Costantino Crosa
Costantino Crosa | |
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Nascita | Biella, 12 febbraio 1889 |
Morte | Molino Vecchio, 18 giugno 1918 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Reparto | X |
Anni di servizio | 1913-1918 |
Grado | Capitano |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Campagne | Fronte italiano (1915-1918) |
Battaglie | Battaglia degli Altipiani Ottava battaglia dell'Isonzo Battaglia del solstizio |
Comandante di | 10ª Compagnia, 201º Reggimento fanteria "Sesia" |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Combattenti Liberazione[1] | |
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Costantino Crosa (Biella, 12 febbraio 1889 – Molino Vecchio, 18 giugno 1918) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale[2].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Biella il 12 febbraio 1889, figlio di Pietro e di Marianna Ceria.[1] Dopo aver conseguito la licenza liceale presso il Liceo "Carlo Alberto" di Novara si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Torino.[1] Interruppe gli studi per arruolarsi nel Regio Esercito, iniziando poi a frequentare un corso per allievi ufficiali di complemento presso il 58º Reggimento fanteria.[1] Nominato sottotenente nel gennaio 1913, fu assegnato in servizio di prima nomina al 49º Reggimento fanteria.[1] Fu congedato nel luglio 1914 riprendendo gli studi interrotti, e collaborando alla gestione della azienda commerciale di famiglia.[1] Richiamato in servizio alla mobilitazione generale fu assegnato al 162º Reggimento fanteria, e dopo l'inizio delle ostilità con l'Impero austro-ungarico raggiunse il settore di Asiago tra campo Poselaro e Passo del Trughele, partecipando alle operazioni militari contro Mascai di Sotto-Costesin.[1] Dopo essere stato promosso tenente, nel dicembre 1915 fu trasferito a formare i quadri del neocostituito 201º Reggimento fanteria della Brigata Sesia e nel marzo 1916, promosso capitano, assunse il comando della 10ª Compagnia, raggiunse il fronte dell'Isonzo.[3] Il 16 maggio, all'inizio della Strafexpedition nel Trentino, contrastò l'avanzata nemica sull'altipiano di Tonezza e nella seguente controffensiva del mese di giugno raggiunse ed occupò Monte Maio, catturando dei prigionieri.[1] Nel mese di settembre, inviato sul Carso, partecipò alla ottava battaglia dell'Isonzo nel settore Oppacchiasella-Castagnevizza. Dopo un breve periodo di ricovero in ospedale a San Donà di Piave per un attacco di malaria, rientrò in linea ancora convalescente e, dopo la sconfitta nella battaglia di Caporetto, nell'ottobre 1917, e il seguente ripiegamento dell'esercito dapprima sul Tagliamento e poi sulla linea del Piave, agì in retroguardia a protezione delle truppe defluenti dalla Piazza di Gorizia.[1] Schierato sulla linea Villanova–Molino Nuovo–Casa Martini, a partire dal 15 giugno 1918, data di inizio della battaglia del solstizio, combatte a difesa del caposaldo di Molino Vecchio, poco a sud di Candelù, respingendo per tre giorni ogni attacco lanciato dal nemico.[3] Nel corso della strenua difesa, ferito più volte, cadde in combattimento il 18 giugno colpito a morte da una granata.[3] Per onorarne il coraggio con Decreto Luogotenenziale del 23 marzo 1919 fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] L'università di Torino lo insignì, post mortem, ad "honorem" della laurea in giurisprudenza.[1] È sepolto nel Cimitero monumentale di Oropa.[4]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale del 23 marzo 1919.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
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Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j Combattenti Liberazione.
- ^ a b Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 90.
- ^ a b c Coltrinari, Ramaccia 2018, p. 86.
- ^ AA.VV. (SEFIT - Servizi funerari di Utilitalia), OROPA (Biella) - Cimitero del Santuario (PDF), in ATLANTE cimiteri significativi italiani, Ministero della Cultura, 2018. URL consultato il 4 giugno 2024.
- ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968, p. 90.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1918. L’anno della gloria: Dalla battaglia d'arresto, alla battaglia del solstizio, alla vittoria, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Crosa, Costantino, su Combattenti Liberazione.
- Breda di Piave (TV) - 17 luglio 2016, su Davetto.