Storia Dell'architettura e Dell'urbanistica

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1700 inizio epoca contemporanea

-viene costruito il primo edificio che segna qualcosa


che continua: EXPO
-viene costruito il Crystal Palace.
Organicismo si riferisce al lavoro di Wright.
L’attività di storicizzazione avviene quando c’è una
distanza. E’ difficile categorizzare quali edifici segnano
la nostra contemporaneità. Nel ‘700 si inizia a parlare
di contemporaneità in architettura. -Il 700 è il secolo in
cui avvengono una serie di trasformazioni: cade il
grande stato centralizzato europeo, nascono le prime
repubbliche, proclamazione della prima carta dei
diritti dell’uomo (1789).
La rivoluzione industriale: si profila una categoria professionale: gli operai, che erano degli ex
contadini che col cambiamento dell’economia si spostano nelle grandi città.

Le città mutano il loro aspetto. 1764-1814. Le città


mutano anche la qualità dei loro spazi. Mutano anche i
cittadini.
Avviene una secolare rottura con la tradizione.
 Città di Palmanova
-ci sono delle mura che stabiliscono i confini.
-Un disegno dall’alto secondo regole
geometriche.
-vi è un centro dove si uniscono tutte le strade.
-ha regole progettuali che ne determinano le
forme.
-Nel 700 tutto ciò viene meno: quella città ordinata viene soppiattata da le “città europee” che
crescono a macchia d’olio (es Milano). Distese infinite sulle quali non possiamo tracciare né un
centro né un confine.

Il 700 è il secolo dell’illuminismo: la ragione viene messa in dubbio e ci si adopera a reinterpretare


il modo, viene riscritto il sapere (Enciclopèdie, Diderot e D’Alambert riscrivono il mondo vegetale e
oggettistico).

 crisi dell’ordine classico


Nasce la figura dei critico: Laugier scrive il saggio sull’architettura che sta a indicare la critica volta
agli architetti: scrive che l’architettura deve abbandonare i modelli antichi e che fino ad oggi gli
architetti hanno costruito solo in base alle regole degli antichi. Se le città, il mondo, l’economia
muta, anche l’architettura deve mutare.
INCISIONE DI CHARLES EISEN: “Essai sur l’architecture”: capanna fatta con elementi naturali, invito
a tornare a ciò che è essenziale a fronte dei cambiamenti di cui parlavamo prima, lasciando al
passato l’architettura classica. La capanna ha gli elementi essenziali per stare in piedi, ovvero le
colonne e il frontone, niente da aggiungere perché l’opera sia perfetta. Laugier scrive che è il
modello originario, partire dai principi alla base dell’architettura. “Scordati del passato” ci dice.
Partire dai principi base dell’architettura, tant’è che è fatta da elementi naturali, eliminando
decorazioni e elementi superficiali non essenziali. Vediamo la madama architettura in primo piano
con squadra e compasso in mano, che indica la capanna, lei sta su macerie di colonne classiche. La
capanna di Laugier mette in mostra una crisi dell’ordine classico.
In questo senso agiscono gli scavi di Pompei ed Ercolano, la riscoperta dell’egitto e della Grecia.
Questa malinconia storica, porta l’architetto a progettare solo su carta però, ciò comporta il
disegno di spazi utopici (Piranesi, Boullèe).

Etienne Louis Boullèe


scrive un saggio sull’architettura, parando dell’architettura come se fosse un grande poema.
Sancisce il crollo del mondo basato sul trattato di Vitruvio. Parla di edifici che devono colpire le
nostre emozioni in relazione all’uso degli edifici. Boullèe è uno dei massimi esponenti della
categoria del sublime, i suoi progetti utopici vedono architetture monumentali e armoniche. Per
questo la sfera è il suo solido prediletto, esprime la perfezione. (mette in contrapposizione gli
opposti. Mettono a punto le profonde trasformazioni in ambito architettonico. Architettura che
incontra il suo utilizzo e incontra i nostri sentimenti allo stesso tempo).
 Maison de Directour: il fiume passa nella casa. Gli elementi naturali sono messi in relazione
con l’architettura. E’ la casa del direttore di un fiume.

 Cenotafio di Newton: un monumento per un matematico. Basata su forme semplici, las fera
perfetta che ci ricorda la forma della Terra. Ha dimensioni soprannaturali e ciò contrasta con
le dimensioni umane—sublime kantiano. Biblioteche secondo Boullee: prende un impianto
di un edificio religioso e inserisce gradoni di libri; il concetto
è un luogo di culto per lo studio.Cimitero: scavato nella terra,
interpretata la tomba.

Piranesi
Altro architetto che disegna architetture surreali, spazi d’invenzione,
apparentemente organizzati e risolti, nascondono l’irrealtà della
costruzione prospettica, come vediamo per esempio nei “carceri
d’Invenzione”. In queste cupe tavole si fa fatica a distinguere
l’interno dall’esterno, il sopra dal sotto, un disordine labirintico.
Frantumazione delle coordinate spaziali, spazi inabitabili, non
costruibili, a sbalzo, impossibilità dell’ordine.

 Impianto per una città ideale, Chaux: non ci sono le mura


che dividono. Pone due saline uguali e simmetrici, al centro
c’è la casa del direttore delle saline=al centro potere
produttivo.

prende edifici che sono stati importanti e li trasforma in


rovina come se fossero stati deformati dal tempo perché
rappresentano un passato che non c’è più.
capriccio= prendere una serie di elementi decorativi (nel caso di >Piranesi egizi) . Il camino
ovviamente non esisteva nell’antico egizio e inserirli in un elemento che non esisteva all’epoca.
Contraddizione e complessità.

-Nel 1743 viene fondato il primo corso di architettura civile (che l’architetto non è più a servizio
del re, ma dei cittadini e loro hanno bisogno di nuove abitazioni, infrastrutture, scuole, ospedali,
musei) in un’accademia di belle arti, tenuto da J. F. Blondel.

12 novembre 2020
1800-1890
Con l’800 ogni residua illlusione di semplicità viene a cadere. Favorirà il fiorire di atteggiamenti
nostalgici.
Due filoni ripercorrono l’800:

 architettura neoclassica, neogotica,


neoromanica.
Caratterizza la stagione romantica, Le
architetture del passato sono modelli di
riferimento per la costruzione di architetture
ideali. Per esempio, la cattedrale medioevale è
vista come un prodotto puro e collettivo, un
miracoloso punto di spiritualità. Infatti il revival
riguarda anche quello della cristianità e quindi
le Chiese, Cattedrali. Tutto ciò ha un portato
romantico, infatti c’è una vena di nostalgia nel passato, come nella pittura e nella filosofia
(Friedrich, Il viandante sul il mare di nebbia). Gli architetti nel primo 800 progettano
numerose cattedrali neogotiche, nonché elevano ad ideale comune la cattedrale di Colonia.
Riferimento all’architettura greca, egizia, romana. Riferimento al dipinto The Architect’s
Dream, T. Cole.
Numerose città europee vengono sottoposte a una profonda riscrittura sia sotto profilo
urbanistico che architettonico.
 architettura utilitaristica, che non persegue la ricerca stilistica ma ha come
caratteristiche principali l’espressione ingegneristica (infatti son più fatte da ingegneri). Ha
una concretezza tecnologica che talvolta si traduce in risultati prettamente formali.

KARL FRIEDRICH SCHINKEL Berlino

 La trasformazione di Berlino nel corso dell’’800 avviene per Schinkel, architetto che
immagina Berlino come una nuova Atene. Immagina di costruire lungo la Sprea (canale
d’acqua navigabile da cui si possono vedere i simboli della nuova città; museo, accademia..)
Gli edifici costruiti da Schinkel a Berlino rappresentano tutte soluzioni riconducibili allo stile
classico, la sua idea di trasformare Berlino nella “Nuova Atene”. Neue Wache e Atles
Museum segnano le tappe della costruzione concreta del mito della nuova atene.
Schinkel si forma all’accademia di architettura di
Berlino e fino al 1816, per 10 anni, si dedica
solamente all’attività figurativa, quadri di
ispirazione romantica. C’è la tendenza di
introdurre architetture in un paesaggio.
Primo che progetta uno shopping centre cui
riferimenti architettonici sono quelli
dell’architettura industriale londinese soprattutto
per le grandi finestre in ferro.

 Neue Wache (nuova guardia) è l’edificio


che doveva accogliere le guardie reali

quando rientravano dalle battaglie. Le


caratteristiche architettoniche sono:
pronao (portico) con colonne doriche
inserito in un’architettura basata su altri
modelli architettonici. Questa
rielaborazione si nota anche sul fregio,
inserendo delle vittorie alate al posto
delle solite scritte. Egli si avvicina a un
modello reinterpretandolo seguendo le
necessità del tempo.
 Edificio del teatro nazionale (1818-21): rif. al
modello greco rielaborato.
 Altes Museum: riferimento alla Stoà greca,
costruisce un edificio realizzato con un’ordine di
colonne gigante (due piani!) caratterizzato da 18 colonne ioniche. Lateralmente l’edificio è
asciutto, senza nessun riferimento a livelli antichi, anticipando quasi le architetture
novecentesche. Scansito da un andamento regolare delle finestre, l’impianto della pianta è
simmetrico, basata su principi di ordine e regolarità. Al centro vi è un elemento che rompe:
un elemento circolare, la sala più importante del museo, la quale ricorda il Pantheon. In
quest’architettura ci sono più linguaggi: greco, romano, pre novecentesco. Il piano di sopra
è stato percepito come una sorta di belvedere, terrazza, per un luogo in cui venivano
esposti i quadri nel mentre ammirare la città stessa. In primo piano vediamo una balaustra
che sembra avere dei motivi liberty.
 BauaKademie, Berlino: i modelli di riferimento cambiano perché S. fa un viaggio a Londra e
rimane affascinato dalle architetture industriali dalle quali trae ispirazione per la
BauaKademie.
 Progetto per la regina Luisa, 1818: mette in piedi due progetti con due stili architettonici
differenti: classico e gotico.

LEO VON KLENZE Monaco di Baviera

A Monaco di Baviera, Von Klenze interpreta la


trasformazione della città seguendo lo stile della
FIRENZE tre e quattrocentesca. Numerosi palazzi
neo rinascimentali sorgono cosi lungo l’asse della
Ludwigstrasse. l’architetto cerca di creare delle
nuove architetture adatte alle esigenze moderne,
si basano su modelli e principi classici adattati in
base ai tempi. “Ruhmeshalle”: Riferimento alla
stoa greca, con colonne doriche, chiuso ai lati come l’altare di Pergamo.
 “Walhalla”: nella tradizione indicava il paradiso degli eroi morti in battaglia. Qua diviene il
luogo della celebrazione degli eroi della storia tedesca, da Bach a Mozart, Beethoven,
Bismarck ecc. cui busti sono raccolti nello spazio interno sorretto dalle Valchirie. Sancisce il
collegamento tra cultura greca e tedesca, ricordandoci il Partenone.

JOHN SOANE (Londra)


Nelle sue opere classico e gotico si uniscono in una
strana sintesi pittoresca e visionaria.
-Progetto per la sua casa museo: il prospetto frontale
mostra un’architettura senza riferimento ai modelli
classici antichi, la struttura è asciutta e simmetrica,
caratterizzata da arcate sovrapposte. Progetta degli
interni che hanno un andamento labirintico, non più
regolare come Schinkel. Gli ambienti hanno addirittura
delle altezze diverse. Egli scardina i principi classici. Ha
un gusto per il frammento e per la rovina, mettendo
insieme stanze che sembrano arrivare da epoche
diverse tra loro. Il disegno della sala da pranzo mostra archi senza colonne portanti quindi
ci scardina la nostra concezione di arco! Sono frammenti di
archi sospesi, affiancati a grandissime vetrate.

INGHILTERRA ‘800
In Inghilterra quasi tutto l’800 è caratterizzato da un revival gotico.
Il teorico che si sofferma sulla costruzione e la necessità di rifarsi ai modelli gotici è August Pugin,
che scrive una serie di trattati che spiega perché optare per il revival gotico attraverso il suo libro
in cui mette a confronto, tramite disegni, immagini di stesse città nel 1400 (caratterizzata da guglie
gotiche) e nel 1800 (caratterizzata dalle industrie). Sostiene il dibattito mettendo anche a confronto
le residenze dei poveri.
In “Pointed of Christian Architecture” Definisce le caratteristiche positive dello stile gotico ma
anche negative (tipo la non praticità di certi oggetti). Vuole riprendere i problemi
dell’industrializzazione della società, come Dickens critica la società industrializzata.

ARCHITETTURA UTILITARISTICA in Europa


La rivoluzione industriale incide su tanti aspetti:
trasforma i modi di produzione, l’organizzazione del
lavoro, i materiali, infrastrutture. In tutta Europa si
costruiscono ponti acquedotti e ferrovie che
esprimono il progresso. Anche l’architettura si
relazione all’industria.
Gli edifici utilitaristici vengono costruiti in ferro poiché
permette di creare grandissimi spazi e anche vetro per
far entrare molta luce.
Grandi serre, ferrovie, spazi d’esposizione, gallerie
commerciali..spazi impensabili fino ad allora. Posti a confronto due edifici opposti tra loro: Il British
Museum (dalle colonne neoclassiche) e il Crystal Palace, edificio che manifesta
l’industrializzazione.
 Crystal Palace costruito nel 1851: edificio che segna l’epoca. In questi anni iniziano le
esposizioni contemporanee. E’ un edificio singolare che viene affidato a Joseph Paxton,
costruttore di serre. Il bando chiedeva la costruzione di un edificio in pochissime settimane
e doveva essere temporaneo. Il ferro corrispondeva a queste richieste. La sua struttura
architettonica si rifà agli edifici delle basiliche romane: 5 navate tagliate da dei transetti.
6 milioni di persone lo visitano. Sancisce EXPO, fiere in ambito produttivo. All’interno
venivano esposti prodotti dell’industria, di design, scadenti sotto un profilo estetico ma
che avevano delle qualità estetiche contraddittorie rispetto ai sistemi di produzione. E’
anche il luogo della spettacolarizzazione della merce, gli oggetti apprezzati non tanto per il
loro valore, ma per la loro spetacolarizzazione. Non si tratta ne di godimento estetico né
qualitativo. Gli oggettti presenti infatti sono spesso merce prodotta tramite processi
industriali. Apre la strada alle grandi esposizioni internazionali, alla costruzione di mercati
coperti, alle prime stazioni ferroviare, agli spazi indecisi tra esterno e interno accontentati
dalle vetrate enormi. A Parigi nel 1889 viene organizzata una grande esposizione, quale
simbolo è la Tour Eiffeil, molto criticata dagli artisti del tempo considerata mostruosa.

 La Galerie des Machines, stessi principi


ingegneristici della Tour Eiffeil, dimensioni
immense. HENRI LABROUSTE è l’autore della
biblioteca nazionale di Parigi e la Ste Geneviève,
spazio luminosissimo in ferro. Utilizza elementi
in ferro anche all’interno, presenta questo spazio diviso in due navate con volte a botte
scandite da travi arcuate. Inserisce anche dei capitelli. Nella biblioteca nazionale viene
reinterpretato il Pantheon, sul retro Labrouste utilizza sempre il ferro ma priva di qualsiasi
riferimento classico.

19 novembre 2020

-ART AND CRAFTS E WILLIAM MORRIS-


movimento l'accento sulla libera creazione dell'artigiano come unica alternativa alla
meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore estetico.
Gli industriali nel tempo riproducono un linguaggio che deriva dalle culture precedenti. Non
avevano un gusto progettuale (tappeti e oggetti in esempio nelle slide).
Grande critica alla produzione di massa da parte di August Pugin (voleva ritornare al gotico per
una questione di valore non estetica).

John Ruskin non realizzerà niente come Pugin. Per Ruskin il medioevo propone un ottimo modello
non solo storico ma anche operativo: rinviene nei cantieri medievali una profonda competenza e
un forte carattere artigianale, critica il lavoro capitalistico e la riduzione del lavoro operaio.
Rivalutazione del lavoro manuale.
In “The seven Lamps of architecture”: cerca di scuotere gli allievi a fare oggetti consoni alla realtà
del tempo. L’importanza sta nelle caratteristiche degli oggetti, tutte le cose belle sono anche
necessarie. Si dedica a una serie di disegni che guardavano a una serie di modelli rinascimentali.

Philip Webb

1831 – 1915) was an English architect sometimes called the


Father of Arts and Crafts Architecture. Inserimento del
corridoio e impianto a L. Oggetti e arredi fissi.Il camino: la
decorazione è data dal materiale che compone il camino
stesso. Non c’è più la decorazione come qualcosa di apposto.
Red House: Co-progettata nel 1859 dall'architetto Philip
Webb e dal designer William Morris , fu creato per servire
come casa di famiglia per quest'ultimo, con la costruzione in
fase di completamento nel 1860. compare per la prima volta la
carta da parati cui disegni vengono messi a punto da Morris. La
particolarità è che sia un modulo. Semplificazione del segno del pattern. Morris era per la
produzione manuale ma permette il passaggio a un altro tipo di lavorazione. Webb progetta i
mobili dentro la casa e disegna motivi floreali su pareti e soffitti.
Morris fonda così una ditta che produce carta da parati. Riferimenti a
motivi floreali complessi. La bellezza consiste solo in ciò che è
necessario, gli elementi decorativi scompaiono dalle sedute.
-Un allievo di Morris, Arthur Mackmurdo, nel 1882 disegna un motivo (blu) che oggi è ancora in
produzione. Prodotti che sono sopravvissuti oltre un secolo grazie al fatto che siano
assolutamente di gusto contemporaneo. Vuole elevare l’artigianato ad arte maggiore.

-Robert Ashbee, altro allievo di Morris, si dedica all’oggettistica per la casa, ciotole, bicchieri ecc
fatti a mano all’interno di officine artigianali. Basati su geometrie
asciutte e semplici senza motivo decorativo se non per motivi
funzionali. Ashbee fa un passaggio in più affermando che alla società
moderna si basa sull’industrializzazione; si augura che i suoi prodotti
vengano inseriti all’interno della produzione industriale (Morris non
era favorevole).

Architetti del periodo costruiscono una serie di ville (con le novità:


corridoio, spazio a L, spazi chiusi a se stessi, case che non hanno
più profili semplici rettangolari) con complessificazione del corpo
edilizio, non più basati su principi di simmetria.

Charles Voysey: architetto che lavora contemporaneamente alla


Arts and Craft che fa delle abitazioni ancora in dei corpi a pianta
rettangolare eppure riprende sempre il modello dell’architettura
gotica, ma soprattutto le sue abitazioni sono ridotte a forme pure
e semplificate.
 Casa Broadleys: Impianto a L e grandi vetrate che ci
parlano della comparsa di ambienti molto più luminosi che
saranno una delle caratteristiche dell’architettura moderna.
Ambienti a doppia altezza che i critici riconducono a degli
esempi primordiali antecedenti a Le Corbusier.

