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Cristo e Asclepio
Culti terapeutici e taumaturgici
nel mondo mediterraneo antico fra pagani e cristiani
Atti del Convegno Internazionale
Accademia di Studi Mediterranei, Agrigento 20-21 novembre 2006
a cura di
Enrico dal Covolo e Giulia Sfameni Gasparro
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Prefazione
Una Omelia del Patriarca di Antiochia, Severo, pervenuta nella traduzione
copta delloriginale greco, composto negli anni 513-514,1 nelloffrirci uno dei
tanti racconti agiografici relativi alle straordinarie vicende dei martiri di epoca
dioclezianea, delinea con tratti vivaci uno scenario di confronto-scontro tra
Asclepio e Cristo che offre piena giustificazione storica alla scelta del tema
oggetto del Convegno agrigentino di cui si presentano qui i risultati. Severo,
nel ricordare ai fedeli la propria esperienza di conversione dallerrore dei
Gentili alla fede cristiana avvenuta nel periodo della sua giovinezza studiosa di diritto a Berytos presso il martyrion del santo Leonzio di Tripolis, ne
evoca il martirologio (marturolovgion) quale dichiara gli stato narrato
da un anziano del luogo. Si tratta dunque della versione ufficiale della storia
del martire, quale era presente alla coscienza dei fedeli dei primi decenni del
VI secolo, i quali pertanto dovevano essere in grado di comprendere il significato del conflitto di potere che, per lazione del santo, si sarebbe verificato
negli anni cruciali della cruenta persecuzione di Diocleziano e Massimiano.
Questultimo menzionato come il rex iniquus alla cui epoca Leonzio, presentandosi spontaneamente al magistrato quale compagno (koinwnov") del
cristiano Publio catturato dai soldati, viene sottoposto a un crudele tormento,
essendo immerso in una padella ripiena di grasso ed olio bollenti. Ma queste
sostanze, invece che procurarne la morte, aderiscono al suo corpo come un
remedium medici pretiosum e curano le ferite provocate dal precedente supplizio.
A questo punto si innesca un vivace contraddittorio tra i protagonisti della
scena: al martire che denunzia la malvagit e lispirazione diabolica del magistrato questultimo oppone una dichiarazione di fede negli di tradizionali e
nella potenza risanatrice di Asclepio: Per magnos deos manifestatur quia es homo
bonus, o Leonti; propterea deus meus Asclepius descendit in sartaginem et sanavit te;
etenim huiusmodi emplastrum confecit ille ut sanaret corpora; veni igitur et sacrifica illi,
Il testo stato pubblicato in traduzione latina, con ricca introduzione critica, da G. GaTextes hagiographiques orientaux relatifs Saint Lonce de Tripoli. II. Lhomlie copte de Svre
d'Antioche, Le Muson 79, 1966, 335-386. Per le questioni relative alla vicenda di Severo,
accusato proprio di adesione al paganesimo e di pratiche magiche da parte degli avversari, mi
sia permesso segnalare il mio contributo Magia e demonologia nella polemica fra cristiani e pagani
(V-VI sec.): La Vita di Severo di Zaccaria Scolastico, MHNH 6, 2006, 33-92.
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ritte,
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ut dimittam te. Leonzio risponde con una dura condanna del culto idolatrico e
laffermazione di essere stato sanato da Cristo. Fallito un tentativo dei sacerdoti di Asclepio di guarire un paralitico, interviene Leonzio che, spalmando
sul corpo del malato la cera che ricopriva il suo stesso corpo, ne ottiene la miracolosa guarigione nel nome di Cristo. La partita dunque vinta da questultimo e riceve piena legittimazione la pratica rituale che, nellattualit del culto
martiriale, si compie nella chiesa di Tripolis, in cui appunto la cera che aveva
protetto il corpo di Leonzio, raccolta e custodita in un vaso dargento, usata
quale farmaco efficace per i malati, come Severo testimonia riferendo alcuni
miracoli.
Il documento brevemente evocato esemplifica efficacemente una problematica di fondamentale interesse storico-religioso quale quella dei processi
di trasformazione che, in una dialettica complessa di sostituzione e di utilizzazione di elementi, risemantizzati in un nuovo contesto religioso, segnano
la fase decisiva della storia culturale del mondo tardo antico in cui si compie
il confronto fra le tradizioni religiose del mondo mediterraneo a struttura
politeistica e il nuovo messaggio cristiano. Il problema di tale trasformazione
assai complesso e non pu essere certo affrontato in maniera semplicistica
in termini di derivazione e di influssi, neppure in quei casi come quello dei culti terapeutici tradizionali da una parte e dallaltra le varie forme di
pratiche di guarigione e miracoli connessi al culto di martiri e santi in cui
le analogie nelle modalit rituali e negli effetti pratici appaiono assai forti.
