Appunti Uni11248

Scarica in formato pdf o txt
Scarica in formato pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 57

UNI 11248

Illuminazione stradale e selezione delle categorie


illuminotecniche

Tutte le novità di una luce che evolve

12 Gennaio 2017 – ing. Diego Bonata


Introduzione
Non cambia lo scheletro organizzativo e funzionale della norma ma la
stessa ha subito un ampia ristrutturazione così sintetizzabile:
1. Completate situazioni meno chiare della precedente revisione
2. Fornite indicazione puntuali ad una accezione più ampia di «strada»
intesa come: incroci, rotatorie, pedonale, ciclabile, etc…
3. Introdotti concetti innovativi quale l’illuminazione adattiva

Tutte le slide di seguito riportate sono una sintesi ed esemplificazione della


norma fare di riferimento alla stessa per ogni dettaglio

Inoltre: 5 appendici di cui 3 normative e 2 informative che permettono di


completare in modo esaustivo il quadro normativo
Ruolo chiave – Il Progettista
Come nella prec. Revisione della norma – Il Progettista ha l’obbligo:
1. Di individuare le zone di studio (4.1)
2. Dell’analisi dei rischi che è definita parte obbligatoria e parte
integrante del progetto illuminotecnico (8.2)
3. Di individuale le categorie illuminotecniche (4.2)

Tali attività non sono delegabili a terzi e sono responsabilità del Progettista
Illuminotecnico!
Obbligatorietà e validità della UNI11248
Ai fini della dichiarazione della regola
dell’arte è possibile adottare la norma
UNI11248 al pari di qualsiasi norma
Europea equivalente
16 Leggi regionali per il contenimento
dell’inquinamento luminoso e per il
risparmio energetico impongono di
progettare «ai valori minimi di luminanze e
illuminamenti previsti dalle norme
tecniche e di sicurezza»

A tutti gli effetti il rispetto di tale norma è reso un obbligo di legge dalle Leggi
regionali per il contenimento dell’inquinamento luminoso, in particolare:
UNI11248 e sovradimensionamento impianto
La nuova UNI 11248 specifica rigorosi criteri
di contenimento di luminanza e
illuminamenti rispetto alla rev. Sett.2012,
infatti tali valori non devono eccedere i
valori di progetto della EN 13201‐3 ed in
particolare:
• +35% per le categorie illuminotecniche M
• +25% per le altre categorie
illuminotecniche

Finalmente anche la norma impedisce realmente di sovradimensionare gli


impianti d’illuminazione.
Zone di Studio
Zone di studio per le strade a traffico veicolare (anche con V < 30 km/h)
1. Carreggiata (o nei limiti delle facciate di edifici o proprietà private)
Si trattano come zone separata:
 Le corsie di emergenza
 Marciapiedi, ciclabili pedonali, attraversamenti pedonali
Zone di Studio
Zone di studio per piste ciclabili e strade con utenti principali pedoni
1. Marciapiede, ciclabile, attraversamento pedonale
Si possono raggruppare nella stessa zona se adiacenti:
 Le corsie di emergenza
 Marciapiedi, ciclabili pedonali, attraversamenti pedonali
Zone di Studio
Zone di conflitto (Si veda anche appendice A – Illuminazione intersezioni)
1. Carreggiata (compresa «isola» della rotatoria se percorribile)
Si trattano come zone separata:
 Marciapiedi, ciclabili pedonali, attraversamenti pedonali
Zone di Studio
Zone di studio per rallentatori di
velocità
1. Solo tratti ove installati
Zone di studio per attraversamenti
pedonali
1. Lo spazio specificatamente definito
dalla segnaletica orizzontale e
simmetricamente a dx e sx della
stessa delle stesse dimensioni
2. I marciapiedi limitatamente al tratto
corrispondente alla larghezza della
zona.
Categorie illuminotecniche
Come nella prec. Revisione della norma ci sono 3 tipi di categorie:
1. D’Ingresso: Che dipende esclusivamente dal tipo di strada presente
nella zona di studio
2. Di Progetto: Che specifica i requisiti illuminotecnici da considerare nel
dimensionamento dell’impianto (dipende dalla valutazione dei
parametri di influenza costanti nel lungo periodo)
3. Di Esercizio: Che possono dipendere in alternativa:
• Della variabilità nel tempo dei parametri di influenza definiti dal progettista
• Dalle condizioni operative instantanee di funzionamento (ill. adattiva)
Det. Categoria Illuminotecnica di Ingresso
1. Si suddivide la strada in zone di studio
con omogenei parametri di influenza
2. Per ogni zona di studio si identifica il
tipo di strada:
• Tramite strumenti urbanistici e/o
indicazioni della polizia o dell’UT
• Ove non disponibili anche con l’appendice
C della norme
3. Noto il tipo di strada si trova la
categoria d’ingresso con il prospetto 1
Non è responsabilità del progettista tale attività ma visto che non riceverà
risposte è sua priorità proporre …e chi ben comincia è già a metà dell’opera….
Det. Categoria Illuminotecnica di Ingresso
1. Appendice C: Finalmente
una chiara spiegazione del
D.M.

