Epiro

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Epiro

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L'Epiro è una regione geografica e storica del sud-est


Epiro
dell'Europa, facente parte dell'Albania meridionale e della
Grecia nord-occidentale. Si trova tra la catena montuosa del (SQ) Epiri
Pindo e il Mar Ionio, estendendosi dalla baia di Valona ai monti (EL) Ήπειρος (Epeiros)
Acrocerauni a nord fino al golfo di Arta e alle rovine della città
romana di Nicopoli nel sud.[4][5] È divisa tra la regione
dell'Epiro nel nord-ovest della Grecia e le prefetture di
Argirocastro, Valona e Berat nel sud dell'Albania. La più
grande città dell'Epiro è Giannina, sede della regione dell'Epiro,
con Argirocastro come maggiore città dell'Albania nel territorio
dell'antico Epiro.[4]

Regione scoscesa e montagnosa, l'Epiro era uno dei luoghi


dove rimane tutt'oggi una delle culle della civiltà Illirica e sede
del santuario di Dodona, l'antico oracolo greco e il secondo più
prestigioso dopo Delfi. Unificato nel 370 a.C. dalla dinastia Immagine satellitare dell'Epiro
degli Eacidi, raggiunse il massimo del suo splendore durante il Stati Albania
regno di Pirro, le cui campagne contro Roma sono all'origine
Grecia
della frase "vittoria di Pirro". L'Epiro divenne poi parte
dell'impero romano, assieme al resto dell'Illiria , nel 146 a.C., Capoluogo Giannina[1]
seguito poi dall'impero bizantino. Superficie 9,203[2][3] km²

Dopo la caduta di Costantinopoli a seguito della quarta Lingue albanese, greco


crociata, l'Epiro divenne il centro del despotato d'Epiro, uno Fusi orari UTC+2
degli stati che succedettero all'impero bizantino. Conquistato
dall'impero ottomano nel XV secolo, divenne semi-
indipendente durante il regno di Alì Pascià di Tepeleni nei primi anni del XIX secolo, ma gli ottomani ne
ripresero il controllo nel 1821. Dopo la guerra dei Balcani e la prima guerra mondiale, il nord dell'Epiro
venne assegnato all'Albania entrando far parte del nuovo stato del Principato d'Albania, mentre il sud venne
assegnato alla Grecia.

Indice
Nome ed etimologia
Confini e definizione
Geografia
Storia
Ottomani
XX secolo
Economia
Trasporti
Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni

Nome ed etimologia
Il nome Epirus deriva dal in greco antico: Ἤπειρος, Ḗpeiros
(dorico: in greco antico: Ἄπειρος, Ápeiros), che significa in greco
"infinito" , "illimitato". Altre teorie dicono provenga da una radice di
lingua accadica e semitica che significa "terra" oppure da una lingua
proto-indoeuropea *apero- 'costa',[6] e venne originariamente
applicato alla dirimpettaia Corfù e alle isole ionie.[7] Il nome venne
impresso sulle monete della lega epirota: ΑΠΕΙΡΩΤΑΝ (in greco Moneta della lega epirota, con
antico: Ἀπειρωτᾶν Āpeirōtân, greco attico: in greco antico: l'immagine di Zeus (sinistra) e una
Ἠπειρωτῶν Ēpeirōtôn, i.e. "degli Epiroti", vedi immagine a destra). luce con il motto "ΑΠΕΙΡΩΤΑΝ" -
Il nome albanese della regione è Epiri, derivato dal greco. Epirotes (destra).

Confini e definizione
La regione storica dell'Epiro è generalmente considerata come estendersi dalla parte nord dei Monti
Acrocerauni (moderna Llogara in Albania), situata a sud della baia di Aulon (moderna Valona), al golfo
Ambraciano (o golfo di Arta) in Grecia.[8] Il confine settentrionale dell'antico Epiro è alternativamente dato
dalla foce del fiume Aoos/Voiussa, immediatamente a nord della baia di Valona.[9] Il confine orientale
dell'Epiro era definito dai monti Pindo, che formano la spina dorsale della Grecia continentale e separano
l'Epiro dalla Macedonia e dalla Tessaglia.[4] Ad ovest, si affaccia sul mar Ionio. L'isola di Corfù è situata
sulla costa epirota ma non fa parte dell'Epiro.

