Due Secoli Di Pensiero Linguistico

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Humboldt rinnova università.

1810: fondazione Università di Berlino


modello “università humboldtiana”: conciliazione ricerca e insegnamento,
articolazione in discipline.
1821: prima cattedra di linguistica: statuto autonomo e
indipendente. Nascita figura professionale linguista.
Interesse per diversità lingue: linguisti ricerca rapporti parentela tra varie lingue con
metodo storico-comparativo.
Nel 1800 linguistica si separa da logica(vs 1700 affini). Lingue non più concepite
come espressione pensiero universale ma entità storiche soggette a
cambiamento. Interesse per discipline biologiche: anatomia comparata,teorie
evoluzioniste e geologia.
Anatomia comparata sviluppo per opera di Cuvier, studia correlazioni tra organi
diverse specie animali, individuando omologie. Due organi sono omologhi
quando derivano per discendenza diretta da una stessa struttura presente in
antenati comuni, anche se la loro funzione è diversa. Analoghi quando pur
manifestando funzioni simili, non possono essere ricondotti a un’unica struttura
antica.
L’anatomia comparata fu presa come modello dai primi linguisti storico-
comparativi: corrispondenze tra strutture morfologiche o fonologiche di lingue
diverse fecero ipotizzare derivazione da stessa lingua madre.
Teorie evoluzioniste. Darwin 1859 “l’origine della specie”. Mutamento specie
biologiche dovuto a discendenza con modificazione: individui sviluppano differenze
rispetto a genitori; se tali sono vantaggiose, individui modificati soppiantano quelli
privi modificazione e specie cambia.
Schleicher interpreta come conferma concezione storia del linguaggio.
Geologia. Lyell concezione uniformista: trasformazioni subite dalla terra nel
corso della storia spiegate in base a stesse cause che sono attualmente in azione.
VS concezione catastrofista: epoche governate da leggi diverse. La linguistica
storico- comparativa dell’ottocento adotta inizialmente posizione catastrofista
per poi diventare uniformista.
Nascita psicologia e sociologia come discipline autonome. Rapporti con
linguaggio: aspetto mentale e funzione sociale.
1813 T.Young conia “indoeuropeo”, termine che suggerisce legame tra Europa e
India. La colonizzazione di quest’ultima ne favorì diffusione cultura. Lo studio
del sanscrito, lingua religione indù, mise in luce somiglianza con lingue
indoeuropee: latino e greco.
PRIME FASI LINGUISTICA STORICO-COMPARATIVA

1786 “Discorso su lingua indiana”: sanscrito comunanza con latino e greco.


(Già notata da Sassetti nel 1500).
W. Jones ipotesi origine comune tra latino, greco e sanscrito. Lingua madre non più
esistente. Restarono intuizioni.

F. Schlegel durante soggiorno a Parigi conosce sanscrito e cultura indiana. Entra in


contatto con Hamilton (specialista di sanscrito), studioso inglese che consulta
manoscritti sanscriti alla BN, il quale gli insegna sanscrito. Schlegel non pensava
che sanscrito e le altre lingue derivassero da lingua originaria scomparsa ma che
sanscrito fosse lingua madre delle altre lingue indoeuropee (A ciò si oppose Bopp
fondando comparazione morfologica). Origine cultura europea nel sanscrito e
cultura indiana. Sanscrito mezzo per conoscere cultura. Nel 1700 confronto lingue
statico: asserire superiorità lingua su un’altra, comparazione sul piano lessicale che
non necessariamente è sintomo di origine comune ma fenomeno prestito. Nuovo
significato grammatica comparata: strumento per scoprire relazioni di parentela tra
le varie lingue. Non è più statica ma storica. Inizio linguistica storico-comparativa:
spiegare sviluppo storico lingue in base a comparazione struttura morfologica,
mettere a confronto forme grammaticali e fonetiche di lingue diverse. Distingue
lingue organiche (lingue indoeuropee) e lingue meccaniche (altre lingue es.
turco). Nelle prime le forme grammaticali sono prodotte da uno sviluppo organico
della radice; le seconde sono caratterizzate da giustapposizione di monosillabi
isolati. Schlegel considerava lingue indoeuropee superiori a lingue di qualunque
altra famiglia. Tipologia morfologica, basata cioè sull’analisi della parola, le lingue
si possono comparare con similitudine strutturale.
1808 “Sulla lingua e la sapienza indiana”: prima grammatica comparativa
di carattere storico.

La linguistica storico-comparativa, nei primi decenni dell’Ottocento non ancora


disciplina diffusa e statuto scientifico non ancora riconosciuto. Con anni ’30
dell’Ottocento assetto istituzionale e risultati presentati in forma sistematica grazie
ad attività Bopp.
F. Bopp fu il primo tecnico della lingua e linguista di professione, primo a occupare
cattedra universitaria di linguistica a Berlino nel 1821. Alla base opera Bopp
entusiasmo per sanscrito infuso nella cultura tedesca da Schlegel. Interesse per lingue
orientali. 1812 borsa studio, a Parigi impara sanscrito da autodidatta su base
manoscritti conservati alla BN. Bopp considerava sanscrito come la lingua più antica
tra quelle indoeuropee, quella che rappresentasse più fedelmente lo stato della lingua
madre originaria. Bopp confronta le unità minime dotate sia di suono sia di
significato, introducendo separazione mediante trattini dei morfemi che si trovano
all’interno della stessa parola. Il sanscrito svolge ruolo essenziale: la struttura
morfematica è più trasparente del greco e del latino e permette di individuare
relazioni tra queste due lingue che altrimenti rimarrebbero inspiegate. Obiettivo
individuare origine morfemi che egli riconduce a determinate radici. Vuole
individuare in quale modo esse si sono combinate nella lingua madre dando origine
alle varie parole diffuse nelle lingue derivate. Per Bopp radici sono di due tipi: verbali
e pronominali. Dalle prime derivano verbi e nomi; dalle seconde pronomi,
preposizioni, congiunzioni e particelle. Definizione verbo sostantivo: parte del
discorso tramite la quale un soggetto è connesso al suo predicato. Con Bopp nasce
grammatica comparata come scienza. Forme verbali indoeuropee nascono da
combinazione radici originariamente autonome. Distingue lingue con radici
monosillabiche senza capacità composizione (cinese) e con capacità di composizione
(lingue indoeuropee), lingue con radici bisillabiche formate da tre consonanti che
esprimono significato fondamentale (lingue semitiche). A differenza di Schlegel no
priorità lingue indoeuropee. Tipologia morfologica, basata cioè sull’analisi della
parola. Derivazione lingue indoeuropee da lingua originaria processo decadenza da
stadio perfetto a meno perfetto. 1816 “Sul sistema di coniugazione”.

R. Rask studioso danese apprese sanscrito negli ultimi anni della sua vita. Uno dei
fondatori linguistica storico-comparativa indoeuropea. Interesse per lingue nordiche.
1814 saggio in cui pone a confronto queste lingue con quelle indoeuropee senza
prendere in considerazione sanscrito. Condusse analisi morfologia comparata che si
estese anche ai suoni. Osservava: se nel lessico fondamentale di due lingue ci sono
coincidenze tali che si possono scoprire regole per passaggio lettere dell’una
nell’altra, allora c’è parentela di fondo. Individua fenomeno che sarà chiamata
mutazione consonantica germanica. Fenomeno che descrive comportamento
consonanti occlusive nel passaggio dalla lingua madre indoeuropea alle lingue del
gruppo germanico.
occlusive sorde indoeuropee > fricative sorde nelle lingue germaniche
occlusive sonore indoeuropee >occlusive sorde nelle lingue germaniche
occlusive sonore aspirate indoeuropee > occlusive sonore non aspirate nelle lingue
germaniche.
Rask dimostrava che grammatica comparata poteva essere applicata non solo a livello
morfologico come fece Bopp ma anche fonologico. Rask scrive nel 1814, Bopp nel
1816. Rask anticipa Bopp ma pubblicazione postuma 1818. Rask scrive in danese
lingua poco diffusa. Scoperta mutazione consonantica rimase sconosciuta. Nota
quando fu riformulata in tedesco da Grimm.

