Esami Scritti 2021-22

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Esami scritti di Analisi Matematica I

2021 - 2022

1 Esame del 25 gennaio 2022 - Io turno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2


2 Esame del 25 gennaio 2022 - IIo turno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
3 Esame dell’11 febbraio 2022 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
4 Esame del 17 giugno 2022 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
5 Esame del 9 settembre 2022 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29

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2 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

1 Esame del 25 gennaio 2022 - Io turno

Esercizio 1. (9 punti) Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da


p
f (x) = |e2x − ex |.

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom(f ).

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.

(d) Tracciare un grafico qualitativo di f .

(e) Determinare, se possibile, la parte principale dell’infinitesimo f (x) per x → 0− rispetto


all’infinitesimo campione ϕ(x) = −x.

Esercizio 2. (6 punti)

(a) Fornire la definizione di integrale improprio convergente sull’intervallo [2, +∞).

(b) Studiare, al variare del parametro k ∈ R, la convergenza dell’integrale improprio


Z +∞  
k 2
− dx.
2 x x+1
Z x
(c) Dimostrare che se g : R −→ R è continua e positiva, allora la funzione G(x) = g(t) dt
2
ammette limite per x → +∞.

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1 Esame del 25 gennaio 2022 - Io turno 3

SVOLGIMENTO
p
Esercizio 1. Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da f (x) = |e2x − ex |.

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.

Il dominio della funzione esponenziale è tutto R; il valore assoluto restituisce valori non
negativi, pertanto il dominio della funzione è dom(f ) = R. Poiché le funzioni di cui f è
composizione sono continue, f è continua su R, quindi non ha asintoti verticali. Per quanto
riguarda i limiti agli estremi del dominio, dobbiamo calcolare
p p p
lim f (x) = lim |e2x − ex | = lim ex |ex − 1| = 0 · |0 − 1| = 0,
x→−∞ x→−∞ x→−∞
p p
lim f (x) = lim 2x x
|e − e | = lim ex |ex − 1| = +∞,
x→+∞ x→+∞ x→+∞

da cui si ricava che la retta y = 0 è asintoto orizzontale di f per x → −∞.

Poichè f (x) ∼ ex per x → +∞, f ha ordine di infinito superiore a 1 rispetto a x e non ha


asintoto obliquo destro.

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom f .

La funzione è composizione di funzioni continue (precisamente, la funzione x 7→ 2x, la funzione


esponenziale, la funzione differenza, la funzione valore assoluto e la funzione radice quadrata),
quindi è continua sul suo dominio.

Per quanto riguarda la derivabilità, la funzione è composizione di funzioni derivabili (ad


eccezione del valore assoluto) e quindi è derivabile in ogni punto del dominio ad eccezione
di quelli che annullano l’argomento del valore assoluto (perché la funzione valore assoluto
x 7→ |x| non è derivabile in x = 0). In questo caso, gli unici punti in cui la derivabilità può
mancare sono quelli per cui

(*) e2x −ex = 0 ⇐⇒ ex (ex −1) = 0 ⇐⇒ ex −1 = 0 ⇐⇒ ex = 1 ⇐⇒ x = 0,

dove abbiamo raccolto l’esponenziale e abbiamo usato il fatto che ex > 0 per ogni x ∈ R. Con
le informazioni a disposizione in questo momento possiamo dire che la funzione f è derivabile
fuori dall’origine.

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Da (*) possiamo anche ricavare che e2x − ex > 0 per x > 0. Dunque per ogni x 6= 0 abbiamo
 p
 
2x − ex ′ =
2e2x − ex


 e √ se x > 0,
′ 2 e2x − ex
f (x) =

 p ′ 2e2x − ex
 −(e2x − ex ) = − √
 se x < 0.
2 ex − e2x
Poiché f è continua in R e derivabile in R \ {0}, per studiare la derivabilità in x = 0 possiamo
utilizzare il teorema ”tappabuchi”. Dobbiamo quindi calcolare il limite destro e sinistro di
f ′ (x), per x → 0. A tale scopo osserviamo che

lim (2e2x − ex ) = 1 e lim [−(2e2x − ex )] = −1.


x→0+ x→0−

Dunque
2e2x − ex
lim f (′ x) = lim
√ = +∞,
x→0+ x→0+ 2 e2x − ex

 
′ 2e2x − ex
lim f (x) = lim − √ = −∞,
x→0− x→0− 2 ex − e2x
da cui segue che la funzione f non è derivabile nell’origine, che risulta essere un punto di
cuspide.

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.

Osserviamo che
1 1
2e2x −ex = ex (2ex −1) > 0 ⇐⇒ 2ex −1 > 0 ⇐⇒ ex > ⇐⇒ x > log = − log 2.
2 2
Ne segue che

• Per ogni x > 0, f ′ (x) > 0.


 
′ 2e2x − ex
• Quando x < 0, f (x) = − √ > 0 se e solo se x < − log 2. Inoltre f ′ (− log 2) =
2 ex − e2x
0.

Il teorema di Lagrange ci permette di affermare che in ogni intervallo in cui il segno della
derivata è costante la funzione è monotona. Inoltre, f è continua in x = 0 e in x = − log 2.

− log 2 0
b b

f′ + − +

f ր ց ր

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Pertanto:

• f è strettamente crescente su (−∞, − log 2] e su [0, +∞)

• f è strettamente decrescente su [− log 2, 0].

Poiché f è continua in x = 0 e in x = − log 2 si ha che x = − log 2 è punto di massimo locale


e x = 0 è un punto di minimo locale di f . Poiché f è illimitata superiormente, il punto di
massimo non è globale. Invece, f (0) = 0 e f (x) > 0 per ogni x 6= 0, dunque x = 0 è (l’unico)
punto di minimo globale.

(d) Tracciare un grafico qualitativo di f .

− log 2 O x

(e) Determinare, se possibile, la parte principale dell’infinitesimo f (x) per x → 0− rispetto


all’infinitesimo campione ϕ(x) = −x.


Ricordiamo che, se x < 0, f (x) = ex − e2x .

Metodo 1. Dallo sviluppo di Maclaurin al primo ordine di ex segue che:

ex = 1 + x + o(x) per x → 0
e2x = 1 + 2x + o(x) per x → 0.

