminologica e metodologica va fatta: in questo come in altri miei precedenti contributi, intendo considerare il discorso della guerra come si delinea nei trattati militari dellantichit e
dellet moderna, tralasciando quindi altri generi letterari quali storiografia, memorialistica, epistolografia etc. In tal senso mi discosto dal
criterio seguito ad esempio da Beatrice Heuser e Therese Schwager
- di prendere in considerazione pi generi e tipi di testi. A parer mio, le arti
della guerra vanno trattate a parte, proprio perch da un lato godono di una
loro stabilissima tradizione dotata, come vedremo, di una propria struttura
argomentativa, dallaltro producono una teoria della guerra distinta dal discorso storico e/o letterario.
***
Forse in nessunaltra attivit umana la discrepanza tra teoria e pratica,
tra scrittura e azione cos grande come nel caso della guerra. Ogni qual
volta si cerca di gettar luce sullessenza della guerra si pone linevitabile
Storia della distopia militare

Larte della guerra e le rivoluzioni militari

133

134

Future Wars

problema della corrispondenza dei due poli. Ma la tensione tra teoria e


pratica, a ben guardare, caratterizza la cultura occidentale nel suo insieme.
In qualsiasi settore o attivit, infatti, si tende a concepire lazione come
emanazione o derivato da determinati modelli teorici; non stupir pertanto
che tale tensione si accresca proprio nei casi in cui si cerca di mettere per
iscritto e codificare in sistema lazione stessa. Ne La memoria culturale
Jan Assmann ha ben spiegato i processi di trasmissione dellagire pratico,
definendoli come memoria mimetica. Sul difficile ruolo della codificazione scritta di tali processi cos scrive:
Noi impariamo ad agire copiando. Limpiego di guide scritte per fare
qualcosa come le istruzioni per luso, i libri di cucina, le indicazioni di
montaggio rappresenta uno sviluppo relativamente tardo e mai davvero
compiuto. Non mai possibile codificare completamente lagire.

La prima et moderna si profila in generale come unepoca nella quale


la tensione tra teoria e pratica nei vari ambiti delle scienze, delle arti e dei
saperi si acuisce, in particolare nel discorso della guerra, proprio perch in
esso convergono in modo esemplare diversi fattori. La guerra oscilla tra
due dimensioni: da un lato essa oggetto di teorizzazione e pertanto trae la
sua linfa vitale proprio dalla tradizione letteraria, in particolare dalla memoria dellantico. Dallaltro in questo periodo, come sopra indicato, fanno
comparsa alcune innovazioni tecnologiche che effettivamente, anche se
lungo percorsi che non indicano affatto un progresso univoco e lineare,
cambiano radicalmente il modo di condurre la guerra nei suoi aspetti pratici. Di condurla, ma appunto, non di concepirla. A tal proposito va ricordato
per inciso come la balistica, quella scienza cio che si costuisce proprio
in et rinascimentale, avente per oggetto lanalisi matematica del moto
e della traiettoria del proiettile, alle sue origini si configuri proprio come
unemanazione diretta delle riflessioni condotte da Aristotele sul moto naturale e violento.
Tornando allarte della guerra, cio al genere letterario comprendente
trattati militari di varia natura, tenendo presenti le considerazioni appena
esposte, necessario porci la domanda fondamentale della loro funzione
non tanto per appurare se e sino a che punto essi fossero in grado di fornire
istruzioni davvero applicabili sul campo di battaglia, quanto piuttosto per
valutare il ruolo da essi assunto proprio nella costruzione del discorso della
guerra. Va subito sottolineato come ad essi, nella maggior parte dei casi,
Storia della distopia militare

Larte della guerra e le rivoluzioni militari

135

anche negli studi pi recenti, vada attribuito un ruolo marginale, utilizzati


quasi sempre come fonti, neppure troppo utili, di ricostruzione storica. Eppure, come ho gi avuto modo di affermare1, la guerra risulta impensabile
senza la sua propria dimensione letteraria e testuale, dove proprio il divario tra teoria e pratica, tra norma astratta e applicazione concreta, tra un
passato ideale e il presente, infine tra scrittura e azione a venire generato e
continuamente tematizzato.
Larte della guerra, a cui faccio qui riferimento, un genere letterario
dalla lunghissima esistenza e dalleccezionale continuit sia nel linguaggio sia nei contenuti. A mio avviso fu lEpitoma rei militaris di Vegezio2,
risalente alla fine del IV secolo, a sostituire la precedente trattatistica militare greca e latina e ad inaugurare il genere dellarte della guerra, cos
come esso si svilupper in seguito3. In essa affiora gi ben delineata la
tensione, gi sopra indicata, tra scrittura e azione, tra passato e presente,
tra norma e imprevisto, tra letteratura e tecnica. Il genere letterario arte
della guerra, se osservato nella lunga durata auspicata in queste pagine,
senza troppo guardare alle differenze che emergono dai vari contesti storici, culturali, nazionali e linguistici, svela un paradosso: pi si avverte la
discrepanza tra scrittura e azione, cio pi si diventa scettici nei confronti
dellapplicabilit delle nozioni esposte nei libri della guerra, pi proprio
questa tensione diventa il cardine teorico e la caratteristica fondamentale, ossia il paradigma del genere stesso. Come scrive Franois Jullien nel
Trattato dellefficacia
ci che costituisce la guerra appunto la distanza inevitabile che il
reale assume in essa rispetto al suo modello: pensare la guerra, insomma,
significa pensare come essa portata a tradire il suo concetto 4.

1 M. Formisano, La tradizione dellarte della guerra antica nel rinascimento, in Guido


Beltramini (cur.), Andrea Palladio e larchitettura della battaglia con le illustrazioni inedite alle storie di Polibio, Venezia, Marsilio, 2009 pp.226-239; Id., Stuck in Panduria.
Books and War, in Id. e Hartmut Bhme (Eds.), War in Words. Transformations of War
from Antiquity to Clausewitz, Berlin, De Gruyter, 2012, pp. 1-12.
2 M. Formisano, Vegezio. Arte della guerra romana, Milano, Rizzoli 2003. M.D. Reeve, Vegetius. Epitoma Rei Militaris, Oxford U. P., 2004.
3 M. Formisano, Kriegskunst, in M. Landfester (Hg.), Der Neue Pauly. Supplementband
Renaissance-Humanismus, Darmstadt, WBG, 2014.
4 F. Jullien, Trattato dellefficacia, Torino, Einaudi, 1998, p. 15.

136

Future Wars

Se si osserva larte della guerra da questa prospettiva, ci si render subito conto di quanto non solo superflua ma anche fuorviante sia la domanda
tipicamente posta da moltissimi studiosi di varie epoche se i trattati militari
fossero davvero applicabili nel campo di battaglia.
Come dicevamo sopra, il paradosso generato dallarte della guerra la
problematizzazione della propria stessa essenza argomentativa, la quale si
manifesta come una tensione tra speculazione teorica ed esigenze praticoapplicative. Una tale tensione si rende particolarmente visibile proprio nei
momenti in cui ci si appresta ad una riforma del sistema militare. Werner
Hahlweg in un articolo sulla Heeresreform degli Orange ha commentato
questo punto con estrema chiarezza: La connessione tra ristrutturazioni o
riforme in ambito militare e la questione del rapporto tra teoria e prassi
fondamentalmente stretta, e persino originaria al fenomeno stesso5.
Ma, come si ricordava prima, il discorso della guerra sorprendentemente povero di turning points decisivi. La cos detta military revolution
rappresenta senzaltro, per quanto dibattuti e controversi restino alcuni
suoi aspetti, uno dei pochissimi punti di svolta nella storia della guerra in
occidente. Alla riforma militare che ha avuto luogo tra la fine del XVI e
gli inizi del XVII secolo nei Paesi Bassi, soprattutto a opera di Moritz von
Oranien, Wilhelm Ludwig von Nassau e Johann der Mittlere von NassauSiegen, va attribuito il ruolo di preludio della nuova fase, che verr a posteriori definita rivoluzione militare. Il termine ha origine, come noto, da un
breve studio del 1956 di Michael Roberts 6. Con esso lo storico britannico,
che si concentrava sugli effetti della Heeresreform in Svezia sotto Gustavo
II Adolfo nella prima met del XVII secolo, definiva soprattutto la ristrutturazione dellesercito e le riforme in campo tattico, che esigevano una
preparazione costante dei soldati. In breve, i punti pi importanti su cui
si concentrava Roberts erano la crescita numerica dellesercito, linnalzamento delle tasse dovuto ai nuovi costi degli eserciti, la standardizzazione
delle armi, la maggiore coordinazione tra cavalleria e fanteria e il sorgere
delle accademie militari e del relativo sviluppo di un sistema didattico
5 W. Hahlweg, Umformungen im Militrwesen und das Verhltnis von Theorie und Praxis, in Wehrwissenschaftliche Rundschau 19. Jg., 1969, p. 182.
6 M. Roberts, The Military Revolution, 15601660, Belfast, rist. con revisone in Essays in
Swedish History, Londra, 1967.
Storia della distopia militare

Larte della guerra e le rivoluzioni militari

137

adeguato. Dopo Roberts, Geoffrey Parker riprese il concetto di military


revolution, modificandolo in alcuni aspetti essenziali, insistendo non solo
sulle innovazioni in campo tattico e tecnologico, come lartiglieria, ma
dando rilievo alle modifiche dellintero sistema della guerra avvenute tra
la fine del Medioevo e la prima et moderna7.
Soprattutto, Parker si concentrava sul nuovo stile delle fortezze (trace
italienne), cos come costruite in Italia gi dalla met del XV secolo e
che successivamente si diffusero anche in Spagna, Francia e Paesi Bassi,
relativizzando cos il ruolo centrale attribuito alla riforma degli Orange da
Roberts. Lo storico della tecnica Bert Hall, generalmente critico nella tesi
della military revolution cos come formulata da Parker e altri, far riferimento proprio alla trace italienne per dimostrare come essa pi che testimoniare un evento rivoluzionario fosse in realt una sorta di restaurazione
del passato: La rivoluzione militare fu preceduta da una restaurazione
militare, un ritorno ai modelli antichi basato su una tecnica nuova8. Un
altro punto, a cui Parker dedicava attenzione il processo di matematizzazione dellarte della guerra, accompagnato e sostenuto dal vero e proprio
boom editoriale dei trattati militari9. Tuttavia, come rileva Schwager, Parker non ha valutato in modo sistematico la massiccia produzione di testi
militari, che egli tende a considerare pi semplicemente come funzionali
alla formazione dei soldati nelle accademie militari10. Lapproccio di Parker non affatto isolato; i trattati militari antichi e moderni non vengono
dagli studiosi presi sul serio in quanto testi11 ma semmai come strumenti,
per lo pi inutili e fallimentari dal punto di vista pratico.
Per tornare alla Heeresreform, gli autori antichi vi ebbero un ruolo
centralissimo. Nella prima accademia militare, fondata a Siegen nel 1617
da Johann von Nassau-Dillemburg, gli studenti erano obbligati a leggere Eliano, Leone di Bisanzio, Polibio e, a va sans dire, Vegezio da un

7 G. Parker, The Military Revolution, Cambridge University Press 1988.


8 B. Hall, Weapons and Warfare in Renaissance Europe, Baltimora, John Hopkins U. P.,
1997, p. 212.
9 R. Hale, Renaissance War Studies, London, The Hambledon Press, 1983.
10 T. Schwager, op. cit., pp. 40 e 47.
11 M. Formisano, The Strategiks of Onasander. Taking Military Texts Seriously, in
Technai 2, 2011, pp. 57-70.

138

Future Wars

lato, e Machiavelli, Patrizi, Savorgnan e altri dallaltro, autori moderni


che esplicitamente si rifacevano senza alcuna riserva alla tradizione antica
dellarte della guerra12. Moritz von Oranien nel tracciare il programma
della riforma applic i concetti sviluppati dal filosofo neo-stoico Giusto
Lipsio, autore del De militia Romana (1595) e del Poliorketikon sive de
machinis, tormentis, telis (1596) e Johann der Mittlere von Nassau-Siegen compose lui stesso un Kriegsbuch, totalmente ispirato allarte della
guerra antica13. Come primo direttore dellaccademia militare di Siegen fu
nominato Johann Jacobi-Tautphoeus von Wallhausen. Wallhausen era un
erudito che al momento della nomina aveva gi pubblicato alcuni trattati
militari e tradotto alcuni classici militari antichi in tedesco e in francese.
Su Wallhausen si torner dopo. Intanto importante sottolineare che lantichit assunse un ruolo chiave nella riforma degli Orange, che venne cos
presentata come una sorta di rinascimento dellarte della guerra antica. Il
discorso che affiora dal genere letterario arte della guerra si delinea cos
come un sapere in tensione non solo tra teoria e pratica, ma anche tra antichit e presente e, infine, tra letteratura e tecnica. Lo schema qui tracciato
propone una visualizzazione di tale complessa costruzione argomentativa:
teoria

Antichit /

exemplum-norma

prassi

presente

Al centro si trovano lesempio e la norma, luno genera laltra. Attorno


a questi due concetti se ne raggruppano altri quattro, la teoria e la pratica,
lantichit e il presente. Teoria e pratica hanno uno stretto rapporto con il
concetto di norma, mentre antichit e presente trovano nellexemplum il
loro trait dunion. Norma ed esempio si trovano a loro volta connessi tra
di loro cos che luna costruisce laltro.
Lantichit diviene quindi nel discorso della guerra, abbastanza sorprendentemente, il paradigma assoluto dellazione presente. Essa, forse
per lultima volta nella storia della cultura occidentale, offre regole sempre
12 Vedi W. Hahlweg, Die Heeresreform der Oranier und die Antike, Osnabrck, Biblio Verlag 1987 (Berlino 1941); V. Ilari, art. cit.; T. Schwager, op. cit.
13 V. ledizione curata da W. Hahlweg, Die Heeresreform der Oranier. Das Kriegsbuch des
Grafen Johann von Nassau Siegen, Wiesbaden, Selbstverl. der Historischen Kommission
fr Nassau, 1973.
Storia della distopia militare

Larte della guerra e le rivoluzioni militari

139

valide anche per la pratica e la realt del campo di battaglia. Alcuni storici
hanno argomentato come i riformatori olandesi ricorressero ai trattati antichi e alle norme in essi contenute ai fini dellapplicazione extratestuale.
Secondo Hahlweg, i padri della Heeresrefom avrebbero avuto uno spiccato
senso della realt e di ci che veramente possibile e, pertanto, sarebbero
stati ben lontani dalle avventure della speculazione teorica e poco attratti
dal pensiero sistematico, scisso dalla realt concreta 14. Per quanto attraente, questa tesi va ridimensionata, forse persino contestata, se si considera
per esempio quanto altri studiosi osservano a proposito della ricostruzione
di guerre e battaglie, antiche e moderne, attraverso i trattati militari. Larte
della guerra mostra di essere una fonte poco fededegna proprio perch non
offre che una visione letteraria del fenomeno, pertanto distorta e ben lontana dalla realt. Chiunque abbia una qualche familiarit con la bibliografia
relativa allarte della guerra, vedr che pienamente accettata lopinione
che i trattati militari riproducano solo una rappresentazione ideale e intellettuale della guerra, non la sua realt. Si citi qui un unico esempio tratto
dal peraltro eccellente volume di David Parrott, Richelieus Army :
Trattati militari di tal sorta possono fornire informazioni utili per la
guerra contemporanea, ma sarebbe fuorviante considerare le prescrizioni
teoriche, e spesso impraticabili, in essi contenute come un resoconto reale
di una realt militare pi cruda e molto pi complessa 15.

Parrot pone la questione se lambizione degli Orange di derivare la propria riforma dai testi antichi non fosse in realt solo un rhetorical exercise, il cui scopo era quello di convincere il pubblico di lettori pronti
a seguire lautorit della tradizione classica e soprattutto delleccellenza
marziale di Roma16. La questione tuttavia ben pi complessa e risulta
alquanto riduttivo attribuire ai trattati antichi e antichizzanti unicamente
una funzione retorico-persuasiva, efficace solo perch asseconda le mode
classicistiche dellet moderna.
Come dicevo, largomentazione di Parrott a proposito dei trattati militari si trova, mutatis mutandis, presso molti altri storici sia del mondo
antico sia dellet moderna. Nella maggior parte dei casi larte della guerra
14 W. Hahlweg, art. cit., p. 183.
15 D. Parrott, Richelieus Army, Cambridge U. P., 2001, p. 24.
16 Ibidem, p. 25.

140

Future Wars

non viene presa sul serio nella sua dimensione propriamente testuale e
letteraria, motivo per il quale la si fraintende quando si vuole valutare il
suo peso nel processo delle varie riforme o rivoluzioni militari. Essa in
realt contiene al suo interno la risposta stessa al quesito proprio in quanto
ha elaborato un concetto di guerra che, nonostante tutte le possibili innovazioni tecnologiche, regge come un nocciolo duro, forse persino anche
dopo Clausewitz, il pensiero militare occidentale.
Come si diceva, larte della guerra (come genere letterario) comincia
con Vegezio proprio perch nel suo testo si trovano gran parte delle strutture argomentative sulle quali si imperniano i trattati militari successivi.
Molto brevemente: lEpitoma ha il compito di lanciare una riforma degli
eserciti romani tardoimperiali proprio attraverso la stretta connessione al
passato. Tale riferimento allantichit, va sottolineato, annunciato gi dal
titolo stesso che indica come lopera sia una epitome della tradizione militare romana. Vegezio ricorre a eventi esemplari e a norme, che riformula
allinterno di una nuova cornice teorica e argomentativa. Se i materiali
stessi non sono nuovi, nuova la loro riorganizzazione e il metodo di presentazione. Vegezio intende la sua opera come una contromisura contro il
disfacimento della res militaris del periodo in cui visse, let tardoantica.
La disciplina delle armi sarebbe stata trascurata a causa di una dannosa
negligentia causata a sua volta da una pace troppo lunga, durante la quale
non si reput pi necessario reclutare le leve e disporre gli eserciti (1, 28,
6). Ma questa situazione, continua Vegezio, non nuova, gi nel passato si
era periodicamente verificato che la disciplina militare venisse tralasciata.
A questo danno gli antichi romani trovarono un rimedio: ritrovare nei libri
di storia le rette norme da seguire ad uso dei generali sul campo di battaglia (3, 10, 17-18). Seguendo questo principio, Vegezio stesso vuol quindi
offrire un insieme di regole che provengono dalla lettura di antichi testi.
Egli, come primo autore di una lunghissima tradizione, stabilisce che
le qualit militari vanno dedotte dai libri, contenenti exempla sempre validi e applicabili in analoghe circostanze future. Vegezio, proprio come i
riformatori olandesi dodici secoli pi tardi, introduce la riforma basandola
sulla restaurazione di antichi modelli. Egli crea una struttura argomentativa e uno maniera di concepire la res militaris che resteranno invariate nei
secoli. Exemplum e norma divengono i concetti chiave del discorso della
guerra: gli exempla vengono evocati dalla tradizione letteraria per stabiStoria della distopia militare

Larte della guerra e le rivoluzioni militari

141

lirsi in norma, modelli sempiterni per lazione e criteri tecnico-strategici.


Gli exempla vengono privati della loro storicit, diventando cos argomenti la cui validit e forza normativa non viene mai meno. E a Vegezio va
attribuita un altro argomento, destinato a una fortuna ininterrotta: la preminenza della disciplina, cio dellesercizio continuo e disciplinato, sulla
pura quantit (numerus) (1, 1, 1). LEpitoma rappresenta cos il libro della
guerra per eccellenza a cui ogni soldato deve ricorrere per raggiungere il
successo, e non solo a causa del suo contenuto ma anche, bene ricordarlo,
per la sua struttura argomentativa e per la sua forma-epitome.
Come per qualsiasi altro autore antico, cos anche per Vegezio, per
comprenderlo a fondo si deve considerare la sua ricezione, i modi cio
secondo i quali il suo testo stato letto, interpretato e usato nelle epoche
successive alla sua produzione. Sarebbe impossibile, in queste poche pagine, dare anche solo unidea del vastissimo Nachleben vegeziano 17, desidero tuttavia soffermarmi brevemente su Wallhausen, proprio perch i suoi
scritti sono tradizionalmente considerati tra le fonti principali ispiratrici
della Heeresreform. Non qui il caso di elencare tutti i suoi scritti (si veda
da ultimo Schwager 2012, 262-280), si ricordino almeno Alphabetum pro
Tyrone Pedestri (Francoforte 1615), Programma Scholae Militaris (Francoforte 1616) e Romanische Kriegskunst, tradotto in francese come La milice romaine (Francoforte 1616), che contiene una traduzione di Vegezio, e
Camera militaris oder Kriegskunst Schatzkammer (Frankfurt 1621).
Come messo in evidenza da Schwager, Wallhausen intende rivalorizzare larte della guerra partendo dai suoi presupposti di sistematica del sapere e di antiquaria, tipici dellEpitoma, opponendosi cos alla prospettiva di
Lipsio, il quale invece, concentrando le sue critiche proprio sullapproccio
elaborato da Vegezio, rivolgeva attenzione a Polibio come fonte massima
per larte militare antica. Il Vegezio letto e prodotto da Wallhausen viene
aggiornato da un lato sulla base delle aspirazioni pragmatiche, tipiche delle argomentazioni della riforma, dallaltro sul processo di scientifizzazione

17 Si vedano P. Richardot, Vgce et la culture militaire au moyen ge, Economica, Paris


1998 e C. Allmand, The De Re Militari of Vegetius. The Reception, Transmission and
Legacy of a Roman Text in the Middle Ages, Cambridge University Press, 2011. (recensito
da M. Formisano, Bryn Mawr Classical Review 2012.11.59).

142

Future Wars

dellarte della guerra18. Nella sua traduzione di Vegezio, Wallhausen critica apertamente lumanista olandese, per non avere trovato la giusta chiave
di lettura per intendere Vegezio. Una tale chiave, proprio per non essere
stata usata per lunghissimo tempo, si arrugginita cadendo in disuso19. Il
compito di Wallhausen proprio quella di ristabilire la validit del testo
tardoantico, proprio perch esso oppone la didassi sistematica alla narrativit esemplare degli storici, come Livio e Polibio. I soldati, soprattutto
le leve, si ingannano se credono di potere fare bene il loro mestiere senza
avere prima ricercato nei libri le gesta di greci, lacedemoni e romani20.
Secondo Schwager, ci che in Vegezio attraeva lattenzione dellerudito
tedesco era proprio lapproccio sistematico ed enciclopedico allarte della
guerra in quanto esso forniva una scienza militare fatta di strumenti pronti
a uscire dai libri per essere direttamente applicati nella realt extratestuale.
Lapproccio che si evince dagli storiografi antichi, privilegiato da Lipsio e
altri teorici della guerra, offriva di contro un catalogo di pur ottimi exempla concentrato sui grands faicts, cio sugli eventi decisivi, ma non sui
mezzi stessi (moyens) dellarte della guerra21. Lintento di Wallhausen era
di fornire una compilazione e una sintesi del sapere sulla guerra, e Vegezio
offriva in questo caso un modello eccellente.
Da un certo punto di vista, Schwager ben individua i termini del dibattito tra Wallhausen-Vegezio e Lipsio-Polibio. Tuttavia, se prestiamo attenzione al testo dellEpitoma stesso, ci si render conto della circolarit, che
definirei inattaccabile, delle argomentazioni vegeziane, che propongono
uno schema predisposto per non essere mai veramente superato e sovvertito. Ci che stato affermato da qualcuno, a proposito del trionfo della
mediocrit di Vegezio22, definendo cos con inutile sarcasmo lincredibile
fortuna dellEpitoma attraverso i secoli, non pu che essere contraddetto
proprio sulla base della ricezione. Laspetto del testo che pi sorprende, e
qui sta la chiave del suo successo, sta nella-temporalit, tutta tardoantica,

18 T. Schwager, op. cit., pp. 266-267.


19 Ibidem, 268.
20 Ibidem, 264-265.
21 Ibidem, p. 271
22 S. Anglo, Vegetius de re militari. The Triumph of Mediocrity, in The Antiquaries Journal 82, 2002, pp. 247-269.
Storia della distopia militare

Larte della guerra e le rivoluzioni militari

143

delle argomentazioni, e nella loro circolarit, in grado non solo di istituire


il discorso della guerra e di fondare il genere arte della guerra ma anche,
paradossalmente, di divenire il testo fondamentale a cui rifarsi proprio ai
fini del rinnovamento delle strutture militari. Il metodo di Wallhausen, e di
tanti altri autori, il Machiavelli dellArte della Guerra compreso23, adottavano un approccio al modello tardoantico che va ben al di l di uno
spiegare Vegezio con Vegezio, come pure si potrebbe dire. Essi seguendo
la via indicata dallEpitoma, fondavano la pratica sui libri antichi, tra i
quali ovviamente quello di Vegezio spiccava per chiarezza e per limmutata autorit conferitagli nei secoli. Concludendo, ho cercato qui di dare
voce a unaltra tensione, quella che emerge dal genere letterario arte della
guerra, soprattutto come formalizzato da Vegezio e dalla sua lunghissima
tradizione. La voce del testo non opposta a quella storicistica, ma la
completa dal punto di vista della letteratura, che non storia n tecnica n
politica n altro. Il testo sempre dotato di un proprio linguaggio che gli
proprio, e anche qualora esso tratti una materia storica o tecnica, esprimer un punto di vista che non sar mai riducibile a quella stessa materia,
ma che di questa stessa materia offrir una visione e uninterpretazione,
che pur essendo altre, potranno illuminare in modo diverso ma con grande
profitto la realt storica.

23 M. Formisano, Strategie da manuale. Vegezio, Machiavelli e larte della guerra, in Quaderni di Storia 55, 2002, pp. 99-128.

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Future Wars

Storia della distopia militare

145

Les Chars Voltaire


.

di Virgilio Ilari
Falciferos memorant currus abscindere membra
Ut tremere in terra videatur ab artubos id quod
Decidit abscissum; quum mens tamen atque hominis vis,
Mobilitate mali, non quit sentite dolorem
Lucrezio, De rerum natura, III, 3421

The s. c Voltaires Tanks ended the era that began with Machiavelli, in which the modern
military revolutions were based on lessons learned from the Greek and Roman historians
and military writers. In 1756 the French military (as then the Russians in 1769) did not
take into account the bizarre idea to adopt ancient scythed chariots, but in 1769 they tested the first steam-carried artillery. To be successful, however, was the horse artillery, created in 1759 by Frederick the Great and protagonist of the great battles of the Napoleonic
and American Civil Wars. Still in use in the Boer War, since 1916 the horse artillery was
replaced by tanks and self-propelled artillery.
._______

oltaire espresse in versi la teoria della guerra male necessario


(La Tactique et autres pices fugitives, Ginevra, 1774). Il suo libraio Caille2 (qui, dans son magasin, na souvent rien qui vaille) lo convince ad acquistare un nuovo libro, sage autant que beau; La
Tattica. Lo legge avidamente, aspettandosi di trovarvi calore e filantropia,
1 Si racconta che i carri falcati tagliano le membra in modo che gli arti troncati si vedono
palpitare per terra. E tuttavia lanima del colpito, per la rapidit del colpo, non pu ancora
avvertire il dolore. Cit. in Montaigne, Essais, II, vi (d. Louandre, 1854, II, p. 155).
2 Louis-Antoine Caille (1733-1805), portier-libraire du Collge a Ginevra (John Rochester
Kleinschmidt, Les imprimeurs et libraires de la rpublique de Genve, 1700-1798, Journal de Genve, 1948, pp. 82-83). Piccato dallaccusa di vendere cose di poco valore, Caille
avrebbe fatto affiggere un avviso in cui dichiarava che nel suo magazin si trovavano esclusivamente le opere di Voltaire (Contes, satires, pitres par Voltaire, Firmin-Didot, Paris,
1850, p. 162, nt. 2, dove indicato come Etienne, su cui Kleinschmidt, p. 83 nt. 8). Da non
confondere con Charles-Franois Caille (1750-1829), ammesso tra i librai solo nel 1785.
V. la nota del Magasin encyclopdique di A. L. Millin, Paris, 1805, II, p. 465: On me pardonnera la citation des deux mauvais vers [de Voltaire], et le nom Caille au lieu de celui de
Capelle (con riferimento ai librai-editori Caille et Ravier e Capelle et Renaud).

146

Future Wars

e invece : Mes amis! Ctait lart dgorger son prochain. Corre indignato a riportarlo da Caille: Allez; de Belzebut dtestable libraire!; datelo al cavalier de Tott3 (il fait marcher les Turcs au nom de Sabaoth), a
Romanzoff4, a Gustavo Adolfo di Svezia, a Eugenio di Savoia, a Federico
II di Prussia soprattutto (et soyez convaincu quil fait davantage, Lucifer
linspire bien mieux que votre auteur). Odio tutti gli eroi!, sbotta finalmente.
Da un angolo della libreria lo osserva un giovane curioso: ha lo sguardo sicuro, ma tranquillo e dolce, le spalline da ufficiale; il cavaliere de
Guibert5, autore del libro. Capisco dice a Voltaire lestrema ripugnanza che un vegliardo filosofo, amico del mondo intero, prova nel suo cuore
intenerito per il mio mestiere. E poco umano, ma necessario. Caino uccise
suo fratello, i nostri fratelli Unni, Franchi e Vandali ci invasero, e non
avrebbero desolato le rive della Senna se avessimo meglio saputo la tattica
romana. Lamentate forse che ci si difenda? Esistono, credetemi, le guerre
legittime. La Lega era nel torto, Enrico IV nel giusto. E non vi ricordate la
giornata di Fontenoy? Quando la colonna inglese marciava a passo cadenzato attraverso la nostra armata, mentre voi, a Parigi, facevate la guerra per
burla ai grandi spiriti? Che ne sarebbe stato delle loro canzoni, che avrebbe
fatto Parigi se quel mattino Luigi non fosse passato sul ponte di Calone?
Se tutti i vostri Cesari, a quattro soldi al giorno6, non avessero affrontato
lInglese in una partita senza ritorno?.
Il filosofo non replica: avverte tutto limperio della retta ragione, riconosce che la guerra la prima delle arti. Ma fa voti che questo bel mestiere
non si eserciti mai, e che infine lequit faccia regnare sulla terra limpraticabile pace dellAbb de Saint Pierre.
Eppure Voltaire tent due volte di dare un personale contributo alla criminale arte della guerra, reinventando i carri falcati persiani. Il primo a

3 Franois baron de Tott, o Ferenc Tth (1733-1793).


4 Ptr Aleksandrovi Rumjantsev-Zadunajskij (1725-1796).
5 Jacques-Antoine-Hippolyte comte de Guibert (1743-1790). LEssai gnral de tactique fu
pubblicato ( Londres, chez les Libraires Associs) nel 1772.
6 Nella lettera in versi del 3 luglio 1734 dal campo sotto Philippsburg li aveva chiamati cinquante mille Alexandres / Pays quatre sous par jour..
Storia della distopia militare

Les Chars Voltaire

147

parlarne fu, nel 1918, un gesuita austriaco7, seguito nel marzo 1920 dal
Mercure de France che esaltava il patriottismo di Voltaire, nemico dei boches e inventore dei tanks8. Argomento poi ripreso da un ebreo alsaziano
sulla Revue dartillerie del 19349. In realt gli antenati concettuali dei tank
della grande guerra sono semmai le batterie coperte semoventi (testuggini con forza motrice umana) tipo quelle progettate da Leonardo da Vinci
(1482) o da Berthold Holzschuher (1558), per non parlare dei precedenti
war carts ricordati da J. F. K. Fuller nel suo saggio del 192010; non certo
gli antichi carri falcati riesumati da Voltaire, il quale come osservava in
una nota del 1940 lo stesso Fuller11 non prendeva neppure in considerazione la propulsione a vapore (v. infra sul Fardier di Cugnot).
Lidea di adattare alluso moderno armamenti e tattiche del mondo antico uno degli aspetti caratteristici di quella che nel 1956 Geoffrey Parker
defin la rivoluzione militare del Cinque-Seicento, ma torn ad affacciarsi, specie in Francia, anche nella seconda met del Settecento12. La
modernizzazione militare attraverso la restitutio degli istituti greci e romani dava ai savants lautorevolezza di esprimersi sulle questioni tecnico-

7 Robert Graf von Nostitz-Rieneck (1856-1928), Voltaire und Tank, Stimmer der Zeit,
1918.
8 J. Cazes, Voltaire inventeur des tanks, in Mercure de France, 1er mars 1920, N. 138/521,
pp. 405-414.
9 Gabriel Hemerdinger, Voltaire et son chariot de guerre. 1756-1757, 1769-1770, daprs
sa correspondance, Revue dartillerie, 57, 1934, pp. 597-607 [tirage part Berger-Levrault, Paris, 1935: cortesia di Bruno Pauvert e Thierry Simon]. V. pure Voltaire et invincible chariot de guerre, La France Pittoresque, Magazine N. 35, 2011. Cenni in Andrea
Molinari, Le macchine da guerra fantastiche, in Quaderno Sism 2006 Storia della guerra futura. Atti del convegno, Varallo, 22.9.2006 [a cura di Carlo Rastelli e Giovanni Cerino
Badone], Roma, pp. 92-93.
10 J. F. G. Fuller, Tanks in the Great War, 1914-1918, E. P. Dutton and Co., New York,
1920, pp. 4-12, dove cita H. H. Manchester, The Forerunner of tank, in The American
Mechanist, vol. 49, No. 15. Anteriori a Leonardo sono i carri raffigurati nei manoscritti di
Conrad Kyeser (1395-1405), Giovanni Fontana (1420), Archinger von Seinsheim (1421),
Roberto Valturio (1472) e lo Scottish war cart attestato nel 1456 (anche se la relativa illustrazione riportata in Fuller secentesca).
11 v. J.F.G. Fuller, Voltaires Tank, in The Spectator. October 3rd, 1940, pp. 8-9.
12 V. Ilari, Imitatio, restitutio, utopia: la storia militare antica nel pensiero strategico
moderno, in Marta Sordi (cur.), Guerra e diritto nel mondo greco e romano, Milano, Vita
e Pensiero, 2002, pp. 269-381.

148

Future Wars

militari, ed in questo contesto che va inquadrata la proposta di Voltaire di


riesumare i carri falcati assiri e persiani.
Lo stesso Voltaire la riassume retrodatandola al 1741, tacendo di s
e in tono sarcastico nellarticolo Barac et Dbora del Dictionnaire
Philosophique13:
On proposa, dans la guerre de 1741, de renouveler cette ancienne invention et de la rectifier. Un ministre dEtat fit construire un de ces chariots
quon essaya. On prtendait que, dans des grandes plaines comme celles
de Ltzen, on pourrait sen servir avec avantage, en les cachant derrire la
cavalerie, dont les escadrons souvriraient pour les laisser passer, et les suivraient ensuite. Les gnraux jugrent que cette manoeuvre serait inutile,
et mme dangereuse, dans un temps o les canon seule gagne les batailles.
Il fut rpliqu quil y aurait dans larme chars de guerre autant de canons
pour les protger, quil y en aurait dans larme ennemie pour les fracasser. On ajouta que ces chars seraient dabord labri du canon derrire les
bataillons ou escadrons, que ceux-ci souvriraient pour laisser courir ces
chars avec imptuosit, que cette attaque inattendue pourrait faire un effet
prodigieux. Les gnraux nopposrent rien ces raisons; mais ils ne voulurent point jouer ce jeu renouvel des Perses.

Andrea Giardina liquida giustamente la troppo ricercata ipotesi di Albert


Lortholary che linteresse di Voltaire per i carri fosse stato suscitato dal
farraginoso capitolo Des coches degli Essais di Montaigne14. Pi semplice
cercare la chiave nella critica di Voltaire allattendibilit dei pretesi 27.000
carri da guerra di Sesostri III, che ricorre nellEssai del 1756 ed poi riprodotta anche in opere successive15.
13 Ch. Lahure (cur.), Oeuvres compltes de Voltaire, 5e d., Hachette, Paris, 1860, T. XII, pp.
413-414.
14 Albert Lortholary (1899-1975), Les philosophesdu XVIIIe sicle et la Russie. Le mirage
russe en France au XVIIIe sicle, ditions contemporaines, 1951, pp. 128, 333 nt. 98, 397
(cit. in Andrea Giardina, Introduzione, in Le cose della guerra [An. de rebus bellicis], a
sua cura, Fondazione Lorenzo Valla, Milano, 1989, p. xii nt. 1). Michel de Montaigne, Essais, l. III, ch. VId. Louandre, III, 1862, p. 488. Sui carri falcati v. pure lo svedese Johannes Schefferus (1621-1679), De re vehiculari veterum libri duo, Francofurti, ex Officina
Zunneriana, Typis Johannis Andreae, 1676, II, xv (pp. 184 ss.).
15 Essai sul les moeurs et lesprit des nations (1756), Introduction, XIX, de lEgypte. Dfense de mon oncle (1767), II. Fragmens sur lhistoire gnrale (1773), X De la philosophie de lhistoire. Un Chrtien contre six juifs (1776), VIII Niaiserie sur lEgypte. NellEssai Voltaire accenna pure ai carri cinesi: On trouve, dans le troisime livre de Confutze,
une particularit qui fait voir combien lusage des chariots arms est ancien. De son temps,
Storia della distopia militare

Les Chars Voltaire

149

Del resto la Correspondance del 1756-57 consente di ricostruire la genesi del progetto. Secondo la versione datane dallo stesso filosofo in tre lettere del 1 novembre 1756 e del 28 giugno e 2 luglio 175716 al maresciallo
duca di Richelieu17, allorigine vi sarebbe stata la bizzarra diceria che le
roi de Prusse mle actuellement les piques de la falange macdonienne
sa cavalerie. Parlandone col marchese di Florian18, venuto a trovarlo al
Parc des Dlices a Ginevra, Voltaire avrebbe osservato, in modo del tutto
incidentale, che i carri da guerra antichi erano una macchina bien plus
sre, bien plus redoutable. Florian avrebbe pris la chose srieusement,
chiedendogli uno schizzo [Voltaire lo chiama ora modle ora dessein]
del suo petit secret, della sua petite drlerie, da sottoporre al nuovo ministro della guerra, marchese de Paulmy19 insieme ad un modellino
[modle] costruito da Florian e da Etienne Mignot de Montigny20, cugi-

les vice-rois, ou gouverneurs de province, taient obligs de fournir au chef de ltat, ou


empereur, mille chars de guerre quatre chevaux de front, mille quadriges. Homre, qui
fleurit longtemps avant le philosophe chinois, ne parle jamais que de chars deux ou
trois chevaux. Les Chinois avaient sans doute commenc, et taient parvenus se servir
de quadriges; mais, ni chez les anciens Grecs, du temps de la guerre de Troie, ni chez les
Chinois, on ne voit aucun usage de la simple cavalerie. Il parat pourtant incontestable que
la mthode de combattre cheval prcda celle des chariots. Il est marqu que les Pharaons dgypte avaient de la cavalerie, mais ils se servaient aussi de chars de guerre: cependant il est croire que dans un pays fangeux, comme lgypte, et entrecoup de tant
de canaux, le nombre de chevaux fut toujours trs-mdiocre. Notizie dettagliate sui vari
tipi (almeno 5) e limpiego dei carri da guerra cinesi furono disponibili in Europa gi nel
1771 (prima edizione dellArt militaire des chinois, curata dalla missione gesuita del pre
Amiot). Seguirono nel 1773 lEtat actuel de lart et de la science militaire la Chine (del
cavaliere de Saint-Leu e del maresciallo de Puysgur) e nel 1782 la seconda edizione dei
classici (come vol. VII
16 Oeuvres compltes de Voltaire: Correspondance, dition de Charles Lahure, Hachette, Paris, 1861, T. XXVII, N. 2416 (1er novembre, p. 513); T. XXVIII, N. 2499 (28 juin, p. 37);
2503 (2 juillet, p. 41). Cfr. pure N. 2509 (19 juillet, pp. 44-45) e N. 2523 (21 auguste, p. 54).
17 Louis Franois Armand de Vignerot du Plessis de Richelieu (1696-1788).
18 Philippe-Antoine de Claris de Florian (1707-1778), segretario-convivente e poi marito
(1762) della nipote di Voltaire, madame de Fontaine (Marie-Elisabeth Mignot, 1715-1771).
19 Insieme alla richiesta di Voltaire, che per non fu accolta, di essere eletto allAcadmie des
Inscriptions, v. nota del curatore Jean Clogenson (1785-1876).
20 Etienne Mignot de Montigny (1714-1782). Il marchese di Paulmy (1722-1787) era subentrato nel febbraio 1757 allo zio conte dArgenson (1694-1764), silurato da Mme de Pompadour perch contrario allalleanza con lAustria, nel febbraio 1757 dArgenson fu sostituito dal nipote, A costui Florian

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Future Wars

no di Mme Fontaine e membro dellAcadmie des Sciences21.


Voltaire citava i pareri dello stesso Florian e di un altro excellent officier qui se meurt, secondo i quali con appena seicento uomini e seicento
cavalli (ossia con 300 carri) si potevano sbaragliare 10.000 nemici, e per
fermarli occorrevano non meno di 50 cannoni tirs bien juste. Ma nulla
gli toglieva dalla testa che nemmeno centomila romani o centomila prussiani avrebbero potuto resistere. Il guaio era semmai che la sua machine
nest bonne que pour une campagne, et que le secret connu devient inutile. Ma seriamente credeva che non ci fosse altra risorsa contro i vittoriosi
Vandali prussiani.
Il savant ne scriveva a mon hros il duca di Richelieu lAlcibiade
francese, il dissoluto, semianalfabeta, affascinante cospiratore salvato dalle donne, leroe di Fontenoy e di Mahon, il gourmet del Bordeaux e della
maionese perch lo considerava luomo giusto per impiegare al meglio
la sua invention, facendo polpette dei prussiani. E soprattutto perch lo
riteneva abbastanza guascone da scavalcare il ministro facendo fare un
test di sua iniziativa: essayez, pour voir, seulement deux de ces machines
contre un bataillon ou un escadron. Jengage ma vie quils ne tiendront
pas. Quanto a s, il philosophe adornava il suo genio guerriero di virginale rossore:
il y aura de quoi touffer de rire que ce soit moi qui soit lauteur de
cette machine destructive 22; je sais trs bien que ce nest pas moi
de me mler de la manire la plus commode de tuer des hommes. Je me
confesse ridicule: mais enfin, si un moine, avec du charbon, du soufre et du
salptre, a chang lart de la guerre, dans tout ce vilain globe, pourquoi un
barbouilleur de papier comme moi ne pourrait-il pas rendre quelque petit
service incognito?23; Qui! moi, que je me donne avec mon hros le ridicule de parler de ce qui nest pas de mon mtier!24; mon hros, cest
vous juger des engins meurtriers, et ce nest pas moi den parler25: Jai

21 Hemerdinger, cit., interpreta questo interessamento di Florian come prova di un suo ruolo
attivo nella faccenda. Sarebbe stato lui a suggerire a Voltaire di perorare la proposta con
Richelieu e poi con Caterina II.
22 Corr., Lahure, XXVII, N. 2416, p. 513.
23 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2499, p. 37.
24 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2503, p. 41.
25 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2509, pp. 44-45.
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Les Chars Voltaire

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honte, moi barbouilleur pacifique, de songer des machines de destruction:


mais cest pour dfendre les hnnetes gens qui tirent mal, contre les mchants qui tirent trop bien26; mais cest trop parler dengins destructeurs
pour un pdant tel que jai lhonneur de ltre27.

Altri particolari emergono da altre sette lettere indirizzate, fra il 10 gennaio e il 10 dicembre28, alla nipote e a Florian, chiamato per celia surintendant o capitaine des chars de Cyrus e, ancora nel 1770, grand
cuyer de Cyrus29.
Quasi un secolo fa Jean Cazes assicurava di non aver trovato negli archivi della guerra alcun riferimento ai carri di Voltaire, deducendone che
la proposta non era stata nemmeno presa in considerazione30. Tuttavia se
nera almeno parlato: Florian aveva infatti saputo che la cosa era giunta
allorecchio del maresciallo dEstres31, e non per iniziativa di Voltaire32.
Il filosofo polemizzava contro lottusit conservatrice di dArgenson:
tout ce qui est nouveau rebute le ministre33. Non cera pi, ahim, un
Maurizio di Sassonia34: soyez sr que le marchal de Saxe se serait servi
de nos chars de guerre35. Scriveva di tenere alla sua invenzione pi che
alla tragedia Fanime36, rappresentata in primavera nel suo piccolo teatro
di Montriond. Le alterne vicende della guerra alimentavano speranze e
delusioni: ah!, se ci fossero stati i miei carri!37 Ecco, arrivato il loro mo26 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2489, p. 30.
27 Corr., Lahure, XXVIII, N. 2494, p. 33.
28 Corr., Lahure, T. XXVIII, Madame de Fontaine ou Florian, N. 4272 (6 mars 1757, p.
19); N. 2489 (mai 1757, p. 30); N. 2494 (31 mai, p. 33); N. 2500 (juin, p. 38); N. 2508 (18
juillet, p. 44); N. 2580 (10 dcembre, p. 98); N. 2606 (10 janvier 1758, p. 118): N. 2829
(26 mai 1759, p. 277).
29 Corr., Lahure, T. XXXIII, N. 5807 (21 mars, p. 144); N. 5917 (3 aug., p. 225).
30 J. Cazes, op. cit., pp. 409-10.
31 Louis Charles Csar Le Tellier, 1695-1771.
32 Corr., Lahure, N. 2494, p. 33.
33 Corr., Lahure, N. 2472, p. 19.
34 Maurice de Saxe (1696-1750).
35 Corr., Lahure, N. 2494, p. 33.
36 Corr., Lahure, N. 2500, p. 38.
37 uvres compltes de Voltaire, A Basle, de limprimerie de Jean-Jacques Tournaisen, 1789,
T. LXII, Recueil des lettres, Mme de Fontaine, 10 fvrier 1757, p. 194. Corr., Lahure, N.
2580 [10 dc., aprs la dfaite de Rossbach, 5 nov.], p. 98.

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Future Wars

mento! Macch, stanno vincendo anche senza, maledetti38!


Eppure il carro era super-economico e senza inconvenienti di sorta:
Cela ne cote presque point de frais; il faut peu dhommes, peu de chevaux; le mauvais succs ne peut mettre le dsordre dans une ligne, quand le
canon ennemi fracasserait tous vos chariots, ce qui est bien difficile, quarriverait-il? Il vous serviraient de rempart, ils embarrasseraient la marche de
lennemi qui viendrait vous. En un mot, cette machine peut faire beaucoup de bien et ne peut faire aucun mal: je le regarde, aprs linvention de
la poudre, comme linstrument le plus sr de la victoire39.

Qui lemulo di Berthold Schwarz sta indirettamente replicando alla facile obiezione di non aver tenuto conto della potenza di fuoco nemica.
E infatti proprio in quei giorni di maggio si preoccupa di perfezionare il
suo modellino scrivendo a Florian di aggiungervi un patetico petit coffre,
avec une demie douzaine de doubles grenades40. Finalmente il 19 luglio,
evidentemente in risposta ad un secco diniego di Richelieu, il filosofo
costretto a gettare la spugna:
puisque le vainqueur de Mahon renvoie ma machine aux anciens rois
dAssyrie, il ny a qu la mettre avec la colonne de Folard dans les archives de Babylone 41.

* *

Occorre osservare che contro la riesumazione antiquaria dei carri falcati non congiuravano solo obiezioni tecniche, ma lo stesso principio rinascimentale e ancora settecentesco del trarre lezioni moderne dalla storia
42

38 Je mimagine qu prsent on croit navoir pas besoin de mes chars pour achever la ruine
de Luc (Corr., Lahure, N. 2508); Jy rnonce comme aux chars des Assyriens (T.
LXII, Recueil des lettres, p. 270, Richelieu, 21 aot).
39 Corr., d. Lahure, N. 2494, p. 33.
40 Corr., d. Lahure, N. 2489, p. 30.
41 Corr., d. Lahure, N. 2509, pp. 44-45. Voltaire non rinuncia per a puntualizzare: je
navais propos m petite drlerie que pour les endroits o la cavalerie peut avoir ses coudes franches, et jimaginais que partout o un escadron peut aller de front, des petits chars
peuvent aller aussi.
42 Solo di recente si cominciato a comprendere la tipologia e limpiego dei carri falcati assiri. V. Tamas Dezs, The Assyrian Army. I: The Structure of Neo-Assyrian Army. 2 Cavalry
and Chariotry, Budapest, Etvs University Press, 2012, pp. 55 ss.
Storia della distopia militare

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militare antica. La lezione sui carri diceva infatti che n Alessandro n i


romani li avevano mutuati dai loro nemici, salvo il controverso impiego
del currodrepanus [erpice falcato trainato da uno o due cavalli montati da lancieri catafratti] menzionato dallanonimo de rebus bellicis. Anzi,
la tattica romana di fermare carri falcati ed elefanti nemici con triboli,
pali defixi e fortezze di carri, ovvero di convogliarli nei letali intervalli tra i manipoli, gi tralaticia in Vegezio, Machiavelli, Giusto Lipsio e
Montecuccoli43, era stata proprio allora approfondita nei volumi pubblicati
nel 1758 da Mesnil-Durand44 e Guischard45, i quali morto nel 1752 il
cavaliere de Folard46 erano in quel momento i principali esegeti militari
della letteratura classica.

43 Gi nellArte della guerra di Machiavelli, allobiezione di Alamanni sulla portata innovatrice dellartiglieria, il generale pontificio Colonna risponde assimilandola agli elefanti e ai
carri falcati e citando la relativa massima si deve far passare quel che non si pu fermare,
tratta da Vegezio (ERM III 24: quadrigae falcatae ut primum magnum intulere terrorem,
ita post modum fuere derisui). V. Giusto Lipsio, De militia romana, ed. 1602, pp. 154, 175.
La tattica romana di lasciar passare carri e leonfanti negli intervalli ricordata anche da
Raimondo Montecuccoli (Delle battaglie. Primo trattato, in R. Luraghi, cur., Le opere di
Raimondo Montecuccoli, Roma, USSME, 1988, II, pp. 63 e 93 (sulla tecnica romana di spaventare gli elefanti col sistema del brulotto, mandando contro di loro maiali cosparsi di pece
incendiata). Giardina (cit., xii) ricorda leffetto ippodromo suscitato dai carri falcati secondo Senofonte (An., I, 8, 20) e Plutarco (Sull., 18, 6: a Cheronea i carri falcati nemici arrivarono sullobiettivo fiaccamente, come un proiettile privo di slancio, e i soldati romani, battendo
le mani e ridendo, chiesero il bis, come si usa nellippodromo durante le corse dei cavalli).
44 Franois-Jean de Graindorge dOrgeville de Mesnil-Durand (1729-1799), Suite du Projet
dun ordre franais de tactique, Paris, chez Charles-Antoine Jombert,1758, p. 28 (sui
carri falcati di Archelao, generale di Mitridate, neutralizzati da Silla a Cheronea grazie
allestrema rapidit dellattacco legionario) e 234 (lo schieramento a cuneo su una corta
linea costringe sia la cavalleria che i carri nemici a deviare limpeto ai due lati).
45 Karl Gottlieb Guichard (1724-1775), Mmoires militaires sur les Grecs et les Romains,
La Haye, chez Pierre de Hondt, 1758, I, p. 135 (Les Romains nont jamais combattu avec
des chariots. Nous ne trouvons que des Barbaresqui sen soient servis la guerre; comme
les habitans des Mes Britanniques fur lOcan); p. 105(ma i romani hanno usato carri a
balista piazzati agli angoli dei quadrati); p. 115 (carri semplici alla troiana, e falcati alla
persiana); p. 235, p. 239 (tattica di Alessandro contro i carri: arcieri per eliminare aurighi
e cavalli e palafrenieri per saltare sui carri abbandonati e guidarli dietro le linee facendoli passare attraverso gli intervalli della falange). Id., Mmoires critiques et historiques sur
plusieurs points dantiquits militaires, Paris et Strasbourg, 1774, I, p. 111.
46 Jean-Charles de Folard (1669-1752), Histoire de Polybe, I, p. 154 (Antioco contro i carri
dei Galati); III, p. 137 (Cesare contro i carri falcati di Farnace II a Zela nel 47 a. C.).

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Ivsti Lipsi Poliorceticon, ed. tertia, Antverpiae, ap. Moretum, 1605, p. 32


La fantasiosa incisione si riferisce allelogio di Elio Aristide ( , 84) ai soldati romani, quorum scuta in caput sublata, vel currus sustineant (
).

Finita la guerra dei Sette anni, se ne aggiunsero altri tre: il poliedrico


avventuriero Maubert de Gouvest, il napolispano duca di SantArpino47 e
il generale filologo Joly de Maizeroy. A proposito della battaglia di Tunisi
(255 a. C.), in cui lo spartano Santippo, al servizio di Cartagine, distrusse
larmata di Attilio Regolo, Maubert sostiene in polemica con Folard
che i carri falcati cartaginesi dovevano aver avuto un ruolo importante,
perch Santippo non li aveva schierati a cordone lungo tutto il fronte, ma
riuniti in squadroni nascosti dalla fanteria: e al momento dellattacco la fa-

47 Alonso Sanchez de Luna duca di santArpino, Delle milizie greca, e romana, In Napoli,
nella Stamperia Simoniana, 1763, pp. 362-63: .
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lange si era aperta lasciandoli passare attraverso gli intervalli48. Anche Joly
rivalutava il ruolo tattico degli antichi carri armati: non per i falcati, ma i
brulotti da campagna corazzati a traino bovino, con funzioni di copertura
e perfino di rottura [a condizione per di sostituire la linea di fuoco con la
colonna durto]:
Je ne sais pourquoi nous ne nous servirions pas de plusieurs moyens
dont les anciens ont fait usage. Par exemple, les Espagnols, combattant
contre Amilcar, remplirent des chariots de matires combustibles, auxquels
ils attelrent des bufs; ces animaux, sentant la chaleur, se mirent courir,
et troublrent tout lordre de bataille dAmilcar qui fut dfait. En nous appliquant ceci, je ferois construire des chariots larges de dix douze pieds,
et de huit au plus de longueur, attels de six bufs de front, qui auroient
la tte et les paules cuirasses jusquau jarret. De cette manire, tant mis
une fois en mouvement, ils ne tourneront pas facilement pour rtrograder.
Le chariot sera rempli de bois sec avec du godron, et des ptards, ou bien
de canons de pistolets chargs seulement poudre. Mes chariots, allums
et pousss vers lennemie en belle plaine, seront accompagns, un certain
espace, de cavaliers bien cuirasss qui les empcheront de dtourner. Je
les suivrai avec mes troupes formes en diverses colonnes. Si lennemi
dirige son canon cartouches sur les chariots, ce sera autant dpargne
pour mes colonnes. Si quelques-uns de mes chars parviennent sa ligne,
ils y feront assez de dsordre pour le troubler; dailleurs la nouveaut seule
ltonneroit au point quil ne sauroit quel parti prendre. Si les anciens, qui
se sont servis de chars arms et dlphans, neussent point t forms en
phalanges serres, mais en colonnes avec des grands intervalles entrelles,
ils nen auroient pas reu souvent plus de dommage que lennemi49.

48 Jean-Henri Maubert de Gouvest (1721-1767), Mmoires militaires sur les Anciens. Ou


Ide prcise de tout ce que les Anciens ont crit relativement lart militaire, Bruxelles,
1762, I, p. 39. Anche Guichard (Mm. Mil., I, pp. 45-56) criticava linterpretazione della
battaglia di Tunisi data da Folard, senza per menzionare i carri (Comm., I, pp. 150 ss.).
49 Paul-Gdon Joly de Maizeroy (1719-1780), Trait de tactique pour servir de supplment
au Cours de tactique thorique, pratique et historique, Paris, chez J. Merlin, II, p. 283.
V. pure Tableau gnral de la cavalerie grecque compose de deux mmoires et dune
traduction du trait de Xnophon intitul Le Commandant de la cavalerie avec des
notes, accompagn dun dtail de la composition de la phalange et prcd dun mmoire
sur la guerre considre comme Science, Paris, De limprimerie royale, 1780, pp. 34 ss.,
114, 120, 146.

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157

Les Chars Voltaire

* * *

Pochi anni dopo, lamicizia con Caterina di Russia e la sesta guerra russo-turca (1768-1774) sembrano porgere al quasi ottuagenario eremita di
Ferney la rivincita sul ministero della guerra: nemo propheta in patria. La
Francia appoggia infatti la Turchia, ma Voltaire, pur cercando di piazzare i
suoi orologi svizzeri tanto a San Pietroburgo quanto a Costantinopoli (e di
l a Pechino), incensa Semiramide, che ora chiama pure Tomiride, la bellicosa regina dei Massageti che usava per coppa il cranio di Ciro il Grande.
Ed quasi per diritto di conquista, che les chars de Cyrus divengono
adesso les chars de Tomyris.
Nel febbraio 1769 Voltaire sped a Caterina il disegno del carro falcato,
che asseriva opera di un innominato ufficiale50. Il disegno andato smarrito, e sappiamo della sua esistenza unicamente da una nota archivistica
russa ad una lettera datata febbraio in cui peraltro non vi sono accenni al
progetto. Pi verosimilmente era allegato ad unaltra lettera una delle 90
rinvenute nel 1935 datata al 26 febbraio 1769, in cui Voltaire affetta di
riferire il parere di un homme avec ides neuves, secondo il quale
on pourrait aisment, dans les vastes plaines o vos troupes vont marcher, se servir avec succs des anciens chariots de guerre en les rectifiant. Il
imaginait des chars deux timons bords leur extrmit dun large chanfron qui couvrirait le potrail des chevaux. Chaque char trs lger serait conduit par deux fusiliers ports derrire le char sur une soupente. Ces chars
prcderaient la cavalerie. Ce spectacle tonnerait les Turcs, et tout ce qui
tonne subjugue. Ce qui ne vaudrait rien dans un pays montagneux pourrait
tre merveilleux en plaine, au moins pour une campagne. Lessai coterait
fort peu de chose. Il pourrait beaucoup servir sans nuire. Voil ce que me
disait mon songe-creux, et je le rpte lhrone de ntre sicle. Elle en
jugera dun coup dil. Elle pourra en rire, mais elle pardonnera au zle. 51

Nella lettera seguente, del 27 maggio 1769, Voltaire scrive di aver


revu linnominato ancien officier qui proposa des chariots de guerre

50 Oeuvres compltes de Voltaire: Correspondance, dition de Charles Lahure, Ha-

chette, Paris, 1861, T. XXXII, N. 5706 ( Ferney, fvrier 1769, p. 394 nt).

51 V. Aleksandre Stroev [cur.], Voltaire-Catherine: Correspondance 1763-1778, Editions


Non Lieu, Paris, 2006, pp. 76-77 (cortesia di Mario Corti). Nei website russi la lettera
viene erroneamente retrodatata di un anno, al 26 febbraio 1768, ossia tre giorni prima del
pronunciamento polacco di Bar che innesc la guerra!

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Future Wars

dans la guerre de 1756 e che le comte dArgenson, ministre de la guerre,


en fit faire un essai:
Mais comme cette invention ne pouvait russir que dans des vastes
plaines, telles que celles de Ltzen, on ne sen servit pas. Il [lofficier]
prtend toujours quune demi-douzaine seulement de ces chars prcdant
un corps de cavalerie ou dinfanterie, pourraient dconcerter les janissaires
de Moustapha, moins quils neussent des chevaux de frise devant eux.
Cest ce que jignore. Je ne suis point du mtier des meurtriers; je ne suis
point homme projets; je prie seulement votre majest de me pardonner
mon zle.52

La risposta dellimperatrice, negativa, arriva in autunno:

Il nya rien qui me prouve plus la part sincre que vous prenez, monsieur, ce qui me regarde, que ce que vous me dites sur ces chars de nouvelle invention; mais nos gens de guerre ressemblent ceux de tous les
autres pays: les nouveauts non prouvs leur paraissent douteuse53

Sembra finita l: anzi il 2 febbraio 1770 Voltaire si congratula con la


padrona del Mar Nero:
Cette entreprise vaut mieux que les chars de Cyrus, et surtout que ceux
de Salomon, qui ne lui servirent rien; mes chars, madame, baissent pavillons devant vos vaisseaux.54

Ma la consulenza inglese alla flotta russa non basta, la guerra prosegue.


La grinzosa primadonna fiuta loffensiva finale nella pianura di Adrianopoli
e torna alla carica con due lettere del 10 e 14 aprile55, cui allega un nuovo
progetto a suo dire differente dai carri antichi, pur ammettendo che il vantaggio consiste esclusivamente nella sorpresa tecnologica e non quindi
ripetibile, come dimostrava la noncuranza degli antichi legionari verso i
carri falcati:
je vous supplie de me pardonner si jose insister encore sur les chars de
Tomyris. Ceux quon met vos pieds sono dune fabrique toute diffrente
de ceux de lantiquit. Je ne suis point du mtier des homicides. Mais hier
deux excellents meurtriers allemandsmassurrent que leffet de ces chars
tait immanquable dans une premire bataille, et quil serait impossible

52 Corr., Lahure, XXII, N. 5598 (27 mai 1769, pp. 452-53).


53 Corr., Lahure, XXIII, N. 5648 (de Catherine, 4-15 auguste 1769, p. 24).
54 Corr., Lahure, XXIII, N. 5775 (2 fvrier, p. 108).
55 Corr., Lahure, XXIII, N. 5820 (10 avril, pp. 154-155). La lettera del 14, con allegati, si deduce dalla risposta di Caterina (v. infra nt. 51).
Storia della distopia militare

Les Chars Voltaire

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un bataillon ou un escadron de rsister limptuosit et la nouveaut


dune telle attaque. Les Romains se moquaient des chars de guerre, et ils
avaient raison; ce nest plus quune mauvaise plaisanterie quand on y est
accoutum; mais la premire vu doit certainement effrayer et mettre tout
en dsordre.

Daccordo proseguiva i consulenti militari dellimperatrice erano contrari: ma dicessero perch! I suoi esperti gli assicuravano invece che lunico
modo di fermare i carri erano i cavalli di frisia56. Daltronde il carro era economico: cosa costava metterne un paio alla testa di uno squadrone? Al massimo si sarebbero persi 2 carrette, 4 uomini e 4 cavalli. Encore une fois, je
ne suis pas meurtrier, mais je crains que je le deviendrai pour vous servir.
La lettera del 18 maggio, in cui auspicava limpiego dei carri dans un
terrain sec comme les plaines dAdrianople et le voisinage de Stambul57,
incrocia la risposta. Caterina assicura gentilmente di aver ordinato la costruzione di due prototipi selon le dessein et la description dellillustre
amico e di voler presenziare al collaudo, ma in realt porge lultimativo fin
de non recevoir dei suoi militari. Daccordo, forse i carri sarebbero stati
efficaci contre des troupes rangs, ma i turchi combattono alla spicciolata, con le imboscate, senza mai schierare un solo battaglione o squadrone,
e solo cannone e baionetta sono efficaci contro di loro58.
Ormai senza ritegno, Voltaire supplica ancora, il 4 luglio, l11 agosto:
encore une fois, je ne suis pas du mtier, mais je parierais ma vie que,
dans une plaine, ces chars arms, soutenus par vos troupes, dtruiraient
tout bataillon ou tout escadron ennemi qui marcherait rgulirement; vos
officiers en conviennent; le cas peut arriver. Il est difficile que dans une
bataille tous le corps turc attaquent en dsordre, disperss, et voltigeant
vers les flancs de votre arme 59; Nous sommes actuellement dans la
plus belle saison du monde: voil un temps charmant pour battre tes turcs.
Est-ce que ce barbares-l attaqueront toujours comme des hussards? ne se
prsenteront-ils jamais bien serrs, pour tre enfils par quelques-uns de
mes chars babyloniques?60

56 Giardina (cit., p. xii) ricorda a commento i pali defixi di Frontino


57 Corr., Lahure, XXIII, N. 5844 (18 mai, pp.174-75).
58 Corr., Lahure, XXIII, N. 5846 (de Catherine, 9-20 mai, p.175).
59 Corr., Lahure, XXIII, N. 5888 (4 juillet, p. 202).
60 Corr., Lahure, XXIII, N. 5923 (11 auguste, p. 230).

160

Future Wars

Ma Catau non da pi corda, e, costretto a desistere, Voltaire condisce di


trattenuto rancore le sue reverenze cortigiane:
Je vois plus que jamais que les chars de Cyrus sont fort inutiles vos
troupes victorieuses.61; Vous avez trs-bien battu les Turcs sans le secours de ces beaux chars de guerre la nouvelle mode. Je me flatte qu
present le comte Alexis Orlof a leur pris le Ngrepont sans aucun char: il
ne vous faut que des chars de triomphe. Je me mets de loin derrire eux et
je crie Io trionfo dune voix trs faible et trs-casse, mais qui part dun
cur pntr etc.62

Sei anni dopo la morte di Voltaire, il cavalier de Kralio dedic ai


carri falcati un eccellente articolo dellEncyclopdie mthodique Art
Militaire63, concludendo che cette arme na jamais t en usage que chez
des nations, ou barbares, ou peu instruites dans lart militaire.
Come abbiamo detto, dagli archivi russi non sono finora spuntati i di
segni spediti da Voltaire. Una ricostruzione alquanto fantasiosa stata ipotizzata nel 1984 da Lev Michajlov64, il quale deduce dai termini usati da
Voltaire nella lettera rinvenuta nel 1935 (soupente, soppalco, e chanfron, la testiera corazzata dei cavalli da guerra medievali] che fosse interamente corazzato con torretta esagonale [come una caffettiera moka!]
munita di feritoie su ciascun lato, oltre ad un ariete anteriore e alle falci
laterali (v. fig.).

61 Corr., Lahure, XXIII, N. 5947 (14 septembre, p. 248).


62 Corr., Lahure, XXIII, N. 6234 (18 novembre, p. 469).
63 Louis-Flix Guynement de Kralio (1731-1793), s. v. Char, Encyclopdie mthodique
Art Militaire, Paris chez Panckoucke, Lige chez Plomteux, 1784, II, pp. 582-584.
Notevoli i due volumi del bavarese Johann Christian Ginzrot (1764-1831), regio ispettore
della fabbrica di veicoli di corte (Die Wagen und Fahrwerke der Griechen und Rmer und
anderer alten Vlker, Mnchen, 1817).
64 Lev Michajlov, Voltaire inventore dei carri? ( ? Volter
izobretatel tankov?), in Technika molodei, 1984, N. 6, pp. 54-56. Lipotesi contestata
da Igor melev, secondo il quale il carro di Voltaire poteva semmai assomigliare al war
cart scozzese [Cosa realmente suggeriva? ( . to e
sobstvenno on predlagal?), ibidem, pp. 56-58]. Cortese segnalazione di Mario Corti.
Storia della distopia militare

Les Chars Voltaire

161

Ricostruzione del Tank Voltaire ipotizzata da L. Michajlov


(portello superiore) (portelli anteriori) (falci da
combattimento rimovibili) (ariete) (ruota motrice)

Bisogna rassegnarsi. La pretesa invenzione di Voltaire fu soltanto un


capriccio del filosofo che interpretava lo spirito dei secoli e i costumi dei
popoli ma era stato respinto dallAcadmie des Inscriptions. Secoli prima
la passione filologica aveva ispirato condottieri come Bartolomeo dAlviano65 e rivoluzioni militari come quella di Maurizio di Nassau66. Ma allepoca di Voltaire il futuro non si cercava pi nel passato.
Tra le innovazioni militari del primo Settecento cera lidea di applicare
la macchina a vapore alla locomozione dellartiglieria, e alcuni progetti
furono anche presentati allAccademia delle Scienze. Nel 1769 il ministro
della guerra duca di Choiseul67 e lispettore dellartiglieria Gribeauval68 valutarono i progetti di due ingegneri militari, lo svizzero Planta e il lorenese
Cugnot69 e fecero costruire un prototipo del fardier di Cugnot, sperimenta65 Andrea Del Ben, Bartolomeo dAlviano e i classici: comunicazione e prassi, Collana Sism, 2014, online.
66 Werner Hahlweg (1912-1989), Die Heeresreform der Oranier und die Antike. Studien zur
Geschichte des Kriegswesens der Niederlande, Deutschlands, Frankreichs, Englands,
Italiens, Spaniens und der Schweiz vom Jahre 1589 bis zum Dreissigjhrigen Kriege
(= Schriften der Kriegsgeschichtlichen Abteilung im Historischen Seminar der Friedrich-Wilhelms-Universitt Berlin, Heft 31, Hrsg.: Walter Elze). Junker und Dnnhaupt,
Berlin 1941 (Nachdruck mit Vorwort, Lebensabriss und Bibliographie: (= Studien zur Militrgeschichte, Militrwissenschaft und Konfliktforschung, Band 35). Biblio-Verlag, Osnabrck 1987.
67 Etienne-Franois duc de Choiseul (1719-1801).
68 Jean-Baptiste Vaquette de Gribeauval (1715-1789).
69 Joseph-Nicholas Cugnot (1725-1804), gi docente di arte militare a Bruxelles e autore di
due trattati di fortificazione (1769 e 1778).

162

Future Wars

to allarsenale, in loro presenza, nel 1770; e poi un secondo pi grande nel


1771. Durante una prova il fardier demol ,un muro, suscitando uninfinit
di lazzi e stampe satiriche: ma in realt ad archiviare il progetto furono il
licenziamento di Choiseul e la temporanea disgrazia di Gribeauval. Nel
1797 Bonaparte fece ispezionare il secondo prototipo, ma il previsto esperimento fu annullato dalla partenza per lEgitto.70.

In realt labbandono della locomotiva a vapore da parte dei militari


fu determinato sia dagli ostacoli tecnici sia dal contemporaneo sviluppo
dellartiglieria a cavallo. La funzione del tank di combinare fuoco, urto e
rapidit. Questo lo si era cercato di fare, fra il 1540 e il 1580, con la tattica
del caracollo in cui erano specializzati i reitri tedeschi, armasti di corazze e di due pistole a ruota. In seguito il compito era passato agli archibugieri a cavallo, poi dragoni, e soprattutto allartiglieria a cavallo, un cui
primo embrione fu creato gi durante la guerra dei Trentanni da Lennart
Torstensson, comandante lartiglieria svedese. Fin dalla grande guerra del
Nord ai dragoni russi furono assegnati cannoncini da 2 o 3 libbre, e fu
dopo averne fatto esperienza che nel 1759 Federico II cre la prima batteria a cavallo. La specialit fu sviluppata grazie ai progressi tecnologici delle artiglierie, delle munizioni e degli affusti, ma era molto costosa, perch
fondeva i requisiti della cavalleria e dellartiglieria: occorrevano uomini
adatti e addestrati, e 14 cavalli di prima scelta per ciascun pezzo (sei da
70 Note sur la premire locomotive, invente en 1769 par Cugnot, Journal des conomistes, N. 125, 15 septembre 1851, pp. 67-71.
Storia della distopia militare

Les Chars Voltaire

163

traino e otto da sella per i serventi), senza contare quelli per il carreggio
delle munizioni. LAustria la adott nel 1778, seguita da Hannover (1786),
Danimarca (1791), Francia (1792), Inghilterra (1793), Russia (1794) e
Portogallo (1796)71. La nuova specialit ebbe un ruolo importante nelle
battaglie napoleoniche e della guerra civile americana. E considerato che
fece pure quella anglo-boera, non fu poi tanto meno longeva delle ormai
centenarie, e gi un po obsolete, truppe corazzate.

71 Jean-Pierre La Combe-Saint Michel, Rapport sur la cration dun corps dartillerie cheval, fait lAssemble Nationale, au nom du Comit Militaire, ... le 3 mars 1792. Note
sur lartillerie cheval, Prcis des vnements militaires, I, Hambourg, chez Fr. Perthes, 1799, pp. 206-212. Tadeusz Kociuszko (1746-1817), Manoeuvres of Horse Artillery (written at Paris in the year 1800, at request of General Wm R. Davie, then envoy
from the United States to France), New York, Campbell and Mitchell, 1808. Christophe
Clment (n. 1771, caposquadrone dellartiglieria della guardia reale italiana), Sur lartillerie cheval, Pavia, chez Cavelli, 1808 (trad. ted. 1821). Sulla tattica dellartiglieria a cavallo v. Karl-Friedrich von Kerner (1775-1840), Betrachtungen ber die reitende Artillerie, Ludwigsburg, bey Friedrich Nast, 1803 (= Bartenstein, bey L. Fixdorff & Kleinheinz,
1812). i trattati di Karl von Decker (Die Gefechtslehre der Kavallerie und reitenden Artillerie, Berlin, 1819) e del generale Ernst Monhaupt (1775-1735): Taktik der reitenden Artillerie, Berlin 1837); System der reitenden Artillerie, Leipzig, Baumgrtner, 1823 e ber
den Gebrauche der reitenden Artillerie, Berlin, Decker & Humblot, 1836. Cfr. Parallle
de lartillerie pied et de lartillerie cheval, Mmoire lu lAcadmie royale militaire
de Sude (Magazin for militair Videnskabelighed, VII, 1824, iv, p. 513). Particolarmernte
interessato allartiglieria a cavallo fu il piemontese al servizio austriaco Ravicchio barone
di Petersdorf (1767-1884), che possedeva una copia di Kerner (1803) e tradusse in francese il saggio di Decker (1831) e la Taktik di Monhaupt (1840). V. pure Karl Adolf von Strotha (1786-1870), Die knigliche preuische reitende Artillerie vom Jahre 1759 bis 1816,
Berlin, Vossische Buchhandlung, 1868.

Antebellum Future
Il futuro prima del 14

167

Imagining Future War, 1871-1914

By Antulio J. Echevarria II

f imagination is the ability to conjure images and formulate ideas, then the period
before the Great War was one of Western
societys most imaginative. More images and
notions about things to come appeared in
this era than in any earlier one. Indeed, this
futurism, or anticipation of what may come,
emerged as a profitable enterprise in the years
following 1871. Its popularity was due in part
to the so-called Second Industrial Revolution
(or Technological Revolution), which made all
sorts of marvelous inventions possible.2 Each
wave of innovations and curiosities served to
fuel the imagination of a society that was growing more literate by the decade. New literary genres emerged and combined
with inexpensive modes of publishing, from picture books to penny pamphlets, to bring the future to the present. As a result, the future became both
a dystopia and a utopia, a source of anxiety as well as a refuge.
This dual sense of anticipation was especially evident with respect to
the future of war. Pundits, scholars, businessmen, and military practitioners all attempted to understand what inventions such as the machine gun,
the submarine, the dreadnought, the airplane, rapid-firing artillery, the
wireless, the motorcar, and chemical munitions might mean for the conduct of war. In this way, the future of war and the war of the future
1 This chapter is drawn from Antulio J. Echevarria II, Imagining Future War: The Wests
Technological Revolution and Visions of Wars to Come, 1880-1914 (Westport, CT: Praeger Security International, 2007).
2 Melvin Kranzberg and Carroll W. Pursell, Jr., eds, Technology in Western Civilization:
Technology in the Twentieth Century, vol. 2, (New York: Oxford University, 1967).

168

Future Wars

became distinct yet intertwined in both the optimism and pessimism of


the day. Had the influx of new technologies occurred in a straightforward
and predictable manner, with necessity driving invention as is so often
claimed, the Wests military leaders might have had more opportunities to
accommodate themselves to it. However, things did not happen that way.
War and the Future
The centennial anniversary of 1914 inspired a rash of new literature on
the First World War. Perhaps the most popular interpretation to emerge
from the hundreds of books written about the outbreak of war in August of
1914 is simply that heads of state and diplomats sleepwalked their way
into it.3 In other words, they failed to take full account of the consequences
of their decisions; and so, a costly conflict that could have been avoided, or
that should have remained local, instead spiraled out of control. However
satisfying that interpretation may be to twenty-first century readers, it obscures the degree to which
war scares and war literature had informed the
popular imagination in the
decades before the Great
War. However vague the
idea of war might have
been at the time, it was
central to into the vitalist philosophies of the era,
which yearned for a violent
catharsis to purify society. It was also integrated
into the doctrines of Social
Darwinism, which saw
armed conflict as a test of
national spirit. It was also

3 Christopher Clark, The Sleepwalkers: How Europe Went to War in 1914 (London: Allen
Lane, 2012).
Storia della distopia militare

Imagining Future War, 1871-1914

169

part and parcel to diplomacy itself, which routinely resorted to the threat
of war as an instrument of policy.
In this environment, war was both expected and dreaded. The question
was not whether it would come, but rather when and how. To be sure,
pacifists such as Norman Angell tried to argue war was not an inevitable
part of human existence; humanity could choose its future.4 Nonetheless,
such arguments are remarkable for the cultural changes they did not inspire. The pacifist movement grew rapidly in the late nineteenth and early
twentieth centuries, as did the antimilitarism of the socialists. Yet, attitudes embracing militarism grew stronger too. For instance, Germanys
outspoken general and writer Colmar von der Goltz repeatedly portrayed
pacifism and socialism as the problem, not the cure. In his most popular
work, The Nation in Arms, he argued the next great war would require the
militarization of all of society, and he was not alone.5
While some called for catharsis, others clamored for revolution. A
growing number of voices in the middle, among them Eduard Bernstein
and Bertrand Russell, argued instead for a better future through gradual
reforms. Unfortunately, in the end, the extremes would have their way.
Nevertheless, afterward, few futurists in the West could claim the world
they faced after the war was better than the one they knew beforehand.
Wars on Land
The Great War would go down in history as one of the Wests most
catastrophic in terms of loss of human life. The overwhelming majority
of those casualties occurred on landthough not from aerial bombing or
naval bombardments. Instead, they were the result of the clash of opposing armies. That such bloodletting could occur was not lost on the military thinkers who pondered the future of armed conflict before the First
World War. In fact, they expected it to happen. Offensive maneuver faced
a crisis. As one British officer described it, modern firepower created three
belts of destructive fire: the outer belt, from 8,000 to 12,000 meters,
4 Norman Angell, The Great Illusion: A Study of the Relation of Military Power in Nations
to their Economic and Social Advantage (London: W. Heinemann, 1910).
5 C. von der Goltz, Das Volk im Waffen (Berlin: R. v. Decker, 1883).

170

Future Wars

was dominated by the long-range fires of heavy artillery; the second one,
from 3,600 to 8,000 meters, was covered by lighter, quick-firing guns; the
final belt, the deadly zone proper, extended from the edge of an enemys
defensive positions to 3,600 meters, and was virtually a tornado of fire
poured in by magazine rifles and machine guns.6 The problem was, simply put, if an attacker could not cross the deadly zone, no attack could ever
be driven home, no ground could ever be gained, and no enemy could ever
be made to surrender. Would war, then, cease to occur? After all, if ones
foe could not be made to submit, war would have no purpose.
That was essentially the argument of the Polish banker and railroad
financier, Ivan Bloch, who published a massive, multi-volume work in
1898, entitled The Future of War in Its Technical, Economic, and Political
Aspects. Bloch maintained heads of state must abandon war, less on humanitarian grounds, than for the reason that it was no longer a rational
extension of policy by any means. Unfortunately, Blochs tables of data
and interviews failed to persuade military leaders or diplomats. Instead,
military and civilian futurists searched for ways to overcome the crisis.
For their part, military writers sought ways to combine firepower and
movement, either by concentrating the former at weak points in the enemys lines or by going around those lines with flanking maneuvers. If
firepower created the crisis, they reasoned, firepower could also solve it
by creating holes or weak links in an enemys lines, and advancing by
using folds in the terrain and the cover of ones artillery. Troops, properly
trained and disciplined, could take advantage of those vulnerabilities and
carry through with an attack, though losses might be high. The movement
of troops, the firing of guns, all would have to be tightly coordinated and
synchronized. The key questions for military writers, then, were whether
modern human stock had the proper moral strength to function under such
conditions, and how military movement could be synchronized to the extent necessary.
By contrast, civilian futurists, such as H. G. Wells, sought solutions
through new mechanical means. Wells short story, The Land Ironclads,
which appeared in The Strand Magazine in 1903, took explicit and direct
6 Maj. Gerald Gilbert, The Evolution of Tactics (London: Hugh Rees, 1907).
Storia della distopia militare

Imagining Future War, 1871-1914

171

issue with Blochs argument.7 The land ironclads were, of course, the
forerunners of modern tanks, and in Wells story they penetrated the enemys trench-works and won the day. The tale is an example of how Wells
envisioned a new class of soldier, a scientific class, capable of solving military problems through objective scientific reasoning, shorn of prejudice
and habit, to find technological solutions. For Wells, science was not just
important to the future: it was the future.
As events were to show, virtually every technological and human solution possible was tried, by both sides, to break the tactical stalemate of the
First World War. Unfortunately, it took time to make the real land ironclads, or tanks as per their codename, mechanically robust enough to
operate effectively on the modern battlefield. It is not clear how much
faster results could have been achieved had the process started in earnest
before the war.

7 H.G. Wells, The Land Ironclads, The Strand Magazine 26 (December 1903): 501-13.

172

Future Wars

Wars at Sea
Three basic principles had served naval commanders well for centuries:
(1) avoid concentrating too many ships in too narrow a space, as it would
likely lead to accidents and fratricide; (2) maneuver so as to achieve the
greatest concentration of friendly combat power against the enemy; and (3)
avoid being outmaneuvered in a similar way by the enemy. In the modern
era, one sure approach to following these principles was to possess faster
and better armed ships, and ideally more of them, than ones opponent.
By 1892, however, doing so was more complicated. The range of naval
gunfire, for instance, had quadrupled. Plus, the speed and maneuverability of surface vessels had increased greatly, requiring movements to be
planned with more lead time. Also, most of the Great Powers had begun building submarine fleets, which added an undersea dimension to the
problem. Unlike land combat, naval theorists did not face a crisis in offensive capability; physics at sea was a different matter than it was on land.
Ships of vast tonnages could seemingly defy the laws of gravity, as long
as they could stay afloat. By the end of the nineteenth century, technological innovations had made smaller, less expensive vessels, such as torpedo
boats, nearly as lethal. How would an established sea power, such as Great
Britain, deal with such a threat? Even without an operational crisis, in
other words, visions of wars at sea rarely wanted for an imaginative touch.
A short book entitled, The Next Naval War, published in 1894 by Captain
S. Eardley-Wilmot of the Royal Navy, reflected some of the fears and anxieties of the eras naval thinkers.8 Eardley-Wilmot painted a clash between
Britains heavy battleships and Frances lighter torpedo boats. The speed
and maneuverability of the latter ultimately tipped the scales in Frances
favor. The clash at sea essentially reflected the differences between two
schools of thought regarding the future of naval warfare. The first, represented by the Royal Navy, centered on achieving mastery of the seas by
means of ever heavier cruisers and battleships. The second, held by the
French jeune ecole (Young School) and other continental powers, adopted
the philosophy of using large numbers of less expensive vessels (mainly
torpedo boats), along with underwater mine fields and coastal batteries, to
8 Capt. S. Eardley-Wilmot, The Next Naval War (London: Edward Stanford, 1894).
Storia della distopia militare

Imagining Future War, 1871-1914

173

outmaneuver cruisers and battleships. Until the late 1890s, when rapid-firing guns and better tracking systems were developed, the Young Schools
approach was a viable one.
By the mid-1900s, the chief worry of naval prognosticators shifted to
the submarine and the threat of undersea warfare. This shift occurs despite
the fact that notable civilian futurists, such as H.G. Wells, were quite explicit in their skepticism of the potential of such undersea weapons. In
1902, Wells saw the submarine as doing little more than foundering at sea
and drowning her crew.9 An exception to that was the view of Wells literary rival, George Griffith, whos The Raid of the Le Vengeur (1901) portrayed the submarine as a special weapon requiring special counter-weapons. For decades, the submarine would remain as perilous to its crews as
it was to its targets; on that score Wells had a point. However, its success
in the Second World War as a means of sinking cargo ships and enforcing
a form of economic blockade were simply not anticipated by Wells.

9 H. G. Wells, Anticipations of the Reaction of Mechanical and Scientific Progress upon Human Life and Thought (Edinburgh: Morrison & Gibb, 1901/02).

174

Future Wars

At first, however, writers tended to depict the submarine as an underhanded and dishonest weapon, a bias that comes across clearly in a
number of short stories, such as Griffiths The Raid of the Le Vengeur
(1901) and Submarined (1905), both of which appeared in Pearsons
Magazine.10 The theme of the submarine menace returns again and again
in popular literature, particularly in Britain with the intensification of
the naval arms race with Germany, but especially as 1914 drew nearer.
Warnings appeared repeatedly about Britains unpreparedness for the tactics of blockading and commerce raiding that characterized this form of
warfare; this is a curious fact since, according to Janes Fighting Ships, the
Royal Navy had the largest modern submarine fleet in existence by 1913.11
The submarine was not the only naval innovation to pique the interest
of futurists. Authors such as Erskine Childers explored the idea of combat
in the littorals, that is, coastal inlets and waterways. His classic fiction
work, Riddle in the Sands (1903), which among other things described
the need for such a capability, may well have drawn its inspiration from
some of the ideas of the Young School.12 It may also have drawn heavily
from his military experience in the second Boer War (1898-1902), where
he observed the guerrilla tactics of the Boers at work. Childers proposed
transferring those tactics, namely ambush and raiding, from the land to the
water. The narrow inlets and waterways along Britains coast would provide natural protection for small vessels and intrepid sailors eager to strike
harassing blows against any enemy incursions.
Visions of wars at sea thus explored two underappreciated dimensions,
one might say frontiers, underwater and the littoral. The longstanding naval theories of the American Alfred Thayer Mahan and the Briton Julian
Corbett were both established during this period. They differed in concept,
the former emphasized the centrality of capital ships and the latter stressed
the ability to project power ashore, but they represented traditional naval
interests, each in their own ways. The concerns with littoral warfare and un10 George Griffith, The Raid of the Le Vengeur, Pearsons Magazine (February 1901):
158-68; Walter Wood, Submarined, ibidem (February 1905): 232-38.
11 Fred T. Jane, Janes Fighting Ships (New York, 1912-13).
12 Erskine Childers, The Riddle of the Sands: A Record of Secret Service (London: Nelson,
1903).
Storia della distopia militare

Imagining Future War, 1871-1914

175

dersea warfare, if fantasized for centuries, became all too real with the technological innovations made possible by the Second Industrial Revolution.
War at sea was expanding, in other words, in a manner that made it more
total in concept. What remained was to make naval warfare more joint or
bi-dimensional in nature by adding the humanitys last frontier, the air. For
visionaries of future war, that jointness was not long in coming.
Wars in the Air
Aerial warfare was by far
the most captivating of all the
types of future war imagined
by pundits and prognosticators,
whether civilian or military. As
one US officer put it in 1910,
The conquest of the air by the
invention of dirigible balloons
and flying machines was the
greatest discovery of the century, and a matter of vital importance to the military world.13
The sky was indeed not only humanitys last frontier, it was potentially its most powerful one.
By dominating the skies, it was
thought, one could control what
happened on the earths surface.
In truth, while command of the
skies offered enormous advantages, it did not guarantee victory, nor could it afford reliable control over
key people and places on the ground.
This was, in fact, the subject of a debate of sorts between several of the
leading science fiction writers of the era. On the one hand, the works of
13 Capt. G. J. Townsend, The Use and Effect of Flying Machines on Military Operations,
Infantry Journal 7 (1910): 244-58.

176

Future Wars

George Griffith, a British author, put forth images of future war in which
airpower dominated. In works such as Angel of the Revolution (1893),
Olga Romanoff (1894), and Outlaws of the Air (1895), Griffiths aerostats (a term that referred to every form of dirigible and airship or zeppelin) could cruise at great elevations and rain down destruction in the form of
dynamite, incendiaries, and poison gas upon helpless military and civilian
populations. The sober truth is, he warned, that the invention and employment of these devastating appliances [aerostats] have completely altered the face of the field of battle and the conditions of modern warfare.14
On the other side of the debate, however, was the work of H.G. Wells,
especially his The War in the Air which was first serialized and published
by Pall Mall Magazine in 1907, and appeared as a book the next year
under the imprimatur of George Bell and Sons. Wells depicted a global
conflict in which massive airships and Drachenflieger (literally dragon-fliers, or hang-gliders in todays vocabulary) battled for the skies, sunk navies, and set towns and villages ablaze. Various kinds of fantastic weapons, including lightning guns that shot bolts of electricity into the air, are
employed. Nonetheless, the new type of air war, however terrifying and
destructive, is indecisive in the end because the monstrous airships cannot
deliver enough troops on the ground to control twentieth-century metropolises, such as New York City, whose populations numbered in the millions.
Whereas Griffith seemed to think destruction, or the terror it caused, would
suffice for conquest, Wells thought otherwise: airpower could kill but not
govern in his view. Thus, his vision of a future war waged from the air,
with vessels apparently easy to manufacture and deploy, could lead only to
endless conflict and the reduction of society to a primitive state.
Wells airships, the lineal descendants of the aircraft of Count
Zeppelin which crossed Lake Constance in 1906, were capable of flying 90
miles per hour, were between 800 and 2000 feet long, could carry between
70 and 200 tons, and could cross the oceans with relative ease. Griffiths
aerostats, imagined some ten years earlier, could manage an impressive 50
miles per hour. Even by 1908, however, Zeppelins latest model, the LZ
4, could do no more than 29 miles per hour, and had a range of only 879

14 Echevarria, Imagining Future War, 82-3.


Storia della distopia militare

Imagining Future War, 1871-1914

177

miles. The technology necessary to bring either Griffiths


or Wells visions to reality was
simply not available; nor would
it be thirty years later when the
ill-fated Hindenburg crashed
at Lakehurst, New Jersey, on
May 6, 1937. A state-of-the-art
airship, the Hindenburg had a
maximum speed of 60 miles
per hour, was 612 feet long,
and could carry only 60 tons.
Wells Drachenflieger were
likely inspired by the gliders
invented by the Russian-born
aviation pioneer Wilhelm
Kress; Kresss attempt at a
heavier-than-air flight in 1901
failed due to an engine with
weight-to-power ratios outside his specifications. By 1907, such problems
had largely been solved; but Wells Drachenflieger were far more capable
than many of the aircraft that took to the skies in 1914.
Griffith and Wells were hardly the only authors who engaged in fanciful thinking about future air wars. Military thinkers, too, were attempting
to come to terms with what a potent air arm might mean for the future of
war. Far from rejecting airpower, the expectations of military leaders such
as the younger Helmuth von Moltke, chief of the German general staff,
and Alfred von Tirpitz, head of the German navy, ran a bit too high. Both
eagerly considered the possibility that long-range bombing could terrorize the enemy into surrenderingif only German airships could be made
more capable and reliable.15 Expectation was indeed more of a problem
than skepticism. Time and again, aeronautics had failed to meet military
specifications.

15 Echevarria, Imagining Future War, 91.

178

Future Wars

Conclusion
Many of the images of the future that emerged in decades before the
Great War were driven by the need to impress ones readers or to outdo
ones rivals rather than by a desire to create a realistic picture of what
might come. The new genres and modes of mass printing appeared that
helped create a market for imagining the future, but also contributed to
turning the eras forecasts and speculations into a competition for an ever
larger share of that very market.
When the Great War came in the autumn of 1914, it seemed more a
war of the present than of the future. It did not fit the scenarios conjured
by imaginaries. Aircraft had not developed enough to carry payloads capable of razing cities or sinking navies. U-boats and submarines were too
limited in range to strangle a nations sea commerce. The land ironclads,
when they finally took the stage later in the war, were not nearly as swift
or maneuverable as those imagined by Wells. Communication devices
were too few and too unreliable, which meant the ability to coordinate fire
and movement on a vast scale was still closer to the age of Napoleon than
to the era of Blitzkrieg. In all these respects, the war came much too
soon. Another decade and a half of technological innovation, and the story
would have been quite different.
For the quarter century leading up to the Great War, all things seemed
possible. By the winter of 1914-15, almost nothing did. Wars come when
they do, whether or not the state of technocracy, and the people who use
it, are ready for them. That is the salient and most enduring lesson of the
First World War. The stalemate of the trenches was not due to an absence
of imagination, but to a want for capability. This was true despite the fact
that neither optimists nor pessimists had foreseen the extent of its gruesomeness. Their forecasts of what might come were limited less by their
imaginations than by what they wished the present to be, that is, the political change they wanted to inspire. The future was not so much a place
in time as it was an argument for political change. Wells, for instance,
wanted to see what he referred to as the scientific approach receive more
precedence in the development of societal structures and political processes. Bloch and Angell wanted to see the use of military force greatly reduced, if not abolished altogether, as an instrument of policy. Military
writers like von der Goltz, by comparison, saw the world in terms of a
Storia della distopia militare

Imagining Future War, 1871-1914

179

perpetual competition for power


and influence, and so wanted to
ensure their evolving professions
enjoyed parity, if not superiority,
internationally as well as a privileged status domestically. In
every case, visions of the future
became invariably intertwined
with agendas for the present.
The competition for the future
was, thus, also a struggle for the
present. In that struggle, military
thinkers were much more imaginative than history has appreciated. By and large, military writers
did stay closer to the immediate
future in an effort to solve particular problems. Yet, in many cases these same thinkers served as
consultants for those visionaries
who went beyond the immediate
future to the world after tomorrow. In other cases, visionaries had served
in the military, sometimes for considerable periods, before embarking on
other careers. They thus embraced a mixture of civilian and military values; they felt no obligation to tow the official line, but their experiences
might have given them some important insights into operational matters.
Moreover, writers from one circle sometimes exchanged ideas with (or
pinched them from) the other. Copyright laws had not yet matured into
what they are today, and can be difficult to enforce in any case. Hence,
drawing clear distinctions between civilian and military writers can be
dubious and misleading. Civilian visionaries also had their conservative
sides, as it tended to concern itself with immediate political and social issues. Still, it could afford to treat the limitations of physics and mechanical
engineering with disdain in order to achieve a greater impact in the market.
On the whole, therefore, it is fair to say military visions of the future were
grounded more by practicalities than were their civilian counterparts.

180

Future Wars

Regardless of their respective motives, agendas, or goals, the visionaries who imagined the future at the end of the nineteenth and beginning of
the twentieth century clearly demonstrated the importance of thinking both
creatively and critically. The debates over the future were undoubtedly the
richest in Western society to that point. Whether one agrees or disagrees
with the particular visions of the day, they served to stimulate the reading
public then, and can still do so today. Ultimately, it is not the biggest ideas
that win the day, but rather the most persuasive. Much of that depends on
the richness of the soil already present. If education levels and literacy
rates had not increased among the general public, the market for marvelous ideas would have been too small to sustain an interest in the future
for very long. What remains to be seen is whether literacy and education
can combine to mold a public that values analytical thinking to the same
degree it prizes creativity and imagination.

Storia della distopia militare

181

Le brochures-panique

Lossessione dello sbarco francese


nei romanzi navali inglesi e italiani del 1871-19008
di Mariano Gabriele

Brochures-panique e Futurewarfiction
no studio cantabrigiense del 1999 ha impostato in modo magistrale gli studi sul modo in cui, tra il 1870 e il 1914, stata
immaginata, in Europa e in America, la prossima guerra1. Qui
vengono esaminati soprattutto le rappresentazioni e le scelte degli attori
internazionali, ma queste sono immerse e influenzate dalla letteratura di
anticipazione, che pu mirare al puro intrattenimento oppure a influenzare decisioni da prendere e creare consenso a quelle gi prese. Questo il
caso delle brochures-panique (BP), dove lanticipazione una tecnica per
perorare determinate scelte politiche allarmando lopinione pubblica circa minacce potenziali vere o presunte. Generalmente lo scopo di creare
consenso emotivo a costosi progetti di riarmo, indebolendo le obiezioni
e le priorit alternative, sia civili che militari. Vi per pure una componente ideologica e geopolitica, che si manifesta nellindividuazione di
un avversario assoluto, col quale sar presto o tardi inevitabile misurarsi.
BP e Futurewarfiction (FWF) hanno in comune una visione distopica del
futuro2, la forma di narrare come gi accaduto levento che viene pronosticato e lenfasi paradossale, ma divergono nello scopo, che nella prima
profetico e didascalico, nellaltra solo di intrattenimento. Considerata la
mole sterminata delle anticipazioni belliche, mi limiter qui ad una breve rassegna delle BP navaliste comparse in Inghilterra, Francia e Italia
fino al 1900, ossia durante quella che ventanni fa il maggior studioso

1 Manfred F. Boemeke, Roger Chickering, Stig Frster, Anticipating Total War: The

German and American Experiences, 1871-1914, Cambridge U. P., 1999.

2 Tom Reiss, Imagining the Worst: How a Literary Genre anticipated the Modern

World The New Yorker, November 28, 2005, pp. 106-114.

182

Future Wars

di FWF, Ignatius Frederick Clarke (1918-2009), ha chiamato The First


Main Phase, 1871-19003. Preciso che qui tratter esclusivamente della
letteratura su quella che sempre Clarke chiama Politics and the Pattern
of the Next Great War4, ossia quella che immagina gli scenari geopolitici
e geostrategici del prossimo conflitto, e non della Science and the Shape
of Wars-to-Come, ossia la FWF tecnologica, che anticipa armi avveniristiche (future weapons) e il modo in cui, in futuro, saranno combattute le
guerre (future warfare)5.
Descente en Angleterre
Bench questo genere letterario si sia sviluppato in Europa soprattutto dopo
la guerra franco-prussiana, da un lato esprimendo e dallaltro incentivando il
reciproco sospetto tra le potenze, pure lorigine risiede nel secolare antagonismo anglo-francese culminato nelle guerre napoleoniche. Gli inglesi, che
avevano vissuto il Great Terror6 della descente napoleonica, dieci anni
dopo Waterloo videro un nuovo pericolo nellavvento della propulsione
a vapore, che toglieva alla Royal Navy la superiorit professionale di cui
aveva beneficiato nellepoca della vela. Nel 1829 Robert Southey (17741843), il poeta e biografo di Nelson, scriveva che se il vapore fosse stato disponibile una generazione prima, Boney sarebbe sbarcato e Londra
sarebbe finita in cenere come Mosca. Nel 1844 un pamphlet del principe
di Joinville, figlio di Luigi Filippo e ardente navalista, spiegava come le
nuove navi a vapore avrebbero consentito alla Francia di eliminare la superiorit britannica. Nel 1845 Lord Palmerston diceva di temere che il
Canale avesse cessato di essere una barriera. Nel 1848 lopinione pubblica

3 I. F. Clarke, Future-War Fiction: The First Main Phase, 1871-1900, Science Fiction

Studies, No.73, Volume 24, Part 3 (November 1997). Ora in David Seed (Ed.), Future
Wars: The Anticipations and the Fears, Liverpool U. P., 2012, pp. 9-31 e in Arthur B.
Evans (Ed.), Vintage Visions: Essays on Early Science Fiction, Wesleyan U. P., 2014,
pp. 96-123. V. Derek Linney, theRiddleoftheSands, Victorian & Edwardian Invasion,
Future wars and Spy Literature (website 2015).
4 Clarke, Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U. P., 1966, pp. 107-171.
5 Clarke, Voices, cit., pp. 64-106.
6 H. F. B. Wheeler e A. M. Broadley, Napoleon and the Invasion of England. The Story
of the Great Terror, John Lane, London New York, 1908. Tom Pocock, The Terror
Before Trafalgar, W. W. Norton, New York, 2003.

Storia della distopia militare

Le brochures-panique

183

fu scioccata dal leak di una lettera riservata di Wellington allispettore generale delle fortificazioni7. Tra i molti pamphlet sulla difesa delle Isole, uno,
uscito dopo la rivoluzione parigina, profetizzava linvasione guidata dal
neo Presidente della seconda repubblica francese e lintervento americano
al fianco dellInghilterra8. E in effetti Napoleone III intensific la competizione navale con la Gran Bretagna iniziata sotto Luigi Filippo9.
Il crollo del Secondo Impero accanton solo momentaneamente il timore
dellinvasione francese, e la vasta indignazione per il bombardamento prussiano di Parigi assediata10 vi aggiunse, anche se per un solo istante, quello
dellinvasione teutonica. Comparve cos, anonimo e inizialmente attribuito a Disraeli, quel che sarebbe poi stato considerato il prototipo della futurologia militare, che immaginava lInghilterra battuta nel Canale, invasa,
umiliata e amputata dellIrlanda e dellImpero. Scritto invece da un ufficiale
del genio, sir George Tomkyns Chesney (1830-1895), The Battle of Dorking11 raggiunse le duecentomila copie, con varie edizioni anche americane12,

7 I. F. Clarke, Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U. P., 1966, pp. 22-24.
8 A History of the sudden and terrible invasion of England by the French in the month

of May, 1852, T. Bosworth, London, s. d. (sul frontespizio laforisma Coming Events


Cast Their Shadow Before). Cit. in Clarke, pp 24-25.
9 V. Emil Daniels (1863-1934), Die Englnder und die Gefahr einer franzsischer
Landung zur Zeit Louis Philipp und Napoleons III (Ein Kapitel aus der Geschichte
der Entente Cordiale), in Delbrck-Festschrift Gesammelte Aufsftze, Professor
Hans Delbrck zu seinem sechzigsten Geburtstage (11.November 1908) dargebracht
von Freunden und Schlern, Berlin, Verlag von Georg Stilke, 1908, pp. 257-291).
10 Cadorna a Visconti Venosta, 13 gennaio 1871, nei Documenti Diplomatici Italiani
(dora innanzi DDI), Serie 2, vol. II, doc. 45.
11 The Battle of Dorking. Reminiscences of a Volunteer, Blackwood Magazine, May
1871. Everett F. Bleiler, Science-Fiction: The Early Years, The Kent State U. P., Kent,
Ohio, 1990, p. 134. Clarke, Voices, cit., pp. 30-63; Id., The Tale of the Next Great War,
1871-1914: Fictions of Future Warfare and Battles Still-to-come, Liverpool U. P.,
1995, pp. 27-76. Patrick M. Kirkwood, The Impact of Fiction in Late Victorian Britain: The Battle of Dorking and the Lost Career of Sir George Tomkyns Chesney,
Graduate History Review, N. 1, (Fall 2012), pp. 1-16. Il testo incluso nella raccolta
di Michael Moorcock, Before Armageddon. An Anthology of Victorian and Edwardian Imaginative Fiction Published Before 1914, W. H. Allen, 1975. Nel 1940 la propaganda nazista pubblic una traduzione coil titolo sarcastico Was England erwartet
(cosa aspetta lInghilterra).
12 G. P. Putnam & Sons, New York, 1871, con laggiunta, sul frontespizio, della frase
The Fall of England?.

184

Future Wars

unappendice ironica13, una traduzione francese14, numerose imitazioni15 anche in chiave di revanscismo francese16 e un rifacimento nel 190017.

Se Dorking fu il prototipo del sottogenere Invasion18, esportato poi in


America19 e perfino in Giappone20, la minaccia prussiana fu subito archiviata e lenfasi torn sul Terror francese. Lossessione per il riarmo navale
francese, cui si aggiunse solo allinizio del XX secolo quello per la creazi13 Arthur Sketchley [alias George Rose (1817-1882)], Mrs. Brown on the Battle of Dork-

ing, George Routledge & Sons, London, 1872.

14 Bataille de Dorking. Invasion des Prussiens en Angleterre, preface par Charles Yriarte

(1832-1898), Plon, Paris, 1871.

15 V. ad es. Horace France Lester (1853-1896), The Taking of Dover, J. B. Arrowsmith,

Bristol, 1888. Clarke, Tales, cit., pp. 113-138.

16 douard Dangin, La Bataille de Berlin en 1875. Souvenirs dun vieux soldat de la

Landwehr, Lachaud, Paris, 1871 [Clarke, Voices, cit., p. 44].

17 . The New Battle of Dorking by ***** [V(alias Frederic N. Maude, (1854-1933)].


18 V. Invasion literature (en.wikipedia). Bernard Porter (Ed.), Empire in Peril. Inva-

sion-Scares and Popular Politics in Britain, 1890-1914, Public Lecture & International Workshop, Queen Mary, University of London, Nov. 14-15, 2013. V. Niall Ferguson, The Pity of War. Explaining World War I, Penguin Press, 1998, Ch. 1.
19 Tra i tanti v. Anonymous [alias George Lynde Catlin (1840-1896)], Bietigheim 1891,
New York, 1886, intervento americano in una guerra europea di Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna e Turchia contro Germania, Austria e Russia; pace bilanciata seguita
da una rivoluzione sindacal-socialista guidata da un carismatico leader tedesco ed estesa in tutta Europa (Bleiler, pp. 65-66). Stanley Waterloo (1846-1913), Armageddon. A
Tale of Love, War and Invention, Rand, McNally, Chicago, 1898 in cui si immagina un
attacco delle flotte francese, tedesca, austriaca, italiana e russa contro il Canale angloamericano di Nicaragua, salvato dallintervento nipponico. (Bleiler, pp. 790-791).
20 Shunr Oshikawa (1876-1914), Kait Bken Kidan: Kaitei Gunkan (La corazzata sottomarina: racconto fantastico dellIsola avventura), 1900.
Storia della distopia militare

Le brochures-panique

185

one della Hochseeflotte tedesca21, rimase al centro della cosiddetta Imperial Defence fino al 1914. Un newspaper bugaboo (un babau giornalistico) rilanciato dallAmmiragliato britannico e dai suoi fiancheggiatori in
Parlamento e nella stampa, ad ogni nuovo credito navale approvato dalla
Francia. Forse il commento pi efficace una vignetta comparsa su una
rivista satirica berlinese nel marzo 1882, che rappresenta, sotto lironico
sguardo della Luna, un inglese e un francese inginocchiati davanti alle
due imboccature rispettivamente a Dover e a Calais del tunnel sotto la
Manica, guardando chi dei due sar il primo a invadere laltro22.
Col piano organico del 1876 e il nuovo programma del 1882 la flotta
francese fu potenziata, e loccupazione francese della Tunisia, che tanto
impression Friedrich Nietzsche, port lallarme alle stelle sia in Italia che
in Inghilterra. Sir John Charles Ready Colomb (1836-1909) ammoniva
che una guerra marittima poteva diventare una terribile calamit per un
impero non preparato. Sir Robert Spencer Robinson (1809-1890) scrisse
che il Naval Power inglese era un colosso dai piedi dargilla mettendo in
dubbio che quello francese potesse ancora essere considerato inferiore: in
quel momento i francesi avevano in costruzione 39 unit, contro 23 inglesi
e 9 italiane: e tra queste 13 corazzate, contro 7 e 3. I navalisti britannici
lamentavano che il naviglio della Royal Navy tradizionale carenza britannica del tempo di pace fosse stato lasciato decadere; mentre la Marine
Nationale era attrezzata per la guerra di corsa e la stampa francese ne proclamava il diritto a condurla, malgrado il contrario impegno sottoscritto al
Congresso di Parigi del 1856. Nel 1882, ancora in servizio, lAdmiral of
the Fleet sir Thomas Matthew Charles Symonds (1813-1894) denunci in
un opuscolo, con toni gridati, linferiorit della Royal Navy rispetto alla
21 Clarke (Ed.), The Great War with Germany, 1890-1914: Fictions and Fantasies of the

War-to-come, Liverpool University Press, 1997.

22 Kladderadatsch, 19 marzo 1882, p. 52 [in Clarke, The Tale of the Next Great War,

1871-1914, cit., p. 130]. Il tema del tunnel sotto la Manica ricorre in cinque FWF del
1882 [The Demure One, The Battle of Boulogne, Or, How Calais became English
again, The Channel Tunnel Affair, Roworth; Submarina: or Green Eyes and Blue
Glasses The Channel Tunnel. Danger to England or No Danger!, Yates, Alexander
and Shepheard; Grip, How John Bull lost London, or the Capture of the Channel
Tunnel, Sampson Low, Marston, Searle & Rivington; Thomas Berney, The Battle of
the Channel Tunnel and Dover Castles and Forts, The Author] e 1883 [C. Forth, The
Surprise of the Channel Tunnel].

186

Future Wars

flotta francese: tanto gridati


che Crispi se ne scandalizz
e scrisse che se lammiraglio
fosse stato italiano, Acton
lo avrebbe destituito23. Lanno successivo lEngineering
pubblicava, anonima, The Story of the Battle of Port Said: A
Chapter in the History of the
Future, in cui si immaginava
la contemporanea distruzione
della Mediterranean Fleet e
della Channel Fleet; alla fine
era lintervento tedesco a
rendere meno catastrofica la
sconfitta britannica. Nel 1884
di nuovo Symonds, attraverso
la Pall Mall Gazette, scosse
lopinione pubblica dichiarandosi certo che la guerra fosse
ormai imminente e che lInghilterra sarebbe stata annientata.
Alla minaccia francese si sommava quella dellintervento russo, ipotizzata in ben 25 FWF fra il 1877 e il 190824. Dopo linfondata Naval Fear del
gennaio 188825, vi fu una nuova fioritura della letteratura sullinvasione,
ormai sempre meno brochure-panique26 e sempre pi romanzo di avventure
nel futuribile. Per fermarci agli anni Novanta, spiccano tra molti altri27

23 Crispi a Levi, 25 luglio 1882, DDI, Serie 2, vol. XV-XVI, doc. 196.
24 V. Anonymous How Glasgow Ceased to Flourish: a tale of 1890, Wilson & Mc-

Cormick, Glasgow,1884: Charles James Cooke, The Russias Hope: Or Britannia No


Longer Rules the Waves; Showing How the Muscovite Bear Got at the British Whale,
Chapman and Hall, London, 1888.
25 Gabriele, Molto rumore per nulla: la paura navale del gennaio 1888, Bollettino
dArchivio dellUfficio Storico della Marina Militare, XVII, giugno 2003, pp. 9104.
26 Come ad es. Sidney Marow Eardley-Wilmot (1847-1929), The Next Naval War, Stanford, London, 1894.
27 V. ad es. Hugh Oakley Arnold-Foster (1855-1909), In a Conning Tower: Or, How I
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187

The Captain of Mary Rose28, di sir William Laird Clowes (1856-1905);


Blake of the Rattlesnake29 di Frederick Thomas Jane (1865-1916) leditore del celeberrimo almanacco navale e The Great War in England in
189730, del giornalista William Tufnell Le Queux (1864-1927). Qui il nemico una coalizione franco-russa, che dilaga fino alla Scozia, e la Regina
Vittoria salvata da Guglielmo II. Lalleanza anglo-tedesca compare pure
in una anticipazione immaginata nel 1892 o 1893 da un qualificato team
diretto dal Rear-Admiral Philip Howard Colomb (1831-1899)31, che si segnala peraltro per la previsione quasi azzeccata del casus belli balcanico:
La guerra (con bombardamenti aerei da parte di dirigibili) scoppia a
seguito dellassassinio del principe Ferdinando di Bulgaria da parte di un
terrorista serbo, seguito dallaggressione serba alla Bulgaria. Ci provoca
lintervento austro-tedesco a favore della Bulgaria e franco-russo a favore
della Serbia. La Russia viene subito bloccata dalla Germania mentre sul
fronte occidentale loffensiva tedesca attraverso il Belgio porta allo stallo.
La Gran Bretagna interviene a favore della Bulgaria, alleandosi con la Germania. Gli inglesi distruggono le forze russe nel Mar Nero e nei Balcani
e conquistano Vladivostok e le colonie francesi. Dopo pochi mesi si fa la
pace col ritorno allo statu quo: la Russia per perde la Polonia (indipendente) e deve ritirarsi dallAfghanistan, inutilmente occupato perch le comunicazioni con lIndia vengono ristabilite attraverso la Canadian Pacific
Railway [ra laltro guadagnando un giorno, come sappiamo dal Giro del
mondo in 80 giorni]. Azzeccate, con un filo di humor, le illustrazioni e i
clignement doeil agli insider, inclusa lintervista finale allallora famoso
radical-imperialista sir Charles Dilke (1843-1911), personaggio citato an-

Took the H. M. S. Majestic into Action, Cassell, London, 1891. A. Nelson [(alias
George Sydenham Clarke (1848-1933)], The Last Great Naval War. An Historical
Retrospect,Cassell London, 1891 (Bleiler, p. 847).
28 Clowes, Captain of the Mary Rose: A Tale for Tomorrow, Tower, London,1892.
(Bleiler, p. 143).
29 F. T. Jane, Blake of the Rattlesnake: Or, The Man who Saved England: a Story of
Torpedo Warfare in 189, Tower, London, 1895. (Bleiler, p. 390).
30 W. Le Queux, The Great War in England in 1897, Foreword by Lord Roberts Tower,
London, 1894, ill. dal capitano Cyril Field e da T. S. C. Crowder. (Bleiler, pp. 439440: Moorcock, Before Armageddon, cit.). Charles E. Gannon, Rumors of War and
Infernal Machines, Liverpool U. P., 2003, pp. 32 ss. (Le Queuxs Exploitation of Edwardian Invasion Anxiety).
31 Colomb, con John Frederick Maurice (1841-1912), Frederic N. Maude e altri, The
Great Naval War of 189-.A Forecast, William Heinemann, London, 1895.
(Bleiler, op. cit., p. 150).

188

Future Wars
che nel contemporaneo The Yellow Danger di M. P. Shiel [su cui v. il saggio
di E. Piana in questo stesso volume].

Come si vede negli anni Ottanta e Novanta il nemico sono i francesi e


i tedeschi sono visti come potenziali alleati. Non fanno notizia lo scenario di una rivolta irlandese appoggiata da uno sbarco tedesco, evocato nel
1883 da una anonima quanto compiaciuta brochure americana32, n loscura profezia di uninvasione tedesca formulata nel 1886 da un generale
irlandese, di cui si ricorder solo nel 1940 una rivista cattolica33.
Le cose cambiano per dopo Fashoda, il piano Tirpitz, i sospetti britannici di accordo russo-tedesco per la spartizione della Manciuria e il sostegno
britannico al Giappone e tedesco alla Russia nella guerra di Port Arthur34.

32 The Battle of the Moy or How Ireland Gained her Independence 1892-1894, Lee &

Shepard, Boston Charles T. Dillingham, New York,1883.

33 Sir William Butler (1838-1910), The Invasion of England, Merry England, nov-

dec. 1886. Cfr. Generals Butler Prophecies, Catholic Herald, 26 Jan. 1940. V. Sir
William Butler, An Autobiography, Constable, London, 1911.
34 Dobbligo il rinvio al saggio di Paul M. Kennedy. The Rise of the Anglo-German Antagonism, 1860-1914. Allen & Unwin, Boston, 1980 (trad it. Rizzoli, 1993).

Storia della distopia militare

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189

Gi nel 1900, mentre uneffimera Unione Europea braveggia in Cina


ipotizzando Endlsung cristian-darwinisti, esce How the Germans Took
London35. Nel 1901 il sacco di Londra torna a essere attribuito ai franco-russi36, ma The Riddle of the Sands (1903) del nazionalista irlandese
Robert Erskine Childers (1870-1922), una spy-story da cui fu tratto un film
nel 1979, antitedesca. Nel 1904 va a ruba in Germania un romanzo nazional-militarista che vagheggia la guerra mondiale e la sconfitta inglese37,
mentre in Inghilterra sir Robert Baden Powell (1857-1941) illustra con la
lanterna magica ai reggimenti territoriali un presunto piano di sbarco tedesco preparato da una fantomatica rete di spie. Anche Le Queux fa scoop
sui piani tedeschi, incoraggiato dal suo eroe, il field marshall Lord Roberts
of Kandahar (1832-1914) che ne approfitta per perorare lintroduzione della coscrizione obbligatoria38. Nel 1906 un romanzo di Le Queux sullas35 T. W. Offin, How the Germans Took London. Forewarned, Forearmed, E. Durrant,

1900.

36 One Who Saw It, The Sack of London in the Great French War of 1901, Being a

Drama of the Twentieth Century, F. V. White, London, 1901 [Bleiler, p. 575].


37 Capitano August Otto Wilhelm Niemann (1839-1919), Der Weltkrieg: deutsche
Trume, Roman, W. Vobach, Berlin-Leipzig, 1904. Trad. di J. H. Freese, The Coming
Conquest of England, Putnam and Routledge, New York-London, 1904. Clarke, The
Great War with Germany, cit., pp. 183-200.
38 Christopher Andrew, The mobilization of British Intelligence for the Two World
Wars, in Nndor F. Dreisziger (Ed.), Mobilization for Total War: The Canadian,
American and British Experience 1914-18; 1939-1945, Wilfrid Laurier U. P., 1981,
pp. 90-91. N. St. Barbe Sladen, The Real Le Quex. The Official Biography of William
Le Quex, London, 1938 (Clarke, The Great War with Germany, cit., pp. 249-255). V.
pure R. J. Q. Adams e Philip P. Poirier, The Conscription Controversy in Great Britain, 1900-18, Ohio State U. P., 1987.

190

Future Wars

sedio di Londra da parte degli Unni, comparso a puntate sul Daily Mail,
vende un milione di copie39, ed anche il primo FWF ad ispirare un film.
Lidea viene nel 1912 alla Gaumont, che lo intitola The Raid of 1915 e, per
raddoppiare gli incassi, gli da due finali alternativi, uno a vittoria inglese e
laltro a trionfo tedesco: che il Punch suggerisce ironicamente di mostrare
rispettivamente al pubblico tedesco e a quello britannico. Il film pronto
nel 1913, ma a causa della censura luscita slitta allottobre 1914, quando
viene infine proiettato col titolo If England were Invaded40.
Umbilicus Italiae
Naturalmente lItalia vide il 1870 dal suo punto di vista. Sadowa ci aveva regalato Venezia e Sdan Roma. Garibaldi, che nel lontano 1849 aveva
dovuto fare i conti con lo sbarco francese a Civitavecchia, ma aveva poi guidato lArmata dei Vosgi, rimase lunico a immaginare un fronte Adriatico. In
un suo romanzo scritto tra il 1876 e il 1878 e rimasto inedito sino al Centenario della morte il protagonista (che si chiama Manlio, come lultimo
figlio dellautore) si vota a vendicare Lissa: impadronitosi di un vapore del
Lloyd Austriaco, ribattezzato Liberatore, si presenta a Napoli, base della
flotta italiana, con lintenzione di abbordare una corazzata. Questa e altre
15 lo seguono fin dentro il porto di Pola, dove le unit austriache vengono
catturate; Manlio dispone cos di un complesso navale che gli consente di
battere una potente flotta prussiana accorsa nel Mediterraneo, occupare
isole in Dalmazia e condurre la guerra di corsa e la guerra di squadra41.

39 Le Queux e Herbert Wrigley Wilson, The Invasion of 1910 with a Full Account of

the Siege of London, Eveleigh Nash, London, 1906. (Bleiler, pp. 440-441)..Cfr. Saki [alias Hector Hugh Munro (1870-1916: caduto in guerra)], When William Came.
A Story of London under the Hohenzollern, John Lane, London and New York, 1914
(incluso in Michael Moorcock, England Invaded, W. H. Allen, 1977).
40 Philip J. Waller, Writers, Readers, and Reputations: Literary Life in Britain 18701918, Oxford U. P., 2006, p. 9.
41 Il manoscritto di Manlio, consegnato dalla figlia Clelia a Mussolini, e depositato presso lArchivio del Museo di Storia del Risorgimento di Roma, rimasto inedito fino al
Centenario (Maria Grazia Miotto, Manlio. Romanzo contemporaneo, Guida, Napoli,
1982, presentazione di Bettino Craxi). Cfr. Angelo Cardillo, Garibaldi Romanziere,
Salerno, La Fenice, 2011, p. 102.
Storia della distopia militare

Le brochures-panique

191

La Marina italiana, invece, archivia Lissa e guarda al Tirreno. Dopo il grido dallarme lanciato da Domenico Farini (1834-1900) in Parlamento il 27
maggio 187142, compare lanno dopo Il racconto di un guardiano di spiaggia, di Carlo Rossi, datato dalla Capraia 189-43, una parafrasi della Battaglia di
Dorking adattata allItalia. La pace e la prosperit godute dopo la presa di Roma
intona il guardiano furono distrutte dallimprovvisa aggressione francese.
La nostra eroica ma piccola flotta dovette soccombere di fronte alla strapotenza nemica. Padroni del mare, i francesi devastarono le nostre coste inermi e sbarcarono a Piombino tagliando in due lo Stivale; lEsercito, preso alle
spalle e costretto a ripiegare dalla frontiera montana, fu sconfitto in aperta
campagna. Amara lezione di chi sera illuso che con un bello esercito e
collaiuto naturale della barriera delle Alpi si potesse affrontare senza timore il nemico. Seguiva una pace cartaginese, con mutilazioni territoriali
e clausole finanziarie che sancivano la miseria. Figli miei conclude in
lacrime il vecchio voi vedrete anni pi felici di me...Non vi dimenticate,
se giungerete fin l, la triste storia che vi ho raccontato... Questo mare che
ci sta innanzi mare italiano. Noi labbiamo negletto... Il cielo ci ha puniti
di tanta leggerezza. A voi altri figli miei, a non fare altrettanto.
Queste tesi, che trentanni dopo il colonnello Charles Edward Callwell
(1859-1928) avrebbe confermato punto per punto44, parvero un po fuori
42 Atti Parlamentari. Camera dei Deputati, Sessione del 1870-71, Firenze, Eredi Botta,

1871, III, pp. 2407, 2411 e 2413-14.

43 Carlo Rossi, Il racconto di un guardiano di spiaggia. Traduzione libera della Batta-

glia di Dorking, Roma, 1872. Clarke, Voices, p. 45. Ezio Ferrante, Il potere marittimo. Evoluzione ideologica in Italia, 1861-1939, Supplemento della Rivista Marittima, Roma, 1982, pp. 33-34.
44 Callwell, Military Operations and Maritime Preponderance, William Blackwood &
Sons, London 1905 (trad. italiana di Pierpaolo Ramoino, 1996).

192

Future Wars

dalle righe nei circoli dellEsercito. La Rivista Militare recens urbanamente lo scritto del Rossi, pur rilevando che le tinte sono eccessivamente
fosche e che tutto il discorso era fondato su dei se, che si capiva non si
sarebbero avverati perch lEsercito non avrebbe sbagliato. La replica fu
affidata ad un altro romanzo anonimo comparso nel 1872, La battaglia di
Pinerolo. Episodio della difesa dellItalia nel 187...in risposta al Racconto
di un guardiano di spiaggia45. In previsione dellattacco francese venivano dislocati in Sardegna e Sicilia due corpi di 50.000 uomini ciascuno,
composti da nativi delle isole; altri 3 corpi della stessa forza facevano capo
alla Spezia, a Civitavecchia e a Napoli, mentre il grosso (300.000 uomini)
si raccoglieva a Torino. I francesi vincevano per mare e occupavano lElba,
concentrandovi 200.000 uomini (!) per sbarcare a Piombino, contemporaneamente varcavano le Alpi e sbucavano nella pianura piemontese con la
destra a Bricherasio e la sinistra ad ovest di Pinerolo, puntando a Osasco;
ma il contrattacco della cavalleria e dei bersaglieri italiani li travolgeva: la
vittoria era decisiva; le truppe sbarcate, affrontate dalle forze di Civitavecchia e da quelle uscite da Livorno, non riuscivano nemmeno a reimbarcarsi.
Erano andate perse 60 navi.
Carlo De Amezaga (1835-1899) ufficiale di marina fratello di un ammiraglio, governatore di Assab per un disastroso semestre, esploratore, cartografo e da ultimo deputato di Genova critico a sua volta del critico
scrittore terrestre, lo chiamer ironicamente profeta di fortune in contrapposto al Rossi, profeta di affanni. Il contrasto non era per letterario,
perch si scontravano due diverse concezioni strategiche, con due diverse
ripartizioni della spesa militare: Dorking eleggeva la flotta a custode naturale delle coste, Pinerolo la considerava soltanto un coefficiente ausiliario46. E se nel 1873 la Perseveranza accuser Carlo Rossi di avere esagerato, pochi mesi prima Nicola Gavotti aveva chiesto al ministro Riboty di

45 Meno polemico La futura guera franco-italiana (Padova, 1872) di G. Franzoja, altro

ufficiale dellEsercito che indicava tre possibili direttrici di un attacco francese: 1 una
spinta del grosso attraverso le Alpi verso la Valle del Po; 2 offensiva anfibia in Toscana, cuore dItalia, con sbarchi dal medio e basso Tirreno e sulle Riviere: 3 azione
del grosso francese nel Centro Italia con diversioni sulla Liguria. Ma si capiva che il
vero problema era costituito dal numero di combattenti che poteva mettere in campo.
46 Ferrante, op. cit.
Storia della distopia militare

Le brochures-panique

193

salvare lItalia dai draghi marini47.


Lossessione della marina italiana per un potenziale attacco anfibio48
cui i francesi non pensarono mai49 condizion pesantemente lintera politica militare negli anni della Triplice, determinando tra laltro la creazione della cinta difensiva attorno alla capitale50. Quando Ferdinando Acton
divenne ministro della Marina, nel dicembre 1879, trov sul tavolo uno
studio del colonnello Malvani che ipotizzava uno sbarco francese alla Spezia con 12.000 uomini, e altri 38.000 in una settimana. Secondo il fratello
maggiore del ministro, il viceammiraglio Guglielmo, lElba era uneccellente base doperazione del tutto indicata per un nemico che volesse
tentare uno sbarco sulle coste italiane del Tirreno51.
Nella percezione del paese, per, il primato dellesercito era indiscusso,
e ancora nel 1880 era possibile sostenere sul Messaggero che la marina era
solo uno spreco di risorse52. Le cose mutarono un poco dopo loccupazione francese della Tunisia, linizio dellespansione coloniale e lavvio da
parte della marina di una campagna promozionale incentrata sulla Lega
Navale e pure su qualche FWF53. Il primo e pi diffuso La guerra del
19.., del tenente di vascello Gaetano Limo (1862-1913), allora segretario e
47 Nicola Gavotti, Al mare! Al mare!, La difesa naturale delle coste, Genova, Tip. Socia-

le di Beretta e Molinari, 1873, 23 pp.

48 Cfr. gli sudi dei contrammiragli Raffaele Corsi (Idee generali intorno allipotesi di

guerra con la Francia, marzo 1887) e Giovanni Bettlo (Danni che potrebbe ricevere
lItalia in una guerra contro una grande potenza navale, ottobre 1897).
49 Gabriele, Il fantasma dello sbarco. I Forti di Roma e la Prima Triplice, Quaderno
Sism 2012-2013 American Legacy. La Sism ricorda Raimondo Luraghi, Roma, 2013,
pp. 495-516
50 Ispirando il warfiction dellillustre geologo ed ex-volontario del 1866 Pompeo Moderni (1848-1926), Lassedio di Roma nella guerra del 190..., Societ editrice, La poligrafica, Milano 1900 c.a., ill. di Quinto Cenni [v. larticolo di Sergio e Riccardo Masini in questo stesso volume]
51 Gabriele, Ferdinando Acton, USMM, Roma, 2000;.
52 In un trafiletto del Messaggero del 24 febbraio 1880 si metteva in dubbio lutilit della
marina.
53 Argus (alias Gaetano Limo), La guerra del 19.. In terra e in mare, 1899, prefazione
di D(omenico) B(onamico). V. pure Alfredo Cangemi, LItalia e le lotte avvenire suo
mare, 1899. Entrambi stampati dalla Tip. della Lega Navale di F. Zappa, La Spezia. V.
Limo, Gaetano, Enciclopedia Militare, Roma, s. d., IV, p. 602. V. Rivista dItalia,
Societ ed. Dante Alighieri, 3, 1900, p. 512. Nuova Antologia, 177, 1901, p. 357.

194

Future Wars

poi presidente della Lega Navale, costruito sulla fittizia corrispondenza del
comandante di una corazzata italiana in guerra con la Francia. Malgrado
il valore e gli iniziali successi contro Biserta, la flotta italiana soccombe
alla preponderanza nemica e i francesi, tagliate le comunicazioni marittime, attaccano La Spezia, bombardano Genova, Napoli e La Maddalena e
sbarcano in Toscana e in Sicilia. Ave Patria!, sintitola lultimo capitolo.
Siamo stati vinti nel cuore stesso del nostro Paese, mentre al confine alpino non si era ceduto un palmo di terreno. O quale tremenda lezione
stata questa per il mio Paese!. Calibrati sulla difesa terrestre e dunque pi
ottimisti, sono due brochure dell primo decennio del XX secolo54.

Naturalmente la distopia era reciproca. Il giornalista e poligrafo Henri


Boland (1854-1909) era convinto che nel 1884 si fosse alla vigilia del
bis del 1870. Linvasione sarebbe avvenuta tra Sambra e Mosa, la Russia
sarebbe stata tenuta a bada dalla mobilitazione austriaca e lItalia, trascinata
dal gallofobo Crispi, avrebbe condotto unutile diversione penetrando in
territorio francese dal Mezzogiorno55. Ancor pi pessimista lAnonimo
Parigino56 che nel 1887 denunciava limpreparazione militare e navale (la
sola Italia aveva 200.000 uomini e grosse corazzate). Tanto valeva rinun54 Giambattista Cosimo Moraglia, La guerra italo-francese del 191.., Guglielmo Don-

nini, Perugia, 1901m ed. ill.; Comandante X [Gabotto?], La guerra dEuropa (19211923). Romanzo delle Nazioni, L. E. A. R., Genova, s. d. [v. larticolo di Paolo Cau in
questo stesso volume].
55 Henri Boland, La guerre prochaine entre la France et lAllemagne, D. Rolland, Paris,
1884.
56 Un Parisien, Paris sautera. La vrit lAlsace-Lorraine, W. Hinrichsen, Paris, 1887.
Storia della distopia militare

195

Le brochures-panique

ciare allAlsazia e alla Lorena dove, dopo tutto, erano bastate alcune esecuzioni del Lohengrin per mandare in delirio gli abitanti. Charles Rope,
al contrario, pronosticava la disfatta delle flotte tripliciste da parte della
Marine Nationale, n da meno sarebbe stata lArme; alla fine, per, lo
scrittore ammoniva a non dormire sugli allori, perch Germania e Italia
erano forze nuove che potevano rinascere in futuro57.
Da che parte star lItalia secondo la FWF angloamericana

Anno

Autore

Titolo

1886

Catlin

Bietigheim

1892

Lehmann Whod Be A Sailor a

1893

Griffith

1893
1894
1898
1898
1899
1907
1911

1913

Colomb

Rispetto allItalia

The Angel of Revolution

Le Queux The Great war in England


M P Shiel The Yellow Danger
Armageddon

Grantoff

Armageddon 190

Griffith
Griffith

The Great Pirate Syndicate


b

The Lord of Labour

M P Shiel The Dragon

Alleati

G, A, R

The Great War of 189-

Waterloo

Nemici

EFJS
T, US

Bleiler

N.

p.

203

65

AFGR

1306

434

F, R, S

ABEG

455

150

E, G, US

F, R

929

303

F, R

E, G

1330

439

F, G, R

2025

679

E, J, US

AFGR

2307

790

E, J, T, US

AFGR

937

305

E, F

G, ( R )

1991

663

G, A, R

E, F, J, T

950

310

F, R

E, G

2029

682

A = Austria. E = Inghilterra. F = Francia. G = Germania. J = Giappone. R = Russia. S


= Spagna. T = Turchia. US = Stati Uniti

Punchs Prize Novel. Randolph Churchill, padre di Winston, diventa ministro degli
esteri e scatena la guerra insultando gli ambasciatori di A, F, G, It, R e Andorra.
a

Sestern [alias Ferdinand H. Grantoff], Der Zusammenbruch der alten Welt, 1905,
trad. Armageddon 190, Kegan Paul, Trench and Teubner, 1907.
b

57 Charles Rope, Rome et Berlin. Oprations Sur Les Ctes de La Mditerrane et de

la Baltique au printemps de 1888, Berger-Levrault, Paris Nancy, 1888. Flix Narjoux


(1836?-1891), Franais et Italiens, Albert Savine, Paris, 1891; Commandant Z. &
H. Montechant [alias Paul Vignot e Gabriel Fontin, gi segretari e ADB dellammiraglio Aube], Les guerres navales de demain, Berger-Levrault, Nancy, 1891, avec une
prface de M. le contre-amiral Rveillre; Cfr. Thodore Rapp, Stephen S. Roberts,
The Development of a Modern Navy: French Naval Policy, 1871-1904, Naval Institute Press, 1987.

196

Future Wars

Storia della distopia militare

197

Triplicisti vs Irredentisti

Geopolitica e ideologia nelle fanta-guerre italiane pre-1914


di Paolo Cau

ella bibliografia dei primi romanzi di anticipazione italiani Riccardo Valla1 include quattro fanta-guerre pre-1914, due tripliciste contro la Francia pubblicate nel 1899 (La guerra del 190)2
e 1900 (Lassedio di Roma nella guerra del 190...)3 e due irredentiste
contro lAustria pubblicate nel 1909 (La rivincita di Lissa)4 e 1912 (La
guerra dEuropa 1921-23)5. La lista per incompleta; ne vanno infatti
aggiunti almeno altri due triplicisti del 1901, La prima guerra in Italia
del secolo XX6 e La guerra italo-francese del 1917, rispettivamente del
capitano Eugenio Massa e di Giovan Battista Cosimo Moraglia, questultimo autore di varie monografie di diritto civile.
Lantefatto di Moraglia la rinascita italiana dopo Adua, Bava Beccaris, Gaetano Bresci. I proclami del nuovo Re rincuorano il popolo, in
Vaticano muore un Cardinale referente del partito clericale, nel 1903 il
1 Riccardo Valla, La fantascienza italiana: 60 anni di Urania, A cura dellUfficio Studi locali del Sistema bibliotecario urbano, Citt di Torino, 2012.
2 Argus [Gaetano Limo], La guerra del 190in terra e in mare, Tipografia della Lega navale, Spezia, 1899. V. in questo Quaderno gli articoli di Gabriele e Masini.
3 Pompeo Moderni, Lassedio di Roma nella guerra del 190..., Societ editrice, La poligrafica, Milano 1900 V. in questo Quaderno larticolo di S. e R. Masini.
4 Yambo [Enrico Novelli], La rivincita di Lissa: fantasia, Scotti, Roma, 1909 (304 p.,

ill., 27 cm). V. pure La guerra nel XX secolo, estratti del giornale La Tribuna illustrati
da Yambo, Stabilimento tipografico italiano, Roma 1899 (56 p., ill., 31 cm.).
5 Comandante X [Mario Gabotto], La guerra dEuropa (1921-23) romanzo delle nazioni, LEAR, Genova, 1912 (IV, 233 p., 19 cm).

6 Eugenio Massa, La prima guerra in Italia del secolo XX: un colpo di mano in Sicilia
nellanno 191 appunti e documenti raccolti dal capitano Eugenio Massa, V. Vecchi,
Trani, 1901.
7 G. B. Cosimo Moraglia, La guerra italo-francese del 191, Guglielmo Donnini tip. editore, Perugia, 1901.

198

Future Wars

Papa e il Re si abbracciano sul Ponte SantAngelo: la Conciliazione


ante litteram. Risanata leconomia, ci si pu dedicare al riarmo contro la
minaccia da Ovest: ammodernate fortificazioni alpine, artiglierie e fucili
(Mannlicher Carcano Cei, caricatore da 24 colpi, cadenza 300 al minuto!),
aumentati da 13 a 14 i Corpi dArmata, sostituite le unit navali obsolete
con moderne corazzate a torri.
Si arriva agli anni 10: un certo 31 marzo si viene a sapere che una squadra ed un
convoglio da sbarco francesi fan rotta sulla
Tripolitania: lItalia, che in passato sarebbe
rimasta a guardare, ora vendica lo schiaffo di Tunisi. Otto navi italiane costringono
i francesi a rientrare a Biserta. Il braccio di
ferro che ne segue porta alla guerra. LItalia
ha appena avviato la mobilitazione generale, quando, il 26 aprile, due squadre francesi bombardano proditoriamente La Spezia e
Livorno, con distruzioni e vittime civili. Livorno vendicata da un guardiamarina e due
allievi dellAccademia che, improvvisato un
mezzo dassalto con un rimorchiatore carico
di dinamite, fanno saltare lammiraglia nemica sacrificandosi al grido Viva lItalia!.
Segue via telegrafo la dichiarazione di guerra francese. La superiorit
nemica schiacciante: 5 milioni di uomini contro 3, 70 unit navali corazzate contro 30. Il 30 aprile Aosta e Ventimiglia sono espugnate. In compenso gli Italiani avanzano sulle Alpi Cozie. Una spia nizzarda catturata
al Monginevro cede al richiamo degli antenati sabaudi e rivela il piano
francese dinvasione del Piemonte: il grosso (60.000 uomini e 180 pezzi)
da Brianon, colonne minori da Gap e Grenoble, inizio il 4 maggio. Le
artiglierie dello Chaberton neutralizzano i forti e le trincee di Brianon,
presto espugnate dai bersaglieri (da anni addestrati anche alla guerra in
montagna). Qualche distaccamento avanzato francese riesce a raggiungere
pochi punti dello schieramento italiano, ma duramente respinto, i superstiti ripiegano su Grenoble, lasciando una scia di incendi, distruzioni,
saccheggi e stupri, e Brianon occupata.
Storia della distopia militare

Triplicisti vs Irredentisti

199

Intanto il nemico ha fatto uno sbarco diversivo in Sicilia, incontrando


poca o nessuna resistenza, ma il Governo italiano preferisce sacrificare
lIsola per non sguarnire il fronte alpino. Nizza infatti insorge e, dopo una
gloriosa vittoria navale italiana a SantOspizio, lesercito riprende Ventimiglia e restituisce Nizza alla patria.

I francesi commettono poi lerrore dintercettare un convoglio inglese


carico di carbone del Galles per lItalia. Albione dichiara guerra, affonda
alcune navi francesi, bombarda Biserta e si prepara a sbarcare oltre Manica. In Sicilia la guarnigione prosegue la resistenza sostenuta dalla popolazione: glinvasori, decimati, si chiudono in Palermo; una forza di soccorso
da Tolone distrutta dalla squadra anglo-italiana. Lo stesso giorno in cui
i francesi cedono Palermo, capitola pure Lione, bloccata da due settimane
da 300.000 italiani. Pochi giorni dopo, vittoria decisiva ad Autun, dove
si distinguono il Conte di Torino e il Duca dAosta. Le truppe galliche
sono in rotta: in teoria, lItalia potrebbe occupare Parigi, in rivolta contro

200

Future Wars

il governo. Lo sbarco inglese in Normandia avviene il 18 giugno, ed il 20


la squadra anglo-italiana distrugge i forti di Tolone, pur perdendo 2 incrociatori silurati dai sottomarini francesi. Prima del tramonto, il tricolore
italiano e lUnion Jack sventolano sopra le macerie della base. In pieno
disordine politico, percorsa da moti bonapartisti, monarchici e comunardi,
la Repubblica si arrende a fine giugno e il 15 luglio il trattato di pace assegna allItalia Nizza, Savoia, Corsica e Tunisia e le lascia libert dazione in
Tripolitania, occupata in settembre, due mesi prima che lAustria conceda
il Trentino ed il protettorato sullAlbania.

Nel 1909 lirredentismo provoca apertamente la Triplice. Un autore famoso come Yambo, alias Enrico Novelli (1876-1943), sfodera il tema
della vendetta di Lissa, che gi trentanni prima aveva ispirato il Manlio
di Garibaldi8 e nel 1913 ispirer pure un racconto di Umberto Saba. Aperta
da citazioni di Carducci e DAnnunzio, la Fantasia di Yambo immagina
una specie di Robur il conquistatore irredentista, il Capitano Nero, che
col suo aerscafo e i suoi agenti infiltrati provoca la sollevazione delle
citt dalmate e giuliane e la guerra italo-austriaca, chiusa con un armistizio
dopo una decisiva vittoria navale italiana e la presa di Trento e Trieste.
Il Capitano vorrebbe la completa dissoluzione dellimpero, ma alla fine
perisce a seguito di un attentato promosso dal fratello, deputato socialista
triestino a Vienna9.
Nel 1912, mentre la guerra italo-turca e le guerre balcaniche scuotono
gli equilibri europei, esce La guerra dEuropa (1921-23) romanzo delle
nazioni, ristampato nel 1915. Firmato Comandante X**, il romanzo
8 Inedito sino al 1982. V. in questo stesso Quaderno larticolo di Gabriele, nt. 42.
9 Elvio Guagnini, La rivincita di Lissa ispirata a Verne, Il Piccolo, 4 luglio 2007.
Storia della distopia militare

Triplicisti vs Irredentisti

201

del socialista spezzino Ubaldo Formentini


(1880-1958), autore di articoli anti-Triplice e pro-Intesa pubblicati sullUnit di
Salvemini10, e di Mario Gabotto, autore di
articoli sullarchitettura navale e la guerra
di mare pubblicati nel 1910 e nel 1911 sul
mensile Emporium11.
Significativamente, non vi sono accenni a Tripoli Italiana, invisa ai socialisti. La
fantaguerra europea immaginata nel 1912
non oppone infatti blocchi geopolitici
(Triplice e Duplice) ma coalizioni ideologiche: democrazie (Italia, Gran Bretagna,
Francia e la rinata Grecia, dove regna un Savoia) contro Imperi (tedesco,
asburgico, russo e ottomano). Gli armamenti sono avanzatissimi: le dreadnoughts del 1905 sono ancora operative, ma superate da autonavi da
30.000 tonnellate con ottimi motori da 30 nodi e pi, esistono sommergibili (tra cui lEquoreo, italiano) di pari velocit ed armati con 30 lanciasiluri. Gli aerei (chiamati aquiloni) sono macchine leggere, ma imbarcano
potenti bombe antinave, talvolta una radio, e possono essere catapultati da
trampolini installati su grandi unit. E lindustria aeronautica italiana ha
prodotto, gi anni prima, un dirigibile, il Galileo, che ha trasvolato lAtlantico Vi sono apparati radiotelegrafici e cifranti, palloni dosservazione
motorizzati, razzi illuminanti, depositi di munizioni sotterranei collegati
da dcauvilles.
In Italia il re uomo di una certa et e pinguedine, gran baffi bianchi
a spazzola, fama di saggio. Il governo nettamente di sinistra, compresa

10 Paolo Tirelli, in Dizionario biografico degli italiani. Vol. 49, 1997, pp. 32-36. Alberto Petrucciani, in Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo.
11 Paolo Lagazzi (cur.), Officina parmigiana: la cultura letteraria a Parma nel 900. At-

ti del convegno (Parma, 23-25 maggio 1991), U. Guanda, 1994, p. 54 nt. 72. Nadia
Marchioni (cur.), La Grande Guerra degli artisti: propaganda e iconografia bellica in
Italia negli anni della prima guerra mondiale, Catalogo della mostra allestita a Firenze, Museo Marino Marini, p.zza San Pancrazio (3 dicembre 2005 - 31 marzo 2006),
Mauro Pagliai, David Brown Book Company, 2005, p. 114.

202

Future Wars

lEstrema, da cui proviene proprio il ministro (unico!) della Difesa nazionale. I rapporti Oltretevere sono tesi: il papa lex Arcivescovo di Vienna,
austriacante e repressore dei socialisti cristiani e dei parroci modernisti
che appoggiano le leghe dei lavoratori. Francesco Giuseppe, novantenne e
cieco, ha abdicato a favore del nipote Federico Carlo, clericale oltranzista,
e i sudditi cattolici sono fortemente pangermanisti.
Lespansionismo tedesco (base di Agadir, ferrovia Berlino-Baghdad,
colonie del Pacifico) riavvicina Francia e Inghilterra. La Russia, che nel
1910 ha represso a stento una rivolta militare, si unisce agli Imperi Centrali: e cos la Turchia, che non vuol perdere Creta, attaccata in quel momento
da una forte flotta greca, n lAlbania, insorta sotto la guida diPeppino
Garibaldi. Il Kaiser lancia un proclama contro Atene, e gli alleati democratici si accordano segretamente per reagire: la Royal Navy attaccher
Russia e Germania, la Regia Marina appogger la rivolta albanese e bloccher la flotta austriaca in Adriatico. Marine Nationale e Mediterranean
Fleet proteggeranno la Grecia contro la flotta russa, ormai uscita dal Mar
Nero e ancorata a Costantinopoli. Lesercito italiano punter su Gorizia e
lIsonzo.
Le azioni cominciano a met dicembre. Sul fronte italiano il primo
scontro aeronavale: il nobile Embraco, con la sua squadriglia di sette
aerei affonda la prima nave. La flotta austriaca, in compenso, bombarda
Ancona e la costa tra Rimini e Senigallia, affondando 2 caccia italiani.
Sciatori alpini ed emuli di Pier Fortunato Calvi fermano i Kaiserjger in
Cadore e lattacco generale del Maresciallo Frankenstein respinto dal
Duca dIvrea tra la Val dAdige e Pontebba. I russi marciano verso il fronte
italiano, ma a ranghi ridotti, perch lesercito zarista deve domare linsurrezione finlandese, respingere lattacco inglese in Persia e vigilare su
Cina e Giappone. I russi attaccano disordinatamente proprio nel settore
di Casarsa, dove si trovano il Re e il Comando Supremo italiano, mentre
il sovrano austriaco stato localizzato dallaviazione nei pressi di Palmanova. Un dirigibile italiano scopre lavanzata notturna degli austriaci,
che, incuranti del fuoco di sbarramento, cominciano a sfondare nel settore
Sud. Solo alla foce del Tagliamento gli Italiani resistono, appoggiati dalle
proprie dreadnoughts.
Storia della distopia militare

Triplicisti vs Irredentisti

203

Sul fronte marittimo, gli Imperi


sono invece in ritirata: la flotta russoturca chiusa nel Mar Nero, quella
tedesca nelle sue basi del Baltico e
del Mare del Nord. Sulla Mosa e sulla Mosella, i francesi resistono sulla
linea chiamata Barrire de Fer,
che i tedeschi gi pensano di aggirare
attraverso il Belgio neutrale. In quei
primi giorni del 1922 vacilla il fronte
interno italiano, demoralizzato dalle
ritirate: come nel 1866, si chiede alla
Marina unimpresa che rialzi il morale. Per stanare la flotta nemica da
Pola, si prende la dolorosa decisione
di bombardare il porto di Trieste, con
preavviso alla popolazione di mettersi
al sicuro: le distruzioni e gli affondamenti di mercantili provocano lintervento della squadra di Pola (ammiraglio Montefeltro), forte di 14 corazzate, tra cui la Viribus Unitis, e 2 poderosi incrociatori contro 10 e 4 italiani: ma la squadra perde 8 unit contro
2 italiane. Sul fronte terrestre gli austro-russi puntano su Milano, ma il 28
maggio loffensiva si ferma sulla linea Mestre, Colli Euganei, Vicenza,
Verona e Monte Baldo.
Sul fronte francese la Germania tenta lattacco decisivo dalla Svizzera al mare: in estate si spinge, con rinforzi russi, sulla linea Toul-EpinalLangres, ma il 9 luglio la Francia attacca per prima nel settore dei Vosgi;
si profila la riconquista di Strasburgo. Lo stesso giorno, le flotte alleate,
libere da impegni nel Mediterraneo grazie alla vittoria italiana a Pola e
alla resa separata della Turchia, bombardano Wilhelmshaven con le navi
e 50 aerei, per indebolire le squadre russo tedesche e provocarle a battaglia, favorire uno sbarco di 250.000 uomini a Flessinga e liberare Anversa
assediata (la Germania non ha esitato ad invadere lOlanda neutrale). Il
Principe Federico, comandante in capo della flotta russo-tedesca, abbocca
e contrattacca. Lavanguardia di torpediniere decimata: gli inglesi ne affondano 40. Segue, nelle tenebre, lo scontro tra grandi unit, e gli alleati

204

Future Wars

vedono moltiplicarsi le perdite: da entrambe le flotte decollano aquiloni


che lanciano bombe e razzi illuminanti. Tre incrociatori tedeschi tagliano
la scorta delle corazzate britanniche puntando sul convoglio con le truppe
da sbarco: quasi lalba, e si pu notare che nella loro scia filano anche 4
corazzate russe: per lo stesso scopo? No, via telegrafo senza fili, i russi, che
hanno mandato a riva la bandiera rossa, comunicano di essersi ammutinati
e di volersi internare in un porto neutrale. Le residue unit zariste si sacrificano consentendo alle navi tedesche pi danneggiate di rientrare alle basi.
Fallisce pure lattacco al convoglio: due incrociatori vengono affondati da
aerei e siluranti, il superstite Danzig non si arrende ed finito a cannonate
dai francesi. La pi grande battaglia navale che mai si fosse combattuta
nei secoli termina con la decisiva vittoria anglo-franco-italiana: lo sbarco
ad Anversa riesce e lOlanda liberata.
E i russi ammutinati? LInghilterra concede il rimpatrio: porteranno la
rivoluzione, prima in Finlandia, poi in tutto lImpero, costringendo lo Zar
a ritirare le truppe dal fronte occidentale. Unarmata francese, comandata
da un generale Bayard (!) ricaccia glinvasori oltre la Mosella, raggiunge
Metz il 14 ottobre, altri corpi partono da Verdun per una controffensiva.
Nel marzo 1923 Metz ripresa e questa vittoria segna la fine della guerra.
Il papa, gravemente malato, muore a Vienna. Con lui si spegne la sognata rifondazione del Sacro Romano Impero: sorge invece un Cattolicesimo riformato, acefalo, ma con sede principale a Roma, che raggrupper
le religioni cristiane gi scismatiche. Attorno alla Serbia nascer una federazione jugo-slava. LAlbania sar indipendente, ed amica di Italia e
Grecia. LImpero turco non avr pi ambizioni di espansione in Europa e
porter lopera civilizzatrice in Asia Minore. LAustria cede allItalia il
Trentino e parte della Venezia Giulia. Il sovrano abdica a favore del quasi
centenario Francesco Giuseppe, e sfila sdegnoso in una vettura scoperta.
La sua sola vista fa ammutolire la folla tumultuante di pacifisti e socialisti.

Storia della distopia militare

205

Lassedio di Roma nella guerra del 190...

di Sergio e Riccardo Masini

a voce biografica Treccani sul geologo e cartografo velletrano


Pompeo Moderni (1848-1926), ricordandolo anche come veterano garibaldino del 1866, colonnello di fanteria e storiografo militare1 menziona solo sommariamente la sua monografia dedicata
alla storica difesa di Roma contro i francesi sbarcati a Civitavecchia per
schiacciare la Repubblica mazziniana e restaurare il governo pontificio2,
e il romanzo anchesso ispirato ad una guerra italo-francese, ma del tutto
ipotetica: quella che lItalia unita continu a pianificare fin quasi alla vigilia della Grande Guerra e che motiv la costruzione (1877-1885) di ben 15
forti attorno alla capitale3, gi allinizio del Novecento totalmente obsoleti.
Questo secondo lavoro di Moderni Lassedio di Roma nella guerra del
190...4 apparve nel 1900, probabilmente prima del regicidio di Monza
(29 luglio) e pochi mesi dopo La guerra del 190 (In Terra ed in Mare),
pubblicato nel 1899 alla Spezia dal capitano di vascello Gaetano Limo
(1862-1913), allora segretario della Lega Navale e prolifico propagandista
della Marina5. Lipotesi geopolitica dei due testi la stessa: unItalia mili1 Alessio Argentieri, Moderni, Pompeo, Dizionario Biografico degli Italiani, 75 (2011).
Moderni ignorato dallEnciclopedia Militare edita dal Popolo dItalia (1930). Figlio
di un commerciante repubblicano, studente di mineralogia a Cagliari col prof. Gennari,
lui pure fervente patriota, genero di un volontario bretone della Repubblica Romana, dal
1878 al 1895 Moderni collabor alla redazione della Carta geologica del Regno dItalia (1:100.000) dapprima come disegnatore, poi come aiutante straordinario in Sardegna
(1881) e infine come ajutante ingegnere della sezione di Roma, partecipando ai rilevamenti dellItalia Tirrenica tra Napoli e Grosseto.
2 P. Moderni, I romani del 1848-49, Tip. ed. nazionale, 1911. Cfr. L importanza per lI-

talia del momento storico attuale: conferenza tenuta il 20 dicembre 1914 dal colonnello Pompeo Moderni, Societ reduci dalle patrie battaglie G. Garibaldi, Roma, Officina tip. Bodoni, 1915.

3 Michele Carcani, I Forti di Roma. Notizie storico-topografiche, Voghera Carlo tipografo


di S. M., Roma, 1985.
4 Pompeo Moderni, LAssedio di Roma nella guerra del 190, La Poligrafica Societ
Editrice, Milano 1900.
5 Argus (Gaetano Limo), La guerra del 190 (In Terra ed in Mare), Tipografia della Lega

206

Future Wars

tarmente impreparata, aggredita e sconfitta dalla potenza francese. Il testo


di Limo una classica brochure panique navalista, che invita a destinare
maggiori risorse alla nostra flotta. Protagonista la Regia Marina, il cui
eroico sacrificio non pu impedire alla preponderante flotta francese di
bombardare Genova, sbarcare due armate in Toscana e Sicilia e portare il
proprio paese verso la vittoria finale (sembra quasi di assistere alle prime
mosse di una partita di Diplomacy).

Quello di Moderni invece un vero e proprio romanzo storico distopico, dove lautore denuncia i mali del presente (la disunione del paese,
limpreparazione militare, il clericalismo, il socialismo) mostrando al lettore quale potr esserne la nemesi catastrofica. Il libro riccamente illustrato, combinando larte di Quinto Cenni (1845-1917)6 e dei suoi figli con
Navale di F. Zappa, Spezia 1899, prefazione di D(omenico) B(onamico). V. Limo, Gaetano, Enciclopedia Militare, Roma, s. d., IV, p. 602. V. Rivista dItalia, Societ ed. Dante
Alighieri, 3, 1900, p. 512. Nuova Antologia, 177, 1901, p. 357.

6 R. Galli, Un precursore della moderna illustrazione giornalistica, Q. Cenni, Imo-

la 1931; Camillo Brialdi, Cenni, Quinto, Dizionario Biografico degli Italiani, 23


(1979). S. Masini, Quinto Cenni artista e studioso militare, La Fanteria italiana nel
Storia della distopia militare

Lassedio di Roma nella guerra del 190...

207

la perizia cartografica dellautore. La narrazione delle operazioni infatti


corredata da carte, mappe e schizzi, specie delle aree alpine e appenniniche, che si alternano a ritratti e scene di combattimenti, di manifestazioni
popolari e di vita quotidiana nella citt assediata, simili quasi a sequenze
cinematografiche, vere fotografie disegnate che passano dal bozzetto romantico e dalla caricatura giornalistica al quadro di dimensioni epiche.

Il libro pu essere letto come un appello alla nazione perch rimedi alla
sua impreparazione militare (flotta, fortificazioni, armamento, addestramento) e in almeno due passaggi si accenna esplicitamente alla scarsezdecennio 1860-1870 - Opuscolo della mostra in Castel S. Angelo nel 1984, ed. Rivista Militare, Roma 1984. S. Masini e Stefano Ales, Il soldato italiano dellOttocento
nellopera di Quinto Cenni, prefazione di Giovanni Spadolini, ed. Rivista Militare,
Roma 1986 (rist. Edizioni Albertelli, Parma 2010).

208

Future Wars

za dei fondi disponibili per le fortificazioni sul bilancio straordinario del


Ministero della Guerra (p. 34) e alle critiche sullo stato delle fortificazioni
di Roma, esposte in due pubblicazioni dellepoca dal generale Antonio
Araldi, Deputato al Parlamento (p. 135).
Pi in generale, tornano alla memoria le amare riflessioni del generale
Eugenio De Rossi nella sua autobiografia La vita di un ufficiale italiano7, ma le scene di distruzione e saccheggio in Roma assediata fanno
intravedere una crisi politica e istituzionale ben pi profonda, prima del
rinnovamento portato dal governo Zanardelli e dallera giolittiana.

Limmaginaria invasione francese, condotta con grande spiegamento di


mezzi ed estrema determinazione, ricalca in parte lo schema delle brochures navaliste: sbarchi di ingenti forze in Toscana con testa di ponte
a Viareggio, poi anche a Civitavecchia e Anzio, diversioni su Sicilia e

7 La vita di un ufficiale italiano sino alla guerra, Mondadori, Milano 1927.


Storia della distopia militare

Lassedio di Roma nella guerra del 190...

209

Sardegna, blocco navale dellAdriatico. Lesercito viene inchiodato sulle Alpi da una serie di limitate incursioni, compresa una vera e propria
Guerra dei Forti, e la campagna culmina nellassedio della capitale.
Nel romanzo non sembra esservi traccia della Triplice Alleanza. Austria e
Germania non intervengono e il fato dItalia si compie nella totale indifferenza della comunit internazionale. Lofferta britannica di mediazione, apparentemente disinteressata, destinata al fallimento a causa delle
esose e stravaganti richieste francesi (inclusa la restaurazione dello Stato
pontificio). Come in tutti i romanzi, ai grandi eventi politico-militari si
intrecciano le vicende personali di alcuni ufficiali, che si oppongono agli
invasori prima con una ritirata in armi fatta di imboscate e scaramucce, e
poi prendendo parte attiva con i loro soldati alla difesa di Roma, assediata
dalle soverchianti forze francesi.
Nella capitale il Vaticano fomenta disordini, i Gesuiti tessono le
loro trame, ma socialisti e azionisti
radicali non sono meno dannosi.
La prima grande rivolta contro la
guerra si verifica a Milano, altre
ne seguono in tuttItalia, neri e
rossi alleati contro la patria. Solo
Roma, assediata e irrimediabilmente condannata, ritrova improvvisamente se stessa, come Parigi
nel 70, e corre alle armi per offrire
un vano ma eroico sostegno allesercito, ripetendo lepopea della
Repubblica Romana.
Tra descrizioni di battaglie disperate ed epiche, con ampio ricorso
alla guerra di mine e a sanguinosi
assalti frontali (non ci sono ancora
le mitragliatrici, ma mine, artiglierie e fucili a retrocarica bastano a
provocare carneficine), il libro si avvia alla catastrofe finale. Lesercito non
arriva in tempo a salvare la capitale, le trattative diplomatiche falliscono e

210

Future Wars

il comandante francese, irritato e preoccupato per le forti perdite causate


dallinaspettata resistenza italiana, decide di bombardare la capitale.
Il libro termina con un finale aperto. Il bombardamento
riduce in macerie la maggior
parte dei monumenti antichi
e moderni, la folla disperata e
inferocita assalta i palazzi di
via Nazionale, saccheggia la
Banca dItalia e infine assalta il
Vaticano, additato dallanticlericale Moderni come primo responsabile delle disgrazie della
Patria. Il governatore militare
di Roma, contemplando il rogo
della citt, esclama: S, meglio
distrutta che schiava; la fine
degna della sua storia gloriosa! Qui la storia si interrompe
lasciandoci fantasticare i successivi sviluppi di una lotta disperata e folle. Pochi anni dopo,
nel luglio del 1902, un accordo
segreto di reciproca neutralit
fra Italia e Francia cominci
a incrinare lo spirito della Triplice; ma fino allinizio del 1915 lo Stato
Maggiore italiano continu a pianificare unipotetica guerra col vicino
transalpino, ad ulteriore dimostrazione del tragico distacco tra alte sfere
militari e classe politica. La Grande Guerra, combattuta nella direzione
opposta, divor, tra tante giovani vite, anche quella del figlio di Pompeo
Moderni.

Storia della distopia militare

211

Emile Driant / Capitaine Danrit

La warfiction francese tra rvanche e orientalismo

di Ferdinando Angeletti

anto nota in Francia quanto ignorata in Italia, la figura del colonnello Emile-Augustin-Cyprien
Driant (1855-1916), lutopiste de la
guerre, il Jules Verne militare1 caduto eroicamente a Verdun, sintreccia col
Capitaine Danrit (anagramma di Driant),
pseudonimo con cui firm i suoi romanzi. Usciti tra il 1889 e il 1915, fanno di
Driant uno dei massimi esponenti della
Warfiction2 e al tempo stesso del Roman
daventures coloniales3, sottogenere della
letteratura per ragazzi4.
Nato nel 1855 da una famiglia profondamente conservatrice e cattolica della
Piccardia, St-Cyrien, tenente del 43e RI, ufficiale dordinanza, genero e
fervido seguace di Boulanger5, ne fu penalizzato nella carriera, restando a

1 Jean-Jacques Langendorf, Capitaine Danrit: les visions du Jules Verne militaire, conferenza del 9 settembre 2015 a Nancy. Langendorf maitre de recherches lInstitut de
Stratgie et des Conflits Commission Franaise dHistoire Militaire.
2 Ignatius Frederick Clarke, Voices Prophesying War 1763-1984, Oxford U. P., 1966, pp. 8384, 88, 117-125, 226, 127.
3 Jean-Yves Tadi, Le Roman daventures, PUF, Paris, 1982.
4 Penelope H. Brown, A Critical History of French Childrens Literature, Vol. Two: 1830 to
Present, Routledge, 2011, p. 145-146, 151, 328 nt. 55.
5 George-Ernest Jean-Marie Boulanger (1837-1891), ministro della guerra (1886-87) riformatore e revanscista, deputato e capo di un movimento eversivo di estrema destra, condannato in contumacia per alto tradimento (1889), morto suicida. V. Albert Verly, Le gnral
Boulanger et la conspiration monarchique, Ollendorf, Paris, 1893; William Irvine, The
Boulanger Affair Reconsidered : Royalism, Boulangism, and the Origins of Radical Right
in France, Oxford U. P., 1989.

212

Future Wars

lungo tenente del 4e RZ a Tunisi (1889-1896). Fu poi capitano istruttore


a St-Cyr e maggiore al 4e RZ (1898), al 69e RI di Nancy (1899) e infine
al 1er chasseurs pied (BCP) a Troyes. Fashoda rinfocol langlofobia di
Driant, il quale pens ad un fronte comune con la Germania e addirittura
di raggiungere il colonnello Georges de Villebois-Mareuil (1847-1900) caduto in Sudafrica per la causa boera e onorato da un monumento a Nancy6.
Nel 1905 Driant lasci lesercito a seguito dellAffaire des fiches7 ed
entr in politica, fondando ben tre leghe (Militare, Jeanne dArc e Antimassonica). Tuttavia alla Camera entr solo nel 1910. Nel 14 ottenne il
richiamo col grado di colonnello, pur continuando a svolgere attivit parla6 Roy Macnab, The French Colonel. De Villebois-Mareuil and the Boers, 1899-1900,
Oxford, 1975; Bernard Lugan, Villebois-Mareuil, le La Fayette de lAfrique du Sud, Monaco, d. du Rocher, 1990 Annette Keaney, Le Lion et le sanglier. Deux hros de la Guerre
des Boers: Paul Kruger et Georges de Villebois-Mareuil, Paris, Editions France-Empire,
1991
7 Si riferisce alla discriminazione politica degli ufficiali instaurata dal generale massone
Louis Andr, ministro della guerra (1900-1904), creando due liste di ufficiali, Carthage
dei reazionari antisemiti e antidreyfusardi e Corinthe dei massoni e dei progressisti, i
primi penalizzati e gli altri favoriti nellavanzamento. Le fiches erano i dossier riservati
in cui venivano illegalmente annotate le idee religiose e politiche dellufficiale. Scoperto,
Andr tent di scaricare la responsabilit sullesecutore, il capitano Jules-Henri Mollin,
che fu degradato. V. Mollin, La vrit sur lAffaire des fiches, pr. Jacques Dhur, Librairie
Universelle, Paris, 1905. Franois Vind, LAffaire des fiches 1900-1904: chronique dune
scandale, Editions Universitaires, 1989; Serge Doessant, Le gnral Andr: de lAffaire
Dreyfus lAffaire des fiches, Glyphe, 2009.
Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

213

mentare, partecipando alla redazione delle norme per la concessione della


Croix de guerre e criticando il generalissimo Joffre per aver alleggerito la
difesa nel settore di Verdun8, dove Driant comandava il gruppo chasseurs
(56e e 59e BCP) della 72e Division e dove cadde eroicamente il 22 febbraio 1916 (Bois des Caures).
Sepolto dal nemico con gli onori
militari, Driant fu onorato da Foch
con un monumento e una giornata
commemorativa9. Ricordato poi solo
come eroe10, Driant stato riscoperto come autore solo di recente, con
le biografie di Daniel David (1992;
2004)11 e del romanziere di estrema
destra Jean Mabire (1927-2006), che,
approssimandosi la morte, tra i tanti lavori non ancora terminati, volle concludere proprio quello su Driant, uscito postumo nel 201512.
Met delle produzione di Driant rientra nel filone, revanscista o allarmista pi che futurista, della prossima guerra. La prima opera, comparsa
nel 1889 per Fayard in due enormi volumi in-4 in mezza-pelle rossa (1820
pagine) e intitolata La guerre de demain, era un grand rcit patriotique,
che lautore definiva un rve sognato nellattesa della Guerra Santa13.

