La Direttiva "Prodotti Da Costruzione" CPD e La Marcatura CE Dei Materiali Stradali

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edilizia ambiente territorio

notiziario bimestrale di ingegneria n.30-34 marzo-dicembre 2010


in questo numero
PRIMO PIANO Civitavecchia, Le Autostrade GEOLOGIA
Il sistema portuale Napoli, Gioia Tauro,
Taranto, Cagliari,
del Mare
per lo sviluppo 32 La direttiva
nel Mediterraneo
e in Europa
a cura di Oriana Giovinazzi
Palermo
di Oriana Giovinazzi
9 del Mediterraneo
di Giampaolo Maria Cogo
“Prodotti da
Costruzione” (CPD)
e la marcatura CE
dei materiali stradali
Porti italiani: aspetti
critici e potenzialità
Reti marittime
e gerarchie portuali
Green ports:
nuove proposte
di Sergio Storoni Ridolfi
e Fabio Garbin 44
di Oriana Giovinazzi
4 in Europa:
un confronto
tra sviluppo
e protezione 35 LEONARDO
La tecnica delle
Focus sui porti
di Genova,
Venezia, Ravenna,
tra Nord e Sud
di César Ducruet 18 dell’ambiente
di Michele Perissinotto,
Stefano Soriani
strutture in legno:
sviluppo consapevole

Il contributo dei porti


e Gabriele Zanetto di Diego Ruggeri
52
del Mediterraneo
alle rotte
Innovazione
e sviluppo 40 TECNOLOGIE
E MATERIALI
internazionali:
il Porto
di Barcellona
di Santiago García-Milà
26
competitivo
del sistema
logistico-portuale
di Laura Facchinelli
Quartiere
residenziale
in Andalusia
di Gian Luca Brunetti
56
numero 30-34, anno VI, GIUSEPPE GISOTTI (G.G.) collaboratori pubblicità
marzo-dicembre 2010 geologo e forestale, presidente SIGEA M.E. Architectural Book and Review S.r.l.
ORIANA GIOVINAZZI, architetto
00136 Roma, via Alfredo Fusco 71/a
redazione CARLO MANCOSU (C.M.) CÉSAR DUCRUET, Centre National
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ENRICO MILONE (E.M.)
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Roma ISSN 1826-0535
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PLINIO PERILLI (P.P.) DIEGO RUGGERI, ingegnere
GIOVANNI CARBONARA (G.C.) scrittore e critico Gli articoli firmati esprimono solo
architetto, direttore della Scuola GIAN LUCA BRUNETTI, architetto l’opinione dell’autore e non
di Specializzazione in Restauro dei ELIO PIRODDI (E.P.) LUIGI MAURO CATENACCI, architetto impegnano la redazione, la quale
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di Roma Università “La Sapienza” di Roma diritti d’autore per le immagini
CLAUDIO PODESTÀ (C.P.) impaginazione e grafica pubblicate, non avendone avuto
VALERIO CASALI (V.C.)
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architetto ingegnere, professore di Tecnica
ed Economia dei Trasporti, Politecnico FABIO ZENOBI I manoscritti, anche se non pubblicati,
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di Milano non si restituiscono.
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di restauro architettonico, Politecnico website: www.mancosueditore.eu
di Milano-Bovisa Tecnica, Università Tor Vergata di Roma
Questo periodico è associato
LAURA FACCHINELLI (L.F.) PAOLINO ZAPPATORE (P.Z.) responsabile trattamento dati all’Unione Stampa Periodica
dottoressa ingegnere CARLO MANCOSU Italiana
edilizia
n. 30-34
2010
geologia a cura di Giuseppe Gisotti
ambiente
territorio

La direttiva “Prodotti da Costruzione” (CPD)


