L Universo Intorno A Noi

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L’universo intorno a noi

Astronomia: scienza antica che studia le caratteristiche dei corpi celesti (o astri) e i loro
movimenti.

Nel cielo notturno brillano le stelle (appaiono come punti luminosi perché si trovano a
enormi distanze dalla Terra), le galassie (aggregati di miliardi di stelle ancora più distanti)
e i pianeti del Sistema Solare (splendono solo perché illuminati dal Sole).

Costellazioni: raggruppamenti delle stelle, di norma ben visibili e apparentemente vicine


tra loro, disposte sulla sfera celeste in modo da suggerire alla fantasia degli antichi
astronomi immagini mitologiche. → Utili per orientarsi nell’osservazione del cielo.

Esempi: Orsa Maggiore che comprende il Grande Carro e Orsa Minore che comprende il Piccolo
Carro. La stella che si trova all’estremità del timone del Piccolo Carro è la Stella Polare e
corrisponde a un punto del cielo chiamato Polo Nord celeste, intorno al quale avviene la rotazione
apparente della sfera celeste.
Lo zodiaco: il percorso apparente del Sole
Nel corso dell’anno il Sole occupa posizioni diverse sulla sfera celeste: il 21 marzo si trova in
corrispondenza della costellazione dei Pesci e il 23 settembre è in quella della Vergine. Si
tratta di uno spostamento apparente, conseguenza del fatto che la Terra ruota intorno al Sole,
tuttavia noi vediamo la nostra stella percorrere un’orbita (eclittica) attraverso le dodici
costellazioni dello zodiaco.
Come si studia l’universo
Si possono studiare le stelle analizzando la luce che emettono, o, meglio, l’insieme
delle onde elettromagnetiche che emettono, per mezzo di strumenti ottici.
Quella che noi percepiamo come luce bianca, in realtà è un insieme di onde
elettromagnetiche di frequenza (numero di oscillazioni) diverse, che corrispondono a
differenti colori dello spettro elettromagnetico.
Gli astronomi utilizzano uno strumento, lo spettroscopio, per scomporre la luce nelle
sue diverse frequenze.

Gli spettri di assorbimento variano in base alla composizione e alla temperatura della
parte superficiale della stella.

https://www.youtube.com/watch?v=k8NdjdFReGA
Le distanze astronomiche
La Luna dista dalla Terra 400 000 km; Il Sole 150 milioni di km; Nettuno, il pianeta più lontano
del Sistema Solare, dista dalla Terra 4,5 miliardi di km. → Distanze immense.
Unità di misura delle distanze usate in astronomia:
Unità astronomica (U. A.): equivale alla distanza media Terra – Sole: 150 milioni di km.
Anno luce (a. l.): distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un anno: 300 000 km/s,
corrisponde a 9461 miliardi di km. Si usa per la distanza di stelle e galassie.
La stella polare dista dalla Terra 430 a. l. = 4 milioni di miliardi di km.
Parsec (pc): corrisponde a 3,26 a. l., ossia a 30 860 miliardi di km.

La luce del Sole impiega 8 minuti e 20 secondi per raggiungere la Terra → se il Sole si
spegnesse, sulla Terra ce ne accorgeremmo solo dopo poco più di 8 minuti.
Stelle
Stelle: sono corpi celesti luminosi, costituiti da enormi masse di gas incandescenti
(idrogeno e elio), che emettono energia in forma di luce e calore.
Le stelle differiscono tra loro per luminosità, colore, dimensioni, massa e densità.

Luminosità:
- Apparente: dipende dalla distanza dal nostro pianeta;
- Assoluta, o intrinseca: la luce che la stelle effettivamente irradia e dipende solo dalle
sue dimensioni e dalla sua temperatura (+ è grande e calda, + è luminosa).