8 Roger Fraenkel, Joffre limposteur: les mensonges de la grande guerre, Jourdan, 2014, p.
291.
9 V. Gaston Jolivet (1842-1927), Le colonel Driant, Delagrave, Paris, 1918, scritto subito
dopo larmistizio ed in occasione dellinaugurazione del monumento a Danrit a Verdun.
Questo il giudizio di Foch: Driant avait t un remarquable officier. Rendu la vie civile et lanc dans la carrire politique il montra ce qui fait la base dune nature militaire
dlite: une me de patriote. Aux preuves de son pays il rpondit en reprenant lpe. Aux
preuves de ses troupes, il prfra la mort. Il finit en soldat. Nest-ce-pas l une vie et un
exemple? Le 25.9.18, S. Foch.
10 Pierre Mari, Les grands jours, Fayard, 2013 (Sul Bois des Caures).
11 Daniel David e Andr Martel, Arme, politique et littrature: Driant, ou le nationalisme
en son temps, Paris, 1992. David, Le Colonel Driant: De larme a la littrature, le Jules
Verne Militaire, Grard Klopp, Paris, 2004.
12 Mabire,Driant/Danrit, Le Polmarque, Nancy, 2015. Cfr. Tmoignage dAnne Bernet,
La Nouvelle Revue dHistoire, no24, mai-juin 2006..
13 Brian Bond, The Pursuit of Victory: From Napoleon to Saddam Hussein, Oxford U. P.,

214

Future Wars

Illustrato da Lon Couturier (18421935) e couronn par lAcadmie franaise, ebbe grande successo anche grazie alla
prefazione di Jules Clartie (1840-1913),
un popolarissimo poligrafo di destra i cui
romanzi polizieschi ebbero varie versioni
cinematografiche. Seguirono, sempre per
Fayard, altre due edizioni illustrate da Paul
de Smart (1855-1915), una in sei volumi
in-12 riuniti a coppie in tre parti, intitolate La guerre de forts (1889), La guerre
en rase campagne (1892) e La guerre en
ballon (1893) e una in 4 volumi in-8
(1895). Ledizione in-12 fu poi ristampata
da Flammarion (le cui edizioni e continue
ristampe sono senza data, rendendo a volte
arduo stabilire lesatta successione delle opere di Driant: v. tabella in fine
articolo). Il tema del romanzo quello di una proditoria aggressione della
preponderante Triplice Alleanza. Leroica resistenza del forte di Liouville
consente la radunata francese; seguiamo poi il 4e RZ dalla Tunisia a Marsiglia e di qui, in appena 24 giorni grazie alle ferrovie, alla decisiva vittoria
di Neufchteau sulla Meuse e infine a Potsdam, dove Guglielmo II cade
trafitto da un maresciallo dei corazzieri alsaziano. Completa la trilogia Le
journal de guerre du lieutenant von Piefke, contre-partie de La guerre de
forteresse raconte par un officier allemand, un concentrato di stereotipi
su Les Boches, scritto assieme a Pierre de Pardiellan (Pierre-GuillaumeAuguste Veling).
Driant scrive pure la prefazione a La Fin de lempire dAllemagne. La
Bataille du Champ des Bouleaux, 191..., del romanziere (e ufficiale superiore) Louis-Marie-Sylvain-Pierre Larreguy de Civrieux. Driant ricostru
inoltre la bandiera degli zuavi della guardia imperiale tagliata allatto della
resa a Metz, nel 1870, rintracciando i veterani che ne avevano custodito i
pezzi14.
1998, p. 86.
14 Jolivet, op. cit., pp. 70-73.
Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

215

La Rvanche sognata da Driant non soltanto nei confronti della Germania, ma pure dellInghilterra. Dopo Fashoda segue per Flammarion
unaltra trilogia da 1.200 pagine, illustrata da Couturier e da Henri-Patrice
Dillon (1850-1909), sulla Guerre fatale France-Angleterre. La scintilla
scoppia a Biserta, prosegue sopra e sotto i mari e si conclude con la mitica
dscente Oltremanica: lopera termina con gli inviati francesi che dettano i termini della pace tra le rovine della Camera dei Comuni. Il fronte
principale resta per sul Reno: e qui al sogno eroico subentrano toni da
Cassandra: nel 1903 Driant immagina una guerra nel 1906 (La guerre possible, Tallandier), e nel 1906, dopo aver lasciato lesercito ed essere stato
battuto alle elezioni legislative a Pontoise, inizia una serie di conferenze dal titolo eloquente (Comment restaurer lidal patriotique menac,
Contre la rvolution, La bataille moderne). Le sue corrispondenze
dalle grandi manovre tedesche del 1906 sono riunite in un volume intitolato Vers un nouveau Sdan (Juven), tradotto in tedesco, con evidente
compiacimento (Einem Neuen Sedan entgegen, Stalling, Oldenburg 1907).
Oltre a discutere di questioni militari, Driant denuncia le utopie miliziane
di Jaurs e lantipatriottismo anarchico di Herv15. La polemica prosegue
con La Rvolution de demain (Tallandier): scritto assieme ad Arnoul Galopin (1863-1934), prolifico autore di romanzi polizieschi e per ragazzi,
dipinge la Francia caduta in mano ai sindacati e ai socialisti, disarmata e
nuovamente umiliata dalla Germania. In ogni intellettualaido Driant subodora un traditore: infatti un istitutore pubblico, linfame che consegna
15 Daniel David, Preface Linvasion jaune, Aventures militaires du dbut du XXe sicle.
Editions Rocambole, 2011.

216

Future Wars

ai Boches leroica Metz, invano difesa con tunnel e contromine dagli eroici genieri (Les Robinsons souterrains, 1912). Le cose cambiano quando i
maestri lasciano le aule alle supplenti per inquadrare in trincea i contadini
infagottati in bleu-horizon: nelledizione del 1915 (La guerre souterraine)
il traditore non pi un istitutore16. Ne LAlerte (1910) un ingegnere francese, indotto in errore da una serie di apparenze verosimili, parte in guerra
anzitempo contro la Germania e lo sconta con lesilio in Argentina, sia pur
compensato dallamore di una patriota danese.

Gli Autori non sono buoni giudici sulla fortuna delle proprie opere. Superati dalla realt, i libri sulla prossima guerra furono presto dimenticati,
mentre il successo postumo di Driant fu dato dai suoi romanzi di avventure
per ragazzi, quelli cui propriamente deve la fama di Jules Verne militare. Il primo filone quello identitario-bonapartista, la storia di una famiglia militare attraverso lepopea nazionale francese dellultimo secolo
(1792-1886). Anche in questo caso una trilogia (Jean Tapin, Filleuls de
Napolon, Le petit Marsouin) da 1400 pagine illustrata da Smart pubblicata fra il 1898 e il 1901 da Delagrave. Nel filone rientra pure la successiva
Evasion dEmpereur (1905), in cui la vicenda di SantElena culla il tema
del glorioso passato che un giorno torner.
Il secondo filone quello della distopia razzista, imperialista, islamofoba che furoreggiava in Europa e negli Stati Uniti. Il Resto del mondo
semplificato: qui sotto i Neri, ad Est i Gialli, non solo pesanti fardelli
dellUomo Bianco, ma costante minaccia di contro-dominazione. Driant

16 Jean-Yves Le Naour, La Premire guerre mondiale pour les Nuls, Edition First, 2008, p.
61.
Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

217

riecheggia lappello di Lyautey allunit europea per fronteggiare la minaccia demografica africana e asiatica. Lenfasi proprio sulla ineluttabilit dello scontro, non sul contrasto tra civilt e barbarie: anzi Danrit mostra
disprezzo per la pourriture gnrale due un excs de civilisation17 e
riconosce le atrocit del colonialismo, pur imputandole solo a tedeschi,
inglesi e portoghesi e contrapponendo il carattere pacifico e umanitario del
colonialismo francese18. Il pubblico dei suoi libri riccamente illustrati sono
i rampolli del nascente ceto medio, futuri quadri dellesercito, dellamministrazione e delle professioni. Driant, che, infiammato dalla lettura di
Salammb, aveva costruito la casa di famiglia sulle rovine del tempio di
Esculapio a Cartagine19, mescola avventura, esotismo, amore con nozioni geo-etnografiche e tecnico-scientifiche, strumenti di una pedagogia nazionalista e militarista, dominata dalla fatalit della guerra. Questa viene
presentata con elementi di discontinuit tecnica e perfino morale rispetto
al passato. Oltre alle nuove armi aeree (palloni, aerostati, in seguito pure
aeroplani) e sottomarine20 e ai mezzi (anche televisivi21) di comunicazione
a distanza, compaiono le armi batteriologiche e chimiche.
La superiorit tecnologica (esplosivi ad altissimo potenziale, bombardieri dirigibili, silenziatori per armi da fuoco, automi da combattimento)
e le armi di distruzione di massa contraddicono letica cavalleresca e anticipano la guerra post-eroica. Ma sono legittimate dalla natura infernale,
perversa, non-umana del nuovo nemico, lUomo Nero e lUomo Giallo.
Le super-armi, proiezione tecnica della superiorit etica dellUomo Bianco, compensano linferiorit numerica del mondo civile (che al culmine
dellimperialismo e dello sfruttamento coloniale si considerava paradossalmente minacciato di invasione!).

17 LInvasion Noire, I: La mobilisation africaine, p. 156.


18 Grand plrinage la Mecque, p. 140.
19 Jolivet, op. cit., pp. 47-48 e 65-66.
20 V. Driant, Guerre maritime e sousmarine, Flammarion, Paris, 1906 (8 vol. in-12 di 194 pp.
inclusa la riedizione di Robinsons sous-marins, 1901, couronn par lAcadmie franaise) in cui si mostra assertore della Jeune Ecole navale, che lasciava alle grandi unit (corazzate e incrociatori) la sola guerra psicologica (bombardamento indiscriminato dei porti
nemici) e attribuiva compiti offensivi e decisivi al naviglio sottile (poussire navale) e subacqueo e alle mine.
21 Ne La guerre souterraine, Flammarion, Paris, 1913.

218

Future Wars

LInvasion Noire (Flammarion, 1894) una trilogia22 di oltre mille pagine, illustrata da Paul de Smart e dedicata a mon cher matre Jules
Verne, su una guerra santa islamica proclamata dal Sultano di Costantinopoli Abdul MAhmed detronizzato da intrighi inglesi e rifugiato in Congo.
Il primo atto il massacro di una colonna di 600 soldati italiani partiti
dallEritrea per impadronirsi di miniere doro appena scoperte. Lautore
passa poi in rassegna tutti gli innumerevoli contingenti che formano le
36 armate africane, con 13 milioni di combattenti insensibili al dolore e
alla morte, organizzate secondo la disciplina di Abd el Kader. Inizialmente
conquistano il Nordafrica francese dove catturano il ballon lenticulaire Le Tzar lanciato dal Comitato dellAfrica francese per lesplorazione
della misteriosa Africa centrale. Conquistato il resto delle colonie europee
e lEtiopia, fanno saltare in aria le flotte europee del Mar Rosso, prendono
Suez, si collegano con linsurrezione araba, persiana e indiana e, dopo aver
preso Costantinopoli e i Balcani, giungono ad assediare Vienna, difesa da
Serbi, Austriaci e Tedeschi. Grazie al tradimento di un inglese, esperto di
esplosivi, che con una gigantesca esplosione crea un tunnel sottomarino,
le truppe del Sultano passano lo stretto di Gibilterra e conquistano rapidamente la Spagna giungendo fin sotto Parigi. Qui per le forze francesi, al
comando del Maresciallo dArco (diretto discendente della Giovanna patrona di Francia) riescono a fermarle e, anzi, ad uccidere il Sultano, ponendo fine allinvasione. La guerra, che ha provocato milioni di morti, porta
alla riorganizzazione dellEuropa in tre Confederazioni: Tedesca, Slava e
GrecoLatina (che include Costantinopoli) e le colonie vengono ripristinate con la promessa di riforme:
Ainsi conclude Driant le XXe sicle, marqu par la lutte la plus
gigantesque queut jamais enregistre lhistoire ou la lgende, vit, au sortir
de ce redoutable dfie, la rconciliation des peuples de race blanche et leur
retour aux principes de justice et dhumanit. Le sang vers par linvasion
noire, au lieu de noyer la vieille Europe, lavait fconde, tant il vrai que
la GUERRE, lorsquelle est soutenue par une cause juste, lorsquelle a pour
enjeu lexistence et la libert, est toujours une leon et un enseignement.
Cest elle, en effet, qui retrempe les races, elle qui arrte les nations sur la
pente de la dcomposition sociale; elle, enfin, qui rende aux individus le

22 I: La mobilisation africaine; II: Le grand plrinage la Mecque; III: Fin de lIslam devant Paris.
Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

219

sentiment du devoir e du sacrifice23

Dieci anni dopo, sollecitato dalla guerra russo-giapponese, Driant si


cimenta pi direttamente nel sottogenere del Pericolo Giallo24, con LInvasion Jaune, altra trilogia25 Flammarion di quasi 900 pagine, illustrata da
Pierre-Georges Dutriac (1866-1958). Anche questo basato su unalleanza cino-nipponica per conquistare Russia ed Europa continentale, ma con
la particolarit del ruolo diabolico attribuito a Inghilterra che sostiene i
gialli. Loro stratega lingegnere giapponese Yukinaga, Gran Maestro del
Dragon Dvorant, che ha preso il controllo della Cina con un colpo di
stato, mentre in una Francia rinunciataria e distratta i socialisti predicano
la pace universale e ottengono lo scioglimento dellesercito. Unica Cassandra il giovane deputato Robert Hardy, che segue in Cina, per amore,
Maggy Wishburn, figlia di un ingenuo miliardario californiano, detto Il
Re del Pacifico, che ha fabbricato 5 milioni di fucili per Yukinaga. Sbaragliato lesercito russo a Samara sul Volga, lorda gialla prende Mosca.
La Turchia e tutti i musulmani si uniscono ai gialli. Inutilmente vittoriosa
sul Niemen, la Germania travolta a Thorn, dove lo stesso Kaiser cade
eroicamente alla testa dei corazzieri. Parigi, dove si nuovamente instaurata la Comune, travolta. Yukinaga, morente, celebra il trionfo cavalcando nei boulevard tra piramidi di teste e cede il potere alla giovane figlia,
proclamata imperatrice. I profughi francesi si rifugiano per in Algeria,
respingendo i musulmani in Marocco, e si forma a Cartagine un governo
provvisorio, preludio alla riconquista dellEsagono.
A queste due trilogie si possono accostare due romanzi geopolitici
anti-britannici, essi pure conditi da romantiche storie damore. Ordre du
Tsar (Lafayette, 1905), dedicato nos frres darmes de larme russe,
dans leurs preuves comme dans leurs triomphes, narra una spedizione
russa da Samarcanda a Lasha per precedere una colonna britannica partita
dallIndia per sottomettere il Tibet. Ne LAviateur du Pacifique (Flammarion, 1909, Dutriac) un aviatore francese scopre la flotta nipponica in pro23 Fin de lIslam devant Paris, p. 394.
24 V. il saggio di Elena Piana in questo stesso Quaderno.
25 1. La mobilisation sino-japonaise; 2.La stratgie de la haine; 3. A travers lEurope. Daniel David, Linvasion jaune du Capitaine Danrit: lAsie lassaut de lEurope au dbut
du XXe sicle, Jules Verne & Cie, Bulletin du Club Verne, N. 1, 2011.

220

Future Wars

cinto di attaccare di sorpresa la base navale americana di Midway ...


Altri romanzi illustrati da Dutriac per Flammarion sono Robinsons sousmarins (1901), dedicato da Driant ai due figli pi giovani, sul dramma di
due sventurati chiusi in un sottomarino affondato a 40 metri di profondit;
e Robinsons de lair (1908), unico libro di Driant tradotto in italiano (Sonzogno, 1910), sulle vicissitudini dei passeggeri del dirigibile Patrie N. 2
travolto dalla tempesta e spinto sul Polo Nord. E cos pure Au-dessus du
Continent Noir (1912) dedicato al generale Albert Baratier (1864-1917),
esploratore delle sorgenti del Nilo in cui la bella Ourida guida una missione aerea francese alla scoperta delle citt misteriose dellAfrica Centrale: e che si conclude, al ritorno in patria, col presago sorvolo dellAlsazia
gettando nel panico les Boches.
Opere di Driant con lo pseudonimo di Capitaine Danrit (prime edizioni)

Anno Titolo

1889

La guerre de demain. Grand rcit patriotique illustr


vol)

Ill. Ed.

pp.

(2 C

Fa

1820

Fa

859

1889

La guerre de demain: 1. La guerre de forts (2 voll. in-12)

1892

2. La guerre en rase campagne (2 voll. in-12)

957

1893

3. La guerre en ballon (2 voll. in-12)

721

1894

4. Le journal de guerre du lieutenant von Piefke (Capitaine


Danrit et Pierre de Pardiellan) (2 voll)

653

1894

La guerre de demain: La bataille de Neufchteau

1894
1898
1901

Linvasion noire: 1 Mobilisation africaine; 2 Concentra- S


tion: plrinage la Mecque; 3. A travers lEurope. 4. Autour de Paris (4 vol. in-8 o 3 vol. in-18)

Evasion dEmpereur

1901

Robinsons sous-marins

Le drapeau des chasseurs pied

Fa

275

Fl

1069

1388

238

Du Fl

310

Histoire dune famille de soldats. 1 Jean Tapin1792-1830; S


2 Filleuls de Napolon 1830-1870; 3 Petit-Marsouin 18701887

1903
1902

Storia della distopia militare

221

Emile Driant / Capitaine Danrit


1902
1903

La guerre fatale France-Angleterre: 1. Bizerte!; 2. en C,


sous-marin (2 vols); 3. 2. En Angleterre!
Di

1905

De Samarcande Lhassa. Ordre du tzar

381

1905

Linvasion jaune 1. La mobilisation sino-japonaise; 2.La Du Fl


stratgie de la haine; 3. A travers lEurope

851

Guerre maritime et sous-marine (8 vol. in-12)

1552

1903

1906

1906

1906
1907

1908

La France et lAllemagne en 1906: la guerre possible

Fl
T

Fl

Impressions dAllemagne

Fl

Robinsons de lAir

Du Fl

352
688

Vers un nouveau Sdan

(Einem Neuen Sedan entgegen, Stalling, Oldenburg 1907)

(I Robinson dellAria, Sonzogno, Milano, 1910; 1930)

La Rvolution de demain (avec Arnoul Galopin)

1909

La Grve de demain, roman

1910

Un dirigeable au Ple Nord

1910

1912

1912

261

1909

1910

1192

LAlerte

LAviateur du Pacifique

Au-dessus du Continent Noir

Robinsons souterrains

Fl

Du Fl

Du Fl

Du Fl

Du Fl

158

283

455

352

472

516

Ill. = Illustratore. = Lon Couturier (1842-1935). Di = Henri-Patrice Dillon (18501909). Du = Pierre-Georges Dutriac (1866-1958). M = Marin. S = Paul de Smart
(1855-1915). Y = E. Yrondy.
D = Delagrave. Fa = Fayard. Fl = E. Flammarion. J = F. Juven. L = Lafayette. M. = H.
Matot. T = J. Tallandier

222

Future Wars

Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

223

La warfiction francese del 1871-1914

Il genere della prossima guerra compare in Francia gi nel 1871, con


la Bataille de Berlin en 1875 del giornalista del Figaro douard Dangin26, che parafrasava La Battaglia di Dorking. Segue nel 1873 (Dentu) La
rvanche fantastique, di Louis Denayrouze (1848-1910) e Eugne Tassin.
Nel 1884 La guerre prochaine entre la France et lAllemagne, di Henri
Boland (1856-1909), bibliotecario e autore di guide turistiche, un appello
allunit dei francesi contro la minaccia della Triplice Alleanza. Nel 1891
esce la traduzione francese di un romanzo navale di uno storico militare
serbo in cui si immagina il trionfo della marina francese sulla Royal Navy
grazie alle torpediniere27. Nel genere rientrano La bataille de Strasbourg
(Boulanger, 1895) del romanziere Jules Lrmina (1839-1915), La guerre
Anglo-franco-russe (1900) del giornalista e scrittore Henri de Noussanne
(1865-1936) e la traduzione francese di un romanzo sul dominio mondiale
acquisito dalla Germania a spese della Russia grazie alle forze aeree giapponesi, tedesche e turche28.
Tra le mere fiction citiamo Une hrone de quinze ans (1910) dove una
reincarnazione laico-aeronautica di Giovanna dArco sbaraglia da sola la
Triplice a Waterloo29, e Le Capitaine Rex (1911) in cui si immagina, nel
1950, una guerra tra la Lega Imperialista Protestante (Inghilterra, Germania e Russia) e la Lega Latino-cattolica (Francia, Italia e Spagna)30. Ispirato dalla profezia della Salette sulla distruzione di Parigi, apprezzato da
Lon Bloy e uscito nel giugno 1914, Paris en feu (ignis ardens) immagina
un attacco degli Zeppelin. Le onde hertziane proiettate dalla Tour Eiffel
distruggono i dirigibili ma pure la citt31.
26 . Dangin, La bataille de Berlin en 1875. Souvenirs dun vieux soldat de la Landwehr,
Lachaud, Paris, 1871.
27 Spiridion Gopevi (Trieste 1855-Berlino 1936), Comment la France conquit lAngleterre
en 1888, rcit des batailles et combats divers qui amenrent cette conqute, daprs lAllemand par H. Buchard, lieutenant de vaisseau, Paris Limoges, imprimerie et librairie
militaire Henri Charles-Lavauzelle, diteur, 1891.
28 Rudolf Emil Martin, Berlin-Bagdad; Das deutsche Weltreich im Zeitalter der Luftschiffahrt, 1910-1931, Deutsche Verlags-Anstalt, Stuttgart und Leipzig, 1907. Rodolphe Martin, La Guerre arienne Berlin-Bagdad, Flix Juven, Paris, 1907.
29 Rodolphe Bringer et Lon Valbert, Une hrone de quinze ans, Mricant, 1910.
30 Roger Duguet et Georges Thierry, Le Capitaine Rex, Bonne Presse, Paris, 1911.
31 Henri Barbot, Paris En Feu (Ignis Ardens), Bibl. des Lettres Franaises, 1914.

224

Future Wars

Tra gli studi militari spiccano Rome & Berlin (1888), di Charles Rope,
ufficiale di marina, La bataille de la Vesle (1894) del comandante Claude
Nigote32 e altre del colonnello Arthur Boucher33 e del generale Jean-Lambert-Alphonse Colin (1864-1917)34, dove scenari geopolitici si mescolano
a previsioni sulle conseguenze tattiche e strategiche dei nuovi armamenti
e mezzi logistici. Il pi interessante per uno studio del 1912 del barone
Roger de Mauni (1847-192?) su una battaglia strategica con 600.000 uomini sulla Wovre, vinta in quattro giorni dalla Francia grazie ai bombardieri a lungo raggio in grado di colpire le retrovie tedesche35. La battaglia
avvenne realmente dal 5 al 14 aprile 1915, ma loffensiva della 1a Armata
francese per ridurre il saliente di Saint-Mihiel fall per insufficienza di artiglieria pesante. Il saliente fu preso dagli Americani nel settembre 1918,
con 1.441 aerei e 267 carri.
E doveroso ricordare pure Gaston Moch (1859-1935), figlio di un valoroso ufficiale ebreo, polytechnicien, parigrado e amico di Dreyfus, che
abbandon lesercito per dedicarsi alla causa della pace36. Esperantista,
affascinato dalla teoria della relativit di Einstein, socialista amico di
Lon Blum, Moch dedic i suoi saggi militari La Dfense nationale et la
dfense des ctes (1894); LArme dune dmocratie (1900); La Rforme
militaire. Vive la milice! (1900); Vers la fdration dOccident: dsarmons les Alpes! (1905); Les Forces Armes dans la Socit des Nations
alla trasformazione degli eserciti in forze strettamente difensive (il modello della nazione armata), influenzando LArme nouvelle (1911) di
Jean-Jaurs.
32 V. in questo Quaderno Ilari, Buduaja Vojna.
33 Colonel Arthur Boucher, La France victorieuse dans la guerre de demain. tude
stratgique, Berger-Levrault, Paris, 1911, con 9 tavole e 3 carte. I. F. Clarke, The Tale of
the Next Great War, 1871-1914: Fictions of Future Warfare and Battles Still-to-come, Liverpool U. P., p. 376.
34 Colin, Les transformations de la guerre, Paris, 1911.Su questa letteratura v. pure Jean Vic,
La littrature de guerre, Payot, Paris, Vol. 1, 1918.
35 [Baron Roger de Mauni], La Bataille de la Wovre, 1915. Rapport adress Sa Majest
Victor-Emmanuel III, Roi dItalie, par le major-gnral N. Braccio di Montone, commandeur de lordre des Saints Maurice et Lazare, aide de camp de Sa Majest (Traduction par
Flix Depardieu), H. Charles-Lavauzelle, Paris, 1912.
36 Paul-Henri Bourrelire, Gaston Moch, polytechnicien combattant de la paix, Ralits
industrielles, aot 2008, pp. 48-59.
Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

225

La Guerre au XXe Sicle


La Guerre Infernale
Famoso soprattutto come storico e propagandista della bicicletta, fondatore della rivista Vlo e ideatore del Tour de France, il giornalista Pierre Giffard (1853-1922) fu anche giovanissimo volontario nella guerra del
1870, corrispondente di guerra dalla Tunisia37 e dalla Manciuria38 e autore
di una Warfiction per ragazzi sulla falsariga del Yellow Danger di M. P.
Shiel, ma incentrata soprattutto sulle nuove armi, dirigibili, sottomarini,
super-esplosivi, fasci donde, armi chimiche, batteriologiche e climatiche.
La narrazione il reportage di un giornalista del 2000 sul grande conflitto mondiale, iniziato in Europa con lattacco tedesco a Francia e Inghilterra ma internazionalizzato dai giapponesi, che riescono a prosciugare il
Canale di Panama bloccando tutte le flotte dei bianchi e sbarcano in Nordamerica: le invenzioni del geniale Erickson (Edison) ritardano lavanzata
ma non la fermano. Le orde cinesi invadono la Russia: si forma una muraglia bianca, ma lo zar assassinato, Mosca presa, i turchi defezionano
e lepidemia di colera scatenata dal dottor Essipof non basta a decimare gli
invasori. In procinto di essere decapitato, il narratore si sveglia: era solo
un incubo.
Edita da Albert Mricant col titolo La guerre infernale, lopera usc dal
18 gennaio al 16 agosto 1908 in 30 fascicoli settimanali39 di 32 pagine,
con copertina a colori e 495 illustrazioni in bianco e nero di Albert Robida
(1848-1926). Seguirono nel 1908 altre tre edizioni Mricant senza le co37 Les Franais Tunis; Les Franais en Egypte, Victor Havard, 1881 e 1883.
38 Les Soires de Moukden, nouvelles russo-chinoises; Les Nuits de Mandchourie (2 vol.),
entrambi per Flix Juven, 1904 e 1905-06.
39 1 La Plante en feu. 2 Les Armes de lair. 3 Les Semeurs dpouvante. 4 Prisonniers dans
les nuages. 5 Paris boulevers. 6 Les Chevaliers de labme. 7 Tragdies sous la mer. 8 Le
Sige de Londres. 9 Moletown, la ville des taupes. 10 La Bataille arienne. 11 Le Sang des
Samouras. 12 Perdus dans lAtlantique. 13 La Cohue des fous. 14 La Croisire du Krakatoa. 15 La Mer qui brle. 16 La Mer qui gle. 17 La Tuerie scientifique. 18 Jap contre
Sam. 19 Le Hibou de locan. 20 LInvincible armada. 21 La Muraille blanche. 22 Nitchevo! 23 Les Fourmis jaunes. 24 Le Choc des deux races. 25 A nous le cholra! 26 Le Train
sanitaire. 27 Dsespoirs et vengeance. 28 Les Chinois Moscou. 29 Dans lavenue des
supplices. 30 La Fin dun cauchemar.

226

Future Wars

pertine a colori40 e una nel 1909 in otto volumi in-12 col titolo Les drames
de lair41. La serie fu tradotta in spagnolo e poi ripubblicata in Argentina.
Una riedizione in tre volumi, con le copertine a colori, stata pubblicata
nel 2001-2003 dalla Apex42.
Il pregio de La guerre infernale sta
soprattutto nelle illustrazioni affascinanti e lievemente ironiche di Robida.
Fu per autore anche di una sua Guerre
au XXme sicle, di cui vi sono tre versioni. La prima un album commentato,
inedito tranne alcune tavole pubblicate
in riviste del 1869 e 1870, in cui troviamo artiglierie su aerostati, sbarchi
da baleniere corazzate, bombe al cloro.
La seconda costituisce il N. 200 de La
Caricature (27 ottobre 1883): il testo
sono i bollettini della guerra tra Australia e Mozambico scoppiata per ragioni
economiche: si combatte con sottomarini, fortezze volanti e ruotate, armi chimiche e miasmatiche43. La terza
versione un album per ragazzi del 1887 che ha per filo conduttore le
avventure militar-picaresche di tale Fabius Molinas di Toulouse44. Nella
grande guerra Robida perse due figli, uno dei quali vittima di gas: un terzo
perse una gamba sulla Marna45.

40 Una in sei brochures di 160 pagine, una in due volumi rilegati in cartoncino color crema e
dorso rosso in tela e una in unico volume in-4.
41 Con le copertine a colori ma non di Robida. 1 La torpille volante. 2 Les chevaliers de linfini.3 A lassaut du ciel. 4 Perdus dans lespace. 5 Les vampires de locan. 6 Face la
tempte. 7 Le nuage en feu. 8 La chute aux abmes.
42 Jean-Luc Boutel, La guerre infernale par Giffard et Robida, Sur lAutre face du monde.
Le site des passionns de Merveilleux Scientifique.
43 Henri Beraldi, Un Caricaturiste prophte, la guerre telle quelle est prvue par Robida il
y a trente-trois ans, Dorbon an, Paris, 1916.
44 Dominique Lacaze, Albert Robida matre de lanticipation, Revue des deux mondes,
Juillet-Aot 2015.
45 Jean-Claude Viche, Albert Robida, un gnie paradoxal, post-2010, online.
Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

227

228

Future Wars

Storia della distopia militare

Emile Driant / Capitaine Danrit

229

La Rvolution de 1953: Le Bataillon de la Suprmatie fminine arrivant aux barricades (Albert Robida, Le Vingtime sicle, Georges Decaux, Paris, p. 344. Wikimedia
commons)

Albert Robida, La guerre au Vingtime sicle,


La Caricature n. 200, 27 Octobre 1883.

231

Landung in Cape Cod

I piani tedeschi di invasione degli Stati Uniti


(1897-1906)
di Raffaele Moncada

Il pericolo americano

n una conversazione del novembre 1899 con Arthur James Balfour,


Guglielmo II gli avrebbe detto: Ogni volta che scoppia una guerra in
qualche parte del mondo, noi tedeschi ci mettiamo seduti e prepariamo un piano1. Lattivismo tedesco non riguardava infatti solo i conflitti
balcanici, asiatici e africani di fine Ottocento, ma anche quello ispanoamericano, in cui Berlino aveva invano cercato di creare una coalizione
europea contro il pericolo americano. Proprio la guerra di Cuba dette
lo spunto allammiraglio von Tirpitz per rilanciare il potenziamento dela
flotta dalto mare, considerata strumento indispensabile della Weltpolitik.
La Germania, ammonivano i navalisti, era a un bivio. Si trattava di scegliere se far parte del direttorio mondiale disponendo di una reale capacit di
imporsi, oppure di accontentarsi di un misero ruolo di spettatori della grande politica. Abile propagandista, Tirpitz presentava il potenziamento della
flotta come una questione di vita o di morte. Lentusiasmo per la marina
dilag. Erano gli anni in cui in Occidente e in Giappone i ragazzini delle
famiglie borghesi vestivano alla marinara e le storie di mare dominavano
nella letteratura per adolescenti. Lo stesso Guglielmo II divorava2 The
influence of Sea Power upon History del comandante Mahan.
Ma erano anche gli anni in cui il tenente Eberhard von Mantey (18691940) un giovane e ambizioso ufficiale dellOberkommando der Marine
(OKM), futuro storico semi-ufficiale della Kaiserliche Marine durante la

1 Holger H. Herwig, D. F. Trask, Naval Operations Plans between Germany and the USA,
1898-1913. A Study of Strategic Planning in the Age of Imperialism, in P. Kennedy (Ed.),
The War Plans of the Great Powers, 1880-1914, Guildford, Surrey 1979, p.42.
2 John C. G. Rhl, Wilhelm II. The Kaiser Personal Monarchy, 1888-1900, Cambridge
2004, p.1003.

232

Future Wars

grande guerra3 metteva a punto un piano di guerra offensiva contro gli


Stati Uniti4. Lo studio, ovviamente, gli era stato commissionato dallalto.
Le consegne che il tenente aveva ricevuto, riflettevano il clima di crescente
rivalit nelle relazioni tedesco-americane. Gli argomenti sui quali avrebbe
dovuto lavorare von Mantey avevano a che fare con Cuba e le Filippine,
lAmerica e la dottrina Monroe. Questo nel 1897. Ma lanno successivo,
lattenzione si spost sui luoghi di un eventuale sbarco negli Stati Uniti
(Chesapeake Bay e Long Island), sul bombardamento di New York e altre
faccende del genere5. Quel tipo di lavoro, sul quale dovevano esercitarsi
le menti di promettenti ufficiali, veniva commissionato dinverno, e cos
quegli studi venivano indicati come Winterarbeiten. Il fatto che a sforzarsi
fossero dei giovani ufficiali ha indotto molti storici a liquidarli come semplici esercitazioni di ambiziosi virgulti desiderosi di mettersi in mostra
per far carriera. In realt, come riconobbe lo stesso Mantey una trentina
di anni dopo, mentre nellesercito i Moltke e gli Schlieffen concepivano i
grandi piani operativi da soli, nella marina questi erano il frutto dei ragionamenti di giovani intelligenti, e i piani, dopo aver ricevuto la benedizio3 Auf See Unbesiegt, Erlebnisse im Seekrieg, Lehmann, Mnchen, 1922, 2 vol.; Deut-

sche Marinegeschichte. Mit 16 Tafeln. Verlag Offene Worte, Charlottenburg 1926;


Unsere Marine im Weltkrieg 1914-1918, Vaterlndischer Verlag, Berlin, 1927; Seeschlacht-Atlas, Mittler, Berlin, 1928; Der Krieg zur See 1914-1918, vol. I Ostsee,
Marinearchiv; Marinefibel, Berlin, Offene Worte, 1934; Unsere Kriegsmarine vom
Groen Kurfrsten bis zur Gegenwart, Berlin, Offene Worte, 1934; So war die alte Kriegsmarine, Berlin, Frundsberg, 1935; Die deutschen Hilfskreuzer, 1937; Marine-Geschichtfibel, Berlin, Offene Worte, 1939.

4 Il primo ad annunciare al vasto pubblico lesistenza di piani dinvasione tedeschi degli


Stati Uniti fu Die Zeit dell8 maggio 2002, con la pretesa di dimostrare la del tutto opinabile continuit tra il Secondo e il Terzo Reich (cfr. James Duffy, Target: America: Hitlers Plan To Attack The United States. Lyon Press, 2006; Rowman & Littlefield, 2011, pp.
2-5). In realt, quella che allapparenza sembrava una recente scoperta nel Militrarchiv
di Friburgo aveva gi una lunga storia. Il primo dibattito sui piani navali tedeschi comparve infatti in due articoli del tedesco-americano Alfred Vagts (1892-1986) in Political
Science Quarterly Dicembre 1939 (I) e Marzo 1940 (II) - dal titolo Hopes and Fears of
an American-German War, 1870-1915. Nel 1958, Walther Hubatsch (1915-1984) scopr
un rapporto al Kaiser del capo dellammiragliato, datato febbraio 1900, nel quale questi
raccomandava un attacco sulla costa del New England in caso di guerra con gli Stati Uniti (Walther Hubatsch, Der Admiralstab und die Obersten Marinebehrden in Deutschland
1848-1945, Frankfurt am Main 1958).
5 Holger H. Herwig, Politics of Frustration. The United States in German Naval Planning,
1889-1941, Little, Brown and Company Boston-Toronto 1976, p.43.
Storia della distopia militare

Landung in Cape Cod

233

ne del capo dellAdmiralstab, venivano da costui presentati direttamente


(Immediatvortrge) al Kaiser. Fino al 1897, i Winterarbeiten avevano avuto tutti a che fare con la Royal Navy, ma a partire da quel momento pass
in primo piano il pericolo americano.

Il Kapitn zur See Guido von Usedom (1854-1925) conduce i marinai tedeschi allassalto del forte cinese di Haiku (22 giugno 1900), durante il fallito tentativo di liberare le
legazioni di Pechino. Olio di Karl Rchling (1855-1920).

Il miserabile arcipelago
Eppure i rapporti tra i tedeschi e gli americani, fino agli anni 1890, erano
stati buoni. Nella guerra dei coloni dAmerica contro lInghilterra, i tedeschi
avevano simpatizzato con gli insorti piuttosto che con i mercenari assiani, e
Federico il Grande era stato il primo sovrano di una grande potenza europea
a riconoscere il nuovo stato. Le cose erano andate complicandosi nellet
del navalismo e dellimperialismo, i cui miasmi erano arrivati oltre Oceano.
Gli interessi delle due potenze emergenti erano entrati per la prima volta
seriamente in conflitto alla fine degli anni 80, quando scoppi la prima crisi delle Samoa, quel miserabile arcipelago6, come le defin Sir Thomas
6 Ivi, p.14.

234

Future Wars

Sanderson (1841-1923), permanent undersecretary agli esteri britannico.


Le isole dovevano buona parte della loro notoriet alla presenza di Robert
Louis Stevenson, che vi sarebbe andato a vivere nel 1890 per restarvi fino
alla morte, nel 1894, protestando, fino allultimo, contro la presenza coloniale. La natura del territorio aveva determinato una frammentazione politica, con tanti capi che esercitavano il potere nelle diverse isole, ciascuna
delle quali aveva le sue tradizioni e i suoi sistemi amministrativi, cosa che
non impediva ai samoani di avere di s una percezione comune. Quando
arrivarono missionari, mercanti e colonizzatori, costoro non riuscirono
a raccapezzarsi nel complesso sistema di distribuzione del potere, le cui
gerarchie parevano un vero rompicapo. Il sistema, ai loro occhi, complicava le attivit commerciali e levangelizzazione, e cos pensarono bene
di promuovere una centralizzazione del potere con un unico re per tutto
larcipelago. Il fatto che i pretendenti al trono avessero un curriculum che
poco aveva a che fare con le secolari tradizioni delle isole scaten, a partire
dagli anni 30, una sequela di guerre civili che funestarono larcipelago per
una cinquantina danni. Mentre infuriavano i combattimenti tra i samoani,
i bianchi occupavano Apia, il principale villaggio delle Samoa, e la trasformavano in un porto di importanza strategica per gli affari americani ed
europei nel Pacifico. Apia divenne lo scalo pi importante della impresa
tedesca J. C. Godeffroy & Sohn, che aveva messo piede nelle Samoa nel
18577. Le cose erano andate talmente bene per la compagnia, che il volume
dei suoi traffici nellarea aveva superato quello inglese e le aveva fruttato il
monopolio del commercio dellarcipelago. Finch, nel 1879, la Godeffroy,
che aveva deciso di diversificare le sue attivit facendo investimenti sbagliati nel settore siderurgico, fu travolta dagli effetti della crisi del 73 e
dichiarata fallita. Il rifiuto del Reichstag di concedere gli aiuti di stato alla
compagnia aliment, soprattutto in Gran Bretagna, la sensazione che il
governo tedesco avesse dismesso ogni proposito di sostenere iniziative di
espansione coloniale, e cos inglesi e francesi consolidarono le proprie posizioni in Oceania a discapito delle compagnie tedesche. Nel frattempo in
Germania ferveva il dibattito in seno al movimento colonialista e vi era chi
contestava le modalit burocratiche e commerciali con le quali, facendo
7 Florence Mann Spoehr. White Falcon, the House of Godeffroy and Its Commercial and
Scientific Role in the Pacific. Palo Alto, California: Pacific Books. 1963.
Storia della distopia militare

Landung in Cape Cod

235

leva sulle compagnia private, Bismarck cavalcava, di malavoglia peraltro,


lavventura imperialista. Altri sostenevano che gli interessi tedeschi nelle
Samoa, quelle infelici isole, come le chiam il cancelliere, fossero non
pi una questione di partiti, libero mercato o protezionismo, ma di onore
e gloria della Germania8.
Vento divino
Quando la Godeffroy era arrivata nelle Samoa, inglesi, americani e tedeschi avevano nominato, ciascuno di essi, un console per tutelare i propri
interessi. Quindi, tutti si erano dichiarati daccordo sul fatto che occorreva
avere un unico interlocutore che regnasse sullintero arcipelago, cos da
razionalizzare e legalizzare lappropriazione di terre da parte dei bianchi.
Le guerre civili che ne erano derivate, come ricordato, sconvolsero le isole
per decenni. A un certo punto, le parti in campo si ridussero a due, e cos
americani, inglesi e tedeschi tentarono varie soluzioni per ricomporre la
questione, non ultima una staffetta tra i due pretendenti al trono. Non ne
usc nulla di buono, tanto pi che i tedeschi cominciarono a sospettare
che il nuovo re (Malietoa) Laupepa (1841-1898), simpatizzasse per gli
inglesi e gli americani, tanto da indurli ad appoggiare il suo rivale, il principe (Tupua Tamasese) Titimaea. Si and avanti in un clima di crescente
sospetto, finch la guerra riesplose nel 1887. Titimaea attacc Laupepa
forte dellappoggio delle navi tedesche, mentre ad Apia i sostenitori di
Laupepa armavano i suoi uomini. La faccenda si and complicando finch, nel marzo del 1889, si arriv a un soffio dallo scontro militare diretto.
Americani, inglesi e tedeschi contavano di risolvere le loro rivalit attraverso la vittoria del partito che ciascuna di esse sosteneva e per il quale,
nel porto di Apia, continuavano ad arrivare armi. La situazione sembrava
sfuggire di mano. Nella baia di Apia si erano affollate tre navi da guerra
americane, tre tedesche e una inglese, ufficialmente per proteggere i connazionali dalla guerra civile. A risolvere la disputa ci pens madre natura il
15 marzo, quando un devastante ciclone si abbatt sullarcipelago. Le navi
8 Giovanni De Martis, Lebensraum. Ideologia e violenza nel colonialismo tedesco (18801914), Tesi di laurea discussa alla Facolt di Lavoro, Cittadinanza Sociale, Interculturalit dellUniversit di Venezia nella. a. 2011-2012, p.35.

236

Future Wars

tedesche e americane restarono ostinatamente alla fonda, perch nessuno


si sognava di lasciare la baia prima dellavversario. La nave inglese, pi
pragmaticamente, appena fiut la situazione meteorologica si allontan in
una zona protetta e la scamp. Il tifone fece scempio delle sei navi, con 52
morti americani e 93 tedeschi9.

La cannoniera SMS Adler, dopo il ciclone tropicale del 15 marzo 1889

La cosa era andata ben oltre i limiti che Bismarck riteneva accettabili.
Questi tuon che pensare alla possibilit di una guerra tra Stati Uniti e
Germania per un malinteso senso dellonore militare era da irresponsabili e
che non avrebbe pi tollerato di sentire tintinnii di sciabole tra le due nuove
arrivate sulla scena coloniale10. Lanziano cancelliere si affrett a dire che
i tedeschi non avevano alcun interesse politico nelle Samoa e cos apr
9 Paul M. Kennedy, The Samoan Tangle. A Study in Anglo-German-American Relations
1878-1900, 1974, p.86. Cfr. Andrs K. Molnr, Deutsche Samoa, History & Uniforms,
No. 1/2016, pp. 63-80.
10 Herwig, Politics of Frustration. cit., p.17.
Storia della distopia militare

Landung in Cape Cod

237

la strada alla conferenza che si tenne a Berlino un mese dopo il disastro.


Londra, Berlino e Washington si accordarono su una amministrazione tripartita delle isole, in sostanza un condominio. Riconobbero Laupepa come
legittimo sovrano e istituirono una corte suprema presieduta da un magistrato scelto dalle tre potenze. Per Bismarck la conferenza sulle Samoa fu
latto finale della sua lunga carriera. Luscita di scena del cancelliere spian
la strada alle ambizioni, di tuttaltro tenore, del giovane Guglielmo II, fermamente convinto che il futuro della Germania fosse sul mare.
Geschwaderkrieg
Laffare delle Samoa era stato vissuto male dai tedeschi, tanto che il
Vizeadmiral Max von der Goltz (1838-1906), capo dellOKM, chiese
al contrammiraglio Guido Karcher (1844-1905), capo di stato maggiore
dellAmmiragliato (Chef des Stabes der Admiralitt), un memorandum
su come poteva esser condotta una guerra contro gli Stati Uniti. Karcher
rispose che i tedeschi avrebbero dovuto eliminare la flotta da guerra nemica e distruggere quella commerciale, ma che si potevano costringere
gli americani alla pace solo con il bombardamento navale delle pi importanti citt costiere. Il contrammiraglio dovette ammettere che la flotta
tedesca non era ancora in grado di portare a termine uninvasione degli
Stati Uniti, e che pertanto la marina tedesca si sarebbe dovuta limitare a
fare dei raid con gli incrociatori per interrompere il commercio marittimo.
Intanto, le preoccupazioni del Kaiser per il pericolo rappresentato dalleconomia americana per gli interessi europei stavano diventando una vera e
propria ossessione, tanto da fargli pensare a un blocco paneuropeo contro
gli Stati Uniti, sul modello del sistema continentale napoleonico. Quando
scoppi la crisi di Cuba, che Guglielmo spacci per uno stato europeo al
fine di intimidire gli americani, il Kaiser fu tentato di andare in soccorso
degli spagnoli invocando la solidariet del vecchio continente contro quella che Tirpitz chiamava la Fenice americana11. In realt non intendeva
esser lasciato fuori dalla spartizione delle spoglie dellimpero coloniale
di Madrid. Tirpitz, interpellato, sentenzi che la guerra era arrivata trop11 Holger H. Herwig, Germanys Vision of Empire in Venezuela, 1871-1914, Princeton, New
Jersey 1986, p.197.

238

Future Wars

po presto, e che linsufficiente potere navale tedesco non permetteva alla


Germania di esercitare un ruolo decisivo.
I tempi per lapprovazione della Prima legge navale erano maturi. Il parlamento, che mise la flotta al di sopra dei partiti, si lasci convincere dalla
teoria del rischio (Risikogedanke) e approv la messa in cantiere di 19
navi da battaglia, 8 incrociatori corazzati, 12 grandi incrociatori e 30 leggeri e il Kaiser cominci a firmarsi Ammiraglio dellAtlantico12. Tirpitz
si sbarazz dun colpo di tutti i piani dei suoi predecessori. Lambizioso
ammiraglio aveva letto Darwin e trasferiva, come molti al suo tempo, la teoria della selezione nel contesto delle potenze europee. E, come il Kaiser,
trov in Mahan la conferma che il potere mondiale poteva essere raggiunto
solo attraverso il potere navale13.
I conti con la vecchia dottrina, che faceva perno sulla difesa costiera e gli
incrociatori, Tirpitz aveva cominciato a farli gi nel 1894, quando, come
capo di stato maggiore dellOKM, scrisse il Dienstschrift IX, una critica
delle infelici manovre del 1893 nella quale, riprendendo concetti mahaniani, aveva sentenziato che il fondamentale obiettivo delle operazioni navali
era il dominio del mare, e che per ottenerlo bisognava fare la guerra con
le navi da battaglia (Geschwaderkrieg) piuttosto che con gli incrociatori
(Kreuzerkrieg)14. Tirpitz, che si dichiarava uno studioso di Clausewitz,
condivideva lidea del jominiano Mahan secondo il quale tra i fondamentali principi della guerra per terra e per mare non vi fossero sostanziali differenze. La sua intelligenza della guerra terrestre era mediata dalle lettura
di Clausewitz tipica della fine dell800, che vedeva nel generale prussiano
il capofila dei teorizzatori della battaglia decisiva napoleonica e interpretava il Vom Kriege come un manuale militare15. Tirpitz, insomma, si ispirava
allesercito, che con von Schlieffen aveva adottato lidea della battaglia
dannientamento nei suoi piani di guerra16. Il cambiamento di paradigma
12 Herwig, Politics of Frustration. cit., p.27.
13 Michael Strmer, Limpero inquieto, Bologna 1993, p.394 (ed. orig. Das rhelose Reich.
Deutschland 1866-1918, Berlin 1983).
14 Terrell D. Gottschall, By Order of the Kaiser. Otto von Diederichs and the Rise of the Imperial German Navy, Naval Institute Press, Annapolis 2003, p.120.
15 Dirk Bnker, Militarism in a Global Age. Naval Ambitions in Germany and the United
States before World War I, Cornell University 2012, p.105.
16 V. R. Berghahn, War preparations and National Identity in Imperial Germany, in ManStoria della distopia militare

Landung in Cape Cod

239

identificava la missione naturale della marina nella offensiva strategica. Il


problema era che, in ambedue le eventualit, si trattava di strategie senza
alternative. Daltronde, il mondo era ormai pressoch diviso tra le grandi
potenze e alla Germania, secondo la logica mahaniana dellammiragliato,
non restava che accaparrarsi punti dappoggio navali (Sttzpunkte) ogni
qualvolta se ne fosse presentata loccasione. E i principali obiettivi erano
al momento parte delle Filippine, le isole Samoa e alcune isole caraibiche.
Manila
Mentre i tedeschi pensavano con ottimismo al proprio futuro, dalle
Filippine arrivarono cattive notizie: a Cavite, il 1 maggio 1898, il commodoro George Dewey (1837-1917) aveva sbaragliato la flotta spagnola.
Come se non bastasse, pareva che gli americani si stessero accingendo a
spartirsi le Filippine con gli inglesi. I tedeschi puntarono i piedi e fecero
sapere che intendevano partecipare ai dividendi della sconfitta spagnola.
fred F. Boemeke, Roger Chickering, Stig Frster, Anticipating Total War. The German and
American Experiences 1871-1914, Cambridge 1999, p.317.

240

Future Wars

Guglielmo II si affrett a spedire il vice ammiraglio Otto von Diederichs


(1843-1918), che comandava lo squadrone di incrociatori che navigava
nellAsia orientale, da Kiautschou (Kiao-Ciao) a Manila, affinch si rendesse conto di persona della situazione. A Manila, che gli americani stavano sottoponendo a un blocco navale, si precipitarono una gran quantit di
spettatori: navi francesi, inglesi e russe si affollarono nelle Filippine, ma
il sanguigno Dewey non diger lingombrante presenza dei tedeschi, che
avevano messo insieme una forza che superava quella americana. Il commodoro interpret qualche modesto incidente come se i tedeschi volessero
provocatoriamente far mostra di infischiarsene del blocco, e questi ultimi
si stizzirono di fronte alle pretese americane di intendere estensivamente
il droit de visite.
Alla richiesta di spiegazioni da parte dellaiutante di bandiera di Diederichs, Paul von Hintze
(1864-1941), Dewey rispose brutalmente che intendeva fermare qualunque nave, anche a costo
di doverla prendere a cannonate, aggiungendo, a
scanso di equivoci: e questo significa guerra, lo
capisce Signore? E le dico, se la Germania vuole
la guerra, bene, noi siamo pronti!17. Diederichs
attribu luscita al clima antitedesco creato dalle
esagerazioni della stampa americana ma la scus
in considerazione della immaturit e della rozzezza della nazione americana, che non ha avuto
n il tempo n il progresso materiale per insegnare ai suoi figli il tatto e le buone maniere18. Ma la stampa internazionale
scrisse di una guerra imminente tra Stati Uniti e Germania; e lo stesso
Dewey la riteneva inevitabile, sia pure entro una quindicina danni. Alla
fine, comunque, la Germania rest a mani vuote e dovette farsene una ragione, mentre la convinzione che solo le navi da battaglia avrebbero contenuto larroganza americana era ormai diventata una granitica certezza.

17 Terrell D. Gottschall, op. cit., p.208.


18 Ibidem.
Storia della distopia militare

Landung in Cape Cod

241

La terra pi odiata
Non si era ancora spenta leco della guerra ispano-americana, che il fragile equilibrio dellaccordo tripartito per le Samoa del 1889 venne messo
in crisi da una cannonata accidentale partita da una nave da battaglia statunitense che centr il consolato tedesco di Apia. Le isole erano di nuovo in
fiamme per la consueta guerra civile, e questa volta i tedeschi si opponevano sia agli americani che agli inglesi. Tirpitz fece sapere al ministro degli
esteri von Blow che tendeva a liquidare la questione delle Samoa come
un affare di valore soltanto ideale e patriottico che egli considerava larcipelago di grandissimo valore strategico: una base importantissima sulla
rotta da Kiautschou al Sud America, destinata a diventare ancor pi significativa con lapertura del Canale di Panama. Lammiraglio era comunque
consapevole che un confronto militare con gli Stati Uniti sarebbe stato
prematuro, dal momento che occorreva ancora una decina danni per avere
una potente flotta da battaglia. Tuttavia, gli accordi del 1899 consegnarono
ai tedeschi buona parte delle Samoa, anche se gli americani tennero per s
lisola pi importante, Tutuila, con il porto di Pago Pago.
Mentre il confronto politico si alternava alle esibizioni muscolari, la reciproca diffidenza si trasformava in malcelata ostilit orchestrata a dovere
dalla propaganda e dalla stampa. Ledizione 1898 del rapporto annuale
sulle relazioni tedesco-americane, redatto dallambasciatore a Washington
Theodor von Holleben, concludeva che negli Stati Uniti la rivalit economica con la Germania era largomento di punta, indipendentemente dal
fatto che al governo ci fossero i democratici o i repubblicani. Per molti
americani, si legge nel rapporto, la Germania era la terra pi odiata,
e questo perch la stampa traduceva i fattori economici in termini politici: Ci credono capaci di qualunque cosa, soprattutto le peggiori19. Per
il sottosegretario alla marina Theodore Roosevelt, il convincimento che i
tedeschi stessero pianificando di prendersi dei territori nellemisfero occidentale era diventata unossessione, forse pari, quanto a intensit, a quella
di Guglielmo II, secondo il quale americani e inglesi stavano meditando lo strangolamento dellesuberante Germania. Ciascuno, infine, pensava dellaltro che intendesse solo le ragioni della forza. Lipotesi di un

19 Herwig, Politics of Frustration. cit., p.22.

242

Future Wars

conflitto, insomma, era maledettamente seria, tanto che il 5 ottobre 1898


il Chicago Daily Tribune titolava: May have war. Conflict with United
States is thought in Berlin official circle to be near20.
Obiettivo New York
La convinzione della stampa americana era fondata. Come sappiamo,
lOKM stava valutando seriamente la questione. Il Winterarbeit di von
Mantey del 1897-1898 sulla fattibilit di unoffensiva navale contro gli
Stati Uniti divenne la base a partire dalla quale vennero sviluppati tutti i
lavori successivi sullargomento. Mantey aveva capovolto la tesi del contrammiraglio Karcher, che prevedeva di limitare le operazioni navali ai soli
incrociatori, e aveva pensato a una battaglia decisiva al largo della costa
orientale, seguita dalloccupazione di Norfolk, Hampton Roads e Newport
News. Linvasione sarebbe culminata con una spallata su Chesapeake Bay
in direzione di Baltimora e Washington. Lottimismo di Mantey si fondava
sulle condizioni della marina americana e sulla ritrosia del Congresso ad
allargare i cordoni della borsa per potenziarla e modernizzarla; nonch
sulla risibile forza dellesercito statunitense. Nel marzo del 1899 il tenente
partor un secondo Winterarbeit, un piano molto pi audace e ambizioso
del precedente, tanto che questa volta la scelta dellobiettivo cadde addirittura su New York. Mantey, per il successo, confidava nella sorpresa e
nella velocit e si richiamava al precedente dellattacco frontale del porto
di Copenhagen da parte di Nelson del 1801. Le operazioni sarebbero state
facilitate dal panico che avrebbe sopraffatto la popolazione alle prime voci
di un possibile bombardamento di New York, cos come era accaduto nei
porti della costa orientale quando lo squadrone dellammiraglio Cervera
era salpato da Capo Verde21. Il piano prescriveva limpiego di due distinte
unit navali, una di blocco e laltra dassalto. La prima si sarebbe dispiegata alluscita di Long Island Sound, mentre la seconda avrebbe investito
20 Ivi, p.32. Il primo warfiction americano in cui si immagina una guerra con la Germania (un
intervento contro i tre Imperatori tedesco, austriaco e russo) del 1886 (Bietigheim, Funk
and Wagnalls, New York) di George Lynde Catlin (1840-1896). Cfr. Everett F. Bleiler, Science-Fiction: The Early Years, The Kent State U. P., Kent, Ohio, 1990, N. 203, pp. 65-66.
21 Cfr. Georg W. Baer, One Hundred Years of Sea Power. The U.S. Navy 1890-1990, Stanford
1994, p.31.
Storia della distopia militare

Landung in Cape Cod

243

i forti di New York e la stessa citt. Per sopraffare la flotta americana e


le difese costiere di New York, secondo i calcoli di Mantey, bastava una
superiorit navale di un terzo. Il problema di come rifornire le forze per un
periodo prolungato nelle acque americane era semplicemente ignorato: il
piano non prevedeva alternative, era tutta questione di rapidit.
Il comandante del primo squadrone da battaglia, vice ammiraglio August
von Thomsen (1846-1920), non condivideva il baldanzoso ottimismo di
Mantey sulla possibilit di cogliere di sorpresa gli americani e propose un
piano alternativo che faceva leva, come Sttzpunkt, invece che su Norfolk,
su Portorico, da dove le operazioni contro gli Stati Uniti si sarebbero potute intraprendere in qualunque momento. Nel frattempo, utilizzando i due
lavori di Mantey, si cominci a mettere nero su bianco il primo dettagliato
piano davanzata (Marschplan), e cos la materia divenne ufficialmente
affare dellAdmiralstab, affidato nel dicembre 1899 proprio a Diederichs,
subito interpellato da Tirpitz nella valutazione dei piani di guerra contro
gli Stati Uniti. Il suo parere fu che le forze previste dalla Legge navale del
1898 erano insufficienti per un attacco alla costa atlantica. In ogni modo
ordin alladdetto navale a Washington, tenente di vascello Hubert von
Rebeur-Paschwitz (1863-1933)22, di ispezionare segretamente la costa tra
New York e Boston alla ricerca di unidonea area di sbarco.
Lipotesi Cuba e i calcoli di Schlieffen
A giugno del 1900, con il pretesto del peggioramento della situazione
internazionale, arriv la sospirata Seconda legge navale, che prevedeva,
nel giro di una ventina danni, la costruzione di 38 navi da battaglia, 20
grandi incrociatori e 38 incrociatori leggeri. Sei mesi dopo, Diederichs fu
ricevuto dal Kaiser, che egli aggiorn intorno allavanzamento del piano
di guerra contro gli Stati Uniti. Le sue stime prevedevano che la Germania
avrebbe avuto a disposizione, nel 1901, 22 navi da battaglia contro 18
degli Stati Uniti, e 138 pezzi di artiglieria pesante navale contro 114 americani. Per la traversata dellAtlantico Diederichs stimava sufficienti 25
giorni. Unoffensiva tedesca, ne deduceva, avrebbe avuto successo. Ma il

22 Comand poi la Divisione Incrociatori in visita negli Stati Uniti nel giugno 1912.

244

Future Wars

Kaiser, questa volta, fu meno ottimista. Si rese conto della impossibilit


di trasportare una quantit sufficiente di truppe nelle fasi iniziali del conflitto, e indic Cuba come obiettivo preliminare di uniniziativa contro gli
Stati Uniti23. Diederichs gir a von Schlieffen il quesito circa la quantit
di forze occorrenti per occupare Cuba e proseguire le operazioni terrestri
contro Boston e New York, partendo da Cape Cod (dove nel 1620 erano
sbarcati dal Mayflower i Padri Pellegrini). Lambiguit e la vaghezza della
risposta di Schlieffen, che si mostr tuttaltro che entusiasta, fecero infuriare Diederichs. Circa le forze americane, il capo di S. M. ammoniva a
non farsi ingannare dagli scarsi effettivi impiegati a Cuba e nelle Filippine,
perch, nel caso di uno sbarco in terra americana, il Paese avrebbe attinto a
insospettabili risorse di patriottismo. Inizialmente gli americani avrebbero
avuto sotto mano circa 100.000 uomini, di cui solo un terzo ben addestrati,
ma lafflusso spontaneo dei volontari avrebbe compensato la mancanza di
un piano di mobilitazione. Ci impediva calcoli precisi, ma si poteva ragionevolmente immaginare che occorresse un corpo darmata per mettere
in sicurezza Cape Cod, e forze maggiori per sortire dalla penisola e attaccare Boston e poi New York, soprattutto in considerazione delle lunghe
linee di comunicazione che avrebbero esposto gli invasori agli attacchi
sui fianchi da parte delle riserve e dei volontari. Schlieffen non poteva che
convenire sulla valutazione che tutto dipendeva dalla velocit dei movimenti. Quanto a Cuba, egli pensava che occorressero 50.000 uomini per
mettere in sicurezza lisola come base doperazioni; e altri 100.000 per lo
sbarco negli Stati Uniti.
La questione venezuelana
Il punto di vista dello stato maggiore segn un momento di svolta nellintera vicenda e marc il ritorno a una politica militare meno temeraria e alla
Sttzpunktpolitik dellammiraglio Tirpitz, ovvero al progetto di costituire
23 Il Platt Amendment, che Cuba dovette recepire nella propria costituzione e che la trasformava di fatto in protettorato americano, da mettere in relazione, pi che al montante imperialismo, alla sicurezza della zona del Canale e alla prevenzione nei confronti di
una possibile influenza tedesca. Lallora segretario alla difesa Elihu Root (1845-1937) nel
1934 disse: You cannot understand the Platt Amendment unless you know something
about the character of Kaiser Wilhelm the Second, cit. in Michael Lind, The American
Way of Strategy, Oxford 2006, p.83.
Storia della distopia militare

Landung in Cape Cod

245

un sistema di basi navali in giro per il mondo. Malgrado ci e nonostante


la risposta evasiva di Schlieffen, che in fin dei conti diceva che tutto sarebbe dipeso dalla resistenza incontrata, Diederichs non rinunci allidea
di uno sbarco sulla costa orientale in operazioni combinate con lesercito,
finch, allinizio del 1902, fu silurato dal Tirpitz. In febbraio lammiraglio
accompagn infatti il principe Enrico di Prussia (1862-1929), fratello del
Kaiser e Grande Ammiraglio, in visita ufficiale negli Stati Uniti. Tra laltro
visitarono lAccademia navale di Annapolis e cavalcarono sotto la pioggia
insieme a Roosevelt24, al quale Tirpitz parl delle nuove dreadnought tedesche, facendogli poi inviare la descrizione tecnica25.
Ben presto, per, la nuova crisi venezuelana, che riport la prospettiva di un
conflitto tra Germania e Stati Uniti sulle
prime pagine dei quotidiani internazionali. Il rifiuto del presidente del Venezuela
Cipriano Castro (1858-1924) di onorare i
debiti e pagare i danni subiti dalle imprese
europee durante una recente guerra civile
indusse Germania e Gran Bretagna, alle
quali si aggiunse lItalia con qualche mal
di pancia tedesco, a imporre un blocco navale dei maggiori porti venezuelani. A un
certo punto, mentre si discuteva su come
sottoporre la materia a un arbitrato internazionale, il clima si surriscald, e quando
(il 21 gennaio 1903) la cannoniera tedesca
Vineta spian il forte San Carlos allingresso del Lago di Maracaibo provocando 25 vittime civili, negli Stati Uniti esplosero i sospetti sulle reali intenzioni dei tedeschi. In realt, per costoro, si trattava pi che altro di tenere
alto lonore e il prestigio della Germania, anche perch la flotta di Dewey
nei Caraibi soverchiava quella del blocco europeo. Il presidente Roosevelt
24 The New York Times, March 1, 1902, online.
25 Letter from Hubert von Rebeur-Paschwitz to George B. Cortelyou (segretario di Roo-

sevelt). March 14, 1902, in cui chiede conferma che il presidente abbia ricevuto il libro inviato da Tirpitz. Theodore Roosevelt Papers. Library of Congress Manuscript
Division, Roosevelt Digital Library, Dickson State University.

246

Future Wars

soffi sul fuoco del


sentimento antitedesco
e agit il sospetto che
la Germania volesse
prendersi una base navale nei Caraibi, che
gli Stati Uniti consideravano il Mediterraneo
americano.
Alla fine laccordo
con il Venezuela venne
raggiunto nel febbraio del 1903. Il Kaiser
sospett che lirrigidimento americano fosse stato ispirato dalla Gran Bretagna, con la quale
aveva sperato in un riavvicinamento, e torn a dar ragione a Tirpitz, il quale sosteneva che le due potenze marittime anglosassoni fossero saldamente unite dalla condivisione della politica del containment della Germania.
Negli Stati Uniti la propaganda antitedesca ebbe i suoi frutti: il Congresso
approv la costruzione, tra il 1902 e il 1905, di 10 navi da battaglia, 4 incrociatori corazzati e 17 incrociatori leggeri26.
Operationsplan III
Circa un mese dopo laccordo col Venezuela, il successore di Diederichs,
Vice Ammiraglio Wilhelm Bchsel (1848-1920), venne ricevuto per la prima volta dal Kaiser per aggiornarlo sullo stato dei piani navali contro gli
Stati Uniti. Larrivo di Bchsel al vertice dellAdmiralstab coincise con
la dismissione della strategia puramente offensivistica del suo predecessore, a favore di un approccio pi gradualista. Come Sttzpunkte vennero
individuati Culebra e Portorico, anche in considerazione della imminente apertura del Canale di Panama. Lobiettivo strategico, a questo punto, non era pi costringere gli americani al tavolo delle trattative a suon
26 Herwig, Politics of Frustration. cit., p.81.
Storia della distopia militare

Landung in Cape Cod

247

di bombardamenti navali, ma quello di archiviare la dottrina Monroe e


farla finita con legemonia statunitense sullemisfero occidentale, ormai
incompatibile con laccrescimento di potenza tedesco e le sue pretese in
America Latina. Bchsel e Schlieffen cominciarono a calcolare quanti uomini e mezzi servivano per occupare le due isole27 e nel frattempo il nuovo
orientamento venne ufficializzato come Operationsplan III nel novembre
del 1903. Qualcosa, tuttavia, mut nellatteggiamento intellettuale dei pianificatori tedeschi, che fino a quel momento non erano sembrati tenere in
gran conto il contesto delle relazioni internazionali in caso di conflitto con
gli Stati Uniti. Qualcuno cominci a rendersi conto che la guerra con gli
Stati Uniti sarebbe stata possibile solo nel caso in cui i tedeschi si fossero
alleati con gli inglesi, ipotesi sulla quale la Entente Cordiale anglo francese del 1904, testata dalla prima crisi marocchina (1905-06), mise una
pietra tombale. Senza contare che i successi americani nella guerra con la
Spagna avevano galvanizzato gli animi e dischiuso agli Stati Uniti inediti
orizzonti di potenza, verso i quali essi cominciarono a navigare con una
flotta di navi da battaglia in rapida espansione. Tutto ci mortific il senso
di superiorit dei tedeschi, che avrebbero dovuto far sempre pi conto su
un primato di forze perlopi morali sullo strumento militare americano,
le cui condizioni, con una certa supponenza, erano considerate deprimenti, non tanto per fattori contingenti, quanto, cos sembrava dai liquidatori
giudizi tedeschi, ontologicamente. And a finire che lOperationsplan III
venne derubricato a mero esercizio teorico e i tedeschi ripresero ad attrezzarsi alleterno problema della guerra su due fronti nel continente europeo.
Chi sembr non rendersi conto della mutata situazione strategica furono proprio gli americani, che elaborarono un piano difensivo contro la
Germania solo nel 1913 (War Plan Black)28, contemplando addirittura la
possibilit che gli inglesi fornissero un supporto, ancorch passivo, allattacco tedesco alla dottrina Monroe. La fantasiosa ipotesi venne recepita

27 La marina calcol che sarebbero serviti 1.750 marinai per loccupazione di Culebra, mentre Schlieffen ritenne che sarebbero occorsi, per loccupazione di Portorico, 793 ufficiali,
14.780 soldati e 894 veicoli meccanizzati (Denkschrift zu O-Plan III, 76-89, 103 [BA-MA,
F 5174b, III], cit. in: Herwig, Politics of Frustration. cit., p.88).
28 Sui piani di guerra americani e i loro limiti, cfr. Baer, One Hundred Years of Sea Power
cit., pp.49-63.

248

Future Wars

in una delle pi famose German Invasion


Novels29, pubblicata nel 1915 da John
Bernard Walker, dal titolo America Fallen!30
nella quale gli inglesi chiudono un occhio
quando i tedeschi, sconfitti nel 1916 dalle
forze dellIntesa, invadono gli Stati Uniti per
pagare i debiti ai vincitori. Limpreparazione
degli americani permette al Kaiser di imporre dure condizioni al Presidente degli Stati
Uniti, in fuga a Cincinnati dopo lultima
sconfitta campale: il pagamento di 12 miliardi di dollari e labbandono della dottrina
Monroe, che evidentemente, secondo Walker
e non solo, non sarebbe affatto dispiaciuto ai
cugini britannici.
Washington, 26 giugno 1899.
La popolazione assiste incredula
e sgomenta alla sfilata
di centomila Pickelhaube

29 Cfr. Patrick J. Quinn, The Conning of America. The Great War and American Popular
Literature, Amsterdam-Atlanta, GA 2001, cap. 4. V. specialmente Harrie Irving Hancock
(1868-1922), The Invasion of the United States, In the Battle for New York, Making the
Last Stand for Old Glory, At the Defense of Pittsburgh (Henry Artemus, Philadelphia,
1916). Cfr. Bleiler, op. cit., N. 1028-1031, p. 339.
30 J. Bernard Walker, America Fallen! The Sequel to the European War, Dodd, Mead and
Coy, New York 1915. Bleiler, op, cit., p.
Storia della distopia militare

249

The Yellow Peril


di Elena Piana
[]Dalle acque malesi allAltj
Condottieri delle isole orientali
Sotto le muraglie della Cina soggiogata
Hanno raccolto a nugoli le proprie schiere.
Innumerevoli come locuste
E come locuste insaziabili,
protette da una forza non terrena,
le stirpi avanzano verso settentrione. []
Vladimir Sergeevi Solovv, Panmongolismo,
1 ottobre 1894 (trad. di A. M. Ripellino)
Studiare la Chinaphobia che prese corpo fra il 1880 e il 1912 ci aiuta a evidenziare non
solo gli inconsapevoli stereotipi che infestano la nostra comprensione della Cina odierna,
ma pure lanalogo pregiudizio islamofobo riemerso (pure in Cina) dopo la fine della guerra fredda. Deformazioni ottiche codificate nellestate del 1993 su Foreign Affairs sotto il
nome di Clash of Civilization, mentre continuiamo a interrogarci su how far will China
reach on Land and on Sea1.

Unapocalissi del Kaiser (1895)


e pi antiche fiction sulla futura conquista cinese dellAmerica2
risalgono al 1880 e la prima fantaguerra razziale contro i gialli
vinta dai bianchi con le superarmi (qui il cannone elettrico)3 al
1881, mentre in California montava listeria populista contro i coolies cinesi costretti ad emigrare dalla crisi economica provocata dal colonialismo

1 Robert S. Kaplan, The Geography of Chinese Power. How far will China reach on Land
and on Sea?, Foreign Affairs, vol. 89 (2010), No. 3, pp. 22-41. Aleksandr opiska, The
Yellow Peril Syndrome in Contemporary Russia, Sensus Historiae, 8 (2012/13), pp.
41-58. Alan A. Lim, Yellow Peril: a legacy or a forgotten past? A content analysis of Chinese representations in todays U.S. news media, Honors Thesis, University of Washington, 2014.
2 Pierton W. Dooner (1844-1907), Last Days of the Republic, Alta California Publishing
House, San Francisco, 1880; Lorelle, The Battle of the Wabash: A Letter from the Invisible Police, The Californian, Oct. 1880. [Bleiler, p. 199-200 e 453].
3 W. H. Day, Three Hundred Years Hence, Newman and Co., 1881.

250

Future Wars

europeo e sfruttati per la costruzione delle ferrovie transcontinentali americane. Occupazione e salari dei bianchi erano infatti gravemente minacciati da questa mano dopera a basso costo perch frugale e senza carico
di famiglia, e la reazione sociale, sostenuta dalle chiese cristiane anche
con argomenti morali e perfino escatologici, condusse nel 1882 al divieto
decennale di immigrazione per i cinesi (Chinese exclusion act), giudicato
costituzionale dalla Corte Suprema nel 1886 e prorogato per un altro decennio nel 18924. Lallarme circa limmigrazione cinese era intanto esteso
allEuropa (18885) e allImpero britannico (18936).
Nel 1880 Frederich Fromhold von Martens (1845-1909), un nobile balto-tedesco docente di diritto internazionale a San Pietroburgo e consigliere
giuridico del ministero degli esteri, denunciava gli errori e i crimini delle
potenze occidentali verso la Cina e perorava lamicizia russo-cinese7. Il
consiglio, che rifletteva il giudizio unanime dei sinologi, non poteva per
prevalere sul dissennato profetismo dei matres penser e il conformismo
degli opportunisti. Nel 1890 Vladimir Solovv (1853-1900), capostipite
dello zapadniestvo cristiano che predicava la riconciliazione tra Ortodossia e Cattolicesimo, sentenzi che la Cina sfidava il progresso con la sua
ostinata resistenza allevangelizzazione8. Commentando la rivolta xenofoba e repubblicana dello Yang-tze Kiang, Le Petit Journal del 19 dicembre
1891 scriveva:
Il est admis, [] depuis longtemps certifi que lEurope prirait par

4 Lucy Salyer, Chew Heong v. United States. Chinese Exclusion and Federal Court, Federal Trials and Great Debates in United States History, 2006. Andrew Hebard, The Poetics of Sovereignty in American Literature 1885-1910, Cambridge U. P., 2012, pp. 74-102
(Twisted from the Ordinary: Naturalism, Sovereignty, and the Conventions of Chinese
Exclusion).
5 Barone Etienne Hulot (1857-1918), Les Chinois partout, question de limmigration
chinoise , Revue du monde latin, 1 settembre 1888, pp. 1-23.
6 Charles Henry Pearson (1830-1894), National life and character. A forecast, Macmillan,
London, 1894. Cfr. Lo Hui-min, The Tradition and Prototypes of the China-Watcher,
East Asian History, 11 (1996), pp. 91-110.
7 F. Martens, Le conflit entre la Russie et la Chine, ses origines, son dveloppement et sa porte universelle. Etude politique, Librairie C. Muquardt, Bruxelles, 1980 (trad. russa 1881)..
Alexander Lukin, The Bear Watches the Dragon: Russias Perceptions of China and the
Evolution of Russian-Chinese Relations Since the Eighteenth Century, M. E. Sharpe, 2003,
pp. 36 ss.
8 Lukin, op. cit., pp. 20 ss.
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

251

suite dune invasion des Tartares, Mongols, Chinois de toute origine qui
peuplent avec trop de surabondance lempire du Milieu. Alors que nous
navons pas assez denfants, ces gens-l en ont trop []. Quand les sujets
du Fils du Ciels ne trouveront plus manger chez eux, ils faudra quils
cherchent ailleurs leur nourriture: lon affirme qualors ils se rpandront
sur lEurope comme font les sauterelles en Algrie, dvorant tout, dvastant tout. En vain, ces vrais inventeurs de la poudre, opposera-t-on les engins les plus perfectionns; in en tuera beaucoup, malgr quoi ils resteront
encore cent contre un et nous serons perdus. En attendant cette excursion,
non dirige par les agences, ils essaient leurs crocs les uns sur les autres et
se massacrent en masse.

Il 13 settembre 1893 Ptr (Zhamsaran) Badmaev (1850-1920), un med-

ico buriato convertito dal lamanesimo allortodossia che godeva di vasto credito nelle alte sfere, indirizz allo zar Alessandro III una nota in
cui proponeva la liquidazione militare dei Manci e un protettorato russo
su Cina, Mongolia e Tibet9. Nel luglio 1894 scoppi la prima guerra cino-giapponese. I consiglieri militari tedeschi e inglesi garantivano la facile
vittoria delle modernissime forze Beiyang. Invece il 17 settembre queste
furono sbaragliate sullo Yalu e il 1 ottobre Solovv ne trasse lapocalittico presagio della conquista asiatica della Russia e del mondo, espresso
nella famosa poesia riportata in esergo.
Nel novembre 1895, appena salito al trono, il nuovo zar Nicola II ricevette dal cugino Guglielmo II un allegorico disegno, aggiustato e litografato dal pittore di corte Hermann Knackfuss (1848-1915), in cui, durante
lestate, il Kaiser aveva rappresentato i suoi incubi asiatici, simili a quelli
di Solovv. Il disegno, un kitsch in stile Bayreuth, raffigurava le Valchirie
Europee adunate su una rupe dallArcangelo Michele, il quale indicava
loro Buddha sorgere dallorizzonte tra nembi di fiamme, con la legenda:
Vlker Europas, wahrt eure heiligsten Gter (Popoli dEuropa, difendete i vostri valori pi sacri). Pi che lateismo buddista il timore del Kaiser
riguardava per il pericolo che la cocente umiliazione dellimpero Manci
innescasse un furioso contrassalto cinese (die drohende Gefahr eines

9 N. a. Badmaev, Rossija i Kitai, G. P. Poarova, 1900. Lukin, op. cit., pp. 29-30. Martin
Saxer, Journeys with Tibetan medicine. How Tibetan Medicine Came to the west. The Story of the Badmayev Family, Thesis, Institute of Social and Cultural Anthropology, University of Zurich, 2004.

252

Future Wars

1895: Vlker Europas, wahrt eure heiligsten Gter


(Marianna scruta, Madre Russia si aggrappa a Germania intrepida, Austria prende per
mano Britannia ritrosa, Italia aspetta, fiutando il vento)

durch Japan mobilisierten chinesischen Ansturmes10).


Sei mesi prima, il 23 aprile, il Kaiser aveva promosso lIntervento Tripartito con Francia e Russia per governare il terremoto geopolitico della
capitolazione cinese. Abbandonato da Gran Bretagna e Stati Uniti, e consapevole di non poter sfidare la potenza militare tripartita, il 5 maggio il
Giappone aveva accettato di rinunciare alla Penisola di Liaodong, ceduta il
17 aprile dalla Cina assieme a Taiwan col trattato di Shimonoseki.
Ma per i Popoli dEuropa lapocalissi asiatica del Kaiser fu non meno
fatale della di poco precedente alleanza franco-russa11. Non appena completato il ritiro delle forze giapponesi, Nicola si lasci infatti convincere
10 Nota del 30 luglio 1895 al sottosegretario agli esteri von Rotenhan (Heinz Gollwitzer, Die
Gelbe Gefahr. Geschichte eines Schlagworts. Studien zum imperialistischem Denken, Vandenhoeck & Ruprecht, Gttingen, 1962, pp 206 ss.).
11 George Frost Kennan, The Fateful Alliance: France, Russia, and the Coming of the First
World War, Manchester University Press, 1984.
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

253

da Guglielmo a occupare la penisola di Liaodong con la base strategica


di Port Arthur, terminale della Trans-siberiana. Leffetto fu non solo di
legittimare lo scramble for concessions, ossia le ulteriori occupazioni
tedesche e francesi di porti cinesi che provocarono la reazione britannica,
ma proprio di affrettare il temuto Ansturm. E non solo in Cina con la rivolta dei Yihetuan (Boxers)12, ma pure in Giappone, spinto al revanscismo
e al riarmo13.
Mentre la Cina precipitava nellanarchia e nella violenza, lunione europea andava in pezzi nella collisione tra la politica britannica e americana
delle porte aperte e la spartizione delle sfere dinfluenza perseguita
dalle potenze continentali. Reduce da una ricognizione svolta su commissione delle Camere di commercio inglesi, Lord Charles Beresford (18461919), deputato e ufficiale di marina, scriveva nel 1899 che the maintenance of the Chinese Empire is essential to the honor as well as to interests
of the Anglo-Saxon race, che la diffidenza cinese verso lInghilterra era
la naturale e inevitabile conseguenza dellaver tratto vantaggio dallimpotenza e angoscia della Cina e che, in mancanza di un riassetto stabile della
situazione, la guerra era certa e lintero mondo civilizzato sarebbe stato
costretto a prendervi parte14.
Larme europenne (1900)
Inorridite dalle atrocit dei boxers, nellestate del 1900 le grandi potenze europee concertarono il primo intervento umanitario della storia,
ben propagandato dalla difesa delle Legazioni di Pechino15. Il concerto
diplomatico fu impropriamente chiamato Alleanza delle Otto Nazioni, una
12 Fei-ling D., Le societ segrete in Cina 1840-1911, Einaudi, Torino, 1971.
13 Philipp Gassert, Vlker Europas, wahrt Eure heiligsten Gter: Die Alte Welt und die
japanische Herausforderung, in Maik Hendrik Sprotte, Wolfgang Seifert, und Heinz-Dietrich Lwe (Hrsg.), Der Russisch-Japanische Krieg 1904/05: Anbruch einer neuen Zeit?,
Harassowitz, Wiesbaden, 2007, pp. 277-293.
14 Lord Charles Beresford, The Break-up of China. With an account of its present commerce,
currency, waterways, armies, railways, politics, and future prospects, Harper & Brothers,
London and New York, 1899.
15 V. per tutti George Alfred Henty (1832-1902), With the Allies at Pekin. A Story of the Relief
of the Legations, Charles Scribners Sons, New York, 1903, ill. di Wal Paget, vol. 2 della
Yellow Peril Collection Of British Novels 1895 1913, ed. By Yorimitsu Hashimoto, Taylor & Francis, 2007.

254

Future Wars

specie di G-8 ante litteram con lAustria invece del Canada. Ma non si
trov un accordo sul comando unico, invano rivendicato dalla Germania16,
lInghilterra sospettava un accordo segreto russo-tedesco per la spartizione
della Manciuria17 e nei tre studi sui problemi dellAsia dellestate 1900
il comandante Alfred Thayer Mahan (1840-1914) giudicava inevitabile e
anzi imminente una guerra anglo-russa per la Cina18. Seguirono infatti nel
1902 lalleanza anglo-nipponica e nel 1904 lEntente cordiale e la guerra
russo-giapponese, oggi considerata una guerra per procura inglese e la
world war zero19, che affrett la crisi dellimpero zarista, col sostegno
giapponese al terrorismo polacco e la rivoluzione del 1905.
Dopo Tsushima Martens ebbe un ruolo importante nel negoziato col
Giappone che condusse alla pace di Portsmouth dellagosto 1905. Cinque
anni prima, in un memorandum per il ministero degli esteri, Martens aveva
ammonito che lintervento delle Otto Nazioni avrebbe scatenato una giusta
guerra di popolo contro i diavoli stranieri e che nessun exploit della superiorit militare occidentale avrebbe potuto soggiogare una nazione di 440
milioni e una civilt di 40 secoli, e scongiur la Russia di non partecipare
alla spartizione della Cina20.
Pi in generale, le critiche allingerenza europea in Cina non erano
mancate. La stessa icona guglielmina era stata oggetto di caricature, come
quella tedesca del 1896 in cui Mercurio, dio del commercio, ad indicare
alle Vergini Europee il compratore nipponico pieno di denaro21, o laltra
olandese del 1900 (qui riprodotta) dove Confucio ad ammonire i popoli

16 Susanne Ku, Bernd Martin (Hrsg.), Das Deutsche Reich und der Boxeraufstand, Iudicium-Verlag, Mnchen 2002.
17 Hall Gardner, The Failure to Prevent World WarI: The Unexpected Armageddon, Ashgate
Publishing, Ltd., 2015, p. 127.
18 Dario Fabbri, I tre articoli di Mahan dellestate 1900 sulla guerra anglo-russa, Quaderno
Sism 2014 Naval History, pp. 493-504.
19 David Wolff et al. (Eds), The Russo-Japanese War in Global Perspective: World War Zero,
BRILL, 2006. Steve Preston, World War Zero, Createspace, 2014.
20 Lukin, op. cit., pp. 37-38.
21 Il nemico si avvicina da Oriente, pronti a colpire! Popoli dEuropa, vendete i vostri beni
pi preziosi! (Beiblatt zum Kladderadatsch, N. 27, 5.7.1896). Das Bild vom Anderen.
Gelbe Gefahr, Weisse Gefahr, mindthegaps, online, 12 August 2013. Bruno De Perthuis, Le pril jaune travers la caricature selon Ren Pinon, Socits et reprsentations, Nouveau Monde ditions, Parigi, 2009, N. 27, p. 252.
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

255

Confucio: Popoli dAsia, proteggete i vostri valori pi sacri


(De Amsterdamme, 24 giugno 1900).

asiatici sul pericolo bianco.


E tuttavia, pur ipocrita e controproducente, la crociata (che diremmo
pre-emptive, anticipatrice) del Kaiser rifletteva la diffusa percezione di
una globale minaccia asiatica alla societ occidentale, che trov espressione sintetica, tanto in Europa quanto in America, nella celebre formula
del pericolo giallo (gelbe Gefahr, Pril jaune, Yellow Danger, Yellow
Peril, Zheltaya opasnost). La stessa letteratura di anticipazione americana
rispecchia lallarme sociale per una strisciante colonizzazione cinese22. In
22 . V. Bleiler, pp. 827, 64, 89, 775, 166 [Robert Woltor, A Short and truthful History of
the Taking of California and Oregon by the Chinese in the Year A. D. 1899, A, Bancroft,
San Francisco, 1882. Ambrose Gwinnett Bierce (1842-1914), The Fall of the Republic,
An Article From a Court Journal of the Thirty-First Century, San Francisco Examiner, 25 March 1888; Stephen Lloyd Bryce (1851-1917), A Dream of Conquest, Lippincotts Magazine, Philadelphia, 1890; Arthur Dudley Vinton (1852-1906), Looking Further
Forward, Albany, 1890. William Ward Crane, The Year 1899, Overland Monthly, June
1893].

256

Future Wars

un breve articolo del febbraio 1897 il sociologo pacifista russo Jacov Novikov23 giudicava luddista e di retroguardia la reazione sciovinista degli
operai al pericolo giallo inteso come concorrenza salariale, osservando che
anche le macchine riducono il lavoro ma accrescono occupazione e salari,
e che la supposta proverbiale frugalit dei cinesi (che si accontentano
di un pugno di riso) in realt risparmio per futuri investimenti. Proprio questo, per, costituiva un altro aspetto del pericolo giallo in versione americana, ossia la potenziale creazione di un monopolio cinese nella
produzione di generi di largo consumo a bassa intensit di capitale. Nel
1901 una vignetta del sindacato (AFL) mostra il gigante americano, con
le sembianze di Lincoln, costretto a terra come Gulliver da unorda di Lillipuziani gialli e immobilizzato da Cheap labor, heaten competition e
starvation labor.
E lesportazione dei prodotti era ancor pi temibile dellesportazione di
mano dopera. La Cina scriveva nel 1899 Edmond Thry (1854-1925),
direttore dellEconomiste Europen user unarma imbattibile, loperaio
cinese, pagato 5 centesimi laddove il nostro guadagna 5 dollari. I nostri
prodotti saranno espulsi dal mercato cinese: poi sar la Cina a venderci i
suoi. Allinizio si difender, poi passer alloffensiva, e noi stessi ci presteremo ad agevolare e organizzare il suo assalto. Lo stiamo gi facendo24.
Ma nel 1901 Thry concepiva il pericolo giallo come effetto sinergico del
dumping salariale cinese e della potenza militare giapponese25. E limperialismo rooseveltiano aveva mutato pure la percezione americana del
pericolo giallo. La conquista delle Filippine e le armi giapponesi fornite da
Sun Yat-sen (1866-1925) ad Aguinaldo (1869-1964) fecero infatti emergere la dimensione geopolitica di quello che fino ad allora era apparso come
un problema socio-economico.
In un discorso al popolo americano riportato dal Chicago Recordable
del 18 agosto 1900, il senatore dreyfusardo e pacifista Paul-Henri-Benja23 Jacques Novikow(1849-1912), Le Pril Jaune, Revue Internationale de Sociologie, fvrier 1897.
24 Federico Rampini, Il secolo cinese. Storie di uomini, citt e denaro dalla fabbrica del
mondo, op. cit., collana Collezione Strade Blu, Edizioni Mondadori, 2005, Milano.
25 Edmond Thry, Le Pril jaune, Flix Juven, Paris, 1901, pp. 298 e 307. V. Lconomiste
europen, del 18 marzo1904, p. 360: la Chine renferme, elle seule, plus douvriers disponibles quil en existe dans toutes les usines et fabriques de lEurope runies.
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

257

Levoluzione del Pericolo Giallo: dal monopolio economico al terrore geopolitico


George Frederick Kelle, The coming man, The San Francisco Wasp, 20/5/1881
The Yellow Terror In All His Glory, U. S. Editorial poster, 1899

min Baluet dEstournelles, barone di Constant de Rbecque (1852-1924),


sottolineava che lEuropa aveva gi riconosciuto come un dato di fatto il
pericolo giallo e la necessit di affrontarlo, mentre lAmerica, pur avendone subito per prima limpatto sociale, non ne aveva ancora preso del
tutto coscienza26. Linferiorit naturale della razza gialla era del resto sostenuta anche da un ancor pi celebre pacifista, dreyfusardo e futuro premio Nobel (per la sieroterapia), Charles Robert Richet (1850-1935), anche
se non mancavano personaggi fuori del coro ed estimatori del Giappone
come Georges Clemenceau27.
Nel 1909 dEstournelles fu insignito del Nobel per la pace, negato invece a Martens. Nel 1900 si era entusiasmato per la spedizione delle Otto

26 dEstournelles de Constant, La question chinoise, Chicago Recordable, 18 August


1900.[Document rdig en franais lintention du journal de lIllinois.]
27 Matthieu Sgula, Clemenceau: ou la tentation du Japon, CNRS, 2014.

258

Future Wars

Nazioni, giudicata un primo esempio di arme europenne28. Ma, senza


contare gli americani e i mercenari coloniali, oltre un terzo delle truppe
era formato di diversamente gialli, ossia giapponesi shintoisti. E lo stesso Kaiser, salutando il 27 luglio 1900 a Bremerhaven la partenza del suo
corpo di spedizione, aveva portato ad esempio gli antichi Unni che non
davano quartiere e non facevano prigionieri e si facevano rispettare dai
cinesi29.
Considerato che allepoca gli Unni erano ritenuti di stirpe mongola,
lHunnenrede non fu il massimo. Tanto pi che appena a Pasqua Solovv
aveva risfoderato la geremiade del pan-mongolismo, ora definito come
un calco nipponico dellidea occidentale di espansionismo razziale sottesa
a pan-ellenismo, pan-germanesimo, pan-slavismo e pan-islamismo. Nelle
sue tre immaginarie conversazioni russe su guerra e civilt, il vate puntava
il dito proprio contro il Giappone che, approfittando della distrazione islamica dellOccidente (ossia del grande gioco anglo-russo per il controllo
dellAsia Centrale), si stava impadronendo di Cina e Corea per realizzare
il pan-mongolismo30.
Il tema dellinfido alleato ricorre pure in The Yellow Danger, una poesia
del luglio 1900 di Edgar Fawcett (1847-1904), un americano anglomane
e socialisteggiante, membro di un esoterico club collegato ai Cavalieri di
Malta31, il quale esortava lEuropa, dilaniata da assurde lotte fratricide, a
guardarsi dalla minaccia, dire and unforeseen, di milioni di mongoli,
colpa per met tua, Britannia, e per met tua, onnivora Russia, dal momento che la vostra avidit ha risvegliato questi torpidi sciami ad una furiosa fiamma di malattia: ma schivate le esche concilianti del Giappone; non
sia mai che questo vecchio amico della Cina giri e renda questo ripugnante
pericolo giallo ancor pi giallo!.

28 Patrick Pasture, Imagining European Unity Since 1000 AD, Palgrave Macmillan, 2015, p.
81.
29 Ralph Erbar, Kein Pardon! Die Hunnenrede Wilhelms II. und ihre Geschichte. In Politische Reden. Deutschland im 20. Jahrhundert, Westermann, Braunschweig 2007, S. 14
17 (Praxis Geschichte. Jg. 20, H. 6, 2007).
30 War and Christianity. From the Russian point of view three conversations by Vladimir
Solovyof with an introduction by Stephen Graham, G. P. Putnams Sons, New York, 1915.
Cfr. Lukin, op. cit., pp. 21-22.
31 Edgar Fawcett, Voices and Visions, Eveleigh Nash, London, 1903, p. 181.
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

259

The Yellow Danger di M. P. Shiel (1898)


Non a caso la poesia riprendeva alla lettera il titolo di un romanzo di M.
P. Shiel32 incentrato sul piano del dr. Yen How un medico mezzo cinese
e mezzo giapponese di cultura occidentale, modellato sulla figura di Sun
Yat-sen33 per distruggere e poi colonizzare lEuropa facendo leva sulle
rivalit tra le grandi potenze coloniali e sfruttando la blind and criminal
cupidity di quelle continentali34. Esclusa dai porti cinesi, sbalorditivamente ceduti dalla Cina a Francia, Germania e Russia, la pacifica Gran
Bretagna costretta a reagire finch viene attaccata dalle tre flotte continentali riunite. Il ministro degli esteri Balfour infiamma il parlamento, e in
una grande battaglia nel Canale della Manica la Royal Navy perde 4 corazzate su 7, ma ne affonda 9 su 14 nemiche, mentre il giovane tenente di
vascello John Hardy, con una temeraria iniziativa, fa saltare in aria lintero
convoglio che trasporta il corpo di spedizione continentale. Poi, mentre
si raduna a Dover il corpo di spedizione inglese per invadere la Francia,
Hardy parte per la Cina.
Solo Hardy e sir Charles Dilke [pp. 108-09] hanno infatti intuito unocculta regia cinese dietro la guerra inter-europea [conforme, aggiunger32 Matthew Phipps Shiell (1865-1947), The Yellow Danger, Grant Richards, London, 1898,
commissionato a fine 1897 da Peter Keary (1865-1915) della C. Arthur Pearson Ltd e pubblicato col titolo The Empress of the Earth nel settimanale Short Stories dal 5 Febbraio
al 18 giugno 1898. Yorimitsu Hashimoto, Yellow Peril: Collection of British Novels, 18951913, Volume 2, Edition Synapse, 2007. Everett Franklin Bleiler, Richard Bleiler, Sciencefiction, the Early Years: A Full Description of More Than 3,000 Science-fiction Stories
from Earliest Times to the Appearance of the Genre Magazines in 1930: with Author, Title,
and Motif Indexes, Kent State U. P., 1990, p. 679. Jess Nevins, Michael Moorcock, The
Encyclopedia of Fantastic Victoriana, MonkeyBrain, Incorporated, 2005, pp. 241 ss. John
Kwo Wei Tchen, The Yellow Claw, in Christine Bold (Ed.), The Oxford History of Popular Print Culture, Volume 6, Oxford U. P., 2011, pp. 487-88. Su v. la biografia di Harold
Billings (Roger Beacham, Austin, 2005 e 2010).
33 Nel 1896 il futuro fondatore del Kuomintang era divenuto un eroe in Inghilterra per essere stato sequestrato a Londra dal servizio segreto manci. Detenuto allinterno dellambasciata cinese, era stato rilasciato dopo 12 giorni per una campagna del Times e lintervento
del Foreign Office.
34 Dr. Yen Hows Idea was this : that the cupidity and blind greed of the white races could
be used by the yellow man as a means to the yellow mans triumph ; the white races could
be made to exterminate each other preparatory to the sweep, in hundreds of millions, of the
yellow man over an exhausted and decimated Europe. Hence the grants by China of territories to Russia, Germany, and France and the consequent war. (Shiel, op. cit., p. 49, cfr.
pp. 104 ss.).

260

Future Wars

emmo, ai Trentasei stratagemmi35]. Fingendosi americano, il nostro eroe


sbarca a San Sebastian, raggiunge in treno Parigi, ancora incredula della
disfatta appresa dalla Mackay-Bennet cable di New York. Riconosciuto come inglese dai bottoni della Royal e sfuggito al linciaggio da parte
della folla antisemita arringata da Zola al grido di brouhaha, houlabalu,
trahison!, Hardy prosegue via Berlino, Knigsberg, Vilna e Pskov per
San Pietroburgo, da dove scrive a casa che i francesi (a parte le ragazze)
sono troppo vecchi, i tedeschi troppo giovani e i russi troppo rozzi e che
il futuro appartiene alla British race. In Transiberiana, poi a dorso di
cammello, tre settimane dopo a Vladivostok. Qui Hardy sente dire che
le flotte inglese e nipponica si stanno riunendo a Nagasaki per affrontare
le squadre continentali in arrivo dallEuropa, e si rimette in viaggio. Ma
a Mukden viene arrestato dai giapponesi e consegnato ai cinesi, che lo
portano a Pechino.
Le linee telegrafiche sono state tagliate e le navi occidentali sequestrate, il mondo ignora ancora che in Cina cominciato il risveglio (awakening), segretamente concordato col premier nipponico It. Il giorno di
Pasqua avvenuta la proditoria mattanza dei bianchi presenti in Cina, incluse le guarnigioni delle legazioni e gli istruttori militari tedeschi, subito
sostituiti dai giapponesi. Limperatore ha conferito ad How poteri assoluti
e la rinuncia nipponica allindennit di guerra ha finanziato la mobilitazione totale e il riarmo. Intanto la guerra fratricida dilaga in tutta Europa
(con centomila inglesi sulla Senna e Svezia, Danimarca, Austria e Italia
cobelligeranti rispettivamente contro Germania, Russia e Francia), mentre
lIndian Army, conquistati Asia Centrale e Caucaso, avanza su Mosca.
Portato al cospetto di How, Hardy tenta invano di ucciderlo. Crudelmente torturato, riesce a fuggire e a raggiungere Kiao-Chau, gi possedimento tedesco, rioccupato da 180 eroici marinai dellH. M. S. Iphigenia,
unici superstiti della grande battaglia del Mar Giallo tra le flotte continentali e quella inglese. Acclamato dal consiglio dei marinai, Hardy ne prende
il comando: con la scialuppa dellincrociatore inglese recupera un mercantile tedesco, dirige su Nagasaki, cattura nottetempo lammiraglia nipponi35 San Shi Liu Ji, risalenti al IV secolo a. C. e scoperti in Occidente nel 1941: I.1 (maschera
le tue intenzioni); 3 (uccidi con la spada altrui); II, 3 (attacca quando gli altri si sono gi
distrutti reciprocamente); 4 (dissimula il pugnale con un sorriso); 5 (sacrifica gli obiettivi
contingenti a quelli di prospettiva); VI 3 (semina discordia nel campo nemico).
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

261

ca [di costruzione inglese] e con questa altre otto navi, risparmiando i japs
sufficienti per impiegarle sotto comando inglese e, dopo aver affondato tre
incrociatori cinesi a Shanghai e aver constatato la caduta di Hong Kong
in mano cinese, dirige sul Mediterraneo. Occultata la squadra nellisola
disabitata di Montecristo, noleggia una speronara maltese e torna a casa.
La ricomparsa delleroe del Channel appare provvidenziale. Infatti la
situazione nel frattempo cambiata: in un supremo sforzo, i russi hanno
salvato Mosca, mentre i cobelligeranti europei, esausti, hanno fatto pace
coi tre imperi continentali, coalizzandosi tutti in Lega Europea contro lInghilterra, ormai stremata. Ad Anversa unarmata europea di 360.000 uomini si appresta a varcare la Manica e, con la flotta italiana intatta, il nemico
prevale pure sul mare. Hardy, affiancato a Beresford nel comando congiunto dellHome Fleet, lo informa dellimminente invasione di 480 milioni
di devils vomited from hell e lo convince a lasciarlo parlamentare col
comandante in capo europeo. Ma lottuso ammiraglio francese, che alza
le insegne sullAndrea Doria, sospetta un inganno. Non resta che battersi
uno contro tre: e la tattica controintuitiva proposta da Hardy (gettarsi arditamente in mezzo al nemico) assicura la vittoria nella greater Waterloo
inflitta alle ennesime velleit continentali.
Lindomani Hardy lancia sul Times un breve manifesto, in cui rivela
gli eventi e i progetti cinesi e perora una Lega anglo-americana per the
salvation of the white races, and the extermination of the yellow, il ritiro
unilaterale delle pur vittoriose giacche rosse dalla Francia [hanno battuto i
francesi alle porte di Parigi e catturato il Kaiser] e la requisizione di tutti i
mercantili europei per sottrarre allimminente Yellow Wave il maggior
numero possibile di bianchi trasferendoli al sicuro in Inghilterra, in America o in Africa.

262

Future Wars

Intanto in atto la sterminata migrazione asiatica verso lEuropa e lIndia. Chi non fugge viene trucidato e tibetani, mongoli e cinesi si insediano
al posto dei bianchi. Solo 27 milioni di turchi, ungheresi e finlandesi vengono risparmiati in quanto gi mongoli. DallItalia e dal Belgio milioni
di cinesi marciano su Parigi, che tenta lestrema, vana resistenza. Intanto
la flotta giapponese bombarda la costa britannica, mentre un terrificante
maremoto distrugge Timor e met del Giappone e copre il mondo di una
nube oscura. Linumana America, crowded with ten thousand Christian
churches ma adoratrice di Mammona, rifiuta di accogliere i profughi. La
generosa Inghilterra, now the one Great Mother of the world, ne accoglie invece milioni, come the pious Pelican, pur sapendo che senza
commercio non pu nutrire neppure s stessa, e che la carestia sprang
into being the visible germs of a real Socialism [pp. 276-77].
Proclamato la reincarnazione di Confucio, Yen Ho sacrifica agli Dei
nella cattedrale di Ntre Dame, sconsacrata da terrificanti carneficine e
orridi idoli. Ma How sta ad Hardy come Boney a Wellington. Li accomuna
lorgoglio razziale: ma linglese si batte disinteressatamente per la civilt
mentre il giallo mosso da private motive. Infatti, quando studiava a
Londra, era stato respinto da una servetta dai capelli rossi, Ada Seward.
Hardy, che lo ha appreso nel colloquio avuto a Pechino, sa che Ada il
tallone dAchille del suo antagonista, perci la fa cercare, scopre che lei ha
accettato il denaro e la mano di How e il titolo di Imperatrice della Terra
ed appena partita su una barca giapponese per raggiungerlo al Casino
de Dunes di Dunkirk. Hardy la ferma in alto mare; lei [meno sveglia di
Moll Flanders] spiega virtuosamente di volersi sacrificare in cambio della promessa di How di non varcare la Manica, lui replica che unEuropa
cinese sarebbe comunque inaccettabile e la convince a fare da esca per
attirare How in trappola. Ma per fargli sapere che la ragazza in mano sua,
va personalmente a Dunkirk dove ha un nuovo faccia a faccia con lantagonista. Lui convinto che ten good men against a hundred million rats
possono prevalere grazie alla scienza, quella del gunmaker, tactician,
chemist. Il cinese alza le spalle: la forza, dice, sta nelle masse [p. 130].
Tornato in patria, Hardy prepara la battaglia finale. Ai bianchi restano
43 navi, incluse le 9 ex-nipponiche arrivate da Montecristo e montate da
4000 gentlemen della Naval Reserve, la crema della City, contro 137 cino-giapponesi. Lo scontro impari, ma lunico obiettivo di Hardy How.
Ha intuito che si trova a bordo dellammiraglia nemica, e con la poderosa
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

263

corazzata catturata a Nagasaki punta direttamente su di lui. Poi, con una


serie di manovre, il tactician costringe 20 navi nemiche a raggrupparsi a
difesa dellammiraglia e a quel punto il gunmaker usa i siluri; poco considerati per la loro imprecisione, nel mucchio hanno effetti devastanti. La
gigantesca esplosione si sente a Londra, Parigi e Bruxelles. Chemist Hardy
fa ripescare 150 cinesi per sbarcarli a coppie nei porti continentali dopo
aver loro inoculato la peste. Terrorizzati, i topi idolatri facilitano il contagio convocando unimmensa cerimonia espiatoria nel Tempio parigino
degli Dei Gialli. In tre settimane ne muoiono 150 milioni. Tre mesi dopo
la peste finisce e due armate inglesi, comandate dal Kaiser, derattizzano a
mano gli ultimi 100 milioni. Ora la razza inglese ripopoler lEuropa, e gli
Stati Uniti torneranno britannici. Hardy non assiste al suo trionfo: crudelmente snobbato da unalgida donna emancipata [voil le vice anglais] e
perseguitato da un testardo spadaccino che allinizio della storia lha futilmente sfidato a duello, muore da vero gentleman, accettando per onore di
farsi sbudellare allalba in uno squallido boschetto di periferia.
Un sottogenere di futurewarfiction
Capostipite del sottogenere asiatico di futurewarfiction (FWF) considerato il romanzo di Shiel, anche se il personaggio del genio del male
cinese educato in Occidente ricorre gi in un romanzo edisoniano del
189236 e linvasione mongola era gi nel 1895 il soggetto di due FWF, una
francese37 e una australiana38. Imitazione di Yellow Danger invece un racconto del giornalista Henri de Noussane (1864-1936), uscito nellagosto
190039. Diversamente da Shiel, Noussane posticipa per di mezzo secolo
lannessione della Cina al Giappone e al 2001 la conquista di Mosca e Ber36 Frank Reade Jr., Tom Edison, Jr.s electric Sea Spider, 1892. Nathan Vernon Madison, Anti-Foreign Imagery in American Pulps and Comic Books, 1920-1960, McFarland, Jefferson, NC, 2013, p. 31.
37 Jules Lermina, La bataille de Strasbourg, L. Boulanger, Paris, 1895, 2 vol.
38 James Alexander Kenneth Mackay (1859-1935), The Yellow Wave: A Romance of the Asiatic Invasion of Australia, Richard Bentley and Son, London, 1895. [Bleiler, p. 468]. Cfr.
The Sketcher [William Lane, 1861-1917], White or Yellow? A Story of the Race War of
A.D. 1908, Boomerang (Brisbane), 18 feb-5 maggio 1888.
39 La Chine et lEurope en lan 2000 , Le Monde Illustr 25 agosto 1900, 21 pp. Cit. in
Rgis Poulet,LOrient: gnalogie dune illusion, Presses universitaires du septentrion,
2002,p.53.

264

Future Wars

lino: lorda asiatica viene comunque distrutta sul Reno da unarma segreta
francese40.
Nonostante lalleanza anglo-nipponica, la guerra russo-giapponese
dette ulteriore alimento al metus occidentale di unione asiatica. Nel marzo 1904 il New York Times paventava addirittura linclusione dellIndia
nel blocco asiatico41. E il tema fu largamente sviluppato dai romanzi
danticipazione francesi e americani. Compaiono cos LAsie en flamme
(1904) di Louis Gastine42 e Linvasione jaune (1905) del capitaine Danrit le Jules Verne lorrain43; una trilogia illustrata da Georges Dutriac
(1866-1958)44 e nelle successive edizioni da Paul de Smant (1855-1915),
dedicata a Jules Verne e conforme ai pregiudizi razzista e antibritannico
dellautore. Infiltratosi nel mondo finanziario e industriale americano con
laiuto delle societ segrete cinesi, il maresciallo Yukinaga organizza nel
remoto entroterra cinese un esercito occulto dotato di armamento americano, che conquista lEuropa ed entra a Parigi senza resistenza. Nellottica
inglese la posata in gioco il genocidio razziale45.
40 Jos Frches, Dictionnaire amoureux de la Chine, Plon, Paris, 2013.
41 Stephen Bell, United Asia: a possibility, The New York Times, 15 marzo 1904.
42 Fli-Brugire et Louis-Jules Gastine (1858-1935), LAsie en feu, le roman de linvasion
jaune, C. Delagrave, Paris, 1904.
43 Daniel David, Le colonel Driant: de larme la littrature, le Jules Verne lorrain, G.
Klopp, 2006.
44 Danrit, alias Emile Augustin Cyprien Driant (1855-1916), Linvasion Jaune, Flammarion,
Paris, 1905-06, 3 voll. (1 La mobilisation sino-japonaise; 2 La hainedes Jaunes; 3 A travers lEurope). Daniel David, Oeuvres du capitaine Danrit, vol. 1 LInvasion jaune, Bibliothque de Rocambole, Encrage dition, 2015. David, Linvasion jaune du capitaine Danrit: lAsie lassaut de lEurope au dbut du XXe sicle, in Jules Verne & Cie, N. 1, 2011.
45 James Barr (1862-1923), The Last Englishman, Monthly Story Blue Books Magazine,
July 1906 [Bleiler, p. 39].
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

265

Il tema dellunione asiatica che approfitta della guerra mondiale viene


sviluppato nel 1908 da La Guerre Infernale di Pierre Giffard (1853-1922),
illustrato da Albert Robida (1848-1926) e pubblicato in 30 fascicoli domenicali con magnifiche copertine a colori e 520 illustrazioni interne in
bianco e nero46. Un giornalista narra nel 2001 limmane conflitto scoppiato
nel 1937 tra Francia, Germania e Inghilterra e culminato nella conquista asiatica dellEuropa e di gran parte degli Stati Uniti, ma vinto infine,
con lavveniristica tecnologia militare occidentale, dalla muraille blanche.
Oggi la copertina di Robida su Les Chinois Moscou!47 sembra ammonire
sulle unintended consequences che potrebbe avere la guerra economica
euro-americana in corso contro la Russia.
La profezia di Pearl Harbour
Lidea dellinvasione mongola dellEuropa non era del tutto irrealisti48
ca . Ma lallarme americano per il Seapower giapponese emerso a Tsushima era ben pi giustificato. In un FWF del 1898 i giapponesi accorrevano
in aiuto degli angloamericani contro la Vecchia Europa49; ma il conflitto
era gi emerso alla vigilia della guerra ispano-americana. Un altro del 1897
immagina un attacco giapponese sulle Hawaii e la War Coast in simultanea
col bombardamento spagnolo dei forti di new York: LAmerica reagisce,
la flotta nipponica distrutta alle Hawaii, Osaka, Yokohama e Kobe sono
occupate e il Giappone deve pagare 100 milioni di dollari50.

46 Pierre Giffard, La Guerre Infernale, Albert Mericant Editeur, Paris, 1908. Il racconto era
corredato da 30 copertine a colori e 520 illustrazioni in bianco e nero.
47 La guerre infernale, par Pierre Giffard, N. 28, 16 juillet 1908 (alors on vit cette chose
laquelle nous neussions jamais cru en 1908: les autorits de Moscou apportant les clefs de
la ville sainte aux Chinois!).
48 Franois Pav, Le pril jaune a la fin du XIXe sicle, fantasme ou inquitude lgitime ?,
HAL, 21 dec. 2011.
49 Stanley Waterloo (1846-1913), Armageddon. A Tale of Love, War and Invention, Rand,
McNally, Chicago, 1898. [Bleiler, p. 790-791].
50 John Henry Palmer, The Invasion of New York or how Hawaii Was annexed, F. Tennyson
Neely, New York, 1897 [Bleiler, p. 584]. John Rieder , John Henry Palmers The Invasion of New York, or, How Hawaii Was Annexed: Political Discourse and Emergent Mass
Culture in 1897, in David Seed (Ed.) Future Wars: The Anticipations and the Fears, Liverpool U. P., 2012.

266

Future Wars

In The Vanishing Fleets (1907)51, di Roy Norton (1869-1942), lAmerica salvata da due scienziati, padre e figlio, che, mediante super radioplani ad antigravitazione riescono a spostare in luoghi misteriosi una
flotta dinvasione giapponese e a stabilire una pax Aeronautica [i radioplani ad antigravit di Norton, potenziati da un raggio invisibile, tornano
anche in un suo romanzo del 1916, provocando la resa tedesca]. LAviateur du Pacifique (1910), ancora di Danrit, immagina un attacco giapponese su Pearl Harbour. Un geniale pioniere francese del volo scopre la
flotta nipponica che dirige sulla base americana e tenta di avvisarla per
radiotelegrafo, ma gli viene impedito da antenne montate su una catena di
pescherecci giapponesi, che disturbano le onde radio.
Almeno una ventina sono le anticipazioni della guerra col Giappone
comparse in America fra il 1905 e il 1917, ancora durante la cobelligeranza
contro la Germania. In The Valor of Ignorance, scritto nel 1905 e dedicato
al segretario alla guerra Elihu Root (1846-1937), con prefazione del capo
di stato maggiore dellesercito Adna R. Chaffee sr. (1842-1914), lavventuriero autodidatta Homer Lea (1876-1912) immagina la futura invasione
dei territori americani: prima le Filippine, le Hawaii e lAlaska, quindi la
costa occidentale degli Stati Uniti, California compresa52. Seguono altre
varianti. Pearl Harbour Guam, Filippine, Aleutine e West Coast prese da
quinte colonne cino-giapponesi, nazionalizzazioni e socialismo come esito
della sconfitta53. Sostenuti dalla Perfida Albione, i japs istigano linsur51 Uscito a puntate sull Associated Sunday Magazines e poi in volume nel 1908 (D. Appleton, New York). [Bleiler, p. 564-565].
52 H. Lea, The Valor of Ignorance, Harper and Brothers, New York - London, 1909.
53 Marsden Manson (1850-1931), The Yellow peril in action. A possible chapter in History,
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

267

rezione filippina e distruggono la flotta americana alle Falkland, quinte


colonne conquistano la West Coast, ma con laiuto australiano e canadese
lorda respinta alle Montagne Rocciose54. Altrove il timore dellopinione pubblica a trattenere il governo britannico dallappoggiare lultimatum
giapponese che intima la consegna delle Filippine (ma finisce col doppio
trionfo americano, su Giappone e Germania)55. Altro scenario: la guerra
arde ormai da cinque anni, la West Coast semidistrutta, lAmerica, che ha
rifiutato laiuto anglo-tedesco, combatte la battaglia decisiva per il Golfo
Persico; il presidente inclina alla pace, ma un capitano jingoista che di
fatto comanda le forze Usa vuole attaccare lindomani. Lora X viene per
sospesa da un novello Gedeone, uno scienziato che give peace a chance
fermando la rotazione terrestre56. Oppure una vittoria angloamericana
nellIdaho su giapponesi, messicani, tedeschi e brasiliani [BRICconi!] a
determinare una pace di compromesso57. Un FWF termina trionfalmente,
col protettorato americano su Giappone, Corea e Cina58; in altri la guerra
nippo-americana lo sfondo di avventure particolari59.
The Yellow Peril, di G. G. Rupert60 rompe lo schema geopolitico della
fobia asiatica, includendo la Russia tra le oriental races e attribuendo
ad essa il ruolo guida nellattacco allAmerica. Lo deduce, seriamente,
dallaccenno biblico ai Re dellEst (Libro della Rivelazione 16:12) che

San Francisco, 1907 [Bleiler, p. 477].


54 Parabellum [alias Ferdinand Heinrich Grautoff (1871-1935)], Banzai!, Theodor Eicher,
Leipzig; The Baker and Taylor, 1909 [Bleiler, p. 586].
55 Arthur Wellesley Kipling, The New Dominion. A Tale of To-morrows Wars, Francis Griffiths, London, 1908 [Bleiler, p. 407].
56 Johnston McCulley (1883-1958), When World Stood Still, All-Story, August-december
1909 [Bleiler, p. 460-461].
57 Ernest Hugh Fitzpatrick, The coming conflict of Nations, Or, the Japanese-American War,
H. W. Rokker, Springfield, Ill., 1909 [Bleiler, p. 247]
58 James Michael Phillips (n. 1876), In Our Countrys Service, Edward T. Miller, Columbus,
Ohio, 1909 [Bleiler, p. 595].
59 V. Bleiler, pp. 705-796, 351, 526, 165 [Rowan Stevens and Others, The Battle for the Pacific and other adventures at sea, Harper, New York, 1908 ill. da Broughton. Milo Milton
Hastings (1884-1957), In the Clutch of the War-God. The Tale of the Orients Invasion of
the Occident, Physical Culture, July-September 1911. Hugh S. Johnson, The dam, Red
Book Magazine, April 1911. W. Joseph Cox, Duty, Blue Book, April 1911].
60 Greenberry George Rupert (1847-1922), The Yellow Peril, or the Orient vs. The Occident,
Union Publishing, Britton, Okla., 3rd Edition, 1911.

268

Future Wars

a suo avviso profetizza la conquista russa dellintera Eurasia e dellAfrica


e la seconda discesa di Ges per salvare lOccidente, identificato fin
dallicona in copertina col solo Emisfero americano. Russia cattiva pure
in un coevo FWF61. Al contrario Russia buona, aggredita ai due lati da Imperi Centrali e Asiatici e salvata dallOccidente anglo-franco-americano,
nella celebre profezia della Pax Atomica di Herbert George Wells62.
Con Unparalleled Invasion (1910) di Jack London63 lenfasi del metus
asiatico torna sulla Cina. Legemonia giapponese solo temporanea, quanto basta per esportare la modernizzazione dellEra Meji. Nel 1922 la Cina si
emancipa riconquistando Corea, Taiwan e Manciuria. Sovrappopolazione
ed emigrazione sovvertono in modo alluvionale gli equilibri demografici
mondiali, ma specialmente nelle colonie occidentali dellAsia, finch nel
1976 Europa e Stati Uniti reagiscono come nel finale di Yellow Danger,
sterminando lintera popolazione cinese con armi biologiche e inaugurando unera di pace e prosperit universale64.
The Dragon, un primo rifacimento di Yellow Danger purgato delle frecciate antiamericane e pubblicato a puntate nel 1913, non ebbe successo65.
Ma la storia sembr poi realizzare louverture di Yellow Danger. Il Giappone collabor attivamente a quello che Benedetto XV, allora vilipeso
come austriacante, aveva profeticamente giudicato il suicidio dellEuropa e che gli imperi sconfitti avvertirono soggettivamente come der Untergang des Abendlandes (mentre fu lalba del Nuovo Occidente). Al fianco
dellIntesa, nel 1915 i giapponesi conquistarono la base tedesca di KiaoChau e nel 1918 intervennero nella guerra civile russa. Il loro obiettivo era
di approfittarne per creare uno stato cuscinetto in Siberia, e impedirlo fu
61 R. J. Pearsall, The Revelation, Overland Monthly, December 1911.
62 Herbert G. Wells (1866-1946), The World Set Free. A Story of Mankind, Macmillan, London - Dutton, New York, 1914. [Bleiler, p. 806].
63 Jack London (alias John Griffith Chaney, 1876-1916), Unparalleled Invasion, McClures
Magazine, July 1910, pp. 308-316. [Bleiler, pp. 449-450]. Daniel A. Mtraux, Jack London and the Yellow Peril, Education About Asia, Vol. 14, No. 1 (Spring 2009), pp. 2933.
64 Altri FWF sinofobi del 1911 sono: William H. Greene (1865-1918), The Savage Strain,
Argosy, Nov. 1911 [Bleiler, p. 299] e Percy Francis Westermann (1876-1959), When West
meets East. A Story of the Yellow Peril, illustrated by C. M. Padday, Blackie and Son Ltd,
London and Glasgow, 1913. vol. 6 della Yellow Peril Collection Of British Novels 1895
1913, ed. By Yorimitsu Hashimoto, Taylor & Francis, 2007.
65 M. P. Shiel, The Dragon, The Red Magazine 1 gennaio 15 marzo 1913. [Bleiler, p. 682].
Storia della distopia militare

The Yellow Peril

269

proprio la principale ragione del successivo intervento americano66. Anche


la Cina contribu allo sforzo bellico dellIntesa con 140.000 lavoratori sul
fronte occidentale67. Nel 1922 il Giappone ottenne il terzo rango navale
dopo Gran Bretagna e Stati Uniti e concessioni minerarie e ferroviarie
in Manciuria, che occup nel 1931 incurante della condanna internazionale, come, in seguito, della propria dipendenza dal petrolio americano.
Nel 1934 riprese il riarmo, nel 1937 aggred di nuovo la Cina e nel 1939
furono i sovietici a contenerne lespansione. Considerato il contesto, la
produzione di FWF antinipponici fu tra le due guerre meno intensa che in
passato e limitata agli Stati Uniti. Solo un romanzo nel 192068 e poi, tra il
1927 e il 1929, un racconto69, il terzo rifacimento di Yellow Danger70 e un
romanzo71 ripreso in una serie di fumetti72. Paradossalmente il successo
mediatico di Fu-Manchu, il genio cinese del male inventato nel 1912 da
Sax Rohmer73, continuava almeno fino al film The Bitter Tea of General
Yen74 a indirizzare verso i cinesi, pi che verso i giapponesi, la fobia asiatica del pubblico americano.

66 Carl J. Richard, When the United States Invaded Russia: Woodrow Wilsons Siberian Disaster, Rowman & Littlefield, 2013, pp. 17 ss. V. i FWF nippofobi usciti in America durante la grande guerra: Wolcott LeeClear Beard (1867-1937), Albrecht von Geierbergs
Mind, Popular Magazine, 7 October 1914. Morgan Robertson (1861-1915), Beyond the
Spectrum, in The Wreck of the Titan, or Futility, McClures Magazine and Metropolitan
Magazine, New York, 1914. Francis Merton Lyon (m. 1916), The Magnificent Story of
the Great Red Island, Blue Book, december 1914; Ulrich John Giesy (1877-1948), All for
His Country, Macaulay, New York, 1915; Herbert Henry Knibbs (1874-1945), The Forgotten Land, Popular Magazine, 7 February 1917 [Bleiler, pp. 44, 630, 845, 285, 412].
67 Alex Calvo and Bao Quiaoni, Forgotten voices from the Great War: the Chinese Labour
Corps, The Asia-Pacific Journal, Vol. 13, Issue. 49, No. 1, Dec. 21, 2015.
68 Robert W. Chambers (1865-1933) The Slayer of Souls, George H. Doran, New York, 1920.
Da non confondere con Whitman Chambers (1896-1968), autore di una fiction su uno
sbarco nipponico in California (Invasion!, Dutton, 1943).
69 Arthur J. Burks (1898-1974), The Invading Horde, Weird Tales, Nov. 1927.
70 M. P. Shiel, China in Arms 1928. Cfr. John D. Squires, Afterword to M. P. Shiels China
In Arms: The Final Revision of The Yellow Danger, The Vainglory Press, Kettering, Ohio,
1998.
71 Philip Francis Nowlan (1888-1940), Armageddon 2419 AD, a puntate su Amazing, August
1928, March 1929.
72 Buck Rogers in the 25th Century, disegnata da Richard T. Calkins (1894-1962)
73 Arthur Henry Ward (1883-1959).
74 Di Frank Capra, con Barbara Stanwyck (1933).

270

Future Wars

Rinvii Bibliografici

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fobia asiatica, consiglio leccellente voce Yellow Peril di en.wikipedia. Sul Pericolo giallo: Richard Austin Thompson, The yellow peril, 1890-1924, University of Wisconsin,
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272

Future Wars

Storia della distopia militare

273

Buduaja vojna

Jan Bloch, lo stato maggiore russo


e la Prima Conferenza di Pace dellAia
di Virgilio Ilari
what I know and am prepared to prove is,
that the real Utopians who are living in a veritable realm of phantasy are those people who
believe in war1.

Among many military theorists who appeared in those years (1870-1914), one was
outstanding, namely I. S. Bloch, because he
got down to the roots of the war problem2.

Perch la potenza di fuoco non imped la guerra?


ltre agli 11 milioni di soldati e 7 milioni di civili3, tra i caduti
della grande guerra ci fu, se non Clausewitz4, la credibilit professionale dei militari. Il fallimento dei piani iniziali5 port infatti
allo stallo sul fronte occidentale e tutti i successivi tentativi di sbloccarlo
ebbero il solo effetto di trasformare il conflitto in una guerra di logoramento che fu infine apparentemente decisa, ma in realt solo sospesa, dalla rivoluzione russa e dallintervento americano. In seguito i profeti del
potere aereo e della guerra di macchine e i teorici dellapproccio
indiretto criticarono i pregiudizi e la mentalit degli stati maggiori dan-

1 J. Bloch, Conversation with T. A. Stead, Abridgement, London, 1900, p. ix.


2 J. F. C. Fuller, A Military History of the Western World, 1956, p. 182.
3 V. Antoine Prost, War Losses, International Encyclopedia of the First World War, 2014,
online.
4 Gian Enrico Rusconi, Rischio 1914, Il Mulino, Bologna 1987, pp. 147-164 (Clausewitz
caduto sulla Marna?).
5 Gli unici due studi specificamente dedicati alla comparazione tra i piani di guerra dei belligeranti sono quelli di P. Kennedy (Ed.), The War Plans of the Great Powers, 1880-1914,
Guildford, Surrey 1979 e Richard Hamilton and Holger H. Herwig (Eds.), War Planning
1914, Cambridge U. P. 2014.

274

Future Wars

teguerra, accreditando la doxa che non avessero compreso leffetto sinergico dei continui progressi negli armamenti e nella mobilitazione militare.
Questa tesi domina pure fra gli storici militari: sir Michael Howard e Jack
Lewis Snyder, in particolare, hanno criticato lideologia delloffensiva6,
mentre per Mark David Mandeles il problema era piuttosto il sistema organizzativo e decisionale, troppo rigido e chiuso per recepire le lezioni
dellesperienza e adeguarsi alla crescente complessit della guerra7.
Nel 2005 Keir Alexander
Lieber, un allievo di John
Mearsheimer, ha per contestato
la tesi che prevailing erroneous
belief in offense dominance was
the master cause of World War
One. La tesi si fonda sulla offense-defense theory, secondo
la quale changes in offensedefense balance of technology
determinano non solo i risultati
militari (military outcomes)
ma anche le percezioni dei decisori politici (political outcomes). Ma, secondo Lieber, questa teoria
flawed: comporta misleading analyses and false comforts. Lanalisi
delle rivoluzioni tecnico-militari anteriori e successive alla grande guerra dimostra che il loro impatto sulla decisione e il corso della guerra sempre filtrato dalla politica. E che limpatto delle ferrovie e dellartiglieria
6 Jack Lewis Snyder, The Ideology of the Offensive: Military Decision Making and the

Disasters of 1914, Cornell U. P., Ithaca 1984, 1989, 2013 (sulla Russia v. pp. 157196). Cfr. il numero speciale di International Security (Vol. 9, No. 1 Summer 1984)
con articoli di Snyder (Civil-Military Relations and the Cult of the Offensive , pp.
1-40) e Stephen Van Evera (The Cult of the Offensive and the Origins of the First
World War, pp. 58-107). Michael Eliot Howard, Men against Fire: The Doctrine
of the Offensive in 1914, in Peter Paret, Gordon A. Craig, Felix Gilbert (Eds.), Makers of Modern Strategy from Machiavelli to the Nuclear Age, Princeton U. P., 1986,
pp. 510-525. Robert T. Foley, German Strategy and the Path to Verdun: Erich von
Falkenhayn and the Development of Attrition, 1870-1916, Cambridge U. P., 2005.

7 Mark D. Mandeles, The Future of War. Organizations as Weapons (2005), Potomac Books,
2011.

Storia della distopia militare

Buduaja vojna

275

sulle operazioni del 1914 fu meno univoco di quanto si pensi8.


Inoltre gli studi pi recenti sulla preparazione e la pianificazione prebellica9 e sulla trasformazione degli eserciti nel corso della guerra10 hanno
fatto emergere una realt pi complessa, riequilibrando il giudizio sulla pretesa cecit degli stati maggiori. Come ha ben riassunto Dennis E.
Showalter, i militari non si aspettavano la ripetizione del 1866 o 1870, but
an Armageddon in quick time, with events proceeding at the outer limits
of comprehension and control. Il loro errore fu semmai di sovrastimare le
vulnerabilit e di sottostimare la resilienza degli eserciti e delle societ pi
avanzate, tanto da ritenere in vantaggio la Russia proprio in virt della sua
arretratezza11. Quanto pi si comprendeva che laumento della potenza di
fuoco ripristinava la superiorit strutturale della difensiva, tanto pi i piani
militari dovevano puntare sulla residua possibilit di anticipare lavversario per atterrarlo con un singolo colpo senza durata (Vom Kriege, I, 8).
Una possibilit che si giocava allora sui tempi di mobilitazione, radunata
e marcia, ma non diversa da quella in seguito fondata sullaviazione e
sui carri armati, come rileva uno studio dellesercito americano sullarte
operativa12.
In definitiva la distopia istituzionalmente obbligata dei militari fu
meno fallace della tesi liberale che linterdipendenza economica prodotta
dal mercato globale fosse il miglior antidoto alla guerra13. Anche fra i libe-

8 Keir Alexander Lieber, War and the Engineers. The Primacy of Politics over Technology,
Cornell U. P., Ithaca, 2005.
9 Cfr. Eric Dorn Brose, The Kaisers Army: The Politics of Military Technology in Ger-

many During the Machine Age, 1870-1918, Oxford U. P., 2004. Peter Gatrell, Government. Industry and Rearmament in Russia, 1900-1914: The Last Argument of Tsarism,
Cambridge U. P., 1994.

10 v. Robert T. Foley, A Case Study in Horizontal Military Innovation: The German Army,
1916-1918, e Filippo Cappellano e Basilio Di Martino, Un esercito forgiato nelle trincee,
Levoluzione tattica dellesercito italiano nella Grande Guerra, Gaspari, Udine, 2008.
11 Dennis E. Showalter, Tannenberg: Clash of Empires 1914, Archon Books, North Haven,
Ct, 1991 (Potomac Books, Dulles, Va, 2004).
12 Gnther R. Roth, Operational Tought from Schlieffen To Manstein, in Michael D.
Krause and R. Cody Phillips (Eds), Historical Perspectives of the Operational Art, Center
of Military History, U. S. Army, 2005, pp. 149 ss.
13 Richard F. Hamilton, War Planning: Obvious Needs, Not So Obvious Solutions, in War
Planning, cit., p. 10. Michael Eliot Howard, War and the Liberal Conscience (The George

276

Future Wars

rali vi era chi prima e meglio dei socialisti spiegava il militarismo come
un sottoprodotto dellimperialismo14. Ma non vero che solo pochi militari eretici avessero compreso gli effetti della guerra moderna. Lo stesso
feldmaresciallo Alfred von Schlieffen, sulla Deutsche Revue del 190915,
riprendeva argomenti avanzati dieci anni prima da Jan Bloch16, ispiratore
della Prima Conferenza della Pace dellAia e icona postuma del pacifismo
liberale.

Macaulay Trevelyan Lectures in the University of Cambrigde 1977), Temple Smith, 1978;
Rutgers, 1986; Hurst, London, 2008.
14 John Atkinson Hobson (1858-1940), Imperialism, A Study, James Nisbet & Co., London,1902.
15 Alfred von Schlieffen, Der Krieg in der Gegenwart, Deutsche Revue, 34, 1, (Jan.

1909), pp. 13-24. Cfr. Herwig, op. cit., p. 230. Sul crescente pessimismo di Schlieffen cfr. Gerhard Ritter, Der Schlieffenplan: Kritik eines Mythos, 1956 (The Schlieffen Plan: Critique of a Myth, Oswald Wolff, London, 1958); Id., The Sword and the
Scepter, The Problem of Militarism in Germany, U. of Miami Press, Coral Gables,
Fl., 1973, II, pp. 199 ss. Antulio Echevarria II, An Infamous Legacy Schlieffens
Military Theory Revisited, Army History, No. 53, Summer-Fall 2001, pp. 1-8. Hans
Ehlert, Gerhard Gross and Michael Epkenhans (Hg.), Der Schlieffenplan: Analysen
und Dokumente, Zentrum fur Militrgeschichte und Sozialwissenschaften der Bundeswehr (ZMS), Odenberg, Mnchen, 2006 (=The Schlieffen Plan, International Perspectives on the Germany Strategy for World War I, U. P. of Kentucky, 2014).
16 Grzegorz P. Bbiak, Jan Gottlib Bloch (1836- 1902). Portret zapomnianego pacyfisty [ritratto di un pacifista dimenticato], nelled. polacca di Guerra Futura [Przysza
wojna, pod wzgldem technicznym ekonomicznym i politycznym, Polski Instytut
Spraw Midzynarodowych, Warszawa, 2005, pp. 7-47]. Elzbieta Malecka, Jan Bloch
- Niezwykly Warszawiak, Towarzystwo Jana Gotliba Blocha (Jean de Bloch Society),
Warszawa, 2002. Ryszard Koodziejczyk, Jan Bloch, 1836-1902: szkic do portretu
Krla polskich kolei (ritratto del re delle ferrovie polacche), Pastwowy Instytut
Wydawniczy, Warszawa, 1983. Aleksander Bocheski, Niezwyke dzieje przemysu
polskiego, 1985. Brokgauz-Efron, Evrejskaja Enciklopedija, IV, 1909, pp. 653-656.
Encyclopaedia Judaica, Jerusalem, Vol. 4, 1978, p. 1094. Nahum Sokolow (18561936), Jan Bloch: The Loyal Convert, in Lucy S. Dawidowicz (Ed.), The Golden
Tradition: Jewish Life and Thought in Eastern Europe, Beacon Press, Boston, 1967;
Syracuse U. P., 1996, pp. 344-349. Walter Troxler, Daniela Walker, u. Markus Furrer
(Hg.), Jan Bloch und das Internationale Kriegs- und Friedensmuseum in Luzern, LIT
Verlag Mnster, 2010. La voce biografica della Grande Enciclopedia Sovietica (trad.
della 3a ed., New York, 1973, III, p. 365) omette ogni riferimento agli scritti pacifisti
di Bloch e alla Conferenza dellAia (v. van den Dungen, From St. Petersburg to The
Hague: Bloch and the First Hague Peace Conference (1899), in Gwyn Prins & Hykle
Tromp (Eds.), The Future of War, Kluwer Law International, The Hague, 2000, p. 70).
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

277

Bloch, Witte e i retroscena della Prima Conferenza dellAia


Definito enfaticamente The Russian Cobden17, lAverell Harriman
russo18, The Polish Rotschild19 e il Profeta inascoltato della grande
Guerra20, Jan Gottlieb (Bogumi) Bloch (o, in russo, Ivan Stanislavovi
Blioch) era nato nel 1836 a Radom (nella Polonia russa) da una modesta
famiglia ebrea. Self-made man, convertito al calvinismo e poi al cattolicesimo per pressione sociale, milionario a 26 anni, banchiere, assicuratore e
imprenditore, pioniere e protagonista dello sviluppo ferroviario in Polonia
e Ucraina, fu pure un riformista moderato che negli ultimi anni di vita si
impegn attivamente contro il militarismo e la discriminazione degli ebrei
russi. Negli anni Settanta impiant a Varsavia il primo ufficio polacco di
statistica, al quale collabor pure il celebre giornalista e scrittore Bolesaw
Prus (Aleksander Gowacki, 1847-1912), compromesso nella insurrezione
del 1863 e di tendenze progressiste e socialiste. Sotto la direzione di Bloch
lufficio produsse numerosi studi socio-economici, a cominciare da quelli
del 1875-77 sulle ricadute degli investimenti ferroviari in replica allaccusa
che fossero allorigine della crisi finanziaria; studi apprezzati dalla Societ
geografica russa e premiati allesposizione geografica di Parigi del 1878.
Il ruolo essenziale delle ferrovie nellXI guerra russo-turca (1877-78), il
trasferimento di Bloch a San Pietroburgo, i nuovi studi sullo sviluppo delle
finanze russe (1882) e dellindustria polacca gli valsero la nomina a consigliere scientifico del ministero delle finanze e la concessione del rango
nobiliare (1883); e due dei suoi pi stretti collaboratori, lingegnere meccanico Ivan Alekseevi Vynegradskij (1831-1895) e il matematico Sergej
17 William Thomas Stead (1849-1912), The United States of Europe and the Eve of the Parliament of Peace, London, review of Reviews, Office, 1899, p. 133. Il riferimento a Richard Cobden (1804-1865), industriale, economista liberale e statista radicale e pacifista.
18 Tohmatsu Haruo, Approaching Total War: Ivan Blochs Disturbing Vision, in Wolff

et al. (Eds.), TheRusso-Japanese War in Global Perspective, World War Zero, Brill,
Leiden-Boston, 2007, II, p. 181. Pi calzante sarebbe per il paragone col contemporaneo William Henry Vanderbilt I (1821-1888).

19 Edwin D. Mead, Introduction to Bloch , The Future of War, 1902.


20 Adolph G. Rosengarten Jr, John Bloch A Neglected Prophet e Letter di Basil H.
Liddell Hart, Military Review, Vol. 37, No. 1, April e No. 3, June 1957. Alexej Volunec,
Proroki Velikoj vojny, online nel sito ruspl (Russkaja Planeta), 1 luglio 2014. Paul
Reynolds, The Man Who Predicted the Great War, History Today, Vol. 63, No. 5, May
2013.

278

Future Wars

Julevi Vitte (Conte Witte, 1849-1915), furono rispettivamente nominati,


nel 1888 e nel 1889, ministro delle finanze e direttore dellappena istituito
Dipartimento generale delle ferrovie presso il Ministero delle finanze.

Bloch da giovane e da vecchio. Il Conte Witte. Bertha von Suttner. W. T. Stead.

Nel frattempo, la creazione della Triplice (1882) e la dissoluzione (1887)


della Lega dei tre imperatori ideata da Bismarck dopo la guerra franco-prussiana, avevano fatalmente spinto la Russia verso la Francia. A partire dal 1888,
grazie soprattutto a Witte, lammodernamento militare e il potenziamento delle ferrovie strategiche in funzione della mobilitazione furono finanziati con
prestiti francesi a tasso di favore21, Nel 1890 la caduta di Bismarck irrigid le
relazioni con la Germania e nel 1891 mentre la flotta francese faceva visita
a Kronstadt e per la prima volta veniva suonata in Russia La Marsigliese fu
avviato il negoziato per unalleanza difensiva segreta, stipulata nel 1892 e
ratificata nel 1894, poi giudicata da George Kennan (1904-2005) come la
causa ultima della grande guerra22. Non meno fatale fu per la successiva decisione, concordata nel 1895 con la Germania, di approfittare della
guerra cino-giapponese per occupare la Penisola di Liaodong e costruire
la base di Port Arthur. Una decisione in parte determinata proprio dai progetti ferroviari, per quanto osteggiata da Witte, nel frattempo succeduto
a Vynegradskij al ministero delle finanze e stratega del trattato segreto
russo-cinese23.
21 Ren Girault, Emprunts russes et investissements franais en Russie, 1887-1914, Armand Colin, Paris, 1973. B. V. Ananich and V. I. Bovykin, Foreign Banks and Foreign
Investment in Russia, in Rondo Cameron and V. I. Bovykin (Eds), International Banking,
1870-1914, Oxford U. P. USA, 1992, pp. 253-290.
22 Georg Frost Kennan, The Fateful Alliance: France, Russia and the Coming of the First
World War, Manchester U. P., 1984.
23 David Schimmelpenninck van der Oye, Toward the Rising Sun: Russian Ideologies of Empire and the Path to War with Japan, Dekalb, 2001, pp. 667, 723.
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

279

Nel 1891 Bloch era stato inserito in una commissione speciale incaricata di pianificare la difesa di Varsavia in caso di guerra24, presieduta dal nuovo capo di S. M. distrettuale, generale Aleksandr Kazimirovi Puzyrevskij
(1845-1904), apprezzato storico dellultima guerra russo-turca e della
guerra dei trentanni e gi pedagogo dello zarevi Nicola. Insoddisfatto del
rapporto finale, Bloch present un proprio memoriale sugli aspetti trascurati dalla commissione, in particolare le difficolt logistiche della prevista
evacuazione di mezzo milione di civili. In seguito approfond gli studi sui
possibili effetti socio-economici delle tecnologie militari emergenti e gi
nel 1893-94 pubblic su Biblioteka Warsawska, la pi importante rivista
politica polacca, vari saggi, poi ripresi da riviste russe e tedesche25, propedeutici ai sei volumi di Buduaja vojna (Guerra futura)26, pubblicati nel
luglio 1898, appena un mese prima del manifesto per la pace lanciato il 24
agosto27 da Nicola II da cui scatur la convocazione della prima conferenza
internazionale di pace dellAia.
La versione ufficiale, poi tralatizia nella letteratura pacifista28, fu che lo
zar fosse rimasto folgorato dal libro di Bloch29. Lui stesso raccont poi ai
giornalisti e ai delegati convenuti al congresso della pace, la lunga udienza
concessagli dallo zar prima di autorizzare la pubblicazione del libro. Il
sovrano lo aveva letto attentamente, ma volle farsi spiegare ogni mappa
e tabella che stavano sparsi sul suo tavolo, concludendo: questo dunque
24 Peter van den Dungen, Jan Bloch and the Inaugural Nobel Peace Prize (1901), Det

Norske Nobelinstitutts Skriftserie, Vol. 3, No 2, Oslo, 2002, p. 6. Su Varsavia in caso


di assedio v. Bloch, BV, VI, 192 (= La guerre, 167; Der Krieg, 154).
25 Przysza wojna, jej ekonomiczne przyczyny I skutki [Guerra futura, suoi risultati
e implicazioni economiche], Biblioteka Warsawska, 52-3 (1893-94). A Bibliography
of the Pacifist Writings of Jean de Bloch, Housmans, London, 1977. van den Dungen,
Bibliography of Jan Blochs writings on War and Peace, Int. Journal on World Peace, Vol. 25, No. 3 (2008), pp. 73ss. Troxler, op. cit., pp. 211 ss.

26 Buduaja vojna v technieskom, ekonomieskom i politieskom otnoenijach, Tip. I.


A. Efron, San Pietroburgo, 1898, 6 voll.
27 Testo in James Brown Scott, The Hague Peace Conferences 1899 and 1907, The Johns
Hopkins Press, Baltimore, 1909, I, pp. 39-41. Id. (Ed.), The Hague Conventions and Declarations, Oxford U. P., New York, 1915, pp. xiv-xv.
28 Peter van den Dungen, The Making of Peace: Jean de Bloch and the First Hague

Peace Conference, Udo Heyn, Los Angeles, 1983 e scritti successivi.

29 Memoirs of Bertha von Suttner. The Records of an Eventful Life, Ginn & Coy, Boston and
London, 1910, II, p. 183.

280

Future Wars

sar il modo in cui si svilupper la prossima guerra? Questi saranno i risultati?. Bloch aggiunse rivolto galantemente alla baronessa von Suttner
che il ministro della guerra aveva giustificato la concessione del nulla osta
osservando che un libro cos pedante era infinitamente meno pericoloso di
Die Waffen nieder (il celebre romanzo della baronessa) pur a suo tempo
autorizzato dalla censura zarista30.

La delegazione russa alla Conferenza di pace dellAia (1899)

In realt gli insider seppero subito che il rescritto had quite another
genesis31. In uno studio del 1942 sullillusione disarmista, Merze Tate
(1905-1996), la prima donna afro-americana laureata a Oxford e una
delle prime due docenti donna del dipartimento di storia della Howard
University collocava il rescritto di Nicola II nella tradizione diplomatica russa, dalla Santa Alleanza alla dichiarazione di San Pietroburgo del
30 Il 19 maggio 1899, nel salone dellHtel Paulez dellAia, sede della conferenza (Mem. of
B. von Suttner, II, p. 252 = pp. 443-444 delloriginale tedesco, 1909).
31 Stead, p. 133, che riferisce pure le confidenze di Bloch sul colloquio con lo zar.
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

281

1868 sulla rinuncia alle munizioni esplosive. E ricordava che lidea di


una conferenza intergovernativa di pace era stata avanzata gi nel 1894
nella dmarche del premier britannico, Lord Rosebery, allambasciatore
russo Egor Egorovi Stal, a margine del VI congresso universale della
pace organizzato ad Anversa dallUnione interparlamentare. Il VII, presieduto dal generale ex-garibaldino Istvn Trr (1825-1908), si era svolto
a Budapest nel 1896 e il console generale russo Aleksandr Konstantinovi
Vazili (1846-1902) ne aveva fatto un rapporto entusiastico32.
Il vero retroscena era per gi emerso dalle confidenze del conte Witte
a Emile Joseph Dillon (1854-1933), corrispondente del London Daily
Telegraph dal 1887, pubblicate nel 191833 e confermate in modo pi conciso nel 1921 dalla traduzione inglese delle sue memorie manoscritte34.
Tutto era cominciato con lallarme del ministro della guerra Kuropatkin per
lammodernamento delle artiglierie austriaca e francese, che alterava gli
equilibri di forza e rischiava di trascinare la Russia in uninsostenibile corsa al riarmo, compromettendo lo sviluppo industriale e la stabilit sociale.
Consultato dal ministro degli esteri Muravv sulla proposta di Kuropatkin
di avviare un negoziato bilaterale, Witte aveva espresso parere negativo,
sostenendo che sarebbe stato inutile e controproducente. Nella risposta si
era per lasciato andare a considerazioni alquanto trite sui danni sociali
del militarismo, che avrebbero impressionato il candido (prostoj) collega
degli esteri, suggerendogli il progetto di un appello generale alle potenze
per un disarmo parziale e una moratoria delle spese militari. Approvato da
Witte ma non da Kuropatkin, il progetto fu poi ratificato dallo zar e tradotto nel famoso rescritto. Qui Witte non accenna al ruolo di Bloch, che in
altro punto delle sue memorie presenta ingenerosamente come un subdolo
e spregiudicato arrampicatore sociale ebreo che aveva invano tentato di

32 Merze Tate, The Disarmament Illusion. The Movement for a Limitation of Armaments to
1907, Macmillan, New York, 1942, pp. 137 e 167-181.
33 E. J. Dillon, The Eclipse of Russia, George H. Doran, New York, 1918, pp. 270-278.

Dillon contrappone Muravv e Witte (the one form without substance, the other
amorphous reality) e osserva che la Conferenza non ci sarebbe stata se Kuropatkin si
fosse limitato a chiedere fondi per pareggiare gli austriaci anzich proporre un negoziato bilaterale, o se Witte non avesse rilanciato con la denuncia del militarismo.

34 The Memoirs of Count Witte, Doubleday, Garder City, 1921, pp. 96-97.

282

Future Wars

influenzare la giovane imperatrice con le sue fisime pacifiste35.


Nel 1924, quando furono pubblicati i rapporti dellambasciatore tedesco, principe Hugo von Radolin (1844-1917), emerse che allepoca Witte
si era attenuto alla versione ufficiale, vantandosi anzi di aver proprio lui innescato liniziativa dello zar parlandogli degli studi militari del suo antico
datore di lavoro, poi ricevuto da Nicola II in lunga udienza36. Muravv,
invece, aveva negato nel modo pi deciso (entschiedendste) che lo zar
fosse stato influenzato da Bloch. Quel nome tornava tuttavia nella genesi
della seconda nota circolare dell11 gennaio 1899 sul programma della
conferenza37. Qui la fonte di Radolin era tal Komarov, un ciarliero funzionario del dipartimento asiatico del ministero degli esteri russo, diretto da
Vazili. In fama di pacifista, questultimo era stato incaricato di redigere
un doklad (relazione) per lo zar e poi la seconda nota, e a sua volta
aveva scaricato la grana su Komarov, il quale si era vendicato spifferando
al nemico tedesco38 linsipienza di Muravv (incapace perfino di dare
istruzioni allambasciatore a Londra) e landirivieni delle varie bozze, tra
il panico dei funzionari, lira dei generali russi e lallarme degli alleati
francesi. Secondo Komarov, Vazili aveva perso la testa e Bloch [con
ebraica tenacia, chiosava Radolin] era corso di propria iniziativa a Parigi
riuscendo a far cambiare idea al governo francese. La convocazione della
conferenza si era salvata, ma il programma era stato fortemente ridimensionato da un accordo tra i ministri della guerra russo e francese e dalle
fumisterie del sopravvalutato (berschtzten) giurista estone Friedrich
Fromhold Martens (1845-1909)39. Infuriato, Bloch aveva cercato malde35 Witte, Memoirs, cit., pp. 20-21. Dillon, che dedica il volume alla memoria di Witte, menziona appena Bloch, chiamandolo my old friend (p. 270).
36 von Radolin a Hohenlohe, SP, 2 aprile e 13 luglio 1899 (Die grosse Politik der europische
Kabinette, vol. XV Rings um die Erste Haager Friedenskonferenz, Berlin, 1924, N. 4251,
p. 184; N. 4350, pp. 351-52). Jackson E. Ralston, International Arbitration from Athens to
Locarno, 1929, rist. The Lawbook Exchange, 2004, p. 254.
37 V. il testo finale (11 gennaio 1899) in The Hague Conventions, cit., pp. xv-xvii.
38 A detta di Radolin Komarov lodava la fermezza teutonica che, per la seconda volta dopo la
rivolta polacca del 1863, avrebbe salvato la Russia dalle fatali conseguenze della sua improntitudine.
39 Secondo Komarov, alla nota avrebbe contribuito pure un letterato depravato e antimonarchico di nome Hessen [forse il futuro giornalista Arnold Ili Gessen (1878-1976)],
raccomandato dal figlio quattordicenne di Vazili. Nikolaj (1883-1963), che poi accompaStoria della distopia militare

Buduaja vojna

283

stramente di far leva sulle tendenze mistiche dello zar, indirizzandogli


un controproducente memoriale di protesta, che, secondo Radolin, avrebbe indotto Nicola II a dubitare della sincerit del suo consigliere.
Bloch avrebbe voluto far includere nel programma listituzione di un
comitato internazionale di economisti, militari e politici per uninchiesta
sulla probabilit e sui presumibili risultati (mutmalichen Ergebnisse)
di una guerra tra Grandi Potenze. Non essendoci riuscito, pens di finanziare lui stesso unindagine non-governativa. Alla vigilia del congresso
ne scrisse alla Suttner, sostenendo di avere lettere di generali prussiani
da cui si capiva che lidea era matura40. Lidea del Comitato di indagine
non era estemporanea. Bloch raccont a Stead che nel 1891 i militari francesi avevano bocciato una analoga proposta di Auguste Laurent Burdeau
(1851-1894)41.
Il ruolo dello stato maggiore russo nella redazione di Buduaja vojna
Come si vede, sul ruolo di Bloch restano ancora molti punti oscuri, e in
primo luogo la genesi di Buduaja vojna e il suo rapporto con la crociata
intrapresa da Witte contro le spese e le avventure militari42. Nella conversazione con Stead premessa alledizione inglese, Bloch racconta di aver
taken all imaginable pains in order to master the (modern) literature of
warfare e di aver poi avuto modo of discussing personally with many
officers in all countries43. A sua richiesta, lo zar aveva poi sottoposto

gn il padre allAia nel 1899 e vi torn nel 1907 da segretario della delegazione russa alla
II conferenza. Membro e infine direttore dellufficio diplomatico al Quartier Generale, fu
Nikolaj a ricevere labdicazione dello zar. Il suo archivio fu poi donato dalla vedova alla Fondazione Hoover. Bloch non menzionato n nelle sue memorie (Memoirs of Nicolas de Basily, diplomat of Imperial Russia, 1903-1917, Hoover Press, Stanford University,
1973, p. 11) n nei documenti russi di Stanford (Charles G. Palm, Dale Reed, Guide to the
Hoover Institution Archives, 1980).
40 Lettera dell8 aprile da Varsavia e telegramma dell11 maggio da Parigi (Memoirs of Bertha von Suttner, II, pp. 219 e 239-40 = 432-33 e 435-36 originale). J. Bloch, Conversation
with T. A. Stead, Abridgement, London, 1900, p. l.
41 Stead, cit., p. 136. Bloch disse di averlo saputo dallo stesso Burdeau.
42 Peter Gatrell, Government. Industry and Rearmament in Russia, 1900-1914: The Last

Argument of Tsarism, Cambridge University Press, 1994 (su Bloch pp. 154-155).

43 J. Bloch, Conversation with T. A. Stead, The Future of War, 1902, p. ix.

284

Future Wars

lopera a Kuropatkin, e il verdetto della commissione ministeriale era stato


che, pur con qualche errore inevitabile in una materia cos vasta [e con le
riserve di Dragomirov circa lobsolescenza della baionetta!], the book
was a very useful one, and that it was the most desirable that it should be
placed in the hands of all staff officers, e avrebbe potuto inoltre contribuire al successo della conferenza.
I tempi del racconto di Bloch (ludienza dello zar, il rapporto della commissione) cozzano per col brevissimo intervallo tra loriginaria proposta
di Kuropatkin (che Witte data in the middle of 189844) e la stampa dei sei
volumi (luglio). Comera possibile stampare in poche settimane unopera
di 4.700 pagine zeppa di tabelle e illustrazioni? Anche lanonima traduzione integrale francese doveva essere gi pronta, altrimenti non si spiega
come abbia potuto essere stampata a Parigi gi nel 189845. La stampa della
traduzione tedesca46, curata personalmente da Bloch, richiese infatti molto
pi tempo, visto che allepoca della recensione di Delbrck (maggio 1899)
ne erano usciti solo i primi tre volumi.
Dedicati al meccanismo della guerra, i primi tre volumi (ben 2.700
pagine su 4.700) costituivano la prima parte dellopera47. La secon44 Witte, Memoirs, cit., p. 96.
45 La Guerre, Traduction de louvrage russe: La guerre future aux points de vue Technique,
Economique et Politique, Imprimerie Paul Dupont, Paris, 1898.
46 Der Krieg, von Johann von Bloch. bersetzung des russischen Werke des Autors: Der
zuknftige Krieg in seiner technischen, volkswirtschaftlichen und politischen Bedeutung,
Puttkammer & Mhlberg, Berlin, 1899. Lomissione dellaggettivo futura sarebbe stata
suggerita a Bloch da un rilievo del tipografo tedesco, il quale, entusiasmato dal rescritto,
pensava che dopo la Conferenza di pace la guerra non avrebbe pi avuto Zukunft (futuro).
Stead, p. 137. Cfr. van den Dungen, cit., p. 69 nt. 1.
47 I primi due volumi riguardano la guerra terrestre (I armamenti, sistemi logistici e tattiche
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

285

da (IV e V) riguardava le ricadute socio-economiche degli armamenti


e la terza (VI) le conclusioni e proposte. Scopo della prima parte era
secondo la prefazione di Bloch di farsi unidea della discontinuit
della guerra moderna rispetto al pur recente passato: si trattava solo del
modesto lavoro di un laico, diretto a un pubblico di non specialisti,
che [poteva] mancare di valore e di metodo, ma che si basa[va] sui
recenti lavori degli autori militari pi competenti e non pretende[va] di
risolvere autoritativamente alcuna vexata quaestio n di sostenere alcuna
opinione determinata.
Buduaja vojna presenta dunque lo stesso metodo adottato da Bloch
per i suoi precedenti studi48, e le prime due parti sono mere appendici documentarie compilate da gruppi di lavoro. Ma solo la seconda49 appare riconducibile alla segreteria statistica di Varsavia, che in quegli stessi anni
era pure impegnata in una difficile e rischiosa ricerca sulla condizione degli
ebrei nelle province russe50. La prima parte pare invece opera di un distinto
gruppo di lavoro51, composto non da giornalisti, ma proprio da militari. La
Voennaja Enciklopedija (Enciclopedia Militare) del 1911 dice infatti che
alla redazione di Buduaja vojna presero parte ufficiali dei pi importanti eserciti europei, ivi compresi i nostri ufficiali di stato maggiore52.
Probabilmente i russi furono presi tra gli stessi redattori una settantina
delle quattro armi; II condotta delle operazioni); il III la guerra navale.
48 Witte, Memoirs, p. 21: He published several learned works (), i. e., they were is-

sued under his name but were written by specialists whom he hired for the purpose.

49 Il IV volume riguarda i maggiori e pi gravi turbamenti economici e sociali e le maggiori


perdite materiali che la guerra moderna provocherebbe rispetto al passato; il V lo sviluppo
storico del pacifismo, socialismo e anarchismo e il ruolo del militarismo nella destabilizzazione sociale; gli squilibri demografici come causa di guerra; la probabilit di guerra e
la stima delle perdite umane.
50 Ela Bauer, Jan Gottlieb Bloch Polish cosmopolitism versus Jewish universalism, Department of Communication and Film, Seminar Ha-Kibbutzim College, Tel Aviv, Israel,
2010, online Fundacja im. Jana Blocha (2015).
51 Ltn Col. Emile Mayer, Prophties sur la guerre de 1914-1918, Revue Militaire Suisse,
vol. 80 (1935), N. 8-9, pp. 394-404. Il a charg plusieurs secrtaires de dpouiller toutes
les uvres des crivains militaires pour en extraire des arguments en faveur de sa thse, et
il a consign les rsultats de cette enqute dans sa publication de 1898. Cest une runion
tendancieuse de textes runis sans esprit critique, sans comptence technique (p. 397).
52 Voennaja Enciklopedija, Tip. I. T. Sutina, Moskva 1911, IV, pp. 569-570 (Blioch, Ivan
Stanislavovi).

286

Future Wars

dellEnciclopedia russa delle scienze militari e navali53, uscita nel 18831895 sotto la direzione del generale Genrich Antonovi Leer (1829-1904)54.
Quanto ai consulenti stranieri, bisogna ricordare che Bloch era il suocero del capo dei deputati polacchi al Reichstag, il poeta e drammaturgo
von Koszielski (Jzef Kocielski, 1845-1911), universalmente noto come
Admiralski per il suo ruolo determinante nella sofferta approvazione
(1896) del finanziamento dei gi obsoleti incrociatori a ponte corazzato della Kaiserliche Marine costruiti a Stettino [al secondo panzerdeckschiff SMS
Herta, buono a mostrar bandiera ma non da guerra, fu appioppato infatti il
sarcastico nomignolo Koszielska]55. Koszielski era inoltre ben introdotto
alla corte imperiale56, e questo forse spiega come mai, durante lo svolgimento della conferenza di pace, Bloch potesse fare confidenze circa le opinioni
riservate di alti ufficiali tedeschi circa la letalit della guerra futura in netto
contrasto con la posizione ufficiale della delegazione tedesca57. Le entrature
nello stato maggiore tedesco potrebbero forse spiegare pure la clamorosa
affermazione di Bloch che lesercito svizzero avrebbe addirittura condotto
una esercitazione sperimentale su sua specifica richiesta58. Ma anche in
questo caso impensabile che il governo russo ne fosse alloscuro.
Tutto sembra indicare che il governo russo abbia cooperato pi o meno
53 Enciklopedija voennych i morskich nauk, 8 vol., Tip. V. Bezobrazov e C., San Pietroburgo,
1883-1895.
54 Sullinfluenza di Leer, v. Bruce W. Menning, The Imperial Russian Legacy of Operational Art, 1878 to 1914, in Krause and Phillips, cit., pp. 193-195.
55 Ulrich von Wilamowitz-Mllendorf, Erinnerungen 1848-1914, Koehler, Leipzig, pp. 2122. Hans H. Hildebrand, Albert Rhr, Hans-Otto Steinmetz, Die deutschen Kriegsschiffe.
Biographien ein Spiegel der Marinegeschichte von 1815 bis zur Gegenwart, Mundus
Verlag, Ratingen, Bd 4, p. 139. Albert S. Kotowski, Zwischen Staatsrson und Vaterlandsliebe: Die polnische Fraktion im Deutschen Reichstag 1871-1918. Dsseldorf, 2007
56 John C. G. Rhl, The Kaiser and His Court; Wilhelm II and the Government of Germany, Cambridge U. P., 1996, p. 96. Sul genero Admiralski, la moglie Emili Kronenberg
(1845-1921) e le tre figlie di Bloch v. Memoirs Suttner, cit., II, p. 362-63.
57 Stead, op. cit., p. 134; Memoirs of Bertha von Suttner, cit., II, pp. 240 e 295 (sulla critica
a Bloch del delegato tedesco Zorn)..
58 Per stimare (in 8 a 1) la superiorit di forze occorrente per lattacco frontale di po-

sizioni fortificate (v. Bloch, South Africa and Europe, The North American Review
174, April 1902, p. 497: cit. in Mandeles, Military Technology, Tactics and Operations, and Social Change: The Continued Relevance of Blochs Approach, paper presented to the Hague Appeal for Peace 1999 Conference, 1115 May 1999.

Storia della distopia militare

Buduaja vojna

287

direttamente alla redazione di unappendice militare alle tesi pubblicate


da Bloch nel 1893-94. Merze Tate cita di sfuggita una voce dellepoca
(it was alleged) secondo la quale la gestazione della conferenza sarebbe
cominciata tre anni prima59. Un termine a quo che calzerebbe con un
qualche supporto ministeriale alla redazione di Buduaja vojna. Witte e
Radolin testimoniano che Kuropatkin si oppose alla proposta del disarmo
generale e si adoper per circoscrivere loggetto della conferenza: Bloch
assicura che il ministro avall, pi o meno convintamente, la pubblicazione del libro. Potrebbe quindi aver concordato con Witte sulla necessit
di verificare lipotesi, avanzata da Bloch nei suoi primi articoli, di una
discontinuit tra le guerre pre-Plevna e la guerra futura, determinata da
quelli che allepoca si chiamavano i progressi dellarte della guerra e
oggi come osserva Mark Mandeles rivoluzione negli affari militari60.
Anche sulla necessit di inquadrare le questioni militari nel contesto sociale, i militari concordavano, come prova il saggio del colonnello di S. M.
Arsenij Anatolevi Gulevi (1866-1947), pubblicato dal Voennyj Sbornik
tra gennaio a giugno 1898 (e spesso citato pure in epoca sovietica)61.
Dove i militari si irrigidirono fu sulle reali conclusioni pratiche che
Bloch (e Witte) traevano dallanalisi, e cio che il vero patriottismo imponesse il trasferimento di risorse dalla difesa allindustria. Questo spiega

59 Cit., p. 170.
60 Mandeles, 1999.
61 A. A. Gulevi, Vojna i narodnoe chozjajstvo, Voennyj Sbornik, 241 (1898), N. 1

(gennaio), p. 60; N. 6 (giugno), pp. 300 ss. Cfr. Menning, The Imperial Russian Legacy of Operational Art, cit., p. il quale cita pure un analogo articolo del promettente colonnello di S. M. Aleksandr Petrovi Agapeev (1868-1904), in servizio a Varsavia nel
1891 e morto a Port Arthur nellaffondamento della Petropavlovsk. Cfr. Id., Bayonets
before bullets: the Imperial Russian Army, 1861-1914, Indiana U. P., 2000, pp. 129130; Walter Pintner, Russian Military Thought: The Western Model and the Shadow
of Suvorov, in Peter Paret, Gordon A. Craig, Felix Gilbert (Eds.), Makers of Modern
Strategy from Machiavelli to the Nuclear Age, Princeton U. P., 1986, pp. 354-375. Su
Bloch pp. 365-66, 511-12, 515, 517, 521, 522. Robert Baumann, Technology versus the Moral Element: Emerging Views in the Russian Officer Corps, 1870-1904, in
Robert McKean (Ed.), New Perspectives in Modern Russian History, MacMillan Publishing Co. Inc., New York, 1992, pp. 43-64, il quale ricorda pure un articolo del capitano Evgenij Ivanovi Martynov (1864-1937), Mysli o tekhnike buduogo (Pensieri
sulla tecnica futura), Voennyi sbornik, No. 5 (1893), pp. 38-39. Dominic Lieven, Towards the Flame: Empire, War and the End of Tsarist Russia, Penguin UK, 2015.

288

Future Wars

le numerose recensioni negative di Buduaja vojna da parte dei generali


russi, in particolare Michail Ivanovi Dragomirov (1830-1905), comandante del distretto militare di Kiev, e Puzyrevskij che pur aveva utilizzato
la consulenza di Bloch. Poteva esserci pure del risentimento corporativo
verso il profano62 dissacratore63, ma la reazione veniva da Kuropatkin e il
bersaglio era Witte. Lo stato moderno si fondava sullintreccio tra guerra
e finanza, ma i due dicasteri erano in competizione per la capture de linvestissement public64.
In realt il trasferimento di risorse dalla difesa allindustria non solo
non riduceva, ma alimentava il rischio di guerra. Lo sviluppo industriale genera autarchia, nazionalismo, espansionismo e collisione di imperi;
Bloch, come notava Stead, non era liberista, ma protezionista65: non la
pensava come Cobden, ma come Friedrich List66. E la stessa discontinuit della guerra moderna rispetto al passato non era che una ricaduta
della rivoluzione industriale67. Non vi fu la corsa agli armamenti, ma la
Transiberiana68, allorigine degli errori geopolitici russi che portarono alla
catastrofe del 1905 e, secondo alcuni, anche a quella del 191469.

