Il documento descrive le forme musicali classiche come la sonata e la sinfonia. Spiega come queste forme si sono sviluppate dalle forme vocali rinascimentali e come nel periodo classico la sonata, la sinfonia e il quartetto avevano strutture formali simili, solitamente in tre o quattro movimenti, con il primo movimento nella forma sonata.
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Il documento descrive le forme musicali classiche come la sonata e la sinfonia. Spiega come queste forme si sono sviluppate dalle forme vocali rinascimentali e come nel periodo classico la sonata, la sinfonia e il quartetto avevano strutture formali simili, solitamente in tre o quattro movimenti, con il primo movimento nella forma sonata.
Il documento descrive le forme musicali classiche come la sonata e la sinfonia. Spiega come queste forme si sono sviluppate dalle forme vocali rinascimentali e come nel periodo classico la sonata, la sinfonia e il quartetto avevano strutture formali simili, solitamente in tre o quattro movimenti, con il primo movimento nella forma sonata.
Il documento descrive le forme musicali classiche come la sonata e la sinfonia. Spiega come queste forme si sono sviluppate dalle forme vocali rinascimentali e come nel periodo classico la sonata, la sinfonia e il quartetto avevano strutture formali simili, solitamente in tre o quattro movimenti, con il primo movimento nella forma sonata.
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Singoli temi come personaggi di 1 racconto. Musica 700 melodramma per 80x100.
Primo mov forma sonata
- Anche in musica strumentale si cerca di rendere elemento drammaturgico. Forma sonata fortemente drammatizzata. Secondo movimento riprende aria d’opera con struttura ABA, aria col da capo. Ripetizione di parte A variata fatta direttamente dal cantante che mostra abilità. Ripetizione nasce per questo. Terzo mov elemento tipico di musica settecentesca, movimento di danza tipico, omaggio all’aristocrazia, minuetto. Fra 7 800 da aristocrazia a borghesia, minuetto superato. Da beethoven diventa scherzo, struttura formale uguale, ma carattere agogico diverso, diventa in uno. Quarto movimento brillante trionfale come il pubblico si aspetta. Allegro diverso dal primo mov, non ha elementi drammatici, non vuole creare tensione, deve essere brillante, esaltante, niente contrapposizioni. Tema principale ritorna ripetutamente – rondò. Se si usa forma sonata si stemperano elementi drammatici (31) Sonate per piano non hanno minuetto, ogni forma ha eccezioni e c’è sempre una ragione per un cambiamento formale. CONCERTO SOLISTICO Origine inizio 700. Allegro Adagio Allegro. FORMA SONATA cuore del periodo classico. A Vienna si perfeziona, diventa riferimento classico, perché attinge a forme classiche, equilibrio fra le parti. Forma è il valore finale. Ricerca costruttiva, forma non è precostituita e immutabile, non è uno schema ma un processo compositivo (de Natale). Ogni composizione è diversa dalle altre perché modo di scrivere tema è diverso ed è diverso modo di andare al secondo tema. (38) forma è scheletro iniziale. Melodramma è genere dominante – stessa architettura formale in forma sonata, opera per soli strumenti. Familiare al gusto del tempo. Secondo movimento carattere cantabile lirico. Può esserci comunque forma sonata variata. Deriva da forme binarie a tre sezioni, usata da compositori (Mozart) ma mai teorizzata fino a 800 anni 40 ad opera di insegnanti (Reicha, Czerny, Marx) per insegnamento della composizione, quando però non si usava più, perché teoria uccide la composizione, la fantasia, cristallizzando un processo. Forma sonata non è fissa. Ci sono diversioni rispetto al percorso teorico. Logica drammaturgica – personaggi entrano in scena e si presentano in maniera semplice e lineare per farsi comprendere. Protagonista e antagonista, con interposizione di terzo individuo - primo e secondo tema con altri elementi tematici. Esposizione della vicenda, intreccio delle vicende è lo sviluppo. Dramma a lieto fine, sempre. Dramma per musica, non tragedia. Forma sonata struttura ternaria ABA (in Beethoven 4 parti) Esposizione, sviluppo, ripresa Esposizione T -> D Sviluppo e ripresa