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IL PRIMO RINASCIMENTO
Gli Intellettuali e gli artisti all’inizio del Quattrocento volevo allontanarsi
dal Medioevo creando una nuova epoca piena di promesse. Essa si chiama “Il Rinascimento”. In quest’epoca si pensava che gli antichi potessero aiutare a rinnovare il mondo della cultura. Nasce da qui “L’Umanesimo” che esalta gli antichi scritti e capolavori artistici di appunto antichi dell’epoca classica. Nel Quattrocento le corti sono molto diffuse, ed hanno 2 aspetti comuni: POSIZIONE: Esse si trovano spesso in luoghi popolati e ricchi di cultura come ad esempio FIRENZE. POSSESSORE: Esse sono legate a un signore, un nobile o un ricco borghese che detiene un POTERE POLITICO. Le corti sono centri di cultura grazie ad artisti, poeti e musicisti che vengono pagati dai signori per avere opere speciali, così da far simboleggiare la loro SUPERIORITÀ, questo tipo di commercio venne chiamato: MECENATISMO.
I tre Artisti più noti del primo rinascimento sono:
BRUNELLESCHI DONATELLO MASACCIO
BRUNELLESCHI: Egli conosciuto come Filippo Brunelleschi, nacque a
Firenze nel 1377 e inizia la sua carriera come orafo. Nel 1401 egli partecipa al concorso indetto dall’opera del Duomo per realizzare le porte in bronzo del battistero. Il lavoro va al rivale, Lorenzo Ghiberti. Egli decide di dedicarsi all’architettura e si reca a Rome dove vinse il concorso per realizzare la cupola del Duomo, rimasta incompiuta per via del suo diametro. Il suo progetto era in grado di sostenersi in piedi da sola durante i lavori, senza la necessità di impalcature. Questo sistema venne chiamato STRUTTURA AUTOPORTANTE. Brunelleschi inoltre grazie a un suo esperimento creò la PROSPETTIVA; Che permette di rappresentare su una superficie piana, spazi e oggetti tridimensionali grazie a precise regole: 1. Presenza di un punto di vista e/o di fuga. 2. Convergenza di linee verso il punto di vista e/o di fuga 3. Diminuzione proporzionale della dimensione dal primo piano allo sfondo Essa si rivela essere l’invenzione più geniale e importante di tutto “IL PRIMO RINASCIMENTO”. Brunelleschi prima della sua morte riceve un altro incarico, realizzare una struttura che potesse accogliere bambini abbandonati e/o orfani, questa struttura venne chiamata: “LO SPEDALE (O Ospedale) DEGLI INNOCENTI” Che si ispira all’umanesimo civile esaltando la dignità umana. Per la creazione di questa struttura Brunelleschi recupera alcuni stili architettonici antichi, come: L’arco a tutto sesto, colonne con capitelli corinzi e facciate raffiguranti trovatelli in fasce. Brunelleschi infine muore a firenze nel 1446.
DONATELLO (Donato di Niccolò bardi): Nacque a Firenze nel 1386 e
nel corso della sua vita contribuì al rinascimento in italia lavorando in varie zone di essa. Donatello sperimenta (come un po’ tutti gli artisti dell’epoca) vari stili diversi fra loro. CLASSICO: Statue dove si ispira ad antichi, come nel David, che rappresenta il trionfo della libertà sulla tirannia. Viene rappresentato nudo come eroi dell’antichità, effetti di luce e grande dinamicità. REALISTICO: Dove si esalta l’espressività e maturità del personaggio ritratto, come nella Maddalena Penitente. Una vecchia con il volto scavato, legno per accentuare l’espressività. Donatello fu uno dei primi ad utilizzare la prospettiva in scultura, creando bassirilievi dove mette a punto la tecnica dello “Stiacciato” come nel “Banchetto di Erode”
MASACCIO (Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai): Nato ad
Arezzo a San Giovanni Valdarno nel 1401, egli arriva a Firenze a Diciotto anni rivoluzionando la pittura fiorentina, applicando; Spazio, volume, realismo. Come nella trinità, ma creando anche opere mantenendo la tradizione gotica. Infine morì nel 1428 a soli 27 anni.
