ABB Guida Alle Misure Elettriche
ABB Guida Alle Misure Elettriche
ABB Guida Alle Misure Elettriche
t
A
ABB SACE 250 500
bol.it.abb.com
www.abb.com
V 60
80 V
(f)
40
50 Hz
20
0 t
Su misura.
Guida pratica alle misure elettriche
nei quadri di bassa tensione
indice Su misura.
Guida pratica alle misure
elettriche nei quadri
di bassa tensione
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
1
Le misure elettriche
Misura: rapporto fra una grandezza e un’altra a essa omogenea, scelta convenzional-
mente come unità.
In ambito elettrico tuttavia, non è sempre agevole disporre di campioni da porre a
confronto, soprattutto nelle misure che si svolgono al di fuori di laboratori attrezzati.
Nella pratica, pertanto, si impiegano strumenti tarati, i quali non confrontano la gran-
dezza elettrica in esame con un campione elettrico, ma con una grandezza di altra
natura (ad esempio, negli strumenti analogici, la forza esercitata da una molla).
Dalla definizione generale del concetto di misura deriva comunque l’importanza della
definizione delle unità di misura che devono essere invariabili ed in generale
riproducibili.
Le unità di misura corrette e da utilizzare sono quelle espresse dal SI (Sistema Inter-
nazionale); nella tabella 1.1 vengono riportate le unità di misura fondamentali (o di
base) del S.I
Unità
Grandezza
Norme Simbolo
Lunghezza metro m
Massa kilogrammo kg
Tempo secondo s
Intensità di corrente elettrica ampere A
Temperatura termodinamica kelvin K
Quantità di sostanza mole mol
2 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 1
Le misure elettriche
- Resistività ohm per metro Ω·m m 3 · kg · s-3 · A-2
- Conduttanza siemens S m -2 · kg-1 · s3 · A2
- Conduttività siemens al metro S/m m -3 · kg-1 · s3 · A2
- Induttanza henry H m 2 · kg · s-2 · A-2
- Campo elettrico volt al metro V/m m · kg · s -3 · A-1
- Densità di carica coulomb al metro 2 C/m2 m-2 · s · A
- Densità di corrente ampere al metro 2 A/m2 m-2 · A
- Frequenza hertz Hz s -1
- Flusso d’induzione weber Wb m 2 · kg · s-2 · A-1
- Induzione magnetica tesla T kg · s -2 · A-1
- Campo magnetico ampere al metro A/m m -1 · A
- Potenziale magnetico weber al metro Wb/m m · kg · s -2 · A-1
- Costante dielettrica farad per metro ε m-1 · kg-1 · s4 · A
- Permeabilità magnetica henry al metro μ m · kg · s -2 · A-2
- Potenza watt W m 2 · kg · s-3
Tabella 1.2: Principali grandezze
- Energia watt per secondo J m 2 · kg · s-2 elettriche e magnetiche
1.1
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 3
1.2
Contesti applicativi
Un efficiente sistema di misura e di monitoraggio delle grandezze elettriche si inseri-
sce con successo in tutti quei contesti che richiedono:
- il contenimento del costo dell’energia;
- la qualità dell’energia fornita;
- la continuità di servizio degli impianti.
Nello specifico, il perseguimento degli obiettivi di cui sopra richiede l’implementazione
delle attività riassunte nel flow-chart di figura 1.1.
1
Riduzione Qualità Continuità
Le misure elettriche
Gli strumenti di misura ABB, strumenti analogici e digitali analizzatori di rete, contatori
elettronici, ottimizzano le funzioni di cui sopra nei più svariati contesti applicativi:
- edifici residenziali e commerciali
- industrie
- shopping center
- autorimesse
- collegi e campus
- centri fiere, locali da esposizione
- porti turistici
- alberghi e campeggi.
Tutti gli strumenti ABB, sia di tipo modulare sia da fronte quadro, si distinguono per
la superiorità e l’eccellenza delle loro caratteristiche e, non da ultimo, consentono di
completare, migliorandone l’estetica, i quadri di bassa tensione e gli armadi cablati
nei power center.
1.3
4 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 1.3
dalla volontà dell’Ente distributore (distruzioni volontarie, disastri, scioperi, atti dell’au-
torità pubblica, ecc.), diventa necessario interrompere o degradare il servizio.
Ciò premesso, le principali caratteristiche della tensione trifase fornita ai punti di con-
segna dal sistema di distribuzione pubblica in condizioni di esercizio normale, sono
le seguenti (vedasi anche la tabella 1.3):
- frequenza
- ampiezza
- forma d’onda
- simmetria del sistema di tensioni trifase.
Alla tensione possono anche essere sovrapposti da parte dell’ente distributore segnali
di basso livello aventi lo scopo di trasmettere informazioni relative all’esercizio.
Queste caratteristiche sono soggette a variare durante il normale esercizio del sistema
elettrico a causa di variazioni del carico, di disturbi generati da certi tipi di apparecchi
o impianti utilizzatori e del verificarsi di guasti, per la maggior parte dovuti a eventi
1
esterni, che possono provocare delle interruzioni temporanee della fornitura.
Le misure elettriche
Ne consegue che tali caratteristiche risultano essere mutevoli nel tempo, se riferite a
un punto di consegna specifico; mutevoli nello spazio, se in un dato istante si consi-
derano tutti i punti di consegna esistenti in una rete di distribuzione. Di conseguenza,
in entrambi i casi, debbono essere descritte in termini statistici; a tal proposito la fi-
gura 1.2 mostra i diversi tipi di variazione di ampiezza della tensione dovuti a fenomeni
transitori e impulsivi.
Per quanto riguarda gli apparecchi disturbanti, ossia dispositivi, macchinari ed appa-
recchiature dell’utente che possono introdurre disturbi di tipo elettromagnetico, la
tabella 1.4 ne raggruppa i principali, secondo il criterio della tipologia dell’applicazione
che mostra come uno stesso tipo di apparecchio può dar luogo contemporaneamente
a più disturbi; ad esempio, una saldatrice a resistenza, può generare: dissimmetrie e
squilibri, fluttuazioni di tensione, variazioni di tensione, rispettivamente indicate nelle
colonne di destra della tabella 1.4 con le sigle SQ, FT, VT.
Fenomeno
Caratteristica
Tipo Descrizione
Frequenza Variazione Scostamento in % dal valore nominale
Ampiezza Variazioni lente Scostamento in % del valore nominale
con durata della variazione > 10 s
Variazioni rapide Scostamento in % del valore nominale
con durata della variazione < 10 s
Sovratensioni Innalzamenti della tensione misurati
in valore assoluto istantaneo
o in percentuale del valore nominale
Simmetria del sistema trifase Dissimmetria Disuniformità di ampiezza e/o angolo tra le
fasi misurata come grado di dissimmetria Tabella 1.3: Caratteristiche
della tensione
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 5
segue 1.3
Legenda:
a) Buchi di tensione: V
durata da 10 ms a 60 s, se la tensione (b)
si annulla completamente si parla di
interruzioni brevi (a)
b) Sovratensioni non impulsive:
di segno opposto ai buchi di tensione
c) Variazioni lente: t
variazioni di ampiezza riferite al valore
nominale con durata > 10 s
d) Sovratensioni impulsive di lunga
durata:
durata compresa fra 0,1 ms e alcuni ms
originate da guasti o manovre V V
e) Sovratensioni impulsive di media
(d)
1 durata:
durata compresa fra 1 e 100 μs origine
atmosferica o da manovre di interruttori o VM
Le misure elettriche
V V V
(e) (f) (g)
50 Hz
50 Hz
6 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 1.3
È altresì possibile che uno stesso apparecchio possa dar luogo contemporaneamente
a più tipi di disturbi.
I livelli di emissione per i vari disturbi si determinano nel modo seguente:
- s i calcola il livello di emissione dei singoli apparecchi;
- s i valuta il livello di emissione totale dell’utente, come composizione dei livelli di
emissione dei singoli apparecchi;
- si confronta il livello di emissione totale dell’utente con il livello di emissione consen-
tito; questo limite di emissione è generalmente definito dal distributore sulla base
dei criteri atti ad assicurare il controllo dei livelli di compatibilità.
La valutazione dei livelli di emissione è generalmente effettuata nei “punti di comune
accoppiamento” ritenuti di particolare interesse: punto di comune accoppiamento con
la rete pubblica (PAC) e punti di comune accoppiamento interni alla rete di distribu-
zione dell’utenza (PAI).
I disturbi che più frequentemente si verificano e che in ogni caso devono essere va-
1
lutati e contenuti sono:
Le misure elettriche
- le armoniche;
- le variazioni rapide della tensione;
- i flicker.
Questi ultimi sono fluttuazioni di tensione che presentano frequenza di modulazione
comprese tra 0,5 e 35 Hz e che danno origine al fenomeno dello sfarfallio (da cui il
nome flicker), ossia della sensazione visiva provocata dalle fluttuazioni dell’intensità
di illuminazione delle lampade.
1.4
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 7
1.5
Piano tariffario
Dall’analisi del contratto di fornitura dell’energia elettrica è possibile ricavare una serie
di utili informazioni:
- la potenza impegnata, ovvero il valore massimo di potenza disponibile limitata o da
non superare per non incorrere in penali;
- il piano tariffario applicato che può essere fisso o variabile su fasce orarie;
- la punta o supero di potenza che costituisce la potenza in eccesso che si utilizza
rispetto a quella contrattuale.
La potenza impegnata rappresenta il valore massimo utilizzabile che, per contratti fino
a potenze non particolarmente elevate (in genere fino a 35 kW), viene gestita mediante
un limitatore di corrente che interrompe l’erogazione dell’energia quando il consumo
consumo.
Ogni kW impegnato ha un costo fisso ed è pertanto opportuno valutare le reali esi-
genze per evitare di pagare inutili impegni di potenza.
Il contratto va sottoscritto dopo una valutazione della più appropriata architettura della
rete dell’utente prendendo in esame, tra i parametri più salienti, i seguenti:
- n umero di punti di allacciamento;
- c onsegna in BT o MT o più punti di consegna in BT;
- e ventuale realizzazione di un impianto di emergenza;
- p revisione dei consumi in base all’effettivo prelievo e non alla somma delle potenze
nominali dei carichi (per definire la potenza disponibile).
Nel corso della fornitura è opportuno che l’utente riesamini periodicamente l’anda-
mento dei consumi in bolletta ed effettui delle analisi/registrazioni con strumenti ade-
guati; dal che l’importanza di misurare e monitorare nel tempo i consumi di energia.
1.6
Picchi di assorbimento
Per potenze maggiori di 37,5 kW, la società erogatrice utilizza misuratori di energia
che misurano gli assorbimenti nel tempo, memorizzando la media dei consumi effet-
tuati ogni 15 minuti (figura 1.4).
misuratore punta
100 kW
Area proporzionale
al valore medio
Figura 1.4: Rappresentazione grafica
della media dei consumi 0 15 min 0 15 min
Se, ad esempio, il contratto prevede una potenza impegnata pari a 100 kW, il valore
di punta si considera compreso entro il valore contrattuale se il consumo massimo ha
un valore medio di 100 kW nei 15 minuti, che può equivalere al consumo di 200 kW
medi in 7,5 minuti con successivo consumo 0 kW nei 7,5 minuti successivi.
Per evitare l’applicazione delle penali è importante controllare e gestire le punte di
assorbimento in modo da non superare mai la media della potenza disponibile.
Una corretta analisi dei consumi permette di verificare la congruità del tipo di con-
tratto con i propri parametri di utilizzo, quindi abbattere i costi aziendali ed evitare un
elevato conguaglio a fine anno; ad esempio la registrazione dell’energia suddivisa per
fasce orarie permette di controllare tutti i consumi elettrici della giornata o del mese,
fornendo un quadro totale sulla situazione dell’energia in gioco.
