Presentazione Gotico Lucrezia Biamino

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L’Arte

gotica

Di Lucrezia Biamino
3C
ARTE GOTICADiBiamino
Lucrezia

Tra il 1150 e il 1200 ha origine in Francia lo stile “gotico”,


termine che sottolinea la sua estraneità alla civiltà classica (i
Goti erano infatti un popolo del Nord Europa). La sua diffusione e
durata variano nei diversi Paesi d’Europa: in alcuni resiste fino al
XIV secolo, mentre in Italia penetra più lentamente e viene
superato dallo stile rinascimentale.
Le CROCIATE e lo sviluppo commerciale favorirono l’emergere dei centri marinari ed atre città quali Milano
e Firenze
Le monarchie nazionali si avvantaggiano dell’indebolimento di Impero e Papato e i comuni acquisiscono una
completa indipendenza
Nasce la BORGHESIA che promuove la produzione di opere d’arte.
L’arte celebra il potere della CHIESA, della MONARCHIA e della borghesia stessa

Nascono le prime BOTTEGHE D’ARTE e le corporazioni di ARTI e MESTIERI


I caratteri del Gotico - Architettura
A seconda dei luoghi assume caratteristiche differenti ma presenta comunque un’UNITA’ DI FONDO
Gli artisti elaborano soluzioni tecniche AUDACI e INNOVATIVE che trovano la loro
massima espressione nella costruzione delle CATTEDRALI.
I caratteri del Gotico - Architettura
1. SVILUPPO IN ALTEZZA PER SOTTOLINEARE LO
SLANCIO DEL FEDELE VERSO DIO

2. MIGLIORANO LE TECNICHE COSTRUTTIVE:


L’ARCO A TUTTO SESTO E’ SOSTITUITO DALL’ARCO
OGIVALE ( ACUTO) CHE CONSENTE UNA MIGLIORE
DISTRIBUZIONE DEL PESO DELLA VOLTA SUI
PILASTRI (FULCRI) E NON PIU’ SUI MURI CHE SI
POSSONO SVUOTARE PER FAR POSTO A GRANDI
VETRATE
I caratteri del Gotico - Architettura
1. GLI ELEMENTI PORTANTI DELLE
NUOVE COSTRUZIONI SONO I
PILASTRI A FASCIO;
2. ALL’ESTERNO UN AIUTO E’ DATO DAI
CONTRAFFORTI E DAGLI ARCHI
RAMPANTI CHE CONTRASTANO LA
SPINTA DELLE VOLTE A CROCIERA
5. GLI SPAZI INTERNI SI DILATANO,
GLI IMPIANTI PLANIMETRICI SON
SEMPRE PIU’ COMPLESSI,
IMPRONTATI SULLA LEGGEREZZA E
LO SLANCIO VERTICALE
I caratteri del Gotico - Architettura
6. ELEMENTO DOMINANTE E’ LA LUCE

Il fedele ha la sensazione di entrare nella città celeste e


di avvicinarsi a Dio
I caratteri del Gotico - Architettura

“chiese fatte di luce, splendenti come la Gerusalemme celeste,


simili a pietre preziose, trasparenti come il cristallo”

Parigi, Saint Chapelle


I caratteri del Gotico - Architettura
La cattedrale gotica non comunica serenità come le chiese paleocristiane, non induce alla contemplazione
come le chiese romaniche, ma ESALTA, AFFASCINA, COMMUOVE, ABBAGLIA, trascinando il fedele verso
il regno misterioso della LUCE e di Dio

Cattedrale di Metz
I caratteri del Gotico - Architettura

Cattedrale di Amies - interno


I caratteri del Gotico - Architettura

Cattedrale di Rouen - interno Cattedrale Saint Nicolas de Port interno


I caratteri del Gotico - Architettura
Il gotico in Portogallo è un esempio di stile architettonico sontuoso e composito; esso incorpora elementi marinari come riferimento alle scoperte
fatte in quegli anni dai navigatori portoghesi
I caratteri del Gotico - Architettura

Interno cattedrali – divisione in 4 livelli

Cattedrale Laon - interno


I caratteri del Gotico - Architettura

Cattedrale di Notre-Dame
(facciata, zona absidale,
interno). Posteriore al 1254.
Reims, Francia.

