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Fuoco di sant'Elmo

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Fuoco di sant'Elmo su una nave in mare

Il fuoco di sant'Elmo è una scarica elettro-luminescente provocata dalla ionizzazione dell'aria durante un temporale, all'interno di un forte campo elettrico[1]. Il fenomeno prende il nome da sant'Erasmo di Formia (detto anche sant'Elmo), vescovo e martire, santo patrono dei naviganti, che consideravano la sua comparsa di buon auspicio.[senza fonte] Il nome è dovuto al fatto che il fenomeno spesso appare sulla testa dell'albero maestro delle navi durante i temporali in mare. [senza fonte]

Fenomenologia

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Benjamin Franklin nel 1749 osservò che si trattava di un fenomeno di natura elettrica[1]. Fisicamente, si manifesta come un bagliore brillante, bianco-bluastro, che in alcune circostanze appare come un fuoco, spesso in getti doppi o tripli, che scaturisce da strutture alte e appuntite[1], come alberi maestri, guglie e ciminiere.

Anche se viene chiamato "fuoco", il fuoco di sant'Elmo è in effetti una specie di plasma[1], causato dalla massiccia differenza di potenziale atmosferico, combinata al potere disperdente delle punte. Può anche apparire tra le punte delle corna del bestiame durante un temporale, o tra oggetti appuntiti nel mezzo di un tornado[1], ma non si tratta dello stesso fenomeno del fulmine globulare, anche se i due sono correlati.

(EN)

«'Look aloft!' cried Starbuck. 'The corpusants! The corpusants!' All the yard-arms were tipped with a pallid fire; and touched at each tri-pointed lightning-rod-end with three tapering white flames, each of the three tall masts were silently burning in the sulphurous air, like three gigantic wax tapers before an altar.»

(IT)

«'Guardate lassù!' strillò Starbuck. 'I Corpi santi! I Corpi santi!' Tutti gli alberi maestri avevano alle loro estremità un fuoco pallido; e sfiorati a ogni triplice estremità del parafulmine da tre pallide fiammelle affusolate, tutti e tre gli alti alberi stavano bruciando silenziosi nell'aria sulfurea, come tre giganteschi ceri davanti a un altare.»

Nell'antica Grecia, l'apparire di un fuoco singolo era chiamato Elena, se doppio invece era detto Castore e Polluce[1]. È anche chiamato "corpusants" in molte lingue tra cui l'inglese, il cui significato deriva dal portoghese "corpo santo".

Una leggenda narra, inoltre, che quando Sant'Erasmo da Formia venne arso vivo, forse sotto Diocleziano, sulla cima della pira del rogo si vide comparire una fiamma bluastra, ritenuta dai presenti l'anima del santo che si innalzava al cielo.[2][3]

Riferimenti al fuoco di sant'Elmo, spesso detto anche "corposanti" o "corpusanti", dal latino corpus sancti (ovvero corpo del santo o sostanza del santo), si possono trovare nelle opere di Giulio Cesare, di Plinio il Vecchio, nel diario che Antonio Pigafetta scrisse durante il suo viaggio con Ferdinando Magellano, in Viaggio di un naturalista intorno al mondo di Charles Darwin, in Moby Dick di Herman Melville, nell'omonimo film interpretato da Gregory Peck, in Viaggio al centro della Terra di Jules Verne, nell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto dove viene chiamato di santo Ermo, ne La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Coleridge (v. 128), ne Il Corsaro Nero di Emilio Salgari, in Jim Bottone e i 13 pirati di Michael Ende e, più recentemente, in Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut o ancora in La collina delle fate di Diana Gabaldon e in Pet Sematary di Stephen King, ne Il vino della solitudine di Irène Némirosvskj, nel libro di Richard Henry Dana jr. Due anni a prora.

Riferimenti nella cultura di massa

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  • Nel videogioco Final Fantasy VII, un nemico chiamato Ghost Ship (Nave Fantasma), dalla forma di un veliero corredato di una spettrale polena scheletrica, utilizza un attacco chiamato "St. Elmo's Fire" (Fuoco di Sant'Elmo, per l'appunto).
  1. ^ a b c d e f fuochi di sant'Elmo, su bazardelbizzarro.net, bazardelbizzarro. URL consultato il 1º agosto 2012.
  2. ^ Fuochi di Sant'Elmo su Focus.it, su focus.it. URL consultato il 16 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2010).
  3. ^ fuoco di S.Elmo, su diocesidicapua.it, diocesidicapua. URL consultato il 1º agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2009).

Voci correlate

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