Via Crucis Strada Luminosa 11 Marzo 2021

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PARROCCHIA S.

ANTONIO DI PADOVA
PARABITA

VIA CRUCIS
SULLA STRADA LUMINOSA DELLA CROCE
Meditazioni del Servo di Dio don Tonino Bello

“Quel posto è tuo e di nessun altro.


Non può non sentirti: è appena inchiodato dietro di te.
Non fare lo sbaglio di rinunciare a quel posto.
Non cederlo a nessuno.
Se noi dovessimo lasciare la croce su cui siamo confitti ( non sconfitti )
il mondo si scompenserebbe.
E’ come se venisse a mancare l’ossigeno nell’aria, il sangue nelle vene,
il sonno nella notte”. don Tonino Bello
Chiesa

Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti Amen

Cel. Benedetto sia Dio, Padre di bontà infinita, che manifesta la sua onnipotenza
nella grazia del perdono.
Tutti Benedetto nei secoli il Signore.

Cel. Benedetto sia Cristo, Figlio di Dio, che sulla croce è l’abbraccio del Padre
per tutti gli uomini.
Tutti Benedetto nei secoli il Signore

Cel. Benedetto sia lo Spirito Santo, forza divina che agisce nell’intimo dei cuori,
perché l’amore prevalga sull’odio.
Tutti Benedetto nei secoli il Signore

Cel. Miei cari fratelli, ci accingiamo ad essere benedetti noi dalla luce del Signore Gesù
che soffre, nei vari momenti del suo Calvario tormentato.
Immedesimiamoci con le sofferenze del Signore, abbracciamo pure noi, più che la sua Croce,
le sue braccia, le sue spalle che portano la Croce e così Gesù diventerà più profondamente il
nostro compagno di viaggio.
La Croce è il legno che noi non siamo chiamati a piallare, come dice Paul Claudel, ma a salire.
Così si completa la nostra adesione a Cristo.
Ma il tocco finale di questo nostro aderire a Gesù Cristo, morto e risorto, è quando sappiamo
fare anche noi la Via Crucis dell’uomo e non soltanto di Gesù Cristo; perché Gesù Cristo è
passato avanti e adesso dietro di Lui c’è l’uomo che percorre gli stessi sentieri.
Questo è uno spettacolo che ci coinvolge sempre, la Via Crucis, e noi dobbiamo scendere sulla
strada e prendere posizione. Il Signore ci interpella. Stiamo qui per condividere la sua
sofferenza e partecipare alla sua Resurrezione e della forza prorompente che Lui ha portato nel
mondo con la sua passione e con la sua gloria.
Preghiera Corale
Eccoci, Signore, davanti a te.
Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.
Non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,
o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.
E’ perché, molti passi, li abbiamo consumati
sulle viottole nostre, e non sulle tue,
seguendo i tracciati involuti
della nostra caparbietà faccendiera,
e non le indicazioni della tua Parola.
In questo momento vogliamo ringraziarti, Signore,
perché facendoci contemplare la povertà del raccolto,
ci aiuti a capire che senza di te non possiamo fare nulla.
Grazie, Signore,
perché se ci fai sperimentare la povertà della mietitura,
tu dimostri di volerci veramente bene,
in quanto ci distogli dalle nostre presunzioni
corrose dal virus dell’efficientismo,
raffreni i nostri desideri di onnipotenza,
e non ci esponi di fronte alla storia,
ma neppure di fronte alla cronaca.

Cel. Avviamoci dietro alla Croce.


Tutti Rendiamo grazie a Dio

Mentre si avvia il cammino processionale si canta

Santa Madre, deh! Voi fate


che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
PRIMA STAZIONE – Gesù è condannato a morte
“Le ingiuste condanne”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca ( 23,20-24 )


Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: “
Crocifiggilo, crocifiggilo!”. Ed egli, per la terza volta, disse loro: “Ma che male ha fatto
costui? Non ho travato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in
liberta”. Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida
crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita.

Meditazione
Milioni di uomini, donne e bambini, sono morti nel corso di questi anni per la tirrannia e le
opere infernali dei cristiani. La valutazione è certissima e veridica. In primo luogo vi sono
state guerre ingiuste, crudeli, sanguinose e tiranniche. Hanno ammazzato quanti potevano
bramare libertà, sospirarla o anche solo pensarvi, oppure concepire il disegno di sottrarsi ai
tormenti che pativano. Poi hanno continuato a uccidere opprimendo i superstiti con la più dura
e acerba servitù cui uomini o bestie siano mai stati costretti. Sospinti da una cupidigia e da una
ambizione tali da non trovar confronto sulla faccia della terra. E’ giunto il momento, Signore,
di levare a Te la nostra corale implorazione perché, in quest’ora magnifica e drammatica della
storia, Tu ci prenda per mano, e ci conduca a leggere con occhi di speranza lo scenario su cui
si affollano le nuovo culture, protagoniste di questo terzo millennio. Esse hanno il diritto di
essere evangelizzate e, nonostante l’apparente indifferenza, ci interpellano.

Preghiera Corale
Ti imploriamo, Signore: discendi, ancora una volta, agli inferi.
Vogliamo riferirci a quella tua capacità di prendere su di Te
le disperazioni del mondo, di sedurle con le nostalgie del Sabato Santo,
e di farle aprire alla tavola imbandita della Pasqua.
Tu, semente che si disfa, entra nelle zolle delle umane culture,
e noi, non più sgomenti, come dice un poeta
“staremo ad ascoltare la crescita del grano”

Padre Nostro...