• Strade U. di quartiere (E) non


si possono più confondere con
le strade locali (F)
• E’ chiaro cosa siano le S.
interzonali (F)

Fare riferimento al all’appendice C della


UNI11248 di cui questo è una esemplificazione.
Procedura – Det. Categoria Ill. di Ingresso
1. Prospetto 1 – Classificazione di
ingresso da evidenziare nel progetto

• Le Strade Urbane di quartiere (E) non si


possono più confondere con le strade
locali (F)
• E’ chiaro cosa siano le S. interzonali (F)

Fare riferimento al Prospetto 1 della UNI11248


di cui questo è una esemplificazione.
Det. Categoria Illuminotecnica di Progetto
Categoria d’Ingresso: Con la nuova 11248 vengono fugati i rischi di
sovradimensionamento e «l’appiattimento» verso l’alto delle categorie
illuminotecniche di ingresso (prima non c’era differenza fra S.S. e S.locali)
Confine comunale
zona extraurbana

B – Extraurbana principale (M2)


B – Extraurbana principale (M2)

D – Urbana a scorrimento veloce


(M2)

zona D – Urbana a scorrimento (M2)


urbana E - Urbana di quartiere
(M3)
F - Urbana
zona urbana
C
interzonale (M3) Extraurbana
secondaria (M3)
F - Urbana locale
(M4)
F – Extra Urbana locale
(M4)
Det. Categoria Illuminotecnica di Progetto

Osservazioni:
• Per punti luce isolati in prossimità di incroci in
zone rurali o in strade locali extraurbane, non
si richiede alcuna prescrizione ai livelli di
illuminazione (categoria illuminotecnica S7) e
si richiede la categoria G3 per la limitazione
dell’abbagliamento, valutata nelle condizioni
di installazione.

Criterio sempre verificato per gli impianti conformi alla L.r.31/15 e s.m.i.
Det. Categoria Illuminotecnica di Progetto
1. Analisi dei rischi: L’analisi dei rischi consiste infatti
nell’individuare la categoria ill. che garantisce la
massima efficacia del contributo degli impianti di
illuminazione alla sicurezza degli utenti della
strada, minimizzando al contempo i consumi
energetici, i costi di installazione e di gestione e
l’impatto ambientale.
2. Categoria illuminotecnica di Progetto: Categoria
illuminotecnica ricavata, per un dato impianto,
modificando la «categoria illuminotecnica di
ingresso» per l’analisi dei rischi in base al valore dei
parametri di influenza considerati nella valutazione.
Di competenze e responsabilità esclusiva del PROGETTISTA.
Procedura – Analisi dei Rischi
Le fasi dell’analisi dei rischi:
A‐ individuare i parametri di influenza significativi;
B‐ pervenire alla definizione delle categorie
illuminotecniche attraverso una valutazione del
rischio obbligatoria, dove devono essere esplicitati i
criteri e le fonti delle informazioni che hanno
portato alle scelte effettuate. Le fonti possono
consistere nelle indicazioni del gestore e/o
proprietario della strada, in dati reperibili nei
rapporti tecnici CIE o nella letteratura e, in assenza
di queste, in base a proprie valutazioni che devono
essere giustificate.

L’analisi dei rischi deve essere asseverata dal PROGETTISTA.