62 Christopher Bellamy, Civilian Experts and Russian Defense Thinking: The Renewedrelevance of Jan Bloch, The RUSI Journal, 137, 2, April 1992, pp. 50-56.
63 Trentanni prima era toccato anche a Tolstoj, subissato di critiche da parte dei veterani del
1812: v. Dan Ungurianu, Versions and Visions of History: Veterans of 1812 on Tolstoys
War and Peace., Slavic and East European Journal, vol. 44, No.1, 2000, pp. 47-62(ora
in Id., Plotting History: The Russian Historical Novel in the Imperial Age, University of
Wisconsin, 2007).
64 Didier Guignard, La capture de linvestissement public, P. U. Paris Ouest, 2014.
65 Stead, cit., p. 133.
66 Edward Mead Earle, Adam Smith, Alexander Hamilton, Friedrich List: The Economic
Foundations of Military Power (1942), in Peter Paret (Ed.), Makers of Modern Strategy,
Princeton U. P., 1986, pp. 217-261.
67 William McNeill, The Pursuit of Power, University of Chicago Press, 1983; Azar Gat,
The Changing Character of War, in Hew Strachan and Sybille Scheipers, The Changing
Character of War, Oxford U. P., 2011, pp. 27-47. Sulle due rivoluzioni, ferrovie e armi da
fuoco, v. Lieber, War and the Engineers, cit., pp. 26 ss e 46 ss.
68 Jacob W. Kipp, Strategic Railroads and the Dilemmas of Modernization, in David
Schimmelpenninck van der Oye e Bruce W. Menning (Eds.), Reforming the Tsars Army.
Military Innovation in Imperial Russia from Peter the Great to the Revolution, Cambridge
U. P., 2004, p. 103.
69 Sean McMeekin, The Russian Origins of the I World War, Harvard U. P., 2011.
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

289

Le critiche di Delbrck
Presieduta dallex-ambasciatore russo a Londra, Stal, la Conferenza
della Pace si svolse dal 18 maggio al 29 luglio 189970, mettendo in sordina
la contemporanea russificazione amministrativa della Finlandia71 e la protesta di Tolstoj72. Bloch si adoper (invano) per convincere lo zar a ricevere Theodor Herzl e a consentire nel territorio dellimpero la sottoscrizione
di azioni della banca sionista73. Nella prima met di giugno, col sostegno
della Suttner, pubblicizz il suo libro con quattro lezioni sulle armi da
fuoco, la mobilitazione, la guerra navale e la guerra futura. Allultima assistette pure Stal: girava la voce che i membri militari della delegazione
russa erano indignati con Bloch e ne avevano chiesto larresto74. Uno dei
punti in discussione riguardava il divieto di bombardamento aereo. La baronessa fu subissata di piani e prospetti spediti da inventori di aeronavi
e macchine volanti per convincerla che la conquista dellaria avrebbe
cancellato frontiere, dogane e fortezze75.

70 Sandi E. Cooper, Patriotic Pacifism: Waging War on War in Europe, 1815-1914, Ox-

ford U. P., New York, 1991. Arthur Eyffinger, The 1899 Hague Peace Conference:
The Parliament of Man, the Federation of the World, Kluver Law International, Martinus Nijhoff Publishers, The Hague, London, Boston, 1999. George H. Aldrich and
Christine M. Chinkin (Eds.), Symposium: The Hague Peace Conferences: A Century
of Achievement and Unfinished Work, American Journal of International Law, January 2000. Jin Hyuck Lee, The Den Haag Peace Conference 1899 1900 as portrayed
in Punch, Korean Minjok Leadership Academy, 2008.

71 Sullipotesi, prevista dai piani difensivi del 1899, di uno sbarco nemico in Finlandia, v. Leonard Lundin, Finland, in Edward G. Thaden (Ed.), Russification in the Baltic Provinces
and Finland, 1855-1914, Princeton U. P., 1981 (2014), p. 380.
72 Letter to the Peace Conference, in Leo Nikolaevi Tolstoj, Essays, Letters and Miscellanies, Charles Scribners Sons, New York, 1922, II, pp. 29-34. Peter Brock, Freedom from
War: Nonsectarian Pacifism 1814-1914, University of Toronto Press, 1991, p. 200; Id.,
Pacifism in Europe to 1914, Princeton U. P., 2014, p. 460.
73 Chaim Bloch, Theodor Herzl and Joseph S. Bloch, Herzl Yearbook 1 (New York, 1958),
pp. 154-164.
74 Le tenne il 3, 6, 11 e 13 giugno, offrendo al pubblico colazioni e fastosi cesti di frutta. Vi
assistettero tra gli altri Martens, i due Vazili, il sociologo pacifista franco-russo Jacques
Novicow (1849-1912) e lambasciatore italiano a Vienna Costantino Nigra (1829-1907).
(Memoirs von Suttner, cit., pp. 281, 285, 289, 293). Poi pubblicate col titolo Impossibilits
techniques et conomiques dune guerre entre grandes puissances. Confrences tnues
la Haye en juin 1899, Paul Dupont, Paris, 1899.
75 Memoirs von Suttner, cit., p. 287.

290

Future Wars

Il 29 maggio era arrivato allHtel Paulez un pacco di riviste nazionaliste tedesche che sparavano a zero: il disgustoso spettacolo dellAia,
La conferenza delle assurdit. Il socialista Vorwrts parlava di omerica
risata76. Nel numero di maggio dei Preussische Jahrbcher ce nera pure
per Bloch: una stroncatura firmata nientemeno che da Hans Delbrck77.
Non solo un altro civile e un altro eretico, inviso ai militari per la sua
rilettura di Clausewitz; ma proprio colui che aveva visto nella guerra dattrito non una fatalit, ma unopportunit. Che, al contrario di Bloch, non
solo non ne deduceva la discontinuit della guerra moderna, ma vi vedeva la continuit storica con le guerre prenapoleoniche e con la strategia
temporeggiatrice di Pericle e Federico II, che evitava le battaglia e non
mirava ad abbattere (Niederwerfen) ma a logorare (Ermatten) il nemico78.
Naturalmente questo era il punto di forza della critica, insieme al carattere
compilatorio e poco scientifico dei primi tre volumi79 e alleffetto potenzialmente destabilizzante del disarmo (ad esempio abbassare la capacit di
dissuasione poteva esporre la Russia ad unaggressione inglese). Delbrck
non riesce per a smontare i punti qualificanti di Bloch, in primo luogo la
previsione che in caso di guerra tra le due Alleanze, la Germania sarebbe
stata ridotta alla fame ben prima della Russia, favorita dal granaio ucraino. Lo storico replicava con un certo sussiego che la Germania se lera
vista peggio nelle guerre dei Trenta e dei Sette Anni, che adesso aveva
le kartoffeln e che avrebbe sempre potuto rifornirsi dal Mediterraneo,
attraverso Italia e Austria, e dal Mare del Nord attraverso Belgio, Olanda

76 Memoirs von Suttner, cit., pp. 273-274 (= p. 457 delloriginale tedesco, 1909).
77 Hans Delbrck, Der Zukunftskrieg und die Zukunftsfriede, Preussische Jahrbcher,
Bd. 96, Mai-Heft, 1899 (poi in Id., Erinnerungen, Aufstze und Reden (Berlin, 1902), 498
525).
78 Gordon A. Craig, Delbrck: The Military Historian (1942), in Paret (Ed.), Makers, cit.,
pp. 326-353. Annelise Thimme, Hans Delbrck als Kritiker der wilhelminischen Epoche,
Droste, Dsseldorf, 1955. Peter Paret, Hans Delbrck on Military Critics and Military
Historians, Military Affairs, vol. 30, No. 3 (Fall 1966), pp. 148-152. Arden Bucholz,
Hans Delbrck & the German Military Establishment: War Images in Conflict, University
of Iowa Press, 1985. Robert T. Foley, German Strategy and the Path to Verdun: Erich Von
Falkenhayn and the Development of Attrition, Cambridge U. P., 2005, pp. 38-55.
79 una raccolta di materiale piuttosto acritica e poco ordinata, con illustrazioni commentate in modo dilettantesco e sovraccarica di dettagli dozzinali Infiniti dettagli pareri di
grandi e piccole autorit ma non una sola prova (pp. 503 e 519).
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

291

I generali Puzyrevskij e Dragomirov, Hans Delbrck, i Maurice padre e figlio

e Danimarca. Chiedeva enfaticamente a Bloch e ai pacifisti di dimostrare


la tesi che con altri quindici anni di pace armata lEuropa sarebbe stata
rovinata. E concludeva che in ogni caso la guerra era imprevedibile.
Il compendio inglese e la polemica sulla guerra anglo-boera
La pedante e prolissa recensione di Delbrck fu per sepolta dalla pubblicit che Stead fece a Bloch nel mondo anglofono. Grazie a lui gi alla
fine del 1899 usc a New York la traduzione del VI volume, o per meglio
dire un rifacimento intitolato The Future of War80. Il testo era adesso strutturato assai pi chiaramente in due parti (militare ed economica) e preceduto da una lunga intervista (conversation) di Stead incentrata sullimpossibilit tecnica ed economica della guerra tra le sei Grandi Potenze
europee81 e sulla rivoluzione come nemesi del militarismo82.
80 The Future of War in Its Technical, Economic and Political Relations. Is War Now

Impossible? By I. S. Bloch, translated by B. C. Long, with a prefatory conversation


with the Author by W. T. Stead, Doubleday and McClure, New York, 1899; William
Briggs, Toronto, 1900. Con 104 carte, mappe, diagrammi e piani. Modern Weapons
and Modern War, Being An Abridgement of The War of Future in its Technical,
Economic and Political Relations, By I. S. Bloch, with A Conversation with W. T.
Stead, Translated from the Russian, Grant Richards, London, 1900. Michael Welch,
The Centenary of the British Publication of Jean de Blochs Is War Now Impossible?
(1899-1999), War In History, vol. 7, No. 3, July 2000, pp. 273-294.

81 Jack London, The Impossibility of War, Overland monthly and Out West magazine,
Vol.35, No.207 (Mar. 1900), pp.278-282. Mathews, Alfred. Is War Possible?, New
York Times, August 23, 1902. Thrse Delpech, La guerre impossible selon Ivan

Bloch, Politique trangre, 3 (2001), pp. 705-712.

82 Grant Dawson, Preventing A Great Moral Evil: Jean de Blochs The Future of

War as Anti-Revolutionary Pacifism, Journal of Contemporary History, Vol. 37,


No. 1 (Jan., 2002), pp. 5-19.

292

Future Wars

Ai primi di agosto Bloch e la Suttner parteciparono, come ospiti donore, alla conferenza interparlamentare di Kristiania, dove il presidente
del Parlamento norvegese annunci listituzione del Premio Nobel per la
Pace. Tra le prime candidature si fecero pure i loro nomi, oltre a quelli
dello zar e di Tolstoj83. In dicembre a Magersfontein e a Colenso, e nel
gennaio 1900 a Spion Kop, gli attacchi britannici si infransero sulle trincee
boere. Bloch ne dedusse la conferma delle sue tesi sulla discontinuit della
guerra: i nuovi fucili, le trincee e la guerriglia paralizzavano lesercito pi
moderno e potente84. In estate Bloch partecip al IX congresso della Pace,
che si svolse in una Parigi rigurgitante di turisti per la quinta faraonica
Exposition Universelle85. Una sala della sezione svizzera del Palais des
Congrs era dedicata allopera di Bloch e al suo corredo iconografico86.
Su invito di Stead Bloch si rec poi a Londra per sostenere la campagna
pacifista contro la guerra del Transvaal.
Le sue critiche allesercito britannico avevano creato risentimenti, ma
sportivamente la prestigiosa Royal United Service Institution gli dette
lopportunit di discuterle. Il 24 giugno e il 1 luglio 1901 Bloch vi tenne
due lectures, seguite il 15 da una replica87. Stavolta lassemblea non
83 Peter van den Dungen, Jan Bloch and the Inaugural Nobel Peace Prize (1901), Det

Norske Nobelinstitutts Skriftserie, Vol. 3, No. 2, Oslo, 2002, p. 8.

84 Transwalskaja wojna, Biblioteka Warszawska, 59 (1900), pp. 418-22. Why England


Should Stop the War, The North American Review, 170, No. 522 (1900), pp. 666-79.
Some Lessons of the Transvaal War, The Contemporary Review, 77 (1900). The War
of the Future, The Contemporary Review, 80 (1901), pp. 305-32.
85 Memoirs von Suttner, cit., II, pp. 368-369.
86 Van den Dungen, Nobel Peace Prize, cit., p. 16.
87 The Transvaal War. Its Lessons in Regard to Militarism and Army Reorganization, The
Journal of the RUSI, vol. 45, No. 286 (November 1901), pp. 1316-44; No. 287 (December) pp. 1413-51. Intervennero nel dibattito gli ammiragli sir Nathaniel Bowden Smith
(1838-1921) e sir Edmund Robert Freemantle (1836-1929), sir John Charles Ready Colomb (1838-1909), il colonnello sir Lonsdale Augustus Hale (1834-1914), autore di vari
warfiction del genere invasion e altri tre ufficiali dellesercito. In seguito Bloch pubblic un altro articolo di critica alla riforma militare britannica: Militarism in Politics,
and Lord Roberts Army Organization Scheme, The Contemporary Review 80 (December
1901), pp. 761-93. Stimolato dal citato articolo di Chris Bellamy nel RUSI Journal (vol.
137, April 1992), nel 1993 il Combat Studies Institute di Ft Leavenworth ha riunito in un
prezioso fascicolo online (Jean de Bloch: Selected Articles U. S. Army Command and General Staff College) le lectures al RUSI e tutti gli articoli di Bloch sulla guerra anglo-boera, incluso il postumo South Africa and Europe, The North American Review, April 1,
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

293

era benevola e Bloch fece la figura dellarmchair general, trinciando giudizi su dettagli tattico-operativi appresi di terza mano. Le sessioni erano
presiedute dal generale sir John Frederick Maurice (1841-1912), futuro
storico ufficiale della guerra anglo-boera, il quale scocc la freccia del
Parto, ricordando un dibattito sugli effetti delle armi di precisione svoltosi
in quella stessa sala poco prima della guerra franco-prussiana. Precorrendo
le tesi di Bloch, il famoso riformista sociale Edwin Chadwick (1800-1890)
ne aveva tratto la conclusione che era criminale per Napoleone III mantenere un esercito cos forte, quando per difendersi bastava armare i civili
con moderne carabine. E naturalmente il fascicolo del RUSI Journal con
lintervento di Chadwick era uscito allindomani di Sdan88.
Il Museo della pace, lautocandidatura al Nobel, la morte
Irritato dalla superficialit irenica del movimento per la pace e deluso dai governi, Bloch aveva per deciso di far leva sullopinione pubblica. Terminata lesposizione di Parigi, il 31 ottobre 1900 aveva donato
il materiale esposto ad un Museo della Pace da istituirsi a Lucerna, in
cui intendeva esporre, tra laltro, i quadri di Vasilij Vasilevi Vereagin
(1842-1904) bench il grande pittore di battaglie avesse scandalizzato
la Suttner confessandole di amare la guerra e di aver provato piacere ad

1902, pp. 489-504.


88 RUSI Journal, No. 287, pp. 1446-1456. T. H. E. Travers, Technology, Tactics, and

Morale: Jean de Bloch, the Boer War and British Military Theory, 1900-1914, Journal of Modern History, vol. 51, no. 2 (June 1979), 264-286.

294

Future Wars

uccidere89. Progettava per di creare altri analoghi musei a Londra e in


America, e approfitt delle lectures al RUSI per proporlo, senza esito, alle
pi facoltose personalit pacifiste inglesi. Ne accenn pure a Edwin Doak
Mead (1849-1937), uno tra i pi attivi pacifisti americani, che era andato
ad ascoltarlo al RUSI.
Aveva pure raffazzonato un farraginoso memoriale di 80 pagine a supporto della propria candidatura al Nobel, formalmente avanzata il 25 marzo 1901 da un professore di diritto internazionale di Cracovia, dove insegnava pure un altro genero di Bloch. Il suo nome fu proposto anche da
altre cinque personalit, tra cui Costantino Nigra, ma non fu incluso nella
rosa dei dieci finalisti90. Bloch comunque non lo seppe perch il giorno
di Natale mor dinfarto a Varsavia. Il Museo di Lucerna fu inaugurato
il 7 giugno 1902 nella Festhalle degli Schtzen federali, con lintervento
della famiglia e degli amici, tra cui i coniugi von Suttner, Stead e Trr91.
Mead ripubblic a Boston il compendio inglese, con una sua introduzione
in cui annunciava la prossima traduzione integrale e la prossima apertura
del museo americano92, iniziative mai realizzate. Nel luglio 1910 il museo
di Lucerna fu trasferito in un edificio pi piccolo, dimenticato dal 1914 e
chiuso nel 1919 per mancanza di visitatori93.
Interpretazioni non conformiste di Buduaja vojna
Il padre del socialismo giapponese, il pastore protestante Abe Isoo
(1865-1949), dedic a The Future of War una lunga recensione, pubblicata
a puntate sul Rikug Zasshi (Universo) nel maggio-ottobre 190294. La notte
89 Memoirs von Suttner, cit., II, pp. 9-14.
90 Van den Dungen, Nobel Peace Prize, cit., pp. 15-21.
91 Memoirs von Suttner, cit., II, pp. 369 e 392. Jean de Bloch Museum of Peace and War at
Lucerne, American Review of Reviews, August 1902. Peter van den Dungen, Preventing
Catastrophe: The Worlds First Peace Museum, Ritsumeikan Kokusai Kenkyu [The Ritsumeikan Journal of International Studies], vol. 18, No. 3, March 2006, pp. 449-462.
92 The Future of War , Ginn and Coy for the International Union, Boston, 1902.
93 Ein Museum gegen das Wettrsten. Das internationale Krieg und Friedensmuseum in

Luzern, Stadt Luzern, Stadtsarchive. Walter Troxler, Daniela Walker, Markus Furrer
(Hg.), Jan Bloch und das Internationale Kriegs- und Friedensmuseum in Luzern, LIT
Verlag, 2010.

94 Klaus Schlichtmann, Japan in the World: Shidehara Kijr, Pacifism and the Abolition

Storia della distopia militare

Buduaja vojna

295

dell8 febbraio 1904 la flotta giapponese attacc di sorpresa la flotta russa


a Port Arthur. Il 10 dicembre usc la traduzione giapponese di The Future
of War, con prefazione e introduzione dei due pi importanti esponenti
dellaristocrazia Meji, lex-premier marchese Ito Hirobumi (1851-1909)
e lex-ministro delle finanze conte Inoue Kaoru (1836-1915)95. Una nota
anonima, ma attribuita al giornalista conservatore Tokutomi Soho (18631957), elogiava lopera come una delle maggiori del secolo passato, ma
giudicava superficiale la deduzione che una guerra tra le grandi potenze
fosse divenuta impossibile. La corretta lezione di Bloch era, secondo il
governo giapponese, che il paese doveva prepararsi a sostenere una guerra
di cinque anni, in modo da poterla concludere in tre96.
Nel 1929 Bloch fu criticato pure dal figlio di J. F. Maurice, generale sir
Frederick Barton Maurice (1871-1951), che durante la grande guerra era
stato direttore delle operazioni militari al War Office. Maurice jr. dimostr
che nessuna delle previsioni tattiche di Bloch si era realmente verificata97;
il che era ovvio, considerati gli enormi sviluppi delle capacit operative
verificatisi fra il 1899 e il 1918.
Nel 1935 Bloch fu giudicato con una punta di malcelato risentimento
da Emile Mayer (1851-1938), un ufficiale ebreo dellartiglieria francese
che nel 1899 era stato messo a riposo per aver difeso Dreyfus. Nel 1902 la
Revue Militaire Suisse aveva ospitato un suo articolo (Comment on pouvait prvoir limmobilisation des fronts) ripescato tredici anni dopo come
profetico. Reintegrato nel 1908 dal ministro Picquart come tenente colonnello, Mayer aveva tenuto una rubrica militare sullOpinion, legandosi a
Jean Jaurs col quale aveva discusso i principi dellArme Nouvelle (1912).
Dopo aver perduto entrambi i figli maschi caduti nel 1914, nel 1916 era stato
of War, Lexington Books, 2009, p. 65, nt. 233. Id., Japan, Germany and the idea of the
Hague Conference, Journal of Peace Research, vol. 40, No. 4 (2003), pp. 377-394.
95 Burohhoshi gencho, Kinji no senso to keizai [Opera originale del Sig. Bloch, Guerra ed Economia nellepoca moderna], traduzione e cura di Minyusha, Tokutomi Sohos
Minyusha Publishing House. Cfr. Haruo, cit., p.201.
96 Haruo, cit., p. 202.
97 British Strategy: A Study of the Application of the Principles of War, Constable & Co.,
Ltd., London, 1929, pp. 1013 (Cfr. Mandeles, nt. 73). Sul volume, v. Hew Strachan, Operational Art and Britain, 1909-2009, in John Andreas Olsen, Martin van Creveld, The
Evolution of Operational Art: From Napoleon to the Present, Oxford U. P., 2010, p. 113.

296

Future Wars

di nuovo messo a riposo per una lettera a un amico prigioniero in cui diceva
di ammirare lesercito tedesco. Aveva allora ripreso a scrivere, pubblicando
tra laltro una stroncatura di Joffre, Foch e Gallini (Trois marchaux; Nos
chefs de 1914) e caldeggiando lo sviluppo dellaviazione. A partire dal 1930
teneva riunioni settimanali a casa del genero e nella Brasserie Dumesnil di
rue Dareau con estimatori civili e militari tra cui in particolare de Gaulle,
con cui discusse le tesi di La France et son arme (1938) e che fece incontrare (senza sviluppi) con Lon Blum. Fu pure amico intimo e consulente
militare di Roger Martin du Gard (1881-1958), al quale ispir il protagonista di Le Lieutenant-colonel de Maumort (postumo, 1983)98.
Nellarticolo del 1935, intitolato Prophties sur la guerre de 1914-18
e pure questo pubblicato sulla Revue Militaire Suisse, Mayer sottolineava
la differenza tra la previsione, che procede per sillogismi e il cui valore dipende da quello delle premesse, e la profezia, una mistica divinatoria quasi
sempre viziata da tesi preconcette e basata sullintuizione. E meri profeti
considerava Bloch ed Herbert G. Wells, che pure aveva intuito nel 1902
limmobilizzazione dei fronti [lo stalemate di Bloch/Stead] e che nel
1916 si era dichiarato discepolo di Bloch99. Sia pure a grandi linee, Bloch
aveva visto giusto: ma non cera arrivato per ragionamento, bens come
heureuse victime dune opinion prtblie, ricevuta des thories combattues par lorthodoxie de lpoque. Ben diverso era il caso del pugno di pro98 Jacques Schapira et Henri Lerner, mile Mayer, un prophte billonn, Michalon, Paris,
1995. Vincent Duclert (cur.), Le Colonel Emile Mayer. De lAffaire Dreyfus de Gaulle,
Un visionnaire en Rpublique, Armand Colin, Paris, 2007.
99 Nel Temps del 16 gennaio 1916.
Storia della distopia militare

Buduaja vojna

297

fessionisti che, sfidando lortodossia, avevano saputo formulare vere previsioni. Ovviamente Mayer pensava in primo luogo a s stesso, ma accennava
ad articoli comparsi negli anni 80 sul Journal des Sciences Militaires, e
citava il Cours autographi de Fortification du champ de bataille (1892) del
capitano F. Azibert; La bataille de la Vesle (1894) del comandante Claude
Nigote100; il corso di tattica generale (1904) del tenente colonnello Martial
Justin Verraux (1855-1939); Vaincre (1913) del colonnello Jean-Baptiste
Montaigne (n. 1857). Tutti esponenti di quella che Michel Goya ha definito nel 2008 la rvolte intellectuelle militaire danteguerra101. Mayer
citava per pure le previsioni sbagliate del suo maestro e grande storico
militare Jean Colin (1864-1917)102, caduto in Macedonia, che dallo studio di
Napoleone aveva tratto la fede nelleterna centralit della battaglia.
Se leconoma anche profezia sul futuro, la storia infatti anche profezia sul passato. La prima non prevede, la seconda non svela. Ma entrambe,
talora, aiutano a pensare.

100 Citato pure da Bloch, La guerre, II, pp. 22-24 cfr. I, pp. 96, 333, 335, 457.
101 Michel Goya, Une rvolte intellectuelle militaire au dbut du XX sicle (Fiche au chef
dE:-M. des Armes, 2008), online nel sito La Voie de lEpe, 9 octobre 2013.
102 Jean Colin, Les transformations de la guerre, Flammarion, Paris, 1911, trad. da L. H.
R. Pope-Hennessy (1875-1942), Transformations of War (Hugh Rees, London, 1912=
France and the Next War, 1914). Su Colin, v. Lucien Poirier (1918-2013), Postface
alled. Economica, Paris, 1989.

Annientamento di unarmata con bombe lanciate da aeromobile (Bloch, BV, I, p. 176)

299

Little to Last, The Wellsian Wars


di Andrea Molinari

Certainly it seems now that


nothing could have been more
obvious to the people of the early
Twentieth century than the rapidity with which war was becoming
impossible1

stro letterario della splendida e postmorale et edoardiana, profeta, romanziere, sociologo, membro della Fabian
Society, quattro volte nominato per il Premio Nobel per la letteratura (che
non vinse mai), soldatinaro e primo teorico del wargame2, H(erbert)
G(eorge) Wells (1866-1946) senza dubbio il vero fondatore della
moderna fantascienza e ancora il pi importante autore nel campo3.
1 Il passo, tratto da The World Set Free del 1914, prosegue spiegando perch la guerra divenuta impossibile: And as certainly they did not see it. They did not see it until the atomic
bombs burst in their fumbling hands. Cfr. W. Warren Wagar, H.G. Wells: Traversing Time.
Middletown, Connecticut Wesleyan University Press, Middletown 2004, pp. 146-147.
2 V. Little Wars. A game for boys from twelve years of age to one hundred and fifty and for
that more intelligent sort of girl who likes boys games and books With an Appendix on
Kriegspiel (Frank Palmer, London, 1913), un regolamento per wargame tridimensionale, scritto con lamico Jerome K. Jerome (1859-1927) e illustrato da J. R. Sinclair come il
precedente Floor Games (Frank Palmer; in U.S., Small, Maynard and Company, 1912).
Wells regal i soldatini che avevano ispirato Little Wars e Floor Games. ad Anthony West
(1914-1987), suo figlio naturale e futuro biografo (H. G. Wells: Aspects of a Life, 1984).
West era attivo nel movimento pacifista e durante la seconda guerra mondiale sub una perquisizione e il sequestro dei soldatini (Michael Sherborne, H.G. Wells: Another Kind of
LIfe, Peter Owen, 2010, p. 343). Le polemiche pacifiste contro i soldatini suscitarono

il sarcasmo di Saki (Hector H. Munro, 1870-1916), The Toys of Peace and Other Papers, John Lane, London New York, 1919, pp. 3-12.

3 Everett F. Bleiler, Science-Fiction. The Early Years, The Kent State University Press,
1990, pp. 795-810. Michael Draper and Michael Sherborne, H. G. Wells, MacMillan, London 1987. M. Sherborne, H. G. Wells: Another Kind of Life, Peter Owen, 2010.

300

Future Wars

Di umili origini, grazie a una borsa di


studio Wells pot frequentare la Normal
School of Science di South Kensington,
dove fu allievo del biologo darwiniano
Thomas Henry Huxley (1825-1895).
Laureato nel 1890 in biologia, insegnante, divenne presto collaboratore di giornali e riviste che gli diedero le prime
soddisfazioni. Ben presto pass ai romanzi di fantascienza: The Time Machine
(1895), The Island of Doctor Moreau
(1896), The Invisible Man (1897), The
War of the Worlds (1898) e When the
Sleeper Wakes (1899) furono grandi successi. Il suo libro del 1898 sullinvasione
dei marziani (The War of the World)4 fu utilizzato quarantanni dopo dal
giovane Orson Welles (1915-1985) per la famosa trasmissione che gett
nel panico milioni di radioascoltatori5.
Nel 1901, stimolato dal libro di Bloch, dedic alla guerra futura il VI
capitolo delle sue Anticipations. Nel 1903, ventanni dopo Robida, lo troviamo profeta delle corazzate terrestri; e nel 1908 della guerra aerea
(ma ancora in aerostato). Dagli studi di Frederick Soddy (1877-1956) sul
radio (1908) immagin nel 1913 addirittura larma atomica, ma pensava
come Bloch e Norman Angell che la guerra era ormai divenuta talmente distruttiva da essere irrealistica: e nel 1914, quando scoppi, sostenne
che era appunto The Last War immaginata lanno prima e che il conflitto
in corso bisognava combatterlo perch avrebbe estinto la guerra (The War
That Will End War) e creato un mondo unito post-nazionale e post-religioso. Tesi ribadite nelle profezie scritte durante il conflitto6.
4 Keith Williams, Alien Gaze: Postcolonial Vision in The War of the Worlds, in Steven
McLean (Ed.), H. G. Wells: Interdisciplinary Essays, Cambridge Scholars Publishing,
2008, pp. 49-74.
5 John Gosling, Waging The War of the Worlds: A History of the 1938 Radio Broadcast and
Resulting Panic, Including the Original Script, McFarland & Company, 2009.
6 An Englishman looks the World (1914), The War and Socialism (1915), The Peace of the
World (1915), What Is Coming? A European Forecast (1916), The Elements of ReconStoria della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

301

Enrique Alvin Correa (1876-1910), A Martian fighting-machine battling with the


warship Thunder Child. Drawing for the novel The War of the Worlds (1906)

Impietosamente stroncato nel 1921 come storico dilettante del mondo


antico7, la sua interpretazione della storia universale (The Outline of
History) basata sullEnciclopedia Britannica fu apprezzata da Toynbee e
da Nehru. Entusiasta e poi deluso dalla Societ delle Nazioni, nel 1933
scrisse The Shape of Things to Come, una previsione del futuro secolo e
mezzo, che iniziava come storia alternativa. Il punto di divergenza dalla
realt era il diverso esito del fallito attentato a Roosevelt commesso il 15
febbraio 1933 dallanarchico calabrese Giuseppe Zangara (1900-1933).
Falliti perci il New Deal e la ripresa economica nel gennaio 1940 la que-

struction (1916), War and the Future. Italy, France and Britain at War (1917), The Fourth
Year (1918).
7 A. W. Gomme, Mr. Wells as Historian. An Inquiry into those parts of Mr. H. G. Wells Outline of History which deal with Greece and Rome, MacLehose, Jackson, and Co., Glasgow,
1921.

302

Future Wars

stione di Danzica avrebbe innescato la guerra tedesco-polacca: pur restando bilaterale, con coinvolgimenti solo indiretti delle altre potenze, sarebbe
durata fino al 1950 e, insieme a una guerra parallela nippo-americana e ad
una epidemia del 1956, avrebbe decimato lumanit e distrutto tutte le
istituzioni nazionali e internazionali ad eccezione della multinazionale del
trasporto aereo. Questa avrebbe assunto tutti i poteri, esercitando una
benigna dittatura e, grazie allonnipotente Air police, avrebbe abolito lislamismo (decreto di Bassora, 1978), espugnato lIrlanda cattolica confinando il papa (nero) a Pernambuco e assimilato gli ebrei.
Dal 1960 unassociazione di cultori di Wells8 pubblica la rivista The
Wellsian e ne ha curato la bibliografia. Tra i suoi vicepresidenti figura lo
storico e futurologo americano Walter Warren Wagar (1932-2004)9, che
nel 1989 prediceva ancora 200 anni di vita allUnione Sovietica10.
Anticipazioni sulla guerra del Ventesimo secolo
Autore eccezionalmente prolifico e versatile, Wells rimase per fedele
ad alcuni punti cardine che si ritrovano in tutta la sua produzione: lo
sguardo scientifico, la fede positivista, la visione utopica di una futura
societ universalista. E poi la guerra, una realt che non poteva essere
ignorata da chiunque, scrivendo allinizio del Novecento, volesse riflette8 John Hammond, The H.G. Wells Society: A Short History (2000
9 W. W. Wagar, H.G.Wells and the World State (1961), H.G.Wells: Journalism and Prophecy (1963), H.G.Wells: Traversing Time, Wesleyan University Press, Middleton, CT,
2004.
10 W. W. Wagar, A Short History of Future, University of Chicago Press, 1989.
Storia della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

303

re sul presente e sul futuro del mondo11. proprio la dimensione bellica


quella che vogliamo descrivere rivolgendoci ad alcuni dei lavori pi significativi di Wells di quegli anni.
Anticipations of the Reaction of Mechanical and Scientific Progress
upon Human Life and Thought12., comparso nel novembre 1901, riscosse
un grande successo e fece del suo autore un imprescindibile punto di riferimento culturale. Il volume divenne una lettura obbligata per le lite del
tempo13 e Wells stesso lo ricorda come la chiave di volta dellarcata principale del mio lavoro14.
11 Studi, riflessioni e suggestioni sulla next war erano oltremodo diffusi nella tarda et vittoriana e nei primi anni del Novecento. Unampia panoramica delle visioni di guerra futura in Ignatius Frederick Clarke, Voices Prophesying War: Future Wars, 1763-3749, Oxford
University Press, Oxford 1992.
12 Citazioni e numeri di pagina fanno riferimento alla seconda edizione di Anticipations,
Chapman & Hall, London 1902.
13 Cfr. David C. Smith, H.G. Wells: Desperately Mortal. A Biography, Yale University Press,
New Haven and London 1986, p. 95.
14 Cfr. Norman and Jeanne Mackenzie, H.G. Wells: A Biography, Simon and Schuster, New
York 1973, p. 161.

304

Future Wars

I nove capitoli di Anticipations trattano i diversi aspetti della futura


societ del Ventesimo secolo: diffusione del trasporto di massa (motorizzazione), urbanizzazione (rapporto tra centri urbani e sobborghi di periferia), nascita di nuove classi sociali e predominio del pensiero scientifico,
crisi della democrazia rappresentativa e delle lingue minori (tra cui
sintomaticamente Wells cita lo spagnolo), progressiva affermazione di
un unico stato mondiale (a New Republic), introduzione di principi di
eugenetica (che, tra laltro, escludevano ogni credenza religiosa e scrupoli morali nelle relazioni sessuali15).
Naturalmente non manca un capitolo War (VI), esplicitamente ispirato a Bloch. Da questultimo infatti Wells mutua lidea che le nuove armi,
in primis i fucili e i cannoni campali (pi precisi e di maggiore portata),
insieme ai tiratori scelti (dotati di biciclette) e alle mitragliatrici, producano una discontinuit tra old e new war. La meccanizzazione cancella
la distinzione tra fanteria e cavalleria, accorcia i tempi della preparazione,
rende pi rapide le operazioni militari e impedisce la battaglia risolutiva,
favorendo la difesa e provocando lo stallo. Il cambiamento poi pure
organico, con la graduale omologazione dei gregari (led) ai quadri
(leaders)16.
Wells sviluppa ulteriormente il suo pensiero, spostandosi dalla mera
descrizione di nuovi strumenti di guerra al modo in cui viene esercitato il
comando e il controllo del campo di battaglia: le sue parole sulleclissi
della figura del condottiero, sullimportanza dei centri di comunicazione
nelle retrovie, sulla necessit di impiegare le macchine da scavo per realizzare linee multiple di trincee e sullapporto decisivo dellartiglieria a
lunga gittata e del tiro di controbatteria (diretto da palloni osservatorio)
suonano particolarmente profetiche17.
La nuova natura assunta dalla guerra rende patetica e risibile la figura
del little general che incita le sue truppe allassalto: non pi tempo di
15 Le teorie eugenetiche espresse nel capitolo finale di Anticipations furono ben presto abbandonate dallo stesso Wells, ma rimasero una macchia nella storia del suo pensiero. Cfr.
Wagar, Traversing Time, cit., pp. 90-91.
16 The old war was a matter of long dreary marches, great hardships of campaigning, but
also of heroic conclusive moments. Cfr. Anticipations, cit, p. 258.
17 Anticipations, cit., p. 259 e segg.
Storia della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

305

cariche valorose e gesti di coraggio. Niente pi ordini da eseguire alla


lettera, ma in ogni compagnia un council of war diretto dal capitano
comandante in cui si decide di volta in volta come opporsi al reparto
avversario: uomini capaci, preparati, selezionati che sapranno adattarsi
alle circostanze e scegliere quale sia il modo pi efficace per impiegare gli
strumenti di cui dispongono18. Parole che suonano come una (clamorosa)
anticipazione della tedesca Auftragstaktik applicata ai livelli pi bassi
di comando.
Gli eserciti, non pi composti da centinaia di migliaia di more or less
drunken giovani privi di addestramento ma da alcune migliaia di sober
men convenientemente educati (braced up to their highest possibilities), sarebbero stati sostenuti dalle forze della societ civile, mobilitata
tenendo conto delle inclinazioni e delle abilit di ciascuno. Organizzazione,
efficienza, preparazione: queste le chiavi per sfruttare al meglio i nuovi
strumenti donati dalla scienza. Il prezzo da pagare ossia linevitabile
limitazione delle regole democratiche appariva davvero minimo (ed anzi
auspicabile) al confronto del complessivo progresso della societ tutta:
18 Anticipations, cit., p. 264-265.

306

Future Wars

the State will be organized as a whole to fight as a whole, nessuno spazio per la distinzione tra combattenti e non combattenti, nessuno spazio
per diritti individuali garantiti al di fuori del dovere universale di servire
lo Stato e contribuire, da parte di ogni cittadino senza eccezioni, allo sforzo bellico19.
Nelle pagine successive, Wells torna agli strumenti di questa nuova
guerra e sottolinea limportanza di quel che definisce aerial factor (riferendosi essenzialmente ai palloni frenati) e dellimpiego offensivo di
grandi mezzi corazzati semoventi dei quali i treni blindati del suo tempo
sarebbero i progenitori20.
Circa il potere aereo, Wells afferma che il limite tecnologico che al
momento in cui scrive (siamo nel 1901) impediva un volo controllato
sarebbe stato superato gi prima del 1950. Laeroplano21 sarebbe quindi
divenuto da subito uno strumento di guerra e avrebbe esteso il combattimento anche ai cieli, con lo scopo primario di ottenerne il controllo per
inibire al nemico la possibilit di utilizzare i suoi palloni frenati da osservazione, rendendolo cos cieco.
Circa la guerra navale, Wells riecheggia la Jeune cole: il futuro sono le
navi veloci con elevata autonomia e armamenti di precisione22.
Curiosamente, il sommergibile viene liquidato come insicuro, inefficace e
capace tuttal pi di soffocare il suo stesso equipaggio, mentre per le navi
di superficie veloci, bene armate e destinate a diventare protagoniste
della guerra navale Wells reclama equipaggi ben addestrati e ufficiali
motivati con una solida preparazione tecnica, selezionati senza tenere in
alcun conto la loro classe sociale di origine. La flotta immaginata da Wells
integrata con il potere aereo e dispone di capacit anfibie: la sua missione non si limita alla distruzione della flotta nemica ma si estende allof19 Questa e le citazioni precedenti in Anticipations, cit, p. 266-271.
20 Anticipations, cit., p. 272-273. Nella nota 40 del cap. VI, Wells scrive per la prima volta di
a sort of land ironclad come un possibile risultato della motorizzazione applicata allartiglieria di piccolo calibro.
21 Wells usa il termine aeroplane (Anticipations, cit., p. 275) ma in realt descrive dirigibili, ossia mezzi pi leggeri dellaria.
22 I seem to see a light type of ironclad, armoured thickly only over its engines and magazines, murderously equipped, and with a ramas alert and deadly as a striking snake. Cfr.
Anticipations, cit., p. 285.
Storia della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

307

fensiva contro le coste avversarie e agli sbarchi di truppe23.


In sintesi, la chiave della vittoria non risiede tanto nel singolo strumento di guerra, quanto nella preparazione al conflitto: War is being drawn
into the field of the exact sciences. Every additional weapon, every new
complication of the art of war, intensifies the need of deliberate
preparation24. E questa preparazione implica un profondo rinnovamento
della societ, che passa anzitutto attraverso leducazione scientifica e la
creazione di una nuova classe di tecnocrati: A people must develop and
consolidate its educated efficient classes or be beaten in war. La nazione
che vincer la sfida delleducazione e della preparazione, sar certamente
the most powerful in warfare as in peace [] the ascendant or dominant
nation before the year 200025.
Una nazione che in Anticipations resta innominata, ma il cui identikit
coincide con quello degli Stati Uniti tracciato nel 1906 in occasione del
suo primo viaggio americano26. Mentre lidentikit del loser corrisponde
a quello della Vecchia Europa, onusta di gloria e tradizione: I seem to see
[...] the grey old general the general who learnt his art of war away in
the vanished Nineteenth century, the altogether too elderly general with
his epaulettes and decorations, [] his spurs and his sword riding along
on his obsolete horse, by the side of his doomed column. Una colonna di
soldati-ragazzini che non sarebbero mai diventati adulti, del tutto ignari di
ci che li aspettava, mandati mal armati, mal equipaggiati, mal comandati, a morire per la patria27.
Carri armati e bombardamenti strategici
Anticipations non un romanzo, ma, come recita il sottotitolo della
versione serializzata, un Experiment in Prophecy28. Il grande (e probabilmente inaspettato, almeno nelle sue proporzioni) successo di
23 Anticipations, cit,. p. 289-292.
24 Anticipations, cit., p. 293.
25 Anticipations, cit., pp. 300-301.
26 Wells, The Future in America: a Search after Realities (1906).
27 Anticipations, cit., pp. 293-296.
28 La North American Review la pubblic a puntate tra giugno e novembre 1901, con il titolo Anticipations: an Experiment in Prophecy.

308

Future Wars

Anticipations indusse Wells ad approfondire il tema della futurologia: il 24


gennaio 1902 tenne presso la Royal Institution unapplaudita lezione, dal
titolo The Discovery of the Future, presto pubblicata su diverse riviste e
come libro indipendente. In questa occasione Wells abbandon la definizione originaria e troppo letteraria di prophecy e sottoline la possibilit offerta dalla metodologia scientifica di indagine per disegnare validi
scenari di futuro.
Ma non questa la sede per approfondire la concezione teoretica della
futurologia di Wells29; piuttosto, soffermiamoci su alcuni esempi di futuro (con concrete applicazioni) che ritroviamo in tre opere precedenti la
Grande Guerra: The Land Ironclads (1903), The War in the Air (1908) e il
secondo capitolo (The Last War) di The World Set Free (1914).
The Land Ironclads, un racconto breve comparso nel dicembre 1903 sul
popolarissimo mensile The Strand Magazine, riprende lo scenario delineato nel sesto capitolo di Anticipations: due nazioni si confrontano in una
guerra totale. Una, essenzialmente rurale, caratterizzata da acceso
patriottismo e militarismo vecchio stile; laltra, urbanizzata, priva di
tradizioni militari ed costretta a dipendere dal proprio patrimonio tecnologico. La seconda attacca la prima e lancia contro la capitale nemica
unoffensiva che si infrange contro le linee trincerate dei difensori. Al
momento della battaglia decisiva gli attaccanti fanno avanzare i mezzi che
hanno segretamente costruito: giganteschi blindati semoventi, le Land
Ironclads. Wells le descrive come lunghe una trentina di metri, strette,
protette da blindatura, equipaggiate con armi automatiche e dotate di otto
paia di grandi ruote munite di pattini articolati e in grado di superare ostacoli e dislivelli.
Le colossali macchine superano agevolmente le linee di difesa e infrangono la resistenza degli avversari, costretti alla capitolazione. Il racconto
si chiude con gli equipaggi delle Land Ironclads, composti da tecnici
specializzati, che, conseguita la vittoria, si gustano un meritato caff con
biscotti.
Il confronto tra una nazione tecnologicamente evoluta e una ancorata
29 V. W. Warren Wagar, H.G. Wells and the Genesis of Future Studies, 30 Jan 1983, online
su wnrf.org.
Storia della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

309

alle tradizioni come abbiamo visto ampiamente tratteggiato in


Anticipations, dove si trova anche un accenno alle Land Ironclads30.
Quando, nel 1916, comparvero i carri armati, labilit profetica di Wells
trov una clamorosa conferma. Giova qui ricordare, infatti, che il programma britannico che gest lo sviluppo dei carri armati fu dovuto a
Winston Churchill il quale nel 1915, nella veste di Primo Lord dellAmmiragliato, promosse un Admirality Landship Committee. Churchill
stesso riconobbe dopo la guerra che non solo aveva letto il racconto comparso su The Strand Magazine ma, convinto della fattibilit tecnica delle
Land Ironclads, ne aveva tratto ispirazione per la sua idea del tank la
cui primogenitura, in termini di concetto, andava quindi attribuita a
Wells31.
Tra i nuovi strumenti della guerra del Ventesimo secolo, in Anticipations
viene citato come particolarmente importante il fattore aereo che per,
come ricordato in precedenza, essenzialmente limitato ai palloni da
osservazione e ai mezzi destinati ad abbatterli. In realt, nello stesso 1901,
in un breve racconto, A Dream of Armageddon, pubblicato nel maggiogiugno dal settimanale Black and White: A Weekly Illustrated Record and
Review, Wells descrive il potere aereo con toni molto pi drammatici: in
una futura guerra mondiale (siamo intorno al 2200) una flotta di grandi
macchine volanti32 seminava ovunque terrore, morte e distruzione.
Tuttavia, nel romanzo The War in the Air del 190833 che il potere aereo
assume un ruolo di protagonista assoluto. Ambientato a met degli anni
Venti del Novecento, il romanzo si apre con un giovane inglese, Bert
Smallways, che, per errore, finisce in una base aerea tedesca dove unimmensa flotta di aeronavi, al comando del fanatico principe Karl Albert, sta
per decollare per attaccare di sorpresa gli Stati Uniti. Imbarcato sullaero30 Cfr. nota 20.
31 Dichiarazione giurata di Winston Churchill rilasciata nel 1925. Cfr. Wagar, Traversing Time, cit., p. 138. In Tanks in Great War 1914-1918 (E. P. Dutton, New York, 1920) J. F. C.
Fuller cita di sfuggita le anticipazioni di Wells (nel capitolo science ad warfare, p. 303)
per stigmatizzare lottusit degli stati maggiori di fronte allinnovazione tecnico-scientifica.
32 Il protagonista del racconto le descrive cos: They were great driving things shaped like
spearheads without a shaft, with a propeller in the place of the shaft.
33 H: G: Wells, The War in The Air, and particularly how Mr. Bert Smallways fared while it
lasted, George Bell and Sons, London, 1908 with ill. by A. C. Michael.

310

Future Wars

He was drifting helplessly towards the great Imperial secret, the immense Aeronautic
Park (The war in the air, 1908, p. 92).

nave ammiraglia Vaterland, Bert assiste come testimone alle battaglie


condotte dalla flotta aerea tedesca. I dirigibili del principe Karl Albert
sorvolano la flotta americana, attaccando e affondando le navi da battaglia
grazie anche allazione di piccoli velivoli monoposto, i Drachenflieger,
trainati dalle aeronavi e sganciati al momento opportuno. I dirigibili tedeschi si portano su New York e la bombardano, distruggendola. La flotta di
Karl Albert viene attaccata dalla forza aerea statunitense, subendo gravi
danni ma riuscendo a prevalere sullavversario. I tedeschi stabiliscono una
base presso la cascate del Niagara ma vengono sconfitti dalla flotta aerea
asiatica che, a loro insaputa, aveva attaccato gli Stati Uniti dal Pacifico.
I piccoli velivoli asiatici (degli ornitotteri) seminano la distruzione tra le
fila tedesche: dopo aver ucciso il principe Karl Albert, Bert raggiunge
New York dove apprende che le forze asiatiche stanno avendo la meglio
su quelle americane. Grazie al progetto di un nuovo velivolo portato con
s da Bert, gli americani riescono a reagire e ad evitare il peggio, Nel
frattempo, apprendiamo che lintera Europa devastata dalla guerra aerea
scatenata contro la Germania dalle potenzi minori che poi, a loro volta,
devono soccombere agli attacchi asiatici. La guerra, divenuta globale,
Storia della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

311

causa il crollo del sistema economico mondiale; carestie ed epidemie


fanno il resto. La civilt collassa ma, allepoca in cui il narratore scrive
(tutti gli eventi sono descritti come se accaduti da tempo), il mondo, organizzato in un unico Stato regolato su basi scientifiche, vive in pace e sicurezza.
Come per altri lavori di Wells, la fortuna di The War in the Air fu enorme e, quando pochi anni dopo scoppi la Grande Guerra, il pericolo degli
Zeppelin richiam nei contemporanei la memoria delle aeronavi del principe Karl Albert. In ogni modo la guerra aerea nel 1914-18 non assomigli
neppure lontanamente a quella immaginata da Wells e dagli altri coevi
profeti del potere aereo. Il bombardamento terroristico contro le citt34,
ripreso dopo la guerra da Douhet e Liddell Hart, e laffondamento aereo
di navi da battaglia (col famoso esperimento americano del 21 luglio
1921) divennero realmente possibili solo durante la seconda guerra mondiale, mentre lidea della flotta di dirigibili portaerei, di cui negli anni
Trenta fu instancabile propugnatore lamericano William Moffett35, fu
superata dai progressi dellaviazione.

34 Commentando la distruzione di New York, Wells scrive: The catastrophe was the logical
outcome of the situation, created by the application of science to warfare. It was unavoidable that great cities should be destroyed ( Wagar, Traversing Time, cit., p. 140).
35 Sostenitore convinto del pi leggero dellaria, lammiraglio William A. Moffett, dal
1921 a capo del Bureau of Aeronautics della US Navy, promosse la realizzazione di due
grandi dirigibili portaerei, lUSS Akron (1929) e lUSS Macon (1933), in grado di portare
cinque caccia biplani. LAkron and perduto per incidente nel 1933 (tra le vittime vi fu lo
stesso Moffett) e il Macon lo segu nel 1935.

312

Future Wars

La granata atomica e lultima guerra


Nel dicembre del 1913, cinque anni dopo The War in the Air, su The
English Review compare la prima puntata di un nuovo romanzo, presto
pubblicato anche come libro: The World Set Free.
Wells lavor alacremente a questo nuovo romanzo, preparandosi con
scrupolo. Lispirazione iniziale era stata la lettura di The Interpretation of
Radium di Frederick Soddy, pubblicato nel 1909, in cui si descriveva la
radioattivit come conseguenza del decadimento dellatomo. Wells intu le
formidabili implicazioni di questa nuova forma di generazione di energia
e si document consultando gli studi pi recenti. In realt, nel 1913, molto
poco ancora si sapeva sullenergia atomica e questo rende The World Set
Free36 ancora pi straordinario. Qui Wells immagina, infatti, che nel 1933
un fisico di nome Holsten riesca a perfezionare il metodo per avviare il
processo di generazione della radioattivit. La scoperta viene utilizzata
per costruire motori e centrali energetiche37 ma ben presto il principio
applicato alla produzione di piccole bombe basate sulluranio, che Wells
battezza bombe atomiche38, lanciate da aeroplani, la cui deflagrazione,
pur non particolarmente potente, innesca una serie di esplosioni che perdurano nel tempo e rilasciano radioattivit, in una sorta di reazione a
catena. Limpiego indiscriminato delle bombe atomiche nel corso dellimmancabile conflitto europeo (che nel romanzo scoppia nel 1958) conduce
ben presto alla distruzione delle grandi citt e alla fine del mondo. I leader
delle nazioni decidono di riunirsi a Brissago, sulle sponde svizzere del
Lago Maggiore. Qui Egbert, re della Gran Bretagna, abdica in favore di
un unico Stato mondiale. Il suo esempio viene seguito dai maggiori leader:
la sovranit viene trasferita a un consiglio in cui siedono membri democraticamente eletti. Le funzioni del consiglio, tuttavia, assumono una
36 The World set Free. A story of Mankind, Macmillan, London; E. P. Dutton, New York,
1914. In precedenza uscita nel Century Illustrated Monthly Magazine dal gennaio al marzo 1914 col titolo A Prophetic Trilogy (I A Trap to Catch the Sun; II The Last war in the
World; III The World set Free).
37 Per dare unidea delle capacit profetiche di Wells, che scriveva nel 1913, la prima fissione
artificiale dellatomo fu eseguita nel 1932 e la prima centrale energetica a energia atomica
entr in funzione nel 1954.
38 The World set free, p. 112: It was a black sphere two feet in diameter. Between its handles
was a little celluloid stud.
Storia della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

313

natura sempre pi formale, mentre il potere effettivo esercitato da comitati specializzati di esperti (non eletti). Nella conclusione si argomenta
come la conoscenza e il potere siano lessenziale vocazione dellumanit.
Il romanzo, accolto dal pubblico col consueto favore, fu apprezzato
dallo stesso Soddy. Pi complesso fu il rapporto con Churchill39, il quale,
malgrado lammirazione giovanile e le consonanze ideologiche con
Wells40 e il riconoscimento di aver tratto da lui lo spunto per lo sviluppo
dei tanks e dellaviazione durante la grande guerra, nel 1923 polemizz
duramente contro le sue idee universaliste che negavano un futuro allImpero britannico41 e in un articolo del settembre 192442 gett lallarme sui
rischi della granata atomica:
Might not a bomb no bigger than an orange be found to possess secret
power to destroy a whole block of buildings nay, to blast a township at a
stroke? ... As for Poison Gas and Chemical Warfare in all its forms, only
the first chapter has been written of a terrible book.

Unico tra i grandi leaders della sua generazione ad aver intuito le implicazioni epocali dellarma atomica, negli anni Trenta Churchill scrisse vari
articoli sulle enormi implicazioni delle ricerche di fisica nucleare condotte al Cavendish Laboratory di Cambridge dallquipe di Lord Rutherford
(1871-1937), specialmente della scoperta del neutrone realizzata nel 1932
da James Chadwick (1891-1974) e degli esperimenti di scissione controllata del nucleo realizzati dai suoi allievi John Douglas Cockcroft (189739 David Clayton Smith, Winston Churchill and H.G. Wells: Edwardians in the Twentieth
Century, Cahiers Victoriens et Edouardiens, 30 (1989), pp. 93-106. Richard Toye, H.
G. Wells and Winston Churchill: A Reassessment, in McLean, op. cit., pp, 147-160. V.
pure Patrick Parrinder and Christopher Rolfe (Eds.), H.G. Wells Under Revision: Proceedings of the International H.G. Wells Symposium, London, July 1986, Associated University Press, 1990, pp, 147-148.
40 Toye, H. G. Wells and the New Liberalism, Twentieth Century Brit. Hist., 19 (2008),
No. 2, pp. 156-185.
41 H. G. Wells, The Future of the British Empire , Empire Review, 38 (1923), pp. 1071-09:
Churchill, Mr. H. G. Wells and the British Empire, ibidem, pp. 1217-23. Wells gli dedic
poi un ritratto (Winston, 10 Nov. 1923, in A Year of Prophesying, T. Fisher Unwin, London, 1924, pp. 52-6). Cfr. Richard Toye, Churchills Empire: The World that Made Him
and the World He Made, Macmillan, 2010, pp. 162-163.
42 W. Churchill, Shall We All Commit Suicide?, Nashs Pall Mall Magazine, September
1924, poi incluso nel suo Thought and Adventures, Thornton Butterworth Ltd., London
1932.

314

Future Wars

1967) e Ernest Walton (1903-1995). Ma sulla possibilit di unapplicazione bellica cera molto scetticismo: oltre a Rutherford, la giudicava impossibile il danese Niels Bohr (1885-1962) e ne dubitava lo stesso Chadwick.
A crederci fu invece un altro famoso lettore di The World set free43, lungherese Le Szlard (1898-1964), rifugiatosi nel 1933 in Inghilterra per
sfuggire alle persecuzioni razziali. Trasferitosi nel 1938 in America, fu
Szlard a suscitare, attraverso la famosa lettera di Einstein, linteresse di F.
D. Roosevelt da cui scatur nel 1943 il progetto Manhattan44. Ma la storia
avrebbe potuto andare diversamente perch grazie ad altri due fisici tedeschi rifugiati nel 1938 a Birmingham, il governo britannico sapeva fin dal
marzo 1940 come produrre una bomba da un kg di uranio-23545 e il progetto di ricerca e sviluppo nucleare britannico (Tube Alloys) era iniziato
gi nel 194246.
Distopia, utopia e visione organica della guerra
Con felice espressione, un critico di Wells osserva che le affermazioni
circa la sua ideologia have a disconcerting tendency to hold true when
reversed47. Non si tratta di contraddizioni o incongruenze, piuttosto di
ossimori o polarit: idealismo realista, utopia distopica, narcisismo altruista48 caratterizzano la sua ideologia politica e sociale, universalista e
nazionalista, pacifista e militarista, atea e deista, antidemocratica e socialista. Lesempio pi rilevante di tensione nelluniverso letterario di Wells
si trova nella visione a un tempo distopica e utopica del futuro: distopica

43 Linfluenza di Wells su Szlard (Wagar, Traversing Time, cit., p. 146) non va sopravvalutata, come si ricava dalle sue memorie This book made a very great impression on me, but
I didnt regard it as anything but fiction. It didnt start me thinking of whether or not such
things could in fact happen. I had not been working in nuclear physics up to that time (Richard Rhodes, The Making of the Atomic Bomb, Simon & Schuster, 1987, p. 24). H. Bruce
Franklin, War Stars. The Superweapon and the American Imagination, Oxford U. P. 1988
(Massachussets U. P., 2008, p. 133).
44 V. in questo Quaderno larticolo di Stefano Ruzza.
45 Memorandum di Otto Robert Frisch (1904-1979) e Rudolf Peierls (1907-1995).
46 Graham Farmelo, The Churchills Bomb, Faber & Faber, 2013, in particolare sul ruolo del
discusso consigliere scientifico di Churchill Frederick Lindemann (1886-1957).
47 Draper, H.G. Wells, cit., p. 9.
48 Draper, H.G. Wells, cit., p. 11.
Storia della distopia militare

Little to Last, The Wellsian Wars

315

nellesito apocalittico delle guerre descritte nei suoi romanzi o prefigurati


nei suoi saggi; utopica nellaffermazione del tanto perseguito Stato mondiale che, governato da una classe di tecnocrati, assicura pace e prosperit
in una sorte di fine della storia.
Tuttavia, c un aspetto del pensiero di Wells che sembra immune da
queste tensioni ed quello relativo alla guerra e al modo di condurla.
Abbiamo gi visto come nel capitolo sesto di Anticipations, Wells avesse
delineato un nuovo tipo di guerra, descrivendo armamenti, tattiche addestramento, selezione e formazione del personale, mobilitazione della
societ civile. Il suo uno sguardo organico, che si sforza di abbracciare
lintera realt della guerra in ogni sua dimensione: tecnica, tattica, strategica, sociale, politica.
In altre parole, Wells (e questo vale tanto per il saggista quanto per il
romanziere) non si limita a immaginare nuove, mirabolanti armi frutto del
progresso scientifico, ma ne descrive anche i criteri di impiego e le conseguenze che ne scaturiscono, in un contesto di guerra totale che tipico
della sua visione utopica. In lui non troviamo solo grandi intuizioni tecnologiche: discostandosi in modo netto dallaltro padre nobile della futurologia, Jules Verne (minuzioso e preciso nel descrivere in ogni dettaglio
macchine e dispositivi immaginati), Wells disegna piuttosto degli scenari
che prefigurano le grandi innovazioni del pensiero strategico del Ventesimo
secolo, con le loro profonde implicazioni politiche e sociali. In questo,
credo, risiede la sua grandezza di pensatore del futuro.

Interwar Future
Il futuro tra le due guerre

319

Il portavoce del militarismo


Friedrich von Bernhardi tra
Der nchste Krieg e Strategiestreit
di Giovanni Punzo
Der ewige Friede ist ein Traum und zwar nicht einmal ein
schner Traum. Der Krieg ist ein Element der von Gott eingesetzten Ordnung. Die edelsten Tugenden des Menschen entfalten sich daselbst: der Mut und die Entsagung, die treue
Pflichterfllung und der Geist der Aufopferung. Der Soldat
gibt sein Leben hin. Ohne den Krieg wrde die Welt in Fulnis
geraten und sich im Materialismus verlieren (Helmut von
Moltke)1.
Der Krieg und der Mut haben mehr groe Dinge getan als die
Nchstliebe. Nicht eurer Mitleiden, sondern eure Tapferkeit
rettete bisher die Verunglckten. Was ist gut? fragte ihr. Tapfer
sein ist gut, (F. Nietzsche, Also sprach Zarathustra, Erst. Teil,
10. Rede)2.

Deutschland und der nchste Krieg: un terribile libro


ra i personaggi che affollano il primo capitolo di Cannoni da1.
gosto, Barbara Tuchman inserisce Friedrich Adolf Julius von
Bernhardi (1849-1930) definito spokeman of militarism
(portavoce del militarismo)3 sottolineandone principalmente il ruolo di

1 La pace eterna un sogno e nemmeno un bel sogno. La guerra un elemento dellordine


stabilito da Dio. Le pi nobili virt umane si sviluppano in s: il coraggio e la rinuncia,
il fedele compimento del dovere e lo spirito di abnegazione. Il soldato dona la propria vita. Senza la guerra il mondo si corromperebbe e si perderebbe nel materialismo, (Helmut
Moltke il Vecchio)
2 La guerra e il coraggio hanno prodotto pi cose grandi che lamore per il prossimo. Non
la vostra compassione, ma il vostro valore vi salv finora dalle sciagure. Vi chiedete cosa sia buono? Essere valorosi lo , Friedrich Nietzsche, Cos parl Zarathustra, i parte, decimo discorso; citazione riportata su frontespizio delledizione del 1915 (edizione di
guerra) di Deutschland und der nchste Krieg.
3 B. Tuchman (1912-1989), Guns of August, 1963 (Bompiani, 1998, pp. 16 e 21-22.

320

Future Wars

autore di Deutschland und der nchste Krieg4: il libro infatti pubblicato


due anni prima dello scoppio della guerra e ristampato pi volte fino al
1914 fin per costituire uno dei caposaldi dellaccusa rivolta alla
Germania della responsabilit della guerra. Tale accusa fu condivisa e
ribadita da numerosi contemporanei appartenenti non solo al mondo
politico-militare, ma anche letterario: sir Arthur Conan Doyle (18591930) pubblic una risposta al libro intitolandola apertamente Great
Britain and the Next War5, sir Anthony Hope Hawkins (1863-1933), autore di The Prisoner of Zenda6, e perfino George Bernard Shaw (1856-1950)
cui sembrerebbe risalire lorigine dellappellativo ripreso da Tuchman7
facilmente si inserirono in seguito nel fervente clima di propaganda
bellica anti-tedesca.
Da allora e fino a recenti studi sullorigine e le cause della Prima
Guerra mondiale8, limmagine di von Bernhardi si pu dire sia anzi peggiorata, tanto pi che una sua pagina stata inserita in una raccolta di fonti
storiche sul nazismo nella parte dedicata ai precursori9 o addirittura considerato punto di riferimento nella storia dello sviluppo delle teorie eugene4 F. von Bernhardi, Deutschland und der nchste Krieg, Cotta Buchhandlung, Stuttgart-Berlin, 1912.
5 Arthur Conan Doyle, Great Britain and the Next War, Small, Maynard & Co., Boston,
1914.
6 Anthony Hope, The New [German] Testament, Methuen & C., London, 1914. Il libro di
von Bernhardi era gi stato ampiamente discusso in Inghilterra sin dallanteguerra (v. anche ad es. Literary Review, 4th May 1912).
7 The most famous Militarist at present, thanks to the zeal with which we have bought and
quoted his book, is General Friedrich von Bernhardi [] Militarist propagandist, in
G.B. Shaw, Common Sense About the War, in The New York Times Current History, The
European War, vol. 1, The NY Times, New York 1915.
8 Da Fritz Fischer, Der Krieg der Illusionen. Die deutsche Politik von 1911 bis 1914, Droste
Verlag, Dsseldorf, 1969 (che lo trasforma nellispiratore della Weltmachtpolitik) in poi,
a Christofer Clark, The Sleepwalkers: How Europe Went to War in 1914, Harper Collins,
New York, 2012 (che lo collega alla mentalit offensivista) e fino a Paul Ham, 1914: The
Year The War Ended, Heinemann, 2014 ogni autore sembra aver sentito il dovere di citarlo
per confermarne il carattere militarista.
9 Roderick Stackelberg, Sally A. Winkele, The Nazi Germany Sourcebook: An Anthology of
Texts, Routledge, New York, 2007: a von Bernardi dedicato un breve capitolo (1.7) riportando un brano tratto appunto da Deutschland und der nchste Krieg. In precedenza anche
Willibald Gutsche, Herrschaftsmethoden des deutschen Imperialismus 1897/8 bis 1917,
[Ost-] Berlin 1977, pp. 153-54.
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

321

tiche, come in un articolo sul tema


dellereditariet10.
Senza arrivare a queste estreme
collocazioni nella genesi dello Stato
totalitario o delleugenetica, von
Bernhardi incarna certamente la mentalit che fa affidamento sullo strumento militare per risolvere le questioni fondamentali della nazione
(ovvero il Sozialmilitarismus descritto da Hans-Ulrich Wehler11 inteso
come strumento principale della
Weltmachtpolitik. Un ruolo attribuitogli gi nel 1914 da Carlton Hayes12
che lo colloca tra i protagonisti del
dibattito politico tedesco.
Nello zaino dei giovani ufficiali
tedeschi nellagosto 1914 non cera
solo Vom Kriege come suggerisce Rusconi13 , ma pure Deutschland und
der nchste Krieg, gospel of force e autentico manifesto delle ragioni
tedesche della guerra14, mentre, dallaltra parte, la grande popolarit
10 Matthis Krischel, Perceived Hereditary Effect of World War I: A Study of the Positions of
Friedrich von Bernhardi and Vernon Kellogg, Medicine Studies, October 2010, Volume
2,Issue2, pp 139-150.
11 Hans-Ulrich Wehler, Das Deutsche Kaiserreich, 1871-1918, Vandenboeck und Ruprecht,
Gttingen 1973.
12 C. Hayes (1882-1964), storico, politologo e diplomatico americano, durante la Prima
Guerra mondiale serv nella Military Intelligence Division dellU.S. Army. Von Bernhardi, inserito in un saggio sul nazionalismo, analizzato assieme ad altre personalit della
politica tedesca: Carlton Hayes, The War of the Nations, Political Science Quarterly,
Vol. 29, No. 4 (Dec., 1914), pp. 687-707.
13 Nello zaino dei giovani ufficiali tedeschi del 1914 c il Vom Kriege di Clausewitz, Gian
Enrico Rusconi, Rischio 1914, Mulino, Bologna 1987, p. 147.
14 Hew Strachan, Clausewitz and the First World War, The Journal of Military History, 75
(2011), pp. 367-391: Spenser Wilkinson (1853-1937) in precedenza fervente clausewitziano docente di storia ad Oxford e curatore di una serie di opuscoli sulla responsabilit
della guerra, che gi nellautunno del 1914 sottolineava la sostituzione di Clausewitz con
von Bernhardi.

322

Future Wars

dellopera indicherebbe di riflesso uneclissi parziale dellimmagine di


von Clausewitz durante la grande guerra a favore di un pi risoluto von
Bernhardi, tanto pi che alla diffusione dei contenuti del terribile libro
contribu lazione del Deutscher Wehrverein (associazione tedesca per la
difesa), fondata nel 1912 dal generale August Keim (1854-1926)15 per
sostenere il riarmo terrestre sul modello del Deutscher Flottenverein, in
collegamento con lAlldeutscher Verband (lega pangermanista)16.
2. Non stupisce dunque che, per rappresentativit e diffusione,
Deutschland und der nchste Krieg figuri tra i testi predittivi della guerra imminente pi noti, insieme a quelli pacifisti di Jan de Bloch17 e
Norman Angell18: il tratto comune lenfasi sulla sinergia tra i fattori
materiali, economici e industriali del futuro conflitto. Pubblicato poco
dopo la crisi del Marocco del 191119, il lavoro di von Bernhardi risentiva
15 Niall Ferguson, The Pity of War, Basic Books, New York, 1999 indica stretti legami con
August Keim, che nel 1898 aveva dovuto abbandonare lesercito dopo aver manifestato
aperte critiche alla politica militare ufficiale. In seguito dal 1901 al 1903 era stato redattore
capo di Jahrbcher fr die deutsche Armee und Marine svolgendo intensa attivit pubblicistica politico-militare. Il Deutscher Wehrverein contava nellagosto 1914 su oltre trecentomila iscritti. Marilyn Shevin Coetzee, The German Army League. Popular Nationalism
in Wilhelmine Germany, Oxford U. P., New York-Oxford 1990. Inoltre pure Keim si inser
nella fase iniziale dello Strategiestreit: nel 1888, prestando servizio presso il Gro Generalstab, in una conferenza compar polemicamente la tattica di Federico il Grande a quella
praticata dallesercito tedesco.
16 Edgar Hartwig, Alldeutscher Verband (ADV) 18911939. Der brgerlichen und kleinbrgerlichen Parteien und Verbnde in Deutschland (17891945). In: Dieter Fricke (Hrsg.),
Lexikon zur Parteiengeschichte. Bd. 1, Leipzig 1983, S. 13-47; Michael Peters, Der Alldeutsche Verband am Vorabend des Ersten Weltkrieges (19081914). Ein Beitrag zur Geschichte des vlkischen Nationalismus im sptwilhelminischen Deutschland (Europische
Hochschulschriften. Bd. 501). Lang, Frankfurt am Main, 1992; Stig Frster, Der doppelte
Militarismus. Die deutsche Heeresrstungspolitik zwischen Statusquo-Sicherung und Aggression, 1890-1913, Stuttgart 1985 (Instituts fr europische Geschichte Mainz, hrsg.
von Karl Otmar Freiherr von Aretin, Bd. 118).
17 V. in questo volume il saggio di Virgilio Ilari.
18 Norman Angell, The Great Illusion: A Study of the Relation of Military Power in Nations
to Their Economic and Social Advantage. Heinemann, London 1910. Ad es. Tuchman,
Cannoni (cit.) nel I capitolo infatti colloca il saggio di Angell nella parte che precede von
Bernhardi.
19 Eine tiefe Erregung hat whrend des Sommers und Herbstes 1911 alle national gesinnte
Kreisen des Deutschen Volkes ergriffen. Auf alle Herzen lastet die berzeugung, da es
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

323

inevitabilmente del clima di diffusa delusione nellopinione pubblica per


la soluzione diplomatica ritenuta sfavorevole alla Germania e logica conseguenza era che si dovesse cercare di ottenere con la forza ci che pur
spettando di diritto era invece negato: il libro argomentava infatti con
lucidit che una nazione doveva progredire ad ogni costo per non soccombere20 e che il ricorso alla guerra, oltre ad essere del tutto normale
nelle relazioni internazionali, era pertanto necessario e obbligato. Il corollario, considerata inoltre limpossibilit di condurre trattative diplomatiche soprattutto con la Francia nazione da debellare , diventava allora
la scelta consapevole della guerra, da vincere ad ogni costo, soprattutto
scegliendo il momento pi favorevole per iniziarla, anche se ci avrebbe
significato attaccare per primi. La guerra secondo von Bernhardi, che
coniugava insieme alla teoria della necessit anche quella offensivista21
sarebbe dovuta iniziare nel momento ritenuto pi favorevole alla
Germania, spiegando subito sul campo il massimo potenziale per cogliere
rapidamente il successo, prima quindi che la lotta si estendesse, diventasse totale coinvolgendo tutte le risorse dei belligeranti in una situazione di
stallo.
Pi recentemente, studiando limpatto del libro sullopinione pubblica
e sulla classe dirigente della Germania guglielmina, emerso invece un
quadro pi sfaccettato22. Proprio a causa delleccessiva vicinanza ad
ambienti nazionalisti, che criticavano cio apertamente anche la politica
ufficiale del governo, von Bernhardi non avrebbe in realt esercitato tutta

sich beim Austrag des Marokkostreites nicht um gewnliche Handels- und Kolonialfrangen von minderer Tragweite, sondern um die Ehre und die Zukunft des Deutschen Volkes
handelt, Bernhardi, Deutschland (cit.), p. V.
20 I richiami al c.d. darwinismo sociale: Hans-Gnther Zmarlik, Der Sozialdarwinismus in
Deutschland als geschtliches Problem, Vierteljahrshefte fr Zeitgeschichte, Jahrgang 11
(1963), Heft 3. Thomas Lindemann, Les doctrines darwiniennes et la guerre de 1914
21 Stephen Van Evera, The Cult of Offensive and the Origins of the First World War,
22 Gerd Krumeich, Friedrich von Bernhardi - Thoricien militaire marginal ou reprsentatif? Rflexions sur linfluence de Deutschland und der nchste Krieg (1912), Francia - Forschungen zur westeuropischen Geschichte, (hg. Deutsches Historisches Institut in Paris - Institut historique allemand), 40, 2013; Klaus Wernecke, Der Wille zur Weltgeltung.
Auenpolitik und ffentlichkeit im Kaiserreich am Vorabend des Ersten Weltkrieges, Dsseldorf 1970, p. 160167; Fred Bridgham, The Book that Caused the War?, in: Id. (dir.),
The First World War as a Clash of Cultures, Rochester, 2006, p. 183212.

324

Future Wars

linfluenza che gli fu poi attribuita e tanto meno appare credibile limmagine di Fritz Fischer in base alla quale il generale avrebbe espresso mit
groer Przision die Intentionen des offiziellen Deutschland23: non solo
in seguito la propaganda bellica da ambo le parti avrebbe insomma calcato un po la mano, ma von Bernhardi stesso avrebbe svolto un ruolo minore. La concezione della guerra come necessit biologica disorientava la
classe dirigente prussiana legata alle tradizionali visioni luterane (e federiciane) della guerra dolorosa, ma necessaria, abbracciate anche da
Moltke il Vecchio (1800-1891)24, era in pratica sostituita da una laica,
realista e spietata lotta per la sopravvivenza sorretta da una personale reinterpretazione selettiva di Nietzsche e Treitschke25. Von Bernhardi inoltre
prima della diffusione del libro aveva pubblicato un articolo sulla
Deutsche Revue26 in cui sottolineava i grandi cambiamenti della guerra in
atto: di fronte allinevitabile mobilitazione pressoch totale di uomini e
risorse da parte dei belligeranti, si sarebbe trovata in pericolo la stessa
esistenza degli Stati, qualora non si fosse tenuto conto degli enormi sforzi
richiesti dal conflitto e soprattutto sulla durata dello scontro. Questa presa
di posizione, se da una parte collocava autorevolmente von Bernhardi
allinterno dello Strategiestreit, non poteva essere del tutto accettata
dallestablishment politico-militare, che si sarebbe dimostrato acritico e
tenace assertore della guerra breve, come si sarebbe verificato nellavviare i congegni del piano Schlieffen nellagosto 191427.

23 con grande precisione le intenzioni della Germania ufficiale, Fritz Fischer, Der Griff
zur Weltmacht, Droste Verlag, 1967, p. 31.
24 Il riferimento alle citazioni riportate in esergo.
25 Peter Hoeres, Krieg der Philosophen: Die deutsche und britische Philosophie im Ersten
Weltkrieg, Ferdinand Schningh Verlag, Paderborn, 2004.
26 Friedrich von Bernhardi, ber Millionenheere, in Deutsche Revue, vol. 37, fvrier 1911,
p. 207213
27 Stig Frster, Der deutsche Generalstab und die Illusion des kurzen Krieges, 1871-1914.
Metakritik eines Mythos, Militrgeschichtliche Mitteilungen 54 (1995); Id., Russische
Pferde. Die deutsche Armeefhrung und die Julikrise 1914, in Christian Th. Mller, Matthias Rogg (Hrsg.), Das ist Militrgeschichte. Probleme - Projekte - Perspektiven, Paderborn 2013, pp. 63-82.
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

325

Il generale e lo scrittore
Aldil della vasta e prolungata attenzione suscitata dal libro, von
Bernhardi fu senza dubbio personaggio di spessore. Nato in una famiglia
di origini baltiche, pronipote per parte materna dello scrittore e poeta
Ludwig Tieck (1773-1853), era figlio dello storico Theodor (1803-1887)28.
Diplomatico in Russia dal 1834 al 1851, Theodor partecip con Guido von
Usedom (1805-1884), ambasciatore prussiano a Firenze, al negoziato del
1866 sul coordinamento strategico contro lAustria e fu inviato come rappresentante al campo presso il quartier generale dellesercito italiano.

28 Theodor von Bernhardi, Der Krieg 1866 gegen Oesterreich und seine unmittelbaren Folgen, VII, Aus dem Leben Theodor von Bernhardis, Hirzel, Leipzig 1887; Comando del
Corpo di S. M., Complemento alla storia della campagna del 1866 in Italia, vol. i, Stab.
Tip. Societ Editrice Laziale, Roma 1909, a p. 28 ss. riportato il famoso memorandum
presentato a La Marmora prima dellinizio delle operazioni. Theodor fu anche autore di
uno studio su Federico il Grande (Th. von Bernhardi, Friedrich d. Groe als Feldherr, 2
Bde., Berlin, 1881) e di una ricostruzione della politica estera russa Geschichte Russlands
und der europischen Politik in den Jahren 1814-31 rimasta incompiuta.

326

Future Wars

Friedrich segu la normale trafila di carriera29, culminata quale capo


(1898-1901) del prestigioso e influente Kriegsgeschichtliche Abteilung im
Groen Generalstab. Decorato della croce di ferro di seconda classe nella
guerra franco-prussiana, richiamato nel 1914 (come del resto Hindenburg
o von der Goltz), fu al vertice del Generalkommando 55 sul fronte orientale durante loffensiva Brusilov, rimanendo nellincarico anche con la
trasformazione in Generalkommando zur besonderen Verwendung30 e il
successivo il trasferimento a occidente con loffensiva di primavera del
1918, ossia lultimo tentativo di Hindenburg e Ludendorff di rovesciare le
sorti del conflitto e che Hans Delbrck avrebbe aspramente criticato in
termini clausewitziani per il mancato coordinamento tra Zweck e Ziel.
Insignito del Pour le Mrite nel 1917, von Bernhardi rimase in servizio
fino allarmistizio.

Linnegabile stigma militarista che ripetuto allinfinito diventa per


superfluo e superficiale ha indubbiamente nuociuto alla fama di von
Bernhardi mettendo in secondo piano gli altri suoi studi storici e tecnici,
come i due sullimpiego e sulla formazione dei quadri della sua arma, la
cavalleria (Unsere Kavallerie im nchsten Kriege. Betrachtungen ber
ihre Verwendung, Organisation und Ausbildung e Die Heranbildung zum
Kavalleriefhrer). Al pari di altri colleghi della stessa arma e generazione,
29 Kriegsakademie (1875-1878), servizio di S. M. (1879-1881), inviato in Grecia (1881-86),
addetto militare a Berna (1891-1894) poi comandante (1895) del 1. Badischer Leib-Dragoner-Regiment Nr. 20.
30 Per impieghi particolari (oggi si definirebbe un comando-quadro).
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

327

von Bernhardi sosteneva


infatti che la cavalleria
restava utile non solo per
la contro-cavalleria e lesplorazione, ma pure per
operazioni strategiche a
largo raggio, come avvenne durante la guerra civile
russa e la guerra russopolacca31.
Oltre alle opere a carattere storico32, anche anteriori alla direzione del
Kriegsgeschichtliche Abteilung im Groen Generalstab, citiamo pure
Videant consules: nequid res publica detrimenti capiat appare prima contenendo un chiaro riferimento al senatus consultum ultimum e quindi ai
poteri assoluti in caso di emergenza oltre a far pensare allinfluenza della
scuola classica tedesca su tanti campi culturali sembra far intuire in filigrana che gli ampi poteri concessi progressivamente durante la guerra a
Hindenburg e Ludendorff fossero in realt previsti da tempo33.
Un ultimo gruppo di scritti riguarda invece la guerra moderna e le sue
trasformazioni, lesperienza del fronte e infine le memorie di una lunga
attivit di servizio e numerosi viaggi34: tra questi spicca Vom heutigen
31 F. von Bernhardi, Unsere Kavallerie im nchsten Kriege. Betrachtungen ber ihre Verwendung, Organisation und Ausbildung. E.S. Mittler & Sohn, Berlin, 1899; Id. Die Heranbildung zum Kavalleriefhrer. Skopnik, Berlin-Zehlendorf, 1914; D.R. Dorando, Riders of the
Apocalypse: German Cavalry and Modern Warfare, 1870-1945,
32 F. von Bernhardi, Delbrck, Friedrich der Groe und Clausewitz. Streiflichter auf die
Lehren des Prof. Dr. Delbrck ber Strategie. Leist, Berlin, 1892; Id. Das Studium des
Fridericianischen Kriege in seiner Bedeutung fr die moderne Kriegskunst, Berlin 1892;
Id., Die Kriege Friedrich des Groen. Der Erste Schlesische Krieg 1740-1742 (i. B.), Von
Mollwitz bis zum Beginn des Mhrischen Feldzuges (ii. B.), Berlin 1893
33 Videant consules: nequid res publica detrimenti capiat, Theodor Kay Verlag, Kassel, 1890
(pubblicato anonimo).
34 Friedrich von Bernhardi, Die Elemente des modernen Krieges, Beihefte zum MilitrWochenblatt, 4, 1898; Id., Vom heutigen Kriege. Grundlagen und Elemente des heutigen
Krieges (i. B.); Id., Kampf und Kriegfhrung (ii B.), E.S. Mittler & Sohn, Berlin, 1912:

328

Future Wars

Kriege (1912), il cui titolo evoca


volutamente il Vom Kriege e contiene le pi estese indicazioni sulla
guerra futura tra le quali principalmente la teorizzazione delloffensiva solo strumento in grado di
assicurare gli obiettivi , a costo di
un enorme potere distruttivo35.
Lo Strategiestreit
1. Lo Strategiestreit, o dibattito sulla strategia36 iniziato nel 1880 e
protrattosi oltre il 191837 verteva sulla possibilit di evitare gli effetti devastanti del logoramento mediante il rapido annientamento della possibilit
Id., Eine Weltreise 1911-1912 und der Zusammenbruch Deutschlands. Eindrcke und Betrachtungen aus den Jahren 1911-1914 mit einem Nachwort aus dem Jahr 1919, Hirzel,
Leipzig 1919; Id., Vom Kriege der Zukunft. Nach den Erfahrungen des Weltkrieges. E.S.
Mittler & Sohn, Berlin 1920; Id., Deutschlands Heldenkampf 1914-1918, Mnchen, 1922;
Idem, Denkwrdigkeiten aus meinem Leben. Nach gleichzeitigen Aufzeichnungen und im
Lichte der Erinnerung, Berlin, 1927.
35 Isabel V. Hull, Absolute Destruction. Military Culture and the Practices of War in Imperial
Germany, Cornell University Press, Ithaca, 2004.
36 Streit ha connotazione forte, affiancata a Kampf, per cui sarebbe pi corretto controversia o lite (Duden. Etymologie, Herkunftwrterbuch der deutschen Sprache, 7. Bd, Bibliographisches Institut - Mannheim, Dudenverlag, Stuttgart 1963. p. 687); Gerhard Frster u.a., Der preuisch-deutsche Generalstab 1640-1965. Zu seiner politischen Rolle in
der Politik, [Ost-] Berlin2, 1966; Jehuda L. Wallach, Kriegstheorien: Ihre Entwicklung
im 19. und 20. Jahrhundert (Frankfurt a. Main: Bernard & Graefe Verlag, 1972): Reinhard Brhl, Militrgeschichte und Kriegspolitik. Zur Militrgeschichtsschreibung des
preuisch-deutschen Generalstabes 1816-1945, [Ost-] Berlin 1972; Martin Raschke, Der
politisierende Generalstab. Die friederizianischen Kriege in der amtlichen deutschen Militrgeschichtsschreibung 1890-1914. Freiburg i. Br., 1993 (Einzelschriften zur Militrgeschichte, 36); Sven Lange, Hans Delbrck und der Strategiestreit. Kriegfhrung und
Kriegsgeschichte in der Kontroverse 1879-1914, Freiburg i. Br., 1995 (Einzelschriften zur
Militrgeschichte. 40); Markus Phlmann, Kriegsgeschichte und Geschichtspolitik. Der
Erste Weltkrieg. Die amtliche deutsche Militrgeschichtsschreibung 19141956 (Krieg in
der Geschichte, Band 12). Schningh, Paderborn 2002.
37 Antulio J. Echevarria ii, Borrowing from the Master: Uses of Clausewitz in German
Military Literature Before the Great War, War and History, 3 (July 1996), pp. 274-92.
Herbert Rosinski, Scharnhorst to Schlieffen: The Rise and Decline of German Military
Thought, Naval War College Review, 29 (1976), pp. 83-103.
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

329

e/o della determinazione del nemico di proseguire la lotta. Parte importante ebbe nel dibattito linterpretazione del Vom Kriege, e dei suoi cursori
riferimenti alla stessa strategia federiciana nella guerra dei sette anni, che
dimostrava invece la superiorit della difensiva. E vero che Clausewitz
coglie nel Gran Re un tratto comune con Napoleone loffensivista per
antonomasia nella loro abilit di guidare forze superiori nel punto decisivo (VK, iii) e di concludere le operazioni con una battaglia principale38;
ma ci non implica necessariamente lannientamento. Anzi Clausewitz
dice esplicitamente che il Niederwerfung dellAustria non rientrava nella
strategia prussiana (o piuttosto era precluso alla):
[] weil er damit nicht die Niederwerfung des sterreichischen
Staates, sondern einen untergeordneten Zweck, nmlich Zeit- und
Kraftgewinn beabsichtigte, und er durfte diesen untergeordneten Zweck
verfolgen, ohne zu frchten, da er damit sein ganzes Dasein auf das Spiel
setzte (VK, viii)39

Virt (necessitata) di Federico era invece la saggia economia delle


forze che consentiva di temporeggiare40 e cos logorare41 la volont del
38 Il termine usato da Clausewitz Hauptschlacht ovvero battaglia principale: nella successiva elaborazione funzionale alla Niederwerfungsstrategie comparve Vernichtungssclacht, ovvero battaglia di annientamento (v. Jehuda Wallach L., Das Dogma der Vernichtungsschlacht: Die Lehren von Clausewitz und Schlieffen und ihre Wirkungen in zwei
Weltkriegen, Bernard und Graefe, Frankfurt, 1967. Il primo a sottolineare limportanza del
concetto di Hauptschlacht fu nel 1878 proprio Theodor von Bernhardi, dopo la comparsa della biografia Karl Schwartz, Leben des Generals Carl von Clausewitz und der Frau
Marie von Clausewitz geb. Grfin von Brhl. Mit Briefen Aufstzen, Tagebchern und anderen Schriftstcken, 2 B., Dmmler, Berlin, 1878).
39 ([] la intraprese perch aveva di mira non labbattimento dello stato austriaco bens uno
scopo subordinato, cio il guadagno di tempo e di forze e poteva perseguire questo scopo
senza temere di mettere in gioco la sua intera esistenza).
40 Friedrich der Groe im Siebenjhrigen Kriege wre niemals imstande gewesen, die sterreichische Monarchie niederzuwerfen, und htte er es in dem Sinne eines Karl XII. versuchen wollen, er wrde unfehlbar zugrunde gegangen sein. Nachdem aber die talentvolle
Anwendung einer weisen konomie der Krfte den gegen ihn verbndeten Mchten sieben
Jahre lang gezeigt hatte, da der Kraftaufwand viel grer werde, als sie sich anfangs vorgestellt hatten, beschlossen sie den Frieden (VK, ii) (Federico il Grande nella guerra dei
Sette anni non sarebbe mai riuscito ad abbattere la monarchia austriaca [] Ma dopo che
la geniale applicazione di una saggia economia delle forze aveva mostrato per sette anni alle potenze coalizzate contro di lui che il dispendio di energie sarebbe stato molto pi
grande di quanto avevano inizialmente immaginato, si decisero per la pace) (corsivo mio).
41 Das Ermden, ovvero logoramento, ma la strategia di logoramento implica anche un ridi-

330

Future Wars

nemico42; abilit che raggiunse il culmine con la campagna del 1760,


vero capolavoro strategico43. Clausewitz va poi molto oltre, perch dice
chiaramente che tra le due forme di guerra la difensiva non solo quella
pi forte, ma anche quella che determina la posta in gioco. Il suo pensiero
fu per forzato dalla dottrina ufficiale, tra laltro creando gli equivoci che
tuttora perdurano nella tradizione anti-clausewitziana creata da Liddell
Hart.
2. Linterpretazione ufficiale della storia militare tedesca - propagandata dallufficio storico del Gro Generalstab sottolineava invece la determinazione del Grande Federico fino a farne un anticipatore della strategia
napoleonica di annientamento e di azzardo, il cui principale interprete
diventa Helmut von Moltke, architetto dei successi militari del 1866 e del
187044. Ci serviva a legittimare limpostazione strategica successiva
incentrata nella ricerca della battaglia principale per annientare le forze

mensionamento dello scopo politico. In diesem Begriff des Ermdens bei einem Kampfe
liegt eine durch die Dauer der Handlungen nach und nach hervorgebrachte Erschpfung
der physischen Krfte und des Willens (In questo concetto di logoramento in una lotta
si trova una progressiva riduzione delle forze fisiche e della volont a causa della durata
degli eventi), i libro, secondo capitolo. Purtroppo Clausewitz non utilizza pi altrove lespressione originaria.
42 was hatte die sterreicher anders zum Frieden bewegen knnen als der Gedanke, da sie
allein nicht imstande sein wrden, mit ihrer Macht dem Talent des Knigs das Gleichgewicht zu halten, da ihre Anstrengungen in jedem Fall noch grer sein mten als bisher, und da bei dem mindesten Nachlasse derselben ein neuer Lnderverlust zu frchten
sei(VK, vi) (che altro avrebbe potuto spingere gli austriaci alla pace se non il pensiero che
essi non erano in grado di controbilanciare con la loro potenza il talento del re, che i loro
sforzi avrebbero dovuto essere in ogni caso maggiori di prima e che al minimo cedimento
cera da temere una nuova perdita territoriale?).
43 Wir mssen vielmehr zuvrderst des Knigs Weisheit bewundern, der bei seinen beschrnkten Krften ein groes Ziel verfolgend, nichts unternahm, was diesen Krften nicht
entsprochen htte, und gerade genug, um seinen Zweck zu erreichen (VK, iii). (Noi dobbiamo piuttosto ammirare innanzitutto la saggezza del re che perseguendo un obiettivo con
le sue forze limitate non ha intrapreso nulla che non fosse proporzionato a queste forze
ed esattamente quanto bastava per raggiungere lo scopo).
44 La vera e propria consacrazione di Moltke fu opera del generale Julius von Verdy du Vernois (1832-1810), Studien ber den Krieg. Auf Grundlage des deutsch-franzsischen Krieges 1870/71. Berlin 1891.
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

331

nemiche45. Seguendo questa lettura risalente a suo padre Theodor,


Friedrich von Bernhardi scrisse addirittura un saggio sul modo in cui si
dovevano studiare le guerre federiciane46. Delbrck deduceva invece dal
confronto fra le campagne napoleoniche e federiciane e dalla biografia di
Clausewitz47 il carattere bipolare (zweipolig) della strategia, di due sistemi
differenti, lErmattungs- e la Niederwerfungsstrategie.
Altro elemento da considerare che lo Strategiestreit dura tre decenni
coinvolgendo numerosi storici militari e teorici di strategia e prosegue sia
durante che dopo la guerra come critica della strategia bellica messa in
atto riverberandosi ulteriormente negli ambienti accademici e coinvolgendo oltre a Delbrck altri storici come Otto Hintze (1861-1940)48 e
Friedrich Meinecke (1862-1954)49; lo Strategiestreit infine diventato
dopo il 1918 lanalisi delle ragioni della sconfitta50 influenza anche lelaborazione della strategia tedesca tra le due guerre. Arduo da sintetizzare
per vastit e articolazione, lo Strategiestreit anche contrappuntato dalle
analisi delle guerre che si svolgono altrove, e diventa riduttivo affrontarlo
solo dal punto di vista del confronto tra Delbrck e i militari. Linizio la
45 A sottolineare questo particolare concetto il padre Theodor op. cit. nt 38.
46 F. von Bernhardi, Das Studium der Friderizianischen Kriege in seiner Bedeutung fr die
moderne Kriegskunst, Mittler, Berlin, 1892.
47 Come osserva acutamente Rusconi (G.E. Rusconi, Clausewitz, il prussiano. La politica
della guerra nellequilibrio europeo, Einaudi, Torino, 1999, p. 323, n. 16), non casuale che Delbrck, autore di una biografia di Gneisenau (H. Delbrck, Das Leben des Feldmarschalls Grafen Neidhardt von Gneisenau, Berlin, 1882), utilizzi ampiamente il carteggio con Clausewitz. A questo si aggiunga che il metodo storico empirico gi espresso
nella riflessione di Scharnhorst (Entwicklung der allgemeinen Ursachen des Glcks der
Franzosen in dem Revolutionskrieg und insbesondere in dem Feldzug vom 1794 (1797),
in G.J.D. Scharnhorst, Ausgewhlte Militrischen Schriften, Berlin, 1881 costituisce a sua
volta lavvio del pensiero clausewitziano (primo passo verso laffermazione della convergenza tra guerra e politica, Massimo Mori, La ragione delle armi. Guerra e conflitto
nella filosofia classica tedesca (1770-1830), Saggiatore, Milano, 1984, p. 110.
48 Otto Hintze, Delbrck, Clausewitz und die Strategie Friedrich des Groen, Forschungen zur Brandenburgisch-Preussischen Geschichte, Bd 32 (1920), p. 326. Id., Friedrich
der Grosse nach dem Siebenjhrigen Kriege und das Politische Testament on 1768, ibidem, pp. 1-5, 6.
49 Friedrich Meinecke, Politische Schriften und Reden,
50 Mark Shannon, Preparing for the War of the Future in the Wake of Defeat: The Evolution
of German Strategic Thought, 1919-1935, Journal of Military and Strategic Studies, volume 15, issue 3, 2014.

332

Future Wars

percezione che la guerra franco-prussiana segna una discontinuit tra il


prima e il dopo. Alle riflessioni di Helmut Moltke sulla fine della
Kabinettskrieg51 segue nel 1877 Das Volk in Waffen (1877)52 di Colmar
von der Goltz (1843-1916). Lautore, che aveva prestato servizio nella
Kriegsgeschichtliche Abteilung dal 1872 al 1874, analizza la resistenza
della Francia e la capacit di mobilitare ulteriori risorse dopo Sedan53,
interpretando il Volkskrieg come il primo passo verso la guerra delle
nazioni, che richiede fin dal tempo di pace lorganizzazione di tutto il
paese, a cominciare dalla coscrizione obbligatoria e altre forme di preparazione54. Tesi sviluppate in uno studio del 190155 sui fattori economici e
tecnici della guerra e in due saggi storici del 1906-07 sui fattori morali
delle vittorie napoleoniche sulla Prussia56.
3. Hans Delbrck espresse il suo pensiero allinizio dello Strategiestreit
in due significative occasioni, intervenendo su questioni in apparenza differenti, ma strettamente collegate, e sempre originate dalla comparsa di
nuovi studi su Federico il Grande o Clausewitz: nel 1879 la prima volta

51 Stig Frster (Hrsg.), Moltke. Vom Kabinettskrieg zum Volkskrieg. Eine Werkauswahl,
Bonn, 1992.
52 Colmar [Freiherr] von der Goltz, Das Volk in Waffen. Ein Buch ber Heerwesen und
Kriegfhrung unserer Zeit, Berlin, 1883, costituiva unestesa riflessione sui cambiamenti
della guerra attraverso una rilettura clausewitziana dopo la campagna del 1870, altrettanto conosciuto in Inghilterra prima ancora di von Bernhardi e definito a book that should
be read by all soldiers. Hermann Teske, Colmar Freiherr von der Goltz. Ein Kmpfer fr
den militrischen Fortschritt, Musterschmidt Verlag, Gttingen, 1957; Demirhan Pertev,
Generalfeldmarschall Colmar Freiherr von der Goltz, Gttingen Verlag, Gttingen, 1960;
Carl Alexander Krethlow, Generalfeldmarschall Colmar Freiherr von der Goltz Pascha.
Eine Biographie, Schningh Verlag, Paderborn, 2012 da cui si ricava quanto ampia fosse
la considerazione di von Bernhardi e quanto von der Goltz abbia influito sulla sua carriera.
53 C. von der Goltz, Leon Gambetta und seine Armeen, Schneider, Berlin, 1877.
54 Nel 1911 von der Goltz fond la Jungdeutschland-Bund (Lega della Giovane Germania)
collegata al ministero della guerra per listruzione premilitare. Durante la missione in Turchia esport il modello organizzativo tedesco.
55 Colmar von der Goltz, Kriegs- und Heerfhrung, Deckers Verlag, Berlin, 1901.
56 C. von der Goltz, Robach und Jena. Studien ber die Zustnde und das geistliche Leben
in der Preuischen Armee whrend der Uebergangszeit von xviii bis xix Jahrhundert, Mittler, Berlin, 1883 (rist. riveduto e corretto: Von Rossbach bis Jena und Auerstdt, 1906) e
infine Von Jena bis Pr. Eylau, Mittler, Berlin, 1907.
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

333

sul testamento politico di Federico57 e la seconda nel 1890 col celebre


paragone tra la strategia di Federico e quella di Pericle descritta da
Tucidide58. Il maggiore Adalbert von Taysen aveva pubblicato infatti la
parte militare del testamento politico redatto nel 1768 dal re di Prussia,
sostenendo che le indicazioni sulle future operazioni fossero un abbozzo
di piano per la prossima campagna contro lAustria. Oltre a correggere
limpostazione storica di Taysen, Delbrck scrisse invece che si trattava di
un approccio generale di Federico nei confronti della guerra e della strategia. La reazione fu immediata ed energica: oltre a Taysen, intervenne
anche Colmar von der Goltz59 seguito da numerosi altri tra cui Theodor e
Friedrich von Bernardi, Alfred von Boguslawski (1834-1905), autore di
Die Ehre und das Duell60, e Rudolf von Caemmerer (1841-1911), biografo
di Clausewitz61 e soprattutto autore di Die Entwicklung der strategischen
Wissenschaft im 19. Jahrhundert62, saggio di notevole influenza.
Dieci anni dopo Delbrck sostenne che la Niederwerfungsstrategie era
un concetto limite, appartenente alla guerra assoluta (Absoluter Krieg),
mentre lunica strategia moderna politica era il logoramento. In nessun
caso Federico il Grande aveva potuto condurre una guerra del primo tipo,

57 H. Delbrck, Rezension Das militrische Testament Friedrichs des Grossen. Herausgegeben und erlutert von v. Taysen, Major im Grossen Generalstabe, Zeitschrift fr
preuische Geschichte und Landeskunde, Jan-Feb 1879, pp. 27-32.
58 H. Delbrck, Die Strategie des Perikles erlutert durch die Strategie Friedrichs des
Groen. Mit einem Anhang ber Thucydides und Kleon, Druck und Verlag von Georg Reimer, Berlin, 1890.
59 Colmar von der Goltz, Antikritik, Zeitschrift fr preussische Geschichte und Landeskunde 16. Jg. (Mai-Juni 1879)
60 Alfred von Boguslawski era nipote di Carl Andreas von Boguslawski (1758-1817), primo
direttore della Allgemeine Kriegsschule (1810-1817), che fu il predecessore di Clausewitz.
Alfred von Boguslawski, Die Ehre und das Duell e Der Ehrbegriff des Offizierstandes (entrambi pubblicati nel 1896 per Schall & Grund, Berlin) dedicati al concetto donore nel
corpo ufficiali. Onore e duello sono componenti culturali della mentalit offensivista, concausa del 1914: Lusanza di battersi a duello e la tendenza ad attaccare durante le guerre,
senza preoccuparsi dei costi umani, pu essere una delle espressioni dello spirito aristocratico, Victor G. Kiernan, Il duello. Onore e aristocrazia nella storia europea, Marsilio,
Venezia 1991.
61 Rudolf von Caemmerer, Clausewitz, Berlin, 1905.
62 Rudolf von Caemmerer, Die Entwicklung der strategischen Wissenschaft im 19. Jahrhundert, Wilhelm Baensch, Berlin, 1904.

334

Future Wars

ma limitato nelle risorse e nei mezzi al contrario aveva sempre condotto guerre del secondo tipo.
Friedrich hatte nicht genug Geld, nicht genug Soldaten, nicht gengend
zuverlssige Soldaten, um den Krieg zu fhren im Style [sic] Napoleons:
darum schlug er eine Schlacht nur, wenn es ein anderes Mittel, zu seinem
Zwecke zu gelangen, nicht gab63.scrisse spiegando con grande chiarezza e
specificando che la strategia: so kommt es darauf an, wer zuerst ermattet, also nicht nur die Krfte des Feindes zu schdigen, sondern ebenso sehr
die eigenen zu schonen; den letzten Thaler in der Tasche zu behalten64.

Fu a questo punto che von Bernhardi intervenne personalmente


(Delbrck, Friedrich der Groe und Clausewitz. Streiflichter auf die
Lehren des Prof. Dr. Delbrck ber Strategie): e scrisse poi nelle sue
memorie di averlo fatto nel timore che persone prive di giudizio (urteillosen Menschen) potessero rimanere affascinate dalloriginalit del pensiero di Delbrck. Solo dopo la fine della guerra, Delbrck, che nel
frattempo aveva concluso la sua opera maggiore Die Geschichte der
Kriegskunst, arriv a una semplice conclusione:
Die Wurzel aller Miverstndnisse war das Wort Ermattungs-Strategie.
Ich habe diesen Begriff geprgt als Gegenstck zu dem Clausewitzschen
Ausdruck Niederwerfungs-Strategie und mu zugeben, da der Ausdruck
den Mangel hat, das Miverstndnis einer reinen Manver-Strategie nahezulegen65.

Nel frattempo anche altri avevano colto i limiti dello Strategiestreit,


fondato sulla riflessione napoleonica o di Federico il Grande, esprimendosi apertamente come Groener:

63 Federico non aveva abbastanza denaro, non aveva abbastanza soldati, non aveva abbastanza soldati affidabili per condurre una guerra in stile napoleonico: per questo combatt solo una battaglia, quando non cera altro mezzo per raggiungere il suo scopo, Duplik
(H. Delbrck), Zeitschrift fr preuische Geschichte und Landeskunde, Jg. 16, Mai-Juni
1879, pp. 305-314
64 ci arriva cos, chi per primo logora, non solo ad indebolire le forze nemiche, ma conservando altrettanto intatte le proprie, assieme allultimo tallero in tasca, Delbrck, Die
Strategie des Perikles, cit nt. 90.
65 (Lorigine di tutti gli equivoci fu lespressione strategia di logoramento. Ho coniato questo concetto come opposto dellespressione clausewitziana strategia di assoggettamento
e devo aggiungere lequivoco che lespressione ha il difetto di lasciare intendere una pura strategia di manovra), H. Delbrck, Geschichte der Kriegskunst im Rahmen der politischen Geschichte, Berlin 1920, Teil 4, pp. 439-445.
Storia della distopia militare

Il portavoce del militarismo

335

Das Offizierkorps hatte sein Denken gebildet an dem Studium der


Kriege Napoleons und Moltkes. Sie waren geschlagen im Stile der
Niederwerfungsstrategie: ein reiendes Hinstrmen der Heere ber das
feindliche Land, die Entscheidung des Krieges in wenigen, gewaltigen
Schlgen, ein Friedensschlu, in dem der wehrlose Gegner gezwungen
war, widerspruchlos die Bedingungen des Siegers anzunehmen66.

Si trattava di una concezione assai simile a quella di von Bernardi, gi


espressa nellopera in cui aveva tentato ambiziosamente di sostituirsi a
Clausewitz67.

66 (Il corpo degli ufficiali si era formato nello studio delle guerre di Napoleone e Moltke. Essi furono sconfitti nello stile della Niederwerfungsstrategie: uno straripamento travolgente
degli eserciti sul suolo nemico, la decisione della guerra in pochi e violenti colpi, un accordo di pace in cui lavversario fosse costretto inerme ad accettare le condizioni del vincitore senza contraddirlo), Wilhelm Groener, Delbrcks Lehre, das Heer und der Weltkrieg,
Emil Daniels Paul Rilhimann, (Hrs), Am Webstuhl der Zeit: Eine Erinnerungsgabe Hans
Delbrck dem Achtzigjhrigen von Freunden und Schlern dargebracht, Reimar Hobbing,
Berlin, 1928, p. 44.
67 Friedrich von Bernhardi, Vom heutigen Kriege,

336

Future Wars

Carl Steffeck (1818-1890), Dopo la sconfitta di Sdan, il generale francese Reille consegna a
Guglielmo I la lettera di Napoleone III (1884),
Affresco nella Ruhmeshalle di Berlino, distrutto nel 1944 da un bombardamento.
Storia della distopia militare

337

Wolfgang Wegener

Lammiraglio tedesco che sfid il mito di Tirpitz


di Augusto De Toro

Origini della Seestrategie des Weltkrieges


olfgang Wegener (1875-1956)
una delle figure di maggior spicco e pi controverse del pensiero navale tedesco, pur avendo pubblicato un
solo saggio, neppure troppo corposo, sulla
strategia navale tedesca durante la grande
guerra, intitolato appunto Die Seestrategie
des Weltkrieges1. Apparso nel 1929 e riedito
nel 1941 con la sola aggiunta di una breve
appendice, letto in patria fra le due guerre,
oggetto di studio allAccademia navale di
Mrwick nel secondo dopoguerra e tradotto in inglese, poco noto in Italia, dove
stato forse tradotto, ma non pubblicato, e
raramente citato, a parte unampia e favorevole recensione sulla Rivista
Marittima del gennaio 1932, e nonostante la traduzione di 22 dei primi 24
volumi della relazione ufficiale tedesca sulla guerra marittima2 e di varie
opere di Otto Groos3, altro esponente di spicco del pensiero navale tedesco

1 Wegener, W. Die Seestrategie des Weltkrieges, Mittler & Sohn, Berlin, 1929 e 1941. Led.
1941 includeva in appendice una breve memoria inedita del luglio 1917. V. led. critica in
inglese del saggio del 1929 curata da H., H., Herwig, The Naval Strategy of the World War,
Naval Institute, Annapolis, 1989, p. XLIX.
2 Der Krieg zur See 1914-1918 dellArchivio storico della Marina (22 volumi). Tutti i volumi pubblicati in Germania prima della guerra tranne due furono tradotti dalla R. Accademia Navale, prima, e poi dallUfficio storico della R. Marina. Dei 7 dedicati alla guerra nel
Mare del Nord i primi 5 sono di Otto Gros.
3 Groos, O., La Dottrina della Guerra Marittima nella luce del Conflitto Mondiale, Roma,
UCSMR, 1929, con presentazione del grande ammiraglio Tirpitz

338

Future Wars

e cultore di Alfred von Tirpitz, fondatore della Kaiserliche Marine.


Nato nel 1875 a Stettino, entrato in accademia a nove anni, prese parte
alla battaglia dello Jutland (Skagerrak) quale capo di S. M. della I Squadra4.
Ebbe poi il comando di due moderni incrociatori leggeri, il Regensburg e
il Nrnberg (II), e dopo larmistizio sub linternamento a Scapa Flow.
Rimasto in servizio nella neonata Reichsmarine, raggiunse nel 1926 col
grado di viceammiraglio la carica di Ispettore delle armi navali, epoca in
cui lasci il servizio.
Gi prima del 1914 Wegener aveva scritto su temi di tattica e strategia. Ma a gettare le basi del suo pensiero furono le deludenti esperienze
dei primi mesi di guerra nel Mare del Nord, segnate dalle due sconfitte
di Helgoland (28 agosto 1914) e del Dogger Bank (24 gennaio 1915), e,
soprattutto, dal venir meno dei presupposti del piano strategico tedesco
(mancata applicazione britannica di un blocco ravvicinato, mancata ricerca di una battaglia di annientamento da parte della Grand Fleet, inutilit da
parte tedesca di ridurre la prevalenza materiale nemica mediante la guerra
dinsidie o incursioni della Hochseeflotte) e dalla constatazione che per
solo effetto della posizione geografica, mediante il controllo della Manica
e il blocco a distanza fra la Scozia e la Norvegia meridionale, e non per la
superiorit della flotta, lInghilterra aveva troncato ogni traffico tedesco
oltre il Mare del Nord, trasformandolo in un mare morto, e tenendo al
sicuro le proprie comunicazioni oceaniche.
Le sue riflessioni presero corpo in quattro promemoria5 fra il febbraio e
lagosto del 1915. Redatto a pochi giorni dalla sconfitta del Dogger Bank,

4 Nel 1914 la Marina aveva sei Squadre, la I su 8 dreadnought (corazzate monocalibro,


classi Nassau e Ostfriesland) e la III sulle pi moderne (Kaiser e Knig), le altre 4 con
le obsolete pre-dreadnought. Gli incrociatori da battaglia e il Blcher formavano invece
il I Gruppo da esplorazione. Archivio della Marina germanica, ed. it., La guerra sul mare
1914-1918, Groos, La guerra nel Mare del Nord, vol. I: Dalle origini del conflitto al principio di settembre 1914, tav. I, Livorno, Tip. Accademia navale, 1922
5 Riflessioni sulla nostra situazione marittima (1 febbraio 1915); Considerazioni sulla nostra situazione marittima (giugno); Come possiamo cambiare la nostra situazione marittima? (12 luglio); Politica delle basi navali e la flotta (agosto). I quattro documenti sono
ripresi in appendice in Herwig, cit, pp. 133 ss. Il primo, a firma di Wilhelm von Lans,
allegato ai Documenti politici di Tirpitz (ed. italiana Roma, USCSMRM, parte I, pp. 214
ss.). Tirpitz lo allega senza commenti, ma riporta gli apprezzamenti, tutti negativi di due
ufficiali, CV Friedrich Boediker e Albert Hopman (Ibid., pp. 219 ss.).
Storia della distopia militare

Wolfgang Wegener

339

ma condiviso e sottoscritto dal comandante della I squadra, V. Amm. von


Lans6, il primo era una critica, neppure troppo velata, alle costruzioni navali prebelliche, giudicate molto inferiori a quelle britanniche ma gli
eventi successivi lavrebbero smentito e tali da non consentire altro che
la difesa delle coste metropolitane; e alla linea di condotta sin l seguita,
inefficace per la superiorit della flotta inglese. La proposta era di spostare
il baricentro dellimpiego della flotta dal Mare del Nord al Baltico, unico
scacchiere dove avrebbe potuto svolgere un ruolo strategico, riproducendo, a parti rovesciate, ma a danno della Russia, la situazione strategica
del Mare del Nord. Il documento circol allinterno della flotta e fu male
accolto da Tirpitz, allepoca ancora Segretario di Stato della Marina, tanto
da costare a Lans il comando della I Squadra (14 febbraio 1915).
Anche le altre tre memorie suscitarono vive reazioni, trovando estimatori e critici. Fra i primi lo stesso von Pohl e il suo Capo di S. M., il CV
William Michaelis, il V. Amm. Erhard Schmidt, nuovo Comandante della
I Squadra che ne diede un apprezzamento entusiasta per concretezza, lucidit mentale e indipendenza di giudizio e, almeno in un primo tempo, il V.
Amm. Franz von Hipper, Comandante del I Gruppo esplorazione. Fra i secondi il CV Adolf von Trotha, Capo di S. M. della Hochseeflotte, seguace
delle idee di Tirpitz, il suo Capo di S. M., CF Erich Raeder, che da allora
osteggi implacabilmente pensiero e persona di Wegener, e, naturalmente,
Tirpitz. Ma non furono gli unici. Agli inizi del 1916 il nuovo Comandante
in capo della Hochseeflotte, V. Amm. Reinhard Scheer, il CV Magnus von
Levetzow, Capo servizio operazioni del suo S. M., e lo stesso Schmidt
incontrarono Wegener, inducendolo a sospendere lattivit di scrittore
finch durasse la guerra7.
La censura si protrasse per anche nel dopoguerra, e solo nel 1926, subito dopo aver lasciato il servizio attivo8 Wegener pot scrivere una corpo-

6 Epoca in cui la Hochseeflotte era al comando del V. Amm. Friedrich von Ingenohl e poi di
Hugo von Pohl e la I Squadra al comando del V. Amm. Wilhelm von Lans, sostituito da
Richard Eckermann e poi da Friedrich Gaedeke.
7 Herwig, cit., pp. XXVIII ss. Le informazioni sulle vicende personali di Wegener e del suo
saggio provengono da un memoriale inedito (Geistige Erbe) del figlio Edward, custodito
al Bundesarchiv-Militrarchiv di Friburgo.
8 Evento al quale non fu estraneo Raeder, allepoca Comandante della Marinestation del
Baltico col grado di viceammiraglio.

340

Future Wars

sa memoria, basata sui tre ultimi documenti del 1915, con la quale si proponeva di porre su nuove basi concettuali la rinascita della Marina. La tesi
principale era che la sconfitta tedesca sul mare era dipesa da una visione
strategica del conflitto errata, ed era quindi del tutto in contrasto con la tesi
ufficiale che si andava profilando con la pubblicazione dei primi volumi
della collana Der Krieg zur See 1914-1918. Questi attribuivano la sconfitta
a deficienza di comando per una negativa costellazione di personalit9 ree
di essersi discostate dal pensiero e dalla dottrina di Tirpitz, e alla frammentazione di comando, alla quale solo nellagosto del 1918 fu posto rimedio
con la costituzione di un comando operativo unificato, la Seekriegsleitung.
Nelle intenzioni di Wegener la memoria era destinata a circolare entro
una cerchia relativamente ristretta di ufficiali di grado elevato. Tuttavia,
linteresse suscitato fu tanto vasto da indurlo ad accettare lofferta delleditore Mittler & Sohn di darlo alle stampe, cosa che avvenne nellestate
del 1929 con limitati correttivi dettati da esigenze di carattere editoriale e
dallopportunit politica di prevenire irritazioni in alcuni Paesi scandinavi,
per quanto si dir pi avanti. Il saggio riprendeva tutte le idee gi esposte
nel 1915, pur ovviamente tenendo conto degli eventi successivi, come la
battaglia dello Jutland e la guerra sottomarina senza restrizioni.
Pochi mesi prima il suo maggiore antagonista teorico, Otto Groos, aveva pubblicato per lo stesso editore il suo lavoro principale Seekriegslehren
im Lichte des Weltkrieges10, volto ad arginare le idee di Wegener e a ribadire i canoni tradizionali della guerra marittima incentrati sulla battaglia
decisiva quale principale mezzo per conseguire il predominio del mare e
presupposto del suo esercizio. Raeder, dal 1928 Comandante in capo della
Reichsmarine, si adoper in tutti i modi verso leditore per ostacolare la
diffusione del libro di Wegener, da lui considerato il massimo detrattore
della Marina e avversato al punto di non voler neppure sentirlo nominare
in sua presenza. La questione non verteva tanto sui massimi principi, ma
sulla critica radicale della politica navale tedesca, che Raeder aveva mantenuto nel dopoguerra11.
9 Il cancelliere Theobald von Bethmann, i primi due Comandanti in capo della Hochseeflotte, von Ingenohl e von Pohl e il Capo di Gabinetto della Marina dellImperatore, Amm.
Georg von Mueller
10 Per ledizione italiana v. supra, nt. 3.
11 Ibid., p. XXXVIII. V. qui lostracismo di Raeder verso Wegener. V. pure K. P. Hansen,
Storia della distopia militare

Wolfgang Wegener

341

La geografia: primo fattore strategico nella guerra anglo-tedesca


Lerrore che Wegener rimproverava alla pianificazione tedesca era di
aver dato per scontato che gli inglesi, per il loro spirito offensivo e la
superiorit materiale di cui godevano, avrebbero cercato di distruggere la
Hochseeflotte in una battaglia risolutiva, tipo Abukir e Trafalgar. Aveva invece ignorato la tesi di Julian Corbett, che la battaglia decisiva lextrema
ratio, lequivalente di unoperazione chirurgica in medicina. LInghilterra
non ne aveva bisogno, perch la sua posizione geografica le garantiva di
per s il traffico oceanico e le consentiva di interrompere i rifornimenti
tedeschi. Wegener chiamava satura la posizione geografica inglese, perch non necessitava di essere migliorata. Dunque lattitudine strategica pi
conveniente per gli inglesi era la difensiva, il mantenimento, cio, dello
status quo determinato dalla geografia12.
Opposto era invece il problema tedesco: ma secondo Wegener la soluzione di Tirpitz, difensiva strategica e offensiva tattica, che discendeva
dalla sua teoria del rischio politico e che nel dopoguerra veniva difesa da
Groos, non poteva funzionare. La pianificazione prebellica della Kaiserliche Marine era stata impostata sullobiettivo di riequilibrare il rapporto
di forze con la Royal Navy per poi giungere allo scontro decisivo. Lobiettivo immediato era dunque di infliggere al nemico il maggior numero
possibile di perdite, sia con la guerra dinsidie o Kleinkrieg (guerra di mine
e attivit offensiva di naviglio silurante di superficie e subacqueo)13 sia
con incursioni in massa dellHochseeflotte oltre il Golfo tedesco contro
aliquote isolate della Grand Fleet14. La tesi ufficiale era che loffensiva
Raeder versus Wegener, Conflict in German Naval Strategy, Naval War College Review,
Autunno 2005, pp. 81-108.
12 V. il noto promemoria del 30 ottobre 1914 dellamm. John Jellicoe, Comandante in capo
della Grand Fleet, in cui proponeva dimpegnare battaglia solo nella parte settentrionale
del Mare del Nord, per gli eccessivi rischi e svantaggi che avrebbe incontrato pi a Sud.
Il 7 novembre lAmmiragliato espresse il proprio assenso. Battle of Jutland 30th 1st June
1916. Official Despatches, London, H.M.S.O., s. d., pp. 601-603
13 Il solo importante successo conseguito attraverso la Kleinkrieg nei primi mesi del conflitto
fu laffondamento ad opera di una sola mina della super-dreadnought Audacious nel Mare
dIrlanda; altri affondamenti, sia pur spettacolari, come quello dei 3 incrociatori corazzati
Cressy, Aboukir e Hogue ad opera dellU 9, non alteravano il rapporto delle forze, trattandosi di naviglio antiquato o di secondaria importanza
14 In tutta la guerra lunica occasione della Hochseeflotte di affrontare in condizioni di vantaggio significative aliquote della Grand Fleet fu lincursione del 15/16 dicembre 1914

342

Future Wars

tattica aveva cominciato a funzionare troppo tardi, quando al comando


dellHochseeflotte era finalmente arrivato il pi energico e intraprendente
Reinhard Scheer. Wegener osservava per che anche se fosse riuscita a riequilibrare realmente le forze, magari con una vittoria di portata maggiore
dello Jutland, la Hochseeflotte non sarebbe comunque stata in grado di
aggredire il traffico inglese in Atlantico. In altre parole, per quanto intensa, aggressiva e rivolta a sfruttare ogni occasione favorevole, non avrebbe
avuto effetti strategici e si sarebbe esaurita in azioni e battaglie fini a s
stesse. Lunico risultato, secondo Wegener, fu di conservare il controllo
del Golfo tedesco, ove non transitava alcun traffico: controllo, dunque, di
un angolo morto in un mare morto, e di insidiare il traffico nemico con
larma subacquea. [Si dovrebbe per aggiungere pure linterdizione del
Baltico, che imped il sostegno inglese alla Russia].
Partendo da queste riflessioni, Wegener contestava pure luniversale ammirazione per i criteri costruttivi delle grandi navi tedesche. A suo avviso
erano infatti erronei il primato della protezione sulla velocit e sullarmamento, la rinuncia alle navi da battaglia veloci (tipo Queen Elizabeth)
e lenfasi sul naviglio silurante di superficie, del tutto inutile quando le
distanze di combattimento superavano di gran lunga la portata dei siluri.
Tutte manifestazioni di un orizzonte teorico confinato alle acque costiere,
lopposto della visione oceanica della Royal Navy.
Limportanza strategica non stava dunque nel rapporto di forze, ma nel
rapporto geografico: era questo dunque che si doveva riequilibrare. Ma
come?
La soluzione di Wegener era di porre la guerra terrestre al servizio della guerra marittima. Ci rappresentava una rivoluzione copernicana non
solo della pianificazione militare, ma della stessa percezione del nemico
principale. Non pi Francia e Russia, le potenze continentali confinanti,
che port al bombardamento di Hartlepool, Whitby e Scarborough. Ma fu vanificata per il
prematuro rientro del grosso della flotta, che, a sua volta, mise il I Gruppo desplorazione
a rischio di essere tagliato fuori da forze inglesi divenute preponderanti. La relazione ufficiale tedesca prese ad esempio questa operazione per dimostrare, da un lato, la fondatezza
della tesi di poter riequilibrare con incursioni offensive il rapporto fra le due flotte, dallaltro, linadeguatezza di comando, che stava per tradurre un possibile successo in un possibile insuccesso. V. Groos, La Guerra nel Mare del Nord, cit., vol. III: Dalla fine di novembre 1918 agli inizi di febbraio 1915 (cap. 2) Livorno, R. Accademia Navale, 1923
Storia della distopia militare

Wolfgang Wegener

343

ma lInghilterra. Wegener perorava quindi una marcia verso lAtlantico, che modificasse la relativit delle posizioni geografiche e consentisse
loffensiva strategica navale. Ma per consentire alla marina di creare
delle basi sulle coste della Manica e dellAtlantico (Brest), come avvenne
(inutilmente) nel 1940, occorreva anzitutto neutralizzare la Francia.
Un altro modo di affacciarsi sullAtlantico era di passare dalla Scandinavia. Anzitutto occorreva impadronirsi degli Stretti danesi (Kattegat
e Skagerrak) 15, della Norvegia meridionale e infine delle isole Shetland,
la porta dellAtlantico. A quel punto, viste minacciate le proprie linee
di comunicazione, lInghilterra sarebbe stata costretta ad accettare battaglia. Questa non si sarebbe risolta in unazione tattica fine a s stessa, ma,
andando a incidere sulla posizione geografica, avrebbe avuto una portata
strategica. Inoltre loffensiva strategica avrebbe dato maggior impulso alla
guerra subacquea. I sottomarini erano infatti serviti a ben poco nel Mare
del Nord, soprattutto per mancanza di bersagli.
A prescindere dalla praticabilit di questo piano di guerra, Wegener introduceva nel pensiero navale tedesco una dimensione geo-strategica prima
di lui trascurata, detronizzando la flotta, considerata come mero strumento
tattico. Nella sua visione era la strategia marittima a dover dettare pure la
politica, per procurare mediante alleanze le posizioni geo-strategiche necessarie alle operazioni della flotta.
Da ci deriva il superamento dellapproccio navalista, che fa consistere la guerra navale nello scontro tra flotte. Per Wegener non sono le flotte,
ma la reciproca posizione geo-strategica degli avversari a determinare la
natura terrestre o marittima della guerra, alla quale vanno subordinate le
operazioni terrestri e navali.

15 Wegener rimarca che lo sbarramento dei Belt fu paradossalmente realizzato dalla Danimarca allinizio della guerra col consenso di Berlino per prevenire lattuazione da parte
inglese di un pi stretto blocco navale e meglio garantire il predominio tedesco nel Baltico. Nella logica di Wegener ci si sarebbe, invece, tradotto in un danno per la Germania,
privata di unimportante base dattacco oltre il Mare del Nord.

344

Future Wars

Leredit di Wegener nel pensiero navale tedesco


Naturalmente Wegener non fu n lunico n il primo aurore a sottolineare limportanza della determinante geo-strategica, tema dibattuto pure in
Italia, che in caso di conflitto con lInghilterra si sarebbe trovata nella stessa situazione della Germania16. Inoltre il suo pensiero era ancora ottocentesco; non colse pienamente limpatto dellaviazione e dei sottomarini sulla
guerra marittima. Wegener attribuiva infatti allarma subacquea un ruolo
complementare e non alternativo rispetto alla flotta da battaglia, che a suo
avviso restava fondamentale per difendere il proprio traffico, senza quindi
comprendere la lezione degli ultimi diciotto mesi di guerra, e cio che la
Germania non poteva mantenere contemporaneamente due grandi flotte, e
che lunica a poter produrre risultati strategici era la flotta subacquea (lInghilterra dipendeva dai rifornimenti marittimi pi della Germania).
Limportanza di Wegener sta soprattutto nella sua critica radicale della
strategia tirpitziana adottata dalla Kaiserliche Marine e nellaver affrontato

16 V. Ezio Ferrante, Il pensiero strategico navale in Italia, Roma, Rivista Marittima, 1988,
app. II: Dalla geografia strategica marittima alla geopolitica.
Storia della distopia militare

Wolfgang Wegener

345

la determinante geostrategica come problema tedesco. Nonostante lavversione di Raeder e i suoi tentativi di emarginarlo, le sue idee ebbero eco in
Germania, dentro e fuori la Marina, anche perch fu egli stesso a promuoverne la circolazione. Fu letto ad esempio da Karl Haushofer, per il quale
Wegener dimostr viva ammirazione. Lo stesso Hitler lo lesse nellinverno
1938-1939 rimanendo favorevolmente impressionato17. Ovviamente loccupazione (1940) di Danimarca, Norvegia e Francia non fu fatta come
avrebbe voluto Wegener allo scopo di far affacciare la Kriegsmarine
sullAtlantico e loggettivo vantaggio geostrategico non pot essere sfruttato perch, diversamente dal 1914, le forze navali e subacquee non avevano una sufficiente consistenza numerica.
Nemmeno semplice riscontrare con certezza suggestioni di Wegener
nel formarsi della strategia navale tedesca, a partire dallautunno del 1938
col promemoria Heye e il Piano Z per la costruzione di una flotta con
forte propensione oceanica per la guerra al traffico. Il piano si basava su
tre capisaldi strategici:
riconoscimento dellInghilterra quale nemico principale con conseguente orientamento
della politica e della strategia globale tedesca al perseguimento della sua sconfitta e
contrariet a iniziative che ne distraessero attenzione e risorse, come fu nel caso della
campagna di Russia;
impiego delle forze navali di superficie, subacquee (e aeree) quasi esclusivamente
contro il traffico britannico sugli oceani; nozione questa gi assunta a fondamento del
Piano Z;
condotta di operazioni combinate (terrestre, aeree e navali) per disarticolare alcuni
cardini dellImpero britannico, di cui il pi noto esempio fu la strategia mediterranea
propugnata dalla Seekriegsleitung (Skl), sia pure a fasi alterne, dallentrata in guerra
dellItalia fino alla fine del 1942 o, addirittura, agli inizi del 1943.

Anche qui non facile concludere se su questa strategia si sia avuta una
precisa influenza di Wegener o se autonomamente Raeder e i suoi collaboratori fossero giunti a tali conclusioni. Ma almeno sul promemoria Heye
si pu dare una risposta affermativa, anche perch fu Raeder a certificarla.
Messo a punto il 25 ottobre 1938 dal CF Helmuth Heye del Reparto operazioni della Skl, e intitolato alla condotta della guerra marittima contro lInghilterra, il promemoria forse il principale documento politico, strategico

17 Herwig, cit., pp. XXVII ss.

346

Future Wars

e programmatico concepito dalla Marina tedesca18, e in molte sue parti


sembra ricalcare esattamente le orme di Wegener: scartata la ricerca di una
battaglia decisiva e riconosciuta limpossibilit dinfrangere il blocco britannico e di assicurare il flusso dimportazioni via mare per la Germania, il
documento individuava in un energico attacco alle linee di traffico britanniche in Atlantico il solo perseguibile obiettivo strategico, avvalendosi di
basi nella Manica e fino a Brest e, ove possibile, attraverso loccupazione
dellOlanda, della Danimarca e della Norvegia. E sintomatico che proprio
questi ultimi riferimenti abbiano irritato non poco Raeder per i richiami
alle teorie di Wegener, anche se poi il Piano Z fu formulato sulla base di
questo documento con varianti di non grande rilievo19.
La questione resta, comunque, aperta. Ma non eccessivo concludere
che la condotta della guerra che Raeder intese imprimere sembra avvicinarsi assai pi alle teorie dellavversato Wegener che a quelle di Tirpitz e
della sua scuola, della quale si proponeva come prosecutore.

18 Seekriegfrung gegen England und die sich daraus ergebenden Forderungen fuer di strategische Zielsetzung und den Aufbau der Kriegsmarine, 25.10.1938 in M. Salewski, Die
deutsche Seekriegsleitung 1935-1945, Muenchen, Bernard & Graefe, 1970 ss., vol III:
Denkschriften und Lagebetrachtungen 1938-1940. Lopera di Salewski resta fondamentale per comprendere la genesi e lo sviluppo del pensiero strategico dellAlto comando navale tedesco prima e durante la 2a GM. Sulla continuit di pensiero e aspirazioni politiche
tra Kaiserliche e Kriegsmarine nella particolare prospettiva delle relazioni con la Marina
italiana v. pure Schreiber, G., Revisionismus und Weltmachtstreben. Marinefhrung und
deutsch-italienische Beziehungen 1919-1944, Stuttgart, Deutsche Verlags-Anstalt, 1978.
19 Di l a poco Helmuth Heye fu promosso CV e allontanato dal reparto operazioni della Skl
per essere destinato al comando del nuovissimo incrociatore Admiral Hipper. (Herwig, pp.
XLV ss.). Sul pensiero navale tedesco e sui riflessi sul Piano Z v. Edward Wegener (figlio
di Wolfgang), Nochmals. Selbstverstndnis und historisches Bewusststein der deutschen
Kriegsmarine, Marine Rundschau, giugno 1970, pp. 321-340.
Storia della distopia militare

347

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold


by Gregory Alegi1
Winged Victory

At first they flew at low altitude, heading north, towards Cologne.


Immediately their horizon widened to the provinces on the Rhine, with smoke
rising here and there to indicate the locations that until two days earlier had
been Zlpich, Euskirchen, Dren, Jlich, Bergheim, Kerpen, Brhl and other
small towns. They next flew over Cologne and Mlheim which appeared dead
cities; as they passed a crowd of people, which looked like an anthill, squatting
between Cologne and Siegburg, ran in every direction; they then followed the
course of the Rhine, also dead, without a boat, without the smallest steamer;
they overflew the still smoldering ruins of Koblenz and Mainz and continued
over Mannheim and Karlsruhe. All roads leading to the Rhine were crammed
with crowds which as they passed overhead dived into the fields screaming, and
the echo of their shouting reached up to them. All the land that gradually
appeared under their eyes seemed pockmarked by a quantity of little craters.
No railroad movement: long columns of trains parked near what had been
stations; no engine blurting its plume of smoke. No westward movement.
Everything went east, and even a light breeze pushed the smoke from the fires
to the east, from where the great threat to humanity had begun.2

ivid descriptions of the destruction of Germany from the air to


pressure Wilhelm II to accept defeat, embrace surrender and
rapidly end the Great War featured extensively in Come fin la
grande guerra. La vittoria alata [How the Great War Ended. The Winged
Victory], the explicitly titled novelette that the Italian military theorist
Giulio Douhet wrote in early 1918 to promote his vision of an Allied Air
Army operating independently of the land front. Before the story found a
publisher, the Central Powers collapsed for a mix of factors including
internal revolution and the effects of the naval blockade.
1 LUISS University, Rome / Italian Air Force Academy, Pozzuoli (Naples). This essay is

dedicated to the memory of Baldassare Uccio Catalanotto (1929-2015), who disliked airpower theory but taught me much about aviation history and writing.
2 Giulio Douhet, Come fin la grande guerra. La vittoria alata. Roma, LEloquenza,
1919, p. 119. Except where indicated, all translations are by the author.

348

Future Wars

Come fin la grande guerra. Written in May 1918 but published after the Armistice,
this novelette introduced the public at large the themes later developed for military
professionals in The Command of the Air.
Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

349

Similarly, the Independent Air Force created by Britain to strike deep


within German territory was largely ineffective, in part because aircraft
development and production times proved longer than German resistance.3
Despite this, victory through airpower or, more accurately, the role of
air forces in the military establishment - became a central theme in the
interwar debates about national defense. Would new technologies restore
mobility, avert strategic paralysis and shorten war? Would aviation assist
traditional services or replace them? Would it be an evolutionary or revolutionary change in other words, would the future be merely something
yet to come or would it change war itself?
Flight and Future Warfare
In his 1908 novel The War in the Air, the English writer H.G. Wells
described a future conflict in which secretly-developed aerial fleets project war on a global scale, obliterate the latest dreadnoughts and rain death
on cities.4 Much as seventy years later General Hackett would frame The
Third World War,5 Wells styled the novel as future history and predicted
that the war would destroy civilization itself. Passages such as No place
is safe no place is at peace. [...] The war comes through the air, bombs
drop in the night. Quiet people go out in the morning, and see air-fleets
passing overhead dripping death dripping death shaped popular perceptions of air war long before a single bomb was dropped. To some
extent Wells, who in 1895 had been skeptical of aeronautical development
and optimistic about its use, was writing within the genre established a
few years earlier by Erskine Childers, which fed in part on public fear of
growing German military might,6 but the direct influence of contemporary
Zeppelin development should not be underestimated. Although considered
a minor work by its author, The War in the Air was discussed by the
Committee on Imperial Defence and earned Wells a place as an early air3 Cfr. Neville Jones, The Origins of Strategic Bombing. London, William Kinder, 1973.
4 H.G. Wells, The War in the Air, London, Bell, 1908. To contextualize Wells, cfr. Ro-

bert Wohl, A Passion for Wings. Aviation and the Western Imagination, 1908-1914.
New Haven, Yale UP, 1994.
5 John Hackett, The Third World War, London, Sidgwick & Jackson, 1982.
6 Erskine Childers, The Riddle of the Sands, London, Smith, Elder & co., 1903.

350

Future Wars

power visionary.7
In fact, the link between flying and warfare had been described and
foreseen by writers, scientists and others long before the invention of practical flying machines. To quote but a few, after the first flight of an
unmanned hot air balloon, in 1783 the abbot Leonardo Ximenes estimated
that the invention would greatly help Navigation, military Architecture,
Physics and Commerce but More than anything else would a flying
globe be advantageous in Armies that travel upon the land, whether to find
the Foe, or to escape it [...] There would be no besieged Fortress, where
with the new Machine the Generals communications could not arrive, or
to the contrary from whence dispatches could not be made to the Army.8
In the 1835 poem Locksley Hall, Tennyson explicitly linked the future
with aerial warfare
For I dipt into the future, far as human eye could see,
Saw the Vision of the world, and all the wonder that would be;
Saw the heavens fill with commerce, argosies of magic sails,
Pilots of the purple twilight dropping down with costly bales;
Heard the heavens fill with shouting, and there raind a ghastly dew
From the nations airy navies grappling in the central blue;
Far along the world-wide whisper of the south-wind rushing warm,
With the standards of the peoples plunging thro the thunder-storm;
Till the war-drum throbbd no longer, and the battle-flags were furld
In the Parliament of man, the Federation of the world.9

In the 1879 novel Voyages trs extraordinaires de Saturnin Farandoul,


7 See, among other sources, Alfred Gollin, No Longer An island: Britain and the Wright

Brothers, 1902-1909, Stanford, Stanford UP, 1984; Michael Paris, Winged Warfare:
The Literature and Theory of Aerial Warfare in Britain, 1959-1917, Manchester, Manchester UP, 1996; Richard Davis, Fear and Terror in the Formulation and Conduct of
British Foreign Policy in the Interwar Years, in Wojciech Kalaga (ed.), Civilisation
and Fear: Society and the Writing of the Subject, Newcastle upon Tyne, Cambridge
Scholars Publishing, 2012, p. 24.
8 Leonardo Ximenes, Lettera al Sig. Senatore Marchese Lorenzo Ginori intorno alla
sperienza del globo volante, Firenze, Allegrini, 1783, quoted in Giorgio Baroni (ed.),
Scrittori al volo. Laviazione nella letteratura. Roma, Alenia Aeronautica, 2006, pp.
45-46.
9 Alfred Tennyson, Locksley Hall (1835), now in Tennysons poetry, (Robert W. Hill jr.,
ed.), New York, Norton, 1971; also available at poetryfoundation.org poem 174629.
Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

351

Albert Robida described among other things the evacuation of besieged


cities by fleets of balloons and air combat between armored balloons firing chloroform gas bombs that made soldiers incapable of defending their
cities.10 In the climax of his 1886 novel Robur-le-Conqurant Jules Verne
predicted that heavier-than-air aircraft would literally destroy lighter-thanair vehicles.11 The book acknowledged the importance of science, but by
the time of its 1904 sequel Matre du monde Verne had come to fear it,
albeit in terms of the danger of totalitarianism rather than of warfare. By
then images of armed flying machines, aerial armadas and air-based strategies for world domination could be found in the work of authors as different as the Italian Futurist F.T. Marinetti (Here: mine is a multicellular
biplane with steering tail: 100HP, 8 cylinders, 80 kilograms [...] I have
between my feet a tiny machinegun, which I can unleash pressing a silver
button), the German nationalist Rudolf Martin and the French adventure
writer Emile Driant.12
Whatever their literary value, such writings (and the illustrations which
accompanied them, as was the fashion of the era) are indicative of widespread concern about the future of war in the aerial age. This dovetailed
with the promotion of military applications by inventors, all too aware that
War and Navy ministries represented the only substantial foreseeable market.13 Even though heavier-than-air machines cost less than airships, their
limited performance restricted not only their short-term commercial interest but also the possibility of attracting research and development funding.
As a result, while flying is traditionally portrayed in terms of freedom,
technical development came almost immediately under the cloak of secrecy. This explains why some view the development of aviation through an
unconventional reading of the myth of Daedalus and Icarus, which foregrounds the relationship between the engineer Daedalus and king Minos,
10 Albert Robida, Voyages trs extraordinaires de Saturnin Farandoul, Paris, Librairie

Illustre, 1879.

11 Jules Verne, Robur-le-Conqurant, Paris, Hetzel, 1886; id., Matre du monde, Paris,

Hetzel, 1904.

12 For these and other examples see G. Baroni, op. cit., and R. Wohl, op. cit (particularly

ch. 3).

13 I am generalizing from Emmanuel Chadeau Lindustrie aronautique en France

1900-1950, Fayard, Paris, 1990.

352

Future Wars

which is to say between technology and the State.14 It also explains why
in the postwar decades the aircraft industry was referred to as Congress
business.15
The substantial failure of his Avion I, II and III family of aircraft (189097), generously funded by the French Army, did not prevent the French
inventor Clment Ader from writing Aviation militaire, a treatise more
comprehensive than realistic.16 Ader envisaged three main types of aircraft
(claireurs, or scouts; torpilleurs, or bombers, also capable of anti-shipping operations; and avions de ligne, aircraft of the line), suggested aviation strategies for European powers, provided a table of organization for
the arme aviatrice (aerial army) and drew up a training plan and maneuvers (patterned very much upon those of infantry). In the tradition of
general staff courses, a substantial part of the book developed tactical
themes, including one in which three countries resorted to aerial warfare
to sort out their differences. The final section advocated making France
strong in the air and denounced its present weakness.
Although not inclined to theorize, the Wright brothers also identified the
US and British armies as potential customers for their Flyer, which within
two years of the Kitty Hawk flights as celebrated as they were brief - had
developed into a viable aircraft fully capable of controlled and sustained
flight.17 Similarly, the German airship pioneer Ferdinand von Zeppelin

14 Peter Fritzsche, A Nation of Flyers. German Aviation and the Popular Imagination,

Cambridge, Harvard UP, 1992, p. 2.

15 Jakob Vander Meulen, The Politics of Aircraft. Building An American Military Indu-

stry, Lawrence (KS), Kansas UP, 1991, pp. 41 ff.

16 Clment Ader, Aviation Militaire, Paris, Berger-Levrault, 1911 (3rd printing; or. ed.,

1908).

17 The Wright bibliography is very large. In addition to Marvin W. McFarland (ed.), The

Papers of Wilbur and Orville Wright, New York, McGraw-Hill, 2001 (or. ed., 1953)
and the classic Fred G. Kelly, The Wright Brothers, Mineola, Dover Books, 1989 (or.
ed., 1943), recent sources include Richard Hallion (ed.), The Wright Brothers. Heirs
of Prometheus, Washington, Smithsonian Institution Press, 1978; Tom D. Crouch, The
Bishops boys. A life of Wilbur and Orville Wright, New York, Norton, 1989; Thomas
C. Parramore, First to Fly. North Carolina and the Beginnings of Aviation, Chapel
Hill, University of North Carolina Press, 2002. On the European side see Charles H.
Gibbs-Smith, The Rebirth of European Aviation, London, HMSO, 1974 and, with some caution, Les Frres Wright, Icare, n 147 (1994).

Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

353

turned to the military for funding, creating an immediate close connection


between airship and State, and thus with its policies and goals.
In short, by the early 20th century there was no doubt that future wars
would also be fought in the air. What remained to be seen was how.
Future Present
In 1910 an Italian artillery major summed up the situation with honesty
and clairvoyance, writing Fighting in the air is inevitable and its inevitability arose in the precise moment in which man learned to stay aloft. How
it will occur in detail I do not know, nor can it be foreseen, but it is certain
that our mind must get accustomed, from now, to the idea of such aerial
fighting, so that equipment may adapt to fighting it in the best possible
conditions.18 Within a few years Giulio Douhet for that was his name
would team with the designer Gianni Caproni to develop the worlds
first aircraft designed to a specific concept of operations. 19 On 21 April
1913, during the military aircraft competition held in Turin by the
Battaglione Aviatori (Aviators Battalion, the heavier-than-air component
of the Italian Armys fledgling flying organization), Caproni noted in his
diary that Douhet had requested new extra powerful aircraft to fight airships.20 What Douhet, at the time Acting Commanding Officer of the
Battalion, envisaged was not a fighter, but rather an aeroplane with range,
payload and reliability that would allow it to carry out duties then reserved
for airships.
18 Giulio Douhet, I problemi dellaeronavigazione. La potenza aerea, La preparazio-

ne, 10-11 June 1911, p. 1.

19 For the creation of the bomber see Gregory Alegi, Caproni Ca.3 at War, Berkhamsted,

Albatros Publications, 2010-11, 2 vols.

20 Quoted in A. Pelliccia, Nessuno profeta in Patria, Roma, Stato Maggiore Aeronau-

tica/Ufficio Storico, 1981, p. 35. While the four-engine Sikorsky Grand was reported
in the Western press widely, albeit superficially (as indicated by the news items in the
21 June, 5 July, 9 and 30 August and 8 November 1913 issues of Flight), it should
be noted that the conversation took place several weeks before its maiden flight. This
points to an independent line of development. Cfr. Mikhail Maslov, Russian Aeroplanes 1914-1918. Old Saybrook, Icarus Aviation Publications, 2002; Harry Woodman,
The Big Ilya, in Paul S. Leaman (ed.), 25th Anniversary Seminar Papers, London,
Cross & Cockade, 1996; D. Cochrane, V. Hardesty and R. Lee, The Aviation Careers
of Igor Sikorsky, Seattle, University of Washington Press, 1989.

354

Future Wars

Invasion England, 1908-style. A fleet of Wright Model B biplanes, each carrying a


single soldier in addition to its pilot, gathers on an airfield. The illustration was
prepared to illustrate ideas put forward by Rudolf Martin, then president
of the German Air Fleet League.

The prototype flew in November 1914 and the earliest production aircraft were delivered shortly after Italy entered the war on the Allied side
in late May 1915. Although Douhet was forced to leave the Battalion to
atone for various diplomatic and administrative blunders, he monitored
events and dreamed about returning to the Battalion to use the Capronis
properly for instance, to strike the imperial palace in Vienna.21 He first
mentioned the idea in July 1915 and stuck to it for over a year, eventually
upgrading to the more powerful (but unwieldy) Caproni triplane.22 By
1917 there had emerged two different views of the role of bomber aircraft.
The poet Gabriele DAnnunzio, who also cultivated the dream of flying
over Vienna (and would eventually succeed on 9 August 1918), drew on
his experience as observer in a Caproni squadron to suggest an interdiction campaign in which aircraft would participate in wearing down the
21 Gregory Alegi, Oltre Vienna. Gabriele DAnnunzio tra letteratura e potere aereo, in

Romain H. Rainero e Stefano B. Galli (eds.), LItalia e la grande vigilia. Gabriele


DAnnunzio nella politica italiana, Milano, Franco Angeli, 2006, pp. 236. The paper
also discusses DAnnunzios position.
22 Gregory Alegi, Caproni Ca.4. Berkhamsted, Albatros, 2005.
Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

355

opponent, following by lengthy night and day fire, in order to weaken its
resistance, also operating on vital centres, on gathering points, on visible
routes along which there flow food and supplies. Graphic descriptions
helped visualize the actions against obstacles reinforced over time,
against troops mostly hiding in caves, under fire of veritable thundering
bedlams [...] interlinked in a half circle with its concavity open westward. DAnnunzio concluded soberly: Now, it is manifest how effective
our bomber squadrons could be, in determining the results of the action, if
sent one after the other over the enemy fire centres indicated by HQs.
Douhet, whose outspoken views about the conduct of the war had landed him in a military jail, had reached different conclusions.23 Writing in
prison, Douhet put forward the idea of aerial warfare as a means unto
itself, unique and capable of obtaining grandiose specific results coordinated with, but not subordinated to, actions that can be carried out by the
Army and Navy, supporting the conviction that it could bring the war
to a swift and complete solution with minimal expense. The paper, titled
La grande offensiva aerea [The Great Aerial Offensive], anticipated the
celebrated Dominio dellaria [Command of the Air] in calling for a fleet
of 20,000 powerful aircraft, built largely by the United States and
including adequate reserves, with which to achieve absolute command of
the air through the systematic destruction of airfields, [and] enemy air
material production and supply centres. This would be followed by the
systematic destruction of the enemys vital centres in order to deny, or at
least reduce, its armies and forces the means of supply and life and to
rapidly lower the moral strength of enemy nations. Morale was a recurring theme (for breaking the moral strength of enemy nations, a moral
strength which is now painfully strained, represents the decisive victory),
as were equating workers with the soldiers whom they supplied with
weapons and comparing civilian and frontline losses. The destruction of
the Krupp works and the making its workforce unable to work would certainly be a much greater victory than what can be achieved with a so-called
shove and would cost much less.

23 A complete discussion in G. Alegi Il mutilato morale: Giulio Douhet a Fenestrelle,

Quaderni della Rivista Aeronautica [QRA], vol. 5, n. 6 (2010), pp. 96-114.

356

Future Wars

Douhets vision, which


might be called the ultimate
indirect approach, was popularised by the journalist
Nino
Salvaneschi
in
Uccidiamo la guerra [Let
Us Kill The War], a pamphlet whose self-explanatory cover featured a Caproni
triplane destroying an industrial centre. Its main limitations were the underestimation of the challenge and
cost of producing the
required number of aircraft,
making them operational
(and keeping them so) and
the largely unfounded
assumption of weak civilian
morale.24 Variously rendered
in different countries, straUccidiamo la guerra: A graphic description of the strategic
and operational visions
tegy envisaged to break the WW1 strategic stalemate:
destroy the Krupp steel works by air. For good measure, of airpower would feature
the English translation added the subtitle Let Us Aim at prominently in the postwar
the Heart of the Enemy.
discourse about future war
and how to best prepare for it. Despite being largely confined to self-publishing or smaller imprints, Douhets thinking had widespread influence
and reached the United States (via Billy Mitchell, whom he met in 1922,
but also through unofficial translations of his famous 1921 book, Il dominio dellaria [Command of the Air]), France (through the magazine Les
Ailes), Argentina (1930), Germany (1935) and even the Soviet Union

24 Thomas Hippler, Democracy and War in the Strategic Thought of Giulio Douhet, in

Hew Strachan and Sibylle Scheipers (eds.), The Changing Character of War, Oxford,
OUP, 2011.

Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

357

(1936).25 Indeed, Britain was the only major power in which his ideas did
not resonate, possibly because Hugh Trenchard was advocating similar
concepts.26
It should also be noted that the radical visions of aerial warfare and its
role in national defense were not based on purely military considerations.
In fact, they also aimed at supporting claims for an appropriate share of
the meager postwar budgets and, ultimately, air force independence mostly from armies, with the significant exception of the United States,
whose insular continental nature made long-range coastal defense the
subject of strong clash with the battleship-dominated Navy.27
Over the years airpower would be increasingly presented as the ultimate
alternative to the strategic stagnation that had dominated the Great War
and was widely expected to prevail in the next conflict, doubly so as
France built the fearful Maginot line. Even those theorists who refused
strategic bombing, like Amedeo Mecozzi, believed that only air could
dynamize the operations of our surface forces, preventing them from
becoming static through the balance of offensive and defensive possibilities or naval blockade.28 The implication, which the Blitzkrieg would
prove wrong, was that change would apply only to air warfare.
Asked to produce a final summation of his theories for the Rivista
Aeronautica, Douhet wrote La guerra del 19... [The War of 19...], presented as an official history of a post-1932 Franco-German war fought mainly
25 Giulio Douhet, Il dominio dellaria, Roma, Stab. Poligrafico per lAmm. della Guer-

ra, 1921 (the 1942 Dino Ferrari translation, hereafter cited as Douhet/Ferrari, is now
online at airforcemag,com, El dominio del aire (Buenos Aires, Biblioteca del Oficial
de Marina, 1930, tr. Raul Mason Lugones e Exquiel T. del Riviero), La Guerre de
lair (Paris, Les Ailes, 1932, tr. Jean Romeyer), Luftherrschaft (Berlin, Drei Masken,
1935), Gospodstvo v Vozduhe. Sbornik Trudov po Voprosam Vosdsnoj Vojni (Moscow, Military Journal Editions, 1936, tr. V. Vinograd); P. Vauthier, La doctrine de
guerre du gnral Douhet, Paris, Berger-Levrault, 1935.
26 Phillip S. Meilinger, Trenchard and Morale Bombing: The Evolution of Royal Air
Force Doctrine before World War II, in Airwar. Theory and Practice, London, Cass,
2003.
27 Thomas Wildenberg, Billy Mitchells War with the Navy, Annapolis, Naval Institute
Press, 2013.
28 Amedeo Mecozzi, Direttiva per lAeronautica Militare, Comment 2, para 14, letter
d, in QRA, vol. 1, no. 1 (2006).

358

Future Wars

in the air.29 The narrative replaced the individual characters who had carried the story in How the Great War Ended with instructions about flying
formations and detailed statistics about bomber and fighter losses. The
shift to an objective, detached style did nothing to change the overall picture imagined by Douhet.
Evidently the enemy intended to act against the mobilization and
deployment of the Allied Armies. There were numerous interruptions, with
severe effects in some points, particularly where they interfered and
stopped heavy railroad traffic. Anxious requests for means of aerial
defense came from all quarters, including both military and civilian
authorities. Over one hundred important towns served by important railroads or main roads were on fire and encased by poisonous clouds which,
carried by the wind, some times brought trails of death and terror. Impotent
to advance and come to the rescue of the battered towns, military units
forced to halt at the interruptions were awe-struck by the terrible effect of
aerial attacks and by the masses of enemy aircraft flying freely across the
sky; while they cursed the barbaric enemy, they also began to complain
against their own Air leadership for doing nothing.30

Although Germany lost the undefended cities of Cologne, Koblenz,


Mainz and Frankfurt to enemy night bombers using explosive, incendiary
and gas bombs, the evacuation of Namur, Soissons, Chlons and Troyes
to spare their people from retaliatory attacks brought about the collapse of
French morale and effectively ended the war in under 72 hours.
Not everyone shared this terrifying picture of future war. In Italy, the
staunchly anti-douhetian Mecozzi advocated the tactical use of aircraft
operating in neither an independent nor a subordinate fashion, which he
labeled concomitant.31 While his theories lacked in thoroughness, they
compensated for in clarity: air forces should seek to extract maximum
effect from minimum damage and never wage war against the powerless.
Although very interested in Douhets strategic writings, the Luftwaffe
opted for an operational approach, initially effective but which eventually

29 Giulio Douhet, La guerra del 19..., Rivista Aeronautica, March 1930. An English

translation is included in Douhet/Ferrari.

30 G. Douhet, ibid.
31 On Mecozzi see QRA, vol. 1, no. 1; and in English, Rodolfo Sganga, Paulo G. Tripo-

di and Wray R. Johnson, Amedeo Mecozzis Alternative Vision of Airpower, in Airpower History, summer 2011.

Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

359

turned into what has been described as a strategy for defeat.32 The US
Air Corps Tactical School embraced the concept of strategic bombing but
rejected the indiscriminate approach in favor of selective targeting bottlenecks or choke points in the economy.33 This led the USAAC and its
successors to pursue precision, through both advanced aiming technology
and daylight operations.34 (Incidentally, it would be wrong to believe that
Douhet claimed to speak universal truths. Contrary to commonly held
belief, he went as far as to declare that perhaps, if Italy were as rich as
the US, I might not even have conceived my theories.35 Even the warring
countries in his final work must be read in purely metaphorical terms, with
lazily traditionalist France mirroring actual Italian policy and the radically
innovative Germany embodying what Douhet advocated for Italy.)
Shifting from theory to reality, however, shows that independent air
forces and army air services were equally confined pragmatic colonial
policing or conquest operations, both out of necessity and to make the
existing services appreciate the potential value of aviation to surface operations. The heated debates in military journals did little to change this
reality. For all of his alleged revolutionary boasting, even Mussolini
shrank from confronting the Army-dominated defense establishment,
allotting the newly-created Regia Aeronautica about 15% of the overall
defense budget and excluding by law from the Stato Maggiore Generale
introduced in 1925.36

32 Williamson Murray, Strategy for defeat. The Luftwaffe, 1933-1945, Maxwell AFB,

Air UP, 1983; James S. Corum, The Luftwaffe. Creating the operational air war,
1918-1940, Lawrence, Kansas UP, 1997.
33 Haywood S. Hansell, The Air Plan that Defeated Hitler, Atlanta, Higgins-McArthur/
Longino & Porter, 1972.
34 Stephen L. McFarland, Americas Pursuit of Precision Bombing, 1910-1945, Washington, Smithsonian Institution Press, 1995.
35 Giulio Douhet, Ricapitolando, Rivista Aeronautica, November 1929; now in Il Dominio dellAria e altri scritti, Roma, Ufficio Storico dellAeronautica Militare, 2002
(hereafter in DdA 2002, p. 229) and translated in Douhet/Ferrari, cit.
36 Gregory Alegi, La Storia dellAeronautica Militare: la nascita. Roma, Aviator, 2015,
pp. 99-183.

360

Future Wars

Deterrence: The True Role of Airpower?


It could be argued, and perhaps it should, that the visions of Armageddon
found in classical airpower theorists were not intended as blueprints for
action (or even for planning) but to educate public opinion about the huge
risks a new war would involve for nations still reeling from the human and
financial cost of the Great War. In this sense, in his 1928 essay Douhet
made two different claims Probabili aspetti della guerra futura [The
Probable Aspects of The War of The Future].37 First, he took to its extreme
consequences the concept that wars are won by attacking directly enemy
resistance where it is at its weakest; next, he extrapolated that The more
weapons will be able to severely harm citizens in general and touch their
interests directly, the rarer wars will become, because nobody will be able
to say we arm, you leave for war. 38 Analogous concepts can be found
in the writings of Hugh Trenchard, who proposed that in the new RAF,
which he led continuously until 1930, there should be two bombers to
every fighter.39 When read in conjunction with Stanley Baldwins famous
The bomber will always get through statement, widely held to indicate
that nations had become vulnerable in their entirety, airpower theory came
to resemble a sort of pacifism in arms or crypto-pacifism.40 Underpinning
this apparently paradoxical position was the assumption that while the
sole possessor of a bomber force equipped with chemical and incendiary
bombs would have a large advantage over potential enemies, it would
disappear as soon as other countries built up their own air arms. This
would result in everyone having the same ability to inflict severe damage
on the enemy, erasing the traditional asymmetrical damage distribution
between attacker and defender.
Be that as it may, within a decade of the first articulation of the command of the air concept, many military planners had come to view future
war as synonymous with total (i.e., unrestricted) warfare. Helped by
37 G. Douhet, Probabili aspetti della guerra futura. Palermo, Sandron, 1928; now in Do-

minio dellAria (DdA 2002) and Douhet/Ferrari.

38 G. Douhet, Probabili aspetti, cit., p. 221.


39 P. Meilinger, op. cit.
40 Michael Howard, War in European History, Oxford, OUP, 1992, p. 129, quoted by

Luciano Bozzo in his introduction to DdA 2002, p. lxiii.

Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

361

large official programs to build shelters and distribute gas masks to the
population, the vision of anti-city airpower resonated with the general
public. Starting with the destruction of Guernica in 1937, the indirect
approach advocated by classical airpower theorists was applied widely,
albeit minus the deliberate use of chemical weapons. The results were
mixed. Although the warring powers built three times as many aircraft as
they had during the Great War (600,000 against 195,000), the Second
World War lasted much longer (72 months or 68 when counting Europe
alone - against 51). Among the heavily bombed countries, morale held in
Britain and Germany and collapsed in Italy and Japan (where the atomic
bombing might be said to equate the aero-chemical attacks envisaged by
Douhet). The mid-1944 shift towards attacks on the German transportation system in modern parlance, interdiction rather than strategic bombing captures the mixed success of the strategic bombing campaigns,
whose lack of immediate results raised troubling ethical questions.41
Trying to assess their contribution to the war, the UK and US invested
much effort in wide-ranging but largely inconclusive surveys about the
recently concluded air war.
Simultaneously, the development of atomic weapons, with their capability to instantly destroy large population centers, reopened the debate about
future war and again promised rapid victory and the opportunity to shrink
conventional forces. This led to renewed interest in classic airpower theory, particularly in the United States. In order to understand how it had
developed, the newly-independent USAF sought access to the Caproni
papers and Bernard Brodie concluded that Douhets thoughts are actually more valid today than they were in his lifetime.42 This was because
nuclear weapons had suddenly made attainable the picture of obliteration
painted in the previous era. As Albert Einstein once said, I know not with
what weapons World War III will be fought, but World War IV will be
fought with sticks and stones. Brodie took the prediction to its logical

41 Stephen A. Garrett, Ethics and Air Power in World War II. The British Bombing of

German Cities, New York, St. Martins, 1993; A.C. Grayling, Among the Dead Cities,
London, Bloomsbury, 2006.
42 Bernard Brodie, The Heritage of Douhet, RAND Research Memorandum RM1013, 31 December 1952 (online rand.org, RM1013).

362

Future Wars

conclusion in his famous 1946 dictum that the chief purpose of our military establishment has been to win wars. From now its chief purpose must
be to avert them. It can have almost no other useful purpose.43 From this
basic premise, repeated at regular intervals in the following decades,
Brodie constructed a comprehensive theory of deterrence strictly entwined
with the ability to deliver the new absolute weapon.44
Once again, airpowers unique capability to deliver unstoppable
destruction deep within enemy territory promised to maintain peace at a
fraction of the cost of large standing armies and with far shorter reaction
time, particularly when IRBM and ICBMs replaced aircraft at short readiness. Until the 1962 Cuban Missile Crisis brought to light the frightful
difficulty of managing the rigid, binary alternative, deterrence returned air
warfare to the center of the national defense debate and recycled much of
the terrifying imagery of total destruction. The
1970 Non-Proliferation Treaty went one
step further, securing deterrence for
the restricted group of countries
already possessing nuclear weapons. The 1991 collapse of the
USSR all but eliminated the
risk of symmetrical nuclear
warfare and the ensuing
wars saw the use of aircraft
shift from airpower to large
scale tactical applications,
largely foregoing the ambition to shape conflicts.

A curious quick reference dial purporting to


offer instructions to survive nuclear attacks.
43 Bernard Brodie (ed.), The Absolute Weapon, N. Y., Harcourt Brace, 1946, p. 76.
44 See for instance Strategy in the Missile Age (Princeton UP, 1959) and The Future of

Deterrence in U.S. Strategy (Security Studies Project, University of California, 1968).


Storia della distopia militare

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

363

Conclusions
Almost two and a half centuries of artificial flight have neither muted
the debate nor answered the questions about the form war will take in the
future. Recent discussions about the so-called Revolution in Military
Affairs, asymmetric conflicts, drones, cyber war and lawfare have in turn
stolen the limelight from airpower. Just as the promise of winning wars
from the air had secured independence from traditional services, the
inability to single-handedly win the latest wars is leading some to advocate the abolition of the USAF, the most airpower-oriented of all air forces.45 At the same time, and in quite the opposite direction, the Command
of the Air continues to attract considerable attention possibly more than
ever before, with a spate of recent translations in countries including
Brazil, Spain, France and even China.46 The future, it would seem, remains
difficult to interpret and discern or at least to agree upon.
To the 21st century military historian, the classical reading of the role of
airpower in war appears both operationally conventional and strategically
innovative, both tied to the past and firmly set in the future. Like many
other images Douhet conjured so easily to convey his message, the massive fleets of expensive aerial cruisers seem outdated and naive, incapable
of using national resources efficiently to shorten war.47 The meticulous
calculation of the number of aircraft and their bomb load has been discounted as frictionless, because it does not consider factors such as
accidents, navigation errors or malfunctions.48 Experience has shown the
assumed weakness of civilian morale to be largely unfounded, just as a
number of campaigns have proven the possibility of air defense. Finally,

45 Robert M. Farley, Grounded: The Case for Abolishing the United States Air Force.

Lexington, University of Kentucky Press, 2014.

46 (Petroleum Industry Press, Beijing, 2014, tr. Wang Guoliang?), El Dominio

del Aire (Madrid, Ministerio de Defensa, 2007, tr. Joaqun Snchez Daz), La matrise
de lair (Paris, Economica, 2007, tr. Benot Smith), O domino do ar (Rio de Janeiro,
Instituto Histrico da Aeronutica, 1988).
47 For a summary of the often fierce discussions in WW2 Britain regarding the allocation
of long-range aircraft to strategic bombing or antisubmarine warfare see John Ellis,
Brute Force. Allied Strategy and Tactics in the Second World War, New York, Viking,
1990, ch. 3 and 4.
48 L. Bozzo, cit., pp. xl e xli.

364

Future Wars

the historical record does not support airpower as panacea.


As reasonable as these and other objections are in terms of historical
events, they revolve around transitory technical issues rather than core
predictions. Precision has redefined the meaning of mass and made instantaneous destruction achievable.49 Douhets War of 19... already accounted
for attrition to enemy action and today friction has been reduced by
several orders of magnitude through advances in navigation, reliability,
sensors and air-to-air weapons. The continuous Western air operations of
the past quarter-century have suffered negligible air combat losses.
Civilian and military morale has frequently collapsed even under conventional air attack.50
The quid pro quo comparisons of predictions and outcomes and
fact-stretching could go on forever, without universal answers. A more
practical approach is to concentrate on the early airpower principles that
appear set to continue to play key roles in future wars and operations,
regardless of technological issues.
The starting point remains the freedom of movement and access possessed uniquely by air, at both the tactical and strategic level. From this
air derives its role as the ultimate enabler for both conventional and
unconventional surface operations, including indirect approaches targeting critical infrastructures ranging from HQs to communications and
energy production and distribution networks. In many ways, the air units
in todays armies and navies confirm the general acceptance of the basic
douhetian tenet of the need to control the air in order to operate freely on
the surface. In fact, such is their pervasiveness that it might be argued that
surface forces are now predicated on air assets of whatever type and purpose. As a corollary, the use of air assets incapable of operating in even
moderate-threat environments (such as unmanned air systems or communications blimps) postulates the existence (or achievement/imposition) of
command of the air. The second key precept is the concentration of air
49 Phillip S. Meilinger, 10 Propositions Regarding Air Power, Washington, US Air For-

ce History and Museums Program, 1995, Proposition 7. Also available at airpower.airforce.gov.au.


50 The most famous instance was perhaps the surrender of tired Iraqi to US reporters during the first Gulf War. Cfr. Baltimore Sun 1991 02 27 online.
Storia della distopia militare

365

War in the Air: Visions of a Weapon Foretold

Future schemes of air defence

assets under airmen. Traditionally presented as justification for independent air forces, it is now applied through the Air Components which in
joint and/or multinational operations bring together air assets regardless of
their color or branding.
At the same time, the messy aftermath of the 2011 Libyan campaign
stands out as a reminder that unsatisfactory outcomes depend on the overall approach rather than the tools chosen to implement it.51 Targets are not
policy objectives, nor can air compensate for misjudged or non-identified
end-states.

51 Cfr. Gregory Alegi, The Italian Experience: Pivotal and Underestimated, in Karl

Muller (ed.), Precision and Purpose: Airpower in the Libyan Civil War,
shington D.C., 2015.

RAND,

Wa-

366

Future Wars

Aeque timebitur. As proclaimed in the caption, in future wars the aircraft and death
will be feared equally. Douhet and Trenchard believed this would make war less
likely, a concept taken up again during the Cold War
Storia della distopia militare

367

Prophtes et thoriciens de la guerre mcanise


par Mathias Andr

entre-deux-guerres connait une vague deffervescence intellectuelle dans les armes qui ont particip au premier conflit mondial. Chez les vainqueurs, comme chez les vaincus, les milieux
militaires sinterrogent avec passion sur le caractre que revtira la prochaine guerre. Dans ce climat de rflexions et dexprimentations, lun des
dbats les plus anims concerne la place et le rle des armes nouvelles au
sein des forces armes et, plus fondamentalement, limpact de la mcanisation sur le droulement des batailles futures. Linterrogation essentielle
qui alimente les discussions peut alors se rsumer comme suit : la guerre
de demain sera-t-elle nouveau un affrontement de masses dinfanterie et
dartillerie soutenues occasionnellement par laction des chars et de laviation en somme, une rdition de la guerre prcdente ou verra-t-elle,
au contraire, des flottes de vhicules blinds tous terrains et daronefs
dominer les champs de bataille, relguant de facto les armes traditionnelles
dans un rle secondaire1?
cette deuxime reprsentation de la guerre future, est gnralement associ un noyau dofficiers progressistes, qualifis de prophtes
de la guerre mcanise, dont les reprsentants les plus notables dans
lentre-deux-guerres sont J.F.C. Fuller et B.H. Liddell Hart en Angleterre,
Mikhal N. Toukhatchevski en URSS, Oswald Lutz et Heinz Guderian
en Allemagne, Charles de Gaulle en France, Francesco Saverio Grazioli
et Adolfo Infante en Italie et enfin Adna R. Chaffee aux tats-Unis.
Lhistoriographie daprs-guerre, empreinte des rcits pro domo rdigs
par plusieurs dentre eux, a fait de ces penseurs des gnies incompris, brids par linertie et le conservatisme de leur haut-commandement respec-

1 Robert M. Citino, Armored Force: History and Sourcebook, Westport, Conn., Greenwood
Press, 1994, p. 31.

368

Future Wars

tif2. Cette image biaise dune lutte opposant quelques innovateurs marginaux une hirarchie passiste et ractionnaire a toutefois t srieusement corne ces vingt-cinq dernires annes, et les historiens saccordent
aujourdhui pour reconnatre que les obstacles rencontrs par ces penseurs
dans leur approche mcanise de la guerre relevaient plutt de contraintes
politiques et budgtaires, quand ils ntaient pas tout simplement le rsultat de leur personnalit excentrique et/ou de leur intransigeance3.

