Smantellamento degli impianti nucleari

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da DECON)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Con smantellamento degli impianti nucleari[1] (spesso in inglese nuclear decommissioning o semplicemente decommissioning) si identificano tutte le azioni da intraprendere nei tempi successivi alla cessazione del servizio delle centrali nucleari. In genere lo scopo è quello di giungere alla completa demolizione di un impianto con la rimozione di ogni vincolo dovuto alla presenza di materiali radioattivi ed alla restituzione del sito per altri usi.[2]

Infatti, la principale differenza tra lo smantellamento di una centrale di potenza convenzionale e una centrale nucleare, è data dalla presenza di materiale radioattivo o fissile, fatto che richiede precauzioni specifiche, la decontaminazione del personale e delle attrezzature, con procedure di trasporto e stoccaggio molto costose (ad esempio il gas di metallo prodotto durante il taglio delle tubazioni diventa radioattivo, come anche la polvere del cemento risultato delle demolizioni).

Lavori di smantellamento dell'edificio di contenimento
Il trasporto del recipiente in pressione del reattore verso lo smaltimento

Lo smantellamento comporta molti atti e decisioni amministrative, oltre a interventi tecnici. Include ogni tipo di opera per la rimozione della radioattività e la progressiva demolizione dell'impianto. Una volta che la centrale viene smantellata, non deve persistere la possibilità di incidenti coinvolgenti la radioattività, o qualsiasi altra potenzialità di danno causato dalle strutture del reattore ai visitatori del sito. Negli Stati Uniti d'America e in Francia dopo che una centrale viene posta fuori servizio, asportato il combustibile e asportate le parti più radioattive, si consente la cessazione del suo controllo obbligatorio (regulatory control) e la società che deteneva la licenza della centrale viene sollevata dalle responsabilità legali per la sicurezza nucleare del sito.[3]

L'AIEA definì tre opzioni per lo smantellamento[4], definizioni che oggi, con qualche cambiamento delle condizioni richieste, sono state adottate internazionalmente.

  1. Chiusura con stretta sorveglianza dell'impianto: rimangono all'interno fluidi, tubi, vasche piene d'acqua con le barre di combustibile esausto. Nei reattori a neutroni veloci rimane la grafite, infiammabile e radioattiva. (Procedura denominata Tombatura)
  2. Rilascio del sito con alcune restrizioni: barre di combustibile, fluidi e tubature asportate, reattore sigillato, l'edificio continua ad esistere. L'accesso al pubblico è vietato oppure regolamentato. (Oggi denominato SAFSTOR)
  3. Rilascio senza restrizioni del sito, corrispondente spesso alla completa demolizione delle strutture e al loro trasporto in un centro di discarica o al riciclaggio del metallo per costruire in altri reattori nucleari. Tale stadio è preceduto dal "brown field", che si verifica quando le strutture dell’impianto sono demolite e tutti i rifiuti radioattivi sono stoccati in depositi temporanei, pronti per essere trasferiti al Deposito Nazionale. Questa fase si conclude quando il trasporto verso il Deposito Nazionale viene completato definitivamente, arrivando così alla condizione di "prato verde" (green field, oggi denominato DECON).

Opzioni attuali per lo smantellamento

[modifica | modifica wikitesto]

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha identificato tre opzioni per lo smantellamento, le cui definizioni sono state adottate a livello internazionale.[5]

Smantellamento immediato

[modifica | modifica wikitesto]

Lo smantellamento immediato (in inglese immediate dismantling, negli USA chiamato Early Site Release o DECON) è la strategia con cui le strutture, le attrezzature, parti e pertinenze di un impianto contenente contaminanti radioattivi vengono rimosse o decontaminate ad un livello tale da consentire la possibilità di essere reso disponibile per un uso senza limitazioni, o con limitazioni imposte dall'organismo di regolamentazione. In questo caso le attività di smantellamento iniziano poco dopo la cessazione definitiva dell'attività dell'impianto. Questa strategia implica il tempestivo completamento dello smantellamento dell'impianto e comporta la rimozione di tutto il materiale radioattivo dalla struttura ad un altro impianto e la sua lavorazione sia per lo stoccaggio a lungo termine che per lo smaltimento.

Custodia protettiva passiva

[modifica | modifica wikitesto]

La custodia protettiva passiva[6] (in inglese safe storage, safe store o safe enclosure, negli USA deferred dismantling o SAFSTOR) è l'opzione che rimanda la fine delle attività di ispezione e controllo per un periodo più lungo, abitualmente nell'ordine di 40-60 anni. L'impianto viene modificato (svuotato del combustibile nucleare e demolito in alcune strutture), portandolo in condizioni di sicurezza fino al momento dello smantellamento finale e della decontaminazione definitiva. Nel corso del periodo di custodia il decadimento radioattivo "naturale" riduce la quantità di materiali contaminati da trattare e smaltire.

Il tombamento (in inglese entombment) è una strategia che pone l'impianto in una condizione che permetterà al materiale radioattivo di rimanere nel sito senza la necessità di rimuoverlo totalmente. Abitualmente comporta il ridurre le dimensioni dell'area dove il materiale radioattivo viene collocato e in seguito si rinchiude l'edificio del reattore, (possibilmente senza il combustibile nucleare), con le sue piscine, tubature, pompe, vaporizzatori e tubi e altri materiali all'esterno del reattore dentro a una struttura di lunga durata in cemento armato, sigillata in modo che non abbia perdite nel terreno, refrigerata (con ricircolo di aria o acqua) e che possa durare per un periodo di tempo sufficiente ad assicurare che la radiazione residua non costituisca più un pericolo ingestibile. A volte si tratta di una scelta obbligata come nel caso di Černobyl', ma in località remote e poco popolate, per siti con molti reattori facili da vigilare, può essere un'opzione.[7]

Un'ampia gamma di installazioni nucleari sono state disattivate e smantellate totalmente fino al giorno d'oggi.[8] Questo elenco include centrali nucleari, reattori di ricerca, impianti per la produzione di radio-isotopi, acceleratori, miniere di uranio, impianti per l'arricchimento dell'uranio, impianti PUREX per la separazione chimica del plutonio, ecc.

