Diritto Del Lavoro - Riassunto Carinci Treu 8a Edizione
Diritto Del Lavoro - Riassunto Carinci Treu 8a Edizione
Diritto Del Lavoro - Riassunto Carinci Treu 8a Edizione
Per trovare la prima legge che si faccia carico direttamente della disciplina del
rapporto individuale di lavoro bisogna aspettare il D.Lgs 112/1919, sostituito poi dal
R.D.L 1825/1924. Vede, dunque, luce una disciplina, limitata al solo lavoro
impiegatizio.
Il principio fondamentale della parit formale dei contraenti legittimati a trovare
autonomamente e liberamente il punto di compromesso dei loro interessi, viene
rimesso in discussione, per tenere conto della disparit sostanziale tra datore di lavoro
e lavoratore, sia sul mercato del lavoro, sia nellimpresa.
La debolezza del lavoratore correlata anzitutto allessere il suo reddito fonte
esclusiva o prevalente di sostentamento per lui e la sua famiglia, tale da porlo in uno
stato di inferiorit nel momento in cui deve trattare condizioni e termini della sua
assunzione con il datore. La debolezza sul mercato del lavoro si prolunga in quella
esistente nel corso dello svolgimento del rapporto, contraddistinto da una soggezione
al datore di lavoro fornito di un potere direttivo e di un potere disciplinare, allorigine
tendenzialmente illimitati.
Il diritto del lavoro, quindi, si caratterizza come DISEGUALE, tendente a riportare un
minimo di equilibrio tra le parti dotate di un ben diverso potere nella conclusione del
contratto e nella conduzione del rapporto.
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COSTITUZIONE
LEGISLAZIONE POST-COSTITUZIONALE
STAGIONE PATERNALISTA-INDIVIDUALISTA: In un breve arco di anni vengono varate
varie leggi, di cui alcune destinate a durare fino ai nostri giorni. Vi logica e la
prospettiva di costruire reti di protezione a favore dei lavoratori, visti e vissuti come
singoli. Alcune leggi a riguardo:
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Legge VIGORELLI: recepimento del decreto dei contratti collettivi, per garantire
minimi di trattamento economico e normativo a tutti i lavoratori
L. 264/1958: lavoro a domicilio
L.1369/1960: intermediazione di manodopera
L.230/1962: contratto a termine
L.7/1973: divieto di licenziamento per causa di matrimonio
Le difficolt di qualificazione del rapporto, hanno favorito lassunzione, tra gli indici
giurisprudenziali, quale criterio sussidiario, quello del NOMEN IURIS (qualificazione
giuridica) eventualmente attribuito dalle parti al rapporto stesso. Il nomen iuris prima
veniva ignorato, facendo discernere dalla pacifica premessa della tassativit del tipo
lavoro subordinato la conseguenza che lesatta qualificazione del rapporto spetta al
giudice e che va considerata irrilevante la volont delle parti di sottrarre in tutto od in
parte alla disciplina correlata a quel tipo di rapporto.
Quando le parti dichiarano di voler escludere lelemento della subordinazione, non
possibile, specie nei casi caratterizzati dalla presenza di elementi compatibili con luno
e laltro tipo di rapporto, pervenire ad una diversa qualificazione se non si dimostra
che in concreto il detto elemento della subordinazione si sia di fatto realizzato nel
momento del rapporto medesimo.
La Corte richiama linterprete ad una valutazione pi corretta e rigorosa dellelemento
intenzionale, di cui esclude lincompatibilit con il principio che vuole la qualificazione
saldamente agganciata alle oggettive modalit di svolgimento del rapporto.
Qualificatoria
Assistenza, sia nel programma, che nella scelta del tipo.
solo
alla
tutela
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LAVORO NAUTICO: vi una regolamentazione rigorosa per tutte le fasi del rapporto.
Controlli per quanto riguarda lidoneit professionale dei lavoratori, liscrizione in
appositi albi o matricole quale presupposto indispensabile per lassunzione, ecc. Tutto
questo perch vi un interesse pubblico alla sicurezza nella navigazione.
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Le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro sono assunte in via
esclusiva dagli organi preposti con i poteri del privato datore di lavoro.
IL DATORE DI LAVORO
Ci si riferisce alla generalit dei soggetti capaci di intendere e volere, quindi ci si
riferisce a persone fisiche, giuridiche, private oppure pubbliche.
Distinzione tra datore imprenditore e non imprenditore. Questultimo titolare di
unattivit organizzata a fini non lucrativi, esclusi dallambito di applicazione di
importanti normative di tutela del lavoro subordinato: disciplina delle integrazioni
salariali e sostegno allattivit sindacale nei luoghi di lavoro.
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Tale obbligo deve essere assolto prima dellinizio dellattivit. Ulteriore adempimento
la consegna al lavoratore di una copia della comunicazione di instaurazione del
rapporto di lavoro.
Molti contratti collettivi del settore privato prescrivono la forma scritta del contratto di
lavoro, ma dubbio che questa sia richiesta per la validit del negozio. La forma
scritta disposta ad esclusiva garanzia del lavoratore. Anche per quanto riguarda le
PA, questa tende a soddisfare il proprio interesse alla certezza dei rapporti giuridici in
essere, ricorrendo anchessa alla forma scritta.
Casi di forma VINCOLATA:
testimoniale, salvo che il documento non sia andato perso senza propria colpa.
Alcuni esempi:
o Lavoro ripartito
o Lavoro intermittente
o Lavoro a progetto
Esempio: la carenza della forma scritta della clausola appositiva di termine, ma anche
lassenza di indicazione della ragione tecnica, produttiva, 0rganizzativa o sostitutiva
che consente il ricorso a questa particolare tipologia di rapporto, determina la
conversione del contratto a termine in contratto a tempo indeterminato.
La forma scritta prevista anche per il lavoro sportivo, a pena di nullit.
CLAUSOLA DI PROVA
Ai sensi dellart.2096 CC, il contratto di lavoro pu prevedere un periodo di prova,
durante il quale ciascuna delle parti pu recedere senza obbligo di preavviso e al
termine del quale lassunzione diviene definitiva e il servizio prestato si computa
nellanzianit di servizio del prestatore di lavoro.
Il periodo di prova apponibile anche al contratto di lavoro somministrato.
FORMA: lassunzione del prestatore di lavoro per un periodo di prova deve risultare da
atto scritto. Vi la necessit dellatto scritto fin dallinizio del rapporto. richiesta
anche lindicazione specifica delle mansioni assegnate.
OGGETTO: il patto di prova strutturalmente finalizzato alla verifica della capacit
professionale e della complessiva personalit del lavoratore in relazione alle mansioni
affidare ed al contesto aziendale in cui sono destinate a svolgersi. Le parti sono tenute
ad effettuare il previsto esperimento. Ci consente una valutazione dinamica
dellattitudine professionale e delle qualit personali del lavoratore.
DURATA: lordinamento impone la predeterminazione della durata massima della
prova, normalmente stabilita dai contratti collettivi in misura non superiore ad un
semestre e differenziata per operai ed impiegati. Vi un limite legale alla prova, con la
conseguenza che, anche a volerla prolungare, il rapporto acquister comunque una
stabilit, una volta trascorso il semestre.
RECESSO: il recesso datoriale non richiede preavviso e sussistenza di presupposti
giustificativi (=motivi), con conseguente discrezionalit della valutazione sottesavi. Il
giudice, comunque, pu dichiarare linvalidit del recesso ogni qualvolta il lavoratore
dimostri che allo scioglimento unilaterale del vincolo negoziale abbia concorso un
motivo non attinente alla prova, quindi illecito (nei fatti, mancato un esperimento
adeguato). Effetto: prosecuzione dellesperimento fino alla scadenza del termine, o il
risarcimento del danno.
TRATTAMENTO: la disciplina legislativa del rapporto in prova non differisce da quella
del rapporto definitivo, atteso lorientamento della giurisprudenza costituzionale che
riconosce al lavoratore in prova il normale trattamento economico e normativo,
compreso il diritto allindennit di anzianit.
NATURA: condizione sospensiva potestativa.
Somministrazione
Intermediazione
Ricerca e selezione del personale
Supporto alla ricollocazione professionale
SANZIONI: lesercizio non autorizzato delle predette attivit punito con sanzioni
penali di natura contravvenzionale (arresto e multa).
PRECEDENZE:
SANZIONI PER LE VIOLAZIONI DELLE PRECEDENZE: trasformazione del part-time in fulltime. Si riconosce al lavoratore pretermesso il diritto di risarcimento del danno in
misura corrispondente alla differenza tra limporto alla differenza tra limporto della
retribuzione percepita e quella che gli sarebbe stata corrisposta a seguito del
passaggio a tempo pieno nei sei mesi successivi a detto passaggio. Il lavoratore
pretermesso avr il diritto al risarcimento del danno da responsabilit contrattuale.
LISTE DI COLLOCAMENTO ANCORA VIGENTI:
DI
MANODOPERA
FORMATEMP
EBITEMP
EBIREF
DISTACCO
Consiste nellinvio di un dipendente (DISTACCATO) da parte del suo datore
(DISTACCANTE) presso un diverso soggetto (DISTACCATARIO), con il permanere della
titolarit del rapporto e dellobbligo retributivo e contributivo in capo al distaccante e
lassoggettamento del distaccato ai poteri direttivo, di controllo ed eventualmente
disciplinare del distaccatario. Si tratta di una ipotesi di somministrazione di lavoro
lecita.
Il distacco veniva considerato un atto di gestione datoriale non rientrante nella
fornitura vietata di manodopera. Esso trova oggi disciplina nellart.30 del
D.Lgs.276/2003. Questo articolo non applicabile alle PA.
