Storia Dell'Architettura 1

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STORIA

DELL’ARCHITETTURA

MARCO VITRUVIO POLLIONE

_DE ARCHITECTURA LIBRI DECEM (27a.C.)

Trattato_ opera in più libri. Tratta di una materia esponendo una teoria. Una materia che può
essere a rontata in modi diversi, altrimenti non sarebbe necessario un trattato. Il trattato deve
contenere anche indicazioni per una veri ca PRATICA della teoria.

Il trattato è un’opera letteraria che metodicamente espone questioni che hanno a che fare con i
rapporti teorici e pratici di una disciplina.

www.centrostudivitruviani.org

Vitruvio era un architetto nato a FORMIA, o FANO (non si hanno informazioni precise).

Vissuto tra l’80 e il 20 a.C. , a cavallo tra Giulio Cesare ed il principato di Ottaviano Augusto. Il
trattato di Vitruvio è dedicato ad Ottaviano Augusto, terminato intorno al 27 a.c.

Vitruvio era un architetto ma un funzionario, inserito nel LORDO APPARITORUM, con funzione di
SCRIBA ARMAMENTARIUS. Era funzionario presso una magistratura (apparato statale).

Viaggiò molto. Nel trattato parla di libri che dice di aver visitato in Asia Minore (area ellenica) a
seguito dell’esercito. Nell’esercito ebbe funzioni da “ingegnere idraulico”, progettò infrastrutture
per la gestione delle acque.

I dieci libri vengono scritti in LATINO. (Latino per descrivere l’architettura greca). Sceglie il latino
per poter arrivare ad una massima di usione.

I testi sono giunti senza illustrazioni ma leggendo si capisce che erano state fatte almeno dieci
tavole.

I destinatari dovevano essere prevalentemente uomini politici ed amministratori con responsabilità


di tipo pubblico, coloro che nell’amministrazione dello stato romano si occupavano di architettura.

Non è un testo di carattere poetico, letterario. Opera scritta concisa con un linguaggio
accessibile.

Durante il medioevo il trattato di Vitruvio venne più volte ricopiato e trascritto in diversi monasteri.
Trattato noto durante il medioevo, ma non venne divulgato. La sua riscoperta avvenne nel 400
durante l’umanesimo. La pubblicazione a stampa avvenne dal 1500.

1521: pubblicazione di Cesare Cesariano, con diverse illustrazioni. Editore comasco—sul lago di
Como perché per produrre la carta era necessaria molta acqua.

1557- pubblicazione con le illustrazione di Andrea Palladio.

Trattato di grande successo per vari motivi.

-opera di carattere universale. Testo moderno. La base è un progetto legato alla di usione, alla
comunicazione.

Vitruvio vuole togliere la segretezza dal mestiere dell’architetto. È dunque scritto in modo chiaro e
semplice per il tempo.

PRIMA OPERA DIVULGATIVA DELL’ARCHITETTURA


Si basa su fonti MONOGRAFICHE. Vari testi che parlavo solo di alcuni temi o architetti o edi ci.

Vitruvio vuole raccogliere un’eredita culturale immensa, tutto il periodo ellenistico, storia che si
lega a territori di Grecia peninsulare ma soprattutto Asia minore.

Inoltre vuole dare un assetto unitario ad una disciplina che no a quel momento era multiforme,
suddivisa in tantissime opere di materie diverse. Vuole organizzare tutto quello che era scritto.

CONTENUTO
Scrive prima 7 libri poi altri 3 per arrivare a 10.

Libri-

TEORICI

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TECNOLOGICI- aspetti concreti della costruzione

TIPOLOGICI- analizzano gli edi ci dividendoli in tipi in base al loro utilizzo

LIBRO 1
Contiene il nucleo della teoria. De nizioni di architettura e architetto.

“L’architettura è una scienza che è adornata di molte cognizioni e con la quale si regolano tutti i
lavori che si fanno in ogni arte.”

“L’architettura si compone di PRATICA E TEORIA”

L’architetto deve essere docile e sapiente perché il mestiere non può esistere senza la formazione
per la stessa.

Architetto deve essere colto, sapiente di disegno, di prospettiva e conosca molte storie, deve
conoscere l’origine di ciò che vede. Abbia conosciuto gli scritti dei loso . L’avarizia è vista come
un danno alla solidità dell’architettura. Conosca la musica la medicina la giurisprudenza e le
ragioni del cielo e delle stelle. ETEROGENEA CULTURA

L’architettura si rappresenta con la pianta il … e il pro lo. È composta di varie parti. Devono
essere disposte in modo che l’architetto guardi alla fermezza, all’utilità e alla venustà:

FIRMITAS UTILITAS VENUSTAS. Sarà architettura solo quando sintetizzerà queste tre
componenti.

Firmitas: assenza di avarizia

Utilitas: comodità dell’uso

Venusta: simile alla grazia; traduzione della parola simmetria dal greco al latino, ARMONIA
secondo gli umanisti.

LIBRO 2
Dedicato ai MATERIALI, pietre, mattoni, murature, sabbia… molta più tecnica costruttiva alla
greca che alla romana. Trasporta una cultura da un mondo all’altro.

LIBRO 3 E 4
Libri in cui parla degli EDIFICI SACRI. DUE LIBRI TIPOLOGICI. Racconta come disegnare le
CASE DEGLI DEI.

Indicazioni pratica che riguardano il sistema degli ORDINI CLASSICI.

• IONICO

• DORICO

• CORINZIO

• TUSCANICO

LIBRO 5
LIBRO TIPOLOGICO: EDIFICI PUBBLICI, CIVILI, dette opere COMMUNI. Teatri palestre porti
terme. Sui teatri parla anche di teorie del suono.

LIBRO 6
TIPOLOGICO: EDIFICI PRIVATI. Case di città e molto di campagna. Disposizione interna, e
solidità. Parla sia di Domus sia di villa.

LIBRO 7
Torna a parlare di argomenti tecnici. Trattamento, niture di super ci verticali e orizzontali.

LIBRO 8
Parla dell’acqua, di IDRAULICA. Campo fondamentale

LIBRO 9
Parla di GEOMETRIA e ASTRONOMIA e di OROLOGI.

LIBRO 10
Parla di MACCHINE DA CANTIERE E DA GUERRA. Le macchine mettono in relazione principi,
scienza, teoria con la meccanica, la pratica. Fondamentale il controllo dei cantieri, degli agenti
atmosferici che modi cano i materiali.

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STORIA DELL’ARCHITETTURA

Vitruvio_De Architectura

LIBRO 3 e 4: CASE DI DEI IMMORTALI (templi)

Edi ci visti come la rappresentazione della ….

“CASA DEGLI DEI” simbolo della cultura antica occidentale.

Costruiti fra il 6° e il 1° sec. a.C. nel BACINO DEL MEDITERRANEO.

TEMPIO. Edi cio destinato al culto divino. Nato per esigenze di culto, liturgie …

Culto di DEI PAGANI. Celebrazione di divinità che erano ANTROPOMORFE. Culto dell’immagine
divina.

TEMPO COME CUSTODIA DELL’IMMAGINE DELLA DIVINITà.

Chiave di lettura: UTILITAS.


INTERROGATIVO. La casa degli dei ha una relazione con la casa degli uomini?

Dei e uomini hanno la stessa sembianza, le case degli uomini hanno tetto piatto

e mattoni crudi.

Perché il tempio ha questa forma??

11° sec. a.C. : si ritrovano oggetti che venivano donati alle divinità e hanno le sembianze di un
tempio———tetto a spioventi, cella, porta, TETTOIA ESTERNA SORRETTA da due elementi molto
simili a delle COLONNE.

Al tempio si arrivava attraverso un PERCORSO.

I miti si svolgevano all’ESTERNO, in uno SPAZIO APERTO.

Erano dunque necessari spazi che valorizzassero questi momenti di LITURGIA. Per questo motivo
viene ESALTATO L’INGRESSO, il punto di soglia.

Le colonne esterne segnano uno spazio che sta tra l’ambiente ESTERNO e la SOGLIA. È lo spazio
dell’attesa prima del superamento della SOGLIA. È anche spazio dell’ACCOGLIENZA, la porta
viene protetta dalla divinità.

PRINCIPIA. FIGURARUM ASPECTUS

Principi dei templi

Criteri classi catori

Dei templi che risultano

Dalle loro con gurazioni

Ci parla del TEMPIO IN ANTIS.

Cella in muratura, 2 colonne sul fronte e 3 aperture

PROSTILO. Con colonne posizionate DI FRONTE alla


cella. 2 ANTE a protezione dell’entrata.

ANFIPROSTILO. Colonne davanti su ENTRAMBI I


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FRONTI.

PERIPTERO. Cella rettangolare in muratura, tutta


circondata da una serie di colonne.

PERISTILIO. Colonnato tutto intorno.

BALDACCHINO. Prototipo, paradigma di una


architettura che nobilita il soggetto protetto dal
baldacchino stesso. Corrisponde all’idea del colonnato
che sta tutto intorno alla cella che protegge la divinità.

Relazioni tra l’architettura della CELLA e del peristilio. Tra


tempio e casa dell’uomo.

TEMPIO ESASTILO. 6 colonne sul fronte, 17 sul lato lungo. Diametro di circa 2 m, quasi identico
all’intercolumnio. Il fronte e il retro dell’edi cio sono diversi, per ragioni utilitarie legate al culto.

Davanti al NAOS, c’è il PRONAO, anch’esso luogo di attesa.

DEAMBULATORIO/AMBULACRO, zona tra le colonne esterne e la cella.

TEMPIO DI SELINUNTE. 550-540 a.C.

Tempio Esastilo, 17 colone sul alto lungo. Intercolunnio costante, maggiore del diametro delle
colonne. La cella è a navata unica e non ha colonne all’ingresso. Al centro vediamo la locazione
probabile della statua della divinità.

TEMPIO DI ERA. PAESTUM. 530 a.C.

Per molto denominato: “La Basilica”.

9 colone, numero dispari, sul lato lungo 18 colonne, 9x2.

La cella è centrata rispetto al perimetro.

PRONAO: 2 ante, 3 colonne.

Cella divisa in 2 per il lungo, forse predisposta per due statue.

TEMPIO DI ZEUS. OLIMPIA.

Architetto Libone di Elida.

Eretto dentro il bosco sacro di Olimpia.

È un tempio PERIPTERO ESASTILO. Colonne lato lungo=(n° colonne del frontex2) +1.

Edi cio proporzionato con la misura del piede dorico.

All’interno di trova la Statua di Zeus fatta da Fidia.

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La cella ha un pronao in entrambi i fronti. Cella con 3 navate, quella centrale molto più larga.

Alla soglia della cella si trovano due pareti laterali. Nella parete di sinistra è inserita una scala a
chiocciola, forse per pulire il tetto o le statue.

Armonicamente nasconde la scale per rispondere ad una funzione.

PARTENONE

Architetto: Ictino Scultore:Fidia

Partenone edi cio rivoluzionario. Tempio PERIPTERO OCTASTILO, 8 colonne sul fronte. Lato 17
colonne: (8x2)+1.

Il modulo per le proporzioni è 4/9, usato anche per lo STILOBATE, la CELLA, la FACCIATA. Le
COLONNE.

La cella è enorme. L’attenzione dell’architetto Ictino è per la cella. Anche il pronao è compreso.

Il partenone è rivoluzionario per questo motivo, la cella è la dilatazione della casa della divinità
immortale.

Cella e colonnato sono molto vicini.

TEMPIO DI APOLLO A BASSE.

Architetto Ictino.

Tempio esastilo. Pronao all’inizio e alla ne della cella. Entrando nella cella in fondo si trova una
colonna. Le colonne laterali della cella sono collegate alle pareti della cella.

Suddividono il prospetto interno della cella. 1 ordine per l’esterno e 2 ordini per l’interno.

TEMPIO DI APOLLO A DIDIMA

Tempio di dimensioni colossali, all’esterno due le di colonne.

Pronao con ANTE, rimpiatto di colonne, poco spazio per i fruitori. La distanza tra le colonne è
minima. L’intercolumno è quasi uguale al diametro. Forse per impedire l’accesso alle folle.

TEMPIO THOLOS. SANTUARIO DI DELFI

Tholos di Del .

Costruito in almeno 100 anni. Circolare periptero, colonnato e cella sono concentrici. Statua posta
al centro dell’edi cio.

La ricerca sui templi nei secoli ha punti ssi:

-dimensioni STILOBATE. Proporzioni cambiate.

-spazio della cella e quello del portico

-articolazione e suddivisione dello spazio della cella.

-rapporto tra pieno e vuoto che compone la PERISTASI. (Colonnato)

Chiave di lettura: FIRMITAS


5 categorie in funzione di diametro colonne/intercolumno (fratto) , rapporto variabile tra 1/1,5 e
1/3.

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Se il rapporto costruisce colonnati troppo densi le persone non possono attraversalo a ancati,
diventa un problema se le persone non sono nel pieno delle forze, se per esempio devono essere
accompagnate da ancelle.

Secondo Vitruvio sono inadatti:



-la densità delle colonne ostruisce la visuale della cella.

-se per accedere dobbiamo essere in le, lo spazio a cui accediamo risulta essere ostile.

Al contrario se si guarda solo all’utilità si può arrecare danno alla rmitas, un architrave poco
sostenuto potrebbe per esempio rompersi.

Dal 6° secolo i templi sono costruiti totalmente in pietra.

Il paradigma non deve essere la casa degli uomini ma la CAPANNA. Il tempio è una casa per gli
uomini costante, come una capanna per l’eternità.

A parità di ordini architettonici si rivelano di erenze proporzionali molto ampie.

CREPIDOMA: scalinata che permetteva di costruire lo stilobate.

Vitruvio parla della costruzione partendo dalla FONDAZIONE.

Le pietre estratte dalla cava devono rimanere all’aperto per 2 anni e subire tutto il ciclo climatico
per perdere l’umidità climatica.

Venivano poi tagliata e preparate, anche in vista de trasporto.

Il pavimento veniva realizzato convesso per far de uire l’acqua.

Pietre accostate con ganci metallici o sottili giunti di malta o calce.

In qualche raro caso le colone potevano essere monolitiche. Utilizzate macchine come l’ARGANO,
come enormi carrucole azionate dalla forza di più uomini. Macchine che venivano usate anche nei
cantieri navali.

Le scalanature delle colonne venivano fatte da scultori solo quando l’edi cio abbozzato.

-architettura del CAPITELLO, diviso in echino e abaco.

Capitello elemento fondamentale, mette in relazione elementi diversi, l’architrave e e le colonne.


Le colonne sono circolari e discontinue mentre l’architrave è un parallelepipedo continuo.

Abaco: tavoletta a pianta quadrata, spessore variabile. Deve accogliere gli elementi che
compongono l’architrave e sono perpendicolari rispetto alle colonne.

Il collarino segue lo stacco tra le colonne e l’echino. Il distacco tra gli elementi non doveva essere
percepito, il tempio doveva sembrare un elemento unitario.

La colonna deve avere sezione circolare per di erenziarsi dalla sezione degli elementi orizzontali.

Le colonne favoriscono anche i ussi.

Chiave di lettura: VENUSTAS

Si legge nel libro 1——SIMMETRIA: uso corretto di rapporti proporzionali.

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Vitruvio usa l’analogia del corpo umano. Le membra dei sacri templi devono avere giuste
corrispondenze di misure similmente al corpo umano.

Crepidoma, stilobate, peristasi, capitelli, trabeazioni

Frontone: timpano e copertura.

TEMPIO DI TESEO. ATENE.

colonna——Fusto, rispetta le relazioni tra le dimensioni della base e l’altezza.

Proporzioni colonne doriche, da 1/6 a 1/7, base/altezza.

Colonna, elemento circolare verticale con una precisa relazione tra diametro e altezza.

ENTASI: rigon amento al 3° inferiore della colonna, ovvero il punto più fragile.

L’architrave dorico è liscio.

Fregio diviso in formelle, in metope e trigli .

Le colonne interne sono più esili e dunque più basse per rispettare le proporzioni. Per arrivare
all’altezza del solaio si sovrappone un secondo ordine di colonne.

La cornice protegge l’architrave e il fregio. Le teste delle travi devono essere protette da delle
formelle.

Sopra il fregio c’è la cornice per evitare lo stillicidio, fa in modo che l’acqua venga allontanata.

Se in pianta abbiamo quella ra gurazione:

Non si tratta di una colonna dorica, perché non poggia


direttamente sullo stilobate. È una colonna di ORDINE
DORICO. La troviamo anche nell’interno del Pantheon.

Oscilla tra 1/8 e 1/10 come rapporto proporzionale, perfetta


in 1/9, è più alta e snella.

Spirale ionica.

ABACO: tavoletta modanata sottilissima, architrave


tripartito.

La spirale ionica è estremamente complessa, i prospetti


sono diversi.

Il capitello dell’ordine dorico crea problemi nelle colonne d’angolo dei templi. Il problema viene
risolto con dei capitelli appositi.

STORIA DELL’ARCHITETTURA LEZIONE 3

Riferimento: Libri 3° e 4°. De Architettura Vitruvio

2° sec. a.C.-2° sec. d.C.—— CASE DEGLI DEI IMMORTALI

ITALICA CONSUETUDO: termine vitruviano

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TEMPLUM: parola latina per denominare un fazzoletto di terra delimitato da 4 punti, che aveva
signi cato in quanto TERRA SACRA, SANTUARIO.

Veniva utilizzato dai SACERDOTI che erano incaricati di studiare l’orizzonte. In questi luoghi a
volte venivano costruite case per custodire l’e ge o la statua di una divinità.

I sacerdoti hanno bisogno di riparo e devono potersi guardare intorno.

La casa ospita la divinità e fa spazio al sacerdote.

CASE CON PORTICO. Paradigma dell’idea di casa. Realizzata i legno, particolari in pietra, molte
parti in terracotta.

2 PARTI. CASA- PARS POSTICA

PRONAO- PARS ANTICA

Tradizione lana, tuscanica secondo vitruvio.

TEMPIO IN FOTO.

Nel 509 a.C. doveva essere costruito sul Colle Capitolino per la triade Capitolina.

Edi ci composti da due parti: pronao, celle. Cella divisa in 3 PARTI per le 3 statue della triade.

-Architettura con un’organizzazione planimetrica che stabilisce un FRONTE e un RETRO.

2 lati diversi, uno ha un muro, l’altro un colonnato.

Eretto su un … a cui si accede solamente dalle scale sul fronte.

Gerarchia molto forte, dimensione simbolica.

AREA SACRA DI LARGO ARGENTINA

I 4 templi hanno orientamenti paralleli tra loro.

D] Tempio legato alla TRADIZIONE ETRUSCA. Esastilo con cella rettangolare.

C] Pronao tetrastilo. Sul retro un muro, sporge con ALI rispetto alla cella.

A] Legato alla tradizione etrusca. Cella circondata sempre da una peristasi a parte sul retro——
PERIPTERO SINE POSTASI.

PSEUDOPERIPTERO: periptero ma con una porzione senza colonne.

L’ingresso ai fedeli è permesso solo dal fronte dell’edi cio.

La distanza fra le colonne sul fronte è maggiore che tra le colonne sui lati.

PLANIMETRIA DEL FORO DI POMPEI

-in fondo tempio di radice tuscanica

-la composizione del foro accompagna all’entità del tempio

CORI. Tempio di “Ercole”(forse)

Si ipotizza una divinità di sesso maschile per le colonne doriche.

Pronao: colonne in pietra viva.

Cella in muratura. Elevato su un PODIO, in conglomerato di ciottoli e sassi, OPUS INCERTUM.

Stilobate molto alto, podio con spiccata verticalità.

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ROMA. TEMPIO DI PORTUNUS. 50a.C.

Dedicato ad na divinità uviale perché è vicino a un bacino che porta al Tevere.

TETRASTILO, PSEUDOPERIPTERO.

Le colone laterali sono MEZZECOLONNE. Podio con pareti lisce. I capitelli sono IONICI, di
conseguenza anche l’edi cio. Grande importanza alle MODANATURE, o rono una base più larga
e danno spazio alla creatività.

ROMA. 25a.C.—TEMPIO DEDICATO ALLA DEA ROMA E AUGUSTO.

architettura di grande qualità. Ritratta di lato perché ha grande importanza. Il tempio è


PSEUDOPERIPTERO. La cella ha base rettangolare. Il retro è completamente diverso dal fronte.

PARASTE. Modanatura che riproduce la colona, una colonna sovrapposta alla parete non
risponde alla rmitas ma alla venustas.

CAPITELLO CORINZIO. Tutto, anche la proporzione è corinzia.

FORI IMPERIALI. FORO DI AUGUSTO. 1° FORO.

Committente: Ottaviano Augusto.

Tempio addossato ad una parete che separava il foro dai quartieri popolari. La lunghezza del foro
termina in un tempio. Dall’esterno del tempio si doveva poter vedere solo il pronao e le sue
immense colonne di ORDINE CORINZIO.

COLONNA CORINZIA. Rapporto dimensionale 1:9/1:10

Base: sovrapposizione di modanature concave e convesse.

Capitello: più alto rispetto agli altri ordini.

TRABEAZIONE: Architrave—-ordine molto decorato, ricco

Fregio—-liscio, con possibili iscrizioni

Cornice—-modanature diverse, complesse, ricche

Non ha gli stessi problemi del capitello ionico, che, composta sul fronte da volute e sul lato da
balauste, rende di cile risolvere la colonna d’angolo.

Il capitello corinzio è decoratissimo. A pianta centrale, identico su tutta la super cie, non da alcun
problema agli angoli.

CORINTO. LEGGENDA SULLA NASCITA DELL’ORDINE CORINZIO

Una giovane ragazza muore prima del matrimonio e viene seppellita in una necropoli.

La sua nutrice le fa visita portando un cesto con svariati oggetti che le appartenevano.

Lascia il cesto e per evitare di perdere oggetti lo chiude con una TEGOLA—-rimanda all’abaco.

Li delle radici crescono avvolgono il cesto e crescono anche delle foglie. L’oggetto di base, il
cesto, viene ricoperto di vegetazione spiraliforme. L’oggetto viene visto da callimaco che pensa
ad un nuovo ordine. Mette in relazione le colonne e l’abaco. Le foglie di acanto sono collegate al
culto dei morti. Oggetto che cela sia questioni di statica sia simbolico/religiose.

PANTHEON 118/119 d.C.——125/128 d.C. (periodo brevissimo)

Non si conosce l’architetto, si ipotizza Apollodoro di Damasco ma senza certezze.

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Committente: IMPERATORE ADRIANO

Tempio OCTASTILO, di ordine corinzio, con alte trabeazioni.

Si legge: MARCO VIPSANIO AGRIPPA, genero di Ottaviano, console romano. L’iscrizione ha un


motivo politico. Il pantheon di Adriano è una RICOSTRUZIONE. Si hanno tante somiglianze tra il
pantheon di Adriano e quello di Agrippa.

Il pantheon di Adriano viene costruito utilizzando fondazioni già esistenti che quindi lo hanno
vincolato nelle geometrie.

Il PRONAO oggi non risulta rialzato, è il frutto delle strati cazioni per le esondazioni del Tevere. In
origine si trovava su un podio di notevole altezza.

Nel 700 il pantheon risultava inglobato in altri edi ci.

Nel rinascimento l0’edi cio era in parte nascosto da detriti. Si trovavano botteghe sia nel pronao
sia addossate ad esso. Il frontone era rotto e deteriorato.

Fino ad oggi il pantheon ha subito molte modi che.

AVANCORPO: parallelepipedo trasversale tra pronao e cella.

La piazza davanti doveva essere rettangolare lunga e circondata da portici. Al centro era un arco
trionfante.

Apparentemente edi cio molto tradizionale.

La novità sta nel fatto che idealmente è un tempio tradizionale con pronao e cella. È originale
l’avancorpo, un elemento di passaggio. La cella era circolare già nella versione di Agrippa, in cui
però la copertura doveva essere in legno. Per questo andrà distrutta in un incendio.

Per quanto vincolato a precedenti fondamenta, il pantheon rappresenta una rottura.

In una vista laterale si vedono 3 VOLUMETRIE SEPARATE:

-PRONAO. Tradizionale, in pietra, con tetto a falde.

-AVANCORPO. In muratura, con copertura piana.

-CELLA. Gigantesco tamburo in muratura, sopra estradosso della cupola.

Cos’è una cupola emisferica?

Oggetto sico estremamente complesso. È una super cie di rotazione di un semicerchio intorno
ad un asse centrale.

Piano di IMPOSTA. Piano in cui si inizia a costruire la cupola.

Nel pantheon è inscrivibile una circonferenza. l’estradosso non dichiara la geometria dell’interno.
OCULO di diametro 9 metri.

PRONAO octastilo, 3 navate. Vestibolo di ingresso parte fondamentale dell’avancorpo. Le navate


laterali terminano in 2 nicchie.

AVANCORPO. Dietro le due nicchie si trovano due volumi tecnici che ospitano anche le scale.

CELLA. La muratura è divisa in parti diverse. Davanti all’ingresso, sul fondo si vede l’ABSIDE
(Signi ca Quarto di ruota) che è costruita nello spessore della muratura. Invece nell’asse EST-
OVEST ci son altre due nicchie. La muratura è scavata in altri 4 punti diversi, 4 ESEDRE, di forma
trapezoidale. Di fronte a 6 di questi spazi ci sono 2 colonne per spazio. Nei punti di parete piena
ci sono delle PARASTE, per creare u pro lo quasi completo di colonne, che si interrompe solo
all’ingresso e in corrispondenza dell’abside.

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Sopra le colonne c’è sempre la trabeazione. Nelle parti piene ci sono EDICOLE addossate, a loro
volta anch’esse sono piccole architetture.

ATTICO: livello intermedio tra trabeazione e cupola. Ha un’altezza variabile. Sopra ha un’altra
trabeazione con cornice e poi intradosso.

Il diametro dell’edi cio è 43 metri.

CUPOLA. Paralleli e meridiani si intersecano in 5 ordini di LACUNARI. Poi la cupola diventa liscia
no all’oculo.

Tempio dedicato tutti gli dei.

5 PARALLELI——-5 pianeti (tutti quelli che si conoscevano), che corrispondono alla connessione
tra terra e sole___OCULO.

28 MERIDIANI: simbologia che richiama il ciclo lunare.

L’intradosso rappresenta dunque il COSMO.

Adriano voleva dunque riunire il cosmo e costruire una casa per tutte le divinità. Anche se le
interpretazioni sono molte.

Edi cio che nasce unendo Firmitas, Utilitas e Venustas.

L’ATTICO ha un ruolo fondamentale. Un anello con una partizione diversa rispetto a


colonnato(TERRA) e cupola(CIELO).

L’autonomia dell’attico stacca le regole geometriche.

Cupola. 7x4. 28

Cella. 4 8 16 32

L’attico invece ha delle regole proprie.

Il pavimento declina il rapporto tra cerchio e quadrato, con marmi provenienti da tutto l’impero.

La cupola doveva essere dipinta di violaceo e nei lacunari dovevano essere incastonate delle
stelle in bronzo dorato. Anche l’ultima parte prima dell’oculo doveva essere bronzea.

Il pantheon è stato costruito attraverso anelli sovrapposti. Le linee orizzontali ci dicono i livelli
raggiunti per ogni giornata.

OPERA QUADRATA: architettura in pietra viva

OPERA CEMENTIZIA: architettura in MURATURA

OPUS INCERTUM: malta + ciottoli.

Costruzione di 2 paramenti, elementi verticali. Si riempie l’intercapedine tra i paramenti con un


conglomerato di malta ed altri materiali vari.

OPUS CEMENTICIUM: malta + ciottoli, pietrame. Permetteva di costruire in modo rapido,


economico e con mano d’opera di bassa qualità.

Gli archeologi suddividono i muri in base alla composizione dei paramenti.

OPUS TESTACEUM: mattoni cotti (dopo il 2° sec. d.C.).

La malta ha una velocità di presa di 28 giorni, rende i lavori molto più veloci.

VILLA DI ADRIANO. TIVOLI

Enorme archivio storico

MODELLO IN TERRACOTTA.

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Oggetto votivo. Ha origine in una grotta calabrese. Anticipa la forma e gli spazi del Pantheon.

Come costruisco IL VUOTO?


Metodo complesso. Architrave e piedritti, il muro come sovrapposizione di pietre.

Vitruvio ci spiega che l’architrave prende il peso e lo distribuisce tra i piedritti.

ALTERNATIVA. Utilizzo di conci che distribuiscono i pesi in punti predeterminati.

Poi dal varco si passa all’ARCO. Utilizza il concio con la stessa funzione. La forma dei conci
permette la distribuzione. La condizione per la stabilità è che i conci mantengano la loro
geometria.

A volte veniva inserita una MODANATURA per rendere chiaro il punto di imposta dell’arco.

Fondamentale è il CONCIO DI CHIAVE.

Presente una modanatura che separa anche


l’arco dal resto della muratura.

Alberti propose l’architrave curvo per unire


utilitas e venustas.

LUCE. Distanza tra i piedritti.

FRECCIA. Misura dal piano d’imposta no alla


chiave.

Vengono usati anche conci tutti uguali. Utilizzati


anche insieme alla malta, elemento umile ma
importantissimo.

LEZIONE 4. STORIA DELL’ARCHITETTURA

Presupposto: riconoscere l’arco come architettura autonoma.

Il ponte è un elemento molto legato all’impero romano. Non serviva solo per superare
avvallamenti, ma anche come supporto al sistema stradale. Creava un’altimetria costante rispetto
al territorio.

PONTE DI MONA. ROMA

Sostiene un tratto della via Predestina.

Costruito tra il 2° e il 1° sec. In OPUS QUADRATUM. 6 pile da più o meno 15m e un sistema di
archi. Ponte in totale 125 m( controllare dato).

Gli archi danno forma a CAMPATE.

CAMPATA: modulo strutturale che lega la luce alla struttura, quindi le distanze tra i piedritti.

Composto da archi a tutto sesto. L’accostamento di più archi a tutto sesto lungo una stessa
generatrice da luogo ad una volta a botte. L’arco è la direttrice della volta a botte.

MERIDA. AUGUSTA EMERITA.

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Ponte che doveva avere 62 campate, 721m. Interamente costruito in OPERA QUADRATA.
Venivano costruiti deviando i umi, o appro ttando delle secche. I romani sapevano fare i
fondamenti anche in presenza di acqua, usando la MALTA POZZOLANICA, capace di far presa
anche in acqua.

Si prestava attenzione a questioni sia strutturali sia estetiche.

Piloni con geometria NAVIFORME, studiata in relazione ai ussi. Nei piedritti sono aperte delle
nestre per far de uire l’acqua in caso di alluvione. Il ponte rimane pressoché orizzontale per
agevolare l’attraversamento alle persone ma soprattutto ai carri.

ACQUEDOTTI
PONT DU GARD.

Ponte nel sud della Francia. Ponte composto da due ordini di arcate per sorreggere il usso del
canale d’acqua. Ponte con più campate diverse. Realizzato totalmente in pietra. Per la
costruzione usate anche macchine. 50m di altezza e 300m di lunghezza. Si tratta di una
piccolissima parte di un acquedotto di 50km.

Per costruire le arcate vengono usate impalcature vengono montate e smontate una alla volta.
Usati anche conci che sporgono rispetto all’intradosso per sorreggere l’ultima parte
dell’impalcatura, si creava quindi una mensola.

La costruzione dei ponti era importante anche a livello religioso. Costruiti anche tempietti nel
punto di attacco della costruzione perché costruire era visto come un attacco all’ORDINE
NATURALE. Quindi venivano costruiti altari e tempietti e venivano fatti sacri ci per ingraziarsi la
divinità.

ACQUEDOTTO DI MERIDA. MERIDA

Piloni in opera quadrata. Altissimi e raccordati da archi a tutto sesto in mattoni. Utilizzata anche la
malta. Il canale dell’acqua era posto sulla sommità, leggermente in pendenza perché l’acqua
doveva rimanere sempre in movimento e mai stagnare.

ACQUEDOTTO DI SEGOVIA. SEGOVIA

Segovia era la città dell’imperatore Traiano.

Era acquedotto, pronte, viadotto. Piloni rastremati e archi a tutto sesto. Composto da 2 ordini di
archi. I pilastri hanno altezze diverse. Acquedotto visto come macchina di controllo delle acque.

PORTA MAGGIORE. ROMA

Costretta nell’eta di Claudio - Vespasiano - Tito, quindi indicativamente attorno al 1° sec. d.C.

Permette l’intersezione di almeno 5 forme diverse di infrastrutture. PORTA URDICA, permetteva


ingresso/uscita in città. Posta nell’intersezione tra la via Labicana e la via Prenestina. Attaccata
alle mura Aureliane, però costruite dopo. La porta era parte di due acquedotti. Si vedono 3 fasce
in pietra nella parte alta. All’interno scorrono 2 canali di 2 acquedotti, l’acquedotto Giulio e
l’acquedotto Claudio.

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Porta con svariate funzioni, 2 acquedotti, 2 strade, sistema forti cato. Porta anche come punto di
controllo. Inoltre anche divisorio per la tassazione delle merci.

2 ARCHI,FORMICI. Piloni separati da archi minori. Archi minori sono inquadrati da altri elementi
architettonici, tipo colonne e coronati da capitelli.

È un manufatto complesso non solo a livello utilitaristico. È anche un grande monumento e in


quanto tale ha un risvolto sacro.

Il sistema degli ordini introduce un proporzionamento. A mura rustiche è addossata una colonna,
una trabeazione e un capitello.

Quindi la porta acquisisce bellezza perché proporzionata attraverso gli ordini.

PORTA DEI BORSARI. VERONA

Porta Urdica, permette entrata e uscita tramite la via Postumia. Il vero nome è PORTA IOVIA,
dedicata a Giove. Costruire era ancora visto come un azzardo alla natura.

2 grandi FORMICI con addossate decorazioni simili a colonne. Trabeazioni e timpano realizzate in
muratura.

Rigidi criteri di proporzionamenti e composizione. Costruite anche delle EDICOLE nella facciata. 2
camminamenti orizzontali, uno sopra l’altro.