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Quindi
p  1/2  1/2
f (x) = ex − e2x = 1 + x + o(x) − (1 + 2x + o(x)) = − x + o(x)

= (−x)1/2 (1 + o(1))1/2 ∼ (−x)1/2 per x → 0− .



Ne segue che la parte principale di f rispetto a −x, per x → 0− , è (−x)1/2 = −x.

Metodo 2. In alternativa, ricordiamo che dobbiamo determinare se esiste γ ∈ R tale per cui
f (x)
il limite lim γ esiste finito. Abbiamo:
x→0 ϕ (x)

√ √
f (x) ex − e2x ex/2 1 − ex
lim γ = lim = lim
x→0− ϕ (x) x→0− (−x)γ x→0− (−x)γ
 

x/2
 (−x + o(x))1/2 (−x)1/2 (1 + o(1))
= lim e · lim = lim
(−x)γ (−x)γ
| x→0{z } x→0 x→0−
− −

=1

e quest’ultimo limite vale 1 se e solo se γ = 1/2. Allora la parte principale di f per x → 0−



è p(x) = (−x)1/2 = −x.

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1 Esame del 25 gennaio 2022 - Io turno 7

Esercizio 2

(a) Fornire la definizione di integrale improprio convergente sull’intervallo [2, +∞).

Sia f una funzione localmente integrabile su (2, +∞), vale a dire una funzione integrabile su
tutti gli intervalli [a, b] ⊆ (2, +∞).

Se f è illimitata in ogni intorno destro di 2, l’integrale è improprio anche in 2. In questo caso


l’integrale improprio si dice convergente se, considerato b ∈ (2, +∞) si ha che
Z b
lim f (x) dx = m ∈ R
k→2+ Zk
t
lim f (x) dx = ℓ ∈ R.
t→+∞ 2

Se f è localmente integrabile in [2, +∞), vale a dire una funzione integrabile su tutti gli
intervalli [a, b] ⊆ [2, +∞), l’integrale non è improprio in 2. In tal caso si dice che l’integrale
improprio converge se Z t
lim f (x) dx = ℓ ∈ R.
t→+∞ 2

(b) Studiare, al variare del parametro k ∈ R, la convergenza dell’integrale improprio


Z +∞  
k 2
− dx.
2 x x+1

Poiché f è continua su [2, +∞), l’integrale non è improprio nell’estremo di integrazione 2, ma


solamente a +∞. Eseguendo la somma nella funzione integranda, abbiamo
k 2 (k − 2)x + k
− = ,
x x+1 x(x + 1)
in cui notiamo che il denominatore è equivalente a x2 .
2 2
• Se k = 2, la funzione integranda è ∼ 2 per x → +∞, che ha ordine di
x(x + 1) x
infinitesimo 2 rispetto a x, per x → +∞. Ne segue che, per il criterio del confronto
asintotico, l’integrale improprio converge.
Possiamo ottenere lo stesso risultato utilizzando il criterio del confronto. Infatti:
2 2
0 ≤ ≤ 2 , per ogni x ≥ 2. Poiché l’integrale della funzione maggiorante
x(x + 1) x
converge, l’integrale improprio è convergente.
(k − 2)x + k k−2
• k 6= 2, la funzione integranda ∼ per x → +∞. Quest’ultima fun-
x(x + 1) x
zione ha integrale improprio divergente. Dunque, per il criterio del confronto asintotico,
l’integrale improprio assegnato diverge.

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8 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

Z x
(c) Dimostrare che se g : R → R è continua e positiva allora la funzione G(x) = g(t) dt am-
2
mette limite per x → +∞.

Dal Teorema fondamentale del calcolo integrale, G è derivabile su R e G′ (x) = g(x) ≥ 0 per
ogni x ∈ R. Dunque G è crescente su R; il teorema sul limite delle funzioni monotone ci
garantisce che esiste lim G(x) = sup{G(x) : x ∈ R}.
x→+∞

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2 Esame del 25 gennaio 2022 - IIo turno

Esercizio 1. (9 punti)
Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da

f (x) = |x2 − 6x + 8|ex−2 .

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom(f ).

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.

(d) Tracciare un grafico qualitativo di f .

(e) Determinare se esiste un numero reale α < 2 tale che


Z 2 Z 4
2
e f (x) dx = e2 f (x) dx.
α 2

Esercizio 2, Versione A. (6 punti)

(a) Enunciare il Teorema dei valori intermedi.

(b) Omettere l’ipotesi di continuità dal Teorema dei valori intermedi ed esibire un controesempio
alla validità del teorema.

(c) Sia ora f : [a, b] ∪ [c, d] → R una funzione definita su un’unione disgiunta di intervalli (ovvero
[a, b]∩[c, d] = ∅). Vale ancora il Teorema dei valori intermedi? Se sı̀, esibire una dimostrazione;
se no, trovare un controesempio.

Esercizio 2, Versione B. (6 punti)

(a) Enunciare il Teorema degli zeri.

(b) Omettere l’ipotesi di continuità dal Teorema degli zeri ed esibire un controesempio alla validità
del teorema.

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(c) Sia ora f : [a, b] ∪ [c, d] → R una funzione definita su un’unione disgiunta di intervalli (ovvero
[a, b] ∩ [c, d] = ∅). Vale ancora il Teorema degli zeri? Se sı́, esibire una dimostrazione; se no,
trovare un controesempio.

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2 Esame del 25 gennaio 2022 - IIo turno 11

SVOLGIMENTO

Esercizio 1. Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da f (x) = |x2 −6x+8|ex−2 .

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.
La funzione è la composizione di un polinomio e del valore assoluto, moltiplicata per un
esponenziale: il dominio è dom(f ) = R. Poiché queste funzioni sono continue su R, f non ha
asintoti verticali.

lim |x2 − 6x + 8|ex−2 = +∞


x→+∞
|x2 − 6x + 8|
lim |x2 − 6x + 8|ex−2 = lim = 0,
x→−∞ x→−∞ e−(x−2)
dato che l’esponenziale è un infinito di ordine superiore rispetto alle potenze di x.