8 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
1.7
Le misure elettriche
contatori monofase, ODIN e DELTAplus contatori trifase (vedere successivo capitolo
5) per monitorare continuamente i consumi e predisporre gli accorgimenti necessari
in caso di raggiungimento del valore massimo impostato (ad esempio disinserendo
solo i carichi ritenuti meno importanti, mantenendo l’alimentazione ai carichi
prioritari).
1.8
Rifasamento e Manutenzione
Il fattore di potenza o cosφ (che rappresenta l’angolo di sfasamento tra i fasori della
tensione della corrente), deve essere mantenuto ad un valore il più possibile vicino ad 1,
per evitare inutili correnti di tipo induttivo che sovraccarichino la linea dell’ente forni-
tore. Come è noto gli apparecchi utilizzatori, che hanno in prevalenza carichi induttivi
(ad esempio: motori e trasformatori), per potere funzionare hanno bisogno di corrente
magnetizzante che non produce lavoro, ma carica le linee riducendo la loro portata.
Per questo motivo i fornitori di energia elettrica applicano una penale quando il fattore
di potenza cosφ è inferiore a 0,9.
Ne consegue l’importanza di misurare il fattore di potenza e, nel caso non rientri nei
limiti contrattuali, intervenire inserendo opportuni condensatori di rifasamento sulle
linee sfasate.
La misura e la registrazione dei consumi diventa altresì un indicatore importante per
la programmazione della manutenzione, in particolare negli ambienti industriali, perché
l’individuazione delle linee e degli apparecchi più sollecitati, consente di controllare e
stabilire gli interventi in un programma di manutenzione preventiva e programmata.
1.9
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 9
2
Normativa tecnica di riferimento
In qualsiasi ambito tecnico ed in particolare nel settore elettrico si impone, per realizzare
apparecchiature “a regola d’arte”, il rispetto di tutte le norme giuridiche e tecniche di
pertinenza.
La conoscenza delle norme e la distinzione tra norma giuridica e norma tecnica è per-
tanto il presupposto fondamentale per un approccio corretto alle problematiche della
strumentazione di misura, che coinvolge non solo aspetti tecnici legati alla precisione
ed alla sicurezza, ma anche di tipo fiscale e contabile.
Sono norme giuridiche tutte quelle dalle quali scaturiscono le regole di comportamento
dei soggetti che si trovano nell’ambito di sovranità dello Stato, comprese le Direttive
Europee che normalmente vengono recepite mediante decreti legislativi (D.Lgs).
Sono invece norme tecniche l’insieme delle prescrizioni sulla base delle quali devono
essere progettate, costruite e collaudate, le macchine, le apparecchiature, i materiali e
gli impianti, affinché sia garantita l’efficienza e la sicurezza di funzionamento.
Le norme tecniche, emanate da organismi nazionali ed internazionali (CEI, CENELEC,
IEC), sono redatte in modo molto particolareggiato e possono assumere rilevanza giu-
ridica quando la stessa viene loro attribuita da un provvedimento legislativo.
2.1
Norme CEI
Per quanto riguarda la strumentazione di misura, tre sono i comitati che si occupano
in modo specifico di queste apparecchiature:
- CT85 “Strumenti di misura delle grandezze elettromagnetiche”
- CT66 “Sicurezza degli strumenti di misura, controllo e da laboratorio”
- CT13 “Apparecchi per la misura dell’energia elettrica e per il controllo del carico”.
Il primo comitato elabora e pubblica le norme di riferimento per tutti gli strumenti (vol-
tmetri, amperometri, wattmetri, ecc.) siano essi di tipo analogico o digitale, nonché
fornisce le prescrizioni per gli strumenti e le apparecchiature campione (pile, resistori,
strumenti registratori, ecc.).
Sempre al comitato 85 fanno capo una serie di norme, tutte di derivazione europea
(dalla CEI EN 61557-1 alla CEI EN 61557-10), dedicate alla sicurezza elettrica nei si-
stemi di distribuzione a bassa tensione. Tali norme contengono alcune prescrizioni di
sicurezza e le caratteristiche funzionali che devono avere gli strumenti per le prove, le
misure ed i controlli degli impianti elettrici BT quali, ad esempio: misuratori della resi-
stenza di terra, misuratori dell’impedenza dell’anello di guasto, strumenti per la prova
della continuità dei conduttori di protezione, misuratori d’isolamento, ecc.
Sono pertanto norme di particolare importanza per definire le caratteristiche che de-
vono avere gli strumenti di misura da utilizzare per le verifiche prescritte dalla Norma
CEI 64-8 relativa agli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione.
Il comitato 66 si occupa invece delle prescrizioni di sicurezza degli apparecchi elettrici
di misura, che devono essere rispettate dal costruttore per garantire la sicurezza
dell’operatore.
10 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 2.1
Infine, il comitato 13, è interamente dedito alla pubblicazione di norme sulla misura
dell’energia attiva e reattiva e sui relativi apparecchi: contatori, gruppi integrati,
apparati di vario genere. In tale ambito rivestono particolare importanza, ai fini delle
prove di tipo sui contatori di energia, le norme: CEI EN 50470-1, CEI EN 50470-2,
CEI EN 50470-3 che forniscono le prescrizioni di prova sia per i contatori elettromec-
canici di energia attiva sia per i contatori statici.
Nella figura 2.1 viene sintetizzata la situazione normativa relativa alla strumentazione
di misura.
2.2
Direttiva MID
Con la direttiva europea 2004/22/CE del 31 marzo 2004, recepita dallo stato italiano
con il D.Lgs. 2 febbraio 2007, n°22 è entrata in vigore, a livello comunitario, una legge
quadro che riguarda i dispositivi ed i sistemi con funzioni di misura concernenti nu-
merosi beni di largo consumo: acqua, gas, fluidi in genere, nonché, in particolare, i
“contatori di energia elettrica attiva e trasformatori di misura” che vengono identificati
nella direttiva con la voce MI-003.
La direttiva precisa che lo strumento di misura deve conformarsi “ai requisiti essenziali
dell’allegato specifico relativo allo strumento”; per i contatori di energia elettrica attiva,
l’allegato definisce specifici requisiti di: accuratezza, condizioni di funzionamento, er-
rori massimi tollerati, procedure di accertamento della conformità.
La direttiva si applica a tutti i contatori di energia elettrica siano essi di proprietà
dell’ente distributore o di privati, installati a qualsiasi titolo negli impianti per la misura
e/o la contabilizzazione dell’energia elettrica; viene altresì precisato che i contatori
possono essere usati in combinazione con trasformatori esterni.
La rilevanza della direttiva è notevole, non solo perché si propone l’eliminazione di
tutti quelli strumenti di misura di scarsa affidabilità non costruiti nel rispetto della nor-
ma di prodotto e talvolta neppure marcati CE, ma perché consente l’impiego di stru-
mentazione (purché conforme alla direttiva) anche per contabilizzazioni di energia
aventi valore fiscale.
A tal proposito con una circolare del 25/07/2007 l’Agenzia delle Dogane precisa che
detti apparecchi di misura “permettono l’accertamento fiscale, di prodotti sottoposti
ad accisa, in maniera veloce e funzionale (e contestualmente sicura) nell’ambito di
fabbriche, depositi ed impianti di produzione”.
La circolare indica poi la procedura per la certificazione UTF dello strumento, precisan-
do che nel corso della verifica di prima installazione i funzionari dell’Agenzia devono
verificare una serie di dati e parametri indicati nella direttiva poi, “all’atto dell’entrata in
esercizio i suddetti sistemi di misura devono essere tenuti in prova per un periodo tale
da consentire un numero di rilevazioni sufficiente a verificarne la corretta funzionalità in
condizioni operative. Terminato positivamente il periodo di prova, la cui attestazione è
rilasciata dall’UD, i predetti sistemi sono utilizzabili ai fini fiscali”.
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 11
3
Strumenti di misura
Da alcuni decenni convivono strumenti di misura sia di tipo analogico che digitale.
I primi sono apparecchi in cui l’informazione è associata a grandezze fisiche variabili
con continuità, mentre negli strumenti digitali (nati successivamente negli anni '70÷'80,
con l’avvento dell’elettronica e dell’informatica) le grandezze assumono valori discreti
(dall’inglese digit = cifra).
Tali strumenti sono costituiti da un sistema trasduttore-convertitore A/D per la trasforma-
zione dell’eventuale grandezza non elettrica di ingresso in grandezza elettrica analogica
in uscita (in genere una tensione) e successiva conversione in forma digitale, nonché da
un sistema di conteggio atto a fornire informazioni sul numero degli impulsi.
3.1
Strumenti analogici
Nella figura 3.1 viene mostrata, mediante uno schema a blocchi, la configurazione di
principio di uno strumento analogico
Figura 3.1: Schema a blocchi di uno Questi strumenti sfruttano fenomeni per i quali l’interazione di grandezze elettriche o ma-
strumento analogico elettromeccanico gnetiche da luogo a una forza o a coppia meccanica. Sono costituiti da un equipaggio mo-
bile, avente una posizione iniziale di riposo, sul quale agisce una coppia motrice funzione
delle grandezze elettriche o magnetiche dalle quali dipende il fenomeno associato.
Alla coppia motrice viene opposta una coppia antagonista, normalmente di tipo ela-
stico che, in funzione dello spostamento, tende a ricondurre l’equipaggio mobile nella
posizione iniziale al cessare dell’azione prodotta dalla coppia motrice.
Dall’equilibrio delle due coppie si ottiene una deviazione angolare proporzionale alla
grandezza da misurare.
All’equipaggio mobile viene fissato un indice che ruota in corrispondenza di una scala
graduata. In genere il costruttore riporta sul quadrante dello strumento alcuni simboli
convenzionali caratterizzanti, oltre all’unità di misura del misurando, il principio di fun-
zionamento, la rete di connessione (continua o alternata), la classe di precisione, la
posizione di funzionamento (orizzontale, verticale) e le disposizioni di sicurezza (ten-
sione di prova).
I simboli convenzionali generalmente utilizzati sono riassunti nelle tabelle 3.1 e 3.2.
12 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 3.1
Disposizione
Disposizione dello strumento
Simbolo Disposizione Simbolo
3
Strumento da usare con Strumento da usare con
STRUMENTI DI MISURA
quadrante verticale quadrante inclinato
Tensione di prova
Tensione Simbolo Tensione Simbolo
Tensione di prova 500 V Tensione di prova 5000 V
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 13
3.2
Strumenti digitali
Gli strumenti digitali basano il loro principio di funzionamento sulle tecniche di con-
versione analogico-digitale; ad esse vengono sempre associati dispositivi di decodifica
e visualizzazione e, molto spesso, oscillatori a frequenza campione e circuiti di con-
teggio decimale. Lo schema a blocchi è rappresentato nella figura 3.2.
3
Controllore
STRUMENTI DI MISURA
Gli strumenti digitali sono essenzialmente dei voltmetri per correnti continue; tuttavia,
mediante gli usuali sistemi di conversione da c.a. a c.c. (soprattutto quelli a termo-
coppia) e l’introduzione di sorgenti di corrente continua, possono divenire strumenti
universali per la misura anche di tensioni in alta frequenza fino ad alcune centinaia di
kHz e di resistenze.
Questi strumenti di misura possono inoltre, se predisposti, effettuare la memorizza-
zione e il successivo richiamo dei valori di misura, nonché la loro elaborazione e con-
trollo remoto, potendo essere interfacciati con sistemi a microprocessore fino ad ot-
tenere strutture automatiche di misura di notevole versatilità funzionale.
Due aspetti peculiari da tenere bene presente nella costruzione e nell’impiego degli
strumenti digitali per non compromettere il funzionamento e la sicurezza sono:
- le interferenze elettromagnetiche;
- le prese di terra.
Contro le interferenze elettromagnetiche provvede direttamente il costruttore dello
strumento, dotando lo stesso di uno schermo elettrostatico (un metallo non ferroma-
gnetico) efficace anche contro i campi elettromagnetici ad alta frequenza.
