François Pienaar
François Pienaar | |||||||
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Pienaar nel 2017 | |||||||
Dati biografici | |||||||
Paese | Sudafrica | ||||||
Altezza | 191 cm | ||||||
Peso | 108 kg | ||||||
Rugby a 15 | |||||||
Ruolo | Terza linea ala | ||||||
Ritirato | 2000 | ||||||
Hall of fame | Rugby Hall of Fame (2005) IRB Hall of Fame (2011) | ||||||
Carriera | |||||||
Attività provinciale | |||||||
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Attività di club[1] | |||||||
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Attività in franchise | |||||||
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Attività da giocatore internazionale | |||||||
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Attività da allenatore | |||||||
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Palmarès internazionale | |||||||
Vincitore | Coppa del Mondo 1995 | ||||||
1. A partire dalla stagione 1995-96 le statistiche di club si riferiscono ai soli campionati maggiori professionistici di Lega Il simbolo → indica un trasferimento in prestito | |||||||
Statistiche aggiornate al 5 marzo 2010 | |||||||
Jacobus François Pienaar (Vereeniging, 2 gennaio 1967) è un ex rugbista a 15, allenatore di rugby a 15 e dirigente sportivo sudafricano, capitano della Nazionale degli Springbok che vinse la Coppa del Mondo di rugby 1995.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Vereeniging, nell'allora provincia del Transvaal, Pienaar compì gli studi superiori alla Patriot School di Witbank — all'epoca della cui frequenza rappresentò rugbisticamente il Sudafrica a livello scolastico[1] — e successivamente si iscrisse alla Rand Afrikaans University (oggi Università di Johannesburg), militandone nella formazione di rugby[2].
Nel 1989 entrò nella squadra del Transvaal, con cui vinse la sua prima Currie Cup nel 1993, bissando poi il successo nel 1994; il 1993 fu anche l'anno nella vittoria nel torneo del SANZAR, il Super 10.
Pienaar esordì in Nazionale sudafricana il 26 giugno 1993 a Durban contro la Francia, primo test match degli Springbok dopo il ritiro internazionale del precedente capitano, Naas Botha; a Pienaar furono quindi assegnati i gradi fin dal suo incontro di debutto[2]; nel 1995 si trovò dunque a guidare la squadra che disputò la sua prima Coppa del Mondo, tenutasi proprio in Sudafrica a suggellare la fine del regime di apartheid in vigore fino a solo pochi anni prima, e a tre anni dalla fine del bando sportivo imposto al Paese dal Comitato Olimpico Internazionale[3].
Il Sudafrica si impose nella finale di Johannesburg sulla Nuova Zelanda grazie a un drop nei tempi supplementari di Joël Stransky e fu Pienaar a ricevere dal presidente Nelson Mandela, che nell'occasione vestiva la stessa maglia numero 6 del capitano[4], la coppa William Webb Ellis[5].
In quello stesso anno, con il Gauteng Lions, vinse un'altra edizione del torneo del SANZAR e, l'anno successivo, nel corso del Tri Nations 1996, l'unico da lui disputato, chiuse la sua carriera internazionale, a Città del Capo contro la Nuova Zelanda. Furono 29 in totale gli incontri internazionali di Pienaar, tutti da capitano[2]; in 27 di essi fu schierato come flanker e in due occasioni come terza centro, durante il tour post-mondiale 1995 in cui il Sudafrica disputò il suo primo test match assoluto contro l'Italia, allo Stadio Olimpico di Roma.
Alla fine del 1996 Pienaar ricevette un'offerta complessiva di 500 000 sterline per due stagioni e mezzo al Saracens, in Inghilterra e, su consiglio di sua moglie Nerine, accettò l'ingaggio; debuttò in Premiership il 28 dicembre[6]; il contratto fu poi prolungato fino al 2000. Nel periodo da giocatore al Saracens Pienaar vinse la coppa Anglo-Gallese nel 1998, battendo nella finale di Twickenham gli Wasps 48-18; nel 1999 ricevette anche l'invito dei Barbarians a giocare nell'incontro annuale contro il Leicester.
Nel 2000 Pienaar si ritirò da giocatore e fu nominato allenatore e direttore sportivo del Saracens, incarichi che tenne fino al febbraio 2002, quando si dimise a fronte degli scarsi risultati sportivi della squadra[7][8].