Ne segue che:

• y = 0 è asintoto orizzontale sinistro per f

• la funzione non ha asintoto obliquo per x → +∞, perché f ha ordine di infinito superiore
a 1 rispetto a x.

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom(f ).
Come osservato in precedenza, la funzione è composizione di funzioni continue su R (precisa-
mente, un polinomio, il valore assoluto, l’esponenziale), quindi è continua su R.

Per quanto riguarda la derivabilità, la funzione è composizione di funzioni derivabili, ad


eccezione del valore assoluto, che non è derivabile nei punti in cui l’argomento è 0 (perché la
funzione valore assoluto x 7→ |x| non è derivabile in x = 0). Quindi f è derivabile in ogni
punto del dominio, tranne nei punti in cui si annulla l’argomento del valore assoluto . Dunque
f potrebbe non essere derivabile nei punti in cui

(**) x2 − 6x + 8 = 0 ⇐⇒ (x − 2)(x − 4) = 0 ⇐⇒ x = 2 ∨ x = 4.

Con le informazioni a disposizione in questo momento, possiamo dire che la funzione f è


derivabile in R \ {2, 4} = (−∞, 2) ∪ (2, 4) ∪ (4, +∞). Da (**) possiamo anche ricavare che

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12 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

x2 − 6x + 8 > 0 per x ∈ (−∞, 2) ∪ (4, +∞). Dunque,



2 x−2 + (2x − 4)ex−2 = (x2 − 4x + 2)ex−2 ,
(x − 6x + 8)e
 se x ∈ (−∞, 2) ∪ (4, +∞),

f (x) =

  2 
− (x − 6x + 8)ex−2 + (2x − 4)ex−2 = −(x2 − 4x + 2)ex−2 , se x ∈ (2, 4).

Poiché f è continua su R e derivabile per x 6= 2, 4, possiamo applicare il Teorema “tappabuchi”


per studiare la derivabilità di f in x = 2 e in x = 4. Abbiamo che

lim f ′ (x) = lim (x2 − 4x + 2)ex−2 = −2, lim f ′ (x) = lim − (x2 − 4x + 2)ex−2 = 2,
x→2− x→2− x→2+ x→2+


lim f ′ (x) = lim −(x2 −4x+2)ex−2 = −2e2 , lim f ′ (x) = lim (x2 −4x+2)ex−2 = 2e2 ,
x→4− x→4− x→4+ x→4+

da cui segue che la funzione f non è derivabile in x = 2 e in x = 4, che risultano essere punti
angolosi.

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.
Possiamo studiare gli intervalli di monotonia dal segno della derivata. Dalle espressioni
analitiche di f ′ si nota immediatamente che il segno di f ′ è determinato dal segno del poli-
nomio x2 − 4x + 2. Nell’intervallo (−∞, 2) ∪ (4, +∞), abbiamo
√ √
f ′ (x) > 0 ⇐⇒ x2 − 4x + 2 > 0 ⇐⇒ x<2− 2 ∨ x > 2 + 2.
√ √
Osserviamo che 2 − 2 < 2 e 2 + 2 < 4. mentre nell’intervallo (2, 4), abbiamo
√ √
f ′ (x) > 0 ⇐⇒ x2 − 4x + 2 < 0 ⇐⇒ x ∈ (2 − 2, 2 + 2).

Dal Teorema di Lagrange segue che f è monotona negli intervalli in cui f ′ ha segno costante.

√ √
2− 2 2 2+ 2 4
b b b b

f′ + − + − +

f ր ց ր ց ր

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2 Esame del 25 gennaio 2022 - IIo turno 13

Inoltre, f è continua in R. Ne segue che:


√ √
• la funzione è (strettamente) crescente in (−∞, 2 − 2], in [2, 2 + 2] e in [4, +∞),
√ √
• f è (strettamente) decrescente in [2 − 2, 2] e in [2 + 2, 4].

Infine, i punti x = 2± 2 sono punti di massimo locale, ma non globale, visto che f è illimitata
superiormente.

La funzione è non negativa per effetto del valore assoluto: gli unici punti in cui si azzera sono
quelli che azzerano il valore assoluto, ovvero x = 2, 4 (vedi (**)), che quindi sono punti di
minimo globale.

(d) Tracciare un grafico qualitativo di f .



Per tracciare un grafico qualitativo più preciso, può essere utile osservare che f (2 − 2) <

f (2 + 2), cosa che non è immediato osservare senza l’uso di una calcolatrice (il cui uso non
è permesso all’esame, per cui non si considera errato un grafico in cui i valori dei massimi
locali sono invertiti).

√ √
O 2− 2 2 2+ 2 4 x

Z 2 Z 4
2
(e) Determinare se esiste un numero reale α < 2 tale che e f (x) dx = e2 f (x) dx.
α 2
Tenendo conto dei segni, bisogna risolvere l’equazione, nell’incognita α, data da
Z 2 Z 4
2 x
(E) (x − 6x + 8)e dx = − (x2 − 6x + 8)ex dx.
α 2

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14 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

Integrando per parti, si ottiene la seguente primitiva (dove possiamo scegliere c = 0 come
costante d’integrazione)
Z  Z  Z
(x − 6x + 8)e dx = 8e − 6 xe − e dx + x e − 2 xex dx
2 x x x x 2 x

= 8ex − 6xex + 6ex + x2 ex − 2xex + 2ex


= ex [x2 − 8x + 16] = ex (x − 4)2 .

da cui otteniamo che Z 2


e2 f (x) dx = 4e2 − eα (α − 4)2
α
Z 4
e2 f (x) dx = 4e2
2

L’equazione (E) diventa quindi 4e2 − eα (α − 4)2 = 4e2 , da cui −eα (α − 4)2 = 0, che ha come
unica soluzione α = 4, non accettabile perché abbiamo posto la condizione α < 2.

Ne segue che l’equazione non ha soluzioni.

Esercizio 2, versione A.

(a) Enunciare il Teorema dei valori intermedi.


Teorema dei valori intermedi

Sia f una funzione continua su un intervallo chiuso e limitato [a, b]. Allora l’immmagine di
[a, b] mediante f , cioè l’insieme f ([a, b]), contiene l’intervallo chiuso di estremi f (a) e f (b).