e la marcatura CE dei materiali stradali

L e norme tecniche nazionali, il cui fine principale con-


siste nel garantire un livello minimo di salute e sicu-
rezza, hanno spesso costituito un ostacolo alla libera cir-
gislazione nazionale preesistente. Al termine del perio-
do transitorio invece deve essere applicata solo la nor-
mativa comunitaria, escludendo quindi ogni regolamen-
colazione delle merci fra i diversi Paesi della UE. Per cer- tazione nazionale preesistente relativa agli stessi pro-
care di eliminare queste barriere tecniche la politica co- dotti e concernente gli stessi requisiti essenziali della
munitaria ha adottato due principi fondamentali: direttiva.
1. il principio di mutuo riconoscimento: in assenza di una
legislazione europea di armonizzazione, gli Stati mem- L’organismo generale europeo di normazione è il CEN
bri devono riconoscere reciprocamente i prodotti pro- (per l’ambito elettromeccanico è il CENELEC e per le te-
venienti dagli altri Paesi UE, fabbricati nel rispetto dei lecomunicazioni l’ETSI). Sono membri del CEN gli or-
regolamenti tecnici nazionali; ganismi nazionali di normazione (per l’Italia l’UNI). L’ela-
2. l’armonizzazione dei regolamenti tecnici nazionali at- borazione delle norme del CEN è compito dei comitati
traverso le direttive, che vincolano lo Stato membro al tecnici (technical committee, TC) i quali possono orga-
raggiungimento di un obiettivo, mantenendone la com- nizzarsi in sotto-commissioni (SC) e in gruppi di lavoro
petenza sulla forma e i mezzi con i quali raggiungere (WG) per argomenti e/o compiti specifici.
tali risultati. Lo strumento contrattuale attraverso cui la Commissio-
ne Europea incarica il CEN di predisporre le norme ar-
Le direttive pertanto non sono atti comunitari direttamen- monizzate specifiche per ogni prodotto, è il “mandato”.
te vincolanti per gli Stati membri, ma devono essere intro- Lo schema dell’iter procedurale per l’adozione di una nor-
dotte attraverso provvedimenti nazionali di recepimento. ma armonizzata è il seguente:
Una direttiva tipo è strutturata secondo i seguenti criteri: – la Commissione predispone il mandato per una fami-
– definizione del campo di applicazione, dove vengono glia di prodotti;
descritti i prodotti coperti dalla direttiva; – il mandato viene inviato al CEN (o agli altri comitati di
– affermazione della clausola generale di immissione sul standardizzazione);
mercato: possono essere immessi sul mercato comuni- – il CEN predispone la norma tecnica per la famiglia di
tario solo i prodotti che, installati e utilizzati conforme- prodotti;
mente alla loro destinazione, siano conformi ai requi- – la norma, dopo l’approvazione in ambito CEN, viene
siti essenziali di sicurezza previsti da ciascuna diretti- inviata alla Commissione che ne verifica la conformi-
va. Responsabile dell’immissione sul mercato di pro- tà al mandato iniziale e quindi la fa pubblicare sulla
dotti sicuri è il fabbricante (o eventualmente l’importa- «Gazzetta Ufficiale» (OJ);
tore); – la norma diventa armonizzata e sostituisce tutte le nor-
– principio di conformità: i prodotti conformi alle norme me nazionali.
tecniche elaborate dagli organismi di normalizzazione
europei (norme armonizzate) beneficiano di una pre- La condizione fondamentale per l’affissione della marca-
sunzione di conformità nei confronti dei requisiti essen- tura CE su un prodotto è la dichiarazione di conformità,
ziali della direttiva; sottoscritta dal produttore, che rappresenta l’atto forma-
– procedure di certificazione: ciascuna direttiva stabili- le con cui esso dichiara, sotto la propria responsabilità,
sce le procedure a cui vanno sottoposti i prodotti per di- che il prodotto è conforme all’allegato ZA della specifi-
mostrare la conformità ai requisiti essenziali (quindi per ca norma armonizzata. Con il termine “conformità” si deve
apporre la marcatura CE). La complessità delle proce- intendere la rispondenza di un prodotto, processo o servi-
dure aumenta col crescere della pericolosità del prodot- zio ai requisiti specificati nella direttiva di riferimento che,
to: in molti casi è sufficiente quella che viene impro- pur avendo carattere di obbligatorietà per il produttore,
priamente chiamata “autocertificazione”, cioè la dichia- non contiene tuttavia alcuna indicazione per quanto ri-
razione di conformità redatta e firmata dallo stesso fab- guarda i requisiti tecnici dei singoli prodotti. Per verifica-
bricante, ovviamente dopo aver provveduto a verifica- re la conformità, le direttive rimandano quindi alle spe-
re la conformità del prodotto con quanto previsto dalla cifiche norme armonizzate sui prodotti. A sua volta, il
direttiva; per prodotti più pericolosi è invece necessa- sistema di attestazione è la procedura pratica mediante
rio prevedere sistemi di controllo del processo in fab- la quale viene documentata la conformità del prodotto a
brica e l’intervento di un organismo notificato che ac- tali norme e deve essere messa in opera dal produttore sot-
certi tali conformità; to la propria diretta responsabilità o attraverso il coin-
– elaborazione di un fascicolo tecnico: costituito dalla do- volgimento di un organismo di certificazione, di ispezio-
cumentazione tecnica utile a dimostrare la conformità ne o di un laboratorio (organismi notificati). Gli organi-
dei prodotti ai requisiti della direttiva; smi notificati (notified body, NB) sono parti terze indipen-
– definizione del periodo transitorio: la maggior parte del- denti che posseggono le competenze necessarie per po-
le direttive prevede un periodo transitorio durante il qua- ter eseguire le prove, ispezioni o altri tipi di verifica di
le il produttore può scegliere se immettere sul mercato conformità previsti dalle direttive, i cui compiti sono ri-
prodotti conformi alla direttiva di riferimento o alla le- portati nella tabella 1.

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Tabella 1 – Gli organismi notificati

Categoria Incarico

Organismo Rilascia il certificato di conformità, a seconda del sistema di attestazione della conformità da applicare al
di certificazione prodotto da costruzione o al controllo del processo di fabbrica, secondo regole procedurali date. La base
per la certificazione sono i risultati dell’attività di ispezione e, a seconda dei casi, di prova

Svolge le proprie funzioni di ispezione, di valutazione iniziale e successive ispezioni di sorveglianza del
Organismo controllo di produzione di fabbrica attuato dal produttore, così come, se previsto, del prelievo di campioni,
di ispezione secondo specifici criteri. Esso relaziona correntemente, ove previsto, la propria attività a un organismo di
certificazione notificato