Astronomo greco Ipparco classificò le stelle visibili ad occhio nudo per mezzo di una
grandezza: la magnitudine. Ipparco ideò la scala delle magnitudini apparenti: stelle con
Magnitudine 1 sono le più luminose e quelle di magnitudine 6 sono le meno luminose.
Magnitudine assoluta: la luminosità che le stelle avrebbero se fossero a una distanza
fissata di 10 parsec (32,6 a.l.). La magnitudine assoluta si può ricavare
matematicamente dalla magnitudine apparente conoscendo la distanza della stella.
Stelle
Alcune stelle modificano la loro luminosità nel tempo:
- Variabili pulsanti: la modificano in modo regolare e
periodico;
- Variabili esplosive (novae e supernovae): la loro
brillantezza aumenta enormemente e in modo
improvviso.
Le stelle differiscono anche per il colore (azzurre,
bianche, gialle, rosse) → possiedono temperature
differenti sulla loro superficie: le più fredde sono le
stelle rosse (3000°C), le più calde sono quelle azzurre
(25000 °C).
In base alla temperatura superficiale le stelle si
possono classificare in 7 classi spettrali: O, B, A, F, G,
K e M.
Stelle
Le stelle hanno dimensioni molto diverse:
- Stelle nane: cento volte più piccole del Sole;
- Stelle giganti e supergiganti: con raggio 1000-2000 volte maggiore di quello del
Sole.

La massa di una stella (la sua quantità di materia) è importante perché ne determina
l’evoluzione: si va da stelle con una massa circa 1/10 di quella solare a stelle con
massa circa 200 volte superiore a quella del Sole.

Riguardo alla densità (data dal rapporto tra la massa e il volume) delle stelle:
- le più dense sono le stelle nane;
- le più rarefatte sono quelle giganti e supergiganti.
Stelle
Diagramma H-R (Hertzsprung e Russell):
collocano le stelle in base alla loro magnitudine assoluta e alla loro classe spettrale (o
temperatura superficiale).
Circa il 90% delle stelle si dispone lungo una fascia diagonale, la sequenza principale.
Nella sequenza principale:
- Stelle azzurre: collocate in alto a sinistra, hanno temperatura e magnitudine assoluta
elevate;
- Nane rosse: collocate in basso a destra, hanno temperatura e magnitudine assoluta
ridotte.
Tra le stelle azzurre e le nane rosse vi sono stelle bianche, gialle e arancioni.
Al di fuori della sequenza principale, in alto a destra vi sono le giganti e supergiganti
rosse, con temperatura superficiale bassa, ma elevata magnitudine (a causa delle loro
grandi dimensioni) e in basso a sinistra le nane bianche, molto calde ma con ridotta
magnitudine (perché di piccole dimensioni).
Diagramma H-R
Stelle

Le stelle producono energia per mezzo di processi


di fusione nucleare.
Nel Sole, si tratta della fusione dei nuclei atomici di
idrogeno che si trasformano in nuclei atomici di elio:
4 nuclei di idrogeno, fondendosi producono un
nucleo di elio.
Ma un nucleo di elio ha massa minore di quella di 4
nuclei di idrogeno → una parte della massa degli
atomi di idrogeno si trasforma in energia.
La fusione nucleare avviene solo nella parte
centrale (il nucleo) della stella poiché per verificarsi
richiede temperature e pressioni elevate che solo lì
esistono e produce quantità enormi di energia.
Stelle
Le stelle si formano, evolvono e scompaiono.
Le stelle si originano da enormi nubi di gas e polveri, dette
nebulose, che si contraggono sotto l’effetto della forza di
attrazione gravitazionale esercitata dai materiali che le
costituiscono.
A causa della contrazione, la densità e la temperatura
della nube aumentano. Si forma una protostella, che
emette calore sotto forma di radiazione infrarossa e una
debole luce rossa. Se la massa della protostella è
abbastanza elevata, durante la contrazione la temperatura
continua a crescere sino a che, nelle regioni centrali,
raggiunge circa 10 milioni di °C.
Stelle
A questo punto iniziano le reazioni di fusione nucleare dell’idrogeno → è nata una
stella.
L’energia prodotta dalla fusione nucleare si trasferisce dal nucleo verso le zone
superficiali, meno calde. → Si crea una situazione di equilibrio: la tendenza a contrarsi
della stella, dovuta alla forza di gravità, viene bilanciata dalla tendenza a espandersi
dovuta alla produzione di energia: la stella è in un equilibrio di stabilità (Sole).
Stelle
Quando i processi di fusione dell’idrogeno giungono al termine, il nucleo della stella, ricco di
elio, comincia a contrarsi per l’effetto della gravità.
Successiva evoluzione della stella, dipende dalla sua massa (più è massiccia più la forza di
attrazione gravitazionale è potente e la stella tende a contrarsi e scaldarsi):
- Stelle di massa inferiore a quella del Sole: si contraggono diventando delle nane
bianche piccole e molto dense. Dopo alcuni milioni di anni, si spengono diventando un
corpo oscuro con le dimensioni di un piccolo pianeta massiccio: nana nera.