Charles R. Mackintosh
Architetto e designer scozzese, si forma alla Glasgow school of art.
Va in contatto con persone legate al mondo della produzione artigianale, come
quella che sarà poi sua moglie. Prosegue il modello gotico. La casa assume un
andamento planimetrico ancora più complesso, l’andamento a L si duplica:
pianta ad elica.
Famosissimo per i suoi disegni basati quasi tutti su una geometrizzazione di tutti
gli elementi di arredo.
Comparsa di alcuni motivi sinuosi che rientrano a pieno titolo nell’art
Nouveau. Mackintosh lavora all’interno dell’alveo segnato da Ruskin, motivi
gotici semplificati nella loro forma e nei loro aspetti. Per alcuni disegni
rientra a pieno titolo nell’art nouveau per questo riferimento a elementi di
natura naturalistica che vengono stilizzati.
 Glasgow School of Art: realizzata a Glasgow a fine 900, architettura
molto dura nel suo aspetto e nella sua conformazione
architettonica, una massività che deriva dal modello gotico, ma compaiono delle grandi
vetrate strumentali alla funzione dell’edificio stesso (è la prima scuola d’arte a Glasgow).
Edificio pensato con una serie di aule che si affacciano sulla strada principale. Grandi aule a
doppia altezza. In fondo di lato vi è una libreria e in fondo tutti i servizi. Aule a doppia
altezza e laboratori dove si dipinge. Nel retro dell’edificio vediamo una grande differenza
che rispetta le funzioni dell’edifico.
Lateralmente vi è un corpo prominente (biblioteca) caratterizzato da vetro che dall’interno
sono delle nicchie dove Mackintosh inserisce degli scrittoi dove si può studiare.
Oggetti che rispondevano alle necessità che lui definiva “sana”. In cui si cooperava per un
benessere collettivo.
ART NOUVEAU IN EUROPA
Differenze:
-Arts and Crafts è un movimento che si sviluppa soprattutto in area inglese.
-L’art Nouveau è un movimento di transizione che si sviluppa in tutta Europa
contemporaneamente e costituisce una delle radici della modernità.
 CARATTERISTICHE FIGURATIVE accelerazione del segno, utilizzo della linea continua,
stilizzazione delle forme, linee pulite e fluide.
 CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE: Forme sinuose (visibile in alcuni lavori di Gaudì).
Trasfigura le dinamiche industriali e metropolitane.
Si sviluppa in modo abbastanza omogeneo in diversi paesi prendendo diversi nomi. Si attesta nei
paesi più industrializzati.
Ha origine in Belgio grazie a Hery Van de Velde e Victor Horta, ma dilaga in:
Francia e Belgio: “Art Nouveau”
Austria: “Secessione Viennese”
Germania: “Jugendstil”
Catalogna: “Modernismo Catalano”
Scandinavia: “nazional-romanticismo nordico”

Italia: “Liberty”
Inghilterra: “Modern Style”- Francia: Hector Guimard
- Catalonia: Gaudì
- Austria: secessione viennese.
 Victor Horta, Hotel Tassel Bruxelles, in Belgio : edificio che segna la
nascita dell’Art Nouveau. edificio che a tre piani. Organizza lo spazio
centrale Utilizzo del ferro, diviene un elemento importante nella
realizzazione di un’abitazione. Realizzato con delle strutture
realizzate con ferro a vista. Pilastri corrimani, ringhiere tutte che
ruotano intorno al tema del viticcio, quindi a queste strutture
sinuose di ferro intrecciate. La facciata si deforma come ad accogliere
un elemento sporgente. La muratura è piegata. La struttura portante è
in ferro che permette di creare ambienti diversi in diversi piani.
- ambienti caratterizzati da un’altissima luminosità e uno spiccato
senso del movimento.
- Tutti gli elementi decorativi caratterizzano la struttura portante della
casa stessa. Le linee caratterizzano gli ambienti e tutti i particolari
dell’ambiente stesso.
- Tutti i piani son diversi tra di loro: l’ultimo piano della casa ha una copertura realizzata in
ferro e vetro che permette la realizzazione di un ambiente luminoso.
-Grande attenzione processuale (sensazioni che il soggetto prova entrando nelle abitazioni,
vogliono far provare sensazioni di sorpresa infatti tutti i i piani son diversi tra di loro).
 Van Eetvelde House ha come elemento centrale un
grande spazio centrale illuminato dall’alto su cui si
affacciano tutte le stanza dell’abitazione. Spazi molto
leggeri grazie a vetro e linee.
 Maison du Pople: viene commissionata dal partito
socialista Belga ed è un edificio che rigetta qualsiasi
utilizzo della muratura bianco dell’edificio stesso, che
è quasi completamente realizzato in ferro e vetro.
Questi materiali diventano elementi che
caratterizzano le architetture dell’art nouveau,
progressivamente viene a meno la muratura. La linea
sinuosa si amalgama perfettamente con la collocazione
dell’edifico che è posto su una piazza per non interferire
con l’urbanità.
Planimetrie tutte diverse tra loro. Gli elementi
decorativi son dati dalle strutture stesse dell’edificio
(travi). La sala delle assemblee: Horta lascia a vista tutti i materiali e c’è un equilibrio tra
realizzazione e struttura stessa. Egli concentra la sua attenzione nei punti di innesto..tipo la
muratura si piega quando il ferro si innesca su di essa.

HENRY VAN DE VELDE


Rappresentante belga dell’art nouveau. Inizia la sua attività
come pittore, studia le lezioni dell’Art And Crafts. Afferma che
la bellezza deve essere legata alla funzione stessa
dell’oggetto. A differenza di Horta, la poetica e il gusto di Van
de Velde si differenzia dal coetaneo poiché i suoi lavori si
caratterizzano da linee spezzate che non riguardano
l’andamento del tetto, ma degli ambienti. La casa ha un
andamento caratterizzato da linee spezzate, sebbene gli
ambienti si affaccino su uno spazio centrale.
Egli si dedica anche a oggetti. Era un convinto sostenitore
dell’arte totale. Si dedica a disegno di arredo e da opinioni ai
clienti, in base all’ora, su che abiti indossare.
Disegna cinture per donna e uomo, copertine per
libri, stampe ornamentali, servizi di posate e
tutto ciò che era necessario per le abitazioni.
Egli si trasferisce in Germania lavorando a Weimar,
dove riesce ad avere molte più commissioni.
Sostanzialmente ci rendiamo conto come
quest’autore purifichi il segno.
L’espressione empatica: attenzione dell’oggetto
verso il consumatore (scrivania curva che accoglie chi scrive).
Progetta l’accademia di Belle arti di Weimar
dove il corpo edilizio si semplifica sempre di più.
In Francia Guimar: progetta le fermate della
metro parigina, ferro come materiale
espressivo. Si interroga sull’interpretare delle
costruzioni che mettono in contatto la città
sotterranea con la città luminosa. Architettura
processuale.

27 novembre 2020

Cosa succede contemporaneamente in America?


CHICAGO SCHOOL
Megalopoli del nord America, si estende sulle sponde del
grande Lago Michigan (l’ampiezza conferisce l’area di una
città marittima).
-La città è organizzata da una forma bipolare: ha un centro
direzionale ad alta densità e fuori dal centro un’infinita
espansione residenziale a bassa densità.
-Chicago è importante perché è la città in cui gli architetti
sono riusciti a elaborare un linguaggio architettonico
originale (senza alcun riferimento ai linguaggi codificati dalla
cultura europea). Sotto un profilo urbanistico non si
potrebbero capire le città americane se non guardando
Chicago e la sua storia, perché quasi tutte le città rimarcano questo bipolarismo e la storia di
Chicago è interessante perché ci fa comprendere lo spirito e la cultura statunitense.

-Marco d’Erano, Il maiale e il grattacielo: grande successo internazionale perché ripercorre la


breve storia di Chicago mettendone in luce il carattere capitalista, e come è una delle città
rappresentative del XX sec.

Tafuri, uno storico italiano, ha definito Chicago la Firenze degli Stati uniti e ha paragonando il ruolo
economico a quello di Venezia nel 400.
-Chicago ha delle origini molto recenti che risalgono al 1803, sulle rive del Michigan su un
territorio paludoso e salubre, viene costruito un piccolo villaggio.
-Nel 1830 primo piano urbanistico della città, viene tracciata la griglia della città, una griglia di
strade, viene fondata la municipalità di Chicago, che al tempo aveva 350 abitanti.
-Viene effettuata la prima pianificazione che come nella maggior parte delle città americane, si
basa su una griglia ortogonale. Viene commissionata ai geometri comunali col fine di vendere i lotti
della città, degli isolati, per poter finanziare un progetto infrastrutturale, la creazione di un canale
navigabile, i lotti vengono venduti a 33 dollari l’uno e 3 anni dopo la città passa a 4 mila abitanti e
i lotti venduti ora a 100 mila dollari---grandissimo alzamento di prezzi.
Si parla quindi di questioni economiche.

Perché in 6 anni c’è stato questo aumento incredibile?


-Perché è stato costruito un canale navigabile che collega il lago Michigan con L’Illinois, affluente.
Ciò pone Chicago al centro di una serie di collegamenti fluviali che connettono la parte est alla
parte ovest degli USA. A quei tempi spostamenti principali via acqua. Si trova ad essere in un
punto favorevole e importante di scambi: a ciò si aggiunge che qualche anno dopo, viene costruita
la ferrovia che mette in comunicazione Chicago col confine nord occidentale dello stato.
La linea infrastrutturale permette lo spostamento non solo di persone ma di merci.
Quasi tutto il sistema economico, in quegli anni, di Chicago si basa sul commercio della carne. Il
paesaggio del tempo era con un sacco di macelli. Va di pari passo con l’industrializzazione dei
processi di macellazione della carne.
Come in Europa si costruivano le prime grandi esposizioni mondiali, li il processo riguarda ferrovie,
canali ma soprattutto i processi di macellazione della carne. (viene inventata la prima locomotiva
refrigerata).
Chicago era questo: un posto dove si produceva principalmente la carne. Non c’era per questo una
cultura architettonica, anche perché era stata appena fondata. Tutti i discorsi dell’art nouveau si
racchiudono SOLO in Europa.
Non vi era nessuna critica per l'industrilizzazione invece come era criticata a Londra. Viene qua
vista meravigliosamente, per chè i processi industriali procuravano lavoro.
Perchè Wharol fece delle scatolette di cibo preconfezionato l'oggetto della sua ricerca? Perchè in
America la carne in scatola ha un valore diverso della carne normale: è il valore
dell'industrializzazione.

Nel 1870, trascorsi 77 anni dal piccolo villaggio sul lago Michigan con 50 abitanti, Chicago conta
300 000 abitanti. Diventata cosi popolosa grazie ai trasporti e all'industrializzazione.
Era una città fatta da abitazioni per di più in legno (che era materiale autoctono), cresciuta in modo
disordinato, crescita incredibile e velocissima.
A questi spazi si alternavano i binari ferroviari i magazzini, i macelli, i silos e le fabbriche.
(Capiamo perchè ad esempio Dickens non scrive di Chicago, siamo in un altro immaginario).

Tutto ciò fino al 1871: un piccolo focolaio da avvio a un incendio che rovina 2/3 di costruzioni di
chicago, le quali erano in legno, gli edifici commerciali erano in muratura, ma avevano solai e
coperture in legno e vennero rasi al suolo. La città viene distrutta.
Questo fu il motivo della rinascita di Chicago. Bisognava realizzare edifici ignifughi, che
rappresentassero lo spiriti imprenditoriale di una città come questa.
- Viene inventato il primo ascensore nel 1853. -permetterà la costruzione dei primi grattacieli.
Essendo i lotti molto costosi, bisognava costruire edifici che fossero più alti possibili.
Si chiedeva agli architetti di inventare un nuovo tipo di edificio che doveva permetttere di
concentrare tante persone, ignifugo, immaginarlo che rappresentasse lo spirito industriale di
Chicago.
-> -> Gli architetti della Chicago school: una serie di architetti che hanno risposto a queste
domande.
 Lebaron Jenny: studia ingegneria all'école centrale de manifacture de Paris. Inizia la sua
attività come ingegnere qualche anno prima dell'incendio si trasferisce a Chicago dove
apre lo studio. Importante perchè nel suo studio si formeranno altri architetti. Inaugura un
nuovo modo di organizzare gli studi di architettura, che è quello attuale.
Questo architetto ha messo a punto per la prima volta una struttura in ferro rivestita con
degli elementi refratti al fuoco. Il ferro si deforma col fuoco, ma lui inventa un modo per
evitarlo.
Per rispondere alle esigenze dei clienti bisognava alzarsi verso l'alto: grattacieli.
Uno dei primi grattacieli, molto bassi rispetto ad ora, un edificio di sei piani era considerato
un grattacielo.

Come inserire le forme più elevate di cultura in queste strutture? Era la domanda a cui cercano di
rispondere gli architetti della chicago school.
 Le Baron Jenney, I Leiter Building 1879: uno dei primi edifici costruiti a chicago. Esprimono
semplicemente la loro struttura in ferro a cui
sono agganciati dei pilastri e questo edificio è
basato sulla ripetizione di moduli.
Iniziano ad alzarsi gli edifici. Vediamo che questi
architetti inseriscono pilastri ad angolo con una
cornice. Cercavano dei modi di esprimere degli
aspetti culturali simbolici attraverso questo tipo
di struttura.
Persistenza degli stili storici in questi elementi
terminali di tamponamento. Che però sono
come degli apparati decorativi aggiunti in una
struttura in ferro.
La conquista del cielo significava manifestare lo spirito imprenditoriale di Chicago attraverso
l'altezza.
Bow window: inserimento ha delle motivazioni pragmatiche: illuminare gli spazi interni.
Scompaiono nella parte superiore perchè l'edificio aveva abbastanza luce.

Una delle figure che fa un passo in avanti è


 Richardson: rivendica un ruolo diverso, per lui gli
architetti devono svolgere un ruolo non
pragmatico. Si diploma a Harvard, studia a Parigi,
lavora presso Labrouste. A Chicago ottiene 4
incarichi: il piu importante ha degli archi, mattoni a
vista. Richardson prende a modello i palazzi
comunali fiorentini. Cerca, attraverso le partiture e
i materiali, di costruire un'immagine che fosse
testimonianza di qualcosa di diverso dagli ideali
economici e pragmatici. Nei suoi disegni cerca di
dare una dignità autonoma ai suoi edifici che va al
dilà delle strutture in ferro, del pragmatismo americano. L'architetto
deve interpretare l'edificio stesso.

Iniziano a comparire delle colonne in granito, iniziano a fare delle ricerche,


degli studi volti a dare una a sorta di identità civica.
Uno degli ultimi edifici costruiti a Chicago: John Root fa un elenco dei
passaggi che devono essere compiuti per progettare gli edifici ci Chicago. Il costo, come studiare le
plamnimetrie, gli ascensori.. elementi pragmatici.
 Rockery Building Per Root e Burnham prima
bisogna rispondere a questi punti, poi viene
l'aspetto estetico. Questo edificio, al di la del
pragmatismo, è privo di qualsiasi decorazione. Le
finestre son più piccole rispetto ai primi edifici visti,
si inizia a dare importanza alla massa.
Interessantissimo edificio che non mostra la
struttura portante, ha un andamento orizzontale. Il
prospetto è dotato di una forte orizzontalità grazie
alle bande decorate. Molto studiato e raffinato
rispetto ai precedenti. Non c'è più riferimento alle
strutture verticali. Si inizia a mettere a punto
caratteri propri. Assenza di peso grazie alle vetrate ampie e grazie a bande invetriate.

Burnham sarà anche l'autore a NY del Flat Iron Building che traduce alla lettera l'estrusione di 22
piani di un lotto. Qui è triangolare.

SULLIVAN
Sullivan esponente principale, importante perchè sarà da lui che si formerà Wright. Ha un
temperamento indipendente, viaggia molto in Europa, non termina i corsi ma impara ciò che
riguarda i motivi decorativi degli edifici. Impara in Europa l'impegno a trovare delle ragioni del
progetto che siano autonome rispetto alle necessità dei
clienti stessi. Mette a punto questi insegnamenti a
Chicago.
 Auditorium di Chicago: Adler e Sullivanrealizzano
questo edificio che gli da una grande notorietà.
Rappresenta il paradigma dell'edificio
multifunzionale che dietro a un aspetto esteriore
apparentemente unitario, costituisce all'interno
una complessità, è una delle costruzioni più
complesse di tutta la città. Ha un programma
funzionale complesso, parte commerciale al piano
terra. Risolto in modo ammirevole nella parte
interna, spazio molto elegante caratterizzato da una struttura di telaio a traliccio, simile a
quella utilizzata nelle ferrovie, sulle quali Sullivan inserisce una serie di motivi decorativi
vegetali. Dentro ha una sala teatrale, un albergo, locali per uffici e una torre asimmetrica
che conferisce l'aspetto di un palazzo fiorentino.
Esteticamente si rifà all'edicio di Richardson, edificio di bugnato caratteristico fiorentino,
studio di partizioni diverse in base ai piani
(basamento corpo e coronamento).
 Wainwright building: anche qua rete ornamentale
sovrappone un massiccio edificio tripartito. la
particolarità sta nell'apparato decorativo che fa
inserire Sullivan all'interno degli artisti dell'art
Nouveau. La differenza di Sullivan è che i suoi studi
son volti a dare un senso civico a questa
architettura. A dare una dignità a questi edifici
stretti e altissimi.
 Adler Guaranty Building : Nitido, semplice,
accentua la sua attenzione sulla superficie,
Sullivan inserisce un velo ornamentale
che lo riveste completamente, che è
indipendente dalla sruttura dell'edificio. I
suoi edifici rappresentano una civiltà
nuova, non è pragmatico per nulla,
l'obiettivo è conferire una dignità civile a
un edificio commerciale.
 Carson Prie Scott: schema tripartito
applicato all'eccesso, la fascia centrale è
geometrice, liscia e bianca che accoglie le
finestre disposte in orizzontale. Si scontra
con l'hooro vacui che caratterizza la fascia
dei primi due piani . Edificio misto per uffici e
anche commerciale al piano terra. Edificio più
importante per la carriera di Sullivan perchè fa
uno studio diverso del grattacielo nel suo
basamento e nel suo corpo: il basamento è
caratterizzato da un velo metallico lavorato. Il
corpo dell'edifico è astratto. La sua attenzione
decorativa si concentra al piano terra perchè si
ha la percezione dell'edificio al piano terra.

3 dicembre 2020
FRANK LLOYD WRIGHT
L’America di fine 800:Rispetto all’Europa, l’america del fine 800 è il luogo nel quale l’assenza di una
storia alle spalle sembrerebbe impedire il radicarsi di una propria cultura. Allo stesso tempo è però
la terra delle possibilità, dove l’individuo può auto affermarsi. . Lui ha avuto una grande capacità di
mettere a punto una cultura architettonica prettamente americana, indipendente dall’Europa.
Primo architetto al mondo a comparire sulla copertina del Time. Nasce nel 1867 e muore nel 1959
A fine 800 lavora in America. E’ il più grande interprete della cultura architettonica americana
perché la svincola dalla copiatura dei modelli europei.
-Si trasferisce a Chicago nel 1887 perché c’era un grande boom edilizio. Architetti considerati come
grandi eroi. Grande abilità costruttiva.
- Breve esperienza da Silsbee.
-Inizia a lavorare presso Adler e Sullivan come primo assistente e conosce le nuove tecnologie
(ferro, solai cemento armato). Sullivan era stato il primo architetto che cercava di dare una dignità
a un’architettura di scopo commerciale. Questo segna l’avvio della sua carriera e di un rapporto
intellettuale con Sullivan. Egli trasmette al giovane Wright la ricerca di una propria personalità inb
architettura-. Nei sei anni in cui rimane nel loro studio, si occupa di costruzioni di dimensioni
ridotte come come la charnely House e il Victoria Hotel, Chicago. La rottura del rapporto avviene
quando Wright accetta incarichi da solo per delle case.
Partecipa ai dibattiti del tempo Stava contemporaneamente costruendo l’auditorium di Chicago..
L’auditorium si rifà alle costruzioni architettoniche del rinascimento italiano perché non avevano
una loro cultura architettonica.

-Fiera del 1893: Wright finisce la sua esperienza da Sullivan e va a visitare questa esposizione
columbiana, che era diretta da un certo Daniel Burnham (che era rivale di Sullvian perchè il
direttore della fiera prediligeva lo stile neoclassico). Ma Wright concentra la sua attenzione non su
questi edifici ma su due piccoli padiglioni:
 Padiglione Ho-o-den: viene colpito
dall’utilizzo di finestre continue (pannelli
scorrevoli) a discapito di quelle tradizionali.
Solitamente tamponati con delle strutture
lignee a vista con elementi appartenenti
alla cultura giapponese o materiali
naturali. Rimane colpito dalla denuncia
delle strutture portanti e dall’utilizzo dei
materiali autoctoni (legno, paglia) e
anche dall’impianto della casa
giapponese. Il tokonoma è il luogo della
bellezza, quello che rappresenta il fulcro
della casa perché è il luogo dove
celebrano la cerimonia del tempo che è
la quinta essenza del cerimoniale Zen
(dedicato alla contemplazione del
vuoto). In terra ci sono i Tatami: tappeti in tessuto che sono la base della composizione di
tutte le case giapponesi. Viene anche colpito dalle coperture aggettanti che permettono di
essere al coperto anche se è all’esterno, perché sono molto pronunciate.
 Nel 1893 realizza la sua prima casa: Winslow
House: Interpreta il tatami giapponese e al centro
del tetto mette sempre il camino che viene
interpretato come cuore pulsante della vita
domestica, attorno al quale si parla. E’ il
corrispondente del tokonomà giapponese, è il centro della casa. Naturalmente qua le
stanza son divise e non ci sono i pannelli scorrevoli che le delimitano. Nella tradizione
americana c’era già il camino al centro della casa. Mette a punto un nuovo modello
abitativo che non è copiato dall’Europa come al solito, ma fa parte della tradizione
americana. Presenta come elemento di spicco anche il tetto aggettante, dietro l’impianto
regolare planimetrico e la rigorosa simmetria della facciata.
Sulla rivista “Ladies Home Journal” Wright inizia a pubblicare progetti di case, descritte
accuratamente. Si rivolge quindi ai committenti, una classe emergente americana che abitava nelle
periferie della città alla ricerca di un mondo rilassante e domestico. Caratteristiche delle case:
volumetrie estese per orizzontale, tetti aggettanti, finestre continue, sono case unifamiliari. Sono
caratterizzate tutte dal camino al centro. Hanno degli impianti a croce, i quali erano gli impianti
della casa del 1800.
 Prairie House: pubblicata sulla rivista, è caratterizzata da volumetrie lineari e distese,
coperture a basse falde e ingressi ad arco, unica memoria tangibile dei trascorsi con
Sullivan. Le piante sono cruciformi, le divisioni interne ridotte e gli spazi, di conseguenza,
interconnessi tra loro.
 Wart Willits House: pubblicata sulla rivista
Nel corso degli anni fa una serie di variazioni
sul tema, lo vediamo nella casa che è
caratterizzata da un corpo degli spazi
collettivi e i corpi laterali son solitamente
riservati agli spazi in cui si sta seduti (sale da
pranzo). I tetti diventano sempre meno
aggettanti fino ad avere delle conformazioni
piane. Il centro è sempre il camino che è
visibile dal salone e dall’ingresso. Di solito i
suoi camini imponenti son costruiti in
mattone e gli interni son caratterizzati da un’
uniformità dei materiali che sono autoctoni.
 Robie house: caratterizzata da grandi alti muri
che sono un’invenzione di Wright fatta in modo
tale che chi cammina attorno alla casa non può
vedere l’interno, ma chi abita dentro può
vedere fuori. I tetti diventano sempre più
sporgenti e piatti. Riesce a creare uno spazio
fluido e continuo all’interno. Il camino al centro
è la percezione dello spazio che tiene al centro
la socialità della casa.