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 1. Chiusa in un dolore atroce,


che le piaghe del Signore eri là sotto la croce,
siano impresse nel mio cuore dolce Madre di Gesù
SECONDA STAZIONE – Gesù è caricato della croce
“Il legno della miseria umana”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal libro del profeta Isaia ( 53,4-5)


Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo
castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le
nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui.

Meditazione
La frase di Isaia ci turba con la stessa quota di brividi almeno due volte l’anno, a Natale e a
Pasqua. A Natale, quando contempliamo Gesù condannato al legno della mangiatoia. A
Pasqua, quando ci inginocchiamo davanti a Gesù condannato al legno della croce.
Mangiatoia e croce ( i due assi che comprimono tutta l’esistenza umana del Figlio di Dio ) ci
sembrano legni così porosi, che riescono a prosciugare, come spugne gigantesche, tutte le
tristezze del mondo.
Se fossimo santi non ci dovrebbero spaventare né la corruzione del mondo, né l’elenco delle
ingiustizie che lo travagliano, né il proliferare delle radici del male, né la lentezza del
cammino della pace, né il rigoglio dei semi di violenza, né il suono funesto dei tamburi di
guerra… Perché sui presagi di distruzione e sui segni di morte, prevarrebbe a tal punto la
speranza cristiana, frutto carnoso della santità, che dovremmo pure noi cantare come Teresa
d’Avila: “Nulla mi turba, nulla mi spaventa: solo Dio basta!”.

Preghiera Corale
Spirito di Dio,
fa della tua Chiesa un roveto
che arde di amore per gli ultimi.
Alimentane il fuoco con il tuo olio.
Dà alla tua Chiesa tenerezza e coraggio.
Lacrime e sorrisi.
Rendila spiaggia dolcissima
per chi è solo e triste e povero.
Disperdi la cenere dei suoi peccati.
Fà un rogo delle sue cupidigie.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 2. Il tuo cuore desolato,


che le piaghe del Signore fu in quell’ora trapassato,
siano impresse nel mio cuore dallo strazio più crudel.
TERZA STAZIONE - Gesù cade la prima volta sotto la croce
“La fragilità che ci apre all’accoglienza”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dalla prima lettera di San Pietro apostolo (2,24-25)


Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più il
peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come
pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.

Meditazione
Le barriere geografiche stanno per crollare come le mura di Gerico e,purtroppo, non si sta
facendo molto perché questa confluenza razziale, culturale, etnica, religiosa, venga vissuta
senza traumi. Le categorie della difesa a riccio sembrano spesso prevalere sulle categorie
dell’apertura e dell’integrazione. La paura dell’altro, del diverso…, di chi viene a mettere in
discussione sicurezze antiche, produce preoccupanti tossine di rifiuto e mette in crisi, anche
nella nostra esperienza cristiana, consolidati concetti di accoglienza. Non c’è da illudersi: è su
questo fronte che negli anni immediati, si misurerà la nostra tenuta evangelica. Ebbene, come
comunità cristiana, dobbiamo essere il segno del raggruppamento di coloro che cercano
un’identità precisa come parrocchia, ma un’identità aperta, segno dell’apertura grande,
immagine di una Chiesa libera, di una Chiesa vera.

Preghiera Corale
Oggi, Signore, lo slancio di tanti missionari,
che hanno scelto di condividere tutto con i poveri della terra,
non si ispira forse alla tua stessa carità,
fatta di attenzione e di tenerezza,
di compassione e di accoglienza,
di disponibilità e di interessamento ai problemi della gente?
Ecco perché, Signore,
mentre più drammatiche si fanno le sfide del nostro tempo,
ti imploriamo di non farci venir meno la speranza
e di continuare a effondere su di noi lo Spirito Santo,
vero protagonista della missione ecclesiale.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 3. Quanto triste, quanto affranta,
che le piaghe del Signore ti sentivi, o Madre Santa,
siano impresse nel mio cuore del divino Salvator.
QUARTA STAZIONE - Gesù incontra sua Madre
“Invincibile forza dell’amore materno”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca (2,34-35.51)


Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Ecco, egli è qui per la caduta e la
risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada
trafiggerà l’anima – affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”. Sua madre custodiva tutte
queste cose nel suo cuore.

Meditazione
E’ chiaro: ha avuto anche Maria a che fare con la paura. Paura di non essere capita. Paura per
la cattiveria degli uomini. Paura di non farcela. Paura per la sorte di Gesù.
Paura di rimanere sola...Quante paure! Madonna della paura, dunque. Ma non della
rassegnazione. Perché lei non si è mai lasciata cadere le braccia nel segno del cedimento, né le
ha mai alzate nel gesto della resa. Una volta sola si è arresa: quando ha pronunciato il Fiat e si
è consegnata prigioniera al suo Signore. Da allora ha sempre reagito con incredibile
determinazione, andando controcorrente e superando inaudite difficoltà che avrebbero
stroncato le gambe a tutti. Dalle strette al cuore che le procuravano certe notizie che
circolavano sul conto di suo figlio al momento del Calvario quando, sfidando la violenza dei
soldati e lo sghignazzo della plebe, si piantò coraggiosamente sotto la croce. Una prova
difficile, la sua. Contrassegnata, come per il figlio morente, del silenzio di Dio. Una prova
senza scenografie e senza sconti sui prezzi della sofferenza.

