20luglio2017
20luglio2017
20luglio2017
1.
a) Trovare i massimi e minimi assoluti della funzione
f (x, y) = x − y − 2x2 − 2y 2
g(x, y, z) = x − y + 2z 2
2
y′ = y+t
t
3. Enunciare il teorema della divergenza e verificarne la validità per il campo vettoriale
z3
F : R →R ,
3 3 2 2
F(x, y, z) = xy i + x y j + k
3
Le soluzioni sono (0, 0) e (−1, −1). Per scrivere il sistema linearizzato si calcola la matrice
Jacobiana ( )
1+y x
J(x, y) =
−y 2 1 − 2xy
Nei punti critici: ( ) ( )
1 0 0 −1
J(0, 0) = ; J(−1, −1) =
0 1 −1 −1
Il sistema linearizzato in (0, 0) è {
u′ = u
v′ = v
Il sistema linearizzato in (1, −1) è {
u′ = −v
v ′ = −u − v
Nel primo caso, la matrice dei coefficienti ha l’autovalore doppio 1, di molteplicità geometrica
2. Quindi l’origine è un√nodo a stella instabile per il sistema linearizzato; nel secondo caso, gli
autovalori sono −1/2 ± 5/2, per cui l’origine è un colle per il sistema linearizzato. In base alla
teoria, anche per il sistema non lineare i punti (0, 0) e (−1, −1) sono instabili.
b) Utilizzando la formula risolutiva per le equazioni lineari del primo ordine, si trova l’integrale
generale
y(t) = C t2 + t2 ln |t|, C ∈ R.
Soluzione alternativa: l’equazione omogenea associata z ′ = 2t z ha l’integrale generale
z(t) = Ct2 , C ∈ R.
Cercando una soluzione particolare dell’equazione completa nella forma ψ(t) = C(t)t2 e sosti-
tuendo nell’equazione si ricava C(t) = ln |t|.
3. La frontiera dell’insieme è una superfice regolare a pezzi, unione delle 6 facce del cubo:
∪
6
∂D = Fi ,
i=1
dove
F1 = {(x, y, 0) , (x, y) ∈ [0, 1] × [0, 1]}, F2 = {(x, y, 1) , (x, y) ∈ [0, 1] × [0, 1]}
F3 = {(x, 0, z) , (x, z) ∈ [0, 1] × [0, 1]}, F4 = {(x, 1, z) , (x, z) ∈ [0, 1] × [0, 1]}
F5 = {(0, y, z) , (y, z) ∈ [0, 1] × [0, 1]}, F6 = {(1, y, z) , (y, z) ∈ [0, 1] × [0, 1]}
La normale uscente è
ne F1 = −k, ne F2 = k, ne F3 = −j, ne F4 = j, ne F5 = −i, ne F6 = i.
Flusso uscente:
6 ∫ ∫
∑
F · ne dS =
i=1 Fi
∫ ∫ ∫ ∫ ∫ ∫
1 2 1 1 1
= dxdy + x dxdz + y 2 dydz = + + = 1.
3 [0,1]×[0,1] [0,1]×[0,1] [0,1]×[0,1] 3 3 3
Integrale della divergenza:
∫ ∫ ∫ ∫ ∫ ∫
divF(x, y, z) dxdydz = (x2 + y 2 + z 2 ) dxdydz
D D
∫ ∫ ∫ ∫ ∫ ∫ ∫ ∫ ∫
2 2 1 1 1
= x dxdydz + y dxdydz + z 2 dxdydz = + + = 1.
D D D 3 3 3
Poiché rotF(x, y, z) = 0 in tutto R3 , il campo è conservativo. Un potenziale U avrà la forma
U (x, y, z) = z 4 /12 + h(x, y), dove h soddisfa le condizioni hx (x, y) = xy 2 e hy (x, y) = x2 y. Si
ricava facilmente h(x, y) = x2 y 2 /2 + C, per cui
1 2 2 1
U (x, y, z) = x y + z4 + C .
2 12
4.
i) Applicando il criterio del rapporto (o della radice) si deduce che la serie a) ha raggio di
convergenza R = 1, per cui converge (assolutamente) per −1 < x < 1. La serie converge
anche per x = 1 per il criterio di Leibniz, mentre per x = −1 diverge a +∞. L’intervallo di
convergenza è quindi (−1, 1].
La serie b) ha centro in x0 = −1 e raggio di convergenza R = 2 poiché vale
(1 1 )1/n 1 ( ( )n )1/n 1
lim
n
− n
= lim 1 − 2/3 = .
n→+∞ 2 3 2 n→+∞ 2
Dunque la serie converge assolutamente nell’intervallo (−3, 1). Agli estremi dell’intervallo il
termine generale non tende a zero, per cui la serie non converge.
Detta f (x) la somma della serie a), applicando il teorema di derivazione per serie nell’intervallo
(−1, 1) abbiamo :
∞ ∞
′ 1∑ 1 ∑ 1 1
f (x) = n n−1
(−1) x = (−1)m+1 xm = − .
2 n=1 2 m=0 21+x
Quindi:
∞ (
∑ 1 1) x+1
− (x + 1)n =
n=0
2n 3n (x − 1)(x − 2)
Dunque: ∫ 1
ex − 1 1 1 1
dx = 1 + + + + ...
0 x 4 18 96