 Larkin Building
edifici pubblici: carica monumentale, son più alti, non c’è
la copertura aggettante, sono edifici completamente
diversi, escludono qualsiasi rapporto visivo con la città.
Gli edifici sono introversi. Si tratta di un edificio di
persone che si dedicano al lavoro. Viene illuminato da un
grande lucernario posto nella parte superiore ed è organizzato su ballatoi che si affacciano
su una porta centrale. Spazi di lavoro aperto illuminato dall’alto. La struttura si basa su un
pozzo rettangolare profondo cinque piani illuminato dall’alto da un vasto lucernario.
Attorno a questa corte si sviluppa il resto dell’edificio che all’esterno presenta regolari
griglie di finestre sui lati lunghi e tozzi prismi rettangolari anch’essi in laterizio ai quattro
angoli, capaci di conferire all’insieme la sembianza di una fortezza. Evoca l’architettura
egizia.Primo edificio con aria condizionata perché le finestre che ci sono sono fisse, non
apribili. Wright inserisce delle scritte nella pare alta con parole come cooperazione
economia e industria sarebbe la nuova libertà eguaglianza e fraternità. Nell’ultimo piano
inserisce anche un organo che dotava lo spazio di un ambiente ecclesiastico e di
occasionali concerti. Voleva superare una forma alienante di lavoro. Wright pone un bar,
una biblioteca, oltre che una passeggiata in mezzo a dei giardini pensili. Incarna l’ideale
wrightiano di democrazia in una società capitalistica.

→ Dopo aver realizzato altri progetti nel 1909, Wright lascia la moglie per vivere con la moglie di
uno dei suoi clienti e con lei fa un viaggio in Europa. Il frutto di questo viaggio è un libro che viene
pubblicato nel 1910 a Berlino e raccoglie tutti i suoi soggetti.
Si ritira nei sobborghi e costruisce una serie di case studio che sono le sue case con annesso studio.
Vediamo una delle sue case studio che riportano sempre le caratteristiche delle Robie House, ma
mostrano ora uno spartano legame con il luogo: i materiali sono il legno, l’arenaria, la pietra.
Compare l’utilizzo di materiali trattati allo stato grezzo. Casa vista come luogo di sperimentazione.

CASE
Definizioni nette dei volumi, diminuiscono le parti finestrate e le case son caratterizzate da motivi
decorativi serializzati composti da figure geometriche che son delle reminiscenze dei disegni Maya.
Reinterpretazione della cultura medio americana. Casa interpretata come un rifugio.
Il tema del rifugio verrà declinato in altro modo negli anni successivi.

Inventa questi blocchetti in cemento che riportano gli


stessi motivi decorativi e che compongono tutta la casa.
Quasi tutte costruite in California, costituite da più corpi.
in parte introversi e in parte decorativi. Il riferimento
volumetrico è la cultura architettonica dei nativi
americani.
Mette insieme industrializzazione e tradizione. Cambia
totalmente nel tempo.
 Millard House. Il sistema costruttivo viene
impiegato per avere spazi insoliti, come angoli
vetrati. Vuole integrare l’architettura all’ambiente
circostante. Il sogno di Wright era quello di creare
abitazioni organiche nel senso che dovevano
comprendere benessere e incorporare il
paesaggio. Le case si adeguano al terreno. Questa è l’architettura organica.

1932: Wright scrive la sua autobiografia nel periodo del crollo di Wall Street. Nei primi anni ‘30
quando Roosvelt presidente e fa il New Deal, mette a punto una serie di progetti per la città:
Propone “Broadacre City” modello di città che proponeva un’alternativa alla città su griglia tipica
americana. E’ sempre divisa in griglie ma all’interno inserisce case bifamiliari, teatri, e mercati,
centri comunitari disseminati dalla campagna. Immagina che gli individui dovessero stare più al
contatto con la natura. E’ un grande oppositore delle città americane: per lui non hanno
architetture..
Progetta Leusonian House: case molto economiche, prefabbricate in legno e mattoni,costruite
utilizzando un kit di elementi che includevano una fondamento in piastra in cemento aramato, una
serie di impianti e rivestite in legno. Utilizzava materiali locali e affiancava le architetture alla
natura. Impianti case sempre a L.
Scompare il camino. profondamente diverse dalle precedenti.

 quindi 3 cicli di case diverse il relazione a


momento storico.
 Casa sulla cascata: il nome descrive il genere di
relazione instaurata con la cascata: la casa si fa
cascata stessa. I piani però,non aspirano affatto
alla mimesi della morfologia reale di una
cascata, non si confondono con la natura
circostante. confluiscono tutte le scoperte
precedenti di Wright. Tetti, grandi pareti
finestrate, utilizzo di mattoni locali. La
particolarità è che è adagiata su un cascata,
che è incorporata al suo interno. La scatola
muraria: muri completamente eliminati e
vengono inseriti nella parte retrostante contro
la roccia. Soffitti bassissimi perché Wright
otteneva l’effetto di guardare fuori. Dentro
camino, materiali autoctoni e che si fondono
con la natura circostante.

Carattere di introversione si vede in: Johnson Wax


Building, in pyrex.
 Johnson laboratory tower: Torre che riprende
idea di elemento a fungo su cui inserisce le
scale e gli ascensori. Edifici innovativi. Grande
antecedente del Guggheneim NY. Grande rampa avvolta a
spirale lungo la quale sono messi gli spazi delle
esposizioni la spirale è simbolo dell’eterno ritorno, spazio
illuminato dall’alto.
Wright parla del Guggheneim come del suo Pantheon e
costituisce tentativo di prendere le distanze dalla città americana.
Prende le distanze dai musei che erano stati realizzati.
ADOLF LOOS
Nasce nel 1870 in Moravia e studia al Politecnico di Dresda e nel 1893 fa un viaggio di formazione
negli stati Uniti → viaggio che avrà degli effetti sul suo lavoro. Per tre anni rimane li e visita la fiera
Columbiana di Chicago, che non interessa tanto a Loos ma viene colpito dalle trasformazioni delle
grandi città americane. Si stabilisce poi a Vienna, dove si dedica alla pubblicistica: i suoi articoli si
concentrano sui temi di arredamento e abbigliamento mostrando un gusto e una capacità di
giudizio già del tutto maturi.

IDEOLOGIA
 Si confronta con un gruppo della SECESSIONE VIENNESE, verso i quali Loss nutre una
profonda insofferenza perché sostenevano una progettazione dell’arte totale non solo
dell’architettura, ma dei vestiti, design, addirittura i vestiti dei clienti.

 Critica il Palazzo della Secessione Viennese, che rappresentava la sede dove gli artisti
viennesi si riunivano, appare evidente la sua caratteristica principale, ovvero l’unione di
scultura, architettura e pittura; un esempio di “Arte totale”, che racchiude in sé tutte le arti.
Per Loos era fuori luogo che una persona passasse a impreziosire un edificio. Loos
combatterà con questo per tutta la sua vita, per lui questa modalità di lavoro non era
adeguata ai tempi moderni; per lui era fuori luogo che una qualsiasi persona stesse tutte
quelle ore a impreziosire un edificio, perché non era più un atteggiamento moderno.

 Affermava che l’architettura non è un‘arte, poiché ha delle finalità di natura utilitaria. Loss
entra in contatto con un gruppo di intellettuali viennesi (Kokoshka, Kraus, Altenberg) che
criticavano la società viennese su una rivista del tempo. Cercavano di rinnovare il modo di
vivere del tempo, quei principi che Loss apprezzava dell’America contemporanea.
 Per Loss i viennesi non sono degni abitanti di una metropoli contemporanea, per questo
guarda a una cultura americana che vuole diffondere i suoi scritti. Si delinea anche una
serie di insofferenza contro gli artisti della secessione viennese. Ma guarda non l’avevo
capito

 Critica Van De Velde che si occupava di disegnare qualsiasi particolare.


Loos in un suo testo “A proposito di un povero ricco”, attraverso una novella con modi
molto ironici, fa capire la sua posizione nei confronti dei suoi colleghi. Parla di questo
signore ricco che era in casa sua a festeggiare il suo compleanno con la famiglia, e quando
l’architetto entra in casa del cliente e vede che il suo cliente indossava delle scarpe,
regalatogli dalla moglie, che non si intonavano con l’ambiente da lui progettato.

 critica la contemporaneità
 elimina qualsiasi segno decorativo che apparteneva a un’epoca passata.
Lo facevano attraverso una rivista, pubblicata a Vienna tra il 1899 e 1936, nella quale
facevano una critica alla società viennese; alcuni estratti ne fanno capire i contenuti:
criticavano un modello di società patriarcale e gerarchica e cercavano di rinnovare il modo
di vivere del tempo secondo nuove categorie, secondo nuovi principi più democratici, quei
principi che Loos apprezzava dell’America contemporanea.
 L’architettura deve avere uno scopo pratico. In quanto oggetto d’uso, deve esprimere
perfezione. Assolutamente escluso che una cosa poco pratica possa essere bella, ma non è
sufficiente che un oggetto sia pratico per esser bello; la bellezza di un oggetto si esprime in
relazione al suo scopo. Le uniche architetture che per lui possono essere arte sono i sepolcri e i
monumenti.

-Scrive tantissimi articoli e libri, su moda femminile, maschile, sulla creta, etc., su argomenti che
non riguardano solamente l’architettura ma la vita quotidiana, con l’obbiettivo di educare la
popolazione viennese a ciò che secondo lui corrisponde la civiltà.
-Loos viene ricordato ancora oggi per aver anticipato, di molti anni, la modalità di affrontare un
progetto, che matureranno solo successivamente.

Il primo lavoro che fa non è un lavoro nuovo, ma è una ristrutturazione interna al piano terra di
uno stabile; progetta il Cafè Museum trasformando il piano terra e ristrutturandolo in un caffè e
ristorante:

 Cafe Museum 1899: edificio d’esordio. ristruttura


il piano terra di questo stabile. Innanzitutto si può
notare che non vi è alcuna decorazione, l’edificio
viene intonacato in tutte le sue parti, compare
solo la scritta in riferimento a ciò che vi è
all’interno. E se si pensa che nello stesso periodo,
gli artisti della secessione, veniva costruito
l’edificio cardine di questo movimento, si nota la
profonda differenza tra questi modi di progettare.
È il manifesto della sua polemica contro gli
esponenti della secessione. L’intervento si
connota per l’estrema rarefazione dei segni: pareti
bianche, assenza di ornamenti, uso di materiai
“puri” come legno, specchi, fasce d’ottone). Per gli
arred Loos impiega arredi di produzione seriale
(sedie Thonet). All’interno vediamo una
rarefazione del segno e All’interno del bar
troviamo una stilizzazione del segno, Loos utilizza i
materiali lasciando in vista le loro caratteristiche
materiche; non era uso al tempo lasciare ad
esempio il legno a vista, che spesso veniva
intagliato o dipinto, qui invece il mogano che
riveste il bancone e la parte bassa delle pareti
viene lasciato completamente a vista. I soffitti
sono scansati da queste sorta di linee, in realtà
non sono elementi decorativi, ma canaline in ottone, in cui scorrono i fili elettrici, che
arrivano alla struttura luminosa, che è composta esclusivamente di lampadine.
Abbiamo quindi la mancanza di qualsiasi attributo decorativo. Un distacco completo dall’Art
Nouveau. Quando si parla di Loos come “contrario all’arte totale” si intende proprio
questo, che lui non disegna tutto, non progetta tutto, quasi come un anticipatore di ciò che
accade oggi in cui un progettista non è detto che progetti tutti gli elementi, e questo è
decisamente una rivoluzione, non era mai accaduto che qualcuno inserisse nel suo lavoro
qualcosa di prodotto da qualcun altro (sedie Thonet).

Loos in questi anni progetta tutta una serie di negozi, di case, bar sono luoghi della vita
quotidiana, campo di indagine prediletto da Loos, che evidenziano un altra caratteristica
della suo lavoro, ossia quella che, accanto alla critica all’ornamento, Loos fa tutta una serie
di operazioni che parlano di interventi ricchi sotto il profilo decorativo:
 si può osservare una vetrina di un negozio, dove egli inserisce una serie di lastroni in
marmo, le cui venature arricchiscono sotto un profilo decorativo la vetrata, ma in realtà non
è una decorazione applicata.
 I suoi interventi di motivi decorativi risiedono nella peculiarità del materiale da lui scelto,
non vi è alcuna decorazione applicata.
La questione chiave è proprio saper scegliere dei materiali dalle qualità sensazionali, in
quanto la qualità stessa funge da decorazione; lui elimina dal progetto, dalla
ristrutturazione, tutte quelle figure che si occupavano di realizzare quella decorazione, al di
là dell’idea plastica o pittorica, andava realizzata e per lui questo era un spreco della forza
lavoro, facevano parte di un epoca che non esiste più.
 “Ornament and crime”: sottolinea come sia necessario eliminare l’ornamento perché non
più adeguato alla vita moderna.
 Looshaus, Vienna, 1909-11 Uno dei lavori più
importanti e anche più criticati di Loos, nel centro di
Vienna, a ridosso della Residenza Imperiale, luogo di
grande rappresentanza. realizza questo intervento di
cui, se si osserva la via principale che conduce alla
Residenza, osservando i tipi di edifici che costruiscono
la città, si nota, spostando lo sguardo su quello di Loos,
la diversità del suo edificio rispetto a quelli dei suoi
contemporanei. La fascia del pianterreno e del
mezzanino è scandita da 4 colonne classiche, la
copertura del tetto in rame, la facciata rifinita con
intonaco a calce, sono tutti elementi della tradizione
viennese, adattati però alle esigenze di un moderno
edificio commerciale. Elimina qualsiasi tipo di elemento decorativo, la decorazione risiede
ancora una volta nella scelta dei materiali, ci sono elementi di marmo cipollino verde, le
partiture sono delle semplici bucature in queste grandi pareti bianche pulizia e l’essenzialità
di questo intervento, che chiaramente viene criticato tantissimo, tanto che sui giornali
viene pubblicata una vignetta che paragona l’edificio a un tombino, tanto era la diversità
rispetto agli edifici a cui erano abituati i
viennesi. Inserisce una serie di bow windows, di
particolari che sono inseriti in questo edificio
perché Loos introduce un altro elemento
rivoluzionario nel fare architettura, egli
diversifica le altezze in base alle funzione dentro
all’edificio; ad esempio lo spazio in corrispondenza dei bow windows è uno spazio molto
basso, ed era era il luogo delle sale prova, essendo l’edificio della Goldman e Salatch, una
ditta di moda; un negozio dove si vendevano abiti e dove dei sarti disegnavano e creavano i
vestiti per uomini e donne del tempo. Contrapposizione tra interno complesso e esterno
semplice si evince anche nelle sue abitazioni.

Ad esempio osservandone una dello stesso periodo, la Casa Scheu, si nota come l’edificio sia
semplificato, scarnificato da qualsiasi elemento decorativo, sempre intossicato e caratterizzato da
una partitura regolare delle finestre ma se si guarda l’interno ci si rende conto della ricchezza degli
ambienti, non solo grazie all’uso dei materiali ma proprio per le altezze tutte diverse per i singoli
ambienti. Esempio rilevante della differenza fra interno ed esterno, I volumi esterni squadrati,
intoancati di bianco, privi di ornamenti, MUTI. Dentro pareti rivestite di laste di marmo, preziosi
tappeti, legni pregiati, travi a vista, i vetri e gli specchi che danno vita agli ambienti. Ma è
soprattutto lo spazio interessante, come compenetra i volumi, li collega, li suddivide in base alle
necessità rivelando cosi piani intermedi, nicchie ribassate, angoli inattesi, passaggi “segreti”.

 Rufer Haus, a Vienna, costruita nel 1922,


troviamo un ulteriore aspetto innovativo
ossia che iniziano a comparire delle
finestrature che non sono più inservibili
all’interno di griglie geometriche, sono
sparse ma la loro collocazione non è casuale,
mette appunto quella che si chiama “la
progettazione dall’interno all’esterno”, ossia
inserisce le finestrature e le diversifica in
base alle funzioni. Accanto alla complessità
dell’interno scardina completamente la
modalità di progettare gli esterni.
Nell’interno si possono vedere ancora una
volta la differenza di altezza tra gli ambienti, per esempio la sala da pranzo, essendo un
ambiente dove si sta seduti, non presenta la stessa altezza degli altri ambienti, ma è molto
più bassa.

1. Muller Haus, a Praga, 1929; casa simmetrica


nella sua partizione, asciutta, regolarissima
nella sua conformazione plastica, ma che
rivela interni ricchi e preziosi grazie al marmo
verde cipollino che ne caratterizza gli spazi
pubblici. Una decorazione affidata
principalmente alle qualità naturali delle
venature marmoree.
Loos è importante non solo perché lavora e riflette su tutti questi aspetti che abbiamo affrontato,
ma anche perché senza la sua opera non si sarebbero avuti tutta una serie di cambiamenti nella
modalità di progettare lo spazio, che avranno delle ripercussioni sulla progettazione di Le Corbusier
e Mies van Der Rohe (come vedremo nel Padiglione tedesco dell’esposizione di Barcellona).

17 dicembre 2020
LE CORBUSIER
È un architetto che possiamo definire uno sperimentatore, un architetto che si è sempre misurato,
che ha voluto fare sempre del suo lavoro un’ opera assolutamente innovativa.

Le Corbusier è nato nel 1887 in un piccolo paesino svizzero, sceglie di inventarsi un nome d’arte:
scelta importante perché questo autore ha una qualità tipica del nostro tempo che è quella di
essere stato un grande divulgatore del suo lavoro, e lo fa attraverso tantissimi scritti, e il nome
d’arte è per sembrare meno provinciale rispetto alle sue origini.
Studi a l’Ecoled’art dove incontra un insegnante che lo inizia all’architettura.
Cerca di divulgare la sua immagine, inserito in tutta una serie di dinamiche mass mediatiche del
suo lavoro che sono tipiche della nostra contemporaneità. È stato uno degli antecedenti della
pubblicizzazione del proprio lavoro e dell’interazione con il pubblico, era consapevole di doversi
sponsorizzare con un pubblico. Fotografare lo stato della creatività non inserendo delle barriere tra
le discipline, ma spaziando tra queste, in una visione globale che rappresenta la modalità di
lavorare di Les Corbusier.
-Si occuperà di architettura, design, grafica…

-All’interno della rivista inizia a farsi chiamare Le Corbusier. Fino al 1925 durerà la rivista. Nel
numero 2 pubblica un testo che si chiama “Ornament and crime” scritto da Loos, c’è una
dichiarazione di poetica che affermava che l’ornamento fosse un delitto.
-All’interno del n.4 compare uno scritto in cui lui afferma che la logica è la guida migliore per
affrontare le questioni relative all’espressione artistica. La logica permette di creare. Logica e
intuizione sono collegate.
-tutti gli articoli che pubblica vengono raccolti nella sua principale pubblicazione “Verso un’
architettura” 1925.