J.Grimm noto anche per raccolta fiabe popolari tedesche. Interesse per storia e
tradizioni culturali popolazioni lingua tedesca. 1819-1837 Deutsche Grammatik:
grammatica storico-comparativa lingue appartenenti a gruppo germanico. Riprende
osservazioni Rask su mutazione consonantica germanica. Novità: collega alla
correlazione tra consonanti germaniche e indoeuropee quella tra consonanti del
gotico e dell’antico alto-tedesco. Grimm trattandole insieme interpretava mutazione
come una rotazione, si ha immagine movimento circolare. Si cominciò a parlare di
prima legge di Grimm: per indicare corrispondenze tra sanscrito, latino e greco e
lingue germaniche; seconda legge di Grimm: corrispondenze tra gotico e antico alto-
tedesco. Grimm non intendeva formulare legge e cioè fenomeno privo di eccezioni
ma anzi, sosteneva che mutazione consonantica in alcune parole non avveniva. In
realtà fenomeno scoperto da Rask. Merito di Grimm di divulgare scoperte in tedesco,
lingua più conosciuta. Nuova concezione storica della grammatica: ciascun
individuo conosce propria lingua materna meglio dei maestri di scuola. Lo studio
della grammatica deve essere quindi scientifico e, in base al suo differente
orientamento, storico. L’approccio storico- comparativo è quello corretto; partendo
dai fatti delle singole lingue si arriva a risultati generali che stanno accanto a quelli
dell’anatomia comparata nelle scienze naturali. Introduce concetti verbi deboli e
verbi forti. Questi ultimi rappresentano forma più antica della coniugazione, i primi
forma più marginale. Un’ulteriore distinzione tra metafonia e apofonia
rispettivamente modificazione vocale radice per effetto desinenza e fenomeno verbi
forti. Legge Grimm: insieme corrispondenze sistematiche tra consonanti occlusive
lingue germaniche e lingua madre indoeuropea. Tali corrispondenze non sempre si
verificavano.

W. Humboldt (1767-1835) Filosofo, politico, personalità poliedrica. Delegato della


Prussia al Congresso di Vienna. Rinnova università.1810 fonda Università di Berlino.
modello “università humboldtiana” : conciliazione ricerca e insegnamento,
articolazione in discipline.
Assegna a Bopp nel 1821prima cattedra di linguistica: statuto autonomo ed
indipendente. Post 1819 ritiro a vita privata e si dedica a studio linguaggio.
Nell’opera humboldtiana distinguiamo quattro tematiche: linguistica generale(natura
e struttura linguaggio), linguistica descrittiva(analisi e descrizione di lingue
appartenenti a famiglie diverse), linguistica storico-comparativa e tipologia
linguistica(classifica lingue con stesse caratteristiche strutturali-confronto
interlinguistico). Professione diplomatico porta a conciliare punti di vista opposti.
Opera più nota: introduzione a trattazione Kawi, lingua isola Giava, che si riferisce a
diversità lingue. Non esistono lingue primitive. Linguaggio no inventato in un certo
momento della storia, non deriva dall’esperienza ma elemento trascendentale che fa
parte della natura dell’uomo in quanto tale. Lo definisce “istinto intellettuale della
ragione”. Non è érgon(opera) bensì enérgeia(attività). Lingua attività no prodotto
statico. Accenna al rapporto tra linguaggio e pensiero, definendo il linguaggio
organo formativo del pensiero. Entra in gioco concetto forma linguistica interna. La
parola è una copia non dell’oggetto in sé ma dell’immagine che questo ha prodotto
nell’anima. Ogni lingua delinea rapporto con realtà in maniera diversa. Inventa
termini “isolante” e “agglutinante”. Adotta classificazione Schlegel aggiungendo
quarto tipo “incorporante” detto poi polisintetico, cioè lingue in cui una sola parola
racchiude tutte le relazioni grammaticali in una frase. Un’intera frase marcata da una
sola parola. Es.groinlandese. Distinse vari tipi di parentela linguistica:
1) genealogica (stesso ceppo, somiglianza forme grammaticali)
2) areale (stessa area, no somiglianze grammaticali ma condivisione parte
lessico) 3)linguistica tipologica( affinità dal p. di vista forma linguistica)
4)lingue che non condividono né lessico, né grammatica né forme linguistiche ma
apparentate solo per proprietà comuni a tutte lingue umane in quanto tali.
Concezione del “tipo” come entità astratta. Non esistono semplicemente lingue
agglutinanti o flessive ma tutte lingue presentano una o più forme di queste al loro
interno. Il tipo flessivo è superiore agli altri. Famiglia linguistica indoeuropea quella
che gli si avvicina di più. Tipologia sintattica, basata cioè sull’analisi della frase.
(esempio ordine SVO).
Relativismo linguistico: idea che ogni lingua esprima una visione del mondo diversa
da tutte le altre. Idea nesso tra lingua e mentalità popolo collegata a nozione forma
linguistica interna: concezione linguaggio come qualcosa che non rispecchia
passivamente realtà ma la organizza secondo propri schemi.
Importante richiamo a grammatica generale, la quale si esplicita in quella particolare.
Parti lingua in connessione.
A.Schlegel elabora classificazione tipologica più raffinata di quella elaborata dal
fratello F.Schlegel: Sostituì alla bipartizione in lingue organiche e lingue meccaniche,
la tripartizione in lingue senza struttura grammaticale(isolanti es.cinese poca
morfologia si fa tutto lessicalmente), lingue con affissi(agglutinanti: ad ogni morfema
corrisponde un solo significato) e lingue flessive(es.italiano). Queste ultime,
corrispondenti alle lingue indoeuropee, erano divise in sintetiche(latino) e
analitiche(italiano). Queste ultime sono quelle che utilizzano articolo prima sostantivo,
pronome prima del verbo, verbi ausiliari, sostituzione desinenze caso con preposizioni;
le seconde, sono quelle che non utilizzano questi mezzi. Tipologia morfologica, basata
cioè sull’analisi della parola.

A .Schleicher linguista di ampia formazione culturale. Sistematizzatore linguistica


storico-comparativa indoeuropea. Chiarì rapporti tra lingua originaria e lingue
derivate nella famiglia linguistica indoeuropea: sanscrito no lingua madre lingue
indoeuropee ma lingua “sorella”. Il sanscrito rispecchiava più da vicino stato lingua
madre originaria(cfr Bopp). Indoeuropeo lingua come le altre parlata in un
determinato momento della storia, non attestata. La forma più perfetta di lingua.
Opera primi indoeuropeisti mostra che questa lingua ricostruibile con comparazione
tra lingue derivate. Schleicher adotta questa tecnica. Era conscio differenza tra forme
attestate nelle varie lingue e forme ricostruite; per distinguere queste ultime uso
asterisco. Condivide idee Bopp: forme verbali indoeuropee derivano da
combinazione radici originariamente autonome e derivazione lingue indoeuropee da
lingua originaria processo decadenza da stadio perfetto a meno perfetto. Evoluzione
lingua:processo decadimento. Ipotizza che fase decadenza storica preceduta da fase
sviluppo preistorica. Questa, attraversato tre periodi: in origine indoeuropeo tipo
isolante, poi agglutinante e infine flessivo. Nella fase storica perdita caratteristiche
flessive. Sviluppo linguaggio coincide con preistoria umanità. Passaggio da preistoria
a storia coincide con superamento linguaggio che inizia a decadere mentre si
sviluppano altre forme spirito umano. Primo a proporre idea albero genealogico
linguistico.
Modello albero genealogico per rappresentare rapporti tra varie lingue indoeuropee.
Alla radice lingua originaria: indoeuropeo. Si ramifica in modo binario e cioè da ogni
punto derivano solo due rami. Quelli derivati dall’indoeuropeo sono ramo slavo-
tedesco e ario-greco-italo-celtico. All’origine di questi rami stanno lingue comuni
ricostruibili in base a metodi grammatica storico-comparativa. L’unica lingua
attestata all’origine di un ramo è il latino che è all’origine lingue romanze. Indica
differenziazione lingue indoeuropee in base a fonologia e morfologia. Esclude
contatti tra lingue successivi a separazione da antenato comune.
Limiti modello: ramificazioni binarie lega tra loro lingue che in realtà non lo sono e
formulazione priva di incroci esclude possibilità che lingue appartenenti a due rami
diversi possano avere elementi in comune.
Non può pretendere di rappresentare realisticamente stato famiglia linguistica
indoeuropea ma ha utilità pratica per classificazione lingue e presentazione relative
corrispondenze.
Concezione naturalistica del linguaggio: entità biologica, oggetto naturale. Analogia
tra lingue e specie biologiche: le lingue come tutti gli organismi viventi si modificano
secondo leggi fisse. Restringe dominio linguistica a fonologia e morfologia che si
riduce ad ambiti tipici della grammatica storico-comparativa in cui si erano scoperte
forme regolari di mutamento che si cominciavano a chiamare “leggi”.
Concezione naturalistica tentativo di giustificare carattere regolare corrispondenze
linguistiche individuate da grammatica comparata.
Opere: 1861 “Compendium” e novella in indoeuropeo. 1868 breve racconto
ricostruendo europeo.

J.Schmidt(allievo Schleicher) nuova immagine rapporti tra lingue indoeuropee.