Basti pensare allutilizzazione gradualmente sempre pi ampia della pratica
dellincubazione nei martyria e nelle chiese dedicate ai vari santi-medici, di cui
indubbia lorigine pagana nei culti di Asclepio in particolare ma anche
in numerosi altri affini e alluso di sostanze varie per ottenere la guarigione,
come esemplificato dal caso di Leonzio. In tutti questi casi, infatti, necessario procedere con adeguati strumenti metodologici e duttili criteri interpretativi, al fine di discernere insieme con le analogie i significati e le peculiari
valenze religiose attribuite nel nuovo scenario cristiano a quelle pratiche, una
volta avvenuta la profonda mutazione del referente religioso, dai molti di
funzionali di un contesto politeistico al Dio di un monoteismo come quello
cristiano che identifica in Cristo-Signore, che la riflessione teologica nel suo
lungo percorso non privo di conflitti e diversificazioni su cui naturalmente
non qui il caso di discutere giunge a riconoscere pari in natura e dignit al
Padre, lunico mediatore fra questo e gli uomini. Martiri e santi, in particolare
quelli connessi con la sfera sempre pi vasta del monachesimo e delle varie
forme di ascetismo, pur oggetto di forme di culto intensamente partecipate
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Prefazione
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Prefazione
Il nostro Convegno, come il precedente ad esso cos strettamente collegato negli interessi e nelle metodologie, si colloca nei Percorsi di studio compiuti
ormai da molti anni dallAccademia di Studi Mediterranei agrigentina, per
iniziativa del suo Presidente, il Prof. Serafino Mansueto, e della sua vivace
ispiratrice, la Presidente onoraria Prof. Assuntina Gallo Afflitto. Se ad entrambi, insieme con il collega Prof. Enrico dal Cavolo, sono lieta di esprimere
qui il mio cordiale ringraziamento per averci affidato il compito di organizzare le due giornate di studio di cui questo volume riflette lo svolgimento, non
posso tacere il mio particolare debito di riconoscenza e la mia espressione
di amicizia per la Prof. Assuntina, al cui entusiasmo, dedizione e intelligenza
sono debitori quanti, ormai numerosissimi, studiosi delle pi diverse discipline, sono da lei sollecitati ogni anno a riflettere su importanti problemi di
ordine culturale. I periodici incontri, da cui segnato il percorso scientifico
dellAccademia, sono occasione non soltanto di approfondimenti e scambi
di esperienze intellettuali ma anche di intreccio e consolidamento di rapporti
umani egualmente significativi e produttivi.
Un vivo ringraziamento va anche alla Commissione editoriale della Editrice LAS che accoglie questi Atti nella prestigiosa Collana Biblioteca di Scienze religiose.
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Abbreviazioni e sigle
Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften in Mainz, Geistes und sozialwissenschaftliche Klasse
ABSA
Annual of the British School at Athens
AnBoll
Analecta Bollandiana
AnnMusGuim Annales du Muse Guimet
ANRW
Aufstieg und Niedergang der rmischen Welt: Geschichte und Kultur Roms im
Spiegel der neueren Forschung, edd. H. Temporini - W. Haase, Berlin-New
York
AttRegAccLinc Atti della Regia Accademia dei Lincei
BAGB
Bulletin de lAssociation Guillaume Bud
BCH
Bulletin de correspondance hellnique
BIFAO
Bulletin de lInstitut Franais dArchologie Orientale du Caire
BLE
Bulletin de littrature ecclsiastique
ByzZ
Byzantinische Zeitschrift
CCC
Civilt classica e cristiana
CE
Chronique dEgypte
CahierOrient Cahiers dorientalisme
CRAI
Comptes rendus de lAcadmie des Inscriptions et Belles-Lettres
DOP
Dumbarton Oaks Papers
EA
Epigraphica Anatolica: Zeitschrift fr Epigraphik und historische Geographie
Anatoliens
EPRO
tudes prliminaires aux religions orientales dans lEmpire Romain, Leiden
FRLANT
In Gasparro
GLNT
Grande Lessico del Nuovo Testamento
GRBS
Greek, Roman and Byzantine Studies
HThR
Harvard Theological Review
INJ
In Bricault
JBL
Journal of Biblical Literature
JEA
Journal of Egyptian Archaeology
JECS
Journal of early Christian studies
JHS
Journal of Hellenic Studies
JJS
Journal of Jewish Studies
JByz
Jahrbuch der sterreichischen Byzantinistik
AbhMainz
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Abbreviazioni e sigle
In Gasparro
Journal of Roman archaeology
Journal for the study of Judaism: (in the Persian, Hellenistic and Roman period)
JTS
Journal of Theological Studies. Oxford, Clarendon Press
MHNH
MHNH, Revista Internacional de investigacin sobre Magia y Astrologa
antiguas, Mlaga
MIFAO
Mmoires de lInstitut Franais dArchologie Orientale du Caire
NT
Novum Testamentum: an international quarterly for New Testament and related studies
NTS
New Testament Studies: an international journal publ. quarterly under the
auspices of Studiorum Novi Testamenti Societas
OCA
Orientalia Christiana Analecta
PO
Patrologia Orientalis
RB
Revue biblique
REA
Revue des tudes anciennes
REB
Revue des tudes byzantines
RechScRel
Recherches de science religieuse
REG
Revue des tudes grecques
RHPhR
Revue dhistoire et de philosophie religieuses
RHR
Revue de lhistoire des religions
RivAC
Rivista di Archeologia Cristiana
RThL (RTL) Revue thologique de Louvain
SBL
In Gasparro
SC
Sources Chrtiennes, Paris
SMSR
Studi e materiali di Storia delle religioni
SO
Symbolae Osloenses, auspiciis Societatis Graeco-Latine
TAPA (TAPhA) Transactions and Proceedings of the American Philological Association
TU
Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristliche literatur, Leipzig
-Berlin
VC
Vigiliae Christianae: a review of early Christian life and language
ZS
Zeitschrift fr gyptische Sprache und Altertumskund
ZKTh
Zeitschrift fr Katholische Theologie
ZPE
Zeischrift fr Papyrologie und Epigraphik, Bonn
JQR
JRA
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del controllo sacerdotale del Tempio, e hanno proposto di risolverlo in termini di una sede marginale, situata fuori delle mura cittadine, la cui finalit
terapeutica sarebbe segno della persistenza di antiche pratiche popolari, di
pertinenza semitico-cananea. Gli scavi archeologici sembrano confermare la
realt storica dello scenario delineato nel racconto evangelico e offrire una
precisa localizzazione del complesso in questione che peraltro, pi che nei
due grandi bacini che servivano agli usi del Tempio e, costruiti verisimilmente
nel II secolo a.C., cessarono di funzionare sotto Erode il Grande (m. 44 d.C.),
sarebbe da identificare in un insieme di piccole vasche o bacini di raccolta
delle acque ritrovati presso la chiesa bizantina di SantAnna. Soprattutto interessante, inoltre, la constatazione di un duplice impianto, luno anteriore