Preghiera Corale
Santa Maria, rogo di carità per il Creatore,
ci sei maestra anche di come si amano le creature.
Aiutaci, perciò, a ricomporre le assurde dissociazioni con cui, in tema di amore,
portiamo avanti contabilità separate: una per il cielo ( troppo povera in verità ),
l’altra per terra ( ricca di voci, ma anemica di contenuti ).
Facci capire che l’amore è sempre santo,
perché le sue vampe partono dall’unico incendio di Dio.
Ma facci comprendere anche che, con lo stesso fuoco,
oltre che accendere lampade di gioia,
abbiamo la triste possibilità di fare terra bruciata delle cose più belle della vita.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 4. Con che spasimo piangevi,
che le piaghe del Signore mentre trepida vedevi,
siano impresse nel mio cuore il tuo Figlio nel dolor.
QUINTA STAZIONE - Gesù è aiutato dal Cireneo
“Cirenei della gioia”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Marco (15,21-22)


Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva
dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che
significa “Luogo del cranio”.

Meditazione
Nella nostra vita tutti i ritagli di sogni, tutte le esuberanze che ormai sono cadute, non vanno
perse, non sono foglie che scendono sull’acqua del fiume e vengono portate alla deriva, no;
non vanno perse, costituiscono quella specie di cassa depositi e prestiti che alimenta
l’economia della salvezza. Anche il pianto, ha un risvolto di gioia. Queste cose oggi noi le
dobbiamo dire alla terra, al mondo che è così preso da tanta voglia di piangere, ma è un pianto
senza consolazione, un pianto disperato. Le lacrime degli uomini non sono perse. C’è un
versetto del salmo che dice: “Le mie lacrime Signore, nell’otre Tuo raccogli”. Il Signore ha un
otre di pelle e raccoglie tutte le lacrime degli uomini, e nessuna è inutile. Un poeta dice:
“Probabilmente, il Signore in qualche astro dell’universo conserva, in un archivio segreto,
tutte le lacrime e tutti i dolori degli uomini: nemmeno una va persa”. Tocca a noi, allora,
popolo tutto intero di battezzati, depositari della speranza cristiana, passare per le strade del
mondo e proclamare insieme: “Coraggio, gente, non ti deprimere, non perderti d’animo. Alzati
e cammina con noi. In fondo c’è una luce. E c’è un Uomo che, nonostante tutto, è capace di
presentarti il tratto di strada che ti rimane, lungo o breve che sia, come un’occasione
straordinaria di rinascere”.

Preghiera Corale
Noi t’invochiamo, Signore! Aiutaci a mettere la Tua Parola al primo posto.
Liberaci dalla tentazione di decurtarla per paura dei potenti, di addomesticarla per riguardo
di chi comanda, di svilirla per timore che ci coinvolga.
Non permettere che sulle nostre labbra la Parola si inquini con i detriti delle ideologie. Ma
dacci anche una mano perché possiamo coraggiosamente incarnarla nella cronaca e
produca, così, storia di salvezza.
Aiutaci a comprendere che i poveri sono il luogo teologico dove Dio si manifesta e il roveto
ardente e inconsumabile da cui Egli ci parla.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 5. Se ti fossi stato accanto,


che le piaghe del Signore forse non avrei pianto ,
siano impresse nel mio cuore o Madonna, anch’io con te?
SESTA STAZIONE - Gesù è asciugato in volto dalla Veronica
“Volti rivolti”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal libro del profeta (Is 53,2-3)


Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui
diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come
uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Meditazione
Se il buon profumo di Cristo non promana dalle tue mani che hanno stretto le sue, le parole
che annunci sono prive di garanzie. Se non hai da esibire veli di Veronica attraverso i quali hai
toccato il suo volto, le tue lezioni su di lui saranno sempre inaffidabili. Per dipingere Cristo,
diceva che il Beato Angelico, bisogna vivere di lui. Ebbene, per dipingerlo sulla tela di
un’esistenza umana, bisogna intridere il pennello della parola nel vermiglio delle sue piaghe,
nel verde dei suoi occhi, nel cavo del suo cuore, nell’acquaforte dei suoi gesti, nella tempera
dei suoi sentimenti, nelle profondità dei suoi pensieri, nelle trasparenze dei suoi sogni.
Prima di raccontarlo Gesù, bisogna averlo toccato. Se, oltre che al Signore, fossimo capaci di
dire anche al prossimo: “Il tuo volto, fratello, io cerco. Non nascondermi il tuo volto”, la causa
della pace sarebbe risolta. Riconciliamoci con i volti. Col volto di ogni fratello, scrigno di
tenerezze e di paure, di solitudini e di speranze. Col volto del bambino che già vive nel
grembo materno. Col volto fosco del nemico, redento dal nostro perdono. Ci riconcilieremo
così col volto di Dio, unica terra promessa dove fiorisce la pace.