La definizione di Epiro è cambiata nel corso del tempo, tale che i moderni confini amministrativi non
corrispondono ai confini dell'antico Epiro. La regione dell'Epiro in Grecia comprende solo una frazione del
classico Epiro e non comprende le sue parti orientali, che si trovano in Tessaglia. In Albania, dove il
concetto di Epiro non viene mai utilizzato in un contesto ufficiale, le prefetture di Argirocastro, Valona e
Berat si estendono ben oltre i confini settentrionali e nord-orientali del classico Epiro.

Geografia
L'Epiro è una regione prevalentemente aspra e montuosa. È in gran
parte costituito dalla catena del Pindo, una serie di creste parallele
calcaree che sono una continuazione delle Alpi Dinariche.[4][10] Le
montagne del Pindo formano la spina dorsale della Grecia
continentale e separano l'Epiro dalla Macedonia e dalla Tessaglia a
est. Sono parallele al mare e in generale così ripide che le valli sono
particolarmente adatte al solo pascolo piuttosto che all'agricoltura su
larga scala.[4] L'altitudine va crescendo andando verso est, lontano
dalla costa, raggiungendo il massimo di 2 637 m sul monte Il monte Smolikas (2637m), la più
Smolikas, la più alta vetta dell'Epiro. Altre importanti catene sono alta vetta dell'Epiro.
quella del Tymfi (2 496 di monte Gamila), Lygkos (2 249 m), ad
ovest e ad est dello Smolikas rispettivamente, Gramos (2 523 m) a
nord-est, Tzoumerka (2 356 m) a sud-est, Tomaros (1 976 m) a
sudovest, Mitsikeli vicino a Giannina (1 810 m), Mourgana
(1 806 m) e Nemercke/Aeoropos (2 485 m) sul confine tra Grecia e
Albania, oltre ai monti Acrocerauni (2 000 m) vicino Himara in
Albania. La maggior parte dell'Epiro si trova sul lato sopravvento
del Pindo e i venti dominanti provenienti dal Mar Ionio fanno della
regione la più piovosa della Grecia continentale.[4]
La gola di Vikos nel parco nazionale
Pianure significative si trovano solo vicino alla costa, nel sud-ovest
di Vikos–Aoos.
vicino Arta e Prevesa, nella pianura dell'Acheronte tra Paramythia e
Fanari, tra Igoumenitsa e Sagiada, e anche nei pressi di Saranda. La
zona di Zagori è un altopiano panoramico circondato da montagne
su tutti i lati.

I fiumi principali dell'Epiro sono la Voiussa (Aoos in greco), che scorre in direzione nord-ovest dalle
montagne del Pindo in Grecia fino alla sua foce a nord della baia di Valona in Albania. Altri fiumi
importanti sono il fiume Acheronte, famoso per il suo significato religioso nell'antica Grecia e sede della
Necromanteion dell'Acheronte, il fiume Arachthos, attraversato dallo storico Ponte di Arta, il Louros, il
Tìami o Kalamas, e il Voidomatis, un affluente della Voiussa che fluisce attraverso la gola di Vikos. La Gola
di Vikos, una delle più profonde del mondo, costituisce il fulcro del Parco nazionale Vikos-Aoos, noto per la
sua bellezza paesaggistica. L'unico lago significativo dell'Epiro è il lago Pamvotida, sulle cui sponde si trova
la città di Giannina, la città più grande e tradizionalmente più importante della regione.

Il clima dell'Epiro è mediterraneo lungo la costa e alpino all'interno. L'Epiro è ricoperto da foreste,
principalmente di conifere. La fauna è molto ricca di specie come orsi, lupi, volpi, cervi e linci.