Provvede a misurare, esaminare, provare o determinare in altro modo le caratteristiche o le prestazioni del
Laboratorio prodotto da costruzione, fornito dal produttore ovvero prelevato durante l’eventuale processo di
di prova sorveglianza (sistema di attestazione 1+) dall’organismo di ispezione. Esso relaziona correntemente o, nel
caso di sistema di attestazione 3, emette dei propri rapporti di prova sotto notifica

La legislazione comunitaria prevede differenti sistemi di della standardizzazione dei prodotti per la libera circola-
attestazione fra i quali la Commissione assegna quello più zione delle merci all’interno dei Paesi della Comunità.
idoneo da applicare al prodotto (o alla famiglia di prodot- Essa è indirizzata agli Stati membri, è obbligatoria e deve es-
ti), in funzione dell’importanza e del tipo di impiego che sere trasposta, cioè resa attuativa, nel corpo legislativo nazio-
il prodotto assumerà nella costruzione, rispetto ai requi- nale. In Italia il recepimento della CPD è avvenuto tramite il
siti essenziali (in particolare quelli riguardanti la salute e DPR n. 246/1993 e il successivo DPR n. 499/1997, che ha
la sicurezza). considerato l’avvenuto successivo emendamento alla CPD.
Tabella 2 – I diversi sistemi di attestazione previsti dalla legislazione comunitaria

Sistema di Condizione
Compiti del produttore Compiti dell’organismo notificato
attestazione per la marcatura CE

4 Prove iniziali di tipo sul prodotto (ITT) Dichiarazione di conformità da parte


Controllo del processo di fabbrica (FPC) del produttore
3 Controllo del processo di fabbrica Prove iniziali di tipo sul prodotto Dichiarazione di conformità
da parte del produttore
Prove iniziali di tipo sul prodotto (ITT) Certificazione del controllo del Dichiarazione di conformità da parte
2 Controllo del processo di fabbrica (FPC) processo di fabbrica sulla base del produttore, accompagnata dalla
di un’ispezione iniziale certificazione del controllo del
processo di fabbrica
Prove iniziali di tipo sul prodotto (ITT) Certificazione del controllo del Dichiarazione di conformità da parte
Controllo del processo di fabbrica (FPC) processo di fabbrica sulla base di del produttore, accompagnata dalla
Prove su campioni di prodotto secondo un’ispezione iniziale, di una certificazione del controllo del
2+
un programma di prove definito sorveglianza continua, della processo di fabbrica
valutazione e approvazione del
controllo del processo di fabbrica
Controllo del processo di fabbrica (FPC) Prove iniziali di tipo sul prodotto Dichiarazione di conformità da parte
Prove ulteriori su campioni di prodotto Ispezione iniziale della fabbrica e del del produttore, accompagnata
secondo un programma di prove controllo del processo di fabbrica da certificato di conformità
1
definito Sorveglianza continua, valutazione del prodotto
e approvazione del controllo del
processo di fabbrica
Controllo del processo di fabbrica (FPC) Prove iniziali di tipo sul prodotto Dichiarazione di conformità da parte
Prove ulteriori su campioni di prodotto Ispezione iniziale della fabbrica e del del produttore, accompagnata
secondo un programma di prove controllo del processo di fabbrica da certificato di conformità
definito Sorveglianza continua, valutazione del prodotto
1+ e approvazione del controllo del
processo di fabbrica
Prove di verifica di campioni
prelevati in fabbrica, sul mercato
o in cantiere

Nel processo che conduce alla marcatura di un prodotto L’obbiettivo della libera circolazione delle merci viene rag-
ci sono due momenti fondamentali. Il primo è relativo alla giunto imponendo agli Stati membri di assumere tutte le mi-
definizione delle sue caratteristiche prima della immissio- sure necessarie affinché soltanto i prodotti considerati ido-
ne sul mercato, tramite prove iniziali di tipo (initial type nei per l’utilizzo previsto possano essere immessi sul mer-
testing, ITT); il secondo è l’insieme dei controlli atti ad cato comunitario e, di conseguenza, ne sia consentita la li-
assicurare che le caratteristiche iniziali determinate siano bera circolazione. L’idoneità all’impiego significa che i pro-
mantenute nel tempo mediante il controllo del processo dotti possiedono caratteristiche tali per cui le opere nelle
di fabbrica (factory production control, FPC). quali debbono essere incorporati, montati, applicati o instal-
lati possono soddisfare, se propriamente progettate e fabbri-
La direttiva “Prodotti da Costruzione” cate, i requisiti essenziali previsti dalla direttiva, e cioè:
La direttiva “Prodotti da Costruzione” (Construction Pro- 1. resistenza meccanica e stabilità;
duct Directive 89/106/CEE, CPD) si inquadra nel filone 2. sicurezza in caso d’incendio;

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3. igiene, salute e ambiente; 4. Con decreto ministeriale 7 aprile 2004 Applicazione