Procedura – Analisi dei Rischi
Le fasi operative dell’analisi dei rischi:
• sopralluogo con l’obiettivo di determinare una gerarchia tra i parametri di influenza
rilevanti per le strade esaminate;
• individuazione dei parametri decisionali e delle procedure gestionali richieste da
eventuali leggi dalla presente norma e da esigenze specifiche;
• studio preliminare del rischio, determinando gli eventi potenzialmente pericolosi, in
base agli incidenti pregressi ed al rapporto fra incidenti diurni e notturni, e
classificandoli in funzione della frequenza e della gravità;
• creazione di una gerarchia di interventi per assicurare a lungo termine i livelli di
sicurezza richiesti da leggi, Direttive e norme;
• determinazione di una programmazione strategica, con una scala di priorità per le
azioni più efficaci in termini di sicurezza per gli utenti.
L’analisi dei rischi «per corrispondenza» non ha alcun valore!
Parametri d’influenza
Parametri d’influenza costanti di lungo periodo: per la definizione della
categoria illuminotecnica di progetto.

E’ compito del progettista definire cosa si intende per «Campo visivo


normale», «bassa densità», «Segnaletica cospicua».
Parametri d’influenza
• Altri parametri possono essere individuati dal
progettista
• Il valore della riduzione associato a ogni
parametro di influenza è compreso fra 0 e 1 e
viene proposto e giustificato dal progettista
• La classificazione è possibile solo in
decremento,
• La somma dei valori delle riduzioni dei
parametri di influenza, ridotti al più grande
intero, rappresenta la riduzione per ottenere
la cat. Ill. di progetto
Procedura – Parametri d’influenza
Parametri d’influenza variabili nel tempo in modo periodico o casuale: per
la definizione della categoria illuminotecnica di esercizio.

Nel caso in cui i dati storici, statistici e previsionali evidenzino che condizioni
di traffico minori del 50% o 25% della portata di servizio massima siano reali e
continuative per la vita dell’impianto, la cat. Ill. di progetto può essere ridotta.
Procedura – Analisi dei Rischi
Metodologia operativa: Il progettista basa l’A.R.
sulla conoscenza dei P.I. + significativi individuabili
fra quelli dei prospetti 2‐3, inoltre:
• Valuta le possibili variazioni nel tempo del P.I.
considerato
• Limita l’influenza di ogni P.I. ad una categoria
illuminotecnica
• Limita le scelte alle cat. Ill. esistenti nella EN
13201‐2
• La cat. Ill. di progetto si valuta per la portata di
servizio massima della strada indipendentemente
dal flusso orario
Procedura – Analisi FMEA
ANALISI DEI RISCHI FMEA (Failure Mode and Effect Analysis)
• è una metodologia utilizzata per analizzare le modalità di guasto o di
difetto di un processo, prodotto o sistema. Applicabile per l’analisi dei
rischi dall’industria automobilistica alla sanità, alla sicurezza ed a qualsiasi
ambito del vivere civile.
Procedura – Analisi FMEA
ANALISI DEI RISCHI FMEA
(Failure Mode and Effect Analysis)
• Scale di valutazione quantitativa. Le
scale di valutazione impiegate sono
di tipo proporzionale (evento con
impatto 6 provoca un danno doppio
rispetto a eventi di impatto 3).
• Tecniche di valutazione quantitativa.
Sono basate:
‐ sulla conoscenza di eventi storici, e
su ricerche scientifiche
‐ su tecniche probabilistiche o non
probabilistiche costruite dall’analisi
dello scenario e del contesto in cui si
introduce l’illuminazione.
Procedura – Analisi FMEA
ANALISI DEI RISCHI FMEA
(Failure Mode and Effect Analysis)

Da queste tabelle deriva la


Matrice di rischio o si calcola il
valore di RPN un numero di
priorità del rischio (Risk Priority
Number):
RPN = S x O x D

Più RPN è grande e maggiore è la


necessità di un intervento.
Procedura – Analisi FMEA
ANALISI DEI RISCHI FMEA
(Failure Mode and Effect Analysis)

Estratto dell’analisi:
Classificazione coordinata di progetto Confine comunale
zona extraurbana
M2-C1
B – Urbana a B – Extraurbana M3-C2
scorrimento veloce (2 principale (2 M4-C3
M2 corsie x 2 sensi) corsie x 2 sensi) M5-C4
Tang./Circ.

