Dahala Khagrabari
Dahala Khagrabari Villaggio (Gaanvon) | |
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Mappa dell'esatta collocazione di Dahala Khagrabari. | |
Localizzazione | |
Stato | India, oggi Bangladesh |
Stato federato | Bengala Occidentale |
Divisione | Jalpaiguri |
Distretto | Cooch Behar |
Tehsil | Balapara Khagrabari |
Amministrazione | |
Data di istituzione | 15 agosto 1947 |
Data di soppressione | 6 giugno 2015 |
Territorio | |
Coordinate | 26°08′59.68″N 88°45′43.78″E |
Altitudine | 60 m s.l.m. |
Superficie | 0,007 km² |
Acque interne | Trascurabili |
Abitanti | 0 (6-6-2015) |
Densità | 0 ab./km² |
Altre informazioni | |
Lingue | bengalese, inglese |
Cod. postale | 736118 |
Prefisso | 3582 |
Fuso orario | UTC+5:30 |
ISO 3166-2 | IN-WB |
Targa | WB |
Cl. sismica | 4 |
Cartografia | |
Dahala Khagrabari è stata un'exclave[N 1] indiana appartenente al territorio di Balapara Khagrabari[N 2] nel Distretto di Cooch Behar, nella Divisione di Jalpaiguri dello stato del Bengala Occidentale.[1]
La sua collocazione, circondata dal Bangladesh, circondato a sua volta dall'India e a sua volta dal Bangladesh,[2] l'ha resa, fino al 6 giugno 2015 quando il territorio è stato ceduto dall'India al Bangladesh, l'unica enclave al mondo di 3º grado.[3][N 3]
Dal 6 giugno 2015 fa parte del villaggio bengalese di Upanchowki Bhajni da cui prima era circondato.[4]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Questo territorio era completamente circondato da quello del villaggio bengalese di Upanchowki Bhajni, che a sua volta è contenuto nel villaggio indiano di Balapara Khagrabari, che si trova all'interno del sottodistretto Debiganj, del distretto di Panchagarh, della divisione di Rangpur nel Bangladesh.[5] In pratica, Dahala Khagrabari era un'enclave di un'enclave di un'enclave o controenclave.[3]
Si trattava di un appezzamento di terra disabitato utilizzato per l'agricoltura.[1] Il proprietario di questa enclave era un contadino bengalese che vive nell'enclave che circonda Dahala Khagrabari.[1]
Nonostante le sue dimensioni ridotte pari a 7 000 metri quadri (1,7 acri),[1] Dahala Khagrabari, non era la più piccola delle enclavi presenti al confine tra India e Bangladesh.[6] La più piccola era Panisala, un'enclave indiana di 1 090 metri quadri (0,27 acri) nella stessa divisione.[6]
A causa della mancanza di governo e delle condizioni sfavorevoli affrontate dai residenti delle enclavi,[3] nel settembre 2011 i governi di India e Bangladesh hanno firmato un trattato, a quasi 40 anni dal precedente,[4] manifestando la loro intenzione di risolvere il problema mediante lo scambio di 162 enclavi, offrendo però ai residenti una scelta di nazionalità.[7][8] Il 6 giugno 2015 entrambi i primi ministri dei paesi hanno ratificato l'accordo sul confine terrestre[N 4] e l'India ha così accettato di cedere l'enclave in Bangladesh.[4] Il trattato è entrato in vigore il giorno stesso della ratifica.[4][N 5]
Il trattato di Dacca del 6 settembre 2011 infatti aveva creato, ratificando il precedente trattato del 1974, il Corridoio Tin Bingha, lasciando in sospeso lo scambio di enclavi che, pur previsto, necessitava di un secondo trattato per la ratifica e la definizione dei termini dell'entrata in vigore.[9]
Schema dell'enclave
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Note
[modifica | modifica wikitesto]- Annotazioni
- ^ exclave, termine di origine francese, nel linguaggio politico indica un territorio, solitamente di piccole dimensioni, circondato da uno stato diverso da quello al quale appartiene (il termine è simile a enclave, ma considerato dal punto di vista dello stato sovrano)
- ^ La più grande enclave dell'India, composta da tre distretti: Dahala Khagrabari (n. 47), Kothajni (n. 43), Balapara Khagrabari (n. 42). L'area che circonda Upanchowki Bhajni, 100 (n. 19) è Dahala Khagrabari (n. 47).
