Tesi Viviani
Tesi Viviani
Tesi Viviani
Pollini
Padova
A.A. 2014/2015
Introduzione
In qualit di trombettista, appassionato studioso di filologia e prassi del repertorio barocco ho scelto
di analizzare la prima di due sonate barocche per tromba e basso continuo di Giovanni
Buonaventura Viviani.
Le due sonate in questione sono uniche nel loro genere in quanto non risultano esserci altri
composizioni originali del periodo per tromba e basso continuo.
Ho preso in considerazione lanalisi di questa composizione in quanto essa brano stabile del mio
repertorio per tromba e cembalo (od organo) e ritengo di fondamentale importanza la conoscenza
approfondita di ci che vado ad eseguire in pubblico.
Altro punto che mi ha portato alla scelta che essa particolarmente rara tra le incisioni dei grandi
nomi trombettistici.
Tre o quattro lhanno incisa con la tromba barocca e solo due o tre con lo strumento moderno,
questo rende ancora pi interessante, per me, la scoperta di questo brano.
Ho ritenuto opportuno, vista la scarsa reperibilit di fonti riguardanti il compositore e lopera,
effettuare una contestualizzazione dellopera stessa, anche per ci che concerne lo strumento
dellepoca e la tecnica esecutiva, essendone io uno studioso e praticante.
Giovanni Buonaventura Viviani
Nato il 15 luglio 1638 a Firenze stato un violinista e compositore italiano. A partire dallet di 18
anni lavorava gi come violinista presso la cappella di corte di Innsbruck, probabilmente grazie
allinfluenza di un membro della sua famiglia, Antonio Maria Viviani, che lavor per un certo
periodo come cappellano, organista, segretario e anche librettista per larciduca Ferdinando Carlo.
Come la maggior parte dei suoi colleghi italiani, fu licenziato nel 1663 da Sigismund Franz, il
nuovo arciduca in carica.
Il ramo tirolese degli Asburgo si estinse nel 1665, e il paese torn allimperatore Leopoldo I.
Non si hanno notizie su dove Viviani sia vissuto tra il 1663 e il 1671 ma nel 1672 noto che fece
ritorno trionfale a Innsbruck dove limperatore lo aveva appena nominato Kapellmeister di corte
fino al 1676.
Anche se nelle pubblicazioni del 1678 Viviani risulta ancora come in possesso di questa posizione,
sembra pi probabile che egli si trovasse in realt a Venezia per lavorare al suo arrangiamento di
Scipione Africano di Francesco Cavalli e la sua opera Astiage, entrambe eseguite a Venezia di
quello stesso anno.
Sempre nel 1678 Viviani collabor a Roma con Arcangelo Corelli e Bernardo Pasquini.
Tra il 1678 e il 1682 si rec per lavorare a Napoli come direttore di una compagnia di cantanti lirici
e in questo arco di tempo esegu molte delle sue opere e dei suoi oratori.
Nel 1686 stato maestro di cappella presso il Principe di Bisignano e appena dopo sei mesi fu
nominato, nel gennaio 1687, maestro di cappella del Duomo di Pistoia fino al dicembre 1692.
Non si hanno notizie precise riguardo la morte ma molto probabilmente si spense intorno al 1693
nei pressi di Pistoia.
L Opera
I Capricci Armonici da Chiesa e da Camera a Violino solo et Sonate per Tromba sola, op. IV
sono stati composti nel 1678, periodo in cui Viviani era ancora incaricato Kapellmeister a Innsbruck
ma viveva e lavorava tra Venezia e Roma.
Limportanza di Venezia, per Viviani, era sicuramente legata alla possibilit di dare alla stampa le
sue opere.
Lopera IV era inizialmente stata composta ad Augusta (si trova infatti Augsburg nellurtext) ma
lopportunit di avere una ristampa tutta italiana avrebbe dato pi lustro al compositore.
Cos fu. Presso la citt dei Dogi lop. IV venne ristampata come edizione Augsburge lanno
successivo, il 1679, dopo aver collaborato con Corelli e Pasquini a Roma, un editore romano
(rimasto sconosciuto) acquist e ristamp delle copie originali delle composizioni bavaresi di
Viviani, mettendole poi nel mercato in vendita.
L Opus IV cos composta:
18 composizioni (arie,sinfonie,sonate e balletti) per violino solo e b.c.;
2 sonate per tromba sola e b.c. .
La Sonata Barocca
Volendo addentrarci nello stile compositivo di Viviani e maggiormente nelle sonate per tromba e
b.c., giusto puntualizzare su alcuni nodi fondamentali dellepoca.