Lo schema sempre quello della TRINAGOLAZIONE.
REQUISITI DI LICEITA: il distacco ammesso quando il datore distaccante, per
soddisfare un proprio interesse, pone temporaneamente un proprio lavoratore (o pi di
uno) a disposizione di un altro soggetto per lesecuzione di una determinata attivit
lavorativa, pur rimanendo direttamente responsabile del trattamento economiconormativo a favore del lavoratore nonch dei fatti illeciti che questultimo commetta. Il
distaccante definito genericamente come datore di lavoro, consentendo il distacco
anche da parte di lavoratori non imprenditori. La prestazione del lavoratore distaccato
deve essere determinata. Si ritiene legittimo che il distaccante riceva dal distaccatario
un rimborso, che per non pu eccedere i costi retributivi e contributivi del distaccato.
Il distaccante mantiene il potere di richiamare presso s il distaccato in qualunque
momento, qualora venga meno linteresse al distaccato.
SANZIONE PER DISTACCO
somministrazione illecita.
ILLECITO:
sanzione
civile
che
colpisce
la
LIMITI:
Nellambito dei gruppi societari vige il principio secondo cui la fornitura di lavoro altrui
oltre i limiti legali comporta la conversione del rapporto lavorativo alle dipendenze
delleffettivo beneficiario, cio dellutilizzatore, nel cosa di somministrazione
illegittima, o del committente, nel caso di appalto che risulti privo dei requisiti per
essere considerato effettivamente tale.
IMPIEGATI E OPERAI
La distinzione tra impiegati e operai ha fondamento nel R.D.L 1825/1924, c.d. legge
sullimpiego privato (rivista del diritto del lavoro).
IMPIEGATO: colui che svolge attivit professionale, con funzioni di collaborazione, tanto
di concetto che di ordine, eccettuata ogni prestazione che sia solamente di
manodopera. Il criterio della professionalit e della non manualit non bastava.
Il superamento della distinzione tra operai e impiegati si avviato dalla tornata
contrattuale del 1973. Lunificazione dei metodi di classificazione e di valutazione
retributiva del lavoro si realizzata con il c.d. inquadramento unico.
DIRIGENTI
I dirigenti sono sottratti allapplicazione di una serie di norme protettive in materia di:
orario di lavoro, limiti alla disciplina del lavoro a termine. La contrattazione collettiva
ha stabilito condizioni tradizionalmente pi favorevoli rispetto agli impiegati ed operai
nella maggior parte degli istituti, dalla retribuzione, al preavviso, ai c.d. fringe benefits
(es. macchina aziendale). I dirigenti hanno infine un trattamento previdenziale distinto
e pi favorevole delle altre categorie.
Il dirigente colui che costituisce lalter ego dellimprenditore, preposto alla direzione
dellintera impresa o di un ramo importante e autonomo di questa ed provvisto a tal
fine di piena autonomia, nellambito delle direttive generali dellimprenditore.
QUALIFICA CONVENZIONALE: lidentificazione del dirigente non pu basarsi su criteri
astratti e generali, ma deve risultare da unanalisi delle funzioni presenti in una data
organizzazione dimpresa, in comparazione tra di loro e con funzioni in imprese simili,
per individuare il senso delle scale classificatorie attuate.
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QUADRI
Sono quei lavoratori che, pur non appartenenti alla categoria dei dirigenti, svolgono
funzioni con carattere continuativo di rilevante importanza ai fini dello sviluppo e
dellattuazione degli obiettivi dellimpresa (art.2095 CC). Il legislatore affida alla
contrattazione collettiva il compito di stabilirne i requisiti di appartenenza in relazione
a ciascun ramo di produzione o alla particolare struttura organizzativa dellimpresa.
Vi per la generale difficolt di delimitare la figura dei quadri. I sindacati confederali
tendono a contenere la categoria. La Corte Costituzione ha affermato che rientrano
sempre nellambito impiegatizio, anche se in senso lato. Vi quindi un riconoscimento
sul piano legislativo, ma non sul piano sindacale.
MANSIONI E QUALIFICA
PRINCIPIO DI CONTRATTUALITA delle mansioni (art.2103 CC): il lavoratore deve essere
adibito alle mansioni per le quali stato assunto.
Lindividuazione delle mansioni e della qualifica avviene di norma secondo la tipologia
definita dalla contrattazione collettiva. influenzata in modo decisivo dalla situazione
sottostante al rapporto: posizione professionale del lavoratore, condizioni
organizzative dellazienda e del mercato del lavoro.
In mancanza di una indicazione precisa delle mansioni, il punto di riferimento per
valutare la qualifica saranno le mansioni effettivamente svolte in modo stabile
nellorganizzazione del lavoro. Lidentificazione in concreto della qualifica costituisce
cos motivo frequente di controversie. I parametri cui riferirsi per individuare sulla base
di analogie-difformit linquadramento opportuno nel caso concreto, dovranno
desumersi dalla stessa contrattazione.
Base della valutazione sono le MANSIONI OGGETTIVE dedotte dal rapporto, non
direttamente le caratteristiche professionali del lavoratore.
La QUALIFICA SOGGETTIVA del lavoratore, intesa come somma delle capacit personali
professionali, di per s priva di rilevanza giuridica nel nostro ordinamento.
Nulla vieta che un lavoratore provvisto di una certa qualifica professionale sia assunto
in mansioni e qualifiche diverse, anche inferiori. Una parziale eccezione presente in
certi settori (il titolo di studio diventa rilevante).
Nulla vieta che le mansioni di assunzione siano POLIVALENTI o promiscue. La
polivalenza tende ad essere favorita nella prassi aziendale e nella contrattazione
collettiva nellinteresse di ambedue le parti: una maggiore flessibilit del lavoro e
minore ripetitivit dei compiti. La particolare prestazione concordata deve avere una
collocazione giustificabile nellorganizzazione aziendale, ex art.13 St.Lav. Nel caso di
mansioni promiscue, la giurisprudenza ritiene di far riferimento alle mansioni di fatto
prevalenti. Il criterio quantitativo va combinato con quello qualitativo in unottica di
flessibilit e di maggiore attenzione alle caratteristiche concrete dellorganizzazione
aziendale del lavoro.
La qualifica costituisce la posizione giuridica fondamentale del lavoratore da cui deriva
una serie di doveri/diritti inerenti il rapporto di lavoro. Le categorie (operai, impiegati,
quadri e dirigenti) si determinano sulla base delle mansioni e delle qualifiche e
consentono di individuare alcuni aspetti del trattamento normativo del lavoratore, sia
esso stabilito su base legislativa o su base contrattuale.
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DISCIPLINA
UNICO
CONTRATTUALE
DELLE
QUALIFICHE:
INQUADRAMENTO
Superamento parziale della divisione fra operai e impiegati, con ladozione di una
scala di classificazione unificata. Si ridusse notevolmente il numero delle categorie
contrattuali di inquadramento, LIVELLI, in cui si raggrupparono le varie mansioni a fini
retributivi e si attu un parziale cambiamento delle tecniche di inquadramento.
La classificazione si realizz attraverso DECLARATORIE generiche, con la descrizione di
una serie di profili professionali diretti a specificare le declaratorie secondo gruppi di
mansioni professionalmente omogenee ed infine con la ESEMPLIFICAZIONE di singole
mansioni rientranti nei vari livelli.
Il sistema di inquadramento unico ha mantenuto il significato prevalente di
riaggiustamento classificatorio, di riduzione di differenziali salariali e di perequazione
normativa tra operai e impiegati.
Una innovazione pi netta stata introdotta dai primi anni 90 in quei contratti di
categoria che hanno riformato il sistema classificatorio. In particolare il contratto dei
chimici, ha sostituito i tradizionali livelli di inquadramento con nuove aree
professionali, minori di numero e pi ampie di contenuto, allinterno delle quali sono
previste varie posizioni organizzative, con trattamento retributivo differenziato,
graduate al loro interno sulla base di parametri flessibili di tipo professionale, in cui
saranno inquadrati i lavoratori sulla base delle declaratorie e dei profili professionali.
Questa evoluzione contrattuale incide anche sul sindacato giudiziale e sui diritti del
singolo lavoratore allinquadramento. Il controllo giudiziale tradizionalmente
ammesso per verificare la congruenza fra le mansioni concrete del singolo e la relativa
classificazione, non invece sulle regole di classificatorie come tali che rientrano,
invece, nella insindacabile competenza dellautonomia collettiva.
modifica delle mansioni: a mansioni equivalenti, inferiori o superiori, anche nel senso
di ridurre le differenze tra lavoro pubblico e privato.
Un filone giurisprudenziale giunge a legittimare il mutamento in pejus delle mansioni
su mera richiesta del lavoratore per soddisfare un proprio interesse non ulteriormente
qualificato.
IL DOVERE DI OBBEDIENZA
la conseguenza della posizione di soggezione giuridica del lavoratore a fronte del
diritto potestativo, noto come potere direttivo e previsto dallart.2104 CC, di cui
titolare il datore di lavoro.
Lobbedienza implica losservanza delle disposizioni impartite dallimprenditore e dai
suoi collaboratori dai quali il lavoratore dipende per lesecuzione e per la disciplina del
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Lavori agricoli
Industrie di ricerca e coltivazione di idrocarburi
LAVORO STRAORDINARIO
Consiste nel lavoro prestato oltre lorario normale settimanale di lavoro fissato dalla
legge.
Nel sistema originario, il lavoro straordinario era quello eccedente il limite delle 48 ore
settimanali o delle 8 ore giornaliere, limitato a 12 ore settimanali e 2 ore giornaliere.