Le linee portanti della sua ricerca le rintracciamo in una serie di viaggi che egli intraprende dopo
la sua formazione nel suo paesino svizzero.
1. Nel 1911 si reca in Italia a Firenze, a Siena, a Ravenna, a Padova, a Ferrara e a Verona, fa
quello che possiamo considerare un viaggio formativo in Italia e la sua attenzione si
concentra sulla Certosa D’Ema, nella periferia di Firenze; importante perché questa Certosa
fa trarre a Le Corbusier un insegnamento che ritroveremo nei suoi progetti e nelle sue
riflessioni. Certosa D’Ema” per lui era un perfetto modello di vita comunitaria, nel senso
che intravede una parte pubblica dove vi è la chiesa, una grande corte aperta la pubblico e
poi vi è un altra parte, retrostante, un grande chiostro rettangolare, su cui si affacciano dei
moduli abitativi che sono le cellule dei frati. Quindi i frati abitano in queste sorta di villette
su due piani che si affacciano sul chiostro. Questa modalità di vita, di abitare lo spazio, per
Le Corbusier appare in perfetto equilibrio con il paesaggio, in quanto tutte le case dei frati si
facciano sul paesaggio e hanno un cortile interno, e allo stesso tempo si affacciano sulla
corte centrale, per la loro piccola comunità. È un modello comunitario che a suo avviso
presenta aspetti originali e interessanti, addirittura ne disegna tutte le cellule dei monaci e
il loro rapportarsi sia con il paesaggio che con il patio interno.
2. Parigi: Le Corbusier si reca a Parigi e lavorerà per August Perret, uno degli architetti più
importanti del tempo, grande costruttore francese, rinomato per la messa appunto di
edifici famosi per l’utilizzo assolutamente innovativo del cemento armato. Le Corbusier
deciderà di lavorare per questo architetto perché si rende conto che non aveva un tipo di
formazione sotto un profilo costruttivo. “House in the Rue” e “Garage Ponthieu” sono due
esempi di edifici realizzati mentre Le Corbusier era apprendista di Perret. L’interno del
garage mostra in modo quasi nudo e crudo la struttura in cemento armato che lo compone.
3. Berlino: Si sposta a Berlino e entra nello studio di Peter Behrens, l’architetto che aveva uno
degli studi più importanti della Berlino del tempo, il cui suo maggiore committente era il
proprietario della AEG, ditta tedesca che produce oggetti legati alla luce elettrica, sono
infatti gli anni in cui si difendono i primi oggetti elettrici, i primi elettrodomestici. Behrens
lavora per questo grande committente per cui disegna sia le aziende, sia gli oggetti, sia la
grafica; ancora oggi il marchio realizzato da Behrens nel 1910 è il marchio della ditta.
Le Corbousier va da questo architetto perché vuole imparare come egli sa interagire con gli
industriali del tempo.
4. Grecia: dopo questa esperienza in Germania, fa quello che lui chiama “viaggio in
Oriente”, viaggio alla scoperta del mediterraneo e si reca in Grecia e in Turchia.
Le Corbusier fa tutta una serie di disegni di paesaggi che incontra nel suo viaggio, nel
Mediterraneo gli interessa soprattutto il rapporto tra masse piene e spazi vuoti, quindi fa
tutto un lavoro di ragionamento tra luce e materia; disegna addirittura i propilei, cercando
di capirne i volumi rispetto al paesaggio. Viene rapito dal Partenone.
Individua che queste architetture erano come dei grandi oggetti che si stagliavano su uno
sfondo, e questa caratteristica risonerà nelle sue architetture; come ritornerà ciò che lui
rinviene visitando La Basilica di Santa Sofia a Instabul, al cui spazio si accede dopo aver
attraversato le viuzze strette della città e per lui era una perfetta alternanza tra pieni e
vuoti, l’alternanza di spazi stretti e aperti.
Tutti i disegni e le riflessioni finiscono nel libro “Le Voyage d’Orient”, che pubblicherà alla
fine della sua vita.
5. Rientra nel suo piccolo paesino svizzero e inizierà a mettere a punto un sistema
costruttivo, che chiama “Dom-ino System” (maison Dom-ino), che non è altro che una
semplice struttura pulita e semplicissima esteticamente: tre solai rettangolari sostenuti da 6
pilastri di cemento armato interconnessi grazie a una scala, non un progetto di architettura,
ma una sorta di manifesto di Le Corbusier che parla di quella che dovrà essere la casa
moderna, ossia un architettura sollevata da terra, caratterizzata dalla struttura puntuale in
pilastri di cemento armato e con una struttura ancora arretrata rispetto ai solai; ma mette a
punto una serie di istruzioni che caratterizzeranno i suoi lavori successivi.

L’idea di architettura moderna di Corbusier:


 Nel suo lavoro vi è poco ornamento.
 vuole creare un’idea precisa di architettura che afferma che l’architettura è un gioco di
volumi sotto la luce.
 VOLUMI SEMPLICI E ESSENZIALI, ELEMENTI ASTRATTI PRIMARI CHE TOCCANO I SENSI DI
CHI GUARDA LE SUE ARCHITETTURE (rintraccia le radici di questo nell’architettura
industriale del suo tempo, caratterizzata dalla presenza di grandi silos in cemento armato,
nelle città industriali).
 cemento armato, di cui era conoscitore Perret, era un materiale che stava rinovando non
solo l’estetica ma anche gli interni, permetteva di costruire immobili attraverso una
struttura puntuale , quindi non più di muri portanti, che permetteva l’inserimento di grandi
parte finestrate, che rendevano luminosi gli ambienti e flessibili le piante.
 guarda le scoperte avanzate in ambito tecnologico, l’oggetto del suo studio sono le navi,
“città galleggianti”, come dice lui. Estetica navale che compare nelle sue architetture.
Studia esterno e interno delle navi che lui definisce oggetti caratterizzati da architettura
sana e pulita.
 Tutti questi oggetti sono frutto di una condizione moderna. Sono frutto di una serie di
intenzionalità legati a problemi posti: esempio la forma di un a nave, le sue caratteristiche
son determinate da calcoli strutturali. Non sono messi a fini estetici, ma pratici.
 Studia gli aereoplani e le automobili. Paragona le automobili innovative con il Partenone (a
suo avviso risultato più avanzato nel mondo dei templi).


 La Maison Citrohan, 1922 : grandi spazi illuminati
grazie a vetrate continue. Mette a punto numerosi
versioni di queste case. Maison Domino: casa
disposta su due piani con salotto a doppia altezza e
presenta uno spazio libero da qualsiasi vincolo
strutturale grazie all’utilizzo di pilastri in cemento
armato. Lo spazio è organizzabile secondo le
necessità di chi si abita. Questa cellula abitativa
poteva essere moltiplicata all’infinito e disposta per
creare un grande atrio interno e mettere a punto
grandi isolati cittadini. Procede per logica
dimensionale.

 immeubles -Villas (1922): è il punto di mediazione


tra la dimensione urbana e la singola unità
abitativa. Viene realizzato per l’esposizione della
arti applicate di Parigi del 1925 ha, grandi vetrate, è
su due piani, un balconcino mostra che questo modulo abitativo è il modulo che compone
un grande isolato.
-Prende spunto dalle cellule dei certosini per progettare questo progetto ma con gli
strumenti tecnologici propri del suo tempo.
Dentro l’esposizione progetta anche un piano urbanistico per la città di Parigi, procede dalla singola
cellula all’isolato. Per giustificare il progetto fa una serie di analisi circa il cambiamento
dimensionale delle città del suo tempo. Dimostra che le città sono sottoposte a un grande
ampliamento di popolazione e bisogna riprogettarle secondo nuovi principi che corrispondono alla
costruzione di grandi grattacieli alti 70 piani, a pianta cruciforme.
- Tutto ciò che è vecchio va demolito per lui.

La sua città ideale la progetta per il centro di Parigi: progetta di abbattere tutto il centro per la sua
città composta da grattacieli! La città ideale era caratterizzata da
-Grattacieli a pianta cruciforme impostati al centro di una maglia stradale a pianta quadrata.
-strade per pedoni e per macchine.
-si basa di qualcosa di gigantesco e continuo.

 Riesce a imbrogliare un industriale di Bordaeux, lo convince a realizzare una cittadina con i


suoi principi:
-ripetizione di elementi uguali
-industrializzazione
-mezzi avanzati del tempo (cemento armato)
-abitazioni economiche
Uno dei primi quartieri moderni che mostrano risultati veramente orribili, lui non è capace
di costruire bene.
Sebbene sia questa situazione che gli permette di stare a contatto con i suoi più importanti
committenti. Si tratta di ville unifamiliari.
 Manifesto dei 5 punti dell’architettura per LC:
1 sollevare la costruzione da terra (pilotis)
2 finestre grandi a nastro continue
3 tetto- giardino
4 pianta libera, in base alle necessità del cliente. Progetta e mette a punto secondo
principi basati sullo studio di precise misurazioni
5 Ossatura indipendente: pieni e vuoti basati sulla sezione aurea e secondo a regole
geometriche legate alla geometria del triangolo e alla sezione aurea. Ci sono degli elementi
di rottura, come una pensilina che segna l’ingresso, che riprende le pensiline che aveva
studiato e che caratterizzano le navi.
E’ come se volesse costruire in cemento macchine industriali avanzate.

Una regola dettata da dei principi


matematici al cui interno ci son o
elementi di libertà. La massima
espressione è raggiunta da
 Villa Savoyes: pianta libera, tutte e 4 le
facciate sono uguali. Inserisce una rampa
che percorre l’intera abitazione che
permette ai proprietari di ammirare l’ambiente domestico, una scala per andare
velocemente e una rampa per apprezzare. Sul tetto/giardino grandi volumi (pilotis)
intonacati di bianco che ricordano i camini delle navi.Il pianterreno è “svuotato”, è ridotto a
pareti vetrate curve.
 Maison Jaoul, 1951-54: siamo nel secondo dopoguerra, salto nella sua poetica dopo il
secondo conflitto mondiale. Grandi superfici bianche intonacate, grandi vetrate, superata
nel secondo dopoguerra. Rientrano in una modalità diversa che si basa su un’estetica del
cemento armato lasciato a vista. Gli architetti del tempo si rendono conto della necessità di
avvicinarsi alla realtà che le persone stavano vivendo, realtà segnata dalla guerra. LC
determina la messa a punto di abitazioni diversissime da quelle di prima..
 Qui realizza la Maison Jaoul, le pareti lasciano il
posto al cemento a vista, aspetto brutale, grezzo, gli
interni sono quasi bui, gli interni sono drammatici.
Si basano su una serie di volte ribassate. Sono
realizzate da degli operai algerini, vuole avvicinarsi
alle tradizioni e alle qualità spaziali tipiche dei
luoghi. La volta catalana era una tecnologia tipica
della mediterraneità. Ambienti molto drammatici
lontani dagli ambienti che abbiamo visto fino ad
ora. Compaiono i materiali lasciati a vista, inserti in
legno, la tecnica viene messa da parte, come se
l’architettura incorporasse la drammaticità del
momento storico.
 U
 nitè d’habitation, Marsiglia, 1945-52:
commissionato dal comune, destinato agli sfollati
della guerra. Reinterpreta in chiave
contemporanea i 5 punti dell’architettura, edificio
sollevato da terra, i pilastri hanno un aspetto
molto drammatico. Reinterpreta il motivo del
grande isolato abitato, le sue casette sono una
reinterpretazione dell’immoble villa, case sempre
su due piani incastrate in una struttura in cemento
armato. Il tetto è calpestabile. Alla sua sommità
troviamo grandi camini, sale riunioni, asili per i
figli, scuole, bar, ristoranti, negozi...Pensata come
se fosse una grande nave autosufficiente. Una
grande utopia. Cappella di Notre Dame, Rochamp:
Gli architetti si interrogano di fronte a questa
architettura che non ha nulla di razionale, come era
solita l’opera di LC. Tutti quei passaggi vengono
meno in questa cappella. Scompare il tetto piano,
abitabile, compare una possente copertura in
cemento come se fosse una grande vela o un tetto
primitivo che non si appoggia sui muri. Costruzione
rugosa. Interni quasi primitivi in cui la luce ha un fattore determinante, una luce che entra
all’interno dello spazio attraverso profonde finestre.
 La tourrette: convento domenicano costruito in
Francia. Cemento armato. Finestre non più grandi ma
diventano nicchie aggettanti, ogni nicchia è una
stanza. Articolata a forma di C. Chiaro riferimento
alla Certosa d’ema. Dove vediamo le superfici di
vetro continue sono gli spazi collettivi. Pareti ruvide,
scompare il bianco puro, la luce è drammatica. Tutto
diventa più materico. Nel cortile interno di questo
convento segnato da percorsi pedonali che mettono
in comunicazione con la chiesa. Spazio complesso,
segnato da percorsi.

Siamo a ridosso degli anni 60, chiude questa architettura e


viene chiamato in India a Chandigarm per realizzare la
nuova capitale per 500 000 persone. LC aveva il sogno di
progettare grandi città, non accetta questo incarico, ma dà
solo delle indicazioni e si sofferma a progettare gli edifici
più rappresentativi della città in questione, il campidoglio
e gli edifici amministrativi.
Questi edifici rappresentano i poteri dello stato,
burocrazia, democrazia, grandi isolati che si guardano in
lontananza.
edificio della burocrazia: impianto ricorda quello della
tourrette ma fuoriescono volumi che sono le coperture
delle due sale di riunione più importanti la cui
caratteristica è una copertura che rimarca uno spicchio di
luna capovolto e questa scelta si inserisce in uno dei
simboli caratterizzanti della cultura indiana (mezzaluna).
Il tribunale: grande cornice in cui sono posti gli uffici. Ha
una grande copertura. Ha motivazioni climatiche:
protegge, inserisce una serie di motivi di riferimento alle
tradizioni locali e alla cultura.
Chandigram rappresenta la chiusura di un ciclo poetico che
ha segnato 50 anni.

La sua poetica è visibilmente cambiata in relazione ai mutamenti del tempo.

7 gennaio
MIES VAN DER ROHE
Figlio di uno scarpellino, un artigiano in formazione importante per capire il lavoro di questo
architetto). Ha avuto modo di entrare in diretto contatto con il mondo dei materiali e della
costruzione. Nasce ad Aquisgrana (Germania), nel 1905 si trasferisce a Berlino e lavora in uno
studio di architettura e nel 1907 gli viene commissionata la progettazione di una casa per un prof
di filosofia.
L’intera opera di Mies ruota attorno alla fedeltà all’ ” essenza del costruire”. “Costruire è dare
forma alla realtà”. Tale affermazione va intesa come intenzione di dare forma alla costruzione a
partire dalla realtà: la realtà è un presupposto, qualcosa a cui la costruzione può aspirare ed
adeguarsi.
3 aforismi per comprendere la poetica:
1. Il meno è il più: più si toglie e più ci si avvicina all’essenza delle cose e quindi alla loro bellezza.
Bisogna avere profonda conoscenza dei materiali.
2. misura: manifestare ciò che è essenziale attraverso la proporzione. La misura è anche il dettaglio
e la cura del dettaglio.
3. ordine: attraverso l’ordine si raggiunge la chiarezza degli spazi e della costruzione.
Queste chiavi interpretative caratterizzano l’architettura classica anche. Classicità nell’opera di
MVDR.

-Il percorso-
 Riehl House, Neubabelsberg, 1907: Casa
commissionata per lui e la moglie. Profonda fedeltà
alla tradizione prussiana, tetti spioventi tipici. L’interno
è strutturato attorno a una sala centrale su cui si
affacciano gli ambienti. Ci parla di una grande
attenzione di MVDR per i rivestimenti murari e
dell’integrazione degli elementi con le pareti
(nasconde degli armadi per esempio). La veranda è
sovrastata da un grande timpano, evoca il tema del
tempio classico, come un grande padiglione collocato
sul podio, tema declinato negli stessi anni in un
crematorio progettato dall’architetto tedesco Behrens
in contemporanea a questa casa. Questa abitazione
rappresenta una grande maturità per tutto ciò che
stava accadendo in quel tempo (1907).

Fa esperienza presso Peter Behrens, studio in cui


passeranno Gropius, Le Corbusier. Impara una traduzione
in chiave contemporanea del classico (Turbinenfabruk
(Beherens): alternanza di pieni e vuoti, l’ordine, impara ad
avere una sensibilità per gli aspetti sostanziali del costruire,
non stilistico-esteriori.

 Progetto per un monumento a Bismarck, 1910:


grande bastione di pietra ancorato su una muratura a
vista, sorta di grande podio che si appoggia sul fianco
di una collina. Guarda l’architetto Schinkel,
l’architetto della plasticità. Tutti questi riferimenti.
 Kroller e Muller House che determinerà la
rottura di Mies da Behrens. I committenti non
sono soddisfatti del progetto di Beherens e
chiedono a Mies di progettarlo, ciò crea un
contrasto tra i due architetti. Mies propone
un’abitazione integrata nella natura circostante
caratterizzata da delle parti con grandi
colonnati, aspetto che i committenti gradiscono
molto.

-1913 Lascia lo studio anche per una divergenza che hanno


rispetto a un’architettura che viene realizzata ad Amsterdam a inizi
900 che è la Borsa di Amsterdam. Mies crede che fosse
un’architettura moderna.
Predilizione di Mies per l’onestà del costruire, che non ha nulla a
che vedere con gli stili storici. A Mies non interessa nulla della
forma.

 -Apre un suo studio dove si dedica a progettare residenze


per facoltosi clienti.Progetto di concorso per un
grattacielo alla stazione di Friedrichstrasse: Progetta un
edificio di 20 piani, rivoluzionario, privo di aspetti che
avevamo visto nei grattacieli americani, senza basamenti,
elimina i riferimenti della costruzione del passato.
Moltiplica piani avvolti da una superficie continua
di vetro. A prima vista sembra fare riferimento al
patrimonio lasciato dagli espressionisti (cristallo
simbolo di riscatto collettivo, mistica allusione a
una dimensione ultraumana). Ma non è
così,voleva mostrare l’incredibile scheletro di
acciaio dei grattacieli che si intravede grazie al
prisma di vetro. Questo dimostra anche un suo
interesse nei confronti della luce.

Produce un’alternativa a questo grattacielo caratterizzata


da linee sinuose, per studiare le caratteristiche materiche
del vetro.
 Negli stessi anni partecipa alla pubblicazione della rivista Berlinese “G”. Nel primo numero
possiamo leggere che ogni dottrina estetica e formalismo viene rifiutato. Con i suoi progetti
per le case esplora invece il nesso tra materiali, tipologie edilizie, tecniche costruttive, con
l’intento di affrontare i iproblemi da essi sollevati da un punto di vista costruttivo, non
estetico o formale. La radicalità del procedimento è esplicita. Progetto per una casa di
mattoni: edificio con telaio cemento armato, la sua caratteristica è il fatto che le travi hanno
sbalzi laterali di 4 m. Struttura lineare, aperta, un sistema di molteplici ascisse e ordinate
framentate, interrottte, prolongate idealmente
all’infinito, una congettura di spazio abitativo
una conseguenza di effetti spaziali.
 Progetto per una casa di campagna in cemento,
gli permette di studiare le proprietà del
cemento armato come elemento espressivo,
non come struttura.
 Eric wolf House: ricorda Mondrian, conosceva
gli artisti del suo tempo che studia e conosce in
chiave architettonica. Non ha più le
caratteristiche di spazio pensato diviso per
stanze, la casa viene pensata nel suo svolgersi di
spazi intesi come spazi fluidi e continui, non
sono intesi come elementi che chiudono le
stanze, ma intesi come degli schermi. Le linee sottili che vediamo nella pianta sono grandi
vetrate. Abbandona il principio abituale degli ambienti chiusi per pensare all’abitazione
come susseguirsi di spazi continui. Le parti sottili son delle vetrate continue da pavimento a
soffitto, quindi non pensa nemmeno più alla divisione porte/pavimenti.
 Hermann Lagne house: sparisce l’influenza persiana, grandi vetrate, casa concepita come
ambienti che si affacciano attorno a un grande terrazzo. Il tetto è piano, iniziano a
comparire tettoie a sbalzo. Le piante mostrano sempre più spesso la capacità di progettare
ambienti come spazi comunicati fra di loro. Percorso evolutivo.
Tutte case caratterizzate da mattoni a vista che conferiranno alla creazione del :
 monumento a Rosa Luxemburg: Monumento inteso
come una sorta di grande muro, allusione alle
“persone uccise, messe al muro”. Lungo 15 metri, di
massa imponente, che diventa plastico grazie ai suoi
blocchi. Il mattone qua diventa elemento di
espressione della tensione fisica che si intuisce tra
ciascun elemento. Laterizio, scabro, irregolare,
irrimediabilmente mortale nella propria materialità, e
la massa di compatti parallelepipedi.

 - Viene chiamato a Stoccarda a progettare una casa


per abitazioni collettive nel 1927, in un quartiere
dove vengono chiamati numerosi architetti che
operavano negli anni 20, per costruire una residenza. Questo quartiere voleva mostrare i
risultati raggiunti dagli architetti del tempo nel costruire abitazioni. Il tema dell’abitazione
era un tema socialmente utile e adeguato ai tempi che si stavano vivendo.
Mies realizza un’abitazione residenziale in cui applica principi di razionalizzazione nella
costruzione. Questo grande edificio è costruito con una struttura in ferro. Ciò che emerge
con evidenza sono la flessibilità e la libertà che essi permettono nella disposizione degli
alloggi: a partire da metrature tutte identiche, ogni appartamento presenta soluzioni
differenti (fatta eccezione per bagni e cucine), in risposta alle richieste di di diversificazione
delle esigenze lavorative.

Abitazioni moderne che potessero essere acquistati dalla gente comune. Gli appartamenti erano
tutti della stessa dimensione ma modificando gli interni con dei pannelli mobili che rendevano le
casse distribuibili in base alle necessità degli utenti. Ciò si vedrà poi soprattutto nel Padiglione
Tedesco che progetta per l’esposizione internazionale del 1929, a Barcellona.