SPELLO. MURA ROMANE. PORTA VENERE.

Composta da 3 fornici. 1 maggiore e due minori ai lati, per questione legate al passo carraio.

Ha due torri che rendono ovvia la sua funzione difensiva.

Architettura in pietra, nello speci co TRAVERTINO.

Accesso simbolo di una città civile e sacralizzata, simbolo della città.

2 grandi paraste, capitelli dorici e trabeazioni.

PORTA NIGERA. TREVIRI

Città di Sant’Ambrogio. Fatta con una pietra locale color fumo. Elementi simmetrici, 2 grandi
archi, 2 torri. Torri per ospitare anche guarnigioni. 2 camminamenti di ronda.

Archi a Tutto sesto e semicolonne con capitelli e trabeazioni.

ARCO DI AUGUSTO. RIMINI

Contemporaneo rispetto al trattato di Vitruvio, 27 a.C.

Commissionato dal senato per celebrare Ottaviano Augusto. Doveva essere isolato, non doveva
appartenere ad una cinta muraria, non doveva avere cancelli. Doveva essere un monumento
celebrativo in uno spazio aperto.

Costruito con tecniche miste e poi ricoperto in pietra con grande precisione per distinguere le
varie parti della costruzione.

La chiave mette in relazione l’arco e la trabeazione, rette da semicolonne a ancate all’arco.

Presente anche un frontone.

Si tratta di un arco ONORARIO/DI TRIONFO, un oggetto che deve rimanere a IMPERITURA


MEMORIA. Scelto un arco perché è anche un arco di trionfo oltre che onorario.

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Cosa signi ca TRIONFO per i romani?

Nei Romani era un pubblico riconoscimento, momento più solenne di una liturgia. Più alto
riconoscimento per un condottiero. Sia per imperatori sia per generali. Era un riconoscimento
attribuito dal senato. Il condottiero prima doveva essere investito di IMPERIUM MAIUS, autorità
suprema in una battaglia, che doveva aver vinto, scartando le guerre civili. Il condottiero doveva
aver ucciso almeno 5000 nemici ed aver ottenuto una vittoria schiacciante.

Al ritorno il condottiero vittorioso era protagonista di una complessa cerimonia con più momenti.
Esercito tornava a Roma e sostava all’esterno. Entrava in città un CORTEO con regole cerimoniali.
Il corteo partiva dal campo Marzio, circo Massimo, via Sacra e Foro Romano.

Il corteo veniva guidato dal senato romano. Erano parte del corteo anche le vittime e i prigionieri.
Durante il percorso venivano fatte danze con costumi e profumi vari. Si seguiva alla lettera una
liturgia prestabilita.

Momento più importante: PASSAGGIO SOTTO UN ARCO DI TRIONFO, costituiva un momento di


puri cazione dalle macchie dell’uccisione di almeno 5000 uomini, momento religioso prima di
entrare in città. Passaggio da guerra a pace, momento di puri cazione.

È un momento simbolico che da enorme signi cato all’architettura.

ARCO DI TITO

Lugo la via Sacra. Costruito dal successore per celebrare Tito. semplice. 2 piloni inquadratura
elementi di ordine Corinzio. Sopra si trova la trabeazione con attico. Doveva essere il basamento
per sculture in bronzo che però sono andate perse. L’arco si trasforma in volta a botte. Una
mensola disegna il punto di imposta. La chiave di volta, che è la connessione tra arco a
architrave, è scolpita con volute.

L’arco di trionfo diventa un archivio, un modello che verrà impiegato in medioevo, rinascimento e
barocco.

Es. Arco di Trionfo per Traiano nella forti cazione di Ancona.

SHARONNE MARITIMME

Situato nel nord della Francia. È un arco trionfale anomalo. Associazione di due archi simmetrici.
Ripetizione di elementi costanti. Il numero degli archi è una delle poche variabili.

Sempre variabili i discorsi sugli ordini e sui materiali che necessitavano dell’impiego di maestranze
locali.

ARCO TRIONFALE DI ORANGE. ORANGE. FRANCIA. 1°sec.d.C

3 fornici. Simile a porta maggiore a Roma. I passaggi sono inutili, non distinguono il tra co, sono
solo per una gerarchia strutturale.

Inquadrate da semicolonne poste sui piedistalli, servono per addossare il punto d’imposta.

Sopra si trova l’ATTICO e poi un altro livello per le statue. Viene utilizzata una pietra grigiastra
locale.

ARCO DI SETTIMIO SEVERO

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3 formici, quello centrale più grande. Composizione gerarchica. Chiave dell’arco evidenzia l’asse
di simmetria. Mette in relazione gli elementi maggiori con quelli minori. È una struttura di
incredibile razionalità.

4 piedistalli, permettono di costruire più in alto e conservare proporzioni prestabilite. Reggono una
mensa a base del parallelepipedo.

In alto un grande attico con iscrizione dedicatoria. Elemento sorretto da trabeazione e colonne.

Piano d’imposta trattato come un grande capitello. Si trovano due scalinate davanti alle formici
laterali perché il foro romano non era un piano regolare.

[timpano. Triangolo superiore + cornici del tetto. Si usa in quanto gura.]

[frontone. Usato per l’architettura del tempio perché ne fa parte]

ARCO DI COSTANTINO

3 formici. Attico diverso. Basamento con gure monumentali. Scandiscono l’arco in senso
verticale.

ALGERIA. SITO ARCHEOLOGICO.

Con ni vastissimi. L’arco è un simbolo potentissimo ed è di uso in tutto l’impero.

SITO ARCHEOLOGICO DI PALMIRA

I terroristi mettono l’esplosivo nelle chiavi dei 3 archi. Altissimo livello culturale. Si vogliono minare
le chiavi del mondo occidentale.

PANTHEON

L’avancorpo è un arco di trionfo. Disegna il passaggio esterno–interno di un edi cio sacro. È un


elemento fondamentale di mediazione.

Paramento esterno pantheon——archi di scarico. Distribuiscono il carico in punti predeterminati.


Scandiscono il perimetro della grande rotonda.

Collegamento tra pantheon e an teatro Flavio per proporzioni e sovrapposizione di 3 ordini.

STORIA DELL’ARCHITETTURA

LEZIONE 23/10

Argomento:

Trattando l’ambiente romano si parla del tema della BASILICA e delle sue mutazioni nel corso dei
secoli con riferimenti al V libro del De Architettura di Vitruvio.

Nel V libro vitruvio parla delle basiliche de nendole un FORO COPERTO e a erma di averne
costruita una a FANO.

Partendo quindi da un inquadramento sul foro…

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IL FORO

Es. FORO DI POMPEI. Spazio rettangolare quasi completamente porticato anche se si crede che
siano stati costruiti successivamente.

Il foro è lo spazio più importante per la Roma antica. Spazio adibito al MERCATO, alla
contrattazione nanziaria e allo scambio politico. In generale era un fondamentale logo di
incontro. Intorno erano situati edi ci con funzioni varie e diverse.

FORO. Deriva da FORUM: spazio concluso da un limite

Ma anche da FORIS: trovarsi fuori

Spazio de nito in cui ci si trova fuori dalla propria residenza privata. Luogo pubblico e civile.

ROMA. FORO ROMANO. Spazio strati cato. Estremamente longevo, dal 2° sec.a.C. al 4° sec.
subisce molte trasformazioni. Si articola lungo la via sacra.

TABULARIUM. Edi cio che custodiva le LEGGI della città. Costruito con uno schema
estremamente tradizionale: arco su colonne con trabeazione addossata.

Ai piedi del tabularium vi sono 2 templi e lo spazio aperto del foro.

Nel foro troviamo anche la tribuna per gli oratori e gli uomini politici con i rostra—-premi strappati
ai nemici.

Nel lati del foro sono 2 GRANDI BASILICHE:

-BASILICA EMILIA

-BASILICA IULIA—-ricostruzione di un precedente edi cio

BASILICHE—- vitruvio le chiama FORO COPERTO

Generalmente hanno pianta rettangolare con intorno spazi accessori.

Si trovava un’AULA interna per dialoghi e contrattazioni. Usata anche come borsa.

Era sede della magistratura, del buon governo. Luogo per la stipula di ATTI POLITICI.

Spazio rettangolare con deambulare perimetrali. Si a accia sul foro tramite un lungo portico.

BASILICA AEMILIA. Aula stretta e lunga. Spazi per botteghe e e locali, contratti di vario tipo. Si
a accia sul foro tramite un portico.

Secondo Vitruvio la basilica deve avere un MEDIUM SPATIUM, un’aula, circondata da spazi più
bassi con vari usi.

L’aula deve essere TESTUDINATA, ovvero con una copertura in legno modulare. Testudinata
perché ricorda una testuggine.

Le basiliche potevano anche non avere colonne ma semplici pilastri.

La basilica AEMILIA aveva deambulatori coperti da VOLTE in concreto o muratura. Questo sia per
ragioni di statici sia per evitare la di usione di probabili incendi.

Da Giulio Cesare lo spazio del foro diventa insu ciente. Inizia dunque la costruzione di un foro a
suo nome, tutto perimetro da un portico con spazio per le botteghe, come monetiere e notai.

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Al centro del foro si trovava un tempio. Cicerone in questo caso si occupò degli aspetti giuridici.

Anche Ottaviano Augusto dopo di lui costruire un foro a suo nome. In seguito anche i successori
Vespasiano, Nerva e il grande foro di Traiano per la contrattazione e per il tribunale.

Inoltre il foro di Traiano conteneva la BASILICA ULPIA, costruita con due grandi absidi, forse
riservate al tribunale, alla magistratura.

La basilica Ulpia ha una parte centrale più alta con tetto a 2 falde. La parte centrale è il medium
spatium, spazio altissimo. Gli spazi laterali sono detti deambulatori, sono più bassi e sono coperti
da una falda. Edi cio di grande elasticità, capacità di adattamento.

Le basiliche non sono costruite solo in spazi pubblici, ma anche dentro i PALAZZI RESIDENZIALI
dei senatori. La basilica è un’aula regia, simboleggia lo stato romano.

TREVIRI. Germania

Basilica. Del palazzo imperiale di Costantino. Costantino faceva parte di una tetrarchia.

Un edi cio altissimo. Vitruvio lo de nisce un edi cio eminente che deve spiccare dal foro.

La pianta è rettangolare con un rapporto 1:2 tra larghezza e lunghezza. L’abside è semicircolare.

Basilica vista come sula regia per accogliere gli ambasciatori, ma è anche luogo di venerazione
dell’imperatore.

Ad oggi risulta spoglia nell’interno ma doveva essere ricoperta in stucco decorato e marmo, ed
essere dunque molto chiara. L’abside doveva avere del mosaico dorato. Edi cio che doveva
irradiare luce per simboleggiare la potenza dell’imperatore.

Presente il SIMULACRO dell’imperatore, serviva per rendere validi i contratti stipulati all’interno
della basilica, di tipo commerciale, politico o nanziario.

La statua di Costantino venne poi spostata nella BASILICA DI MASSENZIO.

BASILICA DI MASSENZIO. Navata rettangolare tripartita. Ingresso posto sul lato lungo, lungo la
via sacra con abside opposta all’ingresso.

Costantino poi fa invertire l’ingresso sul lato corto e costruisce un’abside sull’altro lato corto
opposto all’ingresso. Posizionerà poi il COLOSSO, ovvero la sua statua, nell’abside. Sul lato
lungo 3 enormi volte a botte. La navata centrale è composta da 3 VOLTE A CROCIERA.

Vengono costruite basiliche in tutto l’impero. Tutti i cittadini dello stato romano si riconoscevano
nelle basiliche.

313 d.C. EDITTO DI MILANO. Editto di tolleranza.

Costantino scon gge i suoi pari nel tetrarcato e rimane solo.

Si narra che Costantino ottenne la vittoria di Ponte Milvio grazie ad una sua visione notturna e che
questo determinò una sua successiva spinta verso la religione cattolica.

Dopo la battaglia l’imperatore sposò dunque la religione. Venne dunque concesso nel 313 d.c alla
religione Cristiana di diventare una religione pubblica come già lo erano quella ebraica, pagana e
altre.

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Si arrivò dunque ad un concilio con Costantino, ingegneri militari e architetti. Viene a ronto un
problema puramente architettonico. Bisogna iniziare a costruire edi ci pubblici per la religione
cristiana.

La religione pagana era la religione del senato e degli aristocratici.

La religione cristiana si di onde in strati più bassi della popolazione, in luoghi spesso privati e
residenziali.

Ora però il culto della religione Cristiana può essere pubblico e prevede la partecipazione di molti
fedeli. Ci si pone il problema di trovare un luogo adatto in quelli già esistenti. Il tempio non può
assolutamente essere convertito in un luogo di culto per la religione cristiana. Secondo vitruvio il
tempio era inutile per questo scopo.

La scelta ricade sul tipo della BASILICA. È l’edi cio giusto per questa nuova funzione. Basilica
come aula della contrattazione, sacramenti come stipula di contratti, occasione per rendere
pubblico un legame. Signi cati che migrano dalla dimensione pagana a quella religiosa.

Si crea un legame inscindibile tra la chiesa e lo stato. Costantino riversa una enorme quantità di
denaro per la costruzione per la BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO.

Dal 312 inizia la costruzione di 4 basiliche in tutto l’impero:

-Basilica Lateranense. Roma

-Antico San Pietro. Roma

-Cattedrale doppia. Treviri

-Chiesa del Santo Sepolcro. Gerusalemme

-Chiesa della Natività. Betlemme

Costantino destina per la costruzione della Cattedrale di Roma lo spazio destinato ad una
caserma su cui ha la diretta giurisdizione. Viene costruito quindi su fondamenti preesistenti.

BASILICA DI SAN PIETRO IN COSTANTINO

Composta da 1 navata centrale e 2 laterali per lato, lunghe quanto quella centrale. La navata
centrale è più alta, in questo modo ricavi posto
per il CLERISTORIO, una linea di nestre poste
nella di erenza di altezza tra i volumi centrali e
laterali della basilica.

L’edi cio viene ristrutturato nel 600 su progetto


di Borromini e viene nascosta la struttura
costantiniana.

La navata centrale è separata dalle navate


MEDIANE con delle enormi colonne di 1m di
diametro, 11m di altezza e distanti tra loro 4m.
Colonne in granito rossastro proveniente da una
preziosissima cava. Lavata mediana e quella
esterna sono separate da colonne in pietra verdastra.

La FACCIATA evidenza la di erenza di altezza tra la navata centrale e quelle laterali. Addossato
alla facciata troviamo un portico detto NARTECE, per proteggere i 5 ingressi sulle 5 navate.

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2 colonne monumentali tra la navata e il PRESBITERIO.

SANTUARIO per ricordare la memoria di Pietro. Deve trasformarsi in una Basilica Funeraria.
Diventa un luogo per celebrazione funebri che al tempo prevedevano anche banchetti.

La basilica si San Pietro ha 2 spazi. Uno spazio con e navate e uno spazio che è il vero Santuario,
in cui i pellegrini toccavano la tomba di Pietro.

Costruito anche un QUADRIPORTICO, luogo per i pellegrini, anche destinato ai mercati.

La navata centrale, più alta e con molte nestre è coperta con una CAPRIATA LIGNEA. Il transetto
della basilica è alto quanto la navata centrale. Le colonne erano in marmi diversi, per ricostruire la
varietà immensa dell’impero romano. Le colonne provengono da altri edi ci come anche le basi, i
capitelli e le trabeazioni, per ridurre i costi.

Edi cio diverso da tutti i precedenti perché deve rappresentare nuovi valori. Rimane un’aula regia
ma cambia il potente che viene celebrato, non si celebra più l’imperatore ma dio. Cambia la
destinazione dell’edi cio, chi entrava doveva perdere la relazione terrene ed entrare in una
relazione ultraterrena.

Si stava attraversando un momento di crisi e trasformazione dell’impero.

BALDACCHINO. Era posto sopra la tomba di Pietro con 4 colonne e 2 archi incrociati sopra.

vi è una connessione tra la storia dell’impero romano e quella della cristianità.

Dal 4° secolo la Basilica a scopo religioso inizia a di ondersi, tra il 4° e l’8° sec.d.C.

San Pietro non ha una pianta a croce ma a TAO. Dotata di TRANSETTO e abside semicircolare.

Lungo le pareti laterali si sviluppano ambienti diversi, oratori, luoghi di preghiera per confraternite
o famiglie di clero. Ha un numero dispari di ingressi con uno di questi più grande i corrispondenza
della navata centrale.

Basilica protetta dal NARTECE, trasversale, può essere parte di un quadriportico. Ha origine
medio-orientale ma riprende anche il tipo del peristilio, propri di conventi. Fa riferimento anche ad
ampi spazi della Domus. Si rifa ad un’IDEA ELLENICA: incrociare 4 portici per delimitare uno
spazio interno. Spazio di sosta per i pellegrini, luogo in cui ci si depura prima di entrare. Il
quadriportico ha spesso anche funzioni civili, luogo anche di mercato.

La basilica suggerisce una progressione longitudinale dall’esterno verso l’interno.

RAVENNA. Facciata basilica. Parte centrale più alta. Portico addossato alla facciata per
proteggere le porte. La porta è un elemento fondamentale, come gli stipiti che spesso sono di
spoglio, ovvero parti di altri edi ci poi riutilizzati.

CHIESA DI SAN PIETRO. AGLIATE BRIANZA.

Facciata muta, cruda. Attraverso la facciata si legge la sezione interna. 3 porte che denotano una
gerarchia. La porta centrale è decorata con una lunetta ricavata nell’intradosso dell’arco.

Vengono posti degli archi tra le colonne che dividono le navate, perché?

Per motivi economici, infatti è più facile fare un arco con più mattoni economici che fare un
architrave di quelle dimensioni. In alto si trova il cleristorio con le nestre.

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Sul fondo incontriamo un abside semicircolare, con una semicupola. Architettura ad AULA. Il tetto
in legno prenderebbe fuoco molto in fretta, l’abside in mattoni molto meno. L’abside è sempre
estremamente solida.

Tornando all’antica San Pietro…

Capriate estremamente solide: 2 puntoni ed 1


catena.

CLERISTORIO: nestre per far entrare luce.

Nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo appena


sotto il cleristorio troviamo una successione di
gure in piedi per rappresentare una processione.

L’intersezione tra navata e abside è la declinazione cristiana dell’arco trionfale.

Cattedrale del vescovo—— nel presbiterio.

-introduzione di scalinate tra la navata e lo spazio del presbiterio. Non tutti i presenti vengono
posti sullo stesso piano. Sotto il presbiterio si pone la CRIPTA.

Le navate possono essere anche su più livelli e accogliere un MATRONEO, crea gerarchie sociali
ma forse era una soluzione anche legata alla rmitas.

BASILICA DI AGLIATE

La basilica spesso è parte di un complesso, non la troviamo isolata ma circondata da sagrestie,


battistero, torre campanaria. Si trovano anche sale per accogliere i poveri o delle confraternite. La
basilica non doveva essere immediatamente riconoscibile dall’esterno. Di frequente la si trova con
spazi accessori addossati ad essa.

STORIA DELL’ARCHITETTURA 29/10

Richard Krautheimer. Storico dell’architettura tedesco. Ebreo quindi nel 1933 è costretto a
trasferirsi negli USA, dove rimane no al 1970. Nel 33 passa a Roma nella biblioteca Hertziana.
Ritornerà Roma solo nel 1970.

Lavora sulla storia tardo-antica, alto-medievale, ovvero dal 4° al 10° sec.d.C. per questo periodo
ma anche quelli immediatamente successivi è considerato il massimo conoscitore della storia di
Roma.

Identi care il genere tipologico della basilica.

La Basilica è considerale un edi cio di GRANDE SUCCESSO STORICO. Verrà costruita per secoli
mantenendo le sue caratteristiche. È un’architettura che è stata capace di accompagnare per
secoli civiltà diverse.

È un edi cio estremamente FUNZIONALE. La basilica è capace di adattarsi, va oltre le forme di


classi cazione estetica e storiogra ca.

Alla ne del 4° sec.——-necessità di costruire…. Chiedi appunti ne frase

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MILANO: - SAN NAZARO

-SAN SIMPLICIANO

Entrambe godono di una grande luce. Non hanno navate e condividono una copertura lignea. Non
hanno colone e non c’è di erenza di quota, quindi mancano anche le nestre.

Krautheimer descrive la famiglia delle basiliche come estremamente variabile ma esistono anche
edi ci che si distaccano.

La domanda è dunque se queste sono o meno basiliche, perché sono così diverse e qual’è la loro
utilità.

BASILICA DI SAN LORENZO MAGGIORE. MILANO

Fa parte della famiglia delle basiliche a pianta centrale. Krautheimer la richiude nelle basiliche a
pianta centrale e a DOPPIO GUSCIO. Ha 3 sacelli intorno.

Si hanno dubbi per la datazione, probabilmente il 416 d.C.

Alla ne del 4° sec. Milano era una delle 4 capitali dell’impero. Nel 402 d.C. la capitale viene
spostata da Milano a Ravenna. Alcune fonti dano la costruzione al periodo in cui Milano non è più
capitale, altre a quando ancora lo era.

Geometria: la geometria di base è quadrata, e ai vertici del quadrato di base si trovano 4 torri
quadrate con pilastri cruciformi che sorreggono la struttura della copertura del quadrato.

Lo spazio centrale è delimitato da un intreccio di cerchi che disegnano delle ESEDRE. Una gura
trilobato, tetralobata. Delineano un camminamento, un deambulatorio sopra cui troviamo un
MATRONEO. Si hanno dunque due livelli a acciati sull’interno.

A causa di un crollo non conosciamo l’alzato dell’edi cio, la copertura doveva essere in concreto,
mattoni o TUBI FITTILI.

Non abbiamo più l’edi cio tardo-antico, ne rimane solo la pianta.

Edi cio che è andato incontro a più crolli è più ricostruzioni, l’edi cio risulta strati cato negli anni.
Fine 800 era coperto intorno da molti altri edi ci.

Di fronte alla facciata: straordinaria piazza che forse doveva essere un quadriportico.

Circondato da enormi colonne di SPOGLIO. La basilica di San Lorenzo è

In gran parte di SPOGLIO.

Geometria centralizzata edi cio compatto.

Le Basiliche venivano costruite dove si trovavano reliquie di santi.

Costruita in aperta campagna, in un luogo ricco d’acqua, il che comporta problemi.

San Lorenzo possibile grazie alla demolizione dell’arena. L’arena era potenzialmente pericolosa
per motivi di sicurezza. In caso di assalto poteva diventare un avamposto nemico.

Probabilmente i materiali dell’arena vennero usati per la costruzione di san Lorenzo.

-si ipotizza un QUADRIPORTICO. Davanti era un enorme portico cerimoniale.

INTERNO.

4 esedre. 4 le di colonne. Crea un leggero


diaframma. Oggi vediamo il frutto di ricostruzioni,
soprattutto 500entesche.

Nel 500 si sceglie l’ordine dorico, perché il santo è


un santo martire. Santo, martire, vescovo, edi cio di
connotazione FUNERARIO, CELEBRATIVA. Chiesa
come luogo di sepoltura dei vescovi, luogo per
ricordarli.

Pilastri cruciformi con archi sulla sommità.

4 pilastri, 4 pennacchi, imposta circolare, cupola.


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La copertura non doveva essere estradossata, non doveva essere visibile.

C’è una cupola, intorno un TAMBURO. Prisma a 16 lati, sopra posto un tetto a FALDE. Soluzione
tipica in zone piovose.

Si chiama TIBURIO, soluzione per la pioggia. Di coltà nell’appoggio del tiburio, architettura molto
complicata.

“Gigantesco baldacchino”.

BASILICA DI SAN VITALE. RAVENNA.

Costruzione iniziata nel 532, su richiesta del


vescovo Ecllesio, e nanziata da Giuliano
Argentario, banchiere locale. Basilica completata
da Giustiniano.

La tecnica costruttiva è molto orientale, come lo è


anche la direzione progettuale. Edi cio molto
diverso dalle altre basiliche di Ravenna.

(Forse doveva essere palatina)

È una basilica e dunque un progetto di sepoltura


vescovile.

Edi cio con Nartece che aderisce ad un vertice e


non a un lato.

2 ingressi: 1)in asse al presbiterio

2)laterale

Ai lati del nartece, 2 torri con scale nell’interno.

Ha un MATRONEO.

In pianta si vede un doppio guscio, uno della muratura esterna e l’altro nello spazio centrale, con
geometria circolare in un ottagono.

Edi cio con CONTRAFFORTI PERIMETRALI.

Il guscio centrale è più alto, crea uno spazio a raggiera con tamponamenti??.

Edi cio con molta luce. Ricoperto di MOSAICI. Pilastri ricoperti in marmo e decorati con soggetti
aniconici.

MATRONEO: ha archi trasversali. Collegano i pilastri e le tamponature, quindi i contra orti esterni.
Archi costruiti con mattoni quasi piatti.

Luce come grande valore estetico.

-simile alla chiesa dei SS. Sergio e Bacco a Costantinopoli, si ripetono gli stessi temi.

Basilica. Collegata ai Basilei (imperatore). Basilica come sala regia, basilica come luogo di
contrattazione.

SACELLI E/O BATTISTERI


Sacello si sant’aquilino simile al sacello di san ???

Sacello di SANT’AQUILINO. Pianta ottagonale.

Atrio tra deambulatorio e sacello. Sul fondo volume per l’altare. Esterno ed interno
apparentemente non coincidono.

Aspetto comune con il pantheon: alternarsi di nicchie nell’interno.

Sacello di sant’Ippolito: ottagonale, all’interno uno spazio a croce greca.

Sacello signi ca qualcosa che recinge, restringe.

Il sacello di sant’aquilino dall’esterno è un prisma. Tetto a falde rettangolare. Dal basso, prima
delle falde si trova una loggia ad archetti.

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(Mausoleo di Massiniano. Luogo per ricordare la gura dell’imperatore. Costruito all’interno di un
circuito di mura. Luogo di contrada, ma ha una funzione religiosa.)

Sacello di sant’aquilino rappresentato circolare e in por do, dunque simile a un mausoleo,


perché?

(Mausoleo Teodorico a Ravenna, costruito in Pietra)

(Basilica di San Pietro in Vaticano. Ha 2 mausolei, MAUSOLEI DEGLI ONORI. Monumenti di


carattere sepolcrale.)

(Basilica di Betlemme. Geometria chiesa per esplicitare un luogo diverso.)

Richard Krautheimer: non possiamo capire l’architettura se non a anchiamo il SIGNIFICATO a


rmitas utilitas e venustas. Due edi ci sono uguali quando condividono il signi cato.

Milano: Battistero di San Giovani ad fonte. Ora situato sotto piazza del duomo. Edi cio a pianta
ottagonale. Vasca centrale approvvigionata da acqua. Nicchie semicircolari o rettangolari. Non è
un sacello ma ha la stessa forma, perché?

Il vescovo Ambrogio ne stabilì la pianta. Necessaria l’acqua. La luce del risorgente cristo porta
fuori la morte dalle porte. Lava i battezzati nella corrente.

Il battesimo veniva fatto per immersione, l’uomo doveva sdraiarsi completamente nella vasca,
simulare l’annegamento: morte dell’uomo vecchio, rinascita nell’acqua.

Il battistero ha la stessa forma del mausoleo.

8 lati: numero della rinascita, eterno ritorno. L’uomo muore e rinasce.

L’edi cio si prende il genere del mausoleo.

Da sant’Ambrogio si di onde una tradizione architettonica:

-piccoli edi ci a pianta centrale, battisteri, luoghi che vengono usati anche per i sacelli, luoghi di
custodia dei martiri.

Il tema più complesso della pianta centrale è la COPERTURA.

nicchie_ alternanza di volte a botte e piccole semicupole.

Luoghi rivestiti in mosaico.

Battistero come edi cio che doveva impressionare.

Ad un certo punto si cambiò la procedura del battesimo, da annegamento a aspersione, quindi


scompare la vasca.

Battistero. Ravenna.

Interno estremamente decorato, mosaici, pietre preziose, por do, estremamente prezioso.

Utilizzati anche materiali di spoglio.

Spessore molto ridotto della muratura. No nicchie all’interno. 2 colonne per lato. Le colonne ai lati
sono rinforzate da PARASTE.

Può essere visto come un Pantheon ottagonale. Si cita la divisione nestre/cielo. Edi cio
preziosissimo.

Nel pantheon il lacunari rappresentano il cosmo. Qua troviamo storie del cosmo, del paradiso.
Ricchissimo di oro. Luce da nestre sull’imposta della volta.

Roma. Basilica di San Giovanni in Laterano.

Interno, pianta ottagonale. “Un baldacchino con vasca centrale”.

Edi cio di grande pregio. Colone di spoglio in por do.

Battistero di San Giovanni. Lomelllo. Battistero Longobardo.

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Le cappelle prima comprese nel prisma, ora sono estradossate.

Battistero Pieve di Galliano.

Pietra: opus incertum.

Al centro 4 colonne isolate, creano un baldacchino.

Nel muro perimetrale inserite 2 scale. Portano ad una loggia aerea. Forse uno spazio privilegiato.

-non solo sacri e religiosi. La comunità si identi ca nei Battisteri. (Creano anche strati cazioni,
qualcuno sta in alto e altri in basso.??) il loggiato era ricorrente.

Parma. Battistero di Benedetto Antelami

Visibilmente ottagonale.

Battistero di Pisa.

Estremamente prezioso. Circolare, scandito da arcata. Doppia copertura.

STORIA DELL’ARCHITETTURA. 30/10

1050-1150

Cosa si intende per Romanico?

Aggettivo coniato nel 1818 da un antiquario per de nire una …

Romanico traduzioni: francese Roman, identi cano mondi diversi.

Nell’800 la de nizione si de nisce più volte. L’aggettivazione si lega ad una categoria


interpretativa.

Costruita nel 19° secolo??

Scala d’indagine di carattere europeo. Fino all’800 l’arte era ritenuta per presunte scuole locali,
arte normanna, pisana.

Con il tempo questo fenomeno diventa uno stile. Linguaggio de nito neo-romanico.
Catalogazione oggi non più accettabile.

(Chiedi appunti introduzione al romanico/ riguarda la lezione)

Romanico come una DIMENSIONE CULTURALE. Qualcosa ti costruito tra il 1050 e il 1150.
Costruzione strati cata nel tempo, no all’800 in cui ha subito una catalogazione.

ROMANICO EUROPEO. 150 anni in cui si vedono condizioni che accomunano tanti popoli. Erano
concordi per ni politici Francia, Inghilterra e Impero. Vogliono recuperare Israele. Erano anche
accomunati dall’organizzazione comune delle crociate.

Periodo di grande crescita per i commerci. Si sviluppa anche ferver religioso. La dimensione
politica e quella religiosa sono molto connesse.

In questo periodo cantieri molto distanti sono relazionabili.

Molti cantieri destinati ad edi ci religiosi. Chiese e complessi residenziali per religiosi.

ARCHITETTURA CAROLINGIA E OTTOMANA.

Carolingia: avviate costruzioni eccezionali dai re. Costruiti +1000 edi ci, +1000 monasteri, +400
chiese.

Carlo Magno fa costruire 16 cattedrali e 232 monasteri. Tuttavia poco di questo costruito è
arrivato ad oggi.

Ottomana: poco costruito è pervenuto

Biblioteca Abbazia Benedettina di San Gallo. Svizzera.

9° secolo: disegno più antico di architettura. Si tratta di un progetto per un’abbazia, quasi edi ci
diversi, progettato sia lo spazio aperto sia gli edi ci.

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L’abbazia ha 3 navate, con sviluppo longitudinale. All’aula si aggiungono 2 testate semicircolari.
(Probabilmente carattere pragmatico). Abside divisa in 2 ambulatori.

Nell’aula ci sono svariati altari e una 2° abside.

Abbazia collegate ad un chiostro. Gli archi che sorreggono il portico sono disegnati ribaltati sul
piano.

Dia anco al coro situato un dormitorio. Successivamente si trovano i balnea.

Monastero Reichenau. Lago di Costanza.

Grande torre in prossimità dell’ingresso dell’edi cio-elemento molto di uso.

Non era solo un luogo isolato per i monaci ma un luogo importante anche dal punto di vista
politico.

Architettura molto complessa.

Abbazia di Centula. (saint-Riquier). Nord di Parigi.

Enorme complesso-grande chiesa.

Saint-Riquier: transetto altissimo con sopra un coro ed una lanterna??

Torre all’ingresso. Spazio altissimo, tripla altezza. Poteva anche ospitare parrocchie all’interno
della torre. Anche spazi per riunioni civili.

Hannover. Abbazia di San Michele.

Ai ritrovano gli elementi: aula tradizionale, 2 torri e doppio transetto. Prevede sviluppi e ussi
soprattutto verso l’alto.

Chiesa di Santa Maria in Campidoglio. Colonia

Ci si avvicina al romanico. Diversi volumi autonomi, con altezze diverse e coperture diverse.

Gli architetti volevano formare spazi che si distinguessero ma che fossero collegati.

Chiesa di San Filibert. Tournus

3 navate. Spazio davanti alle navate, un atrio, 3 navate, 4 colonne.

1 transetto, volumetria autonoma, ha una pianta diversa rispetto all’aula.

2 cappelle ai lati del transetto. Abside semicircolare con colonna.

Interno: deambulatorio perimetrale.

3 volumi posti sul perimetro dell’abside: cappelle radiali.

-edi cio molto più complesso dell’archetipo della basilica del 4° secolo.

Spazi molto diversi, avvicinati e resi armonicamente.

Sezione longitudinale: la navata è coperta da VOLTE A BOTTE, ruotate di 90° rispetto al percorso.

Sopra la prima parte si ha un volume rialzato.

-navata centrale scandita da enormi pilastri a sezione circolare.

-posti ARCHI TRASVERSALI più in alto di quelli longitudinali.

-tra due archi trasversali, porzione di volta a botte ruotata di 90°.

-edi cio con un ritmo. Si generano MODULI SPAZIALI. CAMPATA: modulo, occupa uno spazio.
Scansione dello spazio in campate.