Storia

Ottomani

L'Epiro fu governato dagli Ottomani per quasi 500 anni. Il governo ottomano, così come in tutti i Balcani, fu
dannoso nella regione: fu sottoposta a deforestazione e alla coltivazione eccessiva, questo danneggiò il
terreno e spinse molti "Epiroti" ad emigrare per sfuggire dalla povertà diffusa nella regione.[4] Ciò
nonostante, gli ottomani non godevano del controllo totale sull'Epiro. Le regioni di Himara e Zagori
riuscirono a resistere con successo al dominio ottomano e mantennero un grado di indipendenza per tutto
quel periodo. Dal 1443 in poi, Giorgio Castriota Scanderbeg guidò una rivolta di 25 anni in Epirus nova
contro l'Impero ottomano e fu eletto nel 1444 "generale della guerra turca" in quella che viene definita come
la Lega di Alessio.[11] Gli Ottomani espulsero i Veneziani da quasi tutta la zona alla fine del XV secolo.

Tra il XVI e il XIX secolo, la città di Giannina raggiunse grande prosperità e divenne un importante centro
del moderno illuminismo greco.[12][13][14][15] Vennero fondate numerose scuole, come le Balaneios,
Maroutsaia, Kaplaneios e Zosimaia, che insegnavano materie come letteratura, filosofia, matematica e
scienze fisiche. Nel XVIII secolo, con il declino del potere dell'Impero Ottomano, l'Epiro divenne de facto
regione autonoma sotto il dominio dispotico d Alì Pascià di Tepelenë, un brigante musulmano albanese che
riuscì a diventare il governatore provinciale di Giannina nel 1788.[4] Al culmine del suo potere, controllava
tutto l'Epiro, gran parte del Peloponneso e parti occidentali della Macedonia.[4] La campagna di Ali Pascià
tendente a soggiogare la confederazione degli insediamenti di Suli incontrò forte resistenza da parte dei
Sulioti, guerrieri albanesi della zona montuosa. Dopo numerosi tentativi falliti di sconfiggere i Sulioti, le sue
truppe riuscirono a conquistare la zona nel 1803. D'altra parte, Ali, che aveva usato il greco come lingua
ufficiale, assistette ad un aumento di attività culturale di propaganda greca con la creazione di numerose
istituzioni educative.[16]

Quando scoppiò la guerra d'indipendenza greca, gli abitanti


dell'Epiro vi contribuirono notevolmente. Due dei membri fondatori
della Filikí Etería (la società segreta dei rivoluzionari greci),
Nikolaos Skoufas e Athanasios Tsakalov, venivano da Arta e dalla
città di Giannina, rispettivamente. Il primo Primo ministro
costituzionale della Grecia (1844-1847), Ioannis Kolettis, era nativo
del villaggio di Syrrako in Epiro ed era un ex medico personale di
Ali Pascià. Ali Pascià cercò di utilizzare la guerra come
un'opportunità per diventare un sovrano pienamente indipendente,
ma fu assassinato da agenti ottomani nel 1822. Quando la Grecia
divenne indipendente nel 1830, tuttavia, l'Epiro rimase sotto il
dominio ottomano. Nel 1854, durante la guerra di Crimea, scoppiò
una grande ribellione. Anche se lo Stato greco ritrovato cercò Mappa linguistica (grande) e
tacitamente di sostenerla, la ribellione venne soppressa dalle forze religiosa (piccola) della regione
ottomane dopo pochi mesi.[17] Un'altra ribellione fallì nel 1878. dell'Epiro, 1878. Creata da H.
Durante questo periodo, il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli Kiepert su fonti di P. Aravandinos.
riuscì a chiudere le poche scuole albanesi, considerando Lingua greca Religio
l'insegnamento della lingua albanese un fattore che avrebbe potuto Lingua greca e valacca Maggio
diminuire la sua influenza e portare alla creazione di una chiesa Lingua albanese e Ortodo
greca Maggio
albanese indipendente, mentre le pubblicazioni in lingua albanese Lingua albanese musulman
erano state vietate da parte dell'Impero Ottomano.[18][19] Alla fine del Religio
XIX secolo, il Regno d'Italia aprì diverse scuole nelle regioni di
Giannina e Prevesa al fine di influenzare la popolazione locale, in
maggioranza albanese. Queste scuole iniziarono ad attrarre studenti delle scuole di greco, ma alla fine
vennero chiuse dopo l'intervento e le molestie da parte del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.[20] Dalla
fine del periodo del dominio ottomano (dal XVIII secolo) la popolazione greca e aromena della regione
soffriva dell'azione dei predoni albanesi, che sporadicamente continuavano ad agire dopo la morte di Ali
Pascià, fino al 1912-1913.[21]