Dopo il D.Lgs.66/2003, con labbassamento del limite settimanale a 40 ore, con
conseguente abbassamento della soglia oltre la quale computare lo straordinario
legale, sono venuti meno il tetto giornaliero e settimanale al lavoro straordinario.
LIMITI AL LAVORO STRAORDINARIO: viene puntualizzato nel decreto che il ricorso al
lavoro straordinario deve essere contenuto. Ma vi sono anche dei limiti quantitativi e
procedurali allo svolgimento di lavoro straordinario. Questo, sommato al lavoro
normale, deve essere contenuto entro il limite massimo settimanale di orario stabilito
dai contratti collettivi, senza eccede, in ogni caso, le 48 ore calcolate come media.
Resta fermo che la prestazione lavorativa giornaliera, a qualsiasi titolo svolta, non
potr mai superare il limite indiretto giornaliero delle 12 ore e 50 minuti.
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Entro il limite legale massimo settimanale, i contratti collettivi sono liberi di regolare le
modalit di esecuzione delle prestazioni di lavoro straordinario, anche prevedendo
lobbligo del lavoratore di effettuare ore di lavoro straordinario richieste dal datore,
fatto salvo solo un giustificato motivo di rifiuto.
In mancanza di disciplina collettivo, il ricorso al lavoro straordinario ammesso solo se
la richiesta del datore corredata dal consenso del lavoratore e nel limite massimo di
250 ore annuali. Il lavoro straordinario pu essere richiesto per esigenza
tipologicamente e tassativamente predeterminate:
La regola vuole che il riposo vada fruito in modo consecutivo. Si pu derogare questa
regola per le attivit caratterizzate da periodi di lavoro frazionati durante la giornata o
da regimi di reperibilit.
Lo stesso decreto riconosce al lavoratore, quando lorario ecceda le 6 ore, per
levidente e dichiarata finalit di recupero delle energie psico-fisiche e di eventuale
consumazione del pasto, nonch per attenuare il lavoro monotono e ripetitivo, un
intervallo per la pausa, le cui modalit e collocazione temporale, sono stabilite dalla
contrattazione collettiva.
La legge impone una pausa minima di dieci minuti.
Il decreto richiede che la pausa sia collocata tra linizio e la fine di ogni periodo
giornaliero di lavoro. La pausa non pu essere collocata n in corrispondenza dellinizio
n della fine della giornata lavorativa.
RIPOSI SETTIMANALI: il diritto al riposo settimanale trova specifico ed espresso
riconoscimento sia a livello comunitario, nelle fonti internazionali, sia nella nostra
Costituzione, allart.36, dove il 3 comma ne sancisce lirrinunziabilit.
PERIODICITA E CONSECUTIVITA DEL RIPOSO SETTIMANALE: principi base confermati
dal D.Lgs.66/2003. Il lavoratore ha diritto ogni sette giorni ad un periodo di riposo di
almeno 24 ore consecutive, e di regola coincidenza con la domenica. La tutela stata
rafforzata, con la Direttiva comunitaria, del cumulo del riposo settimanale con le 11
ore di riposo giornaliero, garantendo cos al lavoratore 35 ore di riposo consecutive
settimanali.
Vi sono alcune deroghe: la norma legittima periodi di lavoro anche superiori ai 6 giorni
consecutivi, a patto, per, di garantire nellambito dei 14 giorni di calendario almeno 2
riposi, ciascuno di 24 ore consecutive. Ulteriori deroghe riguardano:
Le attivit di lavoro a turni ogni volta che il lavoratore cambia turno o squadra
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FERIE
Il diritto del lavoratore ad un periodo annuale di ferie retribuite riconosciuto dalla
Costituzione allart.36, comma 3. Vi anche il riconoscimento legislativo nel
D.Lgs.66/2003. La ratio ricollegabile non solo ad una funzione di corrispettivo
dellattivit lavorativa, ma anche al soddisfacimento di primarie necessit fisiche e
psicologiche. La loro durata minima fissata in 4 settimane, elevabile dai contratti
collettivi.
Il periodo di ferie annuale: esso spetta entro lanno. Viene introdotto il principio della
INTROANNUALITA delle ferie, sancito dalla Corte Costituzionale, che ha abrogato
linciso secondo cui il diritto si acquisisce solo dopo un anno ininterrotto di servizio.
La scelta del periodo feriale rientra nel potere dispositivo del datore, contemperando
le esigenze aziendali con quelle dei prestatori di lavoro.
Il potere di determinazione del periodo feriale non assoluto. Il datore dovr rispettare
il principio secondo cui le ferie vanno godute per almeno due settimane entro lanno di
maturazione, mentre per il restante periodo entro 18 mesi dal termine dellanno di
maturazione. Lo stesso datore dovr tener conto del fatto che le ferie vanno
possibilmente godute in modo continuativo.
Il periodo feriale deve essere retribuito, senza ulteriori indicazioni.
MONETIZZAZIONE DELLE FERIE: il Ministero del Lavoro circoscrive le ipotesi tassative e
residuali per le quali ancora possibile effettuare la monetizzazione delle ferie:
FERIE E MALATTIA: vi un effetto sospensivo delle ferie non ad ogni malattia, ma solo
a quella che impedisce, in concreto, il normale decorso delle ferie e ne precluda il
raggiungimento delle finalit tipiche (recupero delle proprie energie psico-fisiche).
attiva,
di
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Una modifica di questo assetto avvenuta con lo Statuto dei Lavoratori e con la
contrattazione collettiva, che hanno ridotto gli aspetti di soggezione del lavoratore,
attribuendogli posizioni attive di controllo in ordine a diversi profili dellattuazione del
rapporto, nonch limitando lesercizio dei poteri imprenditoriali. Tutto ci dato anche
dallattribuzione di una serie di poteri e diritti collettivi alle rappresentanze dei
lavoratori organizzati nellimpresa.
La natura contrattuale del rapporto risulta cos rivalutata attraverso la riduzione dei
contenuti di comando e rafforzamento dellautonomia collettiva. Il contratto, quindi,
non pi esclusivo strumento di soddisfacimento delle esigenze aziendali, ma riflette
situazioni di interesse e poteri del lavoratore funzionali alla promozione dei valori
costituzionali di dignit e libert.
Questi poteri incontrano una serie di vincoli tali da ridurne il carattere autoritativo.
IL POTERE DIRETTIVO
Il potere direttivo il potere giuridico fondamentale del datore di lavoro. Vi sono quindi
poteri variamente indicati, come il potere organizzativo, di vigilanza, gerarchico, ecc.
ma in realt finalizzati nel loro insieme a garantire lesecuzione e la disciplina del
lavoro in vista degli interessi sottesi al rapporto.
Per potere direttivo, comunque, si intendono i poteri imprenditoriali di gestione
dellimpresa, correlati allo svolgimento e alla disciplina del lavoro. Non si tratta di
funzioni manageriali di gestione dellimpresa, come investimenti, ecc.
LIMITI LEGISLATIVI
DISCRIMINALITA
DEL
POTERE
DIRETTIVO:
PRINCIPIO
DI
NON
La disciplina contenuta nello Statuto dei Lavoratori. Lart.13 parla del potere di
conformazione della prestazione di lavoro, gli artt.2,3,4,5,6,8 parlano del potere di
controllo e lart.7 del potere disciplinare. Lart.9 parla del dovere di sicurezza del
datore di lavoro.
DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE:
imprenditoriali.
un
limite
generale
allesercizio
dei
poteri
politica, alla religione, alla razza, alla lingua, o per ragioni legate ad handicap, et,
convinzioni personali, ecc.
REQUISITI SOSTANZIALI
Presupposto sostanziale del potere disciplinare la SUSSITENZA del fatto addebitato.
Spetta al datore di lavoro provarlo. Sul lavoratore grava lonere di discolparsi, con la
possibilit, in alcuni casi, di provare leventuale riconducibilit del fatto addebitato ad
una situazione di impossibilit sopravvenuta, secondo i principi generali in materia di
responsabilit contrattuale.
Ulteriore presupposto necessario la PROPORZIONALITA tra infrazione e sanzione. Il
compito di specificazione della proporzionalit tradizionalmente svolto dalla
contrattazione collettiva. Le valutazioni di questa sono esse pure subordinate alla
regola codicistica della proporzionalit e quindi, in caso di contestazione, soggette a
controllo da parte del giudice.
Influisce correntemente, aggravando la sanzione, leventuale RECIDIVA, cio una
determinata infrazione gi sanzionata. Lultimo comma dellart.7 St.Lav. stabilisce che
non pu tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari decorsi 2 anni dalla
loro applicazione.
REQUISITI PROCEDIMENTALI
Introdotti dallart.7 St.Lav. e sono presupposti del potere disciplinare. La loro assenza
si traduce nella inesistenza del potere e conseguentemente nella nullit della
sanzione.
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OBBLIGHI DEL DATORE: lobbligo di sicurezza viene scomposto in una serie di specifici
adempimenti, cos da garantirne la procedimentalizzazione e lattuazione in forma
partecipata.
Hanno diritto di allontanarsi dal posto di lavoro in caso di pericolo grave, immediato ed
inevitabile.
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Sul piano collettivo, le retribuzioni costituiscono una quota cospicua del reddito
nazionale e rappresentano uno strumento decisivo per la sua distribuzione fra diversi
gruppi e categorie sociali. Le retribuzione costituisce una variabile molto importante
con riferimento ad obiettivi macroeconomici essenziali quali il controllo dellinflazione
e della disoccupazione.