Questo schermo può essere collegato ad uno dei morsetti di misura oppure costituire
un terzo morsetto a sé stante.
Nel primo caso si hanno misure cosiddette “sbilanciate” perché, dovendo collegare
necessariamente uno dei due morsetti alla terra di misura, si rendono possibili solo
misure di tensioni riferite al potenziale di terra.
Viceversa, negli strumenti con tre morsetti, due sono dedicati alla misura ed uno, di
schermatura, va collegato a terra. In questo caso si possono misurare differenze di
potenziale anche tra due punti entrambi fuori massa ed il tipo di misura è denominato
“bilanciato”.
Per quanto riguarda le prese di terra occorre innanzi tutto precisare che con tale ter-
mine si intende un punto il cui potenziale rimane costante e che viene assunto come
potenziale di riferimento; ciò si ottiene realizzando un collegamento di bassissima im-
pedenza con il terreno.
Negli strumenti elettronici/digitali, può essere necessario disporre di più punti di rife-
rimento a cui fanno capo parti distinte dei circuiti dello strumento; questi punti ven-
gono detti connessioni di massa e sono ohmicamente isolate tra di loro (deve altresì
essere ridotto al minimo l’accoppiamento capacitivo).
I simboli più utilizzati per le connessioni di terra e di massa sono riportati nella figura 3.3.
14 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
3.3
Cause di errore 3
STRUMENTI DI MISURA
Sistematici Accidentali
Sono indipendenti Provengono da cause
dall’operatore; dipendono fortuite; sono variabili in
dalle apparecchiature e dal valore e segno
procedimento di misura
Si commettono Derivano
quando l’indice dall’apprezzare
della scala viene ad occhio frazioni di
osservato non intervallo della scala
perpendicolarmente quando l’indice
alla scala stessa non si arresta sopra
una divisione
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 15
segue 3.3
εa = Vm – VV
Vm – VV εa
εr % = · 100 = · 100
VV VV
Dalla formula si rileva che l’errore percentuale diminuisce con l’aumentare di V m, cioè
3 del valore misurato. Ora, poiché l’errore assoluto non dipende in generale da Vm, se
ne deduce che l’errore relativo è minore quando l’indice dello strumento si trova verso
il fondo scala. Infatti, se ad esempio si ha un errore assoluto di 0,5 V con un voltmetro
STRUMENTI DI MISURA
0,5 0,5
εr % = · 100 = 1 % εr % = · 100 = 0,5 %
50 100
Ossia nel secondo caso si è trovato un errore relativo che è la metà del primo. Questo
fatto deve essere tenuto presente nella scelta dello strumento da impiegare per le
misure, poiché si deve sempre cercare di effettuare la lettura, negli strumenti analo-
gici, verso la parte estrema della scala.
Altrettanto importante è la conoscenza della classe di precisione di uno strumento,
per conoscere a priori gli errori assoluti che si andranno a commettere e quindi valu-
tare se l’accuratezza della misura può essere considerata soddisfacente.
Gli strumenti elettrici vengono infatti classificati in base al loro grado di precisione,
secondo quanto prescritto dalle Norme del CEI, nelle seguenti categorie:
Questi numeri rappresentano gli errori assoluti riferiti alla portata nominale, valutati in
percentuale di questa.
Ciò significa che un voltmetro di classe 0,5 con portata nominale di 200 V non deve
presentare in nessun punto della scala un errore assoluto percentuale superiore a
± 0,5% ossia ad un errore assoluto di:
εa = ± 0,5 · 200 = ± 1 V
100
Quindi, qualunque sia il valore di tensione che si legge sullo strumento, il valore reale
potrà essere superiore o inferiore a questo di non più di 1 V.
La classe di uno strumento coincide pertanto, in valore numerico, con l’errore relativo
valutato a fondo scala, che nel caso dell’esempio è:
εr = 1 · 100 = 0,5 %
200
Per quanto riguarda gli strumenti digitali, viene solitamente indicato l’errore percen-
tuale relativo al valore letto (rispetto al valore vero della grandezza misurata), con
doppio indice, come nell’esempio indicato nel seguito.
In particolare l’indicazione con la quale si stabilisce l’errore è rappresentata da una
serie di sigle e numeri ed è generalmente riportata nei dati tecnici dello strumento.
16 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 3.3
Esempio
STRUMENTI DI MISURA
fosse uguale ad 1 V, la valutazione dell’errore di misura risulterebbe:
- errore massimo relativo al valore letto ±1% di 30 = ±0,3 V
- errore dovuto allo scorrimento dell’ultima cifra ±4 cifre = ±4 V
- errore massimo possibile 0,3 + 4 = ±4,3 V
Negli strumenti digitali inoltre si deve prestare particolare attenzione quando lo stru-
mento viene utilizzato per la misura di correnti alternate; in tal caso infatti è importante
che lo strumento sia in grado di rilevare il vero valore efficace (T RMS) della grandez-
za. Molti strumenti (multimetri, pinze amperometriche, ecc.) sono costruiti e calibrati
per misurare solo grandezze con forma sinusoidale e frequenza di rete (50 Hz).
Se questi strumenti vengono utilizzati su impianti con presenza di carichi non lineari
o in presenza di armoniche (apparecchi utilizzatori come computer, dimmer, fotoco-
piatrici, forni a microonde, inverter, televisori, ecc.), si possono commettere errori di
lettura molto elevati (fino al 50% in meno del vero valore efficace). Per includere nella
misura l’influenza delle correnti armoniche si devono utilizzare strumenti con risposta
in frequenza ampia (almeno fino a 1000 Hz).
Per quanto riguarda invece la misura di tensioni, quando si usano voltmetri in ambienti
con forti campi magnetici (in cabina di trasformazione, in presenza di grossi motori,
in prossimità di linee ad alta tensione, ecc.), è necessario porre particolare attenzione
all’influenza che questi campi elettromagnetici possono avere sullo strumento.
I voltmetri normalmente utilizzati per eseguire misure di tensione nel settore elettro-
tecnico-impiantistico sono generalmente voltmetri ad alta impedenza interna. L’alta
impedenza interna di un voltmetro, tipico degli strumenti digitali o comunque con in-
gresso elettronico, è la caratteristica che consente di eseguire misure di tensione con
alta risoluzione, ovvero permette di apprezzare piccoli valori di tensione o sue piccole
variazioni anche con piccola energia disponibile. Per questo strumento anche i cavetti
di collegamento possono provocare errori di misura per la presenza di forti campi
elettromagnetici.
Infatti i cavi inseriti in un campo elettromagnetico sono sede di forze elettromotrici
indotte.
Quanto più lunghi ed estesi sono i cavetti di misura e quanto più alta è l’impedenza
interna del voltmetro, tanto più elevato è il valore della tensione indotta (di disturbo)
compresa nella misura. Questi voltmetri possono indicare valori di tensione superiori
a 100 V con un puntale di misura collegato ad una massa non in tensione e l’altro
puntale in aria.
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 17
3.4
3 deve essere inserito: se da un lato è inutile pretendere prestazioni che mai verranno
utilizzate da un voltmetro che, ad esempio, deve essere inserito nel quadro di distri-
buzione di reparto di un’azienda metalmeccanica all’unico scopo di indicare la pre-
STRUMENTI DI MISURA
senza di tensione, dall’altro bisogna essere consci che strumenti elettronici con pos-
sibilità di memorizzare ed elaborare i valori delle grandezze misurate sono pressoché
indispensabili negli impianti dove il monitoraggio della qualità dell’energia e/o la ridu-
zione dei costi (ad esempio per il controllo dell’andamento dei carichi) rappresentano
obiettivi prioritari.
18 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
3
STRUMENTI DI MISURA
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 19
4
Misure dirette e indirette:
TA, TV, convertitori e accessori
Per eseguire le misure delle grandezze elettriche è fondamentale collegare gli stru-
menti di misura alle linee in condizioni di sicurezza, con la massima semplicità e
comodità.
Generalmente, i parametri fondamentali da rilevare sono la tensione e la corrente che
richiedono, rispettivamente, un collegamento in parallelo ed uno in serie alla linea sulla
quale si esegue la misura.
4.1
Misure dirette
Il collegamento diretto alla linea definisce una misura diretta della grandezza poiché
lo strumento viene collegato nel punto di misura senza interposizione di adattatori.
La misura diretta è possibile solo quando la grandezza da misurare ha un livello com-
preso nella portata dello strumento.
Così, ad esempio, se si vuole misurare una tensione di 230 V è necessario che lo
strumento abbia una portata superiore a tale valore (ad esempio 300 V).
Lo stesso vale per le misure di corrente: se si vogliono misurare correnti fino a 5 A è
necessario avere uno strumento con portata di almeno 5A e ingresso 0-5 A.
Gli strumenti da pannello e da quadro per misure dirette sono costituiti generalmente
da strumenti con portata molto limitata (misura di piccoli valori di corrente e tensione)
con inserita al loro interno una o più resistenze addizionali per i voltmetri e/o una o
più resistenze di derivazione (shunt) per gli amperometri.
Quando le resistenze di portata sono inserite nello strumento, è possibile collegarlo
direttamente alle linee dove si effettua la misura.
4.2
Misure indirette
Quando la grandezza da misurare è più grande della portata dello strumento di misu-
ra, è necessario interporre un trasformatore che riduce la grandezza e la fornisce allo
strumento con valori compatibili alla sua portata. Questa metodologia è definita mi-
sura indiretta.
La misura effettuata tramite un trasformatore di misura è definita misura indiretta per-
ché non avviene direttamente sulla linea in esame.
Se, ad esempio, occorre misurare una corrente fino a 100 A con un amperometro che
ha una portata di 5 A è necessario interporre un trasformatore amperometrico (TA)
con rapporto di trasformazione 100/5.
Se il trasformatore amperometrico è di tipo con primario avvolto, viene collegato di-
rettamente in serie al conduttore sul quale si deve misurare la corrente, se invece è
di tipo con primario passante, si inserisce il conduttore, isolato o nudo, all’interno del
foro di cui è provvisto il dispositivo.
20 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 4.2
da cui:
Ip = n Is
Si può quindi affermare che il rapporto spire n fra il secondario e il primario si identifica
col rapporto di trasformazione ideale fra la corrente primaria e secondaria.
Nella realtà, il nucleo magnetico del trasformatore non può avere una riluttanza nulla e
le norme CEI 38-1 definiscono, per ogni singolo trasformatore, le due correnti primaria
e secondaria di riferimento, le quali costituiscono le correnti nominali IPn e ISn del tra-
sformatore. Il rapporto fra queste due correnti rappresenta il rapporto nominale:
I Pn
Kn =
Isn
Errori d’angolo
Classe di Corrente in % Errori di
precisione della nominale rapporto % in centiradianti
in minuti d’arco
o in percento
10 ± 0,25 ± 10 ± 0,3
10 ± 0,2 ± 8 ± 0,24
0,1
100 ± 0,1 ± 5 ± 0,15
120 ± 0,1 ± 5 ± 0,15
10 ± 0,5 ± 20 ± 0,6
20 ± 0,35 ± 15 ± 0,45
0,2
100 ± 0,2 ± 10 ± 0,3
120 ± 0,2 ± 10 ± 0,3
10 ± 1 ± 60 ± 1,8
20 ± 0,75 ± 45 ± 1,35
0,5
100 ± 0,5 ± 30 ± 0,9
120 ± 0,5 ± 30 ± 0,9
10 ± 2 ± 120 ± 3,6
10 ± 1,5 ± 90 ± 2,7
1
100 ± 1 ± 60 ± 1,8
120 ± 1 ± 60 ± 1,8
50 ±3
3 nessuna prescrizione
120 ±3
50 ±5
5 nessuna prescrizione Tabella 4.1: Errori di rapporto e di angolo
120 ±5
ammessi dalla norma CEI per i TA
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 21
segue 4.2
4
MISURE DIRETTE E INDIRETTE: TA, TV, CONVERTITORI E ACCESSORI
Con ragionamento analogo a quanto già visto per i trasformatori di corrente, il rap-
porto teorico n fra i numeri di spire dei due avvolgimenti (rapporto di trasformazione
ideale) è dato dalle relazioni:
UP EP NP
= = =n
Us Es Ns
All’atto pratico tuttavia, per effetto delle cadute di tensione ohmiche e induttive dei
due avvolgimenti, il rapporto UP/US differisce dal rapporto spire n, dando luogo ad un
errore di rapporto η V %. Ne consegue che, per ogni singolo trasformatore, il costrut-
tore precisa le tensioni nominali primaria e secondaria, corrispondenti a una condizione
di carico ben determinata: le due tensioni così precisate costituiscono le tensioni no-
minali del trasformatore, da indicarsi rispettivamente con i simboli UPn e U Sn.