Corollario Sia f una funzione continua su un intervallo I. Allora l’immmagine di I mediante


f , cioè l’insieme f (I), è un intervallo di estremi α = inf{f (x) : x ∈ I} e β = sup{f (x) : x ∈ I}.

(b) Omettere l’ipotesi di continuità dal Teorema dei valori intermedi ed esibire un controesempio
alla validità del teorema.

Per esempio, la funzione

(
−1 x ≤ 2
f (x) =
1 x>2

non è continua in x = 2. L’immagine dell’intervallo [0, 4] è l’insieme {−1, 1}, che non contiene
alcun intervallo; in particolare, non contiene l’intervallo [f (0), f (4)] = [−1, 1].

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2 Esame del 25 gennaio 2022 - IIo turno 15

(c) Sia ora f : [a, b] ∪ [c, d] → R una funzione definita su un’unione disgiunta di intervalli (ovvero
[a, b] ∩ [c, d] = ∅). Vale ancora il Teorema dei valori intermedi? Se sı̀, esibire una di-
mostrazione; se no, trovare un controesempio.
Né il teorema né il corollario enunciati sopra valgono: infatti, l’immagine dell’unione di due
intervalli disgiunti non è necessariamente un intervallo (né l’unione di due intervalli disgiunti),
anche quando la funzione è continua.

Come controesempio possiamo considerare la funzione proposta al punto precedente, che è


continua sull’insieme A = [0, 1] ∪ [3, 4]. In questo caso f (A) = {−1, 1} non contiene alcun
intervallo.

Esercizio 2, versione B.

(a) Enunciare il Teorema degli zeri.

Teorema degli zeri

Sia f una funzione continua su un intervallo chiuso e limitato [a, b], tale che f (a) · f (b) < 0.
Allora esiste c ∈ [a, b] tale che f (c) = 0 .

(b) Omettere l’ipotesi di continuità dal Teorema dei valori intermedi ed esibire un controesempio
alla validità del teorema.

Per esempio, la funzione

(
−1 x ≤ 2
f (x) =
1 x>2
non è continua in x = 2. Se consideriamo l’intervallo [0, 4], vediamo che f è continua fuori
dal punto 2, e che f (0) · f (4) = −1 < 0. La funzione però non ha zeri.

(c) Sia ora f : [a, b] ∪ [c, d] → R una funzione definita su un’unione disgiunta di intervalli (ovvero
[a, b] ∩ [c, d] = ∅). Vale ancora il Teorema degli zeri? Se sı̀, esibire una dimostrazione; se no,
trovare un controesempio.
Il Teorema non vale, anche quando f è continua.

Come controesempio possiamo considerare la funzione proposta al punto precedente, che è


continua sull’insieme A = [0, 1] ∪ [3, 4] e f (0) · f (4) = −1 < 0. La funzione non ha zeri su A.

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16 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

3 Esame dell’11 febbraio 2022

Esercizio 1. (9 punti) Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da


 
|x + 3|
f (x) = exp
x2 − 5

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom(f ).

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.

(d) Tracciare un grafico qualitativo di f .

(e) Sia an = f (1/n), per ogni n ∈ N \ {0}. Dimostrare che la successione an è monotona.

Esercizio 2 (6 punti)

(a) Disegnare nel piano complesso l’insieme

A = {z ∈ C : |z + 4| > |z|}.

(b) Dare la definizione di insieme limitato in R.

(c) Dato B = {x ∈ R : x + iy ∈ A per qualche y ∈ R}, dove A è l’insieme descritto al punto (a)
del presente esercizio, stabilire se B è limitato/non limitato, e calcolare estremo superiore,
inferiore, massimo e minimo di B, se esistono.

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3 Esame dell’11 febbraio 2022 17

SVOLGIMENTO

Esercizio 1.
 
|x + 3|
Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da f (x) = exp .
x2 − 5

Per studiare questa funzione, possiamo procedere in due diversi modi. Il primo è di studiare la
funzione all’esponente, per poi comporla con la funzione esponenziale, ricordando che quest’ultima
è strettamente crescente su R, e quindi non altera gli intervalli di monotonia e i punti di massimo
e di minimo della funzione.

Il secondo, più tradizionale, consiste nello studiare direttamente la funzione f . Procediamo


qui utilizzando essenzialmente il secondo metodo.

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.

|x + 3|
La funzione all’esponente g(x) = è definita quando il denominatore è diverso da 0, e
x2 − 5 √
2
dunque per x − 5 6= 0, vale a dire per x 6= ± 5. Poiché la funzione t 7→ exp(t) è definita (e
√ √
continua) su R, si ha che dom(f ) = R \ { 5, − 5}.

Per calcolare i limiti agli estremi del dominio, dobbiamo calcolare i limiti per x → ±∞, per
√ ± √ ±
x → 5 e per x → − 5 . Abbiamo che:

 
|x + 3| |x + 3|
lim = 0 =⇒ lim exp = e0 = 1
x→+∞ x2 − 5 x→+∞ x2 − 5
 
|x + 3| |x + 3|
lim = 0 =⇒ lim exp = e0 = 1
x→−∞ x2 − 5 x→−∞ x2 − 5

Osserviamo poi che g(x) ha lo stesso segno del denominatore x2 − 5, e dunque g(x) > 0 se
√ √
x ∈ (−∞, − 5) ∪ ( 5, +∞), mentre è minore o uguale a 0 altrove. Ne segue che:

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18 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

 
|x + 3| |x + 3|
lim
√ + x2 − 5 = +∞ =⇒ lim
√ + exp = +∞
x→ 5 x→ 5 x2 − 5
 
|x + 3| |x + 3|
lim = −∞ =⇒ lim
√ + exp =0
√ −
x→ 5 x2 − 5 x→ 5 x2 − 5
 
|x + 3| |x + 3|
lim
√ + = −∞ =⇒ lim
√ + exp =0
x→− 5 x2 − 5 x→− 5 x2 − 5
 
|x + 3| |x + 3|
lim
√ − = +∞ =⇒ lim
√ − exp = +∞.
x→− 5 x2 − 5 x→− 5 x2 − 5

Per quanto riguarda gli asintoti, dai calcoli appena fatti otteniamo che

• la retta di equazione y = 1 è asintoto orizzontale bilaterale per f ;



• la retta di equazione x = 5 è asintoto verticale destro per f ;

• la retta di equazione x = − 5 è asintoto verticale sinistro per f .

