Storia Dell'architettura e Dell'urbanistica
Storia Dell'architettura e Dell'urbanistica
Storia Dell'architettura e Dell'urbanistica
Piranesi
Altro architetto che disegna architetture surreali, spazi d’invenzione,
apparentemente organizzati e risolti, nascondono l’irrealtà della
costruzione prospettica, come vediamo per esempio nei “carceri
d’Invenzione”. In queste cupe tavole si fa fatica a distinguere
l’interno dall’esterno, il sopra dal sotto, un disordine labirintico.
Frantumazione delle coordinate spaziali, spazi inabitabili, non
costruibili, a sbalzo, impossibilità dell’ordine.
-Nel 1743 viene fondato il primo corso di architettura civile (che l’architetto non è più a servizio
del re, ma dei cittadini e loro hanno bisogno di nuove abitazioni, infrastrutture, scuole, ospedali,
musei) in un’accademia di belle arti, tenuto da J. F. Blondel.
12 novembre 2020
1800-1890
Con l’800 ogni residua illlusione di semplicità viene a cadere. Favorirà il fiorire di atteggiamenti
nostalgici.
Due filoni ripercorrono l’800:
La trasformazione di Berlino nel corso dell’’800 avviene per Schinkel, architetto che
immagina Berlino come una nuova Atene. Immagina di costruire lungo la Sprea (canale
d’acqua navigabile da cui si possono vedere i simboli della nuova città; museo, accademia..)
Gli edifici costruiti da Schinkel a Berlino rappresentano tutte soluzioni riconducibili allo stile
classico, la sua idea di trasformare Berlino nella “Nuova Atene”. Neue Wache e Atles
Museum segnano le tappe della costruzione concreta del mito della nuova atene.
Schinkel si forma all’accademia di architettura di
Berlino e fino al 1816, per 10 anni, si dedica
solamente all’attività figurativa, quadri di
ispirazione romantica. C’è la tendenza di
introdurre architetture in un paesaggio.
Primo che progetta uno shopping centre cui
riferimenti architettonici sono quelli
dell’architettura industriale londinese soprattutto
per le grandi finestre in ferro.
INGHILTERRA ‘800
In Inghilterra quasi tutto l’800 è caratterizzato da un revival gotico.
Il teorico che si sofferma sulla costruzione e la necessità di rifarsi ai modelli gotici è August Pugin,
che scrive una serie di trattati che spiega perché optare per il revival gotico attraverso il suo libro
in cui mette a confronto, tramite disegni, immagini di stesse città nel 1400 (caratterizzata da guglie
gotiche) e nel 1800 (caratterizzata dalle industrie). Sostiene il dibattito mettendo anche a confronto
le residenze dei poveri.
In “Pointed of Christian Architecture” Definisce le caratteristiche positive dello stile gotico ma
anche negative (tipo la non praticità di certi oggetti). Vuole riprendere i problemi
dell’industrializzazione della società, come Dickens critica la società industrializzata.
19 novembre 2020
John Ruskin non realizzerà niente come Pugin. Per Ruskin il medioevo propone un ottimo modello
non solo storico ma anche operativo: rinviene nei cantieri medievali una profonda competenza e
un forte carattere artigianale, critica il lavoro capitalistico e la riduzione del lavoro operaio.
Rivalutazione del lavoro manuale.
In “The seven Lamps of architecture”: cerca di scuotere gli allievi a fare oggetti consoni alla realtà
del tempo. L’importanza sta nelle caratteristiche degli oggetti, tutte le cose belle sono anche
necessarie. Si dedica a una serie di disegni che guardavano a una serie di modelli rinascimentali.
Philip Webb
-Robert Ashbee, altro allievo di Morris, si dedica all’oggettistica per la casa, ciotole, bicchieri ecc
fatti a mano all’interno di officine artigianali. Basati su geometrie
asciutte e semplici senza motivo decorativo se non per motivi
funzionali. Ashbee fa un passaggio in più affermando che alla società
moderna si basa sull’industrializzazione; si augura che i suoi prodotti
vengano inseriti all’interno della produzione industriale (Morris non
era favorevole).
Charles R. Mackintosh
Architetto e designer scozzese, si forma alla Glasgow school of art.
Va in contatto con persone legate al mondo della produzione artigianale, come
quella che sarà poi sua moglie. Prosegue il modello gotico. La casa assume un
andamento planimetrico ancora più complesso, l’andamento a L si duplica:
pianta ad elica.
Famosissimo per i suoi disegni basati quasi tutti su una geometrizzazione di tutti
gli elementi di arredo.
Comparsa di alcuni motivi sinuosi che rientrano a pieno titolo nell’art
Nouveau. Mackintosh lavora all’interno dell’alveo segnato da Ruskin, motivi
gotici semplificati nella loro forma e nei loro aspetti. Per alcuni disegni
rientra a pieno titolo nell’art nouveau per questo riferimento a elementi di
natura naturalistica che vengono stilizzati.
Glasgow School of Art: realizzata a Glasgow a fine 900, architettura
molto dura nel suo aspetto e nella sua conformazione
architettonica, una massività che deriva dal modello gotico, ma compaiono delle grandi
vetrate strumentali alla funzione dell’edificio stesso (è la prima scuola d’arte a Glasgow).
Edificio pensato con una serie di aule che si affacciano sulla strada principale. Grandi aule a
doppia altezza. In fondo di lato vi è una libreria e in fondo tutti i servizi. Aule a doppia
altezza e laboratori dove si dipinge. Nel retro dell’edificio vediamo una grande differenza
che rispetta le funzioni dell’edifico.
Lateralmente vi è un corpo prominente (biblioteca) caratterizzato da vetro che dall’interno
sono delle nicchie dove Mackintosh inserisce degli scrittoi dove si può studiare.
Oggetti che rispondevano alle necessità che lui definiva “sana”. In cui si cooperava per un
benessere collettivo.
ART NOUVEAU IN EUROPA
Differenze:
-Arts and Crafts è un movimento che si sviluppa soprattutto in area inglese.
-L’art Nouveau è un movimento di transizione che si sviluppa in tutta Europa
contemporaneamente e costituisce una delle radici della modernità.
CARATTERISTICHE FIGURATIVE accelerazione del segno, utilizzo della linea continua,
stilizzazione delle forme, linee pulite e fluide.
CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE: Forme sinuose (visibile in alcuni lavori di Gaudì).
Trasfigura le dinamiche industriali e metropolitane.
Si sviluppa in modo abbastanza omogeneo in diversi paesi prendendo diversi nomi. Si attesta nei
paesi più industrializzati.
Ha origine in Belgio grazie a Hery Van de Velde e Victor Horta, ma dilaga in:
Francia e Belgio: “Art Nouveau”
Austria: “Secessione Viennese”
Germania: “Jugendstil”
Catalogna: “Modernismo Catalano”
Scandinavia: “nazional-romanticismo nordico”
Italia: “Liberty”
Inghilterra: “Modern Style”- Francia: Hector Guimard
- Catalonia: Gaudì
- Austria: secessione viennese.
Victor Horta, Hotel Tassel Bruxelles, in Belgio : edificio che segna la
nascita dell’Art Nouveau. edificio che a tre piani. Organizza lo spazio
centrale Utilizzo del ferro, diviene un elemento importante nella
realizzazione di un’abitazione. Realizzato con delle strutture
realizzate con ferro a vista. Pilastri corrimani, ringhiere tutte che
ruotano intorno al tema del viticcio, quindi a queste strutture
sinuose di ferro intrecciate. La facciata si deforma come ad accogliere
un elemento sporgente. La muratura è piegata. La struttura portante è
in ferro che permette di creare ambienti diversi in diversi piani.
- ambienti caratterizzati da un’altissima luminosità e uno spiccato
senso del movimento.
- Tutti gli elementi decorativi caratterizzano la struttura portante della
casa stessa. Le linee caratterizzano gli ambienti e tutti i particolari
dell’ambiente stesso.
- Tutti i piani son diversi tra di loro: l’ultimo piano della casa ha una copertura realizzata in
ferro e vetro che permette la realizzazione di un ambiente luminoso.
-Grande attenzione processuale (sensazioni che il soggetto prova entrando nelle abitazioni,
vogliono far provare sensazioni di sorpresa infatti tutti i i piani son diversi tra di loro).
Van Eetvelde House ha come elemento centrale un
grande spazio centrale illuminato dall’alto su cui si
affacciano tutte le stanza dell’abitazione. Spazi molto
leggeri grazie a vetro e linee.
Maison du Pople: viene commissionata dal partito
socialista Belga ed è un edificio che rigetta qualsiasi
utilizzo della muratura bianco dell’edificio stesso, che
è quasi completamente realizzato in ferro e vetro.
Questi materiali diventano elementi che
caratterizzano le architetture dell’art nouveau,
progressivamente viene a meno la muratura. La linea
sinuosa si amalgama perfettamente con la collocazione
dell’edifico che è posto su una piazza per non interferire
con l’urbanità.
Planimetrie tutte diverse tra loro. Gli elementi
decorativi son dati dalle strutture stesse dell’edificio
(travi). La sala delle assemblee: Horta lascia a vista tutti i materiali e c’è un equilibrio tra
realizzazione e struttura stessa. Egli concentra la sua attenzione nei punti di innesto..tipo la
muratura si piega quando il ferro si innesca su di essa.
27 novembre 2020
Tafuri, uno storico italiano, ha definito Chicago la Firenze degli Stati uniti e ha paragonando il ruolo
economico a quello di Venezia nel 400.
-Chicago ha delle origini molto recenti che risalgono al 1803, sulle rive del Michigan su un
territorio paludoso e salubre, viene costruito un piccolo villaggio.
-Nel 1830 primo piano urbanistico della città, viene tracciata la griglia della città, una griglia di
strade, viene fondata la municipalità di Chicago, che al tempo aveva 350 abitanti.
-Viene effettuata la prima pianificazione che come nella maggior parte delle città americane, si
basa su una griglia ortogonale. Viene commissionata ai geometri comunali col fine di vendere i lotti
della città, degli isolati, per poter finanziare un progetto infrastrutturale, la creazione di un canale
navigabile, i lotti vengono venduti a 33 dollari l’uno e 3 anni dopo la città passa a 4 mila abitanti e
i lotti venduti ora a 100 mila dollari---grandissimo alzamento di prezzi.
Si parla quindi di questioni economiche.
Nel 1870, trascorsi 77 anni dal piccolo villaggio sul lago Michigan con 50 abitanti, Chicago conta
300 000 abitanti. Diventata cosi popolosa grazie ai trasporti e all'industrializzazione.
Era una città fatta da abitazioni per di più in legno (che era materiale autoctono), cresciuta in modo
disordinato, crescita incredibile e velocissima.
A questi spazi si alternavano i binari ferroviari i magazzini, i macelli, i silos e le fabbriche.
(Capiamo perchè ad esempio Dickens non scrive di Chicago, siamo in un altro immaginario).
Tutto ciò fino al 1871: un piccolo focolaio da avvio a un incendio che rovina 2/3 di costruzioni di
chicago, le quali erano in legno, gli edifici commerciali erano in muratura, ma avevano solai e
coperture in legno e vennero rasi al suolo. La città viene distrutta.
Questo fu il motivo della rinascita di Chicago. Bisognava realizzare edifici ignifughi, che
rappresentassero lo spiriti imprenditoriale di una città come questa.
- Viene inventato il primo ascensore nel 1853. -permetterà la costruzione dei primi grattacieli.
