5 - Storia MQ + Atomo Di Bohr

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Thomas A.

Edison
Radiazioni elettromagnetiche
Una radiazione
Una radiazione elettromagnetica
elettromagnetica èè una
una radiazione
radiazione caratterizzata
caratterizzata da
da un
un campo
campo
elettricoEEeeuno
elettrico unomagnetico
magneticoH Hperpendicolari
perpendicolaritra
traloro
loroeeperpendicolari
perpendicolarialla
alladirezione
direzione
dipropoagazione.
di propoagazione.La Lasua
suavelocità
velocitànel
nelvuoto
vuotoèè cc==2,9979·10
2,9979·1088m/sec.
m/sec.

Vettore
elettrico
Sorgente Rappresentazione di un’ onda elettromagnetica.

Vettore
magnetico
Direzione di
propagazione

Grandezze caratteristiche di un’ onda elettromagnetica.


 Lunghezza d’onda: rappresenta la distanza
tra due minimi o due massimi (unità di
lunghezza: m, cm, nm, Å, …)
 Frequenza: =c/, rappresenta nell’unità di
tempo il numero di vibrazioni di un’ onda di
lunghezza d’onda  (unità di tempo-1: sec-1,
A Hz)
Ampiezza: rappresenta l’altezza di una cresta
ed è indicativa dell’intensità dell’onda
spazio 
c 
tempo T
T ( s ) :1(osc.) 1( s ) : (osc.)
T 1 1
 
1  T
c 
1 1
   ; 1s  1 1Hz
T  s
Hz Hertz
c 

c c
 ; 
 
Spettro delle radiazioni
elettromagnetiche

1nm 10 9 m
1m 109 nm
Corpo nero
Intensità

Lunghezza d’onda (m) 1 m 10 6 m


Max Planck
Intensità

Lunghezza d’onda (m)


Max Planck
Intensità

∆ 𝐸=h 

Lunghezza d’onda (m)


Max Planck
Intensità

∆ 𝐸=h 
−34
h=6,626 10 𝐽 s

Lunghezza d’onda (m)


Max Planck
Intensità

∆ 𝐸=𝑛h 
−34
h=6,626 10 𝐽 s

Lunghezza d’onda (m)


Effetto fotoelettrico

Albert Einstein

• Assorbimento
• Emissione
∆ 𝐸=𝑛h 
spontanea
• Emissione stimolata
La conducibilità elettrica nei gas
rarefatti
Tubo di Crookes. Raggi catodici e anodici.

5 ÷ 10 kV

I
A C
+ -

alla pompa da vuoto

T = ambiente - d.d.p. ~ 103 V


 P = 1 atm I=0
 P ~ 1 torr I > 0 (bagliore emanato da tutta la massa gassosa)
 P ~ 10-6 atm I > 0 (debole luce fluorescente sulle pareti di fronte al catodo)
La scoperta dell’elettrone
Esperienza di Thomson

+ ZnS

E
catodo a

-
anodo
+ H
-
q 2tg  E
  2 1,76 108 (C / g )
m  H

raggi catodici particelle subatomiche cariche negativamente


(elettroni) di massa ~1800 volte più piccola
della massa dell’atomo d’idrogeno
Determinazione della carica
dell’elettrone
Esperienza di Millikan

mg
v
6r
Gocce di olio Iniettore
m, r.
3m
d
Spruzzo di olio 4r 3
osservato
+
Telescopio

(mg  Eq)
Sorgente v' 
raggi X 6r
-

q ne n 1, 602 10 19 C


Modello atomico di J. J. Thomson
(1897)
Thomson aveva calcolato:

e/m= 1,76 1011 C/Kg J. J. Thomson


(1856-1940)
Nobel 1906
da cui si dedusse: m= 9,1110-31 Kg= 9,1110-28 g

Un valore circa 1800 volte più piccolo della massa dell'idrogeno. Quasi
tutta la massa atomica è, quindi, associata alla carica positiva (cioè, come
vedremo, è concentrata nel nucleo)

Egli ipotizzò il suo modello:“Tutta la massa e la carica positiva


sono distribuite uniformemente in una sfera di raggio  1Å (10-10
m). Gli elettroni sono distribuiti in questa sfera agendo da
collante per le cariche positive, e sono in numero tale da
rendere neutro l’atomo”
Radioattività
Raggi alfa, beta e gamma.