CATTEDRALE DI DURHAM

Costruita dal 1093 al 1130.

Facciata con due torri laterali. Ingressi laterali alle navate. Il corpo della facciata è separato dal
corpo dell’aula.

Grande transetto, con coro e presbiterio. 2° transetto, enorme estensione longitudinale.

…croce e corpocroce.

Navata centrale lunga il doppio rispetto a quelle laterali. : 4 pilastri maggiori e 3 minori alternati-
elemento tipico del romanico internazionale.

Passo costante, 7 campate nelle navate laterali.

Muri esterni_contra orti, corrispondono alla posizione dei pilastri interni.

Chiostro posto a SUD, protetto dai venti freddi.

SEZIONI PILASTRI. I pilastri maggiori hanno modanature e rilievi. I pilastri minori hanno una
sezione circolare. La sezione circolare di un pilastro non determina necessariamente una colonna.

Sono pilastri anche se hanno i capitelli.

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Pilastro maggiore frutto dell’accostamento di più modanature. Architettura che segue gerarchie,
ricorda gerarchie classiche.

-volta a crociera su campate quadrate nelle navate laterali.

Doppio livello, matroneo con bifora al secondo livello. Al di sopra poste nestre che illuminano
tutta la navata centrale.

CATTEDRALE DI SPIRA

Città d’origine degli imperatori Salici.

Edi cio di notevole estensione.

Il rapporto tra la navata centrale e le due laterale e di 2:1.

Pilastri rettangolari, molto ritmici. Anche pilastri alternativi, maggiori e minori.

1 campata della navata centrale è grande come 2 campate della navata laterale.

Cattedrale altissima. Pilastri cruciformi. Lesene addossate, gigantesche modanature che


diventano semicircolari.

Il capitello regge una seconda colonna in altezza.

Il percorso longitudinale all’interno è scandito da archi trasversali a tutto sesto. Usati anche archi
longitudinali che racchiudono.

2 archi minori in quelli longitudinali.

Originariamente il so tto doveva essere piano con capriate lignee.

Poi coperto da VOLTE A CROCIERA, costruite dopo il sistema gerarchico dell’edi cio.

Enorme di erenza di altezza tra la navata centrale e quelle laterali.

BASILICA DI SANTIAGO DE COMPOSTELA

Contiene le reliquie di San Giacomo.

Pianta a croce latina, con enorme transetto.

Grande portico, pensato per l’accoglienza dei pellegrini.

Cappelle radiali, intorno al deambulatorio.

4 enormi pilastri al centro del transetto.

Rapporto 1:2 tra navate laterali e centrale. Volte a crociera su campata quadrata delle navate
laterali.

Ci sono cappelle che custodiscono altre reliquie.

Ricchissimo di sculture, portico decoratissimo.

Pilastri tutti uguali, modanature ricche, semicolonne addossate.

Matroneo disegnato da bifore. Le nestre sono ai lati del matroneo, non danno sulla navata
centrale. Edi cio molto più buio, questo edi cio non è una basilica. La navata centrale non è
impostata per essere più alta delle laterali. Tutto coperto da due grandi falde.

CHIESA A SALA. La copertura ha più meno la stessa altezza anche se la lunghezza è diversa.
Nella chiesa a sala non si hanno nestre che danno direttamente sull’interno.

Era necessario per stabilizzare edi ci così alti.

Architettura costruita per volumi.

ABBAZIA DI SAINT PIERRE. MOISSAC

Vestibolo all’entrata. L’ingresso è un arco trionfale declinato.

Ingresso sovrastato da una torre antecedete allo spazio della navata.

Le pareti del vestibolo d’ingresso sono decorate con soggetti iconogra ci.

La sala della torre ha pianta quadrata. 3 aperture per 4 lati. Pilastri con semicolonne addossate,
capitelli che reinterpretano il corinzio. Copertura con pietra da taglio, archi rampanti che
disegnano una volta, gerarchia radiali a 12 raggi che con uiscono in un ovulo. Sala che si a accia
sull’abbazia e sulla città, probabilmente era una sala per riunioni.

- la parte più preziosa è il CHIOSTRO, notevoli dimensioni. I cartelli denotano la capacità di


inventiva egli scultori. Geometria tronco conica sorretta da due sottili colonnette.

- Chiostro visto come macchina per pregare.

- Simbologia unita a rmitas, utilitas e venustas.

L’abaco è di grande dimensioni, quindi il capitello deve raccordare delle esili colonnette ad un
grande abaco. Colonette probabilmente di spoglio equilibrano la composizione.

I capitelli sono continue reinvenzioni, capitelli che raccontano una storia.

Abaco decorato in modi sempre diversi.

A volte edi ci venivano ra gurati nell’architettura dei capitelli.

Vi è anche un capitello che descrive il martirio di san Pietro, il santo a cui è dedicata l’abbazia.

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CHIESA DI SAN SATURNINO. TOLOSA

Simile a Santiago di compostela.

È una CHIESA A SALA, non è una basilica. Principi comuni condivisi a scala internazionale.

Impianto longitudinale, croce latina.

Chiesa con 5 navate: centrale, mediana, esterna, in rapporto 2:1:1.

Transetto con stesse proporzioni ma in 3 navate.

Presbiterio semicircolare con deambulatorio, CAPPELLE RADIALI.

Cappelle nella navata esterna del transetto.

Le nestre dei muri laterali non illuminano la navata centrale ma un deambulatorio che da sulla
navata mediana.

Pilastri, serie di modanature.

Archi longitudinali e trasversali. Linguaggio gerarchico. Vediamo il matroneo ma non le nestre.

Cappelle con coperture addossate alla copertura del presbiterio.

Ra gurazioni di un mondo gerarchizzato, ra gurato anche l’inferno.

ABBAZIA DI SAN SAINTE-FOY

CHIESA A SALA. Pietra a taglio. Andamento non estremamente longitudinale. Archi trasversali e
longitudinali. Chiesa altissima, due ordini di nestre. Elementi scultorei di altissima qualità. 4
arcangeli nei pennacchi del volume ottagonale.

Chiostro, numerose ra gurazioni nei capitelli.

ABBAZIA DI VEZELAY

Andamento estremamente longitudinale.

Il traportò tra la navata centrale e quelle laterali è di 2:1.

Vestibolo di ingresso con lunetta estradossata decorata.

Edi cio semplice in pianta, complesso nel volume.

Estrema abilità in elementi naturalistici nei capitelli.

STORIA DELL’ARCHITETTURA. 06/11

1050-1150 (e ne)

Edi ci ricostruiti, modi cati, da ne 800. Restaurati secondo il RESTAURO IN STILE.

1860-1920. Si crea la corrente del MEDIEVALISMO, trovare uno stile identitaria dell’Italia appena
uni cata. Si identi ca nel medievale, pesanti campagne di RESTAURO per aver caratteristiche
medievali. Spesso interventi di restauro estesi anche a livello urbano.

ABBAZIA SANT’ABBONDIO. COMO

Importante centro tra 11° e 12° secolo, legata alla produzione della pietra, di Moltrasio, ghiandone
e serizzio. Como: maestranze molto capaci.

Motivi ricorrenti: absidi a nicchia, torri, coperture miste: volte ma anche capriate lignee.

Le volte sono spesso una soluzione costruttiva aggiunta dopo.

Edi cio STRATIFICATO. Sorto su una chiesa preesistente, poi a dato ai benedettini.

Abbazia che rappresenta la supremazia del monastero.

Dal 1863 pesanti restauri per restituire una vesta romanica.

1928. L’architetto Giussani ricostruisce coperture, coro, absidi, altari.

Chiesa consacrata nel 1095 dal Papa. Il committente è il vescovo Rinaldo.

Chiesa a 5 navate, divise da piloni cilindrici, capitelli cubici. SOFFITTO LIGNEO.

Facciata a scalare a SALIENTI INTERROTTI.

Abside orientata a EST. Grande abside a ancata da due torri.

Corpo orientale: CORO ARMONICO.

Corpo orientale——profondo coro, necessità corale dei benedettini.

Coro e abside strutturata su due livelli. Ricavati due corpi scala per arrivare alle stanze superiori.

Ogni navata laterale si conclude con una piccola abside.

Alto CLERISTORIO che consente alla navata centrale di essere illuinata, lo stesso per le navate
mediane.

Archetti pensili che fanno da coronamento alla parte alta dell’edi cio.

Decorazioni con motivi tomor (mondo vegetale) e zoomor .

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BASILICA DI SANT’AMBROGIO

Sorto su una preesistenza: una basilica isolata per il culto dei defunti, fatta costruire dal vescovo
Ambrogio. Dedicata ad Ambrogio solo dopo la sua morte.

IMPIANTO RETTANGOLARE, sviluppo longitudinale, concepita su moduli proporzionali, lunghezza


doppia della larghezza.

Copertura con capriate lignee.

Diventa centro di un monastero benedettino.

11°-10° sec.——modi che nella zona absidale e presbiterale. Costruzione anche di una cripta.

Costruita in laterizi e pietra cotta. ROSSO del mattone e BIANCO della pietra.

Maglia quadrata coperta da volte a crociera.

1 campata centrale è grande come due campate laterali.

Le navate laterali hanno al di sopra dei MATRONEI. Modulo principale scandito da pilastri
maggiori e un modulo secondario scandito da pilastri minori.

NO CLERISTORIO, no di erenza di altezza tra le navate. Rientra nella tipologia a NAVATA CIECA.
In facciata si nota la struttura a capanna.

Basilica oggetto di numerosi studi e rilievi. Modello di riferimento dell’architettura romanica


lombarda.

Tiburio aggiunto in un 2° momento.

CHIESA DI SAN MICHELE MAGGIORE. PAVIA

Facciata a CAPANNA A VENTO. Spesso non rispettano l’organizzazione in alzato, come in questo
caso in cui le navate laterali sono più basse.

Facciata scandita da due possenti contra orti con modanature addossate.

-impianto cruciforme a 3 navate

-sostegni alternati

-navata centrale coperta a volte. Navate laterali uno superiormente un matroneo.

Facciata in ARENARIA TENERA, con molte decorazione, rilievi, intagliate sulla facciata. Oggi
risulta molto rovinata perché l’arenaria è molto morbida.

Leggete con colonne che seguono il pro lo superiore della facciata a capanna.

Fregi della facciata che creano molti e etti chiaroscurali e sicamente alleggeriscono la facciata.

CATTEDRALE DI PARMA

Complesso cattedrale, torre campanaria, battistero.

Cattedrale con facciata a capanna: paramento murario in pietra.

Facciata resa da profondi chiaroscuri. Presenti logge fruibili, su 2 piani. Creano un’intercapedine
nella facciata.

Protiro: protegge il portale d’ingresso.

CHIESA DI SAN ZENO A VERONA

1138. Chiesa di un monastero benedettino.

Chiesa che contiene le reliquie di san Zeno, protettore della città.

Facciata a salienti, in pietra locale.

-maestranze locali che costruiscono in opera quadrata.

Inserita una serie di testi epigra ci, circoscritti alle super ci ai lati del protiro.

-è una sorta di impianto basilicale. 2,5 lunghezza, 1 larghezza.

La copertura era a capriate lignee, oggi ha una copertura a carena di nave, perché prodotta da
maestranze che lavorano anche per i cantieri navali.

Grande rosone, elemento romanico.

Leoni stilofori che sorreggono le colonne.

Loggia a fascia che caratterizza la facciata.

CATTEDRALE DI MODENA

Complesso arcivescovile. È una costruzione strati cata, poi ristrutturata in epoche successive.
Testimonia una grande perizia scultorea. Dirige i lavori l’architetto Lanfranco.

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Cattedrale che è manifesto della capacità costruttiva.

Riferimento: ABBAZIA DI NOTRE-DAME DE…

3 navate. Abside centrale più grande e 2 laterali più piccole.

Le campate sono quadrangolari. Le campate centrali sono


grandi il doppio rispetto alle laterali.

Impianto simile a sant’Ambrogio ma con di erenze.

Le navate laterali hanno falsi matronei che non hanno il


pavimento.

Navata centrale più alta di quelle laterali.

-i tetti originariamente erano lignei, le volte sono successive, costruite nel 15° sec.

Viene sostituito il tetto ligneo a causa degli incendi, per evitarli.

Nel 500 l’edi cio viene privato della sua veste policroma interna.

Il motivo delle facciate si ripete nelle pareti laterali dell’edi cio, l’edi cio è posto tra due piazze.

Edi cio posto tra due piazze, il prospetto sud si a acciava sulla piazza delle erbe, molto
importante a Modena, quindi anche quella faccina dell’edi cio doveva essere valorizzata.

Facciata EST a salienti interrotti. Tripartita verticalmente da costolonature.

Edi cio scavato lungo tutto il perimetro da leggete praticabili. Loggette modulate su una trifora.

PROTIRO, struttura monumentale.

La cattedrale era anche luogo di riunione, aveva anche una funzione civica.

Facciata realizzata con una muratura a 2 strati, apparato scultoreo perfettamente integrato con
l’architettura.

PUGLIA.

Terra di scambi commerciali e politici. Punto di partenza e arrivo per crociai verso l’oriente.

800. Alcuni centri sull’adriatico ricon gurano le proprie cattedrali.

CATTEDRALE DI TRANI

A acciata sul mare, sull’area portuale. Corpo orientale in direzione del porto.

Cripta estesa quanto la chiesa superiore, cattedrale doppia.

Si presenta oggi isolata, non deve essere così.

Entrata sopraelevata a causa della cripta. Doveva esserci un portico addossato.

Transetto leggermente sporgente dal perimetro di base, alto quanto la navata centrale.

Testata del transetto trattata come se fosse una facciata a se stante, perché era il primo ingresso
che si trovava venendo dal mare.

Coperture interne a capriate lignee.

Navate laterali——volte a crociera.

Divisione con colonne binate.

Sopra alle arcate laterali si trovava un matroneo scandito da delle trifore.

SAN NICOLA. BARI

1087. Realizzata in una trentina d’anni. Chiesa realizzata per contenere le reliquie del santo.

Edi cio che diventa polo civico e religioso.

Costruito su preesistenze.

Facciata a salienti interrotti, a ancata da due torri costruite con pietra locale, pietra bianca.

Le torri ricordano l’architettura ecclesiastica normanna.

Pianta longitudinale, transetto poco sporgente. Spazio diviso in 2 grandi moduli sottolineati dalla
presenza di grandi archi trasversali, pilastri con semicolonne addossate.

Presbiterio di grande altezza.

Sottilissime lesene/paraste addossate alle pareti.

Parete laterale, elemento profondo che sorregge una linea di loggette.

SICILIA.

Edi ci ibridi stilistici.

CATTEDRALE DI CEFALÙ

Frutto della committenza reale di Ruggero II come luogo di sepoltura per lui e la moglie.

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Architettura di gigantismo strutturale.

Concluso nel 1145, corpo orientale nel 1148.

Corpo longitudinale a 3 navate, sorrette da colonne di recupero che reggono archi acuti.

Corpo orientale molto articolato.

Struttura cruciforme con i due bracci del transetto.

Al coro addossati due vani absidali.

2 torri su base quadrangolare, sorgono negli spigoli della facciata dell’edi cio.

Esternamente sistema di edicole e motivi a sesto acuto.

Un “arco trionfale” a ogiva divide la navata centrale e il corpo orientale.

Il tetto viene abbassato dopo la morte di Federico II.

DUOMO DI MONREALE

Fusione di elementi romanici, bizantini e arabi.

Voluta da Federico II, ultima impresa degli Altavilla.

Impianto longitudinale, profondo corpo orientale.

Signi cativo il reparto decorativo esterno. Elementi della tradizione islamica, archi intrecciati, archi
a sesto acuto, pietre chiare e pietre scure.

BASILICA DI SAN MARCO. VENEZIA

Eredità romana e bizantina.

Cantiere avviato tra 1063 e 1066. Committenza laica, doge contadini.

È una CAPPELLA PALATINA ma anche centro sacrale della città.

CROCE GRECA a 5 cupole, preceduta da un portico antistante.

Modello: apostoleium di Costantino. Il modello è in realtà la fase giustiziata in cui la chiesa viene
coperta da 5 cupole.

Le cupole sono di diametri diversi: 10,11,13m.

SOVRACCUPOLE: calotte in legno realizzate successivamente. Quelle originali avevano forma


semisferica.

Chiesa. Doppio guscio. L’edi co originale era quasi privo di decorazioni, tutti i mosaici in foglia
d’oro sono stati aggiunti successivamente.

5 cupole sorrette da massicci pilastri quadrangolari.

Pennacchio: raccordo tra i pilastri e la struttura circolare. Pilastri quartai. I pennacchi ospitano
ra gurazioni di evangelisti.

-rimando ad un modello bizantino. La repubblica veneziana era molto rapportata con l’oriente.

Le cupole a pianta sferica, alla base sono circondate da una linea di aperture per far entrare la
luce.

FIRENZE

BASILICA DI SAN MINIATO AL MONTE

Fine 11° sec.

In toscana si hanno 2 declinazione, a Firenze e a Pisa.

Basilica costruita su un colle, edi cio molto strati cato.

2 fasi.

1. Ha una struttura basilicali. Corpo longitudinale diviso in 3 navate. Alternanza tra i sostegni.
Cripta preesistente.

Sostanziale uso di elementi di spoglio.

Copertura lignea per tutte le navate. Spazio scandito in moduli. Chiuso dentro a pilastri
polilobati.

Il romanico orentino fa uso di RIVESTIMENTI.

Usato il serpentino verde di prato, il marmo di Carrara. Usata solo una lastra di rivestimento,
l’edi cio non è costruito in opera quadrata. Lastre che disegnano motivi geometrici.

Parte inferiore: 5 arcate con semicolonne che inquadrano 3 portali.

Parte superiore: 4 paraste con capitello e base, anche trabeazione con un frontone triangolare
sopra.

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PISA

Complesso di cattedrale, battistero e torre. Oggi completamente isolato dal complesso


circostante. Non sorge nel centro cittadino ma in un’area in espansione.

Costruito dal 1064.

Duomo consacrato nel 1118.

Progetto innovativo costruito EX NOVO. Edi cio frutto di ibridazione.

Grande monumento civico alla/della comunità locale. Sviluppo narrato dalle epigra sulla facciata
e ai lati.

Committente: arcivescovo guido

Architetto Buscheto. Seppellito nella cattedrale e celebrato in una epigrafe sulla facciata.

Basilica cruciforme a 5 navate. Basilica imperiale. Il transetto sembra una basilica a se stante.

Il transetto è a sua volta diviso in campate, ha 2 absidi e 2 portali d’accesso.

La cupola è decorata all’esterno con una loggia su due livelli.

Facciata a salienti interrotti.

Interno con colonnato centrale.

Livello superiore, stesso spazio scandito da una sorta di bifore.

Alla ne della navata centrale si trova un arco a sesto acuto.

Il tetto ora è cassettonato in legno. Nell’interno domina il marmo bianco e verde.

Facciata scandita in livelli. Il basamento è scandito da arcate cieche uguali in tutti i lati
dell’edi cio. Poi livelli di logge praticabili, frutto dell’ampliamento di Rainaldo.

Il transetto monumentale, ha forse una fonte persiana o longobarda.

STORIA DELL’ARCHITETTURA 12/11

GOTICO

Terminologia molto antica, risale al 400. Riferito ad un atteggiamento


culturale di polemica e disprezzo nei confronti della stessa architettura
gotica.

Arch gotica esce in un contesto di stabilizzazione politica, grandi stati


nazionale. Francia di luigi 14, organizzazione dell’impero germanico
sotto federico di Svevia. In Italia legato alla nascita della società
comunale, avranno uno sviluppo dopo il 1183, pace di costanza.
Sviluppo anche le repubbliche marinare. Sviluppo anche per le città
mercantili amminghe, importanti centri di scambio.

Il gotico come linguaggio trova da 15° e 16° secolo un momento di


polemica e disprezzo. Si evince da brani del periodo disputa di epoca
rinascimentale rispetto alle architetture precedenti. Il termine gotico è
un’invenzione degli architetti e degli artisti che volevano contrapporsi al
passato. Gotico deriva da goti, ovvero barbari. Filerete la de nisce una
praticaccia, pratica architettonica in senso dispregiativo perché
ignorava la tradizione romanica.

Ra aello la de nisce lontanissima dalla bella maniera dei romani e degli


antichi.

Giorgio Vasari de nisce le architetture come una specie di lavoro


tedesco. Linguaggio mostruoso e barbaro alimentato da confusione e
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disordine. Il termine gotico è assimilato al termine barbaro, come privo
di armonie proporzioni, brutto e disarmonico.

Nei secoli il gotico subisce una riscoperta, nella prima metà dell’800,
alcune interpretazioni la de niscono la vera architettura cristiana.
Esempio di chiarezza costruttiva, funzionalità e bellezza strutturale.

Ingenti campagne di restauro nell’800 sulle grandi cattedrali, in


particolare quelle francesi, molto danneggiate a seguito della
rivoluzione francese. Restauri che ne evidenziano la tecnica costruttiva
avanzatissima, la tecnica architettonica.

Ulteriore recupero del gotico nel movimento moderno, con concezione


dell’edi cio come schema strutturale a scheletro.

Gotico architettura che si spalma in molti anni. 1140 (costruzione coro


chiesa di Saint-denis) -1450. Nei paesi bassi, nelle andre si continua il
gotico anche nel 17° secolo.

Molte cattedrali, edi ci religiosi, ma non solo. Modi che nell’intera


conformazione urbana. Mondo urbano che vede nuove cinte murarie,
nuovi tipi edilizi per nuove esigenze, palazzi magistrature, comuni.
Dopo il 1183 i comuni di doteranno di propri edi ci. Nuovi ospedali ed
altri edi ci per la collettività in genere. Architettura religiosa, civica,
forti cazioni, castelli, cinte rifugio.

Anche architettura privata, interni arredi. Un macrocosmo di interventi,


assolutamente pervasivo con caratteri riconoscibili in svariati prodotti
della cultura artistica.

In Inghilterra è una cultura che si di onde molto velocemente, con


diverse caratteristiche a seconda del periodo.

In Spagna e Portogallo il gotico esordisce con un certo ritardo.

In Italia il gotico si di onderà in base agli ordini religiosi, primi i


cistercensi, poi benedettini domenicani e francescani. Gotico
sempli cato, depurato.

ABBAZIA DI SAINT DENIS

Esordio del linguaggio gotico. L’intervento si lega all’abate Suger, abate


dal 1122 al 1151, committente ideatore. Committente che conosce le
questioni architettoniche. Era n personaggio di grande spicco nella
corte, prima precettore poi consigliere del re.personaggio strettamente
colto.

Liber de rebus in administration sua gesti

Libellus de consacrazione acclesia…

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Abbazia molto importante, centro di un centro monastico ma anche
luogo di sepoltura dei re francesi. l’abbazia aveva anche un cripta.
Aquila di saint-denis, di suger.

La chiesa abbaziale era preesistente. Commissiona dal 1135 la


ricostruzione del coro (1140-44). Coro che doveva ospitare i sepolcri
della dinastia francese che in parte erano già presenti nella cripta
sottostante.

Importante per suger creare uno spazio per allestire i sepolcri dei re.
D’altra parte questo spazio deve aver caratteristiche particolari, essere
caratt da una forte luminosità. Luce ltrata attraverso vetri colorati per
creare gioia e vivacità.la luce avrà un’importanza fondamentale in tutte
le cattedrali. Soluzioni architettoniche complesse e del tutto inedite.
Coro a doppio deambulatorio da cui si dipartono delle cappelle radiali.
Suger fa un intervento parziale, realizza il nuovo coro e alcuni elementi
in facciata in un secondo momento. La novità dell’impianto sa nella
ricerca a di un’unità spaziale globale. Il romanica invece scandiva in
campate. Le cappelle che girano intorno al deambulatorio
contribuiscono con la loro articolazione alla realizzazione di un muro
continuo. Il coro e il deambulatorio sono illuminati da grandi nestre.
L’immagine d’insieme è molto leggera. Il tutto è sorretto non da muri
pieni ma da colonne, esili nelle proporzioni. Si crea uno spazio unitario,
ricerca opposta a quella romaica. Gusto per la decorazione evidente
nelle colonne e nelle volte decorate.

Utilizzo di archi a sesto acuto e volte a ogiva. Architetto probabilmente


proveniente da quartieri normanni. Il coro della chiesa di saint Denis è
anche luogo di sepoltura e si innesta sulla necropoli della cripta
sottostante.

Architettura che valorizza la luce e gli e etti luminosi.

Pianta. Gli spazi sono coperti da volte costolonate. Sono costruite con
archi a sesto acuto. Portali divisi in due da un elemento gurativo.
Archivolto costruito a cuspide, sesto acuto, dato dall’incrocio di due
archi di cerchio in prossimità della chiave.

l’arco a sesto acuto non è legato alla geometria della base. Può anche
non essere quadrata.variando la luce dell’arco acuto non cambia
l’altezza della chiave, nell’arco romanico cambia l’altezza della chiave.
Dall’arco a sesto acuto ha origine la volta a ogiva. Può essere usata
come volta per qualsiasi impianto, soprattutto poligonali, con lati
diversi.

Volta costolonata. Volta in cui gli archi diagonali sono sottolineati da


modanature, dette costoloni.

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L’arco a sesto acuto ha spinte
soprattutto verticali, e minori spinte
laterali rispetto all’arco a tutto sesto.
Le volte a crociera costolone
scaricano il peso in parte
verticalmente sui pilastri a fascio. Le
spinte laterali residue vengono
assorbite o dagli archi rampanti da
contra orti opportunamente calcolati
e rinforzati da pesi verticali come
guglie e pinnacoli.

Si tratta di uno scheletro strutturale


portante che consente l’apertura di
grandi nestre perché le pareti non
sono più portanti.

Saint Denis è l’esordio del gotico, Didascalia


fondamentale anche se l’intervento
sotto suger l’intervento è solo legato
al coro. Con lui in vita si inizierà a
lavorare anche sulla facciata. Poi cambieranno le maestraze.

CATTEDRALE DI NOTRE-DAME. PARIGI. 1163-1330

Situata all’interno dell’isola della Senna. Si tratta di un intervento su una


preesistenza dell’antica cattedrale dedicata a santo Stefano. Intervento
necessario perché Parigi diventa capitale.

Costruzione dal 1160 al 1245. Architetto non noto, identi cato come il
maestro di Parigi. Con Notre dame inizia la tradizione di edi ci colossali
sia nello sviluppo longitudinale sia in altezza. Esclusivi i rapporti
proporzionali tra le tre dimensioni. Cattedrali che gareggiano tra loro.
Comunità che partecipano alla costruzioni, si vuole raggiungere la
maggiore altezza possibile. Notre dame 33m, 42m Amiens, 47,5m il
coro di bouvies.

Notre dame, lunghezza 133m, larghezza 50m circa.

Ha un atrio di ingresso, un corpo longitudinale circiforme. Transetto


pochissimo sporgente dal perimetro di base. Divisa in 5 navate con una
volta a crociera tra navata principale e transetto.

Presenza di due torri in facciata, soluzione ripresa dal passato, dal


romanico. Reinterpretato con originalità a formare la facciata armonica.

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Ricerca di un’unità di uno spazio interno scandito da campate. Una
campata centrale corrisponde a 2 campate laterali in lunghezza e 2 in
larghezza.

Decorazioni ra natissime, pietra da taglio.

Il prospetto interno presenta un matroneo. Il livello superiore è il


cleristorio. Con anche nestre circolari.

All’architteto viollet le duc tocca il restauro di Notre dame dopo i


danneggiamenti successivi alla rivoluzione francese. Apporta molte
modi che perché la cattedrale è molto danneggiata. Rifa la
con gurazione interna della chiesa. Struttura la chiesa su 3 livelli. primo
livello livello delle arcate, il secondo è dato dal matroneo, scandito in 3
aperture e il terzo livello è un cleristorio, nestre bifore e un ovulo
circolare soprastante. Questa soluzione è però ottocentesca.
Originariamente il prospetto interno doveva essere diviso in 4 livelli.

A notre dame sperimentato per la prima volta il sistema di archi


rampanti nel corpo orientale del coro.

Facciata armonica- inquadrata da due torri.

Separa i tre portali in facciata troviamo una sorta di ballatoio in cui sono
inserite una lunga serie di statue.

1179/1180-1223:EDIFICI DEL GOTICO CLASSICO. Chartres, Reims,


Amiens.

Caratteri tipologici. Estrema di erenziazione regionale dovuta a varianti


nella tradizione liturgica.

-pianta a croce latina a 3 o 5 navate e transetto più o meno


pronunciato, a volte assente. In Inghilterra casi di doppio transetto

-perfettamente orientata, altare ad oriente verso il sorgere del sole.

-zona del coro particolarmente sviluppata: presenza del deambulatorio


e delle cappelle radiali.

-accentuate dimensione longitudinale e verticale, l/H=1/2, 1/3,5

-piante e alzati interni molto articolati

-unita spaziale come valore estetico

-uso metaforico della luce, luce-colore, vetrate intarsiate.

Triforio: elemento che sta fra il registro della navata e il registro


superiore di coronamento. Posto dove in precedenza c’era il matroneo,
Manon è accessibile, ha una profondità limitata, serviva per il passaggio
per la manutenzione della cattedrale. Triforo perché basta spesso
sull’apertura a trifora.

Scompare il matroneo che aveva anche una funzione strutturale.

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Il triforo si troverà poi sempre nelle cattedrali gotiche.

Virtuosismo architettonico strutturale, svuotare le pareti ed ampliare le


nestre.

Cantiere avanzatissimo dal punto di vista organizzativo e tecnologico.

CATTEDRALE DI NOTRE DAME DI CHARTRES

Edi cio strati cato, costruito su preesistenze. Gran parte dell’edi cio
andato perduto in incendi a causa della copertura lignea.

Terminata la costruzione nel 1220 e consacrata nel 1260.

Impianto planimetrico con uno sviluppo longitudinale non troppo


marcato.

Facciata armonica.

Il corpo centrale prima del transetto diviso in 3 navate. Navata centrale


diviso in campate rettangolari. Imponente transetto le cui testate sono
impostate quasi come facciate. coro abbastanza innovativo, diviso in 5
navate che si concludono in un doppio deambulatorio con cappelle
radiali. L’impianto sembra riprendere la soluzione di saint Denis ma c’è
una grande soluzione di continuità tra transetto coro e deambulatorio.
Le facciate hanno un grande sviluppo in profondità.

Articolazione dei prospetti caratterizzata dal triforio.

Parete esterna con contra orti degradanti che ospitano nella parte
sopra le navate laterali una teoria di statue di angeli. Soluzione con
doppio arco rampante.

CATTEDRALE DI REIMS. 1221-1275

Cantiere strati cato, 4/6 architetti che si succedono nel cantiere. Anche
questa ricostruita da violette le duc. Luogo di incoronazione del re di
Francia.

Piedicroce particolarmente sviluppato longitudinalmente.

Coro contratto senza un particolare sviluppo, un solo deambulatorio


con cappelle radiali. 3 livelli nel prospetto interno. I soliti 3

Reims gravemente danneggiata dai bombardamenti della prima guerra


mondiale, soprattutto la parte orientale della chiesa.

CATTEDRALE DI AMIENS

Edi cio sorto su preesistenze. Cattedrale simbolo della collettività.


Cattedrale bombardata. Usate strutture in sacchi di abbia per cercare di
prevenire i danni dei bombardamenti. Impianto planimetrico simile a
Chartres.

Transetto trinciato. Corpo orientale diviso in 5 navate con coro


abbastanza profondo, ambulacro e cappelle radiali.

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Costruita per permettere la celebrazione di messe indipendentemente
da quello che succedeva nel resto della chiesa quindi si creano spazi
più chiusi rispetto a Chartres.

Si ripete lo stesso prospetto interno, inf grandi arcate a sesto acuto, poi
triforio e cleristorio. Livello inferiore e superiore sono quasi della stessa
altezza.

Schema che da grande risalto alla verticalità e permette l’ingresso di


tantissima luce.

Il triforio in realtà era tradizionalmente buio, qui la campata laterale ha


una copertura diversa, a 4 falde, perché bisognava garantire
l’accessibilità delle canalizzazioni perché il territorio era particolarmente
interessato da piogge.

I doccioni, gargoil, non hanno solo funzione decorativa ma sono


fondamentali per lo smaltimento delle acque.

In Inghilterra si di onde la soluzione: screen facade, che nasconde il


corpo longitudinale della chiesa, facciata scandita da due torri che ha
un notevolissimo sviluppo in larghezza e in altezza. Facciata che funge
da paravento, schermo e non fa vedere lo sviluppo longitudinale della
chiesa.

STORIA DELL’ARCHITETTURA 15/11

Architettura ecclesiastica tra 200 e 300

Per il gotico pensiero di uso vede l’Italia in ritardo rispetto al resto d’Europa. In realtà è da
vedere diversamente. Italia non in ritardo, si tratta di permanenza della tradizione
romanica ma anche importanti cantieri che guardano alla lezione francese del gotico.

Episodi isolati legati a fondazioni che partono 60 anni dopo saint Denis, nel caso di san
andrea Vercelli.

Coincide con il 1420, costruzione della cupola del Brunelleschi.

Le date non possono essere sancite sempre in maniera netta e precisa. I tempi sono
spesso dilatati e i modi vengono ibridati con preesistenze locali autoctone.

Altro mito da sfatare è l’assenza di grandi committenti in italia. Si riferisce all’assenza di


committenti laici. È falso. Sopratutto per il meridione, con dinastie, es la casa d’angio e il
regno di Napoli. Al nord i grandi cantieri vengono avviati dopo la pace di costanza. In
periodi di instabilità è di cile avviare cantieri. La committente italiana è di tipo pubblico
collegiale, corporazioni, comuni. Gli ordini religiosi diventano i committenti per eccellenza.

Il gotico italiano rimane un gotico minore a causa della permanenza dei caratteri della
classicità. Più che gotico minore meglio parlare di un linguaggio che media fra tradizioni
alloctone e saperi usanze locali con un’estetica che cambia. Linguaggio con tante
sfumature diverse. Il gotico risente di tutte le sfumature che troviamo in italia.