insieme ritornellate, perciò forma binaria a tre sezioni come nel minuetto (Charles Rosen). Forme elementari 1 tonica dominante 2 dominante tonica. Nella suite singole danze costruite così, due parti equivalenti ritornellate t-d, d-t , percorsi più o meno lineari. Forma binaria tipica. Se è minore da tonica maggiore a relativa minore e viceversa. Nel minuetto seconda parte molto più lunga della precedente. Prima sezione t-d, seconda parte arricchimento ulteriore modulazione, ripresa variata e conclusiva. Ripresa di A inizia e finisce alla tonica. AA BA BA -> binaria ma a tre sezioni perché parte B ha due sezioni. Differenza con forma ternaria è percorso armonico. Forma aperta presuppone unico arco di tensione che riporta alla tonica solo alla fine. Nelle forme ternarie ogni sezione è indipendente e conclusa in se stessa perché chiude alla tonica. Riascolta prima parte secondo audio DA CAPO FORMA NEL PERIODO CLASSICO Compositore di fine 700 quando scrive musica lo fa a partire da mestiere acquisito durante la formazione e fatto da elementi musicali: solfeggio, armonia, basso continuo, contrappunto, forme musicali. Non studiava come Beethoven e i romantici la letteratura, giurisprudenza o filosofia, che non erano considerate necessarie per scrivere musica. Questa è una grande differenza fra 700 e 800 musicale. Ancora all’epoca di Haydn e Mozart al compositore si richiedeva di conoscere la musica nei suoi elementi costitutivi. Ingredienti (armonia, contrappunto, solfeggio etc.) devono essere inseriti in un contesto formale. Dove nasce idea della forma musicale? Origine storica si colloca intorno al 1500. Fino al 1500 la produzione di musica colta era di tipo vocale: mottetti, messa, anche mottetti profani, ma comunque a partire da sistema contrappuntistico che partiva comunque da un testo. Il risvolto pratico è che la forma ella composizione segue il testo. Su ogni verso si costruisce una sezione e si va avanti finché c’è un testo da musicare. Organizzazione delle singole sezioni sta alle regole del contrappunto. Quando nel 1500 si sente necessità di scrivere musica solo strumentale c’è problema per il compositore perché non si sa come fare e nessuno ha mai proposto una soluzione formale, quindi c’è un tema da sviluppare e capire come elaborarlo. Presero come riferimento le forme che conoscevano, ossia quelle vocali e cominciarono a scrivere come se avessero un testo da musicare. Nascono composizioni con titolo indicativo come “canzona da sonare” di Gabrieli, che ci fa capire che pensavano a forma vocale resa strumentalmente. In assenza di un testo si elaborano forme libere come il ricercare, l’invenzione, il preludio, forme che presuppongono libera invenzione non organizzata strutturalmente. Periodo di transizione fra 500 e 600. Nel 600 c’è fenomeno straordinario che sconvolge composizione, ossia introduzione della tonalità, che è correlata a nascita della musica strumentale, quindi introduzione della tonalità dà origine alla nascita delle prime forme elementari, binarie e ternarie che sono il nucleo costitutivo fondamentale su cui organizzare il materiale musicale. Inizialmente si usano forme elementari che producono composizioni brevissime anche di una sola pagina, quindi per avere forme più complesse il compositore crea raccolte di piccoli brani. Infatti forme strumentali tipiche del tardo 600 sono suite e sonata, ossia insieme di brani messi uno dopo l’altro caratterizzati sul piano agogico che usano forme prestabilite come le danze. Suite successione di danze, sonata successione di movimenti. In entrambe la successione delle sezioni è determinata da carattere agogico differente, cercando varietà. Prendendo in considerazione i singoli movimenti della suite e della sonata tutti hanno struttura formale che inizia a definirsi che riconosciamo come forma binaria o ternaria. Forme di questo periodo sono insieme di più elementi distinti sul piano agogico. Nelle sonate barocche da chiesa o da camera c’è alternanza di movimenti lenti e veloci. Sonata da chiesa generalmente in 4 movimenti con adagio iniziale, allegro in forma di fugato, terzo adagio e ultimo in tempo ternario su modello della giga. Nel complesso