Strutture Ferroviarie Dimensionamento PDF

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B.2.

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ


1. STRUTTURE FERROVIARIE

STAZIONI FERROVIARIE: ATTIVITÀ E CRITERI DI CLASSIFICAZIONE

SETTORI DI ATTIVITÀ DELLE STAZIONI Nel caso di linea a binario doppio sono necessari due accessi, servizi e attrezzature specifiche e autonome.
marciapiedi e il sottopassaggio per raggiungere il mar- Per il traffico viaggiatori è necessario prevedere un
Le stazioni ferroviarie sono destinate a organizzare i servi- ciapiede esterno, evitando l’attraversdamento dei binari. numero adeguato di ampi marciapiedi, coperti e serviti
zi per il pubblico (in partenza, in arrivo e in attesa), a gesti- L’edificio viaggiatori, di ridotte dimensioni, si articola in da sottopassaggi. In questo caso appare ancor più
re il transito delle merci (in arrivo e in partenza, in sosta) e spazi destinati all’atrio, alla biglietteria, ai servizi igienici opportuno distinguere il “piazzale” terminale (o di testa)
a regolare la circolazione dei treni. e ai locali di servizio tecnico e gestionale. che riceve i treni locali dal “piazzale” di transito attraver-
Conseguentemente, possono essere individuati i seguenti In genere non sono previsti impianti per la regolazione sato dai treni veloci e/o a lunga percorrenza.
settori di attività: della circolazione dei treni. L’edificio viaggiatori si articolerà per rispondere alle stes-
se esigenze e attività indicate per le Stazioni medie, ma
Settore destinato ai viaggiatori: • Stazioni piccole con incrementi dimensionali dettati dalla importanza del-
• viaggiatori in partenza; Strutture interessate dal transito di un limitato numero di la stazione e dalla eventuale estensione della gamma
• viaggiatori in arrivo; binari e marciapiedi, calibrato per consentire, anche d’offerta commerciale e di servizi (strutture di accoglien-
• viaggiatori e pubblico in attesa. contemporaneamente: za, agenzie di autonoleggio, agenzie bancarie, ecc.).
a. la salita e la discesa dei viaggiatori almeno da due In considerazione del ruolo organizzativo che svolgono
Settore destinato al transito delle merci: binari (binari di corsa) le stazioni maggiori richiedono anche spazi specifica-
• merci in partenza; b. il carico e lo scarico di merci ( mediante semplici bina- mente destinati agli uffici delle società di gestione (della
• merci in arrivo; ri per il carico diretto o piccolo scalo merci dotato di rete, della stazione, del patrimonio, ecc.).
• stoccaggio temporaneo delle merci in transito. piano di caricamento e magazzino); Tra le grandi stazioni, assumono un risalto particolare le
c. la circolazione e il transito dei treni (lungo gli stessi “grandi stazioni” (o stazioni delle aree metropolitane),
Settore delle attività di esercizio dei treni: binari ‘di corsa’); attualmente investite da interventi e programmi di pro-
• movimentazione dei treni; d. le operazioni di sosta e precedenza dei treni (binari fonda ristrutturazione motivati da diverse esigenze:
formazione dei treni; ‘di ricevimento’). • adeguamento della rete e dei servizi ai treni ad alta
smistamento dei convogli; Tutto ciò comporta che siano presenti impianti di con- velocità;
controllo della circolazione; trollo della circolazione dei treni e che nell’edificio di sta- • consistente incremento delle attività di servizio e
controllo degli incroci e delle precedenze. zione siano conseguentemente previsti locali per il commerciali aggregate nel nodo stazione;
• gestione e manutenzione dei vagoni e dei materiali di responsabile del movimento e per le attrezzature di con- • centralizzazione e informatizzazione delle attrezzatu-
trazione: trollo e di sicurezza, oltre a quelli per il servizio ai viag- re e delle procedure di controllo della circolazione dei
sosta dei vagoni e dei treni; giatori già indicati per le ‘fermate’. treni e di sicurezza;
manutenzione e riparazioni; • razionalizzazione delle modalità di scambio tra i
pulizie dei vagoni; • Stazioni medie diversi sistemi di trasporto dei viaggiatori e delle
rifornimenti (d’acqua, di materiali accessori di servi- Strutture presenti in città di media importanza, che pos- merci.
zio, ecc.). sono svolgere anche funzioni di stazioni di scambio tra Programmi e schemi di articolazione delle attività di una
treni a lunga percorrenza (Eurostar, Intercity, Euronight) Grande stazione, fatte salve le costanti d’attività indica-
CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE e treni locali (Regionali, Interregionali). In quanto tali, te per le Stazioni maggiori in generale, possono variare
STAZIONI FERROVIARIE spesso costituiscono origine e/o termine di corsa di sensibilmente da caso a caso, in funzione dell’impor-
alcune tratte e comportano la presenza di strutture di tanza del nodo ferroviario, dell’estensione dell’area
Sussistono criteri di diversa natura in base ai quali è possi- ricovero e manutenzione del materiale rotabile. metropolitana di riferimento, della eventuale articolazio-
bile ordinare classificazioni delle stazioni ferroviarie: Il numero dei binari viene calibrato sui dati statistici di ne e specializzazione del traffico tra più stazioni, delle
• di specializzazione funzionale; transito e di frequenza dei treni, dei viaggiatori e del- risorse, investimenti e attività pubbliche e private richia-
• di ubicazione e disposizione del settore viaggiatori (piaz- le merci. mati a intervenire nella stazione.
zale) rispetto ai binari; Per il traffico viaggiatori è necessario prevedere un
• di importanza rispetto alla struttura della rete e rispetto numero adeguato di ampi marciapiedi, coperti (in gran
ai flussi di transito; parte) e serviti da sottopassaggi.In alcuni casi risulta Configurazione del settore viaggiatori
• di configurazione tipologica del settore viaggiatori. opportuno distinguere un “piazzale” terminale (o di Per quanto attiene ai diversi tipi di configurazione e artico-
testa) per i treni locali dal “piazzale” di transito attraver- lazione del settore viaggiatori, le stazioni possono essere
Specializzazione funzionale sato dai treni veloci e/o a lunga percorrenza. classificate come segue.
In riferimento al criterio della specializzazione funzionale, Il traffico delle merci fa capo a un “piazzale” distinto da
nei centri urbani maggiori si tende a individuare sedi (o set- quelli per viaggiatori (scalo merci), attrezzato opportu- Stazioni di transito
tori di stazioni) distinte, destinati ad assicurare razional- namente con banchine di carico, magazzini, e piani di Settore viaggiatori ‘in linea’
mente l’espletamento delle seguenti attività: scambio (ribalte) ferro-gomma. In questo caso i treni arrivano, si fermano, scaricano e cari-
• stazione viaggiatori; L’edificio viaggiatori si articola in spazi congrui a offrire cano viaggiatori e ripartono nella stessa direzione.
• stazioni merci; una maggiore gamma di servizi, come sono: atrio, Il settore viaggiatori, in genere, viene ospitato da un edificio
• stazioni di smistamento. biblietteria, informazioni, sale di attesa, servizi igienici, disposto parallelamente ai binari, che, a partire da un ‘asse’
deposito bagagli, postazione della pubblica sicurezza, o centro costituito dall’atrio e dall’accesso alle banchine,
Ubicazione e disposizione del settore viaggiatori servizi di ristorazione (bar, ristorante ), piccole attività articola longitudinalmente (in serie) gli spazi destinati alle
rispetto ai binari commerciali (giornalaio, tabaccaio, ecc.). diverse attività richieste dalla dimensione della stazione.
L’insieme degli spazi di carico e scarico dei viaggiatori Le strutture della stazione dovranno prevedere locali Le varie banchine vengono servite da uno o più sottopas-
(banchine), nel loro insieme o per gruppi, costituiscono il tecnici e gestionali idonei a ospitare il personale e le saggi, mediante scale, ascensrori o elevatori per portatori
“piazzale”. L’ubicazione dei “piazzali” rispetto al fascio dei attività di rapporto con il pubblico, il personale e le atti- di handicap e (a volte) scale mobili.
binari, può dare luogo alla seguente casistica: vità di controllo della circolazione dei treni e il persona- In genere corrispondono a stazioni di dimensione piccola o
• stazioni intermedie: con “piazzale” posto lungo le linee le e le attrezzature di movimentazione del materiale media; tuttavia vi sono casi frequenti anche di stazioni
(attraversato da linee passanti); rotabile nei “piazzali”. maggiori o addirittura di grandi stazioni di transito (Bologna,
• stazioni estreme o capolinea: con piazzali posti all’origi- Roma Tiburtina, ecc.).
ne o al termine di linea; • Grandi stazioni
• stazioni ‘di testa’: come nel caso precedente e con piaz- Strutture presenti in città importanti e ad alta intensità di Settore viaggiatori ‘a isola’
zali che interrompono e chiudono letteralmente le linee; traffico ferroviario. Un caso particolare (non frequente) di stazione di transito
• stazioni di diramazione: poste nel nodo di intersezione Svolgono sempre funzioni di stazione di scambio tra tre- si ha nel caso in cui le strutture (edificio e banchine) per i
tra più linee. ni a lunga percorrenza (Eurostar, Intercity, Euronight) e viaggiatori (piccola stazione o fermata) sia posto tra i bina-
treni locali (Regionali, Interregionali); costituiscono, quin- ri che vi transitano. In questo caso si le banchine relative ai
Importanza rispetto alla struttura della rete e ai flussi di di, origine e/o termine di corsa di alcune tratte e com- due sensi di marcia dei treni hanno accesso diretto dall’e-
transito portano la presenza di strutture di ricovero e manuten- dificio viaggiatori, ma si rendono necessari sottopassi o
In base all’importanza del ruolo che svolgono rispetto alla zione del materiale rotabile. sovrapassi per connettere la stazione alla viabilità urbana.
rete ferroviaria, si è soliti distinguere le stazioni nelle Il numero dei binari, comunque alto, viene calibrato sui
seguenti classi dimensionali. dati statistici di transito e di frequenza dei treni, e dei Settore viaggiatori ‘a ponte’
viaggiatori e si articola e specializza per rispondere alle In alcuni casi recenti, il fabbricato che raccoglie i servi-
• Fermata seguenti esigenze: zi ai viaggiatori e ne distribuisce gli accessi alle banchi-
Struttura minima, interessate dal transito solo di due a. ricevimento dei treni viaggiatori; ne e ai treni assume configurazione ‘a ponte’, dal qua-
binari (nel caso di linee a un solo binario: un binario di b. composizione dei convogli; le si discende sulle diverse banchine; questa soluzione
linea e almeno una derivazione per la sosta), con sosta c. deposito, manutenzione, pulizia del materiale rotabile; consente di saldare tra di loro le due parti di città sepa-
breve dei treni limitata a permettere la salita e la disce- d. impianti di trazione. rate dalla trincea costituita dall’invaso ferroviario, ma
sa dei viaggiatori. Le strutture destinate al trasporto, carico e scarico delle richiede la previsione di due atrii – uno per ogni testa
Nel caso di linea a un solo binario, è sufficiente una merci sono in genere ubicate altrove, in un apposito del ‘ponte’ – (tipologia adottata dal progetto per la
‘banchina’ o marciapiede protetto; ‘scalo’, distinto dalla stazione viaggiatori, dotato di Nuova Stazione Tiburtina di Roma).

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PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE FERROVIARIE 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
Il ‘ponte’, oltre al percorso di connessione tra i due atrii e le In questo caso, i treni sono costretti a invertire il senso di Stazioni miste: parte di transito e parte di testa
GENE ETTAZION
PROG
banchine, contiene gli spazi destinati ad attività di servizio marcia per reimmetersi nella rete (regresso) sia nel caso Alcune grandi stazioni (come Bologna, Bari, ecc.) articola-
ai viaggiatori, come: che la stazione costituisca origine o termine del viaggio, sia no la zona destinata allo scambio treni-viaggiatori in più
• sale di attesa; nel caso che costituisca fermata intermedia. “piazzali”: uno principale con caratteristiche di transito, ove B.STAZIONI DILEGIZLII
• banchi di informazione; Frequentemente il marciapiede di testa corre parallelamen- sostano i treni a lunga percorrenza in transito, e uno o più PRE I ED
NISM
• servizi di ristorazione; te alla galleria lungo la quale sono disposti i servizi per i altri configurati con caratteristiche di testa, ove si attestano ORGA
• servizi igienici; viaggiatori, posta a sua volta in comunicazione diretta con le linee locali (treni regionali, interregionali).
• eventuali attività commerciali. l’atrio e con le biglietterie. In genere si tende a distinguere i binari e le banchine dei
La soluzione di testa è in genere adottata nel caso di gran- treni di transito da quelle dei settori di testa, mediante la C.RCIZIO E
Stazioni ‘di testa’ di stazioni e, all’inconveniente di costringere i treni alla numerazione: ESE ESSIONAL
Nelle stazioni di testa i binari si interrompono contro un regressione, contrappone il notevole vantaggio di portarli • binario 1, 2, 3, n. per il piazzale di transito; PROF
marciapiede di testa, dal quale si dipartono ortogonalmen- fino al centro della struttura urbana, senza peraltro tagliarla • binario 1 Ovest, 2 Ovest, 3 Ovest, n Ovest… 1 Est, 2
te le banchine di accesso ai treni. integralmente con l’attraversamento del fascio ferroviario. Est, 3 Est, n. Est per i “piazzali” di testa, Est o Ovest.
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
STRUTTURE FERROVIARIE: RIFERIMENTI DIMENSIONALI

DATI DIMENSIONALI RELATIVI ALLE INFRASTRUTTURE FERROVIARIE E AL MATERIALE ROTABILE: E.NTROLLO


BINARI, SCARTAMENTO, MASSICCIATA, SAGOMA LIMITE, DISTANZE DA OSTACOLI, RETI AEREE CO NTALE
AMBIE
Sussiste una correlazione diretta tra le dimensioni e le caratteristiche delle infrastrut- Recentemente, con l’avvento dei treni ad alta velocità, sono stati messi a punto siste-
ture ferroviarie (binari, banchine, linee aeree, distanze di ostacoli di ogni tipo, ecc.) e mi di infrastruttura che sostituiscono le traversine e la massicciata con piastre prefab-
le dimensioni del materiale rotabile (vagoni, motrici, carri merci). Così come sono bricate in cemento armato precompresso, predisposte per l’ancoraggio dei binari e F. TERIALI,TECN
ICHE
strettamente interrelate le innovazioni tecnologiche relative alle prestazioni dei treni appoggiate sulla fondazione in c.a. del corpo stradale mediante uno strato-giunto di MA ONENTI,
COMP
(velocità, ambiti di oscillazione e assetto in curva) e quelle relative alle caratteristiche malta idoneo ad assorbire le vibrazioni impresse dai treni e a distribuire uniforme-
e al tracciamento delle infrastrutture. mente i carichi. (v. Fig. B.2.1./5.).
Gli elementi essenziali che costituiscono base delle dimensioni sia delle infrastrutture
che del materiale viaggiate sono:
• scartamento (dei binari e, quindi, delle coppie di ruote);
Massicciata
È costituita da un insieme di materiali incoerenti – pietrisco di porfido, granito, basal-
G.ANISTICA
URB
• sagoma limite del materiale di transito e conseguenti distanze dagli ostacoli. to – interposti tra l’armamento ferroviario e la piattaforma di base.
Funzione essenziale della massicciata è quella di distribuire i carichi statici e dinamici
Sede stradale ferroviaria impressi dal treno all’armamento, evitandone le deformazioni e, nello stesso tempo, anco-
La ‘sede stradale’ costituisce l’infrastruttura di base delle linee ferrovoiarie, unitamen- randone la posizione rispetto alla piattaforma.
te alla ‘rete aerea o elettrica‘, che viene descritta in seguito. Essendo costituita da pietrisco, per garantire la stabilità del materiale componente la
La sede stradale è costituita dalle seguenti parti: massicciata deve assumere una sezione di forma trapezoidale, con lati inclinati di 3/4, ZI
I SPA
• armamento: definisce l’insieme formato dalle due rotaie del binario e dalle ‘traver- nella quale si suole distinguere: B.1. ILITÀ DEGL
sine’ – in legno o in cemento – alle quali sono fissati; • cassonetto: lo strato superiore nel quale sono alloggiate le traverse; FRUIB
• corpo stradale: definisce l’insieme formato dalla ‘massicciata’, dalla piattaforma d’ap- • cigli: gli spigoli superiori del trapezio;
poggio della massicciata, dalle due banchine laterali e dalle eventuali ‘opere d’arte’ • unghiature: parti del volume, a sezione triangolare, che raccordano cigli e piattaforma. B.2. TURE PER
T
accessorie, necessarie per allocare l’infrastruttura nel sito e provvedere alla raccolta e STRU BILITÀ
O
allo smaltimento delle acque (trincee, muri di contenimento laterali, canali di gronda, L’insieme costituito dall’armamento (rotaie + traverse) e dalla massicciata è ciò che si LA M
eventuali impalcati e viadotti). definisce corpo stradale ferroviario. Per il dimensionamento delle massicciate si con-
B.3. TURE PER
siderano i seguenti dati. T
STRU ETTACOLO
Armamento: rotaia, binario e scartamento internazionale, traversine LO SP
Rotaia Per quanto riguarda lo spessore delle massicciate, le FF.SS. definiscono due categorie:
ZZA-
La rotaia è costituita da profilato di acciaio, grosso modo a doppio T, idoneo a soste- • massicciata tipo A: con spessore minimo sotto le rotaie pari a 50 cm; B.4. TI E ATTRERT
N
nere e fungere da ‘guida’ per le ruote dei treni, scomponibile in: • massicciata tipo B: con spessore minimo sotto le rotaie pari a 35 cm. IMPIA ER LO SPO
P
• fungo: parte superiore che sopporta e guida il rotolamento; TURE
• gambo: parte centrale che sostiene il fungo, predisposta alle estremità per gli appa- Per il computo delle dimensioni di ingombro orizzontale delle massicciate si possono
rati di congiunzione con le rotaie precedenti e successive; assumere i dati e gli schemi di calcolo elencati di seguito. B.5. TURE I
UFFIC
• suola: parte inferiore che poggia sulle traverse, mediante apposite piastre. STRUT ERCIALI E
C O MM
In riferimento allo schema riportato in Fig. B.2.1./5., indichiamo con:
E
Le rotaie sono normalizzate e classificate dall’UNI in due classi: S = scartamento (= 143,5 cm) TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
• classe 50 UNI (con peso di 49,86 kg/m); SC = distanza scartamento-ciglio (linee ordinarie = 100 cm) T
STRU RISTORA
Z
• classe 60 UNI (con peso di 60,36 kg/m). S’C’ = distanza scartamento-ciglio (alta velocità = 115 cm) PER L
A
SS = distanza tra gli scartamenti (= 212 cm minimo)
ITARIE
Le due rotaie, per costituire il binario, vengono disposte a una distanza fissa pari a 1435 S’S’ = distanza tra scartamenti, tra treni a 250 km/h (= 316 cm) B.7. TURE SAN
mm (scartamento) e sono poggiate e ancorate a “traverse” in legno o in cemento. S”S” = distanza tra scartamenti, tra treni a 300 km/h (= 365 cm) T RU T
S
C’U’ = larghezza dell’unghiatura per massicciate tipo A (= 50/2x3 = 75,0 cm)
Scartamento CU = larghezza dell’unghiatura per massicciate tipo B (= 35/2x3 = 52,5 cm) B.8. TURE PER
T
Definisce la distanza fissa e costante tra i bordi interni delle due rotaie del binario, ed STRU ZIONE
U
è pari a 1435 mm (scartamento internazionale). Per i dati, le sagome e le caratteristi- La larghezza della massicciata, tra i cigli, si ottiene come segue. L’ISTR
che della rotaia si vedano le figure allegate. Nel caso di un solo binario si ottiene: -
CULTU
S + 2 x SC = 343,50 cm; B.9. TURE PER IONE
U T Z
nel caso di doppio binario si ottiene: STR RMA
Traversine INFO
Il binario poggia, mediante apposite selle, sulle ‘traversine’ che provvedono ad anco- 2 x S + 2 x SC + SS = 699,00 cm; RA E
rare le rotaie in posizioni fisse e rigorosamente parallele e a distribuirne i relativi cari- nel caso di doppio binario per treni a 250 km/h si ottiene: .
chi statici e dinamici sulla massicciata. 2 x S + 2 x S’C’ + S’S’ = 833,00 cm; B.10 TURE PER
T
STRU TO
Originariamente e per lungo tempo sono state adottate traversine di legno di dimensioni nel caso di doppio binario per treni a 300 km/h si ottiene: IL CU
L
standard pari a 260 cm di lunghezza, 26 cm di larghezza e 16 cm d’altezza, predisposte 2 x S + 2 x S’C’ + S”S”= 882,00 cm; I
per il posizionamento e il fissaggio delle ferrature di sella e di ancoraggio dei binari. . ERIAL
B.11 TURE CIMIT
Negli ultimi anni è prevalso l’uso di traversine in cemento armato precompresso, che, La larghezza della massicciata alla base di contatto con la piattaforma si ottiene: RUT
ST
rispetto a quelle in legno, consentono notevoli economie di manutenzione (hanno una Nel caso di un solo binario:
vita molto più lunga), provocano minori danni all’ambiente (si è capito che gli alberi sono S + (2 x SC) + (2 x CU) = 448,50 cm;
una risorsa essenziale per la vita), ma risultano più pesanti di oltre il doppio e richiedo- nel caso di doppio binario e massicciata tipo B, si ottiene:
no apposite macchine per la posa in opera. (2 x S) + (2 x SC) + SS + (2 x CU) = 804,00 cm;
Le traversine brevettate e adottate dalle FF.SS. italiane hanno le seguenti caratteristiche: nel caso di doppio binario e massicciata tipo A, si ottiene:
• lunghezza: 230 cm; (2 x S) + (2 x SC) + SS + (2 x C’U’) = 849,00 cm;
• sezione trapezoidale variabile, con dimensioni maggiori alle estremità (30 cm x 19 nel caso di doppio binario per treni a 250 km/h (massicciata tipo A) si ottiene:
cm) e minori al centro (20 cm x 15); (2 x S) + (2 x S’C’) + S’S’ + (2 x C’U’) = 983,00 cm;
RIE
• predisposizione di alloggiamenti per il fissaggio delle ferrature di sella e di anco- nel caso di doppio binario per treni a 300 km/h si ottiene: . OVIA
B.2.1TURE FERR
raggio dei binari. (2 x S) + (2 x S’C’) + S”S” + (2 x C’U’) = 1032,00 cm. STRUT

B 35
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
1. STRUTTURE FERROVIARIE

➦ STRUTTURE FERROVIARIE: RIFERIMENTI DIMENSIONALI

DATI E DIMENSIONI RELATIVE AL MATERIALE ROTABILE E ALLE DISTANZE DA OSTACOLI


Sagoma limite del materiale mobile + carichi La distanza minima dell’ostacolo rispetto al bordo interno della rotaia deve essere:
Consente il transito dei convogli in condizione di sicurezza, mediante la definizione del- • per i tratti rettilinei o con curvatura superiore a 1500 m = 170 cm;
l’ingombro massimo, verificato in sezione, dei veicoli ferroviari e relativo carico. • per i tratti con curvatura uguale o minore di 1500 m = 200 cm.
Allo stato attuale convivono, una accanto all’altra,
• sagome limite ‘nazionali’ (sagoma limite FF.SS.); Per dati relativi alla distanza minima dalle rotaie si veda:
• sagoma limite della rete europea (Gabarit C); • dalle strutture delle pensiline Fig. B.2.1./3.
• sagoma internazionale. • dalle strutture delle scale Fig. B.2.1./4.
I dati relativi alle dimensioni delle tre sagome limite sono riportati e comparati nelle figu- • dai sostegni delle reti aeree Fig. B.2.1./6.
re allegate (FIG. B.2.1./2). • dai percorsi pedonali di servizio Fig. B.2.1./6.

Distanze minime dagli ostacoli Distanze legali delle linee ferroviarie (Codice civile, Norme ferroviarie)
Definiscono le distanze minime alle quali debbono essere poste strutture o elementi Definiscono le distanze minime che devono sussistere tra la linea ferroviaria e i limiti
al fine di consentire in sicurezza il transito dei convogli. di beni (immobili, colture, ecc.) di proprietà diversa da quella dell’Ente ferroviario.
Tali distanze vengono definite in relazione alle corrispondenti dimensioni delle sago-
me limite (vedi FIG. B.2.1./2.). In Italia, per i veicoli rigidi e privi di deformazioni tra- Linee aeree e luci libere delle strutture di sovrappasso
sversali del molleggio, tale distanza minima è fissata in 150 mm. Le linee aeree, vale a dire i conduttori che portano energia elettrica agli apparati moto-
ri dei treni mediante connettori a ‘pantografo’, sono poste a un’altezza costante pari a
Distanze minime di sicurezza 500 cm dal piano del ferro; tale altezza può essere ridotta fino a un minimo di
Definiscono le distanze minime alle quali debbono essere poste strutture o elementi,
fissi e mobili, al fine di consentire in sicurezza il transito dei convogli, anche nel caso
di comportamenti anomali o irregolari di persone sul convoglio (sporgersi da finestrini,
aggrapparsi alle porte), sia nel caso di presenza di personale tra l’ostacolo e il convo-
glio (compresi gli standard di sicurezza sul lavoro).

DATI DIMENSIONALI RELATIVI ALLE INFRASTRUTTURE FERROVIARIE: MARCIAPIEDI, PENSILINE, SCALE, SOTTOPASSAGGI, SOVRAPASSI E CAVALCAVIA
Marciapiedi Sottopassaggi e scale (ascensori, montacarichi, elevatori)
Assicurano il collegamento, in condizioni di sicurezza, tra l’edificio viaggiatori e le porte di I sottopassaggi sono necessari per collegare i marciapiedi tra loro e con l’edificio viag-
accesso ai treni. Come tali, devono assicurare: giatori, a meno dei rari casi in cui si disponga di altri tipi di strutture di attraversamento dei
• flussi dei viaggiatori in arrivo e in partenza, anche con carrelli per bagagli; binari (stazioni ‘a ponte’, sovrappassi).
• transito di mezzi tecnici di servizio e di carrelli (per l’approvvigionamenti di generi di Il dislivello tra sottopassaggio e marciapiedi è superato mediante scale (nelle stazioni mag-
ristoro, per macchine da pulizie, per il servizio postale, per il trasporto di bagagli al giori: coppie di scale contrapposte) che emergono nella fascia centrale del marciapiede.
seguito, per l’assistenza, la manutenzione e le manovre ai vagoni); I dati dimensionali relativi ai sottopassaggi – a eccezione della lunghezza che può varia-
• interventi di pubblica sicurezza, anche con mezzi elettrici. re in funzione del numero dei marciapiedi da servire – possono essere definiti :
• larghezza del sottopassaggio (300÷800 cm) = 300 cm minimo;
Alcune dimensioni dei marciapiedi sono determinate in base a dati fissi; altre si com- • altezza libera minima = 250 cm;
putano in base a dati variabili in funzione del tipo e/o dell’importanza della stazione. • altezza da superare per salire a marciapiede ordinario (25 cm) = 390 cm circa;
Costituiscono dati fissi e inderogabili: (250 sottopasso + 50 struttura + 65 p. ferro + 25 marciapiede)
• altezza rispetto al ‘piano del ferro’, marciapiede ordinario = 25 cm; • altezza da superare per salire a marciapiede alto (60 cm) = 425 cm circa;
• altezza rispetto al ‘piano del ferro’, marciapiede alto = 60 cm; (250 sottopasso + 50 struttura + 65 p. ferro + 60 marciapiede).
• distanza del ciglio dalla rotaia più vicina, marciapiede ordinario = 80 cm;
• distanza del ciglio dall’asse di rotaia, marciapiede alto = 167,5 cm; I dati dimensionali relativialle scale sono:
• distanza del ciglio da ostacoli di tipo puntuale (pali, pilastri) = 160 cm minimo*; • larghezza netta minima = 180 cm;
• distanza del ciglio da ostacoli continui (parapetti, scale) = 180 cm minimo*; • alzata per salire a un marciapiede ordinario (= 390/26) = 15 cm;
* minimo assoluto: tali distanze variano in funzione della velocità d’esercizio dei treni. • alzata per salire a un marciapiede alto (= 425/28) = 15,18 cm;
• pedata = 32 cm;
Costituiscono dati variabili, in funzione del tipo e/o dell’importanza della stazione: • pianerottolo di sosta intermedio = 120 cm;
• larghezza del marciapiede, in funzione dei flussi di traffico della stazione; • lunghezza di scala per salire a un marciapiede ordinario = 888 cm;
nelle stazioni di transito, è necessario incrementare l’ampiezza del marciapiede n.1 (12 x 32) + 120 + (12 x 32)
(annesso all’edificio viaggiatori), in considerazione del transito relativo alla fruizione dei • lunghezza di scala per salire a un marciapiede alto = 952 cm;
servizi ai quali dà accesso (ristoro, deposito bagagli, servizi igienici, ecc.). (13 x 32) + 120 + (13 x 32)
• lunghezza del marciapiede, in funzione dell’importanza e del tipo di stazione:
nelle stazioni di testa può raggiungere 500 metri; Sottopassaggi e scale sono realizzate con strutture in c.a. e devono assicurare:
nelle stazioni di transito di media grandezza non dovrebbe essere minore di 240 metri. • adeguati apparati di impermeabilizzazione e protezione e allontanamento delle acque
meteoriche;
Il manto di pavimentazione deve risultare: • difesa dall’umidità e dalle infiltrazioni d’acqua a soffitto, a pavimento e lungo le pareti;
• resistente all’intensa usura; • protezione della parte bassa delle pareti dagli urti e dal vandalismo, mediante rivesti-
• antisdrucciolo; menti resistenti e di agevole pulizia e manutenzione;
• di semplice manutenzione (sostituzione di parti rotte o degradate); • pavimentazioni resistenti, antisdrucciolo e di facile pulizia;
• agevolmente pulibile, anche con mezzi meccanici; • presenza di mancorrenti lungo i due lati delle scale.
• con pendenza 2%÷3% per facilitare lo scolo delle acque. L’accesso ai marciapiedi (e ai treni) deve essere assicurato anche a portatori di handicap
mediante l’istallazione di idonei ascensori (preferibilmente) o mediante sedili elevatori a
Pensiline rotaia laterale posti lungo le scale.
Se si escludono alcune semplici ‘fermate’ e i casi di grandi stazioni protette da una gran-
de copertura continua, i marciapiedi vengono protetti dalle intemperie, almeno in parte del Sovrapassi e cavalcavia
loro sviluppo longitudinale, mediante apposite ‘pensiline’. Le strutture di sovrappasso e ogni altro tipo di attraversamento aereo che scavalchi le
I dati dimensionali relativi alle pensiline – a eccezione della lunghezza che può variare in linee ferroviarie elettrificate deve essere realizzato in modo da non recare intralcio al libe-
funzione del tipo e dell’importanza della stazione – sono rigorosamente fissati: ro transito dei convogli (carico compreso) e delle strutture e infrastrutture connesse al tra-
• distanza di sostegni verticali (pilastri) dal ciglio di marciapiede = 160 cm minimo; * sporto ferroviario, in ogni possibile condizione di assetto statico e dinamico, anche in con-
• dilatazione dei bordo laterali oltre il ciglio di marciapiede = 40 cm;** siderazione della velocità d’esercizio dei treni e delle eventuali oscillazioni laterali e
• altezza minima rispetto al piano di calpestio del marciapiede = 390 cm minimo; sopraelevazione relativa dei binari.
• altezza minima del bordo di pensilina rispetto al piano del ferro = 480 cm minimo; I dati dimensionali relativi a sovrapassi e cavalcavia sono:
* la distanza minima varia in funzione della velocità d’esercizio dei treni (fig. B.2.1./3.) • altezza libera minima dal piano del ferro = 650 cm;
** per i tratti in curva il dato varia in funzione della sopraelevazione della rotaia esterna. • distanza libera tra le strutture laterali e la rotaia più vicina = 170 cm minimo;*
Le pensiline sono realizzate con strutture in c.a., o, più raramente, in metallo; oltre ad * varia in funzione della velocità d’esercizio e del raggio di curvatura della linea.
assicurare protezione dalle intemperie, devono provvedere:
• alla raccolta e smaltimento delle acque meteoriche; Nel caso di sovrapassi, passerelle o simili, che costituiscono elementi intrinseci al funzio-
• all’abbattimento del rumore provocato da pioggia e grandine; namento delle stazioni e che siano aperti al transito del pubblico, le eventuali scale d’ac-
• alla protezione della parte bassa delle strutture dagli urti e dal vandalismo, mediante cesso devono possedere gli stessi requisiti di fruibilità indicati per quelle dei sottopas-
rivestimenti resistenti e di agevole pulizia e manutenzione. saggi, compresa la fruibilità da parte di portatori di handicap.

B 36
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE FERROVIARIE 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.1./1 RELAZIONI TRA UFFICIO VIAGGIATORI E BANCHINE DI CARICAMENTO
GENE ETTAZION
PROG

TIPOLOGIE RICORRENTI DI STAZIONI FF.SS. A - AGGREGAZIONE DELLE UNITA' FUNZIONALI DI UN EDIFICIO VIAGGIATORI 'IN LINEA'
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO

AREA DI IMBARCO
MARCIAPIEDE 3
E
ESE ESSIONAL
MARCIAPIEDE 2 PROF

D.GETTAZIONE
MARCIAPIEDE 1 PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO

UFFICI AMM.
EDIFICIO VIAGGIATORI

GESTIONE
SCALO
ATTESA

RISTORO
BAGAGLI

IGIENICI
CO NTALE

SERVIZI
A - STAZIONI DI TRANSITO AMBIE
CON EDIFICIO VIAGGIATORI SU UN LATO (IN LINEA)

F. TERIALI,TECN
ICHE

INFORMAZ.
MA ONENTI,

BIGLIETTI
STRUTTURE
COMP
COMMERCIALI ATRIO

G.ANISTICA
URB
AREA DI SCAMBIO
ESTERNA

PARCHEGGI TAXI SOSTA BREVE (H)

FERMATA LINEE ZI
I SPA
URBANE B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB
LEGENDA
B.2. TURE PER
T
EDIFICIO VIAGGIATORI STRU BILITÀ
O
LA M
B - STAZIONI DI TRANSITO
BANCHINE (MARCIAPIEDI)
CON EDIFICIO VIAGGIATORI SU DUE LATI
B.3. TURE PER
T
PERCORSI VIAGGIATORI STRU ETTACOLO
LO SP
PERCORSI TRENI ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
P
B - AGGREGAZIONE DELLE UNITÀ FUNZIONALI DI UNA GRANDE STAZIONE FERROVIARIA 'DI TESTA' TURE

B.5. TURE I
UFFIC
AREA DI IMBARCO

STRUT ERCIALI E
SERVIZI TECN.

O MM

ATTESA
C
E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
B.7. TURE SAN
MARCIAPIEDE DI TESTA T RU T
S
RICETTIVITA''

ASSISTENZA

C - STAZIONE DI TRANSITO 'A PONTE'


B.8. TURE PER
SICUREZZA

SERVIZI IG.
GIORNALI
RISTORO

T
TURISMO
RAPIDO

STRU ZIONE
AGENZIE
BANCHE
BAGAGLI

DIURNO

U
L’ISTR
EDIFICIO VIAGGIATORI

-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
RA E
.
GALLERIA GALLERIA B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
INFORMAZI.