Il rapporto fra queste due tensioni rappresenta il rapporto nominale del
trasformatore:
U Pn
Kn =
U sn
che deve essere indicato precisandone sempre i due termini: si dirà ad esempio, tra-
sformatore di tensione con rapporto nominale da 10.000 a 100 V e si scriverà breve-
mente TV 10.000 V / 100 V.
Anche per i TV si riportano, nella tabella 4.2, gli errori di rapporto e di angolo previsti
dalla norma CEI.
22 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
4.3
Rs 1
I I' = I'
R+Rs m
da cui
4
I' = m I = K' A n
il potere moltiplicatore del derivatore, n il numero di divisioni lette sulla scala, e K'A
la nuova costante di lettura dello strumento, espressa dal prodotto K'A = m K A
(Ri)
U
I
I
Rs
I’ I’
4.4
Convertitori e accessori
I convertitori sono apparecchiature che, se collegate a reti elettriche con segnale in
corrente alternata, sono in grado di fornire in uscita un segnale in corrente o tensione
continua proporzionale al segnale di ingresso indipendentemente dal carico.
Sono particolarmente indicati per l’acquisizione di dati con elevata affidabilità e pre-
cisione e non risentono delle variazioni di temperatura e delle vibrazioni.
I convertitori hanno generalmente più uscite, selezionabili per adattarsi alle diverse
esigenze di utilizzo.
Oltre ai TA, TV ed ai convertitori, tra gli accessori di misura ci sono:
- le scale intercambiabili, per adattare gli strumenti analogici alle portate desiderate;
- i commutatori amperometrici e voltmetrici per la commutazione di lettura su più fasi
di corrente e tensione;
- i trasduttori, necessari per l’inserzione diretta dei cosfimetri analogici.
Convertitori amperometrici e voltmetrici producono in uscita un segnale in corrente
continua o tensione indipendente dal carico direttamente proporzionale al segnale di
tensione o corrente in ingresso.
Il circuito elettronico di cui sono provvisti ne garantisce l’affidabilità e la precisione di
funzionamento, l’estensione del campo di misura, l’insensibilità alle variazioni di tem-
peratura e alle vibrazioni, l’assorbimento limitato di potenza dal circuito sotto misura.
Per la rapidità di acquisizione centralizzata dei dati anche a distanze elevate e per la
disponibilità di differenti tipi di uscite selezionabili agendo semplicemente sui minidip
di regolazione, sono adatti all’installazione in impianti che richiedono particolare at- Fig. 4.1 – Convertitori amperometrici
tenzione nella produzione, nella distribuzione e nell’impiego dell’energia elettrica. e voltmetrici
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 23
5
Panoramica della gamma ABB
Gli strumenti di misura per installazione all’interno dei quadri industriali di distribuzione
primaria e secondaria in media e bassa tensione rappresentano un ideale comple-
mento delle apparecchiature di ABB con cui configurare il quadro come sistema in-
tegrato di funzioni.
L’offerta comprende circa 1000 articoli nelle versioni di base, ma l’ingegnerizzazione/
standardizzazione dei componenti rende disponibili anche molteplici esecuzioni spe-
ciali, consentendo di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza impiantistica.
Sono disponibili strumenti sia di tipo analogico che digitale: nei primi la funzione di
indicazione avviene tramite lo spostamento di un indice mobile lungo una scala gra-
duata, che consente l’immediata lettura dei valori rilevati; le versioni digitali sono in-
vece attrezzate con LED di visualizzazione a 3 o 4 cifre secondo la tipologia di
prodotto.
In entrambe le versioni la temperatura di funzionamento è compresa tra -10 °C e
+55 °C, con possibilità di operare anche in condizioni più difficili senza sostanziali al-
terazioni nella classe di precisione.
Particolarmente elevati risultano la resistenza alle vibrazioni e il grado di protezione IP.
5.1
Strumenti analogici
L’offerta degli strumenti analogici ABB comprende, oltre ai normali apparecchi per la
misura delle grandezze elettriche (voltmetri, amperometri, frequenzimetri, cosfimetri),
strumenti speciali (contatore) e una serie di accessori, tra cui i trasformatori ampero-
metrici, che ne estendono le possibilità di impiego.
Vi sono due distinte gamme di prodotti: i modulari, il cui montaggio avviene a scatto su un
ordinario profilato DIN e che per dimensioni, ingombro e design, perfettamente si integrano
con le apparecchiature di manovra e protezione della serie System pro M compact®,
e gli strumenti fronte quadro, che possono facilmente essere montati nei quadri industriali
di distribuzione primaria e secondaria in media e bassa tensione. Il montaggio avviene
tramite apposite staffe a vite, che permettono di disporre le apparecchiature sia in posi-
zione orizzontale che verticale, ottimizzando gli ingombri e razionalizzandone l’accesso
dal fronte del quadro.
5.1.1
24 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 5.1.1
Caratteristiche tecniche
Tensione nominale Un [V] c.a. 300, 500; c.c. 100, 300
Correnti nominali in c.a. lettura diretta [A] valori di fondo scala 5...30
lettura indiretta valori di fondo scala 5...2500
Correnti nominali in c.c. lettura diretta [A] valori di fondo scala 0,1...30
lettura indiretta valori di fondo scala 5...500
Frequenza [Hz] 50/60 5
Sovraccaricabilità [%] 20 rispetto alla tensione o alla corrente nominale
Sia gli strumenti ad inserzione diretta sia quelli inseribili tramite TA o shunt (vedasi
figura 5.1 per le modalità di inserzione) non necessitano di alimentazione ausiliaria.
Per i primi è sufficiente procedere alla connessione dopo aver scelto la tensione o la
corrente nominale; per gli altri:
- scegliere la misura nominale (corrente, tensione, ...);
- selezionare il trasformatore di corrente o di tensione, shunt o trasduttore;
- selezionare la scala adeguata;
- connettere lo strumento.
V A A A
1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 4
S1 S2
P1 P2
L1 L1 L1 L1
N N N N
Figura 5.1: Modalità di inserzione
Inserzione diretta Inserzione tramite T.A. Inserzione tramite (diretta, tramite T.A. e shunt)
deviatore (shunt) degli strumenti analogici
5.1.2
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 25
segue 5.1.2
5
PANORAMICA DELLA gamma ABB
Resistenza alle vibrazioni (CEI 50-1) g (9,81 m/s) 0,08-1,8 (0,35 mm/10-55 Hz; 3 assi/6 h)
Grado di protezione IP52 per l’interno
IP00 sui morsetti (IEC 144, DIN 40050)
IP40 con gli appositi coprimorsetti
Materiale di fabbricazione:
- custodie e bordo frontale materiale termoplastico
autoestinguente secondo UL94 V-0
resistente ai funghi e alle termiti
- indici di visualizzazione (DIN 43802) (3) alluminio stampato
- morsetti ottone
Montaggio verticale/orizzontale tramite le apposite
staffe a vite(4)
26 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
5.1.3
Vantaggi
Gli strumenti di misura ABB di tipo analogico si caratterizzano per la loro affidabilità
e stabilità nell’indicazione del valore misurato, rendendo in tal modo semplice anche
la lettura a distanza; inoltre possiedono le seguenti peculiarità, assai apprezzate nella
fase installativa:
- riduzione delle dimensioni complessive;
- gamma completa per gli strumenti fronte quadro (48 x 48, 72 x 72, 96 x 96);
- non necessitano di alimentazione ausiliaria;
- sono in grado di fornire letture multiple grazie ai selettori.
Per l’installatore e per il grossista vi è la semplicità di poter disporre di un unico stru-
mento con ampie portate (da 5 A a 2500 A), completato da un’ampia gamma di ac-
cessori e di apparecchiature di corredo per l’inserzione, tra cui si segnalano i com-
mutatori modulari (fig. 5.3).
5
100 100
ϒ
ϒ
78
90
0 0
Figura 5.4: a
– Fondo scala a 90°
b – Fondo scala a 78°
SCL1/A1/100 SCL1/A5/100 con extra scala
100
ϒ
78
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 27
5.2
Strumenti digitali
L’offerta degli strumenti digitali ABB è particolarmente vasta: accanto ai tradizionali
strumenti di misura (voltmetro, amperometro, frequenzimetro) sia nella versione mo-
dulare sia in quella fronte quadro, vi sono:
- i multimetri della serie DMTME che, oltre a consentire la misura delle principali gran-
dezze elettriche, memorizzano i valori massimi, minimi, medi dei principali parametri
elettrici e provvedono al conteggio dell’energia attiva e reattiva;
- gli analizzatori di rete della serie MTME e ANR che, oltre a monitorare in tempo reale
la qualità dell’energia, sono in grado di effettuare lo stacco dei carichi e inviare se-
gnalazioni di allarme;
- contatori di energia;
- centraline di misura della temperatura.
5 Inoltre, una variegata serie di accessori rendono questi strumenti universali per im-
pianti e reti elettriche nel seguente campo di utilizzo:
- tensione fino a 600 V
PANORAMICA DELLA gamma ABB
5.2.1
Caratteristiche tecniche
Tensione di alimentazione [V] c.a. 230
Frequenza di alimentazione [Hz] 50÷400
Sovraccaricabilità [In/Vn] 1,2
Classe di precisione [%] ± 0,5 fondo scala
± 1 digit a 25 °C
28 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 5.2.1
Tutti gli strumenti offrono una elevata precisione della misura (classe 0,5) ed una facilità e
precisione nella lettura dei valori misurati; sla gamma si completa con gli strumenti dotati di
relè interno, i quali visualizzano e controllano una misura e al superamento di una soglia
programmabile commutano un contatto a relè e visualizzano la condizione di allarme. La
soglia di allarme è programmabile come soglia minima oppure massima. I valori di picco
minimo e massimo registrati sono salvati nella memoria non volatile dello strumento. Il com-
portamento del relè è programmabile. Nell’impostazione di fabbrica, il contatto è normal-
mente aperto e si chiude esclusivamente in caso di allarme. In modalità programmazione è
possibile configurare lo strumento in modo che il relè lavori in sicurezza positiva: in tal caso
il relè sarà chiuso in condizioni di corretto funzionamento, mentre sarà aperto sia in caso di
allarme che di mancanza tensione. Lo stesso strumento con relè può essere usato in alter-
nativa o come relè di minima o come relè di massima, ma non contemporaneamente per
entrambi gli allarmi. Gli strumenti permettono inoltre la memorizzazione e visualizzazione del
minimo e massimo valore della misura.
5
V A
1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6
5A
max
S1 S2
ingresso ingresso ingresso P1 P2
alimentazione segnale alimentazione ingresso
230 V c.a. max. 600 V c.a./c.c. 230 V c.a. segnale
max. 5 A
uscita relè uscita relè
AMTD-2-R
A
1 2 3 4 5 6
ingresso ingresso
alimentazione segnale
230 V c.a. max. 60 mV c.c.
Figura 5.5: Modalità di inserzione dei
uscita relè
diversi strumenti digitali modulari ABB
5.2.2
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 29
segue 5.2.2
Caratteristiche tecniche
Tensione di alimentazione V 230 c.a. (per tutte le versioni)
Tensione di prova V 2000 eff. (50 Hz/1 min)
Max. valore di ingresso segnale VLMD 600 V c.c.