Mostra che vari rami lingue indoeuropee hanno serie elementi in comune. Propone
abbandono albero genealogico e sostituzione con immagine onde, che si propagano in
cerchi concentrici i quali si affievoliscono man mano che si allontanano dal centro.
Immagine passata alla storia come teoria delle onde. Le lingue indoeuropee
rappresentano continuum in cui una trapassa lentamente nell’altra solo con piccole
modificazioni.
LINGUISTICA STORICO-COMPARATIVA TRA FINE ‘800 E PRIMO ‘900

K.Brugmann e B.Delbrück appartenevano scuola linguistica nota con nome


“neogrammatici”. Originariamente etichetta negativa per insistere su furia giovanile.
Si sviluppò negli anni settanta dell’Ottocento, contesto di grandi scoperte nell’ambito
della linguistica indoeuropea: nasali sonanti, legge palatali e legge di Verner.
Brugmann espone tesi in saggio pubblicato nella rivista diretta da Curtius, suo
maestro, approfittando periodo sua assenza. Al ritorno, però, si dichiarò in disaccordo
e interruppe pubblicazione rivista. Iniziò così rivolta gruppo giovani linguisti contro
quelli generazione precedente. Nozione chiave: legge fonetica. Leggi no estranee
all’individuo ma descrizione processi psicologici inconsci che guidano attività
linguistica. Luogo in cui si formò fu Lipsia. Linguistica no scienza naturale ma
scienza sia storica che psicologica. Posizioni espresse nel “manifesto” dei
neogrammatici(1878). “Ricerche morfologiche”. Prefazione firmata da Osthoff e
Brugmann ma stesa solo da Brugmann e da Osthoff soltanto sottoscritta. Lingue no
entità biologiche estranee all’uomo ma elementi psiche. Non si può parlare di periodo
di progresso e decadenza nella storia del linguaggio(cfr Bopp e Schleicher)
Principi fondamentali a cui si rifanno mutamenti fonetici:
Ineccepibilità leggi fonetiche: non ammettono eccezioni, se non apparenti, che sono
tutte spiegabili in base all’azione di altri fattori. Ad esempio se un suono si muta in
due suoni diversi, questo avviene perché lingua madre si sta differenziando in una o
più varietà.
Analogia: utilizzata per spiegare vari fenomeni che sembrano contraddire al principio
che le leggi fonetiche sono prive di eccezioni. Fattore fondamentale nel
funzionamento del linguaggio.(Paul)
H.Paul maggiore teorico, in “Principi di storia linguistica” sostiene che unico
studio scientifico del linguaggio è di carattere storico. Possibilità di spiegare
linguaggio tramite psicologia individuale. Psicologia ha unicamente per oggetto
individuo. Linguaggio fenomeno strettamente individuale. Tante lingue quanti
individui. Ogni parlante parla in maniera diversa.Come si fa a comunicare?
Presupposto “uniformità costituzionale individui”: organizzazione mentale e
corporea di tutti gli uomini è la stessa, elementi diversamente combinati. Interazione
tra individui produce uso linguistico: sorta di media derivata dal confronto dei
singoli organismi linguistici. Su questo uso linguistico si basano nozioni di lingua e
dialetto che dai neogrammatici in poi sono distinte solo dal punto di vista sociale e
non linguistico. L’uso è sempre secondario rispetto all’attività linguistica
dell’individuo che è l’unica realtà effettiva. Per Paul elementi analisi linguistica:
1)modo in cui si realizza attività linguistica
2)apprendimento
3)mutamento
4)frammentazione
5)origine linguaggio
I neogrammatici rinunciano a ricostruire immagine complessiva lingua madre
indoeuropea che non considerano lingua sullo stesso piano delle altre. Favorevoli alla
teoria delle onde ma non a immagine albero genealogico. Non negarono che una
lingua madre indoeuropea fosse esistita ma non cercarono di ricostruire in base ad
essa ipotesi sui presunti parlanti di questa lingua, su sede originaria o sulla loro
cultura. Concezione algebrica lingua madre indoeuropea: forme ricostruite sono da
interpretare come abbreviazione corrispondenze riscontrate tra varie lingue e non
possono dirci nulla sul modo in cui erano utilizzate né sulla storia e cultura dei loto
utilizzatori. Obiettivo:sistematizzazioni. Fattori etnici trascurati. Non riuscirono mai
ad elaborare ipotesi convincenti su cause mutamento linguistico, limitandosi a
riscontrare regolarità. No possibilità trattazione sincronica fenomeni linguistici e
lingua no sistema di relazioni. Lavoro ricostruzione fonetica. Prime sperimentazioni
sul parlato. Linguistica tesa verso psicologia. Fautori corrente algebrica ricostruzione.
Interesse per variazione realtà non per testi. Rapporto tra storia e lingua no analisi
fenomeni storici che stavano accadendo ma è importante identificazione leggi che
governano evoluzione lingue. Visione diversa leggi fonetiche: non dice cosa deve
accadere dato un certo contesto ma si limita a constatare regolarità all’interno gruppo
fenomeni storici.

G.I. Ascoli indoeuropeista di fama internazionale, fondatore linguistica scientifica in


Italia. Primo italiano ad applicare metodi elaborati dalla linguistica storico-
comparativa tedesca da Bopp in poi. A procurargli prestigio furono le osservazioni
sulle velari indoeuropee pubblicate nel 1870. Linguistica no scienza naturale(cfr
neogrammatici) ma etnologica. Grande importanza a fenomeni di sostrato, cioè
influsso che lingua originaria di una popolazione esercita su nuova lingua da questa
stessa popolazione acquisita.
sostrato:lingue conquistate
adstrato:contatto linguistico con lingue vicine
superstrato: lingue conquistatrici
Concepisce indoeuropeo non solo come insieme di corrispondenze linguistiche ma
espressione di un’unità etnica e antropologica. Interesse per dialetti italiani. Fonda
rivista “Archivio Glottologico Italiano”. Linguistica no metodologia analoga a
scienze naturali. Dei neogrammatici non condivideva: punto di vista uniformista e
impostazione psicologistica della linguistica. Approccio corretto allo studio
linguistico:analisi rapporto lingua/popolazione. Importanza ai fattori etnici(vs
neogrammatici).

H.Schuchardt è per eccellenza un antisistematico. Interesse per dialetti(cfr Ascoli).


Frammentazione dialettale dimostra impossibilità di porre limiti definiti tra lingua e
lingua e dialetto e dialetto. Contro immagine albero genealogico(cfr neogrammatici).
Idioletto: ogni singolo individuo parla un proprio dialetto diverso da quello di
qualunque altro. Oppositore leggi fonetiche e loro ineccepibilità. Linguistica no
metodologia analoga a scienze naturali(cfr Ascoli). 1866-1868 “Vocalismo del latino
volgare”. Operazione ricerca elementi in latino volgare. Processi innovativi.
Ricostruisce con metodo filologico. Raccoglie dati dal latino arcaico fino al 700 d.C.
Latino volgare 1)si avvicina al latino popolare 2)che si evolve 3)no omogeneo
4)somma elementi variazione.

Gilliéron dialettologia come disciplina autonoma. Inaugura metodologia nuova:


raccolta sistematica sul campo del materiale dialettale. Acquisisce dati direttamente
dai parlanti dei dialetti mediante sistema di interviste, effettuate da un unico
raccoglitore Edmond Edmont, che non era linguista ma dotato di sensibilità
fonetica. Questionario sottoposto a parlanti dialettali in 639 località della Francia.
Risultato: ALF, Atlante linguistico francese, 1912. Costituito da carte geografiche del
territorio francese, una per ogni parola indagata. Sulla carta geografica, in
corrispondenza delle varie località in cui sono state effettuate le interviste, si trovano
le diverse forme dialettali corrispondenti. Impossibile tracciare confini definiti tra
vari dialetti(cfr Schuchardt). In Italia, AIS (atlante italo-svizzero)pubblicato nel 1928
a cura degli svizzeri Jaberg e Jud; e l’ALI(atlante linguistico italiano), ad opera di
Bartoli, la cui pubblicazione è ancora in corso. Linguistica no metodologia analoga a
scienze naturali.(cfr Ascoli e Schuchardt).
Primo ad ideare atlante. Atlante linguistico: si scelgono punti che coprono area
geografica, si scelgono parole significative, si crea questionario, si gira per zone
sottoponendo questionario a una o più persone. Inizialmente non si capì l’importanza
atlanti, il cui grande potenziale è ciò che si può far dopo con dati raccolti.
Rohlfs raccoglitore Sud Italia. Autore di una grammatica.
Dibattito sulle leggi fonetiche
La legge di Grimm è stata attiva solo in determinato periodo di tempo e spazio
geografico limitato. I mutamenti che essa descrive verificati solo tra 400 e 200 a.C. e
ciò significa che se una determinata parola è entrata nelle lingue germaniche in epoca
posteriore, non ha subito effetti mutazione consonantica. Quindi leggi fonetiche
limitate nel tempo e nello spazio. A una tale limitazione sfuggono invece le leggi
delle scienze della natura.
I neogrammatici affermavano che lingue no entità estranee a individuo ma entità
psichiche. Il parlare di “leggi” fonetiche implicava che anche entità di questo genere
dovessero essere analizzate secondo canoni delle scienze naturali. Nei primi lavori
(1979)dei neogrammatici leggi fonetiche definite come analoghe a quelle della fisica.
Più tardi(1980) posizioni parzialmente modificate: lingue mutano nel tempo con
regolarità(ineccepibilità leggi fonetiche) e i fattori che agiscono nel mutamento
linguistico sono gli stessi per ogni lingua e per ogni epoca(analogia). Non riuscirono
mai ad elaborare ipotesi convincenti su cause mutamento linguistico, limitandosi a
riscontrare regolarità. Ascoli dei neogrammatici non condivideva: punto di vista
uniformista e impostazione psicologistica della linguistica. Approccio corretto allo
studio linguistico:analisi rapporto lingua/popolazione. Importanza ai fattori etnici.
H.Schuchardt nel saggio “Sulle leggi fonetiche. Contro i neogrammatici” insisteva
su esistenza mutamenti fonetici sporadici che non permettono ineccepibilità. Solo il
parlare di legge fonetica significava ammetterne l’esistenza. Attribuire leggi al
linguaggio significava restare ancorati a concezione del linguaggio come organismo
naturale ma si era ormai scoperto che esso è un fenomeno sociale. Il comportamento
linguistico di ogni individuo è in parte spontaneo e in parte frutto dell’imitazione del
comportamento di altri individui. All’interno di uno stesso idioletto lo stesso suono
può modificarsi in un certo modo in certe parole e in un altro modo in altre. Non è
dunque possibile distinguere un mutamento fonetico dovuto all’operare di una legge
fonetica da un altro dovuto a scissione dialettale. Impossibile determinare inizio e
fine di un periodo cronologico nella storia delle lingue, in quanto ogni stadio della
lingua è uno stato transitorio. Lingua sistema sempre in movimento. Leggi
fonetiche no leggi intrinseche del linguaggio(idea neogrammatici). Leggi fonetiche
non esistono, critica i neogrammatici per averle rese tali.
Secondo Gilliéron impossibile tracciare confini netti tra vari dialetti. Impossibile
applicare formula cautelativa dei neogrammatici che spiegava apparenti eccezioni
alle leggi fonetiche come dovute alla scissione dialettale. La storia delle parole è
determinata da fattori diversi rispetto alla semplice evoluzione fonetica priva di
eccezioni. Ogni parola ha la sua storia.
Benedetto Croce
Nella prima metà del Novecento si sviluppano concezioni del linguaggio opposte a
quelle dei neogrammatici. Queste concezioni si richiamano alle teorie filosofiche del
neoidealismo italiano, in particolare a quelle esposte da Benedetto Croce in
“Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale”, 1902. Per Croce
l’estetica è la scienza del primo momento dello spirito, quello della conoscenza
intuitiva o individuale. Ad esso segue il momento della conoscenza logica o
dell’universale, la cui scienza è la logica. Estetica e logica sono le due sole autentiche
scienze. Le fondamentali forme della conoscenza sono: intuizione e concetto.
Intuizione significa qualcosa di ben determinato che si identifica con l’espressione.
Lo spirito non intuisce se non esprimendo. La linguistica generale coincide con
l’estetica. Concezione dell’intuizione come conoscenza dell’individuale(cfr Paul ma
Croce non si pone problema di come sia possibile comunicare se conoscenza è
individuale). Ogni intuizione è diversa dall’altra. Equivalendo intuizione ad
espressione: ogni espressione è diversa dall’altra. Sosteneva che concetto lingua è
un’astrazione. Condivide critica all’etnopsicologia di Paul. Scopo Croce: costruire
filosofia generale dell’esistenza. Una scienza vera non si può occupare della
distinzione delle classi del discorso. Nome e Verbo no categorie esistenti dello spirito.
Unica realtà: proporzione.
Croce ha scritto in maniera originale di linguistica anche se non ha avuto rilevanza se
non su Vossler. Amico personale di Croce fu Vossler, il quale operò una conciliazione
tra il linguaggio come attività individuale e lingua come prodotto sociale. Sembra
voler riverniciare in chiave idealistica concetti tipicamente neogrammatici.
Conclusione: esistono due modi possibili di considerare le lingue, uno estetico, l’altro
storico.
In Italia, gruppo linguisti ispirati a idee crociane “neolinguisti”: Bartoli e Bertoni, i
quali nel 1928 pubblicano “Breviario di neolinguistica” . Bartoli progetta Atlante
linguistico italiano sul modello di quello francese ideato da Gilliéron.
Opponevano lo spiritualismo al materialismo dei neogrammatici. Bartoli elabora
norme spaziali basandosi su studio lingue europee. Queste norme, a differenza delle
leggi indicano una prevalenza di casi e non una regolarità ineccepibile. I neolinguisti
non tracciano limiti netti tra innovazioni lessicali e innovazioni fonetiche, tra casi
normali e non.
LA LINGUA COME CODICE: FERDINAND DE SAUSSURE(1857-1913)

Ferdinand de Saussure(scrive in francese) è il linguista più rappresentativo dell’epoca