J. F. C. Fuller, M Tuchaevskij, Heinz Guderian, Adna R. Chaffee, F. S. Grazioli

Du reste, cette image est dautant plus rfutable que les thoriciens de
la guerre mcanise ne formaient pas un groupe de penseurs homogne.
voluant dans des environnements gostratgiques distincts, avec une
exprience et une culture militaire spcifiques, ils ne se rejoignaient pas
toujours dans leur reprsentation mcanise de la prochaine guerre4. Ainsi
que le montrera brivement cet article, il existe en effet, dans lentre-deuxguerres, des diffrences notables dun penseur lautre, que ce soit sur
la question du format des armes futures, du devenir des armes traditionnelles ou de lorganisation et de lemploi de larme blinde.
De tous les penseurs cits ci-dessous, les Britanniques Fuller et Liddell
2 Voir, par exemple, cet gard les mmoires de Basil Henry Liddell Hart et Heinz Guderian : The Memoirs of Captain Liddell Hart, 2 vol., Londres, Cassell, 1965 et Erinnerungen eines Soldaten, Heidelberg, Kurt Vowinkel Verlag, 1951.
3 Williamson Murray, Armored Warfare: The British, French, and German experiences, in
William Murray et Allan R. Millett, d., Military Innovation in the Interwar Period, Cambridge, Cambridge University Press, 1996, pp. 6-49 ; Harold R. Winton et David R. Mets,
d., The Challenge of Change: Military Institutions and New Realities, 1918-1941, Lincoln-Londres, University of Nebraska Press, 2000.
4 Brian Bond et Martin Alexander, Liddell Hart and De Gaulle: The Doctrines of Limited
Liability and Mobile Defense, in Peter Paret, d., Makers of Modern Strategy from Machiavelli to the Nuclear Age, Oxford, Clarendon Press, 1986, p. 600.
Storia della distopia militare

Prophtes et thoriciens de la guerre mcanise

369

Hart sont, sans conteste, les plus radicaux dans leur vision mcanise de la
guerre future. Le premier, appliquant les thories darwiniennes sur lvolution au domaine militaire, prdit ainsi que les armes de masses hrites
de la Premire Guerre mondiale disparatront ni plus ni moins sous leffet conjugu des progrs technologiques et des contraintes conomiques5.
terme, elles cderont leur place des armes professionnelles dont les
effectifs rduits seront largement compenss par un haut degr de mcanisation. Consquemment, linfanterie traditionnelle sera relgue dans
des tches secondaires de garnison des points dappuis stratgiques et une
infanterie lgre, transporte en vhicules blinds tous terrains, lui succdera sur les champs de batailles6. Cette dernire sera toutefois, elle aussi,
cantonne dans une fonction dfensive, Fuller privilgiant les chars et lartillerie lourde autopropulse comme moyens dattaque en rase campagne.
Il admet cependant que dans les zones impropres au dploiement de vhicules lourds, comme les forts, les zones montagneuses, ou marcageuses,
cette infanterie lgre mcanise trouvera une certaine utilit offensive en
neutralisant les positions antichars adverses7.
Quant Liddell Hart, trs influenc par Fuller dans les annes vingt,
il reproduit peu ou prou le mme tableau dune arme mcanise aux effectifs restreints. Il se dmarquera nanmoins de son an sur le rle de
linfanterie lgre en dveloppant lide des tank/land marines, des
fantassins embarqus en vhicules blinds tous terrains qui auraient pour
mission de nettoyer et doccuper le terrain dans le sillage des chars8. Quoi
quil en soit, Fuller et Liddell Hart nattribuent linfanterie, mme sous
une forme mcanise, quun rle secondaire. Les penseurs britanniques
estiment, en effet, que sur les terrains praticables aux chars, ceux-ci se suffiront presqu eux-mmes dans les actions offensives et nauront besoin
que du soutien ponctuel de troupes du gnie et dartillerie lourde automo-

5 Brian Holden Reid, J. F. C. Fuller: Military Thinker, Londres, Macmillan Press, 1987, pp.
153-154.
6 Ibid., pp. 161-163.
7 Brian Holden Reid, Studies in British Military Thought. Debates with Fuller and Liddell
Hart, Lincoln, University of Nebraska Press, 1998, pp. 27-28.
8 Azar Gat, Liddell Harts Theory of Armoured Warfare: Revising the Revisionists, The
Journal of Strategic Studies, vol. 19, n1, mars 1996, pp. 18-19.

370

Future Wars

trice pour rduire les points dappuis fortifis. Il en rsulte que chez ces
thoriciens, la coopration interarmes est rduite sa plus simple expression, ce que traduit dailleurs implicitement leur conception de lunit blinde o linfanterie motorise demeure trs limite en nombre par rapport
aux chars9. cet gard, Fuller sera mme accus par ses dtracteurs
tort cependant de vouloir constituer une arme compose exclusivement
de chars (all-tank army). Quant lemploi des formations blindes, les
deux thoriciens britanniques lenvisagent sous la forme dune pntration
rapide sur les arrires de lennemi mais divergent quant son degr de
profondeur, Fuller privilgiant plutt une attaque sur les centres de commandement de ladversaire lchelle tactique l o Liddell Hart imagine
des raids stratgiques contre ses bases logistiques loignes10.
En URSS, ces visions davenir darmes professionnelles rduites ne
sont pas au got du marchal Toukhatchevski, grand aptre de la mcanisation de lArme rouge, qui considre ce type doutil militaire comme
lmanation des tats capitalistes, incapables de mobiliser les masses.
Critiquant les thories de Fuller, il affirme, contrairement ce dernier,
que les progrs technologiques ne rduisent pas lutilit des ressources
humaines, mais quils rorientent simplement leur utilisation la guerre
dans dautres tches, tout en permettant daccrotre considrablement la
production darmement moderne11. Partant, sa vision de larme future au
dbut des annes trente est celle dune force massive aux effectifs considrables, tant en hommes quen engins de combat mcaniss. Il en rsulte galement que chez Toukhatchevski, les troupes mcanises nont
pas vocation se substituer intgralement aux forces traditionnelles. Dans
son schma thorique de la bataille en profondeur (Deep battle), le marchal sovitique prvoit ainsi que des armes de choc composes de formations dinfanterie et dartillerie conventionnelles devront enfoncer le
front adverse au profit de groupes mobiles constitus, pour leur part, de
troupes mcanises. Une fois la perce obtenue, il reviendra alors ces

9 J. P. Harris, British Armour, 1918-1940: Doctrine and Development, in J. P Harris et F.


H. Toase, d., Armoured Warfare, Londres, Batsford, 1990, pp. 27-50.
10 Azar Gat, Liddell Harts Theory of Armoured Warfare, pp. 11-14.
11 Azar Gat, Fascist and Liberal Visions of War: Fuller, Liddell Hart, Douhet and Other
Modernists, Oxford, Oxford University Press, 1996, p. 119.
Storia della distopia militare

Prophtes et thoriciens de la guerre mcanise

371

dernires de progresser dans la profondeur du dispositif ennemi en vue de


paralyser sa chane de commandement, dtruire ses rserves et semparer de positions avantageuses pour les oprations ultrieures12. Quant aux
chars, Toukhatchevski envisage leur engagement lors des deux phases:
en soutien de linfanterie dans la perce et comme cavalerie mcanise
dans lexploitation13. Cette dichotomie des rles se rpercutera sur lorganisation des formations blindes russes avec la mise sur pied de brigades
ou rgiments indpendants dune part, et celle de puissants corps mcaniss comptabilisant plus de 1000 chars chacun dautre part14. Elle aboutira,
en outre, une forte spcialisation du matriel avec dun ct des chars
lourds de rupture, linstar des T-28 et T35, et de lautre des engins lgers
rapides comme ceux de la srie BT (pour Bystrokhodny Tank ou char vloce). Au demeurant, cette catgorisation des rles des diffrents acteurs
sur le champ de bataille nempche pas Toukhatchevski driger la coopration interarmes en axiome de la guerre mcanise future. Outre lemploi
combin des diffrents lments organiques des formations mcanises au
sol, Toukhatchevski se fait ainsi le promoteur dune collaboration troite
entre les troupes terrestres et les forces ariennes. Il inclut par ailleurs dans
cette dynamique interarmes lemploi de parachutistes pour dsorganiser
les arrires de lennemi et perturber la monte au front de ses rserves15.
Entre la vision de Fuller dune arme de mtier rduite intgralement
mcanise et celle de Toukhatchevski dune arme de masse abondamment quipe en matriels modernes, beaucoup de thoriciens de la guerre
mcanise font en fait le choix dune approche intermdiaire o un corps
de troupes mcanises professionnelles ou tout le moins de soldats
dactive vient agir en fer de lance de larme de masse conventionnelle.
Cette vision hybride est notamment celle du colonel Charles de Gaulle.
Dans Vers larme de mtier, publi en 1934, le futur chef de la France

12 C. J. Dick, The Operational Employment of Soviet Armour in the Great Patriotic War,
in J. P Harris et F. H. Toase, d., Armoured Warfare, pp. 90-91.
13 Christopher Paul McPadden, Mikhail Nikolayevich Tukhachevsky (1893-1937): Practitioner and Theorist of War, The Land Warfare Papers, n56, aot 2006, p. 17.
14 Robert M. Citino, Armored Force, p. 60.
15 Jacob W. Kipp, Mass, Mobility, and the Red Armys Road To Operational Art, 1918-1936,
Fort Leavenworth, Kan., United States Army Foreign Military Studies Office, 1988, p. 17.

372

Future Wars

libre se prononce ainsi en faveur


dun corps cuirass de 100.000
hommes form de soldats professionnels16. Instruites au maniement
des engins de combat modernes, ces
troupes de choc ne remplaceraient
pas larme de conscription en tant
que telle mais lui serviraient la fois
de bouclier et dpe en assurant la
couverture de sa mobilisation et en
menant des attaques prventives
contre un agresseur potentiel17.
Cette conception dun noyau de
forces mcanises dlite agissant
en pointe des troupes conventionnelles se retrouve galement, la mme poque, chez les promoteurs de
larme blinde allemande (Panzerwaffe), les gnraux Lutz et Guderian.
Dans un mmorandum rdig en 1933, le premier rclame la constitution
dune force mcanise indpendante, dont la mobilit et la puissance de
feu compenseraient linfriorit numrique de la Reichswehr par rapport
ses voisins18. En Italie, des penseurs se font aussi les porte-paroles dune
solution mixte mlant troupes mcanises et formations conventionnelles.
Attach militaire Londres la fin des annes vingt, le lieutenant-colonel
Adolfo Infante dclare ainsi que si les armes continentales ne peuvent
raisonnablement voluer vers une mcanisation intgrale, elles doivent
tout le moins se doter dune proportion significative de troupes mcanises
comme force de manuvre19. Vers la mme priode, le gnral Francesco
Grazioli proposera, pour sa part, au Duce la constitution dune petite ar-

16 Charles de Gaulle, Vers larme de mtier, Paris, Berger-Levrault, p. 87 et s.


17 Ladislas Mysyrowicz, Autopsie dune dfaite. Origines de leffondrement militaire franais de 1940, Paris, Lge dHomme, 1973, p. 205. et s.
18 Mary R. Habeck, Storm of Steel: The Development of Armor Doctrine in Germany and the
Soviet Union, 1919-1939, Ithaca-Londres, Cornell U. P., 2003, p. 192.
19 John Gooch, Mussolini and his Generals: The Armed Forces and Fascist Foreign Policy,
1922-1940, Cambridge-New York, Cambridge University Press, 2007, p. 87.
Storia della distopia militare

Prophtes et thoriciens de la guerre mcanise

373

me base dinfanterie dont la cheville ouvrire consisterait en plusieurs


divisions rapides (celeri) abondamment fournies en vhicules motoriss
et en chars lgers20. Aux tats-Unis enfin, les gnraux Parker et Chaffee
sont galement de ceux qui prnent la constitution dune force mcanise
pour assister les troupes terrestres traditionnelles en menant des attaques
rapides sur les flancs et les arrires adverses21.
Quid, chez ces penseurs, du devenir de linfanterie et de lartillerie?
Si tous saccordent sur le besoin daccrotre leur mobilit au sein des formations mcanises pour quelle saligne sur celle des chars, les moyens
proposs cet effet diffrent toutefois sensiblement dun penseur lautre.
Au sein du corps cuirass envisag par le colonel Charles de Gaulle, linfanterie et lartillerie progresseront ainsi dans le sillage des chars laide
de vhicules blinds chenille22. Le gnral Adna Chaffee propose, pour
sa part, une solution base de camions tout-terrain pour linfanterie et
se prononce en faveur dun mlange canons tracts-obusiers automoteurs
pour lartillerie23. Cette configuration est galement celle privilgie par le
gnral Guderian. De son ct, le lieutenant-colonel Adolfo Infante adopte
une vision plus minimaliste de lartillerie, sous la forme de mortiers faciles
dplacer24.
Plus importante que la forme future de linfanterie et de lartillerie est la
question de leur rle au sein des formations mcanises. Pour le colonel de
Gaulle, linfanterie, mme mcanise, demeure une arme auxiliaire et son
rle est avant tout dfensif. En loccurrence, cest elle quchoit la tche
doccuper le terrain conquis par les chars et de lorganiser dfensivement.
Lartillerie, de son ct, accompagnera davantage les chars dans lattaque

20 Ibid., pp. 182 et 557.


21 Robert S. Cameron, Mobility, Shock and Firepower: The Emergence of the U.S. Armys Armor Branch, 1917-1945, Washington D.C., Center of Military History, United States Army, 2008, p. 36.
22 Charles de Gaulle, Vers larme de mtier, pp. 125-126.
23 John T. Hendrix, The Interwar Army and Mechanization: The American Approach, The
Journal of Strategic Studies, vol. 16, n1, mars 1993, p. 80.
24 John Gooch, Mussolini and his Generals, p. 236.

374

Future Wars

mais son rle se cantonnera globalement celui dune arme dappui25.


Le gnral Chaffee conoit galement le rle de linfanterie mcanise
comme avant tout dfensif. En plus doccuper et de tenir le terrain conquis,
elle doit ainsi assurer la protection des chars et de leurs quipages durant
les phases de ravitaillement et les pauses oprationnelles26.
contrario, les thoriciens allemands de larme blinde scartent de
cette conception dfensive et considre en particulier linfanterie mcanise comme un lment offensif
part entire qui doit collaborer troitement avec les chars pour garantir
leur succs dans lattaque. Oswald
Lutz et Heinz Guderian estiment en
effet que linfanterie daccompagnement doit participer directement la
perce aux cts des chars et profiter
de leffet momentan de paralysie
morale provoqu par ceux-ci sur
les fantassins adverses pour submerger les dfenses27. Leur conception
sinscrit en fait dans une approche interarmes de la bataille terrestre future
o chars, infanterie motorise, artillerie automotrice et aviation sont relis entre eux par des moyens radios et
conjuguent leurs efforts pour obtenir la rupture du front adverse28.
Du ct italien, les promoteurs de la guerre de mouvement se montrent
plus partags quant au rle de linfanterie et de lartillerie vis--vis des

25 Charles de Gaulle, Vers larme de mtier, pp. 125-126.


26 Mildred Hanson Gillie, Forging the Thunderbolt: A History of the Development of the Armored Force, Harrisburg, Penn., Military Service, 1947, p. 217.
27 Mary R. Habeck, Storm of Steel, p. 163; Heinz Guderian, Achtung-Panzer! The Development of Tank Warfare, traduit de lallemand par Christopher Duffy, Londres, Cassell,
1999 (1937), p. 195.
28 Mary R. Habeck, Storm of steel, pp. 251-252.
Storia della distopia militare

Prophtes et thoriciens de la guerre mcanise

375

armes nouvelles. Si certains penseurs tels quAdolfo Infante ou E. Quarra


les envisagent comme des lments dappuis au service des chars au sein
des units blindes, dautres estiment, pour leur part, quelles pourront
continuer jouer un rle important sous leur forme traditionnelle en sallgeant. Ottavio Zoppi et Visconti Prasca, des thoriciens pourtant acquis
au concept de mcanisation, dfendent ainsi une vision de la guerre future
o une infanterie lgre progressant cheval ou bicyclette conduirait
leffort offensif principal avec le soutien de canons et de chars lgers trs
mobiles29. Hritires des bersaglieri et des arditi de la Premire Guerre
mondiale, ces troupes rapides (celeri) se distingueront par leur moral lev et leur agressivit au combat, des valeurs alors hautement prises dans
lItalie fasciste mussolinienne30.
ces diffrences sur le rle futur de linfanterie et de lartillerie,
sajoutent enfin des diffrences en ce qui concerne le rle du char et, plus
globalement, lemploi des units blindes. Du ct amricain par exemple,
le gnral Adna Chaffee attribue aux chars les missions traditionnelles de
la cavalerie cheval, qui consistent mener des attaques foudroyantes sur
les arrires de lennemi. Envisageant lemploi de forces mcanises dans
le cadre dune guerre de mouvement sur les vastes territoires du continent
amricain, il met laccent sur la mobilit au dtriment de la puissance de
feu et de la protection, et privilgie des chars lgers rapides au long rayon
daction31. Partant, sa vision de lunit blinde est celle dune formation
hautement manuvrire, outille pour la vitesse et conue pour des oprations indpendantes lointaines32. En la confinant ainsi dans un rle de
cavalerie mcanise, Chaffee fait toutefois de lunit blinde un outil peu
versatile et, surtout, peu enclin la coopration interarmes.
Les thoriciens allemands Oswald Lutz et Heinz Guderian conoivent,
au contraire, lunit blinde comme un instrument trs flexible, capable de
remplir un large ventail de missions. Il lui confre, cet effet, une organi-

29 John Joseph Timothy Sweet, Iron Arm: The Mechanization of Mussolinis Army, 19201940, Westport, Conn., Greenwood Press, 1980, pp. 71-73 et 78.
30 John Gooch, Mussolini and his Generals, p. 235.
31 John T. Hendrix, The Interwar Army and Mechanization , p. 79 et s.
32 David E. Johnson, Fast Tanks and Heavy Bombers: Innovation in the U.S. Army, 19171945, Ithaca-Londres, Cornell University Press, 1998, p. 143.

376

Future Wars

sation interarmes trs aboutie qui associe troitement les chars leurs lments dappui. Ceux-ci comprennent de linfanterie et de lartillerie motorise, un dtachement antichar, des troupes de reconnaissance, du gnie,
etc.33 Ainsi quipe, la division blinde allemande (Panzerdivision) doit
pouvoir agir en toute autonomie et mener des actions tant offensives que
dfensives. Dans les premires, les chars joueront alors, selon Guderian,
le rle principal. Agissant indiffremment comme instrument de la perce ou outil dexploitation, ils seront dploys en masse dans des attaques
surprises sur des terrains propices leur progression. Leur attaque sera
combine laction des autres armes qui volueront en protection sur leur
flanc et/ou dans leur sillage, cependant que dans les airs laviation tactique
aura pour tche dempcher ou de retarder la monte en ligne des rserves
ennemies34.
Si lon retrouve ce caractre interarmes des oprations mcanises chez
de Gaulle, celui-ci envisage toutefois lemploi offensif des chars dune faon beaucoup plus squentielle, articule en trois temps. Groups dans un
premier chelon, des chars lgers doivent dabord reconnatre le terrain et
identifier les rsistances. Vient ensuite lchelon de combat proprement
parler, constitu de chars moyens et lourds. Cest eux quchoit la perce. Enfin, le troisime chelon est, quant lui, destin la relve et la
phase dexploitation35. Les thoriciens italiens de la guerre de mouvement
mettent, pour leur part, laccent sur les chars lgers. Leur rle varie alors
en fonction du type dunit qui les emploie. Engin dappui pour linfanterie et la cavalerie dans les divisions rapides (celeri), le char devient ainsi
instrument de la perce et de lexploitation au sein des units blindes o
il coopre davantage avec les autres armes.
Au terme de cette courte mise en perspective, il apparat que les thoriciens de la guerre mcanise ne partageaient pas une vision uniforme de
ce que serait loutil militaire de la prochaine guerre, ni de la faon dont il
serait employ au combat. Pour ngligeables quelles puissent paratre en
comparaison des ides forces primaut de loffensive sur la dfensive,
33 Robert M. Citino, The Path to Blitzkrieg: Doctrine and Training in the German Army,
1920-1939, Boulder, Col., Lynne Rienner, 1999, p. 231.
34 Heinz Guderian, Achtung-Panzer!, pp. 180-181.
35 Charles de Gaulle, Vers larme de mtier, pp. 123-124.
Storia della distopia militare

Prophtes et thoriciens de la guerre mcanise

377

importance du mouvement et de la vitesse, accent mis sur les armes nouvelles, etc. qui rassemblaient ces thoriciens dans lentre-deux-guerres,
les diffrences de conceptions relatives la place des armes traditionnelles
et aux mthodes demploi des forces mcanises auront pourtant leur importance. Avant et pendant la Seconde Guerre mondiale, elles impacteront
en effet la doctrine demploi et, partant, les performances des troupes blindes des diffrents belligrants sur les champs de batailles.

378

Future Wars

Storia della distopia militare

379

The What Ifs? of Strategic Planning


The Interwar Imperial Defence

by Jeremy Black

his paper focuses on speculations in the 1920s and 1930s about the
next war centring on the problems created for Britain by uncertainty over which power would be their leading opponent. Much of the
discussion on the British military in this period focuses on the question
of whether the correct responses were made to the possibilities of new
technology, notably in the shape of aircraft and tanks. This question looks
toward the issue of the British responses to the German and Japanese offensives in 1940-2, and, notably, the problem of the ability to adapt to the
challenges of blitzkrieg.

These questions are indeed valuable. However, they should be regarded


as linked to, indeed subordinate to, the tasking of the military, and notably
the question of likely opponents. In short, technology and politics need
to be reconciled, with strategy as the active response to the geopolitical
challenges faced, and strategic planning a key context for procurement,
training and deployment.
An indicative, and far from exhaustive list, of specific concerns and
tasks is useful. The First World War ended in 1918. Tasks in 1919-21 included occupation responsibilities, notably in Germany but also in Turkey,

380

Future Wars

wideranging participation in the Russian Civil War, conflict with Afghanistan, instability in the Punjab, rebellion in Ireland, Iraq and Egypt, and
challenges to British interests in Iran. 1922-30 again saw a range of issues,
including concern about the possibility of war with Turkey over, first, Constantinople and the Dardanelles and, subsequently, its border with Iraq, as
well as instability in the Arabian peninsula, and attacks on British interests
in China. In 1931-8, Japanese, Italian and German expansionism were all
serious problems for British interests and views on international relations.
There were also rebellions or disturbances in the British empire, notably
on the North-West Frontier of India and in Palestine, but also in Jamaica,
Malta and Myanmar.
This incomplete list leaves out the possibility that tensions or disputes
with other major powers, notably France and the United States, might lead
to conflict. With hindsight, and notably in light of the developing challenges in the 1930s, these scenarios might appear implausible, but they led not
only to speculation but also to planning, notably to American plans for war
with Britain, including the invasion of Canada.
The variety of these challenges helps explain why it was so difficult to
determine strategy. Military historians considering this period are apt to
underplay the challenge of rebellion and to focus on symmetrical conflict
between the conventional forces of independent states, but that was not a
certainty as far as British planners were concerned. Instead, they had to
consider the hypotheticals of future conflict in such circumstances against
the more pressing immediate issues of security within the empire. These
latter issues were enhanced because of the extent to which the army was
responsible for what in effect was civil policing.
Moreover, the reliance of the British imperial system on native troops,
notably in South Asia, underlined the need to emphasise the security of relevant areas, while also ensuring that certain tasks were best suited to a large
part of the army and, conversely, others to only a part of it. The same was
not the case for the navy or the air force, and this point underlines the very
different strategic dimensions of the particular branches of the military. British concern with empire reflected the experience of the First World War,
when the empire had provided crucial support, in men, money and supplies,
in Europe. Thus, the empire was both a source of weakness through over-extension, and of strength. This paradox was highly important.
Storia della distopia militare

The What Ifs? of Strategic Planning

381

The concerns of imperial defence


when faced by native opposition
helped explain the reluctance of some
generals to engage with what they saw
as the hypotheticals of developing tank
forces for conflict in Europe. An appreciation of the operational possibilities
of the tank was seen within the army by
practical modernisers, but they had to
be more aware of financial restrictions
than the publicists criticising from outside, notably Basil Liddell Hart.
Imperial defence, moreover, encouraged an emphasis on air power as the
best means to deter or fight Germany.
This was a reflection of the most worrying aspect of German power, the potential strength of its air force. Moreover, air attack could not be deterred by
Frances landward defences, notably the Maginot Line.
Hitler came to power in 1933 pledged to overthrow the Versailles settlement. Given the later situation, this might appear clearly to have been the
foremost threat to the international order and British interests; but Germany only turned to war in 1939, whereas Japan did so in 1931 and Italy in
1935. Each of these challenged British interests and Britains ideas of international order and relations, and threatened to lead to further problems.
Indeed, Japan launched a full-scale invasion of China in 1937 while Italy
encouraged Arab opposition to British control.
Strategic uncertainty therefore surrounded the prioritisation of the challenge posed by these three powers. This uncertainty was enhanced by a
lack of clarity as to how these powers would respond to negotiations and/
or pressure, by a corresponding lack of clarity as to whether they would
co-operate with each other, and by the presence of other threats, notably
Russia. Thus, rearmament was affected not only by limitations in industrial capacity and capability, and by financial problems, but also by a lack of
certainty over tasking and appropriate force structure. Clarity over allies
and enemies was necessary in order to produce effective strategic plans.

382

Future Wars

Hitlers rhetoric was far


from encouraging but, to
some, he appeared a possible element in any co-operation against the Soviet Union, while there was also the
question of how best to reintegrate Germany into the international order. It was unclear whether Hitler would
be another Napoleon III or,
indeed, another Mussolini.
In 1933, the British were unwilling to make common cause with France
towards Germany, and this remained their policy. More robust policies
focused on alliance with France were rejected. Moreover, the Anglo-German naval agreement of 1935 was regarded by the French as a betrayal. In
1936, when Germany unilaterally remilitarised the Rhineland, providing
a springboard for action against France, the British sought to discourage
the French from acting. Western passivity in 1936 marked a major step in
Nazi expansionism. Differences between Britain and France in their views
of European development, the very limited nature of Anglo-French military co-operation over the previous decade, and their lack of preparedness,
were understood by contemporaries as a poor basis for joint action.
There was already an instance of Versailles revisionism having worked.
The 1920 Svres peace settlement with Turkey had been overthrown as
Storia della distopia militare

The What Ifs? of Strategic Planning

383

a result of Ataturks successes


in 1922 and a very different
settlement negotiated at Lausanne in 1923. This then had
served as the basis for a workable international relationship.
Whether the same would be
true with Japan prior to 1937,
Germany prior to 1939, and Italy prior to 1940 was unclear.
If Japan was the leading
challenge to Britain, then the
principal response would be
naval, specifically the development of a powerful naval base
in Singapore such that it could
be used to defend the British
empire in South-East Asia,
Australasia and India from
Japanese attack, while also
serving for force-projection to
East Asian waters. This naval
policy had many aspects and variants, including a network of bases to
support the movement of warships and aircraft, co-operation with Australia, New Zealand and Canada against Japan, and alliance with the United
States. There were also obvious military priorities, notably a lack of any
need to focus on the army other than to supplement naval priorities.
Italy posed a similar, but different, set of priorities. The much expanded
Italian navy represented a major threat to the British in the Mediterranean
and, with that, to the British route to the Indian Ocean via the Suez Canal.
At the same time, war over the Abyssinian Crisis in 1935-6 would also
have involved both army and air force, as, indeed, war with Italy was to do
from 1940. The army would need to defend Egypt, Sudan, British Somaliland and Kenya from invasion from the Italian colonies of Libya, Eritrea
and Sudan, while the air force would help protect the colonies, including
Malta, and would also be used to bomb Italy.

384

Future Wars

Germany also po
sed a naval challenge,
but the German navy
appeared weaker as
a strategic challenge
than those of Japan and
Italy, because, until the
conquest of Denmark,
Norway and France in
1940, Germany lacked
significant naval room
for manoeuvre or access to the North Atlantic. Nevertheless, despite its strength as the worlds foremost naval
power, Britain did not have a navy capable of fighting Germany, Italy and
Japan simultaneously. That was the product of the stop on capital ship construction under the Washington Naval Treaty, as well as the lack of sufficient British industrial capability and fiscal strength; but also of the buildup of the strength of these three powers. However, to expect the arithmetic
of naval power to provide for conflict at once with all three states was to
anticipate a margin of superiority that was unreasonable given the state of
the country and the fact that the potential enemies were well apart, but also
one that diplomacy sought to avoid the need for. Allowing for the significance and consequences of serious rivalries between the views of the key
ministries, the Treasury, Foreign Office and Admiralty, British naval strategy planned that, if necessary, operations against threats arising simultaneously would be conducted sequentially in separate theatres. This strategy
assumed that operational flexibility could help lessen the constraints posed
by tough fiscal limits. In addition, war, it was hoped, was likely to bring
Britain the support of allies, notably France against Germany and Italy,
and the United States against Japan.
From Germany, it was the Luftwaffe that was a threat in a way that
the Italian, Japanese and, indeed, Soviet air forces could not be to Britain
itself. As a result, the strategic need for air-defence was dependent on the
prospect of war with Germany. Whereas aircraft could be moved, radar
stations were fixed facilities. Thus, defence of Britain, as opposed to that
Storia della distopia militare

The What Ifs? of Strategic Planning

385

of particular imperial interests, however crucial,


involved very different
means as well as ends.
The challenge from
Germany was also linked
to views about the European order and Britains
relationship to it. Italy
alone might be a threat
to Albania (1939) and
try to be one to Greece
(1940), but, alone, was
not likely to prevail against France and, indeed, did not seek to do so. Instead, it was Germany that posed the major threat to other states in Western
Europe, and Germany and the Soviet Union in Eastern Europe. The question of whether Britain should send troops to the Continent to counter such
a threat was a difficult one, and not least because there was no peacetime
conscription, while the Indian army was not to be deployed in Western
Europe. With Belgium, the Netherlands, Denmark and Norway resolved
to remain neutral, the sole room for manoeuvre would be France and the
strategic option of the buildup of a large army in Britain to send to France
was not an encouraging one in light of the range of British commitments.
Thus, speculations about the next war related practically not only to
the issue of what weapons systems could achieve, in absolute and relative
terms, but what they would be expected to achieve in light of specific
tasks. The hypotheticals interacted in an extraordinarily dynamic situation.
With the benefit of hindsight, it is possible to point to serious flaws in the
decisions taken by British policymakers, but it is also worth underlining
the difficulties of assessing links between challenges and commitments,
as well as the problems of prioritisation. This is instructive because it prepared the way for the position today, and the multiple uncertainties for
Western powers. Much of the value of history rests in its capacity to help
us understand issues in the modern world. In this case, the latter also assists greatly in an appreciation of the issues of the past.

386

Future Wars

Storia della distopia militare

387

I piani di guerra ungheresi dal 1920 al 1940


di Juhsz Balzs

onsiderato tra gli sconfitti della grande guerra, il nuovo Regno


indipendente magiaro fu duramente penalizzato dalla pace del
Trianon del 4 giugno 1920. Amputato di due terzi del suo territorio, e con un terzo degli ungheresi rimasti fuori i confini nazionali dovette rinunciare alla propria tradizione guerriera: niente aviazione, carri,
armi chimiche e artiglieria pesante, niente pi coscrizione, appena un
velo di 35.000 volontari. Inoltre il disarmo fu sottoposto al controllo di
un Comitato Militare Interalleato (CMIC), attivo sino alla primavera del
1927. La revisione delliniquo trattato, con le buone o con le cattive, fu
lobiettivo principale del governo e il rinato stato maggiore, non potendo
procedere a misure di riarmo finch perdurava il controllo alleato, cominci se non altro a studiare la guerra perduta e a pianificare la rivincita. Tra
i nodi irrisolti cera quello dellalto comando: i militari non erano infatti
disposti a riconoscere che spettasse al governo anche in tempo di guerra.1
Si concordava invece che pure il futuro conflitto sarebbe stato una guerra
tra coalizioni mondiali e che la suprema decisione strategica consisteva
quindi nella scelta di campo.2
I piani revanscisti del marzo-settembre 1920
Durante la gestazione del trattato, il conflitto russo-polacco sembr
offrire loccasione per limitare il progetto alleato (comunicato il 16 gennaio alla delegazione ungherese) di smembrare lUngheria storica fra gli
altri stati successori dellimpero. Elaborato in marzo, quando la Polonia,

1 Imre Fzi, A magyar katonai elmlet s a hadsereg felksztse 1939. szeptember 1-ig
In Hadtrtnelmi Kzlemnyek, 1985, N. 2, pp. 387, 388.; Hadtrtnelmi Levltr [Archivio di Storia Militare, Budapest, dora in poi HL], TGY 2015.
2 Lrnd Dombrdy, Adalkok a magyar uralkod osztlyok katonapolitikjhoz (1927
1936) In Hadtrtnelmi Kzlemnyek, 1977, N. 1, p. 5.

388

Future Wars

spalleggiata dallIntesa e dagli Stati Uniti aveva rifiutato il negoziato


offerto dal governo bolscevico, il piano breds puntava sullipotesi di
unavanzata dellArmata Rossa fino ai Carpazi e di uninsurrezione bolscevica in Cecoslovacchia e tra lo stesso esercito cecoslovacco; lo stato
maggiore ungherese riteneva che queste circostanze avrebbero reso indispensabile il ricorso alle forze ungheresi da parte dellIntesa, tacitando
lopposizione di Jugoslavia e Romania e consentendo la rioccupazione
della Slovacchia (Alta Ungheria) e della Rutenia. Era per del tutto
irrealistica la stima delle capacit militari ungheresi: sei mesi prima le
forze nazionali non sarebbero entrare a Budapest senza le armi dellIntesa,
adesso si parlava di treni blindati, mitragliere antiaeree e artiglieria, e pu
darsi che ve ne fossero, ma non abbastanza per operazioni su vasta scala.
La variante breds II ricalcolava i rapporti di forze e limitava lavanzata
in Slovacchia alla sola parte orientale, nonch ai sobborghi di Bratislava
[Petralka], con unappendice [Pirkads, Alba] circa operazioni militari
minori.

Storia della distopia militare

I piani di guerra ungheresi dal 1920 al 1940

389

Le speranze ungheresi furono per bruciate dagli eventi. Il 6 maggio


Kiev fu conquistata dai polacchi e il 4 giugno lo smembramento dellUngheria fu sancito dal trattato di pace. La controffensiva russa riaccese le
speranze di Budapest: paralizzati da ondate di scioperi, i governi occidentali rifiutarono ogni aiuto diretto alla Polonia, e ci consent al governo
ungherese di presentare ufficialmente la sua temeraria proposta. Ma il
27/26 luglio Millerand e Lloyd George la respinsero a seguito del rifiuto
cecoslovacco di consentire il transito delle forze ungheresi e della minaccia di contromisure romene3. La morsa bolscevica su Varsavia fu poi
infranta il 16 agosto dal miracolo della Vistola (Cud nad Wis). Caduto
il pretesto, in settembre il reparto operazioni dello S. M. ungherese elabor il nuovo piano rpd [lunificatore delle trib magiare e il conquistatore della Pannonia], in cui si ipotizzava lesplicita occupazione della
Slovacchia, preparata da uninsurrezione fomentata dalla stessa Ungheria
e da accordi di non intervento con Romania e Jugoslavia. Il piano fu per
archiviato dallo stesso capo di S. M., annotando sul fascicolo che non era
possibile ottenere lavallo jugoslavo4.
Lazione diplomatica per la revisione consensuale del trattato
Il controllo militare interalleato e la vigilanza della Piccola Intesa congelarono ogni velleit di riconquista armata, anche se lo S. M. continu
ovviamente a studiare tutte le opzioni militari. Nel 1921 il nuovo primo
ministro Istvn Bethlen (1874-1946) inaugur una politica moderata, con
lo scopo di giungere ad una revisione consensuale del trattato. Nel 1922
lUngheria fu ammessa nella Societ delle Nazioni e il 1927 fu lanno della
svolta, con la cessazione del regime di controllo militare, il trattato di amicizia con lItalia, il discorso di Bethlen a Debrecen, con cui riproponeva di
nuovo come scopo del Governo la revisione e lappoggio del proprietario
del Sunday Times, Lord Rothermore (1868-1940), che in estate lanci un
appello a favore della causa ungherese5. Il governo Bethlen cadde per nel
3 Ignc Romsics, A trianoni bkeszerzds, Budapest, 2007, pp. 149-150.
4 Csak szolglati hasznlatra! Iratok a Horthy-hadsereg trtnethez. 1919-1938, Redatto
da Tibor Hets-Tamsn Morva, Budapest, 1968, n 54.
5 Hungarys Place in the SunSafety for Central Europe. Harold Sidney Harmsworth 1st
Viscount Rothermere, My Campaign For Hungary, Eyre and Spottiswoode, 1939. Nel

390

Future Wars

1931 per effetto della crisi innescata dalla Grande Depressione e nel 1932
sal al potere il leader Gyula Gmbs (1886-1936) che ottenne da Mussolini
un maggior sostegno al riarmo e alle rivendicazioni territoriali verso
Romania e Jugoslavia, frenate invece da Hitler. Volente o nolente, dopo
lAnschluss lUngheria si alline sempre di pi alla Germania ottenendo in
cambio vaste porzioni della Slovacchia meridionale e della Rutenia subcarpatica. Il premier Pl Teleki (1879-1941), filo-britannico ma antisemita, si
oppose al passaggio di forze tedesche per lattacco alla Polonia, ma in
cambio di parte della Transilvania dovette aderire al Tripartito e si suicid
per non avallare lattacco tedesco alla Jugoslavia.
Parallelamente al revisionismo diplomatico (1933 Patto a Quattro;
1935 Fronte di Stresa; 1938 Conferenza di Monaco; 1938 e 1940 primo e
secondo arbitrato di Vienna) tutti i governi ungheresi continuarono per a
pianificare azioni di forza unilaterali, nonostante le condizioni disastrose
dellesercito.
La (mancata) collaborazione italiana nella pianificazione bellica
A partire dallaprile 1928 il sostegno italiano allammodernamento
delle forze ungheresi si and sempre pi intensificando, anche allo scopo
di bilanciare linfluenza francese in Cecoslovacchia e Romania e la dipendenza economica e militare dellUngheria dalla Germania. Un gran numero di ufficiali ungheresi furono inviati in Italia per corsi di formazione e
aggiornamento istruzione e una delle ragioni del sostegno congiunto italoungherese allaustrofascismo di Dollfuss fu di poter far transitare attraverso lAustria materiale bellico italiano per lUngheria.
Nellagosto-settembre 1929 i vertici militari ungheresi si recarono in
visita in Italia6 e Gmbs (allora sottosegretario alla difesa) propose a
Mussolini la creazione di quattro commissioni tecniche: pianificazione
operativa, armamenti, industria (materie prime e capacit produttive) e
questioni agrarie e finanziarie7. Il duce, che aveva linterim della guerra,

1930 Lord Rhotermere espresse simpatie per Hitler, nella convinzione chge volesse restaurare la monarchia in Germania.
6 ASDMAE AP (1919-30), 1767, 8188. Gazzera 18 dic. 1929, n 25199 e allegati.
7 Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, Affari Politici 1919-1930,
Storia della distopia militare

I piani di guerra ungheresi dal 1920 al 1940

391

limit tuttavia la cooperazione ai soli armamenti, col pretesto che estenderla alla pianificazione operativa e allo scambio di risorse industriali,
alimentari e finanziare avrebbe richiesto una armonizzazione troppo vasta
delle rispettive politiche nazionali e il coinvolgimento dei rispettivi ministri degli esteri. Ma la vera ragione era che non si voleva far prendere visione ai militari ungheresi, ritenuti filo-tedeschi, dei piani operativi italiani, i
quali presupponevano una Germania ostile.
Di cooperazione strategica italoungherese in funzione anti-jugoslava torn a parlare il ministro degli
esteri ungherese in vista della prima
visita ufficiale di Gmbs a Roma
in qualit di presidente del consiglio, nel novembre 1932. Ma il premier respinse la proposta, osservando che tanto il governo italiano,
quanto lo stato maggiore ungherese
erano pessimisti circa una guerra
contro la Jugoslavia, ed era ancora
troppo presto per sottoporre la questione ai rispettivi stati maggiori8. In
realt la cautela sulla Jugoslavia
non era tanto di Mussolini, quanto
dei vertici militari italiani, consci
come quelli ungheresi che un eventuale conflitto avrebbe inevitabilmente comportato lintervento francese e
della Piccola Intesa e che le forze italiane e ungheresi non erano in grado di
sostenere una guerra su due fronti.9 Allordine del giorno non cera laggres1765, 8178. De Astis 8 ottobre 1929, n 2542/1038/A51. In allegato il rapporto di Oxilia
n 473 dell8 ottobre 1929.; questo vedi anche in: I Documenti Diplomatici Italiani, 7 serie, Vol VIII, Roma, 1972, n 55.
8 Magyar Nemzeti Levltr Orszgos Levltra [Archivio Nazionale Ungherese, Budapest,
dora in poi MNL] K 64 1932-23-621 a. e d.
9 Anche le priorit erano diverse: lItalia vedeva come nemico numero uno la Jugoslavia,
mentre nei progetti dello S. M. ungherese questo era la Cecoslovacchia, e la Jugoslavia era
solo al terzo posto dopo la Romani.

392

Future Wars

sione alla Jugoslavia, ma solo il riarmo ungherese, di cui si cominciavano a


vedere i primi effetti grazie agli aiuti militari italiani. Ma nel 1934 lattentato ustascia di Marsiglia contro re Alessandro I e le tensioni italo-jugoslave
riapersero il dossier. Nellincontro con Mussolini del 6 novembre Gmbs
chiese una consultazione tra i rispettivi stati maggiori: il duce acconsent in
linea di massima,10 ma sul momento non se ne fece nulla. Bloccata a livello
governativo, la cooperazione strategica italo-ungherese fu per avviata a
livello servizi. Fu infatti il capo del S. I. M., generale Mario Roatta (18871968), ad accogliere, il 4 maggio 1935, la proposta del tenente colonnello
Lszl Szab, addetto militare ungherese a Roma dal 1932 al 1943, di stabilire una consultazione permanente, e non solo riguardo alla Jugoslavia,
ma anche alla Germania.11
Il piano italo-ungherese del 1936 contro la Jugoslavia
Poco dopo, in occasione della sua visita a Roma, lo stesso ministro della
difesa ungherese, generale Jzsef Somkuthy (1883-1961), sostenne la
necessit di predisporre piani operativi congiunti, perch altrimenti un conflitto italo-jugoslavo si sarebbe inevitabilmente internazionalizzato. La tesi
di Somkuthy era che la Jugoslavia avrebbe adottato la difesa in profondit
riuscendo a sbarrare il passo alle forze italiane e a mantenere la linea di
collegamento con la Cecoslovacchia. Questo successo avrebbe consentito
lintervento della Piccola Intesa al fianco della Jugoslavia e linevitabile
coinvolgimento dellUngheria. Invece un attacco simultaneo dallItalia e
dallUngheria avrebbe consentito di occupare rapidamente la Slovenia,
impedendo lafflusso di aiuti dalla Cecoslovacchia e dissuadendo cos un
intervento della Piccola Intesa.
Un piano di guerra basato su questo presupposto fu elaborato da
Somkuthy nellestate 1936. I documenti consentono di ricostruirlo solo a
grandi linee, ma in sostanza ipotizzava la ritirata jugoslava sulla linea
Zagabria Ovest-Nagykanizsa invece che MariborCeljeZagabria Ovest
(Breice)Fiume ipotizzata dal generale Alberto Pariani (1876-1955), capo
di S. M. dellesercito e sottosegretario alla guerra. Lintervento delle forze
10 I Documenti Diplomatici Italiani, 7 serie, Vol XVI, Roma, 1990, n 112
11 HetsMorva 1968. n 79.
Storia della distopia militare

I piani di guerra ungheresi dal 1920 al 1940

393

12 dicembre 1940: la firma del patto di eterna amicizia tra Ungheria e Jugoslavia

ungheresi, inizialmente non contemplato, era previsto al solo scopo di assecondare loffensiva italiana in Slovenia. Questa doveva consistere in una
manovra attraverso lAustria su Lubiana e poi attraverso lUngheria sulla
direttrice NagykanizsaZagabria. Qui dovevano entrare in azione anche gli
ustascia croati, col compito di paralizzare le forze jugoslave, per poi congiungersi con le forze italiane e puntare direttamente su Belgrado. Gli
ungheresi dovevano invece occuparsi della Cecoslovacchia. Il piano era
per irrealistico, perch non teneva conto delle possibili reazioni romene e
tedesche, della vulnerabilit ungherese al potere aereo della Piccola Intesa
e della mancanza di difese anticarro e di artiglierie in grado di battere le
fortificazioni cecoslovacche. Inoltre la guerra dEtiopia aveva mutato la
politica italiana verso la Germania. Questa aveva forti interessi sia in
Jugoslavia che in Romania e, non volendo provocarla con un cataclisma
geopolitico nellarea danubiana, Mussolini archivi definitivamente il
piano, pur dicendo agli ungheresi che era solo sospeso in attesa di un pretesto, ad esempio un eventuale inasprimento delle sanzioni internazionali.12

12 gnes Rzsai, Adalkok a Gmbs-kormny katonapolitikjhoz, Hadtrtnelmi kz-

394

Future Wars

1940-1941:la fatale alleanza e il suicidio di Teleki


Lo smembramento della Cecoslovacchia e il patto dAcciaio (22 maggio
1939) mutarono per la situazione geostrategica. Allinizio del 1940, quando
la Germania chiese allUngheria di consentire il transito delle truppe per
occupare i campi petroliferi romeni, il governo Teleki tent di resistere invocando lappoggio italiano in difesa della libert ungherese, perduta sia in
caso di acquiescenza sia in caso di resistenza. La risposta del duce allinviato
speciale ungherese fu per raggelante; come poteva essere, dal momento
che [lui era] alleato di Hitler e intend[eva] rimanere tale?13. In quel momento Mussolini pensava infatti di attaccare la Jugoslavia: il secondo piano di
guerra fu elaborato tra il 26 e il 31 marzo, e a tal fine il 9 maggio il capo di
gabinetto del ministero dellAeronautica indirizz alladdetto militare ungherese una nota circa il rinnovo dellaccordo del 1936 sulluso degli aeroporti
militari ungheresi. Lattacco alla Jugoslavia fu accantonato solo a fine maggio, quando Ciano cominci a preparare quello contro la Grecia.14
In luglio, a seguito dellultimatum sovietico, la Romania acconsent a
cedere la Bessarabia e la Bucovina Settentrionale, e a seguito del secondo
arbitrato di Vienna (30 agosto) cedette pure la Transilvania settentrionale.
allUngheria. Il 27 settembre Germania, Italia e Giappone firmarono il Patto
Tripartito, al quale Ungheria e Romania dovettero aderire il 20 e 23 novembre, mentre era in corso lattacco italiano alla Grecia. Nellestremo tentativo
di assicurarsi un minimo di autonomia, il 12 dicembre Teleki firm un
Trattato di eterna amicizia con la Jugoslavia. Ma la preparazione dellOperazione Barbarossa fece precipitare la situazione. Il 25 marzo 1941 ladesione del premier jugoslavo al Tripartito provoc un colpo di stato antinazista e la decisione di Hitler di smembrare la Jugoslavia. Teleki tent invano
di opporsi alla richiesta di transito, ma, impotente, la sera del 3 aprile si
suicid. Probabilmente fu il suo gesto a salvare lUngheria dalla dichiarazione di guerra britannica quando l11 la 3a armata ungherese invase la
Voivodina. Larmistizio fu firmato il 17.
lemnyek, 1969, N. 4, pp. 646-647.; MNL K 100. 1936.
13 Diari di Ciano, 25 marzo 1940. John F. Cadzow, Andrew Ludanyi, Louis J. Elteto,

Transylvania: the Roots of Ethnic Conflict, Kent State U. P., 1983.

14 Fortunato Minniti, Fino alla guerra. Strategie e conflitto nella politica di potenza di Mussolini 1923-1940, Napoli, 2000, pp. 212-215.
Storia della distopia militare

I piani di guerra ungheresi dal 1920 al 1940

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I piani italo-ungheresi contro la Jugoslavia del 1940


A livello militare, la pianificazione italo-ungherese contro la Jugoslavia
era proseguita. Un documento del 22 luglio riferisce un colloquio tra laddetto militare ungherese a Roma e tale N circa unoffensiva congiunta
contro la Jugoslavia, analoga a quella ipotizzata nel 1936, con lunica differenza che, eliminata ormai la Cecoslovacchia, si prevedeva di impiegare
le forze ungheresi contro la Romania. Il concorso magiaro alle operazioni
italiane si riduceva perci a poche unit di frontiera. La direzione dellattacco italiano era invariata: aggiramento delle montagne slovene attraverso
lAustria, sforzo principale sulla linea Zagabria- Nagykanizsa, con laggiunta di un attacco su Belgrado da Budapest e dalla valle della Morava. Al
riguardo laddetto militare chiedeva di effettuare il passaggio della Drava il
pi a oriente possibile, preferibilmente allaltezza di Osijek. N aveva
assicurato che lattacco sarebbe stato sferrato dal confine italo-jugoslavo
solo qualora la Germania avesse rifiutato di consentire il transito delle forze
italiane attraverso lOstmark.
Per ottenere lappoggio italiano alle rivendicazioni ungheresi durante il
secondo arbitrato di Vienna, laddetto militare assicurava (il 13 agosto a
Roatta e il 16 a Ciano) che il governo ungherese era pronto allintervento.
Un suo promemoria del 19 agosto discuteva anzi tre possibili direttrici dattacco:
da Nagykanizsa si abbreviava di 80 km la marcia su Zagabria, ma era un
vantaggio modesto; le altre due direttrici presentavano invece vantaggi maggiori. Attaccando dalla confluenza della Mura nella Drava verso Ptuj
Varadin era pi facile congiungersi con le forze italiane provenienti da
Ovest; puntando invece da Pcs sul nodo ferroviario di Vinkovci si paralizzava la maggior parte delle linee settentrionali nemiche. Questa seconda
opzione era da preferirsi qualora la Germania avesse consentito il transito
delle forze italiane attraverso lAustria, rendendo possibile un attacco congiunto sulla Voivodina. Altrimenti non restava che cercare di collegarsi il pi
rapidamente possibile in Slovenia.

Il diniego tedesco a consentire il transito di forze italiane giunse il 22


agosto, indirizzando definitivamente le mire italiane verso la Grecia, ma
senza scoraggiare il generale Roatta, ora sottocapo di S. M. dellesercito,
che il 29 annunciava alladdetto militare ungherese linvio entro un mese di
una delegazione italiana incaricata di concordare i dettagli del piano e chiedeva intanto di raccogliere ulteriori informazioni topografiche (a Budapest

396

Future Wars

fu creata a tal fine una speciale commissione). Ancora il 16 settembre


Roatta specificava che lItalia avrebbe concentrato 20 divisioni in territorio
ungherese, nellarea a N della Drava tra la frontiera austriaca e la parte
orientale di Kaposvr. In realt linvio della delegazione italiana fu annullato, ma ancora il 25 ottobre, tre giorni prima dellattacco alla Grecia,
Roatta continuava a parlare di Jugoslavia e il 6 dicembre tornava a promettere alladdetto militare linvio della delegazione.15
Pur in mancanza di documenti, si pu supporre che alla fine vi siano
stati a Budapest colloqui tecnici italo-ungheresi. Un indizio una raccolta
di itinerari dattacco alla Jugoslavia conservata nellarchivio dellufficio
storico italiano16. Pur non essendo datati, gli itinerari sono sicuramente
posteriori al 193017 e anteriori allaggressione. La parte ungherese quella pi elaborata, e gli itinerari coprono proprio larea indicata da Roatta il
16 settembre per lo spiegamento delle truppe italiane. Gli itinerari in territorio austriaco coprono la Stiria meridionale e i valichi alla frontiera
settentrionale dellattuale Slovenia. Ci sono pure otto itinerari in
Macedonia, ovviamente per operazioni provenienti dallAlbania.
Come si deve interpretare lincoerenza tra la posizione ufficiale del
governo Teleki e i piani di aggressione contro la Jugoslavia? Sebbene nel
1936 limpulso fosse venuto dallUngheria, e nel 1940 dallItalia, chiaro che lo scopo della disponibilit ungherese era di rompere lisolamento
e rafforzare limpegno italiano a favore non solo delle rivendicazioni territoriali ma anche della stessa indipendenza ungherese nei confronti della
Germania. Del resto neanche da parte italiana cera una reale intenzione
di attaccare la Jugoslavia. La ragione per cui Roatta continu a parlarne
anche quando ne erano venuti meno i presupposti, era probabilmente solo
di monitorare gli ungheresi e ottenere quante pi informazioni possibili. Il
frutto furono appunto gli itinerari di cui abbiamo accennato: inutili per la
campagna dellaprile 1941, restano nondimeno un documento prezioso
per la storia sociale ed economica del tratto meridionale della regione
Transdanubiana alla fine degli anni 30.
15 MNL K 100. 1940.
16 Archivio dellUfficio Storico dello Stato Maggiore dellEsercito, E10.
17 Il ponte di Alibnfa, fotografato per lItinerario 11 bis, fu consegnato al traffico il 23 agosto 1930. Hidak Zala megyben, Redatto da Trger Herbert, Zalaegerszeg, 2004, p. 106.
Storia della distopia militare

397

War Plan RED/CRIMSON


di Marco Leofrigio

Raiding the Icebox


n We Stand on Guard, un fumetto del 2015, un pugno di eroici civili canadesi sconfigge gli invasori yankee1. Ma linvasione americana del Canada oggetto di almeno due recenti romanzi di storia
controfattuale2 e di vari board game3. Incursione in ghiacciaia (Raiding
the Icebox) il titolo di un articolo comparso sul Washington Post del 30
dicembre 2005 sui piani elaborati tra il 1892 e il 1935 dagli Stati Uniti
nel quadro di uneventuale guerra con lImpero britannico. Ironizzando
sul quagmire iraqeno, il giornale scriveva: quando invaderemo il Canada
nessuno potr mugugnare che non avevamo un piano. Negli Stati Uniti
la guerra col Canada suona infatti comica, come in Italia la guerra con la
Svizzera4; in Canadian Bacon (1995) Michael Moore immagina che la
Casa Bianca, fallito il tentativo di convincere Mosca a una nuova guerra
fredda e scartata lidea troppo assurda di una guerra globale al terrorismo, si lasci trascinare da uno zelante consigliere per la sicurezza nazionale, da un cinico fabbricante darmi e da una banda di vigilantes in una
folle guerra col Canada, scongiurando in extremis lolocausto nucleare5.
Ma i piani di guerra reciproca cerano davvero, sia tra Italia e Svizzera6,
1 Brian K. Vaughan and Steve Skroge, We Stand on Guard, Matt Hollingsworth Fonografiks,
6 Nos (July-December 2015).
2 Peter Sasgen, War Plan Red, Pocket Star Books, 2004; Michael Cnudde, War Plan Crimson (Its 1936: Canada invades U. S.!), Somerset House Press, 2011.
3 Brian Tram, War Plan Crimson, Fieri Dragon Productions, 2001. Invasion of Canada (War
Plan Crimson) An Amerika 3D Printed Set; Milan Becvar, Great War at Sea: U.S. Navy
Plan Crimson, Avalanche Press.
4 V. il 3 episodio nel film Io tigro, tu tigri egli tigra (1978) con Enrico Montesano.
5 Emily Schulz, Michael Moore: A Biography, ECW, Toronto, 2005, pp. 94-120.
6 Alberto Rovighi, Un secolo di relazioni militari tra lItalia e la Svizzera 1861-1961, USSME, Roma, 1987. Maurizio Binaghi e Roberto Sala, La frontiera contesa. I piani svizzeri
di attacco allItalia nel rapporto segreto del colonnello Arnold Keller (1870 -1918), Casagrande, Lugano, 2008.

398

Future Wars

sia tra Stati Uniti e Canada. Questi ultimi furono desegretati nel 1974, e la
loro pubblicazione nel 19777 provoc un incidente diplomatico tra i due
paesi. E ancora nel 1993 uno storico psico-sociologo sostenne che gli Stati
Uniti stavano progettando limminente invasione del Canada con la 10th
Mountain Division8. Ovviamente i piani di contingenza sono prassi normale di tutti gli stati maggiori. Ma quelli reciproci tra Canada e Stati Uniti
fanno emergere gli storici antagonismi fra i tre poli delloriginario nucleo
Nordatlantico, rimossi o minimizzati nel discorso pubblico e confinati alla
storiografia specialistica9.
La conflittualit anglo-americana dal 1775 al 1935
Pari agli Stati Uniti per estensione territoriale, il Canada ha un decimo
della loro popolazione ed economia. La frontiera comune la pi lunga del
mondo, e per oltre un secolo e mezzo stata militarmente sensibile. Gli
Stati Uniti la varcarono invano nel 1775 per sollevare i franco-canadesi e
7 Richard Preston, the Defence of the Undefended Border. Planning for war in North America 1867-1931, McGill-Queens U. P., Montreal, 1977, p. 277.
8 Floyd WebsterRudmin, Bordering on Aggression: Evidence of U.S. Military Preparations
Against Canada, Voyageur Publishing, 1993; Id., A Cognitive History of the Canadian
Avoidance of American Threats, 1910-1990, University of Troms, 1996 online.
9 Gerald M. Craig, The United States and Canada, Cambridge, MA, Harvard U. P. 1968;
J. L. Granatstein and Norman Hillmer, For Better or for Worse: Canada and the United
States to 1990, Copp Clark Pitman, Toronto, 1991; T. Gordon Stewart, The American Response to Canada since 1776, Michigan State U. P., 1992; C. C. Eldridge (Ed.), Kith and
Kin: Canada, Britain and the United States from the Revolution to the Cold War, Cardiff,
University of Wales Press, 1997; John Herd Thompson and Stephen J. Randall, Canada
and the United States: Ambivalent Allies, University of Georgia Press, 2002; Jason Andrew Kaufman, The Origins of Canadian and American Political Differences, Harvard U.
P., Cambridge, MA, 2009.
Storia della distopia militare

War Plan RED/CRIMSON

399

La battaglia di Ridgeway, Ontario, 2 giugno 1866

nel 1812 per annettersi lintero Canada; confronti armati si verificarono


nel 1838 e 1859 per dispute territoriali e nel 1849 un gruppo di notabili
canadesi firm un manifesto per lannessione agli Stati Uniti. Superiori
per terra, ma inferiori per mare allInghilterra, gli Stati Uniti dettero priorit alla difesa costiera: il terzo sistema, studiato nel 1816 e poi ridotto
per ragioni finanziarie da 200 a 42 forti concentrati nel New England, fu
completato nel 1867. Nel 1861-62 la guerra di secessione aveva provocato un nuovo confronto militare alla frontiera canadese, e dopo la vittoria
lUnione chiese allInghilterra 2 miliardi di riparazioni per aver sostenuto
i Ribelli, o, in alternativa, la cessione del Canada; per ritorsione contro i
raid navali confederati provenienti dal Canada, dal 1866 al 1871 Washington toller i raid dei Feniani (coi veterani dellIrish Brigade nordista) che
volevano impadronirsi del Canada per barattarlo con lindipendenza irlandese. Una delle ragioni per cui nel 1867 il Canada fu elevato a Dominion
fu proprio per contrapporre una identit nazionale canadese10 alle mire annessioniste della Repubblica, riaccese con le dispute sullAlaska, lOregon
10 James Sturgis, Learning about Oneself: The Making of Canadian Nationalism, 18671914, in Eldridge, op. cit., pp. 95-118.

400

Future Wars

e la British Columbia.
Al 1871 risalgono i primi due romanzi
americani di fantaguerra tra Gran Bretagna
e Stati Uniti, nel ruolo di aggressori insieme a una Coalizione europea oppure alla
sola Russia; trionfa la Royal Navy e viene
restaurata la Confederazione11. In un romanzo britannico del 1885, la rivoluzione
feniana appoggiata dagli immigrati anarcosocialisti complotta per assassinare la regina Vittoria e provoca lintervento delle Nazioni Europee e loccupazione permanente
degli Stati Uniti12. In tre romanzi del 188889 il casus belli sono i diritti di pesca nelle acque canadesi: nel primo a perorare la
guerra Lord Randolph Churchill, il padre di Winston13. Come in altri due
romanzi del 1896 e 189714, gli americani occupano il Canada orientale, ma
la flotta inglese distrugge quella americana e bombarda la costa Atlantica.
La forza dellAmerica sta nelliniziativa individuale: audaci scienziati, intrepidi corsari, perfino un cartello patriottico di capitalisti e imprenditori
(American War Syndicate) che prende la guerra in appalto e sperimenta
nuove superarmi elettriche.
I romanzi riflettono la collisione tra due placche tettoniche imperiali,
resa inevitabile dalla crescente potenza economica degli Stati Uniti15, con
11 Abraham Hayward, The Second Armada; An., The Battle of Ironclads. Hallie Williams. A
True Daughter of the South (1900) una storia controfattuale della guerra civile, vinta dai
Ribelli grazie alla flotta inglese [Everett F. Bleiler, Science-Fiction. The Early Years, The
Kent State U. P., 1990, NN. 1075, 267d e 2338, pp. 356, 84 e 820].
12 Sir Henry Standish Coverdale (pseud.), The Fall of the Great Republic [Bleiler, N. 487,
p. 162].
13 Samuel Barton, The Battle of the Swash and the Capture of Canada (1888); Francis R.
Stockton, The Great War Syndicate (1889); W. H. C. Lawrence, The Story of 92 (Toronto,
1889). [Bleiler, NN. 135, 2014, 1285, pp. 41, 709, 426].
14 Francis George Burton, The Naval Engineer and the Command of the Sea (N. Y., 1896);
James M. Galloway, John Harvey (Chicago 1897) [Bleiler, NN. 338 e 1541, pp. 112 e
516].
15 Brooks Adams, The Law of Civilization and Decay (1895), Americas Economic SupremaStoria della distopia militare

War Plan RED/CRIMSON

401

la loro penetrazione commerciale nel Pacifico e nei Caraibi, la politica


navale perorata fin dal 1890 dal comandante Mahan e la ripresa della dottrina Monroe. Nel 1889-1892 torn a formarsi in Canada un movimento
pro annessione, appoggiato dal partito liberale. Nel 1895 Londra reag con
durezza alle ingerenze americane nella disputa sui confini tra la Guyana
britannica e il Venezuela, e Theodore Roosevelt sollecit an immediate
war with Great Britain for the conquest of Canada16.
Quando finalmente la Gran Bretagna accett larbitrato proposto dal
presidente Cleveland, i media enfatizzarono la svolta, ora nota come The
Great Rapprochement17. Questa si tradusse nei reciproci avalli del 1898
su Cuba e Sudafrica e nellintervento congiunto in Cina, ma laccordo
fu di breve durata, tanto che il tema della guerra anglo-americana torn
in un romanzo del 190418. LInghilterra si sent sfidata dal corollario
Roosevelt alla dottrina Monroe contro lintervento europeo in Venezuela,
dal controllo del Canale di Panama (che rendeva il Seapower americano
superiore a quello britannico) e dalla mediazione della pace russo-giapponese che valse a Roosevelt il Nobel (1906). A loro volta gli Stati Uniti
presero male lalleanza anglo-giapponese19 del 1902, rinnovata nel 1905
e nel 1911 e lingerenza britannica durante la Rivoluzione Messicana20 a
cominciare dallincidente di Mexicali (1910)21. La crisi raggiunse lacme
cy (1900), The New Empire (1903), tutti pubblicati da The Macmillan Coy, New York-London. V. The Americanization of the World, New York-London, Horace Markley, 1902, del
giornalista inglese William Thomas Stead.
16 Crimson War Plan in Globalsecurity (cit. la lettera di Roosevelt al generale James Harrison Wilson del 5 novembre 1895, in Edmund Morris, The Rise of Theodore Roosevelt,
1979, pp. 530-531).
17 Bradford Perkins, The great rapprochement: England and the United States, 1895-1914,
Atheneum, 1968; Iestyn Adams, Brothers Across The Ocean: British Foreign Policy and
the Origins of the Anglo-American special relationship, Tauris, 2005..Rebekah Brown,
A History of the Anglo-American Special Relationship, Ashbrook Statesmanship Thesis, 2012.
18 James Barnes, The Unpardonable War, New York: [Bleiler, N. 122, p. 38].
19 Philips OBrien (Ed.), The Anglo-Japanese Alliance, Routledge, London, 2004.
20 Peter Calvert The Mexican revolution (1910-1914): The diplomacy of the Anglo-American
conflict, Cambridge U. P., 1968.
21 Mark C. Gleason, From Associates to Antagonists: The United States, Great Britain, The
First World War, and the origins of War Plan Red 1914-1919 , University of North Texas,
2012, pp. 21-23.

402

Future Wars

nel 1913 col riconoscimento inglese del presidente Huerta, inviso a Washington per lassassinio di Madero, e con la fornitura di armi da parte
del Giappone (per reazione alle restrizioni californiane allimmigrazione
nipponica). Grazie al carburante messicano la flotta inglese poteva infatti
attaccare anche dai Caraibi, contemporaneamente ad un attacco nipponico sulla costa del Pacifico. Temendo addirittura un imminente sbarco di
200.000 giapponesi, il vertice militare interforze (Joint Army and Navy
Board, creato nel 1903 da Roosevelt) prese liniziativa di concentrare forze navali alle Hawaii e nelle Filippine. La marina aveva fatto lo stesso nel
1898, ma il presidente Wilson, meno corrivo di McKinley, oltre a dare il
contrordine, and su tutte le furie per la violazione delle sue prerogative
costituzionali22.
Lantagonismo anglo-americano era comunque attenuato dalle rispettive correnti atlantiste, rafforzate dalla grande guerra. In opposizione
alla politica wilsoniana di neutralit armata, Leonard Wood e Roosevelt
lanciarono il movimento della Preparedness; e dopo lincidente del Lusitania e lincursione di Pancho Villa su Columbus, lo stesso presidente
fu convinto dal suo consigliere Edward Mandell House a varare un enorme potenziamento militare e a sostenere le democrazie. Tuttavia i prestiti
allIntesa, i Quattordici Punti e lintervento nella grande guerra non eliminarono, ma paradossalmente resero pi acuta la competizione tra lImpero
e la Repubblica23. Gi nellottobre 1918 la missione commerciale inglese
in Sudamerica fu vista a Washington come una indebita concorrenza ai
negoziati della Armstrong-Vickers col governo brasiliano24. Oltre alle profonde divergenze che portarono alla dissociazione americana dalla pace
Cartaginese (come la definiva Keynes), gli attriti strategici erano tali da
far scrivere a Wilson, subito dopo la conclusione della pace che si sarebbe potuti giungere ad una guerra con la Gran Bretagna.25

22 War Plan Red Orange, online nel sito Globalsecurity.


23 Keith Robbins, Partners and Rivals: Britain, the United States and the Impact of the First
World War, in Eldridge, op. cit., pp. 137-146.
24 Thomas C. Mills Post-War Planning on the Periphery-Anglo-American economic diplomacy in South America, 1939-1945 Edinburgh U. P., 2012.
25 Gleason, op. cit.
Storia della distopia militare

War Plan RED/CRIMSON

403

La conquista americana degli Oceani (1915-1930)


Il pungolo anglofobo veniva dalla Marina, convinta di dover giocare un
ruolo attivo in diplomazia26. Gi il piano quinquennale elaborato nel 1915
dal segretario Josephus Daniels e dal capo di S. M. ammiraglio William
Benson, puntava alla supremazia navale ed era quindi orientato non contro la Germania, ma contro il Seapower anglo-giapponese. Nel corso del
conflitto Benson segnal ripetutamente a Daniels che le modalit di applicazione del blocco navale britannico contro gli Imperi Centrali danneggiavano in modo troppo pesante lexport statunitense, e gi nel dicembre
1918 ipotizzava che war with Great Britain may come27. Nonostante gli
ammonimenti dei diplomatici atlantisti come W. V. Pratt a non esasperare
la competizione navale con la Gran Bretagna per non ricadere nella logica del 181228, la preoccupazione della U. S. Navy per lalterazione degli
equilibri strategici prodotta dallalleanza anglo-giapponese e dalla scomparsa della Hochseeflotte era tale che Daniels definiva i negoziati di pace
the Naval Battle of Paris e che i delegati americani a Versailles giunsero
a ipotizzare la sopravvivenza di un nucleo della Kaiserliche Marine per
fungere da contrappeso alla Royal Navy29. Il Primo Lord del Mare, Ammiraglio Rosslyn Wester-Wemyss, ebbe al riguardo vari colloqui con Daniels
e Benson, sentendosi sempre ribadire la richiesta americana della parit
navale (U. S. Navy must equality with British Navy), mentre la stampa
americana denunciava il British Navalism con gli stessi toni della precedente campagna contro il German militarism. Alla conferenza navale di
Washington (13 novembre 1921-6 febbraio 1922) si raggiunse un compromesso, limitando la parit alle navi pi simboliche e costose (da battaglia
e portaerei) ed escludendo gli incrociatori, categoria che lInghilterra considerava indispensabile per il blocco economico e il controllo delle linee
marittime, vale a dire per leffettivo esercizio del Seapower30. Il Trattato
26 Come segnalano gli articoli comparsi fra il 1910 e il 1940 su Proceedings, la rivista dellU
S Naval Institute (Paul Y. Hammond, Organizing for Defense: The American Military Establishment in the 20th Century, Princeton U. P., 2015, p. 69, nt. 34).
27 Gleason, op. cit.
28 W. V. Pratt, Naval Policy and Its Relation to World Politics, Proceedings, xlix (July1923), pp. 1073-24.
29 Gleason, op. cit..
30 John R. Ferris, The Symbol and the Substance of Seapower: Great Britain, the United

404

Future Wars

pose inoltre fine allalleanza anglo-giapponese31 e contribu a indirizzare il


Giappone verso la disastrosa decisione di puntare sulle grandi navi e sulla
battaglia decisiva anzich sulla pi redditizia guerra sottomarina32.
Diversamente da Washington, Londra considerava gli equilibri navali meno importanti di quelli
economici. Lloyd George viet alla Royal Navy di
studiare una possibile guerra con gli Stati Uniti, per
non dare pretesto a richieste di riarmo navale insostenibili sul piano finanziario. Fin dallottobre 1916
J. M. Keynes aveva osservato che la dipendenza finanziaria dallAmerica metteva in questione la sopravvivenza dellimpero33. Nel dopoguerra questa
preoccupazione rafforz la resistenza contro la deriva atlantista della politica britannica. Sotto la pressione degli isolazionisti imperiali il cui capofila era sir Maurice Hankey (1877-1963),
gi analista della Naval intelligence e poi segretario del Gabinetto e del
Comitato di Difesa imperiale (CID) dal 1912 al 1937 nel 1919 il Canada
rifiut la proposta americana di libero scambio34. Da parte britannica rimase per tutto il primo decennio postbellico una profonda e latente diffidenza verso lAmerica35, nonostante il negoziato sul debito di guerra inglese
States and the One-Power Standard, 1919-1921, in Brian J. C. McKercher (Ed.), Anglo-American relations in the 1920s: The Struggle for Supremacy, University of Alberta
Press, 1990, pp. 55-80.
31 Zoltn i. Bzs, The Color of Threat: Race, Threat Perception, and the Demise of the Anglo-Japanese Alliance (1902-1923), Security Studies 22, No 4 (2013), pp. 573-606.
32 David Evans and Mark Peattie, Kaigun: Strategy, Tactics and Technology in the Imperial
Japanese Navy, 1887-1941. Naval Institute Press, Annapolis, 1997.
33 J. M. Keynes, The Financial Dependence of the United Kingdom on the United States of
America, 10 October 1916. Il manoscritto originale, e la copia dattiloscritta, sono nelle J.
M. Keynes Papers, JMK/T/14 (Treasury official 1915-19: war finance. Papers concerning
the state of Anglo-American relations, September 1916). Cfr. G. C. Peden, Arms, Economics and British Strategy: From Dreadnoughts to Hydrogen Bombs, Cambridge U. P., 2007,
p. 77.
34 Frank C. Costigliola, Anglo-American Financial Rivalry in the 1920s, The Journal of
Economic History, 37, No. 4 (1977), pp. 911-934. Tim Rooth, The Political Economy of
the North Atlantic Triangle, in Eldridge, op. cit., pp. 147-176.
35 McKercher, The Deep and Latent Distrust. The British Official Mind and the United
States, 1919-1930, in Id., op. cit., pp. 209-238.
Storia della distopia militare

War Plan RED/CRIMSON

405

(1922) e limpegno di un consorzio finanziario americano promosso da J.


P. Morgan (1924) per consentire una soluzione almeno interlocutoria alla
questione delle riparazioni di guerra tedesche36. Anche la crescente americanizzazione della cultura e della vita quotidiana provocava in Inghilterra forti reazioni scioviniste e protezioniste, al punto che nel 1925 furono
lanciate campagne per il boicottaggio dei film e prodotti americani (Buy
British)37.
Nel 1923, se Billy Mitchell perorava unalleanza anglo-americana contro il Giappone38, la Naval Intelligence americana attribuiva allex-premier
Lloyd George laffermazione che lunica minaccia contro la Gran Bretagna nel prossimo futuro proveniva dagli Stati Uniti e che i punti di frizione
erano, nellordine, la questione irlandese, la rivalit navale e il debito di
guerra39. Nel febbraio 1927 il presidente Calvin Coolidge promosse una
nuova conferenza navale, a Ginevra, per estendere le limitazioni navali
pure agli incrociatori: lobiettivo era di dimezzare i 70 britannici, in modo
da poterli bilanciare coi nuovi 25 programmati dallU. S. Navy40. Gli interessi erano per inconciliabili e il fallimento della conferenza fece addirittura temere la guerra, tanto da motivare lappello pacifista del comandante
Kenworthy, un deputato laburista proveniente dalla marina41. Ancora l11
novembre 1928, nel decennale dellarmistizio, Coolidge polemizz col
navalismo britannico e rilanci lobiettivo della Big Navy, la flotta pi
36 Kathleen Burk, The House of Morgan in Financial Diplomacy, 1920-1930, in McKercher, pp, 125-157.
37 Anna Engebretson, The American Challenge and the British National Press: 1925-1930,
Thesis, University of Leicester, 2012.
38 Galen Roger Perras, Kathrina E. Kellner, A perfectly logical and sensible thing: Billy
Mitchell Advocates a Canadian-American Aerial Alliance against Japan, The Journal of
Military History, 72, No. 3 (July 2008), pp. 785-823.
39 J. Kenneth McDonald, The Washington Conference and the Balance of Power, 192122, in John B. Hattendorf and Robert S. Jordan (Eds.), Maritime Strategy and the Balance of Power: Britain and America in the Twentieth Century, Macmillan, London, 1989,
pp. 189-210 [Cit. in Hattendorf, Changing American Perceptions of the Royal Navy Since
1775 Posted on July 1, 2014 (paper originally presented at The Navy is the Nation Conference, held at Portsmouth Historic Dockyard, Portsmouth, Hampshire, England, 18-19
April 2012)].
40 Leo Marriott, Treaty Cruisers: The First International Warship Building Competition. Pen
& Sword, Barnsley, 2005
41 Joseph Montague Kenworthy, Peace or War?, Boni & Liveright, 1927.

406

Future Wars

potente del mondo. La crisi del 29 favor tuttavia la ripresa del negoziato
navale, concluso col trattato di Londra, che teneva conto delle esigenze
britanniche consentendo una superiorit della Royal Navy nella categoria
degli incrociatori leggeri.
La genesi del Plan RED
Come ha recentemente ricordato John Hattendorf, decano del Naval
War College, Mahan himself drafted the first American naval war plan in
1890 based on a concept for a weak U.S. Navy to operate with a defensiveoffensive strategy.42. Lidea fondamentale era ovviamente di sfruttare la
superiorit terrestre per privare la flotta britannica delle sue basi nel Canada Orientale e limitarne cos lautonomia. Il 15 dicembre 1892 lo S. M.
dellesercito (Adjutant-General Office) chiese ai comandanti regionali di
studiare la conquista del Canada. Analoghi studi furono fatti nel 1894 e
1896 per la presa di Halifax e del New England43.
Con la costituzione, il 17 luglio 1903, del Joint Army and Navy Board,
precursore dellattuale Joint Chiefs of Staff, la pianificazione bellica ame42 Steven T. Ross, American War Plans 1890-1939, Routledge, 2013, pp. 8-9.
43 Ross, cit,, pp. 7 e 11.
Storia della distopia militare

War Plan RED/CRIMSON

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ricana assunse una crescente connotazione interforze, da cui scaturirono i


c. d. Color Coded War Plans del 1918-193844 elaborati dal Joint Planning
Committee, cos chiamati perch i possibili belligeranti erano indicati con
vari colori: Blue gli Stati Uniti, Orange il Giappone, Yellow la Cina, Black
la Germania, Gold la Francia, Red la Gran Bretagna, Crimson il Canada e
Scarlett Australia e Nuova Zelanda45. Lunica potenza che poteva sperare
di vincere una guerra contro lAmerica era ovviamente lImpero britannico46: veniva presa in considerazione pure lipotesi Red/Orange, ossia di
una coalizione anglo-giapponese, definita per unlikely nel 1924 e highly improbable nel 193547.
Il Canadian Defence Scheme No. 1
Sul Canada vegliava per il tenente colonnello James Buster Sutherland Brown
(1881-1951)48, che idolatrava lImpero e
detestava gli yankee. Famoso come organizzatore logistico della forza di spedizione
canadese nella grande guerra e nominato nel
1920 direttore del G2 (military operations
and intelligence49), Buster elabor un piano
di difesa (Defence Scheme No. 1, 12 aprile
192150), che, sul presupposto di un imminen44 Louis Morton, Germany First: The Basic Concept of Allied Strategy in World War II, in
Kent Roberts Greefield (Ed.), Command Decisions, Center of Military History CMH Pub
70-7, U.S. Army, Washington, 1960, 2002, pp. 11-48. Blaine L. Pardoe, Never Wars: The
US War Plans to Invade the World, Fonthill Media, 2014.
45 Esistevano pure piani per linvasione di Messico (Green), Cuba (Tan), Centroamerica,
Caraibi e Azzorre (Gray), Sudamerica (Purple, Violet), Filippine (Brown) e Islanda (Indigo) e un Plan White per lo stato dassedio (Internal disturbances).
46 Morton, cit., p.13.
47 Red Orange Plan, Globalsecurity.
48 Atholl Sutherland Brown, Buster: A Canadian Patriot and Imperialist, Trafford Publishing, Victoria, BC, 2004.
49 Arold A. Skaarup, Out of Darkness--Light: A History of Canadian Military Intelligence,
iUniverse, Lincoln, 2005. Rhodri Jeffrey-Jones and David Stafford (eds.), American-British-Canadian Intelligence Relations, Routledge, 2014.
50 Preston, op. cit.. V. Defence Scheme No. 1, en-wikipedia.

408

Future Wars

te attacco americano su Montreal e Ottawa, prevedeva una serie di raid


diversivi di colonne volanti canadesi contro obiettivi nevralgici in territorio americano, con lo scopo di guadagnare tempo per larrivo dei soccorsi britannici: la stessa strategia adottata dai Boeri nella prima fase del
conflitto sudafricano in attesa di un intervento tedesco. Il piano prevedeva
loccupazione di Seattle, Spokane e Portland ad Ovest e di Fargo e St Paul
al Centro, offensive su Albany e nel Maine ad Est e raid limitati nei Grandi
Laghi. Le forze dovevano poi ripiegare distruggendo le linee di comunicazione. Per saggiare il terreno, fra il 1921 e il 1926 Brown e altri ufficiali
condussero pure imbarazzanti ricognizioni clandestine nel Vermont51. Nel
1928 il nuovo capo di S. M., Andrew McNaughton, abbandon il piano
di Buster e lo trasfer a comandare la British Columbia. Qui nel 1931
Brown elabor lo Scheme No. 2, che mirava a difendere la Costa del Pacifico e la neutralit canadese in caso di guerra tra Stati Uniti e Giappone, e
che fu approvato dal governo solo nel 193652.
Il Joint Army and Navy Basic War Plan Red (1930-1935)
Basato sui wargame svolti presso il Naval War College e sugli studi
della Divisione Intelligence dellArmy War College a seguito delle sopra
citate tensioni del 1927, il piano interforze per la guerra contro lInghilterra (Joint Army and Navy Basic War Plan Red) fu approvato il 10 mag51 Pierre Berton, Marching as to War - Canadas Turbulent Years 1899-1953, Anchor Canada, 2002.
52 David J. Bercuson and J.L. Granatstein, Defence Scheme No. 2, in Dictionary of Canadian Military History, Oxford U. P., 1992, p. 61.
Storia della distopia militare

War Plan RED/CRIMSON

409

gio 1930 dai segretari della Guerra e della Marina, integrato nel febbraio
1931 dai piani di forza armata, ed emendato nel 1934 prevedendo luso
immediato dei gas e il bombardamento strategico di Halifax. Nel febbraio
1935 il Congresso stanzi 57 milioni di dollari per la costruzione di tre
basi aeree strategiche lungo il confine canadese: camuffata da aeroporto
civile, la base nei Grandi Laghi dominava la Penisola dellOntario, cuore
dellindustria canadese. Per errore la notizia trapel e comparve sul New
York Times del 1 maggio. In agosto lesercito americano svolse le sue pi
grandi manovre in tempo di pace alla frontiera canadese, con 36.000 uomini e 15.000 in riserva in Pennsylvania. Il 18 dicembre il piano fu sottoposto
al presidente, ma non fu approvato53.
Il piano considerava come causa della guerra la constantly increasing Blue economic penetration and commercial expansion into regions
formerly dominated by Red trade. Per evitare la rovina economica, Red
avrebbe dovuto distruggere la marina mercantile e il commercio estero di
Blue e occuparne i possedimenti doltremare incluso il Canale di Panama.
Per non apparire come laggressore, Red avrebbe cercato to provoke Blue
into acts of hostility. Lobiettivo di Blue sarebbe allora divenuto la definiva expulsion di Red dal Nord e Sud America e la sua definite elimination as a strong competitor in foreign trade. La guerra sarebbe stata
A War of long duration, involving the maximum effort of the armed
forces and civil power of the United States, directed initially toward the
isolation of Crimson from Red and the defeat of Red armed forces in North
America and the Western North Atlantic, including the Caribbean Sea and
the West Indian waters, and finally toward the economic exhaustion of the
Red Kingdom.

Compito principale dellesercito era di occupare Winnipeg, le Cascate


del Niagara e lOntario per tagliare la Canadian Pacific Railway e la rete
53 US National Archives, Records of the Joint Board,1903-1947, Roll 10, J.B. Report No. 325,
Serial No. 435 (War Plan Red) to No. 641. Navy Basic Plan Red (W. P. L. 22, February
1931). F. W. Rudmin, A 1935 US Plan for Invasion of Canada, online su glasnost.de , 1 Feb.
1995). Christopher M. Bell, Thinking the Unthinkable: British and American Naval Strategies for an Anglo-American War, 1918-31, International History Review, (November
1997) 19, No. 4, pp. 789-808. John Major, War Plan Red: The American Plan for War with
Britain,Historian58, No. 1 (1998), pp 1215. Kevin Lippert, War Plan Red: The United
States Secret Plan to Invade Canada and Canadas Secret Plan to Invade the United States,
Princeton Architectural Press, New York, 2015.

410

Future Wars

idroelettrica e neutralizzare le industrie militari, e infine to gain complete


control of Crimson. La marina doveva invece tagliare le comunicazioni marittime, impadronendosi di Halifax con una Expeditionary Force di
25.000 marines e di tutte le basi britanniche dei Caraibi, per poi attaccare
le maggiori rotte commerciali britanniche.

Storia della distopia militare

411

Patriotism Prepaid
di Virgilio Ilari
patriotism...bought and paid for is not patriotism.
President Coolidge, May 15th 1924, vetoing
a bill granting bonuses to the Veterans of WWI
In the background of the Great Depression and New Deal, the Bonus Army
March (1932), the Business Plot against FDR (1934) and the funny apologue
of the Veterans of Future Wars (1936) show how difficult it is to predict the
unintended consequences of the victories and their continuing financial costs
in the medium and long term. But it is illusory to hope that the spiraling costs
will deter the U. S. from waging war.

ettendo fine alloccupazione militare degli Stati ex-confederati,


il Posse Comitatus Act del 1878 viet limpego dellesercito federale in compiti di ordine pubblico interno, tranne che nel territorio del Distretto Federale, sede degli organi costituzionali. Leccezione
fu motivata col precedente del 1783, quando era stato necessario far intervenire le poche truppe permanenti conservate dopo la guerra dindipendenza, per disperdere 400 veterani della Continental Army, i quali, licenziati senza paga due anni prima, avevano assaltato in armi la State House
di Philadelphia costringendo il Congresso a fuggire a Princeton, e bivaccato poi per settimane in quella che era allora la capitale della Repubblica1.
Il secondo intervento dellesercito federale nella capitale degli Stati Uniti
avvenne un secolo e mezzo pi tardi, e anche stavolta contro una manifestazione di veterani.
In realt i veterani della Continental Army ricevettero terre per due milioni di acri e pensioni di 80 dollari lanno: lultima a goderne, a titolo
di reversibilit, fu la vedova di un arzillo veterano nata 37 anni dopo la

1 John A. Nagy, Rebellion in the Ranks: Mutinies of the American Revolution, Yardley (PA),
Westholme Publishing 2007, pp. 217 ss.

412

Future Wars

guerra e morta l11 novembre 19062. I veterani delle guerre successive


furono invece assai meno fortunati. Solo nel 1871 furono accordate pensioni ai pochi superstiti del 1812, nel 1885 a quelli del 1846 e nel 1890 a
quelli della guerra civile, favoriti dal fatto che le associazioni dei veterani
nordisti (GAR) e sudisti (UCV) erano le rispettive macchine elettorali dei
Repubblicani e dei Democratici. Ai veterani della guerra ispano-americana
furono corrisposti 867 milioni, mentre le operazioni militari, incluse quelle
contro Aguinaldo, ne costarono solo 629.
Durante la grande guerra gli Stati
Uniti mobilitarono per oltre 4 milioni di uomini, in gran parte reclutati
attraverso una coscrizione fortemente
iniqua. Nellaprile 1917 la borghesia aveva intonato Over There commuovendosi per il patriottismo degli
hyphenated, ma dopo larmistizio cominci a temere che i reduci portassero a casa il germe del bolscevismo.
Il rimpatrio di due milioni di uomini
dalla Francia si protrasse per mesi e,
per contrastare indisciplina e sovversivismo, su proposta del tenente colonnello Theodore Roosevelt jr (18871944), figlio del presidente omonimo,
il governo promosse unassociazione patriottica di reduci.3 Fondata a Parigi
il 17 marzo 1919, lAmerican Legion (AL) mirava soprattutto a prevenire derive rivoluzionarie, contrapponendo la retorica dei valori nazionali
(Americanism) al preteso pericolo bolscevico. Vi furono anche scontri
sanguinosi col sindacato operaio di estrema sinistra (JWW), in particolare
il massacro di Centralia (sobborgo di Washington) avvenuto durante il pri2 Esther Sumner Damon (1814-1906).
3 George Seay Wheat, The Story of the American Legion, New York and London, G. P. Putnams Sons, 1919. William Pencak. For God & Country: The American Legion, 19191941, Boston, Northeastern University Press, 1989. Thomas A. Rumer. The American Legion: An Official History, 1919-1989. New York: M. Evans, 1990.
Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

413

mo anniversario dellarmistizio. Il National Commander Alvin M. Owsley


(1888-1967) dichiar nel 1923 che lAL era lequivalente americano delle
camicie nere italiane4.
Vantando un milione di membri, lAL fece valere il suo peso elettorale, appoggiando di volta in volta candidati di entrambi i partiti e facendo
lobbismo a favore dei veterani. Del resto erano rappresentati anche nel
Congresso, perch ben 15 senatori e 63 deputati avevano fatto la guerra.
Durante la guerra il governo aveva corrisposto un assegno mensile alle
famiglie dei soldati e incentivato le assicurazioni sulla vita, ma allatto del
congedo i veterani ricevettero una buonuscita di appena 50 dollari. Nel
1920 lAL reclam un ricalcolo della penalizzazione economica subita per
i mesi trascorsi sotto le armi, sottopagati a 30 dollari. Un primo progetto
presentato dal deputato Joseph W. Fordney prevedeva lopzione tra unindennit una tantum e un credito per listruzione o per lacquisto di una casa
o di una fattoria. Il Fordney Bill fu respinto dal senato perch comportava
una spesa di 5 miliardi (mentre il PIL stava crollando dagli 88 miliardi del
1920 ai 73 del biennio 1921-22). Nel 1922 il Congresso approv un nuovo
Bill, che riduceva lonere a 4 miliardi sopprimendo lopzione del prestito
fondiario, ma poi si arrese al veto del presidente Warren Harding, che eccepiva la mancata copertura fiscale e contestava pure il fondamento etico e
giuridico del beneficio concesso a gente che in maggioranza non era stata
al fronte. Una terza proposta, che convertiva lindennit in una polizza assicurativa, fu infine approvata dal Congresso il 19 maggio 1924, ignorando
il veto opposto dal nuovo presidente Calvin Coolidge.
Il World War Adjusted Compensation Act, o Bonus Act, riconosceva un
credito di 1 dollaro per ogni giorno trascorso sotto le armi, pi un quarto
di dollaro per ogni giorno di servizio oltremare: con un massimo, rispettivamente, di 500 e 625 dollari [= 5.924 e 7.899 del 2010]. Inoltre venivano
liquidati immediatamente solo i crediti dei deceduti e quelli inferiori a 50
dollari. Quelli superiori erano convertiti in certificati di servizio rettificati, analoghi a polizze assicurative ventennali di importo pari al 125 per
cento del credito, rimborsabili nel 1945, salva la liquidazione agli eredi in
4 Robert Justin Goldstein, Little Red Scares: Anti-Communism and Political Repression
in the United States, 1921-1946, Farnham, Ashgate Publishing, Ltd., 2014.

414

Future Wars

caso di premorienza. Secondo la consulenza resa al Comitato della Camera


da Herbert Hess, ragioniere generale della Citt di New York, i 3.662.374
certificati comportavano un onere di 3,6 miliardi di dollari [equivalenti a
45,7 miliardi del 2010, ma pari al 3,7 per cento del PIL 1925]. Lonere era
coperto da un fondo dinvestimento alimentato da 20 versamenti annuali
di 112 milioni, e, a partire dal 1927, i titolari dei certificati potevano chiedere un prestito sino al 22,5 per cento del credito iscritto.
* * *
Sulle prime i veterani furono soddisfatti del compromesso, ma dopo il
venerd nero di Wall Street molti persero il lavoro e tornarono a chiedere
il pagamento immediato. La richiesta, non condivisa dallAL e promossa
dalla pi radicale associazione dei Veterani delle Guerre Esterne (VFW)5
capeggiata dal giovanissimo ex-marinaio James Edward van Zandt (18981986), fu sponsorizzata dai congressisti democratici, ma il presidente
Herbert Hoover e i repubblicani replicarono che ci avrebbe reso necessario aumentare le tasse, vanificando gran parte del vantaggio per gli stessi
veterani. In ogni modo nel 1931 il tetto dei prestiti fu elevato al 50% del
credito e nel 1932 se ne erano gi avvalsi 2,5 milioni di veterani per un
totale di 1,4 miliardi.
LAL, che aveva invitato Mussolini alla convention del 1930, invit a
quella del 1931 il generale Smedley Butler, tuttora il marine col maggior
numero di decorazioni al valore, che Hoover aveva fatto deferire alla corte
marziale per aver detto peste e corna del duce provocando un incidente
diplomatico con lItalia6. E nel discorso del 21 agosto 1931 alla convention
di New Britain, Connecticut, Butler lasci attonito il publico con una clamorosa denuncia del vero scopo, cinicamente affaristico, degli immacolati
interventi militari esterni a cui aveva preso parte:

5 Herbert Molloy Mason Jr., VFW: Our First Century, Lenexa (Kansas), Addax Publishing
Group, 1999. Fondata nel 1913 sul modello dellassociazione dei veterani nordisti (Grand
Army of the Republic), la Veterans of Foreign Wars derivava dalle associazioni dei veterani della guerra ispano-americana.
6 Smedley Darlington Butler (1881-1940). Hans Schmidt, Maverick Marine: General

Smedley D. Butler and the Contradictions of American Military History, Lexington,


University Press of Kentucky, 1998.

Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

415

I spent 33 years...being a high-class muscle man for Big Business, for


Wall Street and the bankers. In short, I was a racketeer for capitalism....
I helped purify Nicaragua for the international banking house of Brown
Brothers in 1909-1912. I helped make Mexico and especially Tampico
safe for American oil interests in 1916. I brought light to the Dominican
Republic for American sugar interests in 1916. I helped make Haiti and
Cuba a decent place for the National City [Bank] boys to collect revenue
in. I helped in the rape of half a dozen Central American republics for the
benefit of Wall Street....
In China in 1927 I helped see to it that Standard Oil went its way
unmolested....I had...a swell racket. I was rewarded with honors, medals,
promotions....I might have given Al Capone a few hints. The best he could
do was to operate a racket in three cities. The Marines operated on three
continents...7

Nel gennaio 1932 25.000 disoccupati


della Pennsylvania fecero una marcia
su Washington, bissando unanaloga
dimostrazione avvenuta durante la crisi
del 1893. Incoraggiato da questo precedente, un comitato spontaneo di veterani senza lavoro n casa, capeggiato
dallex-sergente Walter W. Waters, indisse in giugno una manifestazione ben
pi imponente in sostegno della proposta
di legge per il pagamento immediato del
bonus, presentata dal deputato texano
Wright Patman. Alla marcia, battezzata
da Waters Bonus Expeditionary Force
e dai media Bonus Army, presero parte 17.000 reduci e 26.000 familiari
e simpatizzanti di altre organizzazioni di sinistra8.
Il Bonus Bill fu approvato dalla Camera il 15 giugno, ma il 17 fu re7 Jules Archer, The Plot to Seize the White House. The Shocking True Story of the Conspiracy to Overthrow FDR, Skyhorse Publishing 1973, reprinted 2007, 2015, pp. 118-119.
8 Roger Daniels, The Bonus March: An Episode of the Great Depression. Westport, (CT),
Greenwood Publishing, 1971. Paul Dixon and Thomas B. Allen, The Bonus Army. An
American Epic, Walker & Company, 2004.

416

Future Wars

spinto dal Senato, tra le proteste dei dimostranti ammassati davanti al


Campidoglio. Nonostante la sconfitta, i veterani decisero di proseguire
la protesta ad oltranza, costruendo una Hooverville9, battezzata Camp
Marks, in unarea acquitrinosa sulla riva sinistra dellAnacostia presso
i Ponti dell11a Strada) e campi minori sulla destra del fiume. Si era alla
vigilia delle elezioni, e la Bonus Army fu visitata e incoraggiata pure da
Butler, candidato alle primarie repubblicane per il seggio senatoriale della
Pennsylvania, come sostenitore del proibizionismo.

Bonus Army marchers (left) confront the police


(National Archives and Records Administration 595233. Wikimedia commons)

Temendo che la sfida dei veterani potesse catalizzare le pulsioni populiste di destra e di sinistra, Hoover scelse infine la maniera forte. Il 27 luglio
lAttorney General ordin di sgombrare le propriet federali, e nelloperazione la polizia aperse il fuoco uccidendo due veterani, uno dei quali immigrato lituano, e facendo un migliaio di feriti, senza per riuscire
nellintento. Hoover trasfer allora il compito allesercito e il capo di stato
9 Durante la Grande Depressione le baraccopoli dei senza casa venivano beffardamente
chiamate Hovervilles in onore del presidente.
Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

417

maggiore, generale Douglas McArthur, volle personalmente guidare loperazione, nonostante fosse sconsigliato dal suo primo aiutante di campo,
il futuro presidente Dwight David Ike Eisenhower. McArthur era infatti
convinto che la Bonus Army fosse pilotata dai comunisti, anche se lintelligence militare aveva ridimensionato la loro presenza nel comitato organizzativo. Le truppe, 500 uomini del 12th Infantry e 600 del 3rd Cavalry con
maschere antigas e 6 carri Renault, erano comandate dal futuro generale
dacciaio George Smith Patton, allora maggiore.
Allalba del 28 le truppe furono schierate sulla Pennsylvania Avenue.
Credendo che fossero state mandate a difenderli dalla polizia, i dimostranti le applaudirono, ma allimprovviso furono caricati dalla cavalleria di
Patton. Poi intervennero i fanti con le baionette inastate e il gas lacrimogeno
sgombrando i campi minori. I dimostranti si rifugiarono allora oltre lAnacostia e Hoover ordin di cessare loperazione. McArthur tuttavia disobbed
dicendo di dover fermare un colpo di stato e fece dare alle fiamme Camp
Marks, con un bilancio di 55 feriti e 125 arrestati. La moglie di un veterano abort e un ragazzo dodicenne mor intossicato dal gas. Lex soldato di
prima classe Joe Angelo (1896-1978), decorato della Distinguished Service
Cross per aver salvato la vita di Patton il 26 settembre 1918, tent invano di
parlamentare col suo ex comandante, che neg di conoscerlo e lo fece arrestare (dichiarando in seguito di averlo pi volte sussidiato di tasca propria).
Anche se il fattore decisivo per la sconfitta di Hoover fu la sua difesa ad
oltranza del gold standard, influ pure leccessiva durezza verso i veterani.
Lo stesso Butler (del resto sconfitto alle primarie repubblicane) fece un endorsement a favore di Roosevelt, anche se il candidato democratico aveva
preso posizione contro il Bonus Bill. Del resto il voto degli operai e delle
minoranze (neri, ebrei, italiani, polacchi) per i democratici determin tra
laltro un vasto e permanente mutamento della base sociale dei due tradizionali partiti americani.
Nel marzo 1933 la Metro Goldwyn Mayer salut linsediamento del
nuovo presidente con un film di Gregory La Cava (Gabriel over the White
House), tratto da un romanzo (Rinehard) di Thomas Frederick Tweed10
10 Thomas Frederick Tweed (1890-1940), dei Lancashire Fusiliers, era stato il pi giovane
tenente colonnello britannico ed era consigliere di Lloyd George.

418

Future Wars

in cui si immaginava un salvatore della patria ispirato dallArcangelo


Gabriele che vietava limpiego dellesercito contro i disoccupati, li inquadrava in una Construction Army, metteva al muro i delinquenti e gli speculatori, sospendeva la costituzione e i diritti civili e organizzava una milizia
popolare di camicie brune. In effetti lesordio di Roosevelt, con labbandono del gold standard e la legge bancaria di emergenza, fu indubbiamente
rivoluzionario11.
Tra i creditori penalizzati dalle misure inflazionistiche di Roosevelt, cerano tuttavia pure i veterani, che vedevano i loro certificati ridotti a carta
straccia. In maggio i veterani organizzarono una seconda dimostrazione,
ma il nuovo presidente venne loro incontro, offrendo un campeggio in
Virginia in cui erano assicurati tre pasti al giorno e avviando trattative col
suo consigliere Louis Howe. La First Lady fece poi unazzeccata visita
informale al campo, passando una giornata insieme ai veterani e annunciando una riserva di posti a loro favore nel nuovo Corpo di Manutenzione
Civile (ne furono ammessi 25.000).
Non tutti apprezzarono per questi gesti distensivi. In luglio Butler fu
avvicinato da due esponenti dellAL che gli proposero di prenderne il comando nazionale e difendere i diritti degli ex-combattenti. Uno di costoro,
tale Gerald C. McGuire, era un promoter finanziario a cento dollari a settimana della maggiore impresa di investimento di Wall Street (la Gravson
M.-P.Murphy) che faceva pubblicit ai prodotti della J. P. Morgan, nonch
un attivista del Comitato per il dollaro forte che perorava il ritorno al gold
standard. In settembre Butler fu avvicinato pure da Robert Sterling Clark,
un collezionista darte che era stato tenente nella guerra contro i Boxers e
che aveva ereditato la fortuna della Singer Company.
A Butler per lAL non piaceva. In dicembre percorse infatti il paese
insieme a van Zandt per incitare gli ex combattenti ad organizzarsi politicamente in difesa dei propri diritti aderendo alla VFW. Forte della sua
popolarit e dei suoi occhi spiritati12, Butler denunciava lEconomy Act
11 Jonathan Alter, The Defining Moment: FDRs Hundred Days and the Triumph of Hope,
New York, Simon & Schuster, 2007 pp. 184 ss. (Chapter 27: Gabriel over the White
House).
12 Oltre che The Fighting Quaker e The Maverick Marine lo chiamavano Old Gimlet
Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

419

del 1933, i profitti di guerra, lavventurismo militare e gli intrighi dellamministrazione Roosevelt con gli affaristi e invitava a prendere per il collo
i banchieri e i pescecani di Wall Street e i loro burattini fascisti dellAL.
Nei primi mesi del 1934 McGuire fece un viaggio in Europa e si entusiasm per lorganizzazione fascista francese delle Croci di fuoco. Il 22 agosto incontr nuovamente Butler e, prospettandogli il rischio di una deriva
comunista, gli propose apertamente di guidare un colpo di stato, assicurandogli un finanziamento di tre milioni di dollari e un esercito di mezzo
milione di veterani. Il piano prevedeva di prendere a pretesto la malferma
salute di Roosevelt per guidare una grande marcia sulla Casa Bianca e
imporre la dittatura di Butler col titolo di segretario degli affari generali, lasciando al presidente un ruolo puramente nominale. Il 23 agosto fu
ufficializzata la nascita dellAmerican Liberty League, un think tank di
estrema destra derivato su una precedente associazione antiproibizionista,
il cui tesoriere era Graveson Murphy (il datore di lavoro di McGuire) e che
era finanziata tra laltro da Robert Clark.
Il 13 settembre McGuire incontr Paul Comly French, un reporter che
era stato segretario personale di Butler, il quale a fine settembre avvis
van Zandt che i cospiratori intendevano incontrarlo di nuovo durante un
meeting della VFW. La denuncia di Butler fu trasmessa al Congresso, che
affid lindagine ad una speciale commissione dinchiesta sulle attivit
non americane (il comitato McCormack-Dickstein), il quale si insedi il
20 novembre 193413. French ne dette notizia il 21 sul Philadelphia Record
e il New York Post. Il 22 il New York Times boll linchiesta come una
colossale bufala. McArthur, chiamato in causa come dittatore di riserva
Eye a causa dele febbri ricorrenti contratte durante le Banana Wars a favore dellUnited
Fruit Company in Honduras (1903) e Nicaragua (1909-12). Butler aveva combattuto pure
nelle Filippine contro Aguinaldo, in Cina (a Tien Tsin e San Tan Pating) e contro i ribelli haitiani (1915) e nel marzo 1914 aveva svolto una ricognizione segreta in Messico per
preparare lo sbarco di Veracruz.
13 Nel 1938 il comitato della Camera per le attivit non-americane (HUAC), sia fasciste che
comuniste, fu reso permanente. Sopravvisse sono al 1969 e non va confuso con la celeberrima Commissione McCarthy. Il principale animatore dellHUAC fu il deputato democratico Samuel Dickstein (1885-1954). Nel 1999 spuntarono dagli archivi sovietici documenti secondo i quali proprio allepoca dellinchiesta sul business plot sarebbe stato al soldo
dellNKVD, il precursore del KGB.

420

Future Wars

qualora Butler avesse rifiutato, disse che era la miglior barzelletta dellanno. Il sindaco di New York, Fiorello La Guardia, liquid laffare come un
cocktail push.
Linchiesta si protrasse fino al 29 gennaio 1935, pochi giorni dopo la
morte di McGuire, avvenuta per cause naturali. Il rapporto finale sosteneva
che era provata lintenzione di alcuni cittadini di instaurare una dittatura
fascista, ma non erano emersi interferenze europee n concreti preparativi. La rivista comunista New Masses comment che linchiesta era stata
insabbiata e che il putsch era parte di una cospirazione di finanzieri ebrei
collusi con gruppi fascisti14.

14 Archer, cit., prende sul serio il Wall Street Plot, facendolo risalire a John Pierpont Morgan.
Il Business Plot menzionato nel documentario canadese The Corporation (2003) scritto
da Joel Bakan e diretto da Mark Achbar. Nel 2011 Oliver Stone acquis i diritti cinematografici del libro di Archer ma, melius re perpensa, rinunci a produrre un film tratto dal libro, che avrebbe dovuto essere diretto da Michael Mann, con Ralph Fiennes nella parte di
Butler. Probabilmente lepoca della GWOT non propizia per rivangare War is a Racket.
V. pure L. Wolfe, The Morgan Fascist Coup Plot and How Roosevelt Defeated It, EIR,
August 11, 2006, pp. 46-67. Sally Denton, The Plots Against the President: FDR, A Nation
in Crisis, and the Rise of the American Right, Bloomsbury Publishing USA, 2012.
Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

421

Butler continu per un altro paio danni la sua attivit di conferenziere


a sostegno della Lega Americana contro la guerra e il fascismo (creata nel
1933 dal partito comunista americano), sostenendo che la guerra mondiale
aveva generato enormi profitti sulla pelle dei soldati e che egli stesso, durante i suoi trentanni di servizio militare, non aveva fatto altro che servire
gli interessi dei banchieri e dei capitalisti (International Banking House
of Brown Brothers, United Fruit, National City Bank, Standard Oil), tesi
riassunte in unintervista al periodico socialista Common Sense e in un
breve opuscolo del 1935 (War is a Racket), che rivaleggi con lanalogo
best-seller Death Merchants15 pubblicato nel 1934.
Intanto Patman aveva ripresentato il suo Bonus Bill, ma nonostante la
schiacciante maggioranza democratica in entrambi i rami, il Congresso si
conform al veto opposto da Roosevelt il 22 maggio 193516. La sconfitta
indusse AL e VFW ad archiviare i passati contrasti e a concordare, insieme
allassociazione dei mutilati e invalidi (DAV), una piattaforma unitaria che
lasciava ai veterani la scelta tra lassicurazione e lincasso immediato. Il
22 gennaio il Congresso trasmise fulmineamente alla Casa Bianca la relativa proposta di legge (Harrison Bonus Bill) e lapprov il 27, ignorando il
secondo veto presidenziale.
La nuova legge (Adjusted Compensation Payment Act) sostituiva i certificati del 1924 con buoni del tesoro novennali non trasferibili al 3 per
cento (un sesto in pi del tasso bancario medio). I buoni, in tagli da 50
dollari, scadevano il 15 giugno 1945, ma erano liquidabili in contanti in
qualsiasi momento a partire dal 15 giugno 1936. Il totale dei buoni era di
1,7 miliardi e nelle prime de settimane utili di giugno ne furono incassati il
46 per cento, facendo schizzare il deficit federale al record di quasi lun per
cento del PIL. In compenso questa massiccia iniezione di liquidit elev in
media del 30 per cento il potere dacquisto dei percipienti e contribu a stimolare la ripresa economica, che nel 1936 fu due volte e mezza maggiore
del biennio precedente. Un altro 45 per cento dei buoni fu liquidato entro il
15 Helmuth Carol Engelbrecht (1895-1939) and Frank Cleary Hanighen (1899-1964), Merchants of Death. A Study of International Armament Industry, New York, Dodd, Mead &
Coy, 1934.
16 John Wolley and Gerald Peters, The American Presidency Project, Roosevelt, 69 Veto of
the Bonus Bill, May 22 1935 http://www.presidency.ucsb.edu/ws/?pid=15061

422

Future Wars

1937, ma gli effetti economici furono molto pi contenuti17. Il movimento


dei veterani fu quindi un fattore importante del New Deal, ma, come ha
messo in luce Stephen Ortiz18, ebbe ricadute sociali e politiche complesse
e profonde.
* * *
La vicenda della Bonus Army ebbe una surreale coda futurista, che, pur
in termini goliardici, sottoline clamorosamente il paradosso di stimare
in anticipo le conseguenze strutturali e i costi socio-economici di medio
e lungo periodo delle guerre; una delle pi imbarazzanti obiezioni che si
possono sollevare contro la possibilit almeno teorica di usare la guerra
come deliberato e razionale strumento della politica.
Lidea nacque nel marzo 1936, durante un ozioso tea party tra studenti
anziani al Terrace Club dellUniversit di Princeton. Commentando con
cinismo goliardo-liberale la vittoria dei veterani, Lewis J. Gorin Jr., classe
1914, osserv in tono apagogico che se i veterani della guerra passata potevano riscuotere in anticipo i loro crediti, era giusto che i veterani della
prossima assai probabile considerata la situazione internazionale potessero godersi subito i loro soldi, invece di aspettare il prossimo dopoguerra, quando avrebbero potuto essere morti o invalidi.
Il tea party trov blas lidea di mettere in satira le pretese keynesianpopuliste delle associazioni combattentistiche e decise di fondare il movimento dei Veterans of Future Wars, parodia dei Veterans of Foreign
Wars. Gorin lanci sul Daily Princetonian del 16 marzo un manifesto in
cui, premesso che nei prossimi trentanni ci sarebbe stata inevitabilmente
unaltra guerra, si reclamava una adjusted service compensation, some-

17 Lester G. Telser, The Veterans bonus of 1936, Journal of Post Keynesian Economics,
Vol. 26, No. 2, 2003, pp. 227-244. Hugh Rockoff, Americas Economic Way of War: War
and the US Economy from the Spanish-American War to the Persian Gulf War, Cambridge
University Press, 2012, pp. 152-154.
18 Stephen R. Ortiz, Beyond the Bonus March and GI Bill: How Veteran Politics Shaped the
New Deal Era, NYU Press, 2009. Id., Well-Armed Internationalism: American. Veteran Organizations And the Crafting of an Associated. Veterans Internationalism 1919
1939, in Julia Eichenberg and John Paul Newman (Eds), The Great War and Veterans
Internationalism, Palgrave Macmillan, 2013, pp. 53-76.
Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

423

times called a bonus, di mille dollari a ciascun cittadino maschio tra i 18


e i 36 anni, pagabile il 1 giugno 1965. E, considerata la prassi di pagare
i bonus in anticipo, si pretendeva il pagamento immediato, pi un interesse composto retroattivo del tre per cento annuo dal 1 giugno 1965 al 1
giugno 1936. Unico modo di dimostrare la gratitudine della patria verso i
futuri caduti e invalidi. Il manifesto concludeva con lo slogan nazionalpopolare America for Americans19.
Al manifesto fece seguito due
mesi dopo un impertinente ma
sofisticato pamphlet del VFW
National Commander Gorin,
Patriotism Prepaid, illustrato con
10 vignette umoristiche di Albert
M. Barbieri20. Messo in esergo
un proprio distico elegiaco (ah,
take the cash and let credit go /
Nor heed the rumble of a distant
drum), Gorin spiegava le ragioni per cui gli Stati Uniti sarebbero stati obbligati a intervenire di
nuovo in una guerra scatenata dai
criminali dittatori europei: non ultima la necessit di salvare i propri crediti aiutando our prodigal
mother, Old Europe (caveat
emptor). In fondo taxes are
worse than war. Gli Stati Uniti si erano sempre gloriati di saper prevedere il futuro [hindsight, foresight and manifest destiny (war)] ma non
avevano fatto unadeguata preparazione for an obvious coming war.
Lopuscolo voleva dunque richiamare lattenzione del distratto Congresso,
19 Lewis J. Gorin Jr., Patriotism Prepaid, Illustrated by Albert M. Barbieri, Philadelphia
London, Lippincott, 1936, p. 99. Donald W. Whisenhunt, Veterans of Future Wars: A
Study in Student Activism, Plymouth, Lexington Books, 2011, p. 131.
20 Era gi pubblicizzato su Princeton Alumni Weekly dell8 maggio 1936 (vol. 36, No. 29, p.
691).

424

Future Wars

alla cui cesarea maest si inchinavano comicamente i futuri gladiatori universitari: O Congress! Te morituri salutamus! Libro e moschetto!.
Il costo della prossima guerra continuava Gorin era ignoto, ma, tenuto conto dei precedenti storici e dei progressi tecnologici, si poteva stimare
al decuplo della guerra passata21. Il bonus alla generazione perduta22 era
costato 4 miliardi, quindi quello per i 15 milioni di futuri veterani sarebbe
stato di 40. Il veterano liberale Roger Burlingame calcolava addirittura
68 miliardi per 7 milioni di superstiti su 8 milioni di mobilitati, cifra talmente esorbitante che a suo dire avrebbe reso impossibile intraprendere
una nuova guerra23. Ora lunico vantaggio di combattere era di poter poi
vivere di rendita: questo era stato il vero motivo per cui si era potuta formare la Continental Army, con buna pace delle DAR24. I giovani chiamati
alle armi avevano quindi diritto di sapere se lo stato era in grado di mantenerli poi vita natural durante, altrimenti non cera motivo di presentarsi.
Prepagandoli, invece, avrebbero acquisito fiducia e gratitudine verso lo
stato, e in caso di guerra sarebbero stati incentivati ad andare al fronte,
piuttosto che starsene a casa schiacciati dalle tasse per finanziare le pensioni altrui.
E poi cerano vedove e orfani. La (lillipuziana) associazione dei veterani
21 Gorin tirava a indovinare, ma la stima era realistica, almeno in termini strettamente finanziari. Secondo un recente studio per il Congresso (Stephen Daggett, Costs of Major U. S.
Wars, CRS 7-5700, 2010) le due guerre mondiali costarono agli Stati Uniti rispettivamente
20 e 296 miliardi di dollari a valori correnti, pari a 334 e 4.104 in valori costanti del 2011,
con un incremento di oltre dodici volte. Le cifre si riferiscono per esclusivamente al costo
delle operazioni militari, esclusi lassistenza agli alleati e i costi a medio e lungo termine
(interessi sul debito e benefici ai veterani). Furono mobilitati rispettivamente 4 e 15 milioni di uomini, con 137.000 e 407.318 caduti.
22 Gorin alludeva alla lost generation descritta da Ernst Hemingway nel suo primo romanzo (Fiesta, 1926): nel postumo A Moveable Feast (1964) lo scrittore attribu lo spunto della frase a Gertrude Stein, che laveva sentita da un garagista francese.
23 William Roger Burlingame (1889-1967), gi direttore dello Scribners Magazine, saggista, storico, biografo di Billy Mitchell (1954), nel 1932 aveva scritto Peace Veterans; The
Story of a Racket, and a Plea for Economy (New York, Minton, Balch, 1932). Gorin citava
per un articolo su Scribners dellaprile 1936.
24 Daughters of American Revolution, fondata nel 1890 fra i discendenti dei patrioti del
1776. The only reason she can claim to be a patriot is that her great-great-granpop was in
need of some ready cash, and found that marching with the continental army was the easier way in that day to get money, just as it is the easier way to get it today (Gorin, p. 37).
Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

425

liberali25 aveva proposto di raddoppiare le loro misere pensioni di 20/40


dollari, invece di pagare il bonus a gente che poteva mantenersi da s,
come pretendevano AL e VFW (Foreign). La VFW (Future) chiedeva invece un assegno mensile di 50 dollari per ogni ragazza in et fertile, interrotto in caso di guerra. Se il marito non moriva, la moglie doveva restituire
le somme ricevute in rate mensili, mentre se tornava invalido le spettava
un importo doppio. E i mariti avrebbero combattuto meglio, sapendo that
they have nothing to gain and all to lose by going through the war alive.
Infine i futuri veterani chiedevano 5 punti di preferenza nei concorsi pubblici, pi altri 5 per linvalidit (concessi a tutti, non potendosi prevedere
chi avrebbe contratto linvalidit)26.
Il Congresso proseguiva Gorin badava solo ai grandi numeri. Per
contare bisognava dunque far massa, e perci adottare ununiforme, come insegnavano camicie nere e camicie
brune. Bisognava per distinguersi da relitti del
passato come AL e VFW (Foreign), quindi niente (kaki) oltremare (overseas) ma un bellazzurro oltre cielo [over air (pronounced over here)27].
Come saluto ufficiale il gesto del mendicante, a mano
tesa e palmo aperto28. E poi parate, bande musicali,
schedatura e caccia ai red. Ormai il titolo di veterano
non presupponeva pi aver combattuto, ma semplicemente aver lavorato per il governo a salario ridotto. I
veterani di ieri non avevano dunque alcuna ragione per
discriminare i veterani di domani. Dovevano invece cooperare e mostrare la loro forza con una colossale parata
congiunta attraverso Detroit, oltre a mantenere un paio
di lobbisti a Washington, uno per scrivere la proposta di
legge in termini legali e laltro per convincere i con25 LAmerican Veterans Association, forte di appena 10.000 membri. V. John M. Kinder,
Paying with Their Bodies: American War and the Problem of the Disabled Veteran, University of Chicago Press, 2015, p. 178.
26 Gorin, pp. 102-104.
27 Ossia quaggi, dissacrante parodia del patriottico over there (laggi).
28 Parodiando il saluto a pugno chiuso della Bonus Army.

426

Future Wars

gressisti che rappresentava milioni di elettori. E poi anche i VFW (Future),


come i loro cugini maggiori, dovevano affrontare un diabolico gruppuscolo di secessionisti sovversivi che rifiutavano il bonus prepagato. Con
questi conscientious objectors to a bonus non cera altra soluzione che
incarcerarli per la durata della pace.
Il manifesto dei VFW voleva essere solo uno scherzo, ma Robert G.
Barnes, campus correspondent dellAssociated Press scommise 5 dollari con Gorin che era in grado di pubblicizzarlo a scala nazionale. Infatti,
dopo che la notizia comparve sul New York Times e su Time29, tutte le universit americane formarono realmente i loro VFW, che gi in giugno contavano 584 sezioni (chapters) con 50.000 membri paganti. E i futuri quadri della nazione gareggiarono in fantasia dissacratoria. Il VFW Chapter
della Chicago University coni lo slogan Well make the world safe for
hypocrisy (renderemo il mondo sicuro per lipocrisia) parodiando quello
celeberrimo del presidente Wilson (The World Must Be Made Safe for
Democracy). Altri chapters si intitolarono Future War Propagandists
(Rutgers University); Foreign Correspondents of Future Wars (New York
City College); Future War Profiteers (Rensselaer Polytechnic Institute);
Future Gold Diggers (Sweetbriar College). Le ragazze del Vassar College
si permisero di scherzare addirittura sulle sacrosantissime Madri dei Caduti
(Gold Star Mothers) intitolandosi Gold Star Mothers of Future Wars e
pretendendo esse pure un viaggio pagato in Francia per visitare i (futuri)
cimiteri dei loro (futuri) figli caduti per la patria30. Una sezione texana
propose un Monumento ai Futuri Soldati con tanto di piastrine nominative
in bianco31.
Van Zandt, personalmente preso di mira da Gorin, sogghign che quei figli di pap erano troppo giallognoli per poter diventare veterani di qualche guerra. Altri per si sentirono feriti da queste impertinenze e, secondo
Patriotism Prepaid, ai VFW arrivarono insulti e minace sia da destra che
da sinistra. Lon. Claude Fuller dellArkansas dichiar alla Camera che i
VFW erano unworthy of public notice and should be attacked by every
29 Future Veterans, Time, March 30, 1936, p. 38.
30 Whisenhunt, p. 133.
31 Gorin, p. 72.
Storia della distopia militare

427

Patriotism Prepaid

true American32. Al maggior generale Amos A. Fries, gi capo del servizio chimico, che aveva tra i suoi compiti legali di monitorare pure le
intossicazioni ideologiche, non sfugg la subdola natura cripto-comunista
dei VFW, come, del resto, di tutte le dannate organizzazioni femminili
e religiose33. La candida (o cripto?) First Lady li trov invece divertenti
(funny) come scoppiettanti bolle di sapone (a grand pricking of lots
of bubbles), per quanto le esagerazioni potessero urtare dei sentimenti34.
Ma un bel gioco dura poco e nellaprile 1937 i promotori dei VFW ne
pubblicarono il decesso, dichiarando di aver raggiunto lo scopo di denunciare lassurdit tanto della guerra quanto dellassalto al bilancio dello
stato che era stato consentito alle organizzazioni dei veterani.
* * *

Butler mor il 21 giugno 1940. Eletto deputato repubblicano della Pennsylvania nel 1938, van Zandt ader al comitato anti-interventista
(America First Committee) fondato il 4 settembre 1940. Vi ader pure leroico colonnello della guardia nazionale Hanford MacNider (1889-1968),
un imprenditore massone di rito scozzese dello Iowa che era stato national
commander dellAL, vice segretario alla guerra e ambasciatore in Canada
e aveva concorso due volte alla nomination come candidato repubblicano
alla presidenza. Ma i veterani del 1917 partiti cantando Over There non
se la sentirono di sfilare con lo slogan comunista The Yanks Are Not
Coming. Il servizio informazioni dellAL cooper con lintelligence militare35 schedando pacifisti e radicali36 e dando la caccia agli agenti nazisti e
32 Gorin, p. 66.
33 Amos A. Fries (1873-1963), Sugar Coating Communism for Protestant Churches: Chart
Showing Interlocking Membership of Churchmen, Socialists, Pacifists, Internationalists,
and Communists (1923); Communism Unmasked (1937). Thomas I. Faith, Behind the Gas
Mask: The U.S. Chemical Warfare Service in War and Peace, University of Illinois Press,
2014.
34 Future Veterans Amuse First Lady, The Washington Post, April 3, 1936.
35 Randolph Boehm (Ed.), U. S. Military Intelligence Reports. Surveillance of Radicals in
the United States 1917-1941, A Microfilm Project of University Publications of America,
Frederick (MD), 1984.
36 American Legion Americanism Committee of the 17th District Department of Califor-

428

Future Wars

comunisti, senza poter presagire laiuto che dopo loperazione Barbarossa


avrebbero ricevuto da questi ultimi37.
Peccato che il generale Fries fosse in pensione dal 1929: altrimenti il
servizio chimico dellesercito avrebbe forse annusato lintossicazione di
massa perpetrata dallintelligence britannica per screditare il movimento non-interventista38, largamente maggioritario, e trascinare lAmerica in
guerra39. Anche questo fu un caso di eterogenesi dei fini, perch il prezzo
di salvare limpero gi pignorato dagli Stati Uniti il 10 ottobre 191640
fu che la prodiga madre dovette cederlo ai parsimoniosi figli (caveat
emptor!), pur conservando una simbolica compartecipazione e cercando
vanamente dinsegnare agli ottusi pecorai doltreatlantico come si governano le onde, come si sopportano i neri fardelli e come le small wars vanno perse con stile e con un pizzico di narrativa (ma Britannia empta ferum
emptorem non redempsit!)41.
Tra i primi intossicati ci fu Gorin, ma bisogna dire che era geneticamente predisposto, considerati il suo antifascismo e il pionieristico contributo della sua alma mater alla storia accademica del pensiero militare42. Avvocato a Louisville, Gorin firm con altri 20 cittadini pi in vista

nia, Report No. 1, Subversive Activities in America First Committee in California, October 10, 1941.

37 Michael Sayers (1911-2010) and Albert E. Kahn (1912-1979), Sabotage the Secret

War Against America, New York, Harper and Brothers, 1942.

38 Justus D. Doenecke, Explaining the Antiwar Movement, 1939-1941: The Next Assignment, Journal of Libertarian Studies, 8, 1 (Winter 1986), pp. 139-145. If. (Ed.), In Danger Undaunted: The Anti-interventionist Movement of 1940-1941 as Revealed in the Papers of the America First Committee,
39 Thomas E. Mahl, British Covert Operations in the United States, 19391944, Wash-

ington, Brasseys, 1998. Lawrence S. Kaplan, The Conversion of Senator Arthur H.


Vandenberg: From Isolation to International Engagement, University Press of Kentucky, 2015.

40 John Maynard Keynes, The Financial Dependence of the United Kingdom on the United
States of America, 10 October 1916 (Collected Writings of JMK, vol. XVI, pp. 197-8).
41 Niall Ferguson, Colossus: The Price of Americas Empire, New York, Penguin Press,
2004.
42 Makers of Modern Strategy: Military Thought from Machiavelli to Hitler, edited by Edward Mead Earle (1894-1954) with the collaboration of Gordon A. Craig (1913-2005) and
Felix Gilbert (1905-1991), Princeton U. P., 1944. Remake a cura di Peter Paret nel 1986.
Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

429

una petizione per revocare la legge di neutralit che impediva gli aiuti
allInghilterra. Tranne uno morto in un incidente stradale e uno impiegato
nellindustria siderurgica, tutti gli originali promotori dei VFW servirono
in guerra, e due (Gorin e Barnes) allestero. Gorin fu capitano dartiglieria in Italia, Francia e Germania e da veterano scrisse un saggio sul ruolo
dellartiglieria americana nella seconda guerra mondiale43. Discendente da
Artemus Ward (1727-1800), generale e politico della guerra dindipendenza, Gorin fu pure attivo nelle tre pi prestigiose ed esclusive associazioni
patriottiche, i Sons of the American Revolution, la Society of the Colonial
Wars e la Society of the Cincinnati. Mor il 1 gennaio 1999 a 84 anni44,
probabilmente ignorando di aver avuto ancora una volta ragione a prendere le distanze dalla Lost Generation (1883-1900) di Hemingway: solo
nel 1998, infatti, la G. I. Generation (1901-1924) fu giustamente definita
la Greater Generation45.
Il 22 giugno 1944 Roosevelt firm nella Sala Ovale la carta dei diritti dei
soldati (Servicemens Readjustment Act), il G. I. Bill of Rights che, con vari
emendamenti tuttora in vigore. La legge accordava ai prossimi veterani
indennit di disoccupazione, borse di studio e formazione professionale e
mutui per lacquisto della casa e lavvio di attivit imprenditoriali. Il costo fu intermedio tra i 40 miliardi pronosticati da Gorin e i 68 calcolati da
Burlingame: 50 miliardi di prestiti a 5 milioni di veterani e altri 4 miliardi
per il reinserimento di 10 milioni, mentre non noto il costo dei 9 milioni

43 Gorin, The cannons mouth: the role of U.S. Artillery during World War II, New York,
Carlton Press [1973].
44 The Veterans of Future Wars, Museum of Hoaxes, San Diego (CA), online. Robert McG.
Thomas Jr., Lewis J. Gorin Jr., Instigator of a 1930s Craze, Dies at 84, New York Times,
January 31, 1999. Jeff Gorin 65 [figlio], When a Princeton Prank spread across the U.
S., PAW (Princeton Alumni Weekly) Letters, June 7, 2007.
45 Tom Brokaw, The Greatest Generation, 1998. Secondo la teoria dei cicli generazionali di
William Strauss e Neil Howe (Generations: The History of Americas Future, 1584-2069,
New York, William and Coy, 1991) in ciascuna epoca della storia americana (Saecula)
si sono succedute 4 generazioni: la prima profetica (idealista), la seconda nomadica (reattiva), la terza eroica (civica), la quarta artistica (adattiva). La Lost e la G. I. sono le generazioni nomadica ed eroica del Great Power Saeculum (1860-1942). La mia
(Baby-Boom) sarebbe la profetica del Millennial Saeculum (1943-), seguita da reattiva (1961), eroica (1983) e artistica (2005).

430

Future Wars

di borse di studio46. Gorin azzecc invece il numero dei veterani: 15 milioni, di cui 11,5 inviati oltremare.
Diversamente da quanto sperava il non-interventista Burlingame, il costo dei veterani non paralizz lo sforzo bellico, perch fu compensato dalla
consapevole assunzione del costo da parte della societ47, certa della vittoria finale e incentivata dai benefici sociali (piena occupazione, riduzione
delle disuguaglianze48 e, in prospettiva, la creazione di un largo ceto medio
patriottico e orientato ai consumi). Il costo, 304 miliardi, fu infatti coperto al 55 per cento dai prestiti di guerra (167,2) e per il resto dalle tasse
(136,8). Il PIL aument in sei anni da 101 a 173 miliardi costanti, per un
totale di 745 nel lustro bellico, il debito pubblico raggiunse il 120% del
PIL e lincidenza fiscale crebbe dall8 al 20 per cento [decuplicando i contribuenti da 4 a 43 milioni, con aliquote dal 23 al 94%, e riducendo dal 15
all11 per cento la quota di ricchezza posseduta dall1 per cento pi ricco
della popolazione]49.
Sia nel 1950 che nel 2003 vi furono eruditi appelli per ricostituire i
Veterani della Guerra Futura, ma la pedante risata fece cilecca e non seppell i guerrafondai. Come ai tempi di Burlingame, la spirale dei costi
ancora il Ronzinante di battaglia degli oppositori della Guerra globale al
terrorismo (GWOT). Previsti inizialmente in un centinaio di miliardi di
dollari attuali, sarebbero infatti gi sui 4.40050. La cifra impressiona, perch sembra addirittura superiore al costo della seconda guerra mondiale in

46 Suzanne Mettler, Soldiers to Citizens, The G. I. Bill and the Making if the Greatest Generation, Oxford U. P., 2005. Kathleen Frydl, The G.I. Bill, Cambridge University Press,
2009.
47 Adam J. Berinsky, Assuming the Costs of War: Events, Elites and American Public Support for Military Conflict, The Journal of Politics, Vol. 69, No. 4, November 2007, pp.
975997.
48 Non per riguardo alla ripartizione delle perdite tra ceti sociali e aree del paese. V.

Douglas L. Kriner and Francis X. Shen, The Casualty Gap: The Causes and Consequences of the American Wartime Inequalities, New York, Oxford University Press,
2010.

49 Christopher Tassava, The American Economy during World War II, EH.Net Encyclopedia, edited by Robert Whaples, February 10, 2008.
50 Anthony Gregory, What Price War? Afghanistan, Iraq, and the Costs of Conflict, The Independent Institute, June 2011.

Storia della distopia militare

Patriotism Prepaid

431

dollari del 2011 (4.200 miliardi)51. In realt non cos, perch i due terzi
dei 4.400 miliardi della GWOT sono rappresentati da stime probabilistiche
dei costi collaterali o di lungo termine52; quindi la spesa puramente militare della GWOT (1.60953) un terzo di quella del 1941-45, senza contare
che spalmata su tre lustri anzich uno. Ma soprattutto il raffronto non
tiene conto della diversissima incidenza socio-economica dovuta alla crescita esponenziale del PIL. Nel 1945 le spese di guerra raggiunsero il picco
del 35,8 per cento del PIL, ma nel 2008 erano appena un sopportabile 1,2
(un quarto delle spese totali per la difesa)54.
A differenza delle guerre di Corea e del Vietnam, finanziate rispettivamente dalla tassazione e dallinflazione55, la guerra fredda e la GWOT
sono state interamente finanziate dal debito. La GWOT si differenzia per
da tutte le precedenti perch i suoi effetti macroeconomici, anche se assai
controversi tra gli economisti56, sono stati comunque limitati, contraddicendo lidea, ancora radicata in un terzo degli americani, che le guerre siano un antidepressivo economico e un re-distributore di ricchezza. Nei tre
lustri della GWOT la crescita del PIL stata infatti modesta e le disuguaglianze sociali sono cresciute (la quota di ricchezza posseduta dall1 per

51 David R. Francis, Iraq War Will Cost More Than World War II, Christian Science Monitor, October 25, 2011.
52 Neta C. Crawford [U.S. Costs of Wars Through 2014: $4.4 Trillion and Counting,

Boston University, 25 June 2014, online paper] aggiunge altri 2.784 miliardi per allocazioni addizionali del bilancio della difesa per compensare laumentato consumo
di beni e servizi (996), incremento di spese per la sicurezza interna (472), interessi sul
debito (316) e pensioni e assistenza ai veterani sino al 2054 (1.000).
53 Dettagliata analisi in Amy Belasco, The Cost of Iraq, Afghanistan and Other Global War on Terror Operations since 9/11, Congressional Research Service, December 8, 2014. Per la metodologia di calcolo v. Joseph E. Stiglitz and Linda J. Bilmes,
Estimating the Costs of War: Methodological Issues, with Applications to Iraq and
Afghanistan, in Michelle R. Garfinkel and Stergios Skaperdas (Eds.), The Oxford
Handbook of the economics of Peace and Conflict, Oxford U. P., 2012).

54 Daggett, Costs, cit., p. 2.


55 Joseph T. Salerno, War and the Money Machine: Concealing the Costs of War Be-

neath the Veil of Inflation, in John V. Denson (Ed.), The Costs of War. Americas Pyrrhic Victories, New Brunswick and London, Transactions Publishers, 2nd Ed., 1999,
pp. 433-453.

56 Lee Hudson Teslik, Iraq, Afghanistan and the U. S. Economy, March 11, 2008, online.

432

Future Wars

cento pi ricco della popolazione raddoppiata dall8 al 17 per cento)57.


Ci non significa che la veteranza di guerra non rappresenti per gli Stati
Uniti un grave problema finanziario di lungo termine, oltre che una fonte di patologie sociali. Il bilancio del Department of Veteran Affairs ha
raggiunto nel 2015 i 164 miliardi, di cui 68 per lassistenza sanitaria a 9
milioni di veterani e loro familiari. Dal 2001 al 2054 si stimato un onere
di mille miliardi per i soli 2 milioni di veterani della GWOT.

Da notare che quasi un ventesimo della spesa assorbita dai familiari superstiti di
veterani defunti. Ultimo onere residuo della guerra civile era, ancora nel maggio 2014,
la pensione mensile di 73,13 dollari di Irene Triplett. Nata nel 1930, la figlia disabile
di un veterano sudista e poi nordista morto nel 1938, e di una donna di cinquantanni pi
giovane. Frank Woodruff Buckles, lultimo veterano della grande guerra, morto a 110
anni il 27 febbraio 2011, ma restano ancora 4.038 pensioni mensili a vedove ed orfani di
quel conflitto58.

57 V. Economic Consequences of War on the U. S. Economy, Institute for Economics &


Peace, Sidney (NY) and Washington, [2015], online. E un eccellente raffronto scientifico
fra i modi di finanziamento e gli effetti macroeconomici di tutte le guerre americane dal
1941 a oggi, inclusa la guerra fredda).
58 Sam Frizell, This Woman Is The Last Pensioner of Civil War Alive, Time, May 10,
2014.
Storia della distopia militare

433

The Ice Carrier


di Claudio Nardi
Let

us cut a large chunk of ice


from the Arctic ice-cap and tow it
down past Cornwall, fly on our aircraft, and tow it to the point of attack.1
Frase attribuita a Churchill, 1942.

Isole e navi di ghiaccio

n The Three Caballeros, prodotto da Walt Disney nel 1944, c


lepisodio di Pablo, The CoolBlooded Penguin (il pinguino freddoloso), che si trasferisce dallAntartide
alle Galapagos su un veliero di ghiaccio, il quale naturalmente si scioglie
man mano che si avvicina alla meta;
ma Pablito la raggiunge lo stesso mettendo in acqua una vasca da bagno
e usando la doccia come propulsore. In un episodio del 1943 Superman
scopre che uno strano iceberg in realt una corazzata tedesca mascherata
e lo distrugge a pugni2.
La nave di ghiaccio non era pura fantasia. Nonostante le trasvolate atlantiche senza scalo del 1919 e 1927 (Lindbergh), per i voli commerciali
occorrevano a quellepoca scali intermedi e in Europa girava lidea, popolarizzata da un film tedesco del 19323, di scali artificiali su piattaforme

1 Donald Graeme, Loose Cannons: 101 Things They Never Told You about Military

History, Osprey Publishing, 2009, p. 295 (Fantasy Island).

2 Comparsa su vari giornali americani a partire dal 29 marzo 1943. Cfr. Henry Hem-

ming, Churchills Iceman: The True Story of Geoffrey Pyke: Genius, Fugitive, Spy,
Arrow Books, London, 2014, pp. 374-375.
3 F.P.1 antwortet nicht (F.P.1 Doesnt Respond), di Karl Hartl (1899-1978), su soggetto
di Curt Siodmark (1902-2000), uscito nel dicembre 1932.

434

Future Wars

oceaniche. Nel film la Flugplatz tedesca di acciaio e cemento, ma cera


chi la immaginava di ghiaccio, molto meno complicata, molto pi economica e col vantaggio ulteriore di essere flottante e quindi meno vulnerabile
a tempeste, cataclismi e sabotaggi. Il fisico Artur Gerke von Waldenburg
convinse il governo tedesco a lasciargli effettuare un esperimento sul Lago
di Zurigo, dove con un telaio di corpi cavi in cui veniva pompata aria
liquida a -190 per formare attorno una massa di acqua congelata riusc
a creare un piccolo iceberg artificiale, sciolto per in sei giorni una volta
spenti i refrigeratori4. E nel 1940 lidea della portaerei di ghiaccio circol
nei corridoi dellAmmiragliato britannico, anche se fu ridicolizzata da un
memorandum di Nevil Shute (1899-1960), un progettista aeronautico e
romanziere impiegato nella Direzione per lo sviluppo di vari armamenti5.
Peraltro lidea non era poi cos assurda, se si pensa alle quattro spray
ice islands per ricerche petrolifere sperimentate con successo nel 198689 nel Mare di Beaufort. Sembr infatti per qualche anno la tecnologia del
futuro, e a determinare il suo abbandono fu solo limprevisto e destabilizzante riscaldamento dellArtico6.
Geoffrey Nathaniel Pyke
Ma pi intrigante di Disney e Superman che proprio in quegli anni di
guerra Churchill abbia dato credito allidea di una portaerei di ghiaccio
per proteggere la rotta artica dei rifornimenti canadesi e americani insidia4 Nellottobre 1932 la rivista americana Modern Mechanix pubblic una breve notizia

dellesperimento di Zurigo, corredata da una fantasiosa immagine di una futura isola


glaciale (Ice-Island in Mid-Atlantic Proposed). Cfr. Jan Strobel, Das Geheimnis
des Eisbergs im Zrichsee, Tagblatt der Stadt Zrich, 13 Juni. 2012. Alistair Bonnett, Unruly Places: Lost Spaces, Secret Cities, and Other Inscrutable Geographies,
Houghton Mifflin Harcourt, Boston-New York, 2014. pp. 214, 216. Id., Off the Map:
Lost Spaces, Invisible Cities, Forgotten Islands, Feral Places, and What They Tell Us
about the World, Aurum Press, 2015.
5 Edward Terrell, Admiralty Brief: The Story of Inventions that Contributed to Victory
in the Battle of the Atlantic, Harrap, London, 1958, p. 27.
6 Bonnet, 2014, cit., p. 215. Cfr. J. S. Weaver e J. Poplin, A case history of the Nipterk
P-32 spray ice island, Canadian Geographical Journal, 1997, vol. 34, Issue 1, pp.
1-25; A. Barker, G. W. Timco, Sliding resistance of grounded spray ice islands, Proceedings IAHR 2004, 2, pp. 208-216 e il rapporto della societ canadese C. Core (Ice
Island Study, Final Report, MMS Project No. 468, prepared for Minerals Management Service US Department of Interior, August 2005).
Storia della distopia militare

The Ice Carrier

435

ta dagli U-boote. Del resto il discendente di Marlborough arruolava pure


astrologi7, maghi8 e illusionisti9 e si sar fatto un punto donore di non ripetere con lIce Carrier di Geoffrey Nathaniel Pyke (1894-1948) il celebre
errore di Napoleone col Nautilus di Fulton10.
Genio, fuggiasco, spia, come lo intitola il suo secondo biografo, Pyke
ebbe una vita breve, avventurosa e amara. Ebreo londinese, orfano di
padre, oggetto di mobbing antisemita in un collegio militare, studente a
Cambridge, aspirante corrispondente di guerra behind the line e protagonista nel 1914 di una rocambolesca fuga da un lager tedesco11, membro del
Club17 (il circolo degli intellettuali filosovietici) e affascinato da Freud,
negli anni 20 aveva aperto una scuola modello (Malting House) basata su
una pedagogia permissiva e finanziata coi lauti proventi di abili speculazioni sul prezzo del rame. Tutto era per crollato quando il cartello dei produttori americani aveva monopolizzato il mercato. Anche per Pyke lannus
horribilis era stato il 1929; bancarotta, chiusura della scuola, divorzio, perfino un breve ricovero in manicomio. Ridottosi in un cottage di campagna
affittatogli dalla cugina di Bertrand Russell, Pyke aveva lanciato campagne
per replicare alla propaganda antisemita e per convincere gli operai a riattare nel tempo libero vecchie automobili da mandare in Spagna in aiuto dei
repubblicani. Convinto che la maggioranza dei tedeschi fosse contraria alla
guerra e al nazismo, nellestate del 1939 Pyke immagin di dimostrarlo con
un sondaggio dopinione da condurre clandestinamente in Germania, e che
organizz effettivamente grazie a un finanziamento sovietico procuratogli
dal partito comunista britannico. Nella sua ingenuit, pensava addirittura
che Hitler ne avrebbe tenuto conto, mentre i sovietici lo consideravano utile
per favorire ladesione inglese e francese alla loro iniziativa di una coali-

7 Ellic Howe, Astrology and psychological warfare during WWII, Rider, 1972.
8 David Fisher, The War Magician: The True Story of Jasper Maskelyne, Corgi, 1985;

Hachette UK, 2011.

9 Nicholas Rankin, A Genius for Deception: How Cunning Helped the British Win Two

World Wars, Oxford U. P., 2009. Taylor Downing, Churchills War Lab: Codebreakers, Scientists, and the Mavericks Churchill Led to Victory, The Overlook Press, 2011.
10 W. M. Barclay Parsons, Robert Fulton and the Submarine, Columbia U. P., New York,
1922, pp. 11-13 e 35, 44, 51.
11 Su cui scrisse un libro (To Ruhleben and back, A Great Adventure in Three Phases,
Constable and Company, London, 1916).

436

Future Wars

zione antinazista con Urss e Polonia. Il rischioso sondaggio, iniziato da una


decina di rilevatori camuffati da golfisti in gita e scortati da membri del
partito comunista tedesco, fu per bruscamente interrotto dalla firma del
Patto Ribbentrop-Molotov e dallo scoppio della guerra12.
Liniziativa, di cui Pyke fece rapporto al War Office, attir linteresse di
Leo Amery (1873-1955), lindomito veterano e uomo politico anglo-ungherese che aveva costretto Chamberlain a dimettersi e portato Churchill
al governo di unit nazionale. Incoraggiato da Amery, Pyke volle contribuire allo sforzo bellico scrivendo di grande strategia e immaginando invenzioni pratiche, come montare microfoni sui palloni frenati per poter determinare la posizione degli aerei mediante triangolazione (Pyke ovviamente
ignorava lesistenza del radar).
LAratro e la Donnola
Dopo la fulminea occupazione tedesca della Norvegia, Pyke propose
di effettuarvi continui raid con piccoli nuclei altamente mobili, in modo
da costringere il nemico a impegnare ingenti forze per controllare il territorio; dotando gli incursori di veicoli da neve (snowmobile) propulsi da
cilindri a vite tipo il motore Armstead (il primo gatto delle nevi). Lidea
fu bocciata dal Combined Operations HQ, una branca creata il 17 luglio
1940 per pianificare le operazioni speciali interforze, ma nellottobre 1941 fu
messo a capo del CO un cugino del re,
lallora commodoro Lord Mountbatten
(1900-1979), le cui competenze furono
molto ampliate includendovi il parere
sulla ricerca e sviluppo in campo tattico
e tecnico e lideazione dei mezzi speciali per ogni forma di CO, dalle pic12 Delle mille interviste previste dal modello Gallup, ne furono realizzate solo 232, tra-

smesse a Londra tramite la valigia diplomatica. Naturalmente dubbia la casualit del


campione e quindi lattendibilit del sondaggio, ma risultava che il 60 per cento disapprovava lantisemitismo, che oltre un terzo si augurava la sconfitta della Germania
per liberarsi dal nazismo, che solo il 19% credeva possibile una vittoria contro una coalizione anglo-franco-russo-polacca e solo il 16% riteneva giustificata una guerra per
conquistare il Lebensraum. Hemming, pp. 190 ss. e 416.

Storia della distopia militare

The Ice Carrier

437

cole incursioni allinvasione su larga scala del Continente. Mountbatten


scelse come consulenti scientifici del CO Solly Zuckerman (1904-1993) e
John Desmond Bernal (1901-1970), specialisti di ricerca operativa, mentre
Pyke, segnalato da Amery, fu nominato direttore dei programmi, con stipendio annuo di 1.500 sterline (contro le 1.750 di Mountbatten).
Il progetto delle incursioni con motoslitte fu entusiasticamente chiosato
da Churchill (Never in the history of human conflict will so few immobilize so many13) e, a parte varie amenit14, Pyke fece proposte sensate,
come commissionare le snowmobile in America e creare una forza speciale
interalleata15. Il piano fu approvato pure dal generale George Marshall, in
visita a Londra con la delegazione militare americana, e a fine aprile 1942
Pyke fu inviato a Washington per svilupparlo col nome di Progetto Plough
(Aratro)16. Come motoslitta il team tecnico, presieduto da un generale inglese, scelse un cingolato anfibio, poi sviluppato come M29 Weasel (donnola)
dalla Studebaker di South Bend (Indiana). Escluso dal team, Pyke critic
la scelta e si dimise per protesta. Questo gesto di arroganza da parte di un
dilettante senza neppure uno straccio di diploma mand su tutte le furie il direttore della ricerca e sviluppo (OSRD) del Pentagono, il rigoroso scienziato
e tecnologo Vannevar Bush (1890-1974), il quale convinse il segretario alla
guerra a chiedere al capo di S. M. imperiale il richiamo di Pyke.
La ciclopica portaerei di pykrete
Tuttavia, ricoverato nella celebre clinica Mayo di Rochester per esaurimento nervoso cronico, Pyke si trattenne in America, continuando a rimuginare una nuova idea, gi da lui accennata al premier canadese come la

13 David Lampe, Pyke, the Unknown Genius, Evans Brothers, London, 1959, p. 111.
14 Come quella che non occorreva lasciare una sentinella di guardia alla motoslitta; ba-

stava coprirla con un telo con su scritto in tedesco latrina per ufficiali superiori, in
modo da mettere in soggezione le pattuglie nemiche (Hemming, p. 266).
15 Hemming, pp. 273 e 382. Composta da americani e canadesi e impiegata ad Anzio e
in Provenza, la 1st Special Service Force fu la prima ad entrare in Roma. Dalle memorie di due veterani fu tratto nel 1969 il film The Devils Brigade, sulla presa del Monte
della Difesa, tre giorni prima del primo attacco italiano a Montelungo (James A. Wood, We Move Only Forward: Canada, the United States, and the First Special Service
Force, 19421944, Vanwell Publishing, St Catharines, Ontario, 2006).
16 Hemming, p. 297.

438

Future Wars

pi grande di tutta la guerra17. Lo spunto era stata una osservazione sulle


propriet del ghiaccio fatta incidentalmente mesi prima dal glaciologo
austriaco (e futuro premio Nobel) Max Perutz (1914-2002)18. Durante la
missione in America Pyke continu a pensarci, e a fine settembre, tagliando
corto coi suoi stessi dubbi, sped a Mountbatten, con valigia diplomatica,
un memorandum di 232 pagine19, in cui ipotizzava vari possibili impieghi
bellici del ghiaccio e dellacqua super-refrigerata, incluse gigantesche portaerei di ghiaccio naturale o artificiale, in grado per dimensioni di ospitare
e far decollare e appontare aerei molto pi numerosi e potenti di quelli
impiegati sulle portaerei convenzionali, ma anche di estendere la copertura aerea al centro dellAtlantico e di fungere da base per attacchi anfibi in
Francia e Giappone. In quei mesi la Battaglia dellAtlantico e lincursione
alleata su Dieppe avevano infatti riproposto il problema di come proteggere i convogli e gli sbarchi nellAtlantic gap, le aree oceaniche non coperte
dal raggio operativo delle forze aeree basate a terra. La soluzione pi ovvia
erano le portaerei, ma ne sarebbero occorse tante, mentre la produzione di
acciaio e alluminio era limitata e assorbita da altre priorit. Fabbricare e lavorare il ghiaccio richiedeva invece appena 1/100 dellenergia necessaria
per una massa equivalente di acciaio.
Non avendo tempo, Mountbatten fece studiare il memorandum al brigadiere Godfrey Edward Wildman-Lushington (1897-1970), bestia nera di
Pyke e futuro direttore della British Petroleum, il quale, consultatosi con
Bernal, concluse che lidea dellIce Carrier (IC) o Bergship poteva essere sviluppata. In dicembre una direttiva di Churchill assegn la massima
priorit alla ricerca, chiosando che bisognava avvalersi di ogni possibile
risorsa della natura20 e durante linverno l942-43 il consiglio nazionale del-

17 Hemming, p. 311.
18 Pyke laveva consultato nellaprile 1942 in merito alla protezione antighiaccio delle

navi operanti nellArtico. Rifugiato in Svizzera e poi in Inghilterra dopo lAnschluss,


allo scoppio della guerra Perutz era stato internato in Canada come un qualunque residente tedesco, ma era stato poi richiamato al Cavendish Laboratory di Cambridge e
consultato dal CO circa il progetto Aratro.
19 Lampe, p. 127.
20 Max Perutz, A Description of the Iceberg Aircraft Carrier and the Bearing of the Mechanical Properties of Frozen Wood Pulp upon Some Problems of Glacier Flow. The
Journal of Glaciology, Vol. I, No. 3 (1948), pp. 95104.
Storia della distopia militare

The Ice Carrier

439

le ricerche canadese coordin vari studi preliminari, coinvolgendo pure la


Montreal Engineering Company21. La sperimentazione inizi nel febbraio
1943 nelle Montagne Rocciose canadesi (Alberta) con studi sulle tecniche
di isolamento e di resistenza del ghiaccio agli esplosivi, mentre otto ignari
obiettori di coscienza costruivano nel Lago Patricia un piccolo prototipo
di mille t e 18x9 m, assemblando blocchi di ghiaccio fabbricati nel vicino
Lago Louise22.
Lidea di spianare un iceberg era stata subito scartata, perch gli iceberg sono sommersi per i 9/10 del loro volume e sono perci spazzati
dalle onde, col rischio di rovesciarsi improvvisamente. Inoltre, secondo le
specifiche della Fleet Air Arm, una Bergship operativamente conveniente
doveva avere una capacit di 300 velivoli normalmente basati a terra23. Ci
comportava un ponte di volo di 600 x 90 m e unelevazione di 15 m sul
livello del mare, raggiungibile solo con uno scafo vuoto, con spessore di 9
m ai fianchi e pescaggio di 48, pari a una stazza di 2,2 milioni di t. In teoria
si poteva costruire lo scafo assemblando lastroni di ghiaccio naturale, ma
erano troppo sottili per lo scopo (il loro spessore raramente supera i 3,5
m). Inoltre gli esperimenti condotti in Inghilterra e Canada sulla resistenza
meccanica del ghiaccio puro dimostravano che era strutturalmente inaffidabile e rischioso.

21 Lorne W. Gold, The Canadian Habbakuk Project, a Project of the National Research

Council of Canada, International Glaciological Society, Cambridge, UK, 1993. L. Dayan Cross, Code Name Habbakuk: A Secret Ship Made of Ice, Heritage House Publishing, 2012.
22 I blocchi di ghiaccio poggiavano su un ponte in legno ricoperto di asfalto. Coperti
da una tettoia per ripararli dal sole, erano refrigerati mediante tubazioni in cui veniva immessa aria fredda da tre compressori al freon azionati da un motore da 7.5kW.
Il lavoro fu terminato il 10 aprile, quando lidea di usare il ghiaccio puro era gi stata abbandonata. In giugno perci fu disattivato e, rimossi gli apparati di refrigerazione, il ghiaccio si sciolse del tutto in tre anni. Sul fondo del lago erano ancora visibili
nel 1985 i resti del ponte, dellasfalto e della tettoia. Susan B.M. Langley, Operation Habbakuk: A World War II Vessel Prototype, Scientia Canadensis: Canadian
Journal of the History of Science, Technology and Medicine, Vol. 10,N.2(31), automne-hiver 1986,p.119-131. Sito U-Haul Venture Across America and Canada, Modern, Alberta (2015).
23 200 caccia Spitfire e 100 bombardieri Mosquito, con un equipaggio di 2.942 marinai
e aviatori. V. il sito U-Haul Venture Across America and Canada, Modern, Alberta
(2015).

440

Future Wars

Ma intanto Pyke aveva impresso al progetto una svolta radicale, chiedendo un parere al Laboratorio di ricerca sul freddo del Politecnico di
Brooklyn, dove lavorava il chimico viennese Herman Francis Mark (18971992), lui pure espatriato dopo lAnschluss. Esperto di materie plastiche,
Mark ipotizz che la resistenza del ghiaccio potesse essere fortemente aumentata mescolandovi fibre di cellulosa e i suoi primi esperimenti, con
pasta di legno dal 4 al 14 per cento, dettero risultati tanto incoraggianti
che Mark battezz il nuovo composto piccolite e poi pykrete (da Pyke e
concrete, cemento)24. Informato da Pyke, Perutz (che a suo tempo aveva
frequentato i corsi universitari di Mark) prosegu la ricerca sul pykrete in
un laboratorio segreto dentro un enorme mattatoio di cinque piani interrati
sotto Smithfield Market, di fronte alla Cattedrale di San Paolo.
Gli esperimenti stabilirono che il rinforzo ottimale di cellulosa (pasta
di legno o segatura) era al 14%. Il pykrete era relativamente leggero (il
98% della densit dellacqua), con un tasso di fusione relativamente lento
(a causa della bassa conduttivit termica del legno) e una resistenza meccanica superiore a quella del cemento (circa 50kg/cm2 e fino a 210 a
compressione)25. Poteva essere lavorato di macchina come il legno e formato a freddo come il rame26. Essendo (pare) autoadesivo, le lastre non
venivano saldate tra loro, ma semplicemente brasate, il che, se da un lato
facilitava la lavorazione, dallaltro diminuiva pericolosamente la resistenza
meccanica delle giunture 27. Il decisivo inconveniente del pykrete era per
la necessit di refrigerarlo in continuazione, perch tendeva a deformarsi
a causa del proprio stesso peso (creep). E si vide che, sia pure usando per
rinforzo la cellulosa a minore conduttivit (cio pasta di abete canadese,
invece del comune pino silvestre) bisognava mantenerlo almeno a -15
centigradi.

Il pykrete entusiasm Mountbatten28 ridando fiato al progetto dellIC,


nel frattempo battezzato da Pyke Habbakuk alludendo (con erronea or24 Lampe, p. 129.
25 Perutz, I Wish I Made You Angry Earlier, Oxford U. P., 2002. Hemming, p. 333.
26 Hemming, p. 350.
27 Hemming, p. 338.
28 In seguito raccont in un dopocena che per convincere il premier sulla resistenza del

pykrete era andato a trovarlo ai Chequers mentre si crogiolava fumando il sigaro in un


bagno caldo e gliene aveva buttato un pezzo nella vasca (Lampe, p. 136; Paul Collins,
The Floating Island, Cabinet, Issue 7, Summer 2002; Hemming, p. 351).
Storia della distopia militare

The Ice Carrier

441

tografia inglese29) al versetto biblico nei vostri giorni avvenuta una cosa
che nessuno creder quando gli sar raccontata (Habakkuk 1, 5). Secondo
Pyke lIC era pressoch inaffondabile, perch eventuali falle aperte dal tiro
nemico potevano essere rapidamente turate con ghiaccio tritato e acqua
solidificata mediante refrigerazione30.

Intanto si definivano meglio le caratteristiche della nave: forma rettangolare coi bordi smussati per ridurre la resistenza; poppa e prua in legno,
fianchi rivestiti di pellicola isolante, propulsione e manovra con 26 motori
elettrici montati in gondole esterne ai lati dello scafo (altrimenti il calore
avrebbe compromesso la refrigerazione) e alimentati da turbogeneratori a
vapore con la potenza di 33.000 BHP; velocit 7 nodi, autonomia di 7.000
miglia, consumo quotidiano di gasolio 120 t, serbatoi da 13 milioni di litri.
Pyke fu mandato in Canada con un attestato di Churchill personalmente
indirizzato al premier William Lyon Mackenzie King (1874-1950) e il governo canadese accett di finanziare la costruzione con un milione di dollari, a condizione che fosse diretta dal genio navale inglese senza estromettere Pyke e Bernal31. Gli ingegneri canadesi pensavano di poter approntare
la prima IC nel 1944 con un costo di sole 700 mila sterline e limpiego di
300 mila t di pasta di legno, 25 mila di pannelli isolanti di faesite, 35.000
di legname e 10.000 di acciaio. Mountbatten assicur che Churchill aveva
invitato il comitato dei capi di S. M. a pianificare addirittura la costruzione
in serie di pi IC.
29 Secondo Lampe, p. 128, lerrore sarebbe imputabile al segretario, e il nome sarebbe

stato ispirato dal Candide di Voltaire, dove per non si parla di Habacuc.

30 Hemming, p. 336. Ma non era possibile perch la falla avrebbe rotto pure i tubi di re-

frigerazione inseriti nello spessore dello scafo.

31 Hemming, p. 361.

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Future Wars

Senonch in maggio giunse a Churchill un rapporto firmato dal capo


delle costruzioni navali inglesi in cui si sottolineava che le stime canadesi non avevano tenuto conto del creep e degli oneri strutturali, logistici
e finanziari imposti dalla continua refrigerazione del pykrete, il che raddoppiava il fabbisogno materiale ed energetico stimato, quadruplicava il
costo a 2,5 milioni ed escludeva di poter varare la prima IC entro il 1944.
Pyke protest con uno stizzito telegramma sessista a Mountbatten: CHIEF
OF NAVAL CONSTRUCTION IS AN OLD WOMAN. SIGNED PYKE.
Pyke si precipit sa Londra per difendere il progetto e per il momento
Mountbatten riusc a salvarlo dallira funesta dellammiraglio trattato da
vecchia zitella isterica. Durante lestate il genio navale inglese e gli ingegneri canadesi continuarono a lavorare al progetto insieme a Bernal e
a Perutz, e in agosto sottoposero al comitato dei capi di S. M. tre varianti
dellHabakkuk: la I interamente in legno, la II (ossia la Bergship) in pykrete con rinforzi dacciaio e di dimensioni mostruose (1.200 x 180 m) e la
III simile, ma pi piccola e veloce. A loro volta, fermo restando il ponte di
610 m per il decollo di 150 bombardieri pesanti, gli stati maggiori complicarono tutto pretendendo di assicurare un raggio aereo di 11.000 km e
la resistenza alle maggiori onde registrate, di aumentare lo spessore dei
Storia della distopia militare

The Ice Carrier

443

fianchi da 9 a 12 m per metterli a prova di siluro32 e di aggiungere precauzionalmente un gigantesco timone di 30 m33.
Nel frattempo, poi, lesigenza originaria era cessata. In agosto la
Battaglia dellAtlantico era infatti gi sostanzialmente vinta, sia grazie al
potenziamento operativo (nuovi sistemi antisom, pi portaerei, maggiore
autonomia di volo con serbatoi supplementari) sia grazie alle basi ottenute
nelle Isole neutrali (Islanda e Azzorre)34; tanto che in settembre le perdite
di navi alleate scesero a 1/10 di quelle del settembre 1942.
Mountbatten fece ancora un estremo tentativo per salvare il progetto
coinvolgendo gli americani. Messo da parte Pyke per evitare irritazioni
pregiudiziali, fece inserire la Bergship (Habakkuk II) tra i progetti esaminati nella conferenza segreta interalleata di Qubec del 17-24 agosto,
dove gli americani accettarono di valutarla per il fronte del Pacifico, a
condizione che risultasse sufficientemente economica35. Ma in ottobre
Mountbatten fu trasferito in India, al comando delle forze britanniche
nel Sud-Est Asiatico, e in dicembre la marina americana concluse che la
Bergship era impraticabile per le difficolt tecniche e lenorme quantit
di risorse richieste: lacciaio risparmiato col pykrete era meno di quanto
ne occorreva per i refrigeratori, proibitivi pure per consumo energetico36.
Inoltre anche nel Pacifico lIsland Hopping americano aveva assicurato
allaviazione alleata basi insulari sufficienti; e cos nel gennaio 1944 la
Bergship fu definitivamente archiviata37.

32 Aumentando cos ulteriormente la gi elevatissima triassialit e conseguente fragilit

dello scafo.

33 Andrew Brown, J.D. Bernal: The Sage of Science, Oxford U. P., 2005, p. 231; Hem-

ming, p. 361. Bernal non pot tuttavia dare convincenti assicurazioni sulla tenuta nautica della Bergship n sulla sua vulnerabilit ad attacchi aerei, malgrado un apparato
c/a di 40 torrette binate da 4,5 e numerosi cannoni leggeri (Brown, p. 233).
34 Hemming, p. 366.
35 Hemming, p. 370. Per convincere gli alleati, il 19 agosto Mountbatten provoc perfino
un pericoloso incidente: esplose infatti due colpi di pistola contro un blocco di ghiaccio e uno di pykrete, ma il secondo proiettile rimbalz sui pantaloni dellammiraglio
King, finendo nel muro. V. Field-Marshal Lord Alanbrooke, War Diaries 1939-1945,
ed. by Alex Danchew and Daniel Todman, Phoenix Press, 2001. Perutz, I Wish, cit., p.
84, riporta un analogo incidente.
36 Perutz, I wish, cit,, p. 94.
37 Hemming, p. 376.

444

Future Wars

Nemo Propheta
Fin dal settembre 1943 Pyke aveva cercato di salvare almeno il pykrete
proponendo di usarlo per altri scopi38, come rimorchi da assalto anfibio
di 61x15 m e frangiflutti e pontili analoghi a quelli in cemento su cui stava lavorando Bernal e che furono poi usati per i Mulberry Harbours di
Overlord. A fine anno Pyke present un memorandum sul problema dello
sbarco di materiali in luoghi senza strutture portuali adeguate e con poche
strade, come le isole del Pacifico e la Normandia. La proposta era di usare
tubi per il rifornimento di carburante con diametro di 1 o 1,5 m, sparandovi
dentro ad aria compressa il materiale (chiuso in contenitori standard) e perfino il personale (munito di respiratori e tranquillanti)39. Non pi protetto
38 Proposals and inventions of Mr Geoffrey Pyke; gravity propelled ball bomb, pykrete

and power driven rivers, The Catalogue (ADM 1/15677), The National Archives (v.
Pyke, en.wikipedia).
39 Lampe, pp. 164, 168. Hemming, p. 377.

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445

da Mountbatten, dopo lo sbarco in Normandia fu messo a mezza paga:


un contentino che Pyke rifiut orgogliosamente preferendo continuare a
lavorare gratis; finch, alla fine del 1944, le sentinelle furono istruite di
non farlo pi entrare40. Amareggiato, chiese insistentemente lappoggio
dellammiragliato per poter brevettare il pykrete, ma per tutta risposta nel
gennaio del 1946 i militari lo dettero in pasto allironica curiosit della
stampa rilasciando alcuni documenti e disegni relativi ad Habbakuk41.
Pyke fece ancora parlare di s con la proposta di ecologici ed economici
treni a pedale operati dagli stessi passeggeri, col vantaggio di risparmiare
carbone e petrolio, ottimizzare le sovrabbondanti scorte di zucchero e fare
fitness. La sua ultima e fatale impresa fu il tentativo di calcolare un algoritmo per organizzare in modo pi equo il reclutamento delle infermiere
da parte del servizio sanitario nazionale: le difficolt matematiche e il sospetto di essere defraudato del merito acuirono la sua depressione e il 21
febbraio 1948 si tolse la vita con un flacone di sonnifero, commemorato da
un necrologio di Bernal42 e dal gi citato articolo scientifico di Perutz sulla
rivista di glaciologia.
Nel 1951 il chimico canadese sir Charles Frederick Goodeve (19041980), uno dei pionieri della ricerca operativa e dei progettisti dei sistemi antisom (hedgehog e degaussing) che davvero avevano sconfitto gli
U-boote, si tolse un sassolino dalla scarpa pubblicando una stroncatura
postuma del progetto Habakkuk al quale si era a suo tempo invano opposto43. Riesumati nel 1959 dalla biografia di David Lampe, Pyke, Habbakuk
e il pykrete sono stati di recente oggetto di vasto interesse. Oltre alla nuova
biografia di Henry Hemming (2014), a due libri canadesi su Habbakuk
40 Hemming, p. 381.
41 Le immagini furono pubblicate dal London Illustrated News, 2 March 1946. Cfr.