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom f .

g(x) è il rapporto della funzione continua |x + 3| con il polinomio x2 − 5, e dunque è continua


sul suo dominio. La funzione f si ottiene componendo g con la funzione esponenziale, che è
ovunque continua: ne segue che f è continua sul suo dominio.

Analogamente, la funzione g è certamente derivabile là dove l’argomento del valore assoluto
è diverso da zero, e dunque per x 6= −3. Componendo con l’esponenziale, che è derivabile
ovunque, otteniamo che f è derivabile in dom(f ) \ {−3}. Resta da verificare la derivabilità
di f in x = −3.

Dato che f è continua in x = −3 e derivabile in un intorno bucato di −3, per studiarne la


derivabilità possiamo utilizzare il Teorema “tappabuchi”. A tale scopo, calcoliamo la derivata
di g e poi di f per x 6= −3.

 
 x+3 ′ x2 + 6x + 5 √ √ √ √


 x2 − 5 = − , se x ∈ (−3, − 5) ∪ (− 5, 5) ∪ ( 5, +∞),

(x2 − 5)2
g (x) =  

 x + 3 ′ x2 + 6x + 5
 − 2
 = , se x ∈ (−∞, −3).
x −5 (x2 − 5)2

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3 Esame dell’11 febbraio 2022 19

da cui otteniamo che


    2 
 x+3 x + 6x + 5 √ √ √ √

 exp · − , se x ∈ (−3, − 5) ∪ (− 5, 5) ∪ ( 5, +∞),

 x2 − 5 (x2 − 5)2
f (x) =   2

 x+3 x + 6x + 5
exp

2
· , se x ∈ (−∞, −3).
x −5 (x2 − 5)2

Per applicare il Teorema “tappabuchi”, calcoliamo i limiti


  2
′ x+3 x + 6x + 5 −4 1
lim f (x) = lim exp 2
· 2 2
=1· =−
x→−3 x→−3  x − 5  (x −2 5)  16 4
− −

x + 3 x + 6x + 5 4 1
lim f ′ (x) = lim exp 2
· − 2 2
=1· = ,
x→−3 + x→−3+ x −5 (x − 5) 16 4

da cui si ottiene che f non è derivabile in x = −3, che è un punto angoloso per f (con derivata
sinistra e derivata destra rispettivamente uguali a −1/4 e a 1/4).

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.
Possiamo studiare gli intervalli di monotonia utilizzando il segno della derivata. Dalle espres-
sioni analitiche di f ′ si nota immediatamente che il segno di f ′ è determinato dal segno del
polinomio x2 + 6x + 5.
√ √ √ √
Nell’insieme A = (−3, − 5) ∪ (− 5, 5) ∪ ( 5, +∞) abbiamo

f ′ (x) > 0 ⇐⇒ x2 + 6x + 5 < 0 ⇐⇒ x ∈ (−5, −1) ∩ .

mentre nell’intervallo (−∞, −3) abbiamo

f ′ (x) > 0 ⇐⇒ x2 + 6x + 5 > 0 ⇐⇒ x < −5 ∨ −1 < x < −3

√ √
−5 −3 − 5 −1 5
b b b b b

f′ + − + + − −

f ր ց ր ր ց ց

Osservando che f è continua in x = −5, x = −3, x = −1 e utilizzando il teorema di Lagrange,


otteniamo che:
√ √
• f è strettamente crescente in (−∞, −5], [−3, − 5) e in (− 5, −1]

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20 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

√ √
• f è strettamente decrescente in [−5, −3], [−1, 5) e in ( 5, +∞).

Siccome la funzione è illimitata superiormente, non esistono punti di massimo globale. Il


punto x = −3 è un punto di minimo locale (con valore minimo associato f (−3) = 0), mentre
i punti x = −5, −1 (che annullano la derivata prima) sono punti di massimo locale (con valori
massimo associati f (−5) = exp(1/10) e f (−1) = exp(−1/2)). Poiché inf f = 0, questi punti
non sono di minimo globale.

(d) Un grafico qualitativo di f è

bc bc
√ √
−5 −3 − 5 −1 O 5 x

(e) Sia an = f (1/n) per ogni n ∈ N \ {0}. Dimostrare che la successione {an } è monotona.

La successione bn = 1/n è decrescente, con bn ∈ (0, 1], per ogni n ∈ N \ {0}.

La funzione f ristretta all’intervallo (0, 1] è decrescente, dunque an è crescente, dato che è


composizione delle funzioni decrescenti bn e f .

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3 Esame dell’11 febbraio 2022 21

Anche se non è richiesto dall’esercizio, osserviamo che, per il teorema sul limite di funzioni
monotone, esiste il limite di an . Poiché bn → 0 per n → +∞, e f (x) → f (0) = e−3/5 per
x → 0, per il teorema sul limite di funzione composta si ha che lim an = f (0) = e−3/5 .
n→∞

Esercizio 2.

(a) Disegnare nel piano complesso l’insieme A = {z ∈ C : |z + 4| > |z|}.

Posto z = x + iy, abbiamo che


p
|z + 4|p= |x + iy + 4| = |(x + 4) + iy| = (x + 4)2 + y 2
|z| = x2 + y 2 .
dunque
|z + 4| > |z| ⇐⇒ (x + 4)2 + y 2 > x2 + y 2 ⇐⇒ x2 + 8x + 16 > x2

⇐⇒ 8x > −16 ⇐⇒ x > −2.


Ne segue che l’insieme A = {z = x + iy : x > −2} si rappresenta nel piano di Argand-Gauss
come un semipiano.

−2 O x

(b) Dare la definizione di insieme limitato in R.

La definizione di insieme limitato in R può essere dato in molti modi equivalenti. Fra questi,
ne proponiamo due:

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22 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

– Un insieme A ⊆ R si dice limitato se ∃m, M ∈ R tali che ∀x ∈ A, m ≤ x ≤ M .