queste forme non vanno mai oltre i 10/15 minuti di musica. Alternativa a queste composizioni costruite sul piano delle tensioni tonali è continuare a usare meccanismi della composizione contrappuntistica, cioè forme del contrappunto imitato come per esempio la fuga che per tutto il 600 e parte del 700 rappresenta alternativa formale. Forme del periodo classico, fine 700, musica sinfonica e musica da camera: sinfonia e concerto solistico; quartetto a partire da Haydn (che diventa riferimento assoluto per la musica da camera nel periodo classico e romantico) e sonata per pianoforte, strumento che a partire da 1770 esplode e diventa protagonista assoluto del primo romanticismo 800esco. Sinfonia quartetto e sonata hanno struttura formale molto simile, quasi sovrapponibile. Concerto prende via diversa perché ha origine storica differente. Distinzione fondamentale fra sinfonia e concerto è che sinfonia viene da “siun foné-suonare insieme” ed è composizione in cui più strumenti suonano insieme, termine è già presente nel 500 con questo significato, cioè qualsiasi forma di musica da camera. Dal 700 indica insieme strumentale di grandi dimensioni (20/25 esecutori in su) in cui nessuno prevale sugli altri. Caratteristica della sinfonia rispetto al concerto è che dà uguale valore alle parti, mentre nel concerto ci sono uno o più solisti che si contrappongono all’orchestra, infatti concerto forse deriva da latino “concerere” contrapporre, o forse concertare che vuol dire il contrario cioè mettere insieme, ma caratteristica del concerto, sia che sia concertante sia che sia solistico, è l’idea di avere uno in opposizione al tutti. Nella sinfonia non c’è contrapposizione. Sinfonia quartetto e sonata nel classicismo si strutturano secondo macro forma in 3 o 4 movimenti. Nella forma in 4 movimenti ogni movimento risponde a precisa struttura formale. Per esempio sinfonia classica: struttura generale in 4 movimenti con allegro iniziale, secondo adagio, terzo minuetto e quarto finale brillante. Schema formale tipico della sinfonia è questo. Il compositore nel 700 non doveva creare disturbo o disorientare l’ascoltatore, scrive su commissione di cappella per pubblico che vuole intrattenersi e non vuole sorprese, quindi uso di struttura formale consolidata rafforza idea di assimilazione rispetto al pubblico, che sa cosa aspettarsi. Maggioranza delle composizioni di questo periodo rispondono a questa articolazione. Ogni movimento risponde a uno specifico carattere, come i movimenti delle danze di una suite. Primo movimento è un allegro in forma sonata, l’ascoltatore si aspetta di trovare primo gruppo tematico, secondo gruppo tematico contrastante, sviluppo, ripresa. Questi elementi sono riassunti perché nella logica della composizione 700esca i singoli temi sono vissuti come i personaggi di un racconto. Musica del 700 era per l’80% melodramma, che rappresenta lo standard di riferimento a cui rapportarsi. Anche nella musica sinfonia si cerca di tradurre in musica strumentale i caratteri di un brano operistico con relativi personaggi (protagonista, antagonista, ruoli minori). La fortuna della forma sonata in epoca classica è dovuta al fatto di essere riusciti con elementi esclusivamente musicali lo spirito drammaturgico che era espressione più tipica dell’estetica musicale del 700. Forma fortemente drammatizzata che è la forma sonata e trova ospitalità nel primo movimento di sinfonia, quartetto, sonata. Secondo movimento, secondo logica dell’alternanza agogica dopo un movimento allegro ci si aspetta qualcosa di cantabile, lirico, lento. Si attinge all’aria d’opera che in quel periodo erano strutturate sulla forma dell’aria col da capo, infatti forma ternaria si chiama così, ABA. La sezione finale non veniva nemmeno scritta perché origini storiche dell’aria sono nella possibilità che veniva data al cantante di ripetere la parte A variata, quindi non era necessario scriverla perché le variazioni non erano scritte, ma erano introdotte dal cantante che faceva bella mostra delle sue abilità. Struttura pratica nasce quindi dall’esigenza di dare al cantante la facoltà di sfoggiare le sue qualità nella ripetizione variata. Terzo movimento destinato