Manuale Inserti (2006 Prelim.)

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Inserti per calcestruzzo

MANUALE DI PROGETTAZIONE E UTILIZZO

ASSOBETON
Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi

Edizione PRELIMINARE

Gruppo inserti per calcestruzzo

2006

ASSOBETON
Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi

Gruppo inserti per calcestruzzo

Inserti per calcestruzzo


MANUALE DI PROGETTAZIONE ED UTILIZZO
Hanno collaborato alla stesura del manuale: Marco di Prisco Marcello Scola Silvia Locatelli Giorgio Luitprandi Marcello Maffioletti Paolo Novello Enrico Nusiner Roberto Ragozzini Modesto Vigo Paolo Cervesato Alessandra Biloni
Politecnico di Milano Politecnico di Milano

GL Locatelli Edilmatic Officine Maffioletti Chryso Italia Halfen - Deha Ruredil Tecnogrip

Assobeton Assobeton

Progettazione e realizzazione grafica: SGS Communication (RE)

Edizione preliminare
MAGGIO 2006

Prefazione

Gli inserti nelle strutture prefabbricate giocano un ruolo sempre pi importante nella progettazione poich rappresentano, come avviene nelle connessioni degli elementi strutturali di acciaio, i punti deboli della costruzione, ove spesso il progettista non in grado di assicurare il livello di sicurezza che contraddistingue lintera struttura. Come nel caso dei particolari costruttivi, la filosofia finora seguita si orientata al rispetto di disposizioni costruttive che, facendo uso di un sovradimensionamento, fossero in grado di scongiurare il collasso del dettaglio costruttivo, dato che il costo di tale sovradimensionamento risultava per lintera costruzione poco determinante. La pratica costruttiva avvalendosi dellesperienza solita nel tempo limare tale sovradimensionamento ed il risultato di questo processo pone spesso il progettista nellimpossibilit di quantificare il livello di sicurezza confrontandolo con quello richiesto dallintera opera.

TUBAZIONI IN CALCESTRUZZO MANUALE DI PROGETTAZIONE E UTILIZZO

Va inoltre sottolineato che, mentre le connessioni delle strutture metalliche si avvalgono in generale di un materiale simmetrico elastoplastico in grado di assicurare la duttilit necessaria per fare collaborare tutti i meccanismi disposti nella connessione, il generico inserto opera al contrario avvalendosi della resistenza a trazione del conglomerato che, come noto, risulta accoppiata ad un meccanismo di propagazione della frattura caratterizzato dal susseguirsi di una fase stabile ed una instabile, ma il cui collasso risulta in generale fragile. Lampio lavoro sperimentale condotto dalla scuola di Stoccarda e diretto dal Prof. Eligehausen ha permesso tuttavia di mettere a punto alcune formule semiempiriche aventi lespressione di produttorie, ed inserite nel quadro semiprobabilistico agli Stati Limite degli Eurocodici.

LO SCOPO
G R U P P O

Il gruppo inserti di ASSOBETON ha lavorato alacremente per produrre un documento di sintesi che indichi al progettista quale attivit di progettazione, sperimentazione e controllo sia necessaria per assicurare alla generica connessione ladeguato livello di sicurezza, coerente con quello accettato per lintera struttura. Dopo alcuni capitoli incentrati sullesame delle soluzioni offerte oggi dal mercato con riferimento ai sistemi di fissaggio, supporto e sollevamento, il documento si propone introduce i meccanismi resistenti sui quali si basa il calcolo di tali sistemi ed i relativi criteri di progettazione. Vengono infine proposte alcune recenti sperimentazioni al fine di mostrare i passi che conducono il prototipo della generica connessione al prodotto offerto nel mercato della prefabbricazione, evidenziandone gli aspetti pi critici, i modelli utilizzati per lindagine e laffidabilit delle previsioni teoriche. Va infine sottolineato che, alla luce della nuova Normativa sismica, esistono prevalentemente tre approcci differenti alla progettazione della generica connessione prefabbricata. La connessione pu essere pensata esterna alla zona critica, interna alla zona critica, ma sovradimensionata nello spirito del capacity design o infine interna alla zona critica e sede di significative dissipazioni energetiche. Mentre finora le connessioni si pongono spesso nella seconda ipotesi, credo che presto verranno proposte nel mercato vari tipi di connessione che mirino a soddisfare il terzo requisito, diventando punti deboli della struttura a duttilit garantita. Nello stesso manuale vengono infine proposti alcuni recenti sistemi innovativi creati per soddisfare esigenze specifiche e che si avvalgono dei medesimi criteri di progettazione e di calcolo. Marco di Prisco

ASSOBETON
Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi

Gruppo inserti per calcestruzzo

R T

Aziende del Gruppo Inserti per Calcestruzzo

CHRYSO ITALIA SPA VIA MADONNA 24040 LALLIO - BG Tel. 035/693331 - Fax 035693463 www.chrysoitalia.com [email protected]

EDILMATIC SRL VIA GONZAGA 11 46020 PEGOGNAGA - MN Tel. 0376/558225 - Fax 0376558672 www.edilmatic.it [email protected]

GL LOCATELLI SRL VIA DANTE 66 22078 TURATE - CO Tel. 02/96480721 - Fax 029682795 www.gllocatelli.it [email protected]

HALFEN-DEHA SRL VIA DEI CURTI 1117 24059 URGNANO - BG Tel. 035/893029 - Fax 035893071 www.halfen.it [email protected]

I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

OFF. MECC. MAFFIOLETTI DARIO SRL VIA DEGLI ARTIGIANI 23 24060 BRUSAPORTO - BG Tel. 035/681244 - Fax 035676030 www.maffioletti.it [email protected]

RUREDIL SPA VIA BRUNO BUOZZI 1 20097 SAN DONATO MILANESE - MI Tel. 02/5276041 - Fax 025272185 www.ruredil.it [email protected]

TECNOGRIP SRL VIA MATTEOTTI 8/C 10040 SAN GILLIO - TO Tel. 011/9840707 - Fax 0119840499 www.tecnogrip.it [email protected]

ATLANTE
ASSOBETON
Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi

RUREDIL SPA San Donato Milanese - MI

OFF. MECC. MAFFIOLETTI DARIO SRL Brusaporto - BG CHRYSO ITALIA SPA Lallio - BG

GL LOCATELLI SRL Turate - CO

HALFEN-DEHA SRL Urgnano - BG

TECNOGRIP SRL San Gillio - TO Como Bergamo MILANO EDILMATIC SRL Pegognaga - MN

TORINO

Pegognaga

R T

Contenuti del manuale


1.0 2.0 2.1 2.2 2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.2.4 2.2.5 2.3 2.4 2.4.1 2.4.2 2.4.3 2.5 3.0 3.1 3.2 3.2.1 3.2.2 3.3 3.4 3.5 4.0 4.1 4.2 4.2.1 4.2.2 4.2.3 4.2.4 4.2.5 4.3 4.4 4.5 5.0 5.1 5.2 5.3 INTRODUZIONE SISTEMI DI FISSAGGIO Dove lavora il sistema Requisiti ingegneristici Portata Vincolo di scorrimento Dimensioni Posizionamento Comportamento a fatica Schema di vincolo Meccanismi resistenti Collasso del sistema di ancoraggio (profilo) Collasso per slabbramento del profilo Collassi del connettore e del collegamento profilo - ancoraggio Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici SISTEMI DI SUPPORTO Dove lavora il sistema Requisiti ingegneristici con valutazione delle tolleranze Requisiti ingegneristici Valutazione delle tolleranze Schema di vincolo Meccanismi resistenti Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici SISTEMI DI SOLLEVAMENTO Dove lavora il sistema Requisiti ingegneristici Portata Dimensioni Posizionamento Comportamento a fatica Usura e danneggiamento Schema di vincolo Meccanismi resistenti Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici ALTRI SISTEMI Sistemi di sicurezza nelle fasi di montaggio Sistemi di fissaggio per facciate ventilate Sistemi per la realizzazione di pannelli a taglio termico 8 10 16 20 20 21 21 21 22 22 22 23 26 27 27 30 31 33 33 35 37 37 38 46 48 50 50 52 52 53 53 53 54 54 60 61 64 65

I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

INDICE
G R U P P O

5.4 5.5 5.6 5.7 6.0 6.1 6.2 6.3 6.4 6.4.1 6.4.2 6.4.3 6.4.4 6.4.5 6.4.6 6.4.7 6.4.8 7.0 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6

Sistemi di sicurezza antiscoppio Sistemi di connessione pilastro-plinto o pilastro-pilastro (column shoes) Ancoraggi per mensole tozze Sistemi di connessione per elementi strutturali MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO Aspetti introduttivi Meccanismi per la trasmissione dell'azione assiale Meccanismi per la trasmissione dell'azione di taglio Formulazione dei meccanismi resistenti Collasso per formazione del cono del calcestruzzo Collasso per spacco (splitting) Collasso per spinta a vuoto (blow-out) Collasso per sfilamento (pull out) Collasso per formazione del cono laterale Dowel action (Effetto biella) Collasso per pry-out Meccanismi di aderenza CRITERI DI PROGETTAZIONE Aspetti introduttivi Definizione dei coefficienti di sicurezza Determinazione delle azioni di calcolo Determinazione delle resistenze di calcolo Stati limite Ultimi di Esercizio Altre condizioni di carico: fatica, durabilit, resistenza al fuoco, resistenza al sisma

66 67 68 69 70 71 75 81 86 86 87 87 88 88 89 90 90 92 93 95 95 98 101 104

8.0 PROVE SPERIMENTALI 8.1 Esecuzione 8.1.1 Linee guida ETAG N 0001 - 1997 Metal anchors for use in concrete Annex A: details of tests 8.2 Progettazione di una prova sperimentale 8.3 Esempi 8.3.1 Profili di ancoraggio 8.3.2 Connessione trave - pilastro 8.3.3 Connessione pilastro - pannello 9.0 CONCLUSIONI NORME TECNICHE - BIBLIOGRAFIA SCHEDE PRODOTTO

106 107 107 109 110 110 113 117 122 123 124 - 223

R T

CAPITOLO 1.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O PAGG. 8/9

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Tutte le aziende che fanno parte del Gruppo Inserti per manufatti in calcestruzzo di ASSOBETON sono orgogliose di presentare questo manuale tecnico, che riassume lo stato attuale delle conoscenze e della produzione degli inserti per calcestruzzo. Il nostro gruppo raccoglie le esperienze imprenditoriali e professionali di sette tra le aziende che rappresentano il meglio in termini di qualit in questo settore. Ci sembrato utile ed importante presentare i nostri prodotti e i nostri sistemi a tutti gli interessati: siano essi tecnici progettisti, ingegneri o architetti, ovvero gli utilizzatori finali, quali prefabbricatori, imprese di costruzione, installatori, rivendite o altro. Da citare come questo testo verr anche diffuso in ambito universitario nei corsi di specializzazione. Gli inserti per calcestruzzo rappresentano una componente importante nel processo di industrializzazione edilizia, che sempre maggiormente va imponendosi anche in Italia nellambito del mondo delle costruzioni. Sono prodotti che, per definizione, quali inserti devono essere pensati e valutati gi in fase progettuale, e questo riteniamo sia lo scopo principale di questo manuale: diffondere cultura tecnica circa i nostri prodotti, su come vengono progettati, sulle loro caratteristiche prestazionali e di qualit, sui loro ambiti di utilizzo. I concetti base a cui si ispira la nostra attivit sono volti al raggiungimento delle seguenti caratteristiche, comuni a tutte le categorie dei nostri prodotti: Sicurezza Efficienza statica e prestazionale Facilit di utilizzo Economicit Regolabilit e flessibilit

Siamo convinti che mediante l utilizzo degli inserti, a fronte di un minimo sforzo in pi in sede progettuale sia possibile ottenere significativi ed indubbi vantaggi in fase di cantiere. Questo manuale diviso in due parti. La prima parte, redatta dal Prof. Marco di Prisco, docente di Strutture Prefabbricate ed Ordinario di Tecnica delle Costruzioni e dallIng. Marcello Scola (Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano), una presentazione completa di tutti gli aspetti tecnici, normativi e sperimentali che sono alla base del nostro lavoro. Le nostre aziende svolgono costantemente attivit di ricerca e sviluppo, in collaborazione con le Universit. Per arrivare agli obiettivi sopra descritti sono necessarie risorse ed esperienza, ed alcuni esempi del lavoro che svolgiamo sono bene illustrati in queste pagine. Vi poi una seconda parte in cui ciascuna azienda fornisce una breve descrizione di alcuni dei prodotti di cui si occupa. Siamo sicuri che lo sforzo fatto costituisca un valido strumento di consultazione e supporto per chi si occupa di industrializzazione edilizia. Invitiamo comunque chi ci legge a contattarci per fornire suggerimenti e proposte, di cui terremo senzaltro conto. Enrico Nusiner

INTRODUZIONE

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Sistemi di Fissaggio
2.1 2.2
2.2.1 2.2.2 2.2.3 2.2.4 2.2.5

Dove lavora il sistema Requisiti ingegneristici


Portata Vincolo di scorrimento Dimensioni Posizionamento Comportamento a fatica

2.3 2.4
2.4.1 2.4.2 2.4.3

Schema di vincolo Meccanismi resistenti


Collasso del sistema di ancoraggio (profilo) Collasso per slabbramento del profilo Collassi del connettore e del collegamento profilo - ancoraggio

2.5

Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici

CAPITOLO 2.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O PAGG. 10/29

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rivestono una posizione di notevole importanza nellambito delle strutture prefabbricate poich attraverso il loro impiego vengono realizzate le connessioni tra gli elementi strutturali che costituiscono ledificio. Tali connessioni sono soggette ad azioni che derivano principalmente da carichi che agiscono in direzione orizzontale, in particolare il vento e il sisma. Questi dettagli costruttivi devono quindi essere progettati in modo da garantire la trasmissione delle sollecitazioni, impedendo cedimenti o assestamenti non espressamente previsti in sede progettuale. Inoltre, data la sempre pi crescente attenzione riservata ai carichi di tipo sismico riveste un particolare rilievo il comportamento del sistema nei confronti delle sollecitazioni dinamiche da sisma, soprattutto con riferimento alle richieste di spostamenti ammissibili (Stato Limite di Danno). Le connessioni devono essere calcolate e realizzate considerando le condizioni di carico peggiori, nel rispetto delle normative vigenti in ambito strutturale, e considerando gli effetti delle tolleranze di montaggio e di realizzazione. La soluzione progettuale deve tenere in conto la resistenza sia degli elementi da connettere, sia degli apparecchi di appoggio o di ritegno facenti parte del sistema di fissaggio, computando anche gli effetti legati alle variazioni termiche, alla deformabilit della struttura e agli eventuali fenomeni lenti. Oltre alla capacit di assorbire i carichi di progetto, i sistemi di fissaggio devono rispondere a molteplici e diverse esigenze: Facilit e velocit di messa in opera Bloccaggio pressoch immediato dellelemento da connettere Possibilit di successivi aggiustamenti della posizione relativa degli elementi nelle direzioni di interesse Libert di assestamenti legati a deformazioni termiche, senza danneggiamento degli elementi connessi Durabilit Secondo la terminologia delle istruzioni CNR 10025/98 il sistema di fissaggio composto da tre elementi fondamentali, con riferimento al tipo di connessione pi frequentemente adottata: Profilo incavo Connettore Infisso

I dispositivi di fissaggio

a) connessione di pannelli di tamponamento

b) connessione cordolo - colonna

c) fissaggio vie di corsa

d) facciate ventilate Figura 2.1 Sistemi di fissaggio: applicazioni

e) elementi per ascensori e montacarichi

f) fissaggio tubazioni per impianti

SISTEMI DI FISSAGGIO

Va tuttavia precisato che, sia il profilo incavo, che linfisso sono in realt inserti che vanno posizionati prima del getto negli elementi prefabbricati da connettere (generalmente pannelli, pilastri e travi, ma anche elementi di copertura). Il mercato propone varie tipologie di inserti che si differenziano tra loro per forma, dimensioni, tecnologia di produzione e trattamenti superficiali. Lofferta commerciale dunque molto variegata, proponendo soluzioni spesso simili tra loro, ma differenziate nei dettagli e negli accessori (Fig. 2.1 a,b,c), e talvolta soluzioni molto particolari, dedicate a specifiche esigenze (Fig 2.1 d,e,f) (profili calandrati, accoppiati tramite saldature, piastre per connessioni con elementi in acciaio). Concettualmente comunque possibile suddividere in tre grandi gruppi i sistemi di fissaggio presenti sul mercato: Connessione elemento portante con elemento portato Connessione elemento portato con elemento portato Connessione per impiantistica possibile anche suddividere i sistemi in base alle modalit di impiego: Connessione pannello elementi strutturali orizzontali Connessione pilastro pannello Connessioni pannello pannello Connessione per impiantistica Connessione di supporto per facciate In questo capitolo saranno trattati in particolare i sistemi di fissaggio sullo schema proposto delle Istruzioni CNR 10025/98 (quindi basati su un profilo annegato nel conglomerato). Il mercato propone anche altri sistemi, diversi dai precedenti, ma che possono essere definiti anchessi di fissaggio. In questa sede tali sistemi saranno soltanto descritti, senza approfondirne le metodologie di dimensionamento e le tecniche di costruzione e di installazione. Componenti del sistema Profili I profili commerciali possono essere laminati a caldo, oppure formati a freddo (Figura 2.2).

Laminati a caldo Figura 2.2 Tipologie di profili: laminati a caldo e formati a freddo

Formati a freddo

Come descritto in maniera pi approfondita nel seguito, i profili possono essere realizzati in acciaio inossidabile, oppure nero, con o senza trattamenti di zincatura. Al profilo generalmente associato un sistema di ancoraggio (zanche, profili a I oppure pioli), salvo alcuni casi particolari nei quali la forma stessa del profilo (Figura 2.3) fornisce una resistenza sufficiente per lapplicazione specifica (profili autozancanti).

Figura 2.3 Profilo senza ancoraggi

CAPITOLO 2.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

Connettori Il connettore pi semplice la vite a testa sagomata (Figura 2.4), che collega linfisso al profilo.

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Vite testa a martello Figura 2.4 Tipologie di viti di connessione

Vite testa ad ancora

Per esigenze pi evolute, sono disponibili connettori che affiancano le viti per realizzare collegamenti adatti al montaggio dellinfisso a distanza variabile dal profilo, oppure progettati per particolari giunti. (figura 2.5). Nelle immagini mostrate in figura 2.5 sono evidenti le asolature introdotte per garantire le tolleranze di posizionamento.

Figura 2.5 Elementi di connessione (Piastrine e squadrette di connessione)

SISTEMI DI FISSAGGIO

Normativa di riferimento Gli inserti sono parte dellelemento prefabbricato in calcestruzzo e devono quindi soddisfare la normativa attualmente in vigore (DM 09.01.96 e relative circolari). A causa della grande incertezza sulla cura dellinstallazione e sulleffettivo uso nel cantiere di montaggio, le verifiche di resistenza adottano un coefficiente di sicurezza supplementare g2 (vedi cap. 7.2) che associato al coefficiente gm (coefficiente di sicurezza relativo al materiale). Esempi di valori suggeriti dalle istruzioni CNR 10025/98 con riferimento al tipo di carico agente sono mostrati in tabella 2.1
Tabella 2.1 Coefficienti di sicurezza supplementari (CNR 10025 / 98) Coefficiente di sicurezza parziale Carichi di trazione

g2 = 1,0 g2= 1,2 g2= 1,4 g2= 1,0 g2= 1,2 g2= 1,4 g2= 1,0

Sistemi con alto livello di precisione di montaggio Sistemi con normale livello di precisione di montaggio Sistemi con basso livello di precisione di montaggio Carichi di compressione Sistemi con alto livello di precisione di montaggio Sistemi con normale livello di precisione di montaggio Sistemi con basso livello di precisione di montaggio Carichi di taglio Per ogni livello di precisione di montaggio

La tabella riferita, secondo le Istruzioni CNR 10025/98, ad ancoraggi realizzati con profili dotati di due o pi zanche e dove siano rispettate le seguenti limitazioni: interasse zanche profondit' zanche distanza dai bordi interasse profili

250 mm 65 mm 60 mm 250 mm

Se gli ancoranti sono posizionati in zone di possibile fessurazione del calcestruzzo, i coefficienti devono essere aumentati del 10%. Se si prevedono fenomeni di fatica i coefficienti di sicurezza devono essere ulteriormente aumentati del 30% per tutti i tipi di inserti. Si ricorda che lo Stato Limite di Fatica considerato uno Stato Limite Ultimo, ma con coefficienti di amplificazione dei carichi ridotti. E disponibile, in sede europea presso il comitato tecnico CEN/TC 250 SC 2/WG 2, il documento Technical Specification Design of fastenings for use in concrete che riguarda il progetto degli ancoraggi nel conglomerato cementizio. La parte 3 tratta direttamente i profili di fissaggio ed identifica le azioni sugli ancoraggi e i meccanismi di collasso possibili per il calcolo della capacit portante. In aggiunta, la produzione dei profili comunemente utilizzati per la realizzazione dei sistemi di fissaggio regolamentata da un ampio corpus normativo relativo al materiale acciaio: UNI EN 10142 Lamiere e nastri di acciaio a basso tenore di carbonio, zincati a caldo in continuo, per formatura a freddo UNI EN 10025 Prodotti laminati a caldo di acciai non legati per impieghi strutturali UNI EN 10147 Lamiere e nastri di acciaio per impieghi strutturali zincati a caldo in continuo UNI EN 10088 Acciai inossidabili UNI EN 10263:2003 Vergella, barre e filo di acciaio per ricalcatura a freddo ed estrusione a freddo UNI 7344 Profilati di acciaio formati a freddo. Prescrizioni e tolleranze UNI ISO 2081 Rivestimenti metallici. Rivestimenti elettrolitici di zinco su ferro e acciaio UNI EN ISO 1461 Rivestimenti elettrolitici di zincatura per immersione a caldo su prodotti finiti ferrosi e articoli di acciaio UNI EN 729 Qualit nelle costruzioni saldate

CAPITOLO 2.0

I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

Trattamenti superficiali Il mercato propone trattamenti di zincatura a caldo con metodo Sendzimir, zincatura a freddo e zincatura a caldo per immersione. Con queste tecnologie si ottiene uno spessore di zinco che varia dai 275 ai 700 gr/m2 sui due lati. In alternativa possibile utilizzare sistemi realizzati in acciaio inossidabile (generalmente AISI 304 secondo UNI EN 10088). Le scelta della tipologia di protezione dagli agenti aggressivi deve essere effettuata in base alla definizione del livello di aggressivit dellambiente di esercizio. In generale, la zincatura indicata per ambienti umidi, mentre il ricorso ad acciai inossidabili suggerito in situazioni di ambienti aggressivi dal punto di vista chimico. Altri sistemi Profili per fissaggio con viti autoperforanti Sono profili incavi da annegare nel getto per formare una superficie metallica a vista, utile per il fissaggio di elementi (per esempio, lamiera grecata) a mezzo di viti. (Figura 2.6).

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Figura 2.6 Profili di fissaggio per viti autoperforanti

Profili per il collegamento con strutture in muratura Questi sistemi sono una variante dei sistemi tradizionali di fissaggio. In questo caso cambia il connettore che deve adattarsi al materiale base da collegare al calcestruzzo. (Figura 2.7). La forma del connettore studiata per garantire laderenza alla malta tra gli elementi in muratura.

SISTEMI DI FISSAGGIO

Figura 2 7 Connessioni tra muratura e conglomerato cementizio

2.1 Dove lavora il sistema


I sistemi di fissaggio sono utilizzati, come detto, per realizzare connessioni tra elementi strutturali di una costruzione, generalmente prefabbricata. Ambito naturale di utilizzo il capannone prefabbricato ad uso industriale o terziario, per la connessione di pannelli di rivestimento alle travi e ai pilastri, ma non mancano casi di impiego in condizioni particolari, sia in situazioni di prefabbricazione, sia in realizzazioni in opera. Connessione pannello elementi strutturali orizzontali Nellelemento orizzontale annegato un profilo parallelo allelemento da fissare, mentre nel pannello inserito un profilo il cui asse risulta verticale. In questo modo garantita la possibilit di regolazione in due direzioni del pannello. Il connettore una piastrina, che pu essere zigrinata per impedire scorrimenti, con unestremit a martello per linserimento nel profilo del pannello e fornita di asola per la regolazione in aggetto del pannello. I gradi di libert gestibili sono quindi tre; lasola permette spostamenti dellordine dei 50 mm, mentre nelle altre due direzioni, gli spostamenti ammessi dipendono dalla lunghezza dei profili annegati (Figura 2.8).

Figura 2.8 Connessione con piastrina antislittamento

Una soluzione alternativa mostrata in Figura 2.9: il connettore ora una squadretta che unisce le viti a testa quadra di collegamento con i profili annegati negli elementi. La connessione risulta in questo modo pi rigida rispetto alla soluzione che impiega la piastrina, contrastando la rotazione relativa tra i due elementi e, grazie allattrito, lo spostamento verticale. Se si modifica la disposizione del profilo annegato nellelemento verticale (pannello di tamponamento, figura 2.10), si pu pensare di bloccare lo spostamento verticale dopo il posizionamento facendo uso di apposite piastre zigrinate.

Figura 2.9 Connessione con squadretta con singola zigrinatura

Figura 2.10 Connessione con squadretta a doppia zigrinatura

CAPITOLO 2.0
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Connessione pannello pilastro Questo collegamento pu essere realizzato in diversi modi: linserto nel pilastro sempre un profilo annegato parallelamente allasse dellelemento, mentre varia la modalit realizzativa del sistema di fissaggio inserito nel pannello. Una soluzione ricorrente mostrata in Figura 2.11: in corrispondenza della sommit del pannello inserita una scatola di sostegno ancorata tramite barre di armatura sagomate oppure tramite zanche di lamiera. Lunione realizzata con vite a testa quadra ed il pannello pu essere montato a contatto oppure a distanza tramite apposito connettore. (Figura 2.12)

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Figura 2.11 Connessione tramite scatola di sostegno o profilo autozancante

SISTEMI DI FISSAGGIO

Figura 2.12 Regolazione della distanza di ritenuta

La scatola fornita con inserti in polistirolo (o schiuma poliuretanica oppure tamponi in gomma) che permettono di ricavare gli spazi allinterno dellelemento necessari per la messa in opera della connessione successiva al getto. I gradi di libert possibili anche in questo caso sono tre: in senso verticale la regolazione garantita dal profilo sul pilastro, in orizzontale dallasola ricavata nella scatola, mentre la scelta della lunghezza della vite permette di regolare la distanza tra gli elementi. Unalternativa rappresentata dallimpiego delle squadrette di collegamento, come mostrato in Figura 2.13, ove previsto linserimento di un profilo anche nel pannello.

Figura 2.13 Connessione pilastro - pannello

Connessione pannello-pannello La risoluzione di questo nodo pu essere affrontata ancora una volta attraverso diversi approcci. Una prima soluzione si realizza impiegando le medesime scatole descritte per la connessione pannellopilastro (Figura 2.14); il profilo inserito verticalmente nel pannello e viene fissato con un connettore alla scatola alloggiata nellaltro elemento. Anche in questo caso sono garantite le regolazioni nei tre assi, compatibilmente con la lunghezza degli elementi del sistema.

CAPITOLO 2.0
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Figura 2.14 Connessione pannello - pannello

Figura 2.15 Connessione d'angolo

Tale soluzione trova applicazione anche per completare la chiusura in corrispondenza dei pilastri (Figura 2.15). La connessione testa-testa di pannelli pu essere realizzata anche tramite il solo utilizzo delle scatole (Figura 2.16); in questo caso si presenta linconveniente di non permettere alcuna regolazione della posizione relativa orizzontale dei pannelli.

Figura 2.16 Connessione pannello - pannello

Alternativamente, lutilizzo dei soli profili permette di realizzare nodi di continuit come in Figura 2.17 oppure nodi dangolo come in Figura 2.18. In entrambi i casi, sono possibili le regolazioni di interesse per il corretto posizionamento degli elementi.

Figura 2.17 Connessione pannello - pannello tramite profili

Figura 2.18 Connessione d'angolo

SISTEMI DI FISSAGGIO

2.2 Requisiti ingegneristici


La progettazione di un sistema di fissaggio deve tener conto delle prestazioni richieste dallutilizzatore del sistema. Queste richieste orientano usualmente le scelte progettuali su una certa soluzione piuttosto che su unaltra. I dati di progetto in generale sono: portata vincolo di scorrimento dimensioni geometria di installazione comportamento a fatica

2.2.1 Portata
un parametro legato innanzitutto ai carichi agenti, allo schema strutturale della costruzione, alla posizione allinterno della struttura degli elementi da connettere, ed infine al numero di inserti utilizzati per la connessione. In generale alle connessioni di fissaggio non viene richiesta la capacit di sostenere il peso di un elemento (per esempio un pannello), compito che riservato ai sistemi di supporto come le mensole (Capitolo 3). Scopo prevalente di questo tipo di connessioni la resistenza alle azioni orizzontali derivanti generalmente da sollecitazioni legate al vento oppure a fenomeni sismici. Le azioni esterne si traducono nella connessione in sollecitazioni di trazione, di taglio e di scorrimento lungo lasse del profilo (Figura 2.19). In questultimo caso generalmente le portate sono ridotte rispetto ai casi di trazione e taglio.

Figura 2.19 Forza di scorrimento

Il carico si considera di pura trazione, o di puro taglio se forma un angolo minore di 15 con riferimento rispettivamente, alla perpendicolare al profilo o al piano tangente lo gola del profilo (Figura 2.20). Per altri angoli, si considera uninterazione dei carichi.

15 15 15 Figura 2.20 Sollecitazioni di taglio e trazione Trazione

15 Taglio

il caso di sottolineare che il carico associabile ad un particolare tipo di ancoraggio non dipende soltanto dalle caratteristiche dellinserto, ma influenzato anche dal calcestruzzo nel quale linserto stesso annegato. Nelle schede tecniche dei prodotti generalmente riportata una portata massima di esercizio dellancoraggio per una situazione di carico (trazione, taglio, scorrimento oppure una combinazione dei tre) riferita ad una particolare classe di resistenza del calcestruzzo. possibile comunque, attraverso le formule di riferimento per i vari meccanismi di collasso, calcolare la portata dellancoraggio per qualsiasi tipo di conglomerato cementizio.

CAPITOLO 2.0

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2.2.2 Vincolo di scorrimento


I sistemi di fissaggio spesso garantiscono il bloccaggio degli spostamenti degli elementi connessi, dopo che la loro posizione relativa sia stata definita con la precisione necessaria alle esigenze di montaggio. Se sono richiesti spostamenti lungo lasse del profilo, il mercato propone alcuni particolari accessori (rondelle anti-scorrimento) che permettono il serraggio della vite allinterno del profilo, senza compromettere la capacit di scorrimento. possibile richiedere lavorazioni superficiali degli elementi di connessione (piastrine, squadrette) se la connessione richiede che siano impediti gli scorrimenti.

21

2.2.3 Dimensioni
Le dimensioni geometriche del sistema di ancoraggio possono essere oggetto di particolari requisiti, in quanto non sempre lo spazio a disposizione per linserimento dellancoraggio permette ampia libert. Linserto nel calcestruzzo pu avere vincoli dimensionali se lelemento da connettere ha dimensioni sottili, come nel caso di pannelli. Inoltre, la disposizione costruttiva dellarmatura potrebbe limitare il posizionamento dellinserto oppure richiedere una forma particolare. La progettazione e la scelta dellelemento deve quindi tenere in considerazione questi requisiti dimensionali, che si configurano in realt pi come vincoli che come prestazioni richieste.

2.2.4 Posizionamento
Il posizionamento degli inserti per il fissaggio richiede il rispetto di alcune distanze dai bordi dellelemento in calcestruzzo e di uno spessore minimo. I valori indicati sui cataloghi per queste misure sono calcolati in modo da garantire la portata nominale degli inserti nelle condizioni di armatura standard definite e con classe di resistenza del calcestruzzo definita dal produttore. Rimane in ogni caso la facolt al progettista di ridurre, se necessario, tali valori, predisponendo provvedimenti adeguati alla situazione (armatura integrativa) e/o riducendo il carico di lavoro. A titolo indicativo si riportano (Figura 2.21) i valori minimi per quanto riguarda linstallazione di un profilo di fissaggio:
db [cm] 5 - 10 do [cm] 7 - 50 dv [cm] 4 - 20 df [cm] 7 - 45 D [cm] 10 - 20

dv

df

dv

do Figura 2.21 Distanze minime di installazione db

SISTEMI DI FISSAGGIO

db

2.2.5 Comportamento a fatica


Le istruzioni CNR 10025/98, come gi ricordato, prescrivono un coefficiente di sicurezza aggiuntivo pari a 1,3 per sistemi di ancoraggio soggetti a problemi di fatica.

2.3 Schema di vincolo


Le connessioni di fissaggio permettono il trasferimento di forze al calcestruzzo secondo i modelli di comportamento presentati nel seguito. Le sollecitazioni agenti sono generalmente di trazione e di taglio, anche se i profili permettono di assorbire anche forze parallele allasse del profilo (scorrimento), ma in questo caso con portate limitate. Per la natura stessa dei connettori utilizzati (viti a testa quadra, oppure viti in accoppiamento con boccole filettate), risulta problematico assorbire momenti allinterno di un nodo di fissaggio. Il connettore si pu infatti schematizzare come una biella. Discende da questo modello anche la difficolt ad assorbire forze di compressione, legata a problemi di instabilit che possono presentarsi soprattutto in presenza di grandi distanze di ritenuta (Figura 2.12). Le forze di compressione sono ben assorbite nel caso di fissaggi a contatto, nei quali il vincolo a compressione si realizza per contatto diretto degli elementi in calcestruzzo. In questo caso anche lassorbimento delle forze taglianti pu giovarne, potendo usufruire del contributo della forza di attrito. Per quanto riguarda le sollecitazioni flettenti, lutilizzo di squadrette (Figura 2.5) permette di realizzare delle connessioni ad incastro, il cui grado dipende dalla costruzione della squadra metallica (elementi pi rigidi permettono di assorbire momenti maggiori).

2.4 Meccanismi resistenti


I meccanismi resistenti agenti nei sistemi di fissaggio a canale possono distinguersi in meccanismi resistenti di base e meccanismi resistenti specifici. I meccanismi resistenti di base che permettono il trasferimento delle forze al calcestruzzo attraverso il sistema sono riconducibili a tipologie differenti a seconda che il carico sia di trazione oppure di taglio: Carico di trazione Meccanismi di ancoraggio diretto (Anchor bolt) Formazione del cono del calcestruzzo Spacco del calcestruzzo (Splitting) Spinta a vuoto (Blow-out) Sfilamento (Pull-out) Azione di spinotto (Dowel action) Rottura dellancoraggio Carico di taglio Azione di spinotto (Dowel action) Formazione del cono laterale Distacco localizzato (Pry-out) Mentre i meccanismi di rottura specifici, legati cio al particolare sistema di ancoraggio, sono:

Collasso sistema di ancoraggio (profilo) Slabbramento del profilo Distacco del profilo dallancoraggio Collasso del connettore Per una descrizione pi approfondita dei meccanismi di collasso di base, si rimanda al capitolo 6, mentre nel seguito saranno introdotti i meccanismi specifici dellancoraggio trattato in questo capitolo.

CAPITOLO 2.0

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2.4.1 Collasso del sistema di ancoraggio (profilo)


Collasso del sistema di ancoraggio trascurando il contributo resistente del profilo In accordo con quanto suggerito dal documento CEN/TC 250/SC 2/WG 2 Design of fastenings for use in concrete Part 3: Anchor channel, la reazione del generico ancoraggio si calcolano adottando il seguente modello semplificato:

23

Figura 2.22 CEN/TC250: modello di calcolo

Le forze agenti su ciascun ancoraggio sono calcolate assumendo una distribuzione lineare lungo la lunghezza li (lunghezza di influenza): NEd, i = k A' NEd i 1 A' i
a

con A definito come in figura 23 e k =

Il valore della lunghezza di influenza definita come li = 13 l0.05 s0.5 s con ly momento di inerzia y del profilo e s interasse tra i chiodi. Nel caso di un profilo di ancoraggio con cinque chiodi (figura 2.23), le azioni sugli ancoraggi sono le seguenti:

A1 = 2 A1 = 3 A1 = 4 k=

l - 1,25s 1 = l 6 5 l - 0,25s = 6 l 1 l - 0,75s = 2 l A1 2 1 2 1 1 = + A3 + A4 3

a a N sd, 1 = N sd, 5 = 0 a N sd, 2 = a N sd, 3 = a N sd, 4 =

1 1 2 N= N sd 9 6 3 5 2 5 N= N sd 6 3 9 1 2 1 N= N sd 2 3 3

SISTEMI DI FISSAGGIO

Collasso del sistema di ancoraggio considerando il contributo resistente del profilo A differenza di quanto proposto nel documento CEN/TC 250/SC 2/WG 2 Design of fastenings for use in concrete Part 3: Anchor channel e seguendo quanto suggerito nella proposta di modifica al documento da parte del gruppo di lavoro italiano dello stesso comitato tecnico, si suggerisce un approccio al problema della flessione che tenga in conto la deformabilit del profilo. Il collasso per flessione pu avvenire con diverse modalit in funzione della posizione del carico rispetto ai chiodi di ancoraggio. Tali modalit considerano la formazione di cerniere plastiche lungo lasse del profilo tenendo conto delleventuale imbozzamento della porzione di sezione compressa. A titolo di esempio si considera il caso del profilo ancorato con tre chiodi. Si evidenziano tre possibili meccanismi di collasso: Meccanismo 1: snervamento del chiodo centrale e formazione di cerniere plastiche in corrispondenza dei chiodi laterali e del punto in cui il carico applicato; un meccanismo che coinvolge lintero sistema di connessione. Meccanismo 2: formazione di cerniere plastiche nel punto di applicazione del carico e del chiodo centrale e laterale; un meccanismo che impegna solo una porzione del sistema di connessione, lasciando scarica laltra. Meccanismo 3: formazione di una cerniera plastica in corrispondenza del chiodo centrale e snervamento del chiodo laterale; come il meccanismo 2, il meccanismo 3 impegna solo meta dello sviluppo del profilo, lasciando inalterata laltra. I tre meccanismi possibili sono mostrati in Figura 2.23

Figura 2.23 Collasso per flessione del profilo

Meccanismo 1 Per unazione di trazione N applicata a distanza x dal punto medio dello sviluppo del profilo si ipotizza che il meccanismo che si instaura sia del tipo indicato in Figura 2.24.

Figura 2.24 Meccanismo di collasso con snervamento del chiodo centrale

Con riferimento alla figura: Dc=aL= DL L+x N c = fy As Mpl, 1 Mpl, 2 lo spostamento verticale del profilo in corrispondenza del chiodo centrale lazione di trazione agente sul chiodo C, supponendo che il meccanismo avvenga con snervamento del chiodo centrale momento di plasticizzazione relativo al profilo con ali compresse (relativo dunque alla situazione che si verifica in corrispondenza dei chiodi di ancoraggio) momento di plasticizzazione relativo al profilo con ali tese (relativo dunque alla situazione che si verifica in corrispondenza del bullone di carico)

CAPITOLO 2.0
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possibile, facendo uso del principio dei lavori virtuali, descrivere la relazione tra lazione NRd che determina linnesco del meccanismo di collasso in funzione della distanza x della forza N dal chiodo centrale: 2L L N = Mpl,1 + Mpl,2 + Nc Rd 2 2 L -x L+x A questo punto, imponendo lequilibrio alla traslazione verticale e alla rotazione attorno al punto A, possibile determinare le azioni di trazione a cui sono soggetti gli elementi di ancoraggio: NA = NRd NB = NRd L-x 2L L+x 2L Nc 2 Nc 2

25

Meccanismo 2 Per unazione di trazione N applicata a distanza x dal punto medio dello sviluppo del profilo si ipotizza che il meccanismo di plasticizzazione che si instaura sia del tipo riportato in Figura 2.25.

Figura 2.25 Meccanismo di collasso senza snervamento dei chiodi

La relazione tra lazione che determina linnesco del meccanismo di collasso in funzione della distanza x dal chiodo centrale risulta: L N = Mpl,1 + Mpl,2 Rd x L-x e, dallequilibrio, le azioni di trazione cui sono soggetti gli elementi di ancoraggio risultano: NC = NRd NB = NRd L-x L x

L Meccanismo 3 Per una generica azione di trazione N applicata a distanza x dal punto medio dello sviluppo del profilo, si ipotizza che il meccanismo che si instaura sia del tipo indicato in Figura 2.26.

Figura 2.26 Meccanismo di collasso con snervamento del chiodo laterale

Mentre lazione di trazione Nc risulta: NC = NRd - NB

SISTEMI DI FISSAGGIO

dove, in aggiunta alle quantit gi definite, si ponga come azione di trazione agente sul chiodo B: NB = fy As , supponendo che il meccanismo avvenga con snervamento del chiodo laterale. Lazione NRd che determina linnesco del meccanismo di collasso in funzione della distanza x dal chiodo centrale risulta: 1 L NRd = Mpl,1 + NB x x

2.4.2 Collasso per slabbramento del profilo


La slabbramento del profilo il meccanismo di collasso pi caratteristico per questa tipologia di connessioni. Esso fortemente influenzato dalle caratteristiche meccaniche di materiali utilizzati per la realizzazione del sistema e dallo spessore della lamiera utilizzata. Lo slabbramento consiste nella formazione di cerniere plastiche cilindriche sulle ali del profilo, come descritto in figura 2.27.

Figura 2.27 Collasso per slabbramento del profilo

Con lipotesi che il collasso avvenga con la massima eccentricit possibile tra vite e profilo e che linterazione tra taglio e momento non modifichi la geometria del meccanismo di collasso, n riduca la capacit resistente flessionale del profilo, il carico massimo esprimibile come segue: Nmax = 2 2x+ t 2 12 2 c + b mpl

dove (Figura 2.28): x la tolleranza tra la testa della vite e le pareti del profilo t lo spessore del profilo c la larghezza delle labbra del profilo b la larghezza della testa della vite mpl il momento plastico lungo le cerniere pari a mpl =
Figura 2.28 Slabbramento del profilo: geometria del problema

t2 f 4 y

Con eccentricit poco elevate, il collasso pu avvenire anche per tranciamento delle labbra (Figura 2.29). Si pu considerare tale interazione definendo una tensione resistente ridotta srid a partire dalla tensione ideale corrispondente al criterio di Von Mises: sid = il momento plastico in questo caso diventa mpl =
2 f y - 3 t2

t2 sid 4

CAPITOLO 2.0
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27

Figura 2.29 Tranciamento del profilo

Supponendo lazione di taglio distribuita solo sulla cerniera cilindrica che si sviluppa tra lanima e lala del profilo (lunghezza b + 2c 2, si ottiene un carico Nmax ridotto pari a: Nmax = 2 2 c + b srid + 4 2 srid c
2 t 2c 4 2x+ t 2

Si noti come la formula contenga il valore di srid funzione della t che dipende dal carico, quindi la Nmax risoluzione deve essere effettuata iterativamente (t = ). 2 2c 2 + b t

2.4.3 Collassi del connettore e del collegamento profilo - ancoraggio


Queste modalit di collasso riguardano la resistenza dellacciaio utilizzato per lancoraggio e la resistenza del collegamento tra il profilo e i chiodi di ancoraggio. In generale, data lalta resistenza dellacciaio nei confronti della resistenza sia a trazione, sia a compressione del calcestruzzo, le verifiche verso queste modalit di collasso non sono mai critiche.

