Dispensa Qigong
Dispensa Qigong
Dispensa Qigong
TORINO
QIGONG
anni 2008-2009
CHE COS’E’ IL QIGONG
氣功
Il Qigong è un tipo di attività fisica che si propone di recar vantaggio non tanto
all’apparato locomotore, ma soprattutto ad Organi e Visceri, migliorandone la
funzionalità. Tale attività è compendiata dalla meditazione, con cui, si dice, viene
aperta la “Grande Porta della Conoscenza”, Zhihui de Da Men.
Così il Qigong porta in armonia l’organismo umano con l’ambiente esterno (Terra)
favorendo il suo adattamento al mutare delle stagioni (Cielo).
Il Qigong può essere considerato la matrice della cultura cinese antica: si parla, in
ambienti dotti, di Qi Wenhua, Cultura del Qi, facendo riferimento alle tradizioni orali
e alla letteratura delle origini; da esso hanno preso piede le Arti e molte scuole di
pensiero, sono nati la Medicina Tradizionale Cinese, il Feng Shui, la danza ed il Wu
Shu, cioè le Arti Marziali, con cui il Qigong, in una fase iniziale, è tutt’uno ed è
chiamato Wu Gong. (Si veda quest’ultimo come risposta dell’individuo all’ambiente
esterno per mantenere il corpo sano ed efficiente ed anche per essere in grado di
difendersi dai nemici, due cose di primaria importanza soprattutto in epoche molto
diverse dall’attuale in termini di Sanità e Sicurezza!)
Successivamente il Wugong si differenzia dalle Arti Marziali trasformandosi da una
parte in Ying Qigong, cioè Qigong Duro -grazie al quale i praticanti compiono gesti
sovrumani, spaccando mattoni, sopportando lame e punte senza riportare ferite, etc.-
dall’altra nel Qigong, che è chiamato anche Daoyin, fatto di tecniche di lunga vita,
che sono largamente diffuse in Estremo Oriente e man mano stanno sviluppandosi
anche in Occidente.
Il Qigong consta di una parte dinamica, rappresentata dagli esercizi, e da una statica,
la meditazione.
Il Qigong dinamico si divide a sua volta in due grandi categorie: una costituita di
esercizi da apprendere per imitazione, Daolu Qigong, l’altra dal Qigong di “Sviluppo
di Se’”, Zi Fa Gong, in cui, in particolari condizioni di affaticamento e con la giusta
postura, il praticante si muove indipendentemente dalla propria volontà.
E’ presumibile che gran parte delle tecniche di Daolu Qigong e delle Arti Marziali sia
stata dedotta dal Qigong Spontaneo, anche se diversi esercizi possono essere stati
concepiti “a tavolino”: infatti, portando in tensione o massaggiandosi alcune fasce
muscolari, si stimola il flusso del Qi nei meridiani che le attraversano, così pure
flettendo o estendendo le dita dei piedi e delle mani, che sono la parte terminale ed
iniziale di molti meridiani, e ancora sfruttando le catene biomeccaniche del corpo,
indirizzando la massa sanguigna in modo preferenziale per ossigenare, quindi
arricchire di Energia e Sangue, (Qixue) alcuni organi interni.
ASPETTI COMUNI A TANTE DIVERSE TECNICHE
Il Qigong, così antico, si è fuso con le scuole di pensiero che si sono avvicendate in
Cina: Taoismo, Buddismo, Confucianesimo, dando origine ogni volta a nuove,
bellissime tecniche.
In linea generale si può dire che le tecniche taoiste puntano soprattutto a dare vitalità
dell’organismo, quelle buddhiste badano all’aspetto trascendente del Qigong e sono
caratterizzate da raffinate tecniche di meditazione, mentre quelle confuciane sono
forse in equilibrio tra le due e pongono l’accento sulle qualità morali del praticante,
che pure influiscono sul suo generale stato di salute.
In epoca più recente sono nate anche tecniche più strettamente legate alla Medicina
Tradizionale Cinese, definite da qualcuno “Qigong Medico”; sono forse ascrivibili a
questa categoria le tecniche del Prof. Zhang Guangde, dette Daoyin Yangsheng
Gong.
Aspetti comuni alla quasi totalità delle tecniche sono l’approccio psico-emozionale -
sintetizzato in tre aggettivi: “fangsong, rujing, ziran”- la coordinazione tra
movimento e respiro, la postura e l’autoconsapevolezza, detta Yinian.
La posizione di base del Qigong è senza dubbio quella del “Palo conficcato a terra”,
chiamata Zhan zhuang, altresì detta “Posizione dell’Albero”, poiché il praticante ha
la parte bassa del corpo contratta e solidamente ancorata al suolo, forte come un
tronco, con l’impressione di avere radici che si espandono dalla pianta dei piedi,
mentre la parte alta è rilassata, flessibile quanto la chioma dell’albero stesso.