all’assimilazione di un elemento tipico della musica 700esca, omaggio al proprio tempo e all’aristocrazia che commissiona la composizione, cioè un movimento di danza che esprime il mondo aristocratico: il minuetto. A cavallo fra 700 e 800, nel passaggio da dimensione aristocratica a borghese, il minuetto viene superato perché non ha più senso omaggiare aristocrazia. Da Beethoven in poi il minuetto si trasforma in scherzo: struttura formale è uguale ma cambia carattere agogico, movimento ternario diventa in uno, tipico del motorismo delle città del primo 800, adeguando la composizione allo spirito del proprio tempo. Finale brillante porta l’applauso conclusivo, non deve creare tensioni (come Patetica), deve finire come festa. È un allegro diverso da quello iniziale che ha carattere drammaturgico e elementi creano tensione soprattutto nello sviluppo. Nel finale non serve tensione, deve essere divertente, quindi si limitano elementi di contrapposizione a vantaggio di un tema principale che ritorna ripetutamente, infatti la forma tipica è quella del rondò, con le varianti del rondò sonata o anche forma sonata ma in forma drammaturgicamente attenuata, con elementi di tensione stemperati, temi non più così contrastanti, parti di modulazione ridotte, sviluppo ridotto e talvolta scompare. Spesso sonate per pianoforte non hanno minuetto, possono sempre esserci eccezioni e dobbiamo chiederci perché, c’è sempre una ragione. Concerto solistico ha invece organizzazione in tre movimenti, sin dalle origini del concerto che risalgono agli inizi del 700. Primo allegro, secondo adagio e finale allegro in forma ternaria. Forma dei singoli movimenti è leggermente diversa perché presuppone l’alternarsi di parti riservate al solista in opposizione al tutti. Forma sonata: cuore del periodo classico, perché raggiunge un tale livello di perfezione da essere ricondotta a un modello classico. L’idea stessa di forma attinge all’idea di forma dall’antichità, che costruisce la forma sull’idea di equilibrio fra le parti. Non si cercano elementi extramusicali, tutto è all’interno della forma musicale. L’importanza che il compositore dà alla forma è talmente grande da costituire il valore fondamentale della composizione musicale. Se una composizione è ben costruita, avrà un grande valore, perciò compositori danno rilievo alla fase di ricerca costruttiva. Non dobbiamo immaginare la forma come qualcosa di precostituito e immutabile, non è uno schema ma è un processo compositivo (De Natale, prof di Fico). La forma sonata non è uno schema che va semplicemente applicato. Gli elementi hanno una logica strutturale nel progredire della composizione. Ogni composizione è diversa dalle altre perché percorso prestabilito viene contestualizzato in ogni circostanza. Il modo di costruire il primo tema o di andare all’altra area armonica è diverso da una composizione all’altra. Processo è uguale ma risponde a logiche della singola composizione, si plasma sulla composizione. Forma è lo scheletro iniziale, poi ogni compositore dà alle singole sezioni importanza diversa. Forma sonata è quella che si avvicina di più all’epoca storica di cui ci occupiamo, caratterizzato dal melodramma, genere dominante, più familiare al gusto e all’estetica del 700. L’opera si costruisce a partire da un canovaccio in cui alcuni personaggi hanno ruoli principali rispetto ad altri che hanno ruoli comprimari o secondari nella storia. Stessa architettura formale viene riprodotta nella forma sonata, attraverso di essa compositore scrive un’opera per soli strumenti. L’idea del melodramma si trova anche negli altri movimenti oltre il primo. Il secondo movimento ha carattere cantabile lirico, non di tensioni drammaturgiche, quindi si mettono primo e secondo tema non in contrasto ma in continuità. La forma sonata può presentarsi anche negli altri movimenti ma sempre adattato alle necessità compositive del singolo movimento. Forma sonata permea tutte le composizioni dell’epoca classica: il periodo classico è caratterizzato dall’uso sistematico della forma in generale e in particolare della forma sonata. Il paradosso è che il compositore classico (Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert anche) usa ampiamente questa forma, ma nessuno l’ha mai descritta, lo fanno e basta, è nella prassi compositiva, sanno perfettamente come funziona e hanno chiari gli elementi costitutivi. Tutti gli scritti teorici sulla forma sonata infatti sono della metà dell’800, quando ormai non era più usata o comunque non allo stesso modo, perché ”la teoria uccide la fantasia”. Nel momento in cui intervengo teoricamente cristallizzo un processo, trasformo un processo compositivo in uno schema compositivo. Questo ha funzione didattica, ma porta tutti a fare praticamente la stessa cosa. Cristallizzazione della forma sul piano teorico avviene nella seconda metà dell’800 a opera di compositori che facevano gli insegnanti: Reicha, uno dei primi insegnanti di composizione del conservatorio di Parigi, Czerny nel metodo di composizione pratica e Marx sempre per l’insegnamento. Questo è un limite che ci ha indotti a pensare che la forma sonata sia qualcosa di fisso, ma sicuramente non era vero per i compositori che la usavano, sempre in forma libera e presenta anomalie rispetto al percorso teorico. Alla base della forma sonata c’è logica drammaturgica, quindi bisogna intendere composizione come insieme di personaggi che entrano in scena e si presentano qualificandosi per il pubblico in modo semplice e lineare, poi i personaggi iniziano a dialogare, con l’interferenza anche di altri personaggi. Fra protagonista e antagonista si frappone sempre qualcun altro che muove la trama. Anche nella forma sonata ci sono diversi elementi tematici. Come in canovaccio drammaturgico c’è una prima parte in cui protagonisti entrano in scena e si presentano, poi inizia l’intreccio che equivale allo sviluppo, fino a ripresa in cui elementi di contrasto si risolvono, con lieto fine come tipico del 700, come Orfeo ed Euridice che viene risolto positivamente. Struttura della forma sonata: spesso la si descrive come una forma ternaria con esposizione, sviluppo e ripresa. Ma per esempio nelle sonate di Beethoven dopo queste tre sezioni c’è una coda conclusiva talvolta più importante delle sezioni precedenti. A esposizione generalmente ritornellata, sezione in cui generalmente si va dal primo gruppo tematico alla tonica verso una sezione autonoma di ponte modulante verso una seconda sezione che è il secondo gruppo tematico alla dominante. Sviluppo e ripresa fanno parte di un unicum formale che prevede un ritornello, come se la forma a tre sezioni rimandasse a una cosa diversa, ossia ciò che Charles Rosen chiama forma binaria a tre sezioni che è tipica della forma del minuetto. Forme binarie e forme ternarie: forme che costituiscono suite e sonate barocche, primi esempi di costruzione formale a partire da un percorso armonico. Forme elementari partivano da idea di costruire un percorso formale in due parti in cui nella prima si va da tonica a dominante e nella seconda il contrario, quindi si applica principio della successione armonica e ritmica a un livello più ampio formale. I movimenti di una suite sono fatti così. I percorsi possono essere più o meno lineari e possono avvenire in due maniere. Di solito le due parti sono più o meno equivalenti come numero di battute, questa è la tipica forma binaria (nel modo maggiore tonica-dominante e inverso, nel modo minore da impianto a relativo maggiore e inverso), con percorso simmetrico ed equivalente. Altra forma tipica del minuetto che ha sempre due sezioni in cui la seconda parte è molto più lunga della precedente, per esempio prima di 8 e seconda di 16. La seconda è molto più lunga perché prevede diversione rispetto a tema originale, modulazione ulteriore che porta a ripresa dell’elemento inziale variato, perché in un caso dalla tonica si va alla dominante, nell’altro si rimane alla tonica perché il brano deve terminare. Minuetto barocco è costituito da danza, trio e ripetizione della danza. Quindi forma complessiva del minuetto è AA BA BA. Perciò questa forma è binaria perché ha due parti ritornellate, ma a tre sezioni perché parte B ha due sezioni. Differenza fra forma binaria a tre sezioni e forma ternaria è il percorso armonico. Nella forma binaria a tre sezioni di va dalla tonica alla