Nonostante tutto, il numero di impianti di potenza totalmente smantellati è davvero esiguo. Esistono compagnie specializzate nello smantellamento nucleare; questa pratica è diventata un'attività industriale che rende profitti. Lo smantellamento è molto costoso; le stime correnti fatte dalla "Nuclear Decommissioning Authority" del Regno Unito sono che costerà almeno 70 miliardi di dollari smantellare i siti nucleari dismessi esistenti nella Gran Bretagna; questo calcolo non considera qualsiasi incidente o cambiamento delle normative che possa avvenire in futuro. Inoltre, a causa della radioattività latente nei "core" dei reattori, lo smantellamento totale del reattore diventa un processo lento che deve eseguirsi in varie fasi (spesso intervallate da decenni): i piani correnti della Nuclear Decommissioning Authority per lo smantellamento totale prevedono un arco di tempo dai 50 ad oltre 330 anni, con esclusione di siti incidentati per cui ogni previsione è difficile se non impossibile.[9] Il lungo intervallo di tempo rende un calcolo affidabile dei costi estremamente difficile. Lo sforamento massiccio delle previsioni di spesa non è cosa infrequente anche per progetti che si attuano fino alla fase finale di smantellamento e decontaminazione totale (taglio sott'acqua del reattore, eseguito ad esempio in Germania) in modo risoluto, senza complicazioni, completato in tempi relativamente brevi.

La Pickering Nuclear Generating Station, vista da ovest. Si vedono tutti gli otto reattori, lontani da 2,5 km a 3,25 km.

Alcuni reattori nucleari oggetto di interventi in America, tipologia, potenza e costo dei lavori finora eseguiti e/o preventivati per kilowatt di potenza.[8][10][11]

Paese Località Tipo di reattore Vita operativa Stato dello smantellamento Costo dello smantellamento
Canada
(Québec)
Gentilly-1 CANDU-BWR
250 MWe
180 giorni
(tra 1966 e 1973)
Ferma dal 1986[12][13][14] 25 milioni USD
Canada
(Ontario)
Pickering-A2, A3 CANDU-PWR
8 × 542 MWe
30 anni
(dal 1974 al 2004)
Attualmente in cold standby
chiusa nel 2012?
(stimato: $ 270-430/kWe?)
USA Fort St. Vrain HTGR
(grafite-elio)
380 MWe
12 anni
(1977-1989)
Smantellamento immediato $ 195 milioni
USA Rancho Seco[15] Multiunit:
PWR 913 MWe
12 anni
(Chiusa per referendum nel 1989)
SAFSTOR: 5-10 anni fino al 2018 ?
($ 200-500/kWe)[16]
USA Three Mile Island 2 Multiunit:
913 MWe PWR
GRAVE INCIDENTE: fusione del nocciolo
(nel 1979)
Post-Defuelling
Phase 2 (1979)
$ 805 milioni (stimati)[17]
USA Shippingport (primo BWR)
60 MWe
25 anni
(chiuso 1989)
Smantellamento completato
smantellato in cinque anni
(primo piccolo reattore sperimentale)
98,3 milioni di dollari[18]
USA Trojan PWR
1180 MWe
16 anni
(Chiuso nel 1993 perché vicino a faglia sismica)
SAFESTOR: (torre raffreddamento demolita nel 2006) ?[19][20]
USA Yankee Rowe PWR 185 MWe 31 anni
(1960-1991)
Smantellamento completato: demolita
(sito aperto al pubblico)[21]
?
USA Maine Yankee PWR
860 MWe
24 anni (chiuso nel 1996) Smantellata, demolita nel 2004
(sito aperto al pubblico)[22][23]
$ 635 milioni[24]
USA Connecticut Yankee PWR
590 MWe
28 anni
(chiuso nel 1996)
Smantellata, demolita nel 2007
(sito aperto al pubblico)[25]
820 milioni di dollari[26]
USA Exelon - Zion 1 & 2 PWR - Westinghouse
2 × 1040 MWe
25 anni
(1973 - 1998)
(Lieve incidente procedurale, abbandonato per costi sostituzione vaporizzatori)
Safstor-EnergySolutions
(apertura sito prevista per il pubblico 2018)[27]
900-1100 milioni di dollari
(dollari del 2007)[28]

Smantellamento dei reattori militari degli Stati Uniti d'America

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Hanford Site e Oak Ridge National Laboratory.

Nel sito di Hanford si trovano dei modelli di reattore nucleare moderato a grafite, gestiti da militari e fisici del progetto Manhattan, che sono serviti per la produzione di plutonio-239 "weapons grade" che è stato utilizzato in più di 60.000 armi nucleari, tra queste le bombe atomiche e inneschi della bomba termonucleare. I costi di costruzione e smantellamento sono segreti perché sotto controllo diretto del Dipartimento dell'energia, sottoposti a regole e controlli militari, che miravano ad impedire sabotaggi, spionaggio e a migliorare l'efficienza nella produzione di plutonio e trizio. Anche se molto inquinanti erano accettabili in quanto i nove reattori e i tre impianti PUREX si trovano in un'area semi-desertica e poco popolata dello Stato di Washington.