Essendo i lotti molto costosi, bisognava costruire edifici che fossero più alti possibili.
Si chiedeva agli architetti di inventare un nuovo tipo di edificio che doveva permetttere di
concentrare tante persone, ignifugo, immaginarlo che rappresentasse lo spirito industriale di
Chicago.
-> -> Gli architetti della Chicago school: una serie di architetti che hanno risposto a queste
domande.
Lebaron Jenny: studia ingegneria all'école centrale de manifacture de Paris. Inizia la sua
attività come ingegnere qualche anno prima dell'incendio si trasferisce a Chicago dove
apre lo studio. Importante perchè nel suo studio si formeranno altri architetti. Inaugura un
nuovo modo di organizzare gli studi di architettura, che è quello attuale.
Questo architetto ha messo a punto per la prima volta una struttura in ferro rivestita con
degli elementi refratti al fuoco. Il ferro si deforma col fuoco, ma lui inventa un modo per
evitarlo.
Per rispondere alle esigenze dei clienti bisognava alzarsi verso l'alto: grattacieli.
Uno dei primi grattacieli, molto bassi rispetto ad ora, un edificio di sei piani era considerato
un grattacielo.
Come inserire le forme più elevate di cultura in queste strutture? Era la domanda a cui cercano di
rispondere gli architetti della chicago school.
Le Baron Jenney, I Leiter Building 1879: uno dei primi edifici costruiti a chicago. Esprimono
semplicemente la loro struttura in ferro a cui
sono agganciati dei pilastri e questo edificio è
basato sulla ripetizione di moduli.
Iniziano ad alzarsi gli edifici. Vediamo che questi
architetti inseriscono pilastri ad angolo con una
cornice. Cercavano dei modi di esprimere degli
aspetti culturali simbolici attraverso questo tipo
di struttura.
Persistenza degli stili storici in questi elementi
terminali di tamponamento. Che però sono
come degli apparati decorativi aggiunti in una
struttura in ferro.
La conquista del cielo significava manifestare lo spirito imprenditoriale di Chicago attraverso
l'altezza.
Bow window: inserimento ha delle motivazioni pragmatiche: illuminare gli spazi interni.
Scompaiono nella parte superiore perchè l'edificio aveva abbastanza luce.
Burnham sarà anche l'autore a NY del Flat Iron Building che traduce alla lettera l'estrusione di 22
piani di un lotto. Qui è triangolare.
SULLIVAN
Sullivan esponente principale, importante perchè sarà da lui che si formerà Wright. Ha un
temperamento indipendente, viaggia molto in Europa, non termina i corsi ma impara ciò che
riguarda i motivi decorativi degli edifici. Impara in Europa l'impegno a trovare delle ragioni del
progetto che siano autonome rispetto alle necessità dei
clienti stessi. Mette a punto questi insegnamenti a
Chicago.
Auditorium di Chicago: Adler e Sullivanrealizzano
questo edificio che gli da una grande notorietà.
Rappresenta il paradigma dell'edificio
multifunzionale che dietro a un aspetto esteriore
apparentemente unitario, costituisce all'interno
una complessità, è una delle costruzioni più
complesse di tutta la città. Ha un programma
funzionale complesso, parte commerciale al piano
terra. Risolto in modo ammirevole nella parte
interna, spazio molto elegante caratterizzato da una struttura di telaio a traliccio, simile a
quella utilizzata nelle ferrovie, sulle quali Sullivan inserisce una serie di motivi decorativi
vegetali. Dentro ha una sala teatrale, un albergo, locali per uffici e una torre asimmetrica
che conferisce l'aspetto di un palazzo fiorentino.
Esteticamente si rifà all'edicio di Richardson, edificio di bugnato caratteristico fiorentino,
studio di partizioni diverse in base ai piani
(basamento corpo e coronamento).
Wainwright building: anche qua rete ornamentale
sovrappone un massiccio edificio tripartito. la
particolarità sta nell'apparato decorativo che fa
inserire Sullivan all'interno degli artisti dell'art
Nouveau. La differenza di Sullivan è che i suoi studi
son volti a dare un senso civico a questa
architettura. A dare una dignità a questi edifici
stretti e altissimi.
Adler Guaranty Building : Nitido, semplice,
accentua la sua attenzione sulla superficie,
Sullivan inserisce un velo ornamentale
che lo riveste completamente, che è
indipendente dalla sruttura dell'edificio. I
suoi edifici rappresentano una civiltà
nuova, non è pragmatico per nulla,
l'obiettivo è conferire una dignità civile a
un edificio commerciale.
Carson Prie Scott: schema tripartito
applicato all'eccesso, la fascia centrale è
geometrice, liscia e bianca che accoglie le
finestre disposte in orizzontale. Si scontra
con l'hooro vacui che caratterizza la fascia
dei primi due piani . Edificio misto per uffici e
anche commerciale al piano terra. Edificio più
importante per la carriera di Sullivan perchè fa
uno studio diverso del grattacielo nel suo
basamento e nel suo corpo: il basamento è
caratterizzato da un velo metallico lavorato. Il
corpo dell'edifico è astratto. La sua attenzione
decorativa si concentra al piano terra perchè si
ha la percezione dell'edificio al piano terra.
3 dicembre 2020
FRANK LLOYD WRIGHT
L’America di fine 800:Rispetto all’Europa, l’america del fine 800 è il luogo nel quale l’assenza di una
storia alle spalle sembrerebbe impedire il radicarsi di una propria cultura. Allo stesso tempo è però
la terra delle possibilità, dove l’individuo può auto affermarsi. . Lui ha avuto una grande capacità di
mettere a punto una cultura architettonica prettamente americana, indipendente dall’Europa.
Primo architetto al mondo a comparire sulla copertina del Time. Nasce nel 1867 e muore nel 1959
A fine 800 lavora in America. E’ il più grande interprete della cultura architettonica americana
perché la svincola dalla copiatura dei modelli europei.
-Si trasferisce a Chicago nel 1887 perché c’era un grande boom edilizio. Architetti considerati come
grandi eroi. Grande abilità costruttiva.
- Breve esperienza da Silsbee.
-Inizia a lavorare presso Adler e Sullivan come primo assistente e conosce le nuove tecnologie
(ferro, solai cemento armato). Sullivan era stato il primo architetto che cercava di dare una dignità
a un’architettura di scopo commerciale. Questo segna l’avvio della sua carriera e di un rapporto
intellettuale con Sullivan. Egli trasmette al giovane Wright la ricerca di una propria personalità inb
architettura-. Nei sei anni in cui rimane nel loro studio, si occupa di costruzioni di dimensioni
ridotte come come la charnely House e il Victoria Hotel, Chicago. La rottura del rapporto avviene
quando Wright accetta incarichi da solo per delle case.
Partecipa ai dibattiti del tempo Stava contemporaneamente costruendo l’auditorium di Chicago..
L’auditorium si rifà alle costruzioni architettoniche del rinascimento italiano perché non avevano
una loro cultura architettonica.
-Fiera del 1893: Wright finisce la sua esperienza da Sullivan e va a visitare questa esposizione
columbiana, che era diretta da un certo Daniel Burnham (che era rivale di Sullvian perchè il
direttore della fiera prediligeva lo stile neoclassico). Ma Wright concentra la sua attenzione non su
questi edifici ma su due piccoli padiglioni:
Padiglione Ho-o-den: viene colpito
dall’utilizzo di finestre continue (pannelli
scorrevoli) a discapito di quelle tradizionali.
Solitamente tamponati con delle strutture
lignee a vista con elementi appartenenti
alla cultura giapponese o materiali
naturali. Rimane colpito dalla denuncia
delle strutture portanti e dall’utilizzo dei
materiali autoctoni (legno, paglia) e
anche dall’impianto della casa
giapponese. Il tokonoma è il luogo della
bellezza, quello che rappresenta il fulcro
della casa perché è il luogo dove
celebrano la cerimonia del tempo che è
la quinta essenza del cerimoniale Zen
(dedicato alla contemplazione del
vuoto). In terra ci sono i Tatami: tappeti in tessuto che sono la base della composizione di
tutte le case giapponesi. Viene anche colpito dalle coperture aggettanti che permettono di
essere al coperto anche se è all’esterno, perché sono molto pronunciate.
Nel 1893 realizza la sua prima casa: Winslow
House: Interpreta il tatami giapponese e al centro
del tetto mette sempre il camino che viene
interpretato come cuore pulsante della vita
domestica, attorno al quale si parla. E’ il
corrispondente del tokonomà giapponese, è il centro della casa. Naturalmente qua le
stanza son divise e non ci sono i pannelli scorrevoli che le delimitano. Nella tradizione
americana c’era già il camino al centro della casa. Mette a punto un nuovo modello
abitativo che non è copiato dall’Europa come al solito, ma fa parte della tradizione
americana. Presenta come elemento di spicco anche il tetto aggettante, dietro l’impianto
regolare planimetrico e la rigorosa simmetria della facciata.
Sulla rivista “Ladies Home Journal” Wright inizia a pubblicare progetti di case, descritte
accuratamente. Si rivolge quindi ai committenti, una classe emergente americana che abitava nelle
periferie della città alla ricerca di un mondo rilassante e domestico. Caratteristiche delle case:
volumetrie estese per orizzontale, tetti aggettanti, finestre continue, sono case unifamiliari. Sono
caratterizzate tutte dal camino al centro. Hanno degli impianti a croce, i quali erano gli impianti
della casa del 1800.
Prairie House: pubblicata sulla rivista, è caratterizzata da volumetrie lineari e distese,
coperture a basse falde e ingressi ad arco, unica memoria tangibile dei trascorsi con
Sullivan. Le piante sono cruciformi, le divisioni interne ridotte e gli spazi, di conseguenza,
interconnessi tra loro.
Wart Willits House: pubblicata sulla rivista
Nel corso degli anni fa una serie di variazioni
sul tema, lo vediamo nella casa che è
caratterizzata da un corpo degli spazi
collettivi e i corpi laterali son solitamente
riservati agli spazi in cui si sta seduti (sale da
pranzo). I tetti diventano sempre meno
aggettanti fino ad avere delle conformazioni
piane. Il centro è sempre il camino che è
visibile dal salone e dall’ingresso. Di solito i
suoi camini imponenti son costruiti in
mattone e gli interni son caratterizzati da un’
uniformità dei materiali che sono autoctoni.
Robie house: caratterizzata da grandi alti muri
che sono un’invenzione di Wright fatta in modo
tale che chi cammina attorno alla casa non può
vedere l’interno, ma chi abita dentro può
vedere fuori. I tetti diventano sempre più
sporgenti e piatti. Riesce a creare uno spazio
fluido e continuo all’interno. Il camino al centro
è la percezione dello spazio che tiene al centro
la socialità della casa.
Larkin Building
edifici pubblici: carica monumentale, son più alti, non c’è
la copertura aggettante, sono edifici completamente
diversi, escludono qualsiasi rapporto visivo con la città.
Gli edifici sono introversi. Si tratta di un edificio di
persone che si dedicano al lavoro. Viene illuminato da un
grande lucernario posto nella parte superiore ed è organizzato su ballatoi che si affacciano
su una porta centrale. Spazi di lavoro aperto illuminato dall’alto. La struttura si basa su un
pozzo rettangolare profondo cinque piani illuminato dall’alto da un vasto lucernario.