In italia si trovano novità gotiche più nell’edilizia civile che nel campo ecclesiastico dove
rimane forte la tradizione romanica.

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Episodi che introducono il linguaggio gotico.

Vercelli, basilica di s. Andrea. 1219.

Voluta dal cardinale guata, aveva avuto contatti con cantieri d’oltralpe e chiama
maestranze francesi.

Presente l’architetto benedetto antelami.

Facciata armonica inquadrata da campanili, grande rosone in facciata. Sviluppo


longitudinale. Navate divise da pilastri politici che sorreggono arcate a tutto sesto

Avvio del gotico:

Battistero di san Giovanni. Parma. 1196-1216

Il cantiere del battistero segna il passaggio ad un modo nuovo di lavorare nell’architettura.

1249 ripresa dei lavori dopo la prima fase. Completamente al 1270. Problemi di scambi
commerciali con la città di Verona, non si riesce ad avere il marmo di Verona.

Anelami riferimenti del periodo.

Antelami nasce nel 1150 e muore nel 1230. Scultore, architetto aggiornato sulle nuove
tendenze europee.

Rivestimento esterno in lastre di marmo rosa di Verona. Avvolgono tutta la mole


prismatica dell’edi cio che appare quasi come se fosse una torre troncata in cui c’è una
volontà di sottolineare gli spigoli.

Battistero su più livelli. Una basamentaria e poi 4 livelli di leggete non arcate. Sopra un
attico con arcatelle cieche. Guglie e pinnacoli sulla sommità.

Pianta ottagonale, costruita attraverso due croci intersecate. 3 portali e 5 facce senza
ingressi.

Spazio interno. In ogni lato dell’ottonano sono ricavate 3 nicchie. Gli spigoli delle nicchie
sono coperte da colonne esili. Questo schema in pianta viene portato no alla sommità
dell’edi cio. Aspetto legato alla questione di scheletro portante. Dimostrano
l’aggiornamento culturale di Antelami.

Le decorazioni nell’intradosso della cupola segue la partizione a costoro dettata dalla


pianta.

Il gotico si lega agli ordini religiosi.

Certosini legati ai Benedetti.


Ordine quasi eremitico.

Ordine forense ha origine in


Calabria. Giovanni da ore
personaggio ecclesiastico di
riferimento nell’Italia meridionale.

Tutti abitano monasteri con


collocazione extra muros, ovvero
in territori abbandonati molto
fuori dalle mura. Diventano
anche occasioni di boni ca di
questi luoghi.

Organizzazioni autosu cienti,


grazie ai terreni donati agli ordini
e curati dai monaci.

Ordini urbani, intra muros o nelle immediate vicinanze delle porte. Costruiscono conventi
all’interno delle città. Diversi dai monasteri, extraurbani in cui si fa una vita di clausura.

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Chi vive nei monasteri si chiama padre, chi vive nei conventi si chiama frate.

Gli ordini urbani sono domenicani, francescani e agostiniani, sviluppano un gotico molto
personale.

Architettura cistercense.

Fondata contro l’eccessivo lusso dei


monasteri cluniacensi. Per ritornare
alla povertà al rigore.

I cistercensi hanno una di usione


capillare.

I caratteri architettonici sono


semplici. Polemica contro i
cluniacebsi, ha e etto un programma
edilizio che prevedeva una
monumentalità spoglia e che ri uta
l’apparato decorativo. No torri in
facciata. Ri utate sculture, a parte la
scultura architettonica, no
decorazione in vetrata, no a reschi.
Adozione delle volte a crociera
ogivali. Impianto planimetrico basato
sul quadratum, campate e spazi
costruiti secondo la maglia quadrata. L’ordine ha un momento di di usione legato alla
di usione di bernardo, poi san bernardo. Esperto anche nella gestione degli aspetti
secolari della vita. Anche un teorico, è lui a ascrivere a proposito della necessità di un
organismo architettonico essenziale che non suggestioni il fedele in maniera scenogra co
ma che lo tranquillizzi. Sistema che non provochi curiosità o suggestioni eccitanti.

San bernardo condannava lo sfarzo delle chiese come furto ai poveri. Esaltava le pareti
nude.

Detta regole anche per il complesso monastico. La regola benedettina speci ca che il
monastero deve essere organizzato per trovarvi tutto il necessario, acqua, mulino, orto,
botteghe, o cine in cui sia possibile
praticare i diversi mestieri.

Pianta ideale. Plan bernardin.

Un complesso perfettamente orientato a


est. Chiesa con atrio porticato. Edi cio
sacro a sviluppo cruciforme con transetto
poco sporgente. 3 navate nel corpo
centrale. Abside piatto. Serie di capelli
laterali all’abside che si a acciano sul
transetto.

A destra della chiesa un chiostro porticato


su cui si a acciano tutti gli edi ci principale
per la vita del monastero. Legati agli usi dei
monaci. Successivo al transetto la sala
capitolare.

Scriptorium posti a sud est per sfruttare al


meglio la luce solare.

Calefactorium stanza riscaldata da un grande camino. Altro spazio è il refettorio. Dove si


consumavano i pasti.

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Cistercensi in italia

Accomunati dall’articolazione intorno


ad un chiostro e dalla presenza degli
altri spazi.

Chiesa a 3 navate con transetto.

Variazione nella struttura delle campate


perché dipende dai materiali a
disposizione.

Tiburio spesso costruito


successivamente alla prima fase du
costruzione.

La persistenza di alcuni caratteri deriva


dalla circolazione delle maestranze
formate da monaci e e conversi.

Si parla quindi di cantieri scuola.

Abbazia di san Galgano. siena. 1201-1218

Sviluppo marcatamente longitudinale.

Abside piatto caratterizzato da un grande rosone presente anche nella facciata principale.
Scansione su due livelli con 3 monofore per livello. Transetto alto quanto la navata
centrale. Anche questi con terminazione piatta.

Grandi contra orti che servono a sostenere il peso delle coperture interne.

Navata centrale divisa dalla naturale da massicci pilastri polilobati a fascio.

Due cori, uno dei monaci e uno dei conversi. Le prime campante vicino al transetto erano
per il coro dei monaci, quelle più vicine all’ingresso erano per i conversi.

Abbazia che diventavano centro per il territorio.

Abbazia di fossanova. 1187-120?

Articolazione tradizionale intorno al chiostro.

Fossanova caratterizzata da una semplicità estrema. Prospetto interno diviso in 3.

Tutto costruito in opera quadrata in una pietra locale.

Abbazia di casamari. Frosinone. 1203-1217

Impianto praticamente identico, a parte il transetto che ha 3 navate e non due.

Sala capitolare scandita in spazi in navate, 3 piccole navate organizzate su campate


ogivali a crociera. La navata centrale a pilastri quasi a sezione circolare.

Abbazia di chiaravalle. 1135-1121

Chiaravalle usa grossissimi pilastri cilindrici d quasi 2 m di diametro. In fasi successive


sono stati dipinti. Mattone in pietra cotta a contrasto con la muratura trattata ad intonaco
per sottolineare le partizione, le costolonature.

Navate non tutte uguali. Tamponata successivamente la parte precedente io transetto per
ospitare gli stalli del coro ligneo.

Torre caratterizzata da corpi ottagonali osti su più livelli.

San marco argentano. Abbazia della matina

Fondazione benedettina dal 1065, cistercense dal 1221. Dal 1806 diventa privata.

Ora usata come cascina ma rimane intatta la sala capitolare. È una ricostruzione
fedelissima della sala capitolare di casamari.

Ordine certosino. Da brunone.

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Vivono in eremitaggio. Molto lontani dai centri abitati. Due inserimenti, uno superiore per i
monaci e uno per i conversi. Due chiese separate, una cappella per i conversi.

Serra san bruno. Certosa di s. Stefano, 1091.

Fondata da brunone e passata ai cistercensi nel 1150.

La regola di vita certosina impone una clausura totale. La certosa è infatti visitabile una
sola volta all’anno.

Ad ogni monaco è assegnata una piccola casetta su due piani. Quello inferiore sorta di
o cina studiolo. Superiore zona privata. Ogni monaco ha un suo piccolo spazio per un
orto.

Architettura degli ordini conventuali

Complesso edilizio inserito nel tessuto urbano. Sempre in vicinanza di luoghi di passaggio
spesso le porte urbiche.

A acciati su una piazza erano impianti non del primo periodo ma appartenenti a periodi
ben più ricchi e in cui ottenevano anche sovvenzioni.

La chiesa doveva soddisfare le necessità delle predicazioni. Chiesa senza ostacoli. No a


grossi pilastri no a suddivisione dello spazio. Semplicità costruttiva che deriva dalla prima
regola legata alla povertà e alla rinuncia del super uo.

Troviamo anche chiese ad aula unica, senza divisioni con pareti spoglie e grandi nestre.
Si trovano chiese a navata unica.

Architettura legata alle teorie estetica.

Il teorico dell’estetica francescana è san Bonaventura, teorico della proporzione, l’arte


eterna è legata alla teoria della proporzione. Equilibrio tra le parti, estrema semplicità. Le
pareti a rescati sono funzionali alla predicazione, devono avere uno scopo educativo per
la popolazione in gran parte analfabeta.

Teorico domenicano è invece san Tommaso d’Aquino. Riprende più o meno gli stessi temi
ma guarda slide.

Impianto di san Francesco ad assisi.

Fondato a due anni dalla morte del santo.


Consacrato nel 1253.

Basilica di san Francesco.

Sorge sulla sommità del monte subisso, sul


crinale. Chiesa fatta da più chiese, impianto
plurupiano con più funzioni. Spazio sepolcrale
con il sepolcro di san Francesco. Basilica
inferiore come chiesa conventuale per le
necessità dei padri e una chiesa superiore per le
necessità degli avventori esterni.

Basilica superiore legato ad un linguaggio più


moderno. I francescani volevano un’immagine
più moderna ed internazionale dell’ordine.

Navata unica scandita in 4 volte. Ingresso


laterale, sorta di endonartece.

Aula unica idonea per la predicazione, funzionale per le necessità dell’ordine.

Architettura chiara, divisa in 4 campate in unica navata. Illuminate da vetrate istoriate.


Coperte da volte a crociera ogivale. Esili colonnette addossate alle pareti.

Transetto diviso in 3 campate più o meno quadrate. Scale inserite nell’attacco tra
transetto e abside.

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Firenze. Chiesa e convento di santa croce.

Edi cio strati cato. 1° fase. 1252-94, consacrazione nel 1443, facciata neogotica nella
seconda metà dell’800.

Sorge fuori dalla cinta muraria.

Architetto Arnoldo di cambio.

Spazio unitario con luminosità di usa. Grande altezza delle navate laterali, copertura
lignea poco costosa e facile da realizzare. Semplice, disadorna e molto ampia, ideale
francescano della povertà.

Pianta a T priva di terminazioni absidali complesse.

Abside estradosso dal perimetro di base. Caratterizzato da grandi vetrate.

Chiesa costruita attraverso l’appoggio di tutta la città.

Nella navata centrale alti pilastri che sorreggono arcate a sesto acuto.

Copertura a capriate. Marconi trasversali di sostegno nelle navate laterali. Ballatoio


sporgente sulla navata centrale. Ballatoio di servizio utile per la manutenzione. Abside
articolata, vetrate altissime. Abside poligonale con volta ad ombrello.

Firenze. Chiesa e convento di santa Maria novella. 1279.

Conclusa intorno al 1470 in facciata da leon battista alberti.

Pianta cruciforme ma con la navata centrale e le laterali scandite da pilastri polilobati.


Volte a crociera al posto delle capirete lignee. Costolonature evidenziate dall’utilizzo di
marmo bianco e di marmo verde a tasselli.

Le uniche decorazioni appartengono a elementi di scultura architettonica.

Spazio unitario con luminosità di usa. Grande altezza delle navate laterali, 3/4
dellanavata centrale. Semplice molto ampia. Cappelle quadrangolare poste intorno al
transetto.

Gotico per le sedi del potere civile. Post 1183 per la pace di costanza. Periodo di stabilità
e si formano i comuni e le magistratura comunali.

Firenze, palazzo vecchio.

De nito anche palazzo dei priori, della signoria. Palazzo civico, sede delle magistrature
civiche. Emblema della potenza del comune di renze. Realizzato ad Arnoldo di cambio.
Aspetto turrito e merlato come architettura forti catoria.

Padova, palazzo della ragione.

Tribunale e u ci nanziari ma anche mercato coperto.

Sarà sopraelevato nel 1306-1309 per creare la sala di riunione delle magistrature.

Milano, piazza dei mercanti e palazzo della ragione (broletto nuovo)

Costruito dal 1228. Piano inferiore ad arcate.

Venezia, palazzo ducale.

Portico inferiore e grande sala di riunioni all’interno, destinata al doge. Per manifestazioni
politiche e amministrative.

***guarda e scarica i riassunti della prof su beep***

2° parte lezione

Cattedrali di rienze e milano sono due grandiose fabbriche che in uenzeranno le città e le
maestranze che ci lavorarono.

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Firenze. 1294/1466. Santa Maria del Fiore. 1436.consacrazione

Milano. 1386/1518. Santa Maria Nascente. 1418.consacrazione

Arnolfo di cambio viene da siena.

Santa maria del ore. Firenze.

Policromia della facciata, variazione


dei marmi. Il cotto invece copre le
coperture. Grande cupola dominata
da una lanterna bianca, opera di
Brunelleschi.

Si inserisci nel cuore della città di


renze. Comporta una rivoluzione
urbanistica.

Si pone sopra la preesistente santa


reparata che era molto più piccola. Si
procede alla demolizione di parti della
città medievale.
Didascalia
Grandiosa piazza a renze con uno
sviluppo di più di un secolo.
Cattedrale frutto di costruzioni che si
sono susseguite.

Nel 300 Giotto si occuperà nel campanile, oggi conosciuto come campanile di Giotto
anche se lui si occuperà di una piccola parte, nito da talenti e ?

Facciata del campanile scandita da orizzontalità.

Pianta all’epoca di talenti. 3 navate. All’interno susseguirsi di pilastri in pietraforte. Archi a


sesto acuto. Aperture limitate delle nestre.

1367. Andrea bonaiuti, a resco che ci torna utile che capire la storia di santa Maria del
ore. Non sappiamo quale progetto sia rappresentato nell’a resco.

All’interno possenti pilastri. Cleristorio di nestre rotonde.

Pavimento in cotto, poi sostituito con quello che è arrivato ad oggi.

Il tamburo della cupola ha forma ottagonale. Si voleva seguire la tradizione del tamburo
ottagonale.

Esterno cupola. Costoloni evidenziati in marmo


bianco, 8 costoloni. Tengono insieme la calotta
interni e quella esterna della cupola.

Si aveva il problema di coprire un diametro di


oltre 4 metri e non si voleva usare una centina.
Brunelleschi partecipa un concorso e viene
selezionato insieme e Lorenzo Ghiberti.
Brunelleschi doveva provare che la cupola
sarebbe resistita negli anni.

Brunelleschi tenta di liberarsi dal collega per


proporre la sua versione.

Nel 1410 viene completato il tamburo


ottagonale. Nel 1417 inizia il progetto della
cupola. Brunelleschi fa realizzare un modello in
mattoni per provare la tenuta. Ne 1420 fa un
programma scritto per esporre le caratteristiche
della nuoca cupola.

La cupola ha una struttura ad arco a sesto


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acuto, anche la soluzione più praticabile dal punto di vista statico.

Brunelleschi andò incontro a molte critiche. Molti cercarono di dimostrare errori nel
progetto.

Brunelleschi ra orzò anche la base dell’edi cio.

Costruzione soprattutto in laterizio. Due strati, uno interno più spesso di quello esterno.

La lanterna verrà costruita più avanti su progetto di Brunelleschi. Ruolo di illuminazione


ma soprattutto ruolo statico. La pesantissima lanterna doveva tenere le spinte verticali
della cupola.

Inseriti camminamenti nella cupola per motivi di manutenzione.

Primissima parte della cupola in pietra, poi in mattoni.

Possibilità di raggiungere la sommità attraverso il camminamento interno.

DUOMO DI MILANO

La presenza di un cantiere così importante


fece si che la città andò incontro a
innovazioni infrastrutturali importanti. Di cile
portare i materiali. Si intervenne sul naviglio
grande per portare su barca dal Ticino,
naviglio grande, naviglio di via renna. Fu
possibile avvicinare i materiali al cantiere.

Santa maria maggiore era il primo nome con


cui veniva riconosciuta la basilica.
Dimensioni molto più ridotte.

Cantiere in cui lavorarono tantissimi


progettisti e anche esperti stranieri, in
particolare tedeschi.

La pianta venne tracciata molto presto


quando ancor c’erano solo maestri italiani.

L’impianto generale quindi rispecchia la


cultura italiana——i muri perimetrali hanno
infatti funzione portante. Atteggiamento più
razionale, locale. Pianta compatta a croce
latina. Rapporto proporzionale 2:1.

Transetto sporgente con 3 navate.

2 sagrestie a lato dell’abside e sul


proseguito delle navate esterne.

Navata centrale doppia rispetto alle 2 navate


laterali.

Transetto realizzato nei primi decenni del 400. All’inizio veniva usata come galleria per
attraversare la città, necessità data dalla continua presenza del cantiere.

Nel corpo centrale abbiamo 5 navate.

Abside semi ottagonale. Decisamente massiccia, no cappelle radiali, possente muratura,


deambulatorio. L’abside semiottagonale era un modello in Lombardia.

Basamento con ruolo di podio classico, grande zoccolo.

Enormi aperture nelle pareti dell’abside.

Le aperture dell’abside non sfondano completamente la sup muraria, risultano quindi


contenute rispetto agli esempi d’oltralpe.

Vetrata che ci racconta una storia di chi l’ha costruita. In una vediamo la rappresentazione
dell’annunciazione.

Le grandi cattedrali europea hanno la predominanza del vetro nell’abside.

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Non sono presenti cappelle nelle navate del
duomo di milano.

Dall’esterno navate laterali fatte a gradoni.

Gabriele stornaloco. 1391. Matematico.


Trova un edi cio già avviato in planimetria.
Inizia a lavorare su uno schema ideale.
Vuole fornire alla fabbrica del duro un
disegno che rappresentasse una sezione
ideale a cui le maestranze si sarebbero
potuti attenere per la crescita verticale
dell’edi cio.

Molto dibattuto il tema dell’altezza della


navata centrale e di quella delle laterali.

Coperture atipiche per il gotico. Assenza di


matronei e trifore.

Ci sono elementi che rendono questa


chiesa poco gotica. Ne troviamo anche
all’interno. Dove troviamo però anche
eleganza nelle linee, forte verticalità. Pilastri a fascio molto possenti e alti. Catene
metalliche tra i pilastri. Ampiamente criticate dai progettisti tedeschi, puristi della pulizia
della forma, portatori di strutture indipendenti per gestire i pesi e le forme. Alla ne le
catene metalliche diventano caratteristiche della chiesa.

Capitelli altissimi, quasi 6 metri. Generarono critiche. I milanesi per giusti care citano
vitruvio. Per vitruvio i capitelli dovevano essere 4 volte la base della colona. Si sceglie di
portarlo a 5 volte la base per poter inserire delle sculture.

Contra orti e guglie caratterizzano l’esterno. Contra orti molto numerosi che
testimoniano il ruolo portante delle facciate che assorbono le spinte e il peso delle
facciate.

Le volte a crociera che si vedono dall’interno nascondono un sistema di volte a botte.

Un problema del duomo di milano è la copertura del grande vuoto.

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Il TIBURIO ha un ruolo fondamentale, paragonabile alla cupola di santa Maria del ore,
per l’anticipazione di temi rinascimentali.

1450/52

Giovanni Solari

Antonio Averulino (Filarete)

Progettisti scelte per la copertura del vuoto della cattedrale. Incaricati da Francesco
sforza. Devono completare la cattedrale, costruire il tiburio.

Francesco sforza avrà molto a cuore questa questione.

1459

Guiniforte Solari. Con misure precise propone un disegno per capire la cattedrale.
A ronta problemi di statica ancora mai a rontati.

I 4 pilastri su cui si poggerà il peso del tiburio vengono ingranditi nel 1390. Quindi la
decisione di interrompere il disegno della copertura del corpo centrale e costruire un
tiburio viene presa molto prima.

La sua soluzione creò problemi, comportò delle rotture.

1481.

Quindi la fase successiva venne assegnata a Pietro Antonio solari e Giovanni Antonio
Amedeo. Molto giovani vennero a ancati da un esperto tedesco. Gli interventi stranieri
non furono mai determinanti perché il cantiere era molto complesso, i materiali erano
tanti.

Anche Leonardo da Vinci fa delle rappresentazioni per il tiburio milanese. Il suo lavoro non
venne considerato. Fu importante però l’incarico che gli venne assegnato perché è la
prima volta in cui Leonardo lavora come progettista architetto per un committente
speci co. Non fu considerato perché nel 1490 fu chiesto di portare delle soluzione per
completare il tiburio e vennero osservati modelli eseguiti da progettisti importanti del
momento.

Leonardo portò un modello alla fabbrica poi lo riprese per fare miglioramenti. Al momento
della decisione il suo modello non c’era.

Il progetto scelto fu quello di Giangiacomo Dolcebuono nel 1490, collabora con Giovanni
Antonio Amedeo.

Si crea una terrazza che fa vedere milano.

APPUNTI STORIA DELL’ARCHITETTURA 26/11

MILANO SFORZESCA

In particolare due architetti provenienti da altre città: Filarete, Bramante.

A metà del 400 transizione tra epoca viscontea e sforzesca. In mezzo un periodo di transizione
con la repubblica ambrosiana. Alcuni dei potenti della città mantengono il potere per qualche
anno. Alla ne gli sforza iniziano il nuovo dominio ducale. Francesco sforza primo duca del nuovo
periodo.

Milano città importante nel panorama italiano.

Grande d’espansione strutturale di milano sfruttando i corsi d’acqua, partendo dal Ticino e poi nei
navigli.

Limite massimo, REDEFOSSO, limite di un ampliamento di epoca viscontea. Tra le mura medievali
e il redefosso ci sono alcuni importanti edi ci del periodo medievale.

Importante il castello sfornisco e l’ospedale grande. Ospedale avvia un nuovo progetto. Castello
su una preesistenza dei Visconti. Alla caduta dei visconti il castello subisce demolizioni. Sforza
inizierà un cantiere chiamando progettisti tra cui larete. Antonio averulino detto larete.

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FILARETE.

Architetto toscano arrivato a milano.

Nasce a renze nei primi anni del 400, muore nel 69/70 a Roma o renze boh.

Autore di un trattato di architettura scritto durante il periodo milanese, si tratta di un dialogo tra lui
e francesco sforza.

Edi cio più importante, L’Ospedale Maggiore.

Ritratto sulle monete, di anco ad api che indicano l’operosità.

Inizia la sua carriera come scultore a renze. Esperto in una tecnica che richiedeva la conoscenza
di capacità della fusione dei vari metalli.

Lavorerà a roma dove da subito riceve una commessa importante, la porta santa in san pietro
capitano.

Filarete come erede culturale di Brunelleschi, in relata per interesse, arti, campi d’impegno, si può
dire più vicino a Lorenzo Ghiberti.

Francesco sforza stava rivoluzionando la città, cambiando tutta l’impostazione medievale per
portare milano al passo con i tempi. Intuizione di dedicare un unico edi cio di importanza enorme
(ospedale maggiore) per raccogliere tutti i centri di cura e riposo, che no a quel momento erano
sparsi per la città nei vari centri religiosi. Messa a sistema la rete di cura della città in un unico
impianto.

Trattato di larete.

Scritto nei primi anni milanesi, tra il 60 e il 64. Dialogo tra architetto e committente. L’architetto
istruisce il committente sulla maniera moderna di costruire, quali potevano essere le direzioni per
lo sviluppo della città. Testo a ancato da importantissimi disegni in cui emerge il carattere
dell’architettura di larete. Disegni molto gotici. Richiamano edi ci già esistenti, altre volto sono
straordinarie invenzioni.

Racconto della fondazione e della formazione di due città. Una sforzinda e una immaginaria posto
in oriente. Con metafore e confronti cerca di usa il modello di sforzinda. Con consigli per una città
immaginaria larete cerca di trasmettere le sue capacità e le sue idee al duca che in quel
momento aveva il potere.

Nel testo molti aspetti sono immaginari, ma altri sono estremamente precisi, elenca le migliore
cave per i materiali, da indicazioni per migliorare la milano di allora con innovazioni moderne.

SFORZINDA.

Impianta monocentrico. Una prima cerchia di mura. Limite esterno poligonale con vertici della
linea spezzata che coincidono con gli assi territoriali con collegano interno ed esterno.

Castello sforzesco ha subito moltissime variazioni. Ora abbiamo una ricostruzione di Beltrame.

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Torrioni angolari di forma circolare ricoperti in bugnato, attribuiti a larete. Bugnato molto insolito
come soluzione di rivestimento.

Non si hanno riproduzioni fedeli di questa fase del castello. Alcuni disegno di da vinci non molto
utili. Castello forzesco edi cio avviato nel trecento, subisce poi moltissime modi che soprattutto
in francesco sforza e poi in Ludovico il moro.

Palazzo del banco mediceo. Si trova una rappresentazione nel tratto. Era attribuito a Michelozzo,
poi attribuito a larete. Committente privata, famiglia portinari.

CAPPELLA SANT’EUSTORGIO

Cappella che ha condizionato l’architettura della città. Portato a Milano quello stile che
Brunelleschi aveva approfondito a Firenze.

OSPEDALE MAGGIORE

Interamente realizzato da larete.

ben studiati per i ussi d’acqua e la salubrità, periodo di misure igieniche arretrate.

Infrastruttura sotterranea, sistema di smaltimento acque, circolazione degli scarti allontanati


dall’edi cio via acqua.

Corpo centrale e corte centrale.

Nuova tipologia. Fino a quel momento gli ospedali erano lunghi e stretti e i letti venivano disposti
in lunghezza. L’innovazione di larete è quella di incrociare due corsie fra di loro e danno luogo
alla crociera dove si ha la possibilità di raggiungere più velocemente i pazienti posti nelle due
corsie.

Mettere in relazione la quota dell’acqua e la quota del piano di campagna.

Edi cio pubblico di straordinaria portata. Realizzato su un terreno di proprietà della moglie di
sforza. Due impianti a crociere che danno luogo a 4 corti per lato con l’intenzione di dividere
uomini e donne dentro la struttura. In ogni corsia si collocavano i letti dei malati. Disposto un
accesso ogni due letti per entrare in una zona ltro che metteva in comunicazione il piano delle
corsie e il piano interrato, praticamente erano i bagni dell’ospedale, posti sopra un cane che
poteva trasportare via gli scarichi.

Incredibile numero di colonne. Condotti d’acqua che correvano sotto gli spazi per mantenerlo
pulito.

Ospedale funzionante no alla Seconda guerra mondiale. Funzionale dunque alle tecniche più
moderne.

Fortissima in uenza dell’architettura lombarda, utilizzo del laterizio e della terra cotta.

Edi cio non posto su un podio, la scala disegnata da larete non è stata realizzata. Lo sviluppo in
alzato per avere rapporti diversi da una parte con la città e dall’altra parte con il canale, è stato
invece sviluppato.

Importanti colonne in serizzo.

Architetti che si occupano di teoria e di pratica. Entrano in cantiere, parlano con le maestranze. I
grandi cantieri duomo e castello di cilmente si collegano ad un ‘unica gura ma sono l’unione di
più architetti e maestranze. Di cile l’attribuzione di un’intera fabbrica ad un solo personaggio.
Compresenza di teoria e di pratica, architetto e committente.

Compresenza di caratteristiche sia antiche sia moderne. Periodo in cui è sempre presente anche il
gotico.

Architettura/politica. Rapporto tra l’importanza della corte e l’immagine della città. Sforza a milano
principato illuminato, chiama a corte uomini di cultura artisti e letterati per momenti di
condivisione da tutta italia. Corti che collaborano e sono in competizione, fornire architetti e
personaggi di riconosciuta bravura come strumento diplomatico.

Scultura/architettura, larete grande esempio.

Architetti/ingegneri. Da Vinci esempio di ingegnere ducale. Collaborano con architetti provenienti


dall’esterno.

LUDOVICO IL MORO A MILANO

Periodo sforzesco. Continua il lavoro di francesco sforza in modo molto diverso, con priorità
diverse. Diventa prioritario ra orzare la sua immagine, il suo potere. Diventa duce nel 1494 in
modo illegittimo. Sarebbe spettato a suo nipote, con manovre politiche riesce raggiungere
l’investitura togliendo potere al nipote.

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Interventi concentrati in poche aree della città. Forte interesse per il tessuto medievale, la zona più
densa e insalubre. Anni in cui è in città anche Leonardo e conduce studi di urbanistica. Lavora per
ipotizzare tipologie urbane di nuovo impianto per garantire funzionalità e salubrità.

Grande attenzione al decoro urbano, richiesta di sistemare la facciata dei propri edi ci.

Da un lato rispetto della tradizione. I grandi cantieri vengono ripresi dal moro e le stesse
maestranze continuano il lavoro. Anche tentativo di innovazione, ma che guarda all’antico.

Principali cantieri: Castello Sforzesco, Piazza di Vigevano, Duomo di Pavia, Santa Maria presso
San Satiro, Santa Maria delle Grazie.

Castello Sforzesco:

Torrioni circolari e torre centrali rivolte verso la città.

Avviare una serie di espropri dal 1492, demolire le residenze di fronte al castello per legare di più il
Castello alla città e formare un grande spazio vuoto dopo il castello, per meglio gestire probabili
situazioni critiche vicino alle mura.

Chiedi appunti…

Il con ne del giardino del castello che sviluppava nelle zone dei corpi santi, porta vercellina, le
mura appunto rimangono nella cartogra a milanese no all’800.

Posta una ponticello incastonata nella facciata, che attraversa il fossato. Luogo di magazzino.

Poste nell’angolo le stanze denominate come scuderia nel periodo di moro erano le stanze più
importanti.

Sala delle asse: per il tipo di trattamento che avevano le pareti rivestite di assi di legno.

Edi cio con una stanza a rescata da Leonardo d vinci. A resco con pegolato di gelsi.

Interventi sul castello nel periodo di Ludovico il moro:

Ponticella, loggiati dell’elefante e loggiati sull’ingresso dall’attuale parco Sempione.

Ghirlanda: recinto a sua volta caratterizzato dalla presenza di due torri di dimensioni diverse che
costituiva un’ulteriore forti cazione per il castello.

Al tempo di Beltrame è stata demolita a ghirlanda.

VIGEVANO

Idea di aprire forme regolari per lo spazio aperto.

Architettura che unisce preesistenze.

Donato bramante nasce come pittore, esperto di prospettiva. I grandi archi dipinti nei punti di
incontro tra la pizza e le vie presidenti che incrociavano i porticati. Rappresentato una sorta di
arco trionfale pitturato, probabilmente opera di donato bramante.

Scuderie ducali. In uno degli schizzi di Leonardo da Vinci vaniavo una stalla. Impianto che ci
ricorda l’impianto delle scuderie ducali a vigevano, seppure con delle di erenze.

Negli interni sono rimasti tracce degli a reschi.

Si è di fronte al DUOO DI PAVIA, edi cio molto complesso.

Rimangono molte caratteristiche della tradizione lombarda.

Donato bramante

Viene da renze. Formatosi ad Urbino. Lavora a milano ma prima passa da Rimini e Bergamo.
Esperto di prospettiva, diventa un ne architetto. Numerose architetture molto importanti a Roma
nel 500.

Scuola di Atene di Ra aello.

Melozzo da Forlì.

Bramante si trovava a Bergamo per lavorare sugli a reschi di…

La ricchezza di quanto ha lasciato ha costruito un’aura di mito intorno a bramante.

Bramante raramente interveniva da solo. La sua formazione era pittorica, richiedeva di un


appoggio di esperienza nelle costruzioni.

SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO

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Sacello di ansperto preesistenza della prima cristianità milanese. Chiesa che si deve inserire in un
lotto speci co e con vincoli speci ci.

Il ruolo di bramante è evidente.

Arti cio che usa bramante per costruire un’abside in 40 cm.

La preesistenza è una sacello di origine antica, chiamato cappella dell’addolorata.

Leonardo da Vinci fa schizzi e progetta architettura per diventare a pianta centrale.

Il ducato di Ludovico il muro nirà nel 1499 quando gli sforza perderanno il dominio della città.

Modi che di porta verzellino.

Zone più soggette ad attichi. Ludovico il muro inizia ad intervenire su un’area che già dall’epoca
viscontea aveva subito modi che. Si via un progetto per realizzare un quartiere ducale, tentativo
di accorpare famiglie a lui vicine.

Assegnare poi i lotti a famiglie a lui vicine.

Competenza di Ludovico il moro di voler a dare ad un architetto portatore dell’architettura antica.


Gli a da la conclusione della chiesa che doveva diventare il mausoleo della sua famiglia.

Navata centrale più alta delle laterali.

Chiedi appunti su santa maria delle grazie.

Coro quadrato, abside semicircolare.

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TROVATI ONLINE.

Architettura Rinascimento
Rinascimento
Tra tardo Rinascimento non ci fu un sei una stecca frattura, d’ora la storia dell'architettura sara
incentrata su vari personaggi.

Firenze voleva primeggiare sul ducato di Milano, di Venezia ecc. Gotico malvisto. I banchieri e i
mercanti iniziano ad utilizzare l’arte e l’architettura per mostrare il proprio dominio. → Nasce il
mecenatismo

località italiane →Firenze, Mantova Urbino Rimini Ferrara

1420 forme di avanguardia → di erenza sostanziale

Brunelleschi e Alberti esponenti di un'avanguardia → acquistano un ruolo sociale, si pongono in


modo nuovo. (Vitruvio, architetto capace di controllare pratiche diverse, teoria e pratica su cui ci
si confronta con l'antichità

Filippo Brunelleschi (1377 1446)

Biografo: Filarete

Modo antico di edi care ripropone la gura classica. Seppellito a Santa Maria del ore

Nasce in un agiata borghesia urbana e buona formazione da orafo e scultore studia le arti del
quadrivio aritmetica e geometria, gli ora facevano parte della corporazione della seta e degli
ora , come orafo partecipa alla gara delle formelle (vince Ghiberti).

