Analisi Caso Clinico Morena Maugeri
Analisi Caso Clinico Morena Maugeri
Analisi Caso Clinico Morena Maugeri
Francesco e Giulia sono due infermieri dell’unità operativa di chirurgia pediatrica. Una notte,
durante il turno di lavoro, Francesco si accorge che un bambino di 10 anni, diabetico, che aveva
subito un piccolo intervento chirurgico, era molto pallido e sudato. Francesco prova a svegliare il
bambino e questo risponde debolmente. Quindi Francesco chiama la sua collega Giulia e le dice di
portare l’apparecchio per misurare la glicemia e le chiede di chiamare immediatamente il medico
di guardia. Il medico di guardia, al momento, non è reperibile nella sua postazione. I test della
glicemia confermano che il bambino aveva livelli di glicemia molto bassi e, nel frattempo, il
bambino entra in uno stato di coma. Giulia e Francesco, quindi, attivano il Team di Emergenze
Ospedaliere (MET). All’arrivo del Team, arriverà contemporaneamente il medico di guardia che si
giustificherà dicendo di essere andato a prendere un caffè e, comunque, accusa gli infermieri di
non averlo chiamato al cellulare che portava con sé. In ogni caso, l’equipe decide di ricoverare il
bambino nel reparto di Terapia Intensiva pediatrica. Dopo già un paio di ore, il bambino sottoposto
a cure, viene stabilizzato e riprende coscienza. Alla fine del turno, Francesco ripensa a tutta la
dinamica dell’incidente e si trova perplesso del fatto che il bambino fosse in coma ipoglicemico e
chiede a Giulia che cosa ne pensasse. Lei, inizialmente non dice nulla ma poi ammette che quanto
accaduto era colpa sua. Infatti si è resa conto di aver calcolato male la dose di insulina per il
bambino e gli aveva somministrato troppo farmaco. Inoltre, dopo la somministrazione, non era
tornata a controllare il bambino e si è resa conto dell’errore solo quando Francesco lo ha trovato
in stato di Ipoglicemia. Francesco resta sbalordito e dice alla collega che bisogna avvertire i medici
della terapia intensiva di quanto accaduto. Giulia, temendo azioni di richiamo, chiede a Francesco
di non dire nulla, anche perché il bambino adesso si è stabilizzato e sta bene. Francesco, un po’
perplesso risponde a Giulia: ‘’va bene, non diciamo nulla. Dovremmo avviare una segnalazione ma,
dato che il bambino si è ripreso, meglio non agitare le acque’’.
Il bambino, per l’intervento che aveva subito, avrebbe dovuto subire un ricovero di un paio di
giorni. A seguito del coma ipoglicemico e del ricovero in Terapia Intensiva, resterà ricoverato
qualche giorno in più in via precauzionale. Al quinto giorno il bambino verrà dimesso.
COMPORTAMENTO OBBLIGATO:
Il comportamento obbligato consiste nel rispetto di una serie di norme riportate nel Codice
Deontologico, il quale ha il compito di regolare il comportamento del professionista, affinché
quest’ultimo possa garantire una migliore risposta in termini di salute, che va senza dubbio
accompagnata da un agire consapevole e ragionato dell’infermiere. Per quanto concerne il caso
trattato precedentemente, l’infermiera Giulia, per legge, ha violato diversi articoli del Codice
Penale, Civile e Deontologico e ha notevolmente disatteso il Profilo Professionale dell’Infermiere
(DM 739/94), sia al punto D, comma 3, dell’art.1 che recita: “L’infermiere […] garantisce la corretta
applicazioni delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche.”, principio ampiamente violato, dal
momento che l’infermiera Giulia somministra un’elevata dose di farmaco a causa di una scarsa
attenzione; sia al punto f, comma 3, dello stesso articolo, che afferma : “ […] le principali funzioni
sono la prevenzione delle malattie e l’assistenza ai malati […]”. Altra legge ampiamente infranta è
la 251/2000 : “ L’infermiere svolge con autonomia professionale l’attività diretta alla prevenzione,
alla cura e alla salvaguardia della salute […] espletando le funzioni individuate dalle norme
istitutive del relativo profilo professionale nonché dal codice deontologico”. .