Attorno a questa corte si sviluppa il resto dell’edificio che all’esterno presenta regolari
griglie di finestre sui lati lunghi e tozzi prismi rettangolari anch’essi in laterizio ai quattro
angoli, capaci di conferire all’insieme la sembianza di una fortezza. Evoca l’architettura
egizia.Primo edificio con aria condizionata perché le finestre che ci sono sono fisse, non
apribili. Wright inserisce delle scritte nella pare alta con parole come cooperazione
economia e industria sarebbe la nuova libertà eguaglianza e fraternità. Nell’ultimo piano
inserisce anche un organo che dotava lo spazio di un ambiente ecclesiastico e di
occasionali concerti. Voleva superare una forma alienante di lavoro. Wright pone un bar,
una biblioteca, oltre che una passeggiata in mezzo a dei giardini pensili. Incarna l’ideale
wrightiano di democrazia in una società capitalistica.
→ Dopo aver realizzato altri progetti nel 1909, Wright lascia la moglie per vivere con la moglie di
uno dei suoi clienti e con lei fa un viaggio in Europa. Il frutto di questo viaggio è un libro che viene
pubblicato nel 1910 a Berlino e raccoglie tutti i suoi soggetti.
Si ritira nei sobborghi e costruisce una serie di case studio che sono le sue case con annesso studio.
Vediamo una delle sue case studio che riportano sempre le caratteristiche delle Robie House, ma
mostrano ora uno spartano legame con il luogo: i materiali sono il legno, l’arenaria, la pietra.
Compare l’utilizzo di materiali trattati allo stato grezzo. Casa vista come luogo di sperimentazione.
CASE
Definizioni nette dei volumi, diminuiscono le parti finestrate e le case son caratterizzate da motivi
decorativi serializzati composti da figure geometriche che son delle reminiscenze dei disegni Maya.
Reinterpretazione della cultura medio americana. Casa interpretata come un rifugio.
Il tema del rifugio verrà declinato in altro modo negli anni successivi.
1932: Wright scrive la sua autobiografia nel periodo del crollo di Wall Street. Nei primi anni ‘30
quando Roosvelt presidente e fa il New Deal, mette a punto una serie di progetti per la città:
Propone “Broadacre City” modello di città che proponeva un’alternativa alla città su griglia tipica
americana. E’ sempre divisa in griglie ma all’interno inserisce case bifamiliari, teatri, e mercati,
centri comunitari disseminati dalla campagna. Immagina che gli individui dovessero stare più al
contatto con la natura. E’ un grande oppositore delle città americane: per lui non hanno
architetture..
Progetta Leusonian House: case molto economiche, prefabbricate in legno e mattoni,costruite
utilizzando un kit di elementi che includevano una fondamento in piastra in cemento aramato, una
serie di impianti e rivestite in legno. Utilizzava materiali locali e affiancava le architetture alla
natura. Impianti case sempre a L.
Scompare il camino. profondamente diverse dalle precedenti.
IDEOLOGIA
Si confronta con un gruppo della SECESSIONE VIENNESE, verso i quali Loss nutre una
profonda insofferenza perché sostenevano una progettazione dell’arte totale non solo
dell’architettura, ma dei vestiti, design, addirittura i vestiti dei clienti.
Critica il Palazzo della Secessione Viennese, che rappresentava la sede dove gli artisti
viennesi si riunivano, appare evidente la sua caratteristica principale, ovvero l’unione di
scultura, architettura e pittura; un esempio di “Arte totale”, che racchiude in sé tutte le arti.
Per Loos era fuori luogo che una persona passasse a impreziosire un edificio. Loos
combatterà con questo per tutta la sua vita, per lui questa modalità di lavoro non era
adeguata ai tempi moderni; per lui era fuori luogo che una qualsiasi persona stesse tutte
quelle ore a impreziosire un edificio, perché non era più un atteggiamento moderno.
Affermava che l’architettura non è un‘arte, poiché ha delle finalità di natura utilitaria. Loss
entra in contatto con un gruppo di intellettuali viennesi (Kokoshka, Kraus, Altenberg) che
criticavano la società viennese su una rivista del tempo. Cercavano di rinnovare il modo di
vivere del tempo, quei principi che Loss apprezzava dell’America contemporanea.
Per Loss i viennesi non sono degni abitanti di una metropoli contemporanea, per questo
guarda a una cultura americana che vuole diffondere i suoi scritti. Si delinea anche una
serie di insofferenza contro gli artisti della secessione viennese. Ma guarda non l’avevo
capito
critica la contemporaneità
elimina qualsiasi segno decorativo che apparteneva a un’epoca passata.
Lo facevano attraverso una rivista, pubblicata a Vienna tra il 1899 e 1936, nella quale
facevano una critica alla società viennese; alcuni estratti ne fanno capire i contenuti:
criticavano un modello di società patriarcale e gerarchica e cercavano di rinnovare il modo
di vivere del tempo secondo nuove categorie, secondo nuovi principi più democratici, quei
principi che Loos apprezzava dell’America contemporanea.
L’architettura deve avere uno scopo pratico. In quanto oggetto d’uso, deve esprimere
perfezione. Assolutamente escluso che una cosa poco pratica possa essere bella, ma non è
sufficiente che un oggetto sia pratico per esser bello; la bellezza di un oggetto si esprime in
relazione al suo scopo. Le uniche architetture che per lui possono essere arte sono i sepolcri e i
monumenti.
-Scrive tantissimi articoli e libri, su moda femminile, maschile, sulla creta, etc., su argomenti che
non riguardano solamente l’architettura ma la vita quotidiana, con l’obbiettivo di educare la
popolazione viennese a ciò che secondo lui corrisponde la civiltà.
-Loos viene ricordato ancora oggi per aver anticipato, di molti anni, la modalità di affrontare un
progetto, che matureranno solo successivamente.
Il primo lavoro che fa non è un lavoro nuovo, ma è una ristrutturazione interna al piano terra di
uno stabile; progetta il Cafè Museum trasformando il piano terra e ristrutturandolo in un caffè e
ristorante:
Loos in questi anni progetta tutta una serie di negozi, di case, bar sono luoghi della vita
quotidiana, campo di indagine prediletto da Loos, che evidenziano un altra caratteristica
della suo lavoro, ossia quella che, accanto alla critica all’ornamento, Loos fa tutta una serie
di operazioni che parlano di interventi ricchi sotto il profilo decorativo:
si può osservare una vetrina di un negozio, dove egli inserisce una serie di lastroni in
marmo, le cui venature arricchiscono sotto un profilo decorativo la vetrata, ma in realtà non
è una decorazione applicata.
I suoi interventi di motivi decorativi risiedono nella peculiarità del materiale da lui scelto,
non vi è alcuna decorazione applicata.
La questione chiave è proprio saper scegliere dei materiali dalle qualità sensazionali, in
quanto la qualità stessa funge da decorazione; lui elimina dal progetto, dalla
ristrutturazione, tutte quelle figure che si occupavano di realizzare quella decorazione, al di
là dell’idea plastica o pittorica, andava realizzata e per lui questo era un spreco della forza
lavoro, facevano parte di un epoca che non esiste più.
“Ornament and crime”: sottolinea come sia necessario eliminare l’ornamento perché non
più adeguato alla vita moderna.
Looshaus, Vienna, 1909-11 Uno dei lavori più
importanti e anche più criticati di Loos, nel centro di
Vienna, a ridosso della Residenza Imperiale, luogo di
grande rappresentanza. realizza questo intervento di
cui, se si osserva la via principale che conduce alla
Residenza, osservando i tipi di edifici che costruiscono
la città, si nota, spostando lo sguardo su quello di Loos,
la diversità del suo edificio rispetto a quelli dei suoi
contemporanei. La fascia del pianterreno e del
mezzanino è scandita da 4 colonne classiche, la
copertura del tetto in rame, la facciata rifinita con
intonaco a calce, sono tutti elementi della tradizione
viennese, adattati però alle esigenze di un moderno
edificio commerciale. Elimina qualsiasi tipo di elemento decorativo, la decorazione risiede
ancora una volta nella scelta dei materiali, ci sono elementi di marmo cipollino verde, le
partiture sono delle semplici bucature in queste grandi pareti bianche pulizia e l’essenzialità
di questo intervento, che chiaramente viene criticato tantissimo, tanto che sui giornali
viene pubblicata una vignetta che paragona l’edificio a un tombino, tanto era la diversità
rispetto agli edifici a cui erano abituati i
viennesi. Inserisce una serie di bow windows, di
particolari che sono inseriti in questo edificio
perché Loos introduce un altro elemento
rivoluzionario nel fare architettura, egli
diversifica le altezze in base alle funzione dentro
all’edificio; ad esempio lo spazio in corrispondenza dei bow windows è uno spazio molto
basso, ed era era il luogo delle sale prova, essendo l’edificio della Goldman e Salatch, una
ditta di moda; un negozio dove si vendevano abiti e dove dei sarti disegnavano e creavano i
vestiti per uomini e donne del tempo. Contrapposizione tra interno complesso e esterno
semplice si evince anche nelle sue abitazioni.
Ad esempio osservandone una dello stesso periodo, la Casa Scheu, si nota come l’edificio sia
semplificato, scarnificato da qualsiasi elemento decorativo, sempre intossicato e caratterizzato da
una partitura regolare delle finestre ma se si guarda l’interno ci si rende conto della ricchezza degli
ambienti, non solo grazie all’uso dei materiali ma proprio per le altezze tutte diverse per i singoli
ambienti. Esempio rilevante della differenza fra interno ed esterno, I volumi esterni squadrati,
intoancati di bianco, privi di ornamenti, MUTI. Dentro pareti rivestite di laste di marmo, preziosi
tappeti, legni pregiati, travi a vista, i vetri e gli specchi che danno vita agli ambienti. Ma è
soprattutto lo spazio interessante, come compenetra i volumi, li collega, li suddivide in base alle
necessità rivelando cosi piani intermedi, nicchie ribassate, angoli inattesi, passaggi “segreti”.
17 dicembre 2020
LE CORBUSIER
È un architetto che possiamo definire uno sperimentatore, un architetto che si è sempre misurato,
che ha voluto fare sempre del suo lavoro un’ opera assolutamente innovativa.
Le Corbusier è nato nel 1887 in un piccolo paesino svizzero, sceglie di inventarsi un nome d’arte:
scelta importante perché questo autore ha una qualità tipica del nostro tempo che è quella di
essere stato un grande divulgatore del suo lavoro, e lo fa attraverso tantissimi scritti, e il nome
d’arte è per sembrare meno provinciale rispetto alle sue origini.
Studi a l’Ecoled’art dove incontra un insegnante che lo inizia all’architettura.
Cerca di divulgare la sua immagine, inserito in tutta una serie di dinamiche mass mediatiche del
suo lavoro che sono tipiche della nostra contemporaneità. È stato uno degli antecedenti della
pubblicizzazione del proprio lavoro e dell’interazione con il pubblico, era consapevole di doversi
sponsorizzare con un pubblico. Fotografare lo stato della creatività non inserendo delle barriere tra
le discipline, ma spaziando tra queste, in una visione globale che rappresenta la modalità di
lavorare di Les Corbusier.
-Si occuperà di architettura, design, grafica…
-All’interno della rivista inizia a farsi chiamare Le Corbusier. Fino al 1925 durerà la rivista. Nel
numero 2 pubblica un testo che si chiama “Ornament and crime” scritto da Loos, c’è una
dichiarazione di poetica che affermava che l’ornamento fosse un delitto.
