La Natura Della Luce Relazione

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La natura della luce

Nel XVII secolo Isaac Newton e Christiaan Huygens proposero due modelli diversi e
contrastanti riguardo la natura della luce: per il primo, la luce è un flusso di particelle
microscopiche dette corpuscoli, così Newton promuove il modello corpuscolare per
descrivere la natura della luce; mentre per Huygens, che crede nel modello
ondulatorio, la luce è un’onda elettromagnetica, che non ha bisogno di un mezzo
materiale per propagarsi ma può farlo anche nel vuoto.
In un primo momento, l’attenzione è rivolta al modello corpuscolare, dopodiché si
afferma quello ondulatorio. Questo accade anche grazie al fenomeno della
rifrazione, un fenomeno ottico che si verifica quando la luce passa da un mezzo
trasparente all'altro e cambia direzione a causa della variazione della velocità di
propagazione della luce nei due materiali, che, analizzato secondo il modello di
Newton, porta ad una deduzione sbagliata, quella secondo cui la velocità della luce
dovrebbe essere maggiore nei mezzi più densi e minore nei mezzi meno densi.
Tuttavia, le osservazioni sperimentali dimostrano esattamente il contrario: la luce
viaggia più velocemente nell'aria (un mezzo meno denso) rispetto a materiali più
densi come il vetro o l'acqua. La ragione principale per questa discrepanza è che il
modello corpuscolare della luce non tiene conto delle proprietà ondulatorie della
luce. È grazie al modello ondulatorio della luce che possiamo comprendere
correttamente fenomeni come la rifrazione.
Il modello ondulatorio trova fondamento nel principio di Huygens, secondo cui ogni
punto su un fronte d'onda agisce come una sorgente di onde secondarie, e il nuovo
fronte d'onda in un punto successivo è la somma delle onde generate da tutte
queste sorgenti. In altre parole, ogni punto su un fronte d'onda si comporta come
una sorgente puntiforme che emette onde sferiche in tutte le direzioni. Il modello
ondulatorio ha dunque ormai sovrastato quello corpuscolare anche perché si è
scoperto che la luce interferisce e si diffrange, cioè è coinvolta in fenomeni tipici
delle onde. Tuttavia, oggi si ritiene che entrambi i modelli siano validi e che ciascuno
dei due descriva un diverso aspetto del comportamento della luce.
Successivamente, si parla dei colori. Onde luminose di diversa frequenza sono
percepite dall’occhio come luci di diverso colore. L’insieme delle onde
elettromagnetiche che il nostro occhio è in grado di percepire è chiamato spettro del
visibile, che comprende lunghezze d’onda tra i 380 nm e i 750 nm e frequenze tra
l’ordini di grandezza di 1014 Hz e 1015 Hz. La luce bianca è una miscela di onde
elettromagnetiche con lunghezze d’onda e frequenze diverse. Se facciamo passare
un fascio di luce bianca per un prisma a sezione triangolare, da questo emerge un
ventaglio di onde elettromagnetiche di diverso colore, quello che comunemente è
chiamato arcobaleno. La separazione della luce bianca nelle diverse componenti
monocromatiche è un effetto della rifrazione della luce attraverso il prisma ed è un
fenomeno chiamato dispersione. I corpi opachi sono oggetti che non permettono
alla luce di passare attraverso di essi. Questi oggetti assorbono, riflettono o
trasmettono la luce in base alle loro proprietà e alla composizione dei materiali di cui
sono costituiti. Il fenomeno dell'assorbimento selettivo si verifica quando un corpo
opaco assorbe selettivamente determinate lunghezze d'onda della luce. Ciò significa
che il corpo opaco può assorbire efficacemente alcune lunghezze d'onda della luce
mentre riflette o trasmette altre lunghezze d'onda. Questo fenomeno è la base di
molte tecnologie e applicazioni, come ad esempio i filtri colorati o i pannelli solari
che sfruttano la capacità di assorbimento selettivo dei materiali per catturare la luce
solare e convertirla in energia.
In seguito, viene trattata l’energia della luce. La luce trasporta energia e può
compiere lavoro sulla materia. L’irradiamento è la grandezza che misura la quantità
E
di energia con cui la luce investe una superficie: E R= A ∆ t , dove E è l’energia, ∆ t è
W
l’intervallo di tempo considerato e A è la superficie; la sua unità di misura è il 2 .
m
Per parlare di un’altra grandezza che riguarda la luce e l’energia bisogna prima
introdurre il concetto di angolo solido. Consideriamo un fascio di semirette uscenti
da un punto; la parte di spazio interna al fascio è il corrispettivo tridimensionale di
un angolo piano ed è chiamata angolo solido, Ω , la sua unità di misura è lo
steradiante (sr). Dunque, l’intensità di radiazione è la quantità di energia che il
E W
fascio di luce trasporta in un certo angolo solido: I R = Ω ∆ t , la sua unità di misura è sr
. Irradiamento e intensità di radiazione sono definite come grandezze radiometriche,
le cui misure non corrispondono all’entità della nostra percezione della luce; è
doveroso dunque parlare delle grandezze fotometriche, utilizzate per descrivere le
proprietà della luce percepite dall’occhio umano. Mettiamo in evidenza alcune di
queste: l’intensità luminosa, I L, indica quanto sia brillante una sorgente di luce ai
nostri occhi, la sua unità di misura è la candela (cd); il flusso luminoso, Φ L, ossia la
quantità di luce totale emessa da una sorgente luminosa in tutte le direzioni;
l’illuminamento, E L, ossia la quantità di luce visibile che colpisce una superficie.
Infine, l’ultimo argomento da trattare è l’esperimento di Young, un esperimento
classico che ha contribuito a dimostrare la natura ondulatoria della luce. È stato
condotto per la prima volta dal fisico britannico Thomas Young nel 1801.
Nell'esperimento di Young, il fisico utilizzò una sorgente di luce coerente, come un
raggio di luce proveniente da una fenditura sottile in una schermata, per illuminare
una lastra con due fenditure sottili poste vicine tra loro. Quando la luce proveniente
dalla sorgente attraversa le due fenditure nella lastra, si crea un modello di
interferenza sulla superficie dietro la lastra. Questo modello consiste in
un’alternanza di bande luminose e scure, noto come frange di interferenza. Le bande
luminose sono il risultato della sovrapposizione costruttiva delle onde luminose
provenienti dalle due fenditure, mentre le bande scure sono il risultato della
sovrapposizione distruttiva delle onde luminose. In questo modo viene dimostrato
che la luce si comporta come un'onda, poiché solo le onde possono interferire in
modo costruttivo o distruttivo. Dunque, uno schermo con due fenditure parallele,
disposto in modo da interrompere il cammino di un’onda, è chiamato
interferometro di Young. Da questo esperimento viene poi fuori la seguente
equazione, con la quale è possibile calcolare la lunghezza d’onda del fascio luminoso:
d∆ y
λ= , dove d è la distanza tra le fenditure, ∆ y è la distanza tra le frange luminose
l
e l è la distanza tra fenditure e schermo.

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