2.5 Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici


La progettazione di un ancoraggio basato sulla scelta di un meccanismo resistente critico. Il progettista pu fissare tale meccanismo operando una opportuna scelta di alcuni parametri che regolano la capacit resistente dei vari meccanismi potenzialmente tra loro interagenti. Tali parametri verranno nel seguito chiamati parametri ingegneristici. La variazione e la combinazione dei valori numerici dei parametri permette lottimizzazione del sistema in funzione di specifiche esigenze prestazionali. Il mercato presenta unampia gamma di sistemi di fissaggio adeguati a molteplici esigenze. In questa sezione vengono presentate le tipologie pi comuni con evidenziati i parametri ingegneristici ed i valori estremi reperibili sul mercato. I carichi P indicati come parametri ingegneristici nelle tabelle seguenti sono riferiti allesercizio, ovvero sono da considerarsi come carichi ammissibili. Caratteristiche della sezione del profilo
e

b a

a: larghezza del profilo b: altezza del profilo t: spessore del profilo e: distanza tra le ali

a [mm] 28 - 74

b [mm] 15 - 48

e [mm] 12 - 33

t [mm] 1.5 - 6

SISTEMI DI FISSAGGIO

Profilo con chiodi di ancoraggio (ancoraggio diretto)


L

hef d1 i i d2,s

L: lunghezza del profilo i: interasse ancoraggi hef: profondit ancoraggi (profondit efficace) d1: parametro dimensionale della sezione della barra d2,s : parametri caratteristici della testa di ancoraggio (es. diametro e spessore del piattello di estremit)

Il sistema realizzato collegando il profilo metallico ad alcuni chiodi punzonati o saldati sul dorso del profilo. Lestremit inferiore del chiodo (piattello) realizza un ancoraggio diretto.

Ptrazione [kN] 3 30

Ptaglio [kN] 3 - 30

L [mm] 100 5800

i [mm] 50 - 250

hef [mm] 50 250

d1 [mm] 6 - 11

d2 [mm] 12 - 24

s [mm] 4-6

Profilo con ancoraggio sagomato a I (ancoraggio diretto)


L

d i i

hef

L: lunghezza del profilo i: interasse ancoraggi hef: profondit ancoraggi d: larghezza del profilo ad I t: spessore del profilo ad I

Ptrazione [kN] 3 30

Ptaglio [kN] 3 - 30

L [mm] 100 5800

i [mm] 50 - 250

hef [mm] 50 - 250

d [mm] 10 - 50

t [mm] 5-7

Profilo con ancoraggio a zanca sagomata a V


L t a

d i i

hef

L: lunghezza del profilo i: interasse ancoraggi hef: profondit ancoraggi d: larghezza della zanca t: spessore della zanca a: angolo di piegatura della zanca
d [mm] 20 a [] 20 t [mm] 1.5-2

Ptrazione [kN] 2 12

Ptaglio [kN] 2 - 12

L [mm] 100 3000

i [mm] 250

hef [mm] 120

CAPITOLO 2.0
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Profilo con barre ad aderenza migliorata (ancoraggio indiretto)


L

29
L: lunghezza del profilo i: interasse ancoraggi hef: profondit ancoraggi f: diametro della barra di ancoraggio

f i Ptrazione [kN] 40 i Ptaglio [kN] 32

hef

L [mm] 100 5800

i [mm] 250

hef [mm] *

f [mm] 14

* dipende dal tipo di applicazione e dal tipo di elemento

Profilo con ancoraggio a zanca ricurva (ancoraggio diretto)


L d2 hef e

d1

L: lunghezza del profilo i: interasse ancoraggi hef: profondit ancoraggi d1,d2: parametri della sezione della zanca e: dimensione dellala della zanca
d2 [mm] 30 d1 [mm] 5 e [mm] 16

Ptrazione [kN] 20

Ptaglio [kN] 20

L [mm] 100 3000

i [mm] 200

hef [mm] 100

Profilo autozancante a: altezza del profilo b: larghezza del profilo


a

a [mm] 51-100

b [mm] 42

SISTEMI DI FISSAGGIO

30

Sistemi di Supporto
3.1 3.2
3.2.1 3.2.2

Dove lavora il sistema Requisiti ingegneristici con valutazione delle tolleranze


Requisiti ingegneristici Valutazione delle tolleranze

3.3 3.4 3.5

Schema di vincolo Meccanismi resistenti Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici

CAPITOLO 3.0
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3.1 Dove lavora il sistema


I dispositivi di supporto interessano essenzialmente il sostegno di elementi prefabbricati in calcestruzzo da parte di altri elementi prefabbricati (per es. pannelli orizzontali montati su pilastri, pannelli veletta sorretti da pannelli verticali o ancora pannelli appoggiati a travi) e pu essere realizzato con diversi tipi di inserti che consentono di collegare in maniera rapida e sicura i due manufatti.

31

Figura 3.1 Edificio industriale interamente prefabbricato

Figura 3.2 Collegamento pilastro-pannello

Figura 3.3 Pannello sovraportone

SISTEMI DI SUPPORTO

Figura 3.4 Pannello sovraporta

Figura 3.5 Collegamento trave - pannello

Non esistono normative di riferimento specifiche. Il sistema generalmente costituito da tre parti distinte: un elemento da annegare nel manufatto portante (C) un elemento da inserire nel manufatto portato (P) che funga da alloggiamento necessario al dispositivo di supporto (mensola) e da ripartitore del carico un elemento di collegamento o dispositivo di supporto (D) in grado di trasferire il carico da un manufatto allaltro e che consenta le regolazioni nelle tre direzioni.

Figura 3.6 Elementi costituenti un sistema di supporto

CAPITOLO 3.0
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3.2 Requisiti ingegneristici con valutazione delle tolleranze


3.2.1. Requisiti ingegneristici
Per studiare i requisiti ingegneristici del sistema di supporto prendiamo in considerazione il caso pi comune di collegamento tra elementi prefabbricati ovvero il sostegno di un pannello orizzontale montato esternamente ad un pilastro portante. Naturalmente i requisiti indicati nel seguito sono estendibili agli altri casi. Il sistema di supporto innanzitutto caratterizzato da una portata nominale che rappresenta il carico di esercizio, ovvero il carico ammissibile. Ciascuno dei tre elementi (C,P,D) deve garantire la portata nominale ed inoltre rispettare le specifiche dimensionali nel seguito indicate. Poich lelemento di collegamento deve essere posto in opera da un operatore che in genere non si avvale di sistemi di sollevamento meccanici ausiliari, il peso diventa un parametro critico per agevolare linstallazione. Elemento da annegare nel manufatto portante (pilastro o pannello portante) Lelemento da annegare nel pilastro, di dimensioni in pianta bx e by, pu essere genericamente schematizzato come una scatola di dimensioni lx, ly, lz , posizionata ad una distanza ax e az dai bordi esterni.

33

Figura 3.7 Dimensioni e vincoli dimensionali

Tali dimensioni devono rispettare alcune limitazioni che nascono dalla necessit di non alterare lintegrit e la stabilit del manufatto portante. Qualora non fosse possibile garantire tali requisiti si render necessario intervenire sul manufatto per il loro ripristino. Le distanze dai bordi esterni del pilastro devono essere tali da evitare rotture locali del calcestruzzo nelle zone vicine ai bordi (rotture per splitting, blow-out o spalling, fig.6.7, 6.14, 6.21). La distanza ax deve inoltre rispettare la seguente limitazione: ax > c + s + l dove c = copriferro s = diametro della staffa l = diametro dell armatura longitudinale.

Figura 3.8 Vincoli dimensionali: distanza dai bordi

Figura 3.9 Vincoli dimensionali:altezza della scatola

SISTEMI DI SUPPORTO

Laltezza lz della scatola deve risultare inferiore al passo ps delle staffe nel pilastro: lz < ps, in modo da non interferire con la staffatura. Qualora non fosse possibile rispettare questo vincolo (lz > ps), la staffa interessata andr sostituita con un altro tipo di staffa avente una sagomatura opportuna come nellesempio riportato in figura 3.10.

Figura 3.10 Staffatura alternativa

La dimensione ly dovr in generale rispettare la limitazione ly < by/2 - l/2 - s.

Figura 3.11 Vincoli dimensionali: dimensione della scatola

La sezione del pilastro interessata dallinserimento di tale elemento dovr poi essere opportunamente verificata, considerando la cavit prodotta da tale aggiornamento. In presenza di due sistemi di sostegno accoppiati va naturalmente valutata la distanza tra i due sistemi ix in modo tale da rispettare la seguente limitazione: 2ax + 2lx + ix < bx

Figura 3.12 Vincoli dimensionali: posizionamento di due supporti

Elemento da annegare nel manufatto portato (pannello) Le stesse considerazioni possono essere fatte per lelemento da annegare nel pannello. Anchesso pu essere schematizzato come una scatola di dimensioni lx, ly, lz posizionata ad una distanza ax e az dai bordi esterni. In genere si tratta di una scatola sagomata che consente di ottenere una cavit allinterno del manufatto per lalloggiamento del dispositivo di supporto. Tale elemento viene in genere posizionato alle estremit inferiori del pannello e, a seconda del tipo di applicazione, le sue dimensioni dovranno essere inferiori allo spessore del pannello stesso.

CAPITOLO 3.0
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Caso 1 (pannello appoggiato al pilastro) ly < sp + c + db ove c il copriferro e db il diametro dellarmatura di parete dellelemento di calcestruzzo.

35

Figura 3.13 Pannello appoggiato al pilastro

Caso 2 (pannello veletta o sopraportone appoggiato a pannelli laterali portanti) lx < sp + 2(c+db) lx < sp + 2(c+db)

Figura 3.14 Pannello veletta

Elemento di collegamento (dispositivo di sostegno) Lelemento di unione o dispositivo di sostegno svolge la funzione di appoggio per lelemento portato. In genere costituito da una mensola vera e propria soggetta ad un momento flettente pari al carico verticale P per leccentricit e. Il suo ingombro teorico pu essere valutato attraverso le 3 dimensioni lx, ly, lz.

3.2.2 Valutazione delle tolleranze


Il sistema di supporto deve essere studiato per permettere possibilit di regolazione lungo i tre assi cartesiani. In questo paragrafo vengono valutate le tolleranze di montaggio mx, my, mz, nelle tre direzioni del sistema.

SISTEMI DI SUPPORTO

Regolazione orizzontale (direzione x mx)

Figura 3.15 Tolleranze: regolazione orizzontale

E affidata essenzialmente allelemento annegato nel manufatto portato munito generalmente di un ripartitore di carico sufficientemente largo (dimensione lx ) in modo da poter regolare orizzontalmente la posizione del manufatto stesso. Regolazione verticale (direzione z: mz) E affidata essenzialmente al dispositivo di supporto tramite le corse di bulloni o opportuni spessoramenti.

Figura 3.16 Tolleranze: regolazione verticale

Regolazione trasversale (direzione y: my)

Figura 3.17 Tolleranze: regolazione trasversale

CAPITOLO 3.0

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Pu essere ottenuta posizionando opportunamente la scatola dellelemento portato, munita generalmente di un ripartitore di carico sufficientemente profondo (dimensione ly), sul dispositivo di supporto o mediante spessoramenti tra le scatole annegate nei due elementi (C,P)e il dispositivo di supporto. Regolazione angolare a In alcuni sistemi possibile una regolazione angolare creando, per esempio, unasola nella parte inferiore del dispositivo di supporto (vedi esempi applicativi).

37

3.3 Schema di vincolo


Il vincolo che si intende realizzare una cerniera. La cerniera deve impedire la traslazione relativa degli elementi collegati, lungo le direzioni dei due assi cartesiani x e z paralleli al piano dell elemento e lungo la direzione dellasse y perpendicolare a tale piano.

Figura 3.18

3.4 Meccanismi resistenti


Lanalisi dei possibili meccanismi di collasso individuano linsorgere di meccanismi resistenti di base e meccanismi resistenti specifici Tra i primi risultano possibili:

Per tali meccanismi si rimanda al capitolo 6. I meccanismi specifici sono trattati nei singoli casi applicativi di seguito presentati.

SISTEMI DI SUPPORTO

Carico di trazione Meccanismi di ancoraggio diretto (Anchor bolt) Formazione del cono del calcestruzzo Spacco del calcestruzzo (Splitting) Spinta a vuoto (Blow-out) Sfilamento (Pull-out) Azione di spinotto (Dowel action) Rottura dellancoraggio Carico di taglio Azione di spinotto (Dowel action) Formazione del cono laterale Distacco localizzato (Pry-out)

3.5 Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici


I principali parametri caratteristici del sistema di supporto che serviranno per confrontare i vari tipi di sistemi che esistono in commercio sono i seguenti: dimensioni dei due elementi inseriti nei manufatti lx, ly, lz - lx, ly, lz dimensioni del dispositivo di supporto lx, ly, lz distanza dai bordi dei manufatti ax, az tolleranze per le regolazioni nelle tre direzioni mx, my, mz, caratteristiche dei materiali (resistenza caratteristica Rck del calcestruzzo dei due manufatti - tipo di acciaio e resistenze caratteristiche dei collegamenti) portata nominale massima del dispositivo di supporto PN eccentricit del carico e. Consideriamo ora sei diverse tipologie di sistemi di supporto che possibile trovare in commercio. Tipologia A

Figura 3.19 Mensola di supporto tipo A

In questo primo sistema lelemento annegato nel manufatto prefabbricato portante costituito da una piastra di opportune dimensioni cui vengono applicate, mediante saldatura, due barre ad aderenza migliorata con filettatura e diametro variabili in funzione della portata. Tale soluzione comporta un minimo ingombro nellelemento portante.

CAPITOLO 3.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

Dimensioni
lx [mm] 80 140 ly [mm] 150 300 lz [mm] 90 - 260

39

Linserto da posizionare nel manufatto portato costituito da un ripartitore di carico opportunamente sagomato cui viene applicata mediante saldatura una lamiera in acciaio. Lingombro teorico di tale inserto riportato nella tabella seguente.

lx' [mm] 110 - 190

ly' [mm] 95 120

lz' [mm] 200 - 360

Lelemento di unione tra i due manufatti che svolge la funzione di appoggio costituito dalla mensola vera e propria, da dado e bullone posti sul piano dappoggio, da bulloni e rondelle per il fissaggio della mensola sulla piastra zancata. La mensola realizzata in acciaio. Lingombro teorico di tale elemento, comprensivo della quota indicativa media di regolazione del bullone :
lx'' [mm] 60 110 ly'' [mm] 80 - 115 lz'' [mm] 145 - 290

Tolleranze per le regolazioni


Orizzontale [mm] Verticale [mm] Trasversale [mm] Angolare []

40

30

0 - 50

Portata nominale massima La portata varia a seconda delle dimensioni della mensola e degli inserti nei manufatti, oscillando tra i 20 kN e i 120 kN. Eccentricit del carico Nel caso specifico alquanto contenuta risultando inferiore a 10 cm. Il carico verticale in questo sistema di supporto portato a taglio dai bulloni di fissaggio e dalle barre della piastra. Il momento flettente sulla mensola (PN e) si trasmette allelemento portante generando uno sforzo di trazione nella barra superiore della piastra la quale per aderenza trasmette sforzi di trazione al calcestruzzo; lo sforzo di compressione affidato alla porzione compressa della piastra metallica. Analizzando lo schema di funzionamento si evidenziano le seguenti possibili modalit di rottura: nel manufatto portato pu avvenire una rottura locale per compressione del calcestruzzo; nel manufatto portante pu avvenire una rottura locale del calcestruzzo per compressione (crushing) o per estrazione della zanca tesa con fenomeni di spalling, pull out o splitting; la mensola pu rompersi per flessione o per instabilit di forma; la barre della piastra possono subire una rottura per snervamento; i bulloni che collegano la mensola alla piastra possono rompersi a taglio.

SISTEMI DI SUPPORTO

Tipologia B Il secondo sistema costituito da vere e proprie scatole annegate nel calcestruzzo dei manufatti prefabbricati e da una mensola di sostegno, ottenuta tramite stampo e fusione di un unico pezzo in ghisa. La produzione per fusione garantisce una maggiore omogeneit di realizzazione e quindi un minor scarto nella portata dellelemento connettore (D).

Figura 3.20 Vista dassieme del sistema di supporto (Tipo B)

Dimensioni
lx [mm] 110 ly [mm] 65* lz [mm] 232-342

(*) 91 mm con la boccola

La scatola in acciaio zincato da annegare nel manufatto portato ha le dimensioni indicate in tabella:
lx [mm] 150 ly[mm] 123 lz [mm] 246

Il dispositivo di supporto costituito da mensola e bulloni. La mensola, in fusione di ghisa, viene fissata alla scatola dellelemento portante tramite una vite a testa esagonali. Alla base della mensola posizionata una vite che permette di trasmettere il carico alla scatola. Lingombro teorico di questo elemento :
lx [mm] 102 ly [mm] 160 lz [mm] 170

Tolleranze per le regolazioni


Orizzontale [mm] -10 / +25 Verticale [mm] Trasversale [mm] Angolare [] /

20

24

CAPITOLO 3.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

Portata nominale massima La portata di questa tipologia : PN = 100 kN ed calcolata per un calcestruzzo Rck 37 MPa Esistono mensole concettualmente simili, ma con dimensioni geometriche differenti, caratterizzate dalle seguenti portate: 40 kN e 190 kN. Eccentricit del carico e ~ 73108 rappresenta la distanza teorica dal punto di applicazione del carico verticale sulla mensola allasse dei bulloni di appoggio. Il carico verticale in questo sistema di supporto portato a compressione dai bulloni di appoggio alla base della mensola che creano una compressione locale nel calcestruzzo. Il momento flettente (PN e) sulla mensola si trasmette allelemento portante generando uno sforzo di trazione nel bullone di ancoraggio, il quale trasmette sforzi di trazione al calcestruzzo. Uno sforzo di compressione si genera in direzione y nel calcestruzzo alla base della mensola. I meccanismi resistenti che si evidenziano sono: nel manufatto portato pu avvenire una rottura locale per compressione del calcestruzzo; nel manufatto portante pu avvenire una rottura locale del calcestruzzo per compressione (crushing) o per estrazione dei bulloni tesi con fenomeni di spalling, pull out o splitting; la mensola pu rompersi per flessione o per instabilit; i bulloni soggetti a trazione possono subire una rottura per snervamento;

41

Tipologia C Anche il terzo sistema di supporto costituito da scatole in acciaio annegate nel calcestruzzo dei manufatti prefabbricati e da una mensola di sostegno.

Figura 3.21 Sistema di supporto (Tipo C)

Dimensioni Le dimensioni della scatola in acciaio zincato dellelemento portante sono riportate nella tabella seguente:
lx [mm] 66 - 86 ly [mm] 65 67* lz [mm] 303 365

(*) Lingombro totale nella direzione y, comprensivo della lunghezza della boccola e del ferro ad aderenza migliorata collegato alla scatola : ly = 340450 mm La scatola in acciaio zincato da annegare nel manufatto portato ha dimensioni:
lx [mm] 160 - 180 ly[mm] 97 - 115 lz [mm] 300 355

SISTEMI DI SUPPORTO

Il dispositivo di supporto costituito da mensola e bulloni. La mensola, in fusione di ghisa o in acciaio Fe 510 (a secondo della portata), viene fissata alla scatola dellelemento portante tramite un bullone M24 o M30 a seconda della portata. Alla base della mensola posizionato un bullone M20 o M24 che permette di trasmettere il carico verticale alla scatola. Lingombro teorico di questo elemento :
lx [mm] 60 - 80 ly [mm] 145 - 170 lz [mm] 205 267*

(*) considerando anche lingombro del bullone di appoggio nella sua posizione di regolazione media otteniamo: lz = 243305 mm Tolleranze per le regolazioni
Orizzontale [mm] Verticale [mm] Trasversale [mm] Angolare [] /

20

20

10

Portata nominale massima La portata varia a seconda delle dimensioni della mensola e degli inserti nei manufatti, oscillando tra 50 kN e 120 kN. Eccentricit del carico e ~ 62.588.5 rappresenta la distanza dal punto di applicazione del carico verticale sulla mensola allasse del bullone di appoggio. Il carico verticale in questo sistema di supporto portato a compressione dal bullone di appoggio alla base della mensola che crea una compressione locale nel calcestruzzo. Il momento flettente (PN e) sulla mensola si trasmette allelemento portante generando uno sforzo di trazione nel bullone e nella barra di ancoraggio, la quale per aderenza trasmette sforzi di trazione al calcestruzzo. Uno sforzo di compressione si genera in direzione y nel calcestruzzo alla base della mensola. I meccanismi di rottura che possono essere evidenziati sono: nel manufatto portato pu avvenire una rottura locale per compressione del calcestruzzo; nel manufatto portante pu avvenire una rottura locale del calcestruzzo per compressione (crushing) o per estrazione dei bulloni tesi con fenomeni di spalling, pull out o splitting; la mensola pu rompersi per flessione o per instabilit; i bulloni soggetti a trazione possono subire una rottura per snervamento; Tipologia D Nel quarto sistema di supporto che andiamo ad analizzare la mensola gi collocata, a filo getto, allinterno della scatola annegata nel calcestruzzo dellelemento portante. Al momento di montare il manufatto portato, la mensola viene estratta per rotazione e, senza ulteriori assemblaggi di elementi metallici, si posiziona in maniera da offrire lappoggio a scomparsa al manufatto stesso.

Figura 3.22 Mensola di supporto: tipo D

CAPITOLO 3.0

I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

Dimensioni Le dimensioni della scatola in acciaio zincato dellelemento portante sono:


lx [mm] 55 - 60 lx [mm] 70 - 140 ly [mm] 176.5 ly[mm] 110 lz [mm] 285 lz [mm] 140

43

La scatola o pi propriamente la piastra da annegare nel manufatto portato ha dimensioni:

la dimensione lx = 70 mm si riferisce alla piastra utilizzata nel caso di collegamento tra pannello verticale portante e pannello orizzontale portato. Il dispositivo di supporto costituito da una mensola estraibile mediante rotazione. Lingombro teorico di questo elemento una volta estratto : Tolleranze per le regolazioni
Orizzontale [mm] Verticale [mm] Trasversale [mm] Angolare [] lx [mm] 30 - 40 ly [mm] 260 lz [mm] 200

40 / 45*

25

20

*A seconda della portata del sistema

Se le tolleranze previste non permettono linstallazione della mensola a causa di errori di posizionamento, possibile fissare al pilastro tramite forature in opera un particolare tipo di mensola denominata di emergenza che garantisce le stesse portate (60 e 120 kN). Portata nominale PN1 = 60 kN PN2 = 120 kN La portata varia a seconda delle dimensioni della mensola., oscillando tra 60 kN e 120 kN ed calcolata per una resistenza caratteristica richiesta per il calcestruzzo del manufatto portato pari a Rck = 25MPa Eccentricit del carico e ~ 110 mm rappresenta la distanza dal punto di applicazione del carico verticale sulla mensola allasse di rotazione. Il carico verticale PN genera un momento flettente massimo Mf = PN e controbilanciato dal momento Mf = (-PN) e ( Mf = Mf ). PN la spinta verso lalto esercitata sull elemento portante dalla mensola mentre e la distanza tra il punto di applicazione di tale forza e la cerniera della mensola. La forza risultante di compressione sul calcestruzzo dellelemento portante nel punto di contatto inferiore della mensola pari a: PT = PN + (-PN). I meccanismi di rottura che possono essere evidenziati sono: nel manufatto portato pu avvenire una rottura locale per compressione del calcestruzzo; nel manufatto portante pu avvenire una rottura locale del calcestruzzo per compressione (crushing) nei due punti di contatto superiore ed inferiore della mensola. la mensola pu rompersi per flessione o per instabilit

Tipologia E Questo sistema si compone di tre elementi distinti, una scatola da annegare nel getto, la mensola che, diversamente dal caso precedente, viene inserita all'atto del montaggio ed una piastra posizionata nell'elemento portato che pogger sulla mensola.

SISTEMI DI SUPPORTO

Figura 3.23 Mensola di supporto di tipo E

Dimensioni Le dimensioni della scatola in acciaio zincato dellelemento portante sono:

lx [mm] 60 - 70 lx [mm] 70 140

ly [mm] 160 ly[mm] 110

lz [mm] 125 150 lz [mm] 140

La scatola o pi propriamente la piastra da annegare nel manufatto portato ha dimensioni:

la dimensione lx = 70 mm si riferisce alla piastra utilizzata nel caso di collegamento tra pannello verticale portante e pannello orizzontale portato. Il dispositivo di supporto ha un ingombro pari a:
lx [mm] 40 ly [mm] 260 lz [mm] 120-144

Tolleranze per le regolazioni

Orizzontale [mm]

Verticale [mm]

Trasversale [mm]

Angolare []

40 /

45*

25

20

*A seconda della portata del sistema

Portata La portata varia a seconda delle dimensioni della mensola, oscillando tra 60 kN e 120 kN. La resistenza caratteristica richiesta per il calcestruzzo del manufatto portante : Rck = 25 MPa per PN = 60 kN Rck = 40 MPa per PN = 120 kN La resistenza caratteristica richiesta per il calcestruzzo del manufatto portato : Rck = 25 Mpa Le considerazioni presentate nel caso precedente per lanalisi dei meccanismi possibili di collasso sono da ritenersi valide anche per questa tipologia di inserto. Tipologia F In questo ultimo sistema lelemento annegato nel manufatto prefabbricato portante costituito da una piastra metallica cui vengono applicate, mediante saldatura, due elementi di ancoraggio costituiti da barre ad aderenza migliorata opportunamente sagomate con boccole filettate con diametro variabile in funzione della portata. Tale soluzione comporta un minimo ingombro nellelemento portante. Dimensioni
lx (mm) 120 - 140 ly (mm) 250 lz (mm) 300 - 320

Linserto da posizionare nel manufatto portato costituito da una lamiera in acciaio opportunamente sagomata. Lingombro teorico di tale inserto riportato nella tabella seguente.

lx (mm) 160 - 180

ly (mm) 90

lz (mm) 280 - 300

CAPITOLO 3.0

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Lelemento di unione tra i due manufatti che svolge la funzione di appoggio costituito dalla mensola vera e propria, dalle due contropiastre dentate e dalle viti per il fissaggio della mensola sulla piastra zancata. La mensola realizzata in acciaio. Lingombro teorico di tale elemento riportato nella tabella seguente :
lx (mm) 100 - 120 ly (mm) 90 lz (mm) 250 - 270

45

Tolleranze per le regolazioni


Orizzontale [mm] + 0 / - 22 Verticale [mm] 30 Trasversale [mm] 30

Portata nominale massima La gamma produttiva costituita da due mensole con portata 60 kN e 120 kN. Eccentricit del carico Da 30 a 52 mm. Il carico verticale del sistema di supporto portato a taglio dai bulloni di fissaggio (attraverso lingranaggio della dentatura della mensola e quella delle contropiastre ed a una opportuna coppia di serraggio ) e dalle barre della piastra. Il momento flettente sulla mensola si trasmette allelemento portante generando uno sforzo di trazione nella barra superiore della piastra la quale per aderenza trasmette sforzi di trazione al calcestruzzo; lo sforzo di compressione affidato alla porzione compressa della piastra metallica.
Portata [kN] 60 120 Classe vite 10.9 Vite [mm] 20 Ma 24 Ma Coppia di serraggio [Nm 123 220

Analizzando lo schema di funzionamento si evidenziano le seguenti possibili modalit di rottura: nel manufatto portato pu avvenire una rottura locale per compressione del calcestruzzo; nel manufatto portante pu avvenire una rottura locale del calcestruzzo per compressione (crushing) o per estrazione della zanca tesa con fenomeni di spalling, pull out o splitting; la mensola pu rompersi per flessione o per instabilit di forma; le barre di ancoraggio possono subire una rottura per snervamento; le viti che collegano la mensola alla piastra possono rompersi a taglio; slittamento verticale per cedimento dellingranaggio piastra/contropiastra e conseguente rottura a taglio delle viti.

Figura 3.24 Mensola di supporto tipo F

SISTEMI DI SUPPORTO

46

Sistemi di Sollevamento
4.1 4.2
4.2.1 4.2.2 4.2.3 4.2.4 4.2.5

Dove lavora il sistema Requisiti ingegneristici


Portata Dimensioni Posizionamento Comportamento a fatica Usura e danneggiamento

4.3 4.4 4.5

Schema di vincolo Meccanismi resistenti Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici

CAPITOLO 4.0
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I dispositivi di sollevamento possono essere raccolti


in tre categorie (secondo le istruzioni CNR 10025 /98): Sistemi meccanici di serie - Sistemi a singola unit consistenti in un ancorante compatibile con una vasta gamma di ganci di sollevamento - Sistemi a doppi unit consistenti in un ancorante accoppiabile solo con la sua corrispondente chiave - Inserti fabbricati dal produttore usando barre di armatura, trefolo da precompressione o altri elementi metallici Particolari di attacco come fori, scassi o rientranze realizzate nellelemento prefabbricato In questa sede si tratter dei sistemi meccanici di serie e in particolare dei sistemi a singola o a doppia unit, trascurando gli inserti realizzati con barre di armature e trefoli. Il sistema di sollevamento meccanico composto da due elementi: Ancorante: apposito inserto conglobato nel getto, che fa parte dellelemento prefabbricato, sul quale viene inserito il gancio di sollevamento, direttamente o attraverso una chiave. Chiave: attrezzo che viene accoppiato allancorante per connettervi il gancio di sollevamento (Figura 4.1) Oltre a questi elementi fondamentali, esistono alcuni elementi accessori per facilitare lutilizzo e linstallazione di un ancoraggio: Guaine di protezione dellinserto (opzionali) Sistemi di fissaggio dellinserto e delle guaine (opzionali) Le guaine servono per proteggere la parte sommitale dellancoraggio dal calcestruzzo creando un incavo sulla superficie del manufatto. Dopo il getto, la guaina pu essere rimossa e la testa dellancoraggio pronta per il collegamento con la rispettiva chiave di sollevamento. Generalmente le guaine sono realizzate in gomma (Figura 4.2). I sistemi di fissaggio permettono la disposizione dellancoraggio allinterno del cassero fornendo un collegamento tra linserto e le pareti del cassero. In commercio sono disponibili, a seconda del produttore, vari sistemi di fissaggio (piastrine magnetiche per casseri metallici e viti a baionetta sono i sistemi pi diffusi).

Figura 4.1 Chiavi di sollevamento: tipologie commerciali

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO

Figura 4.2 Fasi di installazione di un ancoraggio

Normativa di riferimento - Coefficienti di sicurezza Gli inserti sono parte dellelemento prefabbricato in calcestruzzo e devono quindi soddisfare la normativa attualmente in vigore (DM 09.01.96 e relative circolari). Lo stesso si pu dire per le chiavi di sollevamento in acciaio (come i maniglioni o le funi). A causa delle maggiori incertezze sul modello di calcolo e sulle condizioni di utilizzo e sollevamento (queste ultime difficilmente quantificabili), le verifiche di resistenza adottano un coefficiente di sicurezza supplementare g0 che deve essere considerato in aggiunta ai coefficienti gc e gs allo stato limite ultimo:
Tabella 1 Coefficienti di sicurezza supplementari (CNR 10025 / 98) Coefficiente g0 = 1,4 g0 = 1,2 Modalit di rottura Rottura dellacciaio (associato a gs) Altri modi di rottura (associato a gc)

Se gli ancoranti sono posizionati in zone di possibile fessurazione del calcestruzzo, i coefficienti devono essere aumentati del 10%. Se sono possibili fenomeni di fatica i coefficienti di sicurezza devono essere aumentati del 30% per tutti i tipi di inserti (CNR 10025/98).

4.1 Dove lavora il sistema


I sistemi di sollevamento sono utilizzati per garantire la sicurezza nella movimentazione e per preservare le prestazioni dellelemento prefabbricato nelle fasi di: scasseratura trasporto / stoccaggio montaggio in opera Durante le fasi di utilizzo del sistema, lelemento deve essere sollecitato secondo gli schemi statici previsti nel progetto, tenendo conto anche di eventuali variazioni di assetto che pu subire durante la movimentazione. Devono quindi essere considerate le forze dovute, oltre che al peso proprio, agli effetti derivanti da azioni dinamiche (tramite opportuni coefficienti di amplificazione o di riduzione nella forma 1 a). Inoltre opportuno considerare unazione trasversale valutata sulla base dellinclinazione del mezzo di trasporto e della forza centrifuga.

CAPITOLO 4.0
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Nelle fasi di scasseratura si dovr considerare le forze di aderenza al cassero da valutare a seconda della tipologia dellelemento e del tipo di cassero utilizzato. Il posizionamento degli inserti nel calcestruzzo deve quindi tenere in considerazione: lo schema di vincolo di progetto nelle fasi considerate i carichi di progetto nelle fasi considerate la geometria dellelemento da movimentare In base a queste valutazioni, i posizionamenti usuali degli inserti negli elementi sono esemplificati in figura 4.3:

49

Vtot 30 F

Vtot F F F
b

F 120 G

Tegolo

Pannello

Trave

Piastra

Pilastro

Figura 4.3 Installazione dei sistemi di sollevamento

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO

Pannello: ribaltamento

Scala

Tubo

4.2 Requisiti ingegneristici


La progettazione di un sistema di sollevamento deve tener conto delle prestazioni richieste dallutilizzatore del sistema. In base a queste richieste, le scelte progettuali si orienteranno su una certa soluzione piuttosto che su unaltra. Questi dati di progetto sono: Portata Dimensioni Posizionamento Comportamento a fatica Usura e danneggiamento

4.2.1 Portata

E un parametro legato strettamente al peso dellelemento, alle modalit di vincolo, al tipo di movimentazione e al numero di inserti utilizzati. La progettazione dellinserto per una data portata deve tenere in conto tutte le situazioni di utilizzo che possono verificarsi: tipicamente la movimentazione in stabilimento e in cantiere. In stabilimento si deve verificare in prima istanza la fase di scasseratura, durante la quale lelemento prefabbricato viene tolto dal cassero utilizzato per il getto e stoccato in attesa del trasferimento in cantiere. In questa fase inoltre si deve considerare una classe di resistenza minore per il calcestruzzo. Eventualmente, per i pannelli, si devono tenere in conto anche le sollecitazioni legate al ribaltamento dellelemento. Per quanto riguarda la forza di aderenza che si sviluppa tra il manufatto in calcestruzzo e la cassaforma utilizzata per il getto, si possono considerare alcuni valori di riferimento qualitativi:
Tabella 2 Forze di attrito tra calcestruzzo e cassaforma (CNR 10025 / 98) Tipo di cassaforma Acciaio o laminato plastico con disarmante Legno verniciato Legno oliato o ruvido Forza di attrito q = 1 kN/m2 q = 2 kN/m2 q = 3 kN/m2

Laderenza tra il manufatto e il cassero non la sola forza di interazione tra i due elementi che si deve considerare. Nella fase di scasseratura, infatti, si sviluppa una forza di adesione, detta a ventosa che tende ad impedire il distacco del manufatto dal cassero. La determinazione di questa forza di adesione e della forza di attrito pu essere ottenuta attraverso prove preliminari. Una problematica comune alle situazioni di movimentazione sia in cantiere che in stabilimento la determinazione degli effetti dinamici del sollevamento e del trasporto. I valori proposti in normativa sono presentati nelle tabelle 3 e 4:
Tabella 3 Coefficiente dinamico per lamplificazione del peso proprio (CNR 10025 / 98) Sollevamento a bassa velocit cd = 1,2

CAPITOLO 4.0
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Tabella 4 Coefficiente dinamico per lamplificazione del peso proprio (DIN 15018 Parte 1) Categoria di sollevamento Coefficiente dinamico cd con una velocit di sollevamento vh: sino 90 m/min H1 H2 H3 H4 1,1 + 0,0022 vh 1,2 + 0,004 vh 1,3 + 0,0066 vh 1,4 + 0,0088 vh oltre 90 m/min 1,3 1,6 1,9 2,2

51

Il valore di portata nominale di un ancoraggio dipende anche dalla direzione di applicazione della forza sollecitante. Generalmente i valori nominali forniti dai produttori si riferiscono alla forza applicata lungo lasse dellancoraggio. Se, per un qualsiasi motivo, la forza non applicata lungo lasse (per esempio, tiro obliquo dovuto allassenza di un sistema di sollevamento dotato di bilancino), la portata nominale subisce delle riduzioni oltre un dato valore di inclinazione rispetto allasse dellinserto. In questo caso potrebbe essere richiesta la disposizione di armatura supplementare atta ad assorbire le sollecitazioni derivanti dal tiro obliquo. In ogni caso oltre un valore limite di inclinazione rispetto allasse, non possibile applicare il carico soddisfando i coefficienti di sicurezza previsti. Normalmente tale valore corrisponde a circa 45. Esistono alcune aziende che propongono coefficienti di sicurezza pi ampi di quelli minimi richiesti al fine di seguire politiche commerciali esplicitamente dichiarate nei rispettivi cataloghi. Caso diverso invece rappresentato dal ribaltamento dei pannelli, nei quali lancoraggio progettato esplicitamente per questo scopo (Figura 4). Lapplicazione di forza con angoli anche di 90 rispetto allasse dellancoraggio permessa, anche se con limitazioni della portata riferita al carico assiale. Si noti che durante il ribaltamento il pannello scarica una parte del suo peso a terra, sollecitando in misura ridotta gli inserti.

90

Figura 4.4 Ribaltamento di un pannello prefabbricato

Figura 4.5 Zanca per pannello sandwich

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO

4.2.2 Dimensioni
Le dimensioni geometriche del sistema possono essere oggetto di particolari requisiti, in quanto non sempre lo spazio a disposizione per linserimento dellelemento di ancoraggio permette ampia libert. La parte inserita nel calcestruzzo potrebbe avere vincoli dimensionali se lelemento da sollevare avesse dimensioni sottili, come nel caso di piastre, oppure di elementi di copertura. Inoltre, la disposizione costruttiva dellarmatura potrebbe limitare il posizionamento dellinserto oppure richiedere una forma particolare. Si consideri che anche lesigenza di un certo schema di sollevamento (a due, tre o quattro punti) determina la posizione degli inserti in particolari punti dellelemento, magari non ottimali per lo sviluppo della forza di ancoraggio. La progettazione e la scelta dellelemento deve quindi tenere in considerazioni questi requisiti dimensionali, che si configurano in realt pi come vincoli che come prestazioni richieste. In alcune applicazioni, inoltre, sono necessarie delle forme geometriche particolari per soddisfare alcune esigenze peculiari. Si pensi, ad esempio, alla movimentazione dei pannelli tipo sandwich. Tipicamente questi manufatti sono realizzati con due elementi di calcestruzzo separati dal pacchetto isolante. Uno dei due strati portante, mentre laltro portato. Il posizionamento dellinserto per la movimentazione deve avvenire nello strato portante. Lutilizzo di un inserto non progettato specificatamente per questa applicazione porta ad applicare il tiro in posizione non baricentrica. Il manufatto viene cos sollevato in posizione inclinata, facendo quindi insorgere flessione non prevista allinterno del pannello. A questo scopo sono stati progettati zanche di ancoraggio dalla forma particolare che permettono il centramento del tiro rispetto al baricentro dellelemento (figura 5).

4.2.3 Posizionamento
La scelta dei punto di installazione dellinserto nel calcestruzzo dettata dallo schema di vincolo scelto per il sollevamento. Lo schema il risultato del processo di progettazione che considera numerosi aspetti: Peso dellelemento Forma dellelemento Tipologia della movimentazione da effettuare A partire da questi dati si determina lo schema da utilizzare e quindi la distribuzione delle forze sugli ancoraggi e le sollecitazioni indotte nellelemento. Definiti quindi i punti di inserimento degli ancoraggi, si procede alla scelta della tipologia di ancoraggio che fornisca la portata necessaria nelle condizioni al contorno previste dalla posizione scelta.

Fz Fx

Fy

Fx = Fz

y x+y x x+y

Fy = Fz

Figura 4.6 Distribuzione delle forze sugli ancoraggi: esempio applicativo

CAPITOLO 4.0
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4.2.4 Comportamento a fatica


Il problema del comportamento a fatica riguarda esclusivamente le chiavi di sollevamento (maniglioni, golfari, funi) soggette ad uso intensivo. Le istruzioni CNR 10025/98, come gi ricordato, prescrivono un coefficiente di sicurezza aggiuntivo pari a 1,3 per sistemi di ancoraggi soggetti a problemi di fatica.

53

4.2.5 Usura e danneggiamento


Le chiavi di sollevamento sono soggette a molti riutilizzi e necessitano di controlli periodici (a frequenza annuale) in modo da poter garantire i coefficienti di sicurezza adottati dai produttori (mediamente di valore compreso tra 4 e 5). I controlli da eseguire sulle chiavi differiscono a seconda che nel sistema di sollevamento siano utilizzate o meno delle funi. Se non sono presenti funi, si deve verificare in prima istanza che non ci siano deformazioni o danni evidenti della chiave (prova di una sollecitazione eccessiva). necessario poi verificare il livello di usura secondo delle tabelle fornite dal produttore del sistema che associano delle misure minime ad alcune dimensioni geometriche significative della chiave. Se il sistema di sollevamento fa usi di funi, i controlli si effettuano con riferimento ai seguenti punti critici: Piegature Rottura di un trefolo Sfilamenti nelle parti estreme lungo la fune Ammaccature lungo la fune Segni di corrosione Danneggiamenti o usura forte del collegamento tra la fune e il sistema rigido di aggancio

4.3 Schema di vincolo


Tipicamente i sistemi di sollevamento e movimentazione trasmettono allancoraggio inserito nel calcestruzzo un tiro variamente orientato. Lo snodo presente alla testa dellinserto impedisce il trasferimento di momento. Linserto pu quindi essere considerato come una cerniera che trasferisce una forza F (di inclinazione a rispetto alla verticale) al calcestruzzo.

Figura 4.7 Schema di vincolo di un ancoraggio

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO

4.4 Meccanismi resistenti


I meccanismi resistenti agenti nei sistemi di sollevamento possono distinguersi in meccanismi resistenti di base e meccanismi resistenti specifici. I meccanismi resistenti di base che permettono il trasferimento delle forze al calcestruzzo attraverso il sistema di sollevamento sono riconducibili a tipologie differenti a seconda che il carico sia di trazione oppure di taglio: Carico di trazione - Meccanismi di ancoraggio diretto (Anchor bolt) Formazione del cono del calcestruzzo Spacco del calcestruzzo (Splitting) Spinta a vuoto (Blow-out) Sfilamento (Pull-out) - Azione di spinotto (Dowel action) - Rottura dellancoraggio - Aderenza acciaio-calcestruzzo Carico di taglio - Azione di spinotto (Dowel action) - Formazione del cono laterale - Distacco localizzato (Pry-out) I meccanismi di rottura specifici, legati cio al particolare sistema di ancoraggio, riguardano le rotture legate alla chiave di sollevamento. Per una descrizione pi approfondita dei meccanismi di collasso di base, si rimanda al capitolo 6.

