Poetica Montale
Poetica Montale
Poetica Montale
C4
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ella formazione di Montale confluiscono tendenze opposte che, combinate con la particolare sensibilit delluomo
e del letterato, danno vita a una poetica originale e autonoma.
Nella raccolta Ossi di seppia (1925) si avvertono influenze del
Simbolismo francese, dello sperimentalismo linguistico di Pascoli, della tendenza prosastico-colloquiale dei Crepuscolari, del
lirismo vociano (soprattutto i toni sussurrati di Sbarbaro), del
primo Ungaretti. La poetica di Montale, basata su valori semplici e veri, invece lontana dallestetismo dannunziano, anche se
lo scrittore riconosce a DAnnunzio alcuni meriti: DAnnunzio
nella recente tradizione italiana un poco come Hugo nella sua
posterit francese, da Baudelaire in gi: presente in tutti perch ha sperimentato o sfiorato tutte le possibilit linguistiche e
prosodiche del nostro tempo. In questo senso non aver appreso
nulla da lui sarebbe un pessimo segno.
I manifesti poetici degli Ossi: la coscienza del male di vivere
A differenza di Ungaretti e dei Simbolisti, per i quali la poesia
il solo strumento per conoscere la realt, per Montale essa
non pu offrire aiuto alcuno alluomo, pu essere solo ricerca
e mai raggiungimento della verit, pu rappresentare il dolore
e il male di vivere ma non fornire risposte sui perch della
vita. Pi in particolare, la poesia per Montale pu dare solo una
storta sillaba e secca come un ramo, essere cio scabra ed essenziale, dire solo ci che non siamo e ci che non vogliamo (> Non
chiederci la parola, C4 T133).
Un manifesto di poetica anche la poesia I limoni (> C4
T132). Qui Montale prende le distanze dai poeti-vate, dai poeti
laureati della tradizione, e in particolare dalla raffinata artificiosit di DAnnunzio, che amava citare nomi preziosi di piante
ornamentali. A esse Montale contrappone gli alberi dei limoni,
che crescono negli orti, e che cos assurgono a oggetti-simbolo
di una poesia che aspira alla semplicit. Nel contempo, i limoni evocano, con il loro gusto aspro, la durezza e le difficolt del
vivere e diventano il corrispettivo della concezione montaliana
della vita come catena di eventi di cui non si individua lultimo
segreto, ossia il perch dello stare al mondo.
LE PAROLE
Contingentismo
tienne-mile Boutroux (1845-1921;
Della contingenza delle leggi della
natura, 1874) sottopose a critica
radicale taluni capisaldi della dottrina positivistica della scienza, e
in particolare lassunto secondo cui
ogni fenomeno viene spiegato da
una certa causa (determinismo). Se-
PER LO STUDIO
nellimmagine poetica dei Limoni, diventano i silenzi in cui si vede / in ogni ombra umana che si allontana / qualche disturbata
Divinit. A questo proposito Montale scrive: il miracolo era per
me evidente come la necessit. Immanenza e trascendenza non
sono separabili.
chessa poi ebbe anche da noi, a un giuoco di suggestioni sonore; ma piuttosto a un frutto che dovesse contenere i suoi motivi
senza rivelarli, o meglio senza spiattellarli. Ammesso che in arte
esista una bilancia tra il di fuori e il di dentro, tra loccasione e
lopera-oggetto bisognava esprimere loggetto e tacere loccasione-spinta. Un modo nuovo di immergere il lettore in medias res
[al centro dellargomento], un totale assorbimento delle intenzioni nei risultati oggettivi (da Intervista immaginaria, cit.).
La tensione metafisica delle Occasioni
Le occasioni nascono a Firenze, negli anni della massima fioritura dellErmetismo, e risentono del mutato atteggiamento interiore del poeta: se in Ossi di seppia la tematica del male di vivere trova il corrispettivo in una realt arida e in un linguaggio
scabro e petroso, qui traduce il dramma dellintellettuale che
vive con sgomento le vicende politiche del proprio paese (il totalitarismo del regime fascista) e si chiude nella torre davorio
della letteratura.
