Testi Esame 2022
Testi Esame 2022
Testi Esame 2022
1
IL GELSOMINO NOTTURNO di Giovanni Pascoli
2
LAVANDARE di Giovanni Pascoli
3
TEMPORALE di Giovanni Pascoli
Un bubbolio lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare,
tra il nero un casolare,
un'ala di gabbiano.
4
La SIGNORINA FELICITA di Guido Gozzano (sez. VI)
VI.
5
Ed io non voglio più essere io!
Non più l'esteta gelido, il sofista,
ma vivere nel tuo borgo natio,
ma vivere alla piccola conquista
mercanteggiando placido, in oblio
come tuo padre, come il farmacista...
9
1. Di queste case
2. non è rimasto
3. che qualche
4. brandello di muro
5. Di tanti
6. che mi corrispondevano
7. non è rimasto
8. neppure tanto
9. Ma nel cuore
10. nessuna croce manca
Un’intera nottata
Buttato vicino
A un compagno
Massacrato
Con la bocca
Digrignata
Volta al plenilunio
Con la congestione
Delle sue mani
Penetrata
Nel mio silenzio
Ho scritto
Lettere piene d’amore
10
1. E il cuore quando d’un ultimo battito
2. avrà fatto cadere il muro d’ombra,
3. per condurmi, Madre, sino al Signore,
4. come una volta mi darai la mano.
5. In ginocchio, decisa
6. sarai una statua davanti all’Eterno,
7. come già ti vedeva
8. quando eri ancora in vita.
11
Cigola la carrucola del pozzo,
appartiene ad un altro…
12
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità
Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende …)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
14
Camminiamo una sera sul fianco di un colle,
in silenzio. Nell’ombra del tardo crepuscolo
mio cugino è un gigante vestito di bianco,
che si muove pacato, abbronzato nel volto,
taciturno. Tacere è la nostra virtù.
Qualche nostro antenato dev’essere stato ben solo
– un grand’uomo tra idioti o un povero folle –
per insegnare ai suoi tanto silenzio.
17
18
C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e
non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci
sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è
da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa
ch'io possa dire «Ecco cos'ero prima di nascere». Non so se
vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di
balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del
duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla
campagna, magari era la figlia dei padroni di un palazzo,
oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia
due povere donne da Monticello, da Neive o perché no da
Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto?
19