Va a Roma più di una volta (anche con Donatello), inderessato ai principi costruttivi romani

Si occupò anche di meccanica, principi matematici e geometrici, fa orologi

Invenzione della prospettiva

• 1417 Cupola del Duomo di Firenze

• 1419 ospedale degli innocenti esperienza sociale basiliche

• 1421 San Lorenzo

• 1425 Cappella Pazzi, Santa Croce

• 1428 Santo Spirito

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Caratteri tipologici
• Sistema strutturale in pietra serena, il resto bianco,

• No decorazioni

• Dado Brunelleschiano, rialaza la colonna per adattarsi alle proprorzioni

• Modulo spaziale: quadrato con copertura a vela impostata su archi a tutto sesto

• Sistema di misura con braccio orentino (58 cm)

L'ospedale degli innocenti (1419)

per i bambini abbandonati anche e per le ragazze madri → prima istituzione al mondo

Progetto moderno e sociale

Mille orini d'oro di un grande committente, progetto gestito dall'arte della seta

In 24 anni l'ospedale viene aperto

Realizza il portico del cortile quadrato e il porticato esterno

• ordine principale – paraste e trabeazione

• ordine secondario - campate in pianta quadrata

Porticato (ord. II) a modulo quadrato → l'intercolumnio é largo quanto il fusto delle colonne e la
profondità, si innalza su una scalinata, volte a vela

Porticato inquadrato da paraste che reggono una trabeazione, il primo il piano nestre timpanate
appoggiate sulla cornice marca davanzale, i tondi sono in ceramica invetriata (Andrea della
Robbia)

Le nervature architettoniche sono sottolineate in pietra serena, evidenza dello schema strutturale

Ispirazioni: Battistero Fiorentino (bifore e delle paraste) – Si pensava che fosse romano

Complesso conventuale di San Lorenzo (1421)


Realizzazione degli schemi dell'architettura tipica ma con razionalizzazione dello spazio

Prima intervento → Cappella

Commit: Cosimo dei Medici (legato al governo della città),


antecedentemente Giovanni dei Medici

• Chiesa di San Lorenzo

Intervento Brunelleschi → Solamente l'alzato della navata, le cappelle


laterali sono la metà delle campate, so tto cassettonato, volta a vela, 4
pilastri reggono la cupola

Dado Brunelleschiano → Sopra il capitello

Scheletro strutturale in evidenza dalla pietra serena, paraste (pietra


Serena) che scandiscono la parete perimetrale

Ispirazioni: Organizzazione spaziale di San Miniato al Monte - si


pensava che fosse romano

• Sagrestia vecchia
Cappella Fiorentina della segreteria medici, collegato successivamente
nel transetto

due cubi (principale e scarsella) con volta a vela scavate all'interno


dalla cupola.

Transetto → unisce i due cubi metodo di continuazione dello spazio

Paraste a libro negli angoli, nella scarsella la parasta libro diviene un


accenno

Cupola fatta dal fasce radiali, cupola accordata alla base del cubo con
dei pennacchi.

Estradosso a tronco di cono coperto da scaglie ceramiche

apparato decorativo della cappella della sagrestia aggiunto in un


secondo momento

Ispirazioni gotiche

Santo Spirito

2 Basilica

Le cappelle perimetrali estradossate lungo tutto il perimetro

modulo →tribuna della cupola imposta su quattro pilastri

Colonnato corinzio lungo tutto il perimetro, lunghi coni spaziali

Primo progetto pilastro cruciforme, Trabeazione composita

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Cappella dei pazzi, Santa Croce, 1425-1430

Vari architetti (Michelozzo)

Piena di incongruenze, pianta originaria a croce greca con una scarsella


(piccola cupola), volte a vela con innesto di cupola, concezione volumetrica
della sacrestia vecchia.

Cappelle laterali poco pronunciate coperte una volta a botte, cappella


principale, scarsella

Grande successo inedito (Prato, Milano …)

Cupola santa Maria del Fiore (1420 – 1436)


1410 tamburo iniziale, 1417 inizia il progetto della cupola, 1418 modello in mattoni.

Doppia calotta con intercapedine (battistero di Pisa e Firenze), costruisce in maniera circolare con
centine aeree (come il Pantheon).

Elementi gotici → tamburo ottagonale su cui si gettano 8 costoloni ai lati , cupola ogivale (impara
dalla lezione gotica).

aggiunti elementi statici anche alla base dell'edi cio, giganteschi adelli e tiranti in ferro

utilizzo del laterizio (mattoni a spina di pesce) il peso della lanterna è fondamentale → la forza
verticale delle strutture gotiche, gli 8 costoloni in marmo bianco vengono prolungati nella
decorazione.

Leon Battista Alberti (1404 - 1472)

Agli antipodi di Brunelleschi - uomo erudito umanista, non architetto a tutto tondo, Battista Alberti
viene chiamato per risolvere dei problemi stilistici non strutturali. Non va in cantiere e aveva
scarse conoscenze di tecnica costruttiva,

le opere di Alberti sono considerate come opere a se stanti → Poche connessioni tra di esse

Architetto servando Borsellino

Formazione: Nasce a Genova da famiglia Fiorentina, vive a Venezia e Padova, 1428 - laurea
Bologna (utroque iure - diritto civile e canonico)

Imbonitore apostolico e priore

• 1433-1435 soggiorno Fiorentino

Scrive il De famiglia e De picture (rapporti in tre dimensioni)

1443 1455 corte papale, rientra Roma diventa un funzionario → avrà contatti con molti dei suoi
futuri commenti

1445 realizza la pianta di Roma (Descriptio Urbis Romae)

1446 Tempio malatestiano, Rimini

1452 fabbrica di Giovanni Rucellai (palazzo privato, cappelle funerarie, facciata Santa Maria
novella)

1460-1472 Chiesa di San Sebastiano e chiesa di Sant'Andrea, Mantova per Ludovico Gonzaga

Re Aedi catoria 1445, Roma

10 libri memoria di Vitruvio l'esigenza di guidare gli architetti e arginare la noncuranza per
l’architettura dei monumenti Romani che si stavano degradando.

Interpreta Vitruvio, grande successo nei secoli esigenze di trattato destinato a committenti ed
architetti colti → Scritto in latino prestato in maniera eccellente, più sistematico, più chiaro,
descrive le tecniche edilizie.

Bellezza edi cio dipende alche da • numero • nitio (proporzione, rapporto con corpo umano) •
concinnitas (ordinamento). No regole assolute per la bellezza, ma armonia di tutte le membra

Formazione architettonica va appresa attraverso degli edi ci

Chiama le chiese templi, dio gli dei

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Tempio malatestiano, Rimini, 1446

Commit: Sigismondo Malatesta

Nasce su un edi cio preesistente

Trasformarlo in un grande luogo di sepoltura

partire dal Leon Battista Alberti da nuovo sorta di disegno

Incapsula la chiesa preesistente in un guscio all'antica di marmo declinato alla maniera di un arco
di trionfo spesso 2 m

facciata principale mutuata da un arco di trionfo triforo → E il primo caso che abblica un arco di
trionfo in facciata da una chiesa cristiana → Trionfo cristiano sulla morte

• foro centrale ingresso

• Due fornici laterali murate → lapidi di Sigismondo Malatesta e della moglie

Il tema continua pure sui lati → tompe per gli aiutanti lati

Scansione laterale non collegata alla chiesa preesistente (possibile la connessione con gli
acquedotti ma anche con San Nicola di Bari)

Santa Maria Novella, 1451

Parte dell’intervento per le fabbriche Rucellai


Solo facciata risolverà una serie una lunga serie di problemi, deve rendere omogeneo il suo
processo.

Connette il disegno all'Antica con un gotico del basamento,

Organizzato da tre livelli

• livello inferiore → due pilastri allungano facciata preesistente,


linguaggio gotico, arcate piatte raccordano l'esistente con il nuovo,
le colonne si alzano su pilastri colonne preesistenti reggono una
trabeazione

portale principale archi voltato, Portale principale e laterale uguale


all'arco di trionfo.

• attico intermedio → mediazione tra parte inferiore e superiore,


necessario per svincolare la forma e le dimensioni delle colonne
inferiori con le paraste classiche superiori

• livello superiore → tempio tetrastilo con quattro paraste che


partono dal cornicione, timpano particolarmente sporgente, Voluta
elemento di raccordo che nasconde la grande di erenza tra navate, toglie l’impianto
paleocristiano.

Sant'Andrea, Mantova, 1470 - 1472

Commit. Ludovico Gonzaga (si spacciava per un architetto, crea una serie di
cantieri per rinnovare la città.)

San’Andrea contiene un'importante reliquia → Sangue di Cristo, quindi tanta


gente

Caratteristiche: grande spazio → fatta appositamente per raccogliere tante


persone

meno costosa rispetto ad un altro progetto, realizzata in mattoni di pietra cotta

navata unica a botte cassettonata, i muri scanditi da numerose cappelle laterali


→ navata ritmica, parti di archi trionfali, peso della volta sostenuto da enormi
piedritti, intervallati da un ritmo di cappelle quadrate a cupola, con una piccola
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porta di accesso e cappelle a acciate sul intradosso voltate a botte

Riferimenti: a reschi di Masaccio, basilica di Massenzio

Committenze di Francesco Sforza

Da risentire la lezione

Filartete (Antonio Averulino)


Si laurea a renze e poi va a Roma e Venezia

Venezia- Porta dell’arsenale, Filarete erede culturale di Brunelleschi in realtà vicino a Lorenzo
Ghiberti

Filarete arriva in città con Francesco Sforza – Rivoluzione della città, da città medievale a città del
periodo Centro laico che mette a sistema la rete di cura della città, per

Trattato di Filarete
consiste in un dialogo tra un architetto e un committente → Maniera moderna di costruire

Scritto in volgare e simile ad un romanzo. Idee neo gotiche e anche edi ci preesistenti, utilizza
questo trattato per istruire i committenti, racconto della formazione e della fondazione di due città,
una è sforzinda l’altra è nell’oriente → consigli per una città ideale, cerca di trasmettere le sue
idee. Forte impronta lombarda e gotica, simili alle architetture locali. Parla anche delle forti cazioni
(e dei materiali)

Impianto monocentrico con una serie di mura a raggera, limite esterno poligonale → linea
spezzata va ad incidere con gli assi di provenienza e un fossato difensivo. Questi edi ci poi
connettono alla città in costruzione, vari studi su un palazzo per un importante committente
orentino (un tempo attribuito a Michelozzo).

Palazzo Portinari
edi cio a corte, misure in braccia, portale della casa nel castello sforzesco.

Pigello Portinari committente orentino porta a milano lo stile di Brunelleschi, anche della cappella
di San Eustorigio, cappella gentilizia

Accenni Sforzesco
Sappiamo che ha realizzato il castello (rimanegg. molto del 800).

Il castello viene riprestinato nell’800 dall’architetto Beltrani, grande appassionato di storia, dopo il
suo restauro il castello viene riprestinato a museo. Edi cio avviato nel 1300 con un lungo cantiere
che va da Francesco Sporza e Ludovico il Moro, Parte preesistente e parte costruita ben
riconoscibili.

Ospedale Maggiore
Architetto Patetta, si riesci ad intervenire solo in una parte, orizzontalità dell’edi cio (scansione
edi cio grazie ad elementi turriti), grandissima chiesa, edi cio rettangolare, due crocere sui lati
dell’edi cio, acqua verso l’alto. Tutti gli edi ci di larete sono collegati a un moderno sistema di
trasporti per acqua → Per la salubrità dell’edi cio con un sistema di smaltimento acque. Presenza
delle croceredue corsie incrociate dove quindi è più facile raggiungere i pazienti nell’altro lato
dell’edi cio. Il secondo a accio era legato ai navigli. Mettere in relazione la quota di acqua e di
campagna → trattati in modo di erenti i prospetti.

1390 laghetto utilizato per scaricare i blocchi di marmo del duomo → collegato al

In ogni corsia si collegano i letti dei malati, fori mettono in comunicazione le corsie con il piano
interrato→ Bagni dello spedale collegati direttamente al canale. Largo numero di colonne,

edi cio monumentale → monumento alla sanità

Fondamentali sono i condotti d’acqua. Funzionale no alla ww2 molti restauri settore occidentale
400 corte religiosa 600 → arch. franco maria ricchino

Filarete è riuscito a completare solo la crocera occidentale.

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Edi cio non è posto sul podio (ideato da larete), disposto su più livelli, la pietra veniva da lontano
→ quindi utilizzato molto il laterizio.

Bifora, clipei in mattone. È di cile che opere così grandi si leghino ad un solo nome.

Corti che collabrorano e scambiano le maestranze→ fondale strumento diplomatico.

Filarete si occupa anche di un posto dove stipare i malati di peste → vicino alla città a
crescenzago

Edi cio pensato a partire dalla possibilità di funzionamento attraverso i canali di trasporto. Alla
ne viene realizzato vicino a porta Venezia (lazaretto) poi distrutto nel 800.

Periodo: Ludovico Il Moro

Città ha molto in comune con la quella sforzesca, Ludovico continua l’aggiornamento della città
ma con un pro lo diverso → priorità è ra orzare il suo potere, il duca diventa duca in modo
illegittimo, il ducato sarebbe spettato al giovane nipote e alla moglie, necessario quindi per
legittimare il suo potere

Iinterventi

1490→ Forte interesse di rinnovamento urbano nel tessuto medievale della città, studi di
Leonardo Da Vinci in città → lavoro per ipotizzare delle tipologie urbane più salubri di nuovo
impianto (dopo peste 1480)

Grande attenzione del decoro urbano → incentiva i privati a sistemare città.

• Grade rispetto della tradizione, i vecchi cantieri continuano con le loro maestranze.

• Tentativo di innovazione, che guarda “all’antico” → Rovine romane particolarmente studiate

Si concentra su porta Vercellina a ridosso del parco ducale. Intervento sulla vigna di san Vittore
1497.

Ducato di Ludovino il moro 1499. → Cantiere bloccato. Trasformazione tra la zona agricola e

Quartiere ducale tentativo di unire le famiglie più vicine in una zona nuova delle città, acquisisce
un ambia super ce, fa una strada da uno sviluppo importante dove mette la piccola chiesa di san
vittore, l’intervento principale è su santa maria delle grazie

Principali cantieri:

Castello sforzesco, parti trasformate per ospitare la residenza di Ludovico il Moro,

Squadra la piazza con un grande spazio vuoto che serve a parare attacchi dalla città medievale.

Ponte levatoio per accedere al castello

Parte retrostante principale intervento di Ludovico il moro:

Orizzontalità marcata, non più edi cio forti cato, loggiati rivolti sulla corte.

Visconti spostano le residenze nel castello torri del castello verso la capmagna di vorma quadrata
→ tipico dell’architettura Viscontea. Parco del castello grande area verde con terreni per
l’allevamento e l’agricoltura che viene delimitato con recinti sempre più importanti. Loggiato
“Porticella” collegamento tra l’interno e l’esterno fatto da un loggiato a colonnette. Porticella
insiste sul fossato, stanze più importanti della vita del castello. Stanza in cui Leonardo Da Vinci ha
disegnato un pergolato di selci, Stanza delle Assi.

Dichiara l’importanza dello spazio verde nella corte. Beltrami (1800) rimossa la ghirlanda e altre
addizioni 800esche per riportare l’impronta viscontea.

Piazza di Vigevano
Città moto cara a Ludovico il moro, investe per riquali cazioni urbane signi cative, crea un grosso
spazio pubblico per la città prospiciente al castello, costruisce un plazzo davanti al castello,arco a
tutto sesto colonne in pietra, completamente a rescato(forse da donato bramante), nel portico di
entrata viene disegnato un arco di trionfo. Crea una stalla e un sistema per mantenere pulita la
stalla. Come Filarete utilizza canali per lo smaltimento dei ri uti. L’interno della stalla era
estremamente a rescato, spazio straordinari per le dimensioni

Duomo di Pavia
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Vari architetto, problemi estremamente complessi, specialmente per la copertura, cupola con
tiburio, Ispirazione lombardo ma anche orentino.

Donato Bramante (Urbino 1444 – Roma 1514)

Si forma ad Urbino, formazione nell’arte pittorica con le prospettive tipiche di urbino Melozzo da
Forlì e Fra Cardinale.

Tocca Rimini e Bergamo, si istalla a Milano (prima di passare da Roma→ studio dell’antico
prescinde dalla conoscenza diretta) e poi farà delle opere grandiose a Roma.

Bramante ha un rapporto stretto con Amadeo a Bergamo e poi con Leonardo a Milano. A
bergamo lavora come pittore per gli a reschi del palazzo del podestà.

Non lavorava da solo come progettista → la sua formazione era di artista.

Periodo Milanese:

San Maria presso San Satiro


Confronto con un edi cio del antichità, il sacello di ansperto, la torre mediveale, la chiesa si
inserisce su un lotto speci co con dei vincoli ben precisi. Vediamo la pittura connessa
all’architettura. In 40 centimetri sviluppa un abside che ha le stesse proporzioni del tre altre
faccate dell’edi cio

Sacello di Ansperto, cappella di culto preesistente, la preesistenza presenta delle caratteristiche


di impianto che a ascina anche Leonardo.

Impianto di croce greca con delle cappelle estradossate simili al sacello di ansperto ma la strada
blocca quindi crea una falsa prospettiva. “Mirabile Arti cio”

Sagrestia → si sviluppa su un lato con impianto regolare a forma quadrata. Rimando al duomo di
renze.

Tribuna di Santa Maria delle Grazie


Infelice la facciata realizzata, il Moro dedica molta attenzione alla chiesa da 1497 quando muore la
moglie → sepolcro della famiglia Sforza.

Si sviluppa su corso Magneta, refettorio ultima cena, presenti una serie di chiostri

Realizzato da Solari, tradizione lombarda tardogotica. Il moro a da ad un architetto della maniera


antica la conclusione di una chiesa che diventa il mausoleo di famiglia.

Facciata centrale più alta della navata laterale.

Basilica, cappelle quadrate, volte ogivali su arcate a sesto acuto, capitelli corinzi, lesena a
strabalzo (esce dal piano delle arcate, ricchezza decori e colori. Zona absidale → camba il
linguaggio (aggiunta del periodo del Moro). Spazio cubico, tre absidi rotonde, perfettamente
integrato, alto tamburo sostenuto dai 4 pennachi sferic, 18 metri di diametro , 43 m di altezza,
coro impianto quadrato con abside semicircolare, copertura ad ombrello. Molto colorate, luce
immessa da lanterna ed oculi.

Esterno nito da Amadeo che completa gli esterni (tiburio di sedici lati con galleria dibifore),
richami lombardi certosa di pavia.

Richiami: san Satiro, san Lorenzo.

STORIA DELL’ARCHITETTURA 27/11

ARCHITETTURA RESIDENZIALE NEL PRIMO RINASCIMENTO

Committenti banchieri e mercanti. Ma anche papali. Alcune residenze di cardinali romani a Roma.
Palazzi talmente importanti da diventare riferimento per l’architettura rinascimentale.

Edi ci che non sono solo residenze private ma canoa anche una funzione pubblica. Soprattutto
una funzione di rappresentanza, presenza di u ci, sia funzione simbolica, edi ci rappresentano
status sociale dei committenti.

Città in forma di palazzo, palazzo ducale di Urbino, committente federico da montefeltro.

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La nuova classe politica laica di banchieri inizia a metà 400 a commissionare una serie di
residenze.

PALAZZO MEDICI

La prima è quella della famiglia medici. Cosimo de medici commissiona all’architetto Michelozzo.
Arch al servizio dei medici come lo era Brunelleschi. Non si sa perché optarono per Michelozzo e
non Brunelleschi, forse quest’ultimo troppo eccessivo.

Michelozzo inventa un nuovo tipo edilizio, il tipo del PALAZZO. In vitruvio mediato dalla casa degli
antichi.

Edi cio Isolato, blocco quadrilatero compatto. Edi cio con 4 fronti, perimetro compatto. Interno
cortile quadrangolare. Questi sono gli elementi che leggiamo in vitruvio parlando della casa degli
antichi. Più spazi che si a acciano sullo stesso cortile.

Cortile porticato interno, spazio semipubblico, la famiglia vi riceveva, aperto al pubblico degli
u ci dei medici, nel cortile veniva esposta anche la collezione antiquaria della famiglia.

Lo spazio del giardino era ad uso privato della famiglia.

Questo Tipo rappresenta il riferimento per i palazzi che verranno costruiti successivamente.

FACCIATA. Organizzata su 3 livelli. Scanditi orizzontalmente da fasce marca-piano. Caratterizzate


da rivestimento a bugnato diverso per ogni livello. Bugnato molto rustico nel livello inferiore.
Intermedio con bugnato più ra nato ma leggermente irregolare. Piano superiore con bugnato
praticamente pareggiato.

Si trovano elementi dell’architettura residenziale forti cata orentina, per esempio palazzo
vecchio.

Richiamo agli antichi, sporgente CORNICIO A MODIGLIONI, molto aggettante rispetto alla
facciata. Anche funzione pratica di proteggere la facciata dalle intemperie.

Richiamo antico, scansione della facciata molto ordinata, le aperture sono bifore e in asse tra di
loro. Le bifore sono inquadrate da archi a tutto sesto.

Guarda alla tradizione orale e lo aggiorna con proposte all’antica ma moderne.

Il palazzo ha subito modi che. All’inizio doveva esserci una loggia laterale che venne chiusa da
Michelangelo.

Cortile interno: spazio di disimpegno. Da una parte si articolano i locali dell’edi cio. Spazio di
ltro, perché anche di ricevimento. Ricevimenti anche in un salone interno.

Il cortile centrale è porticato, ha 3 arcate con 3 colonne arcate a tutto sesto.

Al secondo piano troviamo delle bifore corrispondente alle bifore visibili nel prospetto.

Organizzazione spazi: 3 grandi portali nella facciata principale. Nel portale di sinistra doveva
aprirsi una loggia.

Piano terra: spazi ad uso degli u ci della famiglia, troviamo il banco mediceo. Attraversato l’atrio
di ingresso si arrivava al cortile. Il corpo scale era posizionato in uno degli angoli del cortile.

Piano primo: salone principale, accessibile attraverso stanze via via più piccole, cerimoniale
anche per l’organizzazione delle stanze. Cappella ad uso privato della famiglia. Cicli di a reschi di
Melozzo da Forlì, diventa luogo di rappresentazione dello status della famiglia. Cappella diventa
anch’essa un luogo di ricevimento.

Nel cortile porticato attorno con volte a crociera, colone con capitelli compositi.

Tavola prodotta presso la corte di urbino. Mostra a destra e sinistra delle quinte urbane costruite,
edi ci residenziali. La costruzione prospettica della tavola dovrebbe appartenere a Leon battista
alberti.

Leon battista alberti è a renze nel 1450.

Leona battista alberti fa un intervento per Giovanni Rucellai. Si diletta a scrivere, umanista
dilettante. Commissiona ad Alberti la progettazione della loggia di famiglia e del suo sepolcro
personale nella chiesa di san pancrazio a renze.

PALAZZO RUCELLAI, FIRENZE.

FACCIATA 1453, ampliamento 1465-70

Impiallacciatura. Edi cio già esistente. Case uni cate e rese più o meno omogenee, ora avevano
bisogno di una facciata. Due interventi, uno dal 52 al 58 e poi un secondo intervento.

Non un guscio profondo, ma un’impiallacciatura lapidea.

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Ruscelli vuole nascondere la disomogeneità degli edi ci precedenti con una sottile
impiallacciatura. Lastre di grande formato poi incise ad imitazione del bugnato.

Doveva avere 5 divisioni verticali, poi intorno al 60 aggiunte altri due porzioni. Il palazzo non ha
più quindi un solo portale centrale ma due portale.

Lo spazio interno era già realizzato, come il cortile e la loggia.

Edi cio risultato di giustapposizioni edilizie. Alberti simula un edi cio perfettamente simmetrico in
facciata.

Alberti organizza la facciata secondo gli ordini architettonici.

3 livelli divisi da trabeazioni orizzontali. Griglia regolare che scandisce verticale e orizzontale.
Divisione verticale data da paraste che inquadrano le porzioni di facciate e le nestre che sono
bifore.

Base dell’edi cio concepito come un podio antico. Riferimento antico dato dal riferimento all’opus
reticolato, in realtà grande lastra incisa a forma romboidale.

Panca di via: seduta o erta alla popolazione, simbolo di bene cenza che il committenti o re alla
città.

Vincoli: per normative cittadine non si potevano costruire facciate troppo sporgenti sull’asse
stradale. Gli interventi non dovevano essere inattivi rispetti allo spazio stradale.

Il modello di riferimento è il Colosseo, facciata scandita su ordini.

Facciata di ruscelli appare come un appiattimento del Colosseo.

Cornicione estremamente sporgente.

L’interno è il risultato di accorpamenti, non risulta armonico come la facciata.

ALBERTI: la casa del signora sarà adornata leggiadramente.

PALAZZO STROZZI, FIRENZE. Da 1489

Riprende i riferimenti. Parallelepipedo. Bugnato decrescente tra i tre livelli orizzontali. Cortile
interno intorno a cui si organizzano gli spazi della casa.

Costruito simmetrico con due appartamenti. Edi cio che ripete la stessa disposizione
esattamente simmetrica perché destinato ai due gli del committente.

FERRARA. Addizione Erculea, dal 1483

Si amplia il circuito murario. Urbanizzazione di un pezzo di tessuto urbano abbastanza vergine.


Una seria di interventi voluti da ercole deste. Organizzano il nuovo territorio secondo strade
rettilinee e per lo più ortogonali.

Realizzato il Palazzo dei Diamanti, committente gilmondo d’este, attribuito a Biagio orsetti.

PALAZZO DEI DIAMANTI

Edi cio a corte. isolato. Molto modi cato soprattutto dal 1550. Impianto abb simmetrico, molto
regolare. Facciate scandite secondo gli assi delle nestre, che sono timpanate.

Incredibile bugnato, bozze di marmi bianco venato rosa, 8000 bozze, con punte diversi cate,
anche se essenzialmente tronco piramidali. Punte diverse per ri ettere diversamente la luce.
Palazzo che doveva ri ettere la luce.

PIENZA

Città dei piccolomini. Luogo natio di pio II. Pio II colto committente, ha un rapporto privilegiato
con bernardo Rossellino ma anche Leon battista alberti.

Tornando da un viaggio a Mantova pio II si ferma a pienza e sceglie di ricostruire il suo borgo di
nascita.

Pio II inizia una politica di acquisizione e di investimenti immobiliare, per trasformare ilborgo.
Investe tutti i rappresentanti della corte, obbliga una serie di cardinale ad acquistare case nel
borgo e ristrutturare per farle diventare palazzi. Vuole che diventi un luogo estive.

Vuole trasformare il borgo in una sede vescovile.

Signi ca ricostruire anche la vecchia chiesa parrocchiana per farla diventare cattedrale.

Pio II committente estremamente colto. Capacità di intervenire su diverse questioni sulle varie
disposizioni del borgo.

Costruzione di edi ci per i cardinali.

Anche atteggiamento sociale per i paesani perché costruisce le “dodici case nuove”, dodici case
a schiera per quelle famiglie che avevano venduto la propria casa a qualche cardinale.

Intervento a scale urbana.

Costruzione palazzo piccolomini.

Demolita la chiesa parrocchiale, costruita una cattedrale.

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Costruzione palazzo vescovile.

Realizzazione di una piazza trapezoidale, concepita con due cannocchiali ottici che danno sulla
val dorcia. L’intervento si estende anche al disegno della pavimentazione. Pavimentazione in
mattoni posati in spina di pesce e bordati in pietra a formare dei grandi riquadri.

Cattedrale richiesta dal papa a bernardo rossellino. Riproporre una chiesa a sala che il papa vide
in un dei suoi viaggi. Interno goticheggiante e facciata che richiama l’antichità.

PALAZZO VESCOVILE

Viene preso a modello il palazzo ruscelli. In realta è un’ibridazione tra il tipo di palazzo medici e
l’organizzazione di facciata di palazzo rucellai.

In planimetria palazzo leggermente irregolare, due fronti leggermente diversi. Due ingressi, uno
sulla piazza e uno sulla strada.

Cortile quadrangolare accessibile da vestibolo di ingresso voltato a botte.

3 ordini di logge ad uso esclusivamente privato, si a acciano verso i coli senesi. Logge aperte.
Primo livello con colonne e archi a tutto sesto, secondo con forme simile al tutto sesto e l’ultimo
livello con colonne che sorreggono il colmo del tetto.

Giardino pensile.

All’interno a acciato sul cortile troviamo nestre crociate, legate ad una tradizione romana.

L’ideatore di questo edi cio potrebbe essere stato Leon battista alberti ma la realizzazione non fu
sua.

Anche in questo caso troviamo la panca di via.

Le paraste al piano terra sono ottenute dallo stesso bugnato sagomato a parasta, si legge meno
la divisione verticale della facciata.

Il rinnovamento delle residenze arrivare anche a Roma. I protagonisti sono i cardinali.

3 grandi edi ci voluti da cardinali tra la seconda metà del 400 e i primi del 500.

PALAZZO VENEZIA

Residenza del vescovo di Venezia a Roma. Commissionato dal cardinale Pietro barbo. Soluzione
che enuclea edi ci precedenti. Ingloba al suo interno anche una chiesa basilicale, la chiesa di san
marco. Il palazzo sorge su un cortile a 5 arcate per lato.

Il modello di riferimento è il modello del Colosseo. Cortili organizzati su due livelli. I prospetti sono
organizzati da arcate a tutto sesto inquadrate da ordini architettonici. All’inferiore semicolonne di
dorico rustico, superiore colonne ioniche, corinzio quasi per i capitelli. L’organizzazione è quella
del Colosseo. Porticati costruiti utilizzando travertino proveniente dal Colosseo e dal teatro di
Marcello.

Problemi nell’attribuzione ad un solo architetto. Due fasi di costruzione, una sotto il cardinale, uno
sotto papa Paolo II, periodo in cui diventa palazzo Ippoliti.

L’architetto più importante è francesco del volgo, architetto della corte papale. A ancato a
bernardo di Lorenzo.

PALAZZO DELLA CANCELLERIA 1484-1513

Facciata in cui si fa largo uso di travertino. Palazzo di enormi dimensioni. Linguaggio all’antica che
caratterizza l’articolazione della facciata. Piano inferiore con altissimo basamento. Piano superiori
divisi da cornice marcapiano e vere trabeazioni. In entrambi un parapetto liscio su cui sono alzate
delle paraste con una scansione. In alternanza le paraste inquadrano le nestre.

Anche in questo caso si tratta si un accorpamento di edi ci diversi.

Ai lati della facciata elementi turriti rispetto al perimetro di base.

Internamente include la chiesa san Damaso.

Cortile interno su due ordini. Il modello di riferimento è il cortile archivolto, con volte rette da
colonne, clipei tra un’arcata e l’altra. Soluzione angolare data dall’accostamento di due colonne,
non con una sezione semicircolare ma rese attraverso paraste.

Edi cio molto strati cato. Altissime parasteche arrivano no alla massima altezza.

PALAZZO FARNESE.

Il papa indice il giubileo. Dal 1500 Roma sostituisce renze per azione artistica.

Palazzo quadrilatero, con ampia piazza antistante.

Coinvolto il cardinale Paolo Farnese, che divenne papa Paolo III.

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Progetto non solo per la realizzazione del palazzo, ma anche apertura di nuovi tracciati viari.
Diventa un intervento a scala urbana.

C’era anche l’idea di costruire un ponte che sul retro dell’edi cio che scavalcasse il Tevere e
raggiungesse i giardini della famiglia Farnese.

Oggi ambasciata francese.

Antonio Da sangallo il giovane dal 1514. Michelangelo dal 1546. Poi anche Giacomo della Vignola
e altri… avvicendarsi degli architetti più importanti del periodo.

1495-1512: acquisto dei lotti per costruire l’edi cio.

1527: anno del sacco di Roma, impone uno stop ai lavori, riprendono nel 1534 con l’apertura della
piazza antistante. Riprendono nel 1546 con Michelangelo quando muore sangallo.

Edi cio di volume circoscritto, parallelepipedo, viene chiamato dado Farnese. 3 livelli.
Monumentale cortile interno su 3 livelli.

Edi cio simmetrico tranne poche parti. Corpo scala sull’asse di simmetria. Vestibolo che porta ad
atrio molto profondo. Vestibolo che ha in asse una loggia che sia a accia su un giardino
a acciato sul Tevere.

Facciata su 3 livelli, no bugnato.il bugnato è lasciato nei CANTONALI ANGOLARI. Livello inferiore:
nestre inginocchiate, con terminazione architravata. 2 livello: nestre con timpani semicircolari o
triangolari. Livello 3: timpani non terminati.

Organizzazione perfettamente simmetrica.

Michelangelo interviene costruendo loggia sul portale d’ingresso e costruendo il cornicione,


citazione dei palazzi orentini. Michelangelo completa anche il cortile interno.

Vestibolo di ingresso tripartito. Diviso in 3 “navate”. Spazio centrale più grande coperto da volta
botte, corridoi laterali con so tto piano.

Recenti restauri hanno messo in luce la tessitura della facciata dell’edi cio. Mostrano una
tessitura data da mattoni di colori di erenti, un mattone chiaro poco cotto e uno rossiccio che da
una “texture” a losanghe.

LA CORTE DI FEDERICO DA MONTEFELTRO A URBINO (1444-1482)

Dal 1444 articolato programma di riorganizzazione generale del territorio con nuove opere di
difesa, interventi di boni ca e alla viabilità.

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Federico da Montefeltro è un importantissimo mecenate e committente della metà del 400. Colto
personaggio, capitano di ventura dell’esercito papale e poi del regno di Napoli. Accumula enorme
ricchezza.

Dal 1444 prende il potere e diventa in qualche anno il duca di urbino.