4.5 Sistemi alternativi e relativi parametri ingegneristici


La progettazione di un ancoraggio basato sulla scelta di un meccanismo resistente e sui parametri che influenzano il comportamento del sistema. Tali parametri verranno nel seguito chiamati parametri ingegneristici. La variazione e la combinazione dei valori numerici dei parametri permette lottimizzazione del sistema in funzione di specifiche esigenze (requisiti prestazionali richiesti allancoraggio). La produzione commerciale propone unampia gamma di sistemi di ancoraggio in modo da coprire tutti i requisiti progettuali presentati in precedenza. I meccanismi resistenti dei sistemi sono riconducibili ai meccanismi base (aderenza, anchor-bolt, dowel action) oppure a combinazioni dei tre. DISTANZE DAI BORDI e INTERASSI
X1 X2 i2

x1,x2: distanze dellancoraggio dai bordi i1, i2: interasse tra gli ancoraggi

i1

CAPITOLO 4.0
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ADERENZA
F

55

L: lunghezza della barra di ancoraggio ad aderenza migliorata f: diametro della barra


L

A.1 - Il sistema formato da una barra ad aderenza migliorata di lunghezza L e diametro f forgiata in sommit a testa sferica oppure collegata ad un boccola filettata tramite piombatura o saldatura. Lancoraggio inserito nel calcestruzzo in modo che sia completamente annegato nel manufatto. Per ridotti valori di Rck (<15 MPa) possibile che venga richiesta la disposizione di unarmatura minima parallelamente allasse dellancorante). Lapplicazione di un tiro inclinato possibile previa disposizione di unapposita armatura (figura 9) ed implica una diminuzione del carico ammissibile. Questo sistema indicato quando sia necessario movimentare elementi sottili (come per esempio pareti di garages prefabbricati oppure muri per sistemi di edilizia residenziale). Le portate che si possono ottenere con un sistema di questo tipo variano da circa 13 kN fino a 150 kN.

b min

Figura 8 Spessore minimo dellelemento da sollevare P [kN] 13 150 bmin: spessore minimo dellelemento da sollevare xmin: distanza minima dai bordi dellelemento F L [mm] 300 1100 [mm] 10 33 bmin [mm] 60 200 xmin [mm] 300 - 1200

L/2

L: lunghezza della barra di ancoraggio f: diametro della barra a: inclinazione delle barre di ancoraggio

P [kN] 5 260

L [mm] 300 3500

[mm] 6 28

bmin [mm] 60 280

xmin [mm] 150 400

a [] 45 - 90

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO

A.2 - Il sistema formato da una barra ad aderenza migliorata piegata di lunghezza L e diametro f collegata ad un chiodo, ad una boccola filettata oppure ad una zanca metallica. indicato per luso con elementi sottili.

La sagomatura delle barre di ancoraggio permette di ottenere schemi differenti, tutti accomunati dallo stesso principio di funzionamento appena presentato. Il mercato propone quindi varie proposte, come per esempio quelle presentate nella figura seguente:

ANCHOR-BOLT
F

d1, d2

L: lunghezza della zanca d1, d2: dimensioni della sezione della zanca
L

B.1 - Il sistema formato da una zanca in acciaio di lunghezza L. La parte superiore della zanca, che rimane a vista, presenta un foro per il collegamento con la chiave di sollevamento. La parte inferiore (coda) sagomata a V per consentire lo sviluppo del contrasto diretto. Per elementi sottili generalmente richiesta la disposizione di una staffatura intorno allinserto per una lunghezza almeno pari a 3 volte la lunghezza della zanca.
P [kN] 7 220 L [mm] 110 620 d1 [mm] 30 80 d2 [mm] 5 30 xmin [mm] 150 1100 bmin [mm] 70 - 900

L d

L: lunghezza del chiodo d: dimensione della sezione della testa del chiodo f: diametro del chiodo

B.2 - Il sistema formato da una chiodo metallico di lunghezza L; alla base del chiodo lancoraggio diretto garantito dalla sagomatura (testa).
P [kN] 5 270 L [mm] 60 1200 [mm] 10 50 d [mm] 25 135 xmin [mm] 50 1500 bmin [mm] 60 - 1100

CAPITOLO 4.0
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57
F L d1, d2

L: lunghezza del chiodo d1, d2: dimensioni della piastra s: spessore della piastra

B.3 - Il sistema formato da una piastra metallica di dimensioni saldata ad un chiodo, ad una boccola filettata oppure ad un elemento metallico forato. La piastra permette lo sviluppo dellancoraggio diretto anche con profondit di ancoraggio L limitate. Il sistema a piastra usato per il sollevamento di elementi piani di grandi dimensioni e di spessore limitato come elementi sottili di solaio.
P [kN] 25 100 L [mm] 55 160 d1 [mm] 70 150 d2 [mm] 70 150 xmin [mm] 120 350 s [mm] 60 - 1100

ADERENZA ANCHOR-BOLT
F

L: profondit di ancoraggio f: diametro della barra


L

C.1 - Il sistema formato da una barra di armatura ad aderenza migliorata sagomata qualitativamente come mostrato in figura e collegata ad un elemento metallico di collegamento della chiave di sollevamento.
P [kN] 5 60 F L [mm] 150 750 [mm] 8 28

Lb/2

d1, d2

b 2

L: lunghezza della zanca Lb: lunghezza della barra fb: diametro della barra d1, d2: dimensioni della sezione della zanca a2: angolo di curvatura della barra

C.2 - Il sistema formato da una zanca metallica (vedi B.1) integrata con una barra di armatura ad aderenza migliorata sagomata a V e passante in un foro appositamente predisposto nellinserto.
P [kN] 14 100 L [mm] 100 390 Lb [mm] 400 1200 d1 [mm] 30 80 d2 [mm] 6 20 a2 [] 30 xmin [mm] 120 - 350
b

[mm]

12 - 20

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO

Lb/2 d

L
b

L: lunghezza del chiodo Lb: lunghezza della barra fb: diametro della barra f: diametro del chiodo d: dimensione della testa del chiodo a: angolo di curvatura della barra

C.3 - Il sistema formato da un ancoraggio di tipo diretto (vedi B.2) integrato con una barra di armatura ad aderenza migliorata sagomata a V e passante in un foro appositamente predisposto nellinserto.
F

L Lb/2
b

L: lunghezza del chiodo Lb: lunghezza della barra fb: diametro della barra f: diametro del chiodo d: dimensione della testa del chiodo a: angolo di curvatura della barra

C.4 - Il sistema formato da un ancoraggio di tipo diretto (vedi B.2) integrato con una barra di armatura ad aderenza migliorata sagomata a V o in altri modi e passante in un foro appositamente predisposto nellinserto. ADERENZA ANCHOR-BOLT DOWEL ACTION
F

L
b

L: lunghezza del chiodo fb: diametro delle staffe f: diametro del chiodo a: lunghezza di distribuzione delle staffe nb: numero di staffe

nb a

D.1 - Il sistema formato da un ancoraggio di tipo diretto realizzato tramite una barra da c.a. ad aderenza migliorata (o trelofo) disposto parallelamente alla superficie del calcestruzzo. Sono disposte delle staffe per una larghezza a intorno allinserto, perch la loro presenza risulta indispensabile in quanto lancoraggio singolo si configura come un ancoraggio diretto, ma con insufficiente profondit di ancoraggio. Le staffe impediscono la formazione del cono di rottura del calcestruzzo.

P [kN] 13 200

L [mm] 65 250

[mm] 10 - 39

[mm]

nb [mm] 2

5 - 20

CAPITOLO 4.0
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ADERENZA - DOWEL ACTION (TIRO INCLINATO) L: lunghezza della barra di ancoraggio ad aderenza migliorata f: diametro della barra a: angolo di inclinazione della forza
Lb

59

E.1 La forza F inclinata rispetto allasse dellancorante e pu essere scomposta in un contributo in asse allancorante ( Fp = F sin a ) e in uno perpendicolare (azione di taglio F = F cos a ). In generale richiesta unarmatura aggiuntiva per la sollecitazione F disposta come in figura 9, salvo alcuni sistemi per i quali non necessaria aggiungere armatura.

Figura 9 Eventuali armature aggiuntive per tiro inclinato e ribaltamento

SISTEMI DI SOLLEVAMENTO

60

Altri Sistemi
5.1 5.2 5.3 Sistemi di sicurezza nelle fasi di montaggio Sistemi di fissaggio per facciate ventilate Sistemi per la realizzazione di pannelli a taglio termico Sistemi di sicurezza antiscoppio Sistemi di connessione pilastro-plinto o pilastro-pilastro (column shoes) Ancoraggi per mensole tozze Sistemi di connessione per elementi strutturali

5.4 5.5

5.6 5.7

CAPITOLO 5.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O PAGG. 60/69

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metallici nel campo della prefabbricazione sono quelli presentati nei capitoli precedenti: sollevamento di manufatti, supporto di componenti strutturali o di complemento e fissaggio di pannelli o generici elementi senza valenza strutturale. Esistono tuttavia alcune applicazioni specifiche che rispondono ad esigenze meno comuni delle precedenti, ma che presentano numerosi aspetti di interesse. In particolare si analizzano in questo capitolo: - sistemi di sicurezza nelle fasi di montaggio - sistemi di fissaggio per facciate ventilate - sistemi per la realizzazione di pannelli a taglio termico - sistemi di sicurezza antiscoppio - sistemi di connessione pilastro-plinto o pilastro-pilastro (column shoes) - ancoraggi per mensole tozze - sistemi di connessione per elementi strutturali

Gli ambiti principali di utilizzo degli inserti

5.1 Sistemi di sicurezza nelle fasi di montaggio


Il montaggio delle strutture prefabbricate comporta spesso sessioni di lavoro in quota da parte di operatori addetti alle varie fasi di installazione degli elementi componenti ledificio. Si evidenzia quindi la necessit di garantire alle varie figure professionali impiegate un adeguato livello di sicurezza contro il rischio di cadute. I requisiti di un tale sistema possono essere cos riassunti: - facilit di montaggio (necessit di poche e semplici operazioni) - possibilit di montaggio a terra - minimizzazioni delle lavorazioni da effettuare sul manufatto I sistemi presenti sul mercato sono basati su una serie di piantane installate sulla linea di pedonabilit da proteggere e collegate tramite una fune generalmente in materiale sintetico. Con questi sistemi si rende disponibile agli operatori una linea di protezione a cui assicurarsi durante le operazioni di montaggio della struttura. Tali sistemi rientrano nella classe C della norma UNI EN 795. Tale norma definisce i requisiti dei sistemi di protezione e le prove di qualificazione necessari per ottenere la marcatura CE. In figura 5.1 indicato lo schema di un tipico sistema di protezione di classe C, esemplificato nel caso di un tetto e di una ciminiera.

Figura 5.1 Linea di ancoraggio flessibile orizzontali: esempi [UNI 795]

ALTRI SISTEMI

La norma definisce le prove che devono essere effettuate per ottenere la marcatura CE. In particolare per i sistemi appartenenti alla categoria C sono previste tre prove (prova statica, prova di prestazione dinamica e prova di resistenza dinamica): - le linee devono essere sottoposte a prova statica con carico massimo pari a 1.5 volte la forza di progetto. La forza deve essere mantenuta per 3 minuti (Prova statica). - una massa pari a 100 kg fissata mediante una catena alla fune nel suo punto di mezzeria deve fornire sufficiente energia di caduta da sviluppare almeno una forza pari a 6 kN sulla catena nel momento di arresto della caduta. La massa deve essere posta orizzontalmente rispetto alla linea ad una distanza massima di 300 mm e deve essere rilasciata in modo istantaneo. Occorre misurare in tale istante la forza massima nella linea di ancoraggio e la freccia corrispondente e verificare che non tali grandezze non varino pi del 20% rispetto ai valori di progetto. (Prova di prestazione dinamica). - una massa pari a 100 kg fissata mediante una catena alla fune nel suo punto di mezzeria deve fornire sufficiente energia di caduta da sviluppare almeno una forza pari a 12 kN sulla catena nel momento di arresto della caduta. La forza pu essere suddivisa tra due punti di ancoraggio mobili e deve essere rilasciata in modo istantaneo. E necessario verificare che la massa sia trattenuta dal sistema. (Prova di resistenza dinamica).

Figura 5.2 Prova di prestazione dinamica [UNI 795]

Generalemente i sistemi sono composti da montanti installati per mezzo di boccole filettate oppure appositi perni predisposti preventivamente nel manufatto prefabbricato. I montanti sono collegati per mezzo di una fune alla quale loperatore pu assicurarsi (figure 5.3 e 5.4).

CAPITOLO 5.0
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63

Figura 5.3 Sistema anticaduta: vista dinsieme di alcuni prodotti commerciali

Figura 5.4 Colonne: esempi commerciali

Il sistema deve essere completato con gli adeguati elementi di collegamento delloperatore alla linea di protezione. In particolare necessario un assorbitore conforme alla UNI EN 355 [rif] e unimbracatura conforme alla UNI EN 361 (figura 5.5).

Figura 5.5 Dispositivi complementari del sistema di protezione

ALTRI SISTEMI

5.2 Sistemi di fissaggio per facciate ventilate


I sistemi a facciate ventilate permettono di applicare una finitura di pregio (granito, marmo, cotto, ceramica) alle facciate di un edificio realizzate in muratura oppure in calcestruzzo armato. Un vantaggio aggiuntivo la possibilit di realizzare uno strato di ventilazione della facciata nellintercapedine tra il supporto ed il rivestimento, con evidenti vantaggi per il confort termico delledificio e il risparmio energetico. Dal 2003 il settore normato dalla normativa UNI 11018. I sistemi presenti sul mercato generalmente sono composti dai profili di ancoraggio e delle piastre metalliche reggilastra (si veda figura 5.6a e 5.6b).

Figura 5.6 Profili da annegare (a) e sistema di ancoraggio completo (b)

I profili sono gli elementi da inserire nel getto di calcestruzzo oppure da fissare al supporto esistente tramite tasselli. Al profilo sono collegate, tramite bulloni, le piastre adatte al sostegno delle lastre di rivestimento. L'insieme delle componenti d'acciaio consente di collocare le lastre in modo stabile, di correggere le tolleranze del cantiere creando fughe regolari di pochi millimetri, di non gravare con il peso delle lastre sul tamponamento e di non gravare con grandi quantit di fori sia sulla muratura e che sul coibente. Il sistema di ancoraggio con la sottostruttura rende veloce l'esecuzione in cantiere assicurando un'elevata qualit di installazione. Un sistema alternativo per il fissaggio di tipo puntuale per facciate ventilate in pietra naturale presentato in figura 5.7. Si tratta di dispositivi di fissaggio che possono comunque essere regolati nelle tre dimensioni, per consentire la perfetta messa a piombo delle lastre. Le capacit portanti di questi sistemi variano da 0,4 fino a 1,3 kN di carico verticale per punto di ancoraggio, al quale va aggiunto il carico orizzontale dovuto alla pressione del vento. Consentono di sostenere facciate con una camera di ventilazione fino a 280 mm. Gli agganci di tipo puntuale possono essere inseriti sia nella fuga orizzontale che in quella verticale. Il fissaggio alla struttura portante pu avvenire tramite tasselli, che devono essere dimensionati in funzione del tipo di struttura di sostegno (cemento armato o muratura) Questi sistemi sono in genere realizzati in acciaio inox, per garantire la durabilit nel tempo.

CAPITOLO 5.0
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65

Figura 5.7 Elementi di fissaggio per facciate ventilate

5.3 Sistemi per la realizzazione di pannelli a taglio termico


Il primo sistema considerato consente di realizzare pannelli coibentati senza ponti termici collegando lo strato interno portante del pannello allo strato esterno, attraverso lo strato di isolamento, permettendo le dilatazioni dovute a gradienti di temperatura. Il sistema composto da perni di sostegno (Figura 5.8a) e da elementi di collegamento (connettori, Figura 5.8

Figura 5.8a Perno di sostegno

Figura 5.8b Connettore

I perni di sostegno hanno la funzione di trasmettere, sia nella fase di sformo, sia in esercizio, il peso dello strato portato allo strato portante e sono realizzati con un perno metallico cilindrico saldato ad un profilo a C. Il profilo a C collegato allarmatura dello strato portato e viene annegato nel relativo getto di questo strato e rappresenta il punto di sostegno fisso. I punti di sostegno possono essere pi di uno, ma in questo caso i punti aggiuntivi devono poter permettere la dilatazione dellelemento. Questa condizione pu essere realizzata utilizzando gli appositi perni riempiti di schiuma. I connettori hanno la funzione di supporto dello strato portato solo durante le operazioni di sformo, ma, una volta maturato il getto, devono poter permettere la dilatazione dellelemento. Tali elementi sono realizzati con una fune in acciaio inossidabile contenuta in un tubo di plastica, rendendo cos possibile la dilatazione del calcestruzzo. I connettori sono stati oggetto di una campagna sperimentale per la definizione del carico di rottura e delle modalit di collasso dellancoraggio realizzato con il cavo di acciaio armonico. Il sistema nel suo insieme visibile in figura 5.9.

Figura 5.9 Elementi di sostegno e connettori posti in opera in un pannello a taglio termico

ALTRI SISTEMI

Durante loperazione di sformo deve essere considerato, oltre al peso della lastra, anche la forza di attrito tra il cassero e il calcestruzzo, la cui entit pu essere stimata cone indicato nel capitolo 4, dedicato ai sistemi di sollevamento. Il secondo sistema considerato per la realizzazione di pannelli sandwich senza ponti termici formato da ancoraggi e connettori realizzati con barre ad aderenza migliorata di piccolo diametro. Il dimensionamento effettuato in modo da sostenere i carichi di progetto (allo scassero e in esercizio) e permettere le dilatazioni termiche. Gli elementi costituenti il sistema sono realizzati in acciaio inox (1.4571 oppure 1.4401). Lancoraggio che connette lo strato portante a quello portato previsto in due versioni a seconda del carico di progetto considerato (figura 5.10a) ciascuna disponibile in quattro diametri. I connettori (o distanziatori, figura 5.10b) hanno la funzione di assorbire i carichi orizzontali (vento) e i le sollecitazioni indotte dalle dilatazioni termiche. In generale, occorre prevedere almeno un punto fisso baricentrico allelemento (realizzato con un ancoraggio) in grado di assorbire le torsioni, oltre ad altri elementi, in genere posizionati ad un quarto della luce, tali da portare i carichi. Infine, si prevedono connettori uniformemente distribuiti nel pannello (circa quattro per metro quadro) in grado di sostenere i pesi e permettere gli assestamenti indotti dalle variazioni termiche. La distribuzione degli agganci varia, a parit di dimensioni, nel caso in cui il pannello sia posizionato verticale o orizzontale.

Figura 5.10a Ancoraggi

Figura 5.10b Connettore

5.4 Sistemi di sicurezza antiscoppio


Nella prefabbricazione molto diffuso lutilizzo di polistirolo o polistirene quali alleggerimenti nei solai realizzati con lastre tralicciate e nei pannelli di tamponamento. La presenza di questi materiali (composti in gran parte da aria) comporta un problema di possibile scoppio in presenza di elevate temperatura. La sollecitazione termica, dovuta ad un incendio, pu portare alla completa fusione dellalleggerimento, lasciando allinterno dellelemento soltanto laria. Allaumentare della temperatura, laria aumenta di volume ed esercita una pressione via via crescente sulle pareti dellelemento; tale pressione pu portare allesplosione del manufatto. La norma UNI 9502 (riguardante la valutazione della resistenza al fuoco di elementi in conglomerato cementizio) [rif] prevede che in situazioni simili siano predisposti opportuni sfoghi, in direzione della faccia esposta al fuoco, per evitare il pericolo di esplosioni. Per risolvere questa problematica possibile utilizzare degli sfiati in materiale plastico, che permettono di evitare le sovrappressioni legate allaumento della termperatura. Tali elementi (Figura 5.11) sono studiati per permetterne linserimento nellelemento di alleggerimento e conformati in modo da nascondere il foro di sfiato dallesterno prima dellincendio.
(a) (b)

Figura 5.11 Dispositivo antiscoppio (a) e pannello senza sfiati esploso in seguito ad un incendio (b)

CAPITOLO 5.0

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5.5 Sistemi di connessione pilastro-plinto o pilastro-pilastro (column shoes)


Questo sistema rappresenta unalternativa al nodo di fondazione classico, rappresentato nella maggioranza dei casi dal plinto a pozzetto. Il sistema composto da inserti metallici (column shoes), inseriti nel pilastro prefabbricato, e dai rispettivi tirafondi di ancoraggio, annegati nelle fondazioni gettate in opera (Figura 5.12). In tal modo la procedura di montaggio si avvicina a quella tipica delle costruzioni di carpenteria metallica, con vantaggi evidenti quali leliminazione delle problematiche di trasporto dei plinti a pozzetto e la possibilit di ottenere un pilastro auto-portante immediatamente e caricabile nel giro di poco tempo.

67

(a)

(b)

Figura 5.12 Column shoes: inserto del pilastro (a) e tirafondo (b)

Figura 5.13 Vista dassieme del sistema di connessione

ALTRI SISTEMI

Il montaggio avviene in pi fasi. Come prima operazione il pilastro viene assicurato ai tirafondi tramite i dadi di fissaggio. Si procede poi alla regolazione della verticalit del pilastro, sempre per mezzo dei dadi. Dopo il serraggio del collegamento bullonato, il giunto viene completato con un getto integrativo di malta (Figura 5.14).
(a) (b)

Figura 5.14 Posizionamento del pilastro (a) e getto integrativo (b)

5.6 Ancoraggi per mensole tozze


Le mensole tozze associate ai pilastri permettono le risoluzione di alcune problematiche legate al sistema di prefabbricazione o alla destinazione duso della struttura come per esempio il nodo di collegamento trave pilastro oppure linstallazione di un carroponte in un generico edificio ad uso industriale (figura 5.15)
(a) (b)

Figura 5.15 Nodo trave-colonna (a) e via di corsa di un carroponte (b)

Daltra parte la realizzazione di un mensola di questo tipo comporta la disposizione di un armatura complessa e interconnessa con larmatura del pilastro e conseguente aumento di costo. Il sistema di ancoraggio descritto in figura 5.16 permette di sostituire parte della gabbia di armatura necessaria con delle barre diritte con un piattello terminale. Alcune versioni permettono, come mostrato in figura, di separare larmatura del pilastro da quella della mensola, permettendo di evitare la foratura dei casseri. La connessione dellarmatura della mensola sar realizzata in un secondo tempo grazie ad un manicotto filettato. Rimane sempre possibile, ovviamente, la realizzazione monolitica del getto, utilizzando barre senza filettatura.
(a) (b)

Figura 5.16 Pilastro con doppia mensola (a) e mensola singola (b)

CAPITOLO 5.0
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5.7 Sistemi di connessione per elementi strutturali


Permettono la realizzazione di collegamenti tra pilastri e travi, unioni pilastro-pilastro e di riprese di getto. Il sistema in esame (Figura 5.17) composto da una boccola filettata ad ancoraggio diretto di dimensioni variabili (filetto M12-M30 e lunghezza tra 75 e 150 mm) e da una barra filettata di collegamento.
(a) (b)

69

Figura 5.17 Boccola filettata (a) e esempio di collegamento trave-pilastro (b)

ALTRI SISTEMI

70

Meccanismi Resistenti e Modelli di Calcolo


6.1 6.2 Aspetti introduttivi Meccanismi per la trasmissione dell'azione assiale Meccanismi per la trasmissione dell'azione di taglio Formulazione dei meccanismi resistenti
Collasso per formazione del cono del calcestruzzo Collasso per spacco (splitting) Collasso per spinta a vuoto (blow-out) Collasso per sfilamento (pull out) Collasso per formazione del cono laterale Dowel action (Effetto biella) Collasso per pry-out Meccanismi di aderenza

6.3

6.4
6.4.1 6.4.2 6.4.3 6.4.4 6.4.5 6.4.6 6.4.7 6.4.8

CAPITOLO 6.0
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6.1 Aspetti introduttivi


Le connessioni tra elementi distinti di conglomerato armato sono progettate per trasferire gli sforzi generalizzati definiti nel modello cinematico di trave, nel modello di piastra o nel modello di lastra. Tali sforzi, detti anche azioni interne, si possono cos riassumere: azione assiale (N), azione di taglio (V), momento flettente (M) e momento torcente (T). Il trasferimento delle azioni indicate avviene in zone diffusive (D regions) ed implica quasi sempre lutilizzo di opportuni connettori realizzati quasi sempre in acciaio per sfruttarne i requisiti di rigidezza, resistenza e duttilit che lo caratterizzano.

71

Fig. 6.1 Ancoraggio indiretto

Fig. 6.2 Ancoraggio diretto

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

Il generico sforzo viene trasferito, analogamente a quanto succede nelle connessioni bullonate presenti nelle strutture in acciaio, disponendo opportunamente, in corrispondenza della superficie di discontinuit che separa i due elementi strutturali, opportuni connettori che sono in grado di trasferire localmente due tipi di azione: unazione di trazione parallela al loro asse ed unazione di taglio ad esso ortogonale. Lazione di trazione parallela allasse pu sfruttare due differenti meccanismi resistenti: il meccanismo di ancoraggio indiretto, che implica un trasferimento della forza assiale mediante lo sviluppo di tensioni tangenziali di aderenza lungo la superficie laterale del connettore (Fig.6.1), ed il meccanismo di ancoraggio diretto, che implica lo sviluppo di pressioni normali parallele allasse del connettore, agenti su un elemento ad esso connesso rigidamente ed ortogonale al suo asse, tipicamente un disco metallico o una barra saldata (Fig.6.2). Lazione di taglio invece viene in genere trasferita mediante il meccanismo resistente denominato azione di spinotto che implica la flessione del connettore su un tratto di lunghezza variabile dipendente da vari parametri tra i quali la resistenza del calcestruzzo, il diametro del connettore e lo stato di confinamento della porzione di conglomerato coinvolta dal meccanismo resistente. Tale meccanismo ha unefficienza statica che asintoticamente tende alla resistenza a taglio del connettore, ma in generale risulta limitata dalla ridotta capacit portante del conglomerato interagente che induce linsorgere di uno stato flessionale nella barra, agendo come vincolo per il connettore, ed inducendo nella barra la formazione di una o pi cerniere plastiche che ne limitano la capacit di trasferimento a taglio (Fig.6.3). Come nellambito delle unioni tra elementi prefabbricati in acciaio, possibile prevedere il trasferimento di forze di taglio, anche mediante giunzioni ad attrito, che sfruttano la pretensione del connettore per generare pressioni di contatto normali alla superficie di discontinuit per coazione e, conseguentemente, grazie ad un congruo coefficiente di attrito risultano in grado di trasferire la forza di taglio necessaria (Fig.6.4). Nei paragrafi seguenti sono illustrati i modelli di calcolo sulla base dei quali risulta possibile progettare la generica connessione alla luce delle esperienze sperimentali che, allo stato attuale delle conoscenze, risultano indispensabili per calibrare le relazioni semiempiriche che regolano i meccanismi descritti. Nel capitolo 7 sono invece descritti i criteri progettuali per verificare la sicurezza e la funzionalit delle connessioni descritte che ovviamente, operando nelle zone diffusive, sfruttano differenti approcci di calcolo, ma conservano lo stesso inquadramento concettuale operando con il metodo semiprobabilistico agli stati limite.

Fig. 6.3 Azione di spinotto

Fig. 6.4 Azione di taglio per attrito

Prima di passare alla descrizione dei modelli resistenti vale la pena ricordare che gli stati tensionali indotti nel conglomerato da quei modelli risultano in generale poco noti al progettista poich raramente sono riconducibili a stati uniassiali di compressione. Al contrario della teoria della trave, gli stati di sforzo locale sono spesso di natura triassiale e frequentemente indagabili solo con la teoria della meccanica della frattura, da cui la difficolt di riprodurre il comportamento della connessione affidandosi unicamente a modelli di calcolo seppure complessi. A questo si aggiunga la difficolt, talvolta non evitabile, di riprodurre fenomeni di contatto e condizioni di vincolo alquanto complesse. Con riferimento alla compressione locale del calcestruzzo, vale la pena richiamare alcuni risultati sperimentali relativi agli stati di sforzo multiassiale che, noti oramai da oltre ventanni, possono considerarsi consolidati, sebbene il comportamento costitutivo dei materiali quasi-fragili risulti tuttora oggetto di ampia ricerca con riferimento ai conglomerati ad alte prestazioni, ai percorsi di carico non radiali nello spazio degli sforzi principali, al regime post-fessurato oltre il picco tensionale o a stati di sforzo non consueti quali la fatica, il comportamento dinamico, il comportamento al fuoco, il degrado meccanico operato dagli agenti chimico-fisici connessi con la durabilit del materiale. Il dominio di rottura del calcestruzzo nello spazio degli sforzi principali caratterizzato da un comportamento pressocch isotropo, a patto di considerare un volume rappresentativo di materiale, ovvero un campione avente le dimensioni pari ad un multiplo della massima dimensione dellaggregato, pari a circa 4-5 da. In tali condizioni, il comportamento identificato sperimentalmente quello medio del composito a matrice cementizia, ovvero tiene conto opportunamente, secondo la granulometria utilizzata, delle caratteristiche meccaniche degli aggregati e della matrice cementizia. Il calcestruzzo, come noto, un materiale dissimmetrico che resiste poco a trazione e molto a compressione. La grandezza indice del pericolo che meglio in grado di descriverne il comportamento costitutivo una norma delle deformazioni principali positive ovvero di dilatazione. Per questa ragione, a differenza dellacciaio, la sua capacit resistente risulta sensibilmente influenzata dalla pressione idrostatica, ovvero dalla somma degli sforzi principali. Per comprendere il significato fisico correlato alla grandezza indice del pericolo definita, risulta utile esaminare il comportamento biassiale del calcestruzzo proposto da Nelissen nel 1972 (Fig.6.5a). In tale raffigurazione, che schematizza il comportamento a rottura del conglomerato distinguendo varie modalit sulla base del numero di piani di frattura sempre ortogonali alle direzioni principali di deformazione positiva, si intuisce la caratteristica meccanica prevalente del materiale. Tale concetto, venne ripreso successivamente da van Mier (1986) in ambito tridimensionale (Fig.6.5b, []). La forma del dominio a rottura per stati di sforzo radiali a partire dallo stato di sforzo nullo risulta quella indicata in Fig.6a, molto differente dal cilindro di von Mises, che rappresenta lanalogo dominio per il materiale acciaio, perfettamente insensibile alla pressione idrostatica. La formazione e la propagazione di fessure su piani radiali, associata alla rottura in compressione confinata trasversalmente, comporta in generale una dilatazione volumetrica decrescente al crescere della pressione trasversale. Tale fenomeno risulta manifesto se, al crescere dello sforzo prevalente di compressione (Fig. 6.6; s1), si associa la deformazione volumetrica del campione, ovvero il valor medio delle deformazioni principali del campione al variare della pressione isotropa trasversale. Come si pu osservare dalla sperimentazione proposta da Pantazopoulou nel 1995 [], il crescere del confinamento attivo ritarda leffetto dilatante del calcestruzzo associato alla fessurazione e permette il raggiungimento di sforzi resistenti di compressione pi elevati e gradualmente sempre pi duttili. Tale caratteristica risulta giustificare fisicamente lincredibile capacit resistente riscontrata dal conglomerato quando soggetto a pressioni fortemente localizzate. A questo proposito risulta istruttivo commentare alcuni risultati proposti da Lieberum e Reinhardt nel 1989 [] in merito al punzonamento di un cilindro di

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(a)

(b)

Fig. 6.5 Dominio di rottura del calcestruzzo nello spazio degli sforzi principali: sezione per s3 = 0 (a); s3 = bs1 (b).

Fig.6.6 Forma del dominio di rottura del calcestruzzo nello spazio degli sforzi principali e curve sforzo-deformazione assiale e deformazione volumetricaassiale per vari sforzi di confinamento (Pantazopoulou 1995).

Fig.6.7 Compressione localizzata: diagramma pressione di contatto schiacciamento (Lieberum & Reinhardt, 1989).

Fig.6.8 Pressione media normalizzata rispetto alla resistenza a compressione uniassiale al variare dellarea di contatto (Lieberum & Reinhardt, 1989).

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

calcestruzzo effettuato mediante un piccolo cilindro di acciaio avente diametro confrontabile con la dimensione dellaggregato. In tale sperimentazione si mostra come la pressione locale possa raggiungere un valore pari a circa 12 volte quello della resistenza a compressione uniassiale del conglomerato, in virt del confinamento passivo esercitato dalla porzione di cilindro non caricata ed attivato dalla dilatanza della porzione compressa. La resistenza risulta relativamente poco influenzata dal diametro del punzone D quando questo oscilla tra 1 e 2 diametri massimi di aggregato da. Tale limite di resistenza risulta per raggiungibile solo se, a causa delle grandi dimensioni del cilindro di calcestruzzo (Fig.6.8: sezione A0) rispetto alla porzione di esso caricata (Fig.6.8: A1) o della presenza di unadeguata staffatura, si eviti la formazione di piani radiali di frattura, ovvero la rottura per spacco (o splitting nella letteratura anglosassone). In assenza di armatura, il collasso per spacco si attiva in accordo con la relazione seguente suggerita dagli autori: (Eq. 6.1) mentre la massima pressione locale pu valutarsi in accordo con lespressione: (Eq. 6.2) dove il coefficiente tre esprime un fattore di sicurezza suggerito dai ricercatori per limitare le deformazioni irreversibili indotte dalla pressione localizzata. In merito al comportamento a trazione, vale la pena ricordare che la meccanica della frattura individua tre modalit differenti di propagazione della frattura (Fig.6.9): il I modo di frattura attivato da sforzi normali al piano di fessura ed di gran lunga il pi frequente nei casi di interesse; il II modo di frattura attivato da sforzi tangenti diretti nella direzione di propagazione della fessura; il III modo di frattura attivato anchesso da sforzi tangenti, ma diretti ortogonalmente alla direzione di propagazione della fessura. Gli ultimi due modi non sono facilmente attivabili nelle strutture di calcestruzzo salvo in condizioni triassiali abbastanza particolari, mentre il I modo di frattura regola in genere anche la rottura per taglio. A seguito di vari studi presentati in letteratura possibile affermare che quasi sempre il processo di frattura si attiva in modo I salvo poi propagarsi in modo misto, ovvero in presenza contemporanea di sforzi tangenti e normali. E importante sottolineare che la propagazione della fessura pu essere facilmente descritta mediante lapproccio coesivo proposto per il conglomerato da Hilleborg nel 1976 [] a patto di descrivere il fenomeno tenendo conto della localizzazione delle deformazioni, ovvero facendo variare lo sforzo di trazione oltre il picco in funzione dello spostamento relativo tra i lembi della fessura. La propagazione della fessura risulta dapprima stabile, ovvero controllabile anche imponendo il carico, e successivamente instabile ovvero controllabile solo a patto di controllare lapertura di fessura. Si osservi come al picco, allincipiente transizione tra la propagazione stabile e quella instabile, la fessura interessi solo una parte del piano di frattura finale (10 - 30%), mentre solo nel punto di break-point, posto nel tratto discendente (ovvero di softening) in corrispondenza dellestremit del tratto di maggiore pendenza, la fessura risulti passante e perfettamente formata; nellultimo tratto, infine, le tensioni residue risultano legate allingranamento dei due blocchi interagenti, interazione che richiede unulteriore energia di dissipazione per giungere alla completa separazione tra i due blocchi.

Fig.6.9 Classificazione dei modi di frattura

Fig. 6.10 Fasi di una prova di trazione uniassiale

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6.2 Meccanismi per la trasmissione dell'azione assiale


Come illustrato nel paragrafo introduttivo, la trasmissione dellazione assiale nella direzione parallela allasse longitudinale del generico connettore, pre-inserito in un manufatto prefabbricato, risulta possibile mediante uno sforzo distribuito lungo la superficie laterale del connettore (ancoraggio indiretto) o mediante una pressione localizzata allestremit del connettore (ancoraggio diretto). Nel caso dellancoraggio indiretto, valgono le relazioni proposte per il calcolo della lunghezza di aderenza di una barra di armatura dallEurocodice 2. Infatti qualora lintenzione risultasse quella di sfruttare tale meccanismo aderente, il connettore si riduce in genere ad un tratto di barra nervata, ovvero ad aderenza migliorata, sulla base della quale sono state calibrate le formule nei codici normativi. I meccanismi di rottura possibili in tale circostanza sono essenzialmente due: lo sfilamento (pull-out), oppure la rottura per spacco longitudinale (splitting). Il grado di confinamento esercitato nel piano normale allazione di trazione applicata al connettore, controlla il prevalere di uno dei due meccanismi favorendo il prevalere del meccanismo di sfilamento per alti valori di confinamento, e quello di spacco per modesta azione di confinamento (Fig.6.12). Lo studio di tale meccanismo ha permesso di evidenziare la presenza di due componenti di sforzo prevalenti (Fig.6.11), quella tangenziale alla superficie laterale che induce il propagarsi di una superficie di frattura cilindrica coassiale rispetto al connettore nel caso di sfilamento, ed una superficie di frattura che si propaga in un piano od in pi piani radiali nel caso di attivazione del fenomeno di spacco. La normativa suggerisce in generale per il calcolo semplificato lipotesi di una distribuzione costante degli sforzi tangenziali lungo la superficie laterale e ne assume un valore di calcolo fbd che risulta in generale connessa con la resistenza a trazione [EC2]: (Eq. 6.3) I coefficienti h1 ed h2 risultano correlati alla qualit della zona di ancoraggio ed al diametro della barra, rimanendo il primo compreso tra 0.7 ed 1 ed il secondo variando con (132-f)/100. Noto lo sforzo aderente di progetto, la lunghezza aderente richiesta lb,rqd pu essere calcolata sulla base della seguente relazione: (Eq. 6.4) La lunghezza di ancoraggio di progetto lbd viene infine calcolata sulla base di unespressione che combina il contributo di differenti effetti concomitanti mediante la produttoria di cinque coefficienti ai con i =1,5: (Eq.6.5) dove a1 tiene conto dellindice di aderenza della barra, a2 tiene conto della dimensione del copriferro, a3 delleffetto del confinamento esercitato dalla eventuale presenza di barre trasversali che si oppongono al fenomeno di spacco, a4 considera eventuali barre saldate trasversalmente con diametro superiore a 0.6f nel tratto aderente, ed infine , a5 considera leventuale sconfinamento attivo esercitato da un campo di pressioni trasversali. E interessante osservare come il prodotto a2a3a5 debba comunque risultare 0.7.

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Fig. 6.11 Ancoraggio indiretto: componenti di sforzo in un problema assialsimmetrico [Migliacci, Mola].

Fig. 6.12 Ancoraggio indiretto: legge qualitativa sforzo tangenziale scorrimento al variare del confinamento trasversale [FIB Bulletin Bond Models].

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

Tabella 6.1 Valori dei coefficienti ai suggeriti dallEC2.

Lespressione suggerita deve poi essere confrontata con un valore di lunghezza minimo che si differenzia a secondo del segno dellazione assiale, risultando maggiore per lazione di compressione, volendo escludere linsorgere di sforzi localizzati allestremit del connettore ovvero pressioni tipiche di un ancoraggio diretto. Ovviamente tale minimo va considerato in relazione con le condizioni al contorno reali del connettore. Le espressioni suggerite risultano: in trazione (Eq.6.6)

in compressione (Eq.6.7) I valori dei coefficienti sono forniti nella tabella allegata, estratta dallEurocodice 2 []. Gli andamenti qualitativi del legame costitutivo t-s sono illustrati in Fig.6.12: il carico di picco, come pure la pendenza della curva nel tratto discendente oltre il picco, dipendono dal tipo di meccanismo che si instaura. Vale la pena osservare che il meccanismo di spacco (splitting) risulta pi fragile di quello di sfilamento (pull-out). In letteratura si a lungo studiata la relazione costitutiva che meglio

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Fig.6.13 Legame costitutivo proposto per il meccanismo di aderenza da Ciampi et al.(1981) e successivamente completata da Eligehausen et al. (1983).

riproduce tale legame, e la relazione che spesso viene proposta nei codici di calcolo quella dovuta a Ciampi et al. (1981) completata per tener conto della storia di carico da Eligehausen et al. (1983) e successivamente migliorata da Filippou et al. (1983). La presenza di un tratto piegato o di un uncino posti allestremit del connettore possono essere modellati con una molla concentrata, la cui rigidezza deve essere opportunamente calibrata [Soroushian et al., 1988]. Sebbene si siano tentate modellazioni tridimensionali od assialsimmetriche pi accurate, occorre dire che risulta alquanto difficile giungere a riprodurre accuratamente il comportamento meccanico dellancoraggio a partire dalle caratteristiche meccaniche del connettore e del conglomerato, poich il meccanismo aderente influenzato da vari parametri e quasi sempre risulta pertanto conveniente avvalersi di elementi di interfaccia specifici che propongono leggi costitutive semiempiriche come quella sopra indicata. La frattura per sfilamento viene dunque riprodotta come crisi dellelemento di interfaccia, mentre quella per spacco pu intervenire per la presenza di pressioni radiali che attivano fratture in piani radiali. Passando allancoraggio diretto, occorre specificare che il problema denominato anchor bolt stato oggetto di discussione in molte sessioni dei convegni di meccanica della frattura degli ultimi dieci anni. Nei codici normativi non esistono ancora equazioni di riferimento, ma a seguito di vari studi avviati nei primi anni 90 prevalentemente allUniversit di Stoccarda con Eligehausen [], si giunti dapprima alla stesura di due bollettini CEB (216, 226 e 230) e soltanto nellagosto del 2004 alla versione finale delle Technical Specification CEN/TS 1-5/2004, da parte della commissione CEN/TC 250, che propone le equazioni semiempiriche da utilizzare per il calcolo di connessioni pre e post installate prevalentemente studiate per il fissaggio e dunque con connettori sollecitati da forze di trazione e di taglio. Con riferimento allazione di ancoraggio diretto e pertanto alla sola azione assiale, vengono distinti i seguenti meccanismi di rottura (Fig. 6.14): - rottura per collasso lato acciaio del connettore - rottura per sfilamento (pull-out of fastener) - rottura per estrazione di un cono di conglomerato (concrete cone) - rottura per spinta a vuoto di un cono di conglomerato (blow-out) - rottura per snervamento dellarmatura di rinforzo integrativa, introdotta in prossimit dellancoraggio - rottura dellancoraggio dellarmatura integrativa

Fig. 6.14 Modalit di collasso per ancoraggio diretto del connettore soggetto a trazione: (a) rottura lato acciaio, (b) rottura per estrazione di un cono di calcestruzzo, (c) estrazione di un cono con pi connettori, (d) rottura a cono in presenza di superfici laterali, (e) spinta a vuoto laterale (blow-out), (f) sfilamento con spacco superficiale (pull-out with spalling), (g-i) rottura per spacco (splitting failure).