Preghiera Corale
Santa Maria, facci comprendere che la modestia, l’umiltà, la purezza
sono frutti di tutte le stagioni della storia, e che il volgere dei tempi non ha alterato
la composizione chimica di certi valori quali la gratuità, l’obbedienza, la fiducia,
la tenerezza, il perdono. Sono valori che tengono ancora e che non andranno mai in disuso.
Restituisci cadenze di gratuità al nostro servizio così spesso contaminato dalle scorie
dell’asservimento. E fa che le ombre del potere non si allunghino mai sui nostri offertori. Tu
che hai sperimentato la tribolazione dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra
vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo.

Padre Nostro…
Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 6. Dopo averti contemplata
che le piaghe del Signore col tuo Figlio addolorata,
siano impresse nel mio cuore quanta pena sento in cuor!
SETTIMA STAZIONE - Gesù cade la seconda volta
“Il riscatto delle cadute”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dalla prima lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinzi (1,27-30)


Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è
debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato
per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché
nessun uomo possa vantarsi di fronte a Dio. Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per
noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione.

Meditazione
La vera tristezza non è quando, la sera, non sei atteso da nessuno al tuo rientro a casa, ma
quando tu non attendi più nulla dalla vita. E la solitudine più nera la soffri non quando trovi il
focolare spento, ma quando non lo vuoi accendere più: neppure per un eventuale ospite di
passaggio. Quando pensi, insomma che per te la musica è finita. E ormai i giochi siano fatti. E
non ci saranno più soprassalti di gioia per una buona notizia. Né trasalimenti di stupore per
una improvvisata. E neppure fremiti di dolore per una tragedia umana. Ora, che cosa dice il
Signore di fronte a queste paure? Adopera due verbi bellissimi: alzatevi e levate il capo.
Alzarsi significa credere che il Signore è venuto sulla terra duemila anni fa, proprio per
aiutarci a vincere la rassegnazione. Alzarsi significa riconoscere che se le nostre braccia si
sono fatte troppo corte per abbracciare tutta intera la speranza del mondo, il Signore ci presta
le sue. Alzarsi significa abbandonare il pavimento della cattiveria, della violenza,
dell’ambiguità, perché il peccato invecchia la terra. Alzarsi significa, insomma, allargare lo
spessore della propria fede. Ma alzarsi significa anche allargare lo spessore della speranza,
puntando lo sguardo verso il futuro, da dove Egli un giorno verrà nella gloria per portare a
compimento la sua opera di salvezza. E allora non ci sarà più pianto, né lutto e tutte le lacrime
saranno asciugate sul volto degli uomini.

Preghiera Corale
Santa Maria, di fronte ai cambi che scuotono la storia,
donaci di sentire sulla pelle i brividi dei cominciamenti.
Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere.
Accogliere talvolta è segno di rassegnazione.
Attendere è sempre segno di speranza.
Rendici, perciò, ministri dell’attesa.

Padre Nostro…
Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 7. Santa Vergine, hai contato
che le piaghe del Signore tutti i colpi del peccato,
siano impresse nel mio cuore nelle piaghe di Gesù.
OTTAVA STAZIONE - Gesù incontra le donne di Gerusalemme
“Dalla cultura del lamento al culto della speranza”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dal Vangelo secondo Luca (23,27-31)


Una grande moltitudine di popolo e di donne seguiva Gesù battendosi il petto e facendo
lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non
piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali
si dirà: “Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno
allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!”, e ai colli: “Copriteci!”.
“Perché se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”.

Meditazione
E’ impietoso. Noi che dovremmo essere coloro che portano l’acqua della speranza, della gioia,
che si deve leggere proprio sulla faccia la felicità, qualche volta siamo immalinconiti,
sovrappensiero, scostanti. Non siamo contenti della vita perché ci manca qualcosa. Siamo
propensi al lamento. Siamo contenti della vita? C’è gioia nelle nostre azioni, libertà interiore
nelle nostre scelte, entusiasmo nelle nostre parole, passione nei nostri annunci? Per uno strano
vizio siamo portati a contabilizzare le cose che non vanno, più che a decifrare i segni della
fecondità silenziosa. E le foglie che cadono ci sgomentano più di quanto non ci facciano
trasalire di gioia le gemme che rompono la vecchia corteccia dell’albero. Il Signore ci ha
parlato di lieti annunci offerti ai poveri. Ci ha detto che Egli è venuto per allietare gli afflitti di
Sion. Ci ha assicurato la corona invece della cenere, e l’olio di letizia invece dell’abito di lutto.
E ci ripete che, invece del cuore mesto, Egli preferisce il cantico di lode. Che aspettiamo,
allora, a mutare il nostro lamento in danza?

Preghiera Corale
Santa Maria, compagna di viaggio,
non permettere che sulle nostre labbra
il lamento prevalga mai sullo stupore,
che lo sconforto sovrasti l’operosità,
che lo scetticismo schiacci l’entusiasmo,
e che la pesantezza del passato
ci impedisca di far credito sul futuro.
Rendici cultori delle calde utopie
dalle cui feritoie sanguina la speranza sul mondo.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 8. E vedesti il tuo Figliolo


che le piaghe del Signore così afflitto, così solo,
siano impresse nel mio cuore dare l’ultimo respir.
NONA STAZIONE - Gesù cade la terza volta
“Stremati, ma non vinti”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo.