Umanista appassionato di architettura. Capì che per a ermare la sua dinastia e il suo potere era
necessario di contornarsi di gure che per lui facessero da ambasciatori con le altre corti. Gli
artisti che passarono dalla sua corte ebbero anche ruoli diplomatici.

Dal 1444 avviò una riorganizzazione del territorio di urbino. Trasformazione del castello urbinate in
una corte signorile. Baldassarre Castiglione la de nisce una città in forma di palazzo.

Prima moglie battista sforza. Moglie glia del signore di pesaro.

Alla corte passarono i migliori artisti, anche Piero della francesca, nella permanenza termino il
trattato sulla prospettiva, prospectiva pingendi, dedicata a federico da Montefeltro.

PALAZZO DUCALE

Serie di interventi di ristrutturazione dal 1454, ampliamento del palazzo della Jole.

1464-72: Luciano Laurana. Scultore proveniente da zara

Sostituito da: 1476-1482 francesco di Giorgio martini. Specializzato a Siena come ingegnere
idraulico, si occupava di condutture. Si occupa anche di forti cazioni. Autore di una serie di
trattati, non saranno pubblicati se non nell’800.

Complesso unico che diviene un brano di città. Palazzo con impianto aperto e articolato, sia
planimetricamente che orogra camente.

Il palazzo da una parte si a accia in piano, dall’altra il palazzo è in a accio su uno strapiombo,
regolarizzato e terrazzato, entra a far parte dell’edi cio.

Palazzo organizzato su più quote, su terrazzamenti che vengono utilizzate per organizzare le
funzioni.

Palazzo noto per la soluzione della FACCIATA DEI TORRICINI, facciata che guarda verso valle.

Per molto tempo la facciata dei torrioni si collegava all’arco di Castelnuovo di Aragona. Du
elementi turriti a base circolare.

Palazzo che sfrutta magni camente le caratteristiche del sito su cui sorge.

1474: Montefeltro conquista il titolo di duca dopo aver scon tto sigismondo pandolfo Malatesta
con il quale c’era una rivalità

2° fase tra 1476 e 1482, periodo in cui subentra martini.

Federico da mantefeltro è un committente ideatore, appassionato di architettura.

Edi cio che sfrutta la complessa altimetria. Ingloba preesistenze.

1484. Federico con maestranze forse orentine, avvia la ristrutturazione di un’ala del fabbricato.

Castellare, architettura castellava preesistente.

Ristrutturano il palazzetto della jole. Ristrutturato e inglobato nel nuovo progetto.

1466-68: luciano laurana presenta il modello ligneo del palazzo.

Progetto particolarissimo di laurana, ingloba la preesistenza. Edi cio quadrangolare con un cortile
con porticato. Sistemazione di un corpo di fabbrica con una nuova facciata sulla pizza.

Corpo caratterizzato da aperture a bifore. Il corpo nuovo si innesta a 90° rispetta al palazzetto
della jole. Il cortile interno è quadrangolare, non perfettamente quadrato, 5x6 campate. Vi si
a acciano corpi a due piani.

Le preesistenze vengono inglobate con un sistema planimetrico a corte.

Inclusa una ricchissima biblioteca, con testi provenienti da tutto il mondo.

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Al piano nobile troviamo gli spazi privati del duca, no ad arrivare allo studiolo di federico da
Montefeltro, interamente ricoperto in legno.

Scale a chiocciola inserite all’interno dei torricini, disimpegnano gli spazi privati del duca.

Orientamento dovuto forse a preesistenze. Forse era dovuto per garantire una migliore
esposizione per le stanze private del duca.

Duca che celebra sé stesso con mote sculture, fregi all’interni dell’edi cio. Camino molto
decorato.

Numerose soluzioni innovativi per per esempio approvvigionare il palazzo di acqua. Una serie di
locali e servizi, alla cui costruzione contribuirà martini, che lavorano per la sostenibilità
ambientale.

Tra i due torricini , in facciata nel mezzo, troviamo tre logge sovrapposte che corrispondono agli
appartamenti privati del duca. Sequenza di logge , con soluzione classicheggiante. Contrasta con
il camminamento posto sopra i torricini.

Logge coperte da volte a botte e sorrette da colonne libere. Riferimenti antichi, volta a botte
cassettonata, soluzione mutuata dal pantheon e
genericamente dagli archi trionfali.

Zone degli appartamenti privati di federico da


Montefeltro.

La facciata la troviamo appena arrivati, viene realizzata a


scala monumentale anche per valore simbolico,
l’immagine di urbino è legata a questa facciata.

Nel cortile di palazzo ducale, la soluzione ad angolo delle


colonne diventerà un riferimento. Si tratta di un pilastro
ad L, cui vengono accostate da una parte le due
semicolone e nello spazio angolare pieno vengono
addossate due paraste.

Soluzione che guarda al portico degli innocenti di


Brunelleschi (controlla nome).

La parte superiore ha una facciata piena, con paraste


verticali. Le paraste angolari continuano anche nel piano
superiore.

STUDIOLO di federico da Montefeltro. Ricoperto


totalmente in legno. Motivo estetico ma anche motivo di
isolante termico. In un primo livello legno intarsiato. Nel
secondo livello ra gurati i personaggi più importanti del
tempo.

1476-1482: francesco di Giorgio martini.

Interviene sul palazzo di urbino. Costruendo un altra parte dell’edi cio e completando le parti
esistenti.

Realizza il corpo di collegamento tra la preesistenza del castellare e l’intervento di francesco


laurana.

Tra i corpi di fabbrica viene ricavato un giardino pensile.

Anche locali in cui veniva raccolta la neve e l’acqua piovana, la neve veniva conservata. Il giardino
pensile ha scoli per raccogliere le acque piovane e riutilizzarle. Martini utilizza la sua formazione
da ingegnere idraulico.

Realizzazione del bagno del duca, richiami ai bagni termali, tepidarium, vasca riscaldata…
sfruttamento di tutte le fonti di calore, la maggior parte provenienti dalle zone della cucina.

Rampa che serviva tutti i piani.

Rifacimento della facciata del palazzo. De nita una facciata ad ali, prosegue.

Di Giorgio viene chiamato a concludere la scansione interna del cortile.

In questo progetto con uiscono una moltitudine di riferimenti, su slide di trovano immagini.

FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI

Trattato di architettura, ingegneria e arte militare.

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Scrive anche un atraduzione del trattato di vitruvio.

Sconosciuti no all’800, prima non erano mai stati di usi o stampati.

-trattato di architettura, ingegneria e arte militare.

Trattato particolarmente ispirato a vitruvio

Diviso in 2 parti:”bellezza, utilità ed ornamento della terra dentro le mura”

“Quale gura debbi avere la città”, forma della città, città ideale.

DIAGRAMMI per città, cittadelle, rocche e fortezze. 2 tipi di città: con o senza cittadella.

CITTA MUNITE DI CITTADELLE O ROCCAFORTI:

Forma poligonale, pentagonale o stellare.

Teoria del MICROCOSMO ANTROPOMORFO applicato alla città.

Numerosi scritti sulle tecnologie di forti cazione.

LIBRO III dedicato alla trattatista sulla città: vari disegni in cui il corpo umano si lega a corpi
architettonici, come chiese o impianti forti cati con bastioni.

Anche sperimentazioni di modelli di piante di palazzi.

( di Giorgio è anche autore dell’edi cio di base mercatale, in aderenza alle forti cazioni della città.

STORIA DELL’ARCHITETTURA. 04/12

L’architettura di Donato Bramante a Roma 1500-1514.

L’architettura di Michelangelo Buonarroti a Firenze 1519-1534

La fabbrica di San Pietro in Vaticano dopo il 1503 e sino al 1564

RINASCIMENTO. Idea di rinascimento.

Disegno Leonardo da Vinci. Illustra il necessario per il processo di fusione per fare un monumento
equestre per celebrare francesco sforza.

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1449. Esercito francese invade il ducato di milano, distrutto il modello di terracotta necessario alla
costruzione del monumento equestre, dunque è necessario rifarlo. Modello che rappresenta la
Vittorio e la crisi del ducato di milano.

Periodo di crisi per gli artisti. Alcuni di muovono.

Donato bramante decide di andare a roma. Scelta non casuale. Motivi legami. Legami che
mettono in relazione la corte di Ludovico il moro e la curia romana.

Chiostro dorico, convento di sant’Ambrogio, milano.

Intorno al 1497, il cardinale Ascanio sforza, incarica bramante di ricostruire, ricon gurare l’antico
convento cistercense annesso alla basilica di sant’Ambrogio. Convento importante per milano che
stava attraversando un periodo di crisi.

Il progetto di bramante non ha precedenti. Fa realizzare un modello. Si via qualcosa della


costruzione ma poi bramante si sposta quindi il cantiere rimane fermo. Il commesso verrà quindi
realizzato dalla prima metà del 500 ai primi anni 30 del 600.

(A anco la basilica di sant’Ambrogio. Bramante progetterà anche la canonica.)

Il prog di bramante prevede due chiostri, in comune hanno una manica con ambienti collettivi al
pian terreno e una grande biblioteca.

Refettorio: ambiente rettangolare altissimo. Volta molto complicata. Non a botte, disegnata
secondo un pro lo policentrico, usando più curve diverse. Volta scandita da lunette. Negli angoli
volte costruite partendo da archi posti a 45 gradi rispetto all’angolo.

Refettorio enorme, probabilmente pensato da bramante come luogo di riunione.

Convento nuovo anche per il disegno del chiostro. Rispetto all’eredità medievale le dimensioni
sono diverse, nuove proporzioni. Altissimo porticato al piano terreno. Sopra un ordine molto più
basso di nestre inquadrate da archi e paraste. Non troppo diverso rispetto ala conformazione
interna della basilica con il matroneo posto sopra la linea delle colonne.

1500. Bramante arriva a roma.

Coinvolto da cardinale romano per un chiostro per canonici lateranensi. Cardinale Napolitano a
Roma della fazione lospagnola, come ascanio sforza. Probabilmente si erano consigliati
l’intervento di bramante.

Chiostro di santa maria alla pace.

Chiesa di origine quattrocentesca. Nei primi anni del 500, dopo il progetto di bramante, vengono
aperte delle cappelle laterali.

Zona centrale di roma.

Bramante deve inserire l’edi cio in un lotto molto piccolo. Vincolato anche l’ingresso rispetto al
chiostro.

Bramante disegna un chiostro quadrato scandito da 4 campate per lato, separate da grandi
pilastri in muratura. L’ingresso non è posizionato al centro di uno dei lati dei deambulatorio.
Colloca in un angolo il vestibolo di ingresso.

Committente chiede un edi cio nuovo, veloce da costruire e poco costoso. Fa riferimento
all’architettura tradizionale romane, pilastro che regge l’arco, addossato al pilastro, un piedistallo,
una parasta e una capitello. Modo di fare all’antica per realizzare un’architettura moderna.

Loggia completamente nuova. Nel secondo ordine di colonne, i ritmo dei pilastri è interrotto da
piccole colonne poste tra due pilastri. Al tempo elemento non accettato, perché la colonna sottile
si trova sopra l’arco del primo livello.

Logica molto rigorosa che tiene insieme i due livelli. Ionico al livello inferiore, corinzio al superiore,
veri care ordini.

Angolo del chiostro: pilastro dell’angolo. Non coperto da parasta. Parasta di ordine ionico
inglobata dal pilastro. Rimangono visibili alcune parti, un pezzo della base e della voluta.

L’organizzazione planimetrica è legata ad una direzione a 45° rispetto all’ingresso che taglia il
quadrato del chiostro. Nel pilastro ad angolo si incontra le due direzioni ortogonali delle maniche
del chisotro. Bramante seziona a 45° il pilastro. Continua entrambe le direzioni di colonne dai due
lati che si incrociano e nell’angolo le due paraste si incrociano.

Bramante dimostra di essere un architetto che conosce gli ordini, l’antichità e la pittura in
prospettiva.

1500. Perché in questa data bramante si sposta da milano a Roma?

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In occasione del giubileo, capisce che sarebbe stata occasione di lavoro. Ottiene qualche incarico
come pittore. Entra in un ambiente culturale, quello dei cardinali, entra in contatto prima con il
cardinale …., poi con il cardinale Carvajal,

Tempietto di san Pietro in Montorio.

Simbolo di rinascimento a roma. Uno degli oggetti più ra gurati anche dai contemporanei.
Consacrato da palladio che lo inserirà nel suo trattato di architettura.

Tempesto, edi cio sacro ma non chiesa, molto più simile ad un sacello. Bramante conosceva
bene la basilica di san Lorenzo a milano con i suoi sacelli, scrigni destinati a mantenere la
memoria di un martire.

Nel tempesto, sacello romano si custodisce l’impronta della croce su cui è stato croci sso san
dietro. Oggetto che ricorda il martirio del primo papa.

Tempio periptero a pianta circolare. Richiama l’architettura antica. Bramante ne aveva visti a tivoli
e altri nel foro romano, ma di ordine corinzio.

Tempietto di san Pietro di ordine dorico. Ordine dorico—-rappresentazione dell’eroe. Pietro è


l’eroe martire cristiano. Celebrato con un sacello, che è tempio e mausoleo.

Tempio dorico a pianta centrale tempio più adatto per celebrare un eroe.

Il pro lo della cella che custodisce l’impronta della croce, è un pro lo che ricorda il pro lo esterno
che bramante aveva disegnato per il sacello di ansperto a milano. Si tratta di una autocitazione.

Esterno del tempietto. Il tempietto è pensato al centro di uno spazio chiuso, sopraelevato dal
suolo con una serie di gradine. Quindi si rifa alla descrizione del tempio di Alberti nel trattato.

Tempio classico, dorico, sacello, chiesa Albertina a pianta centrale.

Tamburo, cupola estradossata, lanternino anche se non ha la funzione di far entrare la luce. Il
volume sopra è estremamente moderno. A mediare tra le due parti c’è una balaustra traforata con
ritmo autonomo.

Tempio che si vorrebbe classicista ma è eclettico.

Tempio a pianta centrale con cupola estradossata, tipo molto frequente nel periodo.

Es.tempio di santa Maria della consolazione a Todi.

es. chiedere primo esempio.

Intervento di bramante a roma nei primi anni del 500. Bramante muore nel 1514 a Roma.

Ponte ce Giulio II della famiglia della rovere, gli commissiona la realizzazione del Cortile del
Belvedere.

Spazio rettangolare, spazi diversi a quote diversi. Proporzioni di un antico circo. Luoghi pubblici
per tauromachie e altro. Ninfeo con grotta destinata ad accogliere una fontana. Terzo livello di
giardino superiore. Luogo destinato ad accogliere la corte papale.

Riferimento all’antico, il santuario ostina primigenia???? Riferimento all’antico per dare forma ad
architetture estremamente moderne.

Il cortile del belveder organizza spazi in un pendio. Alla quota più alta inserita una torre che
contiene una scala. Il pendio della rampa è sostenuta da colonne. Esempio le rampe elicoidale
costudite da francesco di Giorgio martini.

MICHELANGELO BUONARROTI. architetto.

Carlo Giulio Argan: michelangelo arriva all’architettura dalla scultura, passando per la pittura.

Arriva all’architettura tardi nella sua vita. Impegnato come architetto per la famiglia medici intorno
al 1516/17. Michelangelo architetto si svolge tra renze e Roma. La famiglia medici lo protegge
ma la famiglia ha fortune altalenanti. Nei primi anni del 500 lavora nel stesso cantiere di bramante.

Lavora per la Tomba di Giulio II (1545) ma anche come pittore nella cappella sistina.

Scultura, architettura e pittura in relazione tra loro.

Nel cantiere di giulio II della rovere, quando bramante muore e subentra Ra aello Sanzio,
michelangelo non sopporta il subordine rispetto a Ra aelllo. Si sposta a renze e viene coinvolto
in cantieri di architettura legati alla famiglia medici. Nateli di due ponte ci, leone medici e
clemente VII. Entrambi danno incarichi a michelangelo nel quartiere di san lorenzo in cui i medici
hanno la casa di famiglia, e la chiesa di san lorenzo, chiesa sottoposta allo ius patronato della
famiglia. Dai primi decenni del 400 subisce committente della famiglia, commissionano a
Brunelleschi la costruzione della sagrestia vecchia, la riforma della basilica di Brunelleschi.

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Palazzo medici. A michelangelo viene incaricato di tamponare con pareti la loggia d’angolo ed
inserire delle nestre. Michelangelo apprezza molto le nestre. La nestra è oggetto architettonico
e scultoreo. Michelangelo che non sottovaluta l’incarico, la nestra è un elemento per lui di
grande interesse.

Incarico da leone X: disegnare la facciata di san lorenzo. Michelangelo deve completare l’edi cio
di Brunelleschi, il grande maestro toscano. La facciata è la facciata di una basilica, facciata a
salienti. Brunelleschi disegna l’interno secondo una nuova architettura, architettura a prospettiva,
come avrebbe disegnato la facciata? Come si pongono i successivi rispetto alla facciata. Tutti
questi problemi sono stati risolti da Alberti costruendo la facciata di santa Maria novella.

Ponte ce che vuole costruire la facciata della chiesa di famiglia ma ricon gurandola. I medici non
sono più la famiglia orentina ma grazie al soglio ponti cio hanno raggiunto un livello superiore.

Prima di michelangelo consultati altri architetti, tra cui Ra aello.

Michelangelo Buonarroti scultore, pratica il non nito. Interrompe l’elaborazione progettuale di


un’idea e passa alla successiva.

Schizzo facciata san lorenzo: 2 ordini, una inferiore basamentale. La basilica ha 3 navate, con una
navata centrale più alta delle laterali. Prospetto che privilegia la direzione orizzontale, nella
tradizione toscana. Nella facciata della chiesa di san miniato al monte, l’artcolazione a salienti
veniva privilegiata nell’orizzontale.

Disegno che riprende la tradizione toscana, guarda Alberti, poco brunelleschi.

Michelangelo si forma guardando l’antico, lo guarda per superarlo.

Apparato trionfale. Rende chiaro il rapporto tra architettura e scultura.

Pianta sagrestia vecchia. Spazio progettato da brunelleschi per esponenti dei medici. Spazio che
è anche luogo di sepoltura, cappella sepolcrale, ma anche oratorio. Clemente VII commissiona a
michelangelo la sagrestia NUOVA, un mausoleo della famiglia.

La sagrestia nuova è la riproposizione in planimetria della vecchia. Spazio quadrato su cui si apre
un altro spazio quadrato con altare. Nello spazio devono essere 4 sepolcri, 2 Lorenzi e 2 giuliani.

Edi cio gemello al precedente. Ma non è una copia.

Tema brunelleschi: passaggio dalla vita terrena alla vita eterna. Numeri ricorrenti, 4, 4, 12.

Come michelangelo declina il tema?

Michelangelo riprende da brunelleschi la forma quadrata dello spazio. Utilizza gli ordini
architettonici, paraste, trabeazioni, archi. Usa la pietra serena grigia, disegna membrature
architettoniche, un telaio. Nelle pareti, monumenti sepolcrali. Arche sepolcrali, michelangelo vi
scolpisce gure accovacciate che rappresentano l’evolversi della giornata. Rappresenta la vita
terrena come il passare del tempo. Sculture esibite, pareti scolpite, non disegnate, profondamente
tridimensionali. Archittettura ha un ruolo secondario rispetto alla scultura. Michelangelo ci
racconta un mondo terrestre.

Paraste reggono una trabeazione. Fascia intermedia con grandi archi, e altro ordine di paraste.
Inserite nestre cieche con timpani molto sporgenti. Studiata l’illuminazione della varie statue a
seconda delle ore del giorno.

Copertura, 4 archi e imposta circolare per cupola, che evoca il modello del pantheon. Non nito,
dovevano esserci dipinti nei pennacchi e decorazioni a stucco nella volta. Processo di sintesi e
sempli cazione.

Finestre deformate, sono trapezoidali, accentuano la prospettiva. Timpano molto sporgente, fatto
perché possa essere visto da sotto. 4 nestre al centro della trabeazione e quindi degli archi,
compongono una croce luminosa. Osservatore in relazione con una dimensione ultraterrena.
Architettura sacra, scultura in relazione con l’architetta, e doveva esserci anche la pittura.

Clemente VII decide di regalare alla sua città d’origine, nanziare la costruzione dell’edi cio per
custodire il patrimonio librario della famiglia, iniziato con Cosimo de medici, e di metterlo a
disposizione degli studiosi. Viene costruita la BIBLIOTECA LAURENZIANA, se ne occupa
michelangelo.

Biblioteca laurenziana. Edi cio pubblico, ma dentro un complesso conventuale. Ingresso posto di
anco alla chiesa. Biblioteca costruita in una dei 4 bracci del sistema conventuale. Si accede
attraverso un vestibolo, la biblioteca è in un piano superiore rispetto al calpestio del
deambulatorio, separa i due spazi, da maggiore autonomia alla biblioteca.

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Michelangelo ha disegnato il vestibolo quadrato, co grande scala, posta al centro, non si
appoggia alle pareti e permette il passaggio di quota.

Vestibolo: sulle pareti michelangelo dispiega un racconto, pareti come testi, raccontano del
rapporto tra moderno e antico, tra architettura e scultura. Altissimo basamento, allinea i due livelli.
Scandisce le pareti con nicchie. Nelle pareti delle edicole. Alternanza di edicole e centine, tipiche
del pantheon.

Cornici e trabeazioni non sono rettilinee, ma ci sono interruzioni. Nelle nicchie non ci sono statue
ma colonne che non reggono nulla perché sono dentro la parete, sono un gioco, una libertà
rispetto alle regole vitruviane. Grandi mensole che non reggono nulla.

Angolo: pilastro a sezione quadrata inserito tra due angoli che chiudono l’angolo.

Autonomia dell’architettura rispetto alla scultura e a tutti i trattati.

Vestibolo sviluppato molto in altezza, più altro rispetto alla sala di lettura, sviluppo in altezza non
seguito da michelangelo.

scalinata. Elemento che media l’esterno e la zona “privata” dell’interno. Michelangelo voleva
realizzare la scala in legno di noce, necessario per relazionare l’architettura del vestibolo
all’architettura della sala, che per gran parte è realizzata in legno. Copertura in legno, come tutti
gli arredi, studiati da michelangelo. Inserisce oggetti che uniscono la funzione del leggio alla
funzione della seduta. Sala destinata alla consultazione aperta. Il libri sono posti sotto la
super cie del leggio.

Michelangelo realizza anche il pavimento, con disegni all’antica e molti disegni che vengono dalla
mitologia.

Michelangelo passa a roma gli ultimi 30 anni della sua vita.

Ponte ce Paolo III, famiglia farnese. Origine laziale, ma poi sviluppo in emilia. Stava costruendo
un palazzo commissionato ad antonio da sangallo il giovane.

Michelangelo chiamato a sostituire antonio da sangallo nel cantiere di palazzo farnese. Opere
parziali di michelangelo: nestra centrale, della dal d’onore, grande stemma di famiglia e disegno
del cornicione. Cornicione elemento fondamentale per un palazzo. Disegna il rapporto tra palazzo
e cielo. Disegna un cornicione altissimo con fregio con emblemi araldici della famiglia farnese.
Mensole e gocciolatoio con maschere. Antonio da sangallo rigido vitruviano, interno del cortile
disegnato come il prospetto di un teatro.

Michelangelo cambia le proporzioni della facciata con un cornicione altissimo, deve cambiare la
proporzione dell’ultimo ordine. (Inserisce un mezzanino di servizio tra secondo e terzo piano).

Operazione stilistica decorativa: abbandona il disegno tradizionale di sangallo. Nel terzo ordine
elimina il disegno degli archi, parete liscia interrotta da nestre, elemento interessante per
michelangelo.

Paolo III farnese commissiona a Michelangelo elementi per il complesso capitolino. Inizialmente
ha incarichi da scultore, basamento per la statua bronzea di marco Aurelio.

Michelangelo poi incaricato della costruzione di rampe e fontane dell’edi cio posto dietro la
statua di marco Aurelio.

Quello che abbiamo oggi non è opera di michelangelo ma di un incisore. Michelangelo non è
quindi del tutto l’architetto del campidoglio.

Opere da ricordare di michelangelo.


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Perché Leonardo non ha mai costruito?

Leonardo ha sempre studiato il movimento, i ussi, con il corpo umano studia il movimento. Per
l’architettura la studia in relazione alla meccanica, i movimenti, le forti cazioni, l’architettura
militare. Tiburio duomo: nel parla come un chirurgo. Leonardo si interessa di meccanica e di
dinamica, contrasta con gli obbiettivi di un architetto che deve lavorare lottando per costruire
qualcosa di fermo.

Esame. Chi sono gli architetti pittori e chi sono gli architetti scultori.

STORIA DELL’ARCHITETTURA 10/12

-Jacopo Barozzi, “il Vignola” architetto 1507-1573

-Andrea Palladio, architetto 1508-1580

Vivono contemporaneamente ma non necessariamente negli stessi contesti.

I primi due grandi professionisti. Per tutta la vita si sono impegnati nel mondo dell’architettura.
Enorme quantità di occasioni professionali.

Non hanno mai disertato la ricerca, entrambi studiosi, studiano l’antico. Guardano i maestri del
primo rinascimento. Frequentano i cantieri romani.

Innumerevole quantità di disegni per entrambi.

Hanno studiato, frequentato accademie.

Hanno scritto due dei maggiori trattati dell’età moderna.

Toccano tutti i livelli della professione. Rapporto complesso con la committenza. In parte se la
sono costruita. Sono stati anche una specie di vassalli di grandi famiglie.

Entrambi provengono dalla provincia.

Entrambi hanno un grande rapporto con Roma. Roma è ormai non solo una città ma un ambito
culturale, una dimensione, la romanità. Non fa più riferimento solo all’antico ma al moderno,
Roma grande capitale moderna.

Roma modello per le capitale europee che verranno costruite più tardi. Roma ricca di grandi
maestri. I contemporanei devono necessariamente recarsi a Roma per la formazione.

Roma è anche accademia, dal 500 accademie in cui si discute di architettura. Si paragona l’antico
con la modernità. Si discute vitruvio e si ripubblica. Azione corale per la ripubblicazione di vitruvio,
si sviluppa un’editoria.

Quindi Vignola e palladio scrivono oltre che lavorare.

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Entrambi lavorano tantissimo, molti cantieri diversi. Diversi temi di architettura. Civile, urbana,
religiosa, nel suburbio(prossima alla città ma campestre).

Secondo 500 periodo complesso e interessante. Società che inizia ad avere livelli diversi di
organizzazione. Tra committente e architetti vengono costituiti degli u ci, gure di grado
intermedio che rendono più di cile il rapporto tra architetto e committente. I rapporti sono
mediati, più opinioni. Ci sono scontri e concorsi. Architettura fondamentale nella modernizzazione
delle città.

Le tipologie edilizie vanno in crisi in questo periodo. Il sistema vitruvio-alberti va in crisi. Le


soluzioni diventano ibride, i riferimenti tipologici non sono più espliciti.

VIGNOLA

Viene da vignola, in provincia di Modena. Famiglia di artigiani.

Trattato:regola delle cinque ordini dell’architettura. 1562. In frontespizio. Barbuto, vestito


semplice. Compare dentro un’edicola, riprende alcuni suoi interventi. Inserito lo stemma della
famiglia farnese, per descriversi si lega alla famiglia farnese.

Nasce come pittore. Anche scultura, come collaboratore dello scultore primaticcio, si reca in
Francia per realizzare enormi sculture in bronzo.

Formazione lenta e complesso. Durante l’istruzione coinvolto in cantiere per opere di ingegneria,
strutturali, in particolare idrauliche. Personaggio con una formazione ricca, saperi diversi.

Si formai in emilia, soprattutto Bologna, seconda città dello stato ponti cio. Città attiva, con
antica università. Città molto ricca. Ospita eventi di scala internazionale. Città che orbita intorno
ala sistema feudale della famiglia farnese.

Fino al 1538 attivo come collaboratore.

Si recherà a roma per rilevare le antichità. Rileva i particolari degli ordini, del linguaggio
dell’antichità. Rappresentazione estremamente precisa. attento a mettere in relazione il caso
particolare al generale.

Piccolo trattato di una trentina di pagine in cui si spiegano i 5 ordini dell’architettura.

Non sono più gli ordini vitruviani, sono molto cambiate le proporzioni.

Trattato fondamentale no all’800. Trattato teorico ma non speculativo. Di carattere pratico ed


applicativo.

Capitelli esplorati in tutte le parti.

Ambiente bolognese importante per vignola, diventerà per un periodo l’architetto capo della
cattedrale di san petronio. Per importanza paragonabile a santa Maria del ore e duomo di
Milano.

Tema importante: costruzione di una facciata.

Bologna. Loggia dei banchi.

Edi cio pubblico, civile. Accogliere le funzioni del commercio, dell’artigianato e degli u ci pubblici
con estremo ordine. Forma di manica, delimita lo spazio della piazza. Costruisce uno spazio
articolato, si relaziona con il tessuto esistente.

Edi cio moderno, pochi riferimenti nella storia. Dal 1560 le grandi città italiane rinnovano il tessuto
medievale e devono sostituire gli edi ci rappresentativi. Edi ci che devono anche ospitare funzioni
che sono cambiate rispetto al medioevo. Spazio aperto e costruito entro in relazione. Costruire
città più comode e funzionali. Ma anche scenogra camente più adatte per la nuova città.

Popolazione divisa ora in parti diverse.

Portici, danno la possibilità di un a accio alle botteghe. Botteghe che tendenzialmente hanno due
livelli.spesso le botteghe sono u ci, botteghe di cambio. Primo ordine scandito da grandi pilastri,
con enormi paraste, con altrettanto grane trabeazione. Secondo ordine ospita gli edi ci pubblici.
Articolato su due livelli, 1°: aperture maggiori, 2°: piccole nestre. Ultimo spazio collocato nel
sotto tetto.

Richiama l’antico ma l’organizzazione delle botteghe è medievale. La parte moderna è quella


superiore con gli edi ci pubblici, occupa le nuove magistrature, permette una burocratizzazione
della città.

Edi ci simili: -U ci comunali in Piazza del Campidoglio.

-U zi. Progettati da Giorgio Vasari. Nascono per accogliere i diversi u ci pubblici


della città di Firenze. Alle spalle del porticato una serie di ambienti diversi che accolgono le varie
magistrature.

Roma.

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Spostamento nel 1550, sotto l’egida della famiglia farnese.

Interno di palazzo farnese. Vignola incaricato di terminare il progetto di michelangelo e de nire


aspetti dell’interno. Rivediamo le forme nel camino dell’edicola in cui si inserisce nella copertina
del trattato.

Focolare: elemento tecnologico, custodisce il fuoco. Il vignola li disegna per palazzo farnese.

Grande impresa per la famiglia farnese:

Caprarola, Viterbo.

“VILLA” FARNESE

Zona collinare. Dal 1550 indicativamente. Capriola feudo della famiglia farne. Occasionalmente
alcuni esponenti della famiglia risiedono in questa località, per interesse economici, sono anche i
feudatari. Esponenti tra cui sicuramente il cardinale D’Alessandro, divenuto ponte ce con il nome
di Paolo III. Grande complesso.

In realtà l’edi cio sorge inizialmente come rocca, insediamento militare. Connessione,
sovrapposizione di edi ci diversi.

Sangallo incaricato di disegnare una rocca. Forma pentagonale. Alla base 5 torrioni che
de niscono gli angoli.

Ad un certo punto a sangallo sia sostituisce vignola e deve ridimensionare la funzione da militare
ad ospitare la corte ponti cia, almeno una parte che occasionalmente si deve spostare da Roma
verso un luogo più sicuro e ameno per questioni diplomatiche.

Vignola cambia l’organizzazione della collina.

Edi cio pentagonale, con corte circolare. Di fronte un sistema di spazi aperti con scalinate
disegnate a tenaglia. Borgo di capriola spezzato a metà da una grandissima strada, per realizzarla
devono costruire ponti, che necessarie opere idrauliche.

Cambia radicalmente l’organizzazione del territorio.

Piazza pensata come scenogra ca. Palazzo che chiude la prospettiva della strada.

Articolazione su più livelli. Edi cio che incute un certo timore. Non più una fortezza, gli speroni
della fortezza sono stati trasformati.

Le facciate celano l’aspetto tridimensionale.

Livelli diversi:

-basamentale: riutilizza la fortezza

-grande loggia

-cornicione

-livello con 3 ordini di nestre.

3 livelli diversi oltre il basamento. 3 strati per 3 strati diversi della popolazione.

Ingresso con rampe a tenaglia. Permettevano l’ingresso a cavalli e portantine.

2 terrazze prima dell’ingresso nello spazio aperto. Nella prima terrazza un ingresso per le zone
sotterranee.

Nell’edi cio due ingressi ad altezze diverse.

Gerarchizzazione dei percorsi e degli spazi, corrisponde alla gerarchizzazione della società.

Palazzo compatto, monolitico. È che una villa, per il rapporto con la campagna. Con villa si
intende anche un’azienda agricola che produce. Corte interna circolare.

Villa perché rapportata a giardini, spazi non naturali ma realizzati sulla base del disegno di un
architetto. Nell’angolo opposto alla facciata principale, si trova una torre. In cima abitazione del
cardinale, a volte ponte ce. Abitazione in verticale, tipologia medievale, si svolge come una torre.

Palazzo, castello, residenza, villa, reggia. Di cile de nire la residenza farnese.

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Livelli interni. Livello a acciato sul terreno della corte. Livello due rialzato, rapportato a un
deambulatorio circolare interno. 3° livello, percorso interno che dava accesso alla vera corte.

Colonne nel secondo livello della corte interna, colonne di ordine corinzio. Corte scandita da
grandi archi.

Grande loggia in facciata, archi nel primo livello della facciata, concepiti come aperti, poi
tamponati con vetrate. Pavimenti con ceramiche, grandi a reschi nelle pareti. Sembra un giardino
arti ciale, da la possibilità di vedere il paesaggio.

Sezione trasversale. Il primo ordine di arcate (da rampe a tenaglia) da la possibilità di arrivare alle
cantine, con botti di vino, attività molto di usa nel luogo.

