Option Fundamental ITA
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Option Fundamentals
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Cos’è un’opzione?
Le opzioni sono parte integrante della nostra economia. Che ve ne siate accorti
o meno, nella vita di tutti i giorni, praticamente ciascuno di noi ha comprato
o venduto un’opzione almeno una volta. Le opzioni sono dappertutto; nelle
famiglie come nelle più complicate transazioni internazionali da molti
miliardi di dollari. L’assicurazione della vostra auto o quella sulla vita, i
contratti professionistici nello sport, le compravendite di immobili, i tagliandi-
sconto dei supermarket, le stock option assegnate ai dirigenti e molto altro
ancora sono esempi di opzioni con i quali abbiamo a che fare quasi tutti i
giorni nella vita “reale”.
I. CALL
Definizione: Un’opzione call è un contratto vincolante che attribuisce al
compratore il diritto (ma non l’obbligo) di comprare un certo numero di azioni
(tipicamente, 100 azioni per ogni contratto call) ad un prezzo predeterminato
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(c.d. strike price) in ogni momento prima della sua scadenza (il ciclo/mese di
scadenza).
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Nel testo useremo la convenzione inglese e definiremo “long” la posizione dell’acquirente e “short” la
posizione del venditore dell’opzione
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controlla 100 azioni, questa call ha un costo originario per noi di 100$ (1$ per
azione x 100 azioni controllate = 100$). Ricordate che le opzioni su titoli
(stock options) hanno una modalità di esercizio c.d. di tipo “Americano”,
possiamo cioè esercitarle in qualsiasi momento, prima della scadenza2.
II. PUT
Definizione: Un’opzione put è un contratto vincolante che attribuisce al
compratore il diritto (ma non l’obbligo) di vendere un certo numero di azioni
(tipicamente, 100 azioni per ogni contratto put) ad un prezzo predeterminato
(c.d. strike price) in ogni momento prima della sua scadenza (il ciclo/mese di
scadenza). Notate che questo diritto è indipendente dal fatto che il
compratore della put possegga o meno qualsiasi titolo.
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Esiste anche la modalità “Europea”, in cui l’esercizio dell’opzione è consentito solo ALLA scadenza.
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I. STRIKE PRICE
Lo “strike” è il prezzo al quale l’opzione può essere convertita in una
posizione lunga (se trattasi di call) o corta (se trattasi di put) nel sottostante
(azione, future, commodity, etc.)
Il possesso della call con strike price 35 conferisce al possessore il diritto di
comprare l’azione a 35$, in qualunque momento prima della scadenza. Se
l’azione quota 100$ (o qualsiasi prezzo vi piaccia), il possessore della call 35
può esercitarla e ottenere in cambio 100 azioni al prezzo di 35$ l’una.
Sarebbe ideale avere tanti strike price quanti sono i possibili livelli di prezzo
del titolo. A fini di uniformità e per rendere più semplice la comprensione, le
borse dove sono trattate le opzioni hanno definito un sistema che consente ai
trader di avere una serie di opzioni predefinite, quando si tratta di scegliere lo
strike da comprare o vendere.
Esiste quindi una regola che determina quali strike price siano disponibili per
ciascun titolo/scadenza, ma, come tutte le regole, anche questa presenta delle
eccezioni. Nella gran parte dei casi, tuttavia, ci si attiene alle regole qui sotto
descritte.
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In inglese, il time decay. Per maggiore comodità utilizzeremo da qui in poi questa locuzione, che peraltro
è quella utilizzata anche dalla maggior parte dei trader italiani.
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Il valore dello strike può essere definito perché gli strike partono sempre da 0
e salgono. Se abbiamo un’azione che quota 24$, possiamo predire quali strike
saranno disponibili per le contrattazioni, partendo da zero e salendo secondo
lo schema precedente.
In base a questo, abbiamo un’azione le cui opzioni avranno strike distanziati
di 2,50$, perché l’azione ha un prezzo compreso tra 5$ e 25$. Siccome
tipicamente le opzioni non hanno strike inferiori a 5$, gli strike disponibili per
questa azione saranno: $5, $7.50, $10, $12.50, $15, $17.50, $20, $22.50, $25,
etc.
In base alle regole viste sopra, un’azione con un prezzo di 50$ avrebbe strike
distanziati di 5$. Ad esempio: $35, $40, $45, $50, $55, $60, $65, etc.
II. SCADENZA
La scadenza è la data limite entro la quale il possessore ha il diritto di
esercitare l’opzione. Oltre la scadenza, ogni diritto del possessore cessa di
esistere.
Le opzioni generalmente scadono alla chiusura delle contrattazioni (4:02pm,
Eastern Standard Time) il terzo venerdì del mese. Ad esempio, le opzioni di
luglio scadranno il terzo venerdì di quel mese. Se quel venerdì fosse festivo,
le opzioni scadrebbero il terzo giovedì del mese.