Francis E. McMurtrie, Strange story of H. M. S. Habbakuk, The War Illustrated,


Vol. 9, N. 230, p. 774, April 12, 1946. Hemming, p. 393.
42 Bernal, Mr. George Pyke An Appreciation, Manchester Guardian, 25 February
1948, p. 3 C: He remained always the knight-errant, from time to time gathering
round him a small band of followers but never a leader of big movements. Because
of the very greatness of his ideas most of his life was one of frustration and disappointment, but he has left behind to all who knew him and were indirectly affected by
him the vision he created for making all things possible. V. Time, 8 March, 1948.
43 Sir Charles Frederick Goodeve, The Ice Ship Fiasco, Evening Standard, 19th April,
1951, republished in Discovery, June, 1951.

446

Future Wars

(Gold 1993, Cross 2012) e a un programma radiofonico di unora della


CBC (2012), circolano in rete una quantit di articoli, video e citazioni.
Nel primo romanzo della serie Darkness (1999), Harry Turtledove immagina una Habbakuk a propulsione magica impiegata per linvasione e
la liberazione di Jelgava, uno dei dodici paesi dellimmaginario pianeta
Derlavai.

A prescindere dal materiale usato, linteresse militare delle isole artificiali si riacceso nel 1990, di fronte alle difficolt politiche suscitate
dalla richiesta americana di basi saudite per la guerra del Golfo. In previsione di future esigenze del Pentagono, la McDermott International Inc.
di Arlington (Virginia) svilupp in seguito il progetto di una base galleggiante modulare (Offshore Mobile Base, MOB) da poter schierare entro un
mese in qualunque punto del globo. Composta di cinque moduli autopropulsi semi-sommergibili (pi stabili ai moti ondosi), la MOB concepita
per il supporto aereo e logistico avanzato, con una pista di 2 km (idonea
al decollo e appontaggio dei C.17 Globemaster III a pieno carico), un porto per navi da carico e una capacit di stoccaggio di 40 milioni di litri di
carburante, pi le infrastrutture occorrenti per una brigata pesante di 3.000
uomini coi relativi equipaggiamenti e mezzi da combattimento e da sbarco. Un rapporto dellInstitute for Defense Analysis, del 2001, stimava un
costo di 5-8 miliardi di dollari, pari a circa lun per cento del bilancio della
difesa44.
44 Jim Wilson, Battle Island, Popular Mechanics, April 2003, pp. 92-93. La MOB

menzionata nei videogame Command & Conquer: Red Alert 3 (EA Los Angeles,
2008) e Tom Clancys Endwar (Ubisoft Shangai, 2008).

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Nel 1985 il pykrete fu preso in considerazione per una banchina del


porto di Oslo e dal 1996 le sue propriet sono state oggetto di nuovi esperimenti scientifici45. Due cupole sperimentali di pykrete furono costruite
nel 2011 e 2014 dalle Universit di Vienna e di Eindhoven. Nel 2009 i
conduttori di un programma di Discovery Channel (MythBusters, N. 116
Alaskan Special II) hanno dimostrato che una piccola barca di pykrete
povero (ghiaccio rinforzato da semplice carta di giornale) pu navigare
nelle acque dellAlaska a 25 miglia allora (40 km/h). E invece fallito, ma
per un errore nel montaggio del fuoribordo, un analogo tentativo effettuato
a Portsmouth nel settembre 2010 dalla BBC (Bang Goes The Theory, N.
26) con una barca di ghiaccio e fibre di canapa.
Confronto fra le propriet meccaniche dei materiali
Propriet meccaniche
Ghiaccio Cemento Pykrete
Resistenza alla
3.447
17.240
7.584
compressione[MPa]
Resistenza alla trazione [MPa]
1.103
1.724
4.826
Densit [kg/m]
910
2500
980
Sia pure tardivamente, il pykrete approdato anche nella fantascienza.
In Seveneves (2015), di Neal Stephenson, viene infatti usato per costruire
habitat a bassa orbita terrestre dove trovano rifugio gli esseri umani sopravvissuti alla rottura della Luna.

45 Andreas Bastian Siddiqui, The Mechanical Properties of Select Formulations of Pykrete


Augmented with an Emulsifier in Uniaxial Compression, ENGR 059, December 13,
2010. Un pykrete al 14% di pasta di legno ed emulsificante (resina di xanthan) ha raggiunto una resistenza a compressione di 30.7MPa.

448

Future Wars

Storia della distopia militare

449

Krasnyj Baron

(Robert Ljudvigovi Bartini, 1897-1974)


...
(che gli aerei rossi volino sempre pi veloci dei neri)
di Giuseppe Ciampaglia
Bartini ci ha insegnato, che il progettista di aerei, con la natura, deve giocare a scacchi, ma tenendo la pedina in tasca. Il suo pensiero era pi o
meno questo: se al giocatore fosse consentito collocare ciascuna pedina su
qualsiasi casella della scacchiera, vincerebbe di sicuro. Negli scacchi non
possibile, ma nella tecnologia lecito. Per il progettista deve sapere cosa
mettere e dove; deve predisporre tutte le condizioni per questo.1

La fama postuma

egli ultimi anni si acceso in Russia un notevole interesse2 per


quello che il suo pi recente biografo ha definito il Grande
Bartini, il Voland dellaviazione sovietica3. La fama postuma
di Bartini si fonda sullo studio dei suoi 60 progetti aeronautici (tra cui un
bombardiere strategico idrovolante) e del suo contributo scientifico allin1 Testimonianza di Iosif Berlin, vice di Bartini, resa nel 1982 ad Aleksandr Petrovi Ku-

drjavcev, (Robert Bartini, Metodolog.ru. consultato settembre 2015).

2 Nel centenario della nascita (1997) fu inaugurata una targa commemorativa nella-

zienda aeronautica TANKT di Taganrog, e furono pubblicati due studi scientifici (Kaznevskij V. L., Robert Ljudvigovi Bartini, M., Nauka, 1997: Panatov G. S. Forminov
L. G., Razvitie idej R. L. Bartini v naunykh razrabotkach na TANKT im. G. M. Berieva / Sb. dokladov Naunye teniya posvjaennye 100-letiju so dnja rodenija R. L.
Bartini, gosNIC CAGI, M., 1997). Nel 112 anniversario (4 maggio 2009) si tenne
un grande convegno scientifico presso il Museo di Storia della Scienza ukovskij, diretto da A. P. Krasilikov, con la presentazione di una raccolta degli scritti di fisica
e filosofia della scienza di Bartini curata da A. M. Maslov e del documentario Tajny
vremeni: Sovetskij aviakonstruktor Roberto Bartini (I segreti del tempo, prodotto da
Telekanal Zvezda). Il 25 aprile 2013 il giornalista di Analisi Difesa Maurizio Sparacino ha presentato la biografia di Ciampaglia allIstituto Italiano di Cultura a Mosca (v.
Russia Beyond the Headlines). Ad entrambi gli eventi hanno partecipato la figlia e il
nipote di Bartini, Svetlana Robertovna e Oleg Gerovi.

3 Nikolaj Jakubovi, Velikij Bartini. Voland sovetskoj aviacii, Litres, 2015. V. pure Yurij
Avdeev, Genij Predvidenija e Nikolaj Palikov, Pulsar Bartini in Krasnaja Zvezda,
23 gennaio 2008 e 11 aprile 2013.

450

Future Wars

gegneria
aeronautica
(effetto Bartini, metodo dialettico e e,
ala Bartini, ekranoplano), ma anche sulle sue
idee folli degne di Jules
Verne4, le sue bizzarre
incursioni nella fisica
avallate da Pontecorvo
(mondo Bartini, un
universo a sei dimensioni), la disposizione testamentaria di secretare i suoi scritti fino al 2197,
terzo centenario della sua nascita, i disegni a colori per il film che intendeva trarre dal suo romanzo autobiografico Cep (Catena)5 mescolando
fantascienza e fantasy.
Quanto basta alla fervida immaginazione russa per echeggiare Leonardo
o Tesla, per inventare un codice Bartini6 e per annettere questo singolare
ingegnere aeronautico alla storia esoterica della letteratura russa, com
avvenuto nel 2003, quando i coniugi Buzinovskij, decrittando Il Maestro e
Margherita come romanzo a chiave del genere gotico-fantastico sovietico,
sostennero che il personaggio di Voland alluderebbe appunto a Bartini, il
quale avrebbe influenzato pure Aleksej Tolstoj, Grin, Olea e praticamente
tutti gli scrittori sovietici contemporanei7.
4 Piotr Butowski, Les ides folles du camarade Bartini. Elles font penser Jules Verne, Le
Fana de lAviation N. 243, avril 1994, pp. 54-60. Butovskij un noto storico dellaviazione sovietica.
5 V. il sito della RIA Novosti (visualrian.ru, Egorov, 1 gennaio 1975). Una copia del manoscritto era gelosamente custodita nel 1982 da Berlin (v. Kudrjavcev, cit.).
6 Cfr. i documentari di Alexander Slavin (The Bartini Code. The Riddle of the Red Baron,
44, 2005) e di Alex Torbin (16 Kod Bartini Zagadka krasnogo barona, 43 49, postato
il 23 marzo 2014, pure da Krylja Rossii, Channel X File, il 31 agosto 2014). Il pi antico documentario (Bartini, in due parti, 27 54+25 37, di Svetlana Terner, regista Nona
Bokareva, operatore Ptr Sydney) fu realizzato per la STRC Novosibirsk nel 1996 (su
youtube dal 17 gennaio 2011). Altri documentari postati recentemente su youtube: Russia
Avis History (Genii iz sharaki. Aviakonstruktor Bartini, 44 23, 2011); Natalia Petrova
(Genii i zlodei, 2013, 26 03).
7 Olga i Sergej Buzinovskie, Tajna Volanda. Opyt deifrovki.(Il mistero Voland. Prova

di decrittazione), Barnaul, 2003. Secondo Roman Romanov [MMIX God Byka (Lanno
Storia della distopia militare

Krasnyj Baron

451

Ignoto in vita in Occidente (a parte un articolo del 1967 sullUnit8),


Bartini fu riscoperto nel 1995 nellambito della storia aeronautica9, ma
solo la sua prima biografia italiana, del 200910, ha dato notoriet al pi
grande progettista aeronautico italiano della guerra fredda, suscitando
perfino un certo interesse nazionalista da parte dellemigrazione giulianodalmata11.

del Toro), Mosca, 2009] Voland piuttosto la sintesi di varie ispirazioni, non del solo
Bartini, il quale ritratto piuttosto in Ostap Bender, lastuto giramondo di origine danubiana (e con sciarpa bianca) de Le dodici sedie (1928) e de Il vitello doro (1931) di
Ilf e Petrov. V. Muireann Maguire, Soviet Gothic-fantastic, A Study of Gothic and Supernatural Themes in Early Soviet Literature, Thesis, University of Cambridge, 2008.

8 Adriano Guerra, italiano uno dei pi grandi costruttori di aerei sovietici, LUnit, 17
ottobre 1967, p..11. Il corrispondente da Mosca del quotidiano del PCI conobbe Bartini per
caso, in occasione di un convegno italo-sovietico su Gramsci presieduto dal sen. Terracini
(Bartini li aveva conosciuti entrambi a Milano nel 1921). Altri trafiletti sullUnit del 20
gennaio 1971 p. 9 (Il 50 del PCI a Mosca), 14 maggio 1972 (Gli auguri di Longo per
i 75 anni del compagno Di Bartini), 11 dicembre 1974 p. 19 (Ieri a Mosca i funerali del
compagno Di Bartini).
9 G. Ciampaglia, Roberto Bartini e le sue realizzazioni aeronautiche in Unione Sovietica,
Rivista Storica, Novembre 1995; Roberto Bartini progettista a Mosca, Rivista Aeronautica, 1996, fasc. 5.
10 G. Ciampaglia, La vita e gli aerei di Roberto Oros di Bartini, I.B.N. Editore Roma, 2009,
2a ed. accresciuta, 2010.
11 Tra i personaggi proposti per intitolare laeroporto di Fiume cera pure Bartini. V. Gianfranco Miksa, intervista a Ciampaglia, La Voce del Popolo. Quotidiano italiano dellIstria
e del Quarnero, 15 luglio 2015.

452

Future Wars

Bella Avis Rubra Terrorem Infert NIgrae


Rbert Orosdy12, poi Robert Ljudvigovi Bartini e Roberto Oros di
Bartini ebbe una vita epica e con molti lati oscuri13. Nato nel 1897 a
Nagykanizsa, era figlio adottivo (e forse pure naturale) di Lajos Orosdy,
capitano della polizia di frontiera ungherese a Fiume, poi dottore e consigliere del governatore; pare facoltoso e di idee progressiste, si trasfer a
Roma dopo lannessione allItalia14. Irrequieto ma ottimo studente liceale,
poliglotta, prestante, sportivo, Rbert brevett diciottenne uno stabilizzatore automatico di oscillazione per aerei da guerra15, tanto che il 16
agosto 1915 il governatore di Fiume Istvn Wickenburg lo raccomandava
al ministro dellHonvd per farlo trasferire in aviazione. Rimase per in
fanteria sul fronte russo, finendo prigioniero in Siberia dove avvenne la
sua conversione comunista ad opera di Mt Zalka (Bla Frankl, 18961937). Fu proprio lo scrittore rivoluzionario ad affibbiargli, per i suoi modi
ricercati, il soprannome ironico di Krasnyj Baron (forse in contrappunto
al famigerato ernyj Baron, von Ungern Sternberg). Non provata la diretta partecipazione di Orosdy alle atrocit commesse dalle guardie rosse
ungheresi organizzate da Zalka, ma entrambi furono scelti da Karl Radek

12 Orosdy significa di Oros, una localit presso Nyiregyhaza, alla frontiera con Romania e
Ucraina, allora territorio russo (In ungherese Orosz significa russo).
13 La prima biografia russa [Igor Emmanuilovi utko, Krasnye Samolety (aeroplani rossi),
Politizdat, Mosca, 1978, con prefazione di Oleg Konstantinovi Antonov (1906-1984)] si
fonda esclusivamente sulle notizie fornite allautore dallo stesso Bartini, ma solo in parte
riscontrate dalle successive ricerche archivistiche di Maurizio Sparacino (Roberto Bartini
lIngegnere Italiano al Servizio dellAviazione Sovietica; tesi di laurea, Facolt di Lettere e
Filosofia dellUniversit di Parma, A. A. 2008-2009). Nellinterrogatorio cui fu sottoposto
nel 1938 dalla NKVD Bartini dichiar di essere figlio naturale di un fantomatico barone
austriaco Formach e di una baronessina Fersel.
14 Nei documenti ungheresi del 1907-15 consultati da Sparacino [DAR, DS 3 (132), sv. 7782 e 84] il cognome di Rbert e Lajos scritto con la y finale usata per i nobili, ma Lajos non indicato come barone. Essendo cattolici, difficilmente potevano essere parenti di
Flp Orosdy, un grossista ebreo di Budapest fatto barone il 13 febbraio 1905 e convertito
al cattolicesimo, il quale figura, con la moglie F. e la figlia Giulia, tra membri della societ
letteraria italo-ungherese Mattia Corvino (v. Corvina, Rivista di Scienze e Lettere, 1925 n.
2, p. 132; Bollettino 1921, p. 123.
15 Il progetto, presentato il 21 maggio 1915 tramite il governatore, fu approvato dal ministero imperialregio della guerra il 24 giugno (N. 9096). A utko Bartini raccont che nel
settembre 1912, quindicenne, aveva avuto a Fiume il battesimo dellaria sul Blriot XI del
pioniere russo Chariton Slavorossov (1886-1941).
Storia della distopia militare

Krasnyj Baron

453

(1885-1939) come agenti rivoluzionari e nel febbraio 1920 riuscirono a


imbarcarsi a Vladivostok mescolandosi ai prigionieri di etnia italiana.
Arrivati a Trieste dopo varie peripezie16 e grazie alle relazioni sociali
di Orosdy, i due impiantarono a Milano un centro di transito dei comunisti ungheresi rifugiati in Austria che volevano raggiungere la Russia per
combattere nella guerra russo-polacca al comando di Zalka. Orosdy, nel
frattempo assunto come autista e poi come tracciatore nella fabbrica dellIsotta Fraschini e iscrittosi alla neonata sezione di ingegneria aeronautica
del Politecnico di Milano17, fu invece lasciato in Italia, forse a scopo di
spionaggio industriale. Di fatto per fu utilizzato in compiti di sicurezza
di esponenti comunisti e dinfiltrazione degli esuli russi a Roma, sfruttando i suoi modi aristocratici18. Grazie alle incaute confidenze del principe
Jusupov (il carnefice di Rasputin) riusc a sventare un attentato alla delegazione sovietica alla conferenza commerciale di Genova. Il trasferimento
da Milano lo costrinse a interrompere gli studi, ma a Roma, alla scuola di
Centocelle, consegu il brevetto di pilota19. Condannato in contumacia a
ventanni per reati politici e braccato dalla polizia, nellestate 1923 dovette
trasferirsi in Russia, sfuggendo a due tentativi di assassinio da parte della
centrale berlinese dei fuoriusciti anticomunisti.
Congedandosi dai compagni italiani, giur loro che avrebbe fatto volare
gli aerei rossi pi veloci di quelli neri. Un impegno effettivamente mantenuto, come si legge sulla sua tomba nel settore 29 del cimitero Vvedenskij
di Mosca20. Secondo il nipote Oleg, che per non cita documenti, la fra16 V. Ciampaglia, op. cit., pp. ss. Ricordiamo che i loro nomi figuravano nella lista dei prigionieri di idee rivoluzionarie in possesso del capo della missione italiana incaricata del
rimpatrio, il maggiore dei carabinieri Marco Cosma Manera (1876-1958), il quale, dopo
averli sottratti a un tentativo di linciaggio, li fece sbarcare a Shangai.
17 Liscrizione stata accertata da Sparacino, op. cit.
18 Testimoniati da Paolo Robotti, Scelto dalla vita, Napoleone, Roma, 1980.
19 Nella lista dei brevettati nel 1922 figura come Wrosdi. Cfr. Armado Verdinelli, La compagnia Nazionale Aeronautica, Ed. C.N.A., Roma, 1931.
20 Annulla modifiche

V strane Sovetov on sderal svoju kljatvu, posvjativ vsju svoju izn tomu, toby krasnye samolety letali bystree ernych (Nel paese dei Soviet egli mantenne il suo giuramento, dedicando tutta la sua vita affinch gli aerei rossi volassero pi veloci di
quelli neri). La scritta sormontata dalla sagoma, in rosso, dellA-57. Sulla lapide figurano entrambi i nomi, in cirillico Robert Ljudvigovi Bartini e in caratteri latini Roberto Oros di Bartini.

454

Future Wars

se alluderebbe allasserito motto degli Orosdy Bella Avis Rubra Terrorem


Infert NIgrae (Il belluccello rosso incute terrore al nero) e lo stesso nome
di battaglia italiano assunto in Russia, Bartini, sarebbe in realt lacronimo del motto21.
Nel Paradiso degli ingegneri
Ammesso nelle forze aeree sovietiche (VVS) e completati gli studi, fu
destinato allIstituto scientifico sperimentale (NII) di Chodynka e di qui a
Sebastopoli, al centro sperimentale dellaviazione di marina, per dirigere il
collaudo degli idrovolanti acquistati allestero, e pure in Italia. Ammesso
nel PCUS nel 1927 su raccomandazione di Togliatti22, e promosso kombrig
(colonnello brigadiere) nel 1928, nel 1929 ottenne lincarico di progettare
i nuovi idrovolanti nazionali presso lUfficio centrale (CKB) di Mosca.

21 Sergej Emeljanov, toby krasnye samolety letali bystree ernych, Rossijskaja Ga-

zeta, online, 17 aprile 2015. http://m.rg.ru/2015/04/17/rodina-bartini.html. Secondo


Oleg (http://silverproject.ru/a-little-history.html) lo stemma e il motto, insieme ad una
piccola tenuta sul lago Balaton, sarebbero stati accordati da Giuseppe I ad un falconiere (Carl il Russo, ossia Orosdi), che avrebbe addestrato il falco rosso preferito
dallimperatore, uno dei 24 rapaci che gli sarebbero stati donati nel 1708 da Pietro il
Grande, facendolo combattere contro altri falchi, avvoltoi e corvi.

22 RGASPI, f. 589, op. 3, d. 7420 FIG, Fondo Robotti.

Storia della distopia militare

Krasnyj Baron

455

Licenziato nel 1930


per aver indirizzato al
Comitato centrale del
PCUS un memorandum
molto poco socialista in
cui sosteneva che il coordinamento centralizzato e il lavoro collettivo erano inutili e nefaste
complicazioni burocratiche, fu per salvato dal
capo di stato maggiore
dellaviazione, Baranov,
e dallo stesso Tuchaevskij, che, apprezzando lidea di Bartini di realizzare un nuovo caccia superveloce, lo incaricarono di costruire un prototipo.
Classificato segretissimo, il progetto fu realizzato dallente dellaviazione
civile (GVF) nella Fabbrica statale di aviazione (GAZ) N. 240 di Mosca.
Battezzato Stal 6, perch largamente costruito in acciaio inossidabile, il
caccia sperimentale raggiunse nel luglio 1933 i 420 km/h, contro i 350 del
Polikarpov I-16 allepoca ritenuti il massimo consentito dalle tecnologie
disponibili. Lo sviluppo di una versione ancor pi veloce, lo Stal 8, fu
per annullato col pretesto che un ente civile non poteva realizzare arei
militari. Promosso capo progettista delle costruzioni sperimentali civili,
Bartini realizz un ricognitore artico a lungo raggio (DAR) che sfruttava
lalto rendimento di due eliche coassiali contenute in un anello e ruotanti
in direzione opposta (allora ancora sconosciuto in Russia, e perci battezzato effetto Bartini) e un bimotore da trasporto (Stal 7) che sfruttava invece leffetto suolo, un altro importante fenomeno aerodinamico capace
di accrescerne sensibilmente il carico trasportato.
Nella araga di Tupolev
in questo periodo che i Buzinovskij ipotizzano il supposto incontro
di Bartini con Bulgakov e gli altri scrittori, che potrebbe essere avvenuto
per il tramite di Zalka, allepoca direttore del Teatro della Rivoluzione,
poi intitolato a Majakovskij. Sono per mere congetture, mentre quasi
certo loccasionale incontro in una breve scampagnata tra Bartini e Felice

456

Future Wars

Troiani23, stretto collaboratore di Umberto Nobile (1885-1978) nella realizzazione del dirigibile Italia e suo assistente nella sfortunata spedizione
polare italiana. Nobile e Troiani erano stati infatti ingaggiati dalle autorit
aeronautiche sovietiche per realizzare il nuovo dirigibile W6 Osoaviachim.
Al ritorno in Italia Troiani fu sottoposto a inchiesta con laccusa di essere
diventato comunista e quel contatto fu forse allorigine del coinvolgimento
di Bartini nelle purghe staliniane del 1937-38, che portarono, tra laltro,
alla fucilazione del suo mentore Tuchaevskij. Arrestato il 14 febbraio
1938 per spionaggio e sabotaggio (a seguito di un incidente al prototipo
dello Stal 7) Bartini rimase detenuto a Lefortovo in attesa di giudizio per
oltre due anni, suscitando, pare, perfino un controproducente intervento a
suo favore della diplomazia italiana. Ad evitargli lesecuzione fu invece
proprio la performance del suo Stal 7. Il volo record di 5.000 km del 28
agosto 1939 ebbe risonanza mondiale e Stalin, appreso dallequipaggio
il nome del progettista, ordin seduta stante a Beria di rimetterlo subito
a progettare aeroplani nellapposito Gulag, una delle cosiddette araga,
termine gergale intraducibile ma intuibile pure da chi ignora il russo.
Condannato l11 giugno 1940 a 10 anni di reclusione e 5 di interdizione
dai diritti civili, Bartini continu cos a lavorare in condizioni durissime,
inizialmente nella sezione diretta da Andrej Tupolev (1888-1972), il pi
grande progettista sovietico, lui pure prigioniero24 ma poi liberato con tutti
i suoi per lottima riuscita del bimotore da combattimento multiruolo Tu-2.
Dal beneficio fu per escluso Bartini, nel frattempo messo a capo di una
nuova sezione incaricata di progettare i nuovi caccia a reazione. Con lui
lavorava Sergej Korolv (1906-1966), il futuro padre della cosmonautica

23 Nelle sue memorie (La coda di Minosse. Vita di un uomo, storia di unimpresa. Mursia,
Milano, 1964) Troiani racconta di aver lavorato al laboratorio sperimentale civile e di aver
partecipato ad una scampagnata organizzata dal capo progettista, che parlava un ottimo
italiano. Arrigo Petacco (A Mosca solo andata, Mondadori, Milano, 2013) ipotizza, senza
prove, un contrasto tra Nobile e Bartini.
24 Di Bartini prigioniero nella araga di Tupolev parla Georgij Aleksandrovi Ozerov (18891977), lui pure progettista di aerei e recluso nella stessa istituzione, in un samizdat poi
pubblicato sotto pseudonimo (A. aragin) da un editore dellemigrazione russa (Tupolevskaja araga, Frankfurt am Main, 1971, pp. 30-31). Aveva scarsa conoscenza del russo scrive Ozerov In particolare non si capacitava [di essere stato accusato] di aver venduto qualcosa a Mussolini. Quando si agitava passava allitaliano parlando velocemente in
quella lingua. Ripeteva continuamente la parola inconcepibile (in italiano nel testo).
Storia della distopia militare

Krasnyj Baron

457

sovietica, il quale asser poi che durante un breve incontro Beria avrebbe
detto al nostro di saper bene che era innocente, altrimenti sarebbe gi
stato giustiziato, ma che per il bene del Partito doveva sopportare il suo
destino da vero comunista. Liberato nel 1946, e riabilitato dieci anni dopo,
Bartini lavor dapprima a Taganrog (OKB-31 Dimitrov) e dal 1952 a
Novosibirsk. Qui, come direttore delle ricerche avanzate allIstituto siberiano di ricerche aeronautiche, disegn un nuovo tipo dala a delta per
aerei a getto, poi montata sul supersonico passeggeri Tu-144, analoga a
quella del Concorde franco-britannico, poi indicata dagli specialisti in aerodinamica col suo nome.
LA-57, il mancato bombardiere strategico idrovolante
Intanto la Russia aveva sfidato il monopolio americano dellatomica.
Nella grande parata del luglio 1955 lURSS esib un enorme quadrimotore
(M-4) in grado di attraversare il Polo Nord e colpire Chicago e New York.
Gli americani, che lo battezzarono Bisonte, furono indotti a credere che i
sovietici ne avessero 700, ma scoprirono poi che si trattava di un bluff25. In
25 Ino Biondo e Marco Pilliteri, Il pi grande progettista italiano di aeroplani sovietici, Ae-

458

Future Wars

realt i grandi quadriturboelica sovietici T-95, analoghi ai B-52 americani, avevano gi autonomia sufficiente (13.000 km) per colpire il territorio
americano e rientrare alle basi; ma erano subsonici e perci molto vulnerabili alla difesa aerea. I supersonici avrebbero avuto maggiori probabilit
di successo, ma a causa dellelevato consumo di carburante non avrebbero avuto autonomia sufficiente per tornare in Russia e perci il primo
bombardiere bisonico proposto da Bartini non fu approvato dalle autorit
aeronautiche sovietiche.
Bartini propose allora di risolvere il problema col rifornimento di carburante, ovviamente non in volo, come avviene adesso, ma in mare. La
sua idea di un grande idrovolante bisonico, rifornito al largo delle coste
americane da sottomarini cisterna, fu accolta dal ministro della difesa, maresciallo ukov (1896-1974), e nel 1957 gli fu messo a disposizione uno
specifico ufficio tecnico provvisorio (presso lOKB-256 P. V. Cybin, a
Ljubercy, vicino Mosca) per progettare il velivolo, battezzato A-57, dove
A stava per America. Il progetto fu per bocciato dal comitato centrale
del PCUS, sia per il costo aggiuntivo dei sottomarini e il rischio di affondamento, sia per limpressione suscitata dal lancio dello Sputnik (4 ottobre
1957), che sembrava rendere in prospettiva superflua la componente aerea
della futura triade nucleare.
Anche in seguito Bartini rimase del tutto estraneo ai rapidi sviluppi della missilistica e della cosmonautica, guidati da Korolv. Va per ricordato che il suo ex assistente sottoline spesso il proprio debito intellettuale
verso Bartini, e secondo i Buzinovskij avrebbe chiesto allo scultore
Andrej Faidy Krandievskij (1920-1966), incaricato di scolpire la grande lapide che orna il Viale dei Cosmonauti a Mosca, di raffigurarvi pure
Bartini, dichiarando che senza di lui non vi sarebbe stato lo Sputnik26.
Gli ekranoplani (schermoplani) Bartini
Dopo la cancellazione dellA-57 Bartini si stabil definitivamente a
Mosca, continuando a dirigere lufficio di Ljubercy fino al 1961 e a sfornare progetti sempre pi avveniristici, attratto dalla dimensione utopica della
rostoria, 2010.
26 Buzinovskij, op. cit., p. 33 (non citano la fonte).
Storia della distopia militare

Krasnyj Baron

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tecnica aeronautica. In particolare fu uno degli ideatori dellekranoplano,


enorme idrovolante a decollo sia convenzionale che verticale col peso e
le dimensioni di una nave, capace dammarare e stazionare in acqua e poi
decollare e volare restando sempre a pochi metri dalla superficie marina
per sfruttare al massimo lincremento di portanza dovuto alleffetto suolo27. Il primo concepito da Bartini era pi grande di due campi di calcio e
27 G. Ciampaglia, Gli schermoplani e le schermonavi russi, velivoli-navi ad effetto suolo,
Rivista Marittima, Aprile 1996

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Future Wars

pesava addirittura 2.500 t, tanto che fu siglato M-2500. Lintenzione era di


farne una portaerei volante a forma di testuggine, una piattaforma aeronavale per aerei antisom incaricati di scoprire e distruggere la componente
subacquea della triade nucleare nemica (SSBN con SLBM Polaris), che gli
americani stavano allora cominciando a schierare. Il M-2500 rimase sulla
carta, e altri prototipi da 500 t (il doppio di un Jumbo B 747) progettati da
altri ingegneri fecero cattiva prova.
Insignito dellOrdine di Lenin nel 1967, nel 1968 Bartini and a lavorare
col team di progettazione della Beriev di Taganrog, operante nellimpianto
Dimitrov (OKB-49), specializzato in aliscafi, dove progett un secondo
ekranoplano (VVA-14), di forme altrettanto inedite e sorprendenti del precedente ma molto pi piccolo. Il prototipo vol con successo il 4 settembre
1972, ma la Commissione Militare Industriale del Comitato Centrale del
PCUS rinvi a tempo indeterminato la produzione in serie.
Personaggio bizzarro28, Bartini rimase attivo fino alla fine. Ancora nel
settembre 1974, due mesi prima dellinfarto fatale, propose un aliscafo
portaerei da 6 o 700 km/h29. La sua quipe era numerosa, ma nessuno fu in
grado di raccoglierne leredit; morto lui, lufficio fu assorbito dal vicino
KB Kamov30. La maggior parte dei cimeli di Bartini sono conservati in due
sale del Museo della Beriev, il resto nel Museo ukovskij. Ma il prototipo
del VVA-14 fu gravemente danneggiato il 30 settembre 1988 in un incauto
tentativo di trasferirlo, agganciato ad un elicottero Mi-26, dal campo di
volo ukovskij al museo dellAeronautica Militare di Monino31.
Lapplicazione della dialettica alla progettazione aeronautica
Lo stesso Bartini tracci un riassunto del suo lavoro in un manoscritto
intitolato Sozdannoe (Creazioni). Scritto in terza persona, in un russo ap-

28 A Mosca viveva in un appartamento laboratorio, zeppo di quadri e modelli di aerei, nello


stesso caseggiato del Kutuzovskij Prospekt in cui alloggiava la famiglia. Assorto nel lavoro, dimenticava di bere al punto da avere un collasso per disidratazione. Aveva un terrier
ecc.
29 P. G. Kuznecov, Inener istorii, almanakh Vostok, N. 1 / 2 (25/26), gennaio-febbraio
2005.
30 Kudrjavcev, op. cit.
31 S. Emeljanov, op. cit..
Storia della distopia militare

Krasnyj Baron

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prossimativo e in un gergo tecnico che lo rende oscuro ai non specialisti,


un testo incompiuto che riguarda solo le opere di aerodinamica fino al
1944, con un brevissimo accenno finale alle caratteristiche delle ali supersoniche del 1952-57 (A-55, A-56, A-57) e subsoniche del 1962, tacendo
del bombardiere idrovolante e dellekranoplano. Il testo stato pubblicato
da Aleksandr Kudrjavcev, presidente dellAccademia russa di architettura
e scienze della progettazione, in un importante saggio sul metodo Bartini,
che sottolinea i contrastanti giudizi espressi su di lui durante la commemorazione tenuta nel 1982 allIstituto di storia della scienza e tecnologia, e si
basa principalmente sulla testimonianza orale di Josip Berlin, assistente di
Bartini e devotissimo alla sua memoria.
Era fermamente convinto di poter dare una formulazione matematica a
qualunque idea: nella progettazione aeronautica non era possibile lasciare il
minimo spazio allintuizione e al caso. Il suo procedimento si ispirava allanalisi morfologica: per gli aerei da trasporto aveva elaborato un contenitore
morfologico tridimensionale composto da tre indicatori generali. Secondo
Kudrjavcev lidea fondamentale del nostro gi in nuce negli studi giovanili sullibridazione geometrica tra parabola ed ellisse applicata alla sagomatura ottimale delle cntine alari era di applicare un approccio dialettico
ai problemi matematici della progettazione, per escogitare la soluzione di
questioni tecniche apparentemente irrisolvibili rovesciando il principio di
non contraddizione: non o o, ma, come diceva Bartini, e e. Il metodo, esposto gi nel 1935 alla commissione militare del comitato centrale
del PCUS32, si articolava in due fasi. Anzitutto bisognava individuare, per
ciascun problema, i due parametri fisici contraddittori (quelli i cui vantaggi
e svantaggi incrementali si annullavano reciprocamente); poi escogitare una
scorciatoia matematica, unabbreviazione concettuale del percorso logico
tale da superare la contraddizione in una sintesi superiore, consentendo soluzioni inedite, sempre molto originali33 e avanzate rispetto ai tempi.
Proprio questa predilezione per i salti concettuali non manc di creargli

32 Kudrjavcev, op. cit.


33 Peraltro, secondo Antonov, Bartini non aspirava espressamente alloriginalit, questa veniva dal suo approccio ai progetti... Roberto Ljudvigovi osava essere coraggioso nella ricerca e confidente nella correttezza delle conclusioni. Era ricco, immensamente ricco di
idee e di conseguenza era generoso (Prefazione alla biografia di utko, cit.).

462

Future Wars

notevoli difficolt pratiche, specie in un sistema fortemente burocratico


e sospettoso come quello sovietico. Da un lato i suoi stessi collaboratori
faticavano a comprenderlo e a uniformarsi ai suoi criteri troppo innovativi,
dallaltro i suoi colleghi lo temevano e reagivano criticandolo e mettendolo in cattiva luce presso lautorit politica. Inoltre, come accenna il suo
primo biografo utko, lui stesso, una volta risolti gli aspetti aerodinamici e
strutturali di un nuovo tipo di aereo, perdeva interesse per la costruzione34
e forse anche per questo la maggior parte dei suoi progetti rimase sulla
carta o si ferm allo sviluppo del prototipo.
Bisogna sottolineare che limpegno scientifico di Bartini era sorretto da
una forte passione politica. Esortava i suoi collaboratori a sentirsi orgogliosamente sovietici, e perci in possesso di una marcia in pi rispetto ai capitalisti, che non conoscono la dialettica e il modo di superare
le contraddizioni35. Michail Petrovi Simonov (1929-2011), il padre del
caccia Sukhoj Su-27 che nel 1969 aveva frequentato la scuola di formazione diretta dal nostro, ricorda il rovello di Bartini di fronte al crescente primato socioeconomico capitalista e la sua speranza di trovare scorciatoie
per restituire il primato allUnione Sovietica.
Luniverso a sei dimensioni
Bartini pubblic oltre un centinaio di articoli scientifici36, ma quello a
cui teneva maggiormente, e in seguito divenuto il pi famoso Alcune
relazioni tra le costanti fisiche37, in cui vengono proposti una dimostrazione matematica della possibilit di un universo a sei dimensioni (di cui
tre temporali) e un metodo geometrico per il calcolo della lunghezza donda di Compton e del raggio classico dellelettronica. Presentato nel 1962
alla prestigiosa rivista Relazioni dellAccademia delle Scienze (DAN) tra34 Simonov ricorda che dopo la bocciatura di un loro progetto da parte del Ministero dellindustria aeronautica, Bartini gli disse che era stato meglio cos, perch altrimenti si sarebbero seduti sugli allori e avrebbero rinunciato a lottare per migliorare.
35 Kudrjavcev, op. cit.
36 A. M. Maslov, Mir Bartini: sovetskij aviakonstruktor, fizik-teoretik, filosof. Sbornik statej
po fizike i filosofii, Samoobrazovaniye, Mosca, 2009.
37 Nekotorye sootnoenija medu fizieskimi konstantami (Predstavleno akademikom B.
M. Pontekorvo 23 IV 1965), DAN (Doklady Akademii Nauk) SSSR, 1965, Tom 163, N. 4,
pp. 861-864.
Storia della distopia militare

Krasnyj Baron

463

mite il matematico Mstislav Vsevolodovi Keldy (1907-1978), larticolo


fu sottoposto dal direttore, Nikolai Nikolaevi Bogoljubov (1909-1992), a
Bruno Pontecorvo (1913-1993), lex ragazzo di via Panisperna che aveva scelto lUnione Sovietica per poi pentirsene amaramente. Pur ritenendolo troppo oscuro, contraddittorio e fuori dei canoni della fisica teorica,
Pontecorvo cerc di salvarlo riscrivendolo in forma sintetica ed eliminando
i riferimenti empirici che mal si conciliavano con una dimostrazione matematica, e poi ne discusse la revisione con lautore, di cui fece conoscenza
in quelloccasione. Sia pur gentilmente, Bartini difese il suo testo parola
per parola, ma la sua puntigliosit non gli imped di conquistarsi la stima di
Pontecorvo per la sua profonda conoscenza della filosofia. Emerse inoltre
dalle loro conversazioni che linteresse di Bartini per la fisica era nato dalla lettura di Arthur Stanley Eddington (1882-1944), la cui teoria fondamentale unificava teoria quantistica, relativit, cosmologia e gravitazione
combinando le costanti fondamentali per produrre numeri adimensionali.
E forse Bartini si identificava inconsciamente col carattere introverso e
la sorte oscura dellastronomo quacchero la cui tormentata amicizia con
Einstein, sullo sfondo della grande guerra, ha ispirato il bellissimo film di
Peter Moffat e Philip Martin prodotto dalla BBC nel 2008.
Il coinvolgimento emotivo di Bartini nel suo articolo era tale da far temere che non sarebbe sopravvissuto ad una bocciatura. Alla fine, abbreviato e
recensito dallo stesso Pontecorvo, larticolo fu pubblicato nellaprile 1965.
Le attuali teorie multidimensionali erano allepoca di l da venire e la pionieristica teoria di Kaluza-Klein della quarta dimensione spaziale, risalente
al 1921/26, era stata da tempo abbandonata, per cui la teoria delle tre dimensioni temporali suonava di per s come una bestialit. Tuttavia, firmato
da un Roberto Oros di Bartini del tutto sconosciuto ai lettori della rivista,
stravagante per stile e incoerente per contenuto, larticolo fu piuttosto interpretato come un impertinente pesce daprile del fisico italiano38. Subissato
dalle lettere di mitomani che lo accusavano di aver rubato idee loro, il povero Samaritano fu addirittura denunciato da vari matematici e chiamato al
38 V. la nota su Pontecorvo del matematico Vladimir Igorevi Arnold (1937-2010) [Istorii davnie i nedavnie (Storie vecchie e recenti), Mosca, FAZIS, 2002, p. 43, dove Oros
equivocato come Orazio]. V. Boris Evgenevi Stern, Neobyknovennye publikacii
italjancev v Rossii (insolite pubblicazioni di italiani in Russia), Troickij Variant, Nauka,
30 settembre 2008 (trv-science.ru).

464

Future Wars

telefono per spiegazioni dal Dipartimento di scienze del Comitato centrale39.


Tra i contributi di Bartini alla fisica il pi importante fu tuttavia una
ricaduta diretta della progettazione di aerei da trasporto40. Lo sviluppo del
trasporto aereo era infatti tra gli interessi prioritari di Pobisk Georgevi
Kuznecov (1924-2001), ultimo dei progettisti generali dellURSS e specialista di pianificazione per obiettivi, il quale condivideva con Bartini
pure lesperienza del lavoro nei Gulag di Beria. Tra i frutti della loro stretta amicizia e collaborazione scientifica vi fu la definizione, ma si potrebbe
dire la scoperta, di una tavola periodica delle leggi fisiche basata sullo
studio della dimensionalit delle grandezze fisiche contenute nelle leggi. Dalla Tabella Kuznecov-Bartini41 derivarono nuovi parametri applicati
allanalisi e alla proiezione dei sistemi di trasporto42.
Quando Bartini dispose, nelle sue ultime volont, che le sue carte fossero
chiuse in unurna da riaprire solo dopo che fossero trascorsi altri duecento
anni di progresso scientifico, si riferiva forse al fatto che limportanza dei
risultati ottenuti grazie al lavoro svolto con Kuznecov, non era stata compresa dai fisici contemporanei, i quali avevano considerato la loro tabella
una semplice rappresentazione grafica priva di altri significati. In questi
ultimi anni, per, la ricerca scientifica comincia a fare ricorso alle nuove
grandezze e leggi emerse attraverso la tabella.

39 S. S. Gerstejn, in Vospominanija i razmylenija o Bruno Pontekorvo (Ricordi e riflessioni


su B. P.), Priroda, N. 4, 1998.
40 Guido Piragino, Roberto Oros di Bartini fisico e progettista aeronautico, Giornale di Fisica, Vol. 48, N.4 (Ottobre-Dicembre 2007), pp. 299 ss.
41 La tabella formata da righe e colonne sulle quali sono riportate le potenze sia positive,

sia negative della lunghezza e del tempo. Nei riquadri interni ci sono le grandezze derivate, definite dalle precedenti, come la velocit, le cui dimensioni sono costituite dalla
lunghezza L elevata alla potenza 1 moltiplicata per il tempo T elevato a 1 . Il lato sorprendente di questa tabella dato dal fatto che in essa vengono introdotte grandezze fisiche inedite, come la superficie del tempo ed il volume del tempo, che definiscono a loro
volta nuove leggi valide per spiegare e quantificare una serie di fenomeni di vario tipo.

42 Jonathan Tennenbaum, The Revolutionary Life of Pobisk Kuznetsov, EIR, vol. 29, No. 50,
28 december 2001, pp. 37-39. Kuznecov, uno dei fondatori dellapproccio alternativo fisico
monetarista a sistemi economici (economia fisica) era in rapporti con Lyndon LaRouche.

Storia della distopia militare

465

Death Ray

Larma segreta del Duce


di Andrea Molinari
But if such a ray has not yet been discovered it very likely will
be. After the invention of radio we are prepared to believe almost
any prophecy in the domain of electricity, and it should surprise
nobody to learn that some sort of electronic impulses have been
discovered which will destroy life at long range1.

La gita di Rachele
iamo nel giugno del 1936 e Donna Rachele
(1890-1979) diretta col suo autista da
Roma a Ostia. E inquieta: quando salita
in macchina Lui le ha preannunciato, da gattone
col sorcio in bocca, che fra le tre e le tre e mezza
ne avrebbe visto delle belle. Il traffico scarso e
tutto sembra procedere regolarmente. Passano le
tre, e allimprovviso il motore si arresta, senza
apparente motivo; idem le altre rare auto nei pressi.
Ogni tentativo di rimettere in moto i propulsori vano finch, dopo una
mezzora, tutto torna regolare e il viaggio pu riprendere. La sera, a cena,
il Duce spiega, sussiegoso e soddisfatto, che si era trattato di un esperimento segretissimo condotto da Guglielmo Marconi (1874-1937) e destinato a dare allItalia unarma formidabile2. Unarma che, come sappiamo,
non si concretizz mai ma che, secondo i tanti che si sono esercitati in
fantasiose congetture, non sarebbe stata ultimata solo a causa del conflitto
1 La citazione ripresa da un articolo anonimo (Evil Inventions) comparso il 17 ago-

sto 1938 sul quotidiano americano The Chronicle Telegram (Elyria, Ohio, p. 12). Cfr.
William J. Fanning, Jr., Death Rays and the Popular Media, 18761939. A Study of
Directed Energy Weapons in Fact, Fiction and Film, McFarland & Company, Jefferson, North Carolina, 2015, pp. 86, 87.
2 Lepisodio narrato dalla stessa Rachele Mussolini nella sua autobiografia. Cfr. Rachele Mussolini, Mussolini privato, Rusconi, Milano 1973.

466

Future Wars

di coscienza che aveva lacerato lanimo di Marconi tanto da condurlo a


unimprovvisa e prematura morte, il 20 luglio 19373.
Il misterioso congegno che avrebbe fatto fermare il motore dellautomobile su cui stava viaggiando donna Rachele non sarebbe stato altro che
una delle tante versioni di quellarma finale di cui si dibatteva da decenni
e che avrebbe posto fine alle guerre, ovvero avrebbe consegnato la supremazia mondiale alla nazione che ne fosse per prima venuta in possesso.
Lingegnere e storico aeronautico Giuseppe Ciampaglia commenta lepisodio, ricordando altre notizie simili di pecore fulminate a distanza e
aeromodelli fatti precipitare e ipotizzando una relazione con la realizzazione, curata personalmente da Marconi, della prima stazione radio del
Vaticano, inaugurata alla presenza di Pio XI il 12 febbraio 1931. Subito
dopo lo scienziato bolognese si dedic allo studio e alla sperimentazione
di collegamenti radio tramite onde corte e ultracorte, sempre su commessa
papale. Lobiettivo era infatti la realizzazione un ponte radio tra la residenza estiva del pontefice di Castelgandolfo e la Citt del Vaticano. Limpianto
utilizzava una complessa antenna trasmittente che generava uno stretto
fascio elettromagnetico. Per evitare interferenze furono affissi nei pressi
dellantenna degli avvisi che invitavano a non stazionare in prossimit,
alludendo a possibili pericoli per la salute. Da qui lorigine delle dicerie
sulla presunta invenzione da parte di Marconi di un non meglio precisato
raggio, capace non solo di uccidere ma anche di arrestare i motori a
scoppio, e il fiorire di episodi che attribuivano al congegno di Marconi
decessi improvvisi, incidenti aerei o, come fu il caso di Rachele Mussolini,

3 Si dice che Marconi, divenuto religiosissimo negli ultimi anni della sua vita, avesse ri-

velato a papa Pio XI il segreto della sua nuova formidabile arma e che il pontefice gli
avesse intimato di tenerlo celato per il bene dellumanit. Marconi, diviso tra scrupoli religiosi e patriottismo fascista, si sarebbe confidato con Mussolini il quale avrebbe
cercato di convincere il premio Nobel a proseguire le sue ricerche per il bene dellItalia, pur comprendendo il suo travaglio e lasciando a lui lultima scelta. Il conflitto interiore avrebbe lacerato a tal punto Marconi da contribuire a provocarne la prematura
scomparsa. Questa ricostruzione, che parrebbe trovare origine nel supposto soliloquio
di Mussolini raccolto da Ivanoe Fossati il 20 marzo 1945 (Ivanoe Fossati, Mussolini
sotto le stelle, Latinit, Roma 1952), stata ripresa da innumerevoli scritti di carattere ovviamente tuttaltro che scientifico che affiorano periodicamente sulla stampa e
sul web.
Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

467

Gli specchi ustori di Archimede. Affresco di Giulio Parigi (1571-1635),


Stanzino delle Matematiche, Galleria degli Uffizi, Firenze

inspiegabili panne dei veicoli4.


Torneremo in seguito su Marconi e le sue ricerche ma, a questo punto,
cerchiamo di analizzare pi in dettaglio e contestualizzare quella che, tra
gli anni Venti e Trenta del secolo scorso, fu unautentica ossessione collettiva, coltivata tanto da impostori e inventori improvvisati quanto da
autorevoli scienziati e addirittura istituzioni governative: il raggio della
morte5.

4 Cfr. Giuseppe Ciampaglia, Una leggenda metropolitana romana: il Raggio della

morte di Guglielmo Marconi, Strenna dei Romanisti, Edizioni Roma Amor, Roma
2003. V. pure Renzo Baschera, Un segreto tra Marconi e Mussolini: il raggio della
morte, Historia, N. 172, Aprile 1972, pp. 30-41. Nicoletta Verna, Storia e gloria
del cannone della morte, Ricerca e Storia, N. 44, 16 aprile 2003.
5 In realt, lespressione raggio della morte si riferisce a diverse tipologie di arma
che, per usare una definizione odierna, possiamo classificare come DEW (Direct Energy Weapon). La maggior parte erano basate sullelettromagnetismo, ma non mancavano raggi ultravioletti, raggi X, raggi di calore, fasci di particelle (quali il Teleforce di
Nikola Tesla). Anche gli effetti erano diversificati: si parlava di volta in volta di raggi,
onde o fasci in grado di far detonare esplosivi a distanza, di stordire, di uccidere, di incendiare oppure di arrestare o danneggiare motori elettrici o a scoppio. Lespressione
raggio della morte non fu la sola usata per definire queste armi ma fu certamente la
pi comune: per questo ho deciso di impiegarla anchio in queste pagine.

468

Future Wars

La prossima guerra e larma ideale


Il fallimento della Societ delle Nazioni e levidente provvisoriet
dellassetto mondiale disegnato dal trattato di Versailles non lasciava adito
a dubbi: la Grande Guerra non sarebbe stata lultima e un nuovo conflitto
mondiale la Next War incombeva ineluttabile. Il dibattito sulla
prossima guerra non era ristretto ai circoli politici e militari, ma
coinvolgeva la societ civile con articoli, analisi, pubbliche conferenze e
dibattiti: nessun dubbio, infatti, che la guerra sarebbe stata totale,
trascinando con s lintera popolazione che, gi in quegli anni di pace
precaria, si sentiva in prima linea.
Quale che fosse lo scenario (ben pochi dubbi sul fatto che ancora una
volta sarebbe stata la Germania il nemico per eccellenza), le armi principali con cui si sarebbe combattuta la Next War erano quelle emerse
come le pi innovative e terribili del 1914-18: il potere aereo e gli aggressivi chimici. Combinate assieme, la potenza delle flotte aeree di bombardieri e la terribile letalit dei gas venefici avrebbero costituito un micidiale strumento di distruzione di massa. Sullonda dellassioma The bomber
will always get through6, si riteneva illusorio poter allestire forme efficaci di difesa aerea; piuttosto lunico modo di evitare Armageddon appariva
gi allora quel che in et atomica sarebbe stato detto mutual assured
destruction (dissuasione reciproca assicurata): flotte di bombardieri
armati con bombe a gas a disposizione di tutti i possibili contendenti, in
modo da ottenere un equilibrio del terrore che impedisse o rendesse pi
difficile la decisione di scatenare il conflitto. Certo, gi in quegli anni non
manc chi teorizzava lefficacia di un devastante attacco preventivo ma
questa una storia che, come ben noto, avrebbe avuto ampio sviluppo nei
decenni futuri Il punto che qui ci interessa sottolineare che la Next
War immaginata negli anni Venti e Trenta era ben pi apocalittica dei
peggiori incubi edoardiani: va da s che un conflitto in grado di distruggere il genere umano richiedesse armi e strumenti bellici allaltezza della
sfida, risultato di unincessante ricerca scientifica e tecnologica che gi
nella guerra precedente aveva dimostrato tutta la sua efficacia.
6 Questo concetto, ai tempi accettato pressoch universalmente, fu espresso nel 1932

nel corso di unaudizione presso il parlamento britannico da Stanley Baldwin (18671947), tre volte primo ministro conservatore tra le due guerre.

Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

469

Abbiamo gi accennato ad aerei e gas, ma


che dire dellenergia elettrica ed elettromagnetica, dei raggi invisibili, della radioattivit, dei collegamenti senza fili che univano in
modo invisibile continenti separati dagli oceani? Sarebbe finalmente stato possibile creare
unarma basata su questi princpi? Unarma
che avrebbe rappresentato lo scudo tecnologico da opporre alla spada costituita dai
nuovi strumenti di offesa, primo tra tutti il
potere aereo? Era possibile immaginare un
congegno che, ad esempio, provocasse larresto dei motori dei bombardieri oppure li
facesse esplodere in volo, creando una barriera invisibile e invalicabile? Lidea non era
nuova ma negli anni tra le due guerre sembr davvero a portata di mano.
Il raggio della morte tra fantasia e realt
Se, come abbiamo visto, il dibattito sulla Next War rappresent il
terreno di coltura ideale per immaginare unarma innovativa come il raggio della morte, bisogna anche sottolineare che la fortuna di cui godette
questo concetto si basava su un doppio fondamento: la fantasia e la realt.
La prima era rappresentata dalla letteratura di fine Ottocento-inizio
Novecento che scaturiva dal mito del progresso scientifico e dalla fiducia
incrollabile nella ricerca. Laffermazione della fantascienza come lettura
di massa ne costituisce lesempio pi rilevante, in particolare per quei
romanzi che disegnavano uno scenario futuribile in cui per si declinavano concetti e ammonimenti rivolti ai contemporanei. Tra i campioni del
genere il primato spetta ad H. G. Wells (1866-1946) il quale, nel suo The
War of the Worlds del 1898, descrive un raggio di calore (Heat-Ray)
quale arma principale dei Tripodi, le macchine da combattimento marziane, le cui caratteristiche sono sorprendentemente simili a quelle dei
moderni laser a CO27. Dal letale raggio marziano di Wells, la produzione
7 Sullo sviluppo delle armi laser cfr. Melissa Olson, History of Laser Weapon Re-

470

Future Wars

letteraria prima e cinematografica poi in cui compaiono armi a energia


diretta divenuta sterminata.
Ma, ed questo un punto di fondamentale importanza, il raggio della
morte non pu essere ridotto a topos letterario. Piuttosto, vero lopposto:
a partire dalla fine dellOttocento, il raggio della morte fu ritenuto da alcuni scientificamente fondato e tecnicamente attuabile: studiosi di fama
come Thomas Alva Edison (1847-1931) e Nikola Tesla (1856-1943)
espressero la convinzione che lelettricit potesse essere sfruttata a scopi
bellici, con un fascio concentrato di onde elettromagnetiche diretto contro
un bersaglio. Certamente, con landar del tempo, i sempre pi numerosi
fallimenti sperimentali e i progressi della ricerca, provocarono un crescente scetticismo da parte del mondo scientifico, ma voci pi possibiliste non
vennero mai meno. Teoricamente, infatti, il raggio della morte era
tuttaltro che impossibile e venne addirittura sperimentato con successo
ma si dimostr di una qualche efficacia solo a una portata di poche decine
di centimetri il che, ovviamente, ne escludeva qualunque possibilit di
impiego bellico8.
Ma quello che pareva un limite insuperabile non diminu la spasmodica
attenzione della stampa che riportava con ampio risalto le notizie che
riguardavano il raggio della morte, si trattasse dellennesimo annuncio
della sua realizzazione da parte di un qualche inventore oppure di inspiegabili incidenti che potevano celare la sperimentazione del raggio da parte
di potenze straniere.
Infine, un ruolo di primaria importanza (ma come vedremo non
privo di ambiguit) per conservare al raggio del morte unaura di credibilit lo giocarono autorit militari e governative che, in diversi Paesi, diedero credito ai vari inventori o addirittura promossero specifici programmi
di ricerca.
search, Leading Edge, Vol 7, Issue 4, 2012, Defense Technical Information Center,
Naval Surface Warfare Center, pp. 26-35.
8 Folgorare una cavia a una distanza di qualche centimetro era un conto, ma ottenere
effetti letali su un essere umano a chilometri di distanza (o incendiare un aereo in volo a migliaia di metri di altitudine) era impresa di tuttaltra natura. I problemi fondamentali che non furono mai risolti allepoca erano la progressiva dispersione del
raggio nellattraversamento dellatmosfera al crescere della distanza e la generazione dellenorme quantit di energia iniziale necessaria.
Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

471

Possiamo quindi stabilire un primo punto fermo: il tema del raggio


della morte, almeno cos come era vagheggiato negli anni Venti e Trenta,
traeva linfa ed era alimentato in modo continuativo pi dalle notizie di
stampa e dalle ricerche connesse alla Next War che dalle sue rappresentazioni letterarie. In altre parole, il raggio della morte appartiene pi al
regno della realt che a quello della fantasia: un paradosso, certamente,
trattandosi di qualcosa che non mai esistito, ma un paradosso che ebbe
significative ricadute nella realt, come mostrano le vicende delle sue
(tante) presunte invenzioni.
Tanti padri ma nessuna paternit
Il raggio della morte godette, come ricordato, di una et delloro tra
gli anni Venti e Trenta ma le sue origini furono pi lontane nel tempo.
Senza stare a scomodare Archimede e i suoi specchi ustori, possiamo risalire agli ultimi anni dellOttocento quando le scoperte e le ricerche di
Heinrich Rudolf Hertz (1857-1894), Edison, Tesla e Marconi sullelettricit e le onde elettromagnetiche avevano dischiuso nuove prospettive di
trasmissione dellenergia a distanza, senza collegamenti fisici. Negli ultimi anni del XIX secolo iniziarono a comparire storie di congegni capaci
di emettere raggi di varia natura che ottenevano effetti sorprendenti,
come tramortire o addirittura uccidere gli animali usati come bersagli. Nel
1898, un certo John Hartman, veterano della guerra civile americana,
dichiar di aver messo a punto un dispositivo che, sfruttando il fascio
luminoso di un proiettore, era in grado di scagliare scariche elettriche
letali. Dandone notizia, il britannico The Northern Daily Mail and South
Durham Herald, lo battezz raggio della morte, espressione destinata a
unampia e duratura fortuna (a differenza di Hartman, quasi subito caduto
nelloblio)9.
Ma il primo nome che ottenne notoriet internazionale grazie a un prodigioso raggio, questa volta capace di provocare la detonazione di esplosivi a distanza, fu un italiano, lingegnere toscano Giulio Ulivi (18819 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 24-25. Ove non altrimenti

specificato, tutti i riferimenti a personaggi e invenzioni citati in questo paragrafo seguono lo studio di Fanning che, a sua volta, si basa principalmente su fonti di stampa
dellepoca.

472

Future Wars

1948). Personaggio controverso ma non del


tutto privo di credibilit, nonostante una reputazione non specchiata seppe conquistare e
mantenere per decenni una certa fama di inventore brillante e visionario, titolare di svariati
brevetti internazionali10. Nel 1913 Ulivi, da
alcuni anni residente in Francia, dichiar di
avere realizzato un congegno a raggi ultravioletti (battezzati raggi F) che poteva innescare
la polvere da sparo a circa 15 km di distanza. Il
capo di stato maggiore francese, generale
Joseph Joffre (1852-1931), si interess immediatamente alla scoperta e ottenne da Ulivi una
dimostrazione della sua invenzione, tenutasi
nella prima settimana di settembre del 1913.
I risultati furono apparentemente positivi ma Ulivi rifiut di ripetere
lesperimento e i militari francesi decisero di lasciar perdere. Non cos
Ulivi che si rec immediatamente in Inghilterra cercando di avviare un
negoziato che si concluse con un nulla di fatto. A questo punto Ulivi tent
con la sua madrepatria: tornato in Italia, ottenne un certo credito e, nel
febbraio del 1914, organizz una dimostrazione facendo detonare a distanza due cariche esplosive nel fiume Arno. Lesperimento era stato condotto
con lassistenza della R. Marina, in particolare dellammiraglio Pietro
Fornari, il quale richiese una nuova sperimentazione. Ulivi questa volta
accett, a condizione per che Fornari gli concedesse la mano della figlia
Maria Luisa, della quale si era perdutamente innamorato (in suo onore
aveva cambiato il nome dei suoi raggi da F a M). Ma lammiraglio
non la concesse, la dimostrazione non si tenne e Maria Luisa fugg con
Ulivi. Quanto accaduto min ovviamente la credibilit dellinventore
toscano: a proposito dei suoi esperimenti si parl apertamente di frode,
ipotizzando che in realt le detonazioni degli ordigni subacquei fossero
state ottenute con dei timer rudimentali e che quella dei raggi F (o M)
fosse solo una messinscena.
10 Su Ulivi segnalo in particolare Charles Anderson, Giulio Ulivi: The Inventor Who

Might Have Ended Wars, autopubblicazione dellautore, 2013.

Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

473

Ma non mancarono voci che si levarono a difesa della validit del lavoro di Ulivi. Lo scoppio della Grande Guerra riaccese, infatti, linteresse
attorno alle sue sperimentazioni di radiobalistica, un termine coniato
dallo stesso Ulivi11. Nel luglio del 1917 venne organizzato un ciclo di
prove presso lo stabilimento Somaini di Lomazzo (Como) dove si producevano impianti elettrici. Agli esperimenti assistettero il proprietario dello
stabilimento, col. Francesco Somaini, e il direttore tecnico, Adolfo
Hilzinger. Stando alle relazioni, qualcosa accadde: tre grossi motori elettrici dello stabilimento riportarono danni, le lampade dellilluminazione
pubblica di Lomazzo si bruciarono risultati per al di sotto delle attese,
tanto che le autorit militari non diedero seguito ad altri esperimenti.
Durante la Grande Guerra continuarono ad apparire storie di raggi prodigiosi in grado di far esplodere dirigibili, abbattere aeroplani, sterminare
intere armate: ma le notizie dai fronti di guerra presentavano una realt
ben diversa e il conflitto si concluse senza che nessun raggio della morte
avesse offerto una bench minima prova di esistenza. Questo per come
abbiamo visto in precedenza non spense linteresse verso questarma
che anzi si apprest a godere della massima notoriet, grazie soprattutto
alle vicende di un (apparentemente) rispettabile inventore inglese: Harry
Grindell Matthews (1880-1941)12.
Matthews si era costruito una solida fama sviluppando nel 1912 un
radiotelefono e un sistema di telecomando senza fili che nel 1914 aveva
ricevuto un premio di . 25.000 dal governo britannico. Nel 1915, inoltre,
aveva compiuto con successo esperimenti di controllo a distanza via radio,
pilotando un modello di barca e facendo esplodere una mina, alla presenza di Lord John Fisher (1841-1920), del Primo Lord dellAmmiragliato
Arthur Balfour (1848-1930) e del cancelliere dello scacchiere Reginald
McKenna (1863-1943).

11 Ampi e documentati dettagli sugli esperimenti di Lomazzo e le relazioni tecniche in

Simone Berni, A caccia di libri proibiti. Libri censurati, libri perseguitati. La storia
scritta da mani invisibili, Edizioni Simple, Macerata 2005, pp. 19-23.
12 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 59-75. Jonathan Foster,
The Death Ray: The Secret Life of Harry Grindell Matthews, Inventive Publishing,
2009. V. pure Andrea Candela, The Radium Terror. Science Fiction and Radioactivity before the Bomb, Nuncius, 30 (2015), pp. 320-344.

474

Future Wars

La sua credibilit era quindi fuori


discussione quando, nel 1923, annunci che stava lavorando a un dispositivo che permetteva di trasmettere a
distanza, senza collegamenti fisici,
grandi quantit di energia in grado, ad
esempio, di abbattere aerei in volo13.
In quei mesi, tra laltro, sulla stampa
internazionale apparivano con grande
risalto notizie di misteriosi guasti
tecnici che avevano afflitto in diverse
occasione aerei francesi mentre sorvolavano la Baviera. Si sospettava che i
guasti non fossero causati da semplici
noie meccaniche ma che fossero stati indotti artificialmente da un dispositivo sviluppato segretamente dalla Germania, magari con lassistenza
dellUnione Sovietica con la quale i tedeschi avevano concluso nel 1922
un accordo di cooperazione (trattato di Rapallo). In un clima del genere,
lannuncio di Matthews, ripetuto con maggiori particolari allinizio del
1924, venne accolto con sollievo: finalmente anche la Gran Bretagna
disponeva di unarma in grado di opporsi ai minacciosi congegni tedeschi.
Furono svelati anche alcuni dettagli tecnici: il raggio della morte di
Matthews sfruttava un sentiero reso conduttivo ionizzando laria, lungo
il quale veniva indirizzato un fascio di energia elettrica che, grazie al sentiero, non si disperdeva e restava concentrato, risultando efficace anche
a grande distanza. Larma poteva provocare larresto dei motori degli aerei
e addirittura incendiare le ali: notizie fatte filtrare ad arte specificavano
che soli cinque secondi erano sufficienti per fare esplodere un aereo e che
larma era efficacissima anche contro bersagli terrestri, tanto da relegare
le mitragliatrici nei musei. La stampa internazionale diede ovviamente
ampia copertura alla notizia.
Il governo britannico impart disposizioni per approfondire la vicenda
ma venne preceduto da una societ francese di Lione, i Chantiers du
13 V. Grindell Matthews, The New Death-dealing: Diabolic Rays, Popular Radio, August
1924, pp. 149-155.
Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

475

Rhne, che offr a Matthews un fondo


di tre milioni di franchi per sviluppare la sua scoperta. Giunto a Parigi il
20 maggio del 1924 e acclamato
come un divo, Matthews decise per
ben presto di ritornare in patria: il 23
maggio, infatti, la Camera dei Comuni
aveva discusso dellargomento e
aveva esercitato pressioni sullAir
Ministry perch fosse data a Matthews
la possibilit di dimostrare la sua
invenzione. La dimostrazione avvenne pochi giorni dopo ma si risolse
nellaccensione di una lampadina a
distanza e nellarresto di un motore di
motocicletta posto a una dozzina di
metri: davvero poco per un congegno
il cui inventore diceva essere in grado
di spazzare dai cieli interi stormi di bombardieri in volo a migliaia di metri
di altezza.
I militari britannici richiesero unaltra dimostrazione promettendo, in
caso di successo, un premio di mille sterline, ma Matthews rifiut sdegnosamente e torn in Francia, dai Chantiers du Rhne, lasciando intendere
che stava trattando con potenze straniere la cessione della sua invenzione,
per quanto fosse dipeso da lui avrebbe volentieri acconsentito a trovare un accordo col governo britannico. Nel frattempo la comunit scientifica inizi a prendere posizione, esprimendo un crescente scetticismo circa
le dichiarazioni dellinventore inglese. Ma non mancarono sostenitori di
peso, come Tesla che conferm che un dispositivo come quello di
Matthews era effettivamente realizzabile14. Voci favorevoli furono anche
quelle di diffuse riviste di divulgazione scientifica, come Popular
Mechanics, Popular Science Monthly e, soprattutto il prestigioso quotidiano New York Times che, in un lungo articolo del primo giugno 1924,

14 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 66.

476

Future Wars

accredit almeno in parte le basi


scientifiche dellinvenzione di
Matthews, confermando la fattibilit del sentiero usando raggi
ultravioletti15.
Nel luglio e nel dicembre del
1924 Matthews si rec negli Stati
Uniti, dove, ancora una volta,
rifiut di svelare i dettagli tecnici
del suo raggio. Allinizio del
1925, di nuovo in Gran Bretagna,
annunci di aver concluso un
accordo economico con anonimi
investitori americani, ma nulla
del genere si concretizz.
Nonostante lenorme pubblicit
di cui godette, Matthews non riusc a convincere nessun governo a
sostenerlo: la stampa continu a
ricordarlo come linventore del
raggio della morte ma, di fatto, il
suo fu un fiasco completo.
Naturalmente il tema fu sfruttato pure dalla fantascienza. Capostipite
del sottogenere sicuramente Liperboloide dellingegner Garzin (1927)
di Aleksej Nikolaevi Tolstoj (1882-1945), tradotto in inglese nel 1936 e
adattato al cinema nel 1965, dove la superarma (dagli effetti limitati) viene
usata da un aspirante dittatore mondiale. In unintervista dellaprile 2014,
Charles H. Townes (1915-2015), inventore del laser e premio Nobel per la
fisica, dichiar che lidea del laser gli era stata suggerita dal romanzo di
Tolstoj16.

15 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 67-68.
16 Annie Jacobsen, The Pentagons Brain: An Uncensored History of DARPA, Americas

Top-Secret Military Research Agency, Hachette UK, 2015, pp. 207, 347.

Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

477

La disinformazione dei governi e lo sviluppo del radar


Ancora una volta sorprende come, nonostante il clamoroso fallimento
di Matthews, il raggio della morte abbia continuato a occupare il centro
della scena anche negli anni successivi. Ai consueti annunci da parte di pi
o meno improvvisati inventori che dichiaravano di aver raggiunto il successo17, si aggiunsero indiscrezioni, perlopi provenienti da Francia, Gran
Bretagna e Stati Uniti, che lasciavano intendere che anche da parte delle
autorit ufficiali si stavano compiendo o promuovendo ricerche in tal
senso.
Negli anni Trenta, Nikola Tesla che,
col suo incessante lavoro di ricerca sulla
trasmissione dellenergia senza collegamenti fisici, era il padre nobile del concetto e della sperimentazione sul raggio
della morte, si guadagn la ribalta dichiarando, nel 1931, che stava lavorando a
nuove fonti di energia. Nel 1934 annunci che le sue ricerche lo avevano condotto alla realizzazione di una forma di energia che avrebbe reso le guerre impossibili. Si trattava di un fascio di particelle
dallincommensurabile potere distruttivo, che avrebbe permesso di creare
delle barriere difensive a prova di attacco aereo. Nel 1935 lanziano scienziato di origine serba diffuse un dettagliato resoconto tecnico (The New
Art of Projecting Concentrated Non-Dispersive Energy Through Natural
Media) e tent di interessare le principali nazioni alla sua arma, battezzata Teleforce, ma non ottenne il successo sperato, nonostante una
parziale collaborazione stabilita con lUnione Sovietica18. Determinante
fu con ogni probabilit il parere negativo espresso dallUnited States

17 Tra cui lo spagnolo Antonio Longoria (1890-1970), naturalizzato americano nel 1919, il
quale asser nel 1936 di aver venduto per 6 milioni di dollari il brevetto di un raggio invisibile per la saldatura di metalli ferrosi e non ferrosi. (Inventor Hides Secret of Death Ray,
Popular Science, February 1, 1940).
18 Per una visione complessiva cfr. Marc J. Seifer, Wizard. The Life and Times of Nikola

Tesla, Biography of a Genius, Citadel Press, Kensington 1998.

478

Future Wars

Bureau of Standards che escluse la possibilit di ottenere i risultati vantati da Tesla19. Neppure linsuccesso di Tesla sop gli entusiasmi dei tanti
che negli anni Trenta tentarono di realizzare un raggio della morte, anche
sperimentando strade alternative come i raggi X, gli infrarossi, le onde
ultracorte, addirittura il suono. Ma non si riusc mai a ottenere alcunch
che potesse divenire unarma realmente efficace.
In quegli anni accadde per un fatto nuovo: i governi stavano scendendo direttamente in campo: le nubi di guerra che si addensavano allorizzonte erano sempre pi cupe e minacciose. Non era pi tempo di improvvisazioni e dilettanti allo sbaraglio: era necessario adottare delle iniziative
da parte delle autorit.
Tra le potenze dellepoca fu la Gran Bretagna a distinguersi per dinamismo ed efficacia della sua azione. Nel novembre del 1934 fu istituito un
comitato per studiare il problema della difesa aerea delle isole britanniche20. Sulla stampa filtravano notizie circa studi e progetti per realizzare
una cortina invisibile difensiva, di natura apparentemente simile alla
barriera che in quegli stessi anni stava proponendo Tesla. Altre indiscrezioni davano ormai per assodato che gli inglesi fossero finalmente riusciti
a sviluppare una qualche forma di raggio in grado di fermare i motori dei
bombardieri attaccanti. Alla fine del 1936 sempre pi numerosi erano gli
articoli su quotidiani internazionali che scrivevano di muri invisibili o
di barriere di raggi della morte che avrebbero protetto la Gran Bretagna
dalle incursioni aeree21. Una conferma ufficiale sembr arrivare quando il
ministro per la coordinazione della difesa, Sir Thomas Inskip (18761947), inform nellagosto del 1937 la Camera dei Comuni che gli scienziati britannici stavano sviluppando un raggio che entro pochi anni avrebbe garantito una difesa assoluta: No air fleet could invade the country; no
ship could land a man: no army could march22.
In realt, non si tratt che di unabile opera di disinformazione. Nel
gennaio del 1935 il comitato CSSAD interpell il fisico e meteorologo
19 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 94.
20 Si trattava dello CSSAD (Committee for Scientific Survey of Air Defence), presieduto

da Sir Henry Tizard (1885-1959), insigne chimico e rettore dellImperial College.

21 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 106-108.
22 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 108.

Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

479

Robert Watson-Watt (1892-1973), direttore della Radio Research Station,


per un parere circa la credibilit dellennesima notizia di un raggio della
morte questa volta tedesco basato su onde radio. Watson-Watt escluse
categoricamente la fattibilit di un raggio del genere e sugger invece di
concentrarsi sulla radio detection, ossia sulla possibilit di utilizzare le
onde radio per individuare oggetti volanti. Ottenuta lautorizzazione del
comitato, Watson-Watt si mise al lavoro: sei mesi dopo il concetto fu
dimostrato con successo ed entro la fine dellanno furono stanziate le
prime somme per la costruzione di una rete di stazioni radar per la difesa
aerea. Si trattava ovviamente di un programma segretissimo, ma gli inglesi fecero di pi che essere riservati. Nel 1937 Basil Liddell-Hart (18951970) sugger a Inskip di far trapelare notizie circa lapprestamento di un
sistema di difesa aerea basato su raggi di nuova invenzione23. Sfruttando
come unopportunit la psicosi collettiva del raggio della morte, il successo delliniziativa inglese fu pieno.
23 Cfr. Brain Bond, Liddell Hart: A Study of His Military Thought, Rutgers University Press,
New Brunswick, 1977, p. 110 e Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 108.

480

Future Wars

Pu essere interessante a questo punto ritornare allItalia, allepisodio


narrato da Rachele Mussolini e riportato allinizio di queste pagine e al
supposto coinvolgimento di Marconi. Nel giugno del 1935 lo scienziato
bolognese fu costretto a smentire categoricamente dalle pagine del quotidiano New York Herald di essersi mai impegnato in ricerche relative a
raggi in grado di fermare i motori a scoppio. Tuttavia, Marconi stesso,
alcuni anni prima, aveva confermato il suo interesse per lutilizzo delle
onde radio quale strumento di localizzazione a distanza. Come accadde in
Gran Bretagna, anche in Italia vi fu quindi una (potenziale) connessione
tra radar e raggio della morte. Ripercorriamo brevemente le tappe. Il 20
giugno 1922, presentando una relazione presso lAmerican Institute of
Electrical Engineers e lInstitute of Radio Engineers, Marconi dichiar di
aver rilevato effetti di riflessione e rivelazione delle onde elettromagnetiche da parte di oggetti metallici e che quindi riteneva possibile realizzare
un apparato per localizzare, ad esempio, una nave nascosta dalla nebbia o
dal maltempo.
Nel 1933 Marconi esegu, alla presenza di autorit militari italiane,
esperienze sulle fluttuazioni che si verificavano nella ricezione di segnali
per effetto del passaggio di automobili nelle vicinanze del fascio di onde
ultracorte del gi ricordato ponte radio tra Castelgandolfo e Roma. Nel
maggio 1935 present alle massime autorit (tra cui Mussolini), il suo
radioecometro, ossia un radar campale tattico. Pur trattandosi di dimostrazioni segrete, qualcosa trapel sulla stampa internazionale, che ovviamente favoleggi di misteriosi war rays24.
Gli esperimenti di Marconi erano stati seguiti dal giovane ingegnere
Ugo Tiberio (1904-1980), che aveva gi avviato studi autonomi nel campo
della radiolocalizzazione. La sua relazione, completata nel 1935, fu accolta favorevolmente: si decise di procedere con la realizzazione di un dispositivo RDT (Radio Detector Telemetro) e Tiberio fu assegnato al Corpo
Armi Navali, divenendo insegnante di radiotecnica presso lAccademia
Navale e godendo del pieno appoggio della Regia Marina. Tuttavia, i vertici navali non tardarono a mutare atteggiamento: quando fu loro proposto
di rinunciare alla costruzione di un incrociatore per destinare i fondi al

24 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., pp. 112-113.
Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

481

progetto RDT la risposta fu negativa.


Tiberio e i suoi (pochi) collaboratori
dovettero arrangiarsi con una cifra irrisoria (lequivalente di E. 13.000 di oggi)
e, naturalmente, potevano dedicarsi alla
ricerca solo dopo aver espletato appieno
il loro servizio come docenti. Il progetto
RDT avanz per i meriti eroici di Tiberio
e del suo team in un clima di crescente
indifferenza, che divenne totale quando,
con la scomparsa di Marconi nel 1937,
venne meno il carisma dellunica personalit che potesse influenzare il corso
degli eventi. Il resto storia nota: dopo il
disastro di Capo Matapan del 28-29
marzo 1941, in cui le unit della Royal
Navy dotate di radar avevano inflitto in uno scontro notturno una pesantissima sconfitta a quelle italiane che ne erano sprovviste, la Regia Marina
si ricord di Tiberio e cerc di recuperare il tempo perduto: ma all8 settembre 1943 solo otto unit navali italiane risultavano dotate di radar
Gufo, pi altre sei con radar tedesco25.
Cala il sipario
Torniamo ora alla vicenda del raggio della morte. Siamo ormai giunti
alla vigilia della Seconda guerra mondiale e, come detto, di concreto c
stato solo lo sviluppo del radar, favorito direttamente o indirettamente
dalle ricerche sul raggio della morte ma ad esso sostanzialmente estraneo.
Di un raggio in grado di uccidere a distanza, far fermare i motori o provocare detonazioni non vi traccia alcuna. Negli Stati Uniti, il National
Defense Research Committee cre nel settembre del 1940 una sezione
radio che tra i suoi compiti ebbe anche quello di analizzare ogni annun25 Sullo sviluppo del radar italiano, cfr. Piero Baroni, La guerra dei radar: il suicidio dellItalia 1935/1943, Greco & Greco, 2007. Giacinto Mascia, La guerra senza radar: 19351943, i vertici militari contro i radar italiani, LUniversale, 2015. Paolo Tiberio, Linvenzione del radar: il contributo di Ugo Tiberio dal 1935 al 1943, conferenza giugno 2009.

482

Future Wars

cio e notizia relativa a raggi della morte e vagliarne il fondamento. In


alcuni casi si riconobbero delle basi valide, ma comunque non sufficienti
per un impiego pratico26.
Come era accaduto nella Grande Guerra, anche nella Seconda la forza
della realt si impose: nessuno tra i belligeranti disponeva di alcunch che
somigliasse al raggio della morte. Per difenderei dai bombardieri ci volevano caccia, artiglieria contraerea e una buona rete di avvistamento e di
coordinamento. Tutto il resto erano illusioni o disperati tentativi di escogitare un jolly tecnologico che permettesse di colmare uno stato di evidente inferiorit, come accadde con dei programmi di ricerca tedeschi o
giapponesi, peraltro presto abbandonati o perseguiti con bassa priorit.
Il raggio della morte non spar del tutto, come dimostra qualche tardivo
epigono deciso a perseguirne linvenzione. Tra le vicende di coloro che
durante la guerra rivendicarono la realizzazione di prodigiosi raggi, possiamo ricordare Franco Marconi. Militare della Guardia di Finanza, nel
1944 si trov al centro di una pericolosa contesa tra CLN, autorit di Sal
ed SS per costringerlo a rivelare il segreto della sua invenzione. Marconi
tacque e fin a Dachau; sopravvissuto alla prigionia, protest la sua buona
fede, rimase in silenzio e lasci che il tempo facesse il resto27.
Col 1945 lepopea del raggio della morte
di fatto si chiuse. Negli anni Sessanta vennero
realizzati i primi laser che, oggi, hanno raggiunto un grado di perfezionamento e una
potenza tale da poter essere impiegati come
armi, sia pure ancora a livello sperimentale.
Ed esiste poi la categoria delle armi non letali, in tumultuoso sviluppo, che offre caratteristiche talvolta assimilabili ad alcune versioni
del vecchio raggio della morte: stordimento,
temporanea paralisi, assordamento Per non
parlare dei congegni che bloccano linnesco
26 Cfr. Fanning, Death Rays and the Popular Media, cit., p. 118.
27 Su Franco Marconi cfr. Gerardo Severino, Giancarlo Pavat, Il raggio della morte. La storia segreta del militare italiano che avrebbe potuto cambiare il corso della II guerra mondiale, X Publishing, Roma 2015.
Storia della distopia militare

Death Ray. Larma segreta del Duce

483

degli IED e causano problemi agli apparati elettronici


dei moderni motori.
Ma la lunga parabola del
raggio della morte ci lascia
insegnamenti preziosi non
tanto nel campo della tecnologia (azzardato considerare
le attuali armi DEW sue
filiazioni dirette) quanto in
quello della psicologia sociale: esso, infatti, fu negli anni
Venti e Trenta un frutto diretto della paura e divenne tanto
pi credibile quanto maggiore era il terrore causato dallidea di una nuova guerra
dominata dalla tecnologia.
Uno strumento per esorcizzare e, al tempo stesso, una
speranza riposta nella capacit delluomo di saper evitare in extremis il male assoluPopular Radio, August 1924, pp. 148
to: comprendiamo allora
appieno perch lanziano Tesla rifiut nel 1934 per la sua arma la definizione di Death Ray, preferendo quella di Peace Ray28.

28 Cos titolava il New York Sun nelledizione del 10 luglio 1934: Tesla invents Peace Ray.

Present Future
Il futuro presente

487

Dawn of a Thousand Sun

Or How a Letter Made the Bomb Unavoidable


by Stefano Ruzza

The Einstein-Roosevelt correspondence


he starting point of the (real) history of the development of nuclear weapons can be traced to the Einstein-Roosevelt correspondence. The facts are well documented: the community of Hungarian physicists transplanted in the US, leaded by Leo Szilrd (and including
Edward Teller and Eugene Wigner), was seriously concerned about the
possible development of nuclear weapons by Nazi Germany. Hence, in
July 1939so just before WW2 broke out in EuropeSzilrd paid several
visits to his old acquaintance, Albert Einstein, to convince him to urge the
Roosevelt administration to provide Federal support to nuclear research.
Szilrd original intention was to use Einsteins connections to the Belgian
royal family for pressuring the latter to protect Congo and its uranium ore
from German hands1, but then grown into the idea of getting in touch with
the US President instead. In the end, Szilrd drafted the letter and Einstein
signed it on August 2, 1939. In short, the letter asked the Administration
for three things: to coordinate with the community of American scientists
working on the chain reaction; to secure research funds (also by rationalizing already existing efforts); and to address the problem of uranium ore,
at the time scarcely available in the US.
Einstein fame was enough to guarantee reception of the letter by Roosevelt, although delayed by the beginning of hostilities in Europe and thus
reaching him only on October 11. The President reacted positively to the
letter, setting up an ad-hoc groupthe so-called Uranium Committee,
convened for the first time on October 21and providing a startup alloca-

1 As feared by Szilrd, the Belgian ore eventually felt into German hands after the invasion
of Belgium in May 1940, fuelling the Uranverein first and, following the fall of Germany,
the Soviet nuclear program.

488

Future Wars

tion for research of $6,000


in funds. He also sent a
thank you letter back to
Einstein. The Uranium
Committee, leaded by
Lyman Briggs, included
Szilrd and his henchmen
but not Einstein. The reason behind his absence
is twofold: on one hand,
Einstein himself did not
have any desire to be part
of such an endeavor; on
the other his reputation
for pacifism (along with
the fact he did not obtain
US citizenship until 1940)
made the security and
intelligence community
wary of his involvement2 .
The lingering question here is: could anything in this story have gone
any differently? And if the answer is yes, what kind of world would have
been brought into existence? These questions are particularly seductive
when related to the Einstein-Roosevelt correspondance and thus the very
dawn of the nuclear age. But it is not just a matter of playing with ifs
in history as fun as it may be since this exercise also helps in bring into
focus how concrete alternatives have actually been and what made history
lean in the direction it did in the end instead of taking any other3.
2 About the Einstein-Roosevelt correspondence, see: Richard G. Hewlett and Oscar E.
Anderson, The New World, 19391946 (University Park: Pennsylvania State University Press, 1962); Walter Isaacson, Einstein: His Life and Universe (New York: Simon &
Schuster, 2007). The letter itself is in the Franklin D. Roosevelt Library in Hyde Park, NY.
An electronic copy of the letter (and of the following ones) could be accessed at: http://hypertextbook.com /eworld /einstein.shtml.
3 The utility of counterfactual history has been effectively explained by Rusconi. See Gian
Enrico Rusconi, Lazzardo del 1915: Come lItalia decide la sua guerra (Bologna: Il MuStoria della distopia militare

Dawn of a Thousand Sun

489

Could anything have gone


any differently?
The
Einstein-Szilrd
letter of August 2 started
its very own chain reaction thatalthough in
slow motioneventually
brought to the Manhattan project first and to the
detonations of the atomic
bombs on Hiroshima and
Nagasaki later. On this
base, it could be argued
that if the Einstein-Roosevelt
correspondence
would have not took place,
no nuclear weapons would
have had come into existenceor at least not as
early as mid-1945. The
very fact that after the war Einstein expressed regret about his decision4,
seems to support the idea that things could have gone differently had Einstein acted in another way. But is this really the case?
Einstein may have been wrong in evaluating the stage and the pace of
the German nuclear program (which has been all along quite inconclusive), but fears about it were quite widespread at the time. And even if
grounded on poor information, it is hard to deny the solidity of Einsteins
convictions back then, as he wrote two more times to Roosevelt after his
first letter, in March and in April 1940 respectively, suggesting to withhold
scientific publications that may leak relevant knowledge to the Germans
(something that aroused the interest of the Soviets though)5 and to speed
lino, 2005).
4 Scientist tells of Einsteins a-bomb regret, The Philadelphia Bulletin, 13 May 1955.
5 Interestingly enough, the Soviet nuclear program was accelerated as well by a letter wrote
by a physicist - Georgy Flyorov - to his head of state - Iosif V. Stalin -, in this case in April

490

Future Wars

up nuclear research6. But in order to evaluate the feasibility of an alternative past it is not enough to consider just Einsteins commitment on nuclear
matters, as it is necessary to take into account also the motives and the
resolve of the other major actors in this story.
Starting with Szilrd, it is hard to question the strength of his commitment eitherand not only because he was the force that set Einstein
into motion. On this, it is useful to recall some more facts. In early 1939,
Szilrd worked on chain reaction side by side with Enrico Fermi at Columbia University. In a presentation held at the Navy Department, Fermi
explained the ongoing Columbia experiments aimed at verifying the concrete possibility of a chain reaction. Fermi was unsure that such a result
could be achieved, but he also stated that if such a reaction proved possible
then it could have lead to the use of uranium as an explosive. Although
this aroused some interest in the audience (and managed to secure some
funds), his cautious stance made the Navy also quite lukewarm on nuclear
research. Afterwards, a direct acquaintance of Roosevelt, the economist
and banker Alexander Sachs, had the chance to learn about the Navy opinion from the President himself7.
As it has been mentioned already, Szilrd original intention was to recruit Einstein to warn the Belgian royal family of the need to protect their
uranium ore from German hands. But when Szilrd got in contact with
Sachs he switched to the idea of reaching out to the US President and to
change the Administration view on nuclear matters instead. To this end,
Szilrd needed two things. First, a scientist with fame equal or superior of
Fermis, in order to overcome the cautious impression made by his Italian
colleagueand to that end, he got Einstein. Second, a man able to reach
FDR directly, to avoid his message getting lost in the plethora of communications trying to reach the Presidents desk dailyand for that he got

1942. For this letter and the Soviet nuclear program in general see Thomas B. Cochran,
Robert S. Norris and Oleg A. Bukharin, Making the Russian Bomb: From Stalin to Yeltsin,
(Boulder: Westview Press, 1995).
6 There is a fourth letter from Einstein to FDR, dated 25 March 1945, but it is basically an
attempt from the side of Einstein to broker a meeting between FDR and Szilrd.
7 Richard G. Hewlett and Oscar E. Anderson, The New World, 19391946 (University Park:
Pennsylvania State University Press, 1962).
Storia della distopia militare

Dawn of a Thousand Sun

491

Sachs. What does all of this proves about Szilrd? Firstly, it shows that
he was committed to the matter to the point of trying to overcome the impression made by a close and respected colleague (Fermi was awarded the
Nobel prize in 1938). Secondly, it demonstrates how focused Szilrd was
on his goal of pushing for nuclear research, as he quickly dropped a minor
objective (reaching the Belgian royalty) in favor of a major one (getting in
touch with the US president).
On this background, it could be argued that if Einstein would have
not been willing to help Szilrd perhaps the Hungarian may have had a
hard time finding a suitable substitute. Is this the weak link in the chain
of events then? Maybe, but it should not be forgotten how much Germany was feared or despised by the scientific community that had to leave
Europe in order to flee Nazi domination and racial laws. A community of
which Einstein, Fermi, Szilrd, Teller and Wigner were all part of. This
accounts for Szilrd own commitment of course, but also makes hard to
assume no support was going to come out of Einstein, at least as an effort
to contain Germany. Or that in the absence of Einsteins support Szilrd
would have not been able to find any other sympathetic supporter (perhaps
Fermi himself).
Could then be Sachs the weak link? The doubt may lie not really in
his willingness to reach FDR with the letter (he was a Jewish too, so had
his own good reason to be wary of Nazi Germany) but in his ability to
do so, and especially at such a hectic time as around the beginning of
WW2 in Europe. Indeed, Einstein signed the letter in August 2 while it
reached Roosevelt only on October 11. So what happened between those
two dates? The first two weeks were lost in logistics: Einstein posted the
letter to Szilrd first, and then Szilrd delivered it to Sachs. This makes
the clock tick forward to August 15. From there, the storm coming over
Europe made hard for Sachs to get an appointment with the President, and
at a time that would allow Roosevelt to give proper attention at the issues
mentioned in the letter too.
Sachs achieved his goal on October 11, and we all know how things
moved from there. But what would have happened if the banker would
have been unable to deliver the letter? Again, this hardly seems something
that could have made a substantial difference as Einstein and Szilrd were
constantly on the lookout for alternative couriers. For one, being not

492

Future Wars

entirely sure about Sachs, they attempted to get in touch with air celebrity
Charles Lindbergh asking him the same service they asked Sachs. The two
scientists were of course unaware of Lindbergh political leanings along
with the fact he was decorated by Hermann Gring just one year earlier.
They finally realized that Lindbergh was not their man when he aired
a speech advocating for isolationism on September 15. The dissolution
of the Lindbergh option left everything in Sachs hands. But the fact that
Einstein and Szilrd tried to open up two channels leading to Roosevelt
instead of just one, again proves how serious they were in trying to reach
the chief of the executive. And as time ticked away, Szilrd met anew with
Sachs in late September, pressuring him to deliver the letter. Szilrd then
agreed with Einstein to leave Sachs a grace time of about ten more days8.
Sachs managed to meet the deadline, but if he would not have been able to
it is logical to assume Einstein and Szilrd would have been working on
alternative paths, same as they did before albeit clumsily with Lindbergh.
All in all, on the senders side wills were firm, intentions clear and
plans resilient. In many ways they can be considered the embodiment of
the old military wisdom that if there is a will, there is a way and it is
indeed quite hard to question that sooner or later and mutatis mutandis
they would have been able to reach Roosevelts ears (and eyes) with their
pledge for nuclear research. The quest for an alternative history of nuclear
weapons seems really short of wiggling space here. But could the same
be said also about the recipient side of the correspondence i.e. the US
administration?
Long story short, once again, the answer is yes. Since Einstein and
Szilrd were trying to reach directly for the President, this cuts bureaucratic politics out of the picture. On the top of that, the fact that the two scientists were on the lookout for a sensible courier capable to use his prestige
and personal connections in order to guarantee not only reception of the
message but also enough attention devoted to it also cuts out the possibil8 Walter Isaacson, Einstein: His Life and Universe (New York: Simon & Schuster, 2007);
William Lanouette, and Bela Silard, Genius in the Shadows: A Biography of Leo Szilrd,
The Man Behind The Bomb (New York: Charles Scribners Sons, 1992); Richard Rhodes,
The Making of the Atomic Bomb (New York: Simon & Schuster: 1986).
Storia della distopia militare

Dawn of a Thousand Sun

493

494

Future Wars

ity of the letter being overlooked. So the only variable that remains at stake
is Roosevelt himself. Could have him welcomed Einsteins (and Szilrds)
letter in any cooler way than he actually has? It seems unlikely. For one,
when he answered positively to it the United States were not yet at war
with Germany. This means Roosevelt acted just on precaution, especially
given that among the American public opinion isolationist, pro-German
and pro-Communist feelings were quite widespread. True, the letter has
been received after WW2 broke out in Europe, so that may have ringed
an alarm bell and made him more sympathetic to the call for action. But
if the letter would have been received any sooner it would have got into
Roosevelt hands not much in advance of September 1 anyway. So it seems
difficult to argue he would have reacted very differently if he would have
received it between August 15 (the day Sachs got it from Einstein) and
September 1 (the date of the invasion of Poland). To put it shortly, while
Roosevelt did provide an important spin to nuclear research he did not
mobilize a massive effort around it (yet)9 and there is no ground to argue
he would have done anything less than what he did had some circumstance
changed.
Conclusions: if the Bomb doesnt drop
The dawn of the Bomb as the time between July and October 1939
could be labeled seems not to provide very good opportunities to rewrite
the history of nuclear weapons. Does this means that this story could not
be rewritten at all? Of course not, but perhaps points of departure from
real history have to be searched at other times. One of them could maybe
be located in May 1945, as the fall of Germany made not straightforward
keeping together and focused a group of scientists strongly motivated by
the fear of a Nazi nuclear program. At that point in time though, the development of the Bomb was already at such an advanced stage that it would

9 More substantial US government support will come later, in 1940 with the creation of the
National Defense Research Committee, in 1941 with the establishment of the Office of
Scientific Research and Development, and finally in 1942 with the Manhattan project
proper. See F.G. Gosling, The Manhattan Project: Making the Atomic Bomb (Washington
DC: US Department of Energy, 2010); Richard G. Hewlett and Oscar E. Anderson, The
New World, 19391946 (University Park: Pennsylvania State University Press, 1962).
Storia della distopia militare

Dawn of a Thousand Sun

495

have likely come into existence nonetheless, suffering just some delay. But
even if we push our imagination to think of a nuclear-less Second World
War be it for a reason or another that would have not changed that same
war much, since the Axis was defeated with conventional means. It could
be debated at length, of course, if the nuclear bombings of Hiroshima and
Nagasaki avoided a military invasion of Japan, and how long and bloody
such invasion would have been. But it is out of question that Japan would
have collapsed eventually anyway.
Where a different path in the development of nuclear weapons would
have made a major difference is in the following confrontation though
the Cold War since no nukes (or their delayed appearance) may have
made it not so cold in the end. In this perspective, it becomes interesting
to question what would have happened if the Americans had not used nuclear weapons on Japan in August 1945. Szilrd, in a interview released
in 1960, stated that a different course of action on that would have made
further military nuclear research in the US faster as it would have limited
defection of scientists due to moral delusion and in the URSS slower as
the Soviets would have missed a major incentive to push the accelerator on
it hence making the US nuclear monopoly last longer10. His arguments
though are easy to reverse, as the URSS may have invaded Japan in the last
months of WW2, or it could have become more aggressive after the end
of the war (given the absence of a clear nuclear demonstration). But all of
these are whole different (hi)stories.

10 Leo Szilrd, President Truman Did Not Understand, U.S. News & World Report, August 15, 1960.

496

Future Wars

Storia della distopia militare

497

Thinking about the Unthinkable

La guerra termonucleare e il mondo di domani


nella mente di Herman Kahn

di Maurizio Zinni

a recente esplosione di una presunta testata allidrogeno da parte della Corea del Nord ha riacceso gli allarmi sui rischi di escalation
nucleare che ancora incombono allinizio
del terzo millennio. Sui principali media
di massa le informazioni sono state spesso accompagnate da servizi ed immagini
che hanno rispolverato il bagaglio iconografico classico sulla bomba atomica e
sugli effetti di una guerra nucleare.

Nel flusso tralatizio e ormai canonico di funghi atomici e stanze dei bottoni, per molto difficile imbattersi in riprese dal vivo di unesplosione
nucleare, eccezion fatta per quelle che il governo americano mise a disposizione dai siti dei test, come ad esempio nel caso delloperazione Ivy nel
19521. Limmaginario collettivo allora come oggi per buona parte frutto
della finzione, della fantasia o dellintuizione di registi e scrittori, pi in generale di artisti che hanno usato la loro ispirazione per immaginare quello
che non era mai stato (il primo e unico conflitto che ha visto impiegati ordigni atomici su obiettivi militari stata la Seconda guerra mondiale) e che
pure, in determinati momenti della storia della Guerra fredda, era sembrato
cos vicino e probabile.
Sul grande e piccolo schermo, sulle pagine dei libri o nelle vignette dei
1 Le immagini della prima esplosione di una bomba allidrogeno nelle isole Marshall vennero
trasmesse per la prima volta in televisione il 1 aprile 1954 e successivamente venduto nelle
scuole secondarie come prodotto educativo. T. Doherty, Cold War, Cool Medium. Television,
McCarthyism and American Culture, New York, Columbia University Press, 2003, pp. 11-12.

498

Future Wars

fumetti, fin da quel periodizzante 6 agosto 1945, data di nascita della cosiddetta Atomic age2, sono state combattute centinaia di guerre nucleari e
migliaia sono stati i destini che hanno di volta in volta atteso la popolazione mondiale allalba dellolocausto atomico3. La cultura negli anni della
Guerra fredda si nutrita e ha tratto ispirazione della bomba, feticcio assoluto di una modernit tecnologica che, agli occhi di molti, correva sfrenata
verso la sua stessa autodistruzione.

Negli incerti scenari geopolitici degli anni compresi fra la guerra di


Corea e la crisi di Cuba, lo spettro della guerra termonucleare ha cos aleggiato sulle menti e le coscienze degli individui attraverso la mediazione di
romanzi come On the Beach (1957), Two Hours to Doom (1958: poi Red
Alert), Fail Safe (1962) e Cats Cradle (1963) rispettivamente dellingegnere aeronautico australiano Nevil Shute (1899-1960), del pilota britannico Peter George (1924-1966) e degli americani Eugene Burdick (con
Harvey Wheeler) e Kurt Vonnegut Jr (1922-2007), prigioniero di guerra a
Dresda durante il bombardamento alleato e autore di Slaughterhouse-Five
(1969). Dai romanzi di George e Burdick/Wheeler (accusati di plagio da
George) furono tratti nel 1964 i celebri film di Stanley Kubrick e Sidney
Lumet (Dr. Strangelove e Fail Safe).
2 Per una periodizzazione della stagione nucleare e dellincidenza della questione atomica
sulla societ occidentale cfr. S. C. Zeman, M. A. Amundson (ed.), Atomic Culture: How
We Learn To Stop Worrying and Love the Bomb, U. P. of Colorado, Boulder, 2004.
3 Per un quadro complessivo di questi temi, oltre al gi citato libro di Doherty sulla televisione, cfr. M. Zinni, Schermi radioattivi. LAmerica, Hollywood e lincubo nucleare da
Hiroshima alla crisi di Cuba, Venezia, Marsilio, 2013; P. Brians, Nuclear Holocausts.
Atomic War in Fiction 1895-1984, Kent State U. P., 1987; A.L. Berger, The Triumph of
Prophecies. SF and Nuclear Power in Post Hiroshima Period, , Science Fiction Studies,
vol. 3, part 2, July 1976; F.M. Zsasz, Atomic Comics: Cartoonists Confront the Nuclear
World, University of Nevada Press, Reno, 2012.
Storia della distopia militare

Thinking about the Unthinkable

499

Il regno dellimmaginazione e delle ipotesi futuribili non fu, tuttavia,


di stretta competenza artistica. Da quella prima bomba sganciata sul
Giappone la strategia militare dovette confrontarsi con ipotetici scenari
di guerra incentrati nellarma nucleare4. La dottrina nucleare atlantica si
basa sul principio del first use, e, fino allacquisizione da parte sovietica
di una capacit di risposta intercontinentale, prevedeva la rappresaglia
massiccia nucleare anche in caso di attacco meramente convenzionale5.
Che fosse legato a ponderate valutazioni politiche che reputavano lopzione del non-uso dellarma atomica preferibile a quello di un suo utilizzo6 o

4 V. David S. McDonough, Nuclear Superiority: The New Triad and the Evolution of
American Nuclear Strategy, Routledge, New York, 2013. Roman Kolkowitz, Dilemmas of
Nuclear Strategy, 2005.
5 Cfr. S. Cooke, In Mortal Hands. A Cautionary History of the Nuclear Age, Bloomsbury,
New York, 2009, p. 185.
6 Cfr. J.A. Goodby, At the Borderline of Armageddon. How American Presidents Managed
the Atom Bomb, Rowman & Littlefield Publishers, Lanham, 2006.

500

Future Wars

che a partire dallamministrazione Truman si fosse consolidato alla Casa


Bianca un vero e proprio tabu nucleare7, sta di fatto che il concetto di
deterrenza8 non mai stato considerato come assoluto dai vertici politici
statunitensi, in grado di azzerare qualsiasi rischio di attacco nucleare da
parte nemica. La paura della Mutual Assured Destruction9 aveva congelato le posizioni, ma i progressi tecnologici negli armamenti nucleari e la
diversificazione dei terreni di confronto fra Stati Uniti e blocco comunista
obbligavano il sistema di difesa americano ad adeguare progressivamente
le proprie risposte alle crisi in atto e a contemplare lipotesi di un ricorso
al nucleare che con implicasse necessariamente lo scoppio di un conflitto
termonucleare globale dagli esiti disastrosi per i contendenti.
Negli anni pi caldi del confronto bipolare alcuni studiosi provenienti
da diversi campi scientifici misero la loro preparazione e i loro calcoli al
servizio della difesa dello Stato combattendo sulla carta decine di guerre
nucleari con lunico scopo di trovare a seconda dei casi la risposta migliore
per ogni minaccia. Wizards of the Armageddon10, questi uomini cercarono nelle loro teorie ed ipotesi di ribaltare la prospettiva consolidata con cui
si guardava alla bomba trasformando le armi della distruzione finale in uno
strumento concreto per mantenere la pace11. Formatisi allUniversit della
Guerra fredda e facenti capo ad istituzioni che operavano allintersezione
fra accademia e governo (la pi nota delle quali fu la RAND Corporation,
creata subito dopo la Seconda guerra mondiale e strettamente legata al
Dipartimento della difesa), gli strateghi dellAtomic Age assursero in breve
tempo al rango di oracoli agli occhi dellopinione pubblica e degli stessi

7 Questo il titolo del volume di Nina Tannenwald, The Nuclear Taboo. The United States
and the Non-Use of Nuclear Weapons Since 1945, Cambridge U. P., 2007.
8 In base a questo concetto, larsenale militare di uno Stato non doveva servire tanto a respingere unaggressione nemica, quanto a prevenirla minacciando ripercussioni inaccettabili. Cfr. L. Nuti, La sfida nucleare. La politica estera italiana e le armi atomiche 19451991, Il Mulino, Bologna, 2007, pp. 71-75.
9 Cfr. S.M. Younger, The Bomb. A New History, New York, Ecco, 2009, pp. 45 ss.
10 Questo il titolo di un libro di Fred Kaplan sugli strateghi nucleari della RAND e sul rapporto delle loro teorie con il contesto politico, economico e militare dellepoca (F. Kaplan,
Wizards of Armageddon, Simon & Schuster, New York, 1983).
11 J. Suri, Henry Kissinger and the American Century, The Belknap Press of Harvard U. P.,
Cambridge, 2007, p. 139.
Storia della distopia militare

Thinking about the Unthinkable

501

vertici politici che li scelsero come loro advisers12, nella convinzione che
questi riuscissero a vedere pi chiaramente quali scenari si profilavano
allorizzonte anche attraverso la fitta nebbia della diplomazia nucleare.
Alla base delle loro analisi e delle teorie dei giochi elaborate nei loro
simposi vi era la convinzione che la strategia della deterrenza, per essere
veramente funzionale alle esigenze strategiche americane ora che i sovietici erano in grado di colpire direttamente il territorio nazionale con armi
nucleari, dovesse fondarsi su una risposta proporzionata alla posta in gioco: la dicotomia olocausto nucleare o umiliazione, suicidio di massa o
resa rendeva, di fatto, non credibile la minaccia della rappresaglia massiccia elaborata negli anni della presidenza Eisenhower dal Segretario di
Stato John Foster Dulles13. La chiave di volta per rendere maggiormente
convincente lo strumento della deterrenza era cos rinvenuta nella presunta plausibilit della guerra nucleare limitata, una ricalibratura della teoria
della deterrenza in grado di adeguare gli scenari bellici futuri allevoluzione delle forze in campo al fine di individuare un nuovo punto di incontro
fra pace e guerra, politica e strategia militare14.
Fra i principali teorici che basavano la loro riflessione sullimpiego di
testate nucleari tattiche per il raggiungimento di obiettivi limitati, ipotizzando scenari futuri di conflitti geograficamente e militarmente controllabili possibile incontrare alcuni dei pi noti analisti atomici degli anni

12 Non solo il segretario alla difesa Robert McNamara favor la presenza di strateghi civili in
posti rilevanti dellapparato decisionale durante lamministrazione Kennedy, ma anche nel
decennio precedente le loro riflessioni influenzarono in maniera rilevante le scelte strategiche del governo americano. Cfr. P. Mlandri, Imaginer linimaginable: guerre nuclaire
et stratgie amricaine depuis 1945, in Vingtime Sicle. Revue dhistoire, n. 1, Jan.
1984, pp. 57-73.
13 Cfr. N. Rosendorf, John Foster Dulles Nuclear Schizophrenia, in J.L. Gaddis, P.H. Gordon, E.R. May, J. Rosenberg (eds.), Cold War Statesmen Confront the Bomb. Nuclear Diplomacy Since 1945, New York, Oxford University Press, 1999, pp. 62-86.
14 Sulla teoria della guerra nucleare limitata cfr. L. Freedman, The Evolution of Nuclear
Strategy, Third edition, New York, Palgrave Macmillan, 2003, pp. 93 ss. Allo stesso
tempo vi furono per voci che pur muovendosi anchesse nellambito delle ipotesi sui future scenari bellici nucleari giungevano in maniera opposta a denunciare i rischi di qualsiasi tentativo di controllo e gestione dellescalation atomica, tra questi Wolly Zuckermann,
consulente scientifico del ministero della difesa britannico (S. Cooke, In Mortal Hands,
cit., pp. 186-187).

502

Future Wars

Cinquanta: Bernard Brodie15 (1910-1978), Robert Endicott Osgood (19211986), Henry Kissinger (1923), Thomas Schelling (1921) ed Herman Kahn
(1922-1983)16.
Tra questi, proprio Kahn colp lattenzione collettiva per le sue teorie
sulla guerra nucleare e sul destino che avrebbe atteso gli Stati Uniti in caso
di conflitto con il nemico sovietico17. Con uno stile al contempo rigoroso
e flamboyant, atto a dare forza visionaria alle proprie argomentazioni e a
scandalizzare il lettore scuotendolo nelle sue pi radicate certezze, questi
disegn in un corpus coeso di opere18 uno scenario atomico in cui (apparentemente) tutte le opzioni erano considerate e il futuro non appariva
quellinferno in terra ipotizzato da molti film e romanzi. Obiettivo di Kahn
era convincere il suo pubblico a pensare limpensabile andando contro
quelli che lui considerava dei luoghi comuni accettati pi per pessimismo
autoindotto che per concrete valutazioni razionali dei fattori in gioco: any
picture of total world annihilation appears to be wrong, irrespective of the
military course of events19.

15 Barry Howard Steiner, Bernard Brodie and the Foundations of American Nuclear Strategy, U. P. of Kansas, 1991.
16 Tra i loro scritti pi noti: B. Brodie, Escalation and the Nuclear Option, Princeton U.

P., 1965; R.E. Osgood, Limited war: The challenge in American strategy, The University of Chicago Press, 1957; H. Kissinger, Nuclear Weapons and Foreign Policy,
Harper & Brothers, New York, 1957; T. Schelling, The Strategy of Conflict, Oxford
U. P., 1960, e Arms and Influence, Yale U. P., New Haven, 1966; H. Kahn, On Escalation: Metaphors and Scenarios, Praeger, New York, 1965. Bisogna sottolineare come nel corso degli anni Sessanta molti di loro tornarono sui loro passi evidenziando la
sostanziale contraddizione in termini di questa dottrina: lunico modo per evitare una
escalation nucleare risiedeva nella volont di non impiegare in nessun caso armi nucleari. Daltro canto, tutte le simulazioni con testate nucleari tattiche avevano rivelato
lestrema difficolt di condurre una guerra limitata non solo per i civili coinvolti ma
anche per gli stessi militari impiegati sul territorio. Cfr. L. Freedman, The Evolution
of Nuclear Strategy, cit., pp. 105, 110-111.

17 Sulla sua figura non si pu prescindere dai testi di B. Bruce-Briggs, Supergenius: The Mega-Worlds of Herman Kahn, New York, North American Policy Press, 2000 e di Sharon
Ghamari-Tabrizi, The Worlds of Herman Kahn, Cambridge U. P., 2005.
18 Oltre al gi citato On Esalation, ricordiamo On Thermonuclear War (Princeton U. P.,
1960), Thinking About the Unthinkable (Horizon Press, New York, 1962) e The Next 200
Years: A Scenario for America and the World (William Morrow & Co., New York, 1976)
curato con William Brown e Leon Martel.
19 H. Kahn, On Thermonuclear War, cit., p. 22.

Storia della distopia militare

Thinking about the Unthinkable

503

Proprio On Thermonuclear War, il suo primo volume (1960), condensa


al suo interno gli elementi alla base della sua riflessione sul presente e
sul futuro, ma anche i caratteri qualificanti della sua prosa e del suo stile.
Per comprendere fino in fondo il suo pensiero, bisogna cos calare lopera
nel contesto politico del suo tempo (le gravi crisi che si successero in sequenza prima con il lancio sovietico dello Sputnik, poi con labbattimento
dellaereo spia V2 ed infine a Berlino nel 1961 e a Cuba nel 1962 resero il
tema dellescalation atomica estremamente rilevante20) e allinterno della
temperie culturale figlia dellaffermazione della baby boom generation,
che tramuta il nucleare nel fulcro di una narrazione collettiva che unisce
paure recondite e quasi ataviche di matrice millenaristica allimmediatezza di un linguaggio che si nutre di fantascienza e mostri mutanti, fumetti
horror, romanzi hardboiled e film noir21. On Thermonuclear War scuote le
coscienze non solo per quello che dice ma, soprattutto, per come lo dice:
uno stile diretto, freddo ma immaginifico che si confronta senza reticenze
e pudore con temi eticamente e moralmente rilevanti come la morte di
massa e lolocausto nucleare.
Attraverso una prosa che procede per accumulo di concetti, affastellando analisi, ipotesi, spiegazioni in maniera non sempre convincente o logicamente inappuntabile Kahn sviluppa due temi centrali: la critica della
deterrenza come era stata concepita fino ad allora e la convinzione che
unattenta preparazione militare e civile potesse mitigare gli effetti di un
conflitto nucleare e permettere un pi rapido processo di recupero. A suo

20 Cfr. F. Romero, Storia della guerra fredda. LUltimo conflitto dellEuropa, Einaudi, Torino, 2009, pp. 120 ss.
21 S. Ghamari-Tabrizi, The Worlds of Herman Kahn, cit., pp. 236 ss.

504

Future Wars

dire, proprio lassenza di un piano organico che permettesse al sistema di


difesa nazionale e alla societ americana di rispondere in maniera adeguata allipotesi di una guerra termonucleare dimostrava la poca credibilit di
una rappresaglia in caso di crisi che non chiamassero in causa direttamente
unaggressione al territorio degli Stati Uniti (come aveva palesato qualche
anno prima la rivolta in Ungheria nel 1956). La Doomsday machine da
lui ipotizzata e salita agli onori della cronaca nel film Dr. Strangelove era
uno stratagemma narrativo finalizzato ad evidenziare limpraticabilit di
una pace fondata sulla paura della MAD e su un sistema di difesa che, una
volta entrato in azione, avrebbe portato alla morte di circa un miliardo di
persone22.
Come molti altri suoi colleghi alla RAND, egli giudicava inapplicabile
il concetto di deterrenza se non si fosse valutata prima lentit della rappresaglia in funzione della minaccia subita e, soprattutto, se non si fosse
risposto alla domanda puramente aritmetica del numero accettabile di
perdite in caso di confronto in una guerra nucleare limitata in Europa o
in un altro scenario periferico. I vertici politici e militari statunitensi e la
societ civile dovevano avere il coraggio di prendere decisioni difficili e
di agire risolutamente sulla base di piani strategici che permettessero di
coprire tutte le possibili variabili: we might still be interested in war plans
and capabilities which could be used to fight, survive, and terminate wars
in addition to deterring them23. La preparazione era il fattore centrale per
vincere non solo la fase bellica, ma anche quella successiva della ricostruzione. Per questo appariva indispensabile non solo aumentare la capacit
offensiva delle forze a disposizione (sottomarini nucleari, bombardieri e
basi missilistiche di terra)24 ma anche difenderle adeguatamente. La stessa
protezione doveva essere assicurata alla popolazione attraverso la difesa
civile, i piani di evacuazione, la produzione e lo stoccaggio di medicinali
utili contro le radiazioni successive allattacco25. Queste precauzioni rendevano gli Usa pronti alla guerra aumentandone notevolmente le capacit
22 H. Kahn, On Thermonuclear War, cit., pp. 145 ss.
23 H. Kahn, Thinking About the Unthinkable, cit., p. 70.
24 H. Kahn, On Thermonuclear War, cit., p. 14.
25 If deterrence should fail, they [] could be not be less interested in the details of what
happens so long as the retaliatory strike is launched (ibid., p. 18).
Storia della distopia militare

Thinking about the Unthinkable

505

di first strike (e quindi di deterrenza), ma questo, lungi dallessere considerato un atto finalizzato alloffesa, nella lettura di Kahn appariva come una
normale politica in tempo di pace. La stretta razionalit che muoveva queste argomentazioni lasciava tuttavia spazio allarte della finzione e dellintuizione del momento quando lo stesso autore inseriva nel suo discorso
limponderabilit del fattore emozionale e dellimprovvisazione: nel gioco della deterrenza chi si dimostrava leggermente mad, intemperate or
emotional26 poteva avere lultima parola e risultare ancor pi pericoloso
e, per questo, convincente.

Kahn dialogava pericolosamente con lignoto senza tuttavia abbandonare la fiducia nelle proprie capacit di analisi e nei destini di un paese che
doveva scommettere sulle sue risorse umane e materiali. Era uno sguardo
ottimistico nonostante la bomba, che affondava le proprie radici in unincrollabile fede nelle potenzialit degli Stati Uniti. La convinzione largamente diffusa che if one single button is pressed all the buttons will be
pressed, and [] Within perhaps an hour or two the war will be effectly
over [] with only one question left: How bad will the radioactivity be
for the rest of the world?27 era per Kahn la pi perniciosa delle idee.
Questo perch spingeva i cittadini alla rassegnazione e allimpreparazione. Nei suoi scenari ipotetici sul mondo post guerra atomica parole come
tragedia e orrore erano bandite a vantaggio di un lessico asettico, fondato su unit di misura quantitative chiaramente determinabili28: la paura
della fine del mondo si reggeva sullincertezza delle valutazioni e avrebbe

26 Ibid., p. 290.
27 H. Kahn, Thinking About the Unthinkable, cit., p. 59.
28 Come spiega egli stesso nel testo: The only way in which we can communicate even intuitive notions with any accuracy is to use quantitative measures (H. Kahn, On Thermonuclear War, cit., p. ix).

506

Future Wars

legato le mani al governo americano e ai suoi cittadini non rendendoli capaci di difendersi e di affermarsi in una tenzone che non si sarebbe necessariamente conclusa con una fine senza vincitori. Ai suoi occhi appariva
indispensabile un confronto senza reticenze con una realt che molti non
erano di grado di sopportare. Ragionare su freddi numeri avrebbe permesso di gettare le basi per la vittoria finale e per la rinascita del paese anche
dopo uno showdown nucleare, anche se queste cifre chiamavano in causa
le vite di milioni di individui. Queste percentuali erano lennesimo paradosso lessicale e morale che Kahn impiegava per sollecitare la reazione
collettiva ed evidenziare lurgenza di unadeguata preparazione: non solo
ad una guerra nucleare si poteva sopravvivere, ma nonostante preconcetti largamente diffusi le giuste contromisure avrebbero permesso normal
and happy lives for the majority of survivors and their descendants29.

Esemplare di questa modalit di ragionamento e delle sue implicazioni


la maniera in cui lautore affronta il problema degli effetti di lunga durata
della contaminazione. A suo avviso, secondo valutazioni attendibili, nella
vita di ogni giorno la popolazione americana assorbiva gi un quantitativo
sopra la media di radiazioni e il fallout nucleare non avrebbe comportato,
se non in minima parte, un aggravamento delle statistiche sulle malattie
genetiche ed ereditarie nei nascituri. Per questo, se nessuno si preoccupava
dei rischi che correva in tempo di pace, perch la popolazione avrebbe dovuto considerare intollerabili i rischi futuri legati a un conflitto nucleare?
Dove non arrivava la retorica e la logica dei numeri, giungeva poi solo
in maniera apparentemente incongrua - la fiducia nel domani, nelle irriducibili risorse del genio umano e nelle pieghe imponderabili della sorte: la

29 Ibid., p. 21.
Storia della distopia militare

Thinking about the Unthinkable

507

scienza sarebbe comunque progredita e con essa i rimedi per curare i malati e debellare anche questa minaccia30. Se ben preparati, quindi, gli Stati
Uniti sarebbero sopravvissuti a una guerra termonucleare perch avevano
nel loro patrimonio genetico le risorse morali e materiali per rialzarsi, tutto
era legato alle loro capacit di reazione e al coraggio di guardare al futuro
senza panico o rassegnazione.

Il discorso di Kahn, tuttavia, ha un respiro pi ampio. Lungi dallessere


un sistema finito e limitato, nella sua riflessione non solo il suo paese, ma
il mondo intero appariva come la creazione dellessere umano e, proprio
per questo, passibile in ogni momento di adattarsi alle contingenze e di
rigenerarsi: la volont dei suoi abitanti era il motivo principale di speranza
nel domani. Proprio alla luce di questa chiave di lettura, le profezie nucleari di Kahn non erano il vaticinio di un pessimista, ma lanalisi per certi
versi ingenua di un sognatore positivista che pensava di poter controllare
la natura e le sue leggi. Pi che novella Cassandra, egli appare agli occhi
dei contemporanei come una sorta di terzo fratello Grimm e le sue teorizzazioni sulle guerre future come delle fiabe tecnologiche dal preciso mes-

30 Ibid. pp. 45 ss.

508

Future Wars

saggio apocalittico31. In entrambi i casi, infatti, i protagonisti delle vicende


affrontano una serie di peripezie avverse, intimamente traumatizzanti e in
dialogo diretto con la sofferenza e la morte, per tornare poi alla vita. Lo
sguardo di questo cantastorie della modernit rivolto verso un abisso di
tenebra, un bosco minaccioso infestato di testate nucleari e non di lupi
cattivi, ma solo con lo scopo di trovare un sentiero che conduca lui e i suoi
simili fuori da quelloscurit apparentemente senza fine, nuovamente alla
luce di un presente di pace. Tornando ancor pi indietro, come Esopo il
suo obiettivo era insegnare qualcosa, non solo attrarre e scandalizzare lopinione pubblica, come spesso accadeva durante le sue conferenze.
Quello dipinto da Kahn appare, cos, come un affresco grottesco e tragico allo stesso tempo, detestabile o ammirabile a seconda delle sensibilit e
degli orientamenti etici, ma coerente fino allestremo nelle sue conclusioni
(spesso basate pi su un approccio ideologico alla materia esaminata che
a valutazioni realistiche o empiricamente verificabili). Le sue teorie sono
s il frutto di una nuova fase del conflitto Usa Urss negli anni dei missili
intercontinentali balistici e della politica della deterrenza, ma anche, in
unottica pi generale, il prodotto di una fiducia prometeica e incondizionata nelle magnifiche sorti e progressive del genere umano: il mostro
met uomo e met macchina che conduceva per mano il pianeta allolocausto nucleare nel film di Kubrick in parte ispirato dalle sue teorie e da
quelle dei suoi colleghi alla RAND, nella vita di tutti i giorni guardava al
futuro come ad una pagina bianca in cui nulla era scritto e in cui lultima
parola sarebbe spettata comunque alluomo e alla sua capacit profondamente terrena di superare ogni volta, nonostante tutto, i propri limiti32.

31 Gli elementi alla base della lettura apocalittica (crisi, rigenerazione, raggiungimento di
uno stato primigenio di benessere) sono stati fin dalle origini fattore costitutivo della narrazione pubblica sulla questione nucleare, in stretto rapporto con i suoi rimandi al contempo simbolici e religiosi. Non un caso che proprio il cinema sulla bomba atomica, al pari
della letteratura, della musica e dei fumetti, vi abbia attinto copiosamente. Su questo tema
cfr. J.F. Shapiro, Atomic Bomb Cinema. The Apocalyptic Imagination on Film, Routledge,
New York, 2002.
32 Cos scriveva nel suo libro The Next 200 Years: A capability for self-supporting existence
in space would make possible the continuation of earths civilization and the resuscitation
of human life on the planet following an irreversible tragedy in the case of thermonuclear
war or ecological catastrophe (cit., pp. 223-224).
Storia della distopia militare

509

Dreams for the Nuclear Powered Bomber


By Basilio Di Martino

n the aftermath of World War II the use of atomic energy was considered the most promising solution for many practical problems of
human life. This paper will examine the United States Air Forces
Aircraft Nuclear Propulsion (ANP) and the contemporary Soviet Union
initiatives which blossomed in the Fifties and faded away in the Sixties.
The failure of these costly efforts was caused by operational and political reasons more than by technical shortcomings1. Recently, however, the
Manchester Metropolitan University launched a research about the conversion of civil aviation from fossil fuels to nuclear energy2.
The use of atomic power to propel aircraft was considered by Enrico
Fermi and his associates involved with the Manhattan District Project as
early as 1942, but it was in 1946 that a study by John Hopkins Universitys
Applied Physics Laboratory underlined the potentials and problems of
using atomic power for aircraft propulsion. At design level the main problem was the lack of data on the effects of radiation on materials, while at
operational level the greatest concern was for the possible release of radioactive fission products or isotopes. It involved the need for shielding both
the crew and the ground personnel from radiation, for carefully selecting
test sites and ranges and for precisely defining operating procedures. The
fundamental requirement for a nuclear aircraft was that, even under the

1 An., The Decay of the Atomic Powered Program (1993), with bibliography up to 1984;
Vincent Cortright, Dream of Atomic Powered Flight, Aviation History, March 1995;
both online at the site megazone. Raul Colon, Flying on Nuclear, The American Effort
to Build a Nuclear Powered Bomber, The Aviation History Online Museum, August 6,
2007. Dennis R. Jenkins and Don Pyeatt, Cold War Peacemaker: The Story of Cowtown
and Convairs B-36, Specialty Press, North Branch, MN, 2010, pp. 192-199 (Dream Unrealized).
2 Karen A. Frenkel, Resuscitating the Atomic Airplane: Flying on a Wing and an Isotope,
Scientific American, 5 December, 2008.

510

Future Wars

most adverse conditions, radiation had to be confined.3


The Nuclear Energy for the Propulsion of Aircraft (NEPA) project was
launched in May 1946 with the aim to develop an atomic-powered longrange high-speed strategic bomber. As Kelly Johnson and F. A. Cleveland,
both of Lockheed Aircraft Corporation, wrote in a 1957 paper, It appears
that the strategic bomber, by requiring both high speed and great endurance and because of the inherent low-altitude potential advantages over
similar chemical airplanes, will be the first candidate for a nuclear power
plant.4 A nuclear power source was considered to be highly promising
because of its nature of long-lasting fuel supply and because of the high
temperatures. A contract was awarded to the Fairchild Engine & Airframe
Co. and the U.S. Air Force invested approximately ten million dollars in
the program by the end of 1948.
Before any relevant result was achieved, in 1951 the NEPA program
was replaced by a joint Atomic Energy Commission (AEC)/USAF initiative, the Aircraft Nuclear Propulsion (ANP) program with the ambitious
goal to develop full-scale aircraft reactor and engine systems. The ANP
program was a spin-off of a study done at MIT in 1948 to look at the
potential uses of atomic powered flight. This working group, known as the
Lexington Project, had come to the conclusion that nuclear manned aircraft were less difficult to develop than nuclear ramjets, which, in turn,
were less difficult than nuclear rockets. At the end it came out that the MIT
study had reversed the order of difficulty, since while nuclear ramjets,
under Project Pluto, and nuclear rockets, under Project Rover, were successfully tested at the readiness level needed for operational use, this
never happened for atomic-powered aircraft.
Part of the problem was at management level, since the AEC was
responsible for reactor development while the Air Force was responsible
3 J. A. Connor jr., Aerospace Nuclear Power Safety Considerations, Aerospace Engineering, 20, May 1960.
4 F. A. Cleveland and Clarence L. Johnson, Design of Air Frames for Nuclear Power,
Aeronautical Engineering Review, 16, June 1957. U.S. Congress, Hearing before the Subcommittee on Research and Development of the Joint Committee on Atomic Energy: First
Session on the Aircraft Nuclear Propulsion Program, July 23, 1959 (U.S. Government
Printing Office: Washington, D.C., 1959).
Storia della distopia militare

Dreams for the Nuclear Powered Bomber

511

for development of the whole system, with very little interlinking between
them. Moreover even for the power plant two different footpaths were
followed: the General Electric Co., Evendale, Cincinnati, was issued a
contract to develop a direct cycle turbojet, and in the mean time Pratt&
Whitney Aircraft Division of United Aircraft Corp. was to study an indirect cycle solution at the Connecticut Aircraft Nuclear Engine Laboratory
(CANEL). In a direct air cycle propulsion system air enters through the
compressor stage of one or more turbojets and from there it passes through
a plenum before flowing through the reactor core. In this way air acts as
the reactor coolant and is rapidly heated before being convoyed through
another plenum to the turbine section of the turbojets and from there out
through the tailpipe. In the indirect cycle system air does not enter the
reactor itself but after passing through the compressor it flows through a
heat exchanger where the heat generated by the reactor is carried by a
working fluid which is usually a dense one, such as a liquid metal or highly pressurized water. Since this solution allows more heat energy to be
transferred, the indirect cycle system is more efficient.
Initially the ANP program was to develop an indirect cycle, single reactor propulsion system, but General Electric claimed that the direct cycle
was simpler, with a shorter development time, and was then allowed to
change scope. Meanwhile Pratt & Whitney, working on the indirect cycle
system, developed the super-critical water reactor in which the working
fluid is water, heated to 1,500 F but kept in a liquid state by pressurizing
to 5,000 psi.
Part of the ANP effort was the X-6 program which was started in 1952
with the aim to produce two flying test-beds. The first step was assessing
the shielding problems on a purposely modified Convair B-36H, that after
conversion was designated NB-36H and known as the Nuclear Test
Aircraft (NTA). The bomber was modified to carry a small air cooled
reactor in the aft bomb bay and, even if the reactor itself was shielded, a
totally new nose section housed a twelve ton lead and rubber compartment
for the crew. The flight program carried out from July 1955 to March 1957
showed that the aircraft normally would pose no radiation threat, even at
low altitude, and based on these results it was decided that the risks was
no greater than the risks incurred during the development of the airplane,

512

Future Wars

the automobile, or the rocket.5 At the time the B-36 was the only existing
airframe large and powerful enough to carry the expected engine and
shield weight and was therefore to provide the basis for the actual X-6
aircraft. The engine chosen was the General Electric J53 turbojet but this
was still in its infancy and after experiencing serious development problems GE resorted to the J47, a well proven engine that when modified for
nuclear testing was referred to as X-39. The propulsion system was to
have a total weight of 165,000 pounds (75,000 kg), which was composed
of a 10,000 lbs (4,540 kg) reactor, 60,000 lbs (27,000 kg) of reactor shielding, 37.000 lbs (16,800 kg) of crew shielding, and a jet engine weight of
18,000 lbs (8,170 kg) plus an additional 40,000 lbs (18,160 kg) for ducts
and accessories.6

The shield was divided between the reactor and the crew, the crew
being in the shadow created by the combined shielding effect. If it were
possible to put as much shielding on the reactor as it is on ground reactors,
the radiation could be reduced to a negligible amount, but the total weight
of shielding required would be prohibitive. The divided shield concept
allows to reduce total shield weight to an acceptable amount by exploiting
the directional nature of the radiation, but it also means that the majority
of the aircraft would be exposed to higher levels of radiation and once on
the ground more radiation would contaminate the surrounding area. These
problems were to be overcome by using newer materials and by properly
designing the aircraft ground equipment.
5 J. A. Connor jr., op. cit.
6 Jay Miller, The X-Planes, Aerofax, Arlington, Texas, 1988. B. D. Bikowicz, Nuclear

flight, the X-6 and the ANP program, Aeronautics Digest,1992.

Storia della distopia militare

Dreams for the Nuclear Powered Bomber

513

Although work on an actual airframe never got very far, a great deal of
work was accomplished on the power plant. Besides placing a lot of effort
on developing the divided shield concept, the ANP program concentrated
on increasing the operating temperature of the reactor to boost efficiency
and therefore aircraft performance. General Electric was quite successful
in testing the direct cycle concept. These tests were referred to as the Heat
Transfer Reactor Experiment (HTRE) series and involved three reactors
installed in ground facilities. HTRE-1 was a proof of concept reactor that
demonstrated the feasibility of operating an X-39 jet engine on nuclear
power, while HTRE-2 was simply HTRE-1 modified to test advanced
reactor sections in a central hexagonal chamber.
In this way new reactor designs could be tested without the need to
build a totally new reactor from scratch. The experience gained from
HTRE-1 and HTRE-2 was used in the construction of HTRE-3 which was
the closest to a flight item the program came. It was solid moderated, as
opposed to the earlier reactors which were water moderated, and it powered two X-39s at higher power levels. HTRE-3 was limited by the two
turbojets, but it could have powered larger jets at even
higher power levels. All HTRE reactors were of the
standard direct cycle configuration, with
the addition of a chemical combustor
just upstream from the turbines.
This combustor allowed the jets to
be started on chemical power and then
switched over to atomic heat as the
reactor was brought up to operating temperatures. The operational system could
also use a chemical combustor during
take-off and landing, and possibly during
target penetration, when the reactor relatively slow response time could be a
disadvantage.7 The HTRE either met or
exceeded their goals, but although all
The HTRE-3 without supporting structure
7 Cleveland & Johnson, op. cit..

514

Future Wars

had reactor cores of roughly the size needed to fit into an aircraft, none of
them was designed to be the prototype of a flying system. However the
tests showed that a reactor could have been built meeting all of the
requirements needed for a flight ready unit.
While GE was busy with the direct cycle, Pratt & Whitney (P&W) was
working on the indirect cycle at a much slower pace. P&W never ran a
whole system and their work was limited to component testing, mainly for
liquid metal coolant plants. The two major designs were a solid core reactor, in which the liquid metal circulated through a solid reactor core, and
a circulating-fuel design, in which fuel was mixed with the coolant and
critical mass was achieved as the coolant circulated through a central core.
P&W achieved quite interesting results on the design of liquid metal cooling loops, corrosion prevention, and heat exchanger design, but their work
at CANEL never led to a test reactor, much less one which was flight
ready. In the long run the indirect cycle looked more promising, but it also
required much more developmental work.
Throughout its life the ANP program was plagued by a lack of direction
since neither the Air Force nor the Department of Defense (DOD) maintained a clear set of goals. This caused a great deal of waste, both of time
and money since test facilities were built to satisfy requirements which
never materialized due to a shift in project orientation, and they either
ended up as expensive storage buildings or were abandoned still unfinished. The Air Force favored the development of an atomic powered
bomber because they wanted to keep manned aircraft an integral part of
the deterrent force. General Curtis Emerson LeMay, commander of the
Strategic Air Command (SAC) at the time, placed the highest priority on
the B-52H and B-70 programs and the ANP was slightly down the list,
with long-range missiles at the bottom. Despite the fact that at the time the
research on nuclear propulsion was still at the initial stage, in 1950 the
DoD decided that a subsonic aircraft was to fly by 1957 and the Air Force
was asked to give the program sufficient support to insure success. Facing
unsatisfactory results, in March 1953 the Secretary of Defense Charles
Wilson cancelled the program that was restarted in April 1954 with a more
streamlined management structure. Unfortunately the program, while
making definite progress, continued to follow a tortuous path across a
wide variety of research fields, wasting time and money on the way.
Storia della distopia militare

Dreams for the Nuclear Powered Bomber

515

Nevertheless the ANP initiative gained momentum when the launch of


Sputnik not only started the space race, but also a general technological
race, and both the budget for the B-70 and the budget for the ANP program
were temporarily increased, despite their nearly nonexistent links to space.
Meanwhile the public, the press and the television were actively supporting the initiative by spreading rumors about a parallel Soviet atomic-powered aircraft program, which was stated to be a new threat to world peace,
and another blow to the prestige and security of USA and the free world.
The Soviet Union began research on nuclear reactors as power sources
in the late Forties and in 1955, the design bureaus of Andrej Tupolev and
Vladimir Mjasiev were given the task to design aircraft intended to be
powered by nuclear propulsion, while a bureau headed by Nikolaj
Kuznetsov and Arkhip Lyulka was to develop the engines. Several
options were tested including ramjet, turboprop and turbojet, with different transfer mechanisms for the nuclear generated thermal energy, and
after extensive experimentation the direct cycle turbojet engine was initially considered as the best alternative8.
In realizing the complexity of the project, the Tupolev bureau estimated that at least two decades were needed before the program could produce a flying prototype, placing the first operational nuclear bomber in the
late Seventies or in the early Eighties. In March 1956, in order to have a
flying test-bed, they decided to modify an existing Tu-95M bomber which
became the Tu-95LAL. During the summer of 1958 the nuclear plant was
turned on and since the required level of power was immediately achieved,
the road to the flight test phase was open. Between May and August 1961
the Tu-95LAL completed 34 test flights, most of them with the reactor
shut down, with the main purpose to verify the effectiveness of the radiation shielding for the crew, which proved quite effective. The next step
was a test aircraft designed to use nuclear power as its main propulsion
force. This was to be Aircraft 119, based on the Tu-95 design with the two
inboard engines replaced by the new NK14a turboprops with heat
exchangers, while the two outboard engines were the usual NK12Ms. The

8 Raul Colon, Soviet experimentation with nuclear powered bombers, The Aviation History On-Line Museum, 2009.

516

Future Wars

NK14a was an indirect cycle engine, since the air, after passing through
the compressor, did not go to the reactor but to the heat exchange system
where the heat generated by the reactor was carried by a fluid. As in the
Tu-95LAL, the bomb bay would have housed the reactor, and the connections leading to the engines would run through the main fuselage, up to the
wings and then to the heat exchangers of the two inboard engines. Tupolev
estimated that the first 119 would have been available for runway trials by
late 1965 but the aircraft remained on the drawing board until budgetary
constraints, the development of new conventional aircraft and a shift in
doctrine towards the ballistic missile led to the cancellation of the program
in August 1966.

Tu-95 LAL (Letayuaja Atomnaja Laboratorija)


(Flying Atomic Laboratory)

Aircraft 119 was not the only Tupolev project for a nuclear powered
supersonic bomber. A vast amount of research hours was invested on a
parallel program code named Aircraft 120 which was to be fitted with two
turbojet engines on development by Kuznetsov. The reactor was to be
installed in the rear fuselage, as far from the cabin as possible, and the
crew, pilot, copilot and navigator, were seated in a heavy lead-shielded
cabin. The aircraft was to have a conventional aerodynamics configuration
with a high mounted 45 degrees swept wing and a swept empennage. The
testing phase was planned in the late Seventies but never materialized
since the program was terminated for the same reasons as the 119 project.
Tupolev worked also on a low level strike bomber code named Aircraft
132. The engines were intended to operate with kerosene for take-off and
landing, and the other major difference with the previous projects was the
Storia della distopia militare

Dreams for the Nuclear Powered Bomber

517

delta wing, with swept empennage and the horizontal stabilizer on top of
the fin. The 132 project was cancelled in the mid Sixties for the same
budgetary, technical and doctrinal reasons that doomed the 119 and the
120 project, while never reached the drawing table a supersonic, long
range nuclear bomber similar to the B-58 Hustler.
As far as the Mjasiev bureau, their first nuclear bomber project was
code named M-60. The first draft was finished on July 1956 and the project was based on a Lyulkas nuclear/turbojet engine, meaning that the
aircraft was to take-off and land with a chemical fuel propulsion while the
nuclear system would engage at the desired operational altitude providing
the M-60 with a Mach 2 speed capability. The initial configuration called
for a long, slim shape with trapezoid wings and T-shaped tail, and the
nuclear/jet engines placed side-by-side in the fuselage, but in December
1957 the M-60 was redesigned to be a delta winged aircraft with four
engines placed on under wing pylons and in tip nacelles. According to the
Mjasiev bureau, a 1,989 mph speed, an operational range of 15,500
miles and a service ceiling of 65,600 ft were achievable. The M-60 was
cancelled in 1959, while still at the planning stage, leaving the bureau to
work on the M-30 program, which had started in 1953. However the interest for a nuclear-powered aircraft was fading out and this program also
was abandoned in 1961, when the Soviet leadership ordered to stop all
work related to the nuclear bomber. Had the Tupolev or the Mjasiev
program run their course, it is likely that the Soviet Union would have
been able to deploy a nuclear bomber in the late Seventies, but the financial burden of such an effort was too heavy and with the massive introduction of accurate ICBM and SLBM a relevant nuclear capability could be
achieved at a lesser cost, without the radiation fallout risk associated to a
possible crash during training and peace time operations. Interesting to
say the expected overall weight of the nuclear power plant was about 80
tons, as for the American counterpart.
Moving back to the United States, in 1959, following the Sputnik hysteria, the ANP program was placed under the direct control of then
Director of Defense Research and Engineering, Herbert York, who defined
a new set of program objectives, giving priority to the development a
power plant suitable for militarily useful nuclear flight. Unfortunately for
the program it was too late. GEs HTRE series had proved that the direct

518

Future Wars

cycle concept would work, P&W was making progress on the indirect
cycle and the NTA reactor tests had demonstrated that aircraft shielding
could be done effectively, but overall the ANP program was not productive enough to be sustained, besides being a sensitive political issue.
While the DOD and the AEC were fighting for the total control of the
program, the contractors were taking advantage of the disarray and the Air
Force added to the confusion being unable to clear stating their needs.
Finally of greater and greater concern was the so called atomic hazard.
The ANP program had begun in an era when the general attitude towards
atomic energy was quite favorable and the atom was thought to be a welcome addition to everyones life, but those days had gone by and the
public attitude was now quite different.
In 1961 Herbert York and his staff reviewed the ANP program and the
decision was taken to halt all further development and test activity on the
direct cycle and continue to work on the indirect cycle at a reduced pace.
Even this was too much. The Kennedy administration felt absolutely
uneasy about a program that had been around for too long without producing any conclusive result. On March 28, 1961 a statement of President
Kennedy cancelled the ANP program: Nearly 15 years and about $1
billion have been devoted to the attempted development of a nuclear-powered aircraft; but the possibility of achieving a militarily useful aircraft in
the foreseeable future is still very remote. The total amount of money
spent on the development of atomic aircraft was $1,040 million. Of this
sum $839 million was for operating costs and $201 million for facilities
and equipment. Funding was provided by the Air Force, AEC, and US
Navy, each supplying $518 million, $508 million, and $14 million respectively.9 Although technicians and scientists did their best to succeed, there
was no firm military requirement and the politicians persisted in trying to
control things better left to experts, much like during the Vietnam War.
The cancellation of the ANP program was due to the development of the
ballistic missile and to different feelings about the friendship of the
atom, but mismanagement had a significant impact.
9 U.S. Government Report to the Congress, Review of Manned Aircraft Nuclear Propulsion
Program, Atomic Energy Commission and the Department of Defense, U.S. Government
Printing Office, Washington, D.C., February 1963.
Storia della distopia militare

519

Guerra di anticipazione e guerra preventiva


di Germano Dottori
Lidea di intraprendere una guerra perch potrebbe essere
inevitabile in seguito e potrebbe allora essere combattuta
sotto condizioni pi sfavorevoli stata sempre a me estranea
e lho sempre avversata Perch non posso scrutare i piani
della Provvidenza in modo da sapere le cose prima
Otto von Bismark, discorso dell11 gennaio 18871

Definizioni correnti e loro limiti


in dove lecito e conveniente giocare danticipo contro un attacco imminente o prevenire una minaccia potenziale? Questa
vexata quaestio etico-giuridica e politico-strategica tornata di
attualit dopo il 20022, ma la stessa distinzione tra prevention (prevenzione) e pre-emption (anticipazione) non ancora consolidata, al punto che
talora i due termini vengono invertiti o considerati sinonimi3. Nelluso cor1 Cit. in Brian Crisher, Altering Jus ad Bellum. Just War Theory in the 21st Century and the
2002 National Security Strategy of the United States, Critique: A Worldwide Journal of
politics, Spring 2005, pp. 1-30.
2 Demetrios Caraley, American Hegemony: Preventive War, Iraq, and Imposing Democracy, Academy of Political Science, 2004. William Walton Keller, Gordon R. Mitchell, Hitting First: Preventive Force in U.S. Security Strategy, University of Pittsburgh, 2006.
Cindy Williams, Beyond Preemption and Preventive War: Increasing U. S. Budget Emphasis on Conflict Prevention, DIANE Publishing, 2008. Michael W. Doyle, Striking First:
Preemption and Prevention in International Conflict, The University Center for Human
Values, 2011. Scott Silverstone, Preventive War and American Democracy, Routledge,
2012. Thomas M. Nichols, Eve of Destruction: The Coming Age of Preventive War, University of Pennsylvania Press, 2013. Deen K. Chatterjee (Ed.), The Ethics of Preventive
War, Cambridge U. P., 2013. Jeff MacMahon, Preventive War and the Killing of the Innocent, in Richard Sorabji and David Rodin (Ed.), The Ethics of War: Shared Problems
in Different Traditions, Ashgate Publishing, Ltd., 2013.Ariel Colonomos, The Gamble of
War: Is it Possible to Justify Preventive War?, Springer, 2013.John Yoo, Point of Attack:
Preventive War, International Law, and Global Welfare, Oxford U. P., 2014.
3 Cfr. Karl-Heinz Kamp, La dfense premptive: une nouvelle ralit politique, in Revue
Militaire Canadienne, t 2005, p. 76.

520

Future Wars

rente la distinzione ricondotta


al grado di imminenza o mera
potenzialit della minaccia e
alla sua natura (non necessariamente militare).
La pre-emption, letteralmente pre-svuotamento,
un attacco anticipatorio contro unaggressione imminente.
Come nella legittima difesa penalistica, gravit e imminenza
della minaccia sono per quelle percepite (o dichiarate) dallanticipatore,
e nulla di pi si ricava dalla locuzione minaccia sufficiente proposta da
Michael Walzer4. La prevention consiste invece nellimpiego immediato
della propria superiorit di forze per prevenire lacquisizione di maggiori
capacit (anche di semplice interdizione) da parte del potenziale avversario5.
Il dibattito una spia del mutamento prodotto dalla fine della guerra
fredda. Da una strategia strettamente difensiva, lOccidente passato ad
un interventismo globale teso a consolidare la sua vittoria e a prevenire
nuove sfide potenziali. Si cerca perci di reintrodurre, sia pure in modo
attenuato, il principio dellautotutela (jus ad bellum) oltre i limiti stabiliti
dallart. 51 della Carta delle Nazioni Unite, che consente la difesa individuale soltanto contro unaggressione6 armata e in atto (e solo in temporanea
supplenza della difesa collettiva). In pratica si vuole giustificare il first use
della forza come legittima difesa putativa7.
4 Michael Walzer, Just and Unjust Wars. A Moral Argument With Historical Illustrations,
New York, 1977, pp. 80-82
5 Colonel David Bowman (USNG), Preemptive Warfare A Viable Strategic Option, USAWC, Carlisle, 2005, p. 10; Waltzer, op. cit.
6 Il concetto di act of aggression stato definito dagli art. 1 e 3 della Risoluzione
3314 (XXIX) dellAssemblea Generale delle N. U. del 14 Dicembre 1974 e include invasione, occupazione, bombardamenti. Blocco e cambio di regime: ossia quel che lOccidente fa abitualmente da un quarto di secolo in tutto il mondo.
7 Mary Ellen OConnell, The Myth of Preemptive Self Defense, The American Society of International Law, August 2002, pp 1-21 (p. 4).
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

521

Il problema rinvia quindi


alla questione della guerra
giusta e alla legittimazione
degli interventi armati non
fondati su risoluzioni del
Consiglio di Sicurezza. E
stata pertanto sovente anche al centro di aspre contese diplomatiche, che non
sempre hanno scongiurato
il ricorso alla forza. Dal momento che luso della forza
per eliminare una capacit offensiva o anche di mera interdizione darea altrui ancor prima che sia asservita ad un disegno politico ostile,
ormai identificata come una guerra daggressione condannata dal diritto
internazionale8, la legittimazione ad anticipare dipende dal consenso della
comunit internazionale sullimminenza di un attacco di gravit e proporzioni tali da non poter esser atteso passivamente. Il diritto a reagire anticipatamente sorge infatti dalla mancanza del tempo necessario a ottenere
una risoluzione del Consiglio di Sicurezza9.
Bench due terzi degli stati siano ormai inseriti in varie forme nel sistema
di sicurezza degli Stati Uniti, la pianificazione operativa americana, codificata nel FM 3-07 del 2008, specifica che il raggiungimento di un consenso non meramente passivo della comunit internazionale una delle condizione necessarie per il successo delle operazioni anticipatrici (qualificate
come Stability Operations). Per quanto non verificabile, largomentazione a sostegno dellintervento devessere quindi abbastanza plausibile da
consentire ai governi meglio disposti di superare i vincoli internazionali e
costituzionali che restringono luso della forza a casi estremi. Come meglio diremo, nel caso dellintervento del 2003 in Iraq10 i maggiori alleati

8 Charlotta Nilsson, The Legality of Anticipatory Self-defence in International Law, Thesis,


University of Lund, 2008.
9 Cfr. Dieter Murswiek, The American Strategy of Preemptive War and International Law,
Institute of the Public Law, Papers and Preprints, March 2003.
10 Robert P. Abele, The Anatomy of a Deception A Reconstruction and Analysis of the Deci-

522

Future Wars

dellEuropa continentale non lo ritennero sufficientemente giustificato e il


sostegno del governo britannico fu in seguito oggetto di contestazioni interne al limite dellincriminazione del premier pro-tempore (invocata pure
per il presidente degli Stati Uniti da un autorevole studioso come Martin
van Creveld11).
Generalmente la letteratura sulla pre-emption non la collega al principio giuridico della class-action, ma lidea di battersi nellinteresse di tutta
lumanit profondamente radicata nella tradizione americana. La controversa Dottrina Wolfowitz, codificata nel Defense Planning Guidance
del 1994-1999, attribuiva agli Stati Uniti la preminente responsabilit di
affrontare selettivamente le cose storte che minacciano non solo i propri
interessi , ma anche quelli di amici ed alleati, e che possono danneggiare
seriamente le relazioni internazionali. La tesi che le presunte armi di distruzione di massa di Saddam Hussein rappresentavano una minaccia per
lumanit intera12 fu uno degli argomenti sollevati dagli Stati Uniti quando, tra il 2002 ed il 2003, cercarono di ottenere lautorizzazione del Consiglio di Sicurezza allattacco anticipatorio. In una conferenza dell11 febbraio 2003 al Centro Studi Americani di Roma, Michael Novak sostenne
che lattacco alle Torri Gemelle e al Pentagono non riguardava solo gli
Stati Uniti, ma lOccidente tutto, lintero mondo non islamico e lordine
civile internazionale13.
Questa idea ha facilitato (dopo iniziali resistenze) ladesione americana
al principio del diritto-dovere dingerenza umanitaria promosso dallEuropa e dalla Santa Sede fin dalla guerra nellex-Jugoslavia e tradotto nel con-

sion to Invade Iraq, University Press of America, 2009; Jeffrey Record, Wanting War: Why
the Bush Administration Invaded Iraq, Potomac Books, Washington, 2010.
11 Brian Whitaker, Nowhere to run, The Guardian, 29 November 2005.
12 Si legge infatti gi nel primo paragrafo: This is also a time of opportunity for America.
We will work to translate this moment of influence into decades of peace, prosperity, and
liberty [ ]The aim of this strategy is to help make the world not just safer but better,
ovvero Questo anche un tempo di opportunit per lAmerica. Lavoreremo per tradurre
questo momento di influenza in decenni di pace, prosperit e libert [] lo scopo di questa
strategia di contribuire a fare del mondo non solo un posto pi sicuro ma anche migliore.
13 Michael Novak, Asymmetrical Warfare and Just War, Roma, Centro Studi Americani,
11 febbraio 2003.
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

523

cetto di Responsibility to Protect14, in base al quale il Consiglio di Sicurezza, con la Risoluzione 1973 del 17 marzo 2011, ha avallato lintervento
occidentale in Libia, ufficialmente per impedire al regime di Gheddafi di
reprimere nel sangue la rivolta della Cirenaica15.
Precedenti storici e principi giuridici
E nota la teoria tucididea delle cause della guerra del Peloponneso;
la causa scatenante furono le controversie contingenti (aitai), ma la crisi
latente (prphasis) risiedeva nella crescita parallela di potenza (auxethnai) delle due pleis rivali verificatasi nel mezzo secolo (la Pentkontaetia) successivo alla sconfitta persiana16. Il tema viene oggi applicato alla
guerra (in)evitabile tra Stati Uniti e Cina17 e analizzato nella teoria dei
giochi18. NellActio II del De Armis Romanis (1592) di Alberigo Gentili,
Defensor, che sostiene la legalit di tutte le guerre romane, riconosce che
difesa degli alleati (defensio sociorum) e liberazione dei popoli erano speciosi: anzi costituivano una tipica strategia di espansione (arcana imperii),
consentendo allimpero di avanzare di alleato in alleato sino a strangolare
chi resisteva. Nondimeno erano giuste cause di guerra, fondate sulla ratio
humanitatis. Questi, poi, erano addirittura casi di defensio honesta. Ma
lecita era pure la defensio utilis, cio la guerra preventiva: e non solo per
il timore di poter essere in seguito attaccati, ma pure per il timore di poter
essere superati in potenza (timor potentiae). Puro elemento psicologico,
linvidia imperii (che del resto tra Roma e Cartagine era reciproca) esula
14 International Commission on Intervention and State Sovereignty (ICISS), The Responsibility to Protect, Report December 2001.
15 Il wording di estremo interesse ancorch non contenga espressamente un riferimento alla pre-emption. La Risoluzione 1973 autorizza infatti gli Stati membri agendo nazionalmente o tramite organizzazioni o accordi regionali [] ad assumere tutte le misure necessarie [] per proteggere civili ed aree popolate da civili sotto minaccia di attacco nella
Jamahiriya Araba Libica, inclusa Bengasi, escludendo una forza di occupazione straniera
di qualsiasi forma in alcuna parte del territorio libico ..
16 Jean-Christophe Pitard-Bouet, La guerre du Ploponnse: une guerre prventive ou
premptive?, Temporalits, 15 juillet 2015.
17 E. Gin, The Thucydides Trap, in questo Quaderno.
18 Emerson M. S. Niou and Peter C. Ordeshook, Preventive War and the Balance of Power.
A Game-Theoretic Approach, Journal of Conflict Resolution, Vol. 31, No. 3, September
1987, pp. 387-419.

524

Future Wars

dalla valutazione giuridica (sit iusta adquirendi caussa, voluntatem nemo


vituperavit)19.
Una corrente del pensiero realista, quella del realismo offensivo, spiega lespansione degli imperi come una successione di guerre preventive
deliberate di volta in volta per cancellare una potenziale minaccia futura
a s stessi o ai propri alleati20. E una forma di prevention indiretta e sottile anche la prassi della balance of power consistente nel sostegno alle
coalizioni anti-egemoniche e nel finanziamento della guerra condotta dai
propri alleati contro i temuti avversari futuri.
Un volume del 2008 considera come casi classici di guerra anticipatrice
la manovra napoleonica di Austerlitz, lattacco confederato di Forte Sumter (1861), quelli giapponesi di Port Arthur e Pearl Harbour, le offensive
tedesche del 1914 e 1939, laggressione sovietica alla Finlandia (1939) e
gli attacchi Nordcoreano (1950) e israeliano (1967) e pure quello americano allIraq giustificato sul presupposto putativo di un uso imminente delle
inesistenti WMD iraqene21. E non manca chi trae da questi casi lezioni di
carattere strategico22.
Il principio dellingerenza per preservare gli equilibri internazionali,
posto alla base del jus publicum europaeum post-westfalico contro i progetti di Monarchie universelle, fu invocato nel 1792 contro la Rivoluzione francese e sancito nel 1815 dalla Santa Alleanza, trovando applicazione in Piemonte, a Napoli e in Spagna nel 1820-23 e poi in Polonia e
Ungheria. Precedenti pi recenti sono gli interventi americani a Cuba e
nel Centroamerica anche in opposizione allingerenza europea, quelli delle
Otto Potenze (G8!) contro i Boxers, dellIntesa nella guerra civile russa e
19 V. Ilari, Defensio sociorum, Arcanum Imperii, Risk, 2012, N. 22 (66), pp. 68-73.
20 Cfr. John J. Mearsheimer, The Tragedy of Great Power Politics, New York, London, 2001,
pp. 29-54.
21 Matthew J. Flynn, First Strike: Preemptive War in Modern History, Routledge, 2008.
22 Dong Sun Lee, When Are Power Shifts Dangerous?: Military Strategy and Preventive
War, Journal of International and area studies, vol. 13, No. 2, 2006, pp. 53-71. Dan Reiter, Preventive War and Its Alternatives: The Lessons of History: Colin S. Gray, The Implications of Preemptive and Preventive War Doctrines: A Reconsideration, entrambi in
Strategic Studies Institute, U.S. Army War College, 2005 e 2007. Karl P. Mueller et al.,
Striking First. Preemptive and Preventive Attack in the U. S. National Policy, RAND,
Project Air Force, 2006.
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

525

nelle guerre di successione dellex-impero zarista e quelli italiano, tedesco e sovietico nella guerra civile spagnola, gli aiuti fraterni sovietici
in Germania Est, Ungheria, Cecoslovacchia e Afghanistan. La letteratura giuridica fa per riferimento allaccordo anglo-americano del 1842 (il
cosiddetto Caroline test, richiamato dal Tribunale di Norimberga come
precedente) sulle condizioni che legittimano la difesa preventiva (una minaccia instant, overwhelming, and leaving no choice of means, and no
moment for deliberation)23.
Col diritto internazionale pattizio (Societ delle Nazioni, Protocollo di
Ginevra del 1924, Patto Kellogg-Briand del 1928, Statuto delle Nazioni
Unite, Tribunali di Norimberga e di Tokio, Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, Tribunale permanente per i crimini di guerra e contro lumanit)
la guerra di aggressione divenuta un illecito internazionale, consolidando
quel concetto discriminatorio di guerra in cui Carl Schmitt individuava
gi nel 1938 laffermazione di un ordinamento sovranazionale o imperiale
incentrato sulla supremazia degli Stati Uniti.
Tuttavia tra le due guerre il sistema sanzionatorio internazionale fu inefficace e furono proprio gli interventi italiani e giapponesi a mostrarne
i limiti. Nel 1923 la Francia minacci labbandono della SdN per bloccare le sanzioni, proposte dalla Gran Bretagna, contro lazione italiana a
Corf, per rappresaglia delleccidio di una missione incaricata di stabilire i confini greco-albanesi. N le sanzioni economiche dissuasero lItalia
dallaggressione allEtiopia. Gli Stati Uniti poi non erano vincolati dalla
SdN e la pianificazione di contingenza del Pentagono (Color Coded War
Plans 1919-1939) prevedeva la guerra preventiva in tutti i Continenti, e
specialmente contro la temuta alleanza anglo-giapponese 24. Da notare che

23 Al termine di un complesso negoziato bilaterale, nel 1842 la Gran Bretagna riusc a far
riconoscere dagli Stati Uniti la legittimit della violazione delle acque territoriali (affondamento del battello Caroline che riforniva gli insorti del Qubec) motivata da impellente
necessit militare. Secondo Louis-Philippe Rouillard, il precedente sarebbe alla base della
stessa U.S. National Security Strategy adottata nel 2002. Rouillard, The Caroline Case:
Anticipatory Self Defense in Contemporary International Law, Miskolc Journal in International Law, Vol. 1, 2004, No. 2, pp. 104-20. V. pure Murswieck, op. cit, e Chris Richter,
Pre-emptive Self Defence, International Law and US Policy, Dialogue, vol. 1, No. 2,
2003, pp. 55-66.
24 V. larticolo di M. Leofrigio, War Plan RED/CRIMSON, in questo Quaderno.

526

Future Wars

la rivalit imperiale anglo-americana era vista proprio in termini tucididei,


del mondo troppo piccolo per tutti e due.
Il preteso piano Pisudski di attacco preventivo per rovesciare Hitler
Tra gli argomenti invocati per sostenere la legittimit storica, se non
giuridica dellintervento americano per il cambio di regime in Iraq, c
stato pure il preteso precedente della guerra preventiva contro Hitler che
sarebbe stata proposta da Pisudski nel 1932 alla Francia, biasimata per
non aver colto loccasione di risparmiare al mondo gli orrori della seconda
guerra mondiale25. La palese antifona che non bisogna ripetere lerrore
con la serie dei nuovi Hitler via via allineati dallOccidente nel dopo
guerra-fredda (applicando il principio retorico della reductio ad Hitlerum26
per personalizzare e mistificare interventi motivati da ovvie ragioni geopolitiche).
In realt il precedente polacco non regge alla ricostruzione storica. Gi
nel febbraio 1919, non appena divenuta indipendente, la Polonia fu incoraggiata dallIntesa (e dalla missione geografica di sir Halford Mackinder27), ad invadere Lituania, Bielorussia e Ucraina per ricreare la storica
confederazione polacco-lituana tra il Baltico e il Mar Nero (Intermarium,
Midzymorze), presentata come Antemurale dellOccidente contro la Russia bolscevica. Il risultato fu disastroso, come pi in generale la Churchills
Crusade contro lUnione Sovietica28, ma il disegno geopolitico di Pisudski, allargato poi pure a Svezia, Italia, Romania, Turchia ed esuli ucraini e

25 Cfr. Alexandra Viatteau, La guerre preventive selon Varsovie et Washington 1933-2003,


Classique de Science Politiques, No. 4, Septembre 2003. Peter Hetherington, Unvanquished: Joseph Pilsudski, Resurrected Poland, and the Struggle for Eastern Europe, Pingora Press, 2010, pp. (Preventive War Against Hitler). Sul ruolo di Churchill, favorevole alla guerra preventive, v. David Jablonski, Preemptive Use of Force: the Churchill
Experience and the Bush Doctrine, The Churchill Centre, The Finest Hours, 141, Winter
2008-9.
26 Leo Strauss, Natural Right and History, Chicago, 1953, pp. 42-43.
27 Simone Pelizza, The Geopolitics of International Reconstruction: Halford Mackinder
and Eastern Europe, 1919-20, The International History Review (2015), pp. 1-22.
28 Clifford Kinvig, Churchills Crusade: The British Invasion of Russia, Bloomsbury Publishing, 2007. Ian C. D. Moffatt, The Allied Intervention in Russia, 1918-1920: The Diplomacy of Chaos, Palgrave Macmillan, 2015.
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

527

georgiani, non fu mai del tutto abbandonato29.


Lidea dellIntermarium, tornata di attualit nel 2008-2014 con le crisi
georgiana e ucraina, va considerata nella particolare situazione geo-politica della Polonia tra le due guerre, minacciata su due fronti (sovietico e
tedesco) senza poter contare su un convincente sostegno anglo-francese.
In questo quadro va considerata lidea di Pisudski di reagire allavvento di
Hitler al potere concordando con la Francia un attacco preventivo alla Germania per imporre un cambio di regime. Secondo Marian Wojciechowski,
seguito dalla maggior parte della storiografia, si trattava di una semplice
ipotesi ventilata da Pisudski per indurre Hitler a firmare con la Polonia
un patto di non aggressione simmetrico a quello polacco-sovietico del 25
gennaio 1932 con lUnione Sovietica (il patto polacco-tedesco fu concluso
due anni dopo)30. Il governo polacco mirava infatti a giocare luna contro
laltra le due opposte minacce, mantenendo il sostegno di Francia e Romania. Pisudski, morto nel maggio 1935, non si faceva illusioni sulla durata
dei patti, che dipendeva dai tempi tecnici del riarmo tedesco e sovietico.
Era convinto che lintesa con Hitler sarebbe venuta meno al massimo in
quattro anni. Sui tempi sbagli di poco. Quel che nessuno poteva immaginare ancora nel 1939 era il patto tedesco-sovietico 31.
E per illuminante confrontare le diverse implicazioni politiche che il
presunto precedente polacco ebbe nel 1955 rispetto al 1940 e al 2003.
La storia della proposta risale alle confidenze private di un giornalista polacco nel novembre 1933 e fu divulgata nel 1940 da un JAccuse! pubblicato in America dallesule cecoslovacco Otto Katz (Andr Simone). La
questione fu oggetto di un dibattito tra storici nel 1954-55, e la tesi che
29 V. Ilari, Codice Prometeo, Risk N. S. N. 5 (Liberal, IX, N. 49, nov.-dic. 2008).
30 Die polnisch-deutschen Beziehungen 1933-1938, Brill, Leiden, 1971. Jameson W. Crockett, The Polish Blitz, More Than a Mere Footnote to History: Poland and Preventive War
with Germany, 1933, Diplomacy and Statecraft, Vo. 20, Issue 4, 2009, pp. 561-79. Anna
M. Cienciala, The Foreign Policy of Jzef Pisudski and Jzef Beck, 1926-1939: Misconceptions and Interpretations, The Polish Review, Vol. 56, No. 1, 2011, pp.111-51. Jan
Karski, The Great Powers and Poland: From Versailles to Yalta, Rowman & Littlefield,
2014, pp. 1123 ss. (The Crucial Year, 1933). Edward W. Bennett, German Rearmament
and the West 1932-1933 (1979), Princeton U. P., 2015.
31 Marek Kornat, The Polish-Soviet (1932) and the Polish-German (1934) Non-Aggression
Pacts and their Significance for Europe and Polish Foreign Policy, Polish Institute of Diplomacy, 2013, online.