Secondo accesso, anche per carrozze, spazio quasi seminterrato, conduce al piano della corte.

Torre sul retro, altra tipologia a parte.

Scale. Importantissime. Sia private sia pubbliche.

Scala a elica per gli ospiti arrivati a cavallo per arrivare ai piani superiori.( Simile alla scala
accostata nel cortile del belvedere del vaticano.). La matrice è Francesco di Giorgio nel palazzo
ducale di urbino.

Scala a Leica in un vano circolare, padiglione autonomo coronato da grande cupola. Scala a
sbalzo sostenuta da doppie colonne, si di erenzia dalla scala di bramante che usava una scala
singola. Padiglione decorato da paraste binate, decorazioni parietali ad a resco.

Roma.

Committente: Papa giulio III. Si fa costruire una residenza suburbana. Parzialmente attribuibile al
vignola.

Le grandi famiglie spesso hanno proprietà immediatamente fuori le mura. Proprietà destinate alle
coltivazioni e al sostentamento delle famiglie. Dal 400 iniziano a diventare residenze, residenze
occasionale o per feste, o per eventi di carattere diplomatico.

I cardinali hanno spesso edi ci suburbani. Edi ci diplomatici, o di isolamento. Luoghi ameni.

VILLA GIULIA.

Situata a nord di Roma.

Esterno. Palazzo con ali laterali. Palazzo con due livelli. Portale: parte inferiore , arco trionfale, con
bugnato rustico per esaltare l’aspetto campestre. Arco sporge dal piano della facciata, coronato
da un balcone sulla sala principale. Balcone con ancora una arco quasi trionfale ma più gentile.

Interno sul retro. Spazio dal pro lo semicircolare, teatro ma anche portico. Si innesta nel disegno
di un arco trionfale. Entrambi i sistemi architettonici ben integrati, sistema alla greca con colonna
singola e trabeazione, sistema alla romana con arco e trabeazione.

Opposto si trova un ninfeo, luogo per bagni curativi.

Chiesa di sant’Andrea. Via Flaminia.

Chiesa che è una porta. Permetteva l’accesso alla proprietà. Edi cio che richiama il modello del
pantheon e lo declina in modo più rustico, suburbano. Secondo accesso al giardino di villa Giulia.
Luogo di sosta per chi arriva e esce da Roma. In relata dalla chiesa non si accede alla proprietà
del ponte ci, ma il ponte ce può fare il percorso inverso. È una cappella a bordo dell’enorme
proprietà del ponte ce.

Pronao con timpano, cornice dentellata che fa riferimento all’avancorpo. Poi pro lo circolare che
si riferisce alla rotonda. I 3 copri che costituiscono il pantheon qui sono compressi.

Vignola con semplici elementi descrive la suddivisione del pantheon.

Tra pronao e avancorpo non abbiamo colonne, ma paraste in stucco o intonaco. Negli angoli
parasta raddoppiata.

Cita anche la morfologia dell’intradosso rispetto all’estradosso.

Sintetizza gli elementi del pantheon.

La cupola circolare del pantheon diventa un ovale. Sperimentazione rispetto alle variazioni
partendo da edi ci con spazio centralizzato.

CHIESA DEL GESÙ

Chiesa madre della compagnia dei gesuiti. Costruita dal 1568 su progetto di vignola.

La facciata che abbiamo ora è di giacomo della torta.

Commissionata da Alessandro cardinale di famiglia farnese, fa da patrono all’ordine dei gesuiti,


fondato da Ignazio da laiola??.

Gesuiti. Regole della castità, povertà e obbedienza al ponte ce. Gesuiti si inseriscono in quadro
politico, si mettono a disposizione del ponte ce.

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Missione dei gesuiti: missione religiosa, ordine votato alla predicazione ma a un altro grande
obbiettivo, istituendo collegi, istituire un sistema scolastico di ordine superiore per formare gli
eredi maschi delle famiglia maggiori del mondo. Storia di una rete globale.

Chiesa annessa alla casa dei padri.

Consultati molti architetti tra cui michelangelo buonarroti. Assegnato a vignola grazie a farnese
che con molto denaro impone l’architetto di famiglia.

Edi cio AULA A PIANTA RETTANGOLARE. Destinato alla predicazione a una Granda quantità di
fedeli. Aula con volta botte lunettata. Spazi laterali, creano cappelli laterali con altari per santi
diversi, in comunicazione tra di loro con passaggi. Sopra queste cappelle corre una galleria
superiore che permette a accio su aula, destinata a religiosi che risiedevano nella casa professa.
Dalla galleria superiore potevano assistere alle funzioni senza confondersi con la popolazione.
Costruzione che impone una suddivisione gerarchica.

Edi cio complicato. Incastro tra una navata di impianto rettangolare con 3 cappelle laterali e uno
spazio quadrato con inscritta una croce greca. Agli angoli dello spazio quarto ci sono 4 spazi
circolari collegate da deambulatori minori.

Le pareti trasversali tra le cappelle sono contra orti.


Di cile dal punto di vista statico. Cupola nell’incrocio
della croce greca.

Connessione anche tra l’edi cio dei fedeli e la chiesa.

Vignola si ispira alla chiesa di san andrea a Mantova di


Leon battista alberti.

Committente vuole un edi cio monumentale e eterno.


Volta a botte più resistente rispetto agli incendi.

ANDREA PALLADIO (1508-1580)

Uno dei più grandi architetti della modernità.

Si parla di palladianesimo e neo-palladianesimo. Si capisce la sua grandezza.

Necessario partire dal contesto. Palladio non lavora a Roma. A Roma sarebbe stato uno dei tanti.

Lavora nella Repubblica Veneta. Luogo contribuisce al suo immenso successo. Periodo di grande
prosperità del luogo. Periodo di grande disponibilità nei confronti dell’elaborazione culturale e
artistica. Contemporaneo a Tiziano, Tintoretto, veronese.

Non periferica ma diversa centralità.

Costruì moltissimo. Soddisfa la società del tempo.

Estrazione modesta, glio di mugnaio, commerciante di farine. Si forma. Padova e poi si sposta a
Vicenza. Vicenza città che lo accoglie e in cui trova moltissimo spazio. (Ville palladiane patrimonio
universale dell’unesco.)

Vicenza, lavora come esperto di cantiere e latticini, ovvero esperto nel taglio delle pietre.

Tra 1551 e 1554 fa viaggi di formazione a Roma. Studia il patrimonio dell’antichità, autore di una
delle prime guide archeologiche della città di Roma. Si reca a Roma tantissime volte in quei pochi
anni, da solo o con altri intellettuali. Entra in contatto con le antichità ama anche con i cantieri dei
maestri. Vignola e palladio si scelgono maestri diversi. Per Palladio importanti Bramante, Ra aello
e Sebastiano Serlio (importante anche per vignola in quanto bolognese).

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Palladio entra in contatto durante la sua formazione con l’intellettuale GianGiacomo Trissino, lo fa
entrare nell’accademia della sua casa e gli attribuisce il soprannome di palladio, anche se il suo
soprannome era dalla gondola. Trissino grande personaggio, dalla pratica alla rielaborazione di
dettagli di architettura. Palladio non conosce il Altino ma frequenta ambienti, cenacoli culturali nei
quali si discuti del trattato di vitruvio. Formazione di tipo accademico. Accademie luoghi di
discussione rielaborazione culturale.

Ha iniziato a scrivere un trattato: I 4 LIBRI DELL’ARCHITETTURA. Pubblicati nel 1570, con 15 anni
di gestazione alle spalle.

Canaletto fa parte di coloro che rappresentarono gli edi ci di palladio per poi renderli quasi
mitologici.

Quadro canaletto: rappresenta anche progetti paladini mai realizzati. In questo caso il progetto del
ponte di rialto di palladio mai realizzato. Si vede anche il colonnato di palazzo chiericati a Vicenza.

I quadri di canaletto verranno di usi in tutta Europa.

Progetto mai realizzato del ponte di rialto. Ponte che è anche un mercato, ponte abitato,
caratterizzato dalla presenza in testate di due archi, che sono tempi. Mette in crisi le tipologie
vitruviane.

Obiettivo del trattato molto chiaro. Rivolto più ai dilettanti, scritto in volgare. Ben integrato tra
imagini e testi, imagini soprattutto di suoi progetti. Sono xilogra e, incise in legno. Obiettivo: si
pone come tramite tra gli antichi e la società dei moderni e le successive società.

1° libro: attenzione alla pratica, preparazione alla costruzione, materiali, 5 ordini.

2° libro: tratta le case, edi ci residenziali. Lo fa attraverso i suoi progetti.

3° libro:infrastrutture della città, strade, ponti, piazze, basiliche antiche. Antico esplorato e
classi cato.

4° libro: templi. Non si occupa di progettazione di chiese moderne. Disserta sui templi. Grande
conoscenza dell’architettura romana. Inserisce il tempesto in Montorio di Donato Bramante.

Trattato e cace, sintetico, essenziale. Molti criteri sul proporzionamento degli ambienti e il loro
dimensionamento.

Palladio maggiore esponente dell’architettura europea del 500.

Negli anni 50 del 900 si istituisce a Vicenza un centro internazionale di studi andrea palladio. Una
volta aveva sede nella basilica.

Basilica Palladiana

Se ne occupa dal 1546.

Concorso, selezionati progetti poi superati da un giovane palladio.

Edi cio in pietra, copertura in lastre di rame.

2 ordini di logge con grandi arcate. Edi cio di origine medievale. Simile al palazzo della ragione di
padova. Edi cio che veniva costruito dai comuni per due funzioni. Al pian terreno si trovano di
solito portici destinato a mercato, temporaneo con banchi in legno o con costruzione di oggetti
semipermanenti sopra il mercato si trova una grandissima aula e destinata alle adunanze. Grandi
riunioni dei rappresentanti della città. Anche il luogo in cui si amministrala giustizia. Perpetuano le
funzioni della basilica del medioevo.

L’edi cio di palladio è frutto dell’edi cio duecentesco originale. Viene allargato a dimensioni
inusuali. Tutto coperto da una copertura in legno, struttura a CARENA DI NAVE ROVESCIATA.
Copertura non costruita da palladio, ma nell’arsenale di Venezia.

Costruite logge per l’edi cio, al pian terreno logge con interasse più ampio.

Stessi temi della loggia dei banchi e del campidoglio a Roma???

Palladio disegna un involucro esterno. Resta tutto ciò che aveva ereditato dal passato, riveste gli
edi ci preesistenti, che lo vincolano a livello geometrico, il rettangolo di base è un trapezio
scaleno. Architettura, regolare, moderna, ispirata all’antico e compatibile con il preesistente.

Sa che deve costruire 2 logge, una per livello dell’edi cio esistente.

Costruisce una maglia di grossi pilastri che deve corrispondere almeno in parte ai pilastri già
esistenti. Addossi ai pilastri rettangolare delle semicolonne, doriche al piano terreno e ioniche al
piano superiore, colonne all’antica. Costituisce uno scheletro. Colonne e trabeazioni doriche, e
colonne e trabeazioni ioniche.

Ha delle luci diverse. L’angolo ha un problema, non è retto e deve essere retti cato il più possibile.
A ronta problemi diversi. Soluzioni puntuali ma stabilire una regola, le campate devono essere
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tutte uguali, o sembrare. Inserisce degli
elementi che associano i pilastri
principali a coppie di semicolonne.
Soluzione che appartiene alla storia
rinascimentale. Usato da Sansovino per
la realizzazione delle colonne per la
biblioteca di piazza san marco a
Venezia. Non inventato da Sansovino.

Questa disposizione si chiama


SERLIANA. Apertura maggiore con 2
aperture minori. Codi cata nel libro 4°
di Sebastiano Serlio. (Vedi immagine
sopra).

Serio ha scritto molto e lavorato poco.


Di Bologna ma si trasferisce in Francia.

La soluzione palladiana è una soluzione


di montaggio. Pesca da modernità e
antichità. Serliana usata anche da
Vasari, per risolvere la doppia testata
degli u zi sull’Arno.

Altro riferimento è la cappella Pazzi a Firenze.

La serliana relaziona un arco centrale maggiore, sorretta da frammenti di trabeazione, a loro volta
sorrette da colonne.

Perché Palladio sceglie la serliana?

Desidera la regolarità nelle arcate. Arcate identiche tra loro. Si inseriscono in campate diverse.
Varia la distanza tra il pilastro e le due colonnine, quindi la lungherà della porzione di trabeazione.
(Porzione perché non troviamo architrave fregio e cornice, ma solo architrave e una piccola
cornice). Non può cambiare la luce dell’arco perché dovrebbe cambiare l’altezza dell’arco. Non
può nemmeno modi care le proporzioni delle colonne perché sta rispettando gli ordini. L’unica
cosa che può modi care è la lunghezza della trabeazione. Sistema molto elastico.

Palladio dimostra di saper usare il linguaggio degli antichi e di averli superati.

LOGGIA DEL CAPITANIO.

Committenza pubblica, municpapilita di Vicenza.

Loggia al piano terreno e sala riunione al piano superiore. Palladio con la stessa richiesta nel lato
opposto della piazza non si ripete. Stessa tipologia ma diversa soluzione. Non più 2 ordini
sovrapposti ma un ordine molto altro, con attico forse in tempi posteriori. Edi cio costruito in
mattoni. Costruisce di fronte al suo edi cio, risolvere lo stesso problema ma non si cita.

Campagna.

CASE DI VILLA.

Toscana. Poggio a Caiano. Villa di Lorenzo de medici 1480. Architetto antonio da sangallo.
Residenza per i medici in campagna, controllano i coloni, l’attività produttiva. Ville luogo di
contrattazione, lavoro, ma anche ozio. Si ospitano anche gruppi di intellettuali.

Basamento con luoghi di servizio. Parte abitata collocata sopra il basamento. Grande sale di
ricevimento a doppia altezza, invece localizzati 4 appartamenti nei 4 angoli.

Al centro della facciata antonio da sangallo inserisce un tempio. Villa edi co civile privato. Il
tempio è un edi cio pubblico e sacro. Due ambiti opposti. Antonio da sangallo vuole sacralizzare
l’edi cio di famiglia. Trasforma la casa degli uomini in uno spazio sacro, attraverso un elemento
proprio dei templi.

Il timpano caratterizza il tempio. Casa come un tempio. Casa degli uomini diventa un tempio.

Roma. Villa Madama. Ra aello Sanzio. Villa suburbana per Leone X. Villa enorme. Scala imperiale.
Realizzata parzialmente da Ra aello. Palladio rileva questo edi cio nei suoi viaggi romani.

Ra aello. Spazi con ariosità propria della Domus romana. Anche Ra aello recupera le forme
dell’antico per riportarle nel moderno,

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Roma. Villa la Farnesina. Costruita sulla sponda opposta del Tevere rispetto a palazzo farnese.
Villa del banchiere Agostino tigi. Architetto Baldassarre Peruzzi. Villa suburbana anche palazzetto.
Confonde il tipo.

Volume centrale con due parti simmetriche che sporgono ad ali.

Giardini, vi collaborano pittori diversi, tra cui Ra aello sanzio, tramite la decorazione si vuole
mettere in relazione l’esterno con l’interno. Per questo siamo in una villa.

Casa disegnata da Trissino per se stesso.

Assume la farnesina come esempio. 2 torri con una parte preponderante di muratura. Parte
centrale simmetrica con arcate.

1540. Prima villa di Palladio.

Ne costudirà tantissime, 24 riconosciute dall’unesco.

Palladio si accaparra di un tema.

Porzione al piano terra per servizi. Scala che porta al volume abitato.

Si inventa un sistema per soddisfare decine e decine di committenti.

Tutti chiedono a palladio qualcosa di simile al tradizionale del luogo ma diverso. Matrice comune,
spazi gerarchizzati ma soprattutto utilizzare il timpano e declinarlo in decine di modi diverse.
Timpano associato agli ordini per sacralizzare la parte centrale dell’edi cio. Mischia tipologie
diverse, il sacro con il profano.

Non più una soluzione individuale, ogni soluzione rappresenta sé stessa in relazione gli altri.

-serie di arcate che sembrano l’ingresso ad una città, anche se si trova in campagna. Bugnato
rustico. Trabeazione dorica e gran timpano con stemma della famiglia.

Antico e moderno si mescolano per soluzioni diverse.

-edi cio con destinazione agricola, rurale. Loggia tripartita. Basamento separa l’edi cio rispetto al
livello della campagna. Ancora il timpano.

-paraste raddoppiate di ordine dorico, trabeazione dorica. Timpano posto sopra l’intero
prospetto. La facciata sembra una chiesa ma è una casa.

-due livelli, uno dorico e uno ionico.

-due fronti. La loggia aperta sul giardino e non sulla strada.

-villa che si allarga lateralmente nelle barchesse??, spazi di servizio. Grande scalinata. Tempio
esastilo, ionico, con grande timpano. Barchesse curvilinee.

-in questo caso le barchesse sono rettilinee. Piccola variazione rispetto alla villa precedente.

-villa barbaro.

-villa malcontenta: tempio esastilo, podio. Villa per due fratelli, due parti simmetriche, e
condividono il grande salone centrale.

ROTONDA.

Villa più trada. Padiglione a pianta quadrata. Costruita un acupola, si rifa al pantheon. Nei 4 fronti
4 templi ionici. Identici i 4 lati, permette di guardare spazi diversi. Cucine al piano sotterraneo. È
un grande padiglione per le feste.

3 chiese a Venezia. Cerca nomi. Portano le relazioni tra tempio e chiesa. Disegna straordinarie
chiese dove il tema importante è il disegno della facciata, riferimento pantheon, quindi
contemporaneamente arco trionfale e tempio.

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STORIA DELL’ARCHITETTURA 11/12

MILANO NEL SECONDO CINQUECENTO

-Galeazzo Alessi. 1512-1572

-Pellegrino Pelegrini. 1527-1596

Milano molto importante in Europa nell’ambito dell’organizzazione dello stato spagnolo di cui fa
parte. Tra il 1570 e l’84 diocesi di Milano sotto Ludovico Borromeo. Diocesi di Milano funzione di
guida spirituale.

GALEAZZO ALESSI

Originario di Perugia. Si forma tra Perugia e Roma.


Lavora a Perugia, Genova e anche Milano.

Aristocratico con formazione umanistica Perugia.


Frequenta le lezioni di Giambattista caporali,
specializzato nelll’interpretazione del trattato di
vitruvio.

Formazione da cortigiano. Possibilità di una serie di


contati, grazie alla famiglia e alla sua estrazione
sociale.

La scuola di caporali aveva l’obiettivo di una


rifondazione culturale dell’architettura. Arte che
connette le arti liberali e quelle matematiche.

Grande disegnatore, impara tra Perugia e Roma. A


Roma farà da assistente ad antonio da sangallo il
giovane.

Torna a Perugia a lavorare. Vari ambiti: architettura.


Militare, fondamentale nel secondo 500, ma anche
architettura civile e architettura sacra.

Perugia attiva la famiglia dei Sauli, tesorieri ponti ci di Perugia e di tutta d’Umbria. I sauli lo
invitano a trasferirsi a Genova.

GENOVA

Strategica in europa. Intorno al 1530 passa dall’essere una città satellite del potere francese a
essere una città antico comune, sottoposta al vassallato nei confronti dello stato spagnolo.
Importante per il porto. A Genova arrivano le truppe da Barcellona. Città importante dal punto di
vista militare.

Città molto attività per nanza e banchieri, appoggia lo stato spagnolo.

Quando arriva a Genova intorno al 1548, incaricato di forti cazioni del porto.

Porta del Molo:

La costruisce ex novo. Ci da info sulle relazioni tra arch militare e civile, tra pratica e teoria. Ha
esigenze di carattere difensivo. Si a accia sul mare con organizzazione a tenaglia. Porta difesa da
due bastioni che sporgono verso il mare. Alle spalle della porta si trova un edi cio che ha delle
funzioni anche di dogana. Passaggi fondamentale tra acqua e terra.

Alessi si è formato sui trattati, conosce bene i primi libri di serlio. Anche lui scriverà il Libro dei
Misteri. Utilizza gli ordini in chiave espressiva e utilitaristica. Portale rustico verso l’esterno, pietre
poco lavorate, aspetto terribile. Per il prospetto della dogana verso la città, paraste in pietra di
nale, ordine rigoroso dorico, 3 grandi arcate con paraste, trabeazione dorica, formelle con
stemmi che richiamano la città.

Portale rustico, è una citazione letteraria. Viene dal 4° libro di Sebastiano serlio. Serlio aveva
spiegato svariati esempi, Alessi sceglie dal catalogo. Elimina il timpano di serlio e inserisce un
attico con epigrafe dedicatoria, sembra un arco trionfale.

Riferimenti usati in modo colto per risolvere problemi moderni.

-i Sauli gli assegnano la costruzione della Chiesa di Santa Maria Assunta di Carignano. Posta
sulla Collina di caricano. Dimensioni inusitate rispetto a Genova. Collina che era separate rispetto
al resto della città.

Oggetto architettonico costruito su una collina, per essere visto da lontano, dal mare. In relazione
con il paesaggio genovese.

La chiesa ha 2 altissimi campanili, altissima cupola con grande lanterna sulla sommità. Oggetto
con grande valore paesaggistico.

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Edi cio pensato su livelli diversi. Ha un piano basamentale. Per la costruzione necessarie opere di
livellamento. Grande timpano, con nestra. 2 torri campanarie, costruite incastrando oggetti uno
sopra l’altro. Gioco di costruzioni.

Dietro il grande timpano centrale, si vede il tamburo con la


cupola, ricoperta di standole alla ligure. Balaustra nella
cupola, si poteva passeggiare.

Nel secondo 500 edi cio sacro trattato come un tempio. I


trattatisti del periodo parlano di templi e non di chiese.

Balaustra in prossimità del punto di imposta della lanterna,


c’è un percorso calpestabile. La cupola, i campanili, la
lanterna, sono tutti ambienti percorribili da alcuni. Si può
circolare tutto attorno al tamburo, si può godere del
paesaggio genovese.

Pianta: base quadrata. Inscritta nel quadrato una chiesa a


croce greca. All’incrocio dei bracci uno spazio delimitato
da 4 pilastri, enormi, potenti, reggono un grandissimo
tamburo. Alle estremità del quadrato di base, 4 volumi in
cui si dovevano innestare 4 campanile, alla ne 2.

Si creano spazi satelliti con questa disposizione, invece


spazi molto importanti, si ha la possibilità da aprire
cappelle nella muratura con altari.

Pianta centrale particolarmente complessa. In due pilastri inserite scale a chiocciola.

(Progetto di Giuliano da Sangallo. Progetto che nei primi anni del 500 giuliano propone al
ponte ce dopo un progetto di bramante per San Pietro in vaticano. Il progetto di Alessi proviene
dallo studio romano di Alessi presso sangallo. Le due piante hanno caratteri simili.

Sangallo disegna una pianta quadrata con croce greca, deambulatorio e spazi satelliti. Sangallo
però non disegna uno spazio libero e uido. Alessi disegna uno spazio molto più libero
riprendendo il modello di Antonio da Sangallo.)

Alessi, come vignola e palladio, si riferisce all’antico e lo rielabora, avendolo visto mediare
dall’opera di Mestri come Antonio e Giuliano da Sangallo e Donato Bramante.

Moneta: Progetto di Bramante. Immagine di un edi cio a pianta longitudinale, immagine di un


timpano in facciata e un atrio.

Figura accostabile al progetto di Alessi, anche se avrà avuto altri documenti.

Tutte le città italiane svogliono essere la 2° Roma, anche genova.

Cupola: tamburo altissimo con deambulatorio. Dall’esterno vediamo un guscio. Aperture maggiori
arcuate e aperture minori architravate. Memoria del tempesto di san pietro in Montorio. Sopra
vediamo un altro attico, con camminamento, poi una lanterna. Oggetto complicato.

Diventa un grande mausoleo della famiglia Sauli. Ci sono privilegiati che hanno la possibilità di
salire e percorrere tutti i percorsi con balaustre.

Dalle balaustre si vede nelle colline una serie di edi ci che vengono costruiti anche da Alessi per
varie famiglie di nanzieri, banchieri con rapporti redditizi con lo stato spagnolo.

Primo periodo trado 400entesco, in cui esponenti


delle principali famiglie italiane abitano in città
ma per alcuni periodo si spostano e risiedono in
zone leggermente lontane dalla città per
condizioni climatiche vantaggiose. Genova in
questo è molto conveniente.

Le ville di Alessi risentono dei modelli che furono


gli stessi di palladio, villa madama, Farnesina
(villa del banchiere tigi)—emulazione dei
banchieri genovesi.

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Ville: volumi molto semplici, piante semplici, privilegiano alcuni assi, longitudinale e trasversale.
Hanno ambienti per il ricevimento, sale esposte al sole, al mare.

Hanno anche appartamenti veri, nelle ville ci si poteva fermare anche per mesi.

Loggia centrale, disegnata tripartita. Disegnata attraverso l’elemento della serliana.

(Le ville genovesi sono state rappresentate dal pittore Rubens.)

Ville ricche di citazioni di ciò che ha visto Alessi a Roma.

Balaustra sul tetto, disegna il rapporto tra l’edi cio e il cielo.

Ordini dorico e composito, nella loggia retrostante ordine ionico. Elementi alto ricchi dal punto di
vista decorativo. Giardini attentamente disegnati da Alessi. Cantieri che impiegano una grande
varietà di artisti.

Alessi si cimenta anche in opere di idraulica, sa progettare gli e etti arti ciosi delle fontane.

I principali committenti della Genova spagnola avviano anche una riorganizzazione della città,
fanno costruire case moderne, per famiglie che no a quest’epoca hanno abitato la zona
medievale della città. Si chiamavano alberghi, cittadelle che avevano zone residenziali,
commerciali e religiose. Spazi non regolati da progetti armoniosi. Dal 500 si decide di costruire un
nuovo quartiere a partire da una nuova strada, STRADA NUOVA. Pensa dai tecnici della città
come una grande strada sulla quale si a acciano una serie di blocchi residenziali per le varie
famiglie coinvolte. Tra gli architetti scelti dalle famiglie c’è anche Alessi.

Si studiano soluzioni per risolvere il problema in modo comune e poi adattano le soluzioni ai vari
casi per personalizzare i singoli blocchi.

Opera di razionalizzazione della città e modernizzazione.

Nel 1557 Galeazzo Alessi viene chiamato a Milano da un banchiere. Colui che presta denaro allo
stato spagnolo e a famiglie milanesi. Decide di costruirsi un palazzo nel centro, Palazzo Marino.
Dopo l’unità d’Italia municipio milanese.

Tommaso Marino presta denari, credito, guadagna tantissimo denaro. Nel 57 a da il progetto ad
Alessi. Alessi si occupa del progetto per poco perché marino fallisce e l’edi cio rimane
incompleto.

Oggi vediamo una facciata costruita dai primi anni del 900 quando si riforma e completa il
palazzo.

A ne 800 si vedeva piazza della scala, la statua di leonardo da vinci, e varie case a acciate alla
piazza. Case con volumetrie di erenti. Serie di edi ci forse di origine medievale che formano un
isolato compatto e regolare. Diventa una roccaforte del banchiere.

Opera di ripristino di Beltrami nei primi anni del 800. Colui che ripensò anche il castello sforzesco.

Da pizza san fede vediamo la facciata di Alessi.

3 ordini. Scansione orizzontale non troppo evidente. Importantissimo cornicione sulla sommità.
Con balaustra non accessibile, media il rapporto con il cielo.

3 livelli, basamento, piano nobile, piano superiore. Disegnata con accostamento in verticale di
nestre. Finestre si susseguono con ritmo serrato.

Committente che ostenta il suo livello nanziario, facciata rivestita in pietra, marino compra delle
cave per approvvigionare la costruzione. Assoluta novità per Milano, no a questo momento le
facciate milanesi erano molto diverse, realizzate in
mattone, rivestito esternamente in intonaco, spesso
a rescato con motivi araldici e fregi, nestre incorniciate
da elementi in cotto. Il portale d’ingresso distingueva
l’edi cio. Il progetto di Alessi è molto diverso da tutto
questo. Si può parlare di horror vacui, neanche un
millimetro lasciato vuoto. I milanesi non apprezzano
l’edi cio.

Colonne di ordine dorico. Finestre incorniciate


pesantemente, con colonne con rocchi. Finestra con
sopra nestrino con mezzanino.

Nell’ultimo ordine inserite delle erme, gure femminili che


alleggeriscono la parte superiori. Dal bassi si parte da
dorico, allo ionico a suggestioni oreali, fregio a greche
nella parte più alta.

Edi cio anomalo per il milanese.

Organizzato secondo un progetto di stampo


rinascimentale.

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Residenza disegnata come un isolato libero in tutti i lati. Permesso da una serie di acquisti fatta
dal banchiere. Impianto rettangolare. 2 maniche parallele sui lati lunghi, una su san fedele e l’altra
su piazza della scala. Grande salone al piano terra unisce le due maniche, fatto anomalo nel tipo
del palazzo. Ne esce una forma ad H. Non simmetrico rispetto all’isolato. Identi ca una corte
quadrata e una rettangolare. La corte quadrata serve per accogliere gli ospiti.

Dalla corte possono accedere ad un


salone trasversale, che forma la H, salone
da ballo. Vestiboli laterali, accesso dalle
piazze. Dai vestiboli disegnate delle scale
private per i 3 nuclei familiari.

La parte a acciata sul cortile quadrato è


destinato a Tomaso. Le porzioni a acciate
sulla corte rettangolare, 2 corpi di fabbrica
destinati ai gli. Appartamenti su più livelli.

Tutti gli appartamenti possono usare il


grande salone baricentrico.

Grande salone al pian terreno, elemento


molto strano.

sezione. Copertura realizzata in legno e


stucco. Il salone centrale gestisce tutta l’organizzazione volumetrica, spazio a tripla altezza.
Poste delle sale che permettevano di vedere gli ospiti nel salone da ballo dall’alto. Sala
riccamente decorata di stucchi e pitture realizzate da maestranze genovesi chiamata da Alessi.

Milano città molto fertile per le maestranze di pittori, scultori, ebanisti.

Cortile quadrato di palazzo marino. Cortile scandito da serliane. Serliane nel primo ordine, nel
secondo ordine Alessi sovrappone una serie di arcate sorrette da maschi di murature, scandite da
erme con decorazioni molto ricche e più sopra cartigli con narrazioni di imprese. Nel punto più
alto un fregio. Decorazione molto ricca, frutto della passione artistica di Galeazzo. Il secondo
ordine quindi risulta molto più pesante visivamente rispetto al primo.

Edi cio problematico per milano. Dopo il fallimento di marino l’edi cio viene con scato
dall’autorità regia che mette l’edi cio sul mercato ma nessuno lo acquisto. Ritenuto non adatto
alle abitudini milanesi. Edi cio troppo grande, gerarchizzato, disegnato. Edi cio senza giardino e
che deve anche essere portato a termine.

Edi cio rimane propria della regia, ne a tta delle parti e diventa anche in parte magari, per
esempio per il sale.

I milanesi lo de niscono un paesaggio da cardinali, che non vivono a Milano. Considerato


inappropriato.

(Cortile interno. Soluzione d’angolo. Colonne sostituite da pilastri quadrangolari.)

Parte superiore più pensante nel cortile. Forse un modo per ricordare un giardino che non era
possibile nel centro della città. Altro motivo è che è più semplice costruire un muro al secondo
livello piuttosto che trasportare delle colonne al secondo livello. Inoltre le colonne hanno un
prezzo altissimo. La soluzione in murature, pietra cotta stuccata, è più conveniente.

Edi cio fallimentare.

Dopo l’unità d’Italia, l’edi cio con varie permute viene passato dallo stato al comune.

L’idea di marino si legava al progetto di strada nuova. Avrebbe voluto far partire dall’ingresso del
suo portare una strada che arrivasse no a piazza dei mercanti, centro medievale della città di
Milano dove si trovavano edi ci per l’amministrazione della giustizia e del mercato: botteghe di
materiali di ferro. In piazza dei mercanti studi di mercanti, notai e banchieri. Voleva collegare casa
e u cio in poche parole, costruire una specie di strada nuova milanese. Il progetto non riesce.

Piazza dei mercanti: piazza chiusa con al centro broletto di origine medievale, con tipologia
analoga all’edi cio di Vicenza con mercato al piano terra e stanze di amministrazione al piano
superiore.

1561.1562: Milano decide di rinnovare il cuore medievale e civico della città.

Progetto destinato a trasformare in chiave moderna la piazza dei mercanti. Destinato a


trasformare una parte della piazza nel palazzo dei giureconsulti.

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Il progetto è di Vincenzo Seregni, a contatto con Galeazzo Alessi. Anche Alessi viene chiamato
per una parte dell’edi cio, il portale.

Palazzo dei giureconsulti.

Rinnovato dopo il 1558,61,62.

Nel 59 uno dei giureconsulti viene eletto papa, papa pio IV. Finanzia la costruzione 500entesca di
palazzo dei giureconsulti.

Edi cio concepito come la loggia dei banchi, gli U zi. Porticato con serliane e banchi. Sopra un
livello con corridoio che poteva essere percorso dai giureconsulti. Edi cio moderno, trasformato
per i nuovi costumi della città.

Oggi sede della camera di commercio di Milano.

PELLEGRINO PELLEGRINI

Viene dal sottocenere, zona sotto il monte cenere.

Zona che ha dato i natali a moltissimi artigiani, professionisti


attivi nel settore delle costruzioni. Popolazione migrante che
spostandosi dalle località d’origine ha lavorato in tutta la
penisola ma anche in altre nazioni.

La famiglia di pellegrino è una famiglia di pittori. Si forma


come pittore ad a resco. In realtà è un grande disegnatore.

La sua attività da pittore che si svolge a Bologna con il padre


non ha dato grandi risultati.

Si sposta da Bologna e va ad Ancona, dove è impiegato come


architetto militare, attivo nel rinforzo delle forti cazioni, in
questo momento messe in crisi dalla guerra.