I
ERIAL
BIGLIETTI

STRUTTURE RISTORO .
COMMERCIALI ATRIO B.11 TURE CIMIT
RUT
ST
AREA DI SCAMBIO
ESTERNA

SOSTA BREVE (H) TAXI

RIE
FERMATA LINEE . OVIA
D - GRANDE STAZIONE DI TESTA URBANE B.2.1TURE FERR
STRUT

B 37
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
1. STRUTTURE FERROVIARIE

➦ STRUTTURE FERROVIARIE: RIFERIMENTI DIMENSIONALI

FIG. B.2.1./2 RIFERIMENTI DIMENSIONALI PER MATERIALI ROTABILI E INFRASTRUTTURE

28
80,00

200,00

82,50
0
7, 5
16

315,00
320

428,00

430
298,00

380
282,00

317,50

325
245,00
290
236,00
255
202,00

150,00
43
40

37
25
23

13
13

PIANO DEL FERRO PIANO DEL FERRO

143,50 143,50
SCARTAMENTO SCARTAMENTO
SAGOMA LIMITE INTERNAZIONALE (DEL MATERIALE MOBILE E DEI CARICHI) SAGOMA LIMITE DELLE FERROVIE ITALIANE (DEL MATERIALE MOBILE E DEI CARICHI)

CONDUTTORE DI CONTATTO
DELLA LINEA AEREA

291,00

DI OSTACOLO ESTERNO IN TRATTO IN CURVA, CON RAGGIO ≤ 1500 M.


315,00 SAGOMA LIMITE FF.SS. ITALIA

PROFILO MINIMO OSTACOLI 500


465,00

DI OSTACOLO ESTERNO IN TRATTO RETTILINEO


15 320
430
380
350,00

325

DISTANZA MINIMA DI SICUREZZA

DISTANZA MINIMA DI SICUREZZA

290

230,00
255

175,00
37
25

25
13

13

PIANO DEL FERRO

143,50 143,50 170,00


SCARTAMENTO 200,00
SAGOMA LIMITE DELLA RETE EUROPEA (GABARIT C) PROFILO MINIMO DEGLI OSTACOLI NEL CASO DI VEICOLI RIGIDI E DISTANZA MINIMA DI SICUREZZA,
COMPARATA CON QUELLA ITALIANA (A DESTRA, TRATTO SOTTILE) RAPPORTATI ALLA SAGOMA LIMITE ITALIANA (TRATTO SOTTILE)

B 38
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE FERROVIARIE 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.1./3 MARCIAPIEDI E PENSILINE
GENE ETTAZION
PROG

PENSILINA DI MARCIAPIEDE - DISTANZA MINIMA DEI PILASTRI DAL CIGLIO PENSILINA NEL CASO DI MARCIAPIEDE ALTO 60 CM. B.STAZIONI DILEGIZLII
FILO DI CONTATTO (RETE AEREA) PRE I ED
NISM
ORGA
40 40

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

390,00
SAGOMA LIMITE FF.SS.

480,00

480,00
D.GETTAZIONE
390,00
430

PRO TTURALE
STRU

0,60 E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

35
60
piano del ferro 0,00
25

piano del ferro

CIGLIO F. TERIALI,TECN
ICHE
SCALINO MA ONENTI,

35
143,50 C=80 L1 min 160 S L1 min 160 C=80 143,50 143,50 C=80 P
P.FERRO COM

60
LARGHEZZA LIBERA MINIMA DEI MARCIAPIEDI, IN RAPPORTO ALLA VELOCITA' DEI TRENI LARGHEZZA MINIMA DI SCALE E SOTTOPASSI UNI 60

25
VELOCITÀ MASSIMA (km/h) <100 100÷150 150÷200 200÷250 250÷300 CATEGORIA DELLA STAZIONE 1°, 2° 3°, 4°, 5°
DISTANZA CIGLIO- OSTACOLI (L1) 160 cm 185 cm 210 cm 235 cm 260 cm LARGHEZZA MINIMA SCALE 200 cm 160 cm
80
G.ANISTICA
DISTANZA CIGLIO-SCALE (L2) 180 cm 200 cm 240 cm 280cm 320 cm LARGHEZZA MINIMA SOTTOPASSI 400 cm 360 cm URB

MARCIAPIEDI DI UNA GRANDE STAZIONE 'DI TESTA' - SCHEMA CON BANCHINA DI SERVIZIO INTERPOSTA TRA LE COPPIE DI BINARI
RIFERIMENTI DIMENSIONALI - PIANTA

ZI
I SPA
80 240 240 80 B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB

B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
P
TURE
CIGLIO DELLA BANCHINA
PROIEZIONE BORDO PENSILINA
CIGLIO DELLA BANCHINA

SCARTAMENTO BINARI

SCARTAMENTO BINARI
PROIEZIONE BORDO PENSILINA

LIMITE DI SICUREZZA

LIMITE DI SICUREZZA

B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
40 40 40 40 L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
143,5 80
240 240240 80 143,5 80 360÷540 80 143,5 80 240 240 240 80 143,5 U T Z
STR RMA
INFO
720 720 RA E
MARCIAPIEDI VIAGGIATORI BANCHINA DI SERVIZIO MARCIAPIEDI VIAGGIATORI
.
RIFERIMENTI DIMENSIONALI - SEZIONE TRASVERSALE B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
ST
480,00

480,00

480,00
390,00

390,00

RIE
. OVIA
143,50 80 240 240 240 80 143,50 80 360÷540 80 143,50 80 240 240 240 80 143,50 B.2.1TURE FERR
STRUT

B 39
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
1. STRUTTURE FERROVIARIE

➦ STRUTTURE FERROVIARIE: RIFERIMENTI DIMENSIONALI

FIG. B.2.1./4 SCALE E SOTTOPASSAGGI

MARCIAPIEDI CON SCALE - DISTANZA MINIMA DELLE SCALE DAL CIGLIO SCALE AL SOTTOPASSAGGIO NEL CASO DI MARCIAPIEDE ALTO 60 CM
FILO DI CONTATTO (RETE AEREA)

40

SAGOMA LIMITE FF.SS.

480,00

480,00
390,00

390,00
430

0,60
0,25

35
60
0,00
0,00

C=80 143,50 143,50 C=80


143,50 C=80 L2 min 180 L2 min 180 151,75 400,00 167,50 180

MARCIAPIEDE (BANCHINA) - SCALE DI ACCESSO DAL SOTTOPASSAGGIO - PIANTA VARIANTE PIANTA SCALE NEL CASO DI MARCIAPIEDE ALTO 60 CM

PROIEZIONE BORDO PENSILINA ASSE DEL BINARIO

143,5
143,5

CIGLIO DELLA BANCHINA


GRADINO DI SERVIZIO
1675,0
LIMITE DI SICUREZZA
CIGLIO DELLA BANCHINA
80
40

1800
180

1800
180

1800
180
40

80

1675,0

ASSE DEL BINARIO


143,5

143,5

SCARTAMENTO BINARI

MARCIAPIEDE - SCALE DI ACCESSO DAL SOTTOPASSAGGIO - SEZIONE LONGITUDINALE VARIANTE SEZIONE SCALE NEL CASO DI MARCIAPIEDE ALTO 60 CM

0,60 0,60
0,25

15 15,18
32 32

SOTTOPASSAGGIO
-3,65 -3,65

MARCIAPIEDE - SCALE DI ACCESSO DAL SOTTOPASSAGGIO - SEZIONE TRASVERSALE VARIANTE SEZIONE SCALE NEL CASO DI MARCIAPIEDE ALTO 60 CM

0,60
0,25
0,00
85
50

(P.F.) 0,00
50 65

90

90
50
250

250

250
250

250

-3,65 (rispetto al piano del ferro) -3,65 (rispetto al piano del ferro)

B 40
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE FERROVIARIE 1.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.1./5 INFRASTRUTTURE FERROVIARIE – ARMAMENTO E MASSICCIATE
GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
MASSICCIATA - SCHEMA DI RIFERIMENTO PER LE DIMENSIONI (V. PAR. B.2.1.2/1.) MASSICCIATE PER LINEE A DUE BINARI PRE I ED
NISM
ORGA
MASSICCIATA: ARMAMENTO: RETE AEREA
BANCHINA DISTANZA TRA 2 BINARI (SS)
PIEDE D'UNGHIA (U) SCARTAMENTO (S) C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
UNGHIATURA PIANO DEL FERRO
PROF
CIGLIO (C) TRAVERSINA
PIATTAFORMA ROTAIA
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
ASSE STRU

430,00
S SS
75%
E.NTROLLO
H*

CO NTALE
AMBIE
CU SC S SS, S'S', S"S"
SC CU F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
* SPESSORE DELLA MASSICCIATA (H) TIPO 'A' (FF.SS.) = MIN. 50 cm COMP
TIPO 'B' (FF.SS.) = MIN. 35 cm 35

100 143,5 212,0 143,5 100

MASSICCIATE PER UN SOLO BINARIO


355,50 G.ANISTICA
MASSICCIATA TIPO 'B' (FF.SS.) - LINEA A VELOCITA' D'ESERCIZIO ORDINARIA URB
RETE AEREA (CON SAGOME LIMITE FF.SS. ITALIA)

ZI
I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB
50

100 143,5 212,0 143,5 100 B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
500,00

465,00

O
355,50 LA M
MASSICCIATA TIPO 'A' (FF.SS.) - LINEA A VELOCITÀ D'ESERCIZIO ORDINARIA
B.3. TURE PER
T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
P
TURE

B.5. TURE
35

I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
35

C O MM
115 143,5 316,5 143,5 115
50 100 143,5 100 50 E
TTIVE
460,00 B.6. TURE RICE IONE
T Z
MASSICCIATA TIPO 'B' (FF.SS.) - VELOCITÀ D'ESERCIZIO ORDINARIA MASSICCIATA TIPO 'B' (FF.SS.) - LINEA A VELOCITÀ D'ESERCIZIO FINO A 250 km/h. STRU RISTORA
A
SEDE STRADALE IN TRINCEA PER L
(CON RIF. ALLA SAGOMA LIMITE GABARIT C. EUROPEA ) ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
35
50

U T Z
STR RMA
INFO
100 143,5 100 115 143,5 356,5 143,5 115 RA E
60 60
.
500,00 B.10 TURE PER
T
MASSICCIATA TIPO 'A' (FF.SS.) - VELOCITÀ D'ESERCIZIO ORDINARIA MASSICCIATA TIPO 'B' (FF.SS.) - LINEA A D ALTA VELOCITÀ (300 km/h) STRU TO
L
SEDE STRADALE IN RILEVATO IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
500,00 ST

PIASTRA 250,00 PIASTRA 250,00


50

60 100 143,5 100 60 115 143,5 143,5


356,5 115
RIE
. OVIA
MASSICCIATA TIPO 'A' (FF.SS.) - TRATTI IN CURVA ARMAMENTO SU SUPPORTO PREFABBRICATO (FF.SS.) - LINEA AD ALTA VELOCITÀ B.2.1TURE FERR
STRUT
SEDE STRADALE POSTA A MEZZA COSTA

B 41
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
1. STRUTTURE FERROVIARIE

➦ STRUTTURE FERROVIARIE: RIFERIMENTI DIMENSIONALI

FIG. B.2.1./6 INFRASTRUTTURE FERROVIARIE – RETE AEREA, SOVRAPPASSI, SENTIERI DI SERVIZIO

RETE AEREA

1300,00

328,00 500,00 328,00

VARIANTE PORTALI IN VIADOTTO LINEA CON RETE AEREA SORRETTA DA PORTALI

INTRADOSSO SOVRAPASSO O CAVALCAVIA

CAVO DI CONTATTO RETE AEREA CAVO DI CONTATTO

1300,00 ÷1600,00

H. libera minima = 650,00


altezza fissa conduttore = 500,00
500
430

430

PIANO DEL FERRO

225 (170 min.) 143,50

LINEA CON RETE AEREA SORRETTA DA PALI LUCI LIBERE DELLE STRUTTURE DI SOVRAPASSO (CAVALCAVIA)
DI SERVIZIO
PERCORSO

DISTANZA SENTIERI DI SERVIZIO - ROTAIE SECONDO LA VELOCITÀ DEI TRENI


VELOCITA' MAX. (km/h) <100 100÷140 140÷160 160÷180 180÷200 > 200
DISTANZA SENTIERI (D) 170 cm 175 cm 180 cm 190 cm 200 cm 240 cm

143,50 D.min 170 D.min. 170 143,50

PERCORSO DI SERVIZIO DISTANZE DAI BINARI

B 42
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLA METROPOLITANA 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
La progettazione e la realizzazione di stazioni della UNIFER 18: • 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni. GENE ETTAZION
PROG
metropolitana sono regolate da norme UNI e UNIFER: • 18.08. Metropolitane. Atrii di stazione. Direttive di Parte quinta: Locali per impianti di sollevamento
progettazione. persone.
UNI 7508 • 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni. • 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni. B.STAZIONI DILEGIZLII
Metropolitane. Banchine di stazione. Parte prima: Generalità. Parte sesta: Locali per il personale e per servizi diversi. PRE I ED
NISM
• 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni. • 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni. ORGA
UNI 7744 Parte seconda: Locali per impianti di sicurezza d’e- Parte settima: Locali di servizio per il pubblico.
Metropolitane. Corridoi, scale fisse, scale mobili e sercizio e telecomunicazioni. • 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni.
ascensori nelle stazioni. Direttive di progettazione. • 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni. Parte Parte ottava: Vani accessori. C.RCIZIO E
terza: Locali per fornitura e controllo energia elettrica. ESE ESSIONAL
UNI 8097 • 18.09. Metropolitane. Locali di servizio nelle stazioni. Nei paragrafi seguenti vengono riportate, nell’ordine, le PROF
Metropolitane. Illuminazione delle metropolitane in sot- Parte quarta: Locali di ventilazione e per impianti prescrizioni rilevanti per la progettazione impartite da tali
terranea e in superficie. idrici e termici. norme, nonché tabelle riassuntive e grafici esplicativi.
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
BANCHINE DI STAZIONE (riferimento: UNI 7508) STRU

1. La norma stabilisce l’andamento planimetrico e altimetri- supposto il rotabile allo stato di riposo e in posizio- fra due treni che abbiano la stessa destinazione.
co e il dimensionamento delle banchine di stazione ne centrata e tenuto conto dell’iscrizione in curva, Se H è l’intervallo stesso in secondi, a titolo orien- E.NTROLLO
delle linee metropolitane, come definite dalla UNI 3733. siano rispettate le condizioni di cui al punto 3. tativo può essere assunto: CO NTALE
La norma vale, di massima, pure nel caso di metropoli- 4.3. Quando l’andamento del bordo della banchina è N= nH/3600, dove n è il numero dei viaggiatori di AMBIE
tane servite anche da rotabili diversi da quelli impiegati curvilineo, si deve fare in modo che si abbia, dal cui al seguente punto 7.4.1.
nelle suddette linee metropolitane, come nel caso di un punto nel quale si comanda la chiusura delle por-
servizio cumulativo con tramvie o ferrovie extraurbane te, chiara visibilità di tutta la fiancata del treno, fino 7.2. Lunghezza della banchina F. TERIALI,TECN
ICHE
raccordate con la rete urbana. In questo caso però, qua- all’ultima porta utilizzabile dai viaggiatori. Se la Nel caso che si disponga di rotabili aventi caratteri- MA ONENTI,
COMP
lora la norma non potesse essere integralmente appli- suddetta visibilità manca direttamente, devono stiche di frenatura come quelle dei rotabili previsti
cata, le necessarie deroghe devono essere stabilite essere previsti dispositivi idonei a ottenerla, quali, per la linea in progetto, la lunghezza della banchina
dall’Autorità competente. per esempio, specchi o impianti televisivi. deve essere almeno pari alla lunghezza del treno di
massima composizione (misurata tra i piani di con- G.ANISTICA
2. TERMINI E DEFINIZIONI 5. ANDAMENTO ALTIMETRICO DELLA BANCHINA tatto degli agganci) maggiorata di 6 Sq, dove: URB
• banchina di stazione: luogo destinato all’incarrozza- 5.1. L’andamento altimetrico longitudinale del bordo Sq = ∑ s2/m
mento dei viaggiatori in condizioni normali di esercizio; della banchina deve seguire quello del vicino essendo s lo scarto tra la posizione prevista del
• banchina laterale: banchina nella quale l’incarrozza- binario o differire da questo in modo da rispettare treno dopo l’arresto e quella misurata con i sud-
mento dei viaggiatori avviene lungo un solo lato; le condizioni di cui al punto 3.4. detti rotabili, e m il numero delle prove effettuate
• banchina centrale o a isola: banchina disposta fra i 5.2. Il bordo della banchina deve, di regola, avere pen- non minore di 30.
binari e nella quale l’incarrozzamento dei viaggiatori denze non maggiori del 2%. In mancanza dei predetti dati sperimentali, la lun- ZI
I SPA
avviene sui due lati; 5.3. Quando particolari ragioni, quali l’opportunità di ghezza della banchina deve essere almeno pari B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB
• bordo della banchina: linea di contorno della banchi- evitare nelle vicinanze delle stazioni grandi pen- alla lunghezza del treno di massima composizio-
na verso il treno; denze nei binari, lo consiglino, è ammesso che il ne, misurata come sopra detto, aumentata di 5 m.
B.2. TURE PER
• accesso alla banchina: passaggio per permettere ai binario di stazione e il bordo della banchina abbia- Nelle stazioni all’aperto, quando le condizioni T
STRU BILITÀ
viaggiatori di entrare sulla banchina dall’esterno o no pendenza, uniforme o disuniforme, maggiore locali facciano temere una sensibile diminuzione O
LA M
uscirne. del 2%, purché essa non superi il 20%. Questa dell’aderenza, la lunghezza della banchina deve
condizione è però ammessa unicamente per gli essere opportunamente aumentata. B.3. TURE PER
T
3. DISTANZA E DISLIVELLO TRA BANCHINA impianti nei quali il treno deve sostare normal- STRU ETTACOLO
E ROTABILE mente per il solo tempo necessario alla salita e 7.3. Larghezza della banchina LO SP
3.1. La distanza minima della banchina dal rotabile discesa dei viaggiatori e nei quali lo stazionamen- Deve essere stabilita in relazione al previsto nume- ZZA-
deve essere quella indicata ai punti 2.2. e 2.4. del- to eccezionale dei treni venga considerato alla ro di viaggiatori. Nelle vicinanze degli accessi essa B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
la UNI 7360. stregua dello stazionamento in piena linea. deve avere valori non minori di quelli indicati al PER L
3.2. Se il bordo della banchina è rettilineo, esso deve 5.4. Trasversalmente la banchina deve avere penden- punto 7.4.; nelle altre zone la larghezza può esse- TURE
trovarsi, in ogni suo punto, a una distanza non za non maggiore del 3%. re minore, purché sia adeguata al traffico previsto,
B.5. TURE I
maggiore di 0,12 m dal bordo della soglia delle la variazione sia graduale e vengano rispettate le UFFIC
STRUT ERCIALI E
porte laterali del rotabile. Se invece ha andamen- 6. ACCESSO ALLA BANCHINA condizioni di cui al punto 7.5. C O MM
to curvilineo, è ammesso che detta distanza pos- L’accesso alla banchina in ingresso e in uscita E
TTIVE
sa essere anche maggiore di 0,12 m ma, in ogni può essere sistemato in uno dei seguenti modi: 7.4. Larghezza nelle vicinanze degli accessi B.6. TURE RICE IONE
T Z
caso, non maggiore di 0,20 m. 6.1. a una o a entrambe le estremità della banchina 7.4.1 La larghezza della banchina nelle vicinanze degli STRU RISTORA
A
3.3. La distanza del bordo della banchina dal bordo (vedere Figg. 1a e 1b); accessi deve essere non minore di un limite varia- PER L
della soglia delle porte laterali del rotabile deve 6.2. in uno spazio limitato, non d’estremità, della ban- bile secondo: ITARIE
sempre essere misurata in orizzontale, col rotabi- china (vedere Figg. 2a e 2b); • il numero n di viaggiatori durante un’ora di pun- B.7. TURE SAN
T RU T
le supposto allo stato di riposo e in posizione cen- 6.3. distribuito lungo la banchina da un andito parallelo ta serviti da ogni banchina; S
trata, cioè con i perni dei carrelli sull’asse del bina- alla banchina stessa e lungo quanto l’intera banchi- • il numero di bordi;
rio. Se questo ha andamento curvilineo, deve na o buona parte di essa (vedere Figg. 3a e 3b); • la sistemazione degli accessi di cui al punto 6. B.8. TURE PER
T
essere tenuto conto dell’iscrizione geometrica del 6.4. con la combinazione delle sistemazioni sopra indicate. 7.4.2 Nel caso di banchina laterale (banchina con un solo STRU ZIONE
U
rotabile nella curva. bordo) sulla quale si svolgano sia l’ingresso sia l’u- L’ISTR
-
3.4. La soglia della porta del rotabile – questo suppo- 7. DIMENSIONI IN ORIZZONTALE scita dei viaggiatori ai treni, la larghezza lA della CULTU
sto allo stato di riposo, in posizione centrata e in 7.1. Area totale utile banchina non deve essere minore dei valori indicati B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
condizioni normali di marcia – non deve essere L’area totale utile A della banchina, esclusa la stri- nella tabella 1, dove n è la somma dei viaggiatori in INFO
RA E
più bassa del piano di calpestio della banchina e il scia di sicurezza di cui al seguente punto 9., deve partenza e in arrivo durante un’ora di punta.
dislivello non deve essere maggiore di 0,12 m per essere tale che la densità N/A di viaggiatori sulla Quando n supera 8000 per banchine lunghe non .
B.10 TURE PER
qualsiasi condizione di carico del rotabile, salvo banchina risulti minore di: più di 120 m, o 4000 per banchine più lunghe, è T
STRU TO
L
quanto detto al punto 8.1. • 1,5 per le banchine con accesso o accessi di sconsigliabile l’impiego di accessi a una sola IL CU
estremità, di cui al punto 6.1., o con accesso in estremità. ERIAL
I
.
4. ANDAMENTO PLANIMETRICO uno spazio limitato della banchina, di cui al Per n maggiore di 25000, è consigliabile studiare B.11 TURE CIMIT
RUT
DELLA BANCHINA punto 6.2. disposizioni particolari, quali ad esempio stazioni ST
4.1. Il bordo della banchina deve essere, di regola, ret- • 2 per le banchine con accesso distribuito, di cui a tre banchine, oppure due stazioni a piccola
tilineo. al punto 6.3. distanza lungo la linea.
4.2. Quando per particolari ragioni (quali l’opportunità intendendo per N il numero totale di viaggiatori Nel caso di accessi a entrambe le estremità della
RIE
di evitare che i binari della linea, in vicinanza delle che si prevede siano contemporaneamente pre- banchina, la larghezza lA deve essere stabilita in . OVIA
B.2.1TURE FERR
stazioni, abbiano raggi di curva troppo piccoli, senti in banchina e per A l’area espressa in metri relazione al numero dei viaggiatori serviti da STRUT
oppure la necessità di superare difficoltà di trac- quadrati. ognuno dei due accessi.
ciamento) occorra disporre in curva anche i binari Per valutare N, in mancanza di più precisi ele- 7.4.3 Nel caso di banchina centrale (banchina con due
di stazione, è ammesso che il bordo della banchi- menti, si può far riferimento alla media dei viag- bordi), sui due bordi della quale si svolgono sia .
na abbia anch’esso andamento curvilineo, purché, giatori che arrivano e partono nell’intervallo medio l’ingresso sia l’uscita dei viaggiatori ai treni, la lar- B.2.2 NI DELLA
STAZIOPOLITANA
O
➥ METR

B 43
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
2. STAZIONI DELLA METROPOLITANA

➦ BANCHINE DI STAZIONE (riferimento: UNI 7508)

ghezza lA1 deve essere almeno il doppio di quel- Nelle zone della stazione nelle quali si prevede un no verticale, parallelo a questo, a 0,75 m dalla
la lA indicata nel prospetto di cui al punto 7.4.2. traffico particolarmente intenso è sconsigliabile parete laterale della galleria nel punto più lar-
Ove venga adottata la sistemazione indicata nella disporre ostacoli fissi ai limiti dei valori sopra indi- go della sezione; 1,80 m, nella parte restante.
figura 2b, si deve tener presente che: cati. 8.2.2. In corrispondenza degli apparecchi di illumina-
• se il gruppo di scale d’accesso è lontano dalle zione e dei dispositivi di segnaletica, la altezza
estremità e vicino alla metà della banchina, la lar- 7.6. Distanza tra i due bordi di una banchina libera nell’area viaggiatori sulla banchina non
ghezza lA1 va intesa al netto delle scale stesse; centrale deve essere minore di 2,10 m.
• se il gruppo di scale d’accesso è disposto fra le Deve essere in ogni punto non minore di 5 m.
estremità della banchina e la sua metà, la larghez- (vedere Fig. 1b). 9. STRISCIA DI SICUREZZA SULLA BANCHINA
za del passaggio che resta fra scale e bordo della Sulla banchina, lungo il suo bordo, deve essere
banchina deve essere stabilita opportunamente in 8. DIMENSIONI IN VERTICALE disposta una segnalazione continua indicante
relazione al numero dei viaggiatori che si prevede 8.1. Altezza della banchina sul piano del ferro una zona della banchina larga circa 0,60 m sulla
debba percorrerlo, fermo restando il rispetto di Di regola deve essere tale che il dislivello tra il pia- quale è pericoloso sostare e che perciò può esse-
quanto è precisato al seguente punto 7.5. no di calpestio del rotabile e il piano di banchina re attraversata solo per entrare nelle carrozze del
7.4.4 Quando si preveda nella stazione un traffico molto sia compreso nei limiti indicati al punto 3.4. treno o uscirne.
intenso e contemporaneo, sia in entrata sia in usci- Qualora però particolari condizioni d’esercizio, Tale indicazione, denominata comunemente stri-
ta, è opportuno sistemare, possibilmente, una ban- come la necessità di servire la linea con materiale scia di sicurezza, può essere costituita da una
china per la salita dei viaggiatori sul treno diversa rotabile di diversa provenienza, rendessero impos- striscia , ben visibile e perciò realizzata impie-
da quella per la discesa. In questo caso per stabi- sibile stare nei suddetti limiti, la suddetta altezza e gando per la pavimentazione in questa zona,
lire la larghezza della banchina si deve tener con- il conseguente suddetto dislivello devono essere materiale di colore nettamente diverso da quello
to del numero dei soli viaggiatori in arrivo (o in par- stabiliti tenendo conto delle effettive condizioni in della pavimentazione del resto della banchina,
tenza) interessati alla banchina considerata. cui il rotabile viene a trovarsi rispetto alla banchina, oppure da una linea continua, larga almeno 0,12
così da ottenere che la salita e la discesa dei viag- m di colore contrastante con quello della pavi-
7.5. Distanza minima degli ostacoli fissi giatori sia la più agevole possibile. mentazione generale della banchina.
La distanza minima degli ostacoli fissi continui dal
bordo della banchina, salvo il caso di cui al 8.2. Altezza libera nell’area a disposizione dei 10. PASSAGGIO AL TRENO SENZA BANCHINA
seguente punto 10., deve essere non minore dei viaggiatori sulla banchina È ammesso che si abbiano passaggi diretti da un
valori qui sotto indicati: 8.2.1 Deve essere non minore dei seguenti valori: andito al treno senza banchina, purché sia
• in generale: 2,50 m (vedere Figg. 1a e 2a); • nel caso di manufatto a cielo piano: 2,60 m, per garantito che l’arresto del treno avvenga in modo
• all’estremità della banchina: 1,50 m, per una tutta la suddetta area; che le porte delle vetture, a convoglio fermo,
lunghezza non superiore a 3 m. • nel caso di manufatto con cielo a volta: 2,60 m, risultino in corrispondenza dei passaggi sopra
(vedere Figg. 1b e 2a); per la parte di detta area compresa tra il bordo indicati.
• in corrispondenza di pilastri o altri ostacoli dis- della banchina e un piano verticale, a esso In tal caso però deve essere opportunamente stu-
continui: 1,80 m, purché l’ostacolo abbia lar- parallelo, a 0,50 m di distanza dalla parete diata la possibilità di garantire la sicurezza dei
ghezza, misurata parallelamente al bordo della laterale della banchina; 1,80 m, nella parte viaggiatori, in particolare in assenza del treno e al
banchina, non maggiore di un quarto della sua restante; momento della partenza, per esempio munendo i
distanza dal bordo stesso; lo spazio libero fra • nel caso di manufatto a sezione trasversale passaggi al treno di porte che stanno aperte
ostacoli vicini sia di almeno 2 m.; lo spazio libe- policentrica: 2,60 m, per la parte di detta area quando il treno è fermo nella stazione e si richiu-
ro fra ostacolo e parete sia di almeno 1,50 m. compresa tra il bordo della banchina e un pia- dono quando esso riparte.

TAB. B.2.2./1 DIMENSIONI MINIME DEGLI ACCESSI ALLE BANCHINE

BANCHINA LATERALE CON “LA” MINIMA


numero passeggeri un solo accesso di estremità accesso laterale o centrale accessi distribuiti
fino a 2000 3,20 3,00 2,50
oltre 2000 fino a 4000 4,00 3,50 2,50
oltre 4000 fino a 8000 5,50 4,00 2,50
oltre 8000 fino a 15000 7,00 4,50 3,00
oltre 15000 fino a 20000 – 5,50 3,50
oltre 20000 fino a 25000 – – 4,00

FIG. B.2.2./1 METROPOLITANE – BANCHINE DI STAZIONE (NORMA UNI 7508)

ALTEZZE LIBERE DELLE BANCHINE - ESEMPI DI SEZIONI TRASVERSALI

A B C
ASSE DEL BINARIO

ASSE DEL BINARIO

ASSE DEL BINARIO

75
210 MIN.

260 MIN.
210 MIN.

260 MIN.

180 MIN.

180 MIN.
260 MIN.

210 MIN.

50

B 44
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLA METROPOLITANA 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.2./2 METROPOLITANE – BANCHINE DI STAZIONE (NORMA UNI 7508) – ESEMPI DI SISTEMAZIONE GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
BORDO DELLA BANCHINA

ASSE DEL BINARIO C.RCIZIO E


ESE ESSIONAL
PROF
ASSE DEL BINARIO

BORDO DELLA BANCHINA


D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
d=180 MIN.

250 MIN.
VEDI 7.4.2.

VEDI 7.4.2.
LA

LA
ACCESSO BANCHINA E.NTROLLO

150 MIN.
200 MIN.
d CO NTALE
4 MAX AMBIE
ACCESSO

1 a - BANCHINA LATERALE CON ACCESSI ALLE ESTREMITA'


F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
ASSE DEL BINARIO
300 MAX
G.ANISTICA

150 MIN.
VEDI 7.4.3. URB
500 MIN.

L A1

BANCHINA ACCESSO
ZI
I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB

B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
1 b - BANCHINA CENTRALE CON ACCESSO A UNA ESTREMITÀ ASSE DEL BINARIO STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
PER L
TURE
ASSE DEL BINARIO
B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
ASSE DEL BINARIO
E
TTIVE
BORDO DELLA BANCHINA
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
150 MIN.

A
PER L
250 MIN.

ITARIE
VEDI 7.4.2.

BANCHINA B.7. TURE SAN


U T
LA

ST R

B.8. TURE PER


T
ACCESSO STRU ZIONE
300 MAX U
L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
RA E
2 a - BANCHINA LATERALE CON ACCESSO IN SPAZIO LIMITATO NON D'ESTREMITÀ
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
ASSE DEL BINARIO L
IL CU
I
BORDO DELLA BANCHINA . ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
ST
VEDI 7.4.3.
L A1

d = 180 MIN.

200 MIN.
d MAX
4

.
ASSE DEL BINARIO B.2.2 NI DELLA
STAZIOPOLITANA
O
2 b - BANCHINA CENTRALE CON ACCESSO IN SPAZIO LIMITATO NON D'ESTREMITÀ METR

B 45
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
2. STAZIONI DELLA METROPOLITANA

➦ BANCHINE DI STAZIONE (riferimento: UNI 7508)

FIG. B.2.2./3 BANCHINE DI STAZIONE (Norma UNI 7508)

ACCESSO ANDITO

VEDI 7.4.2.
LA
BANCHINA

BORDO DELLA BANCHINA

ASSE DEL BINARIO

ASSE DEL BINARIO

BORDO DELLA BANCHINA

VEDI 7.4.2.
BANCHINA
LA

ACCESSO ANDITO

3 a - BANCHINA LATERALE CON ACCESSI DA UN ANDITO, DISTRIBUITI LUNGO LA BANCHINA STESSA

ASSE DEL BINARIO

BORDO DELLA BANCHINA


VEDI 7.4.2.

BANCHINA
LA

ACCESSO ANDITO
VEDI 7.4.2.
LA

BANCHINA

BORDO DELLA BANCHINA

ASSE DEL BINARIO

3 b - DUE BANCHINE LATERALI CON ACCESSI DA UN ANDITO, DISTRIBUITI LUNGO LA BANCHINA STESSA

ASSE DEL BINARIO

ACCESSO ANDITO

ASSE DEL BINARIO

4 - SISTEMA CON PASSAGGIO DA UN ANDITO AL TRENO SENZA BANCHINA

B 46
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLA METROPOLITANA 2.