M3 D – Urbana a scorrimento
M3 (2 corsie x 2 sensi)
M4
SS,SR,SP, etc. zona M3
zona urbana E - Urbana di quartiere (1
urbana corsia x senso di marcia)
M4
F - Urbana
F - Urbana C
locale
interzonale Extraurbana secondaria
M5
(1 corsia x senso di
Centro Storico F – Extra marcia)
M5
Urbana locale
NB. Centro storico
nella/e strada/e + significative (ME4 o se corte/tortuose o pedonali S2)
In quelle minori (M5 o se corte/tortuose o pedonali P3)
Esempio di classificazione coordinata ed omogeneizzata del territorito
Limiti di Declassamento
Il prospetto 4 evidenza le principali possibili alternative

Se come cat. Ill. di progetto /


esercizio si individua la classe
M6 senza riduzione del flusso
orario di traffico di questo deve
essere data chiara evidenza
nell’analisi dei rischi.
Limiti di Declassamento
Prospetto 5 ‐ Possibili provvedimenti integrativi all’Illuminazione

Questi ed altri provvedimenti


possono riequilibrare la
classificazione senza obbligare
ad alzare la categoria
illuminotecnica.
Conclude l’A.R.: una sintesi delle
cat. Illuminotecniche e le misure
da porre in essere per assicurare
i livelli desiderati di sicurezza .
Comparazione categorie illuminotecniche
Comparazione categorie illuminotecniche e cat. Ill. addizionali
Relazione fra le varie categorie in caso di aree adiacenti e ridotta interferenza
Per le zone adiacenti si deve evitare una differenza maggiore di due categorie
illuminotecniche comparabili. La zona in cui il livello luminoso raccomandato
è il più elevato, costituisce la zona di riferimento.
Livelli di prestazione visiva e di PROGETTO
Classe EN
M1 M2 M3 M4 M5 M6
13201
Luminanze
2 1.5 1 0,75 0,5 0,3
[cd/m2]
C0 C1 C2 C3 C4 C5
E orizzontali
(50lx) (30lx) (20lx) (15lx) (10lx) (7.5lx)
P1 P2 P3 P4 P5 P6
E orizzontali
(15lx) (10lx) (7.5lx) (5lx) (3lx) (1.5lx)
Cat. addizionali EV3 EV4 EV5
Altre caratteristiche progettuali
• Griglie di calcolo: non cambiano quelle della EN13201‐3 si chiariscono
quelle per le rotatorie nell’appendice C;
• Caratteristiche di riflessione pavimentazioni stradali: non cambiano quelle
in vigore ricomprese nell’allegato B (Classi C1 e C2);
• Controllo del Fti (abbagliamento): Applicando i criteri della EN13201‐2 e
quanto scritto nell’appendice A‐C e comprendendo tutti gli apparecchi
coinvolti nell’impianto;
• Condizioni atmosferiche: Il progetto viene fatto in condizioni atmosferiche
normali altre condizioni dovranno essere valutate dal progettista;
• IVO: Il gruppo di lavoro UNI sta lavorando ad un progetto per permettere di
declassare nel caso si rispetti tale parametro che individua la capacità di
individuare degli ostacoli sulla carreggiata;
Piano di manutenzione
Il progettista deve chiaramente specificare:
• Il fattore di manutenzione indicando altresì tutte le assunzioni fatte per
derivarne il valore;
• Il tipo di apparecchio di illuminazione scelto (tipo di lampada, sistema di
alimentazione, caratteristiche costruttive dell’apparecchio di illuminazione),
le condizioni ambientali e il piano di manutenzione come previsto nella CIE
154:2003;
• Un piano di manutenzione comprensivo dei dati sulla frequenza della
sostituzione delle lampade, della pulizia degli apparecchi e sulle modalità
esecutive della stessa.
• Le informazioni per applicare correttamente il piano di manutenzione
Alcuni pericoli della norma
Possibilità di declassare di una categoria con Ra>60 e S/P>1,1?
• Il rapporto fra la visione Scotopica (con bastoncelli periferica
e monocromatica a bassa luminanza) e Fotopica (con i coni a
colori e centrale) è fortemente legato al tipo di sorgente ed è
massimo con Temperature di colore elevate >4K;
• Andando ad analizzare i documenti tecnici si vede che
migliora la visione periferica e la percezione dei colori ma a
tutti gli effetti la differenza fra sorgenti tradizionali ed a led
sotto 1 cd/m2 è quasi insignificante (<10‐15%)

Questo vantaggio (seppur non necessario) per certe sorgenti


può presentare dei pericoli ricordiamo infatti che…
Alcuni pericoli della norma
Con l’età crolla la visione nel blu!