FELICE BRANCACCI: Un ricco mercante della seta fiorentino, che
possiede una cappella nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze. Brancacci decide di far affrescare la cappella e chiama Masolino da Panicale e Masaccio per eseguire l'opera. Masaccio, in particolare, realizza alcuni dei suoi capolavori più celebri nella cappella. Tuttavia, il ciclo di affreschi sarà completato solo nel 1485 da Filippino Lippi, su richiesta di altri committenti.
PAOLO UCCELLO: (1397-1475), noto anche come Paolo di Dono, è un
poliedrico artista italiano che ha lavorato come pittore, scultore e mosaicista in diverse città d'Italia nel corso della sua lunga vita. Una delle sue caratteristiche distintive è il suo interesse ossessivo per lo studio della prospettiva, che applica in modo del tutto personale. Un esempio di questa visione unica è presente nel dipinto intitolato "DISARCIONAMENTO DI BERNARDINO DELLA CARDA", uno dei tre quadri commissionati dai Medici per celebrare la vittoria dei fiorentini contro i senesi nella battaglia di San Romano del 1432. Nel dipinto, Paolo Uccello utilizza la prospettiva in modo intricato, creando molteplici punti di vista che confondono lo spettatore di fronte a un intreccio inestricabile di uomini e cavalli. A differenza di Masaccio, Paolo Uccello emerge come un artista surreale e visionario, dando vita a ambientazioni quasi fantastiche nelle sue opere. IL SEGUACE DI MASACCIO:
Il frate domenicano Giovanni da Fiesole, noto come Beato Angelico nato
nel 1400, inizia la sua carriera artistica nel 1417, dedicandosi esclusivamente a soggetti religiosi. Una delle sue opere più celebri è il ciclo di affreschi realizzato nel convento fiorentino di San Marco, protetto dai Medici. In questo ciclo, Beato Angelico adotta l'uso della prospettiva geometrica, influenzato da Masaccio, per collocare le scene sacre in ambienti realistici. L'artista si distingue anche per l'utilizzo di colori chiari e luminosi, sia per definire i volumi delle figure che per richiamare simbolicamente la presenza divina. Un esempio della sua attenzione alla resa spaziale è il dipinto dell'Annunciazione. Beato Angelico, attraverso la sua opera, contribuisce significativamente allo sviluppo della pittura sacra del suo tempo, fondendo la spiritualità con gli elementi artistici e tecnici dell'epoca.
ARTE FIAMMINGA: Il pittore Antonello da Messina (1430-1479)
apprende l'arte a Napoli, dove entra in contatto con l'arte fiamminga grazie ai legami del Meridione con la Spagna e le Fiandre. Pur dimostrando un'attenzione tutta italiana per la prospettiva e i volumi, Antonello, negli ultimi anni della sua vita, si trasferisce a Venezia, influenzando pittori locali come Giovanni Bellini.Nelle opere di Antonello da Messina si fondono le due grandi correnti artistiche del momento: FIAMMINGA: Nel dipinto "San Gerolamo nello studio", si evidenzia lo stile fiammingo nella cura dei dettagli e nella brillante luce che filtra dalle finestre. ITALIANO: Si manifesta nella perfetta costruzione dello spazio grazie all'uso della prospettiva. Questi risultati sono accentuati dalla sua sperimentazione con la tecnica a olio, appresa nelle influenze artistiche del Sud Italia, ottenendo ottimi risultati. La sua influenza si estende anche a Venezia, dove lascia un'impronta duratura sulla scena artistica locale. *La Sicilia custodisce ancora oggi una delle opere più Affascinanti di antonello, la VERGINE ANNUNCIATA*. PIERO DELLA FRANCESCA: Piero della Francesca (1415-1492) trascorre un lungo periodo alla corte del duca di Urbino, Federico da Montefeltro, e di sua moglie Battista Sforza, entrambi appassionati d'arte. Durante questo periodo, Piero si dedica agli studi sulla prospettiva e scrive un trattato intitolato "DE PROSPECTIVA PINGENDO". Inoltre, influenzato dalla pittura fiamminga, scopre l'importanza della luce e dei dettagli nella sua opera artistica. Tutti questi elementi si riflettono nella realizzazione della " PALADI MONTEFELTRO".