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani (8,35-37)


Chi ci separerà dell’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la
fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come è scritto: “Per causa tua siamo messi a morte tutto
il giorno; siamo considerati come pecore da macello”. Ma in tutte queste cose noi siamo più
che vincitori grazie a colui che ci ha amati.

Meditazione
Coraggio! Dio non fa graduatorie. Non sempre si lascia incantare da chi sa parlare meglio.
Non sempre, rispetto ai sospiri dignitosi del povero, dà la precedenza al canto gregoriano che
risuona nelle chiese. Non sempre si fa sedurre dal profumo dell’incenso, più di quanto non si
accorga del tanfo che sale dai sotterranei della storia. Tutta la Chiesa è un popolo di stirpe
regale. Di prìncipi, non di schiavi. Non di pezzenti. Ma di gente destinata al Regno. Nessuno
ha diritto di usare l’uomo, di strumentalizzarlo, di piegarlo, di asservirlo, di prostituirlo, di
avvilirlo come scala per salire più in alto. Rimaniamo diritti per essere persone. Non
pieghiamo la schiena per divenire personalità.

Preghiera Corale
Signore,
qualche volta, forse non sperimentiamo
il calore della tua mano nella nostra.
Aiuta la nostra fede perché è povera.
Facci diventare costruttori di unità,
elaboratori di progetti di pace,
continuatori della tua opera di riunificazione.
Tu, che dal Padre tuo
sei stato mandato a riunificare, a ricapitolare
gli esseri del cielo, della terra e di sotto terra,
fa’ che anche noi
possiamo essere dei radunatori intorno a te.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 9. Dolce Madre dell’amore


che le piaghe del Signore fa’ che il grande tuo dolore,
siano impresse nel mio cuore. io lo senta pure in me.
DECIMA STAZIONE - Gesù è spogliato delle sue vesti
“La dignità violata”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni ( 19,23-24 )


I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una
per ciascun soldato- e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo
da cima a fondo. Perciò dissero tra loro:”Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”.
Così si compiva la Scrittura, che dice:”Si sono divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica
hanno gettato la sorte”. E i soldati fecero così.

Meditazione
Tutti soffriamo, non soltanto coloro che hanno una sofferenza fisica. Soffrono anche coloro
che hanno delle piaghe morali, che sono depressi, avviliti, coloro che non ce la fanno
più...quelli che sono drop out, cioè gettati fuori, sbandati, quelli che non trovano più se stessi.
Drop out anche voi, stranieri alla deriva. Minori che convivete con la violenza. Adolescenti
scaricati anche dalle nostre chiese perché siete pericolosi agli altri. Fratelli lupigni che fate la
spola tra carceri e libertà. Esseri allo sbando che vi aggirate tra ospedali psichiatrici e strada.
Persone respinte dal banchetto della vita, che non ne fate più un problema se la gente vi rifiuta
perfino le briciole. Un’altro prima di voi, Gesù di Nazareth, è stato considerato “pietra di
scarto”, anche Lui, dai costruttori. Drop out, come voi. Quella pietra, però, Dio l’ha scelta
come testata d’angolo. E che, da quando suo Figlio Gesù è stato confitto sulla croce
nell’amarezza dell’emarginazione più nera, anche gli scarti residuali dell’umanità per lui sono
diventati…polvere di stelle.
Preghiera Corale
Santa Maria, donna “senza aggettivi”,
vera icona del mondo femminile umiliato in terra d’Egitto,
sottomesso alle sevizie dei faraoni.
Da quando sul Calvario ti trafissero l’anima,
non c’è pianto di madre che ti sia estraneo,
non c’è solitudine di vedova che tu non abbia sperimentato,
non c’è avvilimento di donna di cui non senta l’umiliazione.
Se i soldati spogliarono Gesù delle sue vesti,
il dolore spogliò te dei tuoi prestigiosi aggettivi.
E apparisti semplicemente donna, al punto che il tuo Unigenito morente
non seppe chiamarti con altro nome:”donna, ecco tuo figlio”.
Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 10. Fà che il tuo materno affetto,
che le piaghe del Signore per tuo Figlio benedetto,
siano impresse nel mio cuore. mi commuova e infiammi il cuor .
UNDICESIMA STAZIONE - Gesù è inchiodato alla croce
“La speranza a dura prova”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Luca ( 23,33-34.39.42-43)


Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e
l’altro a sinistra. Gesù diceva: ”Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Uno
dei malfattori appesi alla croce lo insultava. L’altro invece disse: “Gesù, ricordati di me
quando entrerai nel tuo regno”. Gli rispose: “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel
paradiso”.

Meditazione
Quel posto è tuo e di nessun altro. Non può non sentirti: è appena inchiodato dietro di te. Non
fare lo sbaglio di rinunciare a quel posto. Non cederlo a nessuno. Se noi dovessimo lasciare la
croce su cui siamo confitti ( non sconfitti ) il mondo si scompenserebbe. E’ come se venisse a
mancare l’ossigeno nell’aria, il sangue nelle vene, il sonno nella notte. La sofferenza tiene
spiritualmente in piedi il mondo. Nella stessa misura in cui la passione di Gesù sorregge il
cammino dell’universo il traguardo del Regno. In questo Gesù è il nostro capo. Lui confitto su
un versante della croce e noi confitti, sull’altro versante della croce, sul retro, Gesù comunque
è in mezzo a noi. E’ toccabile. E quando abbiamo bisogno di lui non è necessario urlare: basta
chiamarlo, perché sta appena dietro di noi. Gesù è il nostro capo. Da una parte c’è lui. E
dall’altra c’è lei, Maria, la nostra dolcissima madre, la regina degli infermi. Salus infirmorum:
colei che viene incontro e mette la mano sulla fronte dei suoi figli febbricitanti e percepisce
subito la temperatura senza aver bisogno di termometri. E non ha bisogno di chiedere per
sapere del nostro stato di salute, perché lei lo afferra a volo guardandoci negli occhi.