Parte alta del corpo rilassata, colonna vertebrale perpendicolare a terra, collo disteso
quasi il capo fosse assicurato ad un filo che scende dall’alto e le gambe flesse in
misura proporzionale alla propria volontà o possibilità.
Nel flettere le gambe è al contempo necessario arretrare con il bacino, come se ci si
stesse per accomodare su una sedia e subito dopo portare impercettibilmente le spalle
all’indietro: così facendo si tende a perdere l’equilibrio, ma a ciò si rimedia flettendo
-senza esagerare- le dita dei piedi, quasi a voler ancorarsi al terreno, per poi
riaggiustare la postura.
Gli avambracci e le mani sono paralleli a terra.
Lo sguardo è all’orizzonte, diversamente l’intera postura risulterebbe compromessa.
La posizione è da considerarsi esatta se sopraggiunge un maggior affaticamento dei
muscoli delle cosce e se, alla pressione, l’attaccatura della coscia al busto, Gua,
risulta morbida. In questo modo il Qi e il Sangue -inscindibili, come il cavallo ed il
cavaliere- fluiscono più rapidamente e senza intoppi nel corpo ed i nostri gesti
sortiscono un’influenza maggiore sugli organi interni; inoltre la muscolatura dorsale
si rilascia e permette ai Reni di “muoversi”.
Al tal riguardo va precisato che tutte le tecniche del corpo dell’Estremo Oriente sono
mirate a migliorare le condizioni di questi Organi, ritenuti sede della vitalità
dell’organismo ed intimamente connessi alle facoltà intellettive.
La posizione dell’albero è così chiamata perché, metaforicamente, come un albero
vive a lungo grazie a radici che lo ancorano al suolo e gli permettono di resistere alle
intemperie e di attingere acqua in profondità, sopravvivendo anche in periodi di
siccità, così l’uomo, se ben saldo a terra, può, da una parte, resistere agli assalti dei
nemici ed anche alle vicissitudini della vita, dall’altra, garantire un miglior stato di
salute grazie ad una più completa ossigenazione. In tal senso va ricordato che, per la
MTC, le cosce sono il nostro “secondo cuore”.
Nel tenere questa posizione gli agopunti su cui spesso si concentra sono Ren Zhong,
Lao Gong, Yong Quan, che possono essere considerate le boe cui perviene il Qixue,
attorno alle quali esso compie qualche giro prima di rifluire in direzione contraria.
Nelle Arti Marziali Cinesi, così come nel Qigong, le posizioni di base sono cinque:
1) “Posizione del Cavaliere”, Ma Bu (la più vicina alla posizione descritta in
precedenza),
2)“Posizione dell’Arciere”, Gong Bu,
3)“Posizione a Terra”, Tu Bu,
4)”Posizione di Riposo”, Xiu Bu,
5) “Posizione Svuotata”, Xu Bu.
LA MENTE, YINIAN
Il Daolu-Qigong, così com’è stato descritto finora, può far pensare che sia solo un
tipo di ginnastica respiratoria. Manca, infatti, un cenno ad un aspetto fondamentale: la
Mente, Yinian.
La Mente, per meglio dire la Consapevolezza, può riferirsi al sentire, ganjue, il Qi
nelle varie parti del corpo, che entra, esce, si diffonde irradiando calore o fuoriesce
dandoci sensazioni di freddo, a seconda del momento e del nostro particolare stato di
salute.
Diversamente lo Yinian può condurre, grazie alla volontà del praticante, il Qi in varie
parti del corpo (Dao Qi).
A tale proposito è diffusa la tecnica del “Sorriso Interiore”, secondo cui, s’immagina
di sorridere ad Organi e Visceri o ad agopunti ed altro, in qualità di nostri fidatissimi
alleati, allo scopo di rendere armoniosa la loro attività e ringraziare per il servizio
reso.
Yinian può anche anche significare vedersi dal di fuori e, per esempio, durante la
pratica sentirsi fluttuare come una creatura marina, mossa non solo dalle proprie forze
ma anche dalla spinta dell’acqua e delle correnti.
Se, durante la pratica, si arriva a percepire il proprio battito cardiaco, comprendendo
in esso anche le diverse vibrazioni scaturite dagli altri processi fisiologici, sarà, da una
parte, più netta l’apertura dei Meridiani principali, Jing e collaterali, Luo, dall’altra
più tranquillo lo Spirito, Shen.
Lo Yinian è fortemente condizionato dal tipo di respirazione e dalla posizione del
corpo, soprattutto dal suo essere verticale, condizione grazie alla quale, soprattutto nel
Qigong Spontaneo, tutto l’organismo può risuonare della stessa vibrazione della
Terra, come un diapason.