CORRIDOI, SCALE FISSE, SCALE MOBILI, ASCENSORI (riferimento: UNI 7744) A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
1. La norma ha lo scopo di fornire direttive per la proget- 3.4. Quando, per necessità di tracciato, due rami di uno relazione: 2a + p = 0,62-0,64 m dove a è l’alzata PROG
tazione degli elementi destinati agli spostamenti orizzon- stesso corridoio presentano un angolo maggiore di dei gradini, in metri; p è la pedata media di ogni gra-
tali e verticali dei viaggiatori e del personale di servizio
nelle stazioni di metropolitane, quali corridoi, scale fisse
90°, è opportuno smussare gli spigoli con superficie
piane o con raccordi circolari.
dino, in metri.
4.3.2 La pedata dei gradini deve essere antisdrucciolevo-
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
o mobili, ascensori. 3.5. Le estremità dei corridoi che si congiungono con le le e, per favorire lo scolo delle acque meteoriche e di NISM
testate delle scale fisse o mobili, qualora non abbia- lavaggio, deve avere una pendenza di circa l’1%. ORGA
2. TERMINI E DEFINIZIONI no la stessa larghezza di queste, devono essere 4.4. La larghezza di una scala fissa ordinaria deve essere
• corridoio: via d’accesso che collega ambienti diversi e
separati tra di loro;
convenientemente raccordate a esse. commisurata al presumibile numero di persone che la
percorreranno, valutato come indicato al punto 7. C.RCIZIO E
• scala fissa: via d’accesso a gradini fissi per il passag- 4. Scale fisse 4.4.1 La larghezza della scala, misurata dall’interno dei ESE ESSIONAL
gio di persone da un piano a un altro di quota diversa 4.1. Le scale fisse ordinarie o di servizio, possono esse- corrimano, deve essere di almeno 1,60 m Tuttavia, PROF
(piano stradale, piano delle banchine di stazione, pia- re costituite da una o più rampe. ove per osservare questa condizione esistano
no o piani intermedi);
• scala fissa ordinaria: scala fissa utilizzabile durante tut-
4.1.1 In linea generale, ogni rampa deve essere rettilinea.
Quando però particolari ragioni lo richiedano, una
eccezionali difficoltà locali, può essere anche mino-
re, e comunque non minore di 1,20 m. D.GETTAZIONE
to il tempo in cui la metropolitana è aperta al pubblico; rampa può anche essere curva, purché la pedata in 4.4.2 È opportuno che le scale larghe 4,50 m o più siano PRO TTURALE
STRU
• scala fissa di servizio: cala fissa riservata al personale ogni punto non differisca dal suo valore medio p di divise da ringhiere longitudinali in due o più parti.
addetto alle stazioni e impianti della metropolitana e oltre il 10%. 4.5. I pianerottoli devono avere larghezza non minore di
4.1.2 Ogni rampa di scala ordinaria deve essere costitui-
utilizzabile dai viaggiatori soltanto quando si presentino
situazioni di emergenza o in altri casi eccezionali; ta da non più di 20 gradini, ma preferibilmente da
quella delle rampe adiacenti.
4.5.1 Se la scala è rettilinea la lunghezza dei pianerottoli E.NTROLLO
• scala mobile: scala costituita da gradini mobili che, non più di 12. Se anche con 20 gradini non è suffi- deve essere non minore di 0,90 m. CO NTALE
mossi da un motore, scorrono su guide inclinate; ciente una sola rampa, deve essere previsto un pia- 4.5.2 Se in corrispondenza del pianerottolo la scala
AMBIE
• ascensore: mezzo di trasporto messo a disposizione nerottolo tra due rampe successive. cambia direzione con un angolo a misurato in
dei viaggiatori per superare notevoli dislivelli al posto o
a sussidio di scale mobili.
4.1.3 Quando il cambiamento di direzione non sia ottenu-
to con la curvatura della rampa di cui si è detto in
pianta, devono essere rispettate, secondo il valo-
re di a, le seguenti condizioni:
F. TERIALI,TECN
ICHE
4.1.1., deve essere previsto, là dove la scala cam- • se a è non maggiore di 50°, la lunghezza del MA ONENTI,
COMP
3. CORRIDOI bia direzione, un pianerottolo, qualunque sia il pianerottolo, misurata lungo la parete interna
3.1. La larghezza dei corridoi deve essere commisurata numero dei gradini della rampa. Se invece la scala della scala deve essere non minore di 0,90 m;
al flusso dei viaggiatori da valutare secondo quanto è rettilinea ed è affiancata da una o più scale mobi- • se a è maggiore di 50° e non maggiore di 140°,
indicato al punto 7. In nessun caso la larghezza li e ha solo carattere sussidiario della scala mobile, la distanza tra il bordo del gradino più alto della G.ANISTICA
deve essere minore di 1,80 m. il pianerottolo può anche essere omesso. rampa inferiore e il punto di incontro delle pare- URB
3.2. L’altezza libera minima per tutta la larghezza dei cor- 4.2. Nel caso di scala ordinaria esterna allo scoperto è ti interne delle rampe o del loro ideale prolunga-
ridoi non deve essere minore di 2,15 m Tale altezza opportuno che in corrispondenza dell’ingresso al mento deve essere non minore di 0,35 m;
può però essere ridotta a 2,05 m in corrispondenza coperto esista un pianerottolo; a tal fine il limite di 20 • se a è maggiore di 140°, la distanza fra i punti
sia di apparecchi illuminanti o di segnaletica, sia in gradini, di cui al 4.1.2., può anche essere superato. più vicini dell’ultimo gradino di una rampa e del
punti singolari, quali attraversamenti, incroci o simili. 4.3. I gradini delle scale fisse ordinarie devono avere primo dell’altra rampa, deve essere non minore
ZI
3.3. La pendenza longitudinale non deve superare, in alzata preferibilmente compresa tra 0,15 e 0,16 di 0,90 m. I SPA
generale, il 4%. Quando esigenze particolari lo richie- m, e comunque non maggiore di 0,175 m. I gradi- B.1. ILITÀ DEGL
4.6 Le rampe delle scale e i pianerottoli, quando non
FRUIB
dano, essa può arrivare al 10%, ma in tal caso devo- ni delle scale fisse di servizio possono avere alza- sono sistemati tra i muri, devono essere provvisti di
no essere disposti dei corrimano almeno lungo un ta anche maggiore di 0,175 m, ma in ogni caso parapetti pieni o di ringhiere. Devono essere costitui- B.2. TURE PER
lato del corridoio e la pavimentazione deve essere di non maggiore di 0,20 m. te in modo da impedire il passaggio di un bambino. T
STRU BILITÀ
tipo antisdrucciolevole. La pendenza trasversale 4.3.1 Tanto per le scale fisse ordinarie, quanto per quelle 4.6.1 I parapetti pieni e le ringhiere devono avere altezza O
LA M
deve essere compresa fra 0,5 e 2%. di servizio, deve essere soddisfatta la seguente dallo spigolo dei gradini non minore di 0,90 m.
B.3. TURE PER
T
FIG. B.2.2./4 FRUIBILITÀ DELLE SCALE (Norma UNI 7744) STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
50¡ <§ ≤140¡ MANCORRENTE B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
FRANGIFOLLA PER L
TURE

B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
90 cm

E
TTIVE
MIN.

B.6. TURE RICE IONE


T Z
STRU RISTORA
A
PER L
MIN.
35.

ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S
160 cm 450 cm
MIN. MIN. B.8. TURE PER
T
STRU ZIONE
160 cm
U
MIN. L’ISTR
-
CULTU
§ >140¡ B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
§ ≤50¡
90¡ RA E
.
90¡
B.10 TURE PER
210 cm.
MIN.

T
STRU TO
L
IL CU
210 cm
MIN.

I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
b

RUT
b
ST
a
90 cm

c
MIN.
a

3 cm MIN.
a + b ≥ 90 cm
a + b + c ≥ 90 cm 5 cm MIN. .
B.2.2 NI DELLA
LARGHEZZA DEI PIANEROTTOLI INTERMEDI LARGHEZZE E ALTEZZE LIBERE DELLE SCALE FISSE STAZIOPOLITANA
O
➥ METR

B 47
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
2. STAZIONI DELLA METROPOLITANA

➦ CORRIDOI, SCALE FISSE, SCALE MOBILI, ASCENSORI (Riferimento: UNI 7744)

4.6.2 I muri e i parapetti pieni laterali devono essere muni- impianto di televisione, in luogo ove vi sia presenza 7. DIMENSIONAMENTO DEI SINGOLI ELEMENTI
ti, lungo le rampe, di corrimano. L’altezza della permanente di un agente. Dal posto do presenza si (CORRIDOI, SCALE, ASCENSORI)
superficie superiore del corrimano dallo spigolo dei deve avere la possibilità di arrestare ogni scala. 7.1. Per valutare il numero di viaggiatori che useranno i
gradini deve essere di circa 0,90 m. I corrimano 5.8. Deve essere disposto, a ciascuna estremità della diversi elementi oggetto della presente norma è
devono avere superficie liscia e non devono pre- scala, a disposizione del pubblico per l’arresto di necessario tener conto:
sentare spigoli vivi, né sporgenze taglienti. emergenza, un pulsante facilmente individuabile dal • del numero N di viaggiatori che si prevede che
4.7. L’altezza libera sopra lo spigolo dei gradini, non pubblico stesso e accessibile anche a persone di impegneranno la banchina in un’ora di punta
deve essere minore di 2,10 m per tutta la larghezza modesta statura. Quando il dislivello della scala è (vedere in proposito la norma UNI 7508);
della scala compresa fra i corrimano. Quando più maggiore di 10 m, anche lungo la scala devono • dell’irregolarità di afflusso di viaggiatori all’elemento
rampe di una scala si sviluppano entro strette e essere disposti pulsanti di emergenza alla distanza considerato, a causa della quale nel minuto di mas-
apposite gallerie, è consigliabile che l’altezza sia non maggiore di 10 m l’uno dall’altro. sima punta il numero dei viaggiatori è maggiore di
sensibilmente maggiore del minimo sopra detto. quello medio al minuto nell’ora di punta. In partico-
4.8. È opportuno che, per facilitare le operazioni di pulizia, 6. ASCENSORI lare, si può ritenere che tale irregolarità sia la mini-
ai due lati della scala fissa siano disposti canalini lar- 6.1. Ascensori nelle stazioni possono venire disposti sia ma negli accessi dall’esterno; che tale irregolarità
ghi non meno di 0,05 m e profondi almeno 0,03 m. per scopi particolari, sia come mezzi principali per vada aumentando da questi accessi a mano a
4.9. Nelle scale esterne deve essere disposto, presso l’i- superare dislivelli. Nel primo caso, le loro caratteri- mano che ci si avvicina alla banchina fino ad arri-
nizio della zona coperta, un adeguato dispositivo che stiche devono rispondere allo scopo per il quale vare al massimo per gli elementi più vicini a questa
canalizzi le acque meteoriche e impedisca che esse sono installati. Nel secondo caso, il loro numero e la e ciò tanto più se l’intervallo tra un treno e il suc-
scendano sulle rampe inferiori della scala. loro capacità devono essere stabiliti in relazione al cessivo è elevato (contemporanea presenza dei
numero dei viaggiatori da trasportare valutato come viaggiatori in arrivo e di quelli in partenza);
5. SCALE MOBILI detto in 7. Tale numero di ascensori non può in nes- • della possibilità di un futuro sviluppo del traffico
5.1. Le scale mobili devono avere gradini di larghezza sun caso essere minore di due. nella stazione considerata e, in taluni casi, della
commisurata al flusso dei viaggiatori, da valutare 6.2. Se un ascensore (o un gruppo di ascensori) è desti- possibilità di espansione, anche lontana nel tem-
come è indicato al punto 7. nato al funzionamento senza presenza di agenti, po, della zona nella quale si trova la stazione;
5.2. Per l’altezza libera minima sopra lo spigolo dei gra- cioè comandato dagli stessi utenti, oppure è ad • della possibilità di un futuro ampliamento della
dini, vedere 4.7. azionamento automatico, deve essere garantito stazione e dei suoi elementi e a questo riguardo è
5.3. La scala deve di regola formare con l’orizzontale un che siano soddisfatte le seguenti condizioni: da tener presente come sia gravosa l’aggiunta,
angolo di 30°. Tuttavia, quando le condizioni locali lo • tutti gli allarmi devono essere riportati in un per esempio, di una scala o di un corridoio in una
richiedano, quali per esempio lo spazio insufficiente posto permanentemente presenziato da un stazione profonda e con limitazioni dovute alla
o l’opportunità di evitare lavori particolarmente gra- agente e il loro funzionamento deve essere presenza di altre opere, mentre la stessa aggiun-
vosi, il suddetto angolo può essere di 35°. garantito anche in caso di mancanza dell’ener- ta potrebbe essere facile in una stazione al livello
5.4. La velocità deve essere scelta in relazione ai dislivel- gia di alimentazione normale; di campagna, o in una zona poco densamente
li delle scale mobili esistenti o previste per la linea di • deve essere installato un impianto di diffusione costruita, o se, in previsione di questa futura
metropolitana in progetto. È consigliabile che tutte le sonora per mezzo del quale l’agente possa sen- aggiunta, fosse stato predisposto nelle strutture
scale mobili di una rete abbiano la stessa velocità. tire la chiamata dalla cabina e diffondere in essa murarie quanto necessario per eseguirla;
Se il valore mediano dei dislivelli (cioè quello che vie- le proprie comunicazioni; • della durata delle opere da costruire, non dimen-
ne superato da metà delle scale) è H0, la velocità V • la cabina deve essere costruita con materiale ticando che esse in generale, e in specie se sono
consigliata è quella indicata nella tabella 2. La velo- totalmente incombustibile (metallo, vetro, ecc.); in sotterraneo, possono durare anche moltissimi
cità comunque non deve essere maggiore di 0,9 • l’isolamento delle apparecchiature e dei cavi elet- decenni.
m/s. Le eventuali scale, che abbiano velocità mag- trici deve corrispondere alle prescrizioni della nor- 7.2. Nella tabella 4 è indicata, per ogni elemento oggetto
giore di quella scelta per la rete, devono essere ma CEI 64-2 per impianti elettrici in luoghi con della presente norma (corridoio, scala fissa, scala
munite di segnalazione per il pubblico. pericolo di incendio; mobile, ascensore), la portata massima effettiva
5.5. La lunghezza Lp orizzontale continua minima a • la sala di arrivo o partenza deve avere una super- Nmax dell’elemento, espressa in numero di persone
disposizione dei viaggiatori alle estremità della ficie libera da ostacoli almeno quadrupla della al minuto in condizioni non eccezionali di traffico.
scala e il raggio di curvatura R del raccordo fra la superficie utile di pavimento della cabina o del
parte in piano e quella inclinata non devono esse- gruppo di cabine. TAB.B.2.2./2 VELOCITÀ SCALE MOBILI
re minori dei valori indicati, in relazione alla veloci- 6.3. Nel caso che il dislivello da superare con gruppo di
tà V della scala, nella tab. 3. ascensori disposto come mezzo principale sia mag- HS < DI 5 DA 5 A 12 > DI 12
5.6. Gli allarmi concernenti la scala devono essere ripor- giore di 12 m, uno degli ascensori deve essere com-
V m/s 0,5 0,67 0,8
tati nel posto ove vi sia presenza permanente di un putato come riserva e il residuo gruppo di ascenso-
agente durante l’esercizio. Il funzionamento degli ri deve essere dimensionato per il traffico di proget-
allarmi deve essere garantito anche in caso di man- to della stazione. Gli ascensori del gruppo dovranno TAB. B.2.2./3 CARATTERISTICHE DELLE SCALE
canza dell’energia normale di alimentazione. essere quindi almeno tre e, nello stabilirne il nume- MOBILI IN RAPPORTO ALLA VELOCITÀ
5.7. Qualora il dislivello sia maggiore di 10 m o la veloci- ro per una determinata necessità di trasporto com-
V m/s FINO A 0,6 DA 0,6 A 0,8 OLTRE 0,8
tà sia maggiore di 0,5 m/s e se la scala non è ben plessiva del gruppo, è opportuno fare in modo che il
visibile da un posto ove vi sia presenza permanente tempo medio di attesa di ogni viaggiatore sia non Lp 0,60 0,90 1,20
di un agente durante l’esercizio, l’immagine della maggiore dell’intervallo medio tra un treno e il suc-
R 0,90 1,80 3,00
scala mobile deve essere riportata, mediante un cessivo.

TAB. B.2.2./4 PORTATA MASSIMA DEGLI ELEMENTI DI PASSAGGIO E DEGLI ASCENSORI

SENSO UNICO DOPPIO ASCENSORE


ELEMENTO DI MARCIA SENSO
DISCESA SALITA DI MARCIA Portata massima effettiva per la direttrice di massimo traffico:
cp
CORRIDOIO N max = 60 dove:
per ogni metro di larghezza: 2 (t0 + kt1 + kt2)
pendenza < 4% 90 90 70 c è il numero delle cabine
pendenza > 4% 90 70 60 p è il numero di persone che possono essere portate da ogni cabina
t 0 è il tempo, in secondi, intercorrente tra la fine dell'uscita e l’ilmmediato inizio
SCALA FISSA dell’entrata dei viaggiatori
per ogni metro di larghezza: 70 60 50 t 1 è il tempo, in secondi, intercorrente dall'inizio della chiusura delle porte alla fine della
loro apertura (somma dei tempi di manovra delle porte e della salita, o discesa)
SCALA MOBILE
con gradino di larghezza < 0,90 m
t 2 è la somma del tempo, in secondi, necessario per l’ingresso e di quello
necessario per l’uscita di tutti i viaggiatori
• per V < 0,6 m/s 50 –
• per V da 0,6 a 0,8 m/s 60 –
k è un coefficiente compreso tra 0,5 e 1, essendo 0,5 da usare nel caso di ritorno
sempre a vuoto e 1 nel caso di carico sempre uguale nei due sensi
• per V > 0,8 m/s 50 –
con gradino di larghezza da 0,90 a 1,20 m con ascensori senza controllo biglietti, in mancanza di elementi più sicuri, può essere
• per V < 0,6 m/s 100 – tenuto: t0 = 5s e t2 = 2p (in secondi) deve essere tenuto conto anche della frazione
• per V da 0,6 a 0,8 m/s 120 – di metro arrotondandola al mezzo metro più vicino e cioè: considerare equivalente a
• per V > 0,8 m/s 100 – 1 m fino a 1,24 m; a 1,5 da 1,25 a 1,74 m; a 2 m da 1,75 a 2,24 m; e così di seguito.

B 48
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLA METROPOLITANA 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.2./5 ESEMPI DI BARRIERE GENE ETTAZION
PROG

SISTEMA STANDARD SISTEMA REMOVIBILE SISTEMA A PARETE SISTEMA DOPPIO SISTEMA CONTROLLO BIGLIETTI
B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
60 ORGA

C.RCIZIO
65 70 65 130
E
ESE ESSIONAL
PROF

33

118
D.GETTAZIONE
94

94
94

94
variabile

PRO TTURALE
STRU

45
20
26 58 56
E.NTROLLO
13 80 CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
P

79
35

35
28

COM
50

16 G.ANISTICA
URB

SISTEMA CONTROLLO BIGLIETTI SISTEMA A CANCELLO

ZI
I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
162
28
FRUIB

B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


96

90

T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
PER L
TURE
216

B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
MIN. MIN. MIN. MIN.
E
28 105 28 60 28 60 28 60 28 TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
L’ISTR
-
CULTU
ENTRATA B.9. TURE PER IONE
U T Z
180

STR RMA
HANDICAP INFO
RA E
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
ST
138

VARCO UTENTI

INSERIMENTO MONETE

INSERIMENTO BIGLIETTO
.
B.2.2 NI DELLA
RESTITUZIONE BIGLIETTO STAZIOPOLITANA
O
METR

B 49
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
2. STAZIONI DELLA METROPOLITANA

SCHEDE ESTRATTE DALLA NORMA UNIFER 18.09

NORMA UNIFER 18.09 – PARTE II – LOCALI PER IMPIANTI DI SICUREZZA DI ESERCIZIO E TELECOMUNICAZIONI

1. LOCALE SEGNALAMENTO 2. LOCALE TELECOMANDO


1.1. Definizione 2.1. Definizione
Locale (sala relé) destinato alle apparecchiature relative all'impianto di sicurezza, Locale destinato alle apparecchiature di telecomando, telecontrollo e gestione dati.
segnalamento e fuori comando.

1.2. Ubicazione 2.2. Ubicazione


Preferibilmente adiacente ai locali telecomando e Dirigenza Locale al movimento, ove Preferibilmente adiacente al locale segnalamento.
esistenti.

1.3. Accessibilità 2.3. Accessibilità


Indiretta.. Indiretta.

1.4. Dotazione di impianti e attrezzature 2.4. Dotazione di impianti e attrezzature


• Impianto idraulico: no • Impianto idraulico: no
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, maggiorato opportuna- • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, maggiorato opportuna-
mente in corrispondenza dei punti di lavoro principali. mente in corrispondenza dei punti di lavoro principali
• Circolazione dell'aria: con ventilazione forzata in sovrappressione tale da • Circolazione dell'aria: con ventilazione forzata in sovrappressione tale da
garantire almeno 5 ricambi d'aria ogni ora garantire almeno 5 ricambi d'aria ogni ora
• Condizionamento: no • Condizionamento: no
• Riscaldamento: non necessario • Riscaldamento: non necessario
• Impianto telefonico: sì con allacciamento alla linea telefonica di servizio • Impianto telefonico: sì, con allacciamento alla linea tele fonica di servi-
• Diffusione sonora: sì zio
• Impianto orologi: sì, con registratori del segnalamento • Diffusione sonora: sì
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili • Impianto orologi: non necessario
• Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi • Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili
• Emergenza trazione elettrica: no • Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi
• Emergenza trazione elettrica: no

1.5. Dimensionamento 2.5. Dimensionamento


• Altezza minima: 3m • Dimensioni planimetriche: minime consigliate pari a 3x2,50 m
• Dimensioni planimetriche: per fermate (sprovviste di deviatoi) 5x6 m circa, men-
tre per stazioni provviste di un massimo di quattro
deviatoi semplici, 5x11 m circa. Maggiorazione di 0,5
mq per ogni deviatoio semplice in più.

1.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie 2.6. Caratteristiche teconologiche edilizie


• Porte: a tenuta • Porte: a tenuta

3. LOCALE TELECOMUNICAZIONI 4. LOCALE PER CENTRALE TELECOMUNICAZIONI


3.1. Definizione 4.1. Definizione
Locale destinato agli impianti di stazione per le telecomunicazioni (telefoni, radiotele- Locale destinato alle centrali degli impianti di telecomunicazioni, apparecchiature di
fono terra-treno, T.V., diffusione sonora, orologi). selezione, commutazione, giunzione, permutazione degli impianti telefonici e del
pannello del posto operatore.

3.2. Ubicazione 4.2. Ubicazione


Non presenta particolari esigenze. Non presenta particolari esigenze.

3.3. Accessibilità 4.3. Accessibilità


Possibilmente indiretta. Indiretta.

3.4. Dotazione di impianti e attrezzature 4.4. Dotazione di impianti e attrezzature


• Impianto idraulico: no • Impianto idraulico: no
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, maggiorato opportuna- • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, maggiorato opportuna-
mente in corrispondenza dei punti di lavoro principali mente in corrispondenza dei punti di lavoro principali
• Circolazione dell'aria: con ventilazione forzata in sovrappressione tale da • Circolazione dell'aria: con ventilazione forzata in sovrappressione tale da
garantire almeno 5 ricambi d'aria ogni ora garantire almeno 5 ricambi d'aria ogni ora
• Condizionamento: no • Condizionamento: no
• Riscaldamento: non necessario • Riscaldamento: non necessario
• Impianto telefonico: sì, con allacciamento alla linea telefonica di servizio • Impianto telefonico: sì, con allacciamento alla linea telefonica presente sulla
• Diffusione sonora: sì rete
• Impianto orologi: non necessario • Diffusione sonora: sì
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili • Impianto orologi: non necessario
• Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi • Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili
• Emergenza trazione elettrica: no • Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi
• Emergenza trazione elettrica: no

3.5. Dimensionamento 4.5. Dimensionamento


• Dimensioni planimetriche: minime consigliate pari a 3x5 m In funzione del numero di utenti, delle giunzioni del tipo di centrale (satellite o di
coordinamento), dell'ingombro delle apparecchiature di tipo elettromeccanico o
elettronico.

3.6. Caratteristiche teconologiche edilizie 4.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie


• Porte: a tenuta • Porte: a tenuta.

B 50
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLA METROPOLITANA 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
5. LOCALE PER DIRIGENZA LOCALE DEL MOVIMENTO 6.POSTO PER AGENTE DI STAZIONE PROG
5.1. Definizione
Locale per il comando e il controllo del movimento treni.
6.1. Definizione
Posto per la sorveglianza del traffico nell'ambito delle stazioni, per il comando di alcune B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
apparecchiature e per il controllo del corretto funzionamento di impianti di stazione. NISM
ORGA
5.2. Ubicazione 6.2. Ubicazione
Presente in tutte le stazioni dove esistono quadri e banchi di comando per deviatoi. Generalmente nell'atrio, in prossimità della linea di controllo.
Può essere posizionato sia al piano banchina sia a un piano diverso in posizione che C.RCIZIO E
permetta facile accessibilità alle banchine. Va posto accanto al locale segnalamento. ESE ESSIONAL
PROF
5.3. Accessibilità 6.3. Accessibilità
Normalmente indiretta. Diretta.
5.4. Dotazione di impianti e attrezzature 6.4. Dotazione di impianti e attrezzature D.GETTAZIONE
• Impianto idraulico: no • Impianto idraulico: no PRO TTURALE
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, regolabile in funzione • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, in modo tale da non STRU
di una corretta lettura delle informazioni riportate sul produrre riflessi sul banco
quadro e sul banco • Circolazione dell'aria: con areazione naturale, integrabile con una di tipo
• Circolazione dell'aria: con ventilazione forzata in sovrappressione tale da forzato E.NTROLLO
garantire almeno 5 ricambi d'aria ogni ora. • Condizionamento: non necessario CO NTALE
• Condizionamento: sì, per locali normalmente presenziati. Evitare prese • Riscaldamento: sì AMBIE
d'aria al piano banchine • Impianto telefonico: sì, con allacciamento alla linea telefonica di movi-
• Riscaldamento:
• Impianto telefonico:
non necessario
si, con allacciamento alla linea telefonica di movimen- • Diffusione sonora:
mento e di servizio
sì, in ricezione ed emissione F. TERIALI,TECN
ICHE
to, di servizio e di emergenza • Impianto orologi: non necessario MA ONENTI,
COMP
• Diffusione sonora: sì, in ricezione ed emissione • Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili all'interno o nelle immedia-
• Impianto orologi: sì te vicinanze
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili • Rilevazione incendi: non necessario
• Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi
• Emergenza trazione elettrica: sì
• Emergenza trazione elettrica: sì G.ANISTICA
URB
5.5. Dimensionamento 6.5. Dimensionamento
• Altezza minima: 2,50 m • Altezza minima: 2,10 m
• Dimensioni planimetriche: in funzione degli ingombri delle apparecchiature che • Dimensioni planimetriche: in funzione dell'ingombro delle apparecchiature da
deve contenere. Pari a 15-20 mq al netto di eventuale installare, tali da garantire almeno 1,6 mq di superficie
disimpegno libera per l'agente, maggiorata adeguatamente nel ZI
I SPA
caso di possibile presenza di più agenti. B.1. ILITÀ DEGL
5.6. Caratteristiche teconologiche edilizie FRUIB
• Porte: a tenuta
• Pavimentazione: atta a contenere e ispezionare i cavi B.2. TURE PER
T
STRU BILITÀ
O
LA M
NORMA UNIFER 18.09 – PARTE III – LOCALI PER FORNITURA E CONTROLLO ENERGIA ELETTRICA
B.3. TURE PER
T
1. CABINA ELETTRICA DI TRASFORMAZIONE CON TRASFORMATORI A SECCO 2. CABINA ELETTRICA DI TRASFORMAZIONE CON TRASFORMATORI IN OLIO STRU ETTACOLO
LO SP
1.1. Definizione 2.1. Definizione
ZZA-
Locale destinato al contenimento delle apparecchiature di trasformazione, per l'ali- Locale destinato al contenimento delle apparecchiature di trasformazione, per l'ali- B.4. TI E ATTRERT
mentazione degli impianti di stazione, con trasformatori a secco. mentazione degli impianti di stazione, con trasformatori a olio. PIAN SPO
IM O
PER L
TURE
1.2. Ubicazione 2.2. Ubicazione
In posizione raggiungibile con le apparecchiature e baricentrica rispetto agli enti da alimentare. In posizione raggiungibile con le apparecchiature e baricentrica rispetto agli enti da alimentare. B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
1.3. Accessibilità 2.3. Accessibilità C O MM
Di massima con accesso indiretto. Indiretta. E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
1.4. Dotazione di impianti e attrezzature 2.4. Dotazione di impianti e attrezzature T Z
STRU RISTORA
A
• Impianto idraulico: no • Impianto idraulico: no PER L
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, maggiorato opportuna- • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, maggiorato opportuna-
ITARIE
mente in corrispondenza dei punti di lavoro principali mente in corrispondenza dei punti di lavoro principali B.7. TURE SAN
• Circolazione dell'aria: • Circolazione dell'aria: T RU T
con ventilazione forzata in sovrappressione atta a 5 ricambi d'aria ogni ora. Vanno inserite serrande taglia- S
smaltire il calore prodotto dalle apparecchiature e a fuoco nel canale di mandata dell'aria e in quello di espul-
garantire 5 ricambi d'aria ogni ora sione dei fumi B.8. TURE PER
T
• Condizionamento: no • Condizionamento: no STRU ZIONE
U
• Riscaldamento: no • Riscaldamento: no L’ISTR
• Impianto telefonico: • Impianto telefonico: -
sì, con allacciamento alla linea telefonica di servizio. sì con allacciamento alla linea telefonica di servizio CULTU
• Diffusione sonora: sì • Diffusione sonora: si B.9. TURE PER IONE
U T Z
• Impianto orologi: • Impianto orologi: STR RMA
no no INFO
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili • Spegnimento incendi: sì di tipo fisso e automatico. RA E
• Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi • Rilevazione incendi: sì per rilevazione fumo e fiamma .
B.10 TURE PER
• Emergenza trazione elettrica: no • Emergenza trazione elettrica: no T
STRU TO
L
1.5. Dimensionamento 2.5. Dimensionamento IL CU
I
• Altezza minima: 3m • Altezza minima: 3m . ERIAL
• Dimensioni planimetriche: in funzione delle apparecchiature installate, tali che l'area • Dimensioni planimetriche: in funzione delle apparecchiature installate, tali che l'area B.11 TURE CIMIT
RUT
ST
occupata dalle stesse non deve superare il 50% del totale. occupata dalle stesse non deve superare il 50% del totale.
Per potenze fino a 500 KVA: 5x7 m Per potenze fino a 500 KVA: 5x8 m
1.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie 2.6. Caratteristiche teconologiche edilizie
• Porte: a tenuta, con apertura verso l'esterno. Per l'accesso • Pareti: costituite da muri tagliafuoco
principale le dimensioni minime devono essere alme- • Porte: tagliafuoco, a tenuta con apertura verso l'esterno.
no 1,50 x 2,50 m Per l'accesso principale le dimensioni devono essere
• Pavimentazione: sovraccarico minimo su pavimento: 15 KN/mq almeno 1,50x2,50 m
• Pavimentazione: predisposta per la raccolta dell'olio. Sovraccarico .
min.:15 KN/mq. B.2.2 NI DELLA
STAZIOPOLITANA
O
➥ METR

B 51
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
2. STAZIONI DELLA METROPOLITANA

➦ SCHEDE ESTRATTE DALLA NORMA UNIFER 18.09

➦ NORMA UNIFER 18.09 – PARTE III – LOCALI PER FORNITURA E CONTROLLO ENERGIA ELETTRICA

3. LOCALE QUADRI ELETTRICI 4. LOCALE BATTERIE DI ACCUMULATORI


3.1. Definizione 4.1. Definizione
Locale di contenimento dei quadri per la distribuzione e il controllo dell'energia elettri- Locale destinato al contenimento e ricarica delle batterie di accumulatori elettrici uti-
ca a bassa tensione per gli impianti di stazione e di galleria. lizzate dagli impianti di telecomunicazioni, emergenza o altri.
3.2. Ubicazione 4.2. Ubicazione
Possibilmente contiguo al locale cabina elettrica di trasformazione. Possibilmente nelle vicinanze dei locali degli impianti utilizzatori e vicino ai pozzi di areazione.
3.3. Accessibilità 4.3. Accessibilità
Possibilmente indiretta. Preferibilmente indiretta.
3.4. Dotazione di impianti e attrezzature 4.4. Dotazione di impianti e attrezzature.
• Impianto idraulico: no • Impianto idraulico: sì, scarico a pavimento in vicinanza della porta, rubi-
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux, maggiorato opportuna- netto dell'acqua nel locale o nelle immediate vicinanze
mente in corrispondenza dei punti di lavoro principali • Illuminazione: sì, con impianto norma CEI n.21.6 e illuminamento di 100 lux
• Circolazione dell'aria: con ventilazione forzata in sovrappressione tale da • Circolazione dell'aria: con areazione naturale, integrabile con impianto di
garantire almeno 5 ricambi d'aria ogni ora aspirazione
• Condizionamento: no • Condizionamento: necessario se impossibile limitare a 40°C la tempera-
• Riscaldamento: non necessario tura dell'ambiente.
• Impianto telefonico: sì, con allacciamento alla linea telefonica di servizio • Riscaldamento: no
• Diffusione sonora: sì • Impianto telefonico: no
• Impianto orologi: non necessario • Diffusione sonora: no
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili • Impianto orologi: no
• Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi • Spegnimento incendi: non necessario
• Emergenza trazione elettrica: sì • Rilevazione incendi: non necessario
• Emergenza trazione elettrica: no
3.5. Dimensionamento 4.5. Dimensionamento
• Dimensioni planimetriche: per una potenza distribuita fino a 200 KVA: 20 mq. Secondo le norme CEI ed ENPI.
3.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie 4.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie
• Porte: a tenuta, con dimensioni minime pari a 1,50 x 2,50 m. • Pareti: con rivestimento anticorrosivo
• Porte: metalliche, con trattamento anticorrosivo e soglia con
canaletta per raccolta liquidi.
• Pavimentaz.: anticorrosiva. Usare una pendenza atta a garantire un rapido
smaltimento dei liquidi. Sovracc. min. su pavim.: 10 KN/mq.
5. CABINA ELETTRICA DI TRASFORMAZIONE CON TRASFORMATORI IN OLIO 6. LOCALE CONTATORI PER ENERGIA ELETTRICA
5.1. Definizione 6.1. Definizione
Locale adibito al contenimento del gruppo elettrogeno composto da macchine elettriche ed Locale o vano destinato a contenere i contatori dell'energia elettrica.
endotermiche con o senza volano per l'alimentazione dei servizi di emergenza delle stazioni.
5.2. Ubicazione 6.2. Ubicazione
Possibilmente in superficie o facilmente raggiungibile dall'esterno con le apparecchiature. Se Possibilmente in prossimità delle maggiori utenze. Per poche utenze è consigliato un
il generatore prevede l'installazione di un serbatoio ausiliario per il combustibile di capacità vano a muro o un apposito armadio.
superiore a 70 l., questo dovrà essere installato in un locale separato, in conformità alle nor-
me di sicurezza. Ove possibile il pavimento del locale deve poggiare direttamente sul terreno.
5.3. Accessibilità 6.3. Accessibilità
Indiretta. Diretta o indiretta.
5.4. Dotazione di impianti e attrezzature 6.4. Dotazione di impianti e attrezzature
• Impianto idraulico: no • Impianto idraulico: no
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux. • Illuminazione: sì, con illuminamento di 50 lux
• Circolazione dell'aria: sì, con ventilazione forzata atta a smaltire il calore prodotto. • Circolazione dell'aria: areazione naturale
Occorre prevedere uno scarico proprio munito di silenzia- • Condizionamento: no
tore, per la fuoriuscita all'esterno dei gas combustibili • Riscaldamento: no
• Condizionamento: no • Impianto telefonico: no
• Riscaldamento: non necessario • Diffusione sonora: no
• Impianto telefonico: sì, con allacciamento alla linea telefonica di servizio • Impianto orologi: no
• Diffusione sonora: sì • Spegnimento incendi: no
• Impianto orologi: no • Rilevazione incendi: non necessario
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili • Emergenza trazione elettrica: no
• Rilevazione incendi: sì, sensibile a fiamme e fumi
• Emergenza trazione elettrica: no
5.5. Dimensionamento 6.5. Dimensionamento
• Alt. minima: 3 m. Ove non esistano oneri gravosi è consigliabile In funzione del numero dei contatori e del tipo di soluzione adottata per l'ubicazione.
garantire un franco di 1,5 m sopra il massimo ingom-
bro delle apparecchiature.
• Dimen. plan.: in funzione della potenza del gruppo elettrogeno, tali da
assicurare su un fianco uno spazio libero con larghezza
pari a quella massima di ingombro del gruppo stesso, e
sui restanti un franco libero di 1 m. Per gruppo elettro-
geno della potenza di 100 KVA sono previsti locali di ca.
30 mq senza volano e di ca. 40 mq con volano.
5.6. Caratteristiche teconologiche edilizie
• Pareti: tagliafuoco
• Porte: a tenuta
• Pavimentaz.: anticorrosiva e adatta alla raccolta dell'olio. Adottare prov-
vedimenti atti a ridurre la trasmissione delle vibrazioni.
Sovraccarico su pavimento in relazione al tipo di
apparecchiature impiegate.

B 52
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLA METROPOLITANA 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
NORMA UNIFER 18.09 – PARTE IV – LOCALI DI VENTILAZIONE E PER IMPIANTI IDRICI E TERMICI PROG

1. LOCALE VENTILATORI
2. LOCALE CONTATORI E
DISTRIBUZIONE ACQUA
3. LOCALE RACCOLTA E
SOLLEVAMENTO ACQUE
4. CENTRALE TERMICA B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
1.1. Definizione 2.1. Definizione 3.1. Definizione 4.1. Definizione
Locale destinato a contenere le apparec- Locale o vano destinato a contenere i Locale destinato a raccogliere le acque di Locale destinato ad accogliere le appa-
chiature per la ventilazione delle zone
aperte al pubblico (atrio, banchine, corri-
contatori dell'acqua e gli organi di distri-
buzione agli utilizzatori.
scarico e a ospitare le relative apparec-
chiature di sollevamento. È opportuno che
recchiature per la produzione di calore.
C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
doi, sale), dei locali di servizio o even- nell'ambito di ogni stazione siano previsti PROF
tualmente di entrambi. locali e impianti differenziati per le acque
di scarico dei servizi igeinici e per le altre
acque (di lavaggio, di drenaggio, di infil-
trazione, di spegnimento incendi).
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
1.2. Ubicazione 2.2. Ubicazione 3.2. Ubicazione 4.2. Ubicazione
In funzione del tipo di impianto previsto, della
profondità della stazione e del numero e posi-
In prossimità dell'ingresso delle condotte
principali. Per poche utenze è consigliato
Possibilmente adiacente ai pozzi di
comunicazione con l'esterno e a quota
Nell'ambito o in prossimità delle stazioni
dove è richiesta l'utilizzazione di calore;
E.NTROLLO
CO NTALE
zione dei locali richiedenti ventilazione forzata. un vano a muro o un apposito armadio. inferiore ai punti di scarico. preferibilmente in superficie.
AMBIE

1.3. Accessibilità 2.3. Accessibilità 3.3. Accessibilità 4.3. Accessibilità


Preferibilmente indiretta nel caso di locali Diretta o indiretta. Preferibilmente indiretta. Diretta dall'esterno o attraverso un disim- F. TERIALI,TECN
ICHE
con gruppi di ventilazione di grande por- pegno costituito da uno spazio adeguato MA ONENTI,
tata che mantengono l'ambiente con un a cielo aperto, e comunque nel rispetto COMP
salto di pressione rispetto all'esterno. della legislazione vigente.