4. sicurezza in uso; della Direttiva 89/106/CEE sono state pubblicate le cor-
5. protezione contro il rumore; rispondenti norme italiane di recepimento, la data di en-
6. risparmio energetico e ritenzione del calore. trata in vigore delle norme armonizzate (marcatura CE
volontaria) e la fine del periodo di coesistenza delle di-
Ciascuno di questi requisiti deve inoltre far riferimento a un sposizioni legislative nazionali preesistenti (marcatura CE
settimo requisito: la durabilità, ovvero la permanenza per un obbligatoria), fissato per il 1° giugno 2004. A partire da
ragionevole periodo di tempo dei requisiti sopra elencati. tale data, per le sette categorie di aggregati è obbligato-
ria la marcatura CE. Il successivo decreto ministeriale
I materiali stradali 11 aprile 2007 ha individuato, per l’Italia, i prodotti e i re-
La CPD definisce con il termine “materiale da costru- lativi metodi di conformità degli aggregati che sono il 2+,
zione” qualsiasi prodotto/materiale destinato a essere per- o il 4, a seconda dell’uso strutturale o meno.
manentemente incorporato in opere da costruzione (edi-
fici e opere di ingegneria civile in genere). In questo con- Aggregati per conglomerati bituminosi
testo, quindi, anche gli inerti, i conglomerati bituminosi (UNI EN 13043)
e il bitume stesso sono materiali che subiscono lavorazio- La norma specifica le proprietà di aggregati e filler da uti-
ni, entrano a far parte di una costruzione e sono conside- lizzare nei conglomerati bituminosi e trattamenti superfi-
rati prodotti, la cui attività normativa è seguita dal Comi- ciali di strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico.
tato Tecnico CEN/TC 227 Road Materials che si artico- Non riguarda l’utilizzo di conglomerati bituminosi fresa-
la in cinque gruppi di lavoro: ti (di riciclo).
– WG 1 Conglomerati bituminosi; Data la natura degli aggregati dei sei requisiti essenziali pre-
– WG 2 Trattamenti superficiali; visti dalla direttiva, solo i seguenti tre risultano applicabili:
– WG 3 Materiali per pavimentazioni a base di calcestruz- – resistenza meccanica e stabilità (requisito essenziale 1);
zo, compresi i materiali per riempimento e sigillatura – igiene, salute e ambiente (requisito essenziale 3);
dei giunti; – sicurezza nell’utilizzo (requisito essenziale 4).
– WG 4 Materiali per misti cementati, misti granulari non
legati e materiali marginali; Per il soddisfacimento dei requisiti 1 e 4 vengono defini-
– WG 5 Caratteristiche superficiali. te come proprietà prestazionali determinanti:
– la dimensione;
Altri comitati tecnici che si occupano di prodotti per la – la forma e la massa volumica dei granuli;
costruzione di strade sono: – la percentuale di granuli frantumati;
– CEN/TC 154 Aggregati; – la pulizia;
– CEN/TC 178 Elementi per pavimentazioni e marciapiedi; – la resistenza alla frammentazione, all’abrasione e al-
– CEN/TC 189 Geosintetici; l’usura;
– CEN/TC 336 Leganti bituminosi. – l’assorbimento d’acqua.

La marcatura CE per gli aggregati Per il soddisfacimento del requisito 3 devono essere con-
Le norme armonizzate sugli aggregati per la traduzione trollati i contaminanti leggeri di grosse dimensioni.
dei sei requisiti essenziali per i prodotti da costruzione, Deve inoltre essere garantita la durabilità nei confronti de-
previsti dalla direttiva, in requisiti tecnici specifici che per- gli agenti che possono risultare importanti (gelo e disge-
mettano di caratterizzare gli aggregati sono nate attraver- lo, sali disgelanti, alcali ecc.).
so il Mandato M/125 Aggregati naturali, da frantumazio- Le proprietà degli aggregati sono descritte in tre sezioni
ne, da processo industriale, riciclati. Il CEN, allo scopo riguardanti rispettivamente:
di rendere operativa la direttiva, ha elaborato le norme – i requisiti geometrici;
riportate nella tabella 3. I sistemi di attestazione previsti, – i requisiti fisico-meccanici;
in relazione alla sicurezza dell’opera, sono due: il 2+ e il – i requisiti chimici.
Tabella 3 – Norme elaborate dal CEN per rendere operativa la direttiva “Prodotti da Costruzione”
Norma Europea Titolo
EN 12620 Aggregati per calcestruzzo

EN13242 Aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in ingegneria civile e nella
costruzione stradale
EN13285 Miscele non legate: specifiche

EN 13043 Aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette
a traffico
EN13450 Aggregati per massicciate ferroviarie
EN13383-1 Aggregati grossi per opere idrauliche – Parte 1: specifiche
EN13139 Aggregati per malta
EN13055-1 Aggregati leggeri – Parte 1: aggregati leggeri per calcestruzzo e malta

EN13055-2 Aggregati leggeri – Parte 2: aggregati leggeri per miscele bituminose, trattamenti superficiali e applicazioni
per materiali legati e non legati, escluse applicazioni con calcestruzzo e malta

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Requisiti geometrici. Il più importante requisito geome- Il contenuto di fini dell’aggregato permette di classifica-
trico dell’aggregato è la distribuzione granulometrica (ca- re il materiale conformemente alla categoria f (tab. 6), ba-
tegoria G) che definisce le classi granulometriche ripor- sandosi sulla percentuale p0,063 (passante al setaccio 0,063
tate nella tabella 4. La prova è eseguita per setacciatura, mm), il cui valore stabilisce le modalità di valutazione del
Tabella 4 – Categorie per la designazione della granulometria