-All’interno del n.4 compare uno scritto in cui lui afferma che la logica è la guida migliore per
affrontare le questioni relative all’espressione artistica. La logica permette di creare. Logica e
intuizione sono collegate.
-tutti gli articoli che pubblica vengono raccolti nella sua principale pubblicazione “Verso un’
architettura” 1925.
Le linee portanti della sua ricerca le rintracciamo in una serie di viaggi che egli intraprende dopo
la sua formazione nel suo paesino svizzero.
1. Nel 1911 si reca in Italia a Firenze, a Siena, a Ravenna, a Padova, a Ferrara e a Verona, fa
quello che possiamo considerare un viaggio formativo in Italia e la sua attenzione si
concentra sulla Certosa D’Ema, nella periferia di Firenze; importante perché questa Certosa
fa trarre a Le Corbusier un insegnamento che ritroveremo nei suoi progetti e nelle sue
riflessioni. Certosa D’Ema” per lui era un perfetto modello di vita comunitaria, nel senso
che intravede una parte pubblica dove vi è la chiesa, una grande corte aperta la pubblico e
poi vi è un altra parte, retrostante, un grande chiostro rettangolare, su cui si affacciano dei
moduli abitativi che sono le cellule dei frati. Quindi i frati abitano in queste sorta di villette
su due piani che si affacciano sul chiostro. Questa modalità di vita, di abitare lo spazio, per
Le Corbusier appare in perfetto equilibrio con il paesaggio, in quanto tutte le case dei frati si
facciano sul paesaggio e hanno un cortile interno, e allo stesso tempo si affacciano sulla
corte centrale, per la loro piccola comunità. È un modello comunitario che a suo avviso
presenta aspetti originali e interessanti, addirittura ne disegna tutte le cellule dei monaci e
il loro rapportarsi sia con il paesaggio che con il patio interno.
2. Parigi: Le Corbusier si reca a Parigi e lavorerà per August Perret, uno degli architetti più
importanti del tempo, grande costruttore francese, rinomato per la messa appunto di
edifici famosi per l’utilizzo assolutamente innovativo del cemento armato. Le Corbusier
deciderà di lavorare per questo architetto perché si rende conto che non aveva un tipo di
formazione sotto un profilo costruttivo. “House in the Rue” e “Garage Ponthieu” sono due
esempi di edifici realizzati mentre Le Corbusier era apprendista di Perret. L’interno del
garage mostra in modo quasi nudo e crudo la struttura in cemento armato che lo compone.
3. Berlino: Si sposta a Berlino e entra nello studio di Peter Behrens, l’architetto che aveva uno
degli studi più importanti della Berlino del tempo, il cui suo maggiore committente era il
proprietario della AEG, ditta tedesca che produce oggetti legati alla luce elettrica, sono
infatti gli anni in cui si difendono i primi oggetti elettrici, i primi elettrodomestici. Behrens
lavora per questo grande committente per cui disegna sia le aziende, sia gli oggetti, sia la
grafica; ancora oggi il marchio realizzato da Behrens nel 1910 è il marchio della ditta.
Le Corbousier va da questo architetto perché vuole imparare come egli sa interagire con gli
industriali del tempo.
4. Grecia: dopo questa esperienza in Germania, fa quello che lui chiama “viaggio in
Oriente”, viaggio alla scoperta del mediterraneo e si reca in Grecia e in Turchia.
Le Corbusier fa tutta una serie di disegni di paesaggi che incontra nel suo viaggio, nel
Mediterraneo gli interessa soprattutto il rapporto tra masse piene e spazi vuoti, quindi fa
tutto un lavoro di ragionamento tra luce e materia; disegna addirittura i propilei, cercando
di capirne i volumi rispetto al paesaggio. Viene rapito dal Partenone.
Individua che queste architetture erano come dei grandi oggetti che si stagliavano su uno
sfondo, e questa caratteristica risonerà nelle sue architetture; come ritornerà ciò che lui
rinviene visitando La Basilica di Santa Sofia a Instabul, al cui spazio si accede dopo aver
attraversato le viuzze strette della città e per lui era una perfetta alternanza tra pieni e
vuoti, l’alternanza di spazi stretti e aperti.
Tutti i disegni e le riflessioni finiscono nel libro “Le Voyage d’Orient”, che pubblicherà alla
fine della sua vita.
5. Rientra nel suo piccolo paesino svizzero e inizierà a mettere a punto un sistema
costruttivo, che chiama “Dom-ino System” (maison Dom-ino), che non è altro che una
semplice struttura pulita e semplicissima esteticamente: tre solai rettangolari sostenuti da 6
pilastri di cemento armato interconnessi grazie a una scala, non un progetto di architettura,
ma una sorta di manifesto di Le Corbusier che parla di quella che dovrà essere la casa
moderna, ossia un architettura sollevata da terra, caratterizzata dalla struttura puntuale in
pilastri di cemento armato e con una struttura ancora arretrata rispetto ai solai; ma mette a
punto una serie di istruzioni che caratterizzeranno i suoi lavori successivi.
La Maison Citrohan, 1922 : grandi spazi illuminati
grazie a vetrate continue. Mette a punto numerosi
versioni di queste case. Maison Domino: casa
disposta su due piani con salotto a doppia altezza e
presenta uno spazio libero da qualsiasi vincolo
strutturale grazie all’utilizzo di pilastri in cemento
armato. Lo spazio è organizzabile secondo le
necessità di chi si abita. Questa cellula abitativa
poteva essere moltiplicata all’infinito e disposta per
creare un grande atrio interno e mettere a punto
grandi isolati cittadini. Procede per logica
dimensionale.
La sua città ideale la progetta per il centro di Parigi: progetta di abbattere tutto il centro per la sua
città composta da grattacieli! La città ideale era caratterizzata da
-Grattacieli a pianta cruciforme impostati al centro di una maglia stradale a pianta quadrata.
-strade per pedoni e per macchine.
-si basa di qualcosa di gigantesco e continuo.
7 gennaio
MIES VAN DER ROHE
Figlio di uno scarpellino, un artigiano in formazione importante per capire il lavoro di questo
architetto). Ha avuto modo di entrare in diretto contatto con il mondo dei materiali e della
costruzione. Nasce ad Aquisgrana (Germania), nel 1905 si trasferisce a Berlino e lavora in uno
studio di architettura e nel 1907 gli viene commissionata la progettazione di una casa per un prof
di filosofia.
L’intera opera di Mies ruota attorno alla fedeltà all’ ” essenza del costruire”. “Costruire è dare
forma alla realtà”. Tale affermazione va intesa come intenzione di dare forma alla costruzione a
partire dalla realtà: la realtà è un presupposto, qualcosa a cui la costruzione può aspirare ed
adeguarsi.
3 aforismi per comprendere la poetica:
1. Il meno è il più: più si toglie e più ci si avvicina all’essenza delle cose e quindi alla loro bellezza.
Bisogna avere profonda conoscenza dei materiali.
2. misura: manifestare ciò che è essenziale attraverso la proporzione. La misura è anche il dettaglio
e la cura del dettaglio.
3. ordine: attraverso l’ordine si raggiunge la chiarezza degli spazi e della costruzione.
Queste chiavi interpretative caratterizzano l’architettura classica anche. Classicità nell’opera di
MVDR.
-Il percorso-
Riehl House, Neubabelsberg, 1907: Casa
commissionata per lui e la moglie. Profonda fedeltà
alla tradizione prussiana, tetti spioventi tipici. L’interno
è strutturato attorno a una sala centrale su cui si
affacciano gli ambienti. Ci parla di una grande
attenzione di MVDR per i rivestimenti murari e
dell’integrazione degli elementi con le pareti
(nasconde degli armadi per esempio). La veranda è
sovrastata da un grande timpano, evoca il tema del
tempio classico, come un grande padiglione collocato
sul podio, tema declinato negli stessi anni in un
crematorio progettato dall’architetto tedesco Behrens
in contemporanea a questa casa. Questa abitazione
rappresenta una grande maturità per tutto ciò che
stava accadendo in quel tempo (1907).
Abitazioni moderne che potessero essere acquistati dalla gente comune. Gli appartamenti erano
tutti della stessa dimensione ma modificando gli interni con dei pannelli mobili che rendevano le
casse distribuibili in base alle necessità degli utenti. Ciò si vedrà poi soprattutto nel Padiglione
Tedesco che progetta per l’esposizione internazionale del 1929, a Barcellona.
Ci avviciniamo al secondo conflitto mondiale, abbandona la Germania come molti architetti, per
motivi di impossibilità di lavorare per via del regime.
Si trasferisce in America e inizia a insegnare all’istituto di tecnologia di Chicago di cui
progetterà il campus universitario di Chicago. Declina il punto di vista su edifici diversi (non
più abitazioni private)
Il campus costituisce la sua prima occasione progettuale, progetta la planimetria all’interno del
quale prevede una serie di edifici che comprendono la facoltà di architettura, disegno, gli spazi di
preghiera.. Edifici sorretti da scheletro di acciaio composti da travi con sezione a doppia T
incorporate nelle facciate ma allo stesso tempo affioranti com euna rete ortogonale tra pannelli di
tamponamento realizzati in mattoni e vetro. Deve rinunciare all’uso di materiali nobili quali marmo
e pietra, ma tuttavia secondo lui la povertà non è privazione. Sceglie solo 3 materiali (mattone,
cemento, vetro) che vengono utilizzati sempre in modo diverso in modo tale da diversificare le
architetture del campus.
La facoltà di architettura: grande edificio sollevato da terra che scandiscono la copertura che sono
travi che servono a tenere sospeso il tetto. Vetrate trasparenti e opache al piano terra in modo tale
che gli allievi potessero disegnare e avere una privacy. Tutto l’edificio è pensato secondo dei
multipli, ordine e misura.
14 gennaio
Nasce in Finlandia nel momento in cui non è ancora uno stato indipendente. La Finlandia ha
precise ripercussioni nelle finalità che si pone questo architetto finlandese. La Finlandia ottiene
l’indipendenza nel 1917, solo che l’anno successivo scoppia una guerra civile per cui l’indipendenza
vera l’ottiene solo nel 1945.
La Finlandia non è solo occupata politicamente ma subisce l’influenza culturale della Svezia e
della Russia:
negli anni in cui Aalto era ancora giovane, operano in Finlandia una serie di architetti che fanno
parte del movimento romantico: Lars Sonck, Saarinen, Lindgren. Il loro obbiettivo era di creare
un’architettura che rappresenti la cultura finlandese nonostante l’influenza straniera . Questi
architetti sono i predecessori di Alvar Aalto.
Nella cattedrale costruita da Sonck, la presenza di grandi guglie sta a indicare l’influenza del
gotico. Nella sua chiesa di Helsinki vediamo l’utilizzo di forme monumentali che voleva
essere un mezzo per affermare l’indipendenza culturale della Finlandia. Da una parte
notiamo la necessità di parlare della cultura finlandese attraverso motivi zoomorfi,
dall’altro le imponenti e massicce forme che vogliono simboleggiare finalmente una cultura
propria che si impone. L’apertura verso le ricerche europee dall’altro lato. Guardiamo per
esempio la casa studio che sembra uscire da una roccia.