AMTD-1 5 A
AMTD-2 60 mV
Resistenza alle vibrazioni (CEI 50-1) g (9,81 m/s) 0,3-5 (0,35-3 mm/5-60 Hz; 3 assi/6 h)
PANORAMICA DELLA gamma ABB
Materiale di fabbricazione:
- custodie e bordo frontale materiale termoplastico autoestinguente
secondo UL94 V-0 resistente ai funghi e
alle termiti
- visualizzatori LED rossi, H 24 mm
Dimensioni L x H x P mm 72 mm x 36 mm x 60 mm
Tabella 5.4: Caratteristiche tecniche (DIN 43700/43718)
degli strumenti di misura
Norme di riferimento CEI EN 61010-1
digitali fronte quadro
5.2.3
Multimetri DMTME
Gli strumenti della serie DMTME sono multimetri digitali che consentono la misura (in va-
lore efficace) delle principali grandezze elettriche in reti trifase a 230/400 V c.a., la memo-
rizzazione dei valori massimi/minimi/medi dei principali parametri elettrici ed il conteggio
dell’energia attiva e reattiva.
I multimetri della serie DMTME consentono con un unico strumento di svolgere la funzione
di voltimetri, amperometri, cosfimetri, wattmetri, varmetri, frequenzimetri, contatori di
energia attiva e reattiva, contaore, permettendo un notevole risparmio economico dovuto
sia alla riduzione degli spazi nei quadri sia al tempo impiegato nel cablaggio.
La figura 5.7a mostra un multimetro della serie DMTME di tipo modulare (6 moduli) la cui
inserzione è possibile tramite T.A. .../5A per misure su linee a 230/400 V c.a.
(misure visualizzabili: V-I-W-VA-Hz-kWh-kVARh); nella versione DMTME-I-485 il multime-
tro è dotato di due uscite digitali programmabili come soglie allarmi e uscite impulsive per
la remotizzazione dei consumi energetici ed una porta seriale RS485.
Nella figura 5.7b sono mostrati i multimetri per installazione a fronte quadro nelle due ver-
sioni, 96x96 mm tradizionale, e 72x72 mm nella versione più compatta, ideale nell'instal-
Figura 5.7a: Multimetro lazione nei cassetti dei power center, in cui le ridotte dimensioni di ingombro sono neces-
modulare DMTME sarie. Dalla porta seriale RS485 è possibile collegare in rete più multimetri e altri strumenti
digitali mediante protocollo Modbus RTU. Tutte le versioni sono fornite con CD contenente
manuali di istruzioni, documentazione tecnica, protocollo di comunicazione e software
DMTME-SW.
30 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 5.2.3
Caratteristiche tecniche
Tensione nominale [V rms] 230 +15% - 10% DMTME-72 e DMTME-96
[V rms] 240 +15% - 10% DMTME-72 e DMTME-96
[V rms] 400 +10% - 10% DMTME-72
[V rms] 400 +10% - 10% DMTME-72
[V rms] 115 +15% - 10% DMTME-96
[V rms] 120 +15% - 10% DMTME-96
Frequenza [Hz] 45…65
Potenza assorbita [VA] <6
Fusibile di protezione 0,1 A
Ingressi voltmetrici
Range [V rms] 10…500 V (L-N)
5
Max. non distruttivo [V rms] 550
Impedenza (L-N) [MW] >8
Ingressi amperometrici (solo T.A. .../5A eterni)
5.2.4
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 31
segue 5.2.4
32 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 5.2.4
- la misura delle tensioni e delle correnti avviene in vero valore efficace (“true RMS”)
con precisione in classe 0,5;
- le comunicazioni sono previste su: uscite analogiche programmabili, uscite digitali
per comandi, impulsi e allarmi, acquisizione stati e/o parametri non elettrici, proto-
colli Modbus, Profibus, ASCII, Ethernet;
Gli analizzatori di rete ANR sono disponibili in formato da incasso 96 x 96 mm oppure
144 x 144 mm (questi ultimi provvisti schede di espansione) e sono dotati di display
LCD grafico retroilluminato 128 x 128 pixel.
Il loro impiego permette un efficientissimo monitoraggio della qualità dell’energia nelle
reti di distribuzione sia monofasi che trifasi grazie all’analisi istantanea e storica di va-
riazioni di tensione, di interruzioni dell’alimentazione, di microperturbazioni e di com-
ponenti armoniche fino al trentunesimo ordine e forme d’onda, nonché un’ottimizza-
zione dei costi energetici attuata mediante l’analisi puntuale e storica dei consumi in
quattro fasce orarie a scelta, con monitoraggio e stacco dei carichi.
Figura 5.8b: Analizzatore di rete
ANR 144-230
5
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 33
segue 5.2.4
Isolamento
Tensione di isolamento 3700 V c.a. rms per 1 minuto
Uscita seriale
RS485
Baud rate programmabile [bps] 1.200 - 19.200
Protocolli di comunicazione Modbus RTU, ASCII
Memoria interna
Per ANR96 e ANR144 [kbyte] 128 (utilizzabili 80)
Per ANR96P [Mbyte] 1
Tipo di memoria Memoria dati non volatile mediante batteria tampone
interna
Periodo memorizzazione dati 5 anni a 25°C
5 Orologio interno
Orologio RTC CEI EN 61038
Precisione [ppm] 5
PANORAMICA DELLA gamma ABB
Uscite digitali
Sezione max dei fili [mm² ] 0 ÷ 2,5
Tensione impulso esterno [V] 12 ÷ 230 V c.a./c.c.
Max. corrente [mA] 150
Ingressi digitali
Tensione [V] 12 - 24 c.c.
5.2.5
34 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
5.2.6
Misura diretta fino Misura diretta Misura diretta fino Misura diretta fino a Misura diretta fino a
a 25A indiretta fino a 65A a 80A 65A indiretta tramite 80A indiretta tramite
Tab. 5.5 – Contatori elettronici
tramite TA TA (5/5-900/5 A/A) TA (1-999 A)
di energia di tipo modulare
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 35
5.3
5.3.1
5
PANORAMICA DELLA gamma ABB
La loro funzione principale è quella di convertire i segnali ottici provenienti dai conta-
tori nei mezzi di comunicazione seriale powerline, doppino, ecc. e nei protocolli (LON,
M-Bus, TCP/IP, KNX/EIB) prescelti.
CUS assicura la conversione di interfaccia isolata galvanicamente tra il lato RS-232, il lato
RS422-485 e la sorgente di alimentazione.
La versatilità del dispositivo consente diversi modi di funzionamento:
- conversione RS-232 a RS-422 full duplex
- conversione RS-232 a singola RS-485 half duplex
- conversione RS-232 a doppia RS-485 half duplex
- ripetitore RS-485 (e funzione monitor su RS-232)
36 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 5.3.1
5.3.2
Trasformatori di corrente
Vengono utilizzati per trasformare correnti primarie (max. 6000 A) in basse correnti
secondarie .../5 A alimentando indirettamente apparecchi di misura di tipo analogico
e digitale, sono disponibili sia con primario avvolto sia con primario passante. Nel pri-
mo caso sono forniti insieme alla barra o al morsetto primario; nel secondo prevedono
un foro in cui inserire la barra o il cavo che costituisce il primario.
La gamma è ricchissima: per le caratteristiche tecniche e la scelta si rimanda al cata-
logo tecnico system pro M compact. A titolo d’esempio, nella figura 5.11 vengono
mostrati tre trasformatori di corrente con caratteristiche diverse:
1) t rasformatore modulare.
2) trasformatore, con primario avvolto, corrente primaria su barra 25 mm, secondaria
su morsetti;
3) t rasformatore con primario passante: per corrente primaria da cavo, da barra oriz-
zontale o da barra verticale;
Trasformatore modulare Trasformatore con primario Trasformatore con primario Figura 5.11: Esempio di trasformatori
TRFM avvolto passante
amperometrici
Scelta primario
CT3 CT4 CT6 CT8 CT8-V CT12 CT12-V
21 25 50 2x30 2x35 2x50 2x35
Sezione
conduttore 30x10 40x10 60x20 80x30 - 125x50 -
[mm]
20x10 40x10 - - 3x80x5 - 4x125x5
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 37
5.3.3
Trasformatori di tensione
Vengono utilizzati per trasformare tensioni primarie fino a 600 V in tensioni secondarie
di .../100 V max con cui alimentare in maniera indiretta gli strumenti di misura sia ana-
logici che digitali.
Sono disponibili nella custodia di plastica autoestinguente di classe 1 (Fig. 5.12 a) o
in custodia metallica di classe 0,5. (Fig. 5.12 b), installabili in reti trifase, con e senza
neutro. Per la scelta delle singole apparecchiature si rimanda al catalogo System pro
M compact®.
5
PANORAMICA DELLA gamma ABB
5.3.4
STRUMENTO
+ –
+ +
G U
Figura 5.14: Modalità di inserzione – –
dello shunt nel circuito di misura
38 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
5
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 39
6
Le misure
6.1
Misure in TRMS
6.1.1
Carichi lineari
Quando l’elettricità viene generata dall’azienda elettrica, la forma d’onda della tensio-
ne è sinusoidale.
I carichi di tipo tradizionale, sono ad esempio:
- lampade ad incandescenza e riscaldatori (carichi resistivi);
- m otori e trasformatori (carichi induttivi), se collegati ad una sorgente di tensione si-
nusoidale assorbono corrente sinusoidale.
La corrente assorbita da un carico puramente resistivo o induttivo ha lo stesso anda-
mento e quindi la stessa forma d’onda della tensione che lo alimenta. Pertanto, nei
carichi lineari la forma d’onda della corrente è uguale alla forma d’onda di tensione
(entrambi sono sinusoidali) e non si hanno armoniche.
1 1
0,5 0,5
0 0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 0 10 20 30 4
-0,5 -0,5
-1 -1
-1,5 -1,5
carico induttivo carico c
1 1
0,5 0,5
0 0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 0 10 20 30 40 50 60 70 80
-0,5 -0,5
-1 -1
-1,5 1: Andamento lineare sinusoidale
Figura -1,5
carico induttivo carico capacitivo
di tensione v(t) e corrente i(t)
6.1.2
40 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 6.1.2
v(t) i(t)
i(t) distorta
6
LE MISURE
Figura 2: Andamento non sinusoidale
di un carico non lineare
Esempi di carichi non lineari sono:
- c omputer, stampanti, monitor;
- U PS; y(t)
- c onvertitori statici AC/DC, AC/AC;
- forni ad induzione;
- r egolatori elettronici;
- a limentatori switching (anche negli elettrodomestici);
- s istemi di illuminazione
0 controllati a SCR/Triac; T
6.1.3
dell’onda rettificata moltiplicata per il fattore di forma 1,11 (tipico dell’onda sinusoi-
dale), effettuando una misura approssimata del valore efficace dell’onda. Il valore letto
sullo strumento è pertanto dato da:
valore letto = valore medio x FFSin
dove FFSin = Fattore di Forma della sinusoide, ossia 1,11
Esempio: 22,4 A x 1,11 = 24,8 A
Il valore medio nel semiperiodo, può anche essere visto come l’altezza del rettangolo
con base uguale al semiperiodo e avente la stessa area della semionda.
y(t)
0 T
t
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 41
segue 6.1.3
Gli strumenti che misurano il vero valore efficace (TRMS) della grandezza effettuano
le seguenti operazioni:
- campionamento dell’onda sull’intero periodo;
- elevano al quadrato i campioni;
- sommano i quadrati e ne fanno la media;
infine ne calcolano la radice quadrata:
n 2
YRMS= Yi
i=1 1 n/2 n
6 n
LE MISURE
Gli strumenti che misurano il solo valore efficace (RMS) delle grandezze forniscono il
valore corrispondente al vero valore efficace (TRMS) solo quando misurano grandezze
con forma d’onda perfettamente sinusoidale.