German Pavillon for the international exposition,


Barcellona 1929. Tranne pochissimi elementi di arredo
(disegnati dallo stesso Mies), esso non contiene null’altro
che lo spazio vuoto delimitato da discontinui diaframmi.
Intorno a questo apparente vuoto, privo di un centro, il
padiglione si svolge senza meta afferrando la tematica
dello spazio espositivo contemporaneo. Rialzato di alcuni
gradini, in questo padiglione (luogo che doveva ospitare
una cerimonia di accoglienza per il re di Spagna) vi è
utilizzo di pochissimi elementi costruttivi: 8 pilastri
portanti cruciformi a cui Mies alterna degli elementi che
sono delle piastre di marmo. Il padiglione si struttura su
un livello rialzato dal suolo. Grande tetto aggettante, alternanza di setti divisori in vetro o marmo.
Caratterizzato da un utilizzo di materiali molto pregiati che sono dati da marmi venati e da lastre di
vetro scurito incorniciato d’acciaio che fungono da muro di contenimento dello spazio espositivo.
Viene posta una scultura posta nel laghetto in un punto in cui sia visibile da tutte le parti
dell’edificio. Gli elementi decorativi sono veramente ridotti all’essenziale. Il padiglione è decorato
dai materiali che impreziosiscono lo spazio. Giochi di trasparenze, opacità e lucentezze che
intrattengono lo spettatore in questo lussuoso ma sobrio spazio. La pianta è strutturata sulla
moltiplicazione di un modulo base (MISURA che ordina lo spazio sia sotto un profilo delle
dimensioni che della pavimentazione). Non c’è più finestra o porte, ma pannelli. Arredi pochi.
Elimina confine spazio esterno e interno creando una
spazialità fluida.
 Tugendhat House: 1930. Alla casa, posta su un
terreno scosceso, si accede dal piano superiore:
nitidi volumi scatolari, che sono le stanze della zona
notte, sono raccordati tra loro da un tetto piatto. E’
un’ abitazione che si sviluppa su due livelli. Si
presenta come un edificio introverso.
Il piano inferiore è la zona giorno, uno spazio libero
quali unici vincoli sono una griglia di pilastri
cruciformi, un setto di onice fossilizzato e un parete
semicircolare di legno d’ebano Pannelli che dividono
lo spazio, pannelli di onice, pannello in marmo che fa da sfondo al soggiorno. Non vi sono
porte. Gli arredi sono disegnati da MVDR.

Ci avviciniamo al secondo conflitto mondiale, abbandona la Germania come molti architetti, per
motivi di impossibilità di lavorare per via del regime.
 Si trasferisce in America e inizia a insegnare all’istituto di tecnologia di Chicago di cui
progetterà il campus universitario di Chicago. Declina il punto di vista su edifici diversi (non
più abitazioni private)
Il campus costituisce la sua prima occasione progettuale, progetta la planimetria all’interno del
quale prevede una serie di edifici che comprendono la facoltà di architettura, disegno, gli spazi di
preghiera.. Edifici sorretti da scheletro di acciaio composti da travi con sezione a doppia T
incorporate nelle facciate ma allo stesso tempo affioranti com euna rete ortogonale tra pannelli di
tamponamento realizzati in mattoni e vetro. Deve rinunciare all’uso di materiali nobili quali marmo
e pietra, ma tuttavia secondo lui la povertà non è privazione. Sceglie solo 3 materiali (mattone,
cemento, vetro) che vengono utilizzati sempre in modo diverso in modo tale da diversificare le
architetture del campus.
La facoltà di architettura: grande edificio sollevato da terra che scandiscono la copertura che sono
travi che servono a tenere sospeso il tetto. Vetrate trasparenti e opache al piano terra in modo tale
che gli allievi potessero disegnare e avere una privacy. Tutto l’edificio è pensato secondo dei
multipli, ordine e misura.

Nelle successive abitazioni:


 Farnsworth House 1950: utilizzo di strutture in ferro, spetta alle tende proteggere gli
abitanti dalle luci. Architetture integrate con la natura. L’abitazione ha una pianta quadrata
e i pilastri si riducono a 4, gli angoli privi di sostegno verticale. Tutti questi studi
confluiranno nella realizzazione della

 Galleria Nazionale di Berlino, caratterizzata da piastra del tetto sostenuta da 6 grandi


pilastri. Tema della misura, motivo della simmetria, ordine, riduzione degli elementi che si
applica a un edificio pubblico. Accuratezza di Schinkel per quanto riguarda l’ordine
architettonico.
Ha influenzato tutti gli architetti a noi contemporanei.

14 gennaio

L’architettura finlandese e scandinava e ALVAR AALTO 1898

Nasce in Finlandia nel momento in cui non è ancora uno stato indipendente. La Finlandia ha
precise ripercussioni nelle finalità che si pone questo architetto finlandese. La Finlandia ottiene
l’indipendenza nel 1917, solo che l’anno successivo scoppia una guerra civile per cui l’indipendenza
vera l’ottiene solo nel 1945.
La Finlandia non è solo occupata politicamente ma subisce l’influenza culturale della Svezia e
della Russia:
negli anni in cui Aalto era ancora giovane, operano in Finlandia una serie di architetti che fanno
parte del movimento romantico: Lars Sonck, Saarinen, Lindgren. Il loro obbiettivo era di creare
un’architettura che rappresenti la cultura finlandese nonostante l’influenza straniera . Questi
architetti sono i predecessori di Alvar Aalto.
 Nella cattedrale costruita da Sonck, la presenza di grandi guglie sta a indicare l’influenza del
gotico. Nella sua chiesa di Helsinki vediamo l’utilizzo di forme monumentali che voleva
essere un mezzo per affermare l’indipendenza culturale della Finlandia. Da una parte
notiamo la necessità di parlare della cultura finlandese attraverso motivi zoomorfi,
dall’altro le imponenti e massicce forme che vogliono simboleggiare finalmente una cultura
propria che si impone. L’apertura verso le ricerche europee dall’altro lato. Guardiamo per
esempio la casa studio che sembra uscire da una roccia.
 Altra architettura di Lars Sonck è la Kalio Church (1906-12), una chiesa ad Helsinki. Qui vi
troviamo l’utilizzo di forme massicce, monumentali, che volevano essere un mezzo per
questi architetti per affermare l’indipendenza culturale della Finlandia nonostante fosse
occupata. In tutte le architetture di questo periodo vediamo una prevalenza di torri e
torrette ma anche la prevalenza di motivi zoomorfi, quindi tutta una serie di motivi tratti
dalle tradizioni vernacolari finlandesi e che ben esprimono gli obbiettivi del Movimento
Romantico finlandese. L’utilizzo di elementi vernacolari, in questo caso zoomorfi, e il
carattere monumentale degli edifici stava ad indicare la volontà di questi architetti di
esprimere un’indipendenza politica e culturale della Finlandia nonostante fosse occupata
 Casa-studio (1902-3) di Eliel Saarinen, Armas Lindgren e Herman Gesellius. In questo caso
specifico leggiamo l’influenza dell’opera di William Morris e delle Arts & Crafts inglesi.
Questi architetti guardavano cosa si faceva nel resto d’Europa, quindi quali erano i
movimenti più avanzati e innovativi nel resto d’Europa.
 Stazione di Helsinki progettata da Saarinen: presenza di un torrione, architettura formata
da masse imponenti e monumentali. Gli interni ci ricordano l’art nouveau, anche lui guarda
quindi cosa succede nel resto dell’Europa. Gli interni della Stazione mostrano un’aderenza
allo stile Art Nouveau nelle linee sinuose dei motivi ornamentali che segnano le travature.
Quindi anche Saarinen guarda a quello che sta accadendo nel resto d’Europa.
 In Svezia, a Stoccolma opera contemporaneamente Ragnar Ӧstberg,stberg, che realizza il
Municipio di Stoccolma (1909 -23), un architetto assimilabile per certi versi a Saarinen.
Sede del parlamento di Helsinki, Siren: guardano gli stili storici, guardano all’architettura
neoclassica.

Gli allievi di questa generazione di architetti sono Asplund, in Svezia e Alvar Aalto in Finlandia che
volevano apparire europei (guardando alle altre esperienze europee) e insieme volevano declinare
l’identità nazionale della loro patria, quella finlandese nel caso di Aalto.
 Cappella nel bosco a Lewerentz di Asplund (1920) è uno dei progetti più interessanti
presentati alla Biennale di Architettura di Venezia. Questa architettura esprime sia il
Romanticismo nazional romantico sia una rielaborazione del neoclassicismo che si vede
nell’interno della casa nell’utilizzo di un grande spazio voltato.

 Alvar Aalto si laurea al Politecnico di Helsinki e dopo


aver lavorato nello studio di Armas Lindgren, uno
degli architetti del Movimento Romantico, nel 1923
apre nel piccolo paesino di Jyväskyla il suo primo
studio di architettura, chiamato “Studio di
architettura e arti monumentali”
→ Aalto umanizza l’architettura, è attento alla funzione che si svolge dentro all’edificio ed
è attento anche alle esigenze umane. Anche nel caso di Aalto si parla di architettura
organica, ma organico non indica una forma “organica” dei suoi lavori ma l’accezione del
termine è inteso nel senso che l’organicismo di alcune forme messe a punto da Aalto è
sempre determinato dal fattore umano, che guida la progettazione. Non è solo una
questione di forma, ma è una questione legata alla sua poetica.
Non si tratta di un’architettura composta da forme curvilinee, organiche in senso di naturali,
sinuose, ma di un’architettura che nasce in funzione delle necessità dell’uomo, della
relazione con l’esterno ecc.
 Uno dei primi lavori che Alvar Aalto progetterà e realizzerà è la Casa del Popolo (1924-25),
un volume che all’esterno si presenta come un semplice parallelepipedo scandito
solamente da poche aperture e solcato al piano terra da un colonnato tuscanino.
Quest’opera risulta importante perché qui Alvar Aalto anticipa uno dei temi che
caratterizzerà tutta la sua carriera architettonica, ossia il tema dello spazio urbano, quindi
della relazione dell’edificio con lo spazio urbano in cui è inserito.
Alvar Aalto in questo periodo sta analizzando e
studiando l’architettura italiana. Se osserviamo infatti
le piante di questo edificio, vediamo che presenta al
piano terra un grande Foyer a pianta circolare da cui
si sale ai piani superiori, dove troviamo una grande
sala per le assemblee. ci rendiamo conto del modello
a cui sta guardando Alvar Aalto: la Cappella della
Sacra Tomba di San Pancrazio a Palazzo Rucellai a
Firenze di Leon Battista Alberti. Alvar Aalto guarda
l’architettura italiana dei grandi architetti che hanno
operato in questo caso a Firenze e la reinterpreta
attraverso l’inserimento del grande Foyer circolare,
un grande volume cilindrico all’interno della Casa del
Popolo.
Quindi Aalto cerca di riprodurre l’effetto sorprendente che è determinato
dall’inserimento all’interno di un corpo architettonico in sé compiuto di un altro corpo
architettonico, il cilindro del Foyer appunto.

Terminato questo lavoro e in occasione del suo primo matrimonio con Aino Marsio, sua
compagna di Politecnico, nel 1924 Alvar Aalto parte per il viaggio di nozze, viaggiando in
Europa e facendo la sua prima visita in Italia. È un viaggio importante perché influenzerà
l’architettura italiana degli anni ’20 ma anche quella successiva.
L’interesse di Aalto per l’architettura italiana non riguardava solo gli edifici rinascimentali
(Leon Battista Alberti) ma anche la relazione che gli edifici italiani riescono ad intrattenere
con il paesaggio...
 In alcuni scritti di Aalto è ben messo in luce il suo interesse alla relazione tra edificio e
paesaggio, che in Italia e in particolare in Toscana è molto forte. I paesaggi e i dipinti italiani
sono oggetto del suo interesse anche perché trova un’analogia tra paesaggio toscano e
paesaggio finlandese. Quello che lui definisce il “paesaggio sintetico” è sostanzialmente
una precisa idea del rapporto tra costruzione e natura per la quale per Aalto la natura deve
valorizzare l’edificio e viceversa. Si deve quindi, per Aalto, instaurare un sistema dialettico di
valorizzazione reciproca. Ogni edificio deve essere considerato come qualcosa che ha un
valore urbano in quanto inserito in un contesto più ampio. Il suo obbiettivo è infatti quello
di mettere a punto dei luoghi, non solo un edifico a se stante. Per questi motivi Aalto ritiene
la sua visita in Italia come fondamentale per il suo lavoro successivo.
 rientra in Finlandia realizza il Progetto per la chiesa di Muurame (1926-29). È un dipinto,
sembra quasi un dipinto rinascimentale, che sta ad indicare il rapporto armonico che Aalto
vuole instaurare tra la costruzione e il paesaggio all’interno del quale è inserita. Nello
specifico, la facciata di questa chiesa (poi realizzata) risente dell’influenza del suo viaggio e
della Chiesa di Sant’Andrea a Mantova di Leon Battista Alberti. L’ingresso nella facciata
richiama infatti in qualche modo la chiesa dell’Alberti. C’è un’influenza, per certi versi anche
un po’ pedante rispetto ai grandi esempi che Aalto ha avuto modo di conoscere nel suo
viaggio in Italia.
Un altro aspetto che si evince dal Progetto di questa Chiesa è il fatto che Aalto concepisce
fin dal principio i volumi delle sue costruzioni secondo un ordine gerarchico. Lavora infatti
quasi sempre per raggruppamenti volumetrici che sostengono il volume principale della
Chiesa. L’edificio realizzato è stato visto dai critici come un edificio che esprime
pienamente la volontà di Aalto di valorizzare reciprocamente la natura e l’edificio (rapporto
dialettica tra natura ed edificio).
 Mentre Aalto, tornato dal viaggio in Italia, progetta le Chiese, gli architetti europei hanno
messo a punto questi importanti progetti.

Proprio nel 1927 Alvar Aalto decide di spostare il
suo studio di Architettura a Turku, perché si rende
conto che il paesino dove ha fondato il suo studio è
troppo piccolo e distante dai centri in cui si
costruisce A Turku entra in contatto con gli architetti
più importanti della Finlandia del tempo e studia gli
architetti europei.Nel 1928 a Turku realizza la sede
del giornale “Turun Sanomat”. Questo edificio
riprende per certi versi la sede del Bauhaus di
Gropius e l’Esprit Nouveau di Le Corbusier. C’è
un’interferenza quasi letterale rispetto quasi al
cambiamento dei suoi modelli.
Il direttore di questo giornale, che è il più
importante di Turku, chiede espressamente a Aalto
di compiere un’operazione di rinnovo dell’immagine
del giornale, operazione che avrà anche effetti sulla
sede del giornale stesso. Vuole una sede che
rispecchi il rinnovamento anche europeo in ambito
architettonico. Aalto guarda a quanto avviene nel resto d’Europa (Bauhaus, Esprit Nouveau
e Weissenof) e lo applica nella sede del giornale di Turku (1928-30). è un edificio per uffici.
Le facciate sono indipendenti dalla pianta e sono segnate da finestre a nastro (non usa più i
muri portanti come nei lavori precedenti ma principalmente sfrutta la nuova tecnologia del
cemento armato). L’edificio è “canonicamente” moderno. La copertura è piana e l’edificio è
segnato da tutta una serie di volumi, scale a chiocciola, inferiate, che Aalto riprende in
modo quasi letterale da Le Corbusier e il suo immaginario.
Architettura moderna non significava solo tetti piani, facciate libere e uso del cemento
armato ma significava proprio il rinnovare gli edifici in base alle nuove necessità dell’epoca.
Sono edifici, quelli considerati “moderni” che rispondono ad un’epoca definita appunto
Moderna: è l’era delle macchine, delle automobili, l’epoca di un rinnovamento della
società.
Questo tipo di edifici avevano un notevole impatto nella città, c’è un netto distacco rispetto
al tessuto esistente in cui si inserisce. L’edificio incarna uno spirito di rinnovamento.
Accanto agli elementi canonici, l’operazione più interessante compiuta da Aalto all’interno
della sede di questo giornale è visibile al piano seminterrato, nella sala della rotativa. Qui
Aalto inserisce tutta una serie di pilastri , elementi originali, trattati in modo plastico.
Iniziano a comparire infatti elementi sinuosi e morbidi, non regolati dalla geometria
euclidea.
Terminata la realizzazione di “Turun Sanomat”, dal 1925 Aalto inizia a partecipare ai grandi
congressi internazionali di architettura, i CIAM. Sono congressi che gli architetti fanno annualmente
come occasione per riunirsi e confrontarsi sui bisogni della società. Vogliono quindi capire quali
temi, quali questioni l’architetto debba approfondire. Il CIAM tenutosi a Francoforte nel 1929 (a cui
Aalto partecipa) ha come tema principale l’abitazione. Siamo nel periodo tra le due guerre, in un
momento in cui il primo conflitto mondiale ha determinato la necessità di costruire degli edifici per
gli sfollati, non solo l’abitazione per grandi committenti, ma un’abitazione per tutti, un’abitazione
popolare, per il grande numero.
 L’opera dove vediamo il primo germe di una
poetica personale e originale di Aalto, liberandosi
progressivamente dei modelli letterali, è il
“Sanatorio di Paimio “del 1929-33. Il sanatorio di
Paimio viene considerato il primo edificio in cui
Aalto inizia a mettere a punto tutta una serie di
motivi che caratterizzeranno tutti i suoi lavori
successivi e che con il passare degli anni e
dell’esperienza mette sempre più a fuoco,
ottimizzando anche i risultati.
Sanatorio: edificio predisposto alla cura dei malati
di tubercolosi. I malati di tubercolosi hanno
esigenze particolari, dovendo stare molte ore
all’aperto e in ambienti con aria continuamente
cambiata. Non a caso questo Sanatorio è realizzato
in un bosco.
-Il referente sotto un profilo architettonico di
questo edificio parrebbe essere ancora una volta
l’edifico del Bauhaus: il sanatorio è infatti composto
da diversi edifici connessi tra loro, proprio come nel
Bauhaus di Gropius. Anche le facciate rimarcano in
un certo senso l’ortodossia del linguaggio moderno (finestre a nastro, grandi vetrate, l’uso
del cemento armato).
-La particolarità di questo edificio è che AAlto inclina i corpi. Non usa più come i
predecessori (gropius e Le Corbusier) dei rapporto ortogonali, ma ruota gli edifici. Non c’è
una griglia cartesiana che regola la planimetria. ruota i corpi di fabbrica per far si che
l’edificio entri in più diretta armonia e comunicazione con la natura circostante, in base alle
viste e agli orientamenti solari.
L’edificio ha ripercussioni in relazione al luogo in cui si trova che prima non trovavamo. C’è
una grande importanza data all’andamento del sole e un’importanza del luogo rispetto
all’edificio.
-“umanizzare l’architettura” → il progetto non risponde più solo a questioni funzionali e
razionali ma anche a qualcos’altro.
-INTERNO: Aalto non si limita al solo progetto architettonico ma si occupa di tutti i dettagli
anche negli interni, progettando tutte le stanze e i loro arredi e arrivando persino a
progettare lavamani. Nel progetto del lavandino: il lavandino ha questa forma perché Aalto
studia i modi in cui l’acqua batte sulla ceramica, studia quindi una forma sinuosa
attentamente progettata per permette all’acqua di infrangersi sulla porcellana senza fare
troppo rumore, dato che ciascuna stanza ospitava due utenti, i quali dovevano
continuamente lavarsi le mani. Si voleva evitare che ciascun malato potesse dare fastidio
all’altro nei momenti di riposo. Aalto ha una grande attenzione anche per gli aspetti
psicologici, che hanno ripercussioni nel suo progetto.
-Le stanze del sanatorio hanno poi un colore del soffitto diverso da quello delle pareti, sono
colori pastello più scuri del bianco delle pareti: sono soffitti soprattutto blu e verdi, colori
che rilassano psicologicamente l’uomo. Sono elementi che non si trovavano prima, che
fino ad ora non erano stati presi in considerazione. Sono aspetti psicologici e umani del
vivere l’architettura. Anche i punti luminosi sono collocati in modo tale da non infastidire
chi sta riposando.
-L’arredo è studiato per essere complementare al sanatorio, dalle lampade, alle sedie, ai
lavandini. Aalto disegna anche tutte le sedute del sanatorio, tutto è realizzato con materiale
naturale, in questo caso legno di conifere (tipiche della Finlandia) curvato. Peculiarità delle
sedute che Aato realizza per il Sanatorio è da un lato l’utilizzo innovativo del materiale
tradizionale Finlandese (il legno), dall’altro il fatto che pensa la seduta in base alla sua
funzione specifica. Vediamo in particolare due sedie, l’una pensata per le sale d’attesa,
l’altra per la sala da conferenza. Cambia la funzione della sedia e cambia quindi il modo in
cui è progettata.
-Quello che abitualmente chiamiamo “Funzionalismo” viene approfondito e diversificato in
base psicologica e fisiologica: se il corpo deve stare più ore seduto in un luogo dovrà essere
studiata una sedia comoda e funzionale a tale scopo. Se il corpo deve stare seduto meno
tempo, la seduta cambia.
-Anche sotto il profilo strutturale dell’edificio viene applicato lo stesso principio. Sul tetto
del sanatorio vediamo che Aalto mette a punto una profondissima pensilina in cemento
armato, a sbalzo, per garantire ai malati sdraiati sui lettini un riparo dai raggi del sole nei
momenti più caldi della giornata. L’attenzione per gli aspetti psicologici e funzionali ha degli
effetti anche sul progetto dell’architettura.
 Biblioteca municipale di Viipuri (Russia,
1927-35). Questo edificio è costituito da due
corpi trattati sotto un profilo estetico in
modo diverso. L’uno è un volume chiuso,
ermetico, introverso, privo di aperture verso
l’esterno. È dove si trova la biblioteca vera e
propria (i libri, la sala di consultazione e di
lettura), e l’altro è un corpo completamente
vetrato dove troviamo al piano terra una
sala conferenze e al piano superiore degli
uffici per l’amministrazione.
All’interno la Biblioteca è caratterizzata da
due corpi con altezze diverse, le pareti sono
tutte sfruttate per la collocazione di
scaffalature per libri a vista (è questo il
motivo per cui l’edificio è introverso) e lo
spazio è interamente illuminato da tutta
una serie di elementi sul tetto.
L’illuminazione viene dall’alto, è continua
ed omogenea in tutto lo spazio.
La Biblioteca, tutt’oggi utilizzata, presenta
infatti dei grandi bocchettoni di luce che
creano una luce diffusa. Aalto studia la
disposizione dei corpi rispetto alla luce per
fare in modo che i corpi di chi sta studiando
non proiettino l’ombra sui libri che stanno leggendo.
Il fattore umano guida le scelte progettuali -> Aalto umanizza l’architettura, è attento alla
funzione che si svolge dentro all’edificio ed è attento anche alle esigenze umane.
Aalto fa delle scelte in merito ai materiali che si inseriscono nell’utilizzo di materiali
autoctoni. Le ampie finestre fanno si che ci sia una relazione con l’esterno e soprattutto il
soffitto di questa sala è ondulato per ragioni di acustica. Aalto inizia ad inserire tutta una
serie di forme curvilinee (motivi ondulatori), frutto di studi che fa sulla diffusione del suono.

