Cristo in pietà e un angelo

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Cristo in pietà e un angelo
AutoreAntonello da Messina
Data1476-1478
TecnicaOlio su tavola
Dimensioni74×51 cm
UbicazioneMuseo del Prado, Madrid

Il Cristo in pietà e un angelo, o più semplicemente Pietà, è un dipinto a olio su tavola (74×51 cm) di Antonello da Messina, databile al 1476-1478 circa e conservato nel Museo del Prado di Madrid.

Antonello da Messina torna nel 1476, quando ha circa 47 anni, definitivamente a Messina, dopo aver rifiutato l'offerta di diventare ritrattista ufficiale per i signori di Milano, gli Sforza. Col suo ritorno nella sua città natale di Messina il pittore accentuerà molto il realismo e l'intensità espressiva in opere davvero stupefacenti come l'Annunciata di Palermo e la Pietà appunto, dipinta tra il 1476 e il 1478, su committenza di un privato.

La scena che Antonello da Messina immagina e rappresenta non è narrata da nessun Vangelo. Cristo è già stato deposto dalla croce e sta per essere messo nel sepolcro. Prima di compiere la sepoltura, un angelo piangente ci mostra Cristo morto in tutta la sua drammaticità: il volto con la bocca ancora aperta, le mani cadenti, il fianco squarciato da cui esce sangue in abbondanza. L'immagine del Cristo e dell'angelo è inserita in un paesaggio con teschi e tronchi secchi che simboleggiano la morte, mentre in secondo piano la città e il verde della natura simboleggiano la Resurrezione. Nello sfondo è possibile notare la città di Messina nel 400, in cui è possibile osservare la rappresentazione il duomo cittadino con il suo campanile circondato dalle imponenti mura perimetrali della città.

Si tratta senza dubbio di un'opera per un committente privato, dipinta per indurre chi la guardava a meditare sulla passione di Cristo. Il realismo con cui è resa la morte, il contrasto fra l'incarnato roseo dell'angelo e quello più cadaverico di Cristo, il dolore estremo dell'angelo, il contrasto fra figure in primo piano e paesaggio, avevano lo scopo di coinvolgere emotivamente lo spettatore e ricordargli a quale prezzo era stata guadagnata da Cristo la sua salvezza.

Il volto del Cristo è stato probabilmente ripreso dalla piccola tavoletta del Cristo alla colonna (1476 circa) di Antonello, che oggi è visibile al Museo del Louvre. L'iconografia invece in cui il Cristo morto è sorretto dall'angelo è di origine nordica, ma era già presente nelle opere di Carlo Crivelli. Il corpo del Cristo è reso naturalisticamente, sia nel costato sanguinante che nel volto sofferente a cui fa da contrappunto la bellezza idealizzata del volto dell'angelo.

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