dominante poi c’è intensificazione armonica che porta alla ripresa di A che dalla tonica va alla tonica. Complessivamente la forma può essere descritta, come tutte le forme binare, come forma aperta, cioè con un’unica curva di tensione che raggiunge punto di massima intensità al termine della sezione A e torna a tonica solo alla fine del brano. Nelle forme ternarie ABA’ la parte A è una forma chiusa, cioè non chiude alla dominante, ma crea tensione interna per cui c’è tonica dominante tonica già nella parte A e ogni sezione potrebbe essere separata dalle altre. La forma nel sistema tonale Come per l’armonia, l’inciso e la costruzione del periodo, curve di tensione riguardano anche le forme più grandi. Principio di tensione e distensione vale da fine 600 a 800. Le forme più semplici sono due: binarie e ternarie. Secondo definizione di Charles Rosen forme ternarie sono chiuse, mentre forme binarie sono aperte. Ternarie hanno tre parti distinte, binarie possono presentarsi in tre soluzioni diverse: 1 forma binaria di movimento lento 2 forma a due sezioni 3 forma binaria a tre sezioni. Forma ternaria: forme sono costruite in modo da avere indipendenza nelle singole sezioni, ogni parte della forma è compita, tensioni armoniche vengono risolte. La forma tipica ternaria è l’aria col da capo ABA, spesso si trova scritto d.C. al Fine perché in origine si ripeteva la parte perché il cantante potesse variarla. Quindi A e A’ sono la stessa cosa e non si riscrive nemmeno. Bisogna quindi fare in modo che A abbia carattere conclusivo, quindi deve concludersi alla tonica, perciò A deve essere una sezione chiusa. Quindi anche seconda parte deve essere una sezione chiusa, ma per non essere ripetitivo, avendo già sfruttato il rapporto con la dominante all’interno della singola sezione, tutta la sezione B è in una tonalità diversa, generalmente la sottodominante se la tonalità è maggiore o alla relativa maggiore se la tonalità è minore. Es. marce funebri hanno sezione B maggiore. Due livelli di organizzazione tonale, uno che vede le singole sezioni risolte in se stesse e uno macrostrutturale che vede ogni sezione costruita in una tonalità diversa: tonica, sottodominante, tonica: ulteriore elemento si staticità non usare la dominante. Forme aperte: sono quelle in cui il ritorno alla tonica avviene alla fine dell’intero brano, dove la singola sezione è una forma aperta inserita in un contesto di forma chiusa. Ogni singola sezione articola all’interno un percorso tonica-dominante-tonica, che al loro interno sono forme aperte, ma complessivamente costruiscono una forma chiusa. (?) Per forma aperta intendiamo percorso formale che dalla tonica va alla dominante e dalla dominante va alla tonica. Schema si adatta alle singole sezioni. Forma aperta può prendere tre diversi percorsi. Più elementare, quello più tipico che si trova nelle suite, specialmente quelle bachiane, ossia costruzione complessa in cui c’è percorso che porta alla dominante, da dominante alla tonica e se si vuole arricchire percorso armonico ci sono tappe intermedie con modulazioni nell’andata alla sottodominante, nel ritorno al relativo minore. Entrambe le parti ritornellate. In ognuno dei tre casi c’è percorso di andata e ritorno che si incentra sulla dominante. 1 forma binaria di movimento lento: di solito adagio, non è presente ritornello, unico movimento articolato in due parti, quindi forma binaria racchiusa in un’unica sezione. Molto raro trovarla in questa forma, tipica del primo 700, si trova più spesso come parte costitutiva di una forma ternaria, potrebbe essere la sezione A della forma ternaria. 2 forma a due sezioni: due parti che costituiscono la forma sono evidenti grazie a ritornello (td-dt), schema: prima frase alla tonica, seconda di modulazione alla dominante, terza modula a tonalità vicina per tornare solo alla fine alla tonica. Percorso univoco, c’è un’unica curva di tensione. 