Nel 1559, quando pellegrini è ad ancona, è governatore della


marca d’ancona Carlo Borromeo, giovane cardinale,
esponente di una famiglia toscana di mercanti la cui madre è
sorella nel neo eletto ponte ci. Lo invia in quanto cardinal
nipote a governare la marca di ancona.

Carlo Borromeo appartiene a una famiglia di mercati, famiglia


che dal 400 governa una serie di fortezze. Carlo è nato nella
fortezza di Arona.

La comune origine dal ducato di Milano e l’interesse per le


forti cazioni, avvicina pellegrino al cardinale.

Nominato dal papa …???

Si intrecciano rapporti di stima tra pellegrino e Carlo Borromeo. Pellegrino viene inviato dal
cardinale con una serie di incarichi professionali.

Si intrecciano la costruzione di una chiesa moderna e il tempio.

Chiesa di san Barnaba. Alessi

Chiesa di san Fedele. Pellegrini.

Entrambe le facciate, Barnaba antecedente, disegno di Galeazzo Alessi. Hanno caratteri che le
accomunano. Facciata su due ordini, con grande timpano superiore. In facciata ci sono edicole
articolate in entrambi gli ordini. Ingresso lungo l’asse di simmetria e una nestra superiore. Spazio
ad aula unica, ce lo dice la facciata con un solo ingresso.

La soluzione di Alessi è molto più decorata di quella di pellegrino.

Entrambi hanno un basamento. Pellegrino con semplici colonne ioniche, alessi con più colonne
addossate, ordine molto articolato. Alessi pone un timpano molto più volumetrico.

Chiesa di San Fedele.

Si a accia sulla stessa piazza di palazzo marino. Costruita dal 1569. Costruita inglobando una
chiesa con la stessa dedicazione. Chiesa dell’ordine dei gesuiti. Chiesa di san fede annessa alla
casa professa, analoga alle chiese di carattere conventuale del periodo medievale.

Commissionata dai gesuiti. Riferimento per i gesuiti perché Pellegrino è l’architetto del vescovo, di
Carlo Borromeo.

Facciata: organizzata con una suddivisone orizzontale, con ordini, edicole, cartigli, formelle, alcuni
inserimenti a basso rilievo e statue a tutto tondo nelle nicchie.

Si mettono in relazione architettura degli ordini con la scultura, architettura e decorazione. Grande
portale, protiro alla medievale reinterpretato, copertura a cantina riccamente decorata.

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Alcune parte dell’edi cio realizzate in pietra d’angora rosata, molto preziosa.

Prodotto ra nato e colto.

L’aspetto particolare non è la facciata il lato. Lato molto singolare, viene costruito prima della
facciata. Disegnata e proporzionata come la facciata. Semicolonne, capitale, trabeazioni, timpani,
nestre, porte nestre con balaustra. Risulta come una facciata di una casa. Non accade
frequentemente che il anco sia così studiato. Perché?

Architettura unica, l’architetto vuole dimostrare di conoscere le problematiche competitive degli


ordini. Pagine teorica molto importante. Molti illustratori illustrano il anco della chiesa,
percepiscono l’importanza.

Perché pellegrino espone la sua sapienza nel lato?

Nel 1567 Carlo Borromeo pubblica istruzione per la manutenzione degli edi ci ecclesiastici, si
dice che la maggior parte delle decorazioni vanno in facciata, mentre i lati devono essere più
sobri. Collabora alla scrittura anche pellegrino.

Dieci anni prima pellegrino va in contraddizione. Perché?

La chiesa di san fedele è una chiesa a pianta rettangolare, navata unica, su cui si innesta
presbiterio con abside. Pellegrino progetta solo l’aula. Scatola suddivisa in due campate quadrate
identiche. Identi cate dal disegno delle coperture e dal
posizionamento di 6 colonne libere e gigantesche,
addossate alle pareti interne dell’edi cio. Non sono
elementi decorativi. Su queste colonne vengono
costruiti archi sia sulle pareti sia trasversali, per
permettere volte a vela.

Compongono due giganteschi baldacchini


processionali. Danno luogo ad un’aula con sviluppo
longitudinale.

Le volte nell’interno disegnano delle porzioni che


aderiscono allo schema dell’arco trionfale, arco
centrale più grande, a anco nicchie più piccole con
confessionale. Sopra portali che permettevano ai
gesuiti di ricavare corridoi rialzati per esistere alle
funzioni senza scendere nell’aula. Il recinto della
scatola è quindi molto scavato. Le colonne quindi sono
necessarie per la rmitas. Reggono gli archi. Mettono
in relazione il disegno dell’interno e il disegno
dell’esterno. Il disegno dell’esterno parla dello
svuotamento della scatola muraria, necessario per
questioni di carattere pratico permette di inserire altri
laterali, e sopra si può accedere a palchi e coretti.
Disegno che relazione rmitas utilitas e venustas.

(Pianta chiesa di san fedele: vediamo anche qui percorsi nella muratura laterale.

Tema del collegio: tema che appare intorno al 1560. Collegio come il seminario destinato ad
accogliere studenti che si insediano in città universitarie stabilmente.

Collegio Borromeo di Pavia inizialmente per 40 studenti poi 100 su richiesta di carlo borromeo.
Sostenuto economicamente dallo zio ponte ce. Progetto a dato a pellegrino pellegrino, nel 63
pellegrino inviato a Pavia da borromeo.

Borromeo vuole un edi cio isolato, simile a un palazzo, ma inedito.

Pensato insieme ad un grande giardino, costruito nel 600. Si esce dal collegio verso il giardino
attraverso un grande portale.

Edi cio pensato in forma di palazzo. Tipologia che integra un’origine ecclesiastica con il palazzo,
per creare qualcosa di nuovo.

Facciata elaborata, grande portale che segue il modello di serlio a genova. Scale monumentali ai
lati, salire dal terreno al piano primo.

Eclatante la corte. Edi cio costruito da 4 maniche su una corte quadrata monumentale. 2 ordini di
loggiati, con colonne binate, con cornici da cui si dipartono arcate. Angolo: 3 elementi associati a
90 gradi. 2 ordini, inferiore dorico, superiore ionico. Alle singole campate corrisponde l’interno
dell’edi cio. Ad ogni campata abbiamo una porta di ingresso, ognuna di ingresso per le case degli
ospiti del collegio. Ogni studente ha le proprie stanze , solo successivamente alcuni di questi
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alloggi sono pensati per essere più sfruttati e quindi accessibili da ingressi minori. Appartamenti
su due livelli al pian terreno e alcuni su un livello al piano superiore.

Edi cio che ospita anche una cappella, un refettorio.

Cardinale risiede nella sede episcopale??. Borromeo ospita vescovi e arcivescovi alla residenza
nella sede episcopale.

Pellegrino deve ristrutturare la residenza stabile del vescovo, vuole risiedere di anco alla
cattedrale, vuole fare dell’arcivescovado medievale un edi cio moderno.

Piano basamentale praticamente privo di aperture, porta monumentale con stemmi dei borromeo,
piano superiore con gli u ci.

Il complesso episcopale milanese composto analogamente a un palazzo ,organizzato intorno ad


una corte. La maggior parte dell’arcivescovato dedicata ai canonici del duomo dei Milano.
Religiosi aristocratici, appartengono all’istituto ecllesisatico, sono privilegiati, possono risiedere in
abitazioni private e non di carattere monastico. Però tendevano a vivere in case private.

Borromeo ordina a pellegrino di costruire la canonica per ospitare in case private I canonici.

Per realizzare la corte bisogna sanare contrasti politici con il governatore spagnolo.

Grande corte su due livelli. Pilastri bugnati, rivestiti di cioppo, e arcate. Decorazione molto severa.
Inserimento discreto di una serie di maschere simboliche.

Lungo i porticati pellegrino inserisce una serie di case per i canonici. Ogni canonico ha la propria
casa.

Canonici al pian terreno avevano una cantina, canonica al piano superiore hanno un solaio. Servizi
comuni, pozzo, stalle. Scale per accedere ai diversilivelli.

Borromeo chiede di realizzare strada sotterranea tra canonica e i sotterranei del duomo di Milano
per i mesi invernali.

Architettura che collega i collegi ai seminari.

Scuderie arcivescovili annesse alla canonica.

Edi cio a pianta decagonale e deambulatorio. Doppio ordine con rampa pendente. Muli custoditi
al caldo, con mangiatoie. Ambiente per custodire in modo fondamentale i mezzi di locomozione.

Chiesa del Lazzaretto.

Chiesa a pianta centrale che in realtà è un padiglione. Celebrazioni per i malati del lazzaretto.
Costruito per rendere il centro visibile da tutti i presenti. Scandito da serliane.

Escurial. Dintorni di Madrid.

Pellegrino lavorerà molto per il governo spagnolo, in forti cazioni, infrastrutture. Lavorerà anche
per privati cittadini.

Finirà la sua carriera dopo la morte di borromeo, si sposterà a Madrid nel gigantesco cantiere
dell’escorial, tornerà a lavorarci anche come pittore per la biblioteca escurialense.

I rapporti tra milano e la Spagna sono molto fertili, grande circolazione di artisti.

Progetto di Filippo II è ala costruzione di un gigantesco monastero, con biblioteca, convento, villa,
giardini. Uno dei primi edi ci che rappresenta il potere europeo declinato in chiave architettonica.

Composto da un recinto, articolata da una serie di corti.

Nel baricentro grande chiesa intitolata a san Lorenzo. Grande cupola, lanterna altissima, con
guglie. Due campanili. Oggetto che incastro di oggetti diversi che rimandano a modelli italiani.
Senz’altro una citazione all’ospedale milanese di Filarete. Su un grande sistema di corti si innesta
la chiesa.

Dal 1550 l’Italia inizia ad esportare soluzioni, modelli architettonici. Europa in cui tante idee
circolano e si mettono in relazione.

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STORIA DELL’ARCHITETTURA 18/12

IL CANTIERE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO IN VATICANO

Periodo tra XVI XVII secolo.

Racconto dell’intreccio di tante storie diverse, che hanno formato una vicenda secolare.

Nell’ambito di trasformazioni politiche, il cantiere ha una storia intrecciata con il resto.

Successione dei diversi ponti cati, che sono i committenti, hanno un ruolo istituzionale, ma sono
anche uomini politici. Possono provenire da famiglie opposte, alcuni vengono dal mondo curiale,
altri sono laici costretti ad inserirsi nel mondo curiali, altri appartengono a ordini religiosi. Lo stato
temporale è un organismo nazionale, il ponte ce è il sovrano, ha anche potere temporale.

Essere a capo dello stato ponti cio signi ca avere


molti rapporti con alleati europei e italiani.

Ponte ci.

Giulio II, Giuliano della rovere. 1503-1513

Leone X, Giovanni de’ Medici. 1513-1521

Clemente VII, Giulio de’ Medici. 1523-1534

Paolo III, Alessandro Farnese. 1534-1555

Pio IV, Giovanangelo Medici di Marignano. 1559-1565

C’erano più architetti contemporaneamente, un responsabile e una struttura piramidale di vari


architetti.

Giubileo. 1500. Data fondamentale.

Incisione: foglio di carta che viene impresso tramite il procedimento della stampa, invenzione
400entesca. Incisione che riporta la basilica di origine costantiniana di san Pietro in vaticano, in
ligrana leggiamo la pianta della basilica progettata da Buonarroti.

Nella basilica costantiniana nell’abside si trovava un punto in corrispondenza di dove si pensava


fosse sepolta la tomba di san Pietro. La tomba di Pietro identi ca un’asse spaziale ma anche
simbolica. Chi ricostruisce la nuova san Pietro deve ripartire da quel punto cardinale trasformando
lo spazio.

Disegno di un visitatore. Disegna un panorama, il panorama del cantiere di san Pietro. Relazione
tra modernità in costruzione e antichità.

Sepolcro di Giulio II della Rovere.

Nell’ambito di ammodernamento il pappa intende dare una posizione, un valore altissimo al


proprio sepolcro. Questione nevralgica.

La basilica di san Pietro in vaticano nasce come basilica funeraria. In questo senso, il volere di
Giulio II che intende rinnovare Roma e che intenda collocare la propria sepoltura di anco a quella
di san Pietro, è un fatto particolare, soprattutto se viene incaricato Michelangelo Buonarroti, il
massimo scultore del periodo. Michelangelo è colui che avrà più volte incarichi di questo tipo,
esempio sagrestia vecchia di san Lorenzo.

Tomba che cambia, si evolve in pochi anni. Può essere pensata come mausoleo autonomo, deve
trovare una collocazione libera, oppure vista in modo più tradizionale come tomba addossata alla
parete. Diversi modi di vederla. Tormento di Michelangelo Buonarroti.

Diverse sculture, es. i prigioni.

Piano di Pergamena.

Disegno realizzato su pergamena, ha origine animale, la carta ha origine vegetale.

Vediamo il raddoppio di un disegno che rappresenta la metà dell’edi cio. Spesso gli architetti in
casi di simmetrie, realizzavano solo metà disegno per non sprecare pergamena.

Opera di bramante, custodito presso il gabinetto dei disegni degli U zi. Rappresenta molto
probabilmente la prima soluzione planimetrica che Bramante o re a Giulio II intorno al 1503.

Punto di partenza rispetto ad un contatto tra Giulio II e Donato Bramante. Bramante arriva a
Roma nel 500 in occasione del giubileo.

Bramante è uno dei maggiori architetti italiani.

Cosa chiede il papa a Bramante? Chiede un progetto per la ricostruzione della basilica. Il cantiere
di riforma della basilica costantiniana era già iniziato anni prima su progetto di Bernardo
Rossellino. Si fermarono alle fondazioni. Ora il papa pone a bramante il vincolo di utilizzare ciò
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che aveva fatto Rossellino. Il nuovo edi cio deve anche conservare gli edi ci che sono annessi
alla basilica. Deve essere anche rispettoso degli ingressi con il palazzo ponti cio a lato.

Giulio II chiede a bramante un progetto per un edi co a croce latina, sviluppo longitudinale, vuole
richiamare la basilica costantiniana, di cui si dovevano recuperare le misure.

Giulio II chiede anche tanto spazio per le funzioni religiosi, di poter recare il suo monumento
sepolcrale che sta per essere scolpito da Michelangelo. Chiede di fare attenzione anche nella
parsimonie delle spese.

La prima proposta di Bramante raccoglie solo


in parte le richieste, in modo autonomo si
contrappone alle richieste del committente,
Giulio II.

Profeta una grande chiesa a pianta centrale.


Croce greca inscritta in una pianta quadrata. A
45° troviamo uno spazio centrale polilobato.
Pianta centrale a croce greca inscritta in un
quadrato a doppio guscio. Enorme
baldacchino centrale, intorno un
deambulatorio quadrato, nei suoi vertici degli
spazi a croce greca. Da questi spazi si accede
attraverso vestiboli a 45° in 4 spazi . Dai
perimetro quadrato sporgono 4 absidi
semicircolari. In corrispondenza delle absidi ci
sono dei vestiboli che fanno sporgere le absidi
come autonome.

4 cupole al centro di quadrati che hanno lato


metà del lato del quadrato complessivo.
Pianta disegnata sulla base di un foglio
quadrettato, maglia quadrata.

Le absidi hanno una forte autonomia.

Spessori molto esili della muratoria, e molto lavorati. Bramante a ascinato dai grandi complessi
termali in muratura, terme di caracollo o di Traiano. Complessi in muratura con copertura in
mattoni o in concreto, gettate in calcestruzzo. Ci ricorda la cupola del pantheon.

Monumento sopra la tomba di Pietro, monumento Giulio II, altare celebrazioni. Sono elementi che
nelle prime proposte sono mobili.

Il progetto di bramante in alzato ci appare come un grande tempio a pianta centrale, con una
grande cupola centrale, 4 cupole laterali, e 4 campanili.

Moneta del 1506, in occasione della prima pietra di san Pietro ricostruzione. Il disegno sulla
moneta ci ricorda il pantheon.

Chiaro il collegamento che giulio II e i successivi committenti vogliono costruire tra la Roma antica
e la Roma moderna. Passaggio che ha permesso a ponte ci e architetti di incatenare i riferimenti.

Duomo di Pavia, edi co che bramante doveva conoscere


bene, edi ci a croce latina con grande sviluppo della
parte presbiterale, tanto da diventare centralizzato. Con
spazi accessori intorno al grande spazio quadrato.

Architettura che ha ispirato bramante.

Progetto ri utato dal committente. Criticato molto dal


secondo architetto della fabbrica, Giuliano da Sangallo.
Presenta un progetto alternativo a giulio II. Ripropone un
acroce greca iscritta. Risolve problemi, sostiene che la
pianta di bramante non fosse accettabile per la rmitas.
Riprende gli elementi proposti da bramante ma gli spazi
sono molto diversi, gli spazi sembrano ritagliati nella
muratura. Progetto molto più forte per la statica.
Distrugge gli spazi uidi di bramante. Percentuale
diversissime tra pieno e vuoto.

Bramante ridisegna un’altra idea sul retro dello stesso


foglio di sangallo. Amplia lo spazio del deambulatorio delle absidi. Ne discute con il papa.
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Bramante da moltissima importante ai ussi, ai deambulatori.
Accetta i 4 grandi pilastri per la statica.

Sullo stesso foglio bramante disegna due riferimenti che inglobano


abside e deambulatorio. Disegna anche il duomo di Milano e un altro
edi cio, chiedi quale.

Nessuno dei due progetti viene portato avanti.

Bramante muore nel 1514. Qualcosa si inizia a costruire, lascia in


eredità il suo progetto al suo collaboratore Ra aello Sanzio. Anche
lui da Urbino, anche i pittore. Prosegue con l’edi cio a pianta
longitudinale, con grande sviluppo delle absidi sia centrale, sia
quelle ai lati del transetto.

Probabilmente all’inizio bramante pensa a 5 navate.

Ra aello disegna colonne a x che divino l’aula in 3 navate.

Ra aello muore nel 1520. Curia disperata. Il progetto viene


lasciato interrotto.

A Ra aello subentra Antonio da Sangallo Il Giovane, nipote


del vecchio. Già inserito nel cantiere, con ruolo subalterno a
Ra aello. Legato per parentela a giuliano da sangallo.

Antonio prende il progetto a croce greca e lo unisce


all’eredità lasciata da Ra aello. Aggiunge un grande atrio,
costruisce una facciata con 4 torri. Presuppone giganteschi
pilastri a L per reggere la cupola. Progetto molto complicato
ma diventa il progetto da seguire.

Anche Baldassarre Peruzzi presenta una sua versione, si


basa sul progetto su pergamena. Ribadisce la necessità di un
grande mausoleo a pianta centrale, aggiunge un grande
pronao con colonne, avrebbe permesso di riutilizzare le
colonne della basilica costantiniana.

Paolo III Farnese sostiene Antonio da Sangallo. Viene


realizzato un gigantesco modello d’architettura in legno, scala vicino all’ 1:40. Modello in cui si
può camminare all’interno.

Spazio centralizzato, croce greca, pianta quartava, grande cupola, due ordini di tamburo. A
questo si accosta un atrio, atrio pensato a fungere da arco trionfale, ma come una specie di ponte
rispetto alla facciata. Facciata caratterizzata da due altissime torri campanarie. Composte da una
serie di oggetti diversi, sovrapposte. Tutto scandito dagli ordini classici, dorico, ionico, corinzio
sovrapposti, interposti da un attico che diventa anche piedistallo. Prevedono la sovrapposizione
degli ordini.

Il sistema usato nei prospetti dell’edi cio è quello dei teatri romani, sovrapposizione degli ordini.
Antonio da sangallo è un rigido vitruviano.

Antico modernizzato, architettura degli imperatori che diventa architettura dei ponte ci.

Antonio muore nel 1546. Momento critico. Nel frattempo Lutero fa partire la riforma protestante, la
chiesa cattolica viene criticata. Criticato il cantiere, assorbe grandi nanziamenti che si dice
provengano dalle o erte dei pellegrini. Critiche morali, cantiere visto come un problema, contrasta
con gli obiettivi religiosi della religione. C’è una grossa crisi della committenza.

Morto Antonio da sangallo, bisogna sostituirlo.

Ponte ce del tempo è Paolo III Farnese e sceglie Giulio Romano. Aveva dato grandi risultati a
Mantova. Da li all’incarico Giulio Romano muore.

Paolo III conosce bene Michelangelo Buonarroti, artista a tutto tondo della modernità. Nel 1546
Michelangelo ha 72 anni, quando viene chiamato dal papa Michelangelo è riluttante. Cantiere
troppo impegnativo.

La fabbrica assorbiva tantissimo denaro.

È il periodo del concilio di Trento, 1545-1563.

Michelangelo, dopo un momento di ri uto decide di accettare.

Si fa protagonista di un processo di riforma. Solo lui può riscattare il cantiere. Licenzia tutti gli
uomini del cantiere dei sangallo. Interrompe i rapporti con l’istituto giuridico che amministrava la
fabbrica. Decide di interloquire solo con il papa. Decide di presentare un nuovo progetto.

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Attacca il progetto di Antonio. Pianta
sbagliata, poco luminosa, troppi ordini di
colonne, troppe guglie, troppi tritumi, la
de nisce un’architettura alla todesca,
disordinata come l’architettura gotica.
Insulto incredibile per un architetto
vitruviano. Progetto che si è allontanato
dall’antico e dalla bella maniera moderna,
chiede mano libera e lavora gratuitamente.
Si de nisce mandato dal signore.

Decide che bisogna tronare al progetto di


bramante, la de nisce una pianta chiara e
schietta, luminosa. Chiunque si è
discostato dia bramante si è discostato
dalla verità.

Progetto.

4 lati del deambulatorio. Ribadisce il


deambulatorio di bramante e lo sempli ca.
Spazio centrale con tomba di Pietro, si
incrociano i bracci ridimensionati.

I pilastri dello spazio centrale sembrano


dettare una cupola ottagonale e non
circolare.

Intorno posto un guscio. 4 absidi con nicchie. Quadrato di base ribadito da pilastri triangolari che
sono i limiti del guscio.

Si creano delle torri comprese nello spessore della muratura, ospitano scale a elica.

Pianta centrale a doppio guscio. Baldacchino che regge la copertura e guscio intorno.

Paramento interno con disegno semplice e funzionale. Paramento esterno che disegna un guscio
polilobato. Tra gli elementi c’è un’architettura tra le pareti.

(Pellegrino Pellegrini riprenderà quest’idea in san fedele.)

Due architetture diverse separate e unite dall’architettura inclusa nelle pareti.

In alzato.

Alzato molto semplice. Riprende il disegno di bramante.

Da forma a una grande scultura continua, scandita in verticale da paraste giganti. Paraste in
mattoni e intonaco. Capitelli molto grandi e armonizzati. Trabeazione che corre tutto intorno. 4
cupolette con tamburi negli angoli del deambulatorio. Grande cupola sopraelevata grazie a un
gigantesco anello d’imposta. Tamburo circolare scandito da ordini. Sopra una grande calotta
emisferica. Riprende il pantheon ma nelle forme molto distante da esso. Calotta con nervature,
doppia calotta, interne e sterna, con lanterna. Calotta alla romana ma con forti richiami a
Brunelleschi.

È il progetto de nitivo, quello che


verrà costruito.

Esterno ricoperto in travertino.


Bramante pensava ad un utilizzo
della muratura.

Oggetto semplice nella scansione


in verticale, ma incredibilmente
articolata da un grande scultore
come Michelangelo.

Nelle campate libere tra le paraste


inserisce delle nestre. Inserisce
tante nestre.

Attico: realizzato non secondo il


disegno di Michelangelo, ma
secondo un architetto che gli
succederà, perché siamo arrivati al
1564, morte di Michelangelo. Muore il più grande artista mai apparso no a quel momento.

Quando muore la fabbrica è molto avanzata. Costruita l’imposta, il tamburo ma non la calotta.

In foto il rapporto tra interno ed esterno, a colone corrispondono le paratie dell’interno. La cupola
nell’interno che sottolinea le nervature della cupola.

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Michelangelo sceglie bramante, si basa sul suo progetto, anche come escamotage. Si basa su un
progetto ri utato, si basa su un architetto autorevole per scavalcare tutto ciò che è in mezzo.

Michelangelo segue l’idea di bramante non la sua forma. Connessione mentale. Michelangelo
imbevuto di loso a neoplatonica.

Si ha un grande problema nella successione a michelangelo.

Michelangelo lascia in sospeso la de nizione della facciata. Non bisogna più costruire un grande
mausoleo, ma una parte di città.

Problema del costruire lo spazio antistante la facciata.

Fondamentali: Urbano VIII, Innocenzo X, Alessandro VII. Tre grandi committenti, non sono solo
entusiasti nei confronti dell’architettura, ma lasciano grande libertà agli artisti. Non si identi cano
in uno stile, non legano la propria rappresentatività a un solo stile. Apprezzano la variazione, le
di erenze, i contrasti.

Sia i ponte ci sia gli artisti sono molto legati alle loro
origini.

Giacomo della porta è uno dei tanti lombardi, proviene


dalla diocesi di Carlo Borromeo, attivissimo in molti
cantieri romani. Lo stesso si può dire per Fontana,
Maderno e Borromini.

Bernini dominatore della scena. Controlla una


grandissima varietà di progetti e scale.

Retro. Scansione dell’ordine gigante. Ricorda la scansione del pantheon. Attico che permette di
coprire il sistema delle coperture. Copre ciò che c’è di irregolare dietro.

Michelangelo prevedeva cupola estradossata con tamburo, cupola a calotta a doppia copertura.
Si estradosso sia intradosso sono caratterizzati dal disegno dei costoloni, rimando a brunelleschi,
opposto al pantheon, che sottolineava gli anelli della cupola.

Quando muore michelangelo è stato costruito solo il tamburo. Giacomo della porta guiderà la
costruzione con una variazione. La cupola non è a tutto sesto ma ha una sezione ad arco di sesto,
più goticheggiante, più verticale che orizzontale. Costruzione più sicura per stanca secondo della
porta. Si avvicina al modello brunelleschiano.

Giacomo della porta è anche architetto della facciata della chiesa del Gesù di vignola. Facciata
fondamentale, la facciata è una scena. La città dalla seconda metà del 500 e poi nel 600 inizia ad
essere usata come un grande teatro, cerimonie, processioni, grandi folle di fedeli coinvolti in riti e
forme di ritualità nello spazio esterno. Le facciate diventano quinte, scene.

Sono anche un grande esercizio architettonico.

La città moderna viene costruita basandosi sugli ordini classici.

La cultura architettonica nella seconda metà del 500 e nell’inizio del 600 inizia ad avere un forte
carattere di autonomia. Gli architetti diventano autonomi rispetto alle altre arti, c’è una tradizione
architettonica a cui guardare.

Facciata di san Pietro in vaticano.

Grande anello strutturale della cupola. Quadriportico con tutti gli edi ci successi nel tempo.
Destra: palazzo apostolico in vaticano. Sinistra:

Obelisco neroniano: ruolo importantissimo per lo spazio fronteggiante la facciata e per la


costruzione della facciata stessa.

L’obelisco neroniano si trovava nella spina dell’obelisco del circo di Nerone.

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Quando si decide di dare forma allo spazio antistante l’antica chiesa costantiniana si decide di
trasportare l’obelisco. Domenica fontana,
architetto comacino, inventa una serie di
macchine che gli permettono di tagliare
l’appoggio di pietra dell’obelisco e di
collocarlo in asse rispetto alla basilica che
stava sorgendo e alla basilica costantiniana.
Domenico Fontana decide di utilizzare tante
macchine, argani che in sinergia lavorano
insieme per trasportare e erigere l’obelisco
di fronte al nuovo edi cio.

In viola. Tracciato circo neroniano.

Obelisco trasportato dal punto 3 al punto 5. In nero basilica costantiniana. In giallo basilica di san
Pietro.

L basilica di Costantino verrà demolita dal 1607.

Carlo maderno inizia a lavorare a san Pietro nei primissimi anni del 660, viene dal lago di Lugano.

Scaricato di risolvere il problema della facciata. Dal 1603 maderno costruisce la facciata la chiesa
di Susanna. Lavora sul tema di mettere in relazione le caratteristiche dimensionale e tipologiche
della facciata con l’interno dell’edi cio e l’esterno con la città. Maderno molto conservatore,
ricorda anche la chiesa di san fedele. Ma aggiunge du ali laterali, con delle volute, per collegarsi
all’esterno. Volute comode per collegare le orizzontalità alle verticalità.

Maderno deve occuparsi di problemi molto seri della basilica di san Pietro. Aveva lasciato
insoddisfatto gli ecclesiastici che pensavano che la pianta centrale non fosse utile, mancava la
navata, gli spassi accessori e gli
altri laterali. Maderno quindi deve
occuparsi della facciata e degli
spazi che vengono aggiunti.
Maderno prolunga uno dei 4
bracci della croce greca, il
deambulatorio diventa la musa
delle navate. Allo spazio
longitudinale aggiunge lo spazio
trasversale del nartece, a cui
corrispondono due torri. In questo
modo ricava anche lo spazio della
loggia delle benedizioni. Si limita a
fare un’aggiunta. Prolunga il
disegno di Michelangelo per
disegnare la facciata.

Trasforma il disegno di
Michelangelo. Il disegno di
maderno è più tradizionale. La navata odierna è stata rivestita da Gian Lorenzo Bernini, costruisce
il pavimento di tarsie marmoree, aggiunge decorazioni.
Invece maderno aveva pensato a materiali più poveri.

Rimane l’arco di Michelangelo a separare la croce greca di


Michelangelo dal prolungamento di Maderno.

Alla morte di Maderno subentra Bernini. Il prospetto di


maderno è tradizionale, in continuità. Bernini lo eredita.
Bernini ha una carriera lunghissima nel cantiere.

Immagine. Al pronao tetrastilo è attaccato un elemento


tessile lunghissimo che de nisce un percorso sorretto da
elementi in legno. Allestimento. Anche a destra della
facciata rivediamo lo stesso elemento, elemento di ingresso
per i signori che scendono dalle carrozze.

Tema molto importante per i committenti. Tanto che nel 600


Bernini viene incaricato dopo un concorso di costruire
realmente quegli spazi e meri prima in tessuto e legno.

Obelisco diventa il centro della composizione di bernini.

Lo spazio del sagrato diventa privilegiato, per cerimonie


religiose. Si crea un ovale con asse traverso, al centro
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obelisco e poi costruita una fontana. Costruito un colonnato. Piazza con una teatralità, rimanda
all’ovale dell’arena, scenogra co, tipologia antica per il moderno. Nel perimetro un colonnato,
percorso che ricorda il percorso e mero in tessuto, viene resa eterna. Strepitoso cantiere di
bernini tutto costruito in pietra.

Sagrato disegnato grazie a lunghissime maniche, con schema a doppia paraste, nestra e sopra
trabeazione.

Colonne costruite con rocchi e trabeate, non frequenti a Roma. Le colonne de niscono
un’architettura straordinaria, non ha precedenti. Il colonnato non è utile a niente se non a porre un
limite alla piazza e permettere a tutti di percorrere i bordi della piazza essendo protetti da sole e
intemperie, architettura accogliente. Memoria dell’antichità e il tramite è palladio. Bernini è un
architetto classicista, in alcuni sensi palladiano. Colonnato che ricorda vagamente le barchesse di
palladio. Bramante lo declina in chiave monumentale. Parte centrale con volta a botte, asseconda
il pro lo curvilineo. Facendo una sezione trasversale del porticato abbiamo una serliana, sopra le
colonne abbiamo una trabeazione, architettura che richiama architettura non ha rimandi esterni.

Grande tempio lungo il colonnato che chiudeva lo spazio. Oggi abbiamo perso l’e etto teatrale
voluto da bernini perché durante il fascismo si demolisce una parte del borgo del vaticano e si
apre la via della conciliazione. Riduce ad una inquadratura la facciata di carlo maderno.

Bernini è anche grande pittore e scultore, unico che può essere paragonato a michelangelo.

Nartece di maderno. Angolo destro del nartece, in posizione critica. Punti di arrivo del braccio
destro che recinge il sagrato. Spazio che era percorribile dalla carrozze. Percorribile dagli
altolocati che potevano accedere ai palazzi vaticani. Si arrivava ai palazzi vaticani anche
attraverso la cappella sistina. Percorso teatrale. Bernini posiziona una statua equestre di
Costantino al termine del nartece in una nicchia. Costantino su un cavallo agitato dal simbolo
visto da Costantino di notte che lo porta alla conversione e ad essere il primo imperatore
cristiano. Evento drammatico enfatizzato dalla presenza del tendaggio che sembra mosso dal
vento, provenienza soprannaturale del vento. Bernini vuole dirigere lo sguardo di chi arriva verso
l’alto e verso sinistra. Il tendaggio fa girare lo sguardo all’osservatore e gli fa vedere la scala regia.
Scala che porta no alla corte del ponte ce. Oggetto che viene pensato con utilitas, rmitas e
venustas.

Sinistra la scala con na con la basilica, a sinistra bernini costruisce un muro. Bernini è tra due
muri, quello della basilica e quello della cappella sistina. Deve costruire una scala. Inserisce un
colonnato, enfatizza il cono
prospettico, ha una pianta
trapezoidale. Le colonne sono
spostate dalle pareti per motivi di
statica, ma la scalinata viene
percorsa centralmente. Diverso dal
colonnato in cui con la stessa
sezione si separavano i ussi tra
carrozze e pedoni.

Le colonne progressivamente
diminuiscono la loro altezza.

Anche in questo caso la sezione è


quella di una serliana.

La scala è pensata per non fare


fatica salendo.

Bernini capace di unire arti diverse.

Baldacchino n bronzo.

Metallo nei monumenti.

Due ambienti dei palazzi vaticani leggermente disassati. Bernini per dissimulare la giacitura
sghemba crea un boccascena, dissimulare un’architettura antistatica. Costruisce un grande
tendone, elemento tessile che viene sollevato da dei putti che ci fanno capire che quell’architrave
può volare.

Bernini è uno scultore straordinario. In più è un regista teatrale e attore dilettante. Lo studio di
prospettive, scenogra e e quinte gli viene da quell’esperienza.

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