L’esterno della costruzione è


ricoperto da una ricchissima
ornamentazione di rilievi,
statue, guglie e pinnacoli che
rende difficile individuare gli
elementi costruttivi. L’interno
suggerisce l’impressione di
verticalità e di leggerezza,
grazie anche all’impiego
dell’arco a sesto acuto.
I caratteri del Gotico - Architettura
Cattedrale di Chartres Francia.
In Europa e soprattutto in Francia le cattedrali assumono esternamente
una conformazione simile, caratterizzata da imponenti facciate serrate
da due torri e una parte centrale con tre portali d’ingresso sormontati
dal ROSONE. Nella parte absidale è visibile invece la funzione svolta
dagli archi rampanti e dai contrafforti come elemento di equilibrio e
controspinta.
I caratteri del Gotico - Architettura
Costante è inoltre la ricerca di dettagli scultorei molto ricchi che ricoprono l’intera costruzione,
seguendo le architetture ed in alcuni casi diventando architettura essi stessi. Statue colonne, guglie,
portali strombati e gargouille affollano le facciate mascherandone l’ossatura portante.

Cattedrale di Chartres, Francia


I caratteri del Gotico - Architettura
Cattedrale di Chartres, Francia
I caratteri del Gotico - Architettura
Cattedrale di Notre Dame, Parigi, uno dei simboli più eleganti e armonici del gotico
francese.
I caratteri del Gotico - Architettura
Le sculture acquistano maggiore naturalezza, rispetto al periodo romanico, emergono dal fondo
come elementi autonomi, recuperando la terza dimensione ed assumono maggiore umanità

Cattedrale di Notre Dame, facciata principale


Parigi
I caratteri del Gotico - Architettura
Le sculture acquistano recuperando la terza dimensione ed assumono maggiore
umanità.
I caratteri del Gotico

Nicola Pisano, Pannello Pilastro dell’Angelo.


della Natività. 1260. Con il gotico la scultura acquista più 1125-1130. Pietra.
Marmo, 85 x 113 cm. naturalezza rispetto allo stile romanico Strasburgo, Cattedrale
Pisa, pulpito del di Notre-Dame.
Battistero.
e diventa parte integrante
dell’architettura.
I caratteri del Gotico - Architettura
Guglie, archi rampanti e gargouille di Notre Dame a Parigi
I caratteri del Gotico - Architettura
Guglie, archi rampanti e gargouille di Notre Dame a Parigi
I caratteri del Gotico - Architettura
La costruzione di una cattedrale segnava per decenni l’economia di un’intera regione, richiedendo colossali investimenti e la presenza
di maestranze specializzate. I finanziamenti avvenivano spesso tramite la vendita delle indulgenze e degli spazi per la sepoltura
all’interno della chiesa.

IMPALCAT
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I caratteri del Gotico - Architettura
Pietra, ferro e legno erano i materiali necessari alla costruzione; alla stesura del progetto era preposto l’architetto che doveva
occuparsi anche dell’allestimento delle attrezzature e delle macchine necessarie, come pure la responsabilità di reperire i materiali e
far approntare le botteghe degli artigiani.
Non si studiava per diventare architetto, lo si diventava sul campo.
Al cantiere partecipavano maestranze diverse, manovali per lo scavo, carpentieri per le impalcature, muratori, calcinai, fabbri,
scultori e maestri vetrai.
A terra si preparavano le centine di legno, che servivano a dare la forma agli archi e a sostenere le volte durante la costruzione.
Gli scultori e i maestri vetrai realizzavano le loro opere direttamente in cantiere. Il gigantesco rosone, assemblato a terra, veniva poi
montato sulla facciata pezzo per pezzo.
I caratteri del Gotico - Architettura
L’architettura gotica in Italia risentì
della tradizione romanica, classica e
bizantina e non raggiunse mai le ardite
soluzioni adottate in Francia o nel
Regno Unito.

Giovanni di Uguccione e Lorenzo Maitani, Duomo di Orvieto. Dal 1290.


Facciata.

Cattedrale di Exeter. 1310 ca. Navata centrale.


I caratteri del Gotico - Architettura
In Italia gli edifici risultano meno slanciati, viene rifiutato l’eccessivo impiego delle vetrate, per preferire
murature più massicce, adatte ad essere rivestite da decorazioni ad affresco.

Duomo di Orvieto. Dal 1290. Facciata


I caratteri del Gotico - Architettura

In Italia gli
edifici
risultano meno
slanciati, viene
rifiutato
l’eccessivo
impiego delle
vetrate, per
preferire
murature più
massicce,
adatte ad
essere rivestite
da decorazioni
ad affresco o a
mosaico

Duomo di Orvieto. Particolari facciata: mosaico del timpano e rosone


centrale
I caratteri del Gotico - Architettura
In Italia gli edifici risultano meno slanciati,
viene rifiutato l’eccessivo impiego delle vetrate,
per preferire murature più massicce, adatte ad
essere rivestite da decorazioni ad affresco o a
mosaico.