Antoine Henry Becquerel Pierre & Marie Curie


Radioattività
Raggi alfa, beta e gamma.
Il nucleo atomico
Esperienza di Rutherford
Modello atomico di Rutherford
(1911)
Ernest Rutherford
(1871-1937)
Nobel 1908
(Modello dinamico basato sulla meccanica newtoniana)
 tutta la carica positiva e quasi tutta la massa sono concentrate in un
“nucleo” di raggio ~10-4Å. Atomo «vuoto»
 gli elettroni, in numero uguale alla carica nucleare, ruotano intorno
al nucleo

o
1A 10  10
m, Å  Ångström
+ +
+ +
Rappresentazione del modello di atomo che + +
spiega l’esperimento di Rutherford + +
+ +
+ +
+ +
+ +
Modello atomico di Rutherford
(1911)
Ernest Rutherford
(1871-1937)
Nobel 1908
(Modello dinamico basato sulla meccanica newtoniana)
 tutta la carica positiva e quasi tutta la massa sono concentrate in un
“nucleo” di raggio ~10-4Å. Atomo «vuoto»
 gli elettroni, in numero uguale alla carica nucleare, ruotano intorno
al nucleo

ma…..
Interazioni tra luce e materia
Un prisma è un oggetto in
grado di disperdere la luce
bianca nelle sue
componenti
monocromatiche
Interazioni tra luce e materia

Spettro (continuo) della luce bianca

Spettro: insieme delle frequenze che compongono la radiazione


analizzata dallo spettrometro
Interazioni tra luce e materia
Spettri atomici
Interazioni tra luce e materia
Spettro dell’idrogeno: eq. di Balmer-Ritz

l = 486 nm l = 656 nm

n1 = 2 n1 = 2
n2 = 4 n2 = 3

1nm 10 9 m _  1 1 
  RH  2  2  1
n n  
 1 2  
1
Rcostante

H
di Rydberg (1,09678 10-2 nm-1)
n1 e n2 interi con n1< n2

_
 1 1 1
 1, 09678 10  2  2  1,5233110  3 nm  1
2
 3
656,5nm
2 3  1,523 10
Modello atomico di Bohr (1913)
(Atomo di idrogeno)

Niels Bohr
(1885-1962)
Nobel 1922
1° postulato l’atomo si trova in uno stato stazionario che non irradia
energia
2° postulato le orbite permesse all’elettrone di massa m e di velocità v, in
ogni stato stazionario sono circolari e solo quelle aventi un
raggio r tale da rendere il suo momento angolare mvr pari a un
multiplo intero del quanto di momento angolare h/2p

h
mvr n
2
3° postulato l’atomo può assorbire o irradiare energia solo quando passa da uno
stato stazionario ad un altro
Modello atomico di Bohr
(Atomo di idrogeno)

o
1A 10  10 m
o
1m 1010 A
1 q1q2
F r
4 0 r 2
q1 q2
2
1 e
F  e 1, 602 10 19 C
4 0 r 2
e e 1 e
F  2 e' 
4 0 4 0 r 4 0

e '2
F  2 e ' 1,519 10 14
r e 2
F  2
r
Modello atomico di Bohr
(Atomo di idrogeno)

 quantizzazione del raggio

 e 2 mv 2  mv 2 r 2 m 2v 2 r 2 2 h2
 FCoul .  Fcentr . 0   2  0   r  2  n
 r r  e me 2
4 2
me 2

2 2
h h  10
o
r n 2 a0  2 2 0, 5291 10 m 0, 5291A
4 me 2 2
4 me
r n 2 a0 o
1A 10  10 m
n = numero quantico principale = 1, 2, 3, … o
1m 1010 A
Modello atomico di Bohr
(Atomo di idrogeno)

 quantizzazione dell’energia h2
2 2
r n n a0
 e2 1 2  4 me
2 2

 E V  T   mv 
e2 e2 e2 e2 1 e2
 r 2   E     2
 2
e 2
mv 2
1 2 e  2
r 2r 2r 2n a0 n 2a0
 2   mv  
r r 2 2r 