Dunque, come già detto, le colpe attribuite all’infermiera Giulia sono state diverse; una tra queste
dovrebbe essere prevista e punita dall’art. 365 del Codice Penale: “Omissione di referto”, il quale
stabilisce una multa fino a 516 euro per chi ritardi o ometta di riferire all’autorità di avere prestato
la propria opera o la propria assistenza, nell’esercizio di una professione sanitaria[…].In fine elude
l’art. 1204 del Codice Civile secondo cui “il prestatore di lavoro deve usare la diligenza richiesta
dalla natura della prestazione dovuta[…]”.
Sono molteplici gli articoli del Codice deontologico FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini delle
Professioni Infermieristiche) che sono stati trasgrediti. Tra questi troviamo:
• Art.1- VALORI: “L’infermiere è il professionista sanitario, iscritto all’ordine delle professioni
infermieristiche, che agisce in modo consapevole, autonomo e responsabile. È sostenuto da un
insieme di valori e di saperi scientifici. Si pone come agente attivo nel contesto sociale a cui
appartiene e in cui esercita, promuovendo la cultura del prendersi cura e della sicurezza.”
• Art.2- AZIONE: “L’infermiere orienta il suo agire al bene della persona, della famiglia e della
collettività. Le sue azioni si realizzano e si sviluppano nell’ambito della pratica clinica,
dell’organizzazione, dell’educazione e della ricerca.”
• Art.12- COOPERAZIONE E COLLABORAZIONE: “L’infermiere si impegna a sostenere la
cooperazione con i professionisti coinvolti nel percorso di cura, adottando comportamenti leali e
collaborativi con i colleghi e gli altri operatori. Riconosce e valorizza il loro specifico apporto nel
processo assistenziale.”
• Art.13- AGIRE COMPETENTE; CONSULENZA E CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI:
”L’infermiere agisce sulla base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, alla
consulenza e all’intervento di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo i suoi
saperi e abilità a disposizione della propria e delle altre comunità professionali e istituzionali.
Partecipa al percorso di cura e si adopera affinché la persona assistita disponga delle informazioni
con l’equipe, necessarie ai suoi bisogni di vita e alla scelta consapevole dei percorsi di cura
proposti.”. L’infermiera Giulia non ha condiviso informazioni essenziali con i suoi colleghi,
compromettendo così la salute del paziente.
• Art.33- DOCUMENTAZIONE CLINICA: ”L’infermiere è responsabile della redazione accurata
della documentazione clinica di competenza, ponendo in risalto l’importanza della sua
completezza e veridicità anche ai fini del consenso o diniego, consapevolmente espresso dalla
persona assistita al trattamento infermieristico.” L’operatrice sanitaria ha omesso informazioni
fondamentali all’ équipe, non adempiendo questa sua responsabilità.
• Art.37- LINEE GUIDA E BUONE PRATICHE ASSISTENZIALI: “L’infermiere, in ragione del suo
elevato livello di responsabilità professionale, si attiene alle pertinenti linee guida e buone pratiche
clinico assistenziali e vigila sulla loro corretta applicazione, promuovendone il continuo
aggiornamento.” L’infermiera Giulia non si attiene alle pratiche assistenziali portando così il
paziente (minorenne, diabetico e recentemente operato) in coma ipoglicemico.
• Art.38- SEGNALAZIONI ALL’ORDINE PROFESSIONALE: “L’infermiere segnala al proprio
Ordine le attività di cura e assistenza infermieristica inappropriate e prive di basi, di riscontri
scientifici e di risultati validati” In questo caso l’infermiera Giulia, al fine di preservare intatta la sua
figura professionale, ha chiesto all’infermiere Francesco di non verbalizzare quanto realmente
accaduto temendo gravi conseguenze che avrebbero compromesso la sua carriera.
• Art.47- OBBLIGO DI RISPETTO DELLE NORME: ”L’infermiere rispetta le norme e gli
adempimenti amministrativi, giuridici e deontologici, che riguardano la professione, anche
attenendosi alle linee di indirizzo dell’ordine professionale.” Si sottolinea inoltre che il paziente è
minorenne per cui vi sono diverse aggravanti.
MAUGERI MORENA
1000050090
I ANNO POLO C 2022/2023