1.4. Dotazione di impianti e attrezzature 2.4. Dotazione di impianti e attrezzature 3.4. Dotazione di impianti e attrezzature 4.4. Dotazione di impianti e attrezzature G.ANISTICA
• Impianto idraulico: scarico a pavimento, • Impianto idraulico: scarico a pavimento • Impianto idraulico: sì. Per quanto • Impianto idraulico: sì. URB
rubinetto e vasca per il lavaggio filtri se • Illuminazione: sì, con illuminamento di riguarda lo scarico delle acque nella • Illuminazione: sì, con illuminamento di
necessario 50 lux rete fognaria o altrove, devono essere 100 lux.
• Illuminazione: sì, con illuminamento di • Circolaz. dell'aria: areazione naturale, rispettate la legislazione e la normativa • Circolazione dell'aria: con areazione
100 lux almeno 5 ricambi d'aria ogni ora vigenti. naturale in collegamento diretto con l'e-
• Circolazione dell'aria: secondo il tipo di • Condizionamento: no • Illuminazione: sì, con illuminamento di sterno. Le prese di areazione devono
ZI
impianto • Riscaldamento: no 100 lux nei locali ove sono installate le essere su pareti esterne di contorno, I SPA
• Condizionamento: no • Impianto telefonico: no apparecchiature di sollevamento. dimensionate in funzione della potenzialità B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB
• Riscaldamento: no • Diffusione sonora: no • Circolaz. dell'aria: tale da garantire dei generatori di calore; si consiglia che
• Impianto telefonico: non necessario • Impianto orologi: no almeno 3 ricambi d'aria ogni ora, con dette prese non prospettino su zone di B.2. TURE PER
• Diffusione sonora: no • Spegnimento incendi: no areazione naturale o forzata. passaggio al pubblico. T
STRU BILITÀ
• Impianto orologi: no • Rilevazione incendi: no • Condizionamento: no • Condizionamento: no. O
LA M
• Spegnimento incendi: sì, con apparec- • Emergenza trazione elettrica: no • Riscaldamento: no • Riscaldamento: no.
chi portatili all'interno o nelle immediate • Impianto telefonico: no • Impianto telefonico: non necessario. B.3. TURE PER
T
vicinanze • Diffusione sonora: no • Diffusione sonora: no. STRU ETTACOLO
• Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi • Impianto orologi: no • Impianto orologi: no. LO SP
• Emergenza trazione elettrica: no • Spegnimento incendi: no • Spegnimento incendi: ZZA-
• Rilevazione incendi: no sì, con apparecchi portatili. B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
• Emergenza trazione elettrica: no • Rilevazione incendi: sì, per rilevazione PER L
di fiamma e controllo di temperatura. TURE
• Emergenza trazione elettrica: no.
B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
E
TTIVE
1.5. Dimensionamento 2.5. Dimensionamento 3.5. Dimensionamento 4.5. Dimensionamento B.6. TURE RICE IONE
T Z
• Altezza minima: 2,50 m In funzione del numero dei contatori e In funzione della quantità delle acque da • Altezza minima: 2,50 m va prevista una STRU RISTORA
A
• Dimensioni planimetriche: in funzione del- degli organi di distribuzione. raccogliere e delle caratteristiche genera- soglia rialzata di 20 cm rispetto al piano PER L
la potenzialità dell'impianto, del tipo di ven- li dell'impianto. Indicativamente: di calpestio ITARIE
tilatore del sistema di ricambio dei filtri e • nel caso di presenza di vasca di raccol- • Dimensioni planimetriche: 6 mq per B.7. TURE SAN
T RU T
S
delle apparecchiature di insonorizzazione. ta e pompe di sollevamento: potenze sino a 350 KW.
Bisogna però che attorno alle apparecchia- min. 3x3 m e h. 4,50 m
ture siano lasciate delle distanze minime • nel caso di apparecchiature pneumatiche B.8. TURE PER
T
STRU ZIONE
dalle pareti: di 1,50 m dalla parte del moto- a contenitori stagni: 3x3 m e h. 2,50 U
L’ISTR
re, e di 1 m sugli altri lati dove sia previsto -
CULTU
di dover operare verifiche o manutenzioni. B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
3.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie 4.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie INFO
RA E
1.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie Locali adibiti ad accogliere apparecchiature • Pareti: tagliafuoco. Almeno una superfi-
• Porte: a tenuta, nel caso di locale fun- di sollevamento acque: cie di contorno deve essere a contatto .
B.10 TURE PER
T
zionante in pressione o depressione • Porte o grigliati: resistenti alla corrosione. con l'esterno. STRU TO
L
(plenum). • Pavimentazione: con pozzetto di raccol- • Porte: tagliafuoco. IL CU
ta delle acque durante le operazioni di • Pavimentazione: predisposta per la rac- . ERIAL
I
manutenzione. Sovraccarico minimo colta dell'olio e impermeabile sino alla B.11 TURE CIMIT
RUT
su pavimento: 5 JN/mq, salvo le zone a quota della soglia. Sovraccarico su pavi- ST
carichi concentrati. mento: in relazione al peso delle appa-
recchiature.
Vasca di aggrottamento:
• Pareti: a tenuta d'acqua e resistenti alla
corrosione.
• Grigliati: resistenti alla corrosione.
• Pavimentazione: a tenuta d'acqua e resi-
stente alla corrosione, con pozzetto di rac- .
B.2.2 NI DELLA
colta delle acque.
STAZIOPOLITANA
O
METR

B 53
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
2. STAZIONI DELLA METROPOLITANA

➦ SCHEDE ESTRATTE DALLA NORMA UNIFER 18.09

NORMA UNIFER 18.09 – PARTE V – LOCALI PER IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO PERSONE

1. LOCALE MACCHINE PER ASCENSORI 2. LOCALE MOTORI SCALE MOBILI


1.1. Definizione 2.1. Definizione
Locale adibito al contenimento dei motori e delle apparecchiature di comando degli Locale adibito al contenimento dell'apparecchiatura di trazione della scala mobile quando questa
ascensori. non sia incorporata nella scala stessa, come generalmente si ha per dislivelli maggiori di 8 m.
1.2. Ubicazione 2.2. Ubicazione
In generale per gli ascensori di tipo elettrico il locale è posto in corrispondenza della parte supe- In corrispondenza della testata alta della scala mobile e sottostante la scala stessa.
riore del vano ascensori, per quelli ad azionamento idraulico in prossimità della parte inferiore.
Nell'eventualità che il locale macchine per ascensori di tipo elettrico venga posto nella parte
inferiore, deve essere previsto un opportuno vano superiore destinato ai meccanismi di rinvio.
1.3. Accessibilità 2.3. Accessibilità
Diretta o indiretta. Possibilmente con porta laterale o, altrimenti, con botola.
1.4. Dotazione di impianti e attrezzature 2.4. Dotazione di impianti e attrezzature
• Impianto idraulico: è opportuna la presenza di un lavabo nel locale o nel- • Impianto idraulico: non necessario.
le immediate vicinanze. • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux.
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux. • Circolazione dell'aria: areazione naturale o forzata, se necessario.
• Circolazione dell'aria: areazione naturale o forzata, se necessario. • Condizionamento: no.
• Condizionamento: no. • Riscaldamento: no.
• Riscaldamento: no. • Impianto telefonico: non necessario.
• Impianto telefonico: non necessario. • Diffusione sonora: no.
• Diffusione sonora: no. • Impianto orologi: no.
• Impianto orologi: no. • Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili.
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili. • Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi.
• Rilevazione incendi: sì, sensibile ai fumi. • Emergenza trazione elettrica: no.
• Emergenza trazione elettrica: no.
1.5. Dimensionamento 2.5. Dimensionamento
• Altezza minima: 2 m. • Altezza minima: 2 m.
• Dimensioni planimetriche: in funzione della portata dell'impianto. Deve essere • Dimensioni planimetriche: in funzione della potenza e del numero dei motori.
lasciato uno spazio minimo di 1 m sul fronte del quadro Deve essere lasciato uno spazio minimo di 1 m sul
e di 0,60 m sui lati delle apparecchiature dove sia previ- fronte del quadro e di 0,60 m sui lati delle apparec-
sto operare manutenzioni. Indicativamente per impianti chiature dove sia previsto operare manutenzioni.
con cabine fino a 6 persone si possono considerare: per
impianto singolo 2x3 m e per impianto doppio 4x3 m.
1.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie 2.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie
• Pavimentazione: predisposta per la raccolta dell'olio per impianti ad • Porta o botola: in ferro.
azionamento idraulico. Sovraccarico su pavimento: in • Pavimentazione: sovraccarico su pavimento: in relazione al tipo di
rapporto al tipo di impianto. impianto.

NORMA UNIFER 18.09 – PARTE VI – LOCALI DI SERVIZIO PER IL PUBBLICO

1. LOCALI COMMERCIALI (NEGOZI, BAR, EDICOLE VENDITA BIGLIETTI) 2. SERVIZI IGIENICI PER IL PUBBLICO
1.1. Definizione 2.1. Definizione
• Negozio: locale commerciale per la vendita di generi vari. Complesso di vani normalmente presenziato adibito a servizi igienici per il pubblico.
• Bar: locale adibito alla vendita e consumo di bevande e
generi di tavola calda e fredda.
• Edicola: locale adibito alla vendita di stampa periodica e quoti-
diana e eventualmente, anche di documenti di viaggio.
• Vendita biglietti: locale atto a contenere personale adibito alla vendita
ordinaria o straordinaria dei biglietti.
1.2. Ubicazione 2.2. Ubicazione
Presenti nelle stazioni, secondo quanto ritenuto necessario, al di fuori della linea di Prima della linea di controllo.
controllo e in posizioni tali da non ostacolare le funzionalità della stazione.
1.3. Accessibilità 2.3. Accessibilità
Diretta. Tramite un atrio presenziato.
1.4. Dotazione di impianti e attrezzature 2.4. Dotazione di impianti e attrezzature
• Impianto idraulico: sì, se opportuno per il tipo di locale. • Impianto idraulico: sì, con prese d'acqua per lavaggio locale.
• Illuminazione: sì con illuminamento di 100 lux. • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux.
• Circolazione dell'aria: naturale o forzata. • Circolazione dell'aria: ventilazione forzata in depressione, che assicuri
• Condizionamento: non necessario. almeno 10 ricambi d'aria ogni ora.
• Riscaldamento: non necessario. • Condizionamento: non necessario.
• Impianto telefonico: non necessario. • Riscaldamento: non necessario.
• Diffusione sonora: no. • Impianto telefonico: no.
• Impianto orologi: no. • Diffusione sonora: no.
• Spegnimento incendi: sì con apparecchi portatili o fissi. Per bar e negozi è oppor- • Impianto orologi: no.
tuno l'uso di impianti automatici di spegnimento a pioggia. • Spegnimento incendi: no.
• Rilevazione incendi: sì. • Rilevazione incendi: no.
• Emergenza trazione elettrica: no. • Emergenza trazione elettrica: no.
1.5. Dimensionamento 2.5. Dimensionamento
Secondo l'impiego. Dimensioni planimetriche: in funzione ddel numero degli utenti previsti. In condi-
zioni normali: circa 45 mq, comprensivi dell'atrio e di
2 WC per uomini e 2 WC per donne, di cui almeno
uno per il tipo di 1,80x1,80.
2.6. Caratteristiche tecnologiche edilizie
• Pareti: piastrellate per un'altezza di 2 m.

B 54
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLA METROPOLITANA 2.

A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
NORMA UNIFER 18.09 – PARTE VII – LOCALI PER IL PERSONALE E PER SERVIZI DIVERSI PROG
1. LOCALE ATTESA PERSONALE DI MOVIMENTO E
LOCALI VARI PRESENZIATI DA PERSONALE
2. SERVIZI IGIENICI E SPOGLIATOI
PER IL PERSONALE
3. REFETTORIO B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
1.1. Definizione 2.1. Definizione 3.1. Definizione ORGA
Locali destinati all'attesa del personale di movimento nelle Locale destinato a servizi igienici ed eventualmente spo- Locale destinato al consumo dei pasti del personale.
stazioni di presentazione o cambio e all'accoglimento, gene- gliatoi a uso del personale.
ralmente in via continuativa, di personale fisso o avvicendato C.RCIZIO E
(ad esempio locale d'ufficio, locale per riparazioni, ecc.). ESE ESSIONAL
PROF
1.2. Ubicazione 2.2. Ubicazione 3.2. Ubicazione
I locali attesa personale di movimento vanno previsti possi- Per i servizi igienici in tutte le stazioni, al piano mezzanino o Secondo le esigenze organizzative, preferibilmente fuori
bilmente in prossimità del locale Dirigente al Movimento, se
presente nella stazione. Gli altri locali, preferibilmente da
banchine, possibilmente in vicinanza ai locali presenziati da terra.
personale. Per gli spogliatoi secondo necessità.
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
porsi fuori terra, vanno disposti secondo necessità. STRU
1.3. Accessibilità 2.3. Accessibilità 3.3. Accessibilità
– Possibilmente indiretta. Possibilmente indiretta.
1.4. Dotazione di impianti e attrezzature 2.4. Dotazione di impianti e attrezzature 3.4. Dotazione di impianti e attrezzature E.NTROLLO
• Impianto idraulico: secondo l'impiego del locale • Impianto idraulico: sì, con prese d'acqua per lavaggio • Impianto idraulico: sì. CO NTALE
AMBIE
• Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux. locale. • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux.
• Circolazione dell'aria: se il locale è interrato, con ventila- • Illuminazione: sì, con illuminamento di 100 lux. • Circolazione dell'aria: con areazione naturale o even-
zione forzata e almeno 5 ricambi d'aria ogni ora.
• Condizionamento: necessario solo nel caso in cui si pre-
• Circolazione dell'aria: con areazione naturale e even-
tualmente forzata in aspirazione, tale da garantire alme-
tualmente forzata in aspirazione tale da garantire alme-
no 5 ricambi d'aria ogni ora.
F. TERIALI,TECN
ICHE
• Condizionamento: non necessario.
MA ONENTI,
veda la permanenza di personale fisso. no 5 ricambi d'aria ogni ora.
COMP
• Riscaldamento: secondo l'impiego del locale. • Condizionamento: no. • Riscaldamento: sì.
• Impianto telefonico: sì, con allacciamento alla linea • Riscaldamento: secondo l'impiego del locale. • Impianto telefonico: non necessario.
telefonica di servizio. • Impianto telefonico: no. • Diffusione sonora: non necessaria.
• Diffusione sonora: per il locale attesa personale di movi- • Diffusione sonora: no. • Impianto orologi: non necessario. G.ANISTICA
mento; per gli altri locali secondo l'impiego. • Impianto orologi: no. • Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili. URB
• Impianto orologi: per il locale attesa personale di movi- • Spegnimento incendi: no. • Rilevazione incendi: non necessario.
mento; per gli altri locali secondo l'impiego. • Rilevazione incendi: no. • Emergenza trazione elettrica: sì.
• Spegnimento incendi: sì, con apparecchi portatili • Emergenza trazione elettrica: no.
• Rilevazione incendi: in funzione dell'uso.
• Emergenza trazione elettrica: no.
ZI
I SPA
1.5. Dimensionamento 2.5. Dimensionamento 3.5. Dimensionamento B.1. ILITÀ DEGL
• Dimensioni planimetriche: in funzione del numero In funzione del numero e del tipo delle apparecchiature idro- In funzione del numero di persone da cui si prevede ven- FRUIB
delle persone, delle attrezzature e dei materiali da sanitarie. Il vano dei servizi deve comunque essere separato ga frequentato.
contenere. a tutta altezza dal vano antistante (atrio o spogliatoio). B.2. TURE PER
T
STRU BILITÀ
2.6. Caratteristiche teconologiche edilizie O
LA M
• Pareti: piastrellate per un'altezza di 2 m.
B.3. TURE PER
T
NORMA UNIFER 18.09 – PARTE VIII – VANI ACCESSORI STRU ETTACOLO
LO SP
1. VANI DIVERSI ACCESSIBILI E PRATICABILI 2. POZZO DI COMUNICAZIONE CON L’ESTERNO 3. LOCALE DEPOSITO MATERIALE VARIO ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
1.1. Definizione 2.1. Definizione 3.1. Definizione IM O
PER L
Vani accessibili e praticabili, quali intercapedini, cunicoli, Manufatto atto a garantire una comunicazione diretta fra l'esterno Locale generalmente destinato a deposito (saltuario o TURE
sottobanchine, cantinati, sottoscala e altri simili, utilizzati e i livelli sotterranei delle stazioni, allo scopo di permettere una ade- continuativo) di attrezzature o materiali.
B.5. TURE I
per la distribuzione di cavi, tubazioni, condotte d'aria o per guata areazione degli ambienti e locali di stazione, oppure il pas- UFFIC
STRUT ERCIALI E
impieghi vari. saggio di materiali ingombranti o eventualmente di persone. C O MM
1.2. Ubicazione 2.2. Ubicazione 3.2. Ubicazione E
TTIVE
In funzione delle esigenze degli impianti, per quelli previsti In relazione al tipo di utilizzazione. Ove possibile. B.6. TURE RICE IONE
T Z
in sede di progetto; ove disponibile, per quelli di risulta. STRU RISTORA
A
PER L
1.3. Accessibilità 2.3. Accessibilità 3.3. Accessibilità
ITARIE
Diretta o indiretta secondo i casi. Per i cunicoli lunghi più Diretta dalla superficie esterna; senza accessi diretti dagli ambien- Diretta o indiretta. B.7. TURE SAN
T RU T
di 20 m è opportuno prevedere più di un accesso. ti aperti al pubblico delle stazioni. Vanno previsti opportuni accor- S
gimenti per evitare l'accessibilità di persone non di servizio e l'im-
missione accidentale dall'esterno di liquidi pericolosi. B.8. TURE PER
T
STRU ZIONE
1.4. Dotazione di impianti e attrezzature 2.4. Dotazione di impianti e attrezzature 3.4. Dotazione di impianti e attrezzature L’ISTR
U
• Impianto idraulico: scarico per acque di infiltrazione, se necess.. Di norma è da prevedere la sola dotazione relativa agli • Impianto idraulico: non necessario. -
• Illuminazione: sì, con illum. adeguato al tipo di utilizzazione. impianti per cui il pozzo è destinato, oltre a un sistema di • Illuminazione: sì, con illuminamento di 50 lux. CULTU
B.9. TURE PER IONE
• Circolazione dell'aria: con areazione naturale o eventual- raccolta e smaltimento delle acque. Ove fosse previsto il • Circolazione dell'aria: in funzione dell'impiego. U T Z
STR RMA
INFO
mente forzata in relazione al tipo di utilizzazione. passaggio di persone, il pozzo deve essere opportuna- • Condizionamento: no. RA E
• Condizionamento: no. mente attrezzato e illuminato. • Riscaldamento: no.
.
• Riscaldamento: no. • Impianto telefonico: in funzione della destinazione del B.10 TURE PER
T
• Impianto telefonico: no. deposito. STRU TO
L
• Diffusione sonora: no. • Diffusione sonora: no. IL CU
I
• Impianto orologi: no. • Impianto orologi: no. . ERIAL
• Spegnimento incendi: in funzione dell'uso. • Spegnimento incendi: secondo i materiali presenti. B.11 TURE CIMIT
RUT
ST
• Rilevazione incendi: in funzione dell'uso. • Rilevazione incendi: secondo i materiali presenti.
• Emergenza trazione elettrica: no. • Emergenza trazione elettrica: sì.
1.5. Dimensionamento 2.5. Dimensionamento 3.5. Dimensionamento
In relazione al tipo di utilizzazione. In relazione alle singole esigenze. In funzione dell'ingombro delle attrezzature e della desti-
nazione del locale.
1.6. Caratteristiche teconologiche edilizie 2.6. Caratteristiche teconologiche edilizie 3.6. Caratteristiche teconologiche edilizie
Soffitto, porte e pavimentazione possono restare senza Pareti e soffitto possono restare grezzi. Le dimensioni del- Sovraccarico su pavimento in funzione dell'impiego.
alcun particolare trattamento salvo esigenze specifiche per le porte o grigliati, la pavimentazione e il sovraccarico van- .
B.2.2 NI DELLA
l'impiego previsto. no stabiliti in funzione dell'impiego. STAZIOPOLITANA
O
METR

B 55
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
3. STAZIONI DELLE AUTOLINEE

ATTIVITÀ DELLE STAZIONI DELLE AUTOLINEE E CRITERI DI LOCALIZZAZIONE

SETTORI DI ATTIVITÀ DELLE STAZIONI DELLE AUTOLINEE Rappresentazione schematica delle attività e delle relazioni di una grande stazione delle
autolinee è data in Fig. B.2.3./1. Le strutture minori, come sono le ‘fermate’ e le ‘fermate con
Le stazioni delle autolinee devono rispondere alle esigenze essenziali dei passeggeri scambio’ (si veda par. B.2.3.2.), si limitano a provvedere all’accostamento e allo svincolo
in partenza, in arrivo e in attesa, e devono regolare la circolazione e la sosta dei vet- degli autobus, alla predisposizione di un limitato numero di stalli e dei corrispondenti mar-
tori, in riferimento ai flussi di transito e al ruolo che svolgono all’interno della rete di ciapiedi – eventualmente protetti da pensilina o tettoia – e alla collocazione di strutture mini-
collegamenti nella quale sono inserite. me di servizio, come: box per la biglietteria e le informazioni e nucleo di servizi igienici.
In alcuni casi, se l’estensione dell’area disponibile lo consente (si veda il seguente “criteri
di localizzazione”), nello stesso ambito spaziale e funzionale della stazione o in area con- CRITERI DI LOCALIZZAZIONE DELLE STAZIONI DELLE AUTOLINEE
tigua sono espletate anche le attività di deposito, manutenzione e riparazione dei vettori.
Specificando, per le stazioni di maggiore importanza possono essere individuati i Le stazioni delle autolinee, così come la rete dei collegamenti alla quale afferiscono,
seguenti settori di attività: non possono essere considerate come strutture autonome, bensì quali componenti
integrate nel complessivo sistema nazionale e internazionale del trasporto passegge-
Settore destinato ai viaggiatori: ri. Pertanto criterio primario di localizzazione sarà quello della contiguità o, quanto-
• viaggiatori in partenza: atrio, biglietteria, informazioni, marciapiedi alla salita in autobus; meno, della connessione diretta, con i luoghi cruciali nei quali può avvenire lo scam-
• viaggiatori in arrivo: marciapidi di discesa, verso l’uscita; bio con gli altri sistemi di trasporto: stazioni ferroviarie, porti passeggeri, aereoporti,
• viaggiatori e pubblico in attesa: sala d’attesa, spazi coperti d’attesa; stazioni delle linee metropolitane e gangli della rete dei trasporti pubblici urbani.
• servizi integrativi al pubblico: servizi igienici, di ristoro, di deposito bagagli, piccole Altri criteri di localizzazione sono implicati dalle seguenti esigenze:
offerte commerciali. • disponibilità delle aree di impianto necessarie per erogare le prestazioni essenzia-
li, integrate da quelle per eventuali futuri ampliamenti e, possibilmente, dagli spazi
Settore delle attività di esercizio degli autobus: necessari per il deposito, la manutenzione e la riparazione degli autobus;
• percorso di accostamento e stalli degli autobus in arrivo; • agevole accessibilità dalla rete della viabilità urbana ed extraurbana;
• percorso di svincolo e stalli degli autobus in partenza; • salvaguardia della quiete e della salubrità delle zone residenziali.
• servizi integrativi al personale: servizi igienici e di ristoro, sala di riposo.
L’esigenza di localizzare le stazioni delle autolinee in prossimità di altri gangli nodali del
Settore delle attività di ricovero, manutenzione e riparazione degli autobus: sistema complessivo di trasporto – in genere ubicati in zone centrali delle città – contrap-
• deposito degli autobus, all’aperto, in aree coperte, in strutture chiuse (capannoni); posta a quelle di disporre di ampie superfici di impianto e di ampliamento e della presenza
• manutenzione, pulizia e lavaggio; di connessioni agevoli e dirette con la viabilità urbana ed extraurbana, riducono fortemente
• officine di riparazione; la disponibilità di aree idonee, costringendo spesso alla scelta di ambiti spaziali appena suf-
• postazione di rifornimento di carburante. ficienti ad assicurare le prestazioni essenziali richieste, con le seguenti conseguenze:
• necessità di ricercare in altre zone le aree necessarie per il deposito, la manuten-
Settore delle attività di gestione della stazione e delle società di trasporto: zione e la riparazione dei vettori;
• direzione, amministrazione, contabilità della stazione; • necessità di ridurre al minomo indispensabile la superficie del piazzale, razionalizzan-
• uffici e postazioni delle società di trasporto; do i percorsi di accesso, di uscita e di accostamento e selezionando tra le diverse con-
• controllo della circolazione; figurazioni dei marciapiedi (o banchine) quelli che prospettano maggiore compattezza
• gestione della manutenzione e delle officine. e minore impegno di spazi di manovra e di svincolo.

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STAZIONI DELLE AUTOLINEE

Si può ordinare classificazioni delle stazioni delle autolinee in base ai seguenti criteri: bagagli, eventualmente integrati da servizi di ristorazione (bar, ristorante) e piccole
• importanza rispetto all’estensione della rete delle linee e ai flussi di transito; attività commerciali (giornalaio, tabaccaio, ecc.).
• disposizione del settore viaggiatori rispetto all’accostamento degli autobus.
Uno schema delle attività e delle relazioni di una stazione degli autobus di transito è
CLASSIFICAZIONE IN BASE AL RUOLO DELLA STAZIONE dato in Fig. B.2.3./3B).
RISPETTO ALLA RETE E AI FLUSSI DI TRANSITO
Stazioni capolinea
In riferimento al ruolo che svolgono rispetto alla rete dei collegamenti e in base ai flussi di Strutture presenti nelle città maggiori o in centri urbani non serviti dalla rete ferroviaria.
transito di viaggiatori, si è soliti distinguere le stazioni degli autobus nelle seguenti classi. Svolgono quasi sempre funzioni di scambio tra linee a lunga percorrenza (interurbane, inter-
regionali) e linee locali; costituiscono, quindi, origine e/o termine di corsa di alcune linee e
Fermata semplice comportano la presenza di strutture di ricovero e manutenzione del materiale rotabile.
Struttura minima, costituita da un ambito di accostamento dell’autobus, con sosta breve dei Il numero delle postazioni di accostamento e l’estensione delle banchine viene cali-
vettori limitata a permettere la salita e la discesa di una parte (ridotta) dei viaggiatori. brato sui dati statistici di transito, di frequenza e di simultaneità degli arrivi e delle par-
La banchina di accostamento e carico può essere costituita semplicemente da una tenze. Per il trasbordo dei viaggiatori è necessario prevedere un numero adeguato di
fascia di marciapiede (qualora la relativa ampiezza lo consenta), eventualmente pro- ampi marciapiedi coperti.
tetta da tettoia o pensilina. È consigliabile che l’accostamento avvenga mediate cor- L’edificio viaggiatori si articolerà per rispondere alle stesse esigenze e attività indica-
sia carrabile svincolata da quelle di transito ordinario dei veicoli. te per le Stazioni di transito, ma con incrementi dimensionali dettati dalla importanza
Non contempla la presenza di strutture fisse per i viaggiatori (i biglietti vengono con- della stazione e dalla eventuale estensione della gamma d’offerta commerciale e di
trattati a bordo o in punti vendita ospitati da esercizi vicini). servizi (strutture di accoglienza, agenzie di autonoleggio, agenzie bancarie, ecc.).
In considerazione del ruolo organizzativo che svolgono le stazioni di testa richiedono
Fermata con scambio tra più linee anche spazi destinati agli uffici delle società di trasporto.
Strutture interessate dalla fermata di più linee (in numero limitato), attrezzata per con- Uno schema delle attività e delle relazioni di una stazione d’autobus capolinea è dato
sentire anche l’attesa dei viaggiatori che scambiano da una linea all’altra, mediante in Fig. B.2.3./3A).
spazio di sosta preferibilmente chiuso, dotato di sedute, di servizi igienici e di perso-
nale o apparecchiature che possano fornire notizie sull’andamento delle corse. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA CONFIGURAZIONE
Nel caso frequente che lo scambio tra le linee avvenga in coincidenza d’orario, le ban- DEL SETTORE VIAGGIATORI
chine di accostamento dovranno essere dimensionate e configurate in modo da con-
sentire la sosta contemporanea degli autobus interessati. Per quanto attiene ai diversi tipi di configurazione e articolazione del settore viaggia-
tori (banchine) e degli stalli d’attracco, e in considerazione della commistione o della
Stazioni di transito delle autolinee separazione dei flussi dei passeggeri in arrivo e in partenza, i piazzali delle stazioni
Costituiscono una espansione dimensionale delle ‘fermate di scambio’, nel caso di delle autolinee possono essere distinti come segue (v. Fig. B.2.3./2.):
compresenza, intersezione e scambio tra un numero maggiore di linee, in genere a
diverso raggio di copertura territoriale: tra linee a lunga percorrenza (interurbane, Piazzali con banchine (marciapiedi) a flusso misto dei viaggiatori in arrivo e in partenza:
interregionali) e linee locali (regionali); conseguentemente, le stazioni di transito tal- • con banchina semplice: rettilinea, a scala, a denti di sega, a pettine (v. B.2.3./4.);
volta possono costituire anche postazioni di origine e/o termine di corsa di alcune linee • con banchine parallele, ognuna per un singolo stallo, senza corsia di svincolo;
locali comportando anche la presenza nell’area o nelle vicinanze di strutture di rico- • con banchine parallele, ognuna per più stalli in linea, con corsia laterale di svincolo;
vero e manutenzione degli autobus relativi a tali linee. • con banchina curva e stalli radiali.
Può risultare opportuno distinguere le banchine delle linee di testa (linee locali) da
quelle delle linee di transito (linee a lunga percorrenza). Piazzali con banchine (marciapiedi) a flussi separati dei passeggeri in arrivo e in partenza:
Il numero e/o l’estensione delle banchine di accostamento deve essere calibrato sul • con banchina in linea, suddivisa in settori successivi separati per arrivi e partenze;
numero delle linee e dei viaggiatori serviti. • con banchina a ‘penisola’, con stalli d’arrivo e di partenza disposti sui fianchi oppo-
L’edificio viaggiatori si articola in spazi congrui a offrire una maggiore gamma di ser- sti della banchina;
vizi, come sono: atrio, biblietteria, informazioni, sala d’attesa, servizi igienici, deposito • con banchina a ‘golfo’, con stalli d’arrivo e partenza disposti su fronti contrapposti.

B 56
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLE AUTOLINEE 3.