528

Future Wars

il piano esistesse davvero (e


che dunque il riarmo tedesco
del 1935 fosse giustificato) fu
sostenuta non a caso da un autore tedesco32, mentre gli storici polacchi la liquidarono come
leggenda33.
A quellepoca, infatti, nessuno osava rivalutare le ragioni
della guerra preventiva. Non
solo perch il diritto degli Stati
allautotutela era stato definitivamente ripudiato dalla Carta di San Francisco, ma perch dieci anni prima il Tribunale di Norimberga aveva respinto34 il tentativo della difesa degli imputati di giustificare loccupazione preventiva di Danimarca e Norvegia con lesigenza di assicurarsi il controllo
del vitale collegamento tra Baltico e Mare del Nord35; argomento insidioso, perch chiamava in causa loccupazione preventiva dei paesi Baltici da
parte dellURSS e la stessa aggressione alla Finlandia, mascherata da aiuto fraterno ad una fittizia rivoluzione proletaria (per non parlare del Piano
Poro sovietico del 1932-36 che prevedeva linvasione dellintera Scandinavia e del Piano britannico R4 dellaprile 1940 per loccupazione della
Norvegia). Il fatto che mezzo secolo dopo la questione sia stata riaperta
praticamente negli stessi termini in cui laveva posta Otto Katz nel 1940,

32 Hans Roos, Die Prventivkriegsplne Pilsudskis von 1933, Viertelsjahrshefte fr


Zeitschrift, 3 (1955), pp.334-363.
33 Boris elovsky, Pilsudskis Prventivkrieg gegen das nationalsozialistische Deutschland
(Entstehung, Verbreitung und Widerlegung einer Legende, Welt als Geschichte, 14 (954),
pp. 53-70. . Zygmunt J. Gasiorowski, Did Pilsudski Attempt to Initiate a Preventive War
in 1933?, Journal of Military History, 27 (1955), pp. 135-141. Pi possibilista Wacaw
Jdrzejewicz, The Polish Plan for a Preventive War against Germany in 1933, The Polish Review, Vo. 11, No.1, Winter 1966, pp. 62-91.
34 Rouillard, op. cit. Historical Review of Developments relating to Aggression, United Nation Publication, New York, 2003.
35 Gi ipotizzato nel 1914: v. larticolo di A. de Toro in questo Quaderno. Cfr. Earl F. Ziemke, The German Decision To Invade Norway and Denmark, in Kent Roberts Greenfield
(Ed.), Command Decisions, Center of Military History CMH Pub 70-7, U.S. Army, Washington, 1960, 2002, pp. 49-74.
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

529

ossia per biasimare il mancato


ricorso delle democrazie alla
guerra preventiva contro le incipienti dittature, la dice lunga sul rovesciamento di valori
etico-politici e in prospettiva
giuridici prodotto in Occidente dalla vittoria nella guerra
fredda.
Rimozioni: Operation Unthinkable e la fase bellicista di B. Russell
Il paradosso pasquale/utopico della felix culpa (il peccato originale che
produce la Redenzione) si fonda sulla stessa logica del paradosso erodiano/distopico dellinfelix culpa di non aver sradicato il male sul nascere
(principiis obsta, la resistibile ascesa, il medico pietoso fa la piaga
dolorosa, ammazzalo da piccolo).
Ora davvero interessante che i sostenitori della guerra preventiva contro lIraq abbiano citato come esempio di infelix culpa quella del pavido governo francese (e/o britannico) che avrebbe lasciato cadere la fantomatica offerta polacca; mentre di sicuro non hanno neppure pensato36 di
puntare lindice sul non meno codardo rifiuto di Truman (e degli stessi
stat maggiori britannici) di avallare il documentatissimo e assai dettagliato progetto di Churchill del maggio 1945 (mentre perdurava la guera col
Giappone, attaccato pure dai sovietici) per un attacco di sorpresa contro
le forze sovietiche in Europa e in Medio Oriente. Desegretata nel 1998,
cinque anni prima dellinvasione dellIraq, lOperation Unthinkable prevedeva limpiego di 2,5 milioni di uomini (100 divisioni inglesi, americane, canadesi e polacche, pi 12 tedesche formate da parte dei prigionieri
in mano alleata) e della bomba atomica (non ancora usata sul Giappone)37.
36 V. Colonel David Jablonsky, Preemptive Use of Force: the Churchill Experience and the
Bush Doctrine, Finest Hour 141, Winter 2008-09, pp. (dove non si parla di Op. Unthinkable!).
37 British War Cabinet, Joint Planning Staff, Public Record Office, CAB 120/691 /109040 /
002 (11 August 1945) Operation Unthinkable: Russia: Threat to Western Civilization.

530

Future Wars

Considerata la situazione della


Gran Bretagna dopo sei anni e
mezzo di guerra non c da stupirsi se gli elettori furono tanto
saggiamente irriconoscenti da
sfrattare il loro delirante Warlord da Downing Street; ma nella
prospettiva dei falchi del 2003 (e
di quelli del Bomb Iran e del Putin First) dovremmo rimpiangere amaramente di non aver fatto

fuori la Russia al momento opportuno.


Altro aspetto rimarchevole linversione di ruoli tra falchi e colombe
avvenuto nel 1991. Il cambiamento coerente con le rispettive matrici
ideologiche: il realismo conservatore e nazionalista dei vecchi guerrieri
della guerra fredda e linternazionalismo sovversivo dei liberal e dei trotzkisti trasformati in neocon. Esiste infatti un pacifismo di destra, come quello dellAmerica First Committee capeggiato nel 1940-41 da Charles Lindbergh38 e rifondato da Pat Buchanan nel 2002-2004, e un interventismo di
sinistra, come quello di Roosevelt e Kennedy39. Sono del resto posizioni
intercambiabili: Bertrand Russell, passato alla storia per lo slogan betRichard Northon-Taylor, Churchill plotted invasion of Russia; Richard Norton-Taylor on
allied blueprint to crush Soviet system after the end of the war in Europe, The Guardian,
2 October 1998. Roger Bruns, Almost History: Close Calls, Plan Bs, and Twists of Fate in
American History, G.K. Hall, 2001, pp. 41 ss. Julian Lewis, Changing Direction: British
Military Planning for Post-war Strategic Defence, 1942-47, Routledge, 2004, pp. xxx-xl
(Introduction to the 2nd edition, 3. Planning the UNTHINKABLE, 1945). Jonathan Walker, Operation Unthinkable: The Third World War: British Plans to Attack the Soviet Empire 1945, The History Press, 2013.
38 Ruth Sharles and Bill Kauffman, A Story of America First: The Men and Women who Opposed U.S. intervention in World War II, Greenwood Publishing Group, 2003. Terry A.
Young, The America First Committee and the War Against the War, Hollins University,
2007. Justus D. Doenecke, In Danger Undaunted: The Anti-Interventionist Movement of
19401941 as Revealed in the Papers of the America First Commit, Hoover Press, 2013.
39 A parte il Vietnam e la Baia dei Porci, sullOperation Ortsac (OPLAN 314-61) che prevedeva lintervento a Cuba di 2 Divisioni avioportate e 1 di Marines per il 1 ottobre 1962, v.
Michael Burlein, Small Wars, Far Away Places: The Genesis of Modern World, 1945-65,
Pan Macmillan, 2013, p. 454-55.
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

531

ter Red than dead, nel 194647 sosteneva il bombardamento


atomico preventivo dellURSS
approfittando della finestra di
opportunit offerta dal breve
monopolio americano della superarma40.
Il giudizio sugli attacchi anticipatori e preventivi di Israele
Il confronto tra il presunto piano polacco del 1932 e lattacco israeliano del 5 giugno 1967 consente di mettere a fuoco la differenza tra guerra preventiva e anticipatrice. Se vero che nellimmediato il Governo di
Tel Aviv non ottenne la legittimazione che cercava, alcune ricostruzioni
storiche degli eventi che condussero alla Guerra dei Sei Giorni avallano la
tesi secondo la quale Israele si decise allattacco perch convinto non senza ragioni di doverne a sua volta fronteggiare uno imminente da parte della coalizione araba guidata dallEgitto di Nasser. Non mancano inoltre le
analisi che nel riconoscere la preparazione di unaggressione da parte egiziana, la inquadrano nella fattispecie della guerra preventiva, attribuendo
al Cairo la volont di distruggere lo stabilimento nucleare di Dimona nel
quale lo Stato ebraico stava fabbricandosi i suoi primi ordigni atomici41. In
sostanza Israele avrebbe anticipato un imminente attacco preventivo diretto a impedire una drammatica alterazione degli equilibri regionali di potenza. La legittimit dellintervento militare israeliano non trov tuttavia
riconoscimento, anche perch allepoca della guerra fredda il Consiglio di
Sicurezza era sistematicamente bloccato dai veti incrociati.
Lattacco israeliano del 7 giugno 1981 contro il reattore nucleare iraqeno

40 Ray Perkins, Bertrand Russell and Preventive War, in Alan Schwering (Ed.), Bertrand
Russell on Nuclear War, Peace, and Language: Critical and Historical Essays, Bertrand
Russell Society, Greenwood Publishing Group, 2002, pp. 3-14.
41 Sul punto, cfr. Walzer, op. cit., pp. 82-85. Pierre Razoux, La Guerre des Six Jours. Du mythe la ralit, Paris, 2006, pp. 13-17 (v. la dichiarazione di Nasser del 23 dicembre 1960:
lo sviluppo di armi nucleari da parte dIsraele obbligherebbe gli Stati arabi a lanciare un
attacco preventivo decisivo contro lo Stato ebraico).

532

Future Wars

Tammuz-1 di Osirak (Operazione Mivtza) era innegabilmente preventivo


e fu pertanto sanzionato nellambito ONU, ma non dal Consiglio di Sicurezza (per il veto americano) bens soltanto dallAssemblea Generale.
La Risoluzione 36/27 del 13 novembre lo qualific infatti come atto di
aggressione premeditato e senza precedenti, imponendo ad Israele ladeguato indennizzo dei danni e delle perdite di vite umane, col monito a
non reiterare interventi del genere. Naturalmente la condanna rimase lettera morta, tanto che il 6 settembre 2007 laviazione israeliana distrusse
unistallazione siriana sospetta ad al Kibar.
La National Security Strategy del 2002 e linvasione dellIraq
Lattacco dell11 settembre 2001 ha contribuito ad accelerare la tendenza
occidentale a considerare derogabile il divieto di guerra preventiva. Infatti
la difficolt di prevedere luoghi, tempi e tipologie di attacchi terroristici
provenienti da organizzazioni non statali consentiva di estendere nel tempo e nello spazio le misure anticipatrici, sfumando sempre di pi fino la
distinzione con quelle preventive. In particolare la One-Percent Doctrine
(Dottrina Cheney, 2001) sosteneva la necessit di anticipare ogni minimo
accenno suscettibile di trasformarsi in minaccia42. Questo principio stato recepito nella National Security Strategy del dicembre 2002 (Dottrina
Bush)43, che prevede operazioni dirette a colpire le capacit potenzialmente
ostili indipendentemente dallacquisizione di elementi circa limminenza
e il luogo di provenienza dellattacco e che fu subito denunciata come una

42 Ron Suskind, The One Percent Doctrine. Deep Inside Americas Pursuit of Its Enemies
Since 9/11, Simon & Schuster, 2008 (premio Pulitzer).
43 Stephen Hayes, The Brain: Paul Wolfowitz and the Making of the Bush Doctrine. New
York: Harper Collins, 2005. Edward A. Kolodziej and Roger E. Kanet (Eds.), From Superpower to Besieged Global Power: Restoring World Order after the Failure of the Bush
Doctrine, Athens, University of Georgia Press, 2008
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

533

profonda alterazione del jus ad bellum44 e della democrazia45.


Questo approccio, evidente soprattutto negli interventi del filosofo Michael Novak, sfidava per la logica geopolitica delle relazioni internazionali. Non sorprende perci che, passato il momento della solidariet e del
vasto consenso allintervento in Afghanistan (7 ottobre 2001), lintervento
in Iraq abbia suscitato la dissociazione di una parte notevole degli stessi
amici e alleati. Francia, Germania e Russia si coalizzarono in un fronte del
no dando vita secondo George Friedman alla prima coalizione anti-egemonica del XXI secolo46 che avrebbe avuto anche il sostegno della Chiesa cattolica, questultima preoccupata allora come in seguito dagli effetti
che la deposizione di un regime laico guidato dal partito Baath avrebbe
potuto dispiegare sullo status giuridico delle minoranze religiose cristiane
in Medio Oriente.
Di qui, la grande controversia sulla legittimit dellintervento militare
promosso dagli Stati Uniti nel marzo 2003 contro lIraq47, risoltasi infine
contro le tesi dellAmministrazione Bush, che opt per linvasione e loccupazione del Paese mesopotamico senza mandato del Consiglio di Sicurezza, infine dichiarate illegittime da Kofi Annan nel 2004.

44 V. Crisher, op. cit. (supra nt. 1). Dieter Murswiek, The American Strategy of Preemptive War and International Law, Institute of Public Law, Albert-Ludwigs--Universitt
Freiburg, 2003. Georgina Paolino, La doctrina de la contencin y la Doctrina Bush en
perspectiva comparada, VI Encuentro Nacional de Estudios Estratgicos, Buenos Aires,
Noviembre 2003. Chris Richter, Pre-emptive Self-Defence, International Law and US
Policy, Dialogue, 2003, pp. 55-66. Arthur Schlesinger, La guerra en Irak no fue anticipatoria, El Mundo, XV, No. 5067, 21 de octubre de 2003. Jeffrey Record, The Bush
Doctrine and War with Iraq, Parameters, Spring 2003, pp. 4-21.
45 Jack S-Levy, Preventive War and Democratic Politics, International Studies Quarterly,
Vol. 52, No. 1 (Mar., 2008), pp. 1-24. Mge Knacolu, Forcing Democracy: Is Military
Intervention for Regime Change Permissible?, All Azimuth, VI, No. 1, Jan. 2012, pp. 2848. Michael Colaresi, Democracy Declassified: The Secrecy Dilemma in National Security, Oxford U. P. 2014.
46 George Friedman, Americas Secret War. Inside the Hidden Worldwide Struggle Between
the United States and Its Enemies, Little, Brown, London, 2004, pp. 269-73.
47 Lawrence Kaplan and William Kristol, The War over Iraq: Saddams Tyranny and Americas Mission, Encounter Books, San Francisco, 2003. Diane de Cockborne, La guerre
prventive dans la thorie de la guerre juste, thse, Universit de Montreal, 2011. Bassam
Romaya, The Iraq War: A Philosophical Analysis, Springer, 2012 (The Question of Preventive War, pp. 81-96).

534

Future Wars

La Responsibility to Protect e la militarizzazione dei diritti umani


Gravi dubbi gravano altres sulla legalit di un altro intervento armato
avviato senza unesplicita autorizzazione delle Nazioni Unite, quello della
NATO contro la Federazione Jugoslava tra il marzo ed il giugno 1999, per
fermare lasserita pulizia etnica contro gli albanesi Kosovari. Il bombardamento di obiettivi serbi ebbe infatti tutte le caratteristiche di una guerra
daggressione e sfoci nella importante mutilazione territoriale dello Stato sconfitto. Eppure la campagna del Kosovo costitu il punto di partenza dellelaborazione di una nuova dottrina, quella della Responsibility to
Protect, o R2P, che ha finito con lattribuire una diversa valenza anche al
concetto di pre-emption. Nel 2001 un rapporto della Commissione Internazionale sullIntervento e la Sovranit degli Stati (ICISS: un comitato
internazionale di 12 saggi istituito su proposta canadese), pubblicato nel
2001 e discusso in occasione del Summit Mondiale in occasione del 60
anniversario delle N. U., ha sostenuto che la tutela dei diritti umani fondamentali prevale sulla sovranit, e che in caso di violazione sistematica la
comunit internazionale legittimata ad intervenire militarmente48. Esisterebbe peraltro una soglia della giusta causa, che sarebbe raggiunta in
presenza di crimini massicci contro lumanit, in atto o temuti come imminenti, e lintervento dovrebbe comunque essere autorizzato dal Consiglio di Sicurezza49. Oltre a legittimare retroattivamente la guerra contro
la Serbia, il rapporto ICISS ha offerto il quadro giuridico dellintervento
quadripartito (Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Italia) contro il regime di
Gheddafi, motivato con le minacce rivolte ai rivoltosi della Cirenaica e
genericamente autorizzato dalla Risoluzione 1973 del 17 marzo 2011 del
Consiglio di Sicurezza.. Da notare che lItalia aveva da poco firmato con
la Libia un patto di non aggressione. Non mancano peraltro le voci in dissenso, secondo le quali il mandato Onu sarebbe desiderabile, ma non
essenziale 50.
Quanto accaduto in occasione della guerra di Libia del 2011 ed altre
48 Thomas G. Weiss, Humanitarian Intervention, Cambridge, 2007, pp. 98-112.
49 Cfr. Gareth Evans, The Responsibility to Protect. Ending Mass Atrocity Crimes Once and
For All, Washington DC, 2008, pp. 59-61. Evans stato uno dei co-presidenti della Iciss.
50 Michael Newman, Humanitarian Intervention. Confronting the Contraditions, London,
2009, pp. 198-201.
Storia della distopia militare

Guerra di anticipazione e guerra preventiva

535

precedenti, permette di trarre alcune conclusioni. La prima e pi importante che lestensione della nozione di pre-emption non pare aver garantito la legittimit della guerra offensiva in nessuna sua forma, neanche
quella legata allinterventismo umanitario. Il mancato intervento occidentale a protezione dei civili siriani, in particolar modo dopo il monito americano per lasserito uso di armi chimiche da parte delle forze governative,
dimostra, se ce ne fosse bisogno, che la R2P funziona selettivamente a
seconda di criteri di convenienza.
LItalia di fronte alla crescente estensione del guerra anticipatrice
Per quanto riguarda lItalia, va infine sottolineato il vincolo costituzionale del ripudio della guerra daggressione. Fin dalla partecipazione alla
guerra del Golfo (1991) prevalsa nella prassi linterpretazione secondo la
quale il limite costituzionale subordinato ai doveri derivanti dallappartenenza alle organizzazioni internazionali. Nel 2003, quando, pur non avendo partecipato ad Iraqi Freedom, lItalia decise di contribuire alla stabilizzazione del paese, il Consiglio Supremo di Difesa (allora presieduto da
Ciampi) formalizz il potere del governo di autorizzare luso della forza,
oltre che per la difesa nazionale, anche in esecuzione di decisioni prese da
alleanze od organizzazioni internazionali di cui lItalia faccia parte (NATO
e EU) o di mandati autorizzativi del Consiglio di Sicurezza delle N. U.51.
Una decisione recentemente assunta dal Governo Renzi ed una norma
inserita nel nostro ordinamento durante la conversione in legge del secondo decreto legge di proroga missioni del 2015 (N. 174 del 30 ottobre)
ha esplicitato che il governo legittimato alluso della forza contro attori
stranieri operanti su territorio estero per prevenire un attacco imminente
a cittadini, al territorio o ad interessi fondamentali della Repubblica. In
questo quadro rientra lo schieramento di un dispositivo interforze nelle
acque prospicienti la Libia (Operazione Mare sicuro) col mandato di sventare minacce agli impianti energetici dellEni o a nostri connazionali in

51 Federico Furlan, Presidente della Repubblica e Politiche di Sicurezza Internazionale tra


diarchia e garanzia, Universit degli Studi di Milano-Bicocca, Giuffr, Milano, 2013 pp.
342-345

536

Future Wars

condizione di pericolo52. Dal dicembre 2015 al Presidente del Consiglio


riconosciuto il potere di disporre operazioni speciali allestero impiegando
congiuntamente personale dellintelligence e delle forze speciali53.
Siamo evidentemente ben lontani dallimmaginare che in Italia possa
aprirsi la questione della guerra anticipatoria, ma si tratta pur sempre di
passi assai significativi in direzione di un ampliamento considerevole del
concetto di autotutela armata. Qualora linstabilit continui ad aumentare
nelle regioni di maggior interesse geostrategico italiano e risulti altres
confermato il ripiegamento militare degli Stati Uniti dal Mediterraneo e
dal Medio Oriente in atto dallautunno del 2010, presumibile che perfino
un paese alieno da avventure come lItalia dovr presto o tardi confrontarsi con un mutamento radicale della politica estera della fisionomia dello
strumento militare, concepito e impiegato per un quarto di secolo quasi
esclusivamente in operazioni di polizia internazionale (a parte limpiego
delle forze aeree in Desert Storm, in Kosovo e in Libia). Non ci si pu
infatti nascondere che nellattuale congiuntura politica sono in atto, in ambito atlantico ed europeo, pericolosi processi di ri-nazionalizzazione della
difesa e della sicurezza e che la messa in comune degli interessi nazionali
potrebbe trovare in futuro limiti crescenti.

52 Cfr. Il comma 3-bis dellarticolo 5 del Decreto Legge 18 febbraio 2015, n. 7, come modificato dalla Legge di conversione 15 aprile 2015, n. 43: 3-bis. In relazione alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto del terrorismo e al fine di assicurare la tutela degli
interessi nazionali, autorizzata, fino al 30 settembre 2015, la spesa di euro 40.453.334
per il potenziamento del dispositivo aeronavale di sorveglianza e sicurezza nel Mediterraneo centrale>>. Corsivo aggiunto dallautore.
53 Nellarticolo 7-bis del Decreto Legge convertito con modificazioni dal Parlamento con la
Legge 11 dicembre 2015, n. 198, tra laltro scritto al comma 1: <<Il Presidente del Consiglio dei ministri, acquisito il parere del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, emana, ai sensi dellarticolo 1, comma 3, della legge 3 agosto 2007, n. 124, disposizioni per ladozione di misure di intelligence di contrasto, in situazioni di crisi o di
emergenza allestero che coinvolgano aspetti di sicurezza nazionale o per la protezione di
cittadini italiani allestero, con la cooperazione di forze speciali della Difesa con i conseguenti assetti di supporto della Difesa stessa>>. Corsivo dellautore.
Storia della distopia militare

537

Hobbesian Warfare

La guerra secondo William S. Lind


di Riccardo Cappelli
Hereby it is manifest, that during the time
men live without a common Power to keep
them all in awe, they are in that conditions
called Warre; and such a warre, as is of every
man, against every man.
Thomas Hobbes, Leviathan, 1651, I, 13, p. 62.

La guerra hobbesiana di William S. Lind


viluppo logico ed equivalente terrestre dellOODA Loop di John
Boyd (1927-1997)1 la Maneuver Warfare (MW) e la Fourth Generation Warfare (4GW) di William S. Lind (1947) sono tra i mantra
che nel dopo guerra fredda hanno trasformato la dottrina militare americana in una Biblioteca di Babele e alimentato lillusione di supplire con la
guerra-lampo e larte operativa alla mancanza di nemici, e quindi di scopi
politici e di obiettivi strategici2. Il che ha non poco contribuito alla sconfitta politica che gli Stati Uniti si sono voluti auto-infliggere allesordio
dellAmerican Century.
Esito paradossale, se si pensa che Lind, coerentemente con la tradizione della destra populista e isolazionista americana, stato tra gli opposi-

1 Robert Coram, Boyd, The Fighter Pilot Who Changed the Art of War, Little, Brown,

New York, 2002. Berndt Brehmer, The Dynamic OODA Loop: Amalgamating Boyds
OODA Loop and the Cybernetic Approach to Command and Combat, Swedish National Defense College, Stockholm, 2004. Frans P. B. Osinga, The Science, Strategy
and War: The Strategic Theory of John Boyd, Routledge, New York, 2007. Daniel
Ford, A Vision So Noble: John Boyd, The Ooda Loop, and Americas War on Terror,
Greenwich, London, 2010. A. S. Dreier, Strategy, Planning & Litigating to Win, Conatus, Boston, 2012.
2 Justin Kelly and Mike Brennan, How Operational Art devoured Strategy, Strategic
Studies Institute, U. S. Army, 2009. William F. Owen, The Operational Level of the
War Does Not Exist, The Journal of Military Operations, 1, No. 1, Summer 2012,
pp. 17-20.

538

Future Wars

tori dellinterventismo neocon, criticando proprio lillusione neo-trotzkista di Wolfowitz di poter vincere una guerra con la sola superiorit militare. Posizione analoga a quella di Martin van Creveld (1946)3, il quale ha
scritto lintroduzione ad una raccolta dei post di Lind4 e ha addirittura
intitolato un suo recente manuale di storia della strategia da Sun Tzu a
Lind5. Laccredito iperbolico, ma si fonda sulla sintonia tra i due autori circa il futuro della guerra in una societ globale in cui lo stato ha perduto il monopolio della violenza6. Peraltro in Lind la visione hobbesiana
finisce per indulgere ai fantasmi populisti e millenaristi dellAmerica
rurale, la cui icona Rambo, il guerriero solitario che incarna le pulsioni
anarco-fasciste di una nazione culturalmente incline a fare a meno dello
stato.
Laureato in storia a Princeton, esperto di ferrovie, segretario parlamentare di Robert Taft Jr. e Gary Hart dal 1973 al 1986, opinionista dei Teaparty colleloquente nom de plume Thomas Hobbes, gi direttore del
Center for Cultural Conservatism della Free Congress Foundation, monarchico con rimpianti prussiani7 e simpatie sudiste8, cristiano islamofobo ma
contrario allimposizione del modello americano, Lind considera come
nemico principale il marxismo culturale della Scuola di Francoforte
che, imponendo il multiculturalismo e cancellando lidentit ebraico-cristiana, inoculerebbe nella societ americana i germi della guerra civile,
diffusi dagli immigrati illegali9 e dagli stessi veterani, specie negri e ispanici, disadattati e abituati alla violenza10, contro i quali Lind ipotizza la
3 M. van Creveld, Why Iraq Will End as Vietnam Did, LewRockwell.com, Novem-

ber 18, 2004. Id., Costly Withdrawal Is The Price to Be Paid for a Foolish War, Forward, November 25, 2005. Van Creveld propose addirittura limpeachment di George
W. Bush.
4 Lind, On War: The collected columns of William S. Lind 2003-2009, Castalia House,
Kouvola (Finland), 2014. Post comparsi nel sito dnipogo.org.
5 M. van Creveld, A History of Strategy: From Sun Tzu to William S. Lind, Castalia
House, Kouvola, 2015, 143 pp.
6 van Creveld, The Transformation of War, Free Press, 1991; Id., The Rise and Decline
of the State, Cambridge U. P., 1999.
7 Lind, The Prussian Monarchy Stuff, On War, No. 177, July 31, 2006.
8 Bill Berkowitz, Reframing the Enemy, Southern Poverty Law Center, 2003.
9 Lind, Importing More Fourth Generation War, On War, No. 230, August 13, 2007.
10 Lind, Boomerang Effect, On War, No. 195, December 4, 2006.

Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

539

creazione di milizie volontarie11 a protezione dei sobborghi blindati da


tempo proposti per la classe media12.
Lind One: Maneuver Warfare (1977-1987)
Queste premesse sono necessarie per comprendere la matrice ideologica e psicologica del pensiero militare di Lind, che, malgrado laccusa
ricorrente di essere un armchair general13, stato per tutti gli anni Ottanta
il guru della corrente manovrista dei Marines, nata a met degli anni
Settanta. Allora la priorit era la difesa del fronte europeo e lunico modo
in cui i Marines potevano contribuirvi sembrava essere lomologazione
agli schemi tattico-ordinativi dellesercito, facendo affidamento sulla
potenza di fuoco e sulla superiorit tecnologica. I maneuverists insorsero appunto contro questa scelta che definivano attrizionista, sostenendo
che la metallizzazione (ossia ladozione di carri e artiglierie pesanti)
sacrificava lidentit e la specificit del Corpo come forza leggera dassalto caratterizzata da flessibilit e spirito di iniziativa. E proprio per fedelt
alla tradizione studiarono nuove procedure operative che esaltavano la
superiorit delle forze
leggere sulle pesanti e
rendevano quindi i
marines non solo
impiegabili sul fronte
centrale, ma addirittura la punta di lancia.
Incoraggiata dal generale Robert Hilliard
Barrow (1922-2008),
27 comandante del
corpo (1979-83), la
revisione della dottri11 Lind, 4GW On The Home Front, MS-13 vs. Minutemen?, Modern Warfare

Symposium , On War, No. 94, December 1, 2004; No. 113, April 21, 2005; Nos. 128
and 129, August 2 and 10, 2005.
12 Lind, Review of Brave New War [di John Robb], On War, No. 217, May 8, 2007.
13 Coram, op. cit., p. 383. John C. Bahnsen, in Armor, March-April 1986, p. 51.

540

Future Wars

na attrizionista fu sospesa dal 28, generale Paul Xavier Kelly (1928),


ma nel 1987 gli subentr Alfred M. Gray (1928), che aveva partecipato
allelaborazione dei nuovi concetti della guerra di manovra e la codific
nelledizione 1989 del manuale basico del Corpo (FMFM-1 Warfighting)14.
Sotto il successivo comandante (Carl Epting Mundy Jr., 1991-1995) la
MW fu duramente criticata da due maggiori dei marines, ma non sui
periodici del Corpo, bens in monografie della scuola di guerra dellEsercito15. La MW fu confermata nelledizione 1997 del FMFM-1, e Jason A.
Santamaria (un analista della Morgan Stanley gi nei marines dal 1994 al
1998) ne fece perfino unestrapolazione per la teoria del business16.
Malgrado ricorrenti critiche, come, nel 2008, quella del britannico Will
Owen, co-fondatore e direttore dellInfinity Journal e del Journal of
Military Operations17, la MW rimasta una bandiera dei Marines e ancor
14 Terry C. Pierce, Warfighting and Disruptive Technologies: Disguising Innovation,

frank Cass, London-New York, 2004; Terry Terriff, Innovate or Die: Organizational Culture and the Origins of Maneuver Warfare in the United States Marines Corps,
The Journal of Strategic Studies, vol. 29, no. 3, June 2006, pp. 475-503; Fideleon Damian, The Road to FMFM 1: The United States Marine Corps and Maneuver Warfare Doctrine, 1979-1989, MA Thesis, Kansas State University, Manhattan (KS),
2008.
15 Cfr. le monografie di G. Stephen Lauer, Maneuver Warfare Theory: Creating A Tactically Unbalanced Fleet Marine Force? e Maneuver Warfare Theory and the Operational Level of War: Misguiding the Marine Corps? e Craig A. Tucker, False Prophets: The Myth of Maneuver Warfare and the Inadequacies of FMFM-1 Warfighting,
School of Advanced Military Studies, U. S. Army Command and General Staff College, Ft Leavenworth, 1991 e 1995.
16 Eric K. Clemons and Jason A. Santamaria, Maneuver Warfare:Can Modern Military
Strategy Lead You to Victory?, Harvard Business Review, April 2002. Cfr. Santamaria, Vincent Martino and Clemons, The Marine Corps Way: Using Maneuver Warfare
to Lead a Winning Organization, McGraw-Hill, New York, 2004 (v. p. 16: Companies that can effectively shape the conditions that govern competitive encounters will
flourish; those that cannot will fail. Perhaps more significant, companies that win
using outdated strategies - for example, through lengthy wars of attrition, such as
protracted price wars - may find themselves so exhausted that their executives, their
shareholders, and their market valuations may not recover for an extended period of
time.
17 William F. Owen, The Manoeuvre Warfare Fraud, RUSI Journal, vol. 153, No. 4,
August 2008 (Eric Walters, Fraud or Fuzziness? Dissecting William Owens Critique
of Maneuver Warfare, Small Wars Journal, Blog post, September 15, 2008. Cfr. Jan
Angstrom and Jerker J. Widen, Contemporary Military Theory. The Dynamics of War,
Routledge, LondonNew York, 2015, p. 113 (maneuver warfare and attrition warStoria della distopia militare

Hobbesian Warfare

541

oggi il primo (Code 30) dei 6 dipartimenti dellOffice of Naval Research,


incaricato di sviluppare le transition technologies delle forze anfibie,
sintitola Expeditionary Maneuver Warfare and Combating Terrorism.
Lind, che aveva esordito nella pubblicistica militare con una critica alla
dottrina della difesa avanzata18 e come aiutante parlamentare aveva accesso agli enti militari, dette un contributo fondamentale allelaborazione
della MW. Nel 1979, durante una visita alla Scuola di guerra anfibia di
Quantico, conobbe il colonnello Michael D. Wyly (1939) e a sua volta gli
parl di Boyd, che fu invitato a Quantico per esporre le sue teorie. Nel
1980-83 Lind, Wyly e altre figure chiave (Gary I. Wilson e William
Woods) organizzarono i seminari da cui scatur il movimento dei maneuverists, che si riuniva non solo a Quantico, ma pure a casa di Lind ad
Arlington19. Fu lui a dare spessore storico alle loro tesi, a scrivere nel
marzo 1980 il primo articolo sulla MW20 e nel 1985 a darle risonanza
politica, sferrando sul Washington Post un attacco firmato insieme a
Jeffrey Record contro il generale Kelly, accusato di immobilismo21. Lo
stesso anno present la MW allesterno con un libro22 che, citando Boyd e
Liddell Hart23, contrapponeva la guerra di manovra alla guerra di attri-

fare should be understood as logical constructs as most battles, campaigns, and wars
contain elements of both, though in a varying degree dependent on space and time.
Furthermore, attritional warfare, sometimes referred to as industrial warfare, was
invented by supporters of maneuver warfare in the 1980s in order to create a counterpart to define their own theories. Attrition warfare thus has few, if any, self-proclaimed
followers and is in many respects a caricature.
18 Lind, Some Doctrinal Questions for the United States Army, Military Review,
March 1977, pp. 54-65. Cfr. Damian, op. cit., pp. 29-30. La critica riguardava la tesi, sostenuta nelledizione 1976 del manuale operativo dellesercito (FM 100-5), che
le munizioni guidate di precisione (PGMs) avevano ripristinato la superiorit della
difesa sulloffensiva [consentendo quindi di sostenere che laggressore poteva essere
fermato a ridosso della frontiera e togliendo perci argomenti alle correnti neutraliste
tedesche].
19 Damian, op. cit., pp. 28, 33, 35.
20 Lind, Defining Maneuver Warfare for Marine Corps, Marine Corps Gazette, March
1980, pp. 55-58. (Damian, p. 48).
21 Lind and J. Record, The Marines Brass Is Winning Its Battle But Losing the Corps,
Washington Post, 23 July 1985, B1-B2 (Damian, op. cit., pp. 95-96).
22 Lind, Maneuver Warfare Handbook, Westview Press, Boulder, Colorado, 1985.
23 Basil Liddell Hart, Strategy: The Indirect Approach, Faber and Faber, London, 1954.

542

Future Wars

to o industriale. Lidea base, subito criticata dallesercito24, era linfiltrazione di nugoli di forze leggere iper-veloci per colpire ovunque e provocare il collasso del sistema nemico.
E interessante osservare che proposte simili, ma in chiave difensivista
e pi o meno dichiaratamente neutralista, si erano sviluppate in quegli
stessi anni pure in Europa, sotto letichetta francese della non-battaglia25
e quella tedesca e scandinava delle difese alternative26, tra cui la difesa
popolare nonviolenta teorizzata dal pacifista e anti-imperialista norvegese Johan Galtung (1930), e che paradossalmente una matrice delle
colour revolutions imperialiste eterodirette dalla CIA e da George
Soros27.
Lind fu consultato, insieme a Wyly, per la stesura dellFMFM-1, ma gi
aveva cominciato a sviluppare una visione storico-politica della guerra e
della societ troppo eterodossa per essere recepita in un manuale di dottrina militare28. Nel 1987 aveva ad esempio sostenuto che gli interventi
fuori area, se proprio non si potevano evitare, dovevano essere tassativamente limitati nella durata29 e negli scopi, mirando al puro regime change senza pretese di nation building e democratizzazione, seguito comunque dal ritiro indipendentemente dallesito, perch lAmerica non sopporta sforzi prolungati e non sa addestrare forze indigene e soprattutto perch

24 Cfr. Mark R. Hamilton, Maneuver Warfare and All That, Military Review, vol. LX-

VII, No. 1, January 1987, pp. 2-13. V. gi John J. Mearsheimer, Maneuver, Mobile
Defense and the NATO Central Front, International Security, vol. 6, no. 3, Winter
1981/1982, pp. 104-122; Id., The Military Reform Movement: A Critical Assessment, ORBIS, vol. 27, no. 2 Summer 1983, pp. 285-300.
25 Guy Brossollet (1932-2015), Essai sur la non-bataille, Belin, Paris, 1976.
26 Francesco Calogero, Marco De Andreis, Gianluca Devoto, Paolo Farinella, Le idee di
difesa alternativa ed il ruolo dellItalia, CeMiSS N. 8, Rivista Militare, Roma, 1990.
Hans Gnther Brauch, Alternative Conventional Defense Postures in the European
Theater: Force posture alternatives for Europe after the cold war, Crane Russak,
Washington, 1990.
27 Kerry R. Bolton, Revolution From Above. Manufacturing Dissent in the New World
Order, Arktos, UK, 2011.
28 Lind, Misconceptions of Maneuver Warfare, MCG, January 1988, pp. 16-17.

29 Tre giorni per vincere, tre settimane per consolidare la vittoria, tre mesi per stabilizzare un
nuovo governo.
Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

543

i successi tattici non assicurano la vittoria30. Questa teoria del mordi e


fuggi preludeva alla 4GW, anticipata nel 1988 ad una platea di Jarheads31,
e proposta nel 1989 in un articolo scritto insieme a quattro ufficiali, due
dellesercito e due dei marines32.
Lind Two: Maneuver Warfare come 4th Generation Warfare (1989-1994)
Il presupposto della 4GW che la storia della prassi bellica sia scandita da discontinuit epocali: uno schema derivato certo dal contemporaneo
dibattito sulla RMA (Revolution in Military Affairs) ma con diversa enfasi. Generazione suggerisce infatti un casuale effetto cumulativo di
micro-variazioni, quasi una mutazione biologica della natura stessa
della guerra, anzich uninnovazione capace di produrre un salto di qualit nel modo di combattere33. Restringendo lanalisi alle guerre post-westfaliche, gli autori individuavano le cesure generazionali nel 1914 (guerra
dattrito: lurto sostituito dalla potenza di fuoco e lannientamento dal
logoramento), 1939 (guerra di movimento) e 1980 (estensione della guerra allintera societ nemica per portarla al collasso, senza bisogno di
distruggerla)34.
Nella 4GW sfuma la distinzione giuridica tra stato di pace e stato di
guerra, tra combattenti e non combattenti, tra fronte e retrovie. Lattacco
richiede perci forze mobili, concepite per operare separatamente35 e con
30 Lind, An Operational Doctrine for Intervention, Parameters, December 1987, pp.

30-36 (= ibidem, Summer 1995, pp. 128-133).

31 Lind, The Four Generations of Modern War, Castalia House, Kouvola, 2014.
32 Lind, Keith Nightengale, John F. Schmitt, Joseph W. Sutton, and Gary I. Wilson, The

Changing Face of War: Into the Fourth Generation, Marine Corps Gazette, October
1989, pp. 22-26 e Military Review, vol. LXIX, no. 10, October 1989, pp. 2-11.
33 G. Parker, Jeremy Black, Dennis Showalter, Jeffrey Clarke, Military Revolutions:
Past and Present, Historically Speaking, Vol. 4, No. 4, 2003, pp. 2-14. Clifford J.
Rogers, Military Revolutions and Revolutions in Military Affairs: A Historians
Perspective, in Thierry Gongora and Harald von Riekhoff (Eds.), Toward a Revolution in Military Affairs? Defense and Security at the Dawn of the 21st Century, Greenwood Press, Westport, 2000, pp. 21-36.
34 Kenneth F. McKenzie Jr., Elegant Irrelevance, Parameters, Aut. 1993, pp. 51-60.
35 La dispersione lovvia risposta allaumento di letalit dei sistemi darma, v. Trevor
N. Dupuy, The Evolution of Weapons and Warfare, The Bobbs-Merrill Company, Indianapolis-New York, 1980.

544

Future Wars

estrema rapidit nel territorio nemico e sostenersi con le risorse del paese,
senza poter contare su sistemi centrali di comando e rifornimento. Diventa
perci necessario un adeguamento della mentalit militare, decentrando al
massimo le responsabilit e lautonomia nellesecuzione dei compiti.
Ci sono due tipi di 4GW, quello dei deboli (come gli islamici) e quello
dei forti (lOccidente) il cui punto di forza sta rispettivamente nellidea e
nella tecnica. Sul piano puramente militare, la letalit di un plotone digitalizzato con armi a impulsi elettromagnetici, droni, robot e simili, equivale a quella di una brigata di vecchio tipo. Ma la superiorit tecnologica
pu assicurare pure la superiorit morale, mediante operazioni di guerra
psicologica su larga scala, che possono perfino ottenere da sole il collasso
del sistema nemico senza bisogno di un impiego effettivo della forza. In
definitiva la 4GW richiama la tesi di Paul Virilio che il terrorismo internazionale avrebbe gradualmente costretto le stesse forze regolari ad adottare
il suo tipico modo di combattere, ossia la propaganda armata invece
delle operazioni controforze36. La 4GW non per consigliabile contro
una potenza nucleare, perch, neutralizzando troppo rapidamente le forze
convenzionali nemiche, abbasserebbe pericolosamente la soglia della rappresaglia nucleare.
Condotta dalle forze e coi criteri concepiti per lo scontro alla frontiera
intertedesca, la battaglia delle Cento Ore per la liberazione del Kuwait fu
il canto del cigno dellAirLand Battle e del Follow-On Forces Attack, e,
secondo van Creveld, pure della guerra regolare, in cui interagiscono esercito, popolo e governo e che grossolanamente viene identificata come
clausewitziana37. La guerra del Golfo sugger inoltre a Samuel P. Hun36 Paul Virilio, Rambo killer di Stato, Illustrazione Italiana, Anno VI, n. 26, gennaio

1986, pp. 36-41 (a p. 39). sopravvivere al terrorismo, secondo la logica in vigore in


questa giungla, significa diventare terrorismo. Cos il diventare terrorista ossessiona listituzione armata....
37 Cfr. M. van Creveld, The Transformation of War, Free Press, New York, 1991. Lidea
di caratterizzare la guerra regolare come una triade di esercito, popolo e governo,
risale al dibattito americano sul Vietnam, e in particolare ad un saggio del colonnello
Harry G. Summers, Jr. (1932-1999: On Strategy; A Critical Analysis of the Vietnam
War, scritto nel 1981 allU.S. Army War College e pubblicato nel 1982 dalla Presidio
Press, Novato, CA). Van Creveld, seguito poi da sir John Keegan (1934-2012) e da altri per imitazione, ha confuso questa triade con la trinit clausewitziana (VK, I, 1,
28), composta da violenza, caso e ragione. V. Christopher Bassford, John Keegan and
Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

545

tington (1927-2008) il famoso articolo sullo scontro di civilt38. Prendendo spunto da questi due interventi, nel 1994 Lind ripropose la 4GW39
come modello del futuro modo di combattere in guerre caratterizzate da
attori non statali, societ multiculturali e scontri di civilt (occidentale,
cinese, hindu e islamica)40. Ma larticolo co-firmato solo dai due ufficiali dei marines, e non dai due dellesercito era soprattutto una polemica
contro multiculturalismo e immigrazione, considerati forieri di una nuova
guerra civile americana. I disordini razziali di Los Angeles del 1992 pesavano in questa visione come il Black Hawk down in Somalia e le guerre
nel Caucaso post-sovietico e nellex-Jugoslavia. Lesposizione politica
cost a Lind la dissociazione dei vertici dei Marines e la fine del suo ruolo
di guru.
Coerentemente, Lind fu tra gli oppositori della Global War on Terror e
di Iraqi Freedom, accettando lo scomodo ruolo di profeta di sventure in un
momento in cui i fatti sembravano dimostrare la vitalit della guerra regolare41. Tuttavia Lind ricalibr la sua teoria, ammettendo che le generazio-

the Grand Tradition of Trashing Clausewitz, War in History, November 1994, pp.319336. Id., Reclaiming the Clausewitzian Trinity, Parameters, Autumn 1995, poi nel
sito Clausewitz.com, dove v. pure Teaching the Clausewitzian Trinity, 3 Jan. 2003.
Id., The Strange Persistence of Trinitarian Warfare, in Ralph Rotte and Christian
Schwarz (Eds.), International Security and War, Politics and Grand Strategy in the 21st
Century, Nova Science Publishers, New York, [2011], pp. 45-54. Hew Strachan, The
Changing Character of War, A Europaeum Lecture, delivered at The Graduate Institute of International Relations, Geneva, on 9th November 2006, Europaeum, Oxford,
2007. Emilio Gin, Dimenticare Clausewitz? Conflitti asimmetrici e guerre di Quarta
generazione, Nuova Rivista Storica, vol. XCIII, n. 2, 2009, pp. 505-566.
38 Huntington, The Clash of Civilization?, Foreign Affairs, Summer 1993, pp. 22-49.
39 Lind, John F. Schmitt, and Gary I. Wilson, Fourth Generation Warfare: Another
Look, Marine Corps Gazette, December 1994, pp. 34-37.
40 Nel volume del 1996 (The Clash of Civilization and the Remaking of World Order, Simon and Schuster, p. 324, nt. 18) Huntington cita Lind tra gli autori who in the early
1990s advanced similar arguments concerning civilizations (di Lind cita in particolare gli articoli in American Enterprise, 1, Sept./Oct. 1990, pp. 19-23; Current World
Leaders 35, Dec. 1992, pp. 1073-1080; Foreign Policy, 84, Fall 1994, pp. 40-50).
41 The Changing Face of War: Into the Fourth Generation, Marine Corps Gazette, October 1989, pp. 22-26; Of Time and the Rivers. Fourth Generation Warfare in Iraq,
CounterPunch, June 3, 2003; All War All The Time. The military game has changed
and the U. S. isnt ready, San Francisco Chronicle, July 6, 2003; What is to be Done? Send the Neocons to Baghdad, CounterPunch, August 30, 2003.

546

Future Wars

ni potevano coesistere, anche se in caso di scontro la pi recente prevaleva sulle precedenti, e spiegando che generazione era solo un modo
semplificato di dire mutazione qualitativa in senso dialettico (dialectically qualitative shift), locuzione troppo complicata per essere colta
rapidamente (readily grasp) da una platea culturalmente limitata come
i Marines42.
Lind Three: 4GW come critica della Long War americana
La trasformazione della trionfale Global War On Terror nella impantanata e devastante Long War43 assicurava una seconda vita alla 4GW, non
pi come teoria generale della guerra di manovra infiltrante contro obsolete forze di 2/3GW, ma come specifica interpretazione della guerra in
corso in Afghanistan e in Iraq. Non dunque una delle tante insurrezioni del
Novecento, prima fase di guerre di liberazione e indipendenza che miravano a creare stati nazionali, ma una terrificante riemersione dello stato di
natura hobbesiano provocata proprio dalla sconsiderata distruzione degli
stati postcoloniali44. Il tratto caratteristico era, secondo Lind, il carattere
anarchico delle insurrezioni, Idre dalle cento teste, prive di una direzione
e con obiettivi confliggenti45. Pur potendo trarre momentanei vantaggi
42 Lind, Fifth Generation Warfare?, On War, No. 53, February 3, 2004. In the context

of the Four Generations of Modern War, generation is shorthand for a dialectically qualitative shift. As the originator of the framework, I adopted the word generation because I was speaking to and writing for Marines, and dialectically qualitative
shift has more syllables than the Marine mind can readily grasp.
43 Gi nellaprile 2003 James Woolsey, direttore della CIA sotto Carter, ammoniva che
la GWOT sarebbe durata decenni e che lelenco dei nemici (Asse del Male) era
aperto (CNN 3/4; The Daily Telegraph, 13/4/2003). Il termine Long War, che richiama la guerra di lunga durata teorizzata nel 1938 da Mao Zedong, fu introdotto
tra i militari dai generali Abizaid (capo del Centcom) e Myers (presidente del JCS).
Sviluppata in un saggio (Winning the Long War: Lessons from the Cold War for Defeating Terrorism and Preserving Freedom, 2005) del tenente colonnello James Jay
Carafano, presidente dellHeritage Foundation, fu ufficializzata da Bush nel gennaio
2006 (Bradley Graham e Josh White, Abizaid Credited With Popularizing the Term
Long War, Washington Post, 3/2/2006).
44 Lind, Understanding Fourth Generation War, Military Review, 84, No. 5, Sept.-Oct.
2004, pp. 12-16.
45 A Perspective on Anbar, On War, No. 220, June 4, 2007 (there is not one opponent, but a vast kaleidoscope of players, whose relationships to each other change
Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

547

dalla discordia tra le varie fazioni, loccupante era perci obbligato a condurre pi campagne contro-insurrezionali parallele e non decisive, non
potendo n decapitare un nemico semi-anarchico n negoziare vie duscita con un interlocutore abbastanza autorevole da imporne il rispetto46.
Lunico modo di uscire dallinfernale stato di natura era riedificare il
Leviatano abbattuto; ma non governi fantoccio delegittimati dal fatto stesso di essere stati insediati dalle baionette straniere47.
Contro la 4GW dei poveri non esistevano soluzioni militari, come avevano dimostrato le sconfitte subite in Afghanistan e Libano dai due eserciti con maggiore esperienza di COIN, il sovietico e lisraeliano48. Ridotti
a combattere an endless series of strategically meaningless tactical
engagements, both were forced to withdraw. Le cerniere strategiche, o
centri di gravit del nemico erano infatti invulnerabili perch consistevano in valori immateriali: onore, fedelt, lealt, ideologia, religione49. Non
solo inefficaci contro forze anarchiche e mimetizzate, i bombardamenti
aerei erano pure controproducenti perch i danni collaterali, in vite e
distruzioni, erano il migliore spot a favore della guerriglia50:
there is no surer or faster way to lose in 4GW than by calling in airstrikes. It is a disaster on every level. Physically, it inevitably kills far more
civilians than enemies, enraging the population against us and driving
them into the arms of our opponents. Mentally, it tells the insurgents we
are cowards who only dare fight them from 20,000 feet in the air. Morally,
it turns us into Goliath, a monster every real man has to fight. So negative
are the results of air strikes in this kind of war that there is only one possible good number of them: zero.51

constantly. Each player may, at any given time, be at war with a number of other players, not just one. Alliances tend to be short-term and purely tactical.).
46 Important Distinctions, On War, No. 135, September 23, 2005; Not Fourth Generation War, On War, no. 225, July 11, 2007; A Seam to Exploit?, On War, No. 233,
September 4, 2007.
47 How to Win in Iraq, On War, no. 227, July 23, 2007.
48 Ma il ritiro israeliano del 2000 dal Libano meridionale fu determinato da una classica
forza guerrigliera (Hezbollah) e quindi per definizione non da una situazione di 4GW.
49 Operational IEDs, On War, No. 142, December 01, 2005.
50 On War, No. 237, cit.
51 The Perfect (Sine) Wave, On War, no. 221, June 11, 2007.

548

Future Wars

Deluso dai Marines, la cui intellectual renaissance sembrava cessata, almeno a livello ufficiale52, nel 2005-06 Lind espose la sua visione
della COIN per 4GW sotto forma di bozze (draft) di pseudo-manuali operativi (FMFM) di un fittizio Imperial and Royal Austro-Hungarian Marine
Corps53, firmati Montecuccoli, Hofkriegsrath (See), Pola, nel primo dei
quali elencava un Canone di sette libri che, letti in successione, conducevano il lettore dalla 1GW alla 4GW: una vita di Scharnhorst (1GW), una
storia dellesercito francese 1914-1940 (2GW), una delle Stosstruppen
tedesche (3GW), una comparazione tra le tattiche inglesi e tedesche nella
grande guerra e una storia della battaglia di Sedan 1940 (che illustravano
la superiorit della 3GW tedesca sulla 2GW anglo-francese), e infine due
opere di van Creveld (Fighting Power e The Transformation of War)54.
Le bozze austro-ungariche sono anteriori al manuale congiunto
Esercito-Marines (FM 3-24/MCWP 3-33.5 Counterinsurgency) promosso
nel 2006 dal generale Petraeus55 e considerato allepoca la pietra filosofa52 IRAHMC FMFM 1-A Fourth Generation War, draft, August 2009, p. 2.
53 IRAHMC FMFM 1-A Fourth Generation War, draft, August 2009; FMFM-2 Light

Infantry, draft, September 2008; FMFM 3-23 Air Cooperation, draft, July 2009;
FMFM 3-25 How to Fight in a 4th Generation Insurgency, draft, July 2009; FMFM
2-1 Light Infantry Training Manual, draft, October 2012 (v. sito traditionalright.
com).
54 IRAHMC FMFM-1A, cit., pp. 95-98.
55 The U.S. Army/Marine Corps Counterinsurgency Field Manual, U.S. Army Field
Manual N. 3-24, Marine Corps Warfighting Publication N. 3-33.5 With Forewords
byGeneral David H. Petraeus and Lt. Gen. James F. Amos and by Lt. Colonel John
A. Nagl, With a new Introduction by Sarah Sewall, The University of Chicago Press,
Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

549

le per uscire dalla trappola iraqena. Redatto dal tenente colonnello dellesercito John A. Nagl (1966), fu elaborato nel corso di un lavoro seminariale in cui furono consultati molti esperti civili e perfino varie ONG, ma
non Lind. In un post del 26 agosto 2006 Lind fece sapere di aver ricevuto (dallOkhrana) una copia della bozza del manuale Petraeus, e, pur
lamentando la mancata citazione dei suoi manuali alternativi, riconobbe
che il nuovo 3-24 era un passo avanti rispetto allorgoglioso rifiuto
dellamministrazione Bush di apprendere e adattarsi alle situazioni.
Apprezzava in particolare il capitolo sui cinque paradossi contro-intuitivi
della COIN56 e lo spirito di decentralizzazione e iniziativa che pervadeva
il manuale, ma ribadiva che la COIN e la 4GW erano cose radicalmente
diverse57.
Nellarticolo del 1989 Lind aveva ridotto la 4GW dei poveri al mero
terrorismo. Nel 2006 la definiva invece come guerrilla warfare more than
terrorism58. Il solo modo praticabile di contenerla era la de-escalation,
impiegando solo fanteria leggera a contatto con la popolazione, col compito primario di raccolta informativa e secondario di polizia e limitando al
minimo luso della forza. Lunica alternativa efficace, ma impraticabile
per ragioni morali, sarebbe stato lo sterminio indiscriminato come aveva
fatto Assad nel febbraio 1982 per stroncare linsurrezione sunnita di
Hama59. Invece gli Stati Uniti avevano scelto le mezze misure, ossia la
soluzione peggiore. Da notare che Luttwak, in una puntuale stroncatura
del manuale Petraeus, era pi radicale di Lind, concludendo che non cera
Alexandria, 2007.

56 The More You Protect Your Force, The Less Secure You Are; The More Force

Used, The Less Effective It Is; Sometimes Doing Nothing Is The Best Reaction;
The Best Weapons For COIN Do Not Shoot; and Tactical Success Guarantees
Nothing..
57 Lind, Beginning to learn, On war, No. 180, 26 August 2006.
58 FMFM 1-A, cit., p. 60: Terrorism is an enemy special operation, a single tactical action designed to have direct operational or strategic effect. Because targets that have
such direct operational or strategic effect are few and are usually well-protected, terrorism normally plays a minor role in Fourth Generation conflicts though when it
does occur the effects can be wide-ranging. Most of what Marines will face in Fourth
Generation situations is guerilla warfare.
59 Raphael Lefvre, Ashes of Hama: The Muslim Brotherhood in Syria, Oxford U. P.,
New York, 2013.

550

Future Wars

altro modo di restare in Iraq se non terrorizzando i civili pi degli insorti,


con rappresaglie esemplari tipo quelle usate dai romani, dagli ottomani e
dai nazisti60. Lind sembrava credere invece che la moderazione austroungarica suggerita per lIraq fosse esportabile anche in Libano,
Afghanistan, Somalia, nelle Filippine, alla frontiera col Messico e nelle
banlieue francesi61. Contrario per principio a qualunque intervento, Lind
disapprovava soprattutto le mezze misure decise da Obama contro lo Stato
Islamico, perch, se proprio si doveva accontentare il fate qualcosa
dellopinione pubblica, allora era preferibile radere al suolo Raqqa, col
vantaggio di convincere cos il Califfo a starsene buono per un po62.
Inoltre Lind continuava a perorare unevoluzione delle forze aeroterrestri americane dalla guerra dattrito (2GW) almeno alla guerra di movimento (3GW), abbandonando le seduzioni tecnologiche della RMA. Non
solo potenza di fuoco e tecnologia non servivano a niente nella 4GW, ma
esponevano al rischio di essere sconfitti da un avversario di 3GW
who can observe, orient, decide and act more quickly than can Americas vast, process-ridden, Powerpoint-enslaved military headquarters.
They can be defeated by strategy, by stratagem, by surprise and by preemption.63

Picchia-tuffo e biciclette
Lind ha detto la sua pure in campo navale, ovviamente dalla prospettiva terrestre di Julian Corbett in contrappunto al navalismo di Mahan,
perch nella 4GW la Guardia costiera e la Brown Water Fleet sono pi
60 Edward N. Luttwak, Dead End: counterinsurgency warfare as military malpractice,

Harpers Magazine, February 2007, pp. 33-42. Dave Kilcullen, Edward Luttwaks
Counterinsurgency malpractice, Small Wars Journal, Blog Post, April 15, 2007.
Hoffman, Luttwaks Lament, ibidem, April 22, 2007.
61 War Against Everyone, Everywhere?, On War, No. 5, February 25, 2003; MS13 vs. Minutemen, No. 113, April 21, 2005; More on Gangs & Guerrillas vs. the
State, No. 114, April 28, 2005; The Self-Proclaimed Other, No. 159, April 4, 2006;
Two Signposts, No. 174, July 13, 2006; Welcome to My Parlor, No. 176, July 28,
2006; Down Mexico Way, No. 182, September 7, 2006; A State Restored?, No.
198, January 5, 2007; Out of the Frying Pan, No. 237, October 15, 2007.
62 Lind, Can We Hurt the Islamic State?, Blog post, The American Conservative, November 11, 2014.
63 Third and Final Act, On War, No. 190, October 31, 2006.

Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

551

utili delle forze daltura e oceaniche64. Ha perci proposto di riconvertire


le portaerei al ruolo di supporto logistico e tattico delle operazioni terrestri, sostituendo i modernissimi F-18 con semplici picchia-tuffo come
le aero-cannoniere A-10. La capital ship, secondo Lind, divenuta il sottomarino, la piattaforma navale che assicura il controllo di aree marine: e
meglio quelli a motore diesel, meno costosi dei nucleari65. Lind considera
obsolete pure le navi scorta (incrociatori, caccia e fregate), superate dalle
porta-elicotteri, pi adatte nel ruolo antisom. E ovviamente perora le navi
di assalto anfibio, integrate dalla militarizzazione dei mercantili, i pattugliatori costieri e i mezzi fluviali e di appoggio incursori66.
Lind proponeva67 di riorganizzare i 175.000 marines in 175 battaglioni
(48 di fanteria leggera, 52 di supporto operativo, 50 di supporto logistico
e 25 di uso generale), pi altri due di riservisti per ciascun battaglione
attivo. Il tutto sempre inquadrato dalle 3 storiche Divisioni, con appena 6
generali e 30 colonnelli (infatti i Marines non pensano alla carriera ).
Per i battaglioni leggeri68, Lind prendeva a modello le compagnie ciclisti
della Wehrmacht, teoricamente in grado di percorrere in bicicletta 90 km
al giorno. Ai bycicle marines Lind ne chiedeva 120, e trasportando in carrello 22 kg di equipaggiamento (diversamente dalle Radfahrkompanien, i
cui bagagli seguivano su carrette ippotrainate)69. I marines dovevano
attaccare per infiltrazione, cou sistemi della MW. Per il supporto operativo, niente pi carri, cingolati, artiglierie pesanti ecostosi elicotteri, solo

64 Lind, Mahan or Corbett?, On War, no. 238, October 23, 2007.


65 Lind, The Navy, in Winslow T. Wheeler (Ed.), Americas Defense Meltdown, World

Security Institutes Center for Defense Information, Washington, 2008, pp. 118-128.

66 Lind, Davy Joness Locker, On War, no. 193, November 20, 2006.
67 Lind, A Travellers Perspective on 3rd and 4th Generation Warfare, in Wheeler, op.

cit., pp. 97-117.

68 V. Scott R. McMichael, A Historical Perspective on Light Infantry, Research Sur-

vey no. 6, Combat Studies Institute, U.S. Command Staff Army and General College,
Fort Leavenworth (KS), 1987 e Martin N. Stanton, Infiltration Attacks: Planning
Considerations, Infantry, Vol. 86, No. 2, March-April 1996, pp. 27-34.
69 S.n., In Brief Bicycle Mounted Troops, Intelligence Bulletin, Vol. III, No. 7,
March 1945, pp. 48-50. Le ultime unit ciclisti svizzere furono sciolto nel 2003. Kevin Stringer, Bicycle Infantry: The Swiss Experience, Infantry, Vol. 84, No. 5, September-October, 1994, pp. 10-12. Claire Doole, End of road for Swiss army cyclists, BBC News, 11 May 2001.

552

Future Wars

qualche blindato leggero da ricognizione (un battaglione ogni otto di fanteria), rustici lanciarazzi campali, mortai e cannoni di accompagnamento
da 40 mm (un battaglione ogni tre di fanteria), aerei da attacco al suolo e
trasporti leggeri a decollo corto (8 + 4 per ciascun battaglione di fanteria).
Lind Four: Christian Marines
Lind ha praticato la distopia hobbesiana anche in forma di apologo. La
fiction, sviluppo di unidea risalente al 199570, comparsa nel 2014 col
titolo Victoria e sotto il consueto pseudonimo di Thomas Hobbes71.
Ambientata nel 2028, suppone una secessione dei Nordisti per restaurare
i valori cristiani e la retrocultura ante-Vietnam contro il multiculturalismo
prevalso tra i Sudisti. Ovviamente il protagonista un ex marine, organizzatore e capo delle forze regolari e miliziane del Maine, che impiegano i
sistemi di 4GW contro negri islamisti, omosessuali, ambientalisti, intellettuali di sinistra, femministe, bande di motociclisti e pirati messicani oltre
a sbaragliare un corpo multinazionale di invasori musulmani. La vittoria
dei Christian Marines per facile, perch il nemico commette tutti gli
errori possibili: si fa spiare comunicazioni e piani di guerra; avanza senza
ricognizione; non impedisce la distruzione dei ponti che deve attraversare;
cade in unimboscata dopo laltra; si accanisce contro la popolazione civile; non difende i centri di comando; si fa affondare una flotta da motoscafi armati; e cos via.

70 Lind, Militant Musings: From Nightmare 1995 To My Utopian 2050, The Washing-

ton Post, April 30, 1995, p. C03.

71 Victoria: A Novel of 4th Generation War, Castalia House, Kouvola, 2014.


Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

553

Le critiche alla 4GW


Per definizione lidea della guerra hobbesiana destinata a proliferare
in versioni sempre pi distanti dalloriginale, e perfino eretiche, come
quella di Thomas X. Hammes72, esplicitamente scomunicata da Lind73. Lo
stesso originale poi un work in progress soggetto a continue rielaborazioni che in parte superano le critiche. Sotto accusa stata messa la lettura ideologica del divenire sociale sottesa alla 4GW, e cos pure il tono
apodittico in cui viene formulata. Altre critiche riguardano lasserita
discontinuit storica, ossia il carattere epocale della 4GW. Alcuni reagiscono alla svalutazione dei salti di qualit tecnologici (aviazione, armi
atomiche, armi di precisione), considerati da Lind mere varianti della
2GW. Altri sottolineano che i conflitti interculturali, la guerriglia endemica, il brigantaggio e la criminalit organizzata sono sempre coesistiti con
le guerre interstatuali. Queste ultime non possono perci essere escluse
dal rischio sistemico attuale, e richiedono il mantenimento di una capacit
militare convenzionale. Infine altri semplicemente negano che la COIN
occidentale sia una guerra dattrito e che la 4GW sia per definizione invincibile74.
Nel 2006, in una appassionata requisitoria contro la perversa influenza
di Clausewitz e Carl Schmitt sul pensiero militare americano, Tony Corn,
un diplomatico di idee ultraliberali, ha apprezzato la 4GW come corretta
lettura della IV guerra mondiale contro lislamo-fascismo, pur ricono72 Hammes, The Sling and the Stone: On War in the 21st Century, Zenith, St. Paul, 2004.
73 Lind, Critics of the Fourth Generation: the Good, the Bad and the Ugly, On War,

No. 147, January 9, 2006.

74 Del Stewart, Deconstructing the Theory of 4th Generation Warfare, Military Intel-

ligence, vol. 30, no. 4, October-December 2004, pp. 35-38; Evans McKenzie, Elegant Irrelevance Revisited: A Critique of Fourth-Generation Warfare, Contemporary
Security Policy, vol. 26, no. 2, August, 2005, pp. 242-249; Edward N. Luttwak, A
brief note on Fourth Generation Warfare, Contemporary Security Policy, vol. 26,
no. 2, August, 2005, pp. 227-228; Antulio J. Echevarria II, Fourth-Generation War
and Other Myths, Monograph, Strategic Studies Institute, Carlisle (PA), November 2005; Vincent J. Curtis, The Theory of Fourth Generation Warfare, Canadian
Army Journal, vol. 8, no. 4, Winter 2005, pp. 17-32; Albert A. Nofi, Recent Trends
in Thinking about Warfare, CRM D0014875.A1/Final, Alexandria (VA), Center for
Naval Analyses, September 2006; Timothy J. Junio, Military History and Fourth
Generation Warfare, The Journal of Strategic Studies, vol. 32, no. 2, April 2009, pp.
243-269.

554

Future Wars

scendo che linterpretazione lindiana della storia militare insostenibile e


biasimando la sua collaborazione ad Antiwar.com (pur meno grave degli
spot di Jane Fonda da Radio Hanoi)75. In ogni modo 4GW ha acquisito
una forte valenza memetica, tanto che si usato pure 5GW per indicare altri tipi di guerra76, e perfino il finanziamento della legge islamica77.
Critiche pi specifiche riguardano la vulnerabilit della fanteria leggera contro avversari tipo 2/3GW78 e i vantaggi che la COIN pu trarre della
frammentazione nemica. Soprattutto impedisce agli insorti di imporre una
soluzione politica79, tanto che alla fine le fazioni si aggregano o si eliminano finch la pi forte80 non crea un embrione di stato81. Lo stesso avviene con la criminalit organizzata, eretta in contropotere di natura politica82.

75 Tony Corn, World War IV As Fourth Generation Warfare , Hoover Institution, Jan.

1, 2006; Id., Clausewitz in Wonderland, Policy review, Sept. 9, 2006 (v. la replica di
Christopher Bassford, Corn, Cracked, in Clausewitz.com.). V. ancora Corn, COIN
in Absurdistan: Saving the COIN Baby from the Afghan Bathwater (and Vice-Versa), Small Wars Journal, 2010.
76 Cfr. Daniel H. Abbott, The Handbook of 5GW, Nimble Books, 2010.
77 Rachel Ehrenfeld and Alyssa A. Lappen, The 5th Generation Warfare (5GW) Shariah
Financing and the Coming Ummah, in Jeffrey Norwitz (Ed.), Armed Groups: Studies
in National Security, Counterterrorism, and Counterinsurgency, US Naval War College, June 2008, ch. 28.
78 Scott R. McMichael, A Historical Perspective on Light Infantry, Research Survey
no. 6, Combat Studies Institute, U.S. Command Staff Army and General College, Fort
Leavenworth (KS), 1987, a p. 232.
79 Bard E. ONeill, Insurgency & Terrorism. From Revolution to Apocalypse, Washington DC, Potomac Books, 20052.
80 Riccardo Cappelli, Larte della contro-insurrezione tra passato e presente, in Riccardo Cappelli, Francesco N. Moro e Daniele Zotti, Strategie di contro-insurrezione.
Quali risposte alla Guerra di quarta generazione?, Venezia, Studio LT2, 2010, pp.
65-143.
81 Paul Brooker, Modern Stateless Warfare, Palgrave-Macmillan, Basingstoke, 2010.
82 Roger Darling, A New Conceptual Scheme for Analyzing Counterinsurgency, Military Review, 64, No. 2, 1974, pp. 54-66.
Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

555

The Hybrid Warfare


Dal maggio 2010 allagosto 2011 la Marine Corps Gazette ospit le
critiche di Lind allevoluzione dottrinale in corso nel Corpo, esposte in
una rubrica anonima e provocatoriamente intitolata Attritionists
Letters83. Ma nel 2013 Lind dava per persa la battaglia, concludendo che
i marines avevano ormai archiviato pure la MW84. Nel frattempo il Corpo
ha del resto elaborato un altro concetto, quello di guerra ibrida, coniato
nel 2005 dal tenente colonnello Francis G. Hoffman85 e recepito dai media
italiani otto anni dopo, quando stato usato dalla Nato in riferimento alle
azioni russe in Crimea e nel Donbass86 e dalla Russia in riferimento alle
83 Anonymous, The Attritionists Letters, Compiled from the Marine Corps Gazette by

Major Paul Stokes USMC, Retired, 12 August 2011

84 Lind, 4GW is Alive and Well, Blog post, Slightly East of New, May 25, 2013.
85 Lt. Gen. James N. Mattis and Lt. Col. Frank Hoffman Future Warfare: The Rise

of the Hybrid Wars, Proceedings, 132, No. 11 (1233), November 2005. Hoffman,
Conflict in the 21st Century: The Rise of Hybrid Warfare, Potomac Institute for
Policy Studies, Arlington (VA), December 2007. Col. Margaret S. Bond, Hybrid War:
A New Paradigm for Stability Operations in Failing States, U.S. Army War College,
2007. Col. Steven C. Williamson, From Fourth Generation Warfare to the Hybrid
War, U.S. Army War College, 2009. Russell W. Glenn, Thoughts on Hybrid Conflict, Small Wars Journal, 2009. Hoffman, Hybrid Warfare and Challenges, Joint
Forces Quarterly, NDU Press, No. 52, 1st Quarter 2009, pp. 34-39. Larry R. Jordan,
Hybrid War. Is the U. S. Army Ready for the Face of the 21st Century?, Biblioscholar, 2012. Thomas Bjerregaard, Hybrid Warfare: A Military Revolution or Revolution
in Military Affairs?, U. S. Army General Staff College, Thesis, 2012. David Eugene
Johnson, Military Capabilities for Hybrid War: Insights from the Israel Defense Forces in Lebanon and Gaza, Rand Corporation, 2014. V. pure la serie dottrinale americana TC 7-100.
86 Michael Kofman and Matthew Rojanski, A Closer Look at Russias Hybrid War-

556

Future Wars

operazioni occidentali di regime change87.


Definita in una nota del GAO per il Congresso a blend of conventional and irregular approach across the full spectrum of conflict fusion of
different forms of warfare88, la guerra ibrida stata per intesa dagli
storici militari come lennesima etichetta applicata sul clausewitziano
Volksbewaffnung, dove un popolo ad arrogarsi la schmittiana scelta del
nemico.
Una raccolta cantabrigense di guerre
del passato definite ibride comincia
infatti con la Clades Variana del 9 d. C. e
arriva al Libano del 2006, passando per
lIrlanda 1594-1603, la Guerra Peninsulare del 1807-14, la COIN Nordista del 186165, i Franc-Tireurs del 1870, le Queen
Victorias Small Wars, la guerra cinogiapponese del 1937-45 e il Vietnam89. La
guerra, ricorda Colin Gray, resta un
camaleonte:
Means and methods in counterinsurgency must vary from case to case since
each conflict has distinctive features. Conceptual creativity that sees the light of day
in wars that allegedly are irregular, hybrid, complex, difficult, fourth generation, and the rest of the products of fertile imaginations must not be
permitted to obscure the simple and usable verities that war is war and it is
always about politics. Theoretical elaboration of the claimed structure of
allegedly different kinds of wars is usually an example of conceptual construction on sand.90

fare, Kennan Cable, No. 7, April 2015.

87 Andrew Korybko, Hybrid Wars: The Indirect Adaptive Approach to Regime Change,

Peoples Friendship University of Russia, Moscow, 2015.

88 David M. DAgostino, Hybrid Warfare, GAO, September 2010.


89 Williamson Murray and Peter Henry Mansoor (Eds.), Hybrid Warfare: Fighting Com-

plex Opponents from the Ancient World to the Present, Cambridge U. P., 2012.

90 Colin S. Gray, Concept Failure? COIN, Counterinsurgency, and Strategic Theory,

Prism, vol. 3, No. 3, 2012, pp. 17-32 (p. 24).

Storia della distopia militare

Hobbesian Warfare

557

Asymmetric and Compound Warfare


Maneuver, 4G e Hybrid sono solo alcuni dei nuovi tipi di Warfare
coniati negli Stati Uniti. Il primo e tuttora pi famoso Asymmetric(al),
recepito nel 1995 dalla dottrina militare interforze, ma coniato dalla politologia americana nel 1975 per spiegare le ragioni della sconfitta delle
Grandi Nazioni, paradossalmente assai frequente, nei conflitti in passato
definiti come piccola guerra (small wars, Kleinkrieg, guerrilla) ovvero
guerra per bande, partigiana, di popolo, senza fronti, irregolare, non convenzionale, non ortodossa o rivoluzionaria, o conflitti a bassa intensit e
contro-insurrezionali 91. Il concetto sottolinea utilmente come la caratteristica essenziale di questi conflitti sta nella diversit della posta in gioco
percepita dagli avversari, che la sottrae al principio clausewitziano di
polarit (VK I, 1, 15): il pi debole pi tenace, perch il suo scopo (negativo) necessitato e il suo interesse vitale, mentre scopo e interesse (positivi) del pi forte sono opzionali e limitati. Lasimmetria delle risorse e
delle tattiche deriva spesso da quella degli scopi: ma non necessariamente
(v. la fase finale della guerra del Vietnam) e non esclusivamente (i warfare convenzionale e nucleare sono caratterizzati da approcci indiretti, scalate orizzontali e strategie di compensazione countervailing, offset).
Laspetto negativo che la retorica dellasimmetria ha alimentato lillusione di poter surrogare la polarit politica con quella tattica, imitando il
nemico col contro-terrorismo (droni), la contro-guerriglia e la controsocializzazione (human terrain). Il concetto stato dunque distorto e in
definitiva usato soprattutto come eufemismo per non evocare precedenti
sconfitte occidentali.
91 Andrew J. R. Mack, Why Big Nations Lose Small Wars. The Politics of Asymmet-

ric Conflict, World Politics, Vol, 27, No. 2 (January 1975), pp. 175-200. V. pure Ivan
Arregun-Toft, How the Weak Win Wars. A Theory of Asymmetric Conflict, International Security, vol. 26, No. 1 (Summer 2001), pp. 93-128; Id., con lo stesso titolo, Cambrigde U. P., New York, 2005. Efraim Inbar, Democracies and Small Wars,
Franck Cass, London Portland, 2003. Gil Merom, How Democracies Lose Small
Wars: State, Society, and the Failures of France in Algeria, Israel in Lebanon, and the
United States in Vietnam, Cambrigde U. P., New York, 2005 Jeffrey Record, Beating
Goliath: Why Insurgencies Win, Potomac Books, Washington, 2011. Noriyuki Katagiri, Adapting to Win: How Insurgents Fight and Defeat Foreign States in War, University of Pennsylvania Press, Philadelphia, 2014. Rob de Wijk, The art of military coercion: why the wests military superiority scarcely matters, Amsterdam U. P., 2014.

558

Future Wars

Assai meno noto e quasi esoterico il concetto di guerra composita


(compound warfare), coniato da Thomas M. Huber, del Combat Studies
Institute (CSI), in un articolo del 1996 sulla Peninsular War (1808-1813)
e ripreso nel 2002 in un volume a sua cura che tratta pure altri casi di
studio, (Canada 1690-1763, indipendenza e guerra civile americana, Irlanda 1916-21, Cina 1948-49, Vietnam e Afghanistan 1979-1986)92. Lespressione indica la combinazione (coordinata o semplicemente parallela) di
una forza regolare con una irregolare. Un caso particolare , secondo
Huber, quello della guerra composita fortificata (fortified), in cui le
forze regolari sono sostenute da una grande potenza e dispongono di santuari in cui rifugiarsi per evitare la distruzione, e sono perci praticamente invincibili.
Nel 2009 Hoffman ha difeso lutilit di new adjectives if they help us
think about, debate and prepare for the future e ha sottolineato le differenze tra hybrid e compound warfare93, esaminate pi analiticamente
da un frequentatore finlandese della National Defense University94. Una
rivista romena95 ha recentemente messo a raffronto i concetti di guerra
irregolare, composita e ibrida con quello cinese di guerra senza limiti
(unrestricted warfare, 1999), anchesso recepito nella terminologia militare americana.

92 Thomas M. Huber, Compound Warfare. The fatal Knot, U. S. Army Command and General Staff Press, Ft Leavenworth, Kansas, 2002. Il sottotitolo (nodo fatale) si riferisce
alla celebre ammissione di Napoleone in una lettera al fratello re di Spagna (Cette com-

binaison ma perdu. Toutes les circonstances de mes dsastres viennent se rattacher


ce nud fatal). V. Ilari ha proposto invece il concetto di Peninsular Warfare (Seapower and Insurrection. The Peninsular Warfare during the Napoleonic Wars, in Alexandre Vautravers and Matthew Goulding (Eds), Counterinsurgency. Security Forum 2011, Webster University, Geneva, Switzerland, 2012, pp. 30-41.
93 Hoffman, Hybrid vs. compound war, Armed Forces Journal, Oct. 2009.
94 Petri Huovinen, Hybrid Warfare. Just a Twist of Compound Warfare?, Armed Forces Journal, October 2009.
95 Valeric Cruceru, On contemporary warfare: short review of specific concepts, Revista
Academiei Forelor Terestre, Nr. 3 (75), 2014, pp. 231-237.
Storia della distopia militare

559

Lessons learned?
di Germana Tappero Merlo

interrogativo nel titolo riguarda


lAmerican way of war1, ossia il
modo in cui gli Stati Uniti hanno elaborato le loro esperienze belliche
successive al 1945 e, in particolare, gli
impegni maggiori lungo larco del containment, in Estremo Oriente, Sud-Est
Asiatico, Asia Centrale e Medio Oriente, diversi per intensit e durata ma tutti
con controversi risultati. Un recente dibattito su Foreign Affairs2 riassume le tre
diverse lezioni che sono state tratte dalle
guerre dopo l11 Settembre. La prima
che gli Stati Uniti debbono imparare ad
affrontare le insurrezioni. La seconda,
che non debbono lasciarsi coinvolgere.
La terza che una volta entrati bisogna persistere sino alla vittoria. Sono le
stesse lezioni a suo tempo tratte dal Vietnam.
Secondo Colin S. Gray3 il carattere nazionale americano refrattario
alla storia, perch tende a sottovalutare i condizionamenti che il passato
esercita sul presente e, al contempo, a sopravvalutare la propria capacit di

1 Russel F. Weigley, The American Way of War. A History of United States Military Strategy
and Policy, Indiana U. P. , 1973.
2 H-Diplo/ISSF Forum on What Have We Learned? Lessons from Afghanistan and Iraq ,
Foreign Affairs, July 8, 2015.
3 Sono ricorrenti, infatti, nei discorsi politici, termini come una fede in, una speranza
per, a giustificare azioni anche militari. Colin S. Gray, The American Way of War: Critique and Implications, in Anthony D. McIvor (Ed), Rethinking the Principles of War,
Naval Institute Press, 2005, pp. 27-33.

560

Future Wars

inventare il futuro. Certamente il settore militare tra quelli maggiormente


improntati allinnovazione, tanto che al concetto di rivoluzione subentrato quello di trasformazione permanente4.
Ci non toglie, tuttavia, che anche negli Stati Uniti linnovazione militare attraversi sempre percorsi accidentati, soprattutto se gli spunti provengono da soggetti, in particolare civili5, fuori da quelli
che Robert McNamara definiva circles of
prevailing groupthink6. Nel dibattito tra
innovatori e conservatori hanno, comunque, largo spazio argomentazioni di carattere storico, e il Pentagono innovatore
o futurista attribuisce alla storia militare
una importanza di gran lunga maggiore
di quella data dallEuropa continentale,
decisamente storicista. Nel caso della storia militare americana, i precetti e
le lezioni del passato tendono a confondersi, e i giudizi consolidati sugli eventi storici diventano parte della memoria
nazionale e incidono sulle percezioni e sulle decisioni politiche7; da qui la
tesi del generale Petraeus che la vittoria consiste nellimporre la propria
narrazione8 (narrative) dei fatti.
Lattuale potenza degli Stati Uniti non ha precedenti nella storia; eppure, perfino nel Pentagono, col tempo, si diffusa la convinzione di una

4 David Tucker, Confronting the Unconventional: Innovation and Transformation in Military Affairs, Strategic Studies Institute, October 2006.
5 Chris Mason, The Strategic Lessons Unlearned From Vietnam, Iraq, and Afghanistan, US
Army War College Press, 2015.
6 Bruce Nussbaum, Marching America into a Quagmire, Business Week, November 30,
1998.
7 Hal Brands and Jeremi Suri, The Power of the Past: History and Statecraft, Brookings

Institution Press, 2015.

8 Tadd Scholtis, Military Strategy as Public Discourse: Americas War in Afghanistan,


Routledge, 2014.
Storia della distopia militare

Lessons learned?

561

sostanziale incapacit di vincere guerre regionali e limitate9. Congelata


senza vittoria, la guerra di Corea non min la fiducia nazionale nellinvincibilit degli Stati Uniti. La crisi venne col Vietnam, ma invest pi
lopinione pubblica che lautostima dei militari, nemmeno scalfita dalla
breve e sanguinosa esperienza in Libano (1982-1984)10, il primo esempio
per gli Stati Uniti di confronto asimmetrico con il terrorismo; ma la vittoria
nella guerra fredda e nella prima guerra del Golfo ripristinarono il consenso. Tuttavia, se Desert Storm (Kuwait-Iraq, 1991) accredit, di fatto, la
presunta onnipotenza del potere aereo, la partecipazione a Restore Hope
(Somalia, 1992-1993) riaccese il timore paralizzante di metter piede a terra
(boots on the ground11). Il motto no more Vietnam intendeva garantire
che la lezione era stata appresa; ma nel tempo si sarebbero aggiunti no
more Iraq12 e no more Afghanistan che denunciavano il desiderio di
non ripetere certe esperienze ma evidenziavano altres una refrattariet ad
impararne le lezioni13.
Nellapproccio statunitense, a ci contribuisce da sempre la tendenza,
propria di chi ha una esperienza e relativa cultura storica limitate, a ragionare per analogie con fatti passati14, da cui quella Groundhog Day Syndrome15, ora dominante che influenza pesantemente le pi recenti scelte
militari americane: si tratta del timore di combattere nuovamente sempre
la stessa guerra, esperienza dopo esperienza, anno dopo anno, e rivivere,
9 Dominic Tierney, The Right Way to Lose a War: America in an Age of Unwinnable Conflicts, Little, Brown US, 2015.
10 Benis M. Frank, US Marines in Lebanon, 1982-1984, History and Museums Division, HQ
US Marines Corps, 1987.
11 James Traub, The Empty Threat of Boots on the Ground, The New York Times Magazine, Jan. 5, 2016. Second William G. Braun, Strategic Insights: A New Years Resolution
For Army Leaders, Strategic Studies Institute, January 26, 2015 la frase ormai sinonimo
di eccessivo coinvolgimento ed escalation della conflittualit.
12 John Mueller, The Iraq Syndrome, Foreign Affairs, Nov.-Dec. 2005, pp.44-54.
13 Daniel L. Davis, Seduced by Success, Armed Forces Journal, February 10, 2014, e
Daniel Bolger, Why We Lost: A Generals Inside Account of the Iraq and Afghanistan
Wars, Houghton Mifflin Harcourt, 2014, p. 428.
14 Jeffrey Record, Perils of Reasoning by Historical Analogy: Munich, Vietnam, and

American Use of Force since 1945, Center for Strategy and Technology, Air War College, 1998.
15 Todd R. Greentree, A War Examined: Afghanistan, Parameters 43(3), Autumn
2013, p.92.

562

Future Wars

quindi, le stesse drammatiche vicissitudini, con il timore di non essere mai


abbastanza innovativi.
Tutto ebbe inizio con lo shock del
Vietnam, ma nel tempo si aggiunta
la dolorosa presa di coscienza di altri
insuccessi, stigmatizzati in quel concetto no boots on the ground che
esprime - ed bene chiarirlo perch
troppo spesso frainteso - non il rifiuto degli Stati Uniti a intervenire in
un conflitto16, ma unulteriore, chiara
presa di distanza dalla loro ultima partecipazione militare molto sofferta17,
ossia la sanguinosa occupazione per la
stabilizzazione dellIraq sino al 2011
dopo la breve e vittoriosa guerra per la
sua liberazione dal regime di Saddam
Hussein (2003). Non un caso che proprio nelle esperienze di stabilizzazione post-conflitto che sembrano convergere le lessons learned dal
passato, fra battaglie vinte e sofferenze prolungate, in un mix contraddittorio di strategie politiche e tattiche militari che ha finito per modificare
alla radice lAmerican way of war, la sua percezione presso lopinione
pubblica interna e, di conseguenza, anche il ruolo stesso degli Stati Uniti
come superpotenza militare mondiale.

16 James Traub, The Empty Threat of Boots on the Ground, The New York Times Ma-

gazine, Jan. 5, 2016 sottolinea che a questa frase si fa convergere il confine oscillante
fra guerra e non guerra, dimenticando che lattuale partecipazione statunitense con
forze aeree in Iraq contro Daesh , comunque, guerra.
17 Daniel L. Davis, Seduced by Success, Armed Forces Journal, February 10, 2014, e
Daniel Bolger, Why We Lost: A Generals Inside Account of the Iraq and Afghanistan
Wars, Houghton Mifflin Harcourt, 2014, p. 428. Secondo William G. Braun (Strategic Insights: A New Years Resolution For Army Leaders, Strategic Studies Institute,
January 26, 2015) boots on the ground ormai diventato sinonimo di eccessivo coinvolgimento ed escalation della conflittualit.
Storia della distopia militare

Lessons learned?

563

Guerra e politica
Ventanni dopo, gli errori che determinarono la sconfitta americana
in Vietnam furono coraggiosamente
ammessi e analizzati dallo stesso Robert McNamara18, allepoca segretario
alla difesa e poi comodo capro espiatorio. Errori che secondo la pubblicistica americana pi critica sono stati
di fatto puntualmente ripetuti in tutti
gli altri interventi sino a trasformare
quella che dopo l11 Settembre doveva essere la trionfale Global War on
Terror (GWOT) in una guerra di lunga
durata (the Long War) da cui gli Stati
Uniti non sono ancora veramente usciti
e che ricorda da vicino le inconcludenti
Queen Victorias small wars.
Al primo posto McNamara indicava la tracotante supponenza, la pregiudiziale e profonda ignoranza circa il nemico (storia, valori, obiettivi) e il
contesto sociale del conflitto. Poi la decisione dellintervento, imposta con
largomento della minaccia alla sicurezza nazionale19, con una disinformazione tendenziosa se non addirittura menzognera20 e con il rifiuto pregiudiziale di consentire un vero dibattito21. E infine, ma soprattutto, la sopravvalutazione della propria relativa superiorit tecnologica e culturale, da cui
derivava la fatale illusione di poter prescindere dalle reazioni del nemico
e dalle ricadute geopolitiche e psicologiche del proprio iniziale successo.
18 Robert S. McNamara, Brian VanDeMark, In Retrospect: The Tragedy and Lessons of Vietnam, Vintage Books, 1996.
19 Jeffrey Record, Dark Victory: Americas Second War Against Iraq, Naval Institute Press,
2004.
20 Il gen. H. R. McMaster, nel suo Dereliction of Duty, Harper Perennial, 1997 nel descrivere le responsabilit della leadership politica e militare nel disastro del Vietnam, parla delle
falsit dette allopinione pubblica anche dallo stesso McNamara.
21 Jeffrey Record, Wanting War: Why the Bush Administration Invaded Iraq, Potomac Books,
2010.

564

Future Wars

In continuit con la classica interpretazione di Weigley22, McNamara


riassumeva lormai unanime convinzione degli storici a fondamento dei
no more citati in precedenza: nella cultura statunitense post-1945 emerge
che nella cultura statunitense post-1945 emerge la tendenza a separare nettamente guerra e politica23, tanto che il conseguimento degli obiettivi militari diventa fine a se stesso, mettendo in secondo piano gli scopi politici di
lunga durata. Nello spirito americano c una componente messianica: la
guerra ha un fondamento quasi religioso, parte di un destino manifesto,
il compimento di una missione di cambiamento24, laffermazione, contro
la barbarie di terroristi e dittatori, dei valori etici e democratici americani,
considerati universali25. A conferma di ci vi stato quel ribadire mission
accomplished al termine dei pi recenti conflitti (G.W. Bush, 2003; B.
Obama 2011): la vittoria diventa cos compimento di una liturgia bellica; tuttavia, nel realizzarsi si ferma anche il processo politico. Col tempo,
inoltre, lambito di questa missione si ampliato, coinvolgendo altri Paesi
che, da interesse secondario o periferico come appunto Afghanistan e Iraq,
sono diventati centrali di una missione nazionale tutta statunitense, ma
talmente difficili da gestire nel dopoguerra da compromettere gli iniziali
trionfi militari, com accaduto in Afghanistan e in Iraq.
Ci rafforza il parere dei pi critici secondo cui, ad eccezione del Viet-

22 Egli affermava infatti che, ad eccezione dei suoi primi giorni come nazione, raramente il concetto statunitense di guerra si estendeva oltre una vittoria militare schiacciante
sullavversario, e men che mai al dopoguerra; quindi, era solo limitato a vincere le battaglie. Russel F. Weigley, op. cit., Introduction.
23 Antulio J. Echevarria II, Reconsidering the American Way of War: US Military Practice
from the Revolution to Afghanistan, Georgetown U. P. , 2014.
24 Frederick Merk, Manifest Destiny and Mission in American History, Random House,
1966; William Pfaff, The Irony of Manifest Destiny: The Tragedy of Americas Foreign
Policy, Walker Books, 2010. Per alcuni si tratta di vocazione missionaria e aspirazione a
costruire imperi, Raimondo Luraghi, Gli Stati Uniti. Storia universale dei popoli e delle
civilt, Utet, vol. XVI, 1974, p. 652.
25 Secondo Greentree, op.cit., p.88, gli Stati Uniti seguono un modello fortemente influenzato dai testi di R. Osgood, Limited War: The Challenge of American Strategy, University of
Chicago Press, 1957, e Limited War Revisited, Westview Press, 1979, in cui afferma, attraverso facili confronti e false analogie, che lAmerica era stata costretta a rispondere con
la forza delle armi in guerre limitate per ci che considerava una minaccia esclusiva alla
sicurezza nazionale.
Storia della distopia militare

Lessons learned?

565

nam26 e della Corea, gli


Stati Uniti sono usciti
vittoriosi militarmente da
battaglie o da vere e proprie guerre soprattutto se
brevi (a iniziare dallIraq,
1991)27, ma non hanno
mai saputo trasformare
quelle loro vittorie militari in vittorie politiche,
con i relativi vantaggi
strategici di un dopoguerra, tanto da compromettere e far dimenticare totalmente i successi sul campo. Da qui i fallimenti in Iraq e Afghanistan imputabili al dilettantismo
militare28, ai limiti delle capacit militari americane29, o alla vaghezza degli
scopi30, o al tipo di guerra per sua natura invincibile (unwinnable), specie
dalle democrazie31; altri denunciavano una strutturale incapacit americana
a gestire politicamente gli effetti della vittoria militare32. Per costoro, infatti,
questo limite non ancora superato che va a compromettere lesito stesso
della missione; come se a imporsi nelle esperienze belliche statunitensi sia
anche quellaltra netta distinzione, senza continuit alcuna, fra wartime e
peacetime33, ribadendo cos che lobiettivo di qualsiasi intervento solo ed

26 J. Record, The Wrong War: Why We Lost in Vietnam, Naval Institute Press, 1998.
27 Richard N. Haas, War of Necessity. War of Choice: A Memoir of Two Iraq Wars, Simon and
Schuster, 2005.
28 Marco Moyar, Strategic Failure: How Presidents Obama Drone Warfare, Defense Cuts,
and Military Amateurism have Imperiled America, Simon & Schuster, 2015.
29 James H. Lebovic, The Limits of U.S. Military Capability: Lessons from Vietnam and Iraq,
John Hopkins U.P., 2010.
30 William C. Martel, Why Policymakers Are Confused About Victory, The Fletcher Forum of World Affairs, vol.35, No2, Summer 11, pp. 109-115
31 Gil Merom, How Democracy Lose Small Wars, Cambridge U.P., 2003.
32 Michael Vlahos, Cultures Mask: War and Change After Iraq, Johns Hopkins University
Press, 2004.
33 Questa era gi lopinione di Carnes Lord, American Strategic Culture in Small Wars,
Small Wars and Insurgencies, Winter 1992 e di Richard M. Ebeling and Jacob Hornberger
(Eds), The Failure of American Foreign Wars, The Future of Freedom Foundation, 1996.

566

Future Wars

esclusivamente la vittoria militare con poca, o pressoch nulla, attenzione


per il dopo conflitto e tutto ci che ne deriva, dal peace-enforcement, messa
in sicurezza, stabilizzazione sino allo state-building. La lunga permanenza
di truppe statunitensi diventa cos occupazione militare straniera: una immagine, quindi, negativa e colma di interrogativi per chi la subisce circa
il futuro del proprio Paese che, in tal modo, sembra essersi consegnato ad
estranei per cultura e identit; ben altra cosa, quindi, rispetto allimmagine
delle forze armate statunitensi liberatrici lEuropa dal nazifascismo.
Vietnam
Ed in questo grave limite non ancora superato che gli Stati Uniti dimostrano di non aver saputo cogliere le lezioni del passato, in particolare
quelle del 1941-45, quando, insieme ai loro alleati, posero in essere un nuovo ordine politico ed economico mondiale e finanziando la ricostruzione
dellEuropa e del Giappone crearono le basi di una duratura fidelizzazione
ai valori di quellAmerican way of life che portava con s libert, democrazia e benessere; era il winning hearts and minds di McNamara. Questo
limite nella visione della guerra e della politica a lungo termine34 ha finito
non solo per invalidare i risultati positivi degli interventi militari passati,

34 Peter Schwartz, The Art of the Long View: Planning for the Future in an Uncertain World,
Doubleday, 1991.
Storia della distopia militare

Lessons learned?

567

ma rischia pesantemente di compromettere quelli attualmente in corso,


come lAfghanistan o nuovamente lIraq, viste le pericolose incognite di un
contesto di disordine mondiale, con attori, nemici, alleati e obiettivi ancora
molto confusi e non definibili.
Eppure il conflitto in Vietnam aveva gi permesso di sperimentare un
approccio diverso, riassumibile nel
concetto di One War del generale C.W.
Abrams, ossia la strategica necessit di
integrare lintervento armato statunitense con il combattimento, laddestramento e la guida delle forze locali, sino
alla ricostruzione economica e sociale
del Paese in cui si era combattuto35.
One war, quindi, doveva essere l obiettivo politico prioritario e integrante
la sicurezza e lo state-building. Questo approccio concettuale venne, per,
ignorato nei conflitti che seguirono, salvo poi riemergere prepotentemente
per la sua strategicit nelle emergenze in Iraq (e la Surge, 2007) e in Afghanistan (2010), da cui la contrastata esperienza e relativa eredit dottrinale del generale Petraeus.
Proprio perch lAmerican way of war da sempre vincolato ad una
narrativa culminante nella vittoria 36, sul suo significato e sugli sforzi per
ottenerla che si incentrato il dibattito dottrinale, al fine di comprendere
gli errori, a iniziare dalle sventure in Vietnam. Secondo il colonnello Harry
G. Summers (1932-1999), autore del testo di impronta neo-clausewitziana
che dal 1982 ha maggiormente influenzato lanalisi militare e le lezioni

35 James H. Willbanks, Vietnamization: An Incomplete Exit Strategy, in Brian M. DeToy (Ed), Turning Victory into Success: Military Operations After the Campaign, Combat
Studies Institute Press, 2004.
36 William C. Martel, Victory in War. Foundations of Modern Policy, Columbia U. P. , 2006
offre un ampio spettro del significato di vittoria per gli Stati Uniti dalle loro origini sino
alla guerra in Iraq.

568

Future Wars

tratte dal conflitto37, gli Stati Uniti furono sconfitti perch, a differenza
della seconda guerra mondiale, in cui guerra convenzionale e alto volume
di fuoco li avevano portati al successo militare dallEuropa al Pacifico,
non ebbero la forza di andare fino in fondo. A suo parere, e smentendo
anche i documenti ufficiali, in Vietnam gli Stati Uniti avrebbero abbandonato totalmente quel concetto di vittoria e poi, di fatto, anche le tattiche
pi idonee per ottenerla. Dopo loffensiva del Tet (gennaio 1968) abbandonarono, infatti, lefficace strategia del generale Westmoreland, basata sul puro e semplice annientamento del nemico (search and destroy)38,
facendosi imporre da Giap una guerra apatica (ossia di attrito) dove il
fattore decisivo non sta pi nella dissimmetria delle capacit militari ma in
quella della posta in gioco (vitale per Hanoi e limitata per Washington). La
conseguenza stata la sostituzione della vittoria con lexit strategy, dove
lobiettivo delle operazioni militari non pi imporre la propria volont
sul nemico ma semplicemente uscire dal pantano. Ipnotizzato dallantiguerriglia, tanto da farne un dogma39, il Pentagono aveva perso di vista lo
scopo politico dellintervento americano, ossia il contenimento continentale della minaccia comunista e delleffetto domino. In realt, la vittoria
di Hanoi non ebbe affatto le conseguenze temute ma, al contrario, permise
la creazione di un contrappeso allespansionismo cinese, oggi prezioso per
gli Stati Uniti. E del resto, sia pure retrospettivamente, lo stesso McNamara riconobbe che, anche mettendosi nella prospettiva del 1963, il timore
delleffetto domino era stato esagerato40.
Di fatto, quel conflitto fu la prima manifestazione di una tendenza per
gli Stati Uniti, poi cronicizzata con la guerra al terrore dopo l11 Settembre
ed evidenziata da alcuni autori41, ossia di combattere secondo le regole
37 Harry G. Summers, On Strategy: A Critical Analysis of the Vietnam War, Presidio Press,
1982.
38 In contrasto con Summers, Andrew F. Krepinovich Jr (The Army and Vietnam, Johns
Hopkins U. P. , 1986), sottolinea lassoluta autoreferenzialit degli stati maggiori americani, lerrata interpretazione della natura del conflitto e il perseverare nellillusione di poter
mantenere liniziativa tattica grazie alla potenza di fuoco.
39 Di ci convinto Alex Calvo, US Strategy in Afghanistan: Learning from the Past, Eurasia Studies Society of United Kingdom Journal, Vol. 4., No.1 2015.
40 Robert McNamara, op. cit.
41 Lloyd C. Gardner and Marilyn B. Young (Eds), Iraq and the Lessons of Vietnam: Or, How
Not to Learn from the Past, The New Press, 2007.
Storia della distopia militare

Lessons learned?

569

e nellambiente imposti dal nemico, sempre a scapito di una conclusione vittoriosa e definitiva del conflitto: in pratica, solo il nemico che ha
condiviso il modo di combattere americano ha assicurato agli Stati Uniti i
maggiori successi in guerra42.
Supremazia convenzionale vs counterinsurgency
Ci derivato da una cultura militare ristretta e limitata nel suo approccio ai conflitti nel corso della guerra fredda43, che ha finito per privilegiare
in maniera esclusiva la supremazia convenzionale, unica, a suo avviso,
in grado di far vincere, e anche velocemente44. Tuttavia, come sottolinea
Record, ci ignora un tranello, in quanto la saggezza convenzionale
pericolosamente narcisistica45, perch parte dal presupposto che solo gli
Stati Uniti possono sconfiggere gli Stati Uniti, eludendo cos un nemico diverso, come quello da loro stessi incontrato nei vari conflitti, dal Vietnam
allattuale Afghanistan, e per lo pi insurgent o, secondo David Kilcullen,
accidental guerrilla46. Ne deriva che le forze e le dottrine tattiche statunitensi odierne sono a stento ottimizzate per quelle missioni, per cui sono
anchesse accidental counterinsurgent.
Ci dovuto alle caratteristiche militari della GWOT, analoghe alle
guerre coloniali dellOttocento e a quelle di indipendenza africane del Novecento, tanto che per venirne a capo si sono andati a rispolverare i vecchi
trattati di sir Charles Edward Callwell (1859-1928)47 e di David Galula

42 Michael Vlahos, Cultures Mask, op. cit.


43 Michael Lind, Vietnam. The Necessary War, Simon and Schuster, 2013.
44 Idee riassunte nel famoso addio di MacArthur dopo la sua sostituzione in Corea: Quando c una guerra non vi alternativa che applicare qualsiasi mezzo per portarla a termine
velocemente. Lobiettivo di ogni guerra sempre la vittoria, non lindecisione prolungata.
In guerra non vi alternativa alla vittoria. Farewell Address to Joint Session of Congress,
19 April 1951, in Jay M. Shafritz, Words on War: Military Quotations from Ancient Times
to the Present, Prentice Hall, 1990.
45 Jeffrey Record, The American Way of War. Cultural Barriers to Successful Counterinsurgency, Policy Analysis, no. 577, Cato Institute, September 1, 2006.
46 David Kilcullen, The Accidental Guerrilla: Fighting Small Wars in the Midst of a Big One,
Oxford U. P. , 2009.
47 Ch. E. Calwell Small Wars: Their Principles and Practice, University of Nebraska Press,
1996.

570

Future Wars

(1919-1967)48: campagne diverse da quelle in cui entrambe le parti detengono forze regolari49, e per lo pi non convenzionali (ossia non pi di
forza contro pari forza, per le quali la struttura militare statunitense ottimizzata), sino a quelle military operations other than war (MOOTW), con
nuovi protagonisti (non grandi potenze ostili, ma attori limitati, potenze
locali o addirittura soggetti non-statali), in cui prevalgono lasimmetria, la
lunga durata e la natura insurrezionale50, da cui una guerra esclusivamente
politica e per lidentit. Ad eccezione della seconda guerra mondiale e
della Corea, tutti gli interventi americani degli ultimi settantanni hanno
dovuto affrontare insorgenze: da presumere che anche in futuro il perno
su cui poggiare strategia e dottrina operativa dovr essere la counterinsurgency (COIN). Eppure, come si visto, essa , ed stata, la pi contrastata
a livello dottrinale. Il rifiuto della COIN, che A.J. Bacevich ha definito
ormai una religione51, una generalizzata avversione, cos profondamente radicata nelle forze armate americane, ad eccezione dei Marines, da
influenzare lintera pianificazione bellica.
Questa avversione dipende da vari fattori. In primo luogo, proprio
leccessiva fiducia, e il conseguente totale affidamento da parte del Pentagono, alla potenza di fuoco a lavish use of firepower, secondo la definizione di Thomas Mahnken52, e questa s una lezione diretta e appresa
48 David Galula, Counterinsurgency Warfare: Theory and Practice (1960), Greenwood,
2006. Cfr. la biografa di A. A. Cohen, Galula, The Life and Writings of the French Officer
Who Defined the Art of Counterinsurgency, Praeger, 2012.
49 Secondo Thomas X. Hammes (The Sling and The Stone: On War in the 21st Century, Zenith
2004, pp.3-5) la guerra contro un nemico non convenzionale lunico genere di guerra che
lAmerica ha sempre perso; come un unico potente Golia abbiamo temuto che i David del
mondo avessero trovato una fionda e una pietra efficaci. Jeffrey Record, Why the Strong
Lose, Parameters, Winter 2005-06. Id., Beating Goliath: Why Insurgencies Win,
50 Max Boot (The Savage Wars of Peace: Small Wars and the Rise of American Power, Basic
Books, 2002) ribatteva peraltro che gli Stati Uniti sono stati impegnati pi a lungo in small
wars (Frontiera, Boxer, Filippine, Centroamerica, Medio Oriente, Balcani) che nei conflitti maggiori (guerre mondiali, Corea, Vietnam) e che le esperienze minori sono altrettanto
costitutive dellAmerican way of warfare; Antulio J. Echevarria II, An American Way of
War of Way of Battle? Strategic Studies Institute.
51 Andrew J. Bacevich, The New American Militarism: How Americans Are Seduced by War,
Oxford U. P. , 2013.
52 Thomas G. Mahnken, Technology and the American Way of War Since 1945, Columbia U.
P. , 2010.
Storia della distopia militare

Lessons learned?

571

dallesperienza dellUnione nella Guerra Civile53 e, inevitabilmente, alla


supremazia della tecnologia (soprattutto aerea), che permette di combattere guerre pulite e a buon mercato54. La sua infallibilit diventata,
secondo la definizione di Vlahos, un talismano, al contempo feticcio e
portatore di vittoria55. Del resto la Revolution in military affairs (RMA)
technology-driven e decisamente auto-referenziale56.
In una COIN warfare, tuttavia, la potenza di fuoco lultima risorsa,
mentre la massima moderazione e il discernimento nellapplicare la forza
sono gli elementi tattici risolutivi. In essa non c un nemico egualmente
potente, facilmente identificabile e compatto da accerchiare e distruggere,
appunto, con la superiorit di un armamento convenzionale come quello
proprio degli Stati Uniti.
Inoltre, linsurgency , in gergo, uno slow affair, incompatibile con la
tradizionale e spiccata tendenza statunitense allaccelerated military speed,
ossia a porre fine velocemente a un conflitto in quanto male da eliminare al
pi presto e con minori perdite. Questultima stata, infatti, a fondamento
della shock and awe del Pentagono in Iraq, a guida Rumsfeld, dal 2003 al
2006, tattica che doveva dimostrare la dimensione e la precisione breve
ed esplosiva57 della potenza militare statunitense. Limpazienza58, per, di
cui la shock and awe pervasa, si sempre rivelata controproducente strategicamente, in particolare nelle esperienze statunitensi perch il nemico
collassa ma pu riapparire nei panni di insurgent e riprendere a combattere. Il conflitto in Vietnam, come per le vicende dei talebani in Afghanistan
e del Daesh in Iraq sembrano, infatti, confermare questo insegnamento.

53 Raimondo Luraghi, Storia della guerra civile americana, Einaudi, 1966, P. IV.
54 Francis Fukuyama, America at the Crossroad: Democracy, Power, and the Neoconservative Legacy, Yale U. P. , 2006, p.36.
55 Michael Vlahos, Fighting Identity: Why We Are Losing Our Wars, Military Review, November-December 2007.
56 Una prima voce molto critica al riguardo quella di Stephen Biddle, Victory Misunderstood: What the Gulf War Tells Us About the Future of Conflict, International Security,
Vol. 21, No. 2, Fall 1996.
57 Joseph A. Camilleri, Iraq, the Illusion of Security and the Limits of Power, in Benjamin
Isakhan, The Legacy of Iraq. From 2003 War to the Islamic State, Edimburgh U. P. , 2015.
58 Colin S. Gray, op. cit.; Samuel R. Berger and Brent Scowcroft, The Right Tools to Build
Nations, Washington Post, July 27, 2005.

572

Future Wars

Vietnam Syndrome superata?


La vasta e condivisa presunzione contro un approccio diverso, come
evidenziato da D. Lansdale59, dovuta, appunto, alla saggezza convenzionale, che non ha voluto apprendere gli insegnamenti del passato e ha
avuto il sopravvento; da ci, quindi, una cultura60 che, da oltre quarantanni, sollecita soluzioni esclusivamente tecnologiche a problemi prettamente
strategici, sino a rimuovere gradualmente il fattore umano come conduttore chiave sul campo, dispensandolo dal combattimento (e addirittura
dallintelligence) e relegandolo, quindi, pi a funzioni di polizia in un dopoguerra, soprattutto se prolungato, che gli Stati Uniti per sembrano incapaci a gestire. La preminenza della tecnologia, poi, diventata evidente
nella GWOT o long war contro il terrore61, con la svolta impressa dallamministrazione Obama dopo il ritiro dallIraq nel 2011, e con il conseguente
maggior uso di droni62 e di forze speciali nei santuari dei terrorismo qaedista, dal Pakistan allo Yemen e Somalia.
Guerra intesa come continuit di una politica e dei suoi valori, e un
post-conflitto di stabilizzazione attraverso la piena realizzazione di un processo che per gli Stati Uniti doveva portare al progresso del genere umano
e alla costruzione del migliore dei mondi possibili: questi obiettivi strategici sono stati dimenticati o comunque trascurati, a favore di altri, tattici
e limitati da ottenere con la superiorit tecnologica e relativa potenza di
fuoco, chirurgica e pulita, di cui il contrasto al terrore con lesclusivo uso
dei droni lesempio pi evidente. I targeted killings, tuttavia, non sono
stati cos mirati, e giustificare uccisioni di civili come danni collaterali
ha solo esasperato lanti-americanismo63 l dove, come in Pakistan e in

59 D. J. Lansdale, The Nature of War in the Information Age, Frank Cass,2004, p.9.
60 Stephen Metz and Raymond Millen, Insurgency and Counterinsurgency in the 21st Century, U.S. Army War College, November 2004.
61 Christopher G. Pernin, Brian Nichiporuk, Dale Stahl, Jutin Beck, Ricky Radaelli-Sanchez,
Unfolding the Future of the Long War, RAND Corporation, 2008.
62 William Arkin, Unmanned: Drones, Data, and the Illusion of Perfect Warfare, Little,
Brown US, 2015.
63 J. Record, Ready for What and Modernized Against Whom? A Strategic Perspective on
Readiness and Modernization, Strategic Studies Institute, US Army War College, 1995;
William M. Hammond, Public Affairs: The Military and the Media, 1962-1968, Center of
Military History, US Army, Vol.1, 1988; Id., 1968-1973, Vol.2, 1996; Andrew Hoskins,
Storia della distopia militare

Lessons learned?

573

Yemen, gli Stati Uniti necessitavano, e necessitano


ora, di appoggi e di alleanze politiche.
Linterpretazione
di
Summers serv tuttavia a
formare quella che stata
definita la post-Vietnam
reconstruction64
allinterno del DoD, ossia un
giudizio auto-assolutorio
sulle cause della sconfitta65 e, di conseguenza, a rafforzare la convinzione di un no more Vietnam ma anche una cultura assai prevenuta verso
la COIN, specie nellesercito. Da questa deviata interpretazione di quel
conflitto, senza averne appreso gli insegnamenti ma al fine di superare la
Vietnam Syndrome, inevitabilmente derivarono dottrine incentrate sulluso
di una forza predominante, che privilegiavano la supremazia tecnologica pure in contesti di guerre limitate, come la Weinberger-Powell (prima
guerra del Golfo, 1991) e quella Rumsfeld che concepiva un ridotto impiego di uomini ma pi Forze Speciali, per contenere le perdite sul campo
(Afghanistan dal 2001 e Iraq dal 2003). Proprio lennesimo disastro in Iraq
port alla svolta, radicale rispetto alle precedenti, con la controversa e contrastata dottrina Petraeus66 (Iraq Surge nel 200767, Afghanistan 2010)68, ossia la combinazione di hard e soft power attraverso un organismo militare
flessibile, in grado di offendere ed eliminare il nemico anche e soprattutto
con lapporto di elementi autoctoni, da addestrare e armare.
Televising War: from Vietnam to Iraq, Continuum, 2005.
64 Nerveagent, Clausewitz on Vietnam: The Summers Thesis, online nel sito Vision of Empire, 17 marzo 2010.
65 John A. Nagl, Learning to Eat Soup with a Knife: Counterinsurgency Lessons from Malaya and Vietnam, Chicago U. P. , 2002.
66 Steve Coll, The Generals Dilemma. David Petraeus, the pressure of politics, and the road
out of Iraq, New Yorker, Sept. 8, 2008.
67 Peter R. Mansoor, Surge, Yale U. P. , 2013.
68 Peter C. Choharis and James A. Gavrilis, Counterinsurgency 3.0, Parameters, Spring
2010.

574

Future Wars

Human terrain come insegnamento?


Questa s che riprendeva linsegnamento dellesperienza nella seconda met della guerra nel sud Vietnam, di quella clear, hold, rebuild and
engage del generale Abrams secondo cui, quando unarea era stata posta
in sicurezza, lobiettivo prioritario delle forze militari statunitensi doveva
consistere nel suo mantenimento anche attraverso la ricostruzione sociale
ed economica in un processo di coinvolgimento della popolazione. Questo
approccio (sociologico, antropologico, linguistico etc.) sarebbe diventato
in seguito la base per quel programma Human Terrain System (HTS)69
dellUS Army che, anche se non esplicitamente, accoglieva quello multidisciplinare teorizzato da Galula70.
Coinvolgere gli elementi locali permetteva, infatti, un vantaggio tattico
considerevole, ossia togliere liniziativa militare al nemico. In pratica,
era ribadire un concetto strategico elementare ma da tempo trascurato dai
vertici del DoD a favore di interventi ipertecnologici rapidi e di potenza,
ossia che un dominio o uno status favorevole, una volta raggiunti, debbono
essere mantenuti e non necessariamente con limposizione di una forza
predominante: sicurezza, legittimazione di un nuovo governo e riconci69 Roberto J. Gonzales, American Counterinsurgency: Human Science and the Human Terrain, Prickly Paradigm Press, 2009.
70 David Galula, Counterinsurgency Warfare, op. cit.
Storia della distopia militare

Lessons learned?

575

liazione fra le parti, erano ora i principi chiave della dottrina Petraeus. In
definitiva, non si trattava solo di aumentare la presenza militare (surge,
appunto) o di impiegare massicciamente alta tecnologia contro insurgents,
ma di ripristinare lo strategico legame fra obiettivi militari e dimensione
politica. Ecco riemergere il limite dovuto alla separazione fra guerra e politica. Il successo operativo del 2003 in Iraq non era collegato ad una strategia politica di lungo periodo, come appunto dimostrarono le decisioni
sulla de-baathificazione e lo scioglimento della struttura di sicurezza irachena in seguito riconosciute come controproducenti, ma in realt chiare
manifestazioni del limite statunitense e, soprattutto, di lezioni mai apprese.
Non un caso che la dissertazione accademica finale di Petraeus era
stata proprio sulle lezioni della guerra del Vietnam71 e le relazioni fra militari statunitensi e popolazioni locali, in particolare nel dopoguerra: a
quella esperienza cos lontana nel tempo, Petraeus associ in Iraq, e in seguito in Afghanistan, la consapevolezza oggi manifesta ma non di certo
allora della comparsa dopo l11 Settembre di un nemico e di un contesto
conflittuale totalmente nuovi, in cui gli Stati Uniti erano stati chiamati a
porre in essere la loro ennesima missione contro il male.
Il Vietnam, con la One war e lhuman terrain aveva, quindi, gi dato
71 David H. Petraeus, Lessons of History and Lessons of Vietnam, Parameters, Autumn
1986.

576

Future Wars

tutte le risposte anche ai dilemmi attuali di come affrontare i nuovi nemici per lo pi attori non-statali che propongono comunit alternative alla
cultura stato-centrica, per cui transnazionali e anche virtuali, che mettono
radici e diffondo lidentit attraverso una loro rete mondiale. Perch di
questo che si tratta, ossia di guerre per l identit l dove sono finite le
ideologie e dove si consumato il fallimento di modelli occidentali, come
nel Vicino Oriente e in ogni luogo dove prevalgono instabilit politica,
disuguaglianze, settarismo intransigente e violenza.
Anche lAmerican way of war , ed sempre stato, in fondo, un rito e
una celebrazione di identit; tuttavia, ha perso nel tempo la sua vocazione
missionaria degli alti valori etici e politici di cui lAmerican way of life
pervasa, sostituendoli, con la presunzione di superiorit della propria
tecnologia bellica, con quelli prettamente economici ed industriali, che
hanno finito cos per imporsi nella visione politica e strategica dei conflitti.
Ecco, quindi, unaltra lezione mai appresa che ha portato a intendere la
guerra come la continuazione delleconomia e degli interessi finanziari e
industriali, con i loro valori dominanti come il profitto e la privatizzazione
invasivi anche di settori sensibili, tanto da deviare e compromettere la gestione del campo di battaglia, come dimostra lampio utilizzo dei contractors, dalla logistica allintelligence in Iraq. A ci si aggiunta la negazione
della preminenza del fattore umano, il pi difficile da costringere in modelli teorici; il pi pericoloso abbaglio circa la natura delle nuove guerre
e la dimostrazione di non aver compreso il monito di Eisenhower contro
i rischi di affidare la leadership politica ed etica statunitense al military
industrial complex.
Se questi limiti non verranno compresi e abbattuti, alla domanda lessons learned? non si potr mai rispondere se non che si tentato di superare traumi, sindromi e frustrazioni da cui, per, dipende ancora una catena
di no more che sembra non volersi interrompere.

Storia della distopia militare

577

Clausewitzs Categories of War


by Christopher Bassford

ot long after the US invasion of


Iraq in 2003but long enough
for almost everyone except the
Bush White House and the Department of
Defense to recognize that the occupation
of Iraq was not going as promisedI had
an opportunity to receive an authoritative
briefing on the progress of Operation Iraqi
Freedom. Three US Army colonels on the
faculty of the National War College had
offered to provide the Colleges faculty
with their assessment. The first line of the
briefing was As you know, our objectives
in Iraq have been quite limited.
It is difficult to recount this occurrence without lapsing into incredulous sarcasm. Yes, we will invade and occupy this alien state; thoroughly
destroy its military forces (those not killed will be disarmed and thrown
into the street with no jobs, pensions, nor futures); exterminate the ruling
dynasty; hunt down its other political leaders; remove the entire ruling
political party from influence; displace the entire traditional ruling ethnic
group; and radically alter the states political, legal, and economic systems.
In the process, we will utterly alter the geo-political balance of power in
the region. And then we will see an explosion of democracy throughout
the Middle East.
In what universe, one might well ask, could such intentions constitute
limited objectives?
Let me pause to note that these briefers were not dunderheads. The military faculty of the U.S. National War College is of high quality and is rigorously selected. Most of the three briefers had Ph. D.s. All had extensive
experience both in Joint military operations and on high-level staffs (in-

578

Future Wars

cluding White House and Congressional staffs). Two had actually taught
the Colleges Theory and Nature of War course, including classes on the
theories of Carl von Clausewitz and on Limited War (a case-study of
the Korean War, 1950-53). Clearly, the briefers were attempting to apply
Clausewitzs concept concerning the variable relationship between political objectives and military objectives. And yet they were quite unable to
make any sense with it. Unfortunately, such confusion is widespread.
To a considerable extent, the explanation lies with Clausewitz himself.
He was an eclectic, experimental thinker who ruthlessly tested his own
evolving theories about war. If they failed his tests, he revised them. As a
result, his concepts and the terminology he used to describe them changed
over time. His most famous book, Vom Kriege (On War),1 was compiled
posthumously from a set of sporadically revised manuscripts of varying
and uncertain dates written between 1816 and 1830.2 While Book 1 was
carefully revised quite late in his life and is considered to reflect his most
advanced thinking, 3 he never had a chance to completely revise the rest of
the book to match. Therefore the existing book preserves, in a somewhat
disorderly way, various states of its authors evolutionary process.
While Clausewitz is often described as a strategic theorist, the body of
theory he developed extended well beyond the confines of strategy. For
many important subjectsfor instance, his arguments concerning the nature and proper use of military theory, his concepts about history and their
implications for military education, his ideas concerning the relationship
between the strategic defense and offense, the relationship between political and military activity, the character of military geniusthe fact that he
died unexpectedly before finishing the book does not seem to pose much of
a problem. His treatment of many related issues is convincing throughout
1 Carl von Clausewitz, Vom Kriege, vols. I-III of Hinterlassene Werke des Generals Carl
von Clausewitz ber Krieg und Kriegfhrung (Berlin: Dmmlers Verlag, 1832-37). On
War, ed/trans. Michael Howard and Peter Paret (Princeton University Press, 1976/84).
2 Clausewitzs prefatory notes might have helped sort this out, but the notes themselves, and
the debate over their correct dates, are a source of much uncertainty. See Azar Gat, Clausewitzs Final Notes, Militrgeschichtliche Mitteilungen, v.1 (1989), 45-50, which has
sparked much debate ever since.
3 While Book 1, Chapter 1, What is War? is widely discussed, less attention is paid to
Chapter 2, Purpose and Means in War, which has equal relevance to our subject here.
Storia della distopia militare

Clausewitzs Categories of War

579

On War because he is an acute observer of people and events, achieving


coherence despite the fact that his observations are made through an ever-evolving conceptual and terminological lens. The confusion concerning
many issues can safely be blamed on the inattention of readers.
In the area of strategic analysis, however, the preservation of Clausewitzs evolutionary trail in On War has proven to be extremely problematic. If the first of all strategic questions and the most comprehensive
is to establish the kind of war on which [we] are embarking; neither
mistaking it for, nor trying to turn it into, something that is alien to its nature,4 we need to understand what kinds of war Clausewitz expected us
to choose among. Unfortunately, he left us with several different ways of
categorizing war, to which confused or creative readers have added more.
Given the power, importance, and influence of Clausewitzs ideas, modern
thinkers attempting to apply Clausewitzian theory to real-world problems
(past, present, or future) should seek to understand his earlier terminology,
but they should also reject it and use his most mature analytical structure.
In this article, I therefore propose to examine a number of categories
of war that Clausewitz developed for various purposes (and one that he
didnt) and to consider how and why his terminology changed over time.
These categories include (in alphabetical order):
Absolute War
Ideal War
Real War
Total War
War of Limited Objectives
War to Render Our Opponent Militarily or Politically Helpless
Broadly, my argument is this: On War, in the state Clausewitz left it
in 1830, is an incomplete record preserving various states in the evolution of his thinking over a rather long period. The book nevertheless has
tremendous coherence: the overall structure is sound and many aspects
can be considered fully developed. That is not the case with regard to his
quest to derive a conceptual structure for strategic analysis that would sur4 On War (Book 1), pp.88-89.

580

Future Wars

vive historical change, both past and future. He was initially biased by
what appeared to be the success of the warfare ushered in by the French
Revolution. His own formative experience was shaped by the conservative powers struggle to cope with, match, and eventually exceed the energy and competence of warfare as it was waged by Napoleon Bonaparte.
Only gradually was he forced by the study of history, reflection on his
own experience, and contemplation of the future to recognize the infinite
variation manifested by war in the real world and to respect the choices
made by competent governments and commanders who chose to wage
war in different modes. Clausewitz therefore sought to identify key factors
inherent in politics and war that underlay and drove that variation. He
found those factors in the political context and objectives of the powers
at war, the differing military objectives that supported those political objectives, and the asymmetrical relationship between offense and defense.
The most confusing of the terms with which he experimented is the notion
of absolute war, which is very widely referred to in the general literature
about war. The problem, however, is that absolute war represents an intermediate stage, not the final development, in Clausewitzs evolution. It
appears almost entirely in Book 8, War Plans, but his discussion of it
there is experimentalprobing and inconsistent. Ultimately, he dropped
the term altogether and modified its underlying elements so fundamentally that we must consider the notion rejected. It is very often presented as
Clausewitzs prescription for correct war-making, the opposite to limited
war, the equivalent of total war, or a synonym for real, true, or ideal
war.5 These depictions are incorrect, but the nature of the error depends on
which of the shifting versions of absolute war is being addressed. Clausewitzs most mature treatment of the problem, in Book 1, more successfully
confronts the same factors not resolved in Book 8.
In this short article, I cannot describe in detail either Clausewitzs evolution or the wildly varying uses made of his shifting categorizations of
war in the wider military literature, nor show how those shifting terms relate to Clausewitzs other propositions. I do not believe that the former can
5 Certainly total war, ideal war, and absolute war do sound rather alike. Equating them
makes perfect sense to people who have not actually read the book. Unfortunately, that
group includes many people who write about it.
Storia della distopia militare

Clausewitzs Categories of War

581

be done with any precisionthe necessary evidence simply does not exist.
The latter would require a complete rehashing of On War. This is simply
a discussion of the categories of war used by or attributed to Clausewitz,
based on my own perception of his evolving logic.
***
Clausewitz seems to have started out with the assumption that war is
a single, unified phenomenon. Over time, he came to recognize the great
variation in the wars of history and of his own extensive experience. At
first, this variation appeared to be driven simply by fluctuations in the energy and competence with which warfare was pursued.
By the time Book 8 reached its present form, however, Clausewitz was
well aware that this linear view is inadequate. He saw that warfare naturally bifurcates into two fundamentally different types or forms in what is
often referred to as the dualism of war. In Book 8 he struggled to justify
that duality, usually presenting one side of it merely as a superior replacement for the other. Looking for a label for the high end of the spectrum, he
came up with the term absolute war.
The word absolute appears very frequently in On War (114 times in
the original German).6 It is generally used in the philosophical sense of
extreme perfection in some quality or condition (e.g., truth, superiority,
uselessness, panic, security, resistance, flatness of the ground, etc.).7 The
formal term absolute war, however, appears only six times in On War,
only once8 outside of Book 8. Its conspicuous total absence in Book 1 implies that Clausewitz found important reasons to drop it.
We must be careful what we mean by types of war. Clausewitz con6 Counting the number of times a phrase appears in On War may not, however, offer much
guidance as to either its importance in Clausewitzs thinking or its influence on his readers. Clausewitzs famous trinity, for example, is mentioned only once (p.89), and one
struggles to find clear references to it elsewhere. It nonetheless seems to powerfully capture Clausewitzs overall approach.
7 It appears in other senses, of course, e.g., absolute numbers versus the actual relative power of two forces.
8 Near the end of Book 6, Defense (p.488-9), where absolute war and an alternative that
Clausewitz was considering, true war, appear together. The latter term, with which the
Clausewitzaphobic John Keegan was obsessed [see John Keegan, A History of Warfare
(New York, Knopf, 1993)], appears only twice in this sense.

582

Future Wars

stantly emphasizes the interactive nature of warfare. Logically therefore,


to describe a type of war should require a description that characterizes
the interaction of all the contending powers, but he often uses the word
war in a confusing, purely unilateral sense. The phrase war of limited
aim is confusing because war is interactive while aims are unilateral, and
the phrase may describe only one sides approach. A similar confusion occurs when Clausewitz says that war is an instrument of Politik.9 He fails
to distinguish clearly between military force, which each side employs
as a tool of its own unilateral policy, and war, which is an instrument of
[interactive] politics in the sense in which a basketball court is an instrument of sports. War to disarm our opponent is not so confusing: it clearly
refers to only one sides interests. Sometimes Clausewitzs description of
absolute war does describe a bilateral, high-energy, powerfully motivated
conflict that, in principle, culminates in a distinct resolution of the issues
between the opponents.10 But this definition is problematic, for the same
reason that any definition of absolute war is problematic: Clausewitz was
changing his mind even as he wrote about it. In other places, absolute war
is practiced unilaterally by Napoleon in his victories over the backward
conservative powers, who are practicing the other form. Its relationship
to reality varies: Clausewitz says in one place that with our own eyes we
have seen warfare achieve this state of absolute perfection.11 Elsewhere,
Napoleon only approximates a Platonic ideal, as absolute war has never
in fact been achieved.12 There, it is an unachievable abstraction similar to
Book 1s logical fantasy of ideal war. Ideal war, however, is not only
unachievable; it must be rejected as a model for real-world emulation. In
the probing, experimental writing of Book 8, absolute war remains the

9 The confusion is amplified, in this case, by our own dilemma over whether to translate
Politik as the English languages interactive politics or its unilateral policy.
10 Clausewitzs last and most sophisticated historical campaign study, Der Feldzug von 1815
in Frankreich (Berlin: Ferdinand Dmmlers, 1835), written c.1827-30, described a war to
which the absolute-as-bilateral-real-war approach might reasonably have been applied. It
is also extremely easy to interpret Clausewitzs treatment through the language of Book 1.
In fact, however, the study is written in very pragmatic prose without overtly presenting
any grand theoretical framework. The word absolute does not appear.
11 On War (Book 8), p.580. Emphasis added.
12 On War (Book 8), p.582.
Storia della distopia militare

Clausewitzs Categories of War

583

form the warfighter must strive for when he can or when he must.13
Thus in most of Book 8 there still exists a linear spectrum of warfare, a
low-energy/low competence form at one end and a high-energy/high-competence form at the other. Clausewitz characterized the low end as wars of
observation, applying that lifeless imagery to all warfare of the pre-revolutionary era, thus casting doubt on its legitimacy.14 It was something incoherent and incomplete.15 At the opposite extreme were savage spasms
of violence in which armies were smashed and states reduced to begging
for peace. He recognized, however, that the extreme form was rare among
civilized peoples, and understood early in his evolution that politics was
both the driving and the moderating force.16 The French Revolution had
clearly injected a great deal of energy into this system, and Napoleon Bonaparte had injected a great deal of competence; both were gradually absorbed and finally mastered by his opponents.
The key aspects of absolute war are not merely its energy, violence, and
competence, but also its decisiveness: it is completely governed and saturated by the urge for a decision.17 Clausewitz is looking for an event that
actually decides something of great political importance, the decision to

13 On War (Book 8), p.581.


14 In Clausewitzs view, the conservative powers continued to wage such war until c.1809 or
later.
15 On War (Book 8), p.580. Lumping pre-1789 wars together under the label War of Observation is odd and is clearly an unsatisfactory way to characterize many of the hard-fought
struggles of that era. It ignores vast contextual differences as well as the accomplishments
of Marlborough and Frederick. For instance, the 1704 Battle of Blenheima coalition battle on both sidesresulted in an annihilative victory by Marlborough and Eugene that is
strongly redolent of Jena or Waterloo.
16 Modern commentators tend to focus on the evidently novel notion that war is an expression of politics (which has always seemed particularly astounding to Americans). That
aspect of Clausewitzs thinking received little attention in the 19th century, evidently because it was common knowledge. See, for example, Wellingtons reluctant praise for Clausewitzs grasp of the relationship between policy and strategy in his reply to Der Feldzug
von 1815 in Wellingtons Memorandum on the Battle of Waterloo, 24 September 1842,
in Supplementary Despatches, Correspondence, and Memoranda of Field Marshal Arthur Duke of Wellington, edited by his son, the Duke of Wellington (London: John Murray,
1863), 10:530.
17 On War (Book 6), p.488-49. This is the single reference to absolute war (if we may call it
that) outside of Book 8.

584

Future Wars

make peace. A decisive battle leads directly to peace because it convinces


the loser that his own objectives are unachievable. The best alternative is
to accept his opponents minimum demands. That implies that the losers
decision matters. In the clearer formulation of Book 1, the objective of the
more energetic form of war is to render the political opponents decisions
irrelevant. Having been disarmed, he no longer possesses the military
means to prevent the victor from simply imposing his own conditions.
Note, however, that Clausewitz seldom envisions regime change, the
actual elimination of the political opponent. His wars end in peace treaties,
and the victorious and vanquished powers move on from there. For all the
absoluteness of Napoleons victories, his political objectivesvis a vis
the other Great Powers, at leastwere quite restrained by later standards.
Even Prussia, reduced in scale and power after the disasters of 1806-7,
occupied and drafted into a French-dominated coalition, did not see its
dynasty deposed.18
Nor do either absolute war or Book 1s ideal war in any way equate
to total war as that term was used in the 20th century and by critics of
Clausewitz like B. H. Liddell Hart, who called him the Apostle of Total
War.19 Total war is a prescription for the actual waging of war typified by
the ideas of General Erich von Ludendorff, who actually assumed control
of the German war effort during World War One. It requires the total subordination of politics to the war effortan idea that was anathema to Clausewitz. It makes the assumption that total military victory or defeat are the
only options, even when ones political objectives are limited (as was the
case for most of the Great Powers, most of the time, during the total war
of 1914-18). The concept of total war involves no suspension of the effects

18 One might argue that Spain was an exception to this, though whether Spain qualifies as
a Great Power by this time is dubious. In any case, the internal politics of Spain were
in such a state of dissolution that regime change no doubt appeared easier than any other
practical alternative. It nonetheless failed. The other great exception was the Allies determination to overthrow Napoleon personally in 1814 and 1815, but France itself emerged
not merely intact but as a full member of the Concert of Europe, with many aspects and
even personnel of the Napoleonic regime still in place.
19 Other than an accidental reference to a theater of war as the total war area (p.280), and a
hypothetical reference (on p.605, even if war were total war, with the clear implication
that it is not), the phrase total war does not appear in On War.
Storia della distopia militare

Clausewitzs Categories of War

585

of time and space, as did Clausewitzs pure abstraction of ideal war. Ludendorff was fully aware that his arguments were inimical to Clausewitz,
saying All theories of Clausewitz have to be thrown overboard!20
Nor does Clausewitzs frequent emphasis on the destruction of the
opposing force have anything to do with wars of extermination: that is,
they must be put in such a condition that they can no longer carry on the
fight. Whenever we use the phrase destruction of the enemys forces this
alone is what we mean.21
Understanding that historical processes are not linear,22 Clausewitz saw
that the lesser form might well alternate with the form manifested in the
revolutionary wars:
Not every future war is likely to be of this type; on the contrary, one
may predict that most wars will tend to revert to wars of observation. A theory, to be of any practical use, must allow for that likelihood.23 But it is
no more likely that war will always be so monumental in character than that
the ample scope it has come to enjoy will again be severely restricted.24

Clausewitz thus detected problems in his effort to paint absolute war


as the linear perfection of a singular phenomenon of war. Such warfare
remained historically rare, and even Napoleons example of its achievable
near-perfection did not appear likely to cause it to universally replace the
other form. Seeking to define absolute war more clearly, Clausewitz began
to recognize that each of these two forms could be appropriate, depending
on circumstances. Since both these concepts lead to results, theory cannot
dispense with either.25
A theory, then, that dealt exclusively with absolute war would either
have to ignore any case in which the nature of war had been deformed by
outside influence, or else it would have to dismiss them all as misconstrued.

20 Erich Ludendorff, Meine Kriegserinnerungen (Berlin, 1919), p.10, cited in Hans Speier,
Ludendorff: The German Concept of Total War, in Edward Mead Earle, ed., Makers of
Modern Strategy, pp.306-321.
21 On War (Book 1), p.90.
22 An understanding that evidently eludes the authors of such categories as fourth-generation and fifth-generation war, as well as the New Wars scholars, who view the wars of
the late 20th and early 21st centuries as a type rather than an accident of timing.
23 On War (Book 6), pp.488-9.
24 On War (Book 8), p.593.
25 On War (Book 8), p.583.

586

Future Wars
That cannot be what theory is for. Its purpose is to demonstrate what war is
in practice, not what its ideal nature ought to be. 26

Thus the idea of the singular perfection of the most violent form lost
its legitimacy, and with it the value of the word absolute. It might be possible to approach perfection in either form.
Absolute war was a conceptual failure for many reasons. The notion of
the absolute as the right form caused its author to redefine real war in
a manner quite different from the discussions of war in the real world
that appear outside of Book 8.27 It described a linear learning process that
could not account for the likely recurrence of non-absolute war. It did not
reflect much of the dynamic relationship between the strategic aggressor
and the strategic defender explored in Books 6 and 7, nor could it account
for wars in which neither side sought a decision. It hovered awkwardly
between the more intense spectrum of real-world war and a purely philosophical notion of perfection. The legitimization of non-absolute war, i.e.,
war of limited objectives, gains ground in Book 8 and the limited aim
appears as a formal goal in its concluding chapters.
The contradictions and failures of Book 8 demonstrate Clausewitzs recognition that the variety of war as we experience it in the real world does
not merely reflect a simple linear spectrum from weak and befuddled to
energetic and competent. It sparked his final acceptance that war actually has two foci or attractors, two legitimate tendencies which coexist and
must be respected, which we call (for convenience, but not quite accurately) limited and unlimited war. This realization had been brewing for
a long time. He was not fully forced to confront the inadequacies of his
earlier concepts and terms until he turned from historical analysis to future
planning. Required to do this by his own research design, he had to produce
an analytical structure applicable to a truly realistic variety of strategic futures. The confusing mix of terms in its nine chapters reflects the misfiring
of his initial concept for the discussion and his efforts to repair it on the fly.

26 On War (Book 8), p.593.


27 In most of On War, the term real war simply means war as it appears in the real world.
In Book 8, p.604, it refers only to the high-energy absolute form: the half-hearted war
does not become a real war after all.
Storia della distopia militare

Clausewitzs Categories of War

587

***
Book 1 represents the lessons learned in that struggle, though his language never achieved complete consistency. Clausewitz by no means radically changed his direction in Book 1; he simply pushed further down
the same path, making incremental but nonetheless profoundly significant
changes to several components of his argument and to the terminology
with which it was described. These can be summarized as follows:
The term absolute war is not replaced in Book 1 by another singular
phrase, but by a set of concepts or dialectical pairs that, taken together, are
far more able to account for the variety of war as we experience it in the
real world.
Many people (including myself) have assumed that ideal war is a synonym for absolute war. In Book 1, Clausewitz eliminated the ambiguity of
absolute war and set up a clear distinction between the pure abstraction
of ideal war on the one hand, driven to unachievable extremes outside the
boundaries of time, space, and mans political nature, and war in practical
reality on the other. It serves important purposes. First of all, ideal war
serves the function of an immovable benchmark. Unlike Napoleons style
of war-making, it is not going to be rendered obsolete by future developments. Secondly, ideal war is an exercise in pure logic, serving to demonstrate the dangers of rigid logic in the human social universe and forcing
the discussion to return to the practical domain of politics:
Even assuming this extreme effort to be an absolute quantity that
could easily be calculated, one must admit that the human mind is unlikely
to consent to being ruled by such a logical fantasy. since subtleties of
logic do not motivate the human will. war is dependent on the interplay
of possibilities and probabilities, of good and bad luck, conditions in which
strictly logical reasoning often plays no part at all and is always apt to be a
most unsuitable and awkward intellectual tool.28

Unfortunately, Book 1s dense abstraction seems to have stopped most


readers in their tracks, either because it seems so difficult to grasp, because it is so repellant in its violence, or, conversely, because some readers
take it as the books singular thesis and practical prescription, which, once

28 The first half of this quote is from Book 1 (p.78); the second from Book 8 (p.580).

588

Future Wars

grasped, obviates any need to plow through the rest.29


The dialectical opposite of ideal war is real war, which now returns
to its literal meaning encompassing war as it actually occurs, in all of its
variety. Within real war, there now appears a new dialectical pair of equally respectable options: two distinctive but legitimate types of objective.
The first is the limited aim, which can be defensive (pure defense aims
only at self-preservation; it has no positive aim of increasing the defenders power) or offensive (the attacker seeks only a modest goale.g., to
grab a piece of territory, to gain a bargaining chip, or to make the defender
give up some political objective of his own). The limited aim implies no
need to render the opponent helpless; the purpose of military operations is
merely to wear down his will to continue an unprofitable struggle, as the
American revolutionaries wore down Great Britains will to retain the 13
colonies, or as North Vietnam wore down the Americans will to maintain an independent Republic of Vietnam. Its dialectical opposite is the
aim of disarming the opponent, which may be the goal of an aggressor
or the optional riposte of a defender who has played his cards right. The
goal of military operations in that case is the destruction of the opponents
capacity for self-defense, rendering him unable to continue the struggle
regardless of his will to do so. Both of these military objectives may serve
either limited or extreme political objectives, depending on circumstances
and costs. They can be mixed and matched in multiple ways to suit the
changing circumstances of either side. Though Clausewitz envisioned the
political ends of warfare in rather civilized dimensions, this structure is
adaptable to far more savage political ends like those of Nazi Germany or
ISIS. One cannot exterminate helpless populations until one has stripped
away their military shield.
It is important to note that the character of a war in the terms of Book
1 is not determined by its scale, the resources committed, or the number
of casualties. World War One was, despite its enormous scale and sacrifices, a war of limited political objectives coupled with the pursuit of
military annihilation (achieved, in practice, via tactical attrition). On the
29 Strangely, the philosopher W.B. Gallie failed to detect the unreal character of ideal war,
probably because he assumed that it was part of the absolute war concept. See W.B. Gallie, Clausewitz Today, European Journal of Sociology, XIX (1978), 143-167.
Storia della distopia militare

589

Clausewitzs Categories of War

other hand, though rather modest in scale the 1989 U.S. invasion of Panama sought unlimited political objectives (the complete overthrow of the
Panamanian government) and accomplished the complete destruction (by
Clausewitzs definition) of Panamanian forces. Militarily, despite its low
casualties, it was a war of annihilation. The Cold War, in which the West
certainly sought and achieved massive political change in the Soviet Union, was militarily a war of limited aimindeed, almost pure defense.
North Vietnam waged a war of attrition against the United States, with the
limited political goal of exhausting the Americans will to preserve their
South Vietnamese ally; in the same space and time, it pursued an unlimited
war of annihilation aimed at disarming the south, with the unlimited political goal of eradicating the southern state and fully absorbing its people
and territory. The 2003 US invasion of Iraq employed a strategy of military
annihilation to disarm Saddams state, permitting the imposition of political objectives as extreme as any in history. All of these variations can be
richly described using Clausewitzs mature analytical structure.
This new dialectical construct thus better connected the character of
warfare to its dynamically changeable political motives, better reflected
the dynamics of offense and defense, and better accounted for the variety
of strategic configurations found in real-world warfare. It is adaptable to
even greater changes in warfare than Clausewitz had seen in the history he
had surveyed or experienced personally.
***

It cannot be said that Clausewitz finished the job. It is reasonable to suspect that, had he lived to pursue the matter further, the concept of the dual
nature of war would have continued to evolve. I say that with some trepidation, for it is also easy to suspect that many modern theorists would take
that observation as a license to impose their own fantasies upon Clausewitzs still-rough analytical structure and treat the result as the inevitable
trend of Clausewitzs mature thinking. It is nonetheless legitimate to seek
to clarify the limitations of Clausewitzs latest presentation and to expand
upon it. Clausewitz continued to emphasize, disproportionately I think, the
necessity of keeping the higher-intensity form in mind at all times.
The fact that slaughter is a horrifying spectacle must make us take
war more seriously, but not provide an excuse for gradually blunting our

590

Future Wars
swords in the name of humanity. Sooner or later someone will come along
with a sharp sword and hack off our arms.30

This attitude is understandable in the light of Europes experience of the


French Revolution and Napoleon, and it is edifying to see that Clausewitz
retained the intellectual honesty to eventually accept the legitimacy of the
limited approach. The danger he noted remains very real and deserves our
constant awareness. But the converse is also true, and the temptation to
view the strategy of military annihilation as the default, all-purpose solution is equally likely to seduce us away from a careful consideration of the
possibilities in any actual future contingency.

Wien, Schlosspark
Schnbrunn, Figuren aus
Sterzinger Marmor am
Groen Parterre, 1773
1780; Nr. 30: Mars und
Minerva. Bildhauer: Veit
Kniger.
(foto schur150, 24
January 2007, wikimedia commons)

30 On War, p.260.
Storia della distopia militare

591

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri


par Mehdi Bouzoumita
la mmoire de ma grand-mre, Chal Romedhane
Paul Valry sur la guerre future: On verra, sans doute,
se dvelopper les entreprises de peu dhommes choisis, agissant par quipes, produisant en quelques instants, une
heure, dans un lieu imprvu, des vnements crasants1
Charles de Gaulle, 1927

ustapha ibn Abd al-Quadir Setmariam Nasar, Abu Musab


al-Suri (le Syrien) de son nom de guerre, est lauteur de
Dawat al-muqawamah al-islamiyyah al-alamiyyah, LAppel
la Rsistance Islamique Globale, magnum opus dun homme qui a rflchi deux dcennies durant aux formes passes et futures de la guerre.
Ses 1600 pages, mises en ligne en 2004, ne lont pas empch de devenir le
brviaire de bannires telles qual-Qaeda ou Daesh. La raison dtre de cet
ouvrage, ce sont les parties relatives la stratgie militairequi contiennent
lessence et la substance de notre ide2. Cette ide? Un monde musulman assig et occup, quil sagit de librer et de gouverner. Cette ide
est donc une rvolution politique qui cherche sa rvolution militaire, lune
et lautre sappuyant sur la thologie, rduite, chez lui, lidologie. Tout

1 Charles de Gaulle, Lettres, notes, carnets, 1919-juin 1940, Paris, Plon, 1980, p. 289-290.
La citation de Valry figure par ailleurs dans sa Rponse au discours de rception du marchal Ptain lAcadmie franaise, le 22 janvier 1931.
2 Cit par Brynjar Lia, Architect of Global Jihad. The life of al-Qaida Strategist Abu Musab
al-Suri, Colombia U. P., New York, 2008, p. 510. Biographie capitale, elle comprend, de
laveu mme dal-Suri, la traduction des deux plus importants chapitres de LAppel. Dautres parties traduites figurent dans Jim Lacey (Ed.), A Terrorists Call to Global Jihad. Deciphering Abu Musab al-Suris Islamic Jihad Manifesto, Naval Institut Press, Annapolis,
2008. Chaque fois que nous citerons les passages traduits sous la direction de Lia, nous
indiquerons, comme suit, le titre du chapitre, le nom du matre duvre, la page: The
Military Theory of the Global Islamic Resistance Call (Lia), p. 347. Nous y ajouterons le
numro du chapitre pour ceux traduits sous la direction de Lacey.

592

Future Wars

entire structure par la logique politique, voue la terreur stratgique,


cest--dire la lutte mort matrise, cette ide a pour objet la destruction du nomos occidental scarifiant les terres dislam en tat-nations
factices, et sa substitution par une version moderne du califat pour projet.
Pour y parvenir, al-Suri a pens un systme doprations combines et
mtamorphosables, articulant, en fonction de la gographie physique et
sociale, terrorisme individuel, terrorisme cellulaire et gurilla jusquaux
oprations de grand style. Reposant sur le schme trinitaire forg par Mao,
cette ide, ce systme, font de lantique jihad une grande-stratgie de
guerre rvolutionnaire.
Penser le Jihad
tout juste 22 ans, al-Suri combattait les lgions dAssad lAncien au
cours de la premire guerre civile syrienne, notamment comme membre du
Haut-Commandement militaire des Frres musulmans. N Alep en 1958,
vtran endurci qui a arpent les sentiers de la violence plantaire, familier
du premier cercle dal-Qaeda et proche des Talibans, stratgiste reconnu
qui la fin des annes 90 a des milliers de pages danalyse historique et
stratgique son actif, sa rflexion sur le flux du jihad3 nen est que plus
difiante. A lissue du 11 septembre, il le considre en voie de dsintgration. Ce diagnostic, procdant dun examen clinique auquel il se livrait
alors depuis deux dcennies, notamment dans ses nombreuses monographies historiques, pointe un double chec: politique, par labsence de prise
de contrle territorial, en particulier la suite des dfaites des islamistes
algriens et gyptiens au cours des annes 90, et la perte de lmirat afghan
aprs 2001; et chec stratgique, dans les voies et moyens militaires et
culturels adquats pour la conduite de la guerre et des oprations. A ce
double chec correspond un double ennemi: lennemi lointain, ou toute
puissance non-musulmane dote dune prsence militaire, conomique
et culturelle sur les terres dislam, savoir lespace des anciens califats
omeyyade, abbasside, dal-Andalus et de lempire ottoman; et lennemi
proche, les appareils scuritaires arabes et musulmans post-coloniaux,

3 Chapitre 5, The Islamic Awakening. A Summary of the Course of the Islamic Awakening
(1930-2001), (Lacey), p. 66.
Storia della distopia militare

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri

593

parasites possdant et rongeant


le corps de lUmma, ponctionnant ses ressources. A ce
double chec, il y a des causes
premires, ontologiqueset politiques, et des causes secondes,
gopolitiques et militaires.
Al-Suri explique les checs
du jihad par la notion religieuse
de jahiliya ou lignorance antislamique, tendue la quasi-totalit des socits musulmanes4.
Forme extrme dalination cosmologique, elle imprgne les lites et les

masses abuses qui rejettent le


combat arm comme obligation
individuelle ainsi que legouvernement naturel par la sharia, ou la voie de Dieu. Mais la
jahiliya npargne pas le mouvement rvolutionnaire, ou le
flux du jihad, dont elle ravage les rangs aussi srement que la puissance
de feu ennemie. Elle sexprime par lignorance de la pense stratgique,
limpritie dans la conduite de la guerre, les divisions idologiques fondes sur des prtentions religieuses, avives par les salafis. Ces derniers,
prtendant suivre les Anciens (salaf) en toutes choses, exigent, du moins
certains dentre eux, que le jihad soit strictement conu et men selon
leur interprtation des dogmes. Or, la diversit et les divisions des salafis
alimentent une logique dexclusion et dexcommunication (takfir), entranant une fragmentation qui entrave la massification du jihad, sa lgitimation par les oulmas sunnites. Insuffisamment forme, agissant comme des
groupes mafieux5, la vacuit ontologique de la nouvelle gnration, qui
4 Chapitre 7, The Intellectual and Doctrinal Foundations of the Jihadist Movement (Lacey), p. 169.
5 Ibid., p. 164.

594

Future Wars

na dgal que la mconnaissance


du politico-stratgique de certains
Frres musulmans et salafis, pourrait dtruire le jihad de lintrieur,
comme jadis en Algrie. A moins
que cette destruction ne soit, aussi,
le fait de la supriorit militaire et
scuritaire de lennemi proche et
lointain.
La thorie de la victoire que
al-Suri va sefforcer dchafauder
est prcde dune analyse historique dont il dduit trois coles
du jihad6: lcole de lorganisation militaire secrte, hirarchique et pyramidale, quil sagit
dabandonner; lcole des fronts
ouverts et de la confrontation directe, autrement dit la gurilla,
quil sagit de suspendre ou de
ractiver en fonction du rapport
de force; et lcole du jihad individuel et des petites cellules terroristes
quil sagit dpouser. Pourquoi? Parce que la supriorit scuritaire des
tats arabes, continuation de limprialisme et de la supriorit militaire
occidentales dans le cadre dune division du travail stratgique entrine
par lunipolarit amricaine, est de nature scrter une action scuritaire
fulgurante qui, prenant appui sur la puissance aro-satellitaire, aronavale
et missilire de lennemi lointain, dtruit, selon les cas, en quelques jours,
en quelques heures, sinon en quelques annes dans le cadre de guerres
civiles, des organisations rvolutionnaires construites au fil des dcennies.
Point capital, dans son esprit, lorganisation hirarchique pyramidale nest
que lenvers des superstructures scuritaires claniques fardes en tats-nations: ensemble, elles forment une exprience historique dpasse, ce que

6 The military theory of the global islamic resistance call, (Lia) pp. 349-368.
Storia della distopia militare

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri

595

nous appelons un ancien rgime de vrit politique et stratgique. Pour


en sortir, il fait sien cet aphorisme tir dune fatwa dIbn Taymiyya, grand
penseur du XIIIe sicle et lui-mme praticien du jihad, cit par Ayman
al-Zawahiri: Le jihad doit-tre prch par des hommes de saine religion
ayant une grande exprience des choses de ce monde, non par les hommes
de ce monde qui ne connaissent que lapparence de la religion7.
Al-Suri est pourtant loin dtre un savant en la matire, ce quil reconnat8. Dans ses crits, la thologie relve davantage de la coutume et de
ladjuvant idologique que dune rflexion sur les fondements. Revisitant
sa propre exprience de jeune partisan du jihad au dbut de 1980, il dit
avoir subi une pression mentale interne vers la vritable norme idologique islamique9. Ce sont ces normes quil va prsenter dans lAppel
sous la forme de trois axiomes10: la lgitimitou ce qui est licite et ce
qui est illicite; lintrt politiqueou ce qui est bnfique et ce qui est nuisible; le ralismeou ce qui est possible et faisable. Sont ensuite noncs
neuf principes que lon peut ramener cinq ides: lapostasie des rgimes
arabes, loccupation de lUmma, lobligation individuelle du jihad, le refus de la dmocratie comme idologie de la souverainet immanente du
peuple, la possibilit de frapper les civils. Dduits de lois universelles,
ces axiomes et principes qui lui ont prcisment permis de penser les trois
coles du jihad et de cadrer la forme future de la guerre, rvlent lidologisation du religieux autant que lautonomie du politico-stratgique.
Sur cette manuvre intellectuelle et cultuelle, trois remarques.
Dabord, la nature du jihad. Sous la plume dal-Suri, il correspond la
dfinition classique de lutte ontologique dont les nouvelles gnrations
de partisans font lconomie, et de combat militaire, non plus pour la dfense mais pour la reconstitution du califat. Linflchissement rside dans
sa nature dobligation individuelle (fard ayn), pour la libration des terres
dislam occupes, plus encore dans son identit de rvolution politique.
En effet, dans Al-thawrah al-islamiyyah al-jihadiyyah fi suria, ou La rvo7 Ayman al-Zawahiri, Labsolution des oulmas et des moujahidines de toute accusation
dimpuissance et de faiblesse, Paris, ditions Milelli, p. 91.
8 The Military Theory of the Global Islamic Resistance Call (Lia), p. 348.
9 Lia, Architect, op. cit., p. 37.
10 Ch. 8, Sharia-based Political Decision Making of the Movement, (Lacey), pp. 171-175.

596

Future Wars

lution islamique jihadiste en Syrie, son premier ouvrage en deux volumes


publi Peshawar en 1991, on retrouve le concept de jihad rvolutionnaire
qui sapparente la notion de stratgie intgrale, laquelle est, pour le gnral Poirier, pre de la pense stratgique franaise moderne, la thorie
et pratique de la manuvre de lensemble des forces de toute nature, actuelles et potentielles ... [qui a] pour but daccomplir lensemble des fins
dfinies par la politique densemble dans une unit de pense11. Lide
et la conduite de la rvolution impliquent une pense de la totalit et une
praxis intgrale que le jihad, par sa totalit suprieure englobant les faits
guerre, politique et stratgie, est en mesure de fournir. Et cest exactement cette ide du jihad comme stratgie intgrale, ou grande-stratgie
rvolutionnaire fonde sur une trialectique12 des invariants thologiques,
des principes stratgiques et de la ralit dynamique que lon trouve dans
les textes dal-Suri.
Sur cet difice thorique stablit, secundo, la relation dialectique entre
lennemi proche et lennemi lointain qui forment une seule et mme altrit, pour un seul et mme jihad global. Tertio, sentrouvre la possibilit de frapper les civils trangers en contournant la tradition juridique en
la matire par un accs direct au Quran et une recontextualisation des
versets guerriers. Lapostasie des gouvernements arabo-musulmans te
toute lgitimit et lgalit leur pouvoir, donc, aussi, la protection quils
accordent aux trangers rsidant en terre dIslam. Ces citoyens trangers
sont dsormais, o quils se trouvent, justifiables de frappes en tant que
dtenteurs rels ou nominaux de la souverainet, ce quils ntaient pas
lpoque mdivale, lorsque les juristes de lpoque classique rflchissaient aux lois de la guerre et interdisaient de sen prendre ceux qui ne
servaient pas sous les armes. Membres de nations prnant, voire promouvant la souverainet du peuple et dtenant des bases militaires sur les terres
dislam, ils sont le centre de gravit avec lequel il sagit de communiquer:
une frappe en appelant une autre, provoquant une riposte, une srie se
constituera et sinscrira dans lascension aux extrmes qui permettra douvrir de nouveaux champs doprations pour la transformation du systme
11 Lucien Poirier, Stratgie thorique II, Paris, Economica, 1987, pp. 113-114
12 Nous empruntons ce concept au stratgiste franais, le capitaine de vaisseau Xavier Sallantin.
Storia della distopia militare

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri

597

militaire. Do la ncessit de nouvelles phalanges pour un jihad devenu


global et rvolutionnaire sur le plan du concept comme dans la ralit objective, mais pas encore de faon subjective.
Faire le Jihad
Al-Suri prne la massification du jihad et la composition dun front
de classes sociales et idologiques que permet, selon lui, lessence synthtique de lislam sunnite. Le jihad rvolutionnaire ne doit pas sombrer
dans la violence indiscrimine, mais imprimer et finaliser un emploi cibl de la force qui doit, autant que faire se peut, pargner les populations
musulmanes, con-vaincre les lments populaires ainsi que les lites qui
servent dans les armes et les forces de scurit, liminer physiquement
ceux qui ne veulent pas tre convaincus. Cette entreprise pose ce que Mao
appelait les problmes stratgiques. Ils sont de deux ordres chez al-Suri:
au niveau politique, ils relvent de la difficile matrise dune double dynamique contraire, celle de la guerre et de la rvolution, qui implique linstrumentalisation de la terreur pour marquer et tracer la rupture historique et
psychique sur lespace que lon veut conqurir et gouverner sans en brler
le tissu social, sans que les forces combattantes composant le flux du jihad

598

Future Wars

ne dgnrent en sectes rivales parpilles; do la problmatique militaire


relative au systme de contrle et de commandement13.
La conception de la guerre rvolutionnaire et la mise sur pied des units
charges de sa conduite reposent sur la ralisation dune fonction militaire,
la sret, condition de la surprise stratgique que ne permet plus dobtenir
la structure pyramidale (1er cole) implose par la rvolution lectronique
et lart de la guerre intrieure des Mamelouks modernes. Jadis organis
dans un cadre hirarchique et pyramidale, centralis et territorialement
conscrit une zone dlimite par la nationalit, al-Suri entend librer le
jihad de ce carcan idologique, et redonner, linstar de Clausewitz14, le
primat laction individuelle15 par lusage combin de la gurilla lgre
et du terrorisme. Le stratge alpin sait bien que terrorisme et gurilla,
plus encore laction individuelle sont insuffisants pour obtenir la dcision,
quil faut donc les faire voluer vers des formes toujours plus intgres
et complexes doprations. Conscient, ds le dbut des annes 90, de la
ncessit de les relier uneorganisation fantme (tanzim ashbah)16,
cest--dire lIde du jihad, al-Suri sait que leur caractre dcisif ne peut
leur tre confr que par un systme vise global, politique, idologique
et militaire qui puisse les encadrer et les guider distance de scurit des
frappes de dcapitation permises par les armes de prcision. Cest la naissance dun art opratif jihadiste17 qui procde dun systme daction,
non [d]une organisation centralise et secrte pour laction18. Cela signifie quentre le haut-commandement, qui devra tre sanctuaris, et les
nouvelles phalanges du jihad, qui devront absorber les actions scuritaires
et les oprations aro-terrestres ennemies, il y a une relation dautonomie

13 Chapitre 7, The Intellectual and Doctrinal Foundations of the Jihadist Movement, (Lacey), pp. 164-170.
14 il y a infiniment plus gagner en stimulant les forces individuelles quen cultivant un
formalisme artificiel, lettre de Clausewitz Fichte, 1809, cite par Carl Schmitt, Thorie
du partisan, Paris, Flammarion, 1992, p. 251.
15 Lia, Architect, op. cit., p. 104.
16 Ibid., pp. 102-104.
17 Dima Adamsky, Jihadi Operational Art. The Coming Wave of Jihadi Strategic Studies,
in Studies in Conflict and Terrorism, 2009, 33:1, pp. 1-19.
18 Characteristics of the Operational Method of the Global Islamic Resistance Units, (Lia),
p. 421.
Storia della distopia militare

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri

599

et dhtronomie: leur dissmination, organique et temporaire, ne doit en


aucun entraner lanomie des forces. Toute la question est de savoir comment en assurer lunit de vue et la synergie des effets afin que les actions
entreprises soient conformes aux orientation de la direction stratgique, et
concourent la ralisation du projet?
Le jihad de lge global devra se dvelopper comme systme daction
(nizam amal) sans organisation (tanzim) vertbre, cest--dire se structurer sur la dialectique de la centralisation du projet politique et de la stratgie gnrale culturelle dune part, et, de lautre, de la dcentralisation du
commandement et de la conduite des oprations militaires, conomiques,
voire culturelles et de propagande. Ce commandement oprationnel est
laiss quatre types dunits qui voluent dans trois cercles organisationnels, ou mcanismes opratifs19, sur lesquels repose lensemble du
systme.
Le premier cercle estoccup par une unit centralise20 localise sur
les thtres doprations du jihad sur front ouvert, et dont la mission premire est de lancer lAppel au jihad, de conduire la manuvre dinformation par la diffusion de communiqus et de vidos, dassurer la direction
thologico-stratgique de la guerre. Elle peut proposer des objectifs
frapper, en exposer limportance, encourager ou amender les actions entreprises, en exerant une fonction de contrle idologique liquide et en
se gardant du commandement horizontal solide. Cet Auftragstaktik global
a pour masse de manuvre un premire type dunit, dite de rsistance
populaire, constitue dindividus isols, aux capacits de financement et
au niveau dentranement limits, mais qui se reconnaissent dans lAppel.
Corps de la Rsistance21 aux invasions barbares, ce sont elles qui enclencheront la squence mimtique de frappes. Ce premier type dunit
correspond au troisime cercle: ensemble, ils embrassent lensemble
de lUmma: ce troisime cercle est celui de la dawah [prdication]
dont le slogan est: La Rsistance est la bataille de la Nation Islamique
19 The operative mechanisms of the global Islamic resistance units, its military theories and
operational concept (Lia), p. 419.
20 Chapitre 8, Theory of the Organization and System of Action in the Global Islamic Resistance Units (Lia), p. 443.
21 Ibid. pp. 429-430.

600

Future Wars

et non la lutte dune lite22. Ce cercle est le centre de gravit principal,


car il correspond la mobilisation des masses, qui subsume tous les autres
centres de gravit secondaires (gagner les oulmas, communiquer par le
fer avec les civils trangers). Il est au cur du systme du jihad global: le
troisime cercle est laire stratgique de lAppel23.
Viennent ensuite les units militaires gnrales composes danciens
vtrans appartenant aux dbris dorganisations pyramidales hirarchiques,
ou danciens soldats et officiers rallis, lments importants de la gurilla
sur front ouvert. Se dployant et agissant dans le dar-al-Islam ou au-del,
les units de rsistance de qualit et celles des oprations stratgiques
sont constitues dindividus et de groupes lentranement et au capital
social plus important encore (figures prestigieuses du jihad et membres
des gouvernements des forces armes des appareils scuritaires arabo-mu-

22 Ibid.
23 Ibid., p. 445.
Storia della distopia militare

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri

601

sulmans, intellectuels et savants religieux). Leurs oprations stratgiques,


excutes tous les deux ans, doivent viser les tats-Unis et leurs allis
par des armes bactriologiques, radiologiques et nuclaires. Leur objectif
est laltration de la volont ennemie dans loptique dune ascension aux
extrmes ou bien dans la recherche dun certain quilibre dissuasif. Ces
units spciales (3 et 4) ont galement pour mission la construction des
units et des cellules, lendoctrinement de leurs membres, la formation
dindividus rompus ces tches, llaboration de textes thoriques et de
propagande. Elles doivent surtout veiller aux quilibres et la sparation
des fonctions logistique et oprationnelle. Elles doivent apprendre aux
nouvelles phalanges du jihad respecter les temps de laction et de la massification, en vitant ainsi que les units dlaissent le terrorisme individuel
ou en petits groupes pour lextension et la transformation prmatures en
structure hirarchique.
Sans aucun liens directs et solides avec le haut-commandement qui
occupe le premier cercle, le deuxime cercle dit de coordination24 est
compos des units de type 2, 3 et 4 qui oprent de manire compltement
dcentralise, en dtachement au prs des units de type 1. Ce systme
tient par les trois liens centralisateurs suivants25: un nom commun et
une allgeance personnelle Dieu ; un projet politique (mirat, califat);
une doctrine commune, un but stratgique identique (expulser les envahisseurs par le jihad). Al-Suri soutient que lquilibre mondial des forces rend
vulnrable le deuxime cercle, que le premier et le troisime constituent,
en ltat des choses, les plaques tournantes par lesquelles le haut-commandement peut encadrer des oprations terroristes, et, loccasion, des oprations militaires confrant au jihad sa dimension global26. Concrtement,
cela signifie que les apprentis terroristes devront se dbrouiller seuls la
plus part du temps. La contradiction est qual-Suri a prcisment fustig lignorance des nouvelles gnrations dont il doute quelles puissent,
seules, intgrer lindispensable dimension thologique du jihad, plus en-

24 Theory of the Organization and System of Action in the Global Islamic Resistance Units
(Lia), p. 444.
25 Characteristics of the Operational Method of the Global Islamic Resistance Units (Lia),
p. 421.
26 Theory of the Organization (Lia), p. 446.