– Un insieme A ⊆ R si dice limitato se ∃M > 0 tale che, ∀x ∈ A, |x| ≤ M .

(c) Dato B = {x ∈ R : x + iy ∈ A}, dove A è l’insieme descritto al punto (a) del presente eser-
cizio, stabilire se B è limitato/non limitato, e calcolare estremo superiore, inferiore, massimo
e minimo di B se esistono.
Data la rappresentazione di A, si verifica immediatamente che z = x + iy ∈ A se e solo se
x > −2, dunque l’insieme B altro non è che l’intervallo (−2, +∞). Esso è illimitato (supe-
riormente) e siccome si tratta di un intervallo aperto, non esiste min B né max B. Abbiamo
inf B = −2 e sup B = +∞.

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4 Esame del 17 giugno 2022 23

4 Esame del 17 giugno 2022

Esercizio 1. (9 punti) Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da


 
2
f (x) = arctan x +
|x|

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom(f ).

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.

(d) Tracciare un grafico qualitativo di f .


(
f (x) se x 6= 0,
(e) Sia c ∈ R e si definisca f˜(x) =
c se x = 0.
Per quali valori di c la funzione f risulta continua? Discutere inoltre la derivabilità di f˜ per
˜
tali valori di c.

Esercizio 2 (6 punti)

(a) Dare la definizione di equazione differenziale a variabili separabili.

(b) Determinare tutte le soluzioni dell’equazione differenziale

y ′ = (y 2 − 1)(x + 1).

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24 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

SVOLGIMENTO

Esercizio 1.  
2
Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da f (x) = arctan x + .
|x|

Per studiare questa funzione, possiamo procedere in due diversi modi. Il primo è di studiare
2
la funzione g(x) = x + per poi comporla con la funzione arcotangente, ricordando che la sua
|x|
immagine è l’intervallo (−π/2, π/2) e che è strettamente crescente su R, e quindi non altera gli
intervalli di monotonia e i punti di massimo e di minimo della funzione.
Il secondo, più tradizionale, consiste nello studiare direttamente la funzione f . Procediamo
qui utilizzando essenzialmente il secondo metodo.

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), i limiti agli estremi di dom(f ) e gli eventuali
asintoti.
2
La funzione g(x) = x + è definita quando x 6= 0. Poiché la funzione t 7→ arctan(t) è
|x|
definita (e continua) su R, si ha che dom(f ) = R \ {0}.

Per calcolare i limiti agli estremi del dominio, dobbiamo calcolare i limiti di f per x → ±∞
π π
e per x → 0 . Ricordando che lim arctan x = e lim arctan x = − , abbiamo che
x→+∞ 2 x→−∞ 2
   
2 2 π
lim x+ = +∞ =⇒ lim arctan x + =
x→+∞ |x| x→+∞ |x| 2
   
2 2 π
lim x+ = −∞ =⇒ lim arctan x + =−
x→−∞
 |x|
 x→−∞
 |x|
 2
2 2 π
lim x + = +∞ =⇒ lim arctan x + = .
x→0 |x| x→0 |x| 2

Per quanto riguarda gli asintoti, dai calcoli appena fatti otteniamo che

• y = π/2 è asintoto orizzontale destro per f ;

• y = −π/2 è asintoto orizzontale sinistro per f .

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom f .

2
g(x) è la somma della funzione continua e derivabile su R h(x) = x con la funzione k(x) = ,
|x|
che è continua e derivabile su R \ {0}. La funzione f si ottiene componendo g con la funzione

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4 Esame del 17 giugno 2022 25

arcotangente, che è ovunque continua e derivabile: ne segue che f è continua e derivabile sul
suo dominio R \ {0}. 1

Prima di calcolare la derivata di f nei punti del suo dominio, osserviamo che
(
x + x2 se x > 0
g(x) =
x − x2 se x < 0.

  
1 2 1 x2 − 2

   · 1 − =   · se x > 0
2 2 x2 2 2 x2





 1 + x + 1 + x +

 |x| |x|
f ′ (x) =
  


 1 2 1 x2 + 2
   · 1 + =   · se x < 0.
2 2 2 2



 x2 x2
1 + x − 1+ x−
|x| |x|

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.
Possiamo studiare gli intervalli di monotonia utilizzando il segno della derivata. In entrambi
gli intervalli (−∞, 0) e (0, +∞), il primo fattore della derivata è sempre strettamente positivo
(il denominatore è la somma di due quadrati), cosı̀ come lo è il denominatore x2 del secondo
fattore. Ne segue che basta studiare il segno di (x2 − 2) per x > 0 e di x2 + 2 per x < 0.
Abbiamo che

• x < 0 x2 + 2 > 0 per ogni x e dunque f ′ (x) > 0 per ogni x < 0;
√ √
• x > 0 x2 − 2 < 0 se e solo se x ∈ (− 2, 2). Per studiare il segno di f ′ dobbiamo
√ √
considerare solo le x > 0; ne segue che f ′ (x) < 0 in (0, 2), f ′ ( 2) = 0 e f ′ (x) > 0 in

( 2, +∞).


Osservando che f è continua in x = 2 e utilizzando il teorema di Lagrange, otteniamo che:


• f è strettamente crescente negli intervalli (−∞, 0) e [ 2, +∞)

• f è strettamente decrescente nell’intervallo (0, 2].

√ √
Il punto x = 2 è un punto di minimo locale (poiché f ( 2) > −π/2). La funzione non
ammette né massimo né minimo assoluti (i valori ±π/2 sono inf/sup della funzione).
1
Una funzione può essere continua o derivabile solo nei punti del suo dominio, quindi non dobbiamo studiare la
continuità o la derivabilità in x = 0

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26 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

(d) Un grafico qualitativo di f è


y

π/2 bc


O 2 x

−π/2

(e) Sia c ∈ R e si definisca (


f (x) se x 6= 0,
f˜(x) =
c se x = 0.
Per quali valori di c la funzione f˜ risulta continua? Discutere la derivabilità di f˜.
La funzione f˜ risulta continua in x = 0 se e solo se lim f˜(x) = lim f (x) = π/2 = f˜(0) = c.
x→0 x→0
Dunque l’unico valore che rende continua f˜ su R è c = π/2.