CONFIGURAZIONI DELLE BANCHINE (o marciapiedi) A.ZIONI


NO RALI DI E
Le banchine, o marciapiedi, costituiscono il collegamento, in condizioni di sicurez- Il marciapiede a pettine GENE ETTAZION
PROG
za, tra l’edificio viaggiatori e le porte di accesso agli autobus. con banchine di carico e stalli ortogonali al marciapiede di testa , consente una buon
Come tali, devono assicurare: tasso di utilizzazione del piazzale e una bassa media di percorso dei viaggiatori, ma
• Il flusso ordinato dei passeggeri in arrivo e in partenza, anche con carrelli per richiede impegnative manovre di svincolo dei vettori. B.STAZIONI DILEGIZLII
bagagli; Le dimensioni dei marciapiedi sono determinate in base ai dati (fissi) relativi agli spa- PRE I ED
NISM
• dimensioni e disposizione degli stalli degli autobus che consentano agevoli mano- zi di sosta degli autobus (stalli), al tipo di disposizione degli stalli (affiancati a pettine, ORGA
vre di attracco e ripartenza, anche, se necessario, mediante gli spazi di svincolo affiancati a dente di sega, in sequenza rettilinea, in sequenza a scala) e in base alla
necessari per superare altri vettori in sosta anteriormente e/o posteriormente. densità dei viaggiatori, trai quali si richiamano:
C.RCIZIO E
In riferimento alle modalità di accostamento degli autobus e della disposizione degli • ingombro lordo di una postazione d’autobus (stallo), singola = 350 x 1250 cm ESE ESSIONAL
‘stalli’, i marciapiedi possono assumere le seguenti configurazioni (v. Fig. B.2.3./4.): PROF
• marciapiede rettilineo, con stalli in sequenza lineare; • ingombro lordo di uno stallo interno a una sequenza = 350 x 1700 cm
• marciapiede a scala, con stalli in sequenza sfalsata;
• marciapiedi a dente di sega, con stalli disposti ad angolo variabile; • ingombro lordo di uno stallo in una sequenza + svincolo = 700 x 1700 cm D.GETTAZIONE
• marciapiedi a pettine, con stalli in serie paralla. PRO TTURALE
• superficie marciapiede in funzione della densità di passeggeri = n. viagg./3 mq STRU
Il marciapiede rettilineo • altezza marciapiede rispetto agli stalli di sosta degli autobus = circa 20 cm
costituisce la soluzione di attracco degli autobus più semplice – in riferimento alla
funzionalità e alla costruzione, e consente l’accesso dei passeggeri alla o alle porte I marciapiedi che risultassero direttamente adiacenti all’edificio viaggiatori devono
E.NTROLLO
CO NTALE
dell’autobus comunque siano posizionate. essere di ampiezza maggiore, in considerazione del transito relativo alla fruizione dei AMBIE
Rappresenta una soluzione ottimale per le ‘fermate’ e per le ‘fermate di scambio’ a servizi ai quali danno accesso (ristoro, deposito bagagli, servizi igienici, ecc.).
bassa contemporaneità di arrivi; in tutti gli altri casi richiede uno sviluppo longitudi- Il manto di pavimentazione dei marciapiedi deve risultare:
nale eccessivo, oltre a esigere ulteriore spazio per la corsia di svincolo dalla posta-
zione di eventuali altri vettori in sosta.
• resistente all’intensa usura;
• antisdrucciolo;
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
• di semplice manutenzione (sostituzione di parti rotte o degradate); COMP
Il marciapiede a scala • agevolmente pulibile, anche con mezzi meccanici;
propone vantaggi e svantaggi analoghi a quello rettilineo, compreso l’eccessivo svi- • con pendenza 2%÷3% per facilitare lo scolo delle acque.
luppo logitudinale, ma consente operazioni di svincolo più semplici.
I marciapiedi vengono protetti dalle intemperie mediante apposite ‘pensiline’, almeno G.ANISTICA
in parte del loro sviluppo longitudinale, a esclusione delle semplici ‘fermate’ e dei casi URB
Il marciapiede a dente di sega (a 30°, a 45°, a 60°) di grandi stazioni protette da copertura unitaria e continua (che comunque dovrà assi-
costituisce una delle configurazioni più utilizzate, in quanto riduce notevolmente le curare la rapida evacuazione dall’alto dei gas di scarico).
superfici di ‘piazzale’; di contro, richiede una manovra di parziale retromarcia in fase
di svincolo degli autobus e consente accesso diretto dei viaggiatori solo a porte poste Le pensiline, oltre ad assicurare protezione dalle intemperie, devono provvedere:
nella parte anteriore o centrale del vettore, con esclusione delle porte posteriori. • alla raccolta e smaltimento delle acque meteoriche; ZI
In alcuni casi, per ovviare a tale limitazione, si sono prolungati i denti pedonali, ma • all’abbattimento del rumore provocato da pioggia e grandine; I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
questo ha comportato complicazioni delle manovre di svincolo e incremento delle • alla protezione della parte bassa delle strutture dagli urti e dal vandalismo, FRUIB
superfici d’ingombro. mediante rivestimenti resistenti e di agevole pulizia e manutenzione.
B.2. TURE PER
T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
STRU ETTACOLO
FIG. B.2.3./1 SCHEMA DI AGGREGAZIONE DELLE UNITÀ FUNZIONALI E RELAZIONI LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
AREA E STRUTTURE PIAZZALE AREA DI IMBARCO EDIFICIO VIAGGIATORI AREA DI SCAMBIO PIAN SPO
IM O
PER L
DI SUPPORTO TECNICO ESTERNA TURE

B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
PARTENZE

T Z
STRU RISTORA
O CHIOSCHI
UFFICI

A
IGIENICI

PER L
DIURNO

TAXI
SERVIZI

NEGOZI

ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
BIGLIETTI S
OFFICINA, PULIZIA, RIFORNIMENTO

E INFO.
B.8. TURE PER
T
FERMATA LINEE URBANE

STRU ZIONE
U
PARTENZE L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
PIAZZALE

ATRIO

U T Z
STR RMA
BANCHINA INFO
RA E
.
ARRIVI B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
LEGENDA IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
O CHIOSCHI

EDIFICIO RUT
PARCHEGGI H

ST
NEGOZI
RISTORO

VIAGGIATORI
ATTESA

MARCIAPIEDI
ARRIVI

(BANCHINE)

PERCORSI
VIAGGIATORI

PERCORSI
AUTOBUS .
B.2.3 NI
E
STAZIOAUTOLINE
DELLE

B 57
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
3. STAZIONI DELLE AUTOLINEE

➦ CONFIGURAZIONI DELLE BANCHINE (o marciapiedi)

FIG. B.2.3./2 RELAZIONI TRA EDIFICIO VIAGGIATORI E BANCHINE DI CARICAMENTO

A - SCHEMA A MARCIAPIEDE UNICO, CON SOSTE DI FIANCO O DI TESTA D - SCHEMA A BANCHINA RADIALE, CON SOSTE DI TESTA
ARRIVI E PARTENZE MISTI O IN ZONE SUCCESSIVE ARRIVI E PARTENZE MISTI

A/P A/P

ACCOSTAMENTO DI FIANCO
A/P

ACCOSTAMENTO DI TESTA

B - SCHEMA A BANCHINE PARALLELE, SOLO PER "FERMATE" E - SCHEMA A BANCHINA UNICA 'A PENISOLA'
ARRIVI E PARTENZE MISTI, SENZA CORSIA DI SVINCOLO ARRIVI E PARTENZE SUI DUE LATI OPPOSTI

LEGENDA
A/P

EDIFICIO
VIAGGIATORI
A/P
BANCHINE P A
(MARCIAPIEDI)

A/P PERCORSI
VIAGGIATORI A
P
PERCORSI
A/P AUTOBUS

A ARRIVI P A
A/P P PARTENZE

A/P ARRIVI E
PARTENZE

C - SCHEMA A BANCHINE PARALLELE F - SCHEMA A DUE BANCHINE DISPOSTE 'A GOLFO'


ARRIVI E PARTENZE MISTI, CON CORSIA DI SVINCOLO ARRIVI E PARTENZE SU BANCHINE OPPOSTE

A/P

P A
A/P

P A
A/P

P A

A/P

B 58
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STAZIONI DELLE AUTOLINEE 3.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.3./3 UNITÀ FUNZIONALI E SCHEMI DEI PERCORSI CARRABILI E PEDONALI GENE ETTAZION
PROG

A. STAZIONE CAPOLINEA CON SERVIZI DI ASSISTENZA AI VEICOLI (ALTO NUMERO DI LINEE B. STAZIONE DI TRANSITO (MEDIO NUMERO DI LINEE) B.STAZIONI DILEGIZLII
UNITA' FUNZIONALI E SCHEMA DEI PERCORSI CARRABILI E PEDONALI SCHEMA DEI PERCORSI CARRABILI E PEDONALI PRE I ED
NISM
ORGA
ASSISTENZA VEICOLI PIAZZALE SERVIZIVIAGGIATORI PIAZZALE SERVIZIVIAGGIATORI

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF
PARCHEGGIO BUS

PARCHEGGI DI SCAMBIO
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO

PARCHEGGI
DI SCAMBIO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
VIAGGIATORI

COMP
LAVAGGIO - RIFORNIMENTO
RIMESSAGGIO - OFFICINA

VIAGGIATORI
VIABILITA' URBANA

VIABILITA' URBANA
G.ANISTICA
URB
LEGENDA
EDIFICIO
PIAZZALE

EDIFICIO
EDIFICI
(STAZIONE, OFFICINE)

STRUTTURE A TERRA ZI
I SPA
(BANCHINE, PIAZZALE) B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB
PERCORSI
VIAGGIATORI B.2. TURE PER

PARCHEGGI
DI SCAMBIO
PIAZZALE
T
STRU BILITÀ
O
PERCORSI LA M
PARCHEGGI DI SCAMBIO

AUTOBUS
B.3. TURE PER
SCHERMO VEGETALE T
STRU ETTACOLO
LO SP
PARCHEGGIO BUS

FERMATA LINEE
URBANE ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
STAZIONAMENTO TAXI PER L
TURE
ENTRATA/USCITA BUS
B.5. TURE I
AL PIAZZALE UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
ENTRATA/USCITA
PASSEGGERI E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
N.B. NELLA DEFINIZIONE DELLA DIREZIONE DI CIRCOLAZIONE ED ACCOSTAMENTO DEGLI AUTOBUS E NELLA CONFIGURAZIONE DELLE BANCHINE, SI CONSIDERINO I SEGUENTI DATI: PER L
- GLI AUTOBUS EXTRAURBANI, URBANI E 'GRAN TURISMO' HANNO TUTTI PORTE DI SALITA E DISCESA SUL LATO DESTRO RISPETTO AL SENSO DI MARCIA; ITARIE
- GLI AUTOBUS EXTRAURBANI E 'GRAN TURISMO' DI MODELLO RECENTE HANNO PORTE DI SALITA E DISCESA NELLA PARTE ANTERIORE E/O CENTRALE DEL FIANCO DESTRO B.7. TURE SAN
T RU T
- GLI AUTOBUS HANNO DIMENSIONI D'INGOMBRO RICORRENTI PARI A 12,50 X 2,50 M E RICHIEDONO DISTANZA DI MANOVRA DAGLI ALTRI VEICOLI IN LINEA PARI A 5 M. S

SCHEMI DI CONNESSIONE CARRABILE DEL PIAZZALE (BUS) ALLA VIABILITA' URBANA SCHEMI DI SVINCOLO PASSANTE DALLA VIABILITÀ URBANA B.8. TURE PER
T
STRU ZIONE
U
1.SCHEMA PASSANTE L’ISTR
ARRIVI E PARTENZE BUS -
CULTU
SUL FRONTE OPPOSTO B.9. TURE PER IONE
U T Z
ALL'EDIFICIO VIAGGIATORI STR RMA
INFO
2.SCHEMA PASSANTE RA E
ARRIVI E PARTENZE BUS .
SULLO STESSO FRONTE B.10 TURE PER
T
DELL'EDIFICIOVIAGGIATORI STRU TO
L
IL CU
3.SCHEMA CHIUSO I
. ERIAL
ARRIVI E PARTENZE BUS B.11 TURE CIMIT
LATERALI RISPETTO RUT
ST
ALL'EDIFICIO VIAGGIATORI
4.TRANSITO E SVINCOLI
SUL FRONTE OPPOSTO
ALL'EDIFICIO VIAGGIATORI
5.TRANSITO E SVINCOLI
SULLO STESSO FRONTE
DELL'EDIFICIO VIAGGIATORI
6. TRANSITO BUS PASSANTE .
TRA IL PIAZZALE E B.2.3 NI
E
SCHEMA 1 SCHEMA 2 SCHEMA 3 L'EDIFICIO VIAGGIATORI SCHEMA 4 SCHEMA 5 SCHEMA 6 STAZIOAUTOLINE
DELLE

B 59
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
3. STAZIONI DELLE AUTOLINEE

➦ CONFIGURAZIONI DELLE BANCHINE (o marciapiedi)

FIG. B.2.3./4 CONFIGURAZIONI DELLE BANCHINE E MODALITÀ DI ACCOSTAMENTO DEGLI AUTOBUS

500 1250 500 1250


BANCHINA RETTILINEA

200
BANCHINA A. SEMPLICE
B. CON PIÙ BANCHINE IN SERIE (PARALLELE)
CORSIA DI

350
SOSTA COMPORTA:
- ESTESO SVILUPPO DELLE BANCHINE (18 M/BUS)
- ALTA INCIDENZA DELLA SUPERFICIE UNIT. DI PIAZZALE
CORSIA DI

350
IMPEGNATA PER OGNI POSTAZIONE DI SOSTA
SVINCOLO (÷ 123 MQ, COMPRESA CORSIA DI SVINCOLO))
- AGEVOLE ACCESSO DEI VIAGGIATORI AI BUS CON
EVENTUALE

200
QUALSIASI POSIZIONE DELLE PORTE
BANCHINA 2 (ANTERIORE, POSTERIORE O CENTRALE).
CORSIA DI - LE SOLUZIONI A PIU' BANCHINE PARALLELE IMPLICANO

350
SOSTA ATTRAVERSAMENTI PEDONALI DELLE CORSIE CARRABILI

A - BANCHINA SEMPLICE B - CON PIU' BANCHINE PARALLELE LA SOLUZIONI A BANCHINA SEMPLICE (A) E' ADOTTABILE IN
STAZIONI DI TRANSITO CON LIMITATA RICORRENZA DI
FERMATE CONTEMPORANEE DI PIU' AUTOBUS
800 800 800 800
BANCHINA 'A SEGA', CON DENTI A 30°

200
BANCHINA
COMPORTA:
- MEDIA ESTENSIONE DELLE BANCHINE (8 M/BUS)

350
69
0

2 - RIDOTTA INCIDENZA DELLA SUPERFICIE UNITARIA DI


40

PIAZZALE (÷102 MQ COMPRESA CORSIA DI SVINCOLO)


- SEMPLICI MANOVRE SIA DI ARRIVO CHE DI PARTENZA
STALLI DI (CON BRVE RETROMARCIA).

575
SOSTA - CONSENTE UN ACCESSO AGEVOLE SOLO A BUS CON
PORTA DI SALITA E DISCESA ANTERIORE O CENTRALE.

CORSIA DI

350
SVINCOLO

780 780 780 780 780


200 BANCHINA 'A SEGA', CON DENTI A 60°, SMUSSATI
BANCHINA
COMPORTA:
0 - RIDOTTO SVILUPPO DELLE BANCHINE (÷8 M/BUS),
35 - MEDIA INCIDENZA DELLA SUPERFICIE UNIT.DI PIAZZALE
525
60

IMPEGNATA (127 MQ, COMPRESA CORSIA DI SVINCOLO)


0

- MANOVRE DI ARRIVO E PARTENZA NON IMPEGNATIVE


(CON BREVE RETROMARCIA).
- CONSENTE UN ACCESSO AGEVOLE SOLO AD AUTOBUS
CON PORTA DI SALITA E DISCESA ANTERIORE
STALLI DI
750

SOSTA CONFIGURAZIONE IDONEA A SOSTENERE L'INTENSO


TRAFFICO DI AUTOBUS E VIAGGIATORI DI UNA GRANDE
STAZIONE-CAPOLINEA, NELLE ORE DI PUNTA.
350

CORSIA DI
SVINCOLO

BANCHINA A PETTINE
BANCHINA (STALLI ORTOGONALI ALLA BANCHINA)
A. SOLUZIONE A DENTI RADIALI E BANCHINA CURVA
600
POSSIBILI ANCHE SOLUZIONI CON BANCHINA RETTILINEA

COMPORTA:
600

- MINIMA ESTENSIONE DELLE BANCHINE (6 M/BUS)


- MEDIA INCIDENZA DELLA SUPERFICIE UNIT. DI PIAZZALE
IMPEGNATA (144 MQ COMPRESA CORSIA DI SVINCOLO)
- IMPEGNATIVE MANOVRE DI PARTENZA
STALLI DI (CON LUNGA RETROMARCIA).
SOSTA - ACCESSO AGEVOLE DEI VIAGGIATORI SOLO AD AUTOBUS
650

CON PORTA DI SALITA E DISCESA ANTERIORE

RISPETTO ALLA SOLUZIONE CON BANCHINA RETTILINEA,


QUELLA A DENTI RADIALI RENDE MENO DISAGEVOLI LE
MANOVRE DI ARRIVO E PARTENZA DEL BUS.
SPAZIO DI
MANOVRA
LEGENDA
830

BANCHINE (MARCIAPIEDI) DI CARICO/SCARICO


PERCORSI DEI VIAGGIATORI
CORSIA DI INGOMBRO DELL'AUTOBUS (÷12,50 x 2,50)
350

SVINCOLO
PERCORSI DI ACCOSTAMENTO DELL'AUTOBUS
CORSIA DI SVINCOLO DEGLI AUTOBUS

B 60
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
PARCHEGGI E AUTORIMESSE 4.

STRUTTURE PER PARCHEGGI E AUTORIMESSE – REQUISITI PRESTAZIONALI A.ZIONI


NO RALI DI E
RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI PARCHEGGI L’incremento del parco veicoli privati registrato negli ultimi decenni costituisce una delle
GENE ETTAZION
PROG
emergenze urbane maggiormente avvertite nella nostra epoca, tant’è che la maggior par-
te dei Paesi europei ed extraeuropei hanno provveduto a emanare disposizioni volte a
RIFERIMENTI A NORME DI CARATTERE GENERALE
favorire e sostenere la realizzazione di parcheggi e autorimesse in ambito urbano. B.STAZIONI DILEGIZLII
Codice Civile, art.817 Pertinenze. In Italia tale emergenza viene affrontata con la legge 24 marzo 1989, n.122 PRE I ED
NISM
art.817, 818, 819 art.818 Regime delle pertinenze. “Disposizioni in materia di parcheggi, programma triennale per le aree urbane mag- ORGA
art.819 Diritti dei terzi sulle pertinenze. giormente popolate” e successive modifiche e integrazioni, che costituisce atto orga-
nico di programmazione, coordinamento e incentivazione per la realizzazione di par-
Legge 1150/1942
(Legge urbanistica)
art.41
sexies
Previsione dei parcheggi a servizio di nuove
costruzioni.
cheggi. A seguito dell’emanazione della legge 122/1989 si è verificato un alto nume- C.RCIZIO E
ro di iniziative rivolte alla realizzazione di aree di parcheggio ed edifici specifica- ESE ESSIONAL
mente destinati a parcheggi sotterranei o in elevazione, non senza alcuni inconve- PROF
Legge 847/1964 art.4 Autorizzazione ai comuni a contrarre mutui
nienti di ordine ambientale e paesaggistico che, comunque, dovranno essere consi-
per acquisire aree ex legge 167/1962 –
derati e risolti mediante la precisazione di alcuni limiti e cautele da rispettare nella
comprese aree per sosta e parcheggi.
programmazione-progettazione di parcheggi e autorimesse. D.GETTAZIONE
DM 1444/1968 Limiti inderogabili di densità edilizia, di altez- PRO TTURALE
za e distanze tra fabbricati. DATI DI INGOMBRO DEI VEICOLI E SPAZI DI MANOVRA STRU
art.3 Rapporti massimi tra gli spazi destinati all’e- L’ingombro convenzionale-standard assegnato alle automobili è pari a 2,50 x 5,00 m.
dilizia residenziale e gli spazi pubblici... a
verde pubblico o a parcheggi.
La superficie complessiva da porre in conto nel dimensionamento di un’area di parcheg-
gio, comprendente spazio di sosta e quota parte pertinente delle corsie di manovra è fat- E.NTROLLO
art.4 Quantità minime di spazi pubblici... a verde ta pari a 25 mq. La successione dei posti di sosta può essere disposta ortogonalmente alla CO NTALE
o a parcheggi da osservare in rapporto agli AMBIE
corsia di accesso o secondo angoli di rotazione variabili tra 45° e 60° (meno frequente-
insediamenti residenziali nelle singole zone mente è disposta parallelamente alla corsia), secondo gli schemi grafici allegati. Ingombri
territoriali omogenee.
art.5 Rapporti massimi tra gli spazi destinati a
di auto, autobus, autocarri e relativi spazi di manovra sono illustrati nei grafici allegati.
F. TERIALI,TECN
ICHE
insediamenti produttivi e gli spazi pubblici... MA ONENTI,
a verde o a parcheggi.
TIPOLOGIE RICORRENTI DI PARCHEGGIO COMP

Legge 426/1971 art.13 Strumenti urbanistici in atto e insediamenti A seconda della sede di stazionamento e delle caratteristiche planovolumetriche
(Disc. commercio) commerciali... degli interventi edilizi e tecnologici necessari per la realizzazione, gli spazi per
Quantità minime di spazi per parcheggio. parcheggio possono essere classificati come segue:
• parcheggi di superficie che utilizzano parte destinata e segnalata della sede stradale;
G.ANISTICA
URB
Legge 10/1977 art.9 Concessione gratuita... per le opere di • parcheggi di superficie ospitati da aree specificamente destinate, raccordate
(Edificabilità dei suoli) urbanizzazione eseguite in attuazione di con la viabilità urbana;
strumenti urbanistici. • parcheggi ospitati da edifici specificamente destinati, a più piani interrati e/o
fuori terra, raccordati con rampe alla viabilità urbana;
Legge 94/1982 art.7 Autorizzazione gratuita...per opere costituen-
• parcheggi ospitati da edifici specificamente destinati, mediante stivaggio mec-
ti pertinenze al servizio di edifici esistenti. ZI
canizzato, automatizzato o semiautomatizzato (autosilos); I SPA
• autorimesse ospitate in parti (generalmente interrati e/o seminterrati) di edifici B.1. ILITÀ DEGL
Legge 47/1985 art.26
Sanzioni, recupero e sanatoria opere abusive. FRUIB
Spazi di parcheggio come “pertinenze” del- con altra destinazione d’uso, dei quali costituiscono pertinenza.
I grafici allegati schematizzano criteri dispositivi, di accessibilità e di manovra del-
l’edificio. B.2. TURE PER
le tipologie ricorrenti di parcheggi e di autorimesse. T
RIFERIMENTI A COMPENDI NORMATIVI SPECIFICI STRU BILITÀ
O
IN MATERIA DI PARCHEGGI E AUTORIMESSE LA M
REQUISITI RICHIESTI AI PARCHEGGI E ALLE AUTORIMESSE
Legge 24.3.1989, n.122 Disposizioni in materia di parcheggi, programma OSPITATI IN STRUTTURE EDILIZIE B.3. TURE PER
T
triennale per le aree urbane aggiormente popolate, STRU ETTACOLO
nonché modificazioni di alcune norme del Testo Unico In tutti i casi nei quali parcheggi e autorimesse sono ospitati in strutture edilizie, si LO SP
sulla disciplina della circolazione stradale, approvato deve ottemperare alle norme di sicurezza e antincendio emanate dal Ministero
ZZA-
con DPR 15 giugno 1959, n.3931 dell’Interno, nonché ottenere il parere di conformità dal Comando del Corpo dei vigi- B.4. TI E ATTRERT
N
li del fuoco. Le norme ricorrenti in materia di sicurezza antincendio di parcheggi e IMPIA ER LO SPO
P
DM 6 luglio 1989 Criteri e priorità, tipologie dei parcheggi, costi standard autorimesse (DM Interno 1 febbraio 1986) sono riportate di seguito nel presente TURE
e misura dei contributi. capitolo. Devono inoltre essere soddisfatti i seguenti requisiti:
B.5. TURE I
a. tutti gli eventuali locali accessori alle autorimesse (servizi igienici, impianti di UFFIC
DM aree urbane Parcheggi. Regolamento recante disposizioni in ordine lavaggio auto, officine, ecc.) debbono avere requisiti igienici fissati per i diver- STRUT ERCIALI E
O MM
14 febbraio 1990 ai criteri di priorità tra gli interventi proposti nella realiz- si usi a cui sono destinati;
C
(GU n.51 del 02 marzo 1990) zazione dei parcheggi pubblici ai fini dell’ammissione ai E
b. le altezze di eventuali vani destinati alla presenza permanente di personale TTIVE
(nello stesso Decreto) contributi previsti dalla legge 24 marzo 1989, n.122. B.6. TURE RICE IONE
devono essere conformi alle leggi vigenti, con un minimo di 2,70 ml; T Z
Approvazione degli schemi tipo di convenzione per l’af- STRU RISTORA
A
fidamento in concessione della costruzione e gestione
c. le finestre, i lucernari e altri tipi di aperture delle autorimesse prospicienti i cortili interni PER L
e gli spazi pubblici di sosta debbono essere previsti in modo tale da permettere una suf-
di parcheggi ai sensi della legge 24 marzo 1989, n.122. ITARIE
ficiente illuminazione e impedire la fuoriuscita di gas ed esalazioni nocive o moleste. B.7. TURE SAN
T RU T
S
NORMATIVE IN MATERIA DI SICUREZZA,
REQUISITI DI QUALITÀ DELL’ARIA
SPECIFICHE PER AUTORIMESSE E GENERALI
B.8. TURE PER
La concentrazioni di agenti inquinanti all’interno delle autorimesse non deve T
DM interni In materia di controlli dei VVFF e di prevenzione STRU ZIONE
U
16 febbraio 1982 incendi. superare i seguenti limiti: L’ISTR
• CO: 55 mg/mc -
GU n.98 del 5 aprile 1982 CULTU
• CO2: 9.000 mg/mc B.9. TURE PER IONE
U T Z
DM interni Approvazione dei diversi tipi di estintori da parte del • SO2: 5 mg/mc STR RMA
INFO
20 dicembre 1982 Ministero dell’interno. • NO: 30 mg/mc RA E
GU n.19 del 20 gennaio 1983 • Idrocarburi: 0,2 mg/mc .
• Pb: 0,10 mg/mc. B.10 TURE PER
T
DM interni Per i termini, le definizioni e le tolleranze dimensionali. Il requisito si intende convenzionalmente soddisfatto se è previsto impianto di STRU TO
L
30 novembre 1983 IL CU
ventilazione meccanica avente le seguenti caratteristiche: I
GU n.339, 12 dicembre 1983 • il numero dei ricambi d’aria non è inferiore a 3 volumi ambiente/ora; . ERIAL
B.11 TURE CIMIT
DM interni Per le modalità di valutazione e di atte stazione di confor- • le canne di esalazione degli impianti di ventilazione meccanica rispondono ai STRUT
14 dicembre 1983 mità dei requisiti di resistenza al fuoco delle porte e degli requisiti e le caratteristiche di norma;
GU n.303 del 28 dicembre 1983) altri elementi di chiusura. • le canne di esalazione attraversano locali di abitazione e sono collegate con una
condotta orizzontale, dotata di bocche di presa (in numero, sezione e disposizione
DM interni In materia di omologazione dei materiali per quanto adeguati alla cubatura dei locali) disposte alternativamente alla base del soffitto e .
26 giugno 1984 supplemento ordinario alla attiene alle classi di resi- B.2.3 NI
al piano di calpestio, in modo da facilitare l’aspirazione dei gas leggeri e pesanti. E
GU n.234 del 25 agosto 1984 stenza al fuoco. STAZIOAUTOLINE
I requisiti elencati sono cogenti nel caso di autorimesse interrate o comunque con DELLE
DM interni Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio superficie ventilante libera inferiore a 4/5 della superficie di pavimento, con aper-
1 febbraio 1986 delle autorimesse e simili. ture a riscontro. Altre norme di sicurezza rilevanti riguardano questioni di acces-
.
GU n.38 del 15 febbraio 1986 so e immissione da e nella viabilità pubblica di diverso tipo e pertinenza territo- B.2.4EGGI E
H
riale-amministrativa (strade statali, provinciali, comunali e viabilità urbana). PARC IMESSE
R
AUTO

B 61
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
4. PARCHEGGI E AUTORIMESSE

➦ STRUTTURE PER PARCHEGGI E AUTORIMESSE – REQUISITI PRESTAZIONALI

REQUISITI TECNOLOGICI, AMBIENTALI E PAESAGGISTICI

Problemi tecnologici-ambientali specifici si pongono essenzialmente in riferimento ai APPARATI VEGETALI NELLA SISTEMAZIONE DELLE AREE A PARCHEGGIO
seguenti aspetti:
Nella progettazione e nella realizzazione delle aree di parcheggio, l’adozione di appa-
• caratteristiche tecniche e di permeabilità dei manti di pavimentazione delle super- rati vegetali risponde alle esigenze di schermare, ombreggiare, proteggere e, in
fici destinate a parcheggio; generale, di assicurare una sistemazione paesaggistica-ambientale adeguata all’a-
rea nella quale il parcheggio insiste.
• natura, configurazione, intensità e requisiti botanici degli apparati vegetali di scher- Impianti vegetali a giardino, piazza-giardino e simili vengono utilizzate anche per la
mo e/o corredo, per la sistemazione delle aree di parcheggio; sistemazione delle ricoperture dei parcheggi interrati (in tal caso si deve considerare
una altezza minima di terreno ricoprente non inferiore a 0,80 m).
• verifiche ambientali e cautele da adottare nel caso di parcheggi interrati (in parti-
colare per strutture a più piani interrati). Nella selezione delle essenze arboree – oltre ai dati di clima, soleggiamento, com-
patibilità interna tra le essenze, esigenze igrometriche e microambientali, ecc. –
occorre valutare i seguenti aspetti:
MANTI DI PAVIMENTAZIONE
• buona resistenza dell’essenza ai fattori inquinanti causati dai gas di scarico;
Per quanto attiene ai manti superficiali di pavimentazione di superfici destinate a par-
cheggio, non v’è dubbio che la soluzione più economica resta quella del manto in • ridotte esigenze di cura e manutenzione (impianti ecologicamente autosufficienti);
conglomerato bituminoso, in continuità con le caratteristiche della maggior parte del-
le sedi stradali. Tuttavia occorre rilevare che tale soluzione risulta inidonea nel caso • assenza di produzioni viscose e imbrattanti (foglie, bacche o frutti resinosi, oleosi,
di aree di particolare pregio e/o delicatezza ambientale e paesaggistica, in quanto, a e simili);
causa della elevata impermeabilità, sottrae le superfici dei parcheggi al naturale imbi-
bimento idrico con possibili turbative dell’equilibrio dell’assetto idrologico dell’area. • ridotta perdita stagionale di fogliame (essenze sempreverdi), che potrebbe intasa-
Minore impatto sull’assetto idrologico dell’area rivela l’utilizzazione di sistemi di pavi- re i sistemi di allontanamento e smaltimento delle acque meteoriche;
mentazione in “terra battuta”, terra battuta con manto di ghiaia, terra battuta trattata
con “testa di travertino”, ai quali sarà opportuno ricorrere in siti particolarmente deli- • apparati radicali tali da non costituire pregiudizio per le opere di pavimentazione
cati e vulnerabili (generalmente siti extraurbani, ai margini urbani, nei parchi, giardi- contigue o per le strutture (nel caso di ricopertura di opere edilizie interrate);
ni e simili).
Occorre considerare tuttavia che anche tali sistemazioni richiedono particolari caute- • adeguata superficie e configurazione dell’ambito di pertinenza e imbibimento del-
le e accorgimenti atti a facilitare il deflusso superficiale delle acque e a evitare la for- le essenze, ed eventuale protezione dello stesso mediante opportuni dissuasori.
mazione di fango o di polveri.
L’adozione di ricopertura superficiale in ghiaia comporta oneri di manutenzione e
risarcimento periodico. VERIFICHE E CAUTELE DA ADOTTARE NEL CASO DI PARCHEGGI
Recentemente sono stati posti in produzione materiali di pavimentazione composti da E AUTORIMESSE INTERRATI
impasti di cemento e inerti di varia pezzatura, a costituire elementi autobloccanti con-
tinui o “a griglia”, a costi non sostenuti, che permettono accettabili valori di permea- Nel caso di strutture di parcheggio interrate, occorre preliminarmente comparare il
bilità (agevolata dai giunti di disposizione o dalle celle di griglia). Resta da dire che, beneficio – in termini di numero posti auto previsti – con i costi ambientali rappre-
allo stato attuale, tali materiali non hanno ancora raggiunto apprezzabili qualità in ter- sentati dallo scavo e/o sbancamento dei sistemi geomorfologici.
mini di immagine. In secondo luogo si deve verificare che gli scavi da operare e relative tecniche di sca-
Oltre le soluzioni specifiche considerate, le superfici dei parcheggi possono essere vo non costituiscano pregiudizio per:
rifinite con altri materiali ricorrenti nelle pavimentazioni esterne, come lastre di pietra,
cubetti autobloccanti di pietra (sampietrini), lastre di cemento e ghiaia appoggiate su • l’assetto del suolo, in termini di stabilità, angolo di attrito, ecc.
letto di sabbia o fissate su apposito massetto, ecc.
Si tratta tuttavia di soluzioni economicamente onerose e comunque a forte impatto • la sicurezza e stabilità degli edifici circostanti;
ambientale in ragione dell’attività estrattiva-produttiva implicata dai materiali in
questione. • l’assetto idrogeologico superficiale e sotterraneo (presenza di falde acquifere).

CLASSIFICAZIONE DELLE AUTORIMESSE E DEFINIZIONI (estratto dal DM del 12 febbraio 1986)

Le autorimesse, in base alle caratteristiche edilizie, di ubicazione e di esercizio, ven- • In relazione alla configurazione delle pareti perimetrali le autorimesse e simili pos-
gono definite e classificate dal DM del 12 febbraio 1986 come segue. sono essere:

• In base alla destinazione dell’edificio o insieme edilizio che le ospita: a) aperte


cioè autorimesse munite di aperture perimetrali su spazi a cielo libero che realizza-
a) isolate no una percentuale di aerazione permanente non inferiore al 60% delle pareti stes-
situate in edifici esclusivamente destinati a tale uso ed eventualmente adiacen- se e comunque superiore al 15% della superficie in pianta;
ti a edifici destinati ad altri usi, ma strutturalmente e funzionalmente separati da
questi; b) chiuse
tutte le altre.
b) miste
tutte le altre. • In base alle caratteristiche di esercizio e/o di uso le autorimesse e simili si distinguono in:

• I piani delle autorimesse, in base all’ubicazione rispetto al terreno, si classificano: a) sorvegliate


quelle che sono provviste di sistemi automatici di controllo ai fini antincendio, ovve-
a) interrati ro provviste di sistemi di vigilanza continua almeno durante l’orario di apertura;
con il piano di parcamento a quota inferiore a quello di riferimento;
b) non sorvegliate
b) fuori terra tutte le altre.
con il piano di parcamento a quota non inferiore a quello di riferimento;
sono parimenti considerati fuori terra, ai fini delle presenti norme, le autorimes- • In base alla organizzazione degli spazi interni le autorimesse e simili si suddividono in:
se aventi piano di parcamento a quota inferiore a quello di riferimento, purché
l’intradosso del solaio o il piano che determina l’altezza del locale sia a quota a) a box;
superiore a quella del piano di riferimento di almeno 0,6 m e purché le apertu-
re di aerazione abbiano altezza non inferiore a 0,5 m. b) a spazio aperto.

B 62
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
PARCHEGGI E AUTORIMESSE 4.

AUTORIMESSE – REQUISITI DI SICUREZZA A.ZIONI


NO RALI DI E
GENE ETTAZION
NORME DI SICUREZZA PER LA COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DELLE AUTORIMESSE PROG
(DM dell’interno 1 febbraio 1986 pubblicato in GU n.38 del 15 febbraio 1986)

DEFINIZIONI ricovero, all’esposizione e alla riparazione di autovei- 60.


