1 Liceo Equilibrio Fluidi

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FISICA

Equilibrio
dei Fluidi
Autore: prof. Pappalardo Vincenzo
docente di Matematica e Fisica
L’equilibrio dei Fluidi
Studia le leggi che regolano lo
stato dei liquidi in quiete

Nell’idrostatica tutte le leggi enunciate valgono per un


liquido perfetto, cioè un liquido che ha le seguenti tre
proprietà:

1.  Fluidità: gli strati di molecole del liquido possono


scorrere gli uni sugli altri.
2.  Incomprimibilità: il liquido mantiene il suo volume
anche se viene sottoposto a forti pressioni.
3.  Elasticità: è facile modificare la forma del liquido.
1. Stati aggregazione della materia

Per consuetudine nella materia si distinguono tre stati di


aggregazione:

q  solidi hanno forma e


volume propri, sono
resistenti alle deformazioni
e difficilmente comprimibili

q  liquidi hanno volume


definito e forma
dipendente dal recipiente
che li contiene
q g a s o c c u p a n o
completamente il volume
disponibile e sono
facilmente comprimibili

Però un diamante, un pezzo di legno, una


porcellana sono oggetti solidi che presentano
caratteristiche strutturali notevolmente
differenti. Pertanto, per poter classificare gli stati
di aggregazione in modo più preciso è
necessaria dunque un'analisi microscopica
della struttura della materia.
v  I solidi hanno una struttura cristallina ben definita,
con distanza tra gli atomi fisse.

v  Nei liquidi le molecole, mantenendo sensibilmente


invariate le mutue distanze, possono scorrere a
gruppi, mescolandosi continuamente.

v  Negli aeriformi le molecole si muovono liberamente


in tutte le direzioni.
2. La pressione

Per descrivere l’effetto di una forza F che agisce su una


superficie Σ, si introduce la grandezza scalare pressione
(simbolo p). La pressione è dovuta alla componente
perpendicolare F della forza F che si esercita sulla
superficie:

F⊥
p=
S
Unità di misura:
N/m2 = Pa (si legge Pascal)

Il vettore F//, componente di F parallelo alla superficie ,


non è rilevante in questo contesto perché non preme su
.
3. La legge di Pascal

Principio di Pascal
La pressione esercitata su qualunque
superficie di un liquido si trasmette
inalterata su ogni altra superficie a
contatto con il liquido
Sul principio di Pascal si basa il torchio idraulico:

Per il principio di Pascal, la


pressione è la stessa sia su
SA che su SB. Quindi:

FA FB SB
pA = pB ⇒ = ⇒ FB = FA ⋅
SA SB SA

poichè SB > SA allora FB > FA

Pertanto, con il torchio idraulico è possibile sollevare un


peso applicando una forza inferiore.
Freno a disco

Martinetto idraulico
4. La legge di Stevino

Consideriamo una superficie ideale


orizzontale, di area S, posta a una
profondità h rispetto alla superficie
libera del liquido che ha densità d.

La pressione che si esercita sulla


superficie S a causa del peso della
colonna di liquido che sovrasta tale
superficie è data da:

FP mg dVg dShg
pL = = = =
S S S S
Legge di Stevino
Se sulla superficie libera del
liquido agisce una pressione
ester na p0, come la
pressione atmosferica, per la
legge di Pascal questa
pressione si trasmette
inalterata su ogni superficie
a contatto con il liquido, per
cui la pressione sul liquido
alla profondità h è data da:

p = p0 + dgh
5. Principio vasi comunicanti

Consideriamo due vasi


comunicanti riempiti con lo
stesso liquido ed esaminiamo
cosa accade su una superficie
S di liquido posta nel tubo di
collegamento.

Se l’altezza h1 del liquido nel recipiente di sinistra è


maggiore di h2, anche la pressione che agisce su S da
sinistra è maggiore di quella da destra.

La superficie S è spinta verso destra: si ha così un flusso di


liquido dal recipiente in cui il liquido ha un’altezza
maggiore verso l’altro.
Per avere l’equilibrio occorre
che la pressione idrostatica p1
esercitata su S dal liquido (di
altezza h1) alla sua sinistra sia
uguale alla pressione p2
esercitata a destra dal liquido
di altezza h2.

Per la legge di Stevino si ha:

p1 = p2 → + dgh1 = dgh2 → h1 = h2
PRINCIPIO DEI VASI
COMUNICANTI

Un liquido versato in un
sistema di vasi comunicanti
raggiunge in tutti i recipienti
lo stesso livello.

Questa proprietà è valida qualunque sia la forma dei


recipienti, purché siano abbastanza ampi. Infatti, il
modello dei vasi comunicanti che abbiamo appena
utilizzato ha un campo di validità limitato: cessa di essere
valido quando alcuni dei tubi che collegano i recipienti
sono molto sottili (detti capillari).
Vasi comunicanti con liquidi diversi

Consideriamo il caso più


generale, in cui i vasi
comunicanti contengono due
liquidi diversi (di densità d1 e
d2) che non si mescolano
(mercurio e acqua).

Il sistema è in equilibrio se sono uguali le due pressioni


esercitate dalle due colonne di liquido (alte h1 e h2) sulla
loro base.
h1 d2
p1 = p2 → d1gh1 = d2gh2 → =
h2 d1

Le altezze a cui si portano due liquidi in un


tubo ad U sono inversamente proporzionali
alle loro densità.