alla distruzione di Gerusalemme del 70 d.C., e laltro posteriore al 135 d.C.,
ossia alla fondazione, sulla citt distrutta in seguito allinsurrezione giudaica,
della citt romana di Elia Capitolina. Il primo di tali impianti sarebbe allora
identificabile con la sede terapeutica menzionata nel testo evangelico, mentre
il secondo risulta in maniera inequivocabile un luogo di culto pagano che i
reperti archeologici doni votivi e iscrizioni mostrano dedicato a Serapide,
nella sua tipica funzione di dio guaritore.14
Se la ricostruzione delle due fasi archeologiche esatta e soprattutto se
lidentificazione del primo strato con una sede di bagni con finalit terapeutica, a sua volta assimilabile alla piscina presso la Probatica evangelica corretta, si avrebbe il caso singolare della continuit di una sede sacra a carattere
terapeutico che, dopo unidentit giudaica, assume, sia pure attraverso uno
iato cronologico, una precisa qualit pagana, passando sotto il patrocinio di
una tipica divinit guaritrice.15 In ogni caso, il testo evangelico offre levidenza, a mia conoscenza unica, di una installazione con finalit terapeutiche nella
citt santa, ossia nel cuore stesso di Israele, che peraltro, fin dallepoca biblica,
affidava piuttosto al diretto intervento divino la funzione di guarigione dalla
malattia ovvero riconosceva la facolt di mediare tale funzione a figure sacerdotali o pi spesso profetiche e carismatiche.
Lepisodio in esame illumina dunque una direttrice assai importante del
Su tutta la problematica, dopo Jeremias 1966, si veda Duprez 1970. Cfr. anche Belayche
2001, 160-167 e 2007.
15
Sulle prerogative terapeutiche del culto di Serapide si veda in questo volume il contributo di L. Bricault. Ampio spazio a tali facolt, come noto, era fatto anche nella sfera
religiosa isiaca di et ellenistico-romana. Cfr. Sfameni Gasparro 1999, con la relativa documentazione.
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quadro che andiamo delineando, ossia quella delle sedi cultuali a carattere
terapeutico assai numerose sul versante delle tradizioni dei popoli del Mediterraneo a struttura politeistica, con la loro peculiare nozione della differenziazione funzionale dei poteri nellambito di un pantheon divino, ossia di una
pi o meno organica comunit di personaggi sovrumani distinti per nome,
attributi e ambiti di competenza sulla vita cosmica e umana. Esso in pari
tempo appare articolato su un tema che, comune ai tre contesti religiosi del
giudaismo, del cristianesimo e delle varie tradizioni politeistiche, assume significati diversi in ciascuno di essi, pur nella presenza di analogie significative,
e comunque presenta un diverso peso nei differenti ambienti e momenti storici. Mi riferisco a quella figura di operatore dellazione taumaturgica, a specifica finalit terapeutica, che assume contestualmente e a vario titolo il ruolo
di mediatore fra livello divino, da cui proviene il potere di sanare la malattia,
e livello umano che di tale potere oggetto e beneficiario. Tale motivo e pi
ampiamente lintero quadro di taumaturgia e pratica cultuale terapeutica, peraltro, si collegano in maniera pi o meno esplicita e programmatica a quello
della natura e dellorigine della malattia medesima che risulta allora uno dei
centri nodali dellintero quadro.
Questultima questione di una complessit tale da non poter essere certo illustrata in dettaglio in questa sede, per la variet delle posizioni dalluno
allaltro contesto e, allinterno di ciascuno di essi, in relazione ai diversi momenti storici e agli ambienti sociali, culturali e religiosi di riferimento. Basti
pensare, quale esemplificazione minimale del problema, alla polemica messa
in luce nella Grecia del V secolo a.C. dallopera pseudo-ippocratica De morbo sacro. Lautore, in linea con la posizione del grande rappresentante della
medicina scientifica, Ippocrate appunto, indica in cause naturali di squilibrio fisico lorigine della malattia, e critica duramente quanti nel suo stesso
contesto storico-culturale egli definisce maghi, purificatori, questuanti e
ciarlatani che al contrario identificano in varie potenze sovrumane le causa
dellepilessia e di diverse altre forme di affezione e attribuiscono ad esse la
facolt di sanare.16 In tutto il corso della storia dei Greci e dei popoli delloiDe morbo sacro 10 -12: ...toiou'toi eijn' ai a[nqrwpoi oiJo' i kai; nu'n eijs
' i mavgoi te kai;
kaqartai; kai; ajguvrtai kai; ajlazovne", oJkovsoi prospoievontai sfovdra qeosebeve"
eij'nai kai; plevon ti eijdevnai...proballovmenoi to; qei'on... kaqarmou;" prosfevronte"
kai; ejpaoida;".... Trad. di A. Lami, Ippocrate. Testi di medicina greca, Milano 19913, 219. Per la
collocazione storico-religiosa di queste affermazioni e dellintero documento basti segnalare
il saggio ancora valido di Lanata 1967. Gli sviluppi della scienza greca, e in particolare della
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verse cui in ogni caso sono riconosciute peculiari capacit terapeutiche, una
volta che ad esse il fedele si rivolge nellesplicita o implicita consapevolezza che, giuste punitrici della trasgressione nellinfliggere la malattia, possono guarirla una volta riconosciuti i loro poteri. Una vivace testimonianza di
questo rapporto tra colpa, malattia quale punizione divina, e (richiesta di
ovvero ringraziamento per) guarigione offerta da uniscrizione da Kula, in
Lidia, nella quale il dedicante, con semplice quanto efficace immediatezza,
manifesta la chiara percezione a livello esistenziale di tale dialettica: A
Zeus sabazio e alla Madre Hipta recita il testo Diokles figlio di Trophimos
(dedicai). Poich presi le colombe degli di, fui punito negli occhi e registrai
la potenza (divina). Liscrizione incisa su una stele che, al di sotto di un
piccolo frontone, reca due grandi occhi posti sopra due colombe.26
Tra i personaggi di questo variegato scenario religioso che pi nette mostrano tali facolt terapeutiche si pu segnalare la dea lidia dal duplice volto,
greco-iranico, Artemis Anaitis27 che risulta invocata spesso come guaritrice
delle malattie agli occhi,28 e appare in molti casi connessa ad unaltra divinit
di ambito lidio e frigio quale Men, venerato in alcuni centri con lappellativo
di Tiamou.29 Tra i vari esempi si pu segnalare una stele dedicata ad entrambe
le divinit per lintegrit dei piedi, apposta su una stele che eloquentemente
reca anche due piedi in rilievo.30 Luso di raffigurazioni anatomiche abbastanza frequente31 e, anche in assenza di esplicite menzioni della guarigione,
fornisce un evidente indizio della dimensione prevalentemente terapeutica
Testo in Guarducci, Epigrafia, vol. III, 62 s. e fig. 31.