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
Ai fini delle norme emanate con DM dell’interno 1 feb- coli. I fini di cui sopra si intendono perseguiti con l’os- • Le eventuali comunicazioni ammissibili con i locali NISM
ORGA
braio 1986, valgono le seguenti definizioni: servanza delle presenti norme. a diversa destinazione, facenti parte dell’edificio
nel quale sono inserite, devono essere protette con
Altezza dei piani: è l’altezza libera interna tra pavi-
mento e soffitto: per i soffitti a volta l’altezza è deter-
1.1. Classificazione porte metalliche piene a chiusura automatica; sono
comunque vietate le comunicazioni con i locali adi- C.RCIZIO E
minata dalla media aritmetica tra l’altezza del piano di 1.1.0. Le autorimesse e simili possono essere di tipo: biti a deposito o uso di sostanze esplosive e/o ESE ESSIONAL
PROF
imposta e l’altezza massima, all’intradosso della volta; a) isolate: situate in edifici esclusivamente destinati ad infiammabili.
per i soffitti a cassettoni o comunque che presentano altri usi, strutturalmente e funzionalmente separati • La superficie di aerazione naturale complessiva
sporgenze di travi, l’altezza è la media ponderale del-
le varie altezze riferite alle superfici in pianta.
da questi;
b) miste: tutte le altre.
deve essere non inferiore a 1/30 della superficie in
pianta del locale.
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
• L’altezza del locale deve essere non inferiore a 2 m.
STRU
Autofficina o officina di riparazione autoveicoli: 1.1.1. In base all’ubicazione, i piani delle autorimesse • L’eventuale suddivisione interna in box deve esse-
area coperta destinata alle lavorazioni di riparazione e e simili si classificano in: re realizzata con strutture almeno del tipo REI 30.
manutenzione di autoveicoli. a) interrati: con il piano di parcamento a quota inferio-
re a quello di riferimento;
• Ogni box deve avere aerazione con aperture per-
manenti in alto e in basso di superficie non inferio- E.NTROLLO
Autorimessa: area coperta destinata esclusivamente b) fuori terra: con il piano di parcamento a quota non re a 1/100 di quella in pianta. CO NTALE
AMBIE
al ricovero, alla sosta e alla manovra degli autoveicoli inferiore a quello di riferimento. Sono parimenti con- • L’aerazione può avvenire anche tramite aperture
con i serizi annessi. Non sono considerate autorimes- siderate fuori terra, ai fini delle presenti norme, le sulla corsia di manovra, eventualmente realizzate
se le tettoie aperte almeno su due lati. autorimesse aventi piano di parcamento a quota
inferiore a quello di riferimento, purché l’intradosso
nel serramento di chiusura del box.
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
Autosalone o salone di esposizione autoveicoli: del solaio o il piano che determina l’altezza del 2.2. Autorimesse del tipo isolato con numero di COMP
area coperta destinata all’esposizione e alla vendita di locale sia a quota superiore a quella del piano di autoveicoli non superiore a nove
autoveicoli. riferimento di almeno 0,6 m e purché le aperture di • Le strutture verticali e orizzontali devono essere
aerazione abbiano altezza non inferiore a 0,5 m. realizzate con materiali non combustibili.
Autosilo: volume destinato al ricovero, alla sosta e • La superficie di aerazione naturale complessiva G.ANISTICA
alla manovra degli autoveicoli eseguita a mezzo di dis- In relazione alla configurazione delle pareti perimetra- deve essere non inferiore a 1/30 della superficie in URB
positivi meccanici. li, le autorimesse e simili possono essere: pianta.
a) aperte: autorimesse munite di aperture perimetrali • L’eventuale suddivisione interna in box deve esse-
Autoveicolo: veicolo o macchina miniti di motore a su spazio a cielo libero che realizzano una percen- re realizzata con strutture realizzatecon materiali
combustione interna. tuale di aerazione permanente non inferiore al 60% non combustibili.
della superficie delle pareti stesse e comunque • Ogni box deve avere aerazione con aperture per-
ZI
Box: volume delimitato da struttura di resistenza al superiore al 15% della superficie in pianta; manenti in alto e in basso di superficie non inferio- I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
fuoco definita e di superficie non superiore a 40 mq. b) chiuse: tutte le altre. re a 1/100 di quella in pianta. FRUIB
• L’aerazione può avvenire anche con aperture sulla
Capacità di parcamento: è data dal rapporto tra la In base alle caratteristiche di esercizio e/o di uso le corsia di manovra. B.2. TURE PER
superficie netta del locale e la superficie specifica di autorimesse e simili si distinguono in: • L’altezza del locale deve essere non inferiore a 2 m. T
STRU BILITÀ
O
parcamento. a) sorvegliate: quelle che sono provviste di sistemi LA M
automatici di controllo ai fini antiincendi ovvero 2.3. Autorimesse miste o isolate a box affaccian-
Piano di riferimento: piano della strada, via, piazza, provvisti di sistemi di vigilanza continua almeno tesi su spazio a cielo libero anche con nume- B.3. TURE PER
T
cortile o spazio a cielo scoperto dal quale si accede. durante l’orario di apertura; ro di box superiore a nove STRU ETTACOLO
b) non sorvegliate: tutte le altre. Tali autorimesse devono essere realizzate come dal LO SP
Rampa: piano inclinato carrabile destinato a superare punto 2.1. se miste e 2.2. se isolate. ZZA-
dislivelli. In base alla organizzazione degli spazi interni le auto- B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
rimesse e simili si suddividono in: 2.4. Dispositivi di sollevamento P
TURE
Rampa aperta: è la rampa aerata almeno a ogni pia- a) a box; Nelle autorimesse a box, purché di volume netto per
no, superiormente o lateralmente, per un minimo del b) a spazio aperto. ogni box non inferiore a 40 mc, è consentito l’utilizzo B.5. TURE I
UFFIC
30% della sua superficie in pianta con aperture di di dispositivi di sollevamento per il ricovero di non più STRUT ERCIALI E
aerazione affacciantisi su spazio a cielo aperto oppu- 1.2. Campo di applicazione di due autoveicoli. C O MM
re su pozzi di luce o cavedi di superficie non inferiore Le presenti norme si applicano alle autorimesse e alle E
TTIVE
a quella sopra definita e a distanza non inferiore a 5 m attività indicate al precedente punto 1.0., di nuova isti- B.6. TURE RICE IONE
T Z
da pareti, se finestrate, di edifici esterni che si affac- tuzione o in caso di modifiche che comportino variazio- 3. AUTORIMESSE AVENTI CAPACITÀ DI PARCA- STRU RISTORA
A
ciano sulla stessa rampa. ni di classificazione o di superficie, in più o in meno, MENTO SUPERIORE A NOVE AUTOVEICOLI PER L
superiori al 20% della superficie in pianta o comunque ITARIE
Rampa a prova di fumo: rampa in vano costituente eccedente i 180 mq. Per le autorimesse esistenti o in 3.0. B.7. TURE SAN
T RU T
compartimlento antiincendio avente accesso per ogni corso di esecuzione possono essere applicate le dis- Non è consentito destinare ad autorimessa locali situa- S
piano – mediante porte di resistenza al fuoco almeno posizioni in vigore alla data del provvedimento ammini- ti oltre il sesto piano interrato o il settimo fuori terra.
REI predeterminata e dotata di congegno per la chiu- strativo comunale di autorizzazione a costruire. B.8. TURE PER
T
sura automatica in caso di incendio – da spazio sco- È in facoltà del richiedente applicare le seguenti norme 3.1. Isolamento STRU ZIONE
U
L’ISTR
perto o da disimpegno aperto per almeno un lato su anche per quelle esistenti. Per le autorimesse con nume- Ai fini dell’isolamento le autorimesse devono essere
-
spazio scoperto. ro di autoveicoli non superiore a nove e per quelle a box, separate da edifici adiacenti con strutture di tipo non CULTU
B.9. TURE PER IONE
purché ciascuno di questi abbia accesso diretto da spa- inferiore a REI 120. STRU T
RMA Z
Servizi annessi: officine di riparazione di parti mec- zio a cielo libero, si applicano le norme di sicurezza di cui INFO
RA E
caniche e di carrozzerie, stazioni di lavaggio e di lubri- al successivo punto 2, anziché quelle di cui al punto 3. È consentito che tali strutture siano di tipo non infe-
.
ficazione, esercizi di vendita di carburanti, uffici, guar- L’indicazione circa il numero massimo di autoveicoli riore a REI 90 se l’autorimessa è protetta da impian- B.10 TURE PER
T
diana, alloggio custode. che si intendono ricoverare deve risultare da apposita to fisso di spegnimento automatico. STRU TO
L
dichiarazione rilasciata sotto le responsabilità del tito- IL CU
Superficie specifica di parcamento: area necessa- lare del diritto all’uso del locale, al quale compete l’ob- Le aperture dei locali a uso autorimessa non protetti I
. ERIAL
ria alla manovra e al parcamento di ogni autoveicolo. bligo dell’osservanza delle norme di cui al punto 2. da impianto fisso di spegnimento automatico, non B.11 TURE CIMIT
RUT
devono essere direttamente sottostanti ad aperture di ST
locali destinati ad attività di cui ai punti 83, 84, 85, 86
1. GENERALITÀ 2. AUTORIMESSE AVENTI CAPACITÀ DI PARCA- e 87 del DM 16 febbraio 1982.
MENTO NON SUPERIORE A NOVE AUTOVEICOLI
1.0. Scopo 3.2. Altezza dei piani
Le presenti norme hanno per oggetto i criteri di sicu- 2.1. Autorimesse del tipo misto con numero di vei- L’altezza dei piani non può essere non inferiore a 2,4
rezza intesi a perseguire la tutela dell’incolumità delle coli non superiore a nove m con un minimo di 2 m sotto trave.
persone e la preservazione dei beni contro i rischi • Le strutture portanti orizzontali e verticali devono essere
d’incendio e di panico nei luoghi destinati alla sosta, al almeno del tipo R 60 e, se di separazione, almeno REI Per gli autosilo è consentita una altezza di 1,8 m. .
B.2.4EGGI E
H
PARC IMESSE
R
➥ AUTO

B 63
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
4. PARCHEGGI E AUTORIMESSE

➦ AUTORIMESSE – REQUISITI DI SICUREZZA

➦ NORME DI SICUREZZA PER LA COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DELLE AUTORIMESSE


(DM dell’Interno 1° febbraio 1986 pubblicato in GU n.38, del 15 febbraio 1986)

3.3. Superficie specifica di parcamento 3.6. Sezionamenti Le rampe non devono avere pendenza superiore al
La superficie specifica di parcamento non può essere 20% con un raggio minimo di curvatura misurato sul filo
non inferiore a: 3.6.1 Compartimentazione esterno della curva non inferiore a 8,25 m per le ram-
• 20 mq per autorimesse non sorvegliate; • Le autorimesse devono essere suddivise, di norma, pe a doppio senso di marcia e di 7 m per rampe a sen-
• 10 mq per autorimesse sorvegliate e autosilo. per ogni piano, in compartimenti di superficie non so unico di marcia.
Nelle autorimesse a box purché di volume netto, per eccedente quelle indicate nella tabella di seguito
ogni box, non inferiore a 40 mc è consentito l’utilizzo riportata. 3.8. Pavimenti
di dispositivi di sollevamento per il ricovero di non più • Un compartimento può essere anche costituito da
di due autoveicoli. più piani di autorimessa, a condizione che la super- 3.8.0 Pendenza
ficie complessiva sia non superiore al 50% di quel- I pavimenti devono avere pendenza sufficiente per il
3.4. la risultante dalla somma delle superfici massime convogliamento delle acque in collettori e la loro rac-
Fino a quando non saranno state emanate le norme consentite per i singoli piani della precedente tabel- colta in un dispositivo per la separazione di liquidi
sulla resistenza al fuoco degli elementi costruttivi pre- la e che la superficie del singolo piano non sia infiammabili delle acque residue.
visti dalla legge 2 febbraio 1974, n.64, dovranno esse- eccedente quella consentita da quello più elevato
re osservate le seguenti disposizioni: per le autorimesse sotterranee o più basso per 3.8.1 Pavimentazione
• Strutture dei locali quelle fuori terra né che le singole superfici per pia- La pavimentazione deve essere realizzata con mate-
I locali destinati ad autorimessa devono essere rea- no eccedano il 75% di quelle previste dalla tabella. riali antisdrucciolevoli e impermeabili.
lizzati con strutture non separanti non combustibili • Limitatamente alle autorimesse situate al piano ter-
di tipo R 90. ra, primo e secondo interrato e primo, secondo e 3.8.2 Spandimento di liquidi
• Le strutture di searazione con altre parti dello stes- terzo e quarto fuori terra chiuse, le superfici indica- Le soglie dei vani di comunicazione fra i compartimenti e
so edificio devono essere di tipo non inferiore a REI te possono raddoppiarsi in presenza di impianti fis- con le rampe di accesso devono avere un livello lievemen-
90 e per gli autosilo non inferiore a REI 180. si di spegnimento automatico; oltre il secondo inter- te superiore (3-4 cm) a quello dei pavimenti contigui per evi-
• Le strutture di separazione con locali di edifici desti- rato e oltre il quarto fuori terra le autorimesse chiu- tare spargimento di liquidi da un compartimento all’altro.
nati ad attività di cui ai punti 24, 25, 51, 75, 76, 77, se devono sempre essere protette da impianto fis-
78, 79, 80, 82, 84, 85, 86, 87, 89, 90 e 91di cui al so di spegnimento automatico. 3.9.Ventilazione
Decreto Ministeriale 16 febbraio 1982 devono esse- • Limitatamente alle autorimesse fuori terra aperte
re almeno di tipo REI 180. fino al quinto piano fuori terra le superfici indicate 3.9.0 Ventilazione naturale
• Per le autorimesse di tipo isolato e gli autosilo le possono essere triplicate in presenza di impianti fis- Le autorimesse devono essere dotate di sistema di
strutture orizzontali e verticali non di separazione si di spegnimento automatico. aerazione naturale costituito da aperture ricavate nelle
possono essere non combustibili. • Oltre il quinto piano dette autorimesse devono sem- pareti e/o nei soffitti e disposte in modo da consentire
pre essere protette da tali impianti. un efficace ricambio dell’aria ambiente, nonché lo smal-
3.5. Comunicazioni • Le pareti di suddivisione fra i compartimenti devono timento del calore e dei fumi di un eventuale incendio.
essere realizzate con strutture di tipo almeno REI Al fine di assicurare una efficace ventilazione dei loca-
3.5.1 Le autorimesse e simili non possono avere 90; è consentito realizzare, attraverso le pareti di li, le aperture di aerazione devono essere distribuite il
comunicazioni con locali destinati ad attività di cui al suddivisione, aperture di comunicazione munite di più possibile uniformemente e a distanza reciproca
punto 77 del DM 16 febbraio 1982. porte almeno REI 90, a chiusura automatica in caso non superiore a 40 m.
di incendio.
3.5.2 Le autorimesse fino a quaranta autovetture e 3.9.1 Superficie di ventilazione
non oltre il secondo piano interrato possono comuni- 3.6.2 Strutture di collegamento verticale Le aperture di aerazione naturale devono avere una
care con locali di attività ad altra destinazione non I passaggi tra i piani dell’autorimessa, le rampe pedo- superficie non inferiore a 1/25 della superficie in pian-
elencate nel DM 16 febbraio 1982 e/o fabbricati di nali, le scale, gli ascensori, gli elevatori, devono esse- ta del compartimento.
civile abitazione e di altezza antiincendi non superio- re esterni o racchiusi in gabbie realizzate con struttu- Nei casi nei quali non è previsto l’impianto di ventila-
re a 32 m a mezzo di aperture con porte di tipo alme- re non combustibili di tipo almeno REI 120 e muniti di zione meccanica di cui al successivo punto, una fra-
no RE 120 munite di congegno autochiusura. porte almeno REI 120 provviste di autochiusura. zione di tale superficie – non inferiore a 0,003 mq per
Le autorimesse private fino a quindici autovetture metro quadro di pavimento – deve essere completa-
possono comunicare con locali di abitazione ed edifi- 3.6.3 Corsie di manovra mente priva di serramenti.
ci di altezza inferiore a 24 m a mezzo aperture muni- Le corsie di manovra devono consentire il facile movi- Il sistema di ventilazione deve essere indipendente
te di porte metalliche piene dotate di congegno di mento degli autoveicoli e devono avere ampiezza non per ogni piano.
autochiusura. inferiore a 4,5 m e a 5 m nei tratti antistanti i box, o Per autorimesse sotterranee la ventilazione può avve-
Le autorimesse fino a quaranta autovetture e non oltre posti auto, ortogonali alla corsia. nire tramite intercapedini e/o camini; se utilizzata la
il secondo piano interrato possono comunicare con stessa intercapedine, per consentire l’indipendenza
locali destinati ad altra attività attraverso disimpegno, 3.7. Accessi della ventilazione per piano, si può ricorrere al sezio-
anche non aerato, avente porte di tipo almeno RE 60 namento verticale o all’uso di canalizzazioni di tipo
munite di congegno di autochiusura con esclusione 3.7.0 Ingressi «Shunt».
dei locali destinati ad attività di cui ai punti 1, 2, 3, 4, Gli ingressi alle autorimesse devono essere ricavati su Per le autorimesse suddivise in box l’aerazione natu-
5, 7, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, pareti attestate su vie, piazze pubbliche o private, o su rale deve esseree realizzata per ciascun box; tale
25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 41, 45, 51, 75, spazi a cielo scoperto. Se l’accesso avviene tramite aerazione può essere ottenuta con canalizzazioni ver-
76, 78, 79, 80, 83, 84, 86, 87, 89, 90 e 91 del Decreto rampa, si considera ingresso l’apertura in corrispon- so l’esterno o con aperture anche sulla corsia di
Ministeriale 16 febbraio 1982. denza dell’inizio della rampa coperta. manovra, prive di serramenti e di superficie non infe-
Le autorimesse fino a quaranta autovetture e non oltre riore a 1/100 di quella in pianta del box stesso.
il secondo piano interrato possono comunicare attra- 3.7.1 Autosilo
verso filtri, come definiti dal DM 30 novembre 1983, Per gli autosilo deve essere previsto un locale per il 3.9.2 Ventilazione meccanica
con locali destinati a tutte le altre attività con l’esclu- ricevimento degli autoveicoli. Tale locale, di dimensio- Il sistema di aerazione naturale deve essere integrato con
sione di quelle di cui ai punti 1, 2, 3, 4, 5, 7, 10, 12, 13, ni minime 4,5 x 5,5 m., deve avere le stesse caratteri- un sistema di ventilazione meccanica nelle autorimesse
14, 15, 16, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, stiche costruttive dell’autosilo. sotterranee aventi un numero di autoveicoli per ogni pia-
29, 30, 31, 32, 33, 34, 41, 45, 75, 76, 78, 79 e 80. no superiore a quello riportato nella seguente tabella:
3.7.2 Rampe
3.5.3 Le autorimesse possono comunicare attraverso Ogni compartimento deve essere servito da almeno
filtri, come definito dal DM 30 novembre 1983, con una coppia di rampe a senso unico di marcia di N. MAX. DI AUTOVEICOLI NELLE AUTORIMESSE
locali destinati ad attività di cui al DM 16 febbraio ampiezza ciascuna non inferiore a 3 m o da una ram- SOTTERRANEE SENZA AERAZIONE MECCANICA
1982, con l’esclusione di quelle di cui ai punti 1, 2, 3, pa a doppio senso di marcia di ampiezza non inferio-
4, 5, 7, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 18, 19, 20, 21, 22, 23, re a 4,5 m. Per le autorimesse sino a quindici auto- Primo piano interrato 125
24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 41, 45, 75, vetture è consentita una sola rampa di ampiezza
76, 78, 79, 80 e 83. non inferiore a 3 m. Secondo piano interrato 100
Diversi compartimenti, realizzati anche su più piani, pos-
Terzo piano interrato 75
3.5.4 Gli autosilo non possono avere comunicazione sono essere serviti da una unica rampa o da unica cop-
con altri locali. pia di rampe a senso unico di marcia come sopra descrit- Oltre il terzo piano int. 50
to purché le rampe siano aperte o a prova di fumo.

B 64
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
PARCHEGGI E AUTORIMESSE 4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.4./1 PARCHEGGI PER AUTOMOBILI
GENE ETTAZION
PROG

DIMENSIONI DI UNA AREA PER PARCHEGGIO IN RELAZIONE AI DATI ANTROPOMETRICI E AI DATI DI INGOMBRO DI UNA AUTOMOBILE B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
135÷150

C.RCIZIO E
8°-14° 10°-17° ESE ESSIONAL
PROF
40 170 80 170 80 170 110 300÷540
500
250 250 HANDICAP MIN. 320
D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
POSTI AUTO RISERVATI E DIMENSIONATI PER DISABILI STRU
PARCHEGGI
- DEVE ESSERE PREVISTO 1 POSTO AUTO PER DISABILI OGNI 50 O FRAZIONE DI 50
DI LARGHEZZA NON INFERIORE A 320 CM, OPPORTUNAMENTE SEGNALATI, CON E.NTROLLO
FASCIA D'ACCESSO DA 80 CM MARCATA AL SUOLO. CO NTALE
AMBIE
AUTORIMESSE DI EDIFICI APERTI AL PUBBLICO
H - DEVE ESSERE PREVISTO 1 POSTO AUTO PER DISABILI OGNI 50 O FRAZIONE DI 50
300÷540

CON LE STESSE DIMENSIONI E CARATTERISTICHE DI CUI SOPRA.


F. TERIALI,
500

ICHE
TECN
AUTORIMESSE DI EDIFICI RESIDENZIALI MA ONENTI,
COMP
- DEVONO ESSERE PREVITI POSTI AUTO PER DISABILI NELLO STESSO NUMERO DEGLI
ALLOGGI ACCESSIBILI RICHIESTI (V. B.1.2., "PRESCRIZIONI TECNICHE..", PUNTO 3.3.)

G.ANISTICA
I POSTI AUTO RISERVATI AI DISABILI DEVONO ESSERE UBICATI:
- NEL CASO DEI PARCHEGGI, IN ADERENZA AI PERCORSI PEDONALI E NELLE VICINANZE
DEGLI EDIFICI EVENTUALMENTE SERVITI URB
- NEL CASO DELLE AUTORIMESSE, IN PROSSIMITÀ DEI MEZZI DI SOLLEVAMENTO E IN
POSIZIONI DALLE QUALI SIA RAGGIUNGIBILE IN BREVE TEMPO UN "LUOGO SICURO" O
UNA VIA D'ESODO ACCESSIBILE.
140÷190 320

ESEMPI DI AREE DI PARCHEGGIO PER AUTOMOBILI IN SUPERFICIE ZI


I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
1600 3200 2700 FRUIB
500 600 500 500 600 1000 600 500 250 600 1000 600 250
B.2. TURE PER
T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
P
TURE

B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
PARCHEGGIO A 90° CON CORSIA PARCHEGGIO A 90° CON CORSIE CENTRALI PARCHEGGIO MISTO CON CORSIE CENTRALI B.7. TURE SAN
CENTRALE A SENSO UNICO A SENSO UNICO INVERSO A SENSO UNICO INVERSO T RU T
S

1560 2940 2940 B.8. TURE PER


T
530 500 530 530 500 880 500 530 530 500 880 500 530 STRU ZIONE
U
L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
RA E
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
ST

.
PARCHEGGIO A 45° CON CORSIA PARCHEGGIO A 45° CON CORSIE CENTRALI PARCHEGGIO A 45° CON CORSIE CENTRALI B.2.4EGGI E
H
CENTRALE A SENSO UNICO A SENSO UNICO A SENSO UNICO INVERSO PARC IMESSE
R
➥ AUTO

B 65
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
4. PARCHEGGI E AUTORIMESSE

➦ AUTORIMESSE – REQUISITI DI SICUREZZA

➦ NORME DI SICUREZZA PER LA COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DELLE AUTORIMESSE


(DM dell’interno 1° febbraio 1986 pubblicato in GU n.38, del 15 febbraio 1986)

Per le autorimesse fuori terra di tipo chiuso il sistema 3.10.1 Capacità di deflusso Generatori ad aria calda a scambio diretto
di aerazione naturale va integrato con impianto di 1) 50 per il piano terra è ammessa l’installazione dei generatori all’interno
aerazione meccanica nei piani aventi numero di auto- 2) 37,5 per i primi tre piani sotterranei o fuori terra dell’autorimessa se questa è destinata al ricovero di
veicoli superiore a 250. 3) 33 per i piani oltre il terzo fuori terra o interrato. soli autoveicoli del tipo Diesel.

3.9.3 Ventilazione meccanica. Caratteristiche 3.10.2 Vie di uscita


• La portata dell’impianto di ventilazione meccanica Le autorimesse devono essere provviste di un sistema 5. IMPIANTI ELETTRICI
deve essere non inferiore a tre ricambi orari. organizzato di vie d’uscita per il deflusso rapido e ordi-
• Il sistema di ventilazione meccanica deve essere nato degli occupanti verso l’esterno o in luogo sicuro 5.1. Conformità alla legge 1 marzo 1968, n.186
indipendente per ogni piano e azionato con coman- in caso di incendio o di pericolo di altra natura. Nei locali destinati ad autorimessa, alla vendita, alla
do manuale o automatico, da ubicarsi in prossimità Per le autorimesse interrate le vie di uscita possono riparazione di autoveicoli, gli impianti e le apparec-
delle uscite. terminare sotto grigliati dotati di congegni di facile chiature elettriche devono essere realizzate in confor-
• L’impianto deve essere azionato nei periodi di pun- apertura dall’interno. mità con quanto stabilito dalla legge 1 marzo 1968,
ta individuati dalla contemporaneità della messa in n.186.
moto di un numero di veicoli superiore a 1/3 o dalla 3.10.3 Dimensionamento delle vie d’uscita
indicazione di miscele pericolose segnalata da indi- Le vie d’uscita devono essere dimensionate in funzio- 5.2. Autorimesse con capacità superiore a
catori opportunamente predisposti. ne del massimo affollamento ipotizzabile sulla base di 300 posti auto e autosilo
• L’impianto di ventilazione meccanica può essere quanto specificato in 3.10.0. e in 3.10.1. Le autorimesse di capacità superiore a trecento auto-
sostituito da camini indipendenti per ogni piano o di vetture e gli autosilo, devono essere dotati di impian-
tipo «shunt» aventi sezione non inferiore a 0,2 mq 3.10.4 Larghezza delle vie d’uscita ti di illuminazione di sicurezza alimentati da sorgenti
per ogni 100 mq di superficie. La larghezza delle vie d’uscita deve essere multipla di energia indipendente da quella della rete di illumi-
• I camini devono immettere nell’atmosfera a quota del modulo di uscita (0,60 m) e non inferiore a due nazione normale.
superiore alla copertura del fabbricato. moduli (1,20 m).
• Nelle autorimesse di capacità superiore a 500 auto- Nel caso di due o più uscite è consentito che una usci- In particolare detti impianti di illuminazione di sicurez-
veicoli deve essere installato un doppio impianto di ta abbia larghezza inferiore a quella innanzi stabilita e za devono avere le seguenti caratteristiche:
ventilazione meccanica, per l’immissione e per l’e- comunque non inferiore a 0,60 m.
strazione, comandato manualmente da un control- La misurazione della larghezza delle uscite va ese- 1) inserimento automatico e immediato non appena
lore sempre presente, o automaticamente da guita nel punto più stretto dell’uscita. venga a mancare l’illuminazione normale;
apparecchiature di rilevazione continua di miscele La larghezza totale delle uscite (per ogni piano) è
infiammabili di CO. determinata dal rapporto fra il massimo affollamento 2) intensità di illuminazione necessaria allo svolgi-
Il numero e l’ubicazione degli indicatori di CO e di ipotizzabile e la capacità di deflusso. mento delle operazioni di sfollamento e comunque
miscele infiammabili devono essere scelti opportu- Nel computo della larghezza delle vie d’uscita sono non inferiore a 5 lux.
namente in funzione della superficie e della geo- conteggiati anche gli ingressi carrabili.
metria degli ambienti da proteggere e delle condi-
zioni locali della ventilazione naturale; comunque il 3.10.5 Ubicazione delle uscite 6. MEZZI E IMPIANTI DI PROTEZIONE
loronumero non può essere inferiore a due per ogni Le uscite sulla strada pubblica o in luogo sicuro devo- ED ESTINZIONE DEGLI INCENDI
tipo di rilevazione. no essere ubicate in modo da essere raggiungibili con
Gli indicatori devono essere inseriti in sistemi di percorsi inferiori a 40 m o 50 m se l’autorimessa è pro- 6.1. Impianti idrici antincendio
segnalazione o di allarme e, ove necessario, di tetta da impianto di spegnimento automatico.
azionamento dell’impianto di ventilazione. 6.1.0 Caratteristiche
Il sistema deve entrare in funzione quando: 3.10.6 Numero delle uscite Nelle autorimesse fuori terra e al primo interrato, di
Il numero delle uscite non deve essere, per ogni pia- capacità superiore a cinquanta autoveicoli deve esse-
a) un solo indicatore rivela valori istantanei delle no, inferiore a due. Tali uscite vanno poste in punti re installato come minimo un idrante ogni cinquanta
concentrazioni di CO superiori a 1000 p.p.m. ragionevolmente contrapposti. autoveicoli o frazione.
Per autorimesse a un solo piano e per le quali il per- Le installazioni dovranno essere eseguite con le
b) due indicatori simultaneamente rivelano valori corso massimo di esodo è inferiore a 30 m il numero modalità appresso indicate.
istantanei delle concentrazioni di CO superiori a delle uscite può essere ridotto a uno, costituita anche Gli impianti idrici antincendio devono essere costituiti
500 p.p.m. dalla rampa di accesso purché sicuramente fruibile ai da una rete di tubazioni preferibilmente ad anello, con
fini dell’esodo. montanti disposti nelle gabbie delle scale o delle ram-
c) uno o più indicatori rivelano valori delle concen- pe; da ciascun montante, in corrispondenza di ogni
trazioni delle miscele infiammabili eccedenti il 3.10.7 Scale. Ascensori. piano dell’autorimessa, deve essere derivata con
20% del limite inferiore di infiammabilità. Per le autorimesse situate in edifici aventi altezza tubazione di diametro non inferiore a DN 40 un idran-
antincendi maggiore di 32 m, le scale e gli ascensori te UNI 45 presso ogni uscita.
Per le autorimesse aventi numero di autoveicoli infe- devono essere a prova di fumo, mentre per le autori- Le autorimesse oltre il secondo interrato e quelle oltre
riore a 500 è sufficiente l’installazione di indicatori di messe situate in edifici aventi altezza antincendiinfe- il quarto fuori terra se chiuse e oltre il quinto piano
miscele infiammabili. riore a 32 m sono ammessi scale e ascensori di tipo fuori terra se aperte, e gli autosilo, devono essere
protetto. sempre protette da impianto fisso di spegnimento
3.9.4 Autosili automatico.
Negli autosili fuori terra deve essere prevista un’aera- 3.10.8 Autosili
zione naturale pari a 1 mq per ogni 200 mc di volume. L’autosilo deve essere provvisto di scale a prova di 6.1.1 Custodia degli idranti
In quelli interrati deve invece prevedersi una ventila- fumo raggiungibili con percorrenze interne non supe- La custodia deve essere installata in un punto ben
zione meccanica pari ad almeno tre ricambi ora e un riori a 60 m. Tali scale devono essere raggiungibili dal- visibile.
impianto di smaltimento dei fumi con camini di super- le singole celle prevedendo passaggi liberi sul lato Deve essere munita di sportello in vetro trasparente,
ficie pari al 2% delle superfici di ogni piano, convoglia- opposto all’ingresso macchina, di almeno 90 cm oltre deve avere larghezza e altezza non inferiori rispetti-
ta a 1 m oltre la copertura degli edifici compresi nel l’ingombro degli autoveicoli. vamente a 0,35 m e 0,55 m e una profondità che con-
raggio di 10 m dai camini stessi. senta di tenere a sportello chiuso manichette e lancia
permanentemente collegate.
3.10. Misure per lo sfollamento delle persone 4. IMPIANTI TECNOLOGICI
in caso di emergenza 6.1.2 Tubazione flessibile e lance
4.1. Impianti di riscaldamento La tubazione flessibile deve essere costituita da un trat-
3.10.0 Densità di affollamento Il riscaldamento delle autorimesse può essere realiz- to di tubo di tipo approvato, di lunghezza che consenta
La densità di affollamento va calcolata in base alla ricet- zato con radiatori o aerotermi alimentati ad acqua cal- di raggiungere col getto ogni punto dell’area protetta.
tività massima; ai fini del calcolo essa non dovrà comun- da, surriscaldata o vapore.
que mai essere considerata inferiore a 1 persona per 6.1.3 Tubazioni fisse
ogni 10 mq di superficie lorda di pavimento (0,1 perso- Impianti ad aria calda La rete idrica deve essere eseguita con tubi di ferro
ne/mq) per le autorimesse non sorvegliate e a 1 perso- è ammesso il circolo dell’aria ambiente se l’autorimes- zincato o materiali equivalenti protetti contro il gelo
na per ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento sa è destinata al ricovero di soli autoveicoli del tipo e deve essere indipendente dalla rete dei servizi
(0,01 persone/mq) per le autorimesse sorvegliate. Diesel. sanitari.

B
66
B 66
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
PARCHEGGI E AUTORIMESSE 4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.4./2 AREE DI PARCHEGGIO – APPARATI ARBOREI E FINITURE GENE ETTAZION
PROG

ALBERI ED ARBUSTI DISPOSIZIONE A PONTE, A SENSO UNICO DISPOSIZIONE LATERALE


B.STAZIONI DILEGIZLII
CON ACCESSO E USCITA DA STRADE DIVERSE CON ACCESSO E USCITA DALLA STESSA STRADA PRE I ED
NELLE AREE DI PARCHEGGIO NISM
ORGA
ALBERI CONSIGLIATI VIABILITÀ ORDINARIA
- LECCIO (QUERCUS ILEX) SCHERMI DI ARBUSTI SCHERMI DI ARBUSTI (E/O ALBERI)
- SUGHERA (QUERCUS SUBER)
- MAGNOLIA
C.RCIZIO E
- SALICONE (SALIX CAPREA)
MARCIAPIEDE 1600 ESE ESSIONAL
500 600 500 PROF
ALBERI SCONSIGLIATI marciapiedi
- TUTTE LE CONIFERE
IN PARTICOLARE IL PINO D.GETTAZIONE
(PER LA CADUTA DI PIGNE E RESINA) PRO TTURALE

350
- EUCALIPTUS STRU

BANCHINA SALVAGENTE O MARCIAPIEDE (INTERNO)


(PER IL RISCHIO DI CADUTA DI RAMI)

ARBUSTIVE CONSIGLIATE
- AGAZZINO (PYRACANTHA) E.NTROLLO
- CORNIOLO CO NTALE
- SCOPA ROSSA (ERCICA) AMBIE
- FUSAGGINE (EVONYMUS EUROP.)
- ALLORO (LAURIS NOBILIS)
- LENTISCO (PISTACIA LENTISUS)
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
VIABILITA' ORDINARIA
350÷ 450
URB

MARCIAPIEDE
0
50 0
50

25
25

0
0

H
ZI
I SPA
AREA PEDONALE ANTISTANTE B.1. ILITÀ DEGL
EDIFICIO PUBBLICO FRUIB
350

B.2. TURE PER


T
H H STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
MARCIAPIEDE STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
VIABILITA' ORDINARIA
B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
P
UBICAZIONE DELLE AREE DI PARCHEGGIO APPARATI VEGETALI E FINITURE TURE

NELL'UBICAZIONE DELLE AREE DI PARCHEGGIO SI DOVREBBE EVITARE DI OCCUPARE LE AREE DI PARCHEGGIO ANDREBBERO SCHERMATE E PROTETTE MEDIANTE SISTEMI B.5. TURE I
UFFIC
GLI SPAZI IMMEDIATAMENTE ANTISTANTI EDIFICI PUBBLICI - COME SONO: SCUOLE, VEGETALI (SIEPI, FILARI DI ALBERI, PERGOLE), UTILI ANCHE PER RIDURRE L'IMPATTO STRUT ERCIALI E
PRESIDI SANITARI, CHIESE, SEDI AMMINISTRATIVE E DI ENTI CON ALTA AFFLUENZA DI DEI GAS DI SCARICO SULLE ZONE CIRCOSTANTI; LE ESSENZE DA IMPIANTARE DEVONO C O MM
PUBBLICO - IN MODO DA DESTINARE TALI SPAZI ALLA FORMAZIONE DI AREE PEDONALI ESSERE SEMPREVERDI, NON RESINOSE E AD APPARATO RADICALE NON INVASIVO. E
TTIVE
DI ACCESSO E DI USCITA (PERTINENZE), OPPORTUNAMENTE ATTREZZATE. DEVE ESSERE PREVISTO UN AMBITO D'IMPIANTO ADEGUATO, MUNITO DI DIAFRAMMI B.6. TURE RICE IONE
T Z
(ANELLI) CHE PROTEGGANO LE PAVIMENTAZIONI DALLA RISALITA DELLE RADICI. STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
RA E
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
AREA PEDONALE AREA DI PARCHEGGIO AREA DI PARCHEGGIO MARCIAPIEDE IL CU
I
marciapiedi . ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
ST

80 80

APPARATO DI PROTEZIONE
DELLE PAVIMENTAZIONI
DALLE RADICI DEGLI ALBERI .
320~380 B.2.4EGGI E
H
IMPIANTI VEGETALI E PROTEZIONI DI UN'AREA PEDONALE RISPETTO AL PARCHEGGIO FILARE DI ALBERI LUNGO IL PARCHEGGIO PARC IMESSE
R
➥ AUTO

B 67
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
4. PARCHEGGI E AUTORIMESSE

➦ AUTORIMESSE – REQUISITI DI SICUREZZA

➦ NORME DI SICUREZZA PER LA COSTRUZIONE E L’ESERCIZIO DELLE AUTORIMESSE


(DM dell’interno 1° febbraio 1986 pubblicato in GU n.38, del 15 febbraio 1986)