XX secolo

Mentre il trattato di Berlino assegnava gran parte dell'Epiro alla


Grecia, l'opposizione degli Albanesi e la Lega di Prizren fecero sì
che solo la regione di Arta vennisse realmente ceduta alla Grecia nel
1881.[22] Fu solo a seguito della prima guerra balcanica del 1912-
1913 e del trattato di Londra che il resto del sud dell'Epiro, tra cui
Giannina venne incorporato nella Grecia. La Grecia aveva anche
conquistato il nord dell'Epiro durante le guerre balcaniche, ma il
Distaccamento femminile trattato di Bucarest, che concluse la seconda guerra balcanica,
dell'esercito epirota Repubblica
assegnò il nord dell'Epiro all'Albania.[23]
Autonoma dell'Epiro del Nord.
Questo risultò impopolare tra i greci locali, poiché una popolazione
greca sostanziale esisteva nella parte albanese del confine.[24] Tra i
greci, il nord dell'Epiro era ormai considerato come terra irredenta.[25] I Greci locali nel nord Epiro si
rivoltarono, proclamando la loro indipendenza e creando la Repubblica Autonoma dell'Epiro del Nord nel
febbraio del 1914.[26] Dopo una guerriglia feroce, riuscirono a conquistare la piena autonomia sotto i termini
del Protocollo di Corfù, firmato dai rappresentanti albanesi e nord epiroti e approvato dalle grandi potenze.
La firma del protocollo assicurò che la regione avrebbe dovuto avere una propria amministrazione,
riconobbe i diritti dei greci locali e fornì autogoverno sotto la sovranità albanese nominale.[27] La repubblica,
però, fu di breve durata, dato che quando scoppiò la prima guerra mondiale l'Albania crollò e il nord Epiro
venne alternativamente controllato dalla Grecia, dall'Italia e dalla Francia a vari intervalli.[25][28]

Anche se la conferenza di pace di Parigi del 1919 assegnò il nord


Epiro alla Grecia, gli sviluppi come la sconfitta greca nella guerra
greco-turca e , soprattutto, le pressioni italiane a favore dell'Albania
fecero sì che la Grecia non avrebbe mantenuto il nord Epiro. Nel
1924, l'area venne di nuovo ceduta all'Albania.[30]