Fig. 6.15 (a) geometria del cono estratto; (b) evoluzione della superficie di frattura al crescere del carico; (c) distribuzione degli sforzi assiali lungo lasse del connettore per due step di carico.

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

Tralasciando le rotture relative allacciaio del connettore ed allarmatura integrativa, si consideri dapprima il meccanismo di sfilamento, che comporta lo schiacciamento del conglomerato a contatto con la testa del connettore e la formazione di un cilindro che tende a sfilarsi dal blocco di calcestruzzo: (Eq.6.8) Larea Ah corrisponde allarea di contatto della testa del connettore, essendo dh il diametro della testa e d il diametro dello stelo, mentre il coefficiente y tiene conto della presenza o meno di fessure nel conglomerato ed assume i valori rispettivamente di 1 o di 1.4. Pi complesso, e sicuramente molto indagato, il meccanismo a cono (Fig. 6.15a). Vale la pena osservare che il carico di picco viene raggiunto quando la superficie di frattura si estende solo a circa il 10-40% dellintera superficie del cono, diminuendo al crescere della profondit dellancoraggio nel rispetto delleffetto dimensionale tipico dei fenomeni di frattura (Fig.6.15b). A tale propagazione corrisponde una distribuzione degli sforzi longitudinali variabile lungo lo stelo del connettore (Fig. 6.15c). Leffetto dimensionale direttamente connesso a due aspetti essenziali: il primo di tipo deterministico ed associato alla variazione dellenergia di rilascio elastico e dellenergia dissipata per incrementare la superficie di frattura. La prima forma di energia, costituisce il motore della frattura e cresce con il volume della struttura. La seconda forma, quella legata allincremento specifico della superficie di frattura, prevalentemente legata alla dimensione della superficie, sebbene alcuni ricercatori ritengano debba considerarsi descritta da una dimensione frattale compresa tra 2 e 3, e pertanto cresce prevalentemente con il crescere della superficie di frattura, o al pi con un volume ottenuto moltiplicando la superficie per una lunghezza che risulta una caratteristica del materiale. Pertanto al crescere delle dimensioni della struttura lenergia di rilascio cresce molto pi dellenergia necessaria per incrementare la superficie di frattura e ne consegue che al crescere delle dimensioni della struttura si abbia tendenzialmente un infragilimento della risposta del sistema con conseguente riduzione del tratto di propagazione stabile della frattura. Il secondo aspetto, di tipo probabilistico ed connesso alla probabilit di trovare un difetto nella struttura, in corrispondenza del volume soggetto a trazione, probabilit che inevitabilmente cresce al crescere delle dimensioni della struttura. La formula proposta da Eligehausen nelle CEN/TS2004 di tipo moltiplicativo ed ha la seguente espressione: (Eq.6.9) (Eq.6.10) ove hef indica la profondit della testa dellintradosso della testa di ancoraggio rispetto allestradosso della superficie del conglomerato e k1 pu essere posto pari a 7.2 (ETAG001 Annex C 5.2.2.4) se espresso in [N0.5/mm0.5] come suggerito nel bollettino CEB 226. Il rapporto , che esprime il rapporto tra larea disponibile della base del cono rispetto allarea della base del cono nella condizione indisturbata, assunta pari a 9hef2, considera leffetto di interazione con altri meccanismi. Il fattore ysN tiene conto del disturbo introdotto dalla presenza di superfici laterali nellelemento di calcestruzzo. Detta c la distanza minima tra lasse del connettore e la superficie laterale pi vicina, si ha: (Eq. 6.11) Il fattore yre,N tiene conto delleventuale distacco di porzioni di calcestruzzo in prossimit di armature che consentano dimensioni in altezza del connettore inferiore a 100 mm: con hef espresso in [mm]. (Eq. 6.12)

Il fattore yec,N tiene conto delleccentricit del carico rispetto al volume di calcestruzzo che ospita il connettore e pu essere calcolato mediante lespressione: (Eq. 6.13)

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Fig.6.16 Curva carico-spostamento del meccanismo a cono [13].

Fig. 6.17 Caso piano: influenza della condizione di vincolo laterale [19].

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

Infine il fattore yucr,N tiene conto come in precedenza delleventuale presenza di fessure nel conglomerato. Le formule sopra indicate permettono di calcolare il carico massimo al variare di un certo numero di parametri, ma non risulta possibile sulla base di tali formule stabilire la duttilit del meccanismo di rottura, n tanto meno la risposta deformativa. Alcune indicazioni in tal senso sono reperibili in letteratura, sulla base delle quali risulta possibile apprezzare linfluenza sulla risposta deformativa di alcuni parametri quali ad esempio le dimensioni della testa del connettore (Fig.6.16). Il meccanismo a cono stato indagato con vari modelli in letteratura e la simulazione dei risultati sperimentali al variare dei modelli costitutivi introdotti ha offerto molti spunti critici di discussione [17]. Va detto tuttavia che il caso pi studiato in letteratura quello piano negli sforzi, con riferimento alla geometria del test proposto dalla RILEM [18]. Vale la pena osservare che in tal caso le condizioni di vincolo laterale risultano determinanti, come hanno bene messo in luce Slowik et al. [19], in quanto sono in grado di influenzare non solo il panorama fessurativo, ma anche la risposta statica del sistema (Fig.6.17). In presenza di confinamento trasversale, infatti, dopo la fessurazione si manifesta un incremento del carico che consente di raggiungere il carico massimo. Le incertezze finora osservate nella capacit dei modelli di calcolo, anche raffinati, di predire il comportamento sperimentale, giustifica luso di tali modelli nella comprensione della natura fisica dei meccanismi resistenti, od eventualmente nella previsione della reale influenza di eventuali fattori, ma impedisce purtroppo di procedere con un calcolo progettuale che li adotti in assenza di prove sperimentali, poich per risultare efficaci ed affidabili, necessitano quasi sempre di una calibrazione realizzata su un esempio fisico che ben rappresenti il problema indagato. Oltre ai meccanismi citati, esistono altre due modalit di rottura riconosciute: la rottura per spacco o splitting (Fig.6.14g-i) e la rottura per spinta a vuoto o blow-out. La rottura per spacco una rottura per trazione dovuta alla formazione di una superficie di frattura che si sviluppa nel piano radiale del cono. Il meccanismo non ancora stato ben compreso ed pertanto di difficile calcolo. Secondo quanto previsto dalle CEN/TS possibile prevedere il carico massimo svolgendo la prova di un ancoraggio posto in prossimit di uno spigolo e ripetendo la prova fino a quando la rottura vira da rottura per spacco a rottura per estrazione del cono. Normalmente tale rottura si verifica per altezze limitate del manufatto che ospita lancoraggio e pertanto il campione deve riprodurre laltezza minima, che corrisponde alla minima superficie di frattura. Per superfici fessurate armate, la rottura per spacco scongiurata per aperture di fessura inferiori a 0.3 mm. A partire dallEq. 6.9 sostituendo le dimensioni del cono ccr,N ed scr,N = 2 ccr,N = 3hef (Fig.6.18) con i valori ccr,sp ed scr,sp determinabili sperimentalmente sulla base della prova descritta, ovviamente se le distanze che caratterizzano il connettore indagato risultano pi piccole dei valori determinati sperimentalmente, si pu determinare il carico di collasso sfruttando lEq.6.9, aggiungendo un termine moltiplicativo yh,sp

Fig.6.18 Geometria convenzionale del cono di estrazione

Fig.6.18b Definizione delle aree coinvolte dal fenomeno di spinta a vuoto (blow-out)

che considera linfluenza dellaltezza h del manufatto nel quale risulta inserito il connettore, con: (Eq.6.14) Considerando da ultimo il meccanismo di spinta a vuoto (Fig.6.14e), va specificato che lesperienza suggerisce di trascurare tale fenomeno se il copriferro minimo c del connettore risulta in tutte le direzioni superiore a 0.5 hef. In caso contrario le CEN/TS suggeriscono la formula seguente, strutturata come la precedente Eq.6.9: (Eq.6.15) ove (Eq.6.16)

con Ah definita come nellEq.6.8, le aree Ac,Nb ed A0c,Nb definite come specificato in Fig.6.18b, i coefficienti yucr,N, ys,Nb e yec,N definiti similmente a quanto scritto nellEqs. 6.8, 6.11 e 6.13, ovvero: ; (Eqs. 6.17, 6.18)

mentre il coefficiente y g,Nb tiene conto dellincremento calcolabile qualora vengano tesi contemporaneamente pi connettori nello stesso gruppo, ed avendo gi computato un valore caratteristico inferiore, sia possibile avvantaggiarsi di una parziale redistribuzione: (Eq. 6.19) indicando con n il numero di connettori tesi in una fila parallela al lato, e supponendo s1 scr,Nb. Questultimo coefficiente tipico di una combinazione di meccanismi paralleli fragili, dove la rottura della somma dei meccanismi passa dal valore caratteristico inferiore ad un valore prossimo al medio.

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6.3 Meccanismi per la trasmissione dell'azione di taglio


La trasmissione delle azioni di taglio sfrutta prevalentemente due differenti meccanismi che si riconducono allazione di spinotto o al meccanismo di trasmissione tipico delle connessioni ad attrito. Con riferimento allazione di spinotto, un elemento ancorante soggetto a taglio viene contrastato sulla sua superficie da pressioni normali di interazione con il conglomerato che agiscono parallelamente allazione di taglio e quindi alla superficie libera del manufatto caricato, dando origine a fenomeni di spacco, o di distacco superficiale nel calcestruzzo e di flessione nel connettore di acciaio. In realt, nei sistemi di fissaggio e di supporto, lazione di trasmissione a taglio pu comportare la flessione del connettore lungo il suo asse ortogonalmente al piano di taglio oppure parallelamente ad esso. Il primo caso identifica lazione di spinotto che si manifesta in connettori a piolo od a barra, o in elementi canale quando il carico di taglio risulta applicato in prossimit del chiodo. Il secondo caso risulta attivo quando lazione di taglio applicata ad un elemento a canale in una posizione centrale rispetto a due chiodi contigui (Fig.6.19b). Lazione di spinotto (o di bietta) venne indagata per la prima volta con riferimento al problema delle piastre di pavimentazione stradale ed aeroportuale negli anni trenta e quaranta per consentire la collaborazione di pi piastre in presenza di un carico dinamico concentrato corrispondente allappoggio del carrello di aereo allatto dellatterraggio, e successivamente negli anni 50 per computare la capacit resistente residua di travi fessurate a taglio, con riferimento alle barre darmatura longitudinale. La modellazione matematica si concentr dapprima sul calcolo in esercizio e Friberg [20] propose luso del modello di trave elastica su suolo elastico per indagarne la rigidezza. Ovviamente la complessit prevalente fu ricondotta con luso di molle incoerenti alla valutazione della rigidezza del sottosuolo elastico. Recenti studi hanno permesso di quantificare la rigidezza di sottofondo con lausilio di accurate prove sperimentali.

81

Fig.6.19 Azione di spinotto di un connettore a piolo (a); azione di taglio applicata ad un canale (b).

0,6c11

[N/mm3]

(Eq.6.20)

Lequazione mostra come al crescere del diametro del connettore diminuisca proporzionalmente la rigidezza locale del sottofondo. Tale formula stata utilizzata da vari autori per valutare i limiti di affidabilit dellapproccio di Friberg [22]. Sulla scorta dello stesso modello, ma tenendo in conto opportunamente le non linearit connesse al sottofondo ed alla plasticizzazione della barra, sono reperibili in letteratura modelli unidimensionali capaci di riprodurre fedelmente la deformata della barra, la curva carico-spostamento e la relativa plasticizzazione [23, 24]. In Figura 6.19 proposto un esempio relativo ad una barra annegata in due blocchi di calcestruzzo indefiniti. In generale, considerare la rigidezza costante lungo lasse della barra, assunta elastica, ed indipendente dal valore dello spostamento permette di seguire correttamente il comportamento deformativi solo fino a circa il 20% del carico massimo. Continuando ad assumere costante la rigidezza lungo lasse, ma dipendente dal carico o dallo spostamento massimo, possibile riprodurre come nel caso indicato (barra 18; Fig.6.19e;

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

Un valore che permette di riprodurre con buona approssimazione i risultati sperimentali quello proposto da Soroushian [21]:

(e)

Fig. 6.19 Modellazione non-lineare unidimensionale dellazione di spinotto [24]: (a)

MEQ; [23]), il comportamento deformativo fino al picco. In altri casi (barra 14; Fig.6.19d), tale approccio pu solo ritenersi affidabile fino a poco pi del 70% del carico. Come evidenziato nelle stesse immagini (modello MNL), lintroduzione di entrambe le non linearit meccaniche del sottofondo e della barra (Fig.6.19 a,b,c; [24]), pur continuando ad assumere lipotesi di sezione piana per la barra di acciaio, consente unottima interpolazione dei dati sperimentali sia in termini di carico spostamento massimo, sia in termini di deformata della barra lungo il suo asse. Con riferimento alla capacit portante ultima, Rasmussen, indagando il comportamento allo stato limite, per primo comprese leffetto di interazione tra il calcestruzzo e lacciaio del connettore che limita la capacit a taglio del solo connettore, essendo in generale p/43 > 1.267fc/fsy, proponendo una formula che sostanzialmente stata convalidata anche da sperimentazioni pi recenti, poich proposta come formula base corretta da altri fattori significativi quali linclinazione della barra, leccentricit del carico di taglio rispetto al piano di taglio, la presenza di barre o di superfici di estremit del manufatto prossime al punto di applicazione del carico. La formula proposta da Rasmussen [25] risulta: [N,mm] mentre quella proposta da Dulakska [26]: [N,mm] (Eq.6.22) (Eq.6.21)

con n=4, g = 0.05 e q angolo dellasse della barra rispetto alla normale del piano di taglio. Si noti come ponendo q = 0 si ritrovi la formula di Rasmussen. Lazione di spinotto stata valutata a collasso con riferimento a diversi fattori di influenza, tra i quali la dimensione del copriferro per connettori posti in prossimit di superfici esterne e di armature trasversali [27]. Vale la pena sottolineare come altri autori abbiano tentato di ricondurre il meccanismo di spinotto ad una molla di interfaccia evitando di considerare lo stato deformativo della barra, limitandosi a fornire la relazione forza-spostamento verticale allinterfaccia. Una formulazione alquanto utilizzata fu suggerita nel 1981 da Walraven e Reinhardt [28] e risulta: (Eq.6.23)

Fig.6.20 Connettore con testa di estremit soggetto a taglio, con conseguente schiacciamento (crushing) da un lato ed espulsione di una porzione di calcestruzzo dallaltro (pry-out).

Fig. 6.21 - Modalit di rottura di connettori soggetti a taglio: (a) distacco superficiale di una lente di calcestruzzo (spalling); (b-e) spacco di una porzione laterale del campione avente una geometria dettata dalla posizione e dalle dimensioni del connettore.

CAPITOLO 6.0

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(a)

(b)

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(e)

(c)

(f)

(d)

Fig. 6.22 (a,b,c,d) Definizioni dellarea coinvolta nel distacco di una porzione di conglomerato per connessioni soggette a taglio. (e,f) Componenti di una forza di taglio agente in direzione inclinata rispetto al profilo di ancoraggio.

(Eq.6.24) (Eq.6.25)

Fig. 6.23 Definizione delle distanze geometriche e del numero di file di connettori per connessioni soggette a taglio ortogonalmente al bordo dellelemento strutturale.

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

avendo denominato con d lapertura di fessura e con w lo spostamento relativo tangenziale al piano di taglio parallelo al carico V. Oltre alla via semplificata della molla dinterfaccia, per considerare la sovrapposizione degli stati di sforzo nel conglomerato si tentato anche di modellare lazione di spinotto con un approccio bidimensionale e/o tridimensionale di continuo, avvalendosi anche della meccanica del danneggiamento, ma i risultati ottenuti con tali approcci hanno avuto come valenza pratica soltanto lapprofondimento qualitativo dellinfluenza di alcuni parametri [29,30]. Ritornando alle connessioni in oggetto soggette a taglio, bene osservare che la principale differenza rispetto allazione di spinotto in una barra legata alle condizioni al contorno (presenza nel connettore di una testa di estremit) ed alla limitata lunghezza del connettore. Questi due fattori, uniti alla presenza di superfici di contorno dei manufatti prossime alla posizione del connettore, inducono una serie di possibili meccanismi che complicano la trasmissione delle forze per azione di spinotto (Fig.6.21). La resistenza del singolo connettore caratterizzato da una testa di estremit valutabile allora secondo le CEN/TS:

Fig. 6.24 Definizione delle distanze ci per elementi stretti e sottili.

con

; c1 il copriferro in direzione della forza di taglio (Fig.6.22) ed

lf pari alla lunghezza hef nel caso di diametro dello stelo uniforme e 16 mm, mentre per la validit della formula deve essere dnom 60 mm. Il rapporto Ac,V/A0c,V considera la presenza di superfici laterali che limitano la capacit portante come specificato in Fig.6.22. I coefficienti ys,V ed yh,V considerano rispettivamente il disturbo prodotto dalle superfici di estremit prossime al connettore e la variabilit non lineare della forza di taglio con lo spessore dellelemento strutturale: (Eq.6.26) Il coefficiente yf,V tiene conto della interazione tra le differenti forze di taglio presenti in un gruppo di connettori e risulta in accordo con la Fig.6.23 pari a: ; (Eqs. 6.27, 6.28)

ove n1 il numero di connettori in una linea ortogonale al bordo, mentre il coefficiente yucr,V risulta pari a 1 per calcestruzzo fessurato privo di armatura di bordo, a 1.2 in presenza di armatura di bordo ( 12 mm) ed a 1.4 in presenza di armatura con interasse a max (100 mm, 2c1) o in presenza di conglomerato non fessurato. Le CEN/TS introducono da ultimo la relazione valida in un elemento lungo e sottile come raffigurato in Fig.6.24, con c2,max 1.5c1 e h 1.5 c1. In tal caso si suggerisce di ridurre c1 in accordo con le espressioni mostrate in Fig.6.24. Quando la forza di taglio risulta parallela al bordo e non perpendicolare, si introduce la reazione: (Eq. 6.29) con n numero dei connettori nel gruppo (Eq. 6.30)

che evidenzia linsorgere di una fessura da spacco controllata dal fattore y90. Prima di considerare gli effetti di interazione per la generica inclinazione della forza di taglio o tra lazione assiale N e la forza di taglio, risulta necessario introdurre ancora due modalit di rottura che prevedono la presenza di un braccio di leva ed il fenomeno di espulsione locale del calcestruzzo (pryout). La presenza di un braccio di leva comporta: ove ;e (Eqs. 6.31, 6.32, 6.33)

CAPITOLO 6.0
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I valori di aM e di l sono computabili come illustrato in Fig. 6.25.

85

c)
Fig. 6.25 (a,b,c) Geometria di una connessione a taglio con braccio di leva e differenti condizioni di vincolo. (d) collasso per distacco di una porzione di conglomerato (pry-out).

d)

Per quanto riguarda il distacco localizzato (pry-out) le CEN/TS suggeriscono sulla scorta delle ETAG 001 Annex C 5.2.3.3 la seguente relazione: (Eq. 6.34) ove k3 pu essere posto pari a 1 per hef < 60 mm e pari a 2 per hef > 60mm, mentre NRk,c corrisponde alla resistenza del cono di calcestruzzo. La resistenza caratteristica per una forza generalmente inclinata Vrk,c risulta determinata sulla base di uninterazione circolare, ovvero definendo il dominio: (Eq. 6.35) Per quanto riguarda linterazione taglio V ed azione assiale N, occorre distinguere tra le modalit di rottura previste nellacciaio per le quali vale un dominio circolare: (Eq. 6.36) mentre per le modalit di rottura che interessano il calcestruzzo, prudenzialmente si assume il domino intersezione definito dalle relazioni e raffigurato in Fig.6.25:

(Eq. 6.37)

Fig. 6.25 Dominio di interazione N-V per rottura lato calcestruzzo.

Tabella 6.2 Coefficienti per la quantificazione dellattrito nelle connessioni.

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

interessante infine osservare che nelle CEN/TS non appare alcuna relazione che differenzi la resistenza a taglio del canale che si inflette parallelamente al bordo di calcestruzzo quando caricato nella mezzeria rispetto a due generici connettori contigui (Fig.6.20b). Tale omissione pu essere legata ad indagini su canali estremamente rigidi, capaci di far lavorare flessionalmente in senso trasversale lintero profilo al fine di evitare collassi dei canali, con flessione agente su porzioni limitate di profilo. Tale evenienza sembra trascurata anche nel caso di applicazione di una forza assiale, dove il carico viene distribuito su una lunghezza associata alla rigidezza flessionale del profilo, ma la distribuzione delle forze agenti nei connettori evidenzia un calcolo a profilo rigido e connettori deformabili, calcolo che sicuramente non corrisponde alla realt dei profili piegati a freddo. A tale scopo, vale la pena segnalare che in letteratura possibile trovare qualche riferimento per la resistenza a taglio del canale inflesso trasversalmente, ma tali approcci non possono essere considerati integrati ed omogenei a quelli proposti nelle CEN/TS gi ampiamente descritti. Powell et al. nel 1992 [31] proponevano una relazione del tipo: (Eq. 6.38) Per quanto riguarda le connessioni ad attrito, occorre purtroppo rilevare che anche questo importante capitolo delle connessioni sembra completamente trascurato dalle attuali CEN/TS. Non si pu nascondere che, al contrario dellacciaio, il calcolo non pu trascurare i fenomeni lenti che contraddistinguono il comportamento meccanico del calcestruzzo e pertanto su tale argomento risulta necessario svolgere ancora ulteriori ricerche. Un approccio teorico oggi possibile pu partire dallEurocodice 2 Parte 1.3 che nel 4.5.3.3 stabilisce una relazione del tipo: (Eq.6.39) Immaginando di utilizzare le connessioni in oggetto per collegare due elementi di conglomerato, i coefficienti indicati nella relazione possono essere presi dallo stesso Eurocodice 2 (Tabella 6.2).

6.4 Formulazione dei meccanismi resistenti


Come testo di riferimento per le formulazioni dei carichi associati ai meccanismi si utilizzato il documento di studio CEN/TC 250/SC 2/WG 2 Design of fastenings for use in concrete Part 3: Anchor channels

6.4.1 Collasso per formazione del cono del calcestruzzo

Figura 6.26 - Formazione del cono di calcestruzzo

Il collasso a cono del cls (figura 6.26) pu intervenire nel caso in cui gli ancoraggi del sistema di connessione siano vicini tra loro, escludendo il collasso per flessione del canale, o quando lazione di tiro esercitata in prossimit del chiodo di ancoraggio. La resistenza caratteristica di un ancoraggio di un sistema di fissaggio per questa modalit di collasso :

CAPITOLO 6.0
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dove N0Rk,c la resistenza caratteristica fondamentale di un ancoraggio non influenzata da quelli adiacenti:

87

con ach fattore che tiene in considerazione linfluenza del profilo sul collasso per distacco del cono del calcestruzzo (sempre minore o uguale allunit) e hef, affondamento efficace dei chiodi di ancoraggio. Gli altri parametri rilevanti sono: as,N quantifica linfluenza degli ancoraggi adiacenti ae,N considera leffetto della presenza dei bordi dellelemento di calcestruzzo ac,N considera leffetto della vicinanza di un angolo dellelemento yre,N si riferisce al possibile spalling, nel caso in cui sia presente armatura a profondit minore di 100mm yucr,N tiene in conto lo stato fessurativo del calcestruzzo (1.0 per calcestruzzo fessurato e 1.4 per calcestruzzo non fessurato)

6.4.2 Collasso per spacco (splitting)

Figura 6.27 - Collasso per spacco

La rottura per spacco provoca la frattura dellelemento lungo lasse del profilo. La resistenza caratteristica di un ancoraggio del profilo cos calcolata, in presenza di possibile splitting:

Lespressione formalmente la stessa impiegata per la rottura da cono, con la differenza che alcune lunghezze caratteristiche (legate alla distanza dei bordi e allinterasse tra gli ancoraggi) sono state ridotte per tenere in conto il fenomeno di splitting.

Figura 6.28 - Collasso per blow-out

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

6.4.3 Collasso per spinta a vuoto (blow-out)

Il collasso per blow-out caratterizzato dallespulsione di un cono laterale di calcestruzzo, come evidenziato in figura 6.28. Le verifiche nei confronti del collasso per blow-out, come nel caso del singolo connettore, non sono richieste nel caso in cui la distanza tra larea di ancoraggio e la superficie dellelemento strutturale superiore a c = 0,5 hef, con hef profondit dellancoraggio. In caso contrario la resistenza dellelemento di ancoraggio valutabile secondo la formula seguente:

dove N0Rk,cb la resistenza caratteristica di un singolo ancoraggio non influenzato dagli ancoraggi vicini e dai bordi e spigoli dellelemento di calcestruzzo in cui annegato. E calcolabile con la formula:

nella quale: c1 la distanza dellancoraggio dal bordo , con dh diametro Ah larea di carico dellancoraggio (per un ancoraggio circolare: della testa del chiodo e d diametro del chiodo di ancoraggio. aS,Nb il fattore che quantifica linfluenza esercitata dagli ancoraggi contigui a quello considerato yg,Nb tiene in conto leffetto dellarea di carico quando lancoraggio lavora in gruppo ac,Nb considera linfluenza della vicinanza di uno spigolo dellelemento di calcestruzzo; nel caso in cui siano due gli spigoli, va calcolato il medesimo fattore per entrambi e poi calcolato il valore di ac,Nb come prodotto dei due. ah,Nb tiene in conto la dipendenza della resistenza dallo spessore dellelemento

6.4.4 Collasso per sfilamento (pull-out)

Figura 6.29 - Collasso per pull-out

Il collasso per sfilamento out avviene con lestrazione dellancoraggio dal conglomerato come mostrato in . La resistenza caratteristica calcolata con riferimento ad un ancoraggio di tipo diretto (piolo di ancoraggio) con la seguente formula:

dove: Ah larea di carico dellancoraggio (per un ancoraggio circolare:

6.4.5 Collasso per formazione del cono laterale


Questo tipo di verifica pu essere omessa nel caso in cui la distanza tra qualunque bordo e il profilo in tutte le direzioni rispettino le seguenti misure minime:

CAPITOLO 6.0
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In caso contrario la resistenza caratteristica di un ancoraggio soggetto ad azione tagliante diretta perpendicolarmente al bordo del blocco di calcestruzzo di base si valuta:

89

dove: la resistenza caratteristica di base di un sistema di ancoraggio a profilo con un organo di ancoraggio caricato da una forza tagliante diretta perpendicolarmente al bordo dellelemento di base di calcestruzzo e che non presenta influenza dagli ancoraggi vicini e da bordi o spigoli dellelemento di calcestruzzo in cui annegato. Secondo la normativa esso pu essere assunto:

in cui:

ap
c1

un fattore fornito dalla normativa e che pu essere assunto pari a ; [mm], la distanza dal bordo; il fattore che tiene in considerazione linfluenza esercitata dagli organi di ancoraggio vicini a quello trattato. il fattore che esprime leventuale influenza di uno spigolo dellelemento di calcestruzzo sulla resistenza offerta dallancoraggio. il fattore che considera la dipendenza della resistenza dellorgano di ancoraggio dallo spessore dellelemento di calcestruzzo in cui inserito. il fattore che tiene in considerazione lo stato di fessurazione del calcestruzzo. Esso assunto pari a: per ancoraggi in calcestruzzo fessurato senza armatura di rinforzo al bordo; per ancoraggi in calcestruzzo fessurato con armatura dritta di rinforzo al bordo; per ancoraggi in calcestruzzo fessurato con armatura di rinforzo al bordo e staffe con interasse a 100 mm e a 2 c1, oppure sistemi di fissaggio in calcestruzzo non fessurato.

as,V ac,V ah,V yucr,V yucr,V = 1,0 yucr,V = 1,2 yucr,V = 1,4

6.4.6 Dowel action (effetto bietta)


Questo meccanismo resistente legato al contributo offerto da una generica barra metallica passante in una zona fessurata di calcestruzzo. Il contributo V non limitato dalla resistenza a taglio delle barre, ma dalla resistenza del calcestruzzo circostante soggetto alle tensioni s* di figura 6.30. La valutazione esatta del contributo di questo meccanismo pu essere valutata secondo la formula proposta dal documento Model Code 1990:

- fb: diametro della barra - As: area della barra - fcd: valore di progetto della resistenza a compressione del calcestruzzo - fyd: valore di progetto della resistenza a snervamento dellacciaio - e: eccentricit di carico - gRd: coefficiente di sicurezza complementare (pari a 1.3). ( lo sforzo assiale agente nella barra)

MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

dove i simboli hanno i significati seguenti:

(b)

(c)

(a) Figura 6.30 - Effetto bietta

6.4.7 Collasso per pry-out


Il collasso per pry-out del calcestruzzo si realizza con lespulsione di un prisma conico di calcestruzzo nel lato in direzione opposta a quello di carico. In questo caso, la resistenza del sistema nei confronti di questa modalit di rottura sar fornita da:

in cui:

NRk,c

un fattore introdotto dalla normativa che risulta valido per applicazioni senza armatura di rinforzo aggiuntiva. possibile adottare in sicurezza: k=1 hef < 60 mm k=2 hef > 60 mm resistenza al collasso per estrazione del cono di calcestruzzo valutato per un ancoraggio soggetto ad unazione di trazione.

6.4.8 Meccanismi di aderenza


Si consideri una barra di acciaio di sezione As inserita in un blocco di calcestruzzo e sollecitata da una forza F di estrazione. La forza F equilibrata dalle tensioni di aderenza che nascono sullinterfaccia acciaio calcestruzzo. Le tensioni non hanno un valore costante lungo la barra, ma ai fini di calcolo si pu assumere un valore costante (ipotesi nota in letteratura come ipotesi di Bryce). Lequilibrio della barra dunque dato da:

dove u il perimetro della sezione della barra e ss la tensione sezionale. Il collasso dellancoraggio pu avvenire per snervamento oppure per sfilamento della barra. Per la progettazione del sistema si far in modo che ai due meccanismi sia associato lo stesso coefficiente di sicurezza; in altre parole si garantisce che leventualit dello sfilamento non si verifichi prima di quella dello snervamento. In termini matematici: Fsnervamento=Fsfilamento

dove con tbr indicata il valore limite di rottura della sollecitazione di aderenza. Dalla precedente relazione si ottiene:

che rappresenta la lunghezza minima di ancoraggio della barra. E possibile correlare tale lunghezza al diametro della barra valutando il rapporto y/tbr . Per barre lisce si pu assumere mediamente y/tbr @300/2 @ 150 e si ottiene:

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Per barre ad aderenza migliorata, con y/tbr @400/5

@ 80, si ha:

91

Laderenza tra acciaio e calcestruzzo dovuta ad alcuni fenomeni di diversa natura: Adesione chimica molecolare, che garantisce ununione senza scorrimenti, ma limitata a bassi valori di resistenza (figura 6.31a) Compenetrazione geometrica, legata alla scabrosit delle superfici a contatto. Per aumentare questo effetto, si realizzano veri e propri incastri (barre ad aderenza migliorata) (figura 6.31b) Contributi di attrito dovuti a compressioni trasversali (figura 6.31c) Confinamento trasversale, fornito da armature trasversali o cerchiature. Si instaura un traliccio, con uno stato tensionale che sollecita a trazione le armature, riservando al calcestruzzo tensioni di compressione. In questo modo si raggiungono valori di resistenza molto elevati rispetto a quelli dovuti alla pura resistenza a compressione del calcestruzzo. (figura 6.31d)

Figura 6.31 Meccanismi di aderenza acciaio - calcestruzzo

Referenze bibliografiche
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MECCANISMI RESISTENTI E MODELLI DI CALCOLO

"Shear Response, Deformation and Subgrade Stiffness of a Dowel Bar Embedded in Concrete", ACI Struct. J., Vol. 89, No.6, Nov.-Dec. 1992, 665-675 [23] di Prisco, M., Gambarova, P.G., "Behavior and Analysis of R.C. Structures under Alternate Actions Inducing Inelastic Response: Interface Behavior", CEB Bulletin d'Information, N. 210, Chapter 5, Wien Plenary Session, Sept. 1991, Vol.1, pp.161-214. Vedi anche la riedizione come Bulletin 230, Pubbl. T. Telford, London E14 4JD, 1996, capitolo 5, 98-133. [24] di Prisco, M., "Plastic Strains and Damage Localisation in Reinforced Concrete: Shear Transfer by Dowel Action", Proc. 3rd Int. Conf. on Comp. Plasticity - Fundamentals and Applications, Barcelona, Spain, April 6-10, D.R.J. Owen, E. Onate, E. Hinton, Pinerige Press Ed., Part.I, 1992, 693704. [25] Rasmussen, H.B. (1963), Betonindstobte Tvaersbelasede Boltes og Dornes Baereevne, Kobenhavn, Bygningsstatiske Meddelser. [26] Dulacska, H. (1972), Dowel action of Reinforcement crossing Cracks in Concrete, ACI Journal, Vol.69 (12), 754757. [27] Dei Poli, S., di Prisco, M., Gambarova, P.G. (1993), "Cover and Stirrup Effects on the Shear Response of Dowel Bar Embedded in Concrete", ACI Struct. J., Vol. 90(4), 441450. [28] Walraven, J.C., reinhardt, H.W. (1981). Theory and experiments on the mechanical behaviour of cracks in plain and reinforced concrete subjected to shear loading. HERON, Concrete Mechanics, part A, V.26. [29] di Prisco, M., Mazars, J., (1992), "On Damage Modelling of Reinforced Concrete Subject to High-Strain Gradients", Studi e Ricerche, Vol 13-92, Scuola di Specializzazione per le Costruzioni in C.A., Flli Pesenti, Politecnico di Milano, 33-81. [30] di Prisco, M., Ferrara, L. (1997), On the steel-concrete interface role in dowel action: some experimental and numerical results, Damage and Failure of Interfaces, Vienna 22-24/9/97, H.P. Rossmanith Ed., A.A. Balkema, Rotterdam, Brookfield, 419-428. [31] Powell, J.B., Burdette, E.G., and Oluokun, F.A. (1992), Prediction of Shear Capacity of Channel Anchors in Thin Slabs, ACI Structural Journal, 89(5), 564-568.

92

Criteri di Progettazione
7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 Aspetti introduttivi Definizione dei coefficienti di sicurezza Determinazione delle azioni di calcolo Determinazione delle resistenze di calcolo Stati limite Ultimi di Esercizio Altre condizioni di carico: fatica, durabilit, resistenza al fuoco, resistenza al sisma

CAPITOLO 7.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O PAGG. 92/105

7.1 Aspetti introduttivi


Le connessioni sono comunemente usate per trasferire carichi a strutture in conglomerato cementizio o per connettere elementi strutturali distinti tra loro. Ogni connessione prevede laccoppiamento di un manufatto che deve essere connesso, di una zona di ancoraggio e di un connettore che funge da ancorante. La connessione pu essere isostatica o iperstatica. I criteri nel seguito esposti partono dallassunzione che la connessione venga progettata da tecnici qualificati e dotati di opportuna esperienza, che linstallazione venga predisposta da personale qualificato, che la struttura ed eventualmente la stessa connessione venga adeguatamente mantenuta nella vita di esercizio e che, durante tale vita, la connessione non modifichi in peggio i carichi per i quali stata progettata, salvo opportuna riprogettazione della stessa. I criteri di progettazione nel seguito esposti seguono il metodo semiprobabilistico agli stati limite, utilizzato dagli Eurocodici per le strutture in calcestruzzo, in acciaio, in legno e miste. I dati di progettazione minimi devono fornire le seguenti informazioni: - posizione della connessione nella struttura, compresa di tolleranze; - numero e tipo di connettori (inclusa lunghezza di ancoraggio); - linterasse e la distanza da eventuali bordi della struttura della connessione incluse le relative tolleranze; - le istruzioni di montaggio. La progettazione pensata con riferimento ai carichi statici e non dinamici. Alcune connessioni sono progettate con riferimento a carichi ciclici che possono ingenerare una rottura per fatica. In questi casi opportuna una dichiarazione esplicita. Di regola si considera una minima lunghezza di ancoraggio, non inferiore ai 40 mm, per evitare che lo strato superficiale avente caratteristiche meccaniche prestazionali generalmente pi limitate possa influenzare negativamente la capacit portante della connessione. I coefficienti nel seguito introdotti sono quelli proposti dal Bollettino CEB 233 e successivamente confermati dalle ETAG 001 Appendice C, pensati per garantire le strutture caratterizzate da una sicurezza di classe 2, ovvero strutture che prevedono un rischio in termini di vite umane e conseguenze economiche considerevoli al collasso, e solo conseguenze economiche legate allimpedimento nelluso per le condizioni di esercizio. Per classi di sicurezza superiori, quali gli ancoraggi negli impianti nucleari ad esempio, vanno adottati coefficienti di sicurezza pi restrittivi. Occorre subito chiarire che la progettazione accurata di un ancoraggio deve prevedere tutte le modalit di carico e tutte le modalit di rottura. La novit progettuale che emerge dallesame delle modalit di rottura linevitabile introduzione di alcune tipologie di collasso fragili che si basano sulla resistenza a trazione del conglomerato. Per la necessit di fare ricorso alla resistenza a trazione risulta indispensabile distinguere tra situazioni ove lancoraggio posizionato in zone integre e situazioni in cui lancoraggio posizionato in zone fessurate. A tale scopo viene in generale introdotto un coefficiente yucr che varia tra 1 ed 1.4. E opportuno rimarcare che la progettazione di un sistema di fissaggio, di supporto o di sollevamento considera quasi sempre una catena di meccanismi resistenti in serie e pertanto la prima regola di una buona progettazione quella di tentare, laddove possibile, di fare in modo che il meccanismo resistente che fissa la resistenza globale del sistema sia quello calcolabile con la minima incertezza e possibilmente contraddistinto dalla massima duttilit. Perch questa filosofia generale di progetto possa sortire un esito favorevole, appare evidente che laleatoriet dei valori di resistenza del meccanismo critico non sia solo controllata nel limite inferiore, ma debba essere controllata anche nel limite superiore poich altrimenti i meccanismi in serie meno controllabili in termini di resistenza e duttilit potrebbero avere il sopravvento nella determinazione della resistenza globale del sistema. Il diagramma di flusso della generica verifica si sviluppa in accordo al diagramma di flusso suggerito in Fig. 7.1.

93

CRITERI DI PROGETTAZIONE

Fig. 7.1 - Diagramma di flusso generale per il calcolo delle connessioni [14].

CAPITOLO 7.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O

7.2 Definizione dei coefficienti di sicurezza


I coefficienti di sicurezza per la progettazione dei sistemi in oggetto, vengono modificati solo con riferimento al calcolo delle componenti resistenti. Pertanto, le combinazioni di carico per la determinazione delle azioni sollecitanti rimangono inalterate. Il coefficiente gM viene specializzato con riferimento alle quattro modalit di rottura fragile che contraddistinguono il comportamento meccanico del generico sistema: meccanismo a cono (gMc), meccanismo di sfilamento a trazione o compressione (pull-out o pull-through) (gMp), meccanismo di spacco (splitting) (gMsp), ed infine meccanismo di attrito (gMf). Ciascuno dei coefficienti indicati dovrebbe essere certificato o valutato in sede di prove sperimentali di prequalificazione. Per coefficienti di variazione inferiori al 15% possibile definire gMc come prodotto di due coefficienti:

95

gMc = gc g1 g2

(Eq.7.1)

ove gc=1.5, g1= 1.2 considera un incremento del 20% rispetto al coefficiente genericamente introdotto per il calcestruzzo in quanto applicato a generici stati di trazione e g2 tiene conto delle incertezze legate allinstallazione del sistema e risulta pari a = 1.0, 1.2 o 1.4. (alta sicurezza, media o bassa seppure accettabile) in stati di prevalente trazione ed =1 in stati di prevalente taglio. Nel caso in cui il coefficiente di variazione dovesse superare il 15%, il coefficiente gMc deve essere calcolato come:

gMc = gc g1 g2 g3 dove g3 = 1+(V[%]-15) x 0.03 1

(Eq.7.2) (Eq.7.3)

Va detto che tale coefficiente, inizialmente introdotto nel Bollettino CEB 233 con riferimento al generico coefficiente di variazione V, ritenuto accettabile solo se inferiore sempre e comunque al 30%, stato eliminato nellultima versione delle ETAG 001Annex C. In assenza di dati il Bollettino CEB suggerisce di considerare gMp = gMsp = gMc mentre per gMf viene suggerito il valore di 1.5. Per quanto riguarda lacciaio, il bollettino CEB stabilisce un coefficiente gMs = 1.2 in trazione e taglio con fuk 800 MPa e fyk/fuk 0.8 e gMs = 1.5 per stati di sforzo di taglio e fuk 800 MPa e fyk/fuk > 0.8. Le ETAG 001 Annex C definiscono gli stessi coefficienti in modo diverso, ovvero: in trazione per azioni di taglio (Eq. 7.4) (Eq. 7.5)

se fuk 800 MPa e fyk/fuk 0.8, altrimenti, come prima gMs = 1.5 per stati di sforzo di taglio, fuk 800 MPa e fyk/fuk > 0.8. Con riferimento agli stati limite ultimi di fatica, nel bollettino CEB 233 si suggerisce di considerare gG = gQ = gnd = 1.1 dove gnd considera leffetto delle deformazioni imposte dalla connessione se la resistenza governata da un meccanismo fragile. I coefficienti lato resistenza vengono suggeriti pari a gMs = 1.25, gMp = gMsp = gMc = 1.5 g2, e gMf = 1.2. Lelevato valore dei coefficienti applicati ai meccanismi fragili mirano ad escludere la rottura per fatica riferita ai 2x106 cicli di carico.