Difficile pensare di declassare per


l’utilizzo di sorgenti con T>3.5K

Encyclopaedia of Neuroscience (2009), vol. 2,


Alcuni pericoli della norma
L’asfalto riflette meno la luce blu
Nella zona di massima emissione del sodio alta pressione (linea verticale
rossa), la riflettanza è del 9% sull'asfalto, mentre al picco di emissione dei led
(linea verticale azzurra) la riflettanza scende al 4% per asfalti.

PCA R&D Serial No. 2458 Influence


of Pavement Reflectance on Lighting
for Parking Lots
by W. Adrian and R. Jobanputra
©Portland Cement Association 2005
©JPL – NASA 2005

Da progettista mi viene difficile pensare di applicare questo criterio S/P>1,1


piuttosto che un declassamento per la temperatura colore più bassa!
Appendice A – Illuminazione intersezioni stradali
Una delle novità della norma è una migliore
definizione delle zone di conflitto, delle
relative griglie di calcolo e parametri di calcolo
(Ti) per le illuminazioni a raso:
• In generale si applicano le cat. Ill. C;
• La categoria in genere è superiore di 1 livello
rispetto a quella max ma minore di 2;
• La griglia di calcolo è def. da un reticolo di 3
p.ti su linee longitudinali per corsia:
• Tratti rettilinei: come da UNI EN 13201‐3
• Tratti corvilinei: come per le rotatorie
Appendice A – Illuminazione intersezioni stradali
Il calcolo del Ti:
• Va eseguito come da UNI EN 13201‐3 e in caso di
curvatura di strada si deve tener presente della
reale posizione degli apparecchi rispetto
all’osservatore
• In caso di livelli sfalsati si deve tener conto della
reale posizione e altezza degli apparecchi rispetto
all’osservatore

In alternativa si applicano i requisiti della UNI EN


13201‐2 relativi alla classificazione dell’intensità
luminosa dell’apparecchio.
Appendice A – Illuminazione Rotatorie
• In generale si applicano le cat. Ill. C;
• La categoria in genere è superiore di 1 livello rispetto
a quella max ma minore di 2;
• Per evitare il brusco passaggio da zone illuminate a
non illuminate, si deve creare una illuminazione
decrescente nella zona di transito fra zona illuminata
e zona buia con lunghezza > dello spazio percorso alla
massima velocità per 3 secondi in corrispondenza
della rotatoria.
Appendice A – Illuminazione Rotatorie
La griglia di calcolo:
• Griglia e reticolo di calcolo preferibilmente circolari
centrati sulla rotatoria con:
• linee trasversali spaziate al massimo di 1.5m
• Linee longitudinali (radiali) spaziate in modo tale che l’arco
massimo sotteso sia minore di 3m e la spaziatura sia
regolare.
Il calcolo del Ti:
• Come nel caso d’intersezioni il calcolo è molto
complesso secondo EN 13201‐3
In alternativa si applicano i requisiti della UNI EN
13201‐2 relativi alla classificazione dell’intensità
luminosa dell’apparecchio.
Appendice E – Illuminazione di marciapiedi
Linee guida per la corretta classificazione e
progettazione in funzione della valutazione del
progettista:
• Se presenza dei pedoni rilevante: la cat. Ill. di
ingresso si ottiene applicando il prospetto 6
relativo alla strada adiacente facendo l’analisi
dei rischi per il successivo declassamento

• Se presenza dei pedoni non rilevante: L’adozione


dei requisiti del Parametro Rei per la strada
adaecente è condizione sufficiente ai fini
dell’illuminazione nella zona di studio
Appendice E – Illuminazione di piste ciclabili
Linee guida per la corretta classificazione e
progettazione:

• Se ciclabili adiacenti la strada: Vale quanto già


detto per i marciapiedi
• Se ciclabili non adiacenti la strada:

• la cat. Ill. di progetto e esercizio si ottiene


partendo dalla cat ill. di ingresso del prospetto
1 «Itinerari ciclopedonali» facendo poi l’analisi
dei rischi per il successivo declassamento
Appendice D ‐ Illuminazione adattiva
Definizioni ‐ Tipo d’Impianto
1. Non regolato: Impianto in cui la categoria di
progetto e di esercizio coincidono
2. A regolazione predefinita: La categoria di
esercizio è determinata mediante valutazione
statistica dei flussi di traffico orario come
esplicitato dal progettista nell’analisi dei rischi
3. Adattivo: Impianto nel quale le condizioni di
illuminazione sono scelte al termine di un
processo decisionale basato sul
campionamento in continuo delle condizioni
dei parametri di influenza variabili nel tempo
come il flusso di traffico il tipo di traffico e le
condizioni atmosferiche
Definizioni – Altre funzionalità dell’Impianto
1. CLO (Costant Light Output): sistema che rende costante nel tempo
l’emissione delle sorgenti all’invecchiamento delle stesse (questi non
sono impianti adattivi).

2. CP (Constant Performance): sistema che rende costante nel tempo


le performance dell’impianto ed il raggiungimento della categoria
illuminotecnica di esercizio al variare di: Grado di insudiciamento,
decadimento sorgenti, variazione manto stradale, etc. (questi non
sono impianti adattivi se non campionano i parametri d’influenza
variabili nel tempo rilevanti come il traffico).
Impianti Adattivi TAI (Traffic adaptive installation)
1. Gli impianti TAI sono impianti adattivi a regolazione in tempo reale nei
quali la categoria illuminotecnica di esercizio è scelta esclusivamente
mediante il campionamento del solo flusso orario di traffico.
2. Il flusso orario di traffico si determina trasformando in base oraria il
conteggio per un periodo di 10 min, a seconda dei casi, dei veicoli o
delle persone o dei cicli, ossia moltiplicando per sei il conteggio
ottenuto durante il periodo del campionamento.

Nel caso di guasto al sistema di


regolazione gli impianti devono
essere riportati ai livelli di illuminazione
previsti dalla cat. Ill. di progetto
Impianti Adattivi TAI
1. Per ogni periodo di conteggio si può
applicare una sola variazione di cat. Ill.
2. La cat. Ill. in riduzione si attiva solo a
seguito di due campionamenti
consecutivi in riduzione.
3. La cat. Ill. in aumento si attiva al primo
campionamento in incremento.
4. La variazione del flusso alla raggiunta cat.
può essere istantaneo
5. Il cambio cat. Ill. può avvenire solo a step
superiori a 10 minuti
Impianti Adattivi FAI (Full Adaptive Installation)
1. Negli impianti FAI la cat. Ill. di esercizio è scelta mediante un
campionamento in continuo del flusso di traffico, ma vengono
campionate anche luminanza (M) o illuminamento (C e P) e le condizioni
metereologiche.
Impianti Adattivi FAI (Full Adaptive Installation)
1. Metodo di calcolo del flusso orario:
a) Conteggio per minuto di veicoli, pedoni e/o cicli
b) Calcolo del campione per 60 per ottenere il flusso orario
c) Calcolo della media aritmetica dei primi 10 campioni
d) A seguire aggiungo un campione di un minuto e scarto
l’ultimo campione per calcolare la media (mobile) del
traffico orario
2. Decremento e incremento del flusso
a) Il valore della media mobile calcolata determina in
continuo la riduzione del valore di
luminanza/illuminamento medio corrispondente ottenuto
mediate interpolazione lineare fra la categoria
illuminotecnica di progetto e l’ultima di esercizio come da
analisi dei richi.
Impianti Adattivi FAI (Full Adaptive Installation)
La grande novità dell’Adattiva FAI:
• Con questo tipo di impianto è consentita la
riduzione, correlata al flusso orario di traffico, di
massimo 3 categorie illuminotecniche rispetto a
quella di progetto. Nel caso di attivazione della
categoria illuminotecnica di esercizio minima il
flusso orario di traffico sarà <12,5% del flusso
orario di traffico di progetto

Praticamente tutti gli ambiti


(tranne le M2) scendono a M6
e 0.3cd/m2!
Impianti Adattivi FAI (Full Adaptive Installation)
Incremento veloce del flusso:
• Se per 3 campioni il flusso è maggiore del 20% della media mobile del campione il sistema
deve portarsi immediatamente al valore di luminanza / illuminamento medio
corrispondente ottenuto mediante l’interpolazione lineare tra la categoria di progetto
(100%) e l’ultima categoria di esercizio individuata