6.1.4 Dimensionamento dell’impianto e caratteristiche 7.2.1 Pavimentazione 9. AUTOSALONI


idrauliche Per le autorimesse ubicate sulle terrazze la pavimen-
Gli impianti devono avere caratteristiche idrauliche tazione deve essere realizzata con materiali anti- Per gli autosaloni o saloni di esposizione devono
tali da garantire al bocchello della lancia, nelle con- sdrucciolevoli e impermeabili. essere applicate le presenti norme quando il numero
dizioni più sfavorevoli di altimetria e distanza, una degli autoveicoli sia superiore a trenta.
portata non inferiore a 120 l al minuto primo e una 7.3. Misure di sfollamento in caso di emergenza
pressione di almeno due bar. Le autorimesse ubicate sulle terrazze devono essere prov-
L’impianto deve essere dimensionato per una porta- viste di scale raggiungibili con percorsi inferiori a 80 m, atte 10. NORME DI ESERCIZIO
ta totale determinata considerando la probabilità di ad assicurare il deflusso delle persone verso luoghi sicuri
contemporaneo funzionamento del 50% degli idran- in caso di incendio o di pericoli di altra natura. 10.1. Nell’autorimessa è vietato:
ti e, per ogni montante, degli idranti di almeno due a) usare fiamme libere, salvo quanto previsto in
piani. 7.4. Impianti idrici antincendio 8.1.0.;
Per le autorimesse sulle terrazze deve essere installato
6.1.5 Alimentazione dell’impianto come minimo un idrante ogni cento autoveicoli o frazione. b) depositare sostanze infiammabili o combustibili,
L’impianto deve essere alimentato normalmente dal- salvo quanto previsto in 8.1.0. e 8.1.1.;
l’acquedotto cittadino.
Può essere alimentato anche da riserva idrica costitui- 8. SERVIZI ANNESSI c) eseguire riparazioni o prove di motori, salvo quan-
ta da un serbatoio con apposito impianto di pompag- to previsto in 8.1.0.;
gio idoneo a conferire in permanenza alla rete le carat- 8.1. Generalità
teristiche idrauliche di cui al precedente punto. È consentito destinare parti della superficie dei locali d) parcheggiare autoveicoli con perdite anormali di
Tale soluzione dovrà essere sempre adottata qualora delle autorimesse a: carburanti o lubrificanti.
l’acquedotto cittadino non garantisca con continuità
nelle 24 ore l’erogazione richiesta. a) officine di riparazione annesse; 10.2. Entro l’autorimessa è proibito fumare
Tale divieto deve essere scritto a caratteri ben visibili.
6.1.6 Collegamento dei mezzi dei vigili del fuoco b) stazioni di lavaggio e lubrificazione;
L’impianto deve essere tenuto costantemente sotto 10.3. Segnaletica di sicurezza
pressione e munito di attacco per il collegamento dei c) uffici, guardianie, alloggio custode. Nelle autorimesse si applicano le vigenti disposizioni
mezzio dei vigili del fuoco, da installarsi in un punto sulla segnaletica di sicurezza di cui al DPR 8 giugno
ben visibile e facilmente accessibile ai mezzi stessi. 8.1.0 Officine di riparazione 1982, n.542 (GU n.218 del 10 agosto 1982), espres-
Le officine di riparazione annesse con lavorazioni a samente finalizzate alla sicurezza antincendi.
6.1.7 Capacità della riserva idrica freddo possono essere situate all’interno dell’autori-
La riserva idrica deve avere una capacità tale da assi- messa, possibilmente in locali separati, con porte di 10.4. Autosilo: divieti di accesso
curare il funzionamento dell’impianto per 30 minuti pri- comunicazione metalliche piene. Negli autosilo non è consentito l’accesso alle persone
mi alle condizioni di portata e di pressione prescritte in La superficie occupata dalle officine di riparazione non addette.
precedenza. annesse non può comunque essere superiore al 20% L’autoveicolo deve essere consegnato al personale
della superficie dell’autorimessa. addetto che provvede alla successiva riconsegna in
6.1.8 Impianti di spegnimento automatico Le officine annesse possono essere ubicate al piano prossimità dell’ingresso.
Gli impianti fissi di spegnimento automatico devono terra, primo piano sotterraneo o ai piani fuori terra.
essere del tipo a pioggia (sprinkler) con alimentazione Le officine di riparazione annesse con lavorazioni che 10.5. Pulizie e raccolta dell’acqua
ad acqua oppure del tipo a erogatore aperto per ero- prevedono l’uso di fiamme libere o di sostanze infiam- I pavimenti devono essere periodicamente lavati e i
gazione di acqua/schiuma. mabili, purché limitate a un solo posto di saldatura e di sistemi di raccolta delle acque di lavaggio devono
verniciatura, possono essere collocate all’interno delle essere ispezionati e puliti.
6.2. Mezzi di estinzione portatili autorimesse, alle seguenti condizioni:
Deve essere prevista l’installazione di estintori portati- 10.6. Autoveicoli alimentati a gas
li del «tipo approvato» per fuochi della classe «A», a) devono essere ubicate al piano terra; Il parcamento di autoveicoli alimentati a gas avente
«B» e «C» con capacità estinguente non inferiore a densità superiore a quella dell’aria è consentito sol-
«21 A» e «89 B». b) devono essere separate con porte di tipo almeno tanto nei piani fuori terra, non comunicanti con piani
REI 30 e avere anche un accesso indipendente dal- interrati.
Il numero degli estintori deve essere il seguente: l’autorimessa;
10.7. Controllo dei sistemi di rilevazione e spegni-
• per i primi 20 veicoli: c) devono essere provviste di impianto di ventilazione mento
1 ogni 5 autoveicoli; locale sul posto di verniciatura; Al fine del mantenimento dell’affidabilità degli impian-
ti di rilevazione e spegnimento dovrà essere previsto
• per i rimanenti, fino a 200 autoveicoli: d) le operazioni di saldatura non possono essere ese- il loro controllo almeno ogni sei mesi da parte di per-
1 ogni 10 autoveicoli; guite in contemporaneità con le operazioni di verni- sonale qualificato.
ciatura, a meno che per questa ultima operazione
• oltre 200 autoveicoli: sia predisposta apposita cabina ermeticamente 11. NORME TRANSITORIE
1 ogni 20 autoveicoli. chiusa e con aerazione indipendente;
Per le autorimesse esistenti alla data di entrata in
Gli estintori devono essere disposti presso gli ingres- e) la vernice, per un quantitativo massimo di 50 kg, vigore del DM 20 novembre 1981 è consentito che
si o comunque in posizione ben visibile e di facile deve essere conservata in recipienti chiusi, in appo- ogni compartimento sia servito da una sola rampa di
accesso. sito armadietto metallico. ampiezza non inferiore a 3 m purché munita di dispo-
sitivo per la sua utilizzazione a senso unico.
8.1.1 Stazioni di lavaggio e lubrificazione
7. AUTORIMESSE SULLE TERRAZZE E Le stazioni di lavaggio e lubrificazione possono esse-
ALL’APERTO SU SUOLI PRIVATI re situate all’interno delle autorimesse. 12. DEROGHE
I lubrificanti in recipienti chiusi, per un quantitativo
7.1. Isolamento massimo di 2 mc, devono essere depositati in apposi- Qualora per particolari ragioni di carattere tecnico o
Devono essere isolate mediante interposizione di to locale munito di porta metallica e soglia di accesso per speciali esigenze di servizio non fosse possibile
spazi scoperti di larghezza non inferiore a 1,5 m lun- rialzata di 0,2 m. adottare qualcuna delle prescrizioni sopra indicate, il
go i lati ove affacciano aperture di fabbricati perime- Ministero dell’Interno, sentita la Commissione consul-
trali. 8.1.2 Uffici – Guardiania – Alloggio custode tiva per le sostanze esplosive e infiammabili, si riser-
È consentita l’ubicazione di uffici e guardianie all’inter- va la facoltà di concedere deroghe sempre che l’ado-
7.2. Pavimenti no delle autorimesse provviste anche di accessi indi- zione di particolari accorgimenti tecnici possa conferi-
pendenti da quelli delle autorimesse stesse. re alle autorimesse un grado di sicurezza non inferio-
7.2.0 Pendenza L’alloggio del custode dovrà essere completamente re a quello ottenibile con l’attuazione integrale delle
Per le autorimesse ubicate sulle terrazze i pavimenti isolato dai locali dell’autorimessa, salvo eventualmen- presenti norme.
devono avere le caratteristiche di cui al punto 3.8.0. te un collegamento tramite porta del tipo REI 60.

B 68
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI •STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
PARCHEGGI E AUTORIMESSE 4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.4./3 RACCOLTA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI: ISOLE ECOLOGICHE NELLE AREE DI PARCHEGGIO
GENE ETTAZION
PROG

ZONA DI RACCOLTA UBICATA LUNGO LA VIABILITÀ ORDINARIA B.STAZIONI DILEGIZLII


PRE I ED
MARCIAPIEDE NISM
1 - CASSONETTI ORDINARI ORGA
2 - CASSONETTO PER LA CARTA
CASSONETTI 3 - CASSONETTO PER IL VETRO
SOSTA AUTO REGOLATA
C.RCIZIO
1 1 1 3 2 4 - PRESA D'ACQUA PER PULIZIA PIAZZOLA
5 - ACCOSTAMENTO PEDONI E
6 - SCHERMO DI ARBUSTIVE E/O ALBERI ESE ESSIONAL
PROF
VIABILITA' ORDINARIA

LA RACCOLTA EFFETTUATA LUNGO LA VIABILITÀ ORDINARIA INTRALCIA IL TRAFFICO VEICOLARE E PREGIUDICA


L'IGIENE DELLE AREE INTERESSATE (PER ODORI, RUMORI, SPORCIZIA)
ZONA DI RACCOLTA UBICATA IN UN PARCHEGGIO IN LINEA
D.GETTAZIONE
È CONSIGLIATO UBICARE LE ZONE DI RACCOLTA IN SPAZI SPECIFICAMENTE DESTINATI (ISOLE) ALL'INTERNO 500 650 500 PRO TTURALE
DELLE AREE DI PARCHEGGIO, ASSICURANDO LE MANOVRE DI RACCOLTA E LA FLUIDITÀ DEL PERCORSO DEI MEZZI STRU
ZONA DI RACCOLTA (ISOLA ECOLOGICA) UBICATA IN UN PARCHEGGIO A DISTRIBUZIONE ANULARE

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

ZI
I SPA
min. 600 500 500 min. 600 B.1. ILITÀ DEGL
250

FRUIB
500 min. 600
250 B.2. TURE PER
T
STRU BILITÀ
O
LA M
RACCOLTA RIFIUTI B.3. TURE PER
(ISOLA ECOLOGICA) T
STRU ETTACOLO
LO SP
H

ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
N
H IMPIA ER LO SPO
P
TURE

B.5. TURE I
UFFIC
MARCIAPIEDI STRUT ERCIALI E
MARCIAPIEDI C O MM
E
TTIVE
VIABILITÀ ORDINARIA B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
RACCOLTA RIFIUTI (ISOLE ECOLOGICHE) - SCHEMA RACCOLTA ORDINARIA E DIFFERENZIATA (CARTA, VETRO) ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S
PUNTO D'ACQUA
PER LAVAGGIO PIAZZOLA
B.8. TURE PER
T
1000 600 STRU ZIONE
U
L’ISTR
350÷450

-
CULTU
4 B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
RA E
1
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
3 2 1 1 L
IL CU
1 1
I
5
. ERIAL
5 4 B.11 TURE CIMIT
RUT
1 ST
6 6

MARCIAPIEDI
MARCIAPIEDI

LE DIMENSIONI DEI CASSONETTI E DEI MEZZI DI RACCOLTA VARIA A SECONDA


DEI SISTEMI ADOTTATI DALLE AZIENDE INCARICATE DEL SERVIZIO .
B.2.4EGGI E
H
PARC IMESSE
R
AUTO

B 69
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
4. PARCHEGGI E AUTORIMESSE

➦ AUTORIMESSE – REQUISITI DI SICUREZZA

FIG. B.2.4./4 PARCHEGGI MULTIPIANI, INTERRATI E/O FUORI TERRA, PER AUTOMOBILI

SISTEMA CON RAMPE CENTRALI A SENSO UNICO SISTEMA CON RAMPE LATERALI A SENSO UNICO

CORSIA DI MANOVRA LARGHEZZA MIN. 500 CM (CONSIGLIATA 600 CM)

RAMPA 1 (SALITA)
POSTI AUTO

CORSIA DI DISTRIBUZIONE
POSTI AUTO

CORSIA DI DISTRIBUZIONE
POSTI AUTO

RAMPA 1 (SALITA)
POSTI AUTO

RAMPA 2 (DISCESA)
POSTI AUTO

POSTI AUTO CORSIA DI DISTRIBUZIONE

CORSIA DI DISTRIBUZIONE

POSTI AUTO

POSTI AUTO
RAMPA 2 (DISCESA)

SCALE DI SICUREZZA RAMPE A SENSO UNICO L. MIN. 300 CM


RAMPE A DOPPIO SENSO L. MIN. 450 CM
ALTEZZA NETTA MINIMA 240 CM
ALTEZZA SOTTO TRAVE 200 CM

CLASSIFICAZIONE DELLE AUTORIMESSE (ESTRATTO DAL DM DEL 12.02.1986)

IN BASE ALLE CARATTERISTICHE EDILIZIE, DI UBICAZIONE E DI ESERCIZIO, LE AUTORIMESSE VENGONO DEFINITE E CLASSIFICATE DAL DM DEL 12.02.1986 COME SEGUE
1 IN BASE ALLA DESTINAZIONE DELL’EDIFICIO O INSIEME EDILIZIO CHE LE OSPITA:

A) ISOLATE SITUATE IN EDIFICI ESCLUSIVAMENTE DESTINATI A TALE USO ED EVENTUALMENTE ADIACENTI AD EDIFICI DESTINATI AD ALTRI USI, MA
STRUTTURALMENTE E FUNZIONALMENTE SEPARATI DA QUESTI;

B) MISTE TUTTE LE ALTRE.

2 I PIANI DELLE AUTORIMESSE, IN BASE ALL’UBICAZIONE RISPETTO AL TERRENO, SI CLASSIFICANO IN:

A) INTERRATI CON IL PIANO DI PARCAMENTO A QUOTA INFERIORE A QUELLO DI RIFERIMENTO;

B) FUORI TERRA CON IL PIANO DI PARCAMENTO A QUOTA NON INFERIORE A QUELLO DI RIFERIMENTO; SONO PARIMENTI CONSIDERATI FUORI TERRA, AI FINI DELLE
PRESENTI NORME, LE AUTORIMESSE AVENTI PIANO DI PARCAMENTO A QUOTA INFERIORE A QUELLO DI RIFERIMENTO, PURCHÉ L’INTRADOSSO
DEL SOLAIO O IL PIANO CHE DETERMINA L’ALTEZZA DEL LOCALE SIA A QUOTA SUPERIORE A QUELLA DEL PIANO DI RIFERIMENTO DI ALMENO 0,6
METRI E PURCHÉ LE APERTURE DI AERAZIONE ABBIANO ALTEZZA NON INFERIORE A 0,5 METRI

3 IN RELAZIONE ALLA CONFIGURAZIONE DELLE PARETI PERIMETRALI POSSONO ESSERE:

A) APERTE CIOÈ AUTORIMESSE MUNITE DI APERTURE PERIMETRALI SU SPAZI A CIELO LIBERO CHE REALIZZANO UNA PERCENTUALE DI AERAZIONE
PERMANENTE NON INFERIORE AL 60% DELLE PARETI STESSE E COMUNQUE SUPERIORE AL 15% DELLA SUPERFICIE IN PIANTA;

B) CHIUSE TUTTE LE ALTRE.

4 IN BASE ALLE CARATTERISTICHE DI ESERCIZIO E/O DI USO SI DISTINGUONO IN:

A) SORVEGLIATE QUELLE CHE SONO PROVVISTE DI SISTEMI AUTOMATICI DI CONTROLLO AI FINI ANTINCENDIO, OVVERO PROVVISTE DI SISTEMI DI VIGILANZA
CONTINUA ALMENO DURANTE L’ORARIO DI APERTURA;

B) NON SORVEGLIATE TUTTE LE ALTRE.

5 IN BASE ALLA ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI INTERNI SI SUDDIVIDONO IN:

A) A BOX NEL CASO IN CUI GLI SPAZI DI SOSTA PER UNA O PIU' AUTOVETTURE SIANO RACCHIUSI DA PARETI O DIVISORI ALMENO PER TRE LATI

B) A SPAZIO APERTO NEL CASO IN CUI GLI SPAZIDI SOSTA SIANO OSPITATI DA UN AMBIENTE CONTINUO E INDIVISO, E DEFINITI DAL SEMPLICE TRACCIATO A
PAVIMENTO DELLE RIGHE PERIMETRALI CHE DELIMITANO GLI STALLI.

B 70
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
PARCHEGGI E AUTORIMESSE 4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.4./5 AUTORIMESSE MULTIPIANI, INTERRATI E/O FUORI TERRA, PER AUTOMOBILI
GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA
SISTEMA CON RAMPE LATERALI CONTINUE A SENSO UNICO SISTEMA CON DOPPIA RAMPA ELICOIDALE

RAMPE PENDENZA MAX. 20% (CONSIGLIATA 15÷18%). PENDENZA CONSIGLIATA 15%RAMPA ELICOIDALE - C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
RAMPA 1 (SALITA) PROF
ENTRATA P.II°

ENTRATA P.I°

POSTI AUTO
D.GETTAZIONE
POSTI AUTO PRO TTURALE
CORSIA DI DISTRIBUZIONE STRU
CORSIA DI DISTRIBUZIONE

POSTI AUTO E.NTROLLO


CO NTALE
POSTI AUTO AMBIE
POSTI AUTO

POSTI AUTO F. TERIALI,TECN


ICHE
CORSIA DI DISTRIBUZIONE MA ONENTI,
COMP

CORSIA DI DISTRIBUZIONE POSTI AUTO


USCITA P.II°

USCITA P.I°

POSTI AUTO G.ANISTICA


URB

RAMPA 2 (DISCESA) SCALE DI SICUREZZA

ZI
R. DI CURVATURA EST. MIN. 825 CM PER RAMPE A DOPPIO I SPA
SENSO, MIN. 700 CM PER RAMPE A SENSO UNICO B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB

B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
P
TURE
COMPARTIMENTAZIONE DELLE AUTORIMESSE FUORI TERRA COMPARTIMENTAZIONE DELLE AUTORIMESSE INTERRATE (SOTTERRANEE)
MISTE O ISOLATE (DM DEL 01.02.1986) MISTE O ISOLATE (DM DEL 01.02.1986) B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
AUTORIMESSE FUORI TERRA AUTORIMESSE SOTTERRANEE E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
MISTE ISOLATE MISTE ISOLATE T Z
STRU RISTORA
A
APERTE CHIUSE APERTE CHIUSE APERTE CHIUSE APERTE CHIUSE PER L
ITARIE
PIANO TERRA 7.500 5.000 10.000 7.500 PIANO TERRA B.7. TURE SAN
T RU T
PIANO PRIMO 5.500 3.500 7.500 5.500 PIANO PRIMO 5.000 2.500 7.000 3.000 S
PIANO SECONDO 5.500 3.500 7.500 5.500 PIANO SECONDO 3.500 2.000 5.500 2.500
B.8. TURE PER
PIANO TERZO 3.500 2.500 5.500 3.500 PIANO TERZO 2.000 1.500 3.500 2.000 T
STRU ZIONE
U
PIANO QUARTO 3.500 2.500 5.500 3.500 PIANO QUARTO 1.500 2.500 1.500 L’ISTR
-
PIANO QUINTO 2.500 5.000 2.500 PIANO QUINTO 1.500 2.000 1.500 CULTU
B.9. TURE PER IONE
PIANO SESTO 2.500 5.000 PIANO SESTO 1.500 2.000 1.500 U T Z
STR RMA
INFO
PIANO SETTIMO 2.000 4.000 PIANO SETTIMO 1.500 RA E
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
I
COMPARTIMENTAZIONE DELLE AUTORIMESSE ISOLATE APERTE COMPARTIMENTAZIONE DELLE AUTORIMESSE ISOLATE CHIUSE
. ERIAL
CON O SENZA IMPIANTO FISSO DI SPEGNIMENTO (DM DEL 1.2.1986) CON O SENZA IMPIANTO FISSO DI SPEGNIMENTO (DM DEL 1.2.1986) B.11 TURE CIMIT
RUT
ST

AUTORIMESSE SENZA AUTORIMESSE DOTATE DI AUTORIMESSE SENZA AUTORIMESSE DOTATE DI


IMPIANTO DI SPEGNIMENTO IMPIANTO DI SPEGNIMENTO IMPIANTO DI SPEGNIMENTO IMPIANTO DI SPEGNIMENTO

PIANO TERRA 10.000 30.000 PIANO TERRA 5.500 11.000


PIANO PRIMO 7.500 25.000 PIANO PRIMO 7.500 15.000
PIANO SECONDO 7.500 25.000 PIANO SECONDO 3.000 6.000
.
B.2.4EGGI E
N.B. - TUTTI I VALORI SONO ESPRESSI IN METRI QUADRI ED INDICANO LA SUPRFICIE MASSIMA CONSENTITA PER UN "COMPARTIMENTO", NELLE DIVERSE CONDIZIONI INDICATE H
PARC IMESSE
R
➥ AUTO

B 71
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
4. PARCHEGGI E AUTORIMESSE

➦ AUTORIMESSE – REQUISITI DI SICUREZZA

FIG. B.2.4./6 AUTORIMESSE MULTIPIANI, INTERRATI E/O FUORI TERRA, PER AUTOMOBILI – TIPI DI RAMPA

SCHERMO VISIVO PER ELIMINARE


EVENTUALE SENSO DI VERTIGINE PENDENZA LONGITUDINALE MAX. 20%
400÷450
PENDENZA CONSIGLIATA 12÷18%
PENDENZA TRASVERSALE 3÷4%

MIN.
100
RACCORDO

MIN.
100
400 CM. MIN.

MIN. 240
÷400

MIN. 200
SEZIONE A - A

÷400

RAMPA: L. MIN. 400 CM

A A RAGGIO INT. MIN. 520 CM ÷6 % ÷6 %


RAMPA

PENDENZA MAX.12%

RAMPA ELICOIDALE RAMPA RETTILINEA RAMPA RETTILINEA - SEZIONE LONGITUDINALE

FIG. B.2.4./7 PARCHEGGI MULTIPIANI AUTOMATIZZATI O SEMIAUTOMATIZZATI PER AUTOMOBILI (AUTOSILO)

ESEMPI DI PIATTAFORME A TRASLAZIONE VERTICALE E/O ORIZZONTALE

200 200
60 80 60 70 60 70
40

60
400
320

400
280 60
40

PIANTA STALLI LA TERALI FISSI


MIN. 180

SEZIONE TRASVERSALE SEZIONE LONGITUDINALE

IMPIANTI AUTOMATIZZATI CON PIATTAFORME A TRASLAZIONE VERTICALE E ORIZZONTALE

B 72
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
PARCHEGGI E AUTORIMESSE 4.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.4./8 PARCHEGGI MULTIPIANI AUTOMATIZZATI O SEMIAUTOMATIZZATI (AUTOSILO)
GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

PARTICOLARE DE LLA PIATTA FORMA ROTANTE


C.RCIZIO
370
400

CON BORDO ANTISDRUCCIOLO PERIMETRALE E


ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

MIN. 180
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP

G.ANISTICA
URB

ZI
I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB

B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


IMPIANTO AUTOMATIZZATO CON PIATTAFORMA CENTRALE ROTANTE E ST ALLI FISSI T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
N
IMPIA ER LO SPO
P
TURE

B.5. TURE I
UFFIC
SUPERFICIE A QUOTA STRADA STRUT ERCIALI E
C O MM
RIFINITA CON MANTO PAVIMENTATO
E
E/O CON MANTO VEGETALE TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
INGOMBRO DEL PARCHEGGIO ITARIE
B.7. TURE SAN
SOTTERRANEO T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
PIANTA DEL BOX DI ACCESSO FUORI TERRA ACCESSO FUORI TERRA DEL L’ISTR
PARCHEGGIO SOTTERRANEO -
CULTU
B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
LINEA DI TERRA RA E
STRATO DI TERRENO NASTRO .
VEGETALE (EVENTUALE) TRASPORTATORE
B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
I
. ERIAL
PIATTAFORMA B.11 TURE CIMIT
TRASLANTE RUT
ST

NASTRO
TRASPORTATORE

.
B.2.4EGGI E
H
IMPIANTO AUTOMATIZZATO A NASTRO TRASPORTATORE CARICATO D ALL'ALTO SEZIONE TRASVERSALE PARC IMESSE
R
AUTO

B 73
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
4. PARCHEGGI E AUTORIMESSE

➦ AUTORIMESSE – REQUISITI DI SICUREZZA

FIG. B.2.4./9 PARCHEGGI MULTIPIANI AUTOMATIZZATI A TORRE – AUTOSILO

STALLI FISSI

PIATTAFORMA
TRASLANTE

STALLI FISSI

AGGREGAZIONE DELLE "TORRI"

PIANTA DEL SISTEMA A "TORRE"


IMPIANTI AUTOMATIZZATI CON PIATTAFORMA CENTRALE TRASLANTE E STALLI LATERALI FISSI CON STALLI LATERALI FISSI

STALLI MOBILI

AGGREGAZIONE DELLE "TORRI"

PIANTA DEL SISTEMA A "TORRE"


IMPIANTI AUTOMATIZZATI CON STALLI ROTANTI LUNGO UN CICLO VERTICALE (TIPO PATERNOSTER) CON STALLI ROTANTI A CICLO VERTICALE

B 74
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI 5.

ATTIVITÀ E PRESTAZIONI A.ZIONI


NO RALI DI E
Costituiscono attività essenziali di una struttura di stoccaggio delle merci le seguenti: • deposito e manutenzione dei mezzi di movimentazione dei carichi; GENE ETTAZION
PROG
• accoglienza delle merci in arrivo; • centrali degli impianti tecnologici.
• movimentazione delle merci dai vettori d’arrivo agli stalli di stoccaggio;
• stoccaggio delle merci; Attività e servizi complementari allo stoccaggio e allo scambio: B.STAZIONI DILEGIZLII
• movimentazione delle merci dagli stalli di stoccaggio ai vettori di partenza; • uffici-sede di spedizionieri e trasportatori; PRE I ED
NISM
• svincolo delle merci in partenza. • sportelli o agenzie bancarie; ORGA
• sportelli postali;
Costituiscono attività complementari e integrative delle strutture di stoccaggio delle • postazioni per comunicazioni dirette a distanza (fax, internet, ecc.).
merci, a seconda della specializzazione funzionale e dell’importanza della struttura, le C.RCIZIO E
seguenti: Servizi generali per il personale e per gli operatori-ospiti: ESE ESSIONAL
• servizi igienici (albergo diurno); PROF
Controllo del transito dei vettori e del carico: • servizi di ristorazione;
• ricevimento e registrazione dei carichi(delle merci) in arrivo; • strutture di riposo e di pernottamento (albergo).
• registrazione dei carichi in partenza; D.GETTAZIONE
• verifica (tecnica, fiscale, doganale, ecc.) dei carichi in arrivo e in partenza. Le prestazioni essenziali che devono assicurare tutti i tipi di magazzini di stoccaggio PRO TTURALE
merci, indipendentemente dalla specializzazione funzionale e dalla dimensione, sono STRU
Trattamento dei carichi (dei colli): riferibili alle seguenti esigenze:
• composizione, scomposizione, rifusione delle unità di carico;
• imballaggio o predisposizione al trasporto dei carichi. a. custodire i colli e proteggerli dalle intemperie e da altri agenti dannosi, in riferimen- E.NTROLLO
to alle specifiche esigenze tecniche, meccaniche e ambientali delle merci; CO NTALE
Gestione direzionale della struttura: b. garantire la sicurezza e l’integrità delle merci e degli imballaggi rispetto ai danni AMBIE
• uffici della direzione, dell’ amministrazione, della contabilità. causabili dalla movimentazione e dallo stivaggio;
c. garantire la sicurezza dai furti e dalle manipolazioni delle merci;
Gestione tecnico-operativa: d. facilitare e razionalizzare le operazioni di movimentazione, stivaggio, inventario e F. TERIALI,TECN
ICHE
• controllo delle operazioni di movimentazione; reperimento dei ‘colli’. MA ONENTI,
COMP

STRUTTURE ELEMENTARI DI STOCCAGGIO DELLE MERCI G.ANISTICA


URB
Strutture e modalità di stoccaggio variano in funzione delle caratteristiche specifiche Nei piazzali ordinati la movimentazione dei carichi avviene mediante mezzi specifi-
delle merci, dei “colli” e delle ‘unità di carico’ che le contengono, con particolare riferi- ci a percorso libero o vincolato (su rotaie), di portanza adeguata alle dimensioni e al
mento all’incidenza dei seguenti fattori: peso delle unità di carico stoccate: gru fisse e mobili, carri ponte, torri mobili su gom-
• stato fisico delle merci (solido compatto, solido incoerente, liquido, gassoso); ma o su rotaie, carrelli elevatori elettrici a forche.
• esigenze ambientali e deperibilità delle merci (sensibilità alla temperatura, all’umi- Le dimensioni e la disposizione dei moduli di stoccaggio vengono definite in funzio- ZI
I SPA
dità, alle polveri, al vento); ne delle unità di carico e del grado di selettività delle operazioni di carico e scarico, B.1. ILITÀ DEGL
• caratteristiche dimensionali e di resistenza di colli, di contenitori o degli imballaggi; vale a dire della necessità o meno di traslare altre unità di carico per accedere a FRUIB
• durata della permanenza inmagazzino; quella richiesta.
• facilità e rapidità di reperimento, accesso, carico e scarico; Le dimensioni, le caratteristiche e l’eventuale gerarchia delle corsie di movimenta- B.2. TURE PER
T
• unificazione delle dimensioni di stoccaggio, movimentazione e trasporto. zione vengono definite in funzione delle esigenze di manovra dei mezzi di movi- STRU BILITÀ
O
mentazione adottati (si veda, ad esempio, Fig. B.2.5./2). LA M
La valutazioni di tali fattori e la conoscenza della gamma delle merci da stivare, per-
B.3. TURE PER
mette di determinare la scelta di una o più strutture elementare di stoccaggio e relati- Piazzali o parti di piazzali coperti (tettoie) T
STRU ETTACOLO
ve modalità di movimentazione dei carichi, tra quelle elencate di seguito. Rispondono a esigenze analoghe a quelle dei piazzali e inoltre assicurano la prote- LO SP
zione dalla pioggia e dall’irraggiamento solare dei materiali ospitati, sia che si tratti
ZZA-
Piazzali di stoccaggio di materiali d’accumulo, sia di materiali ordinatamente stivati. B.4. TI E ATTRERT
Struttura definita da un’area piana predisposta per lo stoccaggio di materiali, colli o Modalità di stoccaggio e di movimentazione sono analoghe a quelle dei ‘piazzali’. PIAN SPO
IM O
PER L
contenitori che – per caratteri specifici dei materiali o dei contenitori – non temono l’in- I piazzali coperti in genere non consentono lo stivaggio di container, a meno che la TURE
cidenza diretta dei fenomeni ambientali, come pioggia, caldo, freddo, vento, ecc. copertura non sia posta a notevole altezza (≥ di 10 m), tale da consentire la mano-
Si possono rilevare due tipi di piazzale: il piazzale semplice di accumulo e il piazzale vra degli ingombranti mezzi di movimentazione. B.5. TURE I
UFFIC
ordinato. STRUT ERCIALI E
C O MM
Magazzini chiusi (capannoni)
E
Piazzale di accumulo Propongono una casistica estremamente articolata, capace di rispondere a tutte le TTIVE
È definito semplicemente da una superficie piana di appoggio dei materiali, spianata esigenze relative allo stccaggio di merci di qualsiasi tipo, mediante una corrispon- B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
e consolidata, eventualmente delimitata da una recinzione. dente articolazione dei tipi e della qualità delle prestazioni offerte, in quanto a: PER L
A
È destinato ad accogliere merci accatastate o ammucchiate ‘alla rinfusa’, come cumu- • superfici e volumi di stoccaggio;
li (di sabbia, di ghiaie, di minerali grezzi e altri prodotti d’estrazione, di polveri e resi- • regolazione dei fattori ambientali (temperatura, umidità, tasso di polveri, ecc.); ITARIE
B.7. TURE SAN
dui di lavorazioni o demolizioni, di legname non lavorato). • modalità di stoccaggio delle merci e dei colli (in cataste ordinate, in scaffalature T RU T
S
La movimentazione dei materiali in fase di arrivo avviene mediante camion a ribalta o o ‘castelli’ di stoccaggio, ecc.);
carrelli a ribalta che li scaricano nel luogo di accumulo; il prelevamento dei materiali • modalità di movimentazione, deposito e prelievo (manuale, con mezzi azionati B.8. TURE PER
avviene mediante mezzi di presa su ruote o cingoli (ruspe, pale meccaniche e simili) manualmente, con mezzi a mobilità libera o vincolata, mediante carrelli elevatori, T
STRU ZIONE
U
o mediante benne di prelevamento e nastri trasportatori. mediante sistemi automatizzati, ecc.); L’ISTR
• presenza di settori destinati alle operazioni di imballaggio, composizione, scom- -
CULTU
Piazzale ordinato posizione e rifusione delle unità di carico. B.9. TURE PER IONE
U T Z
È costituito da una superficie di stoccaggio piana, opportunamente consolidata, rifini- STR RMA
INFO
ta con manto idoneo a facilitare il transito dei vettori di trasporto e/o dei mezzi di movi- Nella progettazione dei magazzini si adottano frequentemente moduli di dimensio- RA E
mentazione dei carichi. Frequentemente sul manto della superficie di stoccaggio namento unificati, corrispondenti a pallet (o multipli di pallet) che assicurano la con- .
(asfaltato od altro) sono tracciate le linee (e i numeri) che individuano gli ordinati gruenza tra la disposizione di stivaggio delle unità di carico, la potenzialità di presa B.10 TURE PER
T
STRU TO
moduli di stoccaggio e le corsie per i mezzi di movimentazione. e trasferimento dei mezzi di movimentazione e la capacità di carico dei vettori. L
IL CU
I piazzali ordinati sono destinati a stoccare materiali disponibili in cataste (materiali I
metallici lavorati, legnami segati, bidoni, ecc.) o merci aggregate in unità di carico pro- La densità di stoccaggio delle merci varia in funzione delle dimensioni e della dis- . ERIAL
B.11 TURE CIMIT
tette da involucri che non temono fenomeni ambientali: colli avvolti da pellicole imper- posizione delle cataste o dei moduli di alloggiamento dei ‘castelli’, del sistema di RUT
ST
meabili, pallets protette, container. movimentazione e delle esigenze di rotazione delle merci e selettività dei prelievi:
I piazzali ordinati costituiscono soluzioni di stoccaggio privilegiata per unità di carico
ordinate in ‘container’ – in particolar modo nelle aree di stoccaggio dei centri di distri- • disposizioni molto compatte in genere corrispondono a una bassa selettività dei
buzione intermodali come gli ‘interporti’ – dato che i container: prelievi, in quanto l’accesso ai colli richiede la traslazione di altri colli antistanti o .
B.2.4EGGI E
• custodiscono le merci e i colli con continuità, dal luogo di spedizione a quello di con- sovrastanti; come tale, è indicato nel caso di stoccaggio di un unico tipo di mer- H
PARC IMESSE
segna, durante le soste e gli scambi e durante il trasporto sui diversi vettori ce che consente il prelievo dei colli periferici direttamente accessibili; AUTO
R
(camion, ferrovia, nave);
• hanno struttura idonea a proteggere le merci dagli agenti atmosferici e dai furti; • disposizioni ad alta selettività, che permettono l’accesso diretto a tutti i colli, impli- .
B.2.5TURE PER E
• hanno struttura autoportante, che consente altresì la sovrapposizione fino a 3÷4 cano una incidenza relativamente maggiore delle superfici delle corsie di movi- STRUT CCAGGIO RCI
ordini. mentazione e, quindi, una minore densità di stoccaggio. O E
LO ST SPORTO M
➥ IL TRA

B 75
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
5. STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI

➦ STRUTTURE ELEMENTARI DI STOCCAGGIO DELLE MERCI

Serbatoi Silos
Strutture di immagazzinamento destinate a sostanze liquide o gassose. Strutture di immagazzinamento e protezione di sostanze e materiali solidi incoerenti
Le dimensioni possono variare notevolmente in funzione del tipo di fluido contenuto, (granulari, polveriformi o simili), compresi alcuni prodotti agricoli ( semi, cereali secchi,
e sono strettamente correlate alla determinazione dei seguenti fattori: granaglie ecc.) con esigenze ambientali o igieniche che ne sconsigliano l’accumulo
• caratteristiche di resistenza della struttura (in metallo, in cemento armato, in mate- all’aperto.
riali plastici, in materiali compositi);
• pericolosità intrinseca dei fluidi contenuti, infiammabilità e caratteristiche dei sistemi Sono generalmente realizzati con strutture in cemento armato o in metallo, eventua-
di sicurezza adottati; mente integrate da apparati di regolazione dell’incidenza dei fattori ambientali (imper-
• sensibilità alla temperatura e agli altri fattori ambientali; meabilizzazione, coibentazione termica, verniciature riflettenti contro ll’irraggiamento
• sistema di movimentazione dei fluidi (con impianto a rete fisso, mediate condotti solare).
mobili o flessibili e autobotti).
La movimentazione dei materiali avviene generalmente con mezzi e modalità diver-
Nel caso di serbatoi destinati a sostanze infiammabili o tali da costituire pericolo per se per il carico e per il prelievo:
l’uomo e per l’ambiente in caso di dispersione, devono essere adottate le severe misu-
re di sicurezza impartite da normative specifiche, alle quali si rimanda (dato che risul- • il carico avviene dall’alto, mediante sollevatori meccanici come: nastri trasporta-
ta estremamente complesso richiamarle tutte; ci limitiamo a segnalare: tori, elevatori a vaschette e simili o, per materiali leggeri, mediante canali d’aspi-
• esigenza di rispettare le prescrizioni in materia di distacchi dei serbatoi contenenti razione;
sostanze a rischio dai nuclei abitati; • il prelievo avviene da bocche poste nel fondo del silos (tramogge), dalle quali il
• esigenza di costruire argini murari intorno ai serbatoi per impedire la dispersione materiale cade per gravità nel contenitore del vettore di asporto, direttamente o
delle sostanze a rischio eventualmente fuoruscite. mediante canali e scivoli.