A differenza degli Ermetici, tuttavia, Montale animato dalla
volont di condividere con gli altri la percezione angosciosa della realt; nellisolamento dellartista egli vede uneco del fatale
isolamento di ciascuno di noi. Diversamente dal poeta romantico e decadente, per il quale la poesia magica creazione di
unaltra realt, evasione in un universo possibilmente migliore
di quello in cui si costretti a vivere, egli si orienta verso una
poesia non realistica, non romantica e nemmeno strettamente
decadente, che molto allingrosso si pu dire metafisica. Io sono
nato in quel solco egli afferma . Tutta larte che non rinunzia
alla ragione, ma nasce dal cozzo della ragione con qualcosa che
non ragione, pu anche dirsi metafisica, ovvero incline a interrogarsi sul senso dellesistere e del morire (Montale, 1976). In
altre parole, si conferma il carattere innovativo delle sue scelte
nei confronti della tradizione: la poesia uno strumento per decifrare pi a fondo la discontinuit e le contraddizioni che sono
proprie del mondo in cui viviamo. La ricerca del varco che apra
a soluzioni meno deterministiche si ripropone attraverso fulminee illuminazioni indagabili solo con gli strumenti della ragione
e del dubbio.
Le occasioni
La poesia delle cose, che cala le emozioni in oggetti e situazioni reali senza che vi sia effusione da parte dellio lirico, si
far sempre pi ardua e difficile nel passaggio dalla prima alla
seconda raccolta. In Le occasioni (1939) la parola rimanda alloggetto ma, essendo taciuto lo stato danimo che allorigine della
poesia (loccasione-spinta), non sempre facile per il lettore risalire al significato che quelloggetto suggerisce. Montale ne d
la seguente definizione: non pensai a una lirica pura nel senso
Filippo De Pisis, Grande natura morta, 1944. Milano, Civico Museo dArte
Contemporanea.
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a difendere i valori etici spesso calpestati da forze irrazionali, come quelle del nuovo Lucifero che agiter le sue ali sulle capitali
dellOccidente (angosciante previsione della guerra nucleare).
Montale, consapevole della crisi della civilt occidentale che
rende improponibile la poesia stessa, sceglie per un quindicennio la strada del silenzio poetico.
Il tramonto dei valori e Satura
Il tema della catastrofe dei valori, gi emerso nella Bufera, ritorna in Satura (1971); nei versi Lalluvione ha sommerso il pack dei
mobili (> C4 T135), lalluvione che nel novembre del 1966 colp la
citt di Firenze diventa emblema della fine dei valori umanistici e del tramonto di unepoca: il poeta constata di aver saputo
mantenere la propria identit poetica. Lironica e disincantata
saggezza montaliana si esprime con quella pungente corrosione tipica delle raccolte degli anni Settanta (> Approfondimenti,
p. 1709).
ancora possibile la poesia?
Se labbassamento di tono e di registro stilistico riprende le tendenze coeve della Neoavanguardia, le raccolte degli anni Settanta confermano la coerente ricerca, anche se vana, di una via
di scampo per luomo nella societ di massa. quanto testimonia anche il discorso tenuto allAccademia di Svezia in occasione
del conferimento del Nobel (1975) dal titolo ancora possibile
la poesia? Per Montale la funzione della poesia strettamente
connessa al bisogno dellumanit di trovare un significato alla
propria vita sulla Terra e allora, se per poesia sintende quella
che rifiuta con orrore il termine di produzione, quella che sorge
per miracolo e sembra imbalsamare tutta unepoca e tutta una
situazione linguistica e culturale, allora bisogna dire che non c
morte possibile per la poesia.
PER LO STUDIO
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LE PAROLE
Alluvione di Firenze del 1966
Lalluvione che colp Firenze e la
Toscana nella notte tra il 3 e il 4
novembre del 1966 suscit grande
emozione in tutto il mondo, non
solo per la morte di trentaquattro
persone, ma anche perch provoc
danni incalcolabili al patrimonio
artistico e bibliotecario della citt