Per avere misure precise in presenza di onde distorte, e consentire la determinazione
della potenza in modo corretto, bisogna sempre utilizzare strumenti in grado di misu-
rare il vero valore efficace
200 (TRMS) delle grandezze.
n
100
2
YRMS= 0 Yi
6.2 i=1 1 n/2 n
-100
-200 n
Distorsione armonica e THD
fondamentale 5°HARM
Le armoniche sono onde7°HARM
sinusoidali con frequenza paririsultante
onda distorta a multipli interi (ordine dell’ar-
monica) dell’onda fondamentale.
Alla frequenza di rete (50 Hz), le armoniche dominanti generate dai carichi non lineari
sono quelle dispari:
- la terza armonica (150 Hz);
- la quinta armonica (250 Hz);
- la settima armonica (350 Hz) ecc.
200
100
0
-100
-200
fondamentale 5°HARM
Figura 5: Forma d'onda con 7°HARM onda distorta risultante
componenti armoniche
I carichi non lineari, tra cui quelli elencati in precedenza, sono sorgenti di armoniche
di corrente. Quando la concentrazione di queste apparecchiature aumenta in un impianto
elettrico, aumenta anche la loro influenza sul sistema di distribuzione elettrico interno.
Quando le armoniche di corrente raggiungono un’ampiezza sufficiente, si ha un feno-
meno di interazione con il sistema di distribuzione interno e con altre apparecchiature
installate nello stesso impianto.
Le armoniche di corrente interagiscono con l’impedenza del sistema di distribuzione,
creando distorsioni della tensione e perdite di energia.
Quando la distorsione armonica raggiunge livelli eccessivi, si possono verificare diversi
problemi alle apparecchiature; in particolare:
- interventi intempestivi dei relè differenziali;
- aumento di corrente nei conduttori di fase;
-n otevole aumento di corrente nel conduttore di neutro con conseguente
surriscaldamento;
42 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 6.2
LE MISURE
Lo schema vettoriale sotto riportato indica l’andamento delle grandezze per la fre-
quenza fondamentale, per la 5a armonica e per la 3a armonica
Nella tabella successiva, ricavata da una misura reale, si può notare come la corrente
totale di neutro equivale sostanzialmente alla somma delle tre correnti di fase relative
alla 3a armonica.
L3 L2
L1
L2 L3 L2
L3
L1 L1
fondamentale 5° HA 3° HA
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 43
6.3
6.4
Partire dall’esigenza: che cosa voglio misurare? Singolo parametro elettrico oppure
tutti i parametri elettrici
In commercio esistono diverse famiglie di prodotto: strumenti che misurano un singolo
parametro elettrico (tensione, corrente, frequenza, angolo di sfasamento cosφ), general-
mente utilizzati in sistemi monofasi, come strumentazione a bordo macchina, e strumenti
che permettono la misura e la visualizzazione di tutti i parametri elettrici, sia per singola
fase, sia nel sistema trifase. Questo tipo di strumento multifunzione è ideale nei quadri
dove lo spazio è limitato, nei quadri di sottostazioni e in quelli industriali principali.
Se l’esigenza è, oltre al monitoraggio dei parametri elettrici, anche quella di eseguire un
controllo dei consumi energetici, è corretto scegliere strumenti di misura che includano
anche il conteggio dell’energia attiva e reattiva.
44 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 6.4
LE MISURE
matori per il montaggio su sbarre, orizzontali oppure verticali.
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 45
7
La comunicazione digitale
La comunicazione digitale è uno scambio di dati (in forma binaria, cioè rappresentati
tramite bit (1) tra dispositivi elettronici “intelligenti”, dotati di appositi circuiti e interfac-
ce. La comunicazione avviene solitamente in forma seriale, cioè i bit che costituiscono
un messaggio o un pacchetto di dati sono trasmessi uno dopo l’altro sullo stesso ca-
nale di trasmissione (mezzo fisico). Le apparecchiature che devono scambiarsi i dati
e le informazioni, sono connesse tra loro in una rete di comunicazione. Una rete è
(1)
genericamente composta di nodi interconnessi con linee di comunicazione:
n bit è l’unità di informazione elementare
U
gestita da un calcolatore e corrisponde - il nodo (un dispositivo “intelligente” in grado di dialogare con altri dispositivi) è il pun-
allo stato di un dispositivo fisico, to di trasmissione e/o ricezione dei dati;
che è interpretato come 0 oppure 1. - la linea di comunicazione è l’elemento di connessione di due nodi e rappresenta il
Una combinazione di bit può indicare
percorso diretto che l’informazione segue per essere trasferita tra i due nodi; è in
un carattere alfabetico, una cifra numerica,
oppure effettuare una segnalazione, pratica il mezzo fisico (cavo coassiale, doppino telefonico, fibre ottiche, raggi infra-
una commutazione o un’altra funzione. rossi) sul quale viaggiano le informazioni e i dati.
1 1 1 1 1 1 1 apparato
0 0 0 0 0 0 0 0 di
ricezione
apparato di
trasmissione elemento del
segnale (bit)
Figura 1: Sequenza d i bit.
46 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 7
-R
ete a stella. Le reti a stella sono basate su un nodo centrale al quale sono connessi
tutti gli altri nodi periferici.
La comunicazione digitale
Figura 3: Rete a stella
-R
ete a bus. La struttura a bus è basata su un mezzo trasmissivo (solitamente cavo
attorcigliato oppure cavo coassiale) in comune per tutti i nodi che sono collegati
quindi in parallelo.
Alcuni esempi di gestione di processo in cui è richiesto il dialogo tra i dispositivi inseriti (2)
AN (Local Area Network): reti locali
L
in una rete di comunicazione sono: (es. Ethernet) che collegano fra loro
calcolatori e terminali fisicamente vicini
fra loro, collocati per esempio, nello
1) lo scambio di dati tra i personal computer, di una società o di un’azienda, connessi stesso ufficio o nello stesso edificio.
tra loro in una rete LAN(2).
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 47
segue 7
7
Figura 6: Esempio di un sistema
La comunicazione digitale
Per gestire il traffico dei dati sulla rete e far sì che due dispositivi che dialogano siano
in grado di comprendersi a vicenda è necessario un protocollo di comunicazione. Il
protocollo di comunicazione è l’insieme di regole e comportamenti che due entità de-
vono rispettare per scambiare informazioni tra loro; è una convenzione precisa asso-
ciata ai dati scambiati tra i partner di comunicazione. I protocolli utilizzati per far co-
municare i diversi dispositivi nelle applicazioni industriali sono numerosissimi, e variano
in base alle esigenze di comunicazione di ciascuna applicazione, che possono
essere:
- q uantità di dati da trasmettere;
- n umero di dispositivi coinvolti;
- c aratteristiche dell’ambiente in cui avviene la comunicazione;
- v incoli di tempo;
- c riticità o meno dei dati da inviare;
- p ossibilità o no di correggere errori di trasmissione;
e altre ancora.
Esiste poi un’ulteriore ampia varietà di protocolli utilizzata per mettere in comunica-
zione apparati informatici, come i computers e le relative periferiche. Nel seguito non
ci occuperemo di questi, ma ci limiteremo a descrivere i protocolli dedicati alla comu-
nicazione industriale tra dispositivi di campo, ossia quei dispositivi che interagiscono
direttamente con il processo fisico che si vuole mantenere sotto controllo. In partico-
lare, i concetti di comunicazione, supervisione e controllo saranno applicati alla ge-
stione degli impianti elettrici di distribuzione dell’energia in bassa tensione.
48 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
7.1
I protocolli di comunicazione
I protocolli attualmente utilizzati nelle comunicazioni industriali sono molto complessi.
Per semplificarne la descrizione, si è soliti separarne i livelli di funzionamento; si di-
stingue in ciascun protocollo un livello fisico (physical layer), un livello di collegamento
(data link) e un livello applicativo (application layer). Ciascuno dei livelli descrive un
aspetto del funzionamento della comunicazione ed in particolare:
- il livello fisico specifica il collegamento tra i diversi dispositivi dal punto di vista hardware
e descrive i segnali elettrici utilizzati per trasmettere i bit dall’uno all’altro; descrive, ad
esempio, i collegamenti elettrici e i metodi di cablaggio, le tensioni e le correnti utilizzate
per rappresentare i bit 1 e 0 e le loro durate. Nei protocolli industriali, il livello fisico è in
genere una delle interfacce standard tipo RS-232, RS-485, RS-422 ecc;
- il livello di collegamento descrive come i bit sono raggruppati in caratteri e questi in pac-
chetti, e come eventuali errori sono rilevati ed eventualmente corretti. Se necessario,
definisce anche i turni o le priorità che i dispositivi devono rispettare per accedere al
7
mezzo di trasmissione;
La comunicazione digitale
- il livello applicativo descrive quali sono i dati trasmessi e quale è il loro significato relati-
vamente al processo sotto controllo. È il livello in cui si specifica quali dati devono essere
contenuti nei pacchetti trasmessi e ricevuti e come sono utilizzati.
In generale i livelli sono indipendenti l’uno dall’altro; applicando il concetto dei livelli alla
comunicazione tra persone, possiamo metterci d’accordo se parlare per telefono o con
radio ricetrasmittenti (livello fisico), se parlare inglese o francese (livello di collegamento) e
su quale sarà l’argomento della conversazione (livello applicativo). Per realizzare con suc-
cesso la comunicazione tra due entità, tutti i livelli considerati dovranno corrispondersi
ossia, ad esempio, se usiamo il telefono non potremo parlare con chi sta usando una ra-
dio, non potremmo comprenderci se utilizzassimo lingue diverse, ecc. Senza voler descri-
vere in modo completo i protocolli esistenti, segnaliamo però alcune caratteristiche dei
sistemi di comunicazione attraverso una breve descrizione dei tre livelli appena introdotti.
7.1.1
Il livello fisico
Parlando di livello fisico, abbiamo:
- sistemi Wireless (senza fili) che utilizzano come mezzo fisico onde radio, raggi infra-
rossi o segnali luminosi che si propagano liberamente nello spazio;
- sistemi Wired, o cablati, in cui i segnali sono trasmessi tramite cavi (o eventualmente
fibre ottiche). Tra quest’ultimi ci sono:
- sistemi con cablaggio uno a uno (point to point) in cui ciascun tratto di cavo collega
due dispositivi e serve esclusivamente per la comunicazione tra essi (un classico
esempio è quello della comunicazione tra un PC ed una stampante). Tale comuni-
cazione può essere di tipo full duplex, se i due dispositivi possono trasmettere con-
temporaneamente, o half duplex, se possono farlo solo alternandosi;
- s istemi con cablaggio multipoint (chiamati anche multidrop) in cui molti dispositivi
condividono in parallelo lo stesso cavo di comunicazione (vedi Figura 8). Tra i sistemi
multipoint, particolare importanza hanno quelli con collegamento di tipo bus, in cui
un cavo principale senza diramazioni o con diramazioni assai corte collega in paral-
lelo tra loro tutti i dispositivi interessati.
Dispositivo
1
Diramazione Cavo principale
(Stub) (Backbone)
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 49
segue 7.1.1
Nelle reti industriali le interfacce di livello fisico più utilizzate sono la RS-232 per col-
legamenti point-to-point e la RS-485 per collegamenti multipoint.
7
La comunicazione digitale
I bit sono trasmessi sotto forma di livelli di tensione dal morsetto di trasmissione (Tx)
di un dispositivo al morsetto di ricezione (Rx) dell’altro dispositivo. Le tensioni sono
riferite ad un conduttore di terra di segnale (GND) connesso all’omonimo morsetto dei
due dispositivi.
