2006 Gestione Rifiuti Sanitari Assistenza Sanitaria SIMT

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 5

GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI DA ASSISTENZA SANITARIA

RIFERIMENTI NORMATIVI

DECRETO 152/2006

ART. 266
(disposizioni finali)

4. I rifiuti provenienti da attività di manutenzione, servizio o assistenza sanitaria si considerano


prodotti presso la sede o il domicilio del soggetto che svolge tali attività.

Attività di Assistenza Sanitaria (ex 266, c.4 D.Lgs. 152/2006; ex art. 4, c.2 e c.3 DPR 254/2003)

La gestione dei rifiuti sanitari costituisce “gestione speciale” in quanto normata dal DPR 254/2003,
ma si evidenzia che il disposto dei commi 2 e 3 dell’art 4 del DPR 254/2003 applica alla fattispecie
l’art. 58, c.7-ter dell’abrogato D.Lgs. 22/97 che aveva la medesima formulazione dell’attuale art.
266, c.4 del vigente D.Lgs. 152/2006.

La formulazione dei commi 2 e 3 dell’articolo 4 del DPR 254/2003, è infatti la seguente:

“2. Nel caso in cui l'attività del personale sanitario (…) sia svolta all'esterno delle stesse, si
considerano luogo di produzione dei rifiuti sanitari le strutture medesime, ai sensi dell'articolo 58,
comma 7-ter, del decreto legislativo n. 22 del 1997. (…).

3. Si considerano altresì prodotti presso le strutture sanitarie di riferimento i rifiuti sanitari, con
esclusione di quelli assimilati agli urbani, prodotti presso gli ambulatori decentrati dell'azienda
sanitaria di riferimento”

Il comma 2 riferisce alle prestazioni di attività sanitarie infermieristiche domiciliari (ADI) e


individua il luogo di produzione dei rifiuti prodotti da tali attività, nel distretto da cui
organizzativamente dipendono e presso il quale gli operatori sanitari depositano il contenitore di
rifiuti al termine della quotidiana attività.

Il comma 3 riferisce ai rifiuti sanitari prodotti presso gli ambulatori decentrati che si considerano
prodotti “presso le strutture sanitarie di riferimento”.

I distretti (ambulatori decentrati) delle aziende sanitarie costituiscono quindi “luoghi di produzione
di rifiuti sanitari pericolosi” derivanti sia dalle prestazioni sanitarie in loco sia da quelle domiciliari.

Rimangono inalterate, anche in riferimento a tale fattispecie, le considerazioni già esposte e riferite
all’individuazione del luogo di produzione del rifiuto e all’inamovibilità del “deposito temporaneo”
se non per preciso disposto di legge e perciò, anche in relazione ai rifiuti sanitari prodotti nei
distretti o ambulatori decentrati, il luogo di produzione del rifiuto rimane il luogo effettivo di
produzione (distretti o strutture decentrate) mentre può essere centralizzata la sola tenuta del
registro.
Da ciò deriva che:

• i rifiuti sanitari pericolosi devono rimanere in deposito temporaneo “in situ” (ambulatori
territoriali o distretti) e possono essere trasportati a destinazioni autorizzate di recupero o
smaltimento esclusivamente tramite trasportatore autorizzato accompagnati da formulario;

• la tenuta e compilazione del registro di carico e scarico può essere effettuata in modo centralizzato
presso la sede legale o la struttura sanitaria di riferimento;

• la scrittura di ogni riga di registro va riferita esattamente al luogo di produzione del rifiuto
indicandolo nel campo annotazioni ovvero nella parte alta della IV colonna (è riservata alle attività
manutentive da infrastrutture ma può essere comunque utilizzata in quanto si privilegia la
completezza dell’informazione data e l’assimilabilità operativa);

• la scrittura delle righe di registro relative alla produzione e allo scarico di rifiuti della sede legale o
della struttura sanitaria di riferimento, non necessitano di alcuna indicazione nella parte alta della
quarta colonna, in quanto riferite al medesimo luogo di tenuta del registro indicato nel frontespizio.

Il deposito temporaneo può avvenire lontano dal luogo di produzione senza autorizzazione quando
il rifiuto deriva da attività di manutenzione o da visite sanitarie (art. 266 comma 4, D. Lgsl. 152/06).