Per c = π/2, f˜ è continua in x = 0 e derivabile se x 6= 0. Inoltre



1 x2 − 2 x2 x2 − 2

   2 · 2
= 2 2 2
· se x > 0


 2 x x + (2 + x ) x2


 1+ x+

 x

f (x) =



 1 x2 + 2 x2 x2 + 2

  2 · = · se x < 0
x2 x2 + (2 − x2 )2 x2
1 + x − 2



x
1 1
da cui lim f ′ (x) = − = 6 lim f ′ (x) = .
x→0 + 2 x→0 − 2
Poiché tutte le ipotesi del teorema ”tappabuchi” sono soddisfatte, possiamo concludere che
f˜ non è derivabile nell’origine, dove presenta un punto angoloso.

Esercizio 2.

(a) Dare la definizione di equazione differenziale a variabili separabili.


Un’equazione differenziale a variabili separabili è un’equazione differenziale del primo ordine,
che si presenta nella forma
y ′ (t) = f (t)g(y(t))

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4 Esame del 17 giugno 2022 27

dove y(t) è una funzione incognita della variabile t, f (t) è una funzione definita su un intervallo
aperto I ⊆ R a valori in R e g(y) è una funzione definita su un intervallo aperto J ⊆ R a
valori in R.

(b) Determinare tutte le soluzioni dell’equazione differenziale y ′ = (y 2 − 1)(x + 1). L’equazione


assegnata è un’equazione a variabili separabili, con variabile indipendente x; in questo caso
f (x) = x + 1 e g(y) = y 2 − 1.

Inoltre, f è continua su R e g è di classe C 1 su R, per cui vale il teorema di esistenza e unicità


locale delle soluzioni, con condizione iniziale y(x0 ) = y0 , per ogni x0 ∈ R e per ogni y0 ∈ R.

Per prima cosa, cerchiamo le soluzioni costanti, che corrispondono alle soluzioni di y 2 − 1 = 0,
cioè ai valori y = ±1. Ne segue che l’equazione differenziale assegnata ha due soluzioni
costanti, y(x) = 1 e y(x) = −1, entrambe definite su R.

Siccome tutte le altre soluzioni non assumono mai i valori ±1, possiamo ricavare le altre
soluzioni risolvendo Z Z
1
dy = (x + 1) dx.
y2 − 1

Utilizzando la scomposizione in fratti semplici, da y 2 − 1 = (y − 1)(y + 1) otteniamo

1 A B Ay + A + By − B (A + B)y + (A − B)
= + = =
y2 − 1 y−1 y+1 y2 − 1 y2 − 1

e dunque ( (
A+B =0 A = −1/2
=⇒
A − B = −1 B = 1/2.
Ne ricaviamo che
Z Z  
1 1 1 1 1
dy = − + dy
y2 − 1 2 y−1 2 y+1

1 1 1 y − 1
= − log |y + 1| + log |y − 1| + k = log +k
2 2 2 y + 1
Z
1 2
(x + 1) dx = x +x+c
2

con k, c ∈ R. Per quanto riguarda l’equazione differenziale, otteniamo che



1 y − 1
log
= 1 x2 + x + c
2 y + 1 2

y − 1
log
= x2 + 2x + 2c = x2 + 2x + k, con k ∈ R
y + 1

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28 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

Applicando la funzione esponenziale ad entrambi i membri si ha



y − 1 x2 +2x+k 2 2
y + 1 = e
= ex +2x · ek = Kex +2x , con K > 0

y−1
La funzione y+1 cambia segno per y = 1 e y = −1; poiché le soluzioni che stiamo cercando
y−1
non assumono mai quei due valori, possiamo togliere il valore assoluto, ottenendo y+1 =
x2 +2x y−1 x2 +2x
±Ke . oppure y+1 = Ke , con K 6= 0. Osserviamo inoltre che per K = 0 abbiamo
y−1
y+1 = 0, e cioè y = 1 che ci restituisce una delle due soluzioni costanti. Ne segue che
possiamo considerare K ∈ R. Per ricavare le soluzioni, dobbiamo esplicitare la y in funzione
di x. Procediamo cosı̀:

y−1 y+1−2 1 2
= =1−2· = Kex +2x ⇐⇒
y+1 y+1 y+1
1 1 2

= 1 − Kex +2x ⇐⇒
y+1 2
2
y+1 = ⇐⇒
1 − Kex2 +2x
2
y = − 1, con K ∈ R.
1 − Kex2 +2x
Ne segue che tutte le possibili soluzioni (di cui non specifichiamo l’intervallo di definizione)
dell’equazioni differenziale assegnata sono:
 
2
y(x) = −1; y(x) = − 1, K ∈ R .
1 − Kex2 +2x

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5 Esame del 9 settembre 2022 29

5 Esame del 9 settembre 2022

Esercizio 1. (9 punti) Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da

x
f (x) =
1 − log |x|

(a) Determinare il dominio di definizione dom(f ), le eventuali proprietà di simmetria, i limiti agli
estremi di dom(f ) e gli eventuali asintoti.

(b) Studiare la continuità e la derivabilità della funzione, individuando e classificando eventuali


punti di discontinuità e di non derivabilità in dom(f ).

(c) Determinare gli intervalli di monotonia e gli eventuali punti di massimo e di minimo locale
di f , precisando se questi ultimi sono anche globali o meno.

(d) Tracciare un grafico qualitativo di f .

(e) Determinare il numero di soluzioni dell’equazione f (x) = c al variare di c parametro reale.

Esercizio 2 (6 punti)

(a) Dare la definizione di ordine di infinitesimo e di parte principale per una funzione f (x) rispetto
ad un campione ϕ(x), per x → x0 .

(b) Calcolare la parte principale e l’ordine di infinitesimo della funzione

f (x) = (ex + cos x)2 − 4 − 4x + x3

per x → 0, rispetto al campione ϕ(x) = x.

(c) Date f e g funzioni infinitesime dello stesso ordine rispetto ad un campione ϕ(x), per x → x0 ,
è vero o falso che la loro somma f + g è sempre un infinitesimo dello stesso ordine? Motivare
la risposta.