ANDREA MANTEGNA: Il pittore padovano Andrea Mantegna
(1430/31-1506) ha una carriera estremamente lunga e, a partire dal 1460, lavora alla corte di Mantova per tre generazioni di signori: Ludovico, Federico e Francesco Gonzaga. La sua impresa più celebre è la decorazione ad affresco della Camera degli Sposi, un progetto che celebra Ludovico Gonzaga e la sua famiglia. Nonostante debba seguire un preciso programma iconografico stabilito dal committente, Mantegna dimostra ingegno introducendo un colpo di genio: "sfonda" le pareti raffigurano le scene come se fossero all'aperto, e sul soffitto dipinge un oculo, un'apertura delimitata da una balaustra da cui si affacciano vari personaggi. Con questi effetti illusionistici, l'artista riesce a dilatare lo spazio apparentemente piccolo della camera. La scelta di Mantegna per il “Cristo Morto” è sconvolgente: Gesù, rappresentato così in scorcio, sfonda la superficie del quadro e quasi ci aggredisce. Questa posizione esalta lo strazio del Cristo ucciso e Mantegna, con grande effetto realistico, insiste sui segni della Passione: le ferite, i buchi dei chiodi sulle mani e sui piedi sono esibiti, senza alcuna idealizzazione.
GIOVANNI BELLINI E SCUOLA VENETA: Le caratteristiche distintive
della scuola veneta, come il primato della Luce e del colore, insieme a una rappresentazione accurata dei dettagli, rivelano l'influenza della pittura fiamminga. Queste peculiarità sono evidenti nell'opera di Giovanni Bellini (1431/36-1516), considerato il più importante artista veneto del Quattrocento. Oltre a ciò, Bellini mostra una notevole attenzione all'espressione dei sentimenti. Ad esempio, nella Pietà, la comunicazione silenziosa tra la Madonna e il Figlio morto, così come il volto di San Giovanni, con la bocca semi-aperta e gli occhi umidi dal pianto, crea un impatto emotivo significativo nell'opera di Bellini. Bellini caratterizza molti dei suoi dipinti ambientando in scenari naturali suggestivi, descritti con la stessa cura dedicata alle figure, come nel caso del dipinto “SAN FRANCESCO NEL DESERTO". La sua attenzione verso il paesaggio, un elemento derivato dalla pittura fiamminga, si distingue per il fatto che nella sua opera la natura assume un ruolo centrale. Questo effetto è accentuato dall'uso della tecnica a olio, che amplifica gli effetti luminosi.
BOTTICELLI E LA BELLEZZA IDEALIZZATA: Sandro Botticelli
nacque a Firenze nel 1445 (mORì NEL 1510), studiò nelle botteghe di due importanti artisti FIORENTINI: Filippo Lippi e Andrea del Verrocchio. Botticelli è l’artista fiorentino più legato ai Medici e per loro crea numerosi capolavori, come la “PRIMAVERA”, dipinto a tema mitologico in grandi dimensioni. Dal significato simbolico ma contorto e difficile da interpretare, ma di certo è chiaro che il significato volesse esaltare la famiglia dei Medici. Un dipinto come la “MADONNA DEL MAGNIFICAT” riflette le caratteristiche fondamentali dello stile di Botticelli: linee sinuose dei contorni Eleganza Grazia Non vi è presente chiaroscuro, realismo e né sfumature proponendo così una BELLEZZA-IDEALIZZATA.