Altra architettura di Lars Sonck è la Kalio Church (1906-12), una chiesa ad Helsinki. Qui vi
troviamo l’utilizzo di forme massicce, monumentali, che volevano essere un mezzo per
questi architetti per affermare l’indipendenza culturale della Finlandia nonostante fosse
occupata. In tutte le architetture di questo periodo vediamo una prevalenza di torri e
torrette ma anche la prevalenza di motivi zoomorfi, quindi tutta una serie di motivi tratti
dalle tradizioni vernacolari finlandesi e che ben esprimono gli obbiettivi del Movimento
Romantico finlandese. L’utilizzo di elementi vernacolari, in questo caso zoomorfi, e il
carattere monumentale degli edifici stava ad indicare la volontà di questi architetti di
esprimere un’indipendenza politica e culturale della Finlandia nonostante fosse occupata
Casa-studio (1902-3) di Eliel Saarinen, Armas Lindgren e Herman Gesellius. In questo caso
specifico leggiamo l’influenza dell’opera di William Morris e delle Arts & Crafts inglesi.
Questi architetti guardavano cosa si faceva nel resto d’Europa, quindi quali erano i
movimenti più avanzati e innovativi nel resto d’Europa.
Stazione di Helsinki progettata da Saarinen: presenza di un torrione, architettura formata
da masse imponenti e monumentali. Gli interni ci ricordano l’art nouveau, anche lui guarda
quindi cosa succede nel resto dell’Europa. Gli interni della Stazione mostrano un’aderenza
allo stile Art Nouveau nelle linee sinuose dei motivi ornamentali che segnano le travature.
Quindi anche Saarinen guarda a quello che sta accadendo nel resto d’Europa.
In Svezia, a Stoccolma opera contemporaneamente Ragnar Ӧstberg,stberg, che realizza il
Municipio di Stoccolma (1909 -23), un architetto assimilabile per certi versi a Saarinen.
Sede del parlamento di Helsinki, Siren: guardano gli stili storici, guardano all’architettura
neoclassica.
Gli allievi di questa generazione di architetti sono Asplund, in Svezia e Alvar Aalto in Finlandia che
volevano apparire europei (guardando alle altre esperienze europee) e insieme volevano declinare
l’identità nazionale della loro patria, quella finlandese nel caso di Aalto.
Cappella nel bosco a Lewerentz di Asplund (1920) è uno dei progetti più interessanti
presentati alla Biennale di Architettura di Venezia. Questa architettura esprime sia il
Romanticismo nazional romantico sia una rielaborazione del neoclassicismo che si vede
nell’interno della casa nell’utilizzo di un grande spazio voltato.
Terminato questo lavoro e in occasione del suo primo matrimonio con Aino Marsio, sua
compagna di Politecnico, nel 1924 Alvar Aalto parte per il viaggio di nozze, viaggiando in
Europa e facendo la sua prima visita in Italia. È un viaggio importante perché influenzerà
l’architettura italiana degli anni ’20 ma anche quella successiva.
L’interesse di Aalto per l’architettura italiana non riguardava solo gli edifici rinascimentali
(Leon Battista Alberti) ma anche la relazione che gli edifici italiani riescono ad intrattenere
con il paesaggio...
In alcuni scritti di Aalto è ben messo in luce il suo interesse alla relazione tra edificio e
paesaggio, che in Italia e in particolare in Toscana è molto forte. I paesaggi e i dipinti italiani
sono oggetto del suo interesse anche perché trova un’analogia tra paesaggio toscano e
paesaggio finlandese. Quello che lui definisce il “paesaggio sintetico” è sostanzialmente
una precisa idea del rapporto tra costruzione e natura per la quale per Aalto la natura deve
valorizzare l’edificio e viceversa. Si deve quindi, per Aalto, instaurare un sistema dialettico di
valorizzazione reciproca. Ogni edificio deve essere considerato come qualcosa che ha un
valore urbano in quanto inserito in un contesto più ampio. Il suo obbiettivo è infatti quello
di mettere a punto dei luoghi, non solo un edifico a se stante. Per questi motivi Aalto ritiene
la sua visita in Italia come fondamentale per il suo lavoro successivo.
rientra in Finlandia realizza il Progetto per la chiesa di Muurame (1926-29). È un dipinto,
sembra quasi un dipinto rinascimentale, che sta ad indicare il rapporto armonico che Aalto
vuole instaurare tra la costruzione e il paesaggio all’interno del quale è inserita. Nello
specifico, la facciata di questa chiesa (poi realizzata) risente dell’influenza del suo viaggio e
della Chiesa di Sant’Andrea a Mantova di Leon Battista Alberti. L’ingresso nella facciata
richiama infatti in qualche modo la chiesa dell’Alberti. C’è un’influenza, per certi versi anche
un po’ pedante rispetto ai grandi esempi che Aalto ha avuto modo di conoscere nel suo
viaggio in Italia.
Un altro aspetto che si evince dal Progetto di questa Chiesa è il fatto che Aalto concepisce
fin dal principio i volumi delle sue costruzioni secondo un ordine gerarchico. Lavora infatti
quasi sempre per raggruppamenti volumetrici che sostengono il volume principale della
Chiesa. L’edificio realizzato è stato visto dai critici come un edificio che esprime
pienamente la volontà di Aalto di valorizzare reciprocamente la natura e l’edificio (rapporto
dialettica tra natura ed edificio).
Mentre Aalto, tornato dal viaggio in Italia, progetta le Chiese, gli architetti europei hanno
messo a punto questi importanti progetti.
Proprio nel 1927 Alvar Aalto decide di spostare il
suo studio di Architettura a Turku, perché si rende
conto che il paesino dove ha fondato il suo studio è
troppo piccolo e distante dai centri in cui si
costruisce A Turku entra in contatto con gli architetti
più importanti della Finlandia del tempo e studia gli
architetti europei.Nel 1928 a Turku realizza la sede
del giornale “Turun Sanomat”. Questo edificio
riprende per certi versi la sede del Bauhaus di
Gropius e l’Esprit Nouveau di Le Corbusier. C’è
un’interferenza quasi letterale rispetto quasi al
cambiamento dei suoi modelli.
Il direttore di questo giornale, che è il più
importante di Turku, chiede espressamente a Aalto
di compiere un’operazione di rinnovo dell’immagine
del giornale, operazione che avrà anche effetti sulla
sede del giornale stesso. Vuole una sede che
rispecchi il rinnovamento anche europeo in ambito
architettonico. Aalto guarda a quanto avviene nel resto d’Europa (Bauhaus, Esprit Nouveau
e Weissenof) e lo applica nella sede del giornale di Turku (1928-30). è un edificio per uffici.
Le facciate sono indipendenti dalla pianta e sono segnate da finestre a nastro (non usa più i
muri portanti come nei lavori precedenti ma principalmente sfrutta la nuova tecnologia del
cemento armato). L’edificio è “canonicamente” moderno. La copertura è piana e l’edificio è
segnato da tutta una serie di volumi, scale a chiocciola, inferiate, che Aalto riprende in
modo quasi letterale da Le Corbusier e il suo immaginario.
Architettura moderna non significava solo tetti piani, facciate libere e uso del cemento
armato ma significava proprio il rinnovare gli edifici in base alle nuove necessità dell’epoca.
Sono edifici, quelli considerati “moderni” che rispondono ad un’epoca definita appunto
Moderna: è l’era delle macchine, delle automobili, l’epoca di un rinnovamento della
società.
Questo tipo di edifici avevano un notevole impatto nella città, c’è un netto distacco rispetto
al tessuto esistente in cui si inserisce. L’edificio incarna uno spirito di rinnovamento.
Accanto agli elementi canonici, l’operazione più interessante compiuta da Aalto all’interno
della sede di questo giornale è visibile al piano seminterrato, nella sala della rotativa. Qui
Aalto inserisce tutta una serie di pilastri , elementi originali, trattati in modo plastico.
Iniziano a comparire infatti elementi sinuosi e morbidi, non regolati dalla geometria
euclidea.
Terminata la realizzazione di “Turun Sanomat”, dal 1925 Aalto inizia a partecipare ai grandi
congressi internazionali di architettura, i CIAM. Sono congressi che gli architetti fanno annualmente
come occasione per riunirsi e confrontarsi sui bisogni della società. Vogliono quindi capire quali
temi, quali questioni l’architetto debba approfondire. Il CIAM tenutosi a Francoforte nel 1929 (a cui
Aalto partecipa) ha come tema principale l’abitazione. Siamo nel periodo tra le due guerre, in un
momento in cui il primo conflitto mondiale ha determinato la necessità di costruire degli edifici per
gli sfollati, non solo l’abitazione per grandi committenti, ma un’abitazione per tutti, un’abitazione
popolare, per il grande numero.
L’opera dove vediamo il primo germe di una
poetica personale e originale di Aalto, liberandosi
progressivamente dei modelli letterali, è il
“Sanatorio di Paimio “del 1929-33. Il sanatorio di
Paimio viene considerato il primo edificio in cui
Aalto inizia a mettere a punto tutta una serie di
motivi che caratterizzeranno tutti i suoi lavori
successivi e che con il passare degli anni e
dell’esperienza mette sempre più a fuoco,
ottimizzando anche i risultati.
Sanatorio: edificio predisposto alla cura dei malati
di tubercolosi. I malati di tubercolosi hanno
esigenze particolari, dovendo stare molte ore
all’aperto e in ambienti con aria continuamente
cambiata. Non a caso questo Sanatorio è realizzato
in un bosco.
-Il referente sotto un profilo architettonico di
questo edificio parrebbe essere ancora una volta
l’edifico del Bauhaus: il sanatorio è infatti composto
da diversi edifici connessi tra loro, proprio come nel
Bauhaus di Gropius. Anche le facciate rimarcano in
un certo senso l’ortodossia del linguaggio moderno (finestre a nastro, grandi vetrate, l’uso
del cemento armato).
-La particolarità di questo edificio è che AAlto inclina i corpi. Non usa più come i
predecessori (gropius e Le Corbusier) dei rapporto ortogonali, ma ruota gli edifici. Non c’è
una griglia cartesiana che regola la planimetria. ruota i corpi di fabbrica per far si che
l’edificio entri in più diretta armonia e comunicazione con la natura circostante, in base alle
viste e agli orientamenti solari.
L’edificio ha ripercussioni in relazione al luogo in cui si trova che prima non trovavamo. C’è
una grande importanza data all’andamento del sole e un’importanza del luogo rispetto
all’edificio.
-“umanizzare l’architettura” → il progetto non risponde più solo a questioni funzionali e
razionali ma anche a qualcos’altro.
-INTERNO: Aalto non si limita al solo progetto architettonico ma si occupa di tutti i dettagli
anche negli interni, progettando tutte le stanze e i loro arredi e arrivando persino a
progettare lavamani. Nel progetto del lavandino: il lavandino ha questa forma perché Aalto
studia i modi in cui l’acqua batte sulla ceramica, studia quindi una forma sinuosa
attentamente progettata per permette all’acqua di infrangersi sulla porcellana senza fare
troppo rumore, dato che ciascuna stanza ospitava due utenti, i quali dovevano
continuamente lavarsi le mani. Si voleva evitare che ciascun malato potesse dare fastidio
all’altro nei momenti di riposo. Aalto ha una grande attenzione anche per gli aspetti
psicologici, che hanno ripercussioni nel suo progetto.
-Le stanze del sanatorio hanno poi un colore del soffitto diverso da quello delle pareti, sono
colori pastello più scuri del bianco delle pareti: sono soffitti soprattutto blu e verdi, colori
che rilassano psicologicamente l’uomo. Sono elementi che non si trovavano prima, che
fino ad ora non erano stati presi in considerazione. Sono aspetti psicologici e umani del
vivere l’architettura. Anche i punti luminosi sono collocati in modo tale da non infastidire
chi sta riposando.