Questo per garantire una maggiore sicurezza d’uso


Impianti Adattivi FAI (Full Adaptive Installation)
Stabilizzazione luminanza mando stradale o
illuminamento in tempo reale:
• Si effettua una regolazione in continuo del flusso per
garantire che la luminanza campionata sul manto stradale
o l’illuminamento risultino sempre corrispondenti con i
valori previsti da progetto. Il sistema deve compensare:
• Decadimento delle sorgenti (LLMF) e/o invecchiamento delle
ottiche anche da sporcizia (LMF) La FAI permette di compensare
i sovradimensionamenti di
• Variazione caratteristiche di riflessione manto stradale progetto
• Variazione delle condizioni ambientali che incidono sul
funzionamento dell’impianto (Variazione flusso emesso con la
temperatura ambientale)

Le misure di luminanza vanno fatte secondo Appendice D EN 13201‐4


Nel progetto vanno definiti i range operativi di cui sopra
Impianti Adattivi FAI (Full Adaptive Installation)
Condizioni Meteo:
• Le condizioni di funzionamento della FAI in funzione delle
condizioni meteo (acqua, neve, nebbia) deve essere oggetto
della valutazione dei rischi del progettista che decide le
strategie da adottare (nulla, riduzione, innalzamento valori)

Il progettista è professionista in questa attività – Non esiste illuminazione


adattiva senza un progettista
Impianti Adattivi FAI (Full Adaptive Installation)
Calcolo Luminanza:
• Rif. 13201‐3 misura della luminanza e del traffico su
ciascuna corsia
 Max 2 misure di luminanza: 1 per carreggiata, massimo 2

carreggiate gestite.
2
 Luminanza valutata tra 0,1 e 7,5 cd/m ‐ Errore < 5% f.s.

 Il sistema è in grado di capire se sono presenti veicoli che

possano distorcere la misura in tal caso viene scartata.

Il progettista è professionista in questa attività – Non esiste illuminazione


adattiva senza un progettista
Applicabilità di tecnologie TAI e FAI
L’attuazione delle tecniche di regolazione e
di stabilizzazione è:
• Puntuale, se il risultato di campionamento si
applica in ambiti di intervento limitato (una o più
zone di studio direttamente monitorate)
• Estensiva, se i risultati di campionamento si
applica nello stesso modo o in modi correlati e
specifici del progetto a aree più estese (rioni,
quartieri, agglomerati urbani, paesi o città)

L’illuminazione adattiva non è solo un bel giochino limitato ma un modo di


interpretare il futuro delle città in modo estensivo
Applicabilità di tecnologie TAI e FAI
Applicabilità estensiva, il progettista deve:
• Scegliere un numero adeguato di sistemi di
misura atto a coprire le aree più rappresentative e
critiche
• La correlazione con gli impianti non campionati
deve avvenire con impianti monitorati di pari o
superiore cat. Ill. di progetto
• Nella scelta dell’IP monitorato, si deve tener
conto in modo conservativo delle situazioni
peggiori che possono riscontrarsi sull’area oggetto
di studio.

L’illuminazione adattiva con solo 6 sensori una realtà!


VISION : La luce del futuro
Città e reti neurali:
• Il progettista definisce le specifiche per
implementare con scelte conservative una
illuminazione adattiva estensiva ad un intero
territorio con pochissimi strumenti di misura che
insistono su campioni rappresentativi delle
caratteristiche del territorio con particolare
riferimento alle categorie illuminotecniche.
• Questa definizione aperta implementabile,
permette di installare nel tempo nuove
apparecchiature per rendere puntuale l’adattività
per singole frazioni, quartieri, rioni sino a semplici
vie o agglomerati di case quasi a costruire una
rete neurale interconnessa ed intelligente che si
autoregola istante per istante.
CONCLUSIONI
Tempo fa avrei
Ma oggi l’illuminazione
esultato per la migliore
adattiva ci introduce in
esposizione di queste
una nuova era per
nuova UNI11248
l’illuminazione Eco‐
rispetto alla rev. del
sostenibile
sett. 2013

Grazie per l’attenzione!

[email protected]

Potrebbero piacerti anche