Anton Antonovič Del'vig: differenze tra le versioni
Riga 21: | Riga 21: | ||
Nato in una famiglia russa di origini baltiche, studiò nel Liceo di [[Carskoe Selo]], presso San Pietroburgo, con [[Vil'gel'm Karlovič Kjuchel'beker|Kjuchel'becker]] e [[Aleksandr Sergeevič Puškin|Puškin]], del quale fu grande amico, che gli dedicò la poesia ''O Delvig''. Fu proprio durante il periodo del liceo che iniziò a scrivere e pubblicare le sue prime opere. |
Nato in una famiglia russa di origini baltiche, studiò nel Liceo di [[Carskoe Selo]], presso San Pietroburgo, con [[Vil'gel'm Karlovič Kjuchel'beker|Kjuchel'becker]] e [[Aleksandr Sergeevič Puškin|Puškin]], del quale fu grande amico, che gli dedicò la poesia ''O Delvig''. Fu proprio durante il periodo del liceo che iniziò a scrivere e pubblicare le sue prime opere. |
||
Puškin collaborò alla sua antologia poetica |
Puškin collaborò alla sua antologia poetica ''Severnye cvety'' (I fiori del Nord) e con lui fondò nel [[1830]] la ''Literaturnaja Gazeta'' (Gazzetta letteraria») che fu chiusa l'anno successivo dal governo russo. |
||
Generoso verso i poeti esordienti, come [[Evgenij Abramovič Baratynskij|Baratynski]], e famoso per la sua indolenza, che gli impedì di dedicarsi con costanza e impegno all'attività letteraria, pubblicò poche poesie, che si rifanno alla tradizione settecentesca: le sue cose migliori sono gli [[epigramma|epigrammi]] e soprattutto gli [[idillio|idilli]], molto apprezzati da Puškin: l'idillio ''Le bagnanti'' «rappresenta senza dubbio il più alto risultato raggiunto dalla poesia russa nella raffigurazione puramente sensuale dell'antichità classica». <ref>D. P. Mirskij, ''Storia della letteratura russa'', 1995, p. 73</ref>. Fu tra i primi ad utilizzare la forma del [[sonetto]], desueta per la lingua russa.<ref>{{cita libro|autore=M. Colucci R. Picchio|titolo=Storia della civiltà letteraria russa, Dizionario-Cronologia|editore=UTET|anno=1997|id=ISBN 8848303528}}</ref> |
Generoso verso i poeti esordienti, come [[Evgenij Abramovič Baratynskij|Baratynski]], e famoso per la sua indolenza, che gli impedì di dedicarsi con costanza e impegno all'attività letteraria, pubblicò poche poesie, che si rifanno alla tradizione settecentesca: le sue cose migliori sono gli [[epigramma|epigrammi]] e soprattutto gli [[idillio|idilli]], molto apprezzati da Puškin: l'idillio ''Le bagnanti'' «rappresenta senza dubbio il più alto risultato raggiunto dalla poesia russa nella raffigurazione puramente sensuale dell'antichità classica». <ref>D. P. Mirskij, ''Storia della letteratura russa'', 1995, p. 73</ref>. Fu tra i primi ad utilizzare la forma del [[sonetto]], desueta per la lingua russa.<ref>{{cita libro|autore=M. Colucci R. Picchio|titolo=Storia della civiltà letteraria russa, Dizionario-Cronologia|editore=UTET|anno=1997|id=ISBN 8848303528}}</ref> |
Versione delle 01:10, 10 gen 2011
«Benché breve l’amore, benché non duri,
nella polvere mai vorrei vederlo,
ma morire con lui, al suono triste
di un laccio che si spezzi all’improvviso»
Anton Antonovič Del'vig (Mosca, 6 agosto 1798 – San Pietroburgo, 14 gennaio 1831) è stato un poeta russo.
Biografia
Nato in una famiglia russa di origini baltiche, studiò nel Liceo di Carskoe Selo, presso San Pietroburgo, con Kjuchel'becker e Puškin, del quale fu grande amico, che gli dedicò la poesia O Delvig. Fu proprio durante il periodo del liceo che iniziò a scrivere e pubblicare le sue prime opere.
Puškin collaborò alla sua antologia poetica Severnye cvety (I fiori del Nord) e con lui fondò nel 1830 la Literaturnaja Gazeta (Gazzetta letteraria») che fu chiusa l'anno successivo dal governo russo.
Generoso verso i poeti esordienti, come Baratynski, e famoso per la sua indolenza, che gli impedì di dedicarsi con costanza e impegno all'attività letteraria, pubblicò poche poesie, che si rifanno alla tradizione settecentesca: le sue cose migliori sono gli epigrammi e soprattutto gli idilli, molto apprezzati da Puškin: l'idillio Le bagnanti «rappresenta senza dubbio il più alto risultato raggiunto dalla poesia russa nella raffigurazione puramente sensuale dell'antichità classica». [1]. Fu tra i primi ad utilizzare la forma del sonetto, desueta per la lingua russa.[2]
S'interessò anche al folklore della sua terra, scrivendo canzoni popolari che furono messe in musica dai compositori Aliabev e Glinka.
Note
- ^ D. P. Mirskij, Storia della letteratura russa, 1995, p. 73
- ^ M. Colucci R. Picchio, Storia della civiltà letteraria russa, Dizionario-Cronologia, UTET, 1997, ISBN 8848303528.
Bibliografia
- D. P. Mirskij, Storia della letteratura russa (1927), Milano 1995 ISBN 88-11-47237-7
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina in lingua russa dedicata a Anton Antonovič Del'vig
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Anton Antonovič Del'vig