Smantellamento in Asia

[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni reattori nucleari smantellati in Asia, tipologia, potenza e costo di smantellamento per chilowatt di potenza: Associazione Costruttori Reattori Nucleari.[8]

Paese Località Tipo di reattore Vita operativa Stato dello smantellamento Costo dello smantellamento
Cina[29] Pechino (CIAE) HWWR 10 MWe(multipurpose)
(reattore sperimentale ad acqua pesante per la produzione di plutonio e trizio)
49 anni
(1958-2007)
Safestore e Decon in 20 anni (fino al 2027) proposto:
6 milioni di dollari per smantellamento 5 milioni di dollari per rimozione combustibile
Corea del Nord Yongbyon Magnox-type
(reattore per la produzione di armi nucleari tramite successivo ritrattamento PUREX)
20 anni
(1985-2005)
Disattivato in seguito ad accordo[30][31]
SAFESTORE
Torre di raffreddamento smantellata
?
Giappone Tokai-1 Magnox (GCR)
160 MWe
32 anni
(1966-1998)
Safestore: 10 anni[32][33]
poi DECON
fino al 2018
costo previsto:
yen 93 miliardi[34]
(660 milioni di euro del 2003)
India
[35][36]
Tarapur-1,2
(Maharashtra)
2x BWR 160 MWe 40 anni?
(1969-2009?)
Reattore NON disattivato ?
India[37] Rawatbhata-1,2
(Rajasthan)
1x PHWR 100 MWe
1x PHWR 200 MWe (simile ai CANDU)
40 anni?
(1970-2011?)
Reattore NON disattivato ?
Iraq Osiraq/Tammuz-1
[38]
BWR 40 MWe
Reattore atto alla produzione di armi nucleari
(Distrutto dall'aeronautica militare israeliana nel 1981) Non radioattivo:
mai caricato con uranio
?

Smantellamento in Europa occidentale

[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni reattori nucleari smantellati in Europa Occidentale, tipologia, potenza e costo di smantellamento per kilowatt di potenza: Sito dell'Unione europea sullo smantellamento nucleare[39][40], Associazione Costruttori Reattori Nucleari[8], Regno Unito[41].

Paese Località Tipo di reattore Vita operativa Stato dello smantellamento Costo dello smantellamento
Austria[42][43]
(Nuclear Free Country)
Zwentendorf PWR
723 MWe
Mai attivato[44], in seguito a referendum anti-nucleare del 1978 ? ?
Belgio Mol PWR (BR-3)
25 anni
(1962-1987)
DECON COMPLETATO -
progetto pilota
(taglio sott'acqua e remoto) [45][46]
?
Francia[47] Brennilis HWGCR 70 MWe 12 anni
(1967-1979)
ATTENTATO CON ESPLOSIVI
Phase 3 480 milioni di euro
(20 volte la cifra prevista)
Francia Bugey-1 Grafite-gas ?
(1994)
posposto ?
Francia Chinon 1,2,3 Grafite-gas
(1973-1990)
posposto ?
Francia St. Laurent Gas-grafite ? posposto ?
Francia Superphénix di
Creys-Malville
1200 MWe
(Non supera il 30% di questi: max. 400 MWe)
Reattore nucleare autofertilizzante
9 anni in 11
(1985-1996)[48]
posposto Stime:
~ $ 4000/kWe
Gran Bretagna[49] Berkeley Magnox
(2 × 138 MWe)
27 anni
(1962-1989)
Safestore: 30 anni
(demolizione interna)
$2600/kWe
Gran Bretagna Sellafield-Windscale Windscale-AGR
WAGR (32 MWe)
18 anni
(1963-1981)
Incendio grafite del reattore
parz. fusione del combustibile
[50]
Rimozione del reattore nel 2009 -
progetto pilota
(taglio con robot remot control, laser UV) [45][51][52][53]
Superiore ai $2600/kWe
(stime WNI)
finora euro
117 milioni
Gran Bretagna Sellafield-Centrale nucleare di Calder Hall[54] Magnox.
(4 x 49 MWe)
50 anni
(1953-2003)
SAFSTOR fino all'anno 2115 Museo del 1º Magnox,
attrazione turistica?
Germania Ovest Gundremmingen-A BWR
250 MWe

11 anni
smantellamento
immediato -
progetto pilota
(taglio sott'acqua)
(~ $ 300-550/kWe)
Italia[55] Caorso
[56]
BWR
840 MWe[57][58]
3 anni
( 1978 - Chiusa nel 1987 in seguito al referendum del 1987 )
Safstore: 30 anni
(demolizione interna)
[59]
450 Milioni di euro (smantellamento)
+ 300 Ml. euro (riprocessamento combustibile)[60][61][62]
Italia Garigliano (Caserta)[63] Magnox
138 MWe[64]
15 anni
(12 "piccoli" incidenti)
(spenta nel 1978)
[65][66]
Safstore: 30 anni
(demolizione interna)
[67][68]
$/kWe
Italia Latina (Foce Verde) Magnox
210 MWe Gas-grafite[69]
24 anni
( 1962 - Chiusa nel 1987 in seguito al referendum )
Safstore: 30 anni
(demolizione interna)
[70]
$/kWe
Italia Trino Vercellese
[71]
PWR Westinghouse,
270 MWe[72]
? anni

( Chiusa nel 1987 in seguito al referendum )
Safstore: 30 anni
(demolizione interna)
$/kWe
Olanda Dodewaard BWR Westinghouse,
58 MWe[73]
28 anni
(1969-1997)
Defuelling completato -
Messa in Safstore per 40 anni
$/kWe
Spagna Vandellós-1 480 MWe Gas-grafite 18 anni
Grave Incidente:
incendio nel 1989
Safestore: 30 anni
(demolizione interna)
Fasi 1 e 2:
euro 93 milioni
Svizzera[74] DIORIT  MWe Gas-grafite
(sperimentale)


()
Safestore: anni
(demolizione interna)
?
Svizzera LUCENS 8,3 MWe CO2-acqua pesante
(sperimentale)
(1962-1969)
Grave Incidente:
incendio nel 1969
Tombamento per X anni
Safestore & Decon: 24 anni
(demolizione interna)
?
Svizzera SAPHIR 0,01-0,1 MWe
(Piscina di acqua leggera)
39 anni
(1955-1994)
(Dimostratore sperimentale)
(In esposizione
sin dall'inaugurazione
aperta al pubblico:

"luce di Cerenkov")
?