Oltre le scadenze mensili, molti titoli, specie quelli più liquidi, hanno anche
opzioni settimanali, che scadono ogni venerdì, sempre alla stessa ora. Per
verificare quali titoli dispongano anche di opzioni settimanali, dovrete
collegarvi ad uno dei principali siti di finanza, come Yahoo o direttamente sul
sito del CBOE (Chicago Board of Options Exchange www.cboe.com).
Le opzioni sulle azioni hanno anche una scadenza nei due mesi più vicini, a
prescindere dal ciclo in cui sono inserite. Di solito, dopo che il mese più vicino
di un particolare ciclo scade, il mese successivo viene aggiunto. Nel ciclo
numero uno, esisteranno sempre le opzioni di febbraio e si aggiungeranno
quelle di marzo quando quelle di gennaio scadranno. Ad un primo sguardo,
questo potrà sembrare confusionario, quando si guardano i singoli cicli;
tuttavia, i cicli sono pensati per predire quali opzioni sono disponibili oltre i
due mesi di distanza. Sempre nel caso del ciclo uno, le nostre possibili scelte
saranno febbraio, aprile, luglio e ottobre. Alla scadenza delle opzioni di
febbraio, avremo anche quelle di marzo e poi aprile, luglio e ottobre.
January GONE
February February
April March *
July April
October July
October
* Month added
Nella pagina seguente trovate un grafico di come si siano mossi i nostri due
titoli, WIN e GOOD, nel corso di un anno. Per ipotesi, potremmo assegnare
delle volatilità ai due titoli. Potremmo dire che WIN è trattata con una
volatilità dell’80% mentre GOOD con una del 30%. Il grafico illustra i
movimenti esagerati che fa WIN rispetto a GOOD; in tal senso, le opzioni di
WIN sono trattate a prezzi più alti rispetto a quelle di GOOD. Pensateci un
attimo – quale sarebbe il premio della vostra assicurazione sulla vita se si
scoprisse che siete geneticamente predisposti al cancro? La stessa metafora si
applica alla determinazione del prezzo delle opzioni.
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100
90
S
T 80
O
C 70
K 60
WIN
50
P GOOD
R 40
I 30
C
E 20
10
0
J F M A M J J A S O N D
MONTHS
Il problema con il time decay è che l’opzione non si deprezza in misura lineare
col lo scorrere del tempo. Con l’approssimarsi della scadenza, il decadimento
temporale è molto più rapido. Di fatto, il time decay è funzione della radice
quadrata del tempo. Vedremo questo punto in maggior dettaglio più avanti, in
quanto non è strettamente necessario per capire come funzionano le opzioni.
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azioni?”.
Poiché è l’ultimo giorno a disposizione per esercitare l’opzione sul terreno,
sappiamo che la valutazione del perito è di 300.000$. Visto che abbiamo
l’opzione che ci permette di comprarlo a 200.000$, stiamo risparmiando /
guadagnando 100.000$. Poiché questi 100.000$ rappresentano un vantaggio
per noi, un vantaggio che non avremmo avuto se non avessimo posseduto
l’opzione, possiamo dire che questa call sul terreno ha un valore intrinseco,
reale di 100.000$.
Il valore intrinseco non può mai essere inferiore a zero. Quando lo è, il succo
è che non ha senso esercitare l’opzione. Nel nostro caso, se il terreno valesse
meno dello strike price, nessuno avrebbe vantaggio nell’esercitare l’opzione,
ma converrebbe piuttosto acquistarlo al prezzo corrente di mercato e lasciar
scadere l’opzione senza valore.
Esempi: possedete la call con strike 70 e la put con strike 70 quando l’azione
quota 64$. Determinate il valore intrinseco della vostra put e della vostra call.
CALL PUT
Prezzo dell’Azione Strike Price della Put
- Strike Price della Call - Prezzo dell’Azione
= Valore Intrinseco (Call) = Valore Intrinseco (Put)
$64 $70
- 70 - 64
= -6 (no valore intrinseco) = $6 (valore intrinseco)
VII. REGOLAMENTO
Le opzioni su azioni vengono regolate con la consegna fisica dei titoli.
Un’opzione su azioni che venga esercitata alla scadenza o prima ha come
effetto il trasferimento di una posizione nell’azione sottostante. Se il titolare
di un’opzione call sul sottostante WIN esercita la sua call, 100 azioni WIN
saranno acquistate per suo conto a 55$ ad azione, lo strike price. Ciò
indipendentemente dal prezzo corrente del titolo.