compresa fra Ottocento e Novecento. Nato a Ginevra(Svizzera), si iscrisse a fisica e
chimica ma poco dopo decise di dedicarsi alla linguistica storico-comparativa,
trasferendosi nel 1876 a Lipsia(Germania), in quegli anni centro della scuola
neogrammatica. Formazione classico-indoeuropeista. Fondatore linguistica generale
come la conosciamo oggi. Nel 1880 ottenne un dottorato con una tesi dedicata ad
alcuni fenomeni di sintassi del sanscrito. Aveva precedentemente già pubblicato un
volume dedicato al sistema vocalico dell’indoeuropeo originario. Elabora la teoria
delle nasali sonanti quando era ancora uno studente liceale. L’innovazione principale
proposta da Saussure fu quella di “coefficiente sonantico”: entità non presente in
nessuna delle lingue indoeuropee attestate ma ipotizzando l’esistenza nella lingua
madre ricostruita, le alternanze tra vocali brevi e lunghe che si riscontrano in tali
lingue possono essere spiegate in modo semplice. 1879 “Memoire” (a soli 21 anni). A
20 anni tesi di laurea su antico consonantismo europeo. Compara lingue indoeuropee
e ipotizza situazione che risolveva parte dei problemi sul vocalismo. Scarsi successi.
Si trasferì a Parigi nel 1881dove ottenne un posto di insegnamento all’ Ecole des
hautes études ma rientrò dopo dieci anni a Ginevra(1891), dove venne nominato
professore di sanscrito e lingue indoeuropee. Il suo obiettivo era una riflessione
generale sui metodi e gli scopi della linguistica. 1906 Gli furono affidati tre corsi di
linguistica generale e storia e comparazione delle lingue indoeuropee. dopo la sua
morte, due suoi allievi, Bally e Sechehaye, basandosi sugli appunti presi da alcuni
degli uditori, pubblicarono un volume intitolato “Corso di linguistica generale” la
cui prima edizione fu pubblicata nel 1916 e la terza e definitiva nel 1922. I due allievi
non potevano evitare una certa arbitrarietà. Un aiuto alla ricostruzione dell’autentico
pensiero saussuriano venne dal lavoro di due studiosi svizzeri: Godel e Engler . il
primo recuperò i quaderni di appunti utilizzati da Bally e Sechehaye per stendere il
testo di Saussure (1922) e indicò per ciascuno dei capitoli e paragrafi in cui esso era
suddiviso gli appunti della lezione corrispondente (1957). Basandosi sul lavoro di
Godel, Engler pubblicò(1967-1974) il testo di Saussure(1922) e gli appunti
corrispondenti dei vari quaderni, disponendoli su colonne affiancate. Queste colonne
sono sei: la prima contiene il testo di Saussure(1922), la seconda, terza e quarta,
contengono gli appunti utilizzati da Bally e Sechehaye; la quinta appunti scoperti in
seguito da Godel e la sesta contiene note autografe. (Tullio De Mauro ha tradotto in
italiano Saussure 1922.).
La sua formazione si svolse nell’ambiente dei neogrammatici e le sue prime ricerche
riguardano argomenti tipici di questa scuola.
Abitualmente il pensiero di Saussure è riassunto per mezzo di quattro dicotomie, cioè
opposizioni binarie tra concetti:
1)langue/parole
2)sincronia/diacronia
3)significante/significato
4)rapporti sintagmatici/rapporti associativi
Novità rispetto a linguisti precedenti: approccio sistemico, secondo cui ogni entità
della lingua può essere definita solo in base al sistema di relazioni che ha con le altre
entità. Tendenza a costruire linguistica autonoma tentativo non perseguito fino in
fondo.
1) Il linguaggio è multiforme, ha sia lato individuale che sociale e non si può
percepire l’uno senza l’altro. Il lato sociale è la langue. L’utilizzazione che di questo
repertorio fanno i singoli parlanti è la parole. La langue è un sistema grammaticale
esistente nel cervello di un insieme di individui, non è completa in nessun individuo
ma esiste soltanto nella massa. Per Saussure la comunicazione è possibile in quanto
tutti gli appartenenti a una stessa comunità linguistica dispongono di un repertorio
comune, la langue, la quale è prioritaria rispetto alla parole. La langue è un’entità
sociale, la parole è individuale; la langue è un repertorio, un insieme di possibilità di
cui la parole è l’utilizzazione concreta. Vi è un terzo concetto: langage, il
linguaggio e cioè la facoltà che permette agli esseri umani di acquisire una lingua.
Langue sistema valori differenziati. Parole realizzazione pratica, materiale;
espressione della realizzazione del sistema linguistico che c’è nella nostra testa. Per
Varvaro la langue è essenziale alla parole.
2) Sincronia:stato di lingua, rapporto tra elementi simultanei. I fatti sincronici
sono sistematici e significativi. Studio sistema linguistico in un dato momento,
come se fosse immobile.
Diacronia:fase di evoluzione, serie di avvenimenti indipendenti gli uni dagli altri. I
fatti diacronici sono isolati e privi di scopo. Analisi di singoli elementi del sistema nel
tempo.
L’aspetto sincronico domina su quello diacronico poiché per la massa parlante è
l’unica realtà. L’oggetto fondamentale della linguistica, la langue, è un’entità di
natura sincronica.
Le leggi sono entità sociali e in quanto tali devono essere imperative e generali,
devono imporsi a tutti.
3) Saussure definisce il segno linguistico come un’entità psichica a due facce, ossia
un concetto(significato) e un’immagine acustica(significante).
Il segno linguistico è arbitrario: non esiste alcun legame naturale tra le espressioni
del linguaggio e la realtà, in quanto è un rapporto interno al linguaggio stesso. Il
segno ha un valore determinato solo dal suo rapporto con gli altri segni del sistema
linguistico a cui appartiene. Il significato (aspetto semantico) è il valore dal punto
di vista del contenuto, il significante dal punto di vista dell’espressione. Il valore di
un segno è differenziale e oppositivo, è cioè lo spazio che non è occupato dagli
altri segni. “Nella lingua non vi sono se non differenze”. Lingua sistema di pure
opposizioni. Ogni lingua si rapporta diversamente alla realtà. L’unica garanzia di
stabilità dei segni linguistici sta nel fatto che appartengano a sistema condiviso da
gruppo sociale, cioè alla langue. I sistemi di segni possono cambiare nel corso del
tempo, ciò è il motivo dell’arbitrarietà del segno. Per Saussure la linguistica è parte
di una scienza più generale: la semiologia, scienza che studia la vita dei segni nel
quadro della vita sociale. Significante:aspetto materiale fonico grafico del segno
linguistico visto non nella sua materialità concreta ma nell’aspetto di quello che noi
percepiamo, ciò che ci resta in testa dell’onda sonora. Significati no entità già
strutturate. Non tutte le lingue segmentano i significati.
4) Rapporto sintagmatico: combinazione di due segni;(parole). Ordine delle
relazioni in praesentia: cose realizzate.
rapporto associativo: appartiene alla langue,ogni parola rimanda a un’altra e può
essere scelta invece dell’altra in un determinato contesto sintagmatico.(langue)
Ordine delle relazioni in absentia:cose non realizzate che però si sarebbero potute
realizzare.
Secondo Saussure questa distinzione supera quella tradizionale tra morfologia e
sintassi: entrambi i fenomeni sono esempi di rapporti sintagmatici.
Hjelmslev propose sostituzione termine associativo con paradigmatico per eliminare
ogni traccia psicologismo.
Saussure parla di sistema e non struttura.
SVILUPPI DELLA LINGUISTICA SAUSSURIANA: SCUOLE
STRUTTURALISTE
(linguistica post-Saussuriana)

Varie correnti della linguistica strutturale europea, ispirate al pensiero di Saussure,


sono definite “scuole”. Questo termine non va inteso per indicare un gruppo di allievi
fedeli a un maestro. Le “scuole” strutturaliste, erano costituite da studiosi che
condividevano alcuni punti di partenza e alcuni scopi della ricerca ma si muovevano
in autonomia. Una delle caratteristiche comuni che si richiamava al pensiero di
Saussure era concezione lingua come sistema, ossia un insieme di entità definite
dalle loro relazioni reciproche. Il linguaggio deve essere descritto in base alla sua
struttura e alle sue funzioni senza riferimenti ad entità psicologiche. Con
strutturalismo si è indicato un movimento culturale che godette di grande fortuna
tra gli anni cinquanta e gli anni settanta del Novecento, soprattutto in Francia, anche
in campi diversi dalla linguistica. Funzionalismo: tentativo di spiegare strutture
linguaggio in base al suo uso come strumento di comunicazione e non su base logico-
psicologica. Linguistica scienza autonoma fondata su nozioni di struttura e funzione.

Scuola di Ginevra (impostazione struttural-funzionalista)


No vero e proprio circolo. I primi membri furono gli editori di Saussure, Bally e
Sechehaye. Paradossale ma studiosi meno influenzati da Saussure. Entrambi formati
prima che Saussure tenesse i corsi di linguistica generale, erano quindi legati a
linguistica precedente. I loro lavori presentano ancora aspetti di psicologismo.
Sechehaye (più legato ad analisi strutturalista astratta) si pone problema rapporto tra
individuale e sociale nel linguaggio. Ha in comune con Saussure gusto per astrazioni,
si è legato alla revisione delle nozioni e dei metodi grammaticali. Bally (si pone
problema lingua viva), invece, fondatore linguistica francese, promotore metodo
destinato a fecondare scienza e insegnamento lingua. 1928 primo Congresso dei
linguisti, tenutosi all’ Aja (Olanda), in cui ribadivano punti fondamentali dottrina
Saussure, tra cui necessità di tenere separati lo studio della grammatica di una lingua
dalla sua storia. Abbandono metodo psicologico. Esigenza di fondare ogni tipo di
descrizione grammaticale su opposizione tra rapporti sintagmatici e associativi.
Incontro tra scuola Ginevra con scuola Praga. Bally non si definisce esplicitamente
funzionalista ma di fatto lo è; la sua concezione del linguaggio, in parte, anticipa
quelle praghesi. Introduce novità:linguaggio naturale comprende sia aspetto
intellettuale che affettivo. Ognuno dei due aspetti può prevalere sull’altro in quanto
l’uso concreto del linguaggio(mette in primo piano scopi per cui comunichiamo. In
base a scopo è possibile sfruttare aspetto intellettuale, cioè possibilità che sono
presenti nella testa) implica sempre relazione dialogica, in cui parlante non solo
vuole trasmettere all’ascoltatore determinati contenuti ma anche comunicargli
emozioni. Fondatore linguistica stilistica: studio variazione linguaggio per
raggiungere scopi. Disciplina che descrive azione combinata dell’aspetto
intellettuale e affettivo del linguaggio. Componente affettiva: modifiche che
adoperiamo sul linguaggio quando vogliamo comunicare concetti in maniera
particolare. Punti di contatto con Saussure: opposizione tra diacronia e sincronia,
langue e parole. Ultimo contrasto interpretato come attualizzazione: tutti i concetti
della langue sono virtuali, e per indicare oggetti nella realtà devono essere
accompagnati da attualizzatori.
Esempi sono i deittici, cioè pronomi dimostrativi e personali. Questo fenomeno
mostra che la langue precede la parole dal punto di vista sincronico; dal punto di vista
genetico: la parole ha preceduto la langue nella genesi del linguaggio.