I francesi stanno costruendo nella località di Marcoule un impianto di riciclaggio per l'acciaio debolmente radioattivo delle centrali nucleari smantellate. Questo metallo è inutilizzabile per acciai a contatto stretto o indiretto con la popolazione, perché contenente alcuni prodotti di attivazione, ma senz'altro potrà essere riciclato per impianti nucleari.[75][76]

Smantellamento in Europa orientale ed ex-Unione Sovietica

[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni reattori nucleari smantellati negli stati appartenenti all'ex-Unione Sovietica (Bielorussia, Russia, Ucraina ed altri) e altri paesi appartenenti all'alleanza "Patto di Varsavia" e/o al "Comecon", tipologia, potenza e costo di smantellamento per kilowatt di potenza: Associazione Costruttori Reattori Nucleari[8], OSTI (USA e Russia)[77].

Paese Località Tipo di reattore Vita operativa Stato dello smantellamento Costo dello smantellamento
Bulgaria Kozloduj-1,2,3,4[78] VVER440
(4 × 408 Mwe)
Reattori 1,2 chiusi nel 2003,
reattori 3,4 chiusi nel 2006

(Chiusura imposta
dall'Unione europea)
Defuelling ?
Germania Est Greifswald-1,2,3,4,5 VVER440
5 × 408 MWe

smantellamento
immediato
(taglio sott'acqua)
(~ $ 330/kWe)
Germania Est Rheinsbergh-1 VVER210
70-80 MWe
24 anni
(1966-1990)
In smantellamento
dal 1996
Safstor (taglio sott'acqua)
(~ $ 330/kWe)
Germania Est Stendal-1,2,3,4 VVER1000
(4 × 1000 MWe)
Mai attivato
(Reattore 1 completato all'85%)
Struttura NON radioattiva
(Torri di raffreddamento
demolite con esplosivo)
(?)
(Struttura in esposizione
all'interno di un
parco industriale)
Russia Mayak[79]
(Čeljabinsk-65)
Impianto per
arricchimento dell'Uranio
Vari incidenti gravissimi
(1946-1956)
? ?
Russia Seversk[80]
(Tomsk-7)
Tre reattori al plutonio
Impianto per
arricchimento dell'Uranio
Due su tre reattori autofertilizzanti chiusi, in seguito ad accordi del disarmo con gli USA nel 2003[81]. ? ?
Slovacchia Mochovce NPP-1,2
(180 km ad est da Vienna)[82][83]
VVER 440
2 × 440 MWe
(1998-2028?) ?
Ucraina Černobyl'-4
(110 km
da Kjev)
RBMK-1000
1000 MWe
? anni
Incidente della massima gravità: esplosione, poi incendio grafite (1986)
Vedi:Disastro di Černobyl'[84]
Tombamento
("sarcofago" in cemento armato)
Passato: ?
Futuro: sarcofago scorrevole in acciaio[85]

Altri impianti nucleari

[modifica | modifica wikitesto]

La commissione francese dell'energia atomica sta smantellando l'impianto di riprocessamento UP1 localizzato a Marcoule. Attivo sin dal 1958 ha trattato 18,600 tonnellate di combustibile metallico provenienti da reattori refrigerati a gas (sia militari che civili) fino al 1997. La decontaminazione progressiva e lo smantellamento dell'impianto durerà 40 anni e si calcola possa arrivare a costare più di 6000 milioni di euro.[86]

Aspetti legali

[modifica | modifica wikitesto]

In molti paesi dell'OCSE lo smantellamento di un reattore nucleare può cominciare soltanto dopo che sia stata concessa la licenza appropriata prevista dalle legislazione concernente sul territorio. Come parte della procedura autorizzativa, devono essere elaborati vari documenti, rapporti e sono necessarie ispezioni e perizie approfondite, che porteranno a redigere rapporti destinati all'autorità competente, ad.es. rapporti di sicurezza, documenti tecnici, sull'impatto ambientale, ecc.

Nell'Unione europea questi documenti sono le basi della valutazione di impatto ambientale (VIA) e della valutazione ambientale strategica (VAS), in accordo alla Direttiva del Consiglio 85/337/CEE. Una precondizione per la concessione di questa licenza è la soddisfazione delle condizioni poste dall'articolo 37 del Trattato Euratom sottoscritto dalla Commissione Europea. L'articolo 37 obbliga ogni stato membro dell'Unione europea a comunicare alcuni dati relativi ad ogni eventuale previsto rilascio di sostanze radioattive alla Commissione. Queste informazioni devono rivelare se e quali tipi di inquinamento radioattivo comporti lo smantellamento – i piani di smantellamento e stoccaggio dei componenti del reattore e ogni possibile rilascio accidentale di sostanze – che impatto possano avere sull'ambiente, ad.es. acqua, suolo oppure aria, degli Stati Membri della U.E.[87]. In base a questi dati generali, la Commissione deve essere in grado di stabilire l'esposizione di gruppi campione della popolazione nei paesi più vicini.