All’equilibrio il mercurio,
che è più denso,
raggiunge un’altezza
minore dell’acqua.
Il sistema idrico di un acquedotto è un insieme di vasi
comunicanti. L’acqua viene pompata in un serbatoio
sopraelevato, in modo che possa raggiungere la stessa
quota anche all’interno degli edifici.
6. Principio di Archimede

Facciamo il seguente esperimento:

Appendiamo due
cilindri. Il dinamometro
misura una certa forza.
Immergiamo il cilindro Riempiamo di acqua il
pieno in acqua. Il cilindro vuoto. Il
dinamometro misura dinamometro misura la
una forza inferiore. forza iniziale.
Cosa è successo?

1)  Quando il cilindro pieno viene


immerso nell’acqua, riceve una
spinta verso l’alto, chiamata
spinta di Archimede.

2)  Questa forza (la spinta di Archimede) è uguale al peso


dell’acqua che sta dentro il volume del cilindro vuoto.
3)  Il cilindro vuoto ha lo stesso volume del cilindro pieno,
quindi tale forza è uguale al peso dell’acqua spostata
dal cilindro pieno.
L’acqua e gli altri liquidi esercitano su un corpo immerso
(anche parzialmente) una forza verso l’alto, chiamata
spinta di Archimede.

LEGGE DI ARCHIMEDE

Un corpo immerso in un
liquido subisce una forza
diretta verso l’alto di intensità
uguale al peso del volume del
liquido spostato
La nave galleggia perché
la forza peso che agisce
sullo scafo di ferro (che è
cavo) è compensata
dalla spinta di Archimede
che è rivolta verso l’alto.

La spinta di Archimede è pari al peso del volume di


acqua spostata dalla parte immersa della nave.
La legge di Archimede
vale anche per i gas.
In definitiva:

Galleggiamento dei corpi


Un corpo affonda, galleggia, o sale quando la sua
densità è rispettivamente maggiore, uguale o minore
di quella del liquido in cui è immerso.

Esempio:
Immergiamo in acqua (d=1,0Ÿ103 kg/m3) tre bottiglie:
la prima contiene sabbia (d=1,6Ÿ103 kg/m3); la
seconda latte (d=1,0Ÿ103 kg/m3); la terza olio
(d=0,9Ÿ103 kg/m3)
La bottiglia di sabbia La bottiglia di latte La bottiglia di olio
affonda perché la sua galleggia perché la sale perché la sua
densità è maggiore sua densità è uguale densità è minore a
di quella dell’acqua. a quella dell’acqua. quella dell’acqua.
Sommergibili

Per ottenere l’immersione, si Per riemergere, l’acqua


imbarca acqua. In questo viene pompata fuori. In
modo la densità media del questo modo la densità
sommergibile è maggiore di media del sommergibile è
quella dell’acqua. minore di quella dell’acqua.
Conoscendo la spinta di Archimede
possiamo calcolare qual è la
condizione che permette a un
oggetto immerso in un liquido di
fluttuare in equilibrio indifferente,
ossia di galleggiare.

Per conseguire l’equilibrio la forza-peso FP del corpo


(verticale e rivolta verso il basso) deve avere lo stesso
modulo della spinta di Archimede FA (rivolta verso l’alto)
che agisce su di esso:
Condizione di galleggiamento d= densità del corpo
V= volume del corpo
V0 d d0= densità del liquido
FP = FA → dVg = d0V0g → = V0= volume parte immersa
V d0 (liquido spostato)
7. La pressione atmosferica

Tutti siamo sottoposti alla pressione atmosferica,


esercitata dal peso della colonna d’aria che si trova
sopra di noi. Ma non ci rendiamo conto di questa
pressione perché, per la legge di Pascal, si esercita con
lo stesso valore su tutte le superfici a contatto con l’aria.
Come possiamo misurare questa pressione atmosferica?

La pressione atmosferica fu misurata da Evangelista


Torricelli (1608–1647), attraverso il seguente esperimento.

Un tubo di vetro riempito di mercurio


viene immerso in una bacinella di
mercurio. Cosa si osserva?

La colonna di mercurio nel tubo


(al livello del mare) si abbassa
fino a 76 cm.
Cosa è successo?

Per il principio di Pascal, la pressione


atmosferica p0, che agisce sulla
super ficie di mercurio della
bacinella, si trasmette inalterata
anche sulla superficie del tubo
immersa nel mercurio.

La pressione esercitata dalla colonna di 76 cm di


mercurio è pari proprio a quella atmosferica. Per la
legge di Stevino, vale:

p0 = gdh = 9,81 ⋅ 13,6 ⋅ 103 ⋅ 0,76 = 1,01 ⋅ 105 Pa = 1 atm


Una pompa aspirante che
solleva acqua funziona con lo
stesso principio. Queste
pompe non possono sollevare
l’acqua a un’altezza superiore
ai 10 m circa, perché una
colonna d’acqua più alta
esercita verso il basso una
pressione maggiore di quella
atmosferica:

p0 = gdh = 10 ⋅ 1,0 ⋅ 103 ⋅ 10 ≅ 105 Pa


La variazione della pressione atmosferica

La pressione atmosferica
diminuisce con l aumentare
dell’altitudine, perché
diminuisce il peso della colonna
d aria che ci sovrasta.

La diminuzione della pressione


atmosferica è pari a circa 1300
Pa per ogni 100 m di
innalzamento.
Le previsioni del tempo

1bar = 105 Pa (multiplo del pascal)