RS-232
GND2
Rx1
Figura 12: Collegamenti base Tx2
per la comunicazione Tx1
tra due dispositivi
con l’interfaccia RS-232. Rx2
GND1
(3)
low control: metodologia per il controllo
F
del flusso delle informazioni. Handshaking:
Scambio di segnali prestabiliti tra due
dispositivi al fine di ottenere una corretta Per il collegamento sono quindi necessari almeno tre fili (Tx, Rx e GND): è possibile usare
comunicazione. Con questo scambio di
dei collegamenti in più per regolare il flusso dei dati (es. segnalare, quando un dispositivo
segnali i dispositivi comunicano di avere
dei dati da trasmettere o di essere pronti è pronto a trasmettere o a ricevere); queste operazioni, che costituiscono i processi di
a ricevere. hand shaking e flow control(3), non saranno oggetto di questa documentazione.
50 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 7.1.1
Tutti i bit elencati hanno la stessa durata: l’interfaccia seriale è configurata per tra-
smettere un certo numero di bit per secondo (bps o baud). Le velocità di trasmissione
sono standardizzate, e per tradizione si usano multipli di 300 bit per secondo.
Ad esempio un dispositivo potrebbe trasmettere a 9600, 19200 o 38400 baud, ovvero
7
bit per secondo.
La comunicazione digitale
Per poter comunicare correttamente, è indispensabile che i due dispositivi utilizzino le
stesse regolazioni: baud rate (velocità di trasmissione), numero di bit di dati, di start e
di stop, l’utilizzo o meno del bit di parità e, se è utilizzato, la modalità (pari o dispari).
Se ciò non avviene, nessun carattere è riconosciuto correttamente, e quindi è impos-
sibile trasmettere dati.
start stop
R R
Dispositivo Dispositivo
1 N
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 51
segue 7.1.1
7 di configurazione della trasmissione sono come quelle viste in precedenza per la se-
riale RS-232; si può avere ad esempio una trasmissione impostata ad una velocità di
19200 baud, con 1 bit di start, 1 bit di stop e un bit di parità usato, per esempio, in
La comunicazione digitale
modalità Pari. Tutti i dispositivi collegati ad uno stesso bus devono avere le medesime
impostazioni per poter comunicare tra loro.
7.1.2
Il livello di collegamento
Per quanto riguarda il livello di collegamento, si parla di protocolli master-slave quan-
do uno dei dispositivi (il master) ha il compito di controllare e gestire la comunicazione
di tutti gli altri (slave). Si parla invece di sistemi peer-to-peer quando tale gerarchia
non esiste e i dispositivi accedono al mezzo di comunicazione in modo eguale (in tal
caso il protocollo comprende le procedure per gestire i turni e le precedenze di ac-
cesso al mezzo di comunicazione; ne è un classico esempio Ethernet).
7.1.3
Il livello applicativo
Il livello applicativo dà un significato ai dati trasmessi; ossia associa un comando (es:
apri/chiudi l’interruttore) o un numero (es. valori di tensione) ai dati in formato binario
che i dispositivi si scambiano attraverso la rete di comunicazione.
Ad esempio supponiamo di utilizzare il protocollo Modbus per leggere da remoto i
valori di corrente memorizzati in un multimetro DMTME-I-485.
Il multimetro memorizza i valori delle grandezze e dei parametri in appositi registri;
questi registri possono essere di sola lettura (es. registro di misura delle correnti) op-
pure di lettura e scrittura (es. registro per l’impostazione delle curve e delle soglie di
intervento delle protezioni).
Quando il master (es. un PC) vuole leggere i valori delle correnti, invia al multimetro
un messaggio che contiene:
- il numero dei registri in cui andare a leggere i dati (al numero di registro sono asso-
ciate le grandezze misurate)
- il tipo di operazione da effettuare (es: lettura dei valori contenuti nel registro).
Lo slave (in questo caso il multimetro) risponde inviando al master i valori richiesti.
52 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 7.1.3
Tali valori sono poi mostrati all’operatore in un formato comprensibile attraverso le in-
terfacce utente dei software e dei programmi applicativi di supervisione che facilitano
la presentazione delle informazioni e dei dati provenienti dal processo controllato.
In Figura15 è rappresentata un’interfaccia utente, del software DMTME-SW attraverso
la quale un operatore può visualizzare i valori delle correnti e tutti gli altri parametri
elettrici che il multimetro misura.
La comunicazione digitale
Figura 15: screenshot del software
di lettura dei dati DMTME-SW
di una serie di multimetri.
7.1.4
7.2
È il sistema di supervisione a gestire questo flusso informativo che transita sulla rete
di comunicazione.
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 53
segue 7.2
7 1) inviare i dati d’impianto (es. correnti, tensioni, energie, stati degli interruttori, ecc.)
al livello di controllo;
2) attuare i comandi (es. apertura/chiusura degli interruttori) ricevuti dal livello di
La comunicazione digitale
controllo.
I due livelli comunicano attraverso una rete di comunicazione bus. Le informazioni (es.
valori misurati) trasmesse dal livello di campo al livello di controllo e i comandi, che
viaggiano in direzione opposta, costituiscono il flusso informativo che transita sul bus.
Flusso
di potenza
informazioni
informazioni
informazioni
informazioni
Flusso
Flusso
Flusso
Flusso
54 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
7.3
7.3.1
La comunicazione digitale
in modo che tutti i dispositivi che partecipano alla comunicazione vi siano connessi in
parallelo. Si devono collegare i morsetti “A” tutti tra loro e i morsetti “B” tutti tra loro
rispettivamente; invertendo i collegamenti “A” e “B” di un dispositivo, oltre a renderlo
incapace di comunicare, può succedere che l’intero sistema di comunicazione non
funzioni, a causa delle errate tensioni continue (di polarizzazione) presenti sui morsetti
del dispositivo mal collegato. Per evitare errori quando si collegano molti dispositivi,
si consiglia di utilizzare cavi dello stesso colore per tutte le connessioni ai morsetti A
e cavi dello stesso colore per tutte le connessioni ai morsetti B dei diversi dispositivi
(ad es. bianco per A e blu per B); questo rende più facile individuare errori di cablag-
gio. Anche sul dispositivo Master, quale che sia, la porta di comunicazione ha due
morsetti, che corrispondono ad A e B.
2. Collegamento tra i dispositivi
A differenza di quanto avviene in molti sistemi di distribuzione dell’energia, non è in-
differente il modo in cui i dispositivi sono connessi in parallelo. Il sistema RS-485,
utilizzato per la comunicazione Modbus, prevede che esista un cavo principale (Bus
o dorsale), cui tutti i dispositivi devono essere connessi con diramazioni (dette anche
stub) le più corte possibili. Le diramazioni, devono avere lunghezza massima di 1200m.
La presenza di diramazioni più lunghe potrebbe causare fenomeni di riflessione del
segnale, con generazione di disturbi e conseguenti errori di ricezione dei dati.
La Figura 17 mostra l’esempio di un corretto collegamento a Bus.
S
t
u Imax= 1 m
b
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 55
segue 7.3.1
4. Uso di ripetitori
Per aumentare l’estensione della rete Modbus, si possono utilizzare dei ripetitori; di-
spositivi di amplificazione e rigenerazione del segnale, dotati di due porte di comuni-
cazione, che trasferiscono su ciascuna di esse quello che ricevono dall’altra. Utiliz-
zando un ripetitore, il cavo principale è suddiviso in diverse tratte (segmenti), ciascuna
delle quali può raggiungere i 700m di lunghezza e collegare 32 dispositivi (in questo
numero sono compresi i ripetitori). Il numero massimo di ripetitori che è consigliabile
collegare in serie è 3. Un numero maggiore introduce ritardi eccessivi nel sistema di
comunicazione.
5. Tipo di cavo da utilizzare
Il cavo da utilizzare è un doppino intrecciato schermato (tipo telefonico). ABB specifica
un cavo di tipo Belden 3105A, ma è possibile utilizzare cavi di altro tipo con caratte-
7 ristiche equivalenti. Il doppino è costituito da due conduttori isolati intrecciati tra loro.
Questa disposizione serve a migliorare l’immunità ai disturbi elettromagnetici, perché
il cavo forma una serie di spire successive, ciascuna rivolta in verso opposto alla se-
La comunicazione digitale
messa a terra
Fig. 19: Particolare di un doppino dello schermo
intrecciato schermato.
6. Collegamento ai morsetti
In alcuni paesi è consentito inserire due cavi nello stesso morsetto a vite. In tal caso,
è possibile collegare il cavo principale in ingresso e in uscita direttamente ai morsetti
di uno strumento, senza creare una diramazione. Se invece ciascun morsetto può
accogliere un solo cavo, è necessario creare una vera e propria diramazione utilizzan-
do tre morsetti ausiliari per ciascun strumento da collegare.
7. Collegamento a terra della schermatura
Lo schermo del cavo deve essere collegato a terra in un solo punto. Normalmente
tale collegamento si esegue ad un’estremità del cavo principale.
8. Resistenza di terminazione
Per evitare riflessioni del segnale, a ciascuna estremità del cavo principale deve essere
montata una resistenza di terminazione da 120 Ohm. La resistenza di terminazione si
deve utilizzare solo alle estremità del cavo principale. Se la lunghezza totale del cavo
principale è minore di 50 m, si possono evitare le resistenze di terminazione alle estre-
mità del cavo principale.
56 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 7.3.1
7.3.2
La comunicazione digitale
è necessario che il Master legga il dato dal primo Slave e lo trasferisca al secondo. La
sequenza di comunicazione tra ciascun multimetro (Slave) ed il PC (Master) avviene nel
seguente modo:
1) Il PC invia un comando o una richiesta (query) sul bus.
2) il multimetro interrogato risponde (response) svolgendo l’azione appropriata che può
essere:
- eseguire il comando ricevuto;
- fornire i dati richiesti oppure
- informarlo che la richiesta non può essere soddisfatta.
Il comando o la richiesta contiene l’identificativo dello strumento al quale è stata inviata
la comunicazione e perciò, nonostante la trasmissione sia ricevuta da tutti i dispositivi
connessi alla rete, solamente quello interessato risponderà. Gli interruttori sono inter-
rogati dal PC con polling ciclico, ossia uno per volta ciclicamente in modo da realizzare
la scansione completa dell’impianto in un tempo prevedibile (tempo di polling). Nel cal-
colo del tempo di polling si considera trascurabile il tempo di elaborazione, tPC, del
computer cioè il tempo che intercorre tra la fine della RESPONSE di uno strumento e
l’inizio della QUERY che il computer invia allo strumento successivo.
Cosa serve per implementare un sistema Modbus RTU con strumenti di misura ABB e
come funziona realmente il protocollo Modbus?
Cosa serve:
- master, che può essere un pc oppure un plc oppure uno SCADA
- se il master è un pc con porta seriale di ingresso RS232, è necessario interfacciare la
rete di strumenti con il master tramite un convertitore seriale 232/485
- cavo di collegamento tra convertitore e pc, che può avere prese seriali oppure ingressi USB
- doppino intrecciato schermato (tipo telefonico) come descritto nel par. 7.3.1
- strumenti con porta seriale RS485, costituita da una morsettiera a 3 morsetti sullo
strumento con indicazioni A B C.
Affinché sia possibile implementare una rete di comunicazione Modbus RTU tra più sla-
ves comunicanti in Modbus RTU, siano essi strumenti di misura, interruttori di protezione
o centraline di controllo della temperatura, è fondamentale avere la possibilità di impo-
stare su tutti gli oggetti presenti in rete i medesimi parametri di comunicazione. I para-
metri di comunicazione sono:
- velocità di trasmissione dei dati, detta baud rate: da 2400 bps a 19200 bps
- data bit: 8
- parity number: Even, Odd, None
- stop bit 1, 2 (se parity number = none), 1(se parity number = even, odd o none)
- indirizzo per ciascuno slaves
Una volta impostata la medesima baud rate, parity number e stop bit, ed avendo bat-
tezzato ogni slave con un proprio e unico indirizzo, è possibile procedere con l’acqui-
sizione delle informazioni da parte dell’oggetto master.