Costo dello smantellamento nucleare

[modifica | modifica wikitesto]

Negli USA molte compagnie elettriche attualmente stimano una media di 320 milioni di dollari per lo smantellamento totale di ogni reattore nelle centrali USA (dollari del 1998)[8] In Francia, lo smantellamento della centrale nucleare di Brennilis in Bretagna[88][89], un impianto da 70 MW, è già costato circa 480 milioni di euro (20 volte i costi stimati) ed è ancora incompleto dopo 20 anni. A dispetto degli ingenti investimenti nel rendere sicuro lo smantellamento, nel marzo 2006 l'ente francese CRIIRAD realizza dei prelievi vicino alla centrale, dietro la STE (Station de Traitements des Effluents) e trova elementi radioattivi come il cesio-137 e il (particolarmente tossico) cobalto-60 che sono percolati dentro il vicino lago. Secondo il CRIIRAD provengono incontestabilmente dalla centrale. Inoltre si trova anche una concentrazione abnormemente elevata di attinio-227 (molto radiotossico) di origine sconosciuta.[90][91][92]

Nel Regno Unito, lo smantellamento dei due reattori a gas WAGR Pile 1 e Pile due di Windscale (messi in SAFSTORE quando uno di essi rimase danneggiato dall'incendio della grafite)[93] (WAGR), un piccolo impianto di potenza da 2 × 49 MW, verrà completato soltanto nel 2015 e si calcola costerà circa 490 milioni di sterline portando il sito alla condizione "brown field".[94]

Il reattore di Calder Hall-Sellafield è stato chiuso nel 2003. L'autorità britannica per il decommissioning ritiene che sarà possibile smantellarlo per il 2115, cioè dopo 160 anni dall'inaugurazione[95]. In alternativa è stato studiato un piano (con orizzonte temporale di 100 anni) per mantenere l'impianto, trasformandolo in un'"attrazione turistica di valore storico"[96].

In Germania, lo smantellamento della centrale nucleare di Niederaichbach, da 100 MW, è costato circa 90 milioni di euro.[97]

Rapporto dell'OCSE sui costi dello smantellamento nucleare

[modifica | modifica wikitesto]

Un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico pubblicato nel 2003, segnalava i costi in dollari USA (del 2001) in base al tipo di reattore (non incidentati). Per i PWR occidentali, la maggior parte era $ 200-500/kWe, per i VVER dell'Europa dell'Est i costi erano attorno ai $ 330/kWe, per i BWR $300–550/kWe, per i CANDU $270–430/kWe.

Molto superiori erano i costi dello smantellamento dei reattori refrigerati a gas (come il Magnox della Centrale nucleare di Latina, nei pressi di Borgo Sabotino, vicino a Latina, attualmente in SAFSTOR) a causa della maggior quantità di materiali radioattivi (e dell'infiammabile grafite), che raggiunsero i 2.600 dollari/kWe per alcuni reattori Magnox del Regno Unito.

Reperimento dei fondi per lo smantellamento nucleare

[modifica | modifica wikitesto]

In Europa esiste una considerevole preoccupazione sui fondi necessari per finanziare lo smantellamento finale. In molti paesi i fondi stanziati non sembrano sufficienti per pagare lo smantellamento finale, e in molti altri paesi i fondi (sostanziali) vengono spesso usati anche liberamente, per attività riguardanti la sicurezza nucleare, che sono diversi dallo smantellamento, mettendo i fondi a rischio, e distorcendo la competizione con concorrenti che non hanno a disposizione fondi per lo smantellamento nucleare.[98]

La Commissione europea ha approfondito questo problema in seguito al trattato Euratom e nel 2016 ha concluso che per lo smaltimento degli impianti nucleari esistenti serviranno almeno 253 miliardi di euro.[99]

Stati Uniti d'America

[modifica | modifica wikitesto]

Negli USA, le compagnie elettriche ("public utilities") hanno aggiunto una tassa tra i 0,1 e 0,2 cents/kWh per poter finanziare lo smantellamento. Le aziende devono inviare rapporti alla "Nuclear Regulatory Commission" con una certa regolarità, dimostrando lo stato dei fondi per lo smantellamento. Nel 2001, avevano raccolto 23.700 milioni di dollari per lo smantellamento, lasciando in sospeso una seconda parte di 11.600 milioni di dollari che verrà coperta dalle vite operative dei 104 reattori statunitensi in funzione (stimando un costo medio di 320 milioni di dollari (del 2001) per ogni singolo reattore).

Necessità dello smantellamento dei reattori nucleari

[modifica | modifica wikitesto]

In molti paesi del mondo, anche in quelli che hanno rinunciato all'utilizzo civile dell'energia nucleare (Austria, Italia), gli impianti nucleari non sono stati smantellati, ma si è proceduto alla rimozione degli elementi di combustibile esaurito dal reattore, alla loro collocazione in piscine di stoccaggio (dove le reazioni nucleari di fissione avvengono in modo molto più lento rispetto al reattore per la presenza di veleni disciolti) sia per la refrigerazione sia per la schermatura delle radiazioni, fino alla definitiva rimozione del combustibile dall'edificio del reattore ("defuelling").

In effetti, in condizioni normali, la perdita di sostanze radioattive da parte di un reattore nucleare in funzione è nulla, ed in molti casi[senza fonte] il fondo di radioattività naturale, può essere anche di molto superiore a quella all'interno dell'impianto.

Soprattutto nei reattori nucleari a neutroni veloci, le strutture interne ricevono un intenso irraggiamento neutronico che attiva molti materiali, rendendo le strutture radioattive. Un muro di terra spesso 1 metro riduce le radiazioni al 10% e con due metri di terra si ha soltanto un 1% di radiazioni residue. Nonostante questo, la possibile infiltrazione verso la falda freatica da parte di sostanze radioattive, rende problematico l'interramento delle strutture del reattore nucleare. La demolizione delle strutture in calcestruzzo e il taglio con la fiamma ossidrica delle strutture in metallo, comporta la liberazione di polveri e vapori radioattivi, inconveniente che può essere evitato con il taglio sott'acqua.

Smaltimento finale delle scorie radioattive

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Scorie radioattive.

Il problema dello smaltimento delle scorie nucleari altamente radioattive, viene approfondito nella voce scorie radioattive. Le scorie rimangono più radioattive rispetto all'uranio naturale per un periodo che si calcola tra i 100.000 e i 106 anni (per i reattori Uranio-Plutonio). Per i pochi modelli di reattore nucleare PHWR utilizzanti il ciclo torio-uranio (in funzione soltanto in India) oppure il reattore autofertilizzante torio-uranio proposto dal nobel Carlo Rubbia, si ha il vantaggio della produzione di residui che restano pericolosi per non più di 1000 anni. Comunque l'elevata fluenza di neutroni, attivando le strutture del reattore, rende lo smantellamento più lungo, costoso e difficile.