Preghiera Corale
Maria, Tu che rimanesti in piedi sotto la croce,
statua vivente della libertà,
fà che tutte le donne,
ispirandosi alla tua fierezza femminile,
sotto il diluvio delle sofferenze di ogni specie,
al massimo pieghino il capo
ma non curvino mai la schiena.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 11. Le ferite che il peccato
che le piaghe del Signore sul tuo corpo ha provocato
siano impresse nel mio cuore. siano impresse, o Madre, in me.
DODICESIMA STAZIONE - Gesù muore in croce
“Tutto è compiuto”
Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni ( 19,30.34)


Dopo questo, Gesù disse:”E’ compiuto!”. E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Uno dei
soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Meditazione
Un giorno, quando avrete finito di percorrere la mulattiera del Calvario e avrete sperimentato
come Cristo l’agonia del patibolo, si squarceranno da cima a fondo i veli che avvolgono il
tempio della storia, e finalmente saprete che la vostra vita non è stata inutile. Che il vostro
dolore ha alimentato l’economia sommersa della grazia. Che il vostro martirio non è stato un
assurdo, ma ha ingrossato il fiume della redenzione raggiungendo i più remoti angoli della
terra. In quel giorno, sulla cima del monte più tragico della terra, divenuto il vero monte delle
beatitudini, al cospetto dell’universo, a stendere il dito non sarà Giovanni Battista, ma lo
stesso Signore che indicherà in voi coloro che hanno affrettato la salvezza del mondo.
Coraggio, fratelli. La vostra storia crocifissa è già impregnata di Risurrezione. Il Calvario è lo
scrigno nel quale si concentra tutto l’amore di Dio. La Croce è la manifestazione, è l’epifania
più alta dell’Amore di Dio per noi. Ha mandato Suo Figlio sulla Croce perché ci togliesse i
peccati, ci redimesse, ci rendesse puri. Anche noi, sulla croce rendiamo più pura l’umanità e
più buono il mondo. Ognuno dovrebbe dire: Signore , io non soltanto mi affido a Te e sono
felice di partecipare a questa operazione della carità in cooperativa con Te, ma Ti ringrazio di
questo privilegio.

Preghiera Corale
Ti chiediamo perdono, Signore, per tutte le ali che non abbiamo aiutato a distendersi.
Per i voli che non abbiamo saputo incoraggiare.
Per l’indifferenza con cui abbiamo lasciato razzolare nel cortile,
con l’ala penzolante, il fratello infelice che avevi destinato a navigare nel cielo.
Aiutaci a dire che mettere in vita non è tutto.
Bisogna mettere in luce. E che antipasqua è ogni accoglienza mancata.
E’ ogni rifiuto del pane, della casa, del lavoro, dell’istruzione, dei diritti primari.
Antipasqua è la guerra: ogni guerra. Grazie perché ci conservi il tuo amore.
Perché non ti è venuto il voltastomaco per i nostri peccati.
Perché continui ad avere fiducia in noi.
Perché non solo ci sopporti, ma ci dai da intendere che non sai fare a meno di noi.
Padre Nostro…
Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 12. Del Figliolo tuo trafitto,
che le piaghe del Signore per scontare il mio delitto,
siano impresse nel mio cuore. condivido ogni dolor.
TREDICESIMA STAZIONE - Gesù è deposto dalla croce
“Collocazione provvisoria”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni ( 19,38-40)


Giuseppe di Arimatea chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo.
Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, per preparare la
sepoltura.

Meditazione
Per noi oggi, essere fedeli alla croce di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, significa
disintegrare tutte le fucine di morte e distruggere tutte le agenzie periferiche di quegli arsenali
di ingiustizia planetaria. E forse non c’è bisogno di andare troppo lontano per scovarle. Perché
piccole succursali di queste botteghe, veramente oscure, dove si confezionano croci collettive,
esistono anche nelle nostre città. Ma essere fedeli alla croce di Gesù Cristo significa anche
vedere in essa lo strumento della salvezza e intuire che la redenzione è vicina. Sulla croce non
si rimane per sempre. Già nelle Filippine, nell’America Latina, nell’Africa, su tutti i calvari
più tenebrosi della terra, nonostante mille ambiguità, vediamo i primi segnali della Pasqua. In
tanti angoli della terra, innumerevoli Giuseppe d’Arimatea preparano la “deposizione” della
croce. Spuntano qua e là grosse botteghe di liberazione, dove si rigenera una speranza che
dilata la storia del “già” verso il “non ancora”.
E forse, anche qui, non c’è bisogno di andare troppo lontano. Perché piccole succursali di
queste botteghe, veramente luminose, dove si confezionano utopie collettive che per noi
credenti hanno il nome dolcissimo di “speranza”, sono presenti anche in mezzo a noi.

