La Riflessione Su Un Dissidio Liturgico
La Riflessione Su Un Dissidio Liturgico
La Riflessione Su Un Dissidio Liturgico
Nicola Cabàsilas è uno dei fondatori della scienza liturgica nella tradizione bizantina e
poi pan-ortodossa. La sua interpretazione della Divina Liturgia e il trattato “Sulla vita in
Cristo” sono gli esempi di creazione di un intero sistema sacramentologico. Tuttavia,
Cabàsilas non solo ha esaminato la storia dello sviluppo del culto bizantino, ma ne ha anche
condotto un’analisi comparativa con le usanze latine, che è stata menzionata nei materiali
inviati a noi.
Per quanto riguarda il dibattito sul posto dell’epiclesi nel sacramento della
transustanziazione dei Santi Doni nell’Eucaristia, I. Meyendorff afferma, che con Cabàsilas
questa è stata la prima polemica mai scritta su questo argomento1.
L’essenza della controversia era la seguente. In Occidente dominava la dottrina della
transustanziazione dei Doni mediante il potere delle parole istitutive (Mt 26, 26-28): da un
lato, era una continuazione della tradizione patristica latina; dall’altro, divenne parte del
sistema di teologia dei sacramenti creato dagli scolastici latini, in cui la necessità di una
forma per ciascun sacramento era un elemento fondamentale. Pertanto, secondo gli autori
cattolici, dopo le parole istitutive, i Doni sono già completamente consacrati – su questa base
hanno criticato la tradizione liturgica bizantina, nell’anafora della quale dopo le parole
istitutive segue una petizione per la consacrazione dei Doni2.
La principale obiezione di Cabàsilas alla comprensione occidentale era che i sacramenti
non venivano eseguiti con una formula isolata dal contesto, ma con tutta la preghiera della
Chiesa. È noto che a volte Dio risponde alle nostre preghiere, a volte no. Tuttavia, ci sono
preghiere speciali che non possono che essere ascoltate. Secondo la promessa del Salvatore,
tale preghiera è una preghiera per il dono dello Spirito Santo (Lc 11,13). Pertanto, in tutti i riti
orientali della Liturgia (e degli antichi occidentali), la preghiera eucaristica termina sempre
con un’epiclesi, cioè l’invocazione dello Spirito Santo per i doni: lo Spirito Santo è l’Attore
del sacramento:
È notevole che il tono della polemica di Cabàsilas sia abbastanza pacifico. Cabàsilas si riferisce
anche alla Messa latina, la cui validità riconosce senza dubbio: sta cercando di appianare le
differenze tra le tradizioni orientali e occidentali, sostenendo che i cattolici fanno la stessa cosa
che facciamo noi, senza saperlo. Nella preghiera di “Supplices te rogamus” (l’invocazione di un
angelo che deve portare i doni benedetti al trono di Dio), vede lo stesso significato dell’epiclesi:
1
I. MEYENDORFF, Introduzione alla teologia patristica, Kiev, 2002, p. 338.
2
M. ŽELTOV, “Eucaristia”, in L’Enciclopedia ortodossa, v. XVI, Mosca, 2008, p. 629.
senza preghiera, la benedizione non è completata, la conversione finale dei doni non è ancora
avvenuta, stanno aspettando quest’ultima preghiera, che completerà la loro trasformazione nel
Corpo e nel Sangue di Cristo3.
Sulla base di quanto precede, in quanto modesto adempimento del compito di esprimere
proprio opinione, mi permetterò di condividere la mia impressione di aver frequentato il
corso “Introduzione alla liturgia” l’anno scorso. A una delle lezioni abbiamo parlato di un
aspetto trinitario fondamentale dei sacramenti della Chiesa, secondo il quale il sacramento si
compie dal Padre, attraverso il Figlio e nello Spirito Santo. Subito dopo è stato affermato che,
in realtà, non vi è alcuna differenza quali parole siano considerate costitutive per il
sacramento: quelle di Cristo o un’epiclesi. E quindi tutti questi controversie teologiche
medievali sono solo un gioco delle parole senza nessun legame con l’essenza del sacramento.
Tuttavia, nella luce del principio trinitario fondamentale e di conseguenza della teologia
di Cabàsilas e degli altri padri orientali non è ovvio, che l’economia della salvezza e la
comprensione del sacramento come ciò che viene fatto non da una persona, ma
esclusivamente da Dio (anche se su richiesta della riunione della Chiesa) non lasciano la
minima possibilità di un atteggiamento libero verso la questione della procedura per eseguire
la preghiera eucaristica.
Si può presumere, che le cause della diminuzione del ruolo dell’epiclesi, così come la
correzione del Credo da parte della teologia cattolica, dovrebbero essere ricavate, come detto
sopra, nella patristica occidentale, in cui la figura del grande sant’Agostino con la sua
specifica dottrina sulle persone della Santissima Trinità come relazioni e, in particolare, sullo
Spirito Santo come relazione d’amore tra il Padre e il Figlio. Sembra, che propria da qui
nascela parziale scomparsa della realtà della Persona dello Spirito. La triadologia dei
cappadoci non sapeva nulla di simile.
3
I. MEYENDORFF, Introduzione alla teologia patristica, Kiev, 2002, p. 338.