 Villa Mairea del 1936-38. Guardando la casa


dall’esterno, ad eccezione degli inserti in legno che
segnano questo corpo piuttosto che al legno degli
infissi, sarebbe facile scambiare questa abitazione
per una casa a noi contemporanea per i volumi
semplici e le pareti intonacate di bianco.
La casa ha una planimetria ad L e abbraccia un
grande giardino con piscina. Tutta una serie di
motivi segnano la diversità di questo edificio
rispetto a quelli visti fin ora.
Innanzitutto le finestre sono inserite in modo non
tradizionale nella muratura ma sono piegate,
oblique, orientate in modo da far entrare più luce possibile nell’abitazione. Vi sono poi tutta
una serie di elementi che parlano di una domesticità che è tutta finlandese e che è legata al
mondo della natura. Lo vediamo nella grande pensilina posta a copertura dell’ingresso della
casa, una grande pensilina a sbalzo costituita tutta da fasci di legno a lor volta sostenuti da
fasci di elementi verticali in legno. Questi elementi sono affiancati da Aalto in modo da
ricreare l’immagine delle foreste di conifere. È un’allusione al bosco che circonda la casa e il
simbolo della Finlandia stessa.

-Compie poi la stessa operazione con la scala all’interno dell’abitazione; c’è un grande
rigore nella planimetria mitigato e dissimulato
da alcune caratteristiche degli interno. La scala
presenta come dei pali che la cingono e la
sorreggono e che ancora una volta costituiscono
un’allusione al paesaggio della Foresta.-Il soffitto
è interamente rivestito in legno caratterizzano e
rivestono i pilastri laccati in nero che sono i
pilastri portanti dell’abitazione.
-Aalto fa uno studio anche visivo della natura
Finlandese che differenziano notevolmente, a
livello di atmosfere, le realizzazioni di Aalto da
architetti che operano contemporaneamente
come Mies van der Rohe (Casa Tugendhat
1930).
-Alvar Aalto, come nel caso della sala da conferenze della Biblioteca di Viipuri, mira
moltissimo ad una compenetrazione tra interno ed esterno , che ottiene attraverso l’uso di
grandi vetrate (come fa del resto anche Mies van der Rohe) ma in una sorta di
rispecchiamento degli interni rispetto agli esterni. Ricrea, in chiave artificiale, la natura
all’esterno. C’è una natura dialettica tra le caratteristiche della casa e della natura
circostante. Un altro particolare di questa casa è l’ambiente della sala principale che
racchiude lo studio, la cui caratteristica principale è la fascia superiore ondulata sulle
pareti, fascia in parte tagliata e creata con elementi traslucidi che filtra la luce e che
identifica una parte della casa importante della casa che è appunto lo studio.

 Lo studio svela internamente la motivazione per cui Aalto inserisce questa fascia
ondulata, diversificando la struttura di questo studio. La parete continua viene infatti
utilizzata per inserire delle librerie e nella parte
superiore vengono inseriti questi elementi armonici
fatti sostanzialmente di luce e ombra.Padiglione
della Finlandia all’esposizione mondiale di NEW
YORK (1939). È un padiglione in cui emerge la
volontà di questo architetto di declinare in chiave
architettonica la dimensione naturale che
caratterizza la Finlandia. In questo padiglione
inserisce infatti tutta una parete ondulata all’interno
realizzata in listelli di legno e che ha una
progressione articolata anche in altezza che
permette la messa a punto di uno spazio molto fluido e dinamico. Aalto prende come
riferimento l’aurora Boreale, ispirandosi ai grandi fenomeni naturali del suo paese per
caratterizzare le architetture. In forma molto meno accentuata è lo stesso riferimento che si
ritrovava nel suo studio.
-La parete ondulata del padiglione veniva usata come base per esporre immagini
dell’industria finlandese.

 Centro Civico di Saynätsalo (1948-52) l’edificio ha una dimensione pubblica e


rappresentativa nell’esterno e una dimensione molto più intima all’interno, dove crea una
corte rialzata rispetto al livello stradale (vi si accede mediante una scalinata). È un’ambiente
pubblico che assume il carattere di uno sazio privato, umile e familiare grazie alle
dimensione contenute e ai materiali autoctoni usati.

Negli anni successivi Aalto si confronterà con progetti pubblici sempre più importanti, come
il Centro Civico di Seinäjoki (1958-87). Qui si confronta con motivi di natura urbanistica.
 La caratteristica più peculiare del Politecnico di Helsinki (1953-66) è l’auditorium, perno di
tutti questi edifici che compongono l’università. L’auditorium ha sempre un aspetto
introverso. L’introversione degli edifici solitamente sta a segnalare nella poetica di Alvar
Aalto la realizzazione di luoghi unici e straordinari, in questo caso l’aula magna del
Politecnico è come una grande cavea di un teatro greco, uno spazio unico creato grazie al
trattamento della copertura.
 Finlandia Talo (1962-71) è un edificio per grandi
concerti realizzato ad Helsinki. Ancora vi troviamo
parti introverse verso l’esterno e parti che si aprono
verso il paesaggio (il Foyer e i luoghi pubblici, per la
collettività collocati a ridosso del paesaggio
naturale).
 Dormitorio M.I.T. (Cambridge 1946-49) è un
dormitorio per gli studenti, un edificio dalla
conformazione sinuosa che si sviluppa lungo ad un
fiume e la cui peculiarità è il trattamento diverso dei
fronti. Ciò deriva da un’attenta analisi del contesto e
anche del fattore umano, che sempre guida le scelte
progettuali. Aalto colloca tutte le camere degli
studenti verso il fiume mentre nella parte sul retro dell’edificio che da sul campus pone tutti
gli spazi pubblici del Campus (le scale, i luoghi per le riunioni). Tratta quindi i fronti in
maniera diversa in base ai contesti.
 Questa attenzione funzionale per il contesto naturale è una caratteristica che non avevamo
mai visto prima.
 Casa della Cultura ad Helsinki (1955-58) è un grande edificio per la collettività, dove ancora
troviamo una diversificazione nel trattamento dei corpi in base all’utilizzo. La Casa della
cultura è formata da un grande edificio in mattoni dove si trova la sala conferenze e da un
secondo edificio trattato anche linguisticamente in modo diverso dove si trovano le parti
amministrative. I due edifici sono legati da una grande pensilina che Aalto inserisce per
rendere più agevoli i passaggi da una parte all’altra dell’edificio anche all’aperto,
proteggendo dalle interperie.
 Un altro progetto interessante di Aalto è la chiesa Vuoksenniska, realizzata ad Imatra tra il
1955 e il 1958. Il corpo della chiesa è composto da tre grandi volumi articolati caratterizzati
da vetrate nelle parte superiori. L’idea di Aalto è quella di rendere divisibile la grande
navata della chiesa in tre spazi diversi. Lo spazio interno di questa chiesa può infatti essere
diviso in spazi minori in base alle necessità. È un’articolazione degli spazi interni che sono
diversi eppure uniti e che caratterizza anche la copertura all’interno della chiesa stessa, che
si piega nei punti in cui vi sono gli elementi che dividono gli spazi della chiesa dagli spazi
collettivi.
 È una progettazione che interessa l’edificio in tutti i suoi aspetti: quello volumetrico, quello
planimetrico e l’altezza dell’ambiente.
 Alto per tutti questi motivi è stato definito il più grande interprete della cultura finlandese,
tanto che il suo volto e una delle sue opere compaiono sulla moneta finlandese.

21 gennaio 2021
Inghilterra e secondo dopoguerra

Nel 1955 The architectural Review pubblica l’articolo di


Reyner Banham che si intitola “the new brutalism” .

Il BRUTALISMO è un termine che prende spunto da l’art


Brut di Jean Debuffet, ma anche dal beton brut, il
cemento armato lasciato a vista che ha la sua prima
celebrazione monumentale nell’”Unité d’habitation” di
LC quindi usato non solo per le sue proprietà costruttive
ma anche per quelle espressive. Definiva art Brut i
disegni dei bambini, quelli dei malati mentali, una serie
di espressioni artistiche che non scaturivano da un
processo artistico intenzionale e spontaneo. Il titolo
“new brutalism” sta a indicare la spontaneità di un
processo artistico non intenzionale, la rudezza di ciò che si
mostra per ciò che è, il cemento non viene viene
cammuffato. Qualcosa che cessa di riferirsi ai canoni
estetici armonici, antiformalista, che non interessa di
risultare gradevole. Non si rifanno ai canoni dell’armonia, ci
avviciniamo all’arte informale, all’espressività della
materia. Nell’articolo vediamo affiancato a questo articolo
immagini di Pollock, le tele di Burri. Cerca di individuare la
caratteristica che accomuna questi lavori e introduce il
termine new brutalism.
Coniugi Smithson inserisce anche la foto di Secondary Modern School, un’architettura realizzata da
Allison e Peter Smithson, coppia di coniugi che partecipano a una serie di congressi all’interno del
quale portano fotografie in cui vogliono rappresentare la complessità del vivere. La scuola incarna
la reazione della cultura architettonica inglese alle stanchezze del movimento Moderno,
Accostamento di travi e pilastri in acciaio tamponamenti in mattoni, solai in cemento armato e
ampie finestrature in vetro. La struttura è a vista cosi come gli
impianti. Progettano la scuola media che riprendono Mies Van der
rhoe che contemporaneamente sta progettando l’università di
Chicago, interpretano mvdr in modo originale: non camuffano più gli
impianti, tubi sono a vista, impianto elettrico a vista. Mies non
avrebbe mai lasciato gli impianti a vista. foto messa nella rivista
mostra una festa di quartiere, immagine di vita reale. Si guardavano
attorno, si interrogano su ciò che vedono.

 Progetto di concorso per il complesso residenziale “Golden


Lane” : l’architettura viene inserita in un contesto reale, le
periferie inglesi distrutte dalla guerra (attraverso la
tecnica del collage, che risale ai primi anni del ‘900,
messa a punto dalle avanguardie artistiche e che
viene riproposta con questa intenzione e attitudine
sociale). Ci sono delle persone nel disegno, non
abbiamo mai visto dei disegni con le persone, c’è la
volontà, dopo il conflitto, in area inglese di
declinare l’architettura in senso sociale,
avvicinando l’architettura alla realtà. Attraverso il collage attaccano anche i personaggi
popolari del tempo (Marylin Monroe), avvicinandosi alla realtà alla socialità.

Alison e Peter Smithson compaiono in una foto fatta in una strada


della periferia londinese insieme ad altri personaggi, che sono
Nigel Henderson e Eduardo Paolozzi. Sono artisti, paolozzi è uno
scultore inglese, Henderson è un fotografo). Nella foto compare
anche un saggista: John McCain (?).
Questa foto sta ad indicare che architetti, fotografi, filosofi e
scultori lavorano insieme e fanno gruppo, l’ Indipendent Group,
formato da architetti, scultori, scrittori, fotografi ecc. che si
riuniscono in gruppo per guardare alla realtà da punti di vista
diversi, secondo sguardi artistici diversi. Fanno ciò per
comprendere meglio la realtà.
In questo stesso momento storico in Inghilterra nasce la Pop Art, grazie a Richard Hamilton,
proprio mentre questi artisti formano l’Indipendent
Group e le loro opere vengono pubblicate sull’articolo del
NEW BRUTALISM.
La caratteristica principale della Pop Art di Hamilton è il
fatto di mettere insieme i simboli della società
consumistica del Secondo Dopoguerra attraverso la
tecnica del Collage. La Pop Art è caratterizzata proprio
dalla messa a punto di opere che si basano sul recupero di materiali difformi tratti dal reale.
L’uomo negli anni 20 era tipizzato, geometrizzato come nel Bahuaus (per raggiungere un’astrazione
geometrica del corpo umano nello spazio), nel secondo 900 viene interpretato nella complessità
dei suoi desideri: il sesso, il possesso, i soldi, la macchina. L’uomo non è più un individuo che
svolge delle funzioni ma viene interpretato nella sua complessità. L’uomo non è più un individuo
che attraverso il movimento si relaziona allo spazio che lo circonda, ma ha dei desideri. Anche gli
artisti e architetti non guardano più al soggetto come una figura che svolge delle funzioni ma viene
individuato per quello che l’uomo è: nella complessità dei suoi desideri, del suo immaginario, del
suo pensiero e delle sue azioni. Non è più incasellabile in categorie prestabilite. Tutto ciò non può
essere meglio comunicato se non dalla tecnica del Collage, che mette in relazione materiali e
immagini difformi, che ci dicono qualcosa.

l’Indipendent Group nel 1956 organizza una mostra in una Galleria d’arte a Londra che titolo “This
is tomorrow” e scelgono come immagine per la locandina della mostra l’opera: “Just what is it that
makes today's homes so different, so appealing” (1956) di Richard Hamilton. L’opera raffigura un
interno domestico (l’interno di una casa) e vi inserisce un culturista, una pin-up, un grammofono
(sono gli anni in cui iniziano a diffondersi tra tutte le classi sociali gli strumenti di registrazione), gli
aspirapolveri, la carne in scatola, la televisione.
È un’immagine che ci parla concretamente di come stanno mutando i desideri ma anche le case
delle persone.

In architettura ciò si traduce in un altro lavoro degli Smithson che svolgono a St. James Street, una
via di Londra che viene costruita nel XVIII secolo e che è caratterizzata da tutta una serie di eleganti
edifici vittoriani che ospitavano numerosi dei prestigiosi club inglesi. Era un contesto, quello in cui
intervengono questi architetti, che rappresentava l’eleganza lodinese.
 Sede di The economist A St James Street, via di
Londra che viene costruita nel 18 sec. Caratterizzato
da eleganti edifici vittoriani che ospitavano dei
prestigiosi club inglesi. Progettano qua la sede di
the economist, giornale, un edificio articolato da
più edifici, un edificio povero, caratterizzato da
cemento a vista, materiali poveri, utilizza
l’espressività del brèton brut (cemento armato
lasciato a vista), un edificio che stona rispetto alla
ricchezza dei palazzi che segnano questa
importante via di londra. L’economist è formato da
3 edifici: hanno altezze differenti e sconvolgono per
la loro rudezza e alterità. Si rinnega l’aspetto
estetico di ciò che è piacevole. Segna una serie di
aspetti rivoluzionari per il tempo.

Contemporaneamente, sempre in Inghilterra, troviamo un altro importante autore


Cedric Price
Fun Palace: (1961), lavoro non realizzato ma comunque importante nei suoi aspetti progettuali. Il
Fun Palace doveva essere una grande struttura completamente in acciaio con tutta una serie di
impalcature reticolari che contenevano addirittura anche delle Gru. La caratteristica principale di
questo progetto è il fatto che è caratterizzato da tutta una serie di elementi mobili come scale
mobili, ascensori, passerelle, ecc. L’edificio, che doveva ospitare anche un teatro caratterizzato da
tutta una serie di elementi variabili che possono essere spostati attraverso delle Gru per adeguarsi
a varie funzioni. Non abbiamo più l’idea di uno spazio tradizionale definito da muri e confini, ma
abbiamo uno spazio flessibile che in qualche modo rispecchia la società: nell’edifico si possono
fare manifestazioni, si possono avere rappresentazioni teatrali ecc. L’intento era quello di creare
un edificio che si potesse modificare in base alle diverse esigenze dello spazio.
Le radici del Centre Pompidou si inseriscono in questa cultura inglese, che rigetta una concezione
estetica tradizionale e che si basa sulla brutalità delle strutture lasciate a vista (impalcature,
tubazioni, ecc.). struttura in acciaio con impalcature reticolari che contenevano delle gru.
Caratterizzato da una serie di elementi mobili. Non c’è piu l’idea di uno spazio scandito da mura,
ma abbiamo uno spazio felssibile che rappresenta quella della società: si possono avere
rappresentazioni teatrali, manifestare, l’edificio si modifica in base alla funzione.

Tutto questo costituisce il contesto in cui si forma James Stirling (1926-92).

JAMES STIRLING
Nasce in Scozia ma si trasferisce a Liverpool, dove si laurea e va a Londra negli anni ‘50. conosce i
membri dell’ Indipendent Group.

 Ham Common Apartments (1955) Uno dei suoi primi lavori, che realizza negli anni ’50, è un
complesso di appartamenti, di abitazioni private. Gli appartamenti sono dislocati in 3 edifici
(slide -> vedi immagini in assonometria), dei quali uno è più alto degli altri due. Il lotto su
cui sorgono gli edifici era stretto e lungo e qui vengono disposti questi tre edifici che
ospitano appartamenti. Compresenza di elementi contraddittori, materiali difformi: il
cemento armato e mattone lasciato a vista. Le finestre denunciano il fatto che non si ha una
parete portante come di solito lo sono quelle in mattoni. Il cemento viene utilizzato per il
pavimento e per i tamponamenti sotto le finestre. Come se fosse un collage architettonico.
In questi edifici troviamo l’idea della modularità degli appartamenti (che già avevamo visto
con Le Corbusier), l’espressività del mattone a vista e soprattutto la compresenza di
elementi contraddittori quali il mattone (che solitamente veniva usato per i muri portanti) e
il cemento armato (lasciato a vista). In questo caso la presenza del cemento armato indica
che il mattone configura un muro portante ma viene scelto solo per le sue caratteristiche
materiche ed espressive. Sopra il muro troviamo infatti delle finestre, che denunciano
quindi il fatto che la parete in mattoni non è portante. C’è una compresenza di elementi
contradditori tra loro. In questo caso il cemento armato individua la soletta del pavimento.
Stirling mette insieme materiali difformi. È esattamente quello che accade con il Collage,
che unisce elementi diversi e contrastanti tra loro ma che rappresentano la società nella sua
complessità e nelle sue contraddizioni. Stirling fa la stessa cosa ma in
campo Architettonico.
 La facoltà di ingegneria di Leicester: courtain wall, ha gli angoli
smussati, ha le finestre a nastro come utilizzava Les Corbusier. Composto
da più edifici trattati in modo diverso. L’auditorium ha uno strano elemento che lo
attraversa. Troviamo tutti i riferimenti che l’architetto ha realizzato.
Stirling per progettare questo edificio fa un “collage di altri edifici”. I riferimenti sono le
opere di architettura realizzate fino a quel momento. Concepisce la storia dell’architettura
come un grande archivio da cui prende gli elementi del suo collage. Prende ispirazione da la
Santellia futurista, naviga nel tempo conosce tutti i lavori che ricompone poi mettendo a
punto questa università di Leicester. Reinterpreta gli edifici tradizionali industriali mettendo
a punto elementi tetraedici. Guarda la storia dell’architettura e la tradizione popolare,
spontanea. Fa dei disegni molto belli in cui evidenzia la sua attenzione per i movimenti
dell’uomo, concepisce le architetture come se fossero degli ingranaggi. Questa università a
differenza di quelle inglesi, non ha più un fronte principale, non c’è più il tipico ingresso
monumentale.
 Facoltà di storia di Cambridge: edificio molto
articolato cui particolarità è che il fattore umano è
molto presente. Sono spazi pensati per l’uomo. Fa
una sorta di piramide in cui ai piani alti ci sono le
camere dei professori, una degradazione del volume
che indica spazi all’interno dei quali ci son sempre
meno persone. E’ una gerarchia di volumi. L’interno
della sala di lettura è caratterizzata da un grande
lucernario. Scelta di inserire un lucernario vetrato che
permette un elevato ingresso di luce per favorire
l’attività di studio.
L’edificio deve essere anche espressivo oltre che
funzionale.
 Florey Building: Oxford, 1970, edificio molto strano, sembra
cadere. Inclinato in verticale e orizzontale, i due piloni
sorreggono l’edificio alla gravità. Questo edificio si affaccia
su un fiume. Stirling piega l’edificio e lo caratterizza in base
alle funzioni al suo interno: verso il fiume inserisce le stanze
degli studenti, nella parte verso la strada inserisce i sistemi
di comunicazione (scale e corridoi). Ha un duplice volto in
base a come è posto all’interno del paesaggio e in base alle
funzioni. Al centro della corte c’è uno spazio che è la sala
mensa, luogo collettivo al centro della corte. Tutte le stanze
guardano li. In più, le stanze degli studenti sono stanze a
doppia altezza, con le vetrate che guardano tutte verso il
parco, il fiume e la corte chiusa. La corte è caratterizzata da
uno spazio sopraelevato che diviene il fulcro di questa corte e dove si
individua la sala mensa. Il luogo collettivo è al centro della corte, con le
stanze che guardano sulla corte e, oltre a questa, al paesaggio naturale.
Le maggiori relazioni si instaurano proprio negli spazi dove si mangia,
dove ci si riunisce. Il punto più importante delle relazioni degli studenti
diventa il centro della corte stessa e quindi il fulcro centrale di tutto
l’edificio.
Al centro della corte troviamo uno strano elemento che è il camino della cucina. È
un’interpretazione “Pop” della mensa. Tutte le residenze studentesche inglesi sono
organizzate intorno ad una corte centrale, al centro della quale solitamente troviamo
elementi come statue o elementi rappresentativi. Nell’edificio di Stirling il centro è
rappresentato da un camino, da una mensa, dal luogo dove gli studenti instaurano le
maggiori relazioni, in un’interpretazione “Pop” del vivere comunitario, del vivere collettivo.
Les corbusier e Mies Van Der Rhoe non avrebbero mai fatto una cosa del genere!!!!!!!!!!!!