Preghiera Corale
Santa Maria, donna del sabato santo,
ripetici che non c’è croce che non abbia le sue deposizioni.
Non c’è amarezza umana che non si stemperi in sorriso.
Non c’è peccato che non trovi redenzione.
Non c’è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura.
Anche le gramaglie più nere trascolorano negli abiti della gioia…
Madre dolcissima, prepara anche noi all’appuntamento con Lui.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 13. Di dolori quale abisso,
che le piaghe del Signore presso, o Madre, al crocifisso,
siano impresse nel mio cuore. voglio piangere con Te.
QUATTORDICESIMA STAZIONE - Gesù è posto nel sepolcro
“Il silenzio fecondo”

Cel. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.


Tutti Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dal Vangelo secondo Giovanni ( 19,41-42)


Nel luogo dove Gesù era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo,
nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei
Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

Meditazione
Il silenzio non è solo assenza di voci. Non è il vuoto di rumori. E neppure il risultato di una
particolare ascetica della sobrietà. E’, invece, l’involucro teologico di una presenza. Il guscio
di una pienezza. Il grembo che custodisce la Parola. Uno degli ultimi versetti della lettera ai
Romani ci offre la cifra interpretativa del silenzio di Maria. Parla di Gesù Cristo come
“rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni”. Cristo, mistero taciuto. Nascosto, cioè.
Segreto. Letteralmente: avvolto nel silenzio. In altri termini: il Verbo di Dio nel grembo
dell’eternità era fasciato dal silenzio. Entrando nel grembo della storia non poteva avere altre
bende. E Maria gliele ha offerte con la sua persona. E’ divenuta così il prolungamento terreno
di quell’arcano tacere del cielo. E’ stata costituita simbolo per chi vuol mantenere segreti
d’amore. E per noi tutti, devastati dal frastuono, è rimasta scrigno silente della Parola:
“Serbava tutte queste cose nel suo cuore”. Solo il silenzio fascia di fecondità le opere e i giorni
dell’uomo. E solo nel silenzio maturano le crescite decisive della vita: la conversione, l’amore,
il sacrificio. Maria, ci impedisca di trasformare, magari con la complicità di una festa, questa
basilica stupenda della vita, da cattedrale del silenzio in piazza mercato dei nostri sterili
rumori.

Preghiera Corale
Santa Maria, proteggi le nostre labbra da gonfiori inutili
e suoni senza senso. Dalla parola che si sfalda in mille squame di accenti disperati.
Si fa voce ma senza farsi carne.
Ci riempie la bocca, ma lascia vuoto il grembo.
Ci dà l’illusione della comunione,
ma non raggiunge neppure la dignità del soliloquio.
Fà che le nostre voci, ridotte all’essenziale, partano sempre dai recinti del mistero
e rechino il profumo del silenzio.

Padre Nostro…

Canto: Santa Madre, deh! Voi fate 14. Madonna, o Gesù buono,
che le piaghe del Signore vi chiediamo il grande dono
siano impresse nel mio cuore. dell’eterna gloria in ciel.
Preghiera conclusiva

Cel. Fratelli e sorelle, con la fede pasquale, guardiamo a Cristo crocifisso, l’innocente, che ha
preso su di sé con il legno della croce, i dolori e le sofferenze dell’umanità. Pieni di
riconoscenza e di amore rivolgiamo a Lui le nostre invocazioni.

Cel. Preghiamo insieme e diciamo:


Tutti Ricordati del tuo popolo, Signore!

- Con i peccatori, crocifissi alle loro colpe, riconosciamo in Te crocifisso la Speranza del
perdono. Per questo t’invochiamo:
- Con i popoli, crocifissi alle guerre inutili e assurde che insanguinano il volto della terra,
riconosciamo in Te crocifisso la Via che ci guida sui sentieri di giustizia e di pace. Per questo
t’invochiamo:
- Con i bambini innocenti, crocifissi ad uno sfruttamento inumano, riconosciamo in Te
crocifisso la Potenza dell’Amore che difende la dignità umana e restituisce ai piccoli la gioia
della vita. Per questo t’invochiamo:
- Con i sofferenti, crocifissi alla loro malattia, riconosciamo in Te crocifisso la Mano che
rialza e consola. Per questo t’invochiamo:
- Con i cristiani perseguitati, crocifissi al silenzio imposto dal potere politico, riconosciamo
in te crocifisso la Parola che risuona al di là d’ogni sbarramento. Per questo t’invochiamo:
- Con la Chiesa, crocifissa alla sua umana debolezza, riconosciamo in Te crocifisso la Luce
che dissipa il buio e illumina i cuori. Per questo t’invochiamo:

Cel. O Dio, Padre di misericordia, guarda con amore e benedici questo tuo popolo che ha
commemorato la passione e morte del tuo dilettissimo Figlio, nella speranza di risorgere con
Lui. Concedi a tutti il tuo perdono e la tua divina consolazione, perché sia forte la nostra fede,
radiosa la nostra speranza, divampante nei nostri cuori il fuoco della tua carità. Per Cristo
nostro Signore.
Tutti Amen!

Benedizione e congedo

Cel. Il Signore sia con voi.