Come nel caso delle assicurazioni sull’auto, abbiamo delle scelte potendo
scegliere quanta protezione (o apprezzamento) acquistar con le opzioni su
azioni. Il broker assicurativo vi chiederà quanta franchigia volete, in caso di
danni; le put hanno diversi strike con prezzi variabili. Così come si paga un
prezzo più alto per un’assicurazione senza franchigia, si paga un premio più
alto per le call o le put più vicine all’ATM, che danno la possibilità di trarre
maggior vantaggio da un movimento dell’azione in linea con le nostre
aspettative.
stesso e identificare il prezzo che ritenete sarà quello alla scadenza. Da quel
numero, tracciate una linea verticale fino al grafico dell’opzione. Nel punto in
cui questa linea verticale immaginaria interseca il grafico, tracciate un’altra
linea, questa volta orizzontale, fino all’asse verticale delle “y”. Il punto di
intersezione tra questa linea immaginaria e l’asse delle “y” determina il
profitto o la perdita dell’opzione, per quel particolare prezzo del sottostante a
scadenza.
Il Valore Intrinseco
Il Valore Temporale
Il valore temporale è una combinazione di una serie di variabili, già ricordate
in precedenza. In particolare, si tratta del tempo mancante alla scadenza, della
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In gergo, viene definite option chain. Nel seguito si userà questa locuzione, universalmente nota nel mondo
del trading.
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Le azioni più volatili, ossia quelle che hanno movimenti di prezzo più estremi,
hanno curve più prolungate sui lati. Nessuno può sapere dove il prezzo
dell’azione si situerà a scadenza di un’opzione. Le azioni il cui prezzo resta
abbastanza stabile in un certo periodo di tempo, normalmente hanno curve di
distribuzione normale piuttosto strette. In altre parole, la probabilità che
l’azione faccia un largo movimento di prezzo sono piuttosto remote.
Un’azione che viene trattata a 100$ (LARG) ma che è capace di muoversi tra
60 e 104$ dollari in un mese, avrà una curva ampia, come riflesso del fatto
che vi sia molta incertezza circa quello che sarà l’effettivo prezzo di chiusura.
Un’azione che viene comunque trattata a 100$ (SML) ma che si muove solo
tra 90 e 110$ nello stesso periodo temporale, avrà una curva del valore
temporale ristretta, a causa del fatto che non ci si attendono grandi movimenti
di prezzo in un dato orizzonte temporale.
I grafici seguenti illustrano la distribuzione dei valori temporali, in relazione
alla volatilità (ricordate che il valore intrinseco è stato rimosso).
Strike Price 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113
Option Price $5.20 $4.20 $3.30 $2.50 $1.85 $1.20 $0.70 $0.35 $0.15 $0.10 $0.05
Minus Intrinsic Value $5.11 $4.11 $3.11 $2.11 $1.11 $0.11 $0.00 $0.00 $0.00 $0.00 $0.00
Equals Time Value $0.09 $0.09 $0.19 $0.39 $0.74 $1.09 $0.70 $0.35 $0.15 $0.10 $0.05
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Bid-Ask Spread
Si definisce Bid-Ask spread la differenza tra il miglior prezzo di acquisto (il
bid) e quello d’offerta (l’ask). In sostanza, l’acquirente che offre il miglior
prezzo per l’acquisto di un’opzione (un titolo, un’obbligazione, etc.) si pone
sul bid, quello che offre il prezzo di vendita per la stessa opzione, si pone
sull’ask.
Lo spread tra i due valori, pertanto, è la differenza tra quanto il mercato è
disposto a pagare per comprare e il minimo prezzo a cui è disposto a vendere.
Bid – Il “bid” come detto è il miglior prezzo che il mercato è disposto a pagare
per l’opzione, in un determinato momento. Se siete disposti a pagare 1$ per
un’opzione ma un altro operatore è disposto a pagare 1,20$, il suo sarà il
prezzo bid, in quanto è il più alto prezzo che qualcuno è disposto a pagare per
avere quell’opzione.
Ask – L’“ask” è il prezzo minimo al quale il mercato è disposto a vendere
un’opzione. Potreste aver comprato un’opzione a 3$ ed essere in perdita. Se
mettete in vendita l’opzione a 3$ nel tentativo di uscire in pareggio dal trade,
ma qualcun altro è disposto a vendere a 2,5$ la stessa opzione, sarà il suo
prezzo a fare l’ask.
Spread – La differenza tra i due valori visti sopra costitusce il bid-ask spread.
Vi capiterà di sentire un broker riferirsi allo “spread” dicendo che è 2,00$ a
2,30$. Questo significa che il bid price è 2,00$ e l’ask a 230$. Egli potrebbe
anche dire che lo spread è a 0,30$, il che significa che la differenza tra bid e
ask è di 30 cent.
Mid – Il mid price è il prezzo che si pone a metà tra il bid e l’ask e quindi è
pari alla metà dello spread aggiunta al bid o sottratta all’ask. Nell’esempio
precedente, con bid 2,00$ e ask 2,30$, il mid price sarà pari a ½ x 0,30 + 2 =
2,15$.
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