Una breve argomentazione sul significato storico della presenza della dea di antica
origine iranica nellAnatolia ellenistica e romana in Debord 1986.
28
Cfr. Diakonoff 1979 nn. 2-3 e n 5.
29
Si veda il ricco corpus documentario costituito da Lane 1971-1978 (quattro volumi).
30
Lane 1971, n 59, 40 s. Cfr. ibi n 74, 48 s. in cui la stele rela in rilievo due seni e contiene la dedica di una donna che pone il suo voto di ringraziamento o preghiera (eujchv)
uJpe;r tw'n mastw'n.
31
Ancora in relazione a Men Tiamou e di Anaita si pu segnalare la stele che reca due
seni, una gamba e due occhi in rilievo accompagnati da uniscrizione in cui i dedicatari pongono la dedica per i figli e le greggi (Lane 1971, n 35 p. 23), rivelando la preoccupazione
fondamentale di una comunit sociale in cui i valori essenziali da salvaguardare erano la salute
e il benessere della famiglia e di quel patrimonio animale che costituiva la sua principale se
non unica risorsa economica. Cfr. Lane 1971, n 31, 21: raffigurazione di una gamba in rilievo e dedica a Men Axiettenos; n 32, 21 s.: dedica a Men Ouranios con raffigurazione di due
occhi; n 65: una gamba a rilievo e dedica a Men Axietteno. Nell iscrizione Lane 1971, n 47,
30 la punizione indicata nello stato di follia (mania) da cui una donna colpita.
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del culto delle divinit in questione. Tale dimensione emerge anche nel caso di
alcuni fra i molti Zeus oggetto di culti locali frigi a prevalente carattere agrario
o pastorale32 e soprattutto nelle numerose attestazioni della popolarit della
coppia formata da Hosios e Dikaios ovvero dellunico personaggio Hosios e Dikaios.33 Questo personaggio o questi personaggi, titolari di numerosi santuari
rurali in Asia Minore sono spesso invocati per la guarigione di malattie degli
occhi34 che si confermano come una delle pi comuni patologie ovvero con
la formula pi generica per la salute (uJpe;r swthriva") che pu avere i pi
diversi significati,35 e risultano associati a numerose divinit, tra cui soprattutto Helios e Apollo, per le loro ovvie connessioni con la nozione di giustizia,
Men, luno o laltro Zeus locali, la Madre degli di. Unaltra figura femminile
dalle connotazioni materne dotata di poteri terapeutici la Meter Phileis,
dal cui santuario presso Filadelfia provengono numerose iscrizioni che ne
esaltano il benefico potere guaritore di malattie agli occhi, al petto e agli arti
(gambe, piedi).36 Traspare ad ogni modo da questa complessa tipologia religiosa la forte e diffusa nozione di un rapporto peculiare fra il mondo divino,
con le sue molteplici potenze funzionali, e il regime della salute, essendo questo affidato alla giusta collera di quelle potenze, qualora luomo, in maniera
volontaria ma anche involontaria, infranga le regole etiche o rituali di cui esse
sono ritenute garanti. In pari tempo, restaurato da parte delluomo mediante
le opportune pratiche rituali il corretto rapporto con la divinit, da essa appare legittimo attendere la reintegrazione della condizione di sanit. Nelle
forme peculiari del riconoscimento pubblico dellinfrazione, dellimposizione
rituale dello scettro divino da parte del sacerdote e quindi della dedica della
stele iscritta e figurata sembra realizzarsi nei contesti in questione una
dimensione sui generis di culto terapeutico. Le precise modalit di tale culto
in larga misura sfuggono allindagine in mancanza di ulteriori notizie ma esso
Cfr. Robert 1983, 3 Zeus Orochorites, 523-526: lo Zeus cos denominato risulta oggetto di due dediche che recano rispettivamente limmagine di un braccio (n 24 e fig.2 ) e
di un piede (n 25 e fig. 3), in cui lo studioso opportunamente individua lespressione di un
omaggio per lavvenuta guarigione. Anche il culto dello Zeus Thallos (ibi 4: Zeus Thallos, pp.