-L’arredo è studiato per essere complementare al sanatorio, dalle lampade, alle sedie, ai
lavandini. Aalto disegna anche tutte le sedute del sanatorio, tutto è realizzato con materiale
naturale, in questo caso legno di conifere (tipiche della Finlandia) curvato. Peculiarità delle
sedute che Aato realizza per il Sanatorio è da un lato l’utilizzo innovativo del materiale
tradizionale Finlandese (il legno), dall’altro il fatto che pensa la seduta in base alla sua
funzione specifica. Vediamo in particolare due sedie, l’una pensata per le sale d’attesa,
l’altra per la sala da conferenza. Cambia la funzione della sedia e cambia quindi il modo in
cui è progettata.
-Quello che abitualmente chiamiamo “Funzionalismo” viene approfondito e diversificato in
base psicologica e fisiologica: se il corpo deve stare più ore seduto in un luogo dovrà essere
studiata una sedia comoda e funzionale a tale scopo. Se il corpo deve stare seduto meno
tempo, la seduta cambia.
-Anche sotto il profilo strutturale dell’edificio viene applicato lo stesso principio. Sul tetto
del sanatorio vediamo che Aalto mette a punto una profondissima pensilina in cemento
armato, a sbalzo, per garantire ai malati sdraiati sui lettini un riparo dai raggi del sole nei
momenti più caldi della giornata. L’attenzione per gli aspetti psicologici e funzionali ha degli
effetti anche sul progetto dell’architettura.
Biblioteca municipale di Viipuri (Russia,
1927-35). Questo edificio è costituito da due
corpi trattati sotto un profilo estetico in
modo diverso. L’uno è un volume chiuso,
ermetico, introverso, privo di aperture verso
l’esterno. È dove si trova la biblioteca vera e
propria (i libri, la sala di consultazione e di
lettura), e l’altro è un corpo completamente
vetrato dove troviamo al piano terra una
sala conferenze e al piano superiore degli
uffici per l’amministrazione.
All’interno la Biblioteca è caratterizzata da
due corpi con altezze diverse, le pareti sono
tutte sfruttate per la collocazione di
scaffalature per libri a vista (è questo il
motivo per cui l’edificio è introverso) e lo
spazio è interamente illuminato da tutta
una serie di elementi sul tetto.
L’illuminazione viene dall’alto, è continua
ed omogenea in tutto lo spazio.
La Biblioteca, tutt’oggi utilizzata, presenta
infatti dei grandi bocchettoni di luce che
creano una luce diffusa. Aalto studia la
disposizione dei corpi rispetto alla luce per
fare in modo che i corpi di chi sta studiando
non proiettino l’ombra sui libri che stanno leggendo.
Il fattore umano guida le scelte progettuali -> Aalto umanizza l’architettura, è attento alla
funzione che si svolge dentro all’edificio ed è attento anche alle esigenze umane.
Aalto fa delle scelte in merito ai materiali che si inseriscono nell’utilizzo di materiali
autoctoni. Le ampie finestre fanno si che ci sia una relazione con l’esterno e soprattutto il
soffitto di questa sala è ondulato per ragioni di acustica. Aalto inizia ad inserire tutta una
serie di forme curvilinee (motivi ondulatori), frutto di studi che fa sulla diffusione del suono.
-Compie poi la stessa operazione con la scala all’interno dell’abitazione; c’è un grande
rigore nella planimetria mitigato e dissimulato
da alcune caratteristiche degli interno. La scala
presenta come dei pali che la cingono e la
sorreggono e che ancora una volta costituiscono
un’allusione al paesaggio della Foresta.-Il soffitto
è interamente rivestito in legno caratterizzano e
rivestono i pilastri laccati in nero che sono i
pilastri portanti dell’abitazione.
-Aalto fa uno studio anche visivo della natura
Finlandese che differenziano notevolmente, a
livello di atmosfere, le realizzazioni di Aalto da
architetti che operano contemporaneamente
come Mies van der Rohe (Casa Tugendhat
1930).
-Alvar Aalto, come nel caso della sala da conferenze della Biblioteca di Viipuri, mira
moltissimo ad una compenetrazione tra interno ed esterno , che ottiene attraverso l’uso di
grandi vetrate (come fa del resto anche Mies van der Rohe) ma in una sorta di
rispecchiamento degli interni rispetto agli esterni. Ricrea, in chiave artificiale, la natura
all’esterno. C’è una natura dialettica tra le caratteristiche della casa e della natura
circostante. Un altro particolare di questa casa è l’ambiente della sala principale che
racchiude lo studio, la cui caratteristica principale è la fascia superiore ondulata sulle
pareti, fascia in parte tagliata e creata con elementi traslucidi che filtra la luce e che
identifica una parte della casa importante della casa che è appunto lo studio.
Lo studio svela internamente la motivazione per cui Aalto inserisce questa fascia
ondulata, diversificando la struttura di questo studio. La parete continua viene infatti
utilizzata per inserire delle librerie e nella parte
superiore vengono inseriti questi elementi armonici
fatti sostanzialmente di luce e ombra.Padiglione
della Finlandia all’esposizione mondiale di NEW
YORK (1939). È un padiglione in cui emerge la
volontà di questo architetto di declinare in chiave
architettonica la dimensione naturale che
caratterizza la Finlandia. In questo padiglione
inserisce infatti tutta una parete ondulata all’interno
realizzata in listelli di legno e che ha una
progressione articolata anche in altezza che
permette la messa a punto di uno spazio molto fluido e dinamico. Aalto prende come
riferimento l’aurora Boreale, ispirandosi ai grandi fenomeni naturali del suo paese per
caratterizzare le architetture. In forma molto meno accentuata è lo stesso riferimento che si
ritrovava nel suo studio.
-La parete ondulata del padiglione veniva usata come base per esporre immagini
dell’industria finlandese.
Negli anni successivi Aalto si confronterà con progetti pubblici sempre più importanti, come
il Centro Civico di Seinäjoki (1958-87). Qui si confronta con motivi di natura urbanistica.
La caratteristica più peculiare del Politecnico di Helsinki (1953-66) è l’auditorium, perno di
tutti questi edifici che compongono l’università. L’auditorium ha sempre un aspetto
introverso. L’introversione degli edifici solitamente sta a segnalare nella poetica di Alvar
Aalto la realizzazione di luoghi unici e straordinari, in questo caso l’aula magna del
Politecnico è come una grande cavea di un teatro greco, uno spazio unico creato grazie al
trattamento della copertura.
Finlandia Talo (1962-71) è un edificio per grandi
concerti realizzato ad Helsinki. Ancora vi troviamo
parti introverse verso l’esterno e parti che si aprono
verso il paesaggio (il Foyer e i luoghi pubblici, per la
collettività collocati a ridosso del paesaggio
naturale).
Dormitorio M.I.T. (Cambridge 1946-49) è un
dormitorio per gli studenti, un edificio dalla
conformazione sinuosa che si sviluppa lungo ad un
fiume e la cui peculiarità è il trattamento diverso dei
fronti. Ciò deriva da un’attenta analisi del contesto e
anche del fattore umano, che sempre guida le scelte
progettuali. Aalto colloca tutte le camere degli
studenti verso il fiume mentre nella parte sul retro dell’edificio che da sul campus pone tutti
gli spazi pubblici del Campus (le scale, i luoghi per le riunioni). Tratta quindi i fronti in
maniera diversa in base ai contesti.
Questa attenzione funzionale per il contesto naturale è una caratteristica che non avevamo
mai visto prima.
Casa della Cultura ad Helsinki (1955-58) è un grande edificio per la collettività, dove ancora
troviamo una diversificazione nel trattamento dei corpi in base all’utilizzo. La Casa della
cultura è formata da un grande edificio in mattoni dove si trova la sala conferenze e da un
secondo edificio trattato anche linguisticamente in modo diverso dove si trovano le parti
amministrative. I due edifici sono legati da una grande pensilina che Aalto inserisce per
rendere più agevoli i passaggi da una parte all’altra dell’edificio anche all’aperto,
proteggendo dalle interperie.
Un altro progetto interessante di Aalto è la chiesa Vuoksenniska, realizzata ad Imatra tra il
1955 e il 1958. Il corpo della chiesa è composto da tre grandi volumi articolati caratterizzati
da vetrate nelle parte superiori. L’idea di Aalto è quella di rendere divisibile la grande
navata della chiesa in tre spazi diversi. Lo spazio interno di questa chiesa può infatti essere
diviso in spazi minori in base alle necessità. È un’articolazione degli spazi interni che sono
diversi eppure uniti e che caratterizza anche la copertura all’interno della chiesa stessa, che
si piega nei punti in cui vi sono gli elementi che dividono gli spazi della chiesa dagli spazi
collettivi.
È una progettazione che interessa l’edificio in tutti i suoi aspetti: quello volumetrico, quello
planimetrico e l’altezza dell’ambiente.
Alto per tutti questi motivi è stato definito il più grande interprete della cultura finlandese,
tanto che il suo volto e una delle sue opere compaiono sulla moneta finlandese.
21 gennaio 2021
Inghilterra e secondo dopoguerra
l’Indipendent Group nel 1956 organizza una mostra in una Galleria d’arte a Londra che titolo “This
is tomorrow” e scelgono come immagine per la locandina della mostra l’opera: “Just what is it that
makes today's homes so different, so appealing” (1956) di Richard Hamilton. L’opera raffigura un
interno domestico (l’interno di una casa) e vi inserisce un culturista, una pin-up, un grammofono
(sono gli anni in cui iniziano a diffondersi tra tutte le classi sociali gli strumenti di registrazione), gli
aspirapolveri, la carne in scatola, la televisione.
È un’immagine che ci parla concretamente di come stanno mutando i desideri ma anche le case
delle persone.
In architettura ciò si traduce in un altro lavoro degli Smithson che svolgono a St. James Street, una
via di Londra che viene costruita nel XVIII secolo e che è caratterizzata da tutta una serie di eleganti
edifici vittoriani che ospitavano numerosi dei prestigiosi club inglesi. Era un contesto, quello in cui
intervengono questi architetti, che rappresentava l’eleganza lodinese.
Sede di The economist A St James Street, via di
Londra che viene costruita nel 18 sec. Caratterizzato
da eleganti edifici vittoriani che ospitavano dei
prestigiosi club inglesi. Progettano qua la sede di
the economist, giornale, un edificio articolato da
più edifici, un edificio povero, caratterizzato da
cemento a vista, materiali poveri, utilizza
l’espressività del brèton brut (cemento armato
lasciato a vista), un edificio che stona rispetto alla
ricchezza dei palazzi che segnano questa
importante via di londra. L’economist è formato da
3 edifici: hanno altezze differenti e sconvolgono per
la loro rudezza e alterità. Si rinnega l’aspetto
estetico di ciò che è piacevole. Segna una serie di
aspetti rivoluzionari per il tempo.
JAMES STIRLING
Nasce in Scozia ma si trasferisce a Liverpool, dove si laurea e va a Londra negli anni ‘50. conosce i
membri dell’ Indipendent Group.