7.3 Determinazione delle azioni di calcolo


CRITERI DI PROGETTAZIONE
Nel calcolo delle azioni agenti si seguono, laddove possibile, le consuete ipotesi della teoria della trave, valide per le costruzioni in acciaio nella distribuzione dei carichi trasmessi in corrispondenza della connessione. Oltre ai carichi direttamente applicati, occorre sempre considerare anche le coazioni dovute a deformazioni impedite dalla connessione associate ad eventuali variazioni termiche. Nei capitoli precedenti, con esplicito riferimento ai singoli sistemi di fissaggio, di supporto e di sollevamento, si sono mostrati i criteri di calcolo delle azioni agenti sui singoli componenti strutturali, sulla base dei quali sono in genere formulate le schede tecniche elaborate dalle ditte produttrici. Si

visto come tali azioni vengano determinate facendo uso, di volta in volta, dei modelli pi adatti, quali la teoria della trave elastica su suolo elastico (canale vincolato ad un suolo unilatero, con eventuali supporti cedevoli [33]), quella di piastra elastica su terreno elastico (appoggio concentrato della mensola), equilibrio rigido e/o analisi elastica ad Elementi Finiti (calcolo della mensola, calcolo del gancio di sollevamento), analisi limite (metodo delle cerniere plastiche per il canale di ancoraggio), modelli semiempirici (prevalentemente utilizzati per quantificare la capacit portante dei meccanismi fragili). In questo capitolo, con esplicito riferimento a quanto suggerito nel Bollettino CEB 233, si desiderano mostrare alcuni esempi generali di connessione, che possono interessare vari nodi strutturali di collegamento, traendo spunto da quelli pi noti perch usati frequentemente nelle strutture in acciaio. Esistono due approcci generali di calcolo: la teoria elastica e quella plastica. La teoria elastica sfrutta il metodo n della teoria del calcestruzzo armato. Le ipotesi generalmente introdotte per il calcolo delle azioni nei connettori possono cos riassumersi: a) la eventuale piastra a contatto con il manufatto in conglomerato rimane piana e la sua deformazione pu ritenersi trascurabile (Fig.7.2a). Per garantire la validit di tale ipotesi occorre che la piastra sia sufficientemente rigida e che la sua progettazione rispetti le condizioni tipiche delle connessioni in acciaio; b) la rigidezza di tutti i connettori sia la stessa e corrisponda al modulo elastico dellacciaio. Il modulo elastico del calcestruzzo pu essere approssimato a 30Gpa; c) i connettori non contribuiscono allo sforzo di compressione. Nella Figura 7.3 sono schematizzate alcune tipiche situazioni di calcolo di trazione, tensoflessione eccentrica in una o in due direzioni, direttamente estratte dalle ETAG 001 Annex C. Nel calcolo delle azioni di taglio, generate dalla combinazione delle forze di taglio e di torsione, si possono distinguere i seguenti casi:

(a)

(b)

Fig.7.2 Connessione pilastro plinto. Ipotesi di sezione piana con piastra rigida (a); piastra deformabile (b) [14].

(a)

(b)

Fig. 7.3 Schema di redistribuzione delle azioni nei connettori basata sulle ipotesi del metodo n [32].

(a) tutti gli ancoraggi della connessione risultano caricati se non esistono problemi di bordo che impediscano una rottura lato acciaio e la piastra risulta solidale con opportuna saldatura o filettatura ai connettori alla piastra. Nel caso di fori a misura, il loro diametro deve risultare inferiore a 1.2dnom,

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(a)

(b)

Fig.7.4 Vincolo geometrico (a) per la partecipazione di tutti i connettori nella distribuzione delle forze di taglio (b).

(d) Fig. 7.5 (a,b,c) Connettori considerati nel calcolo se esistono problemi di bordo o giochi foro/bullone superiori ai limiti indicati. (d) Connettori considerati nel calcolo in presenza di opportune asolature.

ove dnom rappresenta il diametro del connettore (Fig.7.4). (b) Se esistono giochi foro/connettore pi grandi di quelli massimi indicati nella precedente condizione ed esistono problemi di bordo che impediscano il raggiungimento per alcuni connettori della resistenza lato acciaio, vengono in generale considerati solo i connettori caratterizzati dalla minore capacit resistente per operare a favore di sicurezza (Fig.7.5a,b,c). (c) La predisposizione di opportune asolature permette di rendere inattivi alcuni connettori a taglio garantendo la messa in carico dei connettori pi resistenti (Fig. 7.5d). Nellapplicazione di azioni di taglio, risulta determinante ai fini della capacit resistente leventuale eccentricit del carico, che induce importanti effetti flessionali. Per evitare la presenza di eccentricit, il carico deve essere trasferito ad una piastra metallica fissata direttamente al conglomerato con eventuale strato di malta di allettamento inferiore ai 3 mm e il connettore deve risultare aderente alla piastra per lintero spessore della piastra. Qualora risultino presenti, le eccentricit possono essere calcolate secondo gli schemi gi illustrati in Fig.6.25, sfruttando le relazioni Eq.6.30-6.32. La teoria plastica consente di considerare gli effetti di redistribuzione, qualora sia garantita unadeguata duttilit dei meccanismi resistenti. Per assicurare la rottura duttile dellacciaio, devono essere rispettate le seguenti condizioni: (a) la resistenza ultima di un ancoraggio dettata dalla rottura fragile del calcestruzzo Rd,c deve risultare superiore alla resistenza del meccanismo di rottura dellacciaio Rd,s di oltre il 25%, ovvero: Rd,c 1.25 Rd,s fuk / fyk (Eq.7.6)

CRITERI DI PROGETTAZIONE

LEq. 7.6 deve essere verificata per le azioni di trazione, di taglio e di taglio-trazione; (b) La resistenza nominale a trazione ultima fuk dellacciaio dei connettori non deve risultare superiore a 800 MPa ed il rapporto fyk / fuk non deve superare lo 0.8 e lallungamento a rottura su una lunghezza di 5 diametri deve risultare almeno pari al 12%; (c) per connettori filettati soggetti a trazione, la resistenza Nuk della sezione ridotta deve risultare almeno 1.1 la resistenza di trazione a snervamento Nyk della sezione non ridotta, oppure la lunghezza del tratto filettato deve risultare almeno pari a 5 diametri dello stelo non filettato. Tale limitazione mira ad evitare la localizzazione del fenomeno deformativo che induce un comportamento globale fragile. Nel caso di azione di taglio o di redistribuzione a taglio, la sezione pu ridursi ad almeno 5 diametri sotto la superficie del conglomerato e nel caso di connettore filettato la filettatura deve estendersi almeno 2 diametri allinterno del calcestruzzo. Per situazioni di interazione taglio trazione, devono combinarsi le limitazioni sopra indicate. (d) devono essere evitati strati di malta aventi spessori superiori ai 3 m tra la piastra ed il conglomerato. (e) devono essere evitati fori con diametri superiori ad 1.2d, per favorire la redistribuzione salvaguardando la connessione dal raggiungimento di uno stato limite ultimo di deformazione prima che lultimo connettore raggiunga la capacit di snervamento. Con riferimento al calcolo dei connettori, va ricordato che linterazione taglio-trazione pu essere verificata con le relazioni analitiche (Eq.6.31) o Eq.(6.32). Per quanto riguarda la massima resistenza a compressione locale, il bollettino CEB 233 in accordo con il MC90 suggerisce di assumere una resistenza

costante a stress-block pari a 4fck. La verifica della piastra pu essere condotta nelle condizioni di piastra rigida o deformabile. Nel primo caso (Fig.7.6a) la piastra ha un momento di snervamento superiore a quello indotto dalla flessione, e nellipotesi di snervare i connettori tesi, questi ultimi risultano equilibrati dalle compressioni locali estreme. Nel secondo caso si forma una cerniera plastica in corrispondenza della compressione trasmessa dalla colonna, e dunque il braccio a5 (Fig. 7.6b) si pu calcolare sulla base dellequilibrio a flessione assumendo noto il momento flettente di snervamento della piastra. Anche in questo caso la forza di compressione si calcola assumendo lo snervamento dei connettori posti lontani dallasse neutro. In entrambi i casi considerati (piastra rigida e deformabile) va evitata la formazione di una cerniera plastica nella piastra in prossimit delle trazioni (Fig. 7.6c). Questa condizione risulta necessaria per scongiurare fenomeni di distacco parziale (prying out) ingenerati dal connettore teso privato della capacit flettente della piastra.: Myd Tsda6 (Eq.7.7)

Si pu assumere che solo i connettori con braccio a7 0.4 a8 (Fig.7.6d), possono risultare plasticizzati in trazione. Infine, bene ricordare che nellanalisi plastica si adotta un approccio statico, e dunque risulta possibile distribuire lazione di taglio tra i connettori in modo da gravare maggiormente i connettori pi scarichi, non essendo necessario suddividere equamente lintera forza di taglio. Va infine ricordato che nello stato limite ultimo di fatica e negli stati limite di esercizio, il calcolo richiede lanalisi elastica con i carichi amplificati come specificato al 7.2.

(a)

(b)

(c)

(d)

Fig. 7.6 Distribuzione delle azioni con la teoria plastica: (a) piastra rigida; (b) piastra deformabile. (c) plasticizzazione della piastra in zona tesa. (d) condizione geometrica per lassunzione della condizione di plasticizzazione per i connettori tesi.

7.4 Determinazione delle resistenze di calcolo


Nella valutazione della resistenza occorre innanzitutto definire la condizione di calcestruzzo non fessurato, poich esiste come visto una grande differenza di resistenza nei meccanismi resistenti (circa il 40%) tra la resistenza offerta dai meccanismi fragili in presenza o in assenza di fessure nel conglomerato. Normalmente si assume non fessurato la porzione di calcestruzzo ove lo sforzo sR ingenerato dalle coazioni, quali il ritiro o le variazioni termiche, sommato a quello introdotto dalle azioni di calcolo sL risulta ancora al limite della decompressione, ovvero:

sL + sR 0

(Eq.7.7)

Entrambi gli sforzi devono essere calcolati supponendo il comportamento del conglomerato elastico. Per elementi piani, la condizione (7.7) deve essere verificata per entrambe le direzioni. I carichi, applicati al manufatto di conglomerato dai sistemi di connessione illustrati, introducono delle forze di taglio concentrate che non richiedono apposite armature se risultano inferiori a 0.4 VRd1, dove VRd1 corrisponde alla resistenza a taglio di una trave in assenza di armatura trasversale, resistenza che secondo il MC90, risulta: (Eq.7.8)

CAPITOLO 7.0

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ove d laltezza della trave e tiene conto delleffetto dimensionale, rl indica il rapporto geometrico darmatura, scp lo sforzo di compressione nel calcestruzzo per effetto della forza di precompressione, se presente, e bwd larea della sezione di trave. Il limite indicato sulla forza trasmessa dai connettori pu essere trascurato nel caso si verifichi una o pi di queste condizioni: - la profondit dellancoraggio risulta hef 0.8h ove h laltezza del manufatto; - la forza di taglio totale sollecitante risulta Vsd 0.8 Vrd1; - le azioni caratteristiche del singolo connettore o del gruppo di connettori risulta < 30 kN e non ci sia interazione tra diversi carichi, ovvero la distanza netta a tra due connettori isolati o tra i due connettori estremi di singoli gruppi risulti: con a misurata in mm ed N in kN, e Nskg

rappresenta lazione di trazione trasmessa dal gruppo di connettori; - le forze trasmesse dai connettori sono riprese da apposite armature che trasferiscono il carico allestremit opposta della trave. La distanza tra tali armature ed i connettori deve inoltre risultare inferiore ad hef (Fig. 7.7a) e devono essere previste almeno due armature (staffe); - se lazione caratteristica Nsk associata al singolo connettore o al gruppo di connettori risulta maggiore di 60 kN, allora la profondit di ancoraggio deve risultare hef 0.8h oppure deve essere introdotta unapposita armatura per appendere il carico. Le condizioni sopra esposte si applicano anche a piastre o travi prefabbricate con getto in opera di completamento, solo se si verifica la capacit di trasmissione della forza tra le due porzioni di conglomerato. Tale capacit risulta verificata se esistono apposite armature di taglio che collegano le due porzioni di conglomerato ((a); Fig. 7.7b); in assenza di apposite armature se si trasmettono forze limitate (< 1kN/m2). In alternativa gli elementi di ancoraggio devono protrarsi nella zona precompressa ((c) ; Fig. 7.7b). Le forze di spacco devono, in generale, essere considerate nel calcolo progettuale degli elementi ancoranti. Esse possono essere trascurate solo se si verificano le seguenti condizioni: - il carico del connettore viene trasmesso ad una zona compressa; - la forza caratteristica Nsk trasmessa dal singolo connettore o dal gruppo di connettori risulta inferiore a 10 kN; - la forza Nsk risulta inferiore a 30 kN ed esiste unarmatura concentrata in entrambe le direzioni del piano della struttura con area dellarmatura trasversale almeno pari al 60% di quella longitudinale

(a)

(b)

(c)

(d)

Fig. 7.7 (a) Condizioni geometriche che garantiscono lefficacia di armatura per appendere il carico trasmesso dai connettori. (b) Condizioni per la trasmissione delle forze tra getto in opera ed elemento prefabbricato. (c) Schemi resistenti per forze concentrate di compressione (bursting) o di trazione (splitting). (d) Interazione degli sforzi di spacco e di flessione in zona tesa.

CRITERI DI PROGETTAZIONE

necessaria per portare il carico esercitato dallazione di ancoraggio. Va infine ricordato che se la forza di spacco agisce in zona tesa, deve essere sommata allazione di trazione secondo la formula esplicitata in Fig. 7.7d. La forza di spacco dovrebbe essere valutata nelle prove sperimentali di prequalifica. In assenza di dati si pu assumere, a favore di sicurezza per connettori che sfruttano lancoraggio diretto o indiretto, una forza di spacco pari al 50% della forza assiale di ancoraggio. Il valore limite di 30 kN corrisponde in generale ad un rapporto geometrico di 0.5%. Se tale rapporto cresce, allora anche il limite indicato pu aumentare. Infine, per quanto riguarda le forze di taglio, occorre tenere presente che le azioni di attrito che nascono a causa di compressioni sollecitanti lato resistenza possono essere generalmente trascurate a favore di sicurezza. Qualora si vogliano considerare, possono essere valutate come: (Eq. 7.9) dove m il coefficiente di attrito e pu essere assunto tra calcestruzzo ed acciaio un valore pari a 0.4, mentre gMf pu essere considerato, come gi visto, pari a 1.5 per stati limite ultimi, 1.3 per stati limite di fatica ed 1.0 per stati limite di esercizio. Tale azione dovrebbe essere trascurata nel caso in cui lo spessore della malta iniettata tra la piastra di acciaio ed il blocco di calcestruzzo risulti superiore a 3 mm (Fig.7.8a), poich la deformabilit a taglio dello strato di malta rischia di superare quella dei connettori che pertanto si caricano a taglio, o quando la zona compressa risulti a contatto di una porzione di calcestruzzo fessurata e soggetta ad uneventuale spinta a vuoto (Fig.7.8b).

(a)

(b)

Fig. 7.8 Condizioni in cui non possibile fare conto sulle forze di attrito connesse alla presenza di una forza di compressione.

Prima di concludere la rassegna delle verifiche di resistenza, importante indicare che laffidabilit dei connettori nel calcestruzzo strutturale richiede in generale una serie di prove di prequalifica. Tale serie risulta in generale ridotta se i test indicano valori coerenti con le formule associate ai vari meccanismi resistenti ([32] Annex B). Vale la pena specificare che in generale le prove di prequalifica, secondo il Bollettino CEB 233, possono essere omesse se sono rispettate le seguenti condizioni: - la pressione localizzata agente sul calcestruzzo in corrispondenza della testa del connettore risulta inferiore a 7.5 o 11 fck rispettivamente per calcestruzzo fessurato o non fessurato allo S.L.U. o 2.5 4.0 fck allo S.L.E.; - langolo tra la testa e lasse del gambo del connettore risulta di 45; lo spessore della testa del connettore non risulta inferiore a 0.8d e lo spessore della corolla di contrasto 0.5(dh-d) non risulta inferiore di 4mm. - Per connettori filettati nella piastra di supporto, la lunghezza del tratto filettato non dovrebbe essere minore del diametro del connettore. - I carichi agenti risultano prevalentemente statici. Occorre ancora precisare che nel caso di ancoraggi non precompressi, vengono comunque fissati dei minimi geometrici legati allinterasse dei connettori (smin = 5d 50 mm), alla distanza dai bordi (cmin = 3d 50 mm), allo spessore degli elementi ancoranti (hmin = hef + th + c) ove th indica lo spessore della testa del connettore e c il copriferro dellarmatura.

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7.5 Stati limite Ultimi e di Esercizio


Lo stato limite ultimo di una generica connessione priva di armatura di rinforzo, pu essere calcolato seguendo i diagrammi di flusso proposti nel bollettino CEB 233 (Fig.7.9). Nel primo diagramma (Fig.7.9a), si fa riferimento al calcolo elastico, che implica una distribuzione delle azioni sul calcestruzzo e sui connettori avvalendosi della teoria elastica. E interessante osservare come in tale calcolo non rientri

101

Fig. 7.9a Diagramma di flusso per il calcolo delle connessioni prive di armatura speciale (approccio elastico)[14].

CRITERI DI PROGETTAZIONE

la lunghezza del generico connettore, poich, come nel calcolo di una sezione generica in calcestruzzo armato presso-inflessa, si considera lipotesi di trave, ovvero di piastra di fissaggio indeformabile e di perfetta aderenza acciaio-calcestruzzo, che implica una deformazione dellacciaio del connettore eguale a quella della fibra di calcestruzzo in corrispondenza della stessa posizione del connettore. Generalizzando la stessa ipotesi al caso dei profili di ancoraggio a canale, viene spesso proposto un calcolo basato su un canale rigido flessionalmente, che porta ad una distribuzione basata sulla posizione del baricentro delle rigidezze dei chiodi che ancorano il canale, quasi sempre dotati tutti della stessa rigidezza. Lo stato limite ultimo, nelle ipotesi assunte, pu interessare solo lacciaio del connettore, se si desidera

Fig. 7.9b Diagramma di flusso per il calcolo delle connessioni prive di armatura speciale (approccio plastico)[14].

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escludere i meccanismi fragili associati alla rottura del calcestruzzo. Vale la pena sottolineare come nellapproccio elastico si tengano distinte le verifiche di taglio e di trazione, salvo considerarne a valle linterazione. Questa metodologia di calcolo risulta poco rispettosa delle reali modalit di rottura del profilo (vedi 8). Per questa ragione, nel caso dei profili a canale, si preferisce suggerire in generale lanalisi plastica che garantisce la rottura dei meccanismi pi duttili andando ad utilizzare per i meccanismi fragili opportuni coefficienti di sicurezza come indicato nellEq. 7.6. Con riferimento al profilo a canale, la cernierizzazione del profilo di ancoraggio, eventualmente affiancata per valori di deformazione plastica rilevante, al meccanismo di slabbramento del canale (2.3). I meccanismi citati nel diagramma di flusso sono gi stati ampiamente descritti. Sempre nel Bollettino CEB 233 si specifica come sia possibile aggiungere armatura speciale solo nel caso in cui siano rispettati alcuni vincoli geometrici (Fig.7.10a). Innanzi tutto gli ancoraggi devono avere una profondit di ancoraggio pari ad almeno 150 mm ed una distanza minima dai bordi c = 1.5hef. Nel caso in cui lancoraggio sia deputato ad assorbire prevalenti forze di taglio la profondit di ancoraggio minima scende a 100mm e la distanza dai bordi risulta fissata dai limiti precedentemente definiti. Larmatura deve essere ancorata mediante opportuna lunghezza di ancoraggio (Fig. 7.10a). E necessaria in generale unarmatura superficiale per limitare lampiezza delle fessure ad un valore prossimo a wk = 0.3mm, tenendo in conto anche delle forze di spacco. E interessante osservare che la verifica in generale non prevede alcun fenomeno parallelo e pertanto il meccanismo a cono viene sostituito dalla eventuale rottura o sfilamento dellarmatura di rinforzo, che viene verificata con la stessa forza Nsd. Questa verifica risulta a favore di sicurezza, ma va ribadito che il fenomeno della rottura a cono cos come qualunque altro meccanismo fragile, difficilmente permette una sovrapposizione di contributi significativa con larmatura di rinforzo, poich quando larmatura inizia a lavorare, normalmente il conglomerato pu offrire solo la forza di ingranamento. Nel caso si introducano armature di taglio (Fig.7.10b), viene sottolineata la necessit di posizionare larmatura il pi vicino possibile alla piastra di fissaggio ed in modo che avvolga i chiodi di ancoraggio. Larmatura deve essere correttamente ancorata allesterno del cono di ancoraggio per una lunghezza pari a lbnet (Fig.7.10c). Naturalmente risulta possibile sfruttare la stessa armatura di ancoraggio per tutti i connettori del gruppo. Anche nel caso di armatura additiva, occorre verificare la resistenza con riferimento alla rottura per distacco di una porzione di calcestruzzo (pry-out), oppure quella per snervamento dellarmatura integrativa o dei connettori. Va ricordato, con riferimento allarmatura integrativa, che spesso viene suggerito un fattore di efficienza pari a 0.5. Tale fattore pu essere incrementato, se risulta possibile garantire la posizione dellarmatura. Per situazioni di contemporanea presenza di trazione e taglio (Fig.7.10d), pu essere usata una forma di interazione del tipo: (Eq. 7.10) con a = 2/3. Infine va ricordato che lapproccio plastico permesso solo in assenza di armatura integrativa, poich viene dichiarata la mancanza allo stato attuale di una sufficiente indagine sperimentale. Generalmente lassenza di snervamento nei connettori favorisce la redistribuzione tensionale.

103

(b) (a)

(c)

(d)

Fig. 7.10 armatura integrativa: (a) carichi agenti di trazione; (b,c) carichi agenti di taglio; (d) carichi agenti di taglio e di trazione.

CRITERI DI PROGETTAZIONE

Con riferimento agli stati limite di esercizio di connettori muniti di armatura integrativa, bene sottolineare che, in generale, la forza di trazione sollecitante caratteristica deve risultare inferiore alla resistenza caratteristica del meccanismo a cono divisa per un coefficiente pari a 1.3. Nel Bollettino 233 viene anche suggerita una relazione per il calcolo dello spostamento assiale del connettore: (Eq. 7.11a,b)

dove k8 una costante pari a 15 per d = 10 mm o 25 per d = 15 mm, la costante k9 risulta pari a 200 per calcestruzzo fessurato e 400 per calcestruzzo non fessurato. Per ridurre lo schiacciamento in prossimit della testa del connettore ad un valore accettabile (dN < 2mm), la pressione p di contatto deve risultare inferiore a 2.5 fck per calcestruzzo fessurato ed a 4 fck per calcestruzzo non fessurato. Anche per questo termine cinematico andrebbe tenuta in conto la componente viscosa, che pu essere stimata, anche se non risultano disponibili dati affidabili. Per quanto riguarda lo spostamento tangenziale, lo spostamento a breve termine viene forfettizzato dal bollettino 233 pari a: (Eq. 7.12a,b) mentre quello a lungo termine viene proposto maggiore di circa il 50% (Eq. 7.12b). Ovviamente possono essere effettuati calcoli pi raffinati relativi agli spostamenti di esercizio, utilizzando i modelli base esposti nel capitolo 6, mentre non risultano disponibili approcci convalidati per il calcolo degli spostamenti di lungo termine.

7.6 Altre condizioni di carico: fatica, durabilit, resistenza al fuoco, resistenza al sisma
Con riferimento alla fatica, si suggeriscono le seguenti verifiche: (Eq. 7.13a,b) I termini a destra della disequazione sono valutati come il prodotto dellarea del connettore per il valore massimo di variazione dello sforzo di trazione o di taglio corrispondente ad un numero di 2x106 cicli. Tali valori in mancanza di dati pi precisi possono essere presi pari a: (eq. 7.14a,b) Naturalmente per connettori progettati per un pi ampio numero di cicli, occorre ridurre conseguentemente anche la variazione pensionale consentita. In merito alla durabilit, non esistono istruzioni particolari; si ribadisce che la vita media degli edifici di 50 anni e che su tale periodo non dovrebbe risultare necessario alcun intervento di ripristino della connessione. Per questa ragione la protezione contro la corrosione deve essere scelta in base allesposizione al degrado chimico-fisico-meccanico del singolo dettaglio costruttivo. In merito alla protezione al fuoco, largomento tuttora oggetto di ricerca [34]. Come per qualunque tipo di acciaio, occorre predisporre unopportuna protezione in corrispondenza dellestremit esposta del connettore, poich alternativamente, la grande conducibilit dellacciaio rischia di compromettere rapidamente la portanza del sistema. In merito alla resistenza al sisma, occorre da un lato verificare la fatica oligociclica con frequenze prossime ad 1 Hz, periodo proprio tipico delle strutture in oggetto, e dallaltro la compatibilit degli spostamenti richiesti allo stato limite di danno. Con riferimento alla recente Ordinanza n.3274, viene ribadito che i collegamenti tra gli elementi prefabbricati influenzano in modo sostanziale il comportamento statico dellorganismo strutturale, e di conseguenza la sua risposta sotto lazione sismica. Vengono riconosciute tre possibili situazioni, a ciascuna delle quali corrisponde un diverso criterio di dimensionamento: a) collegamenti posti al di fuori delle zone di previsto comportamento inelastico, incapaci quindi di modificare le capacit dissipative della struttura rispetto al caso monolitico;

CAPITOLO 7.0
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b) collegamenti situati nelle zone critiche alle estremit delle travi e dei pilastri, ma sovradimensionati per spostare la plasticizzazione allinterno degli elementi connessi c) collegamenti posti in zone critiche alle estremit di travi e di pilastri e dotati delle necessarie caratteristiche in termini di duttilit e di quantit di energia dissipabile. In merito al loro dimensionamento, listruzione 3274 anche nel testo modificato dallOPCM 3431 del 3/5/2005 tratta separatamente le strutture intelaiate e le strutture a pilastri isostatici. Nel caso delle strutture intelaiate si specifica che nel caso: a) il collegamento deve essere ad una distanza dalla estremit dellelemento, trave o pilastro, pari alla lunghezza del tratto ove prevista armatura trasversale di sconfinamento, aumentata dellaltezza utile della sezione. La resistenza del collegamento, che pu essere calcolata con gli stessi coefficienti parziali di sicurezza applicabili alle situazioni non sismiche, deve essere non inferiore alla sollecitazione locale di calcolo moltiplicata per il fattore gRd = 1.15, per entrambe le classi di duttilit A e B. b) La resistenza del collegamento deve essere pari a quella che la sezione della trave o del pilastro dovrebbe possedere nellipotesi di costruzione monolitica, moltiplicata per un fattore Rd = 1.5 per entrambe le classi di duttilit A e B. Le parti degli elementi adiacenti alle unioni devono essere dimensionate con gli stessi procedimenti previsti per le strutture monolitiche in funzione della classe di duttilit adottata e dotate dei relativi dettagli di armatura che ne assicurino la prevista duttilit. Non prevista per la classe di duttilit A la giunzione dei pilastri allinterno dei nodi o nelle sezioni adiacenti. c) Fanno parte di questa tipologia le unioni che prevedono linserimento di barre di armatura e successivi getti di completamento in opera, effettuati dopo il posizionamento definitivo degli elementi prefabbricati. Previa dimostrazione analitica che il funzionamento del collegamento risulti equivalente a quello di uno interamente realizzato in opera e che soddisfi i criteri prescritti per gli elementi strutturali ed i relativi particolari costruttivi, la struttura assimilabile ad una struttura monolitica. Fanno parte di questa categoria le giunzioni realizzate da elementi metallici, o comunque con dispositivi diversi dalla sezione corrente degli elementi. Lidoneit di tali giunzioni a realizzare il meccanismo anelastico previsto per le strutture a telaio, ed a soddisfare le richieste globali e locali di duttilit ciclica nella misura corrispondente al livello di duttilit A o B, deve essere comprovata da prove sperimentali in scala al vero su sotto-insiemi strutturali significativi. Per le strutture a pilastri isostatici, il collegamento tra pilastro ed elemento orizzontale pu essere di tipo fisso (rigido o elastico), oppure scorrevole. Le travi prefabbricate in semplice appoggio devono essere strutturalmente connesse ai pilastri o alle pareti (di supporto). Le connessioni devono assicurare la trasmissione delle forze orizzontali nella situazione sismica di progetto senza fare affidamento sull'attrito. Ci vale anche per le connessioni tra gli elementi secondari dell'impalcato e le travi portanti. I collegamenti di tipo fisso devono possedere una resistenza a taglio pari alla minore delle due quantit seguenti: a) la forza orizzontale necessaria per indurre nella sezione di base del pilastro un momento flettente pari al momento resistente ultimo, moltiplicata per un fattore gRd = 1,35 per la classe di duttilit A e gRd = 1,20 per la classe B; b) la forza di taglio derivante dallanalisi con una azione sismica non ridotta del fattore di struttura (q = 1). I collegamenti di tipo scorrevole devono essere dimensionati per consentire uno scorrimento pari a: (Eq. 7.15) nella quale: de lo spostamento relativo tra le due parti della struttura collegate dallapparecchio scorrevole, dovuto allazione sismica e calcolato come suggerito dalla norma allo stato limite ultimo o di danno, assumendo che le due parti collegate oscillino in opposizione di fase; dr lo spostamento relativo in condizioni sismiche tra le fondazioni delle due parti collegate (i e j). Lo spostamento dr pu essere trascurato quando le fondazioni delle parti da collegare distano fra loro meno di 20 m o quando il profilo stratigrafico di fondazione appartiene alle categorie A, B, C ed E, per qualunque distanza. Quando, invece, le fondazioni delle parti da collegare distano fra loro pi di 20 m ed il profilo stratigrafico del terreno di fondazione di almeno una delle parti collegate appartiene alla categoria D, lo spostamento dr, salvo pi accurata determinazione, pu essere valutato tenendo conto delle propriet meccaniche del suolo di fondazione, mediante lespressione: (Eq. 7.16) dove dgi e dgj sono gli spostamenti massimi del suolo in corrispondenza delle fondazioni delle due parti i e j, calcolati con riferimento alle caratteristiche di suolo locali.

105

CRITERI DI PROGETTAZIONE

106

Prove Sperimentali
8.1
8.1.1

Esecuzione
Linee guida ETAG No 0001 1997 Metal anchors for use in concrete Annex A: details of tests

8.2 8.3
8.3.1 8.3.2 8.3.3

Progettazione di una prova sperimentale Esempi


Profili di ancoraggio Connessione trave - pilastro Connessione pilastro - pannello

CAPITOLO 8.0
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O PAGG. 106/121

8.1 Esecuzione
A livello normativo non esistono documenti di riferimento per lo svolgimento di prove sperimentali su ancoraggi metallici che forniscano indicazioni sul set-up sperimentale e sulle modalit sperimentali. In ambito europeo esistono soltanto delle linee guida pubblicate dalla EOTA (European Organisation for Technical Approvals) che riguardano tasselli post-inseriti (del tipo ad espansione o ad adesione chimica). esplicitamente ad una specifica tipologia di ancoraggi, alcune considerazioni suggerite in questo documento sono valide anche per condurre campagne sperimentali su inserti metallici generici.

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8.1.1 Linee guida ETAG No 0001 1997 Metal anchors for use in concrete Annex A: details of tests
Il ruolo dellEOTA di controllare e sviluppare la pubblicazione delle ETA (Approvazione tecniche europee) e delle ETAG (Linee guida per lapprovazione tecnica europea) LETAG un documento il cui scopo definire come devono essere valutati specifiche caratteristiche o requisiti di un prodotto o una famiglia di prodotti. In base al CPD (Construction Products Directive, Direttiva del consiglio europeo 89/106/CE) le linee guida per un generico prodotto devono comprendere i seguenti punti: elenco dei requisiti specifici per il prodotto procedure di prova metodi di valutazione e giudizio dei risultati delle prove procedure collegate allAttestazione di Conformit (Marchio CE) periodo di validit dellapprovazione Nel caso specifico degli ancoraggi le linee guida prevedono una sezione dedicata alle prove sperimentali divisa in sei parti riguardanti: scelta degli ancoraggi di prova caratteristiche dei getti di prova (dimensioni, tipo di cemento, aggregati) installazione degli ancoraggi apparecchiature di prova procedura di prova documentazione di prova Si riprendono qui brevemente le indicazioni delle linee guida per quanto riguarda la preparazione e lesecuzione delle prove sperimentali. Scelta degli ancoraggi di prova I campioni di prova devono essere rappresentativi della normale produzione commerciale. Il produttore deve fornire tutto il sistema di ancoraggio, includendo le viti, i dadi, le rondelle e tutti gli accessori previsti dal sistema. Caratteristiche dei getti di prova

PROVE SPERIMENTALI

I getti di prova per linstallazione degli ancoraggi sono da realizzare secondo la norma UNI EN 206 Calcestruzzo Specificazione, prestazione, produzione e conformit. In aggiunta, sono da soddisfare alcuni requisiti aggiuntivi, presentati nei punti seguenti.

Aggregati, cemento, rapporto a/c Gli aggregati devono essere di media durezza e distribuiti secondo una curva granulometrica stabilita. Il diametro massimo degli aggregati deve essere compreso tra 16 e 20 mm, mentre la densit deve essere compresa tra 2.0 e 3.0 t/m3. I getti devono essere realizzati con cemento Portland tipo CEM I 32.5 o CEM I 42.5 secondo UNI EN 197-1. Il rapporto acqua/cemento non deve superare il valore di 0.75 e il contenuto di cemento minimo deve essere di 240 kg/m3. Resistenza del calcestruzzo Le linee guida suggeriscono che le prove siano condotte con due diverse serie di campioni caratterizzati da calcestruzzi diversi: a bassa resistenza (C20/25) e ad alta resistenza (C50/60). Per quanto riguarda le prove su inserti generici (diversi dai tasselli ad espansione) opportuno che il calcestruzzo rispecchi il pi possibile le condizioni nel quale linserto si trova nelle condizioni di esercizio. Al momento della prova si deve valutare leffettiva resistenza del campione sulla base di prove di compressione su cubi (150x150 mm) e su cilindri (f=150 mm h=300 mm). In generale la resistenza del calcestruzzo si deve valutare al momento della prova dellancoraggio. Installazione degli ancoraggi Linstallazione deve seguire le indicazioni fornite dal produttore dellancoraggio. Le linee guida suggeriscono alcune procedure da seguire in base alla tipologia dellancoraggio da provare. Apparecchiature di prova La struttura di supporto del provino e dellattrezzatura di carico deve permettere la formazione indisturbata del meccanismo di collasso. Per questo motivo la luce netta tra il contrasto e lancoraggio deve essere almeno pari al doppio della profondit efficace dellancoraggio hef per le prove assiali e al doppio della distanza dellancoraggio dal bordo del provino c1 per la prove di taglio. Il carico deve essere applicato per mezzo di un elemento che permetta di ricreare la situazione riscontrabile nel pratico utilizzo dellancoraggio, utilizzando tutti i componenti previsti dal produttore. Nel caso di prove assiali (Figura 8.1) il carico deve essere centrato sullancoraggio; per ottenere questo risultato deve essere predisposto un asse di carico fornito di opportuni snodi.

Figura 8.1 Linee guida ETAG: apparecchiature di prova

Nelle prove di taglio (Figura 8.1) il carico si applica parallelamente alla superficie del calcestruzzo attraverso una piastra metallica. Per ridurre lattrito tra la piastra e il calcestruzzo, possibile utilizzare dei fogli di teflon (PTFE). Nelle prove combinate trazione-taglio, lasse del carico applicato deve passare nellintersezione tra lasse dellancoraggio e la superficie del calcestruzzo. Linclinazione del carico deve rimanere costante per tutta la durata della prova.

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Procedura di prova Dopo linstallazione lancoraggio collegato allasse di carico e portato a collasso. Gli spostamenti relativi dellancoraggio rispetto al calcestruzzo devono essere acquisiti con riferimento ad un punto fisso che si trovi ad una distanza pari a d 1.5 hef dallasse dellinserto. La velocit di carico dovrebbe essere tale da permettere il raggiungimento del picco dopo un tempo compreso tra 1 e 3 minuti dallinizio della prova. Il carico e gli spostamenti devono essere acquisiti continuamente o almeno in modo da dividere la prova in 100 intervalli. Il test pu essere condotto in controllo di carico oppure di spostamento. Nel caso in cui si controlli il carico, il ramo discendente deve essere seguito almeno fino a raggiungere il 75% del carico di picco. Se si prova un ancoraggio vicino ai bordi dellelemento di calcestruzzo, i contrasti e i supporti dellapparecchiatura di prova devono essere posizionati in modo che sia possibile uneventuale rottura a cono dellelemento. Eventualmente potrebbe essere richiesto un supporto esterno allelemento (Figura 8.2).

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Figura 8.2 Linee guida ETAG: elementi di supporto e contrasto

8.2 Progettazione di una prova sperimentale


Uno dei vantaggi che una prova sperimentale ha nei confronti di unanalisi numerica la possibilit di tenere in conto correttamente gli aspetti legati alla congruenza (formazione di fessure) e il modello costitutivo dei materiali coinvolti. Pi difficile invece simulare le condizioni al contorno che si incontrano nella situazione di esercizio reale. evidente quindi la necessit di progettare il set-up sperimentale in modo che la situazione di prova ricalchi il pi possibile le condizioni al contorno originali, al fine di permettere la formazione indisturbata dei meccanismi di rottura, senza interferenze con i contrasti o i supporti necessari per lo svolgimento della prova. Il problema dellancoraggio richiede la conoscenza del comportamento dellinterfaccia calcestruzzoacciaio e associa i meccanismi di resistenza fragili del calcestruzzo, basati sulla meccanica della frattura, al comportamento costitutivo tridimensionale del calcestruzzo, fortemente influenzato dalle condizioni al contorno, con carichi applicati su superfici molto limitate. A causa di questi problemi e delle numerose possibilit di collasso (rottura della barra, splitting, rottura a cono del calcestruzzo, blow-out), la modellazione numerica del problema dellancoraggio risulta a tuttoggi un test impegnativo per qualsiasi modello costitutivo. Per questi motivi, lanalisi numerica non pu essere considerata come lunico punto di riferimento per il progetto di tali elementi che invece richiede anche equazioni empiriche e, soprattutto, campagne sperimentali. La sperimentazione permette di mettere in evidenza differenti modalit di rottura e suggerisce al progettista di scegliere un meccanismo di collasso che ottimizzi la duttilit, in modo da impedire che si incorra in meccanismi fragili. In base ai risultati sperimentali infatti possibile definire dei coefficienti di sicurezza che tengano in conto da un lato la grande dispersione dei punti di picco sperimentali per le rotture fragili e dallaltro le incertezze relative allinstallazione degli inserti.

PROVE SPERIMENTALI

Nel seguito si analizzano alcune campagne sperimentali condotte per studiare il comportamento di vari inserti metallici: profilo di fissaggio connessione trave pilastro connessione pilastro - pannello Il primo esempio un canale di fissaggio utilizzato per connettere i pannelli di facciata alle colonne o ai solai o semplicemente elementi strutturali tra di loro. La sperimentazione ha riguardato lapplicazione di forze normali e taglianti al canale. I meccanismi di rottura esaminati sono stati: cerniere plastiche per flessione del canale formazione di un cono di rottura nel calcestruzzo crushing del calcestruzzo intorno alla testa di ancoraggio del chiodo spalling del calcestruzzo slabbramento delle pareti del canale snervamento del gambo del chiodo di ancoraggio Il secondo esempio analizza la connessione torsionale di una trave prefabbricata con una mensola inserita in un pilastro. Il collasso in questo caso pu interessare: sfilamento della barra spalling della superficie di calcestruzzo parallela allasse della barra collasso della barra formazione di un cono di rottura nel calcestruzzo Il terzo caso riguarda un sistema per il collegamento dei pannelli di facciata ai pilastri. I possibili modi di rottura in questo caso sono: sfilamento della barra di ancoraggio (pull-out) snervamento della barra collasso delle viti di regolazione della mensola flessione dei piatti di acciaio schiacciamento locale del conglomerato

8.3 Esempi
8.3.1 Profili di ancoraggio
Una serie di profili di ancoraggio (Figura 8.3a) sono stati oggetto di una vasta campagna sperimentale, al fine di ottimizzare le prestazioni del profilo e verificare la capacit portante di ciascun meccanismo resistente. I profili di prova sono inseriti in provini prismatici di calcestruzzo bianco. La campagna sperimentale ha previsto lesecuzione di alcune prove preliminari con provini nei quali sono inseriti quattro profili (Figura 8.3b). In due di questi profili uno dei due chiodi di ancoraggio risultava libero di scorrere verticalmente non risultando saldato al profilo. Le prove effettuate sono le seguenti: estrazione del chiodo di ancoraggio libero di scorrere verticalmente flessione del profilo con tiro nella sezione di mezzeria e in una sezione di estremit valutazione della capacit a taglio con tiro nella sezione di mezzeria In base alle indicazioni ottenute da questa fase, sono state progettate le prove finali su provini in calcestruzzo pi grandi dei precedenti con profili ottimizzati in base ai risultati dei test preliminari (Figura 8.3c).

CAPITOLO 8.0

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(a)

(b)

(c)

Figura 8.3 Prove su profili di ancoraggio: geometrie dei provini e schema di prova

Set-up sperimentale Le prove preliminari sono state effettuate vincolando i provini ad un telaio di contrasto in acciaio ed applicando manualmente il carico tramite un sistema di leveraggi (Figura 8.4a). Per le prove finali, il carico stato applicato tramite un martinetto idraulico, montato su un telaio di supporto (Figura 8.4b). Il martinetto e gli strumenti utilizzati sono collegati ad una centralina di acquisizione e, tramite questa, ad un computer. Le prove sono eseguite in controllo di spostamento. In entrambi i casi, il dato di spostamento acquisito lo stroke (spostamento dellattuatore).

(a) Figura 8.4 Prove su profili di ancoraggio: set-up

(b)

Risultati sperimentali In Figura 8.5 sono riassunti i risultati sperimentali inerenti i singoli meccanismi di collasso indagati. La cerniera plastica formata dal carico agente allestremit del canale (Figura 8.5a) stata influenzata in maniera significativa dalleffettivo braccio di leva definito dal contatto tra la testa della vite e le due ali superiori del canale. Deve essere anche considerata la perdita di forma del canale (slabbramento): infatti, un calcolo effettuato considerando la sezione indeformata del canale porta a stimare un carico di collasso doppio di quello sperimentale. Il meccanismo di collasso duttile, ma la grande influenza delleffettiva posizione del carico (e quindi delleffettivo braccio di leva) suggerisce ladozione di un valore elevato per il coefficiente di sicurezza di modello (go=2). Al contrario, la previsione del meccanismo di collasso a tre cerniere plastiche per un carico centrato (Figura 8.5e) confermato dai risultati sperimentali, se i momenti plastici positivi (Mpl+) e negativi (Mpl-) sono calcolati sperimentalmente e se si tiene in conto leventuale instabilit locale del piatto inferiore compresso del canale. Il collasso per slabbramento, ottenuto limitando la flessione del canale attraverso due contrasti ravvicinati (Figura 8.5d), si dimostra fortemente influenzato dallo spazio libero tra la testa della vite e linterno del canale. Una corretta misura di questa tolleranza permette al progettista di prevedere accuratamente (con un errore inferiore al 10%) la capacit portante.