- Stelle di massa uguale o poco superiore a quella del Sole: si contraggono liberando
grande quantità di energia, che porta a un aumento di temperatura del nucleo e quindi
all’innesco di nuove reazioni di fusione (i nuclei di elio fondono e si trasformano in nuclei
di carbonio). La stella si suddivide in strati con gli elementi più pesanti al centro e i più
leggeri all’esterno → energia prodotta è molto elevata e determina l’espansione degli
strati esterni della stella, che diventa gigantesca e si raffredda in superficie
trasformandosi in gigante rossa che, in milioni di anni, esaurisce il combustibile → si
contrae espellendo gli strati più esterni sotto forma di gas e diventa una nana bianca
posizionata al centro di una nube di gas incandescente: nebulosa planetaria (il Sole tra
circa 5 miliardi di anni diventerà una gigante rossa e ingloberà parte del Sistema Solare).
- Se la stella ha una massa molto maggiore rispetto a quella del Sole: diventa una
supergigante rossa: in essa le reazioni di fusione nucleare proseguono formando la
maggior parte degli elementi chimici esistenti nell’universo, sino al ferro. Quando le
reazioni nucleari si interrompono (poiché la fusione nucleare del ferro non produce
energia) la stella si contrae, la sua temperatura aumenta rapidamente e quindi
esplode con estrema violenza: supernova.
A questo punto:
- Se la stella aveva in origine una massa corrispondente a 10-20 masse solari, ciò che
rimane di essa dopo l’esplosione si trasforma in una stella di neutroni: corpo celeste
con densità elevatissima (perché formato solo da neutroni che derivano dalla fusione di
protoni ed elettroni all’interno degli atomi compressi dall’enorme forza di gravità).
- Se la stella era ancora più massiccia (30-50 masse solari) diventa un buco nero: corpo
celeste così denso da attrarre e inglobare qualsiasi oggetto gli transiti vicino (pure la
luce). Secondo la teoria della relatività, intorno a un buco nero lo spazio è distorto e il
tempo dilatato.
Stelle di neutroni e buchi neri non emettono luce e quindi sono invisibili → stelle di neutroni
identificate nelle pulsar (sorgenti di onde radio a intermittenza). I buchi neri sono stati individuati
grazie agli effetti gravitazionali della loro presenza su stelle vicine e alla produzione, quando
assorbono molta materia, di lampi di raggi gamma (GRB), intensissime ma brevi emissioni di
energia. Solo nel 2017 una vasta rete di radiotelescopi ha prodotto l’immagine di un buco nero (o
meglio del suo contorno di gas incandescenti) situato a 55 milioni di anni luce dalla Terra.
Galassie
Galassia: è un ammasso di corpi celesti, gas e polveri interstellari, legati dalla reciproca
attrazione gravitazionale.
Via Lattea: galassia a cui appartiene il nostro Sistema Solare: contiene centinaia di miliardi
di stelle e molti sistemi solari, ha un diametro di circa 100 000 anni luce. Ha una forma a
disco appiattito, con una zona centrale, il nucleo galattico, da cui escono dei bracci a spirale
(spirale barrata).
Le stelle della Via Lattea compiono un movimento di rotazione intorno al centro della
galassia (più veloci le centrali, più lente le periferiche); il nostro Sistema Solare è situato in
un braccio a distanza di 27 000 anni luce dal centro e impiega 225 milioni di anni a fare un
giro completo.
La galassie sono di 4 tipi:

Al centro delle galassie a spirale e a spirale barrata si suppone vi sia un buco nero. Le galassie sono
riunite nell’universo in gruppi di galassie, che possiedono meno di 50 galassie e in ammassi galattici,
che possono contenere oltre a mille galassie. Gruppo Locale: è formato da una ventina di galassie tra cui
la Via Lattea e altre galassie: Andromeda, la piccola nube e la grande nube di Magellano.
A loro volta gli ammassi sono raggruppati in enormi superammassi di galassie, circondati da immensi
spazi vuoti (con pochi atomi di idrogeno per m 3).
Quasar (quasi stellar radio source): sono buchi neri supermassicci (hanno un miliardo di
volte la massa del Sole) situati al centro di galassie ed emettono onde radio di altissima
intensità ed hanno una luminosità elevatissima.
Origine ed evoluzione dell’universo

Nel 1929, astronomo Hubble notò (osservando le galassie con il


telescopio) che gli spettri di assorbimento ottenuti dalla luce delle
galassie avevano quasi tutti le righe spostate verso il rosso: Redshift
→ prova che le galassie si allontanano da noi a velocità elevatissime
(migliaia di km/s). Lo spostamento verso il rosso cresce con
l’aumentare della distanza della galassia: (legge di Hubble) le
galassie si stanno allontanando da noi con una velocità tanto più
elevata quanto più sono distanti.