Studi di Architettura Contemporanei:


In zona Isola a Milano, dove troviamo le torri del Bosco verticale, troviamo un edificio: la Casa della
Memoria, realizzata dallo studio BAUKUH. Lo studio è stato fondato nel 2003. I suoi membri sono
tutti architetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni che insegnano nelle facoltà italiane, Genova e
Milano, classe 1976. Per BAUKUH la storia dell’architettura è una grande “scatola degli attrezzi”, un
magazzino comune da cui si prendono riferimenti. Hanno cioè lo stesso modo di guardare alla
Storia dell’Architettura di Stirling, di cui applicano la tecnica del Collage in chiave contemporanea.

La stessa cosa si può dire per un altro studio FALA ATELIER, studio ancora più giovane fondato nel
2013 da un gruppo di architetti nati circa tra gli anni ‘87-’90. Per loro “l’architettura è una
professione mirata a comporre gli elementi, non a separarli”, quindi la tecnica del Collage
attraversa anche il loro lavoro, seppur con risultati molto diversi rispetto a quelli di BAUKUH. Le
immagini dei loro interni mostrano come questi altro non sono che l’addizione di elementi
eterogenei presi da altri architetti contemporanei. Questa tecnica del Collage di Stirling continua
ancora oggi ad essere usata dagli architetti a noi contemporanei.

28 gennaio 2021
LOUIS KHAN
Lavora nello stesso periodo di James Stirling, ma Khan si forma in America. Louis
Kahn nasce nel 1901 in Estonia, in Russia, ma quando è ancora molto piccolo la
famiglia si trasferisce negli Stati Uniti. Sebbene Louis Kahn abbia una radice
“sovietica”, la sua formazione avviene principalmente in America e nello
specifico avviene alla Scuola di Architettura di Philadelphia, dove insegna un
architetto, Paul Klee, che a sua volta si era formato all’Ecolé Des Beaux Artes di
Parigi.
Essendosi formato presso un architetto che ha una formazione Beaux Artes, Kahn
recepisce un’impronta “accademica”, che si ritroverà nel suo lavoro. Questa
formazione accademica non rientrerà in maniera letterale e storicistica nel suo
lavoro ma piuttosto vi rientrerà come un polo dialettico.
Khan lavora all’interno di una serie di studi di architettura che erano impegnati nel mettere a
punto una serie di progetti che riflettono una sensibilità per le tematiche che avevano attraversato
la modernità. Questi architetti recepiscono la figura dell’architetto come qualcuno che interviene
nella formazione di un ambiente migliore. Khan in questo periodo progetta architetture sensibili
alle tematiche ambientali (Unità abitative, Pannypack Woods Housing del 1941 e Solar House
Prototype del 1946) . Sotto un profilo architettonico non si tratta di progetti di grande valore, infatti
era sconosciuto tra gli anni 20 e 40.
Mentre Khan fa queste esperienze, in America vi è una mostra al MoMa “exposition International
Style” mostra che è importante perché diffonde il movimento moderno in America, , una mostra
dove troviamo, ad esempio, il modellino di Villa Savoye di Le Corbusier, piuttosto che immagini di
alcuni quartieri residenziali pubblici costruiti in Germania. Quindi questa mostra ha il merito di
portare negli USA alcuni dei più grandi esempi di architetture messe a punto in Europa tra le due
guerre. È una mostra molto importante per la cultura architettonica statunitense, perché diffonde
in America quello che noi chiamiamo il “Movimento Moderno”. Accade tuttavia che queste
architetture non vengono interpretate per il loro valore sociale, il loro valore “progressista”, ma
vengono interpretate dalla cultura americana solamente sotto un profilo estetico: il messaggio
che viene passato attraverso la mostra è che la cultura moderna corrisponda a case intonacate di
bianco, a delle case costruite con l’intelaiatura in cemento armato, ecc.
L’interpretazione è prettamente estetica di queste architetture. Tant’è che la mostra titola
“International Style”, STILE INTERNAZIONALE. L’architettura viene interpretata solo sotto un profilo
stilistico.
All’interno del Catalogo della mostra, che riporta la Villa Tugendhat di Mies van der Rohe in
copertina, si evince dalle descrizioni delle architetture presentate che l’accento viene posto proprio
sulle qualità estetiche di queste architetture, sugli aspetti tecnici rispetto che su quelli sociologici o
su quelli che riguardano i cambiamenti dei modi di vivere. Viene quindi traghettata in America una
concezione prettamente stilistica dell’architettura.

Kahn nei progetti degli anni ’40 dimostrasse di avere una vena sociale, interessandosi alle
tematiche ecologiche nel senso “ambientale” del termine. Questo ben ci fa comprendere la
differenza tra il suo approccio al mondo dell’architettura e quello dei suoi colleghi, che veicolavano
un’interpretazione meramente estetica dell’architettura moderna.
Kahn è pressoché sconosciuto ai più, negli anni 50’ ha già 50anni, è un architetto maturo.
Proprio negli anni ’50, quando normalmente si pensa che la carriera di un architetto abbia già
raggiunto la sua maturità poetica, Kahn compie una svolta.
1944 una serie di saggi che Khan scrive in questo periodo, formula delle riflessioni su alcune
tematiche che erano state completamente escluse dagli architetti che avevamo visto fino ad
adesso. I
n un breve brano estratto dai suoi scritti leggiamo il titolo “Monumentalità” un aspetto di cui non
avevamo parlato prima. Kahn riflette su alcune tematiche delle architetture europee che erano
state del tutto escluse e non prese in considerazione alla mostra dell’International Style del 1932.
→ interessi per gli edifici pubblici
→ si domanda quali caratteristiche architettoniche devono avere questi edifici pubblici, la
monumentalità deve essere una caratteristica fondamentale. Per K. la monumentalità si può
definire una qualità “spirituale” che manifesta quanto vi è di eterno in una struttura architettonica.
Si chiede se gli architetti americani siano già stati in grado di dare un volto adeguato ai monumenti
della società (scuole, edifici comunitari, centri culturali, ecc.)
La Monumentalità esprime quanto vi è di più eterno in una struttura, ovvero le qualità di
un’architettura che sopravvivono alle contingenze. Deve essere una qualità applicata ai monumenti
della società, a degli edifici sociali e pubblici. Edifici che sono simbolo della nostra collettività.
Inizia a disegnare dei progetti:
 A Cultural Center, in Monumentality: appartiene a questo periodo il progetto per un centro
culturale a New York (New York, 1944) che non verrà tuttavia realizzato. Guardando il
disegno di questa architettura possiamo evincere come il centro culturale sia pensato come
un edificio molto grande, dalle dimensioni Monumentali (la dimensione è una qualità della
monumentalità). La struttura è poi essenziale, è altamente tecnologica, fatta interamente di
giunti.Questo edificio ha delle caratteristiche altamente tecnologiche: in questo stessi anni
Kahn
Influenzato da:

- Mr. Fuller (Il Padiglione Americano, “Expo 67”) è un architetto americano, grande amico di
Kahn, che inventa la cupola giodetica, struttura reticolare che si basa sull’idea di grandi
strutture costituite da giunti. Nell’idea di MrFuller queste strutture potevano servire per
coprire edifici. Le cupole geodetiche derivavano da uno studio delle geometrie naturali,
delle strutture che riprendono quelle degli atomi e come questi si leghino tra loro.
L’influenza su Khan si vede anche nel progetto “a cultural center.” Fuller, queste strutture
reticolari potevano servire a coprire degli edifici.
- George Howen, architetto che insegna insieme a Khan all’università e fa parte di un
gruppo di architetti socialmente impegnati, che guardano all’architettura come un frutto di
un ragionamento sulla società. Per lui «fare architettura è il lavoro mirato alla produzione
di forme significanti».
Si inserisce qui un’altra espressione che sarà caratteristica del lavoro di Kahn: la FORMA
SIGNIFICANTE.

In questi anni Khan fa una serie di progetti che non vengono realizzati, come una libreria che
sembra una grande piramide. In questi anni intraprende una serie di viaggi per visitare e studiare i
grandi monumenti della storia, come le piramidi di Giza, va a Roma, Francia..

I progetti per cui Khan è ricordato sono


 Yale Art Gallery, New Haven, 1951-53 edificio che si
inserisce all’interno del Campus Universitario di Yale.
La peculiarità di questo edificio è il fatto che ha un
aspetto bifronte: verso strada presenta un muro
continuo in mattoni, verso l’interno (il cortile)
presenta invece un Curtain Wall in vetro (facciate
continue in vetro). Verso il giardino si presenta come
un edificio che lavora sull’apertura, sulla permeabilità
tra interno ed esterno. Sulla strada è invece un
edificio assolutamente introverso, interamente in
mattoni.utilizza pochissimi materiali
Il museo si basa su un idea semplice risolta con
intensità, non è una semplice copertura a botte,
copertura tecnologicamente avanzata, struttura che
permette la diffusione della luce, la volta non ha dimensione
molto umana, immagine delle sale tutte uguali, la luce
smaterializza cemento lasciato a vista. Copertura a botte ci
viene in mente: l’architettura romana. Recupera gli elementi
esclusi dagli architetti moderni, l’arco, l’importanza del muro,
la copertura a botte. Si basa sulla moltiplicazione di un corpo
sempre uguale che si alterna a spazio chiuso e portico. 4 i materiali importanti: il travertino,
la natura, il legno, il cemento, la luce. Si basa su un idea semplicissima che è risolta con
molta intensità, non è una semplice copertura a botte ma tecnologicamente avanzata.

- Qui siamo in India istituto indiano di amministrazione ,oggi è facoltà. Emerge un altra delle
tematiche importanti, che è la sua idea di fare i n modo che gli edifici sembrassero delle
architetture eterne. Grandi edifici in mattoni che sembrano abbandonati. Sembrano quasi
delle rovine, degli edifici che stanno li da sempre. In corrispondenza della scala principale
coltiva un grande albero. Come se l’edificio fosse li da tantissimi millenni e la natura si stia
impossessando dello spazio. Idea dell’architettura pubblica come rovina. Qualcosa che
supera il tempo.

 A fine anni ‘50 progetta la sede dei laboratori per la ricerca farmaceutica. Interpreta il
tema del progetto come una sorta di cittadella della ricerca. I laboratori sono pensati come
una serie di edifici in pianta quadrata. Si basa sull’assemblaggio di elementi semplici, dei
parallelepipedi avvicinati tra di loro. Ripetizione di un modulo. Le scale sono poste negli
elementi alti e verticali, elementi che contraddistinguono l’edifcio perché sono concepiti
appunto come grandi torri. Vogliono spiccare nella struttura. Khan si rifà a San Giminiano,
famoso per le sue torri.

Negli anni successivi la sua ricerca si basa sul rapporto spazi


serventi e spazi serviti: le scale e i solai sono spazi funzionali,
serventi, mentre gli spazi serviti sono gli spazi in cui si svolge
la ricerca. Rende più caratteristici gli spazi serventi.
 Laboratori biologici Salk: Grandi edifici che si
affacciano su una corte centrale, grandi spazi dove ci
sono i lavoratori e altri edifici che sono gli studioli dei
lavoratori. Gli studioli si alternano a spazi vuoti e spazi
pieni, gli spazi pieni in legno sono gli studioli e gli spazi
cavi sono dove entra l’aria degli impianti. Il cemento
armato è a vista ma non è grezzo, ha una finitura
levigata. Il legno per lui si addice al contatto per
l’essere umano. Dovevano essere inclusi anche spazi
per incontri e riunioni, ma non sono stati realizzati. Se
noi vediamo gli schizzi progettuali emerge che ci
fanno capire un’altra modalità che è quella di pensare
l’architettura con un’insieme di spazi dentro gli spazi:
spazi interni ed esterni perimetrati, avvolti da
scheletri che sono geometrie semplici (quadrato,
cerchio) uno dentro l’altro.
 Phillips Exter Library, New Hampshire, 1965-71:
edificio modulare che ha gli angoli smussati come gli
edifici degli Smithson, è molto geometrico, c’è
l’utilizzo del mattone a vista, che era stato
completamente scartato dagli architetti precedenti,
idea di un’architettura tradizionale fatta di muri e mattoni. Gli spazi e le finestrature
accolgono gli studioli individuali. E’ un edificio pensato a strati, in tutte le facciate esterne
vediamo grandi finestre che individuano grazie alle murature profode, degli spazi privati per
lo studio. Nella parte meno illuminata ci sono i libri e un cubo centrale illuminato dall’alto.
E’ quindi costruito ad anelli. Nella corte centrale la luce è protagonista, un grande cubo di
cemento inondato dalla luce.

Assemblea nazionale del Bangladesh. Edificio monumentale che doveva comprendere
parlamento, moschea, assemblea, gli organi istituzionali del nuovo stato.
Gli studi di Leonardo per edifici a pianta centrale, modello x un suo intervento:

il palazzo del parlamento, strutturato al centro dell’edificio, costruzioni dalla forma


elementare costruita una dentro l’altra su assi principali nord sud est ovest pone gli edifici
pubblici, la moschea, la caffetteria, il vestibolo, spazi dentro gli spazi.
Immagine degli spazi interstiziali: volumi trattati allo
stesso modo internamente ed esternamente, percorsi
pubblici, pareti in cemento, caratteristica materica data
da questi corsi in pietra
Compaiono forme e intagli di geometria pure, intagliate
per far passare la luce. Immagine che è l’interno della
moschea caratterizzati da grandi fasci di luce che
creano un senso metafisico ed ermetico. L’unico
elemento che possiamo riferire a una scala umana è
data dai corsi in pietra.
Le possibilità costruttive sono legate a una incapacità di
costruire strutture tecnologicamente avanzate.
Edificio molto criticato dagli storici per la sua indifferenza alle condizioni culturali e sociali
indiane, è ormai un edificio che segna il nostro tempo.
ROBERT VENTURI
E’ un architetto americano allievo di Louis Khan, ci serve per definire l’epoca POSTMODERNA.
IL POSTMODERNISMO: un periodo storico, un modo di pensare e di guardare che si configura con
il termine “post”, qualcosa che viene dopo qualcos altro, in opposizione o relazione con ciò che è
stato definito Moderno. Scardina i discorsi fatti prima. L’architettura pensata nelle sue
caratteristiche su un piano prettamente comunicativo. La comunicazione ha a che fare con
l’audience e col gradimento. Sono tutti i canali comunicativi delle attuali strategie di marketing
(social network).
Venturi, con Denise Scott Brown, architetti americani, mettono a punto una serie di lavori che ci
evidenziano ciò che è definito “post moderno”. Questa modalità di intendere qualcosa che viene
dopo il moderno, iniziano a comparire nel libro che pubblica nel 1966 Complessità e contraddizioni
in architettura. Troviamo un’introduzione in cui troviamo scritto un architettura non semplice, un
manifesto gentile, mi piace che l’architettura sia complessa e contraddittoria. Il mi piace segnala
che ci troviamo di fronte non a un postulato che ha pretese di universalità, ma una condizione
molto soggettiva. Raccoglie nel libro 250 edifici che spaziano dal barocco alla contemporaneità,
non fornisce dei principi progettuali ma offre delle chiavi di lettura che riguardano il complesso e il
contraddittorio. un’architettura che declini i caratteri di ambiguità.
Venturi critica le architetture che a suo avviso ignorano la reale complessità del vivere e anche il
bisogno di varietà, di vita che noi tutti proviamo. Porta una serie di esempi che lui definisce noiosi
e altri che definisce interessanti.

Abitazione unifamiliare, pensata con due corpi: uno in mattoni e uno sovrastante completamente
vetrato. Questa differenza di trattamento sta a indicare i diversi spazi della casa: i servizi e uno
spazio pubblico (sala pranzo e sala). Mies van de Rhoe non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
Per Venturi, Le opere di Alvar Aalto sono esemplari perché non ignorarno i caratteri esemplari del
vivere.
Nel momento in cui lo spazio si complessifica non si può più tener conto della complessità del
vivere, Venturi mette a punto lo slogan “il più non vale di meno” riferito less is more a Mies Van de
Rohe.

Esempi che riporta nel libro per mettere a punto poi le sue architetture:
Sant’Andrea al Quirinale di Bernini: ribalta la nostra visione dello spazio ecclesiastico: l’ovale che
costituisce la Chiesa schiaccia lo spazio. Si accede nell’asse dell’ovale più corto, non si ha il senso di
navata solita lunga. Durante il manierismo sono mese a punto situazioni originali.

 La scala della Biblioteca Laurenziana, Firenze mette in evidenza come le rampe laterali
della scala siano bruscamente troncate, sottolinea come la scala è sovradimensionata
rispetto allo spazio all’interno del quale è inserita, è molto monumentale rispetto al
vestibolo che la contiene.
 Cloth Hall, Bruges: edificio alto come gli edifici attigui, perché si affaccia su una piazza, la
torre sovradimensionata èa tl per essere vista da tutta la città. Complessità interpretata per
come si relaziona col contesto urbano.
 Chiesa a Vienna “Karlskriche”: grande facciata che è una sorta di front scenae rispetto allo
spazio antistante.
 Alcune abitazioni di Les Corbusier (villa savoye)

Contemporaneamente progetta una casa sulla spiaggia. Ci ricorda


l’edificio di Vienna. Vediamo come Venturi prende spunto da quegli
studi che scrive nel libro. L’elemento sovradimensionato è il camino,
assume un valore predominante che rende questa architettura
articolata, tutte le scelte sono messe a punto per valorizzare quel
grande elemento espressivo, perfino la copertura che avvolge la casa
è pensata per valorizzarlo. Questa scelta rientra in quell’analisi di
voler fare un’architettura espressiva, dall’altro si lega alle case
tradizionali americane con predominanza dell’elemento del camino.

 Centro medico del 1963: di modeste dimensioni,


ha un programma funzionale complesso perché
doveva garantire una varietà di spazi interni, una
serie di spazi per le visite, Ha una conformazione
volumetrica articolata, le finestre al piano terra
sono caratterizzate da spesse modanature che riprende dai palazzi cinquecenteschi. Mette
assieme dei linguaggi contraddittori tra di loro: moderno e 500.
Se poi guardiamo l’ingresso, inserisce una serie di elementi che sono come dei tagli di cartone e
inserisce sopra l’ingresso inserendo una lastra di ferro tagliata ad arco e segnata da elementi
lineari. Quest’arco è disegno di una semicirconferenza, sta a indicare una ripresa stilistica di questo
elemento. l’arco ha una scala proporzionata rispetto all’edificio, ma l’ingresso è una semplice porta
in alluminio, non ci sono più principi di ordine, simmetria e regolarità, ma legati a più livelli di
significazione. Classico + contemporaneo.

 Casa Vanna Venturi: sembra il disegno di un


bambino. Grande camino centrale e due falde laterali
inclinate, in un’immagine molto convenzionale della
casa. Ancora una volta ci sono gli elementi di
contraddizione e complessità: volumetricamente
simmetrica rispetto a un centro che è il camino.
Spezzano le simmetrie le finestre le quali rispondono
agli spazi interni: apertura grande camera da letto,
piccola al bagno. Anche la porta di ingresso è
contraddetta, vediamo da lontano un grande vuoto
che sembra l’ingresso della casa.
La pianta interna ci presenta tagli obliqui, che ribadisce il fatto della negazione dei principi
di ordine, simmetria e regolarità. Spazio centrale complesso, con copertura curva, scala
ricurva. Nessuna volontà di sintesi tra gli elementi della casa.