Ham Common Apartments (1955) Uno dei suoi primi lavori, che realizza negli anni ’50, è un
complesso di appartamenti, di abitazioni private. Gli appartamenti sono dislocati in 3 edifici
(slide -> vedi immagini in assonometria), dei quali uno è più alto degli altri due. Il lotto su
cui sorgono gli edifici era stretto e lungo e qui vengono disposti questi tre edifici che
ospitano appartamenti. Compresenza di elementi contraddittori, materiali difformi: il
cemento armato e mattone lasciato a vista. Le finestre denunciano il fatto che non si ha una
parete portante come di solito lo sono quelle in mattoni. Il cemento viene utilizzato per il
pavimento e per i tamponamenti sotto le finestre. Come se fosse un collage architettonico.
In questi edifici troviamo l’idea della modularità degli appartamenti (che già avevamo visto
con Le Corbusier), l’espressività del mattone a vista e soprattutto la compresenza di
elementi contraddittori quali il mattone (che solitamente veniva usato per i muri portanti) e
il cemento armato (lasciato a vista). In questo caso la presenza del cemento armato indica
che il mattone configura un muro portante ma viene scelto solo per le sue caratteristiche
materiche ed espressive. Sopra il muro troviamo infatti delle finestre, che denunciano
quindi il fatto che la parete in mattoni non è portante. C’è una compresenza di elementi
contradditori tra loro. In questo caso il cemento armato individua la soletta del pavimento.
Stirling mette insieme materiali difformi. È esattamente quello che accade con il Collage,
che unisce elementi diversi e contrastanti tra loro ma che rappresentano la società nella sua
complessità e nelle sue contraddizioni. Stirling fa la stessa cosa ma in
campo Architettonico.
La facoltà di ingegneria di Leicester: courtain wall, ha gli angoli
smussati, ha le finestre a nastro come utilizzava Les Corbusier. Composto
da più edifici trattati in modo diverso. L’auditorium ha uno strano elemento che lo
attraversa. Troviamo tutti i riferimenti che l’architetto ha realizzato.
Stirling per progettare questo edificio fa un “collage di altri edifici”. I riferimenti sono le
opere di architettura realizzate fino a quel momento. Concepisce la storia dell’architettura
come un grande archivio da cui prende gli elementi del suo collage. Prende ispirazione da la
Santellia futurista, naviga nel tempo conosce tutti i lavori che ricompone poi mettendo a
punto questa università di Leicester. Reinterpreta gli edifici tradizionali industriali mettendo
a punto elementi tetraedici. Guarda la storia dell’architettura e la tradizione popolare,
spontanea. Fa dei disegni molto belli in cui evidenzia la sua attenzione per i movimenti
dell’uomo, concepisce le architetture come se fossero degli ingranaggi. Questa università a
differenza di quelle inglesi, non ha più un fronte principale, non c’è più il tipico ingresso
monumentale.
Facoltà di storia di Cambridge: edificio molto
articolato cui particolarità è che il fattore umano è
molto presente. Sono spazi pensati per l’uomo. Fa
una sorta di piramide in cui ai piani alti ci sono le
camere dei professori, una degradazione del volume
che indica spazi all’interno dei quali ci son sempre
meno persone. E’ una gerarchia di volumi. L’interno
della sala di lettura è caratterizzata da un grande
lucernario. Scelta di inserire un lucernario vetrato che
permette un elevato ingresso di luce per favorire
l’attività di studio.
L’edificio deve essere anche espressivo oltre che
funzionale.
Florey Building: Oxford, 1970, edificio molto strano, sembra
cadere. Inclinato in verticale e orizzontale, i due piloni
sorreggono l’edificio alla gravità. Questo edificio si affaccia
su un fiume. Stirling piega l’edificio e lo caratterizza in base
alle funzioni al suo interno: verso il fiume inserisce le stanze
degli studenti, nella parte verso la strada inserisce i sistemi
di comunicazione (scale e corridoi). Ha un duplice volto in
base a come è posto all’interno del paesaggio e in base alle
funzioni. Al centro della corte c’è uno spazio che è la sala
mensa, luogo collettivo al centro della corte. Tutte le stanze
guardano li. In più, le stanze degli studenti sono stanze a
doppia altezza, con le vetrate che guardano tutte verso il
parco, il fiume e la corte chiusa. La corte è caratterizzata da
uno spazio sopraelevato che diviene il fulcro di questa corte e dove si
individua la sala mensa. Il luogo collettivo è al centro della corte, con le
stanze che guardano sulla corte e, oltre a questa, al paesaggio naturale.
Le maggiori relazioni si instaurano proprio negli spazi dove si mangia,
dove ci si riunisce. Il punto più importante delle relazioni degli studenti
diventa il centro della corte stessa e quindi il fulcro centrale di tutto
l’edificio.
Al centro della corte troviamo uno strano elemento che è il camino della cucina. È
un’interpretazione “Pop” della mensa. Tutte le residenze studentesche inglesi sono
organizzate intorno ad una corte centrale, al centro della quale solitamente troviamo
elementi come statue o elementi rappresentativi. Nell’edificio di Stirling il centro è
rappresentato da un camino, da una mensa, dal luogo dove gli studenti instaurano le
maggiori relazioni, in un’interpretazione “Pop” del vivere comunitario, del vivere collettivo.
Les corbusier e Mies Van Der Rhoe non avrebbero mai fatto una cosa del genere!!!!!!!!!!!!
La stessa cosa si può dire per un altro studio FALA ATELIER, studio ancora più giovane fondato nel
2013 da un gruppo di architetti nati circa tra gli anni ‘87-’90. Per loro “l’architettura è una
professione mirata a comporre gli elementi, non a separarli”, quindi la tecnica del Collage
attraversa anche il loro lavoro, seppur con risultati molto diversi rispetto a quelli di BAUKUH. Le
immagini dei loro interni mostrano come questi altro non sono che l’addizione di elementi
eterogenei presi da altri architetti contemporanei. Questa tecnica del Collage di Stirling continua
ancora oggi ad essere usata dagli architetti a noi contemporanei.
28 gennaio 2021
LOUIS KHAN
Lavora nello stesso periodo di James Stirling, ma Khan si forma in America. Louis
Kahn nasce nel 1901 in Estonia, in Russia, ma quando è ancora molto piccolo la
famiglia si trasferisce negli Stati Uniti. Sebbene Louis Kahn abbia una radice
“sovietica”, la sua formazione avviene principalmente in America e nello
specifico avviene alla Scuola di Architettura di Philadelphia, dove insegna un
architetto, Paul Klee, che a sua volta si era formato all’Ecolé Des Beaux Artes di
Parigi.
Essendosi formato presso un architetto che ha una formazione Beaux Artes, Kahn
recepisce un’impronta “accademica”, che si ritroverà nel suo lavoro. Questa
formazione accademica non rientrerà in maniera letterale e storicistica nel suo
lavoro ma piuttosto vi rientrerà come un polo dialettico.
Khan lavora all’interno di una serie di studi di architettura che erano impegnati nel mettere a
punto una serie di progetti che riflettono una sensibilità per le tematiche che avevano attraversato
la modernità. Questi architetti recepiscono la figura dell’architetto come qualcuno che interviene
nella formazione di un ambiente migliore. Khan in questo periodo progetta architetture sensibili
alle tematiche ambientali (Unità abitative, Pannypack Woods Housing del 1941 e Solar House
Prototype del 1946) . Sotto un profilo architettonico non si tratta di progetti di grande valore, infatti
era sconosciuto tra gli anni 20 e 40.
Mentre Khan fa queste esperienze, in America vi è una mostra al MoMa “exposition International
Style” mostra che è importante perché diffonde il movimento moderno in America, , una mostra
dove troviamo, ad esempio, il modellino di Villa Savoye di Le Corbusier, piuttosto che immagini di
alcuni quartieri residenziali pubblici costruiti in Germania. Quindi questa mostra ha il merito di
portare negli USA alcuni dei più grandi esempi di architetture messe a punto in Europa tra le due
guerre. È una mostra molto importante per la cultura architettonica statunitense, perché diffonde
in America quello che noi chiamiamo il “Movimento Moderno”. Accade tuttavia che queste
architetture non vengono interpretate per il loro valore sociale, il loro valore “progressista”, ma
vengono interpretate dalla cultura americana solamente sotto un profilo estetico: il messaggio
che viene passato attraverso la mostra è che la cultura moderna corrisponda a case intonacate di
bianco, a delle case costruite con l’intelaiatura in cemento armato, ecc.
L’interpretazione è prettamente estetica di queste architetture. Tant’è che la mostra titola
“International Style”, STILE INTERNAZIONALE. L’architettura viene interpretata solo sotto un profilo
stilistico.
All’interno del Catalogo della mostra, che riporta la Villa Tugendhat di Mies van der Rohe in
copertina, si evince dalle descrizioni delle architetture presentate che l’accento viene posto proprio
sulle qualità estetiche di queste architetture, sugli aspetti tecnici rispetto che su quelli sociologici o
su quelli che riguardano i cambiamenti dei modi di vivere. Viene quindi traghettata in America una
concezione prettamente stilistica dell’architettura.
Kahn nei progetti degli anni ’40 dimostrasse di avere una vena sociale, interessandosi alle
tematiche ecologiche nel senso “ambientale” del termine. Questo ben ci fa comprendere la
differenza tra il suo approccio al mondo dell’architettura e quello dei suoi colleghi, che veicolavano
un’interpretazione meramente estetica dell’architettura moderna.
Kahn è pressoché sconosciuto ai più, negli anni 50’ ha già 50anni, è un architetto maturo.
Proprio negli anni ’50, quando normalmente si pensa che la carriera di un architetto abbia già
raggiunto la sua maturità poetica, Kahn compie una svolta.
1944 una serie di saggi che Khan scrive in questo periodo, formula delle riflessioni su alcune
tematiche che erano state completamente escluse dagli architetti che avevamo visto fino ad
adesso. I
n un breve brano estratto dai suoi scritti leggiamo il titolo “Monumentalità” un aspetto di cui non
avevamo parlato prima. Kahn riflette su alcune tematiche delle architetture europee che erano
state del tutto escluse e non prese in considerazione alla mostra dell’International Style del 1932.
→ interessi per gli edifici pubblici
→ si domanda quali caratteristiche architettoniche devono avere questi edifici pubblici, la
monumentalità deve essere una caratteristica fondamentale. Per K. la monumentalità si può
definire una qualità “spirituale” che manifesta quanto vi è di eterno in una struttura architettonica.
Si chiede se gli architetti americani siano già stati in grado di dare un volto adeguato ai monumenti
della società (scuole, edifici comunitari, centri culturali, ecc.)
La Monumentalità esprime quanto vi è di più eterno in una struttura, ovvero le qualità di
un’architettura che sopravvivono alle contingenze. Deve essere una qualità applicata ai monumenti
della società, a degli edifici sociali e pubblici. Edifici che sono simbolo della nostra collettività.
Inizia a disegnare dei progetti:
A Cultural Center, in Monumentality: appartiene a questo periodo il progetto per un centro
culturale a New York (New York, 1944) che non verrà tuttavia realizzato. Guardando il
disegno di questa architettura possiamo evincere come il centro culturale sia pensato come
un edificio molto grande, dalle dimensioni Monumentali (la dimensione è una qualità della
monumentalità). La struttura è poi essenziale, è altamente tecnologica, fatta interamente di
giunti.Questo edificio ha delle caratteristiche altamente tecnologiche: in questo stessi anni
Kahn
Influenzato da:
- Mr. Fuller (Il Padiglione Americano, “Expo 67”) è un architetto americano, grande amico di
Kahn, che inventa la cupola giodetica, struttura reticolare che si basa sull’idea di grandi
strutture costituite da giunti. Nell’idea di MrFuller queste strutture potevano servire per
coprire edifici. Le cupole geodetiche derivavano da uno studio delle geometrie naturali,
delle strutture che riprendono quelle degli atomi e come questi si leghino tra loro.
