5 Pointz
5 Pointz: The Institute of Higher Burnin' | |
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Ubicazione | |
Stato | Stati Uniti |
Località | Queens |
Coordinate | 40°44′42.72″N 73°56′44.52″W |
Caratteristiche | |
Tipo | Arte contemporanea |
Istituzione | 1993 |
Chiusura | 2014 |
Sito web | |
5 Pointz: The Institute of Higher Burnin'[1] è stato un complesso industriale situato a Long Island City, nel quartiere Queens di New York, dove i graffiti erano permessi, prima della sua distruzione da parte del proprietario, seguita alla cancellazione di storici graffiti[2]. John Roleke di About.com scrive: "5 Pointz è un collage vivente di graffiti che ricoprono un magazzino, come uno studio di un artista"[3]. Questo luogo è conosciuto in tutto il mondo e ospita opere di artisti provenienti da tutte le parti del pianeta[4]. 5 Pointz è stato oggetto di articoli da parte dei maggiori giornali nazionali: The Christian Science Monitor[4], The Boston Globe[5], The New York Times[1], e l'International Herald Tribune[6].
Il The Christian Science Monitor scrive: "Il custode della mecca dei graffiti newyorkese è Meres, che decide dove dipingere e quanto tempo stare"[4]. Jonathan Cohen, conosciuto come Meres, è responsabile del museo dal 2002[4].
Il nome "5 Pointz" rappresenta i cinque borough di New York[1]; uno dei primi graffiti è stato un ritratto di Jam Master J, uno dei primi dj hip hop, membro dei Run DMC.
Nel 2013 è stata annunciata la sua chiusura. Nella notte compresa tra il 18 e il 19 novembre, 5 Pointz è stato imbiancato. Ciò rappresenta la fase precedente alla demolizione. I fratelli Jerry e David Wolkoff hanno dichiarato che sorgerà al suo posto un complesso residenziale di circa 1300 appartamenti.
A distanza di 4 anni dalla demolizione, avvenuta nel 2014, un giudice federale di Brooklyn ha ordinato il pagamento di 6,7 milioni di dollari a 21 artisti per i murales cancellati al 5Pointz dai Wolkoff. Una sentenza definita storica perché afferma che la costruzione era diventata "un'attrazione turistica di primo piano". Secondo il giudice, i graffiti sono arte a tutti gli effetti, protetta dalla legge degli Stati Uniti: chi intenzionalmente li distrugge deve risarcire il loro autore. E 45 delle decine di opere distrutte avevano valore artistico, accordando ai loro creatori il massimo del risarcimento.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c nytimes.com - Museum With (Only) Walls, su query.nytimes.com. URL consultato il 12-3-2009.
- ^ https://greenpointers.com/2019/04/30/the-tragic-death-and-lasting-legacy-of-five-pointz/
- ^ about.com - 5 Pointz - Graffiti Mecca and Home to Artists, su queens.about.com. URL consultato il 12-3-2009 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2008).
- ^ a b c d csmonitor.com - Curator of an urban canvas article, su csmonitor.com. URL consultato il 12-3-2009.
- ^ boston.com - Graffiti crew wants a place to call its own, su boston.com. URL consultato il 12-3-2009.
- ^ iht.com - Graffiti artists find legal haven in New York City, su iht.com. URL consultato il 12-3-2009.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 5 Pointz
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su 5ptz.com. URL consultato il 3 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2010).