La disciplina della retribuzione determinata dalla contrattazione collettiva, che
costituisce la fonte preminente di disciplina del rapporto.
Allautonomia individuale spetta un ruolo di miglioramento degli standard retributivi
stabiliti in sede collettiva, il che dipende da:
RETRIBUZIONE MINIMA
Lobbligo retributivo caratterizza il rapporto di lavoro come rapporto a prestazione
corrispettive.
Nel contratto di lavoro la CORRISPETTIVITA si presenta in un modo particolare, non
riscontrabile negli altri contratti a prestazioni corrispettive. Le particolarit sono
connesse al carattere personale della prestazione lavorativa e al coinvolgimento
durevole del lavoratore nellorganizzazione produttiva. Il nesso di corrispettivit
subisce alterazioni significative in una serie di casi, in particolare previsti dagli
artt.2110-2111 CC, come malattia, infortunio, richiamo alle armi, ecc. In queste ipotesi
la disciplina legale o contrattuale impone al datore di adempiere, in tutto o in parte,
allobbligo retributivo nonostante lassenza di controprestazione, contrariamente a
quanto avviene negli altri tipi di contratto.
La determinazione quantitativa della retribuzione risulta soprattutto dalla
contrattazione collettiva. La Costituzione, per, contiene dei precetti fondamentali.
CONCETTO DI RETRIBUZIONE
Vi una pluralit di definizioni da diverse fonti.
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ART.2121 CC: definizione pi importante. Devono essere inclusi nel calcolo tutti i
compensi corrisposti al lavoratore dal datore di lavoro, comprese le provvigioni, le
partecipazioni agli utili, ecc. aventi carattere continuativo, con esclusione delle sole
prestazioni erogate a titolo di rimborso spese.
L.297/1982: ha previsto e disciplinato il TFR in sostituzione della vecchia indennit di
anzianit e ha introdotto una diversa nozione di retribuzione. Devono essere
considerati tutti gli emolumenti (=compensi per le prestazioni professionali) corrisposti
in dipendenza del rapporto e a titolo non occasionale dal datore.
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o
o
Latto di dimissioni non produce effetti fino a quando non interviene la convalida o la
sottoscrizione. Da quando stata espressa la volont di far cessare il rapporto di
lavoro si apre una fase in cui le sorti del rapporto stesso sono incerte.
Dalla data delle dimissioni, il legislatore concede al datore 30 giorni di tempo per
inoltrare al lavoratore un invito a presentarsi presso le sedi indicate per la convalida o
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GIUSTA CAUSA
LART.2119 autorizza ciascuna delle parti a recedere per giusta causa dal contratto
qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del
contratto. La parte recedente non tenuta a darne preavviso.
Per giusta causa non solo si intende un gravissimo inadempimento, ma anche
qualsiasi altra circostanza o situazione esterna al rapporto di lavoro idonea a ledere il
vincolo di fiducia tra le parti, e perci ad impedire la prosecuzione del rapporto di
lavoro. Questa tesi viene supportata dallart.9 della legge sullimpego privato, ed
alludeva ad una mancanza cos grave da non consentire la prosecuzione anche
provvisoria del rapporto. Vi anche lart.3 della L.604/1996 che fa espressamente
riferimento allinadempimento quale giustificato motivo soggettivo.
Da altri la giusta causa viene identificata
inadempimento degli obblighi contrattuali.
esclusivamente
con
un
vistoso
Occorre che venga meno la fiducia nella puntualit dei successivi adempimenti,
elemento generale rilevante in tutti i contratti di durata. Il lavoratore non pu essere
sanzionato per circostanze estrenee alladempimento contrattuale e magari attinenti
alla sfera personale o alla vita privata, salvo che tali circostanze non si ripercuotano
sulla aspettativa di adempimento e salvo che entrino nella causa o nelloggetto del
contratto attitudini anche soggettive e personali del lavoratore oppure un certo grado
di compatibilit personale.
Ai fini della sussistenza della giusta causa occorre verificare se la mancanza
commessa si riveli talmente grave da non consentire la prosecuzione del rapporto.
Nelle organizzazioni di tendenza che perseguono finalit ideologiche (partiti, ecc.) la
giusta causa viene estesa anche a situazioni di incompatibilit personale rispetto agli
scopi o allideologia dellorganizzazione.
La giusta causa consiste in un fatto di tale gravita da imporre limmediata
estromissione del prestatore di lavoro, mentre resta ininfluente leffettivo pregiudizio o
danno subito dallorganizzatore.
Si discute sul fatto di elencare o meno i fatti definibili in concreto come giusta causa e
giustificato motivo soggettivo. Questo viene mal visto perch non avrebbe precluso al
giudice di indagare sulla reale entit e gravit della mancanza, nel caso specifico, ai
fini delleventuale prosecuzione del rapporto. Lart.30 della L.183/2010 ha disposto
che il giudice nel valutare le motivazioni poste a base del licenziamento deve tener
conto delle tipizzazioni della giusta causa e del giustificato motivo soggettivo presenti
nei contratti collettivi stipulati dai sindacati, ecc.
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Condizioni richieste al datore quando espelle unit lavorative non pi funzionali alle
esigenze dellimpresa:
60
motivo
illecito
Con la Riforma Fornero, si prevede la tutela reintegratoria, per i casi di nullit del
licenziamento discriminatorio, oppure intimato in concomitanza col matrimonio o in
violazione dei divieti di licenziamenti previsti dal Testo Unico di tutela della maternit e
paternit, o ancora riconducibile agli altri casi di nullit previsti dalla legge.
Nelle ipotesi di licenziamento discriminatorio, trova applicazione la tutela reale nella
sua configurazione tradizionale: il giudice ordina al datore, indipendentemente dal
motivo formalmente addotto e quale che sia il numero di addetti occupati, la
reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro e il versamento di unindennit
commisurata allultima retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento sino a
quello delleffettiva reintegrazione.
LICENZIAMENTO IN FRODE ALLA LEGGE: nullo il licenziamento in frode alla legge, in
ragione dellilliceit della causa in quanto diretto ad eludere lapplicazione di una
61
PERIODI DI IRRECEDIBILITA
Il potere di recesso del datore incontra anche limiti temporali.
La ragione dellimposizione di tali vincoli legata alla tutela dei diritti fondamentali del
lavoratore quale individuo e cittadino, come il diritto alla salute o allassolvimento del
diritto militare, di cariche politiche o sindacali.
Nel periodo di sospensione del rapporto di lavoro con il diritto alla sospensione del
posto (PERIODO DI COMPORTO), il datore di lavoro non pu esercitare lordinaria
facolt di recesso.
Le ipotesi principali di limitazione temporanea del potere di licenziare sono elencate
nellart.2110 CC, che attiene allimpossibilit sopravvenuta per malattia, infortunio,
gravidanza e puerperio.
Non si esclude la possibilit del licenziamento per giusta causa. Nei periodi di
irrecedibilit coincidenti con la sospensione del rapporto, la giusta causa pu
riguardare solo la violazione degli obblighi accessori, a meno che linadempimento
dellobbligazione principale verificatosi in precedenza venga a conoscenza del datore
solo durante il periodo di sospensione.
Lunico fatto oggettivo ritenuto capace di estinzione durante il comporto la
cessazione dellattivit aziendale che, nel provocare la disgregazione definitiva
dellazienda, determina limpossibilit materiale della prosecuzione anche provvisoria
del rapporto.
Se il licenziamento viene intimato nel corso del periodo di comporto, questo viene
considerato INEFFICACE; il licenziamento automaticamente riprender efficacia al
termine dellevento protetto o nel periodo dirrecedibilit.
Lart.18 St.Lav. prevede che qualora il licenziamento sia stato illegittimamente
intimato per motivo oggettivo consistente nellidoneit fisica o psichica del lavoratore
o in violazione dellart.2110 CC, il giudice applica la sanzione della reintegrazione con
indennit risarcitoria limitata ad un massimo di 12 mensilit della retribuzione.
Lirrecedibilit stabilita anche nei periodi precedenti e successivi al MATRIMONIO
della lavoratrice. Lart.35 del D.Lgs.198/2006 afferma il divieto di licenziamento della
lavoratrice dal momento delle pubblicazioni del matrimonio fino ad un anno dopo la
celebrazione dello stesso. Sono anche ritenute nulle le dimissioni rassegnate nello
stesso periodo, a meno che non vengano confermate entro un mese presso lUfficio
del lavoro. Sono escluse da tutto ci le lavoratrici domestiche.
Vi un divieto generale di licenziamento, a pena di nullit, per la lavoratrice madre e il
lavoratore padre, rispettivamente dallinizio del periodo di gravidanza fino al termine
del congedo di maternit nonch fino al compimento di 1 anno di et del bambino (per
la lavoratrice), e per la durata del congedo di paternit e fino al compimento di un
anno di et del bambino (per il lavoratore). Il lavoratore licenziato nel corso del
periodo di operativit del divieto deve presentare al datore idonea documentazione
dalla quale risulti lesistenza dellepoca del licenziamento delle condizioni che lo
vietavano. Vi anche la nullit del licenziamento causato dalla domanda o dalla
fruizione del congedo parentale e per la malattia del bambino da parte della
lavoratrice e del lavoratore. Nellipotesi di adozione od affidamento, il divieto di
62
licenziamento si applica fino ad un anno dallingresso del minore nel nucleo familiare,
in caso di fruizione del congedo di maternit o paternit.