Reattore a fusione-fissione dell'UTEXAS

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2009 l'Università del Texas, sede di Austin, ha proposto il progetto preliminare (con tempi di realizzazione pratica non definiti) di un nuovo reattore nucleare, refrigerato a piombo liquido, che combinerebbe le reazioni di fissione con altre di fusione nucleare per eliminare buona parte delle scorie radioattive[100].

  1. ^ Inter-Active Terminology for Europe. Archiviato il 13 novembre 2013 in Internet Archive.
  2. ^ A cura di Ugo Spezia e Ivo Trippudi, Il decommissioning degli impianti nucleari e la sistemazione dei materiali radioattivi (PDF), su opef.it, maggio 2008. URL consultato il 25 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2011).
  3. ^ The Regulatory Challenges of Decommissioning Nuclear Reactors
  4. ^ Lanni L. Some Realities of Nuclear Power Plant Decommissioning Archiviato il 23 novembre 2011 in Internet Archive.
  5. ^ (EN) www-pub.iaea.org - Decommissioning of Nuclear Facilities: Training and Human Resource Considerations
  6. ^ www.arpa.emr.it - Il decommissioning in Italia e nel mondo (PDF), su arpa.emr.it. URL consultato il 12 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  7. ^ Entombment: It Is Time To Reconsider This Technology Archiviato il 12 gennaio 2012 in Internet Archive.
  8. ^ a b c d e f (EN) Decommissioning Nuclear Facilities, su www.world-nuclear.org, gennaio 2016. URL consultato il 4 luglio 2016 (archiviato il 7 marzo 2016).
    «To date, about 100 mines, 80 commercial power reactors, 45 experimental or prototype reactors, over 250 research reactors and a number of fuel cycle facilities, have been retired from operation. Some of these have been fully dismantled.»
  9. ^ National Audit Office - The Nuclear Decommissioning Authority - Taking forward decommissioning (PDF), su nao.org.uk. URL consultato il 18 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2008).
  10. ^ NRC: Locations of Power Reactor Sites Undergoing Decommissioning.
  11. ^ OSTI: Appendix A - A Summary of the Shutdown and Decommissioning Experience for Nuclear Power Plants in the United States and the Russian Federation. Appendix B - A Summary of the Regulatory Environment for the Shutdown and Decommissioning of Nuclear Power Plants in the United States and the Russian Federation. Appendix C - Recommended Outlines for Decommissioning Documentation.
  12. ^ IAEA: Taking Canada's Gentilly-1 to a static state (by Balarko Gupta) Archiviato il 29 aprile 2011 in Internet Archive.
  13. ^ ASCE: Gentilly-1 a study in nuclear decommission. Archiviato il 27 aprile 2011 in Internet Archive.
  14. ^ A Chernobyl in Québec? (correspondence on the dangers of Québec's only nuclear plant).
  15. ^ OSTI: Energy Citations Database about Rancho Seco nuclear power plant Archiviato il 7 gennaio 2009 in Internet Archive.
  16. ^ US-NRC: Rancho Seco nuclear power plant Archiviato il 2 febbraio 2009 in Internet Archive.
  17. ^ UNITED STATES NUCLEAR REGULATORY COMMISSION: Three Mile Island - Decomissioning Unit 2
  18. ^ OSTI, Office of Scientific and Technical Information - Shippingport station decommissioning project start of physical decommissioning
  19. ^ Paul Koberstein, Trojan: PGE's Nuclear Gamble, Willamette Week, 9 marzo 2005, p. A1. URL consultato il 15 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2007).
  20. ^ Trojan Nuclear Plant Decommissioning Update (PDF), su Issues in Perspective, Portland General Electric, marzo 2006. URL consultato il 6 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 14 novembre 2007).
  21. ^ Yankee Rowe Nuclear Reactor (3º reattore nucleare USA, smantellato totalmente).
  22. ^ Maine Yankee Nuclear Power Station, ME - Power Technology.
  23. ^ Maine Yankee Decommissioning 80% Complete Archiviato il 1º maggio 2011 in Internet Archive.
  24. ^ Maine Yankee Decommissioning Experience Report (PDF), su maineyankee.com. URL consultato il 13 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2014).
  25. ^ Connecticut Yankee Nuclear Reactor - Complete Decommissioning
  26. ^ SEC-INFORMATION: Connecticut Yankee The United Illuminating Company (UI), a wholly owned subsidiary of UIL Holdings Corporation (UIL), owns 9.5% of the equity of Connecticut Yankee Atomic Power Company. Connecticut Yankee has prepared a draft updated estimate of the cost of decommissioning its nuclear unit, as part of its transition to self performance of decommissioning. Connecticut Yankee's draft updated cost estimate includes an increase of approximately $270 million over the cost estimate reported in November 2002
  27. ^ With Exelon's Zion 1 & 2 reactors (2 × 1098 MWe) closed down in 1998 and in Safstor, a slightly different process is envisaged, considerably accelerating the decommissioning. Exelon has contracted with a specialist company - EnergySolutions, to remove the plant and return the site to greenfield status. To achieve this, the plant's licence and decommissioning funds will be transferred to EnergySolutions, which will then be owner and licensee, and the site will be returned to Exelon about 2018. Used fuel would remain on site until taken to the national repository.
  28. ^ WEBWIRE: Exelon Nuclear To Accelerate Decommissioning Of Zion Station.