Scuola Praga (impostazione struttural-funzionalista)


Maggiore coesione interna. Si identificò con istituzione precisa: “Circolo linguistico
di Praga”, fondato nel 1926 da Mathesius. Karcevskij(russo) a Ginevra entra in
contatto con Saussure e Bally. Nel 1922 si reca a Praga fino al 1927. Jakobson si
reca a Praga nel 1920 con missione C.R. fino al 1939. Trubeckoj (principe-linguista)
si dedicò alla linguistica storico-comparativa. Fu professore all’Università di Vienna.
Conosciuto per i suoi studi di fonologia. A lui si deve nozione lega linguistica:
composta da lingue che mostrano caratteri comuni sviluppati per contatto reciproco e
famiglia linguistica: lingue i cui caratteri comuni derivano da stessa lingua madre.
Lavoro comune del Circolo furono le “tesi del ‘29”(fondamento posizioni scuola)
presentate al Congresso dei filologi slavi(1929) dove per la prima volta incontro con
scuola di Ginevra. Furono presentate come lavoro collettivo ma oggi sappiamo a
quali specifici studiosi vanno attribuite.
Caratteristiche scuola:
-atteggiamento antistoricistico: uno stato di lingua può essere studiato senza riferirsi
alla sua storia. Ciò non significa negare importanza storia.
-concezione dinamica sistema linguistico (cfr Humboldt) che supera opposizione
tra sincronia e diacronia. Pensare a diacronia strutturale.
-antipsicologismo, elementi struttura linguistica no ricondotti a processi psicologici
-interesse per fenomeni convergenza linguistica
-attenzione per problemi linguaggio poetico
Mathesius si occupa dinamica tra possibilità espressive lingua e realizzazioni
sintattiche possibili. Lavora sulla sintassi:analisi dinamica. Distingueva un modo
statico e uno dinamico di analizzare il linguaggio. Parlava di potenzialità dei
fenomeni linguistici. Abbandonò psicologismo e adottò impostazione funzionalista.
Analisi concreta frase: frase suddivisa in tema e rema, il primo è l’argomento di cui
si parla, il secondo ciò che si dice a proposito del tema.
Negli anni ’30 del Novecento dedicarono forte attenzione a fonologia, pubblicando
saggi sull’argomento nella collana di studi “Travaux”. Nel quarto volume(1931)
uscì un lavoro di Jakobson dedicato ai principi fonologia storica; nel settimo
volume(1939) lavoro di Trubeckoj sui fondamenti di fonologia, rimasto incompiuto
per morte autore.
Aspetti fonologia praghese:
1) fonetica(parole):scienza del lato materiale dei suoni del linguaggio umano; la
fonologia(langue) studia i suoni della lingua in base alla loro capacità o meno di
distinguere significati. Aspetti strutturali e funzionali di come funziona sistema
linguistico all’interno nostra testa. Per Praghesi no subordinazione tra langue e
parole.
2) Jakobson definisce fonemi: tutti i termini di opposizione fonologica non suscettibili
di essere divisi in sotto-opposizioni fonologiche più piccole. Trubeckoj riprende
definizione Jakobson: fonema la più piccola unità fonologica di una data lingua.
Insieme proprietà fono logicamente pertinenti di una forma fonica. L’insieme di tutte
le proprietà pertinenti e non è il suono linguistico. Trubeckoj si preoccupa di
determinare regole per individuare fonemi nelle varie lingue. Per essere considerati
realizzazioni di due fonemi diversi, due suoni devono poter ricorrere nella stessa
posizione e produrre un cambiamento di significato. Al concetto di fonema si oppone
quello di variante cioè realizzazione diversa di uno stesso fonema, il cui scambio
non produce cambiamento di significato. Si distinguono in facoltative e
combinatorie; le prime sono suoni diversi che ricorrono nella medesima posizione
senza cambio significato. Le seconde, sono realizzazioni di uno stesso fonema in
contesti diversi. Trubeckoj osserva che, per opporre due entità, bisogna che esse
abbiano almeno una proprietà in comune. Due entità che non hanno nessuna proprietà
in comune non formano un’opposizione. Funzione:aspetti esterni alla struttura del
linguaggio.

Scuola Copenaghen (Danimarca) (impostazione strutturalista)


Raccolta intorno ad un Circolo linguistico, fondato nel 1931, che prendeva nome
dalla città in cui aveva sede. No sviluppo pensiero comune. I due studiosi più
importanti Brondal e Hjelmslev (primo che individuò arbitrarietà), fondarono
rivista “Acta linguistica” che si apriva con polemica contro neogrammatici. Nuova
linguistica antipositivista. Brondal definiva struttura come oggetto autonomo.
Ricondurre linguaggio alla logica, scopo di Hjelmslev fondare la linguistica sulla
logica. Hjelmslev concetto struttura come insieme di dipendenze. Tentativo di
fondare linguistica Saussure su filosofia scienza neopositivista. Nel 1943 pubblica
un volume intitolato fondamenti teoria del linguaggio. Elabora la teoria verso metà
anni ’30 del Novecento, assieme a Uldall. A questa teoria linguistica fu dato nome
“Glossematica”. Si propone come teoria generale delle scienze sociali le quali
bisogna ricondurle a un calcolo logico astratto.La glossematica non avrebbe dovuto
essere soltanto teoria del linguaggio naturale ma applicata anche a tutte le strutture
ad esso analoghe. Avrebbe dovuto avere forma di calcolo generale astratto.
Programma fallì in quanto a causa vicende belliche i due furono separati. Quando
ripresero collaborazione progetto opera divisa in due parti: teoria generale e
applicazione di questa teoria al linguaggio naturale. Hjelmslev non concluse mai
seconda parte perché non d’accordo con apparato costruito da Uldall.
In Hjelmslev termine funzione(nozione più tecnico strutturale interna alla struttura
della lingua) ruolo chiave, entità linguistica fondamentale, vero principio costitutivo
della struttura. Si riferisce a dipendenze interne che costituiscono struttura. La teoria
linguistica deve essere arbitraria(indipendente da qualsiasi disciplina,esperienza e
costituisce sistema deduttivo) e adeguata cioè capace di spiegare fatti del
linguaggio(introduce certe premesse che adempiono le condizioni di applicazione a
certi dati empirici). Termine ripreso da Chomsky nella teoria generativa come
strumento per spiegare i fatti del linguaggio.
Asse sintagmatico: ha a che fare con processi, come si sviluppano relazioni tra
elementi effettivamente realizzati.
Asse paradigmatico: ha a che fare con sistema. Opposizioni interne che abbiamo
nella testa che sono le une alternative alle altre.