Il termine sonata, apparentemente ovvio, in realt uno dei pi complessi e densi di significato
della storia della musica. Assegnato sin dal tardo 1500 a brani genericamente destinati
allesecuzione strumentale, si contrapponeva alla toccata e alla cantata e compare per la prima
volta in una miniatura di unopera di Adriano Banchieri (1568 1634) intitolata Ecclesiastiche
Sinfonie dette canzoni in aria francese, a quatro voci, per sonare, et cantare, et sopra un basso
seguente concertante entro lorgano del 1607.
La compagine strumentale di riferimento non prevedeva mai ruoli vocali, pu essere pi o meno
definita, oppure lasciar libero campo ad ogni sorte distromenti, e mutare per tipologia sonora e
nel numero dei componenti.
Talvolta nel periodo barocco alle unit dichiarate in organico poteva non corrispondere il numero
effettivo dei ruoli in virt dellestensione del ruolo del basso continuo a pi strumenti (es.: sonata a
tre, prevalentemente realizzata da quattro o pi esecutori).
In un primo periodo (fine del XVII sec.) la sonata si presentava sia come brano singolo, sia come
sequenza di svariati brani in successione, di diverso carattere e correlati fra loro solo da evidenti
vincoli tonali (i movimenti estremi sono alla tonica, quelli intermedi al IV, V, VI grado o alla
relativa maggiore se la sonata in modo minore), in questo avvicinandosi al genere pi tardo e
stilisticamente differenziato della suite.
Il contrappunto nelle tecniche costruttive della sonata, risultava essere alleggerito delle pi
complesse soluzioni polifoniche e denotava una propensione al trattamento orizzontale dei temi, in
aggiunta la ripetizione, la progressione, la variazione ornamentale, lavvicendamento di motivi
diversi erano alcune fra le tecniche pi praticate.
Le sonate da chiesa e sonate da camera hanno visto la loro prima comparsa sul frontespizio di una
raccolta di sonate del 1637 di Tarquinio Merula (1595 - 1665), ma solo grazie a Giovanni Legrenzi
(1626 - 1690) la distinzione tra le due sonate divenne pratica costante; questa distinzione fra le due
forme non fu mai netta e inderogabile, anzi, intercorsero fra le due moltissime mescolanze, con una
casistica di scambi molto ampia:
La sonata da chiesa, generalmente composta per uno o due violini e basso continuo,
consisteva normalmente di unintroduzione lenta, un allegro in forma fugata, un movimento
lento cantabile e un finale allegro in una qualche forma binaria come a suggerire unaffinit
con i brani danzabili delle suites. Le indicazioni dei tempi (largo, allegro, adagio, vivace,
ecc.) divent successivamente il titolo di ognuno di essi. Questo tipo di sonata eseguita,
ovviamente, in chiesa, andava a sostituire lorgano nella parte di Messa che corrispondeva al
Proprium (insieme delle parti della Messa o della Liturgia delle ore il cui testo varia
secondo i periodi dell'anno liturgico o della commemorazione di un santo o di un evento
significativo. I canti del proprium sono la parte pi autentica ed originale del repertorio
gregoriano).
La tessitura in cui la sonata di Viviani stata composta, pu essere catalogata senza dubbio nel
registro di clarino.
Il termine clarino deriva da clario, clarasius (Historia Angli de an. 1101, Guglielmo di
Malmesbury) e significa chiaro, usato appunto per la tromba di quell epoca per il suo suono acuto e
squillante.
Nelle composizioni che vanno da Monteverdi in poi, nei complessi dottoni, la voce di clarino o
parte di clarino, compariva insieme alle altre tessiture (basso o grosso, vulgano, toccata o alto,
quinta o principale, sonata o clarino) come la pi indipendente, in quanto risultava spiccare per
melodia e brillantezza.
In virt di queste caratteristiche il suono del clarino, allepoca, era normalmente piuttosto
contenuto, senza forzature, anche grazie a un organico orchestrale decisamente contenuto.
Ai giorni nostri, invece, ci si attende che il suono delle trombe risulti predominante.
Daltra parte una prerogativa tecnica di un trombettista barocco moderno quella di centrare tutti i
suoni che emette con la tromba naturale, il che rende pi difficile lemissione di quelle note fuori
centro tipiche dello strumento originale. Esse sono:
Fa4
La4
Si3
Le sopracitate note sono, per motivo fisico di onda sonora nel tubo, particolarmente difficili da
eseguire e da intonare.