  29. ^ IAEA: Decommissioning in China
  30. ^ PRESS TV (Iranian News Agency): North Korea to decommission nuclear facility. Archiviato il 1º maggio 2011 in Internet Archive.
  31. ^ THE GUARDIAN: Nuclear agreement: North Korea halts decommissioning.
  32. ^ Article in IAEA-TECDOC--1043: Permanent cessation of Tokai power plant's operation. Archiviato il 21 novembre 2008 in Internet Archive.
  33. ^ Science Links Japan: Progression of decommissioning of Tokai power plant. First case of power reactor in Japan. Archiviato il 13 maggio 2011 in Internet Archive.
  34. ^ Organisation for Economic Co-operation and Development/Nuclear Energy Agency, report 2003: Strategy Selection for the Decommissioning of Nuclear Facilities (pagina 118).
  35. ^ SCIDEV: India's energy mix needs nuclear boost
  36. ^ ECOWORLD: Nuclear power in India, by Avilash Roul Archiviato il 15 dicembre 2008 in Internet Archive.
  37. ^ INDIA - CISED: Economics of Nuclear Power Heavy Water Reactors Archiviato il 25 febbraio 2009 in Internet Archive.
  38. ^ Federation of American Scientists: Osiraq/Tammuz Nuclear Reactor
  39. ^ CND: Decommissioning Experience in the European Union todate Archiviato il 26 giugno 2015 in Internet Archive.
  40. ^ European webside on Decommissioning of Nuclear Installations - Decommissioning in Europe Archiviato il 9 ottobre 2008 in Internet Archive.
  41. ^ Parlamento Inglese: Stime sulle date di smantellamento dei reattori nucleari nel Regno Unito Archiviato il 25 giugno 2006 in Internet Archive.
  42. ^ (EN) The control of safety of radioactive waste management and decommissioning in Austria (PDF), su nea.fr. URL consultato il 25 dicembre 2022 (archiviato il 22 gennaio 2022).
  43. ^ EURONUCLEAR-NEWS: Can Austria Survive Withouth Nuclear Power ?, su euronuclear.org. URL consultato il 12 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2007).
  44. ^ SUSTANABILITY INSTITUTE: Zwentendorf, a Nuclear Plant That Will Never Be Turned On Archiviato l'11 maggio 2011 in Internet Archive.
  45. ^ a b EU-DECOM-belgium - From 1979 until now: five framework programmes Archiviato il 9 ottobre 2008 in Internet Archive.
  46. ^ The European Nuclear Decommissioning Training Facility - Mol, Belgium, 2002 Archiviato l'11 maggio 2011 in Internet Archive.
  47. ^ NUCLEAR ENERGY AGENCY: Nuclear Decommissioning in France Archiviato il 28 maggio 2014 in Internet Archive.
  48. ^ Dati di operatività tratti dall'archivio PRIS presso l'IAEA[collegamento interrotto]
  49. ^ NUCLEARSPIN: Nuclear Decommissioning in Britain[collegamento interrotto]
  50. ^ NUCLEARTOURIST: Partial Fuel Meltdown Events
  51. ^ UKAEA - Case Studies - Decommissioning - Windscale Advanced Gas-Cooled Reactor Archiviato il 7 ottobre 2008 in Internet Archive.
  52. ^ WAGR decommissioning : preparation, removal and disposal of the WAGR heat exchangers Archiviato il 3 maggio 2011 in Internet Archive.
  53. ^ Summary of Responses to Discussion Letter on Future of Windscale Archiviato il 14 febbraio 2012 in Internet Archive.
  54. ^ Calder-Hall-Nuclear-Power-Station-Feasibility Study Archiviato il 7 gennaio 2012 in Internet Archive.
  55. ^ OECD-NEA: Radioactive Waste Management and Decomissioning in Italy
  56. ^ Nuclear Power in Europe:Caorso
  57. ^ Zona Nucleare - La centrale nucleare in fase di smantellamento ex-ENEL di Caorso (Piacenza)
  58. ^ Il Fiume Po: La Centrale Nucleare di Caorso Archiviato il 1º maggio 2011 in Internet Archive.
  59. ^ GIANNI LANNES: lo smantellamento della Centrale Nucleare di Caorso affidato alla Ndrangheta
  60. ^ Via libera allo smantellamento della centrale di Caorso Archiviato il 28 marzo 2012 in Internet Archive.
  61. ^ Accordo tra la SOGIN e la Sudsvik svedese Archiviato il 28 marzo 2012 in Internet Archive.
  62. ^ LA REPUBBLICA: Per Caorso un addio lungo mezzo secolo, piano ENEL per smantellare la centrale
  63. ^ Nuclear Power in Europe:Garigliano
  64. ^ Zona Nucleare - La centrale nucleare in fase di smantellamento ex-ENEL di Garigliano (Caserta)
  65. ^ LEGAMBIENTE Lazio: chiarire subito la situazione delle scorie radioattive... Archiviato il 29 marzo 2016 in Internet Archive.
  66. ^ Garigliano, una centrale nucleare “all'italiana”, di Emiliano Di Marco Archiviato il 23 gennaio 2012 in Internet Archive.
  67. ^ Technical Tour to the Garigliano Nuclear Plant
  68. ^ https://terracinasocialforum.wordpress.com/2011/04/05/frenata-per-lo-smantellamento-della-centrale-del-garigliano Frenata per lo smantellamento della centrale del Garigliano - Aprile 2011
  69. ^ Zona Nucleare - La centrale nucleare in fase di smantellamento ex-ENEL di Foce Verde (Latina)
  70. ^ I vertici di Sogin visitano la centrale nucleare di Borgo Sabotino, su TeleRadio Tirreno Centrale, 10 settembre 2012. URL consultato il 25 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 10 settembre 2012).
  71. ^ Nuclear Power in Europe:Trino Vercellese
  72. ^ Zona Nucleare - La centrale nucleare in fase di smantellamento ex-ENEL di Trino Vercellese (Vercelli)
  73. ^ NEA: Decommissioning in the Netherlands Archiviato il 9 dicembre 2008 in Internet Archive.
  74. ^ Nuclear Energy Agency: Decommissioning in Switzerland Archiviato il 17 gennaio 2009 in Internet Archive.
  75. ^ La France nucleaire/Nuclear France: TREATMENT OF RADIOACTIVE WASTE(ENGLISH) Archiviato il 20 giugno 2010 in Internet Archive.
