Camillo Peano
Camillo Peano | |
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Ministro dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 21 maggio 1920 – 15 giugno 1920 |
Presidente | Francesco Saverio Nitti |
Durata mandato | 15 giugno 1920 – 4 luglio 1921 |
Presidente | Giovanni Giolitti |
Ministro del tesoro | |
Durata mandato | 26 febbraio 1922 – 1 agosto 1922 |
Presidente | Luigi Facta |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXIV, XXV, XXVI |
Collegio | Barge (XXIV legislatura) Cuneo (XXV, XXVI legislatura) |
Sito istituzionale | |
Senatore del Regno d'Italia | |
Legislatura | dalla XXVI |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Torino |
Professione | Giornalista, funzionario amministrativo |
Camillo Peano (Saluzzo, 5 giugno 1863 – Roma, 13 maggio 1930) è stato un politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo una prestigiosa carriera al Ministero dell'interno, in cui fu ispettore generale e prefetto, divenne Capo di Gabinetto nel terzo Governo Giolitti (1906-1909). Nel 1910 la Commissione Peano per l'edilizia governativa (nominata con decreto del 21 luglio 1910) decise la localizzazione dei principali Ministeri e Uffici Pubblici.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, partecipò al dibattito sull'entrata in guerra dell'Italia. Restò famosa una lettera di Giovanni Giolitti a lui indirizzata dopo i rapporti avuti con l'ambasciatore tedesco in Italia, il principe Von Bülow:
«Potrebbe essere e non apparirebbe improbabile che nelle attuali condizioni dell'Europa, parecchio possa ottenersi senza una guerra.»
Camillo Peano la pubblicò sul quotidiano filogiolittiano La Tribuna. La lettera suscitò molto clamore e valse a Giolitti l'ingeneroso appellativo di "uomo del parecchio".
Dopo la guerra fu Ministro dei lavori pubblici nel secondo governo Nitti (1920) e nel quinto governo Giolitti (1920-1921) e Ministro del Tesoro nel primo governo Facta (1922). Divenne poi Senatore del Regno e Presidente della Corte dei Conti dal 1922 al 1928.
Si deve a lui la costruzione del ponte di Cardè[1].
Era padre adottivo del tenente pilota Casimiro Buttini, medaglia d'oro e d'argento al valor militare.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze italiane
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Carlo Fedele Savio, Cardè - Cenni storici (1207 - 1922), Uomini illustri Archiviato il 12 ottobre 2007 in Internet Archive.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Camillo Peano
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Peano, Camillo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- PEANO, Camillo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Stefano Sepe, PEANO, Camillo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 82, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
- Camillo Peano, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- PEANO Camillo, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 90304640 · ISNI (EN) 0000 0004 1964 7103 · SBN RAVV104243 · GND (DE) 1161101810 |
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