3 forma binaria a tre sezioni, tipica del minuetto: due parti molto evidenti con ritornello, con prima parte molto più breve della seconda, perché la seconda è composta da due sezioni distinte, nella seconda parte c’è una parte di diversione e una di ripresa variata. È binaria perché le parti sono due, ma è a tre sezioni perché ci sono tre sezioni distinte A-BA. Differenza fra questa e quella ternaria è il percorso armonico: nella forma ternaria il percorso armonico si esaurisce all’interno di ogni singola sezione. Quindi forma binaria è aperta, forma ternaria è chiusa. Forma sonata legata a forma binaria a tre sezioni: così come nella forma binaria a tre sezioni c’è prima parte, seconda parte che prevede una sezione di diversione che diventa uno sviluppo e una ripresa della parte iniziale. Lo schema fondamentale è sovrapponibile, anche se forma sonata è più complessa. Anche percorso armonico è sovrapponibile. Come nella forma binaria a tre sezioni da tonica a dominante, ci si allontana e si ritorna alla tonica solo con ripresa. Forma sonata fa parte delle forme aperte, mentre secondo movimento fa parte delle forme chiuse. Forma sonata: mentre per quanto riguarda gli elementi tematici possono esserci molte variazioni, il percorso armonico è costante. Una sezione alla tonica, una sezione modulante che dalla tonica ci porta alla dominante, un’ulteriore grande sezione del secondo tema. Questo schema risponde a un determinato percorso armonico che si riempie di elementi tematici e motivici. Elementi tematici caratterizzano la struttura, sono i personaggi che interagiscono in uno scheletro armonico. Per comprendere la forma sonata bisogna prima analizzarla nel percorso armonico per poi guardare quali sono gli elementi che la costituiscono. C’è un livello strutturale armonico che c’è sempre in qualsiasi sinfonia, ma cambia il modo di costruire il percorso. Nell’esposizione c’è sicuramente un primo tema, ma di solito non è sufficiente presentarlo, di solito il compositore sente la necessità di farlo riascoltare per rafforzarne l’identità rendendolo riconoscibile come elemento tematico. Il primo gruppo tematico si esaurisce nella presentazione, poi inizia sezione modulante che ha suo personaggio diverso da primo e secondo tema. In alcune sonate di Beethoven il ponte modulante è talmente ben definito che ha portato alcuni studiosi a parlare di sonate tritematiche. Ponte modulante non è una modulazione con semplice funzione strutturale, fa parte della composizione ed è funzionale al tutto, presenta un ulteriore personaggio, talvolta più significativo sul piano tematico rispetto al secondo tema. Due strategie per costruire ponte modulante (percorso tonica-dominante): 1 ripercorre il primo tema legando elemento tematico a sezione A: dopo aver proposto sezione A, la faccio riascoltare in versione modulante segandolo a qualcosa di nuovo che non ho ancora sentito, fino ad arrivare a cadenza alla dominante che prepara intervento del secondo tema. 2 elemento tematico nuovo viene presentato subito, quindi presentazione del tema, ripetizione, cadenza forte, piccola pausa e poi inizia cosa diversa che fa già parte del ponte. Termina ponte e inizia secondo gruppo tematico che può avere articolazione anche molto complessa. Sezione C è il secondo tema vero e proprio, quello alla dominante. In Beethoven spesso non è un vero e proprio tema, spesso elemento B del ponte è più lirico e cantabile di C, ma B non ha stabilità armonica perché è modulante, mentre C sì. Sezione D è un primo tentativo di sviluppo, con principio di elaborazione motivica, molta tensione interna all’esposizione. In Beethoven spesso è così sofisticata che si parla di primo sviluppo, come se fosse anticipazione dello sviluppo e ci sono modulazioni a toni lontani, quindi è necessaria ulteriore sezione conclusiva dell’esposizione con cadenze alla dominante, ossia codette. Riassumendo: Primo gruppo tematico che presuppone un elemento tematico molto ben definito e caratterizzante (semplice), poi tema riproposto e riproposizione può essere legata a elemento del ponte oppure concludersi con cadenza perfetta dando così al ponte indipendenza. Raggiunta la dominante, inizia secondo gruppo tematico, con una sezione di secondo tema, primo sviluppo più o meno complesso con modulazioni a toni lontani, poi si torma alla dominante per concludere l’esposizione. Ascolto di primo tempo di prima sinfonia di Mozart che rispecchia tutte le caratteristiche elencate.