Duomo di Orvieto.
interno
I caratteri del Gotico - Architettura
Duomo di Milano, inizio costruzione 1386, ultimazione 1892.
Lo stile del Duomo, essendo frutto di lavori secolari, non risponde a un preciso movimento, ma segue piuttosto un'idea di
"gotico" via via reinterpretato. Nonostante ciò, e nonostante le contraddizioni stilistiche nell'architettura, il Duomo si presenta
come un organismo unitario. La gigantesca macchina di pietra infatti affascina e attrae l'immaginazione, in virtù anche della
sua ambiguità, fatta di ripensamenti, e discontinuità. Anche il concetto di "autenticità" gotica, pensando a come in realtà gran
parte delle strutture visibili risalga al periodo neogotico ed alle frequenti sostituzioni, è in realtà una storpiatura della stessa
essenza del monumento, che va visto invece come un organismo architettonico sempre in continua e necessaria ricostruzione.
Le vetrate, monumenti di luce

Tra le innovazioni apportate dal Gotico vi fu l’impiego su vasta scala delle


vetrate, che svolgevano sia una funzione pratica, in quanto permettevano di
inondare di luce l’interno della chiesa, sia simbolica, poiché esprimevano la
vittoria della luce, cioè del divino, sul buio, simbolo del peccato. Le vetrate
sembrano un grande mosaico trasparente, composto da numerosi pezzi di
vetro colorato saldati insieme da un fitto reticolo di listelli di piombo.
Le vetrate, monumenti di luce
Con la loro forma, le grandi finestre a
vetrate sottolineavano lo slancio
verticale delle navate.
I colori preferiti erano rosso, blu e
verde, perché colpiti dal sole,
brillavano come pietre preziose,
suscitando stupore e meraviglia nei
fedeli

Vetrata absidale , Cattedrale di Notre Dame, Parigi

Vetrata con Osea, il re Davide e Daniele. 1130 ca. h. 230 cm.


Cattedrale di Augusta.
Le vetrate, monumenti di luce
La vetrata principale di una cattedrale era in genere costituita dal rosone, un’ampia finestra
circolare il cui aspetto ricorda quello di un grande fiore. Il rosone era collocato sopra il portale
d’ingresso o sulla facciata dei transetti laterali. Sorrette da un complesso

Rosone del transetto sinistro. 1225 ca.


Chartres, Cattedrale. Rosone Chiesa di Notre-Dame,
Parigi
Le vetrate, monumenti di luce
Sorrette da un complesso traforo in pietra queste vetrate venivano collocate sopra il portale d’ingresso o nei
transetti laterali. A mano a mano che le tecniche costruttive miglioravano, le vetrate si fecero sempre più
ampie, così che i rosoni iniziarono a fondersi con le sottostanti finestre a sesto acuto.

Rosone esterno Chiesa


Cattedrale di Reims Rosone cattedrale di Amies di Notre-Dame, Parigi
Lavorare in bottega

Nel Medioevo, la bottega era il luogo di lavoro degli artisti e


qui i giovani apprendisti imparavano i segreti del mestiere.
Agli allievi si assegnavano inizialmente compiti semplici,
come macinare i colori o stendere il gesso sulle tavole; più
avanti potevano eseguire qualche dettaglio dell’opera, sotto la
supervisione del maestro, fino a diventare i suoi collaboratori.
All’interno della bottega si svolgeva tutto il ciclo lavorativo
dell’opera: il progetto, l’esecuzione e l’esposizione al
pubblico. All’artista non era solo richiesto di dipingere o
scolpire, ma all’occorrenza doveva anche realizzare mobili,
armature, finimenti, insegne e stendardi
Un dipinto come la Maestà di Duccio costituiva un evento eccezionale nella produzione
di una bottega d’arte e richiedeva, per essere completata, un complesso lavoro di
équipe.

Duccio di Buoninsegna, Maestà. 1308-11. Tempera su tavola, 214 x 412 cm. Siena, Museo dell’Opera del Duomo.
Giotto era a capo di una grande bottega, in
Lavorare in grado di soddisfare le richieste più diverse:
accanto al maestro lavoravano anche fratelli,

bottega figli, nipoti. Lo stesso Giotto, quando entrò


ragazzo nella bottega di Cimabue, svolse un
apprendistato simile.

Giotto, Crocifisso. 1296-


1300. Tempera su tavola, 578
x 486 cm. Firenze, Basilica di
Santa Maria Novella.
Lavorare in bottega
Simone Martini,
Annunciazione tra i santi
Ansano e Massima. 1333.
Tempera su tavola, 265 x
305 cm. Firenze, Galleria
degli Uffizi.