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DEI CENTRI DI STOCCAGGIO DELLE MERCI

Sussistono criteri di diversa natura in base ai quali è possibile classificare le strutture di Una categoria di strutture di stoccaggio delle merci decisamente caratterizzata dal-
stoccaggio delle merci: l’imporsi di complesse esigenze ambientali è costituita dai magazzini per prodotti ali-
• specializzazione funzionale: determinata in base alla posizione che le strutture di stoc- mentari, e in particolare dai magazzini frigoriferi che, oltre a dover assicurare presta-
caggio occupano all’interno del ciclo di produzione, distribuzione e vendita delle merci; zioni di esercizio adeguate ai requisiti ambientali imposti dalle merci stoccate, devono
• specializzazione per tipologie merceologiche; presentare apparati di accostamento e di carico e scarico dei vettori frigoriferi diretti e
• grado di meccanizzazione e/o automazione delle operazioni di stoccaggio. protetti, tali da impedire qualunque interruzione del ciclo del freddo.
Altra categoria merceologica caratterizzata da esigenze particolari è costituita dai
materiali liquidi, gassosi o solidi-incoerenti (sciolti), che richiedono specifici contenito-
SPECIALIZZAZIONE FUNZIONALE ri di stivaggio (serbatoi, silos) e specifiche modalità di carico e movimentazione.

La specializzazine funzionale delle strutture di stoccaggio delle merci dipende prevalente-


mente dalla posizione che esse occupano all’interno del ciclo di produzione – distribuzio- SPECIALIZZAZIONE PER GRADO DI UNIFICAZIONE,
ne – vendita dei prodotti. MECCANIZZAZIONE, AUTOMAZIONE
In riferimento a tale criterio e a tale posizione nel ciclo, si possono individuare strutture
caratterizzate dall’esigenza di assicurare razionalmente l’espletamento di una o più delle Il grado di unificazione, meccanizzazione e automazione delle strutture di stoccaggio
seguenti attività: e delle operazioni di movimentazione dei colli varia in funzione di diversi fattori, trai
quali si segnalano:
a. magazzini merci in arrivo presso strutture di produzione;
• materiali e componenti di base del processo produttivo; • variabilità o costanza dei dati dimensionali e delle caratteristiche dei colli;
• materiali, pezzi e componenti di ricambio e/o manutenzione degli impianti; • frequenza delle movimentazioni (o ‘indice di rotazione’ delle merci);
• grado di selettività delle movimentazione (se e in quale misura il prelievo di una uni-
b. magazzini merci in partenza dalle sedi di produzione; tà di carico comporta la traslazione di altri colli);
• merci-prodotto da avviare alla distribuzione e vendita; • quantità relativa delle unità di trasporto con caratteristiche dimensionali e di peso
• materiali di scarto o residuali della produzione; omogenee (container, pallet, cassette, pacchi generici, pacchi unificati, ecc.);
• grado di rapidità richiesto nelle operazioni di individuazione, accesso, prelevamen-
c. magazzini centrali di distribuzione e di scambio modale o intermodale tra diversi vetto- to o deposito dei colli;
ri, snodo intermedio tra fonti di produzione e destinazione di consumo; • grado di integrazione delle attività di inventario, catalogazione, ricerca, prelievo e
deposito, registrazione, archiviazione, fatturazione, ecc. delle merci.
d. magazzini merci di scorta dei centri di vendita e di consumo in genere.
Container
Tipico sistema unificato di trasporto e stoccaggio delle merci è rappresentato dall’a-
SPECIALIZZAZIONE PER TIPOLOGIE MERCEOLOGICHE dozione di ‘container’: contenitori con struttura metallica, autoportanti, chiusi, resi-
stenti, idonei a essere sovrapposti l’uno all’altro fino a 3÷4 ordini, che hanno dimen-
La specializzazione per tipologie merceologiche – sempre presente nel caso di magazzini sioni unificate congruenti con quelle delle piattaforme di carico della maggior parte dei
associati alle attività produttive per lo stoccaggio dei prodotti finiti – articola casistiche che vettori.
si differenziano in base ai seguenti fattori: Il container custodisce il suo carico dall’origine alla destinazione ed è particolarmente
indicato nel caso in cui si debba trasportare grandi quantità di merce e il percorso pre-
a. dimensioni delle unità di trasporto e/o degli imballi e/o dei colli; veda scambi unimodali – tra vettori tutti su gomma o tutti su ferro – o intermodali – tra-
sporti per terra e per mare, trasporto su gomma e su ferro – ( le dimensioni unificate
b. caratteristiche degli imballaggi o di altri complementi per il trasporto; dei container sono riportate in Fig. B.2.5./1.)

c. requisiti delle merci, incidenti sulle modalità di stoccaggio, conservazione: Pallet


• requisiti fisici: stato fisico e consistenza (solido, liquido, gassoso),peso, fragilità; La razionalizzazione delle relazioni tra stoccaggio e movimentazione delle unità di
• requisiti ambientali (di conservazione): temperatura, umidità, tasso di polveri; carico è favorito dall’adozione di ‘pallet’, unità concrete e costituite da supporti di cari-
• requisiti di sicurezza: infiammabilità, pericolosità; co (base o paletta) unificate e congruenti con i mezzi più diffusi di movimentazione del-
le unità di carico: carrelli a forche, elevatori e torri mobili a forche, ecc. (per le dimen-
d. esistenza di vincoli nelle modalità di posizione e movimentazione dei colli sioni unificate dei ‘pallet’ si veda. Fig. B.2.5./1.).
(vincoli di posizione: “alto-basso” , vincoli di presa, vincoli di direzione “avanti- Sistemi di stoccaggio modulari con movimentazione dei carichi meccanizzata ed
dietro”); eventualmente automatizzata (si vedano Figg. B.2.5./ 3 e B.2.5./4.), sono particolar-
mente consigliati nelle strutture di stoccaggio, o in loro settori, destinati a merci, omo-
e. esigenza di specifici mezzi di movimentazione (carrelli, carrelli elevatori, carri pon- genee o eterogenee, che comunque possono essere ospitate in contenitori (cassette,
te, gru fisse o mobili, torri mobili, sistemi di condotti a rete, condotti pneumatici, scatole, imballi) di peso ridotto e di dimensioni unificate e in presenza dell’esigenza di
nastri trasportatori, ecc.). alta selettività del sistema di prelievo.

B 76
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI 5.

MAGAZZINI CENTRALI DI DISTRIBUZIONE E/O SCAMBIO, MODALE E INTERMODALE – TIPOLOGIE MAGGIORI RICORRENTI A.ZIONI
NO RALI DI E
GENE ETTAZION
Per quanto riguarda le tipologie di trasporto e stoccaggio delle merci definibili in base all- sede di progetto generale dell’insediamento produttivo o commerciale. PROG
l’applicazione del criterio della specializzazione funzionale, si consideri che le attività indi- Le tipologie definibili in base al punti c. (magazzini centrali di distribuzione e di scambio
cate in a. (magazzini merci in arrivo nelle sedi di produzione), in b. (magazzini delle mer- modale o intermodale tra diversi vettori)possono presentarsi come strutture autonome o
ci in partenza dalle sedi di produzione) e in d. (magazzini merci di scorta dei centri di ven- tra loro integrate, dando luogo a diverse casistiche. B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
dita) sono essenzialmente determinate dal ciclo produttivo dello stabilimento industriale o NISM
del centro commerciale del quale fanno parte; conseguentemente le relative strutture Di seguito si schematizzano attività e prestazioni caratteristiche di alcune tipologie mag- ORGA
devono essere localizzate (concentrate o distribuite), dimensionate e caratterizzate in giori di “centri” a servizio del trasporto e della distribuzione delle merci.

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
STRU
CENTRI DI DISTRIBUZIONE MODALE (arrivi e partenze mediante trasporto su gomma)

In questo tipo di ‘centri di distribuzione’ lo scambio tra diverse modalità di trasporto avviene • piazzale di manovra e stazionamento dei vettori in arrivo e in partenza;
E.NTROLLO
CO NTALE
tra vettori dello stesso tipo, ma di diversa dimensione e/o raggio di percorrenza: i grandi vet- • strutture coperte o chiuse per la sosta temporanea delle merci; AMBIE
tori su gomma, che trasportano carichi voluminosi a lunga distanza (T.I.R.), lo trasmettono • piazzali ordinati per lo stoccaggio all’aperto delle merci (per container);
ad altri vettori, anch’essi su gomma ma in genere più piccoli, che provvedono alla consegna • varco di uscita e immissione nella viabilità ordinaria, generalmente controllato), che
delle singole partite di merci fino alla soglia delle strutture di vendita del territorio servito. può anche coincidere o essere affiancato al varco di accesso. F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
L’interposizione della struttura di scambio si rende necessaria in considerazione delle Costituiscono strutture complementari per l’esercizio di un autoporto: COMP
difficoltà tecniche e dei vincoli normativi che impediscono l’accesso dei T.I.R. all’inter- • uffici per le attività direttive e amministrative dell’autoporto;
no delle aree urbane, nonché dell’opportunità di aggregarel consistenti carichi di pro- • strutture per la gestione tecnico-operativa (centro di controllo della movimentazione);
dotti destinati a estese zone territoriali o a centri urbani, per poi ripartirli nelle quantità
minori richieste dai singoli operatori di vendita o da piccoli gruppi di essi.
• strutture di deposito e manutenzione dei mezzi di movimentazione interni;
• centrali degli impianti tecnologici. G.ANISTICA
URB
Autoporto Costituiscono componenti integrative per l’esercizio di un autoporto:
Tipica struttura di scambio unimodale di grandi dimensioni ed esteso ambito territoria- • strutture d’accoglienza e ristoro per il personale e per gli operatori-ospiti;
le di pertinenza, organizza e relaziona le infrastrutture di arrivo, di partenza e di stazio- • strutture di sostegno delle attività di scambio (uffici di spedizionieri e trasportatori, spor-
namento specifiche dei vettori su gomma, le strutture di stoccaggio per la sosta tem- telli bancari e postali, postazioni per comunicazione a distanza (fax, internet, ecc.).
poranea delle merci in attesa di prelievo e l’eventuale rifusione dei carichi, e le struttu- ZI
re per attività complementari, integrative e di servizio necessarie (v. Fig. B.2.5./6.). In alcuni casi l’autoporto può prevedere ambienti o settori per l’espletamento di operazio- I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
ni di scomposizione o ricomposizione delle unità di trasporto (colli). FRUIB
Costituiscono componenti essenziali di un autoporto: In prossimità dei valichi di confine, l’autoporto può ospitare anche le strutture destinate
• varco d’accesso dalla viabilità ordinaria, generalmente controllato; all’espletamento dei controlli e delle formalità doganali. B.2. TURE PER
T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
PER L
TURE
CENTRI DI DISTRIBUZIONE INTERMODALE
B.5. TURE I
UFFIC
Si ha scambio intermodale quando le merci arrivano con tipo di un mezzo di trasporto e Trasporti per mare, in arrivo o in partenza: STRUT ERCIALI E
C O MM
ripartono con mezzi e modalità di trasporto differenti; i casi più frequenti di scambio inter- • bacino di ancoraggio e stazionamento delle navi in attesa;
E
modale si hanno tra: • banchine di accostamento e carico delle navi; TTIVE
• trasporto per terra (su gomma e/o su ferro) e per mare; • cabina di controllo e regolazione del traffico marittimo; B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
• trasporto per terra (su gomma e/o su ferro) e mediante mezzo aereo; • postazioni dei rimorchiatori e delle “pilotine”; A
PER L
• trasporto su gomma e trasporto su ferro. • attrezzature specifiche per carico e scarico delle navi.
ITARIE
B.7. TURE SAN
Interporto Strutture comuni per lo stoccaggio temporaneo delle merci in transito: T RU T
S
Costituisce il più importante e complesso centro di distribuzione delle merci, in presenza • strutture coperte o chiuse per la sosta temporanea delle merci;
dello scambio intermodale tra vettori. In genere si localizza in luogo idoneo alle seguenti • piazzali ordinati per lo stoccaggio all’aperto delle merci (per container); B.8. TURE PER
modalità di scambio: • serbatoi per lo stivaggio temporaneo di sostanze liquide o gassose; T
STRU ZIONE
U
• scambio tra trasporti di terra (su gomma e/o su rotaie) e trasporti per mare (cargo); • silos per lo stivaggio temporaneo di materiali solidi incoerenti. L’ISTR
• scambio tra trasporto su gomma e trasporto su ferro. -
CULTU
L’insediamento è costituito da infrastrutture di arrivo, di partenza e di stazionamen- Strutture per attività complementari e integrative specifiche: B.9. TURE PER IONE
U T Z
to specifiche delle diverse modalità di trasporto e dalle strutture di stoccaggio tem- L’interporto generalmento offre una estesa gamma di servizi e opportunità comple- STR RMA
INFO
poraneo delle merci, nonché dai relativi servizi. (v. Fig. B.2.5./7.) mentari allo scambio delle merci, come sono: RA E
• agenzie bancarie; .
Costituiscono componenti essenziali di un interporto, in riferimento alle modalità di • sportelli postali; B.10 TURE PER
T
trasporto che vi convergono. • postazioni per la comunicazione diretta a distanza; STRU TO
L
IL CU
• uffici di contrattazione, ecc; I
Trasporti su gomma in arrivo o in partenza: • uffici-sede delle compagnie di trasporto e spedizionieri. . ERIAL
B.11 TURE CIMIT
• varco d’accesso dalla viabilità ordinaria, generalmente controllato; STRUT
• piazzale di manovra e stazionamento dei vettori su gomma in arrivo e in par- Strutture per attività complementari e integrative generiche:
tenza; • strutture per la gestione e l’amministrazione dell’interporto;
• varco d’uscita verso la viabilità ordinaria, generalmente controllato, anche affian- • strutture di servizio per gli operatori esterni e interni (accoglienza, igiene, ristoro,
cato o coincidente con il varco di accesso; pernottamento, ecc.).
• strutture di deposito e manutenzione dei mezzi di movimentazione interni.
L’interporto può inoltre prevedere ambienti o settori attrezzati per compiere opera-
Trasporti su ferro, in arrivo o in partenza: zioni di scomposizione o ricomposizione delle unità di trasporto (colli);
• varco d’accesso delle tratte ferroviarie di derivazione e cabina di controllo del .
transito e degli scambi ferroviari; Nei porti o nelle zone prossime ai valichi di confine può ospitare anche strutture B.2.5TURE PER E
STRUT CCAGGIO RCI
• banchine di accostamento e carico dei vettori su ferro (vagoni). destinate all’espletamento dei controlli e delle formalità doganali. O
LO ST SPORTO M
E
IL TRA

B 77
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
5. STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI

➦ MAGAZZINI CENTRALI DI DISTRIBUZIONE E/O SCAMBIO, MODALE E INTERMODALE – TIPOLOGIE MAGGIORI RICORRENTI

FIG. B.2.5./1 DATI DI DIMENSIONAMENTO DI STRUTTURE E ATTREZZATURE FISSE E MOBILI PER IL TRASPORTO E LO STOCCAGGIO DELLE MERCI

TRASPORTO MERCI - TIPI DI PALLET NORMALIZZATI -

TIPO 'A' (I.S.O., U.I.C.) TIPO 'B' (I.S.O.) TIPO 'C' (NON STANDARD) TIPO 'D' (I.S.O.)
80 100 120 120

TIPO 'D' - A DUE VIE


TIPO 'A' - A QUATTRO VIE

TIPO 'C' - A QUATTRO VIE

TIPO 'D' - A QUATTRO VIE


TIPO 'A' - A DUE VIE

TIPO 'B' - A QUATTRO VIE


120

120

120

180
min.59 min.59

PALLET PALLET - DIMENSIONI NORMALIZZATE

PIATTAFORMA CHE TRASFERISCE INSIEMI DI MERCI STANDARD ACCREDIT. LARGHEZZA LUNGHEZZA


(OMOGENEE O ETEROGENEE) IN QUANTITÀ E
TIPO 'A' I.S.O. 800 1200
INGOMBRO TALI DA COSTITUIRE UNITÀ DI CARICO
TIPO 'B' I.S.O. 1000 1200
STANDARD (MODULI DI CARICO).
TIPO 'C' - 1200 1200
PUÒ ESSERE MOVIMENTATA DA MEZZI A TRAZIONE
TIPO 'D' I.S.O., U.I.C. 1200 1800
MANUALE, ELETTRICA, O AUTOMATIZZATA.
I MODULI DIMENSIONALI DEL PALLET SONO I.S.O. = INTERNATIONAL STANDARD ORGANIZATIO
PALLET A DUE VIE (DI CARICO) PALLET A QUATTRO VIE COORDINATI CON QUELLI DEI CONTAINER. U.I.C. = UNION INTERNATIONAL DES CHEMINS DE FER

TRASPORTO MERCI - TIPI DI CONTAINER NORMALIZZATI -


CONTAINER
INGOMBRO
PALLET 1A CASSONI STANDARD PER IL TRASPORTO INTERMODALE
(VEICOLI GOMMATI - FERROVIA - TRASPORTI MARITTIMI)
COSTITUISCONO LA PRINCIPALE UNITÀ DI TRASPORTO
PER LE LUNGHE E LUNGHISSIME PERCORRENZE.
I TIPI DI CONTAINER PREVALENTI HANNO DIMENSIONI E
244

CARATTERISTICHE DI CARICO FISSATE DALLE NORME


I.S.O. PER LA CLASSE '1' (V. TABELLA)
IL TIPO '1C' (I.S.O.) COSTITUISCE UNITÀ DI MISURA SIA
RISPETTO ALLE ALTRE CLASSI, SIA RISPETTO ALLA
VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ DI CARICO DEI VETTORI,
DELLE FLOTTE, DEI PIAZZALI, DEI PORTI.

1219,20
CONTAINER TIPO 1A, 1AA (CON DISPOSIZIONE TRASVERSALE DEI MODULI-PALLET)

INGOMBRO
PALLET 1A
243,80

243,80

912,10 INTERASSE BLOCCHI D'ANGOLO 585,30


CONTAINER TIPO 1B, 1BB (CON DISPOSIZIONE TRASVERSALE DEI MODULI-PALLET) CONTAINER TIPO C1 - ASSONOMETRIA
INGOMBRO CONTAINER - DIMENSIONI NORMALIZZATE (I.S.O.)
PALLET 1A
CLASSE '1' ALTEZZA LARGH. BLOCCHI LUNGH. BLOCCHI PESO
mm mm interasse mm interasse lordo, kg
TIPO 1AA, 1BB, 1CC
TIPO 1A, 1B, 1C

TIPO 1A 2438 2438 225,9 12192 1198,5 30480


TIPO 1AA 2591 2438 12192 30480
259,30
243,80
243,80

TIPO 1B 2438 2438 225,9 9125 891,8 25400


TIPO 1BB 2591 2438 9125 25400
TIPO 1C 2438 2438 225,9 6058 585,3 20320
TIPO 1CC 2591 2438 6058 20320
TIPO 1D 2438 2438 2991 10160
605,60 TIPO 1E 2438 2438 1968 7110
CONTAINER TIPO 1C, 1CC (MODULI-PALLET LOGITUDINALI) ALTEZZE CLASSE '1' TIPO 1F 2438 2438 1460 5080

B 78
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI 5.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.5./2 DATI DI DIMENSIONAMENTO PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO DEI CONTAINER GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

250
250
C.RCIZIO

250
250
E
ESE ESSIONAL
PROF

250
250
D.GETTAZIONE
250 150 250 150 250 150 250 150 250 150 250 150 250 150 250 150 250 250 250 250 250 1000 250 250 250 250

PRO TTURALE
STRU

610

610
E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE
610

610
F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
STOCCAGGIO DIMENSIONATO PER MOVIMENTAZIONE CON CARRO-PONTE (A 'CAVALIERE) STOCCAGGIO PER MOVIMENTAZIONE FRONTALE CON CARRO-GRU (CONTAINER 1C)

G.ANISTICA
URB
250
250

250
250

250

ZI
I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
250 250 250 250 1400 250 250 250 250 FRUIB

B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
O
610

LA M

B.3. TURE PER


1220

T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
610

B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
IM O
PER L
TURE

B.5. TURE I
STOCCAGGIO PER MOVIMENTAZIONE LATERALE A FORCHE STOCCAGGIO PER MOVIMENTAZIONE FRONTALE A FORCHE (CONTAINER TIPO 1A) UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
STOCCAGGIO E TRASPORTO DI CONTAINER - DIMENSIONI DI CONGRUENZA E
TTIVE
CONTAINER 1C = 605,80 243,80 INTERASSE BLOCCHI = 585,30 225,9 B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
B.7. TURE SAN
243,80

243,80

T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
÷ 126

L’ISTR
243,80

-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
U T Z
60 600÷ 750 68÷ 365 ÷ 196 STR RMA
INFO
INTERASSE BLOCCHI 585,30 ÷ 245 RA E
.
B.10 TURE PER
T
CONTAINER 1A = 1220 STRU TO
243,80

L
IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
243,80

RUT
ST
243,80
25

90 126 120÷ 360


CONTAINER 1C = 605,80 243,80 243,80
INTERASSE BLOCCHI D'ANGOLO 1198,50 .
B.2.5TURE PER E
STRUT CCAGGIO RCI
TRASPORTO SU GOMMA DEI CONTAINER TIPO 1A, 1C STOCCAGGIO DI CONTAINER TIPO 1C O E
LO ST SPORTO M
IL TRA

B 79
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
5. STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI

➦ MAGAZZINI CENTRALI DI DISTRIBUZIONE E/O SCAMBIO, MODALE E INTERMODALE – TIPOLOGIE MAGGIORI RICORRENTI

FIG. B.2.5./3 STRUTTURE COMPATTE A ‘CASTELLO’ PER PALLETS, CON CARICAMENTO MECCANICO (manovrato)

"CA STELLO" COMPATTO STRUTTURAE DI STOCCAGGIO DI P ALL ETS SU PIÙ LIVELLI


SISTEMA CON STALLI SU PIÙ PIANI SERVITO DA TRASLAELEVATORE A TORRE, SU RUOTE
I CONTAINER, ESSENDO CHIUSI ED AUTOPORTANTI, POSSONO ESSERE
SCHEMA DI MANOVRA VERTICALE DIRETTAMENTE SOVRAPPOSTI (IN GENERE FINO A TRE ORDINI).

I PALLETS SONO COSTITUITI SEMPLICEMENTE DA UNA PIATTAFORMA D'APPOGGIO


MODULARE, E POSSONO ESSERE APERTI O CHIUSI CON VARI TIPI DI IM BALLA GGI;
PERETANTO, PER ESSERE STIVATI SU PIÙ LIVELLI RICHIEDONO ST ALLI SO RRETTI
MOD.1
DA IDONEE STRUTTURE ("CASTELLI").
LE DIMENSIONI ED IL NUMERO DI LIVELLI DEGLI STALLI DIPENDONO:
- DAL TIPO E DAL NUMERO DI P ALL ET OSPITATI DAL SINGOLO ST ALLO (A, B, C, D);
- DAL PESO DE LLA M ERCE
MOD.2
- DALLA PORTANZA DE LLA STRUTTURA DEL CASTELLO.
L'ALTEZZA E IL GRADO DI COMPATTEZZA DELLE STRUTTURE DI STIVAGGIO
DIPENDE ANCHE DAL MECCANISMO DI CARICO E SCARICO ADOTTATO:
- A CARRELLO ELEVATORE SEMPLICE
- A GRU
- A TRASLOELEVATORE 'A TORRE', MONTATA SU RUOTE
- A TRASLOELEVATORE 'A TORRE' SOSPESO A BINARI AEREI
STRUTTURA (AUTOMATIZZATO O CON OPERATORE)
DEL 'CASTELLO'
ACCANTO VIENE SCHEMATIZZATO UN SISTEMA COMPATTO DI STIVAGGIO DELLE
MERCI, A MODULO STRUTTURA COSTANTE (MODULO 2) ,CAPACE DI OSPITARE
PALLET DIVERSI PALL ETS (PER TIPO E PER NUMERO), FORMATO DA:
- SERIE AFFRONTATE DI ST ALLI (8 L IVELLI) CON ACCESSO DALVANO CENTRALE;
- TRASLOELEVATORE 'A TORRE' MONTATO SU RUOTE;
TORRE - PALLETS NORMALIZZATI TIPO 'A' e 'D' (MODULO 1) .
MOD. 1 = MODULO DELLA STRUTTURA, DETERMINATO PER OSPITARE UNO O PIÙ
PALLETS DEI TIPI PIÙ FREQUENTI (A, D), E RELATIVI SPAZI DI MANOVRA.
NEGLI SCHEMI RIPORTATI, GLI ST ALLI POSSONO OSPITARE:
- 4 PALLETS TIPO 'A' (DUE PER OGNI FRONTE DI CARICO);
PIATTO DI CARICO - 2 PALLETS TIPO 'D' (UNO PER OGNI FRONTE DI CARICO)
CON FORCHE MOBILI - 2 PALLETS TIPO 'A' (SU UN FRONTE) + 1 DI TIPO 'D' SULL'ALTRO FRONTE
MOD. 2 = MODULO PALLETS (SI VEDA FIG. B.2.5./1)
SI RICHIAMANO I TIPI FREQUENTEMENTE UTILIZZATI:
TIPO 'A' = 800 x 1200
VETTORE SU RUOTE TIPO 'B' = 1000 x 1200
TIPO 'D' = 1200 x 1800

SCHEMA DI MANOVRA ORIZZONTALE

PALLET
MOD.2.

PALLET TIPO A
TIPO D PALLET
TIPO A
MOD.1
(2xA)
MOD.1
(1xD)

MOD.1 MOD.1
MOD.2

TRASLOELEVATORE 'A TORRE' TRASLOELEVATORE 'A TORRE'


MONTATA SU RUOTE MONTATO SU VETTORE A TERRA

B 80
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI 5.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.5./4 STOCCAGGIO DELLE MERCI – “CASTELLI” COMPATTI, CON CARICAMENTO MECCANICO O AUTOMATIZZATO GENE ETTAZION
PROG

SCHEMA DI "CASTELLO" COMPATTO STRUTTURA DI STIVAGGIO A MODULO COSTANTE


B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
SISTEMA CON STALLI A M ODULO COSTANTE NORMALIZZATO COMPATIBILE CON MECCANISMI DI CARICO AUTOMATIZZATI NISM
E TRASLOELEVATORE 'A TORRE ' SOSPESO A BINARI AEREI, ORGA
(ANCHE A MECCANISMO AUTOMATIZZATO) NEL CASO DI STRUTTURE DI STIVAGGIO DESTINATE A P ALL ETS DELLO STESSO
TIPO (MERCI OMOGENEE O CARICHI UNIFICATI), LA UNIFORMITÀ DEGLI ST ALLI
SCHEMA DI MANOVRA VERTICALE CONSENTE ANCHE L'ADOZIONE DI APPARATI DI CARICO AUTOMATIZZATI.
C.RCIZIO E
BINARI AEREI NELLO SCHEMA PROPOSTO, IL SISTEMA COMPATTO DI STIVAGGIO DELLE MERCI ESE ESSIONAL
A MODULO COSTANTE È FORMATO DA: PROF
- SERIE DI STALLI A FFRONTATI, DISPOSTI SU OTTO LIVELLI, CON ACCESSO DAL
VANO DI CARICO CENTRALE (MODULO 2);
- TRASLOELEVATORE 'A TORRE' , SOSPESO A BINARI AEREI, CHE SCORRE NEL D.GETTAZIONE
VANO CENTRALE E PROVVEDE AL CARICO E SCARICO DEI CONTENITORI PRO TTURALE
- (ANCHE CON MECCANISMO AUTOMATIZZATO); STRU
CONTENITORI: PALL ETS NORMALIZZATI (MOD.1, P ALL ET TIPO 'A' ISO) .

E.NTROLLO
FORCHETTE SCHEMA ASSONOMETRICO CO NTALE
DI CARICO AMBIE

STRUTTURA F. TERIALI,TECN
ICHE
DEL 'CASTELLO' MA ONENTI,
COMP
PALLETS

TRASLAZIONE G.ANISTICA
VERTICALE URB

ZI
I SPA
M1.

B.1. ILITÀ DEGL


FRUIB

B.2. TURE PER


M2.

T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


T
STRU ETTACOLO
SCHEMA DI MANOVRA ORIZZONTALE LO SP
M2. M1. M1. ZZA-
B.4. TI E ATTRERT
PIAN SPO
PALLET.

IM O
PER L
TIPO A

M2. M2.
TURE

B.5. TURE I
UFFIC
STRUT ERCIALI E
C O MM
E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
T Z
STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
U T Z
STR RMA
INFO
RA E
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
ST

MOD. 1 = MODULO STRUTTURA (ST ALLI) RULLI TRASPORTATORI ( ALLA ZONA DI SCAMBIO CON L' ESTERNO)
.
MOD. 2 = MODULO CONTENITORI (PALL ETS) TRASLOELEVATORE 'A TORRE' SOSPESO A BINARI AEREI B.2.5TURE PER E
PERCORSI DI TRASLAZIONE ORIZZONTALE E VERTICALE DELLE MERCI STRUT CCAGGIO RCI
O E
LO ST SPORTO M
IL TRA

B 81
B.2. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
5. STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI

➦ MAGAZZINI CENTRALI DI DISTRIBUZIONE E/O SCAMBIO, MODALE E INTERMODALE – TIPOLOGIE MAGGIORI RICORRENTI

FIG. B.2.5./5 STRUTTURE PER IL TRASPORTO DELLE MERCI – PARCHEGGIO E STAZIONAMENTO PER AUTOCARRI

DATI DI INGOMBRO DI AUTOCARRI, AUTOCARRI CON RIMORCHIO, AUTOARTICOLATI

410

410
92 126
92 122
60 356 638 68 365 178 60 600 750 68 365 196
520 1220 245 730 1220 245
600 960
186 100

126
105

25
60 300 365 100 90 90 120 196
575 243
456 516 1800 3000
1370 1600
380

126
25

60 285 120 90 90 126 120 360 196


576 1048
548 1680 2400 243

ESEMPI DI AREE DI PARCHEGGIO PER AUTOCARRI E AUTOARTICOLATI


2630
750 1130 750 1500 2000 1250 500 1250 500 1250

R=1200
0
35

12
50

PARCHEGGIO PER AUTOCARRI (2 3 ASSI) ESEMPIO DI BANCHINA DI ACCOSTAMENTO PER AUTOCARRI (2 3 ASSI)
A 45¡ CON CORSIE LATERALI A SENSO UNICO
2460 4000 6200 2400
400 1660 400 1200 2000 1600 2200 1200 2000 1200 1200
400

400
0
35

R=1000 CM.
20
00

PARCHEGGIO PER AUTOCARRI CON RIMORCHIO PARCHEGGIO PER AUTOCARRI CON RIMORCHIO PARCHEGGIO PER AUTOCARRI (4 5 ASSI)
A 45¡ CON CORSIE LATERALI A SENSO UNICO A 90¡ CON CORSIE LATERALI A SENSO UNICO A 90¡ CON CORSIA A SENSO UNICO

B 82
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.2.
STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI 5.

A.ZIONI
NO RALI DI E
FIG. B.2.5./6 STRUTTURE PER IL TRASPORTO DELLE MERCI – AREE DI STOCCAGGIO E DI SCAMBIO UNIRMODALE E INTERMODALE GENE ETTAZION
PROG

B.STAZIONI DILEGIZLII
PRE I ED
NISM
ORGA

C.RCIZIO E
ESE ESSIONAL
PROF

D.GETTAZIONE
PRO TTURALE
LIMITE COPERTURA

LIMITE COPERTURA
STOCCAGGIO

STOCCAGGIO

STOCCAGGIO

STOCCAGGIO

PIAZZALE DI MANOVRA
BANCHINA

BANCHINA

BANCHINA
PIAZZALE DI MANOVRA

BANCHINA
STRU

E.NTROLLO
CO NTALE
AMBIE

F. TERIALI,TECN
ICHE
MA ONENTI,
COMP
1600 1680 1440 1560 700 1440 1560 1600 1680

UFFICI UFFICI
G.ANISTICA
URB
STOCCAGGIO STOCCAGGIO 120
0,00 0,00

STRUTTURA DI RIBALTA GOMMA - FERROVIA, CON BINARI PARALLELI E STOCCAGGIO MERCI AL COPERTO

ZI
I SPA
B.1. ILITÀ DEGL
FRUIB

B.2. TURE PER


T
STRU BILITÀ
O
LA M

B.3. TURE PER


STOCCAGGIO
BANCHINA

BANCHINA

T
STRU ETTACOLO
LO SP
ZZA-
B.4. TI E ATTRERT

428
PIAN SPO
IM O
PER L
120 TURE

B.5. TURE I
UFFIC
0,00 STRUT ERCIALI E
C O MM
196 93,5 143,5 E
TTIVE
B.6. TURE RICE IONE
PROIEZIONE DELLE COPERTURE (EVENTUALI) 245 315
T Z
STRUTTURA DI RIBALTA GOMMA - FERROVIA, CON BINARI A SPINA DI PESCE BANCHINE DI CARICO/SCARICO STRU RISTORA
A
PER L
ITARIE
B.7. TURE SAN
T RU T
S

B.8. TURE PER


T
STRU ZIONE
U
L’ISTR
-
CULTU
B.9. TURE PER IONE
STOCCAGGIO
BANCHINA

BANCHINA

U T Z
STR RMA
INFO
RA E
.
B.10 TURE PER
T
STRU TO
L
IL CU
I
. ERIAL
B.11 TURE CIMIT
RUT
ST

UFFICI UFFICI

STOCCAGGIO 120
.
0,00 B.2.5TURE PER E
STRUT CCAGGIO RCI
O E
STRUTTURA DI RIBALTA GOMMA - GOMMA, CON STOCCAGGIO MERCI AL COPERTO LO ST SPORTO M
IL TRA

B 83
B 84

B.2.
5.
PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LA MOBILITÀ
STRUTTURE PER LO STOCCAGGIO E IL TRASPORTO MERCI
FIG. B.2.5./7 SCHEMA DELLE ATTIVITÀ E DELLE RELAZIONI DI UN’AREA ATTREZZATA PER LO SCAMBIO INTERMODALE (“interporto”)

➦ MAGAZZINI CENTRALI DI DISTRIBUZIONE E/O SCAMBIO, MODALE E INTERMODALE – TIPOLOGIE MAGGIORI RICORRENTI
CONNESSIONI FERROVIARIE CONNESSIONI FERROVIARIE

TEMINALE CONTAINER

PARCHEGGI OPERATORI
PARCHEGGI OPERATORI

PARCHEGGI OPERATORI
RIBALTA FERRO-GOMMA

RIBALTA GOMMA - FERROVIA RIBALTA FERROVIA - GOMMA

STOCCAGGIO CONTAINER
PIAZZALE DI MANOVRA AUTOMEZZI

STAZIONAMENTO MEZZI IN ATTESA PARCHEGGI OPERATORI STAZIONAMENTO MEZZI IN ATTESA


RIBALTA GOMMA-GOMMA

RIBALTA GOMMA - GOMMA RIBALTA GOMMA - GOMMA


STOCCAGGIO COLLI
NON NORMALIZZATI
ACCESSO DI SERVIZIO

ACCESSO DI SERVIZIO
DISTRIBUTORE CARBURANTE
SERVIZI GENERALI

PARCHEGGI STRUTTURE RICETTIVE PARCHEGGI DEI SERVIZI GENERALI


CONTROLLO

FINANZA
VV.FF.

STRUTTURE RICETTIVE SERVIZI GENERALI SERVIZI TECNICI


(HOTEL, RISTORANTE, MENSA, BAR) (BANCA, POSTE, UFFICI COMPAGNIE, ECC.) (OFFICINE, CENTRALI IMPIANTI)

ENTRATA/USCITA OPERATORI ENTRATA/USCITA AUTOMEZZI


CONNESSIONE CON LA RETE STRADALE

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