602

Future Wars

core lart difficile dvaluer limportance des cibles et les contre-coups des
attaques. Le stratge alpin la surmonte, ou plutt lvacue, en affirmant
que ncessit fait loi, que la guerre est une cole et quils apprendront sur
le tas. Do limpratif dinvestir les fronts ouverts par les Amricains,
l o, combins, terrorisme, terreur stratgique et gurilla amorceront un
mouvement de transformation pour viter au flux du jihad de rester confin
ou de dgnrer en secte exclusivement terroriste.
Le schme trinitaire
Al-Suri dcalque le schme trinitaire de Mao, expos dans De la guerre
prolonge. La stratgie oprationnelle quil propose est alternative27: elle
alterne et combine les deux types dennemi, diffrents modes doprations dont elle cumule les effets et transforme en trois temps, lespace, les
formes de la guerre et les systmes de forces28.
Premire tape, la dfensive stratgique et loffensive tactique. Munis
darmes de poing, de grenades, de RPG, les partisans livrent une gurilla
lgre29 combine aux oprations terroristes cibles et aux assassinats,
dans le dar al-harb comme dans le dar al-Islam: lobjectif militaire est de
semer la peur, de dissuader ou danantir, de neutraliser ou de convertir,
bref, de susciter chez lAutre un sentiment dubiquit et chez les siens
le sentiment du possible. Politiquement, il sagit dtablir ou dentretenir chez lennemi proche et lointain un tat dpuisement scuritaire, de
confusion politique, dchec conomique.
La deuxime tape est celle de lquilibre o la gurilla entreprend des
actions stratgiques en coordination avec des forces rgulires qui auront
t formes et entranes sur lesfronts ouverts. Les systmes darmes deviennent plus complexes dans leur maniement, ncessitant des units spciales, notamment, terme, pour la conduite dune stratgie dinterdiction
dans les dtroits maritimes contre lennemi lointain. Le risque reste grand
de subir des dfaites stratgiques par lanantissement dunits, voire de
Bannires, et le retournement politicien, plus ou moins dfinitif, de cer27 The military theory of the global islamic resistance call, (Lia) p. 373.
28 The Training Theory in the Global Islamic Resistance Call (Lia), p. 471.
29 The military theory of ..., (Lia), p. 373.
Storia della distopia militare

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri

603

604

Future Wars

taines autres. Laction la plus importante au cours de cette deuxime tape


est donc dtablir, en vue dun enracinement dfinitif (mais toute la difficult est l puisquil faut viter les structures lourdes et concentres), un
contrle social et politique flexible et diffus: il sagit daccrotre lemprise
sur les populations, en approfondissant la comprhension de leurs attentes,
en transformant celles-ci, en les amenant abandonner par la raison et
non pas seulement par la force, leur coutumes, considres par al-Suri et
les salafis comme contraires la puret de lIslam30. Thologie et stratgie
doivent squilibrer et ne jamais perdre de vue la fin politique: ltablissement dun mirat, puis du califat.
Troisime tape, la libration des terres dIslam. Al-Suri escompte
que les contradictions et les dsquilibres socioconomiques auront atteint
un point critique faisant basculer dfinitivement une partie de larme rgulire et son matriel, ainsi que les lites et leur savoir-faire. Ensemble,
elles devront mener des oprations rgulires et semi-rgulires. Les
zones libres deviennent des bases (fixes) partir desquelles la gurilla
usent lennemi derrire ses lignes, tandis que les forces rgulires sengagent nouveau dans des batailles ouvertes, prenant de court la puissance arienne de lennemi lointain.
Conclusion
Pour al-Suri, les dfaites du mouvement rvolutionnaire musulman
sont avant tout une dfaite de la pense. Estomper la jahiliya devient un
pralable la conception adquate de toute stratgie militaire pour combattre un double ennemi dans une guerre qui, nanmoins, au fond, est essentiellement interne aux mondes musulmans, lAutre infidle ntant
quune appendice: Isral et les bases militaires occidentales ne sont que
les nouveaux royaumes latins du XXe-XXIe sicles, et les tats arabes,
puissances faibles et vides, les nouveaux mirats combattants rivalisant
pour instrumentaliser lalliance avec les Croiss. A cet imaginaire historique, qui tait celui de Nasser se rvant en nouveau Saladin, al-Suri, sorte
de nouvel Abu Muslim, rvolutionnaire de gnie et un des fondateurs de
lempire abbasside, donne un imaginaire guerrier, le jihad global, et un
30 Ibid., p. 381.
Storia della distopia militare

Le jihad rvolutionnaire selon al-Suri

605

systme militaire, combinaison doprations terroristes contre lennemi


lointain, dont il espre quelles creront une raction en chane disloquant
la trinit clausewitzienne du peuple, du gouvernement et de ses forces armes, et doprations de gurilla en terre dislam, o doit tre dissoute
cette trinit factice. Cette rvolution politique requiert une rvolution militaire, celle des trois cercles du jihad: mcanismes opratifs immatriels et
physiques de relation du haut-commandement et des diffrentes units, ils
permettent, en thorie, aux phalanges de manuvrer ensemble et de combattre sparment, de se concentrer et de se dconcentrer. Cette dialectique
classique, Daesh31, qui se situe linterface des trois tapes du schme
maoste, semble lemployer de mieux en mieux, tandis que les units de
bases de laction terroriste dont al-Suri prconise, si ncessaire, leur rduction cet homme seul dont parlait le colonel Lacheroy32, y excellent
de plus en plus. Al-Qaeda, ou ce quil en reste, et le rseau dcentralis,
nont jamais t dans lesprit du stratge alpin quune forme et un stade
de dveloppement du flux du jihad global dont lobjectif est la reconstitution de hirarchies sociales et militaires centralises, ossatures du califat,
objet du jihad rvolutionnaire. Cest cette force historique, quil convient
de ne point rduire al-Qaeda ou ltat islamique, qual-Suri na cess
de penser, et aux partisans de laquelle il proposa, ds le dbut des annes
90, un systme encourageant le double ennemi dans ses guerres policires
sans fins, plongeant ainsi une Umma pige dans les affres dun chaos dont
elle ne pourra sortir que par une hypothtique leve en masse gnrale.

31 Barak Barfi, The Military Doctrine of the Islamic State and the Limits of Baathist Influence, CTS Sentinel, February 2016, vol. 9, Issue 2, pp. 18-23.
32 Franois Gr, La guerre psychologique, Paris, Economica, 1997, pp. 133-134.

Coming Future
Il futuro prossimo venturo

609

Il declino della guerra

Frammenti moderni di una retorica antica


di Matteo Giurco


1

A guisa dintroduzione
uadagnatosi linteresse dellintellighenzia contemporanea sulla
scorta della divina sorpresa del 19892, il disegno occidentale della fine della guerra affonda le proprie origini nei primordi
della storia, ramificandosi per un verso dallescatologia ebraica3, per laltro dalla mitopoiesi classica4. Come noto, il tema sopravvisse al tramonto
dellet antica, avviandosi a diventare un motivo ricorrente nelle evoluzioni del pensiero politico manifestatesi a cavallo tra XVIII e XIX secolo. La
questione trasse cospicuo giovamento dal grande sviluppo dei rapporti internazionali, e soprattutto dal commercio, invocato tanto da Montesquieu
quanto da John Stuart Mill come la fonte primigenia della obsolescen1 oggi le assemblee popolari non hanno pi da occuparsi di politica: da noi infatti fuggita la
guerra, svanita Plutarco, Praecepta gerendae reipublicae 32 (= Moralia, 824c).
2 Divina sorpresa por no esperada; y, sobre todo, porque salv del k.o. tcnico a un mundo occidental que iba derecho al colapso econmico y a la descomposicin social. Divina sorpresa porque no es Roma quien vence entonces, sino (aunque le pese a Henry
Kissinger) Cartago, y porque esta ltima se ve propulsada a un hiperliderazgo mundial,
con, se dice, un superpoder militar nunca igualado. Y todo el mundo acat. Para la lite
USA, apparentemente de lo que se trat desde entonces es de conectar el piloto automtico
hacia una supremaca considerada absoluta (). Jorge Verstrynge, La guerra perifrica
y el Islam revolucionario. Orgenes, reglas y tica de la guerra asimtrica, El Viejo Topo,
Barcelona 2005, pp. 8-9.
3 Il riferimento ai libri profetici contenuti nella Bibbia.
4 Basti pensare alle giaculatorie di Virgilio e alle liriche di Orazio celebranti la pax augustea. V. Italo Lana, Studi sullidea della pace nel mondo antico, Memoria dellAccademia
delle Scienze di Torino, vol. XIII, fascicoli 1 - 2, Torino 1989, pp. 3 - 68; Id., Lidea della pace in Orazio, in Mnemosynum. Studi in onore di Alfredo Ghiselli, Ptron, Bologna
1989, pp. 327-334.

610

Future Wars

za della guerra5. Sul medio/lungo periodo, la variante che riconosceva


nellinterdipendenza economica il miglior antidoto al conflitto avrebbe
goduto di maggior fortuna6, ma nellOttocento fu lenfasi positivista di
Auguste Comte a sistematizzare una tra le pi influenti interpretazioni
della problematica: abbacinato dalla scoperta della legge fondamentale
dellevoluzione umana, consistente a suo dire nella filiera temporale che
portava dallo stato teologico a quello positivo (passando per lo stato metafisico), il filosofo francese asser che il fenomeno bellico avrebbe infine
conosciuto il proprio declino a causa dellinevitabile esaurimento della sua
funzione evolutiva7.
Laffermarsi della competizione tra Stati nazionali scardin ben presto
limmaginifico castello speculativo comtiano, spostando i termini del discorso dalla solenne ariosit delle dispute filosofiche al pi concreto piano
della dialettica politica, in uno scenario complessivo che vedeva lirruzione delle prime importanti schermaglie tra lopinione pubblica di tendenze
pacifiste e i fautori del dominio statuale8. La pressante attualit delle polemiche fu tale che nel novembre 1915 Frederick Adams Woods, professore
di biologia al MIT, e il suo allievo Alexander Baltzly pubblicarono un libro
ispirato dal tentativo di condurre i dispersivi rivoli delle logomachie allinterno del solido alveo dellanalisi scientifica. It is strange, segnalavano
i due studiosi,
that among the host of well-meaning pacifists and in the phalanx of sturdy militarists, where the assumption is rife that war is to cease or ought
to cease, no one apparently has taken the pains to find out if war really is
ceasing9.

5 Tali convinzioni riecheggiano anche nellopera di Benjamin Constant, come ha osservato


Luigi Bonanate, Guerra e pace. Due secoli di storia del pensiero politico, FrancoAngeli,
Milano 19944, pp. 14 15 (I ed. 1987).
6 V. in questo Quaderno V. Ilari, Buduaja Vojna, nt. 13.
7 Ivi, pp. 37 - 40.
8 James J. Sheehan, Let post-eroica. Guerra e pace nellEuropa contemporanea, Laterza,
Roma - Bari 2009, pp. 192 - 220 (ed. or. Houghton Mifflin Company, Boston - New York
2008). Cfr. pure Carlo Fumian, Verso una societ planetaria. Alle origini della globalizzazione contemporanea (1870-1914), Donzelli, Roma 2003, pp. 75-81.
9 Frederick Adams Woods e Alexander Baltzly, Is war diminishing? A study of the prevalence of war in Europe from 1450 to the present day, Houghton Mifflin Company, Boston
- New York 1915, p. 1.
Storia della distopia militare

Il declino della guerra

611

Da questa diagnosi originava la necessit di sottoporre a un severo lavacro


critico the dates of wars, the
definite actual years of peace and
of war that have accompanied
the lives of successive generations of men10. In ultima istanza, si trattava di confrontare
le traiettorie storiche di cinque
grandi stati11 con quelle di altrettante lesser powers12, allo scopo di rispondere ad un interrogativo
piuttosto circoscritto: are the periods
of war declining and the periods of peace
increasing?13. Fortemente condizionato dallarbitrariet di periodizzazione e casi di studio (tra i quali mancavano importanti pietre di paragone
quali la Confederazione elvetica e lo stesso Regno dItalia), il bilancio
finale giaceva ancora sotto un ragguardevole cono dombra: the chart
as it actually stands does not do more than throw a moderate amount of
probability in favor of declining war years, confessavano i due ricercatori14. Pertanto, le risultanze analitiche non soddisfacevano appieno le velleit iniziali, e il volume cadde presto nel dimenticatoio. Lo sforzo profuso
contribu almeno a giustificare il primato di Adams Woods come pioniere
della historiometry: la ricerca quantitativa applicata agli studi storici.
Quanto al declino della guerra, in futuro sarebbe stata la deterrenza nucleare post-1945 ad imporre il tema allattenzione degli scienziati sociali,
mentre gli orrori del Secondo conflitto mondiale marcarono lerosione del
paradigma eroico fino ad allora connaturato alla rappresentazione occidentale del momento bellico15.

10 Ibidem.
11 Nellordine: England, France, Prussia, Russia, and Austria. Ivi, p. 31.
12 Ovverosia Turkey, Spain, Holland, Denmark, and Sweden. Ibidem.
13 Ivi, p. 1.
14 Ivi, p. 29.
15 George Mosse, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti, Laterza, Roma - Ba-

612

Future Wars

La guerra dopo la Guerra (fredda)


Emersa fin dalla detonazione sperimentale della prima bomba atomica sovietica (29.08.1949), la possibilit che la tensione tra Washington e
Mosca sfociasse in una catastrofe planetaria divenne un argomento consueto nel dibattito pubblico della seconda met del Ventunesimo secolo16.
Nei primi anni Ottanta, parallelamente al riacutizzarsi dellattrito tra le
due superpotenze, il decano della world history William McNeill17 prov a
suggerire una via duscita dalla spirale della corsa al riarmo, recuperando
allinterno del repertorio euristico il frequentato topos della pace imperiale
(e delluso politico dellanalogia storica)18:
Un impero planetario potrebbe riuscire a limitare la violenza,
impedendo agli altri gruppi di dotarsi di armamenti tanto elaborati da minacciare il largo margine di superiorit della potenza sovrana. In un mondo
siffatto, quindi, le guerre tornerebbero alle proporzioni usuali nel passato
preindustriale. () la guerra organizzata quale lha conosciuta il ventesimo
secolo scomparirebbe. Lalternativa sembra essere limprovvisa e totale annichilazione della specie umana. Se e quando ci sar la transizione da un
sistema di Stati a un impero esteso a tutta la terra, il problema pi serio
che lumanit si trova di fronte19.

Eppure, ci che sembrava di cogente urgenza agli occhi dello storico


nord-americano non veniva apprezzato con uguale sensibilit dai Paesi del
Vecchio continente, immersi nella fiduciosa contemplazione della ascesa
dello Stato civile. Una vicenda, questultima, che sarebbe stata magistralmente descritta da James J. Sheehan, sebbene lincalzante declassamento

ri 1999, pp. 223 - 224 (ed. or. Oxford University Press, Oxford 1990).
16 Si pensi ad es. al RussellEinstein Manifesto del 1955 che invitava gli scienziati di tutto il
mondo a riunirsi per discutere intorno ai rischi per lumanit derivanti dallesistenza delle
armi nucleari. Senza pretesa di esaustivit, cfr. anche Gaston Bouthoul, Les guerres, lments de polmologie, Payot, Paris 1951; Robert J. Art and Kenneth N. Waltz, Technology, Strategy, and the Uses of Force, in Idd. (eds.), The Use of Force. Military Power and
International Politics, U. P. of America, Lanham 1983.
17 Celebre per aver composto pietre miliari della storiografia globale (da The Rise of the West.
a Plagues and Peoples), nel 2009 McNeill stato premiato con la National Humanities
Medal, consegnata dal presidente statunitense Barack Obama.
18 Cfr. Luciano Canfora, Luso politico dei paradigmi storici, Laterza, 2010.
19 William H. McNeill, Caccia al potere. Tecnologia, armi, realt sociale dallanno Mille,
Feltrinelli, Milano 1984, p. 316 (ed. or. The University of Chicago Press, 1982).
Storia della distopia militare

Il declino della guerra

613

del prestigio sociale dei militari europei costituisse gi di per s una significativa auto-evidenza dellevento20.
Pian piano, le convinzioni ireniche iniziarono ad aprirsi la via anche
allinterno del dibattito dOltreatlantico. Nel 1989 la pubblicazione dellopus magnum di John Mueller, Retreat from Doomsday, non ottenne affatto
un tributo unanime di apprezzamenti, ma innerv pur sempre la questione
di nuova linfa discorsiva21. Secondo il politologo statunitense, la guerra
stava ormai diventando subrationally unthinkable and therefore obsolescent. Pi precisamente, chiariva, ad essere decaduta era la prassi di un
conflitto armato fra Paesi sviluppati (major war). I fattori che avevano
concorso a tale risultato venivano collegati ai mutamenti dellimmaginario
collettivo, nel duplice versante degli stilemi culturali e delle disposizioni
emotive. Per sommi capi, Mueller riconduceva la genesi del fenomeno ai
massacri della Prima Guerra Mondiale, spiegando che
In many important respects, the book argues, war in Europe had been
thoroughly discredited by 1918; yet, obviously, Adolf Hitler was able to
start another one. (Put another way: after World War I, a war in Europe
could only be brought about through the maniacally dedicated manipulations of an exceptionally lucky and spectacularly skilled entrepeneur; before World War I, any dimwit for example, Kaiser Wilhelm could get
into one)22.

Secondo questa interpretazione, le carneficine delle guerre mondiali


fecero s che the developed world became Hollandized23, optando per
il ripudio della guerra anche a costo del proprio ridimensionamento sullo
20 James J. Sheehan, Let post-eroica, cit., pp. 192 - 220. Per una ricezione critica del volume, non del tutto convincente, cfr. ad esempio Marco Mondini, Una guerra ancora nobile.
Miti guerrieri nellItalia dellet posteroica (1945-61), Storica, n. 53 (2012), pp. 93 - 119.
21 John Mueller, Retreat from Doomsday. The obsolescence of major war, Basic Books, New
York 20014 (I ed. 1989). Riguardo alle recensioni dellopera cfr. ad esempio: Paul Boyer,
Is war out of fashion?, The Bulletin of the Atomic Scientists, n. 8 (1989), pp. 38 - 39; Carl
Kaysen, Is war obsolete?, International Security, n. 4 (1990), pp. 42 - 64; Randolph M.
Siverson, Retreat from Doomsday: The Obsolescence of Major War, by John Mueller,
American Political Science Review, n. 3 (1990), pp. 1062 - 1063. Per un quadro sinottico
del dibattito, a quindici anni di distanza dalluscita del volume, si veda Michel Fortmann e
Jrmie Gomand, Lobsolescence des guerres intertatiques? Une relecture de John Mueller, Raisons Politiques, n. 1 (2004), pp. 79 - 96.
22 John Mueller, Retreat from Doomsday, cit., p. X.
23 Ivi, p. 218.

614

Future Wars

scacchiere internazionale, come gi era stato per i Paesi Bassi nel periodo
successivo al Trattato di Utrecht (1713)24. Gli ultimi spasmi degli imperi
coloniali europei e la contesa col blocco sovietico avevano per garantito
la persistenza di una certa soglia di conflittualit, rilevava linsigne studioso: il tramonto dei primi e il collasso del secondo maturarono il definitivo
declino delle tensioni esogene, mentre il cambio di attitudine interno alle
singole societ nei riguardi degli atteggiamenti violenti aggiunse ulteriori
motivazioni allabbandono delle pratiche belluine. Mueller ridimensionava il ruolo della minaccia nucleare25, ma il bilancio finale era in ogni
caso netto: from a rational perspective, then, war among developed states
seems to have become unthinkable rejected because its unwise, a thoroughly bad and repulsive idea26.
Nellimmediatezza, tale ordito interpretativo non valse a convincere
Michael Howard, il quale si mostr scettico nei confronti di una visione
cos schematica della storia del Novecento europeo (we need a more convincing explanation of why the most civilized societies, Germany foremost among them, plunged into war twice within a single generation- and
why they are unlikely to do so again), allegando al collega statunitense
unimplicita accusa di retropensiero idealistico27. Dal canto suo, Marc
Trachtenberg concentr invece le proprie critiche sul cardine assiologico
dellopera, precisando che the fundamental problem with Muellers argument is that he does not understand that war is as its core a political, and not a

24 But history also shows that some countries which had the means and potential to be Great
Powers chose not to be active in his sense. () Some of these countries were Great
Powers which came upon hard times and resigned themselves to existing as non-greatpowers rather than make the painful sacrifices necessary to regain their former exalted status. The Netherlands, for example, was a Great Power until 1713. A wealthy, central, even
dominant, country, it got involved in the usual quota of conflicts. After 1713, however, it
dropped out of the Great Power system and concentrated on commercial and colonial ventures. Although it has occasionally swept into wider conflicts by others, for over two and a
half centuries Holland has generally sought to avoid all international war in Europe, a pattern that can be called Hollandization. Ivi, pp. 19-20.
25 In merito v. dello stesso autore, The essencial irrilevance of nuclear weapons. Stability in
the Postwar world, International Security, n. 2 (1988), pp. 55-79.
26 Ivi, p. 219. Nel 2004 Mueller avrebbe ulteriormente circostanziato le sue argomentazioni,
aggiornandole in The remnants of war (Cornell U. P.).
27 Michael Howard, A death knell for war?, The New York Times, 30.04.1989.
Storia della distopia militare

Il declino della guerra

615

cultural, phenomenon28.
Di l a poco, limplosione dellURSS suggellava lascesa del mondo
unipolare a guida statunitense. Eric Hobsbawm
lesse in quegli avvenimenti la fine del secolo
breve plasmato dal contrasto e dalle interazioni
tra comunismo, nazionalismo e capitalismo29, mentre di unaltra fine, ma
della storia in quanto tale,
parl Francis Fukuyama,
secondo cui lapogeo del
processo storico sarebbe consistito nelladattamento dellintero globo ai
principi della democrazia
liberale30. E in effetti, ha
osservato Alessandro Colombo, a partire da quel torno di tempo fu proprio lidea delleccezionalit del contesto internazionale attuale nella storia della politica internazionale o, almeno, nella storia della politica internazionale moderna, a costituire il minimo comune denominatore anche nel prosieguo del dibattito
sul futuro della guerra31.
28 Marc Trachtenberg, The Future of War, Diplomatic History, n. 2 (1991), pp. 287-290.
29 Eric J. Hobsbawm, Il secolo breve 1914-1991: lera dei grandi cataclismi , Rizzoli, Milano 1995 (ed. or. Michael Joseph, London 1994).
30 Fukuyama ne scrisse per la prima volta durante lestate del 1989, riprendendo diffusamente la sua tesi in una celeberrima monografia del 1992. Cfr. Id., La fine della storia e lultimo uomo, Rizzoli, Milano 1992 (ed. or. Free Press, New York 1992).
31 Cfr. Alessandro Colombo, Guerra e discontinuit nelle relazioni internazionali. Il dibattito sul declino della guerra e i suoi limiti, Rivista italiana di scienza politica, n. 3 (2012),
pp. 431 - 457.

616

Future Wars

Con lemergere delliperpotenza, il finire del secolo segn davvero il


trionfo dei signori della pace descritti da Danilo Zolo32, beneficiari della
dottrina del globalismo giuridico e della pratica dellinterventismo umanitario33, nuove linee programmatiche adottate dai decisori politici degli
Stati Uniti dAmerica e dai loro alleati. Recepito dal nuovo concetto strategico della NATO (1999), lattivismo occidentale conobbe il suo banco
di prova nella penisola balcanica. Le spedizioni belliche si trasformavano
dunque in missioni di pace; non convinto, Edward Luttwak esort a dare
unaltra possibilit alla guerra, inveendo contro le iniziative dei peacekeepers, colpevoli di protrarre con il loro agire lindeterminatezza delle
ostilit34. Peraltro, gli strali dellanalista statunitense si appuntavano anche
sui responsabili della conduzione delle operazioni militari, di cui veniva
contestato lesclusivo ricorso allarma aerea allo scopo di minimizzare le
perdite a tal proposito Luttwak definiva lintervento contro la Serbia
come the first post-heroic war35.
Le guerre nei Balcani e lincedere della globalizzazione indussero Mary
Kaldor a segnalare lesistenza di nuove forme di conflitto (new wars),
protagonizzate da combinazioni di attori statuali e non-statuali (mercenari, integralisti, signori della guerra), e combattute in nome dellidentit
etnica, religiosa o tribale36. Lidea che le contemporanee forme di violenza organizzata si distanziassero dalle modalit esperite nelle guerre del
Ventesimo secolo aliment un dibattito defatigante, trascinatosi fino al
presente37. Contestualmente si pot assistere ad un vigoroso ritorno della32 Danilo Zolo, I signori della pace. Una critica del globalismo giuridico, Carocci, Roma
1998. Dello stesso autore v. pure Cosmopolis. La prospettiva del governo mondiale, Feltrinelli, Milano 2002 (I ed. 1995).
33 Stephen Wertheim, A solution from hell: the United States and the Rise of Humanitarian
Interventionism, Journal of Genocide Research, n. 3/4 (2010), pp. 149-172. V. pure Fabio Mini, La guerra dopo la guerra. Soldati, burocrati e mercenari nellepoca della pace
virtuale, Einaudi, Torino 2003.
34 Edward N. Luttwak, Give War a Chance, Foreign Affairs, n. 4 1999, pp. 37-40.
35 Ivi, pp. 40 - 41.
36 Mary Kaldor, New and old wars: Organised violence in a global era, Polity Press, Cambridge 1999.
37 Cfr. Mark Duffield, Global governance and the new wars: the merging of development and
security, Zed Books, London 2001; Frank G. Hoffman, Conflict in the 21st century: the rise
of hybrid wars, Potomac Institute for Policy Studies, Arlington 2007; Patrick A. Mellow,
Storia della distopia militare

Il declino della guerra

617

nalisi quantitativa, favorito dallistituzione di importanti archivi quali lo


Uppsala Universitys Conflict Data Program (UCDP) e la banca dati dello
Peace Research Institute di Oslo (PRIO).
Sebbene siano state costantemente dibattute, da allora le risultanze empiriche hanno attirato lattenzione dei maggiori studiosi della materia, tra
cui si possono annoverare non solo storici e politologi, ma anche un celebre psicologo cognitivo come Steven Pinker, esegeta dellanalisi megacongiunturale della natura umana e fermo sostenitore dellipotesi del de-

In search of new wars: The debate about the transformation of war, European Journal
of International Relations, n. 2 (2010), pp. 297 - 309; Mats Berdal, The New Wars thesis revisited, in Hew Strachan and Sibylle Scheipers (eds), The Changing Character of
War, Oxford University Press, Oxford 2011, pp. 103 133, Mary Kaldor, In defence of
new wars, Stability: International Journal of Security and Developement, n. 1 (2013),
pp. 1 - 16; Peter Layton, Bringing the transnational into new wars: the case of islamic
state, International Review of Social Research, n. 3 (2015), pp. 191 - 201.

618

Future Wars

clino della violenza in quanto tale38.


Tuttavia, le controversie ermeneutiche distano ancora molto da una
ricomposizione soddisfacente. Nils Petter Gleditsch ha infatti esaltato la
funzione delle banche dati, grazie alle quali le ragioni del contendere si
sarebbero ridotte alle motivazioni del declino della guerra (e non pi alla
evidenza dello stesso)39, ma il ricorso al metodo quantitativo presenta in
ogni caso un tasso non lieve di problematicit: dal rischio di cadere nelletnocentrismo a quello, non meno marchiano, di impedire una corretta distinzione tra scenario globale e complessi regionali.
In ogni caso, non pare che il vortice dialettico e le controversie intellettuali abbiano scalfito lintima sicurezza di Barack Obama, almeno stando
alle convinzioni che il Premio Nobel per la Pace ebbe agio di esprimere nel
2009, quando specific che
the cause of peace () has always been the cause of America. Thats why
the world has always looked to America.And thats why I believe America
will continue to lead40.

38 Steven Pinker, Il declino della violenza. Perch quella che stiamo vivendo probabilmente
lepoca pi pacifica della storia, Mondadori, Milano 2013 (ed. or. 2011).
39 Nils Petter Gleditsch, The Forum: The Decline of War (with S. Pinker, B. A. Thayer, J.
S. Levy, W. R. Thompson), International Studies Review, 15, 2013, p. 399.
40 Barack Obama, Remarks by the President on winning the Nobel Peace Prize, Washington,
09.10.2009.
Storia della distopia militare

619

La guerra del futuro


di Carlo Jean

C
1

ome emerge dai vari contributi a questo Quaderno, la data di inizio della letteratura occidentale sulla guerra del futuro (Future War), sul futuro della guerra (Future of Warfare) e su la
prossima guerra (The Next War) la guerra franco-prussiana, una delle
poche guerre europee che pot essere momentaneamente circoscritta ma
che contribu a caricare la molla scattata nel 1914. Questa letteratura di
anticipazione si poi andata sempre pi divaricando nei filoni, ben distinti eppure interagenti, della pura fiction, dei megatrend e degli scenari,
delle mirabolanti superarmi e della pianificazione strategica e operativa.
Nellaprile 2014, durante un forum di Libration dedicato alle guerre del
2030, Dominique David ha sostenuto che oggi meno che mai possibile
prevedere le forme, linnesco e la localizzazione dei futuri conflitti1. Eppure, paradossalmente, mai come oggi fiorisce, soprattutto in America, la
futurologia militare, come emerge dalla bibliografia che, a puro titolo indicativo e senza pretesa di completezza, menzioniamo in calce allarticolo.
Probabilmente questa letteratura incide ben poco sulle reali decisioni: ma
nel suo complesso corrobora la confortante e pericolosa illusione occidentale di controllare il futuro, e in ogni modo da il pane a sterminate legioni
di astrologi e profeti2.
La guerra non puro scontro di forze materiali e immateriali (psicologiche, comunicative). E soprattutto un confronto di volont contrapposte,
asimmetriche, resistenti a ogni categorizzazione perch mutano rapidamente a seconda delle circostanze. Il confronto di volont guida la prova
di forza e la condiziona, determinando laccettazione dei costi e dei rischi
e la percezione della vittoria, reale o virtuale, che meglio favorisca il suc1 Dominique David, Les nouvelles formes de la guerre de demain, Les guerres de 2030.
Forum Lib de Rennes, 12 Avril 2014.
2 V. Ilari, Megatrend. Come vincere le guerre di dopodomani perdendo quelle di oggi, Limes, luglio 2014, pp. 55-62.

620

Future Wars

cesso politico. E influenzato dal sistema di valori prevalente nelle societ, dalla demografia, dalleconomia, dalla politica interna. La questione
della prevedibilit non pu dunque porsi riguardo alla guerra considerata
in astratto, ma soltanto riguardo alle singole situazioni suscettibili di generare conflitti armati. Non si pu prevedere levoluzione della guerra, al
massimo quella delle singole guerre e dei vari modi di combatterle.
Collegata alla questione della prevedibilit quella delle rivoluzioni
militari (un concetto coniato nel 1956 da Geoffrey Parker in rapporto ai
mutamenti avvenuti durante le guerre di Fiandra e dei TrentAnni) e delle
corrispondenti generazioni, teorizzate ad esempio dai coniugi Toffler
e da Lind e van Creveld3. Anche su questo esiste una letteratura colossale, ma facile rilevare in ogni singola guerra la compresenza di elementi
arcaici e avveniristici. Edward Luttwak notava che nella guerra Iran-Iraq
(1980-1988) coesistevano la guerra di trincea tipo 14-18 e il bombardamento missilistico tipo Terza guerra mondiale.
Questi sono quegli elementi mutevoli delle guerre che, parafrasando
Clausewitz, potremmo chiamare grammaticali. Ma in ciascuno di essi e
nella loro particolare combinazione si ritrova lelemento comune e costante, il Dna o, per dirla ancora con Clausewitz, la logica o natura della
guerra. La teoria evoluzionista (o rivoluzionista nella variante Parker/
MTR/RMA) della guerra fa dipendere il mutamento delle forme dal mutamento della tecnologia; ma incidono assai di pi i mutamenti geopolitici
e culturali. Taluni fattori come quello demografico almeno nel breve
termine variano in modo lineare e sono suscettibili di estrapolazioni abbastanza affidabili. Ma la maggior parte evolve e tutti interagiscono in
modo non-lineare, ridicolizzando gli scenari alla Friedman o alla Kahn
(The Next 100, 200 Years!) e bombardando i poveri futurologi di continui
cigni neri e battiti dala di farfalle.
2. Limprevedibilit particolarmente accentuata nei periodi di transizione geopolitica, come quello che stiamo attraversando. Non sono daiuto neppure i paragoni storici: certo ci ricordano limpatto dei fattori psicologici e geografici, ma non consentono previsioni, in particolare sulla
3 V. larticolo di R. Cappelli in questo stesso Quaderno.
Storia della distopia militare

La guerra del futuro

621

questione tucididea del conflitto inevitabile tra unAmerica in apparente


declino e una Cina in apparente ascesa4. Le variabili sono troppo complesse per essere suscettibile di estrapolazione. In sostanza, le previsioni sulle
guerre future sono scommesse o profezie, destinate ad essere falsificate
dalla realt. Daltronde, come diceva Moltke, nessun piano sopravvive al
contatto con il nemico. E tuttavia la previsione tra i compiti istituzionali
di governi e stati maggiori, specialmente di quelli occidentali che oggi pi
che mai millantano di poter controllare e anticipare il futuro, suscitando
quindi laspettativa generale che siano realmente in grado di farlo. Di qui
le polemiche sui continui fallimenti dellintelligence (dal 9/11 a Parigi) e
perfino sulla mancata previsione di eventi che per definizione scientifica
sono ancor oggi imprevedibili, come i terremoti e in particolare lesatta
localizzazione degli epicentri.

Vasilij Vereagin (1842-1904), Napoleone, in tenuta russa, guida la ritirata, seguito da


Gioacchino Murat (con la czapka) e da Eugenio di Beauharnais

A ci si aggiunge che non sappiamo nemmeno cosa prevedere. Come


scrive Hew Strachan5, uno dei maggiori storici militari viventi, oggi abbia4 V. in questo Quaderno, E. Gin, The Thucydides Trap.
5 Hew Strachan, The Direction of War: Contemporary Strategy in Historical Perspective,
Cambridge U. P., 2013.

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Future Wars

mo perso la nozione stessa di guerra, privando di senso tutta lelaborazione giuridica, politologica e morale costruita sulle esperienze del passato. Incerto pure il concetto di sicurezza, per quanto si concordi che debba
essere globale e pluridimensionale. La nebbia della guerra ha interamente
ricoperto la stessa pace. Il crollo dellordine westfalico, ben compreso da
Karl Schmitt, ha travolto la stessa guerra in forma del passato, quella
contemplata dagli ormai obsoleti capitolo VII dello Statuto delle Nazioni
Unite e art. 11 della nostra Costituzione. Ci non dipende solo dalla costruzione di spazi de-sovranizzati come quello europeo, ma dal passaggio
dalla geopolitica degli spazi a quella dei flussi, dalla crescente incidenza
delle dinamiche virtuali su quelle reali e dei condizionamenti mediatici
sulla politica estera (spacciati per democratizzazione quando in realt
rappresentano linterferenza di lobby interne, straniere e internazionali sui
processi costituzionali).
3 Alla compresenza di una molteplicit di warfare in ciascuna war di
ieri e di oggi, si aggiunge la dissimmetria degli scopi tra i belligeranti,
che Clausewitz chiamava polarit e dalla quale deduceva le due forme speculari di guerra, attacco e difesa6. La dissimmetria degli scopi
relativizza il presupposto che la guerra sia necessariamente un gioco a
somma zero, in cui gli avversari condividono la percezione della posta in
gioco e le perdite delluno corrispondono ai guadagni dellaltro. La ragione per cui il protrarsi di una resistenza popolare produrr inevitabilmente
la sconfitta dellinvasore, appunto che per questultimo si tratta di una
guerra limitata e per laltro di una lotta a morte7. La qualit dei fattori militari e non militari della guerra varia di poco nel corso dei secoli, ma ne
muta limportanza relativa, anche per le scelte deliberate dei belligeranti
che massimizzano i propri punti di forza per compensare le loro inferiorit
(countervailing, offset strategy) e dal mutamento del sostegno nazionale
alluso della forza, che varia a seconda dele circostanze e del nemico.
6 Frank Hoffman, The Contemporary Spectrum of Conflict in http://index heritage.org/military/2016/essays/contemporary-spectrum-of-conflict/.
7 La disastrosa sconfitta occidentale in Afghanistan e in Iraq era stata infatti prevista gi nel
2003 da van Creveld, che voleva lincriminazione del presidente Bush (v. in questo Quaderno larticolo di G. Tappero Merlo).
Storia della distopia militare

La guerra del futuro

623

La professionalizzazione degli eserciti tendeva pure a rimuovere le opposizioni derivanti dal peso sociale della coscrizione, uno dei fattori che
determinarono la sconfitta americana in Vietnam. Ma internet ha legato le
mani dei governi in modo cento volte pi efficace della tassazione e della
coscrizione, per cui la fabbrica del consenso ha assunto unimportanza
ancor pi centrale che allepoca di Goebbels e di Hollywood.
E parimenti cresciuta pure la fungibilit fra i vari strumenti impiegati
dalla politica di potenza. Solo in casi eccezionali, la dimensione militare
stata predominante, ad esempio nelle guerre totali del XX secolo. Il pi
delle volte, stata invece marginale nel determinare lesito geopolitico
dei conflitti. Si determinata una disconnessione fra la vittoria militare e
quella politica. Qualunque conflitto asimmetrico o ibrido8. Lo saranno
sempre pi nel futuro. La dottrina Gerasimov9, ora tanto discussa, dopo
il brillante utilizzo che Putin ne ha fatto in Georgia e in Ucraina, non
nuova. E vecchia come il mondo. Non diversa fu la vittoria di Arminio su
Varo.
4 Una difficolt culturale nel comprendere i mutamenti che ha gi subito
la guerra sta nel fatto che linterpretazione quasi sempre data in Occidente
della formula clausewitziana - la guerra non che la continuazione della
politica con altri mezzi - riduttiva. La guerra non mai stata n mai
sar un sostituto della politica. Non un fenomeno tecnico-militare, ma
politico-sociale-economico-psicologico, ecc. Non esiste una separazione,
ma una continuit, fra la guerra e la politica. La guerra non sostituisce n
fa cessare la politica. Si limita ad aggiungere agli strumenti che impiegano
gli attori politici nella loro competizione o cooperazione, luso reale della
forza militare. Gli altri strumenti continuano a operare: dalluso potenziale della forza; allinformazione bianca o nera; allutilizzo di agenti
e di quinte colonne; alle tregue; alle sanzioni; alla guerra delle monete;
allindebolimento delle alleanze dellavversario e allerosione della sua
8 Vincent J. Goulding, Back to the future with asymmetrical warfare, Parameters, Winter
2000-01.
9 The Gerasimov Doctrine and Russian non Linear War, online at imoscoshadows, July 6,
2014. V. pure Sam Jones, Ukraine: Russias New Art War, Financial Times, August 28,
2014.

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Future Wars

coesione interna; al timore di perdite; al rifiuto di accettare danni collaterali; e cos via. Anche il pacifismo e, su un piano pi realistico, il controllo
degli armamenti, volto a indurre il potenziale nemico a disarmare, per poterlo alloccorrenza vincerlo pi facilmente - uno strumento di guerra. Lo
dimostrano i finanziamenti dati dallItalia ai movimenti pacifisti francesi e
britannici, senza parlare di quelli erogati dai due blocchi della guerra fredda ai rispettivi sostenitori. Nel tempo che convenzionalmente chiamiamo
di pace ma anche in quello di guerra guerreggiata tutti tali strumenti
vanno sempre coordinati in una strategia complessiva, volta a conseguire
in dialettica con lavversario e con i minori costi e rischi possibili - i propri
obiettivi, cio la situazione di pace che si ritiene pi conveniente. La strategia non solo un ponte fra la politica e luso reale o potenziale della
forza. E larte di acquisire vantaggi, che in modo cumulativo, mutano il
contesto internazionale e i rapporti di forza, talvolta rapidamente talaltra
nel lungo periodo.
Lo scopo necessariamente imporre la propria pace, o eliminando il nemico o, pi spesso, convincendolo ad assecondare la volont del pi forte.
Il modo pi rapido e meno costoso lannientamento delle forze nemiche
o la conquista della clausewitziana chiave del paese (le due varianti della Niederwerfung delbrckiana). Questa modalit non viene preferita dai
militari solo per capriccio corporativo, ma per il mandato costituzionale
di minimizzare i costi. Secondo Victor Davis Hanson, guru della guerra
anti-Saddam, il Blitzkrieg sarebbe il modo tipicamente occidentale di fare
la guerra, condizionato da un Dna ateniese: la ricerca di guerre corte e
grosse, per dirla con Machiavelli, risalirebbe al fatto che opliti e legionari, archetipi dei minutemen, erano soldati part time i quali si dovevano
sbrigare prima possibile. Il parallelo tendenzioso tra limperialismo democratico ateniese10 e quello anglo-americano, che risale allet vittoriana11,
serv nel 2004 a giustificare la continuazione della Global War On Terror
come Long War12, una guerra di attrito (lErmattung delbrckiano) di

10 Luciano Canfora, La democrazia. Storia di unideologia, Laterza, Roma-Bari, pp. 15 ss


(democratica era Sparta!)
11 V. Ilari, We Like the Romans? Per lo studio del paradigma romano nella rappresentazione
e nellinterpretazione della Pax Americana, Civilt Romana, 2, 2015.
12 Gi nellaprile 2003 James Woolsey, direttore della CIA sotto Carter, ammoniva che la
Storia della distopia militare

La guerra del futuro

625

durata illimitata con cui potevano (e neppure tanto) convivere lAtene periclea, la Prussia di Federico II e lInghilterra vittoriana, ma non certo la
societ americana del XXI secolo, nemmeno dopo aver sostituito gli opliti
ateniesi del 1963-75 con gli ipaspisti macedoni del 2001-XXX.
In realt le guerre post-guerra fredda sono guerre neocoloniali, simili
alle Queen Victorias small wars. Il livre de chevet dello stratega del peacekeeping e della stabilizzazione dovrebbe essere il trattato del maresciallo
Lyautey13, il pacificatore del Marocco, sulla funzione sociale dellufficiale
coloniale. In passato, gli Stati europei avevano due eserciti. Uno metropolitano, per le guerre totali in Europa; laltro coloniale, mantenuto almeno
in parte dai profitti tratti dalle colonie e destinato al controllo necessario
perch producessero ricchezza. Il legame allora esistente fra mercanti e
guerrieri, illustrato dal prof. Filippo Andreatta14, oggi scomparso per la
perdita del valore economico dei territori e per la maggiore convenienza
degli strumenti finanziari rispetto a quelli militari. Il petrolio non si conquista; si compra. La guerra costa sempre pi e rende sempre meno. Non
si autofinanzia, neppure parzialmente, come avveniva per quelle coloniali.
Per considerare i casi nei quali i risultati dei conflitti sono dilazionati
nel tempo, il pensiero strategico occidentale ha elaborato varie teorie sulla
guerra prolungata, tutte basate sul clausewitziano armamento del popolo o sulla guerra rivoluzionaria di Mao Zedong. Ha teorizzato anche la
strategia chiamata da Beaufre, del carciofo o del salame15. Anchessa
vecchia come il mondo. E volta a conseguire vantaggi piccoli e parziali,
GWOT sarebbe durata decenni e che lelenco dei nemici (Asse del Male) era aperto (CNN 3/4; The Daily Telegraph, 13/4/2003). Il termine Long War, che richiama la
guerra di lunga durata teorizzata nel 1938 da Mao Zedong, fu introdotto tra i militari dai
generali Abizaid (capo del Centcom) e Myers (presidente del JCS). Sviluppata in un saggio (Winning the Long War: Lessons from the Cold War for Defeating Terrorism and Preserving Freedom, 2005) del tenente colonnello James Jay Carafano, presidente dellHeritage Foundation, fu ufficializzata da Bush nel gennaio 2006 (Bradley Graham e Josh
White, Abizaid Credited With Popularizing the Term Long War, Washington Post,
3/2/2006). Da V. Ilari, Ricomincio da tre, Limes, gennaio 2015, pp. 165-175.
13 Hubert Lyautey, Le rle social de lofficier, Albatros, Paris, 1989 (1a ed. 1891) e Du rle
colonial de larme, Colin, Paris, 1900. V. Ilari, Stability Operations. How to exploit
what little remains after de-stabilization, online at academia.edu.
14 Filippo Andreatta, Mercanti e guerrieri, Il Mulino, Bologna, 2001.
15 Andr Beaufre, Introduction la stratgie, Fayard, Paris, 1963.

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Future Wars

Giulio Parigi (1571-1635), Affresco nello Stanzino delle Matematiche, Galleria degli
Uffizi: la mano ferrea (Sidernio chri) di Archimede affonda una nave.

talvolta impercettibili. Presi singolarmente, essi non provocano la reazione


militare dellavversario; cio il ricorso alla forza militare o a pesanti sanzioni economiche. Spesso egli si limita alla retorica delle proteste e condanne diplomatiche, che lasciano le cose come le hanno trovate. E stata la
strategia seguita dalla Germania negli anni trenta dello scorso secolo, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. E anche la strategia che
ha seguito in Ucraina la Russia di Putin, con i piccoli uomini verdi, con
la disinformazione, con le minacce, ecc. Della stessa tipologia era stata la
grande strategia suggerita da George Kennan nel suo famoso dispaccio
da Mosca, e che ispir la dottrina Truman, la cui adozione ha contenuto
prima e sconfitto poi lUnione Sovietica, senza che fosse sparato un colpo
di cannone.

Storia della distopia militare

La guerra del futuro

627

5 Lo spettro o gamma delle guerre che, come accennato ricorrente


seppure con forme differenti rimasto praticamente invariato, adeguandosi semplicemente allevoluzione della tecnologia, ai mutamenti geopolitici e alle situazioni contingenti e interessi dei vari attori. Alle dimensioni
terrestre e navale dei conflitti militari del passato, si sono aggiunte quella
aerea, quella spaziale e quella cibernetica. Esse vanno coordinate non solo
fra loro, ma anche con le altre esistenti in tutti i conflitti fra le societ organizzate: la psicologica-religiosa; leconomica; la comunicativa; ecc.
Nessuno fa la guerra per la guerra, ma per la pace che segue la guerra. Come accennato, in ogni conflitto coesistono sempre due elementi: lo
scontro di volont e la prova di forza (non solo militare, ma anche politica,
economica, comunicativa, ecc.). La strategia larte di ottenere vantaggi,
in modo da indurre lavversario ad accettare la pace che sintende imporgli. Come annotava Lenin studiando il Vom Kriege16, chi tecnicamente
inizia la guerra guerreggiata non laggressore, ma il difensore. Non accettando il tipo di pace che gli si vuole imporre, egli spara contro il conquistatore. Questultimo invece per sua natura pacifico. Sarebbe ben lieto
di raggiungere i propri obiettivi fra gli applausi di una folla festante. Lo
avevano detto anche Napoleone e, prima di lui, Tucidide e Montesquieu.
Un aggressore non accetta lordine e la pace esistenti. Vuole modificarli,
con i costi e i rischi minori possibile. Non si pu parlare di pace senza
parlare di guerra e viceversa. Per essere presi sul serio, i pacifisti dovrebbero studiare Clausewitz. In caso contrario, le loro invocazioni alla pace
rischiano sempre di suscitare venti di guerra.
La fase di transizione che viviamo caratterizzata dallerosione dellordine unipolare, quello della pax americana, basata sullegemonia non solo
militare, ma anche culturale, economica e finanziaria degli Stati Uniti. Essa
era stata allorigine non solo della globalizzazione, ma anche di un periodo
felice in cui si poteva realisticamente sostenere che il tempo delle grandi
guerre fra Stati fosse finito per sempre. Di fatto, erano legemonia americana e limpegno degli USA ad impedirne lo scoppio. La globalizzazione
ha avuto pieno successo. La ricchezza ha raggiunto molte regioni che ne

16 Jacob W. Kipp, Lenin and Clausewitz: The militarization of Marxism, 1914-1921, Military Affairs, University of Kansas, October 1985.

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Future Wars

erano escluse. Il suo successo ne ha per eroso le basi, anche perch lalleato pi solido degli USA, cio lEuropa, conosce una crisi profonda che la
sta facendo uscire dalla storia, mentre, dal canto loro, gli USA sono sempre meno disponibili ad accollarsi lonere del mantenimento dellordine
mondiale. Daltra parte, la globalizzazione ha accentuato le differenze di
ricchezza, mentre la rivoluzione delle informazioni le ha rese inaccettabili.
Ha provocato vincitori e vinti, sia fra gli Stati sia al loro interno, mettendone in crisi la tenuta in molte parti del mondo, soprattutto in Medio Oriente.
Alla globalizzazione sono seguite la frammentazione, la regionalizzazione
e la ri-nazionalizzazione, in parte la ri-tribalizzazione. Lordine mondiale
e quello interno degli Stati posto in crisi dal ritorno delle identit, delle
etnie, delle trib e delle religioni. Anche se non politicamente corretto
affermarlo, la teoria dello scontro di civilt corrisponde alla situazione attuale meglio di quella della fine della storia. Il DAESH, con lautoproclamato Califfato, per inciso lunica risposta per ora sul tappeto posta
alla ri-tribalizzazione, conseguente al collasso degli Stati imposti al Medio
Oriente dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale. Il fenomeno
in taluni Stati viene contrastato con il nazionalismo e rafforzato dallinvenzione di pericoli e minacce. In altri ha provocato la frammentazione.
Entrambi produrranno un aumento della conflittualit. Dovremo fronteggiare un lungo periodo di conflitti, in cui le grandi potenze regionali e poi
anche globali si combatteranno dapprima per procura, per scontrarsi poi
direttamente fra loro. La fine dellegemonia americana ha segnato anche la
fine della speranza della scomparsa di nuovi grandi conflitti.
La gamma dei tipi di conflitto sar pi ampia di quella del passato: si
estender dalle ciberguerre, la cui efficacia stata sperimentata con gli
Stuxnet, diretti contro le cascate di centrifughe iraniane; al terrorismo, che
potrebbe divenire apocalittico, qualora acquisisse armi di distruzione di
massa; alle operazioni di stabilizzazione antiterroristica e anti-criminalit
organizzata; per giungere alle grandi guerre sia regionali sia fra le maggiori potenze, queste ultime volte anche a eliminare quanto resta dellordine
egemonico americano17.

17 Frank Hoffman, cit.; Richard N. Haass, The Unraveling: How to Respond to a Disordered
World, Foreign Affairs, October, 2014.
Storia della distopia militare

La guerra del futuro

629

6 Parlando di guerre del futuro occorre esaminare lintera gamma


dei conflitti possibili. La trattazione pi completa che conosco al riguardo stata prodotta da Frank Hoffman, analista della National Defense
University18. Egli molto scettico sulla validit del pensiero strategico prevalente negli USA. Esso trascura infatti la storia militare. Di conseguenza,
attribuisce carattere di assoluta novit a presunti mutamenti, del tipo della
cd. guerra ibrida, che invece vecchia come il mondo. Esso sarebbe, poi,
portato a dare eccessiva centralit alle dimensioni tecnologiche rispetto a
quelle umane dei conflitti. Riduce la strategia alle sue dimensioni militari.
Considera la tecnologia una panacea e i conflitti mono-dimensionali, trascurando, in particolare, le culture strategiche dellavversario e limpatto
della sua cultura e del suo tipo di societ. E un pensiero pi tattico, che
strategico. Gli USA sono cos portati a crearsi irragionevoli aspettative sui
costi e sui tempi dei conflitti e ad attribuire centralit a concetti operativi
come il Conventional Prompt Global Strike o allAir-Sea Battle, attribuendo alla vittoria militare possibilit che non possiede. La realt strategica
pi complessa. La vittoria non un concetto militare. E sempre politica.
Lo soprattutto quando si combatte contro avversari differenti dallOccidente, che adottano tecniche e tattiche profondamente diverse, che hanno
culture strategiche del tutto asimmetriche e che hanno una concezione della vita e della morte diversa dalla nostra19.
E la ragione per cui i poderosi eserciti occidentali si trovano a mal
partito contro i barbari. Lo si vede nella lotta contro lISIS. La parziale
riconquista di Ramadi ha richiesto sette mesi di combattimenti, pur con
una superiorit di 10 a 1 nelle forze terrestri attaccanti e una ancora maggiore nella potenza di fuoco aereo. Il fatto che il punto culminante della
vittoria, concetto chiave delle teorie operative da Clausewitz in poi, va
sostituito dal punto culminante della violenza. Esso pi psicologico
che materiale. Viene raggiunto quando la paura delloccupante superiore
a quella dellinsorto, del guerrigliero, del terrorista e anche del criminale.
Solo cos si pu dissociare questi ultimi dalla popolazione e annullare la
superiorit informativa di cui dispongono e che allorigine della loro ca18 Frank Hoffman, cit.
19 Lawrence Freedman, Coping With Disorder: The Use and Limits of Military Force,
World Politics Review, October 27th, 2015.

630

Future Wars

pacit di sopravvivenza. E difficile farlo, non tanto perch non si disponga


della potenza necessaria, quanto per i valori dellOccidente, che impediscono di utilizzarla appieno, per il timore di causare eccessivi danni collaterali, cio troppe perdite fra i civili. La differenza dei risultati raggiunti
contro lISIS in Siria e in Iraq dallaeronautica russa, rispetto a quelli della
coalizione a guida americana, nonch la decisione di non impiegare forze
terrestri, evidenziano lirrazionalit della logica nelluso della forza, criticata da Edward Luttwak20 con il suo sarcasmo sulla guerra post-eroica
e sullincapacit politica dellOccidente di permettere alla guerra di fare
il suo mestiere, cio di conseguire risultati che consentano di raggiungere
gli obiettivi politici che si propone. A differenza di quanto sostenuto da
Martin van Creveld21, il pensiero clausewitziano non stato superato dal
fatto che le guerre vengono combattute da forze irregolari espresse direttamente dai popoli, anzich dagli eserciti regolari. La triade clausewitziana (logos, ethos e pathos), del tutto simile a quella descritta da Tucidide e
generalizzata da Aristotele per ogni decisione umana, resta completamente
valida. La globalizzazione, lo sviluppo delle ICT e la democratizzazione
della politica estera e dello stesso uso della forza, lhanno addirittura reso
pi valida. La fine del mondo bipolare ha ridato attualit alluso reale della
forza. Nel mondo bipolare, centrale era la dissuasione nucleare e lutilizzo
potenziale anzich reale degli eserciti. Le armi nucleari mantengono la loro
importanza. Lo zero nukes, che tanti applausi aveva suscitato a Obama
dopo il suo discorso a Praga nellaprile 2009, irrealistico. Pu essere
addirittura pericoloso. Renderebbe pi probabili i conflitti, dissociando gli
equilibri regionali e locali da quelli globali e darebbe un enorme vantaggio
a chi riuscisse a barare sul divieto di possedere qualche arma nucleare.
7 La dottrina militare russa basata sul first use nucleare, anche contro
aggressioni convenzionali che comprometteranno la sopravvivenza dello
Stato. Mosca non dispone di alternative per mantenere una parvenza dequilibrio strategico con gli USA e la sicurezza del suo immenso e ricco
territorio. Dal canto loro, gli USA hanno iniziato un enorme programma di

20 Edward Luttwak, Give War a Chance, Foreign Affairs, July-August, 1999.


21 Martin van Creveld, The Transformation of War, Harper Collins, New York, 1991.
Storia della distopia militare

La guerra del futuro

631

ammodernamento della base industriale necessaria per mantenere valido


in futuro il loro deterrente nucleare. In tale situazione, dubbio che possano sopravvivere gli accordi sulla limitazione delle armi nucleari presi
dagli anni 70 in poi. La situazione resa pi complessa dalla squilibrio di
forze esistente fra la Cina e la Russia e dalla possibilit di proliferazione
nucleare, certamente stimolata anche dalla fine fatta da Saddam Hussein
e da Gheddafi, che molti attribuiscono al fatto che fossero privi di armi
nucleari.
La dissuasione mista convenzionale e nucleare continua a essere basata
sui concetti elaborati nella guerra fredda. Essi possono essere cos sintetiz-

632

Future Wars

zati.22 La guerra nucleare tanto irrazionale da essere impossibile. I danni


che provocherebbe sarebbero inaccettabili e, comunque, incompatibili con
qualsiasi obiettivo politico. Una guerra convenzionale limitata, specie se
condotta con le tattiche e tecniche della guerra ibrida, invece possibile.
Per evitarla, occorre collegarla in modo credibile con la guerra impossibile, cio con quella nucleare. In assenza di coupling, lo Stato pi debole
diverrebbe vulnerabile. Non sarebbe pi possibile la dissuasione estesa,
quale quella fornita dagli USA ai loro alleati europei e asiatici. Diverrebbe
inarrestabile la tentazione di crearsi un deterrente nucleare nazionale. La
proliferazione aumenterebbe la probabilit dimpiego di armi nucleari.
Una dissuasione convenzionale sarebbe instabile. Molti Stati, a partire dalla Russia, non posseggono le risorse finanziarie e tecnologiche per crearla.
Le possibilit di pace rimangono in definitiva basate sullesistenza e la
credibilit di un forte deterrente, che non pu essere che nucleare.
Questo concetto, su cui non politicamente corretto insistere molto in
Europa, stato ben compreso da Putin. Non per nulla ha fatto correre la
voce di aver messo in allarme larsenale nucleare strategico russo durante
loccupazione della Crimea.
1. La gamma delle guerre del futuro considerata da Frank Hoffman comprende: i conflitti ambigui (o della zona grigia), intermedi fra la pace
e la guerra; quelli irregolari; quelli ibridi; quelli non convenzionali;
quelli convenzionali limitati e quelli maggiori di teatro.
I conflitti ambigui si svolgono nello spazio grigio fra la pace e la
guerra. I loro obiettivi sono limitati. Mirano ad evitare reazioni dellavversario. Seguono la strategia del carciofo. Sono analoghi a quelli
ibridi nel senso che vedono limpiego coordinato di mezzi militari e
non militari.
I conflitti irregolari sono quelli antiterrorismo (CT), quelli anti-insurrezionali (COIN) e le operazioni di stabilizzazione, dal peacekeeping
al nation building. Sono tipicamente asimmetrici. Essi assumerebbero
maggiore importanza, qualora il terrorismo divenisse apocalittico o catastrofico, acquisendo armi di distruzione di massa.
22 Carlo Jean, Guerra, Strategia e Sicurezza, Laterza, Roma-Bari, 1997.
Storia della distopia militare

La guerra del futuro

633

I conflitti ibridi fondano fra loro i vari metodi di guerra, regolari e irregolari. Impiegano non solo strumenti militari, ma anche politici, economici e comunicativi. Possono comportare attacchi cibernetici, lutilizzo
di quinte colonne e di movimenti di piazza, tipici delle c.d., rivoluzioni
colorate, operazioni di disinformazione, ecc. Chi ne assume liniziativa cerca di mantenere ambigui i propri obiettivi, con la comunicazione,
linganno e con lalternanza di azioni offensive e di tregue, come avvenuto nella guerra civile della Bosnia-Erzegovina.
I conflitti convenzionali limitati sono caratterizzati da limitazioni geografiche e degli obiettivi perseguiti. Sono i conflitti tipici fra potenze
regionali e i loro sponsor esterni. Il concetto di limitazione sempre
relativo. E reso ambiguo dalla possibilit di escalation non deliberata
e dal fatto che un conflitto, limitato per un contendente, solitamente
totale per laltro.
Le maggiori guerre di teatro stanno ridivenendo una realt per la riduzione dellegemonia militare americana e, soprattutto, per il parziale
disimpegno americano in teatri non considerati pi vitali dagli USA,
come il Medio Oriente. Potrebbero iniziare nei mari circostanti la Cina,
nellArtico e anche in Europa orientale, soprattutto qualora il Cremlino
fosse messo in difficolt da una profonda crisi economica, che mettesse
in forse la sopravvivenza del regime.
2. In conclusione, la gamma dei possibili conflitti futuri molto ampia23.
La definizione delle priorit, cio della loro probabilit di accadimento, unoperazione difficile se non impossibile nella fase di turbolenta
transizione che conosce la geopolitica mondiale e dal fatto che la si
notevolmente attenuata rispetto al passato la separazione fra la politica
estera e quella interna. Una previsione, pur con tutti i suoi limiti, per
indispensabile, per definire la pianificazione delle forze. Come insegna
la storia, questultima va ispirata dallo scenario pi pericoloso, che per
le maggiori potenze sia regionali che globali relativo alle grandi guer-

23 Colin S. Gray, The 21st Century Security Environment and the Future of War, Parameters, Winter 2008-09.

634

Future Wars

re di teatro. Per le altre evenienze, si dovr fare affidamento pi che


nel passato sulla flessibilit e sulla capacit di coordinare fra loro i vari
strumenti a disposizione per agire in campo internazionale, che sono
poi quelli considerati nella guerra ibrida. Questultima probabilmente
dominer la scena strategica del futuro, se non altro perch gli attori
internazionali sono pi condizionati che nel passato dal rischio di escalation nucleare, sempre presente in ogni confronto militare.
The Future of Warfare and The Revolution in Military Affairs
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Storia della distopia militare

637

The Future of War 1

by Mark David Mandeles

ll writing about the future of war is speculative, as is theorizing


about causes of war.2 Yet, there are striking examples of powerful
diagnoses, analyses, and predictions about circumstances, causes, conduct, and outcomes of war. This essay will examine little noticed organizational factors affecting diagnoses and analyses of the future of war.
During the late nineteenth-century, many military officers assessed and
wrote about impacts of new weapons on tactics. In 1890, for example, U.S.
Army captain, E. L. Zalinski, argued that the increased destructiveness of
war appliancesflat-trajectory shoulder-fired rifles, smokeless powder,
and artillery enabled by railroad transport, telegraphic communication,
photographic reconnaissance and balloon observationwould shorten the
duration of war and provide decisive battlefield outcomes. Zalinski argued
that such new technologies and weapons would not, as he put it, render
war impossible. Rather, success would depend on the most careful
study and preparation to meet the complex character of all combinations
of contingencies in future warfare.3
Less than ten years later, Jean de Bloch derived entirely different implications and predictions in his 3,000-page, six-volume, comprehensive,
multi-level systems analysis of warfare.4 In an interview with pacifist W. T.

1 I dedicate this essay to the memory of the brilliant and kind Dr. John F. Joe Guilmar-

tin, Jr. (Col., USAF), whose life work is an enduring example of the idea: Historically, the force which thinks best fights best. The required exchange of ideas is invariably
painful and difficult, but the internal intellectual battle which it entails must be won if
we are to survive. Changing the Guard, Air University Review, Vol. 34 (1983).
2 Pitirim A. Sorokin, A Neglected Factor of War, American Sociological Review, Vol.
3, No. 4 (August 1938), pp. 475486.
3 E. L. Zalinski, The Future of Warfare, North American Review, Vol. 151, No. 409
(December 1890), pp. 688700.
4 Mark D. Mandeles, Military Technology, Tactics and Operations, and Social Change:
The Continued Relevance of Blochs Approach, paper presented to the Hague Appeal for Peace 1999 Conference, The Hague, Netherlands, 1115 May 1999.

638

Future Wars

Stead, Bloch summarized the thesis of The Future of War about warfare in
nineteenth-century industrialized Europe: the future of warfare will be not
fighting, but famine, not the slaying of men, but the bankruptcy of nations and
the break-up of the whole social organization. Bloch urged diplomats and
national leaders to recognize the catastrophic social, economic, and political
consequences of war and to seek negotiation and arbitration of disputes.5 The
conclusion of The Great War (later renamed World War I) saw the terrible
manifestation of Blochs predictions realized about the wars conduct, costs,
and social, economic, and political outcomes.
Contemporary discussions about the future of war also focus on potential
weapons and emerging technologies in conventional wars, and in other
forms of conflict such as information warfare, cyber warfare, insurgencies,
and state-sponsored covert and proxy wars.6 The term, Fourth Generation
War, refers to opponents with worldviews different from the Wests and
to advanced forms of insurgency in which members of terror cells stage
spectacular attacks and access globally-linked social, economic, political,
and technological systems to inform and influence enemy populations and
governments that opposing the insurgency is infeasible or too costly. Insurgent theoreticians of war and forces waging Fourth Generation War do not
distinguish between conditions of war and peace, or follow international
laws of armed conflict; all personnel are combatants, including children.7
The application of advances in the natural sciences and engineering to
development of war-fighting technology is ongoing in many technolog5 I. S. Bloch, The Future of War in its Technical, Economic and Political Relations, Ginn &

Company, Boston, 1902, pp. xvixvii; Jean de Bloch, The Transvaal War: Its Lessons
in Regard to Militarism and Army Reorganization. I Journal of the Royal United Service Institute Vol. 45 (November 1901), p. 1316; Jean de Bloch, The Work of the Peace
Societies: How to Widen Their Programme, The Observer Works, Chatham, 1901.
6 David E. Johnson, Military Capabilities for Hybrid War: Insights from the Israel Defense Forces in Lebanon and Gaza, OP-285-A, RAND Corporation, Santa Monica,
CA, 2010, http://www.rand.org/pubs/occasionalpapers/OP285.html, accessed 6 January 2016; Timothy M. Bonds, Michael Johnson, and Paul S. Steinberg, Limiting Regret: Building the Army We Will Need, RR-1320-RC, RAND Corporation, Santa Monica, CA, 2015, http://www.rand.org/pubs/research_reports/RR1320.html, accessed 7
January 2016.
7 Albert A. Nofi, Recent Trends in Thinking About Warfare, Center for Naval Analyses,
Alexandria, VA, 2006.

Storia della distopia militare

The Future of War

639

ically developed nations, although information is most readily available


about U.S. activities than, for example, about developments in the Peoples Republic of China (PRC) or Russia. A quick internet search for such
information reveals that the U.S. Navy is developing solid-state lasers,
hypervelocity projectiles, and the electromagnetic railgun to improve the
ability of surface ships to counter enemy missiles. Successful development
and deployment of any one of these weapons would significantly alter the
defensive-offensive correlation of maritime forces; successful development of more than one of these potential weapons would have an even
greater impact.8 Nanotechnology, artificial intelligence, robotics, and genetic engineering are influencing new weapons designs, and are the basis
8 Ronald ORourke, Navy Lasers, Railgun, and Hypervelocity Projectile: Background

and Issues for Congress, R44175, Congressional Research Service, Washington,


D.C. (18 March 2016), p. 2.

640

Future Wars

for the U.S. Department of Defense initiative, the third offset strategy,
to counter rapid progress in weapons development and military modernization of Russia and the PRC, and to deter their aggression.9
The third-offset strategy includes autonomous deep learning machines and systems to improve early warning of events, human-machine
collaboration for decision-making, assisted-human technologies that can
make people operate more effectively, semi-autonomous weapons, and
human-teaming with unmanned systems.10 Technologies developed and
weapons built under the third-offset strategy would enhance the operation
of precision-strike regimes composed of precision-guided weapons,
advanced sensors, computers, and communications, and organizational
structures, processes, and procedures to enable targeting, coordination of
forces, and damage assessment.11
These advanced technologies promise qualitative improvements in military operational capabilities. However, the future of warfare is not simply
about sophisticated application of scientific and engineering research. Attention limited to emerging technologies and development of new weapons
obscures factors that have played a decisive role in adoption, deployment,
and employment of qualitative advances in warthe organizational, social, political, cultural, historic, and economic context within which weapons are developed and ways of fighting occur.12 The remaining portion of
9 Bob Work, The Third U.S. Offset Strategy and its Implications for Partners and Allies,
28 January 2015, as delivered by Deputy Secretary of Defense Bob Work, Willard Hotel, Washington, D.C., http://www.defense.gov/News/Speeches/Speech- View/Article/
606641/the-third-us-offset-strategy-and-its-implications-for-partners-and-allies, accessed
24 February 2016; Ashton Carter, Remarks Previewing the FY 2017 Defense Budget, 2
February 2016, as delivered by Secretary of Defense Ash Carter, Washington D.C., http://
www.defense.gov/News/Speeches/Speech-View/Article /648466/ remarks-previewing
-the-fy-2017-defense-budget, accessed 24 February 2016.
10 Colin Clark and Sydney J. Freedberg Jr., Robot Boats, Smart Guns & Super B-52s: Carters Strategic Capabilities Office, Breaking Defense (5 February 2016), http://breakingdefense.com/2016/02/carters-strategic-capabilities-office-arsenal-plane-missile-defense-gun/, accessed 24 February 2016; Aaron Mehta, Work Outlines Key Steps in Third
Offset Tech Development, Defense News (14 December 2015), http://www.defensenews.
com/story/defense/innovation/2015/12/14/work-third-offset-tech-development-pentagon-russia/77283732/, accessed 24 February 2016.
11 Barry D. Watts, The Evolution of Precision Strike, CSBA, Washington, D.C., 2013.
12 Mark D. Mandeles, The Future of War: Organizations as Weapons, Potomac Books,
Storia della distopia militare

The Future of War

641

this essay will address (1) normative organizational requisites of fusion


warfare or of a future precision-strike complex, and (2) generic sources
of organizational error that mitigate hoped for organizational performance.
The activities of future military (and civilian) organizational structures,
processes, and procedures that can deliver expected rapid and effective performance under hazardous conditions of uncertainty, risk, ambiguity, and
imperfect information must be based on a foundation of criticism. Martin
Landau and Donald Chisholm argued that when organizations are created,
the potential for error is inescapable. Fault-proof organizations are beyond our design capability.13 Consequently, the most crucial requirement
of public policy is that it be subject to criticism. All policies lie in the
future tense. Policies seek to control the futureto direct events that are
yet to come.14 The indispensability of criticism is evident in its prominent
role in assuring a low frequency of errors in high-reliability organizations
operating complex technologies to accomplish hazardous tasks.15
U.S. Department of Defense leaders occasionally discuss the necessary
role of criticism in error-correction. During a conference in January 2015,
Under Secretary of Defense Bob Work declared, we [leaders of the De-

McLean, VA, 2005; Mark D. Mandeles, Military Transformation Past and Present:
Historical Lessons for the 21st Century, Praeger Publishers, Westport, CT, 2007);
Thomas C. Hone, Norman Friedman, and Mark D. Mandeles, American and British
Aircraft Carrier Development, 19191941, Naval Institute Press, Annapolis, 1999;
see also Nofi, Recent Trends in Thinking About Warfare, p. 27.
13 Martin Landau and Donald Chisholm, The Arrogance of Optimism: Notes on Failure-Avoidance Management, Journal of Contingencies and Crisis Management, Vol.
3, No. 2 (1995), p. 69.

14 Martin Landau, Foreword, in Edward Bryan Portis and Michael B. Levy, Eds., Handbook of Political Theory and Political Science, Greenwood Press, New York, 1988, p. viii.
15 Gene I. Rochlin, Todd R. La Porte, and Karlene H. Roberts, 1987 The Self-Design-

ing High Reliability Organization: Aircraft Carrier Flight Operations At Sea, Naval
War College Review, Vol. 40 (Autumn 1987), pp. 7690; Todd R. LaPorte, Karlene
Roberts, Gene I. Rochlin, High Reliability Organizations: The Research Challenge,
Institute of Governmental Studies, University of California, Berkeley (December
1987); Gene I. Rochlin, Informal Organizational Networks as a Crisis-Avoidance
Strategy: US Naval Flight Operations as a Case Study, Industrial Crisis Quarterly,
Vol. 3 (1989); Karl E. Weick and Karlene H. Roberts, Collective Mind in Organizations: Heedful Interrelating on Flight Decks, in Michael D. Cohen and Lee S. Sproull, Eds., Organizational Learning, Sage Publications, Thousand Oaks, CA (1996).

642

Future Wars

partment of Defense] have to embrace, not shy away from criticism.16


Mr. Works call to accept criticism recognizes an organizational property
that all adaptive, flexible, effective organizations must satisfy.17 His call
was limited in that he did not describe how criticism would align with
departmental structure, processes, procedures, or incentives, or specify the
organizational and bureaucratic characteristics of criticismsuch as organizational locations, staffing, processes, and relationship of processes to
responsibilities of organizational leaders.18
In some definite though for now indeterminate future, Martin Landau
described normative properties of future organizations based on a foundation of criticism. In his words,
Bureaucracies will be less hierarchical, more pragmatic, less rulebound, more redundant, more competitive internally, more experimental, and more appreciative of the therapeutic significance of error.
Measures of effectiveness will replace those of efficiency; experimental decisions will precede terminal decisions; and premature programming, the cause of so many errors will diminish as our public organizations become less synoptic in mode and more inventive in their
operations. Where control is now a responsibility of sheer incumbency,
it will come to be seen as a causal factor that can only be employed effectively on the foundations of knowledge. This means that our notions
of accountability will change. As fact continues to displace value in
the making of decisions, and at an accelerating pace, decision makers
will be held responsible for their empirical claims, not simply for their
good will or political disposition. Even now we are beginning to see
the emergence of the concept of empirical accountability, a concept
that will only grow stronger. That is because all policies [emphasis in
the original] contain high empirical content and their success depends

16 Bob Work, The Third U.S. Offset Strategy and its Implications for Partners and Al-

lies, 28 January 2015.


17 Jonathan Bendor and Sunil Kumar, The Perfect is the Enemy of the Best: Adaptive
Versus Optimal Organizational Reliability, Journal of Theoretical Politics, Vol. 17,
No. 1 (2005), pp. 539.
18 Similarly, what is entailed by flexible, adaptive, and other words expressing
management fads is underspecified, too. See Paul R. Schulman, Problems in the Organization of Organization Theory: An Essay in Honour of Todd LaPorte, Journal of
Contingencies and Crisis Management, Vol. 19, No. 1 (2011), pp. 4350.
Storia della distopia militare

The Future of War

643

on the corpus of knowledge upon which they are based.19

With these normative principles guiding the organization and operation


of militaries in peace and war, it would be possible to state and answer
clearly questions concerning alignment of means to ends. For instance,
a future military organization would devote conscious and deliberate research and analysis efforts to demonstrate to civilian authorities the causal
relationship between military victory and political ends. Political leaders
and publics would be able to determine which conflicts might be mitigated
by force, and how that force should be organized and directed. Military
organizations would deliberately gather outcome data to test hypotheses
about the context of conflict, which capabilities and factors sustain and
enable the conflict, and the timing and effectiveness of mixtures of diplomacy and force to resolve or diminish conflict.
Such normative principles also provide insight into whether particular
approaches to organizing, equipping, and training military forces align to
current and foreseeable national security challenges and justify the expense
of implementation. For example, a proposal to organize to conduct fusion
warfare would require the design of an organization to fuse in a dynamic
environment many types information (e.g., urgent and non-urgent, threatening and non-threatening, relevant and irrelevant to current tasks) and large
quantities of data under short deadlines.20 An initial fusion warfare proposal
was mute about crucial issues, such as (1) whether human information-processing capabilities can provide information at the tempo and accuracy required by decision-makers at higher command and control organizational
nodes; (2) whether knowledge about the enemy can be organized into a
feasible (given available resources) means-end chain of targets and kinetic
and non-kinetic actions, the desired and expected outcomes; and (3) whether the organization anticipates, acknowledges, and searches for errors that
would require campaign updates and reassessments.
A practical assessment of fusion warfare and of other visionary ap19 Martin Landau, Catastrophic Errors and the Changing Shape of Bureaucracy, in

Larry B. Hill, Ed., The State of Public Bureaucracy, M. E. Sharpe, Inc., Armonk, NY,
1992, pp. 217218.

20 Maj. Gen. Vera Linn Jamieson (USAF) and Lt. Col. Maurizio Calabrese (USAF), An ISR
Perspective on Fusion Warfare, The Mitchell Forum, No. 1, October 2015.

644

Future Wars

proaches to future warfare would emphasize the context of its implementationthe social, technological, and organizational complexity of hypothesized future military organizations. Modern computer, sensor, information
processing, and communications technologies place a high cognitive and
training burden on people operating the equipment, and affect military organizational structures. Growth of scientific, engineering, and technical
knowledge is reflected in the growth of military occupational specializationsand a corresponding increase in the organizational requirement to
coordinate activities between individuals and offices.21
21 This and related issues were considered in the authors The Future of War: OrganiStoria della distopia militare

The Future of War

645

Much more is known about the physics and engineering underlying


how weapons systems and enabling technologies (such as intelligence,
surveillance, and reconnaissance systems) operate than is known about
interactions within human-machine-organization systems. Effective incorporation of sophisticated military technology into the force will require
the accumulation of knowledge and data on topics relevant to dynamics
of human-machine-organizational systems. Topics range from impacts of
sleep deprivation and sleep debt on deficits in observation, action, command, and moral judgment;22 to attention deficits when multi-tasking on
computers and communications devices;23 to individual-level incentives
that quietly conflict with (and influence or modify) higher organizational
goals and commanders intent.
To achieve effective functioning of future military organizations in war,
one must add realistic appraisal of the extraordinary abilities of bureaucracies to hide error, and to search for scapegoats when error has been
exposed.24 Generic sources of organizational error accrue when minimal
causal knowledge exists aligning means to ends, and organizations prac-

zations as Weapons, 2005, originally prepared for the Director/Net Assessment, U.S.
Department of Defense.

22 William D.S. Killgore, Desiree B. Killgore, Lisa M. Day, Christopher Li, Gary H. Kamimori, Thomas J. Balkin, The Effects of 53 Hours of Sleep Deprivation on Moral Judgment, Sleep, Vol. 30, No. 3 (2007), pp. 345352; W. Todd Maddox, Brian D. Glass, Sasha M. Wolosin, Zachary R. Savarie, Christopher Bowen, Michael D. Matthews, David M.
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Pallesen, Jarle Eid, The Impact of Partial Sleep Deprivation on Moral Reasoning in Military Officers, Sleep, Vol. 33, No. 8 (2010), pp. 10861090; Paul Whitney, John M. Hinson, Melinda L. Jackson, Hans P. A. Van Dongen, Feedback Blunting: Total Sleep Deprivation Impairs Decision Making that Requires Updating Based on Feedback, Sleep, Vol.
38, No. 5 (2015), pp. 745754B.
23 Eyal Ophir, Clifford Nass, Anthony D. Wagner, and Michael I. Posner, Cognitive Control
in Media Multitaskers, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United
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24 Landau, Catastrophic Errors and the Changing Shape of Bureaucracy, pp. 219, 221.

646

Future Wars

tice institutional self-deception,25 premature programming,26 uncertainty


absorption,27 negotiating away uncertainty,28 groupthink,29 and goal displacement.30
Whether acknowledged or not, these multiple sources of error challenge
visions of future war as self-correcting, adaptive, and flexible organizations aided by artificial intelligence and other form of human-machine collaboration, operating advanced communications, intelligence, surveillance,
and reconnaissance technologies to conduct fusion warfare or to operate
a precision-strike network.
Absent the development of knowledge to handle generic sources of organizational error in military organizations employing ever more technologically advanced weapons and sensors, the near-term future of warfare
for Western democracies will be a continuation of current conditions
small-scale operations against terror groups leaders and forces. The final
words of this essay go to Joseph Conrad, whose appraisal of the fantasies
of political visionaries applies equally to future of war visions of technological solutions ungrounded in real analysis of the human-technology-organization interface: Visionaries work everlasting evil on earth. Their
Utopias inspire in the mass of mediocre minds a disgust of reality and a
contempt for the secular logic of human development.31

25 Leonard Wong and Stephen J. Gerras, Lying to Ourselves: Dishonesty in the Army

Profession, Carlisle Barracks, MD, U.S. Army War College, 2015.

26 W. Ross Ashby, The Effect of Experience on a determinate Dynamic System, Be-

havioral Science, Vol. 1 (January 1956); Martin Landau, Decision Theory and Comparative Public Administration, Comparative Political Studies, Vol. 1 (1968).
27 James G. March and Herbert A. Simon, Organizations, Second edition, Blackwell
Publishers, Cambridge, MA, 1993, p. 176.
28 Richard M. Cyert and James G. March, A Behavioral Theory of the Firm, Prentice-Hall, Inc., Englewood Cliffs, NJ, 1963, p. 119.
29 Irving L. Janis, Victims of Groupthink: A Psychological Study of Foreign-Policy Decisions and Fiascoes, Houghton Mifflin Company, Boston, MA, 1972.
30 Robert K. Merton, Bureaucratic Structure and Personality, Social Forces, Vol. 18,
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31 Joseph Conrad, Under Western Eyes; A Novel, Knopf, New York, NY, 1991, p. 71
(originally published in 1911).
Storia della distopia militare

647

The Future of Peace Betrayed

The UN Security Council and political, linguistic,


and psychoanalytic vulnerabilities
by Linda Roland Danil1

Introduction
his chapter will revisit a particular historical period: the 2003 invasion of Iraq. In so doing, this chapter will examine one particular case-study relating to the invasion, specifically selected excerpts from United Nations (UN) Security Council Resolutions 678, 687,
and 1441. These resolutions formed the basis of the legal justification for
going to war put forward by the UK (and Australia) as well as the US
more marginally. A novel three-step analysis will be undertaken that considers the political, the linguistic and the psychoanalytical dimensions of
the case-studies, with the political considering chrono-politics and Martti
Koskenniemis indeterminacy thesis2; the linguistic taking a post-structuralist approach; and the psychoanalytical considering Lacanian psychoanalysis, and Lacanian psychoanalysis as interpreted by Slavoj iek. It
will consequently be argued that the Resolutions are susceptible to political, linguistic, and psychoanalytical vulnerabilities, with the linguistic and
the psychoanalytic being the most entrenched. Moreover, these vulnerabilities are inherent to law generally and the Symbolic (as understood in the
Lacanian psychoanalytical sense3) more broadly. Ultimately, the chapter
1 My thanks to Prof. Virgilio Ilari for all his helpful comments on my work.
2 As found in Martti Koskenniemi. From Apology to Utopia: The Structure of International
Legal Argument, Cambridge, Cambridge University Press, 2005.
3 In Lacanian psychoanalytic theory, there are three levels, or registers, to subjectivity and
the social: there is the Imaginary stage, which designates the age in between six and eighteen months, when an infant misrecognizes him/herself as whole in his/her mirror image
or in his/her reflection through anothers eyes these images are therefore fantasies; the
Symbolic, which is the realm of law, language, and the social, and which the individual
accedes to consequent to metaphorical castration; and the Real, which is retroactively constituted by the Symbolic and which designates all of that which exceeds the Symbolics
grasp. Because it cannot be articulated or grasped by the Symbolic, the Real is therefore
traumatic: for an explanation of the Imaginary, see Jacques Lacan, The Mirror Stage as

648

Future Wars

will argue that no institutional framework and its workings, the UN included, is always completely immune from the political, linguistic, and
psychoanalytic dimensions discussed.
Case study I: UN Security Council Resolutions 678, 687, and 1441
This section will set out the most pertinent sections of Resolutions 678,
687 and 1441, before subjecting those sections to a close analysis. Firstly,
it is important to contextualize the reader within the history of the three
Resolutions in question, and make mention of Resolution 660 in particular.
Resolution 687, authorized consequent to the close of the first Persian Gulf
War in 1991, necessitated Iraq to surrender all weapons of mass destruction, and created a UN Special Commission on Iraq (UNSCOM) to monitor compliance. UNSCOM was to be allowed to carry out immediate site
inspections with regards to chemical and biological weapons, and ballistic
missiles of a greater range than 150 km. The International Atomic Energy
Agency (IAEA), assisted by UNSCOM, was also to be allowed the same
rights with regards to nuclear weapons. All further development, research
and manufacturing facilities were also banned; future ongoing monitoring
and verification of Iraqs compliance were further stipulated. Thus, the

Formative of the Function of the I as Revealed in Psychoanalytic Experience, in Ecrits: A


Selection, New York, W.W. Norton & Company, 2007, pp. 75 81. For explanations of all
three registers, see amongst others: Bert Olivier, Lacans subject: the imaginary, the symbolic, the real and philosophy. South African Journal of Philosophy, 23(1) 2004, pp. 119;
Frederic Jameson, Imaginary and Symbolic: Marxism, Psychoanalytic Criticism, and the
Problem of the Subject, Yale French Studies, 55/56, 1977, pp. 338 395.
Storia della distopia militare

The Future of Peace Betrayed

649

cease-fire laid out in Resolution 687 hinged upon two key requirements:
firstly, to eliminate WMDs, and secondly, to allow verification by the Special Commission (and the IAEA).4
Resolution 678: [...] Noting that, despite all efforts by the United Nations, Iraq refuses to comply with its obligation to implement Resolution
660 [...] and the above mentioned subsequent relevant resolutions [...]
Authorizes Member States co-operating with the Government of Kuwait,
unless Iraq[...] fully implements [...] the above mentioned resolutions, to
use all necessary means to uphold and implement Resolution 660 (1990)
and all subsequent relevant resolutions and to restore international peace
and security in the area.
Resolution 687: Welcoming the restoration to Kuwait of its sovereignty,
independence and territorial integrity and the return of its legitimate Government [.] Affirming the commitment of all Member States to the sovereignty, territorial integrity and political independence of Kuwait and Iraq,
and noting the intention expressed by the Member States cooperating with
Kuwait [...]to bring their military presence in Iraq to an end as soon as possible [.] [The UN Security Council] Declares that, upon official notification
by Iraq to the [UN] Secretary General and to the Security Council of its
acceptance of the provisions above [outlining, inter alia, the disarmament
obligations], a formal cease-fire is effective between Iraq and Kuwait and
the Member States cooperating with Kuwait in accordance with Resolution
678 [.] [The UN Security Council] Decides to remain seized of the matter
and to take such further steps as may be required for the implementation of
the present resolution and to secure peace and security in the area.
Resolution 1441: Acting under Chapter VII of the Charter of the United
Nations [the Security Council]
1. Decides that Iraq has been and remains in material breach of its obligations under relevant resolutions, including resolution 687 (1991)
2. Decides, while acknowledging paragraph 1 above, to afford Iraq, by
this resolution, a final opportunity to comply with its disarmament obligations under relevant resolutions of the Council; and accordingly decides to
set up an enhanced inspection regime with the aim of bringing to full and
verified completion the disarmament process established by resolution 687
(1991) and subsequent resolutions of the Council;
3. Decides that, in order to begin to comply with its disarmament obligations, in addition to submitting the required biannual declarations, the

4 Ruth Wedgwood, The Enforcement of Security Council Resolution 687: The Threat of
Force against Iraqs Weapons of Mass Destruction, The American Journal of International Law, 92(4), 1998, pp. 724 728.

650

Future Wars
Government of Iraq shall provide to UNMOVIC [United Nations Monitoring, Verification and Inspections Commission], the IAEA, and the Council,
not later than 30 days from the date of this resolution, a currently accurate,
full, and complete declaration of all aspects of its programmes to develop
chemical, biological, and nuclear weapons, ballistic missiles, and other
delivery systems such as unmanned aerial vehicles and dispersal systems
designed for use on aircraft, including any holdings and precise locations
of such weapons, components, sub-components, stocks of agents, and related material and equipment, the locations and work of its research, development and production facilities, as well as all other chemical, biological,
and nuclear programmes, including any which it claims are for purposes
not related to weapon production or material [.]
13. Recalls [...] that the Council has repeatedly warned Iraq that it will
face serious consequences as a result of its continued violations of its obligations;
14. Decides to remain seized of the matter.

A particular chrono-politics, or politics of time, deployed in a legal context, emerges when one examines the argument put forward by the UK,
and which was expanded upon by other commentators who argued that the
restoration of peace and security under Resolution 678 necessitated a partial disarmament of Iraq and other measures under Resolution 687.5 This
specific chrono-politics is tied to the ability to revive an allegedly dormant
authorization of the use of force that had been approved by the Security
Council in the past, and for different reasons with the original reason
being the liberation of Kuwait and the restoration of peace and security in
the area. The past, effectively put to sleep by the achievement of what the
authorization of the use of force was necessitated for in the first place, was
reawakened through a radical legal interpretation of the relevant UN Security Council Resolutions. Political power is here manifested through the
ability to not only manipulate legal texts through interpretation in order to
achieve required ends; it also manifested by the ability to manipulate time
and reawaken past decisions by the UN Security Council, even if those
past decisions do not coincide with the present. Thus, the past is radically
made to coincide with the present in order to achieve political goals. This
chrono-politics was also extended over the lifetime of the UN Security
Council Resolutions, specifically Resolution 678: contrary to prior Reso5 Alexander Orakhelashvili. Collective Security, Oxford University Press, 2011.
Storia della distopia militare

The Future of Peace Betrayed

651

lutions that authorized the use of force, and which were regarded as losing
force consequent to changing circumstances6, Resolution 678 was argued
to contain an authorization to use force of an uncertain duration.
However, as Orakhelashvili argues7, it is not certain how a breach of
Resolution 687 would revive the authorization to utilize force granted by
Resolution 678, which was adopted significantly earlier and made no reference to an obligation to disarm. As Orakhelashvili further argues, Resolution 687 was adopted considerably after Kuwait had been liberated from
Iraq, and peace and security had been restored in the area, as stipulated
by Resolution 678. An examination of just the excerpt of Resolution 687
provided earlier provides a vital distinction between Resolution 678 and
Resolution 687: Resolution 687 was set up to achieve control of armaments in the region (and the full text of the Resolution reaffirms this);
it was an additional and separate objective from that of Resolution 678,
which authorized the use of force in order to liberate Kuwait and to restore
6 Such as, e. g., Resolution 83 (1950) against Korea, and Resolution 221 (1966) against
Southern Rhodesia: Niaz A. Shah. Self-Defense in Islamic and International Law: Assessing Al-Qaeda and the Invasion of Iraq. New York, MacMillan, 2008.
7 Orakhelashvili, supra, n.5.

652

Future Wars

peace and security in the region. Indeed, the preamble of Resolution 687
was clear that the objective of Resolution 678 had been achieved, and Resolution 687 was about the control of armaments in the region. The revival
argument is therefore flawed because the authorization of the use of force
was related to the liberation of Kuwait and the restoration of peace and
security in the area, which Resolution 687 confirmed had been achieved;
the revival could not therefore be imposed on a future Resolution which
stipulated entirely different objectives (armaments control).
Examining the former Attorney General Lord Goldsmiths interpretation8of the relevant Resolutions, and the manner in which certain words
within the Resolutions were interpreted, is important in terms of examining how implied authorization was derived from an interplay of chrono-political manoeuvring that revived the past and rendered it viable in the
present. Lord Goldsmith made the case for war to Parliament by arguing
that the authorization to use force existed through the combined effect of
Resolutions 678, 687, and 1441. With regards to Resolution 687 specifically, the Security Council exacted a cease-fire and imposed upon Iraq
continuing obligations to remove their WMDs in order to restore international peace and security in the area. Resolution 687 suspended but did not
terminate the authority to use force. A material breach of Resolution 687
would revive the authority to use force, and Resolution 1441 found Iraq to
be in material breach of its obligations. In Resolution 1441, the Security
Council gave Iraq a final opportunity to comply with its disarmament obligations and warned Iraq of serious consequences if it did not comply.
Iraq failed to comply and was therefore in material breach, and therefore
the authority to utilize force was revived. Further, Resolution 1441 would
have stipulated in its wording if a further Resolution had been required in
order to sanction force, but all that it had required was reporting with regards to Iraqs non-compliance. This, in accordance with Resolution 1441,
would constitute a further material breach, and would thus bypass the need
for further discussion of Iraqs failures. Moreover, even if the words serious consequences in Resolution 1441 did not suffice to revive the authority to use force, the fact that Iraq was in material breach of its obligations,

8 Lord Goldsmith. Iraq Legal Advice, The Guardian, 28 April 2005 [Online].
Storia della distopia militare

The Future of Peace Betrayed

653

as argued in Resolution 687 and reaffirmed in Resolution 1441, was argument enough to revive the military enforcement that had ceased through
Resolution 687.9 This argument drew upon the law of treaties, specifically
Article 60 of the Vienna Convention on the Law of Treaties, which provides for the suspension and termination of the operation of a treaty as a
consequence of its breach, and thus equated and conflated a UN Security
Council Resolution with a treaty.
A close look at the excerpt of Resolution 687 provided in the earlier
page, and read in accordance with the ordinary meaning of the text of the
Resolution10, makes it explicit that a formal cease-fire was effective between Iraq and Kuwait and the Member States cooperating with Kuwait.
Further, the UN Security Council made it explicit that it would remain
seized of the matter, which it did again in Resolution 1441, as provided
in the excerpt.11 It further made it explicit that it would take such further
steps as would be necessary for the implementation of the Resolution in
question and to secure peace and security in the area. Effectively, the interpretations taken on by the UK and the US with regards to the UN Security Council Resolutions were based upon an implied authorization, which
was then unilaterally enforced without explicit Security Council approval.
The implied authorization drew upon the warning that Iraq faced serious
consequences in Resolution 1441, due to its continued violations of its
obligations. However, the term serious consequences does not equate to
the phrase all necessary means which, in diplomatic terms, means the
use of force. Nonetheless, the UK and the US conflated the two into a single signifier that denoted the same thing: the use of force, unilaterally imposed if necessary, by a single or a number of UN Member States, without

9 David Kinsella, Bruce Russett, and Harvey Starr. World Politics: The Menu for Choice,
Boston, Wadsworth, 2013.
10 As Helen Duffy argues, in line with the general principles of legal interpretation, a Security Council Resolution must be interpreted in accordance with the ordinary meaning of the
language used, and understood in the context and in the light of the Resolutions purpose:
Helen Duffy, The War on Terror and the Framework of International Law. Cambridge
University Press, 2005.
11 S. also Ivan Shearer, A Revival of the Just War Theory? In: Michael Schmitt, Jelena
Pejic (Eds.), International Law and Armed Conflict: Exploring the Faultlines Essays in
Honour of Yoram Dinstein. Leiden: Martinus Nijhoff, 2007, pp. 1 20.

654

Future Wars

explicit UN Security Council approval. This is a paradigmatic and radical


example of what Lionel Bailly12 has argued is the considerable mobility
of signifiers within signifying chains. However, Resolution 1441 neither
specified the legal consequences of a material breach, nor expressly authorized military action. Indeed, following its adoption, all the Security Council members, including the US and the UK, publicly confirmed that Resolution 1441 did not provide for automaticity.13 Therefore, contrary to Lord
Goldsmiths argument, this implied that the passing of another Resolution
would be necessary before military action could be taken.14 Thus, through
a subversively deployed chrono-politics with regards to legal interpretation, although the 2003 invasion of Iraq was largely regarded as illegal by
the international community, the UK and the US preyed upon the linguistic uncertainties that inhered principally in Resolution 1441, particularly
through Iraqs material breach and the words severe consequences
being argued to revive the authority to use force.
More crucially, the legal position that the UK specifically took embodied
a particular tension that is most aptly illustrated by Martti Koskenniemis
indeterminacy thesis.15 This is the argument that international law is situated within the inherently contradictory liberal political tradition, in that
international law perpetually oscillates in a volatile, unstable manner in
between a concrete pole and a normative pole. Further, this is fundamentally an ontological argument as to the foundations of international law.
The concrete pole is that which is closest to political commitments and
objectives, and based upon state practice and thus relies on so-called ascending arguments; whereas the normative pole is the one that remains
closest to the objective norms of the international community, is therefore

12 Lionel Bailly, Lacan: A Beginners Guide, Oxford, Oneworld Publications, 2009.


13 Michael Byers, Crisis, What Crisis? Transatlantic Differences and the Foundations of
International Law, In: Jeffrey J. Anderson, G. John Ikenberry, and Thomas Risse (Eds.),
The End of the West? Crisis and Change in the Atlantic Order, Ithaca, Cornell University
Press, 2008, pp. 186 209.
14 Byers, Ibid; Wayne Sandholtz, The Iraq War and International Law, In: David Armstrong (Ed.), Routledge Handbook of International Law, Abingdon, Routledge, 2011, pp.
222 238.
15 Martti Koskenniemi. From Apology to Utopia: The Structure of International Legal Argument, Cambridge, Cambridge University Press, 2005, p.610.
Storia della distopia militare

The Future of Peace Betrayed

655

autonomous from state influence, and thus relies on so-called descending arguments. However, this constant oscillation is necessary and the
legitimacy of international law depends upon it. If international law was
too normative, then it could be accused of being utopian, and therefore too
abstract and based upon a natural morality that is independent of the actual
concerns, interests, and practices of States. If however, international law
was too concrete, then it could be accused of being apologist, or State-centric, and therefore not independent enough from State influences and concerns to give it objective, normative power in the international community.
As David Kennedy16 has also argued, international law is structurally indeterminate because it purports to bind the very subjects who are simultaneously the source of international law.
Further, in opposition to Koskenniemis argument, which sees the oscillation between the concrete and the normative as the fundamental source
of ambiguity, there is actually a more fundamental level of ambiguity on
a linguistic level. Koskenniemi acknowledges this ambiguity but does not
explicitly give it the sufficient importance that is argued here. This can
be seen to arise in the interpretation of the Security Council Resolutions,
and is due to the structural dimension of international legal rules, of law,
and from the structure of language generally. This linguistic indeterminacy
arises from the nature of meaning not inherently residing in language, and
therefore legal rules; meaning only arises in accordance with the conceptual scheme in which concepts appear. Consequently, law cannot provide
objective answers, but rather, is always dependent on its a priori structural contextualization, or conceptual scheme, in which it is embedded. As
Koskenniemi argues:
The idea that law can provide objective resolutions to actual disputes
is premised on the assumption that legal concepts have a meaning which
is present in them in some intrinsic way, that at least their core meanings
can be verified in an objective fashion. But modern linguistics has taught
us that concepts do not have such natural meanings. In one way or another,
meanings are determined by the conceptual scheme in which the concept
appears.17

16 David Kennedy. Theses about International Law Discourse, German Yearbook of International Law, 23, 1980, pp. 353 391.
17 Koskenniemi, supra n.15, p. 591.

656

Future Wars

As Koskenniemi further argues, it is possible to defend any course of


action including deviation from a clear rule by professionally impeccable legal arguments that look from rules for their underlying reasons, [and]
make choices between several rules and exceptions18 The tension between the concrete and the normative was most strongly illustrated by the
legal argument advanced by the UK with regards to the three Resolutions
in question. The UK, whilst attempting to remain within the framework of
international law as embodied by the UN Security Council Resolutions,
and therefore relying upon the normative pole and descending arguments,
also attempted to advance what were fundamentally concrete objectives,
that is to say, UK political interests.
A further note needs to be made with regards to Koskenniemis argument that there may be instances in international law that give rise to no
linguistic ambivalence whatsoever, and therefore, in which words are perfectly clear as to their meaning. It is here that a divergence from Koskenniemis argument is necessary, in order to examine, as previously argued,
and as equally proposed by Euan MacDonald19, the proposition that it is
linguistic ambiguity that is more central. The ambiguity trumps the oscillation between the concrete and the normative because language or in Lacanian terms, the Symbolic is the prerequisite for all social interactions,
inclusive of the political and the legal. Derridas concept of diffrance20
is crucial here. Diffrance is a neologism and means both to differ and
to defer, and therefore encapsulates the spatio-temporal instability of
words: not only is meaning relational, and thus arises from differences in
between terms as Saussure21 argued; it is also perpetually deferred, with
a word carrying the traces of past as well as future meanings. It therefore
cannot be permanently lodged into a single place.
The linguistic instability of the terms of the UN Security Council Reso-

18 Koskenniemi, ibid; emphasis in the original.


19 Euan MacDonald. International Law and Ethics After the Critical Challenge: Framing the
Legal within the Post-Foundational, Leiden: Martinus Nijhoff, 2011.
20 Jacques Derrida, Of Grammatology, Baltimore, The John Hopkins University Press, 1997;
Id., Writing and Difference, Abingdon, Routledge Classics, 2001.
21 Ferdinand de Saussure. Course in General Linguistics, New York City, Columbia University Press, 2011.
Storia della distopia militare

The Future of Peace Betrayed

657

lutions emerges in the manner in which the term serious consequences


was conflated with all necessary means in order to bypass a further UN
Security Council Resolution authorizing the use of force to instead immediately signify the authorization of the use of force. On another note,
Derridas urgings through a deconstructive approach to pay attention to
that which has been silenced in a text leads to the examination of how the
UK and the US silenced and suppressed the UN Security Councils repeated argument that it decided to remain seized of the matter, and instead,
chose to focus upon other terms in the Resolutions in order to fortify their
legal position. As William Safire argues, [...]its use at the end of a resolution [...] means that the Security Council remains in possession of, or
control of, or is still really interested in, the matter, and nobody else had
better seize, grab, snatch at or glom on to jurisdiction over it.22 In addition, ultimately the parties to the Resolutions were Iraq and the Security
Council, and not Iraq and individual Member States. However, the UK and
the US took it upon themselves to act as if the Resolutions were between
Iraq and themselves.
Finally, it is crucial to note the (Lacanian) psychoanalytic dimension
to the malleability and gaps of the language of the Resolutions. Drawing
upon psychoanalysis, Maria Aristodemou23 has offered the following argument with regards to public international law (and law generally): the
realm of politics is a realm constructed of fantasies and misrecognitions,
and therefore operates at the level of the Imaginary, whereas law operates at the level of the Symbolic. What both are trying to get away from,
however, is the Real, and specifically, the extimate, or the traumatic, disavowed and unassimilable kernel that resides within all of us and within
all systems of signification. It is the monstrous evil that we constantly
attempt to disavow and is evil only insofar as it deviates us away from
what is symbolically known and accepted. The extimate, as Slavoj iek
argues, is the indivisible remainder24 that inexorably persists in spite of
our appeals to the Imaginary and the Symbolic. In short, the excess is that
22 William Safire, Seized Of, New York Times [Online] 24 November 2002.
23 Maria Aristodemou. Law, Psychoanalysis, Society, Abingdon, Routledge, 2014.
24 Slavoj iek. The Indivisible Remainder: On Schelling and Related Matters, London: Verso Books, 2007.

658

Future Wars

which lies beyond the Symbolics ability to grasp and articulate it it is an


irreducible remainder that is an unavoidable feature of the Symbolic.
Conclusion
This chapter has provided a close reading of UN Security Council Resolutions 678, 687, and 1441 in relation to the 2003 invasion of Iraq. As has
been argued in this chapter, the gaps and shortcomings that inhere in the
Resolutions are not just the result of political rhetoric and manoeuvring,
which however also play a part. There are two more levels that need to be
considered: the first level is post-structuralist in nature and relates to the
fundamental instability of language at the level of the signifier and the signified, and the second is psychoanalytic in nature. The considerable mobility of signifiers within signifying chains and a crucial example that was
considered in this chapter is the manner in which the signifiers serious
consequences and all necessary means were conflated allow for the
vast possibilities of human psychological functioning, both conscious and
unconscious. Thus, they allow for flexibility, creativity and innovation.
However, they also allow for contingency in a manner that allows signifiers to be appropriated and re-signified, as demonstrated in analysis of the
Resolutions here. From a post-structuralist approach, Derrida has analogously argued through diffrance that there can be no definitive meaning
that can be attached to particular words. This is due to both difference, and
the manner in which words differ from each other, yet need each other in
order to convey meaning; and deferral, or the manner in which meaning is
indefinitely postponed due to both the contingent sliding across the signifying chain, as well as the contingency of the historical, cultural and social
context from which words derive their meaning. There therefore can be no
final, sealed linguistic stability. The Resolutions are therefore subject to
political, linguistic and psychoanalytic vulnerabilities with the linguistic
and the psychoanalytic being the most pressing. Words will always be subject to diffrance, and from a Lacanian psychoanalytic point of view, there
will always be an excess that eludes the Symbolics grasp. Ultimately, no
institutional framework or its workings is entirely invulnerable from these
three dimensions.

Storia della distopia militare

659

Kondratieff Waves and War Cycles


Genesi e contenuti di un Convegno Nato del 2005
di Giuseppe della Torre

2004: La NATO scopre la teoria dei cicli di Kondratieff


ra le risposte della NATO alla sfida del
9/11, vi fu lestensione della cooperazione scientifica interalleata allo studio delle vulnerabilit dei sistemi economici
e politici rispetto al terrorismo internazionale,
alla guerra asimmetrica e alle minacce non
convenzionali. Fin dalla fine del 2003 questi temi (formalmente indicati come Defence
Against Terrorism or Countering Other Threats
to Security) furono inseriti col rango di settore prioritario nel Programme for Security
Through Science (STS)1 curato dallo Science
Committee [uno dei quattro organi dipendenti dal Consiglio Atlantico]; il
che comportava lallargamento della cooperazione scientifica alle scienze
sociali e alle discipline umanistiche2.
Lapporto pi singolare e intellettualmente stimolante delle scienze sociali al STS fu lidea di studiare un modello predittivo della conflittualit
futura combinando le teorie sui cicli di guerra con la teoria delle onde
lunghe (KWaves) di Kondratieff3, il famoso economista sovietico creatore

1 The NATO Programme for Security Through Science, NATO Science and Society

Newsletter, Vol. 20, No. 65, 2003, pp. 1-3. Nel giugno 2006 lo SC fu riorganizzato come Science for Peace and Security Commitee (SPSC).
2 Science Committee approves new measures, NATO Science, Society, Security
News, Volume 21, No. 66, 2004, pp. 2-3.
3 Nikolaj Dmitrievi Kondratev (1892-1938).

660

Future Wars

della NEP, epurato perci nel 1928, arrestato nel 1930 come ideologo dei
kulak e fucilato nella grande purga del 1938. Poco conosciuto in Occidente4, K. era stato gradualmente riscoperto in Russia nel quadro della
ripresa di interesse per le teorie cicliche, iniziata gi nella seconda met
degli anni 70, ma la sua fama postuma datava dalla stagione della perestrojka. Riabilitato nel 1987, dal 1988 era stato oggetto di traduzioni inglesi e
discussioni interdisciplinari. Erano poi seguite nel 1992 una Fondazione in
suo nome (con la vicepresidenza di Giancarlo Pallavicini, il famoso consigliere economico di Gorbacv) e le periodiche International Kondratieff
Conferences5.
Fin dai primi anni 80 la riscoperta delle KWaves aveva trovato applicazione anche negli studi polemologici, se non per spiegare, almeno per
descrivere meglio la singolare concomitanza tra crescita economica e conflittualit, in precedenza osservata da Fernand Braudel e dai teorici dei
cicli di guerra6, senza tuttavia poter cogliere un rapporto di causalit. Nel
1983 sul tema apparve un articolo di Raimo Vyrynen7 e nel 1985 altri due

4 La prima traduzione inglese di un testo di K. (The Long Waves of Economic Life,

1926) risale al 1935. V. la rassegna di George Garvy, Kondratieffs Theory of Long


Cycles, The Review of Economic Statistics, Vol. XXV, No. 4, Nov. 1943, pp. 203204. Tra i primi lavori di commento alle opere di K., larticolo di Jenny Kretschmann,
Ricerche sulle fluttuazioni economiche di lunga durata, Giornale degli Economisti,
July 1933, pp. 461-508. LAutrice di origine russa, docente di scienza delle finanze,
era moglie di Benvenuto Griziotti dellUniversit di Pavia. Da ricordare anche la critica a K. di determinismo economico sostenuta da Luigi Einaudi, Schemi statistici e
dubbi storici, Rivista di storia economica, Vol. V, No. 2, Giugno 1940, pp. 125-129.
In lingua italiana una raccolta degli scritti 1925-1928 in Cicli economici maggiori, a
cura di Giorgio Gattei, Bologna 1981.
5 Yury V. Yakovets, The Kondratieffs Waves and Cyclic Dynamics of the Economy
and Wars: Theory and Prospects, in T.C. Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, Warfare
and World Security, NATO Security Through Science Series, Sub-series E: Human
and Societal Dynamics, No. 5, JOS Press, 2006, p. 5.
6 Su questo concetto v. A Mechanistic view of war and peace (MacMillan, Toronto,
1915) del chirurgo George Washington Crile (1864-1943) e A Study of War (1942) di
Philip Quincy Wright (1890-1970). V. pure G. N. Clark, The Cycle of War and Peace
in Modern History, The Creighton Memorial Lecture on History delivered in the University of London on 15 November 1948, Cambridge U. P., 1949. E. McMasters, Cycles of War: The Next Six Years, Distributed by War Cycles Institute, 1978.
7 Economic Cycles, Power Transitions, Political Management and War Between Major Powers, International Studies Quarterly, 27 (December 1983), pp. 398-418. Uno

Storia della distopia militare

Kondratieff Waves and War Cycles

661

di Joshua S. Goldstein8 del Dipartimento di


Scienze Politiche del MIT, e Jack S. Levy9 della Rutgers University.
Come scriveva nel 1997 il colonnello americano William H. Mott10, le analisi note come
Kondratieff War Generalization hanno sottolineato una correlazione tra 28 delle 35 guerre
del 1816-1914 e le fasi di crescita dei cicli economici, mentre Vyrynen ha proposto una variante basata sulla contaminatio tra le onde di
K. e le quattro fasi di Schumpeter (prosperit,
recessione, depressione e ripresa) e sullallargamento dellanalisi al contesto geopolitico, concludendo abbastanza
lapalissianamente che la pace assicurata da un sistema internazionale
egemonico (imperiale) capace di scoraggiare le sfide, mentre la conflittualit massima quando esiste una competizione per (o una resistenza alla)
egemonia.
A proporre la Kondratieff War Generalization come tema di un convegno sotto legida dal STS fu per il brasiliano naturalizzato portoghese
Tessaleno Campos Devezas, fisico, teorico dei sistemi e docente di ingegneria dei materiali allUniversit di Beira Interior, noto per i suoi contributi
sui legami tra teoria dei cicli di K. e sviluppo socioeconomico e tecnologico. In particolare, in un suo paper nel 2001 (scritto con James Corredine) aveva proposto una spiegazione in chiave biologica del meccanis-

dei massimi specialisti europei di sicurezza internazionale, membro del Pugwash,


dellIstituto di ricerche per la pace di Oslo e di varie istituzioni scientifiche europee,
fra il 1975 e il 1987 Vyrynen fu consulente in sette delegazioni diplomatiche finlandesi sul disarmo e altri temi internazionali.
8 J. S. Goldstein, Kondratieff Waves as War Cycles, International Studies Quarterly
Vol. 29, No. 4 (Dec. 1985), pp. 411-444; Id., Long Cycles: Prosperity and War in the
Modern Age, Yale U. P., 1988.
9 V. Jack S. Levy, Theories of General War, World Politics, Volume 37, No. 3,
April 1985, pp. 344-374, e al suo interno in particolare il paragrafo relativo a Raimo
Vyrynen. Anche Devezas, Prologue. Long Waves and Warfare, cit. infra, p. VII.
10 William H. Mott, The Economic Basis of Peace: Linkages Between Economic Growth
and International Conflict, Greenwood, 1997, pp. 59-61.

662

Future Wars

mo sottostante alla teoria dei KWaves11. Per questa ragione nel 2004 fu
premiato con la Silver Kondratieff Medal dalla International Kondratieff
Foundation e dalla Russian Academy of Sciences. Scopo del convegno era
di investigare le cause profonde dei cicli bellici ed economici per sviluppare una teoria coerente della guerra e rendere cos possibile ridurre
o anche prevenire le minacce a lungo termine e mitigarne gli effetti sociali
ed economici12.
Coordinato da Devezas, il convegno STS (battezzato Advanced Workshop on Kondratieff Waves, Warfare, and World Security) si svolse nel
febbraio 2005 a Covilh in Portogallo13. Oltre che dai paesi Nato, i partecipanti provenivano pure dai paesi della Partnership for Peace (ex-Urss)
e del Dialogo Mediterraneo (tra cui Algeria, Egitto, Israele, Marocco
e Tunisia)14. Bench nel titolo figurasse il mantra, allora obbligato, della
guerra asimmetrica15 il convegno fu in realt un vero e proprio omaggio
atlantico a Kondratieff, come si rileva dalla folta partecipazione russa e dal
fatto che la traduzione inglese del volume pi noto di K. (1922) fu pubblicata nel 200416, proprio in funzione del convegno.
11 Devezas, con James Corredine, The Biological Determinants of Long Wave Beha-

vior in Socioeconomic Growth and Development, Technological Forecasting and


Social Change, 68, 2001, pp. 1-57. Altri articoli di Devezas comparsi sulla stessa rivista anteriormente al convegno sono (ancora con Corredine) The Nonlinear Dynamics of Technoeconomic Systems. An Informational Interpretation, No. 69, 2002,
pp. 317-357 e (con Harold A. Linstone e Humberto J. Santos) The Growth Dynamics
of the Internet and the Long Wave Theory, No. 72, 2005, pp. 913935.
12 Developing a theory of warfare?, NATO Science, Society, Security News, Vol. 22,
No. 69, 2005, p. 7.
13 Gli atti, sbrigativamente curati da Devezas, furono pubblicati nel 2006 (Kondratieff
Waves, Warfare and World Security, NATO Security Through Science Series, Sub-series E: Human and Societal Dynamics, No. 5, JOS Press, 2006).
14 Focus on the Mediterranean region, NATO Science and Society Newsletter, Volume
20, No. 64, September 2003, pp. 1-2.
15 The Influence of Chance Events and Socioeconomic Long Waves in the New Arena of
Asymmetric Warfare.
16 Kondratev, Mirovoe khozyajstvo I ego konyunktury vo vremja i poste vojny [Leconomia mondiale e le sue congiunture prima e dopo la guerra], Vologda, 1922; ripubblicato in russo, nel 2002, Economica, col titolo Grandi cicli di congiuntura e Teoria
della predizione [trad. ingl., The World Economy and Its Conjunctures during and after the War, ed. by Yury V. Yakovets and Natalia A. Makaeva, International Kondratieff Foundation, 2004].

Storia della distopia militare

Kondratieff Waves and War Cycles

663

Un cenno alla teoria dei cicli di K.


Linteresse della Nato per le KWaves fu certamente significativo, considerato che per varie ragioni (come il successo della teoria keynesiana
e la lunga fase di crescita delle economie occidentali), il riferimento alle
teorie del ciclo, e quindi a K., si era progressivamente affievolito. K.
uno dei protagonisti della contemporanea analisi empirica dei cicli economici, insieme a Clment Juglar, Joseph Kitchin, Wesley C. Mitchell,
Simon S. Kuznets e Gottfried Haberler17. Come spiega Yakovets18, i suoi
studi rientrano nella scuola russa dei cicli (kola russkogo cyclisma) e
lo collegano idealmente al suo maestro Michail Tugan-Baranovsky (18651919), che fin dalla tesi del 1894 sulle crisi industriali aveva sostenuto con
forza la possibilit di una analisi economica predittiva, a condizione di
individuare i fattori alla base delle evoluzioni cicliche. K. era andato oltre,
individuando un nuovo tipo di fluttuazioni cicliche a lungo termine e individuandone le basi statistiche19.
Con la semplice applicazione di cinque-sei paradigmi tecnologici e
socioeconomici, la storia degli ultimi due secoli e mezzo appare scandita in cicli o onde, in parte sovrapponentisi, di 50-60 anni20, caratterizzati
dallemersione di nuove tecnologie. Secondo Schumpeter, ciascun ciclo
appare a sua volta articolato in fasi stagionali21:

17 G. Garvy, del National Bureau of Economic Research, ricorda in un noto lavoro di

rassegna su K. che grande attenzione fu dedicata a quello studioso dei cicli economici
anche da Joseph Schumpeter (G. Garvy, Kondratieffs Theory of Long Cycles, cit.,
p. 203.). Riferimenti bibliografici puntuali ai lavori citati nel testo in L. Grinin, T.C.
Devezas, A. Korotayev, Introduction. Cyclical Dynamics in Economics and Politics
in the Past and in the Future, in Id. (Eds.), Kondratieff Waves: Dimensions and Prospects at the Dawn of the 21st Century, Uchitel Publishing House, 2012, pp. 5-7.
18 Yu. V. Yakovets, kola russkogo cyclisma: istoki, razvityam, perspectivy (La scuola
ciclica russa: fonti, stadi di sviluppo, prospettive), Mosca, IKF Press, 1998. Id., Russian Cyclism: New Vision in the Past and the Future, The Edwin Mellen Press, Lewinston, 1999.
19 Yu. V. Yakovets, The Kondratieffs Waves and Cyclic Dynamics of the Economy and
Wars, in Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit., pp. 3-4.
20 Robert U. Ayres, Did the Fifth K-Wave Begin in 1990-92? Has it Been Aborted by
Globalization?, in T.C. Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit., pp. 57-59.
21 V. Theodore Modis, Human Behaviors Encountered During the Different Phases of
the Kondratieff Cycle, in Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit., pp. 197-202.

664

Future Wars
Cicli

Picchi

Tecnologia emergente

1844-1896

1870-75

1890-1940

1925?

macchina a vapore, ferrovie,


acciaio e gas di citt

1980-2015

1790-1851

1940-1990

1810-17

1975?

carbone e ferro

elettricit e automobile

energia nucleare e gas naturale


digitale, internet

Le stagioni della storia americana 1784-2016


Primavera
(ripresa)

1784-1800
1845-1858
1896-1907
1949-1966

Estate
(espansione)

Autunno
(stagnazione)

1800-1816
(guerra del 1812)

1816-1835
(Buoni sentimenti)

1907-1920
(I guerra mondiale)

1920-1929
(Anni Ruggenti)

1859-1864
(Guerra civile)

1966-1982
(guerra del Vietnam)

1864-1874
(ricostruzione)

1982-2000
(Nuovo Ordine M.)

Inverno
(depressione)

1835-1844
G. col Messico

1875-1896
G. ispano-amer.

1929-1949
(II guerra mond.)
2000-?
(G. al Terrore)

Le KWaves sono il risultato di regolarit nella dinamica ciclica


delleconomia espressa nelle fluttuazioni dei prezzi dei beni, dei tassi di
interesse, delle transazioni commerciali con lestero, della produzione di
carbone, del consumo di combustibili minerali, ecc. Le onde riguardano in
particolare i cicli della tecnologia e le fluttuazioni nel rinnovo del capitale
fisso e nellutilizzo delle innovazioni (qui evidente il legame con Joseph
Schumpeter). Tali fluttuazioni sono concomitanti con la sfera sociopolitica; guerre e rivoluzioni sono incluse nel processo ritmico dei grandi cicli. Pur non essendo il fattore scatenante (initial forces), una volta
scoppiate esercitano uninfluenza potente, talvolta perturbatrice sul ritmo
e la direzione delle dinamiche economiche. La crescita di nuove forze
produttive crea le precondizioni per unintensificazione della lotta contro
le relazioni economiche e sociali22. (v. tab. 1).

22 Y.V. Yakovets, The Kondratieffs Waves and Cyclic Dynamics of the Economy and
Storia della distopia militare

665

Kondratieff Waves and War Cycles

Table 1 Kondratieffs table on wars and revolutionary upheavals (Yakovets)


War Cycles
Waves

Number of wars

Total

First big cycle


Increasing wave

Number of revolutionary
upheavals

11

18

Second big cycle


Increasing wave

11

18

11

11

22

Bearish wave

Bearish wave

Third big cycle


Increasing wave

Contesto e pretesto del convegno Nato su Kondratieff


Tra i 38 speaker del convegno organizzato da Devezas compaiono
studiosi qualificati sul tema, che avevano contribuito in precedenza sulla rivista Elsevier Technological Forecasting and Social Change (su cui
scriveva intensamente anche leditor)23 e che contribuiranno poi anche agli
almanacchi della serie KWaves dellAccademia russa delle scienze24: Brian J. Berry, Joshua S. Goldstein, Harold A. Linstone, Cesare Marchetti,
Humberto Santos, Dmitry Sorokin, William R. Thompson, Yurij V. Yakovets, ecc.
Il prologo di Devezas25 non , diversamente da quanto in genere accade,
una sintesi dei contributi presentati al convegno26, ma la riproposizione
della call for papers, con un riassunto della Kondratieff War Generalization e con riferimenti bibliografici agli storici, politologi e socio-econWars, cit., pp. 6-7.
23 Harold A. Linstone, Book review of T.C. Devezas, Kondratieff Waves, cit., Technological Forecasting and Social Change, Volume 74, No. 1, January 2007, p. 113.
24 L. Grinin, T.C. Devezas, A. Korotayev (Eds.), Kondratieff Waves: Dimensions and
Prospects at the Dawn of the 21st Century, Almanac KWaves, No. 1, Uchitel Publishing House, 2012, e Id., Kondratieff Waves. Juglar Kuznets - Kondratieff, Almanac
KWaves, No. 2, Uchitel Publishing House, 2014.
25 Devezas, Prologue. Long Waves and Warfare: An Enduring Controversy, pp. VIIIX.
26 Di questo parere anche H.A. Linstone, Book review of T.C. Devezas, Technological Forecasting and Social Change, cit., p. 116.

666

Future Wars

omisti famosi per una visione ciclica, come Arnold J. Toynbee (18891975), George Modelski (1926-2014), William R. Thompson e Immanuel
Wallerstein27.
Con un ragionamento a dir poco funambolico, Devezas faceva rientrare la Kondratieff War Generalization nella tematica dellantiterrorismo
che giustificava istituzionalmente linteresse e il finanziamento della Nato,
sostenendo che le nuove guerre asimmetriche condotte da entit non
statali avevano reso maturo il punto di vista secondo cui le guerre non sono
il risultato di cieche forze politiche e sociali, ma sono legate ai cicli socioeconomici di lungo periodo. Dal che si deduce proprio la totale irrilevanza
predittiva delle opzionali riedizioni americane delle vecchie care Queen
Victorias Small Wars, o guerre coloniali che dir si voglia. La notizia qui
che un simile argomentare sia stato accettato dal supercomitato atlantico
creato per mobilitare le universit occidentali contro il terrorismo internazionale. Va per lodato il fatto che, sia pure forzando la propria stessa
logica, la Nato abbia comunque finanziato un convegno davvero stimolante forse lunica iniziativa memorabile tra quelle prodotte nellambito
della SPS.
Entrando nel merito, Devezas deduceva dallestrapolazione del trend
secolare dei cicli di guerra lelevata probabilit di un conflitto rilevante dal
2015, nella fase di ascesa del prossimo K-wave e suggeriva, in base per a
ragionamenti esclusivamente geopolitici e non geo-economici, che questo
conflitto avrebbe potuto essere quello tra Stati Uniti e Cina, occasionato
dal controllo del Pacific Rim. Questo avrebbe dovuto essere il tema centrale del convegno: ma, come osservava Devezas con un certo disappunto,
la maggior parte dei contributi si era addensata sulla prima parte, relativa alla controversia sullesistenza di onde di lungo periodo, e solo pochi
avevano affrontato il rapporto tra KWaves e War Cycles (Parte II) e il suo
valore predittivo ai fini della sicurezza mondiale (Parte III)28.
I contributi delle parti II e III (rapporto tra cicli e valore predittivo)
Un primo punto riguarda lesistenza e la persistenza dei cicli di K.

27 V. la rassegna di Jack S. Levy, Theories of General War, World Politics, Volume 37,

No. 3, April 1985, pp. 344-374.

28 T.C. Devezas, Prologue. Long Waves and Warfare, cit., pp. VIII-IX.
Storia della distopia militare

Kondratieff Waves and War Cycles

667

Secondo leditor, i meccanismi sottesi sono pi chiari, ma molti aspetti


rimangono indefiniti circa lesistenza di legami forti tra KWaves e lo scoppio delle guerre in Europa e in America. Qualche legame ciclico tra K. e
guerre sembra evidente, ma lo spostamento dalle guerre tra stati con
armi di distruzione di massa da un lato e le guerre tra stateless actors
e di tipo asimmetrico sembra avere alterato il sentiero: un chiaro esempio fornito dallEuropa, dove nellera nucleare non avvenuto nessun
conflitto tra Stati. Sentieri tra cicli di guerra e cicli K. sono in linea con
quelli sperimentati nel passato per gli sviluppi della tecnologia, degli assetti imprenditoriali e degli sviluppi energetici. Ovviamente, percepito
largamente che in questo momento i rischi di tipo bipolare tra superpotenze sono praticamente inesistenti, mentre i rischi pi prossimi per la
sicurezza internazionale derivano da conflitti di natura asimmetrica, che
legano in un insieme confuso stateless actors, movimenti separatisti e indipendentisti, insurrezioni, attacchi terroristici, uso delle armi di distruzioni di massa, guerra delle informazioni, e altri rischi non convenzionali29.
Da menzionare innanzitutto il saggio di Yuri V. Yakovets30, che analizza
storicamente la connessione tra cicli di K. e cicli della guerra e le previsioni per il XXI secolo. Yakovets sembra piuttosto cauto al riguardo. Negli
anni 80 e 90 del XX secolo, durante la fase di crescita del V ciclo di K.,
unonda di contrapposizione e di rivoluzione interne cambi radicalmente
la mappa politica mondiale: la guerra in Afghanistan, linvasione dellIraq
nel Kuwait seguita dal Desert Storm, la guerra della NATO in Jugoslavia.
Tuttavia, le modifiche pi rilevanti seguirono la disintegrazione dellURSS e della Jugoslavia, ecc. Entrando nella fase depressiva del V ciclo di K.
si dovrebbe accompagnare la riduzione dellintensit dei conflitti armati e
degli sconvolgimenti interni. In un certo numero di paesi dellex Unione
Sovietica (in Georgia, Kirghizistan, Ucraina) ci sono situazioni di forte
tensione. possibile attendersi una tale riduzione di attivit militari nel
prossimo decennio, durante la fase depressiva di K.? Ci sono delle basi per
questo, ma i conflitti prendono altre forme: invece di collisioni aperte tra
forze armate, le guerre asimmetriche e il terrorismo internazionale stanno
29 Ibidem.
30 Yuri V. Yakovets, The Kondratieffs Waves and Cyclic Dynamics of the Economy

and Wars, cit.

668

Future Wars

diventando le forme di conflitto tra civilt. Tuttavia, negli anni 2020-2050,


durante la probabile fase espansiva del sesto ciclo di K., la situazione pu
cambiare. Il potere tecnico-militare della Cina e dellIndia, come pure le
dinamiche dei paesi mussulmani sono tali, per cui impossibile escludere
il pericolo di una conflagrazione militare.
Per quanto riguarda il tema della stretta relazione tra cicli della guerra e
KWaves vi sono altri lavori nel volume NATO 2006 con esiti che sembrano negare la stretta connessione. Ad es. Jan Reijnders e Gerald Silverberg31
ritengono che il secondo conflitto mondiale si ponga del tutto fuori dai cicli di K. 32. Anche Philippe Jourdon33 dubbioso se il II conflitto mondiale
rientri nelle KWaves.
Problematico sulla valenza dellassociazione KWaves e cicli di guerra
anche William R. Thompson, che focalizza la sua attenzione sulla storia della guerra globale e del terrorismo. T. chiama guerre globali quelle
che iniziano con il conflitto franco-spagnolo sugli Stati italiani a partire
dal 1494, passando poi per la guerra dindipendenza olandese (dal 1580),
alle guerre napoleoniche (1790-1810), ai due conflitti mondiali. Il terrorismo si pone in forma radicalmente diversa e viola una serie di elementi
che costituiscono il modo convenzionale di conduzione delle guerre: il
conflitto prevalentemente tra le forze armate degli Stati e lesclusione della popolazione civile dalle azioni dirette, fornendo il finanziamento delle
spese belliche e la mano dopera per sostenere lo sforzo bellico.
Il passo successivo a tal punto piuttosto condizionato, nel senso che
i dubbi sulla robustezza delle connessioni tra KWaves e cicli della guerra
riducono la valenza predittiva delle onde di K. rispetto ai conflitti militari
e agli sconvolgimenti non convenzionali34.
31 Jan Reijnders, Did World War II Reset the Rhythm of the Kondratieff Wave?,

e Gerald Silverberg, Long Waves in Global Warfare and Maritime Hegemony? A


Complex Systems Perspective, in T.C. Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit.
32 Harold A. Linstone, Book review of T.C. Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit.,
Technological Forecasting and Social Change, Volume 74, No. 1, January 2007, pp.
113-116.
33 Philippe Jourdon, Wars on the Borders of Europe and Socio-Economic Long Cycles, in T.C. Devezas (Ed.), Kondratieff Waves, cit.
34 Tra i riferimenti sul punto rinvio a Edward R. Dewey, Edwin Franden Dakin, Cycles,
the science of prediction, H. Holt and Coy, 1947, e J. S. Goldstein, The Predictive
Storia della distopia militare

Kondratieff Waves and War Cycles

669

Conclusioni
In questo saggio ho evitato di entrare nel merito della robustezza statistico-quantitativa della riproposizione di relazioni tra paradigma tecnologico
e socioeconomico e dinamica ciclica al suo interno, della connessione tra
le fasi espansive di K. e il ciclo della guerra, della possibilit di estendere
la connessione con le nuove situazioni di guerre asimmetriche e di conflitti
non convenzionali, e soprattutto di indagare i nessi di causazione (a livello
di teoria economica e di stima econometrica) tra fasi delle KWaves e cicli
della guerra e cos la capacit predittiva delle fasi espansive di K. Mi sono
limitato a discutere, tra i saggi del convegno NATO del 2005, la presenza
di cicli di K. nelle fasi storiche a noi pi vicine (V e VI ciclo), la connesPower of Long Wave Theory, 19892004, in Devezas (Ed.), Kondratieff, cit.

670

Future Wars

sione tra fasi espansive del singolo ciclo e linsorgere di rischi di conflitti
convenzionali e non, e la possibilit di predire questi ultimi.
Il materiale che ho analizzato consente di osservare la probabile presenza di un VI ciclo di K. in questo momento storico. Tuttavia, la stretta associazione tra KWaves dei paradigmi tecnologici e socioeconomici e i cicli
della guerra non da tutti accettata, in particolare per la seconda guerra
mondiale e ancor di pi per le recenti guerre non convenzionali. Ovviamente, la discussione in corso su questo punto pregiudica, a mio avviso,
la possibilit di utilizzare le onde di K. in chiave predittiva sui possibili
conflitti armati convenzionali e altre situazioni di rischio.
Negli atti Devezas non esprime una chiara conclusione e noto un minimo di dissonanza con il numero della NATO Newsletter35, pubblicato a
ridosso del convegno, dove viene espressa con forza il possibile utilizzo in
sede predittiva delle KWaves:
Contemporary historians, economists and other system scientists
have demonstrated the existence of long waves in socio-economic
development, the so-called Kondratieff waves [...]. If war is not a
mere occurrence, but patterned according to long socio-economic
cycles and the result of deep and general laws [], it should be possible to reduce and even prevent near and long term threats as well
as to mitigate their effect on social and economic life []

Il tema affascinante e certamente avr un seguito, in quanto, come gi


detto, liniziativa della NATO non cadde isolata. A cura di diverse istituzioni russe di ricerca fu lanciata una serie di almanacchi sulle KWaves. Al
momento sono usciti i numeri per il 2012 e 2014, che affrontano i fondamenti delle KWaves e le implicazioni in campo economico, sociale e politico36: il tema che ho qui affrontato rientra, insieme ad altri, nellambizioso
piano di lavoro esposto nel primo numero dellalmanacco37.

35 NATO Science, Society, Security News, No. 69, issue 4, 2005, p. 7.


36 L. Grinin, T.C. Devezas, A. Korotayev (Eds.), Kondratieff Waves: Dimensions and

Prospects at the Dawn of the 21st Century, 2012, cit., e Id., Kondratieff Waves. Juglar
Kuznets - Kondratieff, 2014, cit.
37 L.E. Grinin, T.C. Devezas, and A.V. Korotayev, Introduction. Kondratieffs Mystery, in Id., Kondratieff Waves: Dimensions and Prospects at the Dawn of the 21st
Century, 2012, cit., pp. 5-22.
Storia della distopia militare

671

Friedman, Hegel e la previsione geopolitica


di Dario Fabbri

oto come fondatore dellagenzia privata di intelligence Stratfor, George


Friedman tra i pi influenti pensatori geopolitici del mondo e probabilmente il
pi famoso futurologo. Il suo approccio alle
relazioni internazionali, di cifra deterministica
ed anti-leaderista, si concentra sulle caratteristiche geografiche e strutturali degli Stati-nazione piuttosto che su dati accessori e congiunturali. E stato lui a prevedere (correttamente)
il riaccendersi di una piccola guerra fredda
tra Stati Uniti e Russia; nonch la disintegrazione dellUnione Europea e la crisi economica
che negli ultimi mesi ha colpito la Cina. Tuttavia pochi sanno che sostrato
del suo metodo la filosofia hegeliana, specie nella dimensione dialettica e razionalista. Agli occhi di Friedman e di Hegel il mondo appare
razionale perch non potrebbe essere altrimenti e perch le fasi di ascesa e
declino di una potenza coincidono con il migrare dello spirito della Storia.
Inoltre le costrizioni geopolitiche impongono ai governi di adottare una
specifica strategia, indipendentemente dalle forze politiche li compongono, consentendo allo studioso di prevedere cosa accadr. In una speculazione afferente alla sinistra hegeliana, di cui abbraccia lineluttabile propensione al mutamento e il materialismo storico che applica alle nazioni.
Friedman unanalista internazionale di formazione filosofica. Il suo
primo libro si intitola The Political Philosophy of the Frankfurt School1,
dedicato allinfluenza che Kant, Hegel e Marx hanno avuto su Max

1 Cfr. G. Friedman, The Political Philosophy of the Frankfurt School, Cornell University Press, Ithaca
1981.

672

Future Wars

Horkheimer,
Theodor
Adorno e Jrgen Habermas. Conclusa la carriera accademica, dopo un
periodo trascorso negli
apparati federali (specie
presso lOffice of Net
Assessment del Pentagono), nel 1996 fonda
Stratfor con lintenzione
di fornire uninterpretazione eminentemente
geopolitica degli eventi
internazionali e applicare
il proprio metodo filosofico. Aldil dei successi e dei fallimenti delle
sue previsioni spesso
collocate troppo in l nel
tempo per essere smentite dai contemporanei
utile studiare il valore
epistemologico della sua
analisi, influente guida
gnoseologica alle relazi-

oni internazionali.
Corollario del pensiero di Friedman la certezza che il mondo sia razionale in quanto intelligibile. O meglio: che sia razionale in quanto prevedibile. Un principio figlio della massima hegeliana per cui solo se guardiamo al mondo con occhi razionali, questo ci apparir razionale espressa
nelle Lezioni di filosofia della storia2 e citata da Friedman in apertura del
volume The Next 100 Years3. Nello specifico, secondo il futurologo americano la condotta degli Stati-nazione determinata esclusivamente dai loro
2 G. W. F. Hegel, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, Lasson, Leipzig 1917.
3 Cfr. G. Friedman, The Next 100 Years, Doubleday, New York City 2009.

Storia della distopia militare

Friedman, Hegel e la previsione geopolitica

673

limiti geografici, economici,


demografici.
Dove molti studiosi intravedono
possibilit,
Friedman riconosce vincoli. Tale natura coatta delle relazioni internazionali gli consente di
prevedere le mosse delle
varie potenze e di intuire
la traiettoria della storia. Non per probabilit
statistica o per inferenza,
ma grazie allobbligatoriet delle scelte umane.
Lo stesso approccio di
Hegel, per cui la volont
dello Spirito si compie
inesorabile attraverso i
trionfi e le tragedie della
storia4. Allinterno di un
flusso temporale inconfutabile ed inarrestabile.
Come illustrato dallo stesso Friedman, che sul
tema associa gli insegnamenti di Hegel a quelli di Niccol Machiavelli:
Quanto accade spesso prescinde dal nostro arbitrio. Un assunto dirimente
di cui, molto prima di Hegel, era perfettamente consapevole Machiavelli,
per il quale un principe chiamato ad assumere alcune decisioni, indipendentemente dalla sua discrezione. [] Un principio simile allanalogo
hegeliano per cui la storia questa e non potrebbe essere altrimenti5.
Sicch la necessit di difendere la propria sfera di influenza, unita alle
4 Cfr. W.F. Hegel, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, op. cit.
5 Cfr. D. Fabbri, Hegel e la geopolitica Intervista a George Friedman, Limes, n.10/2015, pp.
265-270.

674

Future Wars

caratteristiche strutturali della nazione e agli


obiettivi delle potenze vicine e antagoniste,
prescrive ai governi di
assumere decisioni che
prescindono dalla loro
volont. Possono cambiare tattiche e sistemi,
ma la grande strategia6
di una potenza resta tale
finch non si modificano
le ragioni strutturali che
lhanno causata. Rendendo pronosticabile ci che accadr. Spiega ancora
Friedman: Ne deriva che, specie nel lungo periodo, il soggetto in questione pu compiere solo pochissime azioni. Scartiamo ci che impossibile,
concentrandoci sul probabile e poi sul necessario. E lo stesso metodo degli scacchi. In linea teorica negli scacchi esistono venti mosse praticabili,
ma quelle per aprire il gioco sono appena tre o quattro e i grandi maestri
sanno bene che ne esistono solo due per ogni situazione data. La geopolitica, come gli scacchi, composta da mosse obbligate. Le opzioni realmente
a nostra disposizione sono pochissime7.
Costrette da esigenze macroeconomiche, demografiche e geografiche,
le nazioni adottano una postura specifica e prevedibile. Esempi in tal senso
ci sono forniti dalle principali potenze del globo che, pur attraversando
forme di governo e ideologie diverse, nei secoli hanno mantenuto costante la cifra della loro politica estera. Tra queste: la Russia, perennemente
intenzionata, dagli zar a Putin, ad allontanare il confine occidentale dal
proprio heartland; gli Stati Uniti che dallalba della nazione si dedicano
al controllo dei mari e ad impedire che emerga un egemone in qualsiasi
continente del globo; la Gran Bretagna che fin dal medioevo impegnata
a non farsi trascinare nelle beghe europee.
6 Friedman definisce per la prima volta il concetto di grande strategia in G. FRIEDMAN, The
Coming War with Japan, St Martins Press, New York City 1991, p. 17.
7 Cfr. D. Fabbri, Hegel e la geopolitica Intervista a George Friedman, art. cit.
Storia della distopia militare

Friedman, Hegel e la previsione geopolitica

675

Al riguardo Friedman
abbraccia
lhegeliano
concetto di spirito della
Storia, incarnato in questa fase dalla supremazia
degli Stati Uniti. Uno
spirito del tutto laico,
sprovvisto di dimensione
religiosa, che compie il
destino della Storia trasferendosi puntualmente
nella nazione egemone
del momento. E che in
questa fase alberga in Nord America, con uno stanziare che giustificazione ermeneutica del destino manifesto. In seguito al collasso dellUnione
Sovietica, ultima potenza globale nativa del Vecchio Mondo, si concludono i 500 anni di globalizzazione europea (1492-1992) e inizia il periodo
di dominio americano. Allora gli Stati Uniti diventano la prima potenza
globale della storia. E lo spirito, compiendo il disegno hegeliano, si sposta
nellemisfero occidentale8, teorizza Friedman senza mezzi termini. Lo
stesso Hegel aveva pronosticato un grande futuro per gli Stati Uniti. In
Nord America assistiamo ad uno stato delle cose molto prosperoso; un aumento della popolazione e delle industrie; ordine civile e libert; unintera
federazione che si fatta Stato [...] LAmerica la terra del futuro, dove
nei prossimi secoli il peso della Storia riveler se stesso9.
Una razionale prevedibilit che preludio necessario della previsione
geopolitica. Con i vincoli strutturali come scaturigine di ogni divinazione
in materia. Di fatto un palese determinismo, sebbene Friedman ne respinga
il significato. A suo avviso, la geopolitica non altro che il libero arbitrio
che si infrange contro la natura. Perch, come sosteneva Hegel, gli esseri
umani devono industriarsi per comprendere le leggi del creato ed adattarsi
ad esse. Cos gli Stati-nazione per perseguire i loro obiettivi devono rispettare i limiti in cui li ha confitti il destino e il muovere delle altre potenze.
8 Cfr. D. Fabbri, Hegel e la geopolitica Intervista a George Friedman, art. cit.
9 Cfr. W.F. HEGEL, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, op. cit.

676

Future Wars

Per lanalista americano


il determinismo quindi
semplicemente il risultato di un approccio empirico alla realt, che sulla
comprensione dellerrore
perfeziona la propria
condotta. Talmente intrinseco alla natura da
poterne negare lesistenza.
Lungi dal sospendere la Storia, lobbligatoriet dellagire innesca puntualmente il cambiamento. Assunto che ci consente di collocare Friedman tra i membri della
sinistra hegeliana, per i quali risultato ultimo della dialettica il perenne
superamento dello status quo. Nel cui ambito la sintesi prodotto inedito
della fusione tra la tesi e il suo contrario. Trasportata in geopolitica, tale
interpretazione ci presenta casi di straordinario mutamento. Su tutti, il pi
recente e significativo rappresentato dalla rivoluzione iraniana, capace di
fondere la religione con i principi della rivoluzione borghese (o francese).
Un evento dialettico e perfettamente ignoto alla tradizione occidentale che
invece ha vissuto il processo inverso. Inoltre la dialettica hegeliana induce
Friedman a escludere qualsiasi riproposizione della storia, poich questa
stravolta dal flusso temporale non si ripete mai per ci che era. Cos
lattuale scontro tra Stati Uniti e Russia non pu essere considerato un
ricostituirsi della guerra fredda, quanto semplicemente il suo proseguimento. In formula: se alcuni conflitti sembrano riproporsi solo perch non
si sono mai conclusi, non certo perch lo spirito della Storia sia tornato sui
suoi passi.
Della sinistra hegeliana Friedman sposa anche il materialismo storico,
bench rifiuti il concetto posto al centro della speculazione marxista. Se
per Marx elementi materiali (economia, produzione), al netto di qualsiasi
afflato politico o religioso, causano i mutamenti sociali e politici, per Friedman limiti geografici e antropici innescano lagire degli Stati-nazione, non
curante della classe politica o filosofica al governo. Il fondatore di Stratfor riconosce esplicitamente linfluenza del marxismo sul proprio sentire
Storia della distopia militare

Friedman, Hegel e la previsione geopolitica

677

strategico. La geopolitica deve moltissimo


a Marx. Il Capitale un
testo fondamentale []
il materialismo storico
possiede notevole pregnanza ed io stesso, in
un certo senso, sono un
materialista che pone lo
Stato al centro della
sua analisi10, afferma.
Tuttavia Friedman respinge la centralit del
concetto di classe e lideologica hybrys che la formazione marxista ha conferito ai neoconservatori americani. A suo parere, gi tra la prima e la seconda guerra mondiale il concetto di classe smette di avere rilevanza quale
prisma attraverso cui guardare la realt. Ovvero quando i proletari del
mondo, sebbene teoricamente membri di ununica grande classe internazionale, furono inviati a combattere contro altri proletari perch cittadini di
uno Stato straniero e nemico. Per Friedman, prima ancora delleconomia,
fu la geopolitica a confutare lideologia comunista. Analogamente critica
il nocivo pregiudizio ideologico di ogni classe politica che nel corso della
storia stata influenzata dal marxismo. Perfino quella dei neoconservatori
statunitensi, studiosi del filosofo di Treviri ed incapaci di riconoscere freni
e vincoli quali propriet ineludibili dellanalisi e della previsione geopolitica. In particolare fu durante lamministrazione di Bush figlio che i neocon
dimostrarono colpevolmente di credere nellonnipotenza delle forze armate Usa e nel desiderio del mondo di farsi americano, scambiando per
strategia la mera opzione militare e il loro complesso di superiorit morale.
Infine, assieme alla dialettica, al razionalismo e al determinismo, Friedman accoglie lhegeliano criterio navalista alle relazioni internazionali. In
Lineamenti di filosofia del diritto il filosofo tedesco scriveva a tal proposito:
Alla base dellindustria vi il mare, lelemento naturale che stimola i con-

10 Cfr. D. Fabbri, Hegel e la geopolitica Intervista a George Friedman, art. cit.

678

Future Wars

tatti con le altre nazioni.


Attraverso il mare, il pi
straordinario mezzo di
comunicazione, lumano desiderio di ricchezza mette in contatto tra
loro terre lontane, creando le basi per gli scambi
commerciali. La nave
un mezzo, la cui invenzione fa grande onore
al coraggio delluomo e
alle sue capacit. Il mare
concede alle potenze che lo dominano il senso di infinito ed un notevole
privilegio11.
Cos per Friedman, che si richiama anche allammiraglio statunitense
Alfred Thayer Mahan, le talassocrazie possiedono un vantaggio strategico
in termini commerciali e militari. Il medesimo che aveva Atene su Sparta.
Giacch le nazioni marittime, come in passato la Gran Bretagna e oggi gli
Stati Uniti, possono commerciare senza dover costruire strade o ferrovie
per trasferire le loro merci. Mentre potenze continentali quali Russia, Germania o Cina sono obbligate a costruire dispendiose infrastrutture o ad
attraversare territori stranieri per centrare lo stesso obiettivo.
Ancora una volta la tesi di Hegel che, nel lontano 1831, esprimeva dubbi proprio sullascesa geopolitica della Cina, inibita anzitutto dallincapacit degli han di dominare i mari. Scriveva il pensatore di Stoccarda: Il
mare ci porta oltre i limiti imposti dalla terra. Mentre negli Stati asiatici ci
non accade, nonostante molti di questi abbiano il mare come confine. Per
esempio la Cina, per la quale il mare soltanto una frontiera, la fine della
terra. I cinesi non hanno una relazione positiva con il mare e questo rappresenta un limite significativo12. Anche Friedman ritiene che la Repubblica Popolare non sapr soppiantare gli Stati Uniti quale potenza egemone

11 Cfr. W. F. Hegel, Grundlinien der Philosophie des Rechts, Ullstein, Frankfurt am Main 1972.
12 Cfr. W.F. Hegel, Vorlesungen ber die Philosophie der Geschichte, op. cit.
Storia della distopia militare

Friedman, Hegel e la previsione geopolitica

679

globale, perch geograficamente imbottigliata ed


incapace di dominare
gli oceani. La Cina
geograficamente
[]
facilmente contenibile
e Pechino destinata a
produrre navi ma non
una vera flotta, poich
le manca un grande ammiraglio attorno al quale
costruire la propria Marina militare13, osserva
in merito.
Unica reale differenza tra Friedman ed Hegel
il rifiuto da parte dellamericano della dimensione teleologica della speculazione hegeliana.
Per Friedman il destino non conduce fatalmente
verso un fine specifico, n segnato da un positivista divenire. Piuttosto la Storia prosegue a
strappi. A volte per involuzione, altre volte per
evoluzione. Il fondatore di Stratfor nega il progressismo di Hegel e di chi - su tutti Alexandre
Kojve14 - ne ha diffuso tale accezione negli Stati
Uniti. In particolare critica lanelare verso la fine
della Storia. Mentre compito della geopolitica
stabilire la direzione della Storia, non constatarne il decesso15. Lanalista
deve mantenersi in ambito empirico, non porsi oltre il flusso temporale. N
conviene immaginare che uno specifico evento potr in futuro annullare la
natura umana.
Dunque, privo di ispirazione progressista ma ampiamente influenzato
13 Cfr. D. Fabbri, Hegel e la geopolitica Intervista a George Friedman, art. cit.
14 Cfr. A. Kojve, Introduction to the Reading of Hegel: Lectures on the Phenomenology of Spirit, Cornell
University Press, Ithaca 1980.
15 Cfr. D. Fabbri, Hegel e la geopolitica Intervista a George Friedman, art. cit.

680

Future Wars

dallorientamento di Hegel e della sua Sinistra, il metodo Friedman per


pronosticare gli eventi internazionali si pu riassumere in questo modo.
Lo studioso valuta gli aspetti strutturali e geografici di uno Stato-nazione,
oggetto principale dei suoi interessi. Nella convinzione che ogni fenomeno sia intellegibile alla sua mente razionale. Caratteristiche macroeconomiche, demografiche, storiche, geografiche che, associate a quelle delle
potenze vicine e antagoniste, informano la condotta di ogni Stato. In barba
allideologia o allorientamento politico delle classi dirigenti.
Proprio tali costrizioni geopolitiche, che si impongono per inerzia
allarbitrio umano, rendono prevedibile il futuro e ci consentono di formulare una previsione. Un approccio smaccatamente deterministico, in
cui lattitudine materialista e navalista prescinde e sovrasta ogni teleologia
e positivismo. E del quale, pi che laccuratezza divinatoria, interessa la
profondit epistemologica che ci consegna un mondo rassicurante in quanto perfettamente razionale.

Storia della distopia militare

681

The Thucydides Trap


di Emilio Gin

er breve tempo, il crollo dellUnione Sovietica apparve ad alcuni


osservatori loccasione per una rinnovata rivalit geopolitica tra
gli Stati Uniti, Germania e Giappone1. La prepotente riapparizione dellantico Regno di Mezzo sulla scena mondiale ha invece ribaltato le
previsioni facendo della crescita cinese la pietra di paragone con la quale
verificare la tenuta della sistema unipolare a guida statunitense. Pertanto,
in questi ultimi anni, si sono moltiplicati gli interventi pubblici e le riflessioni accademiche che hanno paventato lavvio di una nuova e pi pericolosa guerra fredda2, della quale il pivot to Asia recentemente sbandierato
dalla Casa Bianca apparso al tempo stesso un sintomo e un tentativo di
risposta3.

1 G. Friedman M. LeBard, The Coming War with Japan, St. Martin Press, New York,
1991; M. Mastanduno, Preserving the Unipolar Moment. Realist Theories and U.S.
Grand Strategy after the Cold War, International Security, Vol. 21, No. 4 (Spring, 1997),
pp. 49-88.
2 Cfr. T. G. Carpenter, Americas Coming War with China: A Collision Course over Taiwan,
Macmillan, New York, 2005, D. Dillon, The China Challenge: Standing Strong against
the Military, Economic, and Political Threats That Imperial America, Lanham, Rowman
& Littlefield, 2007; Sino-American Relations: Challenges Ahead, Y. Hao (Ed.), Ashgate,
Farnham-Burlington, 2010; S. A. Halper, The Beijing Consensus: How Chinas Authoritarian Model Will Dominate the Twenty-First Century, Basic Books, New York, 2010; R.
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Oct. 2011), pp. 76-85.; A. L. Friedberg, A Contest for Supremacy: China, America, and the
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R. Haddick, Fire on the Water: China, America, and the Future of the Pacific, Naval Institute Press, 2014; B. Hayton, The South China Sea: The Struggle for Power in Asia, Yale U.
P., 2014; M. Pillsbury, The Hundred-Year Marathon: Chinas Secret Strategy to Replace
America as the Global Superpower, Henry Holt, New York, 2015.
3 Per opinioni divergenti sul tema cfr. Cfr. M. Del Pero, A New Foreign Policy for the United States?, in The 2008 U.S. Presidential Election. A Story in Four Acts, E. Jones S.

682

Future Wars

In questo contesto, diversamente da chi ha continuato a supporre che


la crescita della Cina possa incanalarsi lungo un sentiero pacifico e di collaborazione con gli Usa, visti i notevoli problemi interni che ancora affliggono il gigante asiatico e le possibilit per Washington di sfruttare a
proprio vantaggio il timore che Pechino inizia a incutere nei suoi vicini4,
Graham Allison ha affrontato il tema da una prospettiva storica tentando di
costruire un modello interpretativo che possa svelare la dinamica profonda
delle attuali relazioni bilaterali sino-americane5. Per lanziano professore
del Belfer Center di Harvard, infatti, questultima potrebbe essere meglio
compresa rileggendo le considerazioni che Tucidide rivolse alle cause originarie della guerra del Peloponneso, laddove il timore crescente di Sparta
per lespansione incessante della potenza ateniese avrebbe reso inevitabile
il conflitto. Allora come oggi, il pericolo per la tenuta della pace si anniderebbe, quindi, nello sbilanciamento dellequilibrio del potere tra due potenze rivali, una custode dello status quo e laltra revisionista di questultimo.
Lindagine del gruppo di ricerca di Allison sulla genesi dei conflitti negli ultimi cinquecento anni dimostrerebbe, infatti, che la guerra il risultato di gran lunga pi probabile ogniqualvolta la posizione di una potenza
egemone sia stata minacciata dalla forza di uno stato emergente. Poste le
cose in questo modo, un conflitto con la Cina non solo possibile ma sarebbe molto pi probabile di quanto si possa credere. Soltanto uno sforzo
titanico dei governanti di entrambi i paesi potrebbe scongiurare un nuovo
verificarsi della trappola di Tucidide. Daltro canto, sottolinea Allison,
gli ultimi indirizzi in politica estera del gigante asiatico e le dichiarazioni
dei suoi leader pi influenti non possono che destare pi di una preoccupaVassallo (Eds.), Macmillan, New York, 2009, pp. 195-212; R. S. Ross, The Problem With
the Pivot. Obamas New Asia Policy Is Unnecessary and Counterproductive, Foreign
Affairs, 91, 6 (Nov. 2012), pp. 70-82; B. S. Glaser, Pivot to Asia: Prepare for Unintended Consequences, Center for Strategic and International Studies, Global Forecast, 2012;
K. Campbell B. Andrews, Explaining the US Pivot to Asia, Chatham House, London,
2013;
4 Cfr. su tutti H. K. Kissinger, The Future of U.S.-Chinese Relations: Conflict Is a Choice,
Not a Necessity, Foreign Affairs, 91, 2 (Mar. 2012), pp. 44-55 e N. Luttwak, The Rise of
China vs. the Logic of Strategy, Belknap Press, London, 2012.
5 G. Allison, Thucydidess trap has been sprung in the Pacific, sul Financial Times online
del 21.08.2012, e Id., The Thucydides Trap: Are the U.S. and China Headed for War?,
sul The Atlantic online del 24.09.2015.
Storia della distopia militare

The Thucydides Trap

683

zione circa lobsolescenza del motto hide your strength, bide your time
allinsegna del quale Deng Xiaoping aveva guidato i primi passi del ritorno di Pechino sulla scena mondiale6.
In effetti, la tesi di Allison tocca corde sensibili del dibattito geopolitico
americano in quanto da un lato si inserita a valle del discorso sul pericoloso declino della potenza americana7, dallaltro si configurata come
risposta alla profonda crisi del neorealismo strutturale quale chiave interpretativa delle relazioni internazionali e del quale proprio Tucidide
sempre stato uno dei punti di riferimento irrinunciabili8.
6 B. Hellendorff, Hiding Behind the Tribute: Status, Symbol and Power in Sino-Southeast
Asian Relations, Past and Present, in Interpreting China as Regional and Global Power,
B. Dessein (Ed.), Macmillan, N. York, 2014, p. 142 ss.; A. Handa, Chinas Geostrategy
and International Behaviour, Vij Books, New Delhi, 2014, p. 109 ss.
7 Cfr. ad es. F. Zakaria, Can America Be Fixed? The New Crisis of Democracy, Foreign Affairs, 92, 1 (Jan. 2013), pp. 22-33; J. Morefield, Empires Without Imperialism. Anglo-American Decline and the Politics of Deflection, Oxford U. P., 2014.
8 K. N. Waltz, Theory of International Politics, Addison Wesley, Reading, 1979; Id., Man,
the State, and War: A Theoretical Analysis, Columbia U. P., New York, 1959; S. M. Walt,
The Origins of Alliances, Cornell U. P., Ithaca, 1987; R. Gilpin, War and Change in World

684

Future Wars

A ben vedere, infatti, il modello di Allison si presenta come riedizione


forte del concetto di guerra egemonica allinterno della pi ampia della balance of power theory pilastro fondamentale delle tesi neorealiste9.
Queste ultime, pur nella loro multiforme variet, avevano goduto di una
indubbia egemonia nel panorama delle scienze politiche statunitensi dalla
fine del secondo conflitto mondiale sino al crollo del Muro di Berlino.
In seguito, esse si sono per ritrovate nel mirino della critica, tanto per
lincapacit di prevedere il crollo repentino dellUnione Sovietica, tanto
per linsospettabile durata della successiva egemonia americana che proprio i neorealisti presumevano dovesse avere vita molto breve10. Lo stesso Tucidide stato riletto in profondit proprio allo scopo di reciderne
o smussarne i punti di contatto con le teorie neorealiste sino a inediti e
singolari capovolgimenti interpretativi11.
Inoltre, il richiamo di Allison si verifica non a caso in un momento
delicato del dibattito strategico statunitense, mentre le forze armate della
repubblica stentano a trovare sicuri indirizzi operativi dopo anni di tagli
ai bilanci in un ambiente internazionale sempre pi fluido. Come stato
giustamente notato in una riflessione consapevole dei dilemmi posti da
Allison, la comunit politica e militare americana invece di approfittare
della pausa strategica garantita dalla scomparsa del rivale sovietico per
ridefinire la propria grand strategy ha inseguito le sirene della rivoluzione
digitale negli armamenti con le inevitabili -e drammatiche- ricadute nega-

Politics, Cambridge U. P., 1981; J. Mearsheimer, Conventional Deterrence, Cornell U. P.,


Ithaca, 1983; J. S. Nye, Jr., Understanding International Conflicts: An Introduction to Theory and History, London, Collins, 1993; A. Kemos, The Influence of Thucydides in the
Modern World, Point of Reference, 1994.
9 Cfr. ad es. R. Gilpin, The Theory of Hegemonic War, The Journal of Interdisciplinary
History, 18, 4 (Spring, 1988), pp. 591-613.
10 F. Zakaria, Is the Realism Finished?, The National Interest, 30 (Winter 1992/93), pp. 2132; P. Schroeder, Historical Reality vs. Neo-Realist Theory, International Security, 19,
1 (Summer, 1994), pp. 108-148.
11 L. M. Johnson Bagby, The Use and Abuse of Thucydides, International Relations, 48,
1 (Winter 1994), pp. 131-153; C. Orwin, The Humanity of Thucydides, Princeton U. P.,
1994; P. J. Ahrensdorf, Thucydides Realistic Critique of Realism, Polity, 30, 2 (Winter
1997), pp. 231-265; R. N. Lebow, Thucydides the Constructivist, The American Political Science Review, 95, 3 (Sep., 2001), pp. 547-560; J. Monten, Thucydides and Modern
Realism, Int. Studies Quarterly, 50, 1 (Mar., 2006), pp. 3-25.
Storia della distopia militare

The Thucydides Trap

685

tive nella gestione delle crisi post 9/1112.


Naturalmente, nel definire le minacce future alla sicurezza degli Stati
Uniti necessario per lasciare da parte ogni velleit di conferire valore deterministico allesperienza storica riattualizzata in un qualsivoglia modello
di funzionamento delle relazioni internazionali. Tale, infatti, apparso il
senso delle diverse critiche rivolte allo studio di Allison, in gran parte giustificate dalle evidenti aporie storiche contenute nel suo modello. Per fare
un solo esempio tra quelli utilizzati da Allison, appare riduttivo limitare lo
scoppio del Primo conflitto mondiale al contrasto anglo-tedesco. Per altro
verso, invece, la critica ha ripreso i classici appunti che la teoria liberale
delle relazioni internazionali ha mosso al neorealismo, dalla forza dellintegrazione economica, del tutto assente tra Sparta e Atene, al ruolo delle
istituzioni sovranazionali13. Inoltre, il parallelo tra la odierna competizione
internazionale e quella della pi remota antichit classica pu avvenire solo
dipingendo la Cina nelle vesti della democratica Atene, al prezzo dunque
di stravolgere una delle immagini pi forti della autocoscienza nazionale
americana costretta a giocare, stavolta, il ruolo inedito di Sparta14.
Se per definizione la realt storica rifugge per sua natura a facili schematismi e alle astrattezze dei modelli, non per questo per i pericoli sottolineati dalla scuola neorealista nellinterazione tra le grandi potenze vanno
sottovalutati. Ma la scelta tra la pace e la guerra, oggi come pi di venti secoli fa, per quanto forti possano essere i condizionamenti strutturali
economici, geopolitici o ideologici, continuer a dipendere dalla saggezza
degli uomini ad ascoltare un Archidamo invece di Stenelaida.
12 Cfr. C. S. Gray, Thucydides Was Right: Defining the Future Threat, U.S. Army War College Press, Ft Leavenworth, 2015, in part. p. 14 e ss.
13 Cfr., tra gli altri, M. Buffet, Is The Thucydides Trap for the U.S. and China? A Response
to Graham Allison, sul Huffington Post, online, del 20.09.2015 e A. Chance, Is Thucydides Helpful in Explaining Sino-US Relations?, The Diplomat online, 20.05.2015; K.
Eikenberry, Thucydides Trap, American Review online, 2015.
14 Sul punto cfr. J. Morefield, Empires cit., p. 69 ss., ma anche Experiencing War: Trauma
and Society in Ancient Greece and Today, M. B. Cosmopoulos (Ed.), Chicago, Ares, 2007
e J. A. Bloxam, Thucydides and U.S. Foreign Policy Debates After the Cold War, Boca
Raton, Dissertation.com, 2011, p. 36 ss. Sulla presenza, invece, dellimmagine di Roma
nellautorappresentazione collettiva americana cfr. V. Ilari, We Like the Romans? Per lo
studio del paradigma romano nella rappresentazione e nellinterpretazione della Pax Americana, Civilt Romana, 2, 2015.

686

Future Wars

Storia della distopia militare

687

Non-Kinetic Warfare
by Ubong Essien Umoh

Introduction
he battlefield is an arena that has been largely represented as kinetic. The concept of non-kinetic warfare and consequently non-kinetic battlefield is often linked to the 21st century, made possible
by a shift in weapon technology from lethal to non-lethal. This chapter
attempts to reconstruct the history of this strategic concept by examining
the changes over time in its usage and application as documented in existing literature.

Non-Kinetic Warfare in Warfare Narratives


Non-kinetic possibilities are often associated with warfare in the 21st
century (Berkowitz, 2003), where there is more to war than just soldiers
killing one another (Creveld, 2009). The concept has gained an almost
acceptable definition of military action that is not lethal, which rely on
electrons rather than explosives. It has also been unduly stretched to involve indirect strategies, non-military actions, diplomatic options, and
non-harmful effects. It owes significant benefits for future conflicts that
are small, smart, fast, precise, unconventional, and where death is optional
(Alexander and Heal, 2002).
Although the concept is controversial, (see Haberland, 2006), its specific application in land (Black, 2003), sea (Annati, 2006) and air (Morris,
Morris and Baines, 1995; Hay, 2006) has been examined. The concept of
non-kineticsm has also been employed in irregular and counterinsurgency warfare (see Fein, 2004; Eshel, 2005; Whitbred, 2006; Scott, 2007;
Gross, 2008). However, virtual domain warfare (cyber and net) have been
mostly associated with non-kinetic warfare (see, Arquilla and Ronfeldt,
1993; 1996; 1997; 2001; Bunker, 1998; Shein, 2010), despite the fact that
the concept is dated. Sun Tzu, during the 6th century BC, alluded to the
non-kinetic approach as the pinnacle of the art of war arguing that to capture the enemys army is better than to destroy it; To subdue the enemy
without fighting is the acme of skill This was suggestive of deterrence

688

Future Wars

as non-kinetic showmanship. The reliance of the Cold War on nuclear deterrence presents it as a historical application of non-kinetic means (see
Mandel, 2004b; Hang, 2010; Farook, 2012).

Storia della distopia militare

Non-Kinetic Warfare

689

Non-Lethal Weapons and the Non-Kinetic Battlefield


From the crossbow to the H-Bombs (Brodie and Brodie, 1962), weapons
are basically portrayed as tools of warfare whose effectiveness is measured by the degree of battlefield lethality to enhance mans attempt to find
better, faster and more efficient ways to kill (see Weir, 2006; Zimmerman,
2010).
Although waging and winning modern wars, as argued by Clark (2001,
2004), have been overwhelmingly kinetic; the 21st century has witnessed
the development of weapons with non-lethal or less lethal capabilities
(Lamb, 1994; Lewer and Schofield, 1997; Alexander, 2002; Rappert,
2003; Nutley, 2003; Boyd, 2003; Koplow, 2006; Davidson, 2006, 2009;
Crivellaro, 2013), and the drive towards making non-lethality an acceptable strategy (see Morris and Morris, 1990; 1994). Such weapons seek to
challenge the enemys will and capacity to resist, while averting casualties
and the spilling of blood (see Mandel, 2004a; Johnstone, 2005; Siegel,
2006; Osakwe and Umoh, 2013).
Conclusion
Traditionally, war is commonly understood as conflict in the kinetic
sense. Lethality has been part of the culture of war (Creveld, 2009). The
tools of warfare such as spears, swords, ballistic weapons and explosives,
have predominantly been kinetic so much as states and their respective
militaries have been largely kinetic-minded.
Non-kinetic warfare thus introduces a puzzle into the overall mix and an
attempt of contemporary military scholars and practitioners to introduce a
dramatically different perspective on, and alternative to, the use of force;
adding more nails to the coffin of violence.
Although non-kinetic warfare has broadened the battlefield in a fashion
that has not been seen since the advent of the airplane (Shein, 2010), a
completely non-kinetic battlefield is left for the future.

690

Future Wars

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Yagrich, Kenneth P. (2003), Nonlethal Weapons Requirements Definition: A Difficult
Task Requires a True Team Effort,Military Police, Vol. 1, April, pp. 14-18.
Zimmerman, Dwight Jon (2010), The Book of Weapons: Tools of War Through the Ages,
Black Dog and Leventhal Publishers Inc.

693

War in Cyberspace
by Giampiero Giacomello and Gian Piero Siroli

yberspace is a term that first appeared in cybernetics1 and then,


in 1982-84, in Sci-fi literature.2 It now indicates the whole sphere
of computer networks, cables, transmission protocols and the
relevant software necessary to make it work. Civil infrastructures (telecom, transportations, power grid, emergency services etc.), critical for the
survival of all societies, also rest on cyberspace. Cyberspace was securitized3 from scratch4 and soon became an autonomous warfare domain. It
is different from land, sea, air, and space operative domains only in so far
as cyberspace is an artificial dimension created by humans. The topology
of cyberspace is also highly volatile: regions in cyberspace may appear/
disappear on command or under (cyber/ conventional) attack.
In cyberspace, a rather high level of automation is possible. Fast communications increase situational awareness and the amount of data made
possible by battlefield digitization is gigantic. The time interval from target-identification to engagement is so small that, in theory, it could be
possible to design and develop fully automated fire and forget systems.
There would be no need to arm cyber-weapon, with automatic target
search/guidance or logic restrictions to trigger payload. Such rules of en1 Norbert Weiner, Cybernetics or Control and Communication in the Animal and the Machine,

Cambridge, MA: MIT Press, 1948; W. Karl, The Nerves of Government: Models of Political
Communication and Control, New York: Free Press, 1963; Michael Benedikt (ed.), Cyberspace: First Steps, Cambridge, MA: MIT Press, 1994a.
2 William Gibson, Neuromancer, New York: Berkeley Publishing Group, 1984.
3 For the securitization concept see Barry Buzan, Ole Wver, Jaap De Wilde, Security: A New
Framework for Analysis, Boulder, CO: Lynne Rienner, 1998.
4 Myriam Dunn Cavelty, Victor Mauer, Sai Felicia Krishna-Hensel (eds), Power and Security
in the Information Age: Investigating the Role of the State in Cyberspace. Ashgate, 2007; C.
C. Demchak, New Security in Cyberspace: Emerging Intersection between Military and Civilian Contingencies, Journal of Contingencies and Crisis Management, 7, 1999, 181198.
doi: 10.1111/1468-5973.00112; David Bellin, Gary Chapman, Computers in Battle: Will They
Work?, Harcourt Brace & Co., 1987.

694

Future Wars

gagement (RoE) could require man-out-of-the-loop conditions.