Il divieto di licenziamento per matrimonio e per maternit o paternit non si applica
nel caso:
Di colpa grave costituente giusta causa per la risoluzione del rapporto di lavoro
Di cessazione dellattivit dellazienda
Di ultimazione della prestazione per la quale si stati assunti o di risoluzione
del rapporto per la scadenza del termine
Esito negativo della prova
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LICENZIAMENTO DISCIPLINARE
Licenziamento volto a sanzionare un comportamento colposo o manchevole del
lavoratore e non collegato con oggettive esigenze organizzative e produttive
dellazienda. espressione dellesercizio del potere disciplinare del datore e come tale
sottoposto a oneri formali pi incisivi. Oneri procedurali sono previsti dallart.7
St.Lav.
Per il licenziamento disciplinare ladozione del provvedimento espulsivo deve
necessariamente essere preceduta dalla contestazione dei fatti addebitati (motivi) e
dalleventuale audizione a difesa del dipendente.
Il licenziamento deve ritenersi disciplinare quando sia correlato ad un comportamento
imputabile a titolo di colpa del lavoratore. Il licenziamento disciplinare copre per intero
larea del licenziamento per giustificato motivo soggettivo e quasi totalmente quella
del licenziamento per giusta causa.
Risultano estesi il principio di pubblicit del codice disciplinare e lobbligo di preventiva
contestazione delladdebito per dar modo al lavoratore di fornire elementi a difesa. La
mancata affissione del codice disciplinare o lomessa previsione di una specifica
infrazione non inficiano la legittimit del licenziamento quando i fatti addebitati al
dipendente configurano illeciti penali o gravi violazioni di doveri fondamentali del
lavoratore. Il licenziamento deve essere intimato in stretta correlazione temporale con
il verificarsi dei fatti che giustificano la cessazione del rapporto.
Le disposizioni sono estese anche allipotesi di cessione del contratto di lavoro nel
caso di trasferimento dazienda ed in ogni altro caso in cui si chieda la costituzione o
laccertamento di un rapporto di lavoro in capo a un soggetto diverso dal titolare del
contratto.
retribuzione che il lavoratore ha percepito da altri datori di lavoro con i quali abbia
instaurato un rapporto di lavoro successivamente al licenziamento).
DANNO MINIMO: la norma fissa una misura minima di risarcimento in 5 mensilit di
retribuzione che sono dovute anche quando la reintegrazione sia dopo 3 mesi (ad
esempio).
RETRIBUZIONE GLOBALE DI FATTO: comprensivo di tutto quanto il lavoratore avrebbe
effettivamente e continuativamente percepito nel periodo considerato.
RINUNCIA ALLA REINTEGRAZIONE: il prestatore che ha ottenuto una sentenza di
reintegrazione ha facolt di chiedere al datore in sostituzione di tale reintegrazione
una indennit pari a 15 mensilit. Si ha quindi il diritto al risarcimento del danno
commisurato al periodo del licenziamento alla richiesta della indennit sostitutiva
della reintegrazione. La norma precisa che la risoluzione del rapporto decorre dalla
richiesta da parte del lavoratore dellindennit in sostituzione della reintegra, da
effettuarsi entro 30 giorni dalla comunicazione del deposito della sentenza.
2. TUTELA REINTEGRATORIA CON INDENNITA LIMITATA (ART.18, commi 4 e 7): si
applica a:
a. Licenziamenti disciplinari valutati illegittimi dal giudice per insussistenza
del fatto contestato oppure perch il fatto rientra tra le condotte punibili
con sanzione conservativa sulla base delle previsioni dei contratti
collettivi
b. Licenziamenti economici per giustificato motivo oggettivo illegittimi per
manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento
c. Licenziamenti illegittimi per motivo oggettivo consistente nellinidoneit
fisica o psichica del lavoratore o ai licenziamenti intimati al lavoratore
durante il periodo di comporto
Si tratta di reintegrazione del posto di lavoro, ma limita lindennit risarcitoria dovuta
dal giorni del licenziamento fino a quello delleffettiva reintegrazione ad un massimo di
12 mensilit dellultima retribuzione globale di fatto. Da tale indennit detratto non
solo laliunde perceptum, ma anche laliunde percipiendum (danno che il lavoratore
avrebbe potuto evitare utilizzando la normale diligenza). Lonere probatorio grava sul
datore.
Il datore di lavoro condannato al versamento dei contributi previdenziali ed
assistenziali per tutto il periodo dellestromissione senza applicazioni di sanzioni per
omessa o ritardata contribuzione.
Il giudice effettua il giudizio della illegittimit del licenziamento basandosi sulla
valutazione classica della proporzionalit della sanzione rispetto alla colpa e non sulla
opzione secca (sussistenza/insussistenza del fatto) prevista dal legislatore nella
riforma.
3. TUTELA INDENNITARIA FORTE (ART.18, commi 5 e 7): si applica a tutti i casi di
illegittimit del licenziamento disciplinare, salve le ipotesi di insussistenza del
fatto e di previsione di sanzione conservativa da parte dei contratti collettivi di
lavoro, e in tutti i casi di illegittimit del licenziamento economico, salva la
manifesta insussistenza della ragione oggettiva e produttiva fatta valere dal
datore di lavoro.
Pur a fronte di un licenziamento illegittimo, il giudice dichiara risolto il rapporto e
applica una tutela meramente indennitaria in una misura che pu variare da un
68
Il vizio formale non impedisce per un esame sotto laspetto sostanziale. Nel caso vi
fosse un difetto di giustificazione del licenziamento, si applica la tutela reintegratoria
con indennit limitata oppure la tutela indennitaria forte.
DISCIPLINA
VINCOLISTICA
DEI
Si tiene conto sia dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato parziale
per la quota di orario effettivamente svolto, tenendo conto che il computo fa
riferimento allorario previsto dalla contrattazione collettiva del settore. Non sono da
computare il coniuge e i parenti del datore entro il secondo grado. Non si ammettono
69
nel computo gli apprendisti. Sono esclusi anche i lavoratori somministrati e i lavoratori
a domicilio subordinati.
Occorre aver riguardo alla reale struttura organizzativa dellimpresa. Cio a quel
disegno organizzativo che d ragione delle posizioni di lavoro normalmente necessarie
allandamento produttivo, cos da ammettere al computo anche quei posti che sono
momentaneamente non attivi per sospensione o cessazione del rapporto con il relativo
titolare.
AREA DELLA TUTELA OBBLIGATORIA
Dove non sia applicabile lart.18 St.Lav., in quanto non ricorre nessuna della condizioni
indicate, si applicher la legge 604/1966 e la sua alternativa sanzionatoria
(riassunzione o risarcimento).
PROCEDURA DI MOBILITA
Tra il momento in cui matura la decisione imprenditoriale di procedere al
licenziamento collettivo ed il momento delleffettiva espulsione del singolo lavoratore
dal processo produttivo, la legge impone la c.d. PROCEDURA DI MOBILITA, la cui
funzione quella di attutire gli effetti del licenziamento collettivo sulloccupazione
aziendale e sul mercato del lavoro.
La procedura regolata dagli artt.4-5 della L.223/1991. La legge impone
allimprenditore lobbligo di comunicare preventivamente per iscritto alle RSA (RSU) i
motivi tecnici ed organizzativi che determinano la necessit di ridurre il personale, il
numero, la collocazione aziendale, ecc. Linformativa deve essere seria, dettagliata e
analitica e idonea ad aprire il confronto sindacale. Si dovranno evidenziare tutte le
ragioni che sono alla base della scelta imprenditoriale di ridurre il personale.
La procedura pu articolarsi in due fasi: una, eventuale e preliminare, laltra,
subordinata allesito negativo della prima.
FASE SINDACALE: pu aver luogo entro 7 giorni dalla data di ricevimento della
comunicazione e deve svolgersi in un aro temporale non superiore a 45 giorni.
Consiste in un libero confronto tra imprenditore e sindacato finalizzato a ricercare un
accordo che risolva in tutto o in parte il problema delle eccedenze. Vi lonere di
trattare in buona fede. La legge predispone una serie di incentivi alla conclusione
dellaccordo (decurtazione dei costi di licenziamento).
71
SISTEMA SANZIONATORIO
Il licenziamento collettivo viziato quando sia intimato senza losservanza delle forme
previste, non siano state osservate le procedure e vi sia stata violazione o non corretta
applicazione dei criteri di scelta.
Il lavoratore colpito ha lonere di impugnare il licenziamento nelle forme e con i termini
di decadenza previsti dalla legge 604/1966 per i licenziamenti individuali. La sanzione
del vizio procedimentale del licenziamento collettivo attualmente equiparata a
quella del vizio di mera ingiustificatezza del licenziamento individuale.
La tutela reintegratoria piena prevista nellipotesi di mancata osservanza della forma
scritta. La tutela reintegratoria viene mantenuta nellipotesi di violazione dei criteri di
scelta.
Il datore ha la facolt di intimare il licenziamento ad un altro lavoratore facendo
questa volta corretto uso dei criteri di scelta; unico onere aggiuntivo sar una
comunicazione preventiva alle rappresentanze sindacali aziendali.
D.LGS.110/2004
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Ha esteso lapplicazione della disciplina sui licenziamenti collettivi dettata dalla legge
223/1991 anche ai datori di lavoro non imprenditori. Si tratta di unestensione solo
parziale.
Per quanto riguarda i privati datori di lavoro non imprenditori, i dipendenti di questi,
pur potendo iscriversi alle liste di mobilit, si trovano in una condizione deteriore
rispetto ai dipendenti delle imprese. Non possono godere degli ammortizzatori sociali
previsti dalla legge 223/1991, n delle agevolazioni contributive a favore del nuovo
datore di lavoro in caso di nuova assunzione.