Nel 1939, l'Italia occupò l'Albania, e nel 1940 invase la Grecia. Gli
italiani furono respinti in Albania, però, e le forze greche presero
nuovamente il controllo del nord dell'Epiro. Il conflitto segnò la
prima vittoria tattica degli Alleati nella seconda guerra mondiale.
Benito Mussolini in persona supervisionò il massiccio contrattacco
delle sue divisioni nella primavera del 1941, solo per essere
decisamente sconfitto ancora una volta dai poco attrezzati, ma
determinati, Greci. La Germania nazista quindi intervenne nell'aprile
del 1941 per evitare una imbarazzante sconfitta italiana. L'esercito
tedesco eseguì manovre militari rapide attraverso la Jugoslavia e
costrinse le forze greche, circondate sul fronte dell'Epiro, ad
arrendersi. La regione dell'Epiro nel XX secolo,
divisa tra Grecia e Albania.
Tutto l'Epiro venne quindi posto sotto occupazione italiana fino al
Grigio: approssimativa estensione
1943, quando i tedeschi lo presero in seguito alla resa italiana con gli
dell'Epiro nell'antichità;
Alleati. A causa della vasta attività antinazista della resistenza greca Arancione: regione greca
(soprattutto sotto l'EDES), i tedeschi effettuarono rastrellamenti anti- dell'Epiro;
partigiani in grande scala, facendo ampio uso di bande di Verde: misura approssimativa della
collaborazionisti albanesi che commisero numerose atrocità contro più grande concentrazione di Greci
la popolazione civile.[31] in "Nord Epiro" nel XX secolo[29]
Linee rosse: Territorio dello Stato
Per far fronte alla situazione, la missione militare alleata nella Autonomo del Nord Epiro
Grecia occupata dall'Asse (sotto il colonnello C.M. Woodhouse),
diede ordini, ai partigiani EDES, di contro-attacco e caccia ai loro
villaggi e a quelle unità che li avevano utilizzati come basi e roccaforti locali. Aiutati dagli Alleati, con
materiale bellico trasferito dalla recente liberata l'Italia meridionale, le forze EDES riuscirono a far fuggire
diverse migliaia di musulmani ciamurioti e a rifugiarsi nella vicina Albania.

Con la liberazione della Grecia e l'inizio della guerra civile greca alla fine del 1944, gli altopiani dell'Epiro
divennero un importante teatro di guerriglia tra la sinistra (Esercito greco popolare di liberazione ( ELAS)) e
la destra lega greca nazionale repubblicana (EDES). Negli anni successivi (1945-1949), le montagne
dell'Epiro divennero anche teatro di alcuni dei più feroci combattimenti della seconda e sanguinosa parte
della guerra civile greca. L'episodio finale della guerra ebbe luogo sul monte Grammos nel 1949, terminato
con la sconfitta dei comunisti. La pace tornò nella regione nel 1949, anche se a causa del pubblico
coinvolgimento attivo albanese nella guerra civile dalla parte dei comunisti, lo stato formale di guerra tra la
Grecia e l'Albania rimase in vigore fino al 1987. Un altro motivo per il proseguimento dello stato di guerra
fino al 1987 fu che durante tutto il periodo del regime comunista in Albania, la popolazione greca del Nord
Epiro sperimentò una forzata albanizzazione.[32] Anche se una minoranza greca venne riconosciuta dal
regime di Enver Hoxha, questo riconoscimento venne applicato solo ad una "zona di minoranza ufficiale"
composta da 99 villaggi, tralasciando importanti aree di insediamento greco, come Himara.[25] La gente al di
fuori della zona ufficiale di minoranza non ricevette alcuna istruzione in lingua greca, che era vietata in
pubblico.[25] Il regime di Hoxha diluì anche la demografia etnica della regione spostando Greci che vi
abitano e sistemando al loro posto albanesi provenienti da altre parti del paese.[25] Le relazioni cominciarono
a migliorare nel 1980 quando la Grecia abbandonò le pretese territoriali sul Nord Epiro e con la revoca dello
stato ufficiale di guerra tra i due paesi.[25]

Il crollo del regime comunista in Albania nel 1990-1991 innescò una massiccia migrazione di cittadini
albanesi in Grecia, che comprendeva molti membri della minoranza greca. Dalla fine della guerra fredda,
molti greci del Nord Epiro stanno riscoprendo la loro eredità greca grazie all'apertura di scuole di lingua
greca nella regione, mentre i ciamurioti hanno chiesto un risarcimento per le loro proprietà perdute. Nel
periodo della guerra fredda, i rapporti continuarono a migliorare anche se le tensioni rimasero sulla
disponibilità all'istruzione in lingua greca fuori della zona ufficiale di minoranza, sui diritti di proprietà della
minoranza, e su occasionali episodi di violenza sui membri della minoranza greca.

