Il video parla di come i primi 3 secondi di un contenuto sui social siano fondamentali per catturare l'attenzione. Tramite esempi nella vita reale come le relazioni amorose e altre situazioni, spiega come 3 secondi non siano sufficienti per conoscere veramente qualcuno o qualcosa e che sia necessario prendersi più tempo.
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Il video parla di come i primi 3 secondi di un contenuto sui social siano fondamentali per catturare l'attenzione. Tramite esempi nella vita reale come le relazioni amorose e altre situazioni, spiega come 3 secondi non siano sufficienti per conoscere veramente qualcuno o qualcosa e che sia necessario prendersi più tempo.
Il video parla di come i primi 3 secondi di un contenuto sui social siano fondamentali per catturare l'attenzione. Tramite esempi nella vita reale come le relazioni amorose e altre situazioni, spiega come 3 secondi non siano sufficienti per conoscere veramente qualcuno o qualcosa e che sia necessario prendersi più tempo.
Il video parla di come i primi 3 secondi di un contenuto sui social siano fondamentali per catturare l'attenzione. Tramite esempi nella vita reale come le relazioni amorose e altre situazioni, spiega come 3 secondi non siano sufficienti per conoscere veramente qualcuno o qualcosa e che sia necessario prendersi più tempo.
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TITOLO: 3 secondi non bastano
Una giovane donna si rivolge direttamente in macchina,
invitando concitatamente lo spettatore ad aspettare. È agitata, parla in fretta, dice qualcosa a proposito del fatto che i primi 3 secondi di un video sono fondamentali sui social. “Che poi” continua ragionando a ruota libera “ti sembra possibile che un video o funziona nei primi 3 secondi oppure niente? In 0,05 minuti uno dovrebbe colpire, intrigare, commuovere, elargire consigli di vita, curare malanni, garantire vincite al superenalotto... Tutto purché lo spettatore rimanga lì! Ma ci pensi – è sempre lei a continuare, rivolta in camera – se usassimo la stessa regola nella vita reale?”. “Pensa all’amore. Ora, non parlo di quei pochi baciati dalla fortuna che hanno avuto UN colpo di fulmine e sono rimasti insieme tutta la vita. Quelli che in 3 secondi BAM!”. Stacchiamo su due teenager non bellissimi, con apparecchi, acne e tutti i peggiori optional dell’adolescenza. I due si scontrano per strada, si guardano imbambolati e subito si dicono all’unisono “Ti amo”. “Su questi esseri mitologici non ho niente da dire, se non che gli auguro una vita meravigliosa, lunga e felice”. Mentre lo dice, però, il suo sorriso è tirato, parla a denti stretti, ogni parola le costa tremendamente – la sua è un’invidia esasperata. “Parlo invece di me e te, esseri umani normali - con una normale dose di sfiga. Per noi che le storie d’amore non sono autostrade dritte, di quelle comode a quattro corsie, come quando una volta nella vita ti riesce una partenza davvero intelligente e non trovi nessuno e stai da dio. Ma no, per noi sono un garbuglio di strade sbagliate, strette, sensi unici, code, cani che attraversano, incidenti. Come cercare di passare nei vicoli di Genova centro all’ora di punta con un TIR da 24 ruote. Ecco, per noi già è difficile, figurati se dovessimo far tutto in tre secondi. IO sarei fregata”. Seguono i primi tre secondi di alcune delle sue relazioni. Ogni brevissimo episodio ha in basso a destra un timer e si stoppa sull’ultimo frame, sottolineato dal DING di una macchina da scrivere. Primo piano di un ragazzo bellissimo che entra in un ristorante e guarda a filo macchina con un sorriso splendido; primo piano della ragazza, che si stava ingozzando di panazzi del McDonald: le è caduta la mascella. Salse, patatine e pezzi di hamburger ovunque sul suo volto – non esattamente il ritratto del fascino. DING! La ragazza è in bici, attraversa la strada sulle strisce ciclabili e un’auto quasi la investe, fermandosi un millimetro prima. Lei urla sguaiatissima, il volto deformato: ‘STO STRO- DING! Notte, fuori da un locale. La ragazza, evidentemente alticcia, ha un cocktail in mano e accenna un brindisi che vorrebbe essere sensuale. Un bel ragazzo risponde al cin, dubbioso. La ragazza si piega sul cestino della spazzatura accanto a lei in preda a un improvviso conato. DING! “A giudicare dai primi 3 secondi, 3 relazioni da buttare. E invece hanno avuto un loro senso. Ovviamente sono finite, eh, ve l’ho detto della mia sfiga, ma per un po’ ognuno di questi tre uomini mi ha fatto felice. Giuro! E pensa ai primi 3 secondi in cui hai fatto l’amore”. La ragazza e il suo compagno sono sotto le lenzuola, impacciati. Sono 3 secondi di “No, aspetta…” “Così?” “No no, forse se mi gir-” DING! “Ai primi 3 secondi in cui hai guidato un motorino”. La ragazza traballa su uno scooter, rigidissima. Ondeggia pericolosamente e va inesorabilmente verso un muro. DING! “Ai primi 3 secondi di un lunedì mattina”. La ragazza è a letto. Contemporaneamente suonano la sveglia, il citofono, il telefono fisso, un raggio di luce violenta la colpisce, bussano alla porta, un martello martella, il motore di un aereo si avvia. DING! “Ai primi 3 secondi di una vita”. Un neonato piange. Questa volta niente DING. “3 secondi non bastano per niente. Non bastano nella vita e neanche sui social. Non bastano perché dobbiamo prenderci le cose con più calma, godercele, assaporarle, darci il tempo. E anche a Natale, ci vogliono più di tre secondi per fare gli auguri come si deve, per dimostrare agli altri che teniamo a loro, che gli diamo valore, che gli dedichiamo del tempo”. “E allora? Allora - lentissimamente, in modo da metterci più di 3 secondi, segnalati dal timer già visto prima – BUUUU- UUOOOOOO-OOOOOON NAAAAAA-TAAAAAA-LEEEEEE!”. Ora diretta a filo camera, verso il regista, smettendo i panni del personaggio. “Erano più di tre secondi vero?”. Poi di nuovo in camera “Va beh, auguri!”.