1 e2 1
En  2  2 E0 E0 2,180 10 18 J
n 2a0 n
𝐸 0=13 , 61 𝑒𝑉
1
Modello atomico di Bohr
(Atomo di idrogeno)

 quantizzazione dell’energia h2
2 2
r n n a0
 e2 1 2  4 me
2 2

 E V  T   mv 
e2 e2 e2 e2 1 e2
 r 2   E     2
 2
e 2
mv 2
1 2 e  2
r 2r 2r 2n a0 n 2a0
 2   mv  
r r 2 2r 

1 e2
En  2 E0 E0 
n 2a0
𝐸 0=13 , 61 𝑒𝑉
1
Modello atomico di Bohr

16a0=r4 rn n 2 a0

9a0=r3 E0
4a0=r2 En  2
n
a0
(n=1), -E0
n 1, 2, 3...
(n=2), -E0/4

(n=3), -E0/9 a0 10 10 m

E0 13, 61 eV
(n=4), E0/16
E0 E0  1 1 
E E4  E3  2
 2
 E 0   2
 2 
0.6616eV
4 3  4 3 
Modello atomico di Bohr
1
En  2 E0
n
 1 1   1 1 
E En2  En1 E0   2  2  E0  2  2  h
 n2 n1   n1 n2 
1 
 c    c
 
 1 1  E0  1 1 
hc E0  2  2     2 2
 n1 n2  E0
hc  n1 n2 
RH 
hc
 1 1  Balmer  Ritz
 RH  2  2 
 n1 n2 

E0
RH  1, 098 107 m  1 1, 098 10 2 nm  1
hc
2 1
1, 09678 10 nm
Limiti del modello atomico di Bohr

Il modello di Bohr, per quanto stimolante,


ha delle limitazioni:

 incapacità di interpretare i risultati


spettroscopici di atomi polielettronici

 incapacità di offrire qualsiasi base teorica per


interpretare le proprietà direzionali dei legami
chimici
 intrinseca contraddizione (si postula che
l’elettrone non ubbidisce alle leggi della fisica
classica e si usano proprio queste leggi per
definire il raggio delle orbite e l’energia del
sistema)
Estensione del modello atomico di
Bohr
numeri quantici l ed m

Le orbite descritte dal moto dell’elettrone intorno al nucleo sono ellittiche, con
una eccentricità quantizzata (Sommerfeld: numero quantico l) e assumono
orientazioni nello spazio quantizzate (effetto Zeeman: numero quantico m)

n=1, 2, 3, … numero quantico


principale
l=0, 1, … (n-1) numero quantico
secondario
m=0, 1, …  l numero quantico
magnetico
Estensione del modello atomico di
Bohr
il numero quantico l
Le orbite descritte dal moto dell’elettrone intorno al nucleo sono ellittiche, con
una eccentricità quantizzata .

n =1, 2, 3, … numero quantico principale

l = 0, 1, … (n-1) numero quantico


secondario
Estensione del modello atomico di
Bohr
il numero quantico m
Le orbite descritte dal moto dell’elettrone intorno al nucleo assumono
orientazioni nello spazio quantizzate (effetto Zeeman: numero quantico m)

n =1, 2, 3, … numero quantico principale

l = 0, 1, … (n-1) numero quantico


secondario
− l  m  −l numero quantico
secondario
Equazione di De Broglie

E h E mc 2

h mc 2
c 2 h h
h mc mc mv
  
h
mv  p p p h

Orbita dell’elettrone

Quantizzazione di Bohr:
Pierre & Marie Curie
Max Planck Ernest Rutherford

Luis De Broglie
Niels Bohr Albert Einstein
1
 1 1 
E 13, 61 2  2  (eV )
 n1 n2 
 1 1 
 18
E 2,180 10  2  2  ( J )
 n1 n2 
E h
c 

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