Economia
Una topografia scoscesa suoli poveri, e i terreni frammentati hanno
mantenuto la produzione agricola a basso livello e hanno portato ad
una bassa densità di popolazione.[4] La zootecnia è la principale
industria e il mais la principale produzione agricola.[4] Arance e
olive sono coltivate nelle pianure occidentali, mentre il tabacco
viene coltivato a Giannina.[4] L'Epiro ha poche risorse naturali e
industrie, e la popolazione è stata decimata dalle migrazioni.[4] La
popolazione è concentrata intorno a Giannina, che ha il maggior
numero di stabilimenti industriali.[4]
Igoumenitsa è il principale porto
dell'Epiro, e collega la regione con
Trasporti l'Italia.

L'Epiro è stato storicamente una regione remota e isolata grazie alla


sua posizione tra le montagne del Pindo e il mare. Nell'antichità, la romana Via Egnatia passava attraverso
l'Epirus Nova, che collegava Bisanzio e Tessalonica a Durazzo sul mare Adriatico. La moderna autostrada
che collega Giannina con la provincia greca di Macedonia e termina a Igoumenitsa, è l'unica strada
attraverso le montagne del Pindo ed è servita a ridurre notevolmente l'isolamento della regione. Il tunnel
sottomarino Aktio-Preveza collega la punta più meridionale d'Epiro, nei pressi di Prevesa, con l'Etolia-
Acarnania in Grecia occidentale. Esistono traghetti tra Igoumenitsa le Isole Ionie e l'Italia. L'unico aeroporto
dell'Epiro è quello di Giannina, mentre l'Aktion si trova a sud di Prevesa in Etolia-Acarnania. Non ci sono
ferrovie in Epiro.

Galleria d'immagini
Il famoso ponte di Il villaggio di IL fiume Vikos, nel Le spettacolari gole
Arta. Aetomilitsa sul parco nazionale Vikos.
monte Gramos, Vikos–Aoos.
nella catena del
Pindo.

L'antico ponte di Il lago d'alta quota Un canyon nel fiume Lo scenico villaggio
Konitsa sul fiume Drakolimni, sul Acheronte. di Sirako.
Voiussa. monte Gamila nel
Pindo.

Mura dell'antica IL teatro ellenistico Pecore all'ombra di La baia di Parga.


Nicopolis. di Dodona. un albero a Konitsa.
La regione di Il fiume Voiussa Scorcio della Gjirokaster, un sito
Himara vista dal vicino a Tepelena. Egnatia Odos, UNESCO.
passo Llogara. l'unica autostrada
dell'Epiro, vicino
Igoumenitsa.

Prevesa vista
dall'alto.