Le galassie sono quindi dotate di un moto di recessione che le


porta ad allontanarsi l’una dall’altra, con la conseguenza che:
l’universo si espande in tutte le direzioni e in modo omogeneo.
Ha permesso di stimare l’età dell’universo: circa 14 miliardi di anni
circa.
Redshift ed effetto Doppler
Gli spettri di assorbimento ottenuti dalla luce di stelle di galassie lontane sono uguali a quelli
ottenuti per le stelle dello stesso tipo della Via Lattea (contengono i medesimi elementi
chimici), ma hanno le righe nere spostate verso lunghezze d’onda maggiori. La causa è
l’effetto Doppler.

Esempio sulle onde sonore. Sentiamo il suono della sirena di un’ambulanza diventare più
acuto se l’automezzo si sta avvicinando (le onde sono compresse e la lunghezza d’onda del
suono diminuisce) e più grave se si sta allontanando (se la sorgente si allontana l’onda
risulta «stirata» e la lunghezza d’onda aumenta).
Teoria del Big Bang
Gamow ipotizzò che l’universo avesse avuto origine da un piccolissimo punto di densità e
temperatura infinite, in seguito a una violenta esplosione: Big Bang («grande scoppio»).
Da quel momento l’universo iniziò ad espandersi e si formarono prima le particelle leggere
come gli elettroni e quark e poi quelle pesanti: protoni e neutroni.
L’universo subì una rapidissima espansione aumentando di miliardi di volte il suo volume:
grande inflazione.
Solo 300 000 anni dopo il Big Bang la temperatura diventò abbastanza bassa da permettere la
formazione dei primi atomi stabili (idrogeno, elio e litio).
Nei milioni di anni successivi l’idrogeno e l’elio gassosi iniziarono a dare inizio alla formazione
delle galassie.
Radiazione cosmica di fondo
Nel 1965, due tecnici, mentre cercavano di ricevere il segnale radio proveniente da
alcuni satelliti, catturarono un «rumore di fondo» a microonde che proveniva da tutte
le zone del cielo→ radiazione cosmica (o fossile) di fondo, che rappresenta il residuo
della radiazione ad altissima frequenza emessa dall’universo al momento del Big
Bang. È la principale prova della teoria del Big Bang.
Futuro dell’universo
Il futuro dell’universo dipenderà dalla sua densità media: rapporto tra la sua massa
complessiva e il volume di spazio occupato.
- Universo aperto: se la densità dell’universo fosse inferiore a un certo valore (densità
critica), esso continuerebbe a espandersi per sempre, diventando sempre più freddo,
rarefatto e oscuro.
- Universo piatto: se la densità media dell’universo fosse uguale alla densità critica, esso
continuerebbe a espandersi, ma con velocità decrescente (tendente a zero);
- Universo chiuso: se la densità media dell’universo fosse superiore alla densità critica,
l’attrazione gravitazionale vincerebbe contro la spinta all’espansione → l’universo
cesserebbe di espandersi e inizierebbe a contrarsi diventando sempre più denso e caldo,
per tornare a concentrarsi in un punto (processo detto Big Crunch, «grande implosione»)
e potrebbe formare un altro Big Bang con la formazione di un nuovo universo.
Materia oscura
A complicare la previsione sul destino dell’Universo è stata la scoperta che la massa reale
delle galassie è di gran lunga maggiore di quella osservabile. → Esiste la materia oscura:
una forma di materia che non interagisce con la luce e distribuita intorno alle galassie;
costituisce il 90% della materia dell’Universo.
La velocità dell’espansione sta accelerando (quindi l’universo è aperto?).
Poiché la quantità di materia stimata nell’universo è troppo grande per permettere
l’accelerazione del moto di espansione → ipotizzata l’esistenza dell’energia oscura: una
forza di repulsione tra le galassie.
A1: L’universo intorno a noi: da pagina 18 a pagina 35

Video:
https://www.youtube.com/watch?v=fJdghx-dCRI

https://www.youtube.com/watch?v=l03_BnPRIKc

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