  76. ^ STATE OF THE ART TECHNOLOGY FOR DECONTAMINATION AND DISMANTLING OF NUCLEAR FACILITIES Copia archiviata (PDF), su eeae.gr. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).
  77. ^ OSTI: Appendix A - A Summary of the Shutdown and Decommissioning Experience for Nuclear Power Plants in the United States and the Russian Federation. Appendix B - A Summary of the Regulatory Environment for the Shutdown and Decommissioning of Nuclear Power Plants in the United States and the Russian Federation. Appendix C - Recommended Outlines for Decommissioning Documentation
  78. ^ World Nuclear Association: Nuclear Power in Bulgaria, su world-nuclear.org. URL consultato il 13 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2009).
  79. ^ La storia dei ripetuti incidenti a Majak
  80. ^ UK-Russia Closed Nuclear Cities Partnership Archiviato il 14 agosto 2009 in Internet Archive.
  81. ^ Russia shuts second plutonium-producing reactor at Seversk
  82. ^ BBC: World: Europe - Full ahead for Slovak nuclear reactor
  83. ^ YAHOO NEWS: Slovakia forced to restar nuclear reactors after Ukrainian gas crisis[collegamento interrotto]
  84. ^ Large & Associates: Chernobyl - A Nuclear Catastrophe 20 Years On Archiviato il 28 agosto 2008 in Internet Archive.
  85. ^ European Bank for Reconstruction and Development: Breakthrough for Chernobyl nuclear decommissioning efforts (Consortium Novarka to build New Safe Confinement Holtec International to complete Spent Fuel Storage) Archiviato il 21 agosto 2008 in Internet Archive.
  86. ^ In 1999, the CEA estimated that decommissioning and waste management operations at the Marcoule site would cost over €6 billion [1] Archiviato il 22 novembre 2010 in Internet Archive.
  87. ^ Heuel-Fabianek, B., Kümmerle, E., Möllmann-Coers, M., Lennartz, R. (2008): The relevance of Article 37 of the Euratom Treaty for the dismantling of nuclear reactors. atw - International Journal for Nuclear Power 6/2008 Archiviato l'11 settembre 2008 in Internet Archive.
  88. ^ Vivement Lundi. Brennilis: La centrale qui ne voulait pas s'eteindre. 2008. Brennilis_DOSPRESS.pdf[collegamento interrotto]
  89. ^ Rosenthal A.; The Brennilis Nuclear Plant: “Une Affaire de Patience”
  90. ^ criirad
  91. ^ Le Télégramme: Brennilis
  92. ^ Ouest-France: "Brennilis : EDF se fait taper sur les doigts" Archiviato il 1º maggio 2011 in Internet Archive.
  93. ^ Copia archiviata (PDF), su ec-cnd.net. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2015).
  94. ^ CH2M - Windscale Decommissioning Project Description Archiviato l'8 ottobre 2010 in Internet Archive.
  95. ^ National Audit Office - The Nuclear Decommissioning Authority - Taking forward decommissioning Archiviato il 23 ottobre 2008 in Internet Archive..
  96. ^ NDA Calder Hall Nuclear Power Station Feasibility Study 2007. Archiviato il 7 gennaio 2012 in Internet Archive.
  97. ^ In Germany, decommissioning of Niederaichbach nuclear power plant, a 100 MW power plant, amounted to more than 90 million euros [2][collegamento interrotto]
  98. ^ The ENDS Report (The ENDS Report): Nuclear decommissioning funds “require oversight”.
  99. ^ Commissione europea, Programma indicativo per il settore nucleare presentato, per parere, al Comitato economico e sociale europeo ai sensi dell'articolo 40 del trattato Euratom (PDF), SWD(2016) 102 final, 4 aprile 2016.
  100. ^ (EN) UTEXAS.EDU: Nuclear Fusion-Fission Hybrid Could Destroy Nuclear Waste And Contribute to Carbon-Free Energy Future Archiviato l'8 aprile 2015 in Internet Archive.
italiano
  • Virginio Bettini, Scorie. L'irrisolto nucleare, UTET, 2006. ISBN 978-88-02-07352-1
  • Virginio Bettini e Giorgio Nebbia, Il nucleare impossibile, perché non conviene tornare al nucleare, UTET, 2009. ISBN 88-02-08091-7
inglese
  • (EN) Strategy Selection for the Decommissioning of Nuclear Facilities, settembre 2003. URL consultato il 24 ottobre 2010.
  • (EN) V. Massaut, Decommissioning Experience in the European Union to Date., in Rep. Co-ordination Network on Decommissioning of Nuclear Installations, n.d., Web.4, gennaio 2010. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
  • (EN) Nuclear Decommissioning, IMechE Conference transaction 1995 -7.
  • (EN) OECD/NEA 1992, Decommissioning Policies for Nuclear Facilities.
  • (EN) OECD/NEA 1992, International Co-operation on Decommissioning.
  • (EN) IAEA Bulletin 42/3/2000, Preparing for the End of the Line - Radioactive Residues from Nuclear Decommissioning
  • (EN) Nuclear Energy Institute 2002, Decommissioning of Nuclear Power Plants, factsheet.
  • (EN) OECD/NEA 2003, Decommissioning Nuclear Power Plants - policies, strategies and costs.
  • (EN) OECD/NEA 2003, Strategy Selection for the Decommissioning of Nuclear Facilities, Tarragona, Spagna 2003.
  • (EN) OECD/NEA 2006, Decommissioning Funding: Ethics, Implementation, Uncertainties.
  • (EN) Doubleday, EC, 2007, A Decommissioning Wrapup, Radwate Solutions March-April 2007.
  • (EN) Spent Nuclear Reprocessing in France (PDF), su fissilematerials.org. URL consultato il 24 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2010).

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]
In italiano

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]