526-529) sembra aver avuto una dimensione terapeutica, espressa nellimmagine di un rilievo
anatomico (spalla), indizio probabile di una guarigione.
33
Sulla questione dellalternanza delle due possibili forme cultuali, per ununica divinit
definita dai due appellativi o per due figure denominate luna Santo e laltra Giusto, rispettivamente in Frigia e in Meonia, si veda la discussione di Ricl 1991 e 1992.
34
Ricl 1991 n 15-16.
35
Ricl 1991 nn. 19, 23, 29, 33, 36-37, 39, 79, 89, 92.
36
Petzl 1994, nn. 83-85, 89-90, 93 e 95.
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entra in gioco, come nel caso ben noto di Giobbe, ma anchesso per mandato
divino e in funzione di messa alla prova della fedelt delluomo.
Le tradizioni ebraiche conoscono figure taumaturgiche di antichi Patriarchi e Profeti, come Abramo,50 Mos,51 Salomone,52 Eliseo, Elia53 e nellattualit del giudaismo tardo quelle di uomini santi54 come un Onia il Giusto o
un Hanina ben Dosa che si collocano rispettivamente nel I secolo a.C. e nel
I d.C., cui si attribuiscono guarigioni di vario tipo.55 La letteratura giudaica di
carattere biblico ed extra-biblico conosce anche il motivo della possessione
mento nei confronti della disciplina medica in et ellenistica, quale espressa nel Siracide, cfr.
Noorda 1979. Si vedano anche Newmeyer 1996 e Navarro Peiro 2001.
50
Cfr. Dupont-Sommer 1960 per una vivace analisi di un documento di Qumran, lApocrifo della Genesi, che narra la vicenda di Abramo presso il Faraone e lattivit terapeutica, in
senso esorcistico, del primo nei confronti del secondo.
51
Le capacit taumaturgiche di Mos, esaltate in alcuni ambienti tardo-giudaici, trovano
eco anche in autori pagani presso cui il personaggio acquisisce spesso le connotazioni di un
potente mago. Cfr. Gager 1972 e 1994.
52
Cfr. Duling 1975, 1978 e 1985. Il singolare testo, di matrice giudaica ma di posteriore
redazione cristiana, dal titolo Testamento di Salomone, illustra le facolt taumaturgiche dellantico sapiente e la sua capacit di dominio sullaggressivo mondo dei dmoni. Una traduzione
del testo in Duling 1983a. Cfr. anche Jackson 1988; Johnston 2002. In una serie di amuleti,
di probabile origine giudaica ma assai popolari in ambienti cristiani fino ad epoca bizantina,
interviene limmagine di Salomone-cavaliere nellatto di colpire un personaggio femminile
prostrato al suolo, interpretabile quale figura demoniaca. Documentazione e illustrazione
del tema in Goodenough 1953, 227-235; Begatti 1972 e gi Soblin Dohigny 1891 e Perdrizet
1903. In ultimo Cosentino 2002.
53
Ancora utile la documentazione raccolta e discussa in Fiebig 1911 e 1933 riguardo alle
tradizioni giudaiche sulle facolt taumaturgiche dei profeti e in genere sulle grandi figure della
tradizione biblica. Su Elia e Eliseo cfr. anche Grottanelli 2000. Sulla figura di Daniele quale
uomo santo si veda Satran 1980. Per il particolare configurarsi del tema in Flavio Giuseppe
si vedano McCasland 1932; Moehring 1973 e Evans 1995, 213-243 con ulteriore bibliografia.
La tipologia del Saggio nella societ giudaica della tarda antichit illustrata in Kalmin
1999. Cfr. anche Kalmin 2003. Il tema affrontato con ampia esemplificazione nei diversi
interventi sulla tipologia delluomo divino nel mondo tardo-antico (cfr. oltre) e rientra fra
quelli che alimentano la propaganda giudaica e cristiana (Tiede 1984). Sulle connessioni fra
prerogative profetiche e potere taumaturgico si veda anche Kolenkow 1980.
54
Cfr. Bchler 1968; Sabourin 1972; Green 1979; Lighstone 1985. Un confronto fra la
tipologia dei miracoli dei rabbini e quelli di Ges in Van Cangh 1984.
55
Unaggiornata ripresa del tema in Becker 2002. In particolare, la figura di Hanina ben
Dosa oggetto di numerose indagini fra cui menziono soltanto quelle di Vermes 1972-1973;
Vermes 1973, pp. 84-91; Bokser 1985. Per una sintetica presentazione dellambiente giudaico
in cui si colloca storicamente lattivit di Ges cfr. Wilcox 1982.
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demoniaca come causa della malattia e della pratica esorcistica come strumento di liberazione dalla entit invasiva e dalle sue attivit dannose a livello
della salute, fisica e mentale, dellindividuo. Come ben noto, attivit taumaturgica nella sua specifica accezione terapeutica e pratica esorcistica molto
spesso risultano convergenti nellazione degli uomini di Dio del giudaismo56
e nella stessa attivit di Ges di Nazaret,57 soprattutto nella prospettiva dei Sinottici, sia pure in questultimo caso nella forma essenziale dellautorevole
comando ad abbandonare la persona posseduta rivolta allagente invasivo e
senza la messa in opera di quei rituali pi o meno complessi (con luso di
sostanze varie) che conosciamo praticati sia allinterno dello stesso giudaismo
sia nelle varie culture di ambito mediterraneo a struttura politeistica, per non
parlare delluniverso della magia internazionale che tutti li percorre e in cui
a vario titolo tutti hanno travasato elementi delle proprie tradizioni culturali
e religiose.