LA RESPIRAZIONE
Per capire l’importanza della respirazione, basta pensare a come una respirazione
affrettata e/o incompleta agisca negativamente sullo stato d’animo, procurando ansia
ed altri stati emotivi sgradevoli.
Al contrario, una respirazione piena, lenta, oltre ad indurre alla calma e a migliorare
lo stato emotivo arreca indubbio vantaggio agli organi interni, rendendo più lento il
battito cardiaco e dunque diventando determinante per la longevità dell’individuo.
A tal proposito va detto che la Medicina Tradizionale Cinese non vede di buon occhio
gli sport ad alto impegno cardiovascolare; in effetti, se si pensa alla durata di vita di
molti atleti professionisti, è difficile pensarla diversamente.
Secondo l’opinione di medici tradizionali di recente affermazione la respirazione
diaframmatica giova in modo particolare all’atrio sinistro del cuore e facilita il ritorno
venoso. E’ quest’ultima un tipo di respirazione adatto a chi deve tonificare i Reni.
La respirazione toracica, invece, giova in modo particolare al ventricolo sinistro del
cuore e facilita l’uscita del sangue arterioso.
E’ intuibile che una respirazione al contempo diaframmatica e toracica, giovi sotto
tutti i punti di vista. Un esempio di respirazione completa, Quan Shen Huxi, è
rappresentata dalla respirazione consapevole attraverso tutti i pori della pelle, diffusa
tra i praticanti più assidui di Qigong.
La respirazione può essere più lenta man mano che si continua nella pratica, senza
però costringersi ad apnee o ad un ritmo respiratorio innaturale; in tal modo si
possono incrementare sia le capacità respiratorie, sia lo stato generale di buona salute.
Per esempio se, inizialmente, si compiono 10 atti respiratori in 1 minuto, col passare
del tempo si può arrivare ad eseguirne 8 e poi 6.
La meditazione è una forma di piacere. Una cosa semplice, credo comune agli uomini
e a tutti gli esseri viventi e all’intero orbe terracqueo, in tutta la sua complessità e nel
suo manifestarsi, che è artisticamente inimitabile.
Se non siamo abituati, proviamo a stare in meditazione un solo minuto: potremmo
avere delle magnifiche sorprese o, meglio ancora, nessuna sorpresa! -Sfido! Non
l’abbiamo mai fatta!-
Non contaminiamola con alcuna dottrina! Oppure, se ci va di farlo, non proponiamola
come unica forma di meditazione possibile, ne va del rispetto del Prossimo!
Nel Qigong spesso si invita il praticante a tenere la punta della lingua appoggiata al
palato: in questo modo si dice possano ritornare ad essere uno, così com’erano nel
grembo materno, due Meridiani Curiosi, tradotti come “Vaso Concezione” e “Vaso
Governatore”, così da rendere più forti le sensazioni derivanti dalla pratica.
Si procede con le mani che scendono dall’alto davanti al corpo, sentendo di far entrare
il Qi pulito dell’ambiente esterno nel corpo dalla sommità del capo, attraverso il
punto Bai Hui, GV20, facendo fuoriuscire il Qi ristagnante, malato, che può essere in
noi attraverso 3 punti: il centro della regione perineale, dove è il punto Hui Yin GV1
e attraverso i punti Yong Quan KI1, siti sulla pianta del piede.
FOTO C
Dopo la meditazione, per chiudere, si possono strofinare le mani con cui, una volta
calde, si massaggia il viso, si fanno scorrere, dalla fronte alla nuca, i polpastrelli, si
friziona la regione lombare.
Si può inoltre far scorrere la lingua sui denti e sbatacchiare i denti allo scopo di
promuovere la salivazione.
In chiusura, un po’ alla volta si deglutisce la saliva in eccesso, con l’impressione che
scenda fino al Dantian inferiore.
AVVERTENZE
Gli esercizi di Qigong sono contraddistinti da un forte impegno muscolare degli arti
inferiori e pressoché nullo di quelli superiori, è di fondamentale importanza anche
un’attività compensativa.
L’impegno muscolare degli arti inferiori non è prettamente muscolare: quello che
conta è piuttosto lo Yinian di avere delle gambe lunghissime, che affondano nel
centro della Terra, o addirittura la oltrepassano.
Ciò che conta maggiormente è sentire dunque di essere come un albero, che è
lussureggiante grazie ad un apparato radicale ben sviluppato, in grado di attingere
acqua dalle profondità del terreno.
I gesti del Qigong, sono belli, ma è bene non cadere nell’inganno dell’estetica o nel
narcisismo del movimento, si perderebbe di vista il senso dell’esercizio stesso.
Allo stesso modo, può capitare di interpretare l’esercizio in senso puramente fisico e
di mettersi istintivamente alla prova: va detto che l’eccessiva fatica, così come la
suggestione estetica, compromettono molto la nostra sensibilità corporea ed
extracorporea.