Undoubtedly, all future armed conflicts will have a cyber dimension,
which is somehow currently difficult to evaluate in its entirety in peacetime. There is, however, little consensus among experts on how cyberwarfare will mostly manifest itself: as continuous, low-intensity confrontations, whose aim would be that of undermining potential enemies, through
the disruption of its civilian infrastructure, or a high-intensity, electronic
warfare-style opening, shortly preceding a major conventional clash.5
Many military experts today acknowledge that future conflicts will be
hybrid that is, they will include both conventional forces as well as irregular style warfare.6 Thus, along traditional military means we are likely to
see insurgency/guerilla and terrorist tactics, as well as economic forms of
warfare. A Cyberspace-only war may never exist, but in the hybrid war
scenario, cyberspace would be at the core of it, not only a question of perception management or what was called propaganda. There is recruiting
of new volunteers, psychological training and motivations, sabotage and
espionage, as well as acts of (cyber)war. Over times
there will be terrorists attacks against critical
infrastructures of many countries (or cyberterrorism).
Cyberwarfare is also asymmetric.
The asymmetry pertain actors, costs
and vulnerabilities: the dependency on
vulnerable complex infrastructures or
on software and hardware producers are
not the same for all the actors, which can
be state or non-state actors. In sum, war in
cyberspace is a wide and inter-disciplinary
5 Richard A. Clarke, Robert K. Knake. Cyber war, Tantor Media, Inc., 2014; Thomas Rid, Cyber

War Will Not Take Place, Oxford U. P., 2013; John Arquilla, Rebuttal: Cyberwar Is Already
Upon Us, Foreign Policy 192 (2012): 84; Id. and David Ronfeldt, Cyberwar is Coming!,
Comparative Strategy 12: no.2 (April-June, 1993), 141-165; Edward Halpin, Philippa Trevorrow, David Webb, Steve Wright (eds), Cyberwar, Netwar and the Revolution in Military Affairs,
(New York: Palgrave Macmillan, 2006); Winn Schwartau, Information Warfare: Chaos on the
Electronic Superhighway (New York: Thunders Mountain Press, 1994).
6 L. Freedman, Ukraine and the Art of Limited War, Survival 56(6) (2014): 7-38.
Storia della distopia militare

War in Cyberspace

695

domain, both technical as well as socio-political, that requires the


development of a new global terminology.
Another important trait on which to reflect is that the number of actors,
with different status, involved may be substantial. It would not only be the
case of non-state actors participating, whether in opposition to other state
actors or allied to them. In the past, unconventional forces have often accompanied regular armies or fought against them, and it would be nothing
new.7 It would be the participation of technology-empowered individuals that would be a novelty.
Finally, cyberwarfare also overlaps with Information Warfare (IW),
which includes all psychological operations (PSYOPs), from perception
management, information manipulation, disinformation, consensus building, as well as de-legitimation and censorship/content filtering. Real world
examples in this realm embrace support to dissident groups, recruitment
campaigns, the use/manipulation of social media/networks (e.g. Wikileaks, NSAleaks etc.). Usually, the IW level is strategic/political. Russia8
and the Islamic State (IS) have both demonstrated aptitude at IW. Albeit
the latters information operations have been called cyberterrorism, such
terminology can be misleading.9
Who Are the Cyber-Actors?
First and foremost, there are national governments with their armed
forces, intelligence services and financial resources. Details about specific
units, training and cyber-weapons used by the armed services of several
countries are hard to come by, but index-based assessments indicate the
7 Boot, Max. Invisible Armies: An Epic History of Guerrilla Warfare from Ancient Times to the
Present. WW Norton & Company, 2013.

8 Tim Maurer, Scott Janz, The Russia-Ukraine Conflict: Cyber and Information Warfare in a Re-

gional Context, The International Relations and Security Network 17 (2014), online at mercury.ethz.ch.
9 Ralf Bendrath, Johan Eriksson, Giampiero Giacomello, From Cyberterrorism to Cyberwar,
Back and Forth: How the United States Securitized Cyberspace, in Eriksson and Giacomello
(eds.), International Relations and Security in the Digital Age, London/New York: Routledge
(2007) pp.3782; Weimann, Gabriel. Cyberterrorism: the sum of all fears?, Studies in Conflict & Terrorism 28.2 (2005): 129-149. Maura Conway, What is cyberterrorism?, Current
History 101, no. 659 (2002): 436.

696

Future Wars

United States, China, Russia (all the major military powers), along with Israel, France, Great Britain, Germany, North Korea and perhaps, India and
Pakistan, as the most advanced.10 All countries with advanced economies
have invested in cyber defense for civilian and military installations and
facilities. Cyber-espionage is, presumably, practiced by many more states.
While large scale (and truly effective) cyber warfare is possible only
for this handful of countries, some degree of damage is within reach of
non-state actors. By itself such disruption could not be enough to subdue
a sovereign state. Nevertheless, if combined with other irregular forms of
warfare, and if the non-state actor is sponsored or supported by another
state, perhaps with conventional forces, this low-level type of (cyber) warfare would be an important force-multiplier for the attacker.
Next come large, legal as well as illegal, organizations and structured
networks. The threat posed to governments and business worldwide by
organized crime is indeed considered to be superior to that of terrorism
or guerrillas. The formers main activities are financial frauds, phishing,
credit cards forgery, money laundering and so on. Large private companies, with vast resources, can also be involved in dubious online banking
transactions and, more importantly, espionage.11 Finally, one of the most
distinctive features of cyberspace, and cyberwarfare, is the significance of
the so-called super-empowered individuals, or technology-empowered
individuals.12 These individuals are generically referred to as hackers,
but their skills and drives can be quite diverse. The most skilled among
them already work for governments, companies or organized crime. They
do, however, make a difference as individuals. There are also capable
10 See e. g. Booz, Allen & Hamilton/EIU, Cyber Power Index, online at boozallen ; James An-

drew Lewis, Gtz Neuneck, The Cyber Index: International Security Trends and Realities,
UNIDIR/2013/3, New York and Geneva, online at cyber-index-2013-en-463; ITU Global Cybersecurity Index, Index of Indices, online at itu. Mandiant APT1: Exposing One of Chinas
Cyber Espionage Units, online intelreport. G. Giacomello, Measuring Digital Wars: Learning From the Experience of Peace Research and Arms Control, The Information Warfare Site
Infocon Magazine 1 (2003).
11 In this area also operate the cyber-mercenaries.
12 Thomas X. Hammes, Fourth Generation Warfare Evolves, Fifth Emerges., Military Review
87.3 (2007): 14, Barnett, Thomas PM, The Pentagons New Map: War and Peace in the Twenty-first Century. Penguin, 2005, Friedman, Thomas L. DOScapital., Foreign Policy 116
(1999): 110-116, DOI: 10.2307/1149647.
Storia della distopia militare

War in Cyberspace

697

hackers who attack computer networks for social/ political/religious motivations are termed hacktivists and insiders, like disgruntled employees, who may want to damage their company.
The forms of defense
In cyberwarfare the most common types of defense are perimeter defense and defense in depth. The purpose of the former is to protect the
perimeter of interested networks with firewalls, intrusion detection (IDS)
and prevention (IPS) systems. However, the interior of the perimeter is relatively undefended, based on the premises that all that are inside are (or
should be) authorized. Thus, constant alertness is required and attention
focuses on erratic or abnormal behavior of users.
Defense in depth requires the hardening of individual internal systems
and components, so if intruders are inside the perimeter, their actions (and
potential damage) are restricted. It entails net segmentation too, so as
to control movement from one segment to another. Redundancy (duplication) is also essential, thus the exclusion of a segment does not imperil the
whole network, as well as are recovery plans to reestablish the status quo.
Other possible defense typologies may include moving target defense,
where the network is continually being reconfigured to modify and move
the attacks surface and increase complexity as well intensify resiliency,
and deceptive defense, where honeypots are placed by the defender to
expose the attackers methodology and accordingly adjust defensive systems. Counter-attacks could also be part of the defensive arsenal. Deterrence by retaliation, however, or active cyber defense (that is, taking a
proactive stance with offensive actions) are hardly applicable to cyberspace
because of the attribution problem. The difficulty of exact identification
of the attackers identity, especially at political level, weakens the threat
of counter-attacking.13 These different defenses could also be combined
13 All attacks are routinely conducted through third party systems, and it is extremely hard to
prove that the order for an attack came indeed from political authorities and it was not the act
of groups of individual citizens of a country. In other words, the cyberspace attackers enjoy an
advantage over defenders. See Emilio Iasiello, Hacking Back: Not the Right Solution, Parameters 44(3), Autumn 2014, pp.105-13 and Martin C. Libicki, Cyberdeterrence and Cyberwar. Santa Monica, CA: RAND, 2009.

698

Future Wars

together. Ultimately the


goal of all defenses is to
keep intruders outside
and increase resilience,
and to quickly restore
system operations in
case of failure.
Unlike the conventional domain, it is not
possible to seize the
initiative from the enemy, because of the attribution problem. The
only viable option for
defense is to detect and
respond. Consequently,
networks of essential organizations, including those underpinning critical
infrastructures and regardless of whether they are civilian, need to be run
as a military/defense approach at all times, that is under constant alertness,
with extensive technological fortification, and with dedicated personnel
for information security. This state of affairs has led to a militarization of
critical infrastructures (which is deeply ironic, as the Internet, for example,
was supposed to promote openness).14
A question often passed is whether cyberattacks are indeed anonymous.
The answer is positive at level of individual attacks. It is negative at
macro-level, because in the strategic context it would soon be clear who
is conducting attack, as it would be impossible to hide the necessary large
amounts of control traffic required for an extended time. It would likely be
the cyber-precursor in support of conventional operations. Nevertheless,
the consequences of such offense dominance are clearly destabilizing,
as first/preemptive strikes would be at premium, versus a more stabilizing
effect of defense. This situation has led some authors to conclude that
14 See Cavelty, Myriam Dunn. Cyber-Security and Threat Politics: US Efforts to Secure the Information Age. London: Routledge, 2007, Bendrath, et al. From Cyberterrorism to Cyberwar;
Demchak, (1999), New Security, op. cit.

Storia della distopia militare

War in Cyberspace

699

cyberwarfare maybe best suited for guerrilla-style operations,15 with


intelligence, sabotage, time-limited, highly targeted attacks.
Before Cyberwarfare: Electronic Warfare
Historically, the predecessor of cyberwarfare was, in the electromagnetic spectrum, Electronic Warfare (EW). EW was a comprehensive category
to include all the tools that would be deployed to counter the extremely
high-technology weaponry of modern armies.16 The first use of EW was in
World War Two,17 but already by the 1980s, the armies of the Warsaw Pact
and NATO were so dependent on electronics and their EW capabilities
so developed, that it was thought they would thoroughly neutralized each
others command, control and communications functions early in a future
war.18 The Revolution of Military Affairs of the 1980s-90s was based on
computing power and digitalization:19 Information and Communication
Technologies (ICT) and microelectronics have revolutionized warfare and
the battlefield with unattended ground sensors (UGS), computers, data-processing systems unmanned vehicles (UAV),20 intelligent munition systems
(IMS, autonomous) and digital communication and AWACS (Air Warning
and Control Systems, which are just big computers in the sky).21
Such devices will soon be supplemented by smart dust, a tiny wire15 Sigholm, Johan, Non-State Actors in Cyberspace Operations, Journal of Military Studies 4,

no. 1 (2013); Matthew Crosston, Virtual Patriots and a New American Cyber Strategy: Changing the Zero-Sum Game, Strategic Studies Quarterly 6(4) Winter (2012), 100-18; Qiao Liang and Wang Xiangsui, Unrestricted Warfare, (Beijing: PLA Literature and Arts Publishing
House, February 1999).
16 D. Robertson, Dictionary of Modern Defence and Strategy, Europa, London, 1987, 115-17.
17 Electronic intelligence (ELINT), that is, information-gathering based on monitoring the enemys radio communication, began already in World War One.
18 Robertson, Modern Defence, p. 117. A realistic portrait of this scenario is described in Peters,
R. Red Army, New York: Pocket Books, 1989.
19 P. W. Singer, Wired for War (New York: Penguin, 2009).
20 UAVs rely on a continuous network link. If the latter is jammed (e.g. with a DoS and a fake GPS
signal (spoof), UAVs go off-route and then are lost.
21 See the example of the -F35: it has more than 10 million lines of software code, segmented into blocks, largely written in C and C++. It also uses software in ADA language from the Lockheed Martin/Boeing F-22 Raptor. The F35 runs certified real-time operating system (RTOS) from
Green Hills Software, at www.militaryaerospace. com/articles/2013/10/software-code-f-35.html.

700

Future Wars

less sensor network, made up of micro-electromechanical sensors (called


MEMS), and robots with self-contained sensing, computation, and communication. The sensor to shooter integration implies merging battlefield sensors with the platforms (tanks, aircraft, missiles), increasingly
autonomous in the decision-making process. The speed in action/reaction
imposed by (near) real-time system can hardly be appreciated by humans.
Moreover, the deployment of new technologies (time-to-battlefield) is
now very rapid, whereas human expertise still increases slowly over time.
These circumstances have aroused the issue of man, in, on or out of the
loop, that is how much human beings should be part of the decisions on
whether, where and when to fire weapons.
Unlike the past, most ICT are dual-use technology, that is, are the
same ICT present in the underlying structure of civil infrastructures or that
are used in the private sector. These conditions have not only contributed
to the blurring distinction between military and civilian domains, but
they have also intensified the degree of vulnerabilities of military systems
and infrastructures. Stuxnet, the worm used to bog down, Irans Uranium enrichment program in 2009-10 was a small, real-file example of what
cyberwar would be like.22 Most dangerous parts of Stuxnet were generic,
not specific to uranium enrichment plants, and be copied and modified to
work in different environments (Code Red).
Will we see the emergence of domain-specific, cyber-strategists? Not
according to Gray and Libicki.23 Much like EW, cyberwarfare will accompany a kinetic conflict between states, but it will not fuel the grandiose, strategic expectations that Air Power had.

22 Other examples would be attacks on Estonia (2007) and Georgia (2008). James A. Green (ed.)

Cyber Warfare: A Multidisciplinary Analysis, London & New York: Routledge (2015); Jeffrey
Carr, Inside Cyber Warfare, 2nd Ed.. Sebastopol, CA: OReilly Media, Inc. (2012).
23 Martin C. Libicki, Why Cyberwar Will Not And Should Not Have Its Grand Strategist, Strategic Studies Quarterly, Spring 2014, pp.23-39; Colin S. Gray, Making Strategic Sense of Cyber Power: Why the Sky is not Falling (Carlisle, PA: US Army War College Press, April 2013),
online at strategicstudiesinstitute.
Storia della distopia militare

701

Alternate and Imaginary Wars


Guerre controfattuali e immaginarie

705

Fantaguerra e storia controfattuale


Com nato il romanzo Asse Pigliatutto

di Lucio Ceva Valla

arler solo di fandonie cio di cose mai accadute. Infatti, la fantastoria o controstoria o storia controfattuale o letteratura ucronica
(tanti modi di chiamarla) consiste nel riprendere fatti reali e noti
modificandoli pi o meno sensibilmente per condurli a esiti contrari o
in ogni caso diversi da quelli realmente verificatisi. Si tratta di dar vita a
insiemi di verit e di mendaciuncula possibilmente costruiti in modo che
nulla vi sia di completamente falso o di totalmente vero
Non osta minimamente alla fondatezza del genere fantastorico la vieta
obiezione secondo cui la storia non si fa coi se. Intanto si tratterebbe di
storia ordinaria, senza il fanta. E poi anche la storia tout court si fa in grandissima parte proprio con i se. Basti pensare alla intensa e doverosa attivit
di pensiero ipotetico che si accompagna alle decisioni militari e politiche:
che cosa far il nemico? che cosa si aspetter da noi? come sorprenderlo
meglio? La sorpresa militare sopra tutto frutto di meditazioni sottilissime, di geniali ragnatele dipotesi e contro-ipotesi come ci ha spiegato
nel 1951 una memorabile sequenza del film Fanfan la Tulipe. Fanfan, impersonato da Grard Philipe, assiste nascosto alla riunione segreta in cui
Federico di Prussia, alla vigilia di una battaglia, rivela ai suoi generali il
piano operativo: Metteremo lala sinistra a destra. E lala destra. A
sinistra! interrompe zelante un giovane generale. No riprende il re al
centro. Ci sorprender il nemico1.
La fantastoria dunque pu investire vicende sia militari sia politiche del
resto di solito poco separabili. Bello sarebbe lavorare sulle conseguenze
per lItalia e lEuropa se Napoleone III avesse perso la battaglia di Magenta
o se Garibaldi fosse stato ucciso nel 1859 alla testa dei suoi Cacciatori delle
1 Fanfan La Tulipe (1951), di Christian Jacque con Grard Philipe e Gina Lollobrigida.

Enrico Castelnuovo, La cattedrale tascabile. Scritti di storia dellarte, Sillabe, Livorno, 2000, p. 389.

706

Future Wars

Alpi da una fatale palla austriaca che avrebbe spenta ogni possibilit di futura impresa dei Mille. E perch non fantasticare su un Risorgimento nazionale opera non di Vittorio Emanuele, Garibaldi e Cavour, ma invece di Pio IX?
Che cosa sarebbe accaduto se papa Mastai avesse perseverato nella politica
fatta balenare nel 48 quando aveva invocato la benedizione di Dio sullItalia, pubblicato un statuto e inviato le sue truppe a combattere lAustria
sul Po? Una nuova diversa storia dove il sentimento nazionale degli italiani
avrebbe corso di pari passo con quello religioso. Qualcuno fra i discendenti
di Machiavelli, purch unItalia fosse, lavrebbe accettata anche cos.

La fantastoria scoppietta qua e l, oggi specialmente con riferimento alla


seconda guerra mondiale. Lesempio forse pi noto Fatherland (1992)
dellinglese Robert Harris2. Non si occupa di operazioni militari ma immagina cospirazioni e delitti di stato in una fosca Europa germanizzata del
2 Trad. R. Rambelli, Mondadori, Milano, 1993. Ha ispirato lomonimo film TV di Chri-

stopher Menaul, uscito in Italia col titolo Delitto di stato.

Storia della distopia militare

Fantaguerra e storia controfattuale

707

1964, in procinto di celebrare il 75 Geburtstag del Fhrer, che ventanni


prima ha inchiodato gli Alleati sul bagnasciuga normanno ed a sua volta
sbarcato in Inghilterra costringendo il re e Churchill a fuggire in Canada
e gli Stati Uniti a licenziare Eisenhower e firmare la pace. Se lo sapesse
il Fhrer! (1966), dellaustriaco Otto Basil (1901-1983), re-inventava invece proprio le operazioni militari3. Chi me ne parl disse che se avessi
intitolato il mio libro del 1973, invece di Asse pigliatutto4, Se lo sapesse
il Duce, avrei avuto anche miglior fortuna editoriale: me ne sono ricordato nella seconda edizione, sottotitolata appunto cos5.

A quanto so Asse Pigliatutto il primo libro di fantastoria nellItalia del


secondo dopoguerra6. Due anni dopo nel 1975, usciva postumo Contro3 Otto Basil, Wenn das der Fhrer wte! Roman, Milena-Verlag, Wien, 2011.
4 Asse pigliatutto. Memorie 1937-1943 del nob. Gen. Triora di Rondissone, Mondadori,

Milano 1973.

5 Asse Pigliatutto. Se lo sapesse il duce, Il Mio Libro, 2013.


6 Tra le successive variazioni sul tema, v. Giovanni Orfei, 1943 Come lItalia vinse la

708

Future Wars

passato prossimo (Adelphi) di Guido Morselli (1912-1973) che rovesciava


invece la prima guerra mondiale. Per il fronte italiano, tutto si decideva con
la trovata di un oscuro ufficialetto austriaco di nome Rommel. Informato
dellesistenza nelle Alpi fra Trentino e Valtellina di una grande galleria
per usi civili quasi terminata, propone allo stato maggiore di Vienna di far
saltare con la dinamite lultimo diaframma e di sboccare direttamente in
Lombardia con una colonna autocarrata. Cos avviene. Lesercito italiano
invitto rimane affacciato sul Carso mentre truppe nemiche sempre pi
numerose occupano il resto del paese rotolando dallorificio rupestre.
Vittorio Emanuele III a denti stretti deve richiamare Giolitti per trattare la
resa7. Non avendo finora svolto vere indagini sulla produzione fantastorica
nel mondo, mi vedo costretto a parlare quasi solo del mio libro, molto scusandomi per questa limitazione.
A chi mi chiedesse che cosa tanti anni fa mi abbia spinto a rovesciare la
seconda guerra mondiale potrei rispondere parlando della mia predilezione
per le sfide gratuite e sopra tutto della mia voglia di divertirmi. Avevo gi
qualche esperienza perch fin da ragazzino, spesso trascurando i compiti,
mi divertivo a rovesciare le guerre specie quella del 1870 facendo vincere
i francesi pi simpatici dei tedesco-prussiani: passavo ore a ricalcare con
variazioni gli ordres de bataille del vecchio volume di Rstow e a correggere le battaglie disegnando cartine dove talvolta rifacevo a modo mio
anche la geografia.
Una prima versione del libro, intitolata Da Predappio alle Azzorre pronta
a primavera 1970, non persuase i consulenti del mio editore di allora. La
vicenda e i personaggi erano gi in gran parte gli stessi di Asse. Cera per
una differenza. Prima di arrivare alla svolta politica che fa vincere i fascismi, inventavo una guerra mediterranea con vicende alterne in cui lItalia

guerra: Romanzo, Fazi, Roma, 2003, e Gianni Riotta, Principe delle nuvole, Rizzoli,
Milano, 1997; Prince of the Clouds, Farrar, Straus & Giroux, New York, 2000, trad.
inglese di Stephen Sartarelli, ill. di Matteo Pericoli, , rec. sul New York Times del 21
maggio 2000, secondo Amazon a bestseller in Italy [nota di V. Ilari, 2015].
7 Nella fantastoria italiana ricordiamo il raffinato Giorgio Boatti, Cielo Nostro. Le memorie segrete, le battaglie smarrite, del generale che, fatta lunit dItalia, se ne pent
(Romanzi e racconti), Dalai; Baldini & Castoldi, Milano, 1997, che estrapola la figura
del generale piemontese Giuseppe Govone (1825-1872).
Storia della distopia militare

Fantaguerra e storia controfattuale

709

non riportava solo sconfitte e disastri: vi erano anche successi sui greci e
qualcuno sugli inglesi. Orbene questo (che leditore non mi rimproverava) mi suon improvvisamente troppo falso e mi spinse a rifare. Provavo
il bisogno di ravvicinare la storia fantastica a quella vera modificandola
pi dallinterno. La nuova versione fu pronta agli ultimi del 1971. Anna
Banti, con straordinaria cortesia, me ne pubblic un grande assaggio su
Paragone8. Vittorio Sereni lesse e mi chiese il romanzo per Mondadori: a
maggio 1973 il libro era nelle vetrine.

La trama falsa e bugiarda di Asse pigliatutto questa. Nel 1936 sale alla
vetta dellesercito italiano un generale Doriani, milanese didee moderne
che crede alla guerra celere e corazzata. Non sarebbe stato impossibile: bastava innestare sul tessuto di Clausewitz i testi allora recenti di Guderian,
di Liddell Hart e di Fuller. Era per improbabile se pensiamo alla cultura
dei generali italiani del tempo ben diversi da quelli di oggi, sprovincializzati da decenni di Nato, conoscitori di lingue e abituati a girare il mondo.
Il nome inventato di Doriani ricalca quello vero di Alberto Pariani (18761955), capo di SM dellEsercito e Sottosegretario alla Guerra dal 1936
al 1939. E ci non perch io fossi ammiratore di questultimo, sul quale
dopo la sconfitta la maggior parte dei colleghi militari sciaboler giudizi
8 Il rovescio fantastorico, Paragone letteratura, N. 274, febbraio 1972, pp. 74-100.

710

Future Wars

severissimi non perdonandogli la deprecata divisione binaria. Tuttavia


Pariani, cui non mancava qualche hint di minore provincialit, nel 1938
aveva detto a Ciano che, se proprio si doveva far la guerra a fianco dei
tedeschi e contro gli anglo-francesi, la Germania avrebbe dovuto vincere
a Parigi e lItalia a Suez. Parlava di una guerra fulminea e di sorpresa con
attacco allEgitto e attacco alle flotte9. Insomma unazione mediterranea
da briganti, alla giapponese, contando su evoluzioni politiche che dopo
avrebbero permesso di conservare il bottino arraffato nelle prime ore.
Tuttavia il vero Pariani non capiva nulla di guerra corazzata e motorizzata, mentre il mio Doriani ne capiva molto. Ed eccolo intento a gettare
le basi di una vera armata blindata anzi catafratta come amava dire, corazzando la cavalleria. Avrebbe inoltre voluto sveltire la politica estera di
Mussolini dissipando gli equivoci in cui il Duce amava avvolgerla perfino
coi suoi massimi e detestati collaboratori militari. Tutta lazione di Doriani
vive attraverso diari e appassionate annotazioni del suo braccio destro, il
gentiluomo piemontese colonnello e poi generale Triora, che in segreto
rimarr fedele alladorato superiore anche dopo che questi sar caduto
in disgrazia. Infatti nella sua furia riformatrice Doriani urta interessi economici e inveterate abitudini mentali. Potenti camarille politico-militari e
industriali riescono ad alienargli liniziale favore di Mussolini anche tacciandolo di pazzia per alcune sue innocue intemperanze verbali. Cos nel
settembre 1939, alla vigilia della prova suprema, Doriani sollevato dagli
incarichi mentre il Triora resta in servizio. Una fantasia spinta allestremo
ma non inverosimile se consideriamo le eterne battaglie tra non conformisti ed establishment conservatore nelle amministrazioni non solo militari
e anche fuori dItalia.
Segue la guerra italiana pi o meno come and realmente sino al 194142: ossia galleggiando sempre pi a rimorchio dei tedeschi. Se poi si vincer non sar certo per le riforme militari dovute lasciare a mezzo da Doriani
o perch fossero state capite le sue proposte strategiche dun tempo. No,
soltanto per unintuizione politica che il generale, ormai un Cincinnato
nelle sue terre del Garda e lontano dalle alte sfere, riesce a suggerire occultamente in alto loco. Decisivo per questo sar laiuto coraggioso di
9 Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943, annotazione 14 febbraio 1938.
Storia della distopia militare

Fantaguerra e storia controfattuale

711

Triora, protagonista di rischiose avventure e sballottato fra i corridoi dei


palazzi del potere compreso quello di Piazza Venezia, le ombre dei servizi
segreti e i fronti di guerra. Dalle steppe di Russia al deserto egiziano e da
ultimo la Palestina e lIraq tra Bagdad, Bassora e le frontiere del Kuwait.
La ricetta era scoccata nella mente di Doriani alla prima notizia del disastro
statunitense di Pearl Harbour: lAsse, non esitando a mancar di parola ai giapponesi, doveva guardarsi bene dal dichiarare guerra agli Stati
Uniti. Il Congresso e lopinione pubblica americana avrebbero vietato a
Roosevelt di impegnarsi in altri conflitti prima daver saldato i conti con
Tokio. Sarebbe cos saltato il Germany first, orientamento strategico notoriamente voluto da Churchill e approvato da Roosevelt.
Ecco dunque servito allAsse su piatto dargento il tempo supplementare
per mettere in ginocchio Russia e Gran Bretagna, indebolite dallinterruzione dellaiuto americano. Nel 1942 la prima travolta e rigettata per
sempre oltre gli Urali, la seconda cacciata da Suez e dal Golfo Persico
anche grazie al sopraggiunto intervento turco. Segue una pace di compromesso favorita dal trionfo elettorale del neutralismo americano che,
almeno in un primo tempo, vede con favore limpianto di una corrusca
Europa fascista, autrice e cane da guardia del trionfo sul comunismo mondiale. Durante le ultime fasi della guerra in Egitto, Palestina e Iraq, Triora
impegnato in vicende con riflessi militari e politici che sintricano con
le realt lancinanti del dramma ebraico. Sono queste a scatenare dilemmi e
vibrazioni profonde che precipitano lufficiale piemontese in esami di coscienza presto culminati nel disgusto morale per quel tipo di vittoria foriera
di maggiori tragedie. Al rientro in Italia dopo grave ferita il senso di fallimento si mescoler con lo sconcerto dovuto alla scoperta, per lui inspiegabile, di un segreto pullulare di cellule comuniste vicinissime, addirittura in
casa propria: il suo stesso giovane figlio ufficiale degli alpini e un vecchio
amico di famiglia, gi antifascista liberale. Meditabondo e allarmato Triora
dovr misurarsi anche con lantica legge per cui i trionfi sogliono generare
reazioni opposte nel continuo divenire del mondo.
Il consiglio bellico di Doriani se applicato, avrebbe creato qualche problema a Roosevelt e a Churchill anche se probabilmente essi ne sarebbero
venuti a capo. In ogni caso fra l8 e l11 dicembre 1941 una mossa del
genere fu temuta alla Casa Bianca e a White-Hall. Fu persino timida-

712

Future Wars

mente prospettata da Thomas, lincaricato dAffari tedesco a Washington.


Nella realt fu proprio Hitler a risparmiare ai nemici tali imbarazzi con la
sua documentata furia di sparare per primo una dichiarazione di guerra,
imitato da Mussolini che si proclamava felice di farlo10. Nella finzione
invece il Duce afferra allistante lidea di Doriani, la fa sua dandosi laria
di essersela inventata lui tra lallibito stupore dei cortigiani. Affacciato allo
storico balcone improvvisa un discorso tuonando solidariet verso i giapponesi ma senza assumere impegni concreti. Hitler, sbalordito, costretto
a rinviare la propria dichiarazione di guerra, salvo poi rinunziarvi del tutto
quando comincer ad apprezzare i vantaggi dellastensione. Le accennate
rischiose avventure di Triora girano intorno alla necessit di far sparire
ogni prova che la trovata non era farina del sacco di Mussolini. Agli occhi
del pubblico infatti lassoluta originalit del capocomico sempre esigenza primaria. Ma naturalmente sto parlando dei capocomici fantastorici.
Laccennato divertimento nel mio scrivere era dovuto anche a una
certa propensione per gli esercizi mimetici, quel fare il verso cos utile
per esempio nellapprendimento di lingue straniere. Alle letture storiche e
militari di sempre si era aggiunta dal 1969 la consultazione dellarchivio
militare presso lUfficio Storico dello S. M. dellEsercito in Roma. Con
mia grande felicit passavo settimane a leggere e trascrivere documenti (le
fotocopie non erano permesse) nei grandi ambienti dellantica caserma dei
Granatieri in Via Lepanto. La sostanza del mio studiare dava corpo alla
ricerca storica ma certi modelli restavano sospesi nella mente per posarsi
poi nelle pagine di Asse. Da anni inoltre collezionavo militari depoca (i.
e. seconda guerra mondiale). Gi alla fine del decennio 1940 per esempio
10 V. fra laltro: Documents on German Foreign Policy 1918-1945, Series D 1937-1945

Washington Department of State XIII; C. Hull, The Memoirs, New York, 1948, 2
voll.; G. Ciano, Diario, cit., 3- 4, 5, 8, 10, 11 dicembre 1941; R. E. Sherwood, Roosevelt and Hopkins. An Intimate History, New York, 1948; R. Dallek, Franklin D.
Roosevelt and American Foreign Policy 1932-1945, Oxford, 1981; H. L. E. Larrabee,
Commander in Chief, New York, 1987; W. F. Kimball, The Juggler. Franklin Delano Roosevelt as Wartime Statesman, Princeton, 1991; David M. Kennedy, Freedom
From fear. The American People in Depression and War, 1928-1945, Vol XI, The Oxford History of the U. S., New York, 1999. Per cenni riassuntivi e altri riferimenti v.
pure Ceva, Gli Stati Uniti visti dalla Germania nazista e dallItalia fascista fino al
1942, in Ceva, Teatri di guerra. Comandi, soldati e scrittori nei conflitti europei,
FrancoAngeli, Milano, 2005.
Storia della distopia militare

Fantaguerra e storia controfattuale

713

avevo potuto confrontare i racconti di un mio antico maestro di scuola ufficiale a Bir Hacheim, Tobruk, El Alamein e Mareth con quelli del suo generale divisionario pi facile da raggiungere per me nel dopoguerra a Milano
di quanto sarebbe stato possibile per lui allora, nella polvere del deserto.
Il gergo, la mentalit e leloquio dei ministeri militari e degli alti comandi, prima di assimilarlo sulle carte dellUfficio Storico, lavevo assaggiato
grazie a uninfilata di conoscenze di generali a riposo, che da tenenti e capitani durante la guerra avevano fatto le notti ai palazzi Baracchini, Caprara,
Vidoni o al Lungotevere delle Navi e nelle sale littorie di Superaereo. La
disponibilit negli anni migliori (1970/80) si era estesa a professionisti delle tre armi, a qualche personaggio militare britannico, americano, francese
e a un generale sovietico. Era bello constatare persistenze ed evoluzioni
nei codici linguistici, nei riferimenti culturali, nella cazziata e nella lode,
nellumorismo e nel fare accigliato. E perfino in cose minori come i vocativi e i congedi epistolari.
Verso i militari come si sa la letteratura ha scarsa indulgenza. Vi
pure la tentazione di prenderli in giro sulla scia degli antichi che cos
usavano fare con lo stesso dio Marte. Anchio lho fatto in parte e per questo ardisco invocare i modelli ineguagliabili dei poeti eroicomici o quanto
meno quelli dei maestri del grottesco. Ma il fondo del mio scrivere era
serio, almeno nellintenzione.
Sarebbe bello poter confrontare non solo i codici linguistici ma anche
la struttura etica e lanimus dei militari con quelli di tante altre categorie:
giudici e avvocati, diplomatici, burocrati, docenti, scrittori, industriali e
finanzieri. Pur conoscendo assai poco di questi separati milieu sarei pronto
a rischiare la scommessa che in ciascuno scopriremmo la stessa non straripante frequenza di statura morale, valenta tecnica e disinteresse.
Per qualche aspetto lopera dei militari pu in certi casi avvicinarsi a
quella dei costruttori e degli architetti: edifici, teatri, fori e citt sono esposti al giudizio di chiunque si trovi a passare di l. Ricordo un amico, funzionario dellUnesco, che compativa per questo i molitores mentre aggiungeva- vi sono educatori che hanno fatto disastri senza che nessuno lo
sappia. Le sconfitte lo stesso: tutti le conoscono, ognuno le aveva previste.
I successi e le cose sagge meno, anche per la vecchia ragione che la sconfitta orfana e la vittoria ha cento padri. Quando in Francia si discuteva su

714

Future Wars

chi fosse il vero vincitore della battaglia della Marna, Joffre disse di non
saperlo ma di conoscere bene il nome di celui qui laurait perdue.
Mi auguro che almeno un po di questo spirito si sia trasfuso nel vecchio
racconto fantastorico. Rileggersi ogni tanto cosa che gli autori fanno pur
negando di farlo. Qualche volta per riserva aspetti inattesi. Sperando in una
prossima ripubblicazione di Asse lho riletto. Ebbene, non mi ha colpito
tanto lo sfondo epico delle vicende e neppure la ricostruzione dellalta
cucina militare e politica che allora mi importava molto ricreare. Mi ha
sorpreso ci che nel libro non mai espressamente rappresentato ma presupposto in molte situazioni e personaggi: il sapore ormai lontano di una
societ un po dimenticata. Quella che aveva studiato di latino e di greco,
che i classici li aveva letti e che usava i congiuntivi. Nella buona stagione
dalle finestre aperte sincrociavano i gorgheggi delle domestiche (non ancora colf) intente e pulire o a rigovernare. Nelle sere di coprifuoco tappati
in casa si ascoltava la radio e il silenzio esterno era cadenzato da passi di
ronde non sempre ostili.

Storia della distopia militare

715

If Hitler Had Won:

Alternative Histories and Alternative Futures

by Eric R. Terzuolo

he recent Amazon production of The Man in the High Castle, quite


loosely based on Philip K. Dicks award-winning science fiction
novel of 1962, reminds us of popular cultures persistent interest in
how Hitler might have won the Second World War, and what would have
followed. This was by far the most popular theme among some 116 works
of alternative history dealing with the Third Reich reviewed in Rosenfelds
2005 study.1 And the current popularity of dystopian literature, especially
for young adult readers, seems to be feeding the interest in alternative
history.2
Alternative history (also frequently termed counterfactual, virtual, allohistorical, or uchronic) has both staunch defenders and harsh
critics. Niall Fergusons lengthy introduction to Virtual History3 is a philosophical manifesto on the need to counter historical determinism,
whether deriving from religion, science, idealist philosophy, or Marxism.
Ferguson aims to recover the contingency of historical events, and ultimately allow for the writing of history that takes into account the disorder in the universe. Historian of the Third Reich Robert J. Evans, on
the other hand, argues that counterfactual historical writing is of interest
primarily as a cultural phenomenon in itself.4 He also warns against
presentism, the interpretation of past events in the light of present-day
1 The World Hitler Never Made: Alternate History and the Memory of Nazism. Cam-

bridge University Press, Cambridge, 2005, pp. 404-405, n52.

2 See for example October 2015s Wolf by Wolf, by Ryan Graudin, from high-end trade

publisher Little, Brown, which features a shape-shifting death camp survivor who
aims to assassinate Hitler.
3 Introduction: Virtual History: Towards a Chaotic Theory of the Past in Niall Ferguson (Ed.), Virtual History: Alternatives and Counterfactuals, Basic Books, New
York, 1999, pp. 1-90. Originally published by Picador, London, 1997.
4 Altered Pasts: Counterfactuals in History, The Menahem Stern Jerusalem Lectures,
Historical Society of Israel, Brandeis University Press, Waltham, MA, 2013, p. 125.

716

Future Wars

values and attitudes, and finds counterfactuals such as in Fergusons book


often reflect contemporary political concerns, primarily from conservative
perspectives.
Scholars of international relations seem more open to counterfactuals
than are mainstream historians. Philip Tetlock and Aaron Belkin admit that
the counterfactual thought experiment is a third rate method, in the social science world, but many topics, e.g. in international security policy,
require such an approach.5 Richard Ned Lebow argues for using counterfactuals to probe nonlinear causation and the understandings policymakers, historians, and international relations scholars have of historical
causation.6
But what constitutes a good counterfactual? Allan Megill makes a
point about avoiding overreach with his distinction between restrained
and exuberant counterfactual history, the former addressing alternative
possibilities that existed in a real past, moving from observed effect to
hypothesized cause, and the latter dealing with historical outcomes that
never materialized.7 Ferguson argues for considering only counterfactual scenarios actors at the time demonstrably considered. But the essay in
Virtual History on the results of a Nazi victory over the Soviet Union,8 meticulously based on archival materials, is hard to consider genuinely counterfactual.9 Lebow argues that Fergusons rule risks excluding potentially
realistic counterfactuals that could arise from accidents, acts of nature,
impulsiveness, etc.10

5 Counterfactual Thought Experiments in World Politics: Logical. Methodological,

and Psychological Perspectives, in Philip E. Tetlock and Aaron Belkin (Eds.), Counterfactual Thought Experiments in World Politics: Logical. Methodological, and Psychological Perspectives, Princeton University Press, Princeton, NJ, 1996, p. 37.
6 Forbidden Fruit: Counterfactuals and International Relations, Princeton University
Press, Princeton, NJ, 2010, p. 3. Emphasis added.
7 Historical Knowledge, Historical Error: A Contemporary Guide to Practice, with
contributions by Steven Shepard and Phillip Honenberger, University of Chicago
Press, Chicago, 2007, p. 151, quoted in Evans, p. 114.
8 Michael Burleigh, Nazi Europe: What if Nazi Germany Had Defeated the Soviet
Union?, in Ferguson (Ed.), Virtual History, pp. 321-347.
9 Evans, p. 95.
10 Pp. 48-49.
Storia della distopia militare

If Hitler Had Won

717

Tetlock and Belkin11 suggest criteria for well-designed counterfactual


thought experiments that include: well-specified antecedents and consequents; logical consistency; consistency with well-established historical
facts; projectability into the past and future. The guidance to contributors
to a 2006 collection of world history counterfactuals, edited by Tetlock,
Lebow, and Geoffrey Parker,12 calls for avoiding arbitrariness and scenarios that require extensive rewrites of history or that reach too far into
the future, and stresses the need to be explicit and self-critical concerning
authorial perspectives. Lebow separately proposes a series of tests to assess the contingency of historical turning points.13 For example, to change
history, does an event need to be prevented, altered, or just delayed? How
many plausible rewrites of history are necessary to accomplish the required change?
In truth, a novel or film that portrays Nazi Germany as having won the
war is by definition exuberant. Evans quarantines overtly fictional accounts
11 Counterfactual Thought Experiments, pp. 18-31.
12 Unmaking the West:What-If?Scenarios That Rewrite World History, University of

Michigan Press, Ann Arbor, MI, 2006. Cited in Evans, pp. 109-14.

13 Forbidden Fruit, pp. 58-64.

718

Future Wars

in a separate chapter, though he does draw a parallel between counterfactual history and fictional alternative realities, arguing that both require the
readers willingness to suspend disbelief. Lebow is more convinced of the
virtues of fictional alternative realities, extensively citing Philip Roths
2004 novel The Plot Against America.14 In this book, American Nazism is
in part a homegrown product, with Charles Lindbergh defeating Franklin
Delano Roosevelt in the 1940 election on an isolationist platform. (Lebow
points out problems, however, with Roths counterfactuals regarding US
political dynamics in 1940.) Roths focus in any case is on the experiences
of a Jewish family (inspired by his own) in an increasingly anti-Semitic
United States. Revelation of a German plot to secure Lindberghs support
leads to a happy ending, however, and the historical timeline is largely
restored.
Lebow argues that presentism is actually a virtue for novelists, who can
use their knowledge of the present to bring new meaning to the past,
stimulating readers, in turn, to come away with new meanings for the present. Fiction and nonfiction, Lebow argues, are co-constitutive, i.e. one
can inform the other.15 Also, whereas historical writing is deterministic,
leaving little room for emotion and uncertainty, fiction allows one to bring
those elements back in.16
The influential intellectual Philip Roth is not a typical author of alternative histories. Most of the authors discussed below are not true litterateurs,
but solid professional writers in search of captivating stories. Of fictional
works positing a Nazi victory in World War II, about 80% had been produced in Great Britain and the United States, 15% in Germany, and the
rest in a range of other countries, according to Rosenfelds 2005 count.17
As in Roths case, authors preoccupations have depended heavily on their
country of origin, its geopolitical position, role in the Second World War,
and political situation prior to the war.
14 Houghton, Mifflin, Harcourt, Boston.
15 Pp. 249, 258.
16 While Lebow is quite critical of Ferguson (see pp. 47-49), the two authors seem to

share a dislike of determinism.

17 P.15. Perhaps Rosenfeld could have cast his net more widely, however, outside of An-

glo-American and German waters.

Storia della distopia militare

If Hitler Had Won

719

The German hesitation about producing alternative histories with a victorious Hitler is understandable. The early postwar German alternative histories focus on painting extremely dire portraits of life in Germany under
a triumphant Nazi regime. Since reunification, however, there has been
more space for optimistic projections that Germans ultimately would have
overcome the worst aspects of Nazism.18

A considerable number of Polish authors have produced alternative histories, focused on prospects for averting the invasions and dismemberments that have characterized much of Polands modern history. Marcin
Ciszewskis Major trilogy, however, seems to suggest that the sad outcome for Poland in the Second World War was largely inevitable.19 Noted
Dutch novelist Harry Mulitsch wears his presentism on his sleeve in his
1972 novel De toekomst van gisteren (The future of yesterday), which is
primarily about Mulitschs failure to complete an alternative history novel
about a Nazi victory in World War II. Mulitsch also focuses on the vexed
real life issue of extensive Dutch wartime collaboration with the German
occupiers, which was only beginning to emerge for public discussion in
the early 1970s.20

18 See ibid., pp. 161-186.


19 Marek Oziewicz, Healing Fiction? Marcin Ciszewskis Major Trilogy as a Com-

pensational Journey from History to HISTORY, in Bogdan Trocha, Aleksander Rzyman, and Tomasz Rataczak (Eds.), In the Mirror of the Past: Of Fantasy and History,
Cambridge Scholars Publishing, Newcastle upon Tyne, UK, 2013, pp. 45-58.
20 Rosenfeld, pp. 190-193.

720

Future Wars

The Italian World War II alternative history literature, beginning in 1973


with Lucio Cevas Asse pigliatutto (The ace/the Axis takes it all), discussed in detail in this collection, also demonstrates specifically national
characteristics. It seems partly rooted in the widespread Italian conviction
that, had Mussolini not slavishly followed Hitler into war, fascism would
have survived. Authors such as Mario Farneti, in his Occidente (The West)
trilogy and Giampietro Stocco in Nero italiano (Italian black) posit Italian
neutrality, while Enrico Brizzi in Linattesa piega degli eventi (The unexpected turn of events) has Mussolini breaking with Hitler.21 In Cevas
book, on the other hand, the Axis hangs together, but sagely avoids declaring war on the United States.
The numerous British alternative histories, though some have achieved
great international success, also usually center on specifically British issues, notably appeasement and pro-German attitudes in the British elite.
The first fictions positing a Nazi triumph actually appeared before the
Second World War, to convince the public of the need to resist Nazi aggression before it could reach Britain, e.g. Swastika Night in 1937 by
Katharine Burdekin (writing as Murray Constantine).22
The seemingly obligatory counterfactual re-write in the British alternative histories is the extension of German control over the British Isles,
via successful cross-Channel invasion and conquest, or via surrender by
a British government of appeasers. Since there is no doubt of German intentions to launch an invasion, if possible, against weak British homeland
defenses, and given the well-established view that only the RAFs severely
strained ability to maintain control of the skies in the Battle of Britain forestalled such an assault,23 it does not seem hopelessly extravagant to posit
successful German conquest and occupation. The question then arises regarding the likely reaction of the British people: resistance or widespread

21 A useful brief review of this literature is ukasz Jan Berezowski, Se Mussolini fosse
le visioni alternative del potere fascista dopo il 1945 nella letteratura ucronica italiana del
XXI secolo: alcune considerazioni allostoriche, romanica.doc, Vol. 2, No. 3 (2011), pp.
1-7, on the romanica .doc website.
22 Rosenfeld, pp. 35-38.
23 See Andrew Roberts, Hitlers England: What if Germany had Invaded Britain in

May 1940?, in Ferguson (Ed.), Virtual History, pp. 281-320.

Storia della distopia militare

If Hitler Had Won

721

collaboration with the occupiers?


The answer in the early postwar period, through the 1960s, was clear: the
British would have resisted heroically. At the end of Nol Cowards 1947
play Peace in Our Time, for example, an uprising by the British resistance
and a coordinated Allied naval landing seem on the verge of expelling the
Nazis. The title, of course, is a sarcastic reference to Chamberlain, and the
play is replete with attacks on the appeasers24 It was easy, in a sense, for
the British to project successful anti-German resistance. Their self-image
highlighted survival against the full force of Hitlers fury, and ultimate
victory. Except for the Channel Islands, they had not experienced actual
invasion and occupation.
By the 1970s, though, the bloom had come off the rose of Britains postwar recovery. In SS-GB, first published in the UK in August 1978, Len
Deighton draws a fairly complex and nuanced portrait of Britain under
German occupation. He certainly moves away from a simple our finest
hour narrative. In Deightons story, set in 1941, Hitler launched a successful cross-Channel invasion in 1940, capturing London, and seizing
King George VI and Prime Minister Churchill (the latter court-martialed
and executed in Berlin). British armed forces resisted until an armistice
in February 1941, though unofficial armed resistance still appears to be
underway as of November. Deighton, however, posits a largely cozy accommodation to German occupation, especially by members of the British
political class and by businessmen, profiting from both legal and illegal
activities. (The authors modest family background may be showing.)
Deightons failure to account in detail for the lack of a continued, sturdy
British resistance to Nazi occupation has come in for some criticism.25
As the story unfolds, preparations are underway for a celebration of
German-Soviet friendship, and Hitler has provided the Soviet Navy with
anchorages in Scotland. Despite US hostility toward Germany, authorities
in Washington have not recognized the British government-in-exile there.
A resistance movement rooted in the British elite, including people working in the Quisling British government, draws the protagonist (a Scotland

24 Rosenfeld, pp. 42-3.


25 See for example Graeme Shimmins review online at his website (graemeshimmin).

722

Future Wars

Yard murder investigator) into a complicated plot to rescue the King and
use him to help bring the United States into the war, along with providing
British nuclear technology to the US.
Fiction authors often resort to rivalries between the SS and the German
military to provide cracks or potential cracks in the Nazi regime. One of
Deightons principal German characters, an officer of the Nazi party security agency (SicherheitsdiesntSD), is sentenced to death for collaborating with the resistance plot to liberate the King, with the intention of
discrediting the army, which is running the occupation. The book ends
with his prediction that the United States, not Germany, will build a nuclear weapon and ultimately triumph.
Dominion, the successful 2012 novel by C. J. Sansom,26 is set in 1952,
with Britain as a satellite state of Nazi Germany, its appeaser-led government having surrendered after Dunkirk. It starts with a single, highly specific counterfactual: in May 1940, the appeaser Lord Halifax, rather than
Churchill, replaces Chamberlain as prime minister. In a Historical Note,
27
Sansom makes a detailed argument for this core counterfactual, based on
the British political scene of 1940, and for his choice of key players in the
Vichy-like British government of 1952. Sansom is also very transparent
about his dislike for the Scottish National Party (allied in Dominion with
the collaborationist government) and for the UK Independence Party, and
about his left wing, pro-welfare state personal politics.
In Dominion, the Germans have turned against the Soviet Union. The US
is neutral and at peace with Japan. (Britains peace with Germany gave US
isolationists the winning card in the 1940 elections.) Churchill is alive and
leading the British resistance. But the decisive political event is Hitlers
death in December 1952, triggering a civil war in Germany between the
army, unwilling to continue an unwinnable war in the USSR, and the SS
(and most of the Nazi party).
Sansom28 generously terms his British colleague Robert Harriss 1992
26 Published in the UK by Mantle and in the US by Mulholland Books, an imprint of Lit-

tle, Brown and Company.


27 In the US edition, the Historical Note is at pp. 611-628. The comments on sources
in the Bibliographical Note, pp. 605-610, are also useful reading.
28 P. 610.

Storia della distopia militare

If Hitler Had Won

723

novel Fatherland the best alternate history novel ever written. In this
internationally successful work29 set in 1964, Germany is the hegemonic power in Europe. Relations with Great Britain, ruled by Edward VIII
(Germanophile in real life) are extremely cordial. The Greater German
Reich extends far to the east of Moscow, though the remaining Soviet
armed forces and partisans receive assistance from the US, which defeated
Japan thanks to nuclear weapons, but is in a Cold War-like standoff with
Germany, also a nuclear power. There are prospects for dtente, since US
president Joseph Kennedy (known in real life for his pro-German sympathies) is coming to Berlin for Hitlers 75th birthday celebration.
The books protagonist, a detective with the Criminal Police, discovers
a plot to eliminate all officials with any recollection of the January 1942
Wannsee Conference, where the final elimination of the Jews was planned.
The point of eliminating all evidence of the Final Solution is to allow for
rapprochement with the US. Harris might be faulted here for excessive
presentism. In real life, Joseph Kennedy expressed little sympathy for the
Jewish people.30 The idea of him seeking dtente with Germany, on the
other hand, is credible, and it seems unlikely that he would allow events

29 The 1994 film version starring Rutger Hauer did not earn high marks.
30 Clive Irving, Joe Kennedys Answer to the Jewish Question: Ship Them to Africa,

February 1, 2015, The Daily Beast website.

724

Future Wars

Storia della distopia militare

If Hitler Had Won

725

20 years earlier to interfere with such a priority.


Alternative histories of World War II have been popular in the United
States as well since the early 1960s. In 1995, even one of Americas most
prominent politicians, Speaker of the House of Representatives Newt
Gingrich, co-authored a chaotic and commercially unsuccessful novel,31
positing an emerging need for the US to confront Germany, after initially having accepted de facto German control over Continental Europe.
The remarkably prolific American writer of alternative histories, Harry
Turtledove, along with the Worldwar tetralogy (1994-96) in which aliens
invade the Earth in the middle of World War II, penned a story of Jewish
survival in Germany following a Nazi victory in the war. 32 Interestingly,
Turtledove was criticized for his mild portrayal of a Third Reich undertaking an internal reform process.33
Some US science fiction alternative histories depend on improbable elements, e.g. a time traveling, nuclear-armed stealth bomber (in the 1993
movie The Philadelphia Experiment II) or alien interventions in the Second
World War (in the TV series Star Trek: Enterprise, 2004). But simpler is
better. One of the most highly praised alternative histories in American
popular culture is a 1967 episode of the original Star Trek series, The
City on the Edge of Forever. The core question actually requires no science fiction accouterments: does one of the characters avoid a traffic accident and survive to lead a successful pacifist movement that leaves the US
fatally unprepared for the Second World War?
Philip K. Dicks aforementioned novel The Man in the High Castle34 is
predictably more complex, and uses the Chinese divination text the I Ching
to introduce historical indeterminacy, but the books setting does not seem
extravagantly improbable.35 Unlike European authors, who largely neglect

31 With William R. Forstchen, 1945, Baen Books, Wake Forest, NC. The two later au-

thored a trilogy of alternative history novels regarding the US Civil War which were
much more successful. Rosenfeld (p. 157) notes that 1945 met with the most savage
reception of any work of alternate history in the postwar era.
32 In the Presence of Mine Enemies, New American Library, New York, 2003.
33 Rosenfeld, pp. 158-159.
34 G. P. Putnams Sons, New York, 1962.
35 An exception is the reinstitution of slavery in the now autonomous southern states of

726

Future Wars

the war in the Pacific, Dick focuses markedly on events in the Japanesecontrolled Pacific States of America. His picture of the Japanese occupation is not excessively dark, and one of the central, highly sympathetic
characters, is a Japanese official. It also becomes evident that Japan risks
nuclear aggression by its erstwhile German ally, deriving from a power
struggle between the military and the SS, following Hitlers incapacitation
by syphilis. In Dicks scenario, much of the eastern and Midwestern US
is controlled by Germany, after falling to an invasion in 1947. But, while
the recent Amazon production focuses heavily on German occupation and
American resistance, Dick devotes almost no attention to the Germancontrolled area.
The real core of the story arguably has to do with a book, officially discouraged reading yet widely available outside the German-controlled area,
which portrays an Allied victory over the Axis. The female protagonist
ultimately encounters the reclusive author (the eponymous man in the
high castle) with the hope of understanding more about the alternative
history. She receives the perplexing information that the book represents
what actually occurred. As frequently happens in Dicks work, characters
and readers are left wondering which layer of reality is really real.
Can works of alternative history offer any benefits as we reflect on what
wars may look like in the future? Of course, the primary purpose of popular culture is to entertain. There is a wide genre gap between the books
and films discussed above and the governmental or scholarly documents in
which we normally discuss the future of war. But the fictional alternative
histories can remind us of some important things.
Dicks challenge to us, i.e. to question whether we are living in a fiction,
should not be dismissed. Our interpretation of past wars is inevitably socially constructed, through interactions and exchanges among members
of society, and the same can be said for our imagination of future wars.
Alternative constructions are possible. And those who seek to project the
future should be no less explicit and self-critical regarding authorial perspectives than writers of alternative histories.

the defeated US, in fact not a significant plot element. Dicks book, however, predated
the major successes of the Civil Rights movement.
Storia della distopia militare

If Hitler Had Won

727

Counterfactual fictions remind us that alternative pathways exist, and


must be considered. There is a tyranny of desired outcomes in institutions, which often excludes serious consideration of scenarios that do
not correspond to leaders preferences and prejudices. In the run-up to the
2003 Iraq war, for example, US Army Chief of Staff Eric Shinseki found
no hearing for his concerns that post-Saddam Iraq would not be the stable, peaceful, happy place that his political superiors had convinced themselves it would be. It is as important to consider the possible unraveling of
desired scenarios as it is to consider how an undesirable scenario, e.g. Nazi
control over Europe, could unravel.
Alternative histories also illustrate that exploration of alternatives is
bounded and shaped by national experiences and culture. Views regarding the nations military prowess, or its historical role and destiny, can determine which alternatives seem open for consideration. Views on human
agency, and whether specific individuals make a difference, also can differ
across cultural lines.36
The focus in alternative histories on how the specificities of domestic
politics condition strategic choices is also quite appropriate. In thinking
about future wars, we should consider the domestic political feasibility and
consequences of conducting various types of warfare. Stories of murky,
complicated, drawn-out situations may help vaccinate us against institutions tendencies to prefer scenarios of quick and complete success.
Fictional alternative histories also remind us of the centrality of narrative. Novels, think tank analyses, or governmental decision memorandum
all involve some sort of narrative, a hopefully logical assemblage of plausible data which describes, or at least implies, a way of moving from point
A to point B. Gaps in logic and other shortcomings one might criticize in a
novel can surface all too easily in policy-focused documents. At the same
time, a policy narrative that is too compelling can prove risky.
Finally, writing history that takes into account the disorder in the universe seems tough enough; doing so when writing about the future is truly daunting. But the alternative histories at least suggest maintaining a
36 Miriam Hernandez and Sheena S. Iyengar, What Drives Whom? A Cultural Perspec-

tive on Human Agency, Social Cognition, Vol. 19, No. 3 (2001), pp. 269-294.

728

healthy respect for the unanticipated, and avoiding a sort of planners


hubris. They remind us, in effect, of von Moltkes sage warning in 1871
that one cannot be sure at all that any operational plan will survive the
first encounter with the main body of the enemy.37

37 Terence M. Holmes, <<Planning Versus Chaos in Clausewitzs On War>>, Journal of

Strategic Studies, Vol. 30, No. 1 (January 2007), pp. 129-130.

729

2008: The Andean Great War

How a South American conflict could have erupted in 2008


by Wilder Alejandro Sanchez

n 2008 the Colombian military destroyed a camp of FARC insurgents


in Ecuador, without requesting permission from Quito to enter its
territory. Once the operation became known, Venezuelas President
Hugo Chvez deployed his army to the border with Colombia, ready to
declare war to protect Ecuadors sovereignty. Thankfully, tensions eventually decreased and war was avoided. This incident went down in history as
the 2008 Andean Diplomatic Crisis;1 it was described by Todd H. Hall as
an example of the diplomacy of anger.2
Lets assume a conflict did erupt between Venezuela and Colombia.
After all, Venezuelan military units were deployed, the leaders of the two
countries (the late President Chvez and Colombian President Alvaro
Uribe) disliked each other, and the two countries have an ongoing maritime border dispute regarding the oil-rich Gulf of Venezuela. The FARCEcuador incident could have increased already existing tensions, snowballing into a war, particularly as the winner would have gained control of
the contested region.
Could this war have escalated and brought in additional players? For
decades, the U.S. has provided Colombia with financial and defense-re1 Crisis in the Andes: the border dispute between Colombia and Ecuador, and implications
for the region: briefing and hearing before the Subcommittee on the Western Hemisphere
of the Committee on Foreign Affairs, House of Representatives, One Hundred Tenth Congress, second session, April 10, 2008, Vol. 4, U. S., G. P. O., 2009. Frederic P. Miller,
Agnes F. Vandome, John McBrewster, lvaro Uribe: lvaro Uribe. United Self-Defense
Forces of Colombia, Colombian Parapolitics Scandal, Humanitarian Exchange, Operation
Emmanuel, 2008 Andean Diplomatic Crisis, Alphascript Publishing, 2009.
2 Todd H. Hall, Emotional Diplomacy: Official Emotion in the International Stage, Cornell
U. P., 2015, pp. 165-169. Max G. Manwaring, Venezuela as an exporter of 4th generation
warfare instability, U. S. Army War College, Strategic Studies Institute, December 2012.

730

Future Wars

lated aid to combat drug trafficking. Moreover, throughout the Chvez


regime, Venezuela was a thorn on Washingtons side due to its relations
with China, Iran and Russia. Hence, Washington would have incentives
to actively support Bogotas war against Caracas. While it is highly unlikely that U.S. troops would have been deployed to support Colombia,
at the very least Washington would have supported Bogota in the international arena, in the United Nations or the Organization of American
States. Additionally, the U.S. would have provided Colombia with intelligence information, similar to U.S. support to the United Kingdom against
Argentina during the 1982 Falklands/Malvinas War.3 In fact, the U.S. has
military bases in Aruba and Curacao, just north of Venezuela, from which
they could fly surveillance aircraft to locate Venezuelan land units and
warships in the Gulf of Venezuela.

3 Carlos Osorio, Sarah Christiano and Erin Maskell, Reagan On The Falkland/ Malvinas:
Give[] Maggie enough to carry on..., National Security Archive Electronic Briefing Book
No. 374, April 1, 2012, online.
Storia della distopia militare

2008: The Andean Great War

731

As for Venezuela, Chavez had several regional allies who were members of the ALBA (Bolivarian Alliance for Our Americas) bloc, such as
Bolivia, Cuba and Ecuador. Nevertheless, it is worth noting that out of
these states, only Ecuador borders Colombia. While Ecuador is not a military powerhouse, the FARC incident and a (reluctant?) desire to reciprocate Venezuelan support may have prompted Ecuador to attack Colombia,
opening a second front. If this had happened, the U.S. could have engaged
in financial warfare, as Ecuador uses the U.S. dollar as its national currency. Moreover, the Crisis occurred in March 2008 and the U.S. had a
military base in Manta, Ecuador, until 2009.4 If Ecuador had declared war
against Colombia, the U.S. troops in Manta may have been forcibly expelled by Quito.
As for the other ALBA countries, Bolivia has a weak military but
President Evo Morales has never been shy of critiquing U.S. influence
in the Western Hemisphere. At the very least, Bolivia may have offered
transport aircraft so Venezuela could move its troops to the front lines.
Meanwhile, the Castro brothers in Cuba know well just how much they can
antagonize Washington; declaring war on a U.S. ally would have brought
the full wrath of the U.S. military, which the Castro brothers would want
to avoid, unlike the younger leaders from the ALBA states. Nevertheless,
while Havana would not have declared war on Bogota, the friendship between the Castros and Chvez, as well as the desire to remain an active
player in the global revolucin, would have prompted the Cuban government to support Venezuela. Cuba would have most likely deployed military advisors to support the Venezuelan armed forces (in fact, throughout
the Chavez regime, there were reports that Cuban military and intelligence
officers were embedded in the Venezuelan military) as well as volunteers to fight alongside the Venezuelans.5
If the Colombian-Venezuelan conflict continues and even expands (assuming the U.S. and Ecuador enter the war) what would the rest of Latin
America have done?
4 Last U.S. Forces abandon Manta military base in Ecuador, Mercopress, September 19,
2009, online.
5 En Nuestra Opinin: La injerencia cubana en Venezuela, El Nuevo Herald, January

31, 2015, online.

732

Future Wars

Argentinas President Cristina Fernandez de Kirchner would have diplomatically supported Venezuela, given the friendship between the two
leaders. In fact, President Kirchner would have heavily critiqued Bogota
if it became public that Washington was actively supporting them, as this
would have evoked memories of the Falklands War.
As for Brazil, President
Lula de Silva would have
attempted to become a mediator. Brazil has long been
trying to gain a permanent
seat in the United Nations
Security Council; this was
a major reason for Brazils
decision to spearhead the
UN peacekeeping mission in Haiti in 2004 and
it continued to drive their
international involvement
in 2008. A successful mediation that ended a regional conflict would have
cemented Brazils position
as a regional leader and supported its UNSC ambitions.6 Similarly, the
Organization of American States would have probably tried to become a
mediator, maybe in conjunction with Brasilia. The OAS has historically
been regarded as Washingtons watchdog for the region, but in 2008, the
OAS was led by the Chilean Jos Miguel Insulza, who pulled the organization way from U.S. influence.
One issue worth highlighting is that, while the government in Bogota
is well liked throughout Latin America, it is debatable whether any other
nations would have gone to war against Venezuela to support Colombia.
For example, Mexico and Chile are militarily strong but they are too ge6 W. Alejandro Snchez, Brazils Grand Design for Combining Global South Soli-

darity and National Interests: A Discussion of Peacekeeping Operations in Haiti and


Timor, Globalizations, Vol. 9, No. 1, 2012, pp. 161-178

Storia della distopia militare

2008: The Andean Great War

733

ographically distant from the Colombian-Venezuelan border to be active


participants. Moreover, Bogota-Santiago and Bogota-Mexico City relations, while cordial, cannot be considered close enough to be interpreted
as a de facto alliance.
As for Peru, Lima and Bogota have
enjoyed positive relations for decades
and their security forces have carried
out joint operations to crack down on
crimes, particularly drug trafficking.
It is likely that the Peruvian armed
forces may want to support their
Colombian allies. Moreover, in 2008
the Peruvian government was wary of
the growing influence of the ALBA
bloc case in point 2006 presidential
candidate Ollanta Humala was heavily criticized for his apparent friendship with President Chavez.7 While
it is unlikely that Peru would have
declared war against Venezuela, the
Peruvian military could have similarly
provided intelligence support, or even weapons and ammo, to Colombia.
After all, the Argentine government sold rifles to Ecuador during the 1995
war between Peru and Ecuador while, as we have discussed, the U.S. supported the UK during the Falklands War; hence there are precedents for
some type of Peruvian support for Colombia. Peru and Ecuador also had
short-lived wars in 1941, 1981 and 1995 due to a border dispute which was
settled via the 1998 Acta de Brasilia agreement; in an extreme scenario,
Peru could have used an Ecuadorean attack on Colombia as excuse to start
a new war over the territory.8
Finally, we must remember Alfred Mahans analysis of critical maritime chokepoints: in a Colombian-Venezuelan war, the Panama Canal
7 Santiago Roncagliolo, El Chavez Peruano, El Pas, January 23, 2006, online.
8 Adrian Bonilla (ed.), Ecuador-Peru: Horizontes de la Negociacin y el Conflicto, FLACSO Ecuador/ DESCO Peru, 1999.

734

Future Wars

would be a critically important


pathway for Colombian vessels to go from the Pacific Ocean
to the Caribbean.9Additionally,
Colombian vessels may attempt
to stop merchant ships flying the
Venezuelan flag, or another ALBA
countrys flag, from crossing the
Canal, in case they are transporting weapons to Caracas. In the real
world, the idea of nation-states
smuggling weapons through the
Canal is not unheard of. In 2013,
a North Korean merchant ship
was stopped at the Canal; under
its sugar cargo, investigators found
Cuban weapons that were being
transported to North Korea. On the
other hand, if the Venezuelan Navy succeeded in controlling the Gulf of
Venezuela, Caracas may attempt to patrol the Canal so that the Colombian
Caribbean Navy cannot get reinforcements from the Pacific.
The 2008 crisis between Colombia and Venezuela thankfully did not
start a war. However, if a conflict had occurred, we would have witnessed
a major clash of Latin American geopolitical interests and alliances, with
some governments attempting to mediate, others staying neutral while several may have sent troops, intelligence or supplies to support their respective allies. Without a doubt, the 2008 Andean Crisis had all the elements
necessary to become the 2008 Andean Great War.

9 Alfred Mahan, The Influence of Sea Power Upon History, 1660-1783, Dover, 1987. Also:
John Daly, Naval Choke Points and Command of the Sea, World Politics Review, March
2, 2009. Online.
Storia della distopia militare

735

Digital re-visions of the past:

How to Win the September Campaign

di Wojciech Mazur

iscussions concerning Polands defeat in the 1939 September


Campaign (also known as the Polish Defensive War) and questions whether that defeat had been unavoidable began before the
last shots of World War II had been fired. The national tragedy could not
leave artists unmoved, especially as many of them had been participants
and victims of this Campaign. The issue was soon undertaken by filmmakers as well as writers. The whole discourse was influenced by films and
therefore, in its broadest version, underwent specific deformations, since
filmmakers, as Piotr Witek rightly noted,
not only show social reality, but they co-create it through their audio-visual works which constitute a form of social games using []the
subtle tool of audio-visual metaphor1.

The abovementioned process took place independently of the artistic


value of individual films. Andrzej Wajdas failed masterpiece Lotna
(1959) may serve as a useful example in this case. In this film, coolly received by critics, the director showed September 1939 as a series of vivid
audio-visual metaphors. The latter became seeds of often violent conflicts
concerning the vision of the past presented by Wajda much more than the
film itself2.
Other Polish film directors soon entered into polemics with Wajdas vision, among them Bohdan Porba and, after 1989, authors of documentaries, for example Bogusaw Wooszaski. Porbas film Hubal (1973),
like Wojciech ukrowskis story on which Lotna was based, depicts the

1 P. Witek, Kultura, film, historia: metodologiczne problemy dowiadczenia audiowizu-

alnego, Lublin 2005, p. 117-118.

2 A. Helman, Starszy brat Andrzeja Wajdy, in E. Nurczyska-Fidelska, P. Sitarski,

(Ed.), Filmowy wiat Andrzeja Wajdy, Krakw 2003, p. 44-45; A. Kotliski, Kawaleria Wajdy, ib. p. 128-139; C. Caes, Widowiska katastroficzne: trauma historyczna i
mska podmiotowo we wczesnych filmach Andrzeja Wajdy, ib. p. 145-154.

736

Future Wars

charge of the Polish cavalry against German troops as a victory, instead of


the spectacular massacre envisioned by Wajda. Wooszaski, on the other
hand, wished to completely reject Wajdas metaphor. He stated decisively
that:
In September 1939, cavalry became a symbol of Polish heroism [].
Perhaps for this reason it was ruthlessly attacked and defamed in the following 50 years. Courage and patriotism, the highest military values, were
seen as a sign of the weakness of the 2nd Polish Republic3.

Numerous and frequently emotional comments under Wooszaskis


documentary series available on You Tube4 show that his views were
largely accepted by the society. The series was based on fragments of documentaries and enacted scenes connected by the authors commentary.

3 Quoted from TV documentary series Sensacje XX wieku, episode Bitwa pod Mokr.

Sia kawalerii, Agencja Produkcji Audycji Telewizyjnych TVP S.A. dla Programu 1
TVP S.A., 2004.
4 http://www.youtube.com/watch?v=l5_8-JAfcwQ (access 26 Nov. 2011).
Storia della distopia militare

Digital re-visions of the past: How to Win the September Campaign

737

However, in 1996 digital technology was also used to show the strenghts
and weaknesses of military vehicles used in the fights by means of 3D
models. Digital technology soon made it possible not only to reconstruct
the past but also to create unreal reality with alternative versions.
It soon became possible to create such alternatives even without access
to professionals and all available technological means. This opportunity was used by, among others, brothers Wojciech and Bogdan Dudziak,
who (as BDF Films) in 2006 started producing a series of films presenting
the Polish Army and its equipment during the September Campaign. They
combined computer-animated 3D objects with modern-day landscapes, reconstructed scenes and digitally-created surroundings.
The authors tried to oppose what they considered the surprising accordance of Nazi World War II propaganda with [] local authority figures from the Communist era. Such opinions place the brothers in the
more radical movement of de-falsifying history audio-visually5. Their
work also shows a pronounced tendency to focus on the victories of the
Polish forces6.
The Dudziak brothers used their films not only to show their own, factbased version of history. They also brought to life developments which
historically never came to pass. They digitally created scenes where Polish
military aeroplanes take to the skies, even though they were still under
construction when the war started and therefore were never used in battle.
This was a digital alternative history, unavailable for sensory perception
in any other form. At the same time, thanks to the graphic precision of the
moving picture, this version is deceptive, even hyper realistic in a way
reminiscent of Jean Baudrillards ideas7 .
5 Quoted from the authors in the film Eksperyment Nowy Winicz: http:// film.zso14.pl/

enw.avi (access 26 Nov. 2011).

6 http://www.youtube.com/user/BDFilms2005#p/u/3/Nr4ky-UGTm4 (access 26 Nov.

2011). Until Nov. 2011 the number of viewings for films uploaded to the BDF Film
channel on YouTube was 551,240.
7 http://www.youtube.com/user/BDFilms2005#p/u/3/Nr4ky-UGTm4. An interesting analysis of an example of so-called virtual history, another attempt to transform (and at the same time reproduce) via media the past digitally is made by M.
Brzskiewicz-Klajn in Wehiku czasu? Tajemnica zamachu na Hitlera ( Discovery
Channel documentary), (Kultura wspczesna, 2007, No 3, p. 163-177).

738

Future Wars

The film was a form of simulation or, to quote Baudrillard, reflection of


a profound reality. However, it did not cross the boundary of simulacrum
the image they presented aimed neither to hide nor to distort reality and
God had not disappeared, but was still a source of hope for the return of
the basic law and justice lost in the times of the 3rd Reich and in the times
of the Polish Peoples Republic8. This interpretation is in accordance with
the authors declarations as well as the surfers comments concerning the
brothers work9.
However, it is not filmmakers who have been able to create then fullest version of the conceit of the past as the audio-visual simulacrum of
thought. In this case the victory seems to belong to the creators of computer games10.
Fighting, often anchored in historical context (frequently treated as a pretext) has been a recurring theme in video games almost from the moment
they appeared11. References to World War II reality also appeared early
on [i.e.1978: Atlantic Patrol; 1980: Computer Bismarck, North Atlantic
Convoy Raider, Midway Campaign; 1981: Castle Wolfenstein, Dnieper
River Line, Eastern Front (1941), The Battle of the Bulge: Tigers in the
Snow, Torpedo Fire]. Technical limitations forced this type of productions
to use mimetic elements referring to the players imagination far more than
to the specific features of the world presented in the game. However, it
was at this point that games set during World War II divided into two basic
categories: action games, typically represented by a First Person Shooter,
where the main idea is to penetrate the digital world and strategy games
8 J. Baudrillard, Simulacra and Simulation, Warszawa 2005, p. 6-9; idem, The Intelli-

gence of Evil or the Lucidity Pact , Krakw 1998, p. 7-11.

9 The authors, commenting their work on the next film stated: We already know that

finishing Pk. Maczkek in 2010 is unrealistic. [] However, I assure that the work
goes on. [] With Gods help it will be done sooner, rather than later [bold font W.
M]
10 E. Kingsepp, Fighting Hyperreality With Hyperreality. History and Death in World
War II Digital Games, Games and Culture, 2007, vol. 2, no. 4, p. 366-375; R.
Bomba, Historia w grach komputerowych, Historyka, T. XXXVII-XXXVIII, 20072008, p. 137-138.
11 E. Halter, From Sun Tzu to Xbox. War and Video Games, New York 2006, passim; R.
Smith, The Long History of Gaming in Military Training, Simulation & Gaming,
2010, vol. 41, no. 1, p. 11-13; R. Bomba, op. cit., p. 127-135.

Storia della distopia militare

Digital re-visions of the past: How to Win the September Campaign

739

focusing on intellectual creation by forcing the player to find the optimum


solution to a problem. Both categories have remained co-dependent. The
strategic element makes action games more attractive, preventing them
from becoming tiring, monotonous killing games. On the other hand,
purely intellectual games without plot or good graphics are interesting
only to a narrow circle of players12.

Polish themes in games set in World War II context appeared relatively


late, in Strategic Simulations turn-based strategy games (TBS): Panzer
General (1994), Steel Panthers (1995). These products included mapping
of fights in the September Campaign. The player directed the movements
of the German troops and could not change the final outcome of a battle.
The possibility to stop the German invasion only appeared in computer
games in 1998 with the launch of Polish MarkSofts TBS Fall Weiss 1939.
Faithful to the historical and military reality, though very simple graphically, it soon became famous. The players explained its phenomenon as
Not connected to AI, but to the timeline- September 1939. There is no

12 E. Kingsepp, Immersive historicity in World War II digital games, HUMAN IT.

Journal for Information Technology Studies as a Human Science, 2006, vol. 9, no. 2,
p. 61. Compare: R. Bomba, p. 131-136; M. Woniak, Przeszo jako przedmiot konstrukcji. O roli wyobrani w badaniach historycznych, Lublin 2010, p. 245-246.

740

Future Wars
other game like this, Close Combat, Total War and so on are good but they
dont show the fighting at that time! And I dont think any other game will
be created with the scope of Fall Weiss1939, where you can see what could
have been...the authors work on history and transferring it into a game is
amazing13, even though the game is quite old 14.

The September storyline has appeared in many subsequent games. It


could be found in flight simulator IL-2 Sturmovik (2001), tank simulator
Panzer Elite Action: Fields of Glory (2006) strategic The Operational Art
of War (1998), Blitzkrieg (2001), Hearts of Iron I III (2002 2009),
Codename: Panzers Phase One (2004), World War II in Europe: The
First Blitzkrieg (2005); Theatre of War (2007), Decisive Campaigns: The
Blitzkrieg from Warsaw to Paris (2010) or Panzer Corps Grand Campaign
39 (2011). In most of them the movements of Polish troops were controlled by the computer or relegated to the second plan15. Some of the
players were, however, uninterested in another recreation of the September
defeat. They wanted to turn back time by undertaking alternative or
counter-historical scenarios.
This may have been the origins of modders, who modify existing computer games by giving them features unforseen by the producer16. Games
used as the starting point included those which had originally contained a
September Campaign storyline (like Fall Weiss and Panzer General 2) and
other military games, such as Operation Flashpoint or Battlefield 1942.
Modders often wanted to include Polish soldiers, military units or weapons, or if such elements were already present in the game to enrich
them, especially as regards the most modern, prototype equipment which

13 http://forum.phw.org.pl/viewtopic.php?f=26&t=3991&start=15 [a. 29.11.2011].


14 http://gry.wp.pl/recenzja/fall-weiss-1939,153,1.html [access 29 Nov. 2011].
15 The Hearts of Iron games by Paradox Interactiv must be considered an important ex-

ception. The comment of user uytkownika Majster posted on Polskie Forum Deus
Ex 15 April 2006 is characteristic in this case : Ive always dreamt of a game where
we could change the history of the greatest military conflict in the world. How surprised I was to find out that such a game actually exists! [http://www. deusex.pl/forum/viewtopic.php?t=1401, access 29 Nov. 2011, bold font W.M.].
16 H. Postigo, Of Mods and Modders: Chasing Down the Value of Fan-Based Digital Game Modifications, Games and Culture, 2007, no. 2, p. 300-313; O. Sotamaa,
When the Game Is Not Enough: Motivations and Practices Among Computer Game
Modding Culture, Games and Culture, 2010, no. 5, p. 240-254.
Storia della distopia militare

Digital re-visions of the past: How to Win the September Campaign

741

failed to be used in 1939. As a modder sub-forum participant candidly


stated: its cool to play the Poles and kick the Germans17.
Such statements result from a wide range of attitudes. In some cases
from a desire of a more interesting game allowing the player to relieve
distant war trauma and possibly more recent national complexes. At the
same time they show a recent tendency in Polish historical narration to revise fixed opinions and vindicate past reality as falsified by Nazi and later
Communist propaganda. Such tendencies are visible among some of the
younger historians who try to oppose real and alleged lies in the historiography of the Polish Peoples Republic by means of an adequate antithesis.
Creators of fictional stories go even further, like Marcin Ciszewski, whose
2008 novel 1939 features a modern-day NATO battalion going back in
time and participating in the battle of Mokra on 1 September 193918.
To sum up, only computer games offer the possibility to personally and
actively come to terms with the past and annul its unwanted and, until recently, only available version. Finally there is a place
where linearity, end and irreversibility no longer exist. [] Everything
wants to happen, it is us who are the obstacle to this infinite possibility. []
In the digital reckoning fiction cannot come to light. As far as what is real
is concerned, our good old reality [], it disappeared long ago [] This
is the end of history in its linear continuity and the end of an event in its
radical non-continuity 19.

17 http://spwc.pl/forum/viewtopic.php?t=2324&start=0 [accessed on 29 November 2011

]. O. Sotamaa based his conclusions on research of Operation Flashpoint game modder community. He also pointed out the tendency to prepare virtual representations
of the local environment and military units and focus on specific events [] - often
those important to that particular nation. Therefore it must be emphasized that the
tendency is by no means specific to Poland (ibidem, p. 24).
18 M. Ciszewski, www.1939.com.pl, Warszawa-Grjec 2008.
19 J. Baudrillard, The Lucidity Pact, p. 171-175. Therefore M. Woniak rightly notes:
The image of the past created in a game is not an imitation or representation of past
reality. It is a cultural construct, attractive mostly because its creator is the participant
of the game. The player [] simultaneously becomes the participant and creator of
history, and in some games they can change history which is based on knowledge
accepted by historiography (op. cit., p. 246).

742

Future Wars

Storia della distopia militare

743

American War Remorse


di Viviana Castelli
Only an imbecile could have won this war
(Rupert Mountjoy, primo ministro di Grand Fenwick)

I: The Mouse that Roared

invasione manu militari degli


States un tema popolare nel
cinema americano degli anni
Cinquanta. I film dinvasione dellepoca
sono per lo pi storie di fantascienza/horror1
con protagonisti non umani2 - a parte la
unnamed but obviously Soviet army3 del
pistolotto propagandistico Invasion, USA
(1952) e dal tono invariabilmente drammatico. I cattivi di turno sono da prendere
maledettamente sul serio, i conflitti sono
senza quartiere e la vittoria finale dellumanit, per quanto prevedibile, va conseguita a
caro prezzo. Dal canto suo The Mouse that Roared4 leccezione a tutte
queste regole, una farsa che sovverte ogni clich: un invasore da burla,
1 Sul film di fantascienza come mezzo di espressione indiretta delle paure generate dal-

le potenziali conseguenze della corsa agli armamenti nucleari cfr. Victoria ODonnell,
Science Fiction Films and Cold War Anxiety, in Peter Lev (ed.), The Fifties: Transforming the Screen, 1950-1959, (Berkeley, University of California Press, 2003), pp.
169-196; consultabile online in anteprima via Google books.
2 La Cosa da un altro mondo, gli Ultracorpi (Body Snatchers), il Mostro della Laguna
nera, marziani, formiche mutanti, dinosauri e altro ancora.
3 O.A.G., Movie Review. Invasion, USA (1952). The New York Times, 1953 April 30,
online.
4 Film del 1959 (in Italia Il ruggito del topo) diretto da Jack Arnold e prodotto in Gran
Bretagna dalla Highroad Productions per conto della Columbia Pictures. Interpreti
principali Peter Sellers (in tre ruoli) e Jean Seberg.

744

Future Wars

uninvasione che serve ad arrendersi, un conflitto a colpi di equivoci e un


finale in cui il buon senso individuale trionfa sui machiavellismi politici e
diplomatici.
Il ducato di Grand Fenwick il pi piccolo stato del mondo ridotto
alla bancarotta dalla concorrenza di una ditta californiana che produce una
contraffazione del vino locale. La duchessa e il primo ministro decidono
di dichiarare guerra agli USA nellintento di perderla e poter poi godere
dellEuropean Recovery Program (vulgo Piano Marshall5). Lesercito
locale (venti arcieri in elmo e cotta di maglia) parte per New York al
comando dellocchialuto Tully Bascombe per cedere le armi al nemico ma
al suo arrivo in corso la simulazione di un attacco nucleare e la citt
deserta. Vagando alla ricerca di qualcuno cui arrendersi i fenwickiani si
imbattono nello scienziato inventore della bomba Q, catturano lui, sua
figlia, la bomba, un generale e alcuni poliziotti incontrati a Central Park e
tornano a casa vincitori (con gran delusione dei compatrioti gi pronti a
dare il benvenuto alle truppe americane doccupazione con striscioni e
bandiere). Mentre gli Stati Uniti prendono atto di aver perso una guerra, il
possesso della bomba fa del ducato loggetto delle interessate blandizie di
Francia, Gran Bretagna e Unione Sovietica. Gli eventi precipitano con
larrivo del Segretario alla Difesa USA, venuto per trattare la resa. Il
primo ministro tenta di sabotare la vittoria restituendo la bomba agli americani che fuggono sullunica automobile del ducato, inseguiti da
Bascombe. Un incidente alla vettura attiva il meccanismo dinnesco della
bomba. Lordigno rilanciato come la palla da rugby cui somiglia da un
contendente allaltro finisce nelle mani di Bascombe e smette di ticchettare. Seguono trattative di pace, il versamento da parte USA di una cospicua
indennit a Grand Fenwick e le nozze di Bascombe con la figlia del professore. La bomba rester in custodia del ducato come deterrente atomico
anche se ormai chiaro che non funziona (forse).
Questa comica fatta di qui pro quo (i fenwickiani in armatura e i
membri di una squadra di decontaminazione in tuta antiradiazioni si scambiano a vicenda per marziani) e di nonsense (Bascombe chiede un milione

5 We declare war on Monday, we are defeated on Tuesday and, by Friday, we will be

rehabilitated beyond our wildest dreams.

Storia della distopia militare

American War Remorse

745

di dollari di indennit, il Segretario alla Difesa rifiuta di pagare meno di


un miliardo) ebbe un grande successo di pubblico. Come osserv la
Saturday Review, di un film cos si sentiva la mancanza:
Topical comedy is too rare upon the screen today for us to demand
of this one a fully practicable answer to questions beyond the grasp of
even our most astute politicians. It is enough that The Mouse restores
to comedy its tonic purpose of puncturing political and militaristic shibboleths, and exposing to healthy laughter some of the more ridicolous
aspects of these overcautious times6.

Oltre al desiderio del pubblico di farsi una risata ogni tanto, parte del
successo di un film che in piena Guerra fredda scherzava su the awesome
instruments of modern war7 va attribuito anche allaroma british della
vicenda. Inglese, almeno per formazione culturale, lautore8 del romanzo9
su cui si basa il film; inglesi le sue fonti di ispirazione10; inglese luso
figurato del termine mouse11. Inglesi pure, per ragioni di economia, la
sede di lavorazione e gran parte degli interpreti del film, tra cui Peter
Sellers, qui alla sua prima esperienza nellinterpretazione di ruoli multipli
(Tully Bascombe, la duchessa di Grand Fenwick e il primo ministro
Mountjoy). Lalterit del soggetto aveva impensierito i dirigenti della

6 Citato in Melvin E. Matthews Jr, Duck and Cover: Civil Defense Images in Film and

Television from the Cold War to 9/11 (Jefferson NC, McFarland & Co. Inc., 2012), p.
64; consultabile online in anteprima via Google books.
7 Bosley Crowther, The Mouse That Roared Wins War Against U.S., The New York
Times,1959 October 27, online.
8 Leonard Wibberley (1915-1983), giornalista e prolifico scrittore di romanzi polizieschi e storico-avventurosi per ragazzi, nato a Dublino, educato in Inghilterra, emigrato
negli USA intorno al 1943 (Peter Kerr, Leonard Wibberley, 68, Dies. The New York
Times, 1983 November 25, online).
9 Pubblicato a puntate sul Saturday Evening Post col titolo The Day New York Was Invaded (1954 December 25 1955 January 29); in volume come The Mouse that Roared (Boston, Little, Brown, 1955). Ledizione britannica fu ribattezzata The Wrath of
Grapes (London, Robert Hale, 1955), con evidente allusione non solo al casus belli
enologico della storia ma anche al romanzo The Grapes of Wrath (1939, in Italia Furore) di John Steinbeck, a sua volta citazione del Battle Hymn of the Republic (1861)
di Julia Ward Howe.
10 Il Ruritanian romance e il racconto umoristico alla P.G. Wodehouse.
11 Equivalente allitaliano coniglio. Il titolo potrebbe essere ricalcato su quello di novella di Saki (H.H. Munro, 1870-1916), Filboid Studge, The Story of a Mouse That
Helped (1912), pure relativa a una vittoria improbabile e imprevista.

746

Future Wars

Columbia Pictures (che pur avendone acquisito i diritti cinematografici fin


dal 1955 lo lasciarono a lungo nel cassetto nel timore che its lampooning
of great powers politics lay outside the American publics sense of
humour12) ma divenne un pregio agli occhi della critica (when the
British put their best effort in satire no one can top them; only the
British could be so funny13).
Non va infine trascurato il fatto che - al
pari delle famose copertine dipinte da
Norman Rockwell per il Saturday Evening
Post14 - anche The Mouse ritraeva gli
americani nel modo in cui gli americani
volevano vedersi: ingenui, generosi,
magnanimi, superiori alle meschinit (chi
altro avrebbe potuto perdere una guerra
senza rendersene conto?). Nel 1959 una
collettivit statunitense ancora non profondamente lacerata dalle contraddizioni che
la catastrofe del Vietnam avrebbe portato
allo scoperto di l a poco poteva permettersi di accogliere con un sorriso compiaciuto
punzecchiature cos lusinghiere.
Passeranno appena cinque anni, e nel 1964 Peter Sellers torner negli
Shepperton Studios in cui era stato girato The Mouse... per interpretare
ancora una volta tre personaggi diversi in una vicenda di intrighi politicomilitari e apocalisse nucleare che la versione al vetriolo della stralunata
farsa di Grand Fenwick. Gli ingredienti della ricetta sono gli stessi bench
ormai tiri tutta unaltra aria. Ma chiss se avremmo avuto Doctor
Strangelove, qualora The Mouse That Roared non avesse fatto da apripista
alla cinematografia di satira politica degli anni Sessanta.

12 Melvin E. Matthews Jr, cit.


13 Ibidem.
14 Christopher Finch, Norman Rockwell Portrayed Americans as Americans Chose to

See Themselves, Norman Rockwell: 332 Magazine Covers (New York, Abbeville
Press, 1979).
Storia della distopia militare

American War Remorse

747

II: Viva Max!


Gli anni Sessanta
furono un periodo di
disillusione e discordia
per gli Stati Uniti. Tra
guerra del Vietnam, tensioni razziali e sociali,
scandali politico-finanziari, movimenti giovanili, rivoluzione sessuale
e controculture a base
di allucinogeni ce nera
davanzo per mettere in
discussione la visione condivisa di una America forza del bene nel mondo.
Al cinema il decennio si apre colliperpatriottico The Alamo (1960) - concentrato di mito, licenza storica e anticomunismo prodotto, diretto e intepretato da John Wayne15 - e si chiude nel 1969 con una raffica di film
antieroici che oltre a Easy Rider, Midnight Cowboy, The Wild Bunch
e una biografia di Che Guevara 16 - comprende anche Viva Max!17, un altro
film su Alamo18 ma sui generis quanto bastava per irritare parte dellopinione pubblica texana durante la lavorazione e la censura messicana dopo
il debutto19.
Leroe eponimo della storia Maximilian Rodrigues de Santos (Peter
Ustinov), corpulento generale messicano che invade il Texas su un cavallo bianco, alla testa di una banda militare e di un plotone di fanteria
comandato dal sargento Valdez20. Gli uomini hanno con s trombe e
15 Ne stato detto theres not a single historical moment in the entire film Frank

Thompson, Alamo Movies (Republic of Texas Press, 2nd edition, 1994), pp. 85-90.

16 Che! con Omar Sharif (!) nel ruolo principale.


17 Distribuito in Italia col meno criptico titolo di Riprendiamoci Forte Alamo!
18 Philip Swanson, Remember the Alamo? Mexicans, Texans and Americans in 1960s

Hollywood, Iberoamericana, Vol. 11, n. 44, 2011, p. 85-100.


19 La messa al bando del film in Messico ricordata da Peter Ustinov nellautobiografia
Dear me (Boston, Little Brown, 1977).
20 John Astin (1930- ) pi noto come interprete del ruolo di Gomez Addams nella serie

748

Future Wars

tamburi ma non munizioni, convinti di essere diretti a una parata. Lintento


del generale invece di dimostrare allex fidanzata le sue doti di leader
riconquistando the Alamo21. La cosa non difficile: il complesso ora
un museo e ai messicani basta aspettare lora di chiusura per impadronirsene, facendo prigionieri il custode, una turista e una procace laureanda in
scienze politiche che lavora nel negozio di souvenirs. Max telefona al
capo della polizia di San Antonio per informare il Pentagono che la bandiera messicana sventola su Alamo. Seguono vari tentativi di riprendere il
forte da parte di un generale part-time della Guardia Nazionale (riluttante
a intromettersi perch la clientela del suo negozio in larga parte di origine messicana), di un burocrate del Dipartimento di Stato (che offende Max
definendo il Messico not exactly the Soviet Union), di un generale
dellesercito regolare che per evitare incidenti internazionali manda i
suoi uomini allassalto ad armi scariche e di un gruppo paramilitare di
destra convinto che i messicani siano lavanguardia della Cina comunista
alla conquista dellAmerica. I miliziani sono gli unici dotati di munizioni
e le usano, ferendo di striscio Max; questi ordina ai suoi di contrattaccare
e, per la prima volta, viene obbedito. I miliziani sono respinti, Max rende
Alamo ai legittimi proprietari e riprende la strada del Messico a capo dei
suoi uomini al grido di Viva Max!.
Il film basato sul romanzo desordio (New York: Duell, Sloan &
Pearce, 1966) di un giornalista liberal22, da cui si discosta solo nel finale23.
Entrambi trattano con irriverenza il patriottismo texano, il militarismo e la
burocrazia USA, lanticomunismo paranoico e il sinistrismo studentesco

televisiva The Addams Family (1964-1966).

21 La Misin San Antonio de Valero oggi inclusa nel centro urbano di San Antonio (Te-

xas), dove nel 1836 un gruppo di secessionisti texani fu assediato per tredici giorni dal
dittatore messicano A. Lopez de Santa Anna.
22 Jim Lehrer, oggi decano degli anchormen televisivi statunitensi (Paul Fahri, Jim
Lehrer to step down from daily broadcast at NewsHour, The Washington Post,
2011 May 21, online).
23 Il romanzo si conclude con lintervento come deus ex elycoptero di The Chief (il Presidente degli USA, ispirato a Lyndon B. Johnson) che pacifica Max con lofferta di
una copia di Alamo in scala 1/1 da erigere nella capitale messicana.
Storia della distopia militare

American War Remorse

749

la page24. Ce n per John Wayne, tirato in ballo fin dai titoli di testa25 e
pi volte nel corso della vicenda26, per i messicani pigri e pelandroni e per
una organization of outspoken little old ladies in tennis shoes27 in cui si
riconoscono le Daughters of the Republic of Texas28. Ma il reale obiettivo
della guerra immaginaria dichiarata da Viva Max! il mito di Alamo.
Lepisodio dellassedio del 1836, militarmente futile e non particolarmente significativo nelleconomia degli eventi, stato trasfigurato nel
tempo grazie alla letteratura, ai media e ai libri di scuola in uno scontro manicheo tra prodi texani e perfidi messicani, le Termopili USA, la
quintessenza dellamericanit (The Alamo is real Americana29). Come
recita la brochure turistica del complesso:
While the facts surrounding the siege of the Alamo continue to be
debated, there is no doubt about what the battle has come to symbolize.
People worldwide continue to remember the Alamo as a heroic struggle
against overwhelming odds a place where men made the ultimate sacrifice for freedom. For this reason the Alamo remains hallowed ground and
the Shrine of Texas Liberty30.

Durante gli anni Sessanta questa lettura dominante di cui lassociazione delle Daughters of the Republic of Texas fungeva da vestale
24 La laureanda vuole fare di Max il soggetto della sua tesi su The Twentieth-century Re-

volutionary Hero perch everyones doing Che Guevara.

25 All persons mentioned in this story are completely fictitious except for: Davy Cro-

ckett, Colonel William B. Travis, James Bowie, John Wayne and Richard Widmark.

26 Nel forte esposto un dipinto della battaglia che in realt il poster del film di Wayne):

Max lo volge cerimonialmente contro il muro. Parola e controparola dordine usate


dagli occupanti sono John Wayne e Richard Widmark.
27 Leigh Clemons, Branding Texas: Performing Culture in the Lone Star State (University of Texas Press, Austin, TX, 2008), pp. 62-63, consultabile in anteprima online via
Google Books.
28 Associazione femminile di discendenti di persone residenti nel Texas prima dellannessione agli USA (1845). Dal 1905 al 2011 ha avuto in gestione il complesso di Alamo.
29 John Wayne (1958), cit in Frank Thompson, The Alamo: Waynes Reel Heroes,
American Cinematographer, Vol. 71, No. 7, July 1990, online.
30 Cit. a p. 127 di Asta M. Kuusinen, Behold the Unblinking Eye: My Alamo by
Kathy Vargas. In: Id. Shooting from the wild zone: A Study of the Chicana Art Photographers Laura Aguilar, Celia lvarez Muoz, Delilah Montoya, and Kathy Vargas, Doctoral dissertation, University of Helsinki, 2006 May 15 (Helsinki University
Press, Helsinki, 2006), p. 127- 145, online.

750

Future Wars

cominci a essere messa


in discussione, sia
nellambito politico dei
movimenti per i diritti
della minoranza messicano-americana, sia in
quello della ricerca
accademica.
Nel suo piccolo
anche Viva Max si inserisce in questa tendenza
alla revisione storica del
mito di Alamo. Di certo
il suo potenziale sovversivo fu percepito dalla
vecchia guardia texana e in particolare dalle gi ricordate Daughters of
the Republic of Texas, che nella primavera del 1969 - oltre a vietare alla
produzione del film di fare riprese allinterno del forte fecero il possibile per impedire quelle in esterni nella piazza antistante lAlamo, orchestrando anche una protesta popolare presso il consiglio comunale di San
Antonio31. A parte dare occasione a colorite esternazioni (ci fu chi sostenne che girare quel film presso Alamo era come letting somebody raise a
Japanese flag over Pearl Harbour) la protesta si risolse solo in pubblicit
gratuita per il film, i cui interni vennero comunque girati a Cinecitt.
Dallaltro lato della barricata, per la comunit messicano-americana
locale e nazionale (allepoca ancora sottoposta a gravi discriminazioni)
lepisodio della lavorazione di Viva Max! ebbe un effetto liberatorio e
esilarante32, segnando lavvio di un processo di affermazione della propria
presenza culturale e politica preliminare a radicali riassestamenti delle
dinamiche sociali. In fondo, non tutti i film di Hollywood vengono per
nuocere.
31 Gary Cartwright, Remember the Alamo, Please, Life, Vol. 68, N. 16, 1969 April 25,

p. 62-64, consultabile online via Google Books.

32 Asta M. Kuusinen, cit., p. 132 parla a questo proposito di un feeling of gleeful libe-

ration.

Storia della distopia militare

American War Remorse

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III. Teddy Roosevelt vs. & $crooge McDuck


A due invasioni immaginarie ma non inimmaginabili (hanno protagonisti oriundi inglesi33 e messicani proprio come le due sole invasioni storiche del territorio continentale USA34) ne succede una pi insolita, per il
contesto spazio-temporale (Duck universe o universo dei paperi), perch
immaginaria al quadrato non solo per noi ma anche nella finzione narrativa - e per gli eccezionali contendenti: un self-made-papero e un uomo
dalla personalit decisamente sopra le righe.
Theodore Roosevelt35 - inquilino n. 26 della Casa Bianca dal 1901 al
1909, promotore del Canale di Panama, eroe di guerra e Nobel per la pace,
capo della polizia di New York e paladino dei lavoratori e della piccola
impresa contro lalta finanza, cacciatore e ambientalista, pugile e rancher,
giornalista, scrittore e padrino del classico orsacchiotto giocattolo (Teddy
bear) aveva la stoffa delleroe da romanzo e difatti non sono pochi i
romanzi36, film37 e fumetti in cui fa da protagonista o comprimario. Tra i
fumetti emerge per inventiva, complessit dimpianto, e superba grafica
The Life and Times of $crooge McDuck (La Saga di Paperon de

33 Gli abitanti del ducato di Grand Fenwick discendono dai membri di una compagnia di

ventura inglese arenatasi nelle Alpi franco-svizzere nel Trecento.


34 La Madisons War del 1812-1814 (in cui gli USA persero la prima Casa Bianca e guadagnarono il loro futuro inno nazionale) e una scorreria di Pancho Villa nel 1916 per
cui cfr. Friedrich Katz Pancho Villa and the Attack on Columbus, New Mexico, The
American Historical Review, Vol. 83, N. 1 (February 1978), pp. 101-130, online.
35 Cfr. la trilogia biografica di Edmund Morris: The Rise of Theodore Roosevelt (New
York: Coward, McCann & Geoghegan, 1979); Theodore Rex (New York: Random
House, 2001); Colonel Roosevelt (New York: Random House, 2010).
36 Romanzi storici tout court (Gore Vidal, Wilbur Smith, Candice Millard), di storia alternativa (Harry Turtledove, Gerry OBrian) e gialli (Caleb Carr, Lawrence Alexander, Victoria Thompson).
37 Nellultimo quarantennio stato impersonato da Brian Keith (The Wind and the Lion
di John Milius, 1975), Tom Berenger (Rough Riders, sempre di John Milius, 1997) e
Robin Williams (Night at the Museum Trilogy, 2006, 2009, 2014, registi varii); per il
cinema di animazione The Muppet Show: Sex and Violence (Jim Henson, 1975); The
Teddy Roosevelt Show, della serie Warner Bros. Histeria (Tom Ruegger, 1999) e Tarzan and the Rough Rider, della serie Disney The Legend of Tarzan (2001); suoi acta
et dicta sono citati in The Looney Tunes (Warner Bros., 1930-1969) e The Simpsons
(Fox Broadcasting Company, 1989-corrente).

752

Future Wars

Paperoni), biografia filologica del papero pi ricco del mondo38 scritta e


disegnata da Don Rosa39.
Il personaggio di $crooge McDuck40 fu creato nel 1947 - gi decrepito
e ricco dal fumettista Carl Barks (1901-2000). Nei ventanni seguenti
Barks lo inser in centinaia di storie in cui abbondano gli accenni alla vita
passata del papero. A partire da essi, e da una certosina ricerca documen-

38 Composta da dodici episodi canonici pubblicati nel 1994-1996 nella rivista Uncle

Scrooge e poi in volume col titolo The Life and Times of $crooge McDuck (Gemstone
Publishing, Timonium MA, 2005) e sei episodi complementari raccolti in The Life and
Times of Scrooge McDuck Companion (Gemstone Publishing, Timonium MA, 2006). La
serie stata premiata con un Eisner Award (lOscar del fumetto americano) nel 1995.
39 Kentuckiano di origine friulana, classe 1951; su di lui cfr. Alberto Becattini, Leonardo
Gori e Francesco Stajano, Don Rosa e il Rinascimento Disneyano (Roma, ComicArt,
1997, 125 pp.) e il blog The Duck Man, online.
40 Ispirato a Ebenezer Scrooge, lavaro dickensiano di The Christmas Carol (1843) debutta nellalbo Christmas on Bear Mountain (prima edizione italiana Il Natale di Paperino sul Monte Orso, Topolino, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1948).
Storia della distopia militare

American War Remorse

753

taria e iconografica, il magnum opus di Don Rosa ricostruisce i primi


ottantanni di vita di $crooge. Lustrascarpe decenne a Glasgow nel 1877,
emigrante in America nel 1880, cercatore doro in Arizona, Transvaal,
Australia, Alaska e Yukon, milionario nel 1899, papero pi ricco del
mondo nel 1930, $crooge assiste a eventi storici (lesplosione del
Krakatoa, il naufragio del Titanic) e incontra personaggi reali come P.T.
Barnum, Jesse James, Geronimo, Wyatt Earp, Nicola II Romanov e,
soprattutto, Theodore Roosevelt41. Questultimo non una comparsa
suggerisce Rosa ma un vero e proprio alter ego del protagonista:
An HONEST and SMART president... we actually used to have em!
He thought that the only important things in your life are what you can
accomplish personally by your own wits and hard work (be sharper than
the sharpies, tougher than the toughies, as long as you make it square42,
eh?). He was Americas original bigger-than-life character. He embodied
everything I also like about (my perception of) $crooge McDuck!43.

I due personaggi si stimano e si influenzano positivamente a vicenda, dal


primo incontro nel West (dove un Roosevelt in fuga dalla politica indica al papero
adolescente la strada del vero successo44 e ne viene in cambio incitato a riprendere
la vita pubblica) allultimo, in una notte di luna panamense, quando un
insolito sfogo poetico del papero entusiasmer il presidente tanto da fargli
chiedere il permesso di riproporlo into one of my books someday45.
Data la taglia da cavallieri antiqui dei due e il taglio umoristico della
storia linvasione descritta nellepisodio 10 di The Life46 comincia con
41 Compare in tre episodi: The Buckaroo of the Badlands (1992; it. Il cowboy delle Ter-

re Maledette) ambientato in Dakota nel 1882-1883; The Invader of Fort Duckburg


(1994; it. Linvasore di Forte Paperopoli) ambientato nel 1902 e The Sharpie of the
Culebra Cut (2001; it. Lastuto papero del varco di Culebra) ambientato nel 1906 a
Panama, durante lo scavo dellomonimo canale.
42 Essere pi duro dei duri, pi furbo dei furbi e riuscire a far soldi onestamente la risoluzione presa dal paperino $crooge al termine dellepisodio introduttivo della saga
Of Ducks, Dimes and Destinies (it. Decini e destini, 1996).
43 Don Rosa, Teddy Roosevelt, Disney Comics Mailing List Archives, 2001 August
25, messaggio di posta elettronica a Fabio Blanco, online.
44 Remember, wealth is more than a pile of cashits the glory of the achievement that
counts! (The Buckaroo of the Badlands, cit., p. 15).
45 The Sharpie, cit., p. 17. La rapsodia paperonica diventer la frase conclusiva dellintroduzione di African Game Trails (New York: Charles Scribners Sons, 1910).
46 The Invader, cit.

754

Future Wars

un equivoco e termina in una singolar tenzone. E il 1902 e $crooge, ormai


miliardario, arriva a Fort Duckburg - presso la futura Paperopoli - deciso
a farne la base operativa del suo impero finanziario. Ledificio, in rovina,
serve da sede dei boy-scouts locali (le Giovani Marmotte). La notizia
dellespulsione dei mocciosi dalla bicocca giunge a Washington travisata
in Un miliardario scozzese ha occupato una installazione militare sulla
costa suscitando le ire del nuovo presidente47, il quale decide di occuparsene personalmente richiamando in servizio i Rough Riders del 1st
Volunteer Cavalry.
Il corpo di spedizione USA (flotta, cavalleria e Marines) approda a
Paperopoli mentre $crooge e le sorelle Matilda e Hortense48 stanno per
essere svaligiati dai Beagle Boys (alias Banda Bassotti).
Il bombardamento avviato dagli attaccanti fa desistere i banditi ma non
intimidisce $crooge, che reagisce scagliando le torrette del forte contro i
Rough Riders alla carica, mentre dal canto suo il presidente Roosevelt ne
fa saltare la porta applicando una estemporanea variante di un suo celebre
slogan (Speak softly and carry a big stick... of dynamite). A questo
punto, mentre Hortense McDuck perde finalmente le staffe e - brandendo
una scopa - mette in rotta i Rough Riders (le cui regole dingaggio non
prevedono il tiro su una signora disarmata), lo scontro finale si gioca tra
Roosevelt, che attacca al grido di No foreign tycoon warmonger will
invade Fort Duckburg, e $crooge che controbatte altrettanto risoluto a
non darla vinta a alcun mere superpower. Ma una volta giunti naso
contro becco i due si riconoscono e la guerra si risolve in una rimpatriata
a base di salsicce alla brace tra due vecchi amici che, attorno a un fal, si
danno atto del contributo determinante che ciascuno ha dato alla carriera
dellaltro.
E l sar meglio lasciarli, nella loro versione romantica e nostalgica di
unAmerica terra delle opportunit, aggressiva e fiduciosa in se stessa e
nel futuro. Come dice Don Rosa, non ci sono pi i presidenti di una volta
e nemmeno i paperi.

47 The three dangers that I campaign strongest against Big Business, foreign interferen-

ce and military threats to our shores All rolled into one! (The Invader, cit., p. 6.

48 Papera dal carattere collerico poi ereditato dal figlio Donald Duck (Paperino).

Storia della distopia militare

755

Quel dannato piccolo ignorante di Hitler


Tolkien e le guerre mondiali
di Stefano Rapisarda

tando alle stime pi diffuse, ed escludendo


la Bibbia, il Corano e il Libretto rosso di
Mao, le opere di John Roland Reuel Tolkien
(1892-1973) sarebbero tra le pi vendute e lette al
mondo, con quasi 300 milioni di copie circolanti1. Questo il numero che si ottiene sommando il
Signore degli Anelli (150 milione di copie stimate) e
lo Hobbit (149 milioni)2, un successo di massa senza precedenti, considerando lampio gap temporale
che li divide da quella che, secondo le stesse stime,
sarebbe lopera narrativa pi diffusa in assoluto,
vale a dire The Tale of Two Cities di Charles Dickens (1859, 200 milioni).
La letteratura di Tolkien normalmente considerata il prodotto di un
escapist writer; appartenente dunque allambito della letteratura di fantasia, anzi a quel genere specifico che prende appunto il nome di fantasy, o
meglio di high fantasy secondo una pi recente etichetta critica, che distingue tra il fantasy dautore alla Tolkien e il fantasy commercial-seriale dei
suoi pi recenti emulatori.
1 List of best-selling books, en-wikipedia (cons. 20.1.2016)
2 Giustamente le classifiche separano il Signore degli Anelli dalle serie narrative alla

Harry Potter. Non si tratta di una trilogia, come chiar ripetutamente lo stesso Tolkien,
ma di unopera unitaria che venne stampata in tre volumi per ragioni contingenti e pratiche, quali la scarsa disponibilit di carta nellInghilterra del II dopoguerra e la strategia commerciale di tenere basso il costo del primo volume, per trainare nelle vendite
gli altri due successivi, v. J.R.R. Tolkien, La realt in trasparenza. Lettere 1914-1973, a

cura di H. Carpenter e C. Tolkien, trad. ital. di C. De Grandis, Rusconi, Milano 1990 (tit.
orig. The Letters of J.R.R. Tolkien, edited by H. Carpenter, Allen & Umwin, London 1981).
Baster citare la lettera alla Houghton Mifflin Co., giugno 1955, p. 250: Il libro non naturalmente una trilogia. Questa divisione e i titoli sui volumi sono un accorgimento che si
ritenne necessario adottare per la pubblicazione, per ovviare alla lunghezza e alle spese.

756

Future Wars

Caratteristica principale del genere , com


noto, linvenzione di un universo immaginario, concepito sin nei minimi dettagli spaziotemporali, e dunque la totale astoricit dei personaggi e delle situazioni. Tanto che Tolkien e
il suo amico Clive Staples Lewis (1898-1963),
autore delle Cronache di Narnia, Perelandra,
Lontano dal pianeta silenzioso e altri celebri
narrazioni di genere non-realistico, sono generalmente definiti gli Oxford fantasists. 3
Tuttavia, il rapporto tra finzione del racconto e realt storica contemporanea allo scrittore stato messo in discussione dalla critica
tolkieniana pi recente, la quale, in particolare, si domanda se tra le pieghe della storia (con la minuscola) affiori piuttosto la Storia (con la maiuscola) e se addirittura lopera in s sia leggibile
come unallegoria delle guerre mondiali e della Storia del Novecento.
questa infatti la tesi gi accolta da Cantor e pi analiticamente espressa in
alcuni recenti libri di Garth, Croft, Loconte.4
Questa tesi trova tuttavia un formidabile ostacolo nello stesso Tolkien.
Nelle pi varie sedi egli ha sempre e risolutamente negato che le sue opere
fossero altro che letteratura di pura immaginazione e smentito ogni possibilit di allegorizzazione. Allo stesso modo ha sempre rifiutato di accogliere le ipotesi di chi vi leggeva similitudini con la realt storica, o inter3 La definizione di N. Cantor, Inventing the Middle Ages. The Lives, Works and Ide-

as of the Great Medievalists of the Twentieth Century, Quill, William Morrow, New
York 1991, pp. 204-244. Alla coppia Lewis e Tolkien, Norman Cantor aggiunge, piuttosto bizzarramente, il Proustian Dreamworld dello storico Frederick Maurice Powicke (1879-1963).
4 J. Garth, Tolkien and the Great War: The Threshold of Middle-earth, London, HarperCollins-Houghton Mifflin, London-New York, 2003; J. B. Croft, War and the works

of J.R.R. Tolkien, Greenwood, Westport (CT), 2004, J. Loconte, A Hobbit, A Wardrobe, A


Great War: How J.R.R. Tolkien and C.S. Lewis Rediscovered Faith, Friendship, and Heroism in the Cataclysm of 1914-18, Thomas Nelson, Nashville, Tennessee, 2015. Gi Cantor, Cantor, Inventing the Middle Ages, p. 230: In spite of Tolkiens professed distaste
for allegory, The Lord of the Rings is a grand allegory, about both the Middle Ages and the
twentieth century.
Storia della distopia militare

Quel dannato piccolo ignorante di Hitler

757

pretazioni simboliche, o letture fondate su dati biografici5. Drasticamente


Tolkien ha sempre rifiutato lallegoria come procedimento narrativo; non
nega la possibilit, e leventuale diritto, da parte del lettore di trovare soggettivamente delle allegorie nel suo romanzo come in ogni altro testo,
ma nega lintenzione di aver applicato allatto della scrittura un procedimento consapevole di allegorizzazione6. Con ancora maggiore vigore
egli respinge lidea che fatti biografici possano immediatamente travasarsi
nella letteratura di finzione, n che abbia alcun senso critico adoperarsi per
rintracciarli7. Sotto il profilo autobiografico non smentisce che le due guerre mondiali abbiano avuto un impatto immane sulla sua vita, ma respinge
lidea che esse possano trovarsi trasfigurate nelle guerre dellAnello8.
Egli si dichiarer sempre irritato dal riduzionismo biografico, tendenza attuale della critica, con il suo eccessivo interesse per i dettagli delle
vite degli autori e degli artisti. Questi non fanno altro che distogliere lattenzione dalle opere di un autore (se le opere sono degne di attenzione), e
5 Nella Premessa alla II edizione del Signore degli Anelli (1966 (inclusa in molte delle

successive edizioni e traduzioni, compresa quella italiana) Tolkien scrive: Il capitolo


cruciale, Lombra del passato, una delle parti pi vecchie del racconto. stato scritto molto prima che i presagi del 1939 si mutassero in minacce di un disastro inevitabile, e da quel punto la storia si sarebbe sviluppata lungo le stesse linee anche se quel
disastro fosse stato evitato. [] poco o niente stato modificato dalla guerra iniziata
nel 1939 o dalle sue conseguenze. La guerra reale non ricorda la guerra leggendaria
nello svolgimento n nella conclusione, Prefazione alla seconda edizione inglese tradotta da L. Gammarelli, p. 29, in ristampa Bompiani 2007 in 3 voll., a cura di Q. Principe, introduzione di L. Zolla, trad. di Vittoria Alliata di Villafranca.
6 Non mi piace lallegoria - lallegoria usata consapevolmente e intenzionalmente tuttavia [...] pi una storia ha vita pi sar suscettibile di essere interpretata allegoricamente, a Milton Waldman, senza data ma autunno 1950 in La realt in trasparenza, cit., p. 166. Ancora: Non c simbolismo o allegoria cosciente nella mia storia.
[...] Che non ci sia allegoria non significa, naturalmente, che non ci sia la possibilit
di leggervene una, a Herbert Schiro, 17 novembre 1957, ibid., p. 296.
7 A Deborah Webster, 25 ottobre 1958, ivi, p. 325.

8 Sul fronte della Somme Tolkien speriment la morte dei suoi pi cari amici Geoffrey
Smith e Rob Gilson. Tolkien resta al fronte per 11 mesi, finch una febbre persistente lo riport a casa in Inghilterra: necessario essere vissuti nellombra della guerra per sentirne
pienamente loppressione ma con il passare degli anni sembra che si tenda a dimenticare
che essere stati sorpresi in giovent dal 1914 non certo stata unesperienza meno terribile
che essere coinvolti nel 1939 e negli anni seguenti. Entro il 1918 tutti i miei migliori amici tranne uno erano morti, Pref. alla II ediz. inglese, (1973), trad. ital. Bompiani, Milano
2000-2005, vol. I., p. 28.

758

Future Wars

finiscono, come si pu spesso constatare, per costituire il motivo principale


di interesse9. Come si vede, la smentita non potrebbe essere pi drastica.
Eppure, quando il Signore degli Anelli inizi a circolare privatamente nella cerchia ristretta degli amici di Oxford, fu accompagnato dalla percezione che altre e diverse letture
dellopera fossero possibili. Per esempio non
appena Warren H. Lewis (1895-1973), fratello di Clive Staple Lewis, finisce di leggerne
in anteprima il manoscritto (il 19 novembre
1949), egli avverte limmeditata sensazione
che non di un puro e semplice prodotto dimmaginazione si tratti. Il gigantesco universo
narrativo che lamico Tolkien ha costruito nei minimi dettagli spaziali,
temporali, calendariali e genealogici, non gli evoca affatto o non gli evoca
soltanto unopera del genere fantastico. Dietro lapparenza di unopera
dimmaginazione egli scorge allegorie e simboli: la Contea, luogo ove la
vita scorre libera e tranquilla prima che sopravvenga la minaccia dellAnello, gli rammenta lInghilterra, e Rohan lirresoluta Francia democratica; Gondor gli evoca la Germania che verr dopo la caduta della tirannia
hitlerita e Sauron il volto di Stalin.10 Vede probabilmente nel pacifismo
dello Shire latteggiamento dellInghilterra ai tempi dei Patti di Monaco,
del giudizio di Chamberlain su Hitler come grande statista, della tacita
cessione della Cecoslovacchia.
La minaccia totalitaria alla Terra-di-mezzo proveniente da Est, il possesso degli Anelli come Arma Totale, la paralisi dei sovrani di Gondor e
di Rohan, la mobilitazione mondiale, gli ricordano il quadro degli anni in
cui le democrazie occidentali paiono dapprima paralizzate rispetto allattivismo aggressivo di Russia di Stalin e Germania di Hitler11 per poi reagire

9 A Deborah Webster, 25 ottobre 1958, p. 325.


10 A great deal of it can be read topically The Shire standing for England, Rohan for
France, Gondor for the Germany of the future, Sauron for Stalin etc., in C.S. Kil-

by and M. Lamp Mead (Eds.), Brothers and Friends: The Diaries of Major Warren
Hamilton Lewis, 1982, 19 novembre 1949.
11 J.A. Ellison, The Legendary War and the Real One. The Lord of the Rings and the

Storia della distopia militare

Quel dannato piccolo ignorante di Hitler

759

con la pi atroce guerra cui il mondo avesse sino a quel momento assistito
Molte di queste cose scorge Warren Lewis nel Signore degli Anelli, e
queste impressioni di un lettore assai vicino a Tolkien non possono essere facilmente liquidate. evidente, date le dimensioni della saga, che gli
anni della composizione debbano aver impegnato molta parte della vita di
Tolkien e abbiano persino costituito levento biografico cruciale, quello
intorno al quale, per dichiarazione dello stesso scrittore, si sia snodata tutta
intera la sua esistenza12.
Linvenzione di storie nordiche comincia sicuramente molto presto, gi nel 1916, o forsanche nel
1915, tra accampamenti e ospedali, baraccamenti
e trincee13. Egli ne d notizia alla fidanzata, futura
moglie, Edith Bratt, in una celebre lettera del marzo 1916. Alla vigilia della battaglia della Somme,
ove Tolkien fu scaraventato quale ufficiale segnalatore dell11th Lancashire Fusiliers, nel fango dei
baraccamenti e delle trincee, stanco della lettura di
manuali militari, egli si d allinvenzione di un linguaggio delle fate14. Linvenzione di storia nordiche procede parallela alle sue letture di mitologie
nordiche: il Kalevala finnico, il Beowulf anglosassone, lepica islandese,
i romanzi cavallereschi del ciclo arturiano. Sembra per che a un certo
punto del suo percorso creativo non gli basti pi linvenzione di singole
storie . Ci accade, approssimativamente, con il consolidarsi dellhitlerismo e con limporsi della nuova potenza tedesca.
allora che egli sembra per la prima volta percepire, con intimo faClimate of its Times, The Journal of the Tolkien Society, 1989, p. 17.

12 Il primo testo correlato al Signore degli Anelli e costituente pi o meno lantefatto nar-

rativo, Lo Hobbit, o Andata e ritorno (The Hobbit or There and Back Again) fu pubblicato da Allen & Umwin nel settembre del 1937; Il Signore degli Anelli (The Lord
of the Rings), stampato originariamente in 3 volumi di due tomi ciascuno, vide la luce
tra il 1954 e il 1955, e precisamente: La Compagnia dellAnello (The Fellowship of
the Ring) e Le due torri (The Two Towers) rispettivamente nel luglio e nel novembre
del 1954 e Il Ritorno del Re (The Return of the King) nellottobre del 1955.

13 A W.H. Auden, p. 243 e a Thompson, p. 261.


14 A Edith Bratt, 2 marzo 1916, p. 13.

760

Future Wars

stidio, come gli hitleriti (di recente) e la


cultura tedesca (ma da un tempo pi remoto) si siano andati appropriando della
mitologia nordica, come se si sentissero
gli esclusivi depositari del patrimonio
mitico-narrativo del Nord. Quel dannato piccolo ignorante di Adolf Hitler si
appropriato di una mitologia che non gli
compete, Inghilterra e Scandinavia non
sono meno nordiche della Germania.15.
allora, forse con profondo disagio, che
egli si accorge per di come lInghilterra
non abbia una sua propria mitologia, laddove la Germania abilmente enfatizza la
propria. Su queste percezioni getta luce il
ricco epistolario, prezioso seppur filologicamente assai perfettibile, anzi da
considerarsi appena unedizione provvisoria che meriterebbe annotazioni
ben pi sostanziose e una selezione meno arbitraria della corrispondenza.
Esse affiorano in varie lettere nella quali spiega a corrispondenti vari quali
siano state le pulsioni profonde nella genesi del suo universo (apparentemente) fantastico. Innanzitutto la costruzione di una mitologia consistente
ed elaborata16, che raccolga e armonizzi materiali mitici dispersi e diversi,
e costituisca una specie di Testo Unico delle fantasie nordiche. Egli aspira
15 Al figlio Michael, 9 giugno 1941, p. 65: Ho trascorso gran parte della mia vita, fin da
quando avevo la tua et, a studiare germanistica (che in senso generale comprende Inghilterra e Scandinavia). C molta pi forza e veridicit nellideale germanico di quanta la
gente ignorante non immagini. lo ne ero molto attratto da studente (quando Hitler, penso,
si dilettava di pittura e non ne aveva ancora sentito parlare), come reazione contro i classici. [...] Eppure credo di sapere meglio di molti altri qual la verit a proposito del consenso nordico. Comunque, in questa guerra io ho un bruciante risentimento privato, che
mi renderebbe a 49 anni un soldato migliore di quanto non fossi a 22, contro quel dannato piccolo ignorante di Adolf Hitler (perch la cosa strana circa lispirazione demoniaca e
limpeto che non riguarda per niente la statura intellettuale di una persona, ma riguarda
la sola volont). Sta rovinando, pervertendo, distruggendo, e rendendo per sempre maledetto quel nobile spirito nordico, supremo contributo allEuropa, che io ho sempre amato,
e cercato di presentare in una giusta luce. Da nessunaltra parte, detto per inciso, era pi
nobile che in Inghilterra, [...].
16 A Stanley Umwin, 16 dicembre 1937, p. 33.
Storia della distopia militare

Quel dannato piccolo ignorante di Hitler

761

a costruire un grande corpus pseudo-medievale della memoria mitologica


dei popoli del Nord. Avrebbe a disposizione il corpus mitico-narrativo celtico, ma non lo ama particolarmente: lo ritiene caotico, dispersivo, folle17.
E soprattutto: non mitologia inglese, quanto piuttosto irlandese e gallese.
Tolkien vuole, prima di ogni altra cosa, colmare una carenza18.
[] fin dallinizio ero costernato dalla povert della mia amata terra: non
aveva storie veramente sue (legate alla sua lingua e al suo territorio), non
comunque del tipo che cercai e trovai nelle leggende di altre terre. Cera
molto di greco, e di celtico, di romanzo, germanico, scandinavo, e finlandese (che mi influenz molto); ma niente di inglese, tranne materiale impoverito allinterno di racconti e poesie popolari. Naturalmente cera ed esiste
tuttora tutto il ciclo arturiano, ma pur nella sua potenza, solo imperfettamente naturalizzato, legato alla terra di Britannia ma non allinglese; e non
rimpiazza quello di cui sentivo la mancanza []..

Nemmeno il grande corpus arturiano costituisce una mitologia autenticamente inglese: esagerato e fantastico, incoerente e ripetitivo, troppo
esplicitamente legato alla tradizione cristiana, imperfettamente naturalizzato sul suolo dInghilterra perch in realt e in origine piuttosto
bretone che inglese19. Non gli rimane che costruirselo da s, questo corpus
non ancora esistente, e inventarselo fin nel minimi dettagli, genealogie, calendari, alfabeti, come fosse egli demiurgo di un universi boreale: dai miti
di fondazione del mondo, la cosmogonia pi ampia, gi gi costruendo
e arredando la Terra-di-mezzo fino alla fiaba romantica, pi terrena []
da dedicare semplicemente allInghilterra, alla sua terra.20
Ma anche smentendo lallegoria, dinanzi a eventi colossali, gliene
sfugge di tanto in tanto qualche traccia: Allorch il 3 ottobre del 1952
la Gran Bretagna compie il suo primo esperimento atomico alle Isole
Montebello, al largo delle coste australiane, ecco che Tolkien scrive a

17 Ibid., p. 32; Inutile dire che non sono celtici! [i nomi utilizzati nel Silmarillion] E nemmeno lo sono le storie. Io conosco cose celtiche (molte nel loro linguaggio originale irlandese o gallese) e non mi vanno molto: soprattutto per la loro fondamentale illogicit. Hanno
colori brillanti, ma sono come una finestra rotta di vetro colorato, rimessa insieme senza
rispettare il disegno. Sono folli, infatti, proprio come dice il Suo lettore; ma io non credo
di esserlo.
18 A Milton Waldman, responsabile della casa editrice Collins, p. 165.
19 Ibid.
20 Ibid..

762

Future Wars

Rayner Umwin, figlio del suo editore:


Mordor in mezzo a noi. E mi dispiace dover far notare che la nuvola
gonfia creata recentemente non segna
la caduta di Barad-dur, ma stata prodotta dai suoi alleati - o per lo meno da
persone che hanno deciso di usare lAnello per i propri (naturalmente ottimi)
scopi21. Lesplicitazione dellAnello
non potrebbe essere pi evidente22. Ci
che accaduto sul suolo europeo non
solo colpa del popolo germanico, sebbene i Tedeschi siano il popolo con la
massima concentrazione di Male23 Il
Male diffuso ovunque , anche nello
stesso popolo dInghilterra. Il possesso
dellAnello fa transitare dalla parte del
nemico, se c la tentazione di avvalersi del suo stesso potere. Non solo:
lAnello lestrema evoluzione della macchina, quella che toglie senso
alla scontro tra uomini, anche se di tra loro di forza sproporzionata, come
quel Galvano e il cavaliere Verde in Middle English di cui Tolkien era
lettore entusiasta. La Forza Aerea, che trasporta la bomba, un moderno
Moloch24, laereo da guerra il vero male25. Lo sganciamento della
bomba sul Giappone e la distruzione della Germania sono il coronamento
della prima Guerra delle Macchine26. [Questa] sembra ormai avviarsi
21 A Rayner Umwin, 24 ottobre 1952, p. 188.
22 Inutile dire che anche in questo caso Tolkien continuer a smentire ogni riferimento alla
realt: Naturalmente la mia storia non unallegoria del potere atomico, ma del Potere
(esercitato attraverso il dominio). La fisica nucleare pu essere sfruttata per questo scopo.
Oppure no. Oppure pu essere non sfruttata affatto. Se c qualche riferimento, nella mia
storia, ai nostri tempi a quella che mi sembra la pi diffusa affermazione di oggi: che se
una cosa pu essere fatta, deve essere fatta, da una lettera non spedita, aprile 1956, ibid.,
p. 278.
23 Al figlio Christopher, 12 agosto 1944, p. 105.
24 Id., 18 dicembre 1944, p. 121.
25 Id., 29 maggio 1945, p. 133
26 Id.,, 30 gennaio 1945, p. 129.
Storia della distopia militare

Quel dannato piccolo ignorante di Hitler

763

verso il capitolo conclusivo - lasciando, ahim, tutti pi poveri, molti privati dei parenti o storpiati e milioni di morti, e solo una categoria trionfante: quella delle Macchine. Dato che i servi delle Macchine stanno diventando una classe privilegiata, le Macchine diventeranno enormemente pi
potenti. Quale sar la loro prossima mossa?27
unallusione alla terribile verit intuita da Samuel Butler28 nel suo Book of the
Machines in Erewhon (1872), lutopia negativa nella quale lo scrittore vittoriano immagin che le macchine possano avere unevoluzione paragonabile a quella umana, sviluppare consapevolezza a partire dalla loro stessa
selezione competitiva e diventando autonome nei processi decisionali. questa la ragione per cui gli erewhoniani le bandiscono dal
loro mondo. Il dialogo di Tolkien con Butler
molto profondo e ancora tutto da studiare, e ancora una volta ci conduce
nella dimensione della distopia pi che dellescapist writing.
Una sostanziale adesione alle percezioni di Warren Lewis e alla tesi di
Garth e Craft pare manifestarsi nelle scelte del regista Peter Jackson. Nella
sua trasposizione filmica del Signore degli Anelli, una delle pi colossali
produzioni cinematografiche di tutti i tempi, Jackson sembra aver accolto
questa possibilit di interpretazione ed averla utilizzata come chiave registica. vero che quella di Jackson, in termini di ermeneutica, vale quanto
ogni altra interpretazione, ma sarebbe assurdo fingere che la potenza del
mezzo con cui la esprime e la vastit dellaudience che la recepisce non
ne faccia uninterpretazione potentissima, e che questa vada a corroborare
lipotesi, fondata o meno che sia, che in realt Tolkien mentisse pi o meno
consapevolmente, negando intenzioni allegoriche alla sua trilogia.
Nella versione cinematografica del Signore degli Anelli lequiparazione
di Anello e arma atomica evocata in una delle scene iniziali, ove il potere
dellanello sul campo di battaglia rappresentato come un vento atomico;

27 Id., 30 gennaio 1945, p. 129.


28 Id., 7 maggio 1944, p. 102.

764

Future Wars

il gesto di divieto delle statue di Rivendell evoca anche un saluto nazista;


le adunate geometriche di Saruman rammentano e forse consapevolmente
citano le adunate dei Nrnberger Parteitagen filmate da Leni Rifenstahl.
Queste interpretazioni corroborano lidea che in realt Tolkien mentisse
pi o meno consapevolmente, contestando la lettura allegorica della sua
opera. Perch allora Tolkien lha sempre negata? Forse per non ridurre tutto solo ad allegoria, che avrebbe distratto lattenzione del lettore solo verso
la ricerca di significati allegorici e innescato il gioco scadente delle ricerca
di significati allegorici in ogni singolo episodio e particolare. Se Gandalf
Churchill, Dethenor Roosevelt? E Lo Shire rappresenta lInghilterra,
la Cecoslovacchia o la Finlandia? Sauron Stalin? E perch non Hitler e
Mussolini, o una personificazione delle potenze dellAsse? E gli elfi erranti, sono gli Ebrei? Locchio di Sauron il radar? Il banale gioco avrebbe
certamente finito col mettere in ombra
la sua grande, vera, ambiziosa intenzione, che era appunto quella di costruire una gigantesca epopea che fosse inglese e che togliesse agli Hitleriti
il monopolio dellepos germanico.
Costruisce cos il suo immenso mondo immaginario. Falso. Qualcuno ha
definito Il Signore degli Anelli il pi grande pseudo-medioevo che sia mai
stato scritto29. Ma la Storia compare in tutte le pieghe del romanzo, ed la
storia pi tragica del secolo che ci siamo da poco lasciati alle spalle.
29 Norman E. Cantor, Inventing the Middle Ages, p. 226.
Storia della distopia militare

765

Vorkosigan Saga

Imperi e Grande Gioco nel grande spazio dei wormholes


di Enrico Silverio

Limpero e gli imperi tra paradigma e metafora


ella letteratura di fantascienza quello dellimpero spaziale creato
da esseri umani uno dei temi pi ricorrenti ed usualmente si immagina che la sua fondazione avvenga al culmine di un processo
di colonizzazione solare o, pi spesso, extrasolare1. Limpero, che di norma
un Galactic Empire, stato definito come the central myth of Genre
SF perch collocato al centro dello sviluppo descritto dai cicli dedicati alla storia futura in voga negli anni 40-50 del Novecento. Le diverse
varianti di quella storia futura obbedivano alle convenzioni di una tutto
sommato condivisa, progressiva e fiduciosa cosmogony of the Future
nel cui ambito la Rise and Fall dellimpero era intesa come un passaggio
fisiologico2. In questo ambito limpero irresistibilmente legato soprattutto
ai racconti, in seguito riuniti in volume, del ciclo di Foundation, pubblicati
da Isaac Asimov tra il maggio del 1942 ed il gennaio del 1950 nella rivista
Astounding diretta da John W. Campbell jr.3 che mostrano come nella fanta1 Sulla colonizzazione solare ed extrasolare rinvio a due testi che delineano la materia arrestandosi intorno agli anni in cui stava per avere inizio la Vorkosigan Saga: v. Sandro Pergamo, Presentazione a Storie dello spazio interno, Nord, Milano 1981, pp. I-XXIV ed
Id., Presentazione a Storie dello spazio esterno, Nord, Milano 1982, pp. I-XVII. Per una
selezione antologica relativa al tema degli imperi galattici, v. Brian W. Aldiss (cur.), Imperi Galattici. Lepica fantascientifica 1923-1978, Fanucci, Roma 1978 (I ed. inglese ed
americana in 2 voll. 1976).
2 Sulla nozione di impero in fantascienza v. Alex Voglino, Il concetto di Impero nella fantascienza, in Aldiss, Imperi Galattici, cit., pp. 605-623; Peter Weston,In viaggio verso
le stelle. Imperi galattici, Robot. Rivista di fantascienza, 5, agosto 1976, pp. 92-100; Patricia Kerslake, s. v. Galactic Empire, in Gary Westfahl (Ed.), The Greenwood Encyclopedia of Science Fiction and Fantasy: Themes, Works and Wonders, I, Greenwood Press,
Westport (CT), 2005 e, pi ampiamente, Ead., Science Fiction and Empire, Liverpool U.
P., Liverpool 2007 ed infine Brian M. Stableford - David Langford, s. v. Galactic Empire, in The Enciclopedia of Science Fiction, 20113 (con aggiornamenti), presso www.
sf-encyclopedia.com, da cui si cita.
3 Sulla fede nel progresso di J.W. Campbell jr e sulla sua influenza nella fantascienza, v. ad

766

Future Wars

scienza il paradigma imperiale per eccellenza sia quello romano4. Tuttavia


vengono obliterati concetti complessi come quello di aeternitas imperii5,
tanto che limpero stesso finisce per avere un valore soprattutto metaforico6
ed infine diviene simbolo di un potere assoluto, oppressivo e dispotico,
come accade in Star Wars7.
Spazio senza limiti e wormholes: il Nexus della Vorkosigan Saga
Gli imperi galattici non sono quindi quasi mai sine fine in senso temporale e spesso non lo sono neppure in senso spaziale8. In effetti quando
non sia limitato da un impero alieno rivale, quello umano pu di fatto
solo ambire alluniversalit, perch luniverso stesso ad essere illimitato

4
5

6
7
8

es. Alessandro Fambrini, John W. Campbell jr, il grande ingegnere, Robot. Rivista di
fantascienza, n.s. 27, autunno 2012, pp. 30-37.
Non mancano le eccezioni, come la serie di Dune di Frank Herbert: per un confronto con
Asimov v. James Gunn, Isaac Asimov: The Foundations of Science Fiction, The Scarecrow Press Inc., Lanham (MD) - Toronto - Oxford 20052, pp. 217-218.
Al passo virgiliano si riconosce senzaltro valore temporale almeno sino da Serv.,in Verg.
Aen. I 278, ma da molti si rileva una valenza anche spaziale: v. Francesco Sini, Bellum
nefandum. Virgilio e il problema del diritto internazionale antico, Libreria Dess Editrice, Sassari 1991, pp. 73-79 e Virgilio Ilari, s. v. Imperium, Enciclopedia Virgiliana,
II, Treccani, Roma 1985, pp. 927-928 (imperium sine fine in senso spaziale/geografico).
Sullaeternitas imperii v. Pierangelo Catalano, Fine dellImpero romano? Un problema
giuridico-religioso, in Vittorio Lanternari, Marcello Massenzio e Dario Sabbatucci (cur.),
Religioni e Civilt. Scritti in memoria di Angelo Brelich, Edizioni Dedalo, Bari, 1982, pp.
99-117.
Stableford - Langford, s. v. Galactic Empire, cit.: Empire is here used with a general,
almost metaphorical meaning, rather than in its politically definitive sense.
Martin M. Winkler, Star Wars and the Roman Empire, in Id. (ed.), Classical Myth and
Culture in the Cinema, Oxford University Press, Oxford - New York 2001, pp. 272-290,
specie pp. 272-280.
Lo stesso paradigma romano, nonostante lideologia dellestensione universale nello spazio, legata ad istanze ireniche intrinseche allimperium augusteo, nei fatti si attest in un
preciso ambito geografico e politico, non per limitato da confini nel senso moderno, ma
caratterizzato da un limes. Circa tali questioni v. in modo particolare: Giovanni Brizzi,
Cursus publicus e trasmissione della notizia: lesempio di Augusto, in Id., Studi militari romani, CLUEB, Bologna 1983, pp. 31-48; Giovannella Cresci Marrone, Ecumene Augustea. Una politica per il consenso, LERMA di Bretschneider, Roma 1993; Giovanni
Brizzi, Roma. Potere e identit dalle origini alla nascita dellimpero cristiano, Ptron Editore, Bologna 2012, pp. 216-220.
Storia della distopia militare

Vorkosigan Saga

767

ed in espansione. In realt nello spazio interstellare le distanze tra i corpi


celesti possono oltrepassare le abituali
percezioni umane e misurarsi anche in
anni luce ed in esso operano i principi
della relativit: si verifica per luomo
riprendendo volutamente Carl Schmitt
una nuova Raumrevolution.
Caratteristico degli imperi spaziali quindi ancora lantico problema
delle distanze e del tempo necessario
a percorrerle, naturalmente collegato a
quello delle comunicazioni9. Il grande
spazio interstellare rischierebbe infatti
di essere, allatto pratico, molto piccolo se gli esseri umani non riuscissero
ad adeguarsi alla rivoluzione spaziale
e temporale implicita nelle distanze siderali10.
Nella Vorkosigan Saga di Lois McMaster Bujold11 una prima particolarit quella per cui la colonizzazione spaziale non d vita ad un impero
galattico ma a entit politiche di diverso tipo. La seconda che essa avviene tramite wormholes12, squarci naturali nello spazio che ne mettono in
9 V. ampiamente Kerslake, Science Fiction and Empire, cit., pp. 63-82.
10 In tal senso, immaginare motori in grado di curvare lo spazio, entrare a piacimento in un
iperspazio e permettere agli uomini di viaggiare dove vogliano ed in tempi ragionevoli,
consente agli autori di replicare nel cosmo delle condizioni tipo-Terra, di fatto parificando
il grande spazio interplanetario ad una sorta di grande oceano terrestre ed annichilendo cos gli effetti della Raumrevolution astrale.
11 Sullautrice (Columbus, OH, 2 novembre 1949), v. Lillian Stewart Carl - John Helfers

(Ed.), The Vorkosigan Companion, Tekno Books, Green Bay (WI) 2008; Janet Brennan Croft (Ed.), Lois McMaster Bujold: Essays on a Modern Master of Science Fiction and Fantasy, McFarland & Company Inc., Jefferson (NC) - London 2013; Edward James, Lois McMaster Bujold, University of Illinois Press, Urbana - Chicago
- Springfield 2015, ed infine il sito ufficiale a lei dedicato www.dendarii.com.
12 V. Michael S. Morris - Kip S. Thorne, Wormholes in spacetime and their use for interstellar travel: A tool for teaching general relativity, American Journal of Phys-

768

Future Wars

rapida comunicazione due punti tra loro distanti. I wormholes permettono


alluomo di fruire del grande spazio siderale ma, in quanto sue caratteristiche topologiche, influenzano e modificano il modo stesso in cui luomo lo percepisce ed in cui vi pu operare. Infatti la rappresentazione e la
percezione del cosmo non solo restano sempre limitatate a quello abitato
dalluomo, ma equivalgono in sostanza ad un Nexus: una rete di wormholes, ciascuno dei quali una rotta di salto che, essa sola, mette in collegamento un sistema stellare con un altro. I punti di accesso ai wormholes
sono si solito collocati presso i pianeti, formando cos gli incroci di quella
rete e sono lunica possibilit di viaggio extra-sistema stellare. Ci spiega
la loro importanza politica e militare che li rende il cuore di un Grande
Gioco: chi controlla una rotta di salto in ingresso ed in uscita, infatti, pu
potenzialmente espandersi sin dove quel wormhole e quelli eventualmente susseguenti lo conducono, indipendentemente tra laltro dalla distanza
fisica dal pianeta dorigine e da ogni idea terrestre di geografia. La portata
della rivoluzione spaziale, e temporale, data in effetti anche dal fatto
stesso che i protagonisti misurano le distanze siderali in termini di numero
di salti, ovvero di passaggi attraverso uno o pi wormholes dal punto di
partenza sino a quello di arrivo13.
Miles Vorkosigan e la Libera Flotta dei Mercenari Dendarii
La maggior parte della Vorkosigan Saga ruota intorno a Miles Vorkosigan,
ufficiale della Sicurezza imperiale del pianeta Barrayar e, con lidentit di
Miles Naismith, ammiraglio della Libera Flotta dei Mercenari Dendarii,
impiegata per operazioni speciali rivolte soprattutto contro il principale
nemico di Barrayar: il dilagante impero cetagandano che, con i suoi sedici
pianeti nel Nexus, occupa una sorta di grande spazio in senso schmittiano.
Uninvasione cetagandana di Barrayar venne respinta proprio dalla resistenza organizzata nei monti Dendarii dal nonno di Miles, il conte Piotr
Vorkosigan. Barrayar, peraltro, rimase per molto tempo isolato dal Nexus
ics,56.5, 1988, pp. 395412; Matt Visser, Traversable wormholes: Some simple examples,Physical Review D,39.10, 1989, pp. 31823184 e Thuan Trinh Xuan, Il caos
e larmonia: bellezza e asimmetrie del mondo fisico, Dedalo, Bari 2000, pp. 248-251.
13 Lois McMaster Bujold, Lapprendista (1986), Mondadori, Milano 1993, p. 39.
Storia della distopia militare

Vorkosigan Saga

769

a causa della chiusura naturale del suo unico wormhole e regred ad un


governo feudale in cui il potere dei nobili, caratterizzati dallaggiunta del
prefisso Vor al cognome, venne infine moderato da un imperatore con
giurisdizione sullintero pianeta14.
Soprattutto in alcuni romanzi
possibile osservare in che modo la
Raumrevolution del Nexus influenzi
le manovre del Grande Gioco nello
spazio. Cos, nei progetti di invasione
stellare risolutivo il controllo diretto
o indiretto degli ingressi e delle uscite
dei wormholes che conducono al sistema da invadere15. Inoltre nel caso in
cui allinterno di questo si trovino pi
wormholes, prima di effettuare lo sbarco in superficie le forze di invasione attendono che quelle di difesa rinuncino
al controllo degli altri punti di salto, da
cui potrebbero affluire materiali e rinforzi16, prendendone successivamente
il controllo. Questultimo inoltre decisivo sia nel caso di guerre su scala
planetaria, poich solo attraverso un
wormhole potrebbero giungere uomini e mezzi idonei a mutare gli equilibri, che in quello di guerre civili planetarie, ove esso anche una sorta
di indicatore della preferenza delle forze spaziali rispetto alle fazioni in
lotta17. Spionaggio ed operazioni coperte18 completano il quadro di questa

14 Bujold, Barrayar (1991) e Cetaganda (1996), Nord, Milano 1993 e 1996.


15 Bujold, Lonore dei Vor (1986), Nord, Milano 1996, pp. 22, 75, 87-104; Ead., Bar-

rayar, cit., pp. 114-115; Ead., Il gioco dei Vor (1990), Nord, Milano 1992, specie pp.
102-107 e 228-234.
16 Bujold, Lonore dei Vor, cit., pp. 118-127, 159-163 e 168-172.
17 Bujold, Barrayar, cit., p. 211 ed Ead., Lapprendista, cit., p. 66.
18 Ibidem, pp. 144, 164 e 184; Bujold, Il gioco dei Vor, cit., pp. 117, 175 e 315-317; Ead.,
La spia dei Dendarii (1986), Nord, Milano 1996.

770

Future Wars

partita a scacchi spaziale che, tuttavia, non si distacca ancora del tutto dai
modelli terrestri: dei wormholes vengono considerate solo le possibilit di
viaggio attraverso lo spazio e non attraverso il tempo.

Storia della distopia militare

771

Starship Troopers
di Enzo De Ianni

fficiale di Marina, ingegnere


navale, inventore, scrittore di
grande successo e protagonista della maturazione letteraria del
genere fantascientifico, membro, insieme a Jerry Pournelle, del Citizens
Advisory Council on National Space
Policy, think tank dellamministrazione
Reagan, vincitore di quattro premi Hugo
(tra questi, nel 1960 per ST)1 e di numerosi altri riconoscimenti, Robert Anson
Heinlein (1907-1988)2 fu praticamente
linventore della Military Science
Fiction3 col romanzo Starship
Troopers4.
Gi in un breve racconto del 1939 (Misfit) Heinlein aveva immaginato
unorganizzazione militare spaziale, il Cosmic Construction Corps (con
allusione al rooseveltiano Civilian Construction Corps), che impiegava
giovani disoccupati senzarte n parte per colonizzare il sistema solare.
In The Space Cadet (1948) Heinlein immagin un governo mondiale che
manteneva la pace minacciando di fulminare i potenziali aggressori con
bombe atomiche custodite nello spazio da una Space Patrol internazionale
(ma in realt controllata dalla North American Federation e asservita ai
suoi interessi). Uno degli eroi che vengono proposti ad esempio ai giova-

1
2
3
4

J. Polychrones (Ed.), Who Is Who in American Literature, America Star Books, 2013.
William H. Patterson, Robert A. Heinlein, Tom Doherty Associates, 2014, 2 voll.
V. Military Science Fiction in en.wikipedia
In italiano Fanteria dello Spazio, edito da Mondadori, peraltro con una scadente traduzione.

772

Future Wars

ni cadetti della Space Patrol diventa il protagonista di The Long Watch


(1949), che anticipa il tema della bomba atomica come strumento della
rivolta militarista contro la democrazia poi sviluppato da Peter Bryan
George (1924-1966) in Red Alert (1958), il romanzo che ispir Dr.
Strangelove di Stanley Kubrick5. Nel romanzo di Heinlein leroe si sacrifica facendosi contagiare dalle radiazioni mentre disattiva il plutonio nelle
bombe della Base Lunare, impedendo cos al ribelle comandante di impadronirsi del potere sulla Terra con la minaccia di distruggere una o due
citt terrestri.
La primogenitura degli space marines appartiene per a Bob Olsen
(1881-1956) con due racconti del 1932 e 1936, seguito dai Galactic
Marines della Lensman Series (1934-1954) di Edward Elmer Smith
(1890-1965)6. Nel dopoguerra il
genere fu ripreso nel 1952 con gli
Imperial Marines di Theodor
Cogswell e nel 1954 con gli Space
Marines di Carey Rockwell. Dopo
il terzo contributo di Heinlein
(appunto Starship Troopers), seguirono nel 1961-63 altri cinque
Space Marines di tre diversi
autori, nel 1974 lUNEF (United
Nations Exploratory Force) di Joe
Haldeman, nel 1975 di nuovo gli
Imperial Marines e dal 1976 al
1993 i Co-Dominium Marines di
Jerry Eugene Pournelle. Sono
ancora attive altre cinque serie; due
di David Weber iniziate nel 1990
5 Morto suicida nel 1966, George era un ufficiale della RAF e ha ispirato a Kubrick il personaggio del Group Captain Lionel Mandrake, uno dei tre interpretati nel film da Peter Sellers. Sul contesto cinematografico di Dr. Strangelove v. Maurizio Zinni, Schermi radioattivi. LAmerica, Hollywood e lincubo nucleare da Hiroshima alla crisi di Cuba, Marsilio,
Venezia, 2013.
6 Heinlein, Larger Than Life: a memoir in tribute to E. E. Doc Smith, in Id., Expanded
universe, Ace books, 1980, vol. 2.
Storia della distopia militare

Starship Troopers

773

(Federation Navy Marine Corps) e 1992 (Royal Manticoran Marine


Corps), le altre di David Sherman (1997: Confederation Marine
Corps), Ian Douglas (1998: United Star Marine Corps) e 7.
Scritto durante la stesura di Stranger in a Strange Land8, opera che fu
definita la Bibbia del movimento hippie,9 pubblicato per la prima volta
nel 1959 e sul momento bollato come fascista e militarista, Starship
Troopers fu poi continuamente ristampato e tradotto in undici lingue, ispirando pure numerose trasposizioni in differenti media10.
La storia la guerra tra una coalizione di due potenze aliene e la Terra
(e le sue colonie planetarie come Iskander, a Proxima Centauri, o
Sanctuary). Il pianeta ormai unito dalla Federazione (molte reclute ignorano perfino linglese standard), risultato ultimo della catastrofica Terza
Guerra Mondiale (combattuta, profeticamente, tra Cinesi e unalleanza
russo-anglo-americana), un evento ormai lontano nel tempo ma talmente
distruttivo che, alla sua conclusione, i veterani dei diversi paesi, protagonisti dello sforzo di ricostruzione della societ, poterono imporre il principio di riservare a s stessi, che avevano combattuto e rischiato per la
propria patria (e a chiunque avesse accettato volontariamente, in futuro, il
rischio di sacrificarsi per la comunit arruolandosi per una ferma), la piena
cittadinanza e il diritto di elettorato attivo e passivo (una volta congedati).
Per garantire che lo spirito della societ rimanesse permeato dei valori dei
padri fondatori, allistruzione militare si affianca lo studio della storia e
della filosofia morale, materia il cui insegnamento riservato ai veterani
che aggressivamente spingono i propri studenti alla riflessione sul concetto di virt morale e sulla inscindibile dualit di autorit e responsabilit11.

7 Space Marines, en.wikipedia.


8 Pubblicato nel 1961, con lo stesso titolo del romanzo di Lady Margaret Clay (1849-1915)
sulladolescenza di una trovatella che contiene pure scene di mesmerismo (Sampson Low,
Marston, Searle & Rivington, 1882). Joseph Pritchard, Quicklet on Robert Heinleins
Stranger in a Strange Land, Hyperink 2012. V. Stranger In A Strange Land in en.wikipedia.
9 Abbe A. Debolt, James S. Baugess (Eds.) Encyclopedia of the Sixties: A Decade of Culture
and Counterculture, Greenwood, 2011
10 M. Keith Booker, Anne-Marie Thomas, The Science Fiction Handbook, Wiley-Blackwell,
2009.
11 R.A. Heinlein, Take Back Your Government, Phoenix Pick, 2012.

774

Future Wars

E sulla efficacia di un sistema


politico che fa delle persone
disposte a battersi in favore del
prossimo le colonne del sistema,
invece che potenziali oppositori12.
Condizione di cittadinanza
politica, il servizio federale accetta chiunque ne esprima il desiderio (pur favorendo in ogni modo
la rinuncia) e sia disposto a servire per due anni o a oltranza in
caso di necessit. Servizio
disprezzato dalla maggioranza
della popolazione, che preferisce
la condizione giuridica di residente legale [come la civitas sine
suffragio dellantica Roma o la
condizione attuale dei Portoricani:
del resto gi nel 1960 meno del
63% degli aventi diritto si recava
alle urne]. Ed cos che il protagonista, Juan Rico, ricchissimo rampollo
di una famiglia filippina in pieno conflitto generazionale col padre,13 decide, dopo il diploma, di seguire i suoi due migliori amici arruolandosi per
quello che crede essere un breve periodo. Privo delle capacit di Carl
(destinato alla Ricerca & Sviluppo) o delle attitudini matematiche tipicamente femminili che favoriscono larruolamento in Marina di Carmen,
Juan finisce tra gli scimmioni14 della Fanteria Mobile, versione futuribile della poor bloody infantry, un corpo (comunque selezionato) schierato
spesso per singoli plotoni, dotato di tute che sono una caratteristica imprescindibile della storia. Le tute potenziate15, del peso di circa 900 chilo12 Donald M. Hassler, Clyde Wilcox (Eds), Political Science Fiction, University of South
Carolina Press, 1997.
13 T. D. Clareson, J. Sanders, The Heritage of Heinlein, McFarland, 2014.
14 Termine colloquiale per indicare i fanti spaziali, nel testo
15 M. Rayner, If Research were Romance and other implausible conjectures, lulu.com, 2013.
Storia della distopia militare

Starship Troopers

775

grammi, sono un ambiente autosufficiente corazzato in grado di monitorare le condizioni fisiche del soldato e, eventualmente, somministrare le
prime cure, dotate di amplificatori di potenza muscolare (usati per il
movimento tattico a balzi e il combattimento), di propulsori di volo, di
sensori infrarossi e radar, giroscopi, radio, lanciafiamme, lanciarazzi e
lanciamine, nonch armamenti accessori che includono testate atomiche e
gas nervino impiegabili a discrezione del singolo fante.
I nemici sono brutti (ma sul serio!) e attaccano proditoriamente distruggendo Buenos Aires (anche se in verit n il protagonista n lautore
esprimono giudizi morali su popoli semplicemente diversi che, al pari
dellUomo, seguono limperativo di espandersi16) e se gli Skinnies17 sono
semplicemente diversi, ma pur sempre umanoidi, i Bugs sono artropodi
ovipari orribilmente simili a giganteschi ragni ma di tipo sociale, divisi in
caste come le formiche e come loro usi a costruire le proprie comunit
sottoterra, guidati da cervelli e regine attraverso una mente-alveare (una
immagine classica della fantascienza dellepoca, normalmente interpretata
come una rappresentazione del comunismo, soprattutto in versione cinese18). Questa eterogeneit tra gli alleati verr sfruttata, concentrandosi sul
pi debole e meno alieno, anche attraverso una campagna di raid punitivi
che porter ad un repentino cambio di fronte ( spontaneo il parallelo con
la strategia alleata del 1942-43 in Europa, e i terribili bombardamenti
punitivi sullItalia a cavallo dellarmistizio; purtroppo, gli Alleati furono
molto meno attenti dei fanti mobili nellevitare vittime civili19).
La narrazione ricalca poi schiettamente gli stilemi delle storie di guerra
americane dellepoca ed fatta di maestri ed istruttori duri ma giusti, bravi
ragazzi che risolvono le loro questioni allantica, stringendosi poi la mano
senza rancore, adolescenti che diventano veri uomini acquisendo sicurezza in s stessi, battaglie vinte e perse narrate sempre dalla prima linea

16 J. Weldes, To seek out new worlds: exploring links between Science Fiction and World Politics, Palgrave Macmillan, 2003
17 Per inciso, lo stesso appellativo era usato dagli americani di UNOSOM in Somalia per indicare i locali.
18 V. Science Fiction Films, encyclopedia.com
19 Recensione di Richard Owery, The Bombers and the Bombed, New York Times, 23
March 2013 (online).

776

Future Wars

(perch nella Fanteria Mobile tutti si lanciano e tutti combattono, compresi il cuoco e il gatto del Vecchio), amici che non tornano a casa, sacrificio e cameratismo, una commovente riunione familiare, e brevi flash
sulla situazione strategica, marciando verso limmancabile vittoria finale,
il tutto descritto da una penna davvero magistrale20.
La popolarit dellopera, oltre a garantirle spazio nei cataloghi a
tuttoggi, ha originato una lunga serie di adattamenti ed ispirazioni: dal
tradizionale wargame omonimo21 pubblicato nel 1976 dalla storica casa
editrice Avalon Hill (che ha poi pubblicato nel 1997 Starship Troopers:
prepare for battle!, ispirato al film), al regolamento per miniature tridimensionali e al RPG22 pubblicati da Mongoose nel 2005, dal libro-game
(un testo interattivo che offre al lettore la possibilit di influenzare lo sviluppo della storia proponendo periodicamente scelte multiple) Shines the
Name23 ad una trilogia cinematografica (molto liberamente ispirata ma, col
terzo film, capace almeno di proporre una gradevole allegoria delle difficolt di una societ materialistica nel contrapporsi a un nemico ideologizzato) poi proseguita con un film di animazione24, dal merchandising connesso ai film ai videogiochi25, alle serie televisive a cartoni animati di
produzione giapponese o americana26 e ai fumetti.
Limpatto indiretto certamente stato ancora maggiore: Armor di John
Steakley interamente dedicato alle tute potenziate quanto The Forever
War di Joe Haldeman la visione speculare di ST, il popolarissimo franchise di anime giapponesi Gundam ispirato a ST per espressa ammissione del suo creatore Yoshiyuki Tomino, il successo della serie di videogiochi Halo, la saga letteraria di John Ringo Legacy of the Aldenata sono
incentrati su temi evidentemente ispirati a Heinlein, quanto la serie

20 G. E. Slusser, Robert A. Heinlein: stranger in his own land, Borgo Press, 2008.
21 Starship Troopers in boardgamegeek.com.
22 Starship Troopers: The Roleplaying Game, in en.wikipedia.
23 Mark Acres, Shines the Name, Ace, 1987
24 Starship Troopers, (1997), ST 2: Hero of the Federation, (2004) e ST 3: Marauder, (2008),
Starship Troopers: Invasion, (2012)
25 Starship Troopers Games, mobygames.com.
26 animenewsnetwork.com encyclopedia anime.php?id=4136; Roughnecks: Starship
Troopers Chronicles en.wikipedia
Storia della distopia militare

Starship Troopers

777

Carrera di Tom Kratman si ispira ai principi filosofici espressi in ST. In


generale, ST ha dato origine ad un genere letterario in cui la vita militare
viene rappresentata con dettaglio e, a volte, realismo e con ragione, ST
la sola opera di fantascienza oggi presente nelle liste di letture di quattro
accademie militari americane.
Infatti, Starship Troopers segna la nascita di un nuovo genere di fantascienza, quella militare, figlia della Space Opera permeata di sense of
wonder ma, al contrario di questa, dedicata soprattutto allo sforzo collettivo dellUomo che fa la Storia, e non pi al ruolo del superuomo archetipico che affronta e risolve di volta in volta la sfida. Gli autori del genere
sono spesso veterani che si dedicano a trasfondere nelle storie la propria
esperienza dellambiente militare dando, spesso, risalto alla interazione
dei protagonisti col sistema e speculando sullimpatto di tecnologie prossime o futuribili sulla guerra e la sua conduzione.
La fantascienza, per soprattutto narrativa di anticipazione. Un aneddoto apocrifo attribuisce lidea della struttura del ponte di comando dei
sottomarini nucleari americani a quella inventata per il set dellastronave
Enterprise nel popolare telefilm Star Trek, e certamente il raggio della
morte, per definizione il simbolo della fantascienza, in via di schieramento27. E ormai anche il tempo della Fanteria Mobile si avvicina.
Lesoscheletro potenziato28, inteso come strumento di potenziamento della
forza e capacit di trasporto delluomo nella logistica e sul campo29, allo
studio da tempo (su impulso della DARPA con XOS si Sarcos come in
quello medico), ma ormai i progetti per proteggere e concedere nuove
capacit al fante vanno ben oltre: dalla High Performance Fighting
Uniform di Blackhawk, che promette di fermare autonomamente le perdite di sangue pi massicce, alla programma italiano Forza NEC30 che integra ogni combattente nella rete di comunicazione durante limpiego, dagli
HUD per i fanti coreani fino alle Iron Man suits dei progetti TALOS31
e XOS2.
27 laser weapons directed energy Lockheed, Defensenews, 15 March 2016.
28 Powered Exoskeleton, en.wikipedia.
29 G. I. smash. Army tests Hulk, Robotic Exoskeleton, in cnet.com / news.
30 Forza NEC in esercito.difesa.it.
31 Futuristic Talos delivering immediate benefits, defensemedianetwork.com

778

Future Wars

Storia della distopia militare

779

Non Napoleone, ma un Napoletano

Don Michele Cimorelli, il vero stratega di Austerlitz

di Virgilio Ilari

a fama di Napoleone veramente usurpata. Gi come stratega era


una schiappa (basti pensare alla sua assurda idea di voler vaincre
la mer par la terre che lo port a prendersi la Spanish Ulcer e
correre dal Manzanarre alla Beresina nel disperato tentativo di tappare i
buchi da cui entravano allegramente le merci inglesi1), ma pure come tattico zoppicava assai. Berthier dovette arrampicarsi sugli specchi per sostenere che a Marengo aveva vinto, e Ugo Foscolo, che gi aveva brandito la
cetra, la rimise prudentemente nel cassetto2. Oltre a farlo nero alla Beresina, Kutuzov vinse pure alla Moscova, essendo rimasto padrone del campo.
Leroica batteria russa di evardino, quella da cui vide la battaglia Pierre
Bezuchov, era comandata da un napoletano, il leccese Roberto Winspeare
(1781-1846)3, e, come scoperse don Benedetto4, fu un altro napoletano,
don Michele Cimorelli da Isernia (m. 1848), il vero vincitore ad Austerlitz.
Lamicizia tra limperatore e don Michele era di antica data. Avevano
studiato insieme a Brienne, ma Nabulio la paille au nez con poco profitto: era nu guaglione dingegno ma poco le ne traseva n cuorpo. Alla
fine, grazie alle ripetizioni del molisano, ce la fece pure lui: ma era ingrato
e rissoso (E io le naggio date e punie). Sulle vicende successive don
Michele rimase sempre molto riservato5, ma si sapeva che limperatore lo
1 Ilari, Il sistema continentale, dic. 2014, online su academia.edu.
2 Ilari, Risk N. S. N. 14, pp. 66-71 (Liberal XI, N. 58, settembre-ottobre 2010).
3 Ilari, Maurizio Lo Re, Piero Crociani, Tatiana Polomochnykh, Markiz Paulucci. Filippo
Paulucci delle Roncole (1779-1849), Acies, Milano, 1984, pp. 409-410.
4 Benedetto Croce, Michele Cimorelli (1892), in Curiosit storiche, 1919, pp. 203-209.
M. Cimorelli, Saggi di belle lettere italiane, Napoli, Dalla Stamperia francese, 1826.
5 Assai versato nella storia contemporanea, la quale conosceva per filo e per segno, e dotato
di vivacissima fantasia, la realizzava dentro di s fino al punto di credersi fisicamente presente agli avvenimenti da esse narrate, e, in quella fisica presenzialit, sentirsi attore e, sovente, eroe. Diletto di immaginazione che non saprei dire se trapassasse in allucinazione

780

Future Wars

consultava sulle decisioni pi importanti. Nel novembre del 1805, mentre


sopra Napoli era tutto un via vai di anglo-russi, sbarc in citt un personaggio importante. Don Miche, isso ti chiama. Ges, che cos accaduto?. Tra pochi giorni si da una grande battaglia: isso ha mandato un
legno a bella posta per condurti da lui. Non c tempo per bagagli e saluti:
Parti come ti trovi: isso vo accuss.
Il racconto prosegue, minuzioso, con la descrizione del viaggio: per
mare fino a Trieste, poi in carrozza con stemma imperiale e ufficiale dordinanza di Napoleone. Arrivato al campo francese, don Michele chiede
alla prima sentinella incontrata add sta isso? e la sentinella risponde in
napoletano Don Miche, iate attuorno. Arriva Napoleone in carrozza con
Berthier. Baci, abbracci e Berthier deve cedere il posto a don Michele. Appena soli, Napoleone gli sussurra: Miche, damme nuocchio a stu campo.
A me la testa non me regge cchi dalla fatica e vado a prendermi un po di
riposo. Tu ordini, disponi, fa tutti i cangiamenti che stimi necessari.
Limperatore si ritira nella tenda e don Michele comincia a ispezionare
il campo, esaminando silenziosamente la disposizione delle truppe per la
battaglia dellindomani. Napoleone naveva fatte ciucciarie!, raccontava stringendo le labbra. Basta: rapidamente egli rettifica il piano di battaglia, fa eseguire parecchi spostamenti di reparti e poi sveglia N. N. ascolta
don Michele, rivisita con lui il campo, osserva i cangiamenti introdotti:
in fondo po, era nomo che capiva, teneva ingegno. Approva ogni cosa
Caro Michele, tu mhai salvato. Intanto nel campo avverso si spargeva la
notizia dellarrivo di don Michele presso N. Gli ufficiali austriaci, allibiti,
esclamano Siamo rovinati! (lespressione era ben altrimenti energica) E
arrivato don Michele. Il giorno seguente si svolse la battaglia e le storie
raccontano della grande vittoria riportata da Napoleone6.

e tranquilla follia o se rimanesse ne confini del consapevole gioco, al cui godimento gli
piacesse talora invitare altri, rappresentando le sie fantasie a modo desperto attore, che
sappia ben eseguire la parte assunta.
6 Croce, op. cit.
Storia della distopia militare

Non Napoleone, ma un Napoletano

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Franois Flameng (1856-1923), Napoleone allievo alla scuola militare di Brienne

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