PROVE SPERIMENTALI

Figura 8.5 Profili di ancoraggio: meccanismi di collasso rilevati sperimentalmente

CAPITOLO 8.0

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Quando il carico applicato vicino a uno dei due chiodi di ancoraggio, il collasso preferibile lo snervamento del chiodo (Figura 8.5c). A questo proposito il progetto della geometria del chiodo (lunghezza, diametro dello stelo e del disco, caratteristiche meccaniche dellacciaio) deve impedire la rottura locale del calcestruzzo al di sopra della testa del chiodo e la formazione del cono. Si noti come in questo caso il collasso per la formazione del cono e lo snervamento dellancoraggio sono molto vicini come capacit ultima; quindi lincrudimento dellacciaio, comportando un aumento del carico ultimo, non induce un comportamento duttile del sistema, ma al contrario favorisce una rottura fragile. Per quanto riguarda le prove a taglio, (Figura 8.5f) la modalit di rottura con carico centrato tra i due chiodi di ancoraggio coinvolge lo spalling del calcestruzzo e la perdita di forma del canale, ma non leffetto bietta (per questo motivo si osserva una resistenza incrudente dopo il picco). Questi risultati sperimentali confermano che le formule di letteratura disponibili hanno una buona capacit di predire il carico di collasso dei meccanismi di meccanica della frattura come lanchor bolt e lo spalling. Al contrario, per il collasso dovuto alla formazione della cerniera plastica nel caso di tiro allestremit necessaria unattenta caratterizzazione del momento flettente del profilo aperto in parete sottile in modo da considerare le possibili instabilit locali del profilo. A seguito di queste e altre campagne sperimentali, stato possibile progettare un profilo ottimizzato caratterizzato da un meccanismo di collasso duttile (cerniere plastiche, slabbramento del canale, snervamento del chiodo di ancoraggio) evitando le rotture fragili attraverso luso di coefficienti di sicurezza adatti. Landamento del carico di collasso in funzione della posizione del carico rappresentato nel grafico seguente, prima e dopo lottimizzazione. (Figura 8.6). Si noti come nel primo caso il meccanismo di slabbramento non permetta lo sviluppo di capacit resistenti alquanto superiori, impedendo di garantire adeguata duttilit.

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Figura 8.6 Profili di ancoraggio: ottimizzazione dellelemento

8.3.2 Connessione trave pilastro


Come secondo esempio si mostra lindagine svolta in merito a barre di ancoraggio di tipo diretto ed indiretto inserite in un cubo di calcestruzzo armato soggetto ad una sollecitazione esclusivamente torcente. La campagna sperimentale ha indagato tre soluzioni di fissaggio per vincolare torsionalmente una trave prefabbricata alla mensola del pilastro. Al fine di limitarne lingombro, vengono considerate due soluzioni alternative a quella tradizionalmente messa in opera (barra diritta ad aderenza migliorata): un ancoraggio indiretto ottenuto mediante luso di una barra ad aderenza migliorata con una estremit piegata a 90ed una barra liscia con allestremit un piattello per indurre un ancoraggio di tipo diretto (Figura 8.8). Il programma sperimentale ha previsto 9 prove di carico, avendo considerato ununica geometria della mensola, un unico tipo di calcestruzzo (fck = 40 Mpa), un unico diametro di barra (20 mm) e di boccola (Fint = 24 mm) ed ununica posizione degli elementi di ancoraggio rispetto alla superficie della mensola.

PROVE SPERIMENTALI

(a)

(b)

(c)

Figura 8.7 Schema di carico, dimensioni del provino e condizioni al contorno

Figura 8.8 Soluzioni di ancoraggio

Il provino utilizzato per le prove di estrazione costituito da un cubo di calcestruzzo armato di lato 500 mm, smussato in corrispondenza di uno spigolo. Nel lato superiore del manufatto sono inserite due boccole ancorate a due barre di armatura. Il blocco di calcestruzzo risulta armato con unarmatura minima (Figura 8.10) e reso solidale alla piastra in acciaio vincolata al telaio mediante opportuni spinotti saldati ad una contropiastra annegata nel getto e filettati internamente per realizzare il collegamento con la piastra connessa al parallelepipedo in acciaio. Ad esclusione delle prime tre prove con barra diritta denominate non confinate, le rimanenti prove risultavano possedere una gabbia superficiale realizzata con ferri f10 passo 10 in entrambe le direzioni di ciascun piano costituente la superficie del cubo, fatta eccezione per quello ove risultava presente la piastra in acciaio. Set-up sperimentale Il provino vincolato ad un telaio in acciaio fissato al banco di prova tramite una piastra saldata ad un parallelepipedo di acciaio contrastato alla rotazione da un apposito telaio (Figura 8.7a,c). Il telaio rappresenta per il provino un vincolo esclusivamente torcente grazie alla conformazione geometrica del vincolo e allutilizzo di acido stearico nei punti di contatto tra le pareti verticali del telaio ed il provino, introdotto per eliminare lattrito e quindi qualunque forza verticale. In posizione simmetrica rispetto allasse di tiro, il provino bloccato da un puntone fissato sulla traversa superiore del telaio di prova, in modo da simulare una sollecitazione torcente (Figura 8.9b). Il carico applicato per mezzo di un pistone idraulico collegato alla boccola filettata inserita nel calcestruzzo. La boccola saldata sulla barra di ancoraggio ad aderenza migliorata di diametro pari a 20mm. La geometria delle barre di ancoraggio descritta in Figura 8.8. Per impedire la rotazione del provino, utilizzato un cubo metallico inserito in un telaio solidale con la macchina di prova (Figura 8.9). Un puntone posizionato simmetricamente rispetto al martinetto idraulico bilancia la forza applicata e mantiene il provino in uno stato di pura torsione. La prova condotta in controllo di spostamento.

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(a)

(b)

(c) Figura 8.9 Dettagli del sistema di carico e punti di rilievo sperimentali.

(d)

(a)

(b)

(c)

Figura 8.10 Armatura costruttiva e armatura di confinamento del provino

PROVE SPERIMENTALI

In asse alla vite che esercita il tiro avvitato un piatto metallico di riferimento. Sono posizionati a contatto due trasduttori potenziometrici al fine di misurare lo spostamento del piatto in due punti diametralmente opposti (G1 e G2 in Figura 8.9c,d). Lo spostamento della vite considerato pari alla media dei due valori rilevati dai trasduttori in modo da eliminare eventuali rotazioni dellasse di tiro. Attraverso due basi magnetiche i trasduttori sono vincolati al sistema di riferimento assoluto costituito dalla base della macchina di prova. In corrispondenza del pistone di carico posizionato un trasduttore potenziometrico (indicato in Figura 8.9c con H), allo scopo di misurare lo spostamento verticale assoluto del pistone del martinetto idraulico. La superficie del provino strumentata con tre trasduttori potenziometrici A, B, C, posizionati secondo lo schema in Figura 8.9d; in prossimit dellasse di carico ed a contatto con la superficie della mensola sono disposti tre trasduttori potenziometrici (D, E, F) per controllare la formazione eventuale di un cono di rottura. Ai fini della determinazione del carico e delle modalit di collasso dei provini, riveste grande importanza il grafico carico spostamento verticale. Lo spostamento della boccola identificato dalla media dei trasduttori potenziometrici G1 e G2 montati in corrispondenza della vite di collegamento tra boccola e asse di tiro (Figura 8.9c). Il valore medio dei due strumenti per non corrisponde alleffettivo movimento della boccola, in quanto somma dello sfilamento della boccola, della deformazione elastica della vite di collegamento tra boccola e asse di tiro e dello spostamento del cubo di calcestruzzo.

Soltanto il primo contributo di interesse per la campagna sperimentale. Il secondo contributo pu essere trascurato, e in ogni caso il suo valore calcolabile per una eventuale depurazione. Per quanto riguarda il movimento del provino, si assume lipotesi che il moto sia rigido, trascurando quindi le deformazioni del cubo. Sulla base di questa ipotesi, possibile depurare lo spostamento verticale del punto di attacco tra lasse di tiro e il provino dalla media delle letture degli strumenti potenziometrici G1 e G2, attraverso la costruzione dellequazione del piano partendo dalle misure effettuate tramite i trasduttori potenziometrici A, B, C che controllano il movimento verticale della superficie del provino. Risultati sperimentali Le connessioni mensola-trave testate mostrano tre meccanismi di rottura. La barra di ancoraggio diritta collassa per pull out (Figura 8.11a), con lunica eccezione di una prova nella quale si osservata la rottura della saldatura tra boccola e barra. I tests hanno mostrato uninfluenza trascurabile del confinamento introdotto dallarmatura. Usando una barra uncinata, il carico di picco non cambia in maniera significativa, ma il comportamento post picco risulta pi duttile (Figura 8.11b). Il comportamento migliore mostrato dallancoraggio diretto, poich lo snervamento della barra facile da prevedere, sia in termini di carico, sia in termini di spostamento (Figura 8.11c).

Figura 8.11 Connessioni mensola-trave: modalit di collasso

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Il vincolo torsionale introdotto nella mensola prefabbricata di mostra lefficacia dellancoraggio diretto, se la geometria ottimizzata in modo da evitare rotture dovute alla formazione del cono o a bursting. In questo problema il comportamento incrudente dellacciaio dellinserto porta ad un collasso per pullout che non semplice da calcolare soprattutto per grandi profondit di ancoraggio. I risultati confermano una resistenza di aderenza pari a 0.3 fc, ma questo valore pu dipendere, oltre che dalla resistenza del calcestruzzo, anche dal rapporto profondit/diametro della barra di ancoraggio, dalla posizione della barra nella mensola, dalla forza di confinamento (che equilibra la forza di estrazione nella coppia trasmessa dalla trave alla mensola), e dalleffetto scala. La presenza di un uncino al termine della barra di ancoraggio non impedisce il collasso per estrazione, ma aumenta significativamente la duttilit del meccanismo di rottura, anche se si evidenziano fenomeni di splitting; risulta pi difficile prevedere il comportamento di un meccanismo di questo tipo rispetto allo snervamento di una barra diritta.

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8.3.3 Connessione pilastro-pannello


Il sistema esaminato stato studiato per supportare pannelli prefabbricati posizionati orizzontalmente e fissati ai pilastri, consentendo la regolazione nei tre assi. Sono 3 gli elementi che costituiscono il sistema: - la scatola metallica inserita nel pilastro ed ancorata mediante una barra (ancoraggio di tipo diretto oppure indiretto) - la mensola - la scatola inserita nel pannello Obiettivo di una prima campagna di prove lottimizzazione dellancoraggio della scatola metallica che ospita la mensola mediante la valutazione del carico e delle modalit di collasso di varie tipologie di ancoraggi metallici inseriti in un campione di calcestruzzo armato che simula un concio di pilastro. La sollecitazione applicata tramite un martinetto idraulico collegato mediante un adeguato asse di tiro ad una boccola annegata nel provino e collegata all'ancoraggio. Il campione utilizzato per le prove di estrazione costituito da un parallelepipedo di calcestruzzo armato avente le dimensioni specificate in Figura 8.14. Nel lato superiore del manufatto sono inserite due boccole collegate a due barre di ancoraggio. Le barre sono di due tipologie: diritte ad aderenza migliorata (ancoraggio indiretto), oppure diritte e lisce con piattello (ancoraggio diretto) come mostrato in Figura 8.12. Le barre di ancoraggio sono strumentare con estensimetri secondo lo schema di Figura 8.13. Il provino armato con 2+2 barre longitudinali di diametro 26 mm e con staffe F=8 mm, passo 30 cm.

Figura 8.12 Barre di ancoraggio

Figura 8.13 Posizionamento degli estensimetri

Figura 8.14 Supporto per pannelli prefabbricati: dimensioni del provino e schema di prova

PROVE SPERIMENTALI

(a) Figura 8.15 Supporto per pannelli prefabbricati: schema di prova

(b)

Set-up sperimentale Il provino vincolato al banco di prova tramite una traversa in acciaio (realizzata con un profilo HE220B) fissata al banco con 8 (4+4) barre filettate f18, secondo lo schema di Figura 8.15. In asse alla vite che esercita il tiro avvitato un piatto metallico. Su di esso sono posizionati due trasduttori potenziometrici al fine di misurare lo spostamento del piatto in due punti diametralmente opposti (C1 e C2 in Figura 8.16a,b). Lo spostamento della vite considerato pari alla media dei due valori rilevati dai trasduttori in modo da eliminare eventuali rotazioni dellasse di tiro. Attraverso due basi magnetiche i trasduttori sono vincolati al sistema di riferimento assoluto costituito dalla base della macchina di prova. In corrispondenza del pistone di carico, posizionato un trasduttore potenziometrico (indicato in Figura 8.16b con B), allo scopo di misurare lo spostamento effettivo del pistone del martinetto idraulico. La superficie del provino strumentata con due trasduttori potenziometrici A1 e A2, posizionati secondo lo schema di a; mentre il vincolo della traversa di contrasto a sua volta strumentato con due trasduttori potenziometrici Q1 e Q2. Su alcune barre di ancoraggio sono stati installati degli estensimetri per monitorare lo stato deformativo e da questo dedurre lo stato tensionale delle barre.

(a) Figura 8.16 Supporto per pannelli prefabbricati: strumentazione

(b)

Le prove sono effettuate in controllo di spostamento con velocit prefissata.

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Risultati sperimentali I risultati in termini di curve carico spostamento sono presentati in Figura 8.17, evidenziando le prove con ancoraggio diretto da quello con ancoraggio indiretto. Nel primo caso la modalit di rottura osservata stata la rottura della barra in due provini, mentre nel rimanente campione (P4), a causa di una spinta a vuoto dellancoraggio in corrispondenza del foro interno che consente il passaggio di un pluviale internamente al pilastro, si registrato un collasso anomalo. Per quanto riguarda lancoraggio indiretto, le rotture osservate sono state il pull-out della barra (P1), il collasso del calcestruzzo in prossimit del punto di incastro del provino, (P2) e il cedimento della saldatura tra la barra di ancoraggio e la boccola (P3).

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Figura 8.17 Supporto per pannelli prefabbricati: risultati sperimentali

Alla luce dei risultati ottenuti si pu concludere che: a) L'ancoraggio diretto risulta garantire la maggiore duttilit poich come mostrano i rilievi estensimetrici, la deformazione lungo il tratto liscio risulta essere pi uniforme e pertanto lo snervamento coinvolge un tratto di barra pressoch pari all'intera lunghezza dell'ancoraggio. b) Occorre valutare la lunghezza del tratto di barra liscia considerando la presenza del pluviale per scongiurare rotture per spinte a vuoto del piattello di estremit. Il carico di rottura potrebbe essere limitato dalla parziale flessione indotta sulla superficie del piattello da un contrasto con pressioni non equamente distribuite sulla superficie del piattello e da una conseguente modesta eccentricit della risultante. Si potrebbe indagare il problema per scoprire se allungare lo stelo per assicurare bmin oppure accorciarlo per non interferire con il tubo.

Figura 8.18 Connessione pilastro-pannello: mensola di supporto, flusso delle forze

PROVE SPERIMENTALI

La seconda campagna sperimentale considera direttamente la mensola metallica (Figura 8.18) per il collegamento dei pannelli di facciata ai pilastri. La prova si avvale di una pressa servoidraulica da 5000kN. Le prove sono state eseguite su coppie di mensole di differente capacit portante: piccole (carico di progetto pari a 5 t), medie (carico di progetto pari a 8 t) e grandi (carico di progetto pari a 12 t). Le mensole sono introdotte in scatole annegate in un segmento di pilastro, comprensivo del foro di passaggio del pluviale. Le caratteristiche geometriche dei campioni sono riportate in Figura 8.20. Il concio di pilastro ha dimensioni 50x50x120cm. Il carico P applicato come specificato in Figura 8.18.

Set-up sperimentale Il set-up di prove descritto in Figura 8.19: il carico applicato attraverso un meccanismo a leva. Il test effettuato in controllo di carico con una velocit pari a 1 kN/s fino al collasso del provino. La strumentazione di misura composta da tre estensimetri per mensola, fissati al concio tramite un sistema di bracci collegati ad una base magnetica incollata sul pilastro stesso. Gli strumenti misurano lo spostamento delle mensole (relativo al pilastro): verticale ed orizzontale, in corrispondenza della piastra orizzontale inferiore orizzontale, in corrispondenza della testa del bullone dancoraggio alla barra annegata nel getto orizzontale. In alcune prove si sono aggiunti estensimetri posti lungo la barra dancoraggio e sul sistema di carico (in particolare, sulle piastre del sistema di leva che distribuisce il carico della pressa tra pilastro e mensole) per conoscere con precisione il carico effettivamente applicato su ogni mensola, eliminando cos eventuali contributi di attrito introdotti da significative rotazioni della mensola.

Figura 8.19 Connessione pilastro-pannello: set-up sperimentale

(a)

(b)

(c)

Figura 8.20 Connessione pilastro-pannello: geometria dei campioni e set-up sperimentale

Figura 8.21 Campione di prova

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La mensola metallica oggetto della prova ha messo in evidenza durante la sperimentazione due differenti modalit di collasso. Il primo legato allo splitting del provino di calcestruzzo non armato sia lungo lasse longitudinale che localmente sotto il dado compresso (Figura 8.22a), il secondo, riguardante il provino armato, coinvolge i piatti dacciaio (Figura 8.22b) e provoca un collasso per flessione della flangia inferiore. Al contrario, la barra di ancoraggio non risulta mai sede di collasso, non raggiungendo in nessun caso il carico di snervamento.

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Figura 8.22 Connessione pilastro-pannello: modalit di collasso

Le prove hanno messo in evidenza la necessit di testare le piastre metalliche quando il loro spessore cambia anche se le caratteristiche dichiarate del materiale rimangono le stesse. Infatti, il collasso duttile controllato dalla plasticit delle piastre metalliche e dalle tolleranze ammissibili dal posizionamento del sistema meccanico. La pressione locale esercitata dal dado del bullone filettato necessita di un attento calcolo per la sua determinazione che deve tenere in conto le risorse di resistenza offerte dalla scatola metallica e leventuale confinamento offerto dalla vicinanza delle staffe: metodi di calcolo semplificati non possono soddisfare i limiti di resistenza da splitting, determinati sperimentalmente. Nel caso analizzato stato calcolato un rapporto pari a circa 8 tra la massima pressione calcolata attraverso unipotesi di diffusione a 45 e quella calcolata tramite un approccio a elementi finiti considerando una scatola metallica elastica poggiante su un continuo elastico (che simula il conglomerato cementizio).

Conclusioni Lanalisi sperimentale sugli ancoraggi nelle strutture prefabbricate appena presentata mette in evidenza che lottimizzazione di questi dettagli pu portare ad una buona affidabilit nelle previsioni sia in termini di carico sia in termini di duttilit. I meccanismi resistenti basati sulla meccanica della frattura possono essere previsti in larga parte attraverso luso di equazioni semi-empiriche, mentre lanalisi limite pu aiutare a prevedere i collassi legati allacciaio. Imporre un limite superiore alla resistenza dellacciaio dovuta allincrudimento dellacciaio pu prevenire linsorgere di fenomeni fragili e garantire unadeguata duttilit. Ulteriori ricerche sono comunque necessarie riguardo il comportamento ciclico di questi meccanismi in modo da investigare le strategie di progettazione in ambito sismico e per quanto riguarda la resistenza al fuoco; inoltre, unanalisi non lineare potrebbe migliorare la conoscenza dei fenomeni legati alle pressioni locali, allinfluenza dellarmatura e ai fenomeni di spacco (splitting) e di distacco (spalling).

PROVE SPERIMENTALI

Conclusioni

I sistemi di fissaggio, di sollevamento e di supporto sono sempre stati oggetto delle disposizioni costruttive che risultano regole empiriche, caratterizzate da un ampio coefficiente di sicurezza, basate su un numero limitato di esperienze e su una progettazione semplificata condotta spesso alla luce del metodo tiranti e puntoni (strut and tie). Obiettivo primario di tali regole di buona progettazione quello di garantire un sovradimensionamento accettabile del particolare costruttivo, capace di escludere modalit di collasso locali che, anticipando quelle globali, risultassero determinanti per la capacit portante dellintera struttura. La vasta ricerca condotta nellambito della meccanica della frattura per materiali quasi fragili come il calcestruzzo, lo studio di problemi semplificati quali quello dellancoraggio in condizioni assialsimmetriche (anchor bolt) e sui meccanismi di base del trasferimento delle tensioni dallarmatura al calcestruzzo (aderenza, azione di spinotto, compressioni locali), lampia ricerca sperimentale condotta prevalentemente dalla scuola di Stoccarda prevalentemente sui sistemi di fissaggio hanno permesso di riconsiderare la capacit resistente a trazione del conglomerato nello studio di questi dettagli costruttivi. Sono state proposte e convalidate regole di calcolo semiempiriche, basate non solo sullesperienza, ma anche su modellazioni numeriche eseguite con il metodo degli elementi finiti facendo uso di leggi costitutive raffinate, che permettono oggi di affrontare questo problema formulando un approccio progettuale rigoroso nellambito del metodo semiprobabilistico agli stati limite. La complessit meccanica che spesso li contraddistingue richiede una cura maggiore nella fase progettuale di quella normalmente dedicata ad una comune membratura, tuttavia nellambito delle strutture prefabbricate, la ripetibilit del medesimo dettaglio nei moduli costruttivi ci permette di considerare con la giusta attenzione tutte le variabili che intervengono nella definizione

della capacit portante e della duttilit ad essa associata. Luso delle stesse leggi di calcolo, la caratterizzazione statistica dei materiali costituenti, le prove sui prototipi condotte con i medesimi accorgimenti sperimentali, il quadro di riferimento comune, la dichiarazione da parte del produttore del meccanismo di collasso selezionato nello schema resistente e garantito dalle prove sperimentali preliminari e di conformit del prodotto, permettono oggi al progettista di intervenire con un approccio ottimizzato nella scelta del sistema pi idoneo alla luce della geometria del manufatto, delle relative tolleranze di posizionamento e delle azioni che devono essere trasferite dal generico sistema. La pubblicazione fornisce al progettista i presupposti teorici del calcolo, le basi normative ed alcuni esempi applicativi per intervenire nella scelta dei sistemi in oggetto nel tentativo di guidarlo verso una scelta ottimizzata che non pu pi essere affidata solo alla sua improvvisazione ed alla sua intuizione occasionale. Il futuro gi delineato dalla recente normativa nazionale apparsa per riconsiderare le sollecitazioni sismiche; infatti, non esistono pi soltanto le connessioni poste in zone non critiche o poste in zone critiche ma sovradimensionate in modo da escluderle dal meccanismo di collasso. La prossima frontiera quella di considerare tali connessioni nelle zone critiche sedi di fenomeni di collasso in modo da condizionare al meglio le capacit di resistenza e di dissipazione energetica nel comportamento dellintera struttura. In questa sfida il progettista non potr trattenersi dal considerare tutte le opportunit fornite oggi dalla tecnologia dei nuovi materiali perch luso sapiente delle propriet meccaniche non eccessivamente condizionato dai costi, poich le zone che interessano le connessioni rimangono comunque delimitate e pertanto lintroduzione di adeguati materiali in volumi quantitativi ristretti pu risultare competitiva rispetto alle tecnologie tradizionali.

CONCLUSIONI
I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O PAGG. 122/123

Normativa di riferimento
[1] Ministero dei Lavori Pubblici - DM 09.01.96 Norme per il calcolo, lesecuzione e il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche [2] Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - DM 14.09.05 Norme tecniche per le costruzioni [3] Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3431 Ulteriori modifiche e integrazioni allordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3274 del 20 marzo 2003, recante Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica [4] UNI EN 1992-1-1:2005 - Eurocodice 2 - Progettazione delle strutture di calcestruzzo - Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici [5] CNR 10025/98 - Istruzioni per il progetto, lesecuzione ed il controllo delle strutture prefabbricate in calcestruzzo [6] UNI EN 197-1:2006 Cemento [7] UNI EN 355:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Assorbitori di energia [8] UNI EN 361:2003 - Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto - Imbracature per il corpo [9] UNI EN 729:1996 - Requisiti di qualit per la saldatura. Saldatura per fusione dei materiali metallici [10] UNI EN 795:2002 - Protezione contro le cadute dall'alto - Dispositivi di ancoraggio - Requisiti e prove [11] UNI EN ISO 1461:1999 - Rivestimenti elettrolitici di zincatura per immersione a caldo su prodotti finiti ferrosi e articoli di acciaio - Specificazioni e metodi di prova [12] UNI ISO 2081:1989 - Rivestimenti metallici. Rivestimenti elettrolitici di zinco su ferro e acciaio [13] UNI 7344:1985 - Profilati di acciaio formati a freddo. Prescrizioni e tolleranze [14] UNI EN 10018:2003 - Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico - Istruzioni per la progettazione, l'esecuzione e la manutenzione - Rivestimenti lapidei e ceramici [15] UNI EN 10025:2005 - Prodotti laminati a caldo di acciai per impieghi strutturali [16] UNI EN 10088:2005 - Acciai inossidabili [17] UNI EN 10263:2003 - Vergella, barre e filo di acciaio per ricalcatura a freddo ed estrusione a freddo [18] UNI EN 10326:2004 - Nastri e lamiere di acciaio per impieghi strutturali rivestiti per immersione a caldo in continuo - Condizioni tecniche di fornitura [19] UNI EN 10327:2004 - Nastri e lamiere di acciaio a basso tenore di carbonio rivestiti per immersione a caldo in continuo, per formatura a freddo - Condizioni tecniche di fornitura [20] DIN 15018-1 - Cranes; steel structures; verification and analyses [21] DIN 15018-2 - Cranes; steel structures; principles of design and construction

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Bibliografia
CEN/TC 250 SC 2/WG 2 - Design of fastenings for use in concrete CEB Bulletin n.216 - Fastenings to Concrete and Masonry Structures, 1994 CEB Bulletin n.233 - Design of Fastenings in Concrete - Design Guide - Parts 1 to 3 (edizione rivista CEB Bulletin n. 230 - RC Elements under Cyclic Loading, 1996 CEN Technical Commitee 250 - Technical Specification 1-5/2004 European Organization for Technical Approval - ETAG001 (Edition 1997) Guideline for european technical Dassori Enrico - La prefabbricazione in calcestruzzo. Guida all'utilizzo nella progettazione, ASSOBETON,
BE-MA editrice, Milano, 2001 del bollettino CEB n. 226)

CONCLUSIONI

approval of metal anchor for use in concrete

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Sistema di sollevamento Ancorfab


Il sistema di sollevamento ANCORFAB, certificato Lloyds Register Quality Assurance, costituito dai seguenti elementi base: - ancorante che viene conglobato nel getto, facendo cosi parte dellelemento prefabbricato, sulla quale viene inserito il maniglione di sollevamento. Faccendo parte dellelemento prefabbricato le zanche soddisfano la normativa attualmente in vigore (DM 09/01/1996 e relativi circolari). Lo stesso vale anche per i maniglioni. - maniglione che lattrezzo che viene accopiato alla zanca per connettervi il gancio di sollevamento. - guaina che serve per creare lincavo nell calcestruzzo che permette il collegamento tra zanca e maniglione. MATERIALI E TRATTAMENTI SUPERFICIALI Gli ancoranti del sistema di sllevamento ANCORFAB vengono prodottI a seguito dell processo di forggiatura. Il materiale uttilizzato S355J2G3 secondo la UNI EN 10027-1 con un rapporto fyk/fuk > 1.2 e di classe D di resilienza > 27J a -20C. Gli ancoranti vengono forniti zincati a caldo secondo la UNI EN ISO 1461 con rivestimento minimo di 35 micron. COEFFICIENTI DI SICUREZZA Le verifiche di resistenza adottano un coefficiente di sicurezza k > 3. Questo coefficiente comprende anche il caso in cui riguarda i maniglioni il coefficiente di sicurezza k > 5. PORTATE Le portate delle zanche sono state date per un calcestruzzo con Rck > 15 N/mm2. I valori nominali forniti si riferiscono alla fsubisce delle riduzzioni oltre un dato valore di inclinazione rispetto allasse del inserto. MECCANISMI DI ROTTURA Nella progettazione sono stati considerati i mecanismi di rottura seguenti - Rottura acciaio ancorante - Rottura per pull-out (sfilamento) - Rottura per estrazione del cono del calcestruzzo - Rottura per splitting (spacco del calcestruzzo) MECCANISMI DI ROTTURA Peso proprio Il peso P del prefabbricato di calcestruzzo pu essere calcolato per elementi in cemento armato con un peso specifico 25 kN/m. Carichi dinamici Per tener conto dei carichi dinamici, che vengono generati durante il sollevamento, il carico effettivo del manufatto viene moltiplicato per il coefficiente fd denominato coefficiente dinamico. Tiri obliqui In asenza di bilancino si ha, in relazione alla lunghezza della fune, un angolo dinclinazione . La componente orizzontale risultante va ad aumentare il carico sulla testa della zanca secondo un fattore pari a fi = 1/cos.

(1) Condizioni di sollevamento e trasporto da evitare poich ad alto rischio.

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Ancoranti Ancorfab
Gli ancoranti del sistema di sollevamento ANCORFAB vengono realizzati in ST 52,3 tramite lavorazione a caldo. Gli ancoranti si dividono in ancoranti AP e ancoranti con il foro AF. Le portate nominali degli ancoranti sono state calcolate con un coefficiente di sicurezza k 3 e si riferiscono al tiro assiale. A richiesta, tutti i tipi possono essere forniti zincati a caldo con spessore >40 mm. ANCORANTI AP

Occorre considerare che lancorante AP viene principalmente utilizzato quando il suo posizionamento nel manufatto permette di avere il cono di rottura completo. Lufficio Tecnico della Chryso Italia S.p.A. a disposizione per la scelta delle dimensioni pi opportune degli ancoranti.
Cono completo Cono ridotto

La scelta degli ancoranti viene effettuata in funzione dei seguenti parametri: 1) Calcolo della resistenza del calcestruzzo - Sezione manufatto - Resistenza media Rcm allo scassero e/o alla movimentazione/montaggio - Armatura di progetto (lenta e/o di precompressione) - Lunghezza dellancorante Qualora lancorante venga utilizzato su elementi di calcestruzzo con spessori che non permettono di avere il cono di rottura completo, la resistenza del calcestruzzo sar anche in funzione delle distanze di posizionamento dellancorante (t). 2) 3) 4) 5) Peso del manufatto Aderenza cassaforma Inclinazione funi (coefficiente fi) allo scassero al montaggio Carichi dinamici (coefficiente di carico dinamico fd) allo scassero al montaggio

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ANCORANTI AF Lancorante con foro AF viene principalmente utilizzato per il sollevamento di manuffatti con sezioni ridotte, in particolre laddove risulti impossibile lutilizzo degli ancoranti AP. I carichi indicati sono validi solamente con armatura.

ESEMPI DI APPLICAZIONE CON ANCORANTE AP

ESEMPI DI APPLICAZIONE CON ANCORANTE AF

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Sistema di fissaggio Edilfix


Il sistema di fissaggio EDILFIX offre una soluzione rapida e versatile ad ogni problema di ancoraggio tra elementi di calcestruzzo, quali: pannelli/travi, parapetti/solette, ecc. e in carpenteria metallica come, ad esempio, nel montaggio di controsoffitti e scaffalature sospese. Il sistema costituito da: - profili in lamiera piegata a freddo - bulloni - accessori di completamento

MATERIALI E TRATTAMENTI SUPERFICIALI


I profili EDILFIX, formati a freddo secondo le norme UNI EN 10130 e UNI EN 10143, e realizzati in acciaio S235JR secondo EN 10027-1, vengono forniti zincati sendzimir con rivestimento minimo di 20 mm (UNI EN 10142), in barre da 3 metri oppure in spezzoni da 25 - 37,5 - 50 - 100 cm. La gamma dei profili EDILFIX comprende i seguenti modelli: LE 1, LE 2, LE 3. I profili EDILFIX sono disponibili nelle versioni indicate a lato.

Profili con piedino

I profili con piedino facilitano la messa in opera perch evitano linserimento e la piegatura della fascetta. Linterasse tra i piedini o le asole varia da 12,5 cm fino a 25 cm. Per la messa in opera del profilo asolato si inseriscono le fascette, sul dorso del profilo, che successivamente saranno piegate. AVVERTENZA: al momento della piegatura della fascetta occorre evitare qualsiasi danneggiamento dellasola. MECCANISMI DI ROTTURA

Nella progettazione sono stati considerati i mecanismi di rottura seguenti: Rottura acciaio per - slabramento del profilo - distacco del profilo dallancoraggio - collasso del connettore Profili asolati con fascette da inserire BULLONI
I bulloni, realizzati in acciaio classe 4.6 UNI EN 20225 e completi di dadi classe 8A UNI EN 20225 sono stati appositamente studiati per realizzare un accoppiamento corretto ai profili EDILFIX. I bulloni sono stati calcolati con un coefficiente di sicurezza k '3D 3. Non sono ammesse operazioni di saldatura. Limpiego di bulloni e dadi diversi da quelli forniti da CHRYSO ITALIA potrebbe procurare nei profili tensioni non previste e, di conseguenza, invaldare le garanzie indicate. I bulloni, zincati con rivestimento elettrolitico, vengono forniti completi di dadi e rondelle. I bulloni possono essere forniti con rondelle elastiche Grower o rondelle larghe. Bullone con testa ad ancora
Da utilizzare con i profili tipo LE 1 (pagina 6), LE 2 (pagina 8) e LE 3 (pagina 10).

Meccanismi di rottura per - formazione del cono del calcestruzzo - sfilamento (pull-out) - splting

A richiesta, possono essere forniti bulloni, dadi e rondelle zincati a caldo.

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Tipo LE 1
PROFILO EDILFIX I profili EDILFIX LE 1, formati a freddo e realizzati in acciaio S235JR, vengono forniti zincati a caldo tipo sendzimir secondo la UNI EN 10142 con rivestimento minimo di 20 mm, in barre da 3 metri oppure in spezzoni da 200 - 250 - 375 - 500 mm. Per evitare infiltrazioni di cls o boiacca, i profili EDILFIX vengono forniti con riempimento di facile rimozione in fase di montaggio.

Per la definizione dei carichi sono stati utilizzati i bulloni TA M16. Il carico massimo ammissibile a slittamento di 2,5 kN. I dati relativi ai carichi ammissibili sono stati determinati considerando un coefficiente di sicurezza k '3D 3. Nella determinazione dei valori, si sono inoltre considerati, come forze di taglio, tutti gli sforzi che agiscono con unangolazione '3D10 rispetto alla superficie del calcestruzzo mentre, per forze di trazione ammissibili, sono stati considerati gli sforzi agenti con un angolo '3D10 rispetto alla perpendicolare della superfice di calcestruzzo. Non sono consentiti carichi obliqui applicati con inclinazioni superiori.

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Tipo LE 2
PROFILO EDILFIX I profili EDILFIX LE 2, formati a freddo e realizzati in acciaio S235JR, vengono forniti zincati a caldo tipo sendzimir secondo la UNI EN 10142 con rivestimento minimo di 20 mm, in barre da 3 metri oppure in spezzoni da 250 - 375 - 500 mm. Per evitare infiltrazioni di cls o boiacca, i profili EDILFIX vengono forniti con riempimento di facile rimozione in fase di montaggio.

Per la definizione dei carichi sono stati utilizzati i bulloni TA M16. Il carico massimo ammissibile a slittamento di 2,5 kN. I dati relativi ai carichi ammissibili sono stati determinati considerando un coefficiente di sicurezza k '3D 3. Nella determinazione dei valori, si sono inoltre considerati, come forze di taglio, tutti gli sforzi che agiscono con unangolazione '3D10 rispetto alla superficie del calcestruzzo mentre, per forze di trazione ammissibili, sono stati considerati gli sforzi agenti con un angolo '3D10 rispetto alla perpendicolare della superfice di calcestruzzo. Non sono consentiti carichi obliqui applicati con inclinazioni superiori.

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Bulloni e Accessori per profilo LE 2


Per il profilo EDILFIX tipo LE 2 occorre utilizzare soltanto i bulloni con testa ad ancora, che sono disponibili nelle lunghezze riportate nella relativa tabella. I bulloni possono essere introdotti in ogni punto del profilo e, una volta ruotati di 90, si bloccano in posizione corretta. Tutti i bulloni sono di classe 4.6.
Bullone con testa ad ancora

Lestremit dei bulloni presenta una scalanatura che permette di verificare il posizionamento della testa allinterno del profilo.

DISTANZE MINIME DAI BORDI ED INTERASSI


Lo spessore minimo dellelemento in funzione della lunghezza dellancoraggio pi il ricoprimento. Per il profilo LE 2 le distanze minime dai bordi ed interassi sono: a: 12 cm b: 30 cm d: 26 cm Gli interassi e le distanze minime dai bordi sopra riportati si applicano per calcestruzzo armato con Rck '3D 30 N/mm. Per calcestruzzo non armato, gli interassi devono essere aumentati del 30% CARICHI AMMISSIBILI RIDOTTI PER DISTANZE DAI BORDI RIDOTTE I carichi ammissibili ridotti per distanze dai bordi ridotte, riportati nella tabella a lato, vengono applicati per calcestruzzo armato con Rck '3D 30 N/mm senza considerare armature aggiuntive.
ARMATURA AGGIUNTIVA NECESSARIA PER DISTANZE DAI BORDI RIDOTTE

Mediante armatura aggiuntiva, le distanze minime dai bordi sopra indicate possono essere diminuite senza ridurre i carichi ammissibili. Per diminuire, ad esempio, la distanza dai bordi fino a 5 cm in un pannello spesso 10 cm, occorre prevedere larmautra aggiuntiva come illustrato a lato. In questo modo, i carichi di trazione vengono trasmessi mediante larmatura stessa. Per ulteriori soluzioni, consultare il nostro ufficio tecnico.

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Sistema Prefab
Affidabilit, praticit ed economicit caratterizzano il sistema di sollevamento PREFAB, certificato ICMQ, che costituio dai seguenti elementi base: - zanca che viene conglobato nel getto, faccendo cosi parte dellelemento prefabbricato, sulla quale viene inserito il maniglione di sollevamento. Faccendo parte dellelemento prefabbricato le zanche soddisfano la normativa attualmente in vigore (DM 09/01/1996 e relativi circolari). Lo stesso vale anche per i maniglioni. - maniglione che lattrezzo che viene accopiato alla zanca per connettervi il gancio di sollevamento. - guaina che serve per creare lincavo nell calcestruzzo che permette il collegamento tra zanca e maniglione. MATERIALI E TRATTAMENTI SUPERFICIALI Le zanche del sistema di sollevamento PREFAB vengono prodotte a seguito della tranciatura di piatti laminati a caldo. Il materiale uttilizzato S355J2G3 secondo la UNI EN 10027-1 con un rapporto fyk/fuk > 1.2 e di classe D di resilienza > 27J a -20C. Le zanche vengono fornite zincate a caldo secondo la UNI EN ISO 1461 con rivestimento minimo di 35 micron. I maniglioni PMA vengono prodotti con i segenti materiali: - per la chiocciola la lega GS30CrMoV4 - per il chiavistello GS30CrMoV6-4 Su questi materiali vengono eseguiti dei trattamenti di tempra e rinvenimento. COEFFICIENTI DI SICUREZZA Le verifiche di resistenza adottano un coefficiente di sicurezza k > 3. Questo coefficiente comprende anche il caso in cui le zanche sono posizionate in zone di possibile fessurazione del calcestruzzo e le possibili fenomini di fatica. Per quanto riguarda i maniglioni il coefficiente di sicurezza k > 5. PORTATE Le portate delle zanche sono state date per un calcestruzzo con Rck > 15 N/mm2. I valori nominali forniti si riferiscono alla fsubisce delle riduzzioni oltre un dato valore di inclinazione rispetto allasse del inserto. MECCANISMI DI ROTTURA
Nella progettazione sono stati considerati i mecanismi di rottura seguenti - Rottura acciaio zanca - Rottura per pull-out (sfilamento) - Rottura per estrazione del cono del calcestruzzo - Rottura per splitting (spacco del calcestruzzo) Peso proprio Il peso P del prefabbricato di calcestruzzo pu essere calcolato per elementi in cemento armato con un peso specifico 25 kN/m. Carichi dinamici Per tener conto dei carichi dinamici, che vengono generati durante il sollevamento, il carico effettivo del manufatto viene moltiplicato per il coefficiente fd denominato coefficiente dinamico. Tiri obliqui In asenza di bilancino si ha, in relazione alla lunghezza della fune, un angolo dinclinazione . La componente orizzontale risultante va ad aumentare il carico sulla testa della zanca secondo un fattore pari a fi = 1/cos.

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Zanca PT Testa Piana


La zanca PT, realizzata in acciaio S355J2G3, viene ricavata tramite tranciatura dei laminati a caldo. La zanca PT stata studiata specificamente per evitare i problemi di sbrecciature dei pannelli durante la fase di ribaltamento da casseri non basculanti. Laccoppiamento tra maniglione e zanca realizzato in maniera tale da distribuire uniformemente le tensioni di trazione su tutta la superficie dellelemento a perdere che, a sua volta, le trasmette al calcestruzzo. La presenza, inoltre, di un nasello semicircolare sulla testa della zanca ne permette un rapido allineamento al maniglione e quindi un facile inserimento del chiavistello di questultimo, anche in posizioni di lavoro poco agevoli. Per questa caratteristica funzionale la zanca PT stata brevettata e come tale pu essere prodotta e commercializzata esclusivamente da CHRYSO ITALIA S.p.A.

A - Lotto di produzione B - Anno di produzione C - Tipologia D - Portata nominale E - Marchio identificativo

PORTATE - ARMATURE - POSIZIONAMENTI


Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al tiro assiale sono state calcolate con un coefficiente di sicurezza k > 3. Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al trasporto con tiro inclinato, sono riferite ad un angolo di circa 35 rispetto alla verticale e corrispondono all80% della portata nominale. Le dimensioni delle armature indicate in tabella, realizzate con tondino ad aderenza migliorata tipo FeB44K sono quelle minime ammissibili; inoltre opportuno che le suddette armature siano collegate a quelle degli elementi prefabbricati. Non sono ammesse saldature di alcun genere.

PAGG. 12/19 I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O - SCHEDA PRODOTTO

Il posizionamento deve essere effettuato come nella figura riportata a lato. La seconda cravatta da prevedere solo quando si ribalta su entrambi i lati.

Armatura di ribaltamento (cravatta) in tondo FeB44K. Ir lunghezza prima della piegatura. Gli estremi della cravatta vanno messi dentro la rete di armatura. Posizionamento Gli inserti devono essere disposti in modo simmetrico rispetto al baricentro dellelemento prefabbricato. Se, per esigenze costruttive, non si pu rispettare questa condizione, bisogna necessariamente utilizzare elementi ripartitori come bilancini, carrucole, ecc., affinch vi sia una distribuzione del carico. A lato sono riportati alcuni esempi per la ripartizione del carico Fz Sollevamento Il tipo di sollevamento determinato dal numero degli inserti. Nella produzione di elementi prefabbricati i sollevamenti con pi di due punti sono indeterminabili, ossia non possbile calcolare con precisione le forze gravanti sul singolo inserto. Con limpiego dei bilancini ripartitori o carrucole, il carico Fz viene considerato gravante su quattro inserti. In caso di carico simmetrico, il carico per ogni inserto n (numero degli inserti) volte in meno del Fz.

In caso di posizionamento asimmetrico degli inserti rispetto al baricentro dellelemento, il carico sullinserto viene calcolato come nellesempio seguente.

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Nome prodotto

Zanca PU Universale
La zanca PU, realizzata in acciaio S355J2G3, viene ricavata tramite tranciatura dei laminati a caldo. La zanca PU viene principalmente utilizzata per il sollevamento di pannelli e travi. Pu essere impiegata anche per elementi di

A - Lotto di produzione B - Anno di produzione C - Tipologia D - Portata nominale E - Marchio identificativo

PORTATE - ARMATURE - POSIZIONAMENTI Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al tiro assiale sono state calcolate con un coefficiente di sicurezza k > 3. Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al trasporto con tiro inclinato, sono riferite ad un angolo di circa 35 rispetto alla verticale e corrispondono all80% della portata nominale. Le dimensioni delle armature indicate in tabella, realizzate con tondino ad aderenza migliorata tipo FeB44K sono quelle minime ammissibili; inoltre opportuno che le suddette armature siano collegate a quelle degli elementi prefabbricati. Non sono ammesse saldature di alcun genere.