Dimensione Percentuale del passante in massa


Aggregato Categoria G
(mm) 2D 1.4 D D d 2/2
D>2 100 100 90-99 0-10 0-2 GC90/10
100 98-100 90-99 0-15 0-5 GC90/15
100 98-100 90-99 0-20 0-5 GC90/20
Grosso
100 98-100 85-99 0-15 0-2 GC85/15
100 98-100 85-99 0-20 0-5 GC85/20
100 98-100 85-99 0-35 0-5 GC85/35
Fine D≤2 100 85-99 – – GF85
D ≤ 45 100 98-100 90-99 – – GA90
Misto ed=0
100 98-100 85-99 – – GA85

conformemente alla EN 933-1 e alla EN 933-2, utilizzan- contenuto di fini nocivi (ad esempio il rigonfiamento del-
do, a seconda delle dimensioni D/d dell’aggregato, setacci l’argilla):
appartenenti rispettivamente alla serie di base, alla serie di a) se p0,063 non è maggiore del 3% non sono necessarie ul-
base +1 o alla serie di base +2. Le classi granulometriche teriori prove;
sono definite, per l’aggregato grosso, mediante la percentua- b) se p0,063 è compreso tra il 3 e il 10% la quantità di fini
le minima di passante al setaccio superiore e quella massi- nocivi presenti nella frazione 0/0,125 mm viene de-
ma al setaccio inferiore, mentre per il materiale fine o in terminata con la prova del blu di metilene (UNI EN
frazione unica la categoria rappresenta solamente la per- 933-9); le classi di categoria MBf previste sono: MBF
centuale minima di passante al setaccio superiore. 10, MBF25 e MBF (dichiarata per un valore di blu di
metilene rispettivamente ≤ 10; ≤ 25 e > 25);
Tabella 5 – Requisiti geometrici: classi granulometriche
c) se p0,063 è maggiore del 10% il contenuto di fini deve
Serie di base (mm) Serie di base + serie 1 Serie di base + serie 2 soddisfare i requisiti dell’aggregato filler.
0 0 0
1 1 1
2 2
Nei capitolati Autostrade SpA e ANAS per valutare la qualità
2
4 4 4 dei fini è prevista invece la prova dell’equivalente in sabbia.
- 5,6(5) - La norma prevede anche la determinazione della forma
- - 6,3(6)
8 8 8
dei granuli dell’aggregato grosso, mediante l’assegnazio-
- - 10 ne di una specifica categoria FI in base al valore assunto
- 11,2(11) - dal coefficiente di appiattimento (UNI EN 933-3) e uti-
- - 12,5(12)
- - 14 lizzando, quando richiesto, anche l’indice di forma (UNI
16 16 16 EN 933-4) da dichiararsi in conformità alla categoria SI
- - 20
- 22,4(22)
da abbinare alla categoria FI (tab. 7). Sempre per quanto
-
31,5(32) 31,5(32) 31,5(32) concerne l’aggregato grosso la norma qualifica l’inerte
- - 40 nella categoria C ottenuta in base alle percentuali di gra-
- 45 -
63 63 63
nuli costituenti rispettivamente frantumati, totalmente fran-
d=dimensione nominale inferiore tumati e arrotondati, prendendo così in esame un requi-
D=dimensione nominale superiore sito geometrico non previsto dalle norme CNR. Infatti per
Il rapporto D/d deve essere non inferiore a 1,4 gli aggregati da utilizzare in conglomerati bituminosi la
Tabella 6 – Categorie per il contenuto e la qualità dei fini
Categorie per il contenuto dei fini Categorie per la qualità dei fini
Percentuale del passante Valore del Blu MBF (g/kg) Categoria MBF
Aggregato Categoria f
sullo staccio da 0,063 mm
0,5 f0.5 – MBFNT
1 f1 ≤ 10 MBF10
2 f2 ≤ 25 MBF25
Grosso >20
4 f4 MBF Dichiarato
>4 fdichiarato Senza requisiti MBFNR
Senza requisiti fNR
3 f3 Non è richiesta l’indagine sulla qualità dei fini
10 f10 se il contenuto nell’aggregato fine (o misto ≤ 8)
16 f16 è minore di 3%
Fine 22 f22
fdichiarato Se il contenuto in fini è 3410% si determina il
>22 contenuto in argilla con la prova al blu metilene
Senza requisiti fNR
Per contenuto in fini >10% si rimanda ai requisiti
del filler