L’influenza su Khan si vede anche nel progetto “a cultural center.” Fuller, queste strutture
reticolari potevano servire a coprire degli edifici.
- George Howen, architetto che insegna insieme a Khan all’università e fa parte di un
gruppo di architetti socialmente impegnati, che guardano all’architettura come un frutto di
un ragionamento sulla società. Per lui «fare architettura è il lavoro mirato alla produzione
di forme significanti».
Si inserisce qui un’altra espressione che sarà caratteristica del lavoro di Kahn: la FORMA
SIGNIFICANTE.
In questi anni Khan fa una serie di progetti che non vengono realizzati, come una libreria che
sembra una grande piramide. In questi anni intraprende una serie di viaggi per visitare e studiare i
grandi monumenti della storia, come le piramidi di Giza, va a Roma, Francia..
- Qui siamo in India istituto indiano di amministrazione ,oggi è facoltà. Emerge un altra delle
tematiche importanti, che è la sua idea di fare i n modo che gli edifici sembrassero delle
architetture eterne. Grandi edifici in mattoni che sembrano abbandonati. Sembrano quasi
delle rovine, degli edifici che stanno li da sempre. In corrispondenza della scala principale
coltiva un grande albero. Come se l’edificio fosse li da tantissimi millenni e la natura si stia
impossessando dello spazio. Idea dell’architettura pubblica come rovina. Qualcosa che
supera il tempo.
A fine anni ‘50 progetta la sede dei laboratori per la ricerca farmaceutica. Interpreta il
tema del progetto come una sorta di cittadella della ricerca. I laboratori sono pensati come
una serie di edifici in pianta quadrata. Si basa sull’assemblaggio di elementi semplici, dei
parallelepipedi avvicinati tra di loro. Ripetizione di un modulo. Le scale sono poste negli
elementi alti e verticali, elementi che contraddistinguono l’edifcio perché sono concepiti
appunto come grandi torri. Vogliono spiccare nella struttura. Khan si rifà a San Giminiano,
famoso per le sue torri.
Abitazione unifamiliare, pensata con due corpi: uno in mattoni e uno sovrastante completamente
vetrato. Questa differenza di trattamento sta a indicare i diversi spazi della casa: i servizi e uno
spazio pubblico (sala pranzo e sala). Mies van de Rhoe non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Per Venturi, Le opere di Alvar Aalto sono esemplari perché non ignorarno i caratteri esemplari del
vivere.
Nel momento in cui lo spazio si complessifica non si può più tener conto della complessità del
vivere, Venturi mette a punto lo slogan “il più non vale di meno” riferito less is more a Mies Van de
Rohe.
Esempi che riporta nel libro per mettere a punto poi le sue architetture:
Sant’Andrea al Quirinale di Bernini: ribalta la nostra visione dello spazio ecclesiastico: l’ovale che
costituisce la Chiesa schiaccia lo spazio. Si accede nell’asse dell’ovale più corto, non si ha il senso di
navata solita lunga. Durante il manierismo sono mese a punto situazioni originali.
La scala della Biblioteca Laurenziana, Firenze mette in evidenza come le rampe laterali
della scala siano bruscamente troncate, sottolinea come la scala è sovradimensionata
rispetto allo spazio all’interno del quale è inserita, è molto monumentale rispetto al
vestibolo che la contiene.
Cloth Hall, Bruges: edificio alto come gli edifici attigui, perché si affaccia su una piazza, la
torre sovradimensionata èa tl per essere vista da tutta la città. Complessità interpretata per
come si relaziona col contesto urbano.
Chiesa a Vienna “Karlskriche”: grande facciata che è una sorta di front scenae rispetto allo
spazio antistante.
Alcune abitazioni di Les Corbusier (villa savoye)
Alla fine degli anni 60, stimolato dalla Pop Art, Venturi inizia a intraprendere analisi del contesto
americano in cui vive e lavora.
Strade a grande percorrenza sulle quali ci sono centri commerciali distributori o alternati ad essi
edilizia standardizzata. analizza la realtà in cui lui lavora.
Un’interesse per la realtà americana che va di pari passo con la Pop Art.
Decide di iniziare a studiare Las Vegas: perché? Perché è una città che è sorta dal nulla, la città dei
divertimenti, delle insegne a neon. Per essere una città pensata
per il divertimento, per lui è un ottimo caso di studio perché
può studiare il valore comunicativo dei suoi segni.
Manifestazione diretta della cultura americana, basata sul
linguaggio popolare, multiforme, che esula dalle logiche della
modernità.
“Learning from las vegas”: libro scritto da venturi, Izenour,
Scott Brown, progetto di ricerca su Las Vegas, studiano
guardando la realtà senza ALCUN pregiudizio, per quello che è.
Venturi e colleghi assumono la mobilità in automobile come
dato centrale della società contemporanea. In effetti tutte le insegne hanno dimensioni diverse
perché devono essere lette da un utente in macchina.
Las Vegas è stata disegnata lungo una strada principale, la “Strip”, sulla quale si affastellano una
serie di insegne e di edifici. Numerosi edifici contemporanei sono progettati secondo questi
principi, di essere visti dalle macchine, soprattutto se si trovano vicino alle tangenziali.
La strip è l’assoluto caos comunicativo. Insegne, simboli che Venturi e i suoi colleghi cercano di
dipanare, di comprendere. Analizzano dimensioni dei cartelloni pubblicitari, li paragonano agli
archi di trionfo e alle cattedrali. I cartelloni pubblicitari hanno lo stesso valore comunicativo che gli
archi avevano nella Roma Antica.
Las vegas è analizzata da lui come un fenomeno di comunicazione architettonica. E’ uno studio sul
metodo, non sul contenuto.
Punti importanti
Attenzione alla comunicazione.
attenzione alla mobilità.
indifferenza per caratteri sociali e politici.
accettazione della realtà in tutti i suoi aspetti.
Attenzione alle logiche comunicative e commerciali
attenzione ai cartelloni pubblicitari.
Philip Johnson, John Burgee; grattacielo caratterizzato nella parte alta dall’ archietipo albertiano
del timpano rotto da un cerchio che diventa la terminazione del grattacielo.
18 febbraio
ITALIA ANNI ‘60 70 → UNA STAGIONE DELL’ARCHITETTURA
In questo periodo gli architetti lavorano insieme, non c’è l’individualismo che caratterizza il nostro
presente. Lavorano insieme nel senso della messa a punto di strategie collettive.
Inghilterra: Stirling
America: khan, venturi
Italia: tante differenze che ci parlano della cultura italiana degli anni 60 70, che è una cultura i cui
risultati sotto un profilo progettuale sono stati talmente importanti che è l’ultimo periodo in cui gli
architetti italiani sono stati analizzati e studiati in tutto il mondo.
Vi è un grande ritardo nell’affrontare trasformazioni urbane in atto. Non si hanno strumenti per
capire Le città cambiano completamente il loro volto sotto le spinte dell’industrializzazione.
Vediamo come si allarga la popolazione di Milano. In questi anni si costruisce l’autostrada del sole,
la cui costruzione inizia nel 1956.
In questi anni ci sono tante contraddizioni, lo vediamo nei sobborghi romani. Speculazioni
immobiliari vengono costruiti su quelli che prima erano campi agricoli. Non si è in grado di capire
cosa sta succedendo, la realtà è più veloce.
La realtà della cultura architettonica di quel tempo è che gli architetti negli anni 60 faticano a
trovare dei maestri perché le opere della generazione precedente (scarpa, neorealismo a Roma...)
non appaiono essere dei referenti utili.
Tutti questi artisti scrivono sulla rivista, fanno queste installazioni e insegnano anche alla facoltà di
architettura di Milano.
Partecipano alle prime occupazioni e rivolte studentesche. Gli studenti non sono contenti della
formazione a loro data, troviamo una serie di locandine con simboli di architettura classica che ok
andava bene ma nel momento in cui dovevano inserirsi professionalmente chiedevano una
formazione adeguata e si opponevano agli insegnamenti che non erano volti alla ricerca e al
rinnovamento.
Riescono a inserire nel corpo docenti di alcuni autori che riescono a specchiare il clima del tempo:
Umberto Eco: teoria del colore
Dino Formaggio: metodologia della visione
Franco Russoli: storia dell’arte.
Tutti questi architetti prima ancora di progettare degli edifici pubblicano un libro: mettono per
iscritto ciò che loro intendono per architettura e i modi per metterla a punto. Individuano le ragioni
che giustificano i loro progetti. Spiegano il lavoro, spiegano le motivazioni, l’architettura è una cosa
che subiamo tutti.
“Origini e sviluppo della società moderna” Aymonino analizza come cambiano le
architetture e le città europee sotto l’avvento delle grandi ideologie che ne segnarono la
trasformazione (1800 rivoluz. Industriale, vediamo Glasgow, come cambia Mosca durante
l’esperienza socialista). Guardano la realtà contemporanea a lui e come muta e guarda
indietro nella storia come cambiarono per trovare
insegnamenti utili per operare nel presente.
Differenza con Venturi il quale il suo ambito di studio
era Las Vegas.
“Il territorio dell’architettura” di Gregotti (progettista della Bicocca) libro al cui interno estende il
suo sguardo d’indagine alla grande dimensione. Cerca di capire come mettere a punto progetti di
architettura all’interno del paesaggio. I risultati sono messi a punto nell’università degli studi della
Calabria, 1977, che è un progetto nel paesaggio che si struttura lungo un’asse che collega
autostrada con ferrovia, immagina l’uni con una grande strada pedonale centrale che ha ai suoi
estremi le entrate e le infrastrutture del territorio.
“Sistema teatrale a Milano”: libro di Guido Canella, analizza i teatri intendendoli non solo come
luoghi in cui si svolge una rappresentazione teatrale, ma luoghi come spazio per le relazioni.
Progetterà tantissimi edifici nell’hinterland milanese, municipio di Segrate concepito come un
teatro, è un luogo in cui ci sono gli uffici comunali ma anche aperto a i cittadini al cui interno
troviamo servizi per la comunità, biblioteca,anagrafe, sala conferenze, auditorium, plurifunzionali
intesi come edifici per la collettività. Mette a punto architetture aggressive e disarmoniche.
Canella Progetterà scuole, mercati, tutti interventi dove erano privi di strutture pubbliche.
Architetti impegnati per gli abitanti.
Centro civico di Pieve Emanuele: edificio che svolge il ruolo di centro civico, altamente
sperimentale dal punto di vista compositivo che riprende le architetture costruttiviste
russe.
ALDO ROSSI
Aldo rossi si domanda: nel momento in cui prendiamo l’esempio di Lucca, con il passare del tempo
è stato trasformato in una piazza, cosa è rimasto di quell’anfiteatro?
-la forma. Per lui ci sono sempre forme elementari (cubo cilindro, il prisma) che permangono nel
tempo e per la loro semplicità si imprimono nella nostra memoria. Caratterizzano i grandi
monumenti fino ad oggi costruiti. Il tempo trasforma la funzioni ma ciò che permane nel tempo è
la forma. La forma e l’emozione che abbiamo guardando un luogo supera il tempo.