- ^ dopo il 2015 esistono solo 8 enclavi di secondo grado di cui sette olandesi appartenenti a Baarle-Nassau all'interno della città belga di Baarle-Hertog e l'omanita Nahwa all'interno degli Emirati Arabi Uniti.
- ^ Relativo al trattato sul confine definito dai due paesi del 1974, a seguito della nascita del Bangladesh come stato indipendente, e alle rettifiche del 2011 relative a molteplici distretti del Bengala Occidentale per l'India e alla divisione di Ragpur per il Bangladesh.
- ^ l'India ha ottenuto 51 enclavi per un totale di 7.100 acri e 14.864 abitanti mentre il Bangladesh ha ottenuto 111 enclavi per un totale di 17.995 acri e 36.382 abitanti. Fonte: (EN) WonderWhy, The Most Complex International Borders in the World Part 3, su youtube.com, 2 maggio 2017. URL consultato il 3 maggio 2020.
- Fonti
- ^ a b c d (ES) The mother of all enclaves, su fronterasblog.wordpress.com. URL consultato il 3 maggio 2020.
- ^ (EN) Dahala Khagrabari, su atlasobscura.com. URL consultato il 3 maggio 2020.
- ^ a b c (EN) WonderWhy, The most complex international border, 2 dicembre 2013. URL consultato il 3 maggio 2020.
- ^ a b c d (EN) Volterra Fietta (a cura di), India and Bangladesh implement land-swap deal for territorial enclaves, su volterrafietta.com. URL consultato il 3 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2020).
- ^ (EN) Adam Taylor, Say goodbye to the weirdest border dispute in the world, in The Washington Post, 1º agosto 2015. URL consultato il 3 maggio 2020.
- ^ a b (EN) Whyte Brendan R., Waiting for the Esquimo: an historical and documentary study of the Cooch Behar enclaves of India and Bangladesh, su The University of Melbourne, 2002. URL consultato il 3 maggio 2020.
- ^ (EN) Bangladesh e India scambiano 162 appezzamenti, su AFP, 30 agosto 2011. URL consultato il 20 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
- ^ (EN) Hope for Indo-Bangladesh enclaves, in New Delhi Television Limited (NDTV), 12 settembre 2011. URL consultato il 3 maggio 2020.
- ^ (EN) Hasina-Manmohan agreement Tin Bigha corridor to remain open 24 hours, in banglanews, 6 settembre 2011. URL consultato il 3 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2012).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Adam Taylor, Say goodbye to the weirdest border dispute in the world, in The Washington Post, 1º agosto 2015. URL consultato il 3 maggio 2020.
- (EN) Hope for Indo-Bangladesh enclaves, in New Delhi Television Limited (NDTV), 12 settembre 2011. URL consultato il 3 maggio 2020.
- (EN) Hasina-Manmohan agreement Tin Bigha corridor to remain open 24 hours, in banglanews, 6 settembre 2011. URL consultato il 3 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2012).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dahala Khagrabari
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Dahala Khagrabari, su atlasobscura.com. URL consultato il 3 maggio 2020.
- (ES) The mother of all enclaves, su fronterasblog.wordpress.com. URL consultato il 3 maggio 2020.
- (EN) WonderWhy, The most complex international border, 2 dicembre 2013. URL consultato il 3 maggio 2020.
- (EN) Bangladesh e India scambiano 162 appezzamenti, su AFP, 30 agosto 2011. URL consultato il 20 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
- (EN) Whyte Brendan R., Waiting for the Esquimo: an historical and documentary study of the Cooch Behar enclaves of India and Bangladesh, su The University of Melbourne, 2002. URL consultato il 3 maggio 2020.
- (EN) Volterra Fietta (a cura di), India and Bangladesh implement land-swap deal for territorial enclaves, su volterrafietta.com. URL consultato il 3 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2020).
- (EN) WonderWhy, The Most Complex International Borders in the World Part 3, su youtube.com, 2 maggio 2017. URL consultato il 3 maggio 2020.