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Tabella 7 – Categorie per la forma dell’aggregato grosso del cestello a rete, portando i granuli alla condizione di
Indice di
Categoria FI Indice di forma Categoria SI saturazione tramite immersione in acqua senza ottenere
appiattimento
la massa costante (EN 1097-6, punto 7), oppure pro-
≤10 FI10 ≤15 SI15 traendo l’assorbimento fino al raggiungimento di que-
≤15 FI15 ≤20 SI20
≤20 FI20 ≤25 SI25 st’ultima (UNI EN 1097-6, appendice B). Nel primo caso,
≤25 FI25 ≤30 SI30 si ritiene l’aggregato resistente al gelo/disgelo quando il
≤30 FI30 ≤35 SI35 valore dell’assorbimento d’acqua non è maggiore dell’1%
≤35 FI35 ≤50 SI50
≤50 FI50 >50 SIdichiarato oppure del 2% (classi di categoria WA241 e WA242), nel
>50 FIdichiarato Nessun requisito SINR secondo caso invece il materiale resiste al gelo/disgelo
Nessun requisito FINR
per valori di assorbimento d’acqua che non superino il
valore massimo 0,5 cm. La perdita di resistenza che il
normativa italiana non prevede una prova specifica finaliz- materiale subisce a causa dei cicli di gelo/disgelo può es-
zata alla determinazione del grado di frantumazione del ma- sere determinata anche secondo la UNI EN 1367-1, con-
teriale, anche se, ad esempio, il capitolato ANAS, vieta l’uti- siderando la perdita di massa delle frazioni di prova de-
lizzo di materiale arrotondato negli strati di collegamento e gli aggregati a granulometria omogenea, in seguito a im-
usura, e ammette la presenza di ghiaia e ghiaietto fino a un mersione in acqua e all’azione di 10 cicli di congelamen-
rapporto massimo del 30% in massa per lo strato di base. to a -17,5 °C e scongelamento a 20 °C. Al termine della
La granulometria del filler (cioè l’aggregato, di origine mine- prova si valutano eventuali modifiche dei campioni (ad
rale, prodotto separatamente e poi addizionato) è determina- esempio la formazione di cricche) e si calcola la perdita
ta con setacciatura a getto d’aria (UNI EN 933-10), indivi- di massa in funzione della percentuale di passante al se-
duando le frazioni granulometriche 0,125/2 mm, 0,063/0,125 taccio di dimensione pari alla metà della dimensione in-
e frazioni < 0,063 mm, mediante la vagliatura del materiale feriore dei campioni, designando una classe della corri-
all’interno dell’apparecchio. La presenza dei nocivi vie- spondente categoria F:
ne stabilita sempre in base al valore di blu di metilene. F = 100 (M1 – M2)/M1;
F = perdita di percentuale di massa dei tre campioni di
Requisiti fisici e meccanici. Un requisito importante per la prova dopo i cicli di gelo e disgelo;
caratterizzazione meccanica di un aggregato ai fini del suo M1 = massa totale iniziale dei tre campioni di prova es-
impiego in campo stradale è la resistenza alla frammentazio- siccati (in g);
ne, valutata mediante la categoria LA, legata al coefficiente M2 = massa finale dei tre campioni di prova essiccati, trat-
Los Angeles (UNI EN 1097-2), determinato con procedure tenuta sullo specifico setaccio (in g).
in parte diverse rispetto alla corrispondente norma CNR.
Le definizioni delle masse volumiche (UNI EN 1097-6) Requisiti chimici. I principali sono quelli riportati nella
rispettivamente apparente (ra), dei granuli pre-essiccati in tabella 9.
stufa (rrd), dei granuli in condizione di saturazione a su- Tabella 9 – Requisiti chimici
perficie asciutta (rssD), nonché l’assorbimento d’acqua
Composizione chimica
dopo 24 h di immersione (WA24), sono riportati nella ta-
Se richiesto si determina la composizione chimica dell’aggregato
bella 8. Il criterio di determinazione di tali grandezze fi- secondo EN 932-3 e si dichiarano i valori dei risultati
siche varia a seconda della dimensione dell’aggregato, poi- Contaminanti leggeri di grosse dimensioni
ché se questa presenta valore 0,063/4 mm o 4/31,5 mm si Se richiesto si determina, secondo EN 1744-1, il contenuto
usa il metodo del picnometro, altrimenti se la dimensione in contaminanti leggeri organici di grosse dimensioni (> 2 mm)
del materiale è 31,5/63 mm la determinazione di tali gran- e si dichiara il valore in termini di categoria
Costituenti che riguardano la stabilità volumetrica di loppa
dezze avviene con il metodo del cestello. d’alto forno e loppe d’acciaio
Come prova per il requisito della durabilità, viene consi- Disintegrazione di silicato bicalcico
derata la resistenza al gelo/disgelo valutata mediante il va- Disintegrazione ferrosa delle scorie d’alto forno
lore di assorbimento d’acqua determinato con il metodo Stabilità di volume delle scorie d’acciaio

Tabella 8 – Definizione delle masse volumiche dei granuli e assorbimento d’acqua


Massa volumica dei granuli
Massa volumica apparente dei Massa volumica dei granuli
in condizione di saturazione Assorbimento acqua (%)
granuli (Mg/m3) pre-essiccati in stufa (Mg/m3)
a superficie asciutta (Mg/m3)

M M M 1
100 (M − M )
1 4
ρ =ρ 4
ρ = ρw 4
ρ = ρw WA =ρ
M
M −(M − M )
24
M −(M − M )
0 w ssd w
M −(M − M )
rd
4 2 3 4
1 2 3 1 2 3

M1- Massa in aria dell’aggregato saturo a superficie asciutta, in g

M2- Massa apparente in acqua del cestello con il campione di aggregato saturo, in g

M3- Massa apparente in acqua del cestello vuoto, in g

M4- Massa in aria del campione essiccato in stufa, in g

ρw- Densità dell’acqua alla temperatura registrata all’atto della valutazione di M2