Tornato in Sudafrica, intraprese la carriera di dirigente aziendale[9] e di commentatore sportivo (per la britannica ITV commentò anche gli incontri della Coppa del Mondo di rugby 2007) e fece parte del direttivo del comitato che pose la candidatura sudafricana per la Coppa del Mondo di rugby 2011 (poi assegnata alla Nuova Zelanda).
Nel 1999 diede alle stampe un libro, Rainbow Warrior, e nel 2008 fu il soggetto di un'opera di John Carlin, Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game that Made a Nation (in italiano Ama il tuo nemico, Sperling & Kupfer, 2009), che fu la base del soggetto del film Invictus - L'invincibile (2009), di Clint Eastwood, in cui il personaggio di Pienaar è interpretato da Matt Damon.
Sposato con Nerine Winter dal 1996, Pienaar ha due figli, di uno dei quali Nelson Mandela fu padrino di battesimo[4].
Dal 2005, per i suoi meriti sportivi, Pienaar figura nell'International Rugby Hall of Fame[10] e, dal 2011, in quella di World Rugby[11].
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]- Coppe del mondo: 1
- Currie Cup: 2
- Transvaal: 1993, 1994
- Coppe Anglo-Gallesi: 1
- Saracens: 1997-98
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) South African Schools Players (1974-2013), su rugby365.com, Moonsport (PTY) Ltd., 22 luglio 2014. URL consultato il 22 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2016).
- ^ a b c (EN) Springbok Profile : François Pienaar, su sarugby.co.za. URL consultato il 6 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2010).
- ^ Flavio Vanetti, Il rugby, religione dei bianchi fa pregare i neri del Sudafrica, in Corriere della Sera, 26 maggio 1995. URL consultato il 6 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
- ^ a b (EN) Paul Ackford, Hollywood gets it wrong over Nelson Mandela and François Pienaar, in The Daily Telegraph, 12 dicembre 2009. URL consultato il 6 marzo 2010.
- ^ Fabrizio Zupo, Sudafrica, meta di felicità, in Corriere della Sera, 25 giugno 1995. URL consultato il 5 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
- ^ (EN) David Llewellyn, Pienaar's Saracens Debut on Ice, in The Independent, 29 dicembre 1996. URL consultato il 6 marzo 2010.
- ^ (EN) Mick Cleary, Pienaar Falls on Saracen Sword, in The Daily Telegraph, 15 febbraio 2002. URL consultato il 6 marzo 2010.
- ^ (EN) Pienaar to quit Saracens, in BBC, 15 febbraio 2002. URL consultato il 6 marzo 2010.
- ^ (EN) Who's Who in South Africa: François Pienaar, su whoswho.co.za. URL consultato il 6 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2010).
- ^ (EN) 2005 Inductees : François Pienaar, su rugbyhalloffame.com. URL consultato il 6 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2006).
- ^ (EN) Eleven NZ greats inducted into Hall of Fame, su worldrugby.org, World Rugby. URL consultato il 22 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2015).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) François Pienaar, Edward Griffiths, Rainbow Warrior : The Hard-Hitting Autobiography, Londra, HarperCollinsWillow, 1999, ISBN 0-00-218905-4.
- John Carlin, Ama il tuo nemico. Nelson Mandela e la partita di rugby che ha fatto nascere una nazione, Milano, Sperling & Kupfer, 2009 [2008], ISBN 88-200-4660-1.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- Invictus - L'invincibile (Invictus, 2009), di Clint Eastwood
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su François Pienaar
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su François Pienaar
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) John Nauright, François Pienaar, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Statistiche di François Pienaar nei Barbarians, su barbarianfc.co.uk, Barbarian Football Club.
- (EN) Statistiche di François Pienaar, su sarugby.co.za, SARU.
- (EN) Statistiche di François Pienaar nelle competizioni europee, su epcr-admin.soticcloud.net, EPCR.
- (EN) Statistiche internazionali di François Pienaar, su espn.co.uk, ESPN Sports Media Ltd.
- (EN) Scheda di François Pienaar nella Hall of Fame di World Rugby, su worldrugby.org, World Rugby.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 70886276 · ISNI (EN) 0000 0001 0985 5927 · LCCN (EN) nb99049646 · BNF (FR) cb16974444p (data) |
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