Musica e Cervello PDF
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1. Cfr. gli argomenti derivati dalla clinica neurologica: oltre ai due descritti, il caso
degli idiots savants (Blind Tom; dall’1 al 10% degli autistici; l’epilessia, collegata a
scariche di reti neuronali anomale, perché divenute ipereccitabili, in un’area
specifica del cervello; i casi descritti da O. Sacks...)
2. Cfr. i risultati degli studi di cervelli normali consentiti dalle tecniche moderne:
a. ascolto dicotico (per capire cosa l’or destro recepisca meglio rispetto al sin, e viceversa )
b. ERP o tecnica dei “potenziali evocati” (amplificare e seguire nel tempo le deboli variazioni elettriche
captate da elettrodi sistemati sul cuoio capelluto dei soggetti osservati, prodotte dai neuroni in attività e misurabili quasi al
millisecondo)
Cfr. l’ipertrofia nella parte ant del corpo calloso degli strumentisti, che
permette la comunicazione tra le aree motoria dx e sin del cervello
Cfr. l’ampiezza della rappresentazione corticale delle dita della mano sin
di coloro che suonano uno strum a corde, molto maggiore di quella
dei non musicisti
Cfr l’asimmetria del planum temporale em sin –molto più estesa- in coloro
che posseggono l’or assoluto
Maurice Ravel soffrì di una misteriosa demenza a partire dal 1927, quando aveva 52 anni. Egli
perse gradualmente la capacità di parlare, di scrivere e di suonare il piano. Egli però compose la sua
ultima opera, forse la più nota, nel 1932.
I neurologi si sono interrogati da allora sulla natura della malattia, che molti hanno identificato
come morbo di Alzheimer. Ma secondo François Boller, del Centre de recherche Paul Broca di
Parigi, i sintomi si presentarono troppo presto e Ravel mantenne comunque troppa memoria, perché
questa diagnosi possa essere corretta. Secondo Boller, quindi, Ravel soffì invece di due disturbi
diversi: una afasia progressiva primaria, che erode i centri del linguaggio, e una degenerazione
corticobasale, che priva il paziente del controllo del movimento. Secondo Boller, quindi, Ravel
rimase letteralmente intrappolato nel suo corpo e non perse la capacità di comporre musica, ma solo
quella di esprimerla. Le facoltà perse dal compositore furono principalmente quelle legate
all'emisfero sinistro, ma le capacità musicali dipendono realmente da quasi tutto il cervello.
Secondo Boller e i suoi colleghi le due ultime composizioni di Ravel mostrano i primi segnali
dell'indebolimento dell'emisfero sinistro, con quello destro, che si occupa del timbro, che prende il
sopravvento. Il Bolero contiene di fatto solo due temi, ognuno ripetuto 30 volte, ma ha anche 25
diverse combinazioni di suoni. Ravel stesso lo descrisse come «un tessuto orchestrale senza
musica.» Ovviamente, discriminare tra l'evoluzione della malattia e lo sviluppo artistico è molto
difficile. Deborah Mawer, della Lancaster University ricorda infatti che alla fine della sua vita Ravel
si interessò di meccanizzazione, e questo potrebbe spiegare la ripetitività del Bolero.
Oltre al Bolero, l'altra opera è il concerto per piano per mano sinistra, composto nel 1930.
Le Scienze, 15 aprile 2013