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30 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

SVOLGIMENTO

Esercizio 1.
x
Si consideri la funzione f : dom(f ) ⊆ R → R definita da f (x) =
1 − log |x|
(a) Il log |x| è definito per x 6= 0, mentre il rapporto è definito se il denominatore 1 − log |x| =
6 0,
e dunque per x 6= ±e. Ne segue che domf = R \ {0, e, −e}.
−x x
Inoltre, per ogni x ∈ dom(f ), f (−x) = =− = f (−x); dunque f è
1 − log | − x| 1 − log |x|
dispari.

Osserviamo che 1 − log |x| > 0 se e solo se log |x| < 1, cioè se |x| < e. Ne segue che:

• lim f (x) = −∞ e lim f (x) = +∞.


x→+∞ x→−∞
• lim f (x) = 0.
x→0
• lim f (x) = −∞ e lim f (x) = +∞.
x→e+ x→e−
• lim f (x) = −∞ e lim f (x) = +∞.
x→−e+ x→(−e− )

Poiché f ha ordine di infinito inferiore a 1 rispetto a x, per x → ±∞, la funzione non ha


asintoti obliqui.

La funzione ha due asintoti verticali, di equazione x = e e x = −e.

(b) La funzione è il rapporto della funzione g(x) = x, che è continua e derivabile su R con la
funzione h(x) = 1 − log |x|, continua e derivabile sul suo dominio. Dunque anche f risulta
continua e derivabile sul suo dominio.

Calcoliamo ora la derivata di f nei punti del dominio:

1
1 − log |x| + x · x 2 − log |x|
f ′ (x) = = .
(1 − log |x|)2 (1 − log |x|)2
(c) Dato che f è derivabile sul suo dominio, i suoi punti di massimo e di minimo sono da ricercarsi
fra i punti critici, vale a dire fra i punti che annullano la derivata. Abbiamo che
2 − log |x|
f ′ (x) = =0 ⇐⇒ |x| = e2 .
(1 − log |x|)2

Per quanto riguarda la monotonia della funzione, possiamo studiare il segno della derivata:
per il teorema di Lagrange, la funzione risulta monotona sugli intervalli in cui il segno di f ′
è costante. Poiché il denominatore è positivo per ogni punto del dominio, basta studiare il
segno di 2 − log |x|. Otteniamo che 2 − log |x| > 0 se e solo se |x| < e2 , con x 6= 0. Quindi:

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5 Esame del 9 settembre 2022 31

• f ′ (x) > 0 se e solo x ∈ dom(f ) e |x| < e2

• f ′ (x) < 0 se e solo x ∈ dom(f ) e |x| > e2

−e2 −e 0 e e2
b b b b b

f′ − + + + + −

f ց ր ր ր ր ց

Dato che f è continua nel suo dominio, possiamo concludere che:

• f è strettamente crescente negli intervalli [−e2 , −e), (−e, 0), (0, e) e (e, e2 ];

• f è strettamente decrescente negli intervalli (−∞, −e2 ] e [e2 , +∞);

• x = −e2 è un punto di minimo locale di f ; x = e2 è un punto di massimo locale di f .


Entrambi i punti non sono di estremo assoluto, perché f è illimitata superiormente e
inferiormente.

(d) Per disegnare meglio il grafico, osserviamo che f (e2 ) = −e2 < 0 e f (−e2 ) = e2 > 0. Un
grafico qualitativo di f è

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32 Esami scritti di Analisi Matematica I 2021 - 2022

e2

bc

−e2 −e O e e2 x

−e2

(e) Per determinare il numero delle soluzioni dell’equazione f (x) = c, al variare di c in R,


tracciamo delle rette orizzontali e vediamo in quanti punti queste intersecano il grafico
di f . Otteniamo che:

– se |c| > e2 , l’equazione ha tre soluzioni;


– se |c| = e2 , l’equazione ha due soluzioni;
– se c ∈ (−e2 , 0) ∪ (0, e2 ), l’equazione ha una soluzione;
– se c = 0, l’equazione non ha soluzioni.

Esercizio 2.

(a) Sia x0 un punto di accumulazione di dom(f ). Si dice che f è un infinitesimo di ordine α > 0
rispetto ad un infinitesimo campione ϕ(x), per x → x0 , se
f (x)
lim f (x) = 0 e lim = ℓ ∈ R \ {0}.
x→x0 x→x0 [ϕ(x)]α
Si dice parte principale di f rispetto a ϕ, per x → x0 la funzione ℓ[ϕ(x)]α .

(b) Calcolare la parte principale e l’ordine di infinitesimo della funzione f (x) = (ex + cos x)2 −
4 − 4x + x3 , per x → 0, rispetto al campione ϕ(x) = x.

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5 Esame del 9 settembre 2022 33

Usiamo gli sviluppi di Maclaurin per studiare (ex + cos x)2 . Abbiamo che, per x → 0:

1 1
ex = 1 + x + 2 x2 + 3! x3 + o(x3 )

1
cos x = 1 − 2 x2 + o(x3 )

1 1 1 1
ex + cos = 1 + x + 2 x2 + 3! x3 + 1 − 2 x2 + o(x3 ) = 2 + x + 6 x3 + o(x3 )
 2
x3
(ex + cos x)2 = 2 + x + 6 x3 + o(x3 ) = 4 + 4x + x2 + 2
3 x3 + o(x3 )

f (x) = (ex + cos x)2 − 4 − 4x + x3 = x2 + 5


3 x3 + o(x3 ).
Ne segue che f ha ordine di infinitesimo 2 rispetto a x, per x → 0; la sua parte principale è
x2 .

(c) Date f e g funzioni infinitesime dello stesso ordine rispetto ad un campione ϕ(x), per x → x0 ,
è vero o falso che la loro somma f + g è sempre un infinitesimo dello stesso ordine? Motivare
la risposta.

La proposizione è falsa. Consideriamo per esempio le funzioni f (x) = x+x2 e g(x) = −x+x2 .
Entrambe sono infinitesimi di ordine 1 rispetto a x, per x → 0, mentre f (x) + g(x) =
(x + x2 ) + (−x + x2 ) = 2x2 è un infinitesimo di ordine 2 rispetto a x, per x → 0.

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