Il nodo che si forma in alcuni punti del canneggio fisicamente e morfologicamente pi vicino alle
relative note dellarmonico superiore successivo (di conseguenza il Fa4 suona naturalmente Fa#4,
ecc.), il che comporta uno studio dedicato alla prassi esecutiva di questo strumento e del registro di
clarino.
Gi verso la met del 1600 alcuni trombettisti fiamminghi erano a conoscenza di questo problema e
provarono a risolverlo applicando dei fori, delle chiavi (simili a quelle del clarinetto moderno) con
risultati piuttosto discutibili.
Levoluzione e la scienza hanno portato a una precisione maggiore nellapplicazione dei fori nel
tubo principale cos che oggi sono disponibili nel mercato sia trombe naturali (completamente senza
fori) sia trombe barocche (che presentano 3 o 4 fori relativamente se il sistema di foraggio
tedesco, Dr. Edward Tarr sviluppatore, oppure inglese, Sir Michael Laird)
Vado ad analizzare ora degli aspetti riguardanti la sonata in esame e la maniera esecutiva della
stessa in stile filologico originale.
Articolazione
Trillo
Il trillo nella tromba barocca, o naturale, viene eseguito con una combinazione di
sostegno dellaria e tensione del labbro.
Figura 2 Non avendo pistoni, tasti o chiavette non possibile ottenere il trillo in maniera
meccanica, perci si effettua quello che viene chiamato, in gergo dai trombettisti, trillo di labbro.
Per quanto riguarda lo strumento tromba esistono diverse modalit esecutive di trillo. Lo stile viene
scelto in base al periodo e dalla nazionalit del compositore.
Per ci che concerne la sonata di Viviani, tutti gli ornamenti, trilli compresi, vengono eseguiti
facendo riferimento ai trattati dei trombettisti dellepoca (come il sopra citato Girolamo Fantini).
Prima di tutto il trillo comincia sempre in battere e mai prima.
Per Fantini la dicitura tr indica non il classico trillo eseguito tra nota principale e relativa superiore
ma uno sbuffo. Per sbuffo si intende una sorta di vibrato molto accentuato, quasi di gola, eseguito in
crescendo.
Importante sottolineare che nell Italia della met del XVII secolo il trillo iniziava dalla nota
principale e in successione la relativa superiore, questo stile, per di pi, ha influenzato le aree
austriache e tedesche (vedasi i compositori v. Biber, Schmelzer).
Queste tecniche che ho riportato sono quelle che pi trovano diversit in rapporto allesecuzione
contemporanea del repertorio di epoca barocca con lo strumento originale.
Esistono anche molte altre tecniche diversificate da zona a zona ma non ritengo necessario trattarle
il questo contesto in quanto uscirebbero dalla circostanza dellanalisi della sonata.
Analisi Formale
a. Il primo movimento, nella tonalit di Do maggiore, apre con il tema della tromba per gradi
discendenti e con ritmo di ouverture alla francese.
b. Le note ascendenti del basso introducono la progressione della tromba dove linciso di
quattro semicrome viene ripetuto al basso in canone alla sesta.
c. A battuta 5 una nuova frase della tromba viene seguita dalla ripetizione al basso e
nuovamente dalla tromba in forma di eco, per poi riproporre la frase con la cadenza
conclusiva.
f. Una battuta di collegamento usando le quattro semicrome citate prima, per informa
invertita, modulano in Re minore dove viene riproposta la progressione.
g. Ora due battute di collegamento come prima portano la tonalit alla relativa Fa maggiore.
j. Mediante la nota comune (il re) si passa da si bemolle a do maggiore grazie alla settima di
dominante (che contiene il re), per la cadenza conclusiva del movimento in tonalit
dimpianto.
V Movimento Adagio
Lultimo movimento della sonata sostanzialmente un recitativo da parte della tromba. Il
movimento inizia in sottodominante e il basso non fa altro che seguire le varie fioriture della tromba
restando comunque in tonalit dimpianto senza modulazioni.
Analisi Armonica
Riferimenti bibliografici:
Altenburg E. J., Tentativo di introduzione alla Arte eroico-musicale dei trombettisti e dei timpanisti,
per una migliore assimilazione della medesima descritta dal punto di vista storico, teorico e pratico
e spiegata con esempi, ed. Zecchini , 2007
Barclay R., The art of the trumpet-maker: the materials, tools, and techniques of the seventeeth and
eighteenth centuries in Nuremberg, Oxford, Clarendon, 1992