A quei datori di lavoro non imprenditori che svolgono, senza fini di lucro, attivit di
natura politica, sindacale, culturale, ecc. non si applicano, in caso di licenziamento
collettivo illegittimo, le sanzioni previste dallart.18 St.Lav.
Fallimento, quando sia stato depositato lo stato passivo oppure sia stata
pubblicata la sentenza
Concordato preventivo
Liquidazione coatta amministrativa
CAP.12: I CONTRATTI
FORMATIVI
TERMINE,
FLESSIBILI
IL LAVORO A TERMINE
Al contratto di lavoro pu essere apposto un termine. Il lavoro a termine disciplinato
dal D.Lgs.368/2001, che abroga la L.230/1962 con una regolamentazione tesa, da un
lato, a liberalizzare lapposizione del termine, e dallaltro lato, conservare alcune
specifiche garanzie poste dalla direttiva comunitaria. Non prevede limiti per la prima
assunzione a tempo determinato e riconosce che i contratti a tempo determinato
possono risultare utili in alcune situazione e secondo la valutazione delle parti sociali;
viene imposto agli stati membri ladozione di misure dirette a migliorare la qualit del
lavoro a tempo determinato garantendo il rispetto del principio di non discriminazione
e creare in quadro normativo per la prevenzione degli abusi derivati dallutilizzo di una
successione di contratti o rapporti a tempo determinato.
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Sostituzione di scioperanti
Trattamento di integrazione salariale in corso per personale con le stesse
mansioni
Imprese inadempienti allobbligo di valutazione dei rischi
Unit produttive interessate a licenziamenti collettivi nel precedente semestre.
non superi i 3 anni. Vi un divieto di proroga per tutti i contrati il cui termine iniziale
gi oltrepassi il triennio.
PROSECUZIONE DEL RAPPORTO OLTRE IL TERMINE PATTUITO: il rapporto pu
proseguire di fatto dopo la scadenza del termine. Il datore ha lonere di comunicare al
centro per limpiego territorialmente competente, entro la scadenza del termine
inizialmente fissato, indicando la durata della prosecuzione, ed tenuto a
corrispondere al lavoratore una maggioranza della retribuzione per ogni giorno di
continuazione pari al 20% fino al 10imo giorni consecutivo e del 40% per ciascun
giorno ulteriore. Non prevista alcuna sanzione per leventuale inottemperanza
allonere di comunicazione, ma il rapporto si intender a tempo indeterminato a
partire dal 30imo o 50imo giorno.
SUCCESSIONE DI CONTRATTO A TERMINE: i contratti a termine vengono convertiti in
rapporti a tempo indeterminato se viene superato il limite di 36 mesi complessivi,
comprensivi di proroghe o rinnovi. presente una deroga: si potr stipulare un altro
contratto a termine a condizione che ci avvenga presso la Direzione territoriale del
lavoro competente, con lassistenza di un rappresentante di una delle organizzazioni
sindacali pi importanti. Raggiunto il limite massimo di 36 mesi, possibile lutilizzo
dello stesso lavoratore per le stesse mansioni con contratti di somministrazione. In
caso di mancato rispetto della procedura indicata, il nuovo contratto si considera a
tempo indeterminato. Sono esclusi da questa modifica i dirigenti, i lavoratori in
somministrazione, i lavoratori stagionali ed ogni altra categoria di lavoratori
individuata dai contratti collettivi nazionali. Se il lavoratore assunto a tempo
determinato entro 60 o 90 giorni dalla scadenza di un contratto di durata fino a sei
mesi o superiore a sei mesi, il secondo contratto si considera a tempo indeterminato,
dalla data di stipulazione del primo rapporto.
PARITA DI TRATTAMENTO: generale principio di parit di trattamento dei lavoratori a
tempo determinato con quelli a tempo indeterminato, assicurando ai primi,
proporzionalmente al periodo lavorato, le ferie, la gratifica natalizia o la tredicesima, il
TFR e ogni altro trattamento in atto nellimpresa.
DIRITTO DI PRECEDENZA: il lavoratore che, nellesecuzione di uno o pi contratti a
termine presso la stessa azienda, abbia prestato attivit lavorativa per un periodo
superiore a 6 mesi ha diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato
effettuate dal datore entro i successivi 12 mesi con riferimento alle mansioni gi
espletate in esecuzione a rapporti a termine. Vi deve essere il rispetto di un duplice
termine:
Il lavoratore deve esprimere la propria volont al datore entro 6 mesi dalla data
di cessazione del rapporto
Il diritto si estingue decorso un anno dalla data di cessazione del rapporto.
RECESSO ANTE TEMPUS: il recesso datoriale ante tempus privo di giusta causa fonte
di un obbligo risarcitorio commisurato alle retribuzioni che sarebbero maturate fino
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FORMA E CONTENUTO: forma scritta per la stipulazione del contratto, con lindicazione
puntuale sia della durata della prestazione lavorativa, sia della collocazione temporale
dellorario a tempo parziale con riferimento al giorno, settimana, mese e anno. La
norma delinea un modello normale a flessibilit rigida nel senso che richiede una
predeterminazione formale e precisa dellorario ridotto. Vi la forma scritta ad
probationem, precisando che qualora la scrittura risulti mancante ammessa anche la
prova per i testimoni. In difetto della prova di stipulazione del part-time, potr essere
dichiarata la conversione giudiziale del contratto di lavoro a tempo pieno, a partire
dalla data in cui la mancanza della scrittura sia giudizialmente accertata.
DURATA DELLA PRESTAZIONE: le parti hanno lobbligo di specificare nel contratto la
durata della prestazione di lavoro, cio deve esserci la clausola di riduzione dellorario.
La sua assenza o indeterminatezza non comporta la nullit, ma la possibile
dichiarazione giudiziale di sussistenza tra le parti di un rapporto di lavoro a tempo
pieno. La durata della prestazione di lavoro pu variare in aumento, ma solo in
presenza di certi requisiti: il lavoro eccedente assume nozioni diverse, a seconda della
tipologia del contratto
LAVORO RIPARTITO
D.Lgs.276/2003 definisce il lavoro ripartito come speciale contratto di lavoro
subordinato con il quale due lavoratori assumono in solido ladempimento di ununica
ed identica prestazione lavorativa. Il contrato sembra destinato a lavoratori destinati a
forti vincoli di solidariet personale. Viene anche definito lavoro a coppia.
VINCOLO DI SOLIDARIETA: ogni lavoratore resta personalmente e direttamente
responsabile delladempimento dellintera obbligazione lavorativa nei limiti previsti dal
legislatore. Il vincolo di solidariet presuppone la piena fungibilit della prestazione di
lavoro. Le parti devono concordare la quantit e la collocazione temporale della
propria attivit lavorativa. I lavoratori hanno la facolt di modificare contestualmente
la ripartizione dellorario e di sostituirsi a vicenda. Ciascuno dei due deve coprire le
assenze dellaltro coobbligato. Nel caso di inadempimento di entrambi i lavoratori, il
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D.Lgs.276/2003 rinvia alla norma del diritto comune (art.1256) secondo cui
limpossibilit temporanea pu estinguere lobbligazione quando perduri per tanto
tempo da far cessare linteresse del creditore alla prestazione.
FORMA DEL CONTRATTO: deve essere stipulato per iscritto ai fini della prova di alcuni
elementi considerati significativi ai fini della sua identificazione: la ripartizione % e
temporale fra i coobbligati, il luogo di lavoro, il trattamento economico e normativo, le
eventuali misure di sicurezza specifiche.
DISCIPLINA: la disciplina applicabile rinviata alla contrattazione collettiva senza
selezione di livelli e agenti negoziali. In assenza di contratti collettivi, si applica la
normativa generale del lavoro subordinato, ma soltanto in quanto compatibile con un
rapporto in cui la prestazione dovuta da 2 debitori. Il legislatore ribadisce
loperativit del principio di non discriminazione, con una comparazione tra i
trattamenti economici e normativi complessivamente considerati.
ESTINZIONE: le dimissioni od il licenziamento di uno dei die comporta lestinzione
dellintero vincolo contrattuale; a meno che il datore e laltro lavoratore non
convertano il contratto di lavoro ripartito a uno normale subordinato a tempo pieno o
parziale. Il licenziamento per ragioni aziendali interessa entrambi i lavoratori.
LAVORO INTERMITTENTE
Contratto mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro
che ne pu utilizzare la prestazione lavorativa (D.Lgs.276/2003).
Il datore pu utilizzare la prestazione lavorativa in modo intermittente, se e quando
decida di farlo, e a sua volta il lavoratore non obbligato a rispondere alla chiamata
(lavoro intermittente SENZA OBBLIGO DI DISPONIBILITA). Solo in tal caso sorgeva un
correlativo obbligo del datore di corrispondere lindennit di disponibilit e soltanto in
presenza di una effettiva chiamata.
CASI DI RICORSO: la stipulazione del contratto di lavoro a chiamata consentita per lo
svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente ed consentito in 3
distinte ipotesi:
Il ricorso al lavoro intermittente vietato negli stessi casi di divieto di lavoro a termine
e per il lavoro somministrato.
FORMA DEL CONTRATTO: forma scritta ai soli fino della prova di vari elementi, fra i
quali: lipotesi giustificativa, la durata, il luogo, la modalit della disponibilit, ecc. Non
prevede la sanzione per la mancanza della prova affidando al giudice questo compito.
DISCIPLINA: per i periodi di lavoro, il legislatore ribadisce il principio di non
discriminazione, con la sua variante del riposizionamento sempre in relazione al
trattamento complessivo. Per i periodi di NON lavoro, il lavoratore non titolare di
alcun diritto riconosciuto ai lavoratori subordinati. Soltanto per i periodi di disponibilit
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garantita spetta al lavoratore una indennit mensile nella misura stabilita dai contratti
collettivi e comunque non inferiore ad un minimo fissato con decreto ministeriale.