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La Marcatura CE per i conglomerati Gli aggregati devono essere conformi ai requisiti previ-
bituminosi sti dalla norma UNI EN 13043 che, come visto, ne spe-
Le norme armonizzate sui conglomerati bituminosi sono cifica i requisiti ai fini della marcatura CE.
nate in risposta al Mandato M/124 Prodotti per la costru- Sono previsti i seguenti tipi di compattazione in laborato-
zione di strade, che riguarda i seguenti prodotti: rio del materiale sciolto:
– bitume ed emulsioni bituminose per conglomerati bitu- – a impatto (UNI EN 12697-30);
minosi e trattamenti superficiali; – con pressa giratoria (UNI EN 12697-31);
– conglomerati bituminosi; – a vibrazione (UNI EN 12697-32);
– trattamenti superficiali; – con compattatore a rullo (UNI EN 12697-33).
– sistemi di impermeabilizzazione di impalcati per ponti;
– prodotti accessori per le strade in calcestruzzo. La determinazione della stabilità Marshall (UNI EN 12697-
34), largamente utilizzata in Italia, è prevista solo per le ap-
La marcatura CE regola solo le fasi di produzione e con- plicazioni aeroportuali, specificate con l’approccio empirico.
segna del prodotto, mentre è esclusa la fase di posa in ope- Le caratteristiche principali prese in considerazione sono
ra. Il periodo transitorio si è concluso il 1° marzo 2008. le seguenti:
Le caratteristiche fanno riferimento alle norme armoniz- – vuoti residui (V): rappresenta la percentuale di vuoti del
zate della serie EN 13108 che comprende tutti i conglo- conglomerato bituminoso, rispetto al volume della mi-
merati bituminosi prodotti con legante tradizionale (UNI scela compattata;
EN 12591) e modificato (UNI EN 14023). – vuoti riempiti di bitume (VFB): rappresenta la percen-
tuale dei vuoti che viene riempita di bitume;
Tabella 10 – Serie EN 13108 che comprende tutti i conglomerati – vuoti nell’aggregato minerale (VMA): è il volume dei
bituminosi prodotti con legante tradizionale e modificato
vuoti intergranulari di una miscela di conglomerato bi-
Norma Europea Titolo tuminoso compattato ed è composto dalla somma del-
EN 13108 – 1 Conglomerato bituminoso a caldo la percentuale dei vuoti residui della miscela e il con-
EN 13108 – 2 Conglomerato bituminoso per strati tenuto di bitume non adsorbito dall’aggregato;
molto sottili
– vuoti a 10 rotazioni (V10G): rappresenta la percentua-
EN 13108 – 3 Conglomerato bituminoso con bitume
molto tenero le dei vuoti di un conglomerato compattata mediante
EN 13108 – 4 Conglomerato bituminoso chiodato compattatore giratorio con 10 rotazioni. L’energia cor-
EN 13108 – 5 Conglomerato bituminoso antisdrucciolo chiuso
rispondente misurata è utile a stabilire la densità della
miscela al momento della posa in opera da parte della
EN 13108 – 6 Asfalto colato
vibrofinitrice, prima del passaggio del rullo;
EN 13108 – 7 Conglomerato bituminoso a elevato
contenuto di vuoti – contenuto di legante: definisce la quantità di legante uti-
EN 13108 – 8 Conglomerato bituminoso fresato lizzato nella miscela, che deve garantire un idoneo rive-
EN 13108 – 20 Prove iniziali di tipo
stimento di tutti gli inerti. È un parametro strettamente
dipendente dalla curva granulometrica scelta per il con-
EN 13108 – 21 Controllo di produzione in stabilimento
glomerato bituminoso. Un eccesso di bitume può con-
durre a fenomeni di refluimento ed eccessivo scorrimen-
La norma individua quale unico sistema di attestazione to fra i granuli a scapito della stabilità della miscela stes-
per i conglomerati bituminosi a caldo il sistema 2+. Per sa; una sua deficienza determina un ricoprimento par-
la definizione dei requisiti dei materiali costituenti e del- ziale della superficie degli inerti con conseguente assen-
le miscele, l’insieme delle norme UNI EN 13108 riman- za di legame tra i granuli che può portare a fenomeni
da puntualmente alle specifiche comprese nelle norme di disgregazione;
UNI EN 12697 che precisano i parametri e le condizioni – resistenza alla deformazione permanente (ormaiamen-
di prova. to): misura la resistenza di un conglomerato bitumino-
Dei sei requisiti essenziali della direttiva, sono applicabi- so all’accumulo di deformazioni irreversibili, generate
li solo quelli riportati nella tabella 11. dal passaggio ripetitivo dei veicoli (metodo della trac-
I materiali costituenti considerati sono: cia delle ruote o metodo della prova triassiale);
– il legante bituminoso; – temperatura della miscela: fornisce un controllo sull’ec-
– l’aggregato lapideo; cessivo riscaldamento della miscela con perdita irrepa-
– il conglomerato bituminoso riciclato; rabile delle caratteristiche visco-elastiche del legante
– gli additivi. (temperatura in fase di produzione) e sul livello mini-
mo di lavorabilità che garantisce una corretta compat-
Per quanto riguarda il bitume, è richiesta la conformità tazione (temperatura alla fase di consegna);
alla UNI EN 12591 per il tipo tradizionale, alla UNI EN – rigidezza: rappresenta la capacità del conglomerato bi-
14023 per il tipo modificato e alla UNI EN 13294 per il tuminoso di diffondere le tensioni al proprio interno;
bitume duro a bassa penetrazione. – resistenza a fatica: la fatica è un fenomeno che si veri-
Gli aggregati lapidei sono raggruppati nei seguenti tipi: fica in un conglomerato bituminoso sottoposto a solle-
– aggregato grosso (dimensioni più piccole d > 2 mm); citazioni cicliche, caratterizzate da un carico inferiore
– aggregato fine (dimensioni più piccole D < 2 mm); al carico a rottura. La resistenza a fatica corrisponde al
– aggregati in frazione unica (misto di aggregati grossi numero di cicli di applicazione del carico tali da indur-
e fini); re la fessurazione nel materiale oppure un decadimen-
– filler (frazione granulometrica inferiore a 0,063 mm). to del suo modulo di rigidezza;