LA LINGUISTICA STATUNITENSE DELLA PRIMA META’ DEL


NOVECENTO
Una caratteristica propria della linguistica statunitense era l’interesse per lingue degli
originari abitanti del continente americano, ossia le lingue amerindiane. Questo
interesse si sviluppò grazie all’opera di un antropologo di origine tedesca, F.Boas
(1858-1942). Le lingue amerindiane non avevano una tradizione scritta e ciò non
permetteva uno studio storico ma esclusivamente sincronico. Era necessario elaborare
nuove tecniche di analisi di tipo distribuzionale. 1911 “Handbook”: manuale lingue
amerindiane. Le ricerche avviate da Boas portarono all’abbandono del pregiudizio
secondo cui il grado di complessità di una lingua è legato al grado di sviluppo
culturale della popolazione che la parla. Si mostrò che le lingue amerindiane non sono
meno complesse rispetto alle lingue europee ma solo diverse. Il riconoscimento di
questa diversità determinò l’adozione di forme di relativismo linguistico, cioè non
esistono elementi universali comuni a tutte le lingue. I maggiori linguisti americani
della prima metà del Novecento sono Sapir (capofila linguistica mentalista) e
Bloomfield (capofila linguistica comportamentista). Mentalismo(capire i processi a
monte) e comportamentismo(abbandono di tutto ciò che non sia osservabile) termini
derivanti dalla psicologia; con il primo ci si riferisce a tutte le scuole che non
accettano canoni comportamentismo; il secondo indica specifica scuola.
Comportamentismo in crisi a partire dagli anni ’50 del Novecento. Oggi
generalmente abbandonato. L’opposizione tra Sapir e Bloomfield in termini di
mentalismo e comportamentismo è frutto della storiografia successiva. Entrambi
condividevano adesione a principi scuola neogrammatica. Un tratto comune ad
entrambi è la distinzione tra suono e fonema. La linguistica strutturale degli Stati
Uniti tra gli anni trenta e sessanta del Novecento è definita “post-bloomfieldiana”.
Sapir(1884-1939) fu allievo di Boas, sotto la cui guida iniziò a lavorare sulle lingue
amerindiane. Si concentrò su lingua Hopi, lingua popolazione indigena sud-ovest
USA. Oltre ad essere un linguista, era un antropologo, poeta e musicista. Importante
fu la sua nozione di “deriva”. Deriva: evoluzione delle lingue segue deriva con
direzione. I parlanti di una lingua selezionano nell’alternativa delle varianti, varianti
che vanno nella stessa direzione. Sostiene la validità della regolarità delle leggi
fonetiche ed il ruolo dell’analogia(cfr neogrammatici). Tuttavia le regolarità che si
riscontrano nel linguaggio non fanno della linguistica una disciplina biologica o
psicologica. La lingua è un prodotto sociale e culturale. A prima vista il parlare
sembra un atto naturale come il camminare ma impressione fallace. Il camminare è
una funzione biologica inerente all’uomo, questo non è il caso del linguaggio. Ogni
funzione biologica ha un organo che le è proprio, non c’è un tale organo per il
linguaggio anche se esso fa uso di una serie di organi anatomici. Il linguaggio
(sistema di simboli che abbiamo nella testa) è un gruppo di funzioni sovrapposte,
un metodo umano e non istintivo per comunicare idee, emozioni e desideri
attraverso sistema simboli volontariamente prodotti.
Il fonema è definito da Sapir: unità che ha significato funzionale nella forma o nel
sistema dei suoni propri di una lingua. Ogni elemento è definito in base a posizione
che occupa all’interno del sistema. Hanno una precisa realtà, anche se inconscia,
nella mente del parlante. Uno dei pochi agli inizi del Novecento ad occuparsi ti
tipologia linguistica, anche se non usa il termine stesso. Sapir nega che le lingue
possano essere disposte lungo una scala di valore. Ritiene insufficiente la
classificazione in lingue agglutinanti, isolanti e flessive (A.Schlegel) così come pure
l’opposizione tra lingue sintetiche e analitiche. Classificazione deve basarsi su natura
concetti espressi dalla lingua e implica classificazione concetti grammaticali.
Ipotesi Sapir-Whorf(ingegnere chimico che aveva seguito lezioni Sapir) no
elaborata congiuntamente dai due studiosi ma rappresenta sviluppo, da parte di
Whorf; di alcune idee(in particolare idee relativismo linguistico) di Sapir dopo morte.
Queste idee risalgono alla definizione che Humboldt dava del linguaggio come
organo formativo del pensiero. Per Sapir pensiero condizionato in modo diverso dalle
diverse lingue. Percezione mondo filtrata da lingua che parliamo. Due lingue diverse
sono incommensurabili ma questa incommensurabilità si ha solo quando le due
lingue appartengono a tradizioni storico-culturali diverse. Whorf sviluppò queste idee
ponendo a confronto la diversa organizzazione grammaticale di alcune lingue
amerindiane rispetto a quella delle lingue europee che egli riuniva sotto sigla
SAE(europeo medio standard). Arriva a principio relatività linguistica: differenti
osservatori non sono condotti dagli stessi fatti fisici alla stessa immagine
dell’universo, a meno che i loro retroterra linguistici non siano simili. I concetti di
tempo e materia non sono dati a tutti gli uomini nella stessa forma ma dipendono
dalla natura della lingua o delle lingue attraverso il cui uso si sono sviluppati.
Bloomfield (1887-1949) porta all’apice il distribuzionalismo. Si formò come
germanista, trascorse un periodo di studi a Lipsia dove entrò in contatto con i
neogrammatici. Si occupò di lingue amerindiane, in particolare del tagalog, lingua
nazionale delle Filippine. Contribuì alla rivista “Language”, fondata nel 1925 come
organo della Società di Linguistica Americana. La sua opera più importante Language
1933 è divisa in due parti: una di linguistica generale e una di linguistica storica.
Recensisce nel 1923 il corso di linguistica generale di Saussure. Da quest’ultimo
riprende distinzione tra langue e parole. Punto di distanza: analisi non basata sulla
parola come Saussure, ma sulla frase. Descrive funzionamento linguaggio in termini
comportamentisti: la scienza del linguaggio si basa sul comportamento direttamente
osservabile dei parlanti, descritto tramite termini stimolo e risposta.”Il passo più
difficile nello studio della lingua è il primo passo.”
Fonologia: studio dei suoni linguistici significativi.
Fonema: unità minima di tratto sonoro distintivo.
Concetto di forma linguistica: forma fonetica dotata di significato. Fonda metodo
analisi formale e distribuzionale, anche se termine distribuzionale non ricorre in
Bloomfield. Opera distinzione tra forme libere e legate. Una forma legata è una
forma linguistica che non viene mai pronunciata da sola, tutte le altre sono forme
libere. Su di essa si basa distinzione tra sintassi(tratta costruzioni che non contengono
forma legata) e morfologia(tratta costruzioni che contengono forma legata). Limite tra
morfologia e sintassi rappresentato da parola: unità più piccola di forma libera.
Un’altra distinzione è quella tra forme complesse (ammette parziale somiglianza
fonetico-semantica con altra forma linguistica) e forme semplici(non ammettono
somiglianza). Forma semplice è chiamato il morfema: entità linguistica minima dotata
di significato. Distingue grammatica (disposizioni significative forme di una lingua)
dal lessico, quest’ultimo insieme completo dei morfemi di una lingua. In base alla
disposizione delle forme lessicali si possono determinare delle classi di forme. Per
individuarle, Bloomfield elabora analisi in costituenti immediati (classificazione in
base a distribuzione cioè capacità di combinarsi per formare insiemi più complessi):
un costituente è un componente di una forma complessa ed è immediato quando non
fa parte di un altro costituente. I costituenti immediati vengono individuati in base
all’intuizione dei parlanti. I costituenti di una forma complessa formano una
costruzione. Le costruzioni sono di due tipi: endocentriche (sintagma nominale) ed
esocentriche (sintagma preposizionale). Un sintagma ha una costruzione endocentrica
se esso ha la stessa funzione di uno o più dei suoi costituenti immediati. Può esserci
sia testa che attributo.
Si ha una costruzione esocentrica se un sintagma non ha la stessa funzione di nessuno
dei suoi costituenti immediati. Non c’è né testa né attributo.
Bloomfield mette in rilievo aspetto creativo del linguaggio:possibilità per il parlante
di creare infinite combinazioni nuove che pronuncia per analogia con le forme simili
che ha udito.

Distribuzionalismo (identificazione e classificazione elementi lingua in base a loro


distribuzione) post-bloomfieldiano
La linguistica statunitense tra gli anni trenta e cinquanta del Novecento, è nota come
“post-bloomfieldiana”. Fu maggiore l’impatto di Bloomfield ma anche Sapir
influenza nelle fasi iniziali delle loro ricerche, alcuni dei più importanti post-
bloomfieldiani: Harris (1909-1962) ed Hockett (1916-2000). I caratteri che
giustificano tale etichetta sono l’accentuazione di due aspetti del pensiero di
Bloomfield: il comportamentismo per l’impostazione generale e il distribuzionalismo
per le tecniche di analisi.
Hockett definisce atto di linguaggio un’entità del comportamento umano con certe
caratteristiche fisiologiche e sociologiche. Harris definisce distribuzione: somma di
tutte le differenti posizioni di un elemento rispetto all’occorrenza degli altri elementi.
impostazione proceduralista: compito linguista quello di elaborare procedure per
individuare fonemi, morfemi, classi parole di una data lingua non studiata in
precedenza. Queste procedure devono seguire il principio della separazione dei
livelli: prima devono essere individuati i fonemi, poi i morfemi costituiti dai fonemi
ecc. Non ci deve essere circolarità. Distinzione tra struttura fonologica e
grammaticale, la quale si distingue in tattica (distribuzione morfemi) e morfofonemica
(realizzazione fonetica morfemi). Quest’ultima è lo studio dell’alternanza tra fonemi
corrispondenti in forme diverse dello stesso morfema.
Fonema definito come classe di suoni, i quali talvolta differiscono tra loro. Suoni
diversi che appartengono alla stessa classe rappresentata da uno stesso fonema,
definiti allofoni ti tale fonema. Termine usato per la prima volta da Whorf. Gli
allofoni di uno stesso fonema hanno una distribuzione complementare: se due suoni
simili si presentano l’uno sempre in un determinato contesto fonetico e l’altro in un
altro contesto, sono realizzazioni fonetiche diverse di uno stesso fonema.
Hockett distinse allomorfo da morfo:singola forma di un morfema. Allomorfo:
rappresentazione medesimo morfema. Morfi vuoti: non hanno significato e non
corrispondono ad alcun morfema. Harris usa concetto morfema discontinuo: fonemi
non immediatamente successivi l’uno all’altro.
Modello ad entità e disposizioni: ogni entità grammaticale è analizzata come la
combinazione di morfi, i quali rappresentano morfemi che possono essere anche
discontinui.
Harris metodo dal morfema all’enunciato: non richiede elementi oltre i morfemi, e
nessun’altra operazione oltre alla sostituzione.
A partire dagli anni ’50 gli strutturalisti americani cominciarono ad avvertire
insufficienza metodi distribuzionali, esigenza di modelli di analisi uso maggiore
concetti astratti.
Hockett introduce distinzione tra grammatica profonda(significato) e
superficiale(struttura frase) per superare distribuzionalismo.