 Il retro ribadisce la complessità.Progetta una serie di


lavori pubblici che sono esercitazioni sulla
contraddizione.
 Grand’s Restaurant, Philadelphia (1961-62) in facciata
vediamo la volontà di trattare differentemente le due
parti del ristorante che si riflette anche attraverso la
grande insegna colorata. Si sviluppa in profondità. C’è
una parte dedicata al consumo e una parte dedicata ai
servizi, che si riflette nella facciata.
Entrando iniziamo a capire l’attenzione particolare per i
colori. Quasi tutti gli artisti che lavorano in questo
periodo curano l’aspetto cromatico.
 Guild House: casa per anziani. Ci stupisce con la simmetria. La caratteristica è il comparire
di scritte all’interno dell’edificio stesso, che ne
indicano il nome. Mattone scuro, finestre tipiche di
Philadelphia. Grande arco finestra all’ultimo piano,
nonché una grande antenna televisiva posta in asse
con l’ingresso. La colonna è sovradimensionata e
spostata in avanti, funzione strutturale messa in
dubbio. Fa un operazione retorica. L’antenna
televisiva è stata posta in asse con la colonna per
significare in modo ironico e simbolico il fatto che fosse destinato a persone anziane che
passano il loro tempo davanti alla televisione.
 Stazione dei vigili del fuoco: facciata pensata come una maschera, una parete continua che
sul retro nasconde degli spazi che hanno differenti altezze.

Alla fine degli anni 60, stimolato dalla Pop Art, Venturi inizia a intraprendere analisi del contesto
americano in cui vive e lavora.
Strade a grande percorrenza sulle quali ci sono centri commerciali distributori o alternati ad essi
edilizia standardizzata. analizza la realtà in cui lui lavora.
Un’interesse per la realtà americana che va di pari passo con la Pop Art.

Decide di iniziare a studiare Las Vegas: perché? Perché è una città che è sorta dal nulla, la città dei
divertimenti, delle insegne a neon. Per essere una città pensata
per il divertimento, per lui è un ottimo caso di studio perché
può studiare il valore comunicativo dei suoi segni.
Manifestazione diretta della cultura americana, basata sul
linguaggio popolare, multiforme, che esula dalle logiche della
modernità.
“Learning from las vegas”: libro scritto da venturi, Izenour,
Scott Brown, progetto di ricerca su Las Vegas, studiano
guardando la realtà senza ALCUN pregiudizio, per quello che è.
Venturi e colleghi assumono la mobilità in automobile come
dato centrale della società contemporanea. In effetti tutte le insegne hanno dimensioni diverse
perché devono essere lette da un utente in macchina.
Las Vegas è stata disegnata lungo una strada principale, la “Strip”, sulla quale si affastellano una
serie di insegne e di edifici. Numerosi edifici contemporanei sono progettati secondo questi
principi, di essere visti dalle macchine, soprattutto se si trovano vicino alle tangenziali.
La strip è l’assoluto caos comunicativo. Insegne, simboli che Venturi e i suoi colleghi cercano di
dipanare, di comprendere. Analizzano dimensioni dei cartelloni pubblicitari, li paragonano agli
archi di trionfo e alle cattedrali. I cartelloni pubblicitari hanno lo stesso valore comunicativo che gli
archi avevano nella Roma Antica.
Las vegas è analizzata da lui come un fenomeno di comunicazione architettonica. E’ uno studio sul
metodo, non sul contenuto.

1. Da qui la metodologia progettuale: distingue due


tipi di pratiche di costruzione di edifici:disegno
slogan decorated shed: semplice scatola che ha
di fronte una grande insegna in cui identifica cosa
si fa in quell’edificio.
2. disegno edificio Duck: edificio che assume la
forma del loro contenuto, es in questo edificio si
mangiano anatre.
Es: Showroom Best rivestito di una texture dei
vestiti che vendono all’interno.
“I am a monument”: l’insegna diventa a caratteri cubitali, cosi è visibile da lontano, ciò implica
collocare l’architettura in un piano comunicativo al pari di qualsiasi mezzo di comunicazione di
massa. Forme di comunicazione che si basano sull’audience, sul gradimento.

Punti importanti
Attenzione alla comunicazione.
attenzione alla mobilità.
indifferenza per caratteri sociali e politici.
accettazione della realtà in tutti i suoi aspetti.
Attenzione alle logiche comunicative e commerciali
attenzione ai cartelloni pubblicitari.

Negli anni 70 diventa spregiudicato: rilegge Roma attraverso gli


occhi di Las Vegas: inizia a inserire nei suoi progetti forme
storiche riferendosi non a una loro definizione aulica, ma a
una loro immagine riscritta attraverso la fantasia popolare.
Progetto di una casa a Absecon: la colonna si riferisce alle
orecchie di Topolino. E’ ironica. La tradizione storica viene
resa popolare
Nel 1980 alla biennale di Venezia, viene inaugurata una
mostra curata da Paolo Portoghesi che chiama una serie di
architetti a realizzare all’interno delle corderie, le facciate
di un’ipotetica grande strada. Affida a venti architetti il
compito di progettare una facciata. Quasi tutte le facciate
c’è il tema del ricorso agli elementi storici intesi come ciò
che il movimento moderno aveva escluso che però
vengono ripresi perché coinvolgono la memoria e
l’immaginario della collettività. Si vuole riattivare un processo di comunicazione tra architettura e
società. Le modalità di ripresa degli elementi storici è diversa in base agli autori.

Philip Johnson, John Burgee; grattacielo caratterizzato nella parte alta dall’ archietipo albertiano
del timpano rotto da un cerchio che diventa la terminazione del grattacielo.

Il MONUMENTALISMO: architetture molto


monumentali.
 Charles Moore: progetto per Piazza d’Italia;
esedra su cui si mettono riferimenti architettonici
ideali,fontana di trevi…… sono una sorta di falsa
raffigurazione Hollywoodiana.
 Disney Building: gli elementi della classicità sono
riscritti con l’immagine dei sette nani che reggono
il classico frontone e mostrano la messa in crisi di
una modernità tradizionale. Il post modern è un’architettura di facciata. Punta sull’effetto,
sull’ilarità.
La produzione del post modern ha la massima realizzazione nei parchi divertimento.

18 febbraio
ITALIA ANNI ‘60 70 → UNA STAGIONE DELL’ARCHITETTURA
In questo periodo gli architetti lavorano insieme, non c’è l’individualismo che caratterizza il nostro
presente. Lavorano insieme nel senso della messa a punto di strategie collettive.
Inghilterra: Stirling
America: khan, venturi
Italia: tante differenze che ci parlano della cultura italiana degli anni 60 70, che è una cultura i cui
risultati sotto un profilo progettuale sono stati talmente importanti che è l’ultimo periodo in cui gli
architetti italiani sono stati analizzati e studiati in tutto il mondo.

Cosa succede in quegli anni in Italia?


A partire dal 1953 un profondo processo di trasformazione economica che nel giro di 10 anni muta
il volto dell’ Italia che passa da essere un paese agricolo a un paese industriale avanzato.
L’assorbimento della manodopera nelle industrie delle più grandi città italiane determina fenomeni
di migrazione interna da sud a nord e campagne-città → incremento demografico enorme →
sviluppo settori edilizi.
Foto che ritrae via Ripamonti: campi e cascine e dietro la strada una grande complesso residenziale
e nella parte sottostante una serie di persone immortalate dove vanno a lavorare, le industrie
costruire nelle periferie italiane.

Vi è un grande ritardo nell’affrontare trasformazioni urbane in atto. Non si hanno strumenti per
capire Le città cambiano completamente il loro volto sotto le spinte dell’industrializzazione.
Vediamo come si allarga la popolazione di Milano. In questi anni si costruisce l’autostrada del sole,
la cui costruzione inizia nel 1956.
In questi anni ci sono tante contraddizioni, lo vediamo nei sobborghi romani. Speculazioni
immobiliari vengono costruiti su quelli che prima erano campi agricoli. Non si è in grado di capire
cosa sta succedendo, la realtà è più veloce.

Iniziano a comparire una serie di film che ci parlano di


ciò che sta accadendo nel territorio italiano.
Emergono nuovi problemi per l’architettura: la velocità
dei processi di trasformazione è troppo veloce.
Una delle riviste più interessata a queste trasformazioni
è «Casabella-continuità» che è una rivista diretta da
Ernesto Nathan Rogers che è il progettista della torre
velasqua, un architetto che scrive e insegna anche al politecnico di Milano. E’ la più sensibile alle
trasformazioni del tempo e gli argomenti riguardano l’attenzione per la satoria dell’architettura,
rivisitati gli autori del movimento moderno e viene fatta un’analisi del ruolo dell’architetto nella
contemporaneità: come possiamo intervenire in questa realtà in continua trasformazione?
Compare uno scritto messo a punto da carle emoino e Roberto benevolo storico che spiegano quali
sarebbero i loro desideri: «Vogliamo che il necessario spartiacque sia determinato non tanto
dall'aggettivo moderno, che in senso formale non significa più nulla, quanto dall'aggettivo
impegnato che ha un significato in senso civile: impegnato nel voler ancora mutare la realtà, non
aderendovi più spontaneamente, ma esaminandola criticamente e scegliendo le forze che tale realtà
vogliono trasformare; impegnato a individuare i mezzi economici e le formule organizzative adatti
ai mutamenti che si vogliono realizzare; impegnato a elaborare un linguaggio espressivo [...]
determinato da una sempre più complessa relazione tra architettura e urbanistica».

La realtà della cultura architettonica di quel tempo è che gli architetti negli anni 60 faticano a
trovare dei maestri perché le opere della generazione precedente (scarpa, neorealismo a Roma...)
non appaiono essere dei referenti utili.

Chi sono questi giovani architetti?


Tra questi compaiono architetti che ancora oggi operano e che sono
Carlo Botta, Aldo Rossi (morto), Gae Aulenti, Giorgio Grassi,
Vittorio Gregotti, Aldo Aymonino.
Iniziano la loro attività professionale nel 64 all’interno della
TRIENNALE di Milano, occasione di lavoro che ci permette di
comprendere alcune questioni. La triennale è dedicata a un tema
che attraversava le letture marxsite del tempo ossia la triennale
dedicata al tempo libero, tempo liberato dal lavoro, in cui l’essere
umano poteva essere se stesso.
Il percorso della triennale:

 All’interno di questa triennale troviamo un grande pannello stampato progettato da le
immagini rappresentano un’autostrada, la metro di
Milano..sono architetti che guardano le trasformazioni
della città e del territorio e introducono le trasformazioni
nel loro lavoro. Sala in cui c’è un macchinario in cui ci
sono interrogativi rivolti ai visitatori della mostra e in base
alle risposte il visitatore è invitato a schiacciare pulsanti e
decidere il percorso della visita; ma è una finzione,
funzionano in modo casuale. Nelle intenzioni dei curatori
sta a indicare la finzione della scelta. Il tempo libero dal
lavoro è in realtà determinato dalla società dei consumi,
determinato dalle pubblicità, dalle riviste, da una serie di
comunicazioni che sono le comunicazioni della nostra
contemporaneità. Si pensa di fare una scelta libera ma in
realtà influisce sulle nostre scelte. Entra nel merito delle
questioni sociali. Questi architetti sono grandi conoscitori della realtà di vita delle persone.
 Scritte neon e volumi sospesi. Attenzione nella
modalità di comunicazione della mostra. Attenzione per
la realtà che viene introiettata nei lavori stessi.
 Sala caleidoscopio: ha una forma triangolare. Il
triangolo rivestito di specchi per una serie di
deformazioni ottiche costruisce l’immagine di un
esagono. Finzione anche qui, l’illusione di vivere del
tempo libero in cui le scelte sono soggettive. Astuzia e
creatività in questi interventi.
 Sala della macchine, gommoni, imbarcazioni che sta a
indicare le file chilometriche sulle autostrade per
raggiungere i luoghi di villeggiatura. Concetto del
turismo di massa.
L’ingresso è segnato da quest’installazione di Aldo Rossi
e Luca Meda.

Tutti questi artisti scrivono sulla rivista, fanno queste installazioni e insegnano anche alla facoltà di
architettura di Milano.
Partecipano alle prime occupazioni e rivolte studentesche. Gli studenti non sono contenti della
formazione a loro data, troviamo una serie di locandine con simboli di architettura classica che ok
andava bene ma nel momento in cui dovevano inserirsi professionalmente chiedevano una
formazione adeguata e si opponevano agli insegnamenti che non erano volti alla ricerca e al
rinnovamento.

Riescono a inserire nel corpo docenti di alcuni autori che riescono a specchiare il clima del tempo:
Umberto Eco: teoria del colore
Dino Formaggio: metodologia della visione
Franco Russoli: storia dell’arte.

Tutti questi architetti prima ancora di progettare degli edifici pubblicano un libro: mettono per
iscritto ciò che loro intendono per architettura e i modi per metterla a punto. Individuano le ragioni
che giustificano i loro progetti. Spiegano il lavoro, spiegano le motivazioni, l’architettura è una cosa
che subiamo tutti.
 “Origini e sviluppo della società moderna” Aymonino analizza come cambiano le
architetture e le città europee sotto l’avvento delle grandi ideologie che ne segnarono la
trasformazione (1800 rivoluz. Industriale, vediamo Glasgow, come cambia Mosca durante
l’esperienza socialista). Guardano la realtà contemporanea a lui e come muta e guarda
indietro nella storia come cambiarono per trovare
insegnamenti utili per operare nel presente.
Differenza con Venturi il quale il suo ambito di studio
era Las Vegas.

 Gallaratese, quartiere Monte Amiata,


Milano: i risultati di questa ricerca
confluiranno nel progetto Gallaratese a
Monte Amiata a Milano. Era un quartiere residenziale che si stava espandendo e all’interno
di questo quartiere progetta un complesso residenziale, uno dei migliori interventi di
edilizia popolare economico del tempo. E’ diviso in grandi stabili che si sono disposti a
ventaglio su un punto centrale: tre progettati di Aymonino e 1 da Rossi. L’edificio è
composto da volumi sporgenti, segnato da grandi passaggi pedonali colorati, caratterizzato
da bilocali quadrilocali, diversa grandezza per ospitare nuclei di famiglie diverse. Il centro
del progetto è un teatro all’aperto: scelta determinata dal fatto che le persone che
andranno a vivere nelle periferie sono trapiantate dai loro contesti, molte persone del
sud→ facilitare i rapporti relazionali inserendo un luogo d’incontro e una serie di attività
pubbliche, erano previsti asili, negozi, palestre, percorsi pedonali lunghissimi e colorati,
pensati per favorire gli incontri di vicinato, vuole favorire le relazioni, è una piccola città
autosufficiente. Nel periodo storico di riferimento ne capiamo l’importanza.
I referenti sotto un profilo economico e culturale si rintracciano nei progetti sovietici
(caratterizzati da colori accesi nelle parti comuni, rosso e giallo che richiamano l’esperienza
socialista). Punti di contatto con l’esperienza di Stirling, molto attento al cliente. Uno dei
pochissimi interventi riusciti.
L’architetto visto come intellettuale, comprende quali sono le questioni del tempo e le soluzioni.
Ciò presuppone posizione ideologica politica e sociale.

“Il territorio dell’architettura” di Gregotti (progettista della Bicocca) libro al cui interno estende il
suo sguardo d’indagine alla grande dimensione. Cerca di capire come mettere a punto progetti di
architettura all’interno del paesaggio. I risultati sono messi a punto nell’università degli studi della
Calabria, 1977, che è un progetto nel paesaggio che si struttura lungo un’asse che collega
autostrada con ferrovia, immagina l’uni con una grande strada pedonale centrale che ha ai suoi
estremi le entrate e le infrastrutture del territorio.

 Quartiere Zen a Palermo: fallimentare. Riprende alcuni


principi del Gallaratese, doveva essere indipendente e
autonomo, il problema è stato che quello sotto un profilo
architettonico è strutturato su cortili stretti e lunghi che
favoriscono i rapporti di vicinato, riprendono sotto un
profilo spaziale quell’unità di vicinato, il problema è che
questo quartiere si è trasformato nel corso del tempo in
un ghetto che li si è creata una vita a sé. Al suo interno si
spaccia droga, anche la polizia fa fatica ad entrare, questo sistema diventa una specie di
trappola. Sta a segnalare un fallimento delle istituzioni.

 Corviale di Roma di Mario Fiorentino e Vallori: fallimentare, interventi per l’edilizia


pubblica, con all’interno tutte le attività del caso, un campo sportivo, centro culturale,
amministrativo, piccola città che si tratta di un quartiere fallimentare sotto un profilo civile,
le amministrazioni non sono state in grado di garantire un funzionamento. Da una parte
rispondevano alle questioni del tempo ma molti di questi sono stati dei fallimenti.

“Sistema teatrale a Milano”: libro di Guido Canella, analizza i teatri intendendoli non solo come
luoghi in cui si svolge una rappresentazione teatrale, ma luoghi come spazio per le relazioni.
Progetterà tantissimi edifici nell’hinterland milanese, municipio di Segrate concepito come un
teatro, è un luogo in cui ci sono gli uffici comunali ma anche aperto a i cittadini al cui interno
troviamo servizi per la comunità, biblioteca,anagrafe, sala conferenze, auditorium, plurifunzionali
intesi come edifici per la collettività. Mette a punto architetture aggressive e disarmoniche.

Canella Progetterà scuole, mercati, tutti interventi dove erano privi di strutture pubbliche.
Architetti impegnati per gli abitanti.
 Centro civico di Pieve Emanuele: edificio che svolge il ruolo di centro civico, altamente
sperimentale dal punto di vista compositivo che riprende le architetture costruttiviste
russe.

ALDO ROSSI

cos’è il tempo atmosferico? Il clima sono scritti su come il tempo


atmosferico di stati atmosferici che viviamo tutti i giorni fa
osservazioni su come questi stati atmosferici influiscono
sull’architettura. Sensibilità elevatissima. Aldo rossi pubblica un
libro: L’architettura della città 1966 che viene studiato in tutte le
facoltà di architettura italiane. Rossi cerca di capire come fare delle
architetture eterne. In questo libro studia le città e mette a punto
una teoria che chiama “dei fatti urbani” perché attraverso
l’osservazione analizza una serie di città europee e ci domanda.
Secondo lui c’è qualcosa in comune sotto un profilo architettonico
che colpisce ognuno di noi.
Piazza di Lucca, Basilica Palladiana di Vicenza, Colosseo.. sono architetture che caratterizzano
quelle città. Il tempo ha determinato che per esempio la basilica del palladio diventasse un grande
luogo espositivo.

Aldo rossi si domanda: nel momento in cui prendiamo l’esempio di Lucca, con il passare del tempo
è stato trasformato in una piazza, cosa è rimasto di quell’anfiteatro?
-la forma. Per lui ci sono sempre forme elementari (cubo cilindro, il prisma) che permangono nel
tempo e per la loro semplicità si imprimono nella nostra memoria. Caratterizzano i grandi
monumenti fino ad oggi costruiti. Il tempo trasforma la funzioni ma ciò che permane nel tempo è
la forma. La forma e l’emozione che abbiamo guardando un luogo supera il tempo.

I maestri di Rossi sono:


 Etienne Louis Boullée, che metteva a punto grandi monumenti architettonici dalle forme
elementari, parla del sublime (cosa proviamo in spazi immensi). In Boullée trova
caratteristiche architettoniche che ricerca nella costruzione delle sue città.
 Le Corbusier: soprattutto l’ultimo Les Corbusier (che lavorava con volumi semplici.
 Canaletto: mette insieme delle architetture che sono la basilica di Vicenza, il Palazzo
chiericati, un ponte non costruito per Venezia e li mette insieme su un canale di Venezia.
Non esiste questa immagine nella realtà, ma i paesaggi sono la sommatoria di piccole realtà
. Gli elementi sono reali ma articolati in modo diverso creano qualcosa di
assolutamente nuovo.
Alcuni esempi
Allestimento per la triennale di milano: cubo segnato da un percorso
sopraelevato
 Fontana monumentale a Segrate: triangolo, edificio con scala
 interno di una scuola media: fontana con un triangolo da cui esce l’acqua
 monumento in Montenapoleone a Sandro Pertini, fontana con triangolo.

Utilizza sempre gli stessi elementi ma con variazioni di


scala e li assembra, ottenendo sempre risultati nuovi.. è
ciò che rende le sue architetture eterne. Non riusciamo a
datarloè il caso del Cimitero di Modena: composto da un
grande edificio che ha un recinto, un ossario che si trova
all’interno di un volume cubico segnato da insenature, è
un’architettura laconica dato da un procedimento additivo
diparti. Architettura che è data da un procedimento
additivo di parti che Rossi arricchisce attraverso le sue
ricerche, interpreta il cimitero come la città dei morti.
 Teatrino che progetta per la biennale di architettura di
Venezia del 1980, piccolo cubo che è coronato da un
tamburo ottagonale e da una copertura con una palla
e una bandierina . Semplicità degli elementi che la
compongono che tessono relazioni con qualcosa
d’altro, in questo caso l’idea del teatro del mondo gli
deriva da immagini di feste 500esche veneziane le cui
persone svolgevano rappresentazioni teatrali e colloca
questo teatrino su un barcone in movimento sulla
laguna.
Molti hanno inserito Rossi all’interno del post
moderno ma nulla si può trovare in questa
architettura di post moderno se non i colori.
IL DESIGN Caffettiera disegnata per alessi, è immaginata
come un grande monumento-
 Galleria progettata per la Molteni: la struttura è la
riproposizione di un edificio che realizza neglia anni
precedenti a Berlino.
Mette a punto in questi anni una serie di lavori in cui gli
elementi base sono sempre basati su geometrie
elementari ma i cui risultati sono imprevedibili.

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