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Nome prodotto

Zanca PF Due Fori


La zanca PF, realizzata in acciaio S355J2G3, viene ricavata tramite tranciatura dei laminati a caldo. La zanca PF viene principalmente utilizzata per il sollevamento di pilastri, travi, calcestruzzo a bassa resistenza come, ad esempio, calcestruzzo alleggerito.

A - Lotto di produzione B - Anno di produzione C - Tipologia D - Portata nominale E - Marchio identificativo

PORTATE - ARMATURE - POSIZIONAMENTI Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al tiro assiale sono state calcolate con un coefficiente di sicurezza k > 3. Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al trasporto con tiro inclinato, sono riferite ad un angolo di circa 35 rispetto alla verticale e corrispondono all80% della portata nominale. Le dimensioni delle armature indicate in tabella, realizzate con tondino ad aderenza migliorata tipo FeB44K sono quelle minime ammissibili; inoltre opportuno che le suddette armature siano collegate a quelle degli elementi prefabbricati. Non sono ammesse saldature di alcun genere.

PAGG. 12/19 I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O - SCHEDA PRODOTTO

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Zanca PP con Piastra


La zanca PP, realizzata in acciaio S355J2G3, viene ricavata tramite tranciatura dei laminati a caldo. La zanca PP viene principalmente utilizzata quando lo spessore del calcestruzzo molto ridotto (es. tubi - solette, ecc.). Laltezza c la minima possibile a causa degli ingombri della guaina. Su richiesta, possibile realizzare zanche con altezza maggiore di c.

A - Lotto di produzione B - Anno di produzione C - Tipologia D - Portata nominale E - Marchio identificativo

PORTATE - ARMATURE - POSIZIONAMENTI Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al tiro assiale sono state calcolate con un coefficiente di sicurezza k > 3. Le portate ammissibili indicate nella tabella e relative al trasporto con tiro inclinato, sono riferite ad un angolo di circa 35 rispetto alla verticale e corrispondono all80% della portata nominale. Le dimensioni delle armature indicate in tabella, realizzate con tondino ad aderenza migliorata tipo FeB44K sono quelle minime ammissibili; inoltre opportuno che le suddette armature siano collegate a quelle degli elementi prefabbricati. Non sono ammesse saldature di alcun genere.

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Maniglioni Prefab
CARATTERISTICHE GENERALI I maniglioni della serie PREFAB sono disponibili in tre versioni: tipo PMA con anello saldato tipo PMF con anello a fune tipo PMA-SA per sganciamento automatico a distanza. Gruppi di carico per i tipi PMA e PMF: 2,5 t - 6,0 t - 10,0 t. Gruppo di carico per il tipo PMA-SA: 6,0 t. Le portate nominali dei maniglioni sono state calcolate con un coefficiente k '3D 5 e si riferiscono al tiro assiale. I maniglioni vengono forniti verniciati mediante cataforesi nera. Questo tipo di vernice epossidica, con spessore 14 16 m, offre il vantaggio di una notevole resistenza allambiente salino (oltre 300 ore). Trattandosi di articoli a reimpiego, necessario il controllo annuale da parte di personale qualificato. Per laggancio del manufatto, il maniglione va posto nellincavo formato dalla guaina e il chiavistello va inserito nella zanca con limpugnatura dalla parte opposta al tiro della fune. Laggancio sicuro solo quando limpugnatura del chiavistello a fine corsa. Per sganciare il maniglione, si fa ruotare il chiavistello, mediante lapposita impugnatura, in senso contrario al precedente. Il chiavistello munito di un appostio occhiello per lo sganciamento a distanza. I maniglioni del sistema PREFAB possono essere utilizzati in tutte le direzioni di tiro. Essi presentano sulla superficie di appoggio al calcestruzzo due protuberanze simmetriche a 45 rispetto allasse verticale. Durante il sollevamento con tiro inclinato, tali protuberanze permettono di allontanare i punti di appoggio del maniglione dalla superficie del manufatto. Si ottengono cos i seguenti vantaggi: forte riduzione delle sbrecciature del calcestruzzo per posizionamenti non corretti delle guaine a recupero. appoggio del maniglione sul calcestruzzo in posizione ottimale e con spinta diretta verso il centro del manufatto. E importante rilevare che la sagoma dellanello saldato tale da ridurre al minimo il braccio di leva sulla zanca durante il ribaltamento, ci che evita il danneggiamento della superficie del manufatto.

A - Lotto di produzione B - Anno di produzione C - Tipologia D - Portata nominale E - Marchio identificativo

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Maniglioni PMA con anello saldato


PORTATE E DIMENSIONI

USURE MASSIME AMMISSIBILI NEI MANIGLIONI PMA Durante lispezione periodica importante verificare che la spina elastica di fine corsa impedisca la fuoriuscita del chiavistello dallapposita sede.

PER SGANCIAMENTO AUTOMATICO A DISTANZA


Nei casi in cui le operazioni di sganciamento risultino problematiche, sono disponibili i maniglioni PMS da 6 t con comando penumatico e pistone di sganciamento a distanza. Questo tipo di maniglione viene fornito con relativo cilindro pneumatico a doppia via. Il chiavistello viene chiuso manualmente con la medesima modalit di un maniglione PMA. Il chiavistello viene aperto mediante lazione dellaria compressa (circa 6 atm - max. 10 atm) e non pu essere sbloccato accidentalmente finch risulta sotto carico. Il componente viene fornito senza compressore e relativi tubi flessibili di raccordo da R 1/4, che sono necessari allutilizzatore per installare il sistema direttamente sui propri mezzi di sollevamento e trasporto e collegarlo alle relative pulsantiere per unificarne i comandi ed il sistema di sicurezza. Per i criteri di identificazione, occorre far riferimento a quanto riportato per i maniglioni PMA.

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Sistema di appoggio mensole MT


CAMPO DI IMPIEGO Il sistema di appoggio MENSOLA MT, viene proposto come soluzione per il supporto di elementi prefabbricati montati esternamente ai pilastri, consentendo ampie regolazioni lungo i tre assi cartesiani e una regolazione angolare aggiuntiva grazie al foro asolato nella parte inferiore della mensola. PROCEDURE DI INSTALLAZIONE ll sistema si compone essenzialmente di 3 elementi: - PIASTRA ZANCATA (INSERTO) da posizionare sullelemento Portante (PILASTRO) - RIPARTITORE DI CARICO (INSERTO) da posizionare nellelemento Portato (PANNELLO) - MENSOLA di collegamento tra i due elementi fornita completa di BullonI e DadI di regolazione e di Serraggio Sono disponibili 5 modelli di Mensole MT con relativi accessori in funzione della Portata Nominale.

TOLLERANZE DIMENSIONALI t 1mm (UNI 6324)

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Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 35N/mm2 MATERIALI Vedi Tabelle TRATTAMENTI SPECIALI Vedi Tabelle MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Mensola + Piastra Zancata + Ripartitore Cedimento Piastra Zancata - Coeff.Sicurezza a 3

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Sistema di sicurezza ELS10 ELS20

CAMPO DI IMPIEGO Le linee di sicurezza ELS10-ELS20 sono DPI contro le cadute dallalto, di Classe C, in accordo con la direttiva CEE 89/686. Il sistema costituito da Colonne da fissare a Perni in acciaio (ancoraggi), dotati di Scatola di Protezione in PVC, preventivamente predisposti negli elementi e da una Fune tesa tra le colonne per consentire la realizzazione della linea per laggancio degli operatori. Il sistema disponibile in 2 versioni: ELS 10 : Campata da 6mt a 10mt (2Colonne) ELS 20 : Campata da 11mt a 20mt (3 Colonne) Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 35N/mm2 MATERIALI Vedi Tabelle TRATTAMENTI SPECIALI Vedi Tabelle MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Secondo UNI 795

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PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Le Colonne vengono fissate sui manufatti in CLS per mezzo di Perni predisposti nei casseri prima della fase di getto. I perni possono essere predisposti nei casseri in diversi modi in funzione della forma e delle dimensioni del manufatto, Per lutilizzo occorre rispettare sempre le distanze dai bordi e la classe di resistenza minima per il CLS prescritte. Distanze dai Bordi = de>12cm - db>20cm

TOLLERANZE DIMENSIONALI t 1mm (UNI 6324)

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Profili incavi dentati

CAMPO DI IMPIEGO I Profili Incavi Dentati EDILMATIC vengono proposti per risolvere le problematiche di bloccaggio completo degli elementi costitutivi dI nodi in tutte le direzioni cartesiane. La nuova tipologia di Profilo Incavo dotata di "Dentatura" sulle alette, che con l'ausilio di un GIUNTO ANTISCORRIMENTO, consente, in fase di assemblaggio degli elementi, il completo bloccaggio degli stessi. Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 35N/mm2 PROCEDURE DI INSTALLAZIONE

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TOLLERANZE DIMENSIONALI t 0.32mm (UNI 6324) t 0.2mm (UNI EN 10147) MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Taglio e Trazione PTR -PTA Rottura Alette Profilo - Coeff.Sicurezza a 3 Scorrimento PSC Rottura denti profilo - Coeff.Sicurezza a 3 TRATTAMENTI SPECIALI Vedi Tabelle MATERIALI Vedi Tabelle

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Sistema di ancoraggio con profili incavi

CAMPO DI IMPIEGO I Profili Incavi Edilmatic vengono proposti per lancoraggio di elementi prefabbricati in CLS e per il montaggio di altre attrezzature per il completamento degli edifici industriali e/o civili. Sono forniti con spugna Poliuretanica che, rimossa a al montaggio, crea delle zone di ancoraggio (vani incavi) per linserimento di vari accessori per realizzare gli ancoraggi previsti. Le forme e le dimensioni dei profili sono variabili in funzione delle portate e la gamma a disposizione consente applicazioni con carichi massimi che vanno da P=2kN a P=20kN. Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 25N/mm2

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TOLLERANZE DIMENSIONALI Vedi Tabelle TRATTAMENTI SUPERFICIALI Vedi Tabelle MATERIALI Vedi Tabelle PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Vedi Figure MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Taglio e Trazione PTR - PTA Rottura Alette Profilo - Coeff.Sicurezza a 3 NOTE I Profili Incavi EDILMATIC nelle diverse tipologie sono disponibili con diverse Zancature e Lunghezze L Profili incavi in SPEZZONI - Lunghezza L compresa tra 15 cm e 1 mt Profili incavi in BARRE - Lunghezza L = 3 mt.

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Sistema di ritenuta scatole ST2

CAMPO DI IMPIEGO Il sistema di ritenuta EDILMATIC con SCATOLA ST2 viene proposto come soluzione per vincolare i pannelli di facciata e/o di tamponamento alle strutture in CLS. Il sistema composto dalla SCATOLA ST2 da posizionare nellelemento da ritenere (solitamente nel bordo superiore dei pannelli), da spezzoni di profilo inseriti nellelemento ancorante (pilastri, velette, gronde ecc...) e da Bulloni Dadi, Rondelle o Contropiastre, da utilizzare nella fase di montaggio degli elementi. TRATTAMENTI SUPERFICIALI Vedi Tabelle MATERIALI Vedi Tabelle TOLLERANZE DIMENSIONALI t 1mm (UNI 6324) MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Scatola ST2 + Profilo Incavo Cedimento Profilo Incavo - Coeff.Sicurezza a 3 Scatola ST2 Cedimento Strutturale Corpo centrale - Coeff.Sicurezza a 3 Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 25N/mm2

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PROCEDURE DI INSTALLAZIONE

NOTE La SCATOLA ST2 disponibile in 2 versioni con 2 diverse dimensioni di ingombro: Scatola ST2 Standard con Larghezza L=120mm Scatola ST2 Stretta con Larghezza L=90mm La portata nominale di 20 kN per entrambi i tipi di Scatola, riferita al pezzo singolo nel caso di applicazioni senza il profilo incavo o in caso di utilizzo di profilo Tipo M nellelemento ancorante.

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Sistema di sollevamento Edilmatic EMP

CAMPO DI IMPIEGO Il sistema di Sollevamento Edilmatic EMP un dispositivo studiato per il sollevamento e la movimentazione di manufatti in calcestruzzo. Pu essere utilizzato sia in stabilimento, nelle operazioni di scassero e stoccaggio, sia in cantiere per il posizionamento e il montaggio degli elementi. Il Sistema costituito da un inserto, PIOLO di sollevamento, da predisporre preventivamente nei casseri prima del getto dei manufatti e da una MANIGLIA per laggancio del piolo stesso durante le movimentazioni. Viene fornito in 4 modelli in funzione delle Portate Ammissibili e delle configurazioni di Sollevamento. TRATTAMENTI SUPERFICIALI Vedi Tabelle MATERIALI Vedi Tabelle TOLLERANZE DIMENSIONALI t 1mm (UNI 6324) MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Pioli + Maniglia Rottura CLS Coeff.Sicurezza per Acciaio a 3 per Calcestruzzo a 2

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PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Prescrizioni per sollevamento dalla Posizione Ortogonale

Prescrizioni per sollevamento dalla Posizione Verticale

Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 15N/mm2- 20N/mm2

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Sistema di ritenuta squadrette EDIL 1-2-3-4

CAMPO DI IMPIEGO Le SQUADRETTE Zigrinate Edilmatic CON o SENZA rinforzi laterali, sono disponibili in 4 tipologie diverse per poter soddisfare qualsiasi esigenza di regolazione nei casi di ritenuta e collegamento di elementi in CLS. Squadrette EDIL()-SR = Senza Rinforzi Squadrette EDIL()-R = con Rinforzi TRATTAMENTI SUPERFICIALI Vedi Tabelle MATERIALI Vedi Tabelle TOLLERANZE DIMENSIONALI t 1mm (UNI 6324) Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 25N/mm2

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PROCEDURE DI INSTALLAZIONE

MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Squadrette con rinforzo Cedimento giunzioni saldate Coeff.Sicurezza a 3 Squadrette senza rinforzo Deformazione squadretta Coeff.Sicurezza a 3

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Angolare per ritenuta gronda

CAMPO DI IMPIEGO LAngolare speciale per Ritenuta Gronda denominato con la sigla FRG studiato appositamente per le applicazioni con presenza di travi di gronda che in forza della loro forma particolare non permettono lapplicazione di inserti per il successivo ancoraggio. La forma particolare dellangolare permette lattacco con la parte incava della Trave e consente un ancoraggio sicuro del pannello o di altri elementi in ritenuta. TOLLERANZE DIMENSIONALI t 1mm (UNI 6324) MATERIALI Vedi Tabelle Rck MINIMO RICHIESTO RcK (min) 25 N/mm2 TRATTAMENTI SUPERFICIALI Vedi Tabelle MECCANISMI DI ROTTURA CONSIDERATI Angolare FRG = Deformazione angolare Coeff.Sicurezza = per Acciaio a 3 PROCEDURA D'INSTALLAZIONE Laggancio alle Travi possibile con spessori variabili tra 50mm e 100mm Possono essere utilizzati Profili incavi tipo H-D-H30 con le diverse zancature a disposizione. La Lunghezza dei Bulloni di ancoraggio pu essere scelta in funzione dello spessore utile di aggancio. Per un corretto utilizzo del sistema occorre tassativamente rispettare la coppia di serraggio indicata.

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Sistemi di fissaggio per pannelli prefabbricati: Baionette e Nodi

PORTATA AMMISSIBILE La portata dei singoli nodi sempre da valutare in funzione dellapplicazione e dei profili ai quali i nodi stessi vengono abbinati (solitamente profili di tipo HTA 40/23 o similari). CAMPO DI IMPIEGO I nodi vengono utilizzati per collegamenti di sola ritenuta orizzontale tra elementi prefabbricati (nodo 7 per collegamenti tra pannelli e pilastri, nodo PRU per collegamenti di testa tra pannelli e pilastri, nodo 5 per collegamenti tra pannelli e travi di gronda, baionette ed angolari per collegamenti tra elementi vari).

MATERIALI I nodi Halfen sono realizzati in acciaio S 275JR. ARMATURA MINIMA RICHIESTA Per i nodi sono disponibili le seguenti finiture: - Acciaio verniciato a polvere; - Acciaio zincato galvanicamente; - Acciaio inox MATERIALI Essendo un collegamento meccanico, non bisogna seguire alcuna procedura, se non il corretto serraggio dei bulloni. I nodi 7 e PRU vanno inseriti a filo pannello, e sono a scomparsa.

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Sistemi per riprese di getto tipo HBT


Sagoma a staffa singola Versione standard

Versioni speciali

tipo 1 Sagoma a staffa doppia Versioni speciali

tipo 2

tipo 3

tipo 4

Sistema:

tipo 6

PORTATA AMMISSIBILE Il carico ammissibile differente in funzione del diametro dei ferri, del passo e della tipologia del prodotto. La portata determinabile utilizzando le normali formule di calcolo a taglio in accordo con la normativa vigente. CAMPO DI IMPIEGO I sistemi Halfen HBT trovano applicazione in tutte le strutture in calcestruzzo armato nelle quali si presenta l'esigenza di effettuare riprese di getto. Diametro delle barre 8 10 12 mm 7 differenti profili per spessori di muri da 8 a 23 cm Disponibilit di sistemi a singola o doppia barra Lunghezza standard di 1250 mm MATERIALI Bst 500 in accordo DIN 488 (resistenza caratteristica a snervamento fyk=500 Mpa) Bst 500 NR, acciaio inox A4 (disponibile su richiesta) PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Il sistema HBT di facile installazione e non necessita di attrezzature particolari. Viene fissato direttamente alle casseformi prima del getto. Successivamente si rimuove il coperchio e si ripiegano in fuori le armature.

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Sistema di collegamento pilastri Halfen HCC

Pilastri prefabbricati in c.a. con ancoraggi HALFEN HCC per pilastri e plinti di fondazione con tirafondi di ancoraggio HALFEN HAB = prefabbricazione al 100%

PORTATA AMMISSIBILE La portata ammissibile varia in funzione dellancoraggio utilizzato (HCC) e del corrispondente tirafondo (HAB). La tabella sotto riportata evidenzia per ogni tipologia il carico resistente di progetto (NR,d) La gamma di prodotti comprende 10 tipologie di carico, da 62 kN fino a 937 kN (trazione) di carico di progetto, con diametri del filetto da 16 a 52 mm.

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CAMPO DI IMPIEGO Le tradizionali soluzioni di connessione alle fondazioni dei pilastri prefabbricati sono spesso dispendiose sia in fase di fabbricazione che di trasporto e movimentazione in cantiere. A tale scopo il sistema HALFEN di collegamento pilastri offre unalternativa vantaggiosa: gli ancoraggi insieme ai tirafondi formano un semplice ed efficace sistema di connessione dei pilastri. Si presta molto bene per applicazioni strutturali in presenza di: fondazioni su pali trivellati e/o micropali terreni con scarsa portanza o in presenza di acqua di falda superficiale opere in spazi limitati, ad esempio in centri abitati o storici fondazioni con platee gettate in opera collegamenti pilastro-pilastro e pilastro fondazione adatti ai nuovi criteri antisismici. MATERIALI Lancoraggio per pilastri HCC realizzato con i seguenti materiali: lamiera laterale e piatto di base in acciaio S 355J2G3 tondi per ancoraggio in acciaio BSt 500 S I tirafondi di ancoraggio HAB sono realizzati con i seguenti materiali: tirafondi filettati Classe 8.8 tondi di ancoraggio in acciaio BSt 500 S PROCEDURA DI INSTALLAZIONE

Fig.1 Pilastro: Fissare lancoraggio pilastro alla testa dellarmatura. Fondazione: Inserire i tirafondi di ancoraggio nellarmatura di fondazione, usando una dima. Fig. 2 Rimuovere la guaina di protezione del filetto del tirafondo e la dima. Posizionare il pilastro infilandolo sui tirafondi ed appoggiandolo sui dadi inferiori. Avvitare i dadi superiori con rondelle ai tirafondi. Regolare i pilastri mediante lavvitamento o svitamento dei dadi. Fig. 3 Serrare i dadi. Il pilastro viene stretto con forza alla fondazione. Fig. 4 Riempire per iniezione la cavit tra pilastro e fondazione con malta fluida a ritiro compensato.

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Nome prodotto

SISTEMA DI SOLLEVAMENTO CON BOCCOLE HD

HD - Boccola con chiodo

HD - Boccola a piastra

HD - Boccola con foro

HD - Boccola con tondino HD - Boccola corta con chiodo

HD - Maniglione

HD - Maniglione a fune

HD - Adattatore

PORTATA AMMISSIBILE

diametro (mm) portata (t)

Per la capacit di carico del sistema HD viene utilizzato il sistema dei gruppi di carico come evidenziato nella tabella sopraindicata. Oltre alla suddivisione per gruppi di carico viene adottato anche un sistema di suddivisione per colore che rende molto pi semplice ed immediato il riconoscimento e laccoppiamento dei vari elementi.

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CAMPO DI IMPIEGO Il sistema di sollevamento HD viene utilizzato per il sollevamento di elementi prefabbricati. Lestrema semplicit di utilizzo ed il facile riconoscimento dei vari elementi sono tra i principali punti di forza. Queste boccole vengono anche utilizzate come inserti per il fissaggio di barre filettate nei nodi antisismici. MATERIALI Le boccole possono essere realizzate in acciaio BST500 o in acciaio inox 1.4401/1.4571(A4) per alcune tipologie di boccole. TRATTAMENTI SUPERFICIALI Per le boccole sono disponibili i seguenti trattamenti: Dacromet. PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Il sistema HD di facile installazione e necessita, per il fissaggio al cassero, di una guaina.

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Nome prodotto

SISTEMA DI CONTINUITA' ARMATURE TIPO HALFEN HBS-05

La gamma copre i diametri 12 - 14 - 16 - 20 - 25 28 30 mm CAMPO DI IMPIEGO Il sistema Halfen HBS-05 progettato per permettere la continuit diretta tra barre di armatura. Specialmente indicato per riprese di getto e per evitare sovrapposizioni in zone molto armate. Sistema certificato.

MATERIALI Il sistema Halfen HBS-05 realizzato totalmente in acciaio Bst 500 S (fy= 500 Mpa; fu=550 Mpa)

PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Il sistema HBS05 di facile installazione e non necessita di attrezzature particolari come per es. la chiave dinamometrica . Basta avvitare completamente il maschio alla femmina.

PORTATA AMMISSIBILE Tutti i tipi di connessione possono essere utilizzati in trazione e/o compressione oppure possono essere disposti per resistere ad ogni azione sulla sezione trasversale. La resistenza di progetto del collegamento, in condizioni prevalenti di carico statico, per ogni tipo di sollecitazione pari al 100% della resistenza di progetto delle barre collegate. Il sistema di connessione HBS-05 pu essere utilizzato anche in elementi sottoposti prevalentemente a carichi oscillanti.

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Nome prodotto

Ancoraggi per mensole tozze tipo Halfen HSC

PORTATA AMMISSIBILE La portata ammissibile differente a seconda dellancoraggio utilizzato e della tipologia di utilizzo scelta. I calcoli vengono eseguiti secondo lEurocodice. Si arrivati a dimensionare mensole con carichi di 100 t, senza con ci escludere la possibilit di raggiungere carichi pi elevati.

CAMPO DI IMPIEGO Il nuovo sistema di ancoraggio Halfen HSC offre una soluzione pratica per la realizzazione di mensole per pilastri sia in prima che seconda fase. Il vantaggio del sistema la velocit di realizzazione ed economicit rispetto ai sistemi tradizionali. Consente di risparmiare notevoli quantit di armature e di velocizzare le operazioni. MATERIALI Lancoraggio per pilastri HSC realizzato con tondi in acciaio BSt 500 S. In particolare la testa presenta una forma rettangolare brevettata. PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Nel caso di getto in due fasi una prima parte viene inserita in fase di getto del pilastro. La seconda parte viene inserita in opera prima della realizzazione delle mensole. Nel caso di getto monolitico viene inserita una barra unica prima del getto.

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Nome prodotto

Profili Halfen HTA e HZA

Profili HALFEN dentati tipo HZA

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PORTATA AMMISSIBILE La portata in funzione della tipologia e delle dimensioni del profilo come da tabella sottostante:

ESTRAZIONE

TAGLIO

I valori indicati si riferiscono a calcestruzzo C 20/25 (tra parentesi sono relativi a calcestruzzi C 30/37).

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Rck MINIMO RICHIESTO I dati indicati nelle tabelle sono relativi a calcestruzzo C 20/25. Ove si preveda l'utilizzo di calcestruzzo C 12/15 i carichi indicati dovranno essere ridotti di un fattore pari a 0,7 (0,67 in caso di cls alleggerito). CAMPO DI IMPIEGO I profili Halfen HTA e HZA trovano una vasta applicazione in molti ambiti dell'edilizia, tra cui: Prefabbricazione : Fissaggio elementi prefabbricati Edilizia civile : Fissaggio supporti per facciate ventilate e facciate continue. Fissaggio impianti Impiantistica : Fissaggio ancoraggi per tubature e guide per ascensori

ARMATURA MINIMA RICHIESTA Nel rispetto delle tabelle sopra riportate e degli interassi e distanze minime, non richiesta alcuna armatura aggiuntiva (con calcestruzzo classe C 30/37 bisogna prevedere comunque unarmatura di rinforzo con tondino 8 FeB 44 K in prossimita degli ancoraggi). Ove non rispettate le tabelle, bisogna prevedere comunque unarmatura aggiuntiva con barre di tipo FeB44 K, sia longitudinali, sia nellintorno dei singoli ancoraggi. MATERIALI I profili HTA sono disponibili in Acciaio tipo S235JRG2 (Fe 360 BFN), S235JR (Fe 360B), S275JR (RSt 44-2) o QSt E 380 e in Acciaio inox classe A4 EN 1.4571/1.4401 secondo EN 10088-1. MECCANISMI DI ROTTURA I meccanismi di rottura per i suddetti profili sono i seguenti: - collasso per estrazione di un cono di cls - collasso per flessione del profilo - collasso per splitting - collasso locale delle ali del profilo - collasso per blow-out - collasso per pry-out - collasso per pull-out TRATTAMENTI SUPERFICIALI Per i profili in Acciaio sono disponibili i seguenti trattamenti: - Materiale nero (non zincato) - Zincatura a caldo tipo sendzimir, riv. 20 m - Zincatura a caldo per immersione, riv. 50 m; PROCEDURE DI INSTALLAZIONE I profili Halfen sono pronti alluso e vanno fissati (mediante chiodi, viti, rivetti) allinterno dei casseri prima del getto, in modo che durante le fasi di getto e vibrazione del cls non si muovano. Possono essere forniti con riempimento in schiuma o polistirolo, che pu essere facilmente rimosso dopo il getto. NOTE Per maggiori informazioni tecniche si rimanda ai cataloghi tecnici presenti sul nostro sito www.halfen.it.

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Nome prodotto

Sistemi per pannelli sandwich tipo Halfen SPA

Ancoraggio portante SPA -1

Ancoraggio portante SPA -2

Distanziatore SPA B

Distanziatore SPA - N

PORTATA AMMISSIBILE La portata ammissibile varia in funzione della tipologia di SPA, della lunghezza dell'ancoraggio, del diametro dello stesso. Per maggiore informazioni si consiglia di consultare il catalogo QUALITA' CALCESTRUZZO Crosta esterna: almeno B35 Crosta portante: almeno B25 CAMPO D'IMPIEGO I sistemi per pannelli sandwich tipo SPA si usano per realizzare pannelli a completo taglio termico: fungono da collegamento e supporto tra la crosta interna (portante) e quella esterna (portata), consentendo le dilatazioni termiche. MATERIALI Tutti i prodotti SPA sono realizzati in Acciaio Inox 1.4571 / K 700 oppure 1.4401 / K 700 PROCEDURA D'INSTALLAZIONE Il sistema SPA integra l'armatura presente nei vari strati del pannello sandwich. La disposizione e la tipologia sono differenti a seconda della dimensione del pannello, della presenza o meno di aperture e a seconda che il pannello debba essere ruotato meno.

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Nome prodotto

Sistemi per pannelli sandwich tipo MVA

tipo FA PORTATA AMMISSIBILE

tipo MVA

La portata ammissibile varia in funzione della tipologia di MVA e delle dimensioni dello stesso. Per maggiore informazioni si consiglia di consultare il catalogo. MVA: un cilindro metallico con funzione portante che presenta dei fori alle estremit per permettere l'inserimento dell'armatura di rinforzo. FA un piatto di spessore variabile dai 1,5 ai 3 mm che presenta dei fori per consentire l'inserimento dell'armatura di rinforzo. Funge da antirtorsione. Ancoraggi di ritenuta sono gli SPA-N, SPA-A, SPA-B. Per ulteriori dettagli si rimanda alla scheda tecnica degli SPA. CAMPO D'IMPIEGO Il collegamento tipo MVA impedisce lo scostamento tra lo strato portante e quello portata oltre a permettere il trasferimento dei carichi dallo strato portante a quello portato. Garantisce inoltre il movimento dello strato esterno senza che questi ultimi si trasferiscano a quello interno nelle fasi di movimentazione ed a regime. MATERIALI Tutti i prodotti MVA sono realizzati in Acciaio Inox 1.4571 / K 700 oppure 1.4401 / K 700 PROCEDURA D'INSTALLAZIONE Il sistema MVA integra l'armatura presente nei vari strati del pannello sandwich. La disposizione e la tipologia sono differenti a seconda della dimensione del pannello, della presenza o meno di aperture e a seconda che il pannello debba essere ruotato meno.

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Nome prodotto

Sistema di sollevamento Frimeda


GANCI DI SOLLEVAMENTO

TPA-FS

TPA-FZ

TPA-FA TPA-FE

TPA-FX TPA-FD

TPA-FP

TPA-FF

TPA-FG

MANIGLIONI

TPA-R1

TPA-R2

TPA-R3

TPA-F1

TPA-F2

PORTATA AMMISSIBILE

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Tabella dei gruppi di carico: ogni maniglione adatto a diverse portate

CAMPO D'IMPIEGO Il sistema di sollevamento Frimeda viene utilizzato per il sollevamento ed il ribaltamento di elementi prefabbricati. Le diverse tipologie di zanche permettono di avere sempre la soluzione ideale per la movimentazione delle diverse tipologie di elementi. MATERIALI Le zanche sono realizzate in acciaio S 355J2 I maniglioni sono realizzati in acciaio. MECCANISMI DI ROTTURA La rottura pu avvenire lato calcestruzzo o lato acciaio. I coefficienti di sicurezza previsti nei confronti della rottura : - Rottura dellacciaio della zanca g = 3 - Rottura del calcestruzzo g = 2,5 - Rottura delle funi g = 4 - Rottura del maniglione g = 5 TRATTAMENTI SPECIALI Per le zanche sono disponibili i seguenti trattamenti di protezione alla corrosione: acciaio zincato a caldo. PROCEDURE D'INSTALLAZIONE Il sistema FRIMEDA di facile installazione e necessita, per il fissaggio al cassero, di una piastrina, una guaina (multiuso o a perdere) e di viti di fissaggio. Consente un aggancio rapido e sicuro al maniglione.

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Nome prodotto

Profili di Ancoraggio

Figura 2 Nodo con piastra PX e contropiastra PY

Figura 1 Nodo di ancoraggio con piastra LDZ

Figura 3 - Profili GL Locatelli nella versione liscia (GL), con staffe (GS) e con piedi (GP) Alla base dei prodotti GL Locatelli c un approfondita conoscenza scientifica. Una sintesi delle conoscenze relative ai profili di ancoraggio pubblicata in questo manuale al capitolo 8 Prove sperimentali da pagina 106

Figura 4 Schema dei materiali impiegati per le prove di laboratorio

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DIMENSIONI

I valori di portata riportati nel capitolo successivo sono subordinati al rispetto delle distanze del profilo dai bordi del getto e dalla distanza di applicazione dei carichi :

Le distanze dai bordi possono essere ridotte inserendo armatura collaborante a seconda delle specifiche situazioni.

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PORTATE AMMISSIBILI

Le portate sono garantite senza armatura aggiuntiva, ad eccezione della minima necessaria per normativa.

CARICO DINAMICO Le prove di carico ciclico a trazione eseguite sui profili hanno dimostrato la piena funzionalit dei prodotti nei termini di lavoro indicati nelle tabelle. I profili sono stati caricati da 0 kN fino al massimo carico di lavoro per 12 cicli e successivamente caricati fino a raggiungere la rottura. I valori relativi ai carichi di rottura sono risultati analoghi a quelli delle prove convenzionali. Di seguito riportiamo un grafico della prova sperimentale.

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CAMPO DI IMPIEGO La gamma dei profili GL Locatelli permette di risolvere l'ancoraggio nella forma pi discreta ed economica a seconda delle esigenze: Per portate fino a 5 kN sono idonei per pendinature di contro-soffitti, rivestimenti leggeri, illuminazioni, segnaletica. Per portate fino a 10 kN sono idonei per l'ancoraggio di tubazioni, passerelle elettriche, guide e piccoli binari, collegamenti fra strutture in acciaio e calcestruzzo. Per portate superiori a 10 kN sono idonei per l'ancoraggio di ascensori, binari, macchinari, rivestimenti pesanti, scale, parapetti industriali, barriere. ARMATURA MINIMA RICHIESTA I carichi di portata corrispondono alle prestazioni dei soli profili a prescindere dalle armature del manufatto. Per la definizione delle armature minime si rimanda alla Normativa. L'ufficio tecnico GL Locatelli a disposizione per la soluzione di problemi specifici. MATERIALI I profili di ancoraggio sono prodotti in acciaio S235JR, in acciaio speciale ad alta resistenza e in acciaio Inox 304. In questi anni gli acciai hanno beneficiato di un evoluzione tecnologica che permette di ottenere prodotti particolarmente idonei alla profilatura a freddo migliorando le caratteristiche del prodotto finito. Il prodotto utilizzato per evitare linserimento del calcestruzzo nel profilo una speciale resina ad alta densit. MECCANISMI DI ROTTURA Il principale meccanismo di rottura lo slabbramento che provoca la fuoriuscita del bullone dal profilo di ancoraggio. L'azione di slabbramento si combina con la flessione del profilo a seconda della posizione assunta dal bullone. I valori delle portate degli ancoraggi sono espressi con coefficiente di sicurezza 3 sulla rottura. Tutti i profili GP sono idonei per l'impiego in zone sismiche. TRATTAMENTI SUPERFICIALI Sono comunemente impiegati profili con zincatura Sendzimir, il trattamento estremamente qualificato in quanto ottenuto a 700 C. direttamente nella produzione della lamina d'acciaio (UNI EN 10142 con 275 g/m2). Sono disponibili anche profili zincati a caldo secondo normativa UNI EN ISO 1461 con spessore di >55 mm PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Il profilo di ancoraggio va posato fra le armature prima dell'esecuzione del getto di calcestruzzo. Collocare la superficie aperta del profilo, contenente il riempimento, a diretto contatto con il cassero e verificare il corretto posizionamento. Se l'applicazione prevede casseri di legno si consiglia di inchiodare il profilo al cassero. Se l'applicazione prevede casseri in acciaio fissare il profilo alle armature in modo che faccia da distanziatore fra cassero e armatura. Una volta tolto il cassero il profilo sar complanare alla superficie del getto; senza fuoriuscire ne presentarsi infossato. Il riempimento in schiuma sintetica rigida assicura la perfetta integrit del profilo in tutta la sua lunghezza per una fruizione ottimale e una rapida pulitura del canale e installazione degli accessori di ancoraggio. NOTE I profili di ancoraggio GP sono verificati per l'impiego in zona sismica. E' importante verificare il corretto posizionamento nel cassero Il profilo di ancoraggio consente la realizzazione di "ancoraggi" a secco regolabili nelle 3 direzioni.

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Nome prodotto

Nodi di ritenuta pannelli

Figura 1 Nodo ASP 30 DIMENSIONI E COMPONENTI ASP 30 La controventatura dei pannelli viene affrontata proponendo due tipologie di soluzione. Con lASP 30 si riconduce il nodo ad una situazione di gestione delle tolleranze nelle 3 direzioni con piastre PX e contropiastre PY e relativa bulloneria. Fatta eccezione per il profilo annegato nel pilastro, linserto a pannello realizzato con un profilo tipo GP40/221 lunghezza 20 cm, armato con un FeB44K f8 mm sagomata ad U con un ingombro totale di 282 mm.Viene, inoltre, saldata una lamiera spessore 2,5 mm a protezione del polistirolo che crea una zona accessibile dal volume di 150x160x30 mm. Il nodo si completa con una piastra PX4617, una contropiastra PY6, una vite V40/22 M16x60 ed un dado. Le dimensioni sia del profilo che del polistirolo sono modificabili a seconda delle esigenze.

Figura 2 Nodo ASP 40

Figura 3 Sezione verticale ASP 30

ASP 40 Il nodo ASP 40 sostituisce il profilo nel pannello dell ASP 30 con una porzione di tubo in acciaio armato con 4 tondi f8mm opportunamente sagomati a L. Il nodo si compone dellinserto a pannello ASP42 completo di polistirolo, la piastrina di ritegno ASP43 e la vite V40/22 M16x80 completa di dado e rondella piana.

Figura 4 Sezione verticale ASP 40

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CAMPO DI IMPIEGO La controventatura dei pannelli appoggiati a terra e sostenuti da mensole sono il campo di maggior utilizzo, lapplicazione pu essere estesa a tutte le situazioni nelle quali non si vuole eccedere con lancoraggio oltre le dimensioni del manufatto MATERIALI ASP 30 Il profilo di ancoraggio prodotto in acciaio S235JR, le piastre PX e PY in S275JR e le viti V40/22 sono classe 4.6.. Il tondino ad aderenza migliorata in FeB44K naturale. La saldature tra profilo e armatura non portante, ma di posizionamento. ASP 40 Tubo 180x60x6 realizzato in acciaio S235JR, tondi ad aderenza migliorata in FeB44K atto a sopportare saldature portanti. Il componente ASP43 (piastre di ritegno) in S275JR MECCANISMI DI ROTTURA ASP 30 Il principale meccanismo di rottura lo slabbramento che provoca la fuoriuscita della piastre PX dal profilo a pilastro. L'azione di slabbramento si combina con la flessione del profilo a seconda della posizione assunta dalla testa della piastra. I valori delle portate degli ancoraggi sono espressi con coefficiente di sicurezza 3 sulla rottura. Tutti i profili GP sono idonei per l'impiego in zone sismiche. ASP 40 Dal lato profilo accade quando citato per il sistema ASP30, dalla parte dellinserto a pannello la deformazione plastica del tubo e della piastra di ritegno ASP 43 portano al collasso il sistema. Anche questo nodo gode del coefficiente di sicurezza 3. TRATTAMENTI SUPERFICIALI I profili con zincatura a caldo tipo Sendzimir, il trattamento estremamente qualificato in quanto ottenuto a 700 C (UNI EN 10142 con 275 g/m2). Il resto dei componenti sono zincati elettrolitici con spessore di 12 mm. PORTATE AMMISSIBILI Sia lASP 30 sia lASP 40 sono progettati per un carico in esercizio di 9 kN. Il sistema ASP 30 fortemente personalizzabile dal cliente sostituendo i compenti standard con profili di prestazioni superiori. Lufficio tecnico della GL Locatelli resta a disposizione per risolvere tutte le richieste specifiche. ARMATURA MINIMA RICHIESTA Sia lASP 30 sia lASP 40 sono progettati per un carico in esercizio di 9 kN. Il sistema ASP 30 fortemente personalizzabile dal cliente sostituendo i compenti standard con profili di prestazioni superiori. Lufficio tecnico della GL Locatelli resta a disposizione per risolvere tutte le richieste specifiche. NOTE Sono disponibili anche contraventature tipo G2D zincate elettrolitiche e zigrinate per pannelli divisori o tagliafuoco.

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Nome prodotto

Mensole ASP per il supporto di pannelli prefabbricati

Figura 1 - Nodo assemblato

Figura 2b - ASP100 e ASP 50

Figura 2a - Applicazioni ASP10 e ASP 70

CAMPO DI IMPIEGO La gamma delle mensole ASP di GL Locatelli composta da tre diverse mensole per il sopporto di pannelli prefabbricati in cls. Tutte le mensole offrono un ampia superficie di appoggio del pannello e le mensole ASP10 e ASP70 permettono lappoggio di due pannelli allineati

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PORTATE AMMISSIBILI

Lancoraggio ASP100 progettato secondo le pi recenti normative: D.M. 9/01/96, ordinanza 3274 del 25/3/2003 Rck MINIMO RICHIESTO E richiesto un Rck minimo di 40 N/mm2 REGOLAZIONI

ARMATURA MINIMA RICHIESTA Si raccomanda larmatura delle boccole presenti nelle scatole pilastro. Per i pannelli si consiglia di armare in prossimit della scatola. Tutti i dettagli sono indicati sul catalogo GL Locatelli. MATERIALI Le mensole ASP10, ASP70 e ASP100 sono prodotte in ghisa sferoidale GS400/15 (EN-GJS-400-15 UNI EN 1563) La ghisa sferoidale consente la produzione di mensole con caratteristiche costanti e prive di saldature. La produzione estremamente assicurando i massimi standard di sicurezza e controllata attraverso ultrasuoni. MECCANISMI DI ROTTURA Il sistema ASP concentra il meccanismo di collasso sulla boccola e sulla sua armatura assicurando un meccanismo duttile lato acciaio. TRATTAMENTI SUPERFICIALI Tutte le scatole sono prodotte in lamiera zincata. La mensola in ghisa naturale in quanto non soggetta a processi di ossidazione comparabili con il ferro. PROCEDURE D'INSTALLAZIONE Per il corretto posizionamento nel cassero le scatole pilastro sono dotate di indici orizzontali (Quota 0) e verticali (asse ancoraggio della mensola). Si raccomanda la corretta collocazione della scatola pilastro e della scatola pannello, per assicurare la massima flessibilit in cantiere. Sono disponibili i manuali di corretta installazione presso gli archivi della GL Locatelli. NOTE Le mensole ASP vantano una lunga esperienza di impiego in tutte le zone dItalia. Lancoraggio ASP100 stato progettato secondo le prescrizioni della normativa europea UNI EN 1563:1998

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Chiodi di sollevamento

Figura 1 Chiodo tradizionale (serie T), maniglione e forma RB DIMENSIONI

Figura 2 Chiodo con foro (serie O)

Presentiamo di seguito un estratto degli articoli a disposizione presso il nostro magazzino:

Tabella 1 Dimensioni chiodi tradizionali serie T

Tabella 2 Dimensioni chiodi con foro e relativo ferro di armatura

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PORTATE AMMISSIBILI La portata riportata su ogni chiodo ed espressa in tonnellate. Tale valore da intendersi come carico applicabile al chiodo con tiro perfettamente in asse con il gambo. Pertanto corretto dimensionamento del chiodo deve essere calcolato applicando gli opportuni coefficienti di attrito, dinamico e per tiro inclinato sia in stabilimento sia in cantiere. CAMPO DI IMPIEGO In ogni manufatto prefabbricato in stabilimento o a pi dopera che debba essere movimentato per raggiungere la posizione definitiva: pilastri, pannelli, travi, tegoli ecc. ARMATURA MINIMA RICHIESTA Chiodi tradizionali T Se il cono di compressione si sviluppa integralmente non sono necessarie armature aggiuntive. Per impieghi in spessori sottili, calcestruzzi meno prestanti, si rimanda al catalogo e al relativo manuale di utilizzo. Chiodi tradizionali O La versione con foro richiede necessariamente larmatura in FeB 500 di opportuno sviluppo in base alle caratteristiche del cemento.