INIZI DELLA GRAMMATICA GENERATIVA


Chomsky (“lingua esercito con marina”) ha sempre presentato la sua teoria
linguistica, cioè la grammatica generativa, come opposta allo strutturalismo di
Bloomfield e dei post-bloomfieldiani, nel cui ambito si era formato essendo stato
allievo di Harris. Importanza concetto movimento.
Concetto trasformazione: due costruzioni sono trasformate l’una dell’altra se
esprimono lo stesso significato mediante forme grammaticali diverse. Concetto
introdotto da Harris. Le trasformazioni nel senso di Harris sono una tecnica per
individuare classi di frasi equivalenti. Due o più costruzioni sono dette trasformate
l’una dell’altra se contengono gli stessi morfemi in numero identico. Alle
trasformazioni viene assegnato compito di rendere conto dell’aspetto creativo del
linguaggio.
Noam Chomsky, nato nel 1928 da una famiglia di intellettuali ebrei di origine russa,
fu allievo di Harris. Da giovane era quasi esclusivamente interessato alla politica.
All’Università della Pennsylvania, dove inizia i suoi studi, incontra Harris che a quel
tempo stava completando i suoi “Metodi di linguistica strutturale” 1951(summa
dell’analisi di tipo distribuzionale) la cui correzione delle bozze, affidò a Chomsky.
Ebbe così la possibilità di entrare in contatto diretto con la linguistica post-
bloomfieldiana. Poco dopo inizia a lavorare alla sua tesi di primo livello
intraprendendo una descrizione dell’ebraico moderno con i metodi di questa stessa
linguistica, dalla quale inizia a distaccarsi avvertendone i limiti. La sua idea è quella
di mettere in relazione forme di parole apparentemente irregolari e prive di legame
l’una con l’altra riconducendole a forme astratte soggiacenti. Chomsky applica queste
idee all’analisi di alcuni problemi di morfofonemica dell’ebraico moderno. Nel 1951
ottiene borsa di studio presso la Harvard University dove entra in contatto con
Jakobson. Influenza esercitata su Chomsky da parte di alcuni compagni di studi:Bar-
Hillel e Halle. Chomsky matura opposizione al comportamentismo . Elabora ipotesi
che alla base dell’acquisizione linguaggio stiano specifiche strutture mentali
preprogrammate. Nel 1955 ottenne il dottorato all’Università di Pennsylvania, con
tesi intitolata “analisi trasformazionale dell’inglese”. In questo stesso anno ottenne
posto di insegnamento a Cambridge, dove fondò insieme ad Halle il dipartimento di
Linguistica. 1957 “Syntactic structures”(strutture della sintassi).Lo scopo dell’analisi
linguistica di una lingua è quello di separare le sequenze grammaticali da quelle non
grammaticali e studiare struttura sequenze grammaticali. Il parlante nativo di una data
lingua possiede senso intuitivo di grammaticalità. Di conseguenza, l’insieme delle
frasi grammaticali non si può identificare con il corpus delle frasi osservate dal
linguista. Bisogna proiettare la classe delle frasi osservate in una classe più larga di
frasi grammaticali. Chomsky parte dalla nozione di corpus: insieme finito di frasi,
raccolto dall’osservatore. Il suo scopo è trovare regole che permettono di generare
tutte frasi grammaticali della lingua in questione. Chomsky mostra interesse per
aspetto creativo del linguaggio: capacità di produrre e comprendere frasi mai udite
prima ipotizzando che il parlante sia dotato di un meccanismo innato che guida
l’acquisizione del linguaggio. La teoria linguistica deve rendere conto della
percezione dei contrasti fonemici, della relazione tra parole e delle relazioni che ogni
parlante intuitivamente avverte tra frasi di modalità differente. Per la descrizione di
questi fenomeni presenta tre modelli:
1)a stati finiti
Rappresentazione sintassi di una lingua naturale come una successione di parole,
ciascuna delle quali è scelta solo in base a quella immediatamente precedente.
Tuttavia Chomsky osserva che nelle lingue naturali molte frasi presentano delle
relazioni a distanza in cui determinate parole non sono selezionate in base a quella
immediatamente successiva, ma ad un’altra parola che può trovarsi a una distanza
potenzialmente anche illimitata. Ciò mostra che tale modello non è adeguato per la
descrizione lingue naturali.
2) grammatica a struttura sintagmatica
Attraverso regole riscrittura si può dar conto differenze interne a frasi. Produce
strutture diverse a secondo delle interpretazioni. Risolve ambiguità sintattiche.
E’ una formalizzazione dell’analisi in costituenti immediati dello strutturalismo
americano. Scopo: stabilire regole che permettono la derivazione di una struttura in
costituenti, costruire modello che renda conto di tutte le frasi grammaticali possibili
di una data lingua. Frasi rappresentate come una struttura gerarchica fino a livello
massimo:frase(F=SV+SN). Anche questo modello presenta limiti.
3) grammatica trasformazionale
Descrizione che possa dar conto anche frasi trasformate. Modello che Chomsky crede
debba essere seguito.
Trasformazioni obbligatorie (devono sempre applicarsi per produrre una frase
grammaticale) e trasformazioni facoltative(si applicano solo in certi casi). Le
trasformazioni producono la ricorsività: possibilità di includere un numero illimitato
di frasi dipendenti in una frase principale. Il termine trasformazione indica in
Chomsky un rapporto tra strutture. Nessuna trasformazione genera una frase concreta
ma una struttura astratta. Analisi linguistica che permette di cogliere procedimento
che permette di generare frase.
Il successo di Chomsky fu notevole anche grazie ad una recensione pubblicata sulla
rivista “Language” da uno dei suoi allievi: Lees. Tra la metà degli anni ’50 e la metà
degli anni ’60 del Novecento, la teoria assume aspetto sistematico che verrà poi
chiamato standard. In Chomsky 1964 si trova una delle prime definizioni di
grammatica generativa: un dispositivo che specifica l’insieme infinito delle frasi ben
formate e che assegna a ciascuna di queste una o più descrizioni strutturali. La
formulazione più sistematica si trova in Chomsky 1965 “Aspetti di teoria di
sintassi”. È la sintassi a generare frasi. Distingue struttura profonda(generata dal
componente sintattico e interpretata dal componente semantico per dare significato)
e struttura superficiale(interpretata dal componente fonologico per dare voce a
frasi). Chomsky afferma che la teoria linguistica si occupa di un parlante ascoltatore
ideale, in una comunità linguistica omogenea. Distingue tra competenza(langue)
(conoscenza che il parlante ascoltatore ha della sua lingua) ed esecuzione(parole)
(uso effettivo della lingua in situazioni concrete). La competenza è un insieme di
regole per generare un numero potenzialmente infinito di frasi. La competenza,
rispetto alla langue che ha a che vedere con società; è più rivolta ad aspetti cognitivi.
Insieme di conoscenze che ci permette di costruire un numero potenzialmente
infinito di frasi. La teoria linguistica è mentalistica poiché il suo scopo è di scoprire
una realtà mentale sottostante a un comportamento effettivo. La teoria può
raggiungere livelli diversi di adeguatezza: descrittiva (nella misura in cui descrive
correttamente la competenza intrinseca del parlante nativo ideale) ed
esplicativa(nella misura in cui riesce a scegliere una grammatica adeguata in senso
descrittivo in base ai dati linguistici primari).
La grammatica generativa sembra riavvicinarsi allo psicologismo ottocentesco e
distinguersi dallo strutturalismo. Tra lo psicologismo generativista e quello
ottocentesco esistono differenze: quest’ultimo voleva ricondurre fenomeni linguistici
a leggi psicologiche generali, Chomsky sostiene che il linguaggio e la sua
acquisizione sono governati da regole specifiche. La capacità del parlante di produrre
e comprendere frasi mai udite prima si può spiegare soltanto ipotizzando che il
parlante sia dotato di un meccanismo innato che guida la sua acquisizione del
linguaggio. Il problema della teoria linguistica diventa quello di determinare le
caratteristiche di questo meccanismo: essendo innato deve essere comune a tutti gli
esseri umani, ossia universale. Si ripropone il problema di individuare universali
linguistici, abbandonando il relativismo tipico della linguistica strutturale americana.
Analogia no sufficiente.
Chomsky autorità linguistica verso cui i giovani si scontravano. Allievi si distanziano
da teoria standard.
Elementi in testa pronti a fiorire, predisposizione ad acquisizione linguaggio.