Le ricerche attuali hanno spesso privilegiato questa dimensione della personalit e dellazione di Ges58 nel contesto di una problematica gi sollevata
Soprattutto la figura di Salomone risulta collegata alla sfera degli esorcismi con finalit terapeutiche, come risulta - tra laltro - dalla notizia di Giuseppe Flavio sulluso di un
anello di Salomone da parte di Eleazaro, un esorcista a lui contemporaneo (AJ VIII, II, 5.
42-49). Lappellativo evangelico di Ges come figlio di David per alcuni interpreti intende
collegare il rabbi taumaturgo di Nazaret appunto alla figura di Salomone come esorcista e
guaritore. Cfr. i contributi di Duling citati sopra, nota 52, cui si aggiungano Lwestam 1974;
Charlesworth 1995.
57
La componente esorcistica dellattivit di Ges anchessa oggetto di unampia serie di
contributi, tra cui si segnalano soltanto, dopo Kee 1967-1968, Twelftree 1986, Edwards 1989,
Bcher 1972, Hollenbach 1993, Rousseau 1993, Klutz 1999 e la sintesi ampia di Twelftree
1993. La problematica naturalmente va situata nello sfondo delle contemporanee pratiche
esorcistiche giudaiche (Knox 1938; Grappe 2003). Il tema chiama in causa in pari tempo
quello della demonologia. Cfr. Conybeare 1896 e 1897; Eitrem 19662; Kelly 1968; Bcher
1972a.
58
La letteratura sul tema dei miracoli evangelici sterminata e sarebbe del tutto impossibile, oltre che inutile in questa sede, enumerarne sia pure i titoli principali. Senza entrare nel
merito delle varie accezioni della nozione del miracolo nel mondo antico, mi limito a segnalare lanalisi gi menzionata di Grant 1952, i saggi di Berger 1980, Kee 1983 e 1986, 19902;
Kahl 1994 e le raccolte di contributi a cura di Moule 1965 e Wenham-Blomberg 1986. Ampie
sintesi in Kollmann 1996 e Kelhoffer 2000. Un ricco materiale offerto per il mondo pagano
da Reitzenstein 1906 e Weinreich 1909. Una raccolta di fonti in traduzione inglese in Cotter
1999. Come noto, proprio sul tema del miracolo e delle sue cause, divine o demoniachemagiche, si centrata tanta parte del dibattito fra cristiani e pagani. Cfr. Remus 1980, 1982 e
1983 e, per una discussione pi articolata, Sfameni Gasparro 2000, 2001 e 2002b.
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in passato e formalizzata in un saggio notissimo di L. Bieler,59 relativa alla tipologia delluomo divino che caratterizza un importante settore della storia
religiosa del mondo antico e tardo-antico coinvolgendone tutte le componenti. Non certo possibile entrare qui nei dettagli di una questione ampiamente
dibattuta e tuttora aperta, che coinvolge direttamente lesegesi neotestamentaria, nella quale molto spesso hanno agito e agiscono in maniera pi o meno
esplicita o latente, motivazioni di ordine ideologico e pi precisamente teologico, ponendosi il problema di una eventuale dipendenza dellimmagine
evangelica di Ges dal supposto modello pagano del theios aner.60
Fra gli aspetti essenziali del tema basti indicarne lindubbia rilevanza nel
panorama culturale delloikoumene mediterranea, dai primi secoli d.C. alla tarda
antichit, e la variet delle funzioni e prerogative delle figure riconducibili a
vario titolo ad una tipologia che, proprio per questa variet, attende ancora di
essere adeguatamente fondata su basi storiche e in ogni caso appare tuttaltro
che monolitica e statica. Ai fini del presente discorso sufficiente sottolineare
come levento taumaturgico, nella sua particolare dimensione terapeutica, era
percepito da ebrei, pagani e cristiani come collegabile anche a singole personalit di mediatori, i quali a diverso titolo erano investiti di un superiore
potere che li abilitava a tale funzione. La rilevanza e il significato di tali figure
sono naturalmente assai diversi nei vari ambiti e strutturalmente condizionati dai quadri religiosi di riferimento. In ambito giudaico, come si detto,
la nozione di Iahw quale unica fonte del potere taumaturgico restringe notevolmente la sfera di competenza degli uomini santi che ne sono investiti
e che comunque si pongono quali semplici mediatori di esso, in virt della
loro sottomissione alla volont divina e per lesercizio delle virt. La figura di
Ges, gi nella letteratura evangelica come emerge dal brano citato allinizio
del mio discorso mentre per un verso si situa nella linea tradizionale del
monoteismo giudaico nel suo porsi in dipendenza dal Padre, tuttavia si caratterizza in una dimensione nuova rispetto ai Profeti e carismatici biblici e alle
contemporanee figure di taumaturghi giudaici, per essere dotato di un potere
che promana da lui stesso, in quanto uguale al Padre, e per il suo porsi come
fonte dellautorit concessa ai discepoli di compiere in suo nome guarigioni ed
esorcismi. Proprio da questa specialissima situazione scaturisce la novit del
Bieler 1935-1939.
La questione, ampiamente dibattuta e tuttora aperta, stata affrontata da diverse angolazioni in alcuni miei contributi, cui mi sia permesso rimandare per la relativa documentazione. Cfr. Sfameni Gasparro 2005 e, con aggiunte, Ead. 2006, e Ead. in stampa a.
