Arsenale militare (Torino)

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Arsenale Militare (Torino)
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegionePiemonte
LocalitàTorino
IndirizzoVia Borgo Dora, 61
Informazioni generali
Condizioniin uso

L'Arsenale militare di Torino è un insieme di edifici storici collocato nel rione di Borgo Dora a Torino.

L'insieme è stato destinato a usi militari dal Cinquecento al Novecento ed è stato oggetto di diverse ristrutturazioni. Dopo un devastante incendio, fu ristrutturato nella seconda metà dell'Ottocento con la costruzione di officine, magazzini per lo stoccaggio dei materiali, una caserma e una struttura porticata chiamata Caserma Cavalli.

Le costruzioni ottocentesche furono gravemente danneggiate durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra vennero recuperati e adibiti a scopi civili solo due degli edifici originali: una parte dell'ex arsenale, divenuta sede del Sermig, e l'ex Caserma Cavalli, divenuta sede della Scuola Holden.

La polveriera

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L'impiego della zona a scopi militari risale al 1582, quando Antonio Ponte riconvertì a polveriera una struttura già esistente.[1]

Tra il 1775 e il 1778 la polveriera fu ricostruita dal governo sabaudo su un progetto di Antonio Quaglia.[2]

La struttura fu poi gradualmente ampliata fino a quando, il 26 aprile del 1852, al suo interno non si sviluppò un incendio dovuto a combustione spontanea. L'intervento eroico di un sergente polverista, Paolo Sacchi[1], evitò danni ancora più gravi, ma l’esplosione di circa 25.000 chilogrammi di polvere da sparo provocò la quasi immediata distruzione di buona parte degli edifici e dei macchinari. Una tragedia che costò anche un prezzo notevole in termini di vite umane: tra le macerie si contarono 20 morti e 19 feriti, 3 dei quali deceduti in ospedale.[3]

Il complesso e le caserme adiacenti furono quindi ricostruiti dal Genio militare, con l'unità d'Italia, a partire dal 1862[4] sulla base di un progetto di Giovanni Castellazzi[2], e vi fu spostato, dalla vecchia sede, l'arsenale militare, con la denominazione di Arsenale delle Costruzioni di Artiglieria.

Il progetto prevedeva uno spazio adibito ai magazzini per lo stoccaggio, una caserma e delle officine produttive. Alle officine era annesso un edificio porticato, chiamato Caserma Cavalli, che ne costituiva l'accesso monumentale. Un comprensorio per un totale di circa 60.000 metri quadrati.

I livelli massimi di produttività si raggiunsero durante la prima guerra mondiale.

I danni prodotti dai bombardamenti

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Durante la seconda guerra mondiale il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti alleati dell'8 dicembre 1942 e del 13 luglio 1943. I bombardamenti portarono alla distruzione delle tettoie, dei magazzini e dell'officina a causa di bombe dirompenti e incendiarie, al crollo dei muricci e al lesionamento delle volte. In totale 45 locali furono distrutti e altri 60 danneggiati.[4]

I bombardamenti e le demolizioni successive portarono al mantenimento di due soli edifici ottocenteschi: l'ex arsenale e l'ex Caserma Cavalli. L’Arsenale riprende dopo il conflitto l’attività produttiva, fino agli anni '70.

Riconversione

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Il primo edificio rimase poi in abbandono fino al 1983, quando il Sermig (Servizio Missionario Giovani, fondato nel 1964 a Torino da Ernesto Olivero) iniziò a ristrutturarlo per farne la propria sede e riconvertire gli spazi[4]. Da allora la sede del Sermig e ha preso il nome di Arsenale della pace.

L'ex Caserma Cavalli attraversò un periodo di abbandono più lungo: un programma di valorizzazione fu avviato dal comune di Torino solo nel 2012[5]. In quell'anno, la proprietà venne trasferita alla Scuola Holden, che nei 14 mesi successivi portò avanti la ristrutturazione dell'immobile. L'inaugurazione della nuova sede della scuola nell'edificio avviene nel 2013.[4]

  1. ^ a b comune di Torino, su comune.torino.it.
  2. ^ a b museo di Torino (ex Caserma Cavalieri), su museotorino.it.
  3. ^ istoreto.it
  4. ^ a b c d museo di Torino (Arsenale della pace), su museotorino.it.
  5. ^ bando comune di Torino (PDF), su bandi.comune.torino.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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