Tutti E con il tuo spirito.
Cel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Sipito Santo.
Tutti Amen!
Cel. L’amore del Signore Gesù, morto e risorto per tutti noi, sia la nostra forza.
Andate in pace.
Tutti Rendiamo grazie a Dio.
Nostra Gloria è la croce di Cristo Ecco, ti piace verità nell'intimo
di M. Frisina e nel profondo m'insegni sapienza;
se mi purifichi con issopo, sono limpido,
se mi lavi, sono più bianco della neve.
RIT. NOSTRA GLORIA È LA CROCE DI CRISTO,
IN LEI LA VITTORIA;
IL SIGNORE È LA NOSTRA SALVEZZA, Fammi udire gioia e allegria,
LA VITA, LA RISURREZIONE. esulteranno le ossa che hai fiaccato;
dai miei errori nascondi il tuo volto
Non c'è amore più grande e cancella tutte le mie colpe!
di chi dona la sua vita.
O Croce tu doni la vita Crea in me, o Dio, un cuore puro,
e splendi di gloria immortale. rinnova in me uno spirito fermo;
RIT. non cacciarmi lontano dal tuo volto,
O Albero della vita non mi togliere il tuo spirito di santità.
che ti innalzi come vessillo,
tu guidaci verso la meta, Sia gloria al Padre Onnipotente,
o segno potente di grazia. al Figlio, Gesù Cristo, Signore,
RIT. allo Spirito Santo, Amore,
Ti insegni ogni sapienza nei secoli dei secoli. Amen.
e confondi ogni stoltezza;
in te contempliamo l'amore,
da te riceviamo la vita.
RIT.

SE TU MI ACCOGLI
PURIFICAMI, O SIGNORE!
Se tu mi accogli, Padre buono,
Rit. Purificami, o Signore; prima che venga sera;
sarò più bianco della neve. se tu mi doni il tuo perdono,
avrò la pace vera:
ti chiamerò, mio Salvatore,
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore:
e tornerò, Gesù, con te.
nel tuo affetto cancella il mio peccato
e lavami da ogni mia colpa, E nell'angoscia più profonda,
purificami da ogni mio errore. quando il nemico assale,
se la tua grazia mi circonda,
Il mio peccato io lo riconosco, non temerò alcun male:
il mio errore mi è sempre dinanzi: t'invocherò, mio Redentore,
contro te, contro te solo ho peccato, e resterò sempre con te.
quello che è male ai tuoi occhi io l'ho fatto.
Signore, a te veniam fidenti:
Così sei giusto nel tuo parlare Tu sei la vita, sei l'amor.
e limpido nel tuo giudicare; Dal sangue tuo siamo redenti,
ecco, malvagio sono nato, Gesù, Signore, Salvator.
peccatore mi ha concepito mia madre. Ascolta, tu che tutto puoi:
vieni, Signor, resta con noi!
Stabat Mater di M. Frisina O CROCE FEDELE di M. Frisina
RIT. O CROCE FEDELE, ALBERO GLORIOSO,
RIT. STABAT MATER UNICO È IL FIORE, LE FRONDE, IL FRUTTO.
DOLOROSA O DOLCE LEGNO, CHE CON DOLCI CHIODI
IUXTA CRUCEM SOSTIENI IL DOLCE PESO.
LACRIMOSA
DUM PENDEBAT FILIUS.
Canta, o lingua, la battaglia gloriosa,
Immersa in angoscia mortale canta il nobile trionfo della Croce:
la Madre dell’Unigenito il Redentore del mondo,immolato, sorge vittorioso.
geme nell’intimo del cuore RIT.
trafitto da una spada. Quando il frutto dell’albero fatale
precipitò alla morte il progenitore,
RIT. scelse il Signore un albero
che distruggesse il male antico.
Piange la Madre pietosa RIT.
contemplando le sue piaghe: Quando del tempo sacro giunse la pienezza,
chi potrà trattenere il pianto dal Padre fu mandato a noi suo Figlio,
davanti a tanto tormento. dal grembo della Vergine
venne a noi Dio fatto carne.
RIT. RIT.
Piange il Bambino nell’angusta mangiatoia,
Per il peccato del mondo avvolto in panni dalla Vergine Maria,
vide il Figlio tra i tormenti, povere fasce gli stringono
vide il suo dolce nato le gambe, i piedi e le sue mani.
quando emise lo spirito. RIT.
Quando a trent’anni si offrì alla Passione,
RIT. compiendo l’opera per cui era nato,
come un agnello immolato
fu innalzato sul legno della Croce.
RIT.
Ecco aceto, fiele, canna, sputi, chiodi,
ecco la lancia che trafigge il mite corpo,
sangue e acqua ne sgorgano:
fiume che lava la terra, il cielo, il mondo.
RIT.
Fletti i tuoi rami e allenta le tue membra,
s’ammorbidisca la durezza del tuo tronco,
distenda sul dolce legno
le sue membra il Re del cielo.
RIT.
Tu fosti degna di portare il riscatto
e il mondo naufrago condurre al giusto porto;
cosparsa del puro sangue
versato dal santo corpo dell’Agnello.
RIT.
Sia gloria al Padre, sia gloria al Figlio
e allo Spirito Santo.
A te gloria eterna, Trinità beata,
che doni vita e salvezza.
Amen.

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