OBBLIGO DI COMUNICAZIONE: bisogna distinguere i periodi di lavoro e quelli di non
lavoro e quindi vi la necessit di controllare la durata di ogni chiamata anche per
evitare luso improprio del contratto di lavoro intermittente. Vi lobbligo per il datore
di comunicare alla Direzione territoriale del lavoro, con modalit semplificate, la durata
della prestazione lavorativa prima dellinizio della prestazione stessa o di un ciclo
integrato di prestazioni di durata non superiore ai 30 giorni. La violazione dellobbligo
non incide sul rapporto di lavoro, ma comporta una sanzione amministrativa da 400 a
2400 per ciascun lavoratore che scatta subito.
ESTINZIONE: il datore pu liberarsi in ogni momento del lavoratore semplicemente non
richiamandolo con lunico limite della frode alla legge sulla disciplina limitativa del
licenziamento.
APPRENDISTATO
Principalmente rivolto ai giovani. Viene anche chiamato tirocinio nel codice civile. lo
strumento di ingresso nel mercato del lavoro. disciplinato dalla legge 25/1955,
ritoccato pi volte, per ultimo dalle L.196/1997. Si trattava di un vero e proprio
contratto di lavoro subordinato, seppur speciale, riconducibile ad un contratto di lavoro
a causa mista: la causa tipica, prestazione di lavoro contro retribuzione, usciva
arricchita perch lazienda era tenuta anche a fornire la formazione professionale
necessaria, ma anche a permettere la partecipazione alle iniziative di formazione
esterna allazienda.
Obiettivo quello di farne il contratto di ingresso principale dei giovani nel mondo del
lavoro, con du finalit:
Occupazione
Formazione giovanile
Apprendistato
Apprendistato
Apprendistato
Apprendistato
CAP.13:
LAVORO
AMMINISTRAZIONI
NELLE
PUBBLICHE
DIRIGENZA:
DIRIGENZA
AMBITO
DI
APPLICAZIONE,
RUOLO,
ACCESSO,
VICE-
Per quanto riguarda la dirigenza, manca una vera e propria controparte datoriale, di
cui avrebbe dovuto fare le veci. Bisognava assicurarne lautonomia nellattivit
gestionale, sia nei confronti del vertice politico-amministrativo, limitando lesercizio
del potere di indirizzo politico-amministrativo, sia del sindacato.
AMBITO DI APPLICAZIONE: lambito di applicazione del capo II, titolo II del
D.Lgs.165/2001, dedicato appunto alla dirigenza, risulta essere pi ristretto di quello
previsto per il restante decreto, limitato alle amministrazioni dello Stato, anche ad
ordinamento autonomo. Sono previste due varianti rispetto al regime comune, dettate
per i dirigenti delle istituzioni scolastiche e la dirigenza del SSN.
DIRIGENTI DI PRIMA E SECONDA FASCIA: si passa dalla seconda alla prima fascia dopo
aver ricoperto incarichi di uffici dirigenziali generali o equivalenti, per almeno 5 ani,
senza essere incorsi nelle misure previste per le ipotesi di responsabilit dirigenziale.
Nellimpiego pubblico, uno acquisisce la qualifica di dirigente di seconda fascia in base
alla regola generale del concorso pubblico, che consiste in un corso-concorso selettivo
di formazione bandito dalla scuola superiore della pubblica amministrazione, della
durata di 12 mesi, seguito da 6 mesi si applicazione presso le amministrazioni
pubbliche e concluso da un esame-concorso finale.
CONTRATTO DI ASSUNZIONE: una volta esaurito il procedimento concorsuale, il
vincitore sottoscrive un contratto individuale, che costituisce un rapporto di lavoro
subordinato a tempo indeterminato, regolato dal diritto comune e dai contratti
collettivi; viene inserito nel ruolo dellamministrazione, con conseguente diritto al
trattamento economico previsto.
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SICUREZZA
SOCIALE,
ASSISTENZA SOCIALE
PREVIDENZA
SOCIALE
Gli enti previdenziali sono enti pubblici preposti allerogazione di beni e servizi a favore
di coloro che si trovano in situazioni di bisogno:
INPS (Istituto Nazionale di Previdenza Sociale): al suo interno sono stati fusi gli
istituti previdenziali per i dirigenti, lINPDAP (istituto previdenziale dei
dipendenti pubblici) ed competente anche per i lavoratori parasubordinati e
autonomi (gestione separata: commercianti e artigiani, lavoro agricolo, liberi
professionisti).
ENASARCO: ente previdenziale in aggiunta allINPS per agenti e rappresentanti.
INAIL (Istituto Nazionale di assicurazione per gli infortuni e le malattie
professionali).
COSTITUZIONE:
Lintervento dello Stato volto alla realizzazione di una solidariet generale e consiste
nellerogazione di beni e servizi ai cittadini in condizioni di bisogno. Pertanto sussiste
solo una diversit di ambito e intensit di tutela, giustificata dal diverso modo in cui
sono state valutate le esigenze dei cittadini e dei lavoratori, cio quei cittadini che
hanno contribuito con il loro lavoro al benessere della collettivit.
Gli enti previdenziali possono essere qualificati come enti strumentali in quanto
fungono da strumenti per la realizzazione di fini fondamentali dello Stato, sono
necessariamente vincolati al perseguimento dellinteresse pubblico statuale per cui
sono stati istituiti. La loro attivit stata posta per intero a servizio dello Stato.
RAPPORTO CONTRIBUTIVO: tenuti al pagamento dei contributi previdenziali sono i
datori di lavoro dei soggetti protetti, nonch gli stessi lavoratori subordinati.
ART.2115 CC: Salvo diverse disposizioni della legge [o delle norme corporative],
l'imprenditore e il prestatore di lavoro contribuiscono in parti eguali alle istituzioni di
previdenza e di assistenza. L'imprenditore responsabile del versamento del
contributo, anche per la parte che a carico del prestatore di lavoro, salvo il diritto di
rivalsa secondo le leggi speciali.
Il datore di lavoro obbligato in misura maggiore e sar solo lui a versare
materialmente i contributi, trattenendo dalla retribuzione lorda del lavoratore la parte
spettante a questultimo. I lavoratori autonomi provvedono loro stessi al versamento
dei contributi quindi alla realizzazione della tutela; mentre per i lavoratori
parasubordinati la contribuzione posta anche a carico dei committenti (nella misura
dei 2/3).
I contributi previdenziali devono essere configurati come imposte in quanto queste
sono prestazioni pecuniarie che un ente pubblico ha il diritto di esigere in virt della
sua potest di imperio allo scopo di reperire i mezzi necessari allo svolgimento della
sua attivit e i contributi previdenziali sono dovuti esclusivamente per la realizzazione
di un interesse pubblico e hanno la funzione di fornire i mezzi necessari agli enti che
con la loro attivit devono soddisfare questi interessi.
Lobbligo di versare i contributi sorge con linstaurazione di un rapporto di lavoro
oppure con lo svolgimento di una determinata attivit in relazione alliscrizione ad un
albo professionale. Lobbligo contributivo si estingue per il venir meno delle condizioni
al verificarsi delle quali era sorto (cessazione del rapporto di lavoro) o per prescrizione
(si interrompe ogni volta che il lavoratore denuncia lomissione contributiva)
Determinazione dellobbligo contributivo: la retribuzione o il reddito professionale
costituiscono la base imponibile sulla quale verr determinato lammontare del
contributo. Il D.Lgs.314/1997 ha completamente parificata la nozione di reddito
imponibile ai fini fiscali alla retribuzione assoggettabile a contribuzione previdenziale,
per cui si rinvia allart.51 TUIR: il reddito di lavoro dipendente costituito da tutte le
somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo dimposta, anche
sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro.
La volont del legislatore quella di computare come base imponibile ai fini
contributivi/fiscali tutte le somme percepite in relazione al rapporto di lavoro e si
scontra con la volont delle parti di escludere dal computo alcune somme.
OMESSA O IRREGOLARE CONTRIBUZIONE PREVIDENZIALE: il mancato versamento dei
contributi pu comportare un danno per il lavoratore: mancato raggiungimento
dellanzianit contributiva o erogazione di una pensione di vecchiaia minore.
Responsabile per lomessa o irregolare contribuzione previdenziale il datore, anche
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per la parte che grava sul lavoratore subordinato. Il datore risulta responsabile verso
lente previdenziale in quanto questultimo titolare del diritto di ricevere i contributi:
INFORTUNI
SUL
LAVORO
LE
MALATTIE
Art.20: Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di
quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti
delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni
e ai mezzi forniti dal datore di lavoro (obbligo di utilizzare i dispositivi di
protezioni forniti, divieto di compiere di propria iniziativa operazioni o manovre
non di sua competenza che possano compromettere la sicurezza).
Art.17: Il datore di lavoro non pu delegare le seguenti attivit: a) la valutazione
di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto
dall'articolo 28; b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e
protezione dai rischi.
Il TU delle disposizioni per lassicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e
le malattie professionali (DPR 1124/1965 modificato dal D.Lgs.38/2000). Trova piena
applicazione il principio di automaticit delle prestazioni e si prescinde dallesistenza
di requisiti di contribuzione. Le prestazioni, in caso di inabilit temporanea, vengono
erogate per tutta la durata dellinabilit stessa (no periodo di comporto).
AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA TUTELA:
Pensione di vecchiaia con il compimento dei 60 anni per le donne e 65 per gli
uomini e con unanzianit contributiva di 20 anni.
Pensione di anzianit con il versamento di contributi per 40 anni
Pensione di vecchiaia anticipata con il raggiungimento di una quota data dalla
somma dellet anagrafica minima richiesta e 35 anni di anzianit contributiva.
Il requisito anagrafico richiesto per la pensione di vecchiaia presume
limpossibilit di continuare il rapporto di lavoro oltre e viene prevista unet
ridotta per le lavoratrici perch si tiene conto che le donne adempiano
allassistenza familiare e al lavoro domestico
LAVORATORI ESODATI: sono quei lavoratori prossimi alla pensione che avevano
accettato il collocamento in mobilit e lestinzione del loro rapporto di lavoro, sulla
base di accordi sindacali che garantivano un reddito soltanto fino alla maturazione del
diritto di pensione. Con linnalzamento dellet pensionabile nel 2011, questi lavoratori
si sono trovati per un periodo senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e senza
diritto alla pensione.
La nozione originaria di invalidit faceva riferimento alla riduzione della capacit di
guadagno, in modo permanente e a causa di infermit o difetto fisico o mentale, a
meno di 1/3 per tutti i lavoratori. Nozione che risultava troppo elastica in assenza di
criteri obiettivi idonei a valutare il peso delle caratteristiche dellambiente socioeconomico in cui viveva il soggetto protetto.
Con la legge 222/1984 si considera INVALIDO il soggetto la cui capacit di lavoro, in
occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa di
difetto fisico o mentale a meno di 1/3 (specifica capacit di lavoro con riguardo alla
96
TUTELA DELLA
INVOLONTARIA
SALUTE,
TUTELA
CONTRO
LA
DISOCCUPAZIONE
Il fondamento della tutela della saluta da ricercare non solo nei principi accolti
dallart.3 e dallart.38 Cost., ma anche dallart.32 secondo il quale la Repubblica
tutela la salute come fondamentale diritto dellindividuo e interesse della collettivit.
Si ha un passaggio di concezione dalla tutela della malattia che erogava prestazioni
quando la malattia era gi manifestata e quindi riguardava esclusivamente i soggetti
malati, alla tutela della salute che comprende non solo la cura, ma anche la
prevenzione e la riabilitazione. I soggetti protetti risultano quindi tutti i cittadini,
indipendentemente dal loro attuale stato di salute e lobiettivo fondamentale di questa
tutela la conservazione e laccrescimento della salute facendo fronte ad un interesse
della collettivit nellevitare il contagio di malattie.
La legge 833/1978 ha affidato la realizzazione della tutela della salute al SSN, costituto
da un complesso di aziende sanitarie locali, presidi ospedalieri e servizi multizonali di
prevenzione volti a garantire tutela a tutta la popolazione assicurando leguaglianza
dei cittadini.
Con il decentramento operato dal D.Lgs.229/1999, la generalit delle funzioni sanitarie
stata conferita alle Regioni. Queste sono tenute allautofinanziamento della tutela
della salute realizzata nei rispettivi territori, salvi alcuni trasferimenti erariali in
materie di spesa sanitaria.
STRUTTURA AMMINISTRATIVA DI BASE: le ASL e gli enti ospedalieri godono di piena
autonomia imprenditoriale in quanto la gestione stata affidata ad una sola persona
responsabile (Direttore Generale nominato dalla Regione e affiancato da direttore
amministrativo e sanitario) che vi provvede nel rispetto dei principi di economicit ed
efficienza. Le ASL sono dotate di personalit giuridica pubblica e di autonomia
organizzativa amministrativa, patrimoniale, contabile, gestionale, e tecnica.
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Le leggi del 1945-47 introducono la CIG ordinaria solo per i settori industriali e
per i soli operai
Nel 1968 viene introdotta la CIG straordinaria nei casi di interruzioni pi lunghe
dellattivit, ma con prospettive di ripresa
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Sono previste una serie di cause integrali per le quali si pu ricorrere alla cassa
integrazione guadagni:
GESTIONE ORDINARIA:
o Situazioni aziendali determinate da situazioni temporanee di mercato
GESTIONE STRAORDINARIA:
o Ristrutturazione, riorganizzazione o conversione aziendale
o Crisi aziendale individuata, secondo criteri ministeriali, in relazione alle
situazioni territoriali e dei settori
o Fallimento, amministrazione straordinaria, concordato preventivo o
liquidazione coatta amministrativa
o Contratti di solidariet difensivi (contratti collettivi aziendali stipulati dal
datore di lavoro e i sindacati aziendali che prevedono la riduzione
dellorario di lavoro al fine di evitare il licenziamento).
CIG prevista per 3 mesi continuativi, con eventuali proroghe trimestrali in casi
eccezionali fino ad un massimo di 12 mesi
CIGS prevista per un tempo diverso a seconda delle cause integrabili:
o Ristrutturazione, riorganizzazione e conversione aziendale per 2 anni, con
eventuali altre 2 proroghe, ciascuna di durata non superiore a 12 mesi
o Crisi aziendali per 12 mesi con eventuale nuova erogazione dopo un
periodo pari a 2/3 di quello relativo alla precedente concessione
o Procedure concorsuali per un periodo non superiore a 12 mesi con
eventuale proroga di 6 mesi in caso di fondate prospettive di ripresa
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23/1991. Queste due indennit sono sostituite con la legge 92/2012 dallAspi
(Assicurazione Sociale per lImpiego) con decorrenza dal 1 gennaio 2013 (con
riferimento allultimo giorno di svolgimento dellattivit lavorativa); ribattezzata NAspi,
con il D.Lgs.22/2015, per gli eventi di disoccupazione verificatisi dal 1 maggio 2015.
ASPI: per poter usufruire di questa indennit sono necessari 2 requisiti: lesistenza di
uno stato di disoccupazione involontaria e unanzianit contributiva previdenziale di 2
anni, di cui almeno 1 effettivo nel biennio che precede la disoccupazione. Viene presa
come base di calcolo la retribuzione imponibile ai fini previdenziali degli ultimi 2 anni e
lindennit sar pari al 75% della retribuzione mensile se pari o inferiore a 1195 al
mese; se la retribuzione maggiore, lindennit sar maggiorata del 25% della quota
che eccede il limite. LASPI erogata soltanto per un periodo di 12 mesi (18 mesi per i
lavoratori con pi di 55 anni) ed prevista una riduzione pari al 15% a distanza di
ulteriori 6 mesi (incentivo a trovare una nuova occupazione).
In caso di licenziamento collettivo, i lavoratori licenziati non solo godono dellAspi, ma
sono favoriti nel reinserimento nel mercato del lavoro perch vengono iscritti nelle
liste di mobilit con diritto alla relativa indennit.
Lindennit erogata per un periodo di 12 mesi, elevato a 24 per i lavoratori tra i 40 e
i 50 anni e a 36 per i lavoratori con pi di 50 anni (linnalzamento dellet anagrafica
rappresenta una maggiore difficolt a trovare lavoro). previsto un requisito di
anzianit aziendale di almeno 12 mesi di cui almeno 6 di lavoro effettivo (evitare
assunzioni in prossimit di una situazione che prevede licenziamenti) e viene
corrisposta unindennit par al 100% del trattamento di integrazione salariale per i
primi 12 mesi e pari all80% per i restanti mesi. Lindennit di mobilit non pu
comunque superare lanzianit aziendale maturata.
Assumere un lavoratore in mobilit pi vantaggioso per il datore in quanto pu
stipulare un contratto a tempo determinato di almeno 12 mesi senza lonere di provare
le ragioni tecniche e organizzative; ha una riduzione dei contributi pari al contratto di
apprendistato; la riduzione viene prorogata per altri 12 mesi se il contratto viene
convertito a tempo indeterminato; previsto uno sgravio di 18 mesi se viene stipulato
un contratto a tempo indeterminato fin da subito; in caso di contratto a tempo
indeterminato e pieno il datore di lavoro riceve il 50% dellindennit di mobilit
spettante al lavoratore.
Il lavoratore perde il diritto alle prestazioni previdenziali in caso di termine di durata;
nuova occupazione, versamento anticipato delle somme per svolgere unattivit di
lavoro autonomo o in forma cooperativa; rifiuto di un corso di formazione professionale
o di unofferta di lavoro professionalmente equivalente o con un livello contributivo
inferiore non oltre 10% rispetto a prima con un assegno di 12 mesi di compensazione
se in un luogo distante dallabitazione non pi di 50km o raggiungibile in meno di 80
con i mezzi pubblici; rifiuto al servizio di opere di pubblica utilit; mancata
comunicazione allINPS relativa allo svolgimento di unaltra attivit lavorativa.
PREVIDENZA COMPLEMENTARE
La previdenza complementare stata introdotta perch le risorse pubbliche a
disposizione per sostenere la previdenza sociale sono sempre pi scarse (a causa
dellallungamento dellaspettativa di vita, di alti livelli di disoccupazione, di unentit
minore di contributi e dellestensione degli oneri della spesa pubblica) che
garantiscono una soddisfazione minima dei bisogni dei cittadini. per questo che
sorta lesigenza di provvedere alla soddisfazione dellinteresse privato a pi alti livelli
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Gli accantonamenti del TFR possono essere destinati a forme diverse da quelle
sindacali senza particolari problemi
Gli accantonamenti posti a carico del datore di lavoro per il finanziamento dei
fondi pensione sindacali tendono al soddisfacimento di un interesse collettivo
dei suoi destinatari, pertanto sar la contrattazione collettiva ad individuare i
limiti e le modalit per il trasferimento.
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