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 57
segue 7.3.2
Le informazioni che il master richiede ad uno strumento di misura sono i valori dei pa-
rametri elettrici misurati e calcolati. L’elenco di questi valori viene allocato nello stru-
mento in un elenco, ogni parametro ha la sua posizione all’interno di questo elenco;
l’elenco è detto mappa di memoria e ogni posizione è indicata come registro, per que-
sto è anche chiamata mappa dei registri. Quindi la mappa di memoria è l’elenco di tutti
i registri in cui si trovano i parametri letti dallo strumento. La seguente tabella indica la
corrispondenza tra l’indirizzo di ciascuna posizione, la lunghezza della stringa di risposta
(2 significa che lo slave risponderà due valori di cui il primo indica il segno del parame-
tro), la descrizione del parametro elettrico, l’unità di misura e il formato binario.
58 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 7.3.2
Ad esempio se voglio sapere il valore della tensione trifase il comando che il master
dovrà inviare sarà composto di:
- indirizzo dello strumento che voglio interrogare (esempio multimetro posto sul quadro
generale dell’impianto)
- funzione di lettura
- indirizzo del registro del valore “tensione trifase”
- quanti altri parametri voglio leggere, fino 5
- verifica e controllo che il messaggio è arrivato a giusta destinazione
La comunicazione digitale
No. of register H = 00h
No. Of register L = 14h
CRC H = 42h
CRC L = BBh
Nell’esempio sopra riportato il master invia una funzione di lettura 03h allo slave con
indirizzo 1Fh partendo dal parametro del registro 1000h per 14 registri.
Analizzando la mappa al registro 1000h c’è la tensione del sistema trifase. Quindi par-
tendo dal primo registro per 14 registri si arriva a leggere fino al valore di Power Factor
della fase 2.
I valori dei registri nella mappa di memoria sono espressi in valore esadecimale. Bisogna
per questo prestare attenzione quando si utilizzano software di lettura free-ware scari-
cati dalla rete, come ad esempio Modbus Poll o Modbus Constructor che permettono
di acquisire i dati letti da un multimetro, nell’inserire i valori in base a come sono richiesti
dal sw, se esadecimali o decimali.
La mappa di memoria è stabilita dal costruttore, che decide quale registro associare al
parametro letto dal multimetro, e decide inoltre se tutti i parametri letti e di impostazione
dello strumento possono essere trasmessi tramite comunicazione seriale.
A chi serve la mappa dei registri di uno strumento Modbus RTU? A chi dovrà implemen-
tare la rete di comunicazione tramite PC o PLC, tipicamente è la figura del System Inte-
grator, ossia colui che implementa la comunicazione tra i vari dispositivi connessi al bus.
E’ necessaria la mappa dei registri per dare indicazioni al master in quali indirizzi sono
presenti i parametri elettrici.
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 59
8
Esempi applicativi
degli analizzatori di rete
Figura 1: Analizzatore
di rete ANR144.
60 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 8
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 61
8.1
Figura 3: Visualizzazione
8.2
Corrente in vero valore efficace TRMS sulle tre fasi e sul neutro
La misura delle correnti è uno dei parametri principali per potere eseguire l’analisi della
rete ed è importante per verificare la corretta distribuzione dei carichi sulle tre fasi.
La misura della corrente di neutro eseguita in vero valore efficace TRMS diventa im-
portante per stabilire se i carichi non lineari introducono distorsione di terza armonica
come indicato nel capitolo 6.2.
- S e i carichi sono bilanciati e non ci sono distorsioni armoniche la corrente sul con-
duttore di neutro è pressoché nulla;
- in condizioni normali, con carichi non bilanciati ma in assenza di armoniche la cor-
rente di neutro è molto minore della corrente di fase;
- in presenza di distorsione armonica le correnti di 3 a armonica di linea si sommano
sul neutro, perché in fase tra loro, e si verificherà una corrente di neutro tanto mag-
giore quanto più alto sarà il valore delle correnti di 3a armonica.
Figura 4: Visualizzazione
pagina dedicata alle correnti
di fase e di neutro.
8.3
62 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
8.4
Potenza attiva
Come riportato nei capitoli 1.5 e 1.6, per evitare l’applicazione delle penali, è impor-
tante controllare e gestire le punte di assorbimento in modo da non superare mai la
media della potenza disponibile. Per una corretta gestione e per l’ottimizzazione dei
consumi si può programmare lo strumento in modo che :
- S i registrino i consumi per un’analisi, anche in fasce orarie, in relazione al contratto
di fornitura;
- S i impostino i carichi meno importanti da staccare, a cura dello stesso strumento,
in caso di superamento della soglia di potenza disponibile.
8.5
8.6
Figura 8: Visualizzazione
dell'analisi armonica fino al 31 ordine,
rappresentazione numerica e grafica.
8.7
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 63
9
Appendice
9.1
Ampiezza del campo di misura Differenza algebrica tra i valori del limite supe-
riore e del limite inferiore del campo di misura.
Essa è espressa in unità della grandezza
misurata.
Campo di misura (campo effettivo) Campo definito da due valori della grandezza
misurata, nel quale i limiti di errore di uno stru-
mento di misura (e/o accessorio) sono
specificati.
Circuito di misura (di uno strumento) Parte del circuito elettrico situata all’interno dello
strumento e dei suoi accessori, insieme agli
eventuali cordoni di interconnessione, alimen-
tata da una tensione o da una corrente, essen-
do una o entrambe queste grandezze un fattore
essenziale per determinare l’indicazione della
grandezza misurata (una di queste grandezze
può essere la grandezza misurata vera e
propria).
64 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 9.1
APPENDICE
Nota:
1 Poiché il valore vero non può essere ottenuto
mediante una misura, si utilizza al suo posto
un valore ottenuto in condizioni di prova spe-
cificate in un istante specificato. Questo valo-
re è derivato da campioni di misura nazionali
o da campioni di misura concordati fra il co-
struttore e l’utilizzatore.
2 Si richiama l’attenzione sul fatto che l’errore
di un accessorio si può trasformare in un er-
rore di segno opposto quando si associa que-
sto accessorio ad uno strumento.
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 65
segue 9.1
Lunghezza della scala Lunghezza della linea (curva o dritta) che passa per
i punti medi di tutti i tratti più corti della graduazione,
compresa tra il primo e l’ultimo tratto della scala.
Strumento con risposta in valore efficace Strumento che, in un campo di frequenza spe-
cificato, fornisce una indicazione che deve es-
sere proporzionale al valore efficace della gran-
dezza misurata, anche quando questa non è
sinusoidale o ha una componente continua.
66 Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
segue 9.1
APPENDICE
Tempo di risposta Tempo occorrente perché l’indicazione dapprima
si porti e quindi rimanga entro un intervallo cen-
trato sull’indicazione finale permanente, quando
la grandezza misurata varia bruscamente dal va-
lore zero (corrispondente allo stato non alimenta-
to) ad un valore tale che l’indicazione finale per-
manente sia un punto specificato della scala.
2CSC400002D0906
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione 67
SEDI E STABILIMENTI
Interruttori B.T. Quadri e Sistemi di B.T. Apparecchi Modulari, Serie Civili, Prodotti per Installazione Carpenterie per
24123 Bergamo 26817 S. Martino in strada - LO Home e Building Automation 36063 Marostica - VI Automazione e Distribuzione
Via Baioni, 35 Frazione Cà de Bolli e Prodotti per Applicazioni Viale Vicenza, 61 23846 Garbagnate M.ro - LC
Tel.: 035 395.111 Tel.: 0371 453.1 Industriali Tel.: 0424 478.200 r.a Via Italia, 58
Telefax: 035 395.306 - 395.433 Telefax: 0371 453.251 - 20010 Vittuone - MI Telefax: 0424 478.305 (It.) Tel.: 031 3570.111
453.265 Viale Dell’Industria, 18 -478.310 (Ex.) Telefax: 031 3570.228
Stabilimenti Tel.: 02 9034.1
24123 Bergamo, Via Baioni, 35 Stabilimenti Telefax: 02 9034.7609 - 9034.7613 Stabilimenti Stabilimenti
Tel.: 035 395.111 26817 S. Martino in strada - LO 36063 Marostica - VI 23846 Garbagnate M.ro - LC
Telefax: 035 395.306 - 395.433 Frazione Cà de Bolli Stabilimenti Viale Vicenza, 61 Via Italia, 50/58
24044 Dalmine (BG), Via Friuli, 4 Tel.: 0371 453.1 20010 Vittuone - MI Tel.: 0424 478.200 r.a Tel.: 031 3570.111
Tel.: 035 695.2000 Telefax: 0371 453.251 - Viale Dell’Industria, 18 Telefax: 0424 478.320 Telefax: 031 3570.228
Telefax: 035 695.2511 453.265 Tel.: 02 9034.1 - 478.325
03100 Frosinone, Telefax: 02 9034.7609 - 9034.7613
Via Enrico Fermi, 14 00040 Roma - Santa Palomba
Tel.: 0775 297.1 Via Ardeatina 2491
Telefax: 0775 297.210 Tel.: 06 71634.1
Telefax: 06 71634.248
ORGANIZZAZIONE COMMERCIALE
RETE COMMERCIALE
ABB SACE Abruzzo & Molise ABB SACE Torino ERREDUE S.n.c. SLG S.r.l.
65128 Pescara 10137 Torino 06087 Ponte San Giovanni - PG 24100 Bergamo
Via Albegna, 3 Corso Tazzoli, 189 Strada del Piano, 6/Z/24 Via Camozzi, 111
Tel.: 085 4406146 Tel.: 011 3012 211 Tel.: 075 5990550 Tel.: 035 230466
Telefax: 085 4460268 Telefax: 011 3012 318 Telefax: 075 5990551 Telefax: 035 225618
[email protected] [email protected] [email protected] [email protected]
ABB SACE Firenze ABB SACE Udine MEDITER S.a.s. TECNOELLE S.r.I.
50145 Firenze 33010 Feletto Umberto - UD 16145 Genova 25128 Brescia
Via Pratese, 199 Via Cotonificio, 47 Via Piave, 7 Via Trento, 11
Tel.: 055 302721 Tel.: 0432 574098 - 575705 Tel.: 010 369041 Tel.: 030 303786 r.a.-3700655 r.a.
Telefax: 055 3027233 Telefax: 0432 570318 Telefax: 010 3690459 Telefax : 030 381711
[email protected] [email protected] [email protected] [email protected]
ABB SACE Genova ABB SACE Verona R.E.&I. S.r.l. Urso Michela
16153 Genova 37139 Verona 09170 Oristano 90143 Palermo
Via Albareto, 35 Via Binelunghe, 13 - Loc. Basson Via dei Fabbri 6/C Piazza A. Gentili, 12
Tel.: 010 60731 Tel.: 045 8511811 ang. via Valle d’Aosta Tel.: 091 6262412
Telefax: 010 315554 Telefax: 045 8511812 Tel.: 0783 310313 - 298036 Telefax: 091 6262000
[email protected] [email protected] Telefax: 0783 310428
95030 Tremestieri Etneo - CT
[email protected] Via Etnea, 114 - Palazzina C
ABB SACE Milano AEB S.r.l. Tel.: 095 7255018
20010 Vittuone - MI 40013 Castelmaggiore - BO Nuova O.R. SUD S.r.l. Telefax: 095 7254010
Viale Dell’Industria, 18 Via G. Di Vittorio, 14 70125 Bari [email protected]
Tel.: 02 90347679 Tel.: 051 705576 C.so Alcide De Gasperi, 320
Telefax: 02 90347609 Telefax: 051 705578 c/o Parco Di Cagno Abbrescia
[email protected] [email protected] Tel.: 080 5482079
Telefax: 080 5482653
04/10
Su misura. Guida pratica alle misure elettriche nei quadri di bassa tensione
Contatti
A 250 500
200
150
V
(b) 100
(a) 50
0
t
A
ABB SACE 250 500
bol.it.abb.com
www.abb.com
V 60
80 V
(f)
40
50 Hz
20
0 t
Su misura.
Guida pratica alle misure elettriche
nei quadri di bassa tensione