183. Definizioni
(articolo così sostituito dall'articolo 10 del d.lgs. n. 205 del 2010)

1. Ai fini della parte quarta del presente decreto e fatte salve le ulteriori definizioni contenute nelle
disposizioni speciali, si intende per:

3) il “deposito temporaneo” deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto
delle relative norme tecniche, nonché, per i rifiuti pericolosi, nel rispetto delle norme che
disciplinano il deposito delle sostanze pericolose in essi contenute;

4) devono essere rispettate le norme che disciplinano l'imballaggio e l'etichettatura delle sostanze
pericolose;

5) per alcune categorie di rifiuto, individuate con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare, di concerto con il Ministero per lo sviluppo economico, sono fissate le
modalità di gestione del deposito temporaneo;”

Il "deposito temporaneo“ è riferito ad un'attività preventiva e distinta che precede qualunque tipo di
attività legata alla gestione vera e propria del rifiuto; è un’ 'ipotesi derogatoria eccezionale ed è
un’attività che “precede” la raccolta, il trasporto, lo smaltimento e qualunque altra attività di
gestione del rifiuto, tant’è che non deve essere autorizzata, ma deve solo rispettare alcune regole per
la sua corretta esecuzione dall’articolo 183.
Poiché il trasporto del rifiuto è successivo al “deposito temporaneo” è solo in quel momento che
scatta l’obbligo di formulario per il suo trasporto su strada, stabilito dall’articolo 193 del decreto
152/2006.

Da ciò deriva che:

• i rifiuti sanitari pericolosi devono rimanere in deposito temporaneo “in situ” (ambulatori
territoriali o distretti) e possono essere trasportati a impianti autorizzati di recupero o smaltimento
esclusivamente tramite trasportatore autorizzato accompagnati da formulario;

• la tenuta e compilazione del registro di carico e scarico può essere effettuata in modo centralizzato
presso la sede legale o la struttura sanitaria di riferimento;

• la scrittura di ogni riga di registro va riferita esattamente al luogo di produzione del rifiuto
indicandolo nel campo annotazioni ovvero nella parte alta della IV colonna (è riservata alle attività
manutentive da infrastrutture ma può essere comunque utilizzata in quanto si privilegia la
completezza dell’informazione data e l’assimilabilità operativa);

• la scrittura delle righe di registro relative alla produzione e allo scarico di rifiuti della sede legale o
della struttura sanitaria di riferimento, non necessitano di alcuna indicazione nella parte alta della
quarta colonna, in quanto riferite al medesimo luogo di tenuta del registro indicato nel frontespizio.

In considerazione che quanto disposto dalla normativa in precedenza riportata definisce in maniera
univoca e definitiva le corrette modalità di gestione dei rifiuti da assistenza domiciliare, di seguito si
propone una procedura che può essere utilizzata dal personale sanitario per la gestione dei rifiuti
prodotti.
PROCEDURA OPERATIVA PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI PRODOTTI
DALL’ATTIVITÀ DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Prima di ogni intervento il personale deve munirsi:

A. della documentazione in cui sono riepilogati gli interventi o il servizio che l’operatore deve
eseguire;

(si tratta dell’unico documento che l’operatore deve portare sul veicolo perché non sussiste
l’obbligo di formulario di identificazione per il trasporto dei rifiuti sulla base della
normativa precedentemente riportata);

B. degli appositi contenitori per il corretto imballaggio dei rifiuti; la capacità dei contenitori è
variabile e viene determinata dal personale sanitario in funzione degli interventi da eseguire;
tutti i contenitori forniti sono etichettati in conformità della normativa sui rifiuti (R nera su
fondo giallo) e ADR (tre cerchi in parte sovrapposti, simbolo del rischio infettivo) e sono
omolgati ONU secondo le previsioni dell’ADR 2011;

i contenitori normalmente forniti sono di capacità variabile dai 3,5 ai 10 litri e possono
essere forniti anche contenitori di maggiore capacità su richiesta del personale sanitario;

CONTENITORI PER L’IMBALLAGGIO DEI RIFIUTI SANITARI E SISTEMI DI CHIUSURA

C. di un contenitore di riserva, guanti monouso, materiale assorbente e disinfettante per


intervenire in scurezza in caso di sversamento accidentale dei rifiuti;

D. Al termine di ogni intervento, provvedere alla sua chiusura del contenitore e fissarlo nella
vettura in modo che non si ribalti; si consiglia di inserire il contenitore dei rifiuti nel
bagagliaio della vettura e non nell’abitacolo, per evitare che l’eventuale fuoriuscita dei
rifiuti non entri in contatto con il conducente;

E. Durante il trasporto il conducente:


1. guida la vettura rispettando il codice della strada evitando frenate brusche o improvvisi
cambi di direzione che possono compromettere l’integrità del carico
2. rispetta i limiti di velocità stradali e quelli eventualmente previsti all’interno delle unità
locali in cui avviene il carico e lo scarico dei rifiuti;
3. in caso di sosta, evita di lasciare il mezzo incustodito e prima di un eventuale
allontanamento, sempre per un breve periodo, verifica che sia ben chiusa sia l’abitacolo
che il portabagagli.

F. Dopo l’ultimo intervento recarsi nel più breve tempo possibile presso la struttura sanitaria in
cui è organizzato il deposito temporaneo dei rifiuti e posizionare al suo interno il/i
contenitore/i utilizzato/i per l’imballaggio dei rifiuti dopo aver indicato su ciascun
contenitore la data di deposito.

Potrebbero piacerti anche