L’eleganza della linea,


la preziosità del colore
e l’amore per i
dettagli realistici,
costituiscono gli
aspetti più significativi
dell’arte di Simone
Martini, artista di
primo piano della
pittura senese.
Lavorare in bottega
La pittura su 4
tavola Una delle tecniche più diffuse nel
5 3 Medioevo è la pittura su tavola. I
pigmenti colorati, mescolati con
acqua e tuorlo d’uovo, permettevano
di ottenere un colore molto coprente
che era messo in risalto dallo sfondo
dorato del dipinto. Per supporto, di
solito, si utilizzava una tavola di
legno ben stagionata.
2
1
Prima di dipingere si stende sulla
tavola uno strato di colla e gesso (1);
poi si procede a schizzare il disegno
preparatorio (2); nel frattempo i
garzoni sminuzzano i colori nel
mortaio (3); con la doratura si
applicano sottili foglie d’oro alla
tavola (4); si completa ogni dettaglio
dell’opera con molta precisione (5).
Lavorare in bottega
Dipingere “a fresco”
L’affresco, o “pittura a fresco”, è una tecnica Per realizzare l’affresco occorre: distendere l’arriccio
conosciuta fin dall’antichità. Venne riscoperta nel sulla parete (1); realizzare il tracciato di linee per
Medioevo per decorare grandi pareti, specie nelle effettuare il disegno preparatorio (2-3); preparare con il
tonachino la porzione di affresco che si intende dipingere
chiese e nei palazzi signorili. Consiste nell’applicare il (4); realizzare l’affresco prima che la parete asciughi, in
colore sull’intonaco ancora umido, in modo che una “giornata” di lavoro (5).
asciughi assieme alla parete; la reazione chimica che si
produce fissa e conserva la pittura finché dura
l’intonaco. Il pittore deve lavorare velocemente e senza
esitazioni perché, una volta asciugata la parete, non
può modificare ciò che ha dipinto.
4
2

5
3
1
Giotto, il grande innovatore

Giotto (1267-1337) segnò una svolta nell’arte


medievale, allontanandosi dalla pittura bizantina. Dopo
aver svolto il suo apprendistato presso la bottega di
Cimabue, divenne ben presto il massimo artista
dell’epoca e lavorò in numerose città d’Italia al servizio
di papi, re e ordini monastici. Le storie che dipinge
sono raffigurate in modo verosimile: i personaggi
esprimono la propria umanità attraverso i gesti e le
espressioni, i loro corpi hanno volume e agiscono nello
spazio.
Giotto, il grande innovatore

Ad Assisi Giotto
affrescò, insieme a
un gruppo di artisti
romani, la Basilica
Superiore di san
Francesco. Lungo
le pareti della
navata i riquadri
dipinti narrano la
storia e la leggenda
del santo.

Giotto e altri, Storie di San Francesco. XII-XIII secolo. Affresco. Assisi, Basilica Superiore di
san Francesco.
Giotto, il grande innovatore

La Cappella degli Scrovegni


custodisce il ciclo di affreschi
meglio conservato di Giotto.

Compianto sul Cristo morto. 1304-1306. Affresco, 200 x 185 cm. Padova, Cappella
degli Scrovegni.
Giotto, il grande innovatore
Giotto, Madonna in maestà. 1310
ca. Tempera su tavola, 325 x 204
cm. Firenze, Galleria degli Uffizi.

Giotto non fu solo


uno straordinario
pittore, ma anche
un abile architetto;
a Firenze progettò il
campanile del
Duomo.

Giotto e altri, Campanile del


Duomo. 1334-1357. Firenze.
L’arte di ornare le parole

Nel Medioevo si diffuse il gusto di impreziosire le pagine dei


manoscritti con elaborate illustrazioni, le miniature, che avevano
anche la funzione di tradurre visivamente il significato del testo,
rendendolo più facilmente comprensibile al lettore.
Il termine miniatura deriva dal latino miniare, cioè dipingere di
rosso, perché con questo colore si scrivevano inizialmente i titoli
dei capitoli.
L’arte di ornare le
parole
L’autore
presenta il suo 1 2
libro al re.
(Foglio miniato
da
L’information
des rois et des
princes). San
Pietroburgo,
Biblioteca 4
Nazionale
3
Russa.

5 6

Le fasi della miniatura: 1. disegna la composizione; 2. procede alla


doratura; 3. stende il colore ottenuto mescolando pigmenti in
polvere; 4. delimita le tonalità più chiare da quelle più scure; 5.
ripassa il contorno con un segno nero; 6. completa con le
lumeggiature, cioè delle sottili pennellate chiare.
L’arte di ornare le parole
Il capolettera è la lettera
iniziale della prima parola di
un paragrafo o di un capitolo.
Finemente decorata con
tralci di fiori, animali, figure
o paesaggi, ha la funzione di
abbellire la pagina.

P e O (Capilettera miniati dai


Libri corali della Cattedrale).
XIV secolo. Miniatura.
Verona, Biblioteca Capitolare. M (Capolettera miniato dal Vangelo
di Lindisfarne). Inizi VIII secolo.
Miniatura. Londra, British Library.

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