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Tabella 11 – Conglomerati bituminosi

Requisiti essenziali direttiva CPD Caratteristiche Requisiti

1e4 Adesione del legante < Temperatura della miscela


all’aggregato < Contenuto di legante
< Vuoti residui
< Sensibilità dell’acqua
Rigidezza < Temperatura della miscela
< Contenuto di legante
< Granulometria
< Vuoti residui
Resistenza alle < Temperatura della miscela
deformazioni < Contenuto di legante
permanenti < Granulometria
< Vuoti residui
< Determinazione dei vuoti riempiti di bitume (VFB)
< Determinazione dei vuoti nell’aggregato minerale (VMA)
< Resistenza alla deformazione permanente

Resistenza < Temperatura della miscela


a fatica < Contenuto di legante
< Vuoti residui
Resistenza < Contenuto di legante
allo scivolamento < Granulometria
< Vuoti residui
Resistenza all’abrasione < Contenuto di legante
< Granulometria

Permeabilità < Contenuto di legante


< Granulometria
< Vuoti residui
< Permeabilità del provino

2 Reazione Solo nel caso di impiego dei conglomerati dove è prevista


al fuoco la regolamentazione per reazione al fuoco

Misto Assorbimento del rumore < Contenuto di legante


< Granulometria
< Vuoti residui

– permeabilità: viene misurata solo nel caso di conglome- 12697-25), la prova di ormaiamento (UNI EN 12697-
rati bituminosi ad alto tenore di vuoti per fornire infor- 22) ecc. La norma non ammette invece la combinazione
mazioni sulla capacità drenante dovuta all’elevata per- tra l’approccio empirico e quello fondamentale (eccesso
centuale dei vuoti. di specifiche).
Dopo aver elencato le principali caratteristiche delle norme
Una delle principali particolarità presente nella UNI EN europee, è doveroso ricordare che la marcatura CE non è
13108 è costituita dalla possibilità di scegliere fra due pos- l’unica condizione perché i prodotti possano essere messi
sibili metodi di approccio (almeno per i prodotti com- in opera, in quanto il materiale deve avere anche le caratte-
presi nella parte 1: Conglomerati bituminosi a caldo): ristiche tecniche e/o prestazionali richieste dai vari capito-
– metodo empirico: di carattere prescrittivo, basato sulla lati. Le norme armonizzate sono infatti norme di prodotto
puntuale definizione dei requisiti delle miscele e dei ma- che nulla hanno a che fare con l’accettazione del prodotto
teriali costituenti, dai quali si possono dedurre le pre- stesso nei lavori e nelle opere cui i prodotti sono destinati.
stazioni del conglomerato bituminoso (si determina una Tale accettazione dipende dalle norme tecniche di impiego
grandezza da cui è possibile evincere una prestazione in dei prodotti, in cui sono definite le specifiche che essi devo-
opera – performance related); no possedere al fine di essere impiegati nelle opere. Nelle
– metodo fondamentale: di carattere prestazionale in cui i norme armonizzate pertanto viene lasciata aperta anche la
requisiti, direttamente misurati, possono essere correlati possibilità di non certificare quelle caratteristiche che non
con le prestazioni del prodotto finito (performance based). sono regolamentate dalla normativa nazionale di impiego
di almeno uno Stato membro (nessuna prestazione de-
Un esempio di prova meccanica di tipo empirico è la pro- terminata, NPD). In Italia, ad esempio, per il capitolato
va Marshall (UNI EN 12697-34) in quanto il massimo ca- ANAS (2009) i requisiti obbligatori richiesti sono solo:
rico applicato al provino (stabilità), la deformazione con- – temperatura delle miscela alla produzione e alla con-
seguente (scorrimento) e il rapporto tra queste due gran- segna (valori di soglia);
dezze (rigidezza) non sono una misura di prestazione del – contenuto minimo di legante (categoria e valore reale);
conglomerato bituminoso, perché rappresentano parame- – composizione granulometrica (%);
tri meccanici ottenuti nella condizione limite di rottura del – contenuto dei vuoti a 10 rotazioni (categoria e valore reale).
provino. Esempi prestazionali sono la prova per il calco-
lo del modulo di rigidezza (UNI EN 12697-26), la prova Per gli altri requisiti è lecito indicare la categoria NPD.
a fatica (UNI EN 12697-24), la prova di creep (UNI EN Sergio Storoni Ridolfi e Fabio Garbin – Sigea

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Zaha Hadid,
Terminal,
Strasburgo

A sinistra:
esempio di
certificato di
marcatura CE,
dal Capitolato
Speciale
D’Appalto, Norme
Tecniche per le
Pavimentazioni
Stradali e
Autostradali, ANAS
SpA 2009

A fianco:
cantiere e messa
in opera del
conglomerato
bituminoso

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