MATERIALI Tutti i chiodi sono prodotti in acciaio S355J2G3 (Fe510 o ST52-3N) o superiori. I chiodi sono progettati con coefficiente di sicurezza alla rottura 3. I maniglioni che sono parte integrante del sistema di sollevamento sono tutti marcati CE e testati fino 3 volte il carico nominale, mentre sono progettati con un coefficiente di sicurezza alla rottura pari a 5. TRATTAMENTI SUPERFICIALI I chiodi sono commercializzati con finitura naturale (T-25-170) o zincata a caldo (T-25-170-TV) secondo norma UNI EN ISO 1461 con spessore di >55 mm. PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Le forme in gomma tipo RB o tipo SRB complete del perno con dado a farfalla garantiscono il corretto posizionamento del chiodo, ma soprattutto la creazione del vuoto necessario allaccoppiamento con il maniglione di sollevamento. Si raccomanda il controllo periodico sia visivo che dimensionale soprattutto per lo spessore di acciaio che a diretto contatto con il chiodo. NOTE La GL Locatelli srl dispone di altri prodotti per effettuare il sollevamento : boccole, ferri di ripresa, chiodi ottenuti da barre ad aderenza migliorata e chiodi con piastra (P-50-65).

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Nome prodotto

Scatole per la ripresa dei getti

Fig. 1 Dimensioni scatole di ripresa dei getti

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Nome prodotto

Ferri per la ripresa dei getti

Fig. 2 Ferri di ripresa: PSA, PSE e TSE. BARRE CON ATTACCO "FEMMINA" PSA

BARRE CON ATTACCO "MASCHIO" PSE

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BARRE CON ATTACCO "MASCHIO" TSE

CAMPO DI IMPIEGO Scatole di ripresa Le Scatole GL Locatelli per la ripresa dei getti in cls consentono la rapida esecuzione di armature per collegamenti solidali fra getti in calcestruzzo. Le Scatole sono impiegate per tutti i tipi di innesti a T fra murature; pareti e box interrati, pareti per centrali termiche, pianerottoli e scale. Le Scatole facilitano la messa in opera di ferri paralleli posti in forma lineare con interassi costanti. Le Scatole sono disponibili con ferri del diametro 8, 10, 12 e hanno lunghezza 125 cm. e diverse larghezze. Ferri di ripresa I Ferri di ripresa GL Locatelli semplificano lesecuzione di getti a pi riprese eliminando i ferri di chiamata e complessi interventi sui casseri. La continuit dei Ferri GL consente di ridurre le quantit di acciaio in prossimit della ripresa mantenendo i volumi di calcestruzzo e facilitando le operazioni di armatura e di getto del cls. Sono disponibili ferri con diametro 10, 12, 16, 20, 25, 28, 32, 40. MATERIALI Scatole di ripresa Scatole in lamiera zincata con fianchi laterali opportunamente sagomati per migliorare laderenza al calcestruzzo e ferri naturali in acciaio FeB500 HWL (BSt500 S o BSt500 WR). Ferri di ripresa Ferri di ripresa sono realizzati in acciaio FeB500 HWL e quindi saldabili alloccorrenza, le teste rinforzate sono invece in acciaio S355J2G3 (ST52-3). La scelta del materiale relativo alla testa rinforzata dettata dalla volont di garantire la continuit strutturale del tondino ad aderenza migliorata.

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PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Scatole di ripresa Fissare la Scatola in modo stabile, con il coperchio perfettamente aderente al cassero dopo aver verificato la posizione della scatola e delle altre armature. Dopo lo scassero rimuovere il coperchio della scatola. Estendere i ferri che si trovano piegati allinterno con lapposito leverino e quindi procedere alla realizzazione dellarmatura ed il cassero per il nuovo getto.

Fig. 3 Dimensioni scatole di ripresa dei getti Ferri di ripresa Predisporre il tappo filettato sullattacco femmina del Ferro. Collocare i Ferri in modo che le estremit femmina siano aderenti al cassero e nella corretta posizione. Ultimato il getto e rimosso il cassero, rimuovere i tappi filettati. Per completare la ripresa dei ferri, avvitare completamente i corrispondenti Ferri con attacco maschio nellattacco femmina ancorati nel primo getto. NOTE Le Scatole e i Ferri di ripresa GL sono prodotti che facilitano le operazioni in cantiere riducendo i tempi di preparazione delle armature. Sono disponibili presso i nostri archivi le prove di carico ed i test a garanzia della portata.

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Azienda operante dal 1967 nel settore delle lavorazioni meccaniche in genere, nella produzione di stampi per tranciatura e di attrezzature speciali, lOfficina Meccanica Maffioletti Dario S.r.l. vanta unesperienza venticinquennale nellambito dei sistemi di ancoraggio. Tali sistemi, prodotti e commercializzati dalla ditta stessa e denominati MPM, trovano largo impiego nella prefabbricazione, nellimpiantistica industriale, civile ed in molti altri settori. LOfficina Meccanica Maffioletti Dario S.r.l. sar lieta di fornirVi il prodotto pi adeguato, scegliendolo nella vasta produzione gi in uso, oppure realizzandolo su misura appositamente per Voi. L'azienda ha il suo sistema qualit certificato secondo UNI EN ISO 9001:2000 dal 1995 cert. n. 950076 da ICMQ che l'attuale ente certificatore. E' una scelta precisa mantenere ICMQ come ente certificatore in quanto specializzato del settore in cui l'azienda stessa opera e quindi partner competente e vicino alle problematiche della clientela. L'attivazione e il mantenimento del sistema qualit sono una garanzia della continuit dei processi aziendali, dell'analisi della loro validit e della loro efficacia; unitamente alla bont tecnica e tecnologica dei prodotti la certificazione UNI EN ISO 9001:2000 rende credibile un'azienda e rende possibile la ripetitivit dei processi aziendali con l'ottica del miglioramento continuo. La progettazione origina documenti per settore di pertinenza e quindi: specifiche per l'acquisto, disegni per produzione di attrezzature, specifiche per produzione, istruzioni, specifiche per controlli e collaudi, ecc. In accordo a procedura interna la fase progettuale termina con l'atto della validazione intesa come la verifica funzionale dell'elemento progettato a mezzo di collaudi generalmente distruttivi atti a determinare l'efficacia della progettazione nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Dei grezzi,semilavorati o dei finiti aventi valenza statica vengono eseguiti controlli dimensionali atti alla verifica del rispetto delle tolleranze richieste, e controlli distruttivi atti alla verifica delle prestazioni richieste in funzione dei materiali utilizzati. L'azienda dotata di un laboratorio interno e si avvale della collaborazione di laboratori esterni accreditati per l'esecuzione di prove ufficiali e/o speciali non gestibili internamente. Gli elementi a catalogo hanno nel catalogo stesso la definizione delle proprie capacit statiche e i valori prestazionali indicati a catalogo sono supportati da prove ufficiali eseguite da laboratori accreditati di cui l'azienda rende disponibile certificazione ufficiale delle prove effettuate. L'azienda ha impostato un programma di addestramento che applica ai neo assunti e ai dipendenti gi in forza mentre destina risorse al settore ricerca e sviluppo in misura del 4/5 % del fatturato. A supporto della progettazione del cliente l'azienda mette a disposizione, oltre che gli elementi a catalogo, la propria esperienza e la dinamicit nel produrre documentazione tecnica, prototipazione, prove, collaudi e industrializzazione per nuovi prodotti o sistemi. Le varie fasi definite per il raggiungimento degli obiettivi richiesti sono gestite attraverso un documento del Sistema Qualit denominato "Piano della Qualit" che stabilisce le strategie e raccoglie le documentazioni prodotte dalle varie fasi. La Officina Meccanica Maffioletti Dario S.r.l. rester a Vostra disposizione per delucidazioni tecniche e per eventuali quotazioni commerciali, nel comune interesse e per un continuo progresso tecnologico.

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Nome prodotto

Piastra per Ancoraggio tipo MPM P 11-PMZ 1

PORTATA AMMISSIBILE TIPO PROVA Carico di trazione concentrato Valore 1770 U.M. daN Vite VM12 Profilo MPM 11

Nome prodotto

Piastra per Ancoraggio tipo MPM P 13-PAZ 1

PORTATA AMMISSIBILE TIPO PROVA Carico di trazione concentrato CAMPO DI IMPIEGO Ancoraggi tra elementi prefabbricati Valore 1630 U.M. daN Vite VM14-16 Profilo MPM 13

PAGG. 12/19 I N S E RT I P E R C A L C E S T R U Z Z O M A N U A L E D I P R O G E T TA Z I O N E E U T I L I Z Z O - SCHEDA PRODOTTO

MATERIALI Acciaio laminato a caldo e tranciato a freddo S275JR UNI EN 10025-2:2004 avente ReH>275 MPa, 410<Rm<560 MPa Acciaio stampato C25 UNI EN 10083 MECCANISMI DI ROTTURA I valori relativi alle portate ammissibili denominati resistenza di esercizio sono ottenuti mediante l'utilizzo dello scarto quadratico medio nella trattazione della media dei dati relativi ai valori di rottura, oltre che dall'utilizzo di coefficiente di sicurezza pari a 3, sul valore di resistenza caratteristica cos calcolato. Collasso per tranciatura della testa della piastra

TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura elettrolitica di spessore 10-12 TOLLERANZE DIMENSIONALI Sono gestite con documentazione interna e verificate in accettazione materiali e in produzione (controlli finali) PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Le piastre in oggetto servono per unire due elementi prefabbricati nei quali sia stato predisposto un adeguato profilo di ancoraggio in funzione dei carichi previsti in fase progettuale. In fase di montaggio e dopo aver posizionato gli elementi interessati, loperatore deve liberare la cavit del profilato in oggetto dal materiale protettivo, inserire perpendicolarmente la piastra della forma adeguata e, dopo averla ruotata di 90avvicinarla al piano di appoggio dellaltro elemento da connettere; utilizzando un bullone di diametro e forma adeguati e gli appositi elementi di completamento, nonch la coppia di serraggio prescritta, si ottiene un nodo stabile di giunzione tra gli elementi in oggetto. Tale procedura, comprensiva di prescrizioni di sicurezza, descritta sulle istruzioni di montaggio fornite a corredo del prodotto stesso. mm secondo UNI 2081:1989

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Nome prodotto

Profilato per Ancoraggio tipo MPM 36/18

PORTATA AMMISSIBILE
TIPO PROVA Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione distribuito uniformemente (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio distribuito uniformemente (4 punti) Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione distribuito uniformemente (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio distribuito uniformemente (4 punti) Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione distribuito uniformemente (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio distribuito uniformemente (4 punti) Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione distribuito uniformemente (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio distribuito uniformemente (4 punti) Angolo +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 Passo tra i pioli 125 125 125 125 125 125 150 150 150 150 150 150 250 250 250 250 250 250 300 300 300 300 300 300 Valore 534 522 2088 798 725 2900 534 501 2004 798 725 2900 524 406 1624 798 725 2900 524 400 1600 798 725 2900 U.M. daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN Vite VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40

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Nome prodotto

Profilato per Ancoraggio tipo MPM 42/21

PORTATA AMMISSIBILE
TIPO PROVA Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 60 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 60 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 60 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 60 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 60 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 60 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Trazione su piolo Trazione tra due pioli Carico di trazione uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 100 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 100 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Taglio su piolo distanza 60 mm dal bordo Taglio tra due pioli distanza 60 mm dal bordo Carico di taglio uniformemente distribuito (4 punti) Angolo +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 Passo tra i pioli 125 125 125 125 125 125 125 125 125 150 150 150 150 150 150 150 150 150 250 250 250 250 250 250 250 250 250 300 300 300 300 300 300 300 300 300 Valore 1000 945 3780 1170 1174 4696 640 765 2560 1000 955 3820 1170 1175 4680 640 765 2560 1000 850 3400 1170 1175 4680 640 765 2560 1000 700 2800 1170 1175 4680 640 765 2560 U.M. daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN daN Vite VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40

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Profilato per Ancoraggio tipo MPM 50/30

PORTATA AMMISSIBILE
TIPO PROVA Trazione su piolo Trazione tra due pioli Prova eseguita su spezzone da 250 mm con n. 2 pioli Angolo +/- 10'a1 +/- 10'a1 Passo tra i pioli 125 125 Valore 1100 1900 U.M. daN daN Vite VM20/40 VM20/40

RCK MINIMO RICHIESTO Prove distruttive effettuate con Rck=300 CAMPO DI IMPIEGO Ancoraggi tra elementi prefabbricati - Fissaggi di impianti - Fissaggi di accessori per facciate ventilate Fissaggi di vie di corsa ARMATURA MINIMA RICHIESTA In generale le prove distruttive effettuate sui profili di ancoraggio sono eseguite mediante lapplicazione di forze le cui direzioni sono perpendicolari al piano di base o al piano di simmetria del profilo. Tali forze sono applicate ai profili di ancoraggio inseriti in blocchi di calcestruzzo che sono vincolati meccanicamente attraverso strutture resistenti. Detti blocchi hanno sezione rettangolare, sono di forma allungata e sono provvisti di armature create con 4 correnti da 10 e con staffe da 6 in quantite posizioni tali da non interferire nel cono di estrazione dellancoraggio. Le indicazioni relative alle dimensioni dellarmatura sono emerse dagli standard di utilizzo di alcuni nostri clienti che quindi riteniamo come minime. MATERIALI Acciaio a snervamento certificato STE 320 secondo UNI EN 10147:2002 avente fyk>320 MPa, fsu>390 MPa, A>27% Acciaio 11SMnPb37 UNI EN 10277 Trafilato avente fyk>450 MPa, fsu>550 MPa, A>15%, HB>170 Su richiesta utilizzo di acciaio AISI 304L MECCANISMI DI ROTTURA I valori relativi alle portate ammissibili denominati resistenza di esercizio sono ottenuti mediante l'utilizzo dello scarto quadratico medio nella trattazione della media dei dati relativi ai valori di rottura, oltre che dall'utilizzo di coefficiente di sicurezza pari a 3, sul valore di resistenza caratteristica cos calcolato. Collasso per slabbramento del profilo per carichi di trazione, e per tranciatura del connettore vite per carichi di taglio in funzione della distanza dal bordo

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TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura Sendzimir Z275 secondo UNI EN 10147:2002 TOLLERANZE DIMENSIONALI Sono gestite con documentazione interna e verificate in accettazione materiali e in produzione (controlli finali) in applicazione della norma UNI 7344:1985 PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Il prodotto in questione stato concepito per essere utilizzato nel getto senza operazioni preliminari di preparazione ma ponendo solo attenzione al corretto posizionamento del profilato stesso. Tale procedura, comprensiva di prescrizioni di sicurezza, descritta sulle istruzioni di montaggio fornite a corredo del prodotto stesso. NOTE Barre in lunghezza da 3 m o spezzoni a misura La cavit riempita da PE sinterizzato per impedire la penetrazione del calcestruzzo nel volume utile Non sono effettuate lavorazioni di foratura o di taglio sulla struttura del profilato Non sono utilizzati gas e materiali di apporto per la saldatura Verifiche in produzione: 100% parametri elettrici di saldatura 100% forze di accoppiamento profilo, ancoraggio 100% dimensioni critiche ancoraggio ricopertura spessore di zinco su base statistica verifiche dimensionali profilo verifiche dimensionali ancoraggio

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Nome prodotto

Profilato per Ancoraggio tipo MPM 11

PORTATA AMMISSIBILE
TIPO PROVA Carico di trazione concentrato su staffa Carico di trazione concentrato tra le staffe Carico di trazione distribuito uniformemente Carico di taglio concentrato su staffa Carico di taglio concentrato tra le staffe Carico di taglio distribuito uniformemente Angolo +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 Passo Valore tra i pioli 250 530 250 430 250 2120* 250 530 250 430 250 2120* U.M. daN daN daN/m daN daN daN/m Vite VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40 VM12/40

Nome prodotto

Profilato per Ancoraggio tipo MPM 13

PORTATA AMMISSIBILE
TIPO PROVA Carico di trazione concentrato su staffa Carico di trazione concentrato tra le staffe Carico di trazione distribuito uniformemente Carico di taglio concentrato su staffa Carico di taglio concentrato tra le staffe Carico di taglio distribuito uniformemente Angolo +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 Passo Valore tra i pioli 250 940 250 830 250 3760* 250 1110 250 860 250 4400* U.M. daN daN daN/m daN daN daN/m Vite VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40

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Nome prodotto

Profilato per Ancoraggio tipo MPM 14

PORTATA AMMISSIBILE
TIPO PROVA Carico di trazione concentrato su staffa Carico di trazione concentrato tra le staffe Carico di trazione distribuito uniformemente Carico di taglio concentrato su staffa Carico di taglio concentrato tra le staffe Carico di taglio distribuito uniformemente Angolo +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 +/- 10 Passo Valore tra i pioli 250 940 250 830 250 3760* 250 1110 250 860 250 4400* U.M. daN daN daN/m daN daN daN/m Vite VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40 VM16/40

RCK MINIMO RICHIESTO Prove distruttive effettuate con Rck=300 CAMPO DI IMPIEGO Ancoraggi tra elementi prefabbricati - Fissaggi di impianti - Fissaggi di accessori per facciate ventilate Fissaggi di vie di corsa ARMATURA MINIMA RICHIESTA In generale le prove distruttive effettuate sui profili di ancoraggio sono eseguite mediante lapplicazione di forze le cui direzioni sono perpendicolari al piano di base o al piano di simmetria del profilo. Tali forze sono applicate ai profili di ancoraggio inseriti in blocchi di calcestruzzo che sono vincolati meccanicamente attraverso strutture resistenti. Detti blocchi hanno sezione rettangolare, sono di forma allungata e sono provvisti di armature create con 4 correnti da 10 e con staffe da 6 in quantite posizioni tali da non interferire nel cono di estrazione dellancoraggio. Le indicazioni relative alle dimensioni dellarmatura sono emerse dagli standard di utilizzo di alcuni nostri clienti che quindi riteniamo come minime.

MATERIALI Acciaio a snervamento certificato STE 320 secondo UNI EN 10147:2002 avente fyk>320 MPa, fsu>390 MPa, A>27% Acciaio 11SMnPb37 UNI EN 10277 Trafilato avente fyk>450 MPa, fsu>550 MPa, A>15%, HB>170 Su richiesta utilizzo di acciaio AISI 304L

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MECCANISMI DI ROTTURA I valori relativi alle portate ammissibili denominati resistenza di esercizio sono ottenuti mediante l'utilizzo dello scarto quadratico medio nella trattazione della media dei dati relativi ai valori di rottura, oltre che dall'utilizzo di coefficiente di sicurezza pari a 3, sul valore di resistenza caratteristica cos calcolato. Collasso per slabbramento del profilo per carichi di trazione, e per tranciatura del connettore vite per carichi di taglio in funzione della distanza dal bordo

TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura Sendzimir Z275 secondo UNI EN 10147:2002 TOLLERANZE DIMENSIONALI Sono gestite con documentazione interna e verificate in accettazione materiali e in produzione (controlli finali) in applicazione della norma UNI 7344:1985 PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Il prodotto in questione '8f stato concepito per lutilizzo nel getto dopo aver inserito, nelle asole ricavate sulla schiena del profilato stesso, staffe in acciaio da sagomare secondo precise indicazioni che avranno funzione ancorante e quindi fondamentale ai fini prestazionali del prodotto stesso. Tale procedura, comprensiva di prescrizioni di sicurezza, '8f descritta sulle istruzioni di montaggio fornite a corredo del prodotto stesso. NOTE Barre in lunghezza da 3 m o spezzoni a misura La cavit riempita da PE sinterizzato per impedire la penetrazione del calcestruzzo nel volume utile Verifiche in produzione: ricopertura spessore di zinco su base statistica verifiche dimensionali profilo verifiche dimensionali ancoraggio

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Piastre Speciali a disegno

CAMPO DI IMPIEGO Ancoraggi tra elementi prefabbricati e nodi di varia natura. MATERIALI Acciaio laminato a caldo e tranciato a freddo S275JR UNI EN 10025-2:2004 avente ReH>275 MPa, 410<Rm<560 MPa MECCANISMI DI ROTTURA I valori relativi alle portate ammissibili denominati resistenza di esercizio sono ottenuti mediante l'utilizzo dello scarto quadratico medio nella trattazione della media dei dati relativi ai valori di rottura, oltre che dall'utilizzo di coefficiente di sicurezza pari a 3, sul valore di resistenza caratteristica cos calcolato. Collasso del nodo di sistema con modalit variabili in funzione della tipologia della piastra speciale in questione. TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura elettrolitica di spessore 10-12 TOLLERANZE DIMENSIONALI Sono gestite con documentazione interna e verificate in accettazione materiali e in produzione (controlli finali) PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Lelemento in questione denominato piastra speciale viene prodotto su specifica del cliente, viene utilizzato come connessione di nodi di elementi prefabbricati e nei pi disparati settori; per lutilizzo di tale prodotto occorre predisporre nei getti degli elementi da connettere, profilati scelti in base al tipo di carico che il progettista ha previsto. Una volta posizionati gli elementi in cantiere, loperatore deve necessariamente liberare la cavit dei profilati dal materiale protettivo individuandone la zona di utilizzo. Tramite lutilizzo di bulloni di diametro calibrato e di forma adeguata al profilato predisposto nel getto, avviene la connessione con lelemento piastra speciale. Infine, utilizzando gli appositi accessori di completamento forniti a corredo e applicando una coppia di serraggio adeguata, tale connessione dar origine ad un nodo stabile di giunzione tra gli elementi in oggetto. Tale procedura, comprensiva di prescrizioni di sicurezza, descritta sulle istruzioni di montaggio fornite a corredo del prodotto stesso. mm secondo UNI 2081:1989

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Vite per Ancoraggio tipo MPM VM 8-12 VA 12-14-16-20

PORTATA AMMISSIBILE
TIPO PROVA Carico di trazione concentrato TM M8 Carico di trazione concentrato TM M12 Carico di trazione concentrato M12 Carico di trazione concentrato M14 Carico di trazione concentrato M16 Carico di trazione concentrato M20 Angolo +/- 15 +/- 15 +/- 15 +/- 15 +/- 15 +/- 15 Valore 900 1.370 1.370 2000 2870 3110 U.M. daN daN daN daN daN daN Vite MPM 10MPM 11-36/18 MPM 13-42/21 MPM 13-42/21 MPM 13-42/21 MPM 14-50/30

CAMPO DI IMPIEGO Ancoraggi tra elementi prefabbricati MATERIALI Acciaio trafilato C 22 UNI EN 10083 MECCANISMI DI ROTTURA I valori relativi alle portate ammissibili denominati resistenza di esercizio sono ottenuti mediante l'utilizzo dello scarto quadratico medio nella trattazione della media dei dati relativi ai valori di rottura, oltre che dall'utilizzo di coefficiente di sicurezza pari a 3, sul valore di resistenza caratteristica cos calcolato. Tranciatura del gambo filettato TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura elettrolitica di spessore 10-12 mm secondo UNI 2081:1989

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TOLLERANZE DIMENSIONALI Sono gestite con documentazione interna e verificate in accettazione materiali e in produzione (controlli finali) PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Il prodotto in oggetto utilizzato unitamente al relativo profilo di ancoraggio predisposto nel getto e scelto in base ai carichi previsti in fase di progetto. Ha la particolarit di avere la forma della testa sagomata in modo tale da consentirne lagevole inserimento nel relativo profilato e, una volta ruotato di 90 grazie alla particolare forma della testa, giunge al bloccaggio impedendo cos la rotazione continua intorno al suo asse che renderebbe difficile la fase di completamento con gli appositi accessori. Sulla parte superiore del gambo presenta inoltre una tacca che rivela alloperatore in fase di montaggio la reale posizione della testa allinterno del profilato assicurandone cos un montaggio corretto. Tale procedura, comprensiva di prescrizioni di sicurezza, descritta sulle istruzioni di montaggio fornite a corredo del prodotto stesso.

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Sistema di sollevamento a boccola filettata

PORTATA AMMISSIBILE Corrisponde alla portata nominale al netto dei coefficienti di riduzione (incl. funi, attrito, movimento dinamico) RCK MINIMO RICHIESTO Rck: 20 N/mm2 CAMPO DI IMPIEGO Il sistema a boccola filettata offre la soluzione pratica e razionale al problema del sollevamento, trasporto e montaggio di strutture prefabbricate in C.A. costituito dallabbinamento di elementi a perdere (boccole) con elementi recuperabili (viti di sollevamento a funi flessibili) VALORI NUMERICI QUOTE Valori espressi in mm. ARMATURA MINIMA RICHIESTA v. tabella MATERIALI Acciaio 11 S Mn Pb37 - UNI EN 10087 MECCANISMI DI ANCORAGGIO Aderenza TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura elettrolitica SP 12 m TOLLERANZE DIMENSIONALI v. tabella PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Avvitamento: il perno filettato inserito nella vite a fune flessibile deve essere completamente avvitato nella boccola; se ci non avviene, la boccola subisce sollecitazioni combinate non previste nel suo dimensionamento. Posizionamento delle boccole: si raccomanda, per posizionare le boccole nel manufatto, di non ricorrere assolutamente alla saldatura. La saldatura d luogo ad un trattamento termico che riduce in maniera sostanziale le caratteristiche di resistenza del materiale. Le boccole devono risultare perpendicolari alla superficie del manufatto, verificando che il calcestruzzo non impedisca il completo avvitamento della vite a fune flessibile sulla boccola.

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Boccola RUR Sistema a boccola filettata autoportante.

PORTATA AMMISSIBILE I valori in tabella a rottura e a taglio si devono considerare con gli opportuni coefficienti di sicurezza previsti dalle normative vigenti. RCK MINIMO RICHIESTO Rck: 40 N/mm2 CAMPO DI IMPIEGO Boccola in acciaio con risalto; inserita nel calcestruzzo consente laccoppiamento con barre filettate. Gli elevati carichi di rottura ne consentono luso anche per la realizzazione di giunti antisismici. Applicazioni tipo: - Unione trave-pilastro, - Unione trave-pilastro antisisma, - Unione pilastro-pilastro, - Riprese di getto, - Fissaggi in genere. VALORI NUMERICI QUOTE Misure espresse in mm. ARMATURA MINIMA RICHIESTA v. tabella Af* MATERIALI Acciaio 11 S Mn Pb37 - UNI EN 10087 MECCANISMI DI ROTTURA Anchor-Bolt TOLLERANZE DIMENSIONALI V. tabella PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Inserire nel getto di calcestruzzo posizionando linserto ove opportunamente previsto. Prima dellaccoppiamento alle barre filettate, rimuovere il tappo di protezione. Abbinare barre filettate con passo M uguale a quello della boccola.

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Sistemi a mensola Girella e Tirella

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PORTATA AMMISSIBILE 60 kN 120 kN RCK MINIMO RICHIESTO Portata 60 kN: Rck: 25 N/mm2 Portata 120 kN: Rck: 35 N/mm2 CAMPO DI IMPIEGO Sostegno di pannelli orizzontali prefabbricati VALORI NUMERICI QUOTE Misure espresse in mm. ARMATURA MINIMA RICHIESTA Nessuna, se non in casi particolari riportati nel manuale duso MATERIALI Mensole: Fe 510 Scatole e piastre: Fe 360 MECCANISMI DI ROTTURA Anchor-Bolt Coefficiente di sicurezza per acciaio >2 Coefficiente di sicurezza per cls >3 TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura elettrolitica bianca 25 TOLLERANZE DIMENSIONALI UNI EN 22768-C PROCEDURE DI INSTALLAZIONE V. manuale duso m

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Jet Sfiato di sicurezza in caso di incendio per elementi prefabbricati

CAMPO DI IMPIEGO Sfogo per elementi in c.a. contenenti materiali che, ad alte temperature, possono sublimare o comunque creare pressioni dallinterno. Conforme alla UNI 9502/2001 VALORI NUMERICI QUOTE Misure espresse in mm. MATERIALI PTL speciale, di colore grigio, con punto di fusione controllato TOLLERANZE DIMENSIONALI 1 mm. PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Inserire lo sfiato nei blocchi di alleggerimento e annegare nel getto di calcestruzzo; gli sfiati devono essere posizionati sui lati esposti al fuoco NOTE Validit verificata presso il laboratorio autorizzato CSI di Bollate (MI) in collaborazione con Sezione solai e doppia lastra di Assobeton

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Nome prodotto

Konnektor sistema per la produzione di pannelli sandwich

CAMPO DI IMPIEGO Produzione di pannelli di tamponamento in c.a. senza ponti termici PORTATA AMMISSIBILE v. tabelle riportate sul manuale duso RCK MINIMO RICHIESTO 15 N/mm2 allo scassero; 30 N/mm2 in opera VALORI NUMERICI QUOTE Misure espresse in mm. MATERIALI Sostegni: ST 52.3 UNI EN 10025, profilo Fe 37, molla C70. Connettori: fune AISI 316, polistirolo espanso d 25 kg/m3, tubo in nylon e fibra di vetro al 30% MECCANISMI DI ROTTURA Aderenza per connettori Anchor bolt per sostegni TRATTAMENTI SUPERFICIALI Sostegni: zincatura elettrolitica UNI ISO 2081 Molla: zincatura elettrolitica UNI ISO 2081 TOLLERANZE DIMENSIONALI 3 mm. PROCEDURE DI INSTALLAZIONE v. nota informativa NOTE Il sistema consente la produzione di pannelli ventilati e aerati

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Nome prodotto

R System - Sistema di sollevamento a testa sferica

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PORTATA AMMISSIBILE Corrisponde alla portata nominale per tiri inclinati max 45 e coefficiente dinamico 1,15 RCK MINIMO RICHIESTO 15 N/mm2 o 30 N/mm2, dipende dalla lunghezza dellancorante CAMPO DI IMPIEGO Sollevamento e movimentazione di elementi prefabbricati in calcestruzzo VALORI NUMERICI QUOTE Misure espresse in mm. ARMATURA MINIMA RICHIESTA Per ancoranti con foro e da ribaltamento consultare il catalogo R System MATERIALI S355J243 modificato - DIN EN 10025/03-1994 Carico di rottura 610 N/mm2 Resilienza a -20 27 J MECCANISMI DI ROTTURA Anchor bolt per art. 6000 e 6010 Aderenza anchor bolt per ancoranti con foro art. 6001 Aderenza per ancoranti art. 6050 Coefficienti di sicurezza: 3,75 per la parte metallica fuoriuscente, 4,5 per la parte che si ancora nel calcestruzzo, 4,0 per gli elementi reimpiegabili (teste sferiche) TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura a caldo secondo UNI EN ISO 1461 TOLLERANZE DIMENSIONALI v. tabelle PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Consultare il catalogo R System NOTE R System semplifica il dimensionamento progettuale inserendo il criterio per cui la portata nominale vale il peso sostenibile: il coefficiente di sicurezza maggiorato consente di dimensionare gli ancoranti al netto degli incrementi dovuti alle azioni aggiuntive, a patto che queste non superino il 50% del peso del manufatto (es. funi inclinate a 45 con =1,3 pi movimento dinamico di una gru su stabilizzatori con =1,15).

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Nome prodotto

Rurefast sistema anticaduta a rapido innesto

Contrasto Boccola 100

Puntone

Asta Omniderezionale

Asta terminale

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PORTATA AMMISSIBILE 15 kN sulle aste terminali 6 kN sulle aste intermedie RCK MINIMO RICHIESTO 30 N/mm2 CAMPO DI IMPIEGO Montaggio di manufatti prefabbricati certificato CE, in accordo con la direttiva CEE 89/686. VALORI NUMERICI QUOTE Misure espresse in mm. ARMATURA MINIMA RICHIESTA Nessuna, se non in casi specifici riportati nella nota informativa MATERIALI Boccola 70/100: HD PE con perno in ST 52.3 (UNI EN 10025) Aste, contrasto, deviatore: ST 52.3. Fune sintetica: Dyneema MECCANISMI DI ROTTURA Anchor bolt per perno della boccola. Coefficiente di sicurezza > 2, secondo la norma EN 795/2002 TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura elettrolitica > 7 m per gli elementi in acciaio. Zincatura a caldo B UNI 7690 per le funi in acciaio. Passivazione al cromo azzurro per tenditori e grilli UNI 3740o secondo UNI EN ISO 1461 PROCEDURE DI INSTALLAZIONE v. nota informativa NOTE Sistema disponibile in tre versioni, tutte certificate CE in accordo con la normativa EN 795/2002. Riferimenti legislativi:D. Lgs. 475/92 D. Lgs. 494/96

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Nome prodotto

PROFILI PER LINDUSTRIA DELLA PREFABBRICAZIONE IN CALCESTRUZZO

PORTATA AMMISSIBILE

MATERIALI

TRATTAMENTI SUPERFICIALI Zincatura a caldo, in continuo durante il processo di laminazione, 200 g/m2 (totale sulle 2 facce)

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Nome prodotto

NODO DI ANCORAGGIO A SEMPLICE RITENUTA ( a mezzo piastra piana - baionetta - antislittamento )

PORTATA Con profilo tipo 40/20 - 8,50 Kn con coefficiente di sicurezza pari a 3 COPPIA DI CHIUSURA DEI BULLONI 62 Nm CALCESTRUZZO RCK 35 N/mm2

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DIMENSIONI

MATERIALI

MECCANISMI DI ROTTURA Tranciatura delle labbra del profilo annegato verticalmente nellelemento portato per taglio della testa della baionetta.

TRATTAMENTI SUPERFICIALI

REGOLAZIONI Nel senso della lunghezza dei profili 32 mm nel senso dellasola della piastra

PROCEDURE DI INSTALLAZIONE Inserire la testa della baionetta di taglio nel profilo dellelemento prefabbricato da ritenere (portato), ruotare la piastra di 90 per far combaciare la testa con l'interno del profilo. Inserire il bullone nel profilo dellelemento portante ruotandolo fino a quando la tacca sul fondo del gambo filettato perpendicolare alla direzione del profilo. Fare entrare il gambo del bullone nellasola dentata della piastra, inserire sullo stesso la contropiastra dentata sino a far ingranare le rispettive dentature; avvitare il dado e serrare lo stesso con una chiave dinamometrica alla coppia di chiusura consigliata.

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NODO DI ANCORAGGIO A SEMPLICE RITENUTA ( a mezzo piastra angolare rinforzata ad azione antislittamento orizzontale ) PER ELEMENTI PREFABBRICATI IN CALCESTRUZZO

PORTATA Con profilo tipo 49/30 - 12,00 Kn con coefficiente di sicurezza pari a 3 Con profilo tipo 40/20 - 8,50 Kn con coefficiente di sicurezza pari a 3 COPPIA DI CHIUSURA DEI BULLONI M16 = 62 Nm M 20 = 123 Nm CALCESTRUZZO RCK 35 N/mm2

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DIMENSIONI

MATERIALI

MECCANISMI DI ROTTURA Fuoriuscita della testa del bullone per apertura delle labbra del profilo annegato verticalmente nellelemento portato.

TRATTAMENTI SUPERFICIALI

REGOLAZIONI Nel senso della lunghezza dei profili 32 mm nel senso dellasola della piastra

PROCEDURA DI INSTALLAZIONE Inserire preventivamente un bullone nel foro della piastra e avvitare il dado per qualche centimetro. Posizionare la piastra angolare sopra i due profili. Introdurre il bullone precedentemente montato nel profilo dellelemento portato e laltro bullone attraverso lasola della piastra, ruotare gli stessi fino a quando la tacca sul fondo del gambo filettato perpendicolare alla direzione del profilo. Inserire sul bullone posizionato nellasola la contropiastra dentata sino a far ingranare le rispettive dentature; avvitare il dado e serrare lo stesso con una chiave dinamometrica alla coppia di chiusura consigliata.

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NODO DI ANCORAGGIO PORTANTE con CONTRASTO delle AZIONI ORIZZONTALI ( a mezzo piastra angolare rinforzata a doppia azione antislittamento ) PER ELEMENTI PREFABBRICATI IN CALCESTRUZZO

PORTATA Con profilo tipo 49/30 nellelemento portato e profilo 40/20 nellelemento portante 15,00 Kn con coefficiente di sicurezza pari a 3 Con profilo tipo 40/20 nellelemento portato e profilo 40/20 nellelemento portante 10,00 Kn con coefficiente di sicurezza pari a 3 COPPIA DI CHIUSURA DEI BULLONI M16 = 62 Nm M20 = 123 Nm CALCESTRUZZO Rck 35 N/mm2

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DIMENSIONI

MATERIALI

MECCANISMI DI ROTTURA Fuoriuscita della testa del bullone per apertura delle labbra del profilo annegato nellelemento portante.

TRATTAMENTI SUPERFICIALI

REGOLAZIONI Nel senso della lunghezza dei profili 32 mm nel senso dellasola orizzontale della piastra 30 mm nel senso dellasola verticale della piastra

PROCEDURA DI INSTALLAZIONE Posizionare la piastra angolare sopra i due profili. Inserire i bulloni nei profili attraverso le asole della piastra, ruotare gli stessi fino a quando la tacca sul fondo del gambo filettato perpendicolare alla direzione del profilo. Inserire sui bulloni la contropiastra dentata sino a far ingranare le rispettive dentature; avvitare il dado e serrare lo stesso con una chiave dinamometrica alla coppia di chiusura consigliata.

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NODO DI ANCORAGGIO A SEMPLICE RITENUTA ( a mezzo piastra speciale a scomparsa ) PER ELEMENTI PREFABBRICATI IN CALCESTRUZZO

PORTATA Con profilo tipo 40/20 - 8,50 Kn con coefficiente di sicurezza pari a 3

CALCESTRUZZO Rck 35 N/mm2

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MATERIALI

MECCANISMI DI ROTTURA Fuoriuscita della testa del bullone per apertura delle labbra del profilo annegato nellelemento portante.

TRATTAMENTI SUPERFICIALI

REGOLAZIONI Nel senso della lunghezza dei profili 40 mm nel senso della cavit della piastra tubolare

DISTANZE DEGLI ELEMENTI DAI BORDI DEL MANUFATTO Profilo - min. 10 cm Piastra speciale - 11 cm (centro tubolare/bordo pannello)

PROCEDURA DI INSTALLAZIONE Inserire il gambo filettato del bullone nel foro della contropiastra (passando allinterno delle alette h=45) ed avvitare il dado per circa 1 cm. Inserire la testa del bullone nel profilo annegato nel pilastro ruotandolo fino a quando la tacca sul fondo del gambo filettato perpendicolare alla direzione del profilo; fare entrare le alette della contropiasta allinterno del tubolare sino in battuta, avvitare il dado e serrare lo stesso sino a solidarizzare la contropiastra con la piastra tubolare. Regolare il fuori-piombo con spessori interposti fra pannello e pilastro.

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NODO DI ANCORAGGIO A SEMPLICE RITENUTA ( a mezzo piastra angolare rinforzata speciale ) PER TRAVI DI GRONDA PREFABBRICATE IN CALCESTRUZZO

PORTATA Con profilo tipo 40/20 - 8,50 Kn con coefficiente di sicurezza pari a 3

CALCESTRUZZO Rck 35 N/mm2

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MATERIALI

MECCANISMI DI ROTTURA Fuoriuscita della testa del bullone per apertura delle labbra del profilo annegato nel pannello.

TRATTAMENTI SUPERFICIALI

REGOLAZIONI Nel senso della lunghezza del profilo da 50 a 90 mm nel senso della larghezza del canale di gronda.

DISTANZE DEGLI ELEMENTI DAI BORDI DEL MANUFATTO Profilo - min. 10 cm

PROCEDURA DI INSTALLAZIONE Inserire il gambo filettato del bullone nel foro della piastra (passando all'92interno delle ali) ed avvitare il dado per circa 1 cm. Montare la piastra facendo entrare la linguetta anti-rotazione (parte superiore) nel profilo ed abbracciare il bordo della trave di gronda con la parte inferiore della stessa. Inserire la testa del bullone nel profilo annegato nel pannello ruotandolo fino a quando la tacca sul fondo del gambo filettato perpendicolare alla direzione del profilo, serrare il dado sino a solidarizzazione del complesso.

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Nome prodotto

MENSOLA PORTANTE DA 12 TON PER ELEMENTI PREFABBRICATI IN CALCESTRUZZO

PORTATA 120,00 Kn con coefficiente di sicurezza superiore a 3 CALCESTRUZZO Rck 35 N/mm2

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COPPIA DI CHIUSURA DELLE VITI 220 Nm ARMATURA DELLA PIASTRA A PILASTRO N 2 elementi sagomati come in figura D.8 x 300 mm

MATERIALI

MECCANISMI DI ROTTURA Deformazione plastica dei fazzoletti di rinforzo della mensola portante. TRATTAMENTI SUPERFICIALI

REGOLAZIONI 30 mm in direzione verticale + 0 / - 22 mm in direzione orizzontale 30 mm in direzione trasversale

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PROCEDURA DI INSTALLAZIONE IN STABILIMENTO : Piastra a pilastro Armare le boccole di ancoraggio come da schema . Posizionare il piatto contro il cassero facendo collimare la tacca sul lato verticale con la quota 0 del pannello. Porre molta attenzione alla messa in piombo della piastra. Scatola a pannello Verificare che il riempimento in polistirolo sia perfettamento alloggiato nella sua sede. Porre la scatola contro il cassero in aderenza allo stesso. Posizionare il lato orizzontale della scatola (appoggio) allineato alla quota 0. IN CANTIERE : Rimuovere il riempimento di polistirolo dalla scatola a pannello. Liberare gli ingressi alle boccole di ancoraggio della piastra a pilastro. Montare la piastra portante avvitando a mano la vite superiore, dopo aver interposto la contropiastra dentata, senza far ingranare le dentature di piastra e contropiastra; eseguire le stesse operazioni con la vite inferiore. Verificare la verticalita' della piastra a pilastro e la posizione reciproca della scatola a pannello. Eseguire la regolazione verticale della piastra portante facendola scorrere sulle asole. A regolazione verticale eseguita stringere la vite superiore facendo attenzione a far ingranare le dentature di piastra e contropiastra, eseguire le stesse operazioni con la vite inferiore. Chiudere tutte e due le viti di fissaggio, della piastra portante, con una coppia di serraggio di 220 Nm utilizzando una chiave dinamometrica. Sganciare le funi di sollevamento del pannello solo dopo aver concluso tutte le precedenti operazioni ed aver fissato il manufatto superiormente onde evitare il ribaltamento dello stesso.

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PROMOSSO DA

ASSOBETON

ASSOBETON - GRUPPO INSERTI PER CALCESTRUZZO Via Zanella, 36 - 20133 Milano Tel. 02 70100168 - Fax 02 7490140 www.assobeton.it - [email protected]

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