Note
1. ^ Inteso come centro più popoloso.
2. ^ Epiro (http://www.vogliadigrecia.it/epiro/) a cura di vogliadigrecia.it, link verificato il 29 ottobre
2019.
3. ^ (EN) Thanos Veremēs; Markos Dragoumēs, Historical Dictionary of Greece (https://books.goo
gle.it/books?id=84qyXKAZQAwC&pg=PA67&dq=9203+km+epirus&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEw
j_-4nAnMHlAhUHHcAKHeCECqQQ6AEILTAB#v=onepage&q=9203%20km%20epirus&f=false)
Scarecrow Press, 1995, ISBN 978-08-10-82888-9, p. 67.
4. Epirus, su Encyclopaedia Britannica, Encyclopaedia Britannica, Inc.. URL consultato il 16 novembre
2013.
5. ^ Hornblower, Spawforth e Eidinow, "Epirus", p. 527.
6. ^ Babiniotis.
7. ^ Winnifrith, p. 22.
8. ^ Strabone. Geography, 7.7.5 (http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Strabo/7G
*.html).
9. ^ Wilkes, p. 92: "La descrizione di Appiano dei territori illirici registra un confine meridionale
con la Caonia e la Tesprozia, dove l'antico Epiro iniziava a sud del fiume Aous (Vijosë)." (Map
(http://books.google.com/books?id=4Nv6SPRKqs8C&lpg=PP1&dq=illyrians%20wilkes&pg=PR
20))
10. ^ Bahr, Johnston e Bloomfield, p. 389.
11. ^ Gibbon, p. 143
12. ^ Sakellariou, p. 268.
13. ^ Fleming, pp. 63–66.
14. ^ The Era of Enlightenment (Late 7th century-1821) (http://www.greece2001.gr/docs/67-132.pd
f). Eθνικό Kέντρο Bιβλίου, p. 13.
15. ^ Υπουργείο Εσωτερικών, Αποκέντρωσης και Ηλεκρονικής Διακυβέρνησης Περιφέρεια
Ηπείρου (http://www.epirus.gov.gr/portal/index.php/epirus/genika-stoixeia/the-epirus.html): "Στη
δεκαετία του 1790 ο νεοελληνικός διαφωτισμός έφθασε στο κορύφωμά του. Φορέας του
πνεύματος στα Ιωάννινα είναι ο Αθανάσιος Ψαλίδας."
16. ^ Fleming, p. 64.
17. ^ Reid.
18. ^ Jelavich e Jelavich, p. 226.
19. ^ Ramet, p. 205.
20. ^ Schwandner-Sievers e Fischer, Isa Blumi, "The Role of Education in the Albanian Identity
and its Myths", p. 57.
21. ^ Hammond, p. 41: "In tutto questo periodo bande di predoni albanesi saccheggiavano e
distruggevano i villaggi del Valacchi e dei Greci in Epiro, nel nord del Pindo, la regione dei laghi
di Prespa e Ocride, e parti della Macedonia occidentale. Un capo albanese, 'Ali il Leone',
emulò le azioni di 'Giovanni Spada' e 'Pietro Pockmark' quando si autonominò, come Ali
Pascià, sovrano indipendente di Giannina. Lui e i suoi soldati albanesi, reclutati principalmente
nella sua patria, nel Kurvelesh e nella valle del Drin a nord dell'Epiro, controllavano tutto l'Epiro
e portarono le loro incursioni fino in Macedonia occidentale e in Tessaglia. Come si è visto,
distrussero gli insediamenti valacchi nella zona dei laghi e indebolirono quelli più a sud. Dopo
l'assassinio di Ali Pascià nel 1822, incursioni sporadiche di bande di albanesi erano una
caratteristica della vita nel nord della Grecia fino alla liberazione del 1912-13".
22. ^ Gawrych, pp. 68–69.
23. ^ Clogg, p. 105: "La seconda guerra balcanica ebbe breve durata e i bulgari furono presto
trascinati al tavolo delle trattative. Con il Trattato di Bucarest (agosto 1913) la Bulgaria fu
costretta ad accettare una poco favorevole regolamentazione dei confini, anche se ottenne una
via per l'Egeo, a Degeagatch (moderno Alexandroupolis). Venne riconosciuta la sovranità della
Grecia su Creta ma la sua ambizione di annettersi nord dell'Epiro con la sua vasta popolazione
greca fu bloccata dall'annessione dell'area all'Albania indipendente".
24. ^ Pettifer, p. 4.
25. King, Mai e Schwandner-Sievers, Gerasimos Konidaris, "Examining Policy Responses to
Immigration in the Light of Interstate Relations and Foreign Policy Objectives: Greece and
Albania", pp. 64–92.
26. ^ Winnifrith, p. 130.
27. ^ Stickney.
28. ^ Tucker e Roberts, p. 77.
29. ^ Soteriades: Map.
30. ^ Miller, pp. 543–544.
31. ^ Ruches, pp. 162–167.
32. ^ Pettifer, p. 7.

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Collegamenti esterni
Lega epirota, su macedonian-heritage.gr.
Guida sull'Epiro, su epirus.info.
Panepirotic Federation of America, su panepirotic.org.
Panepirotic Federation of Greece, su panepirotiki.com.
Panepirotic Society of Cairo, su panipirotikos-kairou.org. URL consultato il 3 giugno 2015 (archiviato
dall'url originale il 26 novembre 2013).
iliochori.com (http://www.iliochori.com) Informazioni sull'Epiro
Hpeiros.gr (https://web.archive.org/web/20081201104956/http://www.ipiros.gr/portal2/) Grecia
Epiro portal
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