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salute occupa un posto pi o meno ampio ovvero quello principale.64 parimenti noto che in alcuni casi, come in quello famoso della chiesa dei santi
Ciro e Giovanni nella localit di Menuthis, in Egitto, questi impianti sacri
ad esclusiva o preminente finalit terapeutica sono stabiliti, in una precisa e
dichiarata volont di sostituzione, su preesistenti sedi di culti pagani, in
questo caso quella, insieme oracolare e medicale, di Iside.65
La convergenza dei due aspetti, terapeutico e divinatorio-oracolare, di fatto un altro degli elementi qualificanti dellintero quadro, sebbene la sua incidenza sia pi o meno forte nelluno o nellaltro contesto storico-culturale, con
un arco ampio di possibilit che vanno dalla facolt di preveggenza spesso
riconosciuta a profeti e taumaturghi della tradizione giudaica e agli uomini
santi cristiani alla fondazione di sedi oracolari istituzionalizzate, peculiare del
mondo greco e delle diverse regioni del bacino mediterraneo, in cui come
a Delfi e a Dodona la componente terapeutica era solo marginale ovvero,
come nel caso di Asclepio e degli egiziani Iside e Serapide, si poneva al centro
della prospettiva. Essa, come noto, risulta coniugata in maniera strutturale
con la manifestazione della volont divina, spesso nelle forme dellincubazione66 e del sogno rivelatore,67 con prescrizione di cure e rimedi successivamente messi in opera per lintervento di un personale sacro addetto al santuario
Per una perspicua illustrazione delle valenze del tema del pellegrinaggio in ambito
egiziano tardo, si vedano i sagi raccolti in Frankfurter 1998.
65
Su questo episodio mi sia permesso segnalare la documentazione discussa nel mio
contributo relativo alla biografia di Severo di Antiochia, redatta da Zaccaria Scolastico,
che mostra il personaggio coinvolto negli eventi che vedono ancora nel VI secolo d.C.
confrontarsi pagani e cristiani in un serrato dibattito a proposito delle facolt taumaturgiche
e specificamente terapeutiche delle divinit tradizionali e dei santi martiri cristiani (Sfameni
Gasparro 2006a). La componente terapeutica nella ricca letteratura agiografica illustrata
con densa esemplificazione nel contributo di R. Teja a questo volume. Altri saggi sul tema,
come quelli di G. Filoramo, M. Monaca e E. Sanzi, mi esimono dallinsistere su di esso.
66
Dopo il classico Deubner 1900, basti menzionare soltanto Lefort 1906; Gessler 1945;
Ross 1960; Taffin 1960; Meier 1966; Wacht 1997.
67
Non devo qui insistere sulluniversale tematica del sogno nelle sue molteplici valenze,
nella sua duplice dimensione di esperienza umana e di evento culturalmente definito (cfr.
Guidorizzi 1988a). Anche limitatamente al mondo antico disponibile una letteratura amplissima, con ottimi contributi. Mi limito a segnalare pochi titoli che possono fornire alcune
direttive fondamentali delle ricerche, pertinenti ad esempio al contesto biblico (Husser
1966, 1999), a quello greco (Guidorizzi 1988 e, per lo specifico rapporto con il fenomeno
terapeutico, Guidorizzi 1988b, e con la stessa diagnostica medicale, Oberhelman 1993). Cfr.
anche Hanson 1980; Cox Miller 1994; Stroumsa 1999 e 1999a; Teja 2002.
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ovvero attraverso un diretto intervento risanatore da parte della divinit. Lintreccio dei due elementi agisce anche nel caso di quelle figure taumaturgiche
che rientrano nella discussa tipologia delluomo divino pagano, sia quando
si tratta di personaggi di notevole antichit, la cui dimensione storica risulta fortemente oscurata da elaborazioni leggendarie, quali un Pitagora68 o un
Empedocle,69 sia quando tali figure che agiscono nel movimentato panorama
dei primi secoli dellImpero sono oggetto di pi o meno sicure testimonianze
documentarie. Esempi emblematici di questultima situazione sono il saggio
di Tiana, Apollonio, vissuto nel corso del I secolo d.C., di cui Filostrato nella
met del III secolo ha costruito unimmagine fortemente agiografica ma pure
densa di referenti storici, e il Profeta di Abonotico, Alessandro, oggetto di
una vivace biografia dai tratti fortemente polemici e denigratori da parte
di Luciano, intorno al 180 d.C. In entrambi i casi la componente terapeutica
dellattivit dei personaggi, senza essere esclusiva, abbastanza importante
e si collega a vario titolo proprio allautorit del dio-medico per eccellenza,
Asclepio. In Apollonio tuttavia si privilegia la dimensione personalistica della
mobile figura del taumaturgo che agisce in luoghi e momenti diversi, secondo
le circostanze in cui coinvolto, mentre Alessandro, dopo unanaloga esperienza di mobilit intesa ad offrire ad un pubblico occasionale le proprie capacit terapeutiche, definisce la propria identit religiosa come fondatore di
una sede oracolare nel nome di un nuovo dio a forma serpentina, Glicone,
configurato come novello Asclepio, terzo nellordine di una genealogia divina che da Apollo, attraverso appunto Asclepio, conduce alla divinit oracolare
del profeta di Abonotico.70 Lidentit religiosa di questultimo intimamente
Nella Vita di Pitagora, di Porfirio, lantico saggio configurato quale medico insieme
del corpo e dellanimo, una volta che era capace di placare con ritmi, canti e formule incantatorie (ejpw/dai'") i pathe di entrambi (VP 30). Di lui, insieme con molte attivit prodigiose,
si esaltano le facolt terapeutiche, espresse mediante luso della musica ma anche dei rimedi
magici (ejpw/dai'" kai; mageivai" 33). Nella prospettiva nettamente apologetica dellautore
neoplatonico Pitagora integra il perfetto ritratto delluomo divino ellenico, in cui si coniugano insegnamenti filosofici ed etici e impegno nella vita sociale. In un panorama di studi
assai vasto segnalo soltanto la recente, densa sintesi della tradizione antica e della moderna
esegesi di Riedweg 2005.
69
Sulla complessa facies del filosofo e uomo divino agrigentino, quale si configurata attraverso un lungo processo storico, con ampia accumulazione di dati leggendari, e nella quale
interviene una significativa componente terapeutica, si veda il saggio di Kingsley 1995.
70
Riprendo brevemente in questa sede le argomentazioni svolte, con i necessari supporti
documentari e bibliografici, nei miei contributi Sfameni Gasparro 1996 [1997] e 1999a, unificati e ampiamente elaborati in Ead. 2002, 149-202.
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personaggio al dio, al punto che questultimo avrebbe detto al proprio sacerdote che era lieto di guarire i malati avendo Apollonio a testimone.79
Un ruolo pi attivo gli peraltro attribuito dallo stesso dio, che indirizza ad
Apollonio un giovane, malato a causa della sua dissolutezza, per essere ammaestrato sulla retta condotta. Seguendo i consigli insieme etici e dietetici di
Apollonio, il malato ottiene la guarigione.80 Anche dallAsclepio di Pergamo
sarebbe venuto ai consultanti lordine di rivolgersi al sapiente tianeo.81 Dopo
aver operato la liberazione di Efeso da una grave pestilenza che infestava la
citt, avendone scacciato nelle forme di un vecchio mendicante il demone
maligno che laveva provocata,82 Apollonio istruisce i fedeli nellAsclepieio
di Pergamo e compie alcune guarigioni.83 Egli poi, nel suo lungo peregrinare
per tutta loikoumene per acquisire sempre pi ampia esperienza delle diverse
forme di sapienza possedute dai vari popoli barbari (Magi persiani, saggi
Vit. Apol. I, 7-8 nella traduzione di Del Corno 1978, 65-67.
Vit. Apol. I, 9 trad. Del Corno 1978, 67 s. Il giovane, pur essendo malato di idropisia,
nella sua dissolutezza continuava a bere smodatamente. Sottolineando gli interessi etici del
dio guaritore, Filostrato nota: Per questo motivo era trascurato da Asclepio che non lo
visitava neppure in sogno. Alle rimostranze dellammalato, il dio gli appare consigliandogli
di rivolgersi ad Apollonio, il quale gli fornisce le opportune indicazioni dietetiche. Non si
tratta quindi di unazione terapeutica di carattere taumaturgico bens di un intervento ispirato da una sapienza che coniuga presupposti etici e conoscenze medicali. Del resto, come
ben noto, la medicina del tempio, nel caso di Asclepio e delle altre divinit guaritrici,
insieme con lintervento miracoloso, spesso nelle forme della manifestazione onirica del
dio, contemplava lapplicazione di tutto un bagaglio di conoscenze mutuate dalla scienza
medica. Sulla collaborazione, piuttosto che lopposizione conflittuale, tra i due contesti cfr.
Koelbing 1980; De Filippis Cappai 1991; Longo 1992; Horstmanshoff 2004; Perilli 2005 e
2006; Petzl 2006. Del resto tale conciliazione presente anche nellesperienza personale dei
due massimi rappresentati della tradizione scientifica, Ippocrate (Jouanna 1989) e Galeno
(Boudon 1988).
81
Vit. Apol. IV, 1 trad. Del Corno 1978, 181. Allarrivo di Apollonio in Asia Minore, i
principali centri religiosi, quali gli oracoli apollinei di Colofone e di Didima, e il santuario di
Pergamo, dedicato ad Asclepio, ne esaltano la grande sapienza. Infatti - afferma Filostrato a molti che imploravano guarigione il dio aveva ingiunto di recarsi da Apollonio, dicendo che
questa era la sua volont e cos piaceva alle Moire.
82
Vit. Apol. IV, 10 trad. Del Corno 1978, 186 s. La scena dellespulsione del demone,
sotto le mentite spoglie del mendicante cieco, implica la lapidazione e il successivo smascheramento della vera identit del personaggio.
83
Vit. Apol. IV, 11 trad. Del Corno 1978, 197: Si rec dunque a Pergamo, dove con
grande piacere fece visita al tempio di Asclepio; qui istru i fedeli del dio sui riti per ottenere
sogni di facile interpretazione, e molti anche ne guar.
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delle credenze e del culto. Nel conseguente conflitto tra i due fronti, mentre
lintero panorama dei politeismi tradizionali, con particolare insistenza sulla
loro dimensione taumaturgica e terapeutica, viene demonizzato dai cristiani
e assimilato nella sua ritualit alla pratica magica nei suoi aspetti pi negativi,
lattivit di miracoli e guarigioni connessa alla stessa figura di Ges di Nazaret
e ai suoi primi discepoli e nellattualit perseguita dai cristiani viene segnata,
nella percezione degli avversari pagani, dal marchio negativo dellinganno e
della magia. Con la progressiva affermazione e la finale vittoria del nuovo
messaggio, infine, le diverse forme di culto pagano a vario titolo ancora
presenti nel panorama dellImpero ormai cristiano, tra cui soprattutto vitali
quelle connesse con i numerosi di guaritori ancora operanti nelle loro sedi,
spesso caratterizzate dalla componente oracolare, sono coinvolte in questo
giudizio totalmente negativo. Demonizzate e ridotte al rango di pratiche magiche, queste forme cultuali sono represse per lazione dei tanti uomini santi
che, attraverso prodigi e soprattutto guarigioni, operano le ultime conversioni
offrendo insieme il recupero della sanit fisica e spirituale agli uomini che a
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Dumeige 1972
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Edelstein- Edelstein
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Flint - Gordon Luck - Ogden 1999
Frankfurter 1990
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Gager 1972
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Gil 1969
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Jackson 1988
Jeremias 1966
Johnston 2